Too Late

di Erin_Prince
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


 

CAPITOLO1

Marzo era ormai alle porte e, anche se gli inizi della primavera stentavano a manifestarsi, nel parco di Hogwarts si potevano vedere i primi boccioli e, con un po' di fortuna, qualche raro fiore.

L'aria era diventata più mite, ma la sera restava fredda.

Quell'anno, Severus Piton aveva trovato qualcuno che, forse, e sottolineo forse, dava punizioni più crudeli di lui, il temuto professore di Pozioni, sempre chiuso nel suo gelido e umido ufficio con la sua faccia affilata dall'odio e dall'acidità.

Quella persona rispondeva al nome di Dolores Umbridge.

Disgustosa, viscida, megalomane, e altri epiteti accompagnavano quel nome nella mente del professore.

Dirigendosi in Sala Grande per la colazione, anche se non avrebbe toccato quasi nulla, Severus Piton notò, nella Sala d'Ingresso, alcuni bauli.

Qualcuno sta sloggiando...pensò speranzoso l'insegnante, vagando con la mente ad una possibile partenza di Harry Potter.

-Severus- la voce del Preside, che si avvicinava all'oscuro Piton con il consueto vestito color lavanda, lo riscosse dai suoi pensieri che stavano prendendo una tendenza all'omicidio -Arriva una persona dal Ministero!-

-Non sapevo che Hogwarts fosse diventato un albergo- disse acido.

Il Preside sorrise bonario -E' l'assistente della cara Dolores...L'inquisitore supremo ha bisogno di un aiuto!- detto questo, si diresse alla sua sedia, distribuendo in giro sorrisi gratuiti.

Piton guardò le iniziali sulle valigie: M e R.

Se è l'assistente della Umbridge sarà viscido e sadico quanto lei...pensò, mentre entrava in Sala Grande, distribuendo in giro sguardi arcigni.

 

Marzia Roberts arrivò al castello poco dopo l'ora della colazione: Hogwarts era sempre uguale, tale e quale a come l'aveva lasciato 3 anni prima, appena presi i MAGO.

-Oh Marzia cara- la voce acuta e fastidiosa del suo capo la raggiunse e interruppe i suoi ricordi.

-Signora Umbridge- sorrise, senza manifestare l'odio che provava per quella donna rasposa.

Erano 2 anni che lavorava per lei; se voleva diventare una giornalista importante e richiesta doveva passare 4 anni sotto le sue dipendenze.

Ogni giorno faceva il conto alla rovescia.

-Oggi metterò in ordine le recensioni che ho raccolto in questi giorni..Mancano solo 2 insegnanti..-disse sistemandosi l'orribile fiocco rosa sulla testa.

-Tu- continuò -Sei libera di sistemarti, oggi pomeriggio mi seguirai nella lezione di difesa con quelli del quinto anno- sorrise viscidamente e si diresse nel suo studio.

Quella donna è veramente rivoltante.

Era ormai arrivata all'Ingresso, molti studenti si affrettavano per le scale.

-Signorina Roberts!Che piacere rivederla ad Hogwarts- il Preside le andò incontro con il suo sorriso e i suoi occhi azzurri, scintillanti.

-Professor Silente!Grazie, anche per me, ovviamente...-

-Ho fatto predisporre la sua stanza vicino alla torre di Corvonero, sarà come tornare indietro nel tempo- sorrise dolcemente.

-Grazie infinite!- disse, e si congedò dirigendosi nella sua camera.

I suoi anni ad Hogwarts erano stati incantevoli, era come passare 9 mesi su un altro pianeta: ottimi amici, esperienze meravigliose, voti perfetti, anche in Pozioni; la materia in cui tutti prendevano una T, lei riusciva a strappare sempre una A che, prenderla da uno come Severus Piton, equivaleva a prendere una E.

L'interno della sua stanza era molto semplice, tutto blu e argento con qualche spruzzata di nero..Sorrise al ricordo di quando il Cappello Parlante le aveva urlato -CORVONERO- in un orecchio; intimorita, impacciata e eccitata, si era alzata dallo sgabello e si era unita al tavolo della sua casa, accolta da applausi e sorrisi. Era sempre stata fiera di essere una Corvonero, intelligente e capace.

Sistemò i suoi vestiti e i suoi libri. Fatta una doccia veloce, si vestì con un paio di jeans, un paio di sneaker e una maglia di lana, morbida e calda. Lasciò liberi i ricci corvini e lunghi fino a metà della schiena.

Mentre si incamminava per il corridoio ripensò a quante volte, al primo anno, si era persa: per fortuna, tutti i professori erano stati ben lieti di darle qualche compito in più, invece che una punizione. Tutti a parte Severus Piton.

E' sempre stato un po' bastardo....ripensò a quella volta che passò 2 ore intere a sbudellare rospi nel suo gelido ufficio Però..all'ultimo anno..non fosse stato un mio professore....

Accantonò il pensiero di un possibile Piton affascinante nell'angolo più remoto della sua mente, mentre usciva nel tiepido sole di marzo, diretta sulla riva del Lago.

La luce di quella mattina di quasi-primavera era straordinaria, il cielo era limpido, il castello, imponente e maestoso.

La giovane donna si sedette su una pietra liscia e si strinse nella maglia verde: dopotutto, era sempre piacevole tornare ad Hogwarts, anche se alle dipendenze della Umbridge. 

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


 

Hola!!!!Grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo della mia semplice FF, in particolare a Sherry Vanhorn e Iurin che hanno recensito, cosa che mi ha fatto molto molto molto piacere *___*

Ecco quindi il secondo capitolo, spero vi piaccia... =)

 

 

CAPITOLO2

Per Severus Piton, l'ora di pranzo arrivò dopo una mattinata più deprimente e lenta del solito, trascorsa nel tentativo inutile di far entrare qualcosa nelle teste vuote dei suoi studenti.

Arrivato in Sala Grande, spinto più dall'abitudine che dal reale appetito, si sedette al suo posto, notando, con una punta di fastidio, che tra lui e la rospa-Umbridge c'era un'altra sedia.

Ottimo, e ora anche l'assistente devo sopportare....

Un brusio lo fece voltare verso l'entrata, da dove avanzava una giovane donna.

Camminava con estrema grazia, i capelli corvini e ribelli si muovevano ondeggiando, i suoi occhi grigi indagavano la Sala, curiosi e divertiti.

Marzia Roberts????Quella è Marzia Roberts???la mente di Severus Piton fece uno sforzo per auto controllarsi: la sua ex-alunna era l'assistente della donna-confetto.

Impossibile. L'unica che è stata in grado di non far esplodere un calderone nel giro di 5 minuti durante la prima lezione di Pozioni non può fare l'assistente della Umbridge...

I ragazzi la guardavano come se fosse la prima donna che vedessero in vita loro..

Ragazzini in preda agli ormoni..disse tra sé Piton, senza staccare gli occhi neri dalla ragazza.

Marzia arrivò al tavolo degli insegnanti e prese a salutare i suoi ex professori, dalla Mc.Granitt e Hagrid a Vitious.

 

Marzia si fermò per qualche minuto a parlare con il professore di Incantesimi, il direttore della sua Casa, per poi andare a sedersi tra la Umbridge e Piton.

Ottimo, allora Piton insegna ancora...

-Professor Piton..che piacere rivederla..- sorrise al gelido insegnante. Insomma, piacere era un'altra cosa, ma il pensiero formulato poche ore prima sul suo ex professore era ritornato a galla, e quella frase le uscì spontanea.

-Roberts..- fece lui, atono

-Si ricorda il mio nome?- chiese stupita; aveva sempre pensato che i professori, e soprattutto Piton, dimenticassero in fretta i nomi dei propri studenti.

-Ovviamente..- disse, con voce strascicata -L'unica studentessa che ha saputo prendere una A invece che una sfilza di T....In ogni caso, cosa ci fa qui?-chiese, sapendo perfettamente la risposta.

-Beh, mi sembra ovvio, no?- fece lei, sorridendo.

-Prego?- fece lui, alzando il sopracciglio sinistro.

-Sono l'assistente della professoressa Umbridge.-

-Grazie per la cordiale risposta, Roberts...e se fossi ancora una studentessa ti toglierei 10 punti..-

Alzò il alto destro delle labbra sottili, in una specie di sorriso.

-Oh, allora meno male che non lo sono più..- e iniziò a mangiare.

Mai visto Piton sorridere...almeno, se quello si poteva considerare un sorriso....pensò tra sé Marzia, mentre addentava un pezzo di pollo ripieno.

Il pomeriggio fu più noioso di una lezione di Storia della Magia.

La lezione del quinto anno di Difesa consisteva nel ricopiare capitoli dal libro di testo, senza nessun esercizio pratico.

Insomma,pensò Marzia mentre cercava di tenere gli occhi aperti per non crollare dal sonno, Voldemort è alle porte, è tornato, non aspetta altro di attaccare e arrivare ai giovani maghi, e il Ministero fa copiare uno stupido libro come insegnamento di Difesa?

Dimentichi che il Ministro non crede alle parole di Potter..

Già...per un attimo se n'era dimenticata.

La sera scese sul castello, fredda.

La Umbridge, che si era ritirata nel suo ufficio, era agitata, non riusciva a mantenere il controllo ed esplodeva in risatine isteriche.

-C'è qualcosa che non va?- si arrischiò a chiedere Marzia.

-Ovvio!!!!C'è tutto che non va..Gli studenti stanno per ammutinarsi contro di me e a capo di tutto questo c'è Potter!!!!Si riuniscono non so dove, ho già interrogato quasi tutti gli studenti, ma..non è uscito fuori niente...- cominciò a bere un the rosa, come le pareti del suo ufficio.

Un bussare alla porta fermò Marzia dal chiedere come facesse a sapere di queste riunioni.

-Avanti- trillò la Umbridge.

Entrò Piton.

-Mi ha fatto chiamare, Dolores?-

-Severus, si!!!Mi serve altro Veritaserum!!!!-

Veritaserum??A cosa le serve?

-Dolores te ne ho preparato un paiolo 2 settimane fa, dovresti stare più attenta a...- disse lentamente.

-Non m'importa Piton!!!Ho bisogno di quella pozione!!!- sbottò la Umbridge -Si prenda Marzia, se vuole un aiuto, dopotutto era brava in Pozioni, dico bene?E ora via, ho bisogno di rilassarmi..-.

Marzia seguì Piton fuori dalla porta.

-Mi spieghi perché lavori per..beh, lei?- le chiese, mentre scendevano nei sotterranei.

-Mi serve per diventare giornalista..E lei da quando si fa trattare così?-

-Da quando quella lì decide le nostre sorti..- disse lui, guardando la ragazza negli occhi.

Quelli neri del professore erano sempre uguali, notò Marzia: due pozzi senza luce.

-Non capisco...le vostre sorti?-

-Eri tanto intelligente, Roberts, ma lavorare per Dolores ti ha forse rincretinita?- disse mentre apriva la porta del suo studio.

Non era cambiato di una virgola, i libri, i barattoli, la scrivania, tutto era come Mirna se lo ricordava.

-Ti ricordi come si prepara il Veritaserum?-

-Ovviamente..Ma cosa le serve il Siero della Verità?-

-Ad interrogare gli studenti...- fece lui, senza espressione.

-Cosa???Ma non è illegale usarlo??-

-Si...- disse mentre metteva un calderone sul fuoco.

-Ma lei lavora per il Ministero e quindi può fare tutto quello che vuole..- concluse Marzia, mentre si apprestava a polverizzare le Zanne di serpente.

-Perspicace, Roberts!- disse Piton, acido e con una nota di sarcasmo.

Lavorarono per un paio d'ore, scambiandosi qualche parola. Marzia si era legata i capelli in una coda e stava cominciando ad avere caldo con quella maglia di lana pesante.

-Ho bisogno d'aria....- disse quando non ce la fece più: stava scoppiando.

-Ti aspetterò qui...- disse lui, guardandola uscire dalla porta dell'ufficio.

Si può sapere cosa ti prende, Severus? La Roberts ha più di 10 anni meno di te..non puoi continuare a guardarla in quel modo..

Non so cosa mi stia succedendo...

La ragazza tornò dopo qualche istante con una maglietta che non nascondeva per niente le sue giovani e generose forme.

Spiegami come faccio a non guardarla..

Forza di volontà, Severus..

-Così va molto meglio..- fece lei, scostandosi una ciocca di capelli dal viso arrossato.

-Come mai la scelta di diventare giornalista, Roberts?Potevi diventare un Auror...-

-Già ma...-

-Ma i Corvonero, si sa, non sono propriamente coraggiosi..- disse lui, sarcastico.

-Invece i Serpeverde sono meschini e subdoli, cos'è meglio?- fece lei, sorridendo.

-Roberts, ti ricordo che sono sempre un professore...-

-Già- fece lei, avvicinandosi al professore, con la scusa di prendere la fiala che conteneva lo Sciroppo di Elleboro -Ma io non sono più una sua studentessa...- disse, a bassa voce.

Piton la guardò per qualche secondo, con un'espressione che mischiava stupore a malizia.

Marzia ritornò al suo posto, sorridendo.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo che restava della preparazione della pozione, finchè l'insegnante non congedò la ragazza al giorno dopo.

Marzia, cosa ti è saltato in mente?Riprenditi, è Piton maledizione!!!

Si, ma è maledettamente affascinante....

Cosa poteva trovarci Marzia in un uomo come Severus Piton?Insomma, era vecchio e acido, per lei..Ma la ragazza sembrava divertirsi alla battute sarcastiche dell'uomo; ormai non era più un suo professore e le sue frecciatine, che un tempo le avrebbero fatto andare l'autostima sottoterra, ora la facevano ridere.  

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


 

Ecco il terzo capitolo della FF, grazie a coloro che seguono la mia piccola storia e a Hela Piton che ha recensito (prometto che passerò dalle tue storie, appena avrò un goccio di tempo in più xD )!!!!!

 

 

 

CAPITOLO3

Il giorno seguente, mentre si accingeva ad entrare in Sala Grande per la colazione, Marzia vide Hermione Granger poco più avanti, diretta al tavolo dei Grifondoro; non la conosceva bene, ma poteva essere sicura che fosse una delle persone più vicine a Potter e decise di riferirle del Veritaserum.

-Hermione!-

La ragazza si voltò.

-Ti devo dire una cosa abbastanza importante..-

-E' dalla parte della Umbridge vero?-

-Più o meno- sorrise Marzia -Ascolta, come saprai il mio caro capo sta interrogando tutti gli studenti per sapere chi, come, quando e perché si vede per organizzare quella che lei chiama “la rivolta” capitanata dal tuo amico Potter..-

Hermione sbiancò -La Umbridge sa che Harry sta...-

-Non sa cosa sta facendo e io non lo voglio sapere, volevo avvisarti che usa il Veritaserum per gli

interrogatori e fareste bene a non accettare alcun tipo di bevanda da lei se mai foste chiamati nel suo ufficio...E credo che accadrà presto...- concluse.

-Ma è illegale...-

-Già, ma sai com'è il Ministero di questi tempi...- con un sorriso veloce, si diresse alla sua sedia: Piton era già seduto.

-Buongiorno!-

-Roberts....- disse lui.

La ragazza si versò del caffè, una quantità discreta di caffè, a dirla tutta.

-Dormito poco?- chiese Piton.

-Si, direi quasi per niente..- fece lei, stancamente -Oggi devo seguire la Umbridge nella recensione di Hagrid...-

-E poi toccherà a me giusto?-

-Già..siete gli ultimi rimasti...Ma...possiamo metterci d'accordo...- fece lei, sorridendo.

Piton la guardò con tanto d'occhi: era abituato a molte stranezze, ma una ragazza che cambiava modo di fare così sfacciatamente non ne aveva mai vista. Certo, Marzia Roberts poteva suscitare la sua attenzione con il suo modo di fare, i suoi sorrisi e le sue battute....

Si, Severus, è proprio per quello che la noti..disse una vocina nella sua testa, che il professore ricacciò prontamente sotto tutti gli altri pensieri.

Finita la colazione, Marzia si alzò e si diresse nell'aula dove la Umbridge la stava aspettando.

Quella notte non aveva dormito, troppi pensieri e troppe domande: la sua sfacciataggine era uscita fuori tutta insieme, prima la sera nel laboratorio, poi a colazione..Se quel lato del suo carattere fosse uscito un po' prima, forse avrebbe trovato il coraggio di parlare con Piton in quel modo anche all'ultimo anno dei suoi studi..

Ma non prendiamoci in giro...Ero terrorizzata ad ogni lezione di Pozioni, non mi sarei mai permessa di rivolgermi a lui in modo così naturale...E poi era un mio professore, non potevo certo andargli a dire cosa provavo...Mi avrebbe presa per una di quelle adolescenti che si innamorano perdutamente del loro professore super misterioso...

Eppure, ad anni di distanza, quando ormai pensava che “quella cotta adolescenziale” fosse ormai svanita, ritrovarsi a parlare con lui, finalmente non da studentessa, liberata dalla paura di dire una scemata, era un piacere, era come un attimo staccato dal tempo e dalla realtà, come se fossero in un posto lontano, sentiva quello svolazzare di farfalle nello stomaco....

-Marzia!!!!Vai a prendermi la cartellina nel mio ufficio, svelta!La lezione di quell'imbranato di Hagrid inizia tra poco!- la voce della Umbridge la riportò ad Hogwarts, marzo 1996.

-Si, signora!- disse, senza entusiasmo. Si diresse quindi nell'orrido ufficio della donna. Cercò la cartellina sulla scrivania, nei cassetti,ma non la trovò. Alzò gli occhi e la vide sopra un mobile.

Ma fu qualcos'altro ad attirare la sua attenzione. Un plico di fogli era appoggiato sul lato destro della perfetta e ordinata scrivania, elenchi, foto, dialoghi.

Gli interrogatori...lesse velocemente: la Umbridge sospettava che le riunioni avvenissero in quella camera del settimo piano, chiamata Stanza delle Necessità. Il capo era Harry Potter.

Aveva interrogato quasi tutti gli studenti, ma aveva interrotto a causa della mancanza del Veritaserum. Avrebbe fatto irruzione a giorni, se avesse scoperto qualcos'altro.

Li sta per scoprire,devo avvertire Hermione....prese nota nella sua testa di parlare con la ragazza Grifondoro, subito dopo le lezioni, o magari a cena.

Scese nel parco, diretta alla lezione di Hagrid, porse la cartellina alla Umbridge che cominciò a prendere appunti con la sua diabetica piuma rosa.

Il Mezzogigante era in preda all'ansia nel vedere la donna del Ministero prendere nota del suo modo di insegnare e finì la lezione con mezz'ora di anticipo, per la gioia degli studenti del terzo anno.

La Umbridge ordinò a Marzia di andarle a raccogliere qualche fiore di gelsomino così da potersi preparare un delizioso the e per profumare il suo ufficio.

La ragazza di diresse quindi verso le serre; persa com'era nei suoi pensieri, non si accorse che stava arrivando un temporale: nuvole gonfie di pioggia si avvicinavano al castello, facendo presagire un repentino cambiamento del tempo. Arrivata alla serra numero 5, aprì la porta, individuò il gelsomino e ne prese qualche fiore; fu in quel momento che un tuono rotolò sul castello, seguito da uno scroscio di acqua. Un muro di pioggia ghiacciata le impediva di raggiungere il passaggio coperto che portava al castello.

Ci mancava anche questa, ora la Umbridge mi ucciderà....

-Roberts, da quando ti interessi alle piante?- chiese Piton, sbucato da una porta in fondo alla serra.

-Da quando la Umbridge mi manda a prendere i fiori per le sue tisane...- disse lei, girandosi verso l'uomo.

