La letterina

di MusicDanceRomance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La letterina prima del the ***
Capitolo 2: *** La letterina dopo la pausa del the ***



Capitolo 1
*** La letterina prima del the ***


LA LETTERINA
 
4 Novembre 1628                     Mio maniero lombardo                      Ora del the
 
 
 
Mia preziosissima e deprecabile Lucia,
debbo dunque pensare che voi abbiate avuto l’immane sfrontatezza di raggirarmi per settantasette giorni, diciotto ore e ventiquattro minuti contati?
 
Dopo aver dilapidato l’intera mia eredità materna in stoffe pregiate esportate dall’Oriente, gioielli d’incalcolabile valore, montagne di oro zecchino, cascate di denari e al momento non ricordo più cos’altro, vengo a scoprire che neppure le uova di struzzo e di pavone avete serbato, ma anche quelle e il caviale sono andati agli affamati? Non avete trattenuto nulla per voi, neppure un arazzo, un filo d’oro, una parrucca, le scarpette di cristallo, avete regalato ai poveri i miei regali? Neppure un soldo o un baiocco per le vostre necessità personali, tutto distribuito ai ceti meno abbienti?
 
E come pretendete adesso un nuovo castello con tanto di piscina interna e fontana multicolore, a chi lo dovete donare stavolta, ai miseri innominati e alle monache del convento di Monza che hanno fatto voto di povertà? Mi domando, a qual pro possedere un castello per poi abitare in un claustrofobo convento.
 
Quell’arpia di suor Gertrude vi riempie bene la testa di opere di misericordia, avida com’è crede che possa guadagnare più punti per il paradiso inducendovi a trasmutarvi in angelo della carità?
 
Ma voi mi valutate davvero come lo zio Paperone di questi tempi? (Presumo che voi stessa disconosciate zio Paperone, ma non affliggetevi reputandovi capra ignorante per questo:  egli è ignoto anche a me medesimo,tuttavia Cristoforo, il mio indovino di corte, il quale mi sta elegantemente dettando suddetta missiva, assicura che si tratta di un grande benefattore dei prossimi secoli, e sapete, gli indovini raramente si ingannano.)
 
Io non sono il sopracitato zio Paperone, pur essendo effettivamente zio e pur avendo una peste di nipotina, io sono don Rodrigo!
 
Voi avete osato sfruttare l’infuocata passione che arde dentro  il mio stremato animo per voi, avete osato deridere i miei onesti e sinceri sentimenti solo  per l’ inglorioso fine di estorcermi con il più piacevole degli inganni le mie sostanze e prendervi il merito di ogni atto di beneficenza che concludete.
 
Ahimè, me misero, me tapino, me meschino, me Paperino (parole dettate sempre dal mio indovino, non abbiate timore di sentirvi incompetente quanto don Abbondio in materia letteraria), forse ho fatto male, la scorsa estate, a parlarvi di quel bandito leggendario, Robin Hood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri, e mi rincresce che voi abbiate frainteso il modo impacciato in cui confessavo i miei sentimenti per voi, purtuttavia io trattavo dell’amore che legava Robin a Lady Marianne, e voi pensavate alle sue imprese, avida di gloria e immortalità, scambiavate pali per.. lamponi o lampioni?
 
Oh, che sbadato, il mio the si sta raffreddando, mi vedo costretto ad interrompere l’epistola, non vorrei certo beccarmi un malanno e mancare al mio consueto appuntamento con la tazzina di porcellana della nonna a causa vostra!
 
Ordunque sospendo la mia opera su questo foglio che sta assorbendo sì tante mie aspre lacrime, e tra cinque minuti contati riprenderò da dove mi sono fermato, vogliate perdonarmi.
 
Glu glu glu.. sto degustando il mio pregiato the, guai a chi mi disturba, voi compresa, i momenti solenni rimangono pur sempre momenti solenni!
  
  

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Capitolo 2
*** La letterina dopo la pausa del the ***


 
Che delizia, che ristoro!
 
Ah, le piantagioni da the si sono rivelate il miglior investimento della mia famiglia!
Ma non viviamo solo di the, no, esportiamo cacao, patate e pomodori dalla nuova terra, l’America, invece in Cina abbiamo investito nella seta, ci siamo poi lanciati allo sbaraglio anche nel commercio della lana del Kashemire, teniamo alla raccolta differenziata e.. oh, cielo santo, devo tornare ai miei rimbrotti per voi, Lucia mia!
 
