Il labirinto nero

di daliakate
(/viewuser.php?uid=113599)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** meritiamo ciò che siamo ***
Capitolo 3: *** non mentire a te stessa ***
Capitolo 4: *** il labirinto nero ***
Capitolo 5: *** il mastino e le tre verità ***
Capitolo 6: *** una trappola per l'agnellino ***
Capitolo 7: *** metti il mio mondo sottosopra ***
Capitolo 8: *** il re ***
Capitolo 9: *** scelte ***
Capitolo 10: *** con te fino in fondo ***
Capitolo 11: *** nel cuore della battaglia ***
Capitolo 12: *** il prezzo del sangue ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Ciao a tutti sono ancora commossa per le recensioni ottenute dalla mia prima fan fiction su labyrinth,mi sono buttata subito nella scrittura di un'altra.Ho fatto tesoro dei preziosi consigli che mi avete dato e spero che troviate interessante e più matura questa nuova storia.Scusate la brevità del prologo,mi farò perdonare con il primo capitolo.
 
 
 
 

PROLOGO

 

<<Tu non hai nessun potere su di me!>>.E così Sarah aveva vinto,la ragazzina dagli occhi innocenti era riuscita a battere il re dei goblin.Ma non era solo quello!Jareth lo avrebbe anche superato lo smacco se solo lei gli non avesse sciolto il cuore.

Non si dava pace,provava con vergogna quel sentimento così umano.Andava a nascondersi,e in un circolo vizioso riviveva quelle tredici ore in sua compagnia.Lei che sfida coraggiosamente il labirinto per riprendersi il fratellino.Lei con le labbra vermiglie e le gote rosse al ballo-illusione.

Non poteva ramollirsi doveva dimenticarla,dimenticare il sentimento umano che corrodeva la sua anima fatata.Jareth sarebbe tornato quello di una volta e per farlo doveva sporcarsi con un essere profondamente malvagio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** meritiamo ciò che siamo ***


Ciao a tutti ecco il primo capitolo,sono davvero ansiosa di sapere i vostri pareri diciamo che è il mio banco di prova per questa storia.Baci.
 
 

Meritiamo ciò che siamo

 

Il tempo umano era implacabile e spaventava Jareth...Nell'underground erano passate solo poche settimane... nel mondo di Sarah tre anni!

L'idea che lei stesse crescendo era quasi insopportabile.Presto avrebbe perso la sua innocenza e un babbeo umano gli avrebbe rubato cuore e virtù...lui non avrebbe potuto farci nulla.

Quella sera si appollaiò sul solito ramo,quello più folto,per evitare che lo scorgesse;Sarah conosceva la sua forma animale e non voleva darle soddisfazione.

Lei non viveva più con la sua famiglia,studiava al college ma ogni venerdì sera preparava il borsone per poter tornare a casa.

Ora non si sentiva più come un'estranea,il labirinto le aveva insegnato che nulla si dà per scontato.Nemmeno l'affetto dei suoi cari.

Sarah compiva sempre gli stessi gesti prima di coricarsi,lui li conosceva a memoria,tant'è che subito si era accorto che c'era qualcosa di strano;Dopo essersi spazzolata non era andata a letto bensì si era affacciata alla finestra,sospirando fissava la luna piena,nei suoi occhi innocenti una luce dolce non lasciava dubbi.

 

<>

Non sopportando ulteriormente quella vista era volato silenziosamente via.Doveva fare qualcosa e lo avrebbe fatto!

Aveva bisogno di distaccarsi sia dal labirinto che dal mondo umano, una scelta sgradevole ma necessaria,insomma il male minore.

*********

 

Dopo cento anni Jareth era tornato alle sue origini,era tornato tra la sue gente,ovvero nelle terre del piccolo mondo.

Di nobili natali,poteva ambire a diventare il re delle fate,ma non sopportava l'avidità e la crudeltà gratuita della sua razza.Le lotte di potere lo disgustavano,per cui aveva preferito un regno piccolo ma con un popolo stupido e servile.Un' isola tranquilla.

I suoi genitori erano stati messi a morte dalla potente regina,colpevoli di avere un figlio disertore.Ella lo amava e lo voleva al suo fianco,lui invece desiderava altro.

Lo smacco era costato caro e l'onta era stata affrontata con una battaglia sanguinolente e senza un vincitore,così i due nemici avevano optato per una tregua.Con un potente incantesimo nessuno dei due poteva nuocere all'altro.

Di tanto in tanto si stuzzicavano,l'una infestava di fate operaie le porte del labirinto.L'altro inviava Goblin a rapire fate-ninfe.

Questo gioco teneva vive le aspettative della regina,che mai sei era rassegnata al rifiuto,per Jareth invece era un passatempo come un altro.

La decisione di farle visita era avvenuta la notte stessa in cui aveva giurato di non rivedere più Sarah.Una potente e bellissima regina che lo bramava lo avrebbe salvato dalle sue debolezze.

 

Sorvolò il deserto rosso che dividedeva il labirinto dal sacro bosco,cercò di non ricordare troppo si concentrò sul panorama che diventata sempre più verde e sempre più rigoglioso.

Il regno di Mab era imponente.Al contrario di quello che pensano gli umani,le fate non sono minuscole,hanno le loro stesse fattezze.

Il castello di Mab si ergeva su una verde collina,le torri avevano una forma a spirale e si avviluppano verso l'alto,come se volessero pungere il cielo.Tutto era di colore o verde smeraldo o argento.Il villaggio era costituito da strutture in quercia con tetti di rami d'abete,nell'aria c'era odore di funghi e di muschio,di violette e di rose.

I nobili vivevano alle basi del castello in case di color argento.Un tempo anche lui viveva lì.Un tempo così lontano da aver quasi dimenticato di esser stato un fanciullo,uno scapestrato che cavalcava gli unicorni e stuzzicava i draghi dormienti.

Riacquistò la sua forma originale sul ponte del castello.Per l'occasione aveva scelto un mantello fatto di piume bianche con una spilla di diamanti.I lunghi capelli oro gli ricadevano indisciplinati sulle spalle e negli occhi aveva la sua migliore espressione.Beffarda e luciferina.

Senza troppi fronzoli oltrepassò le guardie e si diresse nella sala del trono.

Non lo colpivano gli specchi alti fino all'infinito o i pavimenti di cristallo.Mentre percorreva il corridoio delle rose,un pensiero lo attraversò di colpo:Sarah sarebbe rimasta affascinata dallo splendore di quel posto.Con stizza lo ricacciò da dove era arrivato.

Finalmente varcò la sala:essa era di forma ovale,con tante colonne dall'aspetto serpentino,il bianco del marmo poteva quasi accecare.Dal soffitto pendevano stalattiti di cristallo che colpiti dal sole creavano tutti i riflessi dell'arcobaleno.

Seduta con aria apparentemente distratta se ne stava Mab,la potente regina.

Lunghi capelli simili a fili d'argento incorniciavano il viso dai lineamenti perfetti,sembravano scolpiti nell'alabastro così come l'incarnato.Unica nota di colore in quel pallore antico erano le labbra a forma di cuore.Mab era la creatura più bella che si potesse immaginare.Un umano ne sarebbe diventato schiavo ma Jareth la trovava noiosa.Non c'era nulla di più desiderabile di un viso che poteva arrossire o di un cuore che batteva forte,come il frullo d'ali di un colibrì.

La regina piantò gli occhi viola sulla figura impettita che le stava a pochi passi:<<Quando le fate guardiane mi hanno avvisato del tuo arrivo, credevo che mentissero!>>.La voce era dolce e melodiosa fatta apposta per trarre in inganno.

<<Spero che tu non le abbia messe a morte>>.

<>.Mab rovescia il capo all'indietro in un elegante risata,dopo qualche istante si ricompone e si alza in piedi per avvicinarsi a Jareth.Indossa una tunica lilla che le accarezza la figura esile,la sua camminata è leggera come dei passi di danza,sembra quasi fluttuare.

<<Sono così felice di rivederti,sai che sono passati cento anni>>.Mab è a pochi centimetri da lui,così vicina che il suo profumo di rose e gelsomino gli invade le narici.

<<Avevo bisogno di una vacanza e ho pensato di farti visita>>.Adularla è impresa ardua e lui adora le sfide.

<<Ti prendi gioco di me come al solito>>.Gli si avvinghia addosso,come un serpente avvolge la sua preda.<<Sei stato ferito da quella insulsa ragazzina,mai avrei pensato che >>.

<>.E'un sibilo minaccioso che quasi la sorprende.

<<Come osi !!>>.I lineamenti sono ora tesi in una maschera d'ira.

<<Non sono qui per insultarti,ma non devi azzardarti a schernirmi>>.

Il tono di Jareth è fermo,lei non lo spaventa.

<<Non era mia intenzione credimi è solo che non capisco cosa tu ci trovi in quell'essere insulso.Potresti avere di meglio e comunque se tu me lo consenti posso darle una bella lezione.>>

<>.Da abile truffatore aggira l'ostacolo e stuzzica l'interesse,nel viso di lei non c'è più traccia di rabbia anzi le è spuntato un sorriso da squalo.

<<Sei il solito adulatore e soprattutto sai sempre come stuzzicarmi>>.Mab lo prende per mano e insieme si avviano nelle stanze private.

 

Le fate non interpretano il verbo amore come fanno gli umani,per loro ha solo un significato:copulare.

Sotto le dita di Jareth c'è un corpo freddo che al massimo può placare un istinto basico ed animale,lo stesso istinto che lo spingeva a far pensiere impuri su una creatura innocente.

Se solo avesse potuto stringerla a sè almeno una volta...Con lo sguardo fissa il vuoto e si lascia inghiottire mentre giace con la regina.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** non mentire a te stessa ***


Ciao a tutti ho riscritto il capitolo sia per il problema delle virgolette sia perchè non ne ero convinta al 100%.Aspetto ansiosa i vostri pareri baci.




Non mentire a te stessa

 

Sarah si stiracchiò la schiena indolenzita,aveva passato tutto il pomeriggio e gran parte della sera a giocare con Toby,poi si era offerta di lavare i piatti e incitato i genitori ad uscire.Era davvero tanto cambiata e soprattutto in lei si era fatta strada una strana convinzione:Pensava che se fosse stata buona,se si fosse comportata da brava studentessa e figlia diligente forse avrebbe rivisto i suoi amici.Le mancavano così tanto che ormai si appigliava a qualsiasi cosa.

In tre anni non si erano mai fatti vivi,per quanto l'invocasse disperata loro non comparivano,ciò nonostante non mollava.

Mancava un quarto d'ora alla mezzanotte quando si sedette alla specchiera,prese a spazzolarsi i capelli lisci e mentre lo faceva il demone della vanità la stuzzicò.

Era diventata bella,non aveva più il viso paffuto da bambina.Chissà se Jareth...insomma chissà se a Jareth fosse ancora piaciuta!

Per lei era dura ammettere che n'era innamorata,quindi preferiva mentire a se stessa;Ma c'erano momenti come quello in cui si concedeva una pausa dal suo orgoglio.

Osservò a lungo la sua immagine nello specchio,fiera finalmente del suo seno florido...pensò ancora a Jareth... e a come sarebbe stato farsi toccare da lui...Arrossì violentemente a quel pensiero e trovò di nuovo mille motivi per odiarlo.

Un giorno non molto lontano avrebbe accettato la corte di un ragazzo normale e tutte le sue fantasie:sulla sua folle avventura,sui suoi strambi amici e su quel maledettissimo re degli impostori sarebbero cessate per sempre.

Ormai esausta dai suoi stessi giri mentali lasciò la specchiera e s'infilò una camicia da notte in flanella.Amava il calduccio mentre dormiva e non le importava di apparire sexy come "Jenny tra le lenzuola".Tanto nessuno nel recente futuro avrebbe condiviso il letto con lei.

Nemmeno il tempo di posare il capo sul cuscino che avvertì dei rumori sospetti provenire dalla stanza di Toby.

L'ometto a quattro anni aveva preteso di dormire da solo in una stanza nuova di zecca.Sarah spesso associava l'insolito coraggio di Toby al fatto che avesse vissuto una sconvolgente esperienza ,non avendone però memoria.

Dapprima pensò che Karen rincasando avesse voluto rimboccargli le coperte.Ma qualcosa la spinse a controllare.Si recò in punta di piedi nella cameretta. Il cuore le batteva forte quando constatò che la luce era spenta...Cliccò il pulsante dell'interruttore ma niente...si avvicinò allora al lettino:Toby dormiva beatamente con la lancillotto tra le braccia;Il vecchio pupazzo ormai era orbo e logoro.

Gli accarezzò la massa di riccioli biondi ribelli poi udì di nuovo un rumore sordo,questa volta alle sue spalle.

"Chi c'è!". Cercò di non far tremare la voce mentre con gli occhi scrutava l'angolo più buio della stanza.

"Sarah,sono sonoo i..o".

Il tono stridulo era troppo familiare e mentre la presenza si esponeva alla luce della luna piena,che filtrava dalla finestra.Il cuore di lei saltava un battito.

Hoggle era del tutto sbucato dal buio e teneva le braccia in attesa di un abbraccio.

"Non ci credo,non ci credo!".Sforzandosi di non urlare si era letteralmente buttata sul nano.

"Shh,si sveglia il bambino".

"Hai ragione Hoggle,vieni andiamo in camera mia".

I due si erano recati furivamente nella camera di lei,anche perchè nel preciso istante in cui avevano lasciato la stanza del bambino.Karen e il padre erano rincasati.

"Hoggle nasconditi qui,io scendo a prendere un bicchiere d'acqua così gli dò la buonanotte".

Il suo intento era di sbarazzarsi dei genitori,per evitare che loro bussassero alla sua stanza in cerca di un resoconto della serata.

"Karen,papà".

"Sei ancora sveglia ?".Chiese un pò allarmata Karen.

"Ho solo sete,comunque Toby è stato buonissimo e ha mangiato tutta la cena ."

"Bene,allora buonanotte".

"Si,buonanotte figliola". Disse bonariamente il padre.

" 'notte a voi".

Un turbinio di emozioni stava avvolgendo Sarah.

Appena rientrata nella stanza aveva iniziato a bombardare Hoggle di domande:"perchè non ti sei fatto vivo?"..."Jareth vi ha fatto qualcosa?"..."Gli altri come stanno ?"

"Calma,calma ragazzina prendi fiato ."

Lui si era messo a sedere comodamente sul letto a baldacchino, e con una mano aveva fatto cenno a lei di accomodarsi.

"Jareth non ci ha fatto nulla anzi...E non siamo accorsi ai tuoi richiami perchè era giusto così".

"Giusto così?! Io mi sono disperata!". Era a dir poco furibonda e per nulla soddisfata delle sue risposte.

IL nano alzò gli occhi al cielo per metà esasperato per metà rassegnato,come se stesse parlando con un goblin troppo stupido.

"Ascoltami noi ci siamo stati per te...ma a distanza.Tu appartieni al mondo umano noi no!Capisci!". Deglutì nervoso."Dovevi crescere, dimenticarci e dimenticare lui."

"Io lui l'ho dimenticato!".Consapevole di aver dato una risposta troppo frettolosa si era zittita arrossando.

"E' stata una scelta dolorosa ma fatta per il tuo bene". I limpidi occhioni di Hoggle erano umidi.

