Il mio Casanova

di Ed_Wood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Venezia sia! ***
Capitolo 2: *** Non mi aspettare sveglio! ***
Capitolo 3: *** Io spio ***
Capitolo 4: *** Testa tra le nuvole ***
Capitolo 5: *** In una bellissima sera di luna piena ***
Capitolo 6: *** Anche meglio di quello vero ***



Capitolo 1
*** Venezia sia! ***


Capitolo 1: Venezia sia!
 
“Allora, dove andiamo adesso? Eh?” Chiese Rose accomodata pigramente sulla poltrona.
 
“Ovunque tu desideri,” rispose il Dottore con un sorriso, “Sei in vena di cosa? – Azione, avventura, pesci con le gambe…”
 
Rose aggrottò il viso in finta concentrazione, conoscendo perfettamente il tipo di posto e avventura che avrebbe voluto avere. “Che ne pensi di… Venezia? 18° secolo?”
 
Il dottore sorrise. “Venezia sia. Ottima scelta!”  Disse raggiante. La sua Rose aveva certamente sviluppato gusti raffinati nella scelta delle destinazioni. Indubbiamente maturati sulla base dei suoi stessi gusti purissimi.
 
Rose sorrise a sé stessa e balzò su dal suo posto. “Vado a cambiarmi” urlò affrettandosi verso il corridoio del TARDIS.
 
‘In gamba, eh?’Pensò il Dottore tra sé e sé con un sorriso.
 
xxxx
 
Rose voleva apparire bellissima – proprio una perfetta donna del 18° secolo. Cercò tra le schiere infinite di vestiti e costumi per trovare l’ideale… ah ha!
 
Rose si fermò dopo essere passata davanti ad un meraviglioso abito rosso di seta cinese con un ricamo intricato. ‘Perfetto’ pensò allegramente, non riuscirà a resistere… beh, almeno spero!
 
Uscì dalla sua stanza teatralmente. “Allora, che ne pensi?” Chiese in modo seducente, sbattendo le ciglia. Il Dottore sollevò lo sguardo dal suo panino e rischiò di strozzarsi. “Tutto bene?” Chiese Rose, correndo al suo fianco. Il Dottore annuì timidamente, “scusa, mio dio – sei… tu sei… bellissima.” Balbettò. ‘Da quando farfugli come uno scolaretto innamorato perso? Dacci un taglio!’ Si rimproverò. Si schiarì la gola.
 
“Dunque,” cominciò in modo noncurante, “c’è qualcosa in particolare che vorresti vedere mentre siamo a Venezia?”
 
Rose sorrise. “Veramente, non è un qualcosa – è un qualcuno. Vorrei incontrare qualcuno,” disse con un sorriso timido.
 
Il Dottore aggrottò le sopracciglia pensieroso. “Chi vorresti incontrare?” Chiese dopo una breve pausa.
 
“Ti darò un indizio – è attraente, intelligente, romantico, e popolare tra le signore–”
 
“–Beh, sono proprio qui di fronte a te – non c’è bisogno di andare nella Venezia del 18° secolo per questo!” La interruppe il Dottore, ridacchiando scioccamente.
 
Rose lo colpì sulla spalla, sogghignando. “Sei così pieno di te.” Rise. “Sto parlando del leggendario Giacomo Casanova!” Rose si sedette di fronte a lui e sospirò sognante.
 
Il Dottore era a dir poco scioccato – la sua Rose, la sua diciannovenne Rose – così innocente. Perché avrebbe voluto incontrare Casanova? È al corrente della sua reputazione?
 
Come se avesse ascoltato i suoi pensieri, “voglio solo vedere cosa riguarda tutto lo scalpore” disse semplicemente.
 
‘Hmph, cos’ha lui che io non ho? Eh?’Rimuginava il Dottore seduto, ‘beh, suppongo che abbia un grosso, grande, lungo… prestigio.’ Sorrise.
 
“Sai, in realtà l’ho incontrato in una delle mie precedenti incarnazioni – la numero 8 credo. Ci siamo scambiati tecniche di abbordaggio.” Le disse il Dottore fieramente. “Hanno sempre funzionato,” disse ammiccando sfacciatamente.
 
