Welcome in cherryland.

di BlueCassis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hurricane. ***
Capitolo 2: *** I can't see clearly. ***
Capitolo 3: *** Everyday things. ***



Capitolo 1
*** Hurricane. ***


-Thom, ma tu mi vuoi bene?-
Cherry mi guardava fisso negli occhi pronunciando quelle paroline. Non credo fosse una domanda, era più una curiosità per lui.
Io lo fissai a mia volta.
-Certo che ti voglio bene, che domande!-
I suoi occhi erano forti e concreti su di me, profondi e inconfondibilmente suoi. Frizzanti.
-Mi vuoi bene sul serio? Come?-
Lo fissai concentrandomi sulla domanda.
Era una di quelle domande alle quali dovevo pensare bene per non deluderlo, perchè lui si aspettava qualcosa di soddisfacente.
-Non scherzo, ti voglio bene Cherry. Come? Con tutto il cuore.-
Non aveva staccato lo sguardo dai miei occhi neanche per un secondo, mentre io sobbalzavo con gli occhi a destra e sinistra per non cadere nella timidezza causata dall'imbarazzo del momento. Queste cose di solito mi facevano questo effetto.
Era come se vi fossi allergico.
Lui annuì deciso, come a confermare qualcosa che già sapeva.
-Io anche ti voglio bene, Thom! Sono felice di averti conosciuto. E' come se fossi un'ape, che ha appena incontrato davvero il fiore che ha desiderato per tutto il tempo.-
I suoi occhi brillavano, ma non ci feci troppo caso e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu quella di ridere.
-Cherry, vuoi per caso impollinarmi?- continuavo a ridere.
Mi guardò perplesso, poi abbassò lo sguardo e si lasciò andare ad un sorriso amaro.
-Divertente, eh? Credevo avessi capito quello che volevo dirti.-
Era serio. Anche troppo.
Gli presi una mano e legai il mio sguardo dove doveva essere il suo, imbarazzato.
-Certo che l'ho capito, Cherry... è solo che cercavo in qualche maniera di non affrontare questo momento, di posticiparlo almeno..-
Intrecciò le sue dita alle mie e mi guardò sicuro, scrutandomi il viso.
-Non c'è motivo di posticipare un momento che già sapevamo sarebbe arrivato.-
Mi sentii avvampare dal suo modo di parlare e dal suo sguardo. Continuava imperterrito a fissarmi prima le labbra e poi gli occhi, stringendo come poteva la mano appoggiata al muretto.
Non sapevo cosa fare. Cosa era più giusto fare?
In fondo aveva ragione, prima o poi sarebbe successo, avremmo accettato entrambi il nostro essere e la nostra sottile affinità.
Eravamo vissuti in due mondi paralleli per così tanto tempo e finalmente ci eravamo incontrati.
Forse era davvero la mia ape...
Mi lasciai andare a non so quale forza della natura, che mi spinse verso di lui incosciamente.
Appena ebbe capito ciò che stava per succedere, lui non deviò e si precipitò sulle mie labbra.
Non fu un bacio, fu un uragano.
Le nostre lingue umide danzavano insistentemente nell'atrio rosa costernato dalle sessantaquattro poltroncine bianche.
La saliva si mischiava come due fiumi alla stessa foce. Le labbra si scontravano e mandavano in frantumi ogni inibizione che avevamo avuto fino a quel momento.
I respiri seppur affannati, andavano a tempo con le piroette delle lingue insaziabili.
