Salve. Eccomi qui con il secondo
capitolo. Grazie davvero
per le recensioni, siete state tutte gentilissime.
Charme: Ti ringrazio per i
complimenti. Sono contento che i
dialoghi ti siano piaciuti, nonostante il primo, fosse un capitolo
piuttosto
spiccio e diretto. Come potrai notare, in seguito alla lettura di
questo
capitolo, in questa mia modestissima storia non si prendono in giro
solo i
cliché delle Drarry. Ma di tutti i paring in cui le autrici
infilano il povero
Harry. Sperando che anche questo capitolo ti diverta, buona lettura.
Spero che
continuerai a seguirmi.
dramy96123:
Sono contento
che la storia ti sia piaciuta e che ti abbia strappato qualche risata.
Come
vedi, le disavventure di Harry proseguono e proseguiranno ancora per un
bel
po’. Spero che avrai pazienza e continuerai a seguirmi. Buona
lettura.
Lunadistruggi: Ciao o assidua
lettrice. Ho notato che hai
commentato un po’ tutte le mie storie. Ti ringrazio. Sono
contento di averti
appassionato. Ancora più contento, poi, del fatto di averti
divertito con
questa piccola storia un po’ scalcagnata. Spero che
continuerai a seguirmi.
Buona lettura.
***
Capitolo 2
Io volevo solo un po’ di
tranquillità
La corsa di Harry non si interruppe
nemmeno quando
oltrepassò il portone della scuola. Corse a perdifiato
finché non si trovò
davanti al ritratto della Signora Grassa. Esalò la parola
d’ordine, entrò
nel dormitorio e solo quando il
passaggio si fu chiuso alle sue spalle, si concesse di accasciarsi al
suolo,
sotto lo sguardo incuriosito dei suoi compagni di Casa.
“Harry?” chiese
una voce leggermente allarmata.
Potter sollevò lo sguardo
e si ritrovò davanti il suo amico
Ron, intento a fissarlo con un’espressione tra lo stupito e
il preoccupato.
“Ron!”
balbettò Harry, fissandolo con sguardo perso
“Ron!”
esclamò poi, quando si rese conto chi aveva davanti.
Afferrò l’amico per il
bavero della divisa, con le mani che tremavano leggermente
“Oh, Ron! È un tale
sollievo vederti! Una faccia amica…Ron!”
esclamò nuovamente, guardando l’amico
come un naufrago potrebbe guardare la nave salvatrice, pronta a
portarlo in un
porto sicuro.
“Harry, ma che cavolo
hai?” borbottò Ron nervosamente,
imbarazzato dagli sguardi insistenti dei curiosi che fissavano intenti
la scena
bizzarra.
“Malfoy!”
esclamò Harry, sgranando gli occhi “Malfoy! Il
destino! Parlava d’amore!”
“Malfoy?”
domandò Ron, improvvisamente all’erta
“Che ti ha
fatto il furetto? È successo qualcosa?”
“Sculettava”
disse disperatamente Harry “Diceva che i
genitori lo fustigavano”
“Sculett…Malfoy?”
balbettò confusamente Ron, non riuscendo a
capire l’amico. Scosse la testa, e brontolò un
“E’ meglio se andiamo in camera”
Harry si fece trascinare
impotentemente su per le scale.
Lasciò che Ron lo lasciasse sedere sul letto e lo
osservò mentre chiudeva la
porta con fare nervoso, prima di tornare da lui e sederglisi accanto,
ansioso.
“Allora” disse
accigliato, Weasley “Dicevi?”
Harry si passò
inconsapevolmente la mano tra i capelli,
arruffandoli ulteriormente, in un gesto nervoso.
“Io… non so
nemmeno bene cos’è successo” disse con
tono
esitante “Ero in riva al lago. Mi facevo gli affari miei e ad
un tratto arriva
Malfoy” cominciò a raccontare, sgranando
ulteriormente lo sguardo, fissandosi
le mani come se stesse rievocando un terribile trauma “voleva
parlare”
“Malfoy?”
domandò sorpreso, Ron “Parlare?” chiese,
come se
non avesse sentito bene.
