Blood And Vampire di Bloody Wolf (/viewuser.php?uid=110694)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Kevin ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Liam ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Kevin ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Liam ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Kevin ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Liam ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Kevin ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Liam ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Kevin ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Liam ***
Capitolo 11: *** Revisione Dei Capitoli ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Kevin ***
Capitolo 1 -Kevin
Salve a tutti.
I capitoli saranno impostati sul punto di vista dei due personaggi, si parte con il vampiro e poi con il licantropo.
Detto ciò ditemi cosa ne pensate e buona lettura!
Capitolo 1 - Kevin
Siamo solo bestie della notte, ignoti assassini...
Sangue, dolore e odio, questo
è il nostro cibo eterno, come il nostro continuo vagare tra i
popoli, tra le razze e tra le guerre di millenni...
Siamo assassini millenari, mostri dall’aspetto angelico, bestie con il cuore immobile, eretici con i canini allungati.
Per l’uomo siamo leggenda
ma lo sanno tutti che in fondo ad ogni leggenda c’è una
piccola parte di verità.
In verità noi siamo
Cavalieri Neri che uccidono senza pietà chiunque ma la
verità è un'altra; Noi, popolo dell’oscurità
scegliamo con cura quasi maniacale le nostre vittime. Devono essere
vergini, lo dice la nostra Bibbia:
1_Ogni vittima che verrà mietuta dovrà essere vergine.
Devono essere Minorenni:
2_ Il corpo dovrà avere meno di 18 anni così che dimentichi.
Il sangue deve essere del nostro stesso gruppo sanguigno:
3_Il Sangue dovrà non coagularsi con il vostro per impedire la vostra morte.
E’ ora che mi presenti,
io sono Kevin Will, vampiro come tanti altri, cammino da 200 anni su
questo pianeta ma non ho ancora visto la “Speranza”.
Essa è l’unico
scopo dei vampiri, viviamo per lei, per la speranza di far morire la
nostra anima e di salvarla dalle fiamme degli inferi.
Ho visto molti giovani vampiri
crederci, aspettarla con ansia, non li ho mai capiti, cosa
c’è di brutto nel vivere nell’eterna notte, che
c’è di brutto nell’eterna giovinezza? Stolti.
C’è gente che
darebbe l’anima al demonio per diventare come noi mentre loro
rimpiangono la loro vita passata, urlano invocando il nome del loro
falso Dio e soprattutto piangono finte lacrime rosse che vanno a
infangare i vari miti sull’ inesistenza dei nostri sentimenti.
Credevo che l’uomo fosse
all’eterna ricerca del potere ma forse alcuni di loro non lo
desiderano, lo respingono con tutti se stessi ma poi sono obbligati a
soccombere sotto il suo enorme peso...
Sono seduto sul muretto della
piazza di Lisbona, sto fumando la mia bionda, a prima vista sembrerei
un giovane di 19 anni ma in realtà sono molto più
vecchio; proprio oggi per festeggiare il mio duecentesimo compleanno
voglio trovare una mocciosa che mi faccia divertire, aspetto un segno,
un qualcosa che mi faccia capire ed eccolo, da un vicolo fa capolino la
testa del mio unico amico dicendomi un semplice “Trovata”.
Questo bastava a farmi capire che lui aveva trovato quella mocciosa.
Sorrido e lo seguo per le vie strette di Lisbona;Lui è un Licantropo puro al 100%.
L’uomo della sua specie
non sa nulla. L’uomo crede solo ai licantropi, lupi che perdono
la ragione, prendono la rabbia e poi aggrediscono la gente sempre
durante le notti di luna piena ma, come per la mia specie, l’uomo
non sa la verità.
Il Mio amico si chiama Liam
Wolf è nato e cresciuto nella foresta solo fino a pochi anni fa,
trasformato è un enorme lupo bianco di quasi due metri di
altezza.
Mi sono sempre sentito
inferiore a lui, lui abile assassino senza regole e confini io
assassino con tre leggi da rispettare e dei limiti temporali.
Visto che il cibo scarseggiava
avevamo deciso di allearci ma in pratica faceva tutto lui per me, aveva
fiuto e distingueva il gruppo sanguigno delle persone e capiva anche se
la ragazza era vergine o no e tutto dal sol odore.
Una volta gli chiesi che odore avesse una vergine e lui schietto mi rispose che una vergine odorava di latte materno.
Non aveva mai fallito, mi
indica una giovane ragazza sui 16 anni che ride ubriaca insieme alle
amiche. Mi avvicino furtivo, mi presento baciandole la mano mentre lei
ubriaca mi si addossa e inizia a baciarmi il collo con vigore,sorride
alle sue amiche e la porto in uno dei tanti vicoli di Lisbona.
La addosso al muro, le sbottono
la camicia e libero il suo collo dall’ intoppo della collana che
ha indosso e poi osservo quel collo pallido, le vene che pulsano
invitanti mentre lei si spinge verso di me per cercare un contatto che
da me non avrebbe avuto.
Liam come al solito era sparito
andando nel bosco per trovare una preda lasciando la ragazza nelle mie
mani; lecco quel morbido collo, poggio febbrili baci sull’ aorta,
lascio che la mie mani fermino i polsi alla mocciosa mentre i miei
denti penetrano in lei con astuta precisione lasciando scivolare nella
mia bocca quel caldo nettare a cui io ambisco ogni sera.
La ragazza boccheggia, mi tira
la maglia e tenta di urlare ma io glielo impedisco con una mano, lei
tenta di scalciarmi ma non ci riesce. Finisco il mio pranzo e mi dirigo
verso un cimitero con la ragazza in braccio svenuta o addirittura morta.
La poggio su una tomba e con il
suo sangue scrivo il mio nome sul suo ventre piatto ed insieme ad esso
lascio un due di picche vicino alla sua fronte.
Mi siedo su una tomba di fianco
a lei e inizio a fumare come sempre, il fumo della sigaretta che sale
lento verso il cielo completa questo macabro ma perfetto scenario che
io mi diverto a sistemare ogni volta: il suo sangue che ancora cola
lento dal suo collo imbratta la tomba sottostante, imbratta i suoi
perfetti capelli, la luna fa brillare il sangue con cui ho scritto il
mio nome e la carta da poker gioca con il vento e io, assassino e
pittore, me ne sto immobile ad osservare la mia opera d’arte.
Il campanile segna le tre di
notte: è meglio che torni a casa, non voglio perdere tutte le
mie energie per colpa del sole.
La mia casa è una villa diroccata in mezzo al nulla, ha la cantina in cui io posso rifugiarmi dal sole.
Scendo di sotto e senza timori mi addormento sapendo che ai piani superiori c’è Liam che controlla la situazione.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Liam ***
capitolo 2
Capitolo 2 – Liam
Kevin è andato a dormire già da un po’ e io me sto qui sdraiato sulla veranda.
Ascolto il fruscio delle foglie al vento, ascolto il canto degli uccelli, assaporo ogni profumo possibile e resto immobile.
Già da qualche anno
convivo con Kevin; come tutti i vampiri è un uomo attraente,
sicuro di sé e forte: moro, occhi verdi che al calar del sole
divengono rossi, lineamenti morbidi ma non troppo.
Mi chiedo solo come faccia a
mantenere i capelli così scuri dopo secoli di vita: i miei dopo
solo 30 anni sono diventati bianchi e hanno smesso di crescere.
Però mi piacciono, hanno lo stesso colore del mio pelo, bianco.
Un rumore mi riporta alla
realtà: osservo i dintorni e sento l’ odore di alcuni
lupi, dei licantropi proprio come me...
Cammino verso di loro con
estrema calma, questo è il mio territorio e non accetto intrusi
di nessun tipo, sento il loro capo ringhiarmi contro e i suoi 2 sicari
mi attaccano.
Affondo i denti aguzzi nella
schiena di uno di loro e lo sento guaire e divincolarsi, lo scaravento
lontano dalla rissa e mentre mi fiondo su un altro sicario il capo mi
azzanna la coscia.
Mi sposto subito ma sento l’odore acre del mio sangue e una sensazione di calore scendermi dalla zampa destra.
Mi libero anche dell’altro sicario e poi attacco il loro capo, Shark.
E’ una mia vecchia
conoscenza; una volta ero un suo sicario ma dopo vari maltrattamenti ho
deciso di andarmene e del nostro ultimo scontro lui riporta ancora le
cicatrici.
Mordo il suo muso e, con mio
grande piacere, sento che l’osso si rompe sotto i miei denti
aguzzi, rido sbattendolo nel fiume.
Quanto amo vedere di essere
superiore agli altri licantropi: molti, infatti, scappano con la coda
tra le gambe e io, invece, me ne torno ferito ma orgoglioso alla casa
diroccata.