Il mantello del mago era trapuntato da piccole gocce di pioggia, i suoi capelli neri e lisci erano anch'essi leggermente bagnati, sfuggiti appena in tempo dal temporale di inizio primavera. La durezza dei tratti del viso, affilati come lame, era accentuata dagli occhi neri e profondi: eccola, quella maledetta sensazione di una mano che prende lo stomaco e lo stropiccia, lo contorce, lo annoda, facendoti mancare il respiro...e poi, quelle fastidiose farfalle che svolazzano...

Maledizione Marzia, controllati...

-Com'è andata la mattina, professore?- chiese, per rompere quel silenzio imbarazzante.

Piton fece una smorfia, come per dire “come vuoi che sia andata, Roberts?”. -Tolti 5 o 6 studenti, tutti gli altri non saranno in grado di prendere un GUFO. E questo è essere ottimisti..-.

Si mise a raccogliere delle foglie da una pianta poco lontano.

Marzia lo guardò mentre, attento e preciso, metteva in un sacchetto ciò che raccoglieva.

Passarono alcuni minuti e il temporale, con la velocità con cui era arrivato, lasciò spazio ad alcuni raggi di sole.

-E' meglio che ci sbrighiamo a raggiungere il castello, prima che ricominci a diluviare...- disse lui, passando accanto alla ragazza, sfiorandole una mano. Il brivido che percorse la schiena di Marzia fu qualcosa di inaspettato e gradevole. Sorrise e uscì.

Un arcobaleno si stagliava contro il cielo plumbeo.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


 

Buonaseraaaaa!!!!Ecco il quarto capitolo della mia storiella...

Ringrazio tutti coloro che la leggono..In particolar modo

Hela Piton: grazie per lasciare sempre una recensione, mi fa veramente piacere *___*

Iurin: beh si, chi non proverebbe quella sensazione a vedere LUI, Sev??E Marzia si controlla!!!!!!! =) Grazie per lasciare traccia del tuo passaggio!!!!

 

CAPITOLO4

Il pomeriggio trascorse molto in fretta, a causa dei compiti che la Umbridge aveva affidato a Marzia. Mettere in ordine cartelle, schede e lezioni le tennero la mente così impegnata che si dimenticò completamente di parlare con Hermione. Solo a cena se ne ricordò grazie ad una frase di Piton sul fatto che solo lei era in grado di preparare decentemente una Pozione della Pace.

Marzia, come folgorata da un fulmine, alzò lo sguardo dal piatto appena in tempo per vedere Hermione, seguita da una ragazza platinata e una dai capelli rossi, uscire dalla Sala Grande. Percorse con i suoi occhi grigi il tavolo dei Grifondoro: Potter e Weasley non c'erano.

Maledizione...Ora dovrò sperare che la Stanza delle Necessità mi faccia entrare...

Si alzò dal tavolo diretta al settimo piano, seguita dallo sguardo di Piton.

La ragazza arrivò dove, anni prima, si era aperta una porta, proprio quando aveva bisogno di riflettere e pensare al suo futuro. Già, anche lei pensava che sarebbe potuta diventare un bravo Auror o magari un'insegnante di Pozioni, ma i suoi genitori l'aveva convinta che il giornalismo fosse la strada giusta per lei. Marzia, da parte sua, appena maggiorenne, timorosa ed insicura, aveva seguito il loro consiglio.

Se fosse potuta tornare indietro non l'avrebbe rifatto.

Avrebbe seguito il cuore, come le aveva sempre insegnato suo nonno: solo ora ne apprezzava la saggezza.

Pensò intensamente al posto dove Potter si riuniva insieme alla sua banda, sperando che la stanza capisse le sue buone intenzioni. Aprì gli occhi e si trovò davanti ad una porta. Entrò e una schiera di ragazzi erano con le bacchette puntate contro di lei; Marzia prese velocemente la sua e urlò -Protego!!-, l'Incantesimo Scudo parò uno Stupeficium collettivo.

-Ragazzi, sono venuta in pace!!So che ai vostri occhi sono l'assistente della Umbridge, ma ho delle informazioni che potrebbero esservi utili...-

-Marzia!!- esclamò Hermione, riemersa dal fondo del gruppo.

-Hermione, possiamo fidarci?- chiese Potter, sospettoso.

-Certo Harry, è lei che mi ha detto del Veritaserum!-

-La Umbridge ha scoperto che vi riunite qua, nella Stanza delle Necessità, farà un salto a breve..-

Mormorii di agitazione percorsero il gruppo.

-Cosa ci suggerisci di fare?- chiese Potter, deciso.

-Andate via di qua, per un po' non incontratevi..So che per voi è importante esercitarvi, ma questo, per ora, non è più un posto sicuro!-

-Va bene, andiamo!- e rivolgendosi a Marzia -Ci fai da palo?Se un professore ti vede, non può punirti..-

-Certo, esco subito.-

Uno dopo l'altro, gli studenti ribelli uscirono dalla Stanza, diretti nei rispettivi dormitori.

-Grazie Marzia. Scusa per lo Stupeficium!- disse Herry, ultimo ad uscire insieme a Hermione e Weasley.

-Figurati, ora andate, sento dei passi.-

Guardò i tre ragazzi scomparire dietro un angolo e si incamminò verso la direzione dei passi e, come aveva pensato, erano della Umbridge, seguita da Gazza.

-Marzia, hai visto qualcosa di sospetto, qualche movimento strano?-

-No, stavo solo passeggiando, ora vado a dormire...-

-Non è possibile- fece la rospa, stizzita.

Marzia la oltrepassò. E, mentre sentiva il suo capo lanciarsi in teorie su dove Potter potesse organizzare quella che lei chiamava la rivolta, sorrise nell'oscurità del corridoio, complice del fallimento della Umbridge, consapevole che, se mai fosse venuta a saperlo, sarebbe stata licenziata in seduta stante.

Ma forse non le importava più di tanto.

-Cos'hai da sorridere, Roberts? Il tuo capo ha appena fatto un buco nell'acqua..- disse quella voce profonda che la ragazza sarebbe stata in grado di riconoscere tra mille.

-Professor Piton!- esclamò, trovandoselo davanti -Pensavo di essere sola e...-

-Evidentemente...sei in giro per i corridoi di notte....e, per mia sfortuna, non sei più mia allieva così...-

-Sfortuna?- fece Marzia.

Si sfortuna...il tempo sta passando troppo velocemente e.....Ma cosa vai a pensare, Severus!

-Sfortuna, si Roberts! Sai che ho sempre trovato divertente, almeno per qualche istante, togliere punti alle Case qualora non siano Serpeverde.-

-Ah, già..- fece Marzia, delusa.

D'altronde cosa ti aspettavi, una dichiarazione d'amore?

-Sarà meglio che ti accompagni alla tua camera, Roberts. Con i tempi che corrono- disse, scrutando il corridoio con il suo sguardo gelido.

Camminarono per il corridoio buio per qualche minuto, in silenzio.

-Cosa ci facevi lì, Roberts?-

-Camminavo..- rispose vaga lei.

-Non l'avrei mai detto....avevo pensato che stessi facendo un albero di Natale...- fece lui, sarcastico.

Marzia sorrise e, dopo poco, disse -Ecco, sono arrivata...-

-Tipico di Silente, la camera vicino alla Torre di Corvonero..- disse Piton, facendo una smorfia.

-Beh, è stato gentile..Grazie per avermi accompagnata, a domani.- e, senza aspettare risposta, entrò in camera e chiuse la porta.

Piton fissò la porta chiusa per qualche secondo, quindi, con il suo mantello fluttuante, si incamminò verso i sotterranei.

Merlino Severus, è evidente che quella ragazza pende dalle tue labbra, datti una mossa, non sei più un giovincello!!!

Già, bravo, sono vecchio e lei è giovane come l'acqua..e poi, con tutta questa situazione di Voldemort...ho un compito da svolgere....Arrivò nel suo studio, dove si versò un generoso bicchiere di Whisky. Non è l'alcol la soluzione ai tuoi problemi, lei potrebbe starti vicino anche nei momenti più..

Non diciamo cretinate! Lei non sa niente di me, niente!!!Se scoprisse che sono un Mangiamorte, che ho ucciso della gente, e chissà cos'altro sarò costretto a fare....

Perché, secondo te, con un padre e una madre che lavorano al Ministero, non sa che sei uno di loro?

E comunque non posso certo dirle la verità..

La verità verrà a galla, prima o dopo, e poi lei non è più una studentessa, è una donna ormai, con un lavoro...Abbi un po' di coraggio, Severus, almeno questa volta...non lasciare che anche lei se ne vada...

Severus Piton vuotò il bicchiere, furioso con la sua coscienza che sapeva aver ragione, e andò a dormire, cercando di non tornare sull'argomento Marzia e a tutto ciò che poteva collegarsi a lei: persino Voldemort, però, lo portava a pensarla.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

Eccoci con un altro capitolo!!!!!!Come di consueto, ringrazio Hela Piton che recensisce sempre (*__*) e tutti gli altri lettori che seguono la mia storiella...

Alla prossima...

 

 

CAPITOLO5

Erano ormai due settimane che Marzia Roberts era arrivata ad Hogwarts, portando la primavera.

I ragazzi non vedevano l'ora di andare alle lezioni di Difesa per vedere l'assistente della Umbridge, che, a detta di tutti, era uno splendore; i professori erano orgogliosi della loro ex alunna e si intrattenevano spesso a parlare con lei, ormai diventata una distrazione dal clima pesante che si respirava al castello.

L'unico che non sembrava risentirne era Severus Piton.

Già, sembrava.

Era sempre stato bravo a nascondere le sue emozioni, anche se quella volta, con Marzia, era diverso, più faticoso. Non poteva negare che fosse attraente ed intelligente: le iridi della ragazza erano due calamite per gli occhi neri del professore, così come tutto il resto.

Severus, non capisco di cosa ti preoccupi, lei non è più una tua studentessa...disse la vocina della sua coscienza, con un tono che ricordava quella del Preside.

Quel pomeriggio di marzo, il tetro insegnante di pozioni cercò di distrarsi con una passeggiata nel parco di Hogwarts, una cosa insolita e totalmente estranea al suo carattere.

Fu una pessima idea, almeno così sembrò alla sua razionalità.

Marzia era seduta su una pietra liscia, la camicetta di un verde acceso era estremamente aderente, i capelli ribelli e corvini si muovevano nella leggera brezza.

Stava leggendo un libro con grande interesse e, persa com'era nel romanzo, non si accorse che Piton le si avvicinò.

-Cosa leggi Roberts?-

La ragazza sussultò a quella voce strascicata.

-Sa che non è educato sbucare così dai cespugli?- fece lei, sorridendo appena.

-Da quando sono considerato gentile, Roberts?- rimbeccò lui, appoggiandosi ad un tronco lì vicino.

-Orgoglio e Pregiudizio...-

-Prego?- fece lui,abbassando lo sguardo sulla ragazza, sulla sua camicetta....

-Il libro...s'intitola Orgoglio e Pregiudizio...è un romanzo babbano...- spiegò lei, spostando in capelli dietro le spalle.

-Ah..da quando le streghe leggono romanzi babbani?- disse, cominciando a torturare una foglia.

-Da quando sono molto più interessanti di quelli dei maghi...- fece lei, guardando il lago -E da quando raccontano storie d'amore meglio di quelli del nostro mondo..-

-Per favore, Roberts, sto per vomitare...-

La ragazza sorrise all'acidità inguaribile del mago. -Sa, Mr.Darcy mi ricorda un po' lei...Orgoglioso, austero, silenzioso...-

-E che fine fa questo fantomatico Mr.Darcy?- chiese.

Marzia si alzò, lo guardò dritto negli occhi neri come un cielo senza stelle, e disse -Si innamora di una giovane donna, ironica e intelligente, più povera di lui..ma è troppo orgoglioso per ammetterlo. Persino a se stesso, in un certo senso.-.

-E la giovane donna?-

-Lei...Beh, tutti lo credono scorbutico e antipatico, ma lei va contro l'opinione della gente e si innamora..-

Si incamminò quindi verso il castello, lasciando Severus sulla riva del lago, pensieroso. Si voltò a guardarlo: alla luce dorata di metà pomeriggio, sembrava un principe delle tenebre ritornato dall'oscurità.

E' inutile che ti illudi, Marzia, lui ti vede ancora come una studentessa, non puoi correre dietro a uno che manco ti considera...

Ma io non capisco...Insomma, io sono una donna normale,con un lavoro normale..Lui idem..

-Signorina Roberts!!!- la voce della Umbridge la richiamò alla realtà ancora una volta -Mi serve quella Pozione che calma l'ansia, non riesco a dormire di notte...-

Datti una calmata, Dolores, manco io riesco a dormire di notte...-Va bene, le preparerò la Bevanda della Pace...-

-Bene Marzia, la voglio per sta sera...- e con questo si dileguò su per le scale.

Ottimo, anche questo...Dovrò passare un'altra serata con Piton e la sua indifferenza...

Pensierosa, si diresse in camera sua, dove si lasciò cullare in un bagno caldo e profumato. Lo faceva sempre per rilassarsi e non pensare alle sue preoccupazioni che, al momento, rispondevano al nome di Severus Piton. Chiuse gli occhi...Il volto di Piton fece capolino, con la sua solita smorfia di superiorità. I suoi occhi la trafiggevano ogni volta che si incontravano, come dardi infuocati. E lei non poteva fare altro che arrossire leggermente.

Maledetta me e il fascino di Piton...

Non era tipo da saltare addosso ai ragazzi, e men ché meno ad un suo ex professore, sebbene lo volesse con tutto il cuore.

Uscita dalla vasca, dopo essersi asciugata, si vestì: un paio di pantaloni morbidi, stretti sulle gambe, una camicetta che lasciò sbottonata per i primi 2 bottoni così da far intravedere la linea dei giovani seni; i capelli, sciolti e selvaggi.

Come se servisse a qualcosa....pensò sconsolata la ragazza, davanti allo specchio

Ma cosa mi salta in mente?Non posso andare in giro conciata in questo modo....e si riallacciò un bottone della camicia...

No, non va...così cambiò ancora e si mise una maglietta, un po' larga che lasciava le spalle scoperte.

Si, meglio...soddisfatta, uscì dalla camera, diretta nei sotterranei. 

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Capitolo 6
*** Capitolo6 ***


 

Buongiorno!!!!!!Eccoci al capitolo 6, finalmente la fantomatica serata nei sotterranei del fantastico Sev...ma passiamo oltre; come sempre, un grazie a tutti coloro che leggono la storia, che la seguono, che l'hanno inserita nelle preferite e nelle ricordate.

Un grazie particolare a Mary_House(spero che la ff continui a piacerti :D ) e a Always85 (sai che sono irremovibile, nessuna anticipazione, carissima!).

Bene, vi lascio, see you soon!!!!! Erin

 

 

CAPITOLO6

Nel frattempo, Severus Piton aveva appena ricevuto il messaggio della Umbridge e il suo ordine perentorio di far usare il laboratorio a Marzia, così che potesse prepararle la Pozione.

Vecchia rognosa, per calmarsi potrebbe usare un bel Distillato della Morte Vivente...Almeno ritroverebbe la pace dei sensi....

Dai Severus, ammettilo, non vedevi l'ora di passare altro tempo con la Roberts..

Certo, così mi racconterà un altro romanzo babbano e smielato..

E smettila di fare il vecchio misantropo..Insomma, non puoi sempre pensare al passato..

Lily non è il passato...

Già, è il tuo futuro..fece la voce della sua coscienza con ironia.

Piton sbuffò, ben sapendo che quella vocina fastidiosa aveva ragione, di nuovo, e, inoltre, l'allusione fatta dalla Roberts quel pomeriggio era palese....

Il bussare alla porta lo riscosse.

-Avanti-.

La Roberts entrò, con un sorriso radioso sulle labbra.

-Professore..- disse -La Umbridge l'ha avvisata...-

-Si, si so tutto...- disse lui, guardandola. Quella sera era più bella del solito, e Piton dovette ammetterlo anche a se stesso.

-Se vuole iniziare Roberts...- fece lui, alzandosi per andare ad aprire la porta del laboratorio. Anche Marzia si mosse, arrivando sulla soglia insieme al professore.

Le loro mani si sfiorarono quando fecero per abbassare la maniglia. La mano fredda e nodosa di Piton aveva la temperatura di quella di un morto rispetto a quella calda della ragazza.

I due si guardarono negli occhi.

Fu un attimo. Severus lasciò crollare tutte le barriere che si era costruito negli anni, la razionalità scomparve, lasciando spazio all'istinto.

Le mani, che fino a qualche secondo prima si erano appena toccate con imbarazzo, si intrecciarono; Piton la tirò a sé e la baciò, prima con dolcezza, poi con passione. Marzia non fece altro che rispondere con altrettanto desiderio ai baci del mago, che fece scivolare la sue mani sui suoi fianchi. Le dita di Severus si insinuarono sotto la leggera maglia di lei.

Ancora qualche bacio e le tolse la maglietta, ammirando il suo corpo e le sue curve. Accarezzò lievemente i giovani seni nella lingerie lilla per poi iniziare a baciarli, facendo scivolare le spalline lungo le braccia.

Marzia, ormai, era totalmente preda delle carezze decise ed esperte di Piton...

Ma quel momento dannatamente piacevole fu interrotto da un canticchiare non troppo nascosto.

-Silente!- esclamò Piton, allontanandosi dalla ragazza.

Marzia si infilò la maglietta e sparì nel laboratorio, facendo volare davanti a sé un calderone.

Non riusciva a pensare nemmeno agli ingredienti elementari di quella stupida Pozione, figuriamoci prepararla correttamente!

Il Preside bussò alla porta, entrò e richiese la presenza di Piton non si sa bene dove.

Silente è sempre in mezzo...se solo...

-Signorina Roberts!Le porto via il professor Piton, la sua presenza è fondamentale per un certo affare..Ma lei è molto brava, saprà cavarsela perfettamente da sola..- sorrise, e sparì in un fruscio di mantello color malva.

-Roberts, cerca di non farmi saltare l'ufficio per aria- disse Piton, mettendosi il mantello.

-Certo..- disse lei, sorridendo.

Marzia sbuffò e si concentrò sulla pozione, con ancora il profumo del professore sulla pelle, quel profumo aspro e, allo stesso tempo, incantevole.

La ragazza arrivò in camera, dopo essere passata dalla Umbridge, come in trance. Non aveva mangiato cena, erano solo le nove e mezza, ma non ce la faceva ad andare in Sala Grande o nelle cucine.

Chiuse la porta, e si guardò allo specchio.

Che faccia da ebete, Marzia, riprenditi...

Si spogliò e si infilò il pigiama, pensando a qualche ora prima: le mani di Severus, i suoi baci, le sue carezze. Tutto era partito da lui, cosa che non stupì poco la ragazza, e se non fosse arrivato Silente non si sarebbero certo fermati.

Ci saranno altre occasioni pensò, subito prima di addormentarsi. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 

Buongiorno belle gioie!!!!!

Eccomi con il tanto atteso capitolo, spero non sarete deluse!!!!

Come di consueto, ringrazio coloro che hanno lasciato una recensione, Hela_Piton, Iurin e Mary_House...So bene che Sev con l'iniziativa non si vede spesso, ma non possono essere sempre le fanciulle innamorate di lui a fare il primo passo....almeno una volta!!!! :D

Vi lascio al capitolo...Aggiornerò molto presto, vista la tanto attesa fine degli esami!!!

 

 

CAPITOLO7

Tutto ciò che Marzia voleva, la mattina dopo, era incrociare Piton per qualche secondo, ma non le fu possibile: la Umbridge la teneva sempre più impegnata, anche se si ritrovava a fare sempre le stesse cose.

