L'alfabeto dell'amore - Riccardo & Martina dalla A alla Z

di LadyPalma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREMESSA ***
Capitolo 2: *** A come ASILO ***
Capitolo 3: *** B come BLACK OUT ***
Capitolo 4: *** C come CIECO ***
Capitolo 5: *** D come DISTANZA ***
Capitolo 6: *** E come ESEMPIO ***
Capitolo 7: *** F come FLIRT ***
Capitolo 8: *** G come GOLA ***
Capitolo 9: *** H come HABITUE' ***
Capitolo 10: *** I come INCIDENTE ***
Capitolo 11: *** L come LUCE ***
Capitolo 12: *** M come MAMMA ***
Capitolo 13: *** N come NEVE ***
Capitolo 14: *** O come ORIGINALE ***
Capitolo 15: *** P come POESIA ***
Capitolo 16: *** Q come QUALCUNO ***
Capitolo 17: *** R come RITARDO ***
Capitolo 18: *** S come SOTTINTESO ***
Capitolo 19: *** T come TOLOSA ***
Capitolo 20: *** U come UVETTA ***
Capitolo 21: *** V come VICOLO CIECO ***
Capitolo 22: *** Z come ZUCCHERO ***



Capitolo 1
*** PREMESSA ***


PREMESSA

PREMESSA

 

 

-Questa mia semplice raccolta si propone di raccontare in stile mosaico la storia di due personaggi di mia fantasia, due ortopedici di un immaginario ospedale della Lombardia.

-La successione dei capitoli seguirà l’ordine alfabetico e non il filo logico.

-I protagonisti sono: Riccardo Gagliardi e Martina Palma, attorno a cui ruoteranno altri personaggi che si inseriranno man mano nel corso della storia.

 

Che dire a questo punto? Buona lettura!

 

 

 

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Capitolo 2
*** A come ASILO ***


L’ALFABETO DELL’AMORE – Riccardo & Gabriella dalla A alla Z

A COME ASILO

 

 

 

“Fermati”

 

 Ma non ti fermi.

 

“Aspetta!”

 

Ma non lo aspetti.

 

Ti raggiunge, ti blocca un braccio e ti costringe a voltarti.

 

“Dove pensi di andare?”

 

Via da te, avresti voluto rispondere. Ma sapeva troppo di melodramma e tu adoravi le commedie.

 

Perché eri l’unica che riusciva a tenergli testa in quell’ospedale e te l’aveva detto anche lui.

 

“Vado a chiedere asilo politico in un altro ospedale!”

 

Rispondi per questo divincolandoti dalla sua presa ma non allontanandoti, troppo curiosa della sua reazione.

 

“Asilo politico? Allora io chiedo l’estradizione!”

 

“Cosa c’entra l’estradizione? E poi non è comunque ammessa in Italia!”

 

Non riesci a starti zitta. Dovevi sempre sfoggiare le tue conoscenze. E ringraziavi a mente la tua professoressa di diritto delle superiori per averti dato quell’infarinatura sugli articoli costituzionali, ma forse avresti dovuto maledirla, perché quando facevi così, diventavi persino più superba di lui.

 

“Bhe comunque decisamente l’unico posto che ti accoglierebbe è un asilo!”

 

Ribatte con un odiabile sorriso, spostando l’argomento del discorso dalla sua ignoranza al tuo infantilismo.

 

Riprendi a camminare più veloce, per sbollire il nervoso che ogni volta suscitava in te, per ripercorrere a mente tutti i vostri litigi, presenti, passati e predire quelli futuri e ritrovarti poi a pensare che forse in un certo senso aveva ragione. Dovevate davvero smetterla di comportarvi ogni volta come foste all’asilo.

 

 

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Capitolo 3
*** B come BLACK OUT ***


B COME BLACK OUT

B COME BLACK OUT

 

 

Chiusi in una stanza al buio. Non era esattamente un black out, un corto circuito, ma sembrava che lo fosse.

 

“Cosa facciamo?”

 

Chiedi in un sussurro, presa un po’ dalla paura. No, non del buio. Non sei acluofobica, né claustrofobia, solamente un po’ Riccardofobica magari. Si perché anche se non lo ammetti hai paura del tuo compagno di disavventura.

 

“Per uscire di qui?”

 

Domanda sentendoti maneggiare con la serratura bloccata della porta.

 

“No, per passare il tempo!”

 

Rispondi sarcasticamente mentre lui ti si avvicina muovendosi a tentoni. Ti sfiora un braccio al buio ed entrambi avvertite un brivido.

