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Lo so che dovrei
terminare altre fanfic e dedicarmi al sequel di “Da
allievo a maestro”, ma è da un po’ che mi ronza in testa questa fanfic e ho voluto provare a pubblicarla.
Sinceramente
nonostante abbia scritto due, tre capitoli, mi rendo conto che mi viene un po’
difficile gestire questa storia, ma volevo mettermi alla prova e speravo che
pubblicarla, mi aiutasse a spronarmi e a non cedere troppo in fretta e
accantonare questa storia nel dimenticatoio, come altre storie che ho iniziato
e che non hanno mai visto la fine. Ho una voglia incredibile di scriverla, ma
nonostante questa, mi ritrovo per ore davanti alla pagina bianca di word, senza
riuscire a buttare giù qualcosa di decente. Non so perché mi sia intestardita a
scrivere questo racconto, ne da dove venga l’idea,ma volevo rendere anche voi
partecipe di questa pazzia.
Magari speravo
che con la vostre opinioni, chissà di riuscire a concluderla.
Per ora posso
solo dare il via alla fanfic, sperando che l’ispirazione
che mi ha colpito in questi giorni, non finisca subito.
Buona lettura e
lasciatemi un commentino
Bye Neko =^_^=
GHOST
Capitolo
1: La fine e l’inizio di tutto
Pov. Naruto
Oramai da tempo Madara era
il nemico comune delle cinque terre, ma solo una volta che la quarta guerra
ninja scoppiò, che queste terre misero da parte i loro rancori per allearsi e
avere maggiore possibilità di vittoria contro un essere che non sembrava avere
punti deboli. Esso voleva dominare il mondo con il potere dei nove bijuu ed era ad un passo dal completamento del suo piano.
Solo Kyuubi mancava alla sua collezione.
La battaglia finale contro quel mostro e il suo
alleato Kabuto era stata tutto, tranne che facile. La
serpe con i suoi corpi resuscitati, aveva aggiunto non pochi problemi ai vari
ninja,ma alla fine la sua pazzia di
voler giocare con la vita degli altri, gli si è ritorta contro e venne eliminato
dalle sue stesse armi.
Le vittime erano numerose e i feriti lo erano di
più.
L’aria era impregnata dall’odore del sangue, che
macchiava gran parte del terreno dove si era svolta la battaglia.
Perdite inutili a mio parere, per un desiderio che
mai nessuno avrebbe potuto realizzare, perché la terra non poteva appartenere a
nessuno.
Una tale presunzione viene sempre pagata e nella
peggiore delle ipotesi, la punizione finale era la morte.
Il bene aveva trionfato ancora una volta, ma mi
domandai quanto tempo ci avrebbe impiegato un nuovo nemico, probabilmente
ancora più forte di Madara stesso, a comparire.
Tutti esultarono quando videro Madara
a terra privo di vita. Tutti, ma non noi ninja della foglia.
Guardavamo davanti a noi con fare sospetto e ci
preparammo a qualsiasi cosa sarebbe successo da quel momento in avanti. Il
sottoscritto soprattutto.
Era vero, colui che aveva dato inizio alla quarta
guerra ninja, era stato annientato e con lui tutti i suoi seguaci, ma non
riuscivo a gioire pensando a chi lo aveva eliminato: Sasuke.
Esso non si era fatto vedere per tutta la durata
della guerra. Non cercò nemmeno di catturarmi come gli era stato ordinato da Madara. Mi aveva insospettito questo suo nascondersi, dato
che cercava da anni di vendicarsi di Konoha e la guerra
era un buonmomento per portare a
termine il suo obbiettivo.
Esso era comparso all’improvviso alle spalle di Madara, colpendolo nell’unico momento in cui aveva
abbassato la guardia e il suo corpo era tangibile.
Incredibile pensare che un nemico tanto potente,
potesse essere annientato da una semplice katana intrisa di chidori.
Anche se riflettendoci su, non era la prima volta che un potente nemico,
impossibile da battere apparentemente, veniva annientato da una semplice arma.
Perché per quanto una katana possa essere insidiosa,
affascinante ed elegante, non è altro che una lama di metallo molto affilata,
usata ormai da secoli e spesso sostituita con armi ritenute più efficaci e
potenti, anche se nel mondo ninja, si è molto legati alle armi usate dai nostri
predecessori.
Io e Sasuke rimanemmo a
lungo a fissarci. Non mi aspettavo di trovarmelo davanti, non in quell’istante
e mi sembrava assurdo che fosse stato lui a porre fine alla vita di Madara una volta per tutte. Ma come sospettavo, non lo
aveva fatto per proteggere me e gli altri.
No, lui si era fatto vivo con l’unico scopo di
battersi con me, per mettere fine una volta per tutte a quell’inseguimento
durato troppo a lungo.
Voleva annientarmi e trafiggermi con la stessa spada
con cui aveva trafitto Madara. Essa era ancora sporca
del suo sangue e io ero lì, inizialmente incapace di ragionare a mente lucida,
poi pronto ad accontentarlo e dargli battaglia.
L’ultima volta che ci incontrammo, capii una cosa e
cioè che in una prossima battaglia entrambi saremo morti.
Ci fu uno scontro all’ultimo sangue ed entrambi
cercavamo di schivare i colpi dell’altro. Non sempre riuscivamo nel nostro
intento e le ferite, insieme alla stanchezza, cominciavano a pesare suo nostri
corpi, fatti di carne semplice da tagliare. Nemmeno lo sharingan
poteva aiutare Sasuke a non soccombere alla
stanchezza.
Durante la battaglia continuavo a sussultare parole
al mio compagno di squadra, parole che erano sempre state vane nel loro
tentativo di redimerlo, ma quella volta mi resi conto dal suo comportamento,
che il mio parlare non era inutile come sempre, ma qualcosa sembrata arrivare
al suo cuore, facendo vacillare la sua volontà. Forse perché ormai non aveva
più niente da perdere.
I nostri colpi migliori infine si scontrarono e una
luce abbagliante invase l’intera zona, costringendo gli spettatori a coprirsi
gli occhi. Successivamente ci fu una terribile esplosione, avvertita a
chilometri di distanza.
Dove io e Sasuke ci
trovavamo, si era creato un enorme cratere. Entrambi eravamo coperti di ferite
e sanguinanti, ma solo io caddi a terra ormai privo di forze.
Nonostante avessi usato il rasengan,
il mio colpo migliore, non ero riuscito a dargli la massima potenza. Per quanto
avesse fatto soffrire me e Sakura, non riuscivo ad odiarlo e a fargli del male.
Ucciderlo non avrebbe condotto a niente, al
contrario gli avrei solo negato la possibilità di cambiare vita.
Lo vidi avvicinarsi a me e guardarmi dall’alto verso
il basso. Non riuscii a decifrare il suo volto e non capii se fosse soddisfatto
di come erano andate le cose. Il mondo si era fatto sfocato e i rumori intorno
a me erano ovattati. Sentivo delle fitte in tutto il corpo che mi stordivano e
mi impedivano di muovermi, ma allo stesso tempo pensavo di dover sentire
maggiore dolore, invece, più passava il tempo, più il dolore delle ferite mi
sembrava scemare.
Sasuke cadde in ginocchio e lo sentii a malapena mormorare
un mi dispiace.
Cercai di abbozzare un sorriso. Aveva avuto quello
che voleva, era riuscito ad uccidermi, perché avevo capito che non sarei
sopravvissuto, eppure mi chiedeva scusa.
L’ironia della vita.
Avrei voluto insultarlo, ma infondo le sue scuse mi
sollevavano, voleva dire che un cambiamento in lui era avvenuto.
Era successo qualcosa durante l’esplosione, non
ricordo con precisione, so solo che per la prima volta vidi Sasuke
piangere. Fu allora che capii di essere riuscito nel mio intento di cambiare il
mio compagno. Non so come, ma durante lo scontro il dono di Itachi
si manifestò. Non era un arma pericolosa, come credevo dato le sue parole
“Spero che non venga mai il momento in cui dovrai usarlo”. Il suo desiderio che
non usassi quel potere era dovuto al fatto che per attivarlo entrambi saremmo
dovuti essere a un passo dalla morte.
Io stavo morendo davvero, lui invece aveva creduto
di morire e questo aveva dato il via al dono di Itachi,
tecnica di cui non verrò mai a sapere in cosa consiste realmente, perché a
differenza di Sasuke, io non mi ero accorto di
niente, oltre alla perdita delle mie forze.
Improvvisamente intorno a me si fece buio. Non c’era
quella luce che appare quando si muore di cui avevo spesso sentito parlare. Mi
spaventai e mi accorsi di tremare e di sentire il mio corpo farsi sempre più
freddo.
Quel buio mi faceva paura, poi capii. Non ero ancora
morto.
Sentii il mio nome ripetersi più volte e con le
ultime forze che mi rimanevano in corpo, aprii leggermente le palpebre, per
vedere una massa di colore rosa e una grigia accanto.
Capii che si trattava di Sakura e Kakashi.
Cercai di sorridere, ma non so se il risultato fu un
sorriso o una smorfia.
La mia compagna cercava di curarmi le ferite. Sentivo
il suo chakra entrarmi in circolo, ma non avvertivo
alcun beneficio dal trattamento. E Sakura se ne accorse perché continuava a
ripetermi di non mollare.
Kakashi con la sua sola presenza mi diceva di non
arrendermi, mentre teneva legato Sasuke, il quale
ormai non opponeva più alcuna resistenza.
Sentii delle lacrime cadermi sul volto e a fatica
alzai un braccio per pulire quelle gocce cristalline dagli occhi di Sakura.
La vidi sgranare gli occhi, quando poi provai ad
allontanare le sue mani dalle mie ferite.
Sapevo che ormai aveva compreso che per me non c’era
niente da fare e che da lì a poco avrei cessato di esistere, ma lei non voleva
arrendersi.
Continuava a implorarmi di lottare, ma ero troppo
stanco.
Mi insultò quando glielo riferii.
“Baka, non devi morire.
Non te lo permetterò! Non posso ritrovare un compagno per perderne un altro.
Lotta Naruto, lotta come hai sempre fatto. Fallo per
me!” mi disse disperatamente.
“è inutile. Non sento più il mio corpo!” le dissi
lievemente e le chiesi anche di non piangere. Doveva essere felice, avevo
mantenuto la promessa.
“Come posso essere felice. Ti avevo detto che non
importava più. Non volevo che mantenessi quella stupida promessa!” mi disse
piangendo ancora di più.
“Mentivi! Tu volevi che continuassi a provarci. Sono
riuscito a mantenere la parola!”.
Sakura mi afferrò la mano e la strinse alla sua
guancia calda, che confronto alla mia pelle, sembrava bruciare.
“Non è giusto! Disse tirando su col naso “Cosa ne
sarà dei tuoi sogni? Devi diventare hokage, ricordi?”
mi urlò.
“Va bene così! Diventare hokage
non era poi così importante. Quello che desideravo maggiormente era sentirmi
amato. Tu e tutti gli altri mi avete accettato e amato nonostante la mia
condizione. Grazie!” tossì e un gusto ferroso mi si sparse per la bocca. “Ho un
ultima richiesta da fare a Konoha!” dissi chiedendo
che anche Kakashi sentisse quanto avessi da dire.
Riuscii a dire le mie ultime parole con estrema
fatica e una volta terminato, le palpebre si serrarono lentamente e la mia mano
cadde a peso morto a terra.
Vidi una forte luce che sembrava chiamarmi. Feci
qualche passo per oltrepassarla. Finalmente avrei visto i miei genitori e riabbracciato
Ero-sennin, ma mi accorsi che qualcosa mi bloccava. I
miei piedi non avevano più intenzione di muoversi e lentamente quella luce così
accecante che mi riscaldava il cuore, si ridusse sempre di più fino a spegnersi
completamente.
Mi girai indietro confuso e come se mi trovassi al
cinema, vidi cosa stava succedendo intorno a me. Mi sembrava fosse passato un
attimo, eppure il mio corpo era già stato portato a Konoha
e sepolto vicino a quello di Jiraya.
Vidi i miei amici davanti alla mia lapide porgermi
dei fiori e piangere e mi sentii improvvisamente triste. Non volevo che fossero
tristi per nessuna ragione al mondo, tanto meno per colpa mia.
Volevo dire loro che ero ancora lì, che ero accanto
a loro, ma niente di quello che facevo e dicevo sembrava avere effetto su di
loro.
Nonostante
fossi morto, mi trovavo ancora lì, in mezzo alle persone che mi erano più care.
Come
la maggior parte delle persone, non sapevo cosa accadeva dopo la morte, ma
sapevo che qualcosa non andava. Mi sentivo in trappola, prigioniero, fuori
posto, come se non dovessi trovarmi lì.
Era
passata ormai una settimana dal mio funerale e a me sembrava passato solo un
minuto. Non avevo fame, non avevo sete, né alcuna necessità umana. Sentivo solo
il bisogno di sentirmi libero.
Andavo
spesso in giro per le vie di Konoha, ma di tanto
intanto, mi ritrovavo sempre allo stesso punto, davanti alla mia lapide.
I
cimiteri non mi erano mai piaciuti e invece ora mi ritrovavo costantemente in
quel luogo contro la mia volontà. Forse ero in qualche modo ancora legato al
mio corpo. Eppure non capivo.
Non
avevo alcun rimpianto, nessuna faccenda da concludere, quindi tecnicamente non
vi era niente che mi potesse trattenere in quel mondo.
Pensai
a lungo a una spiegazione plausibile, ma mi venne in mente una spiegazione solo
quando vidi Tsunade fare visita alla mia tomba e
quella di Jiraya.
Nonostante
non fossi nelle vicinanze della mia lapide, sentii quello che disse e la sua
profonda tristezza.
Essa
parlava con entrambi e diceva quanto le mancassimo, ma comunque al di là di
quando era successo, avrebbe mantenuto vivo il nostro ricordo e i nostri credo
ninja.
Fu
in quel momento che ebbi un’idea.
Se
ero ancora prigioniero in quel mondo, era per causa di qualche persona che amavo,
che non aveva intenzione di lasciarmi andare.
Feci
visita uno alla volta ai miei amici e tutti sembravano andare avanti con le
loro vite, come era giusto che fosse.
Mi
mancavano solo Kakashi, Sakura e Sasuke.
Andai
dal mio compagno ritrovato. Grazie alla mia richiesta non era stato
imprigionato e lasciato tornare al villaggio e ora viveva nuovamente nella sua
vecchia casa nel quartiere Uchiha.
Lo
vidi seduto a terra nella sua stanza con il volto rivolto al giardino. Il suo
sguardo era piuttosto assente e pensieroso.
Mi
accorsi poco dopo di un’altra presenza in casa.
In
piedi davanti a lui si trovava Kakashi, il quale
provava a conversare con Sasuke.
“Grazie
a Naruto, hai avuto la grazia di non essere
imprigionato e di rifarti una nuova vita. Dovresti uscire, ti farebbe bene!”
disse.
Sasuke
lo guardò seccato “Non voglio uscire da qui. Non voglio vedere gli sguardi
accusatori degli altri!”
“Nessuno
ti accusa di quanto successo. Lui poteva difendersi dal tuo colpo, ma non ha
voluto. Nessuno ti giudica per questo!” sospirò “È stato l’ultimo desiderio di Naruto quello che non ti venisse data la colpa per la sua
morte e per quanto sia stato difficile, soprattutto per i suoi amici, stiamo
cercando di esaudire al meglio possibile questo suo desiderio. Dovresti contribuire
anche tu, facendoti una nuova vita, è quello che lui vorrebbe!”
Kakashi
aveva riferito agli abitanti del villaggio il mio volere, cioè che Sasuke tornasse a vivere a Konoha
come suo abitante, senza che venisse giudicato male per quanto successo.
Infondo
era quello che sentivo. Io non attribuivo nessuna colpa a Sasuke
della mia fine. Ero felice di come erano andate le cose. Sasuke
era salvo, si era pentito delle cattiverie fatte. Morire era un sacrificio che
ero stato disposto a fare, purchè esso non si
perdesse ulteriormente in quel baratro in cui era caduto.
“Come
potete non accusarmi?” urlò Sasuke, alzandosi di
scatto in piedi “Indipendentemente da quello che dite, sono un assassino. Ho
ucciso io Naruto. Non mi importa che lui abbia deciso
di non difendersi e di morire. Io l’ho colpito a morte. Era quello che volevo,
ma solo ora capisco quanto sia stato uno stupido in tutti questi anni. Naruto non doveva sacrificarsi per uno come me, non lo
merito!” disse e quelle parole mi fecero arrabbiare, stava vanificando il mio
sacrificio. Avrei voluto colpirlo, ma sapevo che non avrei potuto e
involontariamente diedi un colpo alla scrivania accanto a me, facendo cadere il
bicchiere d’acqua che era sopra appoggiato.
Rimasi
stupito di quanto avessi fatto. Non pensavo di poter interagire col mondo
circostante.
I
miei amici si girarono stupiti, ma li vidi non dare troppo peso alla cosa.
Kakashi
si avvicinò a Sasuke e fece quello che avrei voluto
fare io, gli diede uno schiaffo.
Sasuke
rimase col volto piegato verso destra per qualche secondo.
“Non
ti permetterò di parlare in questo modo e di rendere la morte di Naruto un sacrificio vano!” disse Kakashi
arrabbiato. “Ora smetti di piangerti addosso, esci e se ti senti in colpa vai a
trovare Naruto. Sono convinto che lui possa vederti e
che sarà felice di una tua visita, al contrario lo renderai triste e arrabbiato
se continua a vederti qui a deprimerti. È questo che vuoi?”
A
volte mi sorprendevo di quanto Kakashi-sensei mi
conoscesse bene.
In
un batter d’occhio mi trovai in un altro luogo. Era vuoto e la persona che
cercavo non era li presente. Provai a recarmi all’ospedale, ma niente nemmeno
lì. Sembrava essere scomparsa nel nulla e non sapevo dove altro recarmi per
trovare Sakura.
Poi
sentii la sua voce. Era debole e lontana ed era tremendamente triste. Sentii il
mio cuore stringersi a quella tristezza. Mi concentrai sulla voce e mi ritrovai
in un luogo a me conosciuto e non mi piacque quello che vidi.
Nel
mio appartamento, seduta sul mio letto con il mio copri fronte stretto al
petto, vi era Sakura che piangeva disperatamente e che sussurrava il mio nome.
Si domandava il perché le cose fossero andate in quel modo e perché avessi
compiuto un tale gesto.
Avrei
voluto rincuorarla e dirle che ero lì. Ma non mi avrebbe sentito. Provai a
muovere qualcosa, come era successo a casa di Sasuke,
ma non ci riuscii. Forse da una parte era meglio così, l’avrei terrorizzata ed
era l’ultima cosa che volevo.
Sospirando
e, abbassando la testa, scomparii.
