Purchè tu sia felice

di Chanel483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Tutto come sempre ***
Capitolo 2: *** -Quante scene per una bottarella sul naso ***
Capitolo 3: *** -Quidditch ed ammiratori ***
Capitolo 4: *** -Ad agire d'impulso... ***
Capitolo 5: *** -Il coraggio di rinfacciare ***
Capitolo 6: *** -Sfide e conseguenze ***
Capitolo 7: *** -Posso fare ciò che voglio ***
Capitolo 8: *** -Finalmente, forse, la verità ***
Capitolo 9: *** -Segreti e pregiudizi ***
Capitolo 10: *** -Il passato non si dimentica ***
Capitolo 11: *** -La margherita ed il tulipano ***
Capitolo 12: *** -La paura di soffrire ***
Capitolo 13: *** -Due parole. Cinque lettere. Le più difficili del mondo ***
Capitolo 14: *** -Il torneo della Vittoria ***
Capitolo 15: *** -Prima di partire ***
Capitolo 16: *** -Vacanze in famiglia... e che famiglia! ***
Capitolo 17: *** -Rivelazioni natalizie ***
Capitolo 18: *** -Cinque giorni ***
Capitolo 19: *** -Il ballo ***
Capitolo 20: *** -La calma prima della tempesta ***
Capitolo 21: *** -La prima prova ***
Capitolo 22: *** -Davanti alla realtà ***
Capitolo 23: *** -Dove siamo arrivati? ***
Capitolo 24: *** -Intervista ai partecipanti al Torneo della Vittoria: Tutto ciò che volete sapere sulla vita dei suoi giovani campioni ***
Capitolo 25: *** -Insieme ***
Capitolo 26: *** -Seconda prova ***
Capitolo 27: *** -Botta in testa ***
Capitolo 28: *** -Fratelli deficienti ***
Capitolo 29: *** -Posso spiegare... ***
Capitolo 30: *** -Quasi finita ***
Capitolo 31: *** -Terza prova ***
Capitolo 32: *** -Tutti i nodi vengono al pettine ***
Capitolo 33: *** -Il Ballo della Vittoria ***
Capitolo 34: *** -Epilogo ***



Capitolo 1
*** -Tutto come sempre ***


Buongiorno :D 
Pensavate di esservi liberati di me, vero? Ed invece eccomi qui - come promesso - con il seguito di "Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono".
La storia è principalmente a paring Rose/Scorpius, ma come avete letto tra i protagonisti ho messo anche Ron/Hermione e Draco, perchè i genitori avranno un ruolo importante nella storia(:
Beh... che dire, spero vivamente che la storia vi possa interessare (si può leggere anche senza aver letto "Lo yin e lo yang", anche se probabilmente, facendo così così, avrete qualche "vuoto"... se serve, sono disponibile a rispondere a qualsiasi domanda o a farvi un breve riassunto della precedente fanfiction(: )
Quindi vi lascio, buona lettura, un bacio,
Franci


-Tutto come sempre

 

Erano passati sei anni dalla prima volta in cui aveva messo piede nel binario 9 e ¾ , ma non era cambiato per niente. Alle sue spalle comparve la figura del fratello, che subito le andò a sbattere contro: << Potresti stare attento a dove vai Hugo? >>, chiese Rose un po' irritata, prendendo il ragazzino per le spalle. Il rosso si stava per scusare, ma tre figure comparvero dal muro dietro di lui, zittedolo.

L'uomo dai capelli rossi – e un principio di calvizie – teneva per mano una bimbetta di quattro anni, con i capelli dello stesso colore del padre, legati in due trecce:<< Eccoci qui! >>, esordì Ron guardandosi intorno:<< Sai cara, quasi quasi torno anche io ad Hogwarts... >>, propose ammiccando verso la donna al suo fianco.

Hermione alzò gli occhi al cielo e diede un buffetto sul braccio del marito:<< Sei incorreggibile! E smettila, noi abbiamo già avuto il nostro momento di gloria! Ora tocca a loro... >>, l'uomo si grattò la nuca, ammettendo che la moglie aveva – come sempre – ragione, e la donna si pettinò i capelli indietro con una mano, mettendo ancora più in risalto la cicatrice sotto l'occhio destro.

<< Mamma! >>, strillò la bambina per mano al padre:<< Voglio andare con Rosie! >>, disse ad alta voce.

La donna sciolse la presa della bimba dalla mano del padre, per poterla prendere in braccio:<< Quando sarai grande Emily, anche tu andrai ad Hogwarts, ma per ora, credo che dovrai stare a casa con me... >>, disse dandole un bacio sulla fronte. Poi si rivolse alla figlia maggiore:<< me la tieni un secondo? Io aiuto papà a prendere i bagagli... >>, disse mettendo la bimba tra le braccia di Rose. Si voltò verso il marito e tirò giù i due bauli e le due gabbie dal carrello.

<< Buongiorno! >>, salutò una voce alle spalle della ragazza.

Rose trattenne il fiato mezzo secondo, poi si voltò e si ritrovò a mezza spanna dal viso del suo “cuginetto preferito”:<< James! >>, strillò lasciando andare la sorellina, per lanciarsi al collo del ragazzo moro che le stava davanti.

<< Mamma mia! Da quanto non vi vedete? Due giorni? >>, chiese Ginny, avvicinandosi ai due, con un bel sorriso stampato sul viso stanco a causa dei turni pazzi che le davano al SanMungo. Si sporse per prendere in braccio la piccola Emily, che tendeva le braccia per reclamare un po' di attenzione:<< E a te piccina? Non ti guarda nessuno? >>, chiese la zia, dandole un bacio su una gancia, sapendo che in realtà era tutto l'esatto opposto.

In quel momento anche Harry, Albus e Lily raggiunsero il gruppeto, tutti sorridenti. Dopo un lungo giro di abbracci si allontanarono un poco, per recuperare tutti i bagagli. Un attimo dopo il treno fischiò:<< Su, su! >>, disse Hermione sbrigativa, mollando in mano al figlio la gabbia con il gufo ed il baule:<< Sbrigatevi o rimarrete a piedi! >>, raccomandò mentre, a quelle parole, Harry e Ron si lanciarono uno sguardo ammiccante. Molto probabilmente, entrambi ricordavano la vecchia Ford volante...

La riccia si voltò per dare un bacio alla figlia, ma si bloccò quando scorse un viso famigliare:<< Ehi, ma quelli... quelli sono Luna e Dean! >>,disse entusiasta:<< Credevo che ai gemelli mancasse ancora un anno per Hogwarts... >>, commentò sovrappensiero.

Ron alzò gli occhi al cielo:<< Andremo a salutarli dopo ok, amore? Ora lasciamo andare i ragazzi... >>, le rispose dando un bacio sulle fronte della figlia:<< Falli neri, ok tesoro? >>,disse affetuosamente, beccandosi un'occhiataccia dalla moglie, che corresse le parole dell'uomo con un “Comportati bene”.

Rose sorrise:<< Come sempre papà >>, si allontanò per dare un bacio alla madre, che le raccomandò di studiare costantemente, poi strinse forte la piccola Emily e si avviò all'entrata del treno. Aspettò un'attimo il fratello, che stava terminando con i saluti, poi con il baule in una mano e la gabbia di Babi – il suo gatto – nell'altra, si incamminò per il corridoio del treno.

<< Prendiamo uno scompartimento insieme Rosie? >>, chiese James, che era l'ultimo della fila.

Rose si strinse nelle spalle:<< Va bene, prima però devo trovare Agnes... >>, intanto si guardò intorno per constatare che l'amica non si trovasse nelle vicinanze.

La porta di uno scompartimento si aprì e ne uscì la testa bionda di un ragazzino sui quattordici anni:<< Hugo! Lily! >>, chiamò il ragazzo:<< Venite con noi? >>, chiese quando i due si furono voltati.

I ragazzi si lanciarono uno sguardo intorno, come a chiedere il permesso:<< Andate pure >>, disse Rose con un sorriso:<< Ci vediamo in Sala Grande >>. I due ricambiarono il sorriso ed entrarono nello scompartimento con i ragazzi.

Rose lanciò uno sguardo ai cugini:<< Dove ci mettiamo? >>, chiese con aria un po' sconsolata, addocchiando gli scompartimenti straboccanti di studenti.

James – che era il più alto dei tre – allungò un po' il collo:<< Se non sbaglio ce n'è uno libero la infondo... Andiamo a vedere >>. Prese per mano la cugina e si incamminò verso uno degli ultimo scompartimenti.

Lì dentro c'era dentro solo una ragazza, aveva la loro età e stava china su di un libro:<< Agne! >>, strillò Rose, aprendo la portà con uno scatto.

La ragazza sobbalzò, ma appena vide l'amica si lanciò verso di lei abbracciandola. Agnes era una ragazza davvero particolare, anche lei era al sesto anno, come Rose, aveva lunghi capelli biondo scuro, che teneva sempre stratti in una coda alta, un viso sottile, dai tratti delicati, e occhi blu intenso nascosti da un paio di occhiali, con una montatura nera moderna. Nel complesso, era veramente bella. Era anche molto brava a scuola, in particolare in pozioni, anche se odiava qualsiasi cosa comportasse lo sporcarsi le mani, come erbologia, cura delle creature magiche ed ogni tipo di sport. Era molto ligia al dovere e alle regole, nonché un ottimo prefetto.

Quando le due si lasciarono Agnes spostò lo sguardo sui due fratelli, che aspettavano sulla soglia:<< Albus, James! >>,disse sorridendo, abbracciando entrambi, fecendo arrossire il povero Albus fino alla punta dei capelli. La bionda si fece indietro, per lasciare che i ragazzi si accomodassero, poi si rivolse a Rose:<< Stavo giusto aspettando di vederti, ora devo andare nello scompartimento dei prefetti. Ci vediamo dopo, ok Rosie? Al... vieni con me? >>, chiese poi al ragazzo, che era anche lui prefetto:<< Ciao ragazzi, a dopo >>, disse salutando con la mano e tirando Albus per una manica, per farsi seguire.

Rose e James rimasero da soli – non che la cosa li preoccupasse molto – nello stretto scompartimento. Il silenzio durò all'incirca sei secondi:<< Allora James >>,disse la ragazza sottolineando il nome del cugino:<< quando mi porti a vedere una partita delle Holyhead Arpies!? >>, chiese ricordando al ragazzo la promessa di qualche tempo prima.

<< Non dirmi che tifi ancora per loro... >>, disse lui coprendosi il viso con una mano, con fare esageratamente teatrale.

Rose sbuffò:<< Me lo avevi promesso! E non fai altro che rimandare! >>, lo accusò incrociando le braccia al petto, mettendo il broncio.

James rise:<< Certo che rimando, nella speranza che i tuoi gusti migliorino! >>. La ragazza non riuscì a trattenere le risate.

Un'oretta dopo James tirò fuori dallo zaino una scacchiera ed iniziarono a giocare.

Rose perse cinque partite su sei:<< Non perdonerò mai mio padre per questo! >>, annunciò falsamente offesa:<< L'unico talento che potevo ereditare da lui era la bravura negli scacchi... invece nemmeno quella! >>, si mise le mani nei capelli, facendo una strana smorfia. Il ragazzo riprese a ridere, esultando per l'ennesima vittoria.

Passò l'immortale signora dei dolci – che lavorava sul treno fin da quando anima viva potesse ricordare – e i ragazzi fecero rifornimento di dolci e, continuando a ridere e giocare, presero anche ad ingozzarsi di caramelle.

Mezz'ora dopo li raggiunsero Albus e Agnes, che sfruttarono ampiamente le scorte di caramelle e dolciumi vari dei due.

Iniziarono a parlare di scuola e dei voti degli esami dell'anno precedente:<< Beh, a me è andato tutto abbastanza bene, a parte erbologia, in cui ho preso una A... ma solo perchè mi sono rifiutata di prendere il bacello di... quello che era... mi faceva paura! Era così... così... sporco! >>, Rose scosse la testa, sapeva come era andato l'esame di erbologia di Agnes. La ragazza continuò:<< Per il resto tutto O. Ed E in pozioni, astronomia, storia della magia, divinazione ed incantesimi >>, disse con un grande sorriso.

<< Io ho... >>, iniziò Rose.

L'amica la interruppe:<< Preso tutte E, lo sappiamo >>, disse ghignando.

La ragazza fece segno di no:<< No, non in tutto, ho preso O in astronomia e antiche rune ed A in storia della magia... >> aggiunse stringendosi nelle spalle.

La bionda annuì:<< Questo solo perchè hai copiato i miei appunti! Ti saresti meritata un T >>.

L'altra sbuffò:<< Il professor Ruf ha un potere soporifero... Lo sai! >>.

Tutti e quattro iniziarono a ridere, qualcuno bussò al vetro dello scompartimento. La porta si aprì, per mostrare un bel ragazzo allampanato, dai capelli scuri che gli ricadevano sulle spalle:<< Ciao Agnes, ero passato a salutarti... e per... sapere come stai >>, la ragazza annuì – palesemente annoiata – così il moro si rivolse a James, tendendogli la mano, il ragazzo la accettò:<< Ehi James, come stai? É vero che quest'anno sei tu il capitano di Grifondoro? >>.

Il ragazzo annuì:<< Ovviamente >>, disse con un ghigno ammiccante.

Il moro era evidentemente in imbarazzo:<< Beh... buon viaggio allora, ci vediamo... allo Smistamento... ehm... ciao... Agnes >>, chiuse la porta con un tonfo.

La bionda sbuffò e Rose le lanciò un'occhiata maliziosa:<< E chi era quello? >>, chiese con aria furba.

La ragazza alzò gli occhi al cielo:<< Si chiama Lucas Bondenton... o Bothelin... non lo so... è insopportabile, fa il settimo anno a Tassorosso. Da quando lo scorso anno mi ha aiutata a raccogliere dei libri, è diventato una calamita! >>, raccontò sbuffando.

James sogghignò:<< Questo perchè sei propri una... bella ragazza >>, disse con uno sguardo di apprezzamento.

Agnes arrossì leggermente e, dopo aver alzato gli occhi al cielo, tirò fuori un libro dalla sua borsa e si mise a leggere.

La porta si aprì di nuovo, questa volta però nessuno bussò:<< Ma buonasera Weasley >>, la voce era inconfondibile, un istante dopo infatti, Scorpius Malfoy – con tanto di banda di serpeverde al seguito – mise la testa nello scompartimento.

Rose fece saettare gli occhi azzurri verso quello grigi di lui, incenerendolo con uno sguardo:<< Un giretto nei bassi fondi, Malfoy? >>, chiese acida, mentre gli altri tre si tenevano fuori dal discorso, sapendo che Malfoy era campo privato.

Il biondino ghignò:<< Dovresti essere fiera, non credere che riservi questo trattamento – l'andarle a cercare per tutto il treno – a tutte le ragazze... >>, disse malizioso.

La rossa incrociò le braccia:<< Se è un trattamento di favore, puoi benissimo toglierti il pensiero Malfoy, la prossima volta non ti scomodare neppure. Anzi, se ora portassi il tuo regale muso fuori dal nostro scompartimento ci sarebbe più aria per tutti! >>.

Agnes alzò gli occhi al cielo. L'ennesima frecciatina. Erano così infantili quando facevano così...

Scurpius entrò nello scompartimento, abbassandosi minacciosamente verso la ragazza:<< Io sto dove voglio, Weasley. E smettila di aprire la tua boccaccia solo per farle prendere aria >>. Rose gli lanciò uno sguardo di fuoco:<< Se sei tornata qui per rompere le palle, riprendi il baule e torna dalla mammina, Weasley >>.

Passo falso.

Rose scattò in piedi, facendo indietreggiare Scorpius fin fuori dallo scompartimento:<< Cosa c'entra ora mia madre!? >>, chiese a voce più alta del necessario.

<< Ho detto di tornare da quella Mezzosangue della tua mammina >>, ripeté lui a testa alta, con aria di sfida.

Agnes si morse la lingua, questa volta il biondino aveva esagerato.

Due secondi e la bacchetta della grifodoro era puntata alla giugolare del ragazzo, che era inchiodato contro la parete del treno:<< Tu lurido... sei solo un deficiente, figlio di mangiamorte corrotti! >>. Scorpius sbiancò, spaventato più dalle parole della ragazza che dalla sua bacchetta:<< Prima di parlare di mia madre, Malfoy, lavati la bocca. Perchè è solo per grazia di Dio se i tuoi genitori non sono chiusi ad Hazkaban! E non valgono nemmeno un decimo di ciò che vale “quella mezzosangue della mia mammina” >>.

I ragazzi dei quattro scompartimenti più vicini si erano riversati nei corridoi per assistere alla scena, ed ora circondavano i due a bocca aperta. Agnes si scambiò uno sguardo d'intesa con James ed insieme uscirono per riportare la situazione alla normalità.

James afferrò Rose per la vita e, senza ascoltare le sue proteste, la staccò dal biondo, mentre l'altra riportava la calma urlando:<< Allora!? Cosa cè da guardare!? Sono un prefetto e se non volete cinque punti in meno per ciuscuno di voi, vi rivoglio nel vostro scompartimento entro tre secondi! Uno... due... >>, non ebbe bisogno di arrivare al tre che il corridoio fu completamente vuoto, eccezion fatta per Scorpius Malfoy, che aveva lo sguardo fisso sul pavimento. Agnes gli si avvicinò:<< Malfoy >>, lo chiamò per assicurarsi che la stesse ascoltando:<< torna dai tuoi amichetti e lascia stare Rose >>, detto questo rientrò nello scompartimento.

Dopo una sfuriata contro Malfoy, i serpeverde, i mangiamorte, i ragazzi dai capelli biondi e la maggior parte degli essere viventi sulla faccia della terra da parte di Rose, durata almeno trenta minuti – durante i quali Agnes aveva finito di leggere il suo libro e si era rimessa lo smalto, James aveva consultato due riviste sul Quidditch e Albus aveva chiesto in prestito il libro di Agnes ed era riuscito a leggere i primi due capitoli – la ragazza se ne stava raggomitolata nel suo sedile, con il broncio ed una ruga tra le sopracciglia aggrottate.

Dopo poco Albus e Agnes dovettero assentarsi per una mezzora, per controllare i corridoi. Al loro ritorno il ragazzo annunciò:<< Sarebbe meglio se mettessimo le divise, manca poco all'arrivo >>. Effettivamente fuori dal finestrino si scorgeva il profilo del castello di Hogwarts, stagliato contro iò cielo rosso fuoco del tramonto.

Tutti furono daccordo ed indossarono la divisa con lo stemma di Grifondoro, a cui Agnes ed Albus appuntarono la spilla da prefetto.

Una quindicina di minuti ed il treno si fermò – un po' troppo sbruscamente, per i gusti di Agnes – annunciando l'arrivo ad Hogwarts.

Appena scesi dal treno, l'inconfondibile voce di Hagrid li accolse:<< Primo anno! Da questa parte, primo anno! >>, Rose considerò l'ipotesi di andare a salutare il professore, ma decise che si sarebbero visti durante il banchetto.

I due prefetti li abbandonarono nuovamente, per dare una mano ad Hagrid a radunare i novellini, così lei iniziò a cercare una carrozza con James. Alla fine ne trovarono una dove salirono anche Lily ed Hugo, poco dopo li raggiunsero anche Albus ed Agnes.

<< Chissà chi sarà il nuovo professore di Difesa, per quanto aveva detto la McGranitt il professor Wilson se ne sarebbe andato lo scorso anno... Quindi la scuola avrà fatto nuovi aquisti >>, disse sovrappensiero Lily, mentre la carrozza si avvicinava alla scuola.

James annuì:<< Ormai il professor Wilson era così insieme che non avrebbe distinto un'Avada Kedabra da un'Aguamenti. É un bene che sia andato in pensione >>, tutti furono d'accordo.

Poco dopo le carrozze si fermarono e tutti scesero.

Essendo Rose decisamente bassina – di sicuro non aveva preso da suo padre – James la prese per la vita e le fece fare mezzo giro per aria, prima di riappoggiarla a terra urlante e sorridente:<< James Sirius Potter! Sei un emerito cretino! >>, sbottò puntandogli contro un dito, senza però smettere di ridere.

In fretta raggiunsero le Sala Grande, dove ebbe inizio lo smistamento, che vide Mildred e Miron Thomas – i figli di Luna e Dean – assegnati a Corvonero, e diverse nuove promettenti reclute per Grifondoro.

Dopo un banchetto più che soddisfacente la professoressa McGranitt si alzò in piedi e, senza il bisogno di richiamare il silenzio, tutti gli studenti si ammutolirono:<< Miei cari ragazzi >>,salutò gioviale, sorridendo e mettendo ancora più in mostra le rughe sul volto:<< a tutti i vecchi studenti: bentornati, e quelli nuovi: benvenuti. Vi lascerei andare subito a riposarvi, ma mi preme darvi alcune informazioni e raccomandazioni per questo nuovo anno. Il custode, il signor Gazza, mi chiede di ripetere che l'ingresso nella foresta proibita è severamente vietato a tutti gli studenti, di qualsiasi anno >>, qui lanciò un'occhiataccia ad un paio di grifondoro, che distolsero prontamente lo sguardo: << mentre la lista degli oggetti proibiti all'interno della scuola è esposta nella bacheca di tutte le Case. In più abbiamo dei cambiamenti nel nostro corpo insegnanti, la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure sarà ricoperta dal professor Petterson >>, un uomo alto, dalle spalle large, la mascella squadrata e i capelli chiari andulati, si alzò mentre gli studenti – ed in particolare le studentesse – applaudivano:<< mentre il posto del caro professor Vitius verrà preso dalla professoressa Ellen >> tra gli applausi si alzò una strega sulla trentina, aveva un visino rotondo, incorniciata da capelli biondi e boccolosi, tenuti fermi da un cerchietto di strass rosso:<< Per le selezioni delle squadre di Quidditch, verranno affissi degli avvisi nelle bacheche delle Sale Comuni. Ora seguite i prefetti verso i vostri dormitori, gli orari delle lezioni vi verranno consegnati domani a colazione. E adesso, a letto. Buonanotte >>, con questo congedò i ragazzi.

Con un po' di fatica, Albus e Agnes sgomitarono tra gli studenti per riuscire ad accompagnare i bambini del primo anno verso il dormitorio di Grifondoro.

Rose aspettò seduta su di una delle poltrone rosse che, a detta di sua madre, dovevano essere le stesse di quando lei frequentava la scuola e con un grande sorriso sprofondò tra i cuscini. Era tornata a Hogwarts!

Agnes la raggiunse un minuto dopo:<< Li fanno sempre più piccoli >>, esclamò arresa, sedendosi sul bracciolo della poltrona dell'amica:<< e deficienti; ho dovuto fare tre volte lo spelling della parola “bamboccioso” perchè non la capivano >>, aggiunse un po' contrariata.

Rose fece una breve risata:<< Certo che la Signora Grassa potrebbe inventarsi parole d'ordine più umane, tipo... casa, gatto, cane, mago... così non ci farebbe uscire di testa... >>, la bionda annuì, dello stesso parere.

Pochi minuti dopo salirono insieme verso il loro dormitorio, dove trovarono Helena e Isabel, le due grifondoro del loro anno. Rose si mise il pigiama e lasciò uscire Babi dalla gabbia, poi si adoperò per incollare – ovviamente con la magia, che poteva finalmente usare dopo due mesi – il suo poster preferito delle Holyhead Arpies sopra il letto, mentre Agnes faceva comparire sul muro disegni di fiori colorati, della stessa forma ma con dimensioni diverse.

Rose guardò la migliore amica con un sorriso, lei non sarebbe mai riuscita ad essere così... precisa e femminile come era Agnes, ma le andava bene così. Urlò un “buonanotte” rivolto a tutte e si nascose sotto le coperte, per godere della prima notte al castello.

Come avrete notato ho fatto un paio di modifiche a ciò che sappiamo da i diciannove anni dopo: per primo Ron ed Hermione hanno un'altra figlia, so che è un pò strano, ma mi piaceva troppo l'idea, e poi Luna e Dean sono felicemente sposati(: Spero che questo non vi disturbi.
Fatemi sapere che ne pensate :D

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Capitolo 2
*** -Quante scene per una bottarella sul naso ***


-Quante scene per una bottarella sul naso!

Il giorno seguente, la fanciulla di casa Weasley, fu svegliata dalla “soave” voce della sua migliore amica.

<< Roooooose! Se non ti svegli entro tre secondi ti lascio qui e me ne vado a fare colazione da sola! >>.

La rossa sbattè un paio di volte le palpebre e si guardò intorno confusa per qualche istante, prima di riuscire a mettere a fuoco l'immagine di Agnes, vestita di tutto punto, che stava davanti a lei con le mani sui fianchi.

Rose non riuscì a trattenere una risata:<< Sembri proprio mia nonna Molly, messa così, Agne! >>, disse senza la minima intenzione di mettersi in piedi.

La bionda chiuse gli occhi e prese un lungo respiro:<< Alzati, Rose. Adesso! >>, ordinò a denti stretti, ormai paonazza in volto.

L'altra iniziò a prendere sul serio le parole dell'amica, notando anche che il dormitorio era deserto, eccetto loro due:<< Che ore sono? >>, chiese mettendosi a sedere.

Agnes, evidentemente sollevata dal vederla collaborare almeno un po', andò verso il suo letto, per raccogliere la borsa con i libri:<< Sarebbe ora di essere giù a fare colazione. E non ho assolutamente intenzione di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola a causa tua >>.

Facendo un saluto militare ed urlando un “Sì, signora!”, Rose si mise in piedi ed in fretta e furia infilò la sua divisa.

Iniziarono a scendere le scale del dormitorio mentre la rossa ancora si allacciava quei maledettissimi e piccolissimi bottoncini della camicia.

Infine, quando arrivarono in Sala Grande – Rose ancora trafficava per fare il nodo alla cravatta – e si sedettero al tavolo di Grifondoro, il professor Paciock – direttore di Grifondoro – stava già distribuendo gli orari per le lezioni.

<< Buongiorno, signorina Weasley >>, salutò il professore, quando arrivò a lei.

<< Ciao Neville >>, rispose Rose, mentre si ingozzava di pane e marmellata. Il professore di erbologia le lanciò un'occhiataccia:<< Mi scusi, volevo dire: Buongiorno rispettabilissimo e sconosciutissimo professor Paciock >>, Neville riuscì a camuffare una risata con un colpo di tosse.

Era un po' difficile trattare il “professor Paciock” come tale, dopo due mesi durante i quali era andato a cena da loro almeno una volta a settimana...

<< In ogni caso, illustrissimo professor Paciock, mamma e papà le mandano i loro più vivi saluti >>, aggiunse Rose fingendo di fare un inchino, ma muovendo solo il capo.

Neville alzò gli occhi al cielo:<< Sai che se continui così la McGranitt ucciderà entrambi, vero Rose? >>, chiese lanciandole un'occhiataccia.

La rossa si strinse nelle spalle:<< Quella donna adora troppo mia madre per prendere anche solo in considerazione l'ipotesi di espellermi >>, disse con noncuranza. Il professore annuì, trovandosi in effetti del tutto d'accordo con la ragazza:<< In ogni caso, cos'hai per me? >>, chiese come se stesse parlando con Babbonatale la notte del ventiquattro dicembre.

Neville prese una pergamena bianca e la poggiò sul suo tavolo, vi puntò contro la bacchetta:<< Seguirai tutti i corsi dello scorso anno? >>, chiese, sapendo già la risposta.

La rossa finse di pensarci un po' su:<< Mmm... a dire il vero stavo pensando di abbandonare erbologia, non pensa anche lei professore che sia una materia inutile? >>, chiese con aria innocente.

Dopo averle lanciato un'altra occhiataccia ed aver alzato gli occhi al cielo, il professore iniziò a far comparire delle scritte sulla pergamena:<< Allora... Trasfigurazione, Erbologia, Incantesimi, Cura delle Creature Magiche, Storia della... >>.

Fu interrotto:<< No! Storia della Magia no! Per carità! Elimina... volevo dire, elimini dalle materie dello scorso anno Storia della Magia, Astronomia e Divinazione. Credo che potrei morire se dovessi studiarle ancora per due anni... >>.

Il professore le rivolse un sorriso:<< Bene, allora abbiamo solo Trasfigurazione, Erbologia, Incantesimi, Cura delle Creature Magiche, Aritmanzia, Antiche Rune – “Quello solo perchè se no mia madre mi uccide” commentò la ragazza – e Difesa contro le Arti Oscure. Giusto? >>.

<< Esatto >>, annuì la ragazza:<< Anche se credo che fare tutte queste materie ci sia veramente da uscire di testa... Pensa che il nonno voleva che facessi babbanologia... babbanologia, capisci? Quando in casa mia ci sono più oggetti babbani che... che in un negozio di oggetti babbani! >>. Senza commentare il professore le consegnò la lista e passò ad Agnes.

<< E invece lei, signorina Dollow? >>, chiese il professore con un sorriso.

La bionda sbatte le lunghe ciglia, dietro gli occhiali:<< Voglio seguire tutte le materie dello scorso anno, esclusa Erbologia e Cura delle Creature Magiche >>, disse sicura.

<< Non posso proprio farti cambiare idea, vero? >>,chiese il professore che ormai aveva perso le speranze.

Agnes sorrise:<< Non è per lei, professore, lei mi sta molto simpatico... è solo che... quella cosa... la... la... >>.

<< Terra? >>, le venne in soccorso Rose.

La bionda annuì:<< Esatto... è così... non so come spiegare... non è una materia che fa per me >>.

Il professore consegnò il foglio alla ragazza:<< Allora ecco a te, mi raccomando, non ti stressare troppo >>.

Nel suo elenco Agnes aveva: Pozioni, Incantesimi, Trasfigurazione, Storia della Magia, Antiche Rune, Aritmanzia, Babbanologia, Difesa contro le Arti Oscure e Astronomia.

Rose scorse velocemente la lista:<< é un suicidio Agne! >>, avvertì l'amica.

Lei le lanciò uno sguardo di traverso:<< Certo che no! Posso benissimo gestire la cosa >>, disse convinta, dando un morso al cornetto che teneva in mano:<< Basta un po' di organizzazione >>.

<< Certo, se smetti di dormire... e fossi in te non mi prenderei troppo tempo nemmeno per respirare... >>, disse la rossa, beccandosi un'occhiataccia.

<< Posso benissimo studiare e contemporaneamente respirare, Rosie >>, rispose l'altra un po' seccata. Poi guardò il nuovo orario:<< Ora abbiamo un'ora insieme di Aritmanzia, poi io ho Babbanologia e tu... un'ora buca, Trasfigurazione insieme, poi io ho un buco e tu... Erbologia. E dopo pranzo Difesa e Incantesimi... Beh, nulla di tremendo no? >>.

Rose non fece in tempo a rispondere, che si trovò trascinata dalla compagna per i corridoi, verso la lezione di Aritmanzia. Rispetto agli anni scorsi gli studenti che seguivano il corso erano decisamente diminuiti, nella classe infatti erano solo in undici. La lezione andò avanti tranquilla, dopo una ramanzina di venti minuti filati sull'importanza dell'impegno per i M.A.G.O. , il cui risultato avrebbe influito su tutta la loro vita.

Uscite di lì Rose ed Agnes avevano già il mal di testa:<< Non faranno tutti così, vero? >>, chiese la rossa speranzosa, riferendosi al discorso sull'importanza degli esami... che dopotutto, sarebbero stati due anni dopo.

Le sue speranze furono vane. Infatti, quando un'ora dopo – dopo che Agnes aveva avuto un'ora di Babbanologia e Rose si era trovata in Sala Comune con James, visto che avevano entrambi un'ora buca – entrarono nell'aula di Trasfigurazione, la professoressa – che era una donna sulla cinquantina, abbastanza bassa, con i capelli neri sbiaditi raccolti in una crocchia in cima alla testa – passò la prima mezz'ora di lezione e parlare degli esami. Agnes e Rose andarono a sedersi vicino ad Albus e gli altri compagni di Grifondoro che seguivano il corso – ovvero un tipo di nome Mathias ed Isabel, la loro compagna di dormitorio – e ascoltarono si e no i primi cinque minuti. Poi si erresero e presero a farsi i fatti loro.

La campanella suonò, annunciando il tanto agognato intervallo. Rose si precipitò a velocità disumana verso la porta, ma nella foga lanciò addosso ad un povero malcapitato la borsa dei libri. Si voltò. A terra, che si teneva il naso sanguinante e probabilmente mezzo svenuto, stava niente meno che Scorpius Malfoy.

Per quello che parve mezzo secondo la giovane Weasley considerò l'idea di lasciare “quello stronzo di un Mangiamorte” per terra, ma infine quella che in tanti chiamavano “cavalleria grifondoro”, si fece spazio in lei e la spinse a soccorrere il biondo a terra.

Si inginocchiò di fianco a lui, ignorando gli strilli di quell'oca della Rosier:<< Oddio! Lo hai ucciso! Il mio Scorpy! Ti ammazzo... lascia solo che trovi la bacchetta e poi... >>.

Rose tastò con un dito la spalla del biondo – mentre Agnes bisbigliava un “prima della bacchetta, sarebbe utile che tu trovassi un cervello” – lei grugnì:<< Smettila di starnazzare come l'oca che sei, Rosier. Con mio grande rammarico non sono riuscita a fare fuori Malfoy. E ti informo che respira e, quando una persona r-e-s-p-i-r-a >>, disse compitando la parola:<< vuol dire che l'o-s-s-i-g-e-n-o gli arriva fino al cuore, al cervello eccetera... quindi è viva... >>.

La serpeverde fece una strana smorfia e borbottò:<< Lo so cosa vuol dire respirare... >>.

La rossa alzò gli occhi al cielo e tornò ad occuparsi di Scorpius:<< Muovi il culo Malfoy, ti porto in infermeria >>, nessuna reazione. Il biondo continuava a contorcersi sul pavimento, emettendo gemiti sinistri.

Ma quante scene per una bottarella sul naso!

Rose alzò gli occhi al cielo e, con un'incantesimo non verbale, alzò il ragazzo di un metro da terra.

La Rosier lanciò un urlo:<< Cosa gli stai facendo!? >>, chiese accaldata.

La grifondoro richiamò e sé tutta la calma che sapeva di possedere, e anche quella che non aveva, poi si voltò per guardare in faccia la serpeverde.

Queen Rosier doveva aver fatto un patto col diavolo, probabilmente aveva dato tutta l'intelligenza che aveva alla nascita, per il corpo da fotomodella che si ritrovava. O, più semplicemente, non si può avere sia bellezza che intelligenza e lei tra corpo e mente aveva decisamente scelto la prima. Perchè aveva, si il cervello delle dimensioni di mezza nocciolina, ma anche un fisico alto e slanciato, tutte le curve al posto giusto, enormi occhi verde chiaro da cerbiatta e capelli color caramello, che le ricadevano in perfetti boccoli ai lati del visino perfetto, con il nasino all'insù e le labbra strette ma carnose. Per coronare il tutto quei Mangiamorte dei suoi genitori l'avevano chiamata Queen, a parere di Rose – ma anche di tutti quelli che non sopportavano quella ragazza, ed erano in molti – nome più stupido non esisteva.

<< Allora... >>, iniziò la rossa, sempre tenendo la bacchetta puntanta verso il corpo di Malfoy, sospeso a mezz'aria:<< Questa si chiama bacchetta. E questa >>, indicò intorno a sé con un dito della mano libera:<< Si chiama scuola. Siamo in una s-c-u-o-l-a di m-a-g-i-a e io ho fatto una magia con la bacchetta... Ti è chiaro il concetto? >>, chiese sbattendo più del dovuto le ciglia.

Queen parve rifletterci un po' su e ad Agnes – che era ancora da parte a Rose – sembrò di vedere un po' di fumo uscirle dalle orecchie per il troppo sforzo:<< Non sono stupida >>, disse infine, facendo alzare ad entrambe le grifondoro un sopracciglio:<< è solo che tu non hai detto nessun... incantesimo >>, aggiunse convinta.

Rose ed Agnes si lanciarono un'occhiata esasperata:<< Senti >>, disse infine la prima:<< vuoi che il tuoi fidanzatino sopravviva? >>,la serpeverde annuì:<< perfetto. Allora ora io lo accompagno in infermeria, prima che muoia dissanguato. Ok? >>, Queen annuì di nuovo e le due ragazze, con Malfoy semi svenuto al seguito, si incamminarono verso l'infermeria.

<< Sai, ogni volta che le parlo mi stupisce. Parlare con lei o con mia sorella Emily – che ha quattro anni – è praticamente la stessa cosa. Forse Emily è un filo più perspicace... >>.

Agnes annuì:<< Lascia stare... le sarà andato in palle il cervello a furia di lacca e creme per il corpo... >>.

Madame Chips – che ormai era diventata gobba ed anche un po' sorda – stava seduta tranquillamente nel suo studio, insieme alla sua nuova assistente, miss Mary, che leggeva svogliatamente la Gazzetta del Profeta. D'un tratto entrambe alzarono la testa, sentendo il rumore della porta che si apriva... e se lo sentiva madame Chips voleva dire che era il rumore era stato forte...

Mary si mise subito in piedi ed uscì correndo – saltellando, a dire il vero – per vedere chi fosse. L'anziana infermiera la seguì e, quando vide il corpo del ragazzo macchiato di sangue e sospeso da terra, si mise le mani tra i capelli.

Scorpius Malfoy no! Non il primo giorno di scuola!

La giovane aiutante, invece – che ovviamente non conosceva il soggetto in questione – si avvicinò saltellando:<< Cosa si è fatto? >>,chiese con la sua vocetta acuta alla signorina Weasley che gli stava accanto e gli teneva la bacchetta puntata contro per farlo levitare.

Rose divenne rossa:<< Ecco... Sono... Sono stata io... Ma non apposta! Per sbaglio gli è arrivata addosso la mia borsa dei libri... >>.

Mary annuì comprensiva:<< Certo cara, non ti preoccupare, ora sdraialo qui e in due minuti sarà come nuovo... >>.

Madame Chips si sentì in dovere di intervenire:<< Gli è casualmente andata addosso la sua borsa, signorina Weasley? >>, chiese scettica, seguendo i gesti dell'aiutante che si adoperava per trovare qualcosa che bloccasse l'emoragia.

La rossa alzò la testa, buttando indietro i lunghi capelli con un gesto secco della mano:<< Esattamente >>, disse guardando l'infermiera con aria di sfida:<< Stavo uscendo da Trasfigurazione, non l'ho visto e per sbaglio gli è arrivata addosso la mia borsa, che per la cronaca è piana di libri, quindi decisamente pesante >>.

La donna inarcò un sopracciglio fissando Rose. Rose inarcò un sopracciglio fissando la donna. Agnes si mise tra le due con un bel sorriso stampato in volto:<< Bene... ora che sappiamo che Malfoy non morirà dissanguato, noi dobbiamo andare. Arrivaderci madame Chips, arrivederci... >>.

<< Miss Mary >>, si presentò la ragazza, voltando lo sguardo mentre corspargeva il naso del ragazzo di un unguento arancione.

<< … Miss Mary >>, continuò lei, prima di trascinare l'amica fuori dall'infermeria.

<< Ma l'hai sentita con che tono mi parlava? Nemmeno fossi una... che ne so, un'assassina! Cioè, io mi faccio il mazzo per portare di corsa Malfoy in infermeria... e come mi ringraziano? Accusandomi di avergli fatto male... fantastico! Vedi cosa si ottiene ad essere altruiste? >>, la campanella suonò, risparmiando ad Agnes di rispondere:<< Cavolo! Ho lezione... ehm... aspetta, ho messo l'orario proprio qui... >>.

Agnes alzò gli occhi al cielo:<< Ora hai Erbologia, Rose >>, disse dandole una pacca sulla spalla:<< Beh, buona fortuna, io vado a fare il tema che ci ha assegnato per trasfigurazione. Ci vediamo dopo >>.

La rossa prese a correre, le serre di erbologia erano nel giardino e praticamente dalla parte opposta della scuola. Fortuna che era una persona atletica. Corse a perdifiato per tre minuti buoni, prima di irrompere nella serra con il fiato corto:<< Buongiorno, signorina Weasley, grazie per averci onorato con la sua graziosa presenza >>, la salutò il professor Paciock, guardandola severo.

Lei prese posto vicino ad Albus:<< Mi scusi professore, ma sono appena uscita dall'infermeria >>, l'uomo trattenne il fiato, preoccupato:<< No no, non per me... ho portato solo quel deficiente di Malfoy prima che morisse dissanguato per i corridoi... >>, spiegò frettolosamente, con noncuranza, prendendo il suo libro di erbologia.

Neanche l'adorato professore di Erbologia risparmiò ai ragazzi una bella ramanzina sull'importanza di quell'anno e del successivo e degli esami di M.A.G.O. . In pratica un discorso inutile, che tutti i prensenti avevano ascoltato almeno due volte, quella mattina.

Uscirono un'ora dopo dalla serra, per compito un tema di trenta centimetri sulle principali piante acquatiche curative.

Finalmente ora di pranzo.

Rose si incamminò verso la Sala Grande, dove trovò Agnes che l'aspettava. Seduti vicino a lei c'erano James, Lily, Hugo e Roxanne. Quest'ultima, vedendo la cugina, si mise subito in piedi e le corse incontro per abbracciarla:<< Mi chiedevo dove fossi! >>, disse la rossa, con il viso nascosto tra i capelli scuri dell'altra.

Roxanne la strinse un po' più forte:<< Ieri non ti ho vista, né in treno né in Sala Grande. Ma probabilmente ci siamo incontrate e io sono così sbadata da non averti riconosciuta >>.

Le due si lasciarono ed andarono a sedersi vicino agli altri:<< Allora, come sta Fred? >>, chiese Albus, servendosi intanto di costolette.

Roxanne si strinse nelle spalle:<< Mamma non è felicissima, ma ha iniziato a lavorare in negozio con papà. Mamma dice che era uscito con dei così bei voti lo scorso anno, che è uno spreco... io penso che sia lui a dover decidere no? >>.

Lily sorrise – in quel suo modo dolce, mostrando tutti e trentadue i denti ed evidenziando due fossette ai lati del viso – poi disse:<< Ma Angelina dovrebbe esserci abituata no? Cosa pensava, che il figlio di George Weasley potesse avere la testa a posto? >>, chiese ridendo.

Gli altri si unirono a lei:<< E poi dovrebbe considerare che quel negozio vi ha fatti diventare ricchi... >>, constatò James, dando un morso ad una fetta di pane.

Roxanne annuì:<< Fred e papà le hanno detto la stessa cosa, ma lei non li ha ascoltati >>, si strinse nella spalle:<< tanto, conoscendo Fred, alla fine farà quello che vuole, no? >>.

Chiaccherarono un po', su quello che avevano fatto durante le vacanze e sul nuovo anno scolastico. Dopo diversi minuti James si alzò:<< Andiamo Roxie, abbiamo pozioni... >>, la ragazza annuì e, dopo aver salutato tutti, si allontanò con il cugino, diretta ai sotterranei.

<< Ho sentito >>, iniziò Lily, dopo un attimo di silenzio:<< che Scorpius Malfoy è finito in infermeria con il naso rotto... Speriamo che glielo riaggiustino per bene, è così bello... >>, disse con aria sognante.

Rose saltò in piedi e la fulminò con lo sguardo:<< Nonno Arthur ti acciderebbe se ti sentisse dire una cosa del genere di un purosangue come Malfoy. Non ci pensare nemmeno >>, la piccola Lily abbassò lo sguardo sul piatto:<< Andiamo Agnes, abbiamo Difesa ora. Al, vieni con noi? >>.

Il ragazzo scosse la testa:<< No, vi raggiungo tra un attimo, vado con degli amici >>.

La rossa annuì:<< Bene, ci vediamo dopo. E... Lily, davvero. Stagli alla larga. In più... è troppo grande! >>, disse convinta, guardando un po' storta la cugina, che sembrava voler scomparire. Prese sotto braccio l'amica e si voltò verso l'uscita della Sala Grande.

<< Sbaglio o sei gelosa? >>, chiese Agnes, con aria maliziosa.

Si beccò un'occhiataccia:<< Gelosa!? Io!? E di chi!? Di quel mangiamorte di Malfoy!? >>, chiese l'altra, con voce più acuta del dovuto:<< Io non voglio che la mia cuginetta entri nei casini! Mi sembra ovvio! >>.

La bionda alzò gli occhi al cielo, ormai arresa alla testardaggine dell'altra, ed aprì la porta dell'aula di Difesa. La campanella non era ancora suonata, ma almeno sette o otto ragazzi avevano già preso posto, in attesa di conoscere il nuovo professore.

Insieme si sedettero ad uno dei primi banchi – fu una scelta di Agnes – in attesa. Un istante dopo la campana suonò. Un'altra quindicina di studenti – erano in molti a seguire i M.A.G.O. di Difesa – entrarono nella classe e corsero a prendere posto. L'eccitazione per il nuovo professore era palpabile.

L'uomo non si fece attendere troppo. Entrò nella classe un minuto dopo, con passò sinuoso si avvicinò alla lavagna e, al posto di andare a scrivere il suo nome, si sedette sulla cattedra. Rivolse a tutti un grande sorriso, rivelando una schiera di denti bianchissimi e perfetti:<< Buongiorno. Io sono il professor Petterson, Adrian Petterson. Più tardi faremo un giro di nomi. Non so come siate abituati, ma da adesso... via i libri e fuori le bacchette, signori e signore, la Difesa Contro le Arti Oscure NON si può imparare da seduti >>, si passò una mano tra i capelli, facendo sussultare molte delle studentesse. La mano di Agnes era già tesa verso il soffitto:<< Sì, signorina... >>.

Agnes abbassò la mano e sorrise:<< Dollow, Agnes Dollow, professore. Volevo chiederle una cosa; durante i M.A.G.O., se non sbaglio, ci sarà anche una prova teorica. Come faremo ad esercitarci per quella se non intende utilizzare i libri? >>.

Il professor Petterson rivolse alla ragazza un enorme sorriso:<< Bella domanda, Agnes, davvero bella domanda... mi permetti di utilizzarti per fare un piccolo esperimento? >>, chiese sporgendosi verso di lei, offrendole la mano.

La ragazza annuì e, dopo essersi sistemata i capelli, afferò la mano del professore e si lasciò portare vicino alla cattedra. Diverse delle studentesse fulminarono le loro mani unite:<< Bene Agnes, ora io andrò dalla parte opposta della classe e tu mi lancerai uno schiantesimo. Conosci l'incantesimo vero? >>.

