Ghost

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine e l'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Imprigionato ***
Capitolo 3: *** Presenze ***
Capitolo 4: *** Scetticismo ***
Capitolo 5: *** Bugia o realtà ***
Capitolo 6: *** Perdonare ***
Capitolo 7: *** Il libro ***
Capitolo 8: *** La ricerca ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni ***
Capitolo 10: *** Il ritorno della volpe a nove code ***
Capitolo 11: *** Anime unite ***



Capitolo 1
*** La fine e l'inizio di tutto ***


Salve a tutti.

Lo so che dovrei terminare altre fanfic e dedicarmi al sequel di “Da allievo a maestro”, ma è da un po’ che mi ronza in testa questa fanfic e ho voluto provare a pubblicarla.

Sinceramente nonostante abbia scritto due, tre capitoli, mi rendo conto che mi viene un po’ difficile gestire questa storia, ma volevo mettermi alla prova e speravo che pubblicarla, mi aiutasse a spronarmi e a non cedere troppo in fretta e accantonare questa storia nel dimenticatoio, come altre storie che ho iniziato e che non hanno mai visto la fine. Ho una voglia incredibile di scriverla, ma nonostante questa, mi ritrovo per ore davanti alla pagina bianca di word, senza riuscire a buttare giù qualcosa di decente. Non so perché mi sia intestardita a scrivere questo racconto, ne da dove venga l’idea,ma volevo rendere anche voi partecipe di questa pazzia.

Magari speravo che con la vostre opinioni, chissà di riuscire a concluderla.

Per ora posso solo dare il via alla fanfic, sperando che l’ispirazione che mi ha colpito in questi giorni, non finisca subito.

Buona lettura e lasciatemi un commentino

Bye Neko =^_^=

 

GHOST

Capitolo 1: La fine e l’inizio di tutto

 

Pov. Naruto

Oramai da tempo Madara era il nemico comune delle cinque terre, ma solo una volta che la quarta guerra ninja scoppiò, che queste terre misero da parte i loro rancori per allearsi e avere maggiore possibilità di vittoria contro un essere che non sembrava avere punti deboli. Esso voleva dominare il mondo con il potere dei nove bijuu ed era ad un passo dal completamento del suo piano. Solo Kyuubi mancava alla sua collezione.

La battaglia finale contro quel mostro e il suo alleato Kabuto era stata tutto, tranne che facile. La serpe con i suoi corpi resuscitati, aveva aggiunto non pochi problemi ai vari ninja,  ma alla fine la sua pazzia di voler giocare con la vita degli altri, gli si è ritorta contro e venne eliminato dalle sue stesse armi.

Le vittime erano numerose e i feriti lo erano di più.

L’aria era impregnata dall’odore del sangue, che macchiava gran parte del terreno dove si era svolta la battaglia.

Perdite inutili a mio parere, per un desiderio che mai nessuno avrebbe potuto realizzare, perché la terra non poteva appartenere a nessuno.

Una tale presunzione viene sempre pagata e nella peggiore delle ipotesi, la punizione finale era la morte.

Il bene aveva trionfato ancora una volta, ma mi domandai quanto tempo ci avrebbe impiegato un nuovo nemico, probabilmente ancora più forte di Madara stesso, a comparire.

Tutti esultarono quando videro Madara a terra privo di vita. Tutti, ma non noi ninja della foglia.

Guardavamo davanti a noi con fare sospetto e ci preparammo a qualsiasi cosa sarebbe successo da quel momento in avanti. Il sottoscritto soprattutto.

Era vero, colui che aveva dato inizio alla quarta guerra ninja, era stato annientato e con lui tutti i suoi seguaci, ma non riuscivo a gioire pensando a chi lo aveva eliminato: Sasuke.

Esso non si era fatto vedere per tutta la durata della guerra. Non cercò nemmeno di catturarmi come gli era stato ordinato da Madara. Mi aveva insospettito questo suo nascondersi, dato che cercava da anni di vendicarsi di Konoha e la guerra era un buon  momento per portare a termine il suo obbiettivo.

Esso era comparso all’improvviso alle spalle di Madara, colpendolo nell’unico momento in cui aveva abbassato la guardia e il suo corpo era tangibile.

Incredibile pensare che un nemico tanto potente, potesse essere annientato da una semplice katana intrisa di chidori. Anche se riflettendoci su, non era la prima volta che un potente nemico, impossibile da battere apparentemente, veniva annientato da una semplice arma.

Perché per quanto una katana possa essere insidiosa, affascinante ed elegante, non è altro che una lama di metallo molto affilata, usata ormai da secoli e spesso sostituita con armi ritenute più efficaci e potenti, anche se nel mondo ninja, si è molto legati alle armi usate dai nostri predecessori.

 

Io e Sasuke rimanemmo a lungo a fissarci. Non mi aspettavo di trovarmelo davanti, non in quell’istante e mi sembrava assurdo che fosse stato lui a porre fine alla vita di Madara una volta per tutte. Ma come sospettavo, non lo aveva fatto per proteggere me e gli altri.

No, lui si era fatto vivo con l’unico scopo di battersi con me, per mettere fine una volta per tutte a quell’inseguimento durato troppo a lungo.

Voleva annientarmi e trafiggermi con la stessa spada con cui aveva trafitto Madara. Essa era ancora sporca del suo sangue e io ero lì, inizialmente incapace di ragionare a mente lucida, poi pronto ad accontentarlo e dargli battaglia.

L’ultima volta che ci incontrammo, capii una cosa e cioè che in una prossima battaglia entrambi saremo morti.

Ci fu uno scontro all’ultimo sangue ed entrambi cercavamo di schivare i colpi dell’altro. Non sempre riuscivamo nel nostro intento e le ferite, insieme alla stanchezza, cominciavano a pesare suo nostri corpi, fatti di carne semplice da tagliare. Nemmeno lo sharingan poteva aiutare Sasuke a non soccombere alla stanchezza.

Durante la battaglia continuavo a sussultare parole al mio compagno di squadra, parole che erano sempre state vane nel loro tentativo di redimerlo, ma quella volta mi resi conto dal suo comportamento, che il mio parlare non era inutile come sempre, ma qualcosa sembrata arrivare al suo cuore, facendo vacillare la sua volontà. Forse perché ormai non aveva più niente da perdere.

 

I nostri colpi migliori infine si scontrarono e una luce abbagliante invase l’intera zona, costringendo gli spettatori a coprirsi gli occhi. Successivamente ci fu una terribile esplosione, avvertita a chilometri di distanza.

Dove io e Sasuke ci trovavamo, si era creato un enorme cratere. Entrambi eravamo coperti di ferite e sanguinanti, ma solo io caddi a terra ormai privo di forze.

Nonostante avessi usato il rasengan, il mio colpo migliore, non ero riuscito a dargli la massima potenza. Per quanto avesse fatto soffrire me e Sakura, non riuscivo ad odiarlo e a fargli del male.

Ucciderlo non avrebbe condotto a niente, al contrario gli avrei solo negato la possibilità di cambiare vita.

Lo vidi avvicinarsi a me e guardarmi dall’alto verso il basso. Non riuscii a decifrare il suo volto e non capii se fosse soddisfatto di come erano andate le cose. Il mondo si era fatto sfocato e i rumori intorno a me erano ovattati. Sentivo delle fitte in tutto il corpo che mi stordivano e mi impedivano di muovermi, ma allo stesso tempo pensavo di dover sentire maggiore dolore, invece, più passava il tempo, più il dolore delle ferite mi sembrava scemare.

Sasuke cadde in ginocchio e lo sentii a malapena mormorare un mi dispiace.

Cercai di abbozzare un sorriso. Aveva avuto quello che voleva, era riuscito ad uccidermi, perché avevo capito che non sarei sopravvissuto, eppure mi chiedeva scusa.

L’ironia della vita.

Avrei voluto insultarlo, ma infondo le sue scuse mi sollevavano, voleva dire che un cambiamento in lui era avvenuto.

Era successo qualcosa durante l’esplosione, non ricordo con precisione, so solo che per la prima volta vidi Sasuke piangere. Fu allora che capii di essere riuscito nel mio intento di cambiare il mio compagno. Non so come, ma durante lo scontro il dono di Itachi si manifestò. Non era un arma pericolosa, come credevo dato le sue parole “Spero che non venga mai il momento in cui dovrai usarlo”. Il suo desiderio che non usassi quel potere era dovuto al fatto che per attivarlo entrambi saremmo dovuti essere a un passo dalla morte.

Io stavo morendo davvero, lui invece aveva creduto di morire e questo aveva dato il via al dono di Itachi, tecnica di cui non verrò mai a sapere in cosa consiste realmente, perché a differenza di Sasuke, io non mi ero accorto di niente, oltre alla perdita delle mie forze.

Improvvisamente intorno a me si fece buio. Non c’era quella luce che appare quando si muore di cui avevo spesso sentito parlare. Mi spaventai e mi accorsi di tremare e di sentire il mio corpo farsi sempre più freddo.

Quel buio mi faceva paura, poi capii. Non ero ancora morto.

Sentii il mio nome ripetersi più volte e con le ultime forze che mi rimanevano in corpo, aprii leggermente le palpebre, per vedere una massa di colore rosa e una grigia accanto.

Capii che si trattava di Sakura e Kakashi.

Cercai di sorridere, ma non so se il risultato fu un sorriso o una smorfia.

La mia compagna cercava di curarmi le ferite. Sentivo il suo chakra entrarmi in circolo, ma non avvertivo alcun beneficio dal trattamento. E Sakura se ne accorse perché continuava a ripetermi di non mollare.

Kakashi con la sua sola presenza mi diceva di non arrendermi, mentre teneva legato Sasuke, il quale ormai non opponeva più alcuna resistenza.

Sentii delle lacrime cadermi sul volto e a fatica alzai un braccio per pulire quelle gocce cristalline dagli occhi di Sakura.

La vidi sgranare gli occhi, quando poi provai ad allontanare le sue mani dalle mie ferite.

Sapevo che ormai aveva compreso che per me non c’era niente da fare e che da lì a poco avrei cessato di esistere, ma lei non voleva arrendersi.

Continuava a implorarmi di lottare, ma ero troppo stanco.

Mi insultò quando glielo riferii.

Baka, non devi morire. Non te lo permetterò! Non posso ritrovare un compagno per perderne un altro. Lotta Naruto, lotta come hai sempre fatto. Fallo per me!” mi disse disperatamente.

“è inutile. Non sento più il mio corpo!” le dissi lievemente e le chiesi anche di non piangere. Doveva essere felice, avevo mantenuto la promessa.

“Come posso essere felice. Ti avevo detto che non importava più. Non volevo che mantenessi quella stupida promessa!” mi disse piangendo ancora di più.

“Mentivi! Tu volevi che continuassi a provarci. Sono riuscito a mantenere la parola!”.

Sakura mi afferrò la mano e la strinse alla sua guancia calda, che confronto alla mia pelle, sembrava bruciare.

“Non è giusto! Disse tirando su col naso “Cosa ne sarà dei tuoi sogni? Devi diventare hokage, ricordi?” mi urlò.

“Va bene così! Diventare hokage non era poi così importante. Quello che desideravo maggiormente era sentirmi amato. Tu e tutti gli altri mi avete accettato e amato nonostante la mia condizione. Grazie!” tossì e un gusto ferroso mi si sparse per la bocca. “Ho un ultima richiesta da fare a Konoha!” dissi chiedendo che anche Kakashi sentisse quanto avessi da dire.

Riuscii a dire le mie ultime parole con estrema fatica e una volta terminato, le palpebre si serrarono lentamente e la mia mano cadde a peso morto a terra.

Vidi una forte luce che sembrava chiamarmi. Feci qualche passo per oltrepassarla. Finalmente avrei visto i miei genitori e riabbracciato Ero-sennin, ma mi accorsi che qualcosa mi bloccava. I miei piedi non avevano più intenzione di muoversi e lentamente quella luce così accecante che mi riscaldava il cuore, si ridusse sempre di più fino a spegnersi completamente.

Mi girai indietro confuso e come se mi trovassi al cinema, vidi cosa stava succedendo intorno a me. Mi sembrava fosse passato un attimo, eppure il mio corpo era già stato portato a Konoha e sepolto vicino a quello di Jiraya.

Vidi i miei amici davanti alla mia lapide porgermi dei fiori e piangere e mi sentii improvvisamente triste. Non volevo che fossero tristi per nessuna ragione al mondo, tanto meno per colpa mia.

Volevo dire loro che ero ancora lì, che ero accanto a loro, ma niente di quello che facevo e dicevo sembrava avere effetto su di loro.

 

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Capitolo 2
*** Imprigionato ***


Capitolo 2: Imprigionato

 

Nonostante fossi morto, mi trovavo ancora lì, in mezzo alle persone che mi erano più care.

Come la maggior parte delle persone, non sapevo cosa accadeva dopo la morte, ma sapevo che qualcosa non andava. Mi sentivo in trappola, prigioniero, fuori posto, come se non dovessi trovarmi lì.

Era passata ormai una settimana dal mio funerale e a me sembrava passato solo un minuto. Non avevo fame, non avevo sete, né alcuna necessità umana. Sentivo solo il bisogno di sentirmi libero.

Andavo spesso in giro per le vie di Konoha, ma di tanto intanto, mi ritrovavo sempre allo stesso punto, davanti alla mia lapide.

I cimiteri non mi erano mai piaciuti e invece ora mi ritrovavo costantemente in quel luogo contro la mia volontà. Forse ero in qualche modo ancora legato al mio corpo. Eppure non capivo.

Non avevo alcun rimpianto, nessuna faccenda da concludere, quindi tecnicamente non vi era niente che mi potesse trattenere in quel mondo.

Pensai a lungo a una spiegazione plausibile, ma mi venne in mente una spiegazione solo quando vidi Tsunade fare visita alla mia tomba e quella di Jiraya.

Nonostante non fossi nelle vicinanze della mia lapide, sentii quello che disse e la sua profonda tristezza.

Essa parlava con entrambi e diceva quanto le mancassimo, ma comunque al di là di quando era successo, avrebbe mantenuto vivo il nostro ricordo e i nostri credo ninja.

Fu in quel momento che ebbi un’idea.

Se ero ancora prigioniero in quel mondo, era per causa di qualche persona che amavo, che non aveva intenzione di lasciarmi andare.

Feci visita uno alla volta ai miei amici e tutti sembravano andare avanti con le loro vite, come era giusto che fosse.

Mi mancavano solo Kakashi, Sakura e Sasuke.

Andai dal mio compagno ritrovato. Grazie alla mia richiesta non era stato imprigionato e lasciato tornare al villaggio e ora viveva nuovamente nella sua vecchia casa nel quartiere Uchiha.

Lo vidi seduto a terra nella sua stanza con il volto rivolto al giardino. Il suo sguardo era piuttosto assente e pensieroso.

Mi accorsi poco dopo di un’altra presenza in casa.

In piedi davanti a lui si trovava Kakashi, il quale provava a conversare con Sasuke.

“Grazie a Naruto, hai avuto la grazia di non essere imprigionato e di rifarti una nuova vita. Dovresti uscire, ti farebbe bene!” disse.

Sasuke lo guardò seccato “Non voglio uscire da qui. Non voglio vedere gli sguardi accusatori degli altri!”

“Nessuno ti accusa di quanto successo. Lui poteva difendersi dal tuo colpo, ma non ha voluto. Nessuno ti giudica per questo!” sospirò “È stato l’ultimo desiderio di Naruto quello che non ti venisse data la colpa per la sua morte e per quanto sia stato difficile, soprattutto per i suoi amici, stiamo cercando di esaudire al meglio possibile questo suo desiderio. Dovresti contribuire anche tu, facendoti una nuova vita, è quello che lui vorrebbe!”

Kakashi aveva riferito agli abitanti del villaggio il mio volere, cioè che Sasuke tornasse a vivere a Konoha come suo abitante, senza che venisse giudicato male per quanto successo.

Infondo era quello che sentivo. Io non attribuivo nessuna colpa a Sasuke della mia fine. Ero felice di come erano andate le cose. Sasuke era salvo, si era pentito delle cattiverie fatte. Morire era un sacrificio che ero stato disposto a fare, purchè esso non si perdesse ulteriormente in quel baratro in cui era caduto.

“Come potete non accusarmi?” urlò Sasuke, alzandosi di scatto in piedi “Indipendentemente da quello che dite, sono un assassino. Ho ucciso io Naruto. Non mi importa che lui abbia deciso di non difendersi e di morire. Io l’ho colpito a morte. Era quello che volevo, ma solo ora capisco quanto sia stato uno stupido in tutti questi anni. Naruto non doveva sacrificarsi per uno come me, non lo merito!” disse e quelle parole mi fecero arrabbiare, stava vanificando il mio sacrificio. Avrei voluto colpirlo, ma sapevo che non avrei potuto e involontariamente diedi un colpo alla scrivania accanto a me, facendo cadere il bicchiere d’acqua che era sopra appoggiato.

Rimasi stupito di quanto avessi fatto. Non pensavo di poter interagire col mondo circostante.

I miei amici si girarono stupiti, ma li vidi non dare troppo peso alla cosa.

Kakashi si avvicinò a Sasuke e fece quello che avrei voluto fare io, gli diede uno schiaffo.

Sasuke rimase col volto piegato verso destra per qualche secondo.

“Non ti permetterò di parlare in questo modo e di rendere la morte di Naruto un sacrificio vano!” disse Kakashi arrabbiato. “Ora smetti di piangerti addosso, esci e se ti senti in colpa vai a trovare Naruto. Sono convinto che lui possa vederti e che sarà felice di una tua visita, al contrario lo renderai triste e arrabbiato se continua a vederti qui a deprimerti. È questo che vuoi?”

A volte mi sorprendevo di quanto Kakashi-sensei mi conoscesse bene.

 

In un batter d’occhio mi trovai in un altro luogo. Era vuoto e la persona che cercavo non era li presente. Provai a recarmi all’ospedale, ma niente nemmeno lì. Sembrava essere scomparsa nel nulla e non sapevo dove altro recarmi per trovare Sakura.

Poi sentii la sua voce. Era debole e lontana ed era tremendamente triste. Sentii il mio cuore stringersi a quella tristezza. Mi concentrai sulla voce e mi ritrovai in un luogo a me conosciuto e non mi piacque quello che vidi.

Nel mio appartamento, seduta sul mio letto con il mio copri fronte stretto al petto, vi era Sakura che piangeva disperatamente e che sussurrava il mio nome. Si domandava il perché le cose fossero andate in quel modo e perché avessi compiuto un tale gesto.