 

“Potremmo cantare una canzone, chiacchierare del più e del meno…o fare altro!”

 

Comincia allora lui ad elencare le possibili alternative e anche se tu non puoi vederlo, potresti giurare che sulla sua faccia ci fosse un sorriso.

 

“Cosa intendi per altro?”

 

Chiedi allora smettendo di prestare attenzione alla porta.

 

“Non quello che intenderesti tu…”

 

Ribatte lui e avverti chiaramente dalla sua risata sia il divertimento che la vicinanza.

 

“Io veramente non intendevo niente”

 

“Beh “niente” non lo intendevo neppure io”

 

Annuncia con un sorrisino, che adesso puoi vedere poiché il display del suo telefonino illumina i vostri volti sempre più vicini.

 

E poi lui decide di darti una dimostrazione pratica della sua idea, del suo concetto di altro. Un bacio, poi un altro e un altro ancora. E poi? Il tempo passa, la luce si riaccende e per te inizia il

black-out, quello vero adesso.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Non ho potuto aspettare a postare il secondo capitolo della raccolta, anche perché è già interamente conclusa.

Ringrazio enormemente BellatrixLestrange per la recensione e namina89 e VerdeEvidenziatore per aver aggiunto la storia tra le seguite! E anche tutti i lettori silenziosi che confido si riprendano al più presto dallo stato di afasia in cui sono caduti ^^ Grazie comunque di cuore!

 

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Capitolo 4
*** C come CIECO ***


C COME CIECO

C COME CIECO

 

 

 

Avevi accettato di uscire con lui, con il primario di neurologia, con Liberti, che ti corteggiava languidamente dalla prima volta che vi siete incrociati. Ma tu avevi occhi solo per un altro, hai sempre avuto occhi per un altro, e ancora adesso è così. Ami in silenzio un altro, quell’altro che proprio adesso è davanti a te, confuso dalla tua improvvisa decisione.

 

“Perché hai deciso di uscirci?”

 

Per farti ingelosire avresti voluto gridare. Ma invece “Non sono fatti tuoi” ti ritrovi a sussurrare.

 

E così andava avanti da cinque minuti.

 

“E tu a lui piaci davvero tanto?”

 

“Tanto”

 

E l’avrebbe capito anche un cieco che era vero.

 

“Tanto quanto?”

 

“Tanto quanto piace a me”

 

E l’avrebbe capito anche un cieco che non era vero.

 

E lo zittisci, lo ferisci, ma forse gli dai anche quello scossone necessario per capire di tenerci davvero troppo a te.

Perché l’avrebbe capito anche un cieco che tra voi c’era qualcosa e anche lui avrebbe dovuto smetterla di comportarsi da finto cieco e aprire gli occhi.

 

 

Angolo dell’autrice

 

Grazie mille a  Effy L per la recensione! E anche a tutti voi lettori silenziosi! ;)

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Capitolo 5
*** D come DISTANZA ***


Vi distanziavano dieci passi

D COME DISTANZA

 

 

 

Vi distanziavano dieci passi. Solo dieci miseri passi.

 

Irresistibilmente muovi un passo verso di lui. Nove passi.

 

“Pensi davvero quello che hai detto?”

 

Si è quasi dichiarato, quasi. Perché una manifestazione di gelosia è come una dichiarazione d’amore per lui.

 

 “Si!”

 

Risposta chiara e decisa. Niente battute, niente sorrisi, nessuna inutile e sconclusionata perifrasi.

 

Otto passi. E stavolta è lui ad accorciare la distanza.

 

“Perché?”

 

Ti metti un ciuffo ribelle dietro l’orecchio. Poco importa se il ciuffo era perfettamente liscio e se si trattava solo di un rito per allentare la tua crescente ansia.

 

 “Avanti pensavi davvero che ti odiassi?”

 

“Neanche io ti odio”

 

Sei passi. Sei, perché avanzate tutti e due.

 

“E Liberti?”

 

Non poteva fare a meno di pensarci Riccardo, di pensare a quel neurologo con cui eri uscita una sola volta, e solo per farlo ingelosire poi.

 

 “Non ha funzionato”

 

Un sorriso malizioso si apre sul volto di entrambi.

 

“Mi dispiace”

 

Cinque passi. Ed è di nuovo lui a muoversi.

 

“Non è vero!”

 

“Infatti!”

 

Quattro passi. Avanzi tu. E ridi. Ridi perché non capisci ancora il motivo per cui tu riesca ancora a resistere all’impulso di corrergli incontro.

 

 “Ricominciamo da capo?”

 

Forse per aspettare questa proposta.

