la vita continua

di PLIM4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** rapporto dimensione T ***
Capitolo 2: *** abbandono definitivo ***
Capitolo 3: *** ombra e luna ***
Capitolo 4: *** storia di una generazione ***
Capitolo 5: *** il complotto ***
Capitolo 6: *** addestramento ***
Capitolo 7: *** il tempo...inesorabile nemico... ***
Capitolo 8: *** cuore e spirito ***
Capitolo 9: *** affari in sospeso ***
Capitolo 10: *** la talpa ***
Capitolo 11: *** Hensō ***
Capitolo 12: *** il demone-angelo ***
Capitolo 13: *** uno shinigami, una vita ***
Capitolo 14: *** possessione dell'anima ***



Capitolo 1
*** rapporto dimensione T ***


Dopo settant’anni molte cose cambiano… il regno delle tenebre è rimasto immutato sotto il mio comando e nessun demone o diavolo è mai riuscito a battermi. Ormai la dimensione T è una dimensione esclusa da tutte le lotte, le guerre e i conflitti tra i vari mondi. Hana… mi ricordo ancora questo nome, esso riporta alla mia memoria svariati ricordi e malgrado la mia natura mi duole sapere il fatto che lei ormai non è più con me; quando avevo ricreato una nuova vita per lei avevo deciso di chiudere per sempre il portale della dimensione T così che nessun essere al di fuori degli umani potesse interferire con la sua vita e distruggere il suo sogno di vivere una vita normale. Nemmeno io l’avevo più vista, ormai non sapevo più nulla di lei da molto tempo… supponevo che fosse cambiata molto dopo settant’anni, avrebbe dovuto avere ottantacinque anni. Io ero rimasta immutata, il mio dominio era riuscito a prevalere sul mondo della luce ma durante quest’ultimo periodo ci sono state alcune rivolte da parte di persone bianche sopravvissute. Sono riuscita ad assoldare nel mio esercito cinque tiken in perfetta forma e sono riuscita a creare, grazie allo sviluppo della civiltà dei Neri, esseri mostruosamente potenti nati dalla fusione di angeli e diavoli, un’accoppiata perfetta. Svolgevo perfettamente il mio lavoro, non c’erano problemi nel governare i regni e mi ero trovata un ministro che mi aiutasse durante i lavori burocratici, ma c’era un solo pensiero che mi assillava continuamente: Hana…
Gli umani non vivevano molto a lungo e la sua vita ormai era fragile secondo le mie supposizioni… L’avevo abbandonata al suo destino in una vita artificiale.
Ero abituata ad avere il pieno controllo su di lei e ora che non potevo nemmeno vederla mi opprimeva il solo pensiero che fosse già morta.

-Elker,- dissi al mio ministro –mi serve un grande favore…
-Dica signora; per caso si tratta dei rivoluzionari?
-No, vorrei riaprire il varco che conduce alla dimensione T…
-Ma signora mia, sovrana assoluta, non posso permetterle di fare una cosa del genere: con questi rivoluzionari la rivolta potrebbe trasformarsi in una guerra e riaprendo il varco della dimensione T essi avrebbero l’occasione di ricaricarsi di energia dopo molti anni di digiuno e…

Mi venne una stretta al cuore, dato che anche io ero a corto di energie poiché dato che avevo chiuso il passaggio della dimensione T e in essa stavano la maggior parte delle persone bianche, io non potevo ricaricarmi cibandosi delle loro anime.

-Scusi, non era mia intenzione farle ricordare il suo digiuno…
-Sta zitto e ascolta il mio volere o mieterò la tua anime per ricaricarmi- dissi con disprezzo.
-Recluta il maggior numero di demoni che riesci e portali da me: con loro riapriremo il varco, sento che Hana ha bisogno di me…
-E’ la sua vecchia compagna?
-Esattamente; non vorrei che la morte fosse andata a farle una visita; aggiornamento sulla morte ministro Elker.
-Certamente signora…… la morte ha vagato nel mondo delle tenebre e ha messo dieci anime di semplici demoni sfiniti; essa è stata nel vecchio regno della luce e ha messo quaranta anime; dopo quell’avvistamento la morte si è spostata nel varco dimensionale e non si è più fatta rivedere.
-Nel varco dimensionale? Allora elenco tentativi di infrazione nella barriera demoniaca creata da me per proteggere il passaggio nella dimensione T.
-……la barriera è stata infranta.
-Cosa?! La mia barriera è stata infranta e i guardiani non mi hanno avvertita?! Questo è inammissibile da parte di alcuni subordinati; per punizione mangerò le loro anime!!!
In principio divorare anime dello stesso regno era una cosa proibita, ma data la corrente carestia i più deboli soccombevano divorati dai loro stessi compagni.
-Purtroppo… anche i guardiani sono morti: le loro carni sono state dilaniate da una scure, altro non sappiamo dal rapporto non molto attendibile…

La cosa iniziava a farsi seria, Hana poteva già essere morta e io non avevo potuto fare nulla per aiutarla.
-Elker, muoviti e recluta i demoni ho detto!!!
Elker si mosse velocemente nella sala del trono e corse confusamente verso la porta che dava sul regno. Purtroppo l’antico splendore del regno delle tenebre era stato distrutto dalla carestia e io dovevo fare qualcosa. Dopo parecchie ore arrivarono i demoni che avevo ordinato di reclutare e con loro mi trasportai davanti alla dimensione T.
-Non vedo l’ora, finalmente la rivedrò, sentirò la sua voce di nuovo e potremo combattere ancora una volta insieme…
I due guardiani erano stesi a terra tutti insanguinati mentre i demoni che erano con me li mangiavano per nutrirsi.
Insieme recitammo gli incantesimi necessari a spezzare il mio e dopo qualche secondo di scetticismo da parte di tutti il sigillo s’infranse e vidi di nuovo la dimensione T.
-Demoni, per ricompensarvi del vostro aiuto avrete l’onore di mangiare per primi: andate e ricaricatevi!
Scesi lentamente verso terra, mi ero vestita adeguatamente per essere confondibile tra la folla.
-Salve signora, sa dirmi dove si trova la casa di Hana Satou?
-Allora… per caso non sta cercando Hideki Satou?
-…Va bene lo stesso, mi può indicare cortesemente la strada da percorrere?
-Oh giovincella, come parli antiquato per avere la tua età! Vedi quella via in fondo? Prosegui fino a che non vedi un manifesto funerario.
-Grazie mille…
Vedevo i demoni divorare anime su anime ma io ero preoccupata per un’altra cosa: un manifesto funerario… potevo essere arrivata in ritardo e la morte poteva averla già uccisa.
Corsi il più veloce possibile verso la casa indicatami dalla signora e vidi il suddetto manifesto funerario: “Ayame Satou”. Mi sembrava molto strano che non ci fosse scritto il suo nome, ma ne fui sollevata.
-Ding-dong!
-Chi è?
-Sono un’amica, posso entrare per la veglia della salma?
-Certamente…- disse una voce femminile singhiozzante e tremolante.
Entrai in una casa piccola e modesta, mi accolse un’anziana signora con il marito accanto e dietro di loro stavano due donne adulte con le lacrime agli occhi. Una delle due donne mi aggredì 
-Tu ha solo quindici anni all’incirca, come facevi ad essere amica di Ayame?
 Non risposi e stetti immobile ad osservare le quattro persone che mi stavano dinnanzi; il vecchio era panciuto ma fragile allo stesso tempo, portava due occhiali minuti, un orologio da taschino e i capelli bianchi erano radi. La donna che mi aveva aggredita era stranamente familiare, aveva i capelli castani e corti, quasi con una pettinatura maschile, lo sguardo cupo e l’aria imponente. L’altra donna era meno familiare: gli occhi verdi, la testa bassa con i capelli lunghi e neri che le nascondevano il viso; era minuta e bassa, una molto timida dall’aspetto. Quella che più mi colpì fu la donna anziana: i capelli non molto lunghi erano bianchi ma con ancora qualche segno del vecchio colore castano che in tenera età aveva avuto il sopravvento; gli occhi erano verdi, scintillanti e non sembravano quelli di una persona anziana, non erano affatto spenti. Con l’età la vista si era affievolita e sul naso portava un paio di piccoli occhiali in acciaio. Era magra e vestita con un tipico kimono giapponese rosso. Ad un tratto, dopo quei lunghi attimi silenziosi l’anziana donna si diresse verso di me scostando la donna che in principio mi aveva aggredita e mi scortò verso il salotto sotto lo sguardo attonito dei presenti.
-Non ti preoccupare, sono solo sconvolti. Guarda attentamente, questa è Ayame Satou, mia figlia, ultima delle tre.
Nella bara stava una donna simile all’anziana signora e la rispecchiava quando era giovane: sembrava in tutto e per tutto Hana; poteva essere Hana che aveva cambiato nome, poteva essere morta sotto il nome di Ayame…
-Sai… tu sei molto simile ad una ragazzina che sogno sempre, fa parte dei miei ricordi passati, mi manca molto, eppure non la conosco…- le scese una lacrima –ma questi non sono discorsi che interessano ad una ragazzina come te…
-No signora, aspetti… voglio sapere di più…
-Va bene, allora ti accontenterò. Questa ragazzina esercita dei poteri micidiali e notte dopo notte la conclusione del sogno è sempre la stessa: lei mi lascia da sola in un cortile e se ne torna sul suo bel trono non curandosi di me che piango e imploro di non lasciarmi… questo kimono l’ho sempre avuto con me ed è proprio identico a quello che indossa ella nel sogno.
Allora è lei, non è morta… non ho cancellato bene i suoi ricordi… lei non voleva vivere senza di me, ho sbagliato…
-Scusi signora, potrebbe gentilmente dirmi il suo nome?
-Hana, Hana Satou.

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Capitolo 2
*** abbandono definitivo ***


-Hana, Hana Satou.
Era lei, era Hana. Era invecchiata, non potevo vederla in quello stato di disgregazione mentale e fisica, ormai era una semplice umana con dei sentimenti che noi dei della morte non avremmo mai potuto provare.
-Lo so che non sei un’amica di Ayame, ma potresti dirmi il tuo nome?
-Certamente, io sono Kageya.
Alle mie parole Hana si immobilizzò per qualche istante e con un tremolio generale del corpo mi prese la spalla.
-Questo è il nome della ragazzina che sogno…
Il terrore avanzava sul suo viso dandole un’aria tremendamente cupa.
Ero contenta che la morte avesse preso sua figlia e non lei, magari quello era solo un avvertimento e io ero pronta a proteggere la mia ex compagna con tutte le mie forze, non l’avrei più lasciata andare via contro la sua volontà.
-Lei ricorda qualcosa dei sogni?
-Ricordo solo che Kageya mi abbandona, se ne va noncurante del mio volere di seguirla e richiude dietro di sé un portale immenso, intrappolandomi per sempre in questa “dimensione”. Ho passato tutta la vita a cercare altre dimensioni, mondi alterni, ma niente da fare, una vita sprecata. Ho un marito benevole e ormai due figlie che non mi vogliono, questo è ciò che qualcuno ha scelto per me.

Ho sbagliato, ho sbagliato di nuovo! Non solo non ho cancellato per bene i suoi ricordi, ma le ho anche rovinato la vita! L’unica cosa che posso fare è non farla morire.

-Hana, potrebbe offrirmi qualcosa?
-Vuoi delle anime bianche?
A quelle parole rabbrividii, come faceva a sapere che io mangiavo anime? E come faceva a sapere le tipologie delle diverse anime? Qualcuno aveva intaccato il mio lavoro di cancellazione totale della memoria, qualcuno voleva che Hana ricordasse tutto e tornasse nel mondo delle tenebre per fare qualcosa.
-Scherzavo, era una battuta da anziana. Se vuoi ho del pollo.
-Certamente, grazie.
Mentre Hana stava andando a prendere degli avanzi di pollo per me corsi fuori dalla casa e iniziai a volare per cercare di trovare qualche persona bianca che si era rintanata nella dimensione T.
-Elker, escludi da questa dimensione tutti gli esseri demoniaci a parte noi due, inizia la caccia e dopo subito al rapporto davanti alla casa della protetta.
-Certamente Kageya!
Elker ubbidiente scacciò dalla dimensione tutti i demoni che ormai avevano mangiato e richiuse con cura il varco dimensionale così che noi due potessimo cibarci in pace; il sapore delle anime, del sangue, il rumore delle carni lacerate era diventato più buono dopo un lungo digiuno di sette decenni.

-Elker, ho appena scoperto che c’è stato un complotto in passato, dobbiamo trovare il colpevole, non abbiamo altra scelta; il nostro regno potrebbe essere in pericolo.
-Certamente Kageya… intanto ho mandato delle persone bianche nella nostra dimensione così che tutti possano mangiare tranquillamente. Poco prima di fare rapporto in questo luogo ho visto la morte, essa si aggira in questi quartieri; non riesce a trovare Hana a causa del suo aspetto mutato.
-Quindi… qualcuno vuole impedire che Hana torni nel mondo delle tenebre e qualcun’ altro vuole che lei torni, ma per fare cosa?
-Scusi l’intromissione, ma la cosa prioritaria è cercare di tenere al sicuro Satou, poi penseremo al complotto.
-Hai ragione Elker… rimani in questa dimensione perché potrei avere bisogno del tuo aiuto; vieni con me da Hana, dobbiamo scoprire di più.

