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primo capitolo non lasciarmi Ecco
qua con una nuova idee realizzata in mezz'ora. Allora dopo aver visto
la puntata 2x18 e mentre ascoltavo proprio la canzone di Christina
Aguilera- Hurt ho avuto questa illuminazione. Sotto troverete un piccolo
video con la canzone che mi ha ispirata. Non so come è uscita ma
sentivo di scriverla. A voi l'ardua sentenza.
Non lasciarmi
capitolo primo
Ho deciso. Vado via. Devo andare via.
Non c'è più niente che io possa fare, non c'è
più niente che mi trattenga qui. O meglio, ci sono un mucchio di
cose che mi tengono ancora ancorata a Mystic Falls, cose e persone che
per me contano. Ma è proprio per questo che devo fuggire.
Che poi, a pensarci bene, non è una vera e propria fuga. E' un viaggio della speranza, un viaggio senza ritorno.
So che probabilmente non è la scelta giusta, so che molti non la
condivideranno, so che molti soffriranno. Ma è necessario.
Dopo tutto quello che è accaduto non posso più permettere
che qualcuno rischi a causa mia. Klaus non si fermerà, e Damon e
Bonnie non gliela daranno mai per vinta, soprattutto Damon.
Ma io non voglio che corrano rischi per me, non voglio che Bonnie muoia nel vano tentativo di strapparmi dalle grinfie di Klaus.
Damon, la sera del ballo, mi ha detto che vinceremo, ancora una volta,
ma io lo so che non è così. Non ora, non sempre.
E' finita, anzi non è mai iniziata.
Lascio tutti, lascio tutto. Il mio amato Stefan, mio fratello Jeremy,
mia zia Jenna, le mie migliori amiche Bonnie e Caroline e
infine...infine lascio Damon, il mio perenne punto interrogativo.
"Sceglierò sempre te" Così mi disse la sera in cui
credevo che Bonnie mi avesse abbandonata per sempre. E' disposto a fare
qualunque cosa per salvarmi, perfino mettere in ballo la vita di molte
persone che non c'entrano un bel niente con questa storia.
Ora non ho più tempo, ma prima di andarmene per sempre
c'è un'ultima cosa che io voglio fare. Desidero salutare le due
persone che porterò per sempre nel mio cuore: Stefan e Damon.
Lo so, sono di sotto, magari alla ricerca di qualche piano eccellente
per mettere fine a tutta questa storia. Ma presto tutto questo
finirà.
Quando salirò su quell'aereo, quando sarò dall'altra parte del mondo, nessuno riuscirà a trovarmi.
Cambierò vita, cambierò nome e la Elena che tutti
conoscono sparirà per sempre. La copia di Katherine,
la chiave per spezzare la maledizione, si dissolverà fra le
nuvole del cielo in primavera e il tempo comincierà un nuovo
corso. Tutto cambierà in meglio.
Metto le ultime cose nella mia piccola borsa. Non posso portare tutto
con me, darei troppo nell'occhio. Afferro il biglietto aereo,
controllando che tutto sia come deve essere. Leggo la destinazione, la
mia nuova città che mi regalerà una nuova vita.
Sospiro speranzosa e, insieme al passaporto, lo infilo nella tasca del mio giubbotto. Sono pronta.
Scendo di sotto, percorrendo le scale. Come volevasi dimostrare Stefan
e Damon sono nel salone a discutere sul da farsi. La loro attenzione
ora si posa su di me. Cerco di essere naturale e di non far trapelare
nessuna emozione. Guardano la mia borsa con sospetto e io la nascondo
dietro la schiena.
<< Dove credi di andare? >> Mi domanda Damon.
<< A casa mia. >> Rispondo piatta << Voglio prendere qualcosa di pulito e vedere come sta Jeremy. >>
Stefan mi sembra più protettivo del solito << Okay. Verrò con te. >> mi dice.
<< No! Non serve! >> Rispondo allarmata e il mio tono di
voce tradisce la mia menzogna << Cioè volevo dire... casa
mia non è molto distante ci metterò poco tempo. E poi
voglio rimanere un pò da sola. Starò bene. >> Forse
li avevo convinti.
Ma prima che potessero controbattere mi avvicino al mio ragazzo e gli
circondo il collo con le mie braccia << Promettimi che starai
bene. >>
Mi fissa con aria incerta, alza il suo sopracciglio.
Evidentemente si sente confuso e non riesce a dare un giusto senso alle
mie parole.
<< Elena non... >>
<< Fallo e basta! >> Lo interrompo e lui intuendo il mio tono autoritario e greve mi accontenta.
<< Te lo prometto. >> Gli do un leggero bacio a stampo. Non
so, la presenza di Damon mi intimorisce e mi rende inquieta. Quando lui
è con me non riesco mai a lasciarmi andare con Stefan. E' strano
si, ma non devo più pensarci. Stefan e Damon tra poche ore
rimarranno solo un ricordo.
Mi allontano da Stefan e mi avvicino a suo fratello maggiore. Pochi
centimetri a dividerci. Siamo uno di fronte all'altro, occhi
contro occhi. Ci sono un mucchio di cose che vorrei dirgli, ma i miei
confusi pensieri mi suggeriscono direttive erronee e prive di senso.
<< Ciao Damon. >> Riesco a dire, ma il suo sguardo
è diverso da quello di Stefan. Sembra sorpreso si, ma in un
certo senso è come se cercasse di leggermi nei pensieri. Ho
paura che abbia capito ogni cosa, lui sa sempre prevedere ogni mia
mossa prima che io la attui. Per questo mi giro alla svelta e raggiungo
il portone di casa.
Poso la mia mano scarna sulla maniglia e poi mi volto indietro ancora
una volta. Damon mi sta guardando, la sua fronte è corrugata ed i
suoi occhi mi appaiono lucidi. Anche i miei lo sono. Sto per lacrimare
ma non posso farlo, non ora. Devo essere forte, devo farlo per loro,
devo proteggerli ad ogni costo, devo mettere un punto a tutta questa
storia.
Inspiegabilmente i miei occhi sono ancora rivolti a lui e non a Stefan.
La paura mi assale, una tremenda paura di non rivederlo mai più,
la paura di perderlo proprio ora che stavo scoprendo chi in
realtà fosse.
Voglio abbracciarlo, stringerlo tra le mia braccia e sentire il suo
profumo. Nello stesso istante in cui la mia mente si sofferma su questi
pensieri, mi vergogno solo per averli formulati. Mi volto verso Stefan
ma non è lo stesso.
Ora veramente non ho più tempo. Damon sta per dire qualcosa ma
io non voglio ascoltare. Apro la porta ed esco. Apro la porta e tutto
è finito. Probabilmente Damon avrà capito ogni cosa, come
sempre, ma spero non mi fermi, perché questa è l'unica
cosa giusta che posso fare per proteggerli.
Guardo il cielo, diventato una massa grigia informe. Il tempo sta
cambiando, penso. Ma all'orizzonte riesco già a scorgere un
luminoso tramonto.
CONTINUA...
Allora piaciuta? Non so come mi sia
uscita ne perché. E' solo una prova ditemi voi se vale la pena
continuarla. Mi raccomando recensite perchè se non vi piace la
cancello!!! A presto gente!! Grazie per la cortese attenzione!!! Baci
baci da
secondo capitolo non lascarmi Non lasciami
capitolo secondo
Pov Elena
Eccomi
qui, ormai è la fine di ogni cosa. Appena metto piede nel taxi,
mi rendo ormai conto che non c'è più via d'uscita. E'
tutto perduto. Ora una nuova vita mi attende, al di là di
questo mondo surreale, al di là di questa vita che non avrei mai
immaginato fosse tanto incasinata. Lontano da Stefan, lontano da Damon.
Damon, Damon, Damon, la mia testa non fa altro che ripetermi il suo
nome. Sento ancora sulla mia pelle il calore del suo ultimo sguardo.
Chiudo gli occhi e in un attimo mi sembra quasi di averlo di fronte a
me. I suoi lapislazzuli lucenti sono puntati nei miei, il suo respiro
lento e caldo sulla mia pelle, le sue labbra mi appaio dolci e succose
come una ciliegia matura. L'impulso di assaggiarle è così
forte che riapro gli occhi in un sussulto.
Caspita! Ma che mi sta succedendo?! Da quando faccio
pensieri sconci su Damon?! E poi proprio ora che devo dimenticarlo non
posso perdermi in simili sciocchezze!
Basta Elena, mi ripeto, basta pensare e lui, basta pensare a tutto
quello che ti teneva legata a Mystic Falls. E' finita. Ho messo il
punto a questa storia nel momento in cui sono uscita da casa Salvatore.
Ho chiuso con loro. Ho dovuto farlo. Devo proteggerli dal male, devo
proteggerli da Klaus. Li amo, li amo tutti e non voglio che a loro
succeda qualcosa di brutto a causa mia.
Frugo con le mani nella mia borsa. Esse toccano qualcosa di morbido e
pulcioso. E' il mio orsacchiotto di peluche. Il mio inseparabile orso.
Non potevo lasciarlo. Nel momento in cui l'afferro un'altra immagine si
fa largo nelle mie congetture.
E' Damon, ancora. Damon che lo stringe, spaparanzato sul mio letto.
Damon che agita le sue zampette spelacchiate e infine si avvicina a
me... molto pericolosamente.
Diamine Elena! Così non ci siamo per niente!
Sto impazzendo! Forse tutta questa storia mi ha sconvolta a tal punto da mandare in malora tutti i miei neuroni.
Respingo con prepotenza il peluche in borsa, che si perde tra le poche
maglie e la mia biancheria intima. Prendo il biglietto aereo e,
speranzosa, rileggo la mia nuova destinazione: Italia. Roma, la
città eterna.
Non so perché ho scelto proprio l'Italia e più
precisamente Roma. Forse voglio semplicemente sentirmi più vicino
a Stefan, dato che ha origini italiane. Forse voglio solo mutare la mia
vita completamente, in un luogo dove nessuno verrà mai a cercarmi.
Pov Damon
Non
mi ha convito. Il suo sguardo, i suoi occhi lucidi, il modo in cui ha
salutato me e Stefan. Ha in mente qualcosa, lo so, lo sento. Oddio sto
impazzendo! Giro a vuoto nel salotto bevendo whisky, che questa volta non
sembra avere alcun effetto su di me. Non è la fame che mi
preoccupa, non è la sete di sangue che mi rende irrequieto,
è la sola e unica ragione della mia vita: Elena. Stefan sembra
tranquillo. Divora i suoi libri come al solito e di tanto in tanto mi
lancia qualche occhiatina interrogativa. Ma io sento che qualcosa sta
per succedere. Lo avverto nell'aria, diventata pesante e viziata. Lo
sento sotto la mia pelle, dentro le mie vene. Lo sento: la sto
perdendo.
E' assurdo, è strano, è surreale, ma è così, so che è così.
<< Damon, ma che hai? Sembri un leone in gabbia. >> Dice Stefan.
<< Ho un presentimento. Uno stupido e infondato presentimento,
che mi sta logorando. >> Rispondo, continuando a gironzolare come
una trottola.
<< Di che si tratta? >>
<< Io credo che... >> Fisso mio fratello minore e nello
stesso istante mi rendo conto di essere un completo idiota! Ma insomma,
Elena non può andare via. Non ora. Non potrebbe mai abbandonare
il suo amato Stefan, il suo grande amore, la sua unica ragione di vita.
Sarebbe troppo, anche per lei. So che non ci riuscirebbe mai, l'amore
che prova nei suoi confronti è troppo grande per rinunciarci.
<< Niente fratello, solo pensieri campati in aria. >> Dico
<< Mi ci vuole un bel bagno rilassante. >> E così
dicendo mi avvio verso le scale, lasciando Stefan alla sua lettura.
Percorro il corridoio, mentre un'idea bislacca mi sfiora. La mia
attenzione si sposta sulla stanza di Elena. La porta è semi
aperta e da essa fuori esce un piccolo fascio di luce. Non so il
perché ma mi avvio verso di essa.
Mi affaccio con la testa nell'interno, ben consapevole di non trovarci
nessuno. Infatti oltre che all'armadio, il letto e lo specchio, la
stanza sembra vuota. Entro sospirando. La finestra è aperta,
lasciando svolazzare le tende al vento.
Sempre la solita distratta Elena, mi ripeto e mi avvio per chiuderla.
Ed è proprio mentre attraverso la stanza che noto un
particolare. Il peluche di Elena, quell'orso orribile e consumato dal
tempo non è più al suo posto. Lo cerco con lo sguardo, ma
non lo trovo. Affannato e impaurito nel dover trovare conferma alle mie
assurde ipotesi, apro l'armadio e frugo tra i suoi vestiti. Non noto
molti cambiamenti anche se alcuni magliette e pantaloni mancano.
Ormai preoccupato affero il mio iPhone e digito il suo numero. Come
volevasi dimostrare l'unica cosa che mi risponde è la sua
segreteria. Non mi arrendo. Provo a chiamare Jeremy.
Dopo alcuni squilli sento la sua voce:
<< Damon questa volta quale piano hai stipulato con Bonnie del quale devo essere informato? >>
Ignoro la sua imprecazione e trattengo la mia bile, mi sento in trepidazione << Jeremy, Elena è li con te? >>
<< No. Pensavo che fosse da voi. >>
<< E' per caso passata da quelle parti a prendersi dei vestiti puliti? >>
<< No. >> Conferma << Sono in casa da oggi pomeriggio
ma non è venuto nessuno. Ma perchè? Che sta succedendo
Damon? >>
Questa è la conferma di ogni cosa.
Ora ne sono certo. Elena è andata via. Elena mi ha abbandonato per sempre.
CONTINUA...
Eccomi ritornata con il secondo capitolo, un po' breve ma intenso. Non
so come ringraziarvi per le vostre recensioni, non mi sarei mai
aspettata un affetto simile!!!! ^_^ Questa storia doveva essere solo
una prova, l'avevo pubblicata senza ideare una trama, infatti le idee
anche in questo caso mi sono venute man mano che scrivevo.
Grazie davvero immensamente, mi raccomando voglio conoscere i vostri pareri anche su questo capitolo. Ci conto sul serio!!!!
Vi invito a leggere e a commentare anche l'altra mia fan fiction Delena intitolata Breathe Again Si tratta di una storia che
riparte dagli antipodi, tracciando la storia d'amore tra Damon ed Elena
in un modo diverso dal solito. Ora però voglio augurarvi una:
A tutte voi ragazze!!!! Che mi seguite, che recensite e che sognate
insieme a me!!! Mi raccomando non mancate di commentare vi aspetto in
tantissime. Alla prossima kiss kiss da: Stella94
Pov Damon
Sono troppo confuso, troppo agitato! Urlo, piango, sbraito ad
alta voce, perché non voglio che sia così. Dio Elena,
non posso perderti ora! Ti prego ritorna da me! Non te ne puoi andare.
No, no, no. Non voglio nemmeno immaginare una vita senza di lei. Non
voglio ricascare nel baratro buio e sordo in cui sono stato
catapultato prima del suo incontro. Lei mi ha ridato la vita, mi ha
ridato un buon motivo per continuare a viverla. Sento che adesso sono
pronto per raggiungerla anche in capo al mondo.
Si, ne sono certo. Non lascierò che lei sparisca, non
lascierò che se ne vada. La troverò, la riporterò
a casa, la riporterò da me.
Devo aver urlato troppo, sento mio fratello correre affannato per le
scale. In un attimo è davanti a me. La sua aria è di
piena inquietudine. Gli occhi sono sbarrati e respira a fatica.
<< Che succede Damon? >>
Non riesco a non tenere i miei occhi lucidi. Cazzo! Sembro un vero
idiota. Sono un debole, un ragazzo troppo innamorato, un vampiro che ha
perso la sua voglia di nutrirsi, che si sente come un topo in trappola.
<< Elena. >> Ansimo
<< Che c'entra Elena? >>
<< E' andata via. E' andata via per sempre. >>
Lui sembra sconvolto quanto me. Mi fissa, cerca spiegazioni, ma gli
basta incrociare i miei occhi per avere ogni conferma. Lo sa, non sto
mentendo, non è un mio stupido gioco, non è un piano. E'
la verità, la più assurda, inaccettabile verità.
Ma io non permetterò che si realizzi. Forse sono ancora in tempo.
Qualcuno deve pur sapere che fine abbia fatto. Non può essere
scomparsa senza dire nulla. Ci deve essere qualcuno a cui ha detto
tutto, qualcuno di cui lei si fida ciecamente, qualcuno che non la
tradirebbe.
<< Bonnie! >> Esclamo, e in un attimo sono già nella
mia auto. Devo raggiungerla, devo guardarla negli occhi. Così
non potrà mentirmi. Sento la voce di mio fratello invocare il
mio nome. Ma io non l'ho ascolto. Accendo il motore e sfreccio a gran
velocità. Sono un pazzo, un temerario, un folle. Solo il vampiro
perdutamente innamorato di Elena Gilbert.
Sono arrivato in brevi minuti. Credo di aver infranto ogni limite di
velocità. Poco importa. Sono qui ora, dove tutte le streghe sono
state bruciate e dove Bonnie si nasconde.
Esco dall'auto, sono ancora ansimante. Arrivo alla porta ma appena
cerco di aprirla vengo scaraventato con forza a metri di distanza.
L'impatto è forte, nemmeno la mia forza da vampiro riesce ad
attutirlo. Non mi fermo. Con fatica mi rialzo e barcollando raggiungo
l'entrata. Riprovo una seconda volta ma è peggiore della prima.
Vengo spinto molto più lontano di prima e il dolore mi lacera.
Mi rendo conto che non potrò mai varcare quella soglia. Sono e
resterò un vampiro e le streghe non mi hanno mai amato,
soprattutto Emily.
Ormai esausto impreco al vento: << Bonnie! Lo so che sei li dentro. Esci immediatamente! >>
Nessuna risposta. La mia rabbia è furente. So che potrei
uccidere qualcuno se solo ora si avvicinasse a me. Il sangue mi
affluisce svelto al cervello, il mio controllo è andato a farsi
fottere da un pezzo. La strega mi sta ignorando, ma io non mollo. Deve
dirmi dov'è Elena, altrimenti sono pronto a staccarle il collo
con le mie stesse mani.
<< Esci di li strega o giuro che riduco questo posto in un
mucchio di cenere! Dimmi dov'è finita Elena! Adesso!
>>
Ed eccola che si affaccia dal portone. Ha sempre la sua solita aria da
impudente. Ancora non si è resa conto con chi realmente sta
parlando. La mia ira attecchisce a dismisura quando inizia a parlare.
<< Cos'hai da urlare in questo modo?! Che ci fai qui? >>
<< Stammi a sentire strega >> Dico superbo << te lo
chiederò una sola volta: dov'è finita Elena? >>
<< Non so proprio di che cosa tu stai parlando. >> Risponde.
Dio quanto la odio! Non riesce nemmeno a mentire con grazia. Se solo
non ci fossero quelle stupide quattro mura a difenderla avrei
già affondato i miei canini nella sua arteria carotidea.
Riprendo il controllo, perché mi rendo conto che sono
completamente fuori di me. Ma il pensiero che possa perdere Elena mi
distrugge. << Elena è andata via. Crede che standoci
lontano ci proteggerà tutti mi si sbaglia. Klaus non si
fermerà. La cercherà e prima di farlo ucciderà
tutte le persone che ama. Non ha scampo. Per favore Bonnie dimmi
dov'è diretta. >>
La vedo abbassare lo sguardo. E' combattuta. Non sa come agire. Forse
anche lei ora si è resa conto della stoltezza di quella scelta.
Poi mi fissa, dritto negli occhi. Mi sfida e io sfido lei. Non
cederò, lo sa. Non me ne andrò di qui fin quando non mi
dirà ogni cosa.
<< Io le ho detto che per me era uno sbaglio, ma non ha voluto ascoltarmi. >> Sussurra.
<< Dimmi dov'è finita. Ti prego Bonnie. Non posso perderla. >>
Qualcosa deve averla colpita. La sua espressione accigliata è
mutata. Mi guarda con uno sguardo commiserevole. Forse ha capito quanto
io tenga ad Elena. Ma credo che nessuno mai riuscirà a
comprendere a pieno l'amore che provo nei suoi confronti.
<< Mi ha chiamato poco fa. Ha detto che stava raggiungendo l'aereo porto. La sua destinazione è Roma. >>
Pov Elena
Sono finalmente arrivata all'aereo porto. Dio, il cuore non smette di
battere. Ho paura, ho paura di ciò che mi aspetta. Ma poi
ripenso a tutte le persone a me care e il coraggio e la determinazione
sembrano prendersi possesso ancora di me.
Sbrigo le solite faccende abituali prima dell'imbarco. Ho scelto la
terza classe, era l'unica che potevo permettermi con il mio budget. Ho
ancora qualche dollaro con me, mi saranno utili per trovare qualche
alloggio una volta che atterrerò a Roma.
Roma, così lontana, così irraggiungibile. Eppure tra
qualche ora sarò li, pronta per una nuova vita, pronta per
ricominciare...
Mi siedo di fianco al finestrino e fisso per l'ultima volta il mio
paese natale. So che non lo rivedrò mia più, so che non
rivedrò nessuno. Spero solo che Bonnie mantenga il segreto. A
lei ho premesso che fra qualche anno avrei fatto ritorno, ma in fondo
sapeva che stavo mentendo.
Spero solo che Damon non la minacci e la spinga a dire il luogo della
mia destinazione. E' per loro che sto partendo e anche se potrà
sembrare doloroso, sono sicura che presto accenteranno la mia scelta.
Ecco, sto per partire. Lo hanno appena annunciato.
I miei ultimi pensieri si rivolgono a questa terra selvaggia, piena di
esseri spietati e demoni. Ma ancora una volta le mie reminiscenze mi
riconducono a Damon. Ora di sicuro starà facendo il
diavolo a quattro, lo posso già immaginare rosso in viso e pieno
di rabbia. Per favore Dio, fa che non commetti qualche errore, ridagli
la forza di affrontare anche questo dolore, rimuovi in lui i ricordi
legati alla mia presenza.
Sto decollando ora è veramente finita. Stefan, mio Stefan
perdonami. Non ho saputo dirti addio. Ma sappi che resterai sempre nel
mio cuore. Una parte di esso ti appartiene e resterà sempre
così.
Non soffrire, ti prego Stefan, non piangere. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre...
Addio Mystic Falls. Addio vampiri, licantropi, streghe ed incantesimi.
Addio Stefan. Addio...Damon.
CONTINUA...
Ecco
qui anche il terzo capitolo dopo la pausa pasquale. Questa storia mi
sta prendendo molto e questo grazie anche alle vostre numerose e
bellissime recensioni. Non finirò mai di ringraziarvi. Per chi
si aspettava che Damon corresse da Elena e la riportasse a casa
è rimasto un pò deluso. Infatti Elena è ormai
decollata ma non dimenticate che Bonnie ha rivelato a Damon la
destinazione di Elena. Cosa succederà??? Non ci resta che
scoprirlo nel prossimo capitolo.
Per chi invece sta seguendo l'altra mia storia "Breathe Again" sono
già a lavoro per il 13 capitolo. Quindi aggiornerò presto
non temete. Ora vi lascio. A presto ragazze e recensiteeeeeeeeeeeee
!!!!!!!
Fa che non sia ancora partita, fa che sia ancora li all'aero porto, fa che la incontri, fa che la convinca a rimanere.
Non so quante volte l'ho ripetuto nella mia mente.
Finalmente sono arrivato a questo dannato aero porto. Che confusione, non
so nemmeno da dove devo iniziare a cercarla. Esco dall'auto lasciando
la portiera aperta. Non mi importa di nulla.
Avanzo velocemente. Mi confondo tra la marmaglia di gente. I miei
sensi sono il allerta, per captare qualsiasi cosa che possa condurmi da
lei. Ma nulla. Non sento il suo profumo, non sento la sua voce
delicata, non sento la sua risata contagiosa, il tintinnio delle sue
lacrime di cristallo. Niente, niente niente. E' sparita!
No, no, no! Sono arrivato troppo tardi! Ma continuo a correre e a cercare. Non è possibile! Non la vedo! Non c'è.