Era tutta un'armonia. E c'eravamo solo noi. Era come se fossimo su un altro pianeta, un'altra galassia, un altro universo. Tutto nostro e pieno di noi.
All'improvviso mi ritrovai la bocca libera senza accorgermene subito.
Le braccia sottili di lui strette al mio collo.
Silenzio intorno a noi. Silenzio dentro di noi.
-Mi gira la testa.-
Mi sussurrò a un orecchio.
Una voce nuova, rilassata. Era come se fosse uscita dal suo guscio, per sussurrare al mio orecchio per la prima volta.
Risi divertito, e lo strinsi un po' a me.
-Così impari a catapultarti sulla bocca delle persone!-
Fece finta di agitarsi, e probabilmente assunse una delle sue smorfie.
-Ma se sei stato tu a piombarti su di me! Non aspettavi altro! Sei un approfittatore!-
Non ebbi il tempo di aprire bocca che i suoi occhi erano già inchiodati ai miei.
Ipnotici, mi impedivano di parlare, era come se mi risucchiassero in lui.
Nei suoi occhi c'era tutto ciò che mi serviva per stare bene.
Il sole nel frattempo si era abbassato, e la sua ombra si rifletteva nel mare. Era bello stare là, era bello il mare calmo, era bello il sole e il calore che emanava, era bello sentire il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia deserta. Era bello lui, bella la sua esistenza davanti a me.
-Spero che adesso tu non ammazzi tua sorella! E' stata davvero dolce a dirmi che la sera ti sentiva sussurrare il mio nome nel sonno.- stava sorridendo, irradiandomi.
Avrei dovuto provare vergogna e rabbia, ma era inutile per quanto cercassi quei sentimenti dentro di me, in quel momento non esistevano. Erano come evaporati.
-Se non fosse stato per un buon fine, l'avrei sicuramente uccisa!Quindi grazie di avermelo detto.- gli sorrisi alla stessa maniera, anche se l'effetto non era neanche lontanamente simile.
-Beh, oggi la lezione di arte è stata più divertente, non trovi?- disse.
-Concordo, dovremmo farlo più spesso.-
-...sei proprio un approfittatore!- sussurrò ridendo, ma con un pizzico di malizia nello sguardo.
-Ma io intendevo la lezione all'aperto!- dissi con cenno di ovvietà.
-Oh, certo, adesso si dice così... "lezione all'aperto" tsk.- rispose facendo una linguaccia mentre si apprestava a risistemare le tavole nello zaino.
Presi una sigaretta dalla tasca esterna dello zaino senza accenderla.
-Vuoi fumare?-
-Fumare fa male, non dovresti.-
-Okkay, è un no.- dissi mentre frugavo nella tasca per cacciarne l'accendino.
Accesi la sigaretta non curante. In uno scatto mi sfilò la sigaretta dalle labbra e la calpestò senza pietà.
Dopo di che tornò a mettere apposto i vari colori nelle scatole.
-Quando sei con me, non fumi.- disse in un sussurro, in un soffio ma deciso, quasi come se la cosa lo avesse ferito.
Il suo gesto mi lasciò sorpreso e spiazzato allo stesso tempo. Risi sotto i baffi, mentre lui era senza dubbi serio.
-Vabbene Cherry, prometto che non fumerò quando sono con te!-
Si voltò verso di me, e mi mostrò tutti i suoi dentini appuntiti in un mega sorriso.
-Riesco sempre in quello che voglio, questa è la seconda dimostrazione!-
Lo fissai incredulo. Perplesso, poi sbuffai e mi incamminai.
-Andiamo dai.-
Annuì e mi seguì, afferrandomi per mano.