 

“Ok!”

 

Tre passi. E non ricordi più chi abbia compiuto l’ultimo passo.

 

Ti tende la mano .

 

 “Piacere, io sono Riccardo Gagliardi”

 

“Davvero, ma proprio quel Riccardo Gagliardi?”

 

“Si, il medico migliore del mondo, mi hai già sentito in televisione?”

 

E ridi di nuovo. Ridi perché anche se devi fingere di non conoscerlo, lo conosci fin troppo bene.

 

“E tu chi sei?”

 

“Martina, Martina Palma”

 

Ti tende nuovamente la mano, ma tu la rifiuti. E fai segno di diniego ridendo malandrina.

 

Ti guarda confuso, ma non ha tempo di pensare troppo, perché tu finalmente ti slanci su di lui, alzandosi sulle punte e baciandolo con una passione travolgente come se avessi paura che potesse scappare da un momento all’altro. Eppure sapevi che, una volta annullata, non si sarebbe potuta ricreare mai più nessuna distanza tra voi.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 

Ecco anche la lettera D! Un grazie infinito a MarchesaVanzetta per la recensione e Dea Elisa per la recensione e per aver inserito la storia tra le preferite! Grazie di cuore!

 

Alla prossima ;)

 

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Capitolo 6
*** E come ESEMPIO ***


“Dobbiamo parlare”

E COME ESEMPIO

 

 

 

“Dobbiamo parlare”

 

E si che dovevate, dopo l’ennesima litigata ma stavolta davanti al personale del reparto ortopedia al completo. Perché adesso stavate insieme e che ti trattasse con la stessa freddezza di prima era per te inconcepibile e insostenibile.

 

“Che cosa vorresti dirmi?”

 

Ti chiede come se fosse completamente ignaro di ciò che tu intendessi.

 

“Vuoi che ti faccia un esempio?”

 

Gli chiedi tu con un tono che lascia trapelare tutta la tua irritazione.

 

“Sentiamo quest’esempio”

 

E tu vorresti dirgli tante, troppe cose: che lo vorresti schiaffeggiare, gli vorresti urlare contro, mandarlo a quel paese, ma che guardandolo in quel momento, non puoi fare a meno di pensare ad altro.

 

“Vorrei dirti che ti amo, per esempio

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ringrazio come sempre Dea Elisa per la recensione e _Maddy_ per aver inserito la storia tra le seguite.

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Capitolo 7
*** F come FLIRT ***


F COME FLIRT

 

 

Te l’avevano fatto notare più volte, prima Giulia, poi Lorenzo, quei due innamorati non dichiarati che si permettevano il lusso di dare consigli agli altri.

 

Ti avevano detto che tu e Riccardo non vi odiavate davvero e che quel punzecchiarvi continuo non era altro che una manifestazione di un amore latente.

 

Flirt, ecco che cos’erano secondo tutti o quasi i dipendenti dell’ospedale, tutte quelle battute e provocazioni. Flirt.

 

Te l’avevano fatto notare. E sicuramente anche a lui.

 

“Come ti sei permessa di rubarmi lo specializzando? L’avevo scelto prima io!”

 

Entra nella stanza l’oggetto dei tuoi pensieri. Che sia l’oggetto o il soggetto era ancora da vedere poi.

 

“Tutto è lecito in guerra e in amore”

 

Dici prontamente. Quanto ti piaceva citare i proverbi. Ma a quelle parole ti ritornano in mente le parole di Giulia e le teorie sul vostro presunto amore latente.

 

“E tu in quale campo pensi di sfidarmi?”

 

Chiede lui fissandoti con i solito sorrisino, portando la discussione su un piano completamente diverso. Quanto era snervante. Però almeno non si era arrabbiato davvero per il tuo tiro mancino.

 

“Non lo so…”

 

Rispondi enigmatica, cercando di mantenere il suo tono malizioso, avvicinandoti sempre più a lui.

 

“Ma in entrambi sei un campo minato…”

 

Vi guardate negli occhi per qualche secondo e poi scoppiate entrambi a ridere per quell’inaspettato flirt improvvisato.

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ringrazio come sempre le mie due lettrici di sempre!

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo perché non ne sono affatto convinta…mmm

Alla prossima!!

 

 

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Capitolo 8
*** G come GOLA ***


G COME GOLA

G COME GOLA

 

 

 

 

E’ la festa in ospedale per il compleanno di Lorenzo, medico del reparto cardiologia e vostro migliore e unico amico in comune. E lui ti si avvicina con un pasticcino in mano.

 

“Che hai intenzione di fare?”