Ululo per accentuare il mio
stato di superiorità e soprattutto per rivendicare che questo
territorio è mio e di nessun altro, io qui caccio e io qui
decido.
Chiudo gli occhi e i ricordi
tornano prepotenti alla mente: mi ricordo che da cucciolo giocavo
allegramente con i miei fratelli, con i licantropi, ma ora sono
obbligato a combatterli selvaggiamente.
“Stavo giocando con
i miei due fratellini quando iniziò la stagione degli amori;
essa per noi licantropi avviene una volta ogni 2 anni. Tutti i lupi
adulti erano in fermento, combattevano eccitati per le lupe che
disinteressate giacevano vicino a noi cuccioli.
Per qualche giorno era come
sempre ma poi, decise le coppie, anche le lupe ci allontanavano in modo
brusco, mordendoci e ringhiandoci contro.
Noi ci divertivamo a spiarli ma
un giorno ci scoprirono e le conseguenze le ho ancora su di me come
segni invisibili e visibili della crudeltà del nostro mondo.
Ricordo ancora quei denti
affondare nelle mie teneri carni, il sangue sgorgare copioso dal mio
collo e il mio muso segnato tuttora da un taglio inferto dagli ugelli
del lupo alfa.
Era autunno, il vento soffiava gelido sui solchi infetti, i cuccioli come noi venivano sempre esiliati così.
Tanti, forse troppi, non
sopravvivono ma ciò non importa a nessuno: quelli forti
diverranno adulti e avranno la possibilità di riprodursi e anche
loro, senza cuore, lasceranno i figli a quel triste destino che io ho
combattuto...
I miei fratelli morirono e io dalla Russia arrivai alle foreste di Lisbona dove incontrai Kevin.
Le nostre specie erano opposte,
obbligate a scontrarsi e ad uccidersi senza pietà e motivo, ma
io e Kevin eravamo allo stesso livello, infatti non ci fu né
vinto né vincitore solo due nemici che stanchi riposavano
tranquilli uno di fronte all’altro.
Sono ancora ferito ma oramai il
dolore non lo percepisco più come un problema ma più come
una situazione di dolce piacere.
Appena Shark si allontana dalla
radura mi addentro nei vicoli di Lisbona; dopo poco tempo vedo una
ragazza alta, bionda e paffutella.
Mi avvicino a lei e quella, come se nulla fosse, mi porta ai confini della foresta, si sdraia sull’erba spogliandosi.
In questo momento credo di avere una faccia sperduta ma appena sento il calore del suo corpo mi trasformo in lupo.
La ragazza si alza e inizia a
correre, trema e l’odore della paura aleggia intorno a lei
cosicché io la possa seguire con più facilità.
Balzo sul suo fragile corpo, carne giovane e fresca, e un corpo morto giace sotto di me... “
Riapro gli occhi e li fisso su
Kevin che se ne sta seduto al mio fianco, sento che la sua mano coccola
leggiadra la mia gamba ferita e che essa si rigenera sotto i suoi
mistici poteri.
Incrocio i miei occhi con i suoi, rossi, lui mi sorride e si alza.
Camminiamo nel bosco, le luci
di Lisbona si fanno sempre più vicine e luminose e i suoi rumori
si intensificano sempre più.
>Lisbona, Lisbona Che città prosperosa!<
So a cosa si riferisce: alla grande abbondanza di carne fresca e soprattutto alla facilità con cui la si ottiene.
Ci addentriamo in quella “Giungla” umana: sembra che i portoghesi vivano più di notte che di giorno.
Come tutte le sere cambiamo zona; oggi optiamo per la zona più malfamata della città, la “Libra”.
Camminiamo tranquilli per i
vicoli, non si parla, osserviamo gli altri e riconosciamo altri vampiri
che aspettano una preda. Loro sanno che sono un licantropo e quindi
sanno della mia abilità nel riconoscere le prede giuste.
Guardo Kevin: si lecca le labbra.
Io inizio il mio lavoro annusando l’aria, tasto il terreno e ringhio compiaciuto, l’ ho trovata.
Percorro i vicoli con passo leggero ma veloce, l’aria mi pizzica le guance con delicatezza.
Mi fermo.
Gli indico una ragazza e lui
furtivo si avvicina, sembra quasi un gatto che tende un agguato ad un
piccolo topolino indifeso, lo fa senza rimorso e senza peccato:
è solo cibo.
Come tutte le altre anche lei
si fida e si inoltra con lui in un vicolo; io mi siedo su un cassonetto
e aspetto che lui abbia finito.
La solfa è sempre la
stessa, però, sento un urlo, vedo Kevin riverso a terra mentre
la donna gli punta una pistola addosso.
Osservo quell’arma mortale, quel simbolo che è stato impresso a fuoco nella matrice, il simbolo degli esorcisti.
Maledetti esorcisti, maledetti cani del consiglio, morite!
-Fine Cap 2–
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Kevin ***
capitolo 3 kevin
Capitolo 3 – Kevin
Gli scopro il collo e la
sto per mordere quando sento qualcosa di freddo all’altezza dello
stomaco, non faccio in tempo ad abbassare lo sguardo che un dolore
lancinante mi fa tremare la gambe e indietreggio cadendo.
La ragazza mi punta la pistola
alla tempia e invoca parole sacre: “Padre Nuestro que
estàs en los cielos santificado sea tu nombre, venga tu
reino...”
Quelle parole, il simbolo sulla pistola non mi lasciano dubbi, la ragazza è un esorcista. Maledetta.
Chiudo gli occhi sapendo che la pallottola nello stomaco non mi permetteva di muovermi agilmente.
Bang.
Mi preparo al dolore ma esso
non arriva, apro gli occhi e vedo che la ragazza è a terra,
svenuta e sanguinante, di fianco a lei c’è Liam, il
proiettile che doveva essere per me era stato indirizzato a suo carico
e lo aveva colpito in gola.
Il suo candido pelo si macchiava di rosso, barcollava, cadeva ma si rialza sempre con una forza che ora non trovo in me.
Mi trascino vicino a lui e gli lego il collo con un brandello di camicia
-Stupido, dovevi lasciarmi morire!
Esclamo mentre lui abbassa lo sguardo e nega.
-Siamo pari, uno a uno.
Credo che non lo capirò
mai, l’ ho aiutato quando era in difficoltà ed ora mi
aiuta per sdebitarsi anche se sa che se dovessi ucciderlo lo farei
senza nessuno scrupolo,sono un vampiro… ma ne sarei veramente
capace? Io Kevin Will sarei in grado di uccidere il mio unico amico? No.
Un ringhio di Liam mi riporta
alla realtà, mi ordina di portarla a casa e si incammina davanti
a me, sanguinante e con il respiro affannato.
Nel tragitto raccoglie alcune
erbe e alcuni fiori e una volta a casa sbatte la ragazza in cantina e
poi mi cura mettendo quelle erbe sulla ferita.
Allungo una mano per aiutarlo a
medicarsi ma un ringhio basso e minaccioso mi obbliga ad arretrare, non
mi aveva mai minacciato così tanto.
Esce di casa barcollando, so che non devo seguirlo…
Scendo, osservo la ragazza e la
lego al muro con catene: ha i capelli rosso sangue, è una
mocciosa di 18 anni, pelle olivastra e un visino delizioso.
Sarebbe un pranzo perfetto, mi
sdraio nel letto e tento di dormire con scarsi risultati, è
grazie a Liam se cammino ancora, se sono vivo.
Sono passati già quattro giorni dall’evento con l’esorcista donna.
Liam deve ancora tornare e non permetterò alla ragazza di andarsene in giro per il mondo ad uccidere miei simili.
Mi sono accorto che senza di
lui sono nulla, non so cacciare, e forse mi manca un poco, se non torna
la donna dovrà morire.
È da quattro giorni che la ragazza fa silenzio, un silenzio opprimente, quasi surreale.
-Che vuoi da me?
La sua voce esce sicura e stanca dalla sua bocca. Faccio silenzio perché nemmeno io so cosa voglio da lei.
-Chi sei Esorcista?
La osservo cercando risposte che ovviamente non trovo
Ride.
-Sono il Generale Shala Cross. Complimenti, non pensavo che un vampiro potesse allearsi con un licantropo.
Ora sono io a ridere, un generale, chissà che goduria ci sarebbe stata nell’ucciderla…
-Tu sei il Conte? Il Conte Will?
Annuisco anche se in
verità prima ero un conte, la spalla destra del re dei vampiri
ma poi ho deciso di mollare tutto e mi sono ritirato a Lisbona.
