Ombre dal passato di Lady Moonlight (/viewuser.php?uid=62095)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Profanatori di tombe ***
Capitolo 2: *** Misteri da svelare ***
Capitolo 3: *** Solo sogni? ***
Capitolo 4: *** Dunque è vero? ***
Capitolo 5: *** Voglio le risposte! ***
Capitolo 1 *** Prologo-Profanatori di tombe ***
Prologo-Profanatori
di tombe
“Hokage!”
urlò un ninja della squadra speciale Anbu. “State
attenta! È dietro di voi!” Tsunade si
girò giusto in tempo per
vedere un membro dell’organizzazione Alba che stava per
sferrarle
un pugno. Immediatamente si gettò di lato, riuscendo a
schivarlo.
Quando si rimise in piedi, tuttavia, dell'aggressore non c'era
più
alcuna traccia.
In
seguito si meravigliò nel constatare che in
realtà il ninja si
trovava alle sue spalle. Deglutendo ed abbassando lo sguardo sulla
sua gola vide un kunai premere su di essa e si domandò come
fosse
stato possibile, dato che non l'aveva nemmeno visto muoversi. Un
rivolo di sangue scarlatto scivolò sul suo vestito,
macchiandolo.
Fortunatamente
uno dei suoi shinobi si gettò addosso all'aggressore,
riuscendo ad
allontanarlo da lei.
Malgrado
questo, il nemico riuscì a liberarsi piuttosto velocemente.
Con un
balzò saltò sulla sua scrivania e fu allora che
Tsunade poté
osservarlo meglio.
Portava
un lungo cappuccio nero calato sul volto che non le permetteva di
riconoscerlo e la tunica dello stesso colore, con delle nuvole rosse,
tipica dei membri dell'Akatsuki.
Tuttavia,
benché non sapesse chi fosse il suo modo di combattere le
era
famigliare. Stranamente le ricordò Jiraya, ma non poteva
essere
perché era morto per mano di Pain. Certamente non poteva
essere
neanche Naruto. Allora chi era?
Non
ebbe neanche il tempo di riflettere su quella cosa che il ninja le
aveva sbarrato nuovamente il cammino.
Si
preparò in posizione d'attacco ed attese che il nemico
facesse la
prima mossa.
Mentre
continuava ad osservare i movimenti lenti e studiati del suo
avversario comprese che quell'individuo fosse un nuovo membro
dell'Akatsuki.
“Dev'essere
così.” mormorò a se stessa.
Lo
shinobi si materializzò alle spalle di un altro Anbu e lo
colpì
facendogli perdere conoscenza.
“Si
può sapere chi diavolo sei?” gridò
Tsunade colma di rabbia.
Non
ottenne alcuna risposta ed infuriata si preparò ad attaccare.
L'Hokage
si lanciò sull’avversario, mancandolo. In compenso
riuscì a
disintegrare le pareti del suo studio.
“Dannazione!”
gridò. “Ed ora chi li paga i danni!”
Si
voltò, pronta per sferrare un nuovo attacco, accorgendosi
che il
nemico l'aveva circondata con una serie di copie.
Circospetto,
l'uomo si mosse in avanti, stringendo nella mano destra un kunai.
“Impossibile!”
esclamò Tsunade incredula.
Il
kunai che aveva davanti possedeva tre punte ed uno strano sigillo
avvolgeva l’impugnatura.
Troppo
concentrata sull’oggetto la donna non s’accorse che
l'aggressore
le era proprio di fronte.
Un
brivido di orrore misto a paura le corse lungo la schiena, quando
incrociò da sotto il cappuccio due occhi azzurri, freddi
come il
ghiaccio.
Si
portò una mano alla bocca. Quegli occhi erano decisamente
troppo
simili a quelli di... Scosse la testa. La sua era un'idea assurda che
non poteva avere senso. Allontanò lo sguardo turbata da
quella
vista.
Poi
accadde qualcosa di strano. Naruto entrò di corsa nel suo
studio e
s’avventò sull’aggressore. Mentre i due
ninja s’affrontavano,
Tsunade ne approfittò per allontanarsi, continuando a
guardarli.
Era
incredibile, ma le sembrò quasi che i due fossero l'uno la
copia
dell’altro. Quando uno si muoveva anche l’altro si
spostava. Ad
un certo punto, però, Naruto perse l’equilibrio e
il nemico
s’avventò su di lui dandogli un calcio allo
stomaco e mandandolo a
sbattere contro la parete. Il ninja si spostò sul ragazzo,
afferrandolo alla gola.
“Naruto!”
urlò Tsunade “Alzati!”
continuò preoccupata per le sue sorti.
Non
appena ebbe finito di pronunciare il suo nome, l'uomo si
bloccò di
colpo, girandosi verso di lei.
Il
membro dell'Akatsuki fissò prima il ragazzo e poi l'Hokage.
Non
sapeva il motivo ma quel nome, Naruto, gli aveva fatto riaffiorare
degli strani ricordi. Una forza a lui sconosciuta gli impose
d’andarsene. Per qualche ragione, lui non poteva fare del
male a
quel ragazzo.
Scomparve
in una nuvola di fumo, mentre un forte dolore alla testa, che gli
impediva di pensare, lo travolse improvvisamente.
Tsunade
attraversò di corsa ciò che restava del suo
studio e si chinò sul
ragazzo, curandogli le ferite che aveva riportato. Lo
abbracciò
dolcemente, ringraziando il cielo di non averlo perso com'era
accaduto per Jiraya.
Successivamente
lasciò Naruto alle cure di Sakura e fece chiamare tre membri
della
squadra Anbu.
C'era
una cosa importante che doveva sapere...
“Perdonami
Jiraya, per quello che sto per fare.” sussurrò.