Mi andava di scrivere qualcosa di diverso, spero non dispiaccia a nessuno.
Potrei anche continuarla se dovesse venirmi l'ispirazione, per ora la classifico come completa~

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Capitolo 2
*** I can't see clearly. ***


-Allora? com'è andata?- mia sorella stava tastando il terreno, com'era il suo solito.
-Bene.- tagliai corto io, anche se sapevo che quello era solo l'inizio di una lunga battaglia.
Intanto salivo al piano di sopra , in camera mia. La casa sembrava deserta, mia madre doveva essere sicuramente in giardino a potare qualche povera piantina troppo cresciuta.
Avrebbe dovuto potare la testa a Katie, anche lei era troppo cresciuta e impicciona per i miei gusti.
Entrai in camera e mi tolsi il giubbottino per appenderlo all'attaccapanni alla mia destra.
-Avete disegnato, no? sicuro tutto bene? com'era il mare?- insistette mentre io, dandole le spalle, stavo mettendo tutte le cose che erano nello zaino, al proprio posto.
-Era mare, come vuoi che fosse?- stava cominciando ad annoiarmi con tutte quelle domande, preferivo stare un pò da solo in quel momento.
Dovevo pensare.
-Nervosetto? Qualcosa è andato storto?- mi girai verso di lei giusto in tempo per vedere la sua espressione euforica scomparire per lasciar posto a una smorfietta triste sul suo volto roseo.
-Katie, preferisco stare da solo ora, quindi per favore, se potresti uscire mi faresti solo una grande cortesia.- non attesi di certo la sua risposta.
Le misi le mani sulle spalle e la diressi verso la porta, spingendola fuori.
Chiusi la porta e mi ci poggiai contro con la schiena. Socchiusi gli occhi per pochi secondi, per far rilassare le pupille stressate.
Buffo che la prima cosa che vidi, fu proprio una foto mia e di Cherry a 10 anni sulla casa sull'albero.
Quella dove da piccoli giocavamo tanto, tutti insieme.
Mi avvicinai cautamente alla mensola,-come un ladro che si avvicina avido al suo bottino-, sulla quale era poggiata la foto incorniciata e la presi tra le mani.
Passai un dito sul vetro per togliere il sottile alone di polvere, e la guardai.
La guardai davvero per la prima volta in tanto tempo.
I nostri sorrisi erano così innocenti e divertiti, che rendevano viva la foto.
Cherry c'era sempre stato per me, era strano ora vederlo sotto tutta un'altra luce. Quel bacio mi aveva abbagliato, e aveva reso i miei occhi ancora più sensibili.
Da quando ci eravamo salutati, poche ore fa, lo cercavo dappertutto. Nel treno, nell'autobus, perfino alle finestre delle case, dove di sicuro non avrebbe potuto esserci.
Tornando a casa avevo perfino gettato via il pacchetto di Lucky Strike.
Che diavolo mi stava succedendo? In fondo era solo un bacio, poteva essere un malinteso. Uno stupido equivoco, un fraintendimento. Forse me l'ero immaginato. Ma poi perchè?
O forse voleva mettermi alla prova. Cosa potevo saperne.
Posai la foto che avevo smesso di guardare già da un pò, e mi gettai sul letto, poggiando la testa sul cuscino più piccolo e gonfio, poi presi il cellulare dalla tasca.
Cliccai sull'opzione nuovo messaggio.
Stetti a pensarci, c'erano tante cose che volevo chiedergli, ma poco coraggio per farlo davvero. Quindi andai sul sicuro, sulla domanda più banale.

a: Cherry.
19:23
Sei arrivato?

Non feci in tempo ad abbassare il braccio che il telefono vibrò. E io vibrai insieme ad esso, come una scarica elettrica.
Frenetico avvicinai il telefono alla faccia.

da: Cherry.
19:23
Da un pezzo! e tu?

Perchè il cuore aveva accelerato così tanto? Presi un respiro profondo, cercando di calmarlo.

a: Cherry.
19:25
Anche io...

Che risposta del cavolo era? "Anche io", logico che anche io ero arrivato, altrimenti avrebbero già fatto stampare mille volantini con su la mia faccia e sopra di essa la scritta " MISSING" a caratteri più grandi del volantino stesso.
Cancellai tutto.

a: Cherry.
19:30
Certo. Il disegno è venuto davvero bene, grazie per avermi accompagnato!

Si, quello era il tipo di messaggio da me. Mi rigirai nel letto, con la faccia rivolta alla parete.
Mi stava venendo sonno. Me ne accorsi solo dopo aver chiuso le palpebre un paio di volte, e aver notato che erano diventate pesanti. La terza volta che le chiusi, non fui capace di riaprirle.






Allors,  mi sta piacendo scriverla e non vedo l'ora di mettere in atto ciò che ho in mente! 
spero sia piaciuta anche a voi che leggete sempre <3.
ps: penso che il pov rimarrà quello di Thom~

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Capitolo 3
*** Everyday things. ***


Riaprì gli occhi. La stanza era investita da una luce scura, doveva essere mattina presto.
Ma cosa avevo fatto ieri? Non lo ricordavo.
Mi girava la testa e avevo una fame che mi aveva indotto a svegliarmi.
Mi alzai lentamente, per non peggiorare il giramento di testa.
La sveglia alla mia sinistra diceva che erano le 5:35. Nulla di meglio che svegliarsi al mattino presto, eh Thom?
Ero ancora vestito, dovevo essermi addormentato di botto.
Senza fare rumore scesi giù in cucina. La casa era silenziosa come non mai, come se ci abitassi da solo.
Vicino ai fornelli c'era un piatto già pronto di salsiccie, forse mia madre lo aveva lasciato per me sapendo che mi sarei svegliato prima del dovuto e sarei stato affamato.
Presi il piatto, una fochetta e mi sedetti. Per la fame non pensai neanche a riscaldare le salsiccie. Cominciai a mangiare, per finire poi qualche minuto dopo. Bevvi un sorso d'acqua e risalì di sopra. Aprì la finestra e mi ci affacciai.
Il cielo stava cominciando a schiarirsi man mano che passavano i minuti.
Era come se stando lì mi mancava qualcosa.
Ah, cazzo. Le sigarette.
Stupido Cherry.
Richiusi la finestra e presi il telefono da sotto al cuscino -come ci era finito lì sotto?-.
Tre nuovi messaggi.

