La Bambina e il Lupo di schwarzlight (/viewuser.php?uid=91417)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
la bambina e il lupo - prologo
Prologo
La foresta di notte faceva paura.
Era buia, e silenziosa. L’uomo-dallo-sguardo-cattivo sobbalzava
nervosamente ad ogni singolo fruscio ed incitava i cavalli ad aumentare
il passo, mentre all’interno del carro coloro che componevano la
merce cercavano di scaldarsi gli uni con gli altri. L’ultimo
acquisto era una bambina esile e denutrita, che, a differenza degli
altri, non piangeva e non si disperava… ma nemmeno voleva
tornare a casa. Si limitava a guardare il fondo del carro con gli occhi
di chi, la speranza, non l’aveva mai avuta.
Il silenzio ovattato fu interrotto bruscamente da un violento scossone:
la neve scendeva ininterrottamente da giorni ormai, e aveva formato un
fitto tappeto bianco, che era andato a celare una buca in cui il carro
si era impantanato. Le imprecazioni dei mercanti di schiavi non
tardarono a farsi sentire, e non passò molto tempo prima che
l’uomo-dalla-bocca-sbilenca scostasse il telone ordinando ai
bambini di scendere.
Mancava solo la bambina, quando qualcosa urtò il mezzo di
trasporto, rovesciandolo. Lei rimase intrappolata all’interno,
sommersa da qualche coperta e un paio di ceste. All’esterno,
l’iniziale stato di confusione fu sostituito da grida di panico,
miste a feroci risate simili a ringhi, e i suoi tentativi di liberarsi
cessarono subito. Da uno strappo nella copertura del carro, vide una
delle guardie armate venire raggiunta da un’ombra mentre cercava
di fuggire. Continuò a dimenarsi finché la creatura non
affondò quelle che sembravano zanne nel collo del poveretto,
spezzandoglielo.
Ma la cosa che più sconvolse la piccola spettatrice era che, in
realtà, quello che lei credeva un animale selvatico, era una
persona. Ad essere insanguinata non era la pelliccia di un lupo, o di
un orso… bensì l’elegante abito di un uomo che
dimostrava non più di trentacinque anni. Si alzò in un
unico fluido movimento, e si guardò attorno con quegli occhi
neri da predatore, terribili ma affascinanti.
La bambina fu percorsa da una violenta scossa di terrore quando si
accorse che il suo sguardo si stava dirigendo proprio verso il suo
nascondiglio… ancora pochi secondi e l’avrebbe vista.
All’improvviso un corpo senza vita piombò proprio di
fronte a lei, che si portò le mani alla bocca per impedirsi di
urlare. L’uomo-dallo-sguardo-cattivo era diventato
l’uomo-dalla-gola-dilaniata.
Aveva paura, paura, paura.
Più paura di quando la zia la picchiava. Più paura
di quando i mercenari avevano razziato il villaggio. Più paura
di quando quei ragazzini avevano cercato di affogarla chiamandola
strega.
Era una paura feroce e ancestrale, che la dilaniava e paralizzava. Si
raggomitolò su sé stessa, chiudendo gli occhi e premendo
le mani sulle orecchie, e rimase immobile, sperando che questa volta le
sue preghiere fossero ascoltate.
Il silenzio era tornato a incombere, solenne e pesante.
Dopo un indeterminato lasso di tempo, l’unica sopravvissuta della
carovana sbucò fuori dal suo nascondiglio, infreddolita e ancora
sconvolta. Attorno a lei tutto si era tinto di rosso, e la luna gettava
i suoi freddi raggi sprezzanti su una quindicina di cadaveri coperti
per metà dalla neve, che continuava imperterrita la sua caduta.
Era sola.
A casa non sapeva e soprattutto non poteva tornare. L’unica
possibilità era avanzare, sperando di arrivare da qualche parte
prima di morire assiderata. Così si avvolse in due delle coperte
più pesanti che aveva trovato, e si mise in cammino, arrancando
nella neve più veloce che poteva.
…E così era quella la fine che le era stata riservata.
Aveva forse peccato? Quella notte da incubo era la punizione di Dio per
le sue colpe? E quelle persone erano forse diavoli, venuti a portarla
all’inferno? Non capiva. Tutto non faceva altro che confonderla.
Ma intanto era stanca… sempre più stanca. Camminare nella
neve era faticoso, e le gambe non la reggevano più. Si
accasciò contro un albero… avrebbe riposato solo cinque
minuti, si disse… anche se sarebbe stato bello non svegliarsi
più. Non le interessava vedere l’alba del nuovo anno,
voleva solo dormire, dormire, dormire... E chiuse gli occhi, convinta
di non riaprirli più.
Fu un leggero rumore di rami scostati che glieli fece riaprire.
Ne cercò l’origine, scorgendo quasi di fronte a sé
un magnifico lupo dal lucente manto nero, che la fissava fiero.
Non ne aveva paura. Ormai non aveva più paura, solo… si
sentiva vuota e inutile. Non aveva nessuno che la cercasse, nessuno che
le volesse bene o che l’aveva mai ringraziata per il suo lavoro.
Perché era venuta al mondo se nessuno la voleva?
…Forse era proprio per quel lupo. Per sfamarlo, e far sì
che almeno lui sopravvivesse. Forse lui l’avrebbe ringraziata per
questo, la sua vita gli sarebbe stata cara.
Ah… ma lei lo conosceva. Lo conosceva! Ora si era ricordata…
Da giorni girava ai margini del bosco. La osservava. La osservava, ma
non aveva mai osato avvicinarsi. Per paura? Per diffidenza? Eppure
rimaneva lì a guardarla, quando lei avrebbe potuto benissimo
chiamare il cacciatore per mandarlo via, o peggio, ucciderlo. Ma lei
non lo fece mai… non era pericoloso, non aveva mai dato cenno di
aggressività.
Quando si sentiva sola lui c’era. Quando era triste la sua compagnia la confortava.
E anche ora aveva bisogno di lui, di aiuto.
E allora una lacrima calda le solcò il viso, e mosse le labbra tremanti in una muta richiesta: “Uccidimi”.
Il lupo parve cogliere la sua supplica e le si avvicinò. Era a
pochi centimetri da lei quando la bambina chiuse gli occhi. Prima di
perdere conoscenza, le parve di sentire delle braccia che la
sollevavano… forse era solo un’illusione.
O forse, il suo angelo custode era venuto a prenderla per portarla in paradiso.
Mh. Non vedevo l'ora di poter pubblicare questa storia :3
Il titolo a dirla tutta non mi soddisfa, ma ormai l'ho identificata
come La bambina e il lupo, e non riesco più a trovarne un altro
.-.
Pazienza!^^
Di questo capitolo sono piuttosto felice di come sia venuto fuori, soprattutto l'ultima parte!