Avrei voluto rincuorarla e dirle che ero lì. Ma non mi avrebbe sentito. Provai a muovere qualcosa, come era successo a casa di Sasuke, ma non ci riuscii. Forse da una parte era meglio così, l’avrei terrorizzata ed era l’ultima cosa che volevo.

Sospirando e, abbassando la testa, scomparii.

Eccomi di nuovo lì, seduto su una lapide che si trovava davanti alla mia, a fissare la mia foto. Ero sorridente in quell’immagine. Ricordo ancora quando era stata scattata. Era il giorno del mio diciassettesimo compleanno, che era avvenuto tre mesi prima. Era la prima volta che lo festeggiavo e i miei amici mi avevano preparato una gran bella festa a sorpresa.

Poche volte mi ero sentito felice come quel giorno. Per la prima volta da quando era successo il fattaccio, cominciai a sentire un po’ di tristezza per essere caduto in battaglia. Avrei tanto voluto che ci fossero stati altri compleanni, diventare un uomo e provare a sapere cosa significa diventare genitori, ma nonostante tutto non mi pentii di quanto avevo fatto.

 

Era ormai il tramonto e il cielo era tinto di un bel rosso e guardandolo improvvisamente mi ritrovai a piangere.

Avevo capito il perché mi trovavo in quel mondo. Sasuke con il suo senso di colpa e Sakura con il suo piangere, chiamarmi e non accettare la mia morte, mi tenevano in quel mondo a loro insaputa.

 

Sentii dei passi avvicinarsi e alzando lo sguardo, lo vidi.

Vidi Sasuke a pochi metri di distanza. Fermo, incapace di fare un altro passo verso di me…o di quel che ne rimaneva.

Lo vidi titubante, come se non avesse il coraggio di avvicinarsi.

Mi sentii nuovamente arrabbiato con lui e provai a spingerlo. Gli passai attraverso e rassegnato tornai a sedermi, aspettando  nemmeno io so che cosa.

Non potevo fare niente, solo attendere. Attendere che Sasuke e Sakura si dimenticassero di me, per poter procedere oltre.

Conoscendoli ci avrebbero messo parecchi anni, se non tutta la vita. L’attesa si prospettava alquanto lunga. E per l’ennesima volta sospirai pesantemente.

Con la coda dell’occhio vidi Sasuke irrigidirsi e guardarsi intorno.

Forse il mio sospiro era stato in qualche modo captato.

Finalmente lo vidi raggiungere la mia lapide e lo vidi inginocchiarsi e fissarla.

Non disse niente, continuava a guardarla, tanto che mi sentivo osservato, nonostante io fossi dietro di lui.

Lo vidi stringere i pugni a terra con violenza, strappando con rabbia l’erba e quell’atteggiamento mi rattristo nuovamente e nuove lacrime scesero dal mio volto. Non riuscii a trattenere un singhiozzo, ma mi sentii sollevato dal fatto che Sasuke non fosse in grado di vedermi.

Sentii nuovamente il mio nome e alzai la testa.

Sasuke era nuovamente in piedi e accarezzava la pietra fredda della mia tomba. Non disse una parola, non che me lo aspettassi, ma nemmeno un misero ciao prima di andare via.

Lo vidi andarsene proprio come era tornato e sapevo che la sua destinazione era nuovamente la sua camera. Le parole di Kakashi non erano servite a niente e altre lacrime continuavano a scendere dai miei occhi.

Non capivo cosa stesse succedendo. Poche volte in vita mi ero messo a piangere, mentre ora da morto mi ritrovavo a versare lacrime a ogni sentimento negativo che avvertivo e purtroppo avvertivo quella dei miei amici, andando ad aggravare la mia situazione.

Passò un’altra settimana e cominciavo a sentirmi alquanto nervoso

per quella prigionia.

I miei amici venivano spesso a farmi visita. Shikamaru mi insultava per il mio comportamento avventato e proprio come faceva sulla tomba di Asuma, si metteva a fumare una sigaretta. Sapevo che quello era una un istinto che gli veniva quando era nervoso. Speravo vivamente che non mi raggiungesse presto a causa di tutto il fumo che immetteva nei polmoni.

Hinata veniva a bagnare la mia tomba e a riempire il mio vaso di fiori, senza mai battere però Sakura.

Mi dispiaceva per lei, non le avevo nemmeno detto grazie per avermi aiutato nello scontro con Pain, ma sembrava affrontare abbastanza bene la mia scomparsa e di questo ne fui sollevato.

Kakashi invece veniva e per un tempo che interminabile rimaneva in silenzio a fissare la mia foto, dopo di chè iniziava a parlarmi e a riferirmi di essere preoccupato per Sasuke e Sakura e di come le cose potessero andare tra di loro.

Non capii a cosa si riferisse, finchè non vidi Sakura inginocchiata alla mia tomba e Sasuke raggiungerla dopo qualche minuto.

La mia compagna appena vide Sasuke avvicinarsi, si alzò di scatto pronta ad andarsene, ma il venne fermata per un braccio.

“Sakura, aspetta!” disse Sasuke, il quale venne fulminato da uno sguardo della mia compagna.

“Non toccarmi! Non ti osare! Non dovresti essere nemmeno qui! Con che coraggio ti presenti davanti alla tomba di Naruto, dopo che tu lo hai ucciso!” disse accusandolo pesantemente.

Sussultai a quelle parole, sentivo tutto il suo rancore, che mi agitavano come non mai.

Sasuke abbassò la testa “Lo so, non dovrei essere qui. Probabilmente lui non vuole nemmeno vedermi, ma sento la necessità di venire qui a trovarlo!”

“Io invece sento la necessità di ucciderti con le mie mani! Ti odio, se avessi immaginato cosa avrebbe comportato farti tornare a Konoha, avrei preferito lasciarti marcire nella tua vendetta. Hai rovinato la mia vita, quelle di molte persone e soprattutto quella di Naruto e quel che è peggio e che non sei nemmeno stato punito. Puoi liberamente scorazzare per il villaggio come se niente fosse!”

“è stato un desiderio di Naruto, io non centro su questo!” le ricordò Sasuke.

Infatti era quello che volevo, che Sasuke non venisse gettato in un lurido carcere e la sua vita non potesse cambiare. A mio parere quel ragazzo poteva fare grandi cose se solo gli fosse concesso la possibilità.

Era vero che doveva pagare per i suoi errori, ma per come la vedevo io, il suo senso di colpa sarebbe bastato a punirlo e ora si ci metteva anche l’odio di Sakura, l’unica ragazza che lo aveva amato davvero.

Sakura continuò a insultarlo e a dirgli quanto sarebbe stato meglio che non fosse tornato al villaggio o che al mio posto ci fosse stato lui. Diceva tutto questo tirando in ballo me, una parola si e due no e questo non mi piaceva.

Era stato un mio volere far tornare Sasuke a casa e al di là della promessa era quello che volevo e non capivo perché questa cosa dovesse pesare così tanto su Sasuke e su di me.

Cercai di calmare Sakura facendole sentire la mia presenza, mettendole una mano sulla spalla, ma non mi percepii. Con gli altri aveva funzionato, ma lei era troppo concentrata a esprimere il suo disgusto verso Sasuke e fu allora che capii la vera motivazione della mia presenza sulla terra.

Era l’odio, l’odio che Sakura provava nei confronti di Sasuke per avermi ucciso.

Avevo un conto in sospeso, far sì che tutti, Sakura compresa accettassero il mio ultimo desiderio.

 

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Capitolo 3
*** Presenze ***


Capitolo 3: Presenze

 

Pov Sasuke

 

Sakura aveva ragione ad odiarmi e non potevo di certo dargli torto.

Ma il suo odio nei miei confronti era secondo a quello che provavo io verso il sottoscritto. Non riuscivo a perdonarmi per quanto avessi fatto e per quanto potessi lavarmi, continuavo a sentire il sangue di Naruto scorrere sulle mie mani.

Nemmeno le innumerevoli docce che mi facevo ogni giorno, riuscivano a lavarmi via quella sensazione di sporco che mi sentivo addosso.

Sbattei un pugno sulla parete del bagno, appoggiandovi poi la testa, mentre l’acqua calda, mi scorreva addosso nel tentativo di purificarmi.  Non vi era momento in cui non pensassi a lui.

Era stato solo uno stupido.  La scelta di andarmene dal villaggio era stata  mia, la decisione di diventare un criminale era mia, la volontà di vendicarmi di mio fratello e successivamente di Konoha era mia e infine la sua morte era qualcosa che io avevo desiderato a lungo.

Come aveva potuto pagare lui per tutti gli errori che avevo commesso? Non riuscivo ad accettarlo. Mi sentii un idiota a provare quei sentimenti, infondo per anni avevo desiderato di vedere il mio compagno morire trafitto dalla mia spada. La sensazione che provavo allora al solo pensiero, mi procurava un senso di soddisfazione, completamente di verso da quello che provavo ora.

Colpa, ribrezzo, vergogna.

Non mi sarei mai aspettato di sentirmi così, non dopo aver posto fine alla vita di molte altre persone.

Mi sentivo a pezzi, il mio cuore era in frantumi e non riuscivo a desiderare altro, che di trovarmi al suo posto, ma Naruto aveva impedito che ciò avvenisse perché a me ci teneva e io avevo ricambiato il suo amore con odio. Non mi ero mai reso conto di avere dei amici che tenessero così tanto a me, proprio come non mi ero mai accorto di quello che Itachi aveva fatto perché io potessi continuare a vivere in un paese dove la tranquillità regnava, perché lui aveva fatto in modo di impedire che un colpo di stato per mano degli Uchiha, comportasse una nuova guerra a Konoha.

La mia vita era stata un continuo errore e sapevo che mai avrei potuto porre rimedio alle cattiverie commesse. Mi avrebbero perseguitato per tutta la vita, ma Itachi, attraverso Naruto e Naruto stesso, erano riusciti  a liberarmi da quel circolo vizioso, che era la vendetta, in cui ero caduto, impedendomi così di farmi ulteriormente del male. Itachi comparendomi durante l’ultimo scontro con quel dobe, Naruto facendosi uccidere per evitare che fosse lui a uccidere me.

Avrei dovuto ringraziarlo per avermi concesso una seconda possibilità, ma non riuscivo.

Ce l’avevo con lui, perché io non meritavo di vivere al contrario di lui. Era lui che era disposto ad aiutare tutti, lui che si faceva in quattro per vederti sorridere, lui che era in grado di trasformare le persone ed era sempre lui che lottava per un mondo migliore.

Il mondo aveva bisogno di una persona come Naruto, invece faceva a meno di un altro assassino come me.

Da quando era morto non facevo altro che andare alla sua tomba, per insultarlo e domandargli il perché avesse compiuto quella stupidaggine, e tornare a casa a deprimermi, domandandomi che senso avesse la mia vita.

Non pensai nemmeno di riscattarmi e di farmi perdonare. Per come la pensavo non meritavo il perdono di nessuno, né nessuno me lo avrebbe concesso. Avrei marcito ai confini del villaggio di Konoha finchè anche io avrei cessato di vivere.

Le parole di Kakashi e di Tsunade di lottare mi entravano e uscivano dalle orecchie. Non volevo saperne di quello che avevano da dire e non mi importava tornare a fare il ninja di un paese che per anni avevo progettato di distruggere. Non ne ero degno e mai più lo sarei stato.

 

Mi addormentavo con questi pensieri e ogni notte facevo sempre lo stesso sogno. Sognavo quel dobe e lo vedevo come mai lo avevo visto. Deluso, amareggiato, triste, con lacrime che gli rigavano il volto e la cosa più strana era la presenza di catene intorno al suo corpo.

Dopo quel sogno, che mi svegliava tutte le mattine in un bagno di sudore per le spiacevoli sensazioni che mi dava, sentivo il bisogno di andare al cimitero da Naruto per chiedergli scusa.

Ero convinto che quel sogno era sinonimo della tristezza che Naruto provava ovunque si trovasse ed era colpa mia se era in quello stato. Ma più passavano i giorni, più i sogni continuavano ad andare avanti a volte diventavano più tremendi tanto da farmi temere la mia stessa ombra nelle notti più buie. Le mie scuse e le mie visite non portarono a niente, il sogno non scompariva e cominciai a convincermi che fosse il mio senso di colpa a mostrarmi un Naruto in quelle condizioni. Cercai di convincermi che esso fosse in un posto magnifico e felice, insieme al suo maestro e ai suoi genitori, che aveva finalmente potuto abbracciare, ma quando quel pensiero mi colpiva la mente, accadeva sempre qualcosa di strano. Sentivo sempre un respiro affannato, a volte alitarmi sul collo.

Era solo una mia sensazione, continuavo a dirmi, ma un giorno un evento inspiegabile si verificò.

La porta a scorrimento della mia stanza si aprì da sola.

Mi alzai di scatto con un kunai alla mano, pronto a scoprire quale intruso si nascondesse a casa mia. Inizialmente non trovai niente e pensai che chiunque fosse stato ad aprire la porta, se ne fosse andato, ma sentii dei rumori in lontananza e correndo mi precipitai in cucina, dove appena entrato vidi vari oggetti per terra sparsi qua e là.

“Chi c’è?” urlai “Se ne hai il coraggio fatti vedere!”

Ero convinto fosse qualcuno che voleva farmi pagare le mie azioni, prima con piccoli avvertimenti, successivamente con metodi più drastici.

Improvvisamente vidi alcuni degli oggetti cominciare a volare per la stanza da solk. Pensai a dei fili di chakra invisibili o a un’illusione creata da qualcuno, ma attivando lo sharingan mi accorsi che nessuna delle due ipotesi era veritiera.

Non c’era nessun tipo di chakra nelle vicinanze, ma qualcosa di insolito colpì i miei occhi.

Un’aura debole di colore bianco trasparente, si trovava lì davanti a me. Non aveva una forma precisa e non sembrava muoversi, ma capii che era opera sua quanto stava accadendo.

Capii che si trattava di una persona, ma nessun uomo poteva non avere in corpo nemmeno una goccia di chakra. La soluzione mi venne subito in mente e bisbigliando, con i cuore in gola, dissi “Naruto!”

 

Pov Sakura

 

Era passata poco più di una settimana e Naruto continuava a mancarmi immensamente.

Ricordo che inizialmente lo trovavo un ragazzo insopportabile, poi poco alla volta, capii quanto importante fosse per me. Era un amico vero e sincero che avrebbe fatto di tutto pur di farmi felice.

Non riuscivo a farmi una ragione della sua morte e speravo di vedere quella sua testa bionda e il suo sorriso spuntare fuori da qualche parte a Konoha, ma non accadde mai. Lui era sempre li, sotto quella massa di terra che costituiva la sua nuova casa.

Avrei tanto voluto che quello che stavo vivendo fosse solo un orribile incubo, il quale, una volta finito, avrebbe lasciato posto alla realtà, una realtà dove Naruto era ancora vivo e mi assillava con le sue sciocchezze e i suoi inviti a mangiare ramen.

Lo “odiavo” per essersi fatto uccidere, ma odiavo ancora di più Sasuke. Per me non era più niente, solo un essere immondo, uno spietato assassino impunito per le sue malefatte.

Cercavo di non pensare a lui, ma appena il volto di Naruto compariva nei miei pensieri, quella di Sasuke la ricopriva, facendomi salire una tale rabbia, che  mi faceva lanciare all’aria qualsiasi cosa mi capitasse a mano.

Non uscivo più di casa, se non per andare a portare dei fiori a Naruto. In qualche modo volevo parlare con lui, sfogarmi e ricevere consigli, perché ovunque esso fosse, sapevo che poteva sentirmi, ma alle mie orecchie non giunse mai alcuna sua risposta.

Tornare al lavoro non ci pensavo neanche, nonostante le richieste di Tsunade.

Sapeva che avevo bisogno ancora di tempo per elaborare il lutto, ma allo stesso tempo mi spronava a tornare in pista, per aiutarmi a continuare la mia vita e a non lasciarmi cadere nel baratro dei ricordi che mi facevano stare male.

Era passata solo mezza giornata dall’ultimo mio rifiuto e dopo essermi chiusa in camera e aver fissato il soffitto per diverso tempo, mi misi seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra. Era sera e la luna piena splendeva in un cielo ricoperto di stelle.

Era uno spettacolo bellissimo, ma non riuscivo a godermelo, pensavo che Naruto non avrebbe più potuto vedere un cielo così splendido.

Abbassai la testa e notai che la luce della luna si rifletteva su un oggetto.

Era la foto del mio team, quella che scattammo all’età di 12 anni.

Quante volte l’avevo osservato, versando fiumi di lacrime e anche in quel momento quelle gocce salate, cadevano sul vetro della foto.

Per un motivo o per un altro, quell’immagine che avrebbe dovuto essere un bel ricordo, portava solo dolore e in quel frangente la causa del dolore che mi attanagliava il cuore, era raffigurato accanto a Naruto.

Aprii il cassetto e presi delle forbici e aprendo la cornice, estrassi la foto per tagliare via Sasuke. Aveva voluto distruggere il nostro team andandosene e l’aveva disintegrato completamente tornando e uccidendo Naruto. Non meritava di essere raffigurato in quella foto. Non mi importava se rimaneva un vuoto, per me Sasuke era morto, proprio come Naruto, ma a differenza di quest’ultimo, non mi sarebbe mancato.

Presi un piattino che era sulla mia scrivania e togliendo le cianfrusaglie che vi erano all’interno, vi misi la foto di Sasuke e con un accendino gli diedi fuoco.

Appena l’angolo si infiammò, un forte vento si alzò e spense il fuoco. Mi girai per chiudere la finestra, quando mi accorsi che era chiusa. In effetti io non l’avevo precedentemente aperta.

Ebbi una brutta sensazione in quel momento. Un brivido di freddo percorse la mia schiena e mi sentii osservata, ma non vedevo nessuno. La mia stanza era come sempre tranquilla e quindi provai a convincermi che quel vento gelido che mi aveva fatto venire i brividi fosse uno scherzo della mia mente, dovuto alla stanchezza a al dolore della perdita del mio amico.

Questo pensiero però non durò a lungo, perché sentii un vetro rompersi lentamente senza che nessuno lo toccasse. Era il vetro della foto del team, che si stava crepando all’altezza di Naruto. Successivamente essa cadde e assistendo di nuovo qualcosa di strano nella stanza, urlai.

 

 

Pov Tsunade

 

Ero stata chiamata d’urgenza dalla famiglia Haruno.

La madre mi spiegò di aver trovato Sakura in stato di shock , rannicchiata in un angolo della sua camera.

La visitai. Vidi il pallore sul suo volto e sentii le forti pulsazioni del polso. Qualsiasi cosa fosse accaduta, doveva averla spaventata molto. Le domandai cosa fosse successo e dopo pochi minuti di silenzio, mi raccontò quanto accaduto.