“Hokage!”
dissero prontamente gli Anbu una volta che le furono di fronte.
“Dovete
svolgere un lavoro molto delicato che dovrà restare
segreto.”
spiegò. “Questa notte vi recherete al cimitero di
Konoha.
Dissotterrerete una tomba!”
I
ninja si guardarono tra loro a metà tra lo sorpreso e
l'incredulo.
Uno di loro intervenne: “A chi appartiene la tomba?”
“Minato
Namikaze, Hokage del villaggio della Foglia!” la voce era
ferma, ma
dentro di lei Tsunade era profondamente turbata.
Un
silenzio assoluto avvolse la stanza. Alcuni Anbu si chiesero se
l’Hokage fosse per caso impazzita.
“Hokage
voi siete sconvolta… Non sapete cosa dite!”
intervenne uno di
essi. “Prendetevi una pausa, siete sotto stress. Prima la
morte di
Jiraya, ora questo attacco. Probabilmente avete bisogno di un
periodo di riposo.” concluse.
“Non
dire stupidaggini! So bene cosa vi sto chiedendo di fare! Fatelo e
basta. Mi prendo io ogni responsabilità per quello che
accadrà!”
pronunciò con un tono di voce duro e che non ammetteva
repliche.
La
sua determinazione non era mai stata più forte che in quel
momento.
*
Il
vento soffiava gelido, quella notte, e le stelle erano oscurate dalle
nuvole. C’era solo una tenue falce di luna che risplendeva
nel
cielo. I tre Anbu camminarono tra le lapidi bianche del cimitero di
Konoha. Sotto i loro piedi, le foglie secche sembravano produrre un
rumore cento volte maggiore del dovuto.
In
lontananza sentirono l’ululato di un lupo solitario.
Le
tre figure, avvolte in ampi mantelli, si diressero verso
l’obbiettivo
della loro missione. Non parlavano, ognuno pensava al sacrilegio che
avrebbero compiuto da lì a pochi minuti.
Profanare
la tomba dell’eroe che aveva salvato il villaggio dal Kyubi,
non
piaceva a nessuno dei tre. Rallentarono il passo, cercando in tutti i
modi d’evitare quell’ingrato compito.
Erano
arrivati e la tomba del Quarto Hokage era proprio di fronte a loro. I
ninja cominciarono a scavare, in silenzio, pregando affinché
qualche
dio potesse perdonarli dell’orribile atto che stavano
compiendo.
Il
badile andò a colpire la superficie della bara e gli Anbu
non
poterono fare a meno di trattenere il respiro. Senza fretta
portarono la bara in superficie.
“Sentite!
Siamo ancora in tempo per tornare indietro.” disse uno di
loro, ma
gli altri due scrollarono la testa. Ormai era già troppo
tardi,
dovevano andare fino in fondo. Sollevarono il coperchio di legno
molto delicatamente, quasi temendo di poterlo rovinare. Cadde per
terra ed i ninja si chinarono per vedere l’interno della bara.
Grida
di stupore proruppero dalle loro labbra, mentre gli occhi erano fissi
sul vuoto.
Il
silenzio si protrasse per alcuni interminabili minuti.
“I-Impossibile!”
bisbigliò quello che portava una maschera a forma di gatto
sul
volto.
Con
un peso non indifferente che gravava sui loro cuori risistemarono la
tomba al suo stato originale e si diressero al palazzo dell'Hokage.
Nessuno
di loro voleva anche solo immaginare cosa sarebbe potuto accadere da
quel momento in avanti.
Tuttavia,
tutti capivano che qualcosa di terribile stava per accadere ed era
qualcosa di totalmente imprevisto...
Dopo
quasi un anno che non aggiornavo più questa storia ho deciso
di
riprenderla in mano, di modificarla e di ripubblicarla con alcune
modifiche.(Naturalmente ho cancellato la precedente versione^^)
Dunque
non vi preoccupate, non l'ho assolutamente dimenticata... ed
ovviamente intendo portarla a termine.
Ringrazio
chi l'aveva aggiunta alle seguite, preferite e ricordate ed anche chi
l'aveva commentata.
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto! A presto^.^
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Capitolo 2 *** Misteri da svelare ***
Misteri
da svelare
Tsunade
era rimasta sconvolta dalla notizia che gli aveva riferito la squadra
Anbu. Tuttavia, malgrado avessero scoperto che la tomba di Minato era
vuota continuava a pensare che esisteva una spiegazione plausibile
per tutto ciò che era successo.
Ammetteva
che lo shinobi aveva uno stile molto simile a quello del Quarto
Hokage, ma questo non significava che fossero anche la stessa
persona.
Strinse
i pugni e prese a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Se
solo Jiraya fosse ancora vivo...” bisbigliò,
pentendosi subito
d'aver fatto riaffiorare i ricordi riguardanti il suo vecchio amico.
Stanca
e avvilita guardò il suo viso riflesso nello specchio,
vedendo in
quella superficie trasparente non il volto bello e giovane che tutti
conoscevano, ma quello sfinito e distrutto di una vecchia.
Per
la prima volta si chiese se fosse il caso per lei di lasciare la
carica di Hokage a qualcun altro.
Si
chinò in avanti, raccogliendo alcuni dei fogli che erano
stati
sparpagliati durante il precedente scontro.
La
sua memoria ricordò lo sguardo gelido del ninja che
combatteva per
l'Akatsuki e si sentì gelare le ossa. Quegli occhi le erano
parsi
fin troppo famigliari, eppure tremendamente freddi e vuoti di
qualunque scintilla di vita.