La mia Elena mi ha abbandonato. Mi ha abbandonato anche lei, mi ha lasciato solo.
Ecco sono di nuovo li. Sulla soglia di quel baratro buio che incontrai quando anche Katherine mi abbandonò.
Non è possibile! Non voglio crederci. Sono un'idiota!
C'è qualcosa che inumidisce i miei occhi. Qualcosa che non provavo
da tempo. Sta scorrendo sulle mie guance, è fredda al contatto
con l'aria. Ne giunge un'altra, scorre con la stessa intensità
della prima. Solo quando la tocco con un dito mi rendo conto di cosa
siano realmente. Sono lacrime... sto piangendo. Perché il dolore
che provo, la delusione e la paura che mi opprime sono insostenibili. Fanno troppo male, mi uccidono, distruggono tutto quello
che di buono c'è in me.
Il buio mi avvolge. Mi soffoca. La mia rabbia mi acceca. C'è
troppo sangue in giro. Non faccio altro che guardare le gole delle
persone che mi passano accanto. Sto per colpire come un feroce animale
in preda ai suoi impulsi primordiali.
Sto già per scattare quando un dolce ricordo mi assale. E'
Elena. Mi sta chiamando. Sta invocando il mio nome. La sua voce
è una dolce melodia che rifiorisce in me, regalandomi l'emozione
di una calda primavera che rasserena il mio animo.
Ti vedo Elena, ti sento. Ora so ciò che voglio, so quello che devo fare.
Vengo a prenderti Elena. Ti raggiungerò a Roma.
Pov Elena
Quando il mio piede sinistro tocca il suolo, mi rendo conto dell'immensità della mia scelta.
Sono a Roma, ma cosa farò ora?
L'italiano non è il mio forte. Conosco solo qualche parolina che
Stefan mi ha insegnato e non ho la ben che minima idea di dove
alloggiare. Per fortuna qui è una bella giornata. Anche il sole
mi appare diverso. Sembra più caldo.
Oh Stefan... se solo sapessi dove sono finita... Mi manchi tanto. Non sai
quanto ti vorrei qui accanto a me. Ho così tanta paura...
Ma caspita Elena, non puoi più tornare indietro! Ormai ci sei
dentro e ci resterai ancora per molto. Rilascio un ansito liberatorio e
raggiungo un taxi. Ho una guida per turisti con me, mi aiuterà
con la lingua. Speriamo bene...
Mi faccio accompagnare al centro della città. Se sono qui, tanto vale visitarla. In fondo è cosi bella!
Solo quando pago il tassista mi rendo conto che i miei spiccioli non
bastano. Dovrò fare economia e trovarmi un lavoro. Anche al
più presto.
Mi guardo intorno, sembra tutto così
bellissimo e... affollatissimo! Non sono abituata a così tanta
confusione. Mystic Falls è una cittadina così piccola in
confronto alla capitale italiana. Mi sento spaesata e confusa. Mi rendo
improvvisamente conto di quanto sia brutto essere da soli e questo
sensazione mi deprime. Non pensavo che fosse così difficile, ma in
qualche modo devo farcela.
Provo a sorridere, ma più che un ghigno sembro accigliare una
smorfia contrariata. Poco male. Le felicità giungerà
anche qui, anche a Roma.
Prendo la cartina e comincio ad osservarla. Allora...vediamo. Per prima
voglio visitare il Colosseo, anzi no! La fontana di Trevi, no, no, no,
sedermi su qualche scalino della super affollata Piazza di Spagna,
oppure cominciare dal Foro Romano.
Okay, ho le idee un pò confuse. Comincerò a camminare, sarà l'istinto a portarmi da qualche parte.
Oh! Sono interi minuti che cammino. I piedi mi bruciano e fino ad ora
ho solo visto un mucchio di automobili, tante facce e molti fast food
davvero invitanti.
Prendo la cartina e mi guardo intorno. Se i miei calcoli sono giusti mi
dovrei trovare esattamente in via del Plebiscito, quindi sono in
procinto dell'Altare della Patria. E Altare della Patria sia! Al dire
il vero non era inserito nemmeno nella mia lista, ma è stato
voluto dal caso e non mi resta che assecondarlo.
Sono talmente presa dalla mia lettura che non mi rendo nemmeno conto di essere nella precisa traiettoria di un altro ragazzo.
Infatti gli finisco addosso, provocando un tonfo tremendo, facendo
riversare tutti i suoi libri a terra che si infrangono sul terreno.
Oddio sono un disastro!
<< Scusa.. >> Mormoro, è una delle poche parole che conosco.
<< Ah! Non preoccuparti. Sono io che non ti ho vista. Avevo
questa montagna di libri addosso, mi oscuravano la visuale. >>
Non ho capito un gran che, ma credo che per lui non ci sia alcun problema o qualcosa del genere.
Non riesco nemmeno a guardarlo in viso. E' completamente accovacciato e
raccogliere le sue cose e l'unica cosa che scorgo sono i suoi capelli
castani, che al sole hanno riflessi biondastri.
Quando si rialza, ormai di nuovo ricolmo di scartoffie, mi fissa molto
intensamente. Sembri che abbia di fronte un fantasma o qualche specie
di alieno ibrido. Poi sorrise, sembra più un ghigno compiaciuto
ed i suoi occhi verdi sembrano risplendere di luce propria. Devo
ammettere che mi trovo di fronte ad un ragazzo davvero carino. I suoi
lineamenti sono delicati, la sua pelle olivastra e il suo
sguardo penetrante. Non so il perché, ma mi ricorda così
tanto Stefan...
<< Ehm... comunque io mi chiamo Marco. >> Dice offrendomi con fatica la sua mano.
Intuisco le sue intenzioni e gli offro la mia << Elena. >>
E' carino si, ma non sono qui di certo per trovarmi un nuovo ragazzo.
<< Qualcosa mi dice che tu non sei italiana. Non ho mai visto ragazze carine come te in giro. >>
Ah! Ecco. Come si dice in Italia? Ci sta provando! E io che pensavo che volesse fare il gentile con me.
<< Sono Americana. >> Rispondo.
<< America! Yes! I speak english >>
<< Oh! >> Alzo gli occhi al cielo << Wonderful >>
<< Ti sei persa vero? >> Mi domanda << Hai bisogno di una guida. >>
Okay comincia a diventare piuttosto insistente << No! >>
Affermo, anzi urlo. Sarò stata anche scortese, ma non mi ha
lasciato scelta.
<< Okay. Come vuoi. >>
Lo saluto di striscio e riprendo la mia folle scoperta di quella città sconosciuta.
Anche se ormai sono lontano da lui, avverto il peso del suo sguardo su
di me. Sono sicura che mi sta ancora fissando. Non so il perché
lo faccio, ma per un istante blocco la mia avanzata e mi giro verso di
lui.
Come volevasi dimostrare il suo sguardo incontra il mio. Ora che mi
soffermo a guardarlo non posso negare il fatto che mi trovo di fronte
ad un ragazzo davvero affascinante. Dio quant'è sfacciato,
però! Continua a fissarmi.
Poco male. Ora non posso perdermi in tali sciocchezze. Riprendo il mio
cammino, ma una strana sensazione comincia a fluttuare nelle mie
membra. Sento che lo rivedrò ancora. Ne sono certa. Lo
rivedrò.
CONTINUA...
Eccomi
gente!!!!!!! Siamo giunti al capitolo 4. Elena è finalmente a
Roma ed è proprio qui che comincia la sua avventura alla
scoperta dei suoi reali sentimenti. Nella città eterna
nasceranno nuovi amori, importanti rivelazioni e lotte per contendersi
il cuore della bella Elena. Damon arriverà in tempo?
Troverà Elena? Dove? E come? Riuscirà a convincerla a
tornare a Mystic Falls? Lo scopriremo solo vivendo. Ringrazio tutti voi
che continuate a seguire questo mio pazzo esperimento!! Siete grandi!!
Ehi in questo capitolo voglio minimo dieci recensioni!!! ahahahaha
(scherzo ^_^ ) Se volete però lasciate un commento alla piccola
Stella perché a lei piacciono tanto. Ricordo a tutti la mia nuova pagina facebook, trovere il link nella mia pagina personale su efp. A presto grazie mille
ancora e bacioni dalla vostra Stella preferita!!!!!!!!!!!!!
Pov Damon << Damon, ma che fine hai fatto? Sono ore che ti cerco. >>
La voce di Stefan è autoritaria e greve. E' arrabbiato, lo so. Forse
furioso, ma non ho avuto tempo di avvisarlo, ero troppo preso da tutto
quello che mi stava investendo e che mi investe ancora.
<< Senti non ho molto tempo. Sto per partire. >>
<< Partire? Ma per dove e perché? E che fine ha fatto
Elena? >> Credo che il mio cellulare non regga ancora molto alla
voce di Stefan. Sta per esplodere, ma la sua reazione è
comprensibile.
<< Roma. Pare che Elena sia diretta li. Ha pensato bene di scappare per proteggerci tutti. >>
<< Cosa? E' assurdo! Damon, dimmi dove sei. Ti raggiungo. >>
<< No, Stefan non ho tempo. Stanno già chiamando il mio
volo e comunque non potresti seguirmi. Qualcuno deve rimanere a Mystic
Falls nel caso Klaus si faccia vivo. >>
<< Ma Damon... >> prova ad obbiettare ma non lo lascio fare.
<< Stefan, è tutto okay. Te la riporterò indietro. Fidati di me. >>
Attacco la chiamata prima che possa succedere l'inevitabile. Ora sono
pronto per dare inizio alla mia avventura dall'altra parte del mondo.
Italia. Quanto mi è mancata. Spero solo di non aver dimenticato
l'italiano. In fondo è la terra di noi Salvatore. Elena
l'avrà scelta per questo. In qualche modo voleva tenerci vicini
per sempre.
Solo quando mi siedo sul sedile dell'aereo ricordo quanto io detesti
volare. Odio questi posti pieni di gente, stretti e maleodoranti, ma
per Elena sono pronto a fare qualsiasi sacrifico.
Ecco sta decollando, finalmente. Era ora. Già mi sento
più vicino a lei. Posso già vederla, sentire il suo
profumo, toccarla con la mente. Non ne posso fare a meno. Appena
appoggio la testa sul finestrino mi ritornano, come brevi flash back,
tutti i momenti vissuti con lei:
E' bellissimo. E' un sogno. Mi manchi
Elena, mi manchi davvero tanto. Ma sto per raggiungerti, sto per
arrivare. Ti prego, aspettami.
Pov Elena
Non sta andando poi così male. In fondo è più
facile del previsto. Ho trovato un alloggio. Be' più che un
alloggio è una squallida pensione, ma per ora mi andrà
bene. Il prossimo passo è quello di trovare un'occupazione. Ma
la cosa è più difficile del previsto. Sono da poche ore a
Roma, non posso pretendere di certo di trovare un lavoro così
velocemente.
Però pare che la fortuna giri dalla mia parte.
La
proprietaria della pensione in cui alloggio, una gentile signora sulla
cinquantina, mi ha detto che nell'hotel "Valle" pari cerchino una donna
per le pulizie. La notizia le era giunta dalla proprietaria dell'hotel
stesso, che, a suo dire, è un'amica di vecchia data. Non ho molta
scelta, devo andare. O per lo meno tentare.
E' proprio li che mi sto dirigendo. Non si trova molto lontano dal mio
alloggio è questo è un altro vantaggio per me. Posso
raggiungerlo con un quarto d'ora di cammino, ragion per cui non
avrò bisogno di tram o pullman.
L'albergo che mi trovo di fronte supera però tutte le mie
aspettative. La signora Teresa, la proprietaria della pensione, non mi
aveva avvisato del fatto che mi sarei trovata di fronte ad un hotel a
cinque stelle.
L'ansia comincia ad attanagliarmi. Insomma non so se sarò capace
di svolgere tutte le mansioni che mi saranno affidate, ma ci devo
provare.
"Coraggio Elena, forza Elena" mi ripeto, ed entro dirigendomi alla
reception. La gentile signorina mi ha pregato di aspettare la
proprietaria ed io lo faccio con impazienza.
Arriva dopo pochi minuti ed è proprio come l'avevo immaginata.
Alta, sulla quarantina, capelli biondo cenere e occhi verdi.
Non so perché, ma mi concentro proprio su quest'ultimo
particolare. Mi sembra di averli già visti da qualche parte ed
anche il suo volto mi sembra familiare. Ma non riesco a ricordare
proprio dove li ho già riscontrati.
Sono talmente presa dalle mie riflessioni, che non mi accorgo nemmeno che la donna mi sta porgendo la mano.
<< Oh, mi scusi. >> Dico imbarazzata << E' che
credevo... Non importa. Comunque sono Elena Gilbert e sono qui per quel
posto da cameriera. >>
<< Cominciamo proprio male, signorina Gilbert. Già distratta al primo colloquio di lavoro. >>
<< Mi scusi ancora. >>
Dio com'è antipatica. La solita riccona con la puzza sotto al
naso. Già non la sopporto. Ma ho bisogno di quel lavoro, quindi
cercherò di essere gentile il più possibile. Solo che ora
mi sta squadrando in un modo davvero strano. Sembri che mi stia facendo
una visita medica o qualcosa del genere.
<< Ho qualcosa che non va? >>
<< Sei piuttosto gracile per questo lavoro. E giovane. Quanti anni hai? >>
<< Quasi diciotto. Ma il lavoro non mi spaventa. Posso fare
tutto. La prego ho bisogno di denaro. >> Bene, ora sembro proprio
una mendicante isterica. Speriamo bene.
<< Inglese? >> Domanda.
<< Americana. >> Preciso.
<< E va bene. Voglio darti fiducia. Teresa mi ha parlato molto
bene di te. Dice che sei una ragazza educata e silenziosa. Spero che
sappi fare al meglio il tuo lavoro. L'hotel Valle è un'istituzione
a Roma. I miei clienti non si sono mai lamentati e spero che non
comincino a farlo con te. >>
<< Non succederà. >>
<< Comunque io sono Enrica Valle. Tieni bene a mente questo nome,
perché sarò la tua tortura d'ora in poi. >>
Tortura? Che intende dire? Dio, non mi suona per niente bene. Ho la
dannata voglia di strozzarla davanti a tutti. E' davvero insopportabile
e crudele. << Certo signora. Quando posso cominciare? >>
<< Da adesso ragazzina. Vai in fondo al corridoio troverai le tue
colleghe. Ti spiegheranno cosa fare e cosa dire. Su avanti! Non hai
tutta la giornata! >>
Perfetto, era già il mio primo giorno di lavoro. Grandioso! E non
so il perché ma ho proprio una brutta sensazione...
Quella donna non mi piace per niente. E poi dove avevo già visto quegli occhi verdi?
CONTINUA...
Eccomi
qui! Quinto capitolo. Allora vi annuncio che nella prossima parte Damon
arriverà a Roma. Ma le cose saranno più difficili del
previsto. Ritornerà un vecchio personaggio e creerà un
po' di scompiglio. Elena si troverà a vivere momenti difficili
ma sarà aiutata ad affrontarli? Da chi? Non ci resta che
aspettare per saperlo. Grazie a tutti voi che continuate a seguire
questa storia, vi adoro! Ora scappo, non ho molto tempo purtroppo. Baci
baci e recensiteeeeee in tantiiii!!!!
Pov Elena
Volete un resoconto del mio primo giorno di lavoro? Be' in un'unica
parola un vero schifo! Non pensavo che fosse così faticoso. Per
non parlare della mia stupida divisa da cameriera. Sembro un pinguino
bianco. Mi detesto!
E detesto rifare i letti, togliere la polvere, pulire i bagni e
spazzare interi corridoii. Per giunta infiniti.
Enrica non fa altro che
guardarmi, mi sento i suoi occhi continuamente addosso. E' così
odiosa che davvero non riesco a sopportarla. Ma è la
proprietaria di tutta questa baracca e colei che mi consente un piccolo
guadagno, indispensabile per la vita che mi sono scelta.
Ah! Che male, la schiena è tutto un dolore. Sono ore ormai che
lavo pavimenti e sono ancora a metà dell'opera. E in più
ho le allucinazioni. Non faccio altro che vedere il viso di Damon in
tutti i ragazzi che incontro.
Ed è cosi strano. Insomma mi manca davvero tanto e non riesco a capire il perché.
Anche Stefan mi manca, e tanto ma Damon... Mah, non saprei Damon
è proprio un completo punto interrogativo. Non capirò mai
fino in fondo i miei sentimenti nei suoi confronti e non capirò
mai lui. Poco importa. Devo convivere con l'idea che non lo
rivedrò più. E' finita. E' l'ora che metti davvero un
punto.
E soprattutto è l'ora che finisca di pulire questi stupidi
pavimenti.
Oh! Ma che sorpresa, ero talmente presa dalle mia elucubrazioni
che non mi ero nemmeno accorta di aver finito. Meglio così.
Ho fame e ho bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Predo il mio secchio ricolmo di acqua sporca e mi dirigo per le scale.
Caspita, pesa davvero, o forse è solo la stanchezza che mi provoca brutti scherzi.
Dai Elena, ancora uno sforzo. Ormai sei per le scale hai quasi fatto
Elena. Ci sei, non perderle l'equilibrio, non perderlo non perderlo non
perderlo. No!!!
Come non detto! Ho rovesciato tutta l'acqua per le scale e ora per
giunta mi tocca fare il doppio lavoro. E non è tutto. Credo di
aver bagnato letteralmente un ragazzo. Dio che imbranata! Enrica mi
caccierà a calci nel sedere.
<< Oddio, mi scusi. Non volevo. >> Dico, mentre costui si riguarda i pantaloni inzuppati.
<< Non si preoccupi, io ... >> No, non ci posso credere.
Appena alza lo sguardo verso di me, mi accordi di conoscerlo benissimo.
E' Marco. Lo stesso ragazzo che incontrai qualche giorno fa.
Mi distendo in una piccola risata e lui, intuendo il motivo del mio ghigno, mi accompagna allegramente.
<< Noi due siamo proprio destinati a scontrarci. >> Dice.
<< Già. Scusami ancora. Ti pago la lavanderia. >>
<< Ma non c'è ne bisogno, Elena. Davvero non preoccuparti.
Piuttosto che ci fai qui, vestita da cameriera? >> Mi domanda,
mentre io cerco di riparare al mio danno.
<< Mi sembra ovvio. Ci lavoro. >>
<< Che cosa? >> Starno, sembra stupito. Io non ci vedo niente di male nel lavorare come cameriera in un Hotel.
<< Ho detto che ci lavoro. E tu che ci fai qui? Pensavo fossi di Roma. >>
<< Infatti. Mia madre è la proprietaria di questo posto. >>
Cosa?! Spero di non aver sentito bene. Marco sarebbe il figlio di Enrica Valle?!
Ma certo si! La loro somiglianza è davvero tangibile. Lo dicevo
io che quella donna aveva un viso familiare. Bene, o male. Sono
costretta a vedere Marco ogni santo giorno. Come se la presenza di
Enrica non bastasse...
Non finisco nemmeno di pensarla ed ecco che compare. Ha gli occhi
rossi. E' infuocata di rabbia. Okay, Elena, sei licenziata al tuo primo
giorno di lavoro, complimenti!
<< Che cosa sta succedendo qui? >> La sua voce non promette
niente di buono << Signorina Gilbert, come me lo spiega ora
questo disastro immondo e puzzolente sulle mie scale?! >>
Mio Dio, ti prego vienimi in soccorso. La matrigna cattiva schiavizza
la povera Elena. Direi che avrei proprio bisogno di un principe. Di un
bel principe. Magari con gli occhi azzurri di Damon e la dolcezza di
Stefan.
Ma caspita Elena, sei proprio stupida. Stai per essere licenziata e ti
metti a fantasticare nel mondo delle favole? Cerca una scusa decente,
qualcosa di plausibile, qualcosa di...
<< Mamma è stata colpa mia. La signorina non c'entra. >>
Cosa?! Marco si sta accollando la responsabilità di un mio errore?
<< Coma sarebbe a dire che è colpa tua? >> Enrica
non sembra molto convinta. Non fa altro che fulminare il circondario e
sopratutto me, con i suoi occhi da vipera isterica.
<< Si mamma, sono stato io. Non l'ho vista scendere e le sono
finito addosso. Perciò non sgridarla e non provare a
licenziarla. Sono sicura che perderesti un'ottima dipendente. >>
Anche se la situazione sembra essersi messa bene per me, non mi sento
tranquilla. Lo sguardo della stregaccia sembra essere ormai un cannone
sul punto di fare fuoco. Il modo in cui mi squadra, mi fa rabbrividire.
E' strano come una semplice donna (umana) possa scatenare in me un tale
terrore. In fondo ho sopportato di peggio. Tra cui vampiri assetati di
sangue, stregoni vendicatori, licantropi e per non parlare di Klaus.
Ma credo che lei li superi tutti.
<< Ah... è cosi? >> Resta ancora apparentemente
scettica << le consiglio di fare più attenzione signorina
Gilbert. In questo albergo non sono i clienti che si devono adattare a
lei ma è il contrario! Per questa volta passi liscia, ma
sarà l'ultima. Adesso si sbrighi a pulire questo disastro prima
che cambi idea. >>
Quando la vedo sparire, tiro un lungo sospiro di sollievo. Se non fosse
stato per Marco, molto probabilmente, non mi avrebbe concesso un'altra
possibilità.
<< Grazie Marco. Davvero. >>
<< Non preoccuparti. Conosco mia madre e so quanto sia pesante. >>
Gli sorrido leggermente. Mi ero fatta un'idea del tutto sbagliata su di
lui. E' un ragazzo di classe e molto gentile. Mi ricorda così
tanto Stefan... ha il suo stesso sorriso e anche i lineamenti del volto
sembrano gli stessi.
Come vorrei che fosse qui. La lontananza mi uccide, ma non mi era stata
data un'altra scelta. Questa è la mia nuova vita e forse
perché no, anche i miei nuovi amici.
<< Ora è meglio che mi metta a lavoro. >> Dico, raccogliendo il secchio.
<< Si ceto fa pure. >> Lo vedo con la coda dell'occhio salire qualche scalino e poi fermarsi all'improvviso.
Si gira per guardarmi mentre io faccio finta di niente continuando il mio noioso lavoro.
<< Allora ci vediamo? >>
Faccio un altro sospiro e azzero la mia memoria concentrandomi sul
presente. Lo devo a me stessa, lo devo a tutte le persone che mi
vogliono bene.
<< Si ci vediamo. >> Rispondo. Concedendomi attimi di pura immaginazione.
Pov Damon Finalmente!
Questo viaggio sembrava infinito. E' stancante perfino per un vampiro
centenario come me. Per tutto il tragitto non ho fatto altro che
pensare ad Elena ed al giusto modo per trovarla in questa grande
città.
Che bella giornata è a Roma. Respiro forte l'aroma delle mie
origini lontane e mi lascio andare alla fresca brezza pomeridiana.
Guardo il circondario e ti ripenso, mia Elena.
Dove sarai adesso? Con chi sarai? Avrai paura? Fame o sete? Ti senti sola? Piangi? E...ti manco Elena?
Vorrei proprio saperlo, ma lo scoprirò presto.
Perché non me ne andrò da qui fin quando non ti
avrò portata a casa da me. Con me, solo con me. E questa volta
non ho intenzione di fallire, non ho intenzione di deludere mio
fratello e tutte le persone a me care.
Ho un compito da svolgere e lo porterò a termine, fosse l'ultima cosa che faccio.
Sono arrivato Elena. Sono finalmente a Roma e sto correndo da te. Sto venendo a prenderti.
CONTINUA...
Bene
bene sono ritornata con il sesto capitolo. Damon è finalmente a
Roma ragazze!!!! Ma Marco sembra essere davvero intenzionato a
conquistare Elena. E diciamo che con questa storia ha recuperato
qualche punto a suo vantaggio. Ma il bello deve ancora venire. Damon
farà di tutto per la sua Elena e non solo...
Vorrei ringraziare tutti voi, per le vostre recensioni, per aver messo
questa storia tra quelle da seguire, preferite e da ricordare. Siete
davvero tanti!!! E non me lo aspettavo di certo! Grazie davvero.
Bene ora vi lascio e mi raccomando recensiteeeeee!!!