-Kageya! Come mai sei sparita?
-Niente, nulla di che. Dovevo…
-Ma certo, dovevi andare a prendere tuo fratello! Posso sapere il suo nome?
-I…io? Io sono Elker… ministro…
-Mio fratello!
Dissi tappandogli la bocca con le mani.
Il vecchio Hideki se ne stava seduto su una poltrona fumando una pipa a guardare la salma marmorea della figlia mentre le altre due donne ci scrutavano con fare minaccioso.
Nella mia vita di dea della morte non avevo mai rinunciato ad un incarico, avevo sempre rifiutato di andare con degli altri dei della morte nella loro comunità in periferia delle dimensioni, avevo sempre convissuto con demoni, diavoli e mietitori di anime nel regno delle tenebre e in quel luogo mi ero fatta forte, ero riuscita ad arrivare al vertice e ad espandere la mia potenza tramite il mio impero, calpestando chiunque mi si fosse messo davanti. Per indagare sul complotto che gravava su Hana dovevo rinunciare ad essere la signora delle tenebre, la mia prolungata assenza dovuta alle indagini sarebbe potuta essere sospetta e per portare a termine le stesse dovevo essere quasi invisibile e non era possibile occupando un ruolo così importante.
Passammo la giornata a casa dei Satou a guardare Ayame morta e distesa in una bara. La sera io e Elker finalmente uscimmo da quella casa minuta.
-Scusi, dove passeremo la notte?
-Elker, siamo i due esseri più potenti delle dimensioni a mia conoscenza, vuoi che dei semplici umani ci facciano qualcosa?
-N…no!
Disse Elker per l’imbarazzo.
-Guarda, vedi quel vicolo?
-Sì… è un po’… un po’ tanto buio…
-Esattamente! Lì nessuno ci potrà trovare e potremo anche divorare qualche anima bianca o se non le troviamo divoreremo persone vita, sono meno nutrienti ma più saporite e comuni.
Ci appostammo nel vicolo dietro un cassonetto così da attutire i rumori delle urla delle persone che uccidevamo e dopo una bella scorpacciata, di nuovo pieni di energia, dormimmo sull’asfalto gelido. Quando mi svegliai Elker era già in piedi a fare la guardia.
-Elker, ho intenzione di dimettermi…
-Che?!
-Certo, penso che il complotto sia una faccenda veramente seria e conto sul fatto che essere una dea della morte mi aiuti più che essere una signora delle tenebre.
-Ha ragione, ma…
-Niente obiezioni. Ora ci divideremo e se succede qualcosa avvertimi. Vai in giro e pattuglia la zona circostante cercando la morte, non deve sfuggirci. Qualsiasi essere esterno a questa dimensione deve essere segnalato a me personalmente.
-Sì signora!

Durante la giornata andai da Hana e la portai a fare una passeggiata: una signora anziana doveva essere portata all’aria aperta ed io mi resi disponibile per l’incarico. Mi sembrava strano che Hana potesse invecchiare, me la ricordavo giovane, piena di forze e senza paura, ora era solo una misera mortale tremolante che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi da sola: una vista disgustosa.
-Hana, non crede che qualcosa del suo passato possa esserle stato nascosto?
-E’ una domanda molto ricorrente nei miei pensieri e non saprei che rispondere…
-Io potrei darle una risposta.
-Cosa? Davvero? Piccolina, non dare false speranza ad una persona come me…
-Non sono false speranze, questa è la verità, io potrei fornirle tutte le risposte che cerca…

-Ping! Ping!
-Il mio cellulare… dimmi Elker.
-E’…è successa una cosa imprevedibile, non sono arrivato in tempo…
-Che è successo?
-L’intera famiglia Satou è stata sterminata dalla morte, l’unica sopravvissuta è Hana…
-Inoltra il mio messaggio di abbandono definitivo dal mio ruolo di signora delle tenebre, la cosa si sta facendo seria…

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Capitolo 3
*** ombra e luna ***


-La cosa si sta facendo seria…
-Ma Kageya, questo è…
Sbattei il telefono in faccia a Elker.
-Hana, è successa una cosa che debbo assolutamente riferirle… la sua famiglia…
-Cosa è successo alla mia famiglia?
-Beh, non saprei come dirglielo.
-Dammi del tu…
-Va bene Hana, la tua famiglia è stata sterminata da un essere superiore detto la morte; qualcuno vuole che tu ritorni in servizio nel mondo delle tenebre mentre qualcun altro vuole che tu rimanga ignara di tutto e addirittura sparisca.- Hana era rimasta immobile, fissava il prato verde e una lacrima le sporcò il viso ruvido.
-Cosa? Cosa?! Non è possibile! La mia famiglia era giovane, Hideki, ma le mie bambine no! E poi che sarebbe il mondo delle tenebre?
-Non c’è da preoccuparsi, ti spiegherò tutto a tempo debito…

La morte aveva fatto il suo dovere, mi stava avvertendo di qualcosa ma la mia mente era ignara di tutto; dovevo scoprire a tutti i costi chi aveva mandato la morte nella dimensione T e per quale motivo voleva uccidere Hana… forse morendo sarebbe andata in una dimensione alternativa, oppure sarebbe dovuta morire per non venire a conoscenza del suo passato. Qualcuno era forse a conoscenza dei miei piani? Per quale astruso motivo Hana avrebbe dovuta rimanere ignara del suo passato? Avrei dovuto scoprire tutte quelle cose in breve tempo prima che la morte la trovasse.

-Hana, basta piangere: torniamo nella tua dimora.
In casa Satou era rimasto solo Elker che con mio stupore era riuscito a trattenersi dal mangiare le anime dei Satou, anzi, le aveva prese e conservate per non farle deteriorare.
Hana era distrutta alla vista dei suoi cari sgozzati e squarciati, faceva impressione anche a me vedere tutte quelle budella sparse per la casa; accompagnai la mia vecchia compagna in camera sua e chiesi a Elker tutto ciò che aveva visto o sospettato.
-I…io ero andato qua solo per vedere se Hana aveva scoperto qualcosa sul suo passato indagando durante il corso di tutta la sua vita, ma quando sono entrato ho visto solo una moltitudine di anime che vagavano libere all’esterno della casa; dopo averle catturate tutte e averti chiamata sono andato in giro per la città a cercare la morte ma niente: nessuno morto dopo di loro.
-Hai inoltrato le mie dimissioni dal mio ruolo principale?
-Beh, non proprio…
-Come sarebbe a dire non proprio?! Avevi un ordine preciso e tu hai disubbidito?!
-Ho qui l’ape delle anime, ma non le ho ancora dato l’ordine di partire.

L’ape delle anime è un’ape che porta messaggi sotto forma di anima a qualsiasi essere in qualsiasi dimensione esso si trovi.

-Mandala. Elker, devo farti una domanda molto importante… se una persona vita muore, dove finisce?
-Che domande, non lo so nemmeno io! Per scoprirlo dovresti andarci di persona!
-Mmh…
-Kageya?! La mia era solo una battuta: potresti non ritornare più indietro!
-Se io non torno ti occuperai tu che Hana non muoia prima dello scadere del suo tempo.
Il viso di Elker, da rosso mezzo diavolo quale era, divenne rosa salmone acceso, era come fosse impallidito all’idea che il suo superiore sarebbe potuto non ritornare per sempre.
-Ora parto, non mi deludere; ferma il tempo fino a quando le tue capacità lo permetteranno, so che ce la puoi fare. Ma prima… uccidimi, fa come ti pare ma uccidimi.
Il mio viaggio nella morte stava per avere inizio, non ero spaventata, ero stranamente curiosa.
Elker estrasse dalla sua cintura una corda rigida, la affilò coni denti, mi guardò negli occhi e spargendo una misera lacrima da umano mi trafisse l’addome. Il filo mi aveva oltrepassata, sentivo uno strano calore farsi strada dentro di me, non faceva male, era solo strano. Il sangue colava a fiotti dalla ferita, Elker piangeva miseramente vedendomi morire. Il calore si faceva sempre più intenso e saliva fino a quando si trasformò in un freddo glaciale che mi abbracciò completamente, tutto si faceva pesante, le energie c’erano ma non ero più in grado di utilizzarle, era stranissimo; non riuscivo a parlare, gli occhi rimanevano fissi e anche se volevo muoverli non potevo: ero come paralizzata. Questa situazione di stallo continuò per una decina di minuti, fino a quando le palpebre si chiusero da sole tra il rumore dei gorgoglii della mia bocca fuori controllo; sentivo ancora ma ormai era diventato tutto nero: ero arrivata nel luogo desiderato? Non lo sapevo, era totalmente buio intorno a me, forse la mia vita era finita, ma non poteva essere così!
-Ohi!! C’è nessuno in questo maledetto posto?! Cavolo! Rispondete!
Non sapendo che fare mi misi ad urlare, sbraitavo nella speranza che qualcuno mi venisse a prendere quando una voce lontana mi entrò nel timpano.
-Ombra, non ti sai controllare forse?
-Ma che?! Chi cavolo sei tu?! Fatti vedere!!
-Non c’è bisogno di urlare- disse pacatamente la voce femminile avvicinandosi velocemente –sono proprio in parte a te, come fai a non vedermi ombra?
-Ombra? Ma chi sarebbe questa ombra? Io sono Kageya, fammi vedere!
-Ombra, io non ci posso fare niente! Controlla il tuo potere e controllerai i tuoi sensi…
-Ma che sono tutti questi misteri? Primo, io non sono ombra e secondo, non riesco a vedere e mi sento male, dammi una mano…
-Mano? Una mano?! Non avevi mica detto che eravamo una stupida tribù alla quale non ti saresti mai affiancata? E allora perché nel momento del bisogno vieni proprio da noi?
-Tu… tu sei uno shinigami…
-Esatto ombra! Io sono Tsuki, luna.
-Luna? Ombra? Shinigami?
-Sembri spaventata… ombra, tu sei padrona del tuo potere… io sto controllando la tua morte.
-Tu hai questo potere?!
-Per noi shinigami è una cosa da niente! Vuoi imparare? Allora vieni con me, imparerai a controllare il tuo potere e a fare tante altre cose!
-V…va bene, però fammi vedere!
Ad un certo punto tutto il buio si velò di luce, una luce cristallina e celeste: finalmente potevo vedere e vedevo anche la donna che stava dinnanzi a me; era alta, i suoi capelli focosi erano lunghi fino alle scapole ed aveva un kimono bianco: lei era una shinigami.
Mi portò in un villaggio tranquillo, immerso nella campagna, ma ero del tutto certa che mi trovavo in una dimensione mai scoperta prima d’ora.
Ero sdraiata nel mio futon caldo quando tsuki venne da me.
-Ombra, perché ti ostini a stare dalla parte delle tenebre?
-I…io sono una shinigami… lo so.
-Vedo che i molti anni di assenza da casa hanno avuto i loro effetti: non sei più in grado di controllare i tuoi poteri.
-Io non sono mai stata qui, ne sono certa.
-Sbagliato, tu sei nata qui, non nella fossa maligna come tutti credono! Sai perché vedevi tutto nero, quasi come se fosse solo ombra?
-No…
-Il tuo nome ha radice nella parola ombra e il tuo potere è l’ombra, se non lo sai controllare offuscherà la tua vista, e alla fine prenderà il sopravvento su di te.
-Ma io non ho il tempo! Devo…
-So cosa devi fare, ma senza un allenamento tu non vai da nessuna parte: non abbandoniamo una compagna; il fatto è che se tu morissi a causa del tuo potere, quel potere non potrebbe più essere ereditato da un altro shinigami.