Rabbrividì
nell'ipotizzare che l'Akatsuki avesse potuto utilizzare il cadavere
di Minato per impossessarsi del Kyuubi. Pregò che
così non fosse e
che il caso della sparizione del cadavere si risolvesse con un
semplice furto legato ai ladri di tombe.
Si
sedette su quel che rimaneva della sua sedia e rifletté se
fosse
stato il caso di parlare di quella faccenda con Naruto. Dopotutto se
le sue supposizioni si fossero rivelate vere Minato era pur sempre il
padre di Naruto!
Decise
di lasciare perdere la questione, almeno per quel momento.
Incapace
di prendere una decisione, infine optò per lasciare le cose
com'erano. Mandare a cercare il fuggitivo da una squadra Anbu non
sarebbe servito a nulla ed ancora di meno se si trattava proprio di
Minato. Sarebbero stati sconfitti immediatamente e Konoha non
avrebbe ricavato altro che ulteriori ninja morti inutilmente.
Era
talmente impegnata nelle sue riflessioni che non s'era accorta
dell'arrivo di Kakashi.
“Ehm...
Tsunade?” la chiamò il ninja nascondendo una copia
degli ultimi
libri di Jiraya dietro la schiena.
“Che
altro c'è ancora?” domandò Tsunade
alzando la voce. Solo in quel
momento s'accorse di chi si trattava e sospirò amareggiata.
“Ah!
Kakashi! Se non sbaglio saresti dovuto venire da me circa
un’ora
fa!” commentò Tsunade lanciandogli uno sguardo
poco rassicurante.
Il ninja ridacchiò
imbarazzato. La puntualità non era proprio il suo forte.
“Fa niente. Ora ci
sono cose molto più importanti su cui dobbiamo
discutere!”
“Giusto!” annuì
Kakashi. “Ho sentito che un membro dell'organizzazione Alba
si è
introdotto nel villaggio ed ha attaccato il palazzo!” fece
una
pausa notando il disordine che regnava intorno a lui. “Quel
tipo,
chiunque fosse, non c'è andato molto leggero.”
Tsunade sospirò. “ È
proprio per parlare di lui che ti ho fatto chiamare. Ma prima
rispondi ad una mia domanda.”
Kakashi
annuì in silenzio.
“Il
Quarto Hokage è stato il tuo maestro. È
possibile che covasse qualche rancore verso Konoha? Ti ha mai parlato
di...” non poté concludere la frase che dalle
labbra di Kakashi
proruppero delle risate.
Tsunade lo osservò in
silenzio, capendo quanto potesse suonare strana quella frase.
Minato era l'eroe più
grande che Konoha avesse conosciuto, pensare che lui non amasse il
villaggio era pura pazzia. Eppure...
“Cosa state dicendo?
Certo che non è possibile che odiasse Konoha! Sapete meglio
di me
che lui amava il villaggio! L'avete visto crescere!
Sacrificò la sua
vita e quella di sua moglie per salvarlo dall'attacco del
Kyuubi!”
“È
proprio questo il punto” bisbigliò Tsunade, ma
Kakashi la sentì
ugualmente.
“Vi rendete conto che
state insinuando che Minato non abbia svolto al meglio i suoi
doveri?”
“Kakashi!” chiamò
Tsunade per poi prendere un bel respiro. “Minato potrebbe
essere
vivo! Vivo come me e te!” rivelò stringendo i
pugni.
“Questo non è
possibile!” s'infuriò il ninja. “Io ho
visto il suo funerale, la
sua bara, il suo corpo! Non permetterò a nessuno di dire che
il mio
maestro non si trovasse lì quel giorno!”
urlò pieno di rabbia.
“Lascia che ti
spieghi Kakashi!” intervenne l'Hokage. “Abbiamo
scoperchiato la
sua tomba e...”
“Cosa avete fatto?
Voi, voi non dovevate!”
“Era vuota!” urlò
Tsunade sopra gli insulti che le stava rivolgendo il ninja.
“Ha
cercato di uccidermi! Se non avesse visto Naruto, probabilmente ci
sarebbe anche riuscito!”
“V-volete dire”
balbettò Kakashi. “No, mi rifiuto di credere che
lui… No, è
impossibile. Non ha senso, lui non potrebbe mai, lui
non…”era
sconvolto. Come poteva credere ad una cosa del genere?
***
Lontano
da Konoha, nel
covo segreto dell’Organizzazione Alba, Uchiha Madara stava
discutendo con Pain. Alle loro spalle Sasuke gli ascoltava annoiati
mentre osservava con poco interesse la stanza circostante.
“È stato un errore
mandarlo in missione così presto.”stava dicendo
Pain. “E
comunque non avremmo dovuto mandarlo proprio a Konoha!”
“Come sta ora?”
chiese l'Uchiha sfiorandosi i capelli.
“È nella sua stanza.
Konan lo sta sorvegliando. Gli ho fatto prendere alcuni sonniferi.
Dormirà per qualche ora.” spiegò
“Forse dovremo
modificarli nuovamente la memoria.” disse Madara pensieroso.
“Sasuke!” chiamò, aspettando che il
ninja arrivasse.
“Allora?” domandò
il ragazzo comparendo davanti ai due.
“Devi modificare la
memoria di Minato, lui non è mai andato a Konoha! Tutto
chiaro?”
chiese Pain, osservando il nuovo membro dell'organizzazione.
“Non può farlo
Madara? Io mi devo allenare!” rispose scocciato Sasuke.
“Non
posso perdere tempo con simili sciocchezze! Inoltre, non mi
è ancora ben chiaro perché dobbiamo tenere
quell'uomo con noi!”
“Perché ci serve! Le
sue tecniche e la sua abilità nel combattere sono
formidabili. Forse
nemmeno io sarei in grado di sconfiggerlo!”
confessò il più
vecchio degli Uchiha.