Non sapevo a cosa credere, ma vedendo il caos che era presente in quella stanza, capii che qualcosa di sovrannaturale era accaduto.

Sakura non si sarebbe fatta sorprendere o spaventare così tanto da qualcosa di umano. Era una ragazza determinata e coraggiosa e per quanto ora fosse amareggiata e confusa, non si sarebbe lasciare sopraffare da un attacco nemico.

Mi disse di aver sentito una presenza, un vento gelido che le aveva attraversato il corpo e aveva sentito anche il tocco di qualcosa o qualcuno, finchè vari oggetti, cominciando a muoversi, avevano cercato ripetutamente di colpirla. Poi tutto a un tratto, la calma tornò a regnare nella stanza, lasciando però il devasto.

Le medicai un taglio che aveva alla testa, per fortuna era poco profondo, ma la cosa assurda fu il fatto che niente l’aveva minimamente sfiorata.

“è un fantasma” continuava a ripetermi Sakura, nonostante faticasse a credere a quanto dicesse, in quanto scettica che certe cose potessero esistere, ma era l’unica spiegazione che potesse darsi.

 Non riusciva a spiegarsi chi potesse essere, né perché le facesse questo. L’unica persona morta di recente era Naruto, ma oltre al fatto che non riuscivamo a capire il perché per manifestarsi ci avesse impiegato così tanto, esso non era mai stato capace di far del male alle persone che non conosceva, figuriamoci a una persona che amava.

Mentre cercavo di calmare Sakura, notai un piattino con la foto di Sasuke, in parte bruciata, per terra. Il mio sguardo si fissò su di esso cercando di formulare qualche sorta di pensiero, quando Sakura mi disse “Volevo bruciare la foto di Sasuke. Voglio cancellarlo dalla mia vita, non voglio più vederlo, io…io lo detesto, non posso perdonarlo!”

Non dissi niente a quelle parole, in parte me lo aspettavo,  ma non potevo immaginarmi quello che avrei visto dopo. Sentii dei passi pesanti avvicinarsi, come se la persona che stava camminando fosse ferita. Avevo lo sguardo a terra quando vidi due piedi affiancarsi a me, con delle gocce di sangue che colavano e macchiavano il pavimento. Ebbi un brivido lungo la schiena, sentivo che c’era qualcosa e per istinto alzai lentamente gli occhi.

Non vidi niente e i piedi apparsi qualche momento prima scomparvero. Qualcosa o qualcuno c’era e ci stava osservando.

 

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Capitolo 4
*** Scetticismo ***


Capitolo 4: Scetticismo

 

Pov Naruto

 

Più passava il tempo, più mi sentivo irrequieto e bisognoso di scaricare la mia frustrazione. Volevo andarmene da quel mondo, volevo raggiungere i miei genitori, abbracciarli dopo tanto tempo e non potevo farlo. Quella prigionia mi stava dando alla testa e non sapevo per quanto tempo avrei ancora resistito. Non pensavo che un fantasma potesse perdere la testa, ma a quanto pare la troppa energia accumulata aveva questo effetto ed anche  a causa di questa energia che a casa di Sakura persi il controllo di quanto stessi facendo e gli oggetti della sua stanza cominciarono a fluttuare, con alcuni di essi che cercavano di colpirla.

Per fortuna riuscii a fermarmi prima che potessi ferirla realmente, ma la rabbia che mi aveva procurato vederla bruciare la foto di Sasuke, dopo che lei aveva personalmente sentito la mia richiesta di non avercela con Sasuke, fece accadere qualcosa di insolito. Fino ad allora il mio corpo era normale, sebbene non fosse tangibile, la mia tuta era integra e le ferite, che avevo al momento della mia morte, scomparse, eppure da un momento all’altro sentii qualcosa colare sul mio occhio. Il sangue di una ferita che mi ero procurato durante l’ultimo scontro sulla testa sopra l’occhio sinistro, aveva cominciato a colare.

Non capivo cosa stesse succedendo e il perché alcune mie ferite si stessero rigenerando, ma sentivo che la situazione sarebbe peggiorata a lunga andare, con la rabbia e tristezza che accumulavo nel vedere i miei amici comportarsi in un certo modo.

“Non stai accumulando solo le tue sensazioni!” mi disse una voce infantile.

Mi guardai intorno senza vedere nessuno, finchè dal nulla apparve una bambina sui 6 anni dalle lunghe treccine vestita in un modo non al passo con i tempi, con delle occhiaie profonde e delle ustioni in gran parte del corpo.

“Chi sei tu? Sei anche tu un fantasma?”

La vidi annuire “Esatto  e so cosa ti sta succedendo, anche a noi è successo!”

“Noi?” dissi per vedere apparire un altro fantasma molto somigliante alla bambina, sia di viso che di abbigliamento. Era il fratello maggiore, sui undici anni circa e anch’esso era nelle stesse condizioni della sorella.

“Sei un fantasma novizio e la pace che hai provato i primi giorni dopo la tua morte, è scomparsa lasciando un sentimento di inquietudine dovuto alla prigionia su questa terra. Inoltre hai scoperto che il tuo ultimo desiderio non è stato esaudito, rendendoti ulteriormente infelice. E come se non bastasse riesci a captare i sentimenti di coloro che ami. Se questi provano rabbia verso qualcosa o qualcuno, la trasmettono a te, già provato dai tuoi sentimenti e in caso di sentimenti negativi, un fantasma, con la sola presenza può diventare pericoloso!”

Sussultai, non volevo fare del male ai miei amici.

Finchè non imparerai a controllare la tua energia, sarà difficile star loro vicino senza manifestare la tua presenza. Stargli lontano sarebbe l’unica soluzione, ma l’istinto di voler risolvere il tuo conto in sospeso, ti spinge verso di loro!” disse il ragazzo.

“Ci deve essere un modo perché io possa sistemare le cose e procedere oltre senza far loro del male?” chiesi sperando di ricevere una risposta che eliminasse questo problema.

La bambina mi guardò seria per poi dire seccamente “Non puoi far niente, oltre che abituarti a questa situazione! Solo quando avrai accettato questo tuo stato, ci riuscirai!”

“Ma è impossibile abituarsi. Sono qui da solo due settimane circa e mi sento talmente soffocare da questa situazione che vorrei morire nuovamente per trovare la pace! Voi mi sembrate tranquilli, come avete fatto?” chiese Naruto.

“Sono secoli che vaghiamo su questo pezzo di terreno e a lungo andare ti rassegni all’idea di non poter passare oltre, soprattutto quando coloro che fanno sì che tu non possa attraversare la luce, muoiono!”

Sussultai nuovamente.

“Non voglio stare qui così a lungo!” dissi stringendo i pugni.

“Allora puoi solo sperare che capiscano che ci sia tu dietro a tutti gli eventi misteriosi che capitano loro e che facciano in modo di lasciarti andare!” disse il ragazzo.

“Non riusciranno mai a comprendere. I vivi non possono capire quello che noi proviamo e preferiscono pensare che siamo in un posto migliore, ignorando le nostre sofferenze anche con i nostri segnali. Cercano sempre una spiegazione razionale!” disse la bambina con voce triste.

“Esperienza personale?” chiesi

“Non proprio, ma fra fantasmi ci si informa. Noi siamo bloccati qui per un altro motivo!” disse il ragazzo.

“Cosa vi è successo?” chiesi interessato, volevo cercare di scoprire il più possibile sulla mia condizione di fantasma e scoprire cosa era accaduto loro, poteva aiutarmi.

“Prima che Konoha sorgesse, su queste terre vi era un altro paesino…molto povero. I nostri genitori facevano sacrifici enormi pur di renderci felici, a volte privandosi del pane per darlo a noi. Dicevano di amarci e che ci avrebbero sempre protetto, ma il giorno della nostra morte, quando io e mia sorella eravamo in casa da soli, un incendio scoppiò dal nulla. Non potemmo scappare, ma prima di perdere i sensi a causa del fumo, vedemmo i nostri genitori fuori dalla casa attraverso la finestra, tranquilli ad attendere che tutto finisse! Non hanno fatto niente, non hanno minimamente provato a salvarci”.

Sgranai gli occhi incredulo.

“Capisci perché non siamo riusciti a passare oltre? I nostri genitori ci hanno uccisi, ci hanno sempre mentito!” disse il ragazzo con rabbia.

“Cosa avete fatto allora? Perseguitato i vostri genitori?”

“No” cominciò la bambina “Eravamo e siamo tutt’ora legati a questo posto e non riuscivamo a cambiare luogo. I nostri genitori se la sono filata, ma da allora qualsiasi cosa venisse costruita su questo pezzo di terra che corrisponde alla nostra vecchia casa e alla nostra tomba, a causa della rabbia che avevamo accumulato, veniva distrutta dalla sola nostra presenza, anche se a volte abbiamo contribuito. Solo quando è stato costruito questo cimitero, abbiamo deciso di non interferire con la nostra influenza!”

Perchè?” chiesi loro.

“Perché qui giacciono persone come noi!” disse la bambina semplicemente.

“Queste tombe corrispondono a persone che non esistono più, molte delle quali sono state uccise proprio come noi e che tutt’ora non trovando la pace, vagando per la terra. Non potevamo non aver rispetto per queste persone, come per anni le persone non hanno avuto rispetto per le nostre tombe!” disse infine il ragazzo.

“Noi ti abbiamo messo all’erta. Se non riesci a liberarti dei sentimenti cattivi o a controllare la tua energia, potresti cambiare. Sta attento!” disse la bambina prima di scomparire.

Quell’incontro mi lasciò parecchio turbato. Avevo capito che a lunga andare avrei potuto divenire pericoloso. Alla fine non era cambiato molto da quando era in vita, in un modo o nell’altro potevo sempre trasformarmi in qualcosa per cui la gente avrebbe dovuto aver paura.

Dovevo assolutamente risolvere il mio conto in sospeso prima di diventare un anima tormentata per i secoli avvenire.

 

Pov Sakura

 

Mi sveglia con i caldi raggi del sole che penetravano dalla finestra. Inizialmente era stordita come mi capita sempre appena sveglia, ma i ricordi di uno strano sogno fatto, mi tornarono subito alla testa.

Avevo sognato di vedere gli oggetti della mia stanza muoversi e sentito una presenza accanto a me, fredda.  Pensai di aver mangiato pesante la sera prima, ma quando cercando di darmi una sistemata, mi specchiai e vidi il taglio che avevo alla testa, sussultai.

Strano pensai. Ricordavo di essermi ferita alla testa sopra l’occhio sinistro, durante il sogno.

Cercai di ricordare come avessi potuto procurarmi quel graffio, ma solo quel terribile incubo era presente nella mia testa.

Mi sentivo come se stessi diventando pazza. Una parte di me diceva che quello che era accaduto nel mio subconscio, corrispondeva a realtà, ma era una cosa talmente assurda, che la mia parte razionale non fu disposta ad accettarlo.

Decisi così di accontentare Tsunade e di tornare al lavoro. Stare rinchiusa in quella casa non stava avendo dei buoni effetti su di me e mi resi conto che avrei dovuto reagire, prima di perder la testa, rischiando di essere rinchiusa in un manicomio. Mi domandavo se Naruto, in questo tentativo di andare avanti, si sentisse come trascurato, dato che la mia mente si sarebbe in qualche modo svagata.

Sulla strada verso l’ospedale, comprai dei fiori e mi recai alla sua tomba. Non volevo che esso pensasse che cercavo di dimenticarlo e gli promisi, che ogni giorno sarei andato a trovarlo e a raccontargli tutto quello che accadeva al villaggio, in  modo tale di renderlo partecipe alla vita del suo paese natio, una vita che avrebbe dovuto vivere.

Trovai Kakashi al cimitero. Era davanti alla lapide della memoria e quando mi vide mi fece un cenno con la mano. Ricambiai per poi dirigermi verso la mia destinazione.

Mi spaventai quando vidi la tomba di Naruto. Se inizialmente era normale, una pietra fredda senz’anima, improvvisamente dal suo nome scolpito nella  roccia, cominciò a sgorgare del sangue e in modo copioso.

Strizzai gli occhi e riaprendoli vidi che la situazione era tornata normale.

Doveva per forza essere stata una allucinazione o forse la luce del sole che colpiva la lapide, creava qualche strano scherzo visivo.

Tolsi i fiori che avevo posto il giorno prima, ormai mosci e vi poggiai quelli nuovi.

Salutai Naruto come se realmente ce l’avessi davanti.

“Ciao baka! Sono passate quasi due settimane da quando…” non riuscii a dirlo” ma mi sembra ancora così assurdo. Probabilmente mi prenderai per una sciocca, dato che non ti ho mai rivolto tante attenzioni come ora, ma la verità e che mi manchi tanto!” dissi mentre un paio di lacrime rigavano il mio volto.

“Vorrei tanto poter tornare indietro a quattro anni fa e non chiederti mai di stringere quella promessa. Magari le cose sarebbero andate diversamente. Tu saresti ancora accanto a me a infastidirmi con le tua sciocchezze e a proteggermi dalle cose brutte della vita. Tu facevi apparire qualsiasi situazione più leggera di quanto fosse realmente eppure, ora non sei qui vicino a me per consolarmi, ma sei proprio tu la causa del mio dolore. Scusa, dimentica quanto ho appena detto, l’ultima cosa che vorrei è farti sentire in colpa!” dissi asciugandomi le lacrime.

Improvvisamente sentii dei passi accanto a me e una mano che si appoggiava sulla spalla. Mi girai di scatto col cuore che batteva all’impazzata.

Kakashi-sensei, mi hai spaventato!” dissi sospirando di sollievo e tornando a fissare la lapide.

“Scusa, luogo sbagliato per fare certe entrate!”

Annuii e guardai attentamente la foto di Naruto e accadde nuovamente qualcosa di insolito. La sua immagine sorridente, si trasformò. Lo visi inizialmente arrabbiato e deluso, successivamente si trasformò in un teschio. Gridai e portai le mani agli occhi per non vederlo. Mi sentii afferrare per le spalle e scuotere dolcemente.

“Sakura, cos’hai?” era Kakashi che mi riportava alla realtà.

Spaventata riguardai nuovamente la foto del mio compagno.

Tutto normale.

Cominciai a piangere disperatamente.

“Credo di star impazzendo!” disse guardando il mio insegnante con un aria che chiedeva aiuto.

 

Pov Kakashi.

 

Era normale che una grave perdita potesse shoccare, ma non era normale come Sakura e Sasuke stavano reagendo alla perdita del loro compagno.

Sakura era stravolta e sconvolta e si comportava in modo strano, mentre Sasuke aveva delle allucinazioni piuttosto preoccupanti.

La sera prima mi ero recato al suo appartamento per portargli qualcosa da mangiare.

Nonostante le mie raccomandazioni, non voleva proprio saperne di lottare e non mi sarebbe sorpreso scoprire che si sarebbe volentieri lasciato morire di fame o ucciso con le sue stesse armi.

Per questa ragione andavo spesso a controllarlo e non erano poche le volte che l’avevo trovato in uno stato confusionario, ma la sera prima era peggiore delle altre volte.

Lo trovai in cucina che guardava davanti a sé pallido come un cencio. La stanza era sotto sopra e esso sembrava guardare con uno sguardo assente, con lo sharingan attivo, un punto vuoto della camera.

Ci misi un po’ a svegliarlo e quello che mi riferì una volta tornato in lucido, fu assurdo.

Naruto è qui!”

Sussultai a quelle parole e non potei fare a meno di contraddirlo. Non c’era nessuno in quella stanza, né nei dintorni, tanto meno Naruto.

Lo feci sedere e gli diedi un bicchiere d’acqua per farlo calmare e quando un po’ di colorito torno sul suo viso, gli chiesi di spiegarmi nei minimi dettagli quando accaduto.

Mi riferì che cose strane accadevano negli ultimi tempi in casa sua, tra respiri pesanti e oggetti che volavano, non riusciva più a capire se qualcuno si stesse prendendo gioco di lui o se stesse perdendo il senno. Quella sera però tutto diventò chiaro…almeno per lui.

Continuava ad affermare che era Naruto la causa di quegli eventi e affermava di averlo visto.

 

Preoccupato per lo strano comportamento di entrambi i miei allievi, decisi di riferire tutto all’hokage, la quale chiese una convocazione del mio team nel suo ufficio quella mattina stessa.

Quando Sakura vide che nella stessa stanza ci sarebbe stato anche Sasuke, lo fulminò prima di provare ad andarsene. Ma la fermai, bisognava chiarire tutta quella faccenda.

Sakura si mise al mio fianco, dalla parte opposta di Sasuke e cominciò, sotto richiesta di Tsunade, a raccontare tutti gli avvenimenti strani che le erano accaduto. Finito, la parola passò a Sasuke.

Nonostante il tentativo di evitare il compagno, notai con lo sguardo che Sakura era interessata a quanto l’Uchiha affermasse.

“Ragazzi, voi state affermando con questi racconti, che ci sarebbe un fantasma che si diverte a spaventarvi. E quel che è peggio Sasuke, è che secondo te questo fantasma sarebbe proprio Naruto!” dissi scettico e infastidito. “Prima di tutto faccio fatica a credere che i fantasmi esistano e che possano in qualche modo interagire col mondo dei vivi e secondo, ammesso che sia possibile, non accetto l’idea che voi accusiate Naruto di fare certe cose. Il vostro compagno è morto, abbiate un po’ di rispetto verso colui che si è sacrificato per voi. Non attribuitegli la colpa di certi sogni o visioni che avete. Siete sconvolti per la sua morte e lo capisco, ma forse è proprio questa la causa delle cose assurde che vi capitano. Inoltre potrebbe essere benissimo lo scherzo di qualcuno, soprattutto verso di te Sasuke. Non dirmi che non hai mai pensato che qualcuno avrebbe tentato di vendicarsi dopo anni di omicidi e tradimento!”

Sasuke mi guardò con il suo solito sguardo di ghiaccio.

“Si  lo pensato. Talmente tante volte che a volte anche io fatico a credere a quello che ho visto, ma devi credermi se ti dico che ieri sera a casa mia non vi era traccia di vita umana. Vi era solo un aurea strana e non definita, qualcosa che non avevo mai visto. Come me lo spieghi tu questo?”

Non dissi niente. Avevo pensato a un’allucinazione, ma lo sharingan aiuta a combattere e Sasuke era ben a conoscenza del suo occhio per cascare in certi trucchetti.