"Allora perchè sei qui !".

La pronta risposta di lei attendeva altrettante rapide spiegazioni.

"C'è bisogno del tuo aiuto.Tutti noi siamo in pericolo.Soprattutto Jareth !"

"Jareth in pericolo..."Era troppo incredula tanto da alzare un sopracciglio.

"E se ti dicessi che esiste un essere cento volte peggio di lui ."

"Ma lui sa fin troppo bene badare a se stesso !"

"Non che non è così...Lui ha preso una decisione folle.Sarebbe più corretto dire una decisione pessima."

"Oh avanti Hoggle sputa il rospo".Tagliò corto ormai spazientita.

"Lui era davvero innamorato di te.A modo suo ma pure sempre invaghito.Non riusciva a dimenticarti tanto da perderci il senno...Ha deciso di sposare Mab e diventare re delle fate ."

Jareth sposato ad un'altra...Jareth innamorato di lei...Sarah era totalmente nel pallone.Bombardata da milione di particelle emozionali,tutte contrastanti tra loro.Come se stesse vivendo una favola horror o un horror da favola.

Era persa,quasi scioccata tanto da costringere Hoggle a pizzicarla per ridestarla.

"Ahi!!"

"Ti eri imbambolata".Si giustificò lui.

"Non vedo che pericolo corriate,non ci arrivo."

"Mab è la regina delle fate di tutte le fate" Puntualizzò serio. "Da quelle piccole e fastidiose a quelle grandi,grosse e pericolose."

"Esistono vari tipi di fate?" Chiese candidamente lei.

"Sai esser tonta quanto un goblin a volte.Certo esistono le fate operaie:quelle che ti hanno morso il dito.Ricordi?Poi esistono quelle guardiane e sono davvero pericolose e grosse e infine quelle peggiori di tutte..."

"Quelle come Jareth e Mab ?" Intervenne lei.

"Esatto!loro sono potenti e malvagie.Ma Jareth a suo modo ha un animo.Ama il labirinto e grazie a te è stato capace di provare un sentimento umano.Lei no!Lei detesta tutti noi altri e soprattuto gli umani.Il labirinto già è stato infettato dalla regina e nuove creature lo stanno invadendo.Presto tutti noi saremo ridotti in schiavitù".

"Ma è terribile".Il sangue le si era gelato alle parole dell'amico. "Ma io di che utilità sono!"

"Sei l'unica che può fermarlo.Dichiaragli il tuo amore e salva la sua anima."

Hoggle stringeva forte le di mani di lei mentre parlava con veeemenza.

"Sei impazzito,io non lo amo e comunque non posso farlo"

"Sarah smettila di mentire a te stessa!"

Sentiva le lacrime bruciarle gli occhi,non poteva mettere il cuore nelle mani di lui.Non si poteva esporre...il suo orgoglio glielo impediva.Nonostante sapesse che il suo sentimento era corrisposto, aveva paura.

"Allora questo è un addio,ti vorrò sempre bene.Noi tutti te ne vorremo."

Il nano aveva lasciato le sue mani e piano piano il suo corpo stava scomparendo.

Doveva prendere una decisione in fretta,questa era la sua ultima chance.

"Aspetta!non svanire.Vi aiuterò."

Un grosso sorriso speranzoso si era stampato sul viso rugoso.

"Allora andiamo non perdiamo tempo!"

"Aspetta lasciami rivestire."

"Non c'è tempo,al labirinto troveremo qualcosa ".

Silenziosi nella notte erano sgattaiolati,e nel cuore del bosco avevano trovato la strada per l'underground.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** il labirinto nero ***


Ciao ecco il terzo capitolo,mi è venuto con facilità a differenza dell'altro.Spero che vi piaccia e come sempre attendo i vostri  pareri.


Il labirinto nero

 

Mab fece una smorfia di disgusto,lei era abituata ad ambienti puliti,al lusso dei cristalli e dei diamanti;Il castello invece era solo pietra e Goblin.Si, Goblin...quegli esseri le creavano un misto di odio e repulsione... ma presto tutto sarebbe cambiato! Ci sarebbe stato lo scambio di corone e di regni.Jareth avrebbe avuto potere parziale sul suo, poichè anche se di nobili natali era di rango inferiore.Lei invece avrebbe avuto pieno potere sul labirinto e i suoi abitanti, trasformandolo in un posto da incubo dove trascinare i suoi nemici, e riducendo gli abitanti in schiavitù, per farli lavorare nelle miniere del nord.

Questo pensiero l'allettava,finalmente tutto andava come doveva andare;Era raggiante e nulla poteva intaccare la sua felicità.

Girovagò per la stanza privata di lui ,studiando i particolari che avrebbe potuto aggiungere.Era l'unico posto, a parte la sala degli specchi, salvabile di tutto il castello.

Tastò la liscia seta scura del letto che era di forma ovale così come il baldacchino che lo sovrastava;Il colore era a metà tra il blu notte e il viola,quella strana tonalità non le piaceva avrebbe gradito di più il bianco.

Alla destra dell'alcova c'era l'armadio privato di Jareth, scavato nella pietra nuda e grande come una caverna.Come tutte le fate era vanitoso,ciò non le creava disturbo anzi ne ammirava lo stile(di gran lunga più virile di quello adottato da altri nobili).La caverna aveva ripiani, mensole e tutto era in ordine di colore.Forse se ne occupava lui stesso,poichè non aveva servitù adeguata.

L'esser immersa nella sua privacy finalmente le dava qualche certezza.Ma proprio mentre ficcanasava felice,un fastidosio per quanto sommesso bussare la disurbò.

"Chi è!!".Tuonò seccata e con gli occhi viola accesi.

"Endrick,mia signora".

Lui era il suo servo più fedele,il cavaliere più coraggioso.Un perfetto e letale lacchè nel remoto caso in cui non si potesse difendere.

Alto quanto Jareth e pallido alle stesso modo,aveva una cicatrice che lo deturpava,ricordo di un incontro troppo ravvicinato con un drago.Essa partiva dallo zigomo sinistro e si concludeva all'angolo della bocca.I capelli erano lunghi e corvini,perennamente legati con un nastro nero.Indossava tutti i giorni(tranne in caso di guerra e cerimonie importanti)l'uniforme reale,composta da:una giacca doppiopetto in velluto con collo rigido,verde smeraldo.Su di essa appuntati i gradi e la spilla fatta di diamanti, dalla forma di un quadrifoglio.I pantaloni attillati,anch'essi in velluto però di colore oro e stivali lucidi neri.

"Perchè disturbi il mio riposo."Non vi era traccia d'ira nel suo tono ma solo altezzosità.Nel frattempo si era seduta ai bordi del letto e completamente nuda, si spazzolava i lunghi capelli argento, che le coprivano il seno e a malapena il pube.

"Il nano è riuscito a passare e ora lei sta arrivando qui."Endrick aveva scandito la frase con il capo chino già cosciente delle conseguenze.

"Cosa?!".Aveva cacciato un urlo talmente stridulo e potente da fargli vibrare i timpani.Totalmente furiosa era scatta in piedi.I capelli le sfioravano le ginocchia.Lui avrebbe voluto godere della vista di quella nudità,ma non era il caso.Con il viso contratto dalla furia assomigliava ad un demone pronto a sbranarlo.

"Come devo muovermi".La praticità di lui placò la sua furia.Era di nuovo padrona di sè e apparentemente calma.I cambi di umore di Mab erano leggendari.

"Jareth dov è?"

"Sta tornando,è stato avvistato in volo all'alba alla fine del deserto rosso.Fra poche ore sarà alle porte del labirinto".

"Bene,bene,bene."Passeggiava nervosamente per la stanza,battendo il delicato dito indice sul mento.Poi il suo sguardo s'era illuminato.

"l'umana dov è ?".

"E' alle porte del labirinto,sta per entrare."

"Appena è dentro mandale contro Raskius.Farà a pezzi lei e il nanerotto in pochi secondi e il problema sarà risolto una volta per tutte."

Lui era evidentemente deluso dalla scelta della regina.

"Cos' hai?Non ti sembra una buona idea!"

"Mia regina credo che esista un legame tra il re e la ragazza.Lui sentirà che è in pericolo?".

Il pensiero di un legame tra loro pugnalava la mente di Mab tanto da farle strizzare gli occhi per scacciarlo.

"E anche se fosse!lui è troppo lontano e io posso giustificarmi dicendo che ho messo Raskius a guardia dell'entrata,lui ha solo assolto il suo compito di guardiano."

"Potrei provvedere personalmente e facendo meno chiasso".

Come un cagnolino scodinzolante Endrick si aspettava che la regina lo accontentasse.Dopo Mab, la cosa che amava di più era far del male agli umani. Il fatto che in questo caso poi si trattasse di una vergine, rendeva il tutto più appettibile.

Già pregustava l'idea di violarla,torurarla e smembrarla da viva.

"No!non merita che sia tu mio caro".Gli prese il mento con una mano e sollevandolo lo costrinse a fissarla. "Non merita le tue attenzioni,per quanto diaboliche e perverse siano...Diventerà il pasto di Raskius,ci siamo intesi."

Lui annuì freddamente distaccandosi dalla sua mano.

"Ora va e torna con buone nuove."

Mab era preoccupata dal fatto che non l'avesse sentita arrivare.Qualcosa non andava,doveva chiedere consiglio alle tre verità.

 

 

********************************

Sarah era di nuovo sulla collinetta dove aveva incoraggiato i suoi piedi a mettersi in marcia, ma ciò che ora aveva dinanzi era totalmente discordante dai suoi ricordi;Visto dall'altura si presentava un panorama minaccioso:un'edera nera aveva inghiottito le pareti del labirinto.

"Hoggle ma cosa significa".

"Quando ti ho detto che siamo nei guai intendevo questo".La mano del nano indicò il panorama sottostante.

"L'aura malvagia di Mab sta lottando con le difese del labirinto."

Era riuscito stranamente a sintetizzare un concetto complesso per lui.

"Fantastico!" Fissò sarcastica il paesaggio poi aggiunse "Bhè nonostante non abbia una scadenza questa volta,preferisco darmi una mossa."

Quando Sarah aveva deciso di aiutare Hoggle non si era posta il problema di come tornare a casa;Lo aveva dato per scontato.Ora invece vedendo cos'era diventato quel posto, era solo ansiosa di uscirne al più presto.

I due discero silenziosamente la collina raggiungendo in breve tempo le porte del labirinto;Anch'esse erano ricoperte di edera e dove un tempo c'erano fiori ora vi erano rovi accuminati. Intanto un forte sibilio riempiva l'aria man mano chi si avvicinavano.

"Cos è questo rumore?".

"Questa non è edera normale"Rispose serioso,poi afferrò un bastone e appena sfiorò l'erba...due fauci con tanto di lingua biforcuta saettarono su di esso mordendolo avidamente.

Sarah si portò la mano sulla bocca,trattenendo un urlo.Incredula e disgustata al tempo stesso.

"Si chiama edera nera o volgarmente conosciuta come edera serpentina,al di sotto delle fogli vi sono migliaia di vipere che tessono la loro tana invadendo tutto.Se solo la sfiori loro ti mordono, e sono talmente velenose che non ti rimangono che pochi istanti di vita."Il pallore di Lei si era accentuato ancora di più.

"Stai bene ?"Hoggle avrebbe voluto poterla portar via per davvero,sembrava così spaventata e fragile d'innanzi a quell'abisso.

Poi dopo qualche secondo lei si ricompose, con gli occhi che le brillavano di coraggio.

"Si sto bene,non saranno quattro serpentelli a spaventarmi.Io ho sconfitto un terribile re."

Vederla reagire così aveva ridato speranza al nano.La sua Sarah era unica.

" Hoggle hai qualche suggerimento su come entrare?"

"Purtroppo no!".

I due fissarono il muro sibillante.la prima aguzzando l'ingegno,il secondo aspettando una soluzione.

"Ci sono!Mi è venuta un'idea."Sul bel viso di lei c'era la stessa eccitazione di quando era riuscita ad uscire dalla segreta.

"Davvero!".

"Basterà semplicemente bruciare l'edera."

"Giusto!che zuccone perchè non ci ho pensato.

"Bene indicami il punto esatto dove dovremo entrare,poi portami dei rami di legno e qualche ciuffo di erba secca."

"Dimmi come accenderemo il fuoco."

"Con questo". Estrasse dalla tasca della vestaglia un oggetto piccolo e rosa,sembrava un tubicino.Sopra vi era una rotella in metallo.Hoggle lo fissava estasiato,come quando aveva visto per la prima volta il braccialetto in plastica.

"Cos è? "

"E' un accendino.Vedi se sfrego il pollice su questa rotellina scaturisce una scintilla che a contatto con il gas contenuto sotto crea una fiamma."

"Ma che razza di stregoneria !"Sogghignò estasiato.

"Un'invenzione umana!"

"E perchè lo tieni nella tasca della vestaglia?"

La domanda dell'amico la imbarazzò.Si vergognava ad ammettere di aver preso un brutto vizio.

"Dai su non perdiamoci d'animo".

A Sarah dispiacque far del male alle vipere, ma non aveva scelta.

I due crearono un falò proprio alle basi del muro.Mentre le fiamme avvolgevano le foglie, i serpenti emettevano suoni molto simili a piccole urla di dolore.Sarah si odiò profondamente per aver fatto quella scelta,si sentiva in colpa e non trattenne le lacrime.

"Suvvia Sarah non fare così,ti avrebbero uccisa senza pietà, sono cattive".

"Non si fa mai del male così, nemmeno ai cattivi."

Il nano non era d'accordo con lei,anzi proprio non la comprendeva.Lui se avesse potuto quante volte avrebbe ammazzato Jareth o Mab!

Intato per magia le fiamme s'erano dissolte lasciando un foro grosso come un armadio.Intorno al buco saettavano le fauci più aggressive che mai.

"Entriamo".Sarah aveva di nuovo un' aria decisa,anche se i suoi bei occhi portavano ancora il segno del dispiacere.

Fu la prima a passare il buco,lo attraversò lentamente e mantenne la calma anche quando una lingua biforcuta le sfiorò il lobo dell'orecchio destro.Hoggle invece lo attraversò veloce come una saetta,con tutta la forza della fifoneria ch'era in lui.

Una volta dentro il rumore dei sibili era quasi assordante,Le mure erano piene di edera serpentina,mentre i pavimenti erano ricoperti da una sostanza muffosa e appiccicosa.Sarah constatò che almeno questa volta il labirinto era bello visibile,non c'erano muri perpendicolari all'infinito.

"Hoggle la sostanza che ricopre il pavimento è pericolosa ?".

"No,semmai può solo rallentarci."

"Che fortuna.Ora dove si va!."

"Proseguiamo a destra, fra un centinaio di metri dovremmo arrivare alla piazza del saggio.E' tutto cambiato, nemmeno io conosco la strada esatta per il castello".

"Non scoraggiamoci,ce la faremo anche questa volta."

Dopo essersi scambiati un cenno d'incoraggiamento si erano messi in cammino,ad ogni passo però la muffa collosa gli creava ostacolo e li faceva dispendere energia.A complicare tutto poi era calata una strana nebbia che non permetteva bene di calcolare la distanza dai muri velenosi.

Raggiunta la piazza la nebbia si era infittita ulteriormente.

