NOI SIAMO ROBIN HOOD! - Il Guerriero Del Re

di HikariMoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 NOTA:  La storia è ambientata a partire da dopo che Robin ha inviato Lerdner al re ma prima che Marian venga scoperta e quindi prima della tragica spedizione in Terra Santa.
 
Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction su Robin Hood! Siate clementi e aiutatemi a migliorare se potete! Ho deciso di scriverla perché come è finita la seconda serie mi ha lasciato amaro in bocca... quanto ho pianto davanti alla tv! Ma lasciamo stare... vi premetto che questa è solo la prima di una serie... spero più lunga possibile! Quindi incrociando le dita... buona lettura! By HikariMoon
 
P.S. per chi avesse già letto il capitolo, comunico che dopo il consiglio di x_LucyLilSlytherin, ho deciso di riscriverli in un altro modo e, a causa del fatto che è mi è venuto molto più lungo, ho deciso di dividerlo in quattro parti. In ogni caso quello che succede è più o meno uguale a prima. Comunque consiglio anche a chi lo avesse già letto, di rileggerlo.
 
ACCAMPAMENTO DEL RE - TERRA SANTA
 
L’interno della tenda era pieno di bauli, tavoli e oggetti del re. Dall’entrata solo parzialmente chiusa si intravedevano il deserto e le sue dune sabbiose, che la maggior parte delle volte circondavano le città della Terra Santa. Ogni tanto nello stretto campo visivo passavano dei soldati, soli, a coppie o a gruppi, che andavano da una parte all’altra dell’accampamento non essendoci pericoli in lontananza. Alcuni di loro probabilmente andavano comunque a dare il cambio ai soldati di guardia, onde evitare attacchi a sorpresa. La spessa tenda e la piccola apertura facevano si che i rumori esterni del campo e le voci arrivassero all’interno attutite. Davanti al tavolo centrale, pieno di carte geografiche, c’era un uomo piuttosto robusto che dava le spalle all’entrata. Indossava l’armatura e sopra c’era la stoffa bianca con la croce rossa simbolo dei Crociati. L’uomo aveva le mani posate al tavolo e sul volto un’espressione corrucciata e pensierosa che si rifletteva e traspariva dagli occhi. In quel momento un uomo più giovane era entrato nella tenda spostando con una mano la stoffa. L’uomo aveva corti capelli biondi e un piglio deciso. Quando l’altro si era voltato, evidentemente di grado più elevato del suo, l’uomo si era immediatamente inchinato. << Quali notizie Carter? >> << Purtroppo nessuna mio signore, le truppe del saladino sono ancora ferme dove si trovavano ieri. >> L’altro uomo, che altro non era che re Riccardo Cuor di Leone, aveva accolto le parole in silenzio, annuendo con la testa. Come soppesando quelle parole si era messo a camminare, riflettendo tra sé e sé. << Vorrei tanto sapere quali sono le sue intenzioni… >> Dopo qualche istante si era di nuovo voltato verso Carter. << Carter, vai pure e in caso di novità voglio essere immediatamente avvisato. >> Carter si inchinò nuovamente e si voltò per uscire. Non appena fatti pochi passi, però, si era fermato e voltato, tenendo sollevata con la mano la tenda. << Mio signore... >> Re Riccardo aveva alzato di nuovo lo sguardo dalle carte che si era rimesso a guardare. << Si? >> Prima di parlare Carter aveva sospirato per farsi coraggio, temeva che le sue parole suonassero come insubordinazione. Dopo alcuni istanti di esitazione aveva ripreso coraggio e, forse, anche un po’ di arditezza. Quella domanda gli premeva troppo. << Non voglio mettere in dubbio le vostre decisioni... >> Il tono era deferente e comunque leggermente titubante. Lo sguardo del re era tranquillo e non sembrava offeso. Carter decise di continuare, ormai aveva ripreso tutta la sua sicurezza. << Ecco... ma pensate che sia stata la più giusta, la vostra decisione in merito al messaggio di Robin... di Robert di Locksley? >> Il re si era voltato in silenzio a guardare la cartina dell’Inghilterra appesa alla tenda. << Sono certo che sarà molto più utile a loro che a noi, soprattutto adesso che siamo in una situazione di stallo... >> A quel punto, come ricordandosi di quel particolare, il re si era voltato verso Carter. << Il messaggero è partito prima, come avevo ordinato? >> << Sì, maestà. Arriverà con un paio di giorni d’anticipo. Robin verrà avvisato in tempo. >> << Ottimo. Ora va, Carter. >> << Ai vostri ordini, maestà. >> Carter si era voltato ed era scomparso nel campo, confondendosi tra gli altri soldati. Re Riccardo, rimasto solo, si era rimesso a pensare al messaggio di Robin Hood, alias Robert di Locksley. Esso lo avvisava che il principe Giovanni, suo fratello, insieme allo sceriffo di Nottingham e ad una schiera di cavalieri neri cospirava contro di lui. Capiva benissimo la situazione di crisi in cui versava l’Inghilterra, una crisi forse fatale, ma lui da lì non poteva fare niente... e lo sapeva. Come sapeva che in quel momento non poteva tornare. Poteva solo sperare in Robin Hood e nella sua banda.
 
Ecco la prima parte riscritta del primo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate, ok? ringrazio ancora x_LucyLilSlytherin per seguiremi, a Leowynn95sempre per seguirmi e a sun95 per aver inserito questa storia tra le sue preferite. HikariMoon

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 Questa è la continuazione del precedente capitolo e per chi non lo sapesse ancora è la seconda parte riscritta dell’unico capitolo che avevo già inserito. Buona lettura! HikariMoon
 
CASTELLO DI NOTTINGHAM
....un paio di mesi dopo....
 
Lo sceriffo sedeva comodamente sulla sua sedia con schienale, un bicchiere di vino tra le mani.
Improvvisamente la porta si era aperta. Dietro di essa era apparso un uomo alto vestito di nero e con i capelli neri che, dopo aver fatto qualche passo, aveva fatto un mezzo inchino verso l’uomo seduto. Poco dietro di lui c’era un altro uomo con i capelli marrone chiaro. << Che notizie Gisborne? Il prigioniero ha parlato? >> Dalla sua voce traspariva una punta di crudele felicità malcelata. L’uomo con i capelli neri rispose subito con voce ferma. << Ci siamo quasi. Ormai sta per cedere. >> L’uomo seduto, ovvero lo sceriffo di Nottingham, accolse le parole con un leggero fastidio. << Devo ammettere che Riccardo sa scegliere bene i suoi messaggeri... devo torturarli per ore prima che parlino. >> Senza aspettarsi risposta dagli altri due, lo sceriffo posò il bicchiere e si alzò dalla sedia battendo le mani sul poggiabraccia, un sorriso malvagio dipinto sul volto. << Ma altrimenti, dove sarebbe il divertimento? Forza, portatemi da lui. >> Gisborne aveva annuito. << Seguitemi. >> Poi si era voltato verso l’altro che non aveva ancora detto una parola. << Allan non serve che tu venga, ma resta pronto a venire se ti chiamo. >> Allan aveva annuito e si era spostato di lato per farli passare. << Come vuoi. >> I due uscirono dalla stanza e si avviarono nel corridoio destro, senza accorgersi che qualcuno per tutto quel tempo, da dietro la porta, li aveva spiati. Quando i due erano scomparsi dietro l’angolo, la spia, una donna, si era avviata di soppiatto dietro di loro, ma una voce l’aveva fermata quasi subito. << Non smetti mai di spiare, Marian? >> Marian si era voltata verso di lui e lo aveva guardato con uno sguardo inequivocabile. << Allan, prova solo a dirglielo... >> << Stai tranquilla, non ti tradirò... te lo promesso, no? >> A quel punto Marian lo aveva ignorato e si era rimessa a seguire lo sceriffo e Gisborne. Nel frattempo Allan, dopo averla vista sparire, si era allontanano dalla parte opposta.
Dopo aver disceso alcune rampe di scale lo sceriffo di Nottingham e Gisborne erano arrivati finalmente alla loro destinazione: le segrete. Senza perdere tempo i due si erano diretti verso una cella dove c’era un uomo riverso a terra, affaticato dalle torture subite. Non appena lo aveva visto, sul volto dello sceriffo era apparsa un’espressione divertita. << Bene, bene e così tu saresti il famoso messaggero... e un messaggero porta sempre un messaggio, qual è il tuo? >> L’uomo, seppur affaticato, aveva cercato di alzarsi riuscendoci solo in parte. << Il messaggio è di re Riccardo e deve essere ascoltato solo da Robert di Locksley. >> << Peccato che Robin Hood non sia qui e che tu non farai mai in tempo a dirgli niente perché io ti farò uccidere. >> Il messaggero era rimasto muto e lo sceriffo, leggermente seccato, aveva cominciato a camminare avanti indietro mentre Gisborne, vicino alla parte, rimaneva impassibile. Dopo qualche istante lo sceriffo si era voltato di nuovo verso il prigioniero. << Ma forse potremmo metterci d’accordo... facciamo così, tu mi dici il messaggio e io ti lascio in vita. Dopotutto chi ti potrebbe criticare? E poi il re non lo verrebbe mai a sapere. >> << Il messaggio deve... >> Lo sceriffo era visibilmente annoiato dai pochi risultati che stava ottenendo. << Sì, sì... deve essere consegnato soltanto a Robert di Locksley. >> A quel punto la voce dello sceriffo aveva cambiato tono, diventando più infuriata. << Ma lui non c’è e tu devi decidere se morire o salvarti la pelle! Hai ancora dieci secondi per rispondermi o fra dieci minuti la tua testa penderà sulla forca al centro della piazza! Uno, due, tre, quattro, cinque... >> Il messaggero era combattuto... salvarsi la vita avrebbe significato tradire il re. Lo sceriffo però continuava a contare.
 