I due attesero che
Sasuke se ne andasse e ripreso a parlare.
“Credi che sia il
caso di informare Sasuke di chi sia Minato in
realtà?” chiese Pain
con noncuranza.
“No” Non è ancora
giunto il momento!” rispose Madara voltandogli le spalle.
Ecco
qui il secondo
capitolo, da cui potete già notare alcuni differenze
rispetto alla
precedente versione. Purtroppo vado di fretta, ma ringrazio tutti
quelli che hanno commentato e aggiunto la ff tra i preferiti-seguiti.
Devo anche dirvi che probabilmente d'ora in avanti non sarò
così
veloce ad aggiornare!
Comunque ho passato
l'esame teorico della patente, quindi dovrei avere maggior tempo a
disposizione.
Ciao^.^
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Capitolo 3 *** Solo sogni? ***
Solo
sogni?
Il
dolore alla testa che lo assaliva all'improvviso era aumentato negli
ultimi giorni. Minato si portò una mano alla fronte tentando
di
dimenticare i volti, di persone a lui sconosciute, che continuavano
ad assillare i suoi sogni.
C'erano
tre figure, in particolare, che lo tormentavano più d'ogni
altra.
La
prima era una giovane ragazza con fluenti capelli rossi che gli
rivolgeva un sorriso. In seguito l'immagina lasciava il posto a lui
che reggeva in braccio un neonato di pochi giorni.
Infine
v'era la figura di un vecchio con lunghi capelli argentei e due segni
rossi sotto gli occhi.
Con
la mente ritornò all'incontro avuto pochi giorni prima con
l'Hokage
di Konoha. Anche la donna aveva popolato i suoi incubi, ma l'unico
che veramente preoccupava Minato era il ragazzo che lo aveva
sfidato...
“Naruto.”
pronunciò quel nome quasi con timore, come se il solo fatto
di dirlo
potesse in qualche modo ferirlo.
Perché
provava quello strano dolore al petto se pensava a quel ragazzo?
Doveva scoprirlo...
Steso
sul letto lasciò che i suoi occhi vagassero lungo le pareti
della
sua piccola stanza. Poi si voltò di lato e lasciò
che il suo corpo
s'addormentasse.
Si
svegliò solo quando l'irritante rumore di una persona che
bussava
alla porta lo riportò alla realtà.
Senza
attendere una risposta di Minato, il visitatore entrò nella
stanza
chiudendo la porta alle sue spalle.
“Sasuke.”
disse Minato incerto. L'Uchiha era un membro recente dell'Akatsuki e
per quanto lo riguardava aveva avuto a che fare con lui poche volte.
Guardandolo
meglio ipotizzò che dovesse avere la stessa età
del ragazzo
chiamato Naruto.
Lo
osservò avanzare verso di lui, la mano appoggiata all'elsa
della sua
katana ed una espressione indecifrabile sul volto. I corti capelli
corvini, con sfumature blu notte, si mossero al ritmo del suo corpo.
Si
chinò in avanti mostrando a Minato il potere dello
sharingan. Gli
occhi, ormai di un rosso rubino, sembravano appartenere a quelli di
un demone.
“Che
cosa...?” cercò di dire Minato preso alla
sprovvista dal
comportamento di Sasuke.
“Tsk.”
commentò l'Uchiha, poi i suoi occhi catturarono quelli di
Minato e
cancellarono dalla sua mente ogni ricordò legato alla
missione
avvenuta a Konoha.
Tuttavia,
non riuscì a rimuovere completamente i sentimenti scatenati
da
Naruto nel membro dell'Akatsuki.
Passò
un giorno e a Minato fu affidata una nuova missione, lontana dal
villaggio della foglia.
Tsunade
era stata riluttante nel affidare una missione al team sette dopo
quanto avvenuto un paio di giorni prima. Tuttavia la missione era
molto semplice e consisteva nel scortare alcune casse di oggetti
preziosi in un piccolo villaggio isolato. Inizialmente Naruto si
lamentò della missione, per lui ritenuta fin troppo semplice
e non
adatta ad un ninja del suo livello, ma un'occhiata che gli rivolse
Tsunade bastò a fargli cambiare idea.
Kakashi
preferì rimanere in silenzio, troppo preso a rimuginare
sulla
notizia riguardante Minato.
Naruto
passò il pomeriggio, precedente la missione, sulla montagna
degli
Hokage.
Fu
lì, seduto sul volto del Quarto Hokage che Sakura lo
trovò intento
ad osservare Konoha.
“Ciao
Naruto!” lo salutò raggiungendolo al suo fianco.
“Stai pensando
alla missione?” domandò incuriosita. Si sedette e
ammirò anche
lei il panorama che offriva quel posto.
Il
vento soffiò tra i loro capelli e Naruto si rivolse a Sakura
con un
magnifico sorriso.
“No,
in verità a nulla di particolare. Vengo spesso qui
perché in
qualche modo riesco a rilassarmi.” spiegò
“Credevo
che tu odiassi il Quarto Hokage.” bisbigliò la
ragazza.
Naruto
rimase in silenzio. In verità non sapeva dire nemmeno lui
cosa
provava nei suoi confronti. A volte sentiva di odiarlo per
ciò che
era accaduto, altre capiva che il suo gesto era stato dettato per
l'amore nei confronti del villaggio.
Non
poteva condannarlo, ma nemmeno perdonarlo.
Si
portò una mano allo stomaco dov'era impresso il sigillo che
legava
il destino della Volpe al suo.
I
ninja partirono la mattina dopo, poco prima del sorgere dell'alba.
