POV: Kira
Ancora meglio di quanto sperassi. È
stato Mitsui stesso a proporre di dividerci. Ed io che mi ero
messa d’accordo con Ayako per trovare una scusa e separarci.
Ci salutiamo accordandoci di ritrovarci all’ora
di cena davanti alla locanda.
L’isola non è molto lontana, perciò decidiamo di affittare
una barca a remi.
“Vuoi una mano a remare?” chiedo a Mitsui.
“Non sia mai che faccia faticare una bella ragazza. Questo è
un lavoro da uomini. E poi è anche un buon
allenamento.” Mi dice sorridendo.
Io sorrido di rimando distogliendo lo sguardo. Il suo
complimento mi ha fatto arrossire parecchio.
L’aria è fresca e si sta davvero bene.
Iniziamo a parlare del più e del meno.
Quasi non ci accorgiamo di essere arrivati
a destinazione. Scendiamo dalla barca e la ormeggiamo. Dopodiché decidiamo di fare un giro.
Il paesaggio è davvero bellissimo come mi hanno detto.
Ci addentriamo un po’. Ad un certo punto sentiamo un rumore di acqua e lo seguiamo.
Ci ritroviamo ad una piccola insenatura. Una cascata cade
dolcemente. Ci avviciniamo all’acqua.
“È bellissimo.”
“Ti va di fare un bagno?” propone Mitsui.
“Certo.”
Ci togliamo i copri costumi e ci
tuffiamo in acqua. La temperatura è gradevole.
“Ah, com’è rilassante.” Dico lasciandomi cullare dalle onde.
“Già. Ci voleva proprio questa vacanza dopo la settimana
infernale che abbiamo avuto.”
“Beh, dai. Gli esami sono passati e tutti li abbiamo superati. Pensa a questo e non allo sforzo che c’è
dietro.”
Restiamo in silenzio alcuni istanti, poi prendo il coraggio
a due mani e gli chiedo: “Posso farti una domanda?”
“Sicuro.”
Smetto di fare il morto a galla e mi riporto in posizione
verticale per poterlo guardare in faccia.
“Come mai ti attira tanto l’idea di scoprire il mittente di
quei messaggi? Tanto da arrivare a studiare come un matto?”
Lo vedo riflettere un attimo. Poi si passa una mano sulla
faccia portandosi indietro i capelli.
“Vedi… Era un periodo che mi
sembrava che tutto fosse piuttosto monotono. Avevo bisogno di qualcosa che mettesse un pizzico di pepe nella mia vita. Quando ho
ricevuto la prima poesia qualcosa si è acceso in me.
Non è la prima volta che ricevo poesie d’amore, ma ammetto che questa in
particolare ha attirato la mia attenzione. Non so come spiegarlo, ma… è come se
attraverso quelle parole la ragazza che le ha scritte fosse riuscita a
trasmettermi i suoi sentimenti. Il fatto che poi non fosse nemmeno firmata, ha
aumentato la mia curiosità. Così, per questi motivi, ho pensato che questa era l’occasione che aspettavo per movimentare la mia vita. E
ammetto che più va avanti il gioco più la mia curiosità aumenta.”
“E se dovessi scoprire che quella
ragazza non valeva tanto sforzo?”
“Non credo che possa succedere.”
“Come lo sai?”
“È solo una sensazione, ma penso che quando troverò quella
ragazza non resterò deluso.”
“Le concederai davvero un appuntamento se vincerà lei?”
“Sì.”
“Beh, spero per lei che riesca a
fare avverare il suo sogno.” Dico. Poi mi affretto ad aggiungere. “Sono un tipo
romantico. Spero sempre per il lieto fine.”
Restiamo a mollo ancora qualche
tempo, poi decidiamo di proseguire nella nostra passeggiata.
Quasi non ci rendiamo conto di quanto si stia facendo tardi.
È già il tramonto quando ritorniamo alla barca e riprendiamo
la via del ritorno.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
POV: Mitsui
“Abbiamo fatto un po’ tardi.”