Agnes gli lanciò un'occhiataccia e, con fare superiore, disse:<< Ovviamente >>. Estrasse la bacchetta dalla cintura mentre il professore raggiunse il muro opposto e si fermò, senza impugnare la bacchetta per contrattaccare:<< Stupeficium! >>, esclamò la bionda, con un colpo secco del polso.

Il professore venne sbalzato all'indietro ed andò a sbattere contro il muro. Tutti – o meglio, tutte – trattenero il respiro e dalla classe si levò un rumoroso:<< Ooooh >>.

Passarono tre secondi e Petterson si rimise in piedi. Qualcuna fece un mezzo applauso, ma vedendo che nessuno si univa a lei abbassò la testa, imbarazzata. << Brava Agnes, ottimo Stupeficium >>, disse con uno sguardo ammiccante alla stupentessa, che ricambiò con un leggero inchino:<< Bene, ora vorrei chiedere a qualcuno di voi... la ragazza la in fondo, con il cerchietto blu... >>.

<< Io? >>.

<< Si, tu. Come ti chiami? >>.

<< Sono Lory Jordan >>,rispose la mora di Tassorosso, sbattendo le ciglia.

Il professore annuì:<< Bene Lory, puoi spiegarmi, da questa dimostrazione, che cos'è uno schiantesimo? >>, chiese.

La tassorosso annuì:<< Certamente, uno schiantasimo è un'incantesimo di attacco, la formula è “Stupeficium” e serve per... atterare l'avversario? >>, disse un po' insicura.

Petterson annuì:<< Ovviamente uno schiantesimo ben assestato può arrivare a far svenire un avversario, ma sono sicuro che la signorina Dollow non volesse farmi svenire, perciò ha utilizzato una potenza minore nell'incantesimo, rispetto al suo potenziale. Dico bene, Agnes? >>.

Lei gli lanciò un' altra occhiataccia, però annuì:<< Posso tornare a posto, ora? >>, chiese un po' più freddamente del necessario.

La lezione continuò più o meno come le altre, il professore si interessò chiedendo a che livello fossero arrivati con il professor Willson e fece il solito discorso sull'importanza dei M.A.G.O. Alla fine della lezione assegnò una ricerca sulla storia degli schiantesimi e la spiegazione dell'eseguzione dell'incantesimo.

Quando la campanella suonò Agnes uscì dalla classe come un fulmine, mentre le altre ragazze rimasero indietro a lanciare sospiri verso il bel profossere.

<< Ma che ti succede, Agne? >>, chiese Rose inseguendola per i corridoi, verso la loro prossima lezione.

La bionda le rivolse un'occhiataccia:<< è un incompetente! >>, sbottò:<< Quello non ne sa nulla di Difesa contro le Arti Oscure! Uno come lui passa tutta la giornata a controllarsi i capelli, altro che! >>.

La rossa la fissava con le sopracciglia aggrottate:<< Parli del professor Petterson? >>, chiese un po' confusa.

L'altra annuì:<< Il professor Petterson >>, disse facendole il verso:<< Sono sicura che Grattastinchi sarebbe un professore più qualificato! >>.

<< Cosa c'entra adesso il gatto di mia madre!? >>, domandò l'altra con aria esasperata.

Agnes la guardò storta:<< Ora muovi le chiappe. Dobbiamo andare ad incantesimi! >>.

Buongiorno :D
So che è prestissimo per aggiungere un nuovo capitolo (non prendeteci l'abitudine, chi mi conosce sa che non sono praticamente mai così veloce xD), ma volevo aggiornare presto per aiutarvi a capire un po' meglio la situazione. 
Scusate se in questo capitolo si parla molto di Agnes, ma è un personaggio che adoro ed essendo di mia invenzione ho ritenuto opportuno descriverla un po' più approfonditamente
Un appunto: Queen Rosier è una parente di Evan Rosier, che in Harry Potter è un temuto mangiamorte, ucciso da Alastor Moody. Fate attenzione a questa ragazza, potebbe diventare importante(:
Beh... che dire... fatemi sapere che ve ne pare, un bacio Franci
PS: Colgo l'accasione per fare a tutti i miei cari lettori TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA

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Capitolo 3
*** -Quidditch ed ammiratori ***


-Quidditch ed ammiratori

Erano quasi le otto di sera, quando Agnes e Rose entrarono sottobraccio in Sala Grande. Il tavolo di Grifondoro era quasi pieno; Rose si sedette vicino a James:<< Ciao! >>, iniziò senza preavviso:<< Allora, ho letto l'avviso che c'è in bacheca, e volevo avvisarti che mi presenterò alle selezioni di Quidditch. E non voglio assolutamente nessun vantaggio perchè ero nella squadra lo scorso anno, o perchè sono tua cugina >>.

Il moro la guardò, inarcando un sopracciglio:<< Hem... Ok... >>, disse un po' stranito.

Rose sorrise soddisfatta:<< Bene! >>, disse iniziando ad addentare una coscia di pollo, e servendosi delle carote.

Alla sua sinistra Agnes prese dell'insalata.

Un ragazzo alto, con le spalle larghe, i capelli castano chiaro, lunghi fino al mento, e la divisa di Corvonero si avvicinò al tavolo:<< Ciao Agnes... >>, iniziò torturandosi le mani.

<< Buonasera, Alex >>, salutò senza degnarlo di uno sguardo lei, prendendo una fetta di pane.

Il ragazzo fece un cenno con la mano verso la rossa, lei ricambiò, fissando poi l'amica che guardava il piatto con ostinazione:<< Come hai... Hem... passato le vacanze? >>, chiese il corvonero, fissando con intensità la nuca si Agnes.

Questa si strinse nelle spalle:<< Tutto bene, grazie >>.

Alex si grattò la nuca:<< Oh... bene... >>, commentò a disagio:<< E i... G.U.F.O. Sono andati... bene? >>, chiese sempre agitato.

La bionda si strinse nuovamente nelle spalle:<< Certo >>, disse sintetica.

Il moro rimase li ancora qualche secondo, a dondolarsi sui talloni:<< Beh... io... ecco... ho preso dei... biglietti per... una partita di Quidditch, che si terrà questo inverno. Volevo sapere se... >>.

Alzando gli occhi al cielo, Agnes si voltò, per fissare il ragazzo che stava in piedi vicino a lei. Prima di parlare si portò una ciocca di capelli sfuggita alla coda dietro l'orecchio:<< Senti Alex, mi dispiace per come è andata a finire tra noi. Ma le cose rimangono esattamente come erano lo scorso anno. Non voglio un ragazzo che preferisce una pluffa a me, chiaro? >>. Senza aspettare una risposta, la bella grifondoro gli diede nuovamente le spalle, tornando a concentrarsi sulla sua insalata.

Il povero corvonero la guardò ancora per un po', con uno sguardo insicuro, poi a testa bassa, se ne andò con la coda tra le gambe. << Finalmente... >>, commentò a mezza voce la bionda, alzando di nuovo gli occhi al cielo.

<< Per me sei matta, Agnes >>, disse Helena, con un risolino acuto.

Agnes inarcò un sopracciglio, e la fissò stupita:<< Come, scusa? >>, chiese sbattendo le palpebre.

La grifondoro fece un'altra risatina:<< Oh... Tu hai... Hai rifiutato un'invito da Alex Lorren di Corvonero! >>, disse scioccata, fecendosi dare manforte da Isabel, che sghignazzava al suo fianco:<< Lo sai, vero, che la metà delle ragazze della scuola, venderebbero una gamba, per avere un'appuntamento con lui!? >>.

La bionda squadrò la compagna di stanza dall'alto in basso. Helena era alta, aveva capelli lisci e crespi, di un castano chiaro, il naso sottile e la bocca sproporzionata in confronto ai lineamenti fini del viso, un paio di chili di troppo, ma non esageratamente grassa. Portava sempre due mollette stravaganti – ogni giorno diverse – ai lati del viso. Quel giorno aveva due enormi api, che sbattevano un paio di ali di plastica:<< Certo che so chi è il mio ex-fidanzato, Helena. Purtroppo questo non vuol dire che io non possa comunque dargli un due di picche... >>.

A commentare questa volta fu Isabel:<< Quindi questo vuol dire che posso provarci io? >>.

Isabel era una ragazza bassa e magra, la carnagione olivasta, i capelli corti e neri, e gli occhi marrone scuro, quasi nero. Nel complesso era abbastanza carina, anche se non spiccava certo per la sua bellezza.

<< Come ti pare, Isabel >>, rispose svogliatamente Agnes, mandando giù un bicchiere di succo di zucca. Le due ragazze si lanciarono uno sguardo eccitato, ed uscirono confabulando dalla stanza, sotto braccio.

<< Ma... dimmi un po', Agnes >>, disse James, dopo che tutti ebbero guardato le due lasciare la Sala Grande:<< Da quando hai tutti questi ammiratori? >>, chiese divertito, con un sorriso forse un po' troppo tirato.

Agnes alzò un sopracciglio:<< Che sei, mio padre? >>, chiese scettica, lanciandogli un'occhiata accusatoria.

Il moro alzò le mani, in segno di resa:<< Era solo una domanda... non dovresti partire così sulla difensiva... >>. Agnes gli rivolse un'altra occhiataccia, per poi concentrarsi sull'insalata che ancora aveva nel piatto, mentre sul tavolo apparivano i dolci.

Rose addentò subito una fetta di torta al cioccolato:<< Lo sai, vero che se continui a mangiare come un maiale la scopa non riuscirà nemmeno a tenerti sospesa? >>, la ammonì la bionda, fissando con aria omicida la torta ipercalorica.

La rossa si strinse nelle spalle:<< Ma io questa la metto tutta in energia... Non in ciccia! >>, si difese continuando a strafogarsi.

Agnes scrollò la testa, arresa. Quella cena si era rivelata alquanto deludente, sotto diversi punti di vista.

Finirono di mangiare, e si diressero in dormitorio, dove trovarono Isabel e Helena ancora intentente nell'organizzare un piano. Rose si buttò sul letto – un solo giorno di scuola, ed era già stanca morta – mentre Agnes prese a scribacchiare qualche appunto per il tema di difesa.

Dieci minuti dopo, la giovane Weasley era già nel mondo dei sogni.

 

Due giorni dopo l'inizio della scuola, Rose Weasley era già in ritardo con lo studio.

Mentre Agnes si rifiutava categoricamente di far copiare i compiti alla compagna.

Ora la rossa si incamminava verso il campo da Quidditch, la bella scopa tirata a lucido sotto braccio, e nella testa ancora le parole della bionda “Se una irresponsabile, Rose! È possibile che con la montagnata di compiti che abbiamo da fare tu preferisca andare a rincorrere una pallina!? Sappi che quando tornerai alla torre ti toccherà passare un paio di ore a studiare, perchè puoi giusto sognartelo che ti passerò il tema di Trasfigurazione!”.

Rose scosse la testa, sapeva che alla fine le avrebbe fatto copiare. O almeno... ci sperava... ma infondo, non le importava più di tanto.

Immaginatevi la scena. Tre del pomeriggio, campo da Quidditch. Il cielo striato di grigio, un po' nuvoloso. Un ventina di persone nel centro, uno di loro urlava indicazioni a destra e a manca, cercando di ordinare la folla, che per lo più si faceva i fatti propri. Rose alzò il viso verso il cielo, che di rimando, le mandò contro una brezza fresa, che le scompigliò i lunghi capelli vermiglio.

Cosa poteva esserci, per la quale valesse la pena di rinunciare a ciò?

<< James! >>, salutò allegra Rose, quando gli fu vicino:<< Cos'è tutto questo casino? >>.

Il cugino si strinse nelle spalle:<< Sto cercando di formare gruppi equilibrati; tre cacciatori, un portiere e un battitore, per fare delle prove... Ma non è esattamente facile con così tanta gente... >>, rispose sconsolato.

Dieci minuti dopo la situazione era leggermente migliorata, erano riusciti ad organizzarsi in gruppetti di tre-quattro persone, ed ora il primo dei sei gruppi compiva un giro di prova intorno allo stadio; o almeno ci provava, calcolando che il ragazzo che provava come battitore non riusciva a d alzarsi a più di quattro metri da terra.

Il primo gruppo fece pena, a parte per il ragazzo che provava come portiere, che riuscì a parare tre, dei cinque tiri di James; anche se bisognava calcolare che il moro non era esattamente il massimo come cacciatore...

Il secondo gruppo fu, se possibile, peggio. Come cacciatore c'era una ragazzetta del quarto anno, che invece di alzarsi in volo faceva gli occhi dolci a James. Gli altri furono un disastro totale.

Fra i terzi c'era Rose, che prima di salire a cavalcioni sulla scopa si rivolse a James:<< Così fa un vero cacciatore. Guarda ed impara, sempre che tu riesca a vedermi... >>. Mentre il ragazzo scoppiava a ridere, la rossa si alzò di qualche metro, rimanendo sospesa a mezzaria.

Con un grande sorriso vide Agnes sugli spalti, che la fissava un po' contrariata. Le fece ciao con la mano, e la bionda ricambiò con un gesto secco, prima di incrociare ostinatamente le braccia al petto.

James le lanciò la palla, lei l'afferrò al volo e con un fischio il ragazzo diede inizio alla prova. La rossa ghignò e tenendo stratta la pluffa fece mezzo giro di campo, per poi trovarsi di fronte – ma a parecchi metri di distanza – gli anelli, dove c'era il portiere in prova.

Dopo assersi ravvivata i capelli all'indietro, diede una spinta alla scopa e partì in avanti, schivando con destrazza un bolide, che doveva aver lanciato quell'armadio del quinto anno, che provava come battitore. Con la pluffa sotto braccio arrivò fini a mezza dozzina di metri dalla porta e dopo aver ammiccato un attimo verso il cugino – che seguiva gli allenamente sulla scopa – lanciò la palla verso l'anello di mezzo. Il portire mancò clamorosamente la presa.

Alzando un pugno al cielo, in segno di vittoria, la rossa lanciò un urlo soddisfatta, mentre qualcuno dei ragazzi a terra, Agnes e James, applaudivano per la sua performance.

Con uno scatto fulmineo andò a recuperare la pluffa, prima che questa toccasse terra, o che gli altri cacciatori potessero anche solo pensare di recuperarla e dopo averla presa, si rimise in posizione compiendo un giro della morte. Il cugino se la rideva sotto i baffi: Rose era leggermente esibizionista.

Fece un'altro paio di tiri – ai quali l'aspirante portiere non si avvicinò minimamente – poi il moro soffiò nel fischietto, ponendo fine alla prova:<< Aspettami sugli spalti >>, le disse il cugino quando atterrò al centro del campo:<< Dammi venti minuti per finire con questi, poi facciamo un giro di prova con la squadra al completo >>.

La grifondoro gli lanciò un'occhiataccia:<< Assolutamente no! >>, disse irremovibile:<< Prima guardi tutte le altre persone che provano per il ruolo di cacciatore. Non voglio favoritismi! >>, e scrollando la lunga chioma in modo molto teatrale, si apprestò a raggiungere Agnes, che l'aspettava sugli spalti.

<< Sono stata bravissima! >>, si congratulò con se stessa la rossa, vedendo che l'amica non sembrava intenzionata a farlo.

Quest'ultima le lanciò un'occhiata truce:<< Sei solo un'esibizionista, Rose! >>.

Rose arricciò le labbra, ed incrociò le braccia al petto:<< E sentiamo, cosa avrei fatto per sembrarti un'esibizionista? >>, chiese stringendo gli occhi.

Agnes spalancò la bocca, schioccando rumorosamente la lingua:<< Tu non ti sei vista! >>, disse con aria scioccata:<< Hai fatto un giro della morte in sella ad una scopa... Senza alcun motivo! E ti posso assicurare che nessun'altro di quelli che hanno provato come cacciatori si sono messi a fare acrobazie! >>.

La rossa si rimise in piedi:<< Ed è per questo che io diventerò cacciatrice, mentre gli altri potranno giusto guardarmi dagli spalti! >>, annunciò con aria fiera.

Agnes alzò gli occhi al cielo ed infilò una mano nella borsa che portava a tracolla; vi tirò fuori una piuma ed un rotolo di pergamena. L'altra tornò a guardare il campo, dove si esibiva il quarto gruppo, formato da un portiere – che poi era la bravissima Roxanne Weasley, portiere dello scorso anno – un battitore e tre cacciatori, due ragazzi ed una ragazza. La ragazza invece che cercare di prendere la pluffa, lanciava occhiate molto significative al capitano, giocherellando con il colletto della maglia della divisa.

<< Cosa stai facendo? >>, chiese annoiata, rivolgendosi alla compagna.

Questa le lanciò un'occhiata truce:<< Quello che dovresti fare anche tu: il tema di Trasfigurazione! >>, disse prima di tornare a grattare con la piuma sulla pergamena.

Dopo di che, nessuna della due aprì più bocca.

Una trentina di minuti dopo, James richiamò tutti i ragazzi che avevano partecipato alle prove e chiamò i nuovi componenti della squadra: lui giocava come cercatore; prese due ragazzi del settimo anno come battitori: Thomas e Nicolas; come portiere Roxanne Weasley, che faceva parte della squadra anche l'anno precedente; e come cacciatori un ragazzo di nome Peter, che frequentava il quinto anno, una certa Susan del quarto e Rose. Lasciò appositamente la ragazza per ultima, per vedere il suo viso diventare rosso di rabbia nell'attesa.

Ci vollero altri dieci minuti per far sloggiare gli altri che avevano provato ad entrare nella squadra e ora urlavano proteste verso James, accusandolo di aver fatto favoritismi.

Infine riuscirono a liberare il campo, anche se qualcuno dei grifondoro si fermò sugli spalti a guardare gli allenamenti.

James iniziò con le presentazioni della squadra. Rose conosceva già tutti, tranne la cacciatrice del quarto anno, che aveva solo visto un paio di volte in Sala Comune.

Susan era una ragazza minuta, più bassa di lei di una quindicina buona di centimetri, aveva un viso sottile e capelli chiari, che portava con un taglio corto con due ciocche più lunghe ai lati del viso. Aveva degli occhi enormi, confrontati ai lineamenti fini del viso, di un intenso color nocciola, che le davano l'aria di un piccolo cerbiatto.

Thomas e Nicolas li conosceva un po' meglio, perchè erano compagni di James, Peter invece era il fratello di un compagno di Hugo, mentre Roxenne era sua cugina.

Iniziarono subito con un giro di prova. Rose si trovò a suo agio, con tutti gli altri compagni e tra lei e gli altri cacciatori si creò subito un certo affiatamento.

In quel momento lei volava verso la porta, mentre Susan, appena dietro di lei, schivava con destrezza un bolide, la pluffa sotto braccio:<< A me, Susy! >>, urlò la rossa, che non sopportava il chiamare le persone con il nome di battesimo.

La bionda annuì e spingendo più veloce la scopa in avanti, lanciò la palla alla compagna, questa la prese al volo, ma si trovò la strada sbarrata da un bolide:<< A te, Pet! >>, urlò lanciando la palla indietro, dove sapeva esserci il ragazzo.

Peter la prese al volo, e superando le due ragazze si fermò a pochi metri dagli anelli e lanciò la pluffa verso quello di sinistra. Roxanne – rischiando di cadere dalla scopa – si spostò rapidissimamente e la prese al volo. La mora rimase un'attimo barcollante, cercando di ritrovare l'equilibrio, poi con un lancio lungo, mandò la palla verso il centro del campo. In quel momento James suonò il fischietto. Tutti si apprestarono a tornare a terra.

<< Beh, compliementi ragazzi, veramente. Mi sembra che la squadra sia ben equilibrata. Se domani dopo pranzo potessimo incontrarci per decidere gli orari degli allenamenti, sarebbe fantastico >>.

Uno alla volta, tutti i membri della squadra si avviarono agli spogliatoi, parlottando tra di loro, eccitati per la selezione.

Quando James, Rose e Roxanne lasciarono il campo da Quidditch, trovarono Agnes ad aspettarli, con la borsa dei libri a tracolla:<< Sei veramente un portiere fantastico, Roxie >>, disse gentile alla ragazza, quando la ebbero raggiunta.

La grifondoro ringraziò:<< E a me non dici niente, Agne? >>, chiese James con la faccia da cucciolo bastonato.

La bionda alzò gli occhi al cielo:<< Il cercatore di Tassorosso è più simpatico... >>, rispose incrociando le braccia al petto.

Il moro sgranò gli occhi:<< Parli di quello spilungone che lo scorso anno è riuscito a prendere a malapena quattro gufo? >>.

La ragazza si strinse nelle spalle:<< Non ho detto che fosse intelligente, ma bacia davvero benissimo! >>. E continuò a testa alta verso il castello, lasciando il povero James, con la mascella che sfiorava il terreno.

Buongiorno(:
Ho due secondi quindi sarò riassuntiva: allora, questo capitolo è incentrato su Rose e Malfoy non viene neanche citato, ma posso assicurarvi che è sopravvissuto alla "bottarella" sul naso :D
Due persone da tenere d'occhio sono Agnes e James; che altre ad essere due delle persone più importanti per Rose, avranno un ruolo abbastanza fandamentale nei prossimi capitoli :D
Devo ancora decidere come dividere i prossimi capitolo, ma dal quarto, massimo dal quinto, entrerà in scena anche Hermione (di conseguenza Ron), e molto probabilmente un intero capitolo sarà dedicato a lei :D
Grazie mille a tutti coloro che mi seguono, un enorme bacio Franci

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Capitolo 4
*** -Ad agire d'impulso... ***



-Ad agire d'impulso...

Quella stessa sera erano in Sala Grande, a cenare.

Agnes stava ancora facendo la paternale a Rose per la sua poca diligenza, mentre James spiegava animatamente ad Albus, Hugo ed un altro paio di ragazzi, come erano andate le selezioni per la squadra; Lily, invece, seduta di fianco al fratello, sbuffava sonoramente: Lei era la prima Potter sulla faccia della terra a non sopportare il Quidditch.

In quel momento il portone della Sala Grande si aprì e fece il suo trionfale ingresso Scorpius Malfoy, con tanto di Queen Rosier, attaccata ad un braccio, e due dei “suoi” serpeverde alle spalle. Entrò nella stanza a testa alta, camminando lentamente, facendo ciondolare un po' le spalle e guardandosi tutt'intorno con aria superiore.

Rose non resistette alla tentazione:<< Come va il naso, Malfoy!? >>, urlò dalla parte opposta della sala:<< Vedo che la Chips te lo ha sistemato. A dire il vero io ti preferivo prima, ti dava un look così selvaggio! Se vuoi te lo spacco di nuovo! >>, aggiunse ghignando ed alzandosi in piedi per fronteggiarlo.

Anche il biondo fece una mezza risata e si rivolse alla ragazza con aria sprezzante:<< E così facciamo ironia, Weasley. Fossi in te non mi permetterei di parlare così ad uno come me. Anzi, fossi in te andrei a lavarmi la bocca >>.

Rose incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio:<< E tu cosa saresti, Malfoy? >>, chiese, per nulla intimorita dalle parole del serpeverde:<< Uno sporco mangiamorte come il tuo caro paparino? >>, lo provocò ad alta voce, in modo che tutti gli studenti in Sala Grande si voltarono verso il biondo per vedere la reazione di questi.

Automaticamente la mano di Scorpius strinse la bacchetta sotto la veste, spintonando lontano la Rosier, che lo fissò sgranando gli occhi:<< Osa ripeterlo, rossa e giuro che finisci al SanMungo >>.

<< Ripere cosa? >>, chiese la ragazza, in un sibilo di sfida, mentre James allungava un braccio per farmarla e tutta la Sala Grande spostava velocemente lo sguardo da un all'altra come in una partita di tennis:<< Mangiarmorte? >>.

Accecato dalla collera e senza pensarci troppo, Malfoy estrasse la bacchetta e la puntò contro la Weasley:<< Sectumsempra! >>, urlò rosso di rabbia.

Rose – che a dire il vero non si aspettava che il serpeverde potesse arrivare a tanto – si buttò a terra appena in tempo:<< Ma sei scemo!? >>, sbottò rimettendosi in piedi, togliendosi una ciocca di capelli di bocca:<< Una maledizione del genere poteva uccidermi! >>.

<< Ti avevo detto di non provocarmi, Weasley. Stupeficium! >>.

<< Protego >>, rispose velocemente Rose, estraendo rapidamente la bacchetta:<< Expelliarmus! >>.

La bacchetta del biondo volò per metà della Sala Grande, per atterrare vicino ai tavoli degli insegnanti.

Il portone di ingresso si aprì nuovamente ed entrò una McGranit, un po' trafelata per la corsa, che puntò gli occhi prima sulla grifondoro che impugnava la bacchetta, poi sul serpeverde che fissava la sua, abbandonata a terra:<< Che succede qui dentro!? >>, chiese la vecchia preside, con il fiato corto:<< Weasley, Malfoy, nel mio ufficio! >>.

I due si lanciarono l'ennesima occhiataccia e seguirono la professoressa, senza incrociare gli sguardi, con il naso per aria, mentre Agnes bisbigliava:<< Sei un'incoscente, Rose! >>.

 

<< … ed infine devo rivelarmi molto, molto delusa da voi due. Dare spettacolo con una battaglia magica nel mezzo della Sala Grande, è da irresponsabile! Avreste potuto farvi male, o peggio! Avreste potuto ferire qualcuno! >>, la paternale della McGranit andava avanti da oltre quindici minuti ed ormai, sia la grifondoro che il serpeverde, se ne stavano sprofondati nelle rispettive poltrone, a fissare l'arredamento intorno, senza prestare la minima attenzione alla parole della preside:<< Mi vedo costretta ad infliggervi una punizione e... >>.

A quella parola, Rose si riscosse:<< Una punizione!? >>, chiese scioccata.

La donna annuì con vigore:<< Ovviamente, signorina Weasley! Ed in più, scriverò ai vostri genitori, per informarli del comportamento increscioso, tenuto da voi due oggi a cena >>.

La rossa si passò una mano tra i capelli:<< Mamma mi ucciderà... >>, borbottò tra se, sprofondando ancora di più nella poltrona.

La preside annuì con vigore:<< Se fossi sua madre, signorina Weasley, sarei molto delusa del suo comportamento. Non mi sarei mai aspettata una così profonda noncuranza delle regole, considerando il rispetto per queste ultime, da parte di sua madre. Ed anche lei, signor Malfoy... >>, il discorso della vecchia andò avanti per altri cinque o sei minuti, poi congedò i ragazzi, ripetendo – per l'ennesima volta – di sentirsi “estremamente delusa” ed avvisandoli che li avrebbe attesi la sera successiva, per le nove, nel suo ufficio.

<< Sei un genio, Weasley >>, sbottò Malfoy, nonappena la porta dell'ufficio della preside si fu chiusa alle sue spalle.

<< Ma che dici!? >>, chiese l'altra:<< Sei stato tu a lanciarmi un Sectumsempra! >>, gli ricordò con un filo di acidità nella voce.

<< Se tu la smettessi di provocarmi, rossa >>, rincarò la dose l'altro.

Rose tirò un calcio verso il muro, con forse un po' troppa potenza:<< Com'è possibile che tu debba essere sempre così... odioso e pieno di te!? >>, chiese allargando le braccia, mettendosi quasi ad urlare.

Malfoy inarcò un sopracciglio:<< E questo cosa centra, Waesley!? >>.

<< Centra perchè è tutta colpa tua! La mia vita sarebbe perfetta, se non ci fossi tu a spuntar fuori per rovinare sempre tutto! >>, urlò con quanto fiato aveva in gola.

Lo sguardo del biondo si incupì, e le iridi grige divennero fredde e spente:<< Stai al tuo posto, Weasley e vedrai che non ti disturberò più con la mia presenza! >>.

<< Non è questo il punto Malfoy! >>, disse la rossa bloccando il ragazzo – che si era voltato per andarsene – afferrandogli un polso:<< Cos'hai contro di me? >>, gli chiese con una voce del tutto diversa rispetto a quella usato poco prima.

Il biondo non si voltò, ma parlò continuando a darle le spalle:<< Io ho tutto contro di te >>, rispose strattonando il braccio per liberarlo dalla sua presa:<< Sei una Weasley. E questo non lo potrà mai cambiare nessuno, tantomeno in mio comportamento >>. E sempre senza guardarla, scese le scale, diretto ai sottorranei.

 

Malfoy era strano. Pazzo, avrebbe osato dire Rose.

In ogni caso, non era normale.

Quella notte, la giovane di casa Weasley non riusciva a prendere sonno, ed il russare sommesso che provaniva dal letto di Isabel non l'aiutava affatto.

Prese un maglione, ed infilandolo sopra la canottiera leggera, scese nella Sala Comune deserta. L'orologio posto sopra il camino quasi del tutto spento, segnava le tre e un quarto di mattina. E Rose ancora non aveva chiuso occhio.

Si avvicinò ad una delle fineste, e l'aprì; lasciandosi investire dal freddo vento notturno, che le fece salire un brivido per la schiena.

Da li riusciva a vedere buona parte del giardino e del castello di Hogwarts. Le luci della capanna di Hagrid erano spente.

A proposito, avrebbe dovuto passare a fargli visita...

Anche per il resto del castello sembrava non esserci anima viva, se non per un paio di flebili luci che illuminavano qualche finestra; probabilmente qualche professore o qualcun'altro che come lei non riusciva a prendere sonno.

Alzò lo sguardo verso il cielo che, al contrario che dalla finestra di casa sua, li sembrava non avere fine e le stelle – senza l'alterazione delle luci artificiali della città – brillavano come non mai.

Si scoprì a chiedersi se anche dal dormitorio di Serpeverde, nei sotterranei, il cielo fosse così vasto.

Ma cosa ti importa di come si vede il cielo da Serpeverde!? Tu sei una grifondoro, non hai nulla a che fare con quelli.

Scosse con foga la testa, ed andò a sedersi su uno dei divanetti in pelle rossa e lisa. Il fuoco nel camino era quasi spento, l'unica luce proveniva dalla cenere rossa, che sembrava lottare per non spegnersi del tutto.

Mentre stava li, a rimirare le ceneri di un fuoco ormai spento, sentì il ritratto scattare, istintivamente si irrigidì, estreando la bacchetta di noce, e puntandola verso l'entrata del dormitorio:<< Lumus >>, bisbigliò appena.

Nella flebile luce vide un'esserino alto poco più di cinquanta centimetri, le orecchie da pipistrello e le blaccia assute, strette ad una specie di federa calata sulle spalle. L'elfo squittì, facendo un passo indietro:<< Wollo chiede scusa, signora >>, disse con un inchino tanto profondo da sfiorare il tappeto rosso con il naso.

Rose fece un passo in avanti, mentre la creatura la guardava circospetta:<< Sei un elfo domestico, vero? >>, chiese con un filo di voce.

Wollo ripetè l'inchino:<< Un elfo domestico ai servizi di Hogwarts e di tutti i suoi abitanti, signorina Weasley >>, disse con voce gracchiante.

La rossa spalancò gli occhi:<< Signorina Weasley? Come fai a conoscere il mio nome? >>, domandò.

L'elfo si inginocchiò ai suoi piedi:<< Wollo non voleva essere scortese, signorina. Wollo voleva solo pulire la stanza, signorina. Wollo non la chiamerà più per nome, se questo la offende, signorina >>, si effrettò a spiegare, con voce tremula.

Rose si chinò vicino a lui:<< Non è un problema, Wollo >>, lo rassicurò con voce dolce:<< Solo mi chiedevo come fai a sapere il mio cognome, tutto qui >>.

L'esserino alzò lo sguardo, due enormi occhi blu brillarono nella semioscurità della stanza:<< Wollo conosce sua madre, signorina Weasley >>, disse con una nota di orgoglio nella voce:<< La signora Weasley ha salvato Wollo dalla casa dei suoi vecchi padroni. Loro erano... erano... >>, Rose vide l'elfo tremare sotto le pressione di quelle parole. Lo vide sforzarsi all'inverosimile, per non rimanere imprigionato dalle vecchie abitudini di sottomissione:<< Loro non... non erano gentili con Wollo >>, disse infine abbassando le orecchie da pipistrello.

La ragazza gli rivolse un sorriso:<< Lo so, mia madre ha passato praticamente tutta la sua vita a combattere per i diritti degli elfi domestici. Sono sicura che sarà felice di sapere che voi vi ricordate di lei >>, disse rimettendosi in piedi.

Wollo sembrò riscuotersi di colpo da quel momento di confidenze:<< Vuole qualcosa, signorina Weasley? Se vuole Wollo le può portare un tazza di the o... >>.

<< Potresti portarmi dal latte caldo? >>, chiese Rose interrompendolo.

L'elfo iniziò ad annuire freneticamente:<< Certo signorina. Wollo corre, anzi, vola, signorina Weasley >>, esclamò correndo all'indietro fuori dalla Sala Comune.

Rose tornò a sedersi, annotando mentalmente di dover scrivere una lettere alla madre il giorno seguente. E proprio con quel pensiero per la testa, prima che Wollo tornasse con il suo latte, sprofondò nel mondo dei sogni.

Ok, vi prego, vi scongiuro in ginocchio, non mi linciate. So che non è possibile aggiornare una storia un giorno si ed uno no, ma (togliendo che mi sto annoiando in modo assurdo) voglio assolutamente arrivare in fretta ad punto molto importante della storia.
La punizione della McGranit sarà fondamentale per i prossimi capitoli.
Vi voglio anche anticipare che il prossimo capitolo sarà per lo più incentrato su Hermione e vedremo sia cosa pensa della figlia, che qualcosa di ciò che è successo in questi anni.
Cercherò di farvi respirare un po' senza aggiornare subito al contrario di come sto facendo ora.
Grazie mille a tutti coloro che mi seguono e mi sostengono.
Un enorme bacio a tutti, Franci

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Capitolo 5
*** -Il coraggio di rinfacciare ***



-Il coraggio di rinfacciare

Hermione Jean Granger, scribacchiava frettolosamente su un pezzettino di pergamena, nel suo ufficio al quarto livello del ministero.

Era invecchiata, la bella grifondoro. Portava bene i suoi quarantatre anni, ma ormai, della giovane strega che era stata un tempo, rimanevano solo gli occhi accesi color nocciola e poco altro. Era invecchiata come un qualsiasi donna, tutto d'un colpo. Un giorno si era guardata allo specchio ed aveva scoperto di avere qualche ciocca di capelli argentati ed un po' troppe rughe intorno alle labbra.

L'aveva accettato bene, però.

Ora, stretta nel suo tailleur color malva con i capelli impeccabilmente raccolti sulla nuca ed una quantità indicibile di fondotinta a nascondere le rughe, si sentiva molto più a suo agio, che durante i primi anni di scuola, quando tutto era fuorchè una normale adolescente.

Un bel gufo, dal piumaggio chiaro, che Hermione conosceva bene, irruppe nel Ufficio Controllo e Difesa di Creature Magiche Docili ed Indifese, per posarsi sulla scrivania del capo ufficio: Hermione, appunto.

La donna sfilò la lettera dalla zampa del gufo, e dopo avergli offerto un biscotto per gufi ed un po' d'acqua, lo lasciò libero di posarsi su una delle sedie per lisciarsi le piume.

Chissà di chi era la lettera, Rose o Hugo? Il suo dubbio fu risolto dopo un attimo, con un'occhiata alla scrittura tondeggiante che ricopriva una ventina di centimetri di pergamena.

 

Mamma!

Come stai? Tutto bene in ufficio? Papà? Ha smesso di assillarti con l'imminente campionato di Quidditch? Penso proprio di no...

In ogni caso, ti scrivo perchè giusto ieri sera non riuscivo a dormire, e sono scesa in Sala Comune. Indovina un po' chi ho incontrato? Un elfo domestico! Si chiama Wollo e sembrava molto entusiasta all'idea di poter portare del latte caldo alla figlia della sua salvatrice, la fantastica “signora Weasley”. Gli ho promesso che ti avrei scritto per dirtelo...

Per il resto, qui va tutto bene. L'altro giorno ci sono state le selezioni per la squadra di Quidditch; ed indovina un po'!? Sono una cacciatrice! Ricordati di dirlo a papà, ne sarà entusiasta!

Non c'è bisogno che me lo chieda, ovviamente gli allenamenti di quidditch non mi sottraggono tempo prezioso per lo studio. Sai, sei prevedibile come madre...

Hugo ti manda a salutare, e dice che anche a lui va tutto bene. Anche Agnes, e James, Lily, Al... si, ed anche Roxanne... se ho dimenticato qualcuno fai finta di niente!

Ah, quasi dimenticavo. Ieri c'è stato un piccolo disguido con la McGranit a causa di Malfoy, nulla di preoccupante, è ovvio. Solo penso che ti arriverà presto un lettera dalla McGranit e volevo avvisarti.

Ti voglio bene (Ti vogliamo bene, anche tutti quelli sopracitati), a presto un bacio

tua Rose.

 

Hermione inarcò un sopracciglio “Piccolo disguido”. Conoscendo sua figlia, come minimo aveva dato fuoco alla Sala Grande, se non peggio.

Con un tempismo perfetto, il gufo scuro della Preside di Hogwarts, planò sulla scrivania – come poco prima aveva fatto quello del figlio – per avvisarla che, per una settimana, sua figlia Rose sarebbe stata in punizione, poiché aveva simulato un duello con Scorpius Malofy, in Sala Grande nel bel mezzo di una cena.

Un tic le colpì l'occhio che prese a pulsare in modo inquietante. Che fine aveva fatto la piccola e dolce Rose che seguiva le regole e non combinava mai disatri?

Una vocina nel suo cervello le ricordò che Rose Weasley, posata ed attenta alle regole, non lo era mai stata.

Leggermente infastidita scrisse una risposta alla professoressa, scusandosi più volte per l'increscioso comportamento della figlia ed approvando qualsiasi sorta di punizione la preside ritenesse più opportuna.

Poi – dopo aver fatto ripartire il gufo – armandosi di pazienza, si alzò stringendo tra le mani la lettera della figlia e quella della preside, diretta all'Ufficio Auror, dove era sicura di trovare Ron.

 

<< Quindi quando andrai dalla McGranit? >>, chiese Agnes.

Rose si strinse nelle spalle:<< Mi aspetta per questa sera >>, disse ingurgitando con noncuranza la seconda coscia di pollo.

La bionda strinse convulsivamente la forchetta. Non riusciva ad accettare l'idea che quella ragazza avesse così tanto disinteresse verso le autorità:<< Lo hai detto a tua madre? >>, chiese cercando di trovare un po' di buon senso nell'amica.

Quest'ultima annì:<< Si. Dovrebbe arrivarmi subito la lettera di risposta. Spero l'abbia presa bene >>.

La sua richiesta di sapere fu avverata un'istante dopo, quando due gufi entrarono da una delle finestre aperte. Uno dei due planò sul tavolo degli insegnanti, davanti alla professoressa McGranit, mentre l'altro – il barbagianni dal piumaggio chiaro di Hugo – si fermò proprio davanti a Rose, allungando una zampetta.

La rossa trattenne il respiro:<< Quella è... una... strilettera? >>, domandò osservando la lettera rosso scuro che il gufo le tendeva.

Agnes incrociò le braccia al petto:<< Ovvio che è una strillettera! >>, rispose in tono di rimprovero:<< E ora aprila, prima che esploda >>.

Con mani tremanti la ragazza slacciò la busta dalla zampa del barbagianni che prese il volo e sparì da dove era arrivato. Osservò quella carta color crimisi, recante il nome del destinatario – Rose Weasley – e del mittente – Hermione Jean Granger.

<< Allora? Che aspetti? Aprila! >>, le consigliò James, che stava seduto davanti a lei.

Rose prese un bel respiro, sentiva la lettera riscaldarsi tra le sua mani, ed aprì la busta. Questa si sollevò subito a mezzaria, prendendo la forma di delle labbra:<< ROSE! >>, tuonò la voce di sua madre, facendo voltare tutta la Sala Grande verso di lei:<< Sei un'incoscente Rose! “Piccolo disguido”!? Un duello nel mezzo della Sala Grande tu lo chiami “piccolo disguido”! Sono molto delusa da te Rose. E sono sicura che la professoressa McGranit >>, e qui la lettera si voltò verso il tavolo degli insegnanti, inclinandosi leggermente come se volesse inchinarsi:<< prenderà i provvedimenti adeguati. Se fossi stata io al suo posto, a quest'ora ti troveresti nei sotterranei, appesa al soffitto per gli alluci! Ronald! Di qualcosa a tua figlia! >>, seguì un secondo di silenzio, poi la voce di suo padre prese il posto di quella di sua madre:<< Sei riuscita almeno ad atterrarlo, piccola? >>, Hermione riprese subito il controllo:<< Dio, Ronald! E poi mi chiedo da chi abbia preso! Io e te discutiamo dopo, Ronald! Mentre tu, Rose... se capiterà nuovamente una cosa del genere... sceglierò io la punizione più adatta! Sono molto, molto delusa. >>, con queste parole, carta di fece a pezzi da sola.

Tutta la Sala Grande fu ammutolita per una manciata di secondi, durante i quali Rose desiderò intensamente che la terra si aprisse per inghiottirla. Poi tutti scoppiarono a ridere ed urlare.

<< Si, l'ha presa bene, direi >>, commentò Agnes, che sembrava essere l'unica a non essere divertita.

Rose, in preda allo sconforto, andò a nascondersi sotto il tavolo.

 

Hermione Jean Granger aprendo la porta di casa fu accolta dall'odore famigliare della sua casa, della sua famiglia. Lo stesso odore dei capelli di Emily o delle camice di Ron.

<< Sono a casa! >>, urlò sbottonandosi la giacca a doppiopetto grigia.

<< Mamma! >>, chiamò Emily, correndole incontro come una freccia di fuoco.

La donna allargò le braccia e si abbassò, per stringere la bambina al petto. Nel corridoio arrivò anche una donna, indosso una gonna lunga scura ed un golf beige, coperti da un grembiule:<< Tesoro >>, salutò la donna sorridendo.

<< Ciao mamma >>, rispose Hermione avvicinandosi per dare un bacio sulla guancia rugosa della madre. La bimba si allungò verso la nonna, per saltarle in braccio:<< Tutto bene? >>, domandò la riccia, dopo averle lasciato Emily.

<< Certo, tutto bene >>, rispose la donna, stringendosi la bambina al petto, mentre Hermione andava in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

La porta di ingresso si aprì nuovamente. Questa volta entrò in casa un uomo dai capelli rossi con indosso un impermeabile scuro ed una ventiquattrore in mano:<< Buongiorno! >>, salutò allegro, sbottonandosi la giacca. Emily corse verso il padre e si fece prendere in braccio per salutarlo. Il rosso, stringendo ancora la bambina in braccio, entrò in cucina, dopo aver salutato la suocera:<< Amore >>, disse sorridendo alla nuca della moglia.

<< Ronald! >>, sibilò questa, voltandosi di scatto.

Hermione non era più la secchiona undicenne che alle domande dei professore alzava la mano, nella speranza forse, di poter toccare il cielo; ma il suo tono di rimprovero aveva comunque un certo effetto, sia sui suoi figli, che su suo marito o sui colleghi.

Istintivamente Ron fa un passo indietro, stringendo più forte la figlia, quasi volesse usarla come scudo:<< A-amore >>, ripete balbettando:<< Va... tutto bene? >>. Hermione non avrebbe mai osato affatturarlo mentre stringeva ancora Emily tra le braccia, no?

Senza dire una parola la donna si avvicinò e gli tolse la bambina di mano:<< Qualcosa non va!? >>, domandò con voce isterica, scaricando la piccola in braccio alla nonna e chiudendo in faccia ad entrambe la porta della cucina:<< Mi stai prendendo in giro, vero!? >>.

Ron si gratta la nuca ed abbassa lo sguardo:<< Davvero Hermione, non capisco di cosa tu stia parlando... >>, ammise.

La riccia alzò gli occhi al cielo. Aveva sempre saputo che in quanto a perspicacia Ron non era esattamente un bolide, ma in quel caso era ovvio quale fosse il problema:<< Tua figlia attacca un compagno nel mezzo della Sala Grande e tu le chiedi l'esito della scontro!? >>, domandò stringendo i pugni, ripensando alla strillettera che avevano spedito quella mattina.

Il rosso tirò un sospiro di solievo; sapeva che non l'avrebbe passata liscia, ma si aspettava che Hermione fosse arrabbiata per qualcosa di ben più grave, che lui ancora non sapeva:<< Miseriaccia Hermione, non prendertela tanto. È un Malfoy che ha attaccato... >>.

Le iridi castane della mora lanciarono saette:<< Quindi se è un Malfoy può dimenticare la buona educazione!? Questa è una discriminazione bella e buona, Ronald! Dovresti smetterla con tutti questi pregudizi verso... >>.

L'uomo non la lasciò finire:<< Non ho dimenticato, sai? >>, disse mentre gli occhi – solitamente azzurro cielo – si facevano più scuri:<< Pensi che abbia dimenticato tutto? Pensi che possa fare finta di niente? >>.

Tutta la grinta che teneva in piedi Hermione cadde. La sentì abbandonarla, la lasciò come sabbia che le scivolava sul corpo, ammucchiandosi sotto i suoi piedi. Le mani presero a tremarle e le si appannò la vista:<< Neanche io >>, sussurrò appena, mentre una miriade di immagini di quella notte di molti anni prima le passavano davanti agli occhi.

Ron abbassò la testa, e con un colpo secco scostò la sedia in legno del tavolo per sedervisi sopra:<< Non puoi chiedermi di dimenticare >>, aggiunse a sguardo basso, con gli occhi leggermente umidi.

La riccia avrebbe voluto urlargli che erano passati anni, che era infantile ed ormai quello non contava più nulla. Avrebbe voluto prendergli il viso tra le mani ed urlargli che lo amava, che aveva amato sempre e solo lui e che così sarebbe stato per sempre. Invece rimase inchiodata in quell'angolo, con la schiena appaggiata al mobile della cucina, le mani strette in grembo:<< Non ti chiedo di dimenticare >>, sussurrò infine quando ebbe ritrovato la voce:<< Ti chiedo solo di superare questa cosa. Non puoi incolpare un ragazzino di colpe non sue; la colpa non è nemmeno di suo padre. La colpa è mia, solo ed esclusivamente mia >>.

L'uomo non rispose.

Glielo aveva ricordato e rinfacciato ogni singolo giorno di quella loro vita insieme. Ogni volta che in un modo o nell'altro saltava fuori il nome Malfoy, Ron iniziava a dare di matto. Anche quel giorno, il giorno del loro matrimonio...