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Capitolo 4
*** storia di una generazione ***


-Ma Tsuki, io non ho il tempo…
-Non mi interessa: non voglio che qualcuno rinunci al potere dell’ombra. Siamo in guerra, ogni potere è indispensabile.
-Guerra? Ma io pensavo che gli shinigami stessero dalla parte del bene e…
-Noi infatti stiamo dalla parte del bene, ma Rakuen, terra, è stata accecata dal potere maligno e si è messo in testa che noi del villaggio della notte volessimo prendere il controllo di tutto il regno shinigami; a dargli il potere è stato Roku, il primo consigliere del vecchio signore delle tenebre…
A quel punto entrò un’altra shinigami dalla lunga veste gialla e dai capelli castani mossi dalla brezza mattutina.
-Tsuki, chi è costei?!
-Hoshi! Finalmente sei tornata dalla tua spedizione! Questa è Ombra.
-Ombra…- disse scrutandomi –Che ti serve schiava delle tenebre?!
-I…io sono capitata qui per caso.
-Hoshi, non te la prendere: potrebbe esserci utile nella lotta: è l’attuale signora delle tenebre.
-Ma che?! Lei fa parte del male! Non puoi portarla in questo luogo sacro!
Hoshi e Tsuki parlavano accesamente per tentare di capire cosa fare con me; sentivo che il mio sigillo del male stava crollando, stava collassando sotto il peso dell’aria sacra che aleggiava nella comunità. Avevo finalmente capito che qualcuno voleva distruggere gli shinigami e insieme ad essi anche Hana che ora si trovava in uno stato di fermo nella dimensione T.
-Elker, dimensione T: mandami tutte le informazione possibili su un certo Roku e poi fammi sapere se hai spedito le mie dimissioni… vai ape dell’anima!
-Guarda: ha spedito qualcosa: non ci possiamo fidare!
-Ombra, cos’hai spedito?
-Voglio saperne di più su Roku, deve essere un avversario molto potente se è riuscito ad intaccare la mante di uno shinigami.
-Racconterò tutto dal principio, da quando Yozora creò il nostro villaggio.- Tsuki aveva iniziato a raccontare la storia degli shinigami e ora finalmente potevo capire chi era Roku –Yozora fu la prima shinigami ad entrare in questa terra desolata, prima in possesso di Nanagu, signore delle tenebre; essa lo sconfisse con l’aiuto di Rakuen il grande che per amor di Yozora divenne shinigami. I due lavorarono sodo per riuscire a creare questa comunità e il primo villaggio che crearono fu proprio questo: il villaggio della notte. A Nanagu non era andato giù il fatto che i due shinigami diventassero sempre più forti e che uccidessero tutti i suoi servitori che andavano nella nostra terra in gran segreto per cercare di assassinare Yozora. Il signore delle tenebre aveva un primo consigliere, Roku, che con la sua astuzia si infiltrò nel nostro regno fingendo di essere uno shinigami. Yozora e Rakuen ebbero due figli: Shi, morte, e Inu, cane; essi divennero grandi e forti, gli shinigami più potenti che la nostra stirpe potesse conoscere. I due si accorsero che Roku era un servitore delle tenebre e dato che gli shinigami sono una specie pacifica idearono un piano. Lentamente tutti gli shinigami sparsi per le dimensioni, sapendo di una comunità, si aggregarono creando nuovi villaggi e nuovi shinigami. Roku era astuto e non si fece ingannare da Inu e Shii che presto furono uccisi: la colpa ricadde sul villaggio Hime, principessa, e Yozora, distrutta dal dolore tornò nel suo villaggio, il villaggio della notte, e si uccise. Rakuen, innamorato della moglie, incolpò della morte il nostro villaggio. Roku ormai era autonomo: Nanagu era morto e gli era succeduto un nuovo signore delle tenebre che non sospettava nemmeno della sua esistenza; grazie a questo fatto egli poté agire indisturbato tentando Rakuen e facendolo accanire contro il villaggio della notte. Ora questo conflitto va avanti da millenni e noi, grazie alla tua vita passata nel mondo delle tenebre, contiamo di riuscire a calmare l’ira di Rakuen e di sconfiggere definitivamente Roku.
-Wow… una storia davvero appassionante…
-Esatto- disse cinica Hoshi – adesso me ne vado perché Teshi (angelo), del villaggio Hime, mi deve portare delle informazioni: sembra che Rakuen si stia movendo…
-Scusa Tsuki, ma perché Hoshi è tanto arrabbiata con me?
-Vedi… Hoshi è la figlia di Shi: lei era sposata con Kaze, vento; durante il loro matrimonio ebbero come figli Hoshi e Kuro, nero. Ora Hoshi è arrabbiata perché sua madre è morta a causa di un consigliere del signore delle tenebre e beh… tu eri signora delle tenebre. Ora Kuro è con Rakuen, poiché non avendo più né padre né madre ha deciso di stare con il nonno, abbandonando la sorella; devi capirla: la sua è una storia difficile e nonostante la sua scorza esterna, dentro ha un animo buono e gentile. Poi devi sapere che anche Inu era sposato, aveva preso moglie al villaggio Hime: Shinju, perla. Ebbero un figlio, Teshi, cugino di Hoshi. Ora che è rimasta sola il suo unico conforto è Teshi che è rimasto in buoni rapporti anche con il cugino Kuro ed è per questo che riesce a prelevare istruzioni molto importanti sulle prossime mosse del nemico.
-E tu invece? Dato che siamo in ballo tanto vale raccontarmi tutto…
-Hai ragione. Io sono la figlia Mirai, futuro, e Hime, creatrice del villaggio omonimo e sorella di Yozora. Mio padre morì a causa di Roku: quando cercò di salvare Shii e Inu morì nel tentativo, mentre mia madre, beh, lei fu catturata da Roku quando sua sorella si suicidò e poi anche lei si uccise piuttosto che dare informazioni al nemico.
-Mi dispiace…
-Perché?
-Perché ora sei sola, totalmente sola…
-Non è del tutto vero…
-Perché? Tua madre e tuo padre sono morti, non hai cugini, né fratelli.
-Io ho tre fratelli.
-E che fine hanno fatto?
-Beh, mio fratello Sasori (scorpione) purtroppo seguì la sorte di mio padre Mirai e poi ho una sorella.
-Una sorella? E come si chiama?
Sentivo che il mio cuore stava cambiando, il male che avevo dentro si stava trasformando in energia benefica: mi stavo purificando.
-Kage.
-E ora dove sta?
-Quando nacque mio padre sentì che Roku aveva trasferito parte del suo potere in lei e la lasciò nella dimensione T; mia madre pianse a lungo, mentre io e mio fratello la cercammo per anni, senza mai trovarla, fino a quando mia madre si uccise e mio padre e mio fratello morirono valorosamente. Io finalmente la trovai quando sfiorò la morte.
-…
-E le cambiarono nome: da Kage a Kageya.

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Capitolo 5
*** il complotto ***


-E le cambiarono nome: da Kage a Kageya.
-Kageya? Quindi… io sarei tua sorella?! Non è possibile…
-Non ti immagini nemmeno quanto io sia felice di averti ritrovata… mi dispiace solo che Sasori non possa vederti…
-A me non dispiace per niente! Io non sono tua sorella e non voglio avere nulla a che fare con gli shinigami! Sono venuta in questo luogo solo perché dovevo salvare Hana!
-Hana… dici la strega? Devi stare lontana dalle streghe! Hanno il potere di ingannare la tua anima!
-Stai zitta…- dissi chiudendo gli occhi e tendendo le braccia –tu non puoi capire… Hana mi è sempre stata accanto e non ha mai smesso di sostenermi, lei è parte della mia anima poiché io le ho donato un pezzo della mia, non posso abbandonarla proprio quando ha più bisogno di me.
Dopo quelle parole Tsuki non proferì altre parole: stette lì, immobile davanti a me; non sapevo cosa dovevo fare, si era venuta a creare una situazione difficile perché volevo aiutare Hoshi, Teshi e Tsuki a distruggere Roku e togliere il male da Rakuen e Kuro, ma dovevo anche allenarmi per aiutare Hana a sopravvivere e dovevo scoprire chi la voleva morta, chi la voleva viva e per quale motivo… ero in una situazioni bizzarra.
-Kage…
-Chiamami Kageya!
-Va bene, Kageya, un certo Elker si è ucciso.
-Cosa?!- una smorfia di terrore si dipinse sul mio viso –Non è possibile: lui doveva sorvegliare Hana, doveva aiutarmi e tornare nel mondo delle tenebre…
-Mi dispiace, ma non possiamo salvarlo perché è stata la morte in persona ad ucciderlo in uno scontro… Teshi sta andando a controllare e tra non molto farà rapporto.
La morte si era avvicinata ad Hana e io non potevo fare nulla per salvarla, ero rinchiusa nella terra degli shinigami e Elker non poteva più sorvegliarla…

Arrivò Teshi con il rapporto e diceva che Elker era stato ucciso dalla morte nel tentativo di proteggere una mortale; dopo essere morto la morte ha preso la mortale e l’ha portata al confine del regno degli shinigami. C’era una connessione tra gli shinigami e la morte… forse era Roku, che infastidito dalla presenza di una signora delle tenebre stava venendo allo scoperto… ma perché non volere che Hana viva? Perché noni dovrebbe ritornare nel mondo delle tenebre insieme a me? Non avrebbe causato alcun danno alla terra degli shinigami… dovevo scoprire di più su questa faccenda e anche in fretta perché gli anni di vita di Hana non sarebbero stati infiniti.
-Teshi, riusciresti a portarmi dalla morte? Dovrebbe trovarsi vicino al castello di Rakuen.
-Certo Tsuki! Però in quella zona Roku e Kuro stanno combattendo una guerra contro il villaggio Cho: il villaggio della farfalla…

Andammo tutti e tre al villaggio della farfalla e vedemmo una piccola insenatura nel terreno che si propagava fino all’orizzonte.
-Ombra, che ti succede?
-No, nulla…
Indicò il solco –Questa è una barriera che protegge la terra degli shinigami e solo degli dei della morte possono entrare, non ti devi preoccupare.
-Di cosa mi dovrei preoccupare?!
-Che qualcuno entri.
Tsuki aveva centrato in pieno il mio problema: avevo paura che entrasse la morte, non volevo vedere Hana tra le sue infime braccia… alzai lo sguardo, timorosa, e finalmente vidi lei: stava in piedi davanti a me, gli occhi iniettati di sangue e la vita che le stava scivolando di mano. La morte aveva una mano infilzata nella sua schiena e la comandava risucchiandole energia vitale; la faceva ballare e ridere, come se fosse una presa in giro per qualcuno, ma per chi poteva essere? Gli occhi cavi della morte sembrava guardassero incessantemente Teshi e Tsuki e i loro occhi sembravano compiaciuti, soddisfatti di un lavoro ben fatto. Non volevo stare in quel luogo un secondo di più e allora mi ritirai nella casa di Tsuki. La sera arrivò e con lei anche i due shingami che stettero in cucina tutto il tempo a parlare. Ero rimasta sconvolta dalla vista odierna e allora decisi di volerne sapere di più: dovevo origliare i loro discorsi.

-Visto? È un buon sicario.- disse soddisfatta Tsuki bevendo un sorso di liquore.
-Sì, avevi proprio ragione; il nostro piano sta’ funzionando.
-Abbiamo anche un vantaggio: Roku e Kuro stanno combattendo contro il villaggio Cho e questo distrarrà Roku che non potrà comandare Rakuen a suo piacimento essendo distante. Entro domani notte conto che il soggetto muoia e così anche la rinascita di Nanagu.
-Esattamente! Se Roku non avrà il corpo, l’anima non potrà albergare! È stata un’idea meravigliosa quella di ucciderla! Se muore nessuno la potrà salvare!
-Calmo Teshi, non urlare o Kage ci sentirà. La morte ha eliminato parecchi testimoni, è riuscita ad uccidere anche un mezzo demone quale Elker… è addirittura riuscita a mandare fuori pista Kage pensa che qualcuno voglia viva Hana, ma in realtà, se vinciamo noi morirà per sempre, sia anima che corpo, mentre se vince Roku morirà l’anima, ma nel suo corpo entrerà l’anima di Nanagu.

Quella discussione mi aveva aperto gli occhi sulla vera natura degli shinigami: erano esseri spietati… a quel punto decisi che dovevo fare tutto da sola, doveva salvare Hana; di sicuro non sarei mai riuscita a battere degli shinigami, però sarei riuscita a scappare con lei fino al regno delle tenebre…

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Capitolo 6
*** addestramento ***