Poi i "nomi" dei mercanti di schiavi li ho dati pensando all'ottica
della bambina....sono i classici soprannomi che si danno a chi non ci
piace, o ha una caratteristica fisica precisa....tutto qua!XD
Per ora la storia verrà pubblicata esattamente come l'ho mandata al contest...più in avanti però, mi riservo di correggere e eventualmente ampliare alcune parti ;)
Bene, per oggi è tutto, non ci sono ancora molte cose da commentare!XD
Il primo capitolo arriva fra due settimane esatte!
Grazie per aver letto e...spero mi seguiate ancora!<3
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
la bambina e il lupo - capitolo 1
Capitolo 1
Rabbia.
– E allora, avete terminato i preparativi?
Rabbia.
– Sì, sua signoria. Siamo pronti a partire appena lo desidera.
Rabbia.
– Perfetto. Manda qualcuno a chiamare Isabelle, siamo già in ritardo.
Rabbia.
Rabbia che aumentava a dismisura con il prolungarsi dell’attesa.
Rabbia fomentata dall’odio taciuto e represso per tutti quegli anni.
Ora poteva sfogarla, poteva scagliarsi contro i suoi nemici e placare
quella sete di violenza e vendetta che l’aveva dominato
così a lungo. Poteva affondare le sue zanne nella loro carne,
strappar loro la vita come essi stessi avevano fatto con il suo clan.
Quattro secoli erano passati dalla sua disfatta. Quattro secoli passati
a nascondersi, aspettando di recuperare le forze per riprendersi il suo
dominio. Quattro secoli passati ad attendere il momento giusto, quello
in cui si sarebbero indeboliti, e avrebbero perso la loro unità,
rendendosi vulnerabili.
C’era stato un momento in cui aveva pensato di rinunciare, di dimenticare.
Però… però…
Lui e quelli come lui… avevano rinunciato alla propria umanità per la conoscenza, per il potere.
Ma contraddittoriamente, la conoscenza acquisita implicava anche la
perdita della ragione, o meglio, quella parte della ragione che
governava i sentimenti e le emozioni, togliendo qualsiasi freno
inibitorio… ciò che viene comunemente chiamata freddezza, o capacità di controllo.
Quelli come lui erano creature colleriche e passionali, impulsive e
imprevedibili, capaci di gioire intensamente, soffrire intensamente,
amare intensamente, odiare intensamente.
Lasciar perdere i suoi propositi e cercare di rifarsi una vita felice
in un altro luogo, partendo da zero… era un pensiero umano, che non faceva per lui.
E quindi eccolo lì. Ad attendere la sua preda. Non la prima e non l’ultima di quella giornata.
Intanto un uomo e una fanciulla, evidentemente nobili, con i loro
servitori, erano appena usciti da una palazzina rinascimentale,
avviandosi al luogo d’attracco della loro lussuosa gondola. Nello
stesso istante, un giovane ammantato di nero con una maschera dalle
fattezze di lupo, uscì da dietro l’angolo della casa,
andando loro incontro.
La figlia del nobiluomo era appena salita a bordo
dell’imbarcazione, quando delle urla la fecero girare di scatto:
i due servitori che li accompagnavano erano a terra, morti, mentre suo
padre fronteggiava uno sconosciuto vestito di nero.
– Tu… non pensavo avresti avuto il coraggio di affrontarci!
– Affrontarvi? Voi chi? Non vedo altri oltre a quella ragazzina… Non ti hanno mai insegnato che non ci si deve staccare dal branco?
La sua voce nascondeva un quasi impercettibile ringhio, minaccioso e
cupo, che si insinuava acuto nelle orecchie, scuotendo la mente e
mandando un brivido lungo la spina dorsale.
“Non avete scampo”, questo diceva.
– Lo sai, no? Così… sei una facile preda per i nemici!
Isabelle non si rese conto di ciò che era accaduto,
finché non vide lo sconosciuto ritrarre il braccio avvolto da
fiamme scarlatte dal petto squarciato del padre.
Per un lungo attimo fissò incredula il corpo esanime, per poi
spostare l’attenzione sul Lupo. Scopriva le zanne, sorridendo
feroce… anzi, quello non era un sorriso, era un ghigno. Il
ghigno di una bestia.
Agì d’istinto.
Si scagliò contro l’assassino del padre, accecata dalla
rabbia; ma lui era più forte e aveva più esperienza di
lei, e la bloccò facilmente afferrandola per il collo e
sollevandola.
– Non ho interesse per te, quindi vedi di non intralciarmi.
Ma appena avvertì delle voci in avvicinamento la lasciò cadere, e si dileguò con un balzo fulmineo.
Lei guardò il terreno, sporco del sangue del padre e dei
servitori, come il suo abito e le sue mani. Fissò il punto in
cui il giovane vestito di nero era sparito, e diede sfogo al suo dolore
e alla sua furia in un urlo terribile e straziante, rivelando due
canini candidi e affilati.
Più tardi e più lontano, il Lupo si faceva strada tra la folla vestita a carnevale.
Il luogo d’incontro distava ancora parecchio… non tanto in
termini di lontananza, quanto temporali. C’era tanta di quella
gente per le strade, e Venezia era costruita come un labirinto: bastava
svoltare all’angolo sbagliato e ci si perdeva.
Come se non bastasse, una bambina con un allegro abito a rombi colorati
andò a sbattergli contro, aumentando la sua irritazione.
– Mi scusi, signor lupo!
Fece un breve inchino e tornò a correre, ridendo assieme ai suoi amici.
Il Lupo rimase a guardarla ancora un po’. Quella bambina… gliene aveva ricordata un’altra.
Aveva la stessa espressione limpida, la stessa risata
cristallina… gli sembrò di rivederla correre in mezzo ai
boschi, inciampando ogni tanto nelle radici degli alberi.
Ma questo era tanto tempo fa.
Riprese il cammino verso il Canal Grande. Ora c’era la sua Dama, ad aspettarlo.
Ok, mi son fatta convincere a cambiare il tempo d'aggiornamento da
due settimane a una sola, perchè...bè,
effettivamente non aveva senso, visto che ho già tutto pronto ._.
Bene, c'è stato un bel salto temporale rispetto al prologo, e ora ci troviamo nella splendida Venezia settecentesca <3
E a proposito di ciò....per il ballo della moresca, e più in generale per il carnevale di Venezia, andate qui: storia del carnevale di Venezia
Per il resto non ho molto da dire...ancora 8D
Solo che questo capitolo è forse quello che preferisco...ero molto ispirata mentre lo scrivevo *w*
Spero che a voi sia piaciuto leggerlo tanto quanto a me è piaciuto scriverlo!>_<
Grazie mille delle recensioni e per aver letto!^^
Al prossimo capitolo!<3
mostrina: nah, tranquilla...non rientra nel genere horror!XD (che tra l'altro non piace nemmeno a me...)