<< Ti ho già detto che sei bellissima? >>, le aveva chiesto Ron, mentre abbracciati percorrevano la navata della chiesa. Quella mattina avevano tenuto una cerimonia babbana con la famiglia di Hermione, mentre quella stessa sera avrebbero festeggiato con la famiglia Weasley e tutto il mondo magico alla Tana.

Lei gli aveva sorriso:<< A dire il vero si, ma non mi dispiace sentirmelo dire >>, aveva risposto ridendo, poggiandogli la testa sulla spalla.

Appena usciti dalla chiesa erano stati investiti da una valanga di chicci di riso, che scintillavano alla luce del sole come gemme. Poi era iniziato il giro di abbracci. Mani che conoscevano bene ed altre quasi sconosciute li avevano stretti, fra i più felici auguri. Era stata la volta del testimone, di Harry; li aveva abbracciati contemporaneamente, stampando un grosso bacio sulla guancia di Hermione. Poi si era accostato al suo orecchio e le aveva sussurrato:<< Non sapevo avessi invitato Malfoy >>.

E di colpo tutto si era ammutolito. Il mondo si era fermato ed era diventato bianco e nero. Sentì appena il braccio di Ron intorno alla sua vita irrigidirsi e farsi possessivo. Tutto ciò che vedeva ora era una chioma di capelli albini, che si allontanava dalla chiesa.

<< Io lo ammazzo >>, aveva sibilato il rosse che, di fianco a lei, aveva sentito le parole dell'amico.

La riccia gli aveva stretto il braccio che era ancora attorno alla sua vita, fasciata dall'abito bianco di seta e pizzo:<< Stai calmo Ron. Non l'ho invitato io e se ne sta andando. Non facciamo scenate, non oggi >>.

L'uomo non aveva più commentato per il resto della cerimonia.

Ma una volta salutato i parenti, quando – nascosti in una vicolo cieco – si erano presi per mano per smaterializzarsi alla Tana, lui le si era avvicinato, sussurrandole all'orecchio:<< Pentita? Poteva esserci Malfoy al posto mio >>.

Guardò nuovamente il marito. Non avrebbe mai immaginato che una persona potesse portare tanto rancore per così tanti anni.

Era una moglie inapprensibile. In diciotto anni di matrimonio non gli aveva mai dato motivo per avere qualcosa da ridire. Era sempre disponibile, lavava, stirava e cucinava. Non era mai stata con nessun uomo oltre che con Ron. Mai tranne che quella notte e lui non faceva altro che farglielo pesare. In sua discolpa poteva dire che lui le aveva distrutto il cuore, che era ubriaca e l'aveva vista più come una sfida con se stessa...

Ma non disse nulla di tutto ciò. Dischiuse leggermente le labbra e sussurrò:<< Diversa dai babbani, perchè con poteri magici... diversa dai maghi, perchè nata da babbani. Per questo continuo ad impegnarmi per dimostrare di essere qualcuno, per far capire che in realtà non importa cosa sei, o chi sei, ma ciò che fai e le scelte che prendi* >>. Ron la fissò con la testa leggermente inclinata, mentre lei ripeteva le stessa identiche parole che quella notte di tanti anni prima aveva detto a Draco in persona:<< Era solo una stupida scommessa con me stessa >>, aggiunse prima di uscire dalla porta.

Nel corridoio trovò Emily in lacrime e sua madre con indossa la giacca ed il berrettino di lana. Senza ascoltare i singhiozzi della bambina, ne i rimproveri della donna, arrabbiata per come era stata trattata, Hermione salì al piano di sopra, con il disperato bisogno di una doccia.

*Questa è la frase che Hermione dice a Malfoy in "Lo yin e lo yang" prima di andare a letto con lui.

Buongiorno... meglio, buonasera.
Mi ero ripromessa di postare il nuovo capitolo domani, ma ho troppa voglia di sentire la vostra impressione sulla mia nuova Hermione, perciò pubblico ora :D
Invito chiunque di voi non avesse letto la storia precedente a questa a fare domande nel caso ce ne fossero. Chiarisco che (come si sarà capito) il torto che Ron rinfaccia ad Hermione è quello di essere andata a letto con Malfoy, quando loro due avevano litigato.
Nel prossimo capitolo scopriremo la punizione scelta dalla McGranit per Rose e Scorpius ma la seconda parte del capitolo sarà abbastanza incentrata su Agnes ed anche su James, che forse si darà una svegliata ed aprirà gli occhi... basta! Fermatemi o vi racconto tutto!
Concludo dicendo che probabilmente dal prossimo capitolo gli aggiornamente saranno meno ravvicinati (E per fortuna per voi!), anche perchè sto studiando come una matta per cercare di finire bene l'anno :D (Mannaggia a quella deficente che ha deciso di mettere il latino come materia di studio al liceo linguistico!!!).
Grazie mille a tutti coloro che recensionano, mi date davvero un'enorme supporto. Un bacio, Franci

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Capitolo 6
*** -Sfide e conseguenze ***


-Sfide e conseguenze

<< Avanti >>.

<< Vai prima tu >>, disse Rose spingendo il biondo nell'ufficio della preside.

<< Signor Malfoy >>, salutò la professoressa, mentre il ragazzo cercava di riprendere l'equilibrio dopo la spinta della rossa, che era appena comparsa oltre la porta:<< Signorina Wealsey. Sedetevi pure, gradite del the? >>.

<< No >>, rispose Scospius.

<< Si! >>, disse Rose.

I due si lanciarono l'ennesima occhiata di fuoco, mentre la professoressa McGranit faceva levitare una tazza di the dal tavolino vicino all'entrata, fin davanti alla rossa.

Tutta soddisfatta la ragazza nascose il viso dietro la tazza stracolma di quella bevanda fumante:<< Bene ragazzi >>, esordì la professoressa:<< in comune accordo con i direttori della vostre case, ho deciso quale sarà la vostra punizione >>. La riccia poggiò la tazza, concentrata sulle parole della professoressa:<< Per punizione, passerete tutte le sere da domani fino a domenica prossima, a riordinare la biblioteca >>. Entrambi sgranaroni gli occhi:<< Tutta la biblioteca >>, sottolineò la donna:<< Anche la sezione proibita >>.

Rose trattenne il fiato e sentì Malfoy al suo fianco fare lo stesso. Erano anni, decenni, che nessuno riordinava la sezione proibita della biblioteca; dovevano esserci almeno due dita di polvere su tutti i libri. Già la prospettiva di dover passare una decina di serate in compagnia di Scorpius non era delle migliori, in più avrebbe dovuto anche spaccarsi la schiena tra i compiti, il quidditch e quella stupida punizione.

La vecchia preside sorrise tra se, trionfa all'idea di essere riuscita in un colpo solo ad azzittire Rose Weasley e Scorpius Malfoy:<< Vi aspetto domani sera alle otto e trenta all'entrata della biblioteca. Ora potete andare, buona serata >>, li congedò spostando lo sguardo su un tomo di fogli appoggiato alla scrivania.

<< Non. Ci. Posso. Credere. >>, bisbigliò Rose ad occhi chiusi, riuscendo a stento a respirare, nonappena si fu chiusa alle spalle la porta che portava all'ufficio della preside.

Scorpius le lanciò un'occhiata di fuoco:<< Beh, complimenti Weasley. Sono sicuro che questo ti farà sentire molto realizzata >>, sibilò come solo una serpe era in grado di fare.

La rossa aprì di scatto gli occhi celesti e li puntò sul biondo:<< Così sarebbe colpa mia? Ti sembra che sia stata io a scagliarmi contro un Sectumsempra? >>, chiese continuando a fissarlo con gli occhi socchiusi.

Malfoy irrigidì la mascella, concentrando ogni singolo muscolo del suo corpo per non saltarle al collo:<< Non voglio dire questo. Dico solo che tu dovresti smetterla di inzigarmi come se fossimo dei bambini di due anni. Facendo così dimostri solo di essere un'immatura >>.

Le guance di Rose assunsero il colore dei suoi capelli, mentre apriva a vuoto la bocca un paio di volte. Dopo aver constatato che non sarebbe riuscita a ribattere gli diede ostinatamente le spalle, andandosene a testa alta, con i pugni stretti lungo i fianchi.

Uno a zero per Malfoy.

Anche il biondo le diede le spalle, al contrario di lei, però, con un bel sorriso trionfante dipinto in volto. Sorriso che rimase lì per tutta la strada verso i dormitorio di Serpeverde.

<< Oh, Scorpy! >>, squittì Queen dal suo posto davanti al camino, quando il ragazzo entrò in Sala Comune:<< è stata molto crudele, quella vecchia strega? >>, gli chiese scattando in piedi, per lasciargli libero il posto migliore.

Scorpius prese posto dove prima era seduta la Rosier:<< Dieci sere a sistemare la biblioteca con la Weasley. Non aggiungo altro >>.

Queen andò a sedersi in braccio al biondo:<< Oh, Scorpy >>, disse spostandosi i capelli boccolosi su una spalla:<< Non so come puoi soppostare l'idea di passare così tanto tempo con quella grifondoro! >>, disse circondendogli il collo con le braccia ed appoggiandogli la testa sulla spalla, con un grande sospiro.

<< Non ne ho la minima idea, Queen >>, rispose mentre lei prendeva a pettinargli i capelli con le dita.

<< Però potrebbe anche tornarti comodo... >>, commentò Jackson osservando i due da una poltrona li vicino.

Il biondo si sporse verso di lui quanto la Rosier gli permetteva:<< Cosa intendi? >>, chiese interessato.

L'altro si strinse nelle spalle, pettinandosi all'indietro i capelli scuri:<< Dico che potresti far girare la cosa a tuo vantaggio >>, spiegò con semplicità:<< Utilizzare questo tempo per... conoscere un po' meglio la Weasley e magari prenderti una bella rivincita una volta per tutte >>, disse mettendosi più comodo sulla poltrona smeraldo.

Scorpius affondò nuovamente nello schienale imbottito, mentre Queen iniziava a disegnare cerchi concentrici sui suoi addominali:<< Non sarebbe una brutta idea... >>, commentò sovrappensiero.

<< Jack ha ragione! >>, disse Queen sbattendo le lunghe ciglia rimmelate:<< Dovresti farla pagare a quella sciocca ragazzetta >>, commentò con la sua vocetta acuta.

Scorpius ghignò:<< Avete ragione ragazzi >>, disse prima di stampare un bacio sulle labbra della mora ed alzarsi:<< Io me ne vado a letto. Buonanotte! >>.

La ragazza scattò in piedi come un molla:<< Non vuoi un po' di compagnia? >>, domandò serafica, giocherellando con una ciocca dei capelli castani.

Il biondo le sorrise:<< No Queen. Devo lavorare ad un piano >>, detto questo sparì verso il suo dormitorio, lasciando la bella serpeverde nel mezzo della Sala Comune, stupita ed imbronciata.

 

<< Pensate ragazzi, perchè gli incantesimi non verbali potrebbero essere migliori rispetto a quelli verbali? Si, Agnes... >>.

<< Ovviamente se non viene pronunciato, l'avversario non ha alcun sentore dell'incantesimo che lo sta per colpire, perciò non ha il tempo di prepararsi >>, rispose la bionda, fissando un punto del soffitto dell'aula.

In professore le fece un piccolo cenno con il capo, che lei non guardò:<< Ottimo. Dieci punti a Grifondoro. Ora, dovete sapere che gli incantesimi non verbali sono molto difficili; diversi maghi, anche in età adulta, non riescono a padroneggiarli. Non preoccupatevi perciò se i primi tentativi saranno disastrosi. Continueremo finchè ogniuno di voi avrà imparato a padroneggiare questi particolari incantesimi. Ora, dividetevi in coppie e cercate di disarmarvi a vicenda >>.

Rose si voltò verso Agnes, che impugnava già la bacchetta rivolta verso di lei. Si sorrisero e la bionda ossottigliò lo sguardo, probabilmente cercando di concentrarsi. Dopo poche decine di secondi, per tutta l'aula si sparsero bisbigli di incantesimi. Anche Rose cercò di bisbigliare l'Expeliarmus, aprendo solo un'angolo della bocca.

<< No ragazzi. Non serve a nulla sussurrare l'incantesimo. Dovete riuscire a pensarlo tanto intensamente da immaginarlo. Riprovate, non importa quanto... >>. Il professor Petterson fu zittito da un lampo. Dietro di lui Agnes teneva ancora il braccio alzato verso Rose; la sua bacchetta era atterrata ad un paio di metri di distanza.

Senza guardare il professore la ragazza sciolse la coda di cavallo, lasciando ricadere i lunghi capelli biondi sulle spalle:<< Intendeva così? >>, domandò esservando qualcosa di indefinito davanti a lei.

Petterson sembrava entusiata:<< Esatamente! Complimenti, Agnes. Quindici punti a Grifondoro! >>.

<< Mi sta facendo uscire di testa! >>, imprecò la bionda, mentre, insieme a Rose, si incamminava in Sala Grande.

Quella ragazza era impossibile. Rose lo sapeva bene; ma in momenti come quello non capiva veramente come doveva comportarsi. Tentò con una domanda innoqua:<< E perchè? >>, chiese nella speranza di non suscitare l'ira di Agnes.

Quest'ultima le lanciò un'occhiata di fuoco:<< Perchè!? Tu mi chiedi perchè!? Mi sembra ovvio! Quell'uomo è un'incompetente! >>, si lamentò stringendo con foga i libri al petto. Aprì il portone della Sala Grande e camminò impettiva verso il loro tavolo.

James stava già mangiando, e chiaccherava tranquillamente con Thomas, il nuovo battitore di Grifondoro. Agnes gli si sedette davantì, e sbattè con foga i pugni sul tavolo:<< Buongiorno anche a te Ag... >>, le parole gli morirono in gola.

La ragazza davanti a lui era... indescrivibile. Agnes aveva ancora i capelli sciolti sulle spalle e teneva in mano gli occhiali scuri. James la fissò a bocca aperta. I suoi capelli erano sempre stati così morbidi? E gli occhi, aveva sempre avuto gli occhi così blu? Osservò ancora i suoi occhi, ed immaginò di potervisi perdere dentro. Fece scendere lo sguardo sulle labbra rosse, leggermente dischiuse.

Non ne era sicuro, ma gli sembrò che il suo cuore avesse perso un battito.

<< Beh? Che hai da guardare? >>, gli domandò la bionda, con voce più acuta del solito.

<< N-niente >>, rispose James, cercando di reprimere l'istinto di prendesi a schiaffi da solo.

Rose si sedette di fianco alla rossa, passandosi una mano sulla fronte e tra i capelli:<< è incazzata con Petterson >>, spiegò al cugino, che spostava lo sguardo tra le due ragazze con aria interrogativa:<< Pensa che... >>.

Agnes la interruppe e continuò al posto suo:<< Penso che il professor Petterson >>, pronunciò la parola “professore” quasi fosse un'insulto:<< dovrebbe andare a fare un concorso di bellezza, piuttosto che fingersi insegnante per poi passare la lezione a provarci con me! >>.

Senza un'apparente motivo James stringe il pugno sul tavolo:<< Cosa fa durante le lezioni!? >>, chiese con la mascella rigida.

La bionda spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio:<< Ci prova con me invece che fare lezione! >>, ripetè, pensado che il ragazzo volesse darle manforte.

Invece il grifondoro scattò in piedi, i pugni stretti lungo i fianchi:<< Gli spacco la faccia >>, sibilò con sguardo omicida puntanto verso il portone della Sala Grande.

<< Ma sei impazzito!? >>, domandò Rose con voce acuta, afferrando il cugino per un braccio.

Questi rivolse un'occhiataccia anche a lei, che però non si fece intimorire:<< Vado a cercare quel brutto pervertito >>, disse con voce dura, i muscoli del tutto contratti.

La ragazza cercò sostegno nello sguardo dell'amica. Per un attimo Agnes parve valutare seriamente l'idea di far spaccare il bel naso del professore a James, ma dopo l'occhiataccia di Rose si riscosse:<< Siediti James >>, disse mentre raccoglieva i lunghi capelli biondi in una coda:<< non servirebbe a nulla picchiarlo, se non ha farti espellere; ed io sono un prefetto, perciò non posso incitarti in certe cose >>, rispose con aria diplomatica:<< e comunque, so difendermi da sola, grazie >>.

James tornò a sedersi con il broncio, mentre Thomas – ancora seduto vicino a lui – lo fissava dubbioso. Rose ghignò nascondendo il viso dietro un calice di succo di zucca. Era ora che James si desse una scegliata nei confronti di Agnes. Si vedeva lontano un miglio che le moriva dietro da anni.

<< Hei, Agnes >>, chiamò qualcuno alle loro spalle.

Sia la diretta interessata che la bionda si voltarono. Alle loro spalle c'era Peter Finnigan, il bel carcatore di Tassorosso che a detta di Agnes baciava benissimo:<< Ciao, Pet >>, salutò la ragazza, regalandogli un bel sorriso.

Il volto del moro sembrò illuminarsi:<< Se non sbaglio dovresti avere incantesimi insieme a me. Ti dispiace se andiamo insieme in classe? >>, propose passandosi un mano tra i capelli castani.

La bionda si alzò senza nemmeno finire ciò che aveva nel piatto:<< Oh, che gentile Pet. Certo che vengo con te. Ciao ragazzi, ci vediamo in classe, Rose >>, salutò prendendo il tassorosso sotto braccio ed uscendo dalla Sala Grande.

<< Che ha qual ragazzo di speciale? >>, borbotto James, ingurgitando quella che doveva essere la terza bistecca.

La rossa si strinse nelle spalle:<< Dice che bacia bene >>, rispose con disinteresse.

<< Ma è un deficente! >>, si lamentò il ragazzo, continuando ad osservare il portone da cui erano usciti con aria contrariata.

Rose con un sorriso furbo si allungò un po' sul tavolo, per poter bisbigliare al cugino:<< E perchè ti importa tanto? >>, domandò in un sussurro.

Il grifondoro sentì la guance surriscaldarsi e balbettò qualcosa che somigliava molto a “protezione fraterna” e riprese ad ingurgitare qualsiasi cosa avesse a portata di mano.

Uomini.

Fu tutto ciò che bisbigliò Rose prima di riprendere a mangiare.

Holè!
Ok, il capitolo è pessimo. Sono pienamente d'accordo con voi. Non mi piace per nulla, in particolare la parte che parla di Agnes... boh, non mi convince. Voi fatemi sapere comunque il vostro parere :D
Allora, facciamo il punto della situazione: Rose e Scorpius inizieranno quella sera una punizione che li terrà occupati per una decina di sere, ed il secondo ha deciso di utilizzare questa "vicinanza forzata" a suo vantaggio; Agnes sembra mostrare molto interesse verso l'aitante cacciatore di Tassorosso, mentre James è geloso di lei, anche se non lo ammetterebbe mai, a causa dello stupido "orgoglio grifondoro".
Nel prossimo capitolo vedremo un'altro paio di confronti tra Agnes e James, non del tutto pacifici, e probabilmente la prima sera di punizione ^^
Chiedo scusa anche perchè mi sto abbastanza concentrando su Agnes, ma essendo un personaggio nuovo (ed anche abbastanza importante nella fanfiction) vorrei riuscire a renderla al meglio possibile, delineandone bene il carattere.
Che dire... fatemi sapere che ne pensate di 'sta roba. Un grande bacio, Franci :D
PS: Per quanto riguarda "Quel pazzo venerdì", prometto che aggiornerò il prima possibile con l'ultimo capitolo(:

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Capitolo 7
*** -Posso fare ciò che voglio ***


-Posso fare ciò che voglio

<< James! James! >>, strillò Rose, entrando nella Sala Comune come un tornado, poco più di un'ora dopo:<< James! Hai visto Agnes!? >>, chiese bloccandoglisi divanti.

Il ragazzo sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo, per fissarlo negli occhi azzurri della cugina:<< Non doveva essere ad incantesimi con te? >>, domandò senza dimostrare alcun interesse.

La rossa abbassò la testa in preda allo sconforto, per poi rialzarla di scatto:<< No! >>, strillò appoggiando le mani sui braccioli della poltrona del ragazzo, avvicinandosi a lui tanto da sfiorargli il naso:<< è questo il motivo per cui sto chiedendo a te! >>.

Il moro scosse la testa:<< Bene, ti aiuto a cercarla, ok? >>, si propose, ripiegando il giornale e mettendolo da parte.

Rose gli gettò le braccia al collo:<< Sei mitico, James! Il miglior cugino che potessi desiderare! >>, ululò a gran voce.

Il ragazzo scosse la testa ed allontanò gentilmente la cugina:<< Allora, vuoi andare a cercare Agnes oppure no? >>, chiese.

Lei scattò in piedi e diede subito le spalle al grifondoro:<< Io controllo nel giardino ed al primo piano, tu fai il resto >>, disse prima di uscire dalla Sala Comune.

James scosse la testa; Rose era più matta di un cavallo. Si mise in piedi e seguì l'esempio della ragazza, uscendo dal ritratto della Signora Grassa.

La cosa più strana era che, conoscendola, Agnes non si sarebbe persa una lezione per nulla al mondo. Magari stava male... istantaneamente allungò il passo, diretto in infermeria. Aprì la porta e trovò Miss Mary seduta a leggere, che gli sorrise amabilmente:<< Buongiorno >>, salutò l'infermiera.

James le fece un cenno con il capo:<< Buongiorno. Per caso è venuta una ragazza di Grifondoro di nome Agnes, oggi? >>, domandò osservando tutti i letti dell'infermeria, che risultarono essere vuoti.

La ragazza scosse la testa sotto il cappellino da infermiera:<< No, mi dispiace. Come puoi vedere, oggi non è venuto nessuno... >>, rispose sorridendo mesta.

<< Grazie comunque. Arrivederci, Miss Mary >>, salutò il ragazzo uscendo dall'infermeria.

<< Arrivederci >>.

Ok, biblioteca.

Purtroppo anche la biblioteca si rivelò un enorme buco nell'acqua. Girò il piano per una decina di minuti, aprendo qualche porta delle aule vuote, senza alcun risultato.

Poi lo sentì.

Qualcosa sbatteva contro una porta li vicino. Il moro si avvicinò; il rumore proveniva proprio da uno degli stanzini per le scope. Cosa poteva essere? Senza pensarci troppo aprì la porta di legno, per pentirsene esattamente mezzo secondo dopo.

Dietro la porta dello stanzino trovò Agnes con la camicia slacciata, avvinghiata così stretta al cercatore di Tassorosso – quello che baciava bene – da non riuscire a distinguere quali braccia fossero di chi:<< James! >>, strillò la ragazza, cercando di nascondersi dietro Peter.

<< Agnes >>, rispose il moro, con voce incolore.

<< Ma cosa stai...? >>, cercò di domandare la bionda, mentre sistemava la gonna della divisa.

James senza commenti diede le spalle ad entrambi:<< Scusate il disturbo, me ne vado >>, disse stringendo i pugni lungo i fianchi. Poi, quando era già ad almeno cinque metri dalla porta, qualcosa nel suo cervello lo fece scattare:<< Ah, quasi dimenticavo... solo una cosa... >>, disse un istante dopo, prima di stringere le dite in un pugno e colpire l'aitante giocatore:<< Buon proseguimento >>, aggiunse allontanandosi.

Agnes si inginocchiò da parte a Peter, con il naso grondante di sangue:<< Oddio, Pet... ora... James! Cosa cazzo pensavi di fare!? Non ti preoccupare Pet, ti porto in infermeria >>.

Dopo essersi riallacciata la camicia, fece levitare il ragazzo con un incantesimo e lo accompagnò in infermeria, senza smettere un attimo di imprecare contro James.

 

Rose conosceva Agnes da sei anni. In quegli anni aveva imparato a riconoscerla come una fidata amica dai capelli biondi ed una fissazione maniacale contro le imperfezioni. Agnes era una ragazza a modo, le unghie perfette smaltate di colori chiari e la divisa scolastica sempre perfettamente curata. Agnes portava i capelli stretti in una coda di cavallo e parlava con voce moderata.

L'Agnes che conosceva Rose non aveva nulla a che fare con la ragazza che si trovò davanti quando entrò in Sala Comune.

<< … e non devi mai, mai più permetterti di intrometterti nelle mie cose! >>, sbraitava contro un povero malcapitato, i capelli sciolti e la camicia abbottonata storta:<< Con chi esco o cosa ci faccio sono solo affari miei! >>, disse rossa di rabbia. Rose intercettò lo sguardo del cugino, che impotente osservava la ragazza urlargli contro:<< E non permetterti mai più di alzare un solo dito contro qualcuno che sta con me! >>.

La rossa osservò la Sala Grande, che a quell'ora era piena di gente: qualche ragazzo del quarto anno – che, visti i libri e le piume, probabilmente poco prima stava studiando – fissava la lite comodamente seduto ad uno dei tavoli, tre ragazze del quinto anno erano sedute sulle poltrone rosse vicino al fuoco e fingevano di ignorarli, un paio di ragazzini del primo anno si erano rannicchiati sotto ad un tavolo ed un'altra quindicina di persone osservava divertita la scena.

<< Ma... io... >>, farfugliò James, inciampando nelle sue stesse parole.

<< Tu un corno! >>, urlò Agnes di risposta:<< tu sei solo un grandissimo viziato, egocentrico figlio di papà! >>.

Per diversi secondi parve che tutti stessero trattenendo il fiato, poi la ragazza prese un lungo respiro e senza smettere un attimo di fissare con odio il compagno, abbandonò la Sala Comune impettita. Nonappena il buco del ritratto si fu chiuso dietro di lei, tutti i ragazzi in iniziarono a spettegolare, senza degnare della minima attenzione James, che se ne stava ancora in piedi, con lo sguardo perso nel vuoto. Alzò gli occhi, per fissarli in quelli azzurri della cugina. Non disse nulla, ma lei lo capì, con un cenno del capo lascio la Sala Comune, alla ricerca dell'amica.

James si sentiva un grande deficiente. Lei non gli aveva mai promesso nulla. Non aveva senso che lui si sentisse così arrabbiato con lei solo perchè stava baciando un altro ragazzo...

Baciando un altro ragazzo!? Se fossi arrivato un paio di minuti più tardi ci sarebbe scappato un figlio di quel passo!

Cercò di zittire quella vocetta molesta nella sua testa senza alcun risultato. Doveva calmarsi, andare a dormire e ragionarci il giorno dopo, a mente calma. Si, avrebbe fatto così.

Intanto Rose aveva raggiunto Agnes che era uscita nel parco. L'aveva trovata seduta sotto un albero poco lontano dal Lago Nero:<< No Rose. Non sono intenzionata a darti spiegazioni >>, annunciò la bionda, indovinando ciò che l'amica stava per chiederle.

La rossa si lasciò cadere accanto a lei; braccia e gambe incrociate:<< Beh, non volevo chiederti quello! >>, rispose con aria scocciata, mentendo spudoratamente.

<< E che volevi? >>, chiese scettica l'altra.

<< Consolarti >>, precisò Rose, sciogliendo l'intreccio delle braccia e sedendosi più comoda:<< Non ti ho mai vista uscire così di testa. James deve aver fatto qualcosa di veramente grave per averti fatto reagire così... >>.

La bionda inarcò impercettibilmente un sopracciglio e strinse leggermente le labbra:<< Non c'è nulla da dire >>, disse con tono definitivo.

Ma Rose, che aveva la testa più dura di un bolide, non sembrava voler demordere:<< Bene, non raccontarmi nulla. Tanto lo farà lui al posto tuo >>, rispose serafica.

Agnes strinse i pungi:<< Bene >>, sibilò infastidita:<< James mi ha trovata in uno stanzino al secondo piano con Peter, il cacciatore di Tassorosso e gli ha spaccato il naso >>, disse muovendo solo un angolo della bocca.

La ragazza si battè una mano sulla fronte:<< Ok, sapevo che fosse geloso; ma non pensavo che arrivasse a piacchiare veramente qualcuno... >>.

La bionda sembrò offendersi ancora di più a causa dell'affermazione dell'amica:<< E sentiamo, perché tuo cugino dovrebbe essere geloso di me? >>, chiese con una punta (Una marea) di acidità nella voce.

Questa fu la volta della rossa di guardare l'amica con superiorità:<< Il fatto che lui non voglia ammetterlo neanche a se stesso non toglie che sia pazzo di te da anni... >>, commentò con un sopracciglio alzato.

Agnes – che probabilmente aveva già pronta una risposta tagliente – si zittì:<< Ne sei... convinta? >>, chiese dopo qualche secondo di silenzio.

L'altra annuì con vigore:<< Sicuro. E penso anche che gli unici a non essersene ancora accorti siate proprio voi due >>, commentò divertita, alzandosi in piedi:<< Ed ora, sbrighiamoci ad andare a cena che tra un'ora devo essere in biblioteca per quella stupida punizione >>. Tese una mano all'amica e, dopo che questa si fu alzata, si incamminarono scherzando verso la Sala Grande.

 

<< … quindi da ora, per quattro ore dovrete sistemere tutto ciò >>, spiegò la professoressa, indicando con una mano gli scaffali ricolmi di libri.

La riccia sgranò gli occhi:<< Ma... quattro ore sono... vuol dire stare qua fino all'una! >>, si lamentò a bocca aperta.

La donna annuì con freddezza:<< Vedo con piacere che sa contare, signorina Weasley. Rimarrete qui fino all'una; così avrete modo di riflettere sulle vostre malefatte >> ripeté con cipiglio severo:<< Ufficialmente la biblioteca chiude alle nove e dieci, ma in via del tutto speciale, per questi dieci giorni, le porte rimarranno aperte fino all'una e dieci; vedete di essere fuori di qui entro quell'ora. E non provate a barare, sappiate che ho messo un paio di incantesimi che mi diranno ogni vostro singolo movimento. E questo è tutto, buona serata >> e, congedendosi così, sparì dietro la porta della biblioteca.

<< Fantastico >>, commentò Rose sarcastica, i pugni rigidi lungo i fianchi:<< Beh, muoviti Malfoy. Non intendo fare tutto il lavoro mentre tu te ne stai lì a guardarmi! >>.

Il biondo la seguì senza fiatare fino ad una delle librerie indicata dall'elenco che la McGranitt le aveva consegnato, poi, mentre lei iniziava a controllare i titoli dei libri, si sedette a terra a gambe incrociate:<< Cosa stai facendo!? >> domandò Rose, mentre una vena sulla tempia destra le pulsava.

Il ragazzo si strinse nelle spalle:<< Collaboro. Tu metti in ordine ed io ti incoraggio e coordino il lavoro >>, spiegò con noncuranza.

Rose si voltò a guardarlo, gli occhi fiammeggianti di una rabbia che non sembrava poter rimanere ancora a lungo repressa:<< Smettila di fare il principino Malfoy. Per quanto i tuoi genitori possano essere nobilissimi e rispettabilissimi purosangue serpeverde, tu qui dentro rimani uno studente come tanti, uno come tutti gli altri >>.

E mentre le parole della grifondoro gli perforavano il cervello, qualcosa di molto più appuntito cercava di perforagli il petto. Lui non era come gli altri! Lui era diverso. Ma diverso perchè, poi? Questa differenza chi gliel'aveva donata? Aveva sedici anni il giovane Malfoy ed a quell'età, per quanto si possa far finta di non sentire un consiglio, le critiche ti perforano il cuore:<< Sta' zitta Weasley >>, sibilò fingendo sicurezza:<< Tu non sai nulla di me, non ti devi permettere di parlarmi così >>.

Gli occhi celesti della rossa lanciarono fiamme:<< Io parlo come voglio e con chi voglio! >>, rispose irata, squadrando il serpeverde con disprezzo.

Poco lontano, la preside scuoteva la testa rassegnata: quella sarebbe stata una lunga notte.

Hem... ciao :D
Ok, so di avere un leggerissimo... madornale ritardo, ma ho più di una valida scusante! Per prima cosa ho voluto concentrarmi sull'altra storia per terminarla, per secondo sto lavarando ad una nuova fanfiction su Ron ed Hermione, che probabilmente presto pubblicherò (Devo smetterla di predermi così tanti impegni!!!), ma soprattutto la scuola mi sta uccidendo! Queste ultime verifiche sono un suicidio T.T
Tornando a noi, chiedo perdono per aver dedicato questo capitolo in modo particolare a James ed Agnes, ma ne avevo bisogno, e comunque vi prometto che il prossimo sarà completamente incentrato su Rose ed in particolare Scorpius, anche se in minima parte, entrarà in scena anche Draco^^
Ora vado, passate un buon weekand, aggiornerò il prima possibile
Baci, Franci(:
PS: Ho notato che negli ultimi due capitoli le recensioni sono diminuite... ho per caso scritto qualcosa che non vi è piaciuto?

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Capitolo 8
*** -Finalmente, forse, la verità ***


-Finalmente, forse, la verità

<< No. Non sono intenzionata a parlargli >>, annunciò perentoria Agnes, senza staccare gli occhi dal pesante tomo di antiche rune.

<< Beh... potreste anche... non so, se non vuoi chiarire potreste almeno riprendere a parlarvi... a guardarvi negli occhi! >>, propose la rossa, leggermente contrariata dal compartamento infantile dei due.

L'altra si strinse nelle spalle, continuando a scrivere appunti su un foglio di pergamena:<< Oppure potremmo continuare così >> ribatté semplicemente, come se la cosa non la toccasse.

Rose lanciò uno sguardo omicida al cugino, che fingeva di leggere un articolo di giornale dalla parte opposta della Sala Comune, mentre in realtà osservava con la coda dell'occhio le due ragazze:<< Siete così infantili... è una stupidata. Ok, lui ha perso la testa, ma non puoi volere veramente non rivolgergli più la parola! >>.

Infine Agnes mise da parte il vecchio libro e fissò scocciata l'amica:<< Senti Rose, sai che io solitamente prendo in considerazione il tuo parere... >>. Stronzata, fai sempre di testa tua << ma questa volta è una cosa mia; non puoi intrometterti nei miei rapporti con le altre persone. Ho deciso di comportarmi così e tu non mi farai cambiare idea >>.

Per qualche istante la rossa la guardò storto, poi scosse la testa:<< Come ti pare. Fate come vi pare! >>, aggiunse a voce più alta, in modo che anche il cugino potesse sentirla; poi abbandonò la Sala Comune con i pugni stretti, convinta che quattro ore con Malfoy non le avrebbero migliorato di certo l'umore.

 

<< E quindi? >>.

<< Non lo so >>.

<< Che vorrebbe dire non lo so? >>.

<< Che non lo so. Non è difficile da capire! >>.

<< Dai Jack, non lo stressare. Povero amore >>.
Scorpius prese a percorrere la schiena di Queen con una mano:<< Ecco Jack, ascolta Queen >>, disse divertito.

Il serpeverde prese a scuotere la testa:<< Ma avevamo detto che avresti sfruttato questa opportunità, invece mi pare che tu non abbia fatto ancora nulla >>.

Il biondo serrò il pugno contro la schiena della ragazza, che gli si era accoccolata in braccio, il comportamento del compagno iniziava veramente ad infastidirlo:<< Non permetterti di dirmi ciò che devo fare. So benissimo come comportarmi, non mi serve il tuo parere >>, disse a denti stretti, prima di spostare sgarbatamente la Rosier dalle sue gambe lasciare la Sala Comune diretto verso la biblioteca.

<< Sei in ritardo Malfoy >>.

<< Buonasera anche a te, Weasley. Perchè così di buon umore quest'oggi? >>.

<< Non mi provocare. Non è proprio serata >>.

Il biondo scosse la testa:<< Bene. Allora cosa ne dici di entrare? >>. Aprì la porta della biblioteca per quella che sarebbe stata l'ultima sera della punizione ed l'ormai famigliare odore di inchiostro e pergamena gli invase le narici.

<< Buonasera ragazzi >>, salutò la bibliotecaria, da dietro la sua scrivania. Molto probabilmente li stava aspettando, perchè un istante dopo uscì dalla biblioteca, puntando prima la bacchetta contro la porta, che sembrò ricoprirsi di uno strano alone invisibile.

<< Bene. Facciamo una cosa veloce, questa è l'ultima sera e vorrei andare a letto ad un orario umano >>. Non c'era bisogno di dare spiegazioni, le spesse occhiaie viola che cerchiavano gli occhi di entrambi parlavano da sole.

Senza rispondere il biondo si avviò verso la lugubre sezione proibita della biblioteca, dove la notte prima avevano lasciato altri due mucchi di libri:<< Che è successo, Weasley, per metterti così di cattivo umore? >>.

Lei gli rivolse un'occhiataccia:<< Non sono affari tuoi >>, sibilò irritata.

Scorpius sbuffò, raccogliendo un paio di libri per leggerne il titolo:<< Come sei antipatica. Volevo solo fare un po' di conversazione... >>.

Anche Rose si chinò a raccogliere qualche libro dal mucchio:<< Neanche tu sei di tutta questa grande simpatia Malfoy. E poi non ho voglia di parlare, quindi sta' zitto e lavora >>.

<< Tu di stare zitto a me non lo dici! >>.

<< Io dico proprio quello che voglio! >>.

Le ore di quella sera – notte – passarono come le altre, tra frecciatine, qualche urlo ed un paio di minacce. Quando i due ebbero finito ormai l'orologio a pendolo segnava già l'una e cinque.

<< Perfetto! >> annunciò la rossa, cercando di sopprimere uno sbadiglio:<< ora posso andarmene e non sarò più costretta a vedere il tuo brutto muso tutte le sere >>.

E, senza aggiungere nulla, percorse tutta la biblioteca fino all'ingresso. Stranamente trovò la porta chiusa; si strinse nelle spalle e tirò la maniglia. Nulla, la porta rimase ben serrata. Iniziò a spingere e tirare calci, mentre Scorpius alle sue spalle la osservava con un sopracciglio inarcato:<< Si può sapere che stai facendo? >>.

<< La porta è chiusa! >>, gli urlò contro lei, girandosi di scatto.

Lui la superò e con aria superiore si accostò alla porta:<< Sei senza forze Weasley, basta... >> ma si interruppe quando, tirando la maniglia, la porta non si mosse di un solo millimetro. Senza dire nulla estrasse la bacchetta:<< Alohomora! >>, la serratura non scattò.

<< Beh!? >>, chiese Rose osservando il ragazzo a braccia incrociate.

<< è chiusa >> sentenziò il biondo, allontanandosi dall'entrata.

<< Cosa vorrebbe dire che è chiusa!? Aprila! Ehi, dove stai andando!? >>.

Il serpeverde non rispose, ma si mise a sedere poco distante, appoggiandosi ad una libreria:<< Cosa avresti intenzione di fare? >>, chiese allungando le gambe davanti a sè:<< a quest'ora nessuno ci verrà a cercare. Dobbiamo aspettare domani mattina >>.

Anche la rossa si lasciò scivolare a terra, appoggiata alla libreria di fronte a lui:<< è tutta colpa tua, Malfoy! Se ti fossi impegnato un po' di più non avremmo finito così in ritardo! >>.

<< Smettila di dare a me la colpa dei tuoi problemi, Weasley! >>.

<< Ma tu sei la causa dei miei problemi! >>.

Entrambi incrociarono le braccia al petto e voltarono ostinatamente lo sguardo, come dei bambini di cinque anni.

<< Dì qualcosa Weasley. Non sopporto questo silenzio, è lugubre >> commentò, dopo qualche minuto di silenzio il biondo.

<< No >>, rispose la rossa, anche se effettivamente lo scricchiolio sinistro che proveniva dal piano superiore non aiutava per nulla a rilassarsi:<< io con te non ci parlo >>.

<< Smettila con tutti questi pregiudizi, Weasley! >>.

<< Io non ho proprio nessun pregiudizio! >>, ribattè la ragazza indispettita.

Malfoy inarcò un sopracciglio:<< Ah no? Quindi se io non fossi un Malfoy mi tratteresti esattamente come mi tratti? >>, domandò tra il seccato ed il divertito.

Rose annuì con vigore:<< Ovviamente! Il fatto che tu sia un egocentrico pompato non ha nulla a che fare con il tuo cognome >>, disse convinta, con una punta di acidità nella voce.

Il biondo fece finta di non sentire:<< Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy? >>, chiese in tono di sfida.

La ragazza annuì con vigore:<< Certamente! >>, rispose sicura.

Lui annì tra sè:<< Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno e io faccio lo stesso >>.

Rose storse le labbra e ci pensò un po' su:<< Ho i capelli rossi >>, ammise arricciando le labbra.

<< Ma questo lo sanno tutti! >>, commentò l'altro scocciato.

La ragazza annuì:<< Lo so. Ma io non ha mai detto a nessuno di avere i capelli rossi >>, disse con una scrollata di spalle. Il biondo le lanciò un'occhiataccia di rimprovero, così lei rispose seriamente:<< Il Capello Parlante voleva mandarmi a Serpeverde >>, confessò a bassa voce, dopo averci riflettuto un po' su.

Scorpius spalancò occhi e bocca:<< Una Weasley a Serpeverde!? >>, chiese scioccato. Poi ci riflettè un po' su:<< Beh, le qualità per essere una serpeverde le hai tutte: più o meno, sei intelligente, sicuramente sei furba e... stronza! Esattamente come un serpeverde modello! >>.

La rossa arricciò le labbra:<< Tra le qualità fondamentali per un serpeverde hai dimenticato vanitoso, egocentrico e testardo! >>, gli urlò contro. Ci fu un istante di silenzio, poi lei chiese:<< E tu? Cos'è che non hai mai detto a nessuno? >>.

Scorpius abbassò le sguardo e prese a giocherellare con un lembo della manica del maglione:<< Mia madre no... Astoria Greengrass... Non è la mia vera madre >>, ammise con un filo di voce.

Silenzio.

Fantastico! Ho zittito Rose Weasley, mi merito un premio.

La bella ragazza di casa Weasley fissò il serpeverde sgranando gli occhi, senza sapere cosa dire.

Sul viso del biondo si disegnò un ghigno:<< Sono riuscito a sorprenderti, eh Weasley? >>, chiese con una maschera di strafottenza, anche se sentiva come tanti spilli inficcati nel petto.

Rose ignorò la sua provocazione:<< Cosa vorrebbe dire che Astoria Greengrass non è tua madre? >> domandò dubbiosa.

Malfoy alzò gli occhi al cielo:<< Sai Weasley, quando due persone – un uomo e una donna – si vogliono tanto bene... >>, iniziò con il tono con cui ci si rivolge ad un bambino di tre anni, anche un po' tardo.

Lei lo interruppe:<< Non ti ho chiesto come nascono i bambini, Malfoy! Voglio sapere chi è allora la tua vera madre! >>.

Il biondo fece un ghigno furbo:<< Ma io ho detto che ti avrei raccontato una cosa che non avevo mai detto a nessuno. Non che ti avrei parlato di tutta la mia vita... >>.

Rose strinse i pugni:<< Non puoi darmi una notizia così scioccante e poi non aggiungere altro! >>, ribattè infastidita.

Il ragazzo si passò un dito sul mento, falsamente pensieroso:<< Potresti dirmi un'altra cosa che nessuno sa... >>, azzardò divertito.

Rose divenne paonazza, le veniva in mente solo una cosa:<< Ci sarebbe... una cosa >>, accennò imbarazzatissima:<< Ma la sa già una persona... anzi, a dire il vero due... >>.

<< E chi? >>, domandò lui.

<< Un ragazzo e... mia madre >>, rispose la rossa, con il viso parzialmente nascosto dai capelli.

<< E sarebbe? >>, chiese la serpe curiosa.

<< Non sono più vergine >>, rispose semplicemente la ragazza.

Malfoy inarcò un sopracciglio:<< E perchè non dovrebbe saperlo nessuno? >> chiese un po' stupito. La cosa non aveva senso, quella sua migliore amica, la bionda, sicuramente lei lo sapeva, perché avrebbe dovuto essere il contrario?

<< Io ti racconto tutto, se poi tu farai lo stesso. >>, propose Rose. Scorpius annuì, così lei iniziò a raccontare:<< Hai presente Agnes? Ecco, lei ha un fratello... è più grande di noi, ha finito la scuola due anni fa. Questa... questa estate sono andata a casa loro per qualche giorno ed una sera mentre la madre non c'era abbiamo bevuto un po' e... ecco, Agnes si era addormentata, quindi non sa nulla di questa storia >>.

Il ragazzo scoppiò a ridere:<< No, spiegami... >> biascicò, cercando senza risultati di soffocare le risate:<< Tu hai... scopato con il fratello... della tua migliore amica... e lei non lo sa? >>, chiese continuando a ridere come un matto.

Rose incrociò le braccia, adirata:<< Smettila. Ora tocca a te. Perché... tua madre non sarebbe tua madre? >> domandò ancora scocciata, cercando di cambiare palesemente discorso.

Il serpeverde esibì un bellissimo ghigno enigmatico:<< Perché in realtà è mia zia >> rivelò, fingendosi divertito, per restare poi in silenzio.

<< La smetti con tutta questa suspance e passi a raccontarmi la storia dall'inizio alla fine!? >>, sbottò esasperata la rossa.

<< Come siamo suscettibili, Weasley! Se aspetti un secondo, ti racconto tutto >>. La grifondoro annuì, così lui iniziò a spiegarle:<< Conosci... Daphne Greengrass? >>, chiese pronunciando il nome con un filo di voce.

Rose ci pensò un po' su:<< Non è la sorella di tua... madre? >>.

Il biondò fece un cenno affermativo con il capo:<< Esatto. Sai con chi è sposata? >>.

<< Certo! Non so il nome, ma è sposata con quel tizio, il direttore della Gazzetta del Profeta >>.

Scorpius annuì di nuovo:<< La cosa che sicuramente non sai è che il loro matrimonio è stato combinato dai rispettivi genitori >>.

La rossa inclinò la testa:<< No, a dire il vero questo non lo sapevo; pensavo che i matrimoni combinati non fossero più di moda neanche tra le più antiche famiglie di purosangue... ma questo cos'ha a che fare con tua madre? >>.