Era da mesi che la ragazza si chiedeva cosa mai le sarebbe servito quel lavoro per diventare giornalista. Avesse potuto, si sarebbe licenziata e avrebbe iniziato i corsi per diventare Auror o un'insegnante di Pozioni.

Ma d'altronde, chi me lo vieta?

La tua coscienza, Marzia....Non hai il coraggio di licenziarti e seguire i tuoi sogni....

No, hai ragione...Se solo fossi un pochino più coraggiosa.....E pensare che i sogni sono l'unica certezza che abbiamo.....se rinunciamo pure a quelli...

Ancora una volta, si rese conto tardi di essersi allontanata troppo dal castello, persa com'era ad arrovellarsi sul suo futuro....Visto che ormai era quasi arrivata in un punto dove si poteva vedere il lago in tutto lo splendore di un mattino sereno e terso di marzo, decise di proseguire su quel sentiero.

E Piton...Ieri sera....La sua mente fu invasa dalle piacevoli sensazioni della sua ultima visita al baluardo inespugnabile del professore.

Lui...ha fatto tutto lui...è un sogno....sorrise, ammirando la distesa d'acqua sotto di se, il castello arroccato sopra la roccia.

Non ci poteva credere. Ritornò mille volte al momento in cui si erano guardati negli occhi, senza capacitarsi del fatto che lui, il tetro, oscuro, bastardo professor Piton l'avesse presa tra le sue braccia e l'avesse baciata.

Si sedette sull'erba verde, leggermente bagnata di rugiada, ma qualcosa rovinò quel momento di serenità.

Un gelo improvviso, come se il sole si fosse oscurato, e i pensieri positivi svaniti.

Cosa...Marzia si girò appena in tempo per vedere una decina di Dissennatori avanzare verso di lei.

La ragazza era impietrita, non era possibile: Silente aveva messo un numero spropositato di protezioni intorno alla scuola, soprattutto dopo l'estate passata, dopo il ritorno di Voledemort.

Marzia non perse tempo, estrasse la bacchetta e, pensando a lui, soltanto a lui, urlò -Expecto Patronum!-: un maestoso corvo volò incontro ai Dissennatori, che nel frattempo si erano fatti sempre più vicini. Il Patronus, il più completo che la ragazza avesse mai evocato da quando aveva imparato quell'incantesimo, respinse le creature ripugnanti fino a che scomparvero tra gli alberi. Marzia continuò a rimanere concentrata, il corvo volava, elegante, intorno a lei. Si inoltrò nel boschetto poco lontano, ma non c'era più traccia delle guardie di Azkaban.

Tornata al sole, la ragazza sentì le sue forze venir meno, le gambe cedettero, il corvo scomparve, e lei non riuscì più a reggersi in piedi: la potenza del Patronus era stata incredibilmente alta e Marzia perse i sensi.

 

Severus Piton, quella mattina, dopo una notte passata a pensare a Marzia e agli ultimi momenti trascorsi insieme, interrotti bruscamente dal Preside, insultato pesantemente nella mente del mago, era stato incaricato di rinforzare le difese sulla scuola nella parte sud ovest del parco. In seguito, si sarebbe diretto dal Signore Oscuro, che l'aveva richiamato per sapere le ultime notizie su Silente.

E Silente che vuole notizie su Voldemort...pensò con una certa ironia Piton, mentre prendeva un sentiero sulla riva del lago. Camminò per qualche minuto, infastidito solo dal ronzio insistente di qualche ape. Arrivò su una piccola altura, la vista di Hogwarts da quel punto era spettacolare.

Il mago si girò verso il boschetto, ma un corpo disteso nell'erba catturò all'istante la sua attenzione: Marzia era priva di sensi, in una posizione innaturale, la bacchetta nella mano sinistra.

-Marzia...- sussurrò l'uomo, avvicinandosi.

Cos'è successo?guardò verso gli alberi, individuò il punto debole delle protezioni e vi pose rimedio.

Si girò verso la ragazza che ancora era immobile.

La prese tra le braccia, sollevandola dall'erba come se pesasse solo più che una foglia. Ripercorse il sentiero, preoccupato per ciò che poteva essere successo alla ragazza che aveva saputo risvegliare il suo animo freddo e distaccato dal mondo, intrappolato nei ricordi e nel passato.

Arrivò in infermeria, Madama Chips gli andò incontro e gli fece adagiare la ragazza sul letto più vicino.

-Professore, cosa...-

-Non lo so...L'ho trovata sull'erba...- disse lui, bevendo un bicchiere d'acqua.

-Può restare un attimo, vado a prendere gli strumenti...?-

-Certo, vada vada...- fece Severus, avvicinandosi a Marzia.

La ragazza mosse una mano -Severus....- sussurrò, impercettibile, ancora con gli occhi chiusi.

-Roberts...-

-Eccomi professore, se vuole andare, ora ci sono io...-

-Grazie.- fece lui, gelido.

Piton, contrariato, si diresse verso l'uscita e, con un ultimo sguardo a Marzia che cominciava a riprendersi, chiuse le pesanti porte di legno. Uscì dai cancelli del parco, ben sapendo che il Signore Oscuro non sarebbe stato contento del suo ritardo, anzi, gli avrebbe rivolto uno dei suoi soliti interrogatori silenziosi. Ma Severus Piton si sarebbe inventato una scusa plausibile, così da superare l'esame tranquillamente, come faceva ormai da mesi.

Si Smaterializzò in un fruscio di foglie. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

Buon sabato a tutti!!!!! Ecco il capitolo 8!!!!!!Eh beh, è uno dei capitoli di cui vado più fiera...Della serie, viva l'umiltà!!!!!

Ma passiamo a cosa più serie: come ormai sapete, ringrazio StregaMorganaPiton, Mary_House e Always85 per le recensioni, che mi fanno sempre mooooolto piacere!!!!

Beh, alla prossima!!!

 

CAPITOLO8

Passarono un paio di giorni dall'attacco dei Dissennatori a Marzia, che si era ripresa la sera stessa dell'accaduto. Tutti gli studenti ne parlavano e Silente l'aveva chiamata, quella sera di fine marzo, nel suo studio circolare per sapere i dettagli, sebbene sospettasse già tutto.

-Signorina Roberts, mi rincresce che sia stata vittima di questo episodio..Avevo chiesto a Severus di rinforzare le difese proprio in quel punto, e se non fosse arrivato lui...-

-Già..- Marzia guardò fuori dalla finestra, la sera scendeva sul parco, circondando con le sue innumerevoli braccia il castello. Voleva vedere Severus, voleva parlargli, ma lui non era a scuola e lei non riusciva a capire dove potesse essere andato. Raccontò al Preside l'accaduto, di come i Dissennatori erano scivolati dietro di lei.

-Il suo Patronus dev'essere stato molto potente...- il Preside sembrava meditabondo -Può andare, Marzia, e stia su- disse, sorridendo.

La ragazza uscì, scese le scale e si diresse in camera sua, sebbene fosse ora di cena. Non aveva fame, quella sera, voleva stare un po' da sola, tranquilla; in molti le avevano chiesto perché si trovasse là e alcuni sospettavano che fosse stata lei a far entrare i Dissennatori.

Sorrise amaramente.

La paura contorce sul serio la mente, pensò mentre si rifugiava nella sua vasca, immersa nell'acqua bollente. Tirò su i capelli in uno chignon e, nella morbida e bianca schiuma, profumata ai fiori d'arancio, chiuse gli occhi e le sembrò di volare lontano mille miglia da Hogwarts, dai Dissennatori, dalla Umbridge, da Severus che non tornava.....

Ma un bussare alla porta della camera la riscosse.

-Roberts- la voce atona di Piton la raggiunse, forte e chiara, accompagnata da un tuffo al cuore.

-Posso entrare?- chiese, mentre già la maniglia scendeva verso il basso.

Con un colpo di bacchetta, Marzia chiuse la porta del bagno, lasciata aperta.

-Ehm...un secondo!- disse. Si che ormai, dopo che si erano baciati, poteva anche saltargli addosso, ma preferì avvolgersi in un delicato asciugamano bianco.

Uscì dal bagno, e Severus si voltò: alzò il sopracciglio sinistro, in una smorfia di sorpresa, di una piacevole sorpresa, oserei direi.

Marzia intanto sentì le guance infiammarsi, ma sorrise, noncurante di quel suo maledetto vizio di arrossire come una bambina delle medie.

Piton riacquistò il suo leggendario autocontrollo e disse -Sono venuto a vedere se ti sei ripresa...-

-Si, si mi sono ripresa...- rispose, piegando distrattamente una maglietta -E grazie per avermi portata in infermeria...- disse, sorridendogli.

-Come fai a sapere che..-

-Che mi hai portata in infermeria prendendomi tra le braccia?- all'espressione di curiosità e stupore dell'uomo, Marzia continuò -Ho riconosciuto il tuo profumo...d'altronde- disse, avvicinandosi a lui -La sera prima, l'avevo sentito bene....- concluse, sorridendo maliziosa.

A quel sorriso, Severus Piton mise da parte Voldemort, i Dissennatori, Silente, Potter, Lily. Si, anche l'amata Lily sparì in un angolo remoto della mente del mago.

Finalmente.

I volti dei due erano a pochi centimetri di distanza e Marzia, incrociando le braccia dietro la testa di lui, lo baciò: le labbra morbide di lei incontrarono quelle sottili di Severus, le cui mani, pallide e affusolate, scivolarono sulle spalle e sulla schiena della ragazza, fino al bordo dell'asciugamano, che, con un lieve tocco, finì a terra. Continuando il loro gioco di baci, Severus, con un colpo di bacchetta, si svestì e finirono sul letto, poco distante. Le nodose dita dell'uomo si muovevano su ogni singolo centimetro del corpo di Marzia, mentre il desiderio di amarsi si faceva sempre più prepotente e impetuoso in entrambi.

-Severus..- mormorò la ragazza, facendo scivolare il nome dell'amante dalle labbra dischiuse in un gemito di totale piacere, quando lui spostò le sue attenzioni sul punto più sensibile di lei.

Una passione travolgente e inarrestabile li travolse, e si ritrovarono uniti, in un intreccio di gambe e gemiti, di sospiri, di carezze e di baci. E mentre Marzia, travolta da quelle meravigliose sensazioni, inarcava la schiena contro il petto di lui, che prese a morderle dolcemente i giovani seni, il piacere li investì totalmente...

Ancora ansimante, dandole piccoli e lievi baci sul collo, Severus si stese vicino a lei; abbracciandola e accarezzandole un fianco, la portò più vicina a sé. Marzia gli accarezzò il petto, pallido e pieno di cicatrici, che tornava a sollevarsi e abbassarsi regolarmente.

Si guardarono in silenzio, negli occhi. Una luce nuova brillava in quelli di Severus, che fu il primo a rompere il silenzio, dopo qualche minuto.

-Silente mi ha obbligato ad un'altra lezione con Potter di Occlumanzia...-

-Non dirmelo...-

-Devo andare...-

Marzia sbuffò, senza nascondere il suo disappunto.

-Tornerò, aspettami sveglia...- disse lui, contrariato quanto lei, alzandosi e rivestendosi con un colpo di bacchetta. Le diede un bacio sulla fronte e sparì nel chiudersi della porta.

La ragazza si coprì con il leggero lenzuolo; stiracchiandosi, ancora intorpidita dal piacere, guardò fuori dalla finestra: uno spicchio di luna risplendeva nel cielo, come una lama argentata. Sorrise da sola, come aveva già fatto altre volte, sperando che la lezione di Severus non durasse molto.

Ma i suoi occhi cominciarono ad essere pesanti, stanchi, reclamavano riposo.

Contro la sua volontà, Marzia si addormentò. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

Buonaseraaaa!O meglio, buonanotte vista l'ora...Comunque, la notte porta consiglio e quindi pubblico il nono capitolo..Ringrazio coloro che recensiscono sempre, fanno sempre piacere...

Alla prossima...

:D

 

 

 

CAPITOLO9

Un raggio di sole filtrava, prepotente, tra le tende blu, accarezzando il volto addormentato e sereno di Marzia, che si svegliò a causa di quella luce insistente.

Per un attimo, la sua mente vagò alla sera prima....

Severus non è venuto....pensò, decisamente contrariata.

Si girò sul fianco opposto e dovette rimangiarsi il pensiero che aveva fatto capolino nella sua mente pochi istanti prima: sul comodino c'era un pezzo di pergamena, malamente tagliato e piegato. Dentro, con una calligrafia tanto piccola quanto rattrappita, c'era scritto “Non volevo svegliarti”.

Semplice, corto, chiaro.

Si diresse in bagno per farsi una doccia veloce, per essere pronta ad una nuova giornata con la Umbridge; ma quel giorno sarebbe stato tutto diverso e niente poteva andare storto.

In Sala Grande notò un gruppo di studenti che sgomitavano per leggere una lavagna: sopra c'erano scritti i nomi di chi sarebbe stato interrogato quel giorno dall'Inquisitore Supremo.

-Ma oggi è sabato, dovevamo andare ad Hogsmeade!- esclamò, furioso, un Corvonero.

Marzia si allontanò, pensando alla prospettiva della sua giornata: ore e ore chiusa nell'ufficio del suo capo ad ascoltare domande e risposte.

Arrivò al tavolo degli insegnanti, ma Piton non c'era.

Ascoltò per qualche minuto la Umbridge nei suoi piani improbabili per riuscire finalmente ad incastrare Potter e poi si alzò, proprio nel momento in cui Severus entrava in Sala Grande. Si incrociarono a metà del corridoio tra i tavoli, scambiandosi un'occhiata carica di passione e complicità.

La mattinata passò lentamente, tra schede da riordinare e tentativi della Umbridge di far bere un thè corretto al Veritaserum a tutti gli studenti che capitavano nel suo ufficio; per sua sfortuna, però, i ragazzi interrogati quella mattina erano stati avvisati dei metodi usati dalla donna del Ministero e non avrebbero accettato nulla.

La pausa pranzo arrivò come un lunedì di vacanza e Marzia, invece che dirigersi in Sala Grande, si avviò verso i sotterranei.

 

Severus Piton correggeva stancamente i temi assegnati agli studenti del quinto anno sulla Pozione Corroborante: tutti, o quasi, erano segnati da una ben visibile T rossa.

Possibile che tutti gli studenti che mi capitano siano teste vuote e incapaci di scrivere un tema decente? pensò, marcando un'altra pergamena con un voto negativo. Prese un altro compito e segnò, già alla prima riga, un errore inaccettabile.

Patetico, senza nessuna speranza di prendere un GUFO pensò stringendo le labbra, che divennero ancora più sottili.

-Posso entrare?- la voce calda della Roberts lo raggiunse attraverso la porta, strappandolo dalla mediocrità in cui era caduto compiendo il suo dovere di insegnante.

-Vieni avanti, Roberts, e salvami da questi temi..- disse, alzando lo sguardo sulla ragazza.

-Non mi hai svegliata stanotte, quando sei tornato su...- disse lei, leggermente imbarazzata nel parlare in quel modo, di quell'argomento, con un suo ex professore.

-No- disse lui, tornando con la mente a circa 12 ore prima: la lezione di Occlumanzia con Potter era durata più del previsto; anche se era dannatamente incapace, Severus faceva il possibile per insegnargli quella sottile arte della mente. Congedato il ragazzo, si era diretto nella stanza di Marzia, che, nel frattempo, si era addormentata: la luce lunare, che entrava attraverso un vetro lasciato scoperto dalla tenda, illuminava il suo volto, incorniciato dai selvaggi ricci corvini, di un riflesso perlaceo; la linea delle labbra era dolcemente piegata all'insù; il suo corpo, sebbene fosse coperto dal lenzuolo, risaltava in tutta la sua bellezza.

-Ho preferito lasciarti dormire, dovevi recuperare le forze perdute- disse, sorridendo malizioso.

-Le ho recuperate....- fece lei, andando verso di lui. Piegandosi sulla scrivania, lo baciò, ritrovando le sue labbra sottili.

-Ho una domanda da farti...- iniziò lei.

-Lo so, vuoi sapere perché ti ho baciata quella sera e..tutto il resto. - fece lui, accarezzandole una mano.

-Già...- disse lei, aggrottando le sopracciglia.

Severus increspò le labbra in una smorfia -E ti chiedi anche come faccio a saperlo....Non per niente sono l'insegnante personale di Potter di Occlumanzia...Basta guardarti negli occhi per capire cosa provi, non è così difficile; anche per una persona normale sarebbe semplice leggerti dentro...- disse, quasi in un sussurro.

Marzia guardò gli occhi di Severus, ma non vide altro che due abissi neri.

Anche la luce della sera prima era sparita.

-Ho solamente deciso di non avere più rimpianti....- disse -E se tu fossi partita, se tu te ne fossi andata.....me ne sarei pentito, come mi pento di non aver fatto certe cose quando era tempo, e di averne invece fatte altre...- guardò fuori dalla finestra, scrollando in modo quasi impercettibile il braccio sinistro, come volesse far scivolar via il Marchio Nero.

-Ed è troppo tardi per far germogliare altri rimorsi.- concluse.

Marzia l'aveva ascoltato senza perdersi una parola; mai aveva pensato che Piton potesse essere così dolorosamente segnato, così afflitto dal suo passato. Certo, sapeva che era un Mangiamorte pentito, ma l'aveva sempre visto attraverso la muraglia che si era costruito negli anni.

Gli posò una mano sul braccio sinistro, gli sorrise e rimasero in silenzio, lei felice di non essere diventata un altro rimpianto nella vita di Severus, e, lui, sollevato che Marzia avesse capito almeno una piccolissima porzione del suo passato, sebbene non le avesse detto tutto.

-Che momento toccante, Roberts!- disse una voce stridula alle loro spalle, facendoli sussultare.

-Signora Umbridge...-

-Risparmiati le parole per l'ultimo giorno della tua vita, ragazza sciocca e priva di carattere!!La signorina Chang ha confessato, e mi è stato riferito che lei, si lei Roberts, è andata a spiattellare in giro che avevo intenzione di fare irruzione nella Stanza delle Necessità..-

Marzia sbiancò.

-Ecco perché si trovava al settimo piano...Sicuramente, l'ha fatto su ordine di Silente o di qualche altro professore...- i suoi occhi cattivi dardeggiarono dalla ragazza a Piton, che aveva indossato nuovamente la sua maschera di insegnante.

-In realtà, signora Umbridge, è stata un'idea mia.- disse, decisa.

La Umbridge era esterrefatta. -Cosa?Una serpe in seno, Merlino, che rivelazione...-

-Cosa c'è Dolores, non ti aspettavi che potessi fare una cosa del genere?-

-Da una che ha seguito il volere dei genitori e che ha avuto bisogno di una raccomandazione per diventare mia assistente, mi aspettavo che la tua mente fosse capace di formulare soltanto pensieri privi di intelligenza o astuzia.- disse, acida.

-Cosa...-

-Si, mia cara, la tua cara mamma mi ha scritto, e io come facevo a dirle di no? D'altronde, siamo quasi coetanee e siamo state compagne di studi.- sorrise, malvagia. -In ogni caso, sei licenziata, e al Ministero non avrai mai un posto, puoi starne certa!-

-Beh, cosa le fa pensare che mi dispiaccia?Non devo far altro che ringraziare la Chang, almeno posso diventare ciò che voglio, senza essere alle tue dipendenze, Dolores.-.

La Umbridge uscì, seguita da Gazza.

-Beh- fece rivolta a Severus -Come faccio a diventare insegnante di Pozioni?- chiese, sorridente.