Questo era troppo per Rose – non riuscì a mantenere un’espressione seria e scoppiò a ridere, “tu? Tecniche di abbordaggio? Casanova?” Il Dottore aveva una faccia indignata. “Cosa? Che c’è di così divertente?” Ma Rose rideva troppo forte per poter rispondere.
 
‘Beh, aspetta Rose Tyler – e vedrai.’

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Capitolo 2
*** Non mi aspettare sveglio! ***


Capitolo 2: Non mi aspettare sveglio!
 
“Una cosa posso dire riguardo quell’uomo – ha certamente un aspetto favoloso!” Disse il Dottore mentre passeggiavano fuori dal TARDIS a braccetto.
 
‘Beh, questa era l’ultima cosa che mi aspettavo dicesse,’pensò Rose silenziosamente, ‘mi domando se il Capitano Jack abbia avuto su di lui un’influenza maggiore di quanto credessi!’ Lo guardò e fece una risatina.
 
“Che c’è? Sul serio Rose, tutto questo ridere di me ultimamente – comincia a spaventarmi. Ancora non mi hai detto di cosa stavate ridendo tu e Sarah Jane in quella scuola! Sono buffo da guardare? Mi è cresciuto un orecchio sulla fronte o qualcosa del genere?” Assunse un’espressione maliziosa. “Pensavo di essere sexy. Eh?”
 
“Aw, il mio povero Dottore si preoccupa – questo è così tenero!” Esclamò Rose pizzicandogli la guancia.
 
“Giusto perché tu lo sappia – il Casanova che ho incontrato io era su una diversa linea temporale – così ora lo sai.”
 
Rose sorrise. “Va beeeeene” rispose.
 
“Allora, se i miei calcoli sono corretti, e lo sono sempre, dovrebbe sorpassarci tra 3… 2…”
 
BANG!
 
“Oh, mi spiace tanto!” Si scusò l’affascinante giovane uomo che era inciampato e caduto sopra Rose. Si alzò immediatamente e l’aiutò a sollevarsi. “Tutto a posto?” Chiese con un’espressione preoccupata sul volto. Guardò dritto nei suoi occhi quando si alzò. Rose arrossì. “Sto… sto bene.”
 
“Eccome se sta bene!” rispose facendole l’occhiolino. Rose si sistemò il vestito. L’uomo si inchinò regalmente. “Sono Giacomo Casanova – ma può chiamarmi Giac.” Le prese la mano e vi impresse un bacio sul dorso.
 
Rose arrossì di nuovo e cercò di ricomporsi. “Sono Rose, Rose Tyler, e lui è il Dottore.”
 
L’uomo si girò verso il Dottore e si fermò. E fu allora che lei se ne rese conto. Rose guardò il Dottore e l’uomo che le era finito addosso… poi di nuovo il Dottore.
 
“Tu…” cominciò.
 
Il Dottore sorrise. “Te l’avevo detto che era bello – perfino sexy!”
 
Rose non faceva altro che fissarli – lui, Giac – era l’immagine spiccicata del Dottore… o il Dottore era l’immagine spiccicata di Casanova.
 
Scosse la testa; era una cosa assurda… ma pur certo vera.
 
Gli stessi lineamenti affascinanti, capelli castano chiaro fatti per essere arruffati, stessa figura – alta e snella; sebbene ci fosse una evidente differenza – gli occhi di Giac erano blu come l’oceano, in netto contrasto con i bellissimi occhi marroni del Dottore.
 
Il Dottore interruppe il momento di stupore e sollevò la mano. “Piacere di conoscerti, io sono il Dottore.”
 
Giac strinse immediatamente la sua mano e la scosse. Dopo una pausa fece un passo indietro, lanciando una rapida occhiata al Dottore. “Devo proprio dirlo, siete proprio un affascinante bastardo!” Entrambi si misero a ridere.
 
Rose nel frattempo stava cercando di accettare il fatto che ci fossero due di loro – e che non aveva notato l’ovvia somiglianza immediatamente.
 