Potter annuì, ricordando
lo sconcerto che aveva avuto lui
stesso quando il biondo aveva pronunciato quelle parole
“Sì. Parlare. Si è
avvicinato. Io cercavo la bacchetta. Pensavo tramasse qualcosa, come al
solito.
Lui trama sempre qualcosa” notò solo vagamente
l’amico annuire, concordando con
le sue ultime parole.
“Però…però…”
Potter deglutì “Lui, lui ha cominciato a dire
cose strane. Sculettava, ancheggiava verso di me. Non se ne andava.
Diceva
qualcosa sul destino, sull’amore. Credo anche qualcosa sulla
tensione
sess…sessuale tra di noi. Non capivo che cazzo stesse
dicendo. Voglio dire, ci
siamo sempre odiati, Ron. Odiati!” esclamò,
fissando ora, disperato, il suo
migliore amico “E all’improvviso lui fa discorsi
sui miei occhi che gli rapiscono
l’anima! Dice che sono labirinti.
Labirinti…” mormorò con tono
febbricitante, abbracciandosi
da solo e cominciando a dondolare leggermente avanti e indietro
“L’ho
schiantato e l’ho fatto finire nel lago. Se tutto va bene, la
piovra dovrebbe
finire di digerirlo tra poco” fece una pausa “Credo
che abbia anche accennato a
qualcosa sul fatto che suo padre lo fustiga. O simili”
mormorò. Stette in
silenzio per qualche secondo “Io volevo solo un po’
di tranquillità” concluse
alla fine, con tono piagnucolante.
Ron, da parte sua, lo osservava con
occhi sgranati “Malfoy
sculettava?” riuscì solo a dire, in preda allo
sbigottimento.
Harry si girò lentamente
verso di lui, fissandolo con uno
sguardo così poco stabile, che il rosso si
ritrovò ad indietreggiare istintivamente.
“Ron”
sibilò Potter “Ti ho appena finito di dire che
Malfoy,
QUEL Malfoy, mi ha dichiarato imperituro amore e tutto quello che sai
chiedermi…” si fermò, ansimando in
preda all’isteria.
Weasley capì di aver fatto
un errore e si affrettò a porre rimedio
alla sua uscita “Scusa, amico” disse
frettolosamente “E’ che è tutto talmente
strano! Sono sorpreso, ecco tutto. Voglio dire, sicuro che fosse
Malfoy?”
chiese dubbioso.
“Altroché se era
lui!” esclamò Harry “Non è
certo un tipo
che si può confondere, quello”
“Vero…”
si ritrovò ad asserire il rosso, ancora stupito da
quello stranissimo racconto fornitogli dall’amico.
Calò un silenzio shockato
tra i due. Il primo a fare
qualcosa fu Ron, che avvolse Harry in un goffo abbraccio.
“Forza, amico”
borbottò, dandogli pacche imbarazzate sulla
schiena “Forse hai ragione. La piovra lo potrebbe
già aver divorato, a
quest’ora”
Harry si sentì
più tranquillo, alle parole dell’amico.
Chiuse gli occhi e sospirò, maledicendo la sfiga che lo
perseguitava da sempre.
Per fortuna ora era in un luogo sicuro, con una persona fidata
e…
“Ron…?”
“Dimmi, amico”
rispose solerte il rosso.
“…Perché
una delle tue mani è sul mio culo?”
“Pensavo volessi un
po’ di consolazione” spiegò Weasley.
Harry avvertì il proprio
respiro aumentare di velocità e
l’isteria rimontare gagliarda dentro di lui.
“Chissà come ti
sei spaventato, eh?” sussurrò Ron, senza
sembrare per nulla intenzionato a spostare la manina balorda dalle
grazie
dell’amico e, anzi, azzardando qualche sordida palpata
“Ma non preoccuparti.
Ora ci sono io” terminò di dire con un tono che
sembrava volesse essere
tranquillizzante “mh…”
sospirò inalando leggermente con il naso “Sai che
hai un
buon odore?”
