Reine exilée

di Fleur Isabelle Delacour
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Beauxbatons ***
Capitolo 2: *** L'ad ***
Capitolo 3: *** Danser ***
Capitolo 4: *** Dire Ted Lupin, c'est dire fléau ***
Capitolo 5: *** Première test ***
Capitolo 6: *** Yule Ball ***
Capitolo 7: *** Rouge ***



Capitolo 1
*** Beauxbatons ***


Ricca e snob, ma di natura buona, Victoire Weasley è la figlia dei Bill e Fleur Weasley, eroi della Seconda Guerra Magica.

Victoire è un'adoratrice dell'età d'oro di Hollywood, veste in un modo molto femminile ispirato agli anni '60, e nella prestigiosa scuola che frequenta, l'Accademia di Beauxbatons, è la Regina indiscussa, l'elite dell'elite, la prima donna per eccellenza: detta legge, decide cosa e chi è "in" oppure "out", è la regina dei party al braccio del perfetto charming prince del momento.

Tutto è perfetto nella vita di Victoire Weasley.

Tutto sarebbe perfetto nella vita di Victoire Weasley se, il giorno prima, non avesse ricevuto una lettera dal padre, che la informava che quello sarebbe stato il suo ultimo anno alla scuola francese.

Come può farle questo? Sradicarla dalla Francia, la sua casa? In Francia Victoire ha tutto: gli amici, la scuola, lo scettro. Sì, lo scettro. Come avrebbe fatto ad Hogwarts? Lei, abituata ad avere sempre tutto. Lei, nata per comandare. Lei, che sin dal suo primo giorno a Beauxbatons aveva dettato legge senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

Victoire non riesce ancora a crederci e ora, pochi minuti prima di partire per il suo quarto e ultimo anno a Beauxbatons, è pervasa da una profonda tristezza.

Come può andare a vivere in Inghilterra? Lei odia il clima inglese, con tutto quel grigio e quella pioggia incessante.

Si stà così bene in Francia: è la cosiddetta "It Girl" della scuola provenzale, è circondata da un gran numero di amici, ha i nonni e le cugine che ama.

Lasciare quell'invidiabile ruolo è da pazzi!

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-Mademoiselle Victoire, la padrona dice che è ora di partire- una piccola elfa domestica, Lalie, con addosso un pezzo di lino azzurro drappeggiato a mò di veste, chiamò la ragazza, ferma davanti allo specchio.

-J'arrive- rispose lei, con tono freddo. Aveva bisogno di una maschera per nascondere la sua infelicità.

Si alzò dallo sgabello e scese le scale, con atteggiamento principesco.

Giunta in cucina, salutò il nonno con un sorriso -Bonjour papie-

-Bonjour, cherie. Hai tutto pronto? Partiremo tra venti minuti, Joëlle si è appena svegliata-

Ecco un altro motivo per cui non voleva andare in Inghilterra. L'Inglese. Certo, lo sapeva parlare decentemente, ma lei amava la sua lingua. Il Francese così musicale, così sciolto.

-Victoire, tesoro sei pronta? Almeno tu! Joëlle non voleva alzarsi dal letto e Marianne è da ore davanti all'armadio- zia Gabrielle entrò in sala da pranzo, elegantemente furiosa come solo lei sapeva essere.

Tre cambi d'abiti, due acconciature e una tazza di thè freddo dopo, i Delacour presero una Passaporta per Sainte Nadège, un paesino abitato da soli maghi da dove partivano le carrozze per la scuola.

Victoire era silenziosa. Cosa avrebbero detto le sue amiche del trasferimento? Come avrebbe potuto sopravvivere senza Julie e Odile? Era impensabile.

-Victoire!- una ragazza dai lunghi capelli neri la abbracciò.

-Victoire!- se ne aggiuse un'altra, dai bei ricci rosso scuro.

Odile e Julie.

Salutò velocemente il nonno, la nonna e zia Gabrielle, e seguì le migliori amiche all'interno di una delle tante carrozze azzurre a cui erano attaccati degli stupendi cavalli volanti.

Victoire li guardò con un sorriso triste: era tutto così bello e magico. Sapeva dai racconti della madre che Hogwarts era molto diversa da Beauxbatons. Sapeva che il cibo era pesante e cattivo, sapeva che c'erano delle orrende armature poste in giro per il castello, che uno degli insegnanti era un fantasma, un altro un mezzogigante e un altro un discendente di un goblin. Una scuola di pazzi insomma.

Beauxbatons era così raffinata, elegante, fatata.

Un paradiso.




NdA:

Salve gente, innanzi tutto, vi ringrazio per aver letto questo prologo, poi, volevo chiedervi che ne pensate, se vale la pena o no continuare...
Daai, se siete arrivati fin qui cosa vi costa una piccola recensioncina?
Grazie ancora,

 

Alice
 

P.S.: per chi non lo sapesse 'papie' signifca nonno.
 

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Capitolo 2
*** L'ad ***


Guardava fuori dal finestrino della carrozza, la giovane Weasley.

Osservava il cielo limpido e i paesaggi francesi che scorrevano sotto di loro.

-Victoire? Va tutto bene? Sembri...- Odile la richiamò dalla specie di coma nel quale era caduta.

-... assente- concluse Julie.

-Va tutto bene, solo che questo sarà il mio ultimo anno qui- ammise Victoire, cercando di non mostrare loro quanto stesse male.

Le amiche sgranarono sgli occhi, sorprese.

-E perchè, scusa?- chiese Julie.

-I miei vogliono che torni in Inghilterra, dicono che Beauxbatons è troppo lontana da casa- sbuffò la bionda.

-Ma la tua casa è qui!- protestò Odile scuotendo i suoi lunghi capelli neri.

-Ho provato a dirglielo, ma è inutile. Ormai hanno deciso- Victoire era furente. Come potevano non capire? Lei non voleva andarsene.

-E frequenterai... Hogwarts?- chiese Julie, arricciando il naso.

-Sì- confessò Victoire assumendo la stessa espressione dell'amica come avrebbe potuto sopravvivere in quella scuola di pazzi?

Sarebbe stato orrendo: i cugini Weasley, il cibo inglese, il freddo gelido del castello, che a quanto le era stato raccontato era circondato da un anello di montagne. E in che Casa sarebbe stata? Sentiva sempre i suoi cugini parlare di queste Case, ma lei sapeva solo che erano quattro e che si chiamavano Serpeverde, Grifondoro, Corvonero e Tassorosso.

Era così felice quando era venuta a vivere in Francia. Fleur era contenta che sua figlia andasse a Beauxbatons. Dominique era entusiasta perchè sarebbe stata al centro dell'attenzione, senza di lei. Louis era troppo piccolo per capire qualcosa. L'unico era Bill, che voleva la sua bambina a poca distanza da lui.

Ma insomma erano passati quattro anni! E se ne venivano fuori adesso con la storia del 'troppo lontano, ci manchi, ergo devi tornare a casa'?

Ad Hogwarts non sarebbe stato come lì: non sarebbe stata la Regina, non avrebbe regnato incontrastata, non avrebbe dettato legge.

Lei, orgogliosa, testarda, vendicativa e autoritaria, ma sotto sotto dolce e gentile, com'era solo con le sue amiche.

Lei, pronta a tutto pur di salire i gradini del potere.

Lei, calcolatrice, stronza... ma, nonostante ciò non aveva un animo cattivo: era molto sensibile e romantica, solo che non lo dava a vedere.

Come potevano sradicarla da lì?

-Quest'anno sarà memorabile, Victoire, è una promessa- le sussurrò Julie prima che la carrozza atterrasse, toccando dolcemente il suolo.

Victoire scese dalla vettura e si guardò intorno.

Il Palazzo era magnifico: elegante e sfarzoso come sempre. Le pareti in marmo bianco, le grandi vetrate, i tetti di un blu polvere, gli scloni d'entrata... tutto ciò lo rendeva unico e inimitabile.

Il parco, enorme: i fiori nelle aiuole posti in studiate composizioni tra le siepi verdi e i sentieri curati.

Il corso d'acqua, una specie di lago artificiale, il blasone celeste dell'Accademia.

Le fate, piccole creature splendenti di luce argentea, volavano, felici per il ritorno della vita nella scuola.

Tutto contribuiva allo splendore del luogo.

Com'era bello poi, vedere quei gruppi di amici dalle uniformi di seta di un colore blu-grigio e il cappello a punta unita. Tutti ammaliati dalla magia che quel palazzo sprigionava.

Mentre una donna dall'aria gentile radunava i mastodontici e candidi cavalli alati per dar loro il whisky di malto, gli studenti entrarono all'interno del palazzo.

Cori di ninfe dei boschi li accolsero, voci argentine e limpide, di benvenuto.