-Hana, devo aiutarla… ma come? Forse sarebbe giusto farsi addestrare dagli shinigami, tanto l’addestramento non potrebbe mai causare dei danni ai miei poteri!- così pensai e l’idea mi sembrava ammirevole. Scesi dal mio caldo futon, andai in cucina ma non trovai nessuno per parlare, allora mi diressi in veranda e sul prato che parlavano stavano Tsuki e Teshi. -Tsuki!- urlai; lei, spaventata, girò di scatto lo sguardo e mi urlò di risposta.
-Che ti serve sorella?
-Sai… mi avevi proposto un allenamento specifico per potenziare i mie poteri e mi chiedevo se…
-Se l’offerta era ancora valida? Ma certamente! Io non mi tiro mai indietro!
-Esatto… allora quando si parte?
-Beh, come vedi oggi ho da fare, sto organizzando con Teshi, ma domani si può fare: domani pomeriggio recati al villaggio Hime
-D’accordo!- dissi con entusiasmo e me ne tornai in camera mia facendo attenzione a chiudere a chiave la porta prima che qualcuno potesse entrarci.
Cavolo! Oggi cosa dovrà fare di così importante… ucciderà Hana? Non lo so, non lo so! Non posso sempre sapere tutto, non posso sempre salvare tutti, non posso sempre battere tutti: sono una misera shinigami! Purtroppo mi manca anche il coraggio: tremavo quando dissi di sì all’allenamento da sola con mia sorella… i poteri di uno shinigami adulto ed esperto come Tsuki non sono paragonabili ai poteri di un piccolo shinigami per lo più inesperto, inconsapevole fino a due giorni prima dei suoi poteri! Salvare Hana, dovevo tenere a mente solo quello e tutto sarebbe andato liscio come l’olio.
Passai la giornata in camera, senza mangiare, in attesa di Tsuki dalla sua “missione”.
-Toc toc, è permesso?
-Certo Tsuki…
-Sembri giù di corda… allora, devi riposare perché domani l’allenamento ti sfinirà. I primi giorni non si vedranno miglioramenti, ma il terzo giorno di allenamento darà i suoi frutti, vedrai!
-Va bene, ora riposo… a domani.
-A domani!- disse amorevolmente mia “sorella”.
Arrivò l’indomani e con esso anche il brutto tempo. Mi avviai di buon’ora al villaggio Hime poiché distava molti chilometri dal villaggio Yozora, e arrivai nel pomeriggio.
-Kage! Allora ce l’hai fatta! Bene iniziamo subito senza perderci troppo in chiacchiere.
-Ok!
-Vedi quella sfera luminosa al centro del tempio davanti a noi?
-Che cavolo chiedi?! È ovvio che no: non posso vedere attraverso le pareti!
-Ma con il tuo potere riusciresti… guarda come faccio io: Tsuki chikyū no ago o konzetsu o setsudan! (luna tagliente sradica le fauci terrene!)- disse poggiando le due dita sulle tempie. A quelle parole i suoi occhi si illuminarono del colore della luna e ogni dove guardava sembrava distruggesse ciò che era solido, e quando richiudeva gli occhi tutto tornava alla normalità… stupefacente!
-Vedi? Io l’ho vista la sfera. Ora prova anche tu.
-… come?
-Come?! Oddio… devi fare come me e dire: Kage wa bokka-tekina hikari o konagona ni (ombra idilliaca frantuma la luce). Ok?
-Ok…
Dissi quelle parole e ad un tratto le tenebre scesero sui miei occhi, non ci vedevo nulla, ma quando li aprivo sembrava che le tenebre insite nei miei occhi uscissero e mangiassero tutta la luce del paesaggio facendolo diventare scuro, in quel modo tutto diventava come trapassabile con la vista e vidi la sfera.
-Brava! Fortuna da principianti, ma brava!
-Grazie… e ora?
-Forse tu non te ne sei accorta, ma guarda il cielo…
La notte era scesa sul mondo degli shinigami, c’erano stelle dappertutto e alcuni shinigami dorati e lucenti volavano in cielo quando uno salutò movendo il braccio.
-Ciao Hoshi!- disse Tsuki.
-M…ma come mai è già notte?!
-Mentre avevi gli occhi chiusi sono passate tre ore prima che tu li riaprissi, è un processo molto lungo.
-Ma come mai tu ci hai messo solo due secondi?!
-Perché io sono più forte di te, come lo è il mio potere rispetto al tuo. Stanotte dormiremo al villaggio Hime e domani, stessa ora, stesso luogo, per il secondo giorno di allenamento. Dormi ora.
-Ok.- sapevo dove dormire: mi sarei accampata sotto il cielo stellato. –Che bello! Il cielo è fantastico! Dormirò benissimo…- dopo quelle parole iniziò a piovere a dirotto e dormii tutta notte sotto l’acqua, all’agghiaccio.
-Good morning shadow!- arrivò Tsuki con un ombrello a ripararmi. –Perché hai dormito qui stanotte?!
-Perché non sapevo dove andare!
-Io ti aspettavo nella locanda in piazza! Fa niente…- disse sospirando – alleniamoci.
-Ma mancano ancora sette ore prima dell’orario di allenamento!
-Lo so, ma dato che non hai eseguito le istruzioni per la notte inizieremo subito.
-Questa è un’ingiustizia!
-Lo so.- disse sorridendo sarcasticamente.
-Che devo fare oggi?
-Ti ricordi la sfera di luce di ieri?
-Ovvio.
-Bene, ora la dovrai raggiungere. Ti do al massimo dieci ore, io ti aspetterò davanti ad essa.
-E quando sarò arrivata cosa dovrò fare?
-Tu non preoccuparti di questo: cerca di raggiungere la sfera piuttosto!U -Va bene… dieci ore sono troppe…U -Non sottovalutare il mio allenamento; non preoccuparti del tempo, tu raggiungila e basta, se ci riesci… il tempo parte tra tre, due , uno… via! Corri!
Iniziai a correre a perdifiato fino all’ingresso del tempio e una volta entrata mi sedetti.
-Quanto tempo che ho a mia disposizione! Fin troppo! Starò un po’ qui a riposare dato che stanotte non ho dormito…- dissi sbadigliando; dopo poco mi addormentai.
-Yawwwn!- mi stiracchiai e guardai l’orologio.
-Cavolo… mancano ancora tre ore: sono tantissime! Va beh, camminerò piano.
Iniziai a camminare lentamente, senza preoccuparmi del tempo che scorreva inesorabilmente. Girai tre volte a destra, due a sinistra e per otto volte non andai né a destra né a sinistra: andai diritta. Per non perdermi avevo lasciato piccoli frammenti di energia spirituale attaccati alle pareti, quando per la quarta volta girai a destra e ritrovai tutti i frammenti di energia spirituale e la porta d’entrata.
-Come è possibile?! Io non ho mai ripercorso la stessa strada, ne sono sicura! Riprovo, magari mi sarò sbagliata, sarà la stanchezza…
Ripresi il cammino vagando un po’ a caso evitando le zone dove avevo già sparso energia spirituale, ma per dodici volte mi ritrovai all’ingresso. Mancavano dieci minuti allo scadere del tempo necessario per finire la prova, anche se ero consapevole che non ce l’avrei mai fatta, tentai di nuovo.

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Capitolo 7
*** il tempo...inesorabile nemico... ***


-Allora, non può essere che io soccomba al tempo, è impensabile! Io sono una shinigami e una signora delle tenebre allo stesso tempo, forse sono l’essere più potente di tutte le dimensioni, e allora perché in questo luogo sono così debole?! Non mi devo preoccupare, se mi faccio fregare dal tempo non ce la farò mai… pensa Kageya, pensa… trovato! Potrei utilizzare parte di energia spirituale che mi rimane in corpo e inviarla alla sfera, lei attraverserebbe i muri, ma una volta arrivata mi indicherebbe la strada terrena, ovvio! Rimarrò un po’ a corto di energie, ma è l’unico modo possibile per uscire da questa trappola…
Cinsi con le mani il mio petto, chiusi gli occhi e dopo un bel respiro pronunciai:
- Sen-nen no seishin wa, yopparatta, tabete kui to seishin no ryūshi o ajiwauga,-dō o mitsukete, akarui sōsu ni tsurete itte!
(Spiriti millenari, scatenatevi, mangiate, divorate e assaporate le particelle di spirito, ma trovate la strada e conducetemi alla sorgente lucente!)
In quel momento il mio petto iniziò a colorarsi di celeste e le mie mani si riempirono di energia spirituale, molti esserini che facevano parte della mia energia spirituale (erano gli spiriti che avevo mangiato e le anime che avevo legato alla mia e al mio sigillo) vagavano intorno a me, guardandomi ostilmente e divorandomi pezzi di braccia e gambe, anche a loro serviva energia per arrivare alla sfera, e una volta che anche io ci fossi arrivata, avrei ripreso tutto, tutto mi sarebbe stato restituito.
Quando aprii gli occhi scaraventai tutta l’energia spirituale condensata nelle mani avanti a me e mi ritrovai tutta divorata; non faceva male, faceva male pensare ad Hana, mentre ero lì dentro ad allenarmi non sapevo cosa Tsuki, Teshi e Hoshi facessero alle mie spalle… dovevo arrivare alla sfera di luce!
-Cinque minuti!
-Tsuki lo so! Non c’è bisogno di ricordarmelo! Ehi… ma… dove sei?!
-Ho messo dei microfoni e delle telecamere…
-Davvero?!
-Ma ti pare! Sto usando il mio potere.
-Ed è così potente?!
-Sto appena sfiorando la sua potenza minima.
Pensai –non ce la posso fare… il piano A è andato a quel paese, non posso sconfiggerla. Dovrò usare il piano B, ma il problema è… che non l’ho ancora ideato! Mi manca Elker, avrebbe saputo ideare un nuovo piano…
Mancavano solo tre minuti e la mia energia spirituale non era ancora arrivata alla sfera luminosa, pur oltrepassando i muri non ce l’aveva fatta e poi, anche se fosse arrivata in quel momento, conciata come ero non ce l’avrei mai fatta a raggiungerla, contando che io non passo attraverso i muri… anche se sapevo che non mi sarei mai dovuta arrendere non potevo farcela, era praticamente impossibile.
-DING-DONG! Tempo scaduto sorella!
-Lo so…
-Oh, ma… come mai sei conciata così male?!
-Indovina…
-Lo so! Stolta!
-Ehi, perché ti sei incazzata?! Non ho fatto nulla di male!
-Come no! Quello che abbiamo fatto ieri non conta?! Ti scordi così facilmente? Vuoi salvare Hana o no?
-Ovvio che sì!
-Allora piantala di prendertela comoda! Non dormire! Ricorda!
-E cosa dovrei ricordare?!
-Abbiamo visto attraverso i muri ciò che volevamo vedere e non pensi che potevamo anche raggiungerlo?!
-…
-Tutto il tempo che ti ho lasciato… la maggior parte era stato ideato per pensarci! E tu nemmeno un pensiero… mi deludi.
-Ti deludo? Ti deludo?! E io allora cosa dovrei dire di te?! Tu mi hai ingannata, illusa…
-Cosa? Stavamo parlando dell’allenamento, non cambiare discorso.
-Non cambiare discorso tu! Lo so cos’hai fatto! Lo so!
-Non continuare, ti prego…- disse Tsuki con l’aria sofferente e con gli occhi velati di lacrime.
-No, io non smetto! Tu hai…
-Basta!- disse urlando e lanciandomi un’onda d’urto con le mani che mi fece svenire. Da lì il nulla…

Aprii i miei occhi, la vista era appannata, ma era normale dopo aver ricevuto un colpo di quella potenza…ma almeno il mio corpo era tornato completo.
-Ciao sorella…
-Tsuki! No, ti prego, non farmi del male!- dissi rannicchiandomi su me stessa.
-Stai calma, non ti farò del male. Vedi, anche se ero arrabbiata, non potevo colpirti con la mia potenza massima: sul cuore ho un sigillo che regola l’afflusso di energia spirituale rispetto alla “battaglia” da affrontare: il nostro era un semplice allenamento da principianti, non pensavo di farti male.
 -…
-Senza parole è? Non pensavo di farti male, ma tu non farmi più arrabbiare.
-Penso di aver imparato una lezione molto importante…
In quel momento dalla porta della mia camera intravidi il viso di Teshi e il morale calò…
-Kage, vado un attimo fuori, ma torno subito. Tu riposa.
-Certo…
Tsuki uscì accarezzandomi la fronte con la mano e sorridendomi prima di uscire. Mi voleva bene sul serio…
Mi zittii per sentire di cosa parlavano.
-Tsuki, la morte è ancora fuori da Hime e… si prende gioco di noi!
-Esatto Tsuki.
-Hoshi, era un po’ che non ci si vedeva, non me lo aveva detto Teshi che c’eri anche tu oggi.
-Continuando, come ho già detto prima la morte è lì fuori e gioca con il corpo di Hana: ci fa vedere la sua vita che non è come quella di un’anziana, ma come quella di una strega in perfetta forma e poi… la sua anima, quella che estrarrà.
-La morte è? Bene, la morte è un sicario: non penso si farà problemi a darci il corpo in cambio di una lauta ricompensa.
-E’ vero, non ci avevo pensato! Ma con cosa lo paghiamo?
-Questa domanda da te, Hoshi, non me l’aspettavo… ebbene, la pagheremo con una vita.
-Una vita?!- dissero in coro Hoshi e Teshi.
-Ovvio.
-Ma quale vita?
-Fino a ieri avevo un’idea, ma… non posso, l’ho ritrovata dopo molto tempo.
-Ti capiamo…-disse Teshi.
-Non è vero! Io in questa battaglia ho perso madre, padre e nonna! Ora dovrò uccidere mio nonno e mio fratello…
-Hoshi, io ho perso mia nonna, mia madre Shinju e mio padre Inu, e dovrò uccidere mio cugino e mio nonno!
-Bene, allora io ho perso zia, fratello, madre e padre, e ora perderò nipote e zio, per una volta che mi rimane un familiare volete che lo ammazzi?!
-Sì.
-Hoshi, come fai ad essere così crudele?! Sei triste perché hai perso i tuoi cari?! Tutti ne abbiamo persi!
-Ho capito, ma l’obiettivo principale rimane lo stesso uccidere Roku e se necessario anche Rakuen e Kuro, affinché l’anima di Nanagu non entri nel corpo di Hana, dobbiamo uccidere anche lei. Abbiamo fatto un patto in cui eravamo disposti a fare tutto il necessario per sconfiggere e sradicare il male per sempre dalla nostra terra! Se fosse necessario… se il male ti prendesse… io ti ucciderei. I miei familiari hanno combattuto e sono morti per questa causa e non lascerò che i loro sacrifici siano invani.
-Strano, tuo fratello è entrato completamente nella causa.
-Come osi?! Ormai non è più mio fratello! È un nemico! Non esiterò ad ucciderlo il giorno della battaglia.
-Piantatela ragazze! Il mio parere è che dovremmo ucciderla e so anche in che modo.
In quel preciso istante mi addormentai.
-Allora diccelo!
-Bene, Tsuki, tu l’allenerai e tramite un allenamento speciale le sottrarrai tutti i poteri; poi, quando arriverà il giorno della battaglia andremo dalla morte, le offriremo quei poteri e in cambio prenderemo il corpo di Hana e lo distruggeremo, così potremo distruggere Roku, Rakuen e Kuro in tranquillità. Che ve ne pare?
-Ottimo!
-Direi che potrebbe andare, l’importante è che non si uccida mia sorella.


