Under the covers secrets can't be revealed di Claudia (/viewuser.php?uid=357)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scorpius ***
Capitolo 2: *** Rose ***
Capitolo 3: *** Albus ***
Capitolo 1 *** Scorpius ***
Under the covers secrets
can't be revealed
Note ad inizio pagina —
Questa storia è stata articolata in tre capitoli, capitoli un po' particolari
che richiedono questa premessa. Innanzitutto, questa fanfiction è stata scritta
per il challenge
THE COW-T:
The Clash of the Writing Titans @
Maridichallenge
per il prompt settimanale Tre personaggi, ovvero come riportato nelle
note degli stessi ideatori "(*)I tre personaggi possono essere visti come una
threesome nel senso proprio del termine, oppure come due personaggi che se ne
contendono un terzo, oppure ancora come una raccolta di tre
drabble/flashfic/capitoli di una stessa storia, legati da un unico filo
conduttore e che hanno per protagonisti tre personaggi diversi." In
particolare, questa storia tratta quest'ultimo esempio. Non aggiungo altro,
capirete leggendo!
SCORPIUS
Scorpius Malfoy tirò le
lenzuola, riassettò le coperte ed il cuscino. Nascose il giornaletto di
Playwitch sotto al letto, si guardò attorno e spruzzò un po' del profumo che
sua madre gli aveva inviato pochi giorni prima tramite Gufo. La stanza era
completamente deserta, i due letti di fianco perfettamente ordinati. I suoi
compagni avevano anticipato di un giorno la partenza per le vacanze natalizie,
come gran parte dei Serpeverde che erano soliti bivaccare nella Sala Comune.
Quella stessa mattina, durante
l'ora di Pozioni assieme a Grifondoro, si era accertato che Rose ricevesse la
sua lettera; su di essa aveva scritto la parola d'ordine per entrare nel
dormitorio di Serpeverde. Era una prova di coraggio alla quale avevano deciso di
sottoporsi entrambi, forse per spazzar via quella leggera monotonia che si era
creata nella loro relazione, anche a causa del segreto sotto cui la stavano
mantenendo. Rose si era voltata senza attirare l'attenzione di nessuno,
ammiccando leggermente nella sua direzione.
Al ricordo, Scorpius fu
percorso da un brivido, mentre sulla sua pelle sembravano generarsi piccole
scintille elettriche. Era raro trascorrere dei momenti da solo con Rose e non
solo a causa dell'antitesi tra Grifondoro e Serpeverde - il solo stare vicini o
parlare avrebbe attirato l'attenzione di chiunque - ma anche a causa di una
terza persona, Albus Potter. Albus, uno dei suoi amici più cari - strano a dirsi
- nonché cugino di Rose, poteva essere un nemico da non sottovalutare. Benché
Rose avesse desiderato più volte svelare almeno a lui la loro relazione,
Scorpius si era da sempre rifiutato. Albus era senza dubbio l'amico più
affidabile che avesse ad Hogwarts, ma all'accorrenza poteva trasformarsi in una
bestia se qualcosa o qualcuno non incontrava il suo volere.
Scorpius sorrise. Quel giorno
aveva detto ad Albus di sentirsi poco bene; entrambi avevano deciso di fare una
gara sul campo da Quidditch in sella alle loro scope. Il giovane Potter non
sarebbe mai e poi mai venuto a cercarlo; inoltre, Albus non poteva sapere la
parola d'ordine, ragion per cui erano semplicemente in una botte di ferro.
Quando udì dei passi fuori
dalla propria stanza, Scorpius si fiondò sotto alle coperte. Sentì il cuore
pulsargli nel petto ad una velocità tale da spaventarlo, mentre la gola divenne
talmente arida da impedirgli di ingollare.
Udì tre rintocchi contro il
legno della porta, a cui rispose con un "Avanti." quanto mai dibattuto. Cercò di
raccogliere almeno una parvenza di tranquillità, quella quanto meno necessaria a
farlo sembrare un uomo di tutto rispetto agli occhi di Rose. Non avrebbe mai
permesso a qualsiasi impulso adolescenziale di averla vinta su di lui.