Era
una bella giornata primaverile. Il sole splendeva alto nel cielo e
sembrava che nessun ninja nemico avrebbe attaccato il convoglio che
dovevano proteggere. Sai passava il tempo a dipingere, Naruto
discuteva con gli uomini della spedizione, Sakura se ne stava per i
fatti suoi e Kakashi leggeva uno dei suoi adorati libri.
“Maestro
Kakashi?” domandò Naruto ad un certo punto,
notando che il ninja
copiatore si comportava in maniera particolarmente strana.
“Sta
tenendo il libro alla rovescia!” gli fece notare.
“È sicuro di
star bene?”
“Impossibile…”
sussurrò Kakashi senza nemmeno aver ascoltato ciò
che aveva detto
Naruto.
“Ma
è vero!” insistette Naruto, credendo che il
maestro si riferisse a
lui. Kakashi sobbalzò.
“Insomma!
Lo vede che il libro è tenuto dalla parte
sbagliata?” dichiarò il
ragazzo.
“Ah!
Certo, Certo!” rispose Kakashi portandosi una mano al volto.
Osservò,
sospirando, l'espressione soddisfatta di Naruto e scosse la testa.
Poi
all'improvviso il volto di Minato si sovrappose a quello del suo
allievo e lo shinobi fu costretto a fare un bel respiro. Doveva
scoprire al più presto la verità... Infine si
chiese se era giusto
nascondere la vicenda a Naruto, dopotutto, anche se il ragazzo non ne
era a conoscenza Minato rimaneva suo padre.
“Perché
non vai a parlare con Sakura? Sono molto impegnato!”concluse
Kakashi non volendo averlo tra i piedi. Detto ciò
ricominciò a
leggere il suo adorato libro.
“Ehi!
Sakura!” chiamò allora Naruto sfiorando la spalla
della ragazza
con una mano “Non ti sembra che il maestro Kakashi sia
strano?”
“Più
del solito?” domandò lei.
“Sì!”
esclamò Naruto.
Sakura
osservò il loro maestro, ma non le sembrò che ci
fosse qualcosa di
diverso in lui.
“Non
dire sciocchezze, baka!” gli diede un pugno in testa. Si
chiese se
a Naruto piaceva farla preoccupare inutilmente.
“Ma
Sakura…”piagnucolò Naruto
“Cosa ho detto di
sbagliato?”concluse massaggiandosi la testa dolorante.
Arrivò
la sera e il gruppo decise di pernottare in una piccola locanda che
trovarono lungo il cammino.
Kakashi
andò a dormire molto presto. Fu un sonno agitato il suo,
pieno di
incubi e illusioni. Ricordò il terribile giorno in cui era
morto
Obito ed in seguito quello che lo aveva anche privato del suo
maestro.
A
quel tempo era un ragazzo di soli tredici anni. La volpe a nove code
aveva appena attaccato il villaggio e lui aveva seguito il suo
maestro verso il luogo della battaglia.
Poi,
all'improvviso, il paesaggio cambiò. Kakashi si
ritrovò a correre
in una radura. Corse per quella che gli parve un'eternità
con il
corpo graffiato dai rami e i polmoni che sembravano scoppiare da un
istante all'altro.
Fu
di fronte ad una cascata che vide una figura scagliarsi sullo sfondo
del suo sogno. Gli dava le spalle e portava un cappuccio calato sul
volto. L’abito era interamente nero con qualche nuvola
rosso-sangue. Kakashi si fermò ad osservarla ormai sfinito
dalla sua
corsa.
“L'Akatsuki!”
mormorò afferrando un kunai.
L’uomo
incappucciato si voltò molto lentamente, sfilandosi con
estrema
lentezza il cappuccio.
La
prima cosa che colpì Kakashi furono i capelli.
Gialli… Poi gli
occhi. Azzurri, ma d’un azzurro spento, quasi, senza vita. E
infine
il volto. Il volto che aveva imparato a conoscere durante le
faticose ore di allenamento insieme a Rin e Obito.
“Maestro.”
pronunciò col timore che la figura potesse sparire.
“Perché?”
domandò.
Minato
lo fissò per qualche istante, poi le sue labbra accennarono
un breve
movimento.
“Aiutami!”
sussurrò con un tono disperato. In quello stesso istante un
serpente
enorme lo avvolse e la sua figura svanì.
Kakashi
si svegliò con la fronte imperlata di sudore. Senza
accorgersene
s'era alzato in piedi ed aveva attivato lo sharingan.
Poco
dopo fu raggiunto da Sakura, Naruto e Sai.
“Maestro
Kakashi!” gridò Naruto.
“Sto
bene. Ho solo avuto un incubo.” tagliò corto lui.
“Tornate nelle
vostre stanze.”
I
tre ninja annuirono poco convinti, ma fecero come gli venne chiesto.
Quella
notte nessuno chiuse più occhio.
Scusate
il ritardo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto^^ Grazie alle
persone che hanno aggiunto la ff ai preferiti e seguite! Sarei
davvero felice di sentire anche una vostra opinione^.^
Grazie
inoltre a Ekiyo, Neko, Ely_11, erol89 che hanno commentato!
Ci
sentiamo al prossimo capitolo!
By
Cleo
|
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Capitolo 4 *** Dunque è vero? ***
Dunque è vero?!
Il mattino seguente, quando tutti furono pronti, i ninja ripreso il cammino. Kakashi smise di comportarsi stranamente e la missione procedette senza complicazioni.
Il vento mosse le fronde degli alberi e Naruto cominciò a fissare, annoiato, il cielo.
Per i suoi gusti quella missione era fin troppo tranquilla. Poi osservò Sakura che per tutto il tragitto era rimasta in silenzio.
“Sakura?” chiamò Naruto vedendo la ragazza persa nei suoi pensieri.