I ragazzi si avviarono verso la Sala da Pranzo, immensa. Le pareti decorate da molti fregi e il soffitto a cupola. Le vetrate che davano sul giardino.

Victoire e le amiche presero posto ad uno dei numerosi tavoli rettangolari posti nella sala.

Il chiacchiericcio sommesso fu subito messo a tacere da Madame Maxime, la Preside dell'Accademia.

Olympe Maxime era una mezzogigante e, finita la Seconda Guerra Magica, si era sposata con un certo Rubeus Hagrid, altro mezzogigante professore ad Hogwarts dal quale aveva avuto molti figli*.

-Buongiorno a tutti voi, diamo il benvenuto agli alunni del primo anno- disse facendo un cenno ad una strega che, con un colpo di bacchetta, fece spalancare le porte rivelando una certa quantità di primini, stupiti ma felici nelle loro nuove uniformi.

Il coro iniziò a cantare l'inno dell'Accademia, le note dolci che formavano una così bella sinfonia.

La Preside li invitò poi a prendere posto ai tavoli rimasti e il pranzo iniziò.
Victoire si servì una ratatouille, odiava la bouillabaisse, la zuppa di pesce tipica della Provenza.

Continuava a guardarsi intorno, restava stupita ogni momento dallo splendore del palazzo e non la finiva di chiedersi come avrebbe fatto nel tetro e freddo castello inglese.

A pranzo concluso, Madame Maxime richiamò l'attenzione dei suoi studenti -Ho una splendida notizia per voi, miei cari ragazzi: è mio dovere informarvi che le scuole di Durmstrang ed Hogwarts parteciperanno al Torneo Tremaghi, che si terrà nella nostra amata Accademia. Gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dell'Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang giungeranno a Beauxbatons il primo ottobre e sta a noi accoglierli con gentilezza ed eleganza.

Ci tengo a precisare che il Torneo sarà accessibile solamente a coloro che hanno compiuto i diciassette anni d'età, la maggiore età magica appunto, a causa dell'esorbitante aumento del tributo dei morti negli ultimi periodi. Il premio in palio è di mille galeoni e, ovviamente, la fama eterna- spiegò la Preside compiacendosi dell'assoluta attenzione dei ragazzi -detto questo, potete andare a sistemare le vostre cose nelle rispettive stanze e passare un bel pomeriggio all'aria aperta prima dell'inizio delle lezioni, perciò, buona giornata- concluse alzandosi dal tavolo delle autorità e lasciando la sala con passo veloce.

Victoire, Odile e Julie si alzarono dal loro tavolo e si diressero verso quella che da ormai quattro anni era la loro stanza.

La Weasley era furente. Hogwarts. Hogwarts. Hogwarts. Sempre quella dannata Hogwarts. Non poteva trascorrere il suo ultimo anno a Beauxbatons in pace, no? No, sarebbe stato troppo bello per essere vero.

Sperò caldamente che i cugini inglesi che frequentavano Hogwarts non giungessero lì, non avrebbe potuto sopportarlo. Poi, ricordò che il Torneo era solo per i diciassettenni e si tranquillizzò: Fred e Roxanne avevano la sua età e Ted, quel suo petulante 'amico' d'infanzia, era solo un sedicenne. Almeno questo! pensò, sollevata.



NdA:
Grazie a chi recensisce e a chi ha messo la mia storia tra le seguite, spero che vi piaccia.
L'invito alle recensioni è sempre valido e spero di fare in tempo a rispondere a quelle dello scorso capitolo.
Una piccola precisazione: nei prossimi capitoli i dialoghi tra francesi e inglesi saranno, per farvi un esempio, come quelli tra Fleur e Harry (...), quindi non stupitevi se gli accenti cambieranno in confronto a come sono qui (infatti in questi primi capitoli sarebbero in francese).
Grazie,
Alice

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Capitolo 3
*** Danser ***


Un bel pomeriggio di sole di fine settembre, Victoire passeggiava per i giardini del palazzo di Beauxbatons. Julie era ammalata ed Odile stava studiando per l'interrogazione di Filtri e Veleni del giorno dopo. La Weasley amava Filtri e Veleni, era una delle sue materie preferite insieme ad Incanti e Calcolo.

Fatto stà che quel pomeriggio aveva voglia di stare sola e si ritrovò a vagare per i meandri del castello.

Era sconfortata. Aveva ricevuto l'ennesima lettera del padre, che le diceva che ormai aveva deciso, sarebbe andata ad Hogwarts, che le piacesse o meno. Le era arrivata anche la lettera di Ted Lupin, che le aveva scritto quanto felice era per il suo trasferimento e che sarebbe stata con lui a Grifondoro. Sì, va bene ma cos'era questo Grifondoro? A Beauxbatons era tutto più semplice: tutti erano uguali, nessuna distinzione, nessuna rivalità.

Insomma, era veramente giù di morale e l'unica cosa che poteva tirarla su in momenti come quelli era la danza.

Madame Maxime, infatti, riteneva che, dato che le lezioni si tenevano la mattina, il pomeriggio sarebbe stato bello fare una qualche attività extrascolastica, e nell'ala ovest del palazzo si tenevano vari corsi: danza, canto, sport magici e lezioni di musica.

Victoire aveva imparato ad amare la danza e fin dal primo anno era nata la sua passione. Adorava volteggiare con quelle scarpine rosa pallido ai piedi, la tutina candida e color fiordaliso, la chioma bionda raccolta in uno stretto chignon.

Dimenticava tutto quando danzava. La musica le faceva tornare la calma quando era arrabbiata, la faceva star meglio quando si sentiva giù, la aiutava a sfogarsi nei momenti di furore.

Corse nella camera che divideva con Odile e Julie e, sotto lo sguardo stupito di quest'ultima, prese il necessario e si diresse verso l'ala ovest.

Si cambiò e si legò i lacci delle punte alle caviglie. Già da subito, quando entrò in sala, cominciò a sentirsi meglio. Iniziò con passi semplici ed elementari, facendosi poi trasportare dalla musica che fuoriusciva dal pianoforte e dal violino incantati.

Una melodia triste per esprimere quanto fosse frustrata. Una veloce, ritmata e tempestosa per buttare fuori la rabbia.

E fu così che, tra un arabesque e un temps levé, dimenticò tutto, e continuò a ballare e ballare fino a che non fu interrotta da François Pinar, un ragazzo del sesto anno affascinante e intelligente che faceva parte dei suoi amici più intimi.

-Danzi per dimenticare?- le chiese.

Victoire si fermò -Sì, come fai a saperlo?-

-Ti conosco, e in questi giorni sei a dir poco intrattabile. C'è qualche problema?- chiese di nuovo, con aria comprensiva.

La bionda esitò: l'aveva detto solo a Julie ed Odile -Beh... in verità sì... alla fine dell'anno mi trasferisco- ammise guardandosi le punte delle scarpine.

-Oh, dai tuoi?- si accigliò François.

-Sì. Vogliono che io frequenti Hogwarts, ma non sono molto entusiasta- Victoire ricominciò i suoi esercizi, seduta a terra.

-Lo vedo. Dai, non dev'essere così male: mio fratello più piccolo è al primo anno lì, mia madre voleva che andasse a scuola in Inghilterra, e dice di trovarsi bene- le raccontò lui cercando di confortarla.

-Davvero?- una nuova luce si accese negli occhi della bionda: speranza. Ora pendeva letteralmente dalle sue labbra, ansiosa di carpire qualche informazione più utile.

-Sì- annuì François -certo è molto diversa da Beauxbatons da ciò che mi ha detto, ma è una grande scuola, sia per quanto riguarda la storia che l'istruzione-

-Sì, questo lo so- rispose la Weasley -è solo che mi mancherà tutto questo-

-Anche tu ci mancherai- fece François con un mezzo sorriso -come faremo senza la nostra Regina?- cercò di buttarla sul ridere poi.

Victoire sorrise in risposta. Un sorriso puro, genuino, non di quelli prima studiati e poi dispensati ai più. No. Era un sorriso vero. Sincero -Bene, forse è meglio che mi cambi- sussurrò guardandosi la tutina allo specchio.

Sparì negli spogliatoi e, una volta vestitasi e slegatasi la chioma biondo argentea, uscì dalla palestra per tornare alla sua stanza. Ad aspettarla trovò François, appoggiato al muro marmoreo -Ancora qui?- si finse scocciata.

-Già. Un giro per il parco?- propose lui adeguandosi al suo tono.

-Perchè no?- accettò Vuctoire con un sorriso.

I due si avviarono verso i giardini, e si sedettero sopra una coperta azzurrina prontamente fatta apparire da François.

Seguirono due ore di risate, racconti e aneddoti, alla fine delle quali si salutarono con un abbraccio e tornarono entrambi alle proprie stanze.

Victoire si lasciò cadere sul suo letto: altro che danza e danza, François era un ottimo modo per rilassarsi!