Mi C’è un po’ di suspense, vero? Ovviamente parlo con chi non aveva ancora letto la precedente versione del capitolo che comprendeva anche questa parte. In ogni caso spero che vi sia piaciuto. I soliti ringraziamenti a Leowynn95, x_LucyLilSlytherin e sun95. HikariMoon

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 Ed ecco la terza parte. (non mi va di ripetermi per chi no sapesse il motivo per cui la chiamo terza parte si vada a vedere quello che ho scritto nei precedenti capitoli. ^-^ ) Continuo a sperare che vi piaccia e a sperare in qualche recensione. Apprezzo le critiche che possono aiutare a migliorarmi e se mi aiuterete mi farete un favore. HikariMoon
 
CASTELLO DI NOTTINGHAM 
 
<< Nove e dieci. >> Sul suo volto si dipinse un sorriso da squalo. << Tempo scaduto. Carceriere preparatelo per la forca. >> Il cancelliere aveva annuito compiaciuto e aveva inserito le chiavi nella serratura della cella. A quel punto il messaggero, con gli occhi bassi e con un filo di voce, vergognandosi della propria debolezza, aveva deciso di parlare. << No, aspettate... parlerò. >> Lo sceriffo aveva subito fatto cenno al secondino di fermarsi. << Ma davvero? Ottimo, parla pure. Siamo tutto orecchi. >> << Il re ha inviato a Robert di Locksley un guerriero... in modo che lo aiuti qui in Inghilterra contro i nemici della corona. >> La sua voce era diventata quasi un sussurro, tanto che sembrava parlare con sé stesso. << Il suo nome è... >> A quel punto però si era fermato. << Non ho capito l’ultima cosa cha hai detto. >> Negli occhi del messaggero era riapparso un barlume di orgoglio. << Niente, il messaggio è questo. >> << Soltanto questo? E non ti ha forse detto quando e dove arriverà questo cavaliere? O magari come si chiama. >> << Il nome non lo conosco, so solo che sarebbe dovuto partire tre giorni dopo di me e che sarebbe arrivato nella foresta per la strada maestra. >> << Tre giorni? Ma allora dovrebbe arrivare domani... Grazie mille amico, avrà l’accoglienza che merita. >> A quel punto l’uomo si era allontanato di qualche metro e a quel punto Gisborne, a braccia incrociate, gli si era avvicinato. << Che ne facciamo? >> << Per il momento lasciamolo ancora in vita, potrebbe esserci ancora utile. >> Mentre lo sceriffo si stava allontanando salendo le scale, Gisborne si era voltato verso il carceriere facendogli un cenno che l’uomo aveva subito capito. Dopo aver annuito il carceriere si era seduto su una sedia mentre Gisborne raggiungeva lo sceriffo su per le scale. Il messaggero lo aveva fissato fino a quando era scomparso, accasciato a terra. Ora a opprimerlo non c’era solo la stanchezza ma anche la vergogna di aver parlato.
Quando i passi dei due uomini si erano sentiti oltre la porta socchiusa accanto cui Lady Marian era stata per tutto quel tempo cercando di sentire che cosa stava succedendo lì sotto e contemporaneamente guardandosi attorno, la donna si era ritratta il più velocemente possibile. Sentendo le voci sempre più vicine Marian si era voltata e si era messa a camminare il più velocemente possibile, sperando di allontanarsi in tempo. Anche questa volta però non era riuscita a fare più di qualche metro prima di essere fermata da una voce. << Marian. >> A quel punto, cercando di mantenere la calma, Marian si era voltato fingendosi stupita di vedere lì i due uomini. << Guy, sceriffo... >> << Cosa ci fate qui Marian? >> La donna era in leggera difficoltà: doveva trovare una bugia credibile nel minor tempo possibile. << Ecco... io... vi stavo cercando. >> Lo sceriffo era visibilmente infastidito, a differenza di Gisborne,  ma si finse stupito. << Ma davvero? Ora ci hai trovato. Qual è il motivo? >> << Bhe, vedete... ho bisogno di andare la mercato per comprare della stoffa. E volevo chiedervi il permesso. >> Lo sceriffo, nascondendo sempre meno il suo fastidio, si chiese mentalmente perché quella donna arrivasse sempre nei momenti più inopportuni e come fosse possibile che riuscisse a consumare così tanta stoffa in così poco tempo. Non volendo però perdere tempo con lei, annuì annoiato. << Sì, va bene... ovviamente sarete accompagnata da una guardia. >> << Ovviamente. >> Senza aspettare altro Marian aveva accennato un inchino e si era allontanata, scomparendo in breve tempo dalla vista dei due. << Vado ad avvertire la guardia di scortare Marian. >> << Ah, Gisborne. Fai preparare un soldato fidato. >> << Per quale motivo, mio signore? >> << Dopotutto il messaggio era per Robin Hood... non sarebbe carino da parte nostra non farglielo avere. >> << Capisco, mi occuperò immediatamente anche di questo. Darò subito disposizioni ad Allan. >> << Meglio di no, Gisborne. Preferisco che questa missione resti segreta. >> << Come vuole. >> Dopo che anche Gisborne se ne era andato, lo sceriffo aveva iniziato a percorrere lentamente lo stesso corridoio percorso poco prima da Marian, immerso nei propri pensieri.
 
Con questa parte siamo alla penultima della precedente versione dell’unico capitolo. Dopo il prossimo capitolo finalmente ci sarà un capitolo completamente ex-novo. Grazie ancora a Leowynn95, x_LucyLilSlytherin e sun95. HikariMoon

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 Salve a tutti! Con questo finisce il capitolo rifatto e diviso in parti. Dalla prossima volta, roba nuova! In ogni caso spero che la roba vecchia vi sia piaciuta. HikariMoon
 
CORTILE DEL CASTELLO
 
Non è passato molto tempo da quando Gisborne e lo sceriffo sono stati nelle segrete. Lo sceriffo continuando a pensare aveva raggiunto il cortile del castello e camminando davanti all’entrata aveva guardato con evidente disprezzo i popolani. Quando si stava avvicinando di nuovo alle scale per rientrare nel castello era stato raggiunto da Gisborne. L’uomo era insieme ad un altro uomo vestito poveramente e semi piegato dal dolore o per lo meno così sembrava. Lo sceriffo lo aveva guardato per qualche istante e poi soddisfatto si era rivolto a Gisborne. << Ottimo lavoro Gisborne, veramente ottimo lavoro. Quasi quasi ingannavi anche me. Ci possiamo fidare? >> << Sì mio signore. >> Lo sceriffo a quel punto si era rivolto direttamente all’altro. << Allora, vediamo... cosa devi fare “messaggero del re”? >> L’uomo lo aveva guardato sempre accucciato e aveva parlato con una voce che non rispecchiava il dolore che sembrava provasse. << Devo andare nella foresta e, quando Robin Hood mi troverà, dovrò consegnarli il finto messaggio. Poi fingendo di andare verso la costa, tornerò qui. >> Un sorriso soddisfatto e compiaciuto si era delineato sulle sue labbra. << Perfetto, ora vai. >> Gisborne a quel punto aveva guardato il soldato che non si accennava a muovere. << Non hai sentito? >> Per fargli capire di muoversi Gisborne gli aveva dato uno spintone. << Muoviti! >> A quel punto, dopo aver fatto un cenno con il capo, l’uomo si era allontanato correndo. Alla porta del castello si era voltato per un istante, ma poi aveva ripreso la sua corsa scomparendo tra la folla. Guardando dove l’uomo era scomparso, Gisborne di era avvicinato allo sceriffo. << Cosa devo fare di lui quando torna? >> << Uccidilo. Nessun testimone Gisborne, ricorda. >> Lo sceriffo impassibile, ma nel profondo degli occhi un barlume di soddisfazione, aveva risposto come se niente fosse. << E del vero messaggero? >> << Fa uccidere anche lui... tanto a pensarci bene non ci serve più a niente. >> << Come desidera. >> Nel frattempo Marian era apparsa sulle scale e aveva fatto in tempo a veder correre via quello che le credeva essere il messaggero. Mentre era lì ferma, lo sceriffo l’aveva raggiunta per rientrare nel castello. Quando l’aveva vista si era subito vista sulla sua faccia il fastidio che lo sceriffo provava per ritrovarsela di nuovo fra i piedi. Marian non ci aveva fatto caso, neanche lui dopo tutto le andava a genio, ma quando alle sue spalle aveva visto apparire la guardia che avrebbe dovuto accompagnarla, si era voltata sospirando annoiata e seccata. Quando però aveva raggiunto Gisborne aveva fatto finta di essere contenta per il permesso accordatole. << Grazie Guy. >> << Di cosa? >> << DI permettermi di andare al mercato. >> << Non dovete ringraziare me, ma lo sceriffo. >> << Come volete... >> A quel punto Marian aveva cominciato ad allontanarsi ma quasi subito aveva sentito la voce di Gisborne che la chiamava. << Marian... >> La donna si era voltata facendo fermare con lei la guardia. << Si? >> << Cercate di non fare tardi... >> << Certamente. >> Detto questo Marian aveva ripreso a camminare e, seguita dalla guardia, era stata inghiottita tra la folla di popolani. Gisborne invece era rimasto qualche istante ad osservarla finché non era scomparsa. Poi era rientrato rapidamente nel castello.
 
Chissà cosa ha intenzione di fare Marian al mercato... in ogni caso lo scoprirete presto. Comunque devo fare le mie scuse a ... perché avevo promesso che entro questa settimana avrei cercato di risistemare il capitolo e di aggiornare ma purtroppo no c’è lo fatta. Non è che manchi l’ispirazione, purtroppo manca il tempo! Cercherò comunque di farmi perdonare aggiornando il prima possibile. Ad ogni modo grazie x_LucyLilSlytherin. (spero che continuerai comunque a seguirmi!) e ovviamente grazie anche a Leowynn95 e a sun95.HikariMoon

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 Ed eccomi finalmente di nuovo qui con un capitolo nuovo. Purtroppo non è molto lungo ma questa settimana è stato difficilissimo trovare un po’ di tempo per scrivere, soprattutto avendo anche un’altra storia da dover portare avanti. In ogni caso finalmente entreranno in scena il nostro caro Robin Hood insieme alla sua banda. Spero di non avervi rovinato la sorpresa, buona lettura! HikariMoon
 