La porta si aprì in silenzio,
mentre la luce proveniente dal corridoio penetrò nella stanza, regalando un
fioco bagliore. Scorpius tentò di sollevarsi a sedere sul letto, ma l'agitazione
che aveva in corpo lo fece annaspare tra le lenzuola, impedendo al ragazzo di
vedere Rose appena entrata. Borbottando a denti stretti osservò in tralice la
figura della ragazza avvicinarsi a letto e quando, nel semibuio, le sembrò
abbastanza vicina per afferrarla, chiuse una mano attorno al suo braccio.
"Ehi, Ma allora sei sveglio!"
Una voce maschile rimbombò nelle orecchie di Scorpius, mentre con la forza della
disperazione, prese a cercare la propria bacchetta sul comodino di fianco al
letto.
"Lumus!" Esclamò, mentre il
panico lo colpì come uno schiaffo in volto. "Che ci fa TU qui?!"
Albus aggrottò la fronte di
fronte a quell'accoglienza poco calorosa. "Bel modo di rivolgersi a chi era
preoccupato per te."
"Preoccupato per cosa?" Domandò
Scorpius, mentre con frenesia prese a cercare le pantofole abbandonate in fondo
al letto. Il cipiglio del giovane Grifondoro andò aumentando, scostandosi
dall'impeto che l'amico stava dimostrando senza molte cerimonie.
"Come, per cosa? Hai detto che
stavi male."
"Ah, già. Stavo male."
Bisbigliò Scorpius. "Sì, sì, sto malissimo."
"Forse faresti bene a farti
vedere da qualcuno. Hai picchiato la testa da qualche parte?" Domandò Albus con
marcata ironia.
All'improvviso, l'interesse di
Scorpius nei confronti dell'amico si destò all'improvviso. "EHI. Ma tu come hai
fatto ad entrare?"
"In che senso?"
"Come in che senso? Nel
dormitorio!"
Albus scrollò le spalle. "Devi
essere più serio di quel che sembra. Non ricordi? Sei stato proprio tu a darmi
la parola d'ordine." Scorpius sentì i capelli alla base del collo rizzarsi per
volontà propria.
"Ad ogni modo, mi sembra tu
stia divinamente." Albus sorrise, un sorriso che Scorpius riconobbe. "Avanti,
dimmelo," Il giovane Grifondoro regalò una gomitata all'amico. "Chi è la
fortunata?"
Scorpius avvampò dal terrore.
"Q-quale fortunata! Non stavo a-aspettando nessuno!"
"Ma figurati!" Esclamò Albus.
"Hai nascosto la copia di Playwitch che tieni sempre sopra al comodino e poi,
cos'è? Profumo? Amico, ma chi vuoi darla a bere? E' lampante. Hai intenzione di
fare ginnastica stanotte!"
"No-cioè, forse, no, no! Ad
ogni modo se anche fosse vero, perché rimani qui? Vai via!"
Albus ridacchiò di fronte
all'imbarazzo del giovane Serpeverde. "Va bene, va bene." Disse, sventolando un
mano in segno di non curanza.
"Se-senti." Balbettò Scorpius.
"Hai per caso visto ne-nessuno nella Sala Comune?"
"Intendi dire se ho visto la
fortunata prescelta?" Albus rimane in silenzio per qualche secondo, infine
rispose. "No, nessuno. Ehi, ma domani sarai costretto a dirmi tutto. Nei minimi
dettagli. Hai capito?"
Scorpius deglutì. "Contaci."
"Divertiti, amico mio." Albus
sventolò una mano e scomparì nel corridoio. Scorpius attese qualche minuto, il
tempo necessario affinché Albus uscisse, ed infine si piombò giù dal letto.
Quando si affacciò nel corridoio, la figura esile di Rose stava avvicinandosi
alla sua camera con in mano la lettera di quella mattina. Quando lo vide, Rose
arrossì e raggiunse Scorpius a piccoli saltelli. Senza alcuna galanteria,
Scorpius l'afferrò, trascinandola dentro alla sua stanza e chiudendo la porta
alle loro spalle. Passò qualche attimo, mentre il ragazzo mantenne le braccia
ben strette attorno alla giovane Grifondoro.