Kakashi, fino a ieri sera, prima di recarmi da Sakura, sarei stata d’accordo con te. Non ho mai creduto a certe cose e soprattutto non mi era parso di vedere niente di strano fino a ieri!” sussultai e aspettai che l’hokage continuasse. “Ho visto dei piedi accanto a me e del sangue cadere sul pavimento, ma quando alzai lo sguardo per vedere cosa o chi fosse, non c’era assolutamente niente. Non pensai nemmeno a un instante a una possibile allucinazione. Sentivo la presenza di qualcuno e i suoi occhi puntati su di me!”

“Quindi anche lei crede che ci sia un fantasma in questa storia?”

Tsunade annuì.

Per quanto potessi essere scettico su questo argomento, mi sorse spontanea la domanda “Pensa davvero che sia Naruto?”

Tsunade mi guardò seria “No, non può essere. Quella presenza era fredda, oltre al fatto che ha cercato di far del male a Sakura.  Naruto non lo farebbe mai!”

 

Pov Naruto

 

Ecco che con le loro supposizioni mi condannavano a una eternità  tormentata e senza pensarci un attimo, cercai di far cambiare loro idea.

Ero rimasto calmo fino a quel momento ad ascoltare i loro discorsi e la mia calma si era manifestata non facendo accadere assolutamente nulla di insolito per i vivi, ma quando eliminarono dalle ipotesi che il fantasma potessi essere io, mi infastidii talmente tanto, che aprii la porta della stanza e la feci sbattere violentemente.

Tutti sussultarono e si guardarono negli occhi. Sakura e Sasuke avevano gli occhi sgranati e lo stesso vale per Tsunade, ma Kakashi corse fuori, per beccare il possibile responsabile dello scherzo.

“Non c’è nessuno qui fuori” disse il mio sensei.

“Potrebbe essere il fantasma!” disse Sakura rabbrividendo.

“Solo perché non ho visto nessuno, non vuol dire che non ci sia un essere umano dietro a questo scherzo. Probabilmente qualcuno ha ascoltato i nostri discorsi,ha sbattuto la porta per farci spaventare e se n’è andato prima che potessimo beccarlo!” disse, ma non mi piacque quanto stava affermando. Stava nuovamente sorvolando il problema. Se gli altri cominciavano a comprendere, Kakashi, cercando una spiegazione razionale a tutto quello che accadeva, sviava Sakura e Sasuke dalla verità e allontanava sempre di più  quella luce che desideravo tanto attraversare.

Decisi di cancellare il suo scetticismo in qualche modo, ma non credevo che si sarebbe dimostrato così difficile. Accanto a lui c’era una libreria e gli scaraventai alcuni libri addosso, dai volumi più piccoli a quelli più pesanti, uno dei quali gli cadde sul piede.

Kakashi si allontanò da quella pioggia di cultura e attivò lo sharingan per cercare il colpevole.

“Ora quale spiegazione razionale dai a tutto questo?” gli urlai in faccia comparendogli davanti.

Come previsto non riuscì, nemmeno con lo sharingan, a vedermi , né a sentirmi.

Naruto? sei davvero tu!”

Mi girai lentamente verso la voce e rimasi stupito.

Sasuke mi fissava con aria sorpresa, ma non era uno sguardo dato a caso nel vano tentativo di vedere qualcosa, ma i nostri sguardi ebbero un contatto, proprio come quando parlavamo da vivi.

Non riuscii a dire niente se non “Tu puoi vedermi?”

 

 

************************

 

Vi informo che forse per un po’ non potrò aggiornare, grazie al mio pc che fa gli scherzi e che domani mi verrà portato via.

Spero di riaverlo presto, ma da vecchie esperienze, è probabile che mi torni indietro fra un mese, se non di più, più rotto di prima.

Ho un altro pc, ma non so perché, appena provo ad aprire word per scrivere, va in tilt. Se riuscirò ad aggirare l’ostacolo, continuerò ad aggiornare in caso contrario, abbiate pazienza.

A presto e fatemi sapere come sempre il vostro pensiero.

Neko =^_^=

 

 

 

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Capitolo 5
*** Bugia o realtà ***


Capitolo 5: Bugia o realtà

Capitolo 5: Bugia o realtà?

 

Pov Sasuke

 

Non potevo credere ai miei occhi, o meglio allo sharingan.

Esso mi aveva sempre fatto vedere la verità, rivelandomi anticipatamente le mosse dei miei avversari e facendomi scovare possibili pericoli nascosti nell’ombra.

Non credevo possibile che un’allucinazione potesse colpire l’abilità innata del  mio clan.

Non poteva essere vero.

Scossi la testa e strizzai gli occhi nel tentativo di scacciare quell’immagine dalla mia mente, ma una volta riaperti, lui era ancora li.

Mi guardava con occhi sgranati, come se non si aspettasse di essere visto da qualcuno.

“Tu puoi vedermi?” mi domandò quasi impaurito.

Non seppi che rispondere e annuii semplicemente con la testa.

“Come è possibile? Non dovresti essere in grado di farlo. Nessuno può vedere un fantasma, nemmeno quegli stupidi occhi che ti ritrovi, dovrebbero rivelare la mia presenza!” mi disse sempre con un aria sorpresa.

Lo vidi girarsi verso Kakashi e muovergli una mano davanti al viso, ma il mio insegnante non fece una piega.

“Kakashi, tu non vedi niente?” chiesi rivolgendomi a un possessore dello sharingan.

Kakashi mi guardò incuriosito e poi guardando a destra e a sinistra, disse “Cosa dovrei vedere?”

Indicai Naruto, ma ovviamente per il sensei, indicai direttamente lui.

“Naruto è…è davanti a te!” dissi con una voce talmente incredula, che non credevo di possedere.

Infatti, fino a quel momento niente era stato in grado di stupirmi.

“Sasuke, cosa stai dicendo?” mi chiese Tsunade capendo le mie parole.

Mi portai una mano alla testa e abbassai gli occhi. “Oh gli occhi che Itachi mi ha donato hanno qualche problema, o sto impazzendo!”

Mi sentii una mano appoggiare sulla spalla. Alzai lo sguardo e Kakashi mi guardò con uno sguardo quasi dolce, uno sguardo che mai mi aveva rivolto.

“Forse il tuo senso di colpa, per quello che è successo e la suggestione che hai avuto attraverso  i nostri discorsi, stanno giocando con la tua mente. Dovresti andare a casa a riposare. Lo stesso vale per te Sakura. Cercate di liberare le vostre menti dai pensieri brutti e vedrete che queste illusioni scompariranno. Dovete solo accettare che Naruto è morto e non tornerà mai più!” disse quest’ultima frase chiudendo gli occhi.

Anche lui soffriva per la morte del suo allievo, ma non voleva darlo a vedere.

Lo allontanai infastidito “Se avessi solo un’allucinazione come dici tu, mi spieghi perché non svanisce? Dovrebbe scomparire appena realizzato che quanto vedo non è reale, invece lo sento anche parlare!” dissi stringendo i pugni.

Ne ero sicuro. Tutto quello che stavo vivendo era reale  e non avrei permesso a Kakashi di vincere e di allontanare nuovamente Naruto da noi…da me.

“Se è vero che tu puoi vederlo, perché noi no?” chiese Sakura.

“è sorpreso del fatto che io sia in grado di vederlo!” dissi guardando negli occhi Naruto, il quale non si era ancora ripreso dalla sorpresa. Anche lui si domandava perché fossi proprio io a vederlo, dato che non era lo sharingan a permettermi una cosa del genere.

“Non ti credevo così bastardo!” mi disse Sakura. Io non feci una piega, ma vidi Naruto sussultare e poi stringere i pugni. “Cosa credi di ottenere raccontandoci questo. Credi che Naruto sarebbe contento di sapere che ci prendi in giro in questo modo? Eh? Rispondi!”

La guardai con uno sguardo gelido “Libera di crederci o no, non mi importa se mi credi un pazzo o meno!”

“Importa a me!” disse Naruto facendomi nuovamente girare il capo dalla sua parte.

Lo vidi guardarmi con aria triste, per poi vederlo chiudere gli occhi, abbassare il capo e scomparire.

Quando svanì, non so perché ebbi l’impulso di seguirlo.

Uscii di fretta e furia dall’ufficio dell’hokage e cominciai a correre per il villaggio, senza sapere realmente dove andare. Le mie gambe si muovevano da sole, guidate dal mio cuore.

Fu così che mi ritrovai davanti al cancello del cimitero.

C’era un silenzio di tomba che accapponava la pelle.

Quel luogo era sempre quieto, ma regnava sempre la pace, ora invece qualcosa era cambiato.

Forse il perché cominciai a credere ai fantasmi e dove, se non in un cimitero, potevano trovarsi un sacco di anime non passate oltre?

Mi guardai attorno mentre passavo di lapide in lapide e mi sembrava quasi di percepire dei lamenti.

Infine giunsi nell’ala del cimitero che mi interessava e in lontananza vidi qualcosa.

Una figura bionda, con una tuta arancione, era seduta un una tomba, mentre guardava la sua.

Mi avvicinai con cautela come se avessi paura che scappasse. Quando gli fui affianco non riuscii a spiccicare parole.

“Non pensavo che uno come te si sorprendesse di qualcosa…teme!” mi disse osservandomi con quei suoi occhi azzurri che tante volte si erano posati sui miei color rosso per via dello sharingan.

Sentii una sensazione strana a sentirmi nuovamente osservato e insultato da lui.

“S-sei davvero tu? Cioè…non è uno scherzo?” volevo avere una conferma, perché in quel momento non sapevo a cosa credere. Se da una parte ero convinto di quello che i miei occhi percepivano, un’altra parte di me mi diceva che avrei dovuto essere in una stanza di un manicomio, con addosso una camicia di forza.

Lo vidi abbozzare un sorriso stirato.

“Speravo che almeno tu non avessi più dubbi, dato che sorprendentemente riesci a vedermi! Cos’è che vi impedisce di credere che il fantasma possa essere io?” mi chiese infastidito.

“Il fatto che tenti di farci del male forse!” dissi come mi avesse posto una domanda idiota.

Lo vidi sparire e quando sentii la sua voce dietro le mie spalle, mi girai di scatto, colto alla sprovvista.

“Potrei farvi molto di più di quello che vi ho fatto fino ad ora, potrei anche arrivare ad uccidervi!” mi disse con sguardo serio.

“è una minaccia?”

“No, è un avvertimento. Sono bloccato in un mondo che non è consono allo stato in cui mi trovo e l’energia che sto accumulando insieme al vostro dolore, la rabbia, il risentimento che provate, sono tutte cose mi fanno perdere il controllo e la ragione!”  lo vidi stringere i pugni e questa volta vidi anche del sangue colare, il quale però giunto a terra, spariva.

Mi sorpresi nuovamente, un fantasma non dovrebbe sanguinare.

Dal mio sguardo, capì che quello che vedevo mi inquietava e nascose le mani dietro la schiena.

“Non fare caso a quello che hai appena visto. Da quanto mi hanno detto è normale!” disse con voce lieve, quasi provenisse da un altro mondo.

Poi fu silenzio e lo vidi scomparire di nuovo per ritrovarlo alla posizione iniziale.

“Mi dispiace, non volevo farvi spaventare e nemmeno farvi del male, se l’ho fatto. È successo contro la mia volontà, ma dovevo farvi accorgere in qualche modo della mia presenza!”

Lo guardai e vidi nuovamente nei suoi occhi una profonda tristezza.

“Perché sei qui?” dissi arrivando alla domanda che mi ronzava in testa dal primo momento in cui ho cominciato a pensare che potesse centrare lui in quella assurda situazione.

Non disse niente e ripetei la domanda.

Silenzio.

“Naruto!” lo chiamai questa volta con un tono di voce che pretendeva una risposta. Non sopportavo l’idea di essere ignorato, nemmeno da un fantasma.

“Vedo che ti diverti a parlare da solo!” disse una voce femminile alle mie spalle.

“Sakura, cosa ci fai qui?” le chiesi senza girarmi a guardarla.

“Sapevo di trovarti qui! Voglio una spiegazione e la voglio ora!” mi disse sbattendo un piede.

“Vedo Naruto! ecco la mia spiegazione!”

“Non ci credo! Non può essere! Perché lo fai? Credi di farci felici dicendoci che Naruto è ancora qui con noi?”

Abbassai la testa. Non  mi importava che Sakura credesse alle mie parole. Sapevo quello che provava nei miei confronti ed era avvertibile anche nella sua voce tremante. Mi avrebbe ucciso in quel momento, se avesse potuto.

“Io non ti voglio mentire. Né a te né a nessun altro. Non posso provare quello che dico di vedere, è solo un atto di fiducia!”

Sakura iniziò a ridere, era una risata nervosa che sfoggiò in uno schiaffo.

Mi portai per istinto una mano alla guancia. Era diventata davvero forte e per quanto cercassi di fare il duro e di dimostrare che non mi avesse fatto niente, sentivo la mia guancia pulsare.

“Fiducia? In te? Questa è bella. Come puoi chiedermi di avere fiducia in te? Dopo tutto quello che ci hai fatto!” disse, poi scuotendo la testa riprese “ Mi fai solo schifo, ti odio e nessuna tua scusa o assurda bugia potrà farmi cambiare idea!” disse, ma terminata la frase, vidi Naruto comparirle davanti.

Non potei descrivere il suo volto, dato che lo vedevo da dietro, ma sentivo la sua rabbia che sfoggiò  in una spinta da parte del mio compagno, verso Sakura.

La mia compagna cadde a terra malamente e la vidi spaventata in un primo momento, poi collegò la spinta al sottoscritto. Non provai nemmeno a giustificarmi, tanto non  mi avrebbe dato ascolto.

Cercavo di ignorarla il più possibile e questo fece arrabbiare nuovamente Naruto.

Questa volta comparve davanti a me. Aveva un aspetto che incuteva timore, soprattutto per la quantità di sangue che improvvisamente aveva iniziato a sgorgare dalle sue ferite.

“è tutta colpa vostra!” disse.

“Cosa?” gli chiesi di ripetere con occhi impauriti.

“è tutta colpa vostra!” ripeté sempre più arrabbiato.

“Che cosa è colpa nostra?” gli richiesi cercando di capire cosa volesse dire.

“è tutta colpa vostra!” disse urlando sempre più forte, fino a spalancare la bocca a dismisura facendo uscire un suono assordante.

Mi coprii le orecchie per proteggere il mio udito e mi inginocchiai a terra, per il sentimento negativo che Naruto mi aveva trasmesso.

Strinsi gli occhi nella speranza che tutto finisse in fretta.

Tutto ad un tratto sentii nuovamente silenzio e aprendo gli occhi vidi che Naruto era scomparso.

Sakura mi guardava stralunata. Anche lei aveva avvertito una brutta sensazione.

“C-cosa è stato? Io ho sentito qualcosa!”

Mi alzai nuovamente in piedi, spolverandomi i vestiti “è stato Naruto. Era furioso e afferma che è colpa nostra!” dissi guardandola negli occhi.

Questa volta ebbi la certezza che credesse alle mie parole, perché la vidi stringersi le braccia intorno a sé, come cercasse protezione in sé stessa.

“Era davvero qui?” mi chiese con degli occhi che mi chiedevano una risposta negativa.

“Si!” dissi solamente prima di girarmi prima di fare qualche passo verso l’uscita.

Mi sentii afferrare per il braccio. Sakura mi aveva afferrato, ma appena si accorse di quanto fatto, mi lasciò andare frettolosamente, come se la mia pelle scottasse.

La guardai confuso.

“Se lui è veramente qui, come sta?” mi chiese.

La guardai per un attimo  per poi chiederle “Vuoi che ti dica quello che vuoi sentirti dire o la verità?”

La vidi mordersi le labbra “La verità!”

Sospirai “Non mi ha parlato molto, ma l’impressione che ho avuto io e che sta tutto tranne che bene. Il suo corpo è ridotto a uno straccio e non smette di sanguinare. È proprio come lo abbiamo sepolto, ma a differenza di come tutti possiamo pensare, non è in pace, ma è molto arrabbiato e sembra arrabbiarsi ancora di più quando non crediamo alla sua presenza qui e quando ci vede litigare!” dissi.

“Prima ti ho sentito dire che è colpa nostra? Vuoi dire che non riesce ad andare avanti perché noi lo tratteniamo qui?” mi chiese cercando di trattenere le lacrime il più possibile.

“Non lo so. Potrebbe, ma quando glielo chiesto non me lo ha voluto rivelare. Non è un chiacchierone come quando era in vita!”

Feci pausa per un momento, poi girandomi verso Sakura completamente, le chiesi se mi credeva davvero.

“Si, ti credo. L’ho sentito, ho percepito la sua presenza accanto a me più volte, ma solo quella di poco fa l’ho riconosciuta come quella di Naruto!” la vidi stringere i pugni “Perché? Perché è apparso a te e non a me? Perché vorrebbe farsi vedere da un assassino come te? Non ha senso!”

“Ti pare che qualsiasi cosa fatta da Naruto in vita sua abbia avuto senso?” le chiesi sincero.

“No, nemmeno la sua morte lo ha! E come ti ho ripetuto centinaia di volte, sarebbe stata meglio la tua!” disse con il cuore. Mi girai e provai nuovamente ad andarmene.

“Ora non fare l’offeso !” mi disse urlando.

Girai il capo per poterla guardare con la coda dell’occhio destro “No Sakura, ti sbagli, non sono offeso. Io sono del tuo stesso pensiero!” dissi infine prima di sparire da quel luogo.

 

 

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Capitolo 6
*** Perdonare ***


Capitolo 6: Perdonare

 

Pov Naruto

 

Ancora una volta avevo sentito uscire quelle parole dalla bocca di Sakura. Desiderava la morte di Sasuke con tutto il suo cuore e come se non bastasse quel dobe era della sua stessa idea.

La mia morte alla fine cominciava a mostrarsi davvero inutile, se il mio sacrificio non aveva portato a niente di positivo.

Non tolleravo più quella situazione e non avevo la minima idea di come risolverla.

Potevo perseguitarli, far avvertire loro la mia presenza e trasmettere i miei sentimenti, ma qualunque cosa potessi fare, non avrei mai avuto il potere di cambiare ciò che provavano nel cuore. Potevo solo cercare di far comprendere loro il motivo del mio gesto.

Da quanto vedevo Sakura non avrebbe mai accettato la mia morte, non per Sasuke,  e mi ritrovai a desiderare che l’amore che la mia compagna aveva sempre provato in quegli anni verso il mio rivale, non fosse svanito del tutto.

Era una pugnalata per me doverlo pensare, ma se quella fiamma ardeva ancora, forse avrebbe potuto tornarmi utile.

Comunque stavano le cose, la mia impresa di ritrovare la luce, non si sarebbe dimostrata per niente una cosa facile e ogni minuto vedevo la mia speranza di passare oltre affievolirsi sempre più.