" dobbiamo fermarci,la visibilità è scarsa."Constatò lei.

"Hai ragione penso che dovremmo attendere che la nebbia passi."

"E' un fenomeno che capita spesso?"

"Si da quando Mab è qui,però non preoccuparti dura poco."

Si tenevano per mano temendo che potessero perdersi.Sarah era stanca e anche un pò scoraggiata.L'altra volta a confronto era stata una passeggiata,ora invece le sembrava di essersi infilata in un buco troppo buio e profondo.

Dopo poco finalmente la nebbia iniziò a sparire e i due si rimisero in marcia,non fecero che un paio di curve quando il silenzio fu squarciato da un verso agghiacciante;Ben diverso dai lamenti di Bubo attaccato dai Goblin.Era un suono feroce,acuto e qualsiasi cosa lo emettesse si stava avvicinando a loro.

"Oh,mamma!No raskius no!"

Hoggle si era lanciato in una folle fuga,quasi dimenticando Sarah.

"Aspettami..chi è Raskius ?".

I due erano rallentati dalla muffa,mentre la cosa sembrava sempre più vicina.

"E' il mastino di Mab.Non l'ho mai incontrato per mia fortuna.Anche perchè chi l'incontra non sopravvive...".

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** il mastino e le tre verità ***


Vorrei ringraziare tutte voi che mi recensite e in particolare Jessica 80 che mi sta dando una preziosa mano.Grazie Jessica.Ed ecco un nuovo capitolo baci.
 
 
 

Un mastino e tre verità

Il candido barbagianni sbatteva invano le ali, più veloce di così con il vento contro non poteva andare. Le pupille nere come la notte erano dilatate dalla paura ... nella sua mente l'immagine di Sarah stanata da Raskius.

********************************************

Mab discese le scale a spirale che portavano ai sotterranei del castello. Le tre verità prediligevano posti bui, umidi e sporchi. Il loro habitat era consono alle loro esigenze e soprattutto al loro aspetto...

Le tre verità erano antiche come il mondo, talmente potenti e pericolose da incutere timore persino a lei, fortunatamente erano umili e prive di ambizioni. Mab era sempre molto generosa con loro e se le ingraziava di continuo sacrificando fate-ninfe,elfi e altri esseri

viventi. Fortunatamente, quando lei le aveva invitate al castello di Jareth, non avevano obbiettato troppo e si erano accontentate di una giovane fata-ninfa.

Averle a disposizione per un consiglio era importantissimo visto che non prendeva nessuna decisione senza interpellarle.

Finiti tutti i gradini, si ritrovò di fronte un corridoio buio e fetido con diverse celle; lo percorse alla svelta.

Le tre streghe erano nell'ultima cella, intente a nutrirsi". Arkaiah "la verità del cuore",era in piedi accanto alla giovane fata-ninfa (inviata da Mab). La poverina era incatenata e aveva diverse ferite sul corpo nudo

ed esile, da questi squarci colava il sangue verde delle fate e "la verità" lo raccoglieva in un tinello.

Essa era la più anziana, completamente glabra: aveva la pelle del viso incartapecorito, gli occhi ridotti a due fessure fiammeggianti, il naso adunco e labbra sottili, da cui s'intravedono denti neri e aguzzi. Sul petto c'era un foro nella tunica, da questo foro fuoriusciva un

escrescenza pulsante... un cuore.

Mayle, la verità degli occhi, invece era seduta al grosso tavolo che occupava la stanza; su di esso vi erano diversi oggetti magici, rimasugli di pozioni, calderoni di varie misure.

Sul capo portava un turbante di stracci neri e aveva le orbite vuote.

Infine Sylla la sorella minore armeggiava con un coltello ed era vicina all'ingresso della cella. Ella era completamente diversa dalle due:non aveva né cuori in bella vista né orbite vuote. Era bella,giovane e con una massa di capelli rossi simili a lingue di fuoco: lei era la verità della ragione.

Fu la prima ad accorgersi della presenza di Mab, che osservava impassibile il martirio della fata.

"Cosa ti porta da noi,regina" .IL tono di Sylla era lontano e antico; intanto continuava impassibile il suo lavoro come le altre.

"Un dubbio,un terribile dubbio ?".

"E quale verità vorrai ascoltare ?". Intervenne Maylle.

"Questa volta ascolterò Sylla ."

Mab non amava perder tempo ma sapeva benissimo che le tre mettevano a dura prova la pazienza.

"Speravo che chiedessi ancora la mia verità, hai così poco cuore".

Arkaiah non apprezzava Mab e non perdeva occasione di

punzecchiarla, anche ora che era intenta nel raccogliere il sangue.

"Quando sarò la legittima consorte di Jareth,ti mostrerò il mio cuore da donna innamorata".

Mentre le parlava si era avvicinata a lei: "E questo accadrà presto!".

"Prova a chiedermi un responso".

"Ho un problema ben peggiore".

Mentre Mab stava per dare le spalle ad Arkaiah, la fata-ninfa alzò il capo chino e lanciò uno sguardo disperato alla sua regina, lei contraccambiò con un 'espressione incolore.

"Sylla i mie poteri stanno diminuendo, perchè ?"

La rossa si portò le mani in testa e chiuse gli occhi,rimase così per qualche istante,nella cella era calata tutta l'ansia di Mab.

Con gli occhi ancora gli chiusi mosse le labbra sottili:

"Con la verità dettata dalla ragione ti dico: non c'è potere più grande dell'amore. Non sei più potente di lui ora, nè di lei. Guardati alle spalle regina, poichè alla par di un'umana potresti perder tutto."

Un brivido percorse le regali membra, la verità era brutta e faceva male ma era pur sempre verità.

"Per il servigio ottenuto,cosa ci porterai ?". Chiese avida Mayle.

"Carne umana."

All'unisono le tre levarono un verso di stupore, non assaggiava le prelibate carni da molto tempo. Ormai gli umani non credevano più alle fate, e chi ancora ci credeva non si lasciava sedurre più tanto facilmente.... Il mondo di sopra era cambiato.

Mab lasciò la cella furiosa, aveva però un piano in mente e la sua vendetta sarebbe stata memorabile.

L'umana avrebbe pagato caro la sua insolenza, non sarebbe stato Raskius a ucciderla... no,no,no.

Lei avrebbe goduto della lenta e tremenda morte di Sarah Williams.

 

La belva alzò il muso con la mascella inferiore sporgente, dinanzi a lui due esseri: uno alto e dall'odore strano, l'altro basso e puzzolente. Emise un grugnito pensando che il suo appetito sarebbe stato saziato lautamente.

Sarah era letteralmente impietrita, il mostro che aveva di fronte era un ibrido spaventoso e molto grosso. Una specie d'incrocio tra un cinghiale (il viso con il muso schiacciato e la mascella inferiore sporgente), un lupo malato di agromelia (le zampe e la struttura fisica) e un istrice (la schiena ricoperta da aculei). Sarah Cercò di pensare ma il battito di denti di Hoggle che il sibilo delle vipere alle sue spalle glielo impedivano.

"No, no, non può essere la fine! dove diavolo è Jareth". Pensò ad alta voce lei.

"Sa-sa-rah è stato bello conoscerti". Hoggle le era incollato alla gamba e tremava spasmodicamente.

"smettila non è finita".

Dimostrarsi coraggiosa era l'unica arma che poteva sfruttare a suo vantaggio.

"Ascoltami bene Hoggle appena la bestia ci caricherà tu rimarrai fino all'ultimo momento attaccato alla mia gamba"

"Cosaaa!"

"Lasciami finire". Lo guardò torvo. "Dietro di noi c'è un muro, solo quando lui sarà a pochi centimetri, noi ci butteremo a terra da questo lato".

Indicò alla sua un corridoio a destra. Il nano era interdetto.

"E' l'unica chance fidati, se scappiamo lui ci prenderà in pochi istanti e sarà la fine. Ora prova a chiudere gli occhi e tieniti pronto”.

Hoggle sentiva ogni fibra del suo corpo vibrare dal terrore, la tentazione di darsela a gambe era così forte eppure sapeva che Sarah aveva ragione. Chiuse forte gli occhi e iniziò a pensare alla prima volta che aveva visto la sua amica, a come gli era mancata in tutto quel tempo. Così la sua mente fece un collage d'immagini serene e uno

strano senso di sicurezza lo invase.

"Hoogle ora".

La scena sembrava un rallenty: La bestia aveva spiccato un balzo su di loro e solo all'ultima frazione di secondo Sarah e Hoggle si erano scansati facendola finire direttamente sulle vipere.

I serpenti l'avevano intrappolata con l'edera e avide si erano lanciate sulla loro enorme preda; Da subito l'avevano immobilizzata con il veleno, per evitare che si divincolasse troppo e spezzasse l'edera. Ora, mentre lanciava grugniti, si potevano vedere le piccole teste delle vipere strappare bocconi di carne. Gli aculei erano tutti spezzati e piano piano l'intera belva stava scomparendo avvolta dal sinistro muro.

Hoggle e Sarah erano rimasti di sasso di fronte a quella scena di morte.

"Come ha potuto far questo, è talmente senza cuore d'aver lasciato che il labirinto diventasse questo".

Il nano osserva l'amica pallida e sconvolta poi decise d'intervenire.

"Io non adoro Jareth... lui è prepotente, arrogante ma è un buon re. Non è colpa sua questo... Sta soffrendo anche lui."

"Allora dove diavolo è!".

"Arriverà presto e insieme la faremo pagare a Mab."

"Ma lui vuole sposarla non fargliela pagare".

"Sarah non essere ingenua, chi pensi che abbia sguinzagliato Raskius..."

Sarah lo fissa come se fino ad ora non avesse capito nulla.

"Aspetta vuoi dire che lei ci ha visto arrivare e ci ha mandato contro il mostro".

Hoggle alza le sopracciglia cespugliose:"Già, tonta che non sei altro, sicuramente Jareth non è qui. Anche perchè quando c'è l'edera è silenziosa. E ci sono Goblin in giro."

"Quindi lei ne ha approfittato, voleva eliminarci prima che lui tornasse."

"Ehm, si zucca vuota. Ma ora che ne dici di correre a nasconderci. Da questa parte dovrebbe esserci un covo."

"Covo ?!".

"taci e seguimi ".

** *** **

"Endrick!!".Non aveva tempo doveva fermare il mastino prima che la uccidesse.

"Mia regina!". Fece un riverenzioso inchino.

"Non c'è tempo per queste sciocchezze, devi fermare Raskius .Non importa come

ma fermalo!". Il suo tono era imperioso mentre continuava a sfregarsi le mani impaziente.

"In realtà io la cercavo per parlare proprio del mastino."

"Parla avanti".

"Non so come abbia fatto ma... la ragazza e il nano sono scappati, mentre Raskius è stato inghiottito dal muro. Pezzi del suo corpo insieme agli aculei

erano a terra, dall'edera s'intravedeva ancora la sua testa."

"Non ci posso credere, quel stupido bestione." Scuoteva l'argento capo sconvolta dall'ilarità. Sotto lo sguardo interrogativo di lui.

"Sono contenta che sia andata così, infondo vedi..." Mab attira Endrick in un abbraccio, poi lo bacia lievemente.

"Voglio vederla morire lentamente, mentre le tre verità la divorano. Ora stanala e portamela qui!"

Ancora stordito dall'effusione della regina, Endrick china il capo pronto ad eseguire l'ordine.

"Ah dimenticavo". Lui si blocca sull'uscio della sala. "Puoi giocarci un pò se vuoi ma portamela viva."

"E il nano?!"

"E' tutto tuo."

Lei si siede sul trono di Jareth e con aria annoiata fa cenno di andare a lui.

"Grazie mia regina".

"Sparisci!".

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** una trappola per l'agnellino ***


Come sempre un grazie a particolare a Jessica,senza il suo aiuto e i suoi consigli mi sentirei perduta.
Spero che vi piaccia è il più lungo dei capitoli e forse anche il più complesso.Aspetto le vostra preziose opinioni baci e buona lettura.
 
 

Una trappola per l'agnellino

 

Hoggle aveva condotto Sarah sotto terra,dove un tempo c'era la segreta e dove avevano scampato alla morte per mano degli spazzini.

Sotto quel livello ce n'era un altro,una specie di sala scavata direttamente nella pancia della terra;L'odore di terriccio era quasi un balsamo per Sarah,dopo aver respirato nebbia,sangue e morte.

"Cos è questo posto Hoggle".

"qui si sono rifugiate molte delle creature del labirinto e anche alcune fate-ninfe e fate da lavori.Sono io a portarceli..."

Il nano abbassò il capo rassegnato.

"Hey cos è quell'aria mesta".Lei s'inginocchiò e gli appoggiò le mani sulle spalle."Stai facendo una cosa molto coraggiosa e degna di merito,stai andando contro la tua natura di fifone."

"Hey".La battuta sarcastica lo seccò.

"Senza offeso amico mio".

"Smettiamola di cianciare dobbiamo raggiungere gli altri".

"Ma certo mio capitano"

"Non sfottere".

Sarah davvero non poteva credere all'incredibile coraggio che Hoggle stava dimostrando.Stava facendo tanto per il labirinto,era lui a dover regnare non quell'insesibile di Jareth.

"Sarah a cosa pensi".Disse il nano mentre lei si era persa in quel pensiero.

"Scusami,proseguiamo".

 

"Maab!!".Il passo di Jareth era insolitamente pesante,carico d'ira e di dolore.

Forse il suo unico amore era morto,aveva visto Sarah arrivare,l'aveva vista andare dritta dritta nelle grinfie del mastino e tutto questo attraverso i suoi cristalli.Non aveva avuto tempo di domandarsi il perchè lei fosse nell'underground.Si era subito tramutato in barbagianni e messosi in volo per tornare al labirinto.

Ora voleva solo sapere, e l'unica che poteva dargli qualche spiegazione era la iena che se ne stava seduta sul trono. Sorseggiava nettare placida e innocente nella sua veste rosa e glicine.

"Perchè m'invochi con tanto furore". Con un dito sfiorava il bordo della coppa.

"Che ne è dell'umana?"

"Sono offesa da tanto interessamento ".

Il finto distaccamento di Mab era finito,ora era preda della gelosia.Alzatasi dal trono girava intorno a Jareth come un predatore accerchia la sua vittima.

"Guardati -il grande Jareth- in pena per una stupida umana.Bada a te...sono stufa della tua insolenza.Posso schiacciare il tuo regno quando voglio !"

Lui irrigidì la mascella poi afferrò con un mano il collo di lei,stringendo forte fino a sbiancarsi le nocche.

"Tu non puoi annientarmi né io posso farlo...Ma se hai sparso sangue umano nel mio labirinto ti dichiarerò guerra."

La sua stretta si era allentata ma aveva lasciato comunque segni sulla pelle candida.Mab era interdetta da tanta audacia.Sapeva che Jareth non sarebbe mai stato servile, ma mai avrebbe immaginato che potesse adirittura temerlo.Nemmeno quando c'era stata la guerra ne aveva avuto paura, semmai aveva imparato a reputarlo suo pari.Ora invece, che i suoi poteri erano diminuiti doveva giocare d'astuzia.

"Ho messo semplicemente Raskius a guardia dell'entrata ma la tua umana l'ha ucciso. Presumo che si sia rintanata insieme al nano da qualche parte."

