Your Biggest Fan

di ginevrag_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e Dedica ***
Capitolo 2: *** Complicazioni ***
Capitolo 3: *** Distruzione ***
Capitolo 4: *** Terapia e novità ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** Bisogna continuare a vivere ***
Capitolo 7: *** Speranza ***
Capitolo 8: *** Scream ***
Capitolo 9: *** Festa ***
Capitolo 10: *** Crollo ***
Capitolo 11: *** 14 ***
Capitolo 12: *** Si avvererà? ***
Capitolo 13: *** Our Song ***
Capitolo 14: *** USA ***
Capitolo 15: *** L'arrivo ***
Capitolo 16: *** Starbucks ***
Capitolo 17: *** Ash ***
Capitolo 18: *** No ***
Capitolo 19: *** Realizzando un sogno ***
Capitolo 20: *** Il ritorno a casa ***
Capitolo 21: *** Ora parlo io ***



Capitolo 1
*** Prologo e Dedica ***


Your Biggest Fan

 

A te, Vale,

questo è quello che sarebbe

dovuto succedere veramente.

Abbiamo cercato di entrarti nella testa,

per capire quello che puoi aver provato.

Abbiamo immaginato come avremmo

affrontato noi tutto quello che hai affrontato tu.

Non sappiamo se quello che abbiamo scritto

rispecchi o meno la realtà, speriamo però

che tu possa apprezzarlo.

Ti vogliamo bene.

Non ti dimenticheremo mai.

 

Prologo

 

Jennifer è una ragazza come tutte le altre, va a scuola, esce con le amiche, vive la sua vita.

Lei ha 16 anni, capelli scuri, occhi marroni e un alieno dentro se.

Questo alieno la perseguita da poco meno di due anni, senza lasciarle mai un attimo di pace. E' un alieno forte e molto raro, colpisce poche persone, quelle speciali.

Lei ha anche un sogno, un sogno che è decisa a realizzare.

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Capitolo 2
*** Complicazioni ***


 

 

Ciao. Sono Jennifer, abito a Venezia da 14 anni. E' un po' di tempo che sto chiusa in camera perché ho la febbre.... che palle!

Ho una tosse terribile che non passa... mamma vuole portarmi al pronto soccorso, pensa che abbia la polmonite e vuole farmi vedere... fortuna Ele che mi porta Cioè!

Ora mamma mi aiuta a vestirmi e andiamo..

 

 

Pare proprio che quella bella donna che mi ha messa al mondo abbia ragione; polmonite, mi ricoverano perché ho troppo liquido nel polmoni o una roba del genere. Forse dovrò operarmi. Ancora devono darmi una camera, ma io so già che sarà bianca e spoglia, bisognerà che attacchi qualche poster di quel figo di Zac, anche se ad Ele non piacerà di sicuro... Ah si, Ele è mia cugina, lei è fantastica, ma odia Zac, è l'unica sua pecca. Ha anche la finezza sotto i piedi.. ma quello non si può definire un difetto!

Comunque si, adesso che sono qui posso confermare che la stanza fa proprio schifo... Ci attacco subito il mio amore!

Domani devo fare un altro esame, per togliere il liquido.

Adesso vado a dormire. Notte.

 

 

“Complicazioni” l'unica parola che sono riuscita a capire subito dopo l'esame. Mi sembra anche che siano un po' tutti troppo agitati, e il dottore continua a tenere le braccia di mia madre.

Lei sta piangendo, è disperata.

Oddio, chi sa cos'è successo... sarà andato storto qualcosa?

“Mamma, tutto bene? Come stai? Cos'è successo??”

La mamma mi sta abbracciando e piange, continua a piangere.

“Mamma! Mamma!”

Non mi risponde, e piange.

Il dottore mi sta fissando, è molto serio.

“Mi dica cos'è successo, per favore” vedere una mamma piangere è la cosa peggiore che possa vedere una figlia; non so per quale motivo lei sia tra le mie braccia e stia bagnando il mio camice di lacrime, ma questa cosa non mi piace, non mi piace per niente.

Il dottore mi guarda con le lacrime agli occhi, e non risponde.

“Mamma mi vuoi dire cos'è successo! Basta piangere! Cos'è successo?”

“Jennifer, sei malata, hai un tumore!”

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Capitolo 3
*** Distruzione ***


 

 

Tumore, no, non è possibile. Ci sarà stato un errore. Non è assolutamente possibile. Io ho una semplice polmonite e una febbre. Non è un tumore. Non ci credo.

La mamma ha gli occhi rossi e le occhiaie, deve essere un po' che lo sa.

“No, non è vero... Voi mi prendete in giro!”

“No Jenny, è vero...” le sue parole sono interrotte da singhiozzi “Ce la faremo, insieme, ce la faremo.”

No. Io non lo accetto.

“Dov'è papà?!? Devo vederlo!”

“Tuo padre è qui fuori, non vuole entrare”

“Gliel'avete già detto?”

“E' per questo che non vuole entrare, non ha il coraggio di vederti...”

Come? Lui che mi è sempre stato vicino e mi ha sempre aiutato, la mia roccia non ha il coraggio di venire da me?

“Papà!” sono scoppiata a piangere anche io.

 

Continuo a non crederci, non riesco a realizzare quello che mi sta accadendo. Io non voglio, no! Non può accadere a me...

La notizia si è diffusa in tutta la famiglia, dalla stanza del ricovero vedo Ele; lei è immobile, non parla, non sbatte gli occhi, è pallida, quasi quanto me.

Vi prego fatela entrare, voglio stare con lei..

Zia sta piangendo, anche mamma adesso. Non so quanto può esser stato devastante per lei.

Ele si sta avvicinando alla porta.

“Amore entra ti prego.” ancora non parla.

E' seduta sul mio letto e si sta guardando intorno.

“Amore...”

Una lacrima le sta scendendo sul suo viso pallido, ma allo stesso tempo roseo e bellissimo, e sta creando come un solco.

Mi guarda, ha un'espressione incredula.

“Ti prego.. ti prego dimmi che non è vero! Dimmi che questo è un bruttissimo incubo e che stai bene..”

“Magari fosse così, ma..” non riesco a finire la frase che mi trovo abbracciata a lei e rimaniamo così, per un tempo che mi sembra non finire mai.

 

“Jenny, svegliati, dobbiamo tornare a casa..” devo essermi addormentata, Ele è andata via e mamma dice di andare a casa. Mi aiuta e andiamo. Nel tragitto dall'ospedale e casa mi sono riaddormentata, mi sento così stanca...

Adesso mi sdraio un po' nel letto.

“Vuoi mangiare qualcosa?”

“No mamma, grazie.”

“Sicura? Sono due giorni che non mangi niente, questo peggiora le cose.”

“Non ho fame.”

Voglio solo stare sola, non mi importa niente di quello che mi sta succedendo attorno.

 

Sono 2 ore che fisso il soffitto della mia camera senza muovermi, io non voglio più mangiare, non ho la forza di fare niente, finirà un giorno.

 

“Amore dai vieni di là, mangiamo qualcosa insieme, non puoi andare avanti così..”

Non rispondo.

 

“Posso entrare?” è Ele.

“Si...”

“Ciao amore.” la sua voce è dolce come sempre.

“Hey.”

“Dai alzati da quel letto e andiamo a fare qualcosa.” ti prego non ti ci mettere anche tu..

“No, non ho voglia.”

“Forza. Alza il culo e vieni.” ho voglia di urlare, ma contro di lei è impossibile.

“No Ele, no.”

“Allora io adesso divento una bestia! Dai! Alzati!”

Non parlo, non voglio parlare.

“Jennifer! Muoviti! Non puoi restare per sempre qui da sola senza mangiare!! Cioè! Hai 14 anni! Vivi la tua vita! Non puoi deprimerti così! Non puoi fare così! Pensa anche a noi, già non riusciamo ad accettare la malattia, poi se ti vediamo messa in questo modo ci distruggi!”

“Io resto qui, anche perché non sappiamo quanto sia lungo questo “per sempre”..”

E' arrabbiata veramente adesso.

“Sorellona non puoi farlo! Tu ce la farai! Noi, ce la faremo insieme! Io sarò sempre qui con te, ogni volta che avrai bisogno di me io ci sarò! Però non buttarti giù! Ti prego!” sta piangendo, è disperata.

No. non ce la faccio a vedere la mia sorellina ridotta in questo modo. Ha ragione, insieme ce la possiamo fare, insieme ce la faremo.

“Cosa mi cucini bella donna?”

Non potete immaginare quanto sia difficile per me scrivere tutto questo. Io la conoscevo. Vi sarei tanto grata se commentaste in tanti, grazie.

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Capitolo 4
*** Terapia e novità ***


I giorni vanno avanti, gli esami continuano, e io sto sempre peggio.

Non so se il fatto che io l'abbia presa tanto male può essere un problema anche dal punto di vista fisico; Ele sostiene di si.

Ogni giorno infatti mi viene a trovare e facciamo un sacco di cose, leggiamo giornalini, guardiamo la TV stiamo al computer.

Dovrebbe arrivare a momenti, oggi mi ha detto che ha intenzione di fare tante foto, sapete, lei è fissata con le foto, ed è anche molto brava.

Ha suonato il campanello, è lei di sicuro..

“Figacciona!!” si è lei..

“ahah Ciao bella”

“Allora, pronta per il sevizio fotografico che facciamo oggi” Signore, lo vuole fare veramente!

“Pensavo che scherzassi ieri quando l'hai detto..”

“Non ti rispondo nemmeno. Dai allora mettiti questi e questa maglia”.

“E va bene”

Allora io mi devo mettere un paio di jeans scuri, una felpa blu e una sciarpa grigia, lei jeans, maglia bianca e sciarpa come la mia.

Cioè, io a volte mi chiedo quanto Ele possa starci con la testa, parlando appunto di testa, ci si è messa la mia collana con gli “smarties” e porta gli occhiali di nonna.

E' bellissima!

 

 

Come dicevo prima, però, gli esami continuano, e devo iniziare a fare la chemioterapia.

Perderò di sicuro i capelli, i miei bellissimi capelli, ma devo farla, è l'unica cosa che può sconfiggere “l'alieno”.

I dottori mi hanno proposto di fare una terapia nuova, adatta per il tipo di malattia che ho io; è una chemio americana, più efficace, ma molto più forte e devastante.

 

 

Sono passati 8 giorni da quando ho iniziato a curarmi, non ho le forze nemmeno di alzarmi dal letto, sono diventata pallida peggio di un vampiro e ho delle occhiaie tremende; non faccio altro che dormire.

 

10 giorni dall'inizio della cura, va sempre peggio... Ele continua a venire da me, ma nemmeno lei riesce a tirarmi su..

 

15 giorni sono passati. Ho i capelli sporchissimi, devo sistemarli... oddio! No, ti prego no!!

No!! Mi è rimasta una ciocca in mano! No... noooo! Non voglio che cadano!

Non è solo una ciocca ad essere caduta, tutti i capelli si staccano, facilmente, troppo facilmente.

Speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato, invece eccomi qui, calva, o quasi.

“Mamma, i miei capelli..” la mamma si è girata e ha una faccia incredula.

“Oh.. amore! Dai non ti preoccupare! Compreremo una parrucca, non piangere.” mi sono messa a piangere e non me ne sono nemmeno accorta.

 

“E' di là” chi è di là? A si io, deve essere arrivato qualcuno.

“Sorellona dormi?” Ele.

“No, cioè si, prima dormivo, mi ha svegliata la voce di mamma”

“Allora guarda un po' cosa ti ho portato..” ha una busta azzurra, con il bordo blu scuro.

Mi faccio forza e mi metto seduta, la apro.

“Oh! Amooree graziie è fantastica! La adoro!” è una parrucca, la provo subito.

E' molto carina, mi arriva alle spalle, ha la frangia da una parte ed è leggermente più scura dei miei capelli.

“Ti sta bene, sei bellissima.”

“Grazie, grazie di esserci sempre per me, ogni momento, ogni volta che ne ho bisogno, grazie!”




Vorrei ringraziare in modo particolare
khika liz , che è stata l'unica a scrivere una recensione e a farmi dei complimenti.
A dire la verità io questa storia la sento moltissimo, forse perché l'ho vissuta..
questo è il 3 capitolo, e ne ho scritti 20.
Continuate a leggerla e a commentare, mi farebbe molto, no, moltissimo piacere, grazie mille.

 

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Capitolo 5
*** Rivelazioni ***


 

 

Nonostante io si malata, devo continuare a vivere la mia vita e la scuola fa parte di questa.

Dopo tutti questi giorni di chemioterapia, sto un po' meglio, e il tumore sembra regredire, così sta mattina mi faccio forza e ritorno dai miei compagni.