ACCAMPAMENTO DEI FUORILEGGE - FORESTA DI SHERWOOD
 
La banda di Robin Hood era riunita al completo al centro del piccolo accampamento, contenente però tutto quello che serviva loro. Infatti c’erano tende, tavoli, armi, riserve di cibo (quelle in realtà un po’ scarsine) e ogni altro genere di oggetto potesse essere loro utile. Gli alberi circondavano l’accampamento che si trovava in una piccola conca e riuscivano a renderlo quasi invisibile. Nessuno infatti era ancora riuscito ad espugnarlo. Il merito di questo andava però anche a quel piccolo ma coraggioso gruppetto di fuorilegge che agli ordini di Robin Hood combattevano per difendere l’Inghilterra e i suoi abitanti dalla crudeltà dello sceriffo di Nottingham e del principe Giovanni. Erano solo quattro, oltre Robin: John, forte quanto burbero anche se sotto sotto aveva un cuore d’oro, Much, un po’ coraggioso e un po’ fifone in base alle situazione ma pronto a morire per Robin, Djaq, giovane e coraggiosa donna saracena che per entrare nella banda si era finta un ragazzo, e Will Scarlett, abile falegname oltre che combattente. Tutti loro insieme più volte erano riusciti a farsi beffa dello sceriffo. Quella mattina erano tutti pronti ad eseguire gli ordini del loro capo. “Allora padrone, che si fa?” Much insieme agli altri era in attesa della risposta di Robin. Lui in tutta risposta aveva sorriso posandosi sull’arco. “Il solito mio caro Much. Sono certo che arriverà sicuramente sulla strada qualche generoso nobile desideroso di perorare la nostra causa con il suo denaro.” “Ci appostiamo allora?” Il tono di John era quello della classica persona che non vuole perdere tempo in inutili chiacchiere. “Esattamente. Voi intanto andate, io vi raggiungo più tardi.” “Dove vai?” La domanda di Djaq era la stessa che gli altri non avevano fatto in tempo a porre. Robin si era sistemato l’arco sulla schiena e si voltò a sorridendo loro. “Devo sbrigare prima una faccenda... ci vediamo dopo” “Come vuoi” Will aveva risposto tranquillamente mentre qualcun altro non sembrava contento della decisione. Scontentezza che aveva subito messo in chiaro non appena Robin era scomparso. “Mi chiedo perché faccia sempre così! E perché non ci dica mai chiaramente dove va!” Il tono di Much era leggermente risentito. Gli altri si erano guardati come per chiedersi perché invece loro dovevano sopportare ogni volta quella scena. “Much, Robin non ci deve dire sempre tutto.” “Ma così sembra che non si fidi di noi! E a me questo non va!” A quel punto John, che aveva cominciato ad andare verso il bosco, si era fermato e voltato verso di lui. “Much, secondo te dove va ogni volta Robin?” “Probabilmente da Marian.” “Appunto, quindi non deve dircelo ogni volta. Discorso chiuso.” “Chiuso un accidenti! Se va da Marian a Nottingham a maggior ragione c’è lo deve dire! Rischia di venir sorpreso e catturato!” John aveva scosso la testa rassegnato e si era rimesso a camminare seguito poco dopo da Djaq e Will. Much rimasto indietro gli aveva raggiunti di corsa. “Ma non pensate che dovremmo seguirlo?” “No Much.” Il tono di Will era quello di uno che ripete per l’ennesima volta la stessa cosa. “Ma dovremmo aiutarlo o... perlomeno essere pronti a farlo. Andiamo a Nottingham?” “No!” Il tono di John era perentorio. “Ma...” “Much!” Questa volta John come gli altri era quasi esasperato. “Ok, ok, non si va a Nottingham... solo uno di noi?” “No!” Tutti insieme avevano per l’ennesima volta cercato di far smettere con quella solfa Much. “Va bene, va bene... ma non dovremmo fare così, ve ne pentirete quando Robin avrà bisogno di noi e noi non ci saremo...” “Much, smettila. Robin se la sa cavare.” Djaq si chiedeva come mai Much, quello che conosceva Robin da più tempo, fosse proprio quello che si preoccupava di più. Ma forse, pensava, era proprio per quello. “Ma stavo solo dicendo...” “Much!” John lo aveva detto così bruscamente che Much si era zittito all’istante anche se era un po’ offeso. “Ok, ok sto, zitto. Andiamo.” Così, senza più contestazioni, i quattro raggiungono la strada maestra e si appostano in attesa.
 
Ed ecco finito questo capitolo... avrete sicuramente già capito cosa sarà al centro del prossimo capitolo e quindi spero di non farvi aspettare troppo. Non lascio scadenze perché non vorrei poi non riuscire a mantenerle anche se all’inizio speravo, purtroppo ingenuamente, di aggiornare facilmente ogni settimana... vabbè, alla prossima! (spero il più presto possibile. ^-^) HikariMoon
P.S. chiedo scusa, come il solito mi dimentico di ringraziare chi mi segue... quindi ringrazio calorosamente x_LucyLilSlytherin, Leowynn95 e sun95. E ovviamente grazie anche a chi solo segue la storia. A presto.
P.P.S. aggiungo un ringraziamento anche a dreamviolet che ha cominciato a seguire la mia storia.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 Salve a tutti! Finalmente sono riuscita ad aggiornare questa storia. ^-^ Mi sono impegnata al massimo soprattutto per ringraziare x_LucyLilSlytherin che mi ha fatto notare alcuni errori da me compiuti nel precedente capitolo. Spero anche di farmi perdonare per lo scorso capitolo che in effetti era un po’ corto... Quindi con un ringraziamento speciale per x_LucyLilSlytherin, vi auguro buona lettura! HikariMoon
 
 MERCATO DELLA CITTA’ DI NOTTINGHAM
 
Il mercato della città di Nottingham era composto da numerosi banconi su cui uomini e donne vendevano cose di ogni tipo: stoffe, gioielli più o meno autentici, prodotti dell’orto e utensili vari. Tutto intorno c’era un’allegra confusione e tra i banconi camminavano persone di ogni ceto ed età. C’erano contadini e servitori, soldati e nobili, adulti, anziani e bambini vocianti che si rincorrevano tra la folla.
Marian, sempre seguita dal soldato che le faceva da scorta, si faceva largo tra le persone che camminavano e i venditori che cercavano in tutti i modi di farle ammirare la loro merce. Finalmente, dopo qualche minuto, raggiunge il banco delle stoffe, appese anche su dei fili, in modo che potessero essere più visibili nella loro ampiezza. Un posto perfetto per nascondersi. Marian si era un attimo fermata e dopo aver visto che la guardia si era fermata vicino al bancone si era infilata tra le stoffe appese. Ancora in vista del soldato, finge di valutare e osservare attentamente i tessuti. Non appena è fuori dal suo campo visivo, inizia a guardarsi attorno e ben presto vede una figura incappucciata avvicinarsi di soppiatto. Sorridendo Marian continua a guardare i panni, facendo finta di non essersi accorta di nulla. In quel punto c’erano solo lei e l’uomo incappucciato.
“Se cercate una stoffa per farvi un abito, milady, vi consiglio di sceglierne una che si intoni con i vostri occhi.”
Marian a quella voce si era voltata: davanti a lei l’uomo aveva abbassato il cappuccio, rivelando un sorridente Robin Hood.
“Grazie del suo consiglio, signore, ma posso arrangiarmi da sola.”
I due si guardano per qualche secondo, poi Robin prende delicatamente il viso di Marian tra le sue mani e annulla la distanza tra i loro due visi. Poco dopo la allontana con dolcezza e controlla nei paraggi che non ci sia nessuno.
“Dovremo cambiare posto per incontrarci, altrimenti lo sceriffo comincerà a chiedersi come mai tu consumi così tanti vestiti.”
“Può darsi. Comunque sono anche io contenta di vederti.”
Robin a quel punto si era di nuovo avvicinato a lei.
“Ci sono novità?”
“Credo proprio di sì, Robin. Il re ha inviato un messaggio in risposta al tuo.”
“E tu come fai a saperlo?”
“Ieri gli uomini dello sceriffo hanno catturato un uomo. Così ho deciso di scoprirne di più.” “Ovviamente cercando di non correre rischi.” La voce di Robin era ironica ma nascondeva malamente la sua preoccupazione.
“Ovviamente. Ho scoperto che è un messaggero del re.”
“Ha parlato?”
“Purtroppo sì. Credo che lo sceriffo lo abbia fatto torturare e ho sentito che minacciava di ucciderlo.”
“Tipico dello sceriffo. Quindi alla fine ha ceduto. Sei riuscita a sentire cos’ha detto?”
“Solo in parte.” Dal volto di Marian traspariva la delusione di non essere riuscita a sentire tutto.
“Parlava di un guerriero che re Riccardo ha mandato ad aiutarti. Se non sbaglio ha detto che dovrebbe arrivare domani. Purtroppo non sono riuscita a capire il suo nome o dove arriverà.”
“Non preoccuparti. È già tanto così. Lo sceriffo userà sicuramente questa notizia per tendere una trappola a me o al cavaliere. Nient’altro?”
“Ah, sì. A proposito di trappole... quando stavo per venire qui, ho visto Guy e lo sceriffo parlare con un uomo. Sembrava sofferente. Poteva essere il messaggero ma stranamente lo hanno lasciato andare. Ho paura che sia veramente una trappola. Ma se fosse stato veramente il messaggero?”
“Vero messaggero o meno, lo sceriffo lo userà sicuramente per ingannarmi, ma di questo me ne occuperò io.”
Marian lo aveva guardato con sguardo canzonatorio.
“Sempre a fare l’eroe tu.”
Robin in tutta risposta l’aveva guardata nella stessa maniera.
“Ma io sono l’eroe.”
A quelle parole Marian aveva scosso la testa rassegnata.
“Quando fai così sei solo uno spaccone. Ora devo andare o la guardia si insospettirà.” “D’accordo.”
Marian aveva fatto appena pochi passi che Robin l’aveva afferrata per un braccio debolmente, ma con fermezza. La ragazza si era voltata e aveva incontrato gli occhi di Robin da cui trasparivano l’amore e la preoccupazione che lui provava per lei.
“Che c’è?”
“Marian... stai attenta. Non rischiare inutilmente.”
“Stai tranquillo.”
Robin a quel punto la lasciò e Marian aveva ricominciato ad allontanarsi. Pochi attimi dopo però la voce di Robin la fermò di nuovo.
“Ah, Marian...”
La donna si era voltata di nuovo fingendosi infastidita.
“Che c’è ancora?”
Come risposta Robin le lanciò una stoffa blu-azzurra che prontamente Marian afferrò al volo.
“Se torni senza niente potrebbero insospettirsi.”
“E chi ti dice che questa mi piace?”
“Piace a me... e si intona con i tuoi occhi.”
Marian l’aveva guardato come per rimproverargli la sua baldanza, ma allo stesso tempo facendogli capire che la stoffa piaceva anche a lei.
“Allora la prendo... ma solo perché non ero venuta qui per comprare della stoffa e non ho voglia di mettermi a guardarle.”
Robin le aveva rivolto uno sguardo come per dirle che non era vero.
“Certo, se lo dici tu.”
Marian poi aveva cambiato espressione. Seria aveva incrociato gli occhi di Robin.
“Cerca di stare attento anche tu.”
“Lo farò”.
A quel punto Robin si era calato di nuovo il cappuccio e in pochi attimi scomparve tra la folla. Marian invece era andata verso il bancone dove aveva pagato. Poi si era avviata verso il castello senza degnare di uno sguardo la guardia.
 
Allora, che ne dite di questo capitolo? Spero che vi sia piaciuto. ^-^ Non so quando aggiornerò la prossima volta ma vi prometto di farlo il prima possibile. Cosa succederà? Robin Hood riuscirà a sventare i piani dello sceriffo? Se volete scoprirlo continuate a seguirmi e se avete un attimo di tempo fatemi una recensione, anche piccolo. Ringrazio coloro che mi seguono, ovvero: x_LucyLilSlytherin, sun95, Leowynn95 e dreamviolet. A presto. ^-^ HikariMoon

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 Rieccomi qua! Scusate tanto il ritardo. Purtroppo la scuola non lascia mai tanto tempo e forse molti di voi lo sapranno... ^-^ In questi giorni in particolare sono impegnata con lo studio per la simulazione della terza prova di maturità... lasciamo stare... In ogni caso finalmente ho aggiornato. Il capitolo è abbastanza lungo e spero vi piaccia. Che altro dirvi? Fatemi sapere cosa ne pensate! Buona lettura!   HikariMoon
 