Come se non bastasse cambiavo umore in continuazione, come una donna incinta. Un attimo prima mi ritrovo disperato, poi calmo, rassegnato e infine arrabbiato. Era questo ultimo stato che mi preoccupava maggiormente dato che potevo compiere cose che non mi immaginavo neanche.

Anche da fantasma ero imprevedibile, proprio come quando ero un ninja.

Mi ero di nuovo calmato e cercai di riflettere sulla mia condizione o almeno di trovare qualche cosa di positivo nell’essere fantasma, che potesse aiutarmi a farmi restare lucido nei momenti peggiori.

Non mi venne in mente poi molto. Se al mio posto ci fosse stato Ero-sennin avrebbe approfittato della sua invisibilità per spiare le donne alle terme.

Sinceramente un pensierino lo feci, ma tornai presto in me.

Sempre seduto sulla tomba davanti alla mia, guardai il sole e dalla sua posizione potei dedurre che fosse ora di pranzo. A quell’ora probabilmente mi sarei recato dall’ichiraku ramen.

Mi faceva uno strano effetto pensare che non avrei mai più potuto assaggiare quella pietanza.

Erano cose insignificanti, rispetto al casino in cui mi trovavo, ma quelle piccole cose mi facevano sentire nostalgia della vita.

Sospirai per l’ennesima volta in quel giorno per la situazione, ma non potei rattristarmi a lungo perché un’orribile sensazione si impossessò del sottoscritto.

Ebbi paura per la prima volta dopo la mia morte, una paura che non avevo mai provato nemmeno da vivo. Mi sentivo osservato da qualcosa di non rassicurante, ma intorno a me non vedevo nessuno, nemmeno gli altri fantasmi presenti al cimitero e questo mi accapponò maggiormente la pelle. Se nessuno era in circolazione, significava che qualcosa non andava.

Mi girai e rigirai più volte, ma quella sensazione continuò a seguirmi anche cambiando luogo e per tutta la giornata.

Cominciando a pensare si trattasse di una semplice sensazione, la ignorai e andai a cercare Sasuke.

Era nuovamente rinchiuso in casa e non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo.

Lo chiamai e richiamai più volte, mi sedetti anche vicino a lui, ma non disse niente. Gli scossi una mano davanti agli occhi, ma non fece una piega.

Non aveva lo sharingan attivato e quindi non era in grado di vedermi.

Mi appoggiai al muro esattamente come lui e sospirai nuovamente.

Vidi Sasuke sussultare e attivare lo sharingan.

Si girò verso di me e dallo spavento di ritrovarmi improvvisamente vicino a lui, urlò e si buttò dall’altra parte della stanza e io con lui, non aspettandomi quella reazione.

Cercando di far rallentare i battiti del suo cuore disse “Certo che il tuo lavoro da fantasma lo sai fare bene, dobe! La prossima volta testa quadra, vedi di annunciarti prima di comparirmi così all’improvviso e soprattutto stai almeno un metro lontano da me!” mi ordinò.

“Ti ho chiamato teme, ma non mi sentivi e a quanto pare non mi vedevi! Senza lo sharingan sei cieco proprio come tutti gli altri!”

“Non si spiega però come io passa vederti e Kakashi no!” disse.

Lo guardai incuriosito chiedendomi se quello che avevo davanti era davvero Sasuke.
“Oh tu ti sei rimbecillito o tutti mi sottovalutate quando mi chiamate testa quadra. Davvero non hai capito il motivo perché solo tu riesci a vedermi?”

lo vidi scuotere la testa.

“Ci stavamo per uccidere a vicenda e a mio parere questa cosa ha creato un legame speciale tra di noi”

“Tu non hai provato ad uccidermi!” cercò di farmi presente.

“Per una frazione di secondo ho pensato di farlo, lasciando da parte la ragione e facendo uscire fuori il mio istinto di sopravvivenza! Se poi l’ho messo a tacere facendomi uccidere, ha poca importanza. Il pensiero è quello che conta e questa cosa in qualche modo ci ha uniti, indipendentemente se siamo vivi o morti!” dissi abbassando la testa. Mi vergognavo di aver pensato di uccidere, anche se solo per poco, colui che consideravo mio fratello.

Sasuke mi guardò come se mi volesse porgere una domanda.

“Cosa c’è?” gli chiesi incoraggiandolo.

“Possibile che tu non mi odi per averti ucciso? Come fai a stare qui bello tranquillo come se fossimo vecchi amici?” mi chiese stringendo i pugni.

Alzai le spalle “Come ti ha ripetuto cento volte Kakashi, sono stato io a scegliere il mio destino e non me ne pento. Lo rifarei se potessi tornare indietro. E poi noi siamo amici!” dissi sorridendo.

Lo vidi sgranare gli occhi “Allora perché sei qui, insomma non dovresti andare nell’aldilà?”

Sospirai “La cosa è un po’ più complessa. Ho un conto in sospeso a quanto pare!”

Feci una pausa. Non sapevo se dirglielo o meno, infondo la colpa era in parte sua, ma non volevo accusare né lui né Sakura della mia prigionia.

I suoi occhi però mi fecero capire che non si sarebbe accontentato di un silenzio.

“Il mio ultimo desiderio non è stato esaudito da tutti. Ecco perché sono ancora qui!”

Sasuke mi guardò stranito.

“Cosa stai dicendo? Non sono stato punito, i nostri compagni di accademia mi rivolgono la parola come se niente fosse accaduto in questi anni e la gente del villaggio, si comporta normalmente…o almeno ci prova con pessimi risultati” disse poco interessato all’opinione degli altri.

Lo guardai con aria triste e gli dissi “è vero, ma una persona non ha accettato il mio volere. Pensaci, chi non ti vuole perdonare?”

 

Pov Sasuke

 

Capii immediatamente a chi si riferisse Naruto, ma il fatto e che non potevo farci niente e a quanto pare nemmeno lui.

Lo guardai una frazione di secondo, per poi dirigermi in cucina per prendermi una lattina di birra.

Con calma la aprii e ne bevvi un sorso lungo. Volevo rimandare il più a lungo possibile la domanda che stavo per porgli, avevo paura della sua risposta.

“Io non ho il potere di cambiare quello che Sakura prova per me. Penso che tu lo sappia, quindi cosa vuoi che faccia? Chiederle scusa pubblicamente davanti a tutto il villaggio?”

Vidi Naruto sorridere “Uhm potrei anche chiedertelo, sarebbe divertente vederti fare un qualcosa che non faresti nemmeno se fossi invisibile come me. Scherzi a parte dubito, che Sakura si beva le tue scuse!”

Lo fulminai “Pendi che non mi dispiaccia per averti ucciso?”

Esso sorrise di nuovo con scherno.

“Con tutte le volte che sei venuto alla mia tomba a implorare perdono, direi di si!”

Sentii un improvviso imbarazzo. Non avevo mai pensato al fatto che lui potesse vedermi.

“Prova semplicemente a entrare a piccoli passi, nuovamente nella sua vita!”

“Perché dovrei farlo? il mio pensiero verso di lei non è cambiato, la trovo insopportabile!” gli disse sbuffando.

“Perché dici? Mi devi la vita ecco perché!” mi disse serio.

“Io non ti ho chiesto niente. Hai fatto tutto tu! Per quel che mi importa di questo stupido mondo, potevi benissimo uccidermi!”

Ero convinto che si sarebbe arrabbiato, ma non fu così.

Mi sorpresi, soprattutto quando lo vidi bloccare una sua lacrima.

“Non capisci proprio perché l’ho fatto vero?” disse prima di scomparire.

La sua reazione mi aveva lasciato sbigottito e per un po’ rimasi a guardare fisso il punto in cui prima compariva il mio compagno.

La sua ultima frase continuava a rimbombarmi nella mente, senza però trovare risposta.

Capii improvvisamente di  non conoscere Naruto come credevo. Pensavo che, nonostante gli anni passati separatamente, esso fosse un libro aperto e invece non si era dimostrato così.

 

Uscii di casa e sapevo esattamente dove trovare la risposta che cercavo.

Mi diressi verso l’ospedale di Konoha e chiesi di Sakura Haruno.

Stava visitando un paziente, ma in quell’istante non mi importava molto.

Mi feci dare il  numero della stanza del paziente e vedendola armeggiare con i suoi strumenti medici, l’afferrai per un braccio portandola fuori dal corridoio.

Mi urlò di lasciarla andare. Non le diedi retta proprio come le occhiate che mi lanciavano tutte le persone presenti in quel luogo.

La feci sedere su una sedia non facendola scappare via.

“Che diavolo ti prende? Sei forse impazzito? Sto lavorando, come ti permetti di venire qui e…

Non la feci continuare e le posi la mia domanda “Perché Naruto si è fatto uccidere?”

“Perché è stupido!” mi disse guardandomi storto e cercando di alzarsi.

La spinsi e la feci nuovamente sedere.

“Ho capito che mi disprezzi e che preferiresti aver sepolto il mio corpo, ma voglio anche una risposta. Perché Naruto avrebbe sacrificato se stesso per salvare me?”

Girò la testa senza rispondermi.

Cercai di controllare la mia impazienza. “Io non conosco Naruto quanto lo conosci tu. In questi anni e cambiato e non riesco a capire il perché abbia voluto compiere un simile gesto. Non credo che lo abbia fatto per mantenere la promesse che ti ha fatto di riportarmi a casa!”

Sakura si alzò e mi guardò “Io lo avevo sollevato da quella promessa, proprio per evitare che facesse la fine che ha fatto, ma lui ha voluto continuare a inseguirti!”

La vidi stringere i pugni.

“è questo che non capisco. Perché? Io lo fatto soffrire in questi anni, lo volevo morto e volevo distruggere Konoha. Quindi perché salvare uno come me?” le chiesi in un sussurrò.

“Sei uno stupido! Davvero non capisci che voleva salvarti?” mi disse.

“Da che cosa? Io non sentivo il bisogno di essere salvato!”

“Ha voluto salvarti da te stesso e dai cattivi sentimenti che ti hanno condotto su una cattiva strada. Naruto ti voleva bene e non è stato solo il tuo abbandono a farlo soffrire. Lui soffriva vedendoti sprofondare sempre di più nelle tenebre e vedendoti farti del male da solo! Ragiona, cosa hai ottenuto con il tuo comportamento. Hai avuto la tua vendetta contro Itachi, hai ucciso Naruto come volevi e ora? Cosa hai ottenuto? Ti senti soddisfatto? Sei finalmente felice? Hai ritrovato quella pace che cercavi?” mi disse sempre di più arrabbiata.

Abbassai la testa e sussurrai “No!”

“Ed è quello che meriti nonostante Naruto abbia  appunto voluto risparmiare la tua vita per cancellare i tuoi reati. Ti ha voluto salvare perché ti ha perdonato di tutto il male che gli hai fatto! Cosa che io non avrei mai fatto!”

La ringraziai per avermi illuminato. Finalmente avevo capito e mi sentii improvvisamente strano. Perdono. Non avevo mai pensato a questa parola, né a cosa significava. Per me era sempre esistita solo la vendetta. Non avevo mai concesso il perdono a nessuno e il fatto che qualcuno lo aveva concesso a me, mi aveva scaldato il cuore.

 

Andai al cimitero e cercai Naruto. lo chiamai, ma comparve solo dopo il terzo richiamo, piuttosto nervoso.

“Cosa ci fai qui?” mi disse con aria preoccupata.

“Ho capito quello che cercavi di dirmi!”

Lo vidi girarsi intorno con fare agitato.

“Ebbene?” mi chiese sbrigativo.

“Mi hai salvato per darmi quella seconda possibilità di cui tutti mi parlano, per permettermi di redimermi e…

“Questo mi pare che lo sapessi già!” continuava a guardarsi intorno.

“Ma soprattutto perché mi hai sempre perdonato tutto!” dissi infine.

Si fermò  a guardarmi e mi sorrise “I miei complimenti. Ora prova a fare il passo successivo. Devi perdonare te stesso per far si che anche gli altri possano essere in grado di perdonarti. Non è una cosa semplice da fare e non tutti sono disposti a farlo, per questo tu devi essere il primo a farlo!” mi disse, riferendosi anche a Sakura, in modo affrettato e sempre con fare agitato.

Lo guardai confuso, sia per quello che mi aveva detto, sia perché non capivo cosa gli stesse succedendo.

Si fermò nuovamente a guardarmi serio. Il suo sguardo spaventato mi inquietava.

“Vattene via da qui!”

“Cosa?” gli chiesi.

“Non so spiegarti, ma c’è qualcosa di pericoloso in questo posto.  Vattente! Ora!” mi disse prima di sparire e lasciarmi solo in quel luogo lugubre.

 

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Capitolo 7
*** Il libro ***


Capitolo 7: Il libro

 

Pov Sasuke

 

Ero ritornato a casa dopo il consiglio di Naruto.

Mi aveva lasciato alquanto sorpreso il suo comportamento. Aveva paura, ma cosa poteva spaventare un fantasma, se proprio il suo essere era la cosa che spaventava maggiormente i viventi?

Volevo scoprire cosa stesse succedendo, ma Naruto ai miei numerosi richiami non si fece vivo. Probabilmente non era nei paraggi o qualcosa gli impediva di comparire.

L’indomani mattina mi svegliai presto per recarmi in biblioteca. Arrivai addirittura prima dell’apertura.

I commessi mi guardarono con sospetto, ma ignorai i loro sguardi. Se fossi da sempre rimasto al villaggio, avrei pensato che quegli sguardi mi erano rivolti per ma mia presenza in un luogo dove non avrei mai messo piede. Ero interessato più agli allenamenti che alla cultura, ma quella era un evento eccezionale.

Girai per i numerosi scaffali dove vi si poteva trovare roba per tutti i gusti: libri di storia, medicina, gialli, fantascienza. Solo dopo aver girato a lungo trovai ciò che mi interessava.

Afferrai un libro e cominciai a sfogliarlo in piedi. C’erano dei tavoli non poco lontano da lì, ma alcuni posti era già occupati da alcune persone e l’ultima cosa che volevo, era stare tra la gente.

Decisi dunque di leggere in quella posizione.

Era un libro sul sovrannaturale. Parlava di  vampiri, zombie, poltergeist, streghe, angeli e anche di fantasmi. Molto interessante se si cercava una semplice guida sul chi sono queste creature e su quante specie di ognuna esistessero nell’immaginario collettivo.

Se mai mi fosse venuto in mente di scrivere una storia dell’orrore, avrei tenuto presente quel libro.

Ne guardai altri, alcuni dei quali parlavano di folletti e elfi. Non potevo credere che ci fossero persone che credessero a quelle stupidaggini, ma fino a prova contraria spesso si crede che anche i fantasmi  siano frutto della nostra immaginazione.

Ne sfogliai di diversi, ma neanche uno mi diede la risposta che cercavo.

Mi sedetti a terra con la schiena appoggiata contro la libreria e sospirai.

Speravo di scoprire qualcosa in più sul mondo dei fantasmi e invece ero rimasto a bocca asciutta.

Ero quasi deciso ad andarmene, quando sentii un forte colpo sulla testa e un tonfo alla mia sinistra.

Un libro dall’aspetto logorato, mi era caduto in testa.

Sopra c’era scritto “A contatto con gli spiriti”

Forse era quello che cercavo.

Mi guardai intorno con lo sharingan attivato, alla ricerca di Naruto, di sicuro era stato lui a “buttarmi” quel testo, anche se mi sorpresi del fatto che il mio compagno da morto avesse avuto voglia di leggere libri.

 

Pov Sakura

 

Quella mattina mi alzai prima del suono della sveglia.

Stranamente non avevo sonno come sempre ed era dovuto al fatto che per la prima volta avevo fatto un sonno senza incubi. Da quando avevo scoperto che Naruto era ancora con noi, anche se non visibile, mi sentivo più tranquilla. Mi rasserenava l’idea di poter sentire ancora la sua presenza.

Mi sedetti sul letto, togliendomi le coperte di dosso e mi misi a fissare la foto del mio team. Sgranai gli occhi quando vidi che qualcuno aveva risistemato, malamente, la testa di Sasuke al suo posto.

La presi in mano e sospirando, sussurrai il nome di Naruto.

Con la coda dell’occhio vidi qualcosa muoversi accanto a me e girandomi, vidi un peluche muoversi da solo.

Emisi un urlo, dopo di che attribuendo quello scherzo a qualcuno in particolare dissi “Naruto, sei tu?”

Non so cosa avessi fatto se avessi ricevuto un no come risposta, ma per mia fortuna vidi il pupazzo annuire.

“Ti sei impossessato di un peluche?” chiesi, ricordandomi successivamente di essere in vestaglia da notte. Mi coprii con le coperte, sentendomi imbarazzata.

“Cosa ci fai qui?” gli chiesi, ma non sapevo come avrebbe potuto rispondermi.

Vidi il peluche posarsi sul letto e il mio quaderno volteggiare nell’aria insieme a una matita che scriveva qualcosa da “sola”. Lessi quello che vi era scritto sopra e rimasi confusa.

Non sapevo dove andare! E Il cimitero non mi sembra molto sicuro al momento.

“Perché? Scappi da qualcosa?” chiesi divertita. Era invisibile chi mai lo avrebbe inseguito?

Non lo so!

“Come non lo sai?” chiesi facendomi seria.

È solo una sensazione che mi dice di non stare fermo sempre nello stesso posto.

“Non vorrai farmi credere che c’è qualcosa che ti insegue!” Non rispose, quindi gli chiesi “Perché sei qui e non da Sasuke? Con lui puoi chiacchierare normalmente!”

Non c’è e non volendo stare da solo o con altra gente morta, sono venuto qui, preferisco la tua compagnia a quella di altri fantasmi.

Mi venivano i brividi pensare che oltre a Naruto, lì fuori c’erano altri fantasmi.

Non ero mai stato nella tua stanza.

“A parte quella volta che ti sei divertito a spaventarmi!”

Scusa!

“Dovrei denunciarti per infrazione in un luogo privato per due volte”

J

Sorrisi a vedere il disegnino dello smile. Era una conversazione alquanto bizzarra e se i miei fossero entrati all’improvviso nella mia stanza mi avrebbero preso per pazza.

Improvvisamente vidi un rossetto svolazzare, seguito da ombretti e trucchi di vario genere.

Non credevo che anche tu avessi un lato così femminile. Posso vedere come stai col rossetto?

“Ringrazia la tua condizione, se no a quest’ora saresti stato sbattuto contro il muro!” dissi con una vena pulsante in testa.

Per questo ne approfitto.

Mi feci seria e guardai Naruto... o almeno credo.