Kiss kiss da
Stella94
Pov Elena
Le cose sembrano andare meglio per me. E' passata già una
settimana dal mio primo giorno di lavoro, e oggi posso godermi
finalmente una giornata di puro riposo.
Le cose non sono poi tanto mutate. Tranne, forse, il mio rapporto con
Marco Valle. Il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, figlio del mio
capo.
E' sempre carino e gentile con me. Di questo se ne è resa conto
anche Enrica, che non fa altro che lanciare occhiatine fulminanti al
figlio, quando scambiamo qualche parola, come per ricordargli che io non
sono nient'altro che una stupida cameriera e lui lo scapolo d'oro di
una delle famiglie più ricche di Roma.
E poi... e poi ci sono i pensieri, i ricordi. C'è Stefan...
C'è Damon... Oh Damon mi manchi davvero! Mi manca tutto di lui.
Non so spiegarlo ma è davvero così. Ricordo ancora con
affetto quando il mattino mi dava il buon giorno, quando, con una
semplice battuta, mi regalava un sorriso, quando mi guardava con
quei suoi occhi così magici...
Ho una strana sensazione. E' come se fosse qui, vicino a me ed io non
riesco a vederlo. E' come se fosse solo un fantasma che mi osserva, che
veglia su di me, che mi regala quel profumo di casa.
Damon... Damon...
Ah! Basta pensare a lui. Oggi è una giornata davvero speciale.
Marco mi ha promesso di essere la mia guida personale per un giorno.
E' già da un po' che lo aspetto e dovrebbe arrivare a momenti.
Oh eccolo! Perfetto come sempre.
<< Ciao, scusa il ritardo. >> Mi dice sorridendo.
<< Ciao Marco. Non preoccuparti. Andiamo? >> Sono
impaziente. Impaziente di ritornare a sorridere, di essere felice, di
dimenticare ogni cosa. Di ritornare a vivere.
<< Certo! >>
E così inizia la nostra giornata tutta italiana. Sei ancora nei
miei pensieri, Damon, ma svanirai presto. Perché così
deve essere, così sarà. E' già una nuova giornata.
E' già una nuova vita...
Pov Damon Maledizione! E' come se stessi cercando un ago in un pagliaio! Mi sento
davvero inutile e stupido in questo momento. Sono già parecchi
giorni che sono a Roma, eppure non sono riuscito ancora a trovare
Elena. Ho girato in lungo e in largo mezza città, ma nessuno
pare abbia visto la ragazza della quale faccio svoltolare il
volto tra la folla, inciso su una foto stropicciata ormai.
Giuro che sto per impazzire! Se non riesco a trovarti entro stasera
Elena, prenderò a pugni Roma intera. Lo so che sei qui, vicino a
me. Lo sento, lo percepisco eppure non riesco a trovarti.
Continuo a girare per questa città affollata, ma niente. Non ci sei. Ho così tanta voglia di vederti.
C'è ancora speranza, lo so. C'è ancora speranza e finché
non riuscirò a trovarti io non smetterò di cercare.
Pov Elena
<< Cosa fai nella vita di bello? >> Domando a Marco, mentre mi gusto un buonissimo gelato al cioccolato.
<< Studio medicina. >> Risponde, mentre mangia il suo al limone.
Questo ragazzo è pieno di sorprese. Me ne rendo conto ogni giorno sempre di più.
<< Caspita! Impegnativo. >>
<< Già. >> I suoi occhi verdi puntati all'orizzonte
e quello sguardo perduto, mi fanno pensare subito a Stefan << Ho
sempre sognato curare le persone. Fin da bambino. >>
C'è una vena di rammarico e sofferenza in quelle parole. Non mi
basta altro per capire cosa stia provando. Deve aver perso qualche
persona nella sua vita, proprio come me. Ma non mi espongo a domandare.
Non siamo poi così tanto in confidenza e so come ci si sente ad
aprire vecchie ferite mai rimarginate.
Il silenzio ci avvolge, e con esso l'imbarazzo. Non so che dire e non
mi sento proprio a mio agio. Per questo mi limito a scrutare
ogni persona che passa, mentre comodamente magio ancora il mio gelato su
uno degli scalini super affollati di Piazza di Spagna.
<< E tu? Cosa ti porta a fuggire dall'America per giungere in
Italia? >> E' lui a rompere il silenzio e, con questa domanda, non
fa altro che gettarmi in una profonda inquietudine. Alcuni flash della
mia vita passata compaiono davanti ai miei occhi ed il dolore riaffiora
incontrollato.
<< E' un po' complicato. Diciamo che sono stata costretta a farlo. >>
<< Non sarai una serial killer ricercata in tutto il mondo spero? >> Scherza.
<< Ma non essere stupido! >> Ancora una volta è
riuscito a scucirmi un sorriso. Gli do un leggero spintone mentre lui
ride insieme e me. Sembra tutto così bello. Ed il dolore che
avevo avvertito pari stia già calando.
Ma all'improvviso qualcosa coglie la mia attenzione. C'è qualcuno fra le gente. C'è qualcuno che conosco.
Damon, è Damon! Ne sono sicura. No, non può essere un miraggio, non può! Ma che ci fa qui?
Non riesco a vedere bene, non riesco più a vederlo. E'
scomparso. Lo cerco tra la gente, ma di quel volto non c'è
più traccia, eppure ero sicura che era lui.
<< Elena, tutto bene? >>
<< Si. >> Rispondo distratta, mentre ancora la mia attenzione è rivolta verso l'orizzonte.
Un altro miraggio? Dio, forse sto impazzendo. Non è possibile
che io abbia visto davvero Damon. Lui è a Mystic Falls, in
Virginia. No non poteva essere, eppure...
<< Dai andiamo Elena, voglio portarti in un ristorantino molto speciale. >>
Marco mi trascina via con se. Ma con la testa sono da tutt'altra parte. E se fosse davvero lui? E se fosse qui a cercarmi?
No non può essere, devo averlo scambiato con un altro ragazzo. Deve essere così.
Eppure quegli occhi...
Pov Damon
Non c'è limite al dolore umano. Non c'è limite al mio dolore. Non posso credere a ciò che ho visto.
Quando finalmente, dopo giorni di ricerca sono riuscito a trovare la
mia Elena, la trovo sorridente tra le grinfie di un altro ragazzo. Che
codardo sono stato. Sono scappato via, senza nemmeno dirle che ho girato
mezzo mondo per cercarla.
Probabilmente non voleva neppure vedermi, così intenta com'era a scherzare con quel biondino.
Non posso credere a quello che mi ha fatto. A quello che ha fatto
a tutti noi! E io che pensavo che stesse male, che stesse soffrendo, che
avesse paura. E mi sono illuso che fossi anche nei suoi pensieri.
Che stupido sono stato. Elena non mi ha mai amato e mai mi amerà. Devo finirla con questa storia.
Sembro davvero un'idiota, mentre senza forze e in lacrime, mi accascio ad un vecchia parete di un vicolo buio e sordo.
Fa male, fa troppo male. Vederla ancora con un uomo che non sono io.
Maledetto amore, maledetto me! Sconfitto ancora una volta, e da
sconfitto dovrò ritornare nella mia patria senza di lei...
Elena perché mi hai fatto questo? Non sai quanto dolore mi provochi?
Ho fatto tanto per te, ho percorso mezzo oceano per venirti a prendere.
E tu? Cosa fai tu? Ti abbandoni alle carezze di un ragazzo che non
potrà mai amarti quanto ti amo io, non potrà mai capirti,
non potrà mai aiutarti.
Sono solo adesso e furioso. La mia natura prende il sopravvento. Vedo una ragazza che quasi ti assomiglia Elena.
Ho deciso. Per stasera sarà la mia distrazione. CONTINUA...
Eccomi
qui con il settimo capitolo. Povero Damon, ha frainteso tutto!!! Lui
è davvero nei pensieri di Elena e anche di più di come
dovrebbe. Ma adesso Marco sembra aver mandato a rotoli il loro
incontro!!!
E adesso? Cosa succederà? Damon si arrenderà e tornerà a Mystic Falls oppure combatterà ancora?
Non ci resta che scoprilo nei prossimi capitoli. Grazie mille per le
vostre recensioni, siete davvero in tanti!! E mi raccomando recensite
anche questo capitolo. Alla prossima kiss kiss
Stella94
Ed è finita. Un'altra giornata di duro lavoro. Mi sento
proprio stanca e non vedo l'ora di arrivare alla pensione per riposarmi
un po'.
La mia testa invece è da tutt'altra parte. Ripenso
sempre a ciò che ho visto, a quel ragazzo che tanto assomigliava
a Damon. A volte non faccio altro che ripetermi che si trattava di un
miraggio... ma... ho un strana sensazione.
Non so spiegarla. Mi fa paura.
Vorrei poter chiamare i miei amici, dir loro che sto bene e sapere come vanno li le cose.
Anche se sono sicura che con la mia partenza molti guai sono finiti.
Damon e Stefan saranno ritornati ad essere i fratelli di sempre. Uniti, inseparabili, unici.
Questo perché il motivo della loro discordia si trova dall'altra parte del mondo.
Klaus starà facendo il diavolo a quattro. Con ogni
probabilità me lo ritroverò qui un giorno, ma
saprò come accoglierlo. L'importante è che loro sono al
sicuro.
Che Damon, Stefan, la mia famiglia, Bonnie, Caroline, Matt, stiano bene. Stiano bene...
Sospiro, quando mi convinco di questa nuova realtà. E' sera, saranno le dieci e le strade sembrano vuote.
Ho un po' paura, a dirla tutta. Mi sento sola e c'è una strana nebbia nell'aria che rende il tutto molto inquietante.
Mi tranquillizzo, ripetendomi che la pensione non si trova molto lontano
da qui. Solo che per raggiungerla in breve tempo, dovrei passare per un
vialetto buio e malfamato.
L'idea mi mette i brividi, ma sono così stanca che non mi va di camminare ancora per tanto tempo per le via del centro.
Imbocco quel sentiero. Bene non c'è proprio nessuno. Meglio così.
Affretto il passo, ho la sensazione che qualcuno mi sta seguendo. Il
cuore mi batte forte, più forte, sta per scoppiare.
Sento delle risatine inquietanti che si fanno sempre più vincine.
Ragazzi. Saranno tre o quattro. Cosa vorranno? Perché accelerano il passo per mettersi al pari col mio?
Arresto la mia corsa. Deglutisco a fatica.
Mi giro nella loro direzione. Sono in tre. Sembrano avere tra i
diciotto e i vent'anni. E sono ubriachi a giudicare dal modo in cui
barcollano. Il più grande dei tre ride di gusto. Mi squadra con
una disgustosa perversione e mi fa rabbrividire.
<< Ehi ragazzi! Guardate cosa abbiamo trovato stasera! >> Sghignazza.
<< Una vera bambola. Davvero bellissima. >> Dice l'altro.
Il terzo, quello più piccolo e magro di tutti, comincia ad
avvicinarsi a me. Indietreggio << Che cosa volete? Lasciatemi in
pace! >>
Ormai è ad un palmo dal mio viso. Il suo alito è
disgustoso, marcio di alcool. Nella trepidazione del momento, non mi
rendo neppure conto che sono finita con le spalle al muro. Lui mi
chiude ogni via d'uscita, intrappolandomi con le sue braccia.
<< Che ne dici se adesso ci divertiamo un po'? >>
<< Non ci provare. Lasciami! >> Urlo cercando di dimenarmi,
ma mi tappa la bocca con una mano e presto viene raggiunto dagli altri
due che mi tengono ben ferma, mentre cominciano a strusciarsi contro il
mio corpo, a toccarmi, a baciarmi le guance, il collo.
Provo disgusto e ho paura. Chiudo gli occhi sperando solo che fosse un
brutto incubo, ma quando li riapro incontro quelli del mio molestatore e
prendo coscienza della macabra realtà che sto vivendo.
Una lacrima striscia solitaria sul mio viso. Sto per essere aggredita da tre loschi individui. E' la fine per me.
Non ho le forze per ribellarmi. Nella disperazione e approfittando del fatto di avere la bocca libera esalo solo un nome:
<< Damon! >>
Pov Damon Che
giornataccia. Non faccio altro che pensarti. Elena. Sono stato un vero
idiota. Stefan mi ha chiamato, ma non ho avuto il coraggio di
rivelargli ciò che ho visto.
Avrebbe sofferto, proprio come sto facendo io ora. Lui non si merita
tutto questo dolore. E' il mio fratellino, devo proteggerlo ad ogni
costo.
Cammino, come un animale ferito per le strade buie della capitale. Sono
venuto qui carico di speranze. Ero determinato a compiere il mio
dovere. Volevo dimostrare che potevo farcela, che anch'io so fare del
bene.
E invece ho perso ancora. Come sempre...
Ma nonostante tutto, ti amo ancora Elena. Ti amo e non smetterò
mai di provare questo sentimento. E' vero, fa male, ma nel momento in
cui cerco di reprimerlo, mi rendo conto che non ne posso fare a meno.
Rifiorisce, rifiorisce sempre in me. Ogni volta che penso ai tuoi occhi lucenti.
Un attimo. C'è qualcosa di strano nell'aria stasera. E' come se
mi stesse suggerendo qualcosa. E' come se mi mostrasse un arcano
messaggio. Mi sento confuso e spaesato.
E' solo una sensazione, ma non posso fare a meno di avvertirla. Sembra
intrufolarsi in me, come un serpente velenoso che infetta le mie
viscere. Poi nei miei timpani giunge un urlo. E' fievole e lontano, ma
grazie ai miei poteri da vampiro riesco comunque a percepirlo. E'
straziante e mi sembra di conoscerlo.
Poi un nome. E' il mio.
E' Elena! Elena è in pericolo.
Pov Elena
Sono nauseanti. Senza ritegno sbottonano la mia camicetta blu.
Sembrano davvero divertiti ed eccitati, mentre sento le loro labbra su
ogni parte del mio corpo. Non faccio altro che piangere il silenzio il
mio dolore.
Cerco ancora una volta di dimenarmi, ma è tutto inutile. Sono in
tre e io sono sola. Sono forti mentre io sono piccola e gracile come una
foglia d'autunno.
Ma perché tutto questo? Perché tanta cattiveria?
Sento delle mani arrivare all'asola dei miei jeans. Non so a chi
appartengono, la vista si è annebbiata e la testa mi gira.
Me li tirano giù di poco, quando all'improvviso tutto cessa in un tonfo micidiale.
Non sento più mani sul mio corpo. Non sento più i loro
respiri fediti eccitati, le loro risate, le porcherie che si
dicevano a vicenda.
Apro gli occhi ma sbatto le palpebre più volte per essere certa di non essere finita in un sogno.
C'è Damon! C'è Damon davanti a me! Con i suoi occhi blu,
i suoi capelli lucenti, la sua pelle ambrata, il suo profumo!
E' ansimante, il petto si abbassa e sia alza repentinamente. Mi volto a
guardare la fine che quei tre repellenti individui hanno fatto. Se Damon
ha tranciato loro la gola con i propri canini non mi dispiace affatto.
Ma sono comunque soddisfatta nel vederli doloranti ai piedi di un cassonetto della spazzatura.
<< Damon! >> Dico. Sembra non ascoltare. E' colmo di
rabbia. Si avvicina a passo lento verso i tre e ringhia feroce come un
leone. Ha perso il controllo, so che fine gli aspetta.
Non mi
dispiacerebbe, ma non possiamo permettere che accadano omicidi ambigui anche in
Italia. E per di più sono solo ragazzi. Che, completamente
ubriachi, cercavano sballo.
Ne afferra uno per il bavero della maglietta avvicinando i loro volti.
Tira fuori i suoi canini sporgenti e ringhia più forte.
<< Damon no! >>
Finalmente attiro la sua attenzione. Mi guarda con quegli occhi da vampiro estremamente minacciosi.
Scuoto la testa. Lui ha capito. Riprende sembianza umane e si rivolge ai tre.
<< Andate via ora. Prima che vi riduca ad una marmaglia informe. Che vi serva da lezione. >>
I tre ragazzi non se lo fanno ripetere due volte. Probabilmente troppo
spaventati dal volto vampiresco di Damon. Scappano a gambe levate,
sparendo dalla mia vista in brevi secondi.
Esalo un sospiro di sollievo. Dio, hai scolato la mia richiesta. Hai mandato il mio angelo a salvarmi.
Che ora si dirige verso di me, abbracciandomi forte come non mai. Ed io
lo stringo con tutta me stessa. Damon, oh Damon, quanto mi sei mancato.
Non posso credere che tu sia davvero qui, fra le mie braccia.
<< E' tutto finito. >> Mi dice << Tutto finito. >>
E la mia stretta si intensifica. E' strano ma mi sento in
Paradiso. L'ho pensato, l'ho voluto, l'ho chiamato. Ed è arrivato.
L'unica persona che volessi davvero vedere, l'unica che potesse farmi
star bene.
Sciolgo quell'abbraccio solo per guardarlo nei suoi occhi, azzurri come il cielo d'estate.
Gli accarezzo il viso, quasi a volermi convincere che non si trattino di
oniriche fattezze. Non lo ricordavo così bello, non lo ricordavo
così attraente.
<< Ma che ci fai qui, Damon? >>
<< Non posso perderti, Elena. Non posso vivere senza di te. >>
Non ho bisogno d'altro. Non ho bisogno di nessuno. Non so cosa mi
prende, ma provo uno strano desiderio di tastare quelle labbra rosee e
dolci, come fragole.
Non posso più resistere Lo bacio. Lo bacio con tutta me stessa,
con tutta la passione che sento.
Che sconvolgente sensazione sentirlo
rispondere con altrettanto ardore. Una passione quasi disperata, lo
sfogo di un'ambizione troppe volte repressa.
Lo sento in me. Con la sua lingua farsi spazio nella mia bocca per
incontrare la mia, le quali entrambe si cingono, si intrecciano, si
cercano. La mia mano finisce nei suoi capelli d'ebano, che non pensavo
fossero tanto lisci e morbidi.
Lui mi stringe a più non posso. I nostri corpi si uniscono, si danno calore, si amano.
Mai nella mia vita ho provato un'emozione tanto intesa. Mi pesa dirlo,
ma nemmeno i baci di Stefan mi hanno travolta così tanto. Ora
capisco perché nessuna riesce a resistergli. Damon è
passione, Damon è tutto ciò che una ragazza cerca, tutto ciò che si possa desiderare...
No! Un momento. Cosa sto facendo? Cosa sto pensando? E' sbagliato. Lui
non dovrebbe essere qui e io non dovrei baciarlo. C'è Stefan,
c'è tutto il resto. E' sbagliato, ero venuta qui per metterli al
sicuro, ed ora Damon rischia di far saltare tutto.
Così mi stacco da lui e lo guardo impietrita. E' confuso, non
riesce a capire cosa mia sia preso e sinceramente nemmeno io.
<< Damon è sbagliato. E' tutto sbagliato. Tu non dovresti
essere qui, non dovresti. Lo fatto per voi capisci? >>
Sento cingermi il viso con le sue grandi mani << Perché
dici questo? Non c'è niente di sbagliato. Non devi preoccuparti
di nulla. Affronteremo tutto insieme. Torna a casa con me, insieme a
me. >>
Tornare. Lo vorrei davvero. Ma non posso, non posso. Metterei la vita
di tutti di nuovo sul filo di un rasoio. Non è giusto. Non posso
seguirlo anche se è la cosa che desidero di più al mondo.
Damon mi confonde, Damon mi confonde sempre.
<< No Damon. Dimentica quello che è successo, dimentica di avermi vista. E' stato solo un errore. >>
<< Un errore che abbiamo voluto entrambi con la stessa
intensità. >> Risponde. La sua presa diventa più
salda, i nostri sguardi sono incatenati << Non rinuncerò a
te, Elena. Non rinuncerò a quello che c'è tra di noi.
Perché stasera mi hai dato un buon motivo per continuare a
lottare. >>
Devo andare via. Se resto qui finirei ancora fra le sue braccia, ancora
sulle sue labbra. Non ho mai desiderato Damon così tanto da
quanto lo conosco, ed è davvero strano. Qual bacio mi ha
cambiata irrimediabilmente...
Sciolgo la sua presa << Torna a Mystic Falls, Damon. Dimenticami. >> Come fa male pronunciare tali parole.
<< Non posso, Elena. Non dopo quello che è successo stasera. Non mi arrenderò. >>
<< Allora buona fortuna. >>
Mi incammino, ricomponendo alla meglio i miei abiti sgualciti. Non si
arrenderà, lo so. Gli ho dato un buon motivo per farlo.
Dovrei essere pentita di quel bacio. Ma sorrido.
E' stata la cosa più bella che mi potesse capitare.
CONTINUA...
Eccomi qui!! Ah, finalmente i due si sono incontrati. Ve lo aspettavate
un incontro così romantico? Vi ho stupite? Spero di si. Ma
nonostante il bacio appassionato che si sono scambianti, Elena non pare
cambiare idea. E' decisa a rimanere a Roma e a difendere le persone che
ama. Ma Damon, ora, ha trovato un buon motivo per combattere e per non
arrendersi. Sa che Elena, in qualche modo, prova qualcosa per lui. Cosa
succederà? Non ci resta che aspettare.
A presto cari e recensite in molti mi raccomando!!!!! Baci baci dalla vostra
Stella94
Mi bacia con avidità e con altrettanta destrezza mi
scaraventa sul letto, che molleggia sotto il mio peso. Lo sento su di me,
il suo respiro rimbomba forte nei miei timpani, riscalda la mia pelle
già bollente, la elettrizza con la sua sensualità.
Mi aggrappo alle sue spalle forti e calde. Chiudo gli occhi,
immaginando che li a poco fra di noi non ci saranno più distanze.
Lo bacio ancora, è più passionale di prima. Gli umetto le
labbra. Mi intrufolo nella sua bocca con la mia lingua, lo sento
rispondere con altrettanta lussuria.
Poi quel bacio scivola sul mio collo. Lo lecca con avidità e persevera su di esso tutto il suo desiderio.
<< Ti voglio. >> Mi sussurra ed io, preda di
un'incontrollata passione, gli rispondo con un gemito sconnesso, che lui
interpreta come un via libera.
Volano i nostri abiti tra le bianche lenzuola sgualcite. E' nudo
sopra di me, tra di me, ma non mi è concesso vederlo.
La sua immagine è sgranata e sfumata di nero. Il suo corpo è confuso, la sua pelle sembra carta velina.
Cerco ancora di toccarlo, le mie mani sono su di lui, ma sembrano tastare aria e nebbia.
Comincio a guardarlo, cerco un suo bacio, ma lui è nascosto sulla mia spalla. Non lo vedo.
Lo chiamo : << Guardami, guardami! >> Gli dico, ma lui
continua a baciarmi senza controllo. E' fuori di se, la passione lo
stordisce. Bacia il mio seno, scende al mio ombelico, si perde nei
meandri oscuri della mia più intima parte, e la lussuria prende il
sopravvento. Riacquisto lucidità.
<< Guardami, ti prego guardami. >> E lui obbedisce.
Sale su di me, lo sguardo ancora basso. Sbatte le palpebre per schiarirsi l'immagine e poi lo vedo.
I suoi occhi non sono marroni ma azzurri. I suoi capelli non sono
castani ma neri. Mi guarda, i suoi lapislazzuli scintillano di gioia.
Azzurri, cristallini come il mare, limpidi come il cielo,
incontaminati come l'oceano.
E' Damon. Il mio Damon. Che ora mi accarezza amorevolmente e sussurra:
<< Ti amo, Elena. >>
Poi tutto svanisce...
Mi sveglio di soprassalto annaspando un urlo. Respiro forte e a fatica.
Mi guardo intono alla ricerca di quel qualcuno che poco fa infestava i
miei sogni. Ma sono sola, nella mia squallida stanza di una pensione.
Mi passo una mano tra i capelli, che riscopro bagnai e mantidi di
sudore. Mi accorgo che tutto il resto del mio corpo è nelle
medesime condizioni.
Mi vergogno da sola di ciò che la mia mente ha progettato senza controllo.
Da quando faccio sogni erotici su Damon?
Oh mio Dio! E' tutto così assurdo. Dovrei sognare Stefan non Damon. Dovrei desiderare Stefan non Damon!