Mi sono messa un paio di pantaloni di felpa, una t-shirt bianca a collo alto e una maglia azzurra a scollo a V.

“Jenny sei pronta?”

“Si mamma arrivo!”

Ok salgo in macchina e partiamo, ci impieghiamo solo cinque minuti ad arrivare.

 

Sul portone della scuola ci sono molti ragazzi, tra loro riconosco alcuni miei compagni di classe.

“Ciao mamma, ci vediamo dopo.” le do un bacio, è molto preoccupata.

“Ciao amore, mi raccomando, se stai male chiamami.”

“Si mamma.. ciiaooo” sono fuori ormai, fa più freddo di quanto immaginassi.

 

“Hey Jenny!”

“Giorgii!” oddio, era troppo tempo che non la vedevo. Giorgia è la mia migliore amica da sempre, andiamo in classe insieme da un'eternità.

Lei è molto carina, non è molto alta, è magra, non ha i capelli molto lunghi, castano scuro, occhi altrettanto scuri e porta il piercing al naso.

“Hey come stai? Passata la polmonite?” come? Ah, giusto, tutte le volte che mi ha chiamata ho usato la scusa della polmonite, fuori dalla famiglia non lo sa nessuno che sto male. E adesso come glielo dico?

Non le riesco a rispondere.

“Ma.. ma hai tagliato, piastrato e scurito i capelli?”

Non ho abbastanza fiato per dire niente. Sta avvicinando la mano alla mia parrucca...

“No ferma! E' una parrucca!”

Cavolo, ci è rimasta troppo male.

“C...come una parrucca?!?” ha suonato la campanella, dobbiamo entrare.

“Ti spiego dopo.” la mia voce è carica di tristezza e lei sembra averlo capito.

 

La prima ora ho latino, la prof non si è accorta che sono entrata, deve averci fatto l'abitudine alla mia assenza, è più di un mese che non vengo a scuola.

“Allora ragazzi buongiorno, prendete il l.. Jennifer! Ciao! Oh come stai? E' passato molto tempo dall'ultima lezione che hai seguito, sei cambiata molto.” la prof parla molto velocemente, è più forte di lei.

“Si professoressa, salve, possiamo dire che sto meglio grazie”

“Sono contenta.” la mamma non ha parlato nemmeno ai docenti di tutta questa storia.

Per me è difficile dire di stare bene, sia perché questo non è vero, che perché è quello che desidero più di tutto.

Inizia la lezione.

 

“Jenny, dimmi che è successo” è appena iniziato l'intervallo e già Giorgia è pronta per ascoltare tutta la storia.

“Allora, io ti racconto tutto, ma tu devi promettermi di non dire niente a nessuno, nemmeno ai tuoi, per adesso.”

“Va bene.” sembra sincera.

Prendo un respiro gigante.

“Sai la polmonite che avevo?” annuisce. “Non era una semplice polmonite...”

E mi ritrovo a raccontarle che sono malata, che forse non ci sono cure, che devo fare la chemio e tutte le altre cose.

Giò è senza parole, è rimasta come pietrificata.

Io già ci sto male, ma vedere le persone che amo essere tristi per me, è mille volte peggio.

“Stai bene?” cerco di rianimarla.

“Ti prego, ti scongiuro, dimmi che mi stai prendendo in giro! Dimmi che ti stai prendendo gioco di me e che ti hanno tagliato i capelli in modo così brutto che devi portare quella parrucca per non farlo vedere!” Sta urlando e piangendo.

“No, non fare così! Giorgii no! Non posso vederti piangere per questo!”

“Perché non me lo hai detto subito?!?”

“Perché cosa facevo, ti chiamavo e ti dicevo : guarda amore che ho tumore e non so quanto mi rimane!?!” sta piangendo come una fontana.

“Non doveva succedere a te! Sei la persona più bella, solare e piena di vita che io conosca! Non è giusto!”

La abbraccio, è l'unica cosa che mi viene in mente di fare.

“Promettimi che starai sempre con me, sempre. Promettimi che non mi abbandonerai un momento, che staremo insieme qualsiasi cosa accada”

Tra le lacrime riesco a sentire un “si”.




E' difficile scrivere, tanto. Immaginarmi che lei sia ancora qui.
Vorrei ringraziare anche 
Kairi Skywalker, certo che continuerò a scrivere, e ogni girno aggiorno con un nuovo capitolo.
Voi che leggete, potete essere cos' gentili da lasciare un commentino? E di fare un po' di pubblicità a questa ff?
Graziie mille <3

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Capitolo 6
*** Bisogna continuare a vivere ***


Oggi mamma dovrebbe andare a parlare con i professori; da un giorno all'altro potrei tornare in ospedale, non è il caso di lasciarli all'oscuro di tutto.

Quindi, dopo l'ultima ora devo stare un po' in macchina.

 

La mamma ha appena finito, mi sta raggiungendo, ha gli occhi rossi, deve aver pianto.

“Come l'hanno presa?”

“Male, ci sono rimasti malissimo, non se l'aspettavano.” fa una piccola pausa.

“Ti ho già fatto l'esonero per ginnastica..” non le faccio altre domande, sta per scoppiare.

 

Spero che il secondo giorno di scuola dopo la malattia sia un po' meglio di quello appena trascorso.

Adesso sono in macchina e vi devo dire che sono mille volte più preoccupata di ieri.

Sta mattina mi sento leggermente peggio e mi viene anche da vomitare un pochino; va bene, mi faccio forza, sono in classe.

“Buongiorno a tutti ragazzi, buongiorno Jennifer” ?? mi ha salutata a parte? La prof di chimica è sempre la tipa che non ti rivolge la parola se non per riprenderti o interrogarti.

Si è alzato un coro in classe, accompagnato da occhiatacce nei miei confronti; solo Giò non mi guarda, anzi ha dato una gomitata al suo compagno di banco per averlo fatto.

 

Non solo la professoressa Stoner mi ha trattata in quel modo, ma anche tutti gli altri, compreso il bidello. Non mi piace affatto essere “speciale”, non per essere malata.

Adesso anche tutte le mie amiche lo verranno a scoprire, e nemmeno loro potranno fare altro che considerarmi diversa.

Odio quello che mi sta succedendo.

 

I giorni passano e tutto continua, mi sento sempre più emarginata ed esclusa, perché le persone accanto a me, o per paura di fare qualcosa di sbagliato, o forse solo perché non sanno cosa dirmi, cercano di passare meno tempo possibile accanto a me.

Soltanto Ele rinuncia a stare con le sue amiche per fare qualcosa insieme.

Ieri sera siamo andate al cinema, a vedere “17 Again”, il nuovo film con Zac Efron.

Nel film lui è un uomo di 37 anni che torna indietro, ai suoi 17, mentre tutti quelli che conosce, compresa la sua famiglia, rimangono alla loro vera età.

Si ritrova così a dover andare a scuola con i figli, scoprendo che il maschio è vittima dei bulli e che la femmina sta con il bullo che tormenta il fratello.

Sua moglie invece è l'unica che nota la somiglianza, ma comunque continua a voler il divorzio con il marito.

La cosa più scioccante è quando la figlia, delusa e arrabbiata dopo essere stata mollata dal ragazzo, si innamora di suo padre, che, nel frattempo, bacia Scarlet, la moglie.

Dopo un po' di casini lui ritorna 37enne ed è felice di aver sistemato la sua vita.

Io devo dire che il film è stato molto bello, ma Zac, lui era una cosa fantastica.

Quel ragazzo non è bello, di più! E' perfetto! Ha dei capelli perfetti, perfino degli occhi perfetti!

Per tutto il film Ele non ha fatto altro che ripetere quanto fosse brutto e gay, non l'ho uccisa perché eravamo in pubblico.

Al cinema abbiamo anche incontrato un mio vecchio amico e ci siamo fermate a parlare con lui; naturalmente non sapeva niente della malattia, ed io non gliene ho parlato.

Adesso sono connessa su facebook e Michele mi sta scrivendo.

Michele: “Hey Jenny :D”

Io:”hey..”

Michele: “Ma sono io o ti sei fatta qualcosa hai capelli????”

Io:”Veramente porto una parrucca...”

Michele:”Ohh una parrucca?? Perchè???”

Io:”Sto male, ho il cancro.”

 

Sono passati cinque minuti e non ha ancora scritto niente.

Io:”oiii ci seii??”

Michele:”Jenny come un cancro!?!? Daii non skerzare!”

Io:“Magari potessi”

Michele:”Ma perché?? Jenny non è possibile!!”

Io: ”Invece è successo. L'unica cosa che mi dispiace è di non poter mai incontrare Zac xD” Cerco di cambiare argomento.

Michele:”è il tuo sogno, no?”

Io:”si..”

Michele: “E che aspetti a realizzarlo?”

 

 

Perdonatemi tantissimo, ma mi si era rotto il pc e non ho potuto pubblicare. Ora ci sono!! :D
Sto continuando a pubblicare la storia di Jennifer e gradirei moooltooooo alcuni commenti!
Grazie Mille, G.

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Capitolo 7
*** Speranza ***


 

 

 Recchione che cerca di fare il figo anche se non lo è ! Dai ce ne sono di molto meglio al mondo ! Faccia da bambolotto! Se si crede tanto figo che non reciti in film della Disney dove passa per il santo della situazione ! Che vada a farmi i film drammatici o a sto punto porno! Anche se con quella faccia da Ken non sarebbe credibile!”

 

Definizione di Zac da parte di Ele.

Io la penso in modo leggermente diverso.

Lui è il ragazzo perfetto, bello, occhi azzurri e bellissimi, capelli sempre perfetti; mi piace dal primo High School Musical. Mi piace perché è dolcissimo e sempre simpatico e disponibile con le sue fans.

Tutti mi dicono che tanto lui è americano, è lontano, è impossibile ed è fidanzato. Si, è fidanzato, con quell'adorabile ragazza di Vanessa, odiosa; io non la sopporto, fa tutta la carina, ma per me è una grandissima .. ok lasciamo perdere.

Non mi importa, però, basta che lui sia felice.

 

Il mio sogno più grande sarebbe andare da lui, poterlo vedere, toccare, sentire che lui è lì, che non è un miraggio, che c'è davvero. Vorrei prendere e partire, subito.

Invece adesso mi limito a stare al computer e a guardare delle tue foto, ormai le so a memoria, so tutti i tuoi costumi e tutte le tue mutande (porta i pantaloni bassi non sono fuori di testa).

Oh, ma cos'è questo? Una specie di concorso... bisogna mandare i propri dati e una motivazione valida. Per cosa?

Continuo a leggere, una motivazione sul desiderio di andare in America, a Los Angeles. Pagato viaggio per tre persone. Oh.

Io devo farlo! Cioè devo! Ma cosa ci scrivo?

Ok, sento mamma e poi vedo. Speriamo bene!

 

Mamma!!”

Jennifer! Stai bene?”

Mamma c'è un concorso, si devono inserire i propri dati e una motivazione e si può vincere un viaggio in America per tre persone!”

Provaci!”

“ Posso? Veramente?”

“Certo amore, se ti rende felice, ma non ti illudere, non vincerai mai”

La mamma ha ragione, ma posso sempre provare.

 

Allora iniziamo:

  • Nome: Jennifer

  • Cognome: Renol

  • Anni: 14

 

Continuo con l'indirizzo e il numero di telefono.

 

  • Motivazione: Voglio realizzare il mio sogno. Prima che sia troppo tardi.

 

E' l'unica cosa che riesco a scrivere. Spero che capiscano, con questo concorso potrei veramente incontrarlo.

“Invia” Clicco quel pulsante, e con lui invio tutte le mie speranze.

Ora dormo, fantasticando su quello che potrebbe succedere... 






Eccomi qui! Sono tornata, scusate, ma tra i compiti, lo studio e lo sport non trovo mai tempo per stare al computer..
Comunque questo è il sesto capitolo, uno dei più importanti.
Jennifer vincerà il concorso? Si è illusa?
Staremo a vedere!
Continuo a ringraziare tutti quelli che "seguono" questa ff, e se vi va di scrivere un commento, io ne sarei CONTENTISSIMA :D
Tra qualche capitolo vi renderete conto di come cambia il modo di scrivere.. non vedo l'ora di pubblicarla tutta *-*
Bene, ora vi lascio, appena inizio a vedere che la leggete e che mi commentate, vado con il capitolo 7!
A presto! <3

G.

 

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Capitolo 8
*** Scream ***


 

Stare seduti in veranda a guardare la luna, il modo perfetto per riflettere sulla tua vita, e su tutto quello che ne fa parte.

Lo so che non sono cose che una quasi quindicenne fa, ma nel mio caso mi sembra una cosa normale. Io non sono più la stessa, i miei amici non sono più gli stessi, tutto è cambiato.

Tutto, niente è rimasto come prima; è impressionante come una malattia possa distruggere una vita.