 

“Ti prendo per la gola!”

 

Ecco la prima battuta della giornata. Ma tu ne avevi in serbo un’altra.

 

“Che hai intenzione di fare tu adesso?”

 

Ti chiede confuso mentre a quella distanza gli poni le mani intorno al collo, esercitando una leggera pressione.

 

“Ti prendo per la gola!”

 

E ride, perché la battuta era davvero ben riuscita. E ridi anche tu compiaciuta della tua stessa battuta.

 

E ridi alla fine mentre accetti il pasticcino, pensando che la gola poi non era neppure il peccato di cui si saresti voluta macchiare con lui…

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Scusate scusate se non ho aggiornato ieri, ma sono stata parecchio impegnata nello studio…(A proposito ci tengo a dire di aver preso 9 e dico 9 al compito di pedagogia…Mi sento realizzata xD)

Eccovi comunque la lettera G…con l’ultima frase abbastanza allusiva ihih

Alla prossima!

 

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Capitolo 9
*** H come HABITUE' ***


H COME HABITUE’

H COME HABITUE’

 

 

 

Avevi deciso di trascorrere l’unica serata della settimana di riposo dal lavoro insieme a Giulia in un locale e avevate finito per trovarci anche Lorenzo e Riccardo.

 

E mentre la tua amica adesso ti aveva abbandonata per ballare un lento con il primario, l’altro collega si era avvicinato a te.

 

“Allora mi vuoi spiegare che ci fai qui?”

 

Non puoi fare a meno di chiedergli adesso che ti aveva convinto a ballare insieme.

 

“Sono un habituè di questo locale”

 

Ecco la sua risposta contenente una parola di quel francese che in altre occasioni avevi appurato essere non molto conosciuto dal tuo interlocutore[*]

 

“Non ci credo”

 

Neanch’io”

 

E ridacchi leggermente e continuando a ballare pensi che forse potreste davvero cominciare ad essere habituè di quel locale.

 

 

 

 

Angolo della scrittrice

 

Ecco la lettera H, una lettera che mi ha fatto soffrire tanto prima di farsi scrivere ^^

Spero che vi piaccia almeno quanto NON piace a me! ^^

 

[*] Per capire questa frase dovrete aspettare la lettera T…

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Capitolo 10
*** I come INCIDENTE ***


S COME SE

I COME INCIDENTE

 

 

 

“Se adesso fossi in lui le chiederei scusa”

 

Mormora una voce alla tue spalle, mentre osservi l’ennesimo litigio di Giulia e Lorenzo. E non ci metti molto a capire di chi si tratta.

 

“Se io invece fossi in lei lo manderei direttamente a quel paese!”

 

Rispondi prontamente lasciando trapelare dalla tua voce tutto il rancore per l’ennesimo litigio di poche ore prima.

 

“Se invece fossi in Martina Palma mi tirerei uno schiaffo per come ti ho trattata…”

 

Aggiunge lui improvvisamente facendosi più vicino.

 

E ti stupisci. Davvero era stato lui a pronunciare quelle parole che suonavano quasi di scusa? Forse se lo stava chiedendo anche lui in quell’istante.

 

“Se invece io fossi in Riccardo Gagliardi non aspetterei Martina Palma per ricevere uno schiaffo e me lo tirerei da solo!”

 

Ribatti allora, voltandoti verso di lui e ritrovandomi a una distanza troppo breve che già cambiava nome in “vicinanza”.

 

“Lo sai Palma, se adesso io fossi in me mi allontanerei”

 

“E non sei in te?”

 

“Non quando ci sei tu”

 

Sussurra in un tono talmente flebile da sfiorare l’infrasuono. Ma che tu, che probabilmente hai qualche proprietà degli elefanti, percepisci lo stesso.

 

“Se…”

 

Cerchi di dire qualcosa ma il tuo ultimo tentativo ti muore sulle labbra, ucciso dallo scontro con un’automobile che aveva superato il limite di velocità.

Ma forse era anche colpa tua, che non avevi percepito i segnali del codice stradale e così ti eri ritrovata coinvolta in un incidente spaventoso, che inspiegabilmente non avrebbe causato nessuna vittima e che forse ti avrebbe resa addirittura, finalmente felice.