Desiderare?! Ma che cavolo vado a pensare!
Elena svegliati! Mi ripeto. E' di Damon che stai parlando. Lo stesso
Damon, impertinente e cafone, che ha cercato di ammaliarti per rubarti un
bacio. Lo stesso Damon che ucciso Lexi, il professore di storia, ha
tentato due volte di ammazzare Vicky e l'ha trasformata in un vampiro e
sopratutto lo stesso Damon che per poco non ammazzava tuo fratello.
Si ma è anche il Damon dolce. Quello che ti è venuto in
soccorso dopo quel bruttissimo incidente e ti ha condotta ad Atlanta,
comportandosi gentilmente. E' lo stesso che ha aiutato Stefan, quando
il sangue lo aveva trasformato in un assettato vampiro, è lo
stesso con cui hai ballato il giorno dell'elezione della reginetta di
Mystic Falls, evitandoti una figura da perfetta idiota.
E' lo stesso che ti ha rincuorata, che ti ha detto che sceglierà
te sempre e comunque, è lo stesso che ti è stato sempre
vicino, è lo stesso che ti ha tolto dai guai...è lo
stesso che è venuto a cercarti sino a Roma per portarti a casa...
E' Damon e questo basta. Mi basta.
Mi sono talmente persa nelle mie elucubrazioni che non mi sono resa
conto che è davvero tardi. Sono le nove ed io dovrei essere a
lavoro già da un pezzo. Mi vesto alla svelta imprecando a
più non posso.
Corro come una matta in giro per tutta la stanza alla ricerca dei miei vestiti che sembrano essersi estinti.
Percorro le scale ad una velocità impressionate, saluto la
proprietaria e mi avvio all'uscita, ma inciampo su qualcosa, o meglio
su qualcuno.
Alzo lo sguardo, già intimorita di chi potrei trovarmi di
fronte, perché lo so già, quel profumo appartiene a pochi.
<< Buon giorno, principessa. Hai dormito bene? >> Il suo
sorriso non è mai stato tanto smagliante, il suo volto mai
così attraente. In un attimo mi ritornano in mente gli aspetti
più salienti di quel sogno proibito che ha infestato la mia
notte.
E' come se lo stessi rivivendo.
<< Damon, che ci fai qui fuori? >>
<< Non posso entrare perciò... >> Sposta il suo
sguardo sul circondario. << Sai, ti ho seguita ieri sera. E' qui
che alloggi? >>
<< Damon, per favore sono in ritardo. >>
Lui non sembra capire. Mi guarda con un'espressione stranita e interrogativa << In ritardo per cosa? >>
<< Per andare a lavoro. >> Le mie parole risuonano sarcastiche.
<< A lavoro? >> Sembra più stranito di prima mentre
mi segue. Cammino sopra al marciapiede, cerco di non guardarlo
perché cederei ancora. Affretto il passo come se mi potessi
liberare di lui al più presto, ma già so che non
sarà così.
Anzi non voglio che sia così. Mi fa piacere averlo accanto, anche se non dovrei...
<< Sai la gente comune lavora per poter mangiare. >>
Inaspettatamente mi afferra un braccio e mi fa voltare verso di lui.
<< Elena, ma che stai combinando? Questa non è la tua
vita. Questo non è quello a cui sei destinata ad essere. >>
<< E sentiamo, quel sarebbe il mio destino? >>
Afferra le mie mani e le stringe. Non so come, i nostri volti si
ritrovano vicini e ricomincio a pensare al bacio che solo ieri sera ci
siamo scambianti. Gli fisso le labbra, vogliosa di riaverle sulle mie,
avida di quella inaspettata emozione che non ho mai pensato di poter
provare.
<< Con Stefan. >> Le sue parole interrompono le mie riflessioni
<< Con la tua famiglia, con i tuoi amici... con me. >>
Cedo, cedo ancora. Lo voglio, lo rivoglio. E' più forte di me.
Lo accarezzo piano. Frammenti del mio sogno mi assalgono. Lo vedo ancora su di me, nudo ed ansimante. Provocante...
E' così bello, non l'ho mai desiderato tanto. Non so cosa mi
succede, sembro un'altra me. Sono sempre stata sicura dei miei
sentimenti per Stefan e invece ora è come se fossero crollati,
distrutti, lacerati dall'immagine del più crudele e dolce dei
vampiri. Ma in fondo si sa. Si dice che il cuore di una donna sia
mutevole, come i cieli d'autunno.
Il mio allora è in pieno ottobre! Non resisto, non resisto. Non
è solo desiderio quello che mi spinge verso di lui, è
qualcosa di più. Ora lo so. Ma non ho tempo per scoprilo. Tuffo
le mani nei suoi crini d'ebano e avvicino le nostre labbra.
Si sfiorano affamate, pronte per unirsi. Ma lo squillo del mio cellulare mi riporta alla realtà.
E' Marco. Molto probabilmente si sta chiedendo dove cavolo sia finita.
Mi schiarisco la voce e con la coda dell'occhio vedo Damon compiere una
smorfia di disappunto.
<< Ciao Marco. >>
<< Elena, ma dove cavolo sei finita? Mia madre è furiosa.
Ha già minacciato di licenziarti dieci volte e non so
più come trattenerla. Ti prego vieni immediatamente. >>
<< Sono già in strada. Scusa Marco, arrivo. >>
Riattacco tremando. Mi sono messa proprio nei guai. Damon mi guarda corrugando la fronte.
<< Marco? >> Mi chiede come a volerne sapere di più.
Ma non ho tempo per le spiegazioni. Il lavoro mi attende, sempre se ne
ho ancora uno.
<< E' solo un amico, okay? Senti ora devo andare. Non provare a seguirmi. Torna a casa, Damon. >>
<< La mia casa è dove sei tu, Elena. >> Mi sussurra
suadente. Preferisco dargli le spalle e incamminarmi alla svelta.
Non posso più rimanere con lui, butterei tutto all'aria.
<< Sai che non mi arrenderò! >> Urla.
Io non rispondo. Respiro forte e mi incammino verso il mio destino
Pov Damon Lo sa che non mi arrenderò e non mi voglio arrendere. Non
ora! Lei mi ha baciato e stava per rifarlo se non fosse stato per
quella piccola interruzione! Quanto la amo! Me ne convinco sempre di
più.
No, no, no, no, non mi arrenderò per niente. La convincerò a tornare con me, insieme a me... insieme e me.
La seguo. E' carina anche di spalle. Chissà se si è accorta che le sono dietro da un pezzo?
Poco importa, tanto lo sa, non mi fermerò per nulla al mondo.
Un momento. E' entrata in un lussuoso albergo a cinque stelle. Cosa ci farà mai li?
Oddio no! Non posso credere che si metta a pulire cessi e cambiare
letti. E' assurdo. Resta il fatto che li non posso entrare, a meno che
non convinca il proprietario a farlo.
Vorrà dire che aspetterò qui fuori sino alla fine del suo
turno. Non la lascierò per nulla al mondo. Ora che l'ho
ritrovata sento che potrà essere finalmente mia.
L'attesa è snervante, sono cinque ore che sono qui fuori come un
deficiente. Ho già fatto le occhiate languide e dieci ragazze e
ingiuriato qualche sfigato italiano. Ma non mi diverto.
Sono stufo, vorrei entrare, ma non posso. L'invito è essenziale
per un vampiro come me, ed è proprio in queste circostanze che
odio esserlo. Se solo sapessi chi è il proprietario di tutta
questa baracca forse potrei ammaliarlo per farmi entrare, ma per ora
è nascosto nel buio.
Oh, finalmente vedo uscire la mia Elena. E' più sciupata del
solito, ma sorride. Com'è bella la mia Elena. La mia Elena...
Ehi, chi è quel tizio che le sta dietro?
Ah, si è lo stesso che ho visto a Piazza di Spagna. Come si chiama..? Marco, si.
Che cretino! Damerino da strapazzo. Ma ora mi sente.
Mi avvicino a loro a passo svelto e raggiungo l'entrata dell'Hotel.
Elena strabuzza gli occhi, ma la mia attenzione è posata sul
ragazzo di fianco a lei, che senza ritegno mi osserva.
<< Damon, ti avevo detto di tornare a casa. >>
<< Sono a casa. >> la liquido alla svelta, mentre le mie pupille infuocano quelle dell'avversario. Lo detesto.
Finalmente quel sorriso bastardo che aveva stampato in faccia si è trasformato in un ghigno pensieroso. Mezza checca...
<< Elena, è un tuo amico? >>
Anche la voce è fastidiosa, sembra quasi effeminato. Per non
parlare del suo vestiario. Camicia, bull over, scarpe puramente
italiane. Un finocchio per dirla tutta.
<< Be' si. Cioè no. E' complicato... >> Elena
è più combattuta che mai. Ma adesso ci penso io a fare
le presentazioni.
<< Damon Salvatore, sono il cognato di Elena. >>
Allungo un braccio, per stringere la sua mano. Lui schiude la bocca e
rimane perplesso. Sembra confuso o forse deluso. Magari Elena non gli
aveva detto di possedere un ragazzo. Magari non gli aveva detto proprio
nulla.
In un gesto più meccanico che cortese, mi stringe la mano debolmente, perso nei meandri delle sue riflessioni.
<< Marco Valle. >> Mugugna. Poi posa il suo sguardo su Elena che lo accoglie con un'espressione di rammarico.
Lui vuole fare il duro, si chiarisce la voce, ma io so riconoscere un ragazzo innamorato.
<< Salvatore. Sei italiano? >>
Travisa il discorso, ma io lo so che sta soffrendo.
<< Ho origini italiane. >> Gli rispondo vago, accennando ad una mezza verità.
<< Elena non mi ha detto di avere ragazzo. >> Oh, ma guarda
l'asino è cascato. E' curioso adesso, e forse anche geloso. Bene,
ci sarà da divertirsi. Lo corroderò piano piano,
gustandomi ogni sua espressione.
Peccato che Elena mi precede. E' troppo ansiosa di smentire le mie parole, anche se corrispondono al vero.
<< Infatti! >> Afferma allargando le braccia << Damon, ti avevo detto di tornare a casa! >>
Ma ancora una volta la ignoro. La adoro quando si arrabbia! Guardo
l'intera struttura che si egre dietro le nostre spalle con singolare
compiacimento. Lusso sfrenato non c'è che dire.
<< E così Elena lavora qui? >>
<< Si. >> Risponde il damerino << E' una delle cameriere più efficienti di mia madre. >>
Illumino il mio sorriso. Non ci posso credere. Non ho trovato il
proprietario, ma questo moccioso sembra essere il figlio. Poco importa,
funzionerà lo stesso. Ho intenzione di rendere il soggiorno di
Elena davvero insostenibile.
Non la lascierò solo nemmeno per un istante. Dovrà convincersi che tornare a casa è la cosa giusta.
<< Ma davvero? >> Il mio ghigno diventa scintillante <<
E così tu saresti il figlio della proprietaria? >>
<< Si. >> Risponde asciutto. Bene il mio piano può
cominciare. Mi è andato tutto più facile del previsto.
Sono davvero un genio, a volte mi stupisco di cosa la mia mente
partorisca.
<< Damon, non ci pensare neppure. >>
Elena è troppo sveglia e come al solito a capito tutto. Ma
ancora una volta la ignoro. Ormai ho deciso niente potrà
fermarmi. Guardo fisso negli occhi lo smidollato che mi trovo di
fronte. Mi concentro attentamente e confluisco tutto il mio potere
nelle mia mente. Lo sento, sono pronto.
Trascuro le imprecazioni della mia dolce Elena e do inizio alla mia performance.
<< Adesso tu mi farai entrare e mi ospiterai in una delle
più belle suite di questo albergo. Diciamo a...tempo
indeterminato. >>
Vedo Elena spiaccicarsi una mano sulla fronte. E' esasperata. Non ha
via di scampo. Dovrà sopportarmi anche nelle ore di lavoro,
perché quella mezza cartuccia di Marco sembra acconsentire ad
ogni mia richiesta.
<< Entra pure, Damon. Ti accompagno nella nostra suite più bella. >>
Mi aggiusto in colletto della giacca e sogghigno compiaciuto. La mia
missione può cominciare. Fisso Elena facendole l'occhiolino. Lei
mi guarda in cagnesco, ma non mi importa.
Finalmente varco la soglia di quell'albergo, tutto fila liscio e inaspettatamente bene.
Insomma chi avrebbe immaginato di andarci a guadagnare un soggiorno
super lussuoso in una delle città più belle d'Italia e
per giunta gratis?
CONTINUA...
Eccomi
qui con il nono capitolo. Dopo averlo riletto attentamente devo dire
che questo capitolo rispecchia molto la mia confusione interiore
in questo momento.
Devo dire però che mi sono divertita molto a
scrivere questo capitolo, soprattutto la parte di Damon, in cui
attribuisce a Marco ogni tipo di insulto possibile. Be' Damon è
sempre Damon. Ora che alloggia nel bellissimo Hotel Valle prevedo
risvolti molti scottanti. Elena resisterà al fascino di Damon e
sopratutto sarà in grado di sostenere tutti i dispetti che Damon
le farà? Staremo a vedere. Baci baci tesori miei e grazie per
tutto l'affetto che mi state dimostrando. Siete mitici e non
dimenticate di recensire e di fare un salto alla mia pagina facebook.
Alla prossima !!!!!
Stella94
L'idea di un lavoro non mi ha mai allettata del tutto. Sapere
che Damon Salvatore ne è parte integrante ancora meno.
Lunghi brividi mi scorrono lungo il mio corpo, se solo penso che lui
è a pochi metri da me, in una delle suite più belle di
questo albergo. Ed i brividi non posso che diventare trepidi, quando lo
immagino completamente nudo, riversato nella sua vasca idromassaggio a
sorseggiare un delicato vino rosso italiano.
Elena, perché non dici ai tuoi stupidi ormoni di andarsi a
fare un giro? Magari abbandonarti del tutto e lasciarti fare il tuo
dovere, invece di fantasticare come una ragazzina invaghita del bello
della scuola.
Non ho più le forze, sono esausta. Forse dovrei seguire Damon,
forse dovrei tornare a Mystic Falls. Non posso negare a me stessa
quanto tutti mi manchino intensamente, soprattutto Stefan.
Vorrei chiamarlo, ma so che sarebbe solo un altro errore da aggiungere nelle scemenza di Elena Gilbert.
Lascio perdere i miei inutili pensieri quando arrivo alla stanza numero 203.
Perfetto, dico tra me e me. E' la camera di Damon. Ora mi
toccherà darle una ripulita e se conosco quel vampiraccio da
strapazzo mi intralcerà il cammino in ogni modo.
Sospiro, non posso di certo scappare. Ho deciso, lo tratterò
come un normale cliente, tralasciando il fatto che sia un vampiro dagli
stupendi occhi blu, con una pelle ambrata e delicata, solcata dai suoi
perfetti addominali e profumata di virilità.
Ecco ci risiamo Elena. Stai ancora fantasticando su Damon! Avanti sii seria per una volta.
Mi schiarisco la voce e busso con fare gentile.
Aspetto qualche secondo in più ma non risponde nessuno. Busso ancora, ma niente, la stanza sembra vuota.
Forse sarà uscito, eppure non l'ho incrociato per i corridoi.
Poco male, meglio così. Non ci saranno scocciature.
Sto per aprire usando la mia scheda quando all'improvviso la porta si
apre, mostrandomi un Damon praticamente fradicio e gocciolante,
ricoperto alla vita da un minuscolo asciugamano bianco.
Schiudo la bocca, pregando a me stessa di non sbavare. E' così
affascinate mentre mi osserva con quel cipiglio elettrizzante,
regalandomi una strana soddisfazione.
Credo di aver assunto una faccia da ebete, perché Damon non fa
altro che scrutarmi e penetrarmi con quei suoi occhi magnetici.
<< Be'? >> Mi dice << Che sei venuta a fare? >>
Mi ricompongo alla svelta, ignorando il mio stato d'animo in subbuglio.
Sarò spiccia e concisa. Lo tratterò con modo e premura,
non voglio che abbia da ridire con Enrica.
<< Sono venuta a sistemare la stanza e a portarle degli asciugamani puliti. >>
Lui alza un sopracciglio e so bene il perché. Ho scandito alla
perfezione il mio tono autoritario, enfatizzando quel lei che di
solito non c'è mai stato.
<< Da quando mi dai del "lei" ? >> Domanda.
<< Da quando lei è ospite dell'Hotel in cui io lavoro. >>
Lo riscopro più sorpreso che mai, ma allo stesso tempo scorgo
una luce nei suoi occhi azzurri che mi fa rabbrividire. Ho paura di
quello che ha in mente e nello stesso istante muoio dalla voglia di
scoprire il flusso enigmatico dei suoi pensieri.
Continuo a contraddirmi, lo so, ma Damon scombussola la mia essenza. E'
una droga, troppo raffinata. E' una ciliegia troppo gustosa. Vorrei
assaporarlo morso dopo morso.
<< Questo vuol dire che io dovrò trattarti come una cameriera. >>
Okay, comincio davvero ad avere paura. Lo so, sta per uscirsene con una delle sue che non mi piaceranno per niente.
Stupida Elena, stupida, stupida Elena.
<< Entra pure. >> Afferma facendomi largo << Ho un paio di cose da farti sistemare. >>
Adesso ho davvero bisogno di tanto coraggio. Quello che forse non ho
mai avuto in tutta la mia vita. Ma non ho paura di cosa Damon abbia
intensione di farmi, ma ben si di quello che posso fare io, rinchiusa da
sola con il vampiro più eccitante di tutti in una suite tutta
per noi.
In passato ho già ceduto e ho paura di ricascarci. Perché
Damon è la mia calamita, non posso fare a meno di desiderarlo su
di me, dentro me...
Scuoto la testa, maledicendomi per i miei pensieri poco consoni al mio compito.
Entro nella stanza, se così si può chiamare, e di nuovo
quelle elucubrazione nefaste si fanno largo in me, prepotenti
più che mai. Immagino io e Damon sul letto a baldacchino a
scambiarci bollenti baci e carezze. Lo immagino con me a vedere la tv
come due gattini innamorati sul divano di pelle bianca che vi è
al centro.
Lo immagino tra di me, nella meravigliosa vasca ad idromassaggio
ricolma di schiuma, a giocherellare come due bambini. Immagino il suo
abbraccio sulla splendida terrazza che ci regala l'intera vista di questa
meravigliosa città.
Poi mi guardo e capisco di quanto io sia stupida. Sono una cameriera,
vestita come una cameriera. E lui è un cliente, un ospite. E
soprattutto è Damon. Il fratello di Stefan, colui che dovrebbe
essere l'unica persona della mia vita.
Elena ma che ti sta capitando? Cosa vai a pensare? Chi stai diventando?
<< Voglio delle lenzuola pulite e che il bagno sia splendente
entro mezz'ora. >> La voce di Damon mi riporta alla realtà.
<< Sistema i miei abiti nell'armadio e porta quelli sporchi in lavanderia. >>
Cosa?! Sta scherzando spero. Cosa avrà intenzione di fare. Oh
certo si, vuole farmi cedere, ma io sarò più forte di lui.
<< Certo signore. Come vuole. >> Lo vedo fare una leggera
smorfia e poi raggiungere il bagno mentre io tolgo le lenzuola sporche.
Sarà andato a rivestirsi, probabilmente. Era ancora in
asciugamano e praticamente gocciolante.
Il mio sguardo va verso quella porta in cui egli si nasconde.
Stamattina l'ho riconosciuto più diverso del solito. Mi domando
quando si deciderà a ritornare a Mystic Falls.
Sto per togliere la federa del cuscino quando il suo profumo mi
annebbia. E' interamente ricoperta di quell'aroma muschiato che tanto
amo. Ritorno al nostro primo bacio, quella sera in cui mi salvò
da quei loschi individui. Un'emozione sconosciuta mi assale. Senza
rendermene conto faccio avvicinare con lentezza il cuscino verso il
mio viso.
Annuso con un'avidità mai conosciuta il suo profumo
estremamente virile, e me ne compiaccio. Lo stringo forte a me, come se
fra le miei braccia non ci fosse solo un accumulo di piume rinchiuse in
una stoffa, ma il suo corpo, il suo calore, il suo temperamento.
La mia stretta si fa più decisa, chiudo gli occhi, ormai sono
completamente partita. Sto solo abbracciando un cuscino che profuma di
Damon, eppure è come se fosse qui, con me.
Mi pare anche di sentire il suo respiro sul collo, affannato, sensuale.
La sua voce che mi chiama: "Elena, Elena", sta dicendo. Ecco adesso
avverto anche le sue mani sulla mia spalla. Grandi, protettive.
La sua stretta si fa più decisa, la sua voce più intensa.
Apro gli occhi ed una dura realtà mi fa infiammare il viso e sgranare gli occhi.
<< Elena, ma che stai facendo? >> Lui è di fronte a
me, ricoperto dalla sua solita camicia scura e da i suoi jeans Armani.
Ho tralasciato il particolare vampiritico della sua super
velocità. Ed ora me lo ritrovo di fronte, con in braccio il suo
cuscino ed un'espressione da idiota. Perfetto Elena. Sei più
stupida di quando pensassi.
Pov Damon Certo
che a volte Elena è proprio strana. L'ho beccata come un ebete
che stringeva al petto il mio cuscino. Si cullava, sembrava svanita nel
mondo dei suoi sogni. Ma anche così rimane pur sempre bella.
<< Allora? >> Ripeto << Che stavi facendo? >>
E' tutta imbarazzata. Si è fatta rossa e il cuore sembra
esploderle dal petto. Non ci posso credere che dopo tanto tempo
è di nuovo qui, vicino a me.
Butta con riluttanza sul letto l'oggetto che poco prima sembrava cullare con un
neonato. Onestamente il suo comportamento ancora non mi è chiaro.
Ma non importa, sento un irrefrenabile voglia di baciarla.
<< Niente, niente. >> Brontola, ritornando al suo lavoro.
Cerca di nascondere la sua buffa espressione fra le lenzuola che
afferra con nervosismo.
<< A me non sembrava niente. >> La stuzzico. E' così
divertente vederla in difficoltà. Sembra aver perso tutto il suo
carisma. Non riconosco più la mia Elena e questo mi rende
pensieroso.
Poi sbuffa. Ecco sta per esplodere e dare inizio ad una delle sue
solite scenate isteriche. Avrò da ridire molto sul suo conto
alla signora Enrica, così la licenzierà all'istante e si
convincerà a ritornare con me a Mystic Falls.
<< Sei proprio una lumaca. >> la schernisco << Ti
avevo dato degli ordini quindici minuti fa e tu sei ancora qui che
cerchi di rifarmi il letto. >> Mi avvio verso il tavolo, dove
un'abbondante colazione mi aspetta già da un pezzo.
Non l'ho ancora consumata, avrei bisogno d'altro ma per ora mi dovrò accontentare. Il sangue dovrà aspettare.
<< Veramente sono passati solo due minuti. Se la servitù di
questo albergo non le è gradita può anche girare i tacchi
ed andarsene. >>
Sogghigno, sta cedendo. Prendo la tazzina del caffè, ormai
freddo, e con un sorrisino sulla faccia la guardo in maniera sorniona
<< Attenta, signorina Gilbert, potrei sempre farla licenziare per
il suo comportamento sgradevole. >>
Si rende conto di essere praticamente alle strette. Increspa le labbra,
vorrebbe contraddire, ma sa che per vincere questa battaglia deve tenere
la bocca chiusa. E' furba la mia Elena, furba quanto bella, combattiva
quanto stuzzicante.
Sembra non badare alle mie continue ingiurie e quasi alla fine
dell'opera sta per andarsene, ma io ho in serbo per lei ancora mille
sorprese.
Molto sbadatamente, o meglio, di proposito, faccio cadere a terra l'intero boccale ricolmo di succo all'arancia.
A macchia d'olio, si espande sul pavimento, creando un'alone arancione dal profumo agrumato.
<< Ops! >> Esclamo << Dev'essermi scivolata dalla mani. Provvederai tu a questo, naturalmente. >>
Sbuffa ancora. E' esasperata.