“Ron…”
pigolò Harry, con lo sguardo così sgranato, che
chiunque, a vederlo in quello stato, si sarebbe aspettato di vedere i
suoi
bulbi oculari rotolare via dalle rispettive cavità. Non
sapeva cosa stesse
succedendo. E non sapeva se lo spaventasse di più il fatto
di avere una mano
del suo migliore amico sul popò o il fatto che, sempre il
suo migliore amico,
lo stesse annusando come un cane da tartufo. Sapeva solo che
l’istinto gli
urlava di fuggire finché era in tempo, giusto per
risparmiarsi una nuova
follia.
“Harry” disse il
rosso, con tono sognante, interrompendo le
elucubrazioni dell’amico “Quante volte ho sognato
di tenerti tra le braccia.
Così.” Disse, sottolineando le parole con una
poderosa strizzata alla natica
destra di Potter, che rispose a tal gesto con un’esalazione
strozzata, piena di
disperato stupore.
“Hai idea di quanto tempo
sia passato, da quando ci siamo
conosciuti?” continuò Ron, con tono enfatico
“Quanto tempo sprecato, nel
cercare di mettermi in testa che quello che provavo per te erano solo
semplici
sentimenti fraterni. Che stupido” disse con un sospiro.
Harry, rinsavito almeno un
po’ da quell’evento
quantomeno…inaspettato,
si divincolò dalla presa dell’amico e si
alzò dal letto, barcollando sulle
gambe malferme, dirigendosi verso la porta.
“Un incubo”
borbottava tra sé, mentre arrancava lontano da
Ron “Sono in un incubo. Devo svegliarmi” diceva tra
sé, cupamente.
“Oh, Harry” disse
Ron, riacciuffandolo con un movimento
lesto e riportandolo sul letto. Stavolta facendolo accomodare sulle sue
ginocchia “Non fare lo stupido e ascoltami, che è
importante. Riguarda il
nostro futuro”
Harry, dal canto suo, agitava
debolmente le braccia verso la
porta, chiedendosi perché si fosse improvvisamente
allontanata dalla sua
visuale. Prima era così vicina…
“…e negli
spogliatoi. Merlino, che tentazione” ciarlava il
rosso, apparentemente ignaro dello stato mentale in cui versava Harry.
Potter, una volta capito che la porta
non si sarebbe
avvicinata, abbassò le braccia, sconfitto e si mise ad
ascoltare le parole
dell’amico.
“Insomma, Harry. Il succo
è che noi siamo fatti per stare
insieme” disse Ron, con fervore “voglio dire, ci
capiamo! Nessuno ti conosce
come ti conosco io. E viceversa. E poi, diciamocelo; la storia del
migliore
amico non regge. Siamo ambigui. Lo sanno tutti. In realtà ci
amiamo, ma la
paura di far soffrire Hermione, ci frena dall’esternare i
nostri sentimenti
reciproci. Ma ora basta, Harry. Basta!” esclamò il
rosso.
Potter, dal canto suo, si stava
chiedendo se Ron si
rifornisse dallo stesso spacciatore di Malfoy.
“Ron” disse il
moro “Ti sei sniffato polvere volante?”
chiese con tono leggermente speranzoso.
E pensare che lui voleva solo qualche
minuto di
tranquillità…
“ Hermione
capirà!” disse Ron, ignorando le parole
dell’amico.
“Ron” disse Harry
con voce flautata.
“Dimmi, Harry”
flautò Ron a colui che già considerava il suo
ragazzo.
“Fanculo pure a
te” disse Potter con tono soave, prima di alzarsi,
afferrare la propria bacchetta e di schiantare l’amico, che
volò dall’altra
parte della stanza, per poi ricadere al suolo svenuto.
Harry osservò per qualche
secondo il corpo esanime del suo
migliore amico, prima di fare dietrofront e uscire a passo spedito
dalla
stanza.
“Che cazzo sta succedendo a
tutti?” pensò sconvolto il
ragazzo, ancora incredulo per quello che era successo.
Malfoy che si dichiara. Ron che…Ron…che gli PALPA
IL CULO.
C’era qualcosa di
tremendamente sbagliato in tutto ciò.
Qualcosa doveva aver scatenato quella follia.
“Ma cosa?”
mormorò Harry tra sé.
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