Giac si voltò di nuovo verso Rose. “Suppongo che non voglia consentirmi di farmi perdonare e procurarle un boccone da mangiare?” Rose si volse verso il Dottore, il quale sollevò semplicemente un sopracciglio, poi di nuovo verso Giac. Sorrise timidamente. “Mi piacerebbe moltissimo,” disse. Giac le porse il braccio che Rose intrecciò col suo. “Non mi aspettare sveglio!” Disse scherzosamente in direzione del Dottore. La coppia si allontanò lungo il calle fino a scomparire dalla vista.
 
Il Dottore era rimasto lì impalato con le mani nelle tasche. ‘Potrà anche essere un affascinante farabutto, ma non significa che per questo possa andare e – ahem – cogliere la mia Rose!’ Non è che fosse geloso, niente del genere! Solamente non voleva che qualcuno si approfittasse di Rose – o almeno così ragionava. Aveva il compito di occuparsi del benessere di Rose. Inoltre Casanova aveva quella reputazione per dei ben validi motivi.

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Capitolo 3
*** Io spio ***


Capitolo 3: Io spio
 
Il Dottore aveva deciso di tenere d’occhio la coppia – non era proprio spiare, voleva solo essere sicuro che si tenessero fuori dai guai… rabbrividì al pensiero di cosa Jackie gli avrebbe fatto se non ci fosse riuscito.
 
La giornata trascorse velocemente. Beh, almeno per Rose e Giac.
 
Per il Dottore fu una delle giornate più lunghe nei suoi 900 anni di vita.
 
Il Dottore aveva guardato mentre Giac e Rose pranzavano in un elegante ristorante veneziano, si scambiavano innumerevoli sguardi civettuoli, ed erano usciti per un romantico giro in gondola.
 
Quando il Dottore vide quanto si stava divertendo Rose senza di lui, sentì una fitta acuta di quella che suppose essere gelosia.
 
Lei aveva ragione, ovviamente. Era preoccupato – e geloso.
 
Non l’aveva mai veramente ammesso prima, ma ne era consapevole già da un po’ – era innamorato di Rose Tyler.
 
La sua coraggiosa, dolce, divertente Rose Tyler. Gli faceva male vedere con quanta facilità e rapidità fosse riuscita a trovarsi a suo agio con Giac.
 
Provava qualcosa per lui?
 
Ne dubitava – la sola idea che il Dottore potesse essere romantico la faceva ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi.
 
Come poteva qualsiasi altra persona anche solo paragonarsi al leggendario Casanova?
 
Il Dottore sollevò lo sguardo, sorridendo maliziosamente – era un Signore del Tempo. Aveva ancora qualche asso nella manica.
 
xxxx
 
Il Dottore portò il binocolo agli occhi ancora una volta, quasi desiderando di non averlo fatto. Giac strinse Rose tra le sue braccia e la baciò… e la baciò… oh dio, non smetteva di baciarla! Quando avrebbe smesso?
 
Rose chiuse gli occhi, lasciando che la passione prendesse il controllo. Quando si separarono, col respiro affannato, sussurrò: “Penso di iniziare a capire con cosa abbia a che fare lo scalpore adesso.” Sorrise sognante. “Iniziare?” Giac aggrottò un sopracciglio. “Ragazzi, mi sa che sto diventando un po’ arrugginito!” Rise.
 
“Rose, posso vederti domani notte? Ai Giardini Veneziani?”
 
Rose non sapeva se il Dottore avrebbe voluto rimanere nei paraggi un altro giorno aspettandola, ma non poteva certo rifiutare.
 
“D’accordo – domani notte,” acconsentì.
 
Giac fece un ampio sorriso mentre si inchinava, “Mia signora.” Le baciò la mano e si separarono. Rose non riusciva a pensare a quanto era stata incredibile la sua giornata. Era stata completamente conquistata dal suo fascino.
 
Si sentiva, tuttavia, un po’ colpevole nei confronti del Dottore. ‘Mi chiedo cosa abbia fatto tutto il giorno. Forse ha provato qualche tecnica d’abbordaggio per conto suo!’ Il pensiero la fece sorridere. Era un tipo che attraeva facilmente le donne, doveva ammetterlo, ovunque andassero – sembrava che gravitassero verso di lui… e questo la rendeva gelosa. Solo un po’.
 