Sono ancora seduto a tavola quando lei arriva con un panno e cerca di
asciugare la macchia. E' proprio a i miei piedi, e dalla mia regale
posizione riesco a scorgere perfettamente il suo esile corpo
accovacciato e la piccola testolina ricolma di capelli color
cioccolato. Sento il suo aroma di gelsomino, che tanto mi è
mancato. E' una dolce fragranza che investe le mie narici e le
addolcifica di tranquillità.
La desidero come un ceco che agogna la luce, come un sordo che vorrebbe ascoltare, con uno zoppo che aspira a correre.
E' atroce il mio desiderio, quasi doloroso e affannato.
Rialza il capo, la macchia è scomparsa. Mi guarda ed io guardo lei.
La mia mano si muove da sola sul suo viso. E' una piccola carezza, un
semplice sfioramento, a colei che senza vergogna mi osserva ai miei
piedi. Chiude gli occhi, ammaliata da quel contatto.
<< Elena. >> Sussurro.
<< Damon. >> Risponde di rimando. Dio, non riuscirò
mai a resisterle. E' qualcosa che mi sconvolge, che mi uccide. La vedo
alzarsi piano e sovrastarmi con la sua altezza.
Sta per andarsene, ma io non voglio abbandonarla. Ho perso tutto l'entusiasmo di ingiuriarla, ora voglio sola baciarla.
L'afferro per un braccio e la trascino su di me. Si siede a
cavalcioni sulle mie gambe, lasciando che le sue siano scoperte dalla
divisa.
Le accarezzo dal basso, con una sensualità da pochi. Giungo alle
cosce che agguanto con prepotenza, fino ad insinuare una mano sotto la
gonna, sfiorando i suoi slip, ma senza profanarli.
La guardo dritto negli occhi, le sue braccia cingono il mio collo. Non
abbietta, lascia che io la esplori e che mi annebbi della sua bellezza.
Nascondo il viso sul suo collo, per poi baciarlo con avidità
appena ne pregusto la delicatezza.
La sento ansimare lievemente, mentre i miei baci bollenti non si arrestano ma acuiscono con avidità.
Giunco al mento, sfioro la sua guancia, raggiungo le sue labbra che
catturo in un instante. La sento rispondere, proprio come il primo bacio
che ci siamo scambianti. Ma questo è diverso. Più
passionale e sfrenato, più ricercato e voluto.
Scompiglia i miei capelli già ribelli, le mie mani vagano lungo la sua schiena, stringendola a me. Possessivo.
Sento che non reggerò a lungo. La voglio e me la prenderò.
Me ne pentirò, forse, ma non ora. Non qui, non adesso.
<< Damon... >> il suo sussurro è quasi agonizzante.
La stessa passione che mi veste la sta travolgendo, vuole combatterla
ma non ci riuscirà.
Continuo a baciarla con tutto il trasporto che avverto, ma ad un tratto
di discosta da me, quasi si fosse scottata, per allontanarsi allarmata,
ricomponendosi alla svelta.
<< Non possiamo. >> Sussurra << Non possiamo.
C'è ancora Stefan e tu non dovresti essere qui. E' sbagliato
Damon, è sbagliato. >>
<< Cosa è sbagliato? >> Mi irrito e faccio esplodere
la mia bile con la mia voce. La guardo quasi furioso, perché so
che lei mi vuole quanto me. Lo so, lo so e qualunque cosa dica non
sarà mai abbastanza per convincermi del contrario.
<< Io devo andare. >>
Mi da le spalle ma per me non è ancora finita. La raggiungo da
dietro e faccio aderire la sua schiena al mio petto grazie ad una presa
d'acciaio che io impongo sul suo ventre.
Ansima piano, le faccio sentire il mio fiato sul collo. Lo sfioro
ancora con le mie labbra, sentendola abbandonarsi alle mie carezze.
<< Per quanto ancora hai intenzione di mentire a te stessa?
>> La mia voce è flebile, a dir poco percettibile.
Ma sembra che le mie parole la faccino rinvenire. Scioglie il mio
abbraccio e si avvia lesta alla porta. Per ora mi arrendo, la lascio
andare, sicuro che tornerà ancora da me.
Mi concede un ultimo sguardo e io lo afferro con prepotenza.
<< Non riuscirai a resistermi a lungo. >> Le dico, prima di vederla sparire oltre l'uscio in un sonoro tonfo.
Non posso più vivere così, non posso più
tormentarmi. E' tutto troppo complicato ed io non riesco nemmeno a
distinguere il giusto dal sbagliato, il bene dal male.
Perché so che mi sto facendo del male. Damon è il male.
Non posso, non voglio dimenticare quello che era un tempo. Sarà
cambiato, sarà diverso, ma il passato non si può
cancellare.
E poi... Stefan. Dov'è finito tutto l'amore per lui? Non voglio
essere un'altra Katherine. Lei li voleva entrambi, ma io ho sempre
scelto. Ho sempre scelto Stefan.
E allora perché quando incontro Damon sento l'irrefrenabile
desiderio di annegare nel suo abbraccio? Perché sento scaldarmi
il cuore, torcere le viscere, barcollare le gambe, tremare il corpo?
E' troppo assurdo! Io Elena Gilbert, la più equilibrata,
coscienziosa e responsabile di tutte le ragazze al mondo, invaghita di
un malvagio vampiro.
Di Damon Salvatore.
Il sol pronunciare il suo nome mi provoca un forte turbamento. Non è solo attrazione, non può essere.
Ho sempre saputo e appurato che Damon sia un bellissimo ragazzo, a volte
anche più figo a sexy di Stefan, ma non ho mai ceduto al suo
sguardo accattivante.
E' qualcosa che si smuove in me da troppo tempo. E' uno strascico che
trascino con fatica fin dal nostro primo ballo, all'elezione della
reginetta di Mystic Falls.
E' da li che ho cominciato a guardarlo con occhi diversi. E' da li che
ho capito che forse io sarei stata l'unica in grado di cambiarlo, di
renderlo diverso. E' così è stato.
E' diventato sempre più gentile, comprensivo e protettivo nei
miei confronti. Un aiuto indispensabile che non ho mai rifiutato.
Il nostro è un legame speciale. Troppo speciale perfino per essere
paragonato ad un'amicizia. Siamo due magneti che si attraggono, due pezzi
di un puzzle che si incastrano a perfezione, siamo il sole e l'acqua
quando si sfiorano al tramonto, siamo la terra e il cielo che si
toccano con la pioggia.
Pioggia si, proprio quella che da ore cade su Roma. E' la prima volta
che vedo questa città così bagnata e solitaria, sembra
quasi spenta. Cosa che non succede mai per il mio lavoro.
Sto ancora sgobbando quando nei corridoi incontro Marco uscire dalla sua
stanza. Mi guarda con un'aria strana, non lo ha mai fatto. Forse
è deluso e amareggiato dal mio comportamento. E' comprensibile
gli ho tenuto nascosto troppi segreti.
Credo di essere diventata un grosso punto interrogativo per lui.
<< Marco, aspetta! >> Gli dico, quando mi accorgo che in
qualche modo cerca di sfuggire da me. Lo raggiungo in brevi secondi,
visto che ha smorzato la sua andatura e mi da le spalle.
<< Dovremmo parlare. >> Lo faccio girare, in modo da incontrare i suoi profondi occhi verdi.
<< E di cosa, Elena? >>
<< Di Damon e... >>
<< A me non importa proprio niente di Damon! >> Mi
interrompe, alzando il tono della voce che non ho mai riscontrato tanto
acuto << Non riesco proprio a capire il perché tu non mi
abbia detto di avere un ragazzo, e sopratutto perché ho
accettato di ospitare tuo cognato qui! >>
Ha ragione non ho scusanti. Non mi sono comportata bene con lui, ma
è tutto così difficile. Non posso di certo dirgli che sono
scappata da casa mia perché il vampiro più antico vuole
sacrificarmi per scatenare la sua natura da licantropo e che Damon
è un vampiro, insieme a Stefan, e l'ha ammaliato affinché
lui stesse qui.
E' assurdo!
<< E' complicato, Marco. >>
<< Complicato? Sai dire solo che è complicato? >>
Mi passo una mano tra i capelli, distrutta. E' come se un vortice mi
stesse inghiottendo in una amara dimensione, oscura e impercorribile.
Ed ho paura, perché ora più che mai mi sento davvero sola.
<< Ci sono cose della mia vita davvero difficili da accettare. La
mia vita è difficile da accettare, Marco. >> Gli prendo le
mani, lo guardo dritto negli occhi. Perché deve capire. Deve
capire che non sto mentendo e che voglio solo proteggerlo.
<< Ma credimi. >> Continuo << Con te non ho mai
finto. Sei un amico prezioso ed io non voglio perderti. >>
A discapito di ogni mia previsione è lui a sciogliere quel
contatto. La sua espressione è ancora greve << Già,
un amico. >>
Ribadisce, prima di scomparire a passo svelto dal mio campo visivo.
Pov Damon Ho fame, ho fame. Sto seguendo una dieta speciale a base "Stefan" ma non sono bravo come lui.
Mi sento debole e gracile come una foglia secca. Ho fame di sangue, ma
sopratutto ho fame di lei. Mi sento un verme, un poco di buono. Avrei
dovuto portare Elena a casa già da un pezzo e invece sono qui
che gioco al gatto e al topo con lei.
E' sfuggente ma mi vuole, lo sento. Non so con quale faccia
incontrerò di nuovo Stefan. Forse dovrei chiamarlo e raccontargli
tutto, ma cavolo non posso più mentirgli!
E' mio fratello ed io per poco non mi stavo portando a letto la sua
ragazza. Ma io la amo. La amo. E' più forte di me, quanto mi
è vicino non posso fare a meno di toccarla, di desiderarla, di
bramarla nel modo più osceno possibile.
E' una voglia che mi uccide più del sangue. E' un bisogno quasi
naturale, è un'esigenza alla quale non posso sfuggire.
Afferro il mio i-phone e scrivo brevemente:
"Ciao, Fratellino. Le ricerche non mi hanno ancora condotto da nessuna
parte, ma credo di essere sulla buona strada. Mi farò vivo io al
più presto. Sta tranquillo."
Butto con riluttanza il tecnologo aggeggio sul mio letto, passandomi una mano trai i capelli, nervoso.
Ho fame, ho fame, ho fame. Continuo a ripetermi. Credo che farò qualche sciocchezza.
Devo vederla. Devo vederla al più presto.
Raggiungo la sua pensione ed ammalio la proprietaria per farmi entrare e per rivelarmi il numero della stanza di Elena.
In pochi istanti sono già di fronte alla sua porta ma rimango immobile.
Non so che fare. Vorrei vederla, ma ho paura di pentirmi di quello che potrò fare una volta entrato.
Lo decido freddamente: busso.
Si sente una vocina dall'interno.
<< Chi è? >> E' la sua.
<< Sono Damon. Devo parlarti. >>
Dopo brevi secondi la vedo aprire la porta. Sempre bella, anche con addosso uno squallido pigiama a quadrettoni.
<< Che ci fai qui? >>
Entro senza nemmeno chiederle il permesso e chiudo la porta alle nostre
spalle. Non perdo tempo e la bacio. Un semplice contatto che lei,
sorpresa, non mi permette di approfondire.
<< Damon, io. >> Cerca di parlare, ma questa sera sono io a
voler dar voce alle mia elucubrazione proibite. Non le concedo di
continuare ed imprigiono il suo viso fra le mie mani, cinte subito ai
polsi dalle sue. Faccio combaciare le nostre fronti, ora quasi non ci
sono più distanze.
<< Elena, io non ne posso più di andare avanti
così. >> La mia voce è quasi un sussurro rotto
dall'emozione << Non mi importa se sarò egoista, non mi
importa se perderò tutti, non mi importa chi meriti. Io ti amo,
Elena. Ti amo, ti amo, e non posso più negarlo a me stesso.
>>
La bacio ancora. Questa volta non mi respinge. Sento la sua calda
lingua al contatto con la mia ed ogni briciolo di senso di colpa si
distrugge sotto la mia passione.
Anche la fame sembra scomparsa. Ora voglio solo lei, lei e nient'altro.
Non voglio darle nemmeno il tempo di parlare, ma si discosta da me allungando le distanze.
<< Damon, aspetta. >>
<< Non posso più aspettare. >> Ansimo, mentre la
trascino sul piccolo letto che cigola, sotto il peso dei nostri corpi.
La distendo sul quel giaciglio troppo stretto per entrambi e le blocco
ogni via di fuga con il mio corpo bollente, che ha smania di unirsi con
il suo. Più la bacio è più la voglio. Il suo
profumo mi inebria i sensi, li stordisce, li ammalia.
La sento rispondere con altrettanta passione. Mi stringe con
impazienza, mi accarezza i capelli, mentre io scendo con i baci sul suo
collo, facendola gemere.
Che dolce sinfonia. Più splendida di quanto i miei sogni avessero potuto generare.
Mia, mia finalmente, mi ripeto. Ma ad un tratto tutto svanisce. Fa pressione sulle mie spalle, mi esorta a lasciarla andare.
<< Damon, no! >> Mi dice ed io non posso che arrestarmi e guardarla intensamente.
<< Non posso, lo capisci? >>
<< Non puoi continuare a combattere ciò che senti. Tra noi due c'è qualcosa è tu lo sai! >>
Si alza dal letto ricomponendosi alla svelta. Si allontana da me, quasi come se io potessi farle del male.
<< Ma non è amore, Damon. E non posso venire a letto con te se non ti amo. >>
<< Ti sbagli! >> la contraddico << Tu mi ami. E lo sai
perché? Perché l'amore è istinto, e tu ti sei
lasciata trasportare da esso quando la sera in cui ti ho salvato mi
hai baciato. >>
Mi avvicino a lei, intento più che mai a continuare ciò
che aveva interrotto. << Tu mi ami Elena. E non potrai mai
sfuggire dai tuoi sentimenti. Mai... >>
Mi fissa per un po', scuotendo la testa. Vorrebbe contraddirmi, ma lo sa
che ciò che ho detto è la verità. Una
verità che per un'ignota ragione non vuole accettare, ma una
verità che ormai fa parte del suo cuore.
<< Fuori di qui, Damon! >>
<< Cosa? >>
<< Ho detto fuori di qui! Vattene, non ti voglio più vedere. >>
Se è questo quello che vuole, questo farò. La
verità fa male, ci distrugge e non sempre siamo pronti ad
accettarla. Avrà bisogno di tempo per capire, ma non sarò
più io a cercarla. Sono stufo di correrle dietro, sarà
lei a cercarmi.
<< Bene. >> Asserisco, voltandole le spalle.
Raggiungo la finestra, esco da essa. L'aspetterò, ma non so per quanto ancora.
CONTINUA...
Allora
che ne dite? Piaciuto? Vi aspettavate attimi di pura passione vero? Ma
non preoccupatevi stanno per arrivare. Ora sarà Elena a
decidere. Cosa sceglierà? Chi sceglierà? La strada
è ancora lunga e molte cose devono ancora accadere.
Stefan è sempre più vicino e sarà l'epilogo di questa turbolenta storia d'amore.
Non so come ringraziarvi di tutte le vostre recensioni. State
diventando sempre di più. Vi amo!!! Vi lascio come sempre il
link della mia Pagina facebook iscrivetevi!!!!
Alla prossima care. Kiss kiss da
Stella94
quaero capitolo non lasciarmi
La colonna sonora di questo capitolo contiene un
video delena. Non c'entra molto con la storia, ma ho deciso di metterlo
perché è stupendo.
Non Lasciarmi
capitolo dodicesimo
Pov Elena
Fuggire. Ha ragione Damon, non si può fuggire. Sembra
essere sempre la scelta più giusta ed appropriata, quella
più facile e con meno conseguenze, ma è sempre quella
sbagliata.
Soprattutto se in gioco ci sono i sentimenti. I miei sentimenti.
Piove ancora a Roma. Una pioggia lenta e fresca, cupa e malinconica. Mi sento a pezzi, stropicciata, distrutta, stanca.
Il cielo piange e nel silenzio della mia piccola camera non posso che
farlo anch'io. Ho paura, perché so dove il mio cuore mi porta. E
proprio questa consapevolezza mi distrugger e assale le mie membra di
immagini che non vorrei mai vedere.
Damon, è lui la fonte. Lui è il centro di tutto, lui è il centro di me.
Ma le conseguenze che questa mia scelta potrà portare sono catastrofiche e non posso essere egoista.
Ma il cuore, quello non lo si può cancellare. E quando chiama
noi siamo portati a rispondere e sempre e comunque. E io devo
rispondere. Perché non posso immaginare. Non posso immaginare una
vita senza Damon.
Senza i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce, il suo calore.
E' inutile rimuginarci. Io ne ho bisogno. Ho bisogno di lui per essere completa.
Perché fra di noi è diverso, lo è sempre stato.
Quando sono con lui io... sono elettricità. Accende un fuoco in
me che non riesco a spegnere nemmeno con la mia determinazione.
Mi azzera completamente e di fronte a lui, di fronte al suo sguardo,
nulla ha più un senso. Perché Damon diventa il senso di
tutto.
C'è poco da dire, c'è molto da fare.
Io mi sono innamorata di Damon Salvatore. E non posso, non voglio lasciarlo andare. Lo amo, lo amo troppo per abbandonarlo.
Ho bisogno di lui, ho bisogno dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue attenzioni. Ne ho bisogno ora.
E questa volta, cara mia Elena, non lo lascierai fuggire.
Afferro il mio giacchetto, determinata più che mai a raggiungerlo, ed esco alla svelta.
Non mi preoccupo della pioggia che cade battente su di me, ne della gente che scontro durante la mia folle corsa.
Devo raggiungerlo, devo fare presto, prima che cambi idea.
Corro, corro, corro, non riesco a fermarmi.
Damon, sto arrivando, aspettami.
Completamente fradicia giungo all'Hotel. Non mi accorgo di nessuno, penso solo a raggiungere il mio amore.
Sento qualcuno che mi chiama, forse è Marco, ma non ho tempo per nessuno.
Salgo i gradini a due a due, il fiatone mi assale e l'ansia di essere in
procinto di qualcosa di sbagliato intacca la mia determinazione. Ma
è ormai troppo tardi per i ripensamenti, quando giunco di fronte
alla sua porta.
Sospiro, chiudendo gli occhi prima di bussare.
Il suo sguardo sorpreso mi confluisce un aitante calore. Comincio a tremare, improvvisamente non ho più parole.
<< Elena, che ci fai qui? Sei tutta bagnata, ma che hai combinato? >>
Non percepisco nulla di cosa mi ha appena detto. Sono troppo presa nel
scegliere le parole giuste da dirgli. Ma nessuna fa a caso mio. Mi
faccio guidare dall'istinto.
<< Hai ragione tu. >>
<< Cosa? >> la sua espressione diventa sempre più sorpresa.
<< Hai ragione tu. >> Ripeto << Non si può
scappare dai propri sentimenti ed io non posso più farlo.
>>
Gli prendo il visto tra le mai. E' caldo ed ispido di barba. Annego nei
suoi oceani di ghiaccio che ho imparato ad amare giorno dopo giorno e
rimango senza fiato quando li riscopro più belli ed accattivanti
del solito.
<< Ti amo, Damon. Non chiedermi come, ne perché. Ma mi
sono resa conto che ti amo. Più della mia stessa vita. >>
Sorride. Il sorriso più bello che potesse regalarmi. E'
meraviglioso, non c'è parte di lui che non ami, che non voglia.
Lo pretendo con tutta me stessa quando lo bacio con ardore.
La sua lingua è brace sotto il mio palato, le sue mani sono fuoco su i miei fianchi.
<< Oddio, Elena. Tu non sai quanto ti amo e quanto mi hai reso felice. >>
Non voglio più staccarmi, dalle sue labbra, dal suo corpo
così caldo e rassicurante. Lo voglio, lo desidero più di
ogni altra cosa. Lo amo e lo voglio. Ora non pretendo altro.
Pov Damon E' mia. E' finalmente mia. Mi ha detto che mi ama e mi sta baciando come non ha mai fatto.
Sono finalmente completo, sento che ora tutto potrebbe distruggersi e
crollare, ma niente riuscirebbe ad intaccare la mia felicità
Lo so, mi sto macchiando del più grave degli incesti, ma l'amore non può essere una colpa.
Io la amo, lei mi ama.
E' sbagliato, lo so, fin troppo sbagliato, ma è il giusto epilogo. L'unico possibile.
La bacio con più foga mentre lentamente la spingo sul letto. Un lampo ci sorprende, lei sussulta e mi guarda malandrina.
<< Paura dei lampi? >> Le dico, continuando il mio lussurioso lavoro sul suo collo niveo.
<< Nemmeno un po'. Ora che tu sei con me, niente mi fa paura. >>
La osservo, con gli occhi traboccanti d'amore. Con gli occhi ricolmi
di lei. Lei, lei sola, l'unica che è riuscita a sciogliere quella
patina di ghiaccio che per anni aveva ingabbiato il mio cuore.
La sola che può donarmi quello che cerco, che può essere quello che cerco. Lei, solo lei. Elena Gilbert.
La distendo sul materasso che ci accoglie entrambi molleggiando.
Sono sopra di lei, smanioso di poter avere tutto quello che ha da offrirmi,
tutto quello che mi può donare. Le regalo piacere mentre con la
mia lingua ritorno al suo collo latteo.
La sento mugugnare, la sento ansimare. Le sue mani sono insaziabili
mentre mi accarezzano i capelli e mi stringono con prepotenza.
E' meraviglioso sentirla gemere mentre con una lentezza disarmante
mi faccio largo sotto la sua camicia ormai fradicia di pioggia. La mia
mano calda percorre tutto il suo costato fino ad arrivare la dove di
solito non dovrebbe stare.
Percorro una delle sue colline perfette e mi inebrio di quel contatto ostacolato dal suo reggiseno.
La guardo ancora, perché voglio che capisca, voglio che sappia e
sia cosciente del mio amore. Ma mi bacia avida, interrompendo quel
magico sguardo carico di passione e mi esorta a continuare la dove mi
ero fermato.
Questa volta non ho freni quando comincio a denudarla. Vola la camicia
e vola anche la mia. Le nostre pelli si toccano affamate, le nostre
mani si cercano complici, le nostre labbra si mischiano smaniose, i
nostri cuori battono all'unisono.
<< Damon... >> Sussurra ad uno orecchio mentre le mie
infuocate attenzioni non le danno tregua. Baci sulla guancia, sulla
mascella, sul collo, sulle scapole, per giungere ai seni che libero
dalla loro cotonata prigione.
E' bella la mia Elena. Scandalosamente bella. Nemmeno i miei sogni l'hanno eguagliata a pieno.
E' così dolce mentre mi osserva con le gote arrossate e tenta di
coprirsi imbarazzata dal mio insolito scrutare. Ma io blocco
quell'intenzione e afferro i suoi polsi per portarli dietro alla mia
testa, così da non ostacolarmi nella mia dolce tortura.
<< Sei bellissima. >> Le sussurro e sorride compiaciuta. Non voglio altro, non pretendo altro.
Il suo sorriso, il suo corpo, il suo amore. E' tutto ciò di cui ho bisogno.
Saggio ogni parte della sua pelle lattea. Odoro il suo profumo di gelsomino, è così accattivante.
Si fa audace mentre arriva alla cintura dei miei jeans e la fa scorrere
tra le asole per poi gettarla lontano da noi, dove, molto probabilmente,
sono ammucchiati il resto dei nostri abiti.
Le facilito il lavoro, rimanendo in boxer. Mi osserva malandrina ed io colgo l'occasione per fare lo stesso con lei.
Due pezzi di stoffa ora ci sono a dividerci, mentre l'eccitazione e la smania di possesso attecchiscono a dismisura.
Ci rotoliamo, ci baciamo, urliamo il nostro godimento. E' euforico il
nostro amplesso. Ho la sensazione che il letto possa cedere da un
momento all'altro.
Mi cinge i fianchi con le sue gambe e mugugna una sorda richiesta
Io l'accolgo entusiasta. Capisco che mi vuole, mi vuole tutto per se.
Che non aspetta altro il momento in cui potremmo unirci in un unico
essere danzante.