Eccomi
di nuovo lì, seduto su una lapide che si trovava davanti alla mia, a fissare la
mia foto. Ero sorridente in quell’immagine. Ricordo ancora quando era stata
scattata. Era il giorno del mio diciassettesimo compleanno, che era avvenuto
tre mesi prima. Era la prima volta che lo festeggiavo e i miei amici mi avevano
preparato una gran bella festa a sorpresa.
Poche
volte mi ero sentito felice come quel giorno. Per la prima volta da quando era
successo il fattaccio, cominciai a sentire un po’ di tristezza per essere
caduto in battaglia. Avrei tanto voluto che ci fossero stati altri compleanni, diventare
un uomo e provare a sapere cosa significa diventare genitori, ma nonostante
tutto non mi pentii di quanto avevo fatto.
Era
ormai il tramonto e il cielo era tinto di un bel rosso e guardandolo
improvvisamente mi ritrovai a piangere.
Avevo
capito il perché mi trovavo in quel mondo. Sasuke con
il suo senso di colpa e Sakura con il suo piangere, chiamarmi e non accettare
la mia morte, mi tenevano in quel mondo a loro insaputa.
Sentii
dei passi avvicinarsi e alzando lo sguardo, lo vidi.
Vidi
Sasuke a pochi metri di distanza. Fermo, incapace di
fare un altro passo verso di me…o di quel che ne
rimaneva.
Lo
vidi titubante, come se non avesse il coraggio di avvicinarsi.
Mi
sentii nuovamente arrabbiato con lui e provai a spingerlo. Gli passai
attraverso e rassegnato tornai a sedermi, aspettandonemmeno io so che cosa.
Non
potevo fare niente, solo attendere. Attendere che Sasuke
e Sakura si dimenticassero di me, per poter procedere oltre.
Conoscendoli
ci avrebbero messo parecchi anni, se non tutta la vita. L’attesa si prospettava
alquanto lunga. E per l’ennesima volta sospirai pesantemente.
Con
la coda dell’occhio vidi Sasuke irrigidirsi e
guardarsi intorno.
Forse
il mio sospiro era stato in qualche modo captato.
Finalmente
lo vidi raggiungere la mia lapide e lo vidi inginocchiarsi e fissarla.
Non
disse niente, continuava a guardarla, tanto che mi sentivo osservato,
nonostante io fossi dietro di lui.
Lo
vidi stringere i pugni a terra con violenza, strappando con rabbia l’erba e
quell’atteggiamento mi rattristo nuovamente e nuove lacrime scesero dal mio
volto. Non riuscii a trattenere un singhiozzo, ma mi sentii sollevato dal fatto
che Sasuke non fosse in grado di vedermi.
Sentii
nuovamente il mio nome e alzai la testa.
Sasuke
era nuovamente in piedi e accarezzava la pietra fredda della mia tomba. Non
disse una parola, non che me lo aspettassi, ma nemmeno un misero ciao prima di
andare via.
Lo
vidi andarsene proprio come era tornato e sapevo che la sua destinazione era
nuovamente la sua camera. Le parole di Kakashi non
erano servite a niente e altre lacrime continuavano a scendere dai miei occhi.
Non
capivo cosa stesse succedendo. Poche volte in vita mi ero messo a piangere,
mentre ora da morto mi ritrovavo a versare lacrime a ogni sentimento negativo
che avvertivo e purtroppo avvertivo quella dei miei amici, andando ad aggravare
la mia situazione.
Passò
un’altra settimana e cominciavo a sentirmi alquanto nervoso
per
quella prigionia.
I
miei amici venivano spesso a farmi visita. Shikamaru
mi insultava per il mio comportamento avventato e proprio come faceva sulla
tomba di Asuma, si metteva a fumare una sigaretta.
Sapevo che quello era una un istinto che gli veniva quando era nervoso. Speravo
vivamente che non mi raggiungesse presto a causa di tutto il fumo che immetteva
nei polmoni.
Hinata
veniva a bagnare la mia tomba e a riempire il mio vaso di fiori, senza mai
battere però Sakura.
Mi
dispiaceva per lei, non le avevo nemmeno detto grazie per avermi aiutato nello
scontro con Pain, ma sembrava affrontare abbastanza
bene la mia scomparsa e di questo ne fui sollevato.
Kakashi
invece veniva e per un tempo che interminabile rimaneva in silenzio a fissare
la mia foto, dopo di chè iniziava a parlarmi e a
riferirmi di essere preoccupato per Sasuke e Sakura e
di come le cose potessero andare tra di loro.
Non
capii a cosa si riferisse, finchè non vidi Sakura
inginocchiata alla mia tomba e Sasuke raggiungerla
dopo qualche minuto.
La
mia compagna appena vide Sasuke avvicinarsi, si alzò
di scatto pronta ad andarsene, ma il venne fermata per un braccio.
“Sakura,
aspetta!” disse Sasuke, il quale venne fulminato da
uno sguardo della mia compagna.
“Non
toccarmi! Non ti osare! Non dovresti essere nemmeno qui! Con che coraggio ti
presenti davanti alla tomba di Naruto, dopo che tu lo
hai ucciso!” disse accusandolo pesantemente.
Sussultai
a quelle parole, sentivo tutto il suo rancore, che mi agitavano come non mai.
Sasuke
abbassò la testa “Lo so, non dovrei essere qui. Probabilmente lui non vuole
nemmeno vedermi, ma sento la necessità di venire qui a trovarlo!”
“Io
invece sento la necessità di ucciderti con le mie mani! Ti odio, se avessi
immaginato cosa avrebbe comportato farti tornare a Konoha,
avrei preferito lasciarti marcire nella tua vendetta. Hai rovinato la mia vita,
quelle di molte persone e soprattutto quella di Naruto
e quel che è peggio e che non sei nemmeno stato punito. Puoi liberamente
scorazzare per il villaggio come se niente fosse!”
“è
stato un desiderio di Naruto, io non centro su
questo!” le ricordò Sasuke.
Infatti
era quello che volevo, che Sasuke non venisse gettato
in un lurido carcere e la sua vita non potesse cambiare. A mio parere quel
ragazzo poteva fare grandi cose se solo gli fosse concesso la possibilità.
Era
vero che doveva pagare per i suoi errori, ma per come la vedevo io, il suo
senso di colpa sarebbe bastato a punirlo e ora si ci metteva anche l’odio di
Sakura, l’unica ragazza che lo aveva amato davvero.
Sakura
continuò a insultarlo e a dirgli quanto sarebbe stato meglio che non fosse tornato
al villaggio o che al mio posto ci fosse stato lui. Diceva tutto questo tirando
in ballo me, una parola si e due no e questo non mi piaceva.
Era
stato un mio volere far tornare Sasuke a casa e al di
là della promessa era quello che volevo e non capivo perché questa cosa dovesse
pesare così tanto su Sasuke e su di me.
Cercai
di calmare Sakura facendole sentire la mia presenza, mettendole una mano sulla
spalla, ma non mi percepii. Con gli altri aveva funzionato, ma lei era troppo
concentrata a esprimere il suo disgusto verso Sasuke
e fu allora che capii la vera motivazione della mia presenza sulla terra.
Era
l’odio, l’odio che Sakura provava nei confronti di Sasuke
per avermi ucciso.
Avevo
un conto in sospeso, far sì che tutti, Sakura compresa accettassero il mio
ultimo desiderio.
Sakura
aveva ragione ad odiarmi e non potevo di certo dargli torto.
Ma
il suo odio nei miei confronti era secondo a quello che provavo io verso il
sottoscritto. Non riuscivo a perdonarmi per quanto avessi fatto e per quanto
potessi lavarmi, continuavo a sentire il sangue di Naruto
scorrere sulle mie mani.
Nemmeno
le innumerevoli docce che mi facevo ogni giorno, riuscivano a lavarmi via quella
sensazione di sporco che mi sentivo addosso.
Sbattei
un pugno sulla parete del bagno, appoggiandovi poi la testa, mentre l’acqua
calda, mi scorreva addosso nel tentativo di purificarmi.Non vi era momento in cui non pensassi a lui.
Era
stato solo uno stupido.La scelta di
andarmene dal villaggio era statamia,
la decisione di diventare un criminale era mia, la volontà di vendicarmi di mio
fratello e successivamente di Konoha era mia e infine
la sua morte era qualcosa che io avevo desiderato a lungo.
Come
aveva potuto pagare lui per tutti gli errori che avevo commesso? Non riuscivo
ad accettarlo. Mi sentii un idiota a provare quei sentimenti, infondo per anni
avevo desiderato di vedere il mio compagno morire trafitto dalla mia spada. La
sensazione che provavo allora al solo pensiero, mi procurava un senso di
soddisfazione, completamente di verso da quello che provavo ora.
Colpa,
ribrezzo, vergogna.
Non
mi sarei mai aspettato di sentirmi così, non dopo aver posto fine alla vita di
molte altre persone.
Mi
sentivo a pezzi, il mio cuore era in frantumi e non riuscivo a desiderare
altro, che di trovarmi al suo posto, ma Naruto aveva
impedito che ciò avvenisse perché a me ci teneva e io avevo ricambiato il suo
amore con odio. Non mi ero mai reso conto di avere dei amici che tenessero così
tanto a me, proprio come non mi ero mai accorto di quello che Itachi aveva fatto perché io potessi continuare a vivere in
un paese dove la tranquillità regnava, perché lui aveva fatto in modo di
impedire che un colpo di stato per mano degli Uchiha,
comportasse una nuova guerra a Konoha.
La
mia vita era stata un continuo errore e sapevo che mai avrei potuto porre
rimedio alle cattiverie commesse. Mi avrebbero perseguitato per tutta la vita,
ma Itachi, attraverso Naruto
e Naruto stesso, erano riuscitia liberarmi da quel circolo vizioso, che era
la vendetta, in cui ero caduto, impedendomi così di farmi ulteriormente del
male. Itachi comparendomi durante l’ultimo scontro
con quel dobe, Naruto
facendosi uccidere per evitare che fosse lui a uccidere me.
Avrei
dovuto ringraziarlo per avermi concesso una seconda possibilità, ma non
riuscivo.
Ce
l’avevo con lui, perché io non meritavo di vivere al contrario di lui. Era lui
che era disposto ad aiutare tutti, lui che si faceva in quattro per vederti
sorridere, lui che era in grado di trasformare le persone ed era sempre lui che
lottava per un mondo migliore.
Il
mondo aveva bisogno di una persona come Naruto,
invece faceva a meno di un altro assassino come me.
Da
quando era morto non facevo altro che andare alla sua tomba, per insultarlo e
domandargli il perché avesse compiuto quella stupidaggine, e tornare a casa a
deprimermi, domandandomi che senso avesse la mia vita.
Non
pensai nemmeno di riscattarmi e di farmi perdonare. Per come la pensavo non
meritavo il perdono di nessuno, né nessuno me lo avrebbe concesso. Avrei
marcito ai confini del villaggio di Konohafinchè anche io avrei cessato di vivere.
Le
parole di Kakashi e di Tsunade
di lottare mi entravano e uscivano dalle orecchie. Non volevo saperne di quello
che avevano da dire e non mi importava tornare a fare il ninja di un paese che
per anni avevo progettato di distruggere. Non ne ero degno e mai più lo sarei
stato.
Mi
addormentavo con questi pensieri e ogni notte facevo sempre lo stesso sogno.
Sognavo quel dobe e lo vedevo come mai lo avevo
visto. Deluso, amareggiato, triste, con lacrime che gli rigavano il volto e la
cosa più strana era la presenza di catene intorno al suo corpo.
Dopo
quel sogno, che mi svegliava tutte le mattine in un bagno di sudore per le
spiacevoli sensazioni che mi dava, sentivo il bisogno di andare al cimitero da Naruto per chiedergli scusa.
Ero
convinto che quel sogno era sinonimo della tristezza che Naruto
provava ovunque si trovasse ed era colpa mia se era in quello stato. Ma più
passavano i giorni, più i sogni continuavano ad andare avanti a volte
diventavano più tremendi tanto da farmi temere la mia stessa ombra nelle notti
più buie. Le mie scuse e le mie visite non portarono a niente, il sogno non
scompariva e cominciai a convincermi che fosse il mio senso di colpa a
mostrarmi un Naruto in quelle condizioni. Cercai di
convincermi che esso fosse in un posto magnifico e felice, insieme al suo
maestro e ai suoi genitori, che aveva finalmente potuto abbracciare, ma quando
quel pensiero mi colpiva la mente, accadeva sempre qualcosa di strano. Sentivo
sempre un respiro affannato, a volte alitarmi sul collo.
Era
solo una mia sensazione, continuavo a dirmi, ma un giorno un evento
inspiegabile si verificò.
La
porta a scorrimento della mia stanza si aprì da sola.
Mi
alzai di scatto con un kunai alla mano, pronto a
scoprire quale intruso si nascondesse a casa mia. Inizialmente non trovai
niente e pensai che chiunque fosse stato ad aprire la porta, se ne fosse
andato, ma sentii dei rumori in lontananza e correndo mi precipitai in cucina,
dove appena entrato vidi vari oggetti per terra sparsi qua e là.
“Chi
c’è?” urlai “Se ne hai il coraggio fatti vedere!”
Ero
convinto fosse qualcuno che voleva farmi pagare le mie azioni, prima con
piccoli avvertimenti, successivamente con metodi più drastici.
Improvvisamente
vidi alcuni degli oggetti cominciare a volare per la stanza da solk. Pensai a dei fili di chakra
invisibili o a un’illusione creata da qualcuno, ma attivando lo sharingan mi accorsi che nessuna delle due ipotesi era
veritiera.
Non
c’era nessun tipo di chakra nelle vicinanze, ma
qualcosa di insolito colpì i miei occhi.
Un’aura
debole di colore bianco trasparente, si trovava lì davanti a me. Non aveva una
forma precisa e non sembrava muoversi, ma capii che era opera sua quanto stava
accadendo.
Capii
che si trattava di una persona, ma nessun uomo poteva non avere in corpo
nemmeno una goccia di chakra. La soluzione mi venne
subito in mente e bisbigliando, con i cuore in gola, dissi “Naruto!”
Pov Sakura
Era
passata poco più di una settimana e Naruto continuava
a mancarmi immensamente.
Ricordo
che inizialmente lo trovavo un ragazzo insopportabile, poi poco alla volta,
capii quanto importante fosse per me. Era un amico vero e sincero che avrebbe
fatto di tutto pur di farmi felice.
Non
riuscivo a farmi una ragione della sua morte e speravo di vedere quella sua
testa bionda e il suo sorriso spuntare fuori da qualche parte a Konoha, ma non accadde mai. Lui era sempre li, sotto quella
massa di terra che costituiva la sua nuova casa.
Avrei
tanto voluto che quello che stavo vivendo fosse solo un orribile incubo, il
quale, una volta finito, avrebbe lasciato posto alla realtà, una realtà dove Naruto era ancora vivo e mi assillava con le sue
sciocchezze e i suoi inviti a mangiare ramen.
Lo
“odiavo” per essersi fatto uccidere, ma odiavo ancora di più Sasuke. Per me non era più niente, solo un essere immondo,
uno spietato assassino impunito per le sue malefatte.
Cercavo
di non pensare a lui, ma appena il volto di Naruto
compariva nei miei pensieri, quella di Sasuke la
ricopriva, facendomi salire una tale rabbia, chemi faceva lanciare all’aria qualsiasi cosa mi
capitasse a mano.
Non
uscivo più di casa, se non per andare a portare dei fiori a Naruto.
In qualche modo volevo parlare con lui, sfogarmi e ricevere consigli, perché
ovunque esso fosse, sapevo che poteva sentirmi, ma alle mie orecchie non giunse
mai alcuna sua risposta.
Tornare
al lavoro non ci pensavo neanche, nonostante le richieste di Tsunade.
Sapeva
che avevo bisogno ancora di tempo per elaborare il lutto, ma allo stesso tempo
mi spronava a tornare in pista, per aiutarmi a continuare la mia vita e a non
lasciarmi cadere nel baratro dei ricordi che mi facevano stare male.
Era
passata solo mezza giornata dall’ultimo mio rifiuto e dopo essermi chiusa in
camera e aver fissato il soffitto per diverso tempo, mi misi seduta sul letto a
guardare fuori dalla finestra. Era sera e la luna piena splendeva in un cielo
ricoperto di stelle.
Era
uno spettacolo bellissimo, ma non riuscivo a godermelo, pensavo che Naruto non avrebbe più potuto vedere un cielo così
splendido.
Abbassai
la testa e notai che la luce della luna si rifletteva su un oggetto.
Era
la foto del mio team, quella che scattammo all’età di 12 anni.
Quante
volte l’avevo osservato, versando fiumi di lacrime e anche in quel momento
quelle gocce salate, cadevano sul vetro della foto.
Per
un motivo o per un altro, quell’immagine che avrebbe dovuto essere un bel
ricordo, portava solo dolore e in quel frangente la causa del dolore che mi
attanagliava il cuore, era raffigurato accanto a Naruto.
Aprii
il cassetto e presi delle forbici e aprendo la cornice, estrassi la foto per
tagliare via Sasuke. Aveva voluto distruggere il
nostro team andandosene e l’aveva disintegrato completamente tornando e
uccidendo Naruto. Non meritava di essere raffigurato
in quella foto. Non mi importava se rimaneva un vuoto, per me Sasuke era morto, proprio come Naruto,
ma a differenza di quest’ultimo, non mi sarebbe mancato.
Presi
un piattino che era sulla mia scrivania e togliendo le cianfrusaglie che vi
erano all’interno, vi misi la foto di Sasuke e con un
accendino gli diedi fuoco.
Appena
l’angolo si infiammò, un forte vento si alzò e spense il fuoco. Mi girai per
chiudere la finestra, quando mi accorsi che era chiusa. In effetti io non
l’avevo precedentemente aperta.
Ebbi
una brutta sensazione in quel momento. Un brivido di freddo percorse la mia
schiena e mi sentii osservata, ma non vedevo nessuno. La mia stanza era come
sempre tranquilla e quindi provai a convincermi che quel vento gelido che mi
aveva fatto venire i brividi fosse uno scherzo della mia mente, dovuto alla stanchezza
a al dolore della perdita del mio amico.
Questo
pensiero però non durò a lungo, perché sentii un vetro rompersi lentamente
senza che nessuno lo toccasse. Era il vetro della foto del team, che si stava
crepando all’altezza di Naruto. Successivamente essa
cadde e assistendo di nuovo qualcosa di strano nella stanza, urlai.
PovTsunade
Ero
stata chiamata d’urgenza dalla famiglia Haruno.
La
madre mi spiegò di aver trovato Sakura in stato di shock , rannicchiata in un
angolo della sua camera.
La
visitai. Vidi il pallore sul suo volto e sentii le forti pulsazioni del polso.
Qualsiasi cosa fosse accaduta, doveva averla spaventata molto. Le domandai cosa
fosse successo e dopo pochi minuti di silenzio, mi raccontò quanto accaduto.