STRADA MAESTRA-FORESTA DI SHERWOOD

La foresta di Sherwood era tranquilla. Tra le fronde degli alberi, mosse da un leggero venticello, filtrava la luce del sole. Much, Djaq, John e Will erano nascosti tra gli alberi ai lati della strada ormai da alcune ore.
“Visto? Siamo venuti qui inutilmente. Probabilmente non verrà nessuno da queste parti oggi. Avremmo fatto meglio ad andare a Nottingham.”
“Robin ci ha detto di appostarci e noi questo facciamo.”
John aveva fatto capire che non aveva alcuna intenzione di ritornare sul discorso di prima. “E comunque non è detto che non arrivi nessuno. E’ ancora presto.” disse Djaq, che sperava di convincere Much a non tornare più sul discorso così da evitare litigi.
Much stava per ribattere ma la vista di una figura che si avvicinava sulla strada maestra lo costrinse a tacere.
“Guardate! Sta arrivando qualcuno dalla parte di Nottingham.”
Will si era alzato e si era nascosto dietro un albero. Subito gli altri lo avevano imitato.
Dalla strada si avvicinava un uomo zoppicante e vestito di stracci che si guardava attorno terrorizzato.
“È soltanto un poveretto. Nessun nobile, come avevo detto io.”
Much per l’ennesima volta aveva cercato di convincere gli altri della sua idea, ma John continuava di essere di parere contrario.
“Allora dovremmo aiutarlo. Anche se ha un non so che di sospetto.”
Djaq aveva annuito continuando guardare l’uomo.
“In effetti non sembra il solito contadino di passaggio.”
“Sembra cercare qualcuno... guardate come si guarda intorno.”
Will si era voltato verso gli altri in attesa di sapere che cosa avessero intenzione di fare. “Se cerca veramente qualcuno, qualcuno ha trovato. Andiamo.”
John non aveva aspettato che gli altri rispondessero e aveva cominciato a scendere il piccolo pendio su cui si trovavano. Quando aveva raggiunto il centro della strada si era fermato come il viandante che ora lo guardava spaventato. La stazza di John lo aveva fatto indietreggiare e l’arrivo degli altri armati lo spaventarono ancora di più.
“Vi prego non fatemi del male! Non ho un soldo con me. Vi prego lasciatemi andare.”
“Se sei povero non hai nulla da temere con noi. A meno che tu non stia cercando di ingannarci.”
Le parole di John più che rassicurare l’uomo lo avevano spaventato ancora di più.
“Io... Io sto cercando Robin Hood per... consegnarli un messaggio del re.”
“Un messaggero del re? Beh, allora visto che Robin non c’è il messaggio lo puoi consegnare a noi.”
Much non vedeva l’ora di sentire che cosa l’uomo avesse da dire, ma la risposta che il mendicante gli diede lo contrariò.
“Io... non posso. Il messaggio è solo per Robert di Locksley”
“Se è Robin Hood che stai cercando, eccomi.”
Tutti sorpresi si erano voltati verso il lato sinistro della strada.
Sopra una collinetta c’era Robin Hood.
Mentre tutti lo guardavano Robin era sceso e si era fermato davanti al messaggero.
“Devo consegnarti un messaggio del re. Sarei venuto prima ma sono stato bloccato da dei contrattempi. Sarei arrivato già l’altro ieri. ”
“Non importa. Allora dammi questo messaggio.”
“Il re ti invia un cavaliere perché ti aiuti qui in Inghilterra.”
“E chi sarebbe?”
Will si era intromesso nel discorso e prima di rispondergli il messaggero lo aveva guardato per qualche istante.
“Non lo so, non mi è stato detto. So solo che è partito tre giorni dopo di me e che ti avrebbe aspettato nella grande radura ai margini della foresta, dalla parte opposta di Nottingham.”
“E come può uno straniero conoscere quel luogo?”
John lo aveva squadrato, non fidandosi minimamente di lui.
“Io... io non lo so. Forse lo hanno istruito o magari viveva da queste parti.”
“Se quello che dici è vero dovrebbe arrivare domani.”
Robin lo fissava come per cercare di leggergli dentro.
“Esattamente.”
A quel punto Robin aveva fatto un paio di passi e poi si era voltato a fissarlo di nuovo.
“Mi è stato detto da fonti attendibili che sei stato catturato dallo sceriffo e che sei stato torturato per farti parlare. Sono questi i contrattempi di cui parlavi?”
Prima che il messaggero potesse rispondere John lo aveva afferrato con forza, pronto a colpirlo con il suo bastone.
“Ma allora è una trappola!”
Il messaggero terrorizzato li aveva guardati.
“No! Ve lo giuro! Lo sceriffo sa solo che questo cavaliere arriverà. Il luogo che gli ho detto è un altro, per depistarlo. Non avrei mai potuto tradire il re.”
“E tu pensi veramente che crederemo a questa storiella? Robin, deve essere un uomo dello sceriffo!”
“John, lascialo.”
Il tono di Robin era tranquillo e John lo guardò senza capire.
“Ma... Robin...”
“Lascialo andare. Come mai lo sceriffo ti ha lasciato andare?”
Il messaggero prima di rispondergli si era girato a guardare John.
“Non lo so... forse per tenderti un inganno. Ma credimi, lui non sa il vero posto e domani, quando ti aspetterà, non troverà né te né il cavaliere. Credetemi, è la verità.”
“E adesso che cosa farai?”
Djaq non si fidava di quell’uomo, ma aveva fiducia in Robin.
“Cercherò di lasciare l’Inghilterra e di tornare in Terra Santa.”
Robin aveva annuito.
“Hai bisogno che qualcuno ti accompagni?”
“Non serve. Rifarò a ritroso la strada che mi ha condotto qui.”
“Allora stai attento. Lunga vita al re.”
“Certo. Lunga vita al re.”
Il messaggero si avviò verso la città, mentre Robin e gli altri erano rimasti immobili a guardarli finché non scomparve.
“Non credo ad una parola di quello che ha detto!”
John non aveva aspettato un attimo per mettere in chiaro il suo punto di vista, imitato poco dopo da Much, finalmente d’accordo con lui.
“Lo sceriffo che cattura un messaggero del re e poi lo lascia libero... assolutamente ridicolo!”
“Tu che dici Robin?”
Djaq era dello stesso parare degli altri ma voleva sapere che cosa ne pensava il loro capo. “Quello che ha detto è vero... perlomeno in parte. Marian mi ha detto che lo sceriffo ha catturato un messaggero del re, che lo ha fatto torturare e che alla fine è riuscito a farlo parlare minacciando di ucciderlo.”
“Quindi tu gli credi?”
Will era come tutti gli altri poco convinto.
“Non lo so. Marian non ha sentito tutto e sa solo che domani dovrebbe arrivare questo famoso cavaliere ma niente altro. Mi ha anche detto che lo sceriffo sembrava aver deciso di liberarlo, ma non era sicura che l’uomo che aveva visto fosse lo stesso che aveva visto nella cella.”
“Potrebbe comunque essere una trappola quindi...”
“O anche no, Djaq. Il problema è capire quale delle due cose è vera.”
A quel punto Robin era stato interrotto da Much.
“Ah, ma perché non c’è niente di semplice? Se Robin non va e poi non era una trappola, il cavaliere se ne va. Se invece Robin va, invece, è una trappola e così viene catturato dagli uomini dello sceriffo che magari aveva già catturato il cavaliere.”
“Il tuo pessimismo ci serviva proprio Much.” disse sarcastico John.
“Non importa John, tanto ho già deciso.”
“Cosa farai?”
Will aveva posto la domanda che tutti avrebbero voluto fare.
“Andrò. Non mi resta altro da fare. Voi invece rimarrete qui.”
“Vuoi andarci da solo?!? Ho sentito bene?”
Much lo guardava sbalordito e senza credere alle proprie orecchie.
“Hai capito bene Much. Non voglio mettere a rischio tutta la banda. Se è una trappola e io verrò catturato, voi continuerete a combattere.”
“Ma Robin!” John aveva cercato di farlo desistere da quella che era a tutti gli effetti una pazzia.
“Niente ma, John.”
Robin si era voltato a guardarli, un’espressione decisa sul volto.
“Domani andrò alla radura.”

 Eh già, Robin ha deciso. Cosa succederà? Sarà una trappola oppure no? E il cavaliere? Se volete scoprirlo continuate a seguirmi. Un ringraziamento speciale a x_LucyLilSlytherin che dallo scorso capitolo ha cominciato a correggermi gli errori. Ovviamente grazie anche a tutti quelli che mi seguono. A presto. ^-^ HikariMoon

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 Salve a tutti! Chiedo scusa a chi mi seguiva per l’enorme e mostruoso ritardo con cui aggiungo questo capitolo. Il fatto è che in questi ultimi tempi non sono riuscita a trovare un attimo di tempo... e poi non è che le vostre “numerose”, si fa per dire ^-^, recensioni mi invoglino a scrivere (esclusione fatta solo per x_LucyLilSlytherin che mi segue e supporta)... in ogni caso eccomi di nuovo cui con la speranza che il nuovo capitolo vi piaccia e che magari con il tempo qualcun altro recensisca. Buona lettura! HikariMoon
 
CASTELLO DI NOTTINGHAM

Lo sceriffo di Nottingham era in piedi davanti ad una delle finestre della grande sala dove riceveva i suoi ospiti. Guardava verso la piazza e la strada affollate con un’aria di superiorità e disprezzo. Allo stesso tempo però pensava compiaciuto alla trappola che presto avrebbe teso a Robin Hood. Aspettava trepidante di sapere l’esito della missione. Improvvisamente la porta si era aprì. Gisborne entrò e si inchinò leggermente verso lo sceriffo.
“Mio signore.”
Al suono della sua voce lo sceriffo si era voltato con un sorrisetto soddisfatto. “Gisborne! Allora, come è andata la missione?”
Mentre Gisborne rispondeva, sembrava soddisfatto quanto lo sceriffo.
“Esattamente come volevate. Il nostro finto messaggero è tornato da poco. A quanto pare non ha fatto tanta fatica a convincere Robin Hood a venire all’appuntamento, anche se Locksley sospetta comunque qualcosa.”
“Robin Hood è furbo, ma io lo sono di più. Hai dato al nostro messaggero la sua ricompensa?”
“Sì, come lei aveva ordinato. Ma non credo potrà riceverne altre simili in futuro.”
Lo sceriffo si era strofinato le mani mentre sul viso era apparso un sorriso maligno. “Era proprio ciò che volevo... odio quando qualcuno riesce ad eguagliare i miei doni. E il vero messaggero?”
“Ho fatto in modo che non potesse più portare messaggi in futuro.”
Allo stesso modo dello sceriffo, Gisborne sembrava godere delle proprie malefatte. “Gisborne, hai fatto un lavoro impeccabile. I testimoni sono morti e domani sarà la volta di Robin Hood e del misterioso cavaliere. Il resto di quella banda di contadini non mi spaventa. Questa volta vinceremo noi.”
“Mio signore, dovreste sapere una cosa...”
Lo sceriffo, già convinto della riuscita del suo piano, si mostrò infastidito da quell’interruzione e dal tono di voce di Gisborne, che sembrava volergli mostrare una pecca del suo disegno.
“Che cosa?”
“Il messaggero prima di morire ha detto qualcosa. Ha accennato con soddisfazione al fatto che il cavaliere non sarà quello che crediamo e che avremo una bella sorpresa.” “E tu mi vuoi far preoccupare per i deliri di un moribondo? Lasciamo perdere. Pensiamo piuttosto al fatto che noi domani vinceremo una delle battaglie più importanti per la conquista dell’Inghilterra.”
“Quali sono i vostri ordini?”
“Ecco il modo, caro Gisborne, in cui domani noi cattureremo Robin Hood...”
La voce della sceriffo si abbassò a poco più di un sussurro e per chiunque, tranne che per Gisborne, sarebbe stato impossibile capire che cosa i due si dicessero.
Neppure Marian avrebbe potuto sentire qualcosa per riferirlo poi a Robin Hood, anche perché lei in quel momento era nella sua camera, tornata da appena un’ora dall’incontro con Robin.