Ok, basta. Non potete immaginare come mi senta in questo momento; le ossa mi fanno malissimo e ho un dolore immane sotto le costole...

 

Oggi è il 31 aprile, e domani compio 15 anni.

Dovrei essere la più felice del mondo, invece non riesco ad alzarmi da letto.

Ele mi è venuta a trovare prima, è eccitatissima, anche perché ha organizzato una festa con tutti i miei amici, sabato.

  1. non ho voglia di festeggiare;

  2. non sono dell'umore;

  3. non so cosa mettermi.

Ele ha una mezza idea di farmi mettere una parrucca blu, per sdrammatizzare, io non sono molto convinta.

 

Oggi è il mio compleanno.

I miei genitori mi hanno regalato una macchina fotografica, è bellissima. La prima foto che faccio è insieme a Ele, faccia buffa e click. E' carina, la sua espressione fa morire da ridere, la mia è decente; li mi ha regalato un cuscino a forma di cuore con una nostra foto, quella in versione “vintage”.

Oh no, mi sto mettendo a piangere, e se lo faccio scoppiano tutti.

Ultime parole famose... Ele mi si è attaccata al collo e mi sta bagnando la maglia, mamma e zia la seguono a ruota.

Con loro c'è anche Vero, la sorella di Ele, ha vent'anni è bella da morire, ha i capelli lunghi e nerissimi e gli occhi scuri. Lei non aveva mai passato del tempo con me dopo aver scoperto della malattia, non ho capito bene il perché, forse non riesce ad accettarlo.

In compenso si è fatta un tatuaggio dietro la spalla sinistra con scritto: Jes, circondato da tanti fiori colorati. Lo vedo adesso per la prima volta, è una cosa stupenda, e inizio di nuovo a piangere.

 

I giorni continuano a passare, la risposta al concorso non è ancora arrivata, e penso che non arriverà mai. Lo so, ditelo, sono pessimista, ma come posso sperare in qualcosa che non si avvererà?

Parlando di speranze, i medici me ne stanno dando sempre meno. Prima non si facevano problemi a dire che si sistemerà tutto, adesso tentennano quando lo fanno. Questo non mi piace, per niente.

False speranze, solo false speranze.

 

“I want my own thing. So bad I'm gonna Scream!
I can't choose, so confused! What's it all mean?
I want my own dream. So bad I'm gonna Scream!”

Questa canzone è l'unica che ascolto; no so come, ma riesce a darmi forza. Va bene, ammetto che anche solo il video mi tira un po' su, ma il testo e l'energia con cui Zac canta è come una droga per me. Zac è la mia droga, non pensate male, io lo amo con tutto il mio cuore.

Zac un giorno ti incontrerò, non so quanto questo giorno sia lontano, ma io ce la farò.



Salve, sono di nuovo qui xD
Pubblico quest'altro capitolo perché dovrò fare diverse cose al pc e ci metterò molto .-.
Prima cosa, vi vorrei ringraziare molto per i commenti :D

Lucy Beetle grazie per averlo letto, per me è importante. Riguardo alle "pecche" posso solo darti ragione, ma vorrei dire che ho scritto questi capitoli a 13 anni, e ora che ne ho 14 (anche se non sono molti di più xD) ho cambiato totalmente il modo di scrivere e questo si vede anche nell'ultimo capitolo. Il fatto è che io non riuscivo a scrivere, troppe lacrime nello scrivere per una persona scomparsa da pochissimo, mentre adesso sono quasi riuscita ad accettarlo e sto ragionando in un modo diverso. Riguardo all'età di "Jennifer" hai ragione, non ho pensato che lei, che in realtà si chiamava Valentina, aveva 16 anni quando ci ha lasciati, mentre quando ha scoperto di essere malata ne aveva 14. Comunque grazie mille per i consigli, li seguirò SICURAMENTE! :D Grazie <3

Miss Bass
Grazie mille anche a te, sono contenta di averti coinvolta :D Continua a leggere e a commentare <3

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Capitolo 9
*** Festa ***


Oggi c'è la festa che ha organizzato Ele, la facciamo a casa mia; gli invitati dovrebbero arrivare a momenti.Ho subito bocciato l'idea della parrucca blu, e ho messo quella solita; oggi indosso un paio di chiarissimi shorts di jeans con sotto le calze blu, una T-shirt blu scuro e una maglia sopra celeste chiaro. Adoro questo look.

 

Le persone iniziano ad arrivare, ci sono tutti i miei compagni di classe, Gio è a dir poco fantastica. Lei di fisico è perfetta, quindi si può mettere di tutto; questa sera porta una maxi-maglia bianca, con raffigurata New York davanti, la maglia le arriva alle cosce; sotto ha un paio di leggings neri.

“Festeggiataaaa!” si è messa a urlare, pessimo segno, si sono girati tutti verso di me. Aiuto. “Amooreee come stai oggi?”

“Tutto bene, sono in forze” non è esattamente vero, ma la vedo sorridere, quindi non dico altro.

 

Durante la festa moltissimi ragazzi di cui non so nemmeno il nome, mi sono venuti a fare gli auguri, sono quasi tutti più grandi di me.

Sapete, a Venezia quando c'è una festa, quasi sempre la metà delle persone non conosce chi l'ha organizzata.La mia casa è molto grande, e ha anche un giardino, in questo momento è irriconoscibile, lattine di coca cola ovunque, patatine e pezzi di pizza volano, e qualcuno si è attaccato al soffitto. Mi madre mi ammazza.

 

 

E' l'1 di notte, ho sonno, mi fa male la testa e ancora c'è chi balla e si dimena sopra i tavoli.

Ele sta urlando come una pazza, forse hanno capito che è ora che vadano a casa.Ok, se ne stanno andando, era ora; adesso devo sistemare tutto.

“No no, vai a letto, ho organizzato io, adesso pulisco e sistemo io.” Ele mi fa incavolare quando fa così.

“No Ele, io ti aiuto non ce la farai mai da sola!”

“Non ti muovere da quella sedia!”

Io invece mi alzo e mi dirigo verso la porta.

Ma cosa sta succedendo, la stanza ha iniziato a girare, e gira, gira, gira.

Buio.

 

Cos'è questo rumore? Sembra come un ticchettio.

Apro gli occhi, un muro bianco, non sono a casa. Mi guardo intorno, sono in ospedale, e la mamma è seduta vicino al mio letto.

“Mamma..”

“Jennifer, amore come ti senti?”

“Cosa.. cos'è successo?”

“Sei svenuta, Ele ti aveva detto di non alzarti, ma non l'hai ascoltata e sei svenuta.” fa una pausa

“Cadendo hai sbattuto la testa, ti hanno messo i punti.”

Bisogna sempre ascoltare Ele. Non avrei dovuto alzarmi ridotta così.

“Mi dispiace, mi dispiace tanto”

“Non ti preoccupare, non è niente di grave, è con lei che devi parlare.” Mamma sta indicando fuori dalla mia camera, dove intravedo mia cugina.

“Falla entrare” mamma si sta avviando verso di lei, non so cosa dirle.

Sento un “entra”, e Ele mi si avvicina con le lacrime agli occhi.

Non faccio in tempo a dire “Mi dispiace”, che me la trovo attaccata al collo.

“Mi hai fatto prendere un colpo! Ma perché non mi ascolti mai?” Sta piangendo come una fontana.

“Hey, hey, no non piangere. Scusa, scusami tanto” Piangiamo insieme.

Odio l'idea che un giorno non potremo più farlo, che si ritroverà a piangere da sola.



Salveeee! :D Mi sono illusa, pensavo continuaste a commentare :(
Comunque continuerò a pubblicare i capitoli, sperando in qualcuno xD
Ah, sto scrivendo anche una nuova ff, che vi farò leggere!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Crollo ***


Continuo a vivere con la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, che ogni cosa che faccio potrebbe essere l'ultima e che, chissà quando, non avrò più la possibilità di vedere le persone che amo. I loro abbracci, i loro sorrisi, le loro parole...

Mi mancheranno tantissimo, forse di più di quanto io potrò mancare a loro.

Penso, però, che sarà diverso, perché a me mancheranno tante persone, a loro solo una. Odio i momenti in cui mi metto a pensare a queste cose, odio questa situazione, odio questa malattia.

 

La risposta al concorso, niente, non vuole arrivare.

Controllo la posta tutti i giorni, ma siamo sempre fermi a 13 e-mail.

L'altro giorno mi ha scritto Michele, voleva sapere come stavo, è stato molto carino, e mi ha detto di non smettere di credere nei miei sogni. Vi confesso una cosa, la storia di Cenerentola mi aiuta molto. Lei continua a credere nel suo sogno, fino a che questo non si avvera. Lo so, è una cosa sciocca, ma mi permette di non smettere di credere nei miei scopi.

Oh, sono le 22.22, make a wish!

Ora vado a dormire, sono così stanca..

 

Manca un mese alla fine della scuola e le lezioni sono sempre più pesanti, compiti in classe, interrogazioni, non ce la faccio più, passo praticamente tutte le giornate a studiare, è troppo stressante, anche perché la forza che ho io è il 10% di quella di un altro ragazzo della mia età.

Si, studiare stanca, la scuola non serve a niente, a me in modo particolare non serve a niente.

Io potrei lasciare stare, vivere quello che resta della mia vita senza troppi pensieri, con i miei amici e tutti quelli a cui voglio bene.

Mi ritrovo ad affermare queste cose perché sto ogni giorno peggio, non riesco ad alzarmi dal letto, mi fanno male le ossa e ho la tosse. Il mal di ossa lo riesco a sopportare, ma la tosse è una cosa devastante, non posso nemmeno prendere le medicine perché con la chemio non vanno bene..

Parlando di chemio, durante il periodo che non l'ho fatta, i capelli hanno iniziato a crescermi, molto corti, ma ora che sto male devo ricominciare; la scuola inizia a saltare, non ce la faccio proprio, i professori capiranno.

 

Ipod alle orecchie, “Scream – Troy Bolton”, l'unica canzone che riesco a sentire, ho voglia di urlare, voglio urlare, ma non posso, mamma si spaventerebbe, siamo in macchina e stiamo andando all'ospedale, mi ricoverano un'altra volta, per capire come mai sono peggiorata così.

Questi giorni sono nervosa, troppo per i miei gusti, ho anche risposto male ad Ele, poi però mi sono subito scusata, mi dispiace trattarla così; voleva che mi alzassi e che andassi con lei a fare un giro, ma non ce l'ho fatta, lei insisteva e io le ho dato contro; io non volevo farlo, ma lei deve capire che io non sono più quella di una volta.

 

Sono tre giorni che faccio la terapia, sono uno straccio, riesco solo a stare giù ad ascoltare la musica e poco altro; un'altra canzone che mi piace molto e che penso mi rappresenti è “A Little Bit Longer” dei Jonas Brothers, Nick l'ha scritta per il suo diabete, ed è perfetta per me, cioè è stupenda, non ho mai sentito una canzone più bella...

 

 

 

Ho delle notizie, oggi
ma dicono che dovrei restare
un po' più a lungo, starò bene
quando pensavo che fosse tutto fatto
quando pensavo che fosse stato tutto detto
un po' più a lungo, starò bene

ma non capisci l'importanza di quel che hai
finchè non lo perdi
e non sai com'è quando ci si sente così giù
e ogni volta che sorridi o ridi, tu brilli
non te ne accorgi nemmeno, no, no
non te ne accorgi nemmeno

il tempo passa
non ci sono ancora dei motivi
un po' più a lungo, starò bene
aspettando una cura
ma nessuno di loro è sicuro
un po' più a lungo, starò bene

ma non capisci l'importanza di quel che hai
finchè non lo perdi
e non sai com'è quando ci si sente così giù
e ogni volta che sorridi o ridi, tu brilli
non te ne accorgi nemmeno, no, no
non te ne accorgi nemmeno, no, no
non te ne accorgi nemmeno, no

ma non capisci l'importanza di quel che hai
finchè non lo perdi
e non sai com'è quando ci si sente così giù
e ogni volta che sorridi o ridi, tu brilli
non te ne accorgi nemmeno

quindi aspetterò finchè arriverà il regno
tutti i su e giù sono passati
un pò più a lungo, starò bene, starò bene.

 

 

A little bit longer, and I'll be fine.