Grazie mille per i complimenti!^^ Per la bambina dovrai aspettare ancora un po' però...8D
Ciao!
Amantide: Grazie dei complimenti!*_*
Sto sempre molto attenta alla fine dei capitoli e...bè, sono felice che abbia fatto il suo effetto!XD
Ohohoh, per la tua domanda dovrai aspettare ancora un po'!XD
Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo <3
Ciao!
storyteller lover: grazie di nuovo del tuo giudizio, che ho molto apprezzato!^^
Emily Alexandre: Grazie cara!^^
Spero che anche questo ti faccia venir voglia di sapere come prosegue la storia!^^
Ciao!^^
Lady Moonlight: ecco, non hai dovuto aspettare due settimane!XD
Grazie anche a te per aver letto! Spero vorrai commentare di nuovo!^^
Ciao!
Piccolo Fiore del Deserto: davvero,
il fatto che il titolo ti abbia colpita mi sembra così
strano!°^° (perchè come ho già detto....non mi
soddisfaceva XD)
Grazie di seguire questa mia storia!^^ Purtroppo la bambina scompare per ora, ma...fra non molto tornerà...uhuh *_*
ciao!^^
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
la bambina e il lupo - capitolo 2
Capitolo 2
Maschere decorate con elaborati arabeschi, piume colorate fra i
capelli e sulla sommità dei copricapo, sontuosi abiti dai vivaci
colori e gioielli splendenti. Nonostante le maschere ne celassero il
volto, buona parte dei nobili era comunque riconoscibile dallo sfarzo
dei costumi, anche se mischiati alla folla per assistere al taglio
della testa al toro, nella corte del Palazzo Ducale, o per partecipare
al ballo della moresca.
Ma non era solo per le strade e nelle piazze che si festeggiava:
anche nei palazzi erano indetti balli e spettacoli, come nel giardino
di Ca’ Vendramin Calergi, sul Canal Grande, dove si beveva, si
cantava e si ballava fino al mattino.
– Oh, la prego, Richard! Ci racconti una leggenda tedesca!
– Sì, la prego! Ci parli dei vampiri!
Il duca di Wassenberg inarcò un sopracciglio, perplesso
alla richiesta delle due giovani donne che l’accompagnavano
quella sera. A completare il quartetto c’era un ragazzo di circa
vent’anni, dai capelli castani e gli occhi celesti nascosti
dietro a una maschera da volpe, che si appoggiò alla sua spalla
ridendo.
– Ma sì, Richard… spieghi loro cosa sono i vampiri!
L’uomo sorrise all’ironia nascosta nella frase, e si apprestò a ricoprire il ruolo di narratore.
– Si narra che il primo vampiro fosse un tale di nome
Faust… Egli fece un patto con il diavolo, in cambio di
conoscenza ed eterna giovinezza. Ma uscire dalla grazia di Dio è
peccato, e per punizione gli venne sottratta l’anima e venne
condannato a nutrirsi di sangue umano.
– E le prede preferite dei vampiri… – lo interruppe il moro – …sono le belle ragazze!
E con un goffo ringhio, si scagliò teatralmente contro le
due donne; le due risero dapprima divertite, e poi d’eccitazione
quando notarono i canini del giovane.
– Wow, sembrano veri!
– Humpf! Sono veri! Volete provare? Ma attente, potreste tagliarvi…
Sorridendo sornione, si portò alla bocca il polso di una
delle due ragazze, appoggiandovi appena i denti e continuando a
guardarla negli occhi. Se le due avessero saputo leggere meglio
l’espressione che aveva in quel momento, vi avrebbero letto una
fame ben diversa da quella che immaginavano… non un desiderio
carnale, ma uno più oscuro e proibito.
Richard non lo perdeva di vista un attimo, e non appena
avvertì che stava per perdere il controllo, lo afferrò
per un braccio, strattonandolo verso di sé.
– Smettila, Zacharias. Non sei certo il lupo di Cappuccetto Rosso, datti una calmata.
– Ahahah! Povero piccolo lupo, ripreso dal cacciatore!
– chiocciò la dama in blu. La compagna in verde, invece,
assunse un’espressione perplessa:
– Non capisco come possano, i bambini, divertirsi con una
favola in cui una ragazza e la nonna vengono divorate da un lupo!
– È perché i bambini hanno una
sensibilità diversa: le disgrazie che non li riguardano, o il
dolore che non sia fisico, non li comprendono appieno… non tutti
almeno.
A parlare, stavolta, era stata una ragazza vestita di bianco, che
si era avvicinata ai quattro. La maschera che le copriva la metà
superiore del volto, richiamava il colore e le decorazioni argentate
dell’abito, mentre i capelli castano-ramati erano raccolti in
un’acconciatura che le lasciava ricadere i morbidi boccoli sulle
spalle, coperte da un mantello di velluto rosso scuro dai bordi dorati.
Gli unici gioielli che indossava erano un pendente di cristallo
lavorato e argento, e la stessa maschera, impreziosita da altri piccoli
cristalli decorativi.
Era bella come poche, e un ulteriore fascino le era conferito
dalla particolarità dei suoi occhi: uno celeste e uno color
ambra.
– Oh, perdonatemi! Mi sono intromessa nella vostra discussione…
– Non si preoccupi… – la rassicurò
Richard – le assicuro che la sua intrusione non è stata
affatto sgradita, mia affascinante Dama Bianca…
La ragazza arrossì leggermente al lieve baciamano del duca,
e Zacharias non poté fare a meno di pensare che si trattasse
proprio di una creatura deliziosa… e proprio per questo
bisognava stare all’erta. Percepiva la sua presenza come diversa
da quella degli altri, ma non aveva un atteggiamento minaccioso, e
tantomeno sembrava avere dei compagni con sé.
Un leggero cenno di assenso da parte del suo signore, Richard Von
Wassenberg, lo convinse ad allontanarsi con le due giovani, che
sicuramente poco apprezzavano l’intervento della nuova arrivata,
trascinandole a ballare.
– È interessante vedere come da fatti realmente
accaduti siano state create leggende e favole, non trova? La storia sul
primo vampiro che ha appena raccontato, ad esempio… sembra che
in realtà questo Faust fosse uno studioso di alchimia, e per
questo paragonato a uno stregone.
– Infatti… anzi, in principio era addirittura una
figura positiva, che richiamava il saggio. Ma successivamente, con la
diffusione del cristianesimo, venne tramutato in un simbolo della
corruzione e dell’avidità umana, relegandolo a esempio di
ciò che accadeva a coloro che si allontanavano dalla dottrina.
– Bè… chissà. Magari c’è
del vero, dopotutto, dietro alla figura di Faust-vampiro…
E del vero ce n’era eccome, lui lo sapeva meglio di chiunque altro.