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Due giorni dopo, il primo di ottobre, le delegazioni di Hogwarts e Durmstrang erano attese per l'ora di cena al palazzo di Beauxbatons.

Gli allievi di Beauxbatons furono radunati sotto il tavolo dell'autorità e il loro aspetto fu accuratamente esaminato da Madame Maxime.

Quando le porte si spalancarono, la delegazione slava fece il suo ingresso. Era composta circa da una trentina di ragazzi e ragazze, tutti avvolti in uniformi rosso scarlatto foderate di pelliccia a testimoniare la loro provenienza da un luogo freddo.

Il preside, Stanislav Morovich, era un uomo alto e ben piazzato, sui quarant'anni, forse quarantadue.

Madame Maxime fece partire il coro con l'inno di Beauxbatons e, una volta conclusa la sinfonia, si avvicinò a Morovich per porgergli l'enorme mano -Benvenuto, Stanislav. Siamo felisci di ospitare toi e la tua delegasion de Durmstrang qui al Palace di Beauxbatons- disse mentre l'uomo le faceva il baciamano.

-Io molto lieto, Olympe- rispose Morovich.

Gli studenti nordici presero posto a sedere e fu allora che arrivò la delegazione inglese, guidata da una donna dall'aria altera e intelligente, Minerva McGranitt.

Un attimo... perchè c'era una chioma celeste tra la marmaglia di uniformi nere dalle cravatte colorate?

E perchè il proprietario della testa azzurra sorrise proprio a lei?

La musica ripartì e la bionda cominciò a cantare, inorridita dalla nuova scoperta. L'inno dell'Accademia fu ripetuto e alla fine di quello, gli studenti di Beauxbatons si sedettero ai loro tavoli.

-Minerva! Sono très contente di vederti- Madame Maxime strinse la mano alla Preside di Hogwarts, che Victoire osservò con interesse: la donna, sui novant'anni, aveva capelli color ferro stretti in una crocchia, profondi e perforanti occhi azzurri e portava un abito scozzese verde scuro con un cappello a punta nero.

-Anche io, Olympe- rispose, fredda ma con l'accenno di un sorriso.

La cena cominciò: furono servite pietanze straniere in onore agli ospiti, e Victoire constatò quanto effettivamente fosse obrobrioso il cibo inglese. Non che non l'avesse già sperimentato con la cucina di nonna Molly, ma almeno lei si sforzava di preparare qualcosa di semplice quando mangiavano insieme!

Si sentiva osservata. Due occhi castani fissavano la sua schiena dritta, sulla quale erano sciolti i suoi capelli argentei.

Perchè Ted Lupin era a Beauxbatons? Aveva sedici anni, sarebbe dovuto restare ad Hogwarts!

Finita la disgustosa cena, il ragazzo le si avvicinò.

-Hei, ciao Vic! E' da tanto che non ci vediamo, come va?- le chiese con un sorriso.

-Toire. Io mi chiamo Victoire- lo corresse, irritata da quell'orrendo soprannome affibbiatole da lui stesso dall'età di tre anni -e comunque perchè sei qui?-

-Oh, qualche ragazzo del nostro anno è già maggiorenne perciò la McGranitt ha deciso di portare tutto il sesto e il settimo anno qui in Francia. Carino questo castello, però- spiegò lui, alzando le spalle.

Carino? Era stupendo, quel palazzo! Pensò irata Victoire, furente per l'inaspettato arrivo dell'inglese, che di sicuro le sarebbe stato tra i piedi come sempre.

-Sì, il palazzo est magnifique- si intromise Odile notando l'espressione assassina della migliore amica.

-Ora scusatesci ma nous devons andar via- sorrise Julie trascinandosi dietro la bionda e la mora.

 

 NdA:

Grazie per le recensioni allo scorso capitolo, comunque ho pensato che sarebbe stato carino inserire un altro Torneo Tremaghi visto che la dete coincidono (si teneva ogni cinque anni e quello a noi narrato dalla Rowling è quello del '94-'95 e la mia ff è ambientata nel '14-'15).  Altra piccola precisazione: le materie di studio di Hogwarts e Beauxbatons sono più o meno le stesse ma con nomi diversi ( Trasfigurazione - Trasmutazione, Incanteimi - Incanti, Erbologia - Giardinaggio, Babbanologia - Vita Non-Magica, Aritmanzia - Calcolo, Antiche Rune - Traduzione, Astronomia - Astronomia, Storia della Magia - Storia Magica, Divinazione - Arte della Predizione, Cura delle Creature Magiche - Arte Veterinaria, Pozioni - Filtri e Veleni, Difesa contro le Arti Oscure - Difesa), ma all'Accademia francese si studiano anche Canto e Lingue Straniere.
Spero che questo capitolo vi  sia piaciuto,
Alice

 

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Capitolo 4
*** Dire Ted Lupin, c'est dire fléau ***


-Perchè?! Perchè a me?!- urlò Victoire lasciandosi cadere sul suo letto -Non basta che questo sia il mio ultimo anno qui ma bisognava per forza mandarmi quel flagello di Ted?! Perchè?!-

-Victoire calmati- disse Julie con voce dura.

-Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo?!- continuò la bionda alzandosi e misurando a grandi passi la stanza.

Era veramente furente.

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-Hei, Vic! Facciamo colazione insieme?- chiese Ted Lupin non appena vide l'amica entrare nella grande Sala da Pranzo.

-No- fu la dura e fredda risposta della Weasley, che si sedette al suo solito tavolo con Odile, Julie e altri amici francesi.

Il Metamorfomagus si accigliò un attimo, poi fece gli occhi dolci -Daai, Vic-

-Io mi chiamo Victoire. E no, Ted. Non vedi che ho di meglio da fare?- rispose lei con un tono che non ammetteva repliche.

-A me sembra che tu stia per fare colazione e potresti anche...- certo che sapeva essere veramente tardo, quel Ted Lupin!

-Vattene Ted- disse la Weasley, tagliente.

Il Grifondoro non sapeva che dire: la sua 'amica' non era mai stata così glaciale con lui. Certo, era sempre stata sulle sue e amava comportarsi come una principessa viziata, ma non era mai stata così scostante. Rivolse un ultimo sguardo alla bionda, e se ne andò al tavolo dei suoi amici, sconsolato.

-E' innamorato- sentenziò Julie prendendo posto in fianco a Victoire.

-Mi dispiace per la sfortunata, allora- commentò la bionda, ancora irritata.

-Cioè tu- disse Odile prendendo dei mirtilli.

La Weasley la fulminò con lo sguardo -Non dire mai più una cosa del genere-

-Ma Victoire, è così evidente- intervenne Julie con un ghigno poco rassicurante.

-Stai zitta, Julie- gli occhi della bionda lampeggiavano di rabbia.

-Va bene, va bene... e che mi dici di François?- chiese la rossa, maliziosa.

-Niente- con un'ultima occhiata furente Victoire mise fine alla conversazione.

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-Allora, ragazze, quest'oggi studieremo l'Incanto di Fascino- annunciò Madame Beaumon alla classe femminile di Incanti -la formula è Decor, traducibile in Latino come 'fascino' o 'bellezza', e si tratta di un incanto molto utile per attrarre e affascinare chiunque, dagli umani agli ibridi. Bacchette alla mano, prego. Troverete ulteriori informazioni a pagina trentotto del vostro libro-

Le ragazze del quarto anno estrassero le loro bacchette magiche dalle borse e cominciarono ad esercitarsi. Victoire aprì il suo libro alla pagina data e, seguendo le istruzioni e mormorando la formula, dalla sua bacchetta di biancospino e capello di Veela fuoriuscì una polvere azzurrina, che aleggiò intorno a lei per un po' e poi si dissolse nell'aria.

-Perfetto, Victoire, molto bene. Ma in fondo tu non hai bisogno di simili incanti con il tuo sangue Veela, dico bene?- chiese la Beaumon concedendole un sorriso compiaciuto.

-Sì, Madame- rispose lei, con tono orgoglioso.

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-Vic, eccoti qui!- Ted Lupin la raggiunse ad un tavolo della Biblioteca.

-Che vuoi, Ted?- gli chiese, scocciata.

-Andiamo a fare una passeggiata?- sorrise il ragazzo.

-Non vedi che ho da fare?- rispose Victoire ritornando agli appunti di Trasmutazione.

-Ma dai, Vic... puoi lasciar perdere i libri una volta tanto. Non vuoi passare un pomeriggio con il tuo amico?- Teddy Lupin sapeva essere assai petulante.

-No. E tanto per informazione io mi chiamo Victoire Gabrielle Weasley, non Vic; e tu non sei affatto mio amico- sibilò la bionda con gli occhi ridotti a fessure.

-Ma Vic...- provò a ribattere lui.