Naruto, perché sei quà? Cioè cos’è che ti lega a questo mondo? Non so molto sui fantasmi, ma non dovresti essere qui, dico bene?”

Esatto, diciamo che ho un conto in sospeso.

“Quale? Potrei aiutarti!”

Si, potresti, ma non lo faresti mai.

“Dimmi e poi vediamo!”gli dissi.

No, aspetterò che le acque si calmino.

“Quali acque? Di cosa stai parlando?” chiesi esasperata. Naruto non era mai stato così enigmatico, diceva sempre le cose come stavano.

Non stai facendo tardi al lavoro.

Naruto!” dissi capendo che stava cercando di cambiare argomento. “Centra qualcosa Sasuke? Non mi sorprenderebbe, infondo ti ha ucciso!”

Si, questo lo sanno anche i muri, lasciamo stare quello che è successo, non attribuisco nessuna colpa a Sasuke e te l’ho anche detto in punto di morte.

Mi sembrò di cogliere nella sua scrittura una punta di nervosismo.

Senti lasciamo perdere, d’accordo?

“Ma Naruto!” dissi prima di avvertire una strana sensazione. Un brivido improvviso, freddo e inquietante.

Naruto? c’è qualcos’altro qui?”

Gli chiesi, ma vidi solamente il quaderno e la matita cadere a terra improvvisamente. Chiamai il mio compagno, ma non vidi nessun segno della sua presenza nella mia stanza.

Doveva essere andato via e con lui anche quella sensazione che non augurerei mai nemmeno al mio peggiore nemico.

 

Pov Naruto.

 

Ero stato costretto ad andarmene di nuovo. Non avevo ancora visto i miei inseguitori, ma avevo capito che cercavano me. Gli altri fantasmi mi evitavano di proposito, chiedendomi di stare lontano da loro. Dicevano che non volevano essere presi di mira, che piuttosto avrebbero preferito vagare sulla terra fino alla sua fine.

Non mi spiegarono niente, ma quelle poche cose che mi dissero, non mi rassicurarono molto.

Avrei voluto saperne qualcosa di più, se c’era un nemico naturale per i fantasmi ad esempio. Ero ancora troppo inesperto nel mio ambiente, ma ahimè non sapevo a chi rivolgermi, dato che l’unico in grado di vedermi era Sasuke.

In quel mi accorsi della sua assenza in giro da un po’ di tempo e mi misi a cercarlo. Sentii la sua presenza verso il centro del villaggio e concentrandomi, mi ritrovai in un luogo pieno di libri. Ebbi nuovamente i brividi, ma non perché qualcosa mi stava inseguendo.

Mi domandai cosa facevo in quel posto, quando abbassando la testa, vidi il mio compagno a terra, sfogliare un libro.

Lo chiamai e gli feci qualche accenno della mia presenza, ma ovviamente senza sharingan non avrebbe potuto notarmi.

Era una vera seccatura  a volte, anche se era divertente potermi inventare qualche nuovo modo per coglierlo di sorpresa ogni volta.

Guardai quale libro potesse essere di suo interesse.

Mi sorpresi a leggere il titolo del capitolo in cui si era imbattuto e concentrando la mia energia, riuscii a impedire a Sasuke di voltare pagina.

“Ah eccoti qua!” mi disse attivando lo sharingan.

“Non credevo di trovarti in un posto del genere e soprattutto a leggere certe cose. Stai cercando un modo per sbarazzarti di me? Basta una parola e me ne vado” gli dissi divertito.

“Per favore, come se non fossi stato tu a farmi cadere questo mattone in testa!”

Sgranai gli occhi, in effetti io non centravo niente.

Alzai la testa e vidi, seduta in cima alla libreria, una vecchietta dall’aria simpatica.

Mi congratulai con lei per la mossa compiuta, anche se Sasuke non aveva apprezzato il bernoccolo che gli era spuntato.

Esso mi guardò in modo strano, non capendo quanto stava avvenendo.

“Da quanto ho capito, la vecchia bibliotecaria vedendoti in difficoltà a trovare un libro che facesse al caso tuo, ha voluto darti una mano! A quanto pare è morta qui dentro schiacciata da una libreria. Ho sempre pensato che la cultura pesasse!”

Sasuke alzò gli occhi al cielo e riprese la sua lettura.

“Vedo che voi fantasmi potete fare un sacco di cose Interagire con il mondo dei vivi, viaggiare in un batter d’occhio e anche possedere la gente!”

“Si, si molto interessante, ma stavi leggendo qualcos’altro che poteva tornarmi utile quando sono arrivato!”

Sasuke abbassò lo sguardo sul libro “Ti riferisci alle ombre? Perché ti interessa?”

Mi feci serio “Sono giorni che scappo da qualcosa e, anche se per una frazione di secondo, mi è parso di vedere un’ombra staccata da qualsiasi oggetto o persona, muoversi da sola!”

“Pensi che questa ombra possa essere la causa di ciò che ti spaventa?” mi chiese. Sembrava piuttosto interessato.

Non sapevo cosa pensare, ma vedere un ombra muoversi per conto proprio, in assenza di un membro del clan Nara, non era una cosa normale. In quell’istante mi venne in mente una frase di cui non avevo capito il significato, che la bambina morta in un incendio a casa sua, mi aveva detto, la prima volta che ci incontrammo davanti alla mia lapide.

Mi disse che solo alla luce potevo stare al sicuro.

Sasuke, che cosa scappa dalla luce!”

“l’oscurità!” mi rispose sensatamente.

“Si, ma in questo caso, le ombre” dissi indicando nuovamente il titolo del capitolo cinque del libro.

Chiesi a Sasuke di leggere cosa vi era scritto, nonostante non vi era molto. Quell’argomento durava solo poche righe.

 

“Molti sono i misteri che avvolgono questo tipo di essere soprannaturale. Sono anime cattive che tornano nel mondo dei vivi alla ricerca di anime sperdute, non ancora passate oltre, che non hanno condotto una vita buona o con qualcosa di oscuro nel cuore, in modo tale da cibarsene.

Le anime dei bambini sono molto ricercate perché in quanto anime pure, sono per loro un grosso pericolo, che le allontanano dal loro scopo.”

 

Diceva solo questo e non mi era per niente di aiuto.

Non ero più un bambino, per quanto fossi morto giovane, quindi non mi cercavano per quel motivo. Mi sorse una domanda spontanea.

Sasuke, secondo te io sono stata una persona cattiva?” chiesi abbassando lo sguardo.

Tsè baka! Me lo stai chiedendo davvero? Se vuoi fare il confronto con me, dovresti essere un angelo!”  mi disse chiudendo il libro.

Sorrisi tristemente “Ma se queste ombre mi cercano, vuol dire che non sono del tutto apposto, forse è anche per questo motivo che non posso passare oltre!” dissi.

“E cosa avresti fatto di così cattivo? Sentiamo!”

“Non saprei con certezza, ho odiato gli abitanti del villaggio per molto tempo, quando ero bambino!” disse vergognandomi.

“Ma poi questo tuo sentimento è mutato, no? Non è quello che conta?” mi disse alzandosi.

“Ma allora cosa può essere!” chiesi, sperando che potesse darmi una risposta.

Vidi Sasuke fissare la copertina del libro per poi affermare “Lo sapremo presto!”

Non capii a cosa si riferisse.

Lo vidi dirigersi verso la  cassa, per prendere in prestito il libro, per poi uscire dalla biblioteca.

“Che intenzioni hai?” chiesi inseguendolo all’esterno e indicandogli il libro.

“Lo scoprirai presto…forse!” disse infine, lasciandomi nella curiosità.

 

 

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Capitolo 8
*** La ricerca ***


Capitolo 8: La ricerca

 

Pov Sasuke

 

Un’idea sfiorò la mia mente osservando la copertina del libro. Sarebbe potuta tornare utile a Naruto per sapere qualcosa di più sulla sua condizione, ma non sapevo se quest’idea era possibile da attuare.

Dovevo informarmi prima di metterlo al corrente.

Conoscendolo ci avrebbe sperato troppo.

Guardai l’anno in cui era stato pubblicato quel libro.

Ben cinquant’anni fa. Già il fatto che era trascorso così tanto tempo non mi faceva sperare.

Ma dovevo ancora indagare e sapevo benissimo dove cercare informazioni.

L’unico problema era  il fatto che avrei dovuto intrufolarmi nell’archivio privato di Konoha, dove erano presenti tutte le cartelle degli abitanti del villaggio sin dalla sua nascita, con tutti i loro fatti privati.

Se ero ancora a piede libero, quella volta sarebbe bastato uno sbaglio e sarei finito in carcere e dimenticato per sempre in una di quelle buie e umide celle.

Attesi la sera per recarmi al palazzo dell’hokage.

Attivai lo sharingan per assicurarmi che nessuno fosse ancora presente nell’edificio. Per mia fortuna nemmeno Naruto era con me, così avrei potuto agire tranquillamente.

Sfogliai varie cartelle in cerca di un  nome in particolare, senza venirne a capo. Guardai gli scaffali e sospirai. Avevo ancora un mucchio di cartelle da guardare, ma non potei guardarne una in più perché mi ritrovai un kunai al collo.

Mi sorpresi di come erano riusciti a cogliermi di sorpresa. Forse ero talmente concentrato nelle ricerche di non essermi accorto del ben che minimo rumore.

Inoltre c’era da dire che coloro che mi avevano preso alle spalle erano due della squadra ambu, quindi di per sé bravi a cogliere di sorpresa la gente.

Sasuke Uchiha, esigo una spiegazione per la tua presenza in questo luogo! E vedi di avere una ragione più che valida se non vuoi essere sbattuto in prigione!” disse Tsunade uscendo fuori dal buio della stanza, illuminata solo da una piccola fiaccola che avevo acceso nei paraggi della zona in cui mi trovavo.

“La ragione è Naruto!”dissi mantenendo la calma, anche se non ero poi così preoccupato. Pensavo di meritarmi la prigione per scontare la mia pena ed era indifferente per me il motivo per cui sarei stato sbattuto dentro.

Tsunade spalancò gli occhi e mi chiese di ripetere.

“Ehi che centro io! Neanche da morto mi lasci in pace!” disse Naruto sbucando fuori.

“Che ci fai qui Dobe, mi segui forse?”gli chiesi infastidito guardandolo storto.

“Volevo sapere cosa mi nascondessi!” mi disse imbronciato.

Tsunade-sama, attendiamo i vostri ordini!” disse un ambu stranito del fatto che parlavo da solo.

L’hokage chiese loro di  andare e di lasciarla sola con me.

Mi si avvicinò e mi guardò negli occhi.

Naruto è qui?” mi chiese, ma fu lui a rispondere raccogliendo alcuni fogli che mi erano caduti, quando venni circondato.

“Bene Naruto, rimani sempre il solito combina guai. Cosa diavolo hai in mente di fare? Ti impossessi anche di Sasuke per fare qualche scherzo alle mie spalle?” disse Tsunade guardandosi in giro.

Naruto fu offeso a quelle parole e mi disse di dirgli la verità.

Sbuffai, ma feci quello che mi chiese.

Naruto non centra…cioè non direttamente! È stata una mia idea venire qui, per cercare una persona che potrebbe tornare utile a Naruto!”

Esso mi guardò stralunato, non capendo.

Naruto ultimamente si sente strano, come inseguito da qualcosa. Leggendo questo libro è arrivato alla conclusione, che ciò che lo intimorisce siano delle ombre, ma non ci sono informazioni utili a riguardo sul libro!” le spiegai porgendole il libro che quella mattina avevo preso in prestito, con la speranza che credesse a quanto le stavo dicendo.

Tsunade mi guardò confusa “Non capisco questo cosa centri questo, con la tua presenza negli archivi di Konoha” disse mettendosi le mani ai fianchi.

“Volevo trovare la persona che ha scritto questo libro e andarle a parlare se è necessario! Nella prefazione c’è scritto che la scrittrice è nata a Konoha, ma speravo di trovare qualche informazione in più!”

Naruto mi sorrise a trentadue denti e buttandosi su di me, mi attraversò il corpo.

Mi rabbrividì quel contatto.

“Che cosa credevi di fare idiota!” gli dissi appena mi fui ripreso da quella esperienza non molto piacevole.

“Volevo ringraziarti abbracciandoti. Mi ero dimenticato di essere un fantasma!”disse strofinandosi la testa con la sua solita aria da ebete.

Lo fulminai con gli occhi “Che sia chiaro, non potevi prenderti queste confidenze da vivo e non puoi, anzi non devi prendertele adesso!”

Tsunade assisteva alla scena un po’ sul divertito e un po’ sul confuso.

Confuso perché non sentiva metà della conversazione, divertita perché aveva capito che era uno dei nostri soliti battibecchi che avevamo quando eravamo dei ragazzini.

“D’accordo, chiuderò un occhio per questa volta e ti aiuterò nella tua indagine. Ma la prossima volta vieni direttamente a riferire a me prima di violare la legge…per la centesima volta!”

“La prossima volta il signor fantasma qui presente se la dovrà cavare da solo!” dissi scocciato. Non avrei mai pensato che un tipo come me si sarebbe trovato a fare qualcosa che poteva essere positivo per un compagno.

Mi domandavo fino a che punto Naruto era stato in grado di cambiarmi.

Trovammo il fascicolo che ci interessava praticamente subito. L’hokage sapeva bene dove cercare.

C’era solo un problema. Naruto esultava felice, ma dovetti bloccare la sua felicità sul nascere.

Naruto!” dissi, ma niente continuava a esultare e sbraitare.

Naruto!” ripetei.

“NARUTO!” urlai facendo rimbombare la mia voce per tutta la stanza, con Tsunade che mi voleva strozzare per il casino fatto, dato che se gli anziani avessero scoperto la mia presenza li, non sarebbe stato per niente facile a farmela passare liscia.

Avevo scoperto che nel palazzo dell’hokage per maggiore sicurezza, era presente un jutsu attivato perennemente, in grado di imbrogliare qualsiasi arte oculare, quindi a differenza di quanto credevo, quel luogo poteva essere ancora pullula di persone nonostante l’orario inoltrato.

“Che vuoi teme?”  mi disse Naruto finalmente prestandomi attenzione.

“Questa persona è nata all’inizio del secolo” gli dissi sperando che capisse.

“E allora?”

Mi portai una mano alla fronte e mi diedi dello stupido per aver pensato che potesse aver compreso “Dobe, secondo te quante probabilità ci sono che questa persona si ancora viva all’età di centouno anni?”

Naruto abbassò la testa, per poi alzarla nuovamente con uno sguardo determinato.

“Magari si è ingozzata di verdure e ora e viva e vegeta e in piena salute. Non mi arrendo, voglio provare a cercarla”. Sospirai ma non fui sorpreso dell’atteggiamento positivo del mio compagno.

Tsunade mi diede qualche altra informazione.

“Non risulta la sua data di morte, quindi potrebbe essere ancora viva, ma è anche vero che abita da sola in un luogo isolato, quindi nel caso fosse deceduta, non lo abbiamo saputo!”

 

Pov Kakashi.

 

Ero stato convocato all’ufficio dell’hokage  di mattina presto.

Sicuramente era una nuova missione che mi sarebbe stata affidata con il mio vecchio team. Sarebbe stata una bella avventura affrontare qualsiasi sorta di missione con Sakura e Sasuke. Chissà se sarebbero tornati al villaggio senza uccidersi a vicenda, o meglio, chissà se la mia allieva si sarebbe trattenuta dal mandare al creatore Sasuke.

Nonostante per una volta fossi giunto a destinazione in anticipo, fui comunque l’ultimo arrivato. Sasuke e Sakura, messi ognuno lontano un chilometro dall’altro, erano già presenti nella stanza.

Sasuke sembrava una statua talmente era immobile. Non sembrava nemmeno respirare. Sakura al contrario, continuava a battere il piede destro per terra, come a scaricare il nervosismo che manifestava sempre in presenza dell’Uchiha.

L’hokage invece spostava lo sguardo da un ragazzo all’altro, timorosa di dire anche solo una parola che avrebbe potuto far scatenare un’apocalisse.

Quando mi vide entrare, si sentii sollevata. Mi misi tra Sasuke e Sakura e attesi istruzioni.

“Bene, vi ho convocato qui per una missione!” disse

“Di che livello?”chiesi

“D” disse imbarazzata.

Sia io che Sakura sussultammo.

“Questa missione è stata un’idea di Sasuke per aiutare Naruto!”

Alzai gli occhi al cielo. Si ricominciava con quella storia. Ascoltai e feci finta di niente. Per quanto assurda potesse essere quella situazione non potevo discutere gli ordini dell’hokage.

Partimmo subito alla ricerca di una scrittrice, che era andata ad abitare lontano da Konoha. Nonostante non sapessimo dove si trovasse, non ci mettemmo molto a trovarla, solo perchè, secondo Sasuke, Naruto riusciva ad avvertire la sua energia spirituale, la quale era molto forte.

Io attribuii la poca fatica fatta per scovarla al caso.

Ci ritrovammo davanti a una capanna malridotta e poco spaziosa.

Bussai alla porta ma non ricevetti risposta.

Ero stato messo al corrente del fatto che la signora che avrebbe dovuto abitare in quel luogo, avrebbe potuto anche non essere viva data l’età che avrebbe dovuto avere ed ero quasi sicuro, che una volta all’interno di quella capanna, vi avremo trovato uno scheletro.

Per fortuna mi sbagliai, non vi erano tracce di cadaveri.

L’interno non era molto arredato, vi era solo l’essenziale. Delle tende bucate, un tavolino con due sedie, una delle quali sembrava cadere da un momento all’altro, un caminetto spento, un letto sfatto e un armadietto con qualche anta sfasciata.

“A giudicare dalle ceneri ancora calde del camino, direi che chiunque abiti qui, sia appena uscito!” disse Sakura.

“Dunque non ci resta che aspettare!”dissi “Di un po’ Sasuke, questa missione l’hai richiesta tu. Cosa hai intenzione di chiedere a quella signora?”

“Sarebbe lungo da spiegare, lo saprai fra poco Kakashi!” mi rispose serio.

“Non vorrai tirare fuori la storia del fantasma di Naruto!” chiesi quasi divertito.

“Non ci credi ancora eh?” mi disse, ma poi alzando le spalle continuò “Non tirerò fuori nessuna storia se non sarà necessario!”

Passò circa un quarto d’ora e noi decidemmo di aspettare la signora fuori dalla capanna. Sentimmo dei passi e alzammo tutti lo sguardo quando cedemmo una figura avvicinarsi a noi.

Una signora di piccola statura, dai lunghi capelli bianchi e due occhi azzurri, vestita di  abiti logorati dal tempo e con un bastone che l’aiutasse a camminare si presentò davanti a noi.