-Le tue terre sono dilaniate
dalle guerre, dalle carestie e soprattutto dai Novox, morti che
attraverso patti con il dio Kyle tornano a camminare sulla terra
sottostando alle regole di una regina spietata.
La interrompo
-Sprechi il tuo tempo, io non torno indietro.
-Ho avuto l’ordine di
ucciderti, il Papa ti ritiene uno dei colpevoli delle stragi
perché a carico di questo casino c’è tua sorella
Lya Will.
E così è viva,
credevo fosse morta da anni invece eccola riapparire come un
parassita che torna per distruggerti la vita per l’ennesima volta.
Non gli è bastato
uccidermi moglie, figli e trasformarmi in vampiro, no, lei deve tornare
per uccidermi una volta per tutte per poter governare sulle mie terre.
Le immagini di quella notte
riecheggiano vive dentro me, incubi rossi fatti di urla della mia
amata, dilaniata da un Golem, il sangue delle mie adorate figlie che
scorreva a fiotti fino ai miei piedi.
I loro occhi bianchi e vuoti
della loro solita vitalità , la loro pelle diafana e i loro
corpi freddi mi fanno ancora tremare.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Liam ***
Capitolo 4 - liam
Capitolo 4 – Liam
Ogni uomo, ogni lupo, ogni essere vivente
percepisce prima degli altri quando è giunta la sua ora…
è come un fuoco che, caldo, fredda le tue membra: gli occhi si
chiudono e la memoria corre ai momenti più dolci della tua vita.
Inizi a pensare ai tuoi amici,
alle lacrime che forse nessuno verserà per te: in fondo, io sono
solo uno dei tanti, null’altro. In quei momenti vorresti che il
tempo si fermasse, permettendoti di fare ciò che non hai mai
fatto, ma poi ti accorgi che il tuo corpo è immobile, non
risponde più perché ormai sei morto.
Vedi solo nero e viola, piccole
farfalle che leggiadre si posano su di te, sbattono le ali, ti dicono
addio e infine se ne vanno assieme al tuo ultimo, flebile sospiro.
Anche io, ora, sto provando
ciò: sanguino da quattro giorni e ora voglio solo dormire. Tanto
lo so già, non mi sveglierò più.
Addio Mondo, addio Kevin, addio fottuttissima vita.
Bip… Bip… Bip…
Che cos’è questo suono? La voce dei dannati degli Inferi?
Un dolore profondo alla gola mi
fa sussultare, tento di muovermi ma sento delle catene sia ai polsi che
alle caviglie. Apro gli occhi e mi ritrovo in una stanza sconosciuta.
Sono attaccato ad una macchina.
Non sono morto.
Un’infermiera mi si avvicina e mi toglie la mascherina dell’ossigeno. Dove sono?
“Signore, il soggetto 666 si è appena svegliato, che facciamo?”
La donna parla al telefono con qualcuno, tento di liberarmi ma nulla, sono ancora troppo debole.
Un dottore mi si avvicina per rimettermi la mascherina. Lo mordo.
“Stupido cane
rognoso!” impreca il medico sanguinante mentre dalla porta entra
una ragazza in alta uniforme nera e oro. Questa comincia a guardarmi,
si siede di fianco a me e inizia a parlare.
“Ti starai facendo un
mucchio di domande alle quali io risponderò. Questa è
l’Organizzazione Segreta per Bestie Mitologiche; siamo finanziati
dallo stato e prestiamo aiuto a qualsiasi creatura mitologica: vampiri,
lycan, licantropi e tanti altri, anche se in questo periodo gli
esorcisti ne stanno uccidendo troppi. Non eri stato scelto ma,
visto che ti abbiamo trovato e curato, ti chiedo di collaborare. Non
sarai l’unico qui e potrai andartene quando vorrai. Siamo in una
grotta sul monte Mato; ti fidi di noi?”
Devo fidarmi, devo assecondarli, almeno mi hanno guarito.
“E tu chi sei, donna?”
“Io sono un Sangue Misto,
metà angelo e metà demone e ho fondato tutto questo per
aiutare quelli come me, quindi ti chiedo di collaborare”.
Annuisco, non del tutto
convinto; sento che le catene lasciano liberi i miei polsi, mi metto
seduto sentendo la coperta poggiata su di me scivolare via.
“Seguimi”
Mi alzo dal giaciglio e lei mi lancia dei vestiti, ero nudo.
“Vestiti prima di far svenire tutte le infermiere!”
“Non mi hai detto come ti chiami”, ribadisco io.
Lei non risponde, continuando a
camminare tranquilla. I corridoi che stiamo percorrendo non hanno
finestre, sono illuminati solo dalle lampade al neon, hanno un
arredamento d’ufficio. Le stanze sono tutte archivi e uffici in
piena attività.
L’infermiera si ferma e mi fa entrare in una stanza.
“Dovrai solo uscirne vivo” dice, poi chiude la porta.
Le luci si spengono…
Sento dei rumori alla mia
destra, osservo l’oscurità e sento quel leggero fruscio di
vestiti e quell’odore pungente di carogna tipici di un Demone
della Lussuria.
Il Demone si muove, tenta di
mordermi, mi slancio e lo blocco; pochi istanti bastano per sentire un
sonoro “crack” provenire dal suo collo.
I miei occhi percepiscono un piccolo movimento.
Mi siedo a terra e aspetto, gli
unici rumori sono il mio respiro e un ticchettio di manette e catene.
Improvvisamente le luci si accendono e davanti a me appare la figura di
un ragazzo legato al collo e ai polsi da catene; mi guarda con occhi di
supplica, sussurra un “aiutami” poi vedo le sue membra
tendersi e spaccarsi, il sangue esce copioso dalle ferite. Sento le sue
ossa che si rompono e le vedo ricomporsi in forme strane: il suo cranio
si schiaccia ai poli, si allunga e la pelle imbrunisce, ricoprendosi di
squame, l’intero corpo si trasforma: mi ritrovo davanti una
Viera. La vedo contorcersi e dopo poco vedo apparire sulla sua schiena
un paio di enormi ali; l’essere urla, si dibatte, piange. Dai
suoi occhi grigi traspare il suo odio per l’umanità e
tutto il dolore che ha dovuto subire per la sua condizione di diverso:
un poco mi ritrovo in lui e, forse, provo pena.
Pena. Che cos’è?
Forse la consapevolezza di avere una faccia da poker? Metà
bianca e metà nera mentre bari giocando la partita della vita,
trovandoti diviso, esiliato e io, come la Viera, ci sono nato con
questa faccia.
La Viera sbatte le ali, sfila
gli artigli e le catene cedono; questione di secondi, minimi atti in ci
devi agire e pensare. Pochi secondi in cui il lupo diventa cacciatore,
basta un errore e sei morto, ma ciò che fa cacciatore un lupo
non è solo il mordere, è la capacità di capire
quando ha sbagliato.
I miei denti, crudeli,
affondano nelle squame della Viera; la sento dimenarsi sotto i miei
morsi e alla fine cede. Trovo il nervo ottico e lo lacero, miro al
cranio e lo sento fracassarsi mentre il demone perisce emettendo un
suono acuto e disorientante.
Rilasso i muscoli e osservo la
porta da cui sono entrato; quella donna si è giocata tutta la
mia fiducia. La porta si apre e davanti a me appare un uomo enorme.
L’infermiera è dietro di lui.
“Traditrice…” sussurro.
“Ti abbiamo scelto, sarai
un nostro generale. Dovrai uccidere dei Novox, esseri morti che
ritornano in vita per colpa degli uomini”.
La guardo e ringhio : “Ciò che ho ucciso prima della Viera era un Novox!”
Lei annuisce e poi ride.
“Li sai uccidere. Non so dove tu abbia imparato ma ci servi”.
Odio essere comandato, sono nato libero e sarà ancora così, ora e per sempre.
“No” rispondo.
“Dammi una motivazione!” esclama lei, esasperata.
“Non ricevo ordini da nessuno”.
L’uomo davanti a lei si
avvicina e io lo mordo. È alto come me ma noto che non si fa del
male e che non riesco a spostarlo. Indietreggio appena, ringhiando e lo
Capitolo
4 – Liam
Ogni
uomo, ogni lupo, ogni essere vivente percepisce prima degli altri
quando è giunta la sua ora… è come un fuoco che, caldo, fredda le
tue membra: gli occhi si chiudono e la memoria corre ai momenti più
dolci della tua vita.
Inizi a
pensare ai tuoi amici, alle lacrime che forse nessuno verserà per
te: in fondo, io sono solo uno dei tanti, null’altro. In quei
momenti vorresti che il tempo si fermasse, permettendoti di fare ciò
che non hai mai fatto, ma poi ti accorgi che il tuo corpo è
immobile, non risponde più perché ormai sei morto.