Non attendo poi molto. Con una delicatezza che mai avrei pensato di
possedere, mi faccio largo in lei, nelle sue carni che calde e bagnate
mi accolgo. Mio Dio, credo di aver trovato l'ascesso al Paradiso.
E' sconvolgente la sensazione che mi pervade. E' stuzzicante l'idea di donarle piacere.
Con altrettanta gentilezza comincio a muovermi in lei con un ritmo
progressivo. Sto cercando in tutti i modi di essere delicato, ma non
credo di riuscirci. La mia potenza da vampiro è sovrumana e questo non
mi permette di dare libero sfogo a tutto me stesso. Ma mi basta. Mi
basta anche averla così.
La fisso, mentre continuo a spingere. Il sudore imperla il mio viso,
scende a gocce copiose e si infrangono sul mio corpo bollente. E'
dannatamente accattivante la mia Elena, mentre ansima a più non
posso e mi esorta a dare il meglio di me.
<< Ti amo, Elena. Ti amo. >> le ripeto, perché
voglio che lei sappia. Voglio che sappia che per me non è solo
sesso.
Che io la desidero perché la amo. Perché la amo.
<< Ti amo anch'io Damon. Più di quando tu creda. >> Una frase che viene smorzata da un suo improvviso gemito.
Mi sembra un sogno. Non vorrei mai svegliarmi.
Non vorrei mai smettere di fare l'amore con lei. Mai, mai.
Il mio peccato sarà per sempre la mia condanna, ma sarò
pronto in ogni momento a scontarla. Perché Elena è mia,
ora e per sempre.
Libero un ansito, che segna la fine del nostro amplesso. Sono ancora
trepidante mentre mi lascio andare sul suo corpo che mi ha donato
piacere. La sento accarezzarmi i capelli sudaticci della nuca. Non mi
rendo ancora conto di cosa realmente sia successo, forse mi servirà del
tempo, magari domani mi pentirò.
Ma ora, ora non desidero altro.
La osservo, la divoro con il mio sguardo che a sua volta viene divorato dal suo.
Per la prima volta mi sento un uomo e non un vampiro. Un uomo
completamente perduto ed innamorato della sua femme fatale. Le
accarezzo il viso, i capelli ancora umidi.
<< Sei la cosa più bella che mi potesse capitare. >>
Le sussurro << Sei la mia salvezza, Elena. >>
La bacio, ancora una volta, mai pago delle sue labbra, del suo affetto.
Mi distendo affianco a lei, accogliendola nel mio dolce abbraccio. << Sogni d'oro principessa. >>
Le auguro, mentre mi accorgo che i suoi dolci occhi da cerbiatto sono già serrati dalle palpebre.
CONTINUA...
Allora
Eccomiiiiiiiii!!!!! Ragazzi sto passando un periodo davvero da incubo.
Avete presente la situazione tra Damon, Stefan ed Elena? Be' io sto
interpretando nella vita la parte di Damon, ma sia chiaro non per mia
scelta. E' un incubo!!!
Comunque ritornando a noi, piaciuto il cap? Ora finalmente stanno
insieme e si amano!!! Ah! ma adesso dovranno affrontare un altro
ostacolo: Stefan, Cosa accadrà? Non si sa. Vi ringrazio come
sempre, siete davvero in tanti.
Allora le 51 persone che hanno messo questa storia tra le seguite cosa aspettano a recensire???
Vi attendo numerosi!
Vi lascio come sempre il
link della mia Pagina facebook iscrivetevi!!!!
Alla prossima care. Kiss kiss da
Stella94
<< La vuoi smettere! >> Damon è davvero
insaziabile. Non mi da mai tregua. Continua a baciarmi con foga, mi
accarezza, mi sussurra il suo affetto, mi fa sentire unica. E a me
piace, piace dannatamente.
E' passata già una settimana da quando ci siamo confessati il
nostro amore reciproco. Ora le cose hanno decisamente un'altra piega.
Io e Damon siamo perfetti insieme, e ogni giorno che passa mi convinco
sempre di più di quanto io lo ami.
Ora so quello che significa sentirsi in pace con il mondo e con se
stessi. So quello che vuol dire avere una casa, un posto sicuro, un
rifugio dal mondo in continuo tumulto.
E' Damon il mio rifugio, il mio scoglio, il mio riparo dalla pioggia.
Non ci sono parole per descrivere i miei sentimenti verso di lui. So
solo che per me è indispensabile e che non voglio perderlo per
nulla al mondo.
Continuiamo a rotolarci sotto le lenzuola candide. Lui mi coccola
amorevolmente. Non pensavo che potesse essere così dolce.
Lo bacio ancora un po', perché proprio non posso fare a meno del suo sapore. E' così inebriante.
<< Devo alzarmi, Damon. Ho ancora un lavoro, io. >>
<< Rimani ancora un po' con me. >> Mugugna, sfoderando quei
dannatissimi occhioni da cerbiatto impaurito alla quale non so mai
resistere << Ti prego. >> Increspa il musino come un
bambino capriccioso e cedo.
Mi ritrovo, non so come, sotto di lui, che mi accoglie in una stretta
senza via di fuga. Ci baciamo come se fosse indispensabile più dell'aria.
Non finirò mai di desiderarlo.
Accarezza e saggia ogni parte del
mio corpo, che per tante volte è già stato suo, e lo rende
bollente con i suoi baci incandescenti. Lava che scorre lenta e
bruciante su di me, un fuoco che divampa ad ogni sua mossa.
Facciamo l'amore ancora una volta, per niente sazi della notte che ci ha appena accompagnati nella nostra unione.
Non posso che accoglierlo dentro di me, con un gemito strozzato e con la dannata voglia di sentirmi sua, solo sua.
Sembra completamente perduto, annebbiato dal piacere che continuo a regalargli.
Entra ed esce in me, con un disperato bisogno di raggiungere quell'estasi inteso che solo io riesco a donargli.
Giunge quasi come un fulmine al ciel sereno. Lo vedo strizzare gli
occhi, emettere un mugolio di compiacimento, distendersi stanco su di
me, lasciando che il suo respiro si plachi.
Lo accarezzo come sempre, mi piace farlo e so che piace a lui. Sogghigno
maliziosamente << E' già la terza volta questa settimana.
>>
Alza il viso per guardarmi. Sorride malandrino << Siamo focosi.
>> E si avventa sulle mia labbra, le divora, le brama.
Ma il suo ghigno improvvisamente si spegne. La sua espressione diventa pensierosa e malinconica.
<< Che c'è? >> So che qualcosa lo preoccupa, e forse so anche cosa.
<< Dovremmo ritornare. >> Mi dice.
Sapevo che sarebbe arrivato questo momento. Lo temevo. Ma ora come ora
non posso più fuggire. E' tempo di ritornare a Mystic Falls. E'
tempo di affrontare tutti, Bonnie, Caroline, Jenna, Jeremy Kalus e... Stefan.
E' lui in questo momento che mi fa più paura. Non riesco a
trattenere qualche lacrima quando il mio pensiero lo raggiunge.
Mi sento sporca, infame, ingiusta nei suoi confronti.
Damon mi accarezza il viso, asciugando quelle stille salate. Lui ha capito, come sempre.
<< Lo affronteremo insieme. Qualunque cosa troveremo a Mystic Falls. >>
Nei suoi lapislazzuli lucenti e limpidi trovo una silenziosa e indiscutibile sicurezza
So che potrei affrontare anche un uragano, una catastrofe naturale, la
fine del mondo, ma riuscirei a superarli tutti se vicino a me ho il
mio Damon. Niente più mi fa paura. Ora so che non sarò
più sola, che avrò sempre qualcuno su cui contare, ora e
per sempre.
<< Hai ragione, dobbiamo tornare. Stefan deve sapere la
verità e dobbiamo affrontare Klaus una volte e per tutte.
>>
Le sue calde labbra si posano sulle mie. Uno strano calore acuisce in
me superbo ed aitante, e il suo modo per dirmi: sarò con te,
qualunque cosa accada.
Pov Damon E'
tutto pronto. C'ho messo poco per sistemare le mie cose, ma Elena, come al
solito, è più lenta di una lumaca. Non so se lo sta
facendo apposta oppure è una sua inclinazione naturale.
So solo che il nostro volo parte tra poco e se non ci sbrighiamo rischiamo di perderlo.
<< Principessa, dobbiamo sbrigarci. >>
La vedo portarsi una ciocca castana dietro ad un orecchio e piegarsi per mettere nella valigia gli ultimi indumenti.
<< Lo so, amore, scusa. Ho quasi fatto. >>
Sbuffo contrariato e poggio le mani ai fianchi. Sento qualcosa tremare
nella mia tascha. E' il mio cellulare. Sul display compare un
messaggio di Stefan.
"Sapevo di poter contare su di te, fratellino. Non vedo l'ora che
arriviate. Di ad Elena che la amo e che l'aspetto e braccia aperte".
Una morsa allo stomaco mi blocca il respiro. Mi sento più sporco
di prima, mi sento marcio, lercio, ipocrita. Davanti ai suoi occhi ora
sono finalmente diventato il fratello maggiore che tutti vorrebbero.
Quello sempre pronto ad aiutarlo e a capirlo.
Ma Stefan non sa cosa gli attende, non sa cosa ho fatto, non sa cosa abbiamo fatto.
Mi passo una mano tra i capelli nervoso, ripongo il cellulare in tasca. Il mio respiro si fa più pesante.
Elena mi guarda perplessa. Si avvicina a me senza troppe domande.
<< Stefan? >> Il mio viso ora è fra le sue calde mani.
<< Si. >> Rispondo spiccio << Non vede l'ora che arriviamo. >>
Alzo gli occhi, come a voler cancellare il mio stato di inquietudine. Li
sento lucidi e brucianti. Ma non crollerò proprio ora.
<< Troveremo le parole giuste e lui capirà. >>
Mi rassicura. Ma nel cuor mio so che non ci sono parole giuste per giustificare le nostre bieche azioni.
<< Non voglio che soffra. >> Soffio piano. La mia voce
è rotta dall'emozione. Non mi sono mai sentito così
frustrato in tutta la mia vita.
<< Starà bene. Ce la farà. >>
Mi dona un leggero bacio a stampo che non approfondisco. Non c'è tempo. Non c'è voglia.
Vorrei solo scomparire, distruggere il mio nome, distruggere quel che
sono, creare una nuova identità, deporre per sempre Damon
Salvatore.
Lei mi guarda con un sorriso che mi riscalda l'animo << Finalmente ho finito. Possiamo andare. >>
<< Oh, che meraviglia. Quasi non ci speravo più. >>
L'aiuto con la valige ed usciamo dalla stanza.
Ringrazia la gentile signora che fino ad ora l'ha ospitata come una
figlia in questa pensione. Davvero gentile, mi ritrovo a pensare, e le
faccio un breve cenno d'assenso.
Mi volto per raggiungere l'uscita ed incontro l'ultima persona che
vorrei vedere: Marco Valle. Il damerino da strapazzo che ci ha provato
un po' troppo con Elena.
Lo osservo pensoso, come a voler leggere dietro quella sua espressione da eterno incallito i suoi pensieri più oscuri.
Ma non mi fa pura come un tempo. Io ed Elena ora stiamo insieme e niente ci potrà separare.
<< Ho saputo che stavate per partire. >> La sua voce
è afona e impacciata. Intreccia le dita con fare nervoso <<
Volevo salutarvi. >>
Nel momento in cui stavo per uscirmene con una delle mie solite battutacce poco gradevoli, Elena incombe inaspettata.
<< Marco, che ci fai qui? >> Non sa cosa dire, è imbarazzata, indiscutibilmente imbarazzata.
<< Mia madre mi ha detto che avevi lasciato il lavoro, per ritornare in America. Volevo salutarti. >>
<< Ma certo! >> Gli sorride per poi abbracciarlo con fare
amorevole, come è solita fare con tutti. Non provo molto
fastidio, so che per Elena, Marco, è solo un amico ed in fondo
gli è anche debitrice. Se non fosse stato per lui sarebbe stata
una povera ragazza impaurita allo sbaraglio in una città
sconosciuta.
<< Spero che verrai a trovarmi. >> Lo sento mugugnare, con
la testa immersa nei suoi capelli setosi. Dev'essere difficile per lui
vederla svanire per sempre, perdere la persona a cui più tieni
al mondo, posso capirlo.
<< Puoi contarci. Ti ringrazio molto, Marco. Se non fosse stato per te... >>
<< Non dire sciocchezze! >> La interrompe. Le loro distanze
si solo allungate ed io mi sento più tranquillo << Sappi
che se vorrai ritornare un giorno, io sarò sempre qui. >>
<< Elena, è tardi, l'aereo non ci aspetta di certo per
decollare. >> Okay, ho sopportato fin troppo. C'è sempre un
limite.
Li vedo lanciarsi altri smielati sorrisi e infine salutarsi
definitivamente.
Esalo un sospiro di sollievo, forse, e dico forse, ce
la faremo a partire oggi. Sto per lasciami il damerino alle spalle ed
avviarmi al taxi quando sento pronunciargli il mio nome.
Mi volto verso di lui, lo riscopro più deciso e meno nervoso di
prima. << Ho sempre saputo che fra di voi c'era qualcosa. Un
legame speciale. >> Afferma, ed io non posso che aggrottare la
fronte sorpreso << So che io e te, molto probabilmente, non
andremo mai d'accordo, ma volevo dirti che sono felice per voi. So che
tu saprai proteggerla e darle quell'affetto che io non sarei mai
riuscito a donarle. Abbi cura di lei, Damon. >>
Mi sorprende, devo ammetterlo. Non è tanto superficiale come lo avevo descritto. E' un bravo ragazzo, dopotutto.
Ora so il perché Elena tiene così tanto a lui. In un certo senso è simile a Stefan.
<< Lo farò. >> Lo vedo darmi le spalle ed
incamminarsi. Sento che devo dirgli altro << Ti ringrazio per
esserti preso cura di lei quando non c'ero. >> Non so nemmeno
dove trovo il coraggio di pronunciare simili parole.
Forse sto davvero cambiando, forse ora non mi posso più
considerare il vampiro di un tempo. Non sento più di esserlo.
Mi risponde con un sorriso, e mi saluta con un cenno della mano.
Dopo aver deposto le valigie nel bagagliaio, entro nel taxi dove Elena mi aspetta già da un pezzo.
E' nervosa, posso sentire rimbombare nelle mie orecchie il battito del suo cuore.
Le stringo la mano << Ce la faremo. >> le dico, e lei
si accoccola sul mio braccio con la testa, fin troppo stanca per
parlare.
L'auto sfreccia via. Tutto scorre velocemente.
Stiamo arrivando. Mystic Falls non mi ha mai fatto tanta paura più di adesso.
CONTINUA...
Sono
in ritardo lo so, ma ho avuto una settimana frenetica e ho dovuto
aggiornare un'altra storia e contemporaneamente ne sto scrivendo
un'altra quindi è un po' difficile stare dietro le scadenze. Ma
eccomi qui con voi!! Anche questa storia sta per giungere al termine
ragazzi!! E' la storia che di più sta riscontrando successo tra
tutte quelle che ho scritto. Sono davvero felice!!! Grazie a tutti voi
che siete sempre qui a sostenermi. Mi raccomando non dimenticate mai di
farlo.
Nel prossimo capitolo vedremo finalmente la riunione tanto attesa, le
cose si fanno sempre più dure per i nostri eroi. Come
andrà a finire? Non resta che aspettare!!
Vi lascio come sempre il
link della mia Pagina facebook iscrivetevi!!!!
Alla prossima care. Kiss kiss da
Stella94
Il
mio sguardo si posa ancora su Damon quando raggiungiamo la pensione
Salvatore. Questo posto non mi ha mai fatto più paura di adesso.
Il cuore sembra voler uscire dal costato. Non so come comportarmi, no so cosa dire e fare.
Mi vergogno e non solo per la mia folle fuga, ma per aver tradito
Stefan nei peggiori dei mondi, con la persona più sbagliata che
esista al mondo.
La terra sembra crollarmi sotto i piedi quando muovo il primo passo fuori dal taxi.
Damon mi ha preceduto. Lo vedo armeggiare nel bagagliaio per prendere
le valigie. Butto fuori l'aria, per svuotarmi di questa immane
sensazione che sento acuire in me funesta.
Detesto tutto di me. Mi sento la persona più orrenda al mondo, la più spregevole.
Non ci sono nemmeno parole giuste per descrivere quello che ho fatto.
Mi merito il disprezzo di tutti, l'astia e il risentimento di ognuno di
loro.
Scendo del tutto dall'auto scuotendo la testa. Damon mi sta osservando. Assottiglia le labbra, come a volervi dire:
"Siamo nella stessa barca, Elena. Affonderemo insieme." Il problema ora è che non so se saprò nuotare.
Non so se saprò riemergere dalla tempesta di accuse che mi saranno attribuite.
Non so se ce la farò.
<< Coraggio, Elena. Andiamo. >> E' la prima volta che vedo
Damon così insicuro. Sembra quasi un povero cerbiatto impaurito,
un ragazzino ribelle che ritorna a casa dopo una marachella e teme la
punizione dei propri genitori.
Teme Stefan?
Be' se così fosse ne rimarrei estremamente sorpresa. In tutto
questo tempo che ho imparato a conoscerlo ha sempre fatto di testa sua,
fregandosene poco del giudizio di suo fratello.
Ma ora mi convinco che è tutto diverso. Damon è diverso, per sino io sono diversa.
Siamo cambiati, siamo più folli, siamo più umani.
Faccio un breve cenno d'assenso e gli prendo la mano, raggiungendo il portone principale.
E' tutto troppo silenzioso in giro. Non sento voci, ne chiacchiere, ne
urla. In più ero sicura sul fatto che Stefan mi avrebbe
aspettato fuori a braccia aperte e che mi avrebbe accolta con il suo
sorriso.
Ma tutto, incredibilmente, tace.
Questo non fa altro che aumentare il mio disagio. Uno strano prurito
disturba il mio corpo. Mi sento nervosa, quasi elettrica. Non ho
preparato un discorso e ho un'espressione da vera idiota.
Mi sento confusa e...
<< Elena! >>
Damon all'improvviso apre la porta e subito incontro gli occhi castani di Stefan.
Mi viene in contro, non mi da neppure il tempo di respirare, di provare
a replicare, che già mi ritrovo tra le sue braccia.
Rimango interdetta. So che Damon mi sta fissando e so che non approva.
Sono costernata. Ricambio la stretta di poco, giusto per fargli capire che anche lui mi è mancato. Ed è vero.
<< Elena, non sai quanto mi hai fatto preoccupare. Come hai potuto partire così senza dirci nulla. >>
Il mio viso è fra le sue mani. I suoi occhi mi appaiono lucidi, il suo tocco vacillante ed impacciato.
<< Scusa. >> Riesco solo a dire. La mia voce risuona atona e poco credibile.
Abbasso lo sguardo quando mi accorgo che non riesco a tenere il suo. Ha un'aria tanto angelica che quasi mi fa tenerezza.
<< L'importante è che tu sia qui con me ora. >> Lo
vedo avvicinarsi a me pericolosamente. Sento il suo respiro sulle mie
labbra, un batticuore mi prende alla sprovvista.
Chiude gli occhi, vorrebbe un bacio, ma appena le sue labbra sfiorano le
mie mi allontano, quasi come mi fossi scottata, quasi come se in un
certo senso provassi repulsione.
Lo riscopro con un'aria confusa. Corruga la fronte, cerca di capire, ma non ho più parole.
Mi sento in un vincolo cieco, non pensavo che il momento della
verità fosse giunto tanto in fretta. Mi sento impreparata. So
che non riuscirò mai a fingere, non ne sono mai stata capace, ma
non riuscirò neppure a dirgli tutto ora.
A dirgli che non lo amo più, che sono stata con Damon.
Quest'ultimo si schiarisce la voce interropendo il nostro scrutarci
accusatorio << Elena, ci sono anche gli altri che ti vogliono
salutare. >>
Lo fa per distrarci e io non posso che essergli grata per questo. Se
non ci fosse stato lui, molto probabilmente, sarei finita col dirgli
ogni cosa, distruggendo tutti i nostri buoni propositi.
Solo allora mi accorgo anche del resto del gruppo alle spalle di Stefan.
Ci sono proprio tutti. C'è Bonnie, Jeremy, Caroline, Matt e Ric.
Non riesco a trattenere le lacrime. Sono come fiumi in piena quando
scorrono dalle mie iridi. Non le controllo e lascio che scorrano
impetuose sulle mie guance.
Mi sono mancati tutti. Voglio a loro un bene dell'anima, un bene che non riesco a descrivere.
Accorro da Bonnie, la mia streghetta preferita. La sola che sapeva ogni
cosa e che mi è rimasta fedele - o quasi- in ogni mia scelta. Ci
stringiamo forte, la sento singhiozzare con me. I nostri corpi
sussultano dall'emozione.
Mi sento come se avessi affrontato la marcia più dura della mia vita e che finalmente mi avrebbe portato al traguardo.
<< Non sai quanto mi sei mancata, Elena. >> Mugugna tra un sussurro e l'altro.
<< Anche tu. Tanto. E... >> Voglio guardarla negli occhi,
voglio che lei capisca, che sappia che sono sincera << grazie.
>> Mi sorride facendo un cenno d'assenso con la testa.
Sposto la mia attenzione dietro di lei, alle sue spalle. Mi attende mio
fratello con le braccia aperte. Anche lui mi sorride, e ci riscopriamo
entrambi emozionati quando finalmente possiamo stringerci.
<< Ben tornata a casa, sorellina. >>
<< Grazie, Jeremy. >>
Poi è il turno di Caroline e di Ric. Entrambi sono scossi e
increduli di ciò che io ho avuto il coraggio di fare. Una vera
pazzia. Ma una pazzia che ho compiuto a fin di bene, che rifarei ancora
e ancora e ancora...
<< Ti abbiamo preparato una festa per il tuo ritorno, in camera
da pranzo >> Stefan è così raggiante e felice.
Mentre io mi sento come sull'orlo di un baratro buio. Un incubo senza fine.
<< Ma non dovevate. >> Mi sforzo di sorridere, di essere
più naturale possibile, ma quando Stefan mi accoccola tra le sue
braccia non posso non notare lo sguardo contrariato di Damon.
Non oso neppure immaginare come si senta in questo momento. Vorrei
dirgli che lo amo, che amo solo lui e che presto tutto questo
finirà. Ma sinceramente ora non vedo una fine, non mi sento
dirgli cose che molto probabilmente non si potranno mai realizzare.
<< Non dire sciocchezze. Finalmente ora sei qui con noi e tutto questo grazie a Damon. >>
Osserva suo fratello, rilegato nell'angolo più remoto della
stanza. Sorseggia il suo scotch, sembri che stia per esplodere da un
momento all'altro.
<< Grazie, fratellino. Senza di te sarei stato perduto. >>
Damon alza il bicchiere assottigliando le labbra << E' tutto okay, fratello. Goditi questo momento. >>
Damon, perché non mi guardi? Perché continui a fissare il
tuo bicchiere? Perché non mi sussurri che mi ami, che vuoi
stringermi, che vuoi baciarmi?
Io ti amo, Damon. Se solo avessi il dono della telepatia il mio amore
giungerebbe nella tua testa con un martello saettante. Ti direbbe ogni
secondo, ogni millesimo, quanto io ti amo.
Ti prego Damon, non essere triste. Lo so, ti vedo. Hai l'aria di chi non ha più speranze, di chi si è rassegnato.
Ma non è finita. Io voglio te, solo te.
Ora ci vedi andare via insieme, abbracciati, ma ti prometto, amore mio, che tutto finirà.
Che io e te, presto, potremmo vivere il nostro amore.
Pov Damon
Eccomi qui, di nuovo a fingere sorrisi, ad annegare ciò che sono, ciò che sento.
Continuo ad essere il solito Damon. A fare battute sferzanti e pavoneggiarmi come se fossi l'unico uomo al mondo.
L'unico stupido al mondo ad essersi innamorato ancora della donna del proprio fratello.
La magia è finita, Damon. Elena ora è con Stefan, com'è giusto che sia.
La vedo ancora accarezzargli il volto, quelle stesse coccole che fino a poco tempo fa erano rivolte a me e a me soltanto.
Ma questa volta sarà diverso. Io non voglio più dividerti, Elena. Devi scegliere.