Non era mai stata tanto felice in vita sua, ora poteva fare ciò che voleva, anche se i suoi genitori non sarebbero stati contenti.

-Tu mi stupisci ogni giorno di più, Roberts!- disse Severus, sollevando un lato delle labbra sottili in un sorriso. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

Hola!!!!!

Ho fatto un errore madornale nell'altro capitolo!!!!!!Non è stata Cho a far sgamare l'ES, ma l'amica!!!!!Terribile errore!!!Solo che il libro non l'avevo sottomano e quindi....AAAAAAAH vado a punirmi...Poi, so bene che il Pensatoio che Piton ha durante il quinto anno è di Silente (per chi non lo sapesse, è così, nei film non lo fanno vedere) ma ho deciso di farne uno per lui...

Bene, ho finito, buona lettura!!!

 

CAPITOLO10

Ciò che successe le settimane successive alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è storia nota a tutti: la Umbridge aveva punito tutti gli studenti che facevano parte dell'ES ed era stata nominata Preside.

Tutte le riunioni di studenti erano vietate, un regime opprimente calò sul castello.

Marzia, nel frattempo, aveva iniziato a leggere e studiare tutti i libri che Severus le procurava, utili per il futuro che si era scelta, questa volta, liberamente.

 

Il tempo passava troppo in fretta secondo la mente organizzata di Severus Piton: era già periodo di GUFO. Quell'anno, maggio era arrivato troppo velocemente, e tutti gli avvenimenti di quel mese potevano essere, ai suoi occhi gelidi, solo una premessa a ciò che sarebbe successo negli anni successivi.

La rivolta dei gemelli Weasley aveva il sapore di quella resistenza che si sarebbe fatta sempre più prepotente e forte se mai Voledemort fosse salito al potere. L'attacco al Ministero era un segno tangibile del potere che il Signore Oscuro andava acquistando e l'assassinio di Black, per quanto Piton lo odiasse, era solo un prologo di una serie di morti ingiuste a cui Severus sarebbe stato costretto ad assistere.

 

Era una sera di fine giugno, le stelle cominciavano a sbucare nel cielo estivo.

Severus aveva procurato a Marzia un libro sulle pozioni usate nel periodo degli zar in Russia e ora lo stavano sfogliando insieme, abbracciati su un divano. Dal camino spento, arrivò la voce del Preside, allarmata: pregava Severus di andare da lui, immediatamente.

Il professore si alzò: mai, in tanti anni che lavorava in quella scuola, aveva sentito il vecchio mago tanto preoccupato. L'uomo, dato un bacio a Marzia, uscì dall'ufficio.

Passarono un paio d'ore, la ragazza stava per crollare dal sonno, ma non voleva addormentarsi, voleva sapere perché Silente aveva chiamato Severus nel suo ufficio a notte fonda. Fu allora che notò una luce azzurrina e perlacea, in fondo all'ufficio.

Un pensatoio....Marzia si avvicinò, e un viso di donna affiorò dal liquido denso: aveva i capelli rossi, occhi verdi, un viso gentile e dolce.

Sapeva che non era giusto, sapeva che Severus odiava la gente che non si faceva gli affari propri, ma la curiosità prese il sopravvento.

Rotolò nel ricordo di un Severus Piton giovane, nello studio di Silente.

L' uomo era sconvolto.

-No- urlò Piton -Perduta...morta..-

-Se davvero amavi Lily Evans, se davvero l'amavi, allora la tua strada è tracciata.- (*) disse un Silente più giovane di qualche anno.

Marzia ascoltava senza perdersi una parola.

-Aiutami a proteggere il figlio di Lily..il Signore Oscuro tornerà e Harry Potter sarà in enorme pericolo..- disse Silente. (*)

Piton annuì, disse qualcos'altro, ma Marzia saltò fuori dal ricordo, rimanendo un attimo allibita.

..Severus cosa sta...per amore???? si chiese, sedendosi su una panca lì vicino.

Non era sicura di aver capito bene.

 

Severus camminava per i corridoi deserti della scuola, la luce lunare entrava dalle finestre insieme ad una brezza estiva. Silente l'aveva chiamato nel suo studio per una maledizione che aveva colpito la sua mano e per dargli un compito, quel compito.

Silente è impazzito definitivamente, non può chiedermi una cosa simile...

Eppure hai accettato, Severus..

Si è vero...

Arrivò alla porta dello studio, dietro la quale aveva lasciato Marzia.

Forse si è addormentata..pensò Severus prima di abbassare la maniglia.

O forse ti ha aspettato sveglio...il mago sorrise a quella possibilità.

Marzia era sveglia, ma la sua espressione lo fece fermare sulla soglia.

Era seduta su una panca, le gambe incrociate, il gomito appoggiato su un ginocchio e la mano immersa nei ricci; lo sguardo, fisso davanti a sé, perso nel vuoto.

-Roberts, ti hanno lanciato qualche maledizione?- fece lui, ma si pentì subito di ciò che aveva detto.

Il Pensatoio..il ricordo...

-Hai visto il ricordo, vero?-

Marzia annuì.

Severus, è il tuo momento...

-Marzia, ascolta..-

-Severus..Cosa..-

L'uomo si sedette vicino a lei, guardandola.

-Lily Evans..- fece -Ero- sospirò, come se non riuscisse a dirlo ad alta voce -innamorato di lei, quando frequentavamo Hogwarts, e dopo. Sebbene fossimo amici, io feci una scelta sbagliata, e mi unii a Voldemort, lo sai..-

Marzia annuì.

-Un giorno, desideroso di avere più potere, considerazione, gloria, riferii al Signore Oscuro ciò che avevo sentito riguardo una profezia, secondo cui qualcuno l'avrebbe fermato, quel qualcuno era nato alla fine di luglio..Ed era il figlio di Lily. Io la amavo ancora, gli chiesi di risparmiarla, ma lui- il suo viso si storse in una smorfia -lui uccise tutti, senza pietà...a parte il bambino.-. I suoi occhi neri erano immobili, Marzia non respirava.

-Sono passato dalla parte di Silente, e ora che è tornato sono una specie di spia..Hai rivisto uno dei momenti più dolorosi della mia vita, la donna che amavo se n'era andata per sempre, e la causa ero io...Il mio senso di colpa era insopportabile, il rimorso era troppo grande, la mia vita era ormai una pena continua, ma era quello che mi meritavo..Ma un giorno di marzo..- si voltò verso di lei, che lo guardava ipnotizzata, la fissò negli occhi e riprese -Un giorno di marzo è arrivata una giovane donna che faceva l'assistente della Umbridge..E non so come, non so perché, lei è riuscita a riportarmi alla vita..-.

Severus anticipò la domanda che stava per uscire dalle labbra di Marzia -Stavo rivedendo quel ricordo, oggi pomeriggio, con una specie di masochismo, volevo rivedere quando ho giurato di essere dalla parte di Silente...Ormai, è solo rimorso, come per tutte le vite che non sono riuscito a salvare.- concluse.

Gli occhi di Marzia divennero lucidi. Sospirò, come se fosse stata in apnea troppo a lungo.

-E' la verità..- disse lui, come conferma, come per assicurarsi che lei capisse che ormai Lily era bella che andata.

-Lo so- fece lei, spostandogli un ciuffo di capelli corvini dal viso -Appena uscita dal tuo ricordo, pensavo..-

-Pensavi che stessi fingendo con te?-

-Si..- fece lei, abbassando lo sguardo.

-A che scopo?-

-Non lo so..E ora, continui a fare questa spia, questo doppio gioco?-

-Si, certo, Silente ha solo me nella cerchia di Voldemort, e beh..è un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve pur fare.-

Il viso di Marzia tradiva preoccupazione.

-Devi fidarti di me, Roberts, lo so che certe volte sono scostante e..-

-Ambiguo?- chiese lei, con un sorriso.

-Ecco, appunto...So cosa pensa la gente di me, ma non m'importa..A me basta che tu..-

-Mi fido di te..devo fidarmi di te..-

-Devo?-

-Certo, se non mi fidassi tu non..-

-Non saresti più viva, o almeno ti terrei a chilometri di distanza da me,come tutti gli altri..- disse, abbozzando un sorriso.

-Appunto, e io non posso più stare senza di te, senza la tua acidità e le tue battutine scostanti..-

-Non sarà facile..-

-Non importa, se avessi voluto qualcosa di facile non mi sarei innamorata di te.- disse sorridendo.

L'uomo si girò verso di lei: mai avrebbe creduto che una donna potesse dirgli una cosa simile, neppure Marzia, che era stata capace di aprire la sua corazza di gelido distacco dal mondo e che, ormai, conosceva il suo passato.

 

(*) fantomatico cap. 33, Harry Potter e i Doni della Morte. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 

Buona domenicaaaaaaaa!!!!Eccomi con un altro capitolo...Vi avviso che è un po' di passaggio, però è necessario...

Ringrazio Always85 (eh si, Sev ha trovato un po' di compagnia che non è Silente e quei maledetti ricordi..) e Mary_House (ebbene si, Sev la ama veramente, anche se forse non lo ammetterà mai!!!!) per aver lasciato una recensione!!!!!

Alla prossima...

 

 

CAPITOLO11

Nei giorni seguenti, anche Severus e Marzia lasciarono il castello: lui, diretto a Spinner's End, lei a Londra, nell'appartamento che i suoi genitori avevano acconsentito a comprarle così da essere più vicina al Ministero, dove avrebbe seguito i corsi. Passò alcuni giorni da sua nonna prima di ricevere un gufo dai suoi per sapere il luogo dove si sarebbero incontrati.

La sua famiglia era una delle poche ad essere totalmente Purosangue e ad essere immensamente ricca; la madre di Marzia discendeva da un antica dinastia scozzese molto potente, mentre il padre era un pezzo grosso del Wizengamot e direttore dell'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche. Erano ricchi anche nel modo dei babbani, in quanto i soldi magici, al cambio di valuta, valevano molto di più. La loro situazione economica le poteva permettere un alloggio nella West End, la parte più bella di Londra. Certo, il suo licenziamento dalle dipendenze della Umbridge e la sua decisione di diventare una semplice insegnante di Pozioni aveva fatto scalpore, ma la reputazione e l'importanza della sua famiglia aveva fatto tacere tutto nel giro di pochi giorni. I signori Roberts erano pericolosamente vicini alle idee di Voledemort, come la maggior parte delle famiglie Purosangue, ma Marzia se ne era sempre discostata.

Quel giorno di luglio il sole splendeva intenso sulla città di Londra, c'erano molti turisti in giro, ma Marzia si curò soltanto di passare inosservata, sebbene fosse un po' difficile visto l'enorme baule che si trascinava dietro. Raggiunse una larga via, vicino al Green Park, vari edifici bianchi caratterizzavano quel tratto di strada, e Marzia riconobbe subito i suoi genitori: suo padre, Liam, alto, pelle scura, camicia verde e pantaloni neri; sua madre, Eliza, altera, fredda, con un vestito leggero di cotone rosso.

-Marzia- fece suo padre -Spero che l'appartamento, sebbene sia un po' piccolo, sia di tuo gusto- disse, prendendo il baule della figlia.

Non sapeva ancora come aveva fatto a convincerli..Semplice, a loro non importa cosa farò della mia vita....

-Si, sarà comunque perfetto- disse, decisa.

Non vedeva l'ora di rimanere sola e sistemare un paio di cose per i corsi che sarebbero iniziati a metà agosto. Intanto, voleva rimurginare un attimo su Severus. Quel ricordo l'aveva turbata, sebbene si fidasse di lui, sebbene ora sapeva di tutto il suo passato. Era pur sempre umana! Aveva paura che lui si potesse abbandonare a quei ricordi, di nuovo, abbandonando lei...e non poteva certo competere con una morta.

E' solo rimorso....le parole di Severus affiorarono nella sua mente. Rimorso...

-Marzia!-la voce fredda di sua madre la riscosse -Stai ascoltando quello che dice tuo padre?-

-Si si, certo....-.

Eliza Roberts disapprovava completamente il fatto che sua figlia, la sua unica figlia, andasse a vivere nella Londra babbana, lontana dalla casa di famiglia, lontana dagli agi. -Inaccettabile- l'aveva definito. Il signor Roberts, tuttavia, essendo sempre stato più dalla parte di sua figlia, aveva convinto la moglie.

Salirono le scale di un lussuoso palazzo con tanto di portiere, arrivando all'ultimo piano. L'attico.

Marzia aprì la porta, con una strana emozione: era pur sempre casa sua!

Si ritrovò nel salotto, un divano e una poltrona, nello stile moderno che piaceva a lei. Una libreria immensa, che suo padre aveva fatto riempire con tutti i suoi libri, una finestra che dava sulla strada, una vista straordinaria su Londra. Un tavolino basso, dietro al divano, nero.

Fantastico...Sul salotto si aprivano 2 porte: una di queste era un arco che dava sulla piccola cucina, anch'essa moderna con un tavolino, le piastrelle bianche; l'altra si apriva su un piccolo corridoio dipinto di un rosso mattone, una lampada era accesa in un angolo, vicino ad uno specchio.

Il bagno, piastrellato di blu e argento, e, infine, la camera: un letto a due piazze era sormontato da un magnifico e grande lucernario, che dava sul parco; si apriva in tutta la superficie del tetto, proiettando la stanza fuori dalle mura; un armadio e una scrivania completavano quella camera perfetta, dipinta di verde.

-E' bellissima...- riuscì a dire.

-Bene! Io e tua madre abbiamo delle commissioni da sbrigare...Sono contento che ti piaccia, Marzia.-. Detto questo si Smaterializzarono.

La ragazza tornò in salotto e prese il baule. Cominciò a sistemare tutti i vestiti e tutte le scarpe che si era portata dietro. Grazie ad un Incantesimo di Estensione Irriconoscibile, aumentò il volume dell'armadio, così da poter contenere tutto ciò che aveva portato da casa. Non usò la magia, voleva tenere la mente impegnata. Severus le aveva detto che si sarebbe fatto vivo lui.

Un paio d'ore dopo, mentre beveva un the davanti alla televisione (quel marchingegno babbano l'aveva sempre affascinata), sentì il famigliare picchiettio di un becco sul vetro.

Un gufo un po' spennacchiato reggeva una busta ingiallita, su cui Marzia lesse la ben conosciuta calligrafia minuscola. Severus le chiedeva l'indirizzo, così da potersi Materializzare direttamente in casa all'ora di cena. Scritta la risposta, tornò sul divano: il film che stava guardando aveva lasciato spazio ad un'edizione straordinaria di quello che i babbani chiamano telegiornale: un ponte si era spezzato in due, provocando la morte di alcune persone e la caduta di decine di macchine nel fiume sottostante. Impressionante...il ponte era stato costruito non più di 10 anni prima, la gente accusava il Ministro, già chiamato a rispondere per due omicidi a proposito dei quali la polizia non sapeva da dove iniziare.

I Mangiamorte...un brivido percorse la schiena di Marzia. Si alzò e si fece una doccia rilassante, il getto di acqua calda lavò via la tensione degli ultimi giorni.

Appena fu vestita, tirò fuori dal baule almeno una cinquantina di candele che aveva preso dalla scorta di sua madre alla villa. Con un colpo di bacchetta, si sistemarono in tutte le stanze della casa, negli angoli e sui mobili, in cucina e in salotto, in camera e in corridoio. Un altro incantesimo e si accesero, illuminando la casa di una luce soffusa.

Perfetto...Ordinò due pizze dal ristorante italiano all'angolo per le 8, ora stimata dell'arrivo di Severus.

-Hai fatto tutto questo per me, o devo sospettare qualche tradimento?- una voce ironica la fece voltare verso il corridoio, dove Severus si era appena Materializzato.


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 

Buongiorno!!!!!Eccomi con il dodicesimo capitolo...Come sempre, ringrazio la cara Always85 che ha recensito (lo so, gioia che sei andata a Londra, LO SO BENE anche!!! :D), e tutti i lettori silenziosi.

Alla prossima!

 

CAPITOLO12

Severus Piton indossava una semplice camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, il Marchio Nero spiccava sulla pelle pallida. Aveva un paio di pantaloni neri. Gli occhi, dello stesso colore, si guardavano in giro; i suoi lineamenti spigolosi erano più marcati a causa della rada barba che da giorni non si faceva.

Sebbene non fosse al massimo della forma, per Marzia era di una bellezza rara, che non tutti saprebbero riconoscere. Rimase a fissarlo mentre lui osservava le candele.

-Il tuo romanticismo mi impressiona, Roberts, e mi fa alzare i livelli di zucchero nel sangue...Sai che non sono abituato a...beh, tutto questo-.

Marzia tornò in cucina e dopo qualche minuto, visto che non sentiva alcun rumore, disse -Severus, cosa stai facendo?-

-Sto facendo una caccia al tesoro!- rispose sarcastico -Sto ammirando la tua nuova casa, ovviamente...-.

Marzia lo raggiunse in camera.

-Ha l'aria di essere molto comodo...- fece lui, guardando il letto.

-Beh..aspettavo qualcuno con cui provarlo..- disse lei, girandosi per baciarlo.

-Hai fatto la cosa giusta, Roberts!- disse Severus, rispondendo al bacio.

In quel momento suonò il campanello.

-Le pizze!- esclamò la ragazza, sorridendo.

-Le che?- fece Severus, mentre Marzia apriva la porta ad un fattorino.

-Sono 12 sterline..e..hey!Bel tatuaggio!- fece a Severus, mentre si sistemava la manica della camicia del braccio sinistro. L'uomo alzò lo sguardo, scolpito in una delle sue migliori smorfie di sorpresa e acidità.

-Ehm si, grazie Thomas!- disse Marzia, salutandolo prima che Severus potesse Schiantarlo.

-Bel tatuaggio?..- fece l'uomo, alzando il suo storico sopracciglio.

-Sev..loro non sanno cosa vuol dire..-

-Si ma...Cosa sarebbero queste?- disse, indicando le pizze.

-Pizza!Un cibo italiano...Mangia, non ti voglio avvelenare!- disse, trattenendo una risata alla vista dell'espressione del mago.

-Non ne sarei così sicuro..- fece lui, sedendosi sul divano vicino a lei.

Rimasero qualche attimo in silenzio, quando Marzia parlò

-Ho visto il coso, come lo chiamano i babbani...vabbè, ho saputo del ponte..-

-Si, Voldemort vuole dare una dimostrazione del suo potere.....- disse addentando un pezzo di pizza.

-E' terribile...-

-Già...ne convengo anch'io...- fece, poi continuò -E' meglio se continuiamo a vederci qua, a casa tua..-

-Perchè?- chiese, con aria vaga.

-Come sei difficile, Roberts- disse lui, piegando le labbra in un sorriso -Perchè a casa mia c'è Peter Minus e..non è un gran simpaticone, insomma, è un Mangiamorte pure lui, sebbene sia stupido come un troll!-.

-Ah, ma allora non siete tutti intelligenti..-

-Sono, non siete..- precisò lui, finendo la pizza.

Dopo poco, Marzia prese i bicchieri e li portò in cucina, insieme ai cartoni della cena.

Severus la raggiunse, abbracciandola da dietro, baciandola sul collo.

-Cosa c'è che ti preoccupa, Marzia?Non sei una brava attrice...- sussurrò.

La ragazza esitò, non voleva dargli un'altra preoccupazione, ma quella domanda l'aveva rincorsa per tutto il giorno.

-Ogni quanto ci potremmo vedere, Severus?- chiese, con un filo di voce, girandosi.

-Non lo so...Non so come si evolveranno le cose..- disse, spostandole un ricciolo dal viso.

Marzia lo baciò: era meglio pensare al presente che ad un futuro incerto e preoccupante.