Vedi
solo nero e viola, piccole farfalle che leggiadre si posano su di te,
sbattono le ali, ti dicono addio e infine se ne vanno assieme al tuo
ultimo, flebile sospiro.
Anche
io, ora, sto provando ciò: sanguino da quattro giorni e ora voglio
solo dormire. Tanto lo so già, non mi sveglierò più.
Addio
Mondo, addio Kevin, addio fottuttissima vita.
Bip…
Bip… Bip…
Che
cos’è questo suono? La voce dei dannati degli Inferi?
Un
dolore profondo alla gola mi fa sussultare, tento di muovermi ma
sento delle catene sia ai polsi che alle caviglie. Apro gli occhi e
mi ritrovo in una stanza sconosciuta. Sono attaccato ad una macchina.
Non
sono morto.
Un’infermiera
mi si avvicina e mi toglie la mascherina dell’ossigeno. Dove sono?
“Signore,
il soggetto 666 si è appena svegliato, che facciamo?”
La
donna parla al telefono con qualcuno, tento di liberarmi ma nulla,
sono ancora troppo debole.
Un
dottore mi si avvicina per rimettermi la mascherina. Lo mordo.
“Stupido
cane rognoso!” impreca il medico sanguinante mentre dalla porta
entra una ragazza in alta uniforme nera e oro. Questa comincia a
guardarmi, si siede di fianco a me e inizia a parlare.
“Ti
starai facendo un mucchio di domande alle quali io risponderò.
Questa è l’Organizzazione Segreta per Bestie Mitologiche; siamo
finanziati dallo stato e prestiamo aiuto a qualsiasi creatura
mitologica: vampiri, lycan, licantropi e tanti altri, anche se in
questo periodo gli esorcisti ne stanno uccidendo troppi. Non eri
stato scelto ma, visto che ti abbiamo trovato e curato, ti chiedo di
collaborare. Non sarai l’unico qui e potrai andartene quando
vorrai. Siamo in una grotta sul monte Mato; ti fidi di noi?”
Devo
fidarmi, devo assecondarli, almeno mi hanno guarito.
“E tu
chi sei, donna?”
“Io
sono un Sangue Misto, metà angelo e metà demone e ho fondato tutto
questo per aiutare quelli come me, quindi ti chiedo di collaborare”.
Annuisco,
non del tutto convinto; sento che le catene lasciano liberi i miei
polsi, mi metto seduto sentendo la coperta poggiata su di me
scivolare via.
“Seguimi”
Mi alzo
dal giaciglio e lei mi lancia dei vestiti, ero nudo.
“Vestiti
prima di far svenire tutte le infermiere!”
“Non
mi hai detto come ti chiami”, ribadisco io.
Lei non
risponde, continuando a camminare tranquilla. I corridoi che stiamo
percorrendo non hanno finestre, sono illuminati solo dalle lampade al
neon, hanno un arredamento d’ufficio. Le stanze sono tutte archivi
e uffici in piena attività.
L’infermiera
si ferma e mi fa entrare in una stanza.
“Dovrai
solo uscirne vivo” dice, poi chiude la porta.
Le luci
si spengono…
Sento
dei rumori alla mia destra, osservo l’oscurità e sento quel
leggero fruscio di vestiti e quell’odore pungente di carogna tipici
di un Demone della Lussuria.
Il
Demone si muove, tenta di mordermi, mi slancio e lo blocco; pochi
istanti bastano per sentire un sonoro “crack” provenire dal suo
collo.
I miei
occhi percepiscono un piccolo movimento.
Mi
siedo a terra e aspetto, gli unici rumori sono il mio respiro e un
ticchettio di manette e catene. Improvvisamente le luci si accendono
e davanti a me appare la figura di un ragazzo legato al collo e ai
polsi da catene; mi guarda con occhi di supplica, sussurra un
“aiutami” poi vedo le sue membra tendersi e spaccarsi, il sangue
esce copioso dalle ferite. Sento le sue ossa che si rompono e le vedo
ricomporsi in forme strane: il suo cranio si schiaccia ai poli, si
allunga e la pelle imbrunisce, ricoprendosi di squame, l’intero
corpo si trasforma: mi ritrovo davanti una Viera. La vedo contorcersi
e dopo poco vedo apparire sulla sua schiena un paio di enormi ali;
l’essere urla, si dibatte, piange. Dai suoi occhi grigi traspare il
suo odio per l’umanità e tutto il dolore che ha dovuto subire per
la sua condizione di diverso: un poco mi ritrovo in lui e, forse,
provo pena.
Pena.
Che cos’è? Forse la consapevolezza di avere una faccia da poker?
Metà bianca e metà nera mentre bari giocando la partita della vita,
trovandoti diviso, esiliato e io, come la Viera, ci sono nato con
questa faccia.
La
Viera sbatte le ali, sfila gli artigli e le catene cedono; questione
di secondi, minimi atti in ci devi agire e pensare. Pochi secondi in
cui il lupo diventa cacciatore, basta un errore e sei morto, ma ciò
che fa cacciatore un lupo non è solo il mordere, è la capacità di
capire quando ha sbagliato.
I miei
denti, crudeli, affondano nelle squame della Viera; la sento
dimenarsi sotto i miei morsi e alla fine cede. Trovo il nervo ottico
e lo lacero, miro al cranio e lo sento fracassarsi mentre il demone
perisce emettendo un suono acuto e disorientante.
Rilasso
i muscoli e osservo la porta da cui sono entrato; quella donna si è
giocata tutta la mia fiducia. La porta si apre e davanti a me appare
un uomo enorme. L’infermiera è dietro di lui.
“Traditrice…”
sussurro.
“Ti
abbiamo scelto, sarai un nostro generale. Dovrai uccidere dei Novox,
esseri morti che ritornano in vita per colpa degli uomini”.
La
guardo e ringhio : “Ciò che ho ucciso prima della Viera era un
Novox!”
Lei
annuisce e poi ride.
“Li
sai uccidere. Non so dove tu abbia imparato ma ci servi”.
Odio
essere comandato, sono nato libero e sarà ancora così, ora e per
sempre.
“No”
rispondo.
“Dammi
una motivazione!” esclama lei, esasperata.
“Non
ricevo ordini da nessuno”.
L’uomo
davanti a lei si avvicina e io lo mordo. È alto come me ma noto che
non si fa del male e che non riesco a spostarlo. Indietreggio appena,
ringhiando e lo attacco di nuovo, riuscendo a buttarlo a terra.
Improvvisamente mi sento stanco, i miei occhi decidono di chiudersi,
le mie zampe tremano e svengo. Sento solo una voce prima di dormire:
“Tease the wolf…”*
Dopo
queste parole dette dall’uomo, dormo.
*
“prendere in giro il lupo”
attacco di nuovo, riuscendo a
buttarlo a terra. Improvvisamente mi sento stanco, i miei occhi
decidono di chiudersi, le mie zampe tremano e svengo. Sento solo una
voce prima di dormire: “Tease the wolf…”*
Dopo queste parole dette dall’uomo, dormo.
* “prendere in giro il lupo”
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Kevin ***
Capitolo 5 kevin
Capitolo 5 – Kevin
Sono passati altri due giorni. Non mangio, non caccio.
Le mie forze mi stanno abbandonando, se non mangio potrei perdere il controllo.
Esco sulla veranda e, non vedendo ancora la figura di Liam, capisco quanto mi avesse semplificato la vita.
Non ho intenzione di rischiare; quell’Esorcista, dopotutto, era una di quelle che lui aveva scelto.
Scendo le scale della cantina,
il rintocco dei miei tacchi sulla fredda roccia copre il silenzio. La
ragazza è ancora immobile, non alza nemmeno lo sguardo.
“Perché sei diventata Esorcista?” le chiedo.
L’unica risposta che
ricevo proviene dal canto dei grilli e delle cicale della sera. Un
lungo silenzio segue la mia domanda fino a quando lei alza gli occhi;
in poco tempo erano cambiati: prima erano freddi, ora si sono
riempiti di calde lacrime.
“Mio padre mi ha sempre considerata un mostro, mi ha obbligata a diventare come lui. Ma tu non puoi capire”.
“Non posso capire? Io che
vivo da 200 anni in questo mondo di falsità e umiliazione? Tu
non sai quello che ho passato”.
La donna singhiozza e sospira: “Uccidimi”.
Rido, maledetta donna.
Mi ricompongo prima di
risponderle: “Sai che la Chiesa non accetta chi si suicida vero?
È considerato un peccato. E poi perché dovrei
farlo?”
Lei abbassa lo sguardo, la sento ridacchiare e poi torna a fissarmi.