Allora cosa ne dite? Il piano dello sceriffo sta continuando e sembra che Robin non possa fare più che tanto per evitare la trappola. Cosa succederà? Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere. Ringrazio ovviamente le persone che mi seguono. A presto. ^-^ HikariMoon

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 Ed ecco qui un nuovo capitolo! Sono un fulmine vero? Scherzo... ^-^ Comunque possiamo dire che e aggiungo due oggi per farmi perdonare per tutto il tempo che ho fatto aspettare a chi mi seguiva. Buona lettura! HikariMoon
P.S. voglio dedicare questo capitolo al Giappone e a tutte quelle migliaia di persone che si trovano ora i difficoltà. Spero che si risolva tutto al più presto, perché nessuno dovrebbe subire simili catastrofi.

CASTELLO DI NOTTINGHAM
....il giorno dopo....

Marian stava camminando lungo i corridoi del castello ripensando agli avvenimenti del giorno precedente. Mentre camminava scorse nei pressi del cortile diversi soldati a cavallo e uno scudiero che teneva per le redini le cavalcature di Gisborne e dello sceriffo. Intenzionata a scoprire che cosa stesse succedendo e con un brutto presentimento, Marian raggiunse velocemente il gruppo di persone indaffarate per partire. Nello stesso momento in cui Marian era uscita dalla porta, Gisborne di era diretto rapidamente verso il proprio cavallo. Marian aveva accelerato il passo.
“Guy! Dove state andando?”
Gisborne si era voltato, stupito di vederla lì.
“Marian, che cosa ci fate qui?”
“Ho visto che stavate preparando i cavalli. Dove andate? È successo qualcosa?”
“Non sono questioni che vi riguardano Marian.”
Marian non si scoraggiò e cercando di parlare il più dolcemente possibile aveva tentato di nuovo di farsi rispondere.
“Ma se riguardano voi, le voglio sapere.”
“Marian, non posso. Ordini dello sceriffo.”
Marian fece un ultimo tentativo, ma era consapevole di non essere riuscita a convincerlo.
“Ma adesso lo sceriffo non è qui...”
In quel momento, una voce alle sue spalle l’aveva fatta trasalire.
“Chi è che non è qui? E, tanto per sapere, voi che ci fate qui Marian?”
Marian non aveva fatto i tempo ad aprire la bocca che Gisborne aveva parlato lanciandole uno sguardo che non ammetteva repliche.
“Lady Marian se ne stava per andare. Voleva solo augurarci buona fortuna per la nostra missione. Vero Marian?”
Marian, sentendosi sconfitta, aveva sorriso a forza.
“Esatto.”
“Bene, allora vai.”
Mentre parlava lo sceriffo aveva mosso la mano come per scacciare un insetto.
“Vai.”
Fatto un rapido cenno di saluto, Marian si voltò e si allontanò contrariata e fumante di rabbia. Non appena raggiunse di nuovo il corridoio del castello, corse con decisione vero le scuderie. Sperava di trovarvi Allan. Arrivata nelle scuderie era stata avvolta dall’odore intenso della paglia, dei finimenti e dei cavalli. In quel momento Allan stava dando ordini ad una guardia che si era poi velocemente allontanata. A quel punto Marian gli va incontro risoluta, decisa a sapere che cosa stesse succedendo.
“Allan!”
Come era successo poco prima con Gisborne, anche Allan si era voltato sorpreso.
“Marian, che cosa ci fate qui?”
A quelle parole Marian aveva sbuffato.
“Lasciando perdere il fatto che io oggi in questo castello non dovrei essere da nessuna parte, dove stanno andando Guy e lo sceriffo?”
“Non lo so.”
“Allan!”
Il tono di Marian era perentorio.
“Te lo giuro, non lo so. Io non vado con loro. Guy mi ha detto solo che sarebbe stata una missione importantissima.”
Marian era poco convinta, ma voleva fidarsi di Allan.
“E tu allora dove devi andare? E non dirmi che non sai neppure questo!”
“Devo appostarmi sulla strada maestra.”
“Per fare cosa?”
“Se devo essere sincero fino in fondo, non ci ho capito molto. Guy mi ha ordinato di appostarmi con cinque uomini vicino alla strada maestra e di fermare ogni cavaliere per chiedergli chi sia.”
Ad ogni parola di Allan, Marian era sempre più preoccupata.
“E chi dovete aspettare di preciso?”
“Devo arrestare chiunque si dica fedele al re. Se fa resistenza, mi ha ordinato di ucciderlo.”
Marian aveva finalmente capito almeno cosa doveva fare Allan ed era impallidita.
“Il cavaliere del re...”
“Cosa hai detto?”
Allan non era riuscito a sentire le parole di Marian, dette in un sussurro. Marian non aveva però né tempo né interesse a spiegare quello che sapeva ad Allan.
“Guy... Guy ti ha detto qualcos’altro?”
“Ora che mi ci fai pensare, ho sentito che chiamava la missione... non vorrei sbagliare, ma credo la trappola perfetta per le volpi. Tu ne sai qualcosa?”
Marian si era sentita mancare il respiro ed era sbiancata ancora di più. Guy e lo sceriffo avevano teso una trappola a Robin.
“Robin...”
Per alcuni istanti non aveva potuto far altro che mormorare sconvolta il nome di Robin. Poi come riscossa dal sonno, si era voltata velocemente e si era diretta verso il suo cavallo. Dopo averlo raggiunto, gli aveva messo la sella e i finimenti mentre Allan la guardava senza capire.
“Marian, mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo? Sai qualcosa? Marian!”
Lei però non gli aveva prestato attenzione e non gli aveva risposto. Non lo aveva neppure sentito. Dopo aver slegato il cavallo, uscì dalla stalla lasciando Allan solo. Uscita nel cortile, vide che lo sceriffo, Gisborne e i soldati erano già andati via.
Senza riflettere sulle possibili conseguenze di ciò che stava per fare, montò in sella e approfittando di un momento di distrazione della guardia partì al galoppo diretta verso la foresta di Sherwood.
 
Questo capitolo è più lungo dello scorso vero? Spero comunque che vi sia piaciuto. Eh, sì. Marian ha scoperto che Robin è in grave pericolo. Riuscirà ad avvertirlo in tempo? Bhe, scopritelo... leggendo avanti. ^-^ Grazie come al solito a chi mi segue e un grazie particolare a x_LucyLilSlytherin per il suo aiuto. A presto. HikariMoon

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


  Salve a tutti! Per prima cosa chiedo immensamente scusa per il mostruoso ritardo con cui aggiorno questa storia. Purtroppo in questo periodo ho avuto un insieme micidiale di contrattempi, primi fra tutti un vuoto d’ispirazione e il “massacro” scolastico di fine anno. Sembrava che tutti i prof fossero impazziti! ^-^ In ogni caso rieccomi qua e spero che abbiate avuto la pazienza di aspettarmi. Quindi, bando agli indugi e buona lettura! HikariMoon

ACCAMPAMENTO DEI FUORILEGGE

Nell’accampamento dei fuorilegge regnava un silenzio insolito. Anche il vento taceva. La foresta sembrava essere partecipe dell’atmosfera di calma che regnava nell’accampamento. Calma che in realtà mascherava tensione. Will era seduto su uno sgabello, con la schiena appoggiata ad un tronco. Svogliatamente intagliava un ramo con un coltello. Poco distante Djaq, seduta su una panca, guardava distrattamente verso il bosco, persa nei suoi pensieri. John invece, più burbero del solito, era in piedi appoggiato ad un tronco e teneva tra le mani il proprio bastone. A chiudere questo strano quadro c’era Much che, seduto su una pietra, fissava il mucchio di foglie accanto al braciere. All’improvviso, Much si alzò di scatto. “Basta! Io vado da lui.” Djaq si era voltata verso di lui come se qualcuno l’avesse appena svegliata bruscamente dal sonno. “Much non possiamo, ci ha ordinato di restare qui.” Much si era voltato di spalle per tornare subito a guardare Djaq. “Non voglio stare qui ad aspettare con la paura di vederlo morto!” John stava per dirgli qualcosa quando Will alzò la testa e lo interruppe. “Shh... ascoltate.” Much lo guardò senza capire. “Non voglio stare zitto, voglio andare da Robin!” Anche John aveva sentito un rumore lontano e si voltò bruscamente verso Much. “Much, vuoi stare per una volta zitto?” Much ammutolì di colpo mentre Djaq si era alzata e si era messa in ascolto. “Sembra rumore di cavalli.” John aveva stretto il bastone con più forza. “Già, e di cavalli molto vicini.” A quel punto Will si era alzato tranquillamente e aveva afferrato l’arco. “Meglio andare a controllare.” Tutti gli altri avevano annuito e, prese le armi, corsero velocemente e silenziosamente verso una collinetta da cui poter controllare, senza essere visti, le vicinanze. Contemporaneamente anche la foresta sembrava essersi risvegliata da quello stato di torpore in cui sembrava essere caduta insieme ai fuorilegge. Non appena arrivarono lì e si appostarono tendendo gli archi, sentirono il rumore di zoccoli sempre più vicino. John si era voltato verso la direzione da cui proveniva il rumore. “Sembra essere un solo cavallo.” Much invece si era spostato più avanti, affiancandosi a John. “Potrebbe essere una trappola.” Djaq, incoccando la freccia, sorrise. “Ma tu vedi solo trappole?” Senza dire altro anche gli altri puntarono le frecce verso il punto da cui il rumore di zoccoli si faceva sempre più forte, pronti a difendere l’accampamento da qualunque nemico. Finalmente, dopo alcuni istanti di logorante attesa, i quattro fuorilegge videro arrivare al galoppo un cavallo dal manto marrone su cui c’era una donna con i capelli scuri sciolti al vento e un abito color muschio. Djaq abbassò senza esitare l’arco. “Ma quella è Marian!” Anche Will la imitò come poco dopo fecero gli altri. “Perché è venuta qui?” Much in tutta risposta aveva scosso sconsolato la testa. “Tra lei e Robin non so chi sia quello più avventato.” John invece si era alzato. “Andiamo a vedere che cosa vuole.” Gli altri tre annuirono e, dopo essersi alzati, scesero velocemente il pendio della collinetta. Non appena Marian li vide apparire, fermò immediatamente il cavallo. Quando giunsero abbastanza vicini per sentirla, si rivolse a loro saltando ogni preambolo, oppressa dall’ansia. “Dov’è Robin?” Much l’aveva guardata come se non avesse capito la domanda: non si aspettava certo che proprio lei, che aveva avvisato Robin del messaggero e del resto, facesse ora quella domanda. “Robin?” L’agitazione di Marian sembrava essersi trasmessa anche al cavallo che scalpitava impaziente. “Sì, dov’è Robin?” Djaq l’aveva guardata cercando di capire che cosa stesse succedendo, ma aveva già capito che c’era qualcosa che non andava. “È andato all’incontro con il cavaliere del re.” Marian aveva guardato Djaq con un misto di angoscia e speranza. “È andato alla strada maestra?” A risponderle fu Much, con il tono di voce di uno che è pienamente convinto di dare la risposta che quello che ascolta vuole. “Certo che no, è andato alla grande radura dall’altra parte della foresta come aveva detto il messaggero.” Marian strinse le redini e impallidì. “Quello... quello era un falso messaggero.” John la fissò stringendo il bastone con rabbia: era sempre stato convinto che quella era una trappola. “E come lo sai?” “Allan per ordine dello sceriffo è andato ad appostarsi sulla strada maestra dove deve arrestare o uccidere qualunque cavaliere affermi di stare dalla parte del re.” “Ma allora... hanno teso una trappola a Robin!” Djaq più che sorpresa era sconvolta per non aver ascoltate Much quando lui voleva andare da Robin. Proprio Much in quel momento però sembrava essere la persona che meno voleva credere a quella che ora era più di un’eventualità. “Beh, magari volevano solo che Robin non incontrasse il cavaliere.” “Vorrei tanto che sia così Much, credimi. Ma Guy e lo sceriffo hanno lasciato Nottingham con diversi soldati e Allan mi ha detto che andavano a tendere la trappola per una volpe.” John sbattè con rabbia il bastone contro un tronco. “Perché stiamo ancora perdendo tempo? Robin è in pericolo!” Will lo guardò riflettendo. “Lo è anche il cavaliere. Non sa della trappola che gli hanno teso.” Much invece, a differenza di pochi istanti prima, era disperato. “Oh, cosa facciamo? Cosa facciamo?” Marian respirò profondamente prima di parlare e ogni parola che diceva le stringeva sempre più il cuore in una morsa. “Se Guy e lo sceriffo sono alla radura, io non posso andarci. Andrò io alla strada maestra. Dovete andare voi da Robin.” Le parole che disse dopo, le disse disperata. “E vi prego salvatelo.” Djaq la guardò sorridendo per farle forza. “Te lo prometto Marian. Faremo di tutto per salvarlo.” Marian le sorrise di rimando e fece girare il cavallo. “Io vado.” “Ci rivediamo all’accampamento. Chi arriva prima aspetta gli altri.” Marian, pallida ma sicura, annuì alle parole di John e poi spronò il cavallo. Mentre lei spariva al galoppo tra gli alberi, John si voltò verso gli altri deciso. “Andiamo a salvare Robin!” A quelle parole nessuno rispose, ma tutti e quattro, come un unico corpo, si misero a correre tra gli alberi. La speranza di arrivare in tempo per salvare il proprio capo li faceva correre più velocemente. Per minuti che sembravano eterni, i quattro saltarono oltre ad alberi caduti, scesero veloci pendii e ne risalirono altri. Il silenzio, che di nuovo era piombato sulla foresta, era spezzato soltanto dal rumore delle foglie calpestate, dai rami colpiti dal loro passaggio e dai loro passi affrettati sul terreno, cupi suoni smorzati dalla terra. La loro era una corsa contro il tempo e anche il tempo sembrava stesse trattenendo il respiro.