Non
sapevo a cosa credere, ma vedendo il caos che era presente in quella stanza,
capii che qualcosa di sovrannaturale era accaduto.
Sakura
non si sarebbe fatta sorprendere o spaventare così tanto da qualcosa di umano.
Era una ragazza determinata e coraggiosa e per quanto ora fosse amareggiata e
confusa, non si sarebbe lasciare sopraffare da un attacco nemico.
Mi
disse di aver sentito una presenza, un vento gelido che le aveva attraversato
il corpo e aveva sentito anche il tocco di qualcosa o qualcuno, finchè vari oggetti, cominciando a muoversi, avevano
cercato ripetutamente di colpirla. Poi tutto a un tratto, la calma tornò a
regnare nella stanza, lasciando però il devasto.
Le medicai un taglio
che aveva alla testa, per fortuna era poco profondo, ma la cosa assurda fu il
fatto che niente l’aveva minimamente sfiorata.
“è
un fantasma” continuava a ripetermi Sakura, nonostante faticasse a credere a
quanto dicesse, in quanto scettica che certe cose potessero esistere, ma era
l’unica spiegazione che potesse darsi.
Non riusciva a spiegarsi chi potesse essere,
né perché le facesse questo. L’unica persona morta di recente era Naruto, ma oltre al fatto che non riuscivamo a capire il
perché per manifestarsi ci avesse impiegato così tanto, esso non era mai stato
capace di far del male alle persone che non conosceva, figuriamoci a una
persona che amava.
Mentre
cercavo di calmare Sakura, notai un piattino con la foto di Sasuke,
in parte bruciata, per terra. Il mio sguardo si fissò su di esso cercando di
formulare qualche sorta di pensiero, quando Sakura mi disse “Volevo bruciare la
foto di Sasuke. Voglio cancellarlo dalla mia vita,
non voglio più vederlo, io…io lo detesto, non posso
perdonarlo!”
Non
dissi niente a quelle parole, in parte me lo aspettavo, ma non potevo immaginarmi quello che avrei
visto dopo. Sentii dei passi pesanti avvicinarsi, come se la persona che stava
camminando fosse ferita. Avevo lo sguardo a terra quando vidi due piedi
affiancarsi a me, con delle gocce di sangue che colavano e macchiavano il
pavimento. Ebbi un brivido lungo la schiena, sentivo che c’era qualcosa e per
istinto alzai lentamente gli occhi.
Non
vidi niente e i piedi apparsi qualche momento prima scomparvero. Qualcosa o
qualcuno c’era e ci stava osservando.
Più
passava il tempo, più mi sentivo irrequieto e bisognoso di scaricare la mia
frustrazione. Volevo andarmene da quel mondo, volevo raggiungere i miei
genitori, abbracciarli dopo tanto tempo e non potevo farlo. Quella prigionia mi
stava dando alla testa e non sapevo per quanto tempo avrei ancora resistito.
Non pensavo che un fantasma potesse perdere la testa, ma a quanto pare la
troppa energia accumulata aveva questo effetto ed anchea causa di questa energia che a casa di
Sakura persi il controllo di quanto stessi facendo e gli oggetti della sua
stanza cominciarono a fluttuare, con alcuni di essi che cercavano di colpirla.
Per
fortuna riuscii a fermarmi prima che potessi ferirla realmente, ma la rabbia
che mi aveva procurato vederla bruciare la foto di Sasuke,
dopo che lei aveva personalmente sentito la mia richiesta di non avercela con Sasuke, fece accadere qualcosa di insolito. Fino ad allora
il mio corpo era normale, sebbene non fosse tangibile, la mia tuta era integra
e le ferite, che avevo al momento della mia morte, scomparse, eppure da un
momento all’altro sentii qualcosa colare sul mio occhio. Il sangue di una
ferita che mi ero procurato durante l’ultimo scontro sulla testa sopra l’occhio
sinistro, aveva cominciato a colare.
Non
capivo cosa stesse succedendo e il perché alcune mie ferite si stessero
rigenerando, ma sentivo che la situazione sarebbe peggiorata a lunga andare,
con la rabbia e tristezza che accumulavo nel vedere i miei amici comportarsi in
un certo modo.
“Non
stai accumulando solo le tue sensazioni!” mi disse una voce infantile.
Mi
guardai intorno senza vedere nessuno, finchè dal
nulla apparve una bambina sui 6 anni dalle lunghe treccine vestita in un modo
non al passo con i tempi, con delle occhiaie profonde e delle ustioni in gran
parte del corpo.
“Chi
sei tu? Sei anche tu un fantasma?”
La
vidi annuire “Esattoe so cosa ti sta
succedendo, anche a noi è successo!”
“Noi?”
dissi per vedere apparire un altro fantasma molto somigliante alla bambina, sia
di viso che di abbigliamento. Era il fratello maggiore, sui undici anni circa e
anch’esso era nelle stesse condizioni della sorella.
“Sei
un fantasma novizio e la pace che hai provato i primi giorni dopo la tua morte,
è scomparsa lasciando un sentimento di inquietudine dovuto alla prigionia su
questa terra. Inoltre hai scoperto che il tuo ultimo desiderio non è stato
esaudito, rendendoti ulteriormente infelice. E come se non bastasse riesci a
captare i sentimenti di coloro che ami. Se questi provano rabbia verso qualcosa
o qualcuno, la trasmettono a te, già provato dai tuoi sentimenti e in caso di
sentimenti negativi, un fantasma, con la sola presenza può diventare
pericoloso!”
Sussultai,
non volevo fare del male ai miei amici.
“Finchè non imparerai a controllare la tua energia, sarà difficile
star loro vicino senza manifestare la tua presenza. Stargli lontano sarebbe
l’unica soluzione, ma l’istinto di voler risolvere il tuo conto in sospeso, ti
spinge verso di loro!” disse il ragazzo.
“Ci
deve essere un modo perché io possa sistemare le cose e procedere oltre senza
far loro del male?” chiesi sperando di ricevere una risposta che eliminasse
questo problema.
La
bambina mi guardò seria per poi dire seccamente “Non puoi far niente, oltre che
abituarti a questa situazione! Solo quando avrai accettato questo tuo stato, ci
riuscirai!”
“Ma
è impossibile abituarsi. Sono qui da solo due settimane circa e mi sento
talmente soffocare da questa situazione che vorrei morire nuovamente per
trovare la pace! Voi mi sembrate tranquilli, come avete fatto?” chiese Naruto.
“Sono
secoli che vaghiamo su questo pezzo di terreno e a lungo andare ti rassegni
all’idea di non poter passare oltre, soprattutto quando coloro che fanno sì che
tu non possa attraversare la luce, muoiono!”
Sussultai
nuovamente.
“Non
voglio stare qui così a lungo!” dissi stringendo i pugni.
“Allora
puoi solo sperare che capiscano che ci sia tu dietro a tutti gli eventi
misteriosi che capitano loro e che facciano in modo di lasciarti andare!” disse
il ragazzo.
“Non
riusciranno mai a comprendere. I vivi non possono capire quello che noi
proviamo e preferiscono pensare che siamo in un posto migliore, ignorando le
nostre sofferenze anche con i nostri segnali. Cercano sempre una spiegazione
razionale!” disse la bambina con voce triste.
“Esperienza
personale?” chiesi
“Non
proprio, ma fra fantasmi ci si informa. Noi siamo bloccati qui per un altro
motivo!” disse il ragazzo.
“Cosa
vi è successo?” chiesi interessato, volevo cercare di scoprire il più possibile
sulla mia condizione di fantasma e scoprire cosa era accaduto loro, poteva
aiutarmi.
“Prima
che Konoha sorgesse, su queste terre vi era un altro paesino…molto povero. I nostri genitori facevano sacrifici
enormi pur di renderci felici, a volte privandosi del pane per darlo a noi.
Dicevano di amarci e che ci avrebbero sempre protetto, ma il giorno della
nostra morte, quando io e mia sorella eravamo in casa da soli, un incendio
scoppiò dal nulla. Non potemmo scappare, ma prima di perdere i sensi a causa
del fumo, vedemmo i nostri genitori fuori dalla casa attraverso la finestra,
tranquilli ad attendere che tutto finisse! Non hanno fatto niente, non hanno
minimamente provato a salvarci”.
Sgranai
gli occhi incredulo.
“Capisci
perché non siamo riusciti a passare oltre? I nostri genitori ci hanno uccisi,
ci hanno sempre mentito!” disse il ragazzo con rabbia.
“Cosa
avete fatto allora? Perseguitato i vostri genitori?”
“No”
cominciò la bambina “Eravamo e siamo tutt’ora legati a questo posto e non
riuscivamo a cambiare luogo. I nostri genitori se la sono filata, ma da allora
qualsiasi cosa venisse costruita su questo pezzo di terra che corrisponde alla
nostra vecchia casa e alla nostra tomba, a causa della rabbia che avevamo
accumulato, veniva distrutta dalla sola nostra presenza, anche se a volte
abbiamo contribuito. Solo quando è stato costruito questo cimitero, abbiamo
deciso di non interferire con la nostra influenza!”
“Perchè?” chiesi loro.
“Perché
qui giacciono persone come noi!” disse la bambina semplicemente.
“Queste
tombe corrispondono a persone che non esistono più, molte delle quali sono
state uccise proprio come noi e che tutt’ora non trovando la pace, vagando per
la terra. Non potevamo non aver rispetto per queste persone, come per anni le
persone non hanno avuto rispetto per le nostre tombe!” disse infine il ragazzo.
“Noi
ti abbiamo messo all’erta. Se non riesci a liberarti dei sentimenti cattivi o a
controllare la tua energia, potresti cambiare. Sta attento!” disse la bambina
prima di scomparire.
Quell’incontro
mi lasciò parecchio turbato. Avevo capito che a lunga andare avrei potuto
divenire pericoloso. Alla fine non era cambiato molto da quando era in vita, in
un modo o nell’altro potevo sempre trasformarmi in qualcosa per cui la gente
avrebbe dovuto aver paura.
Dovevo
assolutamente risolvere il mio conto in sospeso prima di diventare un anima
tormentata per i secoli avvenire.
Pov
Sakura
Mi
sveglia con i caldi raggi del sole che penetravano dalla finestra. Inizialmente
era stordita come mi capita sempre appena sveglia, ma i ricordi di uno strano
sogno fatto, mi tornarono subito alla testa.
Avevo
sognato di vedere gli oggetti della mia stanza muoversi e sentito una presenza
accanto a me, fredda.Pensai di aver
mangiato pesante la sera prima, ma quando cercando di darmi una sistemata, mi
specchiai e vidi il taglio che avevo alla testa, sussultai.
Strano
pensai. Ricordavo di essermi ferita alla testa sopra l’occhio sinistro, durante
il sogno.
Cercai
di ricordare come avessi potuto procurarmi quel graffio, ma solo quel terribile
incubo era presente nella mia testa.
Mi
sentivo come se stessi diventando pazza. Una parte di me diceva che quello che
era accaduto nel mio subconscio, corrispondeva a realtà, ma era una cosa
talmente assurda, che la mia parte razionale non fu disposta ad accettarlo.
Decisi
così di accontentare Tsunade e di tornare al lavoro.
Stare rinchiusa in quella casa non stava avendo dei buoni effetti su di me e mi
resi conto che avrei dovuto reagire, prima di perder la testa, rischiando di
essere rinchiusa in un manicomio. Mi domandavo se Naruto,
in questo tentativo di andare avanti, si sentisse come trascurato, dato che la
mia mente si sarebbe in qualche modo svagata.
Sulla
strada verso l’ospedale, comprai dei fiori e mi recai alla sua tomba. Non
volevo che esso pensasse che cercavo di dimenticarlo e gli promisi, che ogni
giorno sarei andato a trovarlo e a raccontargli tutto quello che accadeva al
villaggio, inmodo tale di renderlo
partecipe alla vita del suo paese natio, una vita che avrebbe dovuto vivere.
Trovai
Kakashi al cimitero. Era davanti alla lapide della
memoria e quando mi vide mi fece un cenno con la mano. Ricambiai per poi
dirigermi verso la mia destinazione.
Mi
spaventai quando vidi la tomba di Naruto. Se
inizialmente era normale, una pietra fredda senz’anima, improvvisamente dal suo
nome scolpito nellaroccia, cominciò a
sgorgare del sangue e in modo copioso.
Strizzai
gli occhi e riaprendoli vidi che la situazione era tornata normale.
Doveva
per forza essere stata una allucinazione o forse la luce del sole che colpiva
la lapide, creava qualche strano scherzo visivo.
Tolsi
i fiori che avevo posto il giorno prima, ormai mosci e vi poggiai quelli nuovi.
Salutai
Naruto come se realmente ce l’avessi davanti.
“Ciao
baka! Sono passate quasi due settimane da quando…” non riuscii a dirlo” ma mi sembra ancora così
assurdo. Probabilmente mi prenderai per una sciocca, dato che non ti ho mai
rivolto tante attenzioni come ora, ma la verità e che mi manchi tanto!” dissi
mentre un paio di lacrime rigavano il mio volto.
“Vorrei
tanto poter tornare indietro a quattro anni fa e non chiederti mai di stringere
quella promessa. Magari le cose sarebbero andate diversamente. Tu saresti
ancora accanto a me a infastidirmi con le tua sciocchezze e a proteggermi dalle
cose brutte della vita. Tu facevi apparire qualsiasi situazione più leggera di
quanto fosse realmente eppure, ora non sei qui vicino a me per consolarmi, ma
sei proprio tu la causa del mio dolore. Scusa, dimentica quanto ho appena
detto, l’ultima cosa che vorrei è farti sentire in colpa!” dissi asciugandomi
le lacrime.
Improvvisamente
sentii dei passi accanto a me e una mano che si appoggiava sulla spalla. Mi
girai di scatto col cuore che batteva all’impazzata.
“Kakashi-sensei, mi hai spaventato!” dissi sospirando di
sollievo e tornando a fissare la lapide.
“Scusa,
luogo sbagliato per fare certe entrate!”
Annuii
e guardai attentamente la foto di Naruto e accadde
nuovamente qualcosa di insolito. La sua immagine sorridente, si trasformò. Lo
visi inizialmente arrabbiato e deluso, successivamente si trasformò in un
teschio. Gridai e portai le mani agli occhi per non vederlo. Mi sentii
afferrare per le spalle e scuotere dolcemente.
“Sakura,
cos’hai?” era Kakashi che mi riportava alla realtà.
Spaventata
riguardai nuovamente la foto del mio compagno.
Tutto
normale.
Cominciai
a piangere disperatamente.
“Credo
di star impazzendo!” disse guardando il mio insegnante con un aria che chiedeva
aiuto.
PovKakashi.
Era
normale che una grave perdita potesse shoccare, ma non era normale come Sakura
e Sasuke stavano reagendo alla perdita del loro
compagno.
Sakura
era stravolta e sconvolta e si comportava in modo strano, mentre Sasuke aveva delle allucinazioni piuttosto preoccupanti.
La
sera prima mi ero recato al suo appartamento per portargli qualcosa da mangiare.
Nonostante
le mie raccomandazioni, non voleva proprio saperne di lottare e non mi sarebbe
sorpreso scoprire che si sarebbe volentieri lasciato morire di fame o ucciso
con le sue stesse armi.
Per
questa ragione andavo spesso a controllarlo e non erano poche le volte che
l’avevo trovato in uno stato confusionario, ma la sera prima era peggiore delle
altre volte.
Lo
trovai in cucina che guardava davanti a sé pallido come un cencio. La stanza
era sotto sopra e esso sembrava guardare con uno sguardo assente, con lo sharingan attivo, un punto vuoto della camera.
Ci
misi un po’ a svegliarlo e quello che mi riferì una volta tornato in lucido, fu
assurdo.
“Naruto è qui!”
Sussultai
a quelle parole e non potei fare a meno di contraddirlo. Non c’era nessuno in
quella stanza, né nei dintorni, tanto meno Naruto.
Lo
feci sedere e gli diedi un bicchiere d’acqua per farlo calmare e quando un po’
di colorito torno sul suo viso, gli chiesi di spiegarmi nei minimi dettagli
quando accaduto.
Mi
riferì che cose strane accadevano negli ultimi tempi in casa sua, tra respiri
pesanti e oggetti che volavano, non riusciva più a capire se qualcuno si stesse
prendendo gioco di lui o se stesse perdendo il senno. Quella sera però tutto
diventò chiaro…almeno per lui.
Continuava
ad affermare che era Naruto la causa di quegli eventi
e affermava di averlo visto.
Preoccupato
per lo strano comportamento di entrambi i miei allievi, decisi di riferire
tutto all’hokage, la quale chiese una convocazione
del mio team nel suo ufficio quella mattina stessa.
Quando
Sakura vide che nella stessa stanza ci sarebbe stato anche Sasuke,
lo fulminò prima di provare ad andarsene. Ma la fermai, bisognava chiarire
tutta quella faccenda.
Sakura
si mise al mio fianco, dalla parte opposta di Sasuke
e cominciò, sotto richiesta di Tsunade, a raccontare
tutti gli avvenimenti strani che le erano accaduto. Finito, la parola passò a Sasuke.
Nonostante
il tentativo di evitare il compagno, notai con lo sguardo che Sakura era interessata
a quanto l’Uchiha affermasse.
“Ragazzi,
voi state affermando con questi racconti, che ci sarebbe un fantasma che si
diverte a spaventarvi. E quel che è peggio Sasuke, è
che secondo te questo fantasma sarebbe proprio Naruto!”
dissi scettico e infastidito. “Prima di tutto faccio fatica a credere che i
fantasmi esistano e che possano in qualche modo interagire col mondo dei vivi e
secondo, ammesso che sia possibile, non accetto l’idea che voi accusiate Naruto di fare certe cose. Il vostro compagno è morto,
abbiate un po’ di rispetto verso colui che si è sacrificato per voi. Non attribuitegli
la colpa di certi sogni o visioni che avete. Siete sconvolti per la sua morte e
lo capisco, ma forse è proprio questa la causa delle cose assurde che vi
capitano. Inoltre potrebbe essere benissimo lo scherzo di qualcuno, soprattutto
verso di te Sasuke. Non dirmi che non hai mai pensato
che qualcuno avrebbe tentato di vendicarsi dopo anni di omicidi e tradimento!”
Sasuke
mi guardò con il suo solito sguardo di ghiaccio.
“Silo pensato. Talmente tante volte che a volte
anche io fatico a credere a quello che ho visto, ma devi credermi se ti dico
che ieri sera a casa mia non vi era traccia di vita umana. Vi era solo un aurea
strana e non definita, qualcosa che non avevo mai visto. Come me lo spieghi tu
questo?”
Non
dissi niente. Avevo pensato a un’allucinazione, ma lo sharingan
aiuta a combattere e Sasuke era ben a conoscenza del
suo occhio per cascare in certi trucchetti.