Malfoy alzò gli occhi al cielo:<< Se tu avessi un briciolo di pazienza, Weasley! >>, lei abbassò gli occhi e fece segno di chiudersi la bocca con un lucchetto e di buttare via la chiave:<< Bene >>, continuò il ragazzo:<< allora, dopo la seconda guerra magica, la famiglia Greengrass ha avuto... qualche problemino con la giustizia. Il padre di Astoria e Daphne aveva dato molto per la causa dell'Oscuro Signore ed altrettanto ci ha rimesso quando lui è caduto >>, la rossa fece un cenno con il capo, a significare che stava seguendo:<< Bene, lui è andato ad Azkaban, lasciando una moglie e due figlie, con soldi sufficenti per vivere sì e no un paio di anni. A quell'epoca, con in famiglia un Mangiamorte, non potevi andare da nessuna parte, quindi l'ipotesi di trovarsi un lavoro era fuori discussione. Mia nonna ha trovato solo una soluzione...
<< Ha praticamente promesso in sposa la figlia maggiore al “miglior aquirente” e si da il caso che questo fosse il figlio dell'ex direttore della Gazzetta del profeta, nonché il direttore attuale >>, ormai Rose era completamente persa tra le parole del ragazzo.
<< In meno di due mesi avevano già arganizzato tutto, data del matrimonio, luogo, lista degli invitati... sarebbe stato tutto perfetto, se solo, a meno di un mese del fatidico “sì”, Daphne non fosse corsa in lacrime da sua madre, confidandole di essere incinta e non del futuro marito.
<< Ovviamente suo marito, Arnauld non ne ha mai saputo nulla. Mia nonna ha fatto posticipare la data del matrimonio con la scusa di dei problemi di salute della figlia e per lo stesso motivo hanno finto una vacanza in montagna. Il futuro marito non era molto convinto, ma ovviamente non toccava a lui scegliere. Otto mesi dopo naque un bambino e dopo un paio di settimane, Daphne e Arnauld si sposarono.
<< Restava solo un piccolissimo problema, il figlio illegittimo di una donna sposata, avrebbe suscitato scalpore in tutto il mondo magico. Ovviamente non potevano farlo sparire, perciò decisero che toccava alla sorella minore – Astoria – riparare al danno, sposandosi con il padre del bimbo. Non ti immagini chi possa essere costui? >>.

La grifondoro scosse con decisione la testa, mordicchiandosi il labbro inferiore. Sapeva la risposta, ma pronunciare quel nome ad alta voce sarebbe stato in quel momento come ammettere di provare compassione per il serpeverde che si trovava davanti.

<< Draco Lucius Malfoy >>, sibillò il ragazzo, con un ghigno tirato stampato in volto.

Rimasero entrambi in silenzio.

Poi Rose si spinse verso il biondo:<< Cosa stai facendo!? >>, chiese un pò preoccupato, Scorpius, stringendosi contro il muro.

Lei sorrise e si sedette di fianco a lui:<< è tardi ed ho sonno. Voglio dormire >>. Infilò una mano nella tasca della gonna ed estrasse un pesante mantello:<< Incantesimo di estensione irriconoscibile >>, spiegò dopo un'occhiataccia del biondo. Stese il mantello su entrambi e si accoccolò su se stessa:<< 'Notte Malfoy >>, disse due secondi dopo, chiudendo gli occhi, con un mezzo sorriso dipinto in viso.

Hem... buongiorno...
Ok, sinceramente nemmeno questo capitolo mi piace per nulla (ormai non sono più convinta di ciò che scrivo...), ma mi sembrava importante mettere in chiaro la storia di Scorpius, anche perchè andando più avanti con i capitoli quello che il serpeverde ha appena rivelato sarà abbastanza importante. 
Non so che altro aggiungere... penso che ormai il compito di giudicare sia vostro. Vi prego, lasciate una recensione perchè ho assoluto bisogno di sapere il vostro parere.
Grazie mille a tutti coloro che continuano a seguire la mia ff.
Vi adoro, un bacio, Franci

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Capitolo 9
*** -Segreti e pregiudizi ***


-Segreti e pregiudizi

Agnes continuava a tamburellare con le unghie smaltate di rosso sul tavolo:<< Dov'è finita? >>, sibilò a mezza voce, senza smette di fare quel gesto che stava facendo venire l'emicrania a tutti i ragazzi seduti li vicino.

<< Calmati Agnes. Sono sicura che abbia solo avuto un contrattempo >>, rispose Helena, mentre i due fiori rosa che quel giorno portava ai capelli continuavano a schiudersi e richiudersi.

La bionda le rivolse un'occhiataccia:<< Questa mattina non era nel suo letto! Pensi che “abbia avuto un contrattempo” alle due di notte ed io, che le dormo da parte, non l'abbia sentita!? >>, chiese decisamente alterata.

Il portone della Sala Grande che si apriva tolse la grifondoro dall'impiccio di dover rispondere; infatti un secondo dopo, oltre la porta, comparve appunto Rose, con i capelli un po' arruffati ed il viso stanco di chi ha dormito poco e male. Subito dietro di lei, Scorpius Malfoy.

La rossa prese posto al tavolo di grifondoro, salutando con noncuranza gli amici, per sua sfortuna però, il senso d'osservazione di Agnes era molto più sviluppato della norma:<< Andiamo in bagno, Rose >>, ordinò alzandosi.

La ragazza la guardò sgranando gli occhi:<< In bagno!? >>, chiese stupita:<< ma se sono appena arrivata! >>, protestò indicando il pezzo di pane che stava imburrando.

<< Non importa. Devo andare in bagno e voglio che tu venga con me >>, sentenziò Agnes, con tono di chi non ammette reppliche.

James, seduto li vicino, non fu in grado di trattenersi:<< E perchè dovreste andare in bagno insieme? >>, chiese dubbioso.

La bionda lo fulminò con un occhiataccia, tirando la rossa per una manica:<< Perchè ovviamente sono innamorata di lei, James! >>, urlò facendo voltare buona parte degli studenti a fissarla:<< visto che tu ormai vedi miei possibili fidanzati avunque, perchè non spacchi il naso anche a tua cugina!? >>.

Quest'ultima scosse la testa, dopo sei anni di conoscenza, James sembrava non aver capito nulla:<< Smettila Agnes >>, la riprese bonariamente la rossa:<< andiamo in bagno dai >>, ed abbandonò la Sala Grande, dopo aver lanciato un'occhiataccia al cugino.

<< Allora!? >>, esordì la bionda, nonappena il portone si fu chiuso alle sue spalle.

Rose prese tempo, dondolandosi sui talloni e possandosi una mano tra i capelli. Era stupido, infondo Agnes era la sua migliore amica, ma aveva il terrore di essere sgridata, la stessa paura che anni a dietro le incuteva la mandre, quando faceva una biricchinata:<< Sono rimasta chiusa in biblioteca >>, rispose arricciandosi una ciocca di capelli attorno all'indice.

<< E di grazia, perchè saresti rimasta chiusa in biblioteca? >>, domandò l'amica in una perfetta quanto inquietante imitazione della signora Weasley.

La rossa si appoggiò al muro; non era sicura di voler raccontare ingiro quello che era successo la notte precedente, ma infondo Agnes era la sua migliore amica, si erano sempre dette tutto... o quasi:<< Io e Malfoy siamo rimasti a mettere a posto più del dovuto; perciò quando abbiamo fatto per uscire l'incantesimo che bloccava la porta era già scattato >>.

La bionda fissò Rose storcendo leggermente la bocca perfetta, alla ricerca di un qualche dettaglio che provasse che stava mentendo:<< E cosa avete fatto tu e Scorpius tutta la notte soli in biblioteca? >>, chiese con fare indagatorio.

Le guance della ragazza si tinsero un poco di rosa:<< Abbiamo solo parlato >>, rispose con la voce leggermente impastata di chi, per non dire una bugia, boffonchia una mezza verità.

Ma Agnes la conosceva bene, fin troppo bene:<< E di cosa? >>, chiese con quel tono un po' troppo acuto, che spesso usava lei quando era infastidata da qualcosa o qualcuno.

Rose si sarebbe volentieri mangiata la lingua, oppure avrebbe ucciso Malfoy, come volevasi dimostrare, alla fine lui era sempre la causa dei suoi problemi:<< Della sua famiglia >>, ammise, optando nuovamente per una parte di verità.

<< E poi? >>.

<< Solo questo >>.

<< Solo questo? >>.

<< Si. Solo questo >>.

La bionda però non era una stupida, sapeva che c'era dell'altro, ma, con il tempo, aveva anche imparato quando fosse il caso di insistere e quando no; questa volta era un no:<< Quindi? Che ti ha rivelato di tanto sconvolgente sulla sua famiglia? >>, domandò mantenendo un tono da superiore, nonostante la mezza arrabbiatura se ne fosse già andata.

Rose rimase in silenzio un paio di minuti; voleva essere sincera con Agnes, dopotutto era la sua migliore amica, ma d'altra parte non le sembrava neanche giusto infrangere il muto patto stretto con Malfoy:<< Non posso parlartene >>, ammise infine con la testa abbassata dai sensi di colpa.

L'altra rimase un attimo interdetta. In sei anni che si conoscevano, non c'era mai stato nulla di cui Rose non potesse parlare con lei:<< Hem... ok >>, biascicò sbattendo più del dovuto le palpebre, convinta comunque che rispettare il volere dell'amica fosse la cosa più giusta.

<< Scusa. Sai che se potessi parlartene lo farei... >>, disse Rose, mordendosi un labbro.

Agnes scosse la testa, mentre un bel sorriso genuino la si dipingeva in volto:<< No, scusami tu. Non dovrei insistere così >>, rispose rilassata, voltandosi verso la Sala Grande:<< Allora? Finiamo o no colazione? Non vorrai che la Ellen ci uccida, vero!? >>.

La rossa scosse la testa ed entrò in Sala Grande per fare rifornimento prima di un'ora di incantesimi. Intanto, dalla parte opposta della stanza, Malfoy non sembrava essere altrettanto sereno.

<< Che c'è che ti preoccupa, Scorpy? Potresti dirlo alla tua Queen, magari ti sentiresti meglio... >>, domandò con voce melensa la Rosier.

Il biondo le rivolse uno sguardo omicida:<< Non ho nulla >>, rispose freddo, levandosela con poca grazia di dosso.

Queen squittì, nella perfetta imitazione di una cavia in calore, e senza demordere tornò ad arpionare il braccio del giovane Malfoy, stampandogli qualche bacio vicino all'orecchio:<< Sembri così triste >>, commentò tra un bacio e l'altro.

Quello era uno di quei momenti in cui Scorpius desiderava ardentemente che la mora se la spassasse tre la lenzuola di qualcun'altro:<< Sto bene Rosier. Starei anche meglio se tu sbavassi dietro ad un'altra qualsiasi persona >>.

La serpeverde si staccò dal biondo, sul viso un'espressione scioccata:<< Bene! >>, esclamò, anche se dalla sua espressione era palese che nulla andava bene:<< Sarà meglio che per la prossima volta che sarai interessato alla mia compagnia, tu mi abbia chiesto scusa! >>, disse con voce acuta, prima di abbandonare la sala impettita.

Malfoy inarcò un biondo sopracciglio; la minaccia di una strega sedicenne, che sapeva a malapena da quale parte si dovesse impugnare la bacchetta non sortiva esattamente l'effetto desiderato. Scosse la testa con forza, chiedendosi ancora perchè frequentasse gente del genere, e fece posare il suo sguardo nuovamente sul tavolo di Grifondoro. Quella stupida rossa era appena rientrata con la sua amichetta del cuore; chissà cosa le aveva raccontato su di lui.

La notte precedente aveva fatto la stronzata più colossale della sua vita. Cosa gli era passato per la testa per avergli fatto raccontare ad una grifondoro ciò che non aveva mai detto a nessuno? Le opzioni erano due; o stava impazzendo, o qualcuno lo aveva drogato.

Ma ora non aveva tempo per questo. Doveva assolutamente parlare con quella bionda e scoprire cosa Rose le avesse detto.

 

Agnes camminava, con passo abbastanza sostenuto, verso la prima lezione del mattino; incantesimi, con la professoressa Ellen. Stava giusto per girare l'angolo, quando si sentì afferrare per un braccio. Cercà di lanciare un urlo, ma il suo pseudo-rapitore le chiuse la bocca con una mano.

Con un movimento rapido fu spinta dentro una classe, la cui porta venne prontamente chiusa:<< Ma cosa...? >>, cercò di domanda nonappena la sua bocca fu liberata.

<< Scusami per il... brusco saluto, ma non avevo altro modo di parlare con te senza che qualcuno iniziasse a parlare male >>, disse il ragazzo, che alla luce del sole si rivelò essere Scorpius Malfoy.

La bionda inarcò un sopracciglio:<< Ti pare giusto che un serpeverde non possa neanche parlare con una grifondoro senza che qualcuno lo additi? >>, chiese quasi disgustata.

Scorpius scosse la testa:<< Scusami tanto, ma non ti voglio esattamente parlare delle discriminazione tra adolescenti, se non ti dispiace >>.

Agnes parve ancora più scettica dopo quell'affermazione:<< Allora illuminami, Malfoy. Di cosa mi vorresti parlare? >>.

<< Rose >>.

<< Rose? >>.

<< Si Rose. Non è la tua migliore amica? >>.

<< Si certo, ma perchè ti interessa? >>.
Il biondo soppesò con cura le parole, per non rischiare di far passare il messaggio sbagliato:<< Questa mattina vi ho viste uscire dalla Sala Grande insieme... >>.

Lei lo interruppe:<< Guarda un po' che coincidenza; io vi ho visti entrare in Sala Grande insieme >>.

Lui fece finta di non aver sentito niente, non era li per farsi mettere i piedi in testa da una bionda e seccente grifondoro:<< Potrebbe averti detto qualcosa che non vorrei sentisse anima viva >>, spiegò alzando leggermente il tono di voce, in modo che lei non potesse interromperlo.

Agnes sorrise ed iniziò a girare attorno al ragazzo, squadrandolo da capo a piedi:<< Bene, bene, bene. Un serpeverde come te che viene a supplicarmi di dirgli se so o non so qualcosa che potrebbe intaccare la sua reputazione. Ma questo, Malfoy, non è già abbastanza umiliante? >>.

Il biondo si fermò ad osservarla. Gli girava intorno come una gatta farebbe con un topo, ancheggiando e facendo ciondolare la testa; era tanto bella quando intelligente ma...:<< Non giocare con me, Dollow. Ti ho fatto una domanda e pretendo una risposta, i tuoi giochetti non funzionano con me >>, poteva essere bella quanto voleva, ma se non era pronta a baciargli i piedi era inutile.

<< Tu giudichi le ragazze in base a quanto sono pronte a sottomettersi, vero Malfoy? >>, domandò Agnes, in volto dipinta un'espressione disgustata:<< In ogni caso no. Mi ha detto che vi siete parlati, ma non ha voluto fare alcun accenno a ciò che vi siete detti >>.

Senza aggiungere altro si avvicinò alla porta:<< Ed era scusami. Non so tu, ma io ho una lezione di incantesimi >>, disse prima di aprire la porta e correre verso l'aula nella speranza di non ricevere un qualche castigo per il ritardo.

 

C'era qualcosa che non andava.

Qualcosa che la lasciava pensierosa, una sorta di prurito alla base del collo che non la lasciava riposare.

Ormai l'ora per andare a dormire era passata da un pezzo, ma Rose rimaneva comunque accoccolata sul davanzale della finestra, tra le mani stretta una tazza di latta caldo portatale da Wollo.

Perchè si ostinava a pensare ancora a Malfoy? Probabilmente il reale problema era che la rivelazione era stata troppo grande per essere sopportata da sola, ma doveva parlarne con qualcuno. Avrebbe tanto voluto dirlo ad Agnes, ma aveva visto la sua reazione del mattino, sarebbe uscita di testa; forse a James, se non fosse stato così dannatamente protettivo. Però poteva scrivere a sua madre, effettivamente lei non aveva mai avuto pregiudizi di alcun genere e per di più avrebbe ascoltato tutta la storia fino alla fine... se non fosse stato che raccontare una qualsiasi cosa ad Hermione Granger era come raccontarla direttamente a Ronald Weasley, e suo padre non era... granchè ragionevole quando si parlava di purosangue o serpeverde, soprattutto se di cognome facevano Malfoy.

Che poi perchè? Si chiedeva Rose, perchè proprio i Malfoy? C'erano decine di parenti di ex-mangiamorte ad Hogwarts, allora perchè suo padre doveva prendersela con i Malfoy? Perchè lei, se l'era sempre presa con i Malfoy?

Perchè ti hanno insegnato così. Tu devi essere superiore ai Malfoy, devi batterli...

Nella testa le risuonavano le parole che suo padre, quel giorno di tanti anni prima, le aveva detto al binario 9 ¾ “Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre. Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue”.

Ma tu non sei una stupida Rose! Non ti saresti mai lasciata influenzare da degli stupidi pregiudizi vecchi secoli!

Di questo non ne era più tanto sicura.

<< Rose... cosa fai? Perchè non sei a letto? >>.

La rossa si voltò, alle sue spalle c'era Agnes, più bella che mai. La pelle di porcellana illuminata dalla luna le dava un'aspetto etereo, mentre gli occhi brillavano come stelle. E forse era proprio ad una stella che si poteva paragonare Agnes, la sua luce era visibile a tutti, anche se alcuni si limitavano ad osservarla da lontano, compiaciuti di tanta bellezza; altri le stavano accanto nella speranza di ricevere qualche beneficio dalla sua aurea luminosa; mentre altri ancora, gelosi, tentavano di carpire quella lucentezza; ma lei non si lasciava intimorire, e continuava a brillare in alto, per tutti.

<< Non riuscivo a dormire, Agne. Ma non ti preoccupare, torna pure a letto >>, rispose sorridendo dolcemente.

La bionda si sfregò gli occhi con le mani, nella speranza di svegliarsi un poco:<< Che succede? C'è qualcosa che non va? >>, chiese mettendosi a sedere accanto a lei, ed ignorando il suo consiglio.

Rose si strinse nelle spalle:<< Nulla di che. Stavo solo pensando >>.

Agnes prese la tazza che l'amica teneva stretta in mano, e bevve un sorso di latte caldo:<< Posso sapere a cosa? >>, domandò.

<< A Scorpius >>, rispose semplicemente l'altra.

<< A Malfoy, vorrai dire >>, fu prontamente corretta.

<< E che differenza fa? >>.

<< Oh, fa molta differenza >>.

Per qualche istante nessuna delle due aprì bocca:<< Beh, io non ci vedo nulla di male a chiamare una persona con il suo nome di battesimo >>, disse la rossa, sulla difensiva.

L'amica annuì:<< Certo, non c'è nulla di male, ma c'è differenza >>, rispose sussurrando, dopo aver sentito un borbottio proveniente dal letto di Isabel:<< Non dirmi che sarebbe la stessa cosa se io iniziassi a chiamarti Weasley... >>.

Rose rimase un paio di secondi a rifletterci; in effetti, l'idea della sua migliore amica che la chiamava per cognome non la faceva impazzire di gioia:<< Ok, non è la stessa cosa. Ma ho pensato che... >>.

Agnes alzò una mano per interromperla:<< Aspetta. Vado a segnarmelo sul calendario, tu puoi pensare! >>, bisbigliò con un ghigno sarcastico.

L'altra rispose con un'occhiataccia:<< Ah-ah. Mi sto sbellicando dalle risate >>, poi tornò seria:<< davvero Agnes, ho riflettuto un po' su questa cosa, è penso che Scorpius abbia ragione >>.

<< Su cosa? >>.

<< Sul fatto che il mio sia solo uno stupido pregiudizio >>.

La ragazza parve confusa:<< Non capisco... >>.

<< Questo non toglie il fatto che Malfoy sia un antipatico, arrogante e viziato deficente; ma ha ragione, io verso di lui ho un sacco di pregiudizi. Ancor prima di conoscerlo, io gli sono andata contro. Tu questo non puoi saperlo, ma fin dal primo giorno di scuola mio padre mi ha... come dire... indirizzato contro i Malfoy, non so bene il perchè, ma non voleva che lo frequentassi, anzi, si era raccomandato di fare il possibile per superarlo in qualsiasi cosa... >>.

L'altra parve prendere la cosa molto sul serio:<< Probabilmente ha del risentimento verso quella famiglia >>, disse dopo averci pensato un po' su:<< Se non sbaglio i vostri genitori >>, a questo punto Rose sentì una fitta allo stomaco al pensiero della storia della famiglia di Malfoy:<< sono coetanei. Probabilmente si conoscevano ai tempi di Hogwarts e non andavano esattamente d'amore e d'accordo... >>.

Strano, sicuramente se fosse successo qualcosa del genere i suoi genitori gliene avrebbero parlato... eppure le occhiatacce che il padre aveva lanciato a Draco Malfoy, nelle rare occasioni in cui si erano visti, erano state molto eloquenti...

<< Potrei... potrei provare a chiedere a mia madre se... >>, propose Rose, più che mai convita di voler andare a fondo in quella faccenda.

Agnes sorrise dolcemente e le mise una mano sulla spalla:<< Fantastico! Ed ora a nanna, o domani ci ritroveremo con due occhiaie mostruose! >>, disse prima di darle un bacio sulla guancia e voltarsi verso il suo letto.

Rose la seguì, avrebbe scritto alla madre il giorno seguente.

Buongiorno(:
Allora, questo capitolo non è particolarmente importante, ma mi serviva per introdurre il prossimo, nel quale avremo nuovamente Hermione al centro della scena, e magari (non è terminato, perciò non ne sono sicura) anche qualcosina su Draco.
Solo un appunto; Agnes ha in parte perdonato James, ma è troppo orgogliosa - e lui troppo stupido - per farci definitivamente pace. Per un po' accantonerò la loro "storia" per concentrarmi su Rose ed in particolare Scorpius, ma non pensate sia finita qui.
Spero appreziate il capitolo, un bacio, Franci

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Capitolo 10
*** -Il passato non si dimentica ***


-Il passato non si dimentica

Un insistente squillo alla sua destra le fece aprire gli occhi. I numeri lampeggianti segnavano le 7.02. Si stiracchiò svogliatamente e diede un bacio sulle labbra del marito:<< Sveglio Ron. Arriverai tardi >>.

Il rosso grugnì qualcosa nel sonno che suonava come “ancora cinque minuti”. La riccia scosse la testa, si alzò dal letto ed andò ad inginocchiarsi da parte all'uomo:<< Amore... dai, devi svegliarti... >>, disse dolcemente, stampandogli qualche bacio vicino alle labbra. L'uomo si risvegliò di colpo – non solo lui, anche qualcuno più in basso – e cercò di approfondire il bacio, ma Hermione si fece da parte:<< Sbrigati tesoro. Sono le sette e cinque >>, disse prima di chiudersi nel bagno.

<< Miseriaccia! >>, Ron sorrise sollevando le coperte, intimando al suo stesso corpo di fermare il “festino non autorizzato” che si stava tenendo nei suoi pantaloni.

Era assurdo che dopo vent'anni di matrimonio un singolo bacio gli facesse ancora quell'effetto, ma con Hermione era così, ogni giorno era come il primo. Ormai non era più... innamorato perso come i primi tempi, quel sentimento grezzo ed anche un po' infantile era stato sostituito da qualcosa di più profondo; no, non ne era più innamorato, ora l'amava.

L'acqua della doccia iniziò a scorrere.

Si sentiva un po' uno stupido. L'unica cosa che avesse mai creato problemi nel loro rapporto era stata la... scappatella di Hermione con Malfoy (faceva fatica anche solo a pensare quel nome) o meglio, il modo in cui lui l'aveva presa.

Su questo argomento il suo cervello era diviso in due parti ben distinte; la prima – che spesso gli parlava con una voce che ricordava molto quella di sua moglie – gli diceva che era un'immaturo, che quel comportamente era da stupidi; la seconda invece gli ricordava in continuazione quanto male era stato in quel periodo...

L'acqua si spense un attimo, per poi partire nuovamente.

Eppure sapeva che quel suo comportamento infantile non faceva altro che allontanarla da lui ogni volta di più, eppure, masoisticamente, non riusciva a smettere.

Lo scrosciare dell'acqua cessò, e pochi secondi dopo il volto di Hermione, avvolta in un telo bianco, fece capolino dalla porta:<< Che aspetti Ron!? Scendi a preparare la colazione ad Emily! >>, disse prima di rientrare in camera e tirare le lenzuola scoprendo il marito. Poi tornò a chiudersi in bagno.

Il rosso si trascinò giù dal letto, ripensando con nostalgia ai suoi giorni alla tana, quando Molly gli faceva trovare tutti i giorni la colazione pronta. Andò in cucina e senza smettere un secondo di sbadigliare, ordinò a pentolini e fornelli di preparare una buona colazione.

Intanto Hermione era uscita dalla doccia e, dopo essersi asciugata i capelli con un colpo di bacchetta, stava indossando un tailleur beige.

Una decina di minuti dopo era sulla soglia della cucina vestita di tutto punto, con un filo di trucco ed una piccola ed assonnata Emily tra le braccia:<< Buongiorno tesoro >>, salutò il padre, anche se la bambina – che continuava a strofinarsi gli occhi con le mani paffute – non diede segno di averlo sentito.

Si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare i toast un po' bruciacchiati preparati da Ron. Una quindicina di minuti dopo il rosso fu spinto fuori di casa con Emily in braccio, mentre Hermione si smaterializzava al Ministero.

L'ufficio di Hermione era al quarto livello; un'angusta stanza dove stavano giusto due scrivanie, un armadio e decine di mensole stracolme. Circa sei mesi prima le avevano cambiato assistente, l'anziana e stanca Signora Suttery era andata in pensione da poco e dopo un mese a dover sbrigare tutto da sola, Hermione aveva deciso che le serviva una nuova segretaria.

<< Buongiorno, Hermione >>, salutò la ragazza dai lunghi capelli biondi legati in cima alla nuca:<< come sta oggi? >>.

La riccia sorrise:<< Buongiorno a te, Demetra. Io sto bene, e tu? >>, chiese accomodandosi dietro la sua scrivania ed iniziando a sfogliare un tomo di carte.

<< Oooh, direi che va benissimo; fantasticamente, è una giornata a dir poco favolosa. Oggi appena uscita di casa il cielo era limpido e gli uccellini cinguettavano tutt'intorno a me. Forse è una giornata così bella perchè ieri sera, quando sono arrivata a casa... >>, far star zitta Demetra, una volta che partiva in quarta, era impossibile. Decisamente meglio del continuo borbottio lamentoso della Signora Suttery, comunque, ma dopo una giornata, con lo voce della ragazza nelle orecchie, un bel mal di testa era assicurato.

<< … la mia sorellina, ieri era il suo compleanno! Le avevo preparato una torta; si ricorda quella di cui le parlavo ieri? Era a forma di fragola... >>, la bionda continuò a blaterare di praticamente qualsiasi cosa le passasse per la testa mentre Hermione svolgeva il solito lavoro d'ufficio. Come ogni giorno le due, di tanto in tanto, si rivolgavano qualche domanda su documenti o casi particolari, per il resto, tutta la mattina era accompagnata dalle chiacchere di Demetra.

<< è per lei, Hermione? >>, domandò dopo un paio di ore la ragazza, interrompendo il racconto di un annedoto del suo quarto anno ad Hogwarts, da dove era uscita solo due anni prima.

La donna sollevò lo sguardo, un bel gufo dal piumaggio chiaro aveva fatto capolino dalla porta, ed ora aspettava appollaiato sulla mensola:<< Bee >>, salutò estraendo da un cassetto della scrivania una scatola di biscotti gufici. Il barbagianni atterrò sulla scrivania – facendo cadere un portapenne – e tese la zampetta. Hermione prese la lettera e diede un biscotto a Bee:<< Chissà cosa avranno combinato quei due... >>, commentò un attimo prima di leggere la lettera, che consisteva in quattro o cinque righe con la scrittura della figlia.

In meno di cinque secondi il volto di Hermione si fece cereo.

<< Va tutto bene? I suoi... i suoi figli stanno bene? >>, domandò Demetra, per una volta, senza trovare le parole.

Con una calma esasperante, la riccia ripiegò la lettera e la rinfilò nella busta:<< Loro stanno bene. Io sono morta >>.

 

<< E poi l'hai vista? Abbinare quello smalto con quelle scarpe! >>.

<< Per non parlare del braccialetto! Ma chi mai si metterebbe un braccialetto del genere!? >>.

Rose non riuscì più a resistere:<< é un regalo di sua madre, Isabel! Possibile che tu non abbia un minimo di tatto!? >>, chiese stringendo forte i pugni, per non saltare al collo della compagna di stanza.

La mora la fissò sgranando gli occhi, come se non capisse un concetto elementare:<< Beh, avrebbe potuto benissimo indossarlo in un'altra occasione... >>.

A questo punto anche Agnes si sentì tirata in causa:<< La madre di Elizabhet è morta! Quel braccialetto glielo ha regalato sul letto di morte >>, tentò di spiegare con quanta più calma riuscisse a raccimolare.

<< Beh, questo non toglie che sia decisamente obsoleto >>, disse, questa volta Helena.

Agnes si aprì in un enorme quanto falso sorriso:<< Non ti facevo tanto colta da conoscere certi termini, Helena >>, commentò con un sopracciglio inarcato.

Entrambe le grifondoro spalancarono la bocca, in un'espressione offesa.

Rose ed Agnes si scambiarono un'occhiata complice e senza aggiungere nulla abbandonarono insieme il dormitorio.

Scherzarono per un paio di minuti sul decisamente basso quoziente intellettivo delle due compagne, finchè non si accorsero che in Sala Comune c'era anche James.

<< Potresti salutarlo >>, commentò la rossa, osservando l'amica che – seduta ad un tavolo insieme a lei – continuava a lanciare occhiate in direzione del moro.

La bionda distolse subito lo sguardo:<< Chi, scusa? >>, domandò con aria innocente.

Rose alzò gli occhi al cielo:<< James. Hai presente? Mio cugino... quello che ti piace anche se non vuoi ammetterlo... quello che l'altro giorno ti ha beccato con in uno sgabuzzino con il cacciatore di Tassorosso... quello con cui non parli da giorni... >>.

L'altra la interruppe:<< Ok, ok! So a chi ti riferisci >>, esclamò chiudendo gli occhi:<< Comunque no. Non penso che parlargli sia una grande idea >>, rispose dopo aver ritrovato il suo “equilibrio interiore”.

Questa volta fu quella di Rose per perdere la pazienza – che a dire il vero nessuna delle due sembrava possedere:<< Sai cosa penso, Agnes!? >>, esclamò alzando tanto il tono che buona parte dei grifondoro si voltarono per guardarla:<< Che tu non voglia parlargli solo per colpa del tuo fottutissimo orgoglio! Perchè per quanto tu possa dire, io ti conosco meglio di quanto tu non conosca te stessa! E so che non hai il coraggio di rivolgergli la parola solo perchè ti senti in colpa! Ma sai cosa ti dico questa volta!? Che mi sono rotta il cazzo! Sono fatti vostri. Fate quello che volete. Me ne lavo le mani! >>.

Per un secondo le due grifondoro si fissarono con intensità tale che parevano lasciare scintille dagli occhi, poi la rossa senza aggiungere una parola, girò sui tacchi e lasciò la Sala Comune.

Stupidi, infatili ed orgogliosi. Ecco cosa sono que due deficenti!

Rose non aveva una meta precisa; una ventina di minuti dopo avrebbe avuto un'ora di pozioni, ma in quel momento non sapeva proprio dove andare. Senza quasi rendersene conto si ritrovò davanti al portone d'ingresso, e con una scrollata di spalle lo varcò.

Ora se ne stava seduta vicino al lago nero, poco lontano dalla statua d'oro in memoria ai caduti della Seconda Guerra magica (è una statua che osserva Hermione in un capitolo di Lo Yin e lo Yang, consiste un una statua raffigurante i morti più importanti della seconda guerra magica, sul piedistallo sono incisi tutti i nomi dei caduti). Poco lontano da li c'era un gruppetto di tassorosso, e all'ombra di un albero Queen Rosier ciarlava con Annabelle Nott.

Annabelle era una serpeverde doc, nonché l'incubo peggiore di qualsiasi adolescente. Era quel genere di ragazza che prima di conoscere, pensavi che il mondo fosse giusto, ci fosse una certa... giustizia divina per la quale una ragazza non potesse essere contemporaneamente bella intelligente e ricca; poi, una volta incontrata Annabelle, tutto ciò in cui avevi creduto per anni si sgretolava. Lei aveva un corpo da foto modella, tutte E ed una camera stracolma di galeoni alla Gringott.

<< Weasley? >>.

Rose si voltò di scatto, in piedi, vestito di tutto punto se ne stava Scorpius Malfoy:<< Che c'è, Malfoy? >>, chiese passandosi una mano fra i capelli, con voce stanca.

Il biondo le si sedette di fianco:<< Nulla, ho anche io un'ora buca. È successo qualcosa? Hai il tono di voce di una che è appena tornata da un funerale... >>.

<< Niente che ti interessi. E tu? Perchè così disponibile oggi? >>.

<< Mi stavo annoiando e ti ho vista qui, così ti ho raggiunto. Ora non montarti la testa, è solo che l'altro giorno ho avuto un... incontro con la tua amichetta, la bionda... >>.

Rose spanlancò la bocca:<< Hai parlato con Agnes? >>, chiese stupida, non sapeva se più dal fatto che Agnes non gliene avesse parlato, o perchè aveva avuto a che fare qualcosa con un serpeverde senza il fine di portarselo a letto, a meno che quello non fosse varamente il suo scopo...

Scorpius ghignò:<< Non pensare male Weasley. Avevo solo il sospetto che tu avessi potuto dirle qualcosa su ciò di cui ti ho parlato l'altra sera >>, ammise con semplicità, quasi che la cosa non lo riguardasse:<< e ho trovato che la Dollow sia una ragazza molto... interessante >>.

Uno dei rossi sopraccigli della grifondoro si inarcò:<< Vuoi che ti combini un appuntamento? >>, chiese tanto stupita quanto infastidita.

Il biondo scosse la testa:<< No, assolutamente no. Non esco con le grifondoro, solo... è una ragazza interessante >>, ripetè.

Rose si strinse nelle spalle:<< Sarà che i tuoi standard non sono granchè alti... >>, disse lanciando un'oloquente occhiata verso la Rosier che ora, sola, le lanciava occhiate di fuoco da poco lontano.

Anche lo sguardo di Scorpius corse verso la serpeverde:<< Penso che Queen non solo non sia paragonabile alla tua amica, ma non è paragonabile ad una qualsiasi creatura dotata di cervello >>, commentò serissimo.

La grifondoro scoppiò a ridere, e fu subito seguita anche dal ragazzo.

Alle loro spalle la campanella suonò, facendo cessare in un istante il momento di ilarità. I due rimasero fermi per qualche istante, a fissarsi negli occhi l'un l'altra, per la prima volta senza disprezzo ne rabbia, riportati bruscamente da quello squillo insistente alla realtà.

Rose si schiarì la gola e si alzò in piedi:<< Io ho lezione. Vado. Buon pomeriggio >>.

<< Buon pomeriggio >>.

Così la rossa, senza aggiungere altro, si incamminò a testa alta, guardando sempre dritto verso il portone di ingresso, ben cosciente che, un paio di conversazioni da persone civili, non avrebbero cancellato ne sei anni di litigate, ne decenni di pregiudizi.

 

Cara Rose,

Sono felice che tu mi abbia scritto e che stiate tutti bene. Anche qui è tutto a posto, papà in questi giorni è molto uccupato con un caso di un certo mago che si divertirebbe a vendere oggetti stregati ai babbani, ma anche lui sta bene. Ti manda i suoi saluti.

Emily e la nonna mi hanno detto di salutarti, stanno bene e sono state tanto contente di avere tue notizie.

Ho anche parlato con la professoressa McGranit, la settimana scorsa, mi ha messo al corrente della punizione addottata per lo scontro in Sala Grande. La reputo più che adeguata, anche se spero che questa non abbia sottratto tempo al tuo studio.

Per quanto riguarda i Malfoy, si, io e tuo padre li conosciamo. Il padre di Scorpius , si chiama Draco, è un nostro coscritto ma, come ovvio, frequentava serpeverde, perciò non abbiamo mai avuto modo – ne motivo, a dire il vero – di passare del tempo insieme. Il risentimento che tuo padre prova nei confronti di quella famiglia è dato per lo più da fatti accaduti durante la guerra, nulla comunque che deve influenzare la tua opinione di Scorpius o della sua famiglia.

Felice di averti sentita. Un grande bacio anche ad Hugo (e tutti gli altri).

Tua, mamma.

 

Hermione ripiegò con cura la pergamena. Dopo una quantità un po' troppo consistente di convenevoli aveva risposto – in modo quasi del tutto veritiero – alla figlia. Infondo, che importanza aveva raccontare a Rose che era stata a letto con il padre di un suo compagno? Non era una rivelazione per nulla produttiva, poteva essere benissimo omessa. E comunque era vero, l'odio di Ron nei confronti di Malfoy era nato ben prima del loro ultimo anno ad Hogwarts...

Basta.

Doveva smetterla con tutte queste riflessioni inconcludenti.

Infilò la lettera in una busta e la legò alla zampa di Bee, si avvicinò alla finestra della sua camera e con un movimento del braccio fece spiccare il volo al gufo, con la netta sensazione di aver appena fatto un grosso errore.

Buongiorno (:
Per prima cosa mi scuso per queste "scene di vita quotidiana", ma mi servivano; in particolare la prima, quella del risveglio di Ron ed Hermione, perchè quando li avevamo lasciati, avevano appena litigato, quindi volevo far capire che questi piccoli litigi si dimenticano nel giro di 24 ore.
Un piccolo appunto (anche se non vi interessa xD) Demetra (il nome della segretaria di Hermione) nella mitologia greca era la "Madre Terra", la dea del grano e dei campi, nonchè artefice del ciclo delle stagioni.
Ultima cosa; un'altro personaggio da tener d'occhio è Annabelle Nott, che non è ne la figlia ne la nipote di Theodore Nott, ma diventerà abbastana importante nei prossimi capitoli.
Dopo questi inutili dettaglio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensionerete.
Un bacio, Franci 

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Capitolo 11
*** -La margherita ed il tulipano ***


-La margherita ed il tulipano

<< E quindi? Tutto qui? >>.
<< Si, tutto qui >>.
Rose fece scorrere per l'ennesima volta lo sguardo lungo la pergamena, mentre Agnes davanti a lei scuoteva piano la testa:<< Cosa è successo durante la guerra? >>.
La rossa storse le labbra, quella storia i suoi genitori non gliel'avrebbero neanche raccontata, lo era venuto a sapere da un racconto del professor Paciock:<< Mia madre è stata torturata da una certa Bellatrix Lestrenge a casa Malfoy >>, spiegò.
La bionda sembrava pensiorosa:<< Bellatrix? Sbaglio o è la zia di Draco Malfoy, il padre di Scorpius? >>, chiese.
Rose annuì:<< Esatto. Ma alla fine non ha granchè senso che mio padre ce l'abbia con tutti i Malfoy esistenti sulla faccia della terra per ciò che ha fatto quella. Anche perchè, per quanto ho capito, alla fine della guerra, è stata proprio la madre di Draco Malfoy a salvare mio zio, perciò non avrebbe molto senso se centrasse esclusivamente con quello... >>.
L'altra si portò una mano al mento e strinse leggermente gli occhi, come spesso faceva quando pensava:<< Potrebbe magari essere succeso qualcosa di cui tua madre non vuole parlare, non con te almeno >>, ipotetizzò con scetticismo.
La rossa scosse la testa:<< Mi sembra impossibile. Fino ad ora non c'è mai stato nulla che io e mia madre ci siamo nascoste >>, disse con voce meditabonda.
Agnes si mise in piedi:<< Beh, ora dobbiamo andare in Sala Grande, è ora di cena. Possiamo pensarci dopo >>, disse porgendo una mano all'amica per aiutarla ad alzarsi.
Uscirono dal dormitorio di Grifondoro e scesero le scale fino ad arrivare all'ingresso. Stavano per voltarsi verso il portone della Sala Grande, quando per poco non andarono a sbattere contro altri due studenti.
I due salivano dal dormitorio di Serpeverde e risultarono essere Scorpius Malfoy ed Annabel Nott.
<< Malfoy, Nott >>.
<< Weasley, Dollow >>.
<< Agnes >>.
<< Annabelle >>.
Dopo un veloce scambio di convenevoli tutti e quattro rimasero in silenzio. Agnes ed Annabelle si scrutavano più impettite che mai, spruzzando orgoglio da tutti i pori. Rose lanciò uno sguardo un po' scettico a Scorpius, che dopo aver osservato la bionda e la ragazza che teneva a braccetto si strinse nelle spalle.
Per sua grande sfortuna, Agnes ed Annabelle si conoscevano da molto più tempo di quanto velossero ammettere. Quando erano bambine, le rispettive madri erano colleghe di lavoro, e le due passavano molto tempo insieme. Poi, una volta arrivate ad Hogwarts, la rivalità era stata inevitabile, erano probabilmente le più belle – ed intelligenti – ragazze di tutta la scuola, l'una serpeverde, l'altra grifondoro. Per un certo periodo non avevano fatto altro che farsi scherzetti da bimbe, che spesso comprendevano rospi, vermi o ragni. Poi, arrivate al quarto anno, avevano preso a darsi lotta a suon di conquiste; per ogni ragazzo con cui la grifondoro andava ingiro, l'altra si faceva trovare per mano con due; per ogni ragazzo che la serpeverde baciava, l'altra si chiudeva in uno stanzino con due.
<< Allora Annabelle, dove hai lasciato la tua Queen? >>, chiese con quel tono di superiorità che era solita usare solo con la compagna.
La serpeverde si sistemò con una mano i lunghi e lisci capelli neri:<< Non è il mio cagnolino, Agnes. Può fare quello che vuole... >>.
La bionda sciolse la coda in cui teneva stretti i capelli, e con una scollata del capo li gettò in faccia a Rose:<< Ammettilo che con quella non si può tenere una conversazione degna di essere chiamata tale. Dovresti smetterla di sceglierti le amiche in base all'aspetto fisico, quelli, se mai, sono i ragazzi... >>.
Annabelle lanciò uno sguardo ammiccante verso Scorpius:<< Non preoccuparti di come scelgo i ragazzi, Agnes. Sono sicura di avere ottimo gusto >>, rispose passandosi la lingua sul labbro inferiore.
L'altra si passò una mano tra i capelli:<< Ti sei già inginocchiata ai suoi piedi? >>, chiese con voce serafica:<< Lui valuta le ragazze in base a quanto sono disposte a sottomettersi >>, disse scambiandosi una strana occhiata con Malfoy, di cui nessun'altro, a parte lui, capì il significato.
Annabelle parve colpita per un attimo dalle parole della ragazza, ma si riprese un paio di secondi dopo; strinse leggermente la presa sul braccio del biondo e disse:<< Andiamo Scopius, non capisco perchè perdiamo tempo con certa gente >>, e dopo aver fatto balenare un'altra volta i capelli in direzione delle due grifondoro, varcò l'ingresso della Sala Grande.
<< Cosa significava quell'occhiata a Malfoy? >>, chiese Rose con una punta di acidità nella voce, un paio di secondi dopo che i due furono entrati.
La bionda si strinse nelle spalle e camminò verso il portone:<< Nulla degno di nota >>.

<< Si svegli, padrone >>.
Draco Malfoy distese piano le braccia e sbattè un paio di volte le palpebre. Alla sua destra, vicino alla spaliera del letto a baldacchino, uno dei suoi elfi domestici lo fissava con gli enormi occhi a palla spalancati:<< B-buonamattina, signore >>, salutò la creatura, un po' indecisa.
L'uomo si mise a sedere, passandosi una mano tra i capelli:<< Astoria è sveglia? >>, domandò al servitore.
L'elfo annuì:<< Troto ha svegliato la padrona Astoria prima del signore >>, disse con la testa china, sottomessa quanto il suo tono di voce.
Draco annuì:<< Bene. Di a Selby di riordinare la mia stanza e quella di Astoria, tu vai a prepararmi la colazione >>, ordinò scendendo dal letto.
Troto annuì, e dopo un piccolo inchino si avvicinò alla porta, poi si voltò:<< Troto quasi dimenticava. Oggi è arrivata un lettera per il padron Draco. La manda il padroncino Scorpius da Hogwarts. Troto gliel'ha portata >>, disse allungando una busta rigida verso l'uomo, accennando un nuovo inchino.
<< Bene. Puoi andare >>, l'elfo abbandonò definitivamente la stanza.
Draco sfilò i pantoloni del pigiama ed indossò un paio di pantaloni neri a taglio classico, ed una camicia dello stesso colore, poi si accomodò ad una delle due poltrone accostate al camino della sua stanza ed aprì la lettera del figlio:

Caro padre,
 Ti scrivo da Hogwarts nella speranza che tu ed Astoria stiate bene.
Qui va tutto come al solito, la punizione della McGranit è stata ovviamente esagerata, ma ormai sono diversi giorni che è terminata.
Superati i convenevoli vorrei farti una domanda leggermente personale. So che non ne abbiamo mai parlato apertamente, ma da diversi tuoi comportamenti ho intuito che tu conosci, o meglio, hai conosciuto Hermione Granger, la madre di Rose Weasley di Grifondoro... non è successo nulla in particolare che mi induca a chiederti come  fai a conoscerla, ma dopo diverse ore passata a stretto e forzato contatto con quella ragazza, la sua storia ha iniziato ad interessarmi.
Poiché tu per primo mi hai sempre insegnato a ragionare con la mia testa, è stato impossibile non chiedermi il motivo per cui tu – e in parte anche io – provi così tanto disprezzo verso la famiglia Weasley.
Mi scuso in anticipo se per qualche motivo riterrai questa domanda inappropriata o offensiva, la mia è pura curiosità.
Ora ti saluto. Mando un forte abbraccio a te ed ad Astoria.
Scorpius.