 Allora che ve ne pare? Spero che vi sia piaciuto. In ogni caso spero che qualcuno di voi trovi due minuti per farmi una recensione anche solo piccolina piccolina e se non li trovate... non fa niente, ma almeno provateci! ^-^ Comunque un grazie a chi mi segue, a chi solo legge e un grazie speciale a x_LucyLilSlytherin per l’aiuto che continua a darmi.
A presto! (stavolta cercherò di essere più veloce, promesso. ^-^) By HikariMoon

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


  Rieccomi di nuovo qui! Ora che la scuola finalmente ha smesso di tormentarmi con compiti ed interrogazioni posso finalmente dedicarmi a questa storia! ^-^ Spero che il capitolo vi piaccia e spero in vostre recensioni... e detto questo, bando alle ciance e buona lettura! HikariMoon

GRANDE RADURA


La grande radura dove Robin era diretto si trovava, rispetto a Nottingham, dalla parte opposta della foresta. Lì gli alberi cingevano la terra come una corona e si interrompevano bruscamente lasciando spazio all’erba e alle rocce. Su uno dei lati della radura c’era un’imponente formazione rocciosa ricoperta di muschio piuttosto larga, tanto da poter nascondere, tra gli alberi che le crescevano sopra, anche diversi uomini. Robin, con passo lento e circospetto, apparve tra gli alberi dalla parte opposta rispetto quella formazione. Con il volto nascosto dal cappuccio, si fermò tra gli alberi del bosco una decina di metri prima della radura. Con la mano pronta sull’arco si guardò intorno per scorgere eventuali pericoli. Solo parzialmente rassicurato fece qualche altro passo e si nascose dietro un albero. Da lì osservò per alcuni minuti la radura: tutto sembrava tranquillo. Il silenzio era rotto soltanto dal cinguettio degli uccellini e dal rumore in alto delle fronde scosse dal vento. Per il resto la radura e i dintorni erano avvolti da un silenzio quasi totale. Quasi all’improvviso Robin vide apparire tra gli alberi di fronte a lui un cavaliere che si muoveva guardingo. Il cavallo dal manto scuro si muoveva lentamente. Il cavaliere indossava un mantello che gli copriva il volto. Robin rimase immobile a spiarlo da dietro l’albero. Nel frattempo il cavaliere, dopo essere arrivato al centro della radura, scese da cavallo e si guardò attorno con circospezione. Mentre l’uomo era voltato di spalle Robin uscì dal suo nascondiglio e, quando l’uomo si girò, Robin sembrò essere comparso dal nulla. “Tu devi essere il cavaliere del re.” L’uomo annuì lentamente senza parlare mentre Robin abbassò il cappuccio. “Sono Robert di Locksley, ora meglio conosciuto come Robin Hood. È un piacere per me conoscerti.” Improvvisamente l’uomo abbassò il cappuccio e afferrò la spada che pendeva al suo fianco. “Il piacere è tutto mio Locksley.” Robin con un gesto fulmineo incoccò una freccia che puntò verso il petto dell’uomo. “Gisborne! Lo sapevo che era una trappola!” Gisborne lo guardò tranquillamente con un sorrisetto compiaciuto. “Davvero? Ma a quanto pare ti sei fatto abbindolare lo stesso.” Robin tese ancora di più l’arco. “Non ti permetterò di andare in giro a raccontarlo!” In quel momento da dietro il costone di roccia apparve lo sceriffo di Nottingham. “Non ti conviene mio caro Robin Hood. Se tu uccidi Gisborne, altre dieci frecce colpiranno te.” Come se lo sceriffo avesse dato un ordine, da dietro gli alberi apparvero dieci soldati che puntavano le frecce su Robin. Avvicinandosi lo sceriffo si voltò poi verso Gisborne. “I miei complimenti Gisborne, una recitazione magistrale.” Arrivato accanto a Guy, lo sceriffo guardò Robin soddisfatto. “Puoi scegliere Robin, puoi morire adesso o morire dopo sulla forca.” Gisborne guardò verso gli alberi. “Dove sono i tuoi uomini?” Robin, nonostante fosse circondato, continuava a tendere l’arco e a stare calmo. “Credevate davvero che avrei portato qui i miei uomini nonostante questo incontro puzzasse di trappola lontano tre miglia? Loro sono al sicuro e continueranno a combattere anche se io morirò.” Lo sceriffo fece finta di impietosirsi. “Che discorso commovente. Quasi quasi mi metto a piangere.” Un attimo dopo però si rimise a sorridere malvagio. “Come hai fatto a capire che poteva essere una trappola?” Gisborne lo fissò. “Hai informatori al castello?” Robin sorrise. “Vi sopravvalutate troppo voi due, mi è bastato parlare con il vostro messaggero. Avreste dovuto addestrarlo meglio perché oltre a sembrare spaventato da noi aveva fin troppa fretta di andarsene.” Lo sceriffo alzò le spalle. “Non importa, non commetterà più errori simili perché ora è morto... come il vero messaggero del re d’altra parte.” Robin lo guardò con disprezzo ed ironia. “Le faccio i miei complimenti sceriffo, veramente. Ma ha fallito, il cavaliere non è qui.” Lo sceriffo lo guardò soddisfatto. “Oh, ma lo so benissimo. In questo momento con molta probabilità starà percorrendo la strada maestra e presto verrà catturato o ucciso dai miei uomini. Come vedi Robin Hood la mia vittoria è completa.” Robin gli puntò addosso uno sguardo di sfida. “Non credetelo sceriffo. Ride bene chi ride ultimo e in ogni caso può uccidere me e il cavaliere, ma non ucciderà mai tutti coloro che si opporranno a voi, a Giovanni e ai Cavaliere Neri.” Lo sceriffo mosse la testa annoiato. “Bla bla bla... allora, cosa sceglie Robin Hood? Essere trafitto o la forca?” Robin rimase zitto, ma improvvisamente il suo sguardo fu attratto da qualcosa che si muoveva sopra il costone di roccia. Senza farsi vedere aguzzò lo sguardo e tra gli alberi riconobbe i suoi compagni. Subito dopo li vide afferrare le armi, pronti a combattere.
 
Allora, cosa ve ne pare? La situazione è veramente brutta per i nostri fuorilegge. Ce la faranno? E Marian riuscirà a salvare il cavaliere? Se volete scoprirlo continuate a leggere. I soliti ringraziamenti a chi mi segue e anche a chi solo legge e un ringraziamento speciale a sun95 e x_LucyLilSlytherin. A presto. By HikariMoon ^-^

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 Rieccomi qua! Oggi mi voglio sprecare e inserire due capitoli. Buona lettura! ^-^
 