“Che vuoi che mi
interessi? Odio essere una suora per obbligo. Non mi importa se non
avrò un funerale. Voglio solo essere libera”.
Con quella frase la ragazza mi aveva catturato.
Decisi di proporglielo, di proporle ciò che un vampiro non dovrebbe mai proporre ad una sua vittima.
“Vorresti diventare un vampiro?”
La vedo sussultare, stringere gli occhi e i denti e, infine, cedere e annuire.
Mi avvicino e la libero.
Lei si abbandona tra le mie braccia come un peso morto, poi la faccio distendere sul letto.
La libero della camicetta sgualcita e la mia mano scivola prima sul suo seno e poi sul suo collo.
“Non temere” sussurro.
Afferro un pugnale, mi incido
il polso e faccio scorrere il mio sangue sul suo corpo, poi avvicino le
labbra al suo collo e la mordo: il suo sangue si congiunge al mio
formando piccole chiazze rossastre.
Liam aveva ragione, il gruppo
sanguigno della ragazza era uguale al mio e il fatto che fosse una
suora confermava la sua verginità. Il mio amico, però,
aveva sbagliato riguardo all’età: questo sangue è
troppo vecchio per avere meno di 18 anni.
È buono.
Mi stacco dal suo collo
succhiando un po’ del mio sangue dal polso ferito, poi poggio le
mie labbra sulle sue e mi faccio spazio nella sua bocca facendo
scivolare il sangue in lei.
Vedo i suoi occhi diventare rossi, spietati, come è giusto che siano.
Mi stacco da lei. I suoi occhi
stanchi si chiudono lentamente: è affaticata per l’elevata
perdita di sangue. Poi, un sussurro, appena udibile:
”Grazie”. Chiude gli occhi e dorme.
Io rimango inginocchiato
accanto a lei, osservando quel corpo perfetto e poi lo vedo. Vedo il
Tatuaggio del Fuoco, una fenice magnifica. Rivolgo lo sguardo al viso
della giovane: ha i capelli rosso fuoco, occhi neri e un sorrisino
soddisfatto che le domina il viso. Quel simbolo lo aveva anche mia
moglie… che Shala sia la sua reincarnazione?
Quando si sveglierà avrà sicuramente fame e l’unica preda nei paraggi sono io…
Mi stuzzica l’idea di essere morso da qualcuno; un morso affamato, non letale però!
Devo ammettere che l’idea mi eccita non poco. Ho ancora il sapore del suo sangue sulla lingua, nella gola e nella mente.
Seduto di fianco a lei, chiudo
gli occhi. Il mio pensiero corre veloce insieme alla mia anima: dove
sarà Liam? Sarà ancora vivo? Tornerà?
Prendo un bel respiro e riapro gli occhi. Devo tornare nelle mie terre, combattere mia sorella. La devo uccidere.
Odio le guerre tra uomini. Sono
rumorose e udibili anche a diversi chilometri di distanza; le nostre
battaglie sono fatte di agguati, morsi e distruzioni di massa.
La cosa più spaventosa
è che gli umani non lo sanno: noi combattiamo a pochi metri da
loro, ma loro non se ne accorgono. Credono di essere superiori a tutti
ma non riescono ad aprire gli occhi, non sanno vedere al di là
della cortina di mistero che li avvolge.
Come una cupola isolante, in cui la gente nasce, cresce e muore senza conoscere il mondo esterno.
Shala dovrà collaborare con me. Da quanto ho capito sa diverse cose sulla guerra che a breve scoppierà.
Torno ad osservarla; figlia di
un Esorcista, divenuta generale e mi ha concesso con tanta
facilità il suo collo, la sua vita.
La mia mano sinistra accarezza
lieve il suo stomaco, il Tatuaggio, il suo seno e poi si ferma, come se
mossa da volontà propria.
Dopo tanti anni una donna si è fidata di me, dopo tanti anni in cui non ho avuto rapporti di nessun tipo.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Liam ***
capitolo 6 liam
Capitolo 6 – Liam
Mi sveglio in un’altra stanza, osservo l’arredamento, mi metto a sedere e ringhio al nulla.
Mi infilo i pantaloni, mi alzo
e mi dirigo verso la porta: non faccio in tempo ad aprirla
perché un ragazzino sbuca dal muro. Lo guardo stranito.
“Che vuoi?” chiedo freddo.
“Per la divisa da Killer…”
“Io non ho accettato!”
Il ragazzino si fa pensieroso e poi se ne va, sempre passando attraverso il muro.
Cammino ancora per quei
corridoi, in silenzio, cercando una porta o qualsiasi altra cosa che mi
permetta di andarmene da qui. Indosso un mantello e continuo a cercare,
cammino fino a che non mi imbatto in un imponente portone. Mi avvicino
ad esso e lo sfioro con i polpastrelli. Pietra, dura e fredda.
Mi sento in trappola. I miei
sensi sono in allarme e sento su di me il fiato di quella donna. Il mio
respiro si fa pesante, la mia vista si offusca; non devo perdere il
controllo.
Arranco fino al portone e tutto
precipita: nella mia testa si innalza un forte ululato, i miei sensi
impazziscono. Mi trasformo in lupo e sfondo il portone: sento la sirena
dello stabile e inizio a correre.
Dopo ciò perdo definitivamente il controllo.
- Due giorni dopo-
Mi sveglio in un campo fiorito,
mi guardo attorno circospetto e mi alzo; sono ferito all’addome,
mi duole la testa e mi sento molto debole.
È da anni che non perdo il controllo.
Devo tornare da Kevin.
Arrivo ad un fiume e comincio a
bere. Alzo lo sguardo; il vento cambia direzione ed un odore familiare
mi inebria le narici: l’odore di un licantropo maschio; molto
probabilmente avevo invaso il suo territorio.
Un lupo nero appare davanti a me; è solo, nemmeno lui ha un branco.
Con gli anni noi licantropi
abbiamo imparato ad elaborare una tecnica di combattimento efficace
contro gli avversari ma poco dannosa per noi stessi.
Ci avviciniamo, digrigniamo i
denti, ci scrutiamo per cercare di intimidirci l’un l’altro
ma non funziona per nessuno dei due.
Siamo immobili.
Mi attacca e io reagisco, mi morde una zampa e io di rimando gli azzanno la schiena.
Ci allontaniamo e ci osserviamo
in cagnesco. La tensione si può tagliare con una lama: i mie
occhi fissi in quelli dell’altro e i sensi allerta, pronti per
scattare contro il lupo.
Un rumore attira la nostra attenzione: poco lontano da noi un piccolo branco di cervi sta brucando l’erbetta fresca.
Solo ora mi rendo conto che
sono affamato; è da qualche giorno che non mangio nulla e dallo
sguardo affamato dell’altro lupo capisco che nemmeno lui mangia
niente da un po’.
La tensione che si era venuta a creare sparisce, lasciando il posto all’istinto e all’eccitazione per la caccia.
Decido di puntare al capo del
branco di cervi, un maschi di circa 15 anni, alto almeno 1.70. Spero
solo ci sia carne a sufficienza per entrambi.
Ci avviciniamo senza il minimo
rumore e poi attacchiamo. Entrambi ci fiondiamo sull’animale che
soccombe sotto i nostri morsi.
Inizio a mangiare e il lupo mi
sfiora il fianco con il suo muso: ciò significa che è
abituato ad essere sottomesso. Prendo il suo musi tra le fauci e lo
invito a banchettare con me. Lui mi guarda con incredulità e poi
si fionda sul cibo, ha proprio fame.
Ci saziamo con quella carne fresca, poi io mi dirigo al torrente e bevo. Lui mi raggiunge e inizia a bere.
“Dove siamo lupo nero?” chiedo.
“Abbastanza lontani da Lisbona”
“Mi ci sai portare?”
Lui annuisce e sbadiglia.
“Tanto qui non sono bene accetto. Come ti chiami?”
“Liam”
“Piacere, Den”
Sta scendendo la notte e
decidiamo di fermarci a dormire in una grotta. Ci accucciamo uno vicino
all’altro per tenerci caldo a vicenda e ci addormentiamo.
La mattina, dopo esserci svegliati, iniziamo a correre.
“Da qui dobbiamo procedere da umani” dice.
Ci intrufoliamo in un
accampamento e rubiamo dei vestiti. Da umano lui è un ragazzo
alto 1.85, moro, occhi azzurro cielo, con dei muscoli ben sviluppati.
Superiamo un piccolo centro abitato e seguiamo un sentierino che ci conduce alle porte di Lisbona.
“Tu non hai un branco?” mi chiede, sorridendomi.
“No l’unico “branco” è composto da me e da un vampiro”
“Anche tu sei stato cacciato?”