-No- fu la sua perentoria risposta. Detto questo prese la sua roba ed uscì dalla Biblioteca, furiosa con il mondo.

-Victoire- la salutò François quando lei lo urtò senza nemmeno accorgersene.

-Oh, scusa François- disse, nervosa e ancora furente.

-Che succede?- chiese il ragazzo avviandosi con lei verso i giardini del palazzo.

-Non riesco a sopportare quel Ted Lupin- ringhiò.

-Sì, ho notato che sa essere veramente irritante con la sua mania di chiamarti Vic e i suoi disperati tentativi di essere tuo amico- sorriseFrançois.

-Appunto. Sono anni che mi sta sempre intorno. Non lo sopporto più!- esclamò la Weasley, infervorata.

Continuò per cinque minuti buoni ad inveire contro la persona di Ted, con il buono e paziente François ad ascoltarla, sempre con il sorriso sulle labbra.

-... E si crede chi sa chi! Perchè poi? E' solo uno stupido sbruffone e...- ma venne zittita da qualcosa. Qualcosa di piuttosto gradito: un bacio, lungo e appassionato.

-Beh, dovevo pur chiuderti la bocca in qualche modo- spiegò François quando si separarono, rimanendo abbracciati.

-In questo caso apprezzo e approvo totalmente il tuo modo di chiudermi la bocca- ghignò maliziosa Victoire avvicinandosi di nuovo a lui.

 


NdA:

Scusatemi tanto il ritardo nell'aggiornare, ma il computer mi ha dato molti problemi ultimamente, e mi ha perso tutta la cartella delle fanfiction.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, anche se so già che non è un granchè.
Alice

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Capitolo 5
*** Première test ***


La mattina dopo, a colazione, la popolazione di Beauxbatons ebbe l'onore di vedere le due stelle dell'Accademia mano nella mano.

I pettegolezzi iniziarono sin da quando François e Victoire entrarono in Sala da Pranzo abbracciati, e sarebbero continuati per giorni.

Alla vista dei due, i capelli di un certo Ted Lupin divennero di un verde invidia, ma non ebbe molto tempo di pensarci dato che Madame Maxime chiese l'attenzione dei presenti -Cari ragossi, je espere che abiate passoto delle belle settimane ici a Beauxbatons, ed è junto il momonto di rendere pubblisci i nomi dei partesciponti al Torneo Tremaghi, chose que avverrà questa sera. Nel fratompo vi auguro una bonne journè ed esorto chi non ha ancora messo il proprio nome dans le Calice di Fuoco a farlo entro stasora, se vuole partescipore-

Quanto l'avrebbe voluto! Ma purtroppo avrebbe compiuto diciassette anni solo ad aprile. Eppure Harry, il suo padrino, era riuscito a partecipare a quattordici anni... si, va bene, il Calice era stregato, ma era diventato comunque un Campione Tremaghi, no?

Come fare ad ingannare la linea dell'età? Erano giorni e giorni che lui e i suoi amici tentavano di porre nel Calice i loro nomi, ma invano.
Ebbene dovete sapere che Theodore Remus Lupin non era affatto un tipo tranquillo, un amante del quieto vivere, per nulla. Diciamo che era un po' il James Potter (Sr.) della situazione, e con i suoi Malandrini ne combinava delle belle.

Ted moriva dalla voglia di compiere quel gesto estremamente pericoloso. Moriva dalla voglia di vincere, di essere ricordato come un Campione Tremaghi. Come diceva zio George? Ah sì: eterna gloria... che sogno...

E fu così che dimenticò persino la sua amica Victoire e il suo nuovo fidanzato, cosa che in un qualsiasi altro momento l'avrebbe fatto esplodere dalla rabbia. Rabbia ovviamente del tutto fraterna per il suo cervellino (scemo il cervellino).

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Quella sera, dopo la cena, Madame Maxime si alzò dal tavolo delle autorità e raggiunse il Calice di Fuoco. Tutti gli occhi erano puntati su di lei -Silonse! State per venire a conoscenza dei futuri Championi Tremaghi. Vi rimombro que mettere il proprio nome dans le Calice costituisce un contratto majico vincolonte: una volta que un champione vione selesionato, lui o lei non potronno plus tirarsi indiotro- poi tese la mano verso il Calice, che sputando alte lingue di fuoco, gettò fuori un foglietto bruciacchiato -Et le champione di Beauxbatons è... Geneviève Tremblement!- una ragazza dai lunghi capelli ramati si alzò da un tavolo in fondo alla sala, con un sorriso gioioso stampato in faccia, e raggiunse la Preside -Le champione di Durmstrang è... Ghunther Bjork!- un ragazzo muscoloso dall'aria cattiva alzò il pugno in segno di vittoria, tra le acclamazioni dei suoi compagni -Et infine, le champione di Hogvàrts è...- Ted incrociò le dita -... Aurelia Lestrange!-

No! Come aveva potuto fallire? Le aveva tentate tutte: dal far mettere il suo nome nel calice da uno del settimo anno ad un tentativo di Confundus verso l'antico cimelio, zio Harry aveva detto che quando era stato scelto lui il Calice era stato Confuso, ma probabilmente i Presidi avevano preso misure di sicurezza più accurate per evitare simili problemi.

-Bien, ora i tre Presidi si ritireronno pour spiegare le regles ai leurs championi, bonne nuit- salutò Madame Maxime posando una delle sue enormi mani sulla spalla di Geneviève.

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-Vic! Vic!- decisamente, odiava Ted Lupin.

-Cosa vuoi, Teddy?- chiese lei, ben sapendo quanto lui odiasse quel soprannome da 'orsetto'.

-Non mi va che tu mi chiami così, Vic- protestò Ted.

-Bene, a me non va che tu mi chiami Vic. Io mi chiamo Victoire Gabrielle Weasley- sibilò Victoire.

-Ma Vic, non c'è bisogno di fare tutta questa sceneggiata, tanto so che ti piace che io ti chiami così, e poi è più veloce- non aveva proprio capito niente -comunque, volevo chiederti se è vero quel che si dice in giro-

-Che cosa si dice in giro, Ted?- sospirò la bionda.

-Che stai con quel François- disse Ted, lo sguardo speranzoso.

-Allora sì, è vero- sorrise Victoire osservando la faccia dell'inglese farsi pallidissima e i capelli diventare da azzurri ad un orribile color topo.

-Cosa?! Ma Vic tu sei troppo piccola per avere un ragazzo!- esplose Ted, i capelli che viravano verso il rosso.

Beh, potete benissimo immaginare che nostra Weasley dovette fare un enorme sforzo per non ucciderlo seduta stante -Lupin- disse puntandogli addosso la bacchetta -non osare dirmi cosa posso o non posso fare, e prova a dire un'altra volta che sono 'troppo piccola' e ti assicuro che ti Avadakedavrizzerò all'istante. Tu non sei mio padre, nè mio fratello- sibilò appellando a sè tutta la sua pazienza (assai poca a dire il vero).

-No, Vic. Non posso permettere che qualcuno ti usi. Devi mollare quel francese. E in quanto al non essere tuo padre... beh, credo che nemmeno Bill sarà contento della novità- la minacciò Ted con un ghigno malandrino stampato in volto.

E qui il contare mentalmente fino a venti, le autoimposizioni di star calma e respiri profondi non poterono nulla contro la furia omicida di Victoire Weasley -THEODORE REMUS LUPIN TI CONVIENE ANDARTENE IMMEDIATAMENTE DA QUI O TI UCCIDERO' CON LE MIE MANI! E NON OSARE MAI PIU' MINACCIARMI O RICATTARMI, O NE PAGHERAI LE CONSEGUENZE!- e detto questo... beh, detto... più urlato... quindi, e urlato questo lo Schiantò e se ne andò via, furiosa.

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-Buonjorno, bienvenuti à la Prima Prova del Torneo Tremaghi, che consisterà nell'affrontare dei Troll dei Ghiasci pour impadronirsi dell'ojetto que contiene informazioni essensiali par la prossìma prova- annunciò con forte accento francese una strega dall'aria gentile, seduta tra due maghi.

Sì, era arrivato anche il giorno della prima prova, e gli studenti di Beauxbatons, Hogwarts e Durmstrang erano riuniti sugli spalti posti nell'enorme parco del Palazzo.

Victoire era seduta accanto ad Odile e François, che le cingeva la vita sotto lo sguardo assassino di Ted Lupin, che faceva sfoggio del suo occhio nero e del suo braccio rotto.

La Weasley, dal canto suo, ignorava bellamente l'inglese, furiosa per la punizione beccata dopo averlo Schiantato (perchè sì: nel cervellino di Victoire era tutta colpa di Teddy, compreso lo Stupeficium)... ma insomma, dobbiamo capirla! La prima punizione della sua vita le aveva quasi fatto avere una sincope! E ovviamente, la colpa era come al solito del carissimo Teddy Lupin.