Severus rispose al bacio, spostando le sue mani sui fianchi di lei, perdendosi nel suo profumo; con un ginocchio le aprì dolcemente le gambe, facendo perfettamente aderire il suo bacino a quello di lei. Smisero di baciarsi solo quando sentirono un disperato bisogno d'aria. Marzia si staccò dal piano della cucina, facendo indietreggiare Severus finchè non incontrò la poltrona, cadendoci sopra. La ragazza sorrise, mentre slacciava la cerniera della gonna, facendola scivolare sul pavimento. Severus la guardava, rapito. Marzia si mise sopra di lui e, baciandolo, gli sbottonò la camicia, mentre muoveva piano il bacino, facendogli scappare un piccolo gemito. Piantò i suoi occhi grigi in quelli neri di lui, ormai persi in un mare di irrazionalità. Si liberò della maglietta che portava. Severus aveva aspettato fin troppo: appena la maglietta di lei finì a terra, posò una mano sulla sua schiena, facendola avvicinare a sé, con l'altra le slacciò abilmente il reggiseno, che raggiunse gli altri vestiti sul pavimento.

I piccoli baci di Severus sul collo di lei si spostarono sui seni, delicati ma, allo stesso tempo, carichi di desiderio. Marzia fece scivolare una mano sul petto di lui, fino a che, incontrati i pantaloni, li sbottonò e la sua mano riprese a scendere..Severus gemette.

-Marzia..- sospirò, mentre lei sorrideva.

Liberati dall'ultimo indumento, i due amanti si persero l'uno nell'altra, prede dei loro travolgenti sentimenti e della passione...

Esausta, ancora scossa dal piacere, Marzia si lasciò andare sopra Severus, che la accolse tra le sue braccia.

-Sai- fece lei, dopo qualche secondo -Con questa barbetta stai meglio..-

-Ne terrò presente quando tornerò a scuola, magari un'altra studentessa potrebbe perdere la testa per me.-.

-Sei talmente acido e bastardo come insegnante, che nessuna si vorrà avvicinare- fece lei, sorridendo.

-Ma tu l'hai fatto, Roberts.-

-Si, ma..-

-Ma niente, sono stato un tuo professore, acido e bastardo...- disse baciandola, accarezzandole la schiena nuda. Rimasero in silenzio, nella luce tenue delle candele rimaste accese, in compagnia del rumore della strada, le mani intrecciate.

-Tu sei sempre convinta?- chiese ad un tratto Severus.

-Convinta di cosa?-

-Di noi.-.

-Certo, che domande...E tu?-

-Vivrei ancora per quel maledetto Pensatoio, se tu non fossi stata l'assistente della Umbridge...-

Guardò l'orologio e Marzia si accontentò di quella risposta; d'altronde, non si aspettava certo un ti amo accompagnato da rose e champagne.

No, la frase di Severus valeva molto di più.

-E' tardi, devo tornare o Minus si farà sospettoso e non potrei sopportarlo.-.

Si alzarono dalla poltrona.

-Quando...- iniziò lei.

-Ti scriverò, Roberts, non provare a presentarti a casa mia, non farlo per nessun motivo!- disse, deciso.

-Allora...- ma le parole non le uscirono.

-Ti scriverò- ripeté Severus.

Lei annuì -Aspetto il tuo gufo, allora.- lo baciò e Severus, in un crack, sparì.

Difficile....tremendamente difficile... pensò Marzia, mentre spegneva le ultime candele e si dirigeva in camera.

In ogni caso, anche se ci dovessimo vedere poco e niente, ne varrebbe comunque la pena...non potrei mai pensare di fare a meno di lui....Non posso neanche pensare di perderlo...era troppo doloroso persino immaginarlo.

E se succedesse davvero? suggerì la sua razionalità.

Una fitta al cuore le fece allontanare quella vocina fastidiosa dalla mente.

Un cielo estivo e illuminato dalle luci artificiali londinesi fu l'ultima cosa che vide prima di addormentarsi. 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

Buona domenica!!!!!Eccoci con il capitolo 13....

Vi avviso, può sembrare un altro capitolo di passaggio, ma per me non lo è affatto...Insomma, parliamoci chiaro, Marzia non può restare da sola a pensare a Severus parlando solo con il suo riflesso nello specchio... =)

Alla prossima, e ringrazio nuovamente Always85 e Mary_House per le recensioni!!!

 

CAPITOLO13

Hortensia Brown era una delle poche ragazze, anzi, l'unica, con cui Marzia aveva mantenuto un rapporto dopo gli anni di Hogwarts; tuttavia, negli ultimi mesi, si erano un po' perse di vista.

Hortensia frequentava il terzo anno di Magisprudenza e, venuta a sapere che la sua amica si sarebbe trasferita a Londra, non mancò di mandarle un gufo per invitarla a pranzo.

Dopo una notte non del tutto tranquilla, tra incubi e ore di dormiveglia, Marzia aveva messo in ordine il suo piccolo appartamento, fatto una doccia e passato un'ora davanti all'armadio per decidere cosa mettersi. Uscì di casa verso mezzogiorno, diretta al locale dove avrebbe incontrato Hortensia.

Una strana nebbia, fredda e densa, aleggiava sulla città. Si che Londra era famosa per il tempo umido e bigio, ma quel clima era strano persino per la capitale inglese.

Camminava per Cavendish Square quando vide una ragazza, dall'altra parte della piazza, sbracciarsi per farsi notare: Hortensia le faceva cenno di attraversare e raggiungerla.

Dall'ultima volta che si erano viste, l'amica era cambiata parecchio: niente occhiali, nessun cerchietto, ma capelli sbarazzini biondo platino, fisico perfetto, spensierata.

-Marzia!- esclamò quando furono vicine abbastanza per abbracciarsi.

-Hortensia!Ti trovo benissimo!-.

-Già, i week end nelle SPA babbane mi rimettono in forza..Allora, vogliamo entrare?-.

Il locale era uno dei più alla moda della città, cosa che non stupì Marzia in quanto l'amica era sempre stata un po' modaiola.

-Come vanno gli studi? E' parecchio che non ci vediamo...- disse la riccia, mente scrutavano il menù.

-Vanno molto bene, procedono e io mi appassiono sempre di più, anche se alcune lezioni sono uno strazio...-

-Bene, sono contenta...-

-E di questo improvviso licenziamento?Racconta, Marzia..Sono curiosa, io e Jack ne abbiamo parlato molto..Insomma, ci è sembrato molto strano.-

-Tu e Jack state ancora insieme?-

-Si, ora conviviamo in un appartamentino poco fuori città...Ma non cambiare discorso..- disse la bionda, sorridendo.

Marzia raccontò in breve gli ultimi avvenimenti, escludendo Severus. Sebbene fosse la sua migliore amica, non le andava di raccontarle anche quello, ma, conoscendola, Hortensia si sarebbe accorta comunque che c'era qualcos'altro.

-Hai fatto bene, se non ti piaceva, hai fatto decisamente la cosa giusta..-.

La scrutò con i suoi occhi celesti -Ma ti vedo diversa..Sembri preoccupata, sebbene nei tuoi occhi legga solo felicità..Ah- disse, come folgorata da un fulmine -C'entra un baldo giovane, nevvero signorina Roberts?- domandò Hortensia con fare professionale.

Marzia rise: si era scordata quanto fosse speciale la bionda.

-Allora, rispondi Marzia, voglio tutti i dettagli, chi, dove, quando, perché!La curiosità mi sta uccidendo!- rincarò la dose Hortensia, bevendo un sorso di vino -Potrei torturarti!-

-So che ne saresti capace!Comunque...Beh..- Marzia rispose vaga, ormai l'amica aveva centrato il segno.

-Dai dai, è Robert?-

-No, per Merlino!L'ho lasciato anni fa!!!-

-Bene, lui non mi piaceva!E' più grande di noi, spero..-

Decisamente pensò Marzia -Si, di un po'..-

-Di un po' quanto?Come sei crudele!Non dirmi che è Chad, il figo pazzesco dietro cui tutte sbavavano al terzo anno di Hogwarts!-

-No, a proposito, mi sembra di averlo visto al Ministero...-

-Marzia..- disse Hortensia, come a richiamarla su qualcosa di più importante.

-E va bene..- disse lei, sorridendo -Il posto è quello, l'ho rivisto dopo anni, e...-

-No, non dirmelo...- fece l'amica, spalancando gli occhi.

-Cosa?- fece Marzia, finendo la sua insalata.

-E' un professore, l'unico professore...Lui, QUEL professore, il più bastardo che ci sia...-

Marzia sorrise -Colpita e affondata, cara Hortensia!Il tuo intuito per queste cose è sempre uguale!-

-Ma è incredibile!Ma..da quando?Oh Merlino, non riesco a crederci: Marzia e Piton! Mi ricordo l'ultimo anno, quando mi dicesti che lo trovavi affascinante...-

-Beh, è successo..è capitato..e..-

-Ma lui non è un po' scostante e...-

-Acido, sadico, tremendamente sarcastico e ironico? Si, ma è così...così..boh è lui e basta.-.

-Oh Marzia, ti brillano gli occhi!Beh, tutti lo conoscono come un uomo scorbutico e roba simile, ma se ti piace..E..- fece un sorriso malizioso -Com'è?-

-Com'è cosa?- sapendo perfettamente a cosa Hortensia si riferisse.

-Com'è Piton a letto?Merlino, l'ho detto sul serio!-

Risero entrambe.

-Beh..- fece Marzia, pensando alla sera prima -Diciamo che...- arrossì leggermente.

-Marzia!Dov'è finita la ragazzina Corvonero timida e introversa?- fece Hortensia, con un'aria da finto rimprovero.

-Potrei farti la stessa domanda, Brown!-.

Finirono di pranzare e, pagato il conto, uscirono.

-E allora Piton ci sa fare, non l'avrei mai detto...Beh, sarai contenta allora..Ormai non sei più una studentessa, potrai vederlo ogni volta che vorrai..-

Marzia si strinse nel leggero golfino verde.

-C'è un ma vero, Marzia?C'è sempre un ma, spara...-

-E' tutto così difficile!La situazione, come sai, con Voldemort e tutto il resto sta degenerando e lui..Beh..-

-Non mi dirai che è un Mangiamorte?!-

-No no, ma è immischiato in un giro per conto di Silente e..-

-E quindi fa una specie di spia?-

-Credo di si..- si, decisamente si...-E quindi non ci possiamo vedere sempre, insomma, poi lui andrà ad Hogwarts e io sarò qua e..-

-Hey, Marzia!!Rilassati!Non essere così catastrofica!Cos'ha detto lui?-

-Ha detto che mi scriverà, non posso andare a casa sua, ci sarebbero dei problemi...-

-Capito, vedrai che ti scriverà!Anche se un Piton che scrive è difficile immaginarselo!-.

-Già..-

Per il resto del pomeriggio parlarono del più e del meno, ritrovando l'amicizia che avevano costruito negli anni ad Hogwarts. Ricordarono i vecchi tempi, le lezioni, i voli sulle scope, le lezioni impossibili di Antiche Rune.

Si salutarono sotto casa di Marzia, con la promessa di risentirsi.

-Fammi sapere quando ti scrive, e se hai bisogno di sfogarti..-

Si abbracciarono.

Anche se la nebbia premeva ancora, insistente, sui vetri del lucernario in camera di Marzia, lei si era un po' sollevata.

Per fortuna c'è Hortensia...Cosa farei senza di lei..Com'è che diceva Jane Austen..?L'amicizia è il miglior balsamo per le piaghe di un amore deluso...Ovviamente non direi deluso, ma complicato.. 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 

Hola!!!!!!!Ecco il nuovo capitolo..Sono un po' di fretta quindi passo subito a ringraziare le carissime Always85 e Mary_House che hanno recensito lo scorso capitolo!!!!!

Alla prossima...anzi, a prestissimo!!!!

 

 

CAPITOLO14

Passarono alcuni giorni e Severus Piton ricevette una visita alquanto particolare.

Era un giorno di luglio, una nebbia densa aleggiava ormai da ore su Spinner's End e il mago stava seduto a leggere il giornale sulla sua poltrona. Peter Minus si aggirava furtivo per la casa, cercando di capire dove fosse andato Piton qualche sera prima. Come previsto gli aveva fatto alcune domande, ma non si era arrischiato oltre, visto il suo scarso coraggio.

Come diamine ha fatto a finire a Grifondoro, ai tempi della scuola?Silente aveva ragione, lo smistamento avviene troppo presto a volte....pensò Piton.

Era ritornato molte volte agli ultimi momenti trascorsi con Marzia nella sua casa di Londra, ma non era ancora sicuro di potersi arrischiare a scriverle e a rivedersi. Non poteva permettersi di sbagliare.

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da un bussare alla porta: Narcissa Malfoy e Bellatrix, sua sorella, volevano parlargli.

Le loro parole, i loro discorsi, i dubbi di Bellatrix sono conosciuti. Si sa, il volto di Piton non lasciò trasparire nulla, la sua espressione indecifrabile non fece capire cosa potesse provare un uomo costretto a stringere, solo per non suscitare altri sospetti agli occhi delle due donne, il Voto Infrangibile per uccidere colui che da sempre gli dava fiducia. Si che Severus sapeva già del compito che avrebbe dovuto portare a termine alla fine del successivo anno scolastico, ma stringere quel Voto lo fece apparire tremendamente deciso. Tremendamente reale.

Le due donne uscirono, Narcissa sollevata, Bellatrix ancora sospettosa.

Non passarono tanti minuti, che un gufo planò verso la finestra del soggiorno. Minus prese la busta e la porse a Piton.

Era Silente.

 

Severus, so che siamo nel bel mezzo delle vacanze, ma ho urgente

bisogno di parlarti...Ti sarei grato se potessi venire a Hogwarts

la prossima settimana, e' il posto più sicuro per discutere di una

certa faccenda...Spero di avere tue notizie.

Albus Silente

 

Severus colse l'occasione al balzo. Dopo aver risposto al Preside, prese un altro foglio di pergamena e scrisse a Marzia. Mai come in quel momento aveva sentito il bisogno della sua presenza. E mai come in quei giorni si era reso conto di quanto a lungo fosse stato solo, in compagnia soltanto dei suoi pensieri e dei suoi dolorosi ricordi. Marzia aveva avuto il potere che nessun altra aveva avuto, l'aveva riportato a quella realtà che da tempo aveva dimenticato: quella che non lasciava spazio alla tristezza o alla morte. Quando era con lei, tutto spariva, tutto quello che aveva riempito la sua mente negli ultimi 15 anni svaniva come fumo.

Incredibile..

Cosa, Severus?Che una donna ti ami?

Con il mio passato non avrei mai creduto che...

Che qualcuna potesse avvicinarsi a te e farti battere di nuovo quel cuore freddo e indolenzito che ti ritrovi?

Severus ghignò. Quanto aveva ragione la sua coscienza!

Il gufo scomparve nella nebbia, Severus tornò al suo giornale.

 

-La fortuna mi volta troppo spesso le spalle in quest'ultimo periodo...-

-Cosa c'è, Marzia?-

Hortensia era seduta sul divano dell'amica, sorseggiando un thè freddo, mentre la riccia stava aprendo due buste appena arrivate.

-I miei genitori fanno l'anniversario di matrimonio e vogliono fare una festa...Sei invitata anche tu, ovviamente!-

-Ottimo, una festa è quello che ci vuole!- disse la bionda, sorridendo.

-Si, ma il fatto è che la stessa sera Severus ed io potevamo incontrarci!Deve andare ad Hogwarts per un certo affare con Silente e così potevo raggiungerlo là..-

-Beh, puoi sempre andare via prima dalla fine della festa...-

-Si, ma i miei mi farebbero mille domande..A meno che..potrei fingermi semplicemente malata e non andare!-

-Senti, puoi sempre venire alla festa con me e poi andartene fingendo di stare male..Che problema c'è?Ti copro io, tesoro, sai che per le fughe d'amore ho una certa esperienza!- le fece l'occhiolino.

-Già!Mi ricordo bene quella volta che Gazza stava per scoprire che ti eri imboscata con Charlie nel parco..-

-Hai ragione!!Beh, ne era valsa la pena...- fece lei, sorridendo.

Marzia aveva passato la settimana dall'ultimo incontro con Severus a leggere e studiare per i corsi; sebbene fosse lontana la data in cui iniziavano, voleva arrivare preparata. Purtroppo, la sua mente era distante anni luce dai libri e, parecchie volte, si era ritrovata a fissare il vuoto con il volume sulle gambe, aperto sempre alla stessa pagina.

-Beh, mi hai sentito Marzia?- Hortensia la fece tornare sulla Terra.

-Ehm no, ero distratta...-

-Dicevo che potremmo andare a fare un po' di shopping per la festa dei tuoi e...Per il tuo dopofesta!-disse, sorridendo maliziosa.

-E smettila, Hortensia!- fece Marzia, ridendo.

Le due ragazze passavano spesso le giornate insieme e, ovviamente, non erano indifferenti a cosa stesse accadendo nel mondo magico: uragani che non erano uragani, Dissennatori a piede libero, Mangiamorte evasi. Hortensia era in contatto con una ragazza, Ninfadora Tonks, che faceva parte dell'Ordine della Fenice. La teneva spesso informata sulle ultime notizie, sugli ultimi sviluppi, che non erano per niente rassicuranti. Marzia, da parte sua, ascoltava l'amica in agitazione: Severus era da qualche parte a fare chissà cosa per ordine di Silente. Nella sua mente continuava a ripetersi di stare calma, che Severus era un uomo e che poteva cavarsela; d'altronde, se l'era cavata per 15 anni, perché, proprio ora, doveva essere più in pericolo di prima?


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


 

Sorpresa!!!!Visto che sono particolarmente allegra oggi, sebbene non ne conosca il motivo, ho deciso di caricare anche questo capitolo...

Ah, Always85, non rimarrai delusa per la questione “vestiti” ahahaha!!! E Mary_House...direi che l'ho pubblicato moooolto presto!!!!!Vi ringrazio per le recensioni!!!

Alla prossima!!!

 

 

 

CAPITOLO15

Era quasi mezzanotte, quando Marzia si Materializzò ai cancelli di Hogwarts.

La festa dei suoi sarebbe stata tremendamente noiosa se Hortensia non fosse stata con lei per spettegolare su tutti gli invitati. E, soprattutto, aveva la prospettiva di una notte intera con Severus.

Si strinse nella sciarpa nera che le circondava le spalle ed entrò nei confini della scuola.

Strano, Silente non ha messo nessuna protezione contro gli estranei? pensò, mentre si incamminava su per il viale. Arrivò alla Sala d'Ingresso, estremamente silenziosa, deserta, vuota.

Il rumore dei suoi tacchi echeggiò per tutto il corridoio, finchè giunse ai ben noti sotterranei.

Ma Severus non c'era ancora. Silente l'aveva trattenuto più del dovuto.

Marzia posò la pochette sulla scrivania, si tolse la stola e, con una punta di vanità, guardò il suo riflesso nel vetro di una finestra.

Quella sera era davvero bella: l'abito che aveva comprato era senza spalline, stretto sotto il seno e da lì si allargava, fino ad allungarsi sul pavimento con qualche centimetro di strascico. Sua madre era stata entusiasta quando l'aveva vista e, per la prima volta in vita sua, le aveva fatto i complimenti. La stoffa nera, decorata con un filo d'argento che si intrecciava in un ricamo stile fregio greco, splendeva sotto le candele dello studio di Severus. I capelli, raccolti in un elegante chignon, lasciavano il collo scoperto. La collana in oro bianco, prezioso cimelio di famiglia, lanciava bagliori argentei.