 

Pov Sasuke

 

La signora ci guardò confusa. Da come era rimasta sorpresa di trovarci lì, sembrava che non vedesse un essere umano da parecchio tempo.

 “Voi chi siete? Cosa volete da una povera vecchia come me?” chiese con una voce un po’ tremula.

“Ci scusi per il disturbo signora. Siamo ninja di Konoha e stiamo cercando Hikari Hitono, la scrittrice del libro “A contatto con gli spiriti!” dissi.

S-sono i-io!?” disse iniziando ad agitarsi. In quello stesso istante Naruto apparve accanto alla signora e con li suo solito modo di fare allegro disse “Lo sapevo che era ancora viva!”

Sorprendentemente la signora si girò di scatto proprio in sua direzione e dopo essere sbiancata, fece cadere a terra il cestino di funghi che teneva nella mano sinistra.

Naruto spalancò la bocca sorpreso non aspettandosi dalla vecchia una tale reazione “Incredibile baa-chan, tu riesci a vedermi. Ora capisco perché sei così informata sui fantasmi!” poi sorridendo continuò “Piacere, io sono Naruto Uzumaki e avrei un problema. Siamo qui nella speranza che tu possa…

“Basta!” disse la donna guardando Naruto e poi rivolgendosi a noi tutti disse “Ho chiuso con i fantasmi e niente di quello che potete dirmi potrà farmi cambiare idea!”

 Strinse i pugni e guardò un’ultima volta Naruto disse “Non mi importa quale sia il tuo problema ragazzo, se vedi una luce entraci dentro e lascia finire in pace gli ultimi giorni che rimangono da vivere a questa povera vecchia!”

La donna si diresse a passo il più spedito che poteva, verso la sua dimora, sbattendo la porta dietro di sé e lasciandoci fuori sorpresi da un tale atteggiamento.

 

 

 

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Capitolo 9
*** Rivelazioni ***


Eccomi tornata.

Ho voluto disegnare la copertina della storia, spero vi piaccia. Buona lettura.

 

 

Capitolo 9: rivelazioni

 

Pov Naruto

La vecchina non sembrava intenzionata a volermi aiutare, ma io non mi sarei arreso al primo un rifiuto.

L’avrei assillata fino allo sfinimento pur di farmi dire qualcosa a riguardo delle ombre.

Anche se avevo un dubbio. Se conosceva qualcosa in più su quelle creature, perché mai non ne aveva scritto in quel libro.

Sasuke mi  guardò e gli sfuggì un sorriso quando vide il mio sguardo determinato.

“Cosa facciamo ora, Kakashi-sensei?” chiese Sakura.

Uhm…facciamola sbollire un attimo, poi proviamo nuovamente a chiedere aiuto!” disse Kakashi dopo un sospiro “Ma non insisterei più di tanto”.

Sbuffai a quella risposta.

Io non avevo intenzione di mandare tutto a monte e inutili furono le richieste di Sasuke a rimanere fermo ad aspettare.

 

Pov Sasuke

 

Vidi Naruto attraversare una parete della casetta. Ci avrei scommesso che quella testa quadra sarebbe stata impaziente.

Passarono all’incirca due minuti, quando vidi nuovamente Naruto uscire attraverso un muro e nascondersi dietro di me impaurito.

“Quella è pazza!” mi disse.

La porta della casa si spalancò e ne uscì la vecchietta con una scopa in mano.

“E non farti più rivedere brutto maniaco!” urlò.

Mi girai verso Naruto e attesi spiegazioni

“Senza volerlo ho attraversato la parete del bagno. Non è stato un bello spettacolo!” mi disse disgustato.

Alzai gli occhi al cielo.

“Signora, mi scuso per qualsiasi cosa abbia fatto il mio amico, ma cercava solo il vostro aiuto!” dissi facendo un inchino.

“Vi ho detto che non ho alcuna intenzione di aiutarvi!” disse nuovamente per poi voltarci le spalle.

In quel momento, non solo io, ma anche Sakura e Kakashi avvertimmo una bruttissima sensazione. I miei compagni non si sapevano spiegare cosa fosse. Inizialmente pensarono a dei ninja nemici, ma questa ipotesi cadde presto. Quell’aura negativa che percepivamo, non poteva appartenere a nessun essere umano.

Naruto cominciò a indietreggiare con un’aria spaventata. Si guardava intorno a terra per poi dire “Mi hanno circondato!”

 

Pov Naruto.

 

Mi era capitato di vedere un’ombra solo per una frazione di secondo qualche giorno prima, mentre ora me ne trovavo molte intorno a me.

Erano riusciti a tenere nascosta la loro presenza, fin quando non furono troppo vicini. Fu in quel momento che mi assalirono.

Non riuscii a riflettere quando vidi quelle macchie nere a terra muoversi da sole e lasciai che mi circondassero senza combattere.

Ero terrorizzato e non sapevo nemmeno la ragione.

Sentivo la loro aurea cattiva, ma io avevo convissuto con un demone e non mi sarei mai aspettato che qualcosa di malvagio potesse avere un tale effetto su di me. Forse quello che mi spaventava e che non sapevo cosa mi sarebbe capitato, se fossi finito nelle loro mani. Con Kyuubi non avevo molto di che restare sorpreso. Se si fosse liberata o fosse stata estratta, sapevo che sarei morto. Oppure sapevo che rischiava di uccidere i miei amici nei momenti in cui prendeva il sopravvento sul mio corpo, ma una soluzione c’era, cioè evitare le situazioni che permetteva che tutto ciò avvenisse. In quel frangente sapevo come fare, inoltre avevo anche delle persone accanto che mi aiutavano a lottare, mentre ora ero completamente solo, in balia di un nemico che non sapevo come affrontare. Le tecniche ninja non sarebbero servite a niente e le parole nemmeno.

Avrebbero ottenuto quello che bramavano fin quando non sarebbero riusciti ad ottenerlo. Se fossi stato vivo, avrei potuto scappare da loro fin quando non sarei morto, cioè quando sarebbe arrivata la fine, ma non vi era più fine per me ora che ero un fantasma.

E se mi avessero portato in un posto orribile e condannato a commettere cose di cui non sarei mai andato fiero?

Mi vennero i brividi solo a pensarci.

La voce di Sasuke riuscì a liberarmi da quella paura che mi impediva di muovermi.

“Scappa” mi disse, ma per quanto ci provassi, non riuscivo a scomparire.

Abbassai per istinto lo sguardo sulle gambe e vidi che erano state afferrate da delle mani nere e scheletriche, che stringevano fino a fare male.

Cercai invano di liberarmi, ma presto mi ritrovai completamente imprigionato nella loro stretta.

Solo la testa era rimasta libera, ma per poco. Le ombre cominciarono anche a coprirmi il volto e riuscì solo a dire “aiuto!” prima che le tenebre mi circondassero.

 

Pov Sasuke

 

Non sapevo cosa stava succedendo. Sentivo quell’energia negativa aumentare sempre più e vedevo Naruto irrigidirsi sempre di più, mentre lentamente scompariva partendo dalle gambe.

Gli urlai di scappare, ma per qualche motivo non lo fece. Mi sembrava come imprigionato e non sapevo come aiutarlo.

Avevo capito che stava accadendo qualcosa di grave e nonostante cercassi di concentrarmi per trovare una soluzione, la voce di Sakura continuava a distrarmi.

Sasuke, che succede?”

La mia compagna aveva intuito che stava succedendo qualcosa a Naruto, me lo leggeva in faccia.

Non le risposi e continuai a riflettere, ma niente mi venne in mente prima di udire la richiesta di aiuto di Naruto  e vederlo scomparire completamente.

Sasuke, vuoi spiegarmi che diavolo sta succedendo?” mi disse.

“Sta zitta!” le urlai ormai preso dal panico.

Naruto era scomparso e non per sua decisione, di questo ne ero sicuro.

Una luce.

Una potente luce, costrinse tutti quanti a coprirci gli occhi.

Era una sensazione diversa da quella che le ombre  ci avevano procurato.

Sentivo il mio cuore battere e una pace interna scaturirmi nel petto.

Mi sentii improvvisamente sollevato e quella paura che avevo provato prima era, svanita del tutto.

Quella sensazione però svanì insieme a quella luce.

Mi girai in direzione della vecchietta, la quale non era ancora rientrata in casa, che emanava una luce che si affievoliva sempre di più.

La vidi incamminarsi e allungare la mano.

“Stai bene? Quelle ombre non ti hanno fatto del male, vero?” chiese con una voce più gentile. Sembrava essere completamente cambiata.

Naruto era nuovamente apparso e ora era seduto a terra, con occhi velati dalla paura.

Quella donna era eccezionale e oltre a vedere i fantasmi, riusciva a toccarli. La mano che aveva allungato verso il mio compagno, non gli era passata attraverso, ma si era poggiata normalmente sulla spalla. Riuscii finalmente a spiegarmi il perché poco prima il mio compagno fosse scappato da lei, probabilmente le aveva già prese quando era entrato accidentalmente nel bagno.

La signora invitò Naruto a seguirla all’interno della sua abitazione e quando esso mi fu abbastanza vicino gli chiesi se era tutto a posto.

“Ora si, grazie a Hikari!” mi disse accennando a un sorriso.

 

Pov Naruto

 

Il peggio era passato, ma avevo paura che tutto quello che si era verificato potesse riaccadere. Era stato una cosa orribile.

Mi avevano mostrato delle immagini, immagini orribili. Morte, sangue distruzione. Ho visto villaggi rasi al suolo e la gente disperata che piangeva i propri cari. Mi sembrò di scorgere anche Iruka-sensei, tra la massa. Infine sentii una risata agghiacciante diffondersi nella mia testa.

Non riuscivo a spiegarmi il motivo di quelle visioni. Non appartenevano a me, alla mia vita.

Quando mi fui un po’ rispeso, entrammo tutti  all’interno della casa.

La donna offrì delle tazze di thè verde ai miei amici e dopo aver sorseggiato la sua tazza, cominciò a parlare.

“Siete una combriccola interessante. Un pidocchioso Uchiha che è in grado di vedere l’amico che ha ucciso, uno scettico senza faccia e….una ragazza con la forza di un maschiaccio!” disse suscitando non poco la loro irritazione, soprattutto quella di Sakura.

“Ehi, ehi, calmatevi. Ho detto pressoché  le stesse cose che pensa il vostro fantasmino!”

Sasuke mi fulminò con lo sguardo. Mentre la vecchia se la rideva divertita.

“Hai travisato un’po le parole, anche se non hai tutti i torti, ma ripetilo e Sakura ti farà fuori baa-chan!” le dissi

Non mi diede molto retta, ma si concentrò su Kakashi e gli girò intorno.

“Come mai non vuoi credere che il tuo allievo sia qui con noi, figliolo?” chiese.

“Non credo all’esistenza dei fantasmi!” disse semplicemente, ma Hikari non fu affatto contenta della risposta ricevuta.

“Risposta banale. Allora te lo spiego io! Da ragazzino hai sempre creduto all’esistenza dei fantasmi. Tuo padre ti raccontava spesso di esperienze strane collegate con il sovrannaturale, ma quando esso morì, le tue certezze cominciarono a vacillare. Ti sei spesso chiesto il perché tuo padre non ti si è mai mostrato, per consolarti quando è morto, ma non è lì che hai smesso di credere nel sovrannaturale, ma dopo la morte di una persona a te molto cara.

Un evento in particolare ti ha segnato molto. Un amico morto davanti ai tuoi occhi, di cui ora porti l’occhio. Sapevi di non poter vedere i fantasmi, ma di poter avvertire la loro presenza e  non hai mai sentito questo tuo caro amico vicino a te! Da allora hai smesso di credere che certe cose potessero esistere!”

Vidi Kakashi sussultare “C-come fai a sapere queste cose? Nessuno le sa!”

La vecchietta non rispose e chiudendo gli occhi si concentrò.

Sorrise.

“Obito Uchiha, è stato lui a dirmi tutto ciò, è mi ha chiesto di dirti che sei un gran testone!” sorrise.

Kakashi sbiancò “Vuoi dire che Obito sarebbe in questa stanza?” chiese Kakashi.

“Io non vedo niente” risposi io. Avrei dovuto vedere la presenza di altri fantasmi.

La signora mi lanciò un’occhiata sorridendo e poi tornando a rivolgersi al mio sensei disse.

“Senti la sua presenza accanto a te?” chiese e Kakashi rispose di no.

La vecchia non ne fu molto sorpresa.

Non so cosa mi spinse a farlo, ma riapparvi alle spalle di Kakashi e gli misi una mano sulla spalla. Lo sentii irrigidirsi.

“Ora?” chiese nuovamente.

“No!”

“Non avverti niente!”

“Non è Obito!” disse “è Naruto!” disse abbassando la testa.

Sorrisi, stava cominciando ad accettare l’idea che fossi lì.

“Ho sempre negato che lui fosse tra noi perchè…non riuscivo ad accettare l’idea che fosse morto. Continuavo a illudermi che non era vero e che fosse solo un brutto sogno. Non volevo che fosse vero!”

Mi sorpresi a sentire quelle cose uscire dalla bocca di Kakashi, ancora di più a vedere il mio sensei commosso. Non lo avevo ancora visto piangere per la mia scomparsa e il motivo era  proprio quello che aveva appena spiegato.

Apparvi accanto alla vecchina e dissi “Ottimo lavoro Baa-chan!”

 

Ci fu nuovamente silenzio e attesa per conoscere quello per cui eravamo andati dalla vecchina. Si sedette e disse “Ho un potere speciale che non consiste solo in quello di vedere i fantasmi come il vostro amico Naruto. Posso vedere anche le anime passate oltre che stanno accanto ai loro cari, come Obito e tuo padre” disse guardando Kakashi. Sono nata con questo dono e non è stato per niente facile viverci. I fantasmi bisognosi di aiuto sono tanti e andrebbe bene se si fermasse tutto li, ma come avete potuto constatare, anche nella dimensione dei fantasmi vi è qualcosa di oscuro, qualcosa che non si può eliminare da quanto ne so e che diventa troppo pericolosa a lungo andare, se diventi un suo nemico. Ho aiutato migliaia di anime a passare oltre, ma a degli spiriti cattivi non andava bene quello che facevo. Offrivo perdono anche alle persone che si erano comportate male nella vita, strappandole a loro. Molte anime mi hanno avvertito di non immischiarmi molto. Non le ho ascoltate e queste anime cattive o ombre, mi hanno portato via tutti i miei cari. Non nel senso che sono entrati in possesso delle loro anime, ma hanno fatto accadere loro cose brutte e uccisi. Non potendo più sopportare oltre e non volendomi affezionare ad altre persone che avrebbero rischiato avendomi al loro fianco, ho deciso di isolarmi qui, lontano dalla gente, in un bosco poco trafficato dai viventi, quindi quasi totalmente privo di fantasmi. Ho scritto quel libro, per diffondere il mio sapere, sperando potesse tornare utile, ma non che conducesse a me!” disse infine prima di sospirare.

Sasuke intervenne “Non ci sono molte informazioni sulle ombre!”

“Questo perché conosco poco su di loro e ne sapevo ancora meno quando l’ho pubblicato!” disse Hokari guardandomi “Naruto, non posso consigliarti un modo per combatterle. Non vi è un modo, oltre a quello di passare oltre e scampare per sempre al pericolo. Ma posso aiutarti insegnando a questa ragazza, la tecnica che ho usato prima per scacciare via le ombre. Queste temono la luce perché è il loro contrario, è purezza, è amore, ma vi è un lato negativo in questa tecnica, per la quale non posso insegnarla né a Sasuke, né a Kakashi!”

“Farò di tutto per aiutare Naruto!” disse Sakura e anche se non poteva vedermi, le sorrisi.

“Con calma. Ti insegnerò la tecnica, ma nemmeno tu sei pienamente idonea a utilizzarla. Ma ad esclusione, sei quella più consigliabile”.

La guardai confusa, ma non mi volle spiegare cosa intendesse.

Inoltre Naruto, posso solo dirti di non avere paura di loro, perché non possono portarti via se non li temi, infatti non hai niente di cattivo in te e non è te che vogliono, ma qualcosa che hai ancora legato a te e che vedo benissimo agitarsi nel tuo stomaco!”

Spalancai gli occhi e dicemmo tutti all’unisono “Kyuubi

 

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Capitolo 10
*** Il ritorno della volpe a nove code ***


Capitolo 10: Il ritorno della volpe a nove code

 

Pov Sakura

 

Rimasi sorpresa nel venire a conoscenza dell’esistenza di Kyuubi e con me anche i miei compagni. Tutti eravamo convinti che i Bijuu scomparissero con la morte del jinchuuriki, ma Naruto e Kyuubi erano sempre stati motivo di sorpresa e anche questa volta non si erano smentiti.

Dopo essere venuta a conoscenza del volere dell’anziana di volermi insegnare l’Hikari no Jutsu, in quanto la più idonea del gruppo, lo stupore aumento quando volle precisare che Naruto sarebbe stato perfetto per poter utilizzare questa tecnica.

Era un jutsu che richiedeva un estrema concentrazione e buon uso del chakra e per il mio compagno il controllo del chakra rimaneva sempre un tallone d’achille. Doveva esserci un’altra spiegazione per cui lui sarebbe stato più adatto se non fosse stato un fantasma, ma in caso contrario non si sarebbe dovuto far ricorso a questa tecnica per sconfiggere le ombre che avrebbero tentato di impossessarsi dell’anima di Naruto.

Volevo comprendere il perché non ero pienamente adatta a questo compito, ma non ci pensai a lungo, dato che non c’era altra soluzione. Potevo solo sperare di riuscire a usare la tecnica ogni volta che si sarebbe resa necessaria.

Ero felice i poter tornare utile al mio amico. Era una sofferenza per me sapere della sua presenza accanto a noi, ma non poterlo vedere, mi faceva sentire inutile ed esclusa da qualcosa di straordinario. Ora invece ne ero entrata a far parte.

Quella donna doveva saper leggere anche nel cuore delle persone in vita, perché mi tolse un dubbio che mi girava nella testa. Ok ero in grado di scacciare le ombre, ma se non potevo vederle, non sarei stata in grado di capire quando avrei dovuto ricorrere a questo nuovo potere.

“Sei una ragazza sensibile Sakura, sarai in grado di percepire il pericolo e le ombre quando saranno vicine al tuo amico. Non preoccuparti di questo. Cerca solo di non dare alcuna motivazione alle ombre di non temerti!” disse Hikari spostando poi lo sguardo verso Sasuke.

Seguii il suo sguardo, ma nuovamente non capii cosa intendesse dire.