Bruciare la terra o ghiacciare l’aria, comandare il vento o
modificare il metallo; perfino mutare la propria forma in un lupo, o un
falco. Per i più potenti della sua razza non era affatto
difficile riuscire in tutto ciò. Era quello che l’uomo
aveva sempre desiderato: poter manipolare le forze della natura,
sconfiggere la morte. Perdere l’anima, o dover fare affidamento
sul sangue altrui per poter utilizzare questi poteri… non era
poi così tremendo.
– Come per la favola di Cappuccetto Rosso… voi siete
di origini germaniche, giusto? Quindi avrete sentito parlare della
leggenda del lupo e della bambina…
– Il lupo che trovò una bambina sperduta nel bosco e
la salvò, decidendo di viaggiare con lei e di
proteggerla… certo che la conosco. Si può dire che sia
nata nella zona da cui provengo. E sembra che Perrault vi si sia
ispirato per creare la favola…
Furono distratti dal chiasso provocato da una vicina lite.
Zacharias aveva urtato un uomo travestito da islamico, il quale non
aveva decisamente gradito. Conoscendo l’estrema
irritabilità del giovane e il suo solitamente scarso controllo,
Richard era già pronto a intervenire, quando, con una schivata e
un veloce sgambetto, Zacharias fece cadere l’avversario, causando
l’ilarità generale.
– Eheh… Quel ragazzo, più che un lupo,
è proprio una volpe! – prima di proseguire lanciò
un’occhiata penetrante al suo interlocutore – Voi, invece,
sareste il Cacciatore?
Lui piegò le labbra in un enigmatico sorriso, e quando la
musica riprese in una nuova danza, si inchinò alla ragazza.
– Mia Cappuccetto Rosso, mi concedereste questo ballo?
Dopo un momento di indecisione, la Dama Bianca prese la mano che il duca le porgeva, e si lasciò guidare in pista.
– Perché no? D’altronde… vi devo la vita.
Sorrise. E quelle piccole, eleganti, letali zanne, svelarono la sua natura.
Ok, posto oggi perchè ddomani sarò piuttosto impegnata tutto il giorno ._.
Entrano in scena altri personaggi <3
E a proposito...un piccolo appunto sui nomi: in tedesco la
“ch” si legge come una c aspirata… giusto
perché non tutti sanno il tedesco, e perché
“Riciard” è diverso da “Ricard”
^^
Wassenberg poi è il nome di una casata nobiliare tedesca ^^
Per quanto riguarda Faust...la versione da cui è tratto è
quella di Goethe, mentre Cappuccetto Rosso viene dalla favola di
Perrault, che ha un finale diverso (non a lieto fine) oltre a essere
precedente la versione dei Grimm u.u
Poi: Ca’ Vendramin Calergi esiste veramente, e attualmente ospita il casinò di Venezia! XD (http://it.wikipedia.org/wiki/Ca%27_Vendramin_Calergi)
per il carnevale invece ho già dato nello scorso capitolo XD
Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e recensito (o che
recensiranno) e che hanno inserito la mia storia tra le seguite e i
preferiti ^.^
Ora rispondo alle recensioni e vi saluto!<3
Al prossimo capitolo!^^
Marty_Angel: Ecco a te il seguito! Grazie per aver deciso di seguire la storia e per i complimenti!^^
Spero di sentire di nuovo il tuo parere, a presto!^^
Emily Alexandre: Ecco qua...fammi sapere che ne pensi ^^
Un bacio, ciao!
Piccolo Fiore del Deserto: No, non è originale affatto, diciamolo XDDD
Anch'io adoro Venezia <3
E' così....vampiresca, in un certo senso *_*
E ora....dovrai restare con il fiato sospeso ancora un po', per vedere cosa succede 8D *risata malvagerrima*
Ciau!^^
Amantide: Ma figurati, non preoccuparti!XD L'università viene prima di tutto u.u (ne so anch'io qualcosa...;_;)
Grazie mille cara <3
Sono così felice di sentirmi dire 'ste cose *_*
E prego per i complimenti XDDD
Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, anche se.....siamo ben lontani dal sapere lo scopo di tutta questa tiritera XDD
Ciau!<3
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
la bambina e il lupo - capitolo 3
Capitolo 3
Lo seguivano.
Aveva cominciato a percepirli già da un bel po’, ma
continuavano ad aggiungersene altri man mano che si allontanava dal
centro.
Meglio così.
Più ne attirava lontano dal loro signore, e più lei avrebbe avuto campo libero.
Ma questo non cambiava il fatto che era pericoloso per lui. Contro
tre o quattro di loro non aveva problemi, ma nove erano
tutt’altra storia… specialmente ora che il sole stava
tramontando.
Fino a quel punto aveva avuto vita facile grazie all’effetto
debilitante del giorno, durante il quale il potere dei vampiri era
nettamente smorzato, ma da quel punto in poi avrebbe dovuto giocare
soprattutto d’astuzia, stando attento a non lasciarsi andare con
azioni avventate.
L’unico lato positivo della faccenda era che anche lui
avrebbe riacquisito i suoi pieni poteri, e sarebbe stato ben diverso
dall’ultima volta.
Finalmente si era allontanato abbastanza dalla folla: non voleva scatenare un pandemonio, e tantomeno essere intralciato.
Anche l’ambiente gli era favorevole: le vie in cui si era
andato a infilare erano strette e intricate, adatte per nascondersi e
tendere un agguato ai suoi inseguitori. Così annullò la
sua presenza all’improvviso, prima di dileguarsi nel nulla.
Poco distante, un gruppo di cinque uomini si era fermato, finendo
per andare ognuno in direzioni diverse, che si congiungevano nello
stesso punto: quello in cui era scomparsa la presenza del Lupo.
Altri quattro li seguivano dall’alto, controllando la zona dai tetti.
Uno di loro si era appena spostato su un edificio più alto,
quando all’improvviso venne bloccato per le braccia da dietro.
Non ebbe il tempo di realizzare chi fosse il suo avversario, che egli
aveva già affondato i denti nel suo collo, uccidendolo.
Gli altri si accorsero subito dell’accaduto, non appena
sentirono la presenza del compagno svanire bruscamente. Ma
l’aggressore si era già dileguato, pronto a colpire ancora.
Stavolta, però, scelse di affrontare due fra coloro che
erano rimasti a terra. Aspettò che passassero sotto di lui, e
quando fu il momento piombò su di loro; riuscì a colpirne
mortalmente uno, mentre l’altro aveva schivato all’ultimo
momento, contrattaccando prontamente.
Il Lupo evocò le fiamme su un braccio, e deviò
quelle lanciate dall’avversario. Facendo così,
però, era stato costretto a rivelare la propria presenza anche
agli altri inseguitori, che ora stavano convergendo nella zona.
