The Devil meets an Angel

di Sparrowhawk
(/viewuser.php?uid=128208)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** a Jin & Xiaoyu story ***
Capitolo 2: *** End. ***



Capitolo 1
*** a Jin & Xiaoyu story ***


Titolo: The Devil meets an Angel
Fandom: Tekken
Personaggi: Ling Xiaoyu; Jin Kazama
Rating: Verde
Genere: Sentimentale; Fluff
Altro: //
Note: Non è scritta molto bene, ma essendo stata una delle mie prime storie ho voluto comunque lasciarla così, come una sorta di tributo. Spero sia leggibile lo stesso.


Photobucket

Jin si arrampicò in cima all’albero dietro al giardino della scuola non appena l’ora di tornare a casa arrivò. Non voleva tornare alla villa, non ne aveva nessuna voglia.
La sola idea di affrontare un’altra discussione con il nonno o di sentirsi rimproverare per ogni sciocchezza dal padre gli faceva venire l'orticaria.
Detestava la sua famiglia.
E la detestava ancora di più da quando sua madre se ne era andata lasciandolo solo con due persone completamente squilibrate. Uno alla ricerca dei soldi e dell’eterna giovinezza, l’altro con la fissa di fare del male ad ogni persona.
Si mise comodo in cima al ramo più alto dell’albero abbandonando ai suoi piedi la cartella marrone scuro che per lui aveva poca importanza.
Fortunatamente presto la scuola sarebbe finita per Jin visto che aveva già 18 anni.
Gli mancavano pochi mesi e avrebbe preso il diploma per poi dileguarsi e sparire dalla città. Almeno fino a quando non sarebbe stato abbastanza forte da controllare la maledizione del Diavolo che aveva in corpo per usare il suo potere per vendicarsi dei parenti.
Solo allora si sarebbe detto soddisfatto: avrebbe portato via tutto ad ognuno dei due.
La Mishima Zaibatsu, la forza, il denaro...tutto.
Era quello l'unico pensiero che lo aveva fatto andare avanti.
L'unica cosa che potesse tirarli su nei momenti più difficili.
L'odio, la tristezza, la solitudine...il desiderio di vendetta. Quelle cose lo avevao aiutato a superare le difficolta e a non impazzire.
Chiuse gli occhi e si mise ad ascoltare il venticello fresco che soffiava quel giorno.
Era abbastanza piacevole.
-Oh accidenti...
Una voce cristallina e femminile lo fece sussultare.
Lì, propriò sotto l'albero dove lui si era sistemato, c'era una ragazza.
“Quella dovrebbe essere Xiaoyu” si disse pensieroso. La conosceva di fama perché era una ragazza molto popolare. Sorrideva sempre ed era gioviale. Simpatica, altruista.
Una persona che per forza di cose non poteva che piacere alla gente. Lui però la trovava insopportabile: la sua allegria lo infastidiva sempre.
-...se continuo così non ce la farò mai a ballare come si deve!
Xiaoyu stava tentando di mettere insieme un balletto ma evidentemente la cosa le risultava molto difficile. Ad ogni passo sembrava mancarle la calma e la grazia necessarie ad una ballerina.
Jin la fissò mentre inciampava per l'ennesima volta.
-Eppure l'equilibrio non è un problema quando combatto per la miseria!
La vide alzare lo sguardo verso di lui e fece per nascondersi quando notò che i suoi occhi stavano guardando oltre l’albero, dritti verso il cielo azzurro e limpido.
Il suo sguardo era sereno come sempre. Si sporse un poco per vederla meglio mentre si rialzava e si scioglieva i capelli raccolti in due codini.
-Adesso basta!- disse Xiaoyu sicura di se -Non mi importa quello che dice il nonno! Se vuole che io debutti in società dovra farmi ballare come dico io!
Xiaoyu si levò di corsa le calze e le scarpe che facevano parte della divisa scolastica e, muovendosi con un’eleganza che prima le mancava completamente, mischiò senza timore mosse di karate a passi di danza. A Jin parve di vedere un Angelo.