STRADA MAESTRA

Allan e i suoi uomini erano nascosti tra le rocce che affiancavano la strada.
Erano cinque, un numero che Allan riteneva sufficiente per arrestare un unico uomo.
Tutti e sei tenevano gli occhi puntati sulla strada maestra e le mani posate sulle armi, pronti ad intervenire se fosse arrivato un cavaliere. Il tempo scorreva lentamente e durante le diverse ore che avevano trascorso lì erano passati soltanto un gruppo di contadini e una carrozza con un mercante. Per il resto, la strada era rimasta completamente deserta.
Gli unici rumori che spezzavano il monotono silenzio che ormai pervadeva quel tratto di bosco erano il vento che scuoteva le fronde degli alberi e, ogni tanto, il cinguettio degli uccellini. Ancora più raramente si sentiva il rumore dell’erba mossa da qualche animale selvatico. Allan, dopo aver dato ancora un’occhiata alla strada, si era voltato e si era posato con la schiena su una delle rocce. Un soldato, che era di fianco a lui, si voltò verso il suo superiore.
“Che cosa facciamo signore? Continuiamo ad aspettare?”.
Allan mise le mani dietro la nuca. “Ovvio. Continuate a guardare la strada e se arriva qualcuno avvisatemi.”
Dopo aver annuito il soldato si voltò nuovamente verso la strada. Allan invece iniziò a fissare il bosco e a sbadigliare. “Basta, mi sono stufato. Ancora un po’ e me ne vado. Secondo me il messaggero ci ha fregato e ci ha detto un altro posto. E noi ci siamo caduti come...” Improvvisamente, un soldato gli scosse la spalla.
“Signore, guardate sta arrivando qualcuno a cavallo!”
A quelle parole Allan si riscosse e si voltò a guardare la strada maestra senza farsi vedere. In quel momento sentì il rumore degli zoccoli e qualche istante dopo vide apparire, da dietro un gruppo di alberi fitti, il cavallo che poco prima il soldato aveva visto. Sopra al cavallo c’era un misterioso cavaliere.
Indossava un mantello il cui cappuccio nascondeva quasi completamente il volto e del corpo erano visibili solo parte delle braccia e delle gambe. Da quel poco che si vedeva, sembrava indossare abiti verde muschio e le mani, con cui teneva mollemente le briglie, erano coperte da guanti marrone chiaro. Pure i pantaloni e gli stivali avevano circa gli stessi colori. Il cavaliere non pareva avere alcuna fretta e anzi procedeva lentamente, quasi stesse ammirando il paesaggio. Allan continuò a fissarlo. Poi, mentre si avvicinava sempre più, alzò una mano per far segno ai suoi uomini. I cinque soldati rimasero in attesa fino a quando Allan non abbassò la mano di scatto. Aveva atteso che il cavaliere fosse a pochi metri da loro. A quel punto uscirono velocemente e si disposero a ventaglio sulla strada con le armi in pugno. Quando il cavallo vide apparire all’improvviso i sei uomini, si bloccò immediatamente, s’impennò rischiando di disarcionare il cavaliere e nitrì di sorpresa. Atteggiamento completamente contrario ebbe invece il cavaliere che, mantenuto il sangue freddo e la calma, strattonò con decisione le redini. In questo modo fece tornare il cavallo con tutte e quattro le zampe sul terreno e poi, per tranquillizzarlo, lo iniziò ad accarezzare dolcemente sul collo. Allan, che a differenza dei suoi uomini aveva ancora la spada nel fodero, teneva la mano posata sull’elsa.
“Qual è il vostro nome cavaliere? E a chi obbedite?”.
Il volto del cavaliere era nascosto anche da un pezzo di stoffa che gli copriva naso e bocca, mascherandogli la voce. Per questo motivo Allan non riuscì a capire che cosa pensasse il cavaliere. Vide solo che, nella penombra, scintillavano due occhi di colore verde.
“Chi siete voi per chiedermelo?”
“Siamo agli ordini dello sceriffo di Nottingham. Mostrateci le vostre insegne.”
“Sono al servizio dell’unico re d’Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone e vengo qua per suo ordine per aiutare Robert di Locksley.”.
A quel punto ad Allan sembrò di scorgere negli occhi verdi dello sconosciuto un lampo di divertimento.
“Robert di Locksley che, a quanto pare, non siete voi.”
“Certo che non sono Robin Hood. Il mio nome è Allan e se ciò che dite è vero, sono costretto ad arrestarvi. Circondatelo.”
A quelle parole i cinque soldati di disposero immediatamente con le spade strette in pugno attorno al cavallo e al cavaliere, che rimasero entrambi calmi ed immobili.
“E se io mi rifiutassi?” disse con tono quasi divertito il cavaliere.
“Sarò costretto ad arrestarvi con la forza e nel peggiore dei casi ad uccidervi.”
La voce del cavaliere assunse un tono di sfida e quasi canzonatorio.
“E cosa vi fa credere d’essere in grado di battermi o, addirittura, d’uccidermi?”
Allan estrasse la spada e gli si rivolse con lo stesso tono.
“Io ho al mio comando cinque uomini. Voi siete solo, cavaliere. Vi arrendete?”
Il cavaliere, non visto, sorrise.
“Temo che sarete costretto ad usare le maniere forti.”.
Allan con la testa fece cenno ai suoi uomini di stare pronti.
“È questa la vostra ultima decisione?”.
“Allan, conosco gli uomini come voi e lo sceriffo. Quando promettete di non uccidere, è la vera volta che lo fate.”
“Sono desolato che abbiate una così cattiva opinione di noi.”
“Vi assicurò che non è soltanto un’opinione.”
“Non sono qui per perdere tempo a parlare con voi, cavaliere. Ve lo ripeto. È questa la vostra ultima decisione?”.
In tutta risposta il cavaliere scese agilmente da cavallo ed estrasse dal fodero al suo fianco una lucente spada che puntò verso Allan.
“Mostratemi ciò di cui siete capace, Allan.”
Allan fece cenno ai suoi uomini.
“Come volete voi, ma poi non lamentatevi. Uomini, attaccate!”
Il cavaliere afferrò la spada con entrambe mani e si mise in posizione di combattimento, scuotendo le spalle per spostare dietro la schiena il mantello.
“Vi sto aspettando!”.
In un attimo il clangore delle spade riempì l’aria e ruppe il silenzio che avvolgeva quel tratto di foresta.
 
Ed ecco entrato in scena anche questo famoso cavaliere! Ma chi è? Se volete scoprire la sua identità o sapere come andrà a finire questa storia? Continuate a leggere perché non voglio farvi anticipazioni. By HikariMoon ^-^
P.S. i soliti ringraziamenti in particolare a sun95 e x_LucyLilSlytherin. ^-^

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 SSalve a tutti. Per prima cosa volevo chiedere scusa a tutti quelli che leggono la mia fan fiction per non aver aggiornato per così tanto tempo. Purtroppo, nonostante quello che credessi, durante l'estate non ho avuto molto tempo tra compiti e giornate al mare. Inoltre mi si è rotto il computer e, devo ammetterlo, avevo perso la voglia di continuare ad aggiornare. Questo fino a qualche giorno fa. Infatti era ormai da un paio di settimane che pensavo di aggiornare. Poi ho ritrovatola la voglia rivedendo quanto impegno  x_LucyLilSlytherin aveva messo per corregermi i capitoli, leggendo le recensioni tra cui le ultime di  _marianne_ e se1996re e vedendo i nomi di chi mi segue. Così ho capito che stavo facendo quello che più mi dispiaceva quando leggevo, interrompere una storia non conclusa. Quindi è grazie a tutti quelli che mi seguono se oggi aggiorno di nuovo. Grazie e buona lettura. ^-^ By HikariMoon

FORESTA DI SHERWOOD


Marian stava galoppando il più velocemente possibile verso la strada maestra. Sperava con tutto il cuore di arrivare in tempo, ma in quel momento non stava pensando al cavaliere bensì a Robin. In quel momento il suo amato si trovava faccia a faccia con lo Sceriffo e i suoi soldati nella Grande Radura, mentre Much e gli altri si preparavano a combattere. La consapevolezza di non sapere che cosa stesse succedendo la opprimeva, creandole un senso di impotenza. In pochi attimi tutta la situazione era precipitata e non riusciva a vederne il finale positivo. Improvvisamente, senza sapere neppure lei il motivo, strattonò le redini per fermare il cavallo. Chiuse gli occhi e rimase in ascolto. Nessun rumore proveniva dalla foresta. Riusciva a sentire distintamente il battito del suo cuore. Lentamente fece voltare il cavallo e guardò indietro. Dentro di lei era combattuta. Sapeva benissimo che doveva proseguire verso la strada maestra, ma una voce che proveniva dal suo cuore cercava di convincerla a tornare indietro. Dentro di lei l’idea di andare da Robin si faceva sempre più forte. Poco importava se c’erano anche Guy e lo Sceriffo. Se l’avessero scoperta sarebbe ritornata nella foresta come quando era morto suo padre. Nonostante ciò, Marian non riusciva a muovere le mani o i piedi per far ripartire il cavallo. Per lunghi minuti rimase immobile.
“E adesso cosa faccio?”
Si sentiva sempre più indifesa e il silenzio della foresta sembrava voler accentuare quella sensazione di debolezza e fragilità.
Sentì un forte rumore di spade provenire dalla strada maestra, che non era molto distante. Marian si voltò di scatto.
“Allan ha incontrato il cavaliere.”
Quelle parole e quella certezza spazzarono via l’esitazione che fino ad un momento prima l’avevano bloccata. Il senso del dovere, lo stesso che le aveva fatto decidere di sposare Robin solo quando i Cavaliere Neri fossero stati sconfitti e il re fosse tornato, diventò più forte dei sentimenti e ridestò la determinazione della ragazza.
In un attimo fece voltare il cavallo e ripartì al galoppo verso il rumore del combattimento.

Cosa ve ne pare? Sì, lo so e piuttosto corto ma vi prometto che i prossimi saranno più lunghi. Diciamo che lo possiamo considerare un "inizio" di un nuovo "inizio" simbolico dei miei aggiornamenti. HikariMoon

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 Salve. Non penso di avere niente altro da aggiungere oggi a quello che ho detto nel precedente capitolo. Se non ringraziare di nuovo chi mi segue, chi mi recensisce e anche chi soltanto legge la fan fiction. Buona lettura. ^-^ By HikariMoon

COSTONE DI ROCCIA - GRANDE RADURA


Dopo una lunga corsa, Djaq, John, Will e Much avevano raggiunto la Grande Radura. Avendo sentito le voci di Gisborne e dello Sceriffo, i quattro si erano avvicinati con cautela e nel silenzio più assoluto. Per evitare i soldati avevano fatto un giro più lungo ed erano saliti sul costone di roccia. Tutti e quattro si nascosero tra gli alberi, il più vicino possibile al ciglio. Much, cercando di non farsi vedere, guardò verso il basso e poi si voltò verso gli altri.
“Lo sapevo! Lo sapevo! Perché non mi date mai ascolto quando ho ragione?”
Will guardò come Much verso il basso e contò i soldati.
“Possiamo riparlarne più tardi? Non penso sia il momento adatto.”
Much non sembrava però della stessa idea.
“Io vi avevo detto che dovevamo seguirlo, ma voi no! Perché mai bisogna ascoltare Much? Tanto Much ha sempre torto e Robin se la sa cavare. E adesso vedete anche voi il risultato!”
“Much!”
John lo strattonò a terra perché nella foga aveva rischiato di farsi vedere.
Djaq guardò verso la radura per controllare che non fossero stati scoperti e incrociò lo sguardo di Robin.
“Robin ci ha visto.”
Will si avvicinò alla donna.
“Ne sei sicura?”
“Sicurissima. Adesso che si fa?”
John afferrò con decisione le armi imitato dagli altri.
“Lo andiamo a salvare!”
Non appena però i quattro si voltarono per irrompere nella radura, con immensa sorpresa, videro che Robin proprio in quel momento stava abbassando l’arco. Subito dopo lo sentirono parlare con calma e con un tono sufficientemente alto affinché lo potessero sentire.
“Mi arrendo, Sceriffo. Sono vostro prigioniero.”
Lo Sceriffo lo guardò.
“Preferisci quindi essere appeso alla forca? Avete sentito tutti? Il grande Robin Hood preferisce morire come un qualunque delinquente invece che come un soldato!”
“In questo modo, Sceriffo, tutti potranno vedere come muore chi combatte contro di voi e per il bene dell’Inghilterra.”
“Come un volgarissimo ladro, Robin Hood, niente di più.”
Gisborne si voltò verso lo Sceriffo.
“Uccidiamolo adesso, signore. Dopo rischiamo che i suoi uomini tentino di liberarlo.”
Lo Sceriffo però non sembrò prestargli particolare attenzione.
“Taci Gisborne, so quello che faccio. Uomini, legatelo! La forca lo attende. Ma prima voglio farti vedere imprigionato da quelli che un tempo erano i tuoi servitori quando eri conte di Locksley.”
Dopo aver visto tutto questo, John iniziò a scendere il pendio seguito subito dopo da Much. Will invece rimase immobile come Djaq a guardare i soldati che immobilizzavano Robin. Poi Will si voltò verso i due che stavano per uscire allo scoperto.
“John, Much fermatevi!”
John si voltò bruscamente.
“Perché?”
Anche Djaq a quel punto si voltò.
“Penso che con quelle parole Robin ci abbia voluto dire qualcosa.”
Much era scandalizzato.
“Cosa? Che ci invitava al suo funerale?”
Djaq lo fissò con uno sguardo di rimprovero.
“No, Much. Di andarlo a liberare a Nottingham.”
Much la guardò sbalordito.
“Ma così sarà più difficile!”
Will scosse la testa.
“Forse, ma solo per avvicinarci. La fuga sarà invece molto più facile.”
Djaq annuì.
“Soprattutto se sfruttiamo le strade della città e l’effetto sorpresa. E poi con noi ci sarà il cavaliere del Re.”
Much non sembrò convinto.
“Come fai ad essere così sicura che Marian sia riuscita a salvarlo?”
John a quel punto perse la pazienza.
“Accidenti Much, Marian non è una sprovveduta! E se Re Riccardo ci ha inviato quel tipo ci sarà pure un motivo! Non sarà certo un incapace!”
Much sospirò solo parzialmente convinto.
“Allora torniamo all’accampamento.”
Tutti annuirono, ma prima di andarsene rimasero nascosti per vedere Robin portato via. Rimasero lì fino a quando anche l’ultimo soldato scomparve tra gli alberi. A quel punto i quattro si voltarono e si misero a correre verso l’accampamento.