Gli spalti circondavano l'arena dove si sarebbe disputata la prova, e sul campo di gioco erano poste grandi pietre appuntite, grossi massi posti uno sopra l'altro, e un piccolo spiazzo piano, il tutto circondato da alte gradinate sulle quali erano seduti gli spettatori.

-Diamo le bienvenuto à le premier champion: Aurelià Lestranje pour Hogvàrts!- urlò la telecronista.

La ragazza Hogwartiana fece il suo ingresso nell'arena, la bacchetta alla mano, i lunghi capelli corvini raccolti in un'alta coda, la divisa con i colori verde-argento e lo stemma della sua scuola disegnato sul petto.

Subito i guardiani fecero entrare anche un enorme troll con in mano un'altrettanto enorme clava, che fece rabbrividire la ragazza.

Una luce azzurra brillava tra le pietre dietro la bestia, ma da lontano non si riusciva a comprendere cosa fosse.

Aurelia tentò di aggirare l'animale, prima scartandolo di lato e poi provando con audacia a passargli sotto le gambe.

Avere un troll come avversario però è un vantaggio pensò Ted sempre meglio del drago con cui ha dovuto vedersela zio Harry, almeno un troll ha i riflessi più lenti...

Sì, è vero, il troll aveva i riflessi più lenti, ma con un passo poteva calpestarti e maciullarti sulle pietre.

Questa creatura è orrenda! pensò invece Victoire, non riuscendo a spiegarsi perchè Madame Maxime avesse permesso di portare all'Accademia un simile animale

La campionessa di Hogwarts tentò il tutto e per tutto, poi si fermò un attimo, un ghigno le illuminò il volto, e, con grande sforzo, trasfigurò una grande pietra in un piccolo troll.

Improvvisamente il bestione cambiò obiettivo e prese tra le braccia villose il cucciolo, lasciando via libera alla Lestrange, che prontamente raggiunse e prese l'oggetto splendente, rivelatosi un cristallo.

-Très bien, miss Lestranje! Ora è il momonto dei judici...- annunciò la strega telecronista.

Madame Maxime agitò la bacchetta e apparve in aria un grande otto, lo stesso voto che diede il Preside di Durmstrang poco più tardi.

La Preside McGranitt assegnò un bel nove alla sua allieva, e il Ministro della Magia francese un altro otto. La strega telecronista fece uscire un nove dalla bacchetta, come fece il mago piccolo e magro seduto in fianco a lei.

Al campione di Durmstrang, Ghunther Bjork, vennero tolti alcuni punti per il danneggiamento del troll, ma si piazzò comunque bene per il poco tempo impiegato.

Per ultima toccò a Geneviève, la campionessa di Beauxbatons, che entrò nell'arena con aria impaurita ma sicura. Portava una tuta azzurra con il blasone dell'Accademia, e brandiva la bacchetta davanti a sè.

Geneviève prese un respiro profondo e si piazzò dinnanzi al troll, puntandogli addosso la bacchetta e pronunciando alcune parole sottovoce.

-Ebbene oui, mademoiselle Tremblement sombra provare un Incanto di Fascino!- disse la strega telecronista -Ecco che esce la polvere azurra dalla bacchetta e avvolje il troll!-

Infatti, l'incanto stava proprio riuscendo dato che il bestione sembrava imbambolato e stava lasciando via libera a Geneviève.

La francese non perse un attimo e in un secondo il cristallo fu suo, tra il tripudio generale.

Madame Maxime, con un sorriso fiero, le assegnò un dieci, così come fecero il Ministro e la strega della telecronaca. La Preside di Hogwarts fece uscire un otto dalla bacchetta e lo slavo un sette.

Ted Lupin strinse i denti: zio Georgie e zio Ron gli avevano detto che ogni Preside avrebbe aiutato il proprio campione, tutti tranne la McGranitt, a cui piaceva giocare pulito evidentemente.

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Victoire Gabrielle Weasley,

se non vuoi che il tuo trasferimento ad Hogwarts avvenga domani stesso ti conviene mollare il tuo 'ragazzo'! Teddy è stato così gentile da informarmi subito della cattiva reputazione di quel François e non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.

Tuo padre.

Victoire, cherie,

Teddì ci ha informati della tua relazione con François Pinar, e credo sia un bravo ragazzo se è come suo padre (non dirlo a papà ma sì, avevo una relazione con lui, a Beauxbatons).

Ti dico solo che papà non è molto contento, ma penso che tu sia abbastanza grande per avere un ragazzo, non? Perciò stai tranquilla e goditi il tuo ultimo anno in Francia.

Ci vediamo a Natale,

Maman

P.S.: spero che non finirai più in punizione per aver schiantato un tuo amico, Victoire. Capisco che Teddì possa essere un po' fastidioso, a volte, ma fargli del male non mi sembra la cosa più giusta da fare, nè per lui nè per la tua carriera scolastica.

Victoire ha il ragazzo! Victoire ha il ragazzo!

Dom

Allora... dopo lettere dei suoi genitori e della sua carissima sorellina minore, in Victoire era nata una nuova rabbia capace di abbattere l'intera Beauxbatons.

Ma di una cosa era certa: avrebbe ucciso Theodore Remus Lupin. L'avrebbe Cruciato, squartato, Avadakedavrizzato, fatto resuscitare, ritorturato fino alla pazzia e poi ucciso di nuovo. Lo odiava, oh se lo odiava.

E avrebbe fatto un pensierino anche al tagliare la chioma dorata della sua amata sorellina Dominique, colpevole d'averla fatta rompere lo specchietto che teneva in mano mentre leggeva la sua lettera, se lettera si poteva chiamare.

L'unica consolazione era la missiva di sua madre, scritta in francese e decisamente rassicurante.

Dopo aver incenerito le tre pergamene, non rimase altro da fare che andare ad uccidere Lupin.

Victoire si avviò verso l'aula di Incanti, la materia che avrebbe dovuto frequentare Ted quel pomeriggio, e non appena il ragazzo mise piede fuori dall'aula, senza preoccuparsi minimamente di sembrare una pazza spostata (comportamento assolutamente non da lei), urlò -LUPIN! TI AVEVO AVVISATO E TU... TU! TI UCCIDERO' PEZZO DI SCEMO! PRESTO ANDRAI A FARE COMPAGNIA ALLA MAMMINA E AL PAPARINO!- no, tanto per la cronaca non si era resa conto dell'enormità delle parole appena sbraitate, ma senza curarsi del fatto che gli occhi di tutti fossero puntati su loro due, puntò la bacchetta addosso a Ted con aria folle -Impedimenta! Exulcero! Petrificus Totalus! Stupeficium!-

Calò il silenzio e Victoire, furiosa come non mai, girò sui tacchi e ritornò nella sua camera a martoriare i suoi poveri averi.

Inutile dire che la pazienza di Fleur fu messa a dura prova dall'ennesima punizione beccata dalla nostra cara bionda.

Ted Lupin rinvenne tre ore dopo nell'Infermeria del palazzo, circondato dai ridacchianti Malandrini e da uno stormo di ragazzette innamorate. Ma aveva un'unica consapevolezza: quella non era la sua Vic.

Ma non voleva rendersi conto che 'la sua Vic' non era mai esistita, non era mai stata veramente sua amica, la vera Victoire lo odiava. Ma perchè?Doveva assolutamente trovare il modo di ritornare diventare suo amico.



NdA:
Salve a tutti, scusate il ritardo ma in questo periodo sono impegnatissima e ho veramente poco tempo per scrivere. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e un enorme grazie a chi recensisce e a chi legge la mia storia.
Al prossimo capitolo,
Alice    ™ 
Ah, e qualcuno di voi sa come inserire le foto? A me hanno detto con un semplice 'copia, incolla', però non funziona...
Grazie ancora



 

 

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Capitolo 6
*** Yule Ball ***


-Ted, la Weasley non si metterà mai con te: ti odia. Quindi finiscila- disse Alcor Burke al suo migliore amico.

-Eh?! Cosa?! Ma io non voglio mettremi con Vic, è la mia migliore amica e non mi odia!- sii, Teddy caro, contaci.

-Ovviamente. Ed è per questo che ti ha schiantato, urlato addosso come una Banshee infuriata e mandato dritto in Infermeria, vero?- chiese Alcor, sarcastico.

-Veela- precisò Ted -Veela infuriata, non Banshee infuriata. Veela infuriata-

Il giovane Burke alzò gli occhi al cielo -Veela. Ammettilo Ted: ti piace la Weasley-

-No!- i capelli di Teddy virarono dal consueto azzurro ad un rosso intenso -Ma che dici! E non chiamarla 'la Weasley', lei è Vic-

-Ed è perchè non ti piace che tu e i tuoi capelli siete rossi Grifondoro? E poi, Ted, non so se l'hai notato ma la ragazza non sembra adorare il nomignolo che le hai affibbiato- ghignò Alcor, da bravo Serpeverde mancato.