Senza rendersene conto scese dall'alabero e le si avvicinò sempre di più.
La sua mano si alzò da sola. Voleva toccare quell’angelo che aveva di fronte per essere sicuro di non stare sognando.
Per essere così capace anche lui di immergersi in quella luce calda che veniva irradiata dal suo corpo.
Xiaoyu si voltò in quell'istante.
-NO, LEVATI!! LEVATI!!- strillò poco prima di perdere l’equilibrio e finirgli addosso.
Passarono alcuni secondi in silenzio in cui Xiaoyu, sopra a Jin, cambiò il colore del viso passando dal bianco pallido al rosso fuoco per l’imbarazzo. Non solo per il fatto che stava in una posizione equivoca con un ragazzo, ma anche perché improvvisamente si era resa conto di chi aveva mandato al tappeto con la sua innata sbadataggine.
-MA...MA TU SEI JIN KAZAMA!!
Jin si mise seduto e scosse la testa, tornando serio.
-...sì, lo so chi sono.
Cominciò a levarsi di dosso tutti i petali di ciliegio che gli erano finiti sulla divisa e, rimettendosi in piedi, andò a prendersi la cartella.
Forse aveva passato troppo tempo su quell'albero.
Com'era che quella ragazzina, che per giunta era più piccola di lui di due anni, dall'alto le era sembrata così eterea?
Adesso che la vedeva non le sembrava poi così differente dalle altre studentesse, era come loro, ma allo stesso tempo era diversa. C’era qualcosa che gli faceva battere il cuore quando la guardava.
Fece per andarsene per dimenticare quello strano calore nel petto ma venne bloccato da lei sul colpo.
-Aspetta! Mi devo pur scusare con te!- disse Xiaoyu sinceramente preoccupata e dispiaciuta –Dopotutto ti sono caduta addosso come un sacco di patate, ti devo aver fatto male.
Jin si fermò un istante ripensando ai duri allenamenti ai quali suo padre lo aveva sempre sottoposto: al confronto il peso di Xiaoyu era come quello di una piuma rispetto a quelli che Kazuya gli aveva attaccato ai polsi e alle gambe per farlo diventare più forte.
Il ragazzo scosse il capo e voltandosi verso di lei cercò di risponderle male, come faceva con tutti. Però qualcosa lo bloccò.
Lo stesso batticuore di poco prima gli impedì di parlare.
La brezza primaverile soffiava più forte di prima facendo si che i capelli corvini di Xiaoyu andassero di qua e di là circondati da milioni di petali di fiori di ciliegio. I suoi occhi marroni chiaro era pensierosi e gli facevano venire una morsa al petto mai sentita prima.
Cosa doveva fare?
Si girò ancora e, senza più degnarla di uno sguardo si limitò a dire –Non preoccuparti, non mi sono fatto niente..
cotinuò a camminare anche quando sentì che lei le diceva dell'altro.
Forse stava dicendo “Ciao” ma non n era sicuro al 100%.
Mentre Jin se ne andava Xiaoyu arrossì ancora.
Non poteva credere che l’unico ragazzo che l’avesse mai interessata si fosse trovato nel suo posto preferito proprio mentre c’era anche lei.
Divenne sempre più rossa portandosi la mano sul cuore: quanto forte aveva battuto quando si era resa conto di chi fosse?
Le aveva fatto quasi male dall’emozione e dalla felicità.
“..spero di rivederti ancora Jin..” si disse sistemandosi i capelli nuovamente in due codini.
Solo lui la aveva vista con i capelli sciolti. Chissà cosa aveva pensato.
Forse la aveva trovata carina?
Pregò perché fosse stato così e alzò nuovamente gli occhi al cielo sorridendo.
-Grazie mille, anche oggi mi hai fatto una bellissima sorpresa..sorridere sempre alla fine ripaga, proprio come dicevi tu, mamma!
Corse via dal giardino dei ciliegi in fiore ridendo come mai prima.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** End. ***