Il biondo dovette fermarsi e rileggere la lettera tre volte, prima di comprendere il significato di quella domanda inespressa.
Poi, con un colpo di bacchetta accese il fuoco nel camino, ed osservò lentamente la lettera che si contorceva in esso, prima di ridursi in cenere.
Il figlio voleva sapere perchè odiava tanto la famiglia Weasley, perchè odiava tanto Hermione Granger, bella domanda...
Perchè poteva avere me ma ha preferito sposare uno stupido e rozzo babbanofilo.
No, questo suo figlio non lo avrebbe mai capito...
<< Draco, va tutto bene? Troto mi ha detto che stavi scendendo a colazione, invece... >>, sulla soglia della sua stanza, Astoria Greengrass si affacciava alla ricerca del marito.
Questi si mise in piedi:<< Si Astoria, scusami. Ho ricevuto una lettera da Scorpius >>, spiegò incamminandosi con la moglie verso la sala da pranzo.
La donna annuì, il viso gioioso:<< Oh, sono felice. Sta bene? Ha chiesto di me? >>, chiese speranzosa.
Draco scosse la testa:<< Sta bene e ti manda a salutare >>, rispose semplicemente.
Astoria non riuscì a trattenere la curiosità:<< Potrei leggere la lettera? >>, domandò.
Il biondo le lanciò un'occhiata di rimprovero, anche se il tono con cui le si rivolse non era per nulla freddo, non più del solito, almeno:<< Purtroppo l'ho già bruciata. Sarà per la prossima volta >>.
La donna annuì, cercando di nascondere la delusione, ed accompagnò il marito a fare colazione. Aspettò che lui terminasse in silenizio, seduta di fronte a lui sul lungo tavolo, le gambe accavallate sotto il vestito di seta chiaro, uno scialle grigio stretto attorno alle spalle:<< Daphne mi ha mandato un gufo >>, accennò come se fosse una cosa da nulla, nella speranza di farla passare per una notizia di poco conto:<< L'ho invitata qui a pranzo, domattina >>, aggiunse.
Il marito annuì:<< Certo, sai di poter invitare chiunque tu voglia qui >>, disse dopo aver bevuto un'altro sorso di caffè:<< Io non ci sarò purtroppo, ma porgile i miei saluti >>, disse prima di alzarsi:<< Ora devo andare al Ministero. Buonagiornata >>, si avvicinò alla moglie per darle un leggero bacio tra i capelli, poi, indossato un mantello pesante, si smaterializzò.

Rose, Roxanne e tutta la squadra di Quidditch, sorvolava il campo a velocità impressionante, mentre il capitano, più in alto di tutti, urlava consigli con quanto fiato avesse in gola. In quel momento Peter stringeva la pluffa, e schivava per un soffio un bolide, decisamente ben piazzato, di Nicolas. Passò la palla a Susan, che senza esitazione si fiondò verso gli anelli e la lanciò verso quello di destra. Roxanne per poco non cadde dalla scopa, ma riuscì ad afferrare la pluffa con la punta dei guantoni.
James suonò nel fischietto e, seguito dagli altri, iniziò a scendere.
Si avviarono verso gli spogliatoi, mentre Roxanne faceva i complimenti a Susan, che nonostante la velocità e l'agilità, aveva ancora qualche problema con la forza, e faceva molta fatica quando toccava a lei tirare agli anelli.
James chiese a Rose se avesse voglia di aiutarlo a mettere a posto il materiale, così quando tutti ebbero lasciato lo spogliatoio, loro due si fermarono a raccogliere le divise ed il resto.
<< Allora James? Risolto con Agnes? >>, chiese la rossa, intenta a convincere un bolide a rimanere fermo nella sua custodia.
Il moro sbuffò, nascosto da una montagna di divise:<< Sai meglio di me, Rose, che non ha intenzione di parlarmi... >>, disse un po' infestidito, un po' triste.
La ragazza si strinse nelle spalle:<< Sai James, a volte mi chiedo perchè tu ti intestardisca tanto con Agnes... si certo, è una bella ragazza, le voglio bene, è la mia migliore amica e tutto il resto; ma infondo tu sei il capitano di Grifondoro, sei un bel ragazzo e tuo padre è Harry Potter! Lo sai vero che potresti avere tutte le ragazze che desideri? >>, lui annuì:<< Allora perchè sei così tanto fissato con lei? >>.
Lui si prese qualche secondo di silenzio, con la scusa di raccogliere delle mazze ed un paio di guantoni:<< Perchè lei è... lei >>, rimase un altro istante in silenzio, poi buttò fuori tutto d'un fiato:<< Perchè Agnes è unica, lei... lei sa che se un fiore è un fiore, va chiamato fiore, ma sa riconoscere anche che, una margherita, è diversa da un tulipano >>.
Rose rimase un secondo interdetta, stupita dalla profondità della frase del cugino, poi gli sorrise, ed in uno slancio di affetto gli buttò le braccia al collo:<< Oh James! Non ti preoccupare. Ti aiuterò io >>.
Il moro annuì e la lasciò andare:<< Cosa intendi fare? >>, chiese sorridendo.
Il sorriso che si allargò sul volto della ragazza era decisamente più ampio e più maligno:<< Ora devi solo chiudere gli occhi >>, disse impugnando una delle mazze da battitore; le era venuta un'idea...

Buongiorno :D
Allora, a dire il vero il problema con il pc non è ancora risolto, ma un mio amico è stato così gentile da prestarmi la batteria del suo computer, così sono riuscita almeno a scaricare il documento con la storia, quindi come promesso eccomi qui il nuovo capitolo :D
Allora, qui ci sono tre punti fondamentali;
1)Conosciamo un po' meglio questa Anabel Nott che nello scorso capitolo vi avevo detto di tener d'occhio.
2)Entra (finalmente!) in scena Draco Malfoy, e di conseguenza anche Astoria, che non sembra esattamente gioiosa della sua vita matrimoniale.
3)Rose ha un'idea - un po' drastica, ma pur sempre un'idea - su come far riappacificare James ed Agnes.
Vorrei solo farvi notare la differenza (spero di essere riuscita a sottolineare questa cosa anche nel capitolo) tra la lettera che Rose scrive alla madre, e quella che Scorpius scrive al padre (Si, a quanto pare anche il biondino si è fatto le stesse domande che si sta facendo Rose).
Ed infine nel prossimo capitolo avremo l'inizio di una riappacificazione tra James ed Agnes, un confronto tra quest'ultima e Rose, e probabilmente anche un'altro incontro tra Scorpius e la rossa(:
Fatemi sapere che ve ne pare e scusate per il ritardo.
Un bacio, Franci
PS: Buone vacanze a tutti quelli che hanno finito oggi la scuola, o che come me la finiranno domani, e tanti auguri anche a chi quest'anno ha degli esami :D

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Capitolo 12
*** -La paura di soffrire ***


-La paura di soffrire

<< Agnes! Agnes! >>, Rose irruppe nella biblioteca di Hogwarts con il fiato corto e le scarpe infangate.

<< Ma che succede!? Signorina Weasley! Le sembra questo il comportamento adeguato per... >>, la rossa non considerò minimamente il rimprovero della bibliotecaria, ma continuò a cercare di corsa l'amica.

La chioma bionda di Agnes fece capolino da dietro una libreria, ed il suo cipiglio severo fissò l'amica con rabbia:<< Siamo in un biblioteca Rose. Saresti pregata di fare silenzio e... >>, tentò di dire ostentando un tono calmo.

L'altra non la ascoltò. L'afferro per un braccio e puntò con fermezza gli occhi nei suoi, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Pronunciò solo quattro parole:<< James è in infermeria >>.

Senza bisogno che aggiungesse altro, dopo aver trattenuto per un paio di secondi il respiro, iniziò a correre fuori dalla biblioteca. Superò il banco della bibliotecaria, che urlava come un pazza per tutto il baccano che stavano creando, uscì di lì e si fiondò verso il corridoio di sinistra, percorse due rampe di scale e svoltò verso un'altro corridoio, tutto questo con Rose alle calcagna.

Arrivata davanti alla porta dell'infermeria, la spalancò senza troppe cerimonie, e quando si fermò per guardarsi intorno, il fiatone non le permetteva di parlare:<< Dov'è? >>, chiese in un sussurro, mentre anche l'amica irrompeva nella stanza.

Madame Chips alzò lo sguardo dalla sua Gazzetta del Profeta, l'espressione decisamente contrariata:<< Di chi stai parlando, ragazzina? >>, chiese senza alzarsi dalla sedia nell'angolo.

Agnes – che in una situazione normale si sarebbe infuriata – non fece una piega per il tono di voce con cui la donna le si era rivolta:<< J... James >>, ansimò senza più aria nei polmoni.

<< James Potter? >>, domandò la vecchia infermiera, Agnes annuì:<< è nella branda dietro la tenda. Temo però che dobbiate aspettare qualche minuto, miss Mary sta... >>.

Ma la bionda – che fino ad un attimo prima sembrava stare per accasciarsi a terra – non la lasciò terminare e scattò nuovamente. Con un gesto brusco spostò la tenda, che rivelò James quasi del tutto privo di coscienza, sdraiato su di uno dei letti con miss Mary che gli spargeva un unguento bluastro sull'occhio destro.

<< Oh James >>, bisbigliò la grifondoro, con una mano premuta sul cuore ed una sulla bocca.

La giovane infermiera alzò lo sguardo, distogliendo momentaneamente l'attenzione dal suo lavoro:<< Non preoccuparti tesoro, in meno di una decina di ore sarà come nuovo >>, la rassicurò con un bel sorriso, prima di riprendere da dove si era interrotta.

Agnes annuì, le mani molli lungo i fianchi, come se fosse sul punto di svenire. Rose le avvicinò una sedia, e lei vi si accasciò sopra, coprendosi il volto con entrambe le mani:<< è il tuo ragazzo? >>, domandò Mary, senza alcuna traccia di malizia nella voce, ma solo un po' di sana curiosità.

Per un momento la bionda avvampò, e l'amica potè vedere le guance arrossate tra gli spiragli delle dita, poi, dopo un attimo di silenzio Agnes annuì:<< Si >>, disse semplicemente.

Rose non ebbe cuore di ribattere.

Quando ebbe finito con James, l'infermiera fece un paio di domande alla rossa sull'accaduto, e compilò velocemente una scheda; incidente sul campo da Quidditch, sistemando le cose un bolide sfuggito al suo controllo lo aveva colpito.

Allontanandosi dal letto di James, la donna poggiò una mano sulla spalla della bionda:<< Non preoccuparti piccola, vedrai che starà bene >>. Agnes annuì, e lasciò crollare la testa contro l'addome della compagna, che stava in piedi dietro alla sua sedia.

Per qualche istante Rose le accarezzò distrattamente i capelli che, solitamente severamente raccolti in una coda alta, ora erano sciolti sulle sue spalle, guardando il sole che tramontava lontano all'orizzonte; un sorriso trionfante le illuminava il viso.

<< Quindi? Scendiamo per cena? >>, chiese, dopo diversi minuti di silenzio, la rossa, quando il sole era solo una linea arancione contro la notte nera.

L'altra raddrizzò la testa, e intrecciò le dita in grembo:<< Va tu. Vorrei essere qui quando si risveglia >>, disse in un sussurro, come se avesse paura di disturbare il sonno del ragazzo.

Rose si strinse nelle spalle:<< Bene. Vado a vedere se riesco a fregare qualcosa nelle cucine. Torno subito >>, detto questo girò sui tacchi e scese dagli elfi domestici.

Al suo ritorno nulla era cambiato, se non che ora una delle mani di James era stretta tra quelle di Agnes. Poggiò sul comodino vicino al letto del cugino un piatto con due toast ed un'enorme barretta di cioccolato:<< Tutto quello che sono riuscita a trovare >>, spiegò piano, mentre madame Chips non la rimproverava solo perchè ormai non vedeva a più di un palmo dal naso.

Agnes non volle il suo toast, così Rose li mangiò entrambi, ma accettò mezza barretta di cioccolato.

Poi, quando ormai il sole era calato da tempo e l'anziana infermiera russava sulla sua sedia, la mano che la bionda stringeva si contrasse quasi impercettibilmente. Lei trattenne rumorosamente il fiato, e James aprì lentamente l'occhio – quello non tumefatto – e lo fissò su Rose. In fronte aveva scritto a grandi lettere “IDEA DEL CAZZO. SEI MORTA”, la cugina fece un mezzo sorriso ed abbassò lo sguardo.

Agnes lasciò uscire il respiro trattenuto, ed insieme ad esso anche l'ansia e la preoccupazione:<< Mi hai così spaventato >>, sussurrò più per se stessa che per lui.

James sbattè più volte le ciglia dell'unico occhi che poteva muovere:<< Cosa mi è successo? >>, chiese portando una mano alla testa pulsante.

La rossa si sedette ai piedi del suo letto:<< Non ricordi? Eravamo a ritirare le cose dopo l'allenamento di Quidditch e un bolide ti ha colpito >>, spiegò appoggiandogli una mano sulla gamba.

Il moro annuì, tentato trattenersi dallo strangolare la cugina. Abbassò lo sguardo sulle sue mani. Una era stretta tra due molto più candide e curate delle sue; le unghie erano laccate di blu, l'istinto omicida si affievolì. Seguendo la linea del braccio, delle spalle ed infine del mento, fissò gli occhi nelle iridi blu di Agnes:<< Ciao >>, disse mentre Rose si tratteneva dal tirare fuori trombette e striscioni ed improvvisare una hola.

<< Ciao >>, rispose la bionda abbassando lo sguardo e lasciando di colpo la sua mano, quasi si fosse scottata.

Rimasero tutti e tre in silenzio per qualche lungo secondo, poi James si schiarì la voce:<< E così sei rimasta qui per tutto questo tempo al mio capezzale? >>, chiese con voce sarcastica ed occhi dolci.

Agnes fece una smorfia:<< Non montarti la testa. Sei il cugino di Rose, è ovvio che mi preoccupi per te >>. Rimasero ancora qualche istante in silenzio, a guardarsi negli occhi, consci entrambi che l'ultima frase fosse solo una balla:<< Però mi hai spaventato >>, continuò la ragazza, con voce bassa e sincera. Il volto del ragazzo si illuminò, incoraggiando lei a continuare:<< Come ti senti ora? >>, domandò.

Lui si strinse nelle spalle:<< Come vuoi che mi senta? Come uno che ha appena preso un bolide in faccia >>, disse accompagnando la parola “bolide” con un'occhiataccia rivolta alla cugina.

La bionda sorrise piano, continuando a tenere gli occhi bassi:<< Posso fare qualcosa per te? >>, chiese in un sussurro.

Gli occhi del moro si illuminarono di una strana luce:<< Potresti darmi un bacio. Questo mi farebbe sentire meglio >>, propose con un'occhiatina maliziosa.

Le gote di Agnes assunsero la sfumatura dei capelli di Rose, e senza alzare lo sguardo si chinò velocemente su di lui e gli stampò un leggero bacio sull'angolo delle labbra, poi si alzò e diede le spalle al letto dell'infermeria:<< Spero tu guarisca presto, James >>, disse prima di correre oltre la porta.

Sia Rose che James rimasero ammutoliti per diversi istanti. Poi la rossa si strinse nelle spalle:<< Beh, direi che il mio piano ha funzionato >>, commentò sorridente.

James sollevò un sopracciglio:<< Il tuo piano era quello di spaccarmi la testa? >>, chiese sarcastico.

<< Ovviamente >>, rispose l'altra serissima.

 

Agnes era rannicchiata su di una delle poltrone rosse della Sala Comune. Fissava con sguardo perso le fiammelle che riardevano nel camino; in mano stringeva una tazza di the fumante.

<< Agnes? >>, chiamò una voce alle sue spalle.

La bionda si voltò, lo sguardo ancora appannato:<< Hei, Rosie >>, salutò mentre la compagna si sedeva sulla poltrona da parte alla sua.

<< Tutto bene, Agnes? Mi sono svegliata e ho visto le tende del tuo letto aperte e tu non c'eri, quindi ho pensato che ti potesse essere successo qualcosa... >>, spiegò la rossa, roggomitolandosi su se stessa ed appoggiando il mento alle ginocchia.

La bionda si strinse nelle spalle, nascondendo il viso dietro la tazza di ceramica, sfruttando l'occhiasione per prendere tempo:<< Nulla, non riuscivo a dormire >>, disse dopo essere riuscita a mettere insieme un sorriso abbastanza convincente.

Ma Rose non era una stupida, e conosceva la bionda da troppo tempo per farsi prendere ingiro così:<< Avanti Agne, sputa il rospo >>.

Le iridi blu della ragazza tornarono a concentrarsi qualche istante sul camino, le fiamme morenti si rifletterono nei suoi occhi, facendo sembrare che anche lei stesse bruciando come i ceppi di legno:<< è per James >>, ammise infine, tornando a guardare l'amica.

Bingo!

<< Non ti preoccupare Agne, vedrai che starà bene. Madame Chips dice che entro domani sera sarà come nuovo! >>, disse fingendo un tono rassicurante, anche se dentro sperava con tutta se stessa che finalmente la compagna le spiegasse cosa stesse succedendo nel suo cuore.

Con sua grande soddisfazione i suoi desideri furono avverati:<< Non è quello. Cioè, ovvio, sono preoccupata che possa essersi fatto male sul serio, ma questo non è il problema maggiore >>, Rose annuì, così Agnes continuò:<< Penso di essere io il vero problema in questo momento... >>.

La rossa inclinò leggermente la testa, lasciando che i capelli scompigliati si appoggiassero al braccio della poltrona:<< Non ti seguo >>, ammise.

La bionda si passò una mano tra i capelli, evidentemente messa in difficoltà dalla situazione:<< Vedi io... io vorrei... provare, a stare con James >>, iniziò insicura, senza incrociare lo sguardo dell'amica:<< Ma ho... paura, credo >>, ammise:<< Perchè non ho mai... mai avuto un storia seria, e non vorrei rovinare tutto >>.

L'altra annuì, effettivamente, nonostante le tante esperienze sentimentali che Agnes aveva avuto, non era mai stata seriamente fidanzata, ne aveva mai avuto relazioni più lunghe di un paio di settimane. Rose le sorrise:<< Non fare la stupida, sai che anche tu gli interessi, non vedo cosa possa esserci di difficile >>, disse con tono incoraggiante.

La grifondoro appoggiò con lentezza esasperante la tazza su un tavolino li vicino, e si arricciò una ciocca di capelli attorno all'indice:<< Io non... non mi fido delle persone, degli uomini >>, ammise infine, fissandosi le mani che ora teneva in grembo.

La rossa dischiuse leggermente la bocca con un schiocco di lingua; rivelazioni fantastiche da fare a due ore dall'alba:<< Come scusa? >>, domandò nonostante avesse capito perfettamente le parole dell'amica.

Questa sbuffò piano:<< Non mi fido degli uomini >>, disse tutto d'un fiato, i pugni ora serrati:<< Non mi fido degli uomini da quando... da quando avevo si e no tre anni >>.

Rose si portò una mano alle labbra; quando Agnes aveva tre anni, il padre se ne era andato di casa:<< Io non... ma questo... questo non ha senso >>.

<< Avrebbe senso se tu fossi cresciuta sentendoti dire ogni giorno che gli uomini sono solo degli stronzi ingrati, che sanno solo far soffrire >>, disse la bionda con più veemenza di poco prima.

La rossa prese un bel respiro, prima di tentare un'impresa impossibile; far ragionare la sua migliore amica:<< Ok Agnes, ma non puoi pensare che solo perchè tuo padre ha fatto soffrire tua madre tutti gli uomini del mondo siano degli stronzi >>, disse con voce da maestrina.

Agnes la fulminò con uno sguardo:<< Mio padre ha abbandonato mia madre per un'altra donna! Mio padre ha abbandonato me, quando avevo solo tre anni, per una puttana purosangue! E tu vuoi convincermi che gli uomini non siano degli stronzi!? Fammi l'esempio di un solo uomo con non ragioni con il cazzo al posto che col cervello! >>.

Istintivamente la rossa aveva portato le mani davanti al viso, come se le parole dell'amica avessero potuto farle male fisicamente:<< Ok Agnes. Tuo padre era un puttaniere. Questo però non vuol dire che lo siano tutti gli uomini, no? Prendi mio padre, ecco, lui e mia madre stanno insieme da almeno trentanni, e non ci sono mai stati problemi per altre donne o cose simili >>, disse cercando di tranquillizzare l'amica.

Questa però le rispose con voce tagliente:<< Tuo padre non ha mai tradito tua madre perchè lei - che quella donna sia beneddetta - ha più palle che la maggior parte dei ragazzi che conosco, e gli avrebbe staccato gli attributi a morsi, se solo avesse sospettato qualcosa! >>.

L'altra si morse un labbro, consapevole che quello che aveva detto l'amica era la pura e semplice verità:<< Beh, conosco James da quando sono nata, e ti posso assicurare che è un ragazzo serio. Ci tiene a te, non ti farebbe mai soffrire >>, si mise in piedi, dandosi mentalmente della stupida per aver iniziato una conversazione del genere alle quattro del mattino, ed annotando di riprendere il discorso nonappena possibile:<< Io vado a letto. So che ormai è inutile, ma non fare troppo tardi, domani c'è scuola >>, disse prima di stampare un bacio sulla fronte dell'amica, e salire verso i dormitori femminili, dove diverse ragazze si stavano lamentando per essere state svegliate da delle urla.

Agnes però rimase immobile, rannicchiata sulla poltrona scolorita, mentre sulla sua fronte era ancora impresso il bacio che l'amica che le aveva dato.

Rose diceva che James non le avrebbe fatto del male, ma lei non ne era così sicura; suo nonno – che era un babbano – aveva lasciato sua nonna quando, dopo averla messa incinta, aveva scoperto che in realtà era una strega, suo padre aveva lasciato sua madre per una ventenne venezuelana; questi avvenimenti non avevano di molto aumentato la stima che lei aveva degli uomini.

Ma forse James era diverso; forse era proprio quello il motivo per cui gli era così tanto affezionata. Chiuse gli occhi, e sotto le sue palpebre si delineò il volto del moro. Sorrise inconsciamente, perchè forse - solo per quella volta - Rose aveva ragione; magari James ci teneva realmente a lei...

C'era una sola soluzione. Il giorno successivo gli avrebbe parlato. O almeno, ci avrebbe provato...

 

Rose Weasley passeggiava svogliatamente per il parco. La parte del suo corredo genetico ereditata da Hermione le ricordava che a breve avrebbe dovuto consegnare una ricerca, mentre quella che ogni tanto assumeva una voce molto simile a quella di suo padre le ricordava l'esistenza di Agnes e dei suoi precisissimi appunti.

Annoiata si lasciò cadere vicino al campo da Quidditch all'ombra di un'albero, nonostante la giornata fosse decisamente uggiosa.

Una fila ordinata di studenti verde-argento vestiti sbucò dall'entrata degli spogliatoi e si diresse verso l'ingresso del castello a ranghi serrati. La rossa li osservò divertita, parevano tanto dei soldatini pronti per una battaglia, o ancor di più una processione.

<< Weasley >>, salutò qualcuno separandosi dagli altri soldatini, andando verso di lei.

Rose alzò lo sguardo su Scurpius Malfoy, che ora si sdraiava di fianco a lei, usando la borsa dei libri come cuscino:<< Buongiorno Scorpius. é una mia impressione o mi stai pedinando? >>, domandò osservando un gruppetto di ragazzine - tassorosso, a giudicare dai colori - che inzuppavano audacemente i piedi nel Lago Nero, nonostante il clima tutt'altro che favorevole.

Il biondo chiuse gli occhi:<< Tecnicamente io sono qui da prima di te. Perciò sei tu che mi segui >>, sottolineò con noncuranza.

La rossa lo osservò un po' stranita, era la prima volta che abbassava così le difese. Vederlo li, con gli occhi chiusi, la fronte leggermente imperlata di sudore ed i muscoli rilassati le faceva quasi - sottolineo quasi - far venir voglia di non insultarlo.

<< Che c'è Weasley? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>, domandò il biondo, senza aprire gli occhi.

<< Come, scusa? >>.

<< Sei zitta da almeno un paio di minuti. Non ho mai avuto il piacere di stare in tua compagnia senza il ronzio della tua voce nelle orecchie. Sai, quando non parli potresti sembrare quasi simpatica >>.

La rossa inarcò un sopracciglio:<< Se doveva essere un complimento Malfoy, non sembra esserti venuto bene >>, commentò acida, ritornando a guardare la luce del sole che si infrangeva sulle acque scure del lago.

Scorpius sorrise, un sorriso sincero, privo di qualsiasi scherno:<< No Weasley. Non montarti la testa, era solo un dato di fatto; non ti farei mai un complimento >>, disse, anche se il sorriso che ancora gli illuminava il volto rendeva nulla l'implicita offesa della frase.

<< Quando sorridi non sei convincente Malfoy. Ti toglie tutta la tua aria da duro >>, disse la ragazza ironizzando, mettendosi più comoda, mezza sdraiata appoggiata sui gomiti.

Il biondo parve non averla neanche alscoltata, ora aveva gli occhi aperti, e fissava un punto non ben definito nel vuoto:<< Ho scritto a mio padre >>, disse senza alcun preavviso, e apparentemente anche senza alcun senso.

<< Hem... fantastico Malfoy, davvero fantastico. Sono felice che i rapporti con tuo padre continuino ad essere così... distesi nonostante la lontananza >>, commentò sarcastica.

Lui si trattenne dall'istinto di mollarle un pugno sul braccio:<< Non in questo senso, stupida! Gli ho chiesto di te. O meglio, di tua madre... >>, ammise. Rose spalancò gli occhi, pronta ad urlargli dietro una sequela infinita di insulti, ma lui la interruppe:<< No! Ma che hai capito!? >>, chiese interpretando il suo sguardo:<< Non voglio assolutamente offendere tua madre in alcun modo. Ho solo chiesto a mio padre se quando frequentava Hogwarts conosceva i tuoi genitori >>.

Rose dischiuse la bocca, gli occhi anchessi sbarrati, e per un paio di secondi non riescì a formulare nulla di sensato:<< L'ho fatto anche io >>, ammise superato lo stupore iniziale.

<< Hai scritto a mio padre? >>, chiese il ragazzo, la bocca più spalancata di quanto non fosse stata quella della ragazza pochi istanti prima.

Lei scoppiò quasi a ridere:<< No deficente. Ho chiesto la stessa cosa a mia madre! >>, esclamò divertita, dandogli uno schiaffetto amichevole sul braccio. Il biondo rimase a fissare per qualche istante il punto in cui lo aveva colpito; Rose seguì il suo sguardo, e si portò una mano alla bocca:<< Oh mamma, scusa >>, esclamò, anche se sapeva di non avergli fatto male.

Scurpius alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi azzurri della ragazza. Ora le tassorosso che prima inzuppavano i piedi in acqua stavano aspettando che le loro scarpe si asciugassere in riva al lago. Il serpeverde scattò in piedi senza preavviso, e diede le spalle alla rossa:<< Ora devo andare. Buonagiornata >>.

Rose rimase li immobile, atterrita dalla reazione del biondo. Gli aveva dato una pacca su di una spalla, per l'amor del cielo! Che reazione esagerata!

Con uno sbuffo raccolse la sua borsa con i libri, sorpassò le ragazzine che ora stavano indossando le loro scarpe, e si avvicinò all'ingresso. Agnes le doveva far copiare la ricerca per pozioni.

 

Qualcuno bussò alla porta.

<< Scorpy, sono io, Queen, posso entrare? >>, domandò una voce mielosa.

Scorpius si strinse nelle spalle:<< Fai come ti pare >>, disse senza muoversi di mezzo millimetro.

La mora irruppe nella stanza tutta sorridente, i capelli color caramello sciolti sulle spalle, ed indosso una vostaglia verde smeraldo, da vera serpeverde:<< Non sei sceso per cena, ho pensato che ti può servire qualcosa, magari ti fa piacere un po' di compagnia >>, disse la ragazza accomodandosi ai piedi del letto del biondo.

Lui non la degnò minimamente di una risposta, concentrato com'era a pensare all'incontro con la grifondoro, avvenuto un paio di ore prima. Continuava a chiedersi perchè se ne fosse andato. Ok, non aveva molto senso fermarsi a parlare con quella che tecnicamente doveva essere una sua nemica, ma ancora meno ne aveva il fatto di andarsene senza preavviso ne spiegazioni.

<< Allora? Cosa ti andrebbe di fare? >>, stava chiedendo Queen, senza cancellare dal suo viso quel sorriso da ebete che l'accompagnava in quasi ogni istante della giornata, e che probabilmente lei reputava molto sensuale, poiché non faceva altro che mostrarlo a tutti i ragazzi che incontrava, a Scorpius, in particolare.

Lui continuò a non risponderle, ancora perso tra i suoi pensieri, così la ragazza gli si sdraiò di fianco:<< Scorpy! >>, chiamò allungando in modo innaturale la o. Lui continuava a fissare un punto imprecisato vicino all'angolo destro della finestra.

Poi finalmente, senza alcun preavviso il ragazzo aprì la bocca:<< Che ne pensi della Weasley? >>, chiese senza spostare di un millimetro gli occhi.

La serpeverde sgranò innaturalmente gli occhi, per qualche istante la lingua le rimase come incollata al palato, impedendole di imprecare contro la rossa:<< Cosa centra la Weasley!? >>, chiese con voce più acuta del solito, nonappena ebbe recuperato la parola.

Il biondo si strinse nelle spalle:<< Nulla. Oggi ci ho parlato, e stavo pensando a lei >>, spiegò con palese noncuranza dei sentimenti della compagna.

Questa strinse forte i pungi e serrò la mascella:<< é una puttana >>, sibilò come solo una vera serpe sapeva fare, prima di scattare in piedi e percorrere la stanza avanti ed indietro a grandi falcate:<< Non ha nulla di speciale quella ragazza. Sua madre è una sporca mezzosangue, e tutti i Weasley sono dei pezzenti; ha dei bei voti solo perchè i suoi genitori sono famosi; è nella squadra di Quidditch solo perchè suo cugino è il capitano ed... ed... ha il naso troppo grosso! >>, strillò con decisamente troppa irruenza.

Scorpius dubitava seriamente che il naso di Rose fosse sproporzionato, e che le venissero fatti tutti quei favoritismi, ma non proferì alcun commento riguardante ciò che la Rosier aveva detto. Al contrario, tornò in silenzio, e riprese a pensare al suo incontro di poco prima.

Queen sembrava seriamente scocciata, e fissava il serpeverde con tanta intensità da farsi lacrimare gli occhi.

<< Dicevi che mi potrebbe servire qualcosa... >>, riprese Scorpius:<< avresti voglia di farmi un favore? >>, chiese.

D'un tratto la mora sembrò illumirsi, sbattè le ciglia ed assunse il suo solito sorrisetto da ebete, appoggiando una mano su di un fianco, in una posa che doveva ritenere sensuale:<< Tutto ciò che vuoi Scorpy >>, sussurrò con voce suadente.

Un strana scintilla balenò negli occhi del giovane Malfoy:<< Annabelle. Vai a chiamarmi Annabelle >>.

Buongiorno :D
Come state? Io bene ed abbronzata (Non è vero D: Sembro solo un'argasta T.T), la Toscana è bellissima, e mi sono divertita :D (Soprattutto adoro l'accento toscano! Dio che dolce!!).
Escluso questo, di cui sicuramente non ve ne frega nulla, passerei al racconto.
Sono stata un po' lunga a pubblicare per colpa della mia partenza, ma ho cercato di riscattarmi con un capitolo più lungo.
So che in questo capitolo sembrano tutti molto stupidi ed ingenui, suprattutto Agnes, ma vi prometto che nel prossimo si daranno tutti una bella svegliata, soprattutto Agnes.
Che altro dire? Se avete domande chiedete pure :D
Recensionate in tanti, un grande bacio, Franci (Che è felicissima per essere stata promossa senza debiti, neanche latino!!!!! :D)

 

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Capitolo 13
*** -Due parole. Cinque lettere. Le più difficili del mondo ***



-Due parole. Cinque lettere. Le più difficili del mondo

 

James se ne stava seduto sulla poltrona migliore della Sala Comune; era quella più vicina al camino, e la decisamente meno rovinata. Per guadagnarsi quel posto, non era bastato essere il figlio di Harry Potter, ne diventare il capitano della squadra di Quidditch; ma un paio di giorno chiuso in infermeria fanno miracoli.

Era comodamente abbandonato nell'imbottitura, a leggere un articolo sui Tornados dalla Gazzetta del Profeta, quando lo sbattere del ritratto gli fece alzare gli occhi.

Una Agnes Dollow più trafelata che mai fece il suo trionfale ingresso; scrutò tutta la Sala Comune, prima di puntare gli occhi in quelli di James e procedere verso di lui a passo deciso. In sei anni nessuno l'aveva mai vista così fuori posto; aveva i capelli sciolti e leggermente scompigliati, teneva gli occhiali stretti nella mano sinistra, la cravatta slacciata penzolava da un lato del colletto, ed un paio di bottoni erano aperti; ma James non l'aveva mai trovata più bella.

<< Dobbiamo parlare >>, esordì bloccandosi di scattò ad un paio di metri da lui.

Il moro annuì:<< Va bene. Possiamo uscire in... >>.

La ragazza lo interruppe:<< No. Parliamo qui, adesso >>, disse con tono tanto autoritario da ammutolire qualsiasi protesta. Intanto un discreto gruppo di spettatori gli si era radunato intorno, e la testa rossa di Rose era sbucata dalla porta dei dormitori femminili:<< Io ti farò una domanda, e tu risponderai >>, ordinò Agnes, nel palese tentativo di non perdere di mano la situazione.

Lui la assecondò:<< Come vuoi. Chiedi pure >>.

Lo sguardo sicuro di lei vacillò per un secondo, ma subito si riprese:<< Perchè ti da fastidio l'idea che io possa andare a letto con Peter o chicchesia? >>, domandò con tanta fermezza che sembrò quasi che la cosa non la riguardasse.

James non riuscì a mantenere lo stesso distacco, ed iniziò a sudare freddo:<< Non sei... non sei stupida Agnes, penso che tu abbia capito che il mio... interesse per te non sia... solo un... un... >>.

La bionda serrò i pugni:<< Non fare il cretino James. Voglio sentirti dire che ti interesso. Voglio vedere le tue labbra ammettere che ti piaccio >>, disse sicura di se, almeno in apparenza.

Il grifondoro si fissò spaesato attorno, osservò gli studenti, che ormai numerosi, osservavano la scena, e gli venne naturale allentarsi il nodo della cravatta:<< Ma cosa...? che...? perchè non andiamo a prendere un po' d'aria? >>, propose tentando un sorriso tirato.

Agnes scosse la testa:<< Non girarci intorno. Voglio che tu mi dica quello che provi veramente >>.

<< C'è bisogno di fare tutta questa scenata? >>, domandò il moro, continuando a lanciare occhiatacce ai compagni.

<< Si >>, rispose semplicemente lei:<< Non si deve avere vergogna dei propri sentimenti. Allora, cosa provi per me? >>, ripetè la bionda. James distolse lo sguardo e lo fissò nel vuoto:<< James. Rispondimi. Ora o mai più >>, disse la ragazza con il cuore in gola. Lui non rispose. Uno strano luccichio percorse gli occhi blu di Agnes, ma fu subito represso da quest'ultima, che osservò il compagno con quanto più disprezzo riuscisse a mettere insieme in una situazione del genere:<< Bene James. Se è quello che vuoi... >>, disse prima di lasciare la Sala Comune, facendo sbattere il ritratto della Signora Grassa.

Per un paio di secondi tutta la Sala Comune fu ammutolita.

<< Ma cosa cazzo fai!? >>, tuonò Rose, abbandonando la sua postazione per urlare contro il cugino:<< Sai che questa è la prova che anche lei prova qualcosa per te!? >>, chiese fissandolo con sguardo minaccioso:<< è ciò che volevamo accadesse dopo il ricovero in infermeria! >>.

James continuava a fissare nel vuoto, troppo deluso da se stesso per rispondere; disse semplicemente:<< Non è tanto facile dire “ti amo” a qualcuno >>.

<< Invece se lo ami davvero dovrebbe esserlo! >>, rispose con veemenza la rossa, innamorata da sempre, dell'idea dell'amore.

<< Non puoi capire >>, tagliò corto il moro.

Le guance della ragazza arrossirono di rabbia:<< Non dirmi che non posso capire! Io capisco benissimo, anzi, non c'è nulla da capire! Se pensi giorno e notte ad una persona, non c'è nulla di complicato, basta solo essere sinceri con se stessi e con lei! >>.

<< E tu pensi giorno e notte ad una persona? >>, chiese il cugino, con fare quasi accusatorio.

<< No >>, mentì Rose, senza però, poter impedire che il suo pensiero volasse a Scorpius; se fosse stata da sola si sarebbe presa a sberle.

<< Fantastico. Allora non puoi capire >>, ripetè il ragazzo, convinto di chiudere così il discorso.

<< Come ti pare James! >>, rispose la rossa, allontanandosi di qualche passo:<< sappi solo che sei un emerito cretino! >>, disse prima di seguire Agnes oltre l'uscita.

La grifodoro marciava con gli occhi lucidi e l'orgoglio ferito per i corridoi di Hogwarts. Si sentiva una stupida; una ragazzina incosciente alla sua prima cotta.

Infondo Agnes non era così; non era sicura e brillante come voleva far credere. Anche a lei le gambe tremavano prima di una verifica; anche lei boccheggiava quando lo sguardo di James si fissava nei suoi occhi. Però lei aveva imparato a nasconderlo; aveva imparato ad infilare i sentimenti più umili e sinceri infondo al cervello, e anche più in basso, vicinò alla nuca. Perchè se ti metti a nudo sei vulnerabile, se sei vulnerabile soffri.

Lo aveva imparato con il tempo. Se lasci che le cose ti scivolino addosso, quelle brutte non potranno mai ferirti.

Ma neanche quelle belle ti toccheranno mai.

Si mise a sedere sul terzultimo gradino della prima scala che si trovò vicino. Strinse forte gli occhi, cercando disperatamente di darsi un contegno; non poteva permettersi certe cadute; era un prefetto lei!

<< Scusa, dovrei passare... >>.

Alzò lo sguardo; dietro di lei c'era Sebastian Non-so-cosa (In un momento del genere non si poteva pretendere che si ricordasse i cognomi di tutta la popolazione maschile di Hogwarts), un coetaneo di James, di Grifondoro. Si guardò un attimo intorno e si rese conto di accupare più della metà di un gradino. Tornò a guardare il ragazzo:<< Oh, scusa >>, disse prima di ritrarsi con un sorriso, per lasciarlo passare. Con un cenno del capo il grifondoro la superò e scese le scale. Agnes rimase a fissare la sua schiena rimpicciolirsi. In un momento normale non gli avrebbe prestato alcuna attenzione – a dire il vero il ragazzo non era particolarmente bello, ne di sicuro spiccava per la sua intelligenza – ma quello non era un momento normale; la bella grifondoro era ferita, ferita nel suo orgoglio di donna. Ed una donna ferita, è pericolosa.

Balzò in piedi e legò i lunghi capelli in una coda alta:<< Hei, aspetta. Sebastian, giusto? Piacere, io sono Agnes... >>, disse rincorrendolo.

 


<< Davvero!? Che ridere! >>, cinguettò Agnes, che aveva attivato da un paio di ore la modalità “cervello: off”.

Il giovane grifondoro, osservava compiaciuto la ragazza che, accoccolata sulle sue gambe, sghignazzava come un oca:<< Lo so! >>, rispose lui, più che felice di quelle attenzioni inaspettate.

La bella bionda gli passò un braccio attornò alle spalle, e lanciò indietro la testa, ridendo a crepapelle, lasciando che i lunghi boccoli chiari sfiorassero il polpaccio del ragazzo:<< Sei così divertente! >>, commentò battendo con la mano sul petto del ragazzo.

Il ragazzo moro se ne stava seduto su di una delle poltrone sgualcite della Sala Comune di Grifondoro, raccontando annedoti che – contro ogni logica – la bionda sembrava trovare estremamente divertenti.

Il ritratto della Signora Grassa si aprì, lasciando che una chioma rossa ed una mora facessero il loro ingresso nella stanza. Rose rise per qualcosa che aveva detto la cugina, e sentì la sua risata riecchegiare in una molto più stridula e civettuola. Sollevò un sopracciglio e si guardò intorno stranita, prima di mettere a fuoco la bionda che sghignazzava senza ritegno.

Salutò Roxanne, e si avvicinò a braccia incrociate all'amica:<< Cosa. Stai. Facendo!? >>, chiese con voce sibilante.

Agnes sciolse la presa sul collo del ragazzo, e lasciò ricadere la braccia lungo i fianchi:<< Rose... >>, bisbigliò piano, sgranando appena gli occhi. Sbattè la ciglia, fissando gli occhi turchesi dell'amica; ed in meno di mezzo secondo ritornò in se – o meglio, ciò che fingeva di essere:<< Oh, Rosie! Tu conosci Stephan...? >>.

<< Sebastian >>, la corresse lui, senza sembrare per nulla offeso dall'errore.

Agnes continuò imperterrita, come se non avesse detto nulla:<< Frequenta il settimo anno, come tuo cugino. Ovviamente lo avevo già visto, ma non pensavo fosse così simpatico! >>, disse accompagnando il complimento con una risatina:<< Dai Sebastian, racconta anche a Rose della pozione che è finita in testa al professor... >>.

La rossa scosse la testa, e senza lasciar finire l'amica la afferrò per un polso:<< Sono sicura che sià un'annedoto esilarante >>, disse ostentando un falso sorriso in direzione del grifondoro, che ora le guardava con le labbra dischiuse:<< ma ora dovrei scambiare due paroline con Agnes, non ti dispiace, vero? >>. Senza aspettare una risposta trascinò la compagna verso il loro dormitorio.

Fortunatamente la stanza era deserta; non aveva ne voglia di litigare con le compagne, ne intenzione di lasciare che quelle due pettegole si facessero i fatti suoi:<< Cosa ti salta in mente, Agnes? >>, domandò osservando l'espressione dell'amica che perdeva quell'aria svampita e tornava seria e coscenziosa come al solito.

<< Non capisco di cosa tu stia parlando >>, disse la bionda, sedendosi sul suo letto a gambe accavallate.

Rose si accomodò da parte a lei, tutti i muscoli tesi nel tentativo di non staccarle la testa a morsi:<< Non fare la cretina Agnes! Sappiamo entrambe di cosa sto parlando. Chi era quello? >>.

Agnes scoppiò in una risata cristallina:<< Mi sembri tu cretina, Rosie. Ti ho presentato Simon giusto cinque minuti fa >>, disse parlandole come se fosse una bambina di due anni un po' stupida.

<< Si chiama Sebastian >>, la corresse l'altra, rossa di rabbia:<< E comunque non fare finta di nulla. Ti conosco troppo bene, tu hai un piano >>.

La bionda sgranò gli occhi, come scioccata:<< Non ho in mente proprio nulla! Ho parlato con tuo cugino, lui non mi vuole. Bene, non per questo diventerò una suora di clausura. Voglio solo divertirmi un po', non ci vedo nulla di male >>.

Rose scosse la testa; ecco di nuovo l'Agnes che, una volta ferita, si chiude in se stessa. In quel momento le pareva che a dividerle ci fosse un oceano intero:<< Fai come vuoi. Solo una cosa, sai che giorno è dopodomani? >>, chiese ormai arresa.

L'altra sbattè le ciglia:<< Ovvio che lo so. È il ventisette novembre... >>.

La rossa annuì:<< Quindi? >>.

<< Quindi manca meno di un mese a Natale? >>, ipotetizzò la bionda, palesemente sorpresa.

Rose scosse la testa, cercando di reprimere la voglia di prenderla a sberle:<< è il compleanno di James >>, disse.

Agnes annuì piano, pareva quasi sorpresa:<< Oh... beh, farò sicuramente gli auguri a tuo cugino >>, la rassicurò, prima di voltarsi sui tacchi e borbottare un “Sebastian mi aspetta”, ed uscì dalla stanza, lasciando la rossa da sola.

 


La memoria è strana.

Spesso gioca brutti scherzi; i ricordi scivolano attorno alla nostra mente, in una continua corsa.

Alcuni rimangono impressi a lungo, a volte solo dettagli; una frase, un regalo... altre scivolano via come la sabbia di una clessidra.

Il tempo addolcisce alcuni ricordi, e rende sbiaditi altri, fino a farli scomparire del tutto.

La memoria non è sicuramente qualcosa di controllabile, spesso ciò che vorremmo dimenticare è ciò che in realtà ci rimane ben impresso nella mente.

Questo Hermione, che ora continuava a percorrere avanti ed indietro la strada tra la libreria e la porta del suo salotto, lo sapeva bene. Se ne avesse avuto il potere, ci sarebbero state diverse cose che avrebbe volentieri cancellato dalla sua mente, primo tra tutte il volto del marito quella mattina.

Un lieve Pop invase la stanza, lasciando che una figura si materializzasse vicino al divano:<< Oh, Harry! >>, sussurrò Hermione, correndo ad abbracciare l'amico.

Lui ricambiò l'abbraccio e diede un bacio sulla fronte della cognata (anche se non era sicuro che essere la moglie del fratello di sua moglie la rendesse sua cognata):<< Ho fatto più in fretta che ho potuto >>, disse una volta che si furono separati, slacciandosi il mantello pesante:<< è successo qualcosa? Dal tuo gufo mi sembravi molto preoccupata >>, disse il moro, accomodandosi sul divano.

Hermione appellò con mano tremante la teiera e due tazzine, versò e zuccherò il the per entrambi, senza alzare mai lo sguardo:<< C'è un problema con Ron >>, ammise infine, senza però guardare l'amico negli occhi.

Il moro alzò gli occhi al cielo:<< Per cosa avete litigato questa volta? Ha fatto cadere un bicchiere o si è dimenticato di mettere a lavare una camicia sporca? >>, domandò ilare, conoscendo fin troppo bene gli amici.

La donna lo freddò con un'occhiataccia:<< é una cosa seria Harry. Ron sembrava decisamente alterato >>, disse con tono gelido.

L'altro annuì, nonostante sapesse che bastava poco per “irritare decisamente” Ron:<< Allora, cosa è successo? >>, chiese prendendo un sorso dalla sua tazzina.

Hermione prese un lungo respiro, ed assunse la stessa espressione che aveva ai tempi di Hogwarts quando spiegava qualcosa a quei due ritardati dei suoi migliori amici:<< Ho l'abitudine di tenere tutte le lettere che i ragazzi mi scrivono da Hogwarts in un cofanetto in camera. Solitamente sia Rose che Hugo usano inviare le lettere a me, poi io le metto li e se vuole le legge anche Ron. L'altro giorno Rose mi ha scritto una... lettera ed io dopo averla letta l'ho messa in questo cofanetto. Questa mattina Ron l'ha letta, solo che... >>, si fermò di colpo, la guance leggermente accaldate.

<< Solo che...? >>, cercò di esortarla il ragazzo, dopo diversi secondi di silenzio:<< Suvvià Hermione, non fare la sciocca. Sai che qualsiasi cosa sia puoi... >>.

La mora lo interruppe:<< Nella lettere Rose mi chiedeva del mio rapporto con Draco Malfoy >>, sputò tutto d'un fiato, nella speranza che dopo si sarebbe più leggera, anche se non fu così.