-Io che? Oh, no sai non controllo ancora molto bene le mie trasformazioni...- cercò di difendersi Ted.

Se normalmente Teddy Lupin era un ragazzo strafottente, una testa calda, uno spericolato, uno sbruffone con manie d'eroismo (o almeno così pensava Victoire), da solo con il suo migliore amico diveniva un'altra persona. Alcor Burke aveva il potere di far ragionare Ted Lupin, e Ted Lupin aveva il potere di far ragionare Alcor Burke.

Ah, sì: Alcor Burke. Alcor Herbert Phineas Burke.

Allora, Alcor era nato nella famiglia rigidamente purosangue dei Burke, discendenti dei Black, e non aveva avuto un'infanzia particolarmente gradevole a causa dei rapporti conflittuali con i suoi parenti, per lo più rovinati dalle diverse idee riguardo la purezza del sangue. Diciamo che era un po' il Sirius Black della situazione, e, come Sirius prima di lui, anche a scuola, questa sua profonda differenza con la famiglia Burke si era perpetuata: laddove tutti i suoi parenti erano stati a Serpeverde, era stato smistato nella casa di Grifondoro dal Cappello Parlante, casa dei coraggiosi e dei giusti. E proprio tra i suoi compagni di Grifondoro che aveva incontrato tre delle persone avevano maggiormente i suoi sei anni ad Hogwarts: Theodore Lupin, Michael Abercrombie e Colin Canon Jr., compagni di Casa, suoi grandi amici con i quali formava il mitico gruppo conosciuto in tutta Hogwarts come i 'Malandrini'.

Era un allievo vivace, intelligente e brillante, sebbene non descrivibile con il termine 'diligente', e condivideva con il suo indiscusso migliore amico Theodore numerose serate di punizione per i molteplici guai in cui si cacciavano.

Ma lasciamo perdere Alcor Burke, al quale abbiamo dedicato anche troppo spazio, e passiamo al nostro Teddy. Ebbene, il cuore di Ted aveva mancato un battito quando il suo amico gli aveva detto che a lui piaceva Vic. A lui non piaceva Vic (ok sì ma non lo aveva ancora realizzato)! Lui la considerava come una sorella minore, la sua migliore amica (ottuso Teddy: come puoi pensare che una persona che ti schianta ogni due secondi sia la tua migliore amica?!).

Inutile dire che Victoire Gabrielle Weasley non la pensava come Theodore Remus Lupin, non è così?

In quel momento la nostra bionda stava puntando una dozzina di spilli sul corpicino inerme di una povera bambolina vodoo dai capelli turchesi (chi sa chi sarà) -Muori! Muori! Muori, brutto impiccione petulante sbruffone, muori!- urlava sotto lo sguardo sbalordito di Odile e Julie, sedute sui loro letti ad assistere allo spettacolo.

-Victoire... Victoire, tesoro ascoltami: rilassati. Se continui ad urlare in questo modo ti verranno le rughe e François non ti vorrà più- disse Julie con voce calma.

-Julie! Ma ti sembra una cosa da dire?!- intervenne Odile.

-Lascia perdere Odile: mi sono lasciata trascinare dalla rabbia. Oh, odio Ted Lupin!- Victoire si lasciò cadere sul suo letto, a braccia aperte.

-Questo lo avevamo intuito- sussurrò Julie.

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-Silonse!- chiamò Madame Maxime durante il pranzo -Bien, vorrei informarvi que la sera après Noël, qui a Beauxbatons sci sarà il tradisionale Yule Ball* e gli studonti che frequontano i corsi dal quarto anno in su sono tenuti a partesciporvi- annunciò quando ebbe ottenuto la totale attenzione dei ragazzi -lo Yule Ball est una festa dansante tradisionole del Torneo Tremaghi. Gli studonti il cui anno di studi est superieur al terzo possono invitare altri studenti aussi du terzo anno. Pour tradision, les Chamipons et leurs partner aprironno le danse... bien, est tout! Buon pomerijo, ragossi-

Un mormorio eccitato si levò per tutta la Sala da Pranzo-

-Mademoiselle Weasley, vuole farmi l'onore di essere la mia accompagnatrice per lo Yule Ball?- chiese sorridente François, ostentanto modi pomposi che fecero ridere la bionda.

-Con piacere, monsieur Pinar: pregusto già il pensiero della bella serata- rispose lei con lo stesso tono.

Teddy, lì dietro, aveva assistito al teatrino romantico e ora guardava il bel François con aria omicida.

-E non ti piace la Weasley, eh?- gli chiese Alcor con una sonora pacca sulla spalla.

-No, amico: solo, mi sta antipatico quel tipo. Non mi sembra molto affidabile...- disse.

-Sì, sì, ma vedi di cambiare colore ai tuoi capelli o Victoire potrebbe insospettirsi: sono verdi- gli fece notare Michael Abercrombie.

-Non è vero, sono azz...- protestò Ted, gettando un'occhiata alla chioma bionda davanti a lui invece che alla sua.

-Ted, c'è posta per te!- lo avvisò Lucile Jones, Grifondoro del suo anno, passandogli un pacco con su scritto il suo nome.

Lo aprì -Oh, sono le lettere di zio Harry, zia Ginny, James, Albus e Lily... le leggerò dopo- disse, notando Victoire che riceveva un pacco simile al suo e lo riponeva nella borsa celeste come la sua uniforme.

-E' cotto- commentò Alcor scuotendo il capo, sconsolato, per poi ammiccare ad una francese lì vicino.

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Il tanto atteso giorno del ballo arrivò, e Victoire e le amiche passarono tutto il pomeriggio chiuse nella loro stanza tra cosmetici, vestiti, tacchi e gioielli di ogni tipo.

Fleur aveva inviato alla figlia prediletta un abito blu notte con il corpetto tempestato da minuscoli diamanti e prestato lei una sua collana regalatale da Bill per il loro primo anniversario di nozze.

Beh, Victoire era un incanto: l'abito elegante le faceva risaltare la vita sottile e la pelle chiarissima, oltre a stare meravigliosamente con i suoi occhi color zaffiro.

Quando scese lo scalone d'ingresso, dove aveva appuntamento con François, il ragazzo rimase quasi senza fiato.

-Allora, hai intenzione di stare lì impalato a fissarmi o intendi portarmi a ballare?- scherzò Victoire.

-Sì, certo- rispose lui cercando di mantenere un certo contegno mentre conduceva la sua dama in Sala da Pranzo, elegantemente addobbata con sculture di ghiaccio rappresentanti le Villi, secondo la tradizione ragazze morte per amore prima del amtrimonio. Al centro della Sala c'era un lungo tavolo, e tutt'intorno stavano piccoli tavolini marmorei. Cori di ninfe dei bosci cantavano melodiosi e le fate, volavano sopra di loro, luminose e scintillanti.

Le porte si aprirono e fecero il loro ingresso i Campioni: Geneviève Tremblement, al braccio di un affascinante studente del settimo anno di Hogwarts, Aurelia Lestrange con un certo Adolf Grumland dell'ultimo anno di Durmstrang, e Ghunther Bjork, che dopo un rifiuto da parte di Victoire aveva ripiegato su Morgane Rondnoir, del quinto anno di Beauxbatons.

Teddy, in smoking nero e con i capelli miracolosamente castani, con aria baldanzosa e sicura sorrideva ad una Sophie Dumont in adorazione.

Victoire alzò gli occhi al cielo: come diavolo faceva a piacere alle ragazze con quella sua aria da don Giovanni?

Dopo una cena sontuosa (per Teddy troppo leggera), i Campioni aprirono le danze e quando i ragazzi si riversarono in pista, François invitò Victoire a ballare, sotto lo sguardo assassino di Ted Lupin.

-Ehi, Vic!- la salutò quando il francese l'ebbe lasciata un attimo per prendere due bibite.

Calmati Victoire, calmati si ripetè mentalmente la bionda.

-Vic!- la chiamò lui, di nuovo.

-Dimmi cosa vuoi e vattene, Lupin. Non ho intenzione di perdere tempo con te- disse Victoire con evidente sforzo per non ucciderlo.

-Io? Solo fare un po' di conversazione... e dirti che quel François Pinar non mi sembra una persona raccomandabile, ecco vedi...- cominciò Ted.

-Arrêt- lo fermò lei -non ho la minima intenzione di fare conversazione con te e tanto meno ascoltare i tuoi sproloqui, Lupin. François è una persona meravigliosa, a differenza tua. Lui non è uno sbruffone pallone gonfiato baldanzoso ed egocentrico come te. E nemmeno ottuso quanto te: quanto ti ci vuole a capire che ti odio?- sibilò con evidente disprezzo nella voce.