Il Dottore guardò Rose dirigersi di nuovo verso il TARDIS, e uscì dall’ombra. “Giac,” chiamò ad alta voce. Giac si girò. “Oh, salve.”
 
“Giac, potrei chiederti un favore enorme…”

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Capitolo 4
*** Testa tra le nuvole ***


Capitolo 4: Testa tra le nuvole
 
Il Dottore aveva corso più forte che poteva per arrivare al TARDIS prima di lei. Era determinato a nascondere il fatto che aveva, beh… che l’aveva spiata tutto il giorno.
 
Balzò nella sala del TARDIS e afferrò una rivista. Un momento dopo Rose entrò camminando tranquillamente, ancora con la testa tra soffici e romantiche nuvole.
 
“Hai passato una bella giornata?” Chiese lui con nonchalance.
 
“Che? Oh, si.” Sospirò.
 
Oh dio. Si prospettava più difficile di quanto pensasse.
 
“Bene.”
 
Rose scosse la testa. “Scusa – com’è stata la tua giornata? Fatto qualcosa di eccitante? Incontrato qualcuno?” Chiese con una gomitata giocosa.
 
Il Dottore posò la sua rivista. “Oh, è stata una giornata carina – un po’ noiosa senza di te ovviamente. Dopo che ho lasciato voi due, ho incontrato un paio di bellissime aristocratiche francesi – gemelle per la precisione – e abbastanza birichine devo aggiungere; ho perso i miei pantaloni giocando a poker; sono stato mandato in prigione per indecenza, poi ho vinto i miei pantaloni… più un elegante cappello… poi ho girovagato fino a tornare qui per una bella tazza di tè. Sai – le solite cose.”
 
Rose sogghignò. “L’ho detto prima, e lo dirò di nuovo – sei così pieno di te – è incredibile!” Rise durante tutto il tragitto fino alla sua stanza.
 
Il Dottore che perde i suoi pantaloni… Rose ridacchiò all’immagine nella sua testa – poteva andare peggio!
 
Il Dottore sospirò. Forse Venezia non era stata un’idea così grandiosa. In ogni caso non si poteva evitare, dopo tutto aveva detto ‘Ovunque tu desideri.’
 
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Era strano – quello che sentiva riguardo Casanova, o Giac, come gli piaceva essere chiamato. Era strano perché sentiva che innamorarsi di lui era stato troppo facile – troppo veloce. Il fatto che fosse praticamente l’esatta copia del Dottore aveva influenzato i suoi sentimenti? O era tutto merito di quel famoso fascino di Casanova?
 
Come desiderava che il Dottore la trattasse così – con il puro romanticismo di tutto ciò. Certo, a volte si abbracciavano (di solito in segno di sollievo dopo aver superato pasticci e pericoli), si tenevano per mano (di solito mentre correvano via da qualche alieno o bestia mostruosa) – e si erano baciati due volte – sebbene entrambe le volte lei non era proprio se stessa. Dubitava che sia lui che richiamava il vortice del tempo, che Cassandra bisognosa di un po’ di amore contassero come baci romantici tra i due!
 
Comunque, Giac – era un tipo. Doveva esserlo, per poter diventare una tale leggenda. Nessuno l’aveva mai trattata o le aveva mai parlato nel mondo in cui l’aveva fatto lui. Tecniche di abbordaggio? Il termine tecniche d’abbordaggio non rendeva la cosa neanche lontanamente – era più pura passione e poesia.
 
Era così divertente, affascinante, amabile, e spigliato – poteva vedere che era totalmente rilassato quando stava con lei. Diversamente da tanti altri uomini, era onesto riguardo i suoi sentimenti.
 
Si chiese cosa gli avrebbe riservato la notte successiva. Rose sorrise maliziosamente al pensiero.
 
Il Dottore non riuscì a dormire quella notte. Si chiese se fosse pronto per la sfida, se era veramente tutto ciò che pensava di poter essere. Se fosse stato abbastanza – e se fosse riuscito ad andare fino in fondo.
 
xxxx
 
Era arrivato il momento.
 
