Crescerò

- Cosa fate qui? Tutti gli studenti dovrebbero essere nei propri dormitori a quest’ora! Cinque punti in meno a Serpeverde! - .

Flitt guardò sprezzante il prefetto di Grifondoro, rendendo palpabile tutto l’odio che provava nei suoi confronti.

- Ehi, Weasley, in cambio dei punti che togli ti danno dei vestiti nuovi? Sei veramente patetico. Andiamo, ragazzi: non voglio rimanere troppo tempo in compagnia di questo sfigato - .

Percy, tenendo la schiena rigida come richiedeva il suo ruolo, osservò la banda dei Serpeverde allontanarsi. Sospirò quando furono scomparsi dietro l’angolo e lanciò un’occhiata alla propria divisa di due taglie più grandi.

Vi farò vedere cosa posso diventare.

Il primo sguardo d’amore

- Percy? - .

Alzo lo sguardo. Non è possibile, sei tu. Mi guardi con i tuoi grandi occhi scuri, ma non c’è traccia della loro solita severità questa volta.

- Penelope - , saluto, tentando di mantenere il controllo.

Ti avvicini e ti siedi, visibilmente imbarazzata.

- Volevo chiederti… lo so che il dovere di noi Prefetti non è di divertirsi, dovremmo restare qui ad Hogwarts a controllare che tutta vada bene, però… ti andrebbe di venire a Hogsmeade con me questo sabato? - .

Faccio il possibile, ma non riesco a trattenere un sorriso; sei sorpresa, lo so, è la prima volta che lo vedi.

- Potremmo fare un’eccezione - .

Percy

- E ALLORA ME NE VADO! - .

Ti volti e ti allontani, Percy Weasley, lasciando tuo padre senza parole. Senti la mamma che piange, vicino a lui, ma non puoi farci niente: volevano impedirti di realizzare il tuo sogno e tu non puoi permetterglielo, ci hai messo così tanto.

Corri a fare la valige, Percy Weasley, mentre Fred e George ti osservano, pieni di stupore e rancore: non hanno nessuna battuta ora, sei riuscito a chiudergli il becco.

Scendi le scale ed esci di casa, Percy Weasley, senza guardarla un’ultima volta.

Ora sei un estraneo, Percy, e non puoi più tornare indietro.

Un finto figliol prodigo

- Oh, Percy! - .

Molly corse incontro a suo figlio, suo figlio, che finalmente era venuto a trovarli. Lo abbracciò forte, felice, sperando con tutta se stessa che fosse lì per loro, che le parole del Ministro fossero vere: - Eravamo nelle vicinanze e lui non è riuscito a resistere all’idea di fare un salto - .

C’era qualcosa di strano nel comportamento di Percy, ma sua madre non voleva vederlo. Continuava a lisciare i capelli al suo figliol prodigo, beandosi nei suoi occhi, senza notare che tentavano di sfuggirle.

Arthur non ci era cascato: non disse una parola, non salutò il figlio; si rimise a sedere e continuò a mangiare.

Dio ridacci Fred e prenditi Percy!

- Fred, oh, Fred, Fred… - .

Le parole della signora Weasley suonavano come una litania, mentre si accasciava sul cadavere del figlio; George era inginocchiato vicino alla testa, guardando in faccia la propria morte, mentre Percy continuava a piangere, accanto a loro.

- Eh no, per la barba di Merlino! Io non ci sto! - .

Dal corpo di Fred si stava librando un fantasma perlaceo, che guardava Percy con aria di accusa.

- Fr… Fred? - , mormorò George.

- Non è possibile! Mi sono sempre battuto per la mia famiglia, non ho mai rinnegato le mie origini… e per qualche centimetro sono stato colpito io al posto di Percy! Non c’è giustizia! -.