“Hm?” rispose la kunoichi.
“Stai pensando a Sasuke?” chiese Naruto. Di solito quando si comportava in quel modo pensava sempre a lui. Abbassò lo sguardo intristito, chiedendosi dove si trovasse in quel momento Sasuke.
“No...” Sakura si voltò verso il ninja e sorrise. “Pensavo che oggi è proprio una bella giornata!”
“Non devi mentire con me, Sakura. Sta tranquilla! Vedrai che lo riporterò a casa, hai la mia parola. Io mantengo sempre le mie promesse!”esclamò Naruto portandosi una mano al petto.
“Baka!” urlò la ragazza scaraventandolo in aria. “È proprio vero! Gli uomini non capiscono mai nulla!” mormorò a bassa voce.
Sospirò, pensando che Naruto non riusciva mai a capirla. Sembrava che per il ninja, lei non facesse altro che riflettere su Sasuke. Era quasi un anno che, in effetti, l’Uchiha non era più un punto fisso tra i suoi pensieri. A volte s’era persino chiesta se valeva la pena cercare di salvarlo.
Sasuke era cambiato. Sarebbe stato inutile negare questo fatto fondamentale, lui non era più lo stesso. Aveva ucciso a sangue freddo moltissime persone e aveva tentato di fare la stessa cosa con Naruto. Se ci fosse riuscito, non aveva idea di come lei avrebbe potuto reagire.
Perdere Naruto sarebbe stato un dolore troppo forte da sopportare. Perché per quanto le costasse ammetterlo, gli voleva davvero molto bene. Di certo più che a Sasuke, che in quegli anni aveva fatto di tutto per distruggere la loro amicizia.
A mezzogiorno i ninja si fermarono, per una breve pausa, in una radura, all’ombra di un albero.
Arrostirono qualche pezzo di carne e mangiarono delle mele che Sai aveva trovato lungo la strada. Naruto si sdraiò sul terreno e chiuse gli occhi per alcuni istanti.
Improvvisamente sentì il rumore di alcune grida e dei suoni di una battaglia provenire poco lontano da dove si trovavano.
“Avete sentito anche voi?” domandò Naruto per chiedere conferma.
Gli altri annuirono e Kakashi fece segno agli allievi di seguirlo. Gli shinobi percorsero in poco tempo lo spazio che gli separava dal luogo in cui si stava svolgendo l’incontro e infine si nascosero tra alcuni cespugli.
Contarono tre ninja in totale, se ve n'erano altri non li videro.
Due dovevano essere ninja medici, a giudicare dal loro modo di combattere. Poi c’era il terzo che agli shinobi di Konoha apparve nettamente superiore, per tecnica combattiva, agli altri due e che sembrava avere la meglio sugli avversari.
Naruto spalancò gli occhi e sorrise furbescamente.
“Questo si che si chiama colpo di fortuna!” annunciò il ragazzo agli altri membri della squadra, che però non capirono.
“Quello…” spiegò Naruto indicando il ninja dall’abito nero e rosso “…è lo stesso uomo che ha attaccato Konoha pochi giorni fa! Dobbiamo catturarlo!” si chinò in posizione d'attacco pronto per sferrare uno dei suoi colpi.
“Che cosa! Fermo!” gli ordinò Kakashi. Il ninja copiatore osservò la figura del Quarto Hokage combattere contro i suoi due avversari. Il suo corpo si muoveva con estrema precisione e rapidità.
“Questa si che è vera sfortuna!” bisbigliò senza farsi sentire dai suoi allievi.
Doveva immediatamente trovare il modo di dissuadere Naruto dai suoi propositi. Sfidare Minato, senza un piano, non avrebbe fatto altro che portare tutti loro ad una sconfitta certa.
“Maestro! Naruto ha ragione.” intervenne Sakura. “ Se quell’uomo ha attaccato il villaggio e se è anche un membro dell'Akatsuki, dobbiamo assolutamente fermarlo!” disse convinta.
Kakashi sospirò. Cosa doveva fare? Non potevano combattere. Si chiese se in realtà fosse lui quello che non voleva farlo.
Osservò la figura di Minato, il suo viso, i suoi capelli, i suoi occhi... Non aveva dubbi di chi fosse quell'uomo in realtà. Ormai doveva farsene una ragione: Minato Namikaze era un traditore!
Fu Naruto, che stanco d’aspettare, prese l’iniziativa. Quel ninja era un nemico di Konoha e lui aveva il compito di catturarlo!
Si lanciò velocemente fuori dalla boscaglia, senza lasciare ai suoi compagni il tempo di rendersi conto di quanto avesse appena fatto.
Utilizzando la tecnica della moltiplicazione del corpo riuscì a sorprendere il nemico alle spalle. Le copie afferrarono i kunai e li lanciarono tutti contemporaneamente verso l'avversario, tuttavia l'uomo riuscì a schivarli.
“Ci incontriamo nuovamente!” gli disse Naruto.
“E tu? Chi saresti? Non ti ho mai visto in tutta la mia vita!”
Naruto rimase quasi paralizzato da quelle parole. L'uomo le aveva dette in modo tanto sincero che per un attimo rischiò di crederci davvero, ma era impossibile. Loro si erano scontrati pochi giorni prima!
Nel frattempo arrivarono sul luogo dello scontro anche Kakashi, Sakura e Sai. Sakura s’avvicinò ai due ninja medici portandoli soccorso, mentre Sai e Kakashi si misero al fianco di Naruto.
“Vedo che hai chiamato i rinforzi! Bene” Vedremo chi sarà il vincitore!” detto questo utilizzò la tecnica dell’evocazione e davanti ai tre ninja comparve un cane alto sei metri e a tre teste che ringhiò minaccioso verso Kakashi. Quest'ultimo utilizzò la tecnica del drago acquatico per allontanare l’animale, ma non ebbe l’effetto desiderato.