Disse con sarcasmo mentre gli accarezzava la massa di capelli biondi.

"Ha ucciso la bestia?".

Jareth era incredulo.

"Non so come abbia fatto ma lo ha mandato dritto nelle fauci dell'edera serpentina.

Era sempre così coraggiosa e maledettamente fortanata la ragazzina,pensò lui.

"Io voglio soltanto che tu la rimandi a casa.E' lecito no!".

Smielata lo aveva abbracciato da dietro,schiacciando i seni contro la sua schiena.

Solo lui era capace di farla sentire viva,solo lui appagava i suoi mutevoli

atteggiamenti.Non avrebbe mai permesso a nessuna di averlo!

"La rispedirò a casa ... ma voglio che tu lasci il labirinto,stai nuocendo al mio regno e ai miei sudditi".

La proposta di Jareth era sensata,tornando nel suo regno avrebbe rinvigorito i poteri .

"Non contesto la tua decisione ma prima di congedarti voglio un bacio, mio adorato".

Jareth doveva fare appiglio alla buona volontà era disgustato da lei; Percui chiuse gli occhi immaginando di baciare Sarah,ma le labbra di lei erano fredde,il suo respiro era freddo...si staccò quasi subito da Mab e altrettanto rapidamente lasciò la sala.Doveva trovare Sarah e metterla al sicuro.

Nascosto nell'ombra Endrick aveva assistito alla scena;Avrebbe voluto tanto trapassare ,con la sua fidata spada, Il collo di Jareth.Lo odiava!

Odiava la sua arroganza,odiava il modo in cui trattava la grande regina.

Che stupido pomposo!

Jareth aveva l'unica cosa che Endrick agognava...l'amore incondizionato di Mab.E mentre lo spaventapasseri biondo la trattava male,lui come un cane fedele la consolava.

"Endrick smettila di spiare e vieni qui".

Pronto all'ordine era spuntato da dietro una colonna.

"Mia regina come tollerata tanta impudenza".

Mab lo guardò torvo.

"Non irritarmi e taci.Ho una missione per te".

Endrick conosceva lo sguardo che ora aveva Mab,la conosceva fin troppo bene.

"Segui Jareth e non farti scoprire, ti porterà dritto da lei.Lui le darà la sfera e se ne andrà....Dopodichè ne potrai fare quello che vuoi di lei".

Endrick era soddisfatto,finalmente Mab lo premiava.Si sarebbe divertito molto e se Jareth fosse accorso in aiuto della ragazza lo avrebbe eliminato una volta per tutte.

"Grazie mia regina".

Un sorriso diabolico era spuntato sul viso di lei.

"Ah...non c'è bisogno che ti dica di star attento a Jareth...se lui dovesse accorrere in aiuto di lei,tu saresti spacciato!"

Suonava come una minaccia,lei gli stava ordinando di non reagire ad un attacco di Jareth.Ora quella specie di dono stava diventando una condanna.

"Io dovrei soccombere e non difendermi!"

"Se ti azzardi a sfiorarlo,ti dò in pasto alle tre verità.

Un sapore amaro riempiva la bocca di Endrick,per l'ennesima volta lo stava umiliando anzi lo trattava da pedina...ma questa volta sarebbe stato diverso...era arrivato il momento di dare una bella lezione a Mab.Dalla sua aveva la guardia reale e con colpo di stato l'avrebbe spodestata e costretta ad umiliarsi.Era arrivato il momento di raccoglieri i frutti dopo secoli di sacrifici.

"come vuole regina".

"Oh vieni qui".

Lei lo aveva baciato con passione.

"Andrà tutto bene io intercederò per te".

Quegli occhi viola erano intensi e profondamente bugiardi.

 

Hoggle e Sarah avevano lasciato la sala vuota, che altro non era che

l'anticamera di un vero e proprio villaggio sotterraneo;per certi versi

simile alla cittadella dei Goblin ai piedi del castello.

Tutti i rumori e il chiacchiericcio erano cessati appena i rifugiati si

erano accorti della presenza di Sarah:Tanti visi sporchi e brutti si

mescolavano a visi belli da togliere il fiato,tutti osservavano la loro

salvatrice "l'umana che aveva rubato il cuore al re".

"Hoggle perchè mi fissano tutti?"

"Per loro sei una speranza..la loro ultima speranza.Questo rifugio non

garantisce protezione."

"Io..io " Nessuno mai aveva riposto tanta fiducia in lei,sentiva tutto di

un tratto un peso troppo grande sulle sue spalle.

"Vieni raggiungiamo la mia casetta,lì ti aspettano bubo e Sir dydimus.

"Si vengo".

Mentre lei stava seguendo il nano attraverso la strada principale,un

piccola fata dall'aspetto di una bambina di cinque anni le aveva tirato il

lembo della vestaglia.

"Ma guarda che bella".

Era davvera deliziosa con i boccoli d'oro e gli occhi verdi.

"Signora lei ci salverà dalla regina cattiva ?"

La voce era squillante e curiosa,ma la domanda che le aveva posto la

metteva in seria difficoltà.

"piccolina farò del mio meglio".

La fata bambina l'aveva abbracciata forte e a Sarah erano salite le

lacrime agli occhi.

Il cristallo ci aveva messo un pò a riflettere l'immagine di Sarah, e

Jareth per tutto il tempo aveva trattenuto il fiato;Ora la sfera mostrava

Sarah sporca e graffiata stretta tra le braccia di Bubo e con Sir Dydimus

attaccato alla sua vestaglia.

Per qualche istante lui aveva goduto di quella scena di amicizia

sincera,aveva provato un calore in petto e un senso di pace.Era così che

si sentiva quando la spiava...

Ora però il tempo incombeva e non poteva perder tempo,Veloce e

silenzioso era sgattaiolato nei sotterranei.

Mab aveva donato un particolare mantello ad Endrick,per non

permettere a Jareth si sentire la sua presenza.Era alle sue costole da un

pò e lo seguiva come un'ombra.

"Mylady,allor dunque che piano ha".

IL chiacchiericcio cavalleresco di Sir Didymus era pura poesia per

Sarah,così come il calore della pelliccia di Bubo, che con un braccio le

cingeva le spalle.La casupola di Hoggle per quanto piccola era

accogliente e lei si sentiva stanca.

"Scusatemi amici ora avrei bisogno di riposare un pò".

"Sharaaa,bua!!".Bubo era in apprensione così come Sir Didymus che

aveva alzato il sopracciglio sospettoso.

"Non sono ferita, è solo che avrei bisogno di ricaricarmi un pò."

"Avete sentito voi ,lasciamola tranquilla un pò".

Hoggle aveva assunto un atteggiamento da capetto nei confronti di

Bubo e Sir Didymus e loro si comportavano da buoni sottoposti.

"Lì c'è una tinozza d'acqua calda se vuoi lavarti e le fate ti hanno fatto un

abito lo trovi sul lettino."

"Ah davvero"

"Ora riposati,tra qualche ora ti verrò a svegliare e ti porterò da Jareth".

Appena Hoggle l'aveva lasciata sola nella casetta,Sarah si era sentita

totalmente scarica e sporca.

Si era guardata intorno,la casa era piccolina davvero,a misura di

Hoggle.Era composta da una sola stanza:al centro di essa un tavolo

rettangolare con due panche,un camino rudimentale con un fuoco

scoppiettante e un lettino piccino piccino in legno.

Sembrava la casa dei sette nani e lei si sentiva biancaneve scampata al

cacciatore.

Stanca anche di pensare aveva optato per una bella strigliata seguita da

un pò di sonno rigenerante.

La tinozza era stretta per sedercisi,quindi lei era rimasta in piedi e con

un strofinaccio pulito(trovato sul tavolo),aveva iniziato a sfregarsi con

vigore il corpo esausto.

Una volta finita la doccia improvvisata,si era recata verso il letto ed era

rimasta estasiata dall'abito che vi era appoggiato sopra.Il più bello che

avesse mai visto.

Una lunga tunica avorio fatta di seta,con una scollatura media a "V"sia

sulla schiena che sul decoltè.Le maniche lunghe ed ampie decorate da

motivi in filigrana dorata.Una cintura sui fianchi fatta da fili d'oro.

Indossato era ancora più bella,la seta le accarezzava la pelle.Si sentiva

come una principessa.

"Bene ora si schiaccia un pisolino".

Il lettino era davvero scomodo e troppo corto per lei,ma la stanchezza

era superiore alla scomodità.

Aveva trovato comoda la posizione fetale e in un paio d'istanti si era

abbandonata all'abbraccio di morfeo.

"Dov è lei".I rifugiati si erano rintanati alla vista di Jareth,mentre Hoggle

lo guardava con aria di sfida.

"Sarah riposa,torna dopo Re dei miei stivali"

"Trogolo non abusare della mie pazienza,avrei dovuto farti a pezzi per averla

trascinata qui."

Jareth lo aveva sollevato per la collottola ma il nano non era intimorito.

"Magari può farti ragionare.Ma non ti rendi conto di cosa sta succedendo al

tuo regno."

Un velo di amarezza era passato negli occhi del re ,poi lo aveva lasciato.

"Ho sistemato le cose,Mab presto se ne andrà e il labirinto tornerà quello di un

tempo.Voi starete bene.

"Lei ci odia e non sarà contenta finchè non avrà eliminato tutti noi altri."

"Metti in dubbio il tuo re".

Il tono era gelido e lo fissava in una maniera inquietante.

"portami da lei ora".

A malincuore lo aveva condotto alla casetta.

"E' qui e dorme."

Jareth era entrato con spavalderia ma poi era rimasto

impietrito...Sarah dormiva serena ed era così bella che gli si spezzava il

fiato.Se fosse stato saggio avrebbe lasciato immediatamente la

stanza.Ma lui non era saggio era solo un debole,schiavo di una ragazza

fragile e delicata.

Tutto il potere di Mab non lo avrebbe mai soggiogato come quella

ragazzina.

Erano tre anni che non le era così vicino...I suoi occhi indugiarono

prima sulle guance rosse e la bocca,poi scesero sulle linee morbide del

petto e dei fianchi.

La desiderava tanto carnalmente eppure avrebbe dato la vita per

preservarne la purezza.

Decise che doveva sfiorarla,solo un piccolo tocco lo avrebbe

appagato.Sarebbe stato un dolce ricordo nella buia eternità con Mab.

Con mano tremante le scostò una ciocca di capelli dalla fronte.

La pelle di lei era liscia e calda,invitante come il più dolce dei

frutti,indugiò ancora qualche istante poi lei si mosse.Subito ritrasse la

mano.

Le lunga ciglie nere iniziarono a tremare e infine aprì gli occhi.

Lo guardò confusa ancora stordita dal sonno,poi quando realizzò si

mese a sedere di scatto.

Il re la fissava con aria di sufficienza, le braccia incrociate sul petto e il mento leggermente sollevato.

"Cosa ci fai qui, speravo di non doverti rivedere mai più."

Sarah era arrossita violentemente, come se l'avesse schiaffeggiata. Si aspettava di... si aspettava che... Insomma era il solito infido e perfido Jareth.

"Neanche io avrei voluto rivederti ma sono accorsa in aiuto ai miei amici."

Aveva preso coraggio, si era messa in piedi e lo fissava dritto negli occhi spaiati. Lui non si era ritratto minimamente neanche mentre lei si era avvicinata troppo.

"Non c'è nulla che tu possa fare, sei solo una piccola, fragile e insignificante umana." Jareth aveva fatto calare il gelo nelle sue parole, forse troppo.

"Infatti sei tu il re, sono qui per chiederti di salvare il tuo regno."

"Quanto pena ti prendi per un regno che non hai voluto".

Jareth le aveva appoggiato una mano sulla spalla e la fissava tanto intensamente da piegare il suo di sguardo.

"Ora prenderai la sfera e tornerai a casa."

"Ma.."

"Fammi finire. Io ho commesso un errore e porrò rimedio, il labirinto tornerà presto alla normalità."

"E ti aspetti che io ci creda".

"Che ci creda o no non è affar mio, ma farai quel che ti dico".

"Io non faccio mai quello che tu mi dici."

L'insolenza di lei lo spazientiva. Era sempre la stessa anzi era peggiorata.

"Ascoltami bene ragazzina, se rimani ancora qui Mab ti farà a pezzi e a me non va di raccattare le tue viscere per tutto il labirinto; Se non vuoi farlo né per me e nè per te stessa, fallo allora per i tuoi amici, visto che farà a pezzi anche loro."

Gli occhi smeraldo di lei era sgranati.

"La mia presenza potrebbe nuocere ai miei amici?"

"Si, te lo chiedo anzi t'imploro di ascoltarmi. Questa volta non c'è nessun trucco."

Per la prima volta lui non gli appariva ambiguo, per la prima volta sembrava sincero.

"Chiama Hoggle voglio che lui assista alla nostra conversazione".

La guardò torvo poi svogliatamente uscì dalla casupola e fece un cenno al nano poco distante.

"Trogolo dì alla ragazzina che deve tornarsene a casa, che qui è in pericolo e che sistemerò tutto."

Hoggle lo fissava ebetamente.

"Allora cosa aspetti".

"Effettivamente è così."

"Un momento". Sarah si sentiva frustata dalla piega che stava prendendo quella storia.

"Io e Jareth ne abbiamo parlato mentre tu dormivi. Io ho chiesto il tuo aiuto inutilmente facendoti correre dei rischi... per una volta Jareth sta facendo la cosa giusta."

"Non ci credo ti ha costretto a mentire."

Lei aveva assunto l'espressione impuntata di una bambina, le mani sui fianchi e le gambe divaricate, Hoogle e Jareth invece si fissavano sconfortati.

"Smettila! ti dico che Jareth non sta mentendo. Se rimani qui le cose peggioreranno e lui non potrà poi far nulla."

Il suo amico aveva le lacrime agli occhi e lei si sentiva inutile. Jareth li fissava invece distaccati.

"Se le cose stanno così... tornerò a casa."

"Saggia decisione, saluta in fretta i tuoi amici e poi seguimi."

Sarah aveva annuito, poi con tanta morte nel cuore si era congedata da Hoggle, Sir Dydimus e Bubo.

Faceva mille volte più male ora che sapeva di non poterli rivedere più.

Jareth le aveva indicato di seguirlo poi insieme si erano inoltrati in un sentiero minuscolo che sbucava direttamente nel bosco.

"Prendi questa sfera". Con la solita danza di mani Jareth aveva fatto comparire il cristallo.

"Mi mostrerai i miei sogni?". Il sarcasmo di lei lo aveva ferito.

"Sei troppo cresciuta per credere ancora nelle favole?".

Erano di nuovo soli e troppi vicini nella radura; lui stava combattendo una battaglia interiore feroce per non far trasparire i suoi di sogni.

"Io ti ho pensato molto...".

Voleva sfiorargli i capelli biondi e pallidi ma qualcosa nella sua espressione la teneva a distanza.

Gli esseri come te e come me non sono fatti per stare insieme.”

Una frase tanto semplice quanto crudele...Sarah sentiva il gelo attagliarle il cuore. Si aspettava che lui la umiliasse da un momento all'altro, lo aveva messo in posizione di vendicarsi di lei,eppure l'unica cosa che fece fu quella di andarsene,lasciandola così nella raduna con un cristallo in mano.