"Scorpius... mi fai male."
Come bruciato da una fiamma
viva, Scorpius sobbalzò all'indietro. "Oh, sì, scusa! Hai per caso incontrato
nessuno mentre salivi?"
Rose sollevò lo sguardo,
socchiuse le labbra ed infine scosse la testa. "No, nessuno."
Il sollievo sul volto di
Scorpius fu palese. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde." Rose si
avvicinò al ragazzo, sfiorandogli le labbra con un bacio.
Scorpius sorrise, plasmando una
mano dietro alla schiena della ragazza, attirandola così a sè. "Oh, e sono
sicura che ti piacerà ancora di più." Senza attendere altro, Scorpius la guidò
vicino al letto e la fece sdraiare con tutta la delicatezza di cui erano dotate
le sue maniere da gentiluomo. Scorpius prese a baciarle la base del collo,
scostando la folta capigliatura che ricopriva la pelle.
"C'era Albus, prima." Confessò
il ragazzo, fermandosi.
"Albus?" Domandò Rose,
abbassando lo sguardo su Scorpius. "Lui ha-?"
"No, niente. Se n'è andato
prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."
Rose passò una mano tra i
capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che
Albus capirebbe."
"Come fai ad esserne così
sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.
"Così, forse perché siamo
parenti o forse perché-" Scorpius la interruppe con un bacio.
"Non ho voglia di parlare di
tuo cugino, né del mio amico." Sorrise Scorpius, abbassandole una spallina della
sua divisa.
Rose ridacchiò un po' per il
solletico, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò, perdendosi in un
sospiro. |
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Capitolo 2 *** Rose ***
Note ad inizio pagina —
Questa storia è stata articolata in tre capitoli, capitoli un po' particolari
che richiedono questa premessa. Innanzitutto, questa fanfiction è stata scritta
per il challenge
THE COW-T:
The Clash of the Writing Titans @
Maridichallenge
per il prompt settimanale Tre personaggi, ovvero come riportato nelle
note degli stessi ideatori "(*)I tre personaggi possono essere visti come una
threesome nel senso proprio del termine, oppure come due personaggi che se ne
contendono un terzo, oppure ancora come una raccolta di tre
drabble/flashfic/capitoli di una stessa storia, legati da un unico filo
conduttore e che hanno per protagonisti tre personaggi diversi." In
particolare, questa storia tratta quest'ultimo esempio. Non aggiungo altro,
capirete leggendo!
Per i lettori di EFP —
Questa storia è completa e posterò gli ultimi capitoli a partire da domani. Chi
desiderasse leggerli in anticipo può semplicemente visitare il mio archivio
personale (il link lo trovate nella mia pagina autore qui su EFP)!
ROSE
Rose contemplò la propria
immagine nello specchio: le guance di un rosa acceso avevano istituito un'aperta
competizione con i suoi capelli, di un rosso più scuro, ma certamente non meno
inteso. Molte delle persone che conosceva attribuivano la sua bellezza a quella
della madre, Hermione Granger. Nessuno, proprio nessuno, sembrava voler prendere
in considerazione la sua somiglianza con il padre, Ron Weasley. Eppure, lei
stessa si riscontrava moltissimo nel genitore, a partire da quelle efelidi
leggere che ogni tanto - a seconda del proprio umore - le sbocciavano attorno al
naso o alla bocca. A differenza di sua zia Ginny, a lei piacevano. Con un gesto
esperto si ravvivò i capelli, infine fece qualche piroetta su se stessa.
"Mhm, qualcuno oggi non me la
racconta giusta."
Colta sul fatto, Rose sobbalzò,
voltandosi di scatto verso la porta della propria stanza. "Lily." Sbottò. "Mi
hai spaventato."