Poco più in là Sai, utilizzando la sua abilità nel disegno, creò alcuni leoni affinché aiutassero Kakashi nello scontro. In seguito però dovette combattere contro alcuni cloni creati da Minato che lo attaccarono alle spalle.
Naruto girò intorno al nemico, pronto ad attaccare al minimo segnale di pericolo. Voleva riuscire ad avvicinarsi quel tanto da toglierli il cappuccio e vedere chi si celava dietro quel membro dell’Organizzazione Alba.
Iniziarono a combattere. Naruto provò a colpirlo sferrandogli dei pugni, ma l’uomo come la volta precedente, li schivò tutti.
Poi fu il turno dell'avversario. Un calcio tremendamente potente arrivò allo stomaco di Naruto, facendogli mancare il respiro. Il ragazzo si rialzò a fatica, rimanendo in ginocchio, mentre Minato avanzava sicuro verso di lui.
Alle spalle dei due, Kakashi schivò per un soffio gli artigli del cane e si girò per vedere come se la cavava Naruto. Osservò con sgomento il suo maestro mentre afferrava Naruto per il collo e lo sbatteva violentemente contro il tronco di un albero.
Poi il suo sguardo fu attirato da un'ombra che si muoveva dietro il suo allievo. Un clone di Naruto era arrivato alle spalle del Quarto.
“Hai qualche desiderio da esprimere prima d’abbandonare questo mondo?”domandò Minato al figlio che teneva imprigionato.
Ciò che accadde dopo avvenne tutto molto in fretta. Il clone di Naruto strappò il cappuccio a Minato, Sai si liberò dei suoi avversari e Kakashi utilizzando lo Sharingan eliminò la creatura evocata dal nemico.
Guardando il viso del nemico, per un istante, a Naruto gli si bloccò il respiro in gola. Il suo cuore perse un battito. Osservò con attenzione il ninja di fronte a lui e non poté fare a meno di notare quanto s’assomigliassero. Stessi capelli, stessi occhi…
“Chi sei?” sussurrò, mentre il vento si portava via le sue parole.
Poco lontano da loro il silenzio fu spezzato da uno strano rumore. Avvolto in una nuvola di fumo era apparso Sasuke Uchiha.
“S-Sasuke?” balbettò Naruto. “Cosa? Cosa ci fai qui?”
Kakashi osservò la scena, impietrito. Riconobbe con facilità i lineamenti di Minato in quelli del nemico e strinse i pugni.
Nello stesso momento il Quarto premette maggiormente la presa sul collo di Naruto, lasciandogli dei segni rossi.
Ho bisogno d’aria!” pensò Naruto socchiudendo gli occhi.
“Naruto!” gridò Sakura. “Resisti! Adesso veniamo a liberarti!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
“Devi resistere Naruto!” ripeté mentalmente. Il viso preoccupato guardò in direzione di quello di Kakashi. Le sembrò che il suo maestro avesse visto un fantasma, tanto era sbiancato.
Sakura non lo sapeva, ma era esattamente quello che Kakashi aveva visto. Il fantasma di un uomo che credeva morto da molti anni…
Eccoci alla conclusione di quest'altro capitolo! Cos'accadrà ora? Continuate a seguirmi per scoprirlo*_* Grazie a chi continua leggere ed aggiungere la ff tra preferit-seguite-ricordate.
Per le risposte alle recensioni ho utilizzato il nuovo metodo, quindi chi non avesse già letto corra a farlo! u.u |
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Capitolo 5 *** Voglio le risposte! ***
Voglio le risposte!
In quei lunghi istanti a Sakura sembrò di vivere all’interno di un sogno. Le sembrava tutto irreale.
Naruto stava per morire soffocato, Sasuke era comparso all’improvviso raggiungendo l’uomo dell'Akatsuki, Kakashi non accennava a reagire, Sai osservava la scena con curiosità e lei non aveva la più pallida idea di cosa potesse fare.
"Maestro Kakashi! Faccia qualcosa!" gridò, ormai sulla punto di una crisi di nervi.
Intanto Naruto stava lentamente perdendo i sensi. Strinse i denti, sapendo che doveva reagire. Non poteva morire in quel modo!
Il panico stava prendendo il sopravvento su ogni altro pensiero. La vista era sempre più offuscata e la presa sulla sua gola si faceva più salda ad ogni secondo che passava. Fu allora che avvertì, dentro di sè, la presenza di Kyuubi. Gli sembrò che fosse terribilmente agitata, irrequieta e non nè riusciva a comprendere la ragione.
Certo, poteva essere la paura che se lui fosse morto avrebbe trascinato anche lei nell’oltretomba, ma gli sembrò quasi che provasse rabbia.
Il ragazzo alzò gli occhi sul viso dell’uomo di fronte a lui. Quella persona gli ricordava qualcuno, ma non sapeva dire dove l’avesse già visto.
Un'ondata di rabbia lo pervase all'improvviso. Scosse energicamente la testa, non poteva lasciare che Kyuubi prendesse il controllo del suo corpo, sarebbe stato troppo pericoloso. Si voltò verso Sakura che ormai stava piangendo a dirotto. Si chiese se quelle lacrime erano per lui. Avrebbe voluto rivolgerle un sorriso fiducioso, ma ormai le forze lo stavano abbandonando.
Poco lontano da lui Sasuke, osservava con poco interesse la scena davanti a lui. Lentamente cercò di alzare un braccio in direzione del suo più caro amico, ma l'Uchiha sembrò totalmente ignorarlo.