Vorrei ringraziarvi moltissimo, per me è importantissimo :)
Continuo a postare a raffica anche perché, come avevo già detto, sto scrivendo una nuova ff che ha qualcosa in comune con questa e vorrei farvela leggere :D

Lucy Beetle grazie per continuare a seguirmi :D Anche io penso che "Jennifer" è conta di quello che sto facendo, o almeno lo spero. Riguardo al modo di scrivere ti confesso che ora che sto rileggendo i capitoli che ho scritto quest'estate non mi ritrovo per niente nel modo di scrivere :| Ora scrivo in modo molto diverso e si vede anche negli ultimi capitoli di Your Biggest Fan :)
Grazie ancora per commentare ogni volta, sei l'unica che lo fa.. :D

Ok, questo era il 9 capitolo, dove ho voluto inserire una canzone dei Jonas Brothers che adoro e che mi sembra perfetta; appena vedo che leggete e commentate, vado con il 10, la storia si sta facendo delicata.. :)
Grazie e al prossimo capitolo! 
G.

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Capitolo 11
*** 14 ***


 

Ormai non c'è più niente da fare, quella canzone mi è entrata in testa. Vi rendete conto? Un ragazzo così giovane che scrive una cosa del genere, è speciale.

Comunque faccio la chemioterapia da due settimane, sono completamente distrutta.

Le mie amiche mi vengono a trovare tutti i giorni e qualche volta mi portano un regalino; quello che ho apprezzato di più è stato un gigante mazzo di rose rosse, bellissime.

Mi hanno anche portato un braccialetto con una piastrina d'argento, con inciso sopra il mio nome, e dietro “Stellina”. Mi sono commossa quando me l'hanno dato, adesso non posso portarlo, ma appena esco da qui lo metto subitissimo!

 

“Ma è un gay”

“Ele non ricominciare! Zac è un Dio greco, lui è la perfezione.”

“Si una perfezione di merda!”

Ele continua ad insultarlo, mi sa che lo fa per tirarmi su il morale, è mitica.

“Guarda non ti rispondo più nemmeno” stiamo ridendo tutte e due come pazze.

Nella mia stanza di ricovero ormai ci sono poster ovunque e lei continua a strapparmeli o a lanciarci le cose. E' riuscita a distruggerne tre.

“Hey ma cosa fai?” Ele ha messo la musica a tutto volume, With Me. Sum 41.

“Ballooo” ecco adesso è in piedi sul mio letto, salta, balla, e canta.

C'è un casino in questa stanza, se entra l'infermiera ci uccide...

Io sto sdraiata sul piccolo pezzo di letto dove lei non salta e sto al computer, su facebook c'è pochissima gente, msn non ne parliamo.

Dai fammi dare un'occhiata alle e-mail... Oh cavolo 14.

 

Sono pietrificata, non riesco ad aprire la cartella dei messaggi ricevuti.

“Oh, che c'è? Stai male? Jenny, tutto bene??”

“Sono 14, so..sono 14”

“14, cosa? Ti sei fumata qualcosa?”

“Spiritosa, no le mail, sono 14, ce n'è una nuova”

“Allora apri, cosa aspetti, può essere quella del concorso per Los Angeles, no?”

“Io.. io non ce la faccio”.

 

 

Sono cinque minuti che fisso lo schermo, non voglio cliccare quel pulsante, non voglio.

Non potete immaginare, è un mese che aspetto questo momento, sono ad un passo dallo scoprire se il mio sogno diventerà realtà, ma sono impassibile.

Ho paura, ecco cosa c'è.

Ho paura di rimanere delusa, ancora; nella mia vita ne ho avute di delusioni, troppe.

Si, l'alieno fa parte di questo, lui ha distrutto tutto quello che avevo, compresa la speranza.

Un po' nel concorso ci ho creduto, forse incantata dall'idea di poter vincere, di poter coronare il mio sogno, ora però, so che non potrà mai, mai essere vero.

 

“Amo! Eddaii apri! Sono curiosa!”

“No, non lo faccio.”

“Se non lo fai tu lo faccio io.”

“No! Ferma! Ti prego!”

“Non puoi fare così!”

Ho le lacrime agli occhi..

“Ele, cerca di capire, io non voglio stare ancora male”

Le lacrime stanno scendendo.

“Jennifer, però, pensa se sono veramente loro, se hai vinto. Se stai ferma qui a piangere non lo saprai mai.”

Mi sta asciugando le lacrime.

“Si, va bene.”

“Perché in fondo la vita si vive rischiando” lo diciamo insieme, e scappa un sorriso.

 

Premo.

Nuovo messaggio da:

No quello non lo leggo, ci clicco quasi ad occhi chiusi.

C'è scritto:

 

 

Gentile Signora,

la volevamo informare che abbiamo ricevuto la sua richiesta di partecipare al concorso per il viaggio a Los Angeles.

Abbiamo effettuato l'estrazione il giorno 20 giugno 2008.

Lei è stata sorteggiata.”

 

E'?? Cosa??? Ho vinto??? Ho vinto??!?!??!?

“Ho vintooo!!!!!!!!!”

“Hai vinto!!!!!!!!” Ele è felicissima, ma non quanto me.

Vi rendete conto!?! Posso realizzare il mio sogno! Non posso crederci! Finalmente sono felice!


Zan Zan! Eccomi qui! :D Vedo che ci sono nuove persone che seguono la storia, graziiee :DD
Comunque visto? Jenny va in Americaaaaaaaa :D
Continuate a commentare, vi pregooo :D Al prossimo capitolo!
P.S.: secondo voi succederà qualcosa che le impedirà di partire?

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Capitolo 12
*** Si avvererà? ***


 

Non riesco ancora a crederci, realizzerò il mio sogno.

La mamma è contentissima, le ci è voluto un po' a capirlo, perché quando gliel'ho detto ridevo e piangevo contemporaneamente.

Non sto più nella pelle, è così tanto tempo che spero e penso a quello che sarebbe successo, ma vi giuro, non immaginavo potesse essere così.

Non posso nemmeno spiegarlo, sono troppo felice.

 

Con questo concorso ci sono albergo e volo pagati, praticamente andiamo gratis, dobbiamo solo pagare una piccolissima quota; ci sono tre biglietti.

Partiremo insieme ad altre persone, il 15 luglio, esattamente tra un mese.

Ah la scuola è finita da cinque giorni, e io stavo così male da dover restare in ospedale. Va bene, ora non mi importa di niente, solo della mia Los Angeles! Non vedo l'ora! Un mese è pochissimo!

 

Mia madre e mio padre, pur di farmi felice, hanno accettato di accompagnarmi e di prendere le ferie. Il viaggio è per una sola settimana, ma meglio di niente..

Ho in mente tantissime cose da fare:

  • Incontrare Zac, si devo farlo.

  • Girare per le strade della città come se fossi di casa.

  • Bere Starbucks.

 

Si anche bere starbucks, non posso andare in America e non berlo!

Va bene, prendo il calendario. Allora, manca un mese, faccio dei puntini sui giorni che mancano, e piano piano ci faccio una crocetta sopra.

 

 

Ele già non ne può più di starmi a sentire, poveretta tutte le volte che stiamo insieme le parlo della città e di Zac, tra un po' mi picchia.

Il dottore nemmeno è molto contento di mandarmi, ha paura di una crisi o qualcosa del genere; io però lo ho spiegato che è il mio sogno.

Abbiamo parlato solo io e lui da soli. Gli ho detto che so che un giorno non ci sarò più, che non credo che guarirò. La maggior parte delle persone malate di cancro non sopravvive. Lui è rimasto un po' male, mi ha detto che non aveva mai sentito una ragazza di 15 anni parlare in quel modo.

Deve essere stato questo a convincerlo, oppure le mia lacrime mentre gli dicevo che volevo andare.

 

Devo continuare la chemioterapia, almeno questo mese.

Dovrò partire con la parrucca, i miei cortissimi capelli sono caduti di nuovo.

Sapete cosa, non mi importa. Per una volta sono felice, sono felice, e non voglio che questa cavolo di malattia mi butti giù, non ancora, non questa volta.

 

Io voglio farcela, voglio poter dire: Io sono a Los Angeles! Si! Io sono a Los Angeles e sto finalmente realizzando il mio sogno!



Ciao genteee :D Perdonatemi se lo pubblico solo ora, ho approfittato del virus intestinale per dedicarmi alla storia :)
Vorrei ringraziare voi che continuate a seguire la ff e vorrei salutare in modo particolare chi l'ha scoperta da poco :D
Sapete quanto per  me sia importante, per questo leggere più di 2 commenti mi farebbe moooooolto piacere :D
Ah, se avete Twitter, io sono https://twitter.com/#!/DreaminPeterPan followatemi e ricambierò subito :)

Ora vado, al prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Our Song ***


Manca una settimana, sono agitatissima e sto male.

La malattia sta peggiorando, c'è il rischio di non partire più, non ne posso più.

Per me già stare male è una cosa devastante, ma vedere le persone che mi sono vicine stare male è molto, molto peggio.

Mia madre che quando mi guarda cerca di nascondere le lacrime, mio padre che fa i turni doppi al lavoro, ed Ele, lei che ci sta malissimo... Una volta mi è venuta a trovare in ospedale, a Milano, abbiamo parlato tutto il giorno, ci hanno lasciate sole per recuperare un po' il tempo che avevamo perso; io mi sono addormentata, colpa dei farmaci, quando mi sono svegliata, l'ho vista togliere dal mio cuscino una ciocca di capelli, come per non farmela vedere.

Forse non riesco ad immaginare quanto lei ci stia male; quel giorno l'avevo vista piangere per la prima volta, è stato come se mille pugnali mi avessero trafitto il cuore. Allora le ho preso la mano e le ho detto: “Ele, noi ce la faremo”.

Magari avessi ancora tutte queste certezze, ora non sono più sicura di niente, non sono certa di riuscire ad andare in America, di riuscire a superare questo periodo, di sconfiggere questo alieno.

 

 

Mancano quattro giorni alla partenza, sto un po' meglio, e sono tornata a casa, ma ancora non è certo che ci andiamo. Sono ricaduta in depressione, non mangio, non parlo più con le persone.

Ele oggi vuole venire qui, ma io non voglio vedere nessuno, sono arrabbiata, sono arrabbiatissima.

Se devo soffrire così perché devo continuare a vivere?

Perché?! Stavo per realizzare il mio sogno più grande e sono dovuta ritornare in ospedale! Non ce n'è una che vada come voglio io! Odio questa malattia di merda! Non può piovere per sempre!

 

 

E siamo a meno due. Mi sento più in forze rispetto a prima. Non mi vogliono dire se partiremo o no.

Uffa. Ha suonato il campanello, vado ad aprire.

“Era ora che mi riceveva signora contessa!”

“Ma che ca..” E' Ele, non faccio in tempo ad aprirle che è già in camera mia, entra urlando un “Ciao Zia” e si fionda sul mio letto.

“Che cosa stai facendo?”

“Niente, sto aspettando che ti metta seduta”

“Non mi ricordo di averti detto che potevi entrare”

“Va a cagare Jennifer!”

Non ci posso fare niente, la adoro quando fa così.

“Cosa facciamo?”

“Facebook, cantiamo, balliamo..”

“Ti prego no Ele! Non cantiamo che facciamo piovere, e oggi è una bellissima giornata!”

Passiamo il pomeriggio a ridere guardando le foto delle persone su facebook, cantiamo e balliamo sul letto. Come ai vecchi tempi. L'unica cosa strana è che mia madre non sia venuta a chiederci della merenda, oggi è strana.

“Ele andiamo a fare merenda?”

“Si, certo” Ha un sorriso a 32 denti.

Siamo in cucina, la mamma non c'è.

“Mamma! Dove sei?”

“Ah, è uscita, me l'ha detto prima, quando sei andata in bagno. E' andata a fare la spesa. Mi sono dimenticata di dirtelo.” Fa una risatina come per scusarsi.

“Va bene, preparo io però, tu come minimo ti tagli un braccio.”

“Grazie!”

“Panino con la nutella può andare bene?”

“E me lo chiedi anche?”

Le faccio il panino e io mi prendo una pesca, non ho fame.

“Grazie”

Le sorrido.

Abbiamo la tv accesa su Mtv c'è una canzone che non ho mai sentito; “Our Song” si chiama e la cantante è Taylor Swift, sembra una Barbie, è bionda, riccia con i capelli lunghissimi e gli occhi azzurri, è bellissima.

“E cos'è sto schifo???”

Eccola, Ele odia la musica di questo genere.

“Dai è carina”

“Si sto cavolo! Fa cagare”

Ridiamo insieme.

Cambia canzone, “Party in the USA” Miley Cyrus.

Questa la so. Mi alzo e inizio a cantare.

“Put the hands up to play my song”

Ele mi guarda come fossi pazza, ma io continuo a cantare e a muovermi come lei.

“And a Britney song was on, and a Britney song was on, and a Britney song was ON!!”

Adesso si è messa anche lei in piedi e balla sculettando.

Oh, fermi fermi fermi. Mi gira tutto.

“Oh stai bene?”

“Si si, mi gira solo un po' la testa.”

“Va bene. Perché sei triste?”