Ok, forse, ma solo forse, aveva esagerato...

Dentro di Ted si ruppe qualcosa, un qualcosa di cui fino a quel momento era stato certo: l'amicizia di Victoire (ottuso, c. v. d.) -Ah, è così, allora?-

-Sì, l'hai capito, finalmente, eh?- fece lei, ironica.

-Bene, Weasley: non abbiamo più nulla da dirci- disse Ted, amareggiato.

-Era quello che cercavo di farti capire da anni, Lupin- rispose lei, sprezzante.

Da quel momento partì un conflitto che sarebbe continuato per molto e molto tempo.

Alcor Burke li fissava, lo sguardo indecifrabile. Gli dispiaceva per Ted, era il suo migliore amico, ma lui l'aveva avvertito. In cuor suo, giurò odio eterno a quella Weasley che aveva appena distrutto il suo quasi fratello.

Odile Garnier si avvicinò alla migliore amica, quando l'inglese dai capelli divenuti rossi si allontanò -Era proprio necessario trattarlo così?- le chiese.

-No, ma almeno me ne sono liberata. Non ne potevo più- disse Victoire sedendosi ad un tavolino.

-E noi non dovremo più stare a guardarti mentre sfoghi la tua rabbia su assurde bamboline vodoo- si inserì Julie, prendendo posto con loro.

Victoire sorrise alle amiche: sapevano sempre tirarla su di morale, le adorava. Come avrebbe fatto senza di loro, ad Hogwarts?

-No, non ne troverai facilmente... non come noi almeno- la voce di Odile la riscosse dai suoi pensieri.

Aveva parlato a voce alta?

-No, ma ti conosciamo bene- disse Julie con un sorrisetto poco rassicurante.

Aveva parlato di nuovo a voce alta?

-Ancora una volta no, Victoire- rise Odile.

Mmh... -Oh, santo cielo, come farò in quella scuola di pazzi senza di voi?- chiese, con un moto d'irritazione verso il padre.

-Morirai- rispose Julie, spigliata.

-O più probabilmente scapperai e chiederai asilo a Madame Maxime- sorrise Odile.

-Siete come al solito molto rassicuranti, ragazze- commentò la bionda alzando gli occhi al cielo.

-Lo sappiamo- tagliò corto Julie.

-Ma adesso vi lasciamo soli- aggiunse Odile notando François con due calici in mano.

-Ti ho vista discutere con quel Lupin- disse lui quando le amiche se ne furono andate.

-Sì, e indovina? Me ne sono liberata- esultò Victoire, dandogli un bacio.

-Se questo comporta più tempo per noi e il migliorare del tuo umore la cosa mi piace- commentò François.

-Decisamente- affermò la Weasley.



NdA:
allora, prima di tutto Yule Ball (*) è la traduzione letterale di Ballo del Ceppo, poi, che ne pensate di questo capitolo? So che non è il massimo e che sono tremendamente in ritardo, ma ho pochissimo tempo in questi giorni.
Al prossimo capitolo, ringrazio chi recenisce e chi ha inserito la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate,
Alice

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Capitolo 7
*** Rouge ***


Odile e Victoire rimasero all'Accademia per Natale, e trascorsero una piacevole settimana di vacanza alla fine della quale, però, non furono dispiaciute di tornare alla quotidianità scolastica. Adoravano il palazzo e non vedevano l'ora di ritrovare Julie, François e gli altri amici, tornati a casa per le vacanze.

Le lezioni ripresero tranquille e serene, e il tempo passò così veloce che Victoire non si rese conto che erano a fine febbraio solo dopo aver scritto sul suo diario la data del prossimo compito di Incanti.

Arrivò così anche il giorno della seconda prova, che si sarebbe tenuta nella foresta di Beauxbatons. I tre Campioni dovevano recuperare tre scatoline nascoste, contenenti i loro più grandi desideri, che sarebbero andati perduti se non fossero riusciti a trovarli in tempo.

Victoire, Odile e Julie presero posto sulle gradinate poste al limitar del bosco. Il vento era fresco, ma non gelido e umido come quello londinese, pensò la bionda.

D'un tratto, Julie spalancò la bocca, sbalordita -Vi... Victoire... i tuoi capelli...- mormorò.

Victoire si irrigidì.

Cosa? Cos'era successo ai suoi bellissimi, stupendissimi capelli?

Li tastò per verificarne la presenza e si portò una ciocca davanti agli occhi. Ci macò poco che svenisse! Erano rossi! Rosso Weasley!

Sentì delle risate venire da dietro di lei e portò subito la bacchetta alla mano, pronta a farla pagare a chi aveva osato tanto.

Inutile dire di chi si trattasse: Theodore Remus Lupin e la sua banda stavano sghignazzando con le lacrime agli occhi.

-Hei, Weasley stai molto bene così: sembri zia Molly- la provocò Ted.

Zia Molly? Zia Molly?! Nonna Molly?!

Oh, lei avrebbe ucciso ed Lupin.

-Lupin, ti conviene cominciare a correre perchè non ho intenzione di fartela passare liscia- sibilò lei puntandogli la bacchetta sul petto.

-Oh, e cosa mi farai, Weasley? Mi schianterai?- la prese in giro lui, mentre Alcor Burke si rotolava a terra dalle risate.

-Affatto, Lupin: che ne dici di una piccola dimostrazione pratica?- suggerì lei, con un ghigno minaccioso stampato in volto -Petrificus Totalus! Levicorpus! Languelingua! Stupeficium!- esclamò tutto d'un fiato.

Teddy cadde a terra, svenuto.

-Hei, tu, Weasley! Chi ti ha dato il permesso di schiantare il mio amico?- chiese Alcor con voce distaccata ma minacciosa, arrabbiata.

-Me lo sono data da sola. E vai a cercare sul Codice dell'Accademia: è legittima difesa- rispose Victoire, che non si faceva certo intimidire.

Alcor Burke rimase un attimo colpito dalla risposta pronta della ragazza, ma si riprese subito -Difesa o meno, rossa, resta il fatto che l'hai quasi ucciso-

-Ma dai! Quasi ucciso! L'ho solo schiantato, e se si comporta con tutti come fa con me allora deve essere abituato a questo tipo di trattamenti- fece lei con aria altezzosa. Non l'avrebbe mai ammesso ma si stava proprio divertendo: sfogarsi su Ted era stato liberatorio e quel Burke era un degno avversario.

Evidentemente, Alcor la pensava allo stesso modo, perchè scoccò uno sguardo d'ammirazione alla ragazza francese: era acuta, la bionda... no scusate, la rossa...

-Te la farò pagare, rossa- le disse, ghignando e allontanandosi con Harry Canon, cercando di rianimare Ted.

-Non penserai certo che me ne starò con le mani in mano, vero Burke?- chiese Victoire con aria di sufficienza.

Lui alzò le spalle e se ne andò.

-Prova con una Soluzione Scolorante, comunque- la informò Michael Abercrombie seguendo gli amici.

Victoire si sedette, ora di nuovo furiosa, sulle scalinate, mentre Odile guardava con orrore i suoi capelli pel di carota.

-Ragazze, avete visto Victoire?- chiese la voce di François, arrivando da dietro di loro.

Le venne da piangere. Si voltò verso il ragazzo, sul cui volto si dipinse un'espressione di sorpresa -Vi... Victoire?-

-Sì- disse lei, cercando di trattenersi in un nuovo impeto di rabbia.

I suoi capelli, i suoi splendidi biondissimi capelli...

Per tutta la durata della prova, che terminò con la vittoria di Aurelia Lestrange, Victoire tentò di calmarsi. Forse per voi può sembrare superfluo e superficiale ridursi in quello stato per dei semplici capelli, ma come avrete di sicuro capito, Victoire Gabrielle Weasley adorava la sua chioma biondo argentea fin da quando era bambina. Certo, questa sua smodata passione non era certo abbattuta dalla benevolenza di sua madre: anche Fleur Isabelle Delacour venerava la cascata d'argento della sua bambina, così uguale alla sua.

Comunque, tornando a noi, finita la seconda prova Victoire si fiondò in camera, afferrò le sue scarpette da punta e la tutina azzurra e bianca, e si diresse nell'ala ovest del palazzo, verso la sua amata sala da danza.

Cambiatasi, prese a spazzolarsi i capelli rossi e a farsi uno stretto chignon senza nemmeno mettersi davanti allo specchio: non voleva osservare quella schifezza che aveva in testa. Passava la spazzola con violenza, furore, così che molte ciocche caddero a terra.

Quando entrò nella sala, si sentì già meglio: vi reganava un'aria così... bella, stupenda, magicamente perfetta.

Incantò violino, arpa e pianoforte che si trovavano in un angolo e cominciò a ballare.