“Kakashi, fino a ieri sera, prima di recarmi da Sakura,
sarei stata d’accordo con te. Non ho mai creduto a certe cose e soprattutto non
mi era parso di vedere niente di strano fino a ieri!” sussultai e aspettai che
l’hokage continuasse. “Ho visto dei piedi accanto a
me e del sangue cadere sul pavimento, ma quando alzai lo sguardo per vedere
cosa o chi fosse, non c’era assolutamente niente. Non pensai nemmeno a un
instante a una possibile allucinazione. Sentivo la presenza di qualcuno e i
suoi occhi puntati su di me!”
“Quindi
anche lei crede che ci sia un fantasma in questa storia?”
Tsunade
annuì.
Per
quanto potessi essere scettico su questo argomento, mi sorse spontanea la
domanda “Pensa davvero che sia Naruto?”
Tsunade
mi guardò seria “No, non può essere. Quella presenza era fredda, oltre al fatto
che ha cercato di far del male a Sakura.Naruto non lo farebbe mai!”
PovNaruto
Ecco
che con le loro supposizioni mi condannavano a una eternitàtormentata e senza pensarci un attimo, cercai
di far cambiare loro idea.
Ero
rimasto calmo fino a quel momento ad ascoltare i loro discorsi e la mia calma
si era manifestata non facendo accadere assolutamente nulla di insolito per i
vivi, ma quando eliminarono dalle ipotesi che il fantasma potessi essere io, mi
infastidii talmente tanto, che aprii la porta della stanza e la feci sbattere
violentemente.
Tutti
sussultarono e si guardarono negli occhi. Sakura e Sasuke
avevano gli occhi sgranati e lo stesso vale per Tsunade,
ma Kakashi corse fuori, per beccare il possibile
responsabile dello scherzo.
“Non
c’è nessuno qui fuori” disse il mio sensei.
“Potrebbe
essere il fantasma!” disse Sakura rabbrividendo.
“Solo
perché non ho visto nessuno, non vuol dire che non ci sia un essere umano
dietro a questo scherzo. Probabilmente qualcuno ha ascoltato i nostri discorsi,ha
sbattuto la porta per farci spaventare e se n’è andato prima che potessimo
beccarlo!” disse, ma non mi piacque quanto stava affermando. Stava nuovamente
sorvolando il problema. Se gli altri cominciavano a comprendere, Kakashi, cercando una spiegazione razionale a tutto quello
che accadeva, sviava Sakura e Sasuke dalla verità e
allontanava sempre di piùquella luce
che desideravo tanto attraversare.
Decisi
di cancellare il suo scetticismo in qualche modo, ma non credevo che si sarebbe
dimostrato così difficile. Accanto a lui c’era una libreria e gli scaraventai
alcuni libri addosso, dai volumi più piccoli a quelli più pesanti, uno dei
quali gli cadde sul piede.
Kakashi
si allontanò da quella pioggia di cultura e attivò lo sharingan
per cercare il colpevole.
“Ora
quale spiegazione razionale dai a tutto questo?” gli urlai in faccia
comparendogli davanti.
Come
previsto non riuscì, nemmeno con lo sharingan, a
vedermi , né a sentirmi.
“Naruto? sei davvero tu!”
Mi
girai lentamente verso la voce e rimasi stupito.
Sasuke
mi fissava con aria sorpresa, ma non era uno sguardo dato a caso nel vano
tentativo di vedere qualcosa, ma i nostri sguardi ebbero un contatto, proprio
come quando parlavamo da vivi.
Non
riuscii a dire niente se non “Tu puoi vedermi?”
************************
Vi
informo che forse per un po’ non potrò aggiornare, grazie al mio pc che fa gli scherzi e che domani mi verrà portato via.
Spero
di riaverlo presto, ma da vecchie esperienze, è probabile che mi torni indietro
fra un mese, se non di più, più rotto di prima.
Ho
un altro pc, ma non so perché, appena provo ad aprire
word per scrivere, va in tilt. Se riuscirò ad aggirare l’ostacolo, continuerò
ad aggiornare in caso contrario, abbiate pazienza.
A
presto e fatemi sapere come sempre il vostro pensiero.
Non potevo credere ai
miei occhi, o meglio allo sharingan.
Esso mi aveva sempre
fatto vedere la verità, rivelandomi anticipatamente le mosse dei miei avversari
e facendomi scovare possibili pericoli nascosti nell’ombra.
Non credevo possibile
che un’allucinazione potesse colpire l’abilità innata delmio clan.
Non poteva essere vero.
Scossi la testa e
strizzai gli occhi nel tentativo di scacciare quell’immagine dalla mia mente,
ma una volta riaperti, lui era ancora li.
Mi guardava con occhi
sgranati, come se non si aspettasse di essere visto da qualcuno.
“Tu puoi vedermi?” mi
domandò quasi impaurito.
Non seppi che rispondere
e annuii semplicemente con la testa.
“Come è possibile? Non
dovresti essere in grado di farlo. Nessuno può vedere un fantasma, nemmeno
quegli stupidi occhi che ti ritrovi, dovrebbero rivelare la mia presenza!” mi
disse sempre con un aria sorpresa.
Lo vidi girarsi verso
Kakashi e muovergli una mano davanti al viso, ma il mio insegnante non fece una
piega.
“Kakashi, tu non vedi
niente?” chiesi rivolgendomi a un possessore dello sharingan.
Kakashi mi guardò
incuriosito e poi guardando a destra e a sinistra, disse “Cosa dovrei vedere?”
Indicai Naruto, ma
ovviamente per il sensei, indicai direttamente lui.
“Naruto è…è davanti a
te!” dissi con una voce talmente incredula, che non credevo di possedere.
Infatti, fino a quel
momento niente era stato in grado di stupirmi.
“Sasuke, cosa stai
dicendo?” mi chiese Tsunade capendo le mie parole.
Mi portai una mano alla
testa e abbassai gli occhi. “Oh gli occhi che Itachi mi ha donato hanno qualche
problema, o sto impazzendo!”
Mi sentii una mano
appoggiare sulla spalla. Alzai lo sguardo e Kakashi mi guardò con uno sguardo
quasi dolce, uno sguardo che mai mi aveva rivolto.
“Forse il tuo senso di
colpa, per quello che è successo e la suggestione che hai avuto attraversoi nostri discorsi, stanno giocando con la
tua mente. Dovresti andare a casa a riposare. Lo stesso vale per te Sakura.
Cercate di liberare le vostre menti dai pensieri brutti e vedrete che queste
illusioni scompariranno. Dovete solo accettare che Naruto è morto e non tornerà
mai più!” disse quest’ultima frase chiudendo gli occhi.
Anche lui soffriva per
la morte del suo allievo, ma non voleva darlo a vedere.
Lo allontanai
infastidito “Se avessi solo un’allucinazione come dici tu, mi spieghi perché
non svanisce? Dovrebbe scomparire appena realizzato che quanto vedo non è
reale, invece lo sento anche parlare!” dissi stringendo i pugni.
Ne ero sicuro. Tutto quello
che stavo vivendo era realee non avrei
permesso a Kakashi di vincere e di allontanare nuovamente Naruto da noi…da me.
“Se è vero che tu puoi
vederlo, perché noi no?” chiese Sakura.
“è sorpreso del fatto
che io sia in grado di vederlo!” dissi guardando negli occhi Naruto, il quale
non si era ancora ripreso dalla sorpresa. Anche lui si domandava perché fossi
proprio io a vederlo, dato che non era lo sharingan a permettermi una cosa del
genere.
“Non ti credevo così
bastardo!” mi disse Sakura. Io non feci una piega, ma vidi Naruto sussultare e
poi stringere i pugni. “Cosa credi di ottenere raccontandoci questo. Credi che
Naruto sarebbe contento di sapere che ci prendi in giro in questo modo? Eh?
Rispondi!”
La guardai con uno
sguardo gelido “Libera di crederci o no, non mi importa se mi credi un pazzo o
meno!”
“Importa a me!” disse
Naruto facendomi nuovamente girare il capo dalla sua parte.
Lo vidi guardarmi con
aria triste, per poi vederlo chiudere gli occhi, abbassare il capo e
scomparire.
Quando svanì, non so
perché ebbi l’impulso di seguirlo.
Uscii di fretta e furia
dall’ufficio dell’hokage e cominciai a correre per il villaggio, senza sapere
realmente dove andare. Le mie gambe si muovevano da sole, guidate dal mio
cuore.
Fu così che mi ritrovai
davanti al cancello del cimitero.
C’era un silenzio di
tomba che accapponava la pelle.
Quel luogo era sempre
quieto, ma regnava sempre la pace, ora invece qualcosa era cambiato.
Forse il perché
cominciai a credere ai fantasmi e dove, se non in un cimitero, potevano
trovarsi un sacco di anime non passate oltre?
Mi guardai attorno
mentre passavo di lapide in lapide e mi sembrava quasi di percepire dei
lamenti.
Infine giunsi nell’ala
del cimitero che mi interessava e in lontananza vidi qualcosa.
Una figura bionda, con
una tuta arancione, era seduta un una tomba, mentre guardava la sua.
Mi avvicinai con cautela
come se avessi paura che scappasse. Quando gli fui affianco non riuscii a
spiccicare parole.
“Non pensavo che uno
come te si sorprendesse di qualcosa…teme!” mi disse osservandomi con quei suoi
occhi azzurri che tante volte si erano posati sui miei color rosso per via
dello sharingan.
Sentii una sensazione
strana a sentirmi nuovamente osservato e insultato da lui.
“S-sei davvero tu?
Cioè…non è uno scherzo?” volevo avere una conferma, perché in quel momento non
sapevo a cosa credere. Se da una parte ero convinto di quello che i miei occhi
percepivano, un’altra parte di me mi diceva che avrei dovuto essere in una
stanza di un manicomio, con addosso una camicia di forza.
Lo vidi abbozzare un
sorriso stirato.
“Speravo che almeno tu
non avessi più dubbi, dato che sorprendentemente riesci a vedermi! Cos’è che vi
impedisce di credere che il fantasma possa essere io?” mi chiese infastidito.
“Il fatto che tenti di
farci del male forse!” dissi come mi avesse posto una domanda idiota.
Lo vidi sparire e quando
sentii la sua voce dietro le mie spalle, mi girai di scatto, colto alla
sprovvista.
“Potrei farvi molto di
più di quello che vi ho fatto fino ad ora, potrei anche arrivare ad uccidervi!”
mi disse con sguardo serio.
“è una minaccia?”
“No, è un avvertimento.
Sono bloccato in un mondo che non è consono allo stato in cui mi trovo e
l’energia che sto accumulando insieme al vostro dolore, la rabbia, il
risentimento che provate, sono tutte cose mi fanno perdere il controllo e la
ragione!”lo vidi stringere i pugni e
questa volta vidi anche del sangue colare, il quale però giunto a terra,
spariva.
Mi sorpresi nuovamente,
un fantasma non dovrebbe sanguinare.
Dal mio sguardo, capì che
quello che vedevo mi inquietava e nascose le mani dietro la schiena.
“Non fare caso a quello
che hai appena visto. Da quanto mi hanno detto è normale!” disse con voce
lieve, quasi provenisse da un altro mondo.
Poi fu silenzio e lo
vidi scomparire di nuovo per ritrovarlo alla posizione iniziale.
“Mi dispiace, non volevo
farvi spaventare e nemmeno farvi del male, se l’ho fatto. È successo contro la
mia volontà, ma dovevo farvi accorgere in qualche modo della mia presenza!”
Lo guardai e vidi
nuovamente nei suoi occhi una profonda tristezza.
“Perché sei qui?” dissi
arrivando alla domanda che mi ronzava in testa dal primo momento in cui ho
cominciato a pensare che potesse centrare lui in quella assurda situazione.
Non disse niente e
ripetei la domanda.
Silenzio.
“Naruto!” lo chiamai
questa volta con un tono di voce che pretendeva una risposta. Non sopportavo
l’idea di essere ignorato, nemmeno da un fantasma.
“Vedo che ti diverti a
parlare da solo!” disse una voce femminile alle mie spalle.
“Sakura, cosa ci fai
qui?” le chiesi senza girarmi a guardarla.
“Sapevo di trovarti qui!
Voglio una spiegazione e la voglio ora!” mi disse sbattendo un piede.
“Vedo Naruto! ecco la
mia spiegazione!”
“Non ci credo! Non può
essere! Perché lo fai? Credi di farci felici dicendoci che Naruto è ancora qui
con noi?”
Abbassai la testa.
Nonmi importava che Sakura credesse
alle mie parole. Sapevo quello che provava nei miei confronti ed era
avvertibile anche nella sua voce tremante. Mi avrebbe ucciso in quel momento,
se avesse potuto.
“Io non ti voglio
mentire. Né a te né a nessun altro. Non posso provare quello che dico di
vedere, è solo un atto di fiducia!”
Sakura iniziò a ridere,
era una risata nervosa che sfoggiò in uno schiaffo.
Mi portai per istinto
una mano alla guancia. Era diventata davvero forte e per quanto cercassi di
fare il duro e di dimostrare che non mi avesse fatto niente, sentivo la mia
guancia pulsare.
“Fiducia? In te? Questa
è bella. Come puoi chiedermi di avere fiducia in te? Dopo tutto quello che ci
hai fatto!” disse, poi scuotendo la testa riprese “ Mi fai solo schifo, ti odio
e nessuna tua scusa o assurda bugia potrà farmi cambiare idea!” disse, ma
terminata la frase, vidi Naruto comparirle davanti.
Non potei descrivere il
suo volto, dato che lo vedevo da dietro, ma sentivo la sua rabbia che
sfoggiòin una spinta da parte del mio
compagno, verso Sakura.
La mia compagna cadde a
terra malamente e la vidi spaventata in un primo momento, poi collegò la spinta
al sottoscritto. Non provai nemmeno a giustificarmi, tanto nonmi avrebbe dato ascolto.
Cercavo di ignorarla il
più possibile e questo fece arrabbiare nuovamente Naruto.
Questa volta comparve
davanti a me. Aveva un aspetto che incuteva timore, soprattutto per la quantità
di sangue che improvvisamente aveva iniziato a sgorgare dalle sue ferite.
“è tutta colpa vostra!”
disse.
“Cosa?” gli chiesi di
ripetere con occhi impauriti.
“è tutta colpa vostra!”
ripeté sempre più arrabbiato.
“Che cosa è colpa
nostra?” gli richiesi cercando di capire cosa volesse dire.
“è tutta colpa vostra!”
disse urlando sempre più forte, fino a spalancare la bocca a dismisura facendo
uscire un suono assordante.
Mi coprii le orecchie
per proteggere il mio udito e mi inginocchiai a terra, per il sentimento
negativo che Naruto mi aveva trasmesso.
Strinsi gli occhi nella
speranza che tutto finisse in fretta.
Tutto ad un tratto
sentii nuovamente silenzio e aprendo gli occhi vidi che Naruto era scomparso.
Sakura mi guardava
stralunata. Anche lei aveva avvertito una brutta sensazione.
“C-cosa è stato? Io ho
sentito qualcosa!”
Mi alzai nuovamente in
piedi, spolverandomi i vestiti “è stato Naruto. Era furioso e afferma che è
colpa nostra!” dissi guardandola negli occhi.
Questa volta ebbi la
certezza che credesse alle mie parole, perché la vidi stringersi le braccia
intorno a sé, come cercasse protezione in sé stessa.
“Era davvero qui?” mi
chiese con degli occhi che mi chiedevano una risposta negativa.
“Si!” dissi solamente
prima di girarmi prima di fare qualche passo verso l’uscita.
Mi sentii afferrare per
il braccio. Sakura mi aveva afferrato, ma appena si accorse di quanto fatto, mi
lasciò andare frettolosamente, come se la mia pelle scottasse.
La guardai confuso.
“Se lui è veramente qui,
come sta?” mi chiese.
La guardai per un
attimoper poi chiederle “Vuoi che ti
dica quello che vuoi sentirti dire o la verità?”
La vidi mordersi le
labbra “La verità!”
Sospirai “Non mi ha
parlato molto, ma l’impressione che ho avuto io e che sta tutto tranne che bene.
Il suo corpo è ridotto a uno straccio e non smette di sanguinare. È proprio
come lo abbiamo sepolto, ma a differenza di come tutti possiamo pensare, non è
in pace, ma è molto arrabbiato e sembra arrabbiarsi ancora di più quando non
crediamo alla sua presenza qui e quando ci vede litigare!” dissi.
“Prima ti ho sentito
dire che è colpa nostra? Vuoi dire che non riesce ad andare avanti perché noi
lo tratteniamo qui?” mi chiese cercando di trattenere le lacrime il più
possibile.
“Non lo so. Potrebbe, ma
quando glielo chiesto non me lo ha voluto rivelare. Non è un chiacchierone come
quando era in vita!”
Feci pausa per un
momento, poi girandomi verso Sakura completamente, le chiesi se mi credeva
davvero.
“Si, ti credo. L’ho
sentito, ho percepito la sua presenza accanto a me più volte, ma solo quella di
poco fa l’ho riconosciuta come quella di Naruto!” la vidi stringere i pugni
“Perché? Perché è apparso a te e non a me? Perché vorrebbe farsi vedere da un
assassino come te? Non ha senso!”
“Ti pare che qualsiasi
cosa fatta da Naruto in vita sua abbia avuto senso?” le chiesi sincero.
“No, nemmeno la sua
morte lo ha! E come ti ho ripetuto centinaia di volte, sarebbe stata meglio la
tua!” disse con il cuore. Mi girai e provai nuovamente ad andarmene.
“Ora non fare l’offeso
!” mi disse urlando.
Girai il capo per
poterla guardare con la coda dell’occhio destro “No Sakura, ti sbagli, non sono
offeso. Io sono del tuo stesso pensiero!” dissi infine prima di sparire da quel
luogo.
Ancora
una volta avevo sentito uscire quelle parole dalla bocca di Sakura. Desiderava
la morte di Sasuke con tutto il suo cuore e come se
non bastasse quel dobe era della sua stessa idea.
La
mia morte alla fine cominciava a mostrarsi davvero inutile, se il mio
sacrificio non aveva portato a niente di positivo.
Non
tolleravo più quella situazione e non avevo la minima idea di come risolverla.
Potevo
perseguitarli, far avvertire loro la mia presenza e trasmettere i miei
sentimenti, ma qualunque cosa potessi fare, non avrei mai avuto il potere di
cambiare ciò che provavano nel cuore. Potevo solo cercare di far comprendere
loro il motivo del mio gesto.
Da
quanto vedevo Sakura non avrebbe mai accettato la mia morte, non per Sasuke,e mi
ritrovai a desiderare che l’amore che la mia compagna aveva sempre provato in
quegli anni verso il mio rivale, non fosse svanito del tutto.
Era
una pugnalata per me doverlo pensare, ma se quella fiamma ardeva ancora, forse
avrebbe potuto tornarmi utile.
Comunque
stavano le cose, la mia impresa di ritrovare la luce, non si sarebbe dimostrata
per niente una cosa facile e ogni minuto vedevo la mia speranza di passare
oltre affievolirsi sempre più.