Non appena Rose applicò i tocchi finali al suo makeup, il Dottore sporse la sua testa oltre l’angolo. Rose si girò verso di lui e sorrise. “Sei incantevole,” disse dolcemente.
 
“Davvero?” Chiese speranzosa.
 
Il Dottore la raggiunse e le baciò la fronte. “Certamente. È un uomo fortunato. Adesso vai, divertiti. Non fare nulla che io non farei!” Fece un sorrisino.
 
Rose si imbronciò. “Questo non lascia molto allora! Dopotutto lui è Casanova – è conosciuto per aver fatto le cose che la maggior parte degli altri uomini non fanno!” Gli fece l’occhiolino prima di correre fuori dalla porta.
 
Quando se ne fu andata, cominciò a mettersi al lavoro. Aveva poco tempo per prepararsi. Era preoccupato – una cosa che non gli succedeva spesso. Ma lo era. 

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Capitolo 5
*** In una bellissima sera di luna piena ***


Capitolo 5: In una bellissima sera di luna piena
 
Rose aspettava nei Giardini Veneziani, immersi nel soffice chiaro di luna. C’era una lieve punta di freddo nell’aria.
 
Giac apparve improvvisamente dietro di lei e le mise la sua giacca sulle spalle. Rose sobbalzò e si girò di scatto. “Oh, sei tu.”
 
“Beh, ciao anche a te!” Disse con un sorriso raggiante. “Adoro il modo in cui ci siamo incontrati – io che ti ho fatto schizzare fuori dai vestiti per lo spavento.” Fece una pausa e le lanciò un’occhiata di sfuggita. “Beh, non letteralmente. Purtroppo! Poi c’è stato il momento in cui ti sono andato a sbattere contro – mio dio, dobbiamo seriamente cercare un modo più carino di incontrarci – magari qualcosa che coinvolga una sauna!” Rose lo colpì per gioco sulla spalla senza pensare, poi si fermò. Era qualcosa che faceva solo al Dottore.
 
Era entrata così in confidenza con Giac in un tempo così breve? Era veramente strano che fossero così identici – il fatto stava cominciando a confonderla emotivamente – non sapeva dove finisse il suo affetto per il Dottore e dove cominciasse quello per Giac. Si riscosse dalla sua piccola fantasticheria e sorrise.
 
“Ecco qui, prendi un po’ di vino,” offrì. Poi tirò fuori un cesto da dietro la panchina e ne trasse una bottiglia di ottimo vino francese.
 
“Beh, magari giusto un goccio.” Disse Rose timidamente.
 
Giac guardò Rose con ammirazione. “Ti ho mai detto quanto sei splendida alla luce della luna? Come Afrodite, la dea dell’amore.” Rose guardò lo splendido vestito di seta color blu notte che stava indossando. Dovette ammetterlo lei stessa – era proprio bella!
Rose sospirò. Non avrebbe mai potuto stancarsi di quella situazione – proprio una notte perfetta e romantica. ‘Giusto un po’ più interessante di una notte di “East Enders” e patatine fritte.’
 
Sospirò malinconicamente.
 
“Potrei avere l’onore di questo ballo?” Le chiese lui, porgendole la sua mano. Rose si guardò attorno, “ma non c’è musica,” affermò.
 
“Beh, potrei sempre suonare qualcosa, poi potremmo semplicemente ripetere la musica nelle nostre teste mentre balliamo. Che te ne pare?”
 
“Per me va bene.” Disse Rose con un sospiro di adorazione.
 
Giac tirò fuori il suo violino e suonò – e ovviamente – fu incredibilmente romantico. E assolutamente perfetto.
 
Per Rose era ovvio che non fosse un principiante. Dubitava che potesse essere un principiante in qualcosa.
 
La musica finì e Giac le porse ancora una volta la mano per il ballo. Rose si tolse il cappotto dalle spalle e lo posò sulla panchina.
 
Nell’aria si sentiva un lieve profumo di gelsomino. Giac strinse Rose vicino a sé, lei gli pose le braccia attorno al collo e poggiò la testa sulla sua spalla. Una parte di lei desiderava che la nottata non finisse mai – ma l’altra parte sperava che fosse il Dottore a stringerla a sé in quel momento.
 