“Speriamo di raggiungere la spiaggia prima che faccia buio.”
“Già.”
Le nostre speranze vengono però deluse.
È già buio quando noi siamo solo a metà strada.
Non abbiamo nemmeno una torcia e l’unica luce è quella delle
stelle. Della Luna non c’è traccia.
Anche tra di noi riusciamo a
vederci solo vagamente.
“Ti spiace se parliamo?” mi chiede lei. Sento nella sua voce
una nota preoccupata.
“Tutto bene?” le chiedo.
“Non proprio. Non mi è mai particolarmente piaciuto il buio
completo.”
“Tranquilla. Ci sono io con te.”
“Lo so.”
“Di cosa vuoi parlare?”
“Non saprei…”
“Che ne dici di parlarmi di te. Ti
conosco da un anno, ma in realtà non so molto.”
“Non che ci sia molto da dire. Che vuoi
sapere?”
“Non saprei. Cosa ti piace, cosa non ti piace, quali sono i
tuoi sogni… cose del genere.”
“Cosa mi piace? Vediamo…
Mi piace la musica rock, mi piace divertirmi con gli amici, mi piace
pattinare, anche se come sai ho dovuto rinunciarci. Mi piace il mare, mi piace
stare con la mia famiglia, mi piace sognare, leggere e scrivere.”
“Cosa scrivi?”
“Racconti, poesie…”
“Deve essere allora un vizio che io conosca
poetesse.” Dico sorridendo.
“Già…”
“Prima o poi dovrai farmi leggere
qualcosa.”
“Prima o poi succederà.”
“E cosa non ti piace?”
“Non mi piace l’ipocrisia, la falsità, non mi piacciono i
ragni tanto che se li vedo urlo. Non mi piace litigare… non mi viene in mente altro. Per quanto riguarda i miei sogni, alcuni li ho dovuti rinchiudere in cassetti chiusi a chiave. Ho dovuto
rinunciarci per cause superiori. Ma proprio per questo
ho iniziato a vedere la mia vita in maniera differente. Se voglio una cosa non mi fermo finché non la ottengo. Perché non voglio più
avere dei rimpianti.”
“Ti capisco perfettamente. Anche la mia mentalità è cambiata
in quel senso dopo l’incidente.”
Restiamo in silenzio alcuni istanti consapevoli di essere più simili di quanto non sembri.
Improvvisamente sentiamo un botto e la barca inizia ad
oscillare paurosamente.
“Che succede?” chiede Kira
allarmata.
“Non lo so.”
Il botto si ripete e sento Kira lanciare un urlo impaurito.
“Abbiamo toccato qualcosa. Non si vede niente. Dannazione!”
dico guardandomi intorno.
Ancora una volta urtiamo qualcosa.
Muovo i remi e mi accorgo che c’è qualcosa che non quadra.
Li tiro in barca e noto che il remo di sinistra si è rotto.
Cerco di tenere il controllo della barca con il remo
rimanente, ma non è facile.
Continuo per diversi minuti, finché il remo non si incastra in qualcosa. Cerco di sbloccarlo, ma non ci
riesco.
Anche Kira prova ad aiutarmi, ma
nemmeno insieme ci riusciamo. Sentiamo un rumore di legno infranto e ci
guardiamo un attimo prima di muovere il remo. Anche quello si è spezzato.
Mi avvicino a Kira e l’abbraccio per tranquillizzarla. La
sento tremare tra le mie braccia.
Il silenzio ci avvolge completamente a parte il lento
sciabordio dell’acqua.
“Andrà tutto bene, vedrai.”
La sento annuire leggermente contro la mia spalla.
Ci sediamo al centro della barca e restiamo abbracciati.
Il tempo passa inesorabile e noi siamo in mezzo al mare in
preda alle correnti marine.
Improvvisamente sentiamo delle voci.
Ci scambiamo uno sguardo e poi ci guardiamo intorno.