Senza badare alle parole della
cugina, Lily Potter si sedette sul letto di Rose, prendendo a guardarla con
interesse. "Non sapevo che avessi interesse per il genere maschile, cuginetta.
Non pensavi solo allo studio?"
"Ovviamente. Non ho nessuno
appuntamento galante."
Lily rise. "Ma io non ho
parlato di nessun appuntamento!" Rose si morse la lingua, in trappola. La
giovane Potter abbandonò il letto e, di fianco a Rose, prese ad ammirare loro
stesse allo specchio. "Avanti, chi è?" Disse, guardando la cugina attraverso il
riflesso.
"Nessuno." Rispose Rose,
abbassando lo sguardo e sfilando il vestito a fiori che si stava provando.
Avrebbe dovuto rinunciarci.
Lily incrociò le braccia al
petto. "Se non vuoi dirmi chi è... forse, è qualcuno che conosco. E' di
Grifondoro?" Domandò. "O Tassorosso? I Tassorosso non sono molto svegli...
forse, Corvonero? Sarebbe interessante. Oppure, no, dai, Serpeverde? Sarebbe da
morire dal ridere!"
Rose si irrigidì, mentre si
andò assestando la gonna della divisa. "Nessuno di loro."
"Un professore?!" Esclamò Lily,
trionfante, per poi placarsi subito dopo. "Son tutti di una certa età, non
credevo ti piacessero così maturi."
"Infatti, ti sbagli." Disse
Rose, facendo passare la propria testa attraverso il cardigan. "Niente di tutto
ciò."
"E allora, perché quel
vestito?" Insistette Lily.
"Chiamala vanità." Disse Rose,
afferrando la propria sacca.
"Dove stai andando?" Domandò
Lily, incuriosita.
Rose sospirò. "Dalla
professoressa McGonall. Sto sviluppando una ricerca avanzata e volevo esporla a
lei. Soddisfatta?"
"Sei credibile," Sbottò Lily,
annoiata. "Ed io che speravo in qualcosa di più piccante."
"Mi dispiace." Replicò Rose,
scompigliando con affetto la chioma della cugina. "Ma stai pur tranquilla. Se un
giorno decidessi di uscire con un ragazzo saresti la prima a saperlo." Mentì.
Soddisfatta Lily la salutò, abbranciandola, lasciandola sola con il suo senso di
colpa.
Sospirando, Rose estrasse la
lettera che aveva ricevuto da Scorpius quella stessa mattina. Era felice di
poter trascorrere del tempo sola con lui, ma il peso di quella relazione stava
diventando sempre più pesante, tanto che spesso aveva paura di viverla appieno.
Nella sua famiglia tutti credevano nella sana rivalità tra lei e Scorpius,
nessuno avrebbe mai potuto pensare ad una relazione tra lei ed il celebre figlio
di Draco Malfoy. E quando andava dicendo i suoi dubbi al diretto interessato, il
giovane Serpeverde ritraeva gli aculei come un istrice in pericolo di vita.
"Dell'astuzia, ancor più
l'onore." Memorizzò la parola d'ordine e ricacciò la lettera in fondo alle
tasche della propria mantella, afferrò la sacca e si precipitò giù per la torre
di Grifondoro.
Ormai non erano più in molti a
girare per i corridoi di Hogwarts. Tanti studenti avevano preso la decisione di
lasciare la Scuola un giorno prima, specialmente coloro che abitavano molto
lontano e che impiegavano ore ed ore per giungere a casa. Al contrario, tutti i
Weasley e tutti i Potter avevano deciso di partire assieme la sera del giorno
seguente, poiché era stata presa la decisione di trascorrere il Natale ad Ottery
St. Catchpole, in una Tana allargata per l'occasione.
Rose desiderò trascorrere le
poche ore che la separavano dalla partenza con Scorpius; per nessuna ragione al
mondo si sarebbe fatta sfuggire quell'occasione. Rimase appostata a poca
distanza dalle scale che conducevano nei sotterranei dove si trovava il
dormitorio di Serpeverde, infine, raccolse tutto il proprio coraggio e le scese
di corsa. Sentì il cuore batterle in gola.