Dopo un po’ si sedettero di nuovo sulla panchina. Giac si mise proprio di fronte a Rose e le mise una mano sotto il mento gentilmente, inclinandole il capo così che potessero guardare l’uno negli occhi dell’altra. Si chinarono entrambi in avanti, e Giac la baciò teneramente.
 
Rose era sorpresa, si aspettava un bacio animalesco e passionale, ma questo era tenero e affettuoso – un bacio tra due persone innamorate, piuttosto che semplicemente tra due amanti.
 
Le pose l’altra sua mano sui fianchi, le ciglia di lei fremettero e gli occhi si chiusero quando il bacio divenne più intenso.
 
La situazione stava diventando complicata. Sebbene la serata fosse assolutamente perfetta e lei si stesse innamorando di Giac, nel profondo si rese conto a quale posto, e a chi, il suo cuore appartenesse in realtà.
 
Rose interruppe il bacio e si ritrasse. “No, aspetta. Non posso. Mi spiace così tanto. Sei tutto quello che avrei potuto desiderare e anche di più e sebbene questa notte sia stata assolutamente perfetta – il vino, la musica, la danza… io non so… io…” si bloccò.
 
“Penso che il mio cuore appartenga a qualcun altro. Qualcuno che amo con tutto il cuore e tutta l’anima. Qualcuno–” sorrise tristemente, “che non so nemmeno se prova lo stesso, ma ho intenzione di aspettare e scoprirlo. Penso proprio di non potere andare oltre.”
 
Giac sorrise mestamente e scosse il capo. “Sai, è strano – non sei simile a nessuna delle donne che ho incontrato. Ne ho viste così tante durante la mia vita – ognuna bellissima e speciale a modo suo.
 
Ma tu, Rose Tyler, tu sei qualcosa di completamente diverso. Il tuo coraggio, la tua simpatia, compassione, intelligenza, la tua splendida anima – mi affascini in un modo che non avevo mai sperimentato.
 
Rose, vorrei solo dirti che ti amo, e ti amerò sempre.”
 
Spostò la mano sulla base della sua schiena sospingendola gentilmente più vicino a lui. Il respiro di Rose si fece affannato e leggero. Rose fissò lo sguardo nei suoi bellissimi occhi marroni, lo strinse tra le braccia, e lo baciò con tutto il fuoco e la passione che riuscì a metterci. Quando si separarono per riprendere fiato, si fermò.
 
‘Oh mio dio,’ pensò.

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Capitolo 6
*** Anche meglio di quello vero ***


Capitolo 6: Anche meglio di quello vero
 
“Cosa c’è che non va?” Chiese allarmato. Rose lo fissò cautamente. Occhi marroni…
 
“Tu!” Urlò.
 
Ah, quindi l’inganno era stato scoperto. Il Dottore si fece coraggio aspettando la sua reazione.
 
Osservò attentamente il suo sguardo indagatore. “Sei terribilmente delusa? – O piacevolmente sorpresa?” Chiese il Dottore, sperando per la seconda opzione.
 
Negli occhi di Rose scintillarono delle lacrime, e distolse lo sguardo.
 
Il Dottore si raddrizzò. ‘Beh, questo non può certo essere un buon segno,’ pensò miseramente.
 
Rimasero per qualche momento lì seduti, in uno strano e imbarazzante silenzio.
 
Il Dottore sperava che lei non si infuriasse con lui; dicendogli di sparire per aver giocato con le sue emozioni a quel modo… sperava che dicesse… qualcosa, qualsiasi cosa. Il silenzio prolungato era estenuante. Cosa pensava?
 
“In realtà sono in un certo senso… sollevata,” disse alla fine. Il Dottore rilasciò il respiro che aveva inconsciamente trattenuto per tutto il tempo.
 
Rose si mise a ridere e si asciugò le lacrime. “Scusa, è stato solo un gran bello shock.” Sorrise e scosse la testa. “Come puoi chiedermi se sono delusa? Non hai sentito una parola di quello che ho detto? Sono innamorata di te, mio stupido, sexy, piccolo Dottore!”
 