L'immagine eterea era scomparsa solo da qualche secondo quando le lacrime iniziarono a bruciarle gli occhi. Dal momento in cui avrebbe lanciato la sfera tutto sarebbe sparito,tutto sarebbe svanito come il ricordo di un sogno quando ci si sveglia la mattina.

 

Endrick era nascosto fra gli alberi,in attesa di attaccare l'agnellino...il mantello che Mab gli aveva dato lo rendeva invisibile ai cristalli di Jareth, avrebbe compiuto la sua piacevole missione indisturbato.

 

Sarah si asciugò gli occhi e tirò su con il naso,doveva andaresene al più presto,lasciarsi alle spalle tutto. Guardò il cristallo ma non vide che il suo viso distorto e imbronciato.

Guarda guarda che bell'agnellino.”

Una voce maschile:profonda e suadente,la fece sobbalzare. A pochi passi da lei avanzava un uomo con un mantello nero. Il viso nonostante deturpato da una brutta cicatrice era bello,non come quello di Jareth ma sicuramente fuori dalla norma. Aveva gli occhi obliqui di colore oro e i capelli corvini luci e lunghi.

Chi sei ?”. Il sesto di Sarah le diceva che lo sconosciuto era pericoloso.

Mi chiamo Endrick...invece tu sei Sarah .”

Si era avvicinato ulteriolmente a lei, da sotto al mantello spuntava una spada. Inconsapevolmente era indietreggiata.

Come conosci il mio nome ?”.

Oh so molte cose di te”. Fece una piccola pausa. “So che ami Jareth e so che irriti la mia regina”.

Ora Sarah era totalmente in allarme,quel tipo doveva esser un fidato di Mab e se era lì significa che una sola cosa...doveva scappare.

Lo fissò per un istante poi diede velocità alle gambe, il vestito era ingombrante e il sicario rapido,troppo rapido tanto che lei poteva sentire le sue dita sfiorarle i capelli.

Endrick era eccitato dall'inseguimento anche se non si aspettava che l'umana fosse così veloce,inoltre si era infilata in un sentiero tortuoso,pieni di rovi. Il mantello continuava ad impigliarsi e lui dovette toglierlo altrimenti l'avrebbe persa.

Jareth era in volo da qualche istante quando ebbe la visione. Dilatò le pupille nere e quasi si schiantò contro una quercia per invertire la direzione di volo.

Finalmente l'aveva afferrata,Endrick la teneva ferma per lo scalpo,mentre le cingeva il petto con il braccio. Avvertiva il battito del cuore di lei.

Avevo intenzione di fare tanti bei giochi con te. Ma tu stupida umana hai rovinato tutto e ora dovrò accontentarmi di tagliarti la gola !”

Un brivido di puro terrore scuoteva ogni centimetro della pelle di Sarah, la stretta di Endrick era paragonabile alla morsa di un serpente.

Non aveva mai pensato alla morte fino a quel momento e soprattutto non si sarebbe mai immaginata di perire per mano di essere fatato.

Lui rideva sommessamente ma di gusto,un ghigno soffocato e agghiacciante,intanto la fredda lama di uno stiletto le faceva pressione sulla carotide. Lei chiuse gli occhi e in un ultimo sprazzo di orgoglio s'impose di non chiedere clemenza. Sarah Williams sarebbe morta da eroina,non avrebbe implorato, né pianto...non avrebbe soddisfatto il sadico.

In quell'istante preciso degli artigli spuntarono dal buio e graffiarono il viso del carnefice; Endrick si portò le mani al volto urlando dal dolore e liberando Sarah dal mortale abbraccio.

Il Barbagianni divenne Jareth, prese Sarah per un braccio e l'attirò a sé. Anche se sconvoltà non poté far a meno di non godere di quel contatto intimo.

Stai bene ?”. La sua voce era tese e gli occhi tradivano apprensione.Non l'aveva mai sentito così vicino...

Si ,sto bene”.

Annuì e poi l'allontanò da lui. “Torna al rifugio e rimanici, ti raggiungerò a breve .”

Endrick aveva un brutto taglio sul sopracciglio e la vista un po' sfocata ma era pieno di rabbia e pronto a scagliarsi su Jareth.

Sarah vide il nemico pronto a caricare Jareth e gli urlò di fare attenzione , era paralizzata dal terrore.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** metti il mio mondo sottosopra ***


Come sempre tanti grazie a tutte voi che mi recensite,in particolare a Jessica 80 che con tanta pazienza ha revisionato e consigliato anche questo capitolo.
L'ho scritto velocemente sapevo già come doveva essere,spero sia di vostro gradimento.Bacioni.
 
 
 
 

Hai messo il mio mondo sottosopra

Endrick stava per attaccare Jareth ma qualcosa lo fece cambiare

idea... Indietreggiò e in pochi secondi svanì nel bosco.

Jareth fece per seguirlo ma Sarah gli si aggrappò ad un braccio.

"Lasciami Sarah." Aveva un'espressione spaventosa: gli occhi spaiati

fiammeggiavano d'ira e i tratti del viso erano tesi.

"Non andare ti prego".

Sarah lo guardava con occhi supplicanti; Sembravano due laghi.

"Se tu lo insegui lo ammazzerai e io non voglio che..."

"Non ti capisco, davvero! Se io non fossi arrivato in tempo ti avrebbe aperto la gola in due."

"Lui è un mostro. Tu no!".

Jareth rimase ammutolito, incapace di leggere il significato delle sue

parole.

"Sei stato ingannevole, a tratti subdolo ma non sei un assassino. Ti sto dicendo che ...".

Jareth la zittì di nuovo premendole la mano sulla bocca; lei per tutta

risposta gli si buttò tra le braccia, esausta e spaventata. Non le

importava di esser respinta, in quel momento aveva bisogno di un

contatto fisico, aveva visto la morte in faccia.

Jareth era confuso da quel gesto ma non si ritrasse anzi, la stinse a sé, si concesse un attimo di amore e di luce, aveva rischiato di perderla per sempre.

Quando trovò la forza di allontanarla, lo fece con delicatezza. Non voleva che fraintendesse e si sentisse respinta. Al tempo stesso però doveva riacquistare il controllo.

"Ragazzina hai appena scatenato una guerra".

L'espressione severa di lui non le smorzò il sorriso innocente.

"Il tuo adorato re ha salvato l'umana".

 

*** *** ***

 

L'insolito atteggiamento di Endrick aveva spiazzato Mab; era entrato

senza bussare nelle sue stanze e si era posto davanti la regina senza

nemmeno inchinarsi.

"Inchinati servo e cala i toni, non pensare che con te io sia più indulgente”.

L'arroganza della regina non faceva altro che aumentare la sua

Frustrazione. Dopo secoli di servilismo era sul punto di esplodere.

"Mi hai sentito!"

Gli occhi viola altezzosi e la mano pallida e piccola pronto a colpirlo con uno schiaffo, erano stati gli ultimi step che lo dividevano dalla scelta.

Le aveva bloccato il polso, torcendolo violentemente. Una smorfia di

dolore le aveva contratto la mascella.

"Mia cara regina ho fatto una scoperta interessante".

L'espressione d'impotenza che Mab aveva era un dolce miele per

Endrick.

"I tuoi poteri sono calati talmente tanto che persino io posso affrontari, figurati Jareth."

Si sottrasse dalla stretta di Endrick e indietreggiò: "Come lo hai

scoperto ?"

Sul viso del guerriero era comparso un ghigno: "Diciamo che le tre verità erano in debito con me."

Tutta l'altezzosità della donna era svanita con il potere; ora Mab tremava davanti a lui e per quanto si sentisse umiliata doveva assicurarsi una scappatoia.

"Perdonami Endrick... ho un brutto carattere".

Mutevole come pochi, era diventata una fata-ninfa suadente che gli si

strusciava contro.

"Credi che sia stupido! pensi che qualche moina mi plachi. Ho sopportato tutti i tuoi soprusi per secoli, ora sei tu che dovrai inchinarti."

Mab avrebbe voluto torcergli il collo ma doveva giocare bene le sue carte.

"Sai che mi basterà bere sangue umano per riacquistare il mio potere."

"Certo che lo so! Ma prima che tu lo beva io avrò tutto il tempo di distruggerti. Quindi ti propongo un patto"

"Sentiamo".

Sembrava quasi annoiata.

"Dichiarerai guerra a Jareth e io ti consegnerò Sarah."

"Sei impazzito, una nuova guerra. Nuovo sangue versato."

Si fingeva sconvolta.

"Suvvia dici così solo perchè vuoi proteggerlo, nonostante tutto."

"E cosa ne farai di lui visto che è più potente di me e di te messi insieme."

"Ma da solo contro un intero esercito di guardie reali non potrà nulla..."

"Ah, ah, ah... che stupida ad averti sottovalutato."

Si era avvicinata per baciarlo ma lui si era scansato.

"Una volta riottenuto il potere bevendo il sangue dell'umana, sarai fortissima, e potrai rompere il patto di protezione con il quale non potevate nuocervi a vicenda. A quel punto incoronerai me come tuo re."

Mab era sollevata, per un attimo aveva temuto Endrick, ma ora

ascoltando il suo piano si rendeva conto che era e rimaneva solo una

stupida pedina. Gli avrebbe retto il gioco e una volta riottenuto il

potere lo avrebbe eliminato facendogli patire le pene dell'inferno.

Sarebbe stato un autentico piacere bere il sangue di quella piccola e

fastidiosa ragazzina.

"Non ho altra scelta, mi hai inchiodata... farò come vuoi."

"Bene".

Con gli abiti sporchi di fango si era messo comodo sul letto della regina.

"Sarai mia per davvero questa volta e non perchè l'hai deciso per capriccio."

Senza dire nulla si era sfilata la tunica ambra.

 

*** *** ***

 

"Cosa facciamo ora, cosa succederà e gli altri ?"

"Ti prego Sarah sta zitta, non farmi pentire di non averti rispedito a casa".

I due stavano ripercorrendo il sentiero per il rifugio, Jareth per quanto

felice di aver finalmente la fiducia e l'affetto della sua Sarah, era in

apprensione per le sorti del suo regno. Come avrebbe fatto a

proteggerli tutti?

Mab di sicuro era sul piede di guerra, accecata dalla gelosia, altrimenti non avrebbe inviato un sicario.

" Quando deciderai di rendermi partecipe del piano". ?

"Piano?"

Aveva sollevato un sopracciglio.

"Che piani hai per spodestare la psicopatica?"

"Non vedo il motivo per cui debba renderti partecipe."

Arrogante, felino, insomma il solito re degli gnomi.

"Sai bene che ti aiuterò nell'impresa e che per il labirinto è importante.”

Importante?! Quando ti ho offerto di diventarne la regina non mi sembrava che t'importasse tanto.”

C'era astio nelle sue parole, il ricordo del rifiuto gli bruciava ancora.

Era diverso, allora mi ricattavi e poi dovevo crescere e capire quanto mi mancasse questo posto.”

Sarah si aspettava una risposta in stile Jareth ma lui si limitò a proseguire e dopo qualche istante, si girò e gli puntò gli occhi spaiati dritti in faccia.

"Vuoi davvero renderti utile all'impresa".

Lei annuì.

"Non metterti nei guai così non sarò distratto dal doverti salvare ogni volta".

 

Erano arrivati all'ingresso della città sotterranea.

Hoggle era lì come se li stesse attendendo, visibilmente felice di vederli insieme.

"Trogolo portaci a casa tua."

Sarah si chiedeva cosa stesse architettando Jareth e curiosa come pochi, li aveva seguiti senza indugi.

Una volta giunti sull'uscio aperto della casetta, Jareth la fissò

sornione.

"Come dicevo mia preziosa, preferisco non averti tra i piedi."

La spinse nella casetta richiudendo la porta a chiave.

Sarah era inviperita e sbraitava: "Non è giusto, non è giusto.

Divertito dalle urla attutite, si era trattenuto sulla porta chiusa.

"Il vecchio metro di giustizia eh! infondo hai messo il mio mondo sottosopra."

Poi si era rivolto verso il nano.

"Tienila al sicuro, presto ci sarà una guerra”.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** il re ***


Ecco un capitolo che per me è stato un vero e proprio sfizio da togliermi,non ci doveva essere ma poi ho cambiato idea.Fatemi sapere se ho fatto bene a pubblicarlo,come sempre siete gentilissime nel recensirmi e darmi buoni consigli,è merito vostro se il mio secondo racconto è cresciuto e migliorato.Come sempre un grazie speciale a J. pazientissima e grande sostenitrice.
 
 
 

Il re

La piazza della piccola cittadella sotterranea era gremita dalle più disparate creature: elfi, sidhe di ranghi bassi, fate-ninfe, fate operaie, nani, troll e tanti goblin.

Creature che non avevano mai condiviso lo stesso territorio; creature che si detestavano tra loro; creature che ora erano tutte unite per la sopravvivenza e che attendevano il discorso del re .

L'unica speranza per tutti loro.

Un vociare sommesso simile ad un enorme ronzio rimbalzava per le pareti cavernose, tutti in attesa, tutti in ansia... Poi il re pallido era comparso, si era posto proprio al centro della piazzetta in mondo da essere visibile a tutti. Il silenzio era calato improvvisamente.

Jareth li fissava freddamente, uno ad uno, come se volesse imprimersi quei visi disperati nella sua testa.

Il re era tornato e questa volta avrebbe assolto a pieno il suo compito.

"Popolo di Labyrinth vi porgo le mie scuse".

I goblin strabuzzarono gli occhi alla prima frase di Jareth, erano abituati ad un re arrogante e annoiato.

"Per secoli sono stato un pessimo governante e più passava il tempo e più trascuravo i miei doveri."

Jareth fece una pausa, sapeva che molte creature erano alquanto tonte e lui voleva esser sicuro che il suo messaggio arrivasse chiaro.

"Ma fra tutti i miei errori il più grande è stato quello di accostarmi a Mab. Tra di voi so che ci sono parecchi suoi sudditi: sappiate che avete il più totale asilo e che vi considero miei protetti."

Un applauso spontaneo era partito dalla sala.

"Ho bisogno del vostro aiuto però... e soprattutto della vostra lealtà quando scacceremo Mab dal castello."

"Mio sire..."

Un sidhe guerriero di rango inferiore aveva fatto un passo avanti insieme ad un'altra decina di suoi simili, erano inginocchiati in segno di fedeltà.

"Bene prodi guerrieri".

Jareth era sollevato dal fatto che non sarebbe stato solo con una manciata di Goblin ad affrontare Mab. Da quel che sapeva, Endrick era una macchina da combattimento e le altre guardie reali che sarebbero presto accorse non erano da meno.

"Domani all'alba marceremo verso il castello. Voi goblin vi sparpaglierete per il labirinto e tenderete delle trappole ai soldati. Gli altri rimarranno qui pronti ad accogliere eventuali feriti. Questo è tutto ma vi prometto che farò quanto in mio potere per il mio popolo e per il mio labirinto."

Urla di acclamazione rimbombavano fragorose. Sotto la pallida pelle di Jareth mille scosse lo attraversavano, la sua vita aveva di nuovo senso,era come ridestarsi dopo secoli di torpore, era come quando Sarah lo aveva sfidato.