 

 

 Angolo dell’autrice

 

Alloora lo so questa fa davvero schifo >.< ma mi sono accorta solo oggi che la lettera I era rimasta solo una bozza e ho dovuto ripiegare così…

La verità è che quando sono particolarmente contenta non riesco a scrivere (dopo il 9 a pedagogia oggi mi becco 9 all’orale di matematica e mi sento un pochino una santa, una dea, una miracolata xD) Beh che dire…Mi faccio schifo da sola almeno quanto mi fa schifo questa flash-fic ihih

 

Alla prossima (vi prometto una drabble migliore ^^)

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Capitolo 11
*** L come LUCE ***


L COME LUCE

Ci tengo a dedicare questo capitolo alla mia professoressa di Italiano, che oggi mi ha ridotto alle lacrime…per la seconda volta.

E a chi legge perché continuate a darmi la forza di continuare a scrivere

Grazie di cuore

 

L COME LUCE

 

 

Luce. Inevitabilmente ti attrae quella luce e ti allunghi quasi per raggiungerla, come fossi una pianta, che spinta dal fenomeno del fototropismo ricerca una fonte di luce, o semplicemente una donna con la stessa sciocca irrazionale acluofobia che ti trascini da bambina.

 

La porta si apre e nella stanza buia lo spiraglio di luce diventa più ampio.

 

“Che ci fai qui al buio?”

 

E’ la sua voce. Di chi altri altrimenti?

 

Non rispondi, alzi le spalle.

 

“Come sei in forma eh!”

 

Le sue solite battute idiote. La sua solita incomprensibile voglia di punzecchiarti. Eppure era bello in quel momento di malinconia, sapere che lui era sempre il solito ed era sempre lì.

 

“Sembri proprio un fiore”

 

E forse proprio per questo avevi bisogno di luce.

 

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Capitolo 12
*** M come MAMMA ***


M COME MAMMA

M COME MAMMA

 

 

 

“Mamma”

 

Senti una piccola paziente chiamare una signora nella stessa corsia dove stai passando tu. Tu, che avresti voluto tanto essere chiamata così.

 

“A che pensi?”

 

Gattini si accorge del tuo sguardo un po’ assente e ti riscuote.

 

“A niente…davvero”

 

Ma non sembra convinto. E neppure tu. Perciò cerchi di ricomporti.

 

“Sicura?”

 

“Si!”

 

E i tuoi occhi lo suggeriscono, il tuo dolce sorriso lo conferma, a tradirti è solo la tua mente che solo per un istante corre al pensiero che saresti voluta diventare mamma…con lui.

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Fatta anche la lettera M, che non vorrei peccare di presunzione, ma mi sembra venuta abbastanza bella (anche se la N e la S saranno le migliori) Un grazie infinito a Elisa, che continua a seguirmi e a Lucrezia, che mi ha suggerito la parola ihih ^^

 

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Capitolo 13
*** N come NEVE ***


N COME NEVE

N COME NEVE

 

 

Avevi sempre sognato l’uomo dei tuoi sogni. Volevi un uomo al tuo fianco che fosse dolce, gentile, elegante, ma restava un desiderio, come la neve il giorno di Natale.

 

Non avevi l’uomo dei tuoi sogni, ma avevi lui. Scontroso, ritroso, irritante, arrogante, lui: un pezzo di ghiaccio.

 

“Entra dentro, nevica…Altrimenti poi ti ammali!”

 

E’ la sua voce che ti richiama dall’interno dell’ospedale.

 

“E che t’importa?”

 

Mormori meno scontrosa di quanto saresti voluta essere.

 

“Sono un medico”

 

La solita vecchia scusa. Mascherarsi dietro il proprio lavoro.

 

“Sono un medico anch’io!”

 

La solita vecchia scusa che però usi pure tu.

 

“Certe ferite non si possono curare da soli e ci vuole l’aiuto di medici più esperti!”

 

una frase che voleva apparire scherzosa ma che invece lui recitava seriamente.

 

“Tu?”

 

Chiedi allora credendo di aver colto solo tu malinconia nella sua voce.

 

“Per questo genere di malattie si!”

 

E la malinconia famelica dopo il tono divora anche il contenuto delle sue parole.

 

Lo scruti attenta e percepisci un po’ più della sua vera essenza. Perché questo lui era: un pezzo di ghiaccio che si scioglieva come neve.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ed ecco anche la lettera N, la prima che ho scritto della raccolta (proprio ispirata dalla neve qui a Pescara ^^) e quella a cui per questo sono legata di più…

Alla prossima con la O, che rappresenta una vera e propria svolta per il nostro Gagliardi xD

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Capitolo 14
*** O come ORIGINALE ***


O COME ORIGINALE

O COME ORIGINALE

 

 

 

“Dottoressa Palma”

 

Emergenze da tutte le parti. Oggi non avevano smesso neppure un momento di chiamarti: la tua amica Giulia, Lucrezia la caposala, le infermiere, i pazienti.