Decise di farla finita in fretta, così come aveva fatto con
il marchese De La Rochefort, il padre di Isabelle. Riuscì a
colpire l’altro vampiro e sparì giusto in tempo, prima che
arrivassero gli altri.
Quello che trovarono fu solo due cadaveri, di cui uno avvolto da
feroci fiamme rosse e nere, intente a divorare ogni singolo brandello
di carne e frammento d’ossa.
– Dividiamoci in due gruppi, o avanti di questo passo è capace di eliminarci tutti.
E così fecero. Il gruppo principale, di cui faceva parte
anche il leader degli inseguitori, si diresse verso il canale
più vicino, dove avrebbero avuto più libertà
d’azione.
– Certo che far fuori Johann e Sebastian… Chi può esser stato?
– Non ne ho idea, ma proprio per questo non dobbiamo
assolutamente farlo avvicinare a Sua Eccellenza. Se è la stessa
persona che ha annientato i vertici del clan, è ovvio che mira a
lui.
– Pff… Ahahah! Ora lo chiami “Sua Eccellenza”? Ulrich, ti sei ridotto a un cagnolino al guinzaglio!
Ulrich Wiegrefstein rimase sbalordito di ritrovarsi di fronte
colui che credeva esser morto da almeno quattrocento anni, assieme al
suo clan.
– Sempre meglio che un cane rognoso! Com’è che non sei ancora polvere, Ludwig Von Rosenberg?
Il Lupo si lasciò sfuggire un ringhio minaccioso, e gli
altri due vampiri si misero a difesa del loro capo-gruppo. Ma lui fece
segno loro di arretrare, e di tornare alla residenza. A causa del suo
sfrenato orgoglio e della sua sete di potere, ai suoi occhi la
situazione assumeva il profilo di un’occasione unica per
acquistare prestigio all’interno del clan, sconfiggendo
l’ultimo dei Rosenberg, nemici giurati dei Wassenberg. Nonostante
le proteste dei subordinati, fu irremovibile:
– Non è un avversario con cui potete competere… e poi… abbiamo un conto in sospeso, giusto?
– Già… un conto in sospeso che dura da troppo tempo…
– Christel!
Era una notte di luna nuova quando il fuoco invase il castello dei Rosenberg.
– Christel!
Era una notte di luna nuova quando i sogni di decine di vite si infransero con rumore sordo.
– Christel! Ti prego, rispondi!
Era una notte di luna nuova quando un giovane stringeva a sé il corpo dell’amata, invocando disperato il suo nome.
– Ormai è inutile chiamarla… è già morta.
Il giovane alzò la testa, e trovò la sua nemesi.
Non bastava la sua famiglia, non
bastavano i suoi amici, la sua casa… gli aveva portato via anche
lei, anche lei! Non avrebbe dovuto allontanarsi, non avrebbe dovuto
lasciarla in quell’unico semplice attimo in cui aveva bisogno
della sua presenza, non doveva!
E ora… e ora… era tutto perso, distrutto, dimenticato.
Buio. Buio e fondo era il baratro in cui si era trovato a precipitare. Buio, fondo e freddo.
Non c’era niente. Non
c’era niente se non un vortice invisibile di sentimenti
contrastanti: l’amore per Christel, il dolore per la sua perdita,
confusione, tanta confusione… e rabbia.
E dalla rabbia si generò odio.
Odio, odio, odio. Tutto il resto stava pian piano venendo inglobato da esso.
Odio. Era tutto odio.
Non ebbe nemmeno il tempo di
rendersi conto di essersi lanciato contro il suo nemico, che si
sentì scagliare indietro da una massa elettrostatica.
Fissò con occhi allucinati colui che l’aveva fermato, e si
trovò davanti Ulrich Wiegrefstein: l’amico, il compagno
d’armi, il confidente.
Il traditore.
Colui che non aveva esitato a schierarsi dalla parte del nemico.
Colui che, forse, era sempre stato dalla parte del nemico.
Per un attimo si sentì
perso, non sapeva cosa dire, o fare. Si limitò a proferire un
semplice “Perché?”, non capendo nemmeno lui quel
sentimento di delusione cocente che stava provando.
– Mi sembra ovvio: convenienza. Il clan più forte vince, niente di più…
Basta.
Il cervello aveva smesso di
pensare. Ora era guidato unicamente dall’istinto,
quell’istinto animale che lo portava a proteggere il proprio
territorio e il proprio clan.
Ma l’istinto non
può fare tutto, soprattutto in un gioco in cui rientrano i
domini elementali, poteri che si potevano dominare solo restando lucidi
e controllati. Il che non valeva per lui. Non in quel momento.
Per questo, il giovane venne
sconfitto e ridotto in fin di vita, con l’immagine di Richard Von
Wassenberg che si allontanava vincitore.
In un paio di giorni,
riuscì a riguadagnare abbastanza forze da riuscire a muoversi.
Ma i nemici stavano ancora controllando la zona, e non gli sarebbe
stato facile passare inosservato… e se l’avessero trovato,
non aveva le forze per resistere a un attacco, e stavolta sarebbe morto
sul serio.
E questo non poteva permetterlo… non prima di aver vendicato la sua gente e la sua donna.
E fu così che un lupo dal
lucente mantello nero e gli occhi grigi si allontanò dal
castello distrutto dei Rosenberg.
Salve!^^
Bentornati/e!8D
Questo è il capitolo delle rivelazioni (parziali) 8D
Ora si sanno i motivi che spingono il Lupo ad agire in questo modo, e soprattutto si sa chi è questo lupo!XD
(ohohoh.....supposizioni sul futuro?83)
tra l'altro questo
è stato un capitolo veramente facile e immediato da
scrivere......come tutti quelli in cui appare Ludwig °_°
non so il perchè, ma quelli con la dama bianca/cappuccetto rosso mi son stati difficili...ogni santa volta .-.
(massì, massì, sarà per i dialoghi più "elaborati" u_u)
Grazie per aver letto! Spero vi sia piaciuto!^^
Alla prossima settimana!<3
(Grazie mille delle recensioni!risponderò via messaggio privato, ora che la funzione è attiva ^^)
Angolino della pubblicità <3
Uhm...ho cominciato una nuova storia, Pannacotta , se volete dateci un'occhiatina *_*
E' nella sezione delle storie romantiche, anche se è un
po'...particolare XD e non troverete il romanticismo nel vero senso
della parola u_u
E' piuttosto leggera, e spero che possiate trovarla divertente =)
Ora ho finito u_u
Ciao!^^
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
la bambina e il lupo - capitolo 4
Capitolo 4
La battaglia tra i due vampiri infuriava a colpi di fuoco e
folgori. Per il momento, nessuno dei due era in schiacciante vantaggio
sull’altro, e la situazione si manteneva stabile.