Fece una breve riunione con quello che sembrava il Sidhe più alto in grado, il tempo di spiegare il piano d'azione e poi si diresse verso la casupola di Hoggle. All'alba della battaglia, dove si sarebbe giocato il tutto per tutto non poteva comportarsi ancora da codardo.

Hoggle era assopito sull'uscio e ronfava sonoramente, dalla casetta non provenivano più urla di protesta.

Jareth diede un calcio non troppo gentile al piede del nano.

"Svegliati Trogolo!"

"Ehm... cosa… ah sei tu. Cosa vuoi?"

"Lasciami passare"

"No! Sarah dorm,e finalmente si è placata."

"Spo-sta-ti"

"A tuo rischio e pericolo"

Con riluttanza il nano lo fece passare di nuovo.

Sarah non dormiva come supponeva , era bensì seduta sul letto e fissava la porta, la sua espressione era furente.

"Sei il solito maledetto imbroglione."

Si alzò in piedi pronto ad aggredirlo.

"Sta zitta! lascia..."

Lei non gli permise di finire la frase poichè aveva iniziato a

temperstargli di pugni il petto; ma per quanto forti fossero i colpi, per lui erano carezze.

"Sarah, Sarah."

Gli afferrò i polsi e li serrò portandoseli all'altezza del cuore. Sarah era spiazzata e l'ira iniziava a svanire. La testa le girava vorticosamente. Quel gesto tanto intimo... il suo cuore che batteva sotto la fredda pelle quegli occhi liquidi e intensi, proprio come al ballo.

"Se ti succedesse qualcosa io non potrei perdonarmelo."

"Inventatene un'altra".

Era sempre così arguta.

"Voglio proteggerti e basta..."

L'attirò di più a sé, poi portò le mani di lei dietro la sua nuca. I capelli biondi di Jareth erano come seta al tatto.

"Tu mi hai fatto attraversare il labirinto a soli 15 anni e ora temi per me."

"Non essere ingenua, sapevi bene che non ti avrei fatto mai del male."

"No, no lo sapevo !"

"Ma ora si".

Sostenere una conversazione con lui era sempre dannatamente complicato, se poi si aggiungeva il fatto che lui la stringeva in un abbraccio, allora c'era da perderci la testa.

"Domani ci sarà una battaglia e anche se Mab non può nuocermi"

"Aspetta in che senso non può nuocerti?"

"Secoli fa ci siamo lanciati un incantesimo, il quale nessuno dei due può uccidere l'altro. A meno che uno dei due non sia dotato di potere magico maggiore."

"Ora mi dirai che c'è un però."

Erano ancora stretti nell'abbraccio.

" Ho detto che non può uccidermi. Ci sono tante altre cose che può fare... se mi rende neutrale io non potrò salvarti capisci !".

L'idea di Jareth sottomesso la spaventava a morte.

"E' per questo che ti chiedo di rimanere nascosta fino al mio segnale, dopodiché Hoggle ti ricondurrà a casa."

"Non farmi questo."

La preghiera di Sarah rimase in sospeso, lui le aveva sigillato le labbra con le sue. Dapprima un tenero bacio a timbro, casto e innocente. Poi un bacio d'amore, passionale e lussurioso. Di quelli che fanno arrossire e

desiderare.

In quel momento intenso i pensieri erano banditi, c'era solo la sintonia di due anime tormentante che non si sarebbero mai dovute sfiorare.

Jareth voleva Sarah, voleva la sua pelle, voleva la sua carne. Ma l'amore umano era rispetto, sapeva che lei si sarebbe concessa ma non sarebbe stato giusto. L'amava così tanto che non poteva portarle via la cosa più importante.

Staccarsi da lei fu una vera tortura ma si sentì fiero.

"Dimmi cosa provi Jareth ?"

Aveva bisogno di una conferma, più che altro il suo cuore cercava una conferma, temeva che il bacio fosse solo una splendida e tremenda illusione.

"Chiedilo al tuo cuore, risponderà lui per me."

Come al suo solito Jareth faceva un passo indietro.

"Mi stai dicendo addio, mi baci e poi fai il vigliacco. Dimmi che mi ami!"

Lui la fissò sofferente con mano tesa a sfiorarla ma poi mutò atteggiamento, si chiuse a riccio e lasciò la stanza.

Ancora una fuga, ancora una vigliaccata. Ma non riusciva più ad odiarlo, non dopo il bacio. In qualche modo l'aveva legata a sè per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** scelte ***


Ed ecco il mio capitolo per le festività,nonostante i mille impegni sono riuscita a pubblicarlo.Buon anno a tutti voi.
 
 
 

Un'alba sinistra e grigia avvolgeva il regno. I dieci Sidhe guerrieri con Jareth in testa marciavano silenziosamente tagliando per quella che una volta era la gora dell'eterno fetore. Ora il tanfo non si sentiva più ma in compenso c'era una strana melma dove di tanto in tanto affioravano i Nutriex, piccole anguille fameliche dotate di denti aguzzi.

La nebbia era fitta nella palude e strani fumi permeavano nell'aria, quei fumi erano allucinogeni per gli esseri mortali, fortunatamente i Sidhe ne erano immuni.

La tensione era palpabile tra il manico dei guerrieri, troppo sforniti di armi e con poca magia a disposizione. I sidhe guerrieri di rango inferiore potevano ricorrere alla magia solo al massimo delle forze e in questa caso, malconci com' erano, potevano appellarsi solo alla forza fisica e all'onore.

Jareth indossava la vecchia armatura nera fatta in pelle con scaglie di drago. In altri tempi l'aveva sfoggiato orgoglioso, ora si sentiva quasi indegno: aveva fatto dormire troppo il guerriero che era in lui.

Procedevano in fila indiana, dietro Jareth c'era Orace,il Sidhe che lui aveva nominato capitano: alto oltre una spanna più di Jareth, con i capelli lunghi color miele e il fisico robusto.

"Sire posso parlarle in privato".

"Certo".

Il capitano si accostò alla destra del re e gli sussurrò all'orecchio, non voleva che gli uomini sentissero.

"Si mormora che alla fine della palude ci sia un drago."

Jareth si irrigidì e lo guardò torvo, come se avesse mentito.

"Impossibile, nel labirinto non ci sono draghi."

"con tutto il rispetto sire ma prima dell'arrivo dell'usurpatrice, nel labirinto non c'era né edera serpentina, né raskius, né..."

"Ho capito l'antifona e quindi ? Ho ammazzato draghi che ero poco più di un adolescente."

La spavalderia di Jareth seccava un pò il capitano, non poteva esser così leggero con un drago e poi avrebbero messo in allerta le sentinelle al castello, visto che il drago era poco prima delle porte.

"Il problema mio sire è che ci sentiranno arrivare."

"Allora aggireremo il drago."

"C'è un modo?"

"Certo che c'è, il labirinto è pur sempre mio. Passeremo per i sotterranei."

Il capitano sbiancò.

"Cosa c'è hai paura delle tre verità?"

"Perdonate la mia codardia ma... si ne ho timore".

"Preferiresti affrontare un drago zannuto che richiamerebbe l'attenzione o farti predire il futuro dalle tre arpie ?"

Il capitano rifletté qualche istante valutando la risposta, poi lo fissò con occhi verdi e sinceri, molto simili a quelli della sua Sarah... già la sua Sarah, aveva ancora il petto che gli bruciava al ricordo di quel bacio.

"Mab ha dato in pasto molti di noi alle sue streghe."

"Lo so, ed è per questo che ti dico che è meglio affrontare loro. Sono profondamente mercenarie e se faremo loro una buona offerta, raggiungeremo le stanze di Mab

indisturbati."

"Così la sorprenderemo senza il suo servo."

A Jareth piaceva quel capitano e quando tutto sarebbe finito lo avrebbe nominato consigliere.

"Senza protezione e da sola, potremo sopraffarla."

Si scambiarono un cenno speranzoso e proseguirono

 

** *** **

 

"Hoggle ho bisogno del tuo aiuto !".

"Non mi sembra niente di buono ciò che stai per chiedermi"

"Ti fidi di me ?"

"Certo... ma non ti lascerò uscire di qui."

"Oh si che lo farai".

Lo scambio di battute tra i due si era inasprito. Hoggle non osava immaginare cosa Jareth avrebbe potuto fargli se fosse accaduto qualcosa a Sarah, e poi non se lo sarebbe mai perdonato; ma la ragazza dal canto suo sembrava determinata.

"Ascoltami io non posso lasciare Jareth da solo"

"phff ma per favore e cosa pensi di fare ? Ricordati che sei pur sempre un’umana."

"Sarò anche solo un'umana ma non lascerò sola la persona che amo."

Avrebbe voluto mordersi la lingua ma ciò che era detto, era detto.

Finalmente era stata sincera, e anche se sapeva di esser poco utile contro una regina delle fate, non poteva lasciarlo solo .

"Hoggle non costringermi ad andarmene con la forza".

L'espressione del nano era combattuta, si chiedeva cos'era giusto o meno.

"Lascia almeno che ti guidi".

"No, me la devo sbrigare da sola; piuttosto indicami la strada per il castello."

"Ci sono alcune scorciatoie che nemmeno Jareth conosce."

"Ah davvero!"

"Alcune le ho scavate io, portano direttamente ai sotterranei della rocca".

"E' perfetto".

"Perfetto cosa ?! Quando incontrerai Mab che farai ? la inviterai a prender un tè."

"Non fare il sarcastico e soprattutto non sottovalutarmi."

"In questo caso sei tu che ti stai sopravvalutando."

"Ohhh non farmi perder tempo mostrami la strada."

"Aspetta eroina dei miei baffi, almeno prendi questo."

Il nano si avvicinò ad un cassetto del mobile adiacente al

lettino, estrasse un fagotto e lo porse a Sarah.

"Cos è ?!"

"Un piccolo salvavita."

Sarah appoggiò il fagotto sul tavolo e lo aprì, al suo interno c'era uno stiletto di una decina di centimetri. Il manico era a spirale e terminava con un pomo.

"I sidhe e le fate sono allergiche all'acciaio e al ferro, è mortale per loro. E' anche per questo che non sono mai riusciti a conquistare il mondo umano."

Lei fissò l'oggetto quasi inorridita, ma al tempo stesso doveva ammettere che poteva tornarle davvero utile.

"Mio fedele amico ti ringrazio, ma ora portami alla scorciatoia".

Hoggle non controbattè, aveva già deciso di seguirla di nascosto. Se c'era da andare in fondo a questa storia lui lo avrebbe fatto al suo fianco.

I due sgattaiolarono fuori dalla casetta, non volevano farsi notare da Sir Dydimus e Bubo, altrimenti si sarebbero accodati e di conseguenza li avrebbero rallentati.

Imboccarono una stradina che portava ad un livello ancora più inferiore di dove si trovassero e Hoggle indicò un buco stretto.

"Devi passare di lì sempre dritto e dopo un pò sbucherai nei sotterranei del castello."

"Ma è buio."

"Lo so ed è così che devi percorrerlo altrimenti i fussar ti attaccano."

"Cosa sono i Fussar?"

"Meglio che non lo sai, però non corri rischi al buio."

"Magnifico! Dai fammi gli auguri."

"Non scherzare e sta attenta."

Sarah gli sorrise, lo fece per incoraggiarlo, per dirgli che tutto sarebbe andato bene, quando in realtà stava commettendo una follia... proprio come qualche anno prima.

Il buco sembrava la tana del bianconiglio di Alice. Sarah era costretta a gattonare, più avanzava e più l'aria diventava pesante: un tanfo simile era paragonabile solo al pelo bagnato di un cane.

Sotto le sue dita sentiva radici, pietrisco e una sostanza collosa. Era quasi nauseata e cercava di non pensare troppo, voleva solo uscirne. Purtroppo era rallentata dal gattonare e dall'ingombrante veste, in quel momento rimpiangeva i suoi adorati jeans.

Improvvisamente avvertì un rumore, tese le orecchie e distinse chiaramente una specie di squittio.

Un sudore freddo le imperlò la fronte, mentre il verso dei fussar si avvicinò sempre più, allora si fermo e chiuse gli occhi, passando ad un buio ancora più profondo. Contò centinaia di quelle bestie sfiorarla, qualcuna si soffermò tra i capelli, altre le passarono sulle mani.

Sarah dedusse che non erano topi comuni i fussar, poichè erano bipedi e il loro corpo era viscido.

L'ondata durò qualche minuto che a Sarah parve un'eternità; quando fu certa che nessuna di quelle bestiacce le si fosse attaccata addosso continuò il suo percorso. Dopo qualche centinaia di metri finalmente

scorse un chiarore e grata per la fine di quell'incubo fece un ultimo sprint e gattonò più veloce.

Sbucò in un sotterraneo pieno di celle vuote, per molti versi simili alla segreta in cui era finita.

Il corridoio era illuminato da qualche torcia però alla fine di esso proveniva un vociare femminile, in una lingua che non conosceva.

Impiegò qualche istante prima di decidere se mostrarsi o no e mentre era lì titubante, alle sue spalle comparve una ragazza dai splendidi capelli rossi.

"Che lieta sorpresa."

La ragazza sembrava una bellissima bambola di porcellana: la pelle perfettamente candida, riccioli morbidi e fiammeggianti e occhi blu notte. Ma era vestita di stracci e questo particolare turbava Sarah.

"Chi sei ?"

"Sono Sylla".

La voce melodiosa la rendeva ancora più bella eppure c'era qualcosa in lei di profondamente ambiguo.

"Io sono..."

"Sarah" completò lei la frase."Io e le mie sorelle non ti aspettavamo così presto e soprattutto da sola"

"Come prego ? ".

"Seguimi mia cara, abbiamo una proposta per te.”.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** con te fino in fondo ***


Spero vivamente che vi piaccia :-)
 
 
 

Il manipolo di guerrieri aveva superato senza apparenti difficoltà la
prima parte dei sotterranei; a breve avrebbero incontrato la cella delle
tre verità.
Un senso d'inquietudine serpeggiava tra i guerrieri e soprattutto nel
cuore di Orace; lui era un prode e valoroso combattente, ma nella sua
mente erano ancora vivide le immagini delle tre streghe che
banchettavano con i suoi simili. Per scacciare quel pensiero il capitano fissò il viso del suo re.
Improvvisamente un urlo umano rimbombò nelle caverne, tutti si
allertarono e Jareth impallidì ancor di più.

"Muovetevi". Ordinò minaccioso e corse nella direzione da dove
proveniva l'urlo, Orace e gli altri guerrieri lo seguirono senza batter
ciglio.

Qualche minuto prima
La ragazza dai bellissimi capelli rossi stringeva la mano di Sarah in
maniera decisa, quasi una stretta ferrea. Non la stava conducendo, la
stava trascinando verso la cella illuminata.

"Dove mi porti ?"
"Siamo arrivate, ecco.."

La rossa lasciò la presa e Sarah notò i lividi che le aveva lasciato sul polso; poi alzò lo sguardo e rimase inorridita: nella cella c'erano due mostri, una figura calva con il cuore in bella vista, l'altra con le orbite vuote.
"Cosa c'è giovane Sarah ?". A parlarle fu quella con il cuore di fuori.
Sarah era imbambolata e iniziava a spaventarsi, consapevole di esser
caduta in una trappola, ma non doveva mostrarsi spaurita quindi
cambiò atteggiamento e si pose in maniera spavalda. Si avvicinò alla
strega, emanava un odore di marciume e i suoi occhi fiammeggiavano
come quelli di un demone.