 

“Dottoressa Palma”

 

E stavolta è Claudia, la ferrista mentre intervieni coadiuvata da Riccardo, su una frattura multipla agli arti inferiori.

 

“Dottoressa Palma, non ti sei stufata di questo cognome…Lo trovo alquanto antipatico”

 

Ed era stato proprio lui a parlare. Eppure sbagli o da quando vi eravate messi insieme tre settimane prima avevate smesso di punzecchiarvi a vicenda?

 

“Non ti piacerebbe cambiarlo?”

 

Lo guardi confusa con il bisturi in mano indecisa se iniziare l’intervento oppure utilizzarlo come arma di difesa.

 

“Suggerimenti?”

 

Chiedi poi, tornando ad incidere con il bisturi, che torna ad assolvere la sua abituale funzione.

 

“Allora?”

 

Continui con gli occhi puntati sul paziente ma con le orecchie ben tese.

 

Avverti con la coda dell’occhio Claudia e Matteo, l’infermiere, scambiarsi un’occhiata confusa e Riccardo sogghignare.

 

“Io ce l’ho!”

 

Ed eri curiosa di sentire quale fosse. Di sicuro un’altra battuta acida in arrivo. E non capivi perché si stesse comportando così.

 

“Che ne dici di Gagliardi?”

 

E finalmente capisci dove voleva arrivare, ma hai bisogno di guardarlo negli occhi per scoprire che non si trattava solo di un’allucinazione. E nei suoi occhi verde prato leggi solo la conferma.

 

“Cos’è un tentativo per una proposta di matrimonio?”

 

E lui annuisce. E ti sembra impossibile. E gli altri due colleghi vi guardano interdetti e increduli, almeno quanto te.

 

E tu vorresti piangere di gioia ma ti mostri impassibile, perché c’è un paziente letteralmente nelle tue mani e perché combatti interiormente tra la voglia di baciarlo e quella di urlargli contro quanto sia la peggiore proposta di matrimonio che avresti mai potuto ricevere.

 

“Lo sai che in Italia le donne conservano il proprio cognome comunque vero?”

 

“Si…Era solo per dire”

 

E ridacchi leggermente, mentre passi il bisturi ad un ancora incredula Claudia.

 

“Ma la proposta no…non era solo per dire, vuoi sposarmi?”

 

E ti sembra quasi di vederlo commuoversi e trattenere il fiato.

 

“Si, lo voglio…E comunque è pessima come proposta lo sai?”

 

E le lacrime, troppo a lungo trattenute, scendono copiose sul tuo viso.

 

“Si, ma almeno è originale

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ed eccoci alla svolta…Che ve ne pare di questa proposta “originale” ? xD

 

 

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Capitolo 15
*** P come POESIA ***


“Cosa ti piace di me

 

P COME POESIA

 

 

 

“Cosa ti piace di me?”

 

La domanda lo sorprende. Stavate insieme da una settimana ormai eppure lui non ti aveva mai detto quanto trovasse splendidi i tuoi occhi, ma rimedia subito.

 

“E perché?”

 

Puntelli sui gomiti per metterti seduta e per guardare dall’alto lui ancora disteso su quello che ormai era il vostro letto.

 

“Perché nei tuoi occhi ci vedo il mare!”

 

Ridacchi leggermente per poi guardarlo confusa quando capisci che non stava affatto scherzando.

 

Lo osservi ancora un po’ e cominci seriamente a dubitare stia diventando daltonico.

 

“Sei consapevole che i miei occhi sono castani vero?”

 

“Si, e nei tuoi occhi castani ci vedo il mare, il mare d’inverno, quando è tempo di castagne”

 

Ecco la sua spiegazione. E ti sfiora i capelli. E non sembra più lui. E sembrava diverso, sembrava assorto, e ti contemplava come fossi una splendida poesia. Ma la poesia te l’aveva dedicata lui.

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ed eccovi la lettera P…Manca poco e finiamo l’alfabeto! Grazie a tutti! :D

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Capitolo 16
*** Q come QUALCUNO ***


Q COME QUALCUNO

Q COME QUALCUNO

 

 

 

“Non è colpa tua”

 

Ecco le parole di Riccardo dopo la morte di un paziente in sala operatoria, morte che secondo te avresti potuto evitare.

 

“Hai bisogno di qualcosa?”

 

Aggiunge poi, capendo che le parole sarebbero state inutili in un momento del genere.