Ma, come in tutte le cose, bastava una lieve distrazione, o un
leggero ritardo nelle reazioni… che si finiva immediatamente a
subire i colpi dell’avversario, venendo costretti a stare sulla
difensiva.
Nei combattimenti c’era un delicato equilibrio, delle regole
che controllavano i singoli movimenti… in fondo non era tanto
diverso da una danza: letale, ma pur sempre elegante nella sua ferocia.
Tutto d’un tratto Ludwig venne colpito alla spalla da un
proiettile di ghiaccio, che lo fece arretrare contro il muro di una
palazzina.
Leggermente stordito dal dolore, cercò con lo sguardo il
responsabile dell’attacco. Gli bastò seguire la direzione
di provenienza del ghiaccio per individuare una donna bionda proprio al
centro del ponticello sul canale: Isabelle.
– Isabelle! Come hai fatto a… – Ulrich
tentò di avvicinarsi a lei, ma la ragazza era in preda
all’ira, e non aveva la benché minima intenzione di stare
ad ascoltarlo: aveva di fronte l’assassino del padre, non
c’era spazio nella sua mente per nessun altro in quel momento.
– Taci… Taci!! Lasciami stare, non toccarmi!… è lui… è lui che… Aaaah!!
Con un urlo isterico, Isabelle si lanciò contro il Lupo,
armandosi le braccia di affilati artigli ghiacciati. Ma in quello stato
non era capace di ragionare, era completamente fuori controllo. Non era
in grado di studiare delle mosse complesse, e tantomeno strategiche,
quindi per lui fu abbastanza facile deviare i suoi colpi. Il vero
problema era rappresentato da Ulrich. Tenere a bada Isabelle era uno
scherzo, ma l’altro era ben addestrato ai combattimenti, e,
inoltre, possedeva una forza considerevole.
Stava cominciando a subire i primi colpi, quando afferrò la
ragazza per un braccio, ribaltandola giù dal ponte, e in
contemporanea lanciò una sfera di fiamme a Ulrich, distraendolo
in funzione della sua mossa successiva. Infatti, mentre lui era
impegnato a proteggersi, gli scivolò alle spalle, trapassandogli
il cuore.
– Questo è per il tuo tradimento… e per
Christel. – questa frase sibilata con disprezzo accompagnò
la discesa nell’oblio di quello che fu, una volta, il più
caro dei suoi amici.
Un istante dopo sentì un rumore di ghiaccio che si spezza:
la vampira bionda aveva congelato parte della superficie
dell’acqua del canale per poter atterrare indenne e
all’asciutto; successivamente utilizzò la lastra per darsi
lo slancio per saltare e tornare sul ponte, rompendola a causa della
forza esercitata. Ma il Lupo non si fece sorprendere, e in più
non doveva più pensare a tener d’occhio anche le mosse di
un altro avversario. Quindi non esitò a scaraventare la ragazza
contro lo stesso muro su cui si era accasciato lui, con una forza tale
da farle perdere i sensi.
– Ora siamo pari, madamigella.
Se ne andò, tornando sui suoi passi. Con l’uccisione di Wiegrefstein, gliene mancava solo uno.
Solo uno, e avrebbe potuto riposare. Solo uno e tutta quella vicenda si sarebbe finalmente conclusa… Solo uno. Lui.
Richard Von Wassenberg, il Cacciatore.
– Abbiamo trovato l’aggressore, ma Lord Wiegrefstein
non ha voluto sentire ragioni, e l’ha affrontato da solo.
Però dovrebbe esserci anche Isabelle De La Rochefort con lui.
– Eventuali cittadini coinvolti?
– In questo momento si trovano tutti in piazza San Marco per l’imminente spettacolo di fuochi pirotecnici.
– Perfetto, una seccatura in meno. Vedete in ogni caso di
non lasciarvelo sfuggire. Ma non dimenticate che lo voglio vivo!
Probabilmente ci sarà qualcun altro con lui, e vorrei almeno
tentare di scoprire dove si trovano i suoi complici.
Il duca Von Wassenberg congedò l’inseguitore e
tornò nel suo studio, dove l’attendeva la Dama Bianca. Si
era tolta il mantello, mettendo così in mostra il raffinato
ricamo sul corpetto e sulla schiena, e beveva tranquillamente del vino
da un calice in vetro di Murano, adagiata sul divanetto dello studiolo.
– Vogliate scusarmi, ma sembra che qualcuno abbia deciso di sfidarci…
– Ho sentito, ma ditemi… – rispose lei,
appoggiando il calice al tavolino da tè. – non mi sembrate
poi così dispiaciuto dalla morte dei vostri compagni…
forse perché ora sarete l’unico ad avere in mano il
controllo del clan?
Richard non sembrò cogliere la provocazione, seppur
rispondesse alla verità. Era sempre stato un tipo senza
scrupoli, che non badava a chi avesse di fronte quando si trattava di
proteggere la stabilità del clan… o meglio: proteggere il
suo controllo sul clan.
Per questo era chiamato Cacciatore, in un’epoca più turbolenta e pervasa dalle lotte di quella.
Cambiò argomento, con la naturalezza di chi stava rispondendo alla domanda posta.
– Mi avete sorpreso quando mi avete definito “cacciatore”. Siete per caso di origini tedesche?
– Precisamente. Vi conoscevo già di fama, e quando ho saputo che eravate a Venezia non ho resistito!
– E il vostro nome… quale sarebbe?
– Nessuno ha mai dato un nome a Cappuccetto Rosso.
Era impertinente, era misteriosa, era affascinante. Era una sfida.
Ed era sola. Era strano, ma forse non poi così tanto se si
considerava l’ipotesi che non appartenesse ad alcun clan. E
questo voleva dire…
– Per caso siete di origini umane?
– …cosa ve lo fa pensare?
– Siete da sola. È difficile che una dama come voi
non sia accompagnata da altri membri della famiglia… a meno che
non ne abbiate una.
– Difatti è così. Spero che la cosa non vi infastidisca…
– Non tanto questo, quanto il fatto che qualcun altro abbia
avuto l’occasione di bagnarsi le labbra con il vostro
sangue…
Dicendo questo, le si era seduto accanto, sfiorandole in una
carezza la guancia e il collo. La ragazza sorrise, a metà tra il
compiaciuto e il vittorioso, osservando quegli occhi neri, profondi
come la notte, che aveva già avuto modo di contemplare quella
fatidica notte di luna piena.
– Siete forse geloso?
– Forse… Chi è che vi ha trasformato? Se viene dalla regione tedesca potrei conoscerlo…
Lei accentuò il sorriso, addolcendolo.
– Un Lupo.