Rose sollevò lo sguardo sulla
parete di pietra, balbettò la parola d'ordine ed entrò. Nella sala comune si
guardò attorno, rendendosi conto per la prima volta di quanti posti potevano
esistere, estremamente diversi dagli ambienti di Grifondoro. Osservò il possente
camino ormai spento, la luce verdognola che a malapena illuminava la sala ed i
divani che, seppur neri, parevano molto comodi. Scosse la testa, cercando un
segno che indicasse la direzione del dormitorio maschile; quando udì alle spalle
il suono della parete di pietra il suo cuore mancò di un battito. Impaurita
dalla possibilità di venir scoperta, si nascose dietro allo schienale di un
divano, pregando che nessuno la vedesse. Quando si sporse leggermente per vedere
chi fosse, Rose intravide la propria sacca nel mezzo alla sala e soffocò un
grido di meraviglia. Si ritrasse nuovamente, quando la figura di Albus Potter le
passò vicino, quel poco che bastava per scoprirla.
Stupita, osservò il cugino
dirigersi verso alcune scale alla destra dell'ingresso. Sapeva quanto Albus e
Scorpius fossero amici, ma certo non immaginava fino a che punto. Al punto di
sapere la parola d'ordine. Ricacciò la gelosia assurda che provò per un istante
e con attenzione recuperò la sacca lasciata a pochi passi di distanza. Si
accomodò dietro al divano e attese che la strada diventasse libera.
Dopo minuti che le apparvero
ore, Rose vide nuovamente la figura del cugino, mentre quest'ultimo andava
recandosi all'esterno. Lo vide soffermarsi per qualche secondo, gesto che le
fece trattenere il respiro, per poi scomparire dietro alla parete di pietra.
Ignorando le gambe indolenzite,
Rose corse nella direzione da cui era venuto Albus e prese ad ispezionare le
porte, controllando il disegno sulla lettera di Scorpius. Quello stupido,
pensò, poteva anche farsi trovare da qualche parte. Tuttavia, quando
sollevò lo sguardo lo vide, con sempre addosso la divisa della Scuola. Arrossì
senza un motivo preciso, correndo nella sua direzione. Nel vederlo, si
tranquillizzò. La giovane Weasley sentì la presa del ragazzo attorno al suo
braccio ed infine la sua schiena, pressata contro il legno della porta alle sue
spalle, mentre le braccia di Scorpius l'avvolsero completamente.
"Scorpius... mi fai male."
Balbettò Rose, mentre Scorpius si andò allontanando velocemente.
"Oh, sì, scusa! Hai per caso
incontrato nessuno mentre salivi?" Domandò Scorpius. Rose fece per parlare,
pensando di dirgli del cugino e del fatto che fosse rimasta nascosta dietro ad
un divano, ma cambiò idea. D'altronde, non era stata scoperta. Non esisteva
alcun motivo per cui Scorpius si fosse dovuto preoccupare. Scosse dunque la
testa, in segno di diniego. "No, nessuno."
Avvicinandosi a Scorpius, Rose
gli circondò le spalle con le braccia, sfiorando le sue labbra con quelle di
lui. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde."
Osservò il sorriso di Scorpius
e sentì la sua pelle elettrizzarsi, quando una mano di lui le toccò la schiena.
"Oh, e sono sicura che ti piacerà ancora di più." Le disse, trasciandola verso
quello che doveva essere il suo letto. Senza opporre resistanza, Rose si lasciò
cadere sulle soffici coperte e permise a Scorpius di baciarle il collo, ammesso
che vi riuscisse visto i ciuffi di capelli ribelli che solevano nasconderlo.
Quando sentì le labbra di
Scorpius venire meno contro la sua pelle, Rose abbassò lo sguardo sul giovane.
"C'era Albus, prima." Confessò
il ragazzo, fermandosi.
"Albus?" Domandò Rose, fingendo
sorpresa. "Lui ha-?"
"No, niente. Se n'è andato
prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."
Rose passò una mano tra i
capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che
Albus capirebbe."