Come
se non bastasse cambiavo umore in continuazione, come una donna incinta. Un
attimo prima mi ritrovo disperato, poi calmo, rassegnato e infine arrabbiato.
Era questo ultimo stato che mi preoccupava maggiormente dato che potevo
compiere cose che non mi immaginavo neanche.
Anche
da fantasma ero imprevedibile, proprio come quando ero un ninja.
Mi
ero di nuovo calmato e cercai di riflettere sulla mia condizione o almeno di
trovare qualche cosa di positivo nell’essere fantasma, che potesse aiutarmi a
farmi restare lucido nei momenti peggiori.
Non
mi venne in mente poi molto. Se al mio posto ci fosse stato Ero-sennin
avrebbe approfittato della sua invisibilità per spiare le donne alle terme.
Sinceramente
un pensierino lo feci, ma tornai presto in me.
Sempre
seduto sulla tomba davanti alla mia, guardai il sole e dalla sua posizione
potei dedurre che fosse ora di pranzo. A quell’ora probabilmente mi sarei
recato dall’ichirakuramen.
Mi
faceva uno strano effetto pensare che non avrei mai più potuto assaggiare
quella pietanza.
Erano
cose insignificanti, rispetto al casino in cui mi trovavo, ma quelle piccole
cose mi facevano sentire nostalgia della vita.
Sospirai
per l’ennesima volta in quel giorno per la situazione, ma non potei
rattristarmi a lungo perché un’orribile sensazione si impossessò del
sottoscritto.
Ebbi
paura per la prima volta dopo la mia morte, una paura che non avevo mai provato
nemmeno da vivo. Mi sentivo osservato da qualcosa di non rassicurante, ma
intorno a me non vedevo nessuno, nemmeno gli altri fantasmi presenti al cimitero
e questo mi accapponò maggiormente la pelle. Se nessuno era in circolazione,
significava che qualcosa non andava.
Mi
girai e rigirai più volte, ma quella sensazione continuò a seguirmi anche
cambiando luogo e per tutta la giornata.
Cominciando
a pensare si trattasse di una semplice sensazione, la ignorai e andai a cercare
Sasuke.
Era
nuovamente rinchiuso in casa e non potei fare a meno di alzare gli occhi al
cielo.
Lo
chiamai e richiamai più volte, mi sedetti anche vicino a lui, ma non disse
niente. Gli scossi una mano davanti agli occhi, ma non fece una piega.
Non
aveva lo sharingan attivato e quindi non era in grado
di vedermi.
Mi
appoggiai al muro esattamente come lui e sospirai nuovamente.
Vidi
Sasuke sussultare e attivare lo sharingan.
Si
girò verso di me e dallo spavento di ritrovarmi improvvisamente vicino a lui,
urlò e si buttò dall’altra parte della stanza e io con lui, non aspettandomi
quella reazione.
Cercando
di far rallentare i battiti del suo cuore disse “Certo che il tuo lavoro da fantasma
lo sai fare bene, dobe! La prossima volta testa
quadra, vedi di annunciarti prima di comparirmi così all’improvviso e
soprattutto stai almeno un metro lontano da me!” mi ordinò.
“Ti
ho chiamato teme, ma non mi sentivi e a quanto pare non mi vedevi! Senza lo sharingan sei cieco proprio come tutti gli altri!”
“Non
si spiega però come io passa vederti e Kakashi no!”
disse.
Lo
guardai incuriosito chiedendomi se quello che avevo davanti era davvero Sasuke.
“Oh tu ti sei rimbecillito o tutti mi sottovalutate quando mi chiamate testa
quadra. Davvero non hai capito il motivo perché solo tu riesci a vedermi?”
lo
vidi scuotere la testa.
“Ci
stavamo per uccidere a vicenda e a mio parere questa cosa ha creato un legame
speciale tra di noi”
“Tu
non hai provato ad uccidermi!” cercò di farmi presente.
“Per
una frazione di secondo ho pensato di farlo, lasciando da parte la ragione e
facendo uscire fuori il mio istinto di sopravvivenza! Se poi l’ho messo a
tacere facendomi uccidere, ha poca importanza. Il pensiero è quello che conta e
questa cosa in qualche modo ci ha uniti, indipendentemente se siamo vivi o
morti!” dissi abbassando la testa. Mi vergognavo di aver pensato di uccidere,
anche se solo per poco, colui che consideravo mio fratello.
Sasuke
mi guardò come se mi volesse porgere una domanda.
“Cosa
c’è?” gli chiesi incoraggiandolo.
“Possibile
che tu non mi odi per averti ucciso? Come fai a stare qui bello tranquillo come
se fossimo vecchi amici?” mi chiese stringendo i pugni.
Alzai
le spalle “Come ti ha ripetuto cento volte Kakashi,
sono stato io a scegliere il mio destino e non me ne pento. Lo rifarei se
potessi tornare indietro. E poi noi siamo amici!” dissi sorridendo.
Lo
vidi sgranare gli occhi “Allora perché sei qui, insomma non dovresti andare
nell’aldilà?”
Sospirai
“La cosa è un po’ più complessa. Ho un conto in sospeso a quanto pare!”
Feci
una pausa. Non sapevo se dirglielo o meno, infondo la colpa era in parte sua,
ma non volevo accusare né lui né Sakura della mia prigionia.
I
suoi occhi però mi fecero capire che non si sarebbe accontentato di un
silenzio.
“Il
mio ultimo desiderio non è stato esaudito da tutti. Ecco perché sono ancora
qui!”
Sasuke
mi guardò stranito.
“Cosa
stai dicendo? Non sono stato punito, i nostri compagni di accademia mi
rivolgono la parola come se niente fosse accaduto in questi anni e la gente del
villaggio, si comporta normalmente…o almeno ci prova
con pessimi risultati” disse poco interessato all’opinione degli altri.
Lo
guardai con aria triste e gli dissi “è vero, ma una persona non ha accettato il
mio volere. Pensaci, chi non ti vuole perdonare?”
PovSasuke
Capii
immediatamente a chi si riferisse Naruto, ma il fatto
e che non potevo farci niente e a quanto pare nemmeno lui.
Lo
guardai una frazione di secondo, per poi dirigermi in cucina per prendermi una
lattina di birra.
Con
calma la aprii e ne bevvi un sorso lungo. Volevo rimandare il più a lungo
possibile la domanda che stavo per porgli, avevo paura della sua risposta.
“Io
non ho il potere di cambiare quello che Sakura prova per me. Penso che tu lo
sappia, quindi cosa vuoi che faccia? Chiederle scusa pubblicamente davanti a
tutto il villaggio?”
Vidi
Naruto sorridere “Uhm potrei anche chiedertelo,
sarebbe divertente vederti fare un qualcosa che non faresti nemmeno se fossi
invisibile come me. Scherzi a parte dubito, che Sakura si beva le tue scuse!”
Lo
fulminai “Pendi che non mi dispiaccia per averti ucciso?”
Esso
sorrise di nuovo con scherno.
“Con
tutte le volte che sei venuto alla mia tomba a implorare perdono, direi di si!”
Sentii
un improvviso imbarazzo. Non avevo mai pensato al fatto che lui potesse
vedermi.
“Prova
semplicemente a entrare a piccoli passi, nuovamente nella sua vita!”
“Perché
dovrei farlo? il mio pensiero verso di lei non è cambiato, la trovo
insopportabile!” gli disse sbuffando.
“Perché
dici? Mi devi la vita ecco perché!” mi disse serio.
“Io
non ti ho chiesto niente. Hai fatto tutto tu! Per quel che mi importa di questo
stupido mondo, potevi benissimo uccidermi!”
Ero
convinto che si sarebbe arrabbiato, ma non fu così.
Mi
sorpresi, soprattutto quando lo vidi bloccare una sua lacrima.
“Non
capisci proprio perché l’ho fatto vero?” disse prima di scomparire.
La
sua reazione mi aveva lasciato sbigottito e per un po’ rimasi a guardare fisso
il punto in cui prima compariva il mio compagno.
La
sua ultima frase continuava a rimbombarmi nella mente, senza però trovare
risposta.
Capii
improvvisamente dinon conoscere Naruto come credevo. Pensavo che, nonostante gli anni
passati separatamente, esso fosse un libro aperto e invece non si era
dimostrato così.
Uscii
di casa e sapevo esattamente dove trovare la risposta che cercavo.
Mi
diressi verso l’ospedale di Konoha e chiesi di Sakura
Haruno.
Stava
visitando un paziente, ma in quell’istante non mi importava molto.
Mi
feci dare ilnumero della stanza del
paziente e vedendola armeggiare con i suoi strumenti medici, l’afferrai per un
braccio portandola fuori dal corridoio.
Mi
urlò di lasciarla andare. Non le diedi retta proprio come le occhiate che mi
lanciavano tutte le persone presenti in quel luogo.
La
feci sedere su una sedia non facendola scappare via.
“Che
diavolo ti prende? Sei forse impazzito? Sto lavorando, come ti permetti di
venire qui e…”
Non
la feci continuare e le posi la mia domanda “Perché Naruto
si è fatto uccidere?”
“Perché
è stupido!” mi disse guardandomi storto e cercando di alzarsi.
La
spinsi e la feci nuovamente sedere.
“Ho
capito che mi disprezzi e che preferiresti aver sepolto il mio corpo, ma voglio
anche una risposta. Perché Naruto avrebbe sacrificato
se stesso per salvare me?”
Girò
la testa senza rispondermi.
Cercai
di controllare la mia impazienza. “Io non conosco Naruto
quanto lo conosci tu. In questi anni e cambiato e non riesco a capire il perché
abbia voluto compiere un simile gesto. Non credo che lo abbia fatto per
mantenere la promesse che ti ha fatto di riportarmi a casa!”
Sakura
si alzò e mi guardò “Io lo avevo sollevato da quella promessa, proprio per
evitare che facesse la fine che ha fatto, ma lui ha voluto continuare a
inseguirti!”
La
vidi stringere i pugni.
“è
questo che non capisco. Perché? Io lo fatto soffrire in questi anni, lo volevo
morto e volevo distruggere Konoha. Quindi perché
salvare uno come me?” le chiesi in un sussurrò.
“Sei
uno stupido! Davvero non capisci che voleva salvarti?” mi disse.
“Da
che cosa? Io non sentivo il bisogno di essere salvato!”
“Ha
voluto salvarti da te stesso e dai cattivi sentimenti che ti hanno condotto su
una cattiva strada. Naruto ti voleva bene e non è
stato solo il tuo abbandono a farlo soffrire. Lui soffriva vedendoti
sprofondare sempre di più nelle tenebre e vedendoti farti del male da solo!
Ragiona, cosa hai ottenuto con il tuo comportamento. Hai avuto la tua vendetta
contro Itachi, hai ucciso Naruto
come volevi e ora? Cosa hai ottenuto? Ti senti soddisfatto? Sei finalmente
felice? Hai ritrovato quella pace che cercavi?” mi disse sempre di più
arrabbiata.
Abbassai
la testa e sussurrai “No!”
“Ed
è quello che meriti nonostante Naruto abbiaappunto voluto risparmiare la tua vita per
cancellare i tuoi reati. Ti ha voluto salvare perché ti ha perdonato di tutto
il male che gli hai fatto! Cosa che io non avrei mai fatto!”
La
ringraziai per avermi illuminato. Finalmente avevo capito e mi sentii
improvvisamente strano. Perdono. Non avevo mai pensato a questa parola, né a
cosa significava. Per me era sempre esistita solo la vendetta. Non avevo mai
concesso il perdono a nessuno e il fatto che qualcuno lo aveva concesso a me,
mi aveva scaldato il cuore.
Andai
al cimitero e cercai Naruto. lo chiamai, ma comparve
solo dopo il terzo richiamo, piuttosto nervoso.
“Cosa
ci fai qui?” mi disse con aria preoccupata.
“Ho
capito quello che cercavi di dirmi!”
Lo
vidi girarsi intorno con fare agitato.
“Ebbene?”
mi chiese sbrigativo.
“Mi
hai salvato per darmi quella seconda possibilità di cui tutti mi parlano, per
permettermi di redimermi e…”
“Questo
mi pare che lo sapessi già!” continuava a guardarsi intorno.
“Ma
soprattutto perché mi hai sempre perdonato tutto!” dissi infine.
Si
fermòa guardarmi e mi sorrise “I miei
complimenti. Ora prova a fare il passo successivo. Devi perdonare te stesso per
far si che anche gli altri possano essere in grado di perdonarti. Non è una
cosa semplice da fare e non tutti sono disposti a farlo, per questo tu devi
essere il primo a farlo!” mi disse, riferendosi anche a Sakura, in modo
affrettato e sempre con fare agitato.
Lo
guardai confuso, sia per quello che mi aveva detto, sia perché non capivo cosa
gli stesse succedendo.
Si
fermò nuovamente a guardarmi serio. Il suo sguardo spaventato mi inquietava.
“Vattene
via da qui!”
“Cosa?”
gli chiesi.
“Non
so spiegarti, ma c’è qualcosa di pericoloso in questo posto.Vattente! Ora!” mi
disse prima di sparire e lasciarmi solo in quel luogo lugubre.
Mi
aveva lasciato alquanto sorpreso il suo comportamento. Aveva paura, ma cosa
poteva spaventare un fantasma, se proprio il suo essere era la cosa che
spaventava maggiormente i viventi?
Volevo
scoprire cosa stesse succedendo, ma Naruto ai miei
numerosi richiami non si fece vivo. Probabilmente non era nei paraggi o
qualcosa gli impediva di comparire.
L’indomani
mattina mi svegliai presto per recarmi in biblioteca. Arrivai addirittura prima
dell’apertura.
I
commessi mi guardarono con sospetto, ma ignorai i loro sguardi. Se fossi da
sempre rimasto al villaggio, avrei pensato che quegli sguardi mi erano rivolti
per ma mia presenza in un luogo dove non avrei mai messo piede. Ero interessato
più agli allenamenti che alla cultura, ma quella era un evento eccezionale.
Girai
per i numerosi scaffali dove vi si poteva trovare roba per tutti i gusti: libri
di storia, medicina, gialli, fantascienza. Solo dopo aver girato a lungo trovai
ciò che mi interessava.
Afferrai
un libro e cominciai a sfogliarlo in piedi. C’erano dei tavoli non poco lontano
da lì, ma alcuni posti era già occupati da alcune persone e l’ultima cosa che
volevo, era stare tra la gente.
Decisi
dunque di leggere in quella posizione.
Era
un libro sul sovrannaturale. Parlava divampiri, zombie, poltergeist, streghe, angeli e anche di fantasmi. Molto
interessante se si cercava una semplice guida sul chi sono queste creature e su
quante specie di ognuna esistessero nell’immaginario collettivo.
Se
mai mi fosse venuto in mente di scrivere una storia dell’orrore, avrei tenuto
presente quel libro.
Ne
guardai altri, alcuni dei quali parlavano di folletti e elfi. Non potevo
credere che ci fossero persone che credessero a quelle stupidaggini, ma fino a
prova contraria spesso si crede che anche i fantasmisiano frutto della nostra immaginazione.
Ne
sfogliai di diversi, ma neanche uno mi diede la risposta che cercavo.
Mi
sedetti a terra con la schiena appoggiata contro la libreria e sospirai.
Speravo
di scoprire qualcosa in più sul mondo dei fantasmi e invece ero rimasto a bocca
asciutta.
Ero
quasi deciso ad andarmene, quando sentii un forte colpo sulla testa e un tonfo
alla mia sinistra.
Un
libro dall’aspetto logorato, mi era caduto in testa.
Sopra
c’era scritto “A contatto con gli spiriti”
Forse
era quello che cercavo.
Mi
guardai intorno con lo sharingan attivato, alla
ricerca di Naruto, di sicuro era stato lui a
“buttarmi” quel testo, anche se mi sorpresi del fatto che il mio compagno da
morto avesse avuto voglia di leggere libri.
Pov Sakura
Quella
mattina mi alzai prima del suono della sveglia.
Stranamente
non avevo sonno come sempre ed era dovuto al fatto che per la prima volta avevo
fatto un sonno senza incubi. Da quando avevo scoperto che Naruto
era ancora con noi, anche se non visibile, mi sentivo più tranquilla. Mi
rasserenava l’idea di poter sentire ancora la sua presenza.
Mi
sedetti sul letto, togliendomi le coperte di dosso e mi misi a fissare la foto
del mio team. Sgranai gli occhi quando vidi che qualcuno aveva risistemato,
malamente, la testa di Sasuke al suo posto.
La
presi in mano e sospirando, sussurrai il nome di Naruto.
Con
la coda dell’occhio vidi qualcosa muoversi accanto a me e girandomi, vidi un
peluche muoversi da solo.
Emisi
un urlo, dopo di che attribuendo quello scherzo a qualcuno in particolare dissi
“Naruto, sei tu?”
Non
so cosa avessi fatto se avessi ricevuto un no come risposta, ma per mia fortuna
vidi il pupazzo annuire.
“Ti
sei impossessato di un peluche?” chiesi, ricordandomi successivamente di essere
in vestaglia da notte. Mi coprii con le coperte, sentendomi imbarazzata.
“Cosa
ci fai qui?” gli chiesi, ma non sapevo come avrebbe potuto rispondermi.
Vidi
il peluche posarsi sul letto e il mio quaderno volteggiare nell’aria insieme a
una matita che scriveva qualcosa da “sola”. Lessi quello che vi era scritto
sopra e rimasi confusa.
Non sapevo dove andare! E Il cimitero non mi sembra molto
sicuro al momento.
“Perché?
Scappi da qualcosa?” chiesi divertita. Era invisibile chi mai lo avrebbe
inseguito?
Non lo so!
“Come
non lo sai?” chiesi facendomi seria.
È solo una sensazione che mi dice di non stare fermo sempre
nello stesso posto.
“Non
vorrai farmi credere che c’è qualcosa che ti insegue!” Non rispose, quindi gli
chiesi “Perché sei qui e non da Sasuke? Con lui puoi
chiacchierare normalmente!”
Non c’è e non volendo stare da solo o con altra gente
morta, sono venuto qui, preferisco la tua compagnia a quella di altri fantasmi.
Mi
venivano i brividi pensare che oltre a Naruto, lì
fuori c’erano altri fantasmi.
Non ero mai stato nella tua stanza.
“A
parte quella volta che ti sei divertito a spaventarmi!”
Scusa!
“Dovrei
denunciarti per infrazione in un luogo privato per due volte”
J
Sorrisi
a vedere il disegnino dello smile. Era una conversazione alquanto bizzarra e se
i miei fossero entrati all’improvviso nella mia stanza mi avrebbero preso per
pazza.
Improvvisamente
vidi un rossetto svolazzare, seguito da ombretti e trucchi di vario genere.
Non credevo che anche tu avessi un lato così femminile.
Posso vedere come stai col rossetto?