Harry aggrottò la fronte:<< Lei sa che... >>, era strano, in tanti anni non avevano mai parlato esplicitamente di ciò che era successo tra lei e Malfoy, nonostante si fossero sempre raccontati tutto.

L'altra scosse il capo:<< No. Ti avevo raccontato della sua punizione con Scorpius, il figlio di Draco, vero? Molto probabilmente hanno passato tanto tempo insieme, e lei ha iniziata a farsi qualche domanda sul motivo per cui Ron è così... prevenuto nei confronti dei Malfoy; ed ha deciso che chiedere a me piuttosto che al padre sarebbe stato più saggio >>, spiegò con molto più calma di poco prima.

L'uomo annuì piano, era ovvio che la figlia di Hermione Granger non potesse far finta di nulla davanti ad una nuova scoperta:<< E cosa c'è di male? Non capisco perchè avrebbe dovuto arrabbiarsi >>.

Lei nascose un secondo il viso dietro la tazza di the:<< Pensa che Rose si stia legando troppo a Scorpius >>, spiegò un po' in imbarazzo.

Harry aggrottò leggermente le sopracciglia:<< E perchè a Ron dovrebbe interessare la vita sentimentale di mia nipote? >>, domandò scettico, posando la tazzina vuota sul tavolino in mogano.

Hermione scosse la testa:<< Penso che abbia paura che Scorpius sia come il padre... anche se non sono sicura che sia solo questo; ovviamente è preoccupato per Rose; ma penso sia una cosa molto più sul personale >>.

L'uomo annuì, piano. Conosceva Ron da tanto tempo; era una persona leale ed altruista, ma se gli veniva fatto un torto, se la legava al dito:<< Hai provato a parlargli? >>, chiese prendendo una mano di Hermione tra le sue, per darle conforto.

Questa scosse la testa:<< Ha mai provato a parlare con Ron quando è infuriato? >>, il moro convenne che era un'impresa impossibile:<< Per lo più il problema è che ora ho paura che possa prendersela con Rose. Non vorrei ne uscisse un casino... >>.

Harry annuì ancora. Dopo un'istante di silenzio un lampo gli illuminò la mente:<< Ma a Rose hai detto la verità? >>, domandò.

Il viso di Hermione perse di colpo colore, e le sue labbra tremarono per un attimo in cerca di una scusa. Per sua grande fortuna la pena di rispondere le fu risparmiata da uno scalpiccio nel corridoio:<< Mamma! >>, strillò qualcuno appena fuori dalla porta della stanza.

Lei colse al volo l'accasione e si fiondò in corridoio a prendere Emily che, avvolta nel suo pigiamino arancione, si strofinava gli occhi stanchi. Il volto della bambina si illuminò nonappena vide Harry:<< Tio! >>, urlò con la sua vocetta dolce ed acuta.

La riccia la lasciò tra le braccia della zio, che accolse la piccola con un sorriso:<< Ben svegliato Emily. Come siamo belle oggi, e che bel pigiamino! >>.

<< Ti! >>, esclamò la bambina tutta contenta, ormai ogni traccia di stanchezza era scomparsa del suo viso:<< Me o ha regaato papi! >>, spiegò tirando la stoffa all'altezza della pancia.

Harry si mise in piedi, continuando a stringere la nipote tra le braccia:<< Andiamo a fare colazione Emie! Se no non diventerai mai grande e forte con i tuoi fratelli! >>, disse portandola verso la cucina. Poi si voltò verso Hermione, che era rimasta in piedi vicino al divano:<< Troveremo un'altro momento per parlare >>, l'avverti:<< questa situazione la dovete risolvere >>.

 
Buongiorno :D
Ecco che in questo capitolo entra in gioco anche Harry (: Povero ciccino, una piccola parte se la meritava anche lui xD E poi sinceramente non conosco nessun'altro che sappia come comportarsi davanti ai litigi di Ron ed Hermione.
Escluso questo devo farvi un piccolo appunto; ho fatto un paio di ricerche, e ho trovato due notizie contrastanti sulla data di nascita di James; alcuni siti dicono il 27 marzo, altri il 27 novembre. Sperando che non vi turbi troppo io ho deciso di farlo nascere a novembre :D
Beh.. che altro dire... a si! Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa, non vorrei anticiparvi nulla, dico solo che in una fanfiction che si rispetti un torneo tra maghi non può mancare ù.ù (Ok, non è vero xD ma fa nulla).
Grazie mille a chi continua a leggere e recensire.
Un grazie in particolare va a:
Kuzawinger,
DetectiveMary,
Irezz97
e ultima ma non meno importante, Ginny96,
Che continuano a seguirmi e sostenermi fin dai primi capitoli :D Grazie infinite.
  Un bacio, Franci

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Capitolo 14
*** -Il torneo della Vittoria ***


 Buongiorno(: Allora, prima che voi iniziate a leggere devo dirvi che ho il terrore di postare questo capitolo.
La prima parte è ok, ma più avanti c'è un pezzo su James/Agnes che non è per nulla di ma... beh, spero comunque che possiate apprezzarlo, ed esigo il vostro parere, anche se negativo ;)
(Scusatemi anche se mi sto concentrando un sacco su questi due, ma è un mio grandissimo difetto, mi fisso suoi personaggi secondari e non sul protagonista...)
Comunque, buona lettura :D

-Il torneo della Vittoria.

<< Smettila Sebastian! >>, si lagnò Agnes, che per l'ennesima volta dovette abbassare la forchetta, impossibilitata a mangiare da un bacio del grifondoro.

James non aveva preso per nulla bene la cosa; quella stessa notte non si era nemmeno presentato al dormitorio – si diceva che avesse dormito sulla torre di Astronomia – per evitare che durante la notte l'istinto omicida nei confronti del compagno avesse la meglio.

Dal canto suo, Sebastian, sembrava davvero esaltato dalla sua nuova conquista, e non faceva altro che sbandierarla a destra e a manca, al contrario di suddetta ragazza che dopo poco più di ventiquattro ore non riusciva già a sopportare la cosa.

<< Forse potresti parlarle >>, bisbigliò Rose all'orecchio del cugino, che sedeva di fianco a lei.

Il moro distolse gli occhi che sembravano di fuoco dai due, e fissò la rossa:<< Non mi importa. Può fare quello che le pare, non sono affari miei >>.

<< Fantastico >>, sussurrò la ragazza, prima di prendere la mano del cugino:<< Ma ti pregherei di non distruggere la forchetta, non penso che gli elfi ne sarebbero entusiasti >>, disse prima di aprire le nocche – ormai sbiancate – del ragazzo, strette attorno la forchetta, che cominciava a stortarsi nei punti dove lui aveva fatto pressione.

Per non rischiare di spaccare nulla, James ributtò le posate nel piatto e stringendo forte i pugni incrociò le braccia al petto.

La cena era quasi finita, ed un istante prima che i primi iniziassero a lasciare la Sala Grande la preside si mise in piedi, facendo tintinnare il bicchiere. Probabilmente per magia – tutti si voltarono ad osservarla, lei si schiarì la gola:<< Studenti, devo informarvi che, come tutti gli anni, tra meno di due mesi avrà inizio il Torneo della Vittoria. Per chi di voi non lo conoscesse, questo torneo consiste in tre prove, che si terrano tra i mesi di gennaio ed aprile. Successivamente, il due maggio, per l'esattezza, nonché l'anniversario della sconfitta di Tom Riddle e dei suoi seguaci >>, come una volta aveva detto Hermione, la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa; finito il terrore per Lord Voldemort, la comunità magica si era resa conto che non era altro che un pazzo, ed aveva trovato ridicolo non avere il coraggio di pronunciare il suo nome:<< avverrà la premiazione. Esattamente come gli scorsi anni, inizialmente i partecipanti a questo torneo saranno otto; due per ogni casa, e successivamente, il numero verrà dimezzato; la partecipazione al torneo è permessa solo agli alunni del sesto e del settimo anno. Chi fosse interessato dovrà solo scrivere il proprio nome su di un pezzo di pergamena, e gettarlo in questo cerchio >>, la preside sollevo la bacchetta e disegnò un cerchiò a mezzaria, che subito assunse la forma di un anello d'argento, circondato da una strana foschia rilucente:<< Il giorno prima della partenza per le vacanze natalizie, verranno annunciati i partecipanti >>.

Un mormorio accitato si diffuse per tutte le case, mentre gli studenti entusiasti annunciavano di voler tentare la fortuna:<< Vi avverto però ragazzi >>, continuò la professoressa:<< una volta che si viene scelti non ci si può tirare indietro. Le prove potranno risultare difficili; perciò chiedo, a chiunque di voi sia intenzionato a partecipare, di rifletterci sopra attentamente, prima di prendere questa scelta. Ora, terminate la cena ed andate a dormire. Domani avete lezione >>, terminò la preside, tornando a sedersi tra gli altri professori.

Ovviamente tutti gli studenti ascoltarono le raccomandazioni della donna, infatti, dopo averci pensato a lungo, ovvero due minuti dopo, buona parte degli studenti del sesto anno, e praticamente tutti quelli del settimo anno, spezzettavano rotoli di pergamena per inserire il proprio nome nell'anello d'argento.

<< Quest'anno vincerò! >>, annunciò James, tornando a sedersi alla sua tavolata.

Agnes gli lanciò un'occhiata ironica:<< Ovviamente, come lo scorso anno... >>, commentò ghignando, prima di tendere le braccia a Sebastian che tornava dopo aver inserito il suo nome.

Il grifondoro sbuffò:<< Cosa c'è di male nel voler lasciar vincere la propria cugina!? >>, domandò indicando Roxanne.

Suddetta sollevò un sopracciglio:<< Farmi vincere? >>, domandò con sarcasmo:<< Devo ricordarti che mentre io salivo in sella a quell'Ippogrifo tu stavi pregando i professori di fermare il tuo che voleva sbudellarti? >>, chiese.

Il moro sbuffò, e ingurgitò una sproporzionata fetta di torta:<< E sono sicura che neanche quest'anno vincerai un bel nulla. Non contro il mio Seb >>, commentò Agnes, stampando un bacio sulla guancia del ragazzo.

Rose fece finta di non aver assistito alla scena rivoltante, e si protese verso la cugina:<< Non partecipi quest'anno Roxie? >>, le chiese.

Lei scosse la testa:<< No grazie >>, rispose con un sorriso:<< Lo scorso anno ho vinto, e tanto basta. Per di più mi toglierebbe troppo tempo allo studio, e penso che mamma non sopporterebbe che un'altro in famiglia riuscisse a raccimolare si e no tre M.A.G.O. >>, spiegò.

Agnes scostò bruscamente il moro che continuava a stamparle baci sul collo, e si rivolse a James:<< Vedi. Nelle tua famiglia pare ci sia qualcuno che ragiona con il cervello! >>, commentò lanciando un'occhiataccia anche a Rose:<< Non pensare di fare come l'anno dei G.U.F.O., non sono intenzionata ad aiutarti minimamente >>, chiarì.

<< Di questo non ne dubito >>, borbottò tra se il moro.

Seguì un istante di silenzio.

<< Perchè non proviamo anche noi, Agne? >>, domandò la rossa, dimenticandosi momentaneamente di tutto l'astio provato per l'amica in quegli ultimi giorni.

Questa si strinse nelle spalle:<< Lo sai che tua madre non approverebbe, vero? >>, domandò.

La rossa scosse la testa:<< Con tutto ciò che ha combinato lei con mio padre e mio zio non sarebbe il miglior pulpito per giudicare >>, disse semplicemente:<< Comunque, se non ci tieni a far vedere quando vali... >>, aggiunse in tono casuale, lanciando un'occhiata significativa in direzione di James.

Gli occhi di Agnes lampeggiarono. Mossa nell'orgoglio si voltò verso Sebastian, che si ingozzava di budino osservandola con occhi sognanti:<< Hai una piuma? >>, domandò, sfilando in fretta la mano dalle sue.

Il moro le passò la pergamena dalla quale aveva strappato poco prima un pezzo, ed Agnes scrisse con molta cura Agnes Dollow. Si voltò verso Rose:<< Beh, che aspetti? >>, domandò.

Anche la rossa prese un pezzo del foglio e vi scrisse il suo nome. Poi insieme si avvicinarono al cerchio sospeso a mezz'aria, che, nonostante tutti i biglietti che conteneva, visto dall'alto mostrava solo le piastrelle del pavimento. In quel momento, dal tavolo di Serpeverde, si alzarono Scorpius Malfoy ed Anabel Nott.

<< Buona fortuna, Anabel >>, augurò Agnes, una volta che il suo nome fu scomparso nel cerchio.

La serpeverde sorrise amabilmente, e sbattè le lunghe ciglia, coperte di mascara:<< A te, Agnes >>, rispose prendendo sotto braccio il compagno, e tornando al proprio tavolo.

Mentre camminavano Scorpius si voltò ad asservare Rose; lei fece lo stesso. Si scambiarono uno sguardo strano, accompagnato da un mezzo sorriso. Poi entrambi proseguirono per la loro strada.

Quella sera, per i professori ed i prefetti, fu alquanto difficile rispedire tutti gli studenti nei propri dormitori, ma una volta assolto questo compito, il castello era calmo e silenzioso (per quanto possa essere calmo e silenzioso un edificio con decine, centinaia di adolescenti) come al solito.

Dopo aver allontanato Sebastian – che si era scoperto essere abbastanza... insistente, come ragazzo – Agnes era corsa in dormitorio, dove Rose la aspettava, mentre Isabel ed Helena già pensavano ai vestiti che avrebbero potuto indossare ai due balli che si sarebbero tenuti durante lo svolgimento del torneo.

La rossa fece spazio all'amica sul suo letto, in modo che potesse sedersi:<< Per fortuna sei arrivata >>, bisbigliò pianissimo:<< Non sopportavo più di sentir parlare di fiocchi e scarpe >>. La bionda sorrise, e Rose riprese ad alta voce:<< Comunque sono contenta. Mi piacerebbe che riuscissimo a partecipare entrambe >>, quando erano insieme la sera, qualsiasi cosa fosse successa durante il giorno, non riuscivano a fare a meno di chiaccherare serenamente, dimenticando tutto il resto.

Il volto di Agnes si fece un po' meno allegro:<< Sei sicura di voler partecipare? >>, domandò.

L'altra annuì, un po' stranita:<< Ovvio che voglio. Tu, invece? Non è che c'è qualche problema, vero? >>, domandò osservando lo strano sguardo dell'amica.

La ragazza scosse la testa con decisione, facendo rimbalzare i suoi boccoli qua e la, come se volesse togliersi un pensiero non gradito dalla mente:<< No. Va tutto bene, assolutamente benissimo >>, disse, fingendo un tono sicuro.

Rose osservò l'amica inclinando leggermente la testa; aveva le labbra strette e il naso leggermente arricciato; non alzava lo sguardo. Non le aveva mai visto quell'espressione; anzi si! Una volta, quando al secondo anno Hagrid le aveva mollato in mano uno Schiopodo Sparacoda:<< Tu hai paura! >>, urlò indicando l'amica con fare accusatorio.

<< Sssssh! >>, bisbigliò Agnes, facendole cenno con le mani di abbassare la voce. Si voltò a guardare Helena ed Isabel, che però erano troppo prese a confrontare due collane per accorgersi di ciò che le circondava:<< Non ho paura... >>, disse poi in un bisbiglio.

La rossa incrociò gambe a braccia, e fissò l'amica con sguardo superiore:<< Non preoccuparti Agne. Ci sono io a proteggerti! >>, la rassicurò puntanto il naso all'aria in fare teatrale.

L'altra le lanciò contro un cuscino:<< Ok. Ho paura. Ma non per me! È solo che mi conosco... non riuscirei mai ad attaccarvi se mi trovassi contro di te o... >>.

<< James >>, terminò per lei Rose:<< Quindi tutto quel teatrino in Sala Grande per lo studio eccetera era solo per non ammettere che hai paura di potergli fare del male? >>, domandò esterrefatta.

Agnes abbassò si nuovo il volto ed annuì:<< Mi prenderai per pazza >>.

L'amica le sorrise:<< Ovvio. Sei follemente innamorata di lui. È veramente molto triste >>, commentò piano.

<< Triste? >>.

Rose annuì:<< Ovvio. Siete entrambi innamorati; ma siete le persone più cocciute che conosca! Penso che nemmeno se vi puntassi la bacchetta alla gola vi dichiarereste! >>.

Agnes parve offesa:<< Hei! Io mi sono fatta avanti! Gli ho dato la possibilità di dichiararsi! >>, ricordò in sua difesa.

<< Ovvio. E lo hai fatto con molto delicatezza, senza mettergli pressione >>, commento sarcastica la rossa.

Le guance della grifondoro iniziarono a tingersi di rosso, ma sapendo di essere nel torto non ebbe il coraggio di ribattere:<< Beh, torneo o no ora sono molto stanca >>, si alzò e con due movimenti rapidi tolse la divisa ed indossò il pigiama:<< Buonanotte Rose. Buonanotte ragazze >>, disse prima di chiudere le tende e nascondersi sotto le coperte.



Scorpius Malfoy era sdraiato su uno dei divani di pelle verde della Sala Comune, il capo appoggiato in grebo ad Annabelle Nott, che gli passava distrattamente le mani tra i capelli:<< Chi pensi verrà scelto? >>, domandò ignorando le occhiate di fuoco che Queen Rosier rivolgeva ai due da poco lontano.

La mora si strinse nelle spalle:<< Penso che sia io che te abbiamo buone possibilità. Ci sarebbe quella ragazza del settimo anno, la Morros... ma mi hanno detto che non è sicura di voler partecipare, ha paura di non riuscire a studiare per gli esami. A parte lei non penso ci siano grandi rivali >>, disse passando ad uno ad uno i volti che affolavano la Sala Comune.

Malfoy annuì, un sorriso strafottente dipinto sul viso:<< Bene. E tu ovviamente sarai clemente con me e mi lascerai vincere la coppa? >>.

Annabelle smise per mezzo secondo di intrecciare le dita tra i suoi capelli:<< E io che credevo che tu non avessi bisogno di nulla per vincere, Malfoy >>, disse con un sorriso malizioso, facendo balenare i lunghi capelli lucenti dietro le spalle.

Lui sorrise di rimando e si allungò per stampare un bacio sul collo della compagna:<< Facciamo nel mio dormitorio? >>, domandò con un'occhiata ammiccante.

La mora si strinse nelle spalle:<< Tutto per renderti felice! >>, esclamò sorridente, prima di alzarsi e seguirlo verso i dormitori maschili.

Intanto Queen se ne stava rintanata in un angolo della stanza, le mani strette a pugno e gli occhi ridotti a fessure: come avevano osato!?

La Rosier non avrebbe dovuto essere una serpe; sarebbe stata meglio tra le fila giallo/nero dei tossorosso; la sua, più che stupidità, era ingeniutà.

Quando cresci in un castello d'oro nella convinzione che tutto il mondo si piegherà ai tuoi piedi, nessuno ti prepara alle ingiustizie della vita; nessuno ti insegna che no, non sempre tutto va come desideri.

E la povera Queen aveva veramente pensato che Annabelle fosse la sua migliore amica e che – prima o poi – Scorpius le avrebbe potuto chiedere di diventare la sua ragazza.

Ma così non era, e lei non era propensa ad accettare un no come risposta. Gliel'avrebbe fatta pagare. Parola di Queen Rosier.



Il mattino dopo al suo risveglio era solo; la Nott se ne era andata: Fantastico. Però aveva dimenticato li il tanga rosso: Ancora più fantastico. Nel letto da parte al suo Jackson russava: Fastidioso. Ma in generale quella si prospettava una buona giornata.

Con calma scese dal letto, si diede una ripulita in bagno ed indossò la divisa. Quando i suoi compagni ancora sbadigliavano e si fissavano con espressione ebete, lasciò il dormitorio.

In Sala Comune lo aspettava Annabelle, perfetta come sempre, la borsa con i libri a tracolla:<< Andiamo? >>, domandò lei allungandogli il braccio, la voce ancora un po' impastata dal sonno.

Raggiunsero la Sala Comune sotto braccio, occuparono i loro soliti posti ed iniziarono a mangiare il porridge. Una quindicina di minuti dopo – notò Scorpius – quando quasi tutta la Sala Grande era occupata, la Weasley entrò arrancando verso il suo tavolo; la borsa dei libri stretta in una mano e la cravatta rosso/oro nell'altra.

In ritardo. Tipico della Weasley.

Un attimo dopo aver formulato quel pensiero si sarebbe preso a sberle. Cosa ne sapeva lui di cosa era “tipido della Weasley”? Nulla. E non avrebbe dovuto saperne nulla.

Senza nemmeno farlo apposta continuò a fissare Rose. La ragazza si stava lanciando al collo del cugino, urlando e gioendo; ora anche in Australia sapevano che quel giorno era il compleanno di James Potter.

<< Oh, la posta >>, annunciò Annabelle, facendo distogliere lo sguardo di Scorpius dalla grifondoro.

Un bel gufo dal piumaggio scuro gli si posò davanti, allungando la zampa. La lettera era chiusa dallo stemma in ceralacca dei Malfoy. Scorpius la raccolse ed il gufo rieprese il volo.

Aprì la busta:

 

 

Caro Scorpius,

Sono lieto di sapere che la vita ad Hogwarts prosegue tranquilla. Anche alla Manor va tutto bene. Tua madre ti manda i suoi saluti, ed attende con ansia di riaverti a casa per Natale.

Devo ammetere di aver trovato singolare la tua lettera. Il motivo di tale mi ha alquanto stupito, ma da quanto so Rose Weasley è una ragazza molto sveglia – come al suo tempo è stata sua madre – e degna di interesse.

In ogni caso ti consiglio di non perdere tempo con lei, ne con nessun'altro di quella famiglia. Nonostante suo padre, Ronald Weasley, sia famoso per aver “glosiosamente” combattuto durante la seconda guerra magica, lui – come tutta la sua famiglia – non è altro che un inetto. Escludo ovviamente da questo giudizio Hermione Granger, che è una strega dalla singolare intelligenza, ma ha fatto l' errore di legarsi con un uomo del livello di Ronald Weasley.

Spero vivamente che non vorrai intaccare la tua reputazione, e quella di tutta la nostra famiglia, frequentando persone del livello degli Weasley.

Sperando che tu voglia seguire il mio consinglio,

Con afferro,

 

Draco Malfoy

Scorpius dovette leggere la lettera due volte, per accertarsi di non essere del tutto deficente. Era stato inutile! Perchè suo padre non gli dave nemmeno mezzo chiarimento?
<< Tutto a posto, Scorpius? >>, domandò la mora seduta accanto a lui, lo guardava con sguardo preoccupato:<< hai un'aria così concentrata... se posso chiedere, di chi è la lettera? >>.

Lui ripiegò la pergamena e la mise nella busta, poi infilò quest'ultima in tasca:<< è una lettera di mio padre, nulla di preoccupante >>, cercò di accompagnare l'affermazione con un sorriso, anche se la sua mente vagava molto distante da li, pensando al discorso che avrebbe fatto alla Weasley alla prima occasione.

Istintivamente lo sguardo del biondo tornò al tavolo di grifondoro, dove Rose parlava con il cugino:<< Hei James, che hai? >>, domandò la ragazza, fissando il cugino che guardava con sguardo truce il portone della Sala Grande; Agnes era appena entrata – stranamente in ritardo – nuovamente per mano a Sebastian:<< Basta! Questa situazione dovete risolverla. Se non riuscite voi con le buone, allora ci penserò io con... >>.

Il moro la interruppe:<< Sta zitta Rose >>, disse prima di alzarsi, e dare le spalle al portone. Senza alcun motivo, si avvicinò alla preside, che faceva colazione al tavolo dei professori.

Bisbigliò qualcosa alla donna, che prima scosse vigorosamente il capo, con espressione severa. James si chinò di nuovo, disse qualcosa con più veemenza di poco prima, e lo sguardo della McGranit si addolcì; arricciò un pelo le labbra, e rimase in silenzio per qualche secondo, poi annuì, aggiunse un paio di parole, ed il grifondoro le regalò un sorriso raggiante, sembrava sul punto di volerla baciare.

Voltò le spalle al tavolo dei professori, e rimase in piedi, occupando il posto da cui solitamente la preside teneva i suoi discorsi. Estrasse la bacchetta e se la puntò alla gola, in modo che la sua voce invadesse tutta la stanza:<< Hem... scusate... io... >>, si schiarì la gola, un po' meno reggiante di poco prima:<< vorrei... dovrei fare un discorso. Scusate se vi ruberò del tempo ma... una persona mi ha chiesto una... dichiarazione ufficiale, e dopo tutto questo tempo, penso sia il minimo >>, prese un bel respiro, ed abbassò la bacchetta, ormai tutti gli studenti avevano smesso di mangiare e lo guardavano interessati, James prese un'altro respiro profondo, e ricominciò a parlare con più scioltezza:<< Allora ragazzi, chi di voi è mai stato innamorato? >>, chiese sorridente, mentre una buona metà degli studenti alzava la mano, non Rose, non Scorpius:<< E chi di voi ha mai avuto il coraggio di dichiararsi? >>, buona parte degli studenti abbassò il braccio:<< Fantastico. Grazie. Vedete? Non è così semplice dichiarare i propri sentimenti, per quanto questi siano sinceri. Un giorno, però, una persona mi ha detto >>, qui lanciò un sorriso alla cugina:<< che se ami una persona non c'è nulla da capire, nulla da nascondere; basta essere sinceri con se stessi e con lei. Beh, io non sono mai stato un mago nei sentimenti... >>, disse facendo scoppiare un paio di risatine:<< Ma... ma infondo ha ragione! Cosa c'è da nascondere? Nulla. Quindi... quindi fanculo all'orgoglio – mi scusi professoressa – e... >>, fissò lo sguardo su Agnes, che era ancora ammutolita, in piedi nel mezzo della Sala Grande, aveva lasciato la mano di Sebastian, e ora fissava James con la mascella che sfiorava il terreno:<< Agnes ti amo. Da decisamente troppo tempo e... e so di essere stato così stupido ma... spero che tu mi voglia anche così perchè... beh, un po' deficente lo sono sempre stato... ma mi sa che dovrai accontantarti del mio amore, spero possa compensare la mancanza del cervello... >>.

Agnes, con le lacrime agli occhi ed il labbro inferiore tremante, senza pensarci un secondo di più si lanciò di corsa verso il moro, gli si gettò tra le braccia e fece combaciare le loro labbra. Si baciarono appassionatamente, tra gli applausi ed i fischi, e anche qualche finto conato di vomito dei maschietti dei primi anni.

<< Ovvio che ti amo, scemo! >>, esclamò la bionda, quando si fu separata dalle sue labbra:<< E sono io a doverti fare delle scuse... >>.

<< Ssssh >>, disse il moro, scuotendo la testa:<< è acqua passata >>. Poi, continuando a stringere la grifondoro, si voltò verso il tavolo dei professori:<< Grazie mille professoressa, è il più bel regalo di compleanno che potesse farmi >>, disse palesemente felice.

La professoressa annuì, e sorrise ai due grifondoro:<< Diciamo solo che tempo fa ho conosciuto due ragazzi che avevano il vostro stesso problema, e mi sarebbe dispiaciuto che anche voi aveste dovuto aspettare di essere in punto di morte per dichiararvi >>.

Agnes strinse più forte il ragazzo, e con la testa incassata sotto la sua spalla tornarono al loro tavolo, accolti dagli applausi:<< Siete due deficenti! >>, esclamò Rose quasi commossa, abbracciando vigorosamente entrambi.

Sebastian sembrava quasi offeso, ma fu prontamente consolato da Helena ed Isabel.

Avvoltoi.

Rose si guardò intorno raggiante, ed incontrò uno sguardo grigio, dal tavolo di Serpeverde. Scorpius sollevò il bicchiere di succo di zucca, e fece un movimento, come a voler
brindare; le sorrise, lei ricambiò.

...
Eccoci... allora che... che ne dite? A me non pare proprio così terribile... beh, fatemi sapere.
E mi piacerebbe avere un consiglio anche su chi dovrebbe partecipare al torneo (tra Agnes, Rose e James) io ho già un'idea, ma voglio sentire il vostro parere :D
Un'ultima cosa, ieri ho iniziato a pubblicare un'altra fanfiction (quando mai! Cerco sempre di fare troppe cose insieme). E... beh... chi di voi segue le miei storie già da un po' si ricorderà che ho scritto una parodia sulle Dramione (Meglio riderci sopra...) beh, mentre la scrivevo mi ero ripromessa che, prima o poi, avrei scritto una storia a paring Draco/Hermione, e sarebbe stata come minimo plausibile. Se a qualcuno di voi interessasse, mi farebbe tantissimo piacere sapere il vostro parere; premetto che non ha nulla a che fare con le solite Dramione, nessun principe delle serpi e nessuna sexyssima regina di Grifondoro, solo un Draco con un pesante compito da portare a termine, ed un'Hermione dai capelli crespi ed i sentimenti confusi.
Grazie x l'attenzione xD
Un bacio, Franci 

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Capitolo 15
*** -Prima di partire ***


-Prima di partire.

Rose era seduta ad uno dei tavoli della Sala Comune a completare la ricerca di pozioni.

Rettifica: A copiare la ricerca di Agnes.

Mentre quest'ultima era sdraiata vicino al camino, stretta tra le braccia di James. Stavano insieme da mezza giornata, e l'aria che si respirava in loro presenza era del tutto cambiata; per primo Agnes si era proposta di aiutare Rose con i compiti – cosa del tutto gradita – e James aveva passato tutto il pomeriggio raggiante, come nessuno lo vedeva da giorni.

Ah, l'Amore!

La rossa si voltò a guardare i due neo-fidanzati, che accoccolati sul divano si scambiavano bacetti furtivo.

Che dolci!... fin troppo dolci...

Si voltò, stava rischiando un'attacco di diabere. Possibile che le persone si riducessero in quel modo?

Scosse la testa e riprese a scrivere la sua ricerca. Non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa, ma in effetti era un po' gelosa; ovvio, la felicità per Rose e James era duemila volte maggiore, ma c'era qualcosa... un sorta di formicolio lungo il collo, che le ricordava che lei non aveva nulla di tutto ciò. Non che desiderasse conciarsi a quel modo (tutta bacetti e moine) per una ragazzo, ma...

Scosse la testa con vigore, e si impegnò maggiormente nella stesura del compito.

La Sala Comune iniziò a svuotarsi, e l'orologio a pendolo battè le undici; i piccioncini continuavano a tubare, occhi e parole di miele.

Un rumore la distrasse, non assomigliava per nulla a quello dell'orologio, ma era un comunque ticchettio acuto, e proveniva da una finestra. Uno del gruppo di ragazzi che ancora occupava la stanza si alzò, per far entrare il gufetto che, con un balzo leggiadro, atterrò sopra la ricerca di Rose. La rossa lo osservò stranita, alla zampetta che le tendeva era agganciato un rotolo di pergamena.

 

 

Davanti la Signora Grassa. Tra cinque minuti.

S. M.

 

La rossa aggrottò le sopracciglia, mentre il gufo spiccava il volo oltre la finestra aperta. Rilesse il biglietto per accertarsi di non aver sbagliato. S. M. Scorpius Malfoy? Impossibile; perchè avrebbe voluto parlare con lei alle undici di notte? Ancor meglio; perchè avrebbe dovuto voler parlare con lei!?

Beh, c'era un solo modo per scoprirlo! Doveva farsi trovare al ritratto della Signora Grassa.

Raccolse le pergamene e tutto il resto e li portò in camera. Senza capirne realmente il motivo si fermò davanti allo specchio per darsi una sistemata ai capelli.

Tornò in Sala Comune e si avvicinò di soppiatto all'uscita:<< Hei, Rosie! Dove stai andando? >>, domandò Agnes, con un sorriso tutto miele.

La rossa la maledisse; non l'avevano calcolata minimamente per tutta la serata, perchè dovevano notarla quando voleva passare inosservata? Si concesse due secondi per trovare una scusa:<< Vado a fare un giro nel... parco. Vorrei prendere un po' di aria fresca >>, spiegò.

La bionda aggrottò le sopracciglia:<< Sai che sono un prefetto, Rosie. Non potrei lasciarti andare ingiro dopo il coprifuoco >>.

<< Ma potremmo fingere di non esserci mai incontrate... sai, se non mi avessi vista non avresti potuto fermarmi >>.

La bionda ci pensò un po' su, mentre James le carezzava i capelli:<< Bene. Io non ti ho vista >>, disse con un sorriso complice, prima di tornare a concentrate tutte le attenzioni sul ragazzo che la abbracciava.

Con un sorriso compiaciuto Rose lasciò la Sala Comune.

Lui era già li. Scorpius la attendeva con le braccia incrociate ed una gamba ripiegata, appoggiata al muro dietro di se:<< Ci hai messo tanto Weasley >>, fu il caldo saluto che le rivolse.

Anche Rose incrociò le braccia al petto, il sorriso era scomporso, sostituito da un'espressione tra l'infastidito e lo stupido:<< A dire il vero sono anche in anticipo; il tuo gufo è arrivato un minuto e mezzo fa. Perchè così tanta ansia di vedermi, comunque? >>, domandò stringendo le palpebre.

<< Questa mattina – mentre il tuo adorabile cuginetto faceva la sua scenetta in Sala Grande – mi è arrivata una lettera di mio padre, e guarda un po'... parla di quanto sia sveglia ed intelligente tua madre >>. Ok, l'idea non era esattamente quella di partire con aria così aggressiva, ma a dire il vero era abbastanza agitato dall'idea di parlare di certe cose con la grifondoro, e l'agitazione lo rendeva acido; più di quanto non fosse normalmente.

Rose rimase ammutolita per qualche secondo (Nuovo record, Scorpius Malfoy aveva azzittito Rose Weasley per ben due volte), gli occhi sgranati e la bocca aperta nel tentativo di dire qualcosa:<< Io... tu... >>, biascicò, e con quell'espressione pareva solo una brutta caricatura di se stessa:<< Tuo padre non dovrebbe... insomma... si odiano! >>.

<< E chi te lo ha detto? >>.

La rossa rimase nuovamente interdetta, per la seconda volta in pochi istanti:<< é ovvio >>, rispose appena ebbe ritrovato l'uso della parola:<< insomma, lei era una grifondoro e lui un serpeverde si dovevano odiare >>.

Lo sguardo che Scorpius le rivolse era tanto intenso da farla spezzare in due:<< Tu sei una grifondoro ed io un serpeverde, ma non ti odio >>, disse con calma, come se cercasse di soppesare ogni parola prima di pronunciarla.

Azzittita per la terza volta. Non le piaceva per nulla la piega che stava assumendo il discorso:<< Si ma è diverso! >>, disse con voce più alta, non tanto perchè lo pensasse veramente, ma perchè non si sarebbe mai rimagiata qualcosa davanti a lui:<< Allora c'era tutta quella discriminazione sul sangue, e tuo padre è un Purosangue, ed era fedele a Lord Voldemort, mentre mia madre è una Mezzosangue, ed combatteva insieme all'Ordine e... >>.

<< Questo non toglie che mio padre non abbia voluto dirmi cosa è successo tra loro, ma ha ripetuto due volte che ritiene che Hermione Granger sia una strega talentuosa. Ho qui la lettera, leggila >>, disse estraendo da una tasca della divisa la pergamena ripiegata.

Rose gliela strappò di mano, con forse troppa forza, e si avvicinò ad una delle candele sparse nel corridoio per poterla leggere:<< Mio padre non è un inetto! >>, protestò nonappena alzò gli occhi dalla pergamena.

<< Fantastico, Weasley. Hai letto cosa dice di tua madre? >>.

<< Si... c'è scritto che non ha nulla a che fare con la famiglia di mio padre e che... ha fatto l'errore di sposarlo... ma che vuol dire? Cosa centra lui con le scelte di mia madre? >>.

Il biondo sorrise, alzando gli occhi al cielo e spalancando le braccia quasi volesse ringraziare il cielo:<< Ci sei arrivata Weasley! Era proprio quello che mi ha stupito >>, spiegò riprendendosi la lettera, e rimettendosela in tasca.

<< Fantastico. Quindi cosa intendi fare? >>, domandò lei, mordendosi la lingua per non rispondere alla provocazione.

<< Non lo so. È per questo che sono venuto a parlare con te >>.

Rose si mise a sedere nel mezzo del corridoio, la schiena appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Sembrava non avere senso; perchè sua madre avrebbe dovuto avere problemi a risponderle ad una domanda tanto innocente? E per di più – cosa più importante – perchè a lei importava tanto saperlo?

<< Proverò a scrivere a mio zio. Sono sicura che se ci fosse qualcosa da scoprire lui non me lo nasconderebbe >>, disse infine.

Il biondo annuì, anche lui sembrava concentrato sui suoi pensieri:<< Ok. Poi fammi sapere cosa ha risposto >>.

<< Certo >>.

Rimasero per qualche secondo immobili, ogniuno perso nei propri pensieri:<< Comunque scusa >>, disse Scorpius, rompendo il silenzio.

<< Scusa per cosa? >>.

Il serpeverde prese un bel respiro, non era granchè semplice scusarsi con qualcuno, soprattutto se in sua presenza ti sforzi all'inverosimile di mantenere un certo comportamento:<< L'altro giorno, fuori dal campo da quidditch, me ne sono andato senza neanche... beh, non sono stato molto gentile >>.

Rose sorrise, erano giorni che non pensava più a quello che era successo, ma, chissà perchè, il pensiero che lui invece ci avesse pensato la rendeva felice:<< Oh, non c'è problema. È acqua passata. E comunque si sta facendo tardi, Agnes ha chiuso un occhio solo perchè era troppo accupata a far venire il diabete a tutta la Sala Comune per incazzarsi >>.

Il biondo ghignò:<< Non dovresti essere felicissima; insomma, tuo cugino e la tua migliore amica insieme! >>, disse con esagerato entusiasmo.

<< Ovvio che sono felice! >>, rispose l'altra, sulla difensiva:<< solo... beh, non so se lo hai notato, ma io non sono esattamente una... ragazzetta tutta fiocchi e cuoricini, sono più un... si insomma, un maschiaccio >>.

Il serpeverde aprì la bocca e sgranò gli occhi:<< No! >>, esclamò allungando la o per diversi secondi:<< Davvero!? Non lo avrei mai detto! >>.

Rose sbuffò:<< Ah-ah. Simpatico. Sono seria, non sono mai stata una tipa molto romantica e... beh, a vederli così mi si cariano i denti >>.

<< Allora abbiamo una cosa in comune, Weasley. Ho mollato la Rosier per questo esatto motivo >>, disse Scorpius, lo stesso tono altezzoso di sempre, ma un sorriso dipinto in volto.

<< Tu stavi seriamente con la Rosier? >>, domandò la rossa, abbastanza scioccata.

<< Dipende da cosa intendi con “seriamente” >>.

Rose sbuffò:<< Non lo so! Che ci stai insieme, che le hai chiesto di essere la tua ragazza, che non la tradisci... >>.

Scorpius la interruppe:<< Ok, allora decisamente no. Non ci stavo insieme >>.

<< Bene. Allora come hai potuto mollare una con cui non stai insieme? >>, chiese l'altra, abbastanza logica.

Il ragazzo sbuffò, fingendo di essere esasperato dalla puntigliosità della ragazza:<< Sempre a mettere i puntini sulle i, Weasley! >>.

<< Si Malfoy, come vuoi. In ogni caso ora è tardi e non sono intenzionata a dovermi sorbire un'altra punizione con te. Quindi, buonanotte >>, disse Rose, rimettendosi in piedi e dando le spalle al biondo.

Anche Scorpius si staccò dal muro, infilò le mani in tarca ed osservo la schiena della rossa:<< Buonanotte, Weasley >>. Senza riuscire a trattenersi questa si voltò, regarandogli un sorriso, poi sparì oltre il ritratto.

 

Quel giorno Agnes si alzò di buon umore, come d'altronde faceva da circa tre settimane a quella parte. Nonostante tutti i suoi timori, James si era dimostrato un ragazzo fantastico, ed insieme stavano davvero bene.

Ovvio, c'erano stati un paio di battibecchi, ma nulla di troppo grave.

Infilò con calma la camicia della divisa e la abbottonò, lisciò con le mani pieghe inesistenti della gonna e si alzò da letto, diretta verso quello di Rose. Prese un profondo respiro, e con l'espressione più dolce che trovò iniziò a strillare:<< ROSE WEASLEY! È venerdì mattina e tra meno di venti minuti abbiamo lezione! Perciò alza il tuo sedere da quel letto e vestiti che... Oh, ben svegliata, Rosie! >>.

La rossa fece un salto e si mise a sedere, i capelli arruffati e gli occhi socchiusi:<< Cosa...? >>, domandò con la voce impastata, ruminando come un cammello.

Agnes prese le coperte del letto dell'amica e le tirò, ammucchiandole sul fondo:<< Devi alzarti Rose >>, disse con voce autoritaria, prima di prenderla per le braccia e metterla in piedi, mollandole tra le mani la divisa ed un maglione pesante.

La rossa, ancora scombussolata dal dolce risveglio, si sfilò il piagiama e si vestì, senza neanche vedere cosa indossava, mentre l'amica la aspettava appoggiata allo stipite della porta a braccia incrociate:<< Sei pronta? >>, chiese questa, mentre Rose cercava ancora il verso giusto per allacciarsi la cravatta. Non aspettò una risposta; la prese per mano e la trascinò verso la Sala Comune, dove la aspettava James, che in quel momento stava parlando con una biondina di quinta.

Momento.

Parla con una biondina di quinta?

Agnes fulminò con gli occhi la grifondoro, ed in uno slancio di affetto si lanciò tra le braccia del fidanzato, assestando – casualmente, ovvio – un colpo tra le costole della ragazzina:<< Amore! Buongiorno! >>, salutò raggiante, dandogli un bacio. Si staccò dal fidanzato, lanciando un'occhiata penetrante alla ragazza alla sue spalle, che in un turbine di capelli biondì, sparì oltre il ritratto. Poteva ritenersi soddisfatta.

<< Un po' gelosetta? >>, ironizzò James, osservando il punto dove poco prima c'era la bionda, grattandosi la testa.

Agnes si strinse nelle spalle prendendolo per mano e recuperando Rose, che lottava con i bottoncini della camicia che aveva allacciato storta:<< Bene. Ora in Sala Grande. Un buona colazione è il modo migliore per iniziare la giornata! >>.

Il resto della giornata passò tranquillo; i professori per lo più non fecero lezione, reputando inopportuno iniziare nuovi argomenti, che sarebbero così rimasti in sospeso fino al mese successivo, e per pranzo gli elfi prepararono dei fantastici tacchini, che si abbinavano perfettamente con le armature cantanti sparse per i corridoi, ed i dodici alberi di Natale che decoravano la Sala Grande.

Giunta l'ora di cena la stanza era invasa da un baccano infernale; l'eccitazione per le imminenti vacanze faceva a botte con quella per i partecipanti al Torneo della Vittoria, che sarebbero stati annunciati di li a pochi minuti.

Infatti, poco prima che le tavolate si ricoprissero di dolci e frutta, la preside si mise in piedi richiamando il silenzio:<< Miei cari studenti >>, esordì incamminandosi verso l'anello d'argento che era rimasto dove lo aveva fatto comparire poche settimane prima:<< Come annunciato, oggi verremo a conoscenza dei nomi dei partecipanti al Torneo della Vittoria >>. Un mormorio eccitato si alzò da tutti i tavoli, e fu prontamente zittito dalla stessa professoressa che ora teneva una mano sospesa sopra il cerchio argenteo:<< Bene, vi voglio solo ricordare che, una volta chiamati, non potrete tirarvi indietro. Ed ora, iniziamo da Tassorosso >>.

Tutti gli studenti allungarono il collo per osservare la professoressa che con la bacchetta dava un colpetto all'anello, e tendeva la mano sopra di esso. Fu sputato un pezzettino di carta, che volteggiò nell'aria, fino a finire nella mano grinzosa della McGranitt:<< Natan Liverti >>, chiamò, mentre tra gli applausi un ragazzo del settimo anno si alzava e raggiungeva la donna; questa diede un nuovo colpetto, prese il pezzo di pergamena e chiamò:<< Jiulian Mitchell >>; un biondo del sesto anno raggiunse festante il compagno.

Fu la volta di Corvonero, da cui furono chiamati Stephanie Ellis, una bella bionda del settimo anno, e Roland Adams suo coetaneo ed abile portiere; era nella squadra di Quidditch da diversi anni.

Quando gli applausi per Roland furono terminati, la professoressa McGranitt spostò lo sguardo verso il tavolo di Grifonodoro; battè contro il cerchio che sputò il biglietto:<< Agnes Dollow! >>. La bionda fece un'enorme sorriso a James, ed un'altro a tutti i compagni, poi con una giravolta aggraziata si alzò e raggiunse gli altri ragazzi. La preside le rivolse un breve sorriso, e ripetè il gesto che aveva già fatto cinque volte. Rose strinse forte gli occhi ed incrociò le dita, mentre la donna decifrava la calligrafia sulla pergamena:<< Rose Weasley! >>, decretò infine, mentre Grifondoro applaudiva entusiasta. La rossa rimase a bocca aperta, quasi non credeva di aver sentito chiamare il suo nome; si alzò come un'automa e raggiunse l'amica con la bocca ancora leggermente aperta.

Senza commentare la preside passò a Serpeverde. Il primo ad essere chiamato fu Scorpius Malfoy, che senza una piega si avvicinò agli altri partecipanti, seguito qualche secondo dopo da Annabelle Nott, che si strinse al suo fianco sorridente.

La professoressa rivolse un rapido sorriso a tutti i ragazzi, poi tornò a parlare con la Sala Grande al completo:<< Bene. Questi sono gli otto partecipanti al Torneo della Vittoria >>, disse indicando i ragazzi vicino a lei con una mano:<< Ora, riprendete la cena ed andate a dormire presto, domani il treno per Londra partirà alle nove. Per quanto riguarda la prima prova, avrà luogo il quattordici di gennaio, e vi avviso che, soltanto quattro studenti – uno per ogni Casa – passeranno alla prova successiva >>, poi, con un ampio gesto invitò i ragazzi a tornare a sedersi.

Rose – sottobraccio ad Agnes – si sentì afferrare per la tunica:<< Complimenti, Weasley >>, le sussurrò Scorpius all'orecchio, prima di dirigersi verso il suo tavolo.