da: Cherry.
19:42
Ah, figurati! Mi ha fatto piacere :-)

Cosa gli ha fatto piacere? Ah, si.

da: Cherry.
20:01
Domani sera ti va di fermarti a casa? Al ritorno ti accompagna Chris, oppure puoi dormire qui! Mamma ne sarebbe felice.

da: Cherry.
21.15
Ci sono tre opzioni. Primo, hai abbandonato il telefono chissà dove nel mondo. Secondo, non ti va di venire domani.. se non ti va non fa niente.
Terzo, stai dormendo.
Spero tanto sia la terza opzione, e se è così, buonanotte Thom.

Sentì di nuovo qualcosa che mi ticchettava nel petto. Certo che volevo andarci da lui, volevo rivederlo.
E poi sua madre, mi mancava moltissimo, ormai erano settimane che non la vedevo!
Fissavo quell'ultimo messaggio sul display del telefono, e quasi immaginavo la voce di Cherry. E magari la buonanotte condita di bacio.
Forse dovrei smetterla di fantasticare e cominciare a fare qualcosa di concreto.
Se gli scrivo un messaggio ora, spero mi perdonerà.

a: Cherry.
5:52
Hey Cherry! Era proprio la terza opzione, avevi ragione! Spero di non svegliarti a quest'ora, e comunque certo che mi va di venire da te! Ah, e buongiorno.

Rigettai il telefono sul letto, aprì l'armadio e presi una maglietta a mezze maniche e un jeans chiaro. Dal cassetto accanto al letto, un boxer e dei calzini scuri.
Sgattaiolai in bagno, mi spogliai ed entrai nella doccia.
L'acqua era ghiacciata, e scorreva senza pietà sul mio corpo. Meglio così però, perchè mi fece svegliare per bene.
Un quarto d'ora dopo ero tutto pulito e profumato, pronto per uscire di casa e affrontare un'altra giornata lì fuori.
Ritornai in camera e notai che sul letto, dove avevo lasciato il telefono, il led aveva preso a lampeggiare colorando il lenzuolo bianco di rosso sbiadito.
Era probabilmente un messaggio da Cherry. Non poteva che essere lui. Mi fiondai sul letto, afferrando il telefono. Un pò come il gesto di un portiere per parare una cannonata da centrocampo.

da: Cherry.
6:03
Hey! Buongiorno, non preoccuparti, ero già sveglio! Ci vediamo a scuola :-)