“Ringrazia
la tua condizione, se no a quest’ora saresti stato sbattuto contro il muro!”
dissi con una vena pulsante in testa.
Per questo ne approfitto.
Mi
feci seria e guardai Naruto... o almeno credo.
“Naruto, perché sei quà? Cioè
cos’è che ti lega a questo mondo? Non so molto sui fantasmi, ma non dovresti
essere qui, dico bene?”
Esatto, diciamo che ho un conto in sospeso.
“Quale?
Potrei aiutarti!”
Si, potresti, ma non lo faresti mai.
“Dimmi
e poi vediamo!”gli dissi.
No, aspetterò che le acque si calmino.
“Quali
acque? Di cosa stai parlando?” chiesi esasperata. Naruto
non era mai stato così enigmatico, diceva sempre le cose come stavano.
Non stai facendo tardi al lavoro.
“Naruto!” dissi capendo che stava cercando di cambiare
argomento. “Centra qualcosa Sasuke? Non mi
sorprenderebbe, infondo ti ha ucciso!”
Si, questo lo sanno anche i muri, lasciamo stare quello che
è successo, non attribuisco nessuna colpa a Sasuke e
te l’ho anche detto in punto di morte.
Mi
sembrò di cogliere nella sua scrittura una punta di nervosismo.
Senti lasciamo perdere, d’accordo?
“Ma
Naruto!” dissi prima di avvertire una strana sensazione.
Un brivido improvviso, freddo e inquietante.
“Naruto? c’è qualcos’altro qui?”
Gli
chiesi, ma vidi solamente il quaderno e la matita cadere a terra
improvvisamente. Chiamai il mio compagno, ma non vidi nessun segno della sua
presenza nella mia stanza.
Doveva
essere andato via e con lui anche quella sensazione che non augurerei mai
nemmeno al mio peggiore nemico.
PovNaruto.
Ero
stato costretto ad andarmene di nuovo. Non avevo ancora visto i miei
inseguitori, ma avevo capito che cercavano me. Gli altri fantasmi mi evitavano
di proposito, chiedendomi di stare lontano da loro. Dicevano che non volevano
essere presi di mira, che piuttosto avrebbero preferito vagare sulla terra fino
alla sua fine.
Non
mi spiegarono niente, ma quelle poche cose che mi dissero, non mi rassicurarono
molto.
Avrei
voluto saperne qualcosa di più, se c’era un nemico naturale per i fantasmi ad
esempio. Ero ancora troppo inesperto nel mio ambiente, ma ahimè non sapevo a
chi rivolgermi, dato che l’unico in grado di vedermi era Sasuke.
In
quel mi accorsi della sua assenza in giro da un po’ di tempo e mi misi a
cercarlo. Sentii la sua presenza verso il centro del villaggio e
concentrandomi, mi ritrovai in un luogo pieno di libri. Ebbi nuovamente i
brividi, ma non perché qualcosa mi stava inseguendo.
Mi
domandai cosa facevo in quel posto, quando abbassando la testa, vidi il mio
compagno a terra, sfogliare un libro.
Lo
chiamai e gli feci qualche accenno della mia presenza, ma ovviamente senza sharingan non avrebbe potuto notarmi.
Era
una vera seccatura a volte, anche se era
divertente potermi inventare qualche nuovo modo per coglierlo di sorpresa ogni
volta.
Guardai
quale libro potesse essere di suo interesse.
Mi
sorpresi a leggere il titolo del capitolo in cui si era imbattuto e
concentrando la mia energia, riuscii a impedire a Sasuke
di voltare pagina.
“Ah
eccoti qua!” mi disse attivando lo sharingan.
“Non
credevo di trovarti in un posto del genere e soprattutto a leggere certe cose. Stai
cercando un modo per sbarazzarti di me? Basta una parola e me ne vado” gli dissi
divertito.
“Per
favore, come se non fossi stato tu a farmi cadere questo mattone in testa!”
Sgranai
gli occhi, in effetti io non centravo niente.
Alzai
la testa e vidi, seduta in cima alla libreria, una vecchietta dall’aria simpatica.
Mi
congratulai con lei per la mossa compiuta, anche se Sasuke
non aveva apprezzato il bernoccolo che gli era spuntato.
Esso
mi guardò in modo strano, non capendo quanto stava avvenendo.
“Da
quanto ho capito, la vecchia bibliotecaria vedendoti in difficoltà a trovare un
libro che facesse al caso tuo, ha voluto darti una mano! A quanto pare è morta
qui dentro schiacciata da una libreria. Ho sempre pensato che la cultura
pesasse!”
Sasuke
alzò gli occhi al cielo e riprese la sua lettura.
“Vedo
che voi fantasmi potete fare un sacco di cose Interagire con il mondo dei vivi,
viaggiare in un batter d’occhio e anche possedere la gente!”
“Si,
si molto interessante, ma stavi leggendo qualcos’altro che poteva tornarmi
utile quando sono arrivato!”
Sasuke
abbassò lo sguardo sul libro “Ti riferisci alle ombre? Perché ti interessa?”
Mi
feci serio “Sono giorni che scappo da qualcosa e, anche se per una frazione di secondo,
mi è parso di vedere un’ombra staccata da qualsiasi oggetto o persona, muoversi
da sola!”
“Pensi
che questa ombra possa essere la causa di ciò che ti spaventa?” mi chiese.
Sembrava piuttosto interessato.
Non
sapevo cosa pensare, ma vedere un ombra muoversi per conto proprio, in assenza di
un membro del clan Nara, non era una cosa normale. In
quell’istante mi venne in mente una frase di cui non avevo capito il
significato, che la bambina morta in un incendio a casa sua, mi aveva detto, la
prima volta che ci incontrammo davanti alla mia lapide.
Mi
disse che solo alla luce potevo stare al sicuro.
“Sasuke, che cosa scappa dalla luce!”
“l’oscurità!”
mi rispose sensatamente.
“Si,
ma in questo caso, le ombre” dissi indicando nuovamente il titolo del capitolo
cinque del libro.
Chiesi
a Sasuke di leggere cosa vi era scritto, nonostante
non vi era molto. Quell’argomento durava solo poche righe.
“Molti sono i misteri che avvolgono
questo tipo di essere soprannaturale. Sono anime cattive che tornano nel mondo
dei vivi alla ricerca di anime sperdute, non ancora passate oltre, che non
hanno condotto una vita buona o con qualcosa di oscuro nel cuore, in modo tale
da cibarsene.
Le anime dei bambini sono molto
ricercate perché in quanto anime pure, sono per loro un grosso pericolo, che le
allontanano dal loro scopo.”
Diceva
solo questo e non mi era per niente di aiuto.
Non
ero più un bambino, per quanto fossi morto giovane, quindi non mi cercavano per
quel motivo. Mi sorse una domanda spontanea.
“Sasuke, secondo te io sono stata una persona cattiva?”
chiesi abbassando lo sguardo.
“Tsèbaka! Me lo stai chiedendo
davvero? Se vuoi fare il confronto con me, dovresti essere un angelo!”mi disse chiudendo il libro.
Sorrisi
tristemente “Ma se queste ombre mi cercano, vuol dire che non sono del tutto
apposto, forse è anche per questo motivo che non posso passare oltre!” dissi.
“E
cosa avresti fatto di così cattivo? Sentiamo!”
“Non
saprei con certezza, ho odiato gli abitanti del villaggio per molto tempo,
quando ero bambino!” disse vergognandomi.
“Ma
poi questo tuo sentimento è mutato, no? Non è quello che conta?” mi disse
alzandosi.
“Ma
allora cosa può essere!” chiesi, sperando che potesse darmi una risposta.
Vidi
Sasuke fissare la copertina del libro per poi
affermare “Lo sapremo presto!”
Non
capii a cosa si riferisse.
Lo
vidi dirigersi verso lacassa, per
prendere in prestito il libro, per poi uscire dalla biblioteca.
“Che
intenzioni hai?” chiesi inseguendolo all’esterno e indicandogli il libro.
“Lo
scoprirai presto…forse!” disse infine, lasciandomi
nella curiosità.
Un’idea
sfiorò la mia mente osservando la copertina del libro. Sarebbe potuta tornare
utile a Naruto per sapere qualcosa di più sulla sua
condizione, ma non sapevo se quest’idea era possibile da attuare.
Dovevo
informarmi prima di metterlo al corrente.
Conoscendolo
ci avrebbe sperato troppo.
Guardai
l’anno in cui era stato pubblicato quel libro.
Ben
cinquant’anni fa. Già il fatto che era trascorso così tanto tempo non mi faceva
sperare.
Ma
dovevo ancora indagare e sapevo benissimo dove cercare informazioni.
L’unico
problema erail fatto che avrei dovuto
intrufolarmi nell’archivio privato di Konoha, dove
erano presenti tutte le cartelle degli abitanti del villaggio sin dalla sua
nascita, con tutti i loro fatti privati.
Se
ero ancora a piede libero, quella volta sarebbe bastato uno sbaglio e sarei
finito in carcere e dimenticato per sempre in una di quelle buie e umide celle.
Attesi
la sera per recarmi al palazzo dell’hokage.
Attivai
lo sharingan per assicurarmi che nessuno fosse ancora
presente nell’edificio. Per mia fortuna nemmeno Naruto
era con me, così avrei potuto agire tranquillamente.
Sfogliai
varie cartelle in cerca di unnome in
particolare, senza venirne a capo. Guardai gli scaffali e sospirai. Avevo
ancora un mucchio di cartelle da guardare, ma non potei guardarne una in più
perché mi ritrovai un kunai al collo.
Mi
sorpresi di come erano riusciti a cogliermi di sorpresa. Forse ero talmente
concentrato nelle ricerche di non essermi accorto del ben che minimo rumore.
Inoltre
c’era da dire che coloro che mi avevano preso alle spalle erano due della
squadra ambu, quindi di per sé bravi a cogliere di
sorpresa la gente.
“SasukeUchiha, esigo una
spiegazione per la tua presenza in questo luogo! E vedi di avere una ragione
più che valida se non vuoi essere sbattuto in prigione!” disse Tsunade uscendo fuori dal buio della stanza, illuminata
solo da una piccola fiaccola che avevo acceso nei paraggi della zona in cui mi
trovavo.
“La
ragione è Naruto!”dissi mantenendo la calma, anche se
non ero poi così preoccupato. Pensavo di meritarmi la prigione per scontare la
mia pena ed era indifferente per me il motivo per cui sarei stato sbattuto
dentro.
Tsunade
spalancò gli occhi e mi chiese di ripetere.
“Ehi
che centro io! Neanche da morto mi lasci in pace!” disse Naruto
sbucando fuori.
“Che
ci fai qui Dobe, mi segui forse?”gli chiesi
infastidito guardandolo storto.
“Volevo
sapere cosa mi nascondessi!” mi disse imbronciato.
“Tsunade-sama, attendiamo i vostri ordini!” disse un ambu stranito del fatto che parlavo da solo.
L’hokage chiese loro diandare e di lasciarla sola con me.
Mi
si avvicinò e mi guardò negli occhi.
“Naruto è qui?” mi chiese, ma fu lui a rispondere
raccogliendo alcuni fogli che mi erano caduti, quando venni circondato.
“Bene
Naruto, rimani sempre il solito combina guai. Cosa
diavolo hai in mente di fare? Ti impossessi anche di Sasuke
per fare qualche scherzo alle mie spalle?” disse Tsunade
guardandosi in giro.
Naruto
fu offeso a quelle parole e mi disse di dirgli la verità.
Sbuffai,
ma feci quello che mi chiese.
“Naruto non centra…cioè non
direttamente! È stata una mia idea venire qui, per cercare una persona che
potrebbe tornare utile a Naruto!”
Esso
mi guardò stralunato, non capendo.
“Naruto ultimamente si sente strano, come inseguito da qualcosa.
Leggendo questo libro è arrivato alla conclusione, che ciò che lo intimorisce
siano delle ombre, ma non ci sono informazioni utili a riguardo sul libro!” le
spiegai porgendole il libro che quella mattina avevo preso in prestito, con la
speranza che credesse a quanto le stavo dicendo.
Tsunade
mi guardò confusa “Non capisco questo cosa centri questo, con la tua presenza
negli archivi di Konoha” disse mettendosi le mani ai
fianchi.
“Volevo
trovare la persona che ha scritto questo libro e andarle a parlare se è
necessario! Nella prefazione c’è scritto che la scrittrice è nata a Konoha, ma speravo di trovare qualche informazione in più!”
Naruto
mi sorrise a trentadue denti e buttandosi su di me, mi attraversò il corpo.
Mi
rabbrividì quel contatto.
“Che
cosa credevi di fare idiota!” gli dissi appena mi fui ripreso da quella
esperienza non molto piacevole.
“Volevo
ringraziarti abbracciandoti. Mi ero dimenticato di essere un fantasma!”disse
strofinandosi la testa con la sua solita aria da ebete.
Lo
fulminai con gli occhi “Che sia chiaro, non potevi prenderti queste confidenze
da vivo e non puoi, anzi non devi prendertele adesso!”
Tsunade
assisteva alla scena un po’ sul divertito e un po’ sul confuso.
Confuso
perché non sentiva metà della conversazione, divertita perché aveva capito che
era uno dei nostri soliti battibecchi che avevamo quando eravamo dei ragazzini.
“D’accordo,
chiuderò un occhio per questa volta e ti aiuterò nella tua indagine. Ma la
prossima volta vieni direttamente a riferire a me prima di violare la legge…per la centesima volta!”
“La
prossima volta il signor fantasma qui presente se la dovrà cavare da solo!”
dissi scocciato. Non avrei mai pensato che un tipo come me si sarebbe trovato a
fare qualcosa che poteva essere positivo per un compagno.
Mi
domandavo fino a che punto Naruto era stato in grado
di cambiarmi.
Trovammo
il fascicolo che ci interessava praticamente subito. L’hokage
sapeva bene dove cercare.
C’era
solo un problema. Naruto esultava felice, ma dovetti
bloccare la sua felicità sul nascere.
“Naruto!” dissi, ma niente continuava a esultare e
sbraitare.
“Naruto!” ripetei.
“NARUTO!”
urlai facendo rimbombare la mia voce per tutta la stanza, con Tsunade che mi voleva strozzare per il casino fatto, dato
che se gli anziani avessero scoperto la mia presenza li, non sarebbe stato per
niente facile a farmela passare liscia.
Avevo
scoperto che nel palazzo dell’hokage per maggiore
sicurezza, era presente un jutsu attivato
perennemente, in grado di imbrogliare qualsiasi arte oculare, quindi a
differenza di quanto credevo, quel luogo poteva essere ancora pullula di
persone nonostante l’orario inoltrato.
“Che
vuoi teme?”mi disse Naruto
finalmente prestandomi attenzione.
“Questa
persona è nata all’inizio del secolo” gli dissi sperando che capisse.
“E
allora?”
Mi
portai una mano alla fronte e mi diedi dello stupido per aver pensato che
potesse aver compreso “Dobe, secondo te quante
probabilità ci sono che questa persona si ancora viva all’età di centouno
anni?”
Naruto
abbassò la testa, per poi alzarla nuovamente con uno sguardo determinato.
“Magari
si è ingozzata di verdure e ora e viva e vegeta e in piena salute. Non mi
arrendo, voglio provare a cercarla”. Sospirai ma non fui sorpreso dell’atteggiamento
positivo del mio compagno.
Tsunade
mi diede qualche altra informazione.
“Non
risulta la sua data di morte, quindi potrebbe essere ancora viva, ma è anche
vero che abita da sola in un luogo isolato, quindi nel caso fosse deceduta, non
lo abbiamo saputo!”
PovKakashi.
Ero
stato convocato all’ufficio dell’hokagedi mattina presto.
Sicuramente
era una nuova missione che mi sarebbe stata affidata con il mio vecchio team.
Sarebbe stata una bella avventura affrontare qualsiasi sorta di missione con
Sakura e Sasuke. Chissà se sarebbero tornati al
villaggio senza uccidersi a vicenda, o meglio, chissà se la mia allieva si sarebbe
trattenuta dal mandare al creatore Sasuke.
Nonostante
per una volta fossi giunto a destinazione in anticipo, fui comunque l’ultimo
arrivato. Sasuke e Sakura, messi ognuno lontano un
chilometro dall’altro, erano già presenti nella stanza.
Sasuke
sembrava una statua talmente era immobile. Non sembrava nemmeno respirare.
Sakura al contrario, continuava a battere il piede destro per terra, come a
scaricare il nervosismo che manifestava sempre in presenza dell’Uchiha.
L’hokage invece spostava lo sguardo da un ragazzo all’altro,
timorosa di dire anche solo una parola che avrebbe potuto far scatenare
un’apocalisse.
Quando
mi vide entrare, si sentii sollevata. Mi misi tra Sasuke
e Sakura e attesi istruzioni.
“Bene,
vi ho convocato qui per una missione!” disse
“Di
che livello?”chiesi
“D”
disse imbarazzata.
Sia
io che Sakura sussultammo.
“Questa
missione è stata un’idea di Sasuke per aiutare Naruto!”
Alzai
gli occhi al cielo. Si ricominciava con quella storia. Ascoltai e feci finta di
niente. Per quanto assurda potesse essere quella situazione non potevo
discutere gli ordini dell’hokage.
Partimmo
subito alla ricerca di una scrittrice, che era andata ad abitare lontano da Konoha. Nonostante non sapessimo dove si trovasse, non ci
mettemmo molto a trovarla, solo perchè, secondo Sasuke, Naruto riusciva ad
avvertire la sua energia spirituale, la quale era molto forte.
Io
attribuii la poca fatica fatta per scovarla al caso.
Ci
ritrovammo davanti a una capanna malridotta e poco spaziosa.
Bussai
alla porta ma non ricevetti risposta.
Ero
stato messo al corrente del fatto che la signora che avrebbe dovuto abitare in
quel luogo, avrebbe potuto anche non essere viva data l’età che avrebbe dovuto
avere ed ero quasi sicuro, che una volta all’interno di quella capanna, vi
avremo trovato uno scheletro.
Per
fortuna mi sbagliai, non vi erano tracce di cadaveri.
L’interno
non era molto arredato, vi era solo l’essenziale. Delle tende bucate, un
tavolino con due sedie, una delle quali sembrava cadere da un momento all’altro,
un caminetto spento, un letto sfatto e un armadietto con qualche anta
sfasciata.
“A
giudicare dalle ceneri ancora calde del camino, direi che chiunque abiti qui,
sia appena uscito!” disse Sakura.
“Dunque
non ci resta che aspettare!”dissi “Di un po’ Sasuke,
questa missione l’hai richiesta tu. Cosa hai intenzione di chiedere a quella
signora?”
“Sarebbe
lungo da spiegare, lo saprai fra poco Kakashi!” mi
rispose serio.
“Non
vorrai tirare fuori la storia del fantasma di Naruto!”
chiesi quasi divertito.