"So che avete una proposta da farmi. Bene, ora sono qui ! Non ho tempo da perdere".
"Oh bene, bene, bene. Finalmente capisco perchè il re ti ama tanto."
Ora anche l'altra strega si era avvicinata accompagnata dalla giovane
rossa. Sarah si trovava circondata.

"Sei un'umana coraggiosa, ma hai nemici troppo potenti. Io sono Mayle, la verità degli occhi." Le prese il braccio.
"Hai il suo amore, io sono Arkaiah la verità del cuore”.
Sarah era quasi rapita dalle parole delle due verità: per quanto
pericolose, erano creature di una profonda saggezza.

"E infine parlo io, Sylla verità della mente e ti dico che noi abbiamo un prezz per tutto". Fissò Sarah dritta negli occhi ipnotizzandola, mentre le altre due l'incatenarono contro il muro.
La ragazza non opponeva resistenza soggiogata dalla bellissima
creatura dai capelli rossi, che le parlò ancora:
"Anche per la tua vita !".
A quella frase Sarah si ridestò incatenata ad un muro nero e freddo.

"Vi prego lasciatemi."
Si divincolò animosamente sotto lo sguardo compiaciuto delle tre.
"Sei un’ottima merce, mia cara." Intervenne Mayle mostrando le tenebre delle sue orbite. "Mab vuole darti in pasto a noi e Jareth farebbe qualsiasi cosa per salvarti. In attesa della migliore offerta faremo un piccolo spuntino”.
Sarah sentì i denti neri e affilati delle tre affondargli nella carne delle
braccia.
Un dolore acuto le fece cacciare un urlo, che si affievolì da
subito mentre le tre succhiavano avidamente il suo sangue. Le gambe
iniziarono a tremarle mentre la vista si annebbiò. L'ultima immagine
che vide fu una cascata di capelli color dell'oro.

"
State lontano da lei streghe ! O assaggerete la mia spada."
Jareth teneva la spada sotto la gola di Sylla, Mayle e Arkaiah che intanto avevano lasciato Sarah, accerchiate da Orace gli altri Sidhe
"
Come osi re dei Goblin ". Arkaiah aveva il sangue di Sarah sul mento e la bocca.
"Siete ospiti nel mio regno e attaccate la mia protetta, potrei tagliarvi la testa streghe"
Jareth era fuori di sé, stava sfidando le potenze primordiali. Ma la vista di Sarah esamine e pallida lo rendeva folle.

"Calma Sidhe abbiamo un'offerta per te" Sylla abbassò la punta della spada che il re le premeva sulla gola.
"Cosa volete in cambio".
"Altre vite umane."
"Altre vite umane ?!"
. Jareth sollevò un sopracciglio in maniera
interrogativa.

"Non fare il finto tonto, Jareth ".Ringhiò esasperata Mayle, mentre Orace la teneva sotto tiro di spada.
"
Sei l'unico di noi che può passare nel mondo di sopra. "
"Volete che rapisca esseri umani per potervi nutrire."
"Esatto, siamo stufe di carne di fata e di Sidhe inferiori. Il sangue umano è potente e ci soddisferà maggiormente. In pratica ti chiediamo 5 umani all'anno
." Arkaiah aveva esposto la richiesta incurante e determinata e Jareth sapeva di non aver scelta. Anche se quello che gli chiedevano era mostruoso e lo avrebbe condotto sulla via oscura, doveva salvare Sarah.
"Ebbene accetto streghe ma ho ancora una richiesta per voi."
"Dicci re ". Esclamò raggiante Sylla.
"Datemi il potere necessario per uccidere Mab ".
"Ce l'hai già ". Questa volta risposero in coro.
Jareth non aggiunse altro, prese Sarah tra le braccia e fece cenno ai
suoi uomini di seguirlo.
Nella testa del re si accavallavano i pensieri e più sentiva dolore e più
stringeva al petto Sarah.
“Solo per lei, tutto per lei”.
Orace era incredulo di esser sopravvissuto alle tre streghe, in silenzio
però ripensava al terribile patto che il re aveva dovuto accettare, e lo
ammirava sempre di più poichè anch'egli secoli addietro aveva
conosciuto l'amore di un'umana. Il ricordo di quella passione tanto
forte lo rendeva vivo ancora oggi, nonostante fosse morto mille volte
quando era stato costretto ad abbondare lei e il frutto del loro amore.

"Dietro questa porta c'è la dispensa, lì ci riposeremo qualche ora e poi
attaccheremo al calar del sole."

La voce del re era distante e metallica, quasi automa di se stesso.
Trovarono due stanze grandi, piene di cibo stipato su grossi blocchi di
ghiaccio e in impalcature di legno.

"Uomini riposatevi e mangiate ciò che volete. Orace prendi tu il comando ".
Jareth scomparve nell'altra stanza, era poco più piccola dell'altra, si
tolse il mantello e lo mise a terra poi vi adagiò Sarah.
Era pallida e le ferite sembravano infette; non indugiando
ulteriormente estrasse una fiala verde da un piccola sacca che portava alla cintola. Poi prese uno stiletto ricavato da un diamante di enormi proporzioni e si tagliò il palmo della mano, lasciò gocciolare il sangue denso e verde nella fiala e lo mescolò all'intruglio. 
S'inginocchiò al fianco di lei, le sollevò il capo e con l'altra mano le
l'aprì la bocca per farle bere l'intruglio.
In pochi secondi Sarah riacquistò colorito e rinvenne, sembrava ancora un pò confusa mentre lo guardava.
"
Ti avevo detto di rimanere al sicuro!"
Jareth non aveva nemmeno la forza di rimproverarla.
"
Quelle orribile streghe, le hai sconfitte."
Era di nuovo in forze tanto da mettersi a sedere. In lei ora scorreva
sangue reale Sidhe.
"
Non esser stupida le tre verità vanno rispettate, sono antiche e potenti."
"
E allora come mi hai salvato".
"Ho fatto un patto con loro?

"E in cosa consiste questo patto."
Anche senza saperne la natura Sarah era inorridita.

"Non te lo dirò mai !".

"Io devo saperlo...non capisce voglio sapere quale prezzo dovrai pagare per avermi salvato."

Lei si era aggrappata alle spalle di Jareth e affondava le dita nel tessuto.

"Non ci sarà più questo tra noi se saprai del patto. E io voglio starti il più possibile vicino in questo poco tempo che ci rimane."

Sarah era pronta a ribattere ma Jareth la precedette baciandola con passione, lei si ritrasse e lo guardò con dolcezza.

"Non potrei ritirare i miei sentimenti mai qualsiasi cos..."

"Shh ! Sarah non promettere ciò che non manterrai. Te lo dirò ma non ora."

"Non mentirmi Jareth,te ne prego."

"Mia preziosa io non mento mai."

"Ma fai dei raggiri"

"Sarò onesto con te ora che sei parte di me."

Sarah era in fibrillazione così elettrizzata da dimenticare timidezza e complessi.Quel momento magico che si era creato non andava buttato al vento e al patto ci avrebbe pensato poi...ora lei voleva sentirsi completamente amata. Inspirò profondamente poi sotto lo sguard sorpreso di Lui iniziò a slacciarsi la tunica , Jareth le bloccò la mano.

"Cosa fai Sarah."

Candidamente gli rispose :"Voglio che tu sia il primo e l'unico."

"No Sarah non così non in questa stanza squallida."

"Tu non capisci". La sua proverbiale determinazione, era palese mentre con le mani su entrambe le guance di lui, lo fissava negli occhi.

"Mi sento pronta e non c'è altro posto o momento migliore."

"Oh Sarah, quanto ti ho desiderato".

La strinse forte a sé, non gli sembrava vero.La bramava profondamente ma con il tempo aveva imparato a dominare gli istinti, perchè l'amore era anche questo.

Si spogliarono lentamente, sempre guardandosi negli occhi. I pensieri attraversavano le pupille e arrivavano all'altro, poi si sdraiarono mettendosi uno di fronte l'alto. Incrociarono le dita giocandoci per un pò. Jareth voleva che lei fosse sicura e per quanto stesse impazzendo dal desiderio voleva rispettare ogni singolo istante.

Quando lei gli sorrise dolcemente capì che era pronta e con tutta la delicatezza che potessa avere fu dentro di lei.

Sarah chiuse gli occhi imprimendo nella memoria quel piccolo dolore che l'avrebbe accompagnata nel mondo delle donne.

Fu intensa la sensazione che provava e profonda. Mille scosse la scuotevano man mano che il ritmo dell'amplesso cresceva e quando finalmente raggiunse l'apice si aggrappò forte alle spalle di Jareth,quasi a fargli male; Lui impiegò qualche minuto in più per raggiungere il piacere poi si abbandonò esausto su di un fianco attirando Sarah a sè,
si strinsero in un abbraccio tenero e caldo restando in silenzio fino a che una brusca bussata alla porta riportò i due alla terribile situazione.
Entrambi si rivestirono in fretta e uscirono dalla stanza mano nella
mano.
"Soldati inchinatevi davanti la vostra regina".
L'ordine di Jareth fu eseguito davanti ad una Sarah stupita.
"Jareth cosa vuol dire."
"Avanti mia preziosa, ciò che è successo tra di noi fa di te la mia o compagna e io ti riconosco come mia regina."
Il tono di lui era di nuovo sornione e ambiguo come non lo era da
tempo, si sentiva di nuovo carico e l'energia che emanava era
contagiosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** nel cuore della battaglia ***


Questo capitolo è stato scritto a 4 mani con Jessica,anzi gran parte di questo capitolo a lei che mi ha dato una grande mano e che senza di essa non sarei riuscita ad andare avanti.Avevo tante idee ma non riuscivo ad assemblarle.
 
 
 

Io ti riconosco come mia regina”. La frase detta da Jareth continuava a martellarle in testa e i sintomi di ciò che creava li sentiva fino allo stomaco.

Sarò onesto con te ora che sei parte di me”. Cosa voleva dire ?

Sarah si fermò, presa da un attimo di sconcerto. Fissava il pavimento sotto i suoi piedi, in realtà senza vederlo, immersa nei suoi pensieri. Portò una mano alla fronte calda e sentì che le dita erano di ghiaccio: paura.

Si, per la prima volta nella sua vita Sarah aveva veramente paura, aveva bevuto il sangue del Sidhe e si era concessa a lui senza pensare alle conseguenze.

Ora l’aspettava una battaglia dall’esito incerto e se ne fosse uscita viva cosa ne sarebbe stato di lei ? era diventata immortale ? avrebbe più rivisto Toby, suo padre, il suo mondo ? che ne sarebbe stato della sua vita nel mondo di sopra ? se ne aveva ancora una…

Probabilmente Jareth ora aveva il potere di costringerla a rimanere nell’Underground anche contro la sua volontà e lui era imprevedibile, forse l’avrebbe fatto…

 

Sarah… va tutto bene ?” Sarah si voltò di scatto. Jareth. Era dietro di lei, una mano appoggiata sulla sua spalla. C’era sincera preoccupazione nel suo sguardo, su questo non c’era dubbio.

Si, tutto ok… almeno lo spero”. Il re non era del tutto convinto della sua risposta, forse non era in grado di affrontare una simile lotta.

Se non te la senti di venire con noi puoi restare nei sotterranei, farò venire Hoggle a tenerti compagnia”. Jareth lasciò la presa dalla spalla di Sarah.

No Jareth, questa volta non ti lascerò andare da solo, qualunque cosa accada”.

 

Orace attirò l’attenzione del re:

Maestà, siamo oltre la palude, sotto l’ingresso dei giardini del castello e non c’è modo di proseguire oltre tramite i sotterranei. Il drago è proprio sopra di noi. Per raggiungere le porte del castello dobbiamo prima sbarazzarci del mostro.”

Va bene Orace, dobbiamo trovare un modo per attaccarlo”. Jareth lasciò Sarah nelle retrovie e proseguì a passi veloci davanti ai suoi uomini, si voltò e parlò loro a gran voce:

Miei fidati sudditi guerrieri, la sola via per uscire di qui è la grande botola sopra la vostra testa. Dobbiamo tenerci pronti all’attacco, il drago è sopra di noi all’ingresso del giardino del castello e, come sapete, l’unico modo che abbiamo per ucciderlo è di colpirlo al cuore”.

In verità c’era un altro modo per sconfiggerlo e Orace lo sapeva: uccidere Sarah. Con la sua morte anche il drago sarebbe morto poiché quell’essere aveva preso vita dalla ragazza. Rappresentava il rifiuto che lei aveva avuto per il re, il fuoco che le bruciava dentro quando ha recitato le sue parole “tu non hai alcun potere su di me” e se n’era andata. Uccidere lei significava anche uccidere Jareth. Non sarebbe mai vissuto senza la ragazza come lui non era sopravvissuto alla morte della sua adorata Kate e del piccolo Brian. Quella dannata notte avrebbe dovuto metterli al sicuro, proteggerli, portarli con se… invece era rimasto a corte; aveva preferito guidare l’esercito piuttosto che correre a salvarli. I guerrieri del regno di Thaon avevano attaccato Goblin uccidendo gran parte dei suoi abitanti. La guerra era stata vinta, certo, il re aveva conquistato le terre oltre la foresta dei cedri, ma a quale prezzo.

 

*** *** ***

 

Mia regina, sembra che Jareth e il suo esercito siano arrivati al drago. Con lui c’è anche la ragazza. Non ne usciranno vivi…”. il divertimento stampato sul volto di Endrick fece infuriare Mab, ma non disse nulla. Ancora poco tempo e avrebbe bevuto il sangue dell’umana così da riacquistare tutti i suoi poteri e sbarazzarsi del suo servo inutile.

Era nei suoi piani trovare una “sistemazione adeguata” anche per le tre verità, non le aveva mai sopportate. Al momento, però, doveva giocare bene le sue carte con loro: erano utili, anzi, fondamentali per seguire i passi di Jareth e il patto che lui aveva fatto con quelle tre streghe per riavere la ragazza non era nulla a confronto di quello che lei aveva promesso.

Mab si alzò dal letto, si infilò la veste turchese che era disordinatamente appoggiata alla sedia e si affacciò alla finestra che dava sul grande giardino del castello. All’orizzonte, si intravvedevano i bagliori di fuoco di una battaglia che si infrangevano nell’oscurità della notte.

 

*** *** ***

 

Jareth evocò due sfere, le fissò per un attimo prima di lanciarle sopra di lui in direzione della botola di legno. La prima palla colpì il portello mandandolo in frantumi e creando un’apertura larga abbastanza da farci passare 2-3 uomini alla volta. La seconda si trasformò in una scala di legno.

Il re, ai piedi della scala, faceva procedere il suo esercito con Orace in testa. L’ultima era la sua Sarah.

Si fissarono per qualche istante senza dire nulla, Jareth appoggiò delicatamente le mani sui fianchi di lei e si chinò a darle il bacio più dolce e delicato che Sarah avesse mai ricevuto. Senza guardare la sua reazione, il re si voltò e salì i gradini.

 

Sarah rimase attonita, confusa, stordita. Dopo qualche minuto si fece

coraggio e uscì dai sotterranei. Il suo passo però era lento, le gambe le

tremavano, perché non sentiva alcun rumore ?