 

Pov Kakashi

 

Quella missione di cui inizialmente dubitavo era servita al suo scopo. Ora eravamo a conoscenza del nemico che perseguitava Naruto. Questa faccenda del Kyuubi non mi piaceva per niente.

Avevo compreso che era il chakra del demone a interessare le ombre, in quanto poteva essere ancora in circolazione all’interno del corpo del mio allievo, ma oltre alle ombre si presentò un ulteriore problema. Quel chakra avrebbe fatto il possibile per non disperdersi e trovare un nuovo contenitore di cui prendere il controllo e tornare a vivere e seminare terrore. Era una lotta contro il tempo, perché questo sarebbe potuto accadere in qualsiasi istante. Per il momento e da quanto appurato, Kyuubi era ancora legato a Naruto.

Inoltre come se non bastasse tutto questo, l’anziana signora ci avvisò della potenza del nemico. Le ombre avevano presentato sempre una minaccia per le anime intrappolate sulla terra, ma mai la signora aveva percepito, fra tante ombre, una che spiccava maggiormente rispetto alle altre e in modo particolarmente alto.

Sospirai sconsolato alla notizia. Non bastava dover combattere un pericoloso nemico invisibile, doveva esserci anche la più potente ombra che si fosse mai vista.

 

Una volta rientrati dalla missione, feci ben attenzione a raccontare ogni particolare all’hokage, per decidere sul da farsi.

Decidemmo di prendere dei provvedimenti, nonostante questi non fossero piacevoli, per noi, né per Naruto.

Dovemmo dissotterrare la bara e tenerla costantemente sotto controllo, controllando il Kyuubi per intervenire appena avremmo sentito l’attività del demone aumentare.

La stanza dove era condotta era piena di sigilli, era una precauzione per aumentare la difesa e proteggerci da una nuova catastrofe.

Inoltre decidemmo di fare dei controlli su tutti gli abitanti di Konoha.

Alla nascita di ogni abitante, all’anagrafe, non viene solo registrato il nome, cognome, genitori, impronte digitali, ma anche la quantità di chakra in possesso di ogni neonato, che sarebbe stato per tutti pressoché lo stesso, cresciuto proporzionalmente con esso.

Passai qualche nottata in bianco, insieme a Sasuke e Sakura. Inizialmente io e Tsunade eravamo d’accordo con il fare tutto segretamente, senza far preoccupare maggiormente i ragazzi, ma Naruto aveva percepito lo spostamento del suo corpo e spiandoci aveva scoperto tutto.

Sasuke e Sakura si erano opposti al dissotterramento della bara, ma infine dovettero comprendere che non vi era soluzione. Naruto invece non aveva fatto storie, nonostante si sentisse maggiormente in trappola e inquieto.

Non credevo che a Konoha fossimo così numerosi e nonostante il gran numero, quasi nessuno aveva una quantità di chakra al di fuori della norma e alcuni di questi erano Naruto, Minato, Sasuke e il sottoscritto.

Minato e Naruto erano fuori gioco, Sasuke avrebbe potuto essere una buona preda per Kyuubi, se non fosse un discendente di colui che è riuscito a controllarla in passato grazie allo sharingan. Infine vi ero io, ma dubitavo che la mia quantità di chakra fosse sufficiente per sopportare quella del demone, finchè esso non avesse completamente modificato il mio corpo, rendendolo completamente suo.

Se fossi stato idoneo, a mio parere il demone avrebbe già agito.

 

Pov Naruto

 

Kyuubi non mi aveva abbandonato nemmeno dopo la morte.

Ma una cosa  mi sembrava alquanto strana. Come poteva il suo chakra trovarsi ancora all’interno del mio stomaco? Tecnicamente non lo avevo più, oltre al fatto che io non percepivo minimamente la sua presenza.

Ci pensai a lungo su questa faccenda,  ma la verità e che non sapevo dove sbattere la testa. L’unico modo per liberarmi delle ombre era liberarmi del chakra della volpe, senza però liberarlo nel mondo.

Passarono diversi giorni, durante i quali, diverse volte capitò che le ombre mi tornassero a fare visita. Il consiglio della vecchia di non temerli, non era servito a molto, dato che ogni volta, rischiavo di farmela sotto. A volte ero riuscito a scappare da solo, a volte destino volle che Sakura fosse nei paraggi e mi salvasse con la sua nuova tecnica.

Avrei voluto saperla usare anch’io, nei momenti in cui mi trovavo da solo in posti poco raccomandabili.

Il giorno era abbastanza sicuro, ma la notte, dove le tenebre regnano sovrane, era difficile riuscire a nascondersi.

Passarono un paio di giorni  così, tra nascondigli e inseguimenti, l’ansia continuava a crescere, sia in me che nei miei amici e io potevo ben percepirla, quasi toccarla. Ma era ancora niente rispetto a quella che provammo quando una terribile notizia giunse alle orecchie dei miei compagni.

Esattamente come mi capitava quando il mio corpo si trovava al cimitero, sentivo il bisogno di andare accanto al posto in cui “riposavo” e di tanto in tanto, andavo nella sala dove il mio cadavere era stato posto protetto da mille sigilli.

Feci la stessa cosa il giorno della terribile notizia.

Vi entrai e la mia bara era sempre nello stesso punto, ma mi sentivo strano, come se non fossi realmente lì. Sgranai gli occhi comprendendo quale potesse essere la causa e subito corsi da Sasuke, chiedendogli di aprire la cassa.

Il mio amico si rifiutò di farlo e potevo ben comprendere il perché. Di sicuro il mio corpo non doveva essere in bello stato dopo tutto quel tempo e di fatto non riuscii a convincerlo a compiere l’azione.

Provai io, concentrando le mie energie, ma la paura che il mio presentimento fosse vero, mi impediva di toccare le cose intorno a me.

Insistetti con Sasuke quando all’ennesimo rifiuto, mi irritai facendo scattare accidentalmente i vari sigilli. L’allarme venne subito avvertito da Tsunade, la quale accorse pochi minuti dopo nella stanza, trovando me e Sasuke, o per meglio dire solo Sasuke, a sbraitare l’uno contro l’altro e a lanciarci insulti non tanto carini.

“Cosa diavolo ci fai qui?” disse Tsunade seccata.

Sasuke la guardò con la stessa espressione “Quel baka mi ha fatto venire qua e al mio rifiuto di aprire la bara, ha fatto scattare i sigilli.

Kakashi giunse un momento dopo con Shizune, la quale aveva avvertito il mio sensei di quanto accaduto.

“Perché avresti dovuto aprire la bara?” chiese Tsunade stupita.

“Vorrei saperlo, dato che non ci tengo minimamente a vedere quello che c’è lì dentro!” disse Sasuke guardandomi storto.
“Quante storie, tu la apri e io guardo dentro!”gli dissi per l’ultima volta.

“Ti ho detto di no!” mi rispose.

“La apro io!” disse Kakashi stupendo tutti quanti “Ci deve essere un motivo per cui Naruto ti ha chiesto questa cosa!”

Annuii e dissi quasi bisbigliando “è come se io non fossi realmente qui!”

“Cosa vorresti dire?” mi chiese Sasuke, ma ero troppo assorto a vedere l’azione di Kakashi-sensei, la cui reazione fu proprio quella che mi aspettavo.

“Il corpo non c’è!” disse spaventato “Come è possibile!”

Shizune, convoca una squadra di ricerca, affinchè trovino colui che ha preso il corpo!” urlò Tsunade alla sua assistente.

Io guardavo la bara aperta e vuota e per un attimo mi domandai se il fatto di sentirmi in trappola, non fosse causato dalla prigionia del mio corpo in quello spazio cosi angusto e claustrofobico.

“è stato portato via da poco!” dissi.

Il motivo per cui mi ero recato in quel posto era dovuto a un’intuizione, avevo percepito che qualcosa era accaduta al mio corpo, proprio quando l’avevano spostato la prima volta.

“Come hanno fatto ad entrare qui? Solo io e Kakashi conosciamo la combinazione del sistema di chiusura! E a quanto anche pare tu Sasuke!” disse Tsunade.

“Non sospetterai che io centri qualcosa. Me l’ha detta Naruto quando mi ha chiamato qui. A quanto pare ora che è fantasma si fa gli affari degli altri e spia le persone!” mi disse Sasuke guardandomi storto.

“Scusa tanto, ma questo è il mio corpo. La questione mi riguarda eccome!” dissi infastidito.

“Se nessuno è entrato, come è possibile che il corpo di Naruto sia scomparso. Si è alzato da solo?” disse Kakashi.

“Ma ti sei rincretinito?” disse Sasuke ad alta voce, facendo voltare i presenti verso di sé “Ce l’avevo con Naruto. Sta insinuando che quanto ha detto Kakashi potrebbe essere vero!”

“Ed è vero teme. Rifletti, se quando ero in vita Kyuubi aveva la capacità di guarirmi a una velocità straordinaria, cosa le impedisce, ora che sono morto, di risanare il mio corpo in modo tale che lei lo possa utilizzare a suo vantaggio?” dissi.

Sasuke riferì quando avevo affermato e le reazioni della nonna e del maestro furono giustificate. Si gelarono sul posto.

“Se quello che dici è vero, niente potrebbe fermare Kyuubi, ora non c’è più il tuo spirito che può fermarlo. È a piede libero!” disse Tsunade.

“Se è così allora perché non ha già raso al suolo il villaggio?” chiese Sasuke.

“Ha sempre a che fare con un corpo morto e rigido, per quanto potente possa essere, avrà un po’ di difficoltà a farlo tornare alle sue movenze originali!”

“Ok, ci siamo messi d’accordo sul fatto che Kyuubi si sta facendo una passeggiata nel mio corpo. Dobbiamo ancora stare qua a  fare ipotesi, o andiamo a fermarlo prima che faccia casini o che venga catturato dalle ombre?” dissi esasperato da quella situazione.

Non era affatto piacevole quanto mi stava capitando, anche se non stava direttamente succedendo a me, ma al mio corpo.

“Di quello non mi preoccuperei. Le ombre non possono impossessarsene!” disse la voce di Sakura, appena entrata nella stanza.

 

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Capitolo 11
*** Anime unite ***


Cap 11: Anime unite

 

Pov Naruto

 

“Di quello non mi preoccuperei. Le ombre non possono impossessarsi del tuo corpo!” disse Sakura apparendo nella stanza.

“Cosa vorresti dire?” chiese Tsunade ansiosa.

“Me l’ha spiegato Hikari. Le ombre non possono impossessarsi degli oggetti materiali, poiché sono privi di anima e al  momento il corpo di Naruto è solo un guscio vuoto, in quanto la sua anima è qui con noi!” spiegò Sakura.

“Però nel mio corpo si trova Kyuubi, quindi se è lui che cercano perché queste ombre stanno cercando di catturarmi e soprattutto come faranno a impossessarsi della volpe se non possono prendere il mio corpo?” Chiesi a Sakura sperando che sapesse la risposta, ma anche dopo che Sasuke avesse riferito le  mia domanda, la ragazza non seppe dire niente, in quanto neanche lei sapeva qualcosa a proposito.

 

Decidemmo di lasciare gli interrogativi da parte e di metterci alla ricerca del mio corpo. Ci dividemmo in squadre da due e ovviamente io andai con Sasuke. Non dissero niente, ma sapevo che i miei compagni contavano su di me per il ritrovamento del mio cadavere, in quanto ad esso collegato.

Mi concentrai qualche istante per riuscire a percepire verso quale direzione esso si stesse muovendo e, nonostante ci misi più del solito, riuscii a intuire che il demone si era diretto verso l’uscita di Konoha.

Sasuke non attese nemmeno un momento e  correndo velocemente si recò verso le porte.

Io lo anticipai e in un battito di ciglia mi ritrovai davanti al mio corpo.

Esso era seduto a terra con la schiena appoggiato a un albero che apriva e chiudeva la mano, allenandola.

Kyuubi stava tentando di eliminare quella rigidità che aveva avvolto il mio vecchio corpo e anche se sapevo che all’interno di quell’involucro ci fosse la volpe, vedere me stesso, mi fece una strana impressione, soprattutto a vederlo nuovo come se mai fossi stato percosso, ferito e ucciso.

Kyuubi!” dissi sicuro del fatto che non mi avrebbe sentito.

Immaginate la mia sorpresa quando lentamente alzò il viso per guardarmi.

“Sei qui, cosa vuoi? Nemmeno da morto mi lasci in pace?” disse con la mia voce.

Mi vennero i brividi, anche se non letteralmente in quanto i fantasmi non provano brividi.

“Io non ti lascio in pace? Piuttosto sei tu che mi perseguiti anche dopo la vita!” dissi imbronciato.

“Credi che io lo voglia? Per me potevi morire e basta per quel che mi importa di te!” mi disse con tono freddo.

“A proposito di questo, perché tu sei ancora vivo?” gli chiesi curioso, ma la curiosità non era solo la mia, anche Sasuke, che ormai mi aveva raggiunto, era ansioso di conoscere la risposta.

“Voi umani siete solo degli stupidi. Davvero credete che noi demoni codati possiamo morire così  facilmente? Noi siamo entità immortali, considerati quasi delle divinità. Moriamo si, ma solo nel corpo, ma la nostra anima continua ad esistere aspettando di prendere nuovamente forma sotto forma di carne!” disse Kyuubi, per poi digrignare i denti “Se solo quello stupido Yondaime non avesse legato la mia anima a te, io ora sarei andato nella mia terra, in attesa di rinascere di nuovo e non intrappolato qui, cacciato da delle malefiche ombre!” disse il demone con rabbia.

Sussultai e mi domandai cosa volesse dire con quelle parole.

“Credo di aver capito!” disse Sasuke sorprendendomi. Io, al contrario, mi ritrovavo confuso e proprio colui che era stato sempre un passo davanti a me, ora aveva pure intuito tutto.

Sbuffai “Cosa hai capito teme?” gli chiesi scocciato per essere stato battuto l’ennesima volta.

“Possibile che non ci arrivi dobe? Eppure è semplice. Kyuubi è sempre stato nel tuo corpo e le ombre non sembrano minimamente interessate a lui, al contrario non fanno altro che perseguitare te!” cominciò e mi affrettai a ricordargli un dettaglio che aveva dimenticato.

“Ti ricordo che Sakura ha detto che non si possono impossessare di cose che non hanno anima e il mio corpo al momento ne è priva!”

Sasuke annuì “Si, pensavamo fosse priva della tua anima, ma che dentro vi fosse quella di Kyuubi o almeno così credevamo tutti, te escluso!”

“Eh?” dissi battendo le palpebre.

Sasuke Sbuffò “Insomma ti devo spiegare tutto? Dicendo che l’anima di kyuubi era legata a te, non si riferiva al tuo corpo, ma alla tua anima. Avete un anima in due, per questo le ombre cercano di catturare il tuo spirito, invece che il tuo corpo!”

Sgranai gli occhi e osservai Kyuubi, il quale ghignò “I miei complimenti pidocchio, almeno uno c’è arrivato!”

“Aspetta un attimo, cosa vuol dire che abbiamo un anima in due? Che le nostre anime si sono in qualche modo fuse?”

“Esatto. Se in vita condividevamo lo stesso corpo, in morte condividiamo la stessa anima. In poche parole siamo uniti per sempre, fino a quando non si trova un modo per scindere le due anime!” disse kyuubi seccato, non meno di me.

“Possibile che mi porti solo guai stupida volpaccia? Magari è anche per questa ragione che non riesco a oltre passare oltre!” dissi incrociando le dita.

“Forse, ma non è solo questa la ragione, lo sai!” mi disse sbuffando “Devi riuscire a far esaudire il tuo ultimo desiderio!”

“Una cosa per volta, ora pensiamo alle ombre!” disse Sasuke. “Sai dirmi cosa vogliono da te?”

Vidi il mio corpo scuotere la testa “Qualsiasi cosa vogliano, non è niente di positivo e questo fatto di essere nuovamente sfruttato, non mi aggrada minimamente, anche se questa volta non si tratta di esseri umani…o almeno esseri umani vivi!”

Guardai Kyuubi preoccupato “Non so tu, ma io non voglio avere niente a che fare con quei tizi. Possibile che tu non conosca un modo per dividere le nostre anime in modo tale che ognuno continui per la sua strada?” gli chiesi speranzoso.

“Esisto da millenni, ma non mi è mai capitato di sentire  una cosa del genere e non avevo la minima idea che due spiriti potessero fondersi!”

Yondaime come ha fatto a permettere che ciò accadesse!” chiese Sasuke.

Kyuubi fece una smorfia di disgusto a sentir nominare mio padre e disse “Yondaime ha fatto uso di un sigillo inventato dal clan Uzumaki e non essendo un appartenente a tale clan e non avendo quel tipo di chakra che li caratterizza, avrà fatto casini. Forse nemmeno sa di averci legato!”

Annuii “Quando l’ho visto non me lo ha accennato. Ma forse se sciogliessimo il sigillo potremmo…” cominciai, ma Kyuubi mi interruppe.

“Ci ho pensato ed è per questo che ho guarito questo corpo, quando avrò pieno controllo proverò a liberarmi!”

Lo guardai dubbioso. Non che non volessi uscire da quella situazione, ma se kyuubi si liberasse, poteva attaccare nuovamente il villaggio.

Come se la volpe avesse letto nei miei pensieri disse “Non farò niente al tuo villaggio. Come ti ho già detto sono “morto” anche io e non posseggo un corpo e  una volta libero, il mio chakra andrà disperso e la mia anima si recherà alla mia terra di origine in attesa del momento della rinascita. E poi anche potendo, sarebbe come calpestare delle formiche, sai che noia!” disse sbuffando.

“Rimane il problema che Naruto è morto. Anche dandoti la possibilità di prendere il controllo del suo corpo, non puoi farti vedere in giro, creeresti scompiglio nel villaggio!” disse Sasuke.

“Si può sempre inventare una scusa, tipo che grazie al mio chakra, questo pivello sia morto solo momentaneamente!”

“Ehi! Stiamo parlando di me e del mio corpo, nessuno chiede la mia opinione?” chiesi seccato.

“No!” dissero all’unisono Kyuubi e Sasuke.

Misi il broncio. Si erano coalizzati contro di me, ma non era quello che mi preoccupava. Se Kyuubi prendendo il controllo del mio corpo, si fosse spacciato per me, avrebbe anche potuto rovinare la mia reputazione.

 

 Et voilà. Oggi mi è venuta voglia di scrivere e ho deciso di continuare dopo tanto tempo questa fic.

Spero che ci sia ancora qualcuno che la segua, in caso contrario manderò Naruto a perseguitarvi…meglio di no, conoscendolo è capace solo di far casini.

Bhe recensite numerosi.

Alla prossima

Miao

Neko =^_^=

 

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