Era passato un anno e mezzo dall'ultima volta che aveva messo piede in quell'edificio e, dopo tutto quel tempo, credeva che quella sensazione di perenne frustrazione fosse scomparsa, o almeno lo aveva sperato. Invece gli bastò arrivare nell'atrio per ricordare ogni percezione sgradevole che lo perseguitava all'arrivo del momento di tornare a casa quando ancora frequentava la scuola.
Adesso però non doveva più preoccuparsene: aveva risolto tutto.
La Mishima Zaibatsu era sua. La vendetta non era più un problema ormai.
Mentre per il potere...aveva anche quello.
Certo, si era dovuto vendere l'anima per poter controllare la maledizione del demone che aveva in corpo, ma quello era irrilevante dal suo punto di vista.
L'unica cosa che gli dava veramente fastidio era quell'improvviso vuoto che lo aveva assalito da qualche tempo: non aveva più nulla per cui lottare ne niente per cui valesse la pena di continuare a vivere quella vita così complicata.
Si guardò in giro cercando di scacciare quella pessima sensazione e attendendo che la segretaria del preside lo venisse a chiamare: dopotutto era lì per un motivo, tanto valeva portarlo a termine.
-Insomma Xiaoyu ti vuoi dare una mossa? Non ho mica tutto il giorno!
Jin sobbalzò sentendo pronunciare quel nome.
-...e allora vai io ho delle cose da portare che sono pesanti...non ti preoccupare, ci vediamo domandi.
Riconobbe subito quella voce e, ignorando completamente la ragazza che ora gli stava passando davanti osservandolo con circospezione, puntò il suo sguardo verso il corridoio che aveva avuto alle spalle per tutto quel momento.
Xiaoyu comparve all'istante carica di scatoloni e con il suo solito equilibrio precario nelle cose che non riguardassero la lotta corpo a corpo. Senza nemmeno rendersene conto le si avvicinò piano.
Lei era una ragazza qualunque, una come tante, diversa dalle top model super belle con cui aveva cominciato a familiarizzare. Ma Jin, pur continuando a pensare una cosa del genere, non era mai riuscito a dimenticare il suo profumo, che aveva sentito una sola ed unica volta ben un anno fa sotto quegli alberi di ciliegio in fiore.
Il suo viso allegro, quegli occhi pieni di innocenza, i suoi capelli corvini sciolti al vento.
Non aveva dimenticato niente del loro primo incontro.
Niente.
Xiaoyu inciampò e fece cadere tutto a terra in un batter d'occhio.
-Uffa ma perché capitano tutte a me?!
Ecco un'altra cosa che non aveva dimenticato, la sua voce cristallina.
Si chinò e cominciò ad aiutarla a tirare su le cose. Non capiva neanche perché stesse facendo una cosa del genere. Proprio Jin, impassibile con ogni altra persona che non fosse lui stesso.
Lei fece per alzare lo sguardo verso di lui sorridente, ma la vide mentre si impietriva incredula -...Jin...?
Il suo cuore cominciò a battere come impazzito, come se fosse stata la prima volta.
Ma non era così: quel battito, quel calore, li aveva già provati in precedenza ed era stata sempre lei a farglieli scoprire.
Solo adesso lo aveva capito. Xiaoyu era in grado di far nascere qualsiasi cosa anche dove in precedenza non c'era niente. Solo lei lo faceva stare così bene pur non dicendo niente di importante.
Xiaoyu guardò ancora Jin, sentendo gli occhi cominciare a pizzicarle e le guance diventare rosse e caldissime. Quante volte aveva sognato di poterlo rivedere anche solo una volta?
Quante?
Di sicuro più di mille anche se non le aveva mai contate.
Dopo il loro primo incontro non lo aveva più visto se non da lontano, ma lui non la aveva più notata. In quel periodo la sua maggiore preoccupazione erano gli esami, se lo era ripetuto milioni di volte per auto convincersi che non c'era motivo di disperare.
Prima o poi sarebbe successo di nuovo, di lì a poco si sarebbero parlati ancora, ne era certa.
Purtroppo però quel momento non era mai arrivato.
Era per quello che adesso che lo aveva davanti voleva piangere con tutta se stessa.
Proprio quando stava per dimenticarlo era ricomparso come se niente fosse, come se i ricordi dei suoi pianti, che si erano ammassati l'uno addosso all'altro, non contassero più niente.
Voleva abbracciarlo, ma non poteva. In fin dei conti non si conoscevano nemmeno.
O forse era meglio dire che lui non conosceva lei perché al contrario Xiaoyu conosceva morte e miracoli della vita di Jin.
-...che...che figuraccia...- sussurrò tornando a guardare i libri per terra che erano usciti dagli scatoloni -...sembra che non riesca a farne una giusta davanti a te.
Non voleva guardarlo negli occhi. Non voleva e non poteva.
Jin continuò imperterrito ad aiutarla scuotendo la testa in risposta.
-Non ti devi preoccupare non è successo niente...
-...anche l'altra volta lo hai detto...
Xiaoyu tremava ma stava cercando di non darlo troppo a vedere -Lo hai detto anche un anno fa, però io ho capito lo stesso che avevi mentito. Mentre ti osservavo agli allenamenti di Kendo ho visto che il tuo braccio era più lento del solito...io l'ho notato e mi sono sentita così male. Era per colpa mia vero? Per il fatto che avevi cercato di prendermi al volo ed invece sei atterrato sul tuo braccio... Eppure non mi avevi detto niente...
“Ti ricordi ancora...una cosa del genere?” pensò Jin allungando una mano verso di lei, verso quel viso che aveva sempre visto allegro e sorridente e che gli aveva regalato tanta luce in una sola volta.
Piangeva e lo stava facendo per lui. Nessuno aveva mai pianto per lui che ricordasse.
Gli si strinse il cuore nell'accorgersi di quel nuovo sentimento che lo aveva travolto un anno fa ma che aveva capito solo ora.
Amore, ecco cos'era.
“Che stupido...” si disse asciugando le lacrime di Xiaoyu ed avvicinando la sua bocca a quella di lei “...uno stupido patentato...”.
Jin era sempre stato talmente tanto preso dal suo odio e dal suo desiderio di vendetta che non si era accorto che aveva incontrato l'unica luce che poteva renderlo felice per il resto della vita. Non aveva capito che quella che reputava come una ragazza qualunque era un Angelo sceso dal cielo per riaccendere il suo desiderio di vivere.
-Ti amo...- disse Xiaoyu tra i singhiozzi e rifugiandosi tra le sue braccia, facendo sorridere Jin per la prima volta da anni.

-...anche io ti amo, perdonami se sono così in ritardo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=689106