"Come fai ad esserne così
sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.
"Così, forse perché siamo
parenti o forse perché-" Rose si interruppe, mentre le labbra del ragazzo
premettero contro le sue.
"Non ho voglia di parlare di
tuo cugino, né del mio amico." La ragazza notò a malapena l'espressione di
Scorpius, mentre quest'ultimo andò abbassandole la spallina della propria
divisa. La giovane Grifondoro sospirò, pensando al vestito di fiori che
sicuramente sarebbe stato più adatto alla situazione. Infine, ridacchiò un po'
per il solletico che provò, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò,
perdendosi in un sospiro. |
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Capitolo 3 *** Albus ***
ALBUS
Quando Scorpius gli si avvicinò
quella mattina, Albus Potter fece finta di ignorare lo sguardo sul volto
dell'amico. Se non fosse stato un giorno di sole, avrebbe immaginato una
tempesta di grandine e pioggia nell'arco di poche ore. "Ehi, amico mio, hai un
aspetto terribile." Disse, cacciando i libri di Trasfigurazione nella sua sacca
e portandosela alle spalle.
"Non credo di sentirmi molto
bene."
Albus aggrottò la fronte, "Se
hai intenzione di morire, mi piacerebbe avere la tua collezione di Playwitch."
Scorpius avvampò. "Io non ho la
collezione. Solo qualche albo." Precisò. "E comunque, ho paura che dovremmo
rinviare la nostra serata. Ho come la sensazione che potrei vomitare da un
momento all'altro."
"Per Merlino!" Albus finse
disgusto, ritraendosi. "Non voglio esserti vicino quando succederà."
"Credevo fossimo amici."
"Certo, ma non fino a questo
punto!" Scherzò il giovane Potter, regalando una pacca sulla spalla dell'amico.
"Tranquillo, piuttosto, va a riposarti. Natale si avvicina! Non vorrai mica
stare male per un'occasione del genere?"
Scorpius annuì e si avviò con i
libri sotto braccio; Albus aspettò di vederlo uscire dalla Biblioteca, prima di
avviarsi verso la Sala Grande. Il fatto che Hogwarts fosse praticamente vuota,
nonostante fosse un giorno di lezione, non riusciva a mettergli addosso alcuna
tristezza. Vedendola in quel modo, Albus non aveva problemi a godersi le aule
vuote, il cortile innevato e la Sala Comune di Grifondoro, il più delle volte
gremita come non mai. Benché amasse la compagnia, sapeva apprezzare anche la
solitudine. Era convinto che nella vita di una persona dovessero esistere anche
quei momenti, quei momenti in cui si faceva i conti unicamente con se stessi.
Quando entrò nella Sala Grande
un leggero brusio lo circondò. Alcuni studenti avevano preso posto ai propri
tavoli, chiacchierando allegramente, aspettando la lezione successiva oppure
attendendo l'indomani sera, quando avrebbero fatto ritorno a casa. Nel tavolo di
Grifondoro notò una chioma rossiccia, segno che un Potter od un Weasley era nei
paraggi.
"Ehi, Lily." Quando riconobbe
la sorella, il giovane si sedette di fianco a lei.
"Al." Lo salutò lei, addentando
un dolce senza alcuna pietà. "Cofa fai offi?"
Albus sollevò un sopracciglio,
divertito. "Prego?"
Lily deglutì, leccandosi le
labbra sporche di cioccolata. "Cosa fai oggi?" Ripetè, addentando il dolce una
seconda volta.
Albus scrollò le spalle.
"Credo, niente. Scorpius mi ha dato buca."
Lily sospirò. "Anche Rose, mi
sto annoiando."
Il giovane Grifondoro afferrò
un dolce nel piatto della sorella. "Lei che fa?"
Lily scrollò le spalle. "Una
ricerca avanzata per la McGonall."
"Stai scherzando? Santo cielo,
ogni giorno che passa ho il timore sempre più grande di non poter rispondere più
allo zio!"