Il nemico strinse ulteriormente la presa sul suo collo e una smorfia di dolore gli comparve sul volto. Non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo…
"Dannazione!" urlò Sakura con tutto il fiato che aveva. Era stufa di quella situazione, prese un bel respiro e diede un pugnò a Kakashi. Si chiese se dopo quello, il suo maestro, avrebbe finalmente tentato di fare qualcosa.
Allo stesso tempo, Sai compresa la situazione si lanciò su Sasuke che nel frattempo aveva estratto la spada puntandola al petto di Naruto. Il ragazzo si mosse rapidamente e riuscì a prendere Sasuke di sorpresa. Infine, lo costrinse a combattere mentre Kakashi si riprendeva dal colpo della sua allieva. Si massaggiò il volto e si preparò, finalmente, a combattere.
"Ci siamo già visti?" domandò Minato a Naruto.
Poi, inclinò la testa di lato."Mi sembri così familiare…" mormorò osservando il combattimento tra Sasuke e Sai.
Notò che Kakashi lo stava raggiungendo molto velocemente. Aveva fatto ricorso alla tecnica del taglio del fulmine e sulla sua mano si vedeva un leggero luccichio azzurro.
Con la mano libera, il Quarto Hokage, creò un rasengan pronto a lanciarlo contro l’avversario se si fosse avvicinato ulteriormente.
Naruto sgranò gli occhi. Com’era possibile?
Si domandò per quale assurdo motivo quell'uomo conosceva la tecnica del Quarto Hokage. Osservò con più attenzione il volto del nemico. Fu allora che notò la straordinaria somiglianza che c'era tra quel viso e l'immagine scolpita tra la pietra del Quarto Hokage a Konoha.
"N-Non è possibile." bisbigliò. Quello non poteva essere l'hokage, il Quarto era morto sedici anni prima. Il suo sacrificio aveva salvato il villaggio e sigillato la volpe dentro il suo corpo.
Naruto tossì. No, non poteva essere lui! Si chiese chi fosse e giunse all'unica altra spiegazione possibile. Quell'uomo dell'Akatsuki doveva essere un ninja copiatore, con una abilità simile a quella di Kakashi.
Le due tecniche si scontrarono e Minato dovette liberare Naruto dalla sua presa, scaraventandolo a lato opposto della radura. Cominciò quindi uno scontro ravvicinato tra Kakashi e Minato.
"Maestro!"esclamò Kakashi. "Vedo che non siete affatto morto!" gridò, frustato per la situazione e la rabbia.
"Che diavolo vuoi tu? Maestro?" replicò l'ex Hokage "Sei sicuro che la botta della tua allieva non ti abbia confuso un po’ le idee?" continuò il ninja con un espressione disgustata.
" Tsk! Maestro!" ripetè afferrando un kunai e lanciandolo a Kakashi, che venne sfiorato ad un braccio.
Naruto intanto chino sul terreno nè approffitò per poter nuovamente respirare liberamente. Si portò una mano alla gola constatando che in quel momento si sentiva decisamente meglio.
"Quel ninja è davvero straordinario!" commentò guardandolo. Poi osservò lo scontro in atto tra Sai e Sasuke. Si alzò, pronto per portare il suo aiuto al compagno di squadra.
Anche Sakura si lanciò contro Sasuke, che però evito prontamente il suo attacco. Naruto decise d’utilizzare la tecnica della moltiplicazione del corpo e creò alcuni rasengan. Era un ottima opportunità per portare Sasuke a casa. Non poteva lasciarsela fuggire!
Minato guardò il ragazzo e gli ricordò com'era stato lui alla sua età. Notando i rasengan si domandò allarmato come potesse conoscere la sua tecnica!
Evitò ogni attacco, ma si dimenticò di controllare le mosse di Kakashi
L'Hatake attaccò con la sua tecnica e ferì Minato al fianco sinistro. L'Hokage barcollò all’indietro, premendo sulla ferita con la mano ricoperta di sangue.
Immediatamente l'Uchiha gli venne incontro, lo afferrò e Minato utilizzò la tecnica della dislocazione istantanea per fuggire. Scomparvero senza lasciare alcuna traccia.
I ninja di Konoha si guardarono negli occhi. Avevano fallito.
Il team sette tornò a casa due giorni dopo.
I ninja si trovavano nella stanza dell’hokage per fare rapporto. Fu Sakura che descrisse i fatti in ogni particolare, soffermandosi sullo strano comportamento che Kakashi aveva tenuto. Quando poi, passò ad analizzare l’aspetto fisico di Minato, Tsunade sussultò, facendo innervosire Naruto.
"Adesso basta!" gridò il ragazzo sbattendo i pugni sul tavolo.
"Cosa significano tutti questi misteri? Sono certo che voi lo sapete! Non è così?" urlò. Kakashi e Tsunade si guardarono negli occhi, ma non dissero niente.
"Ora esigo delle risposte! Perché quell’uomo era così simile a me? Come faceva a conoscere ed utilizzare la tecnica del Quarto Hokage?" Nessuno gli rispose.
"E va bene! Vorrà dire che lo scoprirò da solo!" detto questo si voltò sbattendo la porta alle sue spalle.
Sakura guardò l’hokage amareggiata. Perché? Perché non voleva raccontare la verità?
Uscì anche lei non salutando nessuno.
"Sta succedendo qualcosa di molto interessante!" aggiunse Sai con il suo solito sorrisino. Tsunade gli lanciò un’occhiataccia, aspettando che se ne andasse.
Ora che sapevano che Minato gli aveva traditi dovevano prendere seri provvedimenti.
Sarebbero stati pronti se il Namikaze avrebbe attaccato nuovamente Konoha!
Spero vi sia piaciuto^^
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