Buongiorno :D
Rettifica: Buonasera(:
Allora, come vanno le vacanze? Finito tutti con esami, test ecc? Spero di si :D
Che dire di questo capitolo... per prima cosa spero che siate d'accordo con i partecipanti che ho scelto con il torneo, a dire il vero ora molto indecisa tra James e Rose, ma far partecipare Agnes e James voleva dire togliere buona parte dell'attenzione dalla nostra Weasley, che è (anche se non sembra) la protagonista(:
Altra cosa che vorrei sottolineare sono le occhiatine ce si scambiano Rose e Scorpius, più un paio di frasi (una in particolare... chissà se capite a quale mi sto riferendo...) che sono abbastanza significative :D
Per ultimo vi annuncio che il prossimo capitolo sarà per me moooolto impegnativo perchè ho deciso che una Natale alla Tana o è serio o non si fa, perciò ci sarà TUTTA la famiglia Weasley, compresi Bill, Percy, Charlie ecc con le rispettive mogli più figli... un suicidio in poche parole!
Vabbè vabbè, lasciatemi una recensioncina come al solito :D
Un grande bacio e grazie a tutti coloro che mi seguono, Franci

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Capitolo 16
*** -Vacanze in famiglia... e che famiglia! ***


Premetto, ragazzi, che probabilmente nel capitolo c'è qualche errore (Se ne trovate, segnalatemeli senza problemi(; ), ma purtroppo sono abbastanza di fretta, e domani parto, perciò di dispiaceva lasciarvi senza nulla in mano fino ad agosto.
Ci vediamo infondo! ;)


-Vacanze in famiglia... e che famiglia!

 

<< Rose! Ti impongo di svegliarti, ADESSO! >>.

La rossa sbadigliò, stiracchiandosi con calma:<< Non capisco perchè... tu debba urlare tanto >>, biascicò tra uno sbadiglio e l'altro.

Come al solito Agnes iniziò a toglierle le coperte e scuoterla con vigore:<< Rose. Ascoltami. Hai esattamente quindici minuti per raccogliere le tue cose e vestirti. Tra venticinque minuti partono le carrozze per Hogsmade! >>, disse cercando di farle capire attraverso lo sguardo la serietà della situazione.

Rose sbattè le palpebre per un paio di secondi, poi un barlume di comprensione le attraverso gli occhi:<< Oh diavolo! >>, esclamò scattando in piedi come una molla. Agnes alzò gli occhi al cielo, lieta che l'amica sembrasse voler collaborare, e la osservò mentre correva avanti ed indietro per tutta la stanza, alla ricerca delle ultime cose da mettere nel baule:<< Una mano non darebbe fastidio! >>, disse la rossa, riemergendo da sotto il letto con un paio di calzini spaiati in mano.

Così una quindicina di minuti dopo la due grifondoro erano in Sala Comune insieme a Lily, i bauli stretti in una mano ed indosso i mantelli pesanti. Anche Albus, James e Hugo le raggiunsero:<< Hem... Rosie, non pensi di dimenticare qualcosa? >>, domandò il fratello, osservandola.

La ragazza sbattè le palpebre:<< Di cosa stai parlando? >>.

Hugo alzò gli occhi al cielo:<< Mmm... vediamo... tu hai, forse, un... gatto!? >>.

<< Oh diavolo! >>, esclamò lei mollando il baule e correndo a perdifiato su per le scale. Dopo aver cercato per tutta la stanza scoprì Babi tranquillamente appisolata sotto l'armadio. Tornò di sotto con la gatta sotto braccio ed il fiato corto.

I ragazzi la aspettavano vicini al buco del ritratto, ormai la torre era vuota:<< Per l'amor del cielo, Rose! Vuoi muovere quelle chiappe? Avremmo dovuto essere di sotto cinque minuti fa! >>, esclamò Agnes, tendendole il suo baule.

Corsero per corridoi e rampe di scale trascinando i bauli, fino ad arrivare all'ingresso, dove un paio di ragazzini aspettavano che Gazza trovasse il loro nome su una lunga lista; a parte loro, l'ingresso era deserto.

Si misero in fila, ed attesero che il vecchio guardiano trovasse il loro nome sulla lista, che teneva a tre centimetri dal naso:<< Stupidi ragazzini... mai in orario... maleducati... incuranti delle regole... >>, stava borbottando quando finalmente i sei uscirono nel parco innevato.

Si fecero strada a fatica fino al cancello, e poi giù per il sentiero che li avrebbe portati alle carrozze trascinate dai Testral, che li portarono fino ad Hogsame. Arrivarono giusto un minuto prima che il treno fischiasse e partisse.

Si sistemarono nell'unico scompartimento vuoto che riuscirono a trovare, ammucchiando i bauli in alto, e lasciando che la gatta nera si acciambellasse a turno sulle gambe di tutti, poiché la sua padrona si era dimenticata la gabbia.

Agnes ed Albus, a causa dei loro doveri da prefetto, si dovettero allontanare per una mezzora, ma al loro ritorno furono accolti da montagne di Cioccorane e Api Frizzole eppena comprati dal carrello della signora dei dolci.

Il viaggio preseguì tranquillo, tra partite a scacchi e barzellette, finchè qualcuno non bussò alla porta dello scompartimento, e senza attendere una risposta lo spalancò:<< Devo parlarti Weasley >>, esordì Scorpius Malfoy, senza calcolare minimamente gli altri grifondoro.

Rose annuì e fece per mettersi in piedi, ma James le si parò davanti con fare protettivo:<< Cosa vuoi, Malfoy? >>, domandò lanciandogli un'occhiataccia.

Il biondo inarcò un sopracciglio:<< Non pensavo fossi sordo, Potter. Ho detto che devo parlare con la Weasley, e a meno che tu non abbia qualche serio problema, la Weasley non sei tu >>.

Il moro fece per ribattere, ma Rose fu più veloce:<< Calmo James. Scorpius mi deve solo parlare >>, cercò di spiegare, mettendosi tra i due.

Hugo sollevò un sopracciglio:<< Scorpius? >>, domandò incredulo ed un po' divertito:<< Da quando Malfoy è diventato “Scorpius”? >>.

Il biondo strinse i pugni per non staccare a tutti la testa a morsi, ovvio, tutti esclusa Rose:<< Forse sei troppo deficente per saperlo Weasley, ma le persone hanno due cose che si chiamano nome e cognome, e Scorpius è appunto il mio nome >>.

<< Non parlarmi come se fossi un cretino, Malfoy i tuoi... >>.

Rose azzittì il fratello chiudendogli la bocca con una mano:<< Sta zitto Hugo. Scorp- Malfoy ha chiesto di parlare con me. Perciò la cosa non ti riguarda, esattamente come non riguarda nemmeno te >>, aggiunse spostando lo sguardo su James. Poi lasciò libero il fratello e si voltò verso il serpeverde:<< Cerchiamo un posto più tranquillo >>, suggerì lasciando lo scompartimento tra lo stupore generale.

Scorpius osservò un'ultima volta gli occupanti dello scompartimento, ed un attimo dopo seguì la rossa inebetito. Era un'impressione o lei lo aveva appena difeso dai suoi stessi famigliari? Era una possibilità stupida, che giusto un paio di mesi prima non avrebbe mai pensato nemmeno di poter prendere in considerazione, eppure lo aveva appena fatto, aveva appena azzittito il suo stesso fratello per difenderlo:<< Ti muovi!? >>, domandò Rose, con voce scocciata, da uno stretto scompartimento deserto:<< Allora? Che mi dovevi dire? >>, domandò sedendosi a braccia incrociate, nonappena il biondo la ebbe raggiunta.

Anche il giovane Malfoy si mise a sedere, si accomodò difronte a lei, appoggiando i gomiti alle ginocchia:<< Mi avevi detto che avresti parlato con tuo zio di... di quelli di cui ti ho parlato un po' ti tempo fa, e che poi mi avresti fatto sapere. Ma non mi hai più cercato >>, spiegò scacciando con fermezza dalla mente i pensieri di poco prima.

Rose era ancora palesemente scocciata dal comportamento di Hugo e James, e la sua voce si era fatta più acida e sarcastica:<< Io non me ne sono dimenticata, ovviamente. Ho solo pensato che optare per un confronto diretto sarebbe stato più... efficace >>, spiegò.

Scorpius annuì:<< Quindi gli parlarai durante queste vacanze? >>.

<< Esatto >>.

Rimase li ad osservarla, mentre lei osservava i campi che correvano oltre il finestrino. I lunghi capelli rossi le arrivavano fin quasi ai gomiti, e sfioravano il maglione marrone che si stringeva addosso:<< Non dovevi farlo >>, le disse, distogliendo lo sguardo da lei, per fissarlo oltre il finestrino.

<< Fare cosa, scusa? >>.

<< Difendermi >>.

La grifondoro rimase quasi senza parole. Le era sembrata la cosa più sensata da fare, era stato quasi... istintivo, difendere Malfoy, e solo ora si accorgeva che, di sensato, nel suo comportamento non c'era proprio nulla:<< Non mi piacciono le offese gratuite, tutto qui >>, si difese, raccogliendo le ginocchia sotto il corpo, ed appoggiandosi con la fronte contro il vetro del finestrino.

<< Lo so. >>, lei gli rivolse un'occhiata dubbiosa, distogliendo momentaneamente la sua attenzione dal paesaggio:<< Non ti piacevano neanche le mie, di critiche gratuite... nel senso, quando... qualche mese fa >>, le spiegò, leggermente imbarazzato

Rose continuò a guardarlo, senza cercare in alcun modo di nascondersi; fissò i suoi occhi grigi, quasi sbiaditi, la linea dritta della mascella e la curva del naso. Dopo diversi secondi, in cui sembrò che entrambi avessero trattenuto il respiro si decise a spiegarsi:<< Sono tutte stronzate, Scorpius. Tutti questi pregiudizzi su casa, famiglia e sangue. Sono solo stronzate. Non si può giudicare una persona da ciò che non può decidere, e né io né te, né nessun altro abbiamo deciso la nostra famiglia o il nostro stato di sangue. Quindi sono io la prima ad aver avuto dei pregiudizi nei tuoi confronti. Ed ho imparato che non puoi fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te. Perciò se io pretendo che tu mi rispetti, o perlomeno che mi giudichi solo per ciò che faccio, e non per ciò che sono, devo far in modo che io e la mia famiglia ti rispettiamo >>.

Scorpius rimase a bocca aperta; non credeva a ciò che aveva sentito:<< Io... io... >>, balbettò, dandosi dell'imbecille per essere così insicuro. Sbattè un secondo le palpebre, e quando tornò a guardare Rose, gli parve una ragazza del tutto diversa; i capelli rosse risplendevano alla luce del sole, e gli occhi cerulei lo fissavano con una sicurazza di cui non si era mai accorto.

Il treno frenò di colpo, producendo uno stridio sinistro:<< Ma che diavolo...? >>, imprecò Rose, attaccandosi al sedile per non rischiare di cadere. Il treno si fermò del tutto, e lei si sporse appena dal finestrino, per scoprire di trovarsi al binario 9 ¾ di King Kross, di già.

Anche il biondo se ne rese subito conto, e scattò in piedi:<< Devo... devo andare a prendere il mio baule >>, disse ancora un po' titubante.

La Weasley annuì:<< Anche io >>, disse alzandosi.

Senza aggiungere una parola uscirono dalla scompartimento fianco a fianco, e percorsero diversi vagoni, ormai quasi del tutto deserti. Non seppe spiegarsi bene il perchè, ma, quando arrivarono davanti allo scompartimento che Scorpius aveva accupato, Rose aspettò che lui prendesse il suo baule, e lui fece lo stesso con lei; e la rassicurò anche, quando lei ammise di non trovare più Babi, la sua gatta; probabilmente suo fratello l'aveva presa.

Con un respiro profondo si immergeronoo nella folla che circondava le rotaie; bambini urlanti e mamme in lacrime; e iniziaronoo a cercare i loro genitori. Non fu difficile per Rose trovare suo padre, un metro e novanta e capelli rossi; e Scorpius scoprì che i suoi genitori lo attendevano proprio dietro la famiglia Wealsey.

La rossa si avvicinò ai suoi genitori sorridente, pronta e gettare le braccia al collo del padre, quando si bloccò; qualcosa non andava. Tutti le davano le spalle, e sembravano essere radunati a semicerchio intorno a qualcosa, o meglio, qualcuno. Si avvicinò di più – sempre seguita dal serpeverde – ed allora udì le urla:<< … Mamma, tu non capisci! >>.

<< Allora spiegamelo, Agnes! Spiegami cos'ha di tanto speciale quasto ragazzo! >>. Agnes era attaccata – meglio, arpionata – al braccio di James con gli occhi colmi di lacrime, mentre sua madre, a mezza dozzina di metri da lei, sbraitava come un'ossessa, rossa di rabbia. Juliette Dollow era sempre stata una donna eccentrica, ma Rose non l'aveva mai vista pardere così le staffe.

<< Ha il mio amore! >>, urlò Agnes in risposta, gli occhiali appannati dalle lacrime ed il sangue che non le arrivava più alle dita della mano, tanta era la forza con cui stringeva il braccio di James.

Ormia non erano più solo le due famiglie ad ossevare la scena, ma diverse decine di persone si affollavano intorno alla due:<< Sei una sciocca, Agnes. Pensavo di averti insegnato qualcosa di utile >>, disse in tono sprezzante la madre, che, corvonero fino al midollo, aveva sempre messo la ragione, prima dei sentimenti, soprattutto dopo le ultime esperienze sentimentali.

Da parte sua James se ne stava li in mezzo, la circolazione del braccio sinistro bloccata e gli occhi fissi in quelli di Jiuliet Dollow, che avevano così poco a che fare con quelli della figlia. Aveva provato più volte a dire qualcosa, ma ogni volta che la madre di Agnes apriva bocca, le parole che stava per pronunciare gli morivano in gola.

<< Andiamo a casa >>, ordinò la donna, avvicinandosi ai due e strattonando la figlia per un polso.

<< No! >>, strillò Agnes, divincolandosi dalla presa e facendosi più vicina al fidanzato:<< io sto con lui, e se non vuoi accettarlo non è un problema mio >>, aggiunse.

La madre strinse forte i pugni lungo i fianchi, mentre una figura allampanata si faceva largo tra le folla dietro di lei:<< Mamma. Lasciala stare... >>, Dylan, il fratello maggiore di Agnes, aveva appoggiato una mano sulla spalla della donna, nel tentativo di calmarla.

<< Zitto! >>, gli urlò, mollandogli uno schiaffo sulla mano:<< E tu, piccola ingrata! Ora prendi il tuo baule e torniamo a casa. Mi stai mettendo in ridicolo! >>.

Si avvicinò con un braccio alzato, pronta ad afferrare il polso della figlia, ma Harry, che osservava la scena da pochi metri di distanza si fece avanti:<< Signora Dollow, la prego, si calmi. Andiamo a parlarne da qualche altra parte. Sono sicuro che i ragazzi potrebbero spiegarle come... >>, fu interrotto da una risata.

Juliette stava ridendo, mentre Harry la osservava con gli occhi sgranati sotto le spesse lenti:<< Signor Potter, si faccia da parte. Questa è una questione tra me e mia figlia >>, disse scansandolo con una mano.

<< Sono d'accordo. Ma poichè sua figlia sta con mio figlio... >>.

Fa interrotto di nuovo:<< Mia figlia non sta proprio con nessuno >>, disse con voce acida, afferrando la grifondoro per un gomito e tirandola verso di se.

<< Lasciami andare! >>, strillò Agnes, mentre il fidanzato la osservava impotente. D'un tratto puntò con forza i piedi per terra, obbligando la madre a guardarla negli occhi:<< Solo perchè tra te e mio padre non è andata bene non vuol dire che tutti gli uomini del mondo siano degli stronzi. Se pensi che perchè lo è tuo marito lo debba essere anche James sei una stupida >>.

Lo schiaffo arrivò con lentezza. Ancor prima di accorgersi che sua madre aveva alzato la mano, Agnes sentì lo schiocco sulla sua guancia, inseguito il bruciore, e solo alla fine – con occhi e bocca sgranati – guardò la mano della madre, che era ancora sospesa a pochi centimetri da suo volto. Si senti uno strano sapore in bocca, e si chinò per sputare sangue. Juliette fece un passo indietro, incredula; non aveva mai alzato un dito su sua figlia. Non era nulla di grave, semplicemente il labbro della bionda si era tagliato, e non faceva nemmeno così male; ma la ragazza sentì come se il suo cuore fosse trafitto da mille lame.

Rose le corse incontro, tendendole un fazzoletto di stoffa e carezzandole la schiena, nel tentativo di calmarla. La aiutò ad alzarsi, e le passò un braccio attorno alle spalle:<< Non ti preoccupare, vieni a casa con me >>, disse lanciando un'occhiata a James, che prontamente recuperò il baule della fidanzata.

Si fecero largo tra i suoi famigliari e gli altri sconosciuti che avevano assistito alla scena, fino ad arrivare dove si era fermato Scorpius:<< Tutto bene? >>, domandò il serpeverde, che era rimasto dove Rose lo aveva lasciato.

Lei annuì:<< Tutto a posto >>.

<< Io... >>.

<< Scorpius! Andiamo! >>, chiamò una voce da poco lontano, e Rose riuscì a scorgere una chioma albina tra la folla che occupava il binario.

<< Beh, buon Natale >>, la salutò Scorpius, prima di scomparire tra la folla.

<< Buon Natale >>, rispose lei, anche se ormai non riusciva più a vederlo.

 

Quella fu la prima mattina dopo molto tempo in cui Rose non ebbe bisogno di Agnes per svegliarsi.

Alle otto del mattino la giovane grifondoro era infatti sveglia, con indosso un paio di jeans ed una maglietta leggera, nell'attesa di aprire i regali ed indossare il maglione di nonna Molly.

Rose adorava il Natale; non solo perchè era una delle poche – se non l'unica – occasioni per riuscire a stare con tutta la sua famiglia; ma anche perchè quel giorno si respirava ovunque un aria di serenità. Qualsiasi problema o tensione, sarebbe stato rimandato al giorno successivo, e questo lei lo sapeva bene.

Con un sorriso entusiasta stampato in volto andò a spalancare la finestra della sua camera, massaggiandosi poi le braccia con le mani, a causa del vento che aveva invaso la stanza. Agnes, distesa nella brandina che più volte aveva già accupato, mugugnò nel sonno, prima di tirarsi la coperte fin sopra la testa.

La rossa le si inginocchiò di fianco:<< Aaaaagneeeeees! >>, chiamò festante, scuotendola piano. Lei grugnì, e si voltò dall'altra parte:<< Agnes! Alzati! Lo sai che giorno è oggi? >>.

Questa volta la bionda rispose:<< Certo che lo so. Ieri non hai fatto altro che ripetermelo... fino alle due di notte! >>, disse facendo emergere solo gli occhi dal piumone, e fulminando l'amica con lo sguardo.

Questa la guardò colpevole, ma poi riprese a sorridere:<< Oh, Agnes! Fai la brava, oggi è Natale, dobbiamo essere tutti più buoni! >>, esclamò saltando in piedi ed improvvisando un balletto di gioia al centro della stanza.

<< Ok. Dammi cinque minuti >>.

Una quindicina di minuti dopo – dopo che Rose abbe svegliato tutti, urlando – la famiglia Weasley più Agnes, era radunata in salotto, attorno al grande albero decorato da babbi natale in mignatura che cantavano allegramente e palline che cambiavano in continuazione colore.

<< Allora... prendete un pacco e dateci dentro, ragazzi! >>, esclamò Ron, prima di tuffarsi lui per primo alla ricerca di un regalo.

Rose aprì il regalo dei sue genitori; una borsa nuova per i libri – non era difficile intuire da chi dei due – ed un kit di manutenzione per la sua scopa. Si mise da parte, osservando con attenzione il kit che la aveva regalato il padre, sapendo che i regali dei nonni e degli zii li avrebbe scartati alla tana prima di pranzo:<< Hei Rosie >>, la chiamò la madre:<< guarda qui, c'è ancora un regalo per te >>, disse porgendole una scateletta quadrata, impacchettata con una carta dorata.

La rossa si allungò per afferrarla e la scartò con impazienza. Aprì la scatoletta blu, all'interno della quale era stato messo un biglietto scritto con la grafia di sua madre: “Con amore, da mamma, papà ed Emily”. Rimase senza fiato:<< Oh mio dio, ma è bellissima! >>, esclamò lanciandosi al collo della madre per abbracciarla.

<< Siamo felici che ti piaccia, tesoro >>.

Si avvicinò a Ron per farsi allacciare la collana d'argento, che aveva un unico ciondolo dello stesso materiale, un semplice cerchio largo pochi centimetri, decorato di piccoli brillanti, sul retro del quale erano incisi i volori grifondoro: Audacia, fegato, cavalleria.

<< Nella speranza che possa portarti fortuna durante il torneo >>, commentò Ron, dando un bacio tra i capelli della figlia.

La ragazza gli rivolse un grande sorriso:<< Ma io non ho bisogno di fortuna. Bastano la mia forza e la mia intelligenza! >>, esclamò alzando il mento.

<< Non contro Agnes >>, commentò il fratello, intento a studiare il nuovo mantello che gli era stato regalato.

La rossa si voltò verso l'amica, un commento sarcastico sulla lingua, che però rimase bloccato li. Agnes le dava la schiena, i lunghi capelli biondi a nascondere il maglione che si era infilata sopra al pigiama, e le spalle che si alzavano ritricamente, insieme al suo respiro accelletato:<< Hem... va tutto... tutto bene, Agnes? >>, domandò Rose, inginocchiandosi alle sue spalle.

La bionda non rispose, ma le tese un lungo rotolo di pergamena ed un pacchettino. Il rotolo era firmato semplicemente “mamma”, mentre nella scatola c'era un fermaglio per capelli a forma di farfalla, di fattura molto fine, che sbatteva piano le ali multicolore.

<< Beh, è un regalo molto carino >>, commentò l'altra, in quello che sperava sembrasse un tono incoraggiante.

<< Il problema non è il regalo. Guarda la lettera >>.

Rose abbassò lo sguardo sulla pergamena che ancora teneva in mano; fece scorrere velocemente lo sguardo sulla scrittura disordinata ed obliqua della madre di Agnes e notò che il nome James appariva almeno una decina di volte, e che buona parte della lettere era sottolineata più volte; a dire il vero, la grafia già di solito confusa della donna sembrava ancora più incomprensibile, quasi che avesse scritto velocissimo, presa dalla furia.

<< Oh... >>, fu l'unica cosa che riuscì a dire, mentre ancora asservava quel biglietto non tanto in spirito natalizio.

<< Non so che fare >>, ammise Agnes con gli occhi pieni di lacrime.

Rose stava per dirle qualcosa – non aveva la più pallina idea di cosa – ma sua madre fu più veloce:<< Ascoltami tesoro >>, disse sedendosi in terra vicino a lei, e facendole una carezza sul viso:<< tua madre ti vuole indubbiamente bene. Il problema è che non ti capisce. Come potrebbe capire qualcosa che non conosce? Aspetta qualche giorno, falla calmare e poi presentati a casa con James; prima che inizi ad urlare James le dirà che con te ha intenzioni serissime – e sono sicura che le ha, se no il mio caro nipotino rischierebbe grosso – e una volta che lei avrà ascoltato ciò che avete da dire, sarà il vostro turno di ascoltare il suo parere >>; Hermione si voltò mezzo secondo, lanciando un'occhiata strana al marito:<< Infondo se hai scelto James ci sarà pur un motivo; e non è giusto che i genitori interferiscano in alcun modo con la vita dei loro figli >>. Detto questo diede un bacio sulla fronte della ragazza, e le tese un pacchetto delle dimensioni di un libro:<< E questo è per te. Sono sicura che lo apprezzerai molto più di quanto lo avrebbe apprezzato mia figlia. Buon Natale >>; il pacchetto conteneva un diario che organizzava da solo impegni e compiti, molto simile a quello che la strega aveva regalato anni addietro ai suoi due migliori amici, solo che questa volta non c'era nessuna voce urlante che ricordava di impegnarsi; la grifondoro non ne aveva bisogno.

Agnes ringraziò quasi commossa, e con la scusa di doversi preparare le due ragazze tornarono in camera:<< Prima il mio! >>, annunciò Agnes, estraendo da sotto il letto una scatola triangolare, impacchettata con una carta rossa ed un'enorme fiocco argenteo.

La rossa aprì il regalo, e si ritrovò tra le mani un bellissimo libro rilegato in pelle, con intagliate immagini di fiori esotici ed animali magici, che si intrecciavano tra loro:<< Ma è bellissimo... >>, commentò la ragazza, stupita però di non trovare alcun titolo:<< Perchè non c'è il titolo? Di cosa... ? >>.

La bionda arrossì appena:<< A dire il vero l'ho fatto io... >>, ammise.

<< Tu cosa!? >>.

<< Si, ho raccolto in quel libro un bel po' di informazioni che ti potrebbero aiutare per il Torneo della Vittoria; nulla di approfondito, ma comunque è meglio di nulla; l'ho diviso in sezioni in modo che ti sia più facile e veloce consultarlo... >>, aveva detto tutto questo senza prendere fiato, osservandosi la punta delle calze, ma il poderoso abbraccio dell'amica l'azzittì.

<< Hai fatto questo per me! >>, esclamò la rossa, quando la lasciò andare:<< Oh Agnes... non ci posso credere, è bellissimo e... >>.

<< Guarda la prima pagina, c'è una dedica >>.

<< Rosie, mi raccomando, prima di ogni prova consulta questo libro e, soprattutto, stai attenta! Sai quanto ti voglia bene, e quanto starei male se ti accadesse qualcosa. Buon Natale, un bacio, tua Agne >>, lesse Rose:<< Ma come facevi a sapere che avrei partecipato? >>.

<< Intuito femminile! >>, rispose l'altra, poi aggiunse:<< e comunque se non fossi stata scelta ero intenzionata a farlo passare per una sorta di enciclopedia che ti avrebbe aiutato per i tuoi soliti ripassi dell'ultimo minuto >>.

<< Sai che sei un genio, vero Agnes? >>.

<< Ovviamente! >>.

Le due si scambiarono un'altro abbraccio, e rimasero allacciate per diversi minuti:<< Beh, ora tocca a me... è una stupidata >>, disse la rossa, porgendo all'amica un pacchetto rettangolare e piatto, incartato in oro.

Agnes scartò il regalo e rimase senza fiato; tra le mani teneva una cornice incantanta, con due fatine turchesi che continuavano a percorrerla danzando; aveva lo spazio per due foto, ed in una c'era un'immagina di Rose ed Agnes da piccole, al loro primo anno, sullo sfondo, il castello di Hogwarts innevato, mentre l'altra era una foto di quell'estate, in cui loro due si mettevano in posa, ma un'attimo dopo venivano sommerse da un'Aguamenti di James, che si divertiva a ricolrdarle in continuazione che ormai aveva diciassette anni:<< è bellissimo Rose, davvero >>.

<< Sono felice che ti piaccia >>.

Agnes le diede un bacio sulla guancia, ed andò a piazzare la cornice da parte alla sua brandina:<< Allora che dici; ci dobbiamo cambiare? >>, chiese.

L'altra annuì:<< Ovviamente, James ti sta aspettando! >>.

La bionda si svilò il pigiama in silenzio, ed indosso un paio di jeans ed un maglione a collo alto rosso scuro:<< Sai, tu madre ha ragione. Si può risolvere tutto parlando >>, commentò mentre si allacciava le scarpe; Rose annuì:<< Hermione è veramente una strega – anzi, una donna – straordinaria >>, aggiunse alzandosi, e ravvivando con una mano i boccoli biondi, che fermò da un lato con il mollettone a farfalla donatole da sua madre.

<< Lo so >>, rispose Rose aprendo la porta pronta ad uscire:<< Questa l'ho già sentita >>.

Buongiorno :D
Si, vi ho un po' presi ingiro xD Il capitolo della Tana sarà il prossimo, ma poichè domani parto x la Germania e torno lunedì, e subito dopo parto x due settimane in Sardegna, avrò tutto il tempo e l'ispirazione per scrivere un buon capitolo, nonostante tutti i personaggi e la casa affollata :D
Come ho già detto il capitolo non è perfetto, ma come potevo non postare Il Giorno? Quanti di voi stasera vanno al cinema!?? Io si!!! :D Dopo averlo visto fatemi sapere cosa ne pensate, o nella recensione o anche via mail, aspetto il vostro parere ù.ù
Ora scappo a fare la valigia, e noi ci rivediamo dopo il 10 agosto :D Un bacio, Franci

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Capitolo 17
*** -Rivelazioni natalizie ***


-Rivelazioni natalizie

<< Oh mio dio, Emily quanto sei cresciuta! >>, esclamò nonna Weasley, tanto veloce che l' “Oh mio dio” si trosformò in un “Ommioddio”, allungando la braccia per prendere la nipotina.

La bambina strillò di gioia e si lanciò in braccio alla nonna, ancora prima che il padre riuscisse a porgergliela. << Agnes! >>, chiamò una voce da dentro la casa, mentre un bel moro correva a prendere la bionda tra le braccia:<< Buon Natale, piccola >>, esclamò James, posandole un bacio veloce sulle labbra.

<< Buon Natale >>.

<< Beh, così si che mi sento molto considerata >>, commentò Rose da pochi metri di distanza, osservandoli a braccia incrociate:<< Un tempo ero io quella che correvi ad abbracciare! >>, accusò il cugino.

Il moro si staccò da Agnes e corse ad abbracciare la cugina:<< Oh, Rosie, non pensavo fossi gelosa della tua migliore amica! >>.

Rose gli fece la linguaccia e lo abbracciò, facendogli gli auguri di buon Natale, mentre l'intera famiglia Weasley si riversava nel giardino; sembrava impossibile che tanta gente potesse stare in quella casa...

Dopo aver salutato George, Angelina, Roxanne e Fred, Rose fu trovolta da un tornado coloro rame, che le gettò le braccio al collo:<< Rosie! >>, trillò la ragazza entusiasta, stampando due grandi baci sulle guance della cugina.

<< Vik! Quanto mi sei mancata! >>, rispose urlando la ragazza, gettando le braccia al collo della cugina, senza però poter stringere troppo, a causa della protuberanza che da già qualche mese aveva iniziato a gonfiarle dolcemente il ventre.

Al fianco delle due si materializzò un ragazzo alto, sui venticinque anni, gli occhi verde scuro ed i capelli blu elettrico:<< Oh, Rosie... quanto tempo! >>, esclamò Ted Lupin, spalancando le braccia in un gesto teatrale, così che la rossa potesse corrergli incontro:<< Come stai? >>, domandò.

<< Benissimo, grazie. E tu? >>, senza attendere una risposta, Rose si voltò verso la cugina:<< Non sei ancora riuscita a fargli mantenere per qualche ora un colore di capelli umano, vero? >>, domandò schietta.

Victorie scosse tristemente il capo, facendo oscillare i lunghi capelli biondo ramato:<< Oh no! E solo il cielo sa quanto ci ho provato. Forse però tu potresti spiegargli perchè non voglio ritrovarmi un figlio che a due anni va ingiro con i capelli verdi! >>, esclamò lanciando un'occhiataccia al fidanzato, anche se un'istante dopo gli rivolse un sorriso tanto dolce da farlo sciogliere.

<< Ma perchè? Il verde è un così bel colore! >>, protestò mentre socchiudeva gli occhi ed i capelli si allungavano in ciocche disordinate, e diventavano di un bel verde luminoso.

Con una risata Rose si allontanò dai due per passare a salutare la zio Percy, che, con un braccio attorno alla vita della moglie, ed una mano in quella della piccola Lucy, richiamava Molly, che scorrazzava per il giardino.

Poco distanti Charlie, Bill e Fleur stavano salutando i genitori di Hermione, mentre Louis e Dominique aggiornavano Hugo e Lily su tutto ciò che gli era successo a Beauxbatons, dove i loro genitori li avevano fatti trasferire un paio di anni prima.

Mentre Rose si chinava a dare un bacio sulla guancia alla piccola Lucy – che solo l'anno successivo avrebbe iniziato a frequentare Hogwarts – la raggiunsero James ed Agnes, mano nella mano. Agnes strinse la mano agli zii dell'amica, che più di una volta aveva avuto il piacere di incontrare:<< Mamma e papà ti vogliono salutare >>, disse James alla cugina, indicando i suo genitori poco lontani.

I tre raggiunsero Harry e Ginny – senza riuscire a schivare l'ennesimo abbraccio di nonna Molly ed un paio di pacche sul braccio di Arthur – dove li aspettavano anche Ron ed Hermione, che stringeva tra le braccia Emily:<< Beh, allora complimenti >>, esordì Harry, tendendosi verso la nipote per darle un bacio sulla guancia, e poi dare un pacca affettuosa sulla spalla di Agnes.

Hermione gli rivolse un'occhiataccia:<< Se ti riferisci al Torneo della Vittoria, lo ritengo solo una perdita di tempo >>, commentò riducendo gli occhi a fessure.

Il moro sorrise, o meglio, ghignò:<< Sei solo gelosa perchè quando eri ad Hogwarts non c'era nulla del genere, ed ora sei troppo vecchia per pensarci >>.

Il petto della donna si gonfiò come quello di un uccello nella stagione degli amori e le guance le si tinsero di rosso di indignazione:<< Cosa stai insinuando, Harry Potter!? Ritengo solo che, essendo al penultimo anno, sarebbe più saggio che Rose utilizzasse il suo tempo per prepararsi per i M.A.G.O., piuttosto che per un torneo di poco conto! >>.

Il sorriso di Harry si allargò ancora di più:<< Calma Hermione, stavo solo scherzando >>.

Rose sorrise, osservando la madre e lo zio, leggermente divertita. Lui era l'unico che aveva il coraggio di prendere ingiro Hermione, neanche suo padre lo avrebbe fatto così spudoratamente. Più di una volta – solitamente dopo che i suoi genitori o lo zio le avevano raccontato un'annedoto della loro gioventù – si era chiesta per quale motivo Hermione non si fosse mai innamorata di Harry; ma ora aveva la risposta, era li davanti ai suoi occhi. Quella era la loro armonia, l'unico modo che avevano per sopravvivere. Camminavano fianco a fianco, non troppo vicini, per non sfiorarsi o intralciarsi, ma abbastanza per tendersi una mano, in caso di aiuto; abbastanza per sorreggersi a vicenda.

<< Ma cosa state aspettando, cari? >>, chiese Molly, allargando le braccia come se volesse abbracciare ogni singolo componente della sua famiglia:<< Suvvia, entriamo! >>.

Entrarono alla Tana – che negli ultimi venticinque anni non era quasi per nulla cambiata – e si disposero ad un lungo tavolo – che attraversava metà casa, passando per cucina, corridoio e salotto – toccandosi, nonostante la lunghezza del tavolo, gomito a gomito.

Passarono una mattina tranquilla, mangiando tutto ciò che la signora Weasley – tutta da sola! - aveva cucinato, accompagnati dalle note di Un calderone di pieno forte amor bollente. Finito il pranzo tutti si scambiarono i regali nel salotto, ed iniziarono a testare l'uno contro l'altro i gadget dei Tiri Vispi Weasley, regalotigli da zio George e Fred.

Quando era ormai pomeriggio inoltrato, la piccola Emily corse verso Harry, che sedeva su di una delle poltrone in salotto:<< Tio >>, chiamò la bambina, sbattendo le ciglia:<< mi acconti una toria? >>, chiese.

Praticamente tutta la famiglia Weasley – più Agnes – si voltò ad osservare il moro, che prese la nipotina tra le braccia:<< Va bene tesoro. Cosa vuoi sentire? >>.

<< Di quando tu e gli zii Ginny, Ron ed Hermione avete combattuto contro i Mangiamorte al Ministero! >>, propose Luis, andando a sedersi sul pavimento vicino alla poltrona.

<< No! Voglio sentire di come siete fuggiti da Villa Malfoy! >>, esclamò Roxanne, sedendosi da parte al cugino.

<< Oppure... >>, stava per proporre Albus, che però fu interrotto dalla cucina.

Rose si avvicinò sorridente allo zio:<< Oppure qualcosa di nuovo! >>, esclamò azzittendo il grifondoro:<< Queste cose le abbiamo già sentite. Perchè non ci raccontate di cosa è successo dopo? >>, domandò.

Harry gelò:<< Cosa intendi con “dopo”? >>, domandò, lanciando un'occhiata di sottecchi ad Hermione, che sembrava anche più rigida di lui.

La rossa fece un sorriso angelico:<< Dopo. Quando è finita la guerra. Sappiamo tutti di come avete sconfitto Voldermort, ma nessuno ci ha mai raccontato cosa è successo dopo. Non è vero, ragazzi? >>, chiese ai cugini, che annuirono sorridendo.

<< Hem... io... io penso sia meglio che sia Hermione a parlarvene >>, disse un po' titubante l'Auror, osservando ad un ad uno i ragazzi che gli si erano seduti intorno; persino Victorie e Ted – che ormai avevano superato da tempo la fase delle storie – sembravano impazienti.

Dalla faccia della riccia pareva che l'idea di strangolare il moro non le facesse affatto schifo:<< Non capisco cosa tu voglia sentire, Rosie >>, disse nel tono più naturale che riuscì a trovare, mentre i ragazzi si voltavano verso di lei.

<< Non so ma'... dopo che lo zio ha ucciso Voldemort sarà pur successo qualcosa, no? Non penso che tutto il Mondo Magico si sia ripreso da quegli anni di terrore come se nulla fosse... cosa avete fatto tu, papà e gli zii? Cosa è successo dopo? >>, ripetè per l'ennesima volta, fissando lo sguardo negli occhi di sua madre, tanto diversi dai suoi quanto lo era il loro carattere. Forse stava tirando un po' troppo la corda e se ne rendeva conto, ma non sopportava l'idea che qualcuno le tenesse nascosto qualcosa; soprattutto se quel qualcosa aveva avuto delle ripercussioni sulla sua vita.

In meno di mezzo secondo lo sguardo della donna corse a quello di Harry, Ginny e Ron; nei primi due lesse agitazione ed attesa, nel terzo solo rabbia:<< è una storia lunga, tesoro >>, tentò, dissimulando l'ansia che quasi le impediva di parlare.

Questa volta non rispose Rose, ma la piccola Lucy, del tutto estranea ai fini della cugina:<< Ma abbiamo tanto tempo zia. E poi ci raccontate sempre qualcosa a Natale. Questa è una storia nuova >>, disse con l'innocenza che solo una bambina sa avere.

Hermione osservò con dolcezza la nipotina, e in cuor suo non si sentì di negarle quella richiesta. Prese un bel respiro, pronta ad inventarsi qualcosa per non dover raccontare la verià:<< Ha ragione Hermione. Perchè non racconti cosa ci è successo dopo? >>, domandò uno voce acida.

La donna distolse lo sguardo da Lucy per fissare il marito. Ron se ne stava in piedi a pochi metri da lei, con i pugni stretti e le orecchie in fiamme:<< Si. Stavo giusto per cominciare >>, disse quasi in un sussuro, imponendosi di non arretrare di un passo davanti all'odio che contaminava l'azzurro degli occhi di Ron. Prese un bel respiro ed andò a sedersi sul bracciolo della poltrona che occupava Harry, lanciandogli un'occhiata preoccupata, che lui ricambiò con una scrollata di spalle:<< Bene, come sapete Tom Riddle è stato ucciso il... >>.

<< Due maggio >>, terminò Victorie, con un sorriso magnifico; il due maggio era anche la sua data di nascita, ed il motivo per cui il suo nome era Vittoria.

<< Esatto. Beh, subito dopo siamo stati tutti rimandati a casa. Ovviamente avevamo vinto, ma tutta la comunità magica era straziata dalle perdite subite... >>, qui lanciò un'occhiata dolce a George, che non disse nulla, ma si strinse più vicino a sua moglie, seduta di fianco a lui sul divano:<< ma poi... il mondo va avanti. Così abbiamo deciso di superare la tristezza delle perdite e darci da fare per riavere ciò per cui avevamo combattuto. Hogwarts fu ricorstruita in pochissimo tempo, pronta per ospitare i nuovi ed i vecchi studenti; ed in più la professoressa McGranitt fu così gentile da permettere agli studenti che non erano riusciti a conseguire i M.A.G.O. Di frequentare l'ultimo anno >>, spiegò.

<< E voi stavate già insieme? >>, domandò quella romanticona di Dominique, con occhi sognanti.

Hermione scosse la testa:<< La tua mamma e il tuo papà si erano sposati l'anno precedente, zio Harry e zia Ginny si erano rifidanzati subito dopo la guerra, mentre tutti noi altri abbiamo avuto bisogno di ancora un po' di tempo per... sistemarci le idee >>, spiegò osservando con un sorriso la biondina.

<< Non mentire Hermione >>, la riprese dolcemente Ginny:<< Quando siamo arrivati ad Hogwarts per il settimo anno tu e Ron stavate già insieme >>.

Harry annuì:<< E a dire il vero non avete cercato esattamente di nascondervi >>.

La riccia scosse la testa:<< Si è vero. Ci siamo fidanzati sul treno >>, spiegò guardando con occhi dolci il marito, che però fissava con ostinazione la gamba di una sedia.

<< E quindi state insieme da allora? >>, chiese Dominique, con un sorriso dolce.

La serenità di Hermione vacillò solo un istante:<< Si >>, rispose senza incrociare lo sguardo di nessuno.

<< E quindi quando siete tornati ad Hogwarts era tutto come prima? >>, domandò Albus interessato.

<< Più o meno >>, disse la donna, lieta che il discorso fosse passato su un'argomento meno imbarazzante:<< La professoressa McGranitt era diventata preside, ma soprattutto si respirava un clima più tranquillo. Per prima cosa Serpeverde ha smesso di accettare solo purosangue, e questo ha anche smorzato per lo più la tensione che c'era tra gli studenti >>.

Agnes lanciò un'occhiata di sottecchi a Rose, che però era troppo concentrata sulle parole della madre:<< E i figli dei mangiamorte, zia? Sono tornati anche loro? >>, domandò Lily, che fu prontamente benedetta dalla rossa.

Hermione deglutì:<< Certo >>, rispose.

<< E come si comportavano? Insomma, non credevano di essere tipo dei privilegiati? >>, domandò Roxanne.

<< Si certo ma... >>, la riccia era decisamente in crisi, spostò lo sguardo su Harry, in cerca di sostegno.

Il moro stava per aiutarla, ma Ron fu più veloce:<< Ovviamente tutti i figli dei mangiamorte sono dei bastardi come i loro genitori. Ma ovviamente siamo tutti per “la seconda possibilità”, così gli siamo andati incontro a braccia aperte, vero Hermione? >>, domandò sorridendo alla moglie.

Questa aveva gli occhi sgranati ed un'irrefrenabile voglia di prenderlo a schiaffi, ma si limitò ad annuire:<< Certo. Nonostante tutto meritavano una seconda possibilità, come hai detto tu >>.

Il rosso continuò imperterrito, come se lei non avesse aperto bocca:<< Ed uno di noi li ha... aiutati in modo... diverso >>.

<< Cosa staresti insinuando? >>.

<< Nulla. Raccontavo solo ai ragazzi cosa è successo dopo >>.

Le guance della donna erano in fiamme:<< Sei un immaturo Ronald >>, disse prima di alzarsi ed abbandonare il salotto.

Nella stanza cadde un silenzio innaturale, mentre tutti – sia chi conosceva tutta la storia, che chi ne era del tutto all'oscuro – osservano il rosso con sguardi di rimprovero:<< Forse dovrei... >>, disse Harry rompendo il silenzio, indicando la porta che dava sul giardino.

Rose scosse la testa:<< No zio. Vado io, forse è meglio >>, e così dicendo lasciò la sala.

Trovò la madre in piedi nel mezzo del prato innevato, che con le braccia strette al petto osservava il cielo grigio:<< Papà a volte è davvero uno stupido >>, esordì la rossa avvicinandosi.

Hermione non la guardò:<< Non dare dello stupido a tuo padre >>.

<< Scusa, ma'. Però lo è >>.

La donna sorrise:<< Che ci vuoi fare? Sapevo benissimo com'era quando l'ho sposato >>. Seguirono diversi istanti di silenzio, in cui entrambe osservarono il cielo trapunto di nuvole:<< Allora, lo vuoi sapere o no qual'è il mio “grande segreto”? >>, domandò d'un tratto, posando gli occhi castani sulla figlia.

La rossa si dondolò un'attimo sui talloni, insicura:<< Se me lo avessi chiesto ieri ti avrei detto sicuramente di si. Ma ora come ora non so se è il caso di insistere tanto per sapere una cosa che ti fa soffrire >>.

Hermione sorrise, passandole una mano tra i lunghi capelli rossi:<< Sai, ho fatto una cosa stupida... >>.

<< Mamma, tu sei Hermione Granger! Non puoi fare cose stupide... >>.

Lei rise:<< Questa è una cosa davvero molto dolce da dire tesoro, ma non cambia ciò che ho fatto. Per tanto tempo ho pensato che, fingere che non fosse successo potesse cancellare il mio errore; ma questa è un'altra cosa stupida, quindi, per evitare di rovinare la mia reputazione continuando a fare cose stupide, voglio raccontarti cosa successe al settimo anno con Draco Malfoy >>.

La ragazza trattenne il fiato, come aveva già detto, non era sicura di voler sapere la verità. In quel momento non aveva importanza quello che si erano detti lei a Scorpius, o che aspettasse da mesi delle risposte; in quel momento c'era solo sua madre, che la osservava con sguardo triste, e sembrava molto più fragile di quanto lei avvesse mai potuto immaginare.

Senza lasciarle il tempo di dire alcunchè, Hermione inizio con la sua storia:<< Come ho appena raccontato, io e tuo padre ci siamo fidanzati sul treno che portava ad Hogwarts, pochi mesi dopo la fine della Seconda Guerra Magica. Per un certo periodo tra noi è andato tutto benissimo, non litigavamo quasi mai, e lui con me era davvero dolcissimo. Poi sono iniziati i problemi. Io ho, per sbaglio, origliato una conversazione, e da li abbiamo iniziato a litigare per qualsiasi cosa, eravamo sempre più distaccati. Così un giorno mi misi a parlare con zia Ginny, ed ovviamente lei riuscì subito a tirarmi su di morale, mi disse di andare a parlare con Ron ed io lo feci. Senza pensarci due secondi corsi verso il dormitorio maschile e piombai nella sua stanza.