Pochi istanti e davanti a lei si presentò l’inferno. Corpi dell’esercito di

Goblin sparsi ovunque, molti di essi erano irriconoscibili. L’odore

dolciastro e ferroso del sangue le invase le narici.

Jareth” si rese conto di non essere stata in grado di pronunciare quel

nome, il panico le aveva fatto morire la parola in gola. Procedeva a

piccoli passi, sforzandosi di non vomitare per la vista che gli si

presentava davanti.

All’improvviso, due braccia forti la presero da dietro chiudendola in

una morsa stretta forte come l’acciaio.

Tu, insignificante umana, mi hai creato solo problemi... Jareth era mio, mio!.

Era dunque la tremenda Mab a chiuderla in quella morsa mortale,

improvvisamente un odio profondo stava montando in Sarah, doveva

liberarsi dalla presa e prendere a calci quella maledetta.

 

*** *** ***

 

La belva era più grande di quanto i guerrieri si aspettassero: il corpo

possente ricoperto da scaglie nere apparentemente impenetrabili. Il

drago sbuffò e dalle fauci ricurve uscì un nuvoletta di fumo.

Orace preparati, tra poco ci sarà una fiammata. Ma dov’ è Sarah?

Il capitano scrollò le spalle.

Intanto la belva ruggì ferocemente facendo vibrare l'aria, mentre si

preparava a caricarli.

Mettetevi al riparooo !

Jareth si riparò dietro una roccia che divenne subito incandescente

appena la fiammata del drago incendiò l'aria. Il re non riusciva a vedere né il resto dei suoi uomini né Sarah; dopo le fiamme c'era solo fumo, un fumo

nero che bruciava l'ossigeno e faceva lacrimare e poi c'era l'ansimo della belva.

Jareth strizzò gli occhi, troppo sensibili, e poi uscì allo scoperto. Sapeva

che ad un drago occorrevano diversi minuti prima di produrre una

nuova fiammata. Sguainò la spada pronto a trafiggerlo ma con sua

grande sorpresa un sottoposto di Orace era avvinghiato alla spalla del

drago; l'animale si divincolava e cercava di scrollarselo di dosso, poi

nel preciso istante in cui il drago lo stava artigliando, il guerriero riuscì

a trafiggergli il petto privo di squame. La belva ruggì di dolore e

accecata di rabbia artigliò il povero guerriero tranciandolo in due.

Jareth si lanciò contro la belva mentre essa emetteva piccole fiammate.

Con estrema agilità fu al collo del mostro e affondò la spada più volte

finché il drago non si schiantò al suolo. Jareth era stremato e lordo di

sangue, si chiese dove fosse Orace.

Orace aveva assistito all'atto di eroismo del suo uomo e alla lotta del

suo re ma non era potuto intervenire, aveva una missione più

importante da svolgere.

Guardò un’ultima volta la sfera che aveva in mano e poi la rinchiuse

nella sacca che portava alla cintola.

 

*** *** ***

 

Sarah diede un violento pestone per liberarsi, non sperava di riuscirci

invece la morsa si allentò.

Si girò e finalmente la vide, vide la causa di tutti i guai dell'underground e le venne da ridere.

Mab sollevò il candido sopracciglio, un po' come faceva Jareth quando

era sorpreso.

Cos’hai da ridere umana.”

Sarah si portò di fronte a lei ma a debita distanza, mentre si fece

scivolare lo stiletto dalla manica, stringendolo nella mano.

Ho sentito parlare di te come una potente, terribile regina e chi mi ritrovo davanti? Ah,ah,ah...uno spaventapasseri smilzo più basso di me.

Mab rimase di sasso per qualche secondo poi gli si scagliò contro.

Banchetterò con il tuo cuore.”

Sarah raccolse tutto il suo coraggio e chiuse gli occhi; rivide i volti

spaventati delle fate-bambine, i corpi esamini dei goblin, le tre verità...

e poi senza comandare la sua mano, affondò lo stiletto di ferro nel fianco della pallida regina.

Mab sgranò gli occhi viola, mentre un dolore lancinante la indeboliva.

Si aggrappò alla nuca dell'umana.

Maledetta, male..d.e.t

Cadde sul pavimento mentre una chiazza di sangue verde si allargava

sul vestito fino all'altezza del petto, rantolò per qualche minuto poi gli

occhi divennero vitrei.

Le gambe di Sarah cedettero e si ritrovò a contemplare con orrore il

cadavere di Mab.

Cos' ho fatto”...

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** il prezzo del sangue ***


Prima i ringraziamenti dovuti e sentiti alla mia paziente e sempre disponibile Jessica 80.A Frediefredie :tra le prime sempre pronta a recensire, a daydreamer con preziosi consigli,a saliman,a lady stardust,nakara,carnival.Spero di aver menzionato tutte e anche a tutti colore che anche senza recensire hanno letto tutti i capitoli.
 
 
 
 
 
 
 
 

Endrick era paralizzato di fronte alla scena che gli si presentava davanti: sulla fredda pietra alle porte del castello, Mab era distesa in una chiazza del suo regale sangue; perfino i suo capelli argento erano intrisi dalla sostanza verde e densa.

Inginocchiata al cospetto del cadavere, c'era l'umana!

Quella che doveva essere poco più di un grattacapo era stata invece capace di scatenare una guerra e di abbattere una delle creature più potenti dell'underground...

Sarah, questo il suo nome, fissava disperata il corpo, non si era nemmeno accorta della presenza minacciosa di lui che, silenzioso come un predatore, si stava avvicinando alle sue spalle.

Le avrebbe tagliato la gola, non aveva nè la voglia di farla soffrire nè il tempo. In fondo il vero colpevole era Jareth, solo lui e nessun altro.

Uccidendo la sua preziosa, gli avrebbe dato lo stesso dolore devastante che ora, piano piano, gli stava squarciando il petto.

Era giusto a meno di un metro da lei quando Sarah si voltò, aveva un 'espressione addolorata.

- Io non sono un'assassina, dovevo difendermi.

- Taciii.

L'urlo rabbioso di Endrick echeggiò nell'aria densa e scura, Sarah tremò e senza pensarci troppo gli puntò lo stiletto contro.

- sta indietro !

- Cos’ è, ci hai preso gusto ad uccire i Sidhe ?

Fulmineo come un serpente, le diede un manrovescio tanto violento da farla cadere . Lo stiletto schizzò sul pavimento ed Endrick lo calciò lontano, per sicurezza. Aveva sottovalutato troppo la ragazzina.

Ora lei si stava rialzando ma lui l'avrebbe colpita ancora.

- Non pensarci nemmeno Endrick.

Jareth era spuntato dal nulla e lo teneva sottotiro con la sua spada.

- Bene, bene, bene è arrivato il momento di fare i conti §ashoç. Ora che hai perso la protezione di Mab hai abbastanza fegato da batterti.

- Con mio sommo piacere.

Una luce animalesca attraversò gli occhi spaiati di Jareth, Sarah era pronta a giurare che il suo re era assetato di sangue.

I due si studiarono un pò, girando in cerchio quasi come se danzassero.

La porzione di giardino adiacente alle porte del castello, dove si trovavano, era poco distante dalla tana del drago.

Il primo che affondò di spada fu Endrick che fulmineo mancò per pochi decimi di secondo il fianco di Jareth.

Sarah era impietrita, doveva cercare aiuto ma qualcosa la bloccava lì; una vocina nel suo cervello le continuava a ripetere che quella battaglia era di Jareth, che quello scontro era giusto che dovesse avvenire.

Endrick continuava ad attaccare e Jareth sembrava in seria difficoltà, troppa magia e troppi anni nell'ozio avevano scalfito il guerriero che era in lui.

Però il re aveva doti che Endrick nemmeno immaginava.

Jareth espose il lato sinistro del corpo all'attacco di Endrick che senza riflettere troppo, offuscato dalla furia, andò ad attaccare. Jareth non si mosse fino all'ultimo poi, agile come un gatto, girò su se stesso facendo affondare nel vuoto la spada di Endrick. Senza indugiare troppo si portò alle spalle del nemico e con rapido

quanto letale gesto, lo sgozzò.

Per uno strano scherzo del destino Endrick si accasciò sul corpo di Mab.

Jareth osservò con un distacco glaciale i due corpi, una freddezza inumana; poi andò ad abbracciare Sarah.

- Stai bene ?

- No, non sto bene ho ucciso..ho uccis…

- Shh!

Il re la strinse a sè ma improvvisamente un boato violentissimo scosse il terreno, qualcosa sottoterra era esploso.

 

Cinque minuti prima

Orace stringeva tra le mani la preziosa sfera, mentre con il cuore in gola si avvicinava alla tana delle tre verità.

Aveva deciso da solo e non aveva voluto coinvolgere gli altri. Doveva al re quel gesto, per tutte le vite che avrebbe salvato dal sadismo di Mab e dalla brama di sangue delle tre streghe.

Era riuscito ad intrappolare la prima fiammata il fuoco del drago, la fortuna per una volta era stata dalla sua.

Percorse con calma gli ultimi metri, conscio che le streghe l'avevano sentito arrivare; difatti erano tutte e tre sedute ad aspettarlo.

- Noi possiamo darti tutto il potere che desideri.

Fu Sylla a parlare.

  • Non essere stupido, stai commettendo una sciocchezza.

Minacciò Mayle.

Senza indugiare ancora per paura che le tre potessero intrappolarlo, scagliò la sfera contro di loro. Mentre le lingue di fuoco avvolsero tutto, nella mente di Orace passarono le immagini di sua moglie e suo figlio; dopo tanto tempo sarebbero stati di nuovo insieme. Poi fu buio e fuoco.

 

*** *** ***

 

Erano trascorse ormai due settimane dalla battaglia e Sarah era ancora nel labirinto.

Jareth la considerava la sua regina e presto ci sarebbe stata l’ufficializzazione del loro rapporto: le nozze. A questo pensiero Sarah fece un sospiro, si alzò dal suo grande letto a baldacchino e si avviò verso la toletta continuando a giocherellare con l’anello che Jareth le aveva regalato la sera precedente. Si trattava di

un’acquamarina a forma di cuore, circondata da piccoli diamanti e il tutto sorretto da oro bianco. “Si intona perfettamente con i tuoi occhi” le aveva detto nella sua solita maniera beffarda.

Devo trovare il coraggio di dirglielo” pensò.

 

Il re sembrava essere sparito nel nulla, non si era fatto vedere per tutto il giorno e il sole ormai cominciava a tramontare. Sarah lo aveva cercato ovunque, nei sotterranei, nei giardini reali, nel castello… lo aveva chiamato ma invano. Di lui non c’era traccia.

Riprovò per l’ennesima volta a cercarlo nella sala del trono ma la sua regale poltrona era vuota e i goblin, ovviamente, non sapevano dove fosse il loro sovrano.

Si diresse verso la terrazza della grande sala, un po’ d’aria le avrebbe di certo fatto bene e avrebbe raffreddato i bollori di rabbia che cominciavano ad invaderle la testa. Alzando lo sguardo verso le prime stelle che cominciavano ad apparire, notò uno strano bagliore rossastro in una delle finestre del grande castello : “la

torre, perché non ci ho pensato prima…”. E si avviò di corsa.

 

La scala a chiocciola che portava alla torre era semi buia, qualche barlume del giorno che stava per finire penetrava dalle piccole feritoie. I gradini di pietra erano così stretti che a malapena ci stava il suo piede. “Sembra la scala che porta alla sala di Escher, certo che Jareth ha tanta fantasia”. Questo pensiero la fece sorridere tra sé.

Arrivata, forse lui è qui dentro”.

Sarah alzò il pugno e bussò alla piccola porta di legno che aveva di fronte.

Nessuno rispose. Mise la mano nella vecchia maniglia ormai ossidata ed entrò.

La stanza della torre era molto piccola, quadrata e sembrava quasi un vecchio magazzino. Qua e là c’erano cianfrusaglie di ogni genere: ferri di cavallo arrugginiti, vecchi libri impolverati e sedie rotte accatastate in un angolo. Un lieve fuoco bruciava in un piccolo camino. Jareth era seduto svogliatamente sul davanzale di una delle due aperture della stanza e guardava verso l’orizzonte. Un braccio appoggiato al ginocchio, una gamba che scendeva pigramente dalla

finestra.

Sarah andò verso di lui:

- Ti ho cercato tutto il giorno, non ti sei fatto vedere nemmeno per il pranzo, cominciavo a preoccuparmi.

- Ma davvero.

Jareth non la guardava. Non sopportava che qualcuno potesse vederlo in quelle condizioni, tantomeno la sua Sarah.

Ci fu un lungo silenzio che a Sarah sembrò infinito.

- Mi dispiace tanto Jareth, tu sai quanto ti amo ma non mi sento ancora pronta per questo passo. Non posso lasciare gli studi, mio padre, Toby, i miei amici e tutta la mia vita così su due piedi, se solo tu potessi capire.

Abbassò lo sguardo, la vista appannata. Ci volle un grande sforzo di volontà per trattenere le lacrime.

Jareth si voltò verso di lei con sguardo severo:

- certo che capisco mia preziosa, capisco che sei venuta qui perché sei stata convinta dal nano, capisco che hai rischiato la vita esclusivamente per salvare i tuoi amici, capisco che mi stai lasciando una seconda volta.

L’ultima frase fu poco più di un sussurro.

- Sai che non è così !

Sarah si accorse di aver quasi urlato.

- ah no ?

Scese dal balcone e si portò di fronte a lei; quanta tristezza negli occhi del re.

- Ti avrei dato tutto Sarah, i tuoi sogni, il mio regno, il mio amore, me stesso.

La ragazza non osava alzare lo sguardo, non riuscita a guardarlo negli occhi. Non ricevendo risposta, il re evocò una sfera e la lanciò in aria.

Si ritrovarono nella stessa collina da dove Sarah era partita per la prima volta, solo che questa volta una leggera coltre di nebbia ricopriva il panorama. Dietro di lei una finestra, la stessa, però questa volta l’avrebbe riportata a casa.

Sarah si tolse l’anello e lo porse a Jareth che stava di fronte a lei:

- Forse questo dovresti riprenderlo.

- No, tienilo come ricordo.

Si fissarono per qualche istante poi Jareth la prese e la tenne stretta tra le braccia:

- Ti amerò sempre mia dolce Sarah. Sempre.

- Anch’io ti amerò sempre Jareth, non ti dimenticherò mai.

Poi Jareth lentamente, molto lentamente si staccò lei. Questo semplice gesto gli era costato qualcosa di molto grande:

- Ti conviene fare presto mia preziosa, prima che possa cambiare idea.

Sarah lo guardò per un breve istante e senza dire nulla si voltò e si avviò verso l’uscita.

Fece passare una gamba oltre il bordo della finestra, si fermò un istante per guardare verso il punto dove aveva lasciato Jareth. Vide la sua sagoma tra il lieve strato di nebbia, lui era ancora li, nella speranza che la sua cosa preziosa cambiasse idea. Invece Sarah oltrepassò definitivamente il confine e ritornò a casa.

 

TO BE CONTINUED

 

 

§ashoç:PAROLA CHE MI SONO INVENTATA DI SANA PIANTA,UN INSULTO NELLA LINGUA SIDHE SECONDO ME.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=601574