Non so se ve ne siete resi conto, ma ho ritrovato il piacere di scrivere! Confrontate con i capitoli precedenti :)

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Capitolo 8
*** cuore e spirito ***


-Kageya? Ma sei sveglia?
-Oh? Si, sono sveglia.
-Cosa ne dici di andare ad allenarci?
-Non penso sia una buona idea…
-E perché mai non dovrebbe essere una buona idea?
-Lo sai… vi ho sentiti parlare…
-Hai sentito tutto?!- sul suo viso apparve un’espressione di terrore.
-No, mi sono addormentata poi. Però…
-Non continuare, basta…
-Ma io…
-Ho detto basta! Il mio sigillo non è ancora stato rimosso, ma posso comunque ucciderti in queste condizioni. Avevi detto di aver capito.
-Infatti ho capito.
-Allora ci alleneremo.
-Ma io ho detto che non voglio.
-Allora vorrà dire che ti costringerò.
In che modo poteva costringermi? Era impensabile costringere una persona ad allenarsi, era…impossibile!
Mi fece alzare di peso e mi portò volando su un tiken rosso fino al villaggio Hime, dove la morte teneva Hana in braccio.
-Vedi? Quella è la morte e tiene in braccio la tua amica. Io posso benissimo pagare la morte e uccidere Hana, potrei sacrificare uno shinigami e donarle quella vita in cambio di quel misero corpo.
-No, non puoi ucciderla, avevate detto che mi avreste aiutata a salvarla!
-Io non voglio salvare lei, voglio salvare la mia terra e il mio popolo e farò di tutto, dato che ora sono riconosciuta come la condottiera del popolo degli shinigami, perché io sono la più forte shinigami di tutti i tempi, perfino più forte di Inu e Shii, figli dei divini Rakuen e Yozora. Allora vuoi allenarti di nuovo con me?
-Non voglio, però mi costringi.
-Bene, allora esercitiamoci!- disse sorridendo con un tono di soddisfazione.

-Vedi il tiken che sta in fianco a me?
Era il tiken rosso che ci aveva trasportate dal villaggio Yozora al villaggio Hime.
-Certo che lo vedo.
-Siamo già a buon punto.
-Perché?
-Perché lei è Kokoro, cuore. È il mio tiken, un essere portentoso dalla forza millenaria tramandata di generazione in generazione. Strano che tu riesca a vederla senza un allenamento specifico: i suoi avi le hanno tramandato una grande tecnica, la tecnica del Kakurega, nascondiglio. Questa tecnica consiste nel portare a se tutta la forza spirituale degli antenati e usarla come membrana protettiva; se le energie spirituali sono elevate, esse saranno abbastanza dense da far apparire colui che usa la tecnica del Kakurega un semplice ammasso d’aria, e come se non bastasse le energie spirituali ridanno energia a chi le usa in battaglia o no.
-Che tecnica straordinaria! Stupefacente!
-Quello che farai oggi sarà combattere contro Kokoro.
-Cosa?! Stai per caso scherzando?!
-E perché mai dovrei scherzare?
-Perché lei… lei è… un tiken! È una pazzia combattere contro un tiken!
-Ricorda,ti avevo detto che avevo un sigillo sul mio cuore, e io e Kokoro siamo legate l’una all’altra come fossimo una cosa sola, pensa…
-Dove vai?!
-Vi lascio al combattimento, ti do cinque ore. PENSA.
In quell’istante Tsuki scomparve e io rimasi da sola dinnanzi al tiken.
-Ancora, devo pensare ancora?! Lei e Kokoro sono una cosa sola… il sigillo sul cuore…non lo so!
Intanto il tiken girava intorno a me minaccioso più che mai, mentre io mi sforzavo di trovare una soluzione a quell’enigma propostomi da Tsuki.
-Risolvendo l’enigma dovrei riuscire a battere il tiken…oppure è un modo per avere meno paura… Kokoro, Cuore, sigillo, una cosa sola…
In quell’istante il tiken lanciò uno delle sue urla acute che fece diventare pietra il sangue del mio braccio sinistro.
-Maledizione! Non ci voleva! Ma…ma cosa fai?! Non vorrai mica lanciare un fuoco di terra vero?!
Il tiken spalancò le fauci e lanciando una nube di fumo in principio, fece uscire un’ondata di lava incandescente coronata da fiamme e sangue, probabilmente delle sua vittime passate, che mi colpì in pieno la schiena, che avevo usato come riparo per il volto.

-Tsuki, che allenamento è?
-Teshi, non ti preoccupare… vedi la mia Kokoro?
-Ovvio.
-Solo per vederla si spreca tantissima energia spirituale, quella che mia sorella sta sprecando la sto immagazzinando tutta, in modo che non la possa recuperare. Se tenterà, invano, di attaccare la mia piccola sprecherà altra energia spirituale. L’unico punto in cui la può colpire è il sigillo e, togliendolo, potremo tornare ad essere potenti come un tempo. Roku non ci potrà più battere.
-Sarà in grado di rompere il sigillo?!
-Solo un estraneo può rompere il sigillo. Il mio cuore è nelle sue mani.

-Cuore, Kokoro… ma certo!- dopo aver ricevuto il fuoco di terra sulla schiena iniziai a capire. Il problema però era che quel fuoco di terra era più forte di quello del tiken che avevo sconfitto nel regno della luce e quindi questo non mi aveva lasciato una sfregiatura, ma continuava a bruciarmi dall’interno, così che io disperdessi molta energia spirituale.
-Tu, tu sei il cuore di Tsuki! Se io ti toglierò il sigillo potrei vincere!
Non capivo come mai ci ero arrivata così tardi, mancavano solo tre ore allo scadere del tempo.
-Ti colpirò! Ovvio! Per oltrepassare le particelle di spirito potrei usare… ma certo! Kage wa bokka-tekina hikari o konagona ni!
Mentre avevo gli occhi chiusi sentivo che il fuoco di terra continuava incessantemente a bruciare e a divorare le mie carni; sentivo il tiken che abbozzava degli attacchi meno morti del fuoco di terra addosso al mio corpo. Ci stavo mettendo troppo tempo. Non potevo metterci tre ore come la prima volta, dovevo muovermi; ma quella volta accadde qualcosa che non doveva accadere: vidi davanti a me Hana, viva e giovane come una volta.
Mi avvicinai lentamente –Hana… non andartene, vieni qui…- mentre tutt’intorno era il nulla lei risplendeva nell’oscurità e mi guardava con timore.
-Hana, perché scappi?
-Non uccidermi, non farlo!
Mi accorgevo che guardandola le tenebre la stavano risucchiando, più io la guardavo più lei soffriva e più le tenebre avanzavano. Stavo diventando un mostro, un terribile mostro… cercai di guardare qualcos’altro, ma i miei occhi non si spostavano e non si chiudevano ulteriormente, anche se ce li avevo ancora chiusi; era un sogno oppure era la realtà?
-Hana, perdonami! Non posso fermarmi!
-Kageya, basta! Lasciami andare, ormai tutto è già stato deciso, perché non vuoi capire? Tutto è effimero, tutto! Puoi vivere a lungo, ma prima o poi scomparirai anche tu!
-Lasciarti andare?…perché dovrei?!
-Lasciami andare!
A quelle urla aprii gli occhi, guardai il tiken e lo oltrepassai con lo sguardo.
-L’ho visto, il tuo sigillo… Kage no seishin wa, hakai suru! (spirito nell’ombra, distruggi!)
In quell’istante il sigillo all’interno del tiken si frantumò e sentii un’energia spaventosa provenire da esso: era diventato più forte e di conseguenza anche Tsuki.
-BASTA COSI’! Ottimo lavoro Kokoro, torna da me!
-Tsuki!- come pensavo anche la sua energia era cresciuta drasticamente.
-Hai fatto un’ottimo lavoro.
-Grazie…
-Hai riaperto gli occhi solo dopo due ore, un netto miglioramento. Il problema è che hai perso moltissima energia spirituale.
-La riacquisterò.
-Sì… hai risolto l’enigma, vedo che la lezione è stata imparata.
-Sì.
-Hai subito gravi danni… il braccio sinistro… si può curare, ti porterò da Shokubutsu (pianta) il curatore e ti rimetterà in sesto. Per quanto riguarda il fuoco di terra continua a bruciare.
-Come lo sai?
-Perdi energia spirituale a fiotti. Per quello ti curerò io. Vieni qui e mostrami la schiena.
Mise le mani sulla mia schiena e disse:
-Gurabingu, chūmoku wa, ridaiyaru (estirpa, cura, ricomponi).
Vidi una luce verde aleggiare intorno alla mia schiena, che si squarciò. Il fuoco di terrà uscì, i miei organi vitali si ricomposero e infine tutto si richiuse come era prima; ma l’energia spirituale, per qualche motivo, non era ancora tornata e mi sentivo debole…

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Capitolo 9
*** affari in sospeso ***


Dopo essere andate da Shokubutsu, io tornai al villaggio Yozora per rimettermi in sesto e per riposare dopo l’estenuante allenamento contro Kokoro.
Pensai:
-Perché, perché l’energia non torna?! Il mio spirito è sempre più debole e non posso continuare così… se l’energia spirituale non ritornerà temo che dopo non potrò più recuperarla, e questa volta definitivamente…

-Tsuki, sei stata davvero geniale!
-Lo so, la mia tecnica ha funzionato e… la mia Kokoro è diventata spaventosamente forte. Teshi non è venuto?
-Aveva… beh, degli affari in sospeso.
-Affari in sospeso?
-Sì, affari in sospeso.
-Quali affari?
-Non… non posso dirtelo.
-Come sarebbe a dire “non posso dirtelo”? Siamo un gruppo! Dovreste svelarmi tutto! Sono arrivata perfino a tradire mia sorella perché me lo avete detto voi! L’unico membro della mia famiglia… e io lo sto distruggendo per voi! Per voi, SOLO per voi. Mi sento tradita…
-N…noi non ti stiamo tradendo! È solo che non posso svelartelo!
-Teshi era ed è il mio migliore amico, e tu ora sei in combutta con lui?! Come osi?!
-Ti ho detto che noi non stiamo tramando contro di te!
-E io dovrei crederti?
-Credimi, ti chiedo di fidarti di me…
-No, o mi dici cosa sta succedendo o…
-Oppure?
-Oppure mi unirò a loro.
-A loro?
-Certo, proprio a loro. Ti meraviglia la mia scelta?
-Certo che no. Solo non capisco il motivo della tua arrabbiatura.
-Non lo capisci? Sto uccidendo mia sorella, dopo averla ritrovata, e lo stavo facendo per voi e per il regno degli shinigami; e ora vengo a sapere che mi tagliate fuori… come pensi che mi senta? Vorrei…vorrei uccidere Hana con le mie mani, la voglio distruggere.
-Non farlo ,dobbiamo aspettare e dobbiamo fare esaurire tutte le energia a Kage prima di uccidere Hana, potrebbe intromettersi nella battaglia e scagliarsi contro di noi; meglio non rischiare.
-Va bene…
-Sono contenta che tu abbia capito.
-Io non ho capito per niente, ma starò al gioco. Voglio però che voi non assistiate più agli allenamenti di Kage e non vi aggiornerò di certo sui miei progetti.
-Purtroppo, anche se mi spiace ammetterlo, la tua idea è giusta.

-Kageyaaa?
-Ci sono.
-Ma guarda un po’ che bella giornataaa!! È ora di…
-Allenamenti…
-Esatto! Non sei felice?
-No, per niente!
-Che permalosa!
-Cazzo, non vedi che la mia energia spirituale si è ridotta a un quarto di quella che dovrebbe essere la mia potenza massima?!
-Te l’ho detto che il terzo giorno sarebbero arrivati i risultati!
-Veramente questo è il quarto.
-Quante storie! Non ti ricordi che non avevi completato un allenamento? Questo è il giorno più adatto per allenarsi!
-Non capisco come tu faccia ad essere sempre così felice, non riesco a spiegarmelo.
-Sarà perché è ora di allenamento!
-Non ne ho voglia oggi.
-Allenamento forzato?
-Ho detto che oggi non ne ho voglia.
-Kokoro???
-Cosa? Kokoro?! Cosa vuoi fare?!
-Semplice no? Portarti nel luogo dell’allenamento grazie a Kokoro.
A quel punto Kokoro entrò dal tetto, sfondando la cassa e ruggendo felicemente, come un animaletto domestico, mi prese tra glia artigli, aspettò che Tsuki salisse sulla sua groppa e partì sferragliando con le grandi e possenti ali.
-Eccoti al villaggio Hime.
-Ma che novità!
-Fai del sarcasmo? Bene, l’allenamento durerà dieci ora oggi.
-Cosa?! Oh no… bene, allora sentiamo sorella, cosa dovrei fare oggi?
-Oggi, oggi… beh, ma che domande sono? Un maestro sa sempre che allenamento far svolgere al proprio discepolo!
-Allora dimmelo.
-Ovvio che te lo dico… innanzitutto allenati con l’incantesimo.
-Tsuki…
-Dimmi?
-Sono molto brava a combattere e non mi serve allenarmi ancora… vorrei imparare a curare l’anima.
-Curare l’anima?
-E’ possibile?
-Non so… dipende dal tipo di anima che possiedi. Esistono anime curative, rafforzative, distruttive. Esistono molti altri tipi di anime, ma dovrei scoprire quale è la tua…
-Allora scoprilo!
-Va bene, sta’ ferma, mi raccomando; è una procedura molto delicata e se ti muovi non ti prometto nulla di buono.
-Ok.
-Chōsa wa, chīsana tamashī o kiite... Anata no himitsu no kaiji o oshiete... (Indaga, ascoltami piccola anima… parlami, svelami il tuo segreto…)- disse poggiando le sue mani sulla mia schiena. Passarono dieci minuti, in silenzio e in tensione; sentivo tutte le poche energie che erano rimaste dentro di me riunirsi tutte in un solo punto, nel punto dove Tsuki poggiava le sue mani. Dopo le staccò e mi guardò compassionevole.
-Tu, Kageya…la tua anima ha parlato con la mia e mi ha rivelato il suo segreto…
-Non tenermi sulle spine, dimmelo!
-Mi spiace, ma la tua anima fa parte delle anime distruttive… se solo tu tentassi di toccare l’anima di un vivente essa si sgretolerebbe all’istante.
-Perché la tua anima è ancora integra?
-Perché io sono un un’entità superiore e posso controllare il potere della tua anima. Mi spiace, ma non sarai mai in grado di curare un’altra anima…
-Allora ciò significa che se arrivassi troppo in ritardo non potrei comunque salvare l’anima di Hana?
-Temo proprio di no.