-Se ti sapevo così elegante Roberts, mi sarei messo qualcos'altro!-

Severus era arrivato e la guardava, incantato, dalla soglia.

-Severus!Da quanto sei lì?-

-Da tanto per guardarti bene...- sorrise e le andò incontro, le loro labbra si incontrarono dopo una settimana che si desideravano.

-Cosa doveva dirti Silente?-

-Mi ha dato il posto di professore di Difesa...- disse, con una nota di soddisfazione.

-Come mai dopo tutto questo tempo?-

Severus scrollò le spalle, chiaramente poco propenso a parlare di quell'argomento.

-Allora, come mai così...vestita?- chiese, cambiando discorso.

Marzia non insistette -Festa dei miei genitori....- disse.

Si baciarono di nuovo.

-Vado a togliermi il vestito, mi sta dando il tormento...- disse Marzia, avviandosi al bagno.

-Hai bisogno di una mano?- disse Severus, sorridendo malizioso.

Marzia gli lanciò un'occhiata storta -Sono capace, non ho bisogno di un professore per farlo!- disse ironica.

-Come vuoi Roberts, ma sappi che sono un insegnante molto competente e propenso a dare ripetizioni!- le disse, mentre si sistemava sul letto.

-Lo so bene!- gli gridò di risposta.

Dalla pochette, stregata dall'Incantesimo Estensibile, tirò fuori un pigiama di seta verde, composto da un paio di shorts e una canottiera abbastanza larga. Si tolse la collana e sciolse i capelli.

Sospirò davanti allo specchio, guardandosi con occhi sognanti.

Merlino Marzia..Sei proprio cotta...

No...sono innamorata...perdutamente innamorata...

Raggiunse Severus sotto le lenzuola.

-Sembri stanco Sev..-

-Non dormo molto bene..- fece lui, indifferente.

-Dormi, è notte fonda..-

Severus la guardò con il proverbiale sopracciglio alzato -Secondo te, visti i salti mortali che dobbiamo fare per incontrarci, io penso a dormire quando sono con te, Roberts?Merlino, la Umbridge ti ha definitivamente portato sulla strada della pazzia...-

Marzia rise -Cosa vorresti fare allora?- chiese lei, passandogli una mano sul petto.

-Anche niente, so controllarmi, non sono un maniaco..Ma non certo dormire..- disse, abbracciandola e accarezzandole la spalla.

-Già, ma sono io che non so controllarmi...- rispose la giovane, mettendosi sopra di lui. Lo baciò sulle labbra, poi scese sul collo, piano, mentre le sue mani accarezzavano il suo petto pallido; Severus, nel frattempo, passava le sue mani nodose sulle gambe lisce di lei -Lo so che, tra noi due, sei tu la pervertita Roberts...- disse.

-Ho avuto un ottimo professore.- sussurrò di tutta risposta lei, andando più giù con i baci, roventi sulla pelle fredda del mago, che immerse le dita nei ricci morbidi della ragazza. Marzia arrivò all'inguine dell'uomo; con una calma estenuante, spostò il tessuto dei boxer di Severus, che sospirò sonoramente. Ma a quel punto rovesciò la situazione.

I baci passionali di Severus scesero sul collo di lei, provocandole un brivido lungo la schiena. Le tolse la canottiera e gli shorts, mentre le sue labbra scendevano sui suoi seni. Marzia aprì di poco le gambe, così da sentirlo di più. Le mani di Severus risalirono una gamba, arrivando alla lingerie che finì ben presto sul pavimento. Marzia gemette e affondò le sue dita nei capelli corvini dell'uomo, che le alzò una gamba a cingergli il fianco ed entrò in lei.

I loro gemiti eccitati riempivano quella stanza che per anni aveva visto Severus corroso da un amore impossibile e da un rimorso troppo grande da poter sopportare.

Esausti, i due amanti si guardarono negli occhi.

Mai nella vita Severus aveva visto qualcosa di più bello: i due pozzi neri incontrarono due mari grigi, ancora travolti e sconvolti dal piacere.

Lei appoggiò la testa sul petto di Severus, mentre un braccio di lui la stringeva a sé.

-Non ti facevo così audace, Marzia..-

La ragazza scoppiò a ridere -Te l'ho detto..Ho avuto un bravo insegnante!-

-Sono stato il primo?-

-Il primo a cogliere il fiore della mia innocenza?- chiese con fare pomposo.

-Se la vuoi chiamare innocenza..- fece lui, sarcastico.

Marzia rise ancora -No, purtroppo no..-.

-Era quel tale, come si chiamava..Brown..no, Butler..il tizio con cui passavi le giornate l'ultimo anno...-.

-Si chiamava Robert Baker..Ti ricordi qualcosa il mio settimo anno?-

-Vagamente..- disse lui.

-E cosa ti ricordi, a parte Baker?-

-Lo vuoi proprio sapere?-

-Ovvio!- fece lei, curiosa.

-Eri una delle poche a capirci qualcosa in Pozioni e ad essere riuscita a prendere un GUFO con il sottoscritto..-

-Beh, non ammettevi quasi nessuno..-

-Roberts, le Pozioni richiedono bravura, intelligenza e pazienza..Non tutti ne sono dotati!-

-Va bene, vai avanti..- fece lei.

Severus sorrise, come se un ricordo piacevole fosse affiorato dalla memoria.

-Cos'hai da sorridere?-

-Come sei curiosa..-

-La curiosità è donna, Severus!-

-Hai scoperto l'acqua calda...- disse lui, ironico.

-Dai, cosa ti è venuto in mente?-

-Il giorno della consegna dei MAGO...-

-Beh?-

-Avevi un vestito verde, giusto?E poi ti sei quasi inciampata quando toccava a te a prendere quei certificati...- disse con un mezzo sorriso.

Marzia si voltò a guardarlo.

-Come fai a ricordarlo?-

Severus esitò -Sei stata l'unica ad inciamparti dei gradini!- disse -E andavi a braccetto con quel Baker..Onestamente, come facevi a starci insieme?Era ottuso,uno stupido giocatore di Quidditch che non parlava d'altro se non di schemi di gioco!-

-Amore....- disse, pensierosa -Robert è stato il mio primo ragazzo serio, poi, durante l'estate, mi ha tradita con una francese...E l'ho mollato. Lui continuava a mandarmi messaggi con scuse e robe varie, ma..Io aspiravo a cime più alte.- concluse, sorridendo.

-Parli per enigmi, ora?-

-No..Già da tempo con Robert non era più la stessa cosa..Secondo te perché mi ero messa un vestito verde e bracciali argentati quando i colori della mia Casa erano nero, blu e argento?Si, lo ammetto, era una cretinata, ma mi piaceva l'idea...- lo baciò e tornò con la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.

Severus rimase un attimo stupito da quella frase.

Poi i suoi occhi si chiusero, dopo aver guardato, ancora per qualche istante, la splendida donna che dormiva tra le sue braccia. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


 

Buonasera!!!!Ecco il nuovo tassello della storia!!!!!

Ringrazio Always85 e Biancalupin che hanno recensito!!!!!

A presto!!!!!!

Ah, dimenticavo, mancano pochissimi capitoli alla fine, ho già tutte le idee in testa..

 

 

CAPITOLO16

La mattina dopo, Marzia lasciò il castello con la speranza che Severus si facesse vivo nelle settimane successive, così da non dover aspettare il primo di settembre per vedersi. Si erano messi d'accordo, infatti, che se non le avesse scritto, lei sarebbe andata al castello il primo giorno di scuola.

Ma le sue speranze furono tutte vane.

Le settimane passavano lente, ravvivate solamente da Hortensia che la portava fuori per distrarla un po'. Se non ci fosse stata lei, sarebbero stati giorni d'inferno.

A metà agosto, Marzia iniziò i corsi per diventare insegnante così da avere, almeno per qualche ora, qualcosa su cui concentrarsi che non fosse Severus.

Le mancava terribilmente, ma riusciva a resistere grazie alla certezza che l'avrebbe rivisto il primo settembre.

La certezza, però, lasciava spesso spazio ai dubbi che la sua razionalità non mancava di instillarle nella mente.

E se la certezza venisse meno?Se la situazione degenerasse?Se...

Lo rivedrò il primo di settembre...si che non è molto, ma mi deve andare bene, insomma, mi va bene!

Respirò profondamente.

Stai calma Marzia, stai calma!!!!Training autogeno, relax, va tutto bene...Potrei iniziare a fare un po' di yoga...

 

Anche il primo settembre arrivò e passò, così come le poche volte che si poterono vedere durante i primi mesi dell'anno scolastico.

Ma per il 9 gennaio, Marzia fu irremovibile: dovevano vedersi per forza e dalla loro ultima notte insieme sarebbero passati solo 9 giorni.

La neve cadeva abbondante quella sera, ricoprendo velocemente le impronte che Marzia lasciava nello strato bianco sul viale che portava alla scuola. Senza farsi vedere dagli ultimi studenti in giro per il castello, svicolò nei sotterranei.

Lo studio di Severus era buio e freddo. E vuoto.

Possibile che ogni volta che arrivo, lui ha sempre qualcosa di più importante da fare? si chiese, irritata e infastidita da quel comportamento che, ormai, era diventato un'abitudine.

Ad un tratto sentì delle voci nel laboratorio.

-Non m'interessano le tue insulse scuse, Hale!E ora, rimettiti a pulire quelle provette se non vuoi finire espulso da questa scuola prima di poter prendere un GUFO!- la voce soave di Piton la raggiunse attraverso la porta chiusa.

Non può stare un giorno senza punire uno studente.

Severus entrò nello studio, il volto nervoso e agitato.

-Ah, sei arrivata..-

-Direi..Te hai punito un altro studente?-

-Ovvio, sono sempre più indisciplinati e ignoranti.-.

Marzia gli andò incontro, posandogli un lieve bacio sulle labbra sottili.

-Cos'hai Severus?-

Lui fece una smorfia -Silente e i suoi compiti...- disse a mezza voce -Devo tenere d'occhio un ragazzino con troppe manie di grandezza, sembra in preda ad un delirio di onnipotenza..-

-E' della tua Casa?-

-Si, ma è più complicato del previsto.- disse, passandosi una mano nei capelli -E te?- chiese l'uomo, accarezzandole una spalla -Cos'hai?-.

Il fastidio e la frustrazione degli ultimi giorni e di quando era entrata nello studio non trovandolo erano momentaneamente spariti. Ma Severus capiva sempre quando c'era qualcosa che non andava.

-Questa situazione mi fa impazzire...- iniziò lei, sottovoce -Non so mai dove sei, cosa fai...-

-Vuoi pedinarmi?- chiese lui, facendo un mezzo sorriso.

-C'è poco da ridere caro mio, non so mai se sei vivo o no e solo quando ti vedo posso dire che la volta prima non è stata l'ultima...-

-Ma tu lo sapevi...-

-Si, lo sapevo, e quindi?L'ansia ce l'ho lo stesso..-

Il silenzio calò su di loro.

-Ma non ti potrei mai lasciare...- disse poi Marzia.

-Questo lo so..- disse abbracciandola.

Marzia si lasciò stringere dalle sue braccia, trovando un po' di conforto e sicurezza.

-Professore!- la voce del signor Hale li raggiunse -Io avrei finito.-.

-Arrivo, e se trovo qualche granello di sporcizia starai qua tutta la notte!- disse Piton con voce gelida.

Sollevando il lato destro delle labbra, Severus tornò nel laboratorio.

Marzia si diresse in camera, si spogliò e si infilò un paio di pantaloni larghi e si lasciò la canottiera. Scivolò sotto le coperte, aspettando Severus.

-Credo di avere un antidoto contro ciò che tu chiami ansia, Roberts- fece il mago, entrando in camera.

-Cioè?- chiese lei, alzando lo sguardo dal libro che stava sfogliando.

-Lettere, ovviamente!- rispose, togliendosi la veste da mago.

-Cosa..?-

-Sai quei fogli che si mandano con i gufi a una persona lontana...- fece ironico Severus.

-So cos'è una lettera!- disse lei, sorridendo.

-Ah bene, allora risparmio il fiato per l'ultimo giorno della mia vita.- disse lui, stringendola a sé

-Perchè ora possiamo spedirci lettere?-.

-Perchè ora vivo qua e non con quel ficcanaso di Minus...Sfortunatamente non mi è venuto in mente prima...-

-Ti perdonerò...- fece Marzia sorridendo; lo baciò e restarono in silenzio. Non era importante parlare o fare altro. Erano insieme e questo bastava a far dimenticare loro le solite preoccupazioni, i problemi quotidiani, Voldemort, Silente e tutto il resto.


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


 

Buongiorno a tutti!!!!!!In teoria dovevo aggiornare ieri, come ogni mercoledì, ma non ero dell'umore adatto...Saranno le lezioni all'uni che mi uccidono, o il sonno che è diventato il mio fedele compagno!!!!Ma passiamo a cose più piacevoli, cioè le vostre recensioni: grazie care Always85 (stai tranquilla, non mi esalto!!!! xD) e Mary_House (ebbene si, siamo quasi al capolinea...proprio l'altro giorno ho sistemato le idee per l'ultimo capitolo!!!!!).

Vi lascio al capitolo 17....Spero vi piaccia!!!!

Alla prossima!!!!

 

 

CAPITOLO17

Le lettere si rivelarono subito un'ottima idea per tenersi in contatto. Sebbene nei mesi successivi si erano visti solo una volta verso aprile, Marzia lo sentiva un po' più vicino.

Severus, da parte sua, nello scrivere le lettere trovava un momento di pace, un momento di pausa e serenità dai suoi impegni e incarichi.

Ma ciò che successe verso la metà di giugno, non poteva essere ridotto a poche righe scritte su una pergamena.

Era una sera di inizio estate, Marzia stava mettendo un po' d'ordine nel suo appartamento lasciato nel caos durante il periodo in cui aveva dovuto studiare per gli esami. Le finestre erano aperte e un gufo planò dentro la stanza, posandosi su un mobile.

Marzia slegò dalla zampa dell'animale un foglio, un'edizione straordinaria della Gazzetta del Profeta.

 

Albus Silente assassinato da Severus Piton

Il noto Preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è stato ucciso sta sera dal professor Severus Piton durante un attacco dei Mangiamorte alla scuola. Le prime informazioni sul fatto dicono che nella torre si trovassero vari seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, il giovane Malfoy e Harry Potter, sbucato dopo pochi minuti dietro ai fuorilegge in fuga.

Severus Piton, noto ex-Mangiamorte, fu accolto da Silente nella sua scuola come insegnante dopo il suo pentimento.

 

L'articolo continuava con altre notizie riguardanti la fuga dei Mangiamorte.

Marzia lasciò cadere il foglio, scioccata. Non riusciva più a ragionare, non era possibile.

Non è possibile...Non può essere tornato da loro, dalla sua parte..

Un altro gufo planò nella stanza, portando una piccola busta. Marzia si riscosse dai pensieri di un possibile Severus assassino, prese la lettera: era sua.

 

So che hai saputo,vediamoci all'entrata sud del Green Park tra mezz'ora.

Severus.

 

Marzia cercò di fare un po' d'ordine nei i suoi pensieri: Silente era morto, ucciso dall'uomo che lei amava. L'uomo che le aveva detto di fidarsi di lui, l'uomo che, quando lei andava ad Hogwarts, non era mai puntuale perché era in giro per conto del Preside, l'uomo che aveva passato anni a pentirsi della scelta di vita che aveva fatto in passato.

No, ci sarà una spiegazione.... pensò.

-Marzia!- la voce di Hortensia, che si era appena Materializzata in casa, la raggiunse -Hai letto, presumo...-

-Si, ho letto..- disse, con un filo di voce.

-Lo sapevo, non poteva essere..-

-No, Hortensia, non dirlo..-

-Non crederai che lui..insomma, ha ucciso Silente!!!!..-

-Si, lo so..-

-E allora come fai a difenderlo?-

-Devo andare..-

-Dove vai?-

-Da Severus, mi ha chiesto di vederci.-

-Non andrai sul serio?-

-Perchè no?-

-Ma Marzia sei diventata pazza?E' un assassino!-

-Non sono pazza, Hortensia, io mi fido di lui..- disse, sebbene la realtà dei fatti portava la sua parte razionale ad essere della stessa idea dell'amica. Ma avrebbe ascoltato cosa lui aveva da dirle.

-Marzia!Non ci devi andare, devi..-

-Hortensia, stai tranquilla.- disse, uscendo dall'appartamento.

La sera era abbastanza fresca, molte persone camminavano e parlavano per le vie di Londra, e in cielo volavano alcuni gufi.

Attraversò la strada e prese la via che conduceva al luogo dell'appuntamento con Severus.

Preferì camminare, così da chiarirsi le idee.

Non è possibile, ci sarà stato qualche sbaglio...continuava a ripetersi.

Arrivò al parco, vide una figura alta e nera a qualche metro di distanza.

-Severus?- chiese, a bassa voce.

La figura si voltò.

Il volto del mago esprimeva puro dolore. Se non si fosse chiamato Severus Piton, Marzia avrebbe potuto giurare che fosse sull'orlo delle lacrime. I suoi occhi neri erano colmi di tristezza.

Marzia capì all'istante. Si, Severus era bravo a fingere, ma quell'espressione era vera, sicuramente non stava recitando.

Camminarono in silenzio nel parco buio, spazzato da un venticello profumato di fiori estivi.

-Cosa è successo?-

-E' vero, ho ucciso Albus..- disse lui, gelido -Hai visto cosa sono stato costretto a fare..Forse pensavi che mi fossi completamente redento...- continuò con un tono amaro.

-Lo penso ancora.-

Severus si voltò, la luce fredda di un lampione illuminò la sua pelle pallida e segnata, sfregiata su una guancia.

-Si, è difficile da credere, Hortensia mi ha già dato della stupida, ma ti ho già detto che mi fido di te..-

-Come fai a fidarti di me, dopo quello che è successo?-

-Severus, ti ho visto prima, te lo si legge in faccia che provi dolore..- disse, abbozzando un sorriso, incapace di credere che Severus potesse essere davvero ciò che sembrava.

-Ma..ho ucciso Silente!-

-Si, ho capito..Vuoi che cambi idea?Vuoi che me ne vada?Vuoi che ti lasci, sebbene tu stia male come un cane?- chiese.

Poi riprese -Severus, te l'ho già detto..mi fido di te..Ti ho visto senza la tua solita maschera di odio e rancore, e credo ti abbia visto anche Silente quando ti ha assunto come professore..Certo rimane un grosso punto interrogativo perché tu l'abbia ucciso..Ma poiché non dubito di te, non te lo chiederò..-.

-Potrai ancora fidarti di me, dopo quello che ho fatto?-

-Sei sordo? Non dubito di te e non lo farò mai, Severus!-

-Non avrei mai creduto che potesse esistere una persona così..-

-Cioè?-

-Che, pur sapendo del mio passato e sapendo chi sono, continui a starmi vicina..- si girò verso di lei e proseguì -Sai che ora sono agli occhi di tutti al servizio del Signore Oscuro..Tutti ti diranno che sei pazza, forse ti daranno della Mangiamorte solo perché stiamo insieme..-

-Si, lo so..-

-Potrai sopportarlo?-

-Aspetta..agli occhi di tutti..vuol dire che..-

-Le cose non sono sempre come sembrano, Marzia...-

-Cosa..?-

-Un'altra volta..devo andare..- disse, rivolgendo lo sguardo lontano.

-Continueremo a scriverci?- chiese lei, lasciando la frase di lui a galleggiare nella sua mente.

Agli occhi di tutti....Le cose non sono sempre come sembrano...Cioè, io lo so che lui non è...Beh, io ho capito...e ne sono sicura.