E la dama fu trasformata da un Lupo <3
A-ehm! Benritrovati!^^
Piaciuto il combattimento?8D Sono piuttosto soddisfatta, soprattutto
della scena di Isabelle che risale dal canale dopo averlo ghiacciato *^*
E...ohohoh, Richard, ci stai provando con la piccola Cappuccetto Rosso?8D
Il prossimo capitolo sarà un enorme flashback a...spezzoni °°
Sì, insomma, vedrete ._.
uhm...Non so cos'altro dire °°
Quindi ringrazio chiunque abbia letto e chi ha recensito!<3
Alla prossima!^^
Bye <3
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
la bambina e il lupo - capitolo 4
Capitolo 5
Aprì gli occhi e si guardò attorno: non riconosceva il luogo in cui si trovava.
Era un ambiente caldo, illuminato… per un attimo si chiese se non fosse già morta o cosa.
Poi nella stanza entrò un vecchio, un frate, che portava del pane e una caraffa di latte.
– Benvenuta nel 1370, piccola!
– …dove sono?
– Questa è l’abbazia di Linderhof, al confine tra il regno danese e la Prussia. Come ti senti?
Era stanca e aveva fame, ma almeno era al caldo e al sicuro. La
notte precedente le sembrava solo un brutto sogno; ma non era a casa
sua, e questa era una prova più che sufficiente per provarle che
il tutto era reale.
Come se non bastasse, un enorme lupo, più grande di
qualunque animale avesse visto prima, entrò nella stanza a
seguito del frate, fermandosi accanto al suo letto.
– Sei stata fortunata, se non ti avesse trovata lui ora non saresti tra noi!
La bambina osservò gli occhi grigio perla
dell’animale, e provò ad avvicinare la mano, un po’
incerta. Il lupo non si ritrasse, né tentò alcun
movimento: si lasciò semplicemente accarezzare la testa,
appoggiandola al letto.
La bambina non poté più trattenersi, e dapprima una,
poi due, tre lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi.
Abbracciò il lupo e pianse, pianse e pianse.
Sì, era stata fortunata.
***
– Silke, non allontanarti troppo, ultimamente sono stati visti dei banditi qui attorno!
– Ma va’, padre Fergus! Cosa vuoi che vengano a
cercare in quest’abbazia abbandonata? E poi c’è lui
con me!
La quindicenne Silke si allontanò correndo allegramente
verso il bosco, seguita da un lupo nero. Dicembre era ormai alle porte,
e le giornate erano sempre più fredde, ma lei adorava il bosco.
La faceva sentire libera correre tra gli alberi, perdersi in quella
foresta antica immaginando di essere lei stessa un animale: un cervo,
una volpe, o magari anche un falco… o un lupo.
Ma spingersi troppo in là poteva essere pericoloso. Si potevano incontrare delle belve.
O dei banditi.
La ragazzina non si accorse del pericolo se non dopo che il lupo
aveva già aggredito uno dei tre uomini, azzannandolo e
uccidendolo sul colpo. Il secondo però non si fece sorprendere e
riuscì a sbalzarlo contro un albero. Intanto il terzo malvivente
aveva afferrato Silke per le spalle, con un ghigno terribile sul volto
e pensieri ancor più terribili in mente.
Fu a quel punto che successe l’impensabile.
Con un ringhio spaventoso, il lupo si avventò contro la
gola dell’uomo che l’aveva affrontato, ma quando si
rialzò, il suo aspetto era tutto tranne che quello di un
animale: a bloccare e uccidere l’ultimo dei tre banditi, infatti,
fu un giovane di più o meno ventisette anni, dalla corporatura
snella ma muscolosa. I lineamenti del volto erano belli ed eleganti, ma
richiamavano forza e sicurezza. Silke lo osservò stranita e
leggermente spaventata: era una scena che aveva già visto, anni
addietro.
Una belva che non era una belva.
Lui si girò a osservarla. Aveva i capelli neri, lunghi. Gli
occhi grigi attiravano l’attenzione perfino più del sangue
che gli colava dal mento.
Occhi grigi.
– …Lupo?
***
– Ma tu… cosa sei esattamente?
Ludwig fissò spaesato Silke.
Era proprio da lei fare domande impreviste all’improvviso, e
quella che gli aveva appena posto non aveva una risposta esattamente
semplice.
– La gente ci chiama vampiri, o demoni. Dicono che siamo
immortali, ma effettivamente abbiamo semplicemente un ciclo vitale
esteso all’infinito, se paragonato a quello di un semplice umano.
– E come fai a trasformarti in un lupo? E il fuoco? Sei anche un mago?
Lui rise alla curiosità della ragazzina. Era un argomento
semplice ma complesso quello della magia, e forse anche spaventoso in
un certo senso. Ma lei non sembrò terrorizzata, o schifata,
quando seppe che per poter utilizzare il potere serviva bere del sangue
umano.
Liquidò l’argomento con un innocente “Ah, sì?”, e proseguì con le sue domande.
***
– La gente, però, ha paura di voi, vi odia…
– È naturale, d’altronde ai loro occhi siamo alla stregua di diavoli.
– Allora… per loro io non sono poi così
diversa da voi. Mia madre usava le erbe per curare i malati… un
giorno sono venuti i soldati dalla città e l’hanno portata
via. Penso che l’abbiano condannata al rogo, ma nessuno mi ha mai
detto cos’è successo davvero. È da quel giorno che
hanno cominciato a chiamarmi “figlia della strega”.
Ludwig attirò a sé una Silke tremante e in lacrime.
In fondo erano uguali. Entrambi erano soli e avevano sofferto. Entrambi avevano bisogno l’uno dell’altra.
***
– Silke, faresti meglio a smetterla di saltarmi addosso.
– E perché? – chiese ridendo la diciottenne mora.
– Non sei più una bambina, sai? Potrei anche perdere il controllo…
Il Lupo le sorrise beffardo. Ma lei rispose con un altro sorriso,
dai toni sarcastici, e strinse ancor di più le braccia attorno
al collo di lui, appoggiandosi alla sua schiena.
– Pff… non lo faresti mai.
***
– Lo sai, quand’ero piccola, ogni volta che mi
accadeva qualcosa di brutto o che mi sentivo triste avevo
l’abitudine di stringere la piccola croce di legno che mi aveva
regalato la mamma e pregare… Ma non sono sicura che mi abbia mai
ascoltato nessuno. Forse solo una volta…
– Io non credo in queste sciocchezze. La religione è
solo un’invenzione dell’uomo al fine di controllare meglio
gli altri uomini. È la bugia più grande e antica del
mondo, di cui si è persa la verità fin dal principio.
– Ma il fatto che voi non abbiate un’anima, non
presuppone forse che qualcuno te l’abbia data? Quindi Dio esiste.
Solo… magari vuole che troviamo noi stessi la forza di superare
le avversità, senza fare affidamento ogni volta su di lui…
– O forse non crede che meritiamo di essere salvati, tutto qua.