Scegli Stefan, va da lui. Amarlo è più semplice, farti
amare sarà più appagante. Perché? Perché,
Elena?
Perché mi guardi con quegli occhi? Perché mi cerchi tra la gente?
Sono qui, non mi vedi?
Seduto da solo, nell'angolo più remoto di questa stanza, mentre tutti festeggiano e ridono per il tuo ritorno.
Sei lontana, troppo lontana. Così distante che non riesco neppure a toccarti con il mio pensiero.
Non sei più mia, non lo sei mai stata. Ed io stupido che credevo
di poter essere amato, che questa volta non sarei stato più
solo. Abbraccialo Elena, digli che lo ami anche tu. Non senti? Te lo
sta ripetendo da quando sei arrivata.
Perché non rispondi, Elena? Perché non gli dici che provi lo stesso?
Cerchi il mio sguardo ora? Sai che ho sentito ogni cosa. Avanti
feriscimi, distruggimi ancora, tanto sono indistruttibile vero? Vero?
Tutti possono ferire Damon, perché lui guarda sempre avanti, seppellisce ogni cosa, lui non ama, non sa farlo.
Sei ancora fra le sue braccia, ti da leggeri baci sul collo. Tu lo stringi, gli dici che ti è mancato.
Attenta Elena io posso sentire, ma tu lo sai.
Basta! Non voglio più ascoltare. Tracanno l'ultimo bicchiere di
scotch e me la do a gambe. Odio questa stupida atmosfera da adolescenti
perbenisti. Non sanno che hanno le ore contate con Klaus in giro.
In brevi secondi raggiungo il portone di casa.
Sento qualcosa che mi trattiene, qualcuno che mi trattiene.
<< Damon, dove stai andando ora? >>
Siamo di nuovo vicini, io e te. Tu ed io, come un tempo i nostri sguardi
si incontrano, come un tempo il mio cure già morto riprende a
battere.
<< Lasciami stare, Elena! >> Ma la mia voce è dura, aspra. << Torna da lui, ti sta aspettando. >>
<< Ma che dici, Damon? >> mi stringe ancora più
forte. L'altra mano giunge sul mio viso << Sai che sono costretta
a farlo. >>
<< Non sei costretta a stargli accanto, non sei costretta a stringerlo ed a dirgli che ti è mancato. >>
Tolgo la sua mano da mio viso, sciolgo la stretta. Sono furioso, arrabbiato perché ancora una volta mi sono illuso.
Vedo i tuoi occhi lucidi, lo so vorresti piangere, ma cerchi di fare la dura. Vuoi dimostrarmi di esserlo.
<< Cosa farai stasera, eh? Ci farai l'amore? >>
<< No, no, certo che no! >> Si affretta a smentire. Le sue
mani ora giungono sul mio collo. Le nostre fronti si scontrano.
Calmo il mio respiro che contrasta il suo così affannato e sensuale.
Occhi contro occhi, cielo e terra per la prima volta così vicini.
<< Io amo te, Damon. Solo te. Se c'è una persona con cui
vorrei fare l'amore adesso, quella sei tu. Dormirò a casa mia
stasera, stai tranquillo. >>
Ho atteso troppo a lungo, e la sua vicinanza non mi aiuta a trattenermi: la bacio.
La bacio disperatamente voglioso della sua attenzione, delle sue labbra,
della sua lingua. Ci scontriamo con i nostri organi del gusto, che si
attorcigliano senza sosta. Si impastano le nostre salive calde.
Le mie mani cingono i suoi fianchi.
Stiamo rischiando grosso, ma ho voglia di lei a tal punto da accettare il rischio.
<< Ti amo. >> La mia voce è flebile come un alito di
vento << Ti amo. >> Le ripeto. Sono dannatamente perduto di
lei.
<< Ti amo anch'io, ricordalo. >>
Ci stacchiamo giusto il tempo di ricomporci. E abbiamo fortuna perché Stefan incombe silenzioso e ci lascia atterriti.
<< Ehi, ragazzi. Che state facendo? La festa è nell'altra stanza. >>
Mi schiarisco la voce, perduto tra l'imbarazzo e il peccato. <<
Stavo dicendo appunto ad Elena che vado a farmi un giro. >>
Stefan increspa le labbra e fa un breve assenso con la testa.
Il mio ultimo sguardo si posa di nuovo sulla mia principessa. Dio,
com'è bella. Mi rendo conto che la sua vicinanza è come
un magnete per me. Sono irrimediabilmente attratto da lei.
Meglio che vada, prima che faccia qualcosa di sbagliato.
Apro la porta, pronto ad uscire, ma un'inaspettata presenza mi fa
mancare un battito. La mia bocca di dischiude e i miei occhi si
sgranano inquietati.
<< E tu chi sei? >>
Il ragazzo misterioso che mi è di fronte ha una strana aria
terrificante. Mi osserva senza timori con un cipiglio spavaldo e sicuro
di se. Temo la sua risposta, forse ora tutto mi è più
chiaro.
<< Sono Kalus. >>
Continua...
Rieccomi questa volta con un po' di anticipo. Devo ammettere che
scrivere il pov Damon mi ha commossa parecchio, poverino. Ma ora non
solo dovranno affrontare il problema Stefan ma è giusto anche
Klaus.
La colonna sonora di questo capitolo è Far away dei Nickelback,
una delle mie canzoni preferite e l'ho trovata perfetta per questo
capitolo.
Nel prossimo capitolo saremmo proiettati alla lotta post Klaus.
Cioè quando la zia Jenna è morta, anche il padre di Elena
ecc ecc. Ci stiamo avvicinando alla fine perciò non mancate!!!
Ringrazio ancora tutti voi e mi raccomando recensiteeee!!!
Alla prossima care. Kiss kiss da
Stella94
Vuota. Ecco come mi sento.
Un inutile involucro di tessuti senza un'anima. Spenta. Senza un briciolo di di luce che accende i miei occhi.
Anonima. Senza qualcuno che mi ricordi la mia vera identità.
Non voglio ricordare. Perché sapere di essere Elena Gilbert è forse più crudele di tutto il resto.
Non voglio più esserlo. Sparire, annegare, dissolvermi come bolle di sapone. Scomparire...
Perché fa male, dannatamente male. Speravo che dopo la morte dei miei genitori niente potesse più scalfirmi.
Mi sentivo come un bicchiere di cristallo scheggiato.
Ora invece sono in frantumi. Letteralmente.
Zia Jenna è morta. L'ultima persona che mi era rimasta al mondo se ne andata.
Klaus ha avuto ciò che voleva. E' un ibrido che gira a piede libero per la città, aspettando la luna piena.
Mio padre, il mio vero padre Jonh si è sacrificato per salvarmi.
Io? Be' io sono viva, ma è come se non lo fossi.
Che dire di Stefan? Mi sta vicino, molto vicino. Ma io sto cominciando
ad odiare chiunque cerchi di lenire il mio dolore. Perché
nessuno può farlo scomparire, nessuno può farmi
dimenticare.
Non sopporto le sue continue attenzioni. Mi tratta come se fossi una malata invalida.
E Damon? Il mio Damon è sempre li. Mi osserva da lontano, mi conforta con uno sguardo. E' questo quello che cerco.
Non abbiamo più avuto molto tempo per noi. Sono settimane che
non facciamo l'amore, infiniti giorni che non sento il calore delle sue
labbra sulle mie...
E mi mancano. Mi mancano terribilmente.
Mi manca potergli dire che lo amo, mi manca il suo abbraccio, le sue carezze, le sue coccole, il suo calore glaciale...
Sto delirando. Se Stefan lo sapesse sarebbe la fine. Lui non deve saperlo, nessuno deve saperlo.
La gente non capisce, non capisce sul serio.
Ti dice che comprende quello che tu provi, che ti è accanto in ogni scelta, ma non è così.
Perché è sempre pronta a puntanti il dito contro, ha
farti notare i tuoi banali errori, e a ricordarti di essere ciò che
sei.
E io sono spregevole.
Non ho altri aggettivi per classificarmi. Ma l'amore non è sempre un peccato.
Sono colpevole dei mie sentimenti, delle mie parole, ma non d'amore. Non d'amare Damon.
Lui non è perfetto ma è Damon. Il mio Damon. Che sia o
no un vampiro poco mi importa. Per stare con lui sarei disposta a
rinunciare alla mia umanità. Tanto sono già morta.
Mi passo una mano tra i capelli sospirando. Rivolgo i miei occhi verso
la finestra rigata da gocce disordinate di pioggia. Il cielo è
grigio, lugubre, minacciosamente scuro.
Sembri preannunciare una disgrazia ancora peggiore della mia. Ma in
fondo non ho da preoccuparmi. Niente può andar peggio di
così.
Sento un fievole rumore dalle scale. Passi lenti, quasi indecisi. Pesanti e rumorosi.
E' Damon. Non ho bisogno di vederlo per averne la certezza.
Mi alzo dal letto su cui ero seduta. Sono in camera di Stefan, la
stessa che per tante notti ci ha unito in un amore spoglio di passione.
<< Come va? >>
E' la prima volta dopo tanti giorni che siamo soli. Il mio cuore comincia a trepidare. Scalpita come un cavallo selvaggio.
<< Sopravvivo. >>
Mi si avvicina. Maledettamente testardo. Sa che questo potrà essere rischioso dopo giorni di astinenza.
Ma appena la nostra distanza si riduce a pochi centimetri non ho il coraggio di mandarlo via.
Ricomincio a commettere il mio peccato.
<< Sono ancora qui. >> Sospira sulle mie labbra. Delicato
come un tocco di farfalla sfiora il mio viso << Accanto a te.
E lo sarò per l'eternità. >>
La razionalità si spegne. Ciò che domina è il
puro, macabro istinto. << Lo so. Lo sempre saputo. >>
Appoggio la mia fronte sulla sua, sento le sue mani sfiorarmi il volto. Il suo respiro affannato e caldo sulla mia bocca.
<< Ce la faremo, principessa. Io e te. Te lo prometto. >>
Porto le mani sul suo petto. Una miriade di sensazioni mi pervade. Non
sono lucida. Mi sento ubriaca d'amore. Ho bisogno di lui più che
mai. Sono un tossico che non trova pace, un pazzo che ha valutamene
perso il senno.
Sono il topo nelle fauci di un'aquila.
Pov Damon
La bacio. Ancora, ancora, ancora. Non lo facevo da tempo, non sapevo cosa si provasse.
Nel mio animo in subbuglio sorge una nuova primavera. Sento nuovi odori inebriarmi i sensi.
Non la lascio andare. Lei , il mio calore nel gelo di una tempesta.
Dio, è così dannatamente sbagliato! Sono nella stanza di Stefan, con la sua ragazza. E la sto baciando...
Con foga, con passione, con la destrezza e la determinazione di un uomo perdutamente innamorato.
E' questo allora amare?
Perché non so più controllarmi. Non ci riesco e
sinceramente non voglio farlo. E' troppo appagante essere con lei, in
lei. La amo e la voglio.
Sono un bambino capriccioso, lo so, ma non mi sono mai sentito in pace come me stesso più di adesso.
<< E' sbagliato. Non posso, non riesco a farlo. >>
Non la ascolto neppure. Le sue parole sono solo il residuo di una razionalità che presto o tardi scomparirà.
Le inumidisco il collo con la mia lingua, mai satura della sua pelle
così elettrizzante. La sento perdersi nelle mie attenzioni
già provate. Schiudo un occhio, giusto per osservarla mentre
ripiega la testa e distende le sue palpebre, lasciandosi andare al
piacere più intenso.
Capisco che mi vuole con la stessa intensità con cui voglio lei.
Mi accendo come migliaia di luci nella notte, mi sento vivo, solo come
un vampiro può esserlo.
Mi sento il predatore più vulnerabile al mondo. Un uomo senza catene.
Sono brusco quando la prendo in braccio e la scaravento con la schiena all'armadio. Geme lievemente.
<< Scusa. >> Le dico, certo di averla fatta male.
Ma lei porta entrambe le mani nei miei capelli e mi bacia con ardore. La
sento ormai, con me, in me, abbandonarsi al nostro amplesso lussurioso,
rischiando la pelle e il sangue. Rischiando il nostro amore.
Mi stacco da lei solo per togliermi il giubbotto. Ho fretta, ho fretta di affondare il lei.
Ritorno sul suo collo, la mia mano vaga per quei sentieri che conosco alla perfezione. Non posso perdermi.
So dove addentrarmi, so dove posso farlo. A lei piace e mi esorta ad
andare più lontano, dove non può raggiungermi.
<< Damon... ti amo. >> La sua voce è una muta preghiera che non posso non ascoltare.
Mi sento un Dio tra le sue carni, una divinità nella sua bocca.
E' dolce come miele, è stuzzicante come l'amarena.
Non riesco più a trattenermi. Le sbottono lievemente i jeans e
li faccio calare di poco. Mi riscopro terribilmente affamato del suo
calore, non sento più il bisogno del sangue.
Mi stringo a lei con prepotenza, giusto per farle capire che è mia e di nessun altro.
Non ho tempo per altri preamboli. La voglio e la prendo.
<< Che sta succedendo qui? >>
Qualcuno ha parlato. Ho la terribile sensazione che non siamo
più soli. Conosco quella voce e questa assurda consapevolezza
uccide tutto il mio coraggio. Non voglio voltarmi. Non voglio farlo.
<< Stefan? >> Ma è Elena a distruggere ogni mia speranza.
La lascio cadere giù. Lei si ricompone alla svelta, il mio sguardo è ancora basso.
<< Che stavate facendo? Damon?! >>
Urla. E io non l'ho mai sentito urlare. Punto gli occhi sul pavimento. Non so più parlare.
Non mi sono mai vergognato così in tutta la mia vita. Sono al capolinea, è davvero la fine.
<< Stefan, io posso spiegarti. >>
Elena è sola a combattere. Una guerra che già sa persa in partenza.
Stringo i pugni, deglutisco. Complimenti Damon! Ancora una volta sei riuscito a rovinare tutto.
Continua...
Allora
è un vero casino pensate? Beccati in flagrante! Povero Stefan,
quasi mi fa un po' pena. Ma le sorprese non sono ancora finite. Ragazze
non lasciarmi giunge al termine. Conto di scrivere altri due capitoli
su questa storia.
Perciò non mancate per l'epilogo. Sarà davvero inaspettato
Non dimenticate di recensire!!!
Alla prossima care. Kiss kiss da
Stella94
Maledettamente me.
Unica in grado di rendere veritiera la guerra di Troia che portò alla morte un'intera civiltà.
Elena di Troia, Elena di Mystic Falls. Qual'è la differenza?
Ho distrutto la vita di due uomini già precaria dal fato, ho annientato Stefan, ho condotto Damon al tradimento.
Stupida Elena. Ora non hai più parole. Ingoi solo aria e disprezzo per te stessa, di cui il circondario ne sembra saturo.
Osservo Stefan. I suoi occhi sono quelli di un demone. Mai la consapevolezza della sua natura mi ha spaventato tanto.
So che potrebbe farlo. Temo che lo farà.
E' capace di radere a suolo Mystic Falls adesso. Proprio come la città di Troia.
<< Stefan, io... io posso spiegare! >> Si certo Elena
spiega! Ma cosa? Cosa? Non so neppure io che dire, quali parole usare.
Come si può spiegare un tradimento?
<< Ma cosa vuoi spiegare?! Cosa?! >>
Abbasso lo sguardo. Lui è furioso. Grida e Stefan non grida mai.
E' sempre pacato e tranquillo. Lui è dolce e premuroso. Ma ora
è solo un demone accecato dalla rabbia. E' un leone al quale
è stata tolta la sua carcassa giornaliera.
<< Come avete potuto? >> In un attimo la sua voce si riduce
ad un sussurro. E' agghiacciante, sembra un'onda che ritira le proprie
acque prima di infrangersi sulla costa con la temperanza di uno Tsunami.
<< Coma hai potuto? >> Ed eccola che arriva. Quell'onda
distruttiva che mi afferra per il collo, mi lascia senza respiro.
Come un fuscello nelle sue mani mi sorregge senza alcuno sforzo. E'
rude mentre mi sbatte con la schiena all'armadio, proprio dove poco
prima io e Damon consumavamo il nostro amore.
La vista è annebbiata. La sua immagine, il suo volto pieno di
rabbia velato dal dolore, mi appaiono sbiaditi. Non riesco più a
respirare. Faccio pressione sulle sue mani, cerco di liberarmi. Ma quasi
dimentico che Stefan è un vampiro.
Stefan è pur sempre un vampiro.
Sopraggiunge Damon. Ma non è il solito Damon.
Osserva il fratello con un cipiglio nuovo. Non è selvaggio, non
è un vampiro. Sembra solo un povero cerbiatto impaurito.
<< Lasciala stare, fratello. Così l'ammazzerai. >>
Stefan allenta la presa. Il suo sguardo truce ora è rivolto al
maggiore dei Salvatore. Lo scruta dall'alto in basso, mentre l'aria
comincia a rientrarmi nei polmoni. E' inquietante il silenzio che
aleggia nel circondario.
Cado a terra rudemente, quando mi lascia del tutto. Il mio petto si alza
e si abbassa irrequieto. Mi porto una mano al collo e tossisco.
Stefan non mi avrebbe mai fatto del male. Anche adesso ne sono
più che convinta.
<< E tu, con quale coraggio continui a chiamarmi ancora fratello?! >>
Non riesco a seguire le sue mosse. E' terribilmente veloce mentre
scaglia un pugno a Damon, facendolo indietreggiare rovinosamente per
alcuni metri. L'onda d'urto che provoca il suo corpo, distrugge un
comodino con tutto quello che vi era dentro e sopra.
<< Damon! >> urlo allarmata. Lo vedo alzarsi barcollando. E' ancora vivo, non basta di certo questo per ucciderlo.
Anche Damon è pur sempre un vampiro.
Ma un vampiro più vulnerabile di un tempo. Per amor mio ha
smesso di bere sangue umano. Tra lui e Stefan non ci sono più
differenze.
Barcolla, respira a fatica. Raggiunge Stefan sfidandolo solo con l'imponenza del suo sguardo di ghiaccio.
E' in attesa di non so che cosa. Il vecchio Damon non attendeva. Il
vecchio Damon attaccava, sbramava, succhiava, uccideva. Ma questo
è il nuovo Damon. Il Damon di cui sono perdutamente innamorata.
<< Io mi fidavo di te. >> La voce di Stefan ritorna
impercettibile << Credevo che tu mi stessi aiutando, che la stessi
cercando per riportarla a casa da me. Invece te la scopavi tra un messaggio e
l'altro che mi inviavi! >>
Ritorna furente, ricolmo di bile che esala senza vergogna. Lo capisco, come non biasimarlo. E' distrutto completamente.
Lo vedo confuso portarsi le mani sulle tempie. Sta cercando di
riprendere possesso di se stesso, perché sa che la sua natura
bussa sempre. Bussa quando sei più vulnerabile.
Stefan ora è privo di difese. L'assassino che è in lui lo ha già accolto nelle sue macabre braccia.
Pov Damon
<< No, non è cosi! >> Anche il mio tono si alza. Non
ne posso fare a meno. << Ho sbagliato lo so. Ma tengo ad Elena e
non ho potuto più nasconderlo a me stesso. >>
Ora supplico il mio giustiziere. Perché possa farmi scontare la
più nobile delle pene. Pur sapendo che merito quella crudele.
Merito la morte.
<< C'ho provato, Stefan, ho provato a scacciarlo. Ma quel
sentimento cresceva in me giorno per giorno sempre di più. Io la
amo, Stefan. La amo infinitamente. >>
Devo sembrare davvero patetico ai suoi occhi. Sono patetico ai miei.
Li sento di nuovo bruciare, diventare lucidi, facendomi sgranare la
vista. Sbatto le palpebre, per schiarimi l'immagine.
Di fronte a me, mio fratello, sangue del mio sangue, si passa nervoso una mano tra i capelli.
<< La ami, certo... >> Bisbiglia appena. Non ho il tempo di replicare, non me lo concede.
Mi scaglia di nuovo con la schiena al muro con un gancio dritto nello stomaco.
Fa male, fa dannatamente male. Avevo dimenticato come fosse il dolore. E' fa schifo. Terribilmente schifo.
Questa volta faccio più fatica ad alzarmi. Mi stupisco di me
stesso e del fatto che mi faccia prendere a pugni senza controbattere.
Me le merito, lo so. Sono un perfetto stronzo. Ma be', in fondo lo sono
sempre stato...
<< E tu? >> Questa volta si rivolge ad Elena, mentre
terribilmente affaticato mi rimetto in piedi. << Tu lo ami?
>>
Che domanda sciocca, penso. Certo che mi ama.
Ma allora perché vacilla? Perché sta zitta? Perché
abbassa lo sguardo, lasciando che le lacrime le bagnino le guance?
Elena, sono qui. Il tuo Damon, non ricordi?
<< Rispondi! Lo ami? >>
Ancora silenzio. Un agghiacciante silenzio. No, Elena, non puoi farmi
questo. Me l'hai detto prima che mi ami, io l'ho sentito. Perché
ora non lo ribadisci?
Non vedi? Ti sto guardando e attendo una riposta. Ti prego, non puoi aver finto. Non per tutto questo tempo.
Guardami, guardami per l'amor del cielo! Sono Damon! Il tuo Damon.
Finalmente pare ascoltarmi. I suoi occhi si posano sui miei.
Anche ora sei bella, Elena. Tu lo sei sempre.
Ma dimmi che mi ami, dillo e sarò tuo per l'eternità.
<< Certo che lo amo. >> Sulla mia bocca si distende un
lieve sorriso. Mi sorprende di come la sua voce, nonostante lo stato
d'animo in cui si trova, è risuonata tanto schietta e sincera.
Dio, per un attimo ho pensato che...
<< Lo amo più di me stessa, più di qualunque cosa al mondo. >>
Mi osserva ancora mentre pronuncia quelle ricercate parole che ho atteso così febbrilmente.
Combatto con la smaniosa voglia di correre da lei, di abbracciarla e di
dirle che anch'io lo amo. Ma trattengo questo impulso così
maldestro. Lei lo sa già. Sa quanto sia importante per me, l'ha
sempre saputo.
<< Andate tutti al diavolo! >>
E' finita, completamente. Stefan ha perso il controllo. I suoi canini sbucano come una sorda minaccia che non teme pietà.
Comincia col distruggere ogni cosa. L'armadio, le cassettiere, il letto.
Tutto è solo un mucchio di macerie senza nome ne identità.
Un ammasso di quello che un tempo era la sua vita.
Elena mi osserva impaurita. E' un mostro mentre si dimena.
Lo sta
logorando. E' la voce del vampiro. E' quell'essere che un volta che sei
morto ti ripete costantemente chi sei davvero. Ti ricorda che il tuo
unico obbiettivo è cacciare, uccidere, succhiare sangue umano.
Ti ammalia facendoti vedere quanto sia appagante violare la vita altrui.
Quella linfa che scorre nelle tue vene sempre assetata ti rigenera. E
nasci. Ogni volta che uccidi a te viene donata di nuovo la vita. Ma
Stefan ha sempre sconfitto quell'impulso. E non può arrendersi
ora.
Quando Elena comincia a tremare capisco che devo intervenire. Raggiungo
mio fratello, che continua a tranciare qualsiasi cosa che incontra.
<< Stefan, ora calmati. Non sei in te. >> Gli metto una
mano sulla spalla, ma con uno scossone si libera immediatamente di
quella innocua attenzione.
Mi osserva furente attraverso i suoi occhi diventati due pezzi di brace ardente.
Fa bella mostra dei suoi denti assassini. Ora più che mai agognano uccidere.
<< Tu, non mi devi toccare! >> Ringhia come un animale, un leone feroce pronto a rincorrere la sua preda.
<< Stefan, ti preg... >>
Si scaglia contro di me pari alla velocità di un fulmine. Mi
scaraventa a metri di distanza. Sento Elena urlare, piangere disperarsi. Ma
devo controbattere. Mi sento anch'io colmo di rabbia quando faccio
venir fuori i miei canini affilati. Lo guardo digrignando il mio
sguardo.