-Roku, grande signore oscuro.
-Parla, che notizie mi porti?
-Tutto procede alla perfezione, Kage sta perdendo i suoi poteri e Hana è ancora viva.
-Altro?
-L’anima del signore è in perfette condizioni e presto resusciterà.
-Bene. Ci serve il so corpo e la nostra vendetta sarà completata…

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Capitolo 10
*** la talpa ***


-Tsuki!
-Che c’è Hoshi?! Non vedi che sono con mia sorella negli ALLENAMENTI?
-Ah, è vero… ma tanto avete finito vero?- disse Hoshi rivolgendosi verso di me; io annuii velocemente e poi mi affrettai per andare verso la barriera del villaggio Hime, dove stava la morte con Hana sdraiata per terra.
-Morte…
-Cosa c’è piccola mezza-umana?
-Mezza umana? Ma che dici! Io non sono un’umana!
-Questo lo dici tu, ahahah!
-Quanto odio le entità spirituali di questo tipo… comunque, dimmi come potrei prendere questo corpo.
-Questo corpo? Mi dispiace ma non posso scambiarlo con nulla. Devo aspettare l’ordine del padrone.
-Ma tu non sei un mercenario?
-Certo.
-E allora dovresti ubbidire al miglior offerente!
-Esatto.
-E allora perché non lo fai?!
-Perché nel nuovo mondo ci sarà posto anche per me.
-Un nuovo mondo? Ma di che stai parlando?
-Tu non puoi capire, piccola mezza-umana.
-Te lo ripeto, vuoi scambiare quel corpo?
-Dipende, in cosa consisterebbe lo scambio?
-Nella mia vita: prenditi anima e corpo, prenditi tutto.
-Davvero? Potrei farci un pensierino…
-Però il patto è che tu devi liberare questo corpo, ridarle giovinezza e salvaguardarla dai pericoli.
-Un patto molto sconveniente…
-Potrei procurarmi molte altre anime…
-No, mi basta la tua vita.
-Allora cominciamo.
Scostò con il piede il corpo di Hana e fece passare il suo braccio dalla barriera protettiva costruita dagli shinigami; mi prese per il collo e mi trascinò dall’altra parte.
-Sei pronta? Ma che te lo chiedo a fare, stai soffocando e non puoi parlare! Ahahah!
La sua stretta mortale diventava sempre più forte e il mio corpo sempre più debole; una volta non avrei mai sentito dolore per una pressione del genere, ma ora sentivo di essere diventata notevolmente più debole… continuavo a pensare –Mi basterà chiudere gli occhi e presto tutto sarà finito… non sento il dolore, non lo sento.

-Avevamo detto che durante gli allenamenti non potevi interferire.
-Lo so, ma ho una cosa urgente da dirti.
-Allora parla.
-Aspetta, non posso proferire parola con uno shinigami che serba rancore verso di me…
-Non serbo rancore verso di te, non ti preoccupare; e ora parla, dato che ti sei precipitata qui così velocemente significa che devi aver fatto una scoperta sensazionale…
-Esattamente! C’è qualcuno, uno shinigami, che dalla parte del bene è passato dalla parte del male e riferisce a Roku tutti i nostri piani! Deve essere uno shinigami molto potente, dato che a sapere i nostri piani sono solo gli shinigami più potenti di tutti e…
-E chi?
-E noi tre…
-Noi tre non siamo potenti?!
-Sì, ma io e Teshi non molto… tu non puoi essere stata dato che ti ho fatta tenere d’occhio tutto il tempo dai sacerdoti del tempio Shi, il tempio dedicato a mia madre.
-Mi hai fatta tenere d’occhio?!
-Non è questo il punto ora; il punto è che c’è una talpa…
-E come farai a scoprirla?
-Beh, sai che i miei genitori erano Shi e Kaze?
-Certo che lo so, erano i miei nipoti; e questo che c’entra?
-Mia madre si era fatta costruire un tempio, e anche mio padre se lo fece costruire…
-Vai avanti!
-Ok, calma. Bene, questi due templi, uno nel villaggio Jikan, tempo, quello di mia madre, e l’altro nel villaggio Yami, oscurità, quello di mio padre, sono stati costruiti nello stesso momento e con una tecnica particolare: la tecnica del Mimi, dell’ascoltare.
-E questo cosa c’entra? Se non ti spieghi non posso capirci nulla!
-Questa tecnica consiste nel distruggere ogni confine spazio-temporale e giungere alle parole dette da una persona a scelta in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo tramite l’energia spirituale contenuta nelle mura durante la costruzione dell’edificio; per riuscire ad immagazzinare una quantità simile di energia spirituale si dovettero uccidere una quantità enorme di shinigami, ma il loro sacrificio non sarà vano.
-Davvero?!
-Certo.
-Allora potremmo… potremmo risalire alle parole dette da ognuno di noi!
-Certamente; non ho ancora dato il via alle procedure di investigazione perché prima avevo deciso di venire a riferirlo a te.
-Bene, allora che aspetti? Muoviti!
-Sì!- disse volatilizzandosi lontano dalla sua vista.

-Kegeya? Kageya, dove sei?- continuava a urlare insistentemente Tsuki.
-Kageya, ma dove cazzo sei finita! Rispondimi!
La vidi, mia sorella era davanti a me che mi guardava inerte farmi uccidere dalla morte.
-Kageya!- urlò e si avventò contro la morte oltrepassando la barriera.
-Morte, come hai osato farle del male?!
-Un patto cara Tsuki, un patto.
-Un patto?! E tu, Kageya, ti sei abbassata a tanto?!
-Non può sentirti, sta morendo…
A quel punto Tsuki urlò -Kan no shi (bara di morte)- e spingendo con forza le mani in avanti rinchiuse la morte in una scatola nera che lasciava trasparire solo il viso.
-Ma che hai fatto?!
-Grazie a questa tecnica tu non morirai, ti libererai presto; il solo effetto collaterale è che non potrai più usare i tuoi poteri: questa “scatola” è fatta di energia spirituale della fonte della purezza, divorerà la tua malvagità.
-Uccidimi, uccidimi! Non posso vivere in questo modo!
-Tu dici?-disse sarcastica.
-Un giorno tornerò, tornerò per ucciderti!
In quell’istante mia sorella mi prese tra le braccia e mi riportò al villaggio Yozora per riposare; con me trascinò via anche Hana: finalmente potevo salvarla.

-Tsuki! Ma che bel lavoro che hai fatto!
-Lo so, come procedono le indagini?
-Ci vuole tempo.
-Ho preso Hana.
-L’hai presa? Allora siamo passati in vantaggio!
-Questo significa che non dovrò più togliere energia spirituale a Kageya e che potrò ridarle quella che le ho sottratto in passato giusto?
-Sbagliato… Kageya potrebbe essere pericolosa e quindi non possiamo correre altri rischi: dobbiamo farla diventare umana.
-E per quanto riguarda Hana?
-La uccideremo sgretoleremo la sua anima, come ho detto prima non possiamo permetterci di correre altri rischi, dato che sappiamo che tra di noi c’è una talpa e potrebbe portarcela via e consegnarla al male.

-Signore Roku, problemi con Hana…
-Parla, ti ascolto.
-E’ stata prelevata dallo shinigami della luna.
-Allora lo shinigami dell’angelo la riporterà da noi; capito?
-Certo signore, ho inteso tutto alla perfezione…

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Capitolo 11
*** Hensō ***


-Di nuovo qui, mi ritrovo sempre in questa stanza, morente e afflitta dal dolore… stavo per morire, lo stavo facendo veramente per Hana… di sicuro mi ha salvata Tsuki, non mi avrebbe mai lasciata morire, ma Hana dove sarà? Non ce la posso fare… continuare a pensare non servirà a nulla, mi serve più determinazione, senza di essa non posso fare nulla… non ero convinta della mia scelta, ci tenevo alla mia vita, ma devo perseguire il mio obiettivo anche fino alla morte, glielo devo! Le ho rubato la sua anima e l’ho trasformata in un essere orripilante! Tutto questo è avvenuto per colpa mia! Determinazione, determinazione…
Nella stanza filtrava la luce del sole, le ombre aleggiavano pesanti sugli oggetti e sulle bende che ricoprivano il mio corpo ferito; ero forse diventata mezza-umana? La morte aveva ragione? A quel puntò la porta d’accesso alla mia camera scricchiolò leggermente e vidi il viso di Tsuki farsi strada nella stanza, coprendosi con le mani dalla luce.
-Kageya, vedo con piacere che ti sei risvegliata.
-Sì…
-Ma tu finisci sempre in questa stanza mezza morta? Sei un po’ debole.
-Mi hai salvata tu?
-Ovvio, come avrei potuto lasciarti buttare via la tua vita in questo modo?!
-Io devo salvarla…
-Sei solo una cretina se speri di salvarla in questo modo, la tua vita è più importante di qualsiasi altra cosa!
-Tu dici?
-Io ne sono certa, non puoi rinunciarle con cotanta leggerezza!
-Ma adesso lei morirà, mentre io sono qui nella bambagia!
-Piantala: lei… lei…
-Non morirà?
-Lei sta bene, per il momento…
-Per il momento? Che significa!
-Nulla, devi riposare, ti farà male continuare a parlare.
-Io voglio sapere!
-Vuoi che ti dia un sonnifero?
-Dimmi quello che devo sapere!
-Stai zitta???
-Raccontami!
-Ora basta.
Mi arrivò un cartone sulla nuca e dopo essermi spuntato un bernoccolo dalle misure spropositate mi adagiai sul cuscino e chiusi gli occhi, addormentandomi non avrei sentito il dolore.
-Perché, perché vuole sapere così tante cose? Io non posso raccontarle nulla, va contro il mio dovere, non posso… vorrei salvare la sua amica, ma è una nemica, non devo disubbidire!
-Tsuki, ti stai ancora crucciando su questo argomento?
-Ovvio, non posso farle questo…
-Ma tu devi, e devi anche farla diventare umana, prima che faccia un’altra pazzia come il donare la propria vita con frivolezza.
-Hai ragione, devo stare ai miei doveri, non posso trasgredire.
-Hana?
-Non eri tu a farle la guardia?
-Eh?!
Si guardarono spaurite e corsero velocemente in salotto, dove avevano appoggiato il corpo.
-Ma dove cazzo è?! Dove è?!
-L'hai persa, come hai fatto? Ti avevo detto di controllarla!
-Ma che vai dicendo: non ci siamo più parlate!
-Io non ho parlato con te?
-Oddio, la talpa… può trasformarsi…e usare…
-La tecnica del Hensō, travestimento!
-Dobbiamo ritrovare quel corpo e distruggerlo immediatamente!
-Vado io, tu intanto vai a cercare Teshi: ci serve dell’aiuto!
-Certo!
Hoshi corse velocemente fuori dalla porta alla ricerca dell’anima di Hana, mentre io cercavo in tutti i modi di rintracciare l’energia spirituale emanata da Teshi, ma non c’era nulla da fare.
-Sento un’energia debole, potrebbe essere lui? Tanto vale seguirla, non ho altre alternative!

Intanto, vicino al villaggio Jikan, Hoshi…
-La talpa, la devo trovare prima che arrivi al signore malvagio! Può utilizzare la tecnica del travestimento, chi potrebbe essere? Stando alla regola che tutti gli shinigami hanno i poteri derivati dal proprio nome, chi potrebbe avere il nome che fa Hensō… nessuno! Oppure, un sinonimo di travestimento? Ma certo: camuffamento! Adesso che ci penso, Teshi di secondo nome fa Kamofurāju, camuffatore… non può essere stato lui: lui fa’ parte dei buoni… devo avvisare Tsuki! Ma dove è?! La sua energia spirituale non è rintracciabile!