“Perché molto probabilmente non partiamo più, i miei non mi rispondono quando lo chiedo, quindi ne deduco che starò a casa.” Le mie parole sono colme di malinconia.

“Allora perché tua madre mi ha detto di aiutarti a preparare le valige?”


Hereee I am! :D Allora, visto che si parte? :D
Scusatemi il ritardo, ma ho dovuto studiare moolto -_-'' comunque grazie ancora a chi segue la ff, e continuo a dire che se lasciaste un commento, mi fareste felice! <3
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** USA ***


 

Ok, è il 15 luglio, il giorno della partenza. Sono le 2.30 del mattino, l'aereo è alle 4.00 e dobbiamo essere all'aeroporto un'ora prima.

Sto tremando, un po' dal freddo e un po' perché sono felicissima, non credo di essere mai stata così felice in vita mia. La mamma e il papà stanno caricando le valige in auto, io sto portando la mia borsa e l'Ipod. Salgo in macchina e partiamo, l'aeroporto è a cinque minuti dalla periferia di Venezia, dove abito.

Metto la musica e via.

 

Siamo arrivati, parcheggiamo ed entriamo; l'aeroporto è molto grande ed è bellissimo.

Iniziamo adesso a fare tutti i check in, qui è lunga..

 

Fiù, finalmente abbiamo finito tutti i controlli ecc. ma dobbiamo ancora aspettare per salire sull'aereo. Ci hanno detto un quarto d'ora, speriamo sia vero.

Non vedo l'ora, mancano più o meno 16 ore all'arrivo, si lo so sono tante, ma è così tanto che aspetto.

In questo quarto d'ora mi vado a comprare un giornalino, almeno in volo ammazzo il tempo.

“Papà, io vado a comprare un giornalino, arrivo subito.”

“Certo amore, tieni cinque euro.”

Le sorrido e mi avvio verso il giornalaio.

“Salve, posso aiutarla?”

“Oh, si grazie, cosa avete di giornali per ragazzi?”

“Allora, abbiamo: Cioè, Ragazza Moderna, Top Girl e questi altri.” Me li mostra.

“Cioè e Ragazza Moderna per favore” Gli faccio un grande sorriso, lui ricambia e mi me li porge; gli do i soldi e mi rimetto seduta vicino i miei.

“Sono contento di vederti sorridere, è tanto che non lo fai.” Papà a casa con me non c'è quasi mai, lavora sempre, quindi per lui è una novità vedermi felice.

“Si, sono la persona più fortunata del mondo.”

Non pensavo che avrei mai detto una cosa del genere, io, che a 15 anni ho un tumore e che ho perso tutto nella vita; una cosa, però, ce l'ho ancora, la famiglia, quella è la cosa più bella che possa essere mia.

“Amore, hanno chiamato il nostro volo, dobbiamo andare”

Oh, mi ero distratta, si parte.

“Mamma aspetta devo mandare un messaggio ad Ele.”

Prendo il telefono: “Stiamo partendo. Scusa se ti ho svegliato. Ti voglio bene.”

Sorrido alla mamma come cenno di andare, lei mi sta guardando come se stesse lei per realizzare il suo sogno.

Le prendo la mano e andiamo.

 

Siamo saliti, tre posti laterali, io mi metto vicino il finestrino; l'aereo è veramente grande, ci sono tre file di posti, tutti occupati.

C'è un'altra ragazza su per giù della mia età, è molto bella, è bionda, ha i capelli lunghi e lisci e anche lei, come me, sorride.

“L'aereo partirà tra cinque minuti”

Oddio, ho paura, in questo momento ho scoperto che gli aerei mi terrorizzano, e se cade? Se ci schiantiamo? O peggio, se fanno un attentato e ci catapultano contro le colline di San Francisco?

Panico.

“Hey, stai male? Jennifer?”

Ho lo sguardo fisso nel nulla.

“Mamma, ho paura, se cade? Se moriamo?”

Sospira. “Se succederà qualcosa, saremo insieme, moriremo insieme.”

Moriremo insieme.

 

Le hostess hanno spiegato due o tre volte o di più, tutte le norme, la mascherina e le altre cose.

Ok, adesso si parte. Ho ancora paura.

L'aereo decolla. Per un secondo mi si blocca il respiro, continuiamo a salire, ci stiamo stabilendo.

Bene, prepariamoci a 15 ore di volo.

Prendo i giornalini che ho comprato e inizio a sfogliare Cioè, sempre le solite notizie.

 

Sono passate 5 ore, già non ne posso più. Mi appoggio alla spalla di mamma e provo a dormire, da quando sto male dormo tipo 10 ore, poi devo recuperare quelle di sta notte. Ho anche la nausea. Va bene, notte.

 

 

Chi è che sta parlando?

“Jenny, svegliati, siamo arrivati.”




E siamoooo in Ameriiicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :D ahah scusate ma questa è la parte che preferisco xD
Comunqueee vedo che non mi commentate più *me triste* vi chiedo solo un commentino :)
Domanda: riuscirà ad incontrare Zac?


 

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Capitolo 15
*** L'arrivo ***



“I hopped off the plane at LAX with a dream and a cardagain”

 

Citando Miley Cyrus, scendo dall'aereo. L'aeroporto di Los Angeles, LAX airport, è bellissimo, è tipo cento volte più grande di quelli italiani, ha una forma stranissima, ma la cosa più bella è la scritta “LAX” illuminata.

Qui sono le sette di sera.

Va bene, non ce la faccio più ad essere di ghiaccio; sono strafelice di essere qui!!!!!

E' bellissimo! Cioè non riesco nemmeno a descriverlo! E' perfetto! Mille volte più bello di come me lo ero immaginato!

Ho un sorriso da 32 denti, il papà mi sta vicino e mi abbraccia, sembra contento di vedermi così.

“Se è un sogno, vi prego di non svegliarmi!”.

 

Adesso siamo in taxi e stiamo andando in hotel; con il concorso abbiamo vinto un albergo a quattro stelle, potente!

 

Siamo arrivati, è veramente molto bello, ed è grandissimo; c'è una ragazza alla reception, mamma è andata a parlarci per la camera.

“Terzo piano!” Prendiamo l'ascensore e saliamo al piano dove c'è la nostra camera, stanza 232.

Per aprire la porta non abbiamo la chiave, ma una card che si inserisce, si accende una lucina e si apre. Mi sento una vip.

Oh. Mio. Dio.

La camera è...è....wow. Sono senza parole. Non ho mai visto una cosa del genere.

Ci sono due letti matrimoniali, un accanto all'altro. Le lenzuola sono sull'oro chiaro, con una fantasia semplice e leggermente più scura. Di fronte ad un letto c'è un piccolo tavolino con una grande lampada; vicino a questo, c'è un grande specchio.

La cosa che, secondo me, rende speciale il tutto, è la finestra.

La finestra è una cosa immensa, e la luce che l'attraversa colpisce i letti e lo specchio, e tutta la stanza è illuminata.

Anche i miei genitori si sono accorti di quanto sia bello, infatti siamo tutti e tre fermi a fissarlo.

“Ma..ma è bellissimo” mamma è pietrificata.

“Si, è vero. Va bene mamma quando usciamo?”

“Ormai domani mattina, noi due siamo stanchi” indica papà che si è buttato sul letto, “tu hai dormito, a differenza di noi che siamo stati quasi sempre svegli”

“Oh, ma almeno andiamo a cena?”

“Si si, qui nell'hotel, adesso facciamoci una doccia e poi andiamo.” Mi sorride e io annuisco.

“Posso andare per prima?”

“Certo amore.”

 

Tolgo la parrucca e mi fiondo sotto la doccia; il bagno è altrettanto bello e grande.

Mi lavo il più veloce possibile, esco e vado in camera.

“Fatto, mamma puoi andare”

Mamma mi passa vicina e mi da un bacio sulla fronte, papà è sul letto e si sta innervosendo perché non capisce l'americano.

Mi metto a ridere e lui si gira.

“Cosa ridi signorina? Io mica ho nove come te in inglese”

“Questo è americano, un po' diverso dall'inglese, somaro.”

Ridiamo insieme, e lui mi prende e mi butta nel letto.

“Ti voglio bene”

“Anche io papà, tanto.” Lo abbraccio e rimaniamo così per un po'.

 

“Mamma, cosa mi posso mettere?”

“Allora, fammi pensare..” Si mette a guardare i miei vestiti.

“Questa mi piace, e la puoi mettere con i jeans stretti e le Converse”

Ha in mano la canotta di Starbuks, fantastica.

“Perfect!”

Papà è sotto la doccia, mamma si sta truccando e io mi sto vestendo, come una famiglia normale, oggi niente chemio e flebo.

Prima di ammalarmi mi truccavo sempre, poi ho, diciamo, smesso; con gli occhi scuri mi dovevo truccare di nero, ma ora che sono pallidissima non mi piace.

“Ma, come mi trucco?”

“Nero, come sempre”

“Si ma sono bianchissima, è brutto”

“No invece, è molto più bello.”

Non sono molto convinta.

“Va bene, per i prossimi giorni, però, cambio”

Annuisce.

 

Bene, siamo tutti pronti, e adesso andiamo a cena, domani ci aspetta una grande giornata.

I'm living my dream, now.



Sapete, mi commuovo rileggendo quello che ho scritto quest'estate, mi fa uno strano effetto..
Comunque, siamo in AMERICA! :D Che bello *-* E' anche il mio sogno :D
Grazie a tutti quelli che seguono la storia, come sempre, e grazie per i commenti, a me fanno tantoooo piacere :D
Un grazie particolare a
Sofi_Chan che segue da poco la ff. Grazie mille :)
Che altro? Ah, qui la storia si sta facendo interessante, cosa succederà ad LA??
Al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 16
*** Starbucks ***


 

E' si, finalmente ci siamo.

Sono le 10 e 30 del mattino e ci stiamo preparando, dopo la colazione, per fare, finalmente, il giro della città. Mi sono vestita in modo molto comodo, jeans e una semplicissima T-shirt azzurra; per oggi ho provato a truccarmi in modo diverso, di blu e celeste, anche se mi tremavano tremendamente le mani, ci sono riuscita.

“Sei pronta?” la mamma mi sta chiamando dalla camera da letto, io sono in bagno.

“Si mamma, arrivo subitissimo!” Vado.

Ohhhhhh feermaaaaa.

Oddio. La stanza ha iniziato a girare, mi viene da vomitare.

Mi devo fermare.

Ok, ci dovrei essere.

Apro la porta, mamma è lì davanti che mi guarda.

“Tutto bene?”

“Si, mi gira un po' la testa.”

“Vuoi restare il albergo?”

E'???

La guardo con uno sguardo alla “io vado nella città in cui ho sempre sognato di andare e rimango in hotel”?

“Ok ok ma se stai male me lo dici!”

“Certo!” Sorrido e andiamo.

 

 

Siamo nella Downtown, cioè il centro di LA.

Non potete immaginare quanto è bello qui, non ho mai visto un luogo più bello.

Ci sono moltissimi grattacieli, alcuni più alti e altri meno, alcuni con le finestre a specchio e altri con le finestre di vetro. Non ho mai visto così tante auto tutte insieme, nemmeno a Milano, dove faccio le terapie; non c'è quasi nessuno che cammina a piedi come noi.

Lo smog regna.

Ma a me cosa me ne importa? Io sto realizzando il mio sogno!

“Allora, dobbiamo andare vicino alla collina di Hollywood, è lì che di solito gira Zac, poi andiamo a prendere lo Starkuck e poi voglio vedere dove ci sono le impronte delle persone famose..”

Non mi fanno finire di parlare e papà mi interrompe.

“Hey hey calma. Facciamo un giretto, se troviamo lo Stabuck ci vai e poi andiamo dove dici tu, ma con calma, abbiamo una settimana.”

“Papà è Starbucks” lo correggo.

“Si quello che è”.

La mamma ci sta guardando e ride.

“E tu cosa ridi?”

“Dai andiamo!” Prendo papà per la maglia e lo tiro verso i negozi.

 

Oh Mio Dio. In questo “shop” ci sono dei cartelloni giganti delle star, tra cui, naturalmente, il mio Zac. Mi ci faccio fare la foto vicina, prima di incontrare quello vero.

Ah, ho assaggiato lo Starbucks con panna e cioccolato, la cosa più buona che abbia mai mangiato; dentro è tipo un caffè, e sopra c'è la panna. Adesso ho un po' di mal di pancia, ma ne è valsa la pena, si ne è valsa la pena.

Comunque ho comprato una maglia con scritto “Los Angeles Dream” al centro, la indosserò presto, la adoro.

Stiamo girando tutta la città, ma ancora non ho visto nessuno di famoso, uffa. Mi accontento di quello che riesco a vedere, è bellissimo. Adesso siamo dove ci sono gli autografi dei vip con le loro impronte.