 

“Di qualcuno”

 

Si. Qualcuno che ti abbracciasse in quel momento senza cercare di calmarti con inutili parole, che ti facesse capire che la tua vita non fa poi così schifo e che ogni giorno in ospedale non riesci solo a rendere schifose anche le vite dei parenti delle vite che non riesci a salvare.

 

E senza dire niente lui ti si avvicina. E ti abbraccia.

 

“Così va meglio?”

 

E non dici niente. Perché lo avevi sempre saputo, avevi bisogno di qualcuno per tranquillizzarti.

 

Ma ciò che stavi capendo in quel momento era che non ci sarebbe riuscito un qualunque qualcuno.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ecco la lettera Q…Spero vi piaccia! ^^

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** R come RITARDO ***


R COME RITARDO

R COME RITARDO

 

 

 

Ti stava aspettando. E lo sapevi.

 

Dovevi dirglielo. E lo sapevi.

 

Sapevi tante cose ma soprattutto sapevi una cosa che lui non sapeva e che dovevi avere il coraggio di dirgli.

 

“Sei in ritardo!”

 

Entri agitata dopo pochi minuti senza guardarlo negli occhi.

 

“Si sono in ritardo e questo è un problema!”

 

Cogli la palla al balzo.

 

“E allora?”

 

Non capisce dove vuoi arrivare e forse non lo sai neppure tu.

 

“Non capisci…Sono in ritardo…in ritardo!”

 

Mormori prendendo a camminare a un’agitazione forse ingiustificata.

 

“Non vedo dove sia il problema! Tu sei sempre in ritardo”

 

Non capisce, non capisce. Ma chi mai potrebbe capirci qualcosa dalle tue parole sconnesse tra loro? Ti si avvicina e ti blocca per le spalle, costringendoti a guardarlo.

 

“Non in questo…In queste cose sono sempre puntuale!”

 

E glielo hai detto. Ti guarda ancora confuso e poi capisce, finalmente capisce, anche se in ritardo.

 

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Capitolo 18
*** S come SOTTINTESO ***


S COME SOTTINTESO

S COME SOTTINTESO

 

 

 

Lo odiavi. Lo odiavi perché gli avevi detto che lo amavi, ma non eri ancora riuscita a strappare a lui quel “ti amo” maledetto.

 

Lo odiavi perché anche se sapevi che non gli eri ormai più da tempo indifferente, avevi bisogno di sentirtelo dire.

 

Lo odiavi, come odiavi il fatto che desse tutto per scontato, come odiavi i suoi ragionamenti impliciti, i suoi sottintesi.

 

“Ti amo”

 

Gli ripeti a pochi centimetri dal suo volto, aspettando quasi che ti ripetesse quelle stesse due semplici parole.

 

E invece ti sorride, ti accarezza i capelli ed esita per un istante.

 

“Sei la cosa più preziosa che ho”

 

E a quel punto il “ti amo” anche per te diventa sottinteso.

 

 

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Capitolo 19
*** T come TOLOSA ***


T COME TOLOSA

T COME TOLOSA

 

 

 

“Allora come sono andate le vacanze Palma?”

 

Che bell’accoglienza. Una settimana in Francia e appena tornata subito la sua splendida accoglienza.

 

“Bene, sono andata a Tolosa”

 

Rispondi sbrigativa, cominciando ad analizzare la cartella di un paziente.

 

“E la lingua? Complicata?”

 

Chiede con un sorrisino, immaginando le tue difficoltà.

 

“Me la sono cavata. Certo converrai con me che non è proprio facile…ad esempio oevre è difficile da pronunciare devo confessare che è stato un po’ complicatoccio ordinare!”

 

Confessi ridacchiando al ricordo del piccolo problema di comprensione con il cameriere.

 

“Già lo spagnolo è complesso!”

 

Asserisce lui pensieroso.

 

“Lo spagnolo? E’ francese veramente…”

 

Fai notare, mordendoti un labbro per non scoppiargli a ridere in faccia. Possibile pensasse che Tolosa fosse in…

 

“Scusa non ero molto bravo alle medie in francese…”

 

Pronuncia subito per rimediare al suo errore.

 

“Neanche in geografia però!”

 

Sussurri non riuscendo più a contenere le risate che sfuggono a tratti dalle tue labbra. E poi vai via per ridacchiare di nascosto, per lasciarlo lì a meditare sulla sua ignoranza, e per non pensare al fatto che ovunque fosse, in Spagna o in Francia, in fondo era bello essere tornati da Tolosa.