“Non
ci credi ancora eh?” mi disse, ma poi alzando le spalle continuò “Non tirerò
fuori nessuna storia se non sarà necessario!”
Passò
circa un quarto d’ora e noi decidemmo di aspettare la signora fuori dalla
capanna. Sentimmo dei passi e alzammo tutti lo sguardo quando cedemmo una
figura avvicinarsi a noi.
Una
signora di piccola statura, dai lunghi capelli bianchi e due occhi azzurri,
vestita diabiti logorati dal tempo e
con un bastone che l’aiutasse a camminare si presentò davanti a noi.
PovSasuke
La
signora ci guardò confusa. Da come era rimasta sorpresa di trovarci lì,
sembrava che non vedesse un essere umano da parecchio tempo.
“Voi chi siete? Cosa volete da una povera
vecchia come me?” chiese con una voce un po’ tremula.
“Ci
scusi per il disturbo signora. Siamo ninja di Konoha
e stiamo cercando HikariHitono,
la scrittrice del libro “A contatto con gli spiriti!” dissi.
“S-sono i-io!?” disse iniziando ad agitarsi. In quello
stesso istante Naruto apparve accanto alla signora e con
li suo solito modo di fare allegro disse “Lo sapevo che era ancora viva!”
Sorprendentemente
la signora si girò di scatto proprio in sua direzione e dopo essere sbiancata,
fece cadere a terra il cestino di funghi che teneva nella mano sinistra.
Naruto
spalancò la bocca sorpreso non aspettandosi dalla vecchia una tale reazione “Incredibile
baa-chan, tu riesci a vedermi. Ora capisco perché sei
così informata sui fantasmi!” poi sorridendo continuò “Piacere, io sono NarutoUzumaki e avrei un
problema. Siamo qui nella speranza che tu possa…”
“Basta!”
disse la donna guardando Naruto e poi rivolgendosi a
noi tutti disse “Ho chiuso con i fantasmi e niente di quello che potete dirmi
potrà farmi cambiare idea!”
Strinse i pugni e guardò un’ultima volta Naruto disse “Non mi importa quale sia il tuo problema
ragazzo, se vedi una luce entraci dentro e lascia
finire in pace gli ultimi giorni che rimangono da vivere a questa povera
vecchia!”
La
donna si diresse a passo il più spedito che poteva, verso la sua dimora,
sbattendo la porta dietro di sé e lasciandoci fuori sorpresi da un tale
atteggiamento.
“Uhm…facciamola sbollire un attimo, poi proviamo nuovamente
a chiedere aiuto!” disse Kakashi dopo un sospiro “Ma
non insisterei più di tanto”.
Sbuffai
a quella risposta.
Io
non avevo intenzione di mandare tutto a monte e inutili furono le richieste di Sasuke a rimanere fermo ad aspettare.
PovSasuke
Vidi
Naruto attraversare una parete della casetta. Ci avrei
scommesso che quella testa quadra sarebbe stata impaziente.
Passarono
all’incirca due minuti, quando vidi nuovamente Naruto
uscire attraverso un muro e nascondersi dietro di me impaurito.
“Quella
è pazza!” mi disse.
La
porta della casa si spalancò e ne uscì la vecchietta con una scopa in mano.
“E
non farti più rivedere brutto maniaco!” urlò.
Mi
girai verso Naruto e attesi spiegazioni
“Senza
volerlo ho attraversato la parete del bagno. Non è stato un bello spettacolo!” mi
disse disgustato.
Alzai
gli occhi al cielo.
“Signora,
mi scuso per qualsiasi cosa abbia fatto il mio amico, ma cercava solo il vostro
aiuto!” dissi facendo un inchino.
“Vi
ho detto che non ho alcuna intenzione di aiutarvi!” disse nuovamente per poi
voltarci le spalle.
In
quel momento, non solo io, ma anche Sakura e Kakashi
avvertimmo una bruttissima sensazione. I miei compagni non si sapevano spiegare
cosa fosse. Inizialmente pensarono a dei ninja nemici, ma questa ipotesi cadde
presto. Quell’aura negativa che percepivamo, non poteva appartenere a nessun
essere umano.
Naruto
cominciò a indietreggiare con un’aria spaventata. Si guardava intorno a terra
per poi dire “Mi hanno circondato!”
PovNaruto.
Mi
era capitato di vedere un’ombra solo per una frazione di secondo qualche giorno
prima, mentre ora me ne trovavo molte intorno a me.
Erano
riusciti a tenere nascosta la loro presenza, fin quando non furono troppo
vicini. Fu in quel momento che mi assalirono.
Non
riuscii a riflettere quando vidi quelle macchie nere a terra muoversi da sole e
lasciai che mi circondassero senza combattere.
Ero
terrorizzato e non sapevo nemmeno la ragione.
Sentivo
la loro aurea cattiva, ma io avevo convissuto con un demone e non mi sarei mai
aspettato che qualcosa di malvagio potesse avere un tale effetto su di me.
Forse quello che mi spaventava e che non sapevo cosa mi sarebbe capitato, se
fossi finito nelle loro mani. Con Kyuubi non avevo
molto di che restare sorpreso. Se si fosse liberata o fosse stata estratta,
sapevo che sarei morto. Oppure sapevo che rischiava di uccidere i miei amici
nei momenti in cui prendeva il sopravvento sul mio corpo, ma una soluzione c’era,
cioè evitare le situazioni che permetteva che tutto ciò avvenisse. In quel
frangente sapevo come fare, inoltre avevo anche delle persone accanto che mi
aiutavano a lottare, mentre ora ero completamente solo, in balia di un nemico
che non sapevo come affrontare. Le tecniche ninja non sarebbero servite a
niente e le parole nemmeno.
Avrebbero
ottenuto quello che bramavano fin quando non sarebbero riusciti ad ottenerlo.
Se fossi stato vivo, avrei potuto scappare da loro fin quando non sarei morto,
cioè quando sarebbe arrivata la fine, ma non vi era più fine per me ora che ero
un fantasma.
E
se mi avessero portato in un posto orribile e condannato a commettere cose di
cui non sarei mai andato fiero?
Mi
vennero i brividi solo a pensarci.
La
voce di Sasuke riuscì a liberarmi da quella paura che
mi impediva di muovermi.
“Scappa”
mi disse, ma per quanto ci provassi, non riuscivo a scomparire.
Abbassai
per istinto lo sguardo sulle gambe e vidi che erano state afferrate da delle
mani nere e scheletriche, che stringevano fino a fare male.
Cercai
invano di liberarmi, ma presto mi ritrovai completamente imprigionato nella
loro stretta.
Solo
la testa era rimasta libera, ma per poco. Le ombre cominciarono anche a
coprirmi il volto e riuscì solo a dire “aiuto!” prima che le tenebre mi
circondassero.
PovSasuke
Non
sapevo cosa stava succedendo. Sentivo quell’energia negativa aumentare sempre
più e vedevo Naruto irrigidirsi sempre di più, mentre
lentamente scompariva partendo dalle gambe.
Gli
urlai di scappare, ma per qualche motivo non lo fece. Mi sembrava come
imprigionato e non sapevo come aiutarlo.
Avevo
capito che stava accadendo qualcosa di grave e nonostante cercassi di
concentrarmi per trovare una soluzione, la voce di Sakura continuava a distrarmi.
“Sasuke, che succede?”
La
mia compagna aveva intuito che stava succedendo qualcosa a Naruto,
me lo leggeva in faccia.
Non
le risposi e continuai a riflettere, ma niente mi venne in mente prima di udire
la richiesta di aiuto di Narutoe vederlo scomparire completamente.
“Sasuke, vuoi spiegarmi che diavolo sta succedendo?” mi disse.
“Sta
zitta!” le urlai ormai preso dal panico.
Naruto
era scomparso e non per sua decisione, di questo ne ero sicuro.
Una
luce.
Una
potente luce, costrinse tutti quanti a coprirci gli occhi.
Era
una sensazione diversa da quella che le ombreci avevano procurato.
Sentivo
il mio cuore battere e una pace interna scaturirmi nel petto.
Mi
sentii improvvisamente sollevato e quella paura che avevo provato prima era,
svanita del tutto.
Quella
sensazione però svanì insieme a quella luce.
Mi
girai in direzione della vecchietta, la quale non era ancora rientrata in casa,
che emanava una luce che si affievoliva sempre di più.
La
vidi incamminarsi e allungare la mano.
“Stai
bene? Quelle ombre non ti hanno fatto del male, vero?” chiese con una voce più
gentile. Sembrava essere completamente cambiata.
Naruto
era nuovamente apparso e ora era seduto a terra, con occhi velati dalla paura.
Quella
donna era eccezionale e oltre a vedere i fantasmi, riusciva a toccarli. La mano
che aveva allungato verso il mio compagno, non gli era passata attraverso, ma
si era poggiata normalmente sulla spalla. Riuscii finalmente a spiegarmi il perché
poco prima il mio compagno fosse scappato da lei, probabilmente le aveva già
prese quando era entrato accidentalmente nel bagno.
La
signora invitò Naruto a seguirla all’interno della
sua abitazione e quando esso mi fu abbastanza vicino gli chiesi se era tutto a
posto.
“Ora
si, grazie a Hikari!” mi disse accennando a un
sorriso.
PovNaruto
Il
peggio era passato, ma avevo paura che tutto quello che si era verificato
potesse riaccadere. Era stato una cosa orribile.
Mi
avevano mostrato delle immagini, immagini orribili. Morte, sangue distruzione.
Ho visto villaggi rasi al suolo e la gente disperata che piangeva i propri
cari. Mi sembrò di scorgere anche Iruka-sensei, tra
la massa. Infine sentii una risata agghiacciante diffondersi nella mia testa.
Non
riuscivo a spiegarmi il motivo di quelle visioni. Non appartenevano a me, alla
mia vita.
Quando
mi fui un po’ rispeso, entrammo tutti all’interno della casa.
La
donna offrì delle tazze di thè verde ai miei amici e
dopo aver sorseggiato la sua tazza, cominciò a parlare.
“Siete
una combriccola interessante. Un pidocchioso Uchiha
che è in grado di vedere l’amico che ha ucciso, uno scettico senza faccia e….una ragazza con la forza di un maschiaccio!” disse
suscitando non poco la loro irritazione, soprattutto quella di Sakura.
“Ehi,
ehi, calmatevi. Ho detto pressoché le
stesse cose che pensa il vostro fantasmino!”
Sasuke
mi fulminò con lo sguardo. Mentre la vecchia se la rideva divertita.
“Hai
travisato un’po le parole, anche se non hai tutti i
torti, ma ripetilo e Sakura ti farà fuori baa-chan!”
le dissi
Non
mi diede molto retta, ma si concentrò su Kakashi e
gli girò intorno.
“Come
mai non vuoi credere che il tuo allievo sia qui con noi, figliolo?” chiese.
“Non
credo all’esistenza dei fantasmi!” disse semplicemente, ma Hikari
non fu affatto contenta della risposta ricevuta.
“Risposta
banale. Allora te lo spiego io! Da ragazzino hai sempre creduto all’esistenza
dei fantasmi. Tuo padre ti raccontava spesso di esperienze strane collegate con
il sovrannaturale, ma quando esso morì, le tue certezze cominciarono a
vacillare. Ti sei spesso chiesto il perché tuo padre non ti si è mai mostrato,
per consolarti quando è morto, ma non è lì che hai smesso di credere nel
sovrannaturale, ma dopo la morte di una persona a te molto cara.
Un
evento in particolare ti ha segnato molto. Un amico morto davanti ai tuoi
occhi, di cui ora porti l’occhio. Sapevi di non poter vedere i fantasmi, ma di
poter avvertire la loro presenza enon
hai mai sentito questo tuo caro amico vicino a te! Da allora hai smesso di
credere che certe cose potessero esistere!”
Vidi
Kakashi sussultare “C-come
fai a sapere queste cose? Nessuno le sa!”
La
vecchietta non rispose e chiudendo gli occhi si concentrò.
Sorrise.
“Obito
Uchiha, è stato lui a dirmi tutto ciò, è mi ha
chiesto di dirti che sei un gran testone!” sorrise.
Kakashi
sbiancò “Vuoi dire che Obito sarebbe in questa stanza?” chiese Kakashi.
“Io
non vedo niente” risposi io. Avrei dovuto vedere la presenza di altri fantasmi.
La
signora mi lanciò un’occhiata sorridendo e poi tornando a rivolgersi al mio sensei disse.
“Senti
la sua presenza accanto a te?” chiese e Kakashi
rispose di no.
La
vecchia non ne fu molto sorpresa.
Non
so cosa mi spinse a farlo, ma riapparvi alle spalle di Kakashi
e gli misi una mano sulla spalla. Lo sentii irrigidirsi.
“Ora?”
chiese nuovamente.
“No!”
“Non
avverti niente!”
“Non
è Obito!” disse “è Naruto!” disse abbassando la
testa.
Sorrisi,
stava cominciando ad accettare l’idea che fossi lì.
“Ho
sempre negato che lui fosse tra noi perchè…non
riuscivo ad accettare l’idea che fosse morto. Continuavo a illudermi che non
era vero e che fosse solo un brutto sogno. Non volevo che fosse vero!”
Mi
sorpresi a sentire quelle cose uscire dalla bocca di Kakashi,
ancora di più a vedere il mio sensei commosso. Non lo
avevo ancora visto piangere per la mia scomparsa e il motivo era proprio quello che aveva appena spiegato.
Apparvi
accanto alla vecchina e dissi “Ottimo lavoro Baa-chan!”
Ci
fu nuovamente silenzio e attesa per conoscere quello per cui eravamo andati
dalla vecchina. Si sedette e disse “Ho un potere speciale che non consiste solo
in quello di vedere i fantasmi come il vostro amico Naruto.
Posso vedere anche le anime passate oltre che stanno accanto ai loro cari, come
Obito e tuo padre” disse guardando Kakashi. Sono nata
con questo dono e non è stato per niente facile viverci. I fantasmi bisognosi
di aiuto sono tanti e andrebbe bene se si fermasse tutto li, ma come avete
potuto constatare, anche nella dimensione dei fantasmi vi è qualcosa di oscuro,
qualcosa che non si può eliminare da quanto ne so e che diventa troppo
pericolosa a lungo andare, se diventi un suo nemico. Ho aiutato migliaia di
anime a passare oltre, ma a degli spiriti cattivi non andava bene quello che
facevo. Offrivo perdono anche alle persone che si erano comportate male nella
vita, strappandole a loro. Molte anime mi hanno avvertito di non immischiarmi
molto. Non le ho ascoltate e queste anime cattive o ombre, mi hanno portato via
tutti i miei cari. Non nel senso che sono entrati in possesso delle loro anime,
ma hanno fatto accadere loro cose brutte e uccisi. Non potendo più sopportare
oltre e non volendomi affezionare ad altre persone che avrebbero rischiato
avendomi al loro fianco, ho deciso di isolarmi qui, lontano dalla gente, in un
bosco poco trafficato dai viventi, quindi quasi totalmente privo di fantasmi.
Ho scritto quel libro, per diffondere il mio sapere, sperando potesse tornare
utile, ma non che conducesse a me!” disse infine prima di sospirare.
Sasuke
intervenne “Non ci sono molte informazioni sulle ombre!”
“Questo
perché conosco poco su di loro e ne sapevo ancora meno quando l’ho pubblicato!”
disse Hokari guardandomi “Naruto,
non posso consigliarti un modo per combatterle. Non vi è un modo, oltre a
quello di passare oltre e scampare per sempre al pericolo. Ma posso aiutarti
insegnando a questa ragazza, la tecnica che ho usato prima per scacciare via le
ombre. Queste temono la luce perché è il loro contrario, è purezza, è amore, ma
vi è un lato negativo in questa tecnica, per la quale non posso insegnarla né a
Sasuke, né a Kakashi!”
“Farò
di tutto per aiutare Naruto!” disse Sakura e anche se
non poteva vedermi, le sorrisi.
“Con
calma. Ti insegnerò la tecnica, ma nemmeno tu sei pienamente idonea a
utilizzarla. Ma ad esclusione, sei quella più consigliabile”.
La
guardai confusa, ma non mi volle spiegare cosa intendesse.
Inoltre
Naruto, posso solo dirti di non avere paura di loro, perché
non possono portarti via se non li temi, infatti non hai niente di cattivo in
te e non è te che vogliono, ma qualcosa che hai ancora legato a te e che vedo
benissimo agitarsi nel tuo stomaco!”
Spalancai
gli occhi e dicemmo tutti all’unisono “Kyuubi”
Capitolo 10 *** Il ritorno della volpe a nove code ***
Capitolo 10: Il ritorno della volpe a nove code
Pov Sakura
Rimasi sorpresa nel venire a conoscenza
dell’esistenza di Kyuubi e con me anche i miei
compagni. Tutti eravamo convinti che i Bijuu
scomparissero con la morte del jinchuuriki, ma Naruto e Kyuubi erano sempre
stati motivo di sorpresa e anche questa volta non si erano smentiti.
Dopo essere venuta a conoscenza del volere
dell’anziana di volermi insegnare l’Hikari no Jutsu, in quanto la più idonea del gruppo, lo stupore
aumento quando volle precisare che Naruto sarebbe
stato perfetto per poter utilizzare questa tecnica.
Era un jutsu che
richiedeva un estrema concentrazione e buon uso del chakra
e per il mio compagno il controllo del chakra
rimaneva sempre un tallone d’achille. Doveva esserci
un’altra spiegazione per cui lui sarebbe stato più adatto se non fosse stato un
fantasma, ma in caso contrario non si sarebbe dovuto far ricorso a questa
tecnica per sconfiggere le ombre che avrebbero tentato di impossessarsi
dell’anima di Naruto.
Volevo comprendere il perché non ero pienamente
adatta a questo compito, ma non ci pensai a lungo, dato che non c’era altra
soluzione. Potevo solo sperare di riuscire a usare la tecnica ogni volta che si
sarebbe resa necessaria.
Ero felice i poter tornare utile al mio amico. Era
una sofferenza per me sapere della sua presenza accanto a noi, ma non poterlo
vedere, mi faceva sentire inutile ed esclusa da qualcosa di straordinario. Ora
invece ne ero entrata a far parte.
Quella donna doveva saper leggere anche nel cuore
delle persone in vita, perché mi tolse un dubbio che mi girava nella testa. Ok
ero in grado di scacciare le ombre, ma se non potevo vederle, non sarei stata
in grado di capire quando avrei dovuto ricorrere a questo nuovo potere.
“Sei una ragazza sensibile Sakura, sarai in grado di
percepire il pericolo e le ombre quando saranno vicine al tuo amico. Non
preoccuparti di questo. Cerca solo di non dare alcuna motivazione alle ombre di
non temerti!” disse Hikari spostando poi lo sguardo
verso Sasuke.
Seguii il suo sguardo, ma nuovamente non capii cosa
intendesse dire.