-Si, certo..Però aspetta la mia prima lettera...Non posso rischiare che tu finisca nei guai..- disse, abbracciandola.

-Andrà tutto bene, Severus?- chiese lei, come una bambina. Che domande ti escono, Marzia!!! pensò, dandosi della cretina.

Severus fece una smorfia -Non sono mai stato così ottimista per rispondere si a questa domanda.-.

E in un CRACK, dopo un bacio veloce, sparì. 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


 

Hola!!!!!!Ecco il capitolo 18!!!!!!!Grazie a tutti e grazie care Mary_House e Always85 per le recensioni!!!!!Alla prossima!!!!!

 

 

CAPITOLO18

-E quindi tu gli credi?-

-Si...Si Hortensia, gli credo.- rispose distratta Marzia, guardando il cielo estivo oltre la finestra, lontano -Dammi pure della scema..- proseguì.

-Te l'ho già detto, mi sembra così difficile credergli...-

-Io non riesco a non fidarmi, sarà che l'amore è cieco, ma io non lo reputo totalmente colpevole...-

-Puoi ben dirlo: l'amore è cieco- fece Hortensia, sorridendo e alzandosi per abbracciare l'amica -Vado, Jack si starà chiedendo dove sono finita, ci sentiamo.-.

-Va bene- sospirò Marzia.

In un CRACK, Hortensia sparì.

 

Nei giorni successivi, la Gazzetta del Profeta si sprecò su articoli riguardanti Silente, congetture, nuove disposizioni del Ministero per far fronte all'ascesa di Voldemort. Ogni mattina, ogni giorno, Marzia aspettava un gufo, una lettera di Severus, ma dovette pazientare fino alla fine di giugno per riceverne una. Era breve, e non portava notizie che potevano farla sentire meglio: Severus non poteva allontanarsi nemmeno un momento da Voldemort, in quanto occupava un posto di rilievo nella cerchia dei Mangiamorte.

Marzia sospirò profondamente, cercando di ripescare un po' di pazienza dentro di sé, sempre che non si fosse già esaurita. Ma l'amore, si sa, è sempre paziente. (*)

 

Era notte fonda di un giorno di metà luglio, Marzia non riusciva a prendere sonno e la pioggia scrosciante di un temporale estivo non l'aiutava. Stufa di rigirarsi tra le lenzuola e di arrovellarsi su Severus, non trovando né pace né risposte confortanti, accese la piccola luce bianca vicina al letto e prese un libro, anzi, il libro più noioso che Severus le aveva procurato ed iniziò a leggere.

Un tuono la fece sobbalzare, togliendole ogni possibilità di addormentarsi.

Sbuffando e imprecando, fece volare la sua vestaglietta di seta nera dall'armadio fin sul lenzuolo, se la infilò e scese dal letto, diretta in cucina per un bicchiere d'acqua passandosi una mano tra i ricci, ravvivandoli un po'.

-Pensavo di trovarti addormentata.-.

Quella voce profonda le fece prendere un colpo. Severus ghignò nell'ombra del salotto, vedendo la sua reazione.

-Severus, maledizione, mi hai spaventata!- disse lei, andandogli incontro.

-Me ne compiaccio, Roberts.- disse lui, dandole un lieve bacio sulle labbra. -Come mai sveglia?- chiese.

-Non riesco a dormire.-.

-Non l'avrei mai detto...- fece Severus, ironico.

Lei sorrise -Non riesco a dormire da un po' di tempo, troppi pensieri..- rispose, mentre si dirigeva nella piccola cucina -Avevi intenzione di svegliarmi?- chiese.

-Ne dubiti, forse?-

-No, mi avresti fatto fare un salto tra le lenzuola!- disse Marzia, immaginandosi la scena.

-Come hai fatto a liberarti dai tuoi impegni oscuri?- continuò.

Lui fece una smorfia -Posso restare poco..Ho detto al Signore Oscuro che dovevo vedere una persona che mi avrebbe dato delle notizie su Harry Potter..-

-Si, ma se tu sei qua...Insomma, ti chiederà..-

-Certo, ma l'ho già fatto.- rispose con una strana luce negli occhi.

Marzia sorrise ancora. Era così felice di vederlo di nuovo, di sentire la sua voce, di baciare le sue labbra.

-Astuto Sev..- fece lei, sedendosi sul tavolo.

Lui fece il suo solito mezzo sorriso -Non sono stato chiamato sporco doppiogiochista e altro per niente.- disse, avvicinandosi a lei.

-Non è divertente..- gli fece notare.

-Lo so..- disse, un attimo prima di catturare le labbra leggermente bagnate di lei in un bacio.

-Non sai quanto mi sei mancato..- sussurrò lei tra un bacio e l'altro.

-Invece lo so...-

Marzia aggrottò le sopracciglia.

-Non ti dimenticare che pure io non ti ho vista..-.

Marzia, affondando le dita nei capelli corvini del mago che si erano fatti più lunghi, lo baciò ancora.

-Ho pochissimo tempo..- iniziò Severus -Il Signore Oscuro ci aspetta, devo solo sentire il Marchio per Smaterializzarmi..-.

-Vorrà dire che non sprecheremo nemmeno un minuto...- rispose Marzia.

Severus ghignò, chinandosi sul collo di lei per posare lievi piccoli baci. Le sue mani pallide si spostarono sul nodo della vestaglia di lei, sciogliendolo. Fece scivolare l'indumento dalle sue spalle. Liberati dai vestiti, l'uomo la tirò verso di sé, scivolando dentro di lei. Le loro labbra si univano in baci carichi di passione, che si alternavano a gemiti: non c'era dolcezza nelle loro carezze, nei loro baci, ma solo un disperato bisogno di amarsi ancora, come per sentirsi di nuovo vivi. Era troppo che non si vedevano, era troppo che non si perdevano l'uno nell'altra, e troppo tempo sarebbe passato prima di potersi incontrare di nuovo.

-Quanto tempo hai ancora?- chiese Marzia, mentre riacquistava un respiro normale.

-Pochi minuti...- rispose Severus, accarezzandole una guancia.

-Toccata e fuga proprio...- disse lei con un filo di ironia.

-Vorrei fermarmi di più..-

-Lo so...E' quello che vorrei anch'io..- disse, stringendosi a lui.

-Dovevo trovare questi pochi...- la frase fu lasciata a metà, spezzata da una smorfia di dolore.

-Cosa c'è?- fece Marzia, preoccupata.

-Il Marchio..Ci sta chiamando....-

-Devi andare..- disse lei, con voce incrinata.

Un brivido le percorse la schiena.

-Posso aspettare ancora un po'...-

-Sei pazzo?Non vorrai morire solo perché sei arrivato in ritardo!-

-Sono il servo più utile che ha, non lo farebbe...-

-Se non lo fossi, forse potremmo vederci di più...-

Le labbra di Severus si storsero in una smorfia amara.

Marzia si rimise la vestaglia: il freddo, la paura, l'incertezza dei tempi l'avevano riavvolta quando il Marchio Nero di Severus gli aveva dato quella fitta. Per un po' si era staccata dalla realtà, dimenticando la sua angoscia. Come poteva resistere Severus?Come poteva controllare le sue emozioni così bene?Come faceva a non crollare?

-A cosa pensi, Marzia?-

-Niente...nulla di importante..- mentì.

-Te l'ho già detto che non sei capace a fingere?-

-Già, tutto il contrario di te!- disse, frustrata.

Merda, ma cosa diavolo dico?!

Severus non disse niente, si limitò a fissarla con i suoi occhi neri, penetranti e profondi.

-Scusa..- disse lei, dopo qualche istante -E' solo che..-

-Lo so cos'è...rabbia, angoscia, paura...Sono umano anch'io..Solo che sono un po' più diplomatico..- sussurrò Severus, alzandole il viso per incontrare i suoi occhi grigi.

Marzia sorrise debolmente. Sentì gli occhi pizzicare, ma si sforzò di non piangere.

-Devo andare ora..-

-Si, scrivimi.....Te l'avrò detto centinaia di volte..-

-Volta più volta meno, Roberts!- disse lui, baciandola -Cerca di dormire.-.

E sparì. Di nuovo.

Il peso del buio della casa crollò sulle spalle di Marzia come un macigno, si lasciò scivolare lungo una parete fino a che si ritrovò seduta su pavimento, la fronte appoggiata alle ginocchia.

Le lacrime lungo le guance.

Fino a pochi minuti prima toccava le stelle, ora era all'inferno.

Era sempre così, ogni volta che si vedevano per un paio d'ore o meno, come quella volta, costretti poi a dividersi.

Ma la tristezza e la solitudine che sentiva dopo che lui se n'era andato erano niente confrontate con la gioia che le riempiva il cuore quando erano insieme.

Ma è solo un momento...Si risolverà tutto....

 

Piton si Materializzò in un vicolo buio e sporco prima di dirigersi dal suo Signore. Doveva riacquistare il suo autocontrollo, doveva indossare nuovamente la sua maschera per recitare la sua parte al meglio. Lord Voldemort sarebbe stato entusiasta delle notizie che stava per comunicargli.

Silente e le sue idee...pensò il mago passandosi una mano tra i capelli.

Aveva lasciato Marzia da sola, di nuovo, e chissà quando sarebbe riuscito a rivederla. Anche per lui, il controllato e rigido Severus, era difficile allontanarsi da lei e dalla serenità che gli trasmetteva.

Sebbene i loro incontri fossero rari e brevi, Severus non sarebbe riuscito a farne a meno: stare con lei significava dimenticare la realtà almeno per qualche ora, Marzia riusciva a trasmettergli quell'umanità, quella pace che la sua anima e il suo cuore avevano da tempo dimenticato.

Ripensò al sorriso della giovane donna: era quello che lo aiutava, anche nei momenti più bui, ad andare avanti, a continuare la sua missione.

Riscuotendosi dai suoi pensieri, si Smaterializzò e apparve poco lontano da Villa Malfoy nello stesso momento di Yaxley, con il quale scambiò due parole, giusto quelle necessarie per farsi credere il miglior Mangiamorte di tutti i tempi.

Passarono il cancello, entrarono nella Villa, dove li attendeva Voldemort.

-Yaxley, Piton- disse con la sua voce fredda -Siete quasi in ritardo.-.

E ho anche un'ottima motivazione pensò Severus.

 

 

(*) dal film “i passi dell'amore” 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 

Buondì!Come state?Io ho un sonno pazzesco...Qua a Genova continua a piovere da giorni ..che stress!!!!!!!!!!!Passando a voi, carissime Always85 e Mary_House, vi ringrazio per le vostre graditissime recensioni...E a voi, lettori silenziosi...Grazie delle vostre visite....Vi lascio al nuovo capitolo.

Spero di riuscire ad aggiornare domenica...Ah, quasi dimenticavo, Severus in questo capitolo può sembrare un po' OOC, però mi piaceva l'idea di farlo sbilanciare un po'...ditemi cosa ne pensate!Poi tornerà ad essere il solito acido!!!!

A presto

Erin

 

 

CAPITOLO19

Sono passati quasi due mesi da quando sono venuta qua l'ultima volta...Era gennaio e nevicava...

Marzia ripensò a quel giorno. Il 23 gennaio, il suo compleanno, la Mc.Granitt aveva visto lei e Severus nel parco. Forse sarebbe stato meglio che non avesse scoperto la loro relazione: la sua ex professoressa le aveva rivolto parole molto dure e difficili da perdonare.

Presa com'era dalla sorpresa non è riuscita a trattenersi..Come biasimarla....

Ti ha insultata, ti ha detto che sei dalla parte di Voldemort...

Si, ma lo dice tutti i giorni a Severus, almeno, non direttamente...io posso sopportarlo per una volta...

Severus aveva cercato di difenderla, ma la rabbia della Mc.Granitt sembrava incontrollabile.

Per fortuna è arrivato Lumacorno a calmare le acque..

Il cielo grigio, che preannunciava pioggia, ricopriva il parco di Hogwarts come una cappa asfissiante. Marzia risaliva il viale, quel mattino di marzo, proprio come due anni prima, per trascorrere tre giorni con Severus in mezzo alle vacanze di Pasqua.

Due anni...Sono passati già due anni...Il tempo passa troppo in fretta..Ma dicono che è eterno per chi ama...

Il clima nel mondo magico era peggiorato, culminato con l'ascesa di Voledemort, deciso ad uccidere Potter e tutti i Mezzosangue presenti in Gran Bretagna. Severus era stato nominato Preside, costretto ad interpretare la parte del Mangiamorte che ha sempre servito il Signore Oscuro, che ha ucciso Silente perché così gli era stato ordinato.

Quanto è ingiusto....pensava Marzia ogni volta che Severus le raccontava delle tentate rivolte da parte degli studenti e del difficile rapporto che c'era con i suoi colleghi.

E lei cosa poteva fare se non stargli vicina per ascoltarlo, per offrirgli un po' di comprensione, per dargli un po' di amore?

Inspirò profondamente.

Il castello sembrava più imponente, più minaccioso, non sembrava più il luogo di pace e serenità che aveva vissuto lei durante i suoi studi.

Suggestione...

-Roberts!- la Mc.Granitt sbucò da un angolo, andandole incontro -Non credevo che avessi la faccia tosta di venire qua, proprio tu..- le disse, acida.

-Senta,..- iniziò lei, ma subito si fermò.

Cosa le doveva dire?Niente che la Mc.Granitt potesse capire; cosa poteva capirne lei di amore?Come poteva capire che Severus era innocente?

No infatti, non lo può capire...Nessuno lo può capire...

-Vai, il tuo Mangiamorte ti aspetta!- disse sprezzante, dileguandosi lungo un corridoio.

Marzia arrivò alla porta dello studio del Preside, la voce di Severus la invitò ad entrare.

-Roberts..- fece, bevendo un sorso di Whisky Incendiario.

-Bevi già alle 10 del mattino?Stai diventando un alcolizzato?- fece lei, andandogli vicino -Ho incontrato la Mc.Granitt...-

-Ti ha lanciato una risma di maledizioni immagino..- fece lui, ironico.

-Più o meno..- disse Marzia, guardandolo. -Sapranno mai la verità?-

-Prima o poi, in un modo o nell'altro...- rispose lui, increspando le labbra in una smorfia -Come vanno i corsi?-

-Bene, devo dare ancora 2 esami e poi posso iniziare il corso di pratica! Il Ministero è invivibile, devo farmi riconoscere persino quando vado al bagno...E' impossibile..-

-Come se non lo sapessi...- disse lui.

-E tu, come Preside...?-

-Fare il Preside è più noioso che insegnare..E' pessimo, gli studenti cercano in tutti i modi di spodestarmi, i Carrow me li portano qua e io devo punirli!Questa è la mia giornata tipo...Mi odiano più del solito..- concluse, bevendo un altro sorso di Whisky.

-Ed è tutto detto...- fece lei, cercando di strappargli uno dei suoi soliti mezzi sorrisi.

Ci riuscì.

Le lettere che si spedivano era sempre più rare, ma Marzia aveva sviluppato una pazienza illimitata; tutte quelle che si erano mandati nei mesi precedenti erano conservate in una scatola di legno, legate da una nastro nero. E ogni volta che ne riceveva una, la imparava a memoria da quanto la rileggeva.

Severus la baciò, ritrovando le sue labbra morbide,

Iniziò a piovere, il vento agitava gli alberi della Foresta, le gocce d'acqua cadevano violente sui vetri dell'ufficio, ma i due amanti avevano perso il senso dello spazio e del tempo, come ogni volta che si ritrovavano insieme.

*******

Era la sera del secondo giorno, le ombre si allungavano mentre il sole tramontava dietro le montagne. Le prime stelle spuntavano nel cielo violaceo.

-Certe volte mi chiedo cosa farei senza di te..- disse Marzia, la testa appoggiata sul petto di Severus, divenuto più magro.

-Saresti ancora fidanzata con quel Robert..-fece lui, mentre con le dita disegnava cerchi immaginari sulla schiena nuda di lei, lo sguardo rivolto al soffitto.

-E smettila!Lui mi ha tradita, non volevo ricordartelo..Sarei da qualche parte con la Umbridge a tenere processi contro poveri innocenti....-

Poi riprese -Comunque, mi piace più questa camera di quella che avevi prima..Questa è più ariosa, più alta!-

-E' la camera del Preside!-

-Vuoi dire che Silente dormiva qua?-

-Si, ma non con questi colori..- fece lui, sorridendo.

-Già..verde e argento..-.

Dopo qualche minuto, Severus parlò di nuovo -Puoi prendermi quel libro con la copertina rossa?Voglio farti vedere una cosa..-

-Va bene..Aspetta che trovo la mia maglia..-

-Puoi anche non metterti niente, siamo solo noi- disse lui, malizioso.

Lei lo baciò e gli andò a prendere il libro, ma sopra al volume c'era qualcos'altro.

Una scatoletta di velluto nero con una M intrecciata ad una S, ricamate d'argento.

Marzia restò un attimo senza parole.

-Severus..cos'è..?-

-Se vuoi aprirla, così lo vedi...- fece acido.

Aprì la scatoletta: dentro c'era un anello, un semplice anello con un diamante nero incastonato in una sottile cornice quadrata di oro bianco che sbriluccicava nella tenue luce della camera.

-Ma è..-

-Si un anello, che acume...Se lo metti prenderà perfettamente la forma del tuo dito.-

-Quando..-

-Qualche giorno fa, avevo un po' di tempo libero e ho fatto una capatina in un certo posto.-

-Sev...- Marzia si allungò sul letto per baciarlo. Infilò l'anello e si, le stava d'incanto -Ma io cosa posso fare...E' splendido..-

-Niente, tu non devi fare niente..Te l'ho già detto..Dovresti saperlo, dovresti essere consapevole dell'effetto che hai avuto su di me..- disse, scostandole un ricciolo dietro un orecchio.

-Grazie per avermelo ricordato...- sussurrò, unendo le sue labbra a quelle del mago in un bacio carico di passione.

*******

Forse per il clima di paura che c'era, o per gli occhi inquisitori della Mc.Granitt, o perché, secondo Marzia, Severus era sempre più in pericolo, la mattina dopo lasciarsi fu decisamente complicato.

Una pioggia primaverile cadeva dalle nuvole plumbee che si addensavano sul castello.

Severus e Marzia camminavano giù per il viale, dirigendosi ai cancelli. La ragazza si sentiva peggio delle altre volte che si dovevano separare, era come se avesse un peso dentro, un peso che la lontananza avrebbe aumentato, un presentimento troppo negativo da poterci formulare un pensiero sopra.

-Severus..Quando ci rivediamo?-

-Non ti stancherai mai di farmi questa domanda, vero?-

-No, finchè non sarà tutto risolto, tutto finito..-

Il mago fece un sorriso amaro -Tutto finito...Tu credi che finirà, vero?-

-Si, lo spero...-

-Senti Roberts, tu devi considerare anche che forse la guerra si farà più esplicita e se questo dovesse accadere io, come tutti, potrei..- Severus si fermò un attimo -Morire.- concluse.

-Ecco, ora che l'hai detto ti senti meglio, Sev?Io no, lo so che potresti morire da un momento all'altro, lo so, non c'è bisogno che me lo dica tu!- Marzia esplose nel giro di pochi secondi -Ma potrei morire anch'io, l'hai detto tu, se la guerra si farà più esplicita e si arriverà ad uno scontro aperto potrei crepare per mano di un Mangiamorte e quindi?-

Severus rimase in silenzio, la guardò e la prese tra le braccia.