Dov’ero arrivato? Bè, poco importa, RIPRENDIAMO:
 
Perdindirindina, ius innamoratorum con tutto il latinorum,  caspiterina e accidempolina, all’inizio vi avrei donato anche il mio spirito perché credevo che vi adattaste a rivestire il ruolo di mia cortigiana preferita, credevo che sareste rimasta accanto a me per sempre come mia favorita, e invece!
 
Vi declassate a paladina della povertà e beniamina dei miseri, mi dissanguate dei miei averi e avete pure la faccia di bronzo con tutti gli altri metalli incorporati di venirmi a dire che sposerete quel Fermorenzo Malandrino!
 
Dove avete sepolto le promesse che sancivate con me sotto i raggi della luna caliente? Dove, Lucia?
 
Voi mi avete smisuratamente turlupinato, spudoratamente defraudato,  e, in parole povere ed estreme: grazie per avermi spezzato il cuore! (Bella l’ultima frase, non me l’ha dettata nessuno, volete vedere che divento poeta come Durante Alghero e Francesco Patacca?)
 
Egoista mistificatrice, non dimenticate che io detengo il potere, io deciderò come farvi passare alla storia! Voi non sarete la carità fatta donna e l’artista della truffa, voi risulterete ai posteri come il più noioso e banale personaggio di tutti i tempi! Angelico sì, come pretendete di apparire, ma angelico e insopportabilmente stupido!
 
Ho ideato una trama in cui ricoprite il ruolo della timida donna angelo che niente chiede e solo pace vuole, la donna virtuosa e pura di cui non se ne può più! Addirittura ho inserito nella storia un voto di castità! Voto di castità per voi, mia famelica amica!!!!!
 
Tenetevi pure quel Fermorenzo Malandrino o Tramezzino come accidempoli si chiama e ricordate, la vendetta è un piatto che va gustato freddo, se i miei autori non saranno in grado di denigrarvi adeguatamente, confido nella provvidenzialità degli scrittori futuri, perché ho subìto troppe ingiustizie e grido rivalsa!
 
Prima o poi, la trama che ho fantasticato otterrà una vera stesura, ad opera di un autore che, grazie alle mie idee, sarà eternamente ammirato e studiato! E voi, misero suo limpido personaggio, non piacerete affatto ai lettori più attenti, perché figurerete semplicemente banale e prevedibile!
 
Ah ah ah! E non venitemi più a dire che quando tornate dalla filanda vi importuno, perché siete voi a importunare me, chiedendomi un’altra consistente somma da elargire ai poveri, che, da quanto ne so io, sono diventati quasi più agiati di me!
 
Ah ah ah! Il vostro nome rimarrà indelebile nei secoli, sì, ma come l’ho deciso io!
 
Cara Lucia, dopo il mio provvidenziale e benefico the mi trovo costretto ad accomiatarmi da voi, è tempo per me di raggiungere la mia peste d’una nipote e giocare un po’ a battaglia navale con lei! Devo risvegliare il pirata che c’è in me, mai più don Rodrigo il fesso! Cordialità.
 
 
P.S. E’ inutile che vostra madre Agnese faccia il filo ad Attilio, lui non è fesso come me e mi ha aperto gli occhi, arrendetevi tutte e due! Povero Malandrino o Tramezzino che non ricordo mai, Tramaglino mi dicono (qual cognome popolano e impronunciabile) non sa cosa lo attende, questo matrimonio s’ha da fare perché voglio proprio ridere sulle sue disgrazie!
 
 
E la lettera e la trama che don Rodrigo aveva redatto capitarono, circa due secoli dopo, tra le mani di un tale Alessandro, suo discendente. Egli mise in atto la vendetta che l’abile mente del suo antenato aveva delineato, inserendo i personaggi a cui lo stesso Rodrigo aveva dato nome e in cui personalmente era incappato.
E don Rodrigo ha ottenuto la sua vendetta, perchè la figura della reale, scaltra e mitomane Lucia è stata surclassata da quella dell’immaginaria, angelica e insopportabile Lucia dei Promessi Sposi.
 
 Finita. Che Alessandro mi perdoni per lo scempio che ho fatto in uno dei miei non rari momenti di follia, ma tanto so che lui mi perdonerà, ha fatto concedere il perdono persino all’Innominato.
Bè, fatemi sapere se preferite Manzoni o me (mi sa che preferite Manzoni rispetto a questa robaccia), intanto io mi sono divertita.
Accidempoli, me misera me Paperina, dato che sicuramente almeno due persone apprezzeranno sta’ roba, mi vedo costretta a fare una dedica.
Dedico questa storiella all’ailurofila Cinzia e all’acuta Caterina, che sanno bene come si vive da migliori amiche di una papera pazza quale sono io!

 

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