Un sorriso si fece spazio sul mio viso. Lo sentivo allargarsi involontariamente, come un gesto automatico e voluto.
Frequentavamo la stessa scuola d'arte a New Orleans, e anche se le materie che avevamo scelto erano quasi tutte diverse, almeno potevamo stare insieme per il pranzo.
Guardai l'orologio, non erano neanche le 6 e 30. Preparai lo zaino, me lo misi in spalla e andando in cucina, scrissi su un post it a mia madre, che ero uscito prima di casa e che avrei cenato da Cherry. Lo attaccai al frigorifero, e uscì di casa.
Mi ero appena chiuso la porta alle spalle, e già il freddolino dell'aria primaverile si era insinuato in ogni fessura degli abiti, e aveva sfiorato la mia pelle. Anche se era fresco, il sole all'orizzonte che cercava di sorgere, dava un aspetto contrastante al tutto.
Avanzai il passo, e arrivai giusto in tempo alla fermata dell'autobus, per prendere quello che di solito precedeva quello che prendevo sempre.
Mi sedetti vicino al finestrino, al solito posto, e ci appoggiai la testa contro.
C'erano poche persone, per lo più uomini in giacca e cravatta che probabilmente andavano in ufficio e altre donne, la maggior parte con le borse sotto gli occhi.
Non ero mai uscito così presto di casa la mattina, e il fatto di avere una voglia matta di andare a scuola mi spaventava seriamente. Ma in fondo sapevo che era solo per vedere lui. Continuavo a immaginare le sue labbra, i suoi occhi castani, profondi più che mai in quel momento così...così..
-Hey Thom!- due braccia mi circondarono il collo, e lo schiocco di un bacio si infranse sulla mia guancia destra.
Mi voltai curioso, pur sapendo che non avrebbe potuto essere Cherry, anche se l'istinto prevalse nel pensare a quella stupida illusione.
Berry, era solo Berry.
-Hey Berry! La mia cinesina preferita!- si era seduta accanto a me e avevo approfittato per abbracciarla come un orsacchiotto.
Lei sorrise e si aggiustò gli occhialetti sopra il naso.
-Allora, come mai così presto? Non vedi l'ora dell'esame di fotografia eh?- continuava a sorridere, questa volta in modo diverso, come se avessimo un problema in comune. Che in fondo avevamo.
-Oh, cazzo!- sbattei la testa volutamente contro il vetro del finestrino, facendolo tremare tutto -mi ero completamente dimenticato!-
-Sicuramente lo passerai senza difficoltà, in fondo tu sei bravo in queste cose anche senza preparazione! Quindi non preoccuparti eh!- mi mise una mano sulla spalla, come a consolarmi.
Io le sorrisi rincuorato.
-Speriamo! Ehy e tu come mai sei già qui?-
-Ecco, ho pensato che di prima mattina avrei potuto fare degli scatti migliori senza essere disturbata!- sorrise ancora, in un modo simile a come aveva fatto Cherry il giorno prima, mostrandomi tutti i dentini appuntiti.
-Ah, giusto!Potrei fare anche io qualche scatto ad effetto, in fondo la luminosità al mattino risulta diversa in una fotografia.-
L'autobus si fermò e senza neanche accorgercene eravamo alla stazione.
Scendemmo e ci avviammo verso il binario 6, per prendere il treno che portava nei pressi della scuola.
-Cosa pensi potrebbe essere il tuo soggetto?- mi chiese Berry con aria curiosa mentre eravamo in carrozza.
Doveva aver pensato che avessi avuto un idea geniale, anche se in verità non era nulla del genere.
-Ahm, pensavo alla scuola, magari al suo nome... sai, come per farle onore.- dicendola ad alta voce, la mia idea sembrava più banale del banale.
-Però sembra una buona idea! Magari al professor Mitch scalderà il cuore!- rise di buon gusto della sua osservazione amara e si infilò le cuffie nelle orecchie, poi chiuse gli occhi.
-Chiamami quando arriviamo, please.- disse teneramente.
-'kay Berry.- spostai lo sguardo fuori dal finestrino, come sempre, giusto nell'istante in cui la stazione stava cominciando ad essere risucchiata da dietro di me. Ci stavamo muovendo finalmente.
Mi sistemai meglio sul sediolino, e ripresi a guardare fuori, a quel paesaggio che conoscevo ormai bene.
Una volta arrivati, dopo aver preso l'ultimo autobus, io e Berry stavamo provando a fare qualche scatto proprio davanti all'entrata della scuola.
-Che ne pensi di quell'albero laggiù? guarda in che modo la luce filtra tra i rami!- mi chiese.
-Uhm, non sò..potrebbe essere carino..- le risposi con l'aria non tanto sicura.
-Okay, come non detto! Vado a controllare la visuale dal parcheggio, magari c'è qualcosa di ispirante!- mi urlò sorridendo mentre era già schizzata verso destra.
-Va bene- sussurrai più a me stesso, che a lei ormai lontana.
Mi guardai attorno, prima a destra verso il parcheggio, poi a sinistra dove c'era un piccolo bosco verde.
Non c'era ancora nessuno a prima vista.
Poi lo sguardo si focalizzò su un punto abbastanza in alto di un albero dello pseudo-bosco dove le coppiette all'ora di pranzo andavano ad infrattarsi
Su un nido, un uccellino mamma dall'aspetto molto premuroso, stava dando da mangiare dei vermetti agli uccellini figli.
Non potevo sprecare quella scena. Mi portai la reflex -appesa al collo- all'occhio destro, misi a fuoco al punto giusto tramite il grosso obbiettivo, un tocco di zoom e...click.
-TADAAN~!!-



In realtà, questo lo classificherei più come un capitolo di transizione, mi serviva solo per passare a quello dopo lol.
Pardonne-moi, spero comunque che sia di gradimento!
Au revoir!

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