“C’è qualcuno? Abbiamo bisogno di aiuto.”
grido.
Una voce risponde. “Non vi vediamo. Continua a parlare così
possiamo seguire la voce.”
Continuo a chiedere aiuto, finché non vedo una sagoma
formarsi nella debole luce.
Una barca si avvicina alla nostra.
“Tutto bene?” chiede il ragazzo ai remi. Con lui c’è una
ragazza.
“Ora sì, per fortuna. Abbiamo urtato qualcosa e si sono
spezzati entrambi i remi.”
“Siete stati fortunati. Di notte in queste acque sono
avvistati spesso degli squali.”
Kira ed io ci scambiamo uno sguardo
preoccupato. L’abbraccio più forte.
“Tenete. Legate la cima di questa corda
alla barca. Vi portiamo a riva.” Dice la ragazza.
Mi affretto ad eseguire e sento che la barca si inizia a muovere.
“Vi ringraziamo. Non avremmo saputo proprio come fare senza
il vostro aiuto.”
“Non preoccupatevi. È il nostro compito. Ora riposatevi.
Dovrete essere stanchi dopo lo spavento che vi siete presi.”
Improvvisamente sento effettivamente la stanchezza addosso.
Abbraccio meglio Kira e ci accomodiamo meglio sul fondo
della barca.
Quando apro gli occhi siamo a pochi
metri dalla spiaggia. Anche Kira si sveglia.
Dei nostri salvatori non c’è traccia. Con le mani ci
aiutiamo a raggiungere la riva.
Siamo poco distanti dal molo.
Quando ci vedono arrivare i proprietari del molo ci vengono incontro.
“Eravamo preoccupati non vedendovi tornare. State bene?”
“Sì.” Brevemente raccontiamo cosa è accaduto, mentre la
moglie del proprietario ci offre un the per riscaldarci.
“Vi hanno salvati un ragazzo ed una
ragazza?” ci chiede la moglie del proprietario sorpresa.
“Sì.”
“Ricordate se la ragazza aveva capelli lunghi tenuti legati
da un nastro blu?”
“Non so dire che colore fosse, ma
sì aveva un nastro che le legava i capelli.” Risponde Kira.
Notiamo lo sguardo che scambia con il marito e Kira chiede:
“C’è qualcosa che non va?”
“Non esattamente. Quelle persone non esistono.”
“Come non esistono?” chiedo confuso.
“Beh, non esistono nel nostro tempo. Secondo una leggenda,
sono lo spirito di due innamorati che hanno giurato di proteggere le coppie che
in questo mare si trovassero in difficoltà.”
Kira ed io ci scambiamo uno sguardo
sbalordito.
Dopo aver ringraziato i proprietari del molo ci dirigiamo
verso la locanda dove ci aspettano preoccupati i nostri amici. Raccontiamo
anche a loro la nostra esperienza ed anche loro rimangono sorpresi.
Dopo aver cenato, decidiamo di andare a letto. Le emozioni
per oggi sono state abbastanza.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
POV: Kira
La mattina seguente mi sveglio di buonora.
Dopo essermi rinfrescata mi dirigo verso il cortile della
locanda.
Stiracchiandomi, inspiro a pieni polmoni l’aria salmastra.
“Buongiorno.” Sento una voce familiare alle mie spalle.
“Buongiorno. Dormito bene?” chiedo con un sorriso a Mitsui.
“Abbastanza. E tu? Ripresa dallo
spavento di ieri sera?”
“Sì. Più o meno. Anche se credo che per un po’ non andrò a
fare giretti per mare.”
Entrambi sorridiamo.
Facciamo una passeggiata per il cortile mentre aspettiamo
che arrivi l’ora della colazione.
La giornata passa velocemente tra scherzi e divertimenti e
arriva il momento di tornare a casa.
“Beh, rallegriamoci. Il week-end è finito, ma domani
partiremo per la gita scolastica.”
“Un’altra settimana di baldoria!” esclama Ryota entusiasta.