“Si. Di solito non amo gli altri licantropi ma… che ne dici di stare qui con me e Kevin?”
Lo vedo riflettere e poi annuire.
“A patto che tu sia il capobranco” precisa.
Sospiro e lo conduco alla piazza di Lisbona.
Povero Kevin… manco da quasi 7 giorni. Non avrà mangiato nulla.
“Com’è convivere con un vampiro?” mi chiede Den, curioso.
Con questa domanda riesce a distogliermi dai miei pensieri.
Rido e rispondo: “
È strano… a volte mi fa pena, altre invidia. Io
caccio per lui e sono in debito con lui”.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 - Kevin ***
Capitolo 7 - Kevin
Capitolo 7 – Kevin
Vedo i suoi occhi scrutarmi affamati, la sua mano che elegante mi sfiora il viso, ha fame.
Le afferro i polsi e le bacio il collo.
Lei morde timorosa il mio collo, un gemito di puro piacere lascia le mie labbra.
La sento succhiare avida, le
lascio i polsi e lei si affretta a stringermi al suo petto; le sue mani
si intrecciano sotto la mia maglia.
Si stacca dal mio collo con un mugolio insoddisfatto, lascio che la sua lingua accarezzi le mie labbra…
Come un diavolo tentatore il
mio sangue cola dalle sue dolci labbra, la mia lingua gioca con la sua,
danzando come una fiamma che arde perenne bruciando tutto ciò
che trova.
Si lascia cadere sul letto e mi
invita a giocare con lei; la mia mano accarezza il suo ventre, risale
al seno e si ferma. La mia lingua torna a farsi strada tra le sue
labbra, sento che i suoi denti pungono il mio muscolo, dolce il sangue
che scorre nella mia bocca.
Sorrido mentre la bacio.
Mi aspettavo che questo potesse
accadere: come gli umani anche noi abbiamo istinti animali, risultato
di un’antica battaglia tra vampiri e licantropi. Ma ora non
è il momento di perdersi in dettagli futili…
Lento scivolo in lei che si
tende come una corda di violino. Sento le sue unghie graffiare
silenziose la mia schiena, scivolano lacrime rosse dai suoi occhi
mentre invoca il mio nome con un misto di piacere e dolore.
Con la mano scosto un ciuffo di capelli scappato a nascondere i suoi bellissimi occhi.
La sua schiena crea un
armonioso arco, io spingo tranquillo, lei geme il mio nome. Le mie
spinte divengono regolari e la stanza si riempie delle nostre voci; la
mia lingua scivola di nuovo sul suo collo per leccare il morso, il mio
morso, il mio marchio.
Mi fermo, un odore familiare mi solletica il naso: Liam. Non è solo, c’è qualcuno con lui.
“P-perché ti sei fermato?”
“Il lupo è tornato…”
Lei mi guarda sorridendo e io
ricomincio ad entrare delicatamente in lei. Urla di piacere, i suoi
muscoli si tendono, racchiudendo la mia virilità in lei. Gemo
controllato mentre eiaculo dentro Shala.
Mi siedo composto sul letto, accendo la sigaretta e rido.
Lei si lega i capelli in una coda alta e mi sorride.
Mi alzo dal letto rivestendomi e mi incammino verso il piano superiore per incontrare Liam.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 - Liam ***
Capitolo 8 liam
Capitolo 8 – Liam
Conduco Den davanti a casa, ci
sdraiamo sulla pancia, struscio il muso sul pelo del suo collo e poi lo
faccio entrare. Sulla porta esita un poco ma mi segue. Sembra proprio
un Coda ricurva: orecchie basse, coda tra le gambe e un leggero
uggiolio che lascia la sua gola.
Mi sdraio su un mucchio di
pelli di cervo e lui mi si stringe contro, tremando appena. Non so come
si comporterà con Kevin…spero bene.
È da anni che non parlo con un lupo come me e mi piacerebbe che Den restasse con me e Kevin.
Gli infondo forza poggiandomi a lui, fisso la porta della cantina e aspetto…
L’odore
dell’Esorcista mi solletica il naso. Sorrido, una cosa bella
dell’essere un lupo è proprio questa, riuscire a percepire
i sentimenti degli altri e saper trovare due anime gemelle, unite da un
destino abbastanza scontato.
“Se il lupo
morirà, estinguendosi, anche l’uomo morirà, non a
causa di imponenti tempeste o glaciazioni, ma per la mancanza dei suoi
custodi, noi lupi” mi aveva detto mio nonno, prima che venissi
cacciato dal branco.
La porta della cantina si apre
con un cigolio sinistro e Kevin entra nella stanza, trasandato come
sempre e con un sorrisino malizioso stampato in faccia.
Controllo Den: è
sull’attenti, pronto ad attaccare, ringhia minaccioso. Molto
probabilmente ha già ucciso dei vampiri, ma deve capire che
Kevin è diverso. Sono sicuro che prima o poi verrà
un’era in cui i lupi e i vampiri collaboreranno, lottando fianco
a fianco, nemici e amici.
“Vedo che ti sei portato un amico, Lupetto”.
Abbaio contrariato dal nomignolo che Kevin mi ha affibbiato.
“Si e vedo che l’Esorcista è ancora qui…”
Kevin ride.
“Lupetto devi imparare a dirmi le cose e non azzardarti a sparire di nuovo così!”
Rido anche io e mi accascio vicino a Den.
“Lui è Den. Den lui è Kevin e di sotto c’è un’altra vampira”.
Den annuisce e, intimidito,
annusa la mano di Kevin; io sono pronto a fermarlo ma Den si siede
vicino a lui, tranquillo e poi torna da me.
Salgo al piano superiore, mi
trasformo e mi vesto. Prendo dei vestiti e li porto a Den che,
tranquillamente, si trasforma e si veste.
Kevin si avvicina e mi osserva il collo: il segno del proiettile è sparito. Sospira.
“Non smetterai mai di sorprendermi, vero?”
Rido e inizio a fissare la porta, i passi della ragazza mi giungono leggeri.
La porta si apre e lei, tenendo gli occhi bassi, si mette vicino a Kevin. Mi avvicino e, sorridendo, le tendo la mano.
“Scusa” dice, indietreggiando.
“Dovresti ringraziarmi, forse. Perché scusarti se ti ho fatto trovare la pace interiore?” le dico.
“Come fai a saperlo? Magari volevo rimanere umana…”
Rido e le accarezzo i capelli.
“Una preda non può mentire al suo predatore”
Shala sussulta al mio tocco, i suoi occhi esprimono paura, dolore e lontananza.
Kevin mi spinge leggermente e io alzo le mani in segno di resa.
“È tutta tua Kevin…”
Lui ridacchia e abbraccia Shala.
“Ignoralo, è un maschilista”
Rido e poi mi sdraio tra le pelli.
“Dove lo farai dormire?” mi chiede Kevin accennando a Den, seduto sul mio giaciglio.
“Qui con me, siamo lupi, odiamo le comodità!”
Il vampiro mi guarda stranito e si arrende.
“Lupetto devo parlarti…”
È sera ormai. Lui esce sulla veranda e mi aspetta. Lo seguo e mi poggio allo steccato.
“Liam dobbiamo parlare della guerra”.
Io annuisco.
“Mia sorella vuole
uccidere gli umani, ha invocato il grande Kyle, gli ha concesso i morti
per ripulire il mondo dagli umani impuri. Devi ucciderla”.
Lo guardo incredulo e annuisco.
“Si, lascia fare a me, la ucciderò e ti porterò il suo corpo”.
“Non sarà facile
Lupacchiotto!” esclama un falco, poggiandosi sulla mia spalla
nuda. Kevin non lo può sentire. Rido.
“Falco, non sono affari tuoi! E non chiamarmi più Lupacchiotto! Sono cresciuto!”
Il falco gracchia, ridendo, poi torna serio.
“Dovrai tornare nelle lande disperse della Transilvania. È lì che Lia Will si nasconde”.
“Ne sei sicuro?”
Il falco annuisce.
“Kevin, il falco dice che tua sorella si trova in Transilvania”.
Il vampiro si fa pensieroso.
“Ti fidi del falco?” mi chiede.
Annuisco e accarezzo l’animale.
“Se sono vivo lo devo a lui e a te. Il falco come guida e il vampiro come alleato”.
Kevin ride e, tornando dentro, urla: “ Liam, mostriamo ai cuccioli come si caccia in città!”
Entro e indosso una camicia.
“Den, si va a caccia!”
Siamo in città. Lascio
che Den si ambienti e poi lo porto vicino ad una discoteca: il rumore e
i forti odori lo stordiscono. Ci avviciniamo furtivi a due ragazzi che,
nascosti in un vicolo, amoreggiano.