Nella periferia del villaggio Kiri, nebbia…
-Non vedo niente e non percepisco nessuno, ma l’energia spirituale che avevo rintracciato si trovava proprio in questo luogo: non può essere lontano!
Tsuki vagò in lungo e in largo per il villaggio e nei dintorni, fino a quando, sotto un albero di ciliegio apparve una figura umana.
-Ehi, chi sei?
-Sono io, non mi riconosci?- era stranamente pacata come voce.
-Teshi, sei tu?
-Certo, sono io… fatti vanti.
-Certo! Devi aiutarci a trovare Hana!- quando fu abbastanza vicina da distinguere le figure nella nebbia vide che Teshi aveva in spalla il corpo di Hana.
-Quanto tempo Tsuki…
-Teshi, dimmi che ciò che vedo non è vero, non può esserlo…
-E invece è la verità, sono proprio io e sto facendo proprio quello a cui stai pensando.
-Maledetto, non avrò pietà di te! Non proverò rimorso nell’ucciderti, ti farò soffrire e pagherai per avere tradito il tuo popolo!
-Certo, allora inizia la battaglia.
Lo shinigami dell’angelo lasciò Hana e si avvicinò con calma allo shinigami della luna.
-Sei proprio sicura di volerti confrontare con me?
-Non sprecare fiato inutilmente: non cambierò mai idea! Chi tradisce il suo popolo merita solo la morte!
-Va bene, allora combattiamo. Non userò mezze misure con te… Shinikakete iru tenshi ga, anata no kuroi tsubasa, masutā no noroi o ushinau! (angelo morente, perdi le tue ali nere e lancia una maledizione per il tuo padrone!).
Pensò -Quella mossa la conoscevo bene, era la mossa utilizzata da Yozora, quando fu presa dal male e uccise molti shinigami, prima di suicidarsi; ma Teshi non poteva conoscerla dato che faceva parte del bene… quella mossa immobilizzava gli arti di chi la riceveva con delle piume nere che sottraevano energia vitale: se si utilizzava quella mossa all’inizio della battaglia la vittoria era assicurata.
-Aah!- caddi a terra immobilizzata mentre le piume mangiavano energia vitale come fossero sanguisughe. –Non sperare di aver vinto…
-Io non ci spero, io lo so.
-Non essere troppo sicuro di te stesso Teshi, non conosci il mio potere, senza sigillo…
-Se dici senza sigillo ti senti più potente?
-…
-Certo che ti senti più potente… ma tu non hai mai conosciuto la mia energia… dalla parte del male!
In quel momento la sua pacatezza scomparve e Tsuki sentì un’energia straordinaria penetrarla fino nelle ossa.
-Io ti sconfiggerò a costo della mia vita: sono pronta a tutto pur di uccidere Roku ed evitare la rinascita di Nanagu!

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Capitolo 12
*** il demone-angelo ***


-Non puoi sperare di vincere contro di me, io sono il grande signore dell’angelo nero!
Tsuki, stesa a terra e limitata dalle piume che sembravano fruste nere, iniziò a pensare…
-Teshi, lui non può essere passato dalla parte del male: Inu e Shinju sono stati uccisi da Roku, non può averli dimenticati così facilmente… devo chiedere aiuto.
-Tsuki! Ahahah! Tu pensi di potercela fare? Nessuno riuscirà a battermi, nemmeno se cercherai aiuto!
-Invece Hoshi verrà in mio aiuto e ti sconfiggerà.
-Non può trovarmi: questa nebbia impedisce di rintracciare qualunque energia spirituale, non sprecare le tue energie invano. Dākuenjeru no gisei-sha no tamashī o taberu (angelo nero mangia l’anima della tua vittima)!- dal suo petto uscì un angelo nero, dalle possenti ali, urlò con una voce stridula, quasi assomigliasse a quella di un tiken, e in pochi istanti le piume avvinghiate agli arti di Tsuki si ricollegarono alle sue ali e la trascinò lentamente vicino a sé. Con una velocità strabiliante l’angelo squarciò la sua bocca e Tsuki sentì la sua anima come tirata da quell’essere spaventoso.
-Cazzo! L’anima, la mia anima! Mollala brutto cretino, lasciami!
-Aargh! Uaaa!
-Mollala! Lasciami stare! Hoshi, Hoshi vieni in mio aiuto! Divisione dell’anima!
A quel punto l’anima di Tsuki si divise a metà, una metà era intenta a lottare per non essere divorata da quell'essere, mentre l’altra metà prese il volo per andare a cercare l’alleato più vicino da chiamare.

Al villaggio Jikan…
-Signora…
-Ditemi Hikari no dorei… (schiavi della luce).
-Le voci analizzate… appartengono ad un essere ancora sconosciuto, non registrato in questa dimensione.
-Allora significa che non è stato Teshi? Ma allora chi mai potrebbe essere stato?
-Abbiamo anche ricavato altre informazioni…
-Dimmi!
-Abbiamo captato la voce di Teshi…
-E che diceva? Devo sapere tutto!
-Urlava e di tanto in tanto sibilava di un certo Elker…
-Elker? Ma chi mai potrebbe essere?
-Non lo sappiamo ancora, ma stiamo indagando.
-D’accordo; voialtri continuate con le vostre ricerche, io vado a cercare Tsuki: potrebbe essere in grossi guai.

Villaggio Yozora.
-Sono pronta, posso ancora combattere, non mi devo arrendere in questo modo!- dissi togliendomi le bende dal corpo e indossando i miei vestiti da combattimento.
-Dove sarà ora Tsuki? Devo trovarla per estorcerle delle informazioni!
-Pip, pip, pip!- un piccolo esserino fatto a metà squillava tremendamente facendo un rumore assordante e picchiettava sul vetro della finestra. Aprii la finestra con cautela e corse subito all’interno; non appena mi vide proiettò delle immagini: Tsuki che stava per essere divorata da un essere a me sconosciuto.
-Devo correre a salvarla, non posso starmene qui impalata! Almeno lei, ce la devo fare. Piccolo… “essere” (?) portami da lei!
-Pip,pip,pip!- squittì ancora una volta e in un lampo di luce mi afferrò per il polso e mi trascinò fuori dalla finestra.
-Ohh! Ma che fai?! Non riuscirai mai a sostenere il mio peso! Lasciami andare!
-Pip!
-E d’accordo, fa’ come ti pare…
Ad una velocità strabiliante il piccolo essere salì sempre più in alto, fino a vedere addirittura lo shinigami del sole che aleggiava tranquillamente facendo il suo giro d’ispezione giornaliero; dall’alto potevo vedere ogni cosa, dalle abitazioni agli shinigami che popolavano questa dimensione. Ad un tratto vidi uno shinigami che mi pareva molto familiare, mi sembrava di averlo già visto… una tunica color oro e nero, capelli biondi… era Hoshi!
-Hoshi, Hoshi!- mi misi ad urlare dall’alto: sembrava cercare qualcosa o qualcuno freneticamente.
-Chi va là? Non è un bello scherzo da fare!
-Hoshi, guarda in alto: sono Kageya!
-Kageya, dove?!
Pensò: -Non ci voleva proprio, il momento meno opportuno per incontrare una ficcanaso come questa… potrebbe causare dei problemi molto seri se solo qualcuno all’infuori di noi la vedesse, devo fermarla e farla ritornare al villaggio della notte, è la mia unica speranza.
-Sono qui in alto!
-Ora ti vedo! Non sei ancora in buone condizioni, scendi un attimo!
-Non posso, vado di fretta!
-Cazzo non puoi andare! Dove stai andando?!
-A salvare Tsuki, vieni con me!
-Vengo, vengo!
Pensò: -Non posso lasciarla andare da sola: se solo provasse a confrontarsi in uno scontro contro colui che Tsuki sta’ combattendo morirebbe, è solo una mezza-umana ormai… e poi non mi dovrebbe causare molti problemi: potrei dire che lei è un’umana portata qui dalla dimensione T perché la sua morte è avvenuta precocemente… ottima scusa.
Hoshi, con un piccolo movimento delle gambe fece apparire due ali dalla propria schiene: risplendevano di un giallo lucente, perché lei era lo shinigami della stella.
-Andiamo da Tsuki!
-Zitta Kageya… dovresti tornare al villaggio invece…
E perché mai?! Non ho fatto nulla in questi giorni per potere aiutare voi e Hana, ora voglio partecipare attivamente!
-Allora lascia che te lo dica: ormai i tuoi poteri sono pari allo 0.26%, non puoi fare nulla contro un personaggio del calibro di colui che sta’ combattendo contro Tsuki.
-Tanto lo sapevo già, la morte me lo aveva detto… ma non voglio rassegnarmi, la mia forza è tanta, la voglio sfruttare fino alla fine!

-Maledetto… Teshi, io mi fidavo di te! Ecco quali erano i tuoi affari in sospeso!
-Esatto, stavo colloquiando con Roku, il signore del male. Non puoi più nulla contro di me, ora rassegnati: non vedi che ciò che ti è rimasto dell’anima sta’ per essere divorato dal mio angelo nero?
-Sta’ zitto!- in quell’istante l’energia di Tsuki si affievolì notevolmente e le forze quasi l’abbandonarono.
-Non sforzarti, la tua morte è vicina…
Un bagliore di luce celeste investì il corpo di Tsuki e il pezzo della sua anima che aveva inviato per chiedere rinforzi era ritornato e si era riunito al luogo d’origine.
-Hoshi, sei arrivata! – ma Tsuki vide anche me e con stupore si girò di scatto, senza rivolgermi nemmeno una parola.
-Elker, maledetto! Tu hai fatto qualcosa a Teshi, e io lo scoprirò!
-Elker? Questo non è Teshi? Elker era il mio primo consigliere… era morto a causa della morte!
-Io morto a causa della morte? Proprio ti sbagli: io stavo dalla parte della morte, fin dall’inizio! Non ti ho mai sopportata e sono stato tuo “alleato” solo perché nel nuovo mondo d’oscurità ci sarà di sicuro un posto in alto per me, non sarò più il consigliere di nessuno!
-Maledetto, questa me la paghi…- dissi digrignando i denti.
L’angelo nero stava divorando l’anima di Tsuki, mentre lei si dimenava e lottava con tutte le sue forze, Elker parlava con me e mi diceva che aveva preso le sembianze di Teshi per ingannare tutti, era già qualche tempo che aveva preso le sue sembianze, dalla sua finta morte; in quell’istante Hoshi balzò addosso al nemico utilizzando l’attacco Mokushiroku (dell’apocalisse): si usa tutta l’energia spirituale caricata in eccesso durante i combattimenti precedenti, la si comprime fino a tal punto da farla diventare una palla incandescente e poi la si lancia addosso al nemico; il suddetto attacco blocca temporaneamente (circa dieci secondi) tutti i sensi dell’avversario e ne brucia parte di energia vitale. Il colpo si stava creando ed era gigantesco, più grande di un normale attacco Mokushiroku e venne scagliato addosso ad Elker, che assunse la sua vera forma di demone-angelo e con un braccio fermò il colpo, ributtandolo addosso a Hoshi.
-Mollami bastardo! Attacco dell’occhio della morte!
-N…non l’hai vinta qui: ho molti attacchi in serbo per te! Apocalisse!
-Elker, anche se non sono più potente come una volta… non mi dovevi ingannare: attacco Tartan no Ikari! (attacco dell’ira dei titani)!

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Capitolo 13
*** uno shinigami, una vita ***