Scoppiarono entrambi a ridere. Il Dottore sentì l’apprensione di un momento prima scorrere via, lei afferrò la cravatta di seta attorno al suo collo trascinandolo più vicino a sé e lo baciò. Un bacio passionale che esprimeva tutto l’amore e l’affetto che avevano provato l’uno per l’altra fin dal primo momento in cui si erano incontrati. Un bacio per ora e per sempre. Come il bacio si fece più intenso, lui posò le mani sui suoi fianchi e lei gli mise le braccia attorno al collo, ognuno stringendo l’altro più vicino.
 
Alla fine si scostarono per respirare. Rose sospirò dentro di sé e appoggiò la testa sulla sua spalla. Premette leggermente la mano sul suo petto, sentendo il suo sollevarsi ed abbassarsi, il battito ritmico dei suoi due cuori – che battevano per lei.
 
“Come hai fatto ad accorgerti che ero io?” Chiese lui dopo un po’. “Pensavo di aver fatto un lavoro maledettamente perfetto. Ero affascinante, focoso e romantico. Tu certamente mi hai trovato mozzafiato!” Ammiccò scherzosamente. Rose si drizzò a sedere e gli baciò le palpebre. “I suoi occhi sono blu. Un paio di lenti a contatto sarebbero state una buona idea. Non hai prestato molta attenzione ai dettagli, eh?”
 
“Chi, io? Ti ci sono volute un’esibizione col violino, una danza, una bottiglia di vino e un bacio per renderti conto che io ero lui. Dovrei essere offeso del fatto che hai baciato lui, esattamente dopo la mia dichiarazione d’amore per te?” Chiese in un finto tono irritato. “Oh, e le lenti a contatto mi fanno pizzicare gli occhi.”
 
Rose lo colpì sulla spalla. “Aw Rose, devi veramente smetterla di farlo. Tra i tuoi pugni e gli schiaffi di Jackie – sto diventando nero e blu!”
 
I due rimasero seduti in silenzio sulla panchina, godendosi il tepore dei loro corpi appoggiati l’uno all’altro nella luce della luna.
 
Rose era contenta, eccetto per una sensazione che le ronzava fastidiosamente nel retro della mente. Sebbene sapesse quale sarebbe stata la sua risposta, voleva comunque una conferma. Voleva sentirglielo dire – come se stesso, non dietro la maschera di Casanova.
 
“Dottore… pensi veramente tutte le cose che mi hai detto? – O interpretavi soltanto il ruolo di Casanova cercando di sedurmi? E come hai fatto a prendere il suo posto? Non voleva vedermi?”
 
“Uh, vediamo, dovrebbe essere si, no, gli ho spiegato il mio amore eterno per te, e si – voleva, ma è un tipo in gamba che capisce il concetto di vero amore.”
 
“Amore eterno? Proprio quello che volevo sentire.” Disse con un sorriso.
 
“Ancora non riesco a credere a quanto fossi Casanova! Intendo dire, sei stato fantastico! – Proprio come quello vero – e io dovrei saperlo.” Disse Rose scherzosamente, scompigliandogli allegramente i capelli.
 
Il Dottore non era sicuro se doveva essere offeso dalla sua mancanza di fiducia nelle sue doti romantiche, o lusingato perché pensava che fosse stato fantastico… decise di optare per il lusingato.
 
“A proposito, perché non mi hai detto che sai suonare il violino?” Domandò.
 
“Non me l’hai mai chiesto.” Replicò con un sorrisino insolente.
 
“Spiritoso!” Disse Rose con una spinta giocosa.
 
Rose si alzò in piedi. “Forza, andiamo. Di nuovo nel TARDIS,” disse. “Abbiamo… delle cose… da fare…” si voltò verso di lui e gli fece l’occhiolino.
 
“Arrivo prima io” disse ad alta voce, già cominciando a correre.
 
“Oi, non vale!” Urlò lui verso di lei.
 
Rose sapeva che quella sarebbe stata una notte che non avrebbe mai dimenticato.
 
Aveva l’amore del suo Dottore, il suo personalissimo Casanova.
 
Cosa avrebbe mai potuto eguagliare tutto ciò?
 
Fine.

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