 

 

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Capitolo 20
*** U come UVETTA ***


Era il periodo di Natale e Milano si vestiva di oro e di rosso, di torrone e panettone

U COME UVETTA

 

 

 

Era il periodo di Natale e Milano si vestiva di oro e di rosso, di torrone e panettone. E tu avevi voglia di panettone. Ma un panettone senza canditi e senza uvette, poco importa se poi alla fine non era più un panettone.

 

“Ne vuoi un pezzo?”

 

Certo che uno splendido panettone davanti gli occhi e una simile domanda da parte di Gattini erano due condizioni che rendevano la proposta impossibile da rifiutare.

 

Ma è proprio quello che ti trovi costretta a fare perché non ti piaceva proprio l’uvetta.

 

“Non ti piace l’uvetta?”

 

“No infatti”

 

E sembra sorpreso. E ti si avvicina incuriosito aspettando invano che tu proseguissi la conversazione.

 

“Sei tutto sporco”

 

Dici invece con un sorriso levandogli le briciole di panettone incastrate nella barbetta e con quell’innocente gesto gli sfiori anche le guance e scateni in lui un impulso tutt’altro che casto.

 

E non resiste più e ti bacia con passione. Un bacio strano, che sa di uvetta. Ma non ti ritrai. Perché il bacio ti piace e forse non è poi così male neanche l’uvetta.

 

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Capitolo 21
*** V come VICOLO CIECO ***


D COME DOPPIO SENSO

V COME VICOLO CIECO

 

 

 

 

“Leggi ancora la bozza di Liberti?”

 

Una voce. Di chi? Di lui, sempre e solo lui. Irritante, scontroso, arrogante lui.

 

“Non capisci che Davide è uno scrittore in erba!”

 

Ribatti per ribadire un concetto già troppe volte espresso.

 

“Non ti sembra un po’ vecchio per fare lo scrittore in erba? E comunque secondo me quello se l’è fumata l’erba!”

 

Pessima pensi. La battuta, non l’erba. Perché a furia di sentire i suoi doppi sensi, cominci a farti battute anche da sola.

 

“Così questo vuole fare mentre continua a giocare all’allegro chirurgo?”

 

Ancora battute. Battute, su battute.

 

Ti alzi e fai per andartene. E non capisci che la battuta a doppio senso in realtà ne aveva solo uno. Era un pretesto per farti restare.

 

E lui ci ritenta e ti blocca e ti bacia.

 

E tu sei lì inerme, che non puoi fare niente, rimasta ancora con la mente alla sua battuta.

 

E  solo adesso ti accorgi di come con lui, nonostante i mille doppi sensi, ti ritrovi ogni volta in un vicolo cieco.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Z come ZUCCHERO ***


Z COME ZUCCHERO

Z COME ZUCCHERO

 

 

 

 

“Ti offro un caffè?”

 

“Si”

 

Accetta sorpreso e tu inserisci le monetine.

 

“Quanto zucchero?”

 

“Amaro”

 

E per tutta risposta approfitti di un suo momento di distrazione per premere il pulsante “doppio zucchero”.

 

“Ma che hai fatto? Qualcosa ti turba?”

 

Afferra il caffè e comincia a sorseggiare.

 

“E’ solo che…”

 

Sei sincera…In fondo era per questo, per sfogarti che gli avevi giocato questo piccolo scherzetto?

 

“Allora?”

 

Ti guarda in attesa che continui quella reticenza dall’aria malinconica.

 

“Davvero mi trovi irritante?”

 

Chissà da dove ti era venuta quella domanda.

 

“No a dire il vero penso che tu sia una santa per sopportarmi”

 

E chissà da dove gli era venuta quella risposta.

 

Sorridi mentre vuota l’intero contenuto del caffè, mentre le sue parole ti rimbombano nella testa.

 

Allora non era solo lo stronzo che voleva apparire, bastava solo addolcirlo con un po’ di zucchero.

 

 

 

FiNe

 

 

Angolo dell’autrice

 

Eccoci giunti alla fine di questa raccolta…Mi sento triste nel mettere la parola fine, ma anche felice, perché ho concluso finalmente qualcosa!

Perciò grazie di cuore a chi ha letto, chi ha recensito e chi ha aggiunto la storia tra le preferite:

 

1-   Dea Elisa

2-   MyBaDGirl

3-   VerdeEvidenziatore

 

E tra le seguite:

 

1-   Dea Elisa

2-   Francy

3-   Gery

4-   MarchesaVanzetta

5-   mery_gio

6-   monicamonicamonica

7-   namina89

8-   pirilla88

9-   SweetCherry

10-                     VerdeEvidenziatore

11-                     _Maddy_

12-                     __piccola_stella_senza_cielo__

 

Alla prossima! ;)

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