-Mollami bastardo! Attacco dell’occhio della morte!
-N…non l’hai vinta qui: ho molti attacchi in serbo per te! Apocalisse!
-Elker, anche se non sono più potente come una volta… non mi dovevi ingannare: attacco Tartan no Ikari! (attacco dell’ira dei titani)!
L’attacco che stavo per lanciare… a quanto detto da Tsuki la mia anima era un’anima “distruttiva”; sapevo bene dei piani di Hoshi e Tsuki, togliermi tutta l’energia spirituale, e fu proprio per quel sapere che in segreto ideai un nuovo attacco chiamato Tartan no Ikari, attacco dell’ira dei titani; dovevo solo prendere parte dell’anima che avevo nel sigillo del male e metterla a contatto con l’anima del nemico… per lanciare il mio attacco dovevo prima aspettare che i due attacchi lanciati da Tsuki e da Hoshi andassero a segno e facessero almeno un taglio nel corpo del nemico: da quel punto sarebbe fuoriuscita, oltre all’energia spirituale, anche una parte di anima.
L’attacco dell’occhio della morte: chi lo usa sprigiona tutto il proprio Seishinin formando un’onda d’urto capace di sbriciolare l’avversario.
Gli attacchi dei due shinigami furono lanciati nello stesso istante e ci fu una nube di dimensioni esagerate quando essi toccarono il nemico; avevo già prelevato il pezzo di anima che sarebbe dovuto servire per l’attacco, ma quando la nube scomparve non vidi né ferite né graffi, il nemico era completamente sano.
-Maledizione… Hoshi, aiutami!- Tsuki era ancora in balia dell’angelo nero, o meglio, la sua anima, e cercava aiuto da Hoshi; il problema era che utilizzando per più di una volta di fila “attacco dell’apocalisse”, l’energia in eccesso non si viene a creare, e quindi si usa l’energia utilizzata normalmente per combattere. Hoshi era seduta a terra, grondante di sudore, con delle ferite su tutto il corpo.
-Hoshi! Come cavolo hai fatto a ferirti in questo modo?!
-Ombra, l’apocalisse mi ha rubato l’energia che usavo per curarmi e per combattere… ce la posso fare, aiuta Tsuki!
Corsi verso di Tsuki e la presi per i polsi.
-Non ti lascio andare, non in questo modo!
-Non puoi farcela contro quest’essere: Elker si sta’ avvicinando, sconfiggi lui e non pensare a noi, in qualche modo ce la caveremo…
-Non vi lascio qui! Proverò a strappare le piume, non ci vorrà molto…
Iniziai a mordere le piume che tenevano in una stretta mortale Tsuki e la sua anima, ma niente da fare e per lo più l’angelo nero mi lanciava addosso delle piume taglienti, nell’intento di ostacolarmi.
-Kageya… non pensi di doverti preoccupare più di te stessa?
-Elker? Non rompere, io posso benissimo sconfiggerti!
-Allora provaci.- disse mentre con un passo di luce si avvicinò a me.
Presa dal panico dissi la prima cosa che mi era venuta in mente -Kage wa bokka-tekina hikari o konagona ni!- vidi il nero più assoluto e come una saetta riaprii gli occhi: in mano tenevo ancora parte della mia anima distruttiva e… potevo vederla, la sua anima; era piccola e concentrata tutta nel petto; in quel moment ricordai le spiegazioni di Tsuki… “Se puoi vedere una cosa, puoi anche raggiungerla”.
-Io ce la posso fare!- allungai la mano destra verso il petto di Elker e conficcai il frammento della mia anima nella sua.
-Cosa? Che hai fatto?! Brucia, la mia anima! Aiuto, aiuto!
Elker urlava e sbraitava, mentre i suoi occhi e la sua bocca si illuminavano di giallo e il suo corpo si frantumava in mille pezzi. Ci fu un’esplosione: l’angelo nero che aveva preso di mira Tsuki era morto poiché era parte di Elker, Hoshi fu scaraventata contro un albero e si ruppe un braccio; Tsuki fu colpita direttamente all’anima ormai scoperta e perse i sensi e io… io stramazzai a terra per la fatica compiuta e provocando un rumore sordo finii contro un enorme masso. Era uno scenario orribile: il fumo aleggiava sopra la terra bruciata e noi tre eravamo sfinite per la battaglia. Ero forse l’unica ancora in grado di muovermi e non potevo permettermi di chiudere gli occhi e lasciarmi andare al senso di dolore che provavo, anche se era immenso. Mi alzai a stento e barcollando mossi i piedi fino a raggiungere Hoshi: era messa alquanto male, il braccio rotto era quello destro e la testa sanguinava abbondantemente; non sapendo cosa fare le legai un corda alla vita e la presi in spalla legando il resto della corda alle mie spalle; dopo averla sistemata per bene andai verso Tsuki: il suo corpo era pieno di ferite e di bruciature da tutte le parti: non potevo portare in spalla anche lei, dovevo capire cosa fare.
-Hoshi, sei sveglia?
-Sì…- disse sofferente.
-So che sei debole, ma devi utilizzare quella mossa, mi servono delle ali…
Mosse leggermente e a fatica le proprie gambe e delle ali lucenti apparvero sulla mia schiena; presi per le braccia Tsuki e iniziai a volare verso il villaggio Hime, dove dovevano stare dei nostri alleati.
-Kageya, sei stata molto coraggiosa, hai battuto Elker e ci hai salvate tutte e due, non so come potrei sdebitarmi.
-Io so come potreste sdebitarvi… ridate la giovinezza ad Hana, così che non muoia, non vi chiedo di ridarle i poteri, sarei capace anche io, ma non voglio… vorrei solo che voi le ridiate la giovinezza.
-Mi dispiace, ma non possiamo farlo.
-E perché mai? Non potete ucciderla!
-I nostri piani sono cambiati: dobbiamo tenerla al sicuro fino a quando la guerra non sarà finita e finalmente dopo potremo liberarla. Per quanto riguarda la giovinezza… nessuno di noi lo può fare.
-Perché? Giuro che non torneremo mai più nella terra degli shinigami!
-Non è per quello: devi andare dallo shinigami che controlla il tempo, il vecchio Jikan che abita nel villaggio a cui ha dato il nome.
-Perfetto. Dopo che avrò partecipato alla battaglia insieme a voi andrò da lui.
-No, tu non parteciperai assieme a noi.
-Cosa?! Non dire cavolate, sono stato un valido aiuto per voi!
-Solo perché non eravamo preparate… e poi non avresti il tempo materiale necessario a far diventare Hana giovane: ogni essere, in qualsiasi dimensione, ha un proprio shinigami che decide la sua morte.. io sono lo shinigami di Hana e la sua morte l’ho decisa poco prima che tu arrivassi in questa dimensione, e non posso cambiarla… solo Jikan potrebbe spostare la morte con i suoi poteri, ma la sua morte avverrà tra cinque giorni e la battaglia è prevista tra tre giorni e durerà un bel po’: tre sommosse interne ed esterne a Roku, la battaglia e tutto il resto, non penso che tu ce la possa fare…
-Cosa?! Tu sapevi quando sarebbe morta e non me lo hai mai detto?!
-Non è di questo che stiamo parlando…
-Allora fammi partecipare alla battaglia: la vinceremo più in fretta se mi avrete al vostro fianco!
-Oppure potresti essere solo un peso per tutti noi e addirittura farci perdere…
-Mi allenerò, hai visto il mio attacco? È stato un portento!
-Con quell’attacco fai male solo alla tua anima, non puoi sperare di usarlo in eterno.
-Questo lo so bene, ma come vedi, anche con i poteri limitati quasi al massimo posso benissimo utilizzare le tecniche che ho imparato durante l’addestramento con Tsuki!
-Fai un po’ quello che ti pare… portaci al villaggio Hime: ci stanno aspettando Neko(gatto), Kanaria(canarino), e Mimizu(lombrico). Ci cureranno e ci illustreranno il piano per la battaglia.
-Allora mi muovo… però prima vorrei sapere una cosa…
-Parla pure, ti ascolto.
-Chi è lo shinigami che governa lo scorrere del mio tempo?
-Non posso risponderti.
-Devo saperlo, devo porgergli una richiesta molto importante… uno shinigami può uccidere prima il suo protetto se vuole?
-Solo se è lui a desiderarlo…
-Ti prego, dimmi chi è…
- È Tsuki.


Si accettano domande di qualsiasi tipo e ipotesi :)

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Capitolo 14
*** possessione dell'anima ***


-Tsuki è il mio shinigami?
-Certamente… ehi, ora devi scendere: quello è Kanaria.
-Hoshi?
-Kanaria! Chiama Mimizu e Neko, Tsuki è gravemente ferita!
Atterrammo con forza e subito pronti ad aiutarci ci furono lo shinigami Kanaria e Neko; Kanaria prese Hoshi, ancora priva di sensi e si incamminò verso una struttura adibita alle cure mediche degli shinigami; Neko invece accompagnò Tsuki e me nella stessa struttura, solo con la differenza che noi riuscivamo a camminare.
Continuando a camminare vedemmo un buco nel sottosuolo, coperto da una botola, Neko passò davanti a Tsuki e Kanaria e con gran velocità aprì la botola e li fece passare. Iniziai a guardarmi attorno incuriosita dallo strano passaggio: pensavo dovessimo andare a curare i feriti, invece ce ne stavamo andando nel sottosuolo come i lombrichi.
-Kageya, non ti spaventare, stiamo facendo tutto per vincere la battaglia…
-I…io? Non sono mica spaventata, sono solo un po’ sospettosa…
-Sospettosa? Ma di cosa?- disse quello e cadde a terra svenuta. Prontamente Neko la riprese e si volse verso di me.
-Non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione… io sono Neko, lo shinigami gatto. Non devi essere sospettosa di questo luogo, è il luogo della resistenza contro il male, ci stiamo preparando all’assalto. Avverrà fra tre giorni.
-Tre giorni?! Non potremo iniziare prima la battaglia?
-Beh, penso che dovremmo lavorare più sodo di quanto stiamo facendo ora… tu devi essere… Ombra?
-Kageya.
-Allora tu non sei una semplice ombra, tu sei Ombra della Notte… (si riferisce a “ya”,scritto con l’ideogramma di notte, yozora)
-Mi spiace deluderti, ma io non sono più uno shinigami, Tsuki e Hoshi hanno rubato la mia energia spirituale e non potrò avvalermi dei miei poteri di shinigami durante l’imminente battaglia.
-Rubare l’energia spirituale dici? Non si può, è impossibile: l’energia spirituale è la nostra essenza, non puoi cancellare come se niente fosse la tua essenza ed è proprio per questo che l’anima di ognuno di noi nasconde sempre dell’energia spirituale… chiamiamola di scorta.
-Sul serio?
Nel frattempo eravamo arrivati, tramite un cunicolo stretto e leggermente illuminato, ad un’ampia sala dove stavano otto barelle sistemate parallelamente e dove adagiammo i corpi dei due shinigami; subito arrivarono altri tre shinigami che sembravano essere medici e in un batter d’occhio fummo cacciati fuori dalla stanza.
-Piacere, io sono Kanaria, lo shinigami del canarino.- disse sorridente lo shinigami giallo.
-Io sono Kageya, l’ombra della notte.
Mi portarono immediatamente in un’altra stanza dove diversi shinigami erano seduti attorno ad una tavolo a discutere di alcune strategie belliche.
-Guardate che i due colossi non sono facili avversari!
-Per un lombrico no, ma per una tigre sì! (Mimizu e Tora)
-Il lombrico è molto più astuto della tigre.
-Ma la tigre è più potente!
-Voi due, dove avete lasciato il grande guardiano della sala?! Non è segnato in questa mappa!
-Stai zitta Semi (cicala)!
C’era una confusione terribile; Neko e Kanaria mi presero per le spalle e avanzarono verso gli shinigami che stavano discutendo e con un filo di voce lo shinigami del canarino parlò: -Urlate, urlate sempre… e intanto non vi accorgete che il tempo passa.
Tutta l’assemblea si ammutolì e tutti si voltarono impauriti ed incuriositi allo stesso tempo verso Kanaria.
-Ma chi è quello scriciolo?!- disse lo shinigami del lombrico puntandomi con il dito.
-Costei? Voialtri non lo sapete… lei è l’ombra della notte.
-Cosa?- tutti in coro urlarono meravigliati.
A bassa voce volsi le mie parole a Kanaria –Cosa c’è che non va?
-Il tuo nome… conosci la storia del regno degli shinigami?
-Certo. E che c’entra?
-Yozora, lei fu la prima a tentare di distruggere il male e un giorno, prima di suicidarsi, lasciò una piccola anima all’interno di una scatola; quell’anima avrebbe dovuto nascere come corpo quando tutto sarebbe stato perduto… l’ombra di Yozora sei tu.
-Io? Ma io sono figlia di Hime e Mirai, sorella di Tsuki e Sasori!
-No, ti sbagli, tu non sei figlia di nessuno, sei materia viva, indipendente ed unica, puoi essere parte fondamentale del nostro piano contro il male, sei la sua reincarnazione… lei sapeva che non potevamo farcela da soli.
Tutte quelle parole furono scioccanti per me, non capivo nulla, io non ero io, ero… boh!
-Ora, sediamoci al tavolo e prepariamo il nostro piano di attacco che illustreremo in seguito a Yozora, Neko, allenala.
-Sì.
-Ehi, io non sono Yozora! Non lo sono!
A quel punto Neko mi prese con forza il braccio e mi trascinò via; intanto Kanaria aveva ristabilito l’ordine in sala e stava progettando la strategia.
-Come mai mi hai portata in questa “stanza”?
-Devi riconquistare la tua energia spirituale, devi capire come tirarla fuori.
-Allora, come faccio?
-Devi pensare, pensa alla cosa che ti ha fatto stare meglio in tutti questi anni, pensaci e cerca di ricordare le emozioni che hai provato.
Chiusi gli occhi e iniziai a pensare –La cosa che mi ha fatta stare meglio? Ovviamente quando ho ridonato la vita ad Hana, quello sì che è stato un momento davvero felice… ma cosa ho provato? Felicità, solo quello. Devo rivivere quel momento se voglio salvarla di nuovo…
Sentivo la felicità scorrere in tutto il mio corpo e come un fiume in piena strabordare.
-Bene, ora cerca di colpire con un attacco di energia spirituale chi cercava di impedirti di raggiungere la felicità!
-C’era il vecchio signore delle tenebre… attacco della possessione dell’anima!- allungai le mani in avanti e sprigionai dei fili di energia spirituale che andarono a colpire il bersaglio, solo che sentii un urlo agghiacciante: a quel punto riaprii gli occhi e dalle mia dita uscivano dei fili azzurrini che si erano infiltrati nell’anima di Neko, ma lui resisteva; subito ritirai i fili e lo guardai dispiaciuta.
-Mi dispiace, non volevo…
-Che attacco stupefacente… se avessi continuato ancora un po’ saresti arrivata alla mia anima…- ansimava, dovevo avergli dato del filo da torcere.
-Mi dispiace…
-Ma non hai visto che ti è ritornata l’energia spirituale? Quell’attacco non può essere utilizzato senza Seishin.
-E’ vero, e devo tutto a te! Grazie mille.
-Di niente, ma… dove ai imparato ad utilizzare quell’attacco?
-A dire la verità non lo so nemmeno io… mi è uscito così, non so nemmeno in cosa consista…
-Lo so io: questo era il tipico attacco degli shinigami mercenari, al tempo di Yozora e di Rakuen… il tuo Seishin si concentra nelle dita delle mani e viene sparato all’interno dell’anima del nemico: l’anima viene posseduta da chi lancia l’attacco e si può fare tutto ciò che si vuole con quel corpo, diventa una specie di burattino; l’effetto collaterale è che se i fili dell’anima vengono tagliati… la tua morte sarebbe certa.
-Morte certa?!
-Esattamente, ma noi non permetteremo che questo accada.
-Non è che io sia proprio sicura…
-Tu non ti preoccupare; abbiamo deciso di anticipare la battaglia e per il momento abbiamo sprecato, si fa’ per dire, due ore per questo allenamento; hai molti problemi nella cognizione del tempo, dovremo lavorarci su.
-Sì!

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