La pioggia continuava a cadere leggera sulle prime foglie verdi e sui timidi fiori che spuntavano dai cespugli, unendosi alle lacrime silenziose che cominciarono a scivolare dagli occhi grigi di Marzia, bagnando la veste nera di Severus. Era più forte di lei. Di solito si controllava abbastanza, ma in quel caso non riusciva a trattenersi.

-Voglio essere sicuro che tu sappia...-

-Sapevo cosa poteva significare starti accanto, e non mi sono tirata indietro..E non lo farò.- disse, asciugandosi gli occhi con la manica del golfino.

-Già, lo so.- disse lui, immergendo le sue dita nei ricci corvini di lei, avvicinandola di più a sé.

Dopo qualche minuto, Marzia parlò.

-Severus scrivimi..-

-Certo...-

Si baciarono, una, due, tre volte.

Marzia non riusciva ad allontanarsi. Teneva strette le sue dita intrecciate a quelle del mago.

Poi fece qualche passo verso il cancello.

Severus la seguì con lo sguardo finchè non oltrepassò i confini della scuola e si Smaterializzò.

CRACK, Marzia era sparita. E lui era di nuovo solo, ancora con il suo profumo tra le dita.

Si diresse nuovamente verso il castello.


 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


 

Buonaseraaaa!!!Spero che il vostro week end sia stato più rilassante del mio!!!!Ecco il ventesimo capitolo!!!!!Come sempre, ringrazio le belle gioie che hanno lasciato una recensione!!!!!!!Alla prossima.....Siamo vicinissimi alla fine!!!!!

Un bacio

Erin.

 

CAPITOLO20

La finestra del salotto era aperta, il rumore delle strade londinesi entrava nell'appartamento di Marzia, seduta sul divano con una scatola vicino e una pergamena in mano. Quella non era una scatola, era la scatola, quella che conteneva tutte le lettere che Severus le aveva spedito nei lunghi mesi in cui non si erano visti. La giovane donna stava leggendo l'ultima arrivata, datata 3 giorni prima: il traffico postale era controllato, ma Severus aveva i suoi metodi per farle arrivare le lettere senza essere intercettato. Marzia sorrise, leggendo una frase, immaginando la scena se fosse stato lui a dirle quelle parole, con il suo tono ironico.

Ripiegò con cura il foglio, lo rimise dentro la busta e poi dentro la scatola.

Guardò la London Eye in lontananza, illuminata nell'oscurità della notte. Il suono delle risate dei passanti la portò a pensare ad un mondo magico privo di complicazioni, privo di dolore, senza guerra e senza Voledemort.

Scrollando la testa, come per smettere di pensare ad una tale utopia, si alzò, diretta in cucina.

-Marzia!Marzia!-

La voce di Hortensia, squillante e preoccupata insieme, la fecero voltare verso il salotto.

-Hortensia...Cosa..?-

-Andiamo, Ninfadora mi ha chiamata...Hogwarts..- ma non finì la frase.

Un tuffo al cuore.

-Hogwarts...Cosa?-

-Ha detto che stanno andando tutti là, li hanno chiamati, stanno chiamando tutti per combattere..-

-Combattere..?-

Severus..Oh merda! e lui come...Da che parte...

Doveva andare subito, doveva vederlo.

-Andiamo!- si mise una felpa, dei jeans e un paio di sneaker.

Si Materializzarono insieme in un pub.

La Testa di Porco.

C'era un sacco di gente, tutti ex studenti, pronti a combattere il male, a combattere Voldemort.

Che situazione...i pensieri di Marzia erano tutti per Severus. Non sapeva cosa stesse facendo, non sapeva dove fosse, non sapeva niente.

Attraversarono un corridoio di un quadro, Marzia non ebbe tempo di chiedersi come fosse possibile.

Hortensia e lei sbucarono nella Stanza delle Necessità, gremita di studenti di tutte le Case, tranne Serpeverde. Vide Potter e i suoi due amici inseparabili, sembravano provati, stanchi, ma una luce strana brillava nei loro occhi. Il ragazzo parlava di un piano, ma Marzia non riusciva a capire niente, era troppo distante.

-Hortensia, io devo andare da lui...-

-Cosa?Sei..- l'amica la guardò -Si, hai ragione...Vai..Ma fai attenzione!-.

Nella bolgia generale, Marzia sgusciò fuori dalla Stanza, scivolò lungo i corridoi bui, evitò i Carrow, la Mc.Granitt e tutti gli altri. Arrivò davanti al gargoyle con il cuore che le batteva all'impazzata.

Doveva sapere, doveva assicurarsi che lui fosse lì... e che fosse vivo.

Salì le scale di corsa, entrò nello studio di Severus.

Era seduto alla scrivania.

-Roberts?- il volto pallido si illuminò di un mezzo sorriso, i suoi occhi neri si accesero.

-Severus...ci sono un sacco di studenti..-

-Lo so..-

-Ma tu, ora...Come fai..- Marzia era sull'orlo di una crisi di nervi: stava per scoppiare, non poteva reggere ancora a lungo.

-In qualche modo si risolverà..-

-In che modo?-

-Non lo so, non lo sapremo finchè non sarà tutto finito.-.

Si alzò e le andò incontro.

-Ti devo dire una cosa prima di lasciarti.-.

-Lasciarmi...?- Marzia non capiva.

-Non posso certo combattere dalla vostra parte..-

-Cosa ti interessa ancora?Ormai i tuoi compiti li hai portati a termine, non..-

-Marzia.- disse, deciso.

Lei tacque.

-Ti devo dire perché ho ucciso Silente, te lo devo dire.. -

-Me lo chiedo da un anno...-

-Me l'ha ordinato lui, sapeva di stare per morire, mi ha fatto giurare di ucciderlo..-

-No...-

-Si invece.-.

-Lo sapevo che c'era qualcosa sotto...- disse, sorridendo.

Il mago si rivolse verso la porta, come per andarsene.

Severus...Marzia strinse gli occhi, cercando di non far scappare le lacrime...Severus..

Non ci riuscì.

Una lacrima solitaria scese dalle sue ciglia, subito seguita da un'altra.

Severus si voltò, fermo sulla soglia. Con una fitta al cuore, guardò la giovane donna che amava, l'unica che gli avesse creduto, guardò i suoi lineamenti, i suoi occhi, carichi di lacrime.

Severus, per Merlino, abbracciala, baciala, fai qualcosa!!

Devo andare... la sua razionalità cercò di riportarlo alla missione che aveva da compierre.

Vai, maledizione!Forse è l'ultima volta che la puoi stringere tra le braccia.

L'uomo si mosse, la abbracciò, forte.

-Severus...- sussurrò lei.

-Marzia...- le asciugò la lacrima con un dito.

-Dimmi che non...-

-Non posso assicurarti niente..lo sai..-

Un'altra lacrima scese lungo le guance della giovane donna, sempre stretta tra le braccia del mago.

Restarono così, in silenzio, per un tempo indeterminato fino a che Severus non si scostò, tenendosi il braccio sinistro.

-Non dirmelo...-

-Devo andare...Potter...Devo fare l'ultima cosa..cercherò di trovarti al più presto..- disse lui, guardandola negli occhi. -Non fare scemate, Roberts, non provare a seguirmi, non venirmi dietro, non...-

-Ho capito- disse lei, sforzandosi per sorridere -Non sono stupida..-

-Lo so..- disse, baciandola.

Le loro labbra si unirono, come se non volessero mai staccarsi, come se volessero continuare a sentirsi, come se non riuscissero ad accettare il fatto che, forse, non si sarebbero mai più incontrate.

-Marzia, devo andare..-

-Si, va bene...- disse lei, baciandolo ancora.

Severus sparì,oltre la porta del suo studio, rivolgendole un ultimo sguardo.

E Marzia rimase lì, nello studio del Preside.

No, come faccio a stare qui, come faccio a non fare niente...

Si mosse e scese nei corridoi. Non molto tempo dopo sentì delle urla. Andò in quella direzione, i quadri erano in agitazione, vide alcuni studenti, si fermò nell'ombra di un'armatura.

-Codardo!CODARDO!- la professoressa Mc.Granitt stava sbraitando contro qualcuno, e Marzia sapeva perfettamente a chi erano rivolte quelle urla cariche di rabbia. 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


 

Un anno dopo...

Un sole di piena primavera inondava la Sala Grande con i suoi raggi tiepidi. I quattro tavoli erano stati tolti, centinaia di panche erano state allineate per ricevere maghi e streghe da ogni parte della Gran Bretagna per quello che sarebbe stato il Giorno in memoria della Vittoria.

Vittoria...pensò amaramente Marzia, attraversando la Sala.

Una manina pallida vicina al viso catturò la sua attenzione.

Abbassò gli occhi grigi sulla bambina che teneva tra le braccia.

A quale prezzo, Helena, i cosiddetti buoni hanno vinto...pensò tristemente.

La bambina la guardò con i suoi occhi neri, tali e quali a quelli di Severus.

E ogni volta che li fissava, Marzia provava una fitta al cuore, un nodo allo stomaco.

Severus se n'era andato, ucciso in modo orrendo, per un motivo assurdo, lasciandola.

Anzi, lasciandole.

Per sempre.

Una settimana dopo la sua morte, una settimana dopo che l'aveva trovato nella Stamberga Strillante con due orrendi buchi nel collo, in una pozza di sangue, Marzia aveva scoperto di essere incinta. Subito aveva pensato che la gravidanza potesse essere la cosa peggiore che sarebbe potuta capitarle dopo la scomparsa dell'uomo che amava. Il nuovo arrivato avrebbe avuto sicuramente qualcosa che poteva ricordarle Severus.

E così era stato.

I capelli, gli occhi, la pelle. Ogni cosa poteva essere ricondotta a lui.

Ma quella creatura, il fiore del loro amore, non poteva essere odiata.

-Marzia!- la voce della Preside la riscosse. Quanto la detestava, non la poteva vedere, la odiava con ogni singola cellula del suo corpo. In qualche modo le attribuiva parte della colpa della morte di Severus. Una cosa sciocca, si era detta più volte, ma almeno poteva scaricare il peso di quella perdita su qualcun altro, oltre che su Voldemort.

-Marzia hai preparato il discorso..-

Il discorso...già, un'altra cretinata...pensò Marzia.

-No, no Preside non l'ho preparato e non ho intenzione di farlo. Sa come la penso.- disse, decisa e gelida. Helena cominciò a tirare pigramente un ricciolo della madre, mentre guardava incuriosita la vecchia Mc.Granitt, segnata dai suoi innumerevoli impegni e dagli anni, ovviamente.

-Marzia, te ne prego...-

-No, se vuole lo faccia lei!Cosa dovrei dire?Di quanto era coraggioso?Di quanto ha rischiato?Di quanto ha dovuto sopportare?- i suoi occhi pizzicarono.

La Preside non rispose.

-Lo sapete tutti, ormai- e sottolineò quella parola, come per marcare il fatto che, se non fosse morto, Severus non sarebbe mai diventato un eroe.

La Mc.Granitt spostò, sconsolata, lo sguardo sulla piccola, distogliendolo subito, però, appena incrociò quei ben noti occhi neri.

La giovane madre riprese la sua camminata solitaria, rivolgendo un sorriso alla bambina.

Già, solo per lei sorrideva, solo per lei si alzava dal letto la mattina, solo per lei cercava di andare avanti. Helena era il centro della sua giornata. Senza di lei non ce l'avrebbe fatta. Senza di lei avrebbe vissuto per il passato, più di quanto già faceva: ogni volta che poteva, sebbene fosse doloroso, Marzia prendeva uno degli innumerevoli ricordi su Severus e vi si immergeva, potendo così risentire la voce che l'aveva incantata, rivedere gli occhi che l'avevano ipnotizzata, ammirare l'uomo che aveva, e avrebbe, sempre amato.

La bambina emise un verso, la madre le diede un lieve bacio sulla fronte, mentre usciva nella luce del sole, nel parco. Gruppi di studenti si stendevano sul prato, altri leggevano, altri passeggiavano.

-Signorina Roberts!- una voce cristallina la chiamò, facendola voltare.

Una ragazza al sesto anno di Corvonero le veniva incontro.

-Volevo chiederle se poteva consigliarmi un libro sulle Pozioni usate in Medio Oriente nel XII secolo: ho seguito la sua lezione l'altro giorno e...-

-Certo, signorina Dorian, venga domani nel mio ufficio, ne parleremo con più calma e..Helena, smettila!- fece sorridendo alla bambina che le tirava insistentemente una ciocca di capelli. -E vedremo cosa offre la mia biblioteca.- o meglio, quella di Severus...concluse.

-Grazie infinite!Sua figlia è davvero bella, i suoi occhi sono due calamite..-

-Come quelli del padre..- disse tristemente Marzia, guardando lontano, verso il sentiero dov'era diretta.

-Oh, mi scusi..a domani...- disse la ragazza, allontanandosi.

Marzia osservò la giovane mentre tornava dalle amiche, sedute poco distanti.

Ecco un altro motivo per cui si alzava dal letto la mattina: i suoi studenti. Aveva accettato il posto che la Mc.Granitt le aveva offerto. In un primo momento non voleva niente da quella donna, non voleva più tornare ad Hogwarts, ma poi aveva pensato che quel castello era stato la prima casa di Severus, il posto dove si erano incontrati. Era solo l'assistente di Lumacorno, ma il vecchio insegnante l'aveva già designata come sua “erede”. Marzia teneva le lezioni del primo anno e alcune, più specifiche e storiche, per gli studenti dei MAGO.

Riprese a camminare verso il sentiero che conduceva ad un posto tristemente noto.

Passò accanto a gruppi di studenti, alcuni di loro si voltarono a guardarla, ma lei aveva imparato ad essere indifferente a quelle occhiate cariche di pietà e dispiacere.

Mi dispiace..quante volte se l'era sentito dire?Quante scuse aveva ricevuto?

Ma cosa se ne poteva fare, lei, delle loro scuse?

Niente, niente di niente, le loro scuse non ce lo riportano indietro...

Si incamminò su per un sentiero che sembrava abbandonato, ai lati spuntavano fiori, Helena cercava di prenderli, come fossero giochi.

-Signorina Roberts!-

Una voce famigliare le fece alzare gli occhi dalla bambina.

-Oh, Granger!-

Hermione Granger arrivava nella direzione opposta, con la sua aria fastidiosamente orgogliosa e fiera da Caposcuola.

-Sono andata a controllare se è tutto a posto...Sa..- disse, a mo di scusa.

-Si certo, magari qualcuno vuole vedere dov'è sepolto il grande eroe che tutti odiavano...- fece sprezzante Marzia. Non sopportava tutte quelle cerimonie, tutte quei riti inutili e tremendamente superflui.

Niente di tutto ciò me lo riporta indietro...

Marzia riprese a camminare, lo stretto sentiero saliva, arrivando ad uno spiazzo.

Una tetra lapide nera, una solitaria lastra d'ardesia si ergeva al centro di quella radura. Marzia camminò lentamente, Helena tra le braccia. Il sole le illuminava, le circondava come in un sogno.

Peccato che di un sogno non c'era proprio niente.

Sulla pietra nera spiccavano lettere argentate

 

Severus Piton

09 gennaio1960

02 maggio1998

 

-Sev..- mormorò Marzia, incapace di trattenersi dal dire il suo nome.

Mise la piccola a terra, sull'erba tenera e verde, seduta.

Quanto era difficile andare avanti mentre il cuore, andato in pezzi, prendeva atto della sua morte. Ogni giorno cercava la colla per rimettere insieme quei frammenti, ma non la trovava, Helena non era abbastanza. Una lacrima scese sulla sua guancia, mentre la bambina giocava con un campanellino che era legato al suo polso. Marzia strinse gli occhi nella luce dorata di maggio che filtrava tra i rami ancora spogli degli alberi, impreziositi solo da pochi fiori bianchi.

Le prime settimane dopo la sua morte erano state un inferno, Marzia passava le giornate da sola, nello studio che, un tempo, era stato il rifugio di Severus. E la sua gravidanza non aveva aiutato.

Ricordando gli ultimi, magici momenti passati insieme, le sue lacrime erano state amare, cariche di rabbia, dolore, amore.

Le settimane diventarono mesi, e mentre Helena cresceva, dentro di lei si faceva strada la consapevolezza di dover andare avanti senza di lui, una certezza che si faceva sempre più reale ogni giorno che passava. In quei mesi, la Mc.Granitt aveva trovato una lettera nel suo ufficio, una lettera per lei da parte di Severus. L'aveva riletta tante volte da saperla a memoria, mentre le ultime parole si tatuavano, indelebili, sui frammenti del suo cuore: ti amerò, Marzia, sempre.

Anche ad un anno di distanza, i ricordi erano come una lama fredda che si rigirava in una ferita profonda, ancora fresca, inguaribile.

Helena emise un gridolino, contenta.

Almeno tu sei contenta Helena...Potresti trasferirmi un po' della tua gioia..Più di quanto già fai..pensò, mentre ammirava l'anello regalatele da Severus scintillare al suo dito, emblema di un amore sbocciato troppo tardi.

Ricordare è così doloroso...Potevi essere un padre fantastico, avresti potuto insegnarle cos'è il coraggio...E insieme..Le avremmo potuto insegnare cos'è l'amore...

Le sue lacrime cadevano silenziose mentre, in lontananza, maghi e streghe cominciavano ad arrivare per la cerimonia.

-Marzia!Marzia..Eccoti, finalmente!- Hortensia arrivava dal sentiero, bellissima.

-Hortensia...- fece la riccia, sottovoce.

L'amica la guardò, in silenzio. Aveva cercato in tutti i modi di starle vicina, di aiutarla. Certe volte aveva preso Helena e l'aveva portata con sé a Londra, lontana da una madre troppo triste per crescerla. Ora la veniva a trovare spesso, come per assicurasi che non si fosse appesa al tubo della doccia.

-Vuoi che prenda Helena..-

-Si, si grazie Hortensia..-

La bionda si avvicinò alla bambina, rivolgendole un sorriso dolce. La prese in braccio e si allontanò.

-Marzia, la Mc.Granitt mi ha detto di dirti che devi almeno partecipare alla..-

-Alla buffonata del secolo...Si, si arrivo..- disse, acida.

Marzia rimase sola, nel silenzio innaturale che quel posto conservava.

Perché la tua vita, perché proprio tu, Severus?Avevi ritrovato un po' di serenità, un po' di pace..In mezzo ai pericoli, sull'orlo di una guerra, eravamo riusciti a trovare un po' di amore...

Posò una mano sulla fredda lapide nera.

Un vento caldo prese a soffiare, portando con sé un profumo di fresie.

 

 

Bene, ora mi volete uccidere, lo so...Però io non riesco a vedere Sev che vive “felice e contento per sempre”! Lo so, potevo farla finire in modo diverso, ma non ce la facevo, non riuscivo a scrivere un finale positivo....

Ora vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, tra le seguite e tra le ricordate.

Ringrazio coloro che hanno recensito. Grazie perché ogni nuova recensione mi faceva capire che il mio folle amore per Sev è condiviso e che il modo in cui ha viaggiato la mia fantasia è piaciuto e ha suscitato emozioni.

Un grazie speciale va ad Always85 , che mi ha incoraggiata, anche se inconsapevolmente, a pubblicare questa storia.

Grazie alla mia coinquilina, che, anche se non è una fan accanita come me di HP, mi ha sostenuta.

E un grazie anche a tutti i lettori silenziosi che sono passati di qua...Ora, vorrei chiedervi una cosa..Si, a voi che in silenzio avete letto la storia di Sev e Marzia...Me lo lasciate un commentino ino ino ino? Anche se il finale vi ha fatto schifo, anche se non vi è piaciuto...Ditemi cosa ne pensate della storia!!!! =)

Bene...Ho finito...Alla prossima!!!!!

Alice. 

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