Sophia Loren, 7-26-62, con una piccola dedica “Solo per sempre”; le sue impronte sono le mani e le scarpe con il tacco.

Alcune non si leggono nemmeno più. Qui abbiamo Steven Spielberg 5-16-84.

Hey ma questa è Marilyn Monroe!!

6-26-53 con scritto “Men Prefer Blondes”.

Ce ne sono molti altri, li ho fotografati tutti, con la macchinetta che mi hanno regalato, anche quelli che non conosco.

E adesso mi manca solo di incontrare qualcuno, qualcuno tipo Zacchino caro.

“Jennifer, sono le 7 di sera, andiamo a cena?”

“Una pizza?”

“Va bene, ma ti avverto non è assolutamente la pizza italiana”

Già sono le sette, cavolo, abbiamo camminato tutto il giorno e sono stanchissima.

 

Siamo al ristorante, il papà ha ordinato una pizza ai peperoni, non oso immaginare, io ho preso una pizza margherita con la mamma, una porzione di patatine fritte e una coca cola media.

Ci abbiamo messo venti minuti a spiegarlo al cameriere, ma ce l'abbiamo fatta. Parlando del cameriere, non è niente male, ha un che di Matt Lanter, quello che fa le parodie dei film, si quello bello!

Ha due occhi stupendi... va bene lasciamo stare il cameriere, io voglio Efron.

 

La pizza è diciamo... fa schifo.

Sembra plastica, come possono mangiare una cosa del genere??

Va bene, guardiamo un po' fuori, la città è una cosa straordinaria di notte; le luci sono tantissime e illuminano le strade, le persone sono in giro come fosse pieno giorno.

Ma... ma quello è..èèèèèèèè Zac!!!!!!!

Aspetta mi sposto un po' se è lui corro di fuori!!!

Oddio oddio il mio cuore è impazzito!!

Ah, no, non è lui. E' un uomo grande e barbuto. Cavolo.

“Amore, tutto bene?”

“Si mamma, mi sembrava.. mi sembrava Zac, ma niente, mi sono sbagliata”

“Oh, Jenny, non ti illudere, è impossibile incontrarlo..”

“Si lo so..”

“Sei delusa?”

“Delusa è dire poco.”



Freeeeddoooooo :S Scusate, ma qui ad Ancona è tutto innevato e si gela.. Ho approfittato di questa piccola vacanza per pubblicare il capitolo che a mio parere è molto triste.. Comunque che cosa pensate che succederà? Il viaggio continuerà tranquillamente o accadrà qualcosa di brutto?
S U S P A N C E .
Lasciate commenti ( riusciremo ad arrivare a 3 commenti?? ) vi prego ç____ç
Al prossimo capitolo!

P.S.: Naturalmente grazie a voi che leggete! <3

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Capitolo 17
*** Ash ***


 

Mi sono illusa, si mi sono illusa.

Cosa pensavo? Che Zac mi sarebbe venuto ad aspettare all'aeroporto con una mazzo di fiori?

Che stupida.

Sono le 3 e 47 del mattino e non riesco a dormire.

 

 

Ho praticamente passato tutta la notte in bianco, e adesso, ho un mal di testa terribile.

La mamma è già sveglia, il papà dorme ancora.

“Jenny, dormi?”

“No no” Le sorrido e lei capisce subito che c'è qualcosa che non va.

“Hai dormito sta notte?”

“Molto poco.”

“Come mai?” Ha un'aria molto preoccupata “Ti senti male?”

“No no, sono stata tutto il tempo a pensare.. e pensare”

“Pensare? A cosa?”

“Un po' a tutto, la mia situazione, i miei sogni..”

“Un sogno lo stai realizzando, no?”

“Si, uno si.”

 

Siamo, come ieri, nel centro della città, ma oggi abbiamo deciso di fare più con calma.

Mamma vuole fare il giro dei negozi, per me va bene, lo shopping guarisce un cuore infranto quasi meglio della Nutella!

Papà non è molto contento, odia lo shopping, ma ama di più le sue donne! Iniziamo, spero di uscire viva da questa giornata, in tutti i sensi...

 

Oddio, sono distrutta, abbiamo fatto tutti, e dico, tutti i negozi che trovavamo. Sono stanchissima, mi fa malissimo la testa e tra un po' i piedi mi si staccano. La mamma non voleva esagerare per la mia salute, ma non ho avuto il coraggio di dirle che non stavo benissimo, era così felice..

Vedere le persone che ami parlare con te sorridendoti, con la gioia negli occhi, è la cosa più bella del mondo.

Penso che ormai abbiano capito che non voglio assolutamente che il loro comportamento cambi con me, non voglio sentirmi diversa.

All'inizio, quando è stata fatta la diagnosi, mi trattavano come fossi di vetro; si, come se ogni parte della mia pallida pelle si fosse improvvisamente trasformata in vetro.

Per loro ero delicata, ma allo stesso tempo terribilmente fragile, avevano quasi paura di toccarmi, erano spaventati dall'idea di potermi fare male.

Ho odiato tutto questo più della malattia stessa, e non sto mentendo.

E' questo il motivo per cui non volevo dire niente ai miei amici; passare tra i corridoi della scuola costantemente osservata da tutti, squadrata dalla testa ai piedi.

Ok, stop momento depressione!

 

Tutti dicono che per Los Angeles si incontrino un sacco di persone famose, io non ho ancora visto nessuno. Jennifer, non ti illudere!!

Adesso ci stiamo riposando in un grande parco vicino il centro; è veramente bello, c'è un prato immenso e moltissime persone.

Sono venti minuti che siamo qui, mi piace tantissimo, ci starei tutto il giorno...

“Jenny, ma quella lì, io l'ho già vista, chi è?” papà ha interrotto i miei pensieri poetici e sta indicando una ragazza castana che si trova poco più avanti di dove siamo noi.

“Papà, è di spalle, non la vedo, poi come faccio a conoscerla io, scusa?”

Mi metto a ridere.

“Si si, tu la conosci, mi pare che è quella che ha fatto quel film di merda, quello dove tutti cantano. Dai quello che facevano su Disney Channel”

Disney Channel, film di merda dove cantano, uguale High School Musical!

“Quello dove c'è anche Zac?”

“Si, quello, quel film di merda!” Si vede che non gradisce quel tipo di film?

Ma chi sarà? Da qui non mi sembra di colore, quindi non è Monique Coleman, Vanessa ha i capelli più lunghi e più scuri, poi è magrissima questa..

Pensa, pensa, pensa... ci sono, Ashley!

E' vero! Ashley Tisdale vive a Los Angeles, e dicono che si vede molte volte in giro.

Io la adoro, lei è perfetta, sia bionda che mora è sempre bellissima.

Si, ma non sono certa che sia lei, si dovrebbe girare.

Eccola! Si è girata! E' lei, è leiiiii!!!

“Papà è lei!! Ti voglio beneee!” Mi guarda come fossi pazza.

“Dai, vai a chiederle un autografo.” Mi da una penna e un piccolo quaderno.

“Si, ma vieni con me??” Gli faccio gli occhi dolci, a questi non sa resistere!

“E va bene, prendo anche la macchinetta per una foto?”

“E me lo chiedi anche?”

Ci stiamo avviando verso di lei, non è sola, è con Scott, il ragazzo.

Ho il cuore a mille, sono agitatissima.

Ci siamo quasi, oddio, com'è bella!

“Oh, Ashley?” Le parole mi sono uscite fuori da sole.

Alza lo sguardo, è mille volte meglio dal vivo.

Yes, It's me” Fa un grande sorriso, che ricambio.

Can.. can I have a photo with you?” Non mi è venuto nient'altro da dire, non so nemmeno se è corretto, spero capisca.

Sure!” Ha capito. Si alza in piedi, è alta più o meno quanto me, è vestita benissimo, ha un paio di pantaloni grigio scuro, una felpa grigia e rosa e le scarpe da tennis; è truccata pochissimo e porta i capelli raccolti in una coda.

Mi si messa vicino e mi ha abbraccia, io faccio lo stesso. Smile!

Mi fa anche l'autografo, è molto gentile.

Si è alzato il vento, oh la parrucca!!

Mi si è tolta cavolo! E sotto non mi sono ricresciuti i capelli! Merda!

Ash la prende al volo e ma porge. La guardo imbarazzatissima e ho le lacrime agli occhi.

Oh, I'm very sorry! I.. I'm ill.” Non so perché l'ho detto.

Hey, don't worry.” Sto piangendo come una stupida, lei mi sta abbracciando e mi asciuga il viso.

Thank you Ashley, thank you so much!”




Mancano 4 capitoli alla fine *tatàààà*
Coomunqueee grazie mille a voi pochi le leggere e a voi pochissimi che commentate :) Bhè, Jenny ha incontrato Ash, riuscirà a vedere anche Zac?

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Capitolo 18
*** No ***


 

Non ci posso credere, Ashley Tisdale mi ha abbracciata, mi ha dato un bacio e non si è fatta alcun problema capendo che io sono malata; non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere.

E' veramente come dicono, gentile, carina e simpatica, la adoro! Cioè una star come lei, famosa in tutto il mondo che fa una cosa del genere per una ragazza che non ha mai visto in vita sua...E' fantastica, la adoro! Ah, l'avevo già detto?

 

Mamma mia, ma cos'è questo rumore? Guardo fuori dalla finestra dell'albergo, diluvia.

Benissimo, la pioggia proprio ci voleva adesso, poi sono le 9.30 del mattino, non mi posso rimettere a dormire; va bene, mi alzo.

La luce che i giorni precedenti illuminava tutta la stanza, oggi non c'è; tutto è buio, freddo.

Vado in bagno, ho lasciato la parrucca lì ieri sera; quella parrucca, la quale è anche stata toccata da Ash! Ancora non mi capacito, che fortuna che ho avuto, speriamo accada la stessa cosa con Z.. ok, basta fantasticare su di lui!

Ho le ciabatte accanto il letto di mamma.

Fermi! Oddio mi devo rimettere seduta! Ah!! La testa! Ah!!! Basta! Per favore basta!

“Ahh!!” inizio ad urlare con tutto il fiato che ho nei polmoni.

La mamma si sveglia di colpo “Jennifer! Che è successo?!? Hey, ma stai male??”

Anche papà si sveglia “Cosa succede?!?”

“La testa! Mi scoppia la testa!” Non riesco più a tenere gli occhi su di loro, non riesco a stare concentrata. Vedo solo il pavimento e una parte della coperta del mio letto.

“Jennifer!!!!” E' l'ultima cosa che sento.

 

Ma.. ma cosa è successo? Le tempie, mi fanno male..

Oh, adesso ricordo; il dolore alla testa, le urla della mamma e il buio, devo essere svenuta. Cavolo, e adesso?

Sento ancora il rumore della pioggia che sbatte sui vetri delle finestre.

Provo ad aprire gli occhi. Due sagome scure. Apro bocca.

“Mamma?”

“Jennifer! La mamma sta chiamando il dottore, hai avuto tipo un crollo, ti sei stancata troppo questi giorni.”

Merda. Adesso quello mi fa ritornare a casa.

“No..” mi metto seduta e la stanza inizia a girare.

“Ferma piccola, non ti agitare..”

“Io non voglio tornare a casa! Io voglio stare qui! Siamo arrivati da soli tre giorni! Papà ti prego!!”

Piango, si scoppio a piangere come un bambino di tre anni al quale viene tolto in suo giocattolo preferito.

“Shh, nessuno ha detto che dobbiamo tornare a casa, tranquilla, adesso ci penso io.”

Sorride e lascia la camera.

No, io non lo accetto. Ne sono successe troppe, io non ce la faccio più. Non so se sia un fatto fisico o psicologico, ma mi sento priva di forze. Sono stanca, stanca di tutto, stanca della vita. Perché devo soffrire così? Tanto lo so che morirò, non prendiamoci in giro. Io lo so. Quindi perché continuare a stare così male?!? Perché non finirla qui?!?

Mi metto a guardare fuori dalla finestra. C'è un cimitero. La gente ci passa davanti senza fermarsi, come a dire “tanto non c'è niente di niente lì”, invece no. Si sbagliano.

Lì si trovano i ricordi delle persone che non ci sono più, le loro vite, ma non solo; ci sono anche i loro sentimenti, i loro sogni inespressi, ancora racchiusi nelle loro anime, le loro passioni, i loro amori, i tradimenti, le delusioni, tutto questo, lì, prigioniero dell'eternità.

 

“Pretendo un gelato dopo tutto quello che ho fatto per te” Papà mi ha fatto prendere un colpo, è entrato nella camera da letto saltellando, quindi ne deduco che è.. contento?

“E cosa avresti fatto?” La mia voce è un sussurro, ma c'è un velo di speranza.

“Ho semplicemente convinto il dottore a farci continuare la vacanza..” Ride.