Lily l'osservò con sguardo
interrogativo. "Ogni volta che mi vede, mi chiede se gli somiglia." Spiegò
Albus, accovacciandosi con le braccia sul tavolo. "Ed ogni volta diventa sempre
più imbarazzante dirgli di sì."
"Lo zio Ron ci tiene; non
sopporta l'idea che Rose sia tutta la zia. Detto tra noi è ancora più carina."
Albus rise, "Peccato sia tanto
bisbetica quanto intelligente."
"Aha, sbagliato. Ha un
ragazzo!"
Albus sgranò lo sguardo.
"Impossibile, non ci credo!"
Lily annuì. "Oggi, dopo le
lezioni l'ho vista mettersi tutta in tiro. Quando le ho fatto notare la cosa si
è rimessa la divisa. Ho insistito, ma non sono riuscita ad ottenere
informazioni."
"Non l'ho mai vista
interessarsi a nessuno."
"Perché è furba." Disse Lily,
accartocciando la carta del dolce. "E lo è perché non vuole che si venga a
sapere. Sono arrivata a pensare che potrebbe essere un Serpeverde, tanto è la
cura maniacale con la quale lo nasconde."
"Un Serpeverde?!" Boccheggiò
Albus, "Oh, beh, non ci sarebbe niente di male... in fondo, esiste anche
qualcuno di normale." Concluse, riferendosi a Scorpius.
"Per noi, forse. Ma gli zii non
credo la prenderebbero bene."
Albus scosse la testa. "Si
ostinano a voler vedere i Serpeverde come dei nemici, ma i tempi sono cambiati."
"Quindi non saresti geloso?"
Domandò Lily.
"Chi, io? Nient'affatto. E' mia
cugina, con te sarebbe diverso."
Lily gonfiò le guance,
indispettita. "Niente Serpeverde?"
"E' da valutare." Disse Albus,
scherzando. "Inoltre, anche James avrebbe da che ridire."
"Uffa," Sbottò Lily, portandosi
in piedi. "Beh, ci si vede fratellone. Torni con me in Sala Comune?"
"Mhm, no," Disse pensieroso.
"Vai pure, andrò a trovare Scorpius. Stava davvero male stamani."
"E tu conosci la parola
d'ordine?" Lily aggrottò la fronte, mentre il fratello annuì.
"Me l'ha data una volta ad
Hogsmeade, quando si ubriacò di Burrobirra."
Lily roteò lo sguardo, salutò
il fratello di fronte alla Signora Grassa e scomparve nella Sala Comune. Rimasto
solo, Albus si avviò verso i sotterranei di Serpeverde. Conoscere la parola
d'ordine aveva avuto i suoi vantaggi, senza farlo sapere a Scorpius, lui e James
avevano commesso diverse scorribande ai danni dei Serpeverde. Era vero che la
rivalità tra le due Case era sempre molto forte, ma non in termini negativi. Sia
i suoi genitori che i suoi zii, compresi i parenti vari, erano rimasti radicati
alla storia, quando in realtà tutto era cambiato dalla caduta del Signore
Oscuro.
Giunto ai sotterranei, Albus
intravide un'ombra sgattaiolare giù per le scale fino alla parete di pietra.
Pensando a qualche Serpeverde, si accostò dietro ad un angolo ed attese che le
rocce si richiudessero su stesse. Dopo qualche minuto, si avvicinò, pronunciò la
parola d'ordine ed entrò con circospezione. Anche se la maggior parte degli
studenti era partita per Hogwarts, ciò non voleva dire che non ci fosse nessuno.
La Sala Comune di Serpeverde
era deserta ad eccezione di una sacca che giaceva abbandonata per terra. Albus
indugiò su di essa con la sensazione di averla vista appresso a qualcuno, a
qualcuno di molto familiare. Intravide delle iniziali, R. W., che fecero nascere
in lui un assurdo sospetto.