Era una musica dura, quella che fuoriusciva dagli strumenti, violenta, forte, piena di rabbia repressa.

Il caso volle che Ted Lupin passasse di lì, perdutosi dopo essere uscito dall'Infermeria del palazzo. Stando ben attento a non farsi vedere, si nascose sotto il mantello dell'invisibilità datogli da zio Harry, e restò a guardare la ragazza, senza capire chi fosse. Doveva essere di Beauxbatons, perchè indossava la tutina della scuola, ma non ricordava di aver mai visto una con dei capelli di quel rosso fuoco.

La ballerina era di schiena, e vederla danzare era uno spettacolo stupendo: era rabbiosa, furiosa, ma allo stesso tempo, con la capigliatura da cui non sfuggiva neanche una ciocca e la tutina candida e color fiordaliso, emanava un'aura di purezza e perfezione... ma chi poteva essere?

Restò lì impalato per un po', fino a che la ragazza, mentre girava, si voltò verso il punto in cui era nascosto. Santo Godric! Era Victoire! Vic! Oh, già: le aveva tinto i capelli di rosso... ma era ben lontano dal sentirsi in colpa, decisamente, lui non sapeva nemmeno cosa significasse il senso di colpa, come non aveva mai conosciuto imbarazzo e vergogna, pieno di sè com'era. Però era proprio bella, anche con i capelli rosso Weasley...

Victoire continuò a ballare, con furia e ardore, mentre Teddy si affrettava a sgattaiolare fuori dalla sala.

Theodore Remus Lupin non sapeva che da quel momento tutte le sue certezze sarebbero andate in fumo.

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Victoire le provò tutte: Soluzione Scolorante, come le aveva suggerito quell'aAbercrombie, un centinaio di lavaggi con lo shampoo magico, un infuso consigliatole da Madame Lefevre, una delle infermiere dell'Accademia, ma l'unica cosa che ottenne fu un unico ciuffo biondo argenteo in mezzo ad una cascata di fuoco.

Una mattina decise di scrivere a sua madre, disperata. Non riusciva proprio ad accettare quel rosso.

Maman,

ho bisogno d'aiuto:

vieni domani al prossimo incontro genitori-alunni,

Victoire Gabrielle Weasley

 

Sì, Beauxbatons organizzava degli incontri genitori-alunni, così che i ragazzi potessero incontrare i parenti una volta al mese. Zia Gabrielle partecipava sempre per vedere la nipote e la figlia, ma non si sarebbe certo arrabbiata se il suo posto fosse preso dalla sorella.

La sera, la risposta di sua madre era già arrivata.

Victoire, cherie,

stai tranquilla, domani mi spiegherai tutto,

maman

 

Grazie al cielo! Beh, non sapeva quanto potesse esserle d'aiuto sua madre, ma almeno avrebbe avuto un po' di conforto: Fleur Delacour ringraziava il cielo ogni giorno perchè la sua bella Victoire non aveva i capelli rossi come tutti i Weasley!

François, dopo un iniziale sorpresa nel vedersi davanti la sua ragazza solitamente bionda con dei colori leggermente differenti, si era adattato all'idea e, per farla infuriare, la chiamava Flamme, ossia fiamma.

Odile e Julie cercavano di confortare l'amica in tutti i modi possibili: dopo tutto anche Julie aveva i capelli rossi e non ne faceva certo una tragedia! Anzi, le piacevano i suoi ricci rosso scuro. 'Rosso scuro, appunto! Non rosso pel di carota!' si lamentava la Weasley.

Ma, se con gli amici dimostrava tutta la sua disperazione per quegli orrendi capelli, in presenza di Ted e dei Malandrini, li ringraziava per averle donato un 'così bel colore'. Come forse avrete capito, Victoire Gabrielle Weasley odiava mostrarsi debole, e non aveva la minima intenzione di darla vinta a Teddy Lupin!

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La mattina dopo, al termine delle lezioni, gli studenti dell'Accademia furono radunati in Sala da Pranzo, dove li attendevano genitori e parenti.

Victoire si diresse subito verso sua madre e sua zia, affiancata dalla cugina Marianne, che frequentava il terzo anno.

Fleur, alla vista della chioma della figlia, quasi svenne -Victoire! Cos'è successo ai tuoi capelli?!- esclamò.

-Ted- ringhiò l'ex bionda -me li ha tinti Ted-

Fleur la prese a braccetto e insieme uscirono nei giardini del palazzo.

-Ma come ha potuto?! Teddì è sempre stato così buono con te- si stupì Fleur ancora sconvolta.

-Maman, non ti ho già detto che abbiamo litigato? Ecco, questo è il risultato- spiegò Victoire con amarezza.

-Sì, sì, ma non credevo che potesse arrivare a tal punto... dimmi che non gli hai fatto del male, cherie- la pregò sua madre, che la conosceva troppo bene per non sapere che chi osava anche solo sfiorare i capelli della sua bambina, non restava a lungo impunito da quest'ultima.

-Gliel'ho fatta pagare- si difese lei.

-Victoire!- esclamò Fleur, con aria di rimprovero mista a comprensione.

-Ma maman, non potevo lasciarlo ridere! L'ho solo pietrificato e poi schiantato, non è nulla di che, dopo tutto- disse Victoire, pronta a combattere per difendere la sua idea.

Fleur sospirò, poi disse -Me lo immaginavo. Comunque stai tranquilla, Victoire: domani ti farò avere la soluzione-

-Davvero?!- non ci sperava più, ormai!

-Certo, sai, una volta tua zia Ginny mi tinse i capelli proprio di quel colore, dopo uno scambio d'opinioni piuttosto acceso- raccontò la donna, sedendosi sotto uno dei gazebi in ferro battuto che stavano nel giardino.

-Zia Ginny?!- chiese Victoire, stupita.

-Sì, sai non andavamo molto d'accordo prima che io sposassi tuo padre...- ricordò Fleur con un sorriso.

-Oh... beh, grazie, maman- fece la rossa lasciandosi abbracciare, gesto assai raro per gli abittuali di sua madre.

-Di niente, cherie, ma ora, credi che io possa parlare con Teddì?- chiese.

-Cosa?! E perchè?!- esclamò Victoire.

-Andromeda mi ha dato un pacco per lui- si giustificò Fleur.

A malincuore, Victoire accompagnò sua madre fino agli alloggi degli inglesi, una grande tenda posizionata in uno spiazzo nella foresta.

Lì fuori, trovò Alcor Burke -Burke, chiamami Lupin- ordinò con la sua solita aria altezzosa (che vi assicuro, non era volontaria).

Alcor non era una persona che si faceva sottomettere, anzi, ma gettato uno sguardo alla donna che accompagnava la Weasley, entrò nella tenda.

Pochi minuti dopo, ne uscì un Ted Lupin dai capelli turchesi e la cravatta rosso oro allentata -Zia Fleur! Cosa ci fai qui?- chiese, stupito.

-Sono venuta a trovare Victoire, Teddì, e a te porter un pacco di tua nonna Andromeda- gli sorrise Fleur, tralascaindo la faccenda dei capelli della figlia e porgendogli un pacchetto: dovevano vedersela da soli.

-Ah, oh... grazie zia Fleur- fece lui, mentre Victoire guardava con aria altezzosa da un'altra parte.

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Il mattino seguente, una fiala di vetro contenente un liquido argento vivo venne recapitata a Victoire dalla civetta delle nevi di nome Athenaïs regalatale da zio Harry. Allegato, c'era anche un biglietto.

Victoire,

metti sei gocce del siero in un bicchiere d'acqua e bevilo.

I tuoi capelli ritorneranno biondi in un minuto,

con amore,

maman

 

Finalmente! Victoire afferrò un bicchiere, ci versò un po' d'acqua e sei gocce del siero argentato, poi lo ingerì e sentì un blocco freddo all'altezza della fronte.

Sotto lo sguardo stupito di Odile e Julie, i suoi capelli, da rosso fuoco che erano, cominciarono a mutare lentamente. Erano sempre più chiari, sempre più chiari. Quando tornarono al consueto biondo argenteo, ci mancò poco che Victoire non si mettesse a piangere di felicità. Scrisse un biglietto di ringraziamento a sua madre e prese lo specchietto che aveva in borsa. Fu così bello rivedersi normale!

-Ma non avevi detto che ti piacevano i capelli rossi, rossa?- le chiese Alcor Burke, dal tavolo in fianco.

-Stà zitto, Burke!- lo zittì lei, in preda alla felicità.

Stranamente, Teddy non aveva ancora fiatato.



NdA:
Salve gente! Mi scuso per il ritardo nell'aggiornare ma ho pochissimo tempo... beh, passiamo al capitolo: che ne pensate? So che non è il massimo ma fatemi sapere.
Al prossimo capitolo,
Alice

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