Come promesso il capitolo è più lungo e spero che vi sia piaciuto. Ovviamente qualunque critica, se costruttiva, o suggerimento sarà ben accetto. A presto (e sta volta vi prometto che lo sarà veramente) ^-^ HikariMoon

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


 Salve a tutti! Come promesso (visto che l'ho mantenuta _marianne_? ^-^) ecco un nuovo capitolo. Visto che molto spesso non so cosa scrivere come introduzione per i vari capitolo, per questa volta lascio che sia il capitolo a presentarsi da solo durante la lettura. Comunque come i soliti ringraziamenti per quelli che mi seguono:_marianne_ , x_LucyLilSlytherin, sun95, Leowynn95, dreamviolet, MaryKay96, marinE92 e Blakiee. Senza dimenticare anche chi solo legge! Buona lettura. ^-^ By HikariMoon

STRADA MAESTRA


Marian, in groppa al suo cavallo, vide finalmente tra gli alberi la strada maestra. Poco distante da lei sentì un ultimo vibrante colpo di spada seguito dal rumore di qualcosa che si conficca nel terreno, poi più nulla. Cercando di rimanere nascosta tra gli alberi, si avvicinò ai bordi della strada e guardò tra il fogliame verso la direzione da cui era venuto il suono. In mezzo alla strada vide un cavallo nero affiancato da una figura incappucciata che teneva nella mano destra una spada. Ai piedi dei due, Marian vide cinque soldati che tentavano a fatica di risollevarsi. Proprio di fronte al cavaliere, Marian scorse Allan con una faccia stupefatta e molto più indietro una spada conficcata. Allan fece un passo indietro.
“Non è possibile...”
Il cavaliere gli puntò la spada verso il petto.
“Accettate la sconfitta Allan, o mi costringerete ad uccidervi. Qual è la vostra decisione?”
Allan arretrò ancora di più.
“Uomini, ritirata!”
A quelle parole i cinque soldati si misero a correre verso i cavalli seguiti da Allan, che, prima di montare in sella, si voltò di nuovo verso il cavaliere, rimasto immobile a guardare la fuga dei soldati dello Sceriffo.
“Ci rivedremo ancora, cavaliere!”
Quest’ultimo infilò di nuovo la spada nel fodero e fece un segno di saluto.
“Sarà un piacere, Allan. Alla prossima.”
A quel punto Allan afferrò la spada e salì a cavallo. In pochi minuti Marian vide gli uomini sparire al galoppo e, prima che scomparissero, scorse Allan che si voltava un’ultima volta. Quando distolse lo sguardo dai sei, Marian vide il cavaliere risalire in groppa al suo cavallo, pronto a rimettersi in marcia. A quel punto la ragazza uscì dal suo nascondiglio.
“Cavaliere, fermatevi.”
Il misterioso cavaliere di voltò facendo voltare allo stesso tempo il cavallo.
“E voi chi sareste?”
Marian fece avvicinare il cavallo.
“Il mio nome è Marian e sono un’amica di Robin Hood.”
La donna si sentì puntare addosso gli occhi del cavaliere.
“Perché dovrei credervi?”
Il tono era tranquillo.
“Perché sto dicendo la verità.”
Anche il cavaliere a quel punto si avvicinò a Marian.
“Allora, Lady Marian, mi saprete anche dite per quale motivo Robin Hood non è qui.”
A quelle parole la giovane si sentì di nuovo stringere il cuore al pensiero di Robin, ma rispose con più calma possibile.
“Lo Sceriffo di Nottingham gli ha teso una trappola e i suoi uomini sono andati a salvarlo. Io sono venuta qui perché credevamo foste in pericolo.”
“Come vedete non è così. In ogni caso voglio fidarmi di voi.”
A quel punto il cavaliere fece per andarsene.
“Aspettate. Io sono qui per condurvi all’accampamento di Robin Hood e dei suoi uomini.”
“D’accordo, fatemi strada Milady.”
Il cavaliere spronò il cavallo, imitato subito da Marian. Quando il cavaliere le passò accanto, la donna ebbe una strana sensazione. Decise di non prestargli attenzione e si affiancò all’altro cavallo. Pochi istanti dopo i due partirono al galoppo attraverso la foresta, diretti verso l’accampamento dei fuorilegge.

Ed ecco finito pure questo capitolo. Finalmente i nostri fuorilegge conosceranno il cavaliere, ma cosa ancora più importante, dovranno trovare un modo per salvare Robin Hood. Ci riusciranno? Se lo volete scoprire continuate a leggere! ^-^ HikariMoon

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


 E anche oggi ho aggiunto un secondo capitolo! Questo per farmi perdonare per la lunga assenza. Quindi lunga assenza uguale lungo capitolo e questo capitolo lo è veramente. Spero però che ne apprezzerete anche il contenuto! Bando alle ciance, buona lettura! ^-^ By HikariMoon

ACCAMPAMENTO DEI FUORILEGGE


Nell’accampamento Djaq, Will, John e Much stavano preparando le proprie armi aspettando impazientemente l’arrivo di Marian e del misterioso cavaliere del re. Tutti speravano infatti che almeno quella parte del piano fosse andata in porto.
Much guardò per l’ennesima volta verso la foresta.
“Accidenti! Ma quando torna Marian? Non faremo in tempo a liberare Robin!”
Djaq lo guardò per rassicurarlo.
“Vedrai che Marian arriverà presto e che poi riusciremo a salvare Robin.” Proprio in quel momento sentirono provenire dal bosco il rumore di due cavalli al galoppo.
Djaq si mise a correre.
“Visto Much? Ecco Marian!”
Much rimase immobile mentre gli altri due seguirono Djaq.
“Ma chi vi dice che è lei?”
John si voltò spazientito.
“Much!”
L’interpellato si mise a correre per raggiungerli.
“Ho capito. Arrivo, arrivo!”
In pochi istanti i quattro arrivarono in uno spiazzo vicino all’accampamento e pochi attimi dopo videro arrivare al galoppo due cavalli, uno nero e uno bruno, e sopra di essi c’erano Marian e un misterioso cavaliere. Marian, arrivata davanti ai quattro, fermò il cavallo e si guardò attorno preoccupata.
“Dov’è Robin?”
Djaq abbassò lo sguardo.
“Non siamo riusciti a liberarlo.”
Much incrociò le braccia borbottando.
“Veramente non ci abbiamo neppure provato.”
John gli assestò una gomitata sul braccio. Marian invece li fissò sconvolta, mentre il cavaliere rimase accanto a lei apparentemente impassibile.
“Lo Sceriffo...”
John la guardò.
“Non lo ha ucciso. Lo stanno portando a Nottingham per impiccarlo.”
Will vide, come gli altri, Marian tirare un sospiro di sollievo.
“Inoltre sappiamo che prima lo porteranno a Locksley.”
Marian guardò i quattro speranzosa.
“Quindi possiamo ancora salvarlo.”
Will annuì.
“È nostra intenzione.”
L’uomo si voltò poi verso il cavaliere.
“Possiamo contare anche sul vostro aiuto?”
Il cavaliere annuì lentamente.
“Ho promesso a re Riccardo di aiutare Robert di Locksley. Non ho certo intenzione di venir meno alla parola data.”
Marian a quel punto voltò il cavallo.
“Io devo lasciarvi. Devo raggiungere Nottingham e il castello prima che lo Sceriffo e Guy scoprano la mia assenza.”
Il cavaliere si voltò a guardarla.
“A quanto pare, Lady Marian, per molti non siete quello che credono.”
Marian lo fissò con uno sguardo deciso.
“Avete qualcosa da ridire sul fatto che una donna combatta per la propria patria?” “Assolutamente no. Dopotutto anche le donne, come gli uomini, devono avere la possibilità di combattere per quello in cui credono.”
Marian si voltò verso Djaq e gli altri.
“Vi prego, fate qualunque cosa per salvarlo.”
John annuì.
“Lo faremo.”
Senza aspettar altro, Marian partì al galoppo e poco dopo scomparve tra gli alberi della foresta di Sherwood. A quel punto Much si voltò verso gli altri tre.
“Andiamo a Nottingham allora?”
“Non ho sentito i vostri nomi.”
Tutti e quattro si voltarono verso il cavaliere e Much lo guardò quasi offeso.
“Ma neanche voi avete detto il vostro nome!”
Djaq posò la mano sulla spalla di Much.
“Much, non mi sembra il momento. Io sono Djaq e lui è Much. Loro due invece sono John e Will.”
Il cavaliere annuì.
“Molto piacere. Adesso muoviamoci. Il boia di certo non aspetta e dobbiamo anche organizzarci una volta arrivati a Nottingham.”
Much rimase sconvolto.
“Ma aspettate... e il vostro nome? E chi ha detto che siete voi che ci date gli ordini?” Will si voltò verso di lui.
“Much, ti importa di più di Robin o del suo nome? E poi avevamo già deciso di andare a Nottingham.”
Much sbuffò contrariato.
“Hai ragione, andiamo.”
Dopo aver preso le armi, i cinque si diressero verso Nottingham e verso il castello dove entro breve lo Sceriffo avrebbe condannato a morte Robin Hood, il loro capo.

Che ve ne pare? Sono graditi i commenti. Comunque ringrazio chi mi legge, chi mi segue e chi mi recensisce. A presto! ^-^ HikariMoon

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