Si fiondò senza indugi nel
corridoio che sapeva portare al dormitorio maschile e giunto di fronte alla
stanza di Scorpius bussò per tre volte, entrando dopo aver udito la flebile voce
dell'amico. Il buio fu tale da non permettergli di distinguere il letto del
ragazzo, tanto che procedette a tentoni, ricordandosi in un secondo momento
della possibilità di usare la bacchetta. Quando sentì una gamba contro una
sponda soffice, fece per chiamare Scorpius, ma una stretta al polso lo sorprese.
"Ehi, Ma allora sei sveglio!"
Sbottò Albus, un po' per lo spavento, un po' per la sorpresa. La poca luce che
filtrava dal corridoio gli permise di osservare la figura di Scorpius che
arrancava sul letto.
"Lumus!" Lo sentì esclamare,
"Che ci fa TU qui?!"
Albus l'osservò contrariato,
"Bel modo di rivolgersi a chi era preoccupato per te." Si sentì offeso.
"Preoccupato per cosa?"
Albus soffocò una mezza risata,
"Come, per cosa? Hai detto che stavi male."
"Ah, già. Stavo male." Udì
Scorpius bisbigliare, "Sì, sì, sto malissimo."
"Forse faresti bene a farti
vedere da qualcuno. Hai picchiato la testa da qualche parte?" Albus non si
trattenne dal riversare una certa ironia nel tono della propria voce.
"EHI. Ma tu come hai fatto ad
entrare?" Il giovane Potter notò lo sguardo sorpreso dell'amico e rise, "In che
senso?"
"Come in che senso? Nel
dormitorio!"
Albus scrollò le spalle. "Devi
essere più serio di quel che sembra. Non ricordi? Sei stato proprio tu a darmi
la parola d'ordine." Non c'era alcun motivo di specificare come, quando e
perché.
"Ad ogni modo, mi sembra tu
stia divinamente." Aggiunse, sorridendo in modo allusivo, "Avanti, dimmelo, chi
è la fortunata?"
Notò il volto di Scorpius
cambiare colore, "Q-quale fortunata! Non stavo a-aspettando nessuno!"
"Ma figurati!" Esclamò Albus.
"Hai nascosto la copia di Playwitch che tieni sempre sopra al comodino e poi,
cos'è? Profumo? Amico, ma chi vuoi darla a bere? E' lampante. Hai intenzione di
fare ginnastica stanotte!"
"No-cioè, forse, no, no! Ad
ogni modo se anche fosse vero, perché rimani qui? Vai via!"
Albus ridacchiò di fronte
all'imbarazzo del giovane Serpeverde. "Va bene, va bene." Disse, sventolando un
mano in segno di non curanza.
"Se-senti." La voce di Scorpius
era poco più che un soffio, "Hai per caso visto ne-nessuno nella Sala Comune?"
Albus sorrise, ripensando alla
sacca nella Sala Comune, "Intendi dire se ho visto la fortunata prescelta?"
Pensò al fatto che quelle iniziali, R. W., potevano non solo essere di Rose, ma
di molte ragazze ad Hogwarts. Per quella sera decise di non torturare l'amico
più del dovuto. "No, nessuno. Ehi, ma domani sarai costretto a dirmi tutto. Nei
minimi dettagli. Hai capito?"
Notò Scorpius visibilmente
sollevato, "Contaci."
"Divertiti, amico mio." Disse,
voltandogli le spalle ed avviandosi verso il corridoio. Quando giunse in Sala
Comune cercò con gli occhi la sacca abbandonata, ma non la trovò. Sorrise,
sarebbe stato divertente mettersi alla ricerca, in quella stanza, della famosa
prescelta. Ma non lo avrebbe fatto, per rispetto a Scorpius e a sua cugina,
perché sì, quel ciuffo di capelli rossici che spuntava da dietro al divano non
poteva non essere che il suo.
Ridendo, uscì dalla Sala
Comune, giusto in tempo per sentire dei passi che correvano lungo il pavimento
di pietra. A ben pensarci, riflettè Albus, sarebbero stati giorni assai
divertenti, giorni in cui si sarebbe divertito a torturare il suo più grande
amico, Scorpius Malfoy e la sua perfetta cugina, Rose Weasley.
Non vedeva l'ora di dirlo a
Lily.
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