***
– Non è l’anima che perdiamo… ma
l’umanità: la capacità di comprendere e convivere
con chi è diverso da noi.
Silke afferrò la manica di Ludwig, e lo guardò seria
con quei suoi occhi uno celeste e l’altro color ambra, come poche
volte aveva fatto.
– Allora io voglio essere come te.
Ecco il capitolo flash-back *^*
Sono dei semplici e brevi spezzoni della vita di Silke e Ludwig...:3
Certo, non è molto approfondito, ma per risolvere a tale
questione, già da tempo ho intenzione di fare uno spin off
proprio su loro due *_*
...in realtà ho intenzione di fare VARI spin-off, di cui uno su loro due XD
E arriveranno presto!*_*/
Poi, una piccola nota: in realtà, quella che definisco
abbazia di Linderhof è un castello, e anche il luogo non
corrisponde a quello reale. Ma dato che mi piaceva il nome mi son presa
la libertà di utilizzarlo in un ambito diverso. ^^
E ora vi lascio <3
Grazie per aver letto e grazie delle recensioni!!!^^
Alla prossima, con l'ultimo capitolo!°_°
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
la bambina e il lupo - capitolo 6
Capitolo 6
– Un lupo?
Richard guardò perplesso la giovane donna alzarsi e
avvicinarsi alla scrivania. Lei cambiò argomento, come lui
stesso aveva fatto poco prima.
– Ditemi, vi ricordate di aver assaltato una carovana di mercanti di schiavi? Era il capodanno del 1369.
– Mi ricordo. Zacharias e altri due erano su quella
carovana, e li presi con me quando l’assaltammo. Ma questo
cosa…
– Anch’io ero su quella carovana.
Il signore del clan Wassenberg osservò stupito Silke. Il
tutto aveva assunto una nuova luce ai suoi occhi, la coincidenza era
grande, ma… era uno scherzo del destino o…
– Credo di dovervi ringraziare… –
continuò lei – è grazie al vostro
“intervento” che ho potuto incontrare il Lupo. E in un
certo senso è sempre grazie a voi che lui ha trovato me.
Ora stava cominciando a capire. Il Lupo. Il Lupo.
La zona che stava attraversando quella carovana era la stessa che
una volta era controllata dai Rosenberg; anche il periodo era lo
stesso: era sempre in dicembre che avevano attaccato e distrutto il
clan rivale. E quel lupo. Il lupo era da sempre l’animale
preferito dai Rosenberg, in particolare dal successore del casato:
Ludwig Von Rosenberg.
Era stato così frettoloso e noncurante da lasciarsene sfuggire uno, il più pericoloso.
E ora l’aveva raggiunto.
– Tu! Tu sei..! – non poté finire la frase che il freddo metallo infilzò il suo cuore.
– Non è che sono venuta disarmata.
Conficcò più a fondo lo stiletto d’argento nel petto dell’uomo, facendolo gemere dal dolore.
– Non è che sono così stupida.
Estrasse la lama, piccola ma letale, e lui si accasciò al
suolo, tentando di rialzarsi mentre guardava con odio la Dama Bianca.
– Sei stato tu lo stupido.
L’ultima cosa che Richard Von Wassenberg vide, fu lo
scintillio del cristallo che adornava il collo di Silke. L’ultima
luce prima del buio.
Zacharias irruppe nello studio.
Non si scompose più di tanto a constatare la morte del suo signore, tantomeno di vedere chi l’aveva causata.
– Non mi sembri poi così scosso.
– Me l’aspettavo. Più o meno da quando sei apparsa nel nulla, signorina Cappuccetto Rosso.
Silke piegò le labbra. L’aveva detto già in
precedenza: quel ragazzo era una volpe, si era stupita di esser
riuscita ad avvicinare Richard Von Wassenberg così facilmente.
– Non mi attacchi? – continuò lui.
– No. Il nostro obbiettivo erano solo il nucleo più
antico del vostro clan… e ormai non dovrebbe essercene
più nessuno. Hai campo libero, puoi prendere il comando ora.
– …mh. Vedo che vi siete dati da fare tu e i tuoi compagni se sapete anche questo.
– Uno. È solo uno il mio compagno.
Detto questo aprì la finestra, e come era comparsa,
così si dileguò nella notte stellata, lasciando uno
Zacharias sbigottito che ancora non riusciva a cancellare dalla mente
quell’ultimo, vago sorriso che gli aveva mostrato.
Un vampiro che affascinava gli altri vampiri.
– Non ti permetterò di affrontarlo!
– Ma io devo affrontarlo! È per questo che ho vissuto finora!
– Hai vissuto per questo e
morirai per questo! Credi davvero che saresti in grado di mantenere il
controllo di fronte a lui?... Sarò io a ucciderlo.
Silke percorreva le strade quasi correndo. Mancava poco al Canal Grande, poco.
Ancora poco e l’avrebbe ritrovato, e finalmente se ne sarebbero andati insieme: sarebbero tornati a casa.
Arrivò al ponte di Rialto, e nel punto più alto, fra
la folla riuscì a scorgere la figura ammantata di nero con la
maschera da lupo. Corse fino a lui, per fermarvisi proprio di fronte,
col fiatone.
Lei ricambiò il suo sorriso stanco con uno di gioia, e si gettò fra le sue braccia.
Ludwig la avvolse nel suo mantello, e in un battito di ciglia scomparvero.
Torniamo a casa, Silke… nella nostra foresta.
....e così...è finita D:
L'unica cosa che veramente mi soddisfa del capitolo finale è
l'ultima parte con Silke che ritrova Ludwig...il resto si salva anche,
ma può essere un po' troppo frettoloso?O_o
....eh. Me ne rendo conto XD
Posso dire a mia discolpa che ho scritto gli ultimi 3 o 4 capitoli
l'ultimo giorno, finendo proprio sul filo del rasoio (per la consegna
al contest...XD)
...è stato allucinante @_@
E ora che ho finito anche di pubblicarla...bè, mi mancherà doverla aggiornare, ecco °°
(e mi dispiace sinceramente, ma non ho null'altro da dire, nonostante sia l'ultima volta - forse - che ci sentiamo °°)
Ma anche se questo "viaggio" è concluso, i personaggi di "La
Bambina e il Lupo" non sono ancora arrivati alla meta...quindi se vi
è piaciuta questa storia e vorrete saperne di più, tenete
d'occhio la mia pagina autore o la sezione vampiri, perchè
presto (già entro venerdì o sabato) pubblicherò il
primo degli spin-off che si son presentati alla mia mente ;)
Spero di ritrovarvi lì, o in altre mie storie!XD
Di nuovo vi ringrazio per avermi seguita, preferita, ricordata, commentata o anche solo letta fino alla fine!^^
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