“Cosa?!?!? Ma è fantastico!!!!” Gli salto al collo, cioè è un grande!

“E come hai fatto?” “Allora, praticamente è stato un crollo, come ti dicevo, dovuto alla stanchezza, quindi il rimedio migliore è il riposo. L'areo sarebbe stato micidiale, poi cosa vuoi di meglio di una stanza d'albergo così bella per startene in pace a guardare un film?”

“Grazie, grazie, grazie!! Ma per quanto ci devo stare qui?”

“Per oggi, e poi se domani stai maglio usciamo.”

Amo quel bell'uomo di mio padre.

 

Che sonno.. Oh, ma che ore sono..?

Ho dormito così tanto?? Ieri sera, dopo aver visto tre film di fila, tra cui, naturalmente 17 again, mi sono buttata a letto e mi sono addormentata.

Oggi posso uscire!! Mi tiro in piedi, la testa è ok, le gambe dovrebbero reggere, ci sono.

Il patto era che se mi sentivo bene, andavamo a fare un giro, così per i quartieri della città, molto tranquillamente.

 

Missione compiuta, li ho convinti, si va; anche oggi piove, ma un po' di meno di ieri.

Sono vestita come un eschimese, “non devi prendere freddo” e bla bla bla, mi sono fermata qui ad ascoltarli.

Siamo già in strada.

Le gocce sembrano quasi sfumare le nostre immagini riflesse nelle vetrine dei negozi o nelle auto; l'asfalto è pieno di pozzanghere, che fanno da specchio a uno scorcio di cielo. Le nuvole se ne stanno andando e da una piccolissima parte, in alto, dietro i grattacieli, si può ammirare un bellissimo arcobaleno.

“Amore, dai, non stiamo molto perché ho paura che peggiori, poi” Ecco, la mamma deve sempre rovinare tutto.

“Ma mamma..” non riesco a finire che inizio a tossire. La pancia! Ah fa male, fa male! No, vi prego, non ce la faccio un'altra volta!

Metto la mano alla bocca, e questa cosa calda sotto il naso? Mi guardo le dita, sono sporche.

E' sangue.


Ci crediate o meno, tremavo scrivendo questo capitolo. Tremavo perché ciò che pensa Jennifer riguardo alla sua vita, alla sua guarigione è vero, cioè, la VERA Jenny lo ha detto veramente. Pensare che una ragazza di 16 anni voglia morire perché non ce la fa più a sopportare una malattia è una cosa bruttissima, ma è ancora peggio se si tratta di una persona che conosci. Non sapete quanto sia stato devastante per chi le stava intorno.
Scusate questo piccolo sfogo invece del mio solito commento, ma ci voleva; questo è uno degli ultimi capitoli e come potete benissimo vedere, la situazione sta peggiorando, sta diventando sempre più reale. Tutta la ff si concentra sul SUO sogno, ma bisogna essere realisti e rendersi conto anche di quello che è successo veramente, di quanto sia stato forte il suo desiderio, ma anche di quanto lei ne sia fregata di fronte alla fine della sua vita.
E' difficile accettare una morte, e anche ora, a 5 mesi dalla sua scomparsa, non riesco ad accettarlo, nè io, nè la sua famiglia; 5 mesi da quando la ragazza più forte del mondo ha iniziato la sua nuova vita.
Scusate ancora. Questo non rovinerà assolutamente il finale della storia, che vedrete, vi lascierà si stucco; non vi anticipo niente, vi dico solo che chi, sulla mia pagina di fb, ha già letto la storia, prima ci è rimasto malissimo e poi si è arrabbiato con me per la fine. Capirete poi perché.

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Capitolo 19
*** Realizzando un sogno ***


Luci. Urla. Mani. Camici.

Qualcosa di freddo, gelido.

Una sirena. Buio.

 

 

Tin. Tin. Tin.

L'unica cosa che riesco a sentire.

Beeeeep.

E questo? Apro gli occhi, sono in una stanza bianca, in un letto; sono in ospedale.

Il rumore proviene dalla macchina della flebo, devono cambiarlo; ormai ci ho fatto l'abitudine. La TV è accesa, danno il David Letterman Show, sono ancora in America.

Cerco di tirarmi un po' più su, sono quasi seduta; la mamma è nella poltrona accanto alla televisione.

“Mamma..” non ho un filo di voce. “Mamma.”

Sbatte le palpebre, si sveglia “Jennifer, ti sei ripresa!”

“S..si mamma, cosa è successo questa volta?”

“Emorragia, il tumore si sta propagando.” La sua voce non trema, è fredda, pietrificante.

“Quanto è grave?”

“E'..è arrivato quasi al cervello” Ah. “Questo spiega anche il mal di testa e il resto, non era un crollo”

Adesso non mi sta nascondendo nulla, non mi piace.

Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime, siamo quasi alla fine.

“Puoi uscire per favore? Voglio stare sola”

Annuisce ed esce dalla stanza; spengo la TV e guardo fuori dalla grande finestra.

Piove, non ha mai smesso; le gocce cadono sul vetro e scendono come se stessero gareggiando, ma alla fine di questo sembrano non voler essere risucchiate dal bordo.

Io sono come loro, cado, ma cerco di combattere, provando a non cadere nel vortice della morte, un vortice forte, senza biglietto di ritorno.

Le lacrime iniziano a cadere sulle mia pallidissime guance, sul mio viso privo di espressione.

Non riesco a capacitarmene, nel giro di pochissimo tempo tutto sarà finito.

Io me ne andrò, senza aver passato i sabato sera in discoteca con le mie amiche, senza aver avuto l'opportunità di salutarle tutte, senza aver amato veramente qualcuno, senza averti visto.

 

Qualcuno ha bussato alla porta, è l'infermiera.

Non capisco cosa dice, non ho voglia di sforzarmi.

Cambia la flebo e se ne va; al suo posto arriva il papà.

“Come stai Pagliacetta?”

“Secondo te?”

“Lo so, dai non restare qui a deprimerti, mi accompagni al bar a prendere un caffè?”

“Io.. non..” devo andarci, potrebbe essere uno degli ultimi momenti insieme.

“Si, certo” Gli sorrido e mi aiuta a scendere dal letto.

 

Siamo nell'ascensore, io ho un orrendo camice bianco e porto la parrucca, non riesco più a staccami da essa, anche perché mi ricorda troppo la persona che me l'ha regalata, Ele.

Oh, Ele! E se non riuscissi a salutarla? Se non riuscissi ad abbracciarla per l'ultima volta?

“Siamo arrivati, dai esci”

Basta, non voglio pensarci.

 

Ci avviamo verso il bancone e ci sediamo, papà ordina un caffè per lui e mi chiede se voglio qualcosa anche io.

“No, grazie” rispondo; sono distrutta.

“Ok..”

Beve il caffè fumante, io intanto mi guardo intorno, ci sono molte persone, molti bambini, troppi.

Com'è possibile privare un bimbo della sua vita?? Lui è innocente, non ha fatto niente di male, come è possibile punirlo così?

“Amore, io vado a comprare il giornale, mi aspetti qui? Ci metto un attimo e non voglio che ti stanchi”

“Si, si, vai” Gli faccio un grande sorriso e va.

 

Accanto a me c'è uno sgabello vuoto, da entrambe le parti.

C'è uno stecchino qui sopra, mi metto a giocare con quello.

Ma.. ah, un ragazzo si è seduto vicino a me, mi ha fatto prendere un colpo!

Continuo a giocare con lo stecchino, mi diverto con pochissimo ormai.

Un neonato sta piangendo, mi sta fracassando i timpani, ma lui cosa ci può fare?

Vorrei urlare anche io in questo momento, mettermi ad urlare come una pazza, piangere, sfogarmi, non ce la faccio più!!

Non ce la faccio più, basta, basta, basta, basta!!

 

Oh merda, ho sbattuto su un bicchiere e si è rovesciata l'acqua.

Il ragazzo che mi sta vicino fa uno scatto.

“Sorry” Non lo guardo nemmeno in faccia, e arrossisco.

“No problem” Ma, ma io questa voce l'ho già sentita...

Alzo lo sguardo.

E' Zac.

 

OH. MIO. DIO.

E' Zac! E' lui!!

Mille volte meglio dal vivo, è perfetto, il suo viso, così maledettamente bello!

Il cuore mi sta per uscire dal petto, sono senza parole.

Gli occhi! Gli occhi sono stupendi, azzurri, limpidi.

Faccio fatica a respirare, mi iniziano a tremare le mani.

“Are you ok?”

“Oh..oh... Yes, I'm ok” mi trema la voce, tantissimo.

“I'm Zac Efron” Che sorriso..

“Yeah, I know.”

“And you are..?”

“J.. Jennifer, I'm Italian.”

Oh, Italy! What an amazing place!”

“Yes.” Non riesco a dire altro.

“Why are you in this horrible hospital?”

“Tumor.”

“Tumor? I'm very sorry.”

“Oh, don't worry”

Be happy” conclude.

Papà è tornato qui e mi guarda, è quasi sul punto di piangere, sapeva tutto.

“Grazie!”

“A photo?” amo quest'uomo.

Mi alzo in piedi, e Zac fa lo stesso, ci avviciniamo, ci stiamo per toccare.

Mi ha sfiorato la spalla e ora mi abbraccia la vita; io lo imito e mi appoggio su di lui.

Papà scatta e automaticamente una lacrima calda inizia a scendere, fino a bagnare la maglia azzurra di lui.

“Thanks.”

Mi autografa il camice e un foglio che mio padre si era portato via dalla stanza.

 

To Jennifer.

Baby remember to smile.

Everything is going to happen, every time.

With a smile you can make someone happy.

I have to thank you for cross my path.

I'm going to remember this day forever

you've changed my life.

 

With Love.

 

Zac Efron.”

 

Questo è quello che ha scritto.



Lei realizza il suo sogno. La vera Jennifer avrebbe dovuto farlo.
Finalmente il mio capitolo preferito in assoluto, anche perché sono anche io una fan del bello di HSM; sarò ridicola ma sto piangendo, è passato troppo tempo da quando ho scritto questo capitolo.

 
Vorrei ringraziare i fan della ff, che sono arrivati fino a qui, in particolare
khika liz che commenta ogni volta, grazie cara <3
LightningStrike Ciao e grazie mille. Allora, Giorgia no, non sono io per sfortuna, ma la sua migliore amica, io vivo dalla parte opposta d'Italia e non ho potuto condividere direttamente con lei tutti i giorni della malattia, parlavamo su msn. Comunque lei non è andata in America era parte del suo sogno :)
Sono triste di annunciarvi che mancano 2 capitoli, uno un po' particolare, alla fine.
Continuate a commentare, mi fa tanto piacere <3
G.

 

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Capitolo 20
*** Il ritorno a casa ***


 

Sono ancora ricoverata, ma vi confesso, sono felice.

Zac Efron mi ha abbracciata e mi ha detto di aver, in qualche modo, cambiato la sua vita, nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.

 

Sono le 18.30 e alle 19.00 parte l'aereo; siamo all'aeroporto LAX, e stiamo per partire. Non ce la faccio più, ho male alle gambe, al petto e alla testa; questo viaggio è stato devastante, mi è quasi costato la vita, ma la cosa positiva è che ho realizzato il mio sogno.

Non so nemmeno spiegare come mi sento, sono stafelice! Cioè è un'emozione indescrivibile!

Oh, hanno chiamato l'aereo, dobbiamo salire.

 

Siamo sopra, ci aspettano “solo” diciotto ore di volo, evvai! Questa volta non ho molto sonno, mi fa troppo male la testa..

“Mamma, posso prendere qualcosa per la testa?”

“No, mi dispiace..”

Nemmeno le medicine? E' no!

Jennifer, sii paziente, quando tonerai a casa.. a casa? No! Quello neanche! Quando ritornerai in ospedale!

Non ne posso più, veramente, è troppo!

Io non ho più la forza, non riesco a resistere. Vorrei urlare dal dolore, sbattere, correre, saltare!

Basta che tutta questa roba finisca.

Mi viene anche da vomitare, ottimo.

“Papà, hai una caramella?”

“Si, perché?”

“Mi viene da vomitare”

“Cosa??” ecco, già la mamma si agita..

“Si, mi viene un po', poco poco, da vomitare”

“Oddio amore! Prendi questa busta, così semmai fai qui dentro.”

“Mamma!!”

Papà ride, certo, io faccio figuracce con tutto l'aereo e lui ride.

Prendo questa cavolo di busta, almeno lei è contenta.

“Papà, me la puoi dare quella caramella o no?”

“Si certo.” Aspetta, mi viene da...

 

Mi sono ritrovata con la testa dentro la busta, ho vomitato tutta la cena.

Adesso mi scoppiamo le tempie, devo dormire.