“Jim…smettila. Aspetta di arrivare a casa!”
“Sono impaziente…voglio essere il primo a possederti”
“E lo sarai”
Il ragazzo mi ha facilitato il compito; invito Kevin a banchettare.
“Liam ma come fai a capire?” chiede Den.
“L’odore, l’odore di latte materno”.
Lui annusa l’aria e ride.
“Hai ragione! Ma noi cosa cacciamo?”
Lo spingo al limitare del bosco e gli mostro una mandria di cavalli selvaggi.
Iniziamo a correre verso gli
animali. L’eccitazione della caccia ci inebria i sensi e
contemporaneamente li affina. Il rumore della pelle che si dilania
sotto i nostri denti e l’odore della paura sono alcuni punti
dell’essere un lupo. Il sangue ci scivola tra le fauci, avidi
azzanniamo la preda, ma come sempre ci sono anche altri predatori
pronti a lottare per una preda.
Un orso si avvicina a noi che iniziamo a digrignare i denti, camminando minacciosi verso di lui.
Lo mordiamo e, poco dopo, se ne va scocciato.
Tra animali ci capiamo subito,
la legge del più forte vige su di noi. Chi è inferiore si
fa da parte e solo poche volte rischia. L’uomo non ha limiti, non
ha confini e credere di essere superiore.
Esseri futili!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 - Kevin ***
capitolo 9 - Kevin
Capitolo 9 – Kevin
-Dobbiamo partire Kevin, non c'è tanto tempo!-
-Lo so Liam ma Shala potrebbe non riuscire a controllarsi!-
Lo sguardo di Liam si fa duro e io sospiro, ha ragione dobbiamo partire e finire al più presto questa questione.
Non dobbiamo perdere tempo ma
qualcosa mi trattiene, forse è paura, una paura creata dal mio
passato, la paura di mia sorella...
-Kevin, io parto-
Silenzio. Annuisco e mi decido
-Domani al tramonto si parte va bene?-
I due lupi annuiscono e io sorrido nervoso
-Kevin, ti conosco da 10 anni che cosa ti tormenta??-
-Mia sorella...-
bisbiglio a Liam, mi guarda ridendo
-Ci penso io a lei, tu occupati dei mostri. Questa storia finirà presto e di sicuro non con la mia morte.-
Liam si incammina verso l'uscita e un falco si poggia sulla veranda e parla a Liam
-Lupetto Lupetto Non ficcare il musetto negli affari altrui...-
-Sta Zitto-
-Non ti conviene... potresti rischiare la cosa a te più preziosa, la vita.-
-Per Un amico si può fare...-
Sorrido e seguo Liam, lui accarezza il falco facendolo adagiare sul proprio braccio
-Ce la farai a vederla morire per mano di un tuo amico?-
-Sì Liam, ha trucidato
tutta la mia famiglia, mi ha trasformato in un vampiro e per colpa sua
ho dovuto abbandonare le mie terre, il mio luogo d'origine.-
Nella mia voce una nota di
tristezza, mia sorelle deve pagare per ciò che mi ha fatto,per
ciò che ha fatto alla mia famiglia, ai miei affetti e a tutti i
miei sudditi.
Vorrei piangere mentre le
immagini scorrono fluide e dolorose in me, ma il mio forte orgoglio me
lo impedisce, le blocca agli angoli degli occhi.
Gli anziani sono stati chiari
con noi vampiri con legami di sangue, se un fratello vampiro uccide un
suo parente anch'esso perisce con lui.
L'hanno chiamata la
“Legge della preservazione della specie”, stupidi vecchi,
vivono in un castello, isolati dal mondo e osano lanciare maledizioni
ai vampiri comuni. Bastardi.
-Sì amico, la
ucciderò e ti porterò il suo dolce sangue. Nessuno
può far così tanto male ai miei amici...-
Rido abbracciandolo e gli batto una pacca sulla schiena
-Sta sorgendo il sole, meglio che vada dormire-
Entro in cantina seguito da
Shala. Mi siedo sul letto e lei si accoccola vicino a me, non ha ancora
aperto bocca da quando è tornato Liam.
-Grazie.-
la guardo e sbatto le ciglia un paio di volte
-Perché mi ringrazi?-
-Perché sei l'unico che,in tanti anni, si è preoccupato per me...-
La abbraccio con tenerezza
-Non intendo perderti-
Voglio smentire la leggenda
secondo la quale noi vampiri siamo esseri insensibili, abbiamo dei
sentimenti e, anche se il sangue risveglia i nostri istinti più
reconditi, proviamo pena per le nostre ignare vittime...
Certo, è un po' diversa
dalla vostra “pena”, entrambi tentiamo di aiutare
però il nostro aiuto porta alla pace eterna, la morte, la
liberazione eterna dai peccati e dal dolore.
Il sole si alza nel cielo e io mi addormento assieme alla mia compagna.
Sono le 17.00, il sole cala e noi ci prepariamo a partire.
Liam affila e lucida la sua
Mataki, una katana forgiata dai canini di un licantropo millenario, Den
pulisce la sua spada da cavaliere, la Durandal.
Io intanto intingo le punte delle frecce nel veleno di scorpione, le ricopro di cera e le ripongo su di un manto scarlatto.
21 frecce giacciono sul tavolo, le avvolgo nel manto e le ripongo con cautela nella faretra e poi sospiro contento.
-Liam, mi serve un'arma per Shala.-
-Dammi le sue pistole, le modifico io...-
Sorrido porgendogli le pistole
in uno spesso telo nero, essendo anti vampiri se le toccassi mi farei
malissimo e io non voglio rischiare la mano.
Trito e pigio delle erbe fino a
creare un intruglio con un cattivo odore. Questa medicina ci
aiuterà a fermare le emorragie.
Salgo al primo piano ma non trovo Liam.
-Dov'è Liam?-
Chiedo a Den che mi da le pistole di Shala.
-E' andato a prendere i cavalli in paese...-
Prendo le pistole, le giro tra le mani
-Non ti abbiamo nemmeno chiesto se volevi venire...
Il suo sguardo si fissa su di me, fermo, duro
-Un lupo di rango basso come il mio segue sempre il capo che gli altri lo vogliano o no.-
Rido.
-Quindi sarai fedele a Liam, lo seguirai ovunque andrà?-
Annuisce.
-Lo seguirò fino in capo al mondo se è utile, combatterò anche contro la morte se fosse necessario.-
Sorrido nel vedere la fiducia
che uno ha nell'altro e non posso far altro che chiedere come fanno ad
essere così uniti, il suo sguardo si addolcisce
-Noi lupi riusciamo a vedere
l'anima di una persona, ci basta quella, non ci serve il passato, non
vogliamo sapere il futuro ma solo il presente. L'anima racchiude i
segreti più nascosti di ogni essere vivente...-
E' bellissimo sapere che ci sono altre creature più speciali e antiche di noi vampiri.
Sia i vampiri che i licantropi hanno una storia vecchia di millenni anche se i lupi hanno radici più antiche.
L'uomo ha sempre anelato al potere del vampiro creando miti, storie e immagini fin dalla nostra nascita.
Liam torna dalla città con quattro cavalli
-Siete pronti, Si parte. -
End Capitolo 9
Angolo di Wolfy-Chan:
Chiedo immenso perdono per il ritardo
la colpa come al solito è della scuola, mi ha ucciso...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perchè da questo capitolo si potranno capire gli atteggiamenti futuri di Den.
Bhe detto questo vi dico ciao ciao!!!!
Spero di riuscire a copiare il decimo più in fretta ^.^
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 - Liam ***
capitolo 10 - liam
Capitolo 10 – Liam
Saliamo in sella e
sproniamo i cavalli al trotto.
E’ notte fonda
quando una leggera pioggerella inizia a bagnarci, ci copriamo con le mantelle,
l’acqua cade sempre più pesante su di noi,ci penetra con decisione i vestiti e
ci tocca le ossa gelide.
Io e Den camminiamo
davanti ai vampiri, facciamo strada perché dopotutto noi veniamo dalla lontana
Russia e quei luoghi, almeno fino alla Germania, li conosciamo bene.
Spero solo che in
questo viaggio la dea bendata ci guidi e ci accompagni.
Il silenzio tra di
noi è quasi come una lama che ti squarcia il petto, sono passate due ore dalla
nostra partenza e Kevin rompe quella cortina di silenzio:
-Che cosa faremo
quando saremo là?
-Ci fermeremo prima
del castello e lì ci divideremo…
Kevin mi guarda
stupito
-Se ci dividiamo
avremo meno possibilità di trovarla…
-Sbagli –risponde
Den- siamo tutti forte e l’unico anello debole del branco è la donna in quanto
lei è impura e non sa come usare i suoi poteri…
-Smettila di darle
dell’impura!