Lo deciso freddamente. Mi scaravento contro di lui. E' una lotta
demoniaca. L'unico a vincere sarà quello a sopravvivere. Calci,
pugni, spintoni, morsi, schiaffi. Non diamo tregua ai nostri corpi
già morti. Già spenti.
<< Basta, smettetela! >> E' Elena che urla, che ci prega di
farla finita, che ci implora di cessare la nostra micidiale follia.
<< Vi prego, vi prego! >>
Ma non ascoltiamo, siamo troppo presi l'uno dall'altro per dare voce
alle nostre anime. Poi rimembro: noi non abbiamo un'anima. Siamo solo
vampiri, non morti, esseri senza patria e senza casa. Mostri,
assassini, crudeli creature della notte. Questo nessuno mai l'ho
potrà cambiare.
Con un gancio dritto allo stomaco, Stefan, mi scaraventa lontano. Sono
senza forze e il dolore mi lacera. Non riesco più a rialzarmi.
Rivoli di sangue scorrono sul mio viso, annebbiano la vista passandomi
sugli occhi.
Riconosco a mala pena Stefan afferrare un piede di una sedia rotta. E'
di legno e la sua estremità è ben appuntita.
<< E' arrivata la fine per te, fratello. >> No, quello non
è Stefan. Colui che avanza minaccioso verso di me non può
essere il mio fratellino. << Avrei dovuto farlo molto tempo fa. Ma
adesso non mi fermerò per nulla al mondo. >>
<< Stefan, no! Ti prego fermati. Ritorna in te, non farlo!
>> Gli occhi di Elena sono pieni di lacrime. Cerca di fermarlo.
Ma lei è così gracile. Tanto gracile che Stefan si
sbarazza di lei con un semplice spintone. La vedo accasciata a terra.
L'espressione di chi risente di un'amara sconfitta.
<< Elena... >> bisbiglio, perché persino la forza di dar voce alle mie corde vocali mi ha abbandonato.
Ora so che non ho più speranze. La morte non mi ha mai fatto
più paura di adesso. Perché stavo finalmente cominciando
a vivere. Con Elena, la mia dolce Elena. Niente più baci, mi
viene da pensare quando mio fratello ormai è ad un passo da me.
Niente più carezze, niente più coccole, niente più
amore.
E piango, piango come un bambino, perché la mia triste sorte non
mi abbandonerà mai. Se sei destinato ad essere infelice, lo
sarai per sempre. Per l'eternità.
<< Stefan... >>
<< Addio fratello. Che tu possa marcire all'inferno per le colpe di cui ti sei macchiato. >>
Un dolore più intenso mi trapassa il costato. Seguo con lo
sguardo il tragitto che ha terminato quel pezzo di legno. E' sotto la
mia scapola sinistra, affianco al mio cuore.
<< No! Damon, no! >>
Elena mi raggiunge a gattoni, la sento vicina ma la sua immagine non
è più la stessa. Non riesco a perdermi più nella
bellezza dei suoi occhi, nella purezza del suo sguardo. Sono solo
colori senza un volto.
Mi volto verso di lui, verso Stefan. E' all'impiedi sopra di me.
Capisco che mi osserva, ma prima che la vita mi abbandoni ho bisogno
che lui sappia.
<< Ricorda, fratello, ti ho sempre voluto bene. Anche ora te ne voglio. Rimarrai sempre il mio fratellino. >>
Scompare, senza dire nulla. Svanisce usando la sua innata velocità.
Elena mi accoglie nelle sue braccia. Piange, mi dondola con il suo corpo.
<< Damon, no, Damon, resta con me. >> Sento le sue labbra sulla mia fronte. Calde, rassicuranti.
<< Amore mio, ti prego, non lasciami, ho bisogno di te. >>
Le regalo un impercettibile carezza. Poi il buio. Denso, cupo, vuoto, freddo.
Continua...
Ahhhhh!!
Non mi uccidete per carità. Non sono così malvagia ve lo
assicuro. Il capitolo non doveva finire così ma è uscito
troppo lungo e allora l'ho dovuto dividere. Insomma Stefan ha tirato
fuori il vampiro che è in lui. Ve lo aspettavate?
Sappiamo che Stefan è sempre tranquillo e pacato, ma quando si
tratta di Elena e di difendere chi ama lo abbiamo visto molte volte
perdere il controllo. Nella terza stagione addirittura lo vedremo come
un vampiro più crudele di Damon, o almeno credo. Dal promo
sembra di si ma è tutto da vedere. Così proprio
ripensando a questo ho sviluppato questa idea.
Trovate Damon un po' patetico? Fatemelo sapere.
Come molti di voi già sapranno la mia pagina di facebook non
è più attiva. Darò le mie news solo dal contatto facebook pregherei tutte le persone che hanno messo mi piace ad aggiungermi tra i loro amici.
E infine volevo ringraziarvi, siete davvero in tanti a seguire questa storia. Vi amo tutti!!!! Grazieeee!!!
Mi raccomando recensite numerosi e non mi uccideteeeeeeeee!!
Kiss kiss dalla vostra Stella94
Pov Elena
<< Damon, Damon! >>
Le speranze si stanno affievolendo, come la fiamma di una candela al
vento. Damon non risponde. Ha gli occhi socchiusi, ora è davvero
una fiamma.
Ma sarò quella brace in grado di farla ardere ancora.
Perché non posso permettere che svanisca. Non posso permettermi
di perderlo.
Aggrappata a qualche remota probabilità di un miracolo
imminente, raccolgo le forze, per togliergli dal cuore quello stupido
paletto di legno.
Lo sento mugugnare, fa male lo so, infinitamente male. Ma perderlo lo è di più.
Ignoro i suoi singulti, i suoi lamenti sconnessi e finalmente riesco nella mia assurda impresa.
So che questo non basterà. Una ferita al cuore è letale per un vampiro, ma devo provare, devo tentare.
<< Damon, ti prego guardami. >>
Oh, ti prego mio Dio, fa che si salvi. Lo amo, lo amo infinitamente e
non posso lasciarlo andare. Morirei con lui. Si io potrei anche morire
qui, in questa stanza, in questo momento, solo per l'assurdo desiderio
ti potermi ricongiungere con lui. Con il mio unico vero amore.
Porto un polso vicino alle sue labbra. Forse il mio sangue può aiutarlo. Può far rimarginare la sua ferita.
<< Amore, bevi il mio sangue. >>
Ma la sua bocca non si muove. I suoi denti non accorrono al richiamo del sangue.
<< Fallo, Damon! Sono io che lo voglio. Fallo! >>
Sempre il solito. Si preoccupa prima di me poi di lui. Lui viene sempre al secondo posto per tutti. Ma non per me.
La rabbia mi acceca quando mi rendo conto che sto per perderlo.
E' la fine, penso. Che brutta e inaccettabile fine. Non è
così che dovevano andare le cose, non è così che
Damon doveva lasciarmi. Piango lacrime nere piene d'odio per me stessa.
La causa di ogni cosa sono io. C'è poco da dire. Poco da fare.
Sono io che dovrei morire, non Damon!
All'improvviso vedo la sua ferita rimarginarsi. E' un sogno. Solo uno
stupido sogno. Mi schiarisco la vista, sicura di essere nel miraggio di
un sogno.
La tocco con le mani, riscontrando solo la pelle morbida e fredda del mio amato. Non è possibile, credevo che...
<< Non ha mirato al cuore. Stefan non ha... >>
<< Certo che non mi ha ucciso, Elena. Cosa credevi? E' pur sempre Stefan. >>
Non lo mai sentito così gracile e affaticato nel parlare, ma
questo non può che rendermi felice. Lo abbraccio, ancora
dolorante. Le mie lacrime sono fiumi in piena. La gioia mi inonda e non posso che accoglierla in tutta la sua grandezza.
<< Bevi un po' del mio sangue. Ti farà bene. >> Gli porgo ancora una volta il mio polso.
Prima avevo avuto sempre paura di farlo. Ora l'idea di condividere me stessa con Damon non mi spaventa più.
So che ritornerebbe. So che ritornerà sempre da me.
Ma contro ogni mia auspicazione Damon allontana il mio braccio.
<< Elena, no! Sto bene sul serio. Non ho bisogno del tuo sangue. >>
<< Ma se a stento ti reggi in piedi! >> Ribatto
maledettamente testarda. Voglio sentirmi utile. Voglio fare qualcosa
per lui, sapere che posso aiutarlo in qualche modo, che posso lenire il
suo dolore. Almeno per un po'.
<< Elena, potrei farti del male, potrei non sapermi controllare. E' da molto che non bevo sangue umano. >>
<< So che non lo faresti. Come non lo ha fatto Stefan con noi. >>
Mi osserva, immaginando chissà quali invettive che non avrà mai il coraggio di pronunciare.
I suoi occhi, azzurri come preziosi lapislazzuli, mi appaio
incredibilmente magnetici. Al sol pensiero di essere stata sul punto di
vederli spegnere, il mio animo si incupisce, muore come una foglia
secca d'autunno.
Ma risorge la primavera quando Damon mi sfiora il viso. Quelle mani non
saranno mai gentili, ma la sua carezza per me è la cosa
più dolce al mondo.
<< Se ricomincio non sarò più in grado di smettere. Ti prego, amore, non insistere. >>
Poi comprendo e nel mio muto silenzio Damon trova una certezza. Non
dev'essere facile per lui combattere ogni giorno con il suo più
grande desiderio. Un vampiro vive di sangue, è questo il suo
scopo eterno.
Ora Damon vive di me. Lo comprendo con un bacio. Con un semplice sfiorarsi, con un contatto tanto prezioso che credevo perduto.
<< Ti amo. >> Mi sussurra << Ti amo. >> Ripete,
mai sazio di dar voce al suo cuore, che ritorna a battere imperterrito
al di sopra di ogni più infimo desiderio.
<< Lo so. >> Sorrido, così perdutamente infatuata
del suo essere tanto imprevedibile. Il mondo scompare davanti al nostro
amore. Niente più Stefan, niente più sensi di colpa,
niente più dolore.
Ciò che conta per me siamo io e lui. Il resto fa parte solo di
una vecchia cornice, che troverà adornamento in altre immagini
lontane dalle nostre.
<< Ce la faremo. Vedrai Stefan capirà. Ora è
furioso, arrabbiato e sta soffrendo. Ma è forte e ci vuole bene.
Capirà. >>
Il suo conforto mi rasserena l'animo. Ne avevo bisogno. Ora tutto prende un altro colore.
<< Spero che non gli sia accaduto niente di grave. E che torni presto. >>
<< Tornerà. >> Mi accarezza i capelli con fare amorevole << Lui torna sempre. >>
Lo abbraccio forte, accoccolandomi sul suo petto.
<< Ti amo Damon. Ti amerò per l'eternità. >>
E un calore inteso invade il mio corpo. E' la pace, la serenità che tanto aspettavo.
Pov Damon
Nemmeno il mio scotch riesce a rasserenarmi l'animo. Mi sono nutrito
(be' si fa per dire) di sangue animale. Mi sono lavato e vestito. Ho
messo il mio profumo, quello che ad Elena piace tanto.
Mi sono preparato più di dieci discordi diversi da dire a Stefan, ma credo che non userò nessuno di questi.
Voglio solo che arrivi e che faccia presto. Spero che non stia facendo pazzie. Era fuori di se.
Non l'ho mai visto tanto amareggiato. Ma posso comprenderlo.
Gli ho portato via la cosa a cui più teneva al mondo.
Delle mani delicate si posano sulle mie spalle. E' Elena. Volto il viso per incontrare il suo, incredibilmente dolce.
Le do un bacio. Un bacio che mi da coraggio, un bacio che mi fa sperare ancora. Che mi fa amare di più.
<< Come stai? >> Mi domanda, mettendosi a sedere vicino a me.
<< Come vuoi che stia? Sono preoccupato per Stefan. E' tardi e ancora non è ritornato. >>
Mi accarezza i capelli. Il mio sguardo è fisso nel vuoto. Sono
frastornato. Scosso da come tutto è accaduto nel modo più
sbagliato.
<< Vuoi che andiamo a cercarlo? >>
Deglutisco. E' una buona idea. Non posso stare fermo qui, ad aspettare
che mio fratello faccia un'altra pazzia. Sono l'artefice di tutto
questo ed io troverò un rimedio.
Non so dove andrò, non so cosa gli dirò. Ma devo agire, prima che questo senso di colpa mi logori del tutto.
<< Si, ma ci andrò da solo. >>
Non faccio neppure in tempo ad alzarmi che dal portone principale sbuca
la figura del mio fratellino. E' sporco, sudato, ricolmo di
sofferenza. Lo fisso esterrefatto, riconoscendo nei suoi occhi il mio
stesso sguardo. Lo sguardo di un tempo passato, di un tempo di dolore
eterno.
Nessun dei due ha più il coraggio di parlare. Mi sento un codardo, un vile.
Ho toccato il fondo questa volta e Stefan mi ha raggiunto. Ma Stefan sa
sempre rinascere dalle sue ceneri. Lui è una fenice, almeno
spero.
<< Vi lascio da soli. >>
Elena si allontana, dopo avermi lanciato un sguardo. Sono con te, pare
avermi detto, ma sa che questa è una questione solo nostra. E'
mia e di Stefan. E insieme dobbiamo uscirne.
<< Stefan... >>
<< No. >> Mi interrompe << Lascia parlare me per primo. >>
Mi si avvicina così lentamente che quasi conto i suoi passi. Il
suo sguardo inespressivo mi getta nel vuoto più assoluto. Non
riesco a penetrare nei suoi pensieri. E questo mi spaventa.
<< Non me lo sarei mai aspettato. Non ora. >> La sua voce
è un flebile sussurro. A stento riesco a percepirla. I suoi
occhi lucidi esalano dolore.
<< Ero furioso, arrabbiato, deluso. Mi sentivo perso. Avrei
voluto... >> Fa una breve pausa. Rivolge gli occhi al cielo, come
per ordinare alle sua lacrime di non sgorgare. << Ucciderti. Si,
io avrei voluto farlo. Ma poi ti ho visto li per terra e non ce l'ho
fatta, non ci sono riuscito. Questa lotta tra di noi dura da troppo
tempo, e io non ce la faccio più a combattere. Siamo fratelli ,
Damon, e questo mai nessuno lo potrà cambiare. >>
Lo sento vicino, ad un passo da me. Butta fuori l'aria. E' difficile per lui sostenere il mio sguardo.
<< Non posso impedirvelo, Damon. Qualunque cosa faccia niente vi separerà mai. >>
Sono basito, quasi sconcertato. E' questo il mio fratellino, è il Stefan di sempre.
Annuisco appena, certo che il mio amore non avrà mai fine.
Eterno sono io eterno sarà lui. E nell'immensità del
tempo che ci aspetta sapremmo farlo rifiorire giorno per giorno,
coltivarlo con la linfa dei nostri cuori e preservarlo dal male che
attanaglierà le nostre vite.
<< Questo non significa che potremmo vivere insieme felici come
se nulla fosse accaduto. Io ho amato Elena, la amo ancora. Ho bisogno
di tempo, Damon. Forse troppo tempo. >>
Gli sorrido impercettibilmente. Lui è la perfezione. E' il
fratello che tutti vorrebbero avere. E' Stefan Salvatore, la mia unica
certezza in un'esistenza di macabri incesti.
<< Tutto il tempo che vuoi. >> Non mi trattengo, lo stringo
a me forte. Non mi vergogno di ammettere che sono emozionato nel
momento in cui lo sento avvinghiarsi al mio petto.
Il nostro legame è forte e mai si potrà spezzare. Ora ne ho la certezza.
<< Mi dispiace per aver... >>
<< E' tutto apposto. Sto bene. Ci vuole bel altro per mettere a tappeto Damon Salvatore. >>
Sorridiamo insieme. Anche questa volte ci siamo ritrovati. Ora varco
quella soglia che molti chiamano Paradiso. Nel mio non ci sono nuvole
bianche, distese verdeggianti, cieli limpidi. Ma c'è il sorriso
di mio fratello e lo sguardo della donna che amo. Che adesso, con le
lacrime agli occhi, accorre da noi ridendo felice.
Continua...
Tornata!!!
Alcuni si staranno chiedendo ma che fine è questa???!!! Ma
questa non è la fine ragazzi miei ci sarà un altro
capitolo che sarà finalmente l'ultimo. Che ne dite? Avete visto
tutto ora ha senso. Stefan non ha mai ucciso suo fratello e Damon ora
è salvo. Certo per lui sarà difficile accattare tutto
questo, ma vedremo nel prossimo capitolo come si evolveranno le cose.
Vi ringrazio vivamente per il vostro affetto. Siete davvero in tanti!!!
Vi ringrazierò tutti nell'ultimo capitolo. Ricordo ancora che darò le mie news solo dal contatto facebook pregherei tutte le persone che hanno messo mi piace alla mia pagina ad aggiungermi tra i loro amici.
Pov Damon << Ne sei sicura? >> Domando scrupoloso, già certo della sua risposta.
La vedo gonfiare il petto, rimettere a posto le sue ultime cose << Si. >> Afferma schietta, nascondendo a me e prima a se stessa il suo stato catartico.
Ha paura e io ne ho con lei. La nostra scelta, la sua scelta, ci porterà lontano. Troppo lontano da qui e inevitabilmente cambierà le nostre vite, la sua più che mai.
Le circondo le vita con le mie braccia. Sussulta, le regalo un piccolo bacio sul collo. Elena non pare farci caso, intenta com'è nel suo lavoro minuzioso.
<< Sicura, sicura? >> Domando ancora, insistente, per essere certo che non si penta mai delle sue scelte, che non torni su i suoi passi, che non soffra.
<< Sicura, Damon. E tu? >>
<< Amore, io vado dove vai tu. Sono pronto a seguirti anche in capo al mondo. >>
La bacio. Ancora, ancora, ancora, ancora...
Perché ciò che mi fa volare davvero sono le sue attenzioni. Ciò che mi rende libero è il suo amore incontrastato, il suo affetto infinito.
<< Amore mio... >> Mi sussurra soavemente. E' adrenalina per me, la giusta scossa che mi mancava.
La volto verso di me, mi è di fronte in tutta la sua bellezza. Ritorno sulle sue labbra così maledettamente invitanti. Le ricerco con più foga, attendendo quel momento in cui sarà di nuovo mia.
Elena si lascia andare completamente. Non abbiamo più paura delle conseguenze. Ormai tutti sanno tutto.
E non mi importa delle loro opinioni. Elena mi ama, io amo lei, Stefan ci è accanto. E' questo quello che importa.
So che fra poco perderò il controllo, come già mi è successo tante volte.
Perché adesso niente più mi fa paura. E' così appagante averla fra le mie braccia, sentire il suo calore che riscalda il mio corpo così freddo, sentirla gemere solo per me, affogare le sue voglie nelle mie.
Ma qualcuno dietro di noi si schiarisce la voce come per farci capire di non essere soli. E' Stefan.
Mi stacco immediatamente da Elena. Non voglio che lui assista a questo. Non mi sembra giusto e mi sento in imbarazzo.
Ci osserva per un pò, respirando a fatica. Deglutisce e annaspa un sospiro.
<< E così avete deciso? >>
<< Si. >> E' Elena a parlare per prima << E' giusto per te, è giusto per tutti noi. >>
<< Ma qui hai la tua famiglia, i tuoi amici, c'è Jeremy. >>
Elena scuote la testa mettendosi le mani ai fianchi. E' turbata quanto me, spaventata e indecisa. Ma lei non torna mai indietro.
<< La mia famiglia non c'è più, i miei amici saranno più al sicuro senza di me e Jeremy ha Bonnie. Se la saprà cavare. >>
<< E io? >> Stefan le se avvicina. << Io come farò senza di voi? >>
<< Stefan... >> Labile è la sua voce. Una muta richiesta che racchiude il suo dolore. Io rimango nel silenzio, fidandomi di ogni parola che pronuncerà. So che mi ama e non temo nessuno.
Ma provo una morsa allo stomaco quando cince il viso di mio fratello con le sue mani. Avevo quasi dimenticato questa strana e accidiosa sensazione di gelosia.
<< Dopo tutto quello che ti ho fatto >> Afferma << starai meglio sapendomi lontana. >>
Si concedono un abbraccio. Il primo dopo tutto quello che è accaduto. Li guardo costernato, ammettendo a me stesso quanto il loro legame sia incredibilmente diverso dal mio.
Ma non mi spaventa. Non più ormai.
<< Questo non è un addio. >> Pronuncio raccogliendo l'attenzione di mio fratello.
Fa un breve assenso con la testa e lo raggiungo. Anche noi finiamo con l'abbracciarci. La nostra è una stretta molto diversa.
<< Mi raccomando, Stefan, tienimi informato di qualunque cosa succeda qui. E se hai bisogno d'aiuto non esitare a chiamarmi. >>
<< Certo, Damon, non preoccuparti. >>
I nostri sguardi incontrandosi si accedono. E' strano eppure per la prima volta nella mia lunga vita già avverto la sua mancanza.
Pov Elena
Eccomi qui, di nuovo in partenza. Per un viaggio che questa volta, lo so, non avrà ritorno.
Raggiungo Roma, la città che mi ha donato il vero amore, per cominciare una nuova vita. Una nuova vita con Damon.
E' stata una mia scelta ed è la più giusta.
Lontano da tutti, da occhi che giudicano, che parlano, che soffrono senza sapere.
Ed io mi sento stanca di dovermi giustificare ancora. Giustificare il mio amore verso Damon. Perché per tanti rimarrà sempre il vampiro assetato di sangue innamorato perdutamente della ragazza di suo fratello.
Ma per me... per me Damon è luce. E' la mia luce. La speranza che ancora mi fa combattere, che mi fa uccidere il dolore, che mi fa credere che forse, forse, ci può essere una vita migliore.
Ed io non desidero altro.
Sono pronta a rinunciare alla mia umanità per stare con lui. L'idea di diventare un vampiro mi ha sempre spaventata quando ero con Stefan. Sapevo che un giorno o l'altro lui me lo avrebbe chiesto ed io... be' io l'avrei lasciato.
Perché avere una famiglia, una casa, invecchiare, sentirsi normali, era il mio più grande desiderio.
Ma ora con Damon è tutto diverso. Perché non voglio lasciarlo, non voglio lasciarlo mai più.
Per l'eternità io e lui, fin quando anche il mondo intero scomparirà e noi continueremo ad amarci in una dimensione fantomatica fatta di anime libere, la dove il male non potrà raggiungerci.
Ed ora sono solo all'inizio.
Mentre mi avvio verso l'aereo porto mille dubbi mi accecano.
Sarà complicato? Sarà impossibile? Sarà un errore?
Sembra che tutto sta improvvisamente crollando. Che stia attraversando un baratro buio e losco.
Ed ho paura.
Ma mi basta guardarti. Guardarti ora, Damon, mentre insieme ci avviamo verso il nostro volo, e riprendo a volare.
Perché quando ti guardo, in quei tuoi occhi azzurri e splendenti come il mare, io vedo il perdono, vedo la verità.
Vedo l'immenso amore che tu provi nei miei confronti, il conforto, il calore, la certezza che non svanirai mai.
E so che non sono sola. Non lo sarò mai più.
Sei un sogno, Damon. Il mio sogno che finalmente si realizza. Ti sorrido quando mi accorgo di quanto io sia fortunata ad averti, ad amarti e ad essere amata.
Tu ti avvicini, prendi le mie mani nelle tue. I nostri respiri si fondono.
<< Ti prego, Elena, non lasciarmi. Non lasciarmi mai più. >>
<< No, amore mio. Non ti lascierò mai più. Staremo insieme per l'eternità. Te lo giuro. >>
E poi tutto scompare. La gente, il caos, la chiamata del nostro volo che sta per partire.
Perché quando Damon mi bacia il mondo non esiste. E' tutto un tripudio di farfalle che si liberano nel mio stomaco, è accecante come il sole d'estate, è caldo come il fuoco, è bollente come la brace.
E quando comincerò ad avere ancora paura, quando tutto mi sembrerà sbagliato, quando la solitudine mi farà lacrimare, continuerò a guardare te, amore mio.
Ritrovando nel tuo sguardo e nel tuo amore il giusto coraggio per continuare a dire "non lasciarmi".
Perché insieme possiamo tutto.