 

“Jenny, dai che è ora”

Ora, di cosa? Ah, si, dobbiamo scendere.

Wow, ho dormito come l'altra volta, colpa dell'alieno..

Siamo a terra, oh! Sono caduta. Le gambe, ah.. Fanno male, fanno tanto male.

“Jennifer!!!

“Sto bene mamma, tranquilla”

Mi ritiro in piedi, ce la posso fare, ce la devo fare.

“Andiamo” faccio cenno con la testa e ci avviamo verso l'aeroporto della mia Venezia.

 

Check in dopo check in e ora siamo in auto.

In viaggio verso casa, per poi ricoverarmi, di nuovo.

Ci siamo, il lettino di metallo, la coperta a fiorellini blu, la flebo, la piccolissima TV e il poster di Zac, si, c'è tutto.

Tutto è rimasto come prima, o quasi, una cosa è cambiata, e quella cosa sono io.

Sono cambiata, sono cresciuta.

Mi ricordo la prima volta che sono entrata qui, mi ero sentita spaventata, terribilmente spaventata; qualsiasi oggetto, sia un cuscino, che le siringhe, mi terrorizzavano.

Ora sono qui, e non so quello che mi aspetta. Sono, però felice, soddisfatta del modo che ho vissuto questi 15 anni, del modo in cui ho amato le persone accanto a me e di come ho creduto in me e nel mio sogno. Adesso, non sono più sicura di niente, non so se potrò uscire più da questo posto e se potrò rivedere Ele.

“Ma.. ma quella cos'è?”

“E' una busta, l'ha portata Ele.”

“Mamma,papà mi potete lasciare da sola per favore?”

“Certo amore.” Mi danno un bacio e se ne vanno.

 

Prendo la busta, c'è scritto sopra il mio nome, apro. Ci sono diversi fogli: due lettere e quattro foto.

Le foto sono quelle che io ed Ele ci siamo fatte il giorno del mio compleanno e questa è una inseme a lei da bambine; oddio, sto piangendo, mi devo sedere.

Adesso voglio leggere le lettere. L'infermiera è entrata, deve attaccarmi la flebo.. fa male tutte le volte; questa volta, però c'è un liquido diverso, molto più forte, evidentemente.

Ritornando alle lettere, mmm... leggiamo questa.

 

Cara Jenny,

sono Anna, strano leggere una cosa scritta da me, vero? La verità è che non sono riuscita a venire da te di persona.

Oddio, non ti puoi immaginare come mi sono sentita quando mi hanno detto che stavi peggiorando!

Non sapevo cosa pensare! E' per questo che ti ho scritto.

 

Mi ricordo i primi giorni di scuola, quando non c'eri. Io non ti conoscevo, e provato a darti un volto tutte le volte che le prof facevano l'appello.

Quando ti ho conosciuta è cambiato tutto. Eri seduta un paio di posti dietro di me, portavi la parrucca. Ti giuro, non sembrava! Eri bellissima!

Ti ricordi che mi hai sorriso? Io si, è stata una cosa fantastica. Poi, piano piano, ci siamo avvicinate, ci sentivamo tutti i giorni, e tu mi contattavi tutte le volte che potevi, tutte!

Eravamo sempre più unite, ci sentivamo spesso per telefono, mi chiamavi anche per chiedermi i compiti e così via.. Poi un giorno abbiamo deciso di "sposarci", che pazze! Eravamo troppo unite, a

scuola stavamo sempre insieme, mi facevi sorridere sempre, mi incoraggiavi su tutto! Sei un'amica stupenda! Poi abbiamo cominciato a chiamarci maritina mia o moglie mia. Ci sentivamo sempre, anche perché a scuola non venivi molto. Stavamo le ore al telefono e tu mi raccontavi tutto ciò che facevi, tutto quanto proprio. Le foto insieme? Bellissime. In ogni messaggio mi dici che sono un'amica fantastica, e io non trovo mai le parole perfette per risponderti, perché nessuna potrebbe descriverlo.

Ecco, sto piangendo ripensando a questi bei momenti passati con te.

 

Ti voglio bene maritina mia, no ti dimenticare mai di me, mai.

Anna”

 

Oddio, Anna! Il foglio si è macchiato con le mie lacrime; lei per me c'è sempre stata, la mia mogliettina! Vorrei abbracciarla, stringerla forte a me! Non posso, però.

Apriamo l'altra lettera,

 

Amore, quando torni mi trovi già lì. Baci Ele”

 

Sento bussare, è lei.

“Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee”

“Ciaooo Eleeeee”

“Racconta tutto!”

 

Stiamo le ore a parlare, le parlo del viaggio, della città, di Ashley e di Zac. Sembra felice, sorride e piange con me quando le dico dell'autografo e della dedica.

 

“Ele, è tardi, dovresti andare a casa”

“Si zia, vado” La mamma è venuta a chiamarla, dice che per la mia salute non va bene stare tanto tempo a chiacchierare, mi stanco troppo.

A dire la verità sono stravolta, vorrei tanto dormire...

“Allora Jenny, io vado..” le sue parole sono cariche di tristezza. “Ci vediamo presto?”

“Certo, prestissimo, cugina.”

Ha i piedi incollati al pavimento, non riesce a lasciarmi.

Scoppia a piangere e mi si getta al collo.

Rimaniamo abbracciate come il primo giorno che mi è venuta a trovare, ci stringiamo forte, come per imprimere nelle nostre anime quel momento.

Mi ha lasciata e sta andando via; prima di uscire dalla stanza si gira, in lacrime e mi fa un grande sorriso.

 

Questo è stato un addio bruttissimo, abbiamo cercato di comportarci come se avessimo molto tempo, ancora. Entrambe, sappiamo che non è così. Questa è stata, molto probabilmente, l'ultima volta io e lei da sole.

 

Mi metto a dormire, non riesco più a stare sveglia.

Vedo i miei genitori che mi guardano dal vetro della camera, chiudo gli occhi...

 

 

Ah, sapete una cosa?

A volte i miracoli possono accadere.


  
Eccoci qui, all'ultimo vero capitolo della ff.. non vi arrabbiate per il finale, nel prossimo vi spiegherò tutto. :)
Il prossimo arriverà, però, al mio ritorno da Verona, dove starò con "Ele", la cugina di Jenny; spero di poter andare al cimitero a trovarla..
Coomunqueee io ho potuto conoscere "Jenny" di persona e sono stata con lei una giornata intera, poi abbiamo parlato su msn :) Ah, Anna non sono io, ma una delle sue migliori amiche, che mi ha chiesto di aggiungerla nella storia :)

Ora, ancora grazie a voi che leggete, spero che vi sia piaciuta la storia, al prossimo e ultimissimo capitolo!

G. 

 

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Capitolo 21
*** Ora parlo io ***


 

“Ah, sapete una cosa?
A volte i miracoli possono accadere.”

 

Jennifer è morta? E' ancora viva?

Nessuna delle due.

 

Volete la verità? Io non ho avuto il coraggio di dare una fine a questa storia. Ho voluto, infatti, finirla così, con un finale libero.

So che molti di voi si sono affezionati a lei, per questo vi lascio pensarla come volete; se voi pensate che lei sia morta, lei lo è, se invece credete nei miracoli, lei è ancora viva.

 

 

“Jennifer” in realtà si chiamava Valentina, la cugina di una mia carissima amica. Lo so, potrei sembrare un'ipocrita scrivendo questa Fan Fiction, ma a me è servita, è servita tantissimo; parlando con le persone che la conoscevano, mi sono resa conto di quanto lei fosse importante, e, quello che le è successo, mi è sembrato ingiusto.

Come si può morire a 16 anni?!? A 16 anni sei nel pieno della tua vita, non puoi morire!

Io non lo concepisco!

Io ho avuto la fortuna di incontrarla e di passare con lei una bellissima giornata, e chattando siamo siamo diventate amiche.

Così mi sono messa a scrivere quello che, secondo me, sarebbe dovuto succedere veramente.

 

Quando ho buttato giù il primo capitolo non avrei mai pensato di continuare a farlo con altri 19, e con questo 20.

Anche io, sono cresciuta di capitolo in capitolo, e questo si vede dal mio modo di scrivere; io ci ho quasi fatto apposta a mettere nei primi, frasi come “Ciao. Sono Jennifer, abito a Venezia da 14 anni. E' un po' di tempo che sto chiusa in camera perché ho la febbre.... che palle!” e frasi come “Continuo a vivere con la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, che ogni cosa che faccio potrebbe essere l'ultima e che, chissà quando, non avrò più la possibilità di vedere le persone che amo.” negli ultimi.

Questo dimostra che anche lei, Jennifer, a causa di questa malattia è diventata più matura e consapevole di quello che le aspettava.

 

Riprendendo cosa stavo dicendo prima, Jennifer è Valentina. Nella realtà, quel giorno è andata in coma, e quattro giorni dopo ci ha lasciato. E' stata la persona più forte del mondo, ha dovuto soffrire moltissimo, ma ora sta meglio, e da lassù ci guarda e ci protegge.

 

Vale, io ho fatto tutto questo per te, spero tu ne sia contenta.

 

Sono appena tornata da “Venezia” cioè Verona, dove è nata e cresciuta Valentina; è stato strano, strano andare su e non sentire nessuno parlare di lei, non aspettare di vederla.

“Cercano di dimenticare” mi ero detta, invece, entrando in casa della cugina, Ele, ho trovato le pareti tappezzate da sue foto, prima della malattia, con la parrucca e con i capelli cortissimi; c'era un poster con scritto “Sei sempre nei miei pensieri”.

Infatti loro non dimenticano, non vogliono dimenticare.

Nella loro cucina c'è un bigliettino: “Notte anche a te zietta! Ti voglio bene, Vale.”. In camera di Ele, una foto di loro due insieme e tutti foglietti scritti e scarabocchiati da Vale. Ele aveva anche attaccato questa frase:

La morte non è niente

noi siamo andati semplicemente nella stanza accanto.

Noi siamo noi, voi siete voi,

per voi noi saremo sempre ciò che siamo stati.

Dateci il nome che ci avete sempre dato,

parlateci come avete sempre fatto.

Continuate a ridere di ciò che ci ha fatto sempre ridere.

Pregate, sorridete, pensate a noi.

Che il nostro nome sia pronunciato in casa

come è sempre accaduto.

Il senso della vita è sempre lo stesso,

il filo non si è interrotto.

Perché dovremmo essere fuori dai vostri pensieri semplicemente perché siamo fuori

dalla vostra vita?

Noi non siamo lontani,

siamo solamente dall'altro lato della strada.”

 

Sono andata al cimitero, che ospita la sua piccola tomba; una croce di marmo bianco, la sua bellissima foto e i fiori, tantissimi fiori. Su un piccolo contenitore sono raccolti i regalini e i braccialetti lasciati dai suoi amici, peluches. Mille ricordi, tutti lì.

 

La cosa che in assoluto mi ha più colpita, è stata una foto, attaccata nella parte bassa della croce, una foto di Zac. Un suo primo piano, bello come sempre. Forse ci ho azzeccato inserendolo nella storia, no?

Thanks

 

Vorrei ringraziare la mia amica Jo, con la quale ho scritto un paio di capitoli; a lei va un ringraziamento particolare perché era con me quando mi hanno dato la brutta notizia il 20 luglio, lei era lì, ad asciugarmi le lacrime e a dirmi di stare tranquilla. Grazie.

Poi devo ringraziare Sa, tutte le mie amiche e tutti i miei amici per avermi aiutato in questo periodo bruttissimo. Grazie.

Devo anche ringraziare le amiche di Valentina, che non si sono arrabbiate leggendo, ma mi hanno fatto i complimenti e mi hanno dato alcuni suggerimenti per migliorarla sempre di più.

Ci siete anche voi, lettori; grazie per aver letto tutto, e se siete arrivati fino a qui, già è tanto, sapete quanto per me è importante.

Lettori di EFP, grazie anche a voi, a voi che avete letto e avete commentato.

Grazie a:

 

Ultima persona da ringraziare, è la più importante, Ele, alias Arianna, la cugina di Vale.

Ari, grazie mille per avermi permesso di scrivere tutto questo, per esserti commossa leggendo le mie parole.

Non sai quanto mi dispiace averti fatto soffrire ricordando quello che è successo! Tu, però, mi continuavi a dire di non smettere di raccontare la sua storia, “E' una storia che si deve sapere” mi avevi detto.

Grazie Ari .

 

Devo dire che scrivere questo è stato mille volte più difficile che scrivere dal punto di vista di Jennifer, quindi la finisco qui.

Spero di avervi emozionato e di avervi fatto affezionare a Valentina.

Proteggici stellina, e grazie mille anche a te <3

 

 

Ah, sto scrivendo un'altra ff, un po' diversa e frutto della mia immaginazione, la leggerete?

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