Kevin urla, io non
posso farci nulla, vorrei dare ragione a Den però prima la ragazza era forte,
ringhio appena
-Smettetela.
Sussurro con calma,
ma il mio avvertimento non viene minimamente considerato e la ragazza
sentendosi presa in causa esclama
-Io sono forte, vi aiuterò!
A qualsiasi costo!
Rido sapendo che la
mocciosa non potrà nemmeno arrivare sul campo di battaglia se continua così…
-E dimmi, che cosa
vorresti fare? Cosa credi di riuscire a fare? E’ già bello che rimarrai in
vita.
-Liam!
Ho alzato la voce e
Kevin mi ammonisce, lo guardo glaciale per poi riprendere il mio tono freddo e
distaccato.
-Lo sapevi meglio di
me, il suo corpo deve ancora morire e i tempi sono troppo lunghi per noi… Sai,
forse era meglio se la uccidevo quella notte.
Faccio trotterellare
il cavallo e gli altri, tornati di nuovo in silenzio, mi seguono.
Crudeltà, fedeltà e
sincerità è questo ciò che Kevin aveva sempre chiesto ed ero che gli ho detto
la verità si arrabbia, quella donna gli annebbia la vista, gli impedisce di
distinguere il vero dal falso.
Se Shala diventerà
un problema non mi farò scrupoli, la ucciderò.
Arriviamo in una
piccola radura dove una piccola mandria di cervi brucava l’erbetta bagnata
-Ci accampiamo qua.
Io vado a caccia.
Scendo da cavallo
gli tolgo briglie e sella e gli accarezzò la nuca, nitrisce toccandomi il
fianco con il muso, sorrido e me ne vado tra gli alberi della foresta.
Mi immergo nei suoni
di quel posto, cammino tra le radici e i sassi, il forte odore di muschio e
pino è per me come l’essenza della libertà, il dolce rumore dell’acqua che
cadendo urta le foglie adagiate sul terreno è come un richiamo impellente…
Sono completamente
bagnato, mi trasformo e ululo.
Annuso l’aria e
l’odore di selvaggina mi giunge alle narici, spalanco gli occhi e mi
appiattisco sull’erba che mi solletica l’addome, faccio qualche passo per poi
fermarmi ad osservare la mia preda: E’ un cervo adulto, l’impalcatura delle sue
corna è enorme ha zampe possenti e ha il manto marrone scuro.
Muggisce come se
volesse reclamare sua quella piccola radura, striscio fino ad essere a pochi
metri da lui.
Il tempo si ferma,
il suo odore mi inebria e i miei remoti istinti da predatore tornano, mi alzo
dalla mia postazione e i nostri occhi si intrecciano, in lui non vedo paura ma
solo orgoglio e voglia di vivere, purtroppo per lui vige la legge del più
forte.
Stiamo immobili per
qualche secondo, la brezza leggera scompiglia il mio folto pelo e io scatto in
avanti come una molla, il cervo tenta di scappare ma i miei canini affondano
nella delicata pelle del grande cervo.
Sento il suo sangue
scivolare dal suo collo e cadere nella mia bocca.
Torna da Den e gli
altri con il cervo tra le fauci, lo lascio tra di loro e poi me ne vado ad
accucciarmi sotto un enorme pino.
-Non mangi?
Giro la testa
immergendomi nel folto pelo della mia coda Kevin si allontana tornando a
mangiare con Shala.
Den si avvicina a me
con un pezzo di carne tra le fauci, tiene la testa bassa e uggiola appena.
Digrigno i denti ma lui ignora apertamente i miei avvertimenti e così scatto
mordendolo sull’orecchio sinistro. Voglio solo restare solo.
Den si allontana un
poco per poi ritornare a sdraiarsi affianco a me.
Sento che sospira e
si struscia contro il pelo della mia schiena.
Ci rimettiamo in
viaggio, finalmente ha smesso di piovere, il terreno è bagnato, i torrenti si
sono gonfiati fino a straripare e il vento soffia gelido sui nostri visi.
Il silenzio rimane
il nostro unico compagno di viaggio, insieme al canto di qualche uccello e il
rombare possente dell’acqua.
Cavalchiamo in fila,
siamo in un tratto tra il fiume e le rocce, è particolarmente scivoloso e
difficoltoso ma il sole che lentamente sale nel cielo ci riscalda gli animi.
Da dietro la stretta
curva una piccola volpe mi sbuca dalla tana e leggiadra corre tra le zampe del
mio cavallo che, spaventato, si alza sulle zampe posteriori e scivola nel fiume
vicino a noi.
Mi ritrovo
sott’acqua con un peso di circa cinquecento chili sopra di me, tento di
riemergere ma la corrente impetuosa ci porta via e sempre più sotto.
Non riesco a liberare
la mano dalle briglie, provo a tirarle e a morderle ma nulla, non si rompono,
mi inizia a mancare il respiro mentre vedo l’acqua si tinge di una tonalità
rossa, osservo il cavallo e noto che è morto, cadendo deve aver picchiato la
testa contro un masso perché ha il cranio distrutto.
Prendo il pugnale
che tengo nella sella e taglio le briglia, riemergo dall’acqua e inizio a
nuotare contro la forte corrente, mi tiro sulla terra ferma e tossisco appena e
annaspo, i miei polmoni sono felici di ricevere ossigeno.
La mia mano destra
perde sangue, ho inciso troppo e oltre le briglie ho tagliato anche il mio
palmo.
Dopo poco sento le
mani di Den che mi prendono e mi obbligano a guardarlo, lo guardo negli occhi
-Liam! Rispondimi!
Dimmi che stai bene!
Annuisco mentre,
bagnato fradicio tento di rialzarmi con scarsi risultati
-Sì, credo di avere
un paio di costole inclinate…
mi afferra la mano e
mi aiuta a rimettermi in piedi, kevin poco dopo arriva di corsa
-Stai bene?
Annuisco e basta
-Alla prossima
radura ci accamperemo.
-No sto bene!
Dico in modo
cattivo, sento le braccia di Den che mi stringono e poi una sua mano che va a
premere sulla mia coscia sinistra, urlo dal dolore, mi aggrappo a lui. Non ci
avevo pensato, mentre cadevo deve essersi riaperta ed ora infettata di nuovo.
Non ci voleva!
-Non stai bene.
Mi dice Den con tono
accusatorio.
Gemo di dolore
restando però aggrappato a lui.
Salta in groppa alla
sua cavalla e mi issa in braccio a lui, mi sento tanto ridicolo ma so che tanto
tentare di polemizzare con lui sarebbe inutile, è l’unico che riesca veramente
a tenermi testa.
Mi preme con
dolcezza lo squarcio sulla gamba, tiene premuto per fermare il sangue, la mia
vista si annebbia e inizio a tremare, mi stringe a se, l’aria è fredda ma le
mie palpebre si chiudono pesanti e io mi abbandono esausto e dolorante sul
corpo di Den.
Quanto tempo sia
passato non lo so, so solo che quando mi sveglio ho un fuoco scoppiettante
vicino a me , la testa mi gira e le ferite pulsano rabbiose, mi guardo attorno
, i cavalli stanno brucando l’erba fresca e vicino a me c’è Kevin che sta
preparando qualche intruglio.
Tento di mettermi a
sedere ma una mano dolce mi preme il petto facendomi tornare sdraiato, i suoi
occhi sono pieni di tristezza ma sono anche premurosi, che cosa è successo
mentre riposavo?
-Devi stare fermo
Liam. Staremo qui per alcuni giorni, non possiamo rischiare che l’infezione
vada avanti…
Kevin mi parla con
freddezza, mi sembra distaccato, sembra quasi che non voglia parlare con me…
guardo Den e poi Kevin, devono aver discusso.
La stanchezza si fa
largo nella mia mente spazzando via ogni curiosità e lentamente scivolo tra le
braccia di Morfeo.
Accanto a me sento
il calore di Den e questo mi rassicura almeno un poco.
Fine cap 10
Angolo Mio:
che dirvi.. chiedo umilmente perdono per il ritardo e spero che questo capitolo vi piaccia...
ok va bene ciao ciao^.^
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Capitolo 11 *** Revisione Dei Capitoli ***
Buon giorno a tutti...
voglio solo avvertirvi che la storia Blood And Vampire sarà ripostata sotto lo stesso nome man mano che correggo e revisiono i vari capitoli...
non sò quanto durerà tutto questo ma spero che non mi vogliate a male.
Vi ringrazio molto per averla messe tra le preferite, seguite o ricordate mi fate molto felice e per questo mi impegnerò a portarmi avanti.
ciao ciao
Wolfy.
^.^ |
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