PovKakashi
Quella missione di cui inizialmente dubitavo era
servita al suo scopo. Ora eravamo a conoscenza del nemico che perseguitava Naruto. Questa faccenda del Kyuubi
non mi piaceva per niente.
Avevo compreso che era il chakra
del demone a interessare le ombre, in quanto poteva essere ancora in
circolazione all’interno del corpo del mio allievo, ma oltre alle ombre si
presentò un ulteriore problema. Quel chakra avrebbe
fatto il possibile per non disperdersi e trovare un nuovo contenitore di cui
prendere il controllo e tornare a vivere e seminare terrore. Era una lotta contro
il tempo, perché questo sarebbe potuto accadere in qualsiasi istante. Per il
momento e da quanto appurato, Kyuubi era ancora
legato a Naruto.
Inoltre come se non bastasse tutto questo, l’anziana
signora ci avvisò della potenza del nemico. Le ombre avevano presentato sempre
una minaccia per le anime intrappolate sulla terra, ma mai la signora aveva
percepito, fra tante ombre, una che spiccava maggiormente rispetto alle altre e
in modo particolarmente alto.
Sospirai sconsolato alla notizia. Non bastava dover
combattere un pericoloso nemico invisibile, doveva esserci anche la più potente
ombra che si fosse mai vista.
Una volta rientrati dalla missione, feci ben
attenzione a raccontare ogni particolare all’hokage,
per decidere sul da farsi.
Decidemmo di prendere dei provvedimenti, nonostante
questi non fossero piacevoli, nè per noi, né per Naruto.
Dovemmo dissotterrare la bara e tenerla
costantemente sotto controllo, controllando il Kyuubi
per intervenire appena avremmo sentito l’attività del demone aumentare.
La stanza dove era condotta era piena di sigilli,
era una precauzione per aumentare la difesa e proteggerci da una nuova
catastrofe.
Inoltre decidemmo di fare dei controlli su tutti gli
abitanti di Konoha.
Alla nascita di ogni abitante, all’anagrafe, non
viene solo registrato il nome, cognome, genitori, impronte digitali, ma anche
la quantità di chakra in possesso di ogni neonato,
che sarebbe stato per tutti pressoché lo stesso, cresciuto proporzionalmente
con esso.
Passai qualche nottata in bianco, insieme a Sasuke e Sakura. Inizialmente io e Tsunade
eravamo d’accordo con il fare tutto segretamente, senza far preoccupare
maggiormente i ragazzi, ma Naruto aveva percepito lo
spostamento del suo corpo e spiandoci aveva scoperto tutto.
Sasuke e Sakura si erano opposti al dissotterramento della
bara, ma infine dovettero comprendere che non vi era soluzione. Naruto invece non aveva fatto storie, nonostante si
sentisse maggiormente in trappola e inquieto.
Non credevo che a Konoha
fossimo così numerosi e nonostante il gran numero, quasi nessuno aveva una
quantità di chakra al di fuori della norma e alcuni
di questi erano Naruto, Minato, Sasuke
e il sottoscritto.
Minato e Naruto erano
fuori gioco, Sasuke avrebbe potuto essere una buona
preda per Kyuubi, se non fosse un discendente di
colui che è riuscito a controllarla in passato grazie allo sharingan.
Infine vi ero io, ma dubitavo che la mia quantità di chakra
fosse sufficiente per sopportare quella del demone, finchè
esso non avesse completamente modificato il mio corpo, rendendolo completamente
suo.
Se fossi stato idoneo, a mio parere il demone
avrebbe già agito.
PovNaruto
Kyuubi non mi aveva abbandonato nemmeno dopo la morte.
Ma una cosami sembrava alquanto strana. Come poteva il suo chakra
trovarsi ancora all’interno del mio stomaco? Tecnicamente non lo avevo più,
oltre al fatto che io non percepivo minimamente la sua presenza.
Ci pensai a lungo su questa faccenda,ma la verità e che non sapevo dove sbattere
la testa. L’unico modo per liberarmi delle ombre era liberarmi del chakra della volpe, senza però liberarlo nel mondo.
Passarono diversi giorni, durante i quali, diverse
volte capitò che le ombre mi tornassero a fare visita. Il consiglio della
vecchia di non temerli, non era servito a molto, dato che ogni volta, rischiavo
di farmela sotto. A volte ero riuscito a scappare da solo, a volte destino
volle che Sakura fosse nei paraggi e mi salvasse con la sua nuova tecnica.
Avrei voluto saperla usare anch’io, nei momenti in
cui mi trovavo da solo in posti poco raccomandabili.
Il giorno era abbastanza sicuro, ma la notte, dove
le tenebre regnano sovrane, era difficile riuscire a nascondersi.
Passarono un paio di giornicosì, tra nascondigli e inseguimenti, l’ansia
continuava a crescere, sia in me che nei miei amici e io potevo ben percepirla,
quasi toccarla. Ma era ancora niente rispetto a quella che provammo quando una
terribile notizia giunse alle orecchie dei miei compagni.
Esattamente come mi capitava quando il mio corpo si
trovava al cimitero, sentivo il bisogno di andare accanto al posto in cui “riposavo”
e di tanto in tanto, andavo nella sala dove il mio cadavere era stato posto
protetto da mille sigilli.
Feci la stessa cosa il giorno della terribile
notizia.
Vi entrai e la mia bara era sempre nello stesso
punto, ma mi sentivo strano, come se non fossi realmente lì. Sgranai gli occhi
comprendendo quale potesse essere la causa e subito corsi da Sasuke, chiedendogli di aprire la cassa.
Il mio amico si rifiutò di farlo e potevo ben
comprendere il perché. Di sicuro il mio corpo non doveva essere in bello stato
dopo tutto quel tempo e di fatto non riuscii a convincerlo a compiere l’azione.
Provai io, concentrando le mie energie, ma la paura
che il mio presentimento fosse vero, mi impediva di toccare le cose intorno a
me.
Insistetti con Sasuke quando
all’ennesimo rifiuto, mi irritai facendo scattare accidentalmente i vari
sigilli. L’allarme venne subito avvertito da Tsunade,
la quale accorse pochi minuti dopo nella stanza, trovando me e Sasuke, o per meglio dire solo Sasuke,
a sbraitare l’uno contro l’altro e a lanciarci insulti non tanto carini.
“Cosa diavolo ci fai qui?” disse Tsunade
seccata.
Sasuke la guardò con la stessa espressione “Quel baka mi ha fatto venire qua e al mio rifiuto di aprire la
bara, ha fatto scattare i sigilli.
Kakashi giunse un momento dopo con Shizune,
la quale aveva avvertito il mio sensei di quanto
accaduto.
“Perché avresti dovuto aprire la bara?” chiese Tsunade stupita.
“Vorrei saperlo, dato che non ci tengo minimamente a
vedere quello che c’è lì dentro!” disse Sasuke
guardandomi storto.
“Quante storie, tu la apri e io guardo dentro!”gli dissi per l’ultima volta.
“Ti ho detto di no!” mi rispose.
“La apro io!” disse Kakashi
stupendo tutti quanti “Ci deve essere un motivo per cui Naruto
ti ha chiesto questa cosa!”
Annuii e dissi quasi bisbigliando “è come se io non
fossi realmente qui!”
“Cosa vorresti dire?” mi chiese Sasuke,
ma ero troppo assorto a vedere l’azione di Kakashi-sensei,
la cui reazione fu proprio quella che mi aspettavo.
“Il corpo non c’è!” disse spaventato “Come è
possibile!”
“Shizune, convoca una
squadra di ricerca, affinchè trovino colui che ha
preso il corpo!” urlò Tsunade alla sua assistente.
Io guardavo la bara aperta e vuota e per un attimo
mi domandai se il fatto di sentirmi in trappola, non fosse causato dalla
prigionia del mio corpo in quello spazio cosi angusto e claustrofobico.
“è stato portato via da poco!” dissi.
Il motivo per cui mi ero recato in quel posto era
dovuto a un’intuizione, avevo percepito che qualcosa era accaduta al mio corpo,
proprio quando l’avevano spostato la prima volta.
“Come hanno fatto ad entrare qui? Solo io e Kakashi conosciamo la combinazione del sistema di chiusura!
E a quanto anche pare tu Sasuke!” disse Tsunade.
“Non sospetterai che io centri qualcosa. Me l’ha
detta Naruto quando mi ha chiamato qui. A quanto pare
ora che è fantasma si fa gli affari degli altri e spia le persone!” mi disse Sasuke guardandomi storto.
“Scusa tanto, ma questo è il mio corpo. La questione
mi riguarda eccome!” dissi infastidito.
“Se nessuno è entrato, come è possibile che il corpo
di Naruto sia scomparso. Si è alzato da solo?” disse Kakashi.
“Ma ti sei rincretinito?” disse Sasuke
ad alta voce, facendo voltare i presenti verso di sé “Ce l’avevo con Naruto. Sta insinuando che quanto ha detto Kakashi potrebbe essere vero!”
“Ed è vero teme. Rifletti, se quando ero in vita Kyuubi aveva la capacità di guarirmi a una velocità
straordinaria, cosa le impedisce, ora che sono morto, di risanare il mio corpo
in modo tale che lei lo possa utilizzare a suo vantaggio?” dissi.
Sasuke riferì quando avevo affermato e le reazioni della
nonna e del maestro furono giustificate. Si gelarono sul posto.
“Se quello che dici è vero, niente potrebbe fermare Kyuubi, ora non c’è più il tuo spirito che può fermarlo. È a
piede libero!” disse Tsunade.
“Se è così allora perché non ha già raso al suolo il
villaggio?” chiese Sasuke.
“Ha sempre a che fare con un corpo morto e rigido,
per quanto potente possa essere, avrà un po’ di difficoltà a farlo tornare alle
sue movenze originali!”
“Ok, ci siamo messi d’accordo sul fatto che Kyuubi si sta facendo una passeggiata nel mio corpo.
Dobbiamo ancora stare qua afare
ipotesi, o andiamo a fermarlo prima che faccia casini o che venga catturato
dalle ombre?” dissi esasperato da quella situazione.
Non era affatto piacevole quanto mi stava capitando,
anche se non stava direttamente succedendo a me, ma al mio corpo.
“Di quello non mi preoccuperei. Le ombre non possono
impossessarsene!” disse la voce di Sakura, appena entrata nella stanza.
“Di
quello non mi preoccuperei. Le ombre non possono impossessarsi del tuo corpo!”
disse Sakura apparendo nella stanza.
“Cosa
vorresti dire?” chiese Tsunade ansiosa.
“Me
l’ha spiegato Hikari. Le ombre non possono
impossessarsi degli oggetti materiali, poiché sono privi di anima e almomento il corpo di Naruto
è solo un guscio vuoto, in quanto la sua anima è qui con noi!” spiegò Sakura.
“Però
nel mio corpo si trova Kyuubi, quindi se è lui che
cercano perché queste ombre stanno cercando di catturarmi e soprattutto come
faranno a impossessarsi della volpe se non possono prendere il mio corpo?”
Chiesi a Sakura sperando che sapesse la risposta, ma anche dopo che Sasuke avesse riferito lemia domanda, la ragazza non seppe dire niente, in quanto neanche lei
sapeva qualcosa a proposito.
Decidemmo
di lasciare gli interrogativi da parte e di metterci alla ricerca del mio
corpo. Ci dividemmo in squadre da due e ovviamente io andai con Sasuke. Non dissero niente, ma sapevo che i miei compagni
contavano su di me per il ritrovamento del mio cadavere, in quanto ad esso
collegato.
Mi
concentrai qualche istante per riuscire a percepire verso quale direzione esso
si stesse muovendo e, nonostante ci misi più del solito, riuscii a intuire che
il demone si era diretto verso l’uscita di Konoha.
Sasuke
non attese nemmeno un momento ecorrendo
velocemente si recò verso le porte.
Io
lo anticipai e in un battito di ciglia mi ritrovai davanti al mio corpo.
Esso
era seduto a terra con la schiena appoggiato a un albero che apriva e chiudeva
la mano, allenandola.
Kyuubi
stava tentando di eliminare quella rigidità che aveva avvolto il mio vecchio
corpo e anche se sapevo che all’interno di quell’involucro ci fosse la volpe,
vedere me stesso, mi fece una strana impressione, soprattutto a vederlo nuovo
come se mai fossi stato percosso, ferito e ucciso.
“Kyuubi!” dissi sicuro del fatto che non mi avrebbe sentito.
Immaginate
la mia sorpresa quando lentamente alzò il viso per guardarmi.
“Sei
qui, cosa vuoi? Nemmeno da morto mi lasci in pace?” disse con la mia voce.
Mi
vennero i brividi, anche se non letteralmente in quanto i fantasmi non provano
brividi.
“Io
non ti lascio in pace? Piuttosto sei tu che mi perseguiti anche dopo la vita!”
dissi imbronciato.
“Credi
che io lo voglia? Per me potevi morire e basta per quel che mi importa di te!”
mi disse con tono freddo.
“A
proposito di questo, perché tu sei ancora vivo?” gli chiesi curioso, ma la
curiosità non era solo la mia, anche Sasuke, che
ormai mi aveva raggiunto, era ansioso di conoscere la risposta.
“Voi
umani siete solo degli stupidi. Davvero credete che noi demoni codati possiamo morire cosìfacilmente? Noi siamo entità immortali, considerati quasi delle
divinità. Moriamo si, ma solo nel corpo, ma la nostra anima continua ad
esistere aspettando di prendere nuovamente forma sotto forma di carne!” disse Kyuubi, per poi digrignare i denti “Se solo quello stupido Yondaime non avesse legato la mia anima a te, io ora sarei
andato nella mia terra, in attesa di rinascere di nuovo e non intrappolato qui,
cacciato da delle malefiche ombre!” disse il demone con rabbia.
Sussultai
e mi domandai cosa volesse dire con quelle parole.
“Credo
di aver capito!” disse Sasuke sorprendendomi. Io, al
contrario, mi ritrovavo confuso e proprio colui che era stato sempre un passo
davanti a me, ora aveva pure intuito tutto.
Sbuffai
“Cosa hai capito teme?” gli chiesi scocciato per essere stato battuto l’ennesima
volta.
“Possibile
che non ci arrivi dobe? Eppure è semplice. Kyuubi è sempre stato nel tuo corpo e le ombre non sembrano
minimamente interessate a lui, al contrario non fanno altro che perseguitare
te!” cominciò e mi affrettai a ricordargli un dettaglio che aveva dimenticato.
“Ti
ricordo che Sakura ha detto che non si possono impossessare di cose che non
hanno anima e il mio corpo al momento ne è priva!”
Sasuke
annuì “Si, pensavamo fosse priva della tua anima, ma che dentro vi fosse quella
di Kyuubi o almeno così credevamo tutti, te escluso!”
“Eh?”
dissi battendo le palpebre.
Sasuke
Sbuffò “Insomma ti devo spiegare tutto? Dicendo che l’anima di kyuubi era legata a te, non si riferiva al tuo corpo, ma alla
tua anima. Avete un anima in due, per questo le ombre cercano di catturare il
tuo spirito, invece che il tuo corpo!”
Sgranai
gli occhi e osservai Kyuubi, il quale ghignò “I miei
complimenti pidocchio, almeno uno c’è arrivato!”
“Aspetta
un attimo, cosa vuol dire che abbiamo un anima in due? Che le nostre anime si
sono in qualche modo fuse?”
“Esatto.
Se in vita condividevamo lo stesso corpo, in morte condividiamo la stessa
anima. In poche parole siamo uniti per sempre, fino a quando non si trova un
modo per scindere le due anime!” disse kyuubi
seccato, non meno di me.
“Possibile
che mi porti solo guai stupida volpaccia? Magari è
anche per questa ragione che non riesco a oltre passare oltre!” dissi
incrociando le dita.
“Forse,
ma non è solo questa la ragione, lo sai!” mi disse sbuffando “Devi riuscire a
far esaudire il tuo ultimo desiderio!”
“Una
cosa per volta, ora pensiamo alle ombre!” disse Sasuke.
“Sai dirmi cosa vogliono da te?”
Vidi
il mio corpo scuotere la testa “Qualsiasi cosa vogliano, non è niente di positivo
e questo fatto di essere nuovamente sfruttato, non mi aggrada minimamente,
anche se questa volta non si tratta di esseri umani…o
almeno esseri umani vivi!”
Guardai
Kyuubi preoccupato “Non so tu, ma io non voglio avere
niente a che fare con quei tizi. Possibile che tu non conosca un modo per
dividere le nostre anime in modo tale che ognuno continui per la sua strada?”
gli chiesi speranzoso.
“Esisto
da millenni, ma non mi è mai capitato di sentireuna cosa del genere e non avevo la minima
idea che due spiriti potessero fondersi!”
“Yondaime come ha fatto a permettere che ciò accadesse!”
chiese Sasuke.
Kyuubi
fece una smorfia di disgusto a sentir nominare mio padre e disse “Yondaime ha fatto uso di un sigillo inventato dal clan Uzumaki e non essendo un appartenente a tale clan e non
avendo quel tipo di chakra che li caratterizza, avrà fatto
casini. Forse nemmeno sa di averci legato!”
Annuii
“Quando l’ho visto non me lo ha accennato. Ma forse se sciogliessimo il sigillo
potremmo…” cominciai, ma Kyuubi
mi interruppe.
“Ci
ho pensato ed è per questo che ho guarito questo corpo, quando avrò pieno
controllo proverò a liberarmi!”
Lo
guardai dubbioso. Non che non volessi uscire da quella situazione, ma se kyuubi si liberasse, poteva attaccare nuovamente il
villaggio.
Come
se la volpe avesse letto nei miei pensieri disse “Non farò niente al tuo
villaggio. Come ti ho già detto sono “morto” anche io e non posseggo un corpo
euna volta libero, il mio chakra andrà disperso e la mia anima si recherà alla mia
terra di origine in attesa del momento della rinascita. E poi anche potendo,
sarebbe come calpestare delle formiche, sai che noia!” disse sbuffando.
“Rimane
il problema che Naruto è morto. Anche dandoti la
possibilità di prendere il controllo del suo corpo, non puoi farti vedere in
giro, creeresti scompiglio nel villaggio!” disse Sasuke.
“Si
può sempre inventare una scusa, tipo che grazie al mio chakra,
questo pivello sia morto solo momentaneamente!”
“Ehi!
Stiamo parlando di me e del mio corpo, nessuno chiede la mia opinione?” chiesi
seccato.
“No!”
dissero all’unisono Kyuubi e Sasuke.
Misi
il broncio. Si erano coalizzati contro di me, ma non era quello che mi
preoccupava. Se Kyuubi prendendo il controllo del mio
corpo, si fosse spacciato per me, avrebbe anche potuto rovinare la mia
reputazione.
Et voilà. Oggi mi
è venuta voglia di scrivere e ho deciso di continuare dopo tanto tempo questa fic.
Spero che ci sia
ancora qualcuno che la segua, in caso contrario manderò Naruto
a perseguitarvi…meglio di no, conoscendolo è capace
solo di far casini.