Non giudicare male ciò che ti sto per dire, tesoro, ma trovai tuo padre a letto con una mia compagna, nonché sua ex-fidanzata, purtroppo solo più tardi scoprii che lo aveva fatto sotto l'effetto di un'incantesimo. Ovviamente, non sapendo nulla di tutto ciò, diedi fuori di testa, feci una scenata assurda con tanto di bacchetta puntata alla tempia e cose così. Ed indovina un po' chi ha pensato che consolare una “sudicia mezzosangue” potesse essere divertente? Esatto, il caro vecchio Draco, il padre di quel tuo compagno, Scorpius Malfoy >>.

La rossa si esibiì in un azzeccatissimo verso scandalizzato, con tanto di occhi spalancati e mascella che sfiorava il terreno:<< T-tu... >>, balbettò titubante, cercando di ritrovare un senso ai suo pensieri.

Hermione prese un lungo respiro:<< Si. Io sono andata a letto con Draco Malfoy >>, ammise, felice che insieme a quelle parole, sentisse che anche un enorme peso l'aveva lasciata, sperava, per sempre.

Senza preavviso Rose si lasciò cadere a terra e si sedette sul terreno gelato a gambe incrociate, nel disperato tentativo di elaborare un qualsiasi pensiero che non fosse: “Non ci posso credere”.

La donna le si inginocchiò di fianco, posandole una mano sulla spalla:<< Va tutto bene? >>, chiese osservandola con aria preoccupata.

La giovane annuì, anche se continuava ad osservare con sguardo vacuo il prato innevato. Com'era possibile? Questo andava contro tutto ciò che le avevano insegnato. Un serpeverde ed un grifondoro – per lo più l'uno purosangue e l'altra mezzosangue – era un'abominio; suo padre glielo aveva detto il giorno della sua prima partenza per Hogwarts:

Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre. Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue”.

Nonostante credesse fermamente che tutto quel rancore e quel pregiudizio non facesse affatto bene, non era semplice cambiare idea da un momento all'altro:<< Perchè lo hai fatto? >>, domandò infine, quando il suo cervello riuscì a formulare una frase di senso compiuto.

La donna prese l'ennesimo respiro, e disse alla figlia quello che aveva detto a se stessa diversi anni prima:<< Volevo, per una volta, permettermi di essere davvero me stessa, tesoro. So che sembra stupido, ma per tutta la vita mi sono sentita... diversa; non sono una come gli altri maghi perchè sono nata tra i babbani, non sono una babbana perchè ho poteri magici. Per un momento; per un solo momento ho pensato che avrei... che avrei potuto sentirmi... non giudicata, se avessi abbattutto quella specie di muraglia di rigidità e perfezione che mi ero costruita attorno, per paura di essere ferita. Invece, dopo un po' di tempo, ho capito che comportandomi così avevo solo... rinnegato ciò che sono >>.

Rose la fissava con gli occhi sgranati, completamente persa tra le sue parole. Senza alcun preavviso le gettò le braccia al collo:<< Oh, mamma! >>, esclamò seppellendo il volto tra i suo capelli, mentre la donna faceva lo stesso:<< Sei stata così stupida! >>.

Hermione sorrise, mai prima di allora nessuno le aveva dato della stupida, ma quell'offessa, accompagnata dall'abbraccio, perdeva tutto il suo valore:<< Te lo avevo detto che ho fatto un cosa davvero, davvero stupida >>.

Le due si separarono, e rimasero qualche minuto a guardarsi negli occhi, che, anche se sembravano tanto diversi, nascondevano lo stesso buon cuore:<< Ed è per questo che papà odia tanto tutti i Malfoy? >>.

<< Esatto, non ha mai digerito la cosa, nonostante sostenga di avermi perdonato >>.

<< Papà è uno stupido >>.

<< Lo so >>, rispose d'istinto Hermione, poi si riscosse e continuò con tono di rimprovero accompagnato da un sorriso:<< Penso che per oggi tu abbia offeso abbastanza i tuoi genitori, signorinella >>.

<< Scusa ma' >>.

<< Non ha importanza. Ora entra e recupera i tuoi fratelli ed Agnes, nonna ci aspetta per cena a casa di zia Agata >>.

Rose si allontanò con una smorfia di puro disgusto dipinta in volto:<< Zia Agata... puah! Fantastico >>.

 

 

Al caro Scorpius, i miei più sentiti auguri di buon Natale.

Con affetto, zio Anthony

Il biglietto era attaccato ad un pacco rettangolare, ricoperto da carta argentata.

Zio chi?

Con una scrollata di spalle scartò il regalo, che conteneva l'ennesimo gioiello in argento raffigurante il blasone dei Malfoy. Con uno sbuffo andò a posare il ciondolo vicino ad una spilla ed un'anello.

Qualcunò bussò alla porta della grande stanza del serpeverde, ed un'istante dopo il volto pallido di Astoria Greengrass fece capolino, accompagnato da una massa di boccoli chiari:<< Tesoro, tutto bene? Tra poco arriveranno gli ospiti e tuo padre vuole sapere se sei pronto... >>.

Scorpius si mise in piedi passandosi una mano sulla giacca:<< Certo Astoria. Sono pronto. Mandami a chiamare quando sono arrivati gli ospiti >>.

La donna sorrise ed entrò nella stanza, mostrando il lungo abito in seta blu che indossava. Il vestito senza scollo era aderente e le fasciava completamente il corpo fino alla caviglie, ed era in tinta con i sandali impreziositi da brillanti:<< Che te ne pare? >>, domandò allargando le braccia, in modo che il biondo potesse vedere il bell'abito, la collana di diamanti ed il fermaglio che raccoglieva i capelli alla nuca.

<< Stai molto bene >>, rispose il ragazzo, rimanendo impettito al centro della stanza.

Astoria gli si avvicino, posandogli una mano sul petto per lisciargli la cravatta:<< Anche tu stai molto bene >>, rispose con un sorriso, passandogli una mano tra i capelli per sistemarli. Il giovane non si ritrasse al tocco, ma nonappena lei abbe scostato la mano, fece un passo indietro. La donna lo fissò con un misto di tristezza e rassegnazione nella sguardo, ma un'attimo dopo si riprese e gli sorrise:<< Bene. Manderò Troto a chiamarti >>, si avviò alla porta, ma si fermò subito e tornò indietro:<< è appena arrivato questa per te >>, disse porgendogli una lettera.

Una volta che Astoria ebbe lasciato la stanza, il biondo lesse la pergamena:

 

Ho appena parlato con mia madre. Quando saremo tornati ad Hogwarts dobbiamo vederci il prima possbile, ho delle novità.

Buon Natale, Rose

 

Scorpius sorrise e gettò la pergamena nel camino della sua stanza.

Buongiorno :D
Come state? Io tutto bene, anche se come ben tornato mi sono ritrovata sotto un'acquazzone -.-'' Vabbè, che ci volete fare? Dove vivo io piove SEMPRE, ci ho fatto l'abitudine.
Comunque, tornando al capitolo (che sono sicura vi importi di più che le previsioni meteo della mia città), come promesso ho aggiornato appena tornata, e, non so se ve lo aspettavate, ma questo è IL CAPITOLO, finalmente Rose sa la verità, e presto la saprà anche Scorpius, quindi... beh... vedrete!! :DDDDD
Ora scappo che i miei amici mi aspettano per un ben tornato, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio, Franci :D
PS: In serata aggiornerò anche "Se ci fosse un'altra via"
PS2: Visto che la cosa sta diventando molto di moda e che mi sembra molto carina l'idea di rimanere "in contatto" con i miei lettori, queste sera mi creerò una pagina su Facebook, per chi fosse interessato metterò il link sul mio account :D 
PS3: Scusate per i tanti ps, me ne vado. Bacioo :D

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Capitolo 18
*** -Cinque giorni ***


Scusate tantissimo per il ritardo e la lunghezza (cortezza) del capitolo, ma queste vacanze mi stanno prendendo più di quanto pensassi! C'è la possibilità che mi sia sfuggito qualche errore, nel caso ne trovaste sareste gentilissimi se me lo diceste :D
Buona lettura, ci vediamo infondo.


-Cinque giorni

Quando scesero dalle carrozze nel parco di Hogwarts, il vento li investì con la forza di un tornado, mentre i capelli li frustavano in faccia:<< Corriamo dentro! >>, urlò James, cercando di superare quel frestuono, mentre stringeva forte la fidanzata, cercando di proteggerla.

Rose sputacchiò una ciocca di capelli rossì e si tirò la sciarpa fin sopra le orecchie, mentre si impegnava per non affondare completamente nella neve. Da parte a lei due ragazzine del secondo anno che avanzavano abbracciate davano l'impressione di rischiare di essere spazzate via dalle raffiche di vento gelido.

Riuscirono a superare il parco, e con un'ultimo sforzo si intrufolarono nell'ingresso, tirando un lungo sospiro di sollievo, accolti dal solito tepore del castello.

Rose si sfilò i guanti e tentò di infilare una mano tra i capelli, ma l'impresa fallì miseramente; i suo bei capelli, solitamente lisci ed ordinati, ora sembravano un'enorme balla di fieno rossiccia. Si esibì in un grugnito poco elegante, ed osservò Agnes, che con calma bloccava le ciocche sfuggite alla cado con delle forcine; lei non sembrava uno spaventapasseri.

Ma ancor meno lo sembrava la ragazza che era appena entrata nel castello. Anche i suoi vestiti erano sferzati dal vento, ma nonappena mise piede nell'ingresso il mantello tornò elegantemente al suo posto, e la sciarpa verde ed argento rimase ben stretta ottorno al collo sottile, incorniciato dai lunghi capelli scuri, perfetti come al solito, nei quali passò una mano altrettanto perfetta, per nulla rossa a causa del freddo. Al fianco di Annabelle Nott comparve Scorpius Malfoy, che come se non si fosse dovuto far strada in mezzo metro di neve, la prese sotto braccio e si allontanò tranquillo dall'uscita.

Stavano per dirigersi verso i sotterranei, quando con la coda dell'occhio il serpeverde vide uno schizzo di rosso:<< Weasley >>, salutò facendo quasi cadere a terra la compagna, tale fu la velocità con cui si girò.

<< Oh... Malfoy >>, rispose lei, osservando Annabel che, una volta ritrovato l'equilibrio, la squadrò da capo a piedi, con un ghigno sadico dipinto in volto, passandosi casualmente una mano tra i capelli ordinati per la seconda volta.

<< Ho ricevuto il biglietto >>, disse Scorpius, fingendo di non notare le occhiate stupite e/o sospettose che gli furono lanciate da chi lo aveva sentito.

Rose cercò di nascondere le lunghe ciocche rosse dietro la schiena, e con un movimento veloce strappo di mano ad Agnes il suo berretto e lo infilò in testa, nella speranza di nascondere quel disastro di capelli:<< Oh... be... bene. Allora ne possiamo... mmm... parlare più tardi? >>, domandò incrociando le mani dietro la schiena, per non mostrare quanto fossero rosse ed intirinzite.

Il biondo annuì, non sembrava aver notato lo stato in cui la ragazza era ridotta:<< Perfetto. Oggi non abbiamo lezione, potremmo incontrarci dopo pranzo in biblioteca, così ne approfitto per terminare una ricerca >>.

La rossa annuì, desiderando ardentemente di rimandare la conversazione ad un momento migliore:<< Perfetto. A dopo >>, disse prima di schizzare su per le scale, con il cappellino dell'amica ancora calato in testa.

 

<< Così stai molto meglio >>, fu il saluto di Scorpius quando la raggiunse davanti alla biblioteca.

<< Non so a cosa tu ti riferisca >>, rispose lei spingendo la porta e rivolgendo un cenno di saluto alla bibliotecaria, che le lanciò un'occhiataccia, memore delle sue strillate di poche settimane prima.

Il biondo che era dietro di lei le prese la punta di una ciocca di capelli e gliela sventolò vicino all'orecchio:<< Non che la tua versione “spaventapasseri” non fosse divertente, o che io ami particolarmente i capelli rossi; ma con i capelli lisci ed ordinati stai decisamente meglio >>.

Rose non seppe se prenderlo come un complimento o un insulto, così si strinse nelle spalle borbottando qualcosa contro il vento ed i ragazzi stupidi che non capivano i problemi delle ragazze. Si sedettero ad uno dei tavoli più lontani dell'entrata, sotto una delle grandi finestre. Il serpeverde posò sul tavolo un paio di tomi ed una pergamena, iniziando a svolgere la sua ricerca mentre la ragazza lo guardava interdetta.

<< Allora? Mi vuoi spiegare o no? >>, domandò lui, intingendo una piuma nell'inchiostro per trascrivere un verso del libro sulla pergamena.

La ragazza ci mise un attimo a riordinare i pensieri; a dire il vero aveva deciso subito di raccontargli tutto, ma non aveva ancora pensato a come dirglielo:<< A Natale ho parlato con mia madre >>.

<< Ah-ah. Questo me lo hai già scritto nel biglietto >>, disse lui in tono distratto, continuando a prendere appunti.

Il fatto che continuasse a non guardarla la aiutava, ma nonostante questo le parole non ne volevano saperne di venir fuori:<< Beh... ogni... ogni Natale i miei e gli zii ci raccontano qualche annedoto di quando loro erano giovani e cose simili; quest'anno ho chiesto a mia madre di raccontarmi di cosa è successo subito dopo la guerra e lei... si... ecco, mi ha raccontato che lei e mio padre si erano fidanzati sul treno per Hogwarts e che... beh, lui l'ha tradita sotto l'effetto di un'incantesimo... >>, a quel punto Scorpius sollevò il capo, tenendo la piuma sospesa a mezzaria:<< e tuo... tuo padre ha... mmm... pensato di... mmm... “consolarla” >>, disse nella speranza che utilizzare le parole di sua madre la aiutasse a spiegarsi.

Il biondo spalancò la bocca. Rimasero entrambi in silenzio per un paio di secondi e poi lui fece la cosa più improbabile che potesse fare.

Si strinse nelle spalle e riprese la sua ricerca.

La mascella di Rose sfiorava il terreno:<< Tutta questa storia del “Oh cielo quanto odio i Malfoy” e “Oh cielo quanto odio i Weasley” è solo per una scopata? >>, domandò riaquistando il tono disinteressato di poco prima.

Solo una scopata? Solo una scopata!?

Come poteva prenderla così bene!? Suo padre che lo aveva sempre indizzato contro i grifondoro se ne era portata a letto una – per di più nata babbana – e lui reagiva con una scrollata di spalle!? Doveva aver capito male:<< Malfoy... non sono sicura che tu abbia capito. Tuo padre, “Mister ommioddio-non-ti-permettere-di-avvicinarti-a-qualcuno-di-Grifondoro”, è stato con mia madre, “Miss-si-sono-una-mezzosangue-di-grifondoro-fiera-di-esserlo”! Come puoi reagire con una scrollata di spalle!? >>.

<< Lo immaginavo >>.

<< Cosa vuol dire che lo immaginavi!? >>.

Con calma esasperante il ragazzo smise di scrivere e posò la piuma, prima di fissare gli occhi argentei in quelli azzurri di lei:<< Cosa pensi possa mettere così in imbarazzo un uomo ed una donna se non un piccolo... errore di gioventù? >>, domandò lanciandole un'occhiata di superiorità.

Rose non l'aveva mai vista in questi termini, ma comunque continuava a pensare che la cosa fosse scandalizzante:<< Ma loro sono... >>.

<< Un serpeverde ed una grifondoro, un purosangue ed una mezzosangue... >>, la interruppe lui con voce cantilenante:<< Lo so, lo so. Ma pensavo che avessimo già chiarito questo punto quel giorno in treno, no? >>.

Tornò a concentrare la sua attenzione alla ricerca, mentre davanti a lui la rossa cerca di incanalare tutte le sue forze per tenere mascella e mandibola ben attaccate. Come gli era venuta in mente la conversazione del treno? Non ne avevano mai discusso fino ad allora, e, in cuor suo, Rose sperava non lo devessero fare mai. Decise di non rispondere. Si mise un po' più comoda sulla sedia ed iniziò ad osservare il ragazzo che prendeva frettolosamente appunti. Era strano ma, constatò la ragazza, quando non se ne andava ingiro per il castello trionfo della sua casata, pronto vantarsi o sminuire gli altri, Scorpius Malfoy sembrava davvero un'altro ragazzo; un ragazzo che, tutto sommato, a lei quasi piaceva.

La voce di quello stesso ragazzo la riportò alla realtà:<< Come scusa? >>, gli domandò lei, che non aveva capito una parola di ciò che le aveva detto.

<< Dicevo che dovremmo andare in Sala Grande >>, ripetè il biondo con un sbuffo infastidito:<< ormai è quasi ora di cena e sicuramente oggi la McGranitt ci dirà la data della prima prova e del ballo >>.

La grifondoro saltò in piedi come una molla, facendo quasi rovesciare il tavolo, e si battè una manata sulla fronte:<< Il Torneo! >>, esclamò.

<< Cosa? >>.

<< Si, il Torneo della Vittoria! Me ne ero completamente scordata... ero così concentrata su quello che... >>, la sua voce andò sfumando in un borbottiò indistinto e si diresse verso l'uscita, mentre Malfoy per starle dietro gettò tutto ciò che c'era sul tavolo nella sua borsa dei libri. Face cadere l'inchiostro che macchiò la pergamena nuova; imprecando contro i compiti e quella stupida Weasley, si diresse con lei in Sala Grande.

Anche se era presto la stanza era gremita di studenti eccitati, che non facevano altro che fare la spola tra un tavolo e l'altro, lanciando occhiate eccitate ai concorrenti del Torneo della Vittoria. I due ragazzi si diressero verso i loro tavoli, accolti da sorrisoni e incitazioni; neanche il torneo fosse già iniziato.

Vedendo tutto quel subbuglio la preside non attense, come suo solito, la fine della cena, ma si alzò, pronta a parlare subito con i suoi studenti. Appena si schiarì la gola, il silenzio assoluto si impossessò della stanza:<< Miei cari studenti >>, iniziò con un sorriso che ben poche volte aveva concesso a qualcuno:<< Spero che voi tutti abbiate passato delle buone vacanze, e che abbiate sfruttato questo tempo per studiare, soprattutto coloro che quest'anno dovranno sostenere gli esami >>, un paio di persone si esibirono in espressioni schifate, mentre altre si nascosero dietro gli enormi calici:<< In ogni caso, come vi avevo promesso, oggi annuncerò la data del Ballo di Apertura del Torneo, e quella della prima prova. Se i nostri campioni fossero così gentile da raggiungermi qui... >>.

Annabelle fu la prima ad alzarsi. Saltò in piedi con uno svolazzo dei lunghi boccoli castani e raggiunse in tutta fretta la McGranitt, seguita dai compagni, che si avvicinarono sorridenti, ma senza tutto quello sculettare esagerato:<< Il Ballo avrà luogo in questa stanza sabato prossimo ed iniziarà alle otto in punto >>, annunciò la preside.

Agnes alzò la mano, fissando la donna con aria scioccata:<< Sabato prossimo!? Vorrebbe dire che mancano solo cinque giorni? >>, domandò con aria scioccata, dopo che la donna le ebbe dato la parola con un cenno del capo.

Questa annuì:<< Certo, signorina Dollow. Ma per evitare inconvenienti, le lezioni di venerdì pomeriggio saranno annullate e sostituite con un'uscita ad Hogsmade, durante la quale potrete procurarvi tutto ciò che vi necessita. Ovviamente ci aspettiamo che siano i partecipanti ed i loro accompagnatori ad aprire le danze >>.

La bionda inghiottì rumorosamente, ma non disse nulla ed abbassò il capo:<< E per la prima prova, professoressa? >>, domandò Natan, uno dei due tassorosso.

<< Giusto, signor Liverti. La prima prova avrà inizio una settimana esatta dopo il ballo; Sabato sedici gennaio, per la precisione >>.

Un lieve mormorio avvolse i tavoli della quattro casate e gli otto ragazzi in piedi:<< Solo due settimane? >>, bisbigliò Stephanie Ellis, stringendosi al braccio del compagno corvonero, che le diede una pacca sulla schiena.

<< Silenzio! >>, tuonò la donna ed in un istante tutti si azzittirono:<< Bene. Questo è quanto; spero che ogniuno di voi voglia aiutare i partecipanti della propria Casa ad affrontare le prove al massimo delle loro capacità >>, si voltò verso gli otto ragazzi che stavano in piedi con aria terrorizzata:<< E quanto a voi; non voglio scorrettezze di alcun tipo. Ed ora tornate alla vostra cena e mi raccomando, preparatevi al meglio >>.

I ragazzi tornarono ai loro tavoli meno pimpanti di quando si erano alzati, accolti dalla comprensione dei loro compagni.

<< Due settimane! Non ce la farò mai! >>, strillò Rose con le mani tra i lunghi capelli rossi.

Lily le battè una pacca sul braccio, cercando di rassicurarla con un sorriso:<< Vedrai Rosie, andrà tutto bene... >>, disse.

Da pochi posti di distanza si sporse Roxanne:<< Rosie, ascoltami. Queste prove mirano a mettere i concorrenti davanti alle loro paure o comunque davanti a situazioni che non vorrebbero in alcun modo affrontare. Se vi avvisano di una gara solo due settimane prima, vuol dire che in realtà non c'è nulla da studiare per superarla >>, spiegò con sicurezza, fissando gli occhi scuri in quelli azzurri e disperati della cugina.

Questa annuì, un pelo più sicura, e spostò lo sguardo verso Agnes che sedeva alla sua destra, pronta per chiederle cosa ne pensasse, ma la trovò intenta a fissare i piselli che aveva nel piatto:<< Agnes va tutto...? >>.

La bionda saltò su di colpo ed afferrò l'amica per la manica del golf:<< Devo dirti una cosa >>, bisbigliò muovendosi con leggiadrezza per raggiungere l'uscita della Sala Grande, mentre James la fissava come se fosse uscita di senno.

Appena ebbero superato il portone Agnes spinse Rose dietro una colonna, prese un profondo respiro e disse quattro semplici parole:<< Io non so ballare >>.

Rose fissò per un paio di secondi l'amica, poi, scoppiò a ridere.

 

<< Avanti Agnes! Non puoi tenermi ancora il broncio >>.

La bionda non la ascoltò, continuando imperterrita a farsi strada nelle neve:<< Cavolo Agne, ho riso per mezzo secondo. E per di più è stato giorni fa! Non puoi rimanere arrabbiata con me a vita >>.

<< Vuoi scommettere? >>, chiese con fare ironico la ragazza.

Rose sbuffò:<< Ascoltami, giuro che non ho riso di te. È stato solo... solo... il modo in cui l'hai detto, insomma, non pensavo che tu potessi essere spaventata all'idea di un ballo! >>, disse in sua difesa.

Agnes si voltò un'istante a guardarla, ma subito riprese a camminare decisa:<< Hai comunque riso di me >>, protestò puntando la bacchetta davanti a se per far sciogliere un po' della neve che bloccava il sentiero verso Hogsmade.

La rossa la imitò:<< Hai ragione. E mi prostrerei ai tuoi piedi chiedendoti scusa, se solo non rischiassi di ritrovarmi seppellita nelle neve >>.

La bionda le rivolse un'occhiata di sufficienza, si sarebbe divertita un sacco a continuare così per un po', ma infondo era la sua migliore amica, poteva anche perdonarla:<< Bene. Sei perdonata, a patto che... >>.

<< Che...? >>.

<< Che mi insegni a ballare >>.

L'incantesimo di Rose si bloccò e la bacchetta quasi le cadde di mano:<< C-come? >>, domandò sgranando gli occhi.

Agnes ritirò la bacchetta tra le pieghe del mantello e riprese a camminare, attenta a non sprofondare nella neve:<< Certo. Non vuoi che la tua migliore amica sia arrabbiata con te, vero? >>.

La rossa le lanciò un'occhiataccia:<< Questo è un ricatto bello e buono! >>.

L'altra rise:<< Lo so! >>, esclamò sorridente, mentre entravano nella via principale del paese.

Fecero un salto a Mielandia, dove Rose fece rifornimento di Api Frizzole e poi entrarono nel negozio di sartoria che la figlia di Madama McClan aveva aperto da qualche anno.

Il locale aveva dimensioni abbastanza ridotte, ed il telone che lo divideva in due lo faceva apparire ancora più piccolo. Una donna sulla quarantina uscì da una porta laterale e si avvicinò con un sorriso alle due ragazze:<< Fatemi indovinare; due studentesse di Hogwarts che sono rimaste indietro con i preparativi per il Ballo di Apertura del Torneo della Vittoria! >>, esclamò sorridendo.

Agnes annuì:<< Speravamo che lei potesse fare “il miracolo” >>, ammise calcolando il tempo ristretto che avevano.

<< Per Tosca! Certo che posso! >>, esclamò arrotolando le maniche del lungo vestito arancione che indossava:<< e vedrete che sarò così veloce che troverete anche il tempo per fare un salto ai Tre Manici di Scopa! >>, aggiunse fermando con delle forcine un paio di ciocche scure fuggite alla crocchia che aveva in testa.

Iniziò con Agnes. La trascinò a sedere su una delle poltroncine ammucchiate in un angolo e le sbattè in mano una decina di cataloghi che la bionda iniziò a sfogliare. Di tanto in tanto la donna faceva apparire dal nulla un pezzo di stoffa che faceva toccare prima ad Agnes ed in seguito a Rose, per poi accostarlo al modello che la grifondoro stava osservando.

Alla fine la sarta la prese per un bracciò e la trascinò dietro l'enorme tendone bianco, incantando il metro perchè le prendesse le misure, mentre lei tornava a parlare con Rose per trovare un vestito anche per lei. Proprio in quel momento il campanello tintinnò, facendo entrare James Potter, che in punta di piedi si avvicinò alla ragazza che stava dietro la cassa con aria annoiata. Le bisbigliò qualcosa all'orecchio e le lasciò scivolare qualche galeone tra le mani.

Stava per uscire senza dire nulla, quando Rose lo chiamò. Lui le si avvicinò e bisbigliò frettolosamente:<< Non fare domande e non dire nulla ad Agnes >>, poi lasciò il negozio.

La sarta mandò in fretta anche Rose a prendere le misure, mentre la ragazza che prima era alla cassa faceva accomodare un gruppetto di ragazze di Corvonero, tra cui anche Stephanie Ellis, che salutò le due grifondoro con calore.

Rose lasciò che il metro le prendesse le misure, mentre la sarta ed Agnes confrontavano una stoffa rosso sangue ed una bordeaux, che a dire il vero alla rossa non sembravano poi tanto diverse. Quando ebbero finito la stoffa scomparve con un colpa di bacchetta e la donna si avvicinò a Rose facendo comparire una stoffa nera liscia ed una trapuntata da una miriade di minuscoli brillantini; la ragazza scelse quella a tinta unita, che in un istante seguì quella rossa scomparendo.

Agnes e Rose tornarono a sedersi sulle poltroncine, in attesa dei loro bei vestiti che arrivarono una decina di minuti dopo, profumati e confezionati.

Andarono a pagare e quando fu il turno di Agnes la commessa scosse il capo:<< Non mi devi niente tesoro. Un bel moro è entrato qui mentre tu eri la dietro e mi ha dato sette galeoni per il tuo vestito, dicendo che era sicuro che sarebbe stato bellissimo >>.

La bionda la osservò leggermente imbarazzata, mentre dalla dietro il telo la sarta urlava:<< Per Tosca! Sette galeoni! Quel ragazzo deve amarti davvero! >>.

E finalmente tutti sanno la verità! :D
Cosa ve ne pare la reazione di Scorpius? Un po' troppo menefreghista? Ok, forse ho un po' esagerato, ma mi sembrava di sfociare decisamente nell' OOC se lo avessi fatto rimanere senza parole e con la mascella a terra, non vi pare? Beh, fatemi sapere cosa ne pensate :D
Per il resto nulla di nuovo, se non l'annuncio del Ballo ed i vestiti, che come avrete capito saranno uno rosso e l'altro nero(:
Che altro dire? Vi aspetto con il prossimo capitolo che sarà appunto quello del ballo, sperando di non metterci troppo, e vi invito ad iscrivervi alla mia pagina di Facebook:

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Un bacio, Franci :D (Che si è appena accorda di aver solo un mese per fare praticamente tutti i compiti D:)

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Capitolo 19
*** -Il ballo ***


-Il ballo

Agnes si voltò per l'ennesima volta:<< Non pensi che mi faccia i fianchi grossi? >>, domandò osservando il dietro del suo vestito davanti allo specchio, dove si rimirava da più di dieci minuti.

Rose alzò gli occhi al cielo, continuando a puntare la bacchetta contro i suoi stessi capelli:<< No, Agnes. Non. Ti. Fa. I. Fianchi. Grossi >>, rispose al limite della sopportazione:<< ne le gambe corte o le spalle larghe, tanto per non essere ripetitive... >>.

La bionda sbuffò:<< Non prendermi ingiro, Rosie! È una cosa importante! >>, esclamò con aria melodrammatica:<< Ti ricordi chi ha accompagnato al ballo James, lo scorso anno? >>.

<< Certo, Celine, e allora? >>; Celine giocava con Rose a Quidditch, era un'ottima cacciatrice ed aveva terminato Hogwarts lo scorso anno.

<< E allora!? >>, esclamò Agnes, come se l'amica fosse una totale cretina e non capisse neanche le cose più semplici:<< Allora era più grande di lui ed ha un fisico perfetto! >>.

Rose terminò di asciugarsi i capelli e prese a spazzolarli:<< Non sapevo che ci fosse qualcuno che potesse farti concorrenza >>, rispose con un mezzo ghigno.

L'altra sbuffò di nuovo, ma finalmente graziò lo specchio di un po' di riposo, avvicinandosi all'amica e strappandole le spazzola di mano:<< Stai facendo casino! >>, esclamò iniziando a sistemarle i capelli, senza ammettere che era solo una scusa per non farsi prendere dall'agitazione.

Una mezzora abbondante dopo le due grifondoro erano pronte; lasciarono la stanza – dove Isabel ed Helena erano intente a trasformarsi in due bombognere, rispettivamente rosa ed arancione – per raggiungere i loro accompagnatori in Sala Comune.

<< Aspetta >>, sussurrò Agnes afferrando l'amica davanti a lei per un braccio, a metà della scala che scendeva dai dormitori femminili:<< Se gli pesto un piede? >>, domandò mordendosi le labbra rosso sangue.

Rose le sorrise e le mise le mani sulle spalle, fissando con intensità i suoi occhi blu, a cui per quella sera aveva tolto l'impiccio degli occhiali, sostituendoli con un'incantesimo temporaneo:<< Non gli pesterai un piedi Agnes. Ricordati quello che ti ho detto; se puoi camminare, puoi ballare >>.

La bionda prese un bel respiro ed annuì; infondo in quei cinque giorni avevano passato un'ora tutte le sere a provare il ballo che avrebbe aperto le danze e... lei non era stata poi così terribile... almeno, non le ultime volte:<< Ok. Ce la posso fare >>.

James e Nicolas aspettavano le loro dame in Sala Comune. Il biondo aveva invitato Rose dopo l'allenamento di Quidditch di quella settimana, infondo da quando erano in squadra insieme avevano instaurato un bel rapporto e comunque era tutto come amici.

Quando le due grifondoro arrivarono all'ultimo gradino, buona parte degli studendi si voltò a guardarle ad occhi sgranati.

Dopo aver lanciato occhiate omicide a chiunque avesse osato posare gli occhi sulla sua ragazza, James corse verso Agnes e dopo un veloce bacio, le porse il braccio:<< Sei bellissima >>, disse. E lo era davvero. Il vestito in seta rossa era favoloso; aveva una sola spallina e scendeva aderente fino alla vita, per poi aprirsi in una gonna leggermente più larga, che sottolineava comunque il fisico tonico della ragazza; il tutto era impreziosito da un ciondolo a forma di cuore di brillanti – regalatole appunto da James – in coordinato con due piccoli brillanti ai lobi ed un fermaglio dello stesso materiale che le fermava metà dei capelli sulla nuca, lasciando gli oltri liberi di ricadere in perfetti boccoli sulle spalle. Il trucco sugli occhi non era pesante, mentre il rossetto richiamava il colore dell'abito.

Dietro di loro Nicolas raggiunse Rose e dopo averle dato un bacio sulla guancia le porse il braccio:<< Sai, c'è fa una bella differenza vederti ora e sul campo da gioco >>.

La rossa rise piano:<< Zitto e concentrati sui passi, battitore! >>, disse seguendolo verso la Sala Grande.

Anche il suo abito non era da meno; fatto in seta nera aveva un corpetto stretto, senza spalline, e la gonna – che le arrivava fino alla caviglie – aveva un profonfondo spacco laterale, che mostrava una gamba asciutta ed un paio di scarpe dal tacco alto. I capelli – sistemati da Agnes – erano raccolti sulla nuca in un'ordinato chignon, che lasciava sfuggire qualche ciuffo che la bionda aveva perfettamente arricciato. Il tutto impreziosito da un'importante bracciale argento e rosso e dalla collana regalatale per Natale dai genitori.

La Sala Grande era magnifica. Il soffitto e le pareti erano addobbati da festoni argentei e per la stanza erano sparsi un centinaio di tavolini con tovaglie lilla ed argento, perfettamente in tinta con il resto degli addobbi. Ghirlande e mazzi di fiori impreziosivano i tavoli ed ogni sporgenza, diffondendo nell'aria un profumo dolce e fresco.

<< Signorina Agnes, signorina Weasley! >>, chiamò la professoressa McGranitt, correndo verso di loro a passo sostenuto. Indossava un'abito blu notte ed un capello in tinta:<< Signorine, voglio ricordarvi che voi ed i vostri accompagnatori dovete sedervi al tavolo dei partecipanti >>, disse indicando uno dei due lunghi tavoli che occupavano il fondo della sala, occupato già da un paio di coppie – l'altro era il tavolo riservato ai professori:<< e nonappena la cena sarà finita, sarà compito vostro aprire le danze >>, aggiunse prima di allontanarsi in fretta, chiamando il “Signor Mitchell”.

<< Allora, andiamo? >>, domandò Nicolas a Rose, accompagnandola verso il loro tavolo. La rossa si sedette tra il suo accompagnatore e James, che non faceva altro che spendersi in complimenti per Agnes, che, nonostante tutto, faceva trasparire ancora un po' di agitazione.

In una decina di minuti la Sala Grande era affollatissima, mentre diversi studenti si litigavano i posti a sedere. Davanti a loro passò Scorpius Malfoy, con al braccio un'Annabelle Nott perfetta come sempre, avvolta in un abito lungo rosa antico, che lasciava la schiena completamente scoperta ed aveva due spacchi laterali che arrivavano fino a metà coscia. Rose e Scorpius si scambiarono un veloce cenno di saluto, ma per il resto non si rivolsero nemmeno la parola.

Quando tutti si furono seduti, la professoressa McGranitt raggiunse il suo posto al tavolo dei professori e dopo aver richiamato il silenzio, aprì la serata con un breve discorso, che terminò con un applauso per gli otto partecipanti al torneo. Quando ebbe finito tornò e sedersi e battè le mani, facendo comparire nel piatto di tutti gli studenti la prima portata.

La cena passò tranquilla per Rose, che scoprì di avere diverse cose, al di fuori del quidditch, in comune con Nicolas. Era un ragazzo simpatico, con i capelli biondi lunghi fin sotto al mento ed un ottimo senso dell'uomorismo. Per l'occasione indossava uno smooking nero, con un farfallino rosso, che gli donava molto.

Ci furono tre portate più il dolce. Il tutto accompagnato da acqua, succo di zucca e – per l'occasione – un buonissimo vino fornito direttamente da Madama Rosmerta (o meglio, ciò che rimaneva della bella e giovane barista di un paio di decenni).

Quando ebbero finito di mangiare la McGranitt si alzò nuovamente con un bel sorriso:<< E ora, miei cari studenti, diamo il via alle danze! >>, estrasse la bacchetta e, dopo un rapido movimento di polso, una nebbiolina sottile avvolse la stanza. Quando si fu dissipata i tavoli erano spariti, sostituiti da poltroncine e sedie ai lati della sala, mentre al centro troneggiava un'enorme pista da ballo.

Stephanie Ellis fu la prima ad alzarsi, tenendo sotto braccio il suo bell'accompagnatore; un ragazzo del settimo anno di corvonero. La seguì Roland Adams, l'altro corvonero, accompagnato da una ragazzina di un paio di anni meno di lui, stretta in un vestito aderente verde bottiglia. Fu il turno dei serpeverde; Scorpius ed Annabelle, che si accompagnavano a vicenda, si alzarono e con passo lento e – quello di lei – esageratamente sensuale e si diressero al centro della stanza. Toccava a James ed Agnes; lei non sembrava volersi muovere, così con delicatezza lui la prese per un braccio e la trascinò con se, mentre Nicolas dietro di loro porgeva sorridente il braccio a Rose. Quando anche i due tassorosso con le rispettive accompagnatrici ebbero raggiunto la pista da ballo, la professoressa McGranitt fece un'altro movimento con la bacchetta e una musica classica avvolse la stanza, che osservava i ragazzi ammutolita.

Rose sorrise a Nicolas e gli prese una mano, poggiando l'altra sulla sua spalla, mentre lui le prendeva un fianco. Poco lontano da loro Agnes si fissava i piedi, mordendosi un labbro:<< Tutto bene? >>, le chiese James con una mano stretta nella sua e l'altra posata sulla sua schiena.

Lei annuì piano e proprio in quel momento le altre coppie fecero il primo passo. Il moro iniziò a guidarla nel ballo, ma lei rimaneva rigida e continuava ad osservarsi i piedi. James sorrise tra se:

Non sa ballare!

Con la mano che stringeva la sua le sollevò il viso:<< Guardami negli occhi e lasciati guidare >>, le disse sorridendo, stringendo un po' la presa sul suo fianco. Agnes chiuse gli occhi per prendere un bel respiro e si lasciò trasportare dal fidanzato, seguendo i suoi movimenti.

Dopo un paio di minuti si accorse di non avergli ancora pestato i piedi e di muoversi aggraziata per la pista:<< Wow! >>, bisbiglò voltandosi per incrociare lo sguardo di Rose che le sorrise e le fece il pollice in su con la mano che teneva sulla spalla di Nicolas.

Pian piano la pista si affollò di professori e studenti che ballavano con grazia e precisione.

Una decina di minuti dopo la musica era cambiata. La Band del Calderone – un gruppo, da maghi, giovani musicisti emergenti, la cui cantante aveva una voce strabiliante – suonava un pezzo più movimentato, mentre gli studenti di Hogwarts si dimenavano alzando le braccia e muovendo i bacini.

Rose si era allontanata un attimo per prendere qualcosa da bere, lasciando Nicolas a ballare con Agnes e James. Al tavolo delle bevande erano appoggiati una decina di ragazzi – per lo più senza qualcuno che li accompagnava – che serseggiavano con disinteresse quello che doveva essere una sorta di cocktail arancione. La rossa si tese per prenderne un bicchiere, ma qualcuno la prese per un braccio:<< Attenta. Jack ho ritenuto molto divertente l'idea di correggere tutte le bevande con un poco di whisky incendiario >>, la avvertì qualcuno.

Rose si voltò, dietro di lei Scorpius, impettito nel suo bel completo blu scuro, le sorrideva:<< Oh, beh... grazie >>, rispose allontanandosi di un paio di passi:<< dove hai lasciato Annabelle? >>, domandò notando che al suo fianco non c'era nessuno.

<< Oh, si è allontanata una decina di minuti fa con uno di Corvonero >>, spiegò il biondo scrollando le spalle.

La ragazza rimase interdetta per un attimo, non aveva senso:<< Come con uno di Corvonero? Ma voi due non state insieme? >>, chiese stupita.

Scorpius dovette trattenere le risate:<< Oh, voi grifondoro! Pensate davvero che tutti i sentimenti debbano essere puri e chiari, vero? Per voi se io invito al ballo Annabelle devo per forza avere intenzioni serie >>.

Rose era indignata; lei credeva nell'amore e nessuno le avrebbe mai fatto cambire idea:<< Sei così cinico, Malfoy! È possibile che tutti voi serpeverde dobbiate essere così freddi? Per me se inizi ad uscire con una persona e... insomma... vai ingiro con lei per mano, la inviti ad un ballo e la... si insomma... la baci, vuol dire che hai uno sorta di... impegno con lei, no? >>.

Il biondo non rispose, rimase solo immobile davanti a lei a fissarla, il peso su un piede solo e le mani nelle tasche:<< Dobbiamo parlare Weasley >>, annunciò dopo qualche istante di silenzio, prendendola per un polso e tirandola verso il grande portone di legno.

A nulla servirono le proteste della ragazza che, mentre veniva trascinata, lanciò un'occhiata verso Agnes, che però – concentrata com'era a ridere stretta tra le braccia di James – non la notò. Malfoy continuò a camminare imperterrito, finchè non arrivo ad una spessa colonna, dietro la quale si infilò, trascinando Rose con se:<< Ma sei impazzito!? >>, strillò lei, riprendendosi il suo polso ed iniziando a massaggiarlo:<< Mi hai fatto male! >>.

<< Avevo bisogno di parlarti >>.

<< E c'era bisogno di staccarmi una mano? >>.

Scorpius non rispose, semplicemente ignorò la domanda, ma gliene pose una a sua volta:<< C'è qualcosa tra te e il grifondoro? >>.

<< Tra me e chi!? >>, chiese Rose stupita.

Il biondo sembrava indispettito:<< Si, tra te e il battitore di Grifondoro, quello che ti ha accompagnato questa sera >>.

Fu la volta della rossa per apparire infastidita:<< Il suo nome è Nicolas. Comunque no, mi ha invitato solo come amica. Non che a te importi qualcosa, comunque >>.

Scorpius era palesemente sull'orlo di una crisi isterica. Strinse forte i pugni:<< Non fare la stupida Weasley. Sappiamo benissimo entrambi che non è con la Nott che volevo stare stasera >>.

Rose rimase un'attimo interdetta per il repentino cambio di argomento, ma non si lasciò addolcire, il comportamente del serpeverde la stava facendo uscire di testa:<< A no!? Allora con chi!? >>, chiese con tono acido.

<< Con te, deficente di una rossa! >>, rispose Scorpius con veemenza, prima di fare un passo verso di lei, stringerle un braccio attorno alla schiena e posare le labbra sulle sue.

 

Rose se ne stava seduta sul letto; le scarpe alte abbandonate vicino al comodino ed il mento appoggiato alle ginocchia.

Mi ha baciata.

Era l'unica cosa che riusciva a pensare, mentre non sapeva bene se correre da Scorpius per ucciderlo o per baciarlo di nuovo. Perchè forse non aveva il coraggio di ammetterlo, ma infondo sentiva che un po' quel bacio le era piaciuto; che un po', forse, lo voleva anche lei.

Qualcuno aprì la porta del dormitorio. Helena ed Isabel entrano nella stanza, elogiando le – se esistenti, tenute ben nascoste – doti di seduzione dei tassorosso:<< Tutto bene, Rose? >>, domandò Helena, sguasciando fuori dal suo vestito di pizzi e merletti arancioni.

La rossa annuì come in trans, senza riuscire a distogliere lo sguardo da una piega della trapunta rossa:<< Forse è stanca >>, suggerì Isabel, intenta a ripiegare il suo vaporoso vestito rosa:<< oppure con Nicolas è andato storto qualcosa... >>.

<< Siamo andati al ballo solo come amici >>, rispose Rose con la voce di un'automa, continuando a ripetersi quelle tre parole, impresse a fuoco nella sua mente.

Entrambe le grifondoro sbatterono le spalle:<< Oh... beh... allora se è così... >>, borbottò la mora insicura, mentre liberava i capelli dalla presa delle forcine.

<< … è sicuramente solo un po' ti stanchezza! >>, terminò per lei Helena con un sorriso un po' tirato, mentre indossava il pigiama:<< riposati un po' Rose. Domani sarai come nuova! >>, consigliò esageratamente allegra.

Anche Isabel le sorrise e piano si avvicinò al letto della mora:<< Quindi questo vuol dire che Nicolas è single! >>, esclamò eccitata, cercando di non alzare troppo la voce, prima di lanciarsi in un lungo elogio nei confronti del battitore.

Rose non riuscì a calcolarle neanche per ridere di loro. Con molta lentezza, il suo cervello riuscì ad aggiungere una quarta parola alla frase che continuava a ripetersi.

Perchè mi ha baciata?

La sua mente imbambolata non riusciva a trovare una risposta.

Un po' di tempo dopo – molto tempo dopo – quando Helena ed Isabel dormivano già profondamente, la porta del dormitorio si aprì nuovamente, lasciando entrare una figura acquattata, con i capelli scompigliati, in una mano un paio di scarpe dai tacchi alti e nell'altra una bacchetta illuminata.

Agnes entrò quatta quatta nella stanza, camminando sulla punta dei piedi per non far rumore:<< è tardi >>, esordì qualcuno vicino a lei, facendole lanciare un urletto e cadere le scarpe di mano.

Sollevò la bacchetta e la puntò contro la fonte del rumore, ritrovandosi ad illuminare il volto della sua migliore amica:<< Rose! Mi hai fatto prendere un colpo! >>, sibilò, accertandosi che le altre due occupanti della stanza non si fossero svegliate:<< Cosa ci fai ancora sveglia? >>, domandò in un sussurro.

<< Perchè mi ha baciato? >>, domandò Rose.

Agnes sbattè un paio di volte le palpebre interdetta:<< Come, scusa? >>, chiese.

<< Mi ha baciato >>, ripetè la rossa.

<< Ho capito, ma chi? >>, domandò esasperata, senza ricevere però alcuna risposta. Si sedette sul letto dell'amica, che era rannicchiata al centro, con ancora il vestito del ballo indosso:<< Parli di Nicolas? Ci sei rimasta male perchè dovevate andare alla festa solo come amici e ti ha baciato? >>.

La ragazza scosse piano la testa, sembrava aver appena subito un forte shock, o essere completamente scema:<< No. Non è stato Nicolas >>, rispose con voce piatta.

<< E allora chi...? >>, Agnes non ebbe bisogno di terminare la domanda. Di colpo le era venuto in mente di aver visto un serpeverde lasciare la Sala Grande per mano ad una ragazza dai capelli rossi; era rimasta un'attimo stupita, ma si era stretta nelle spalle, tornando a ballare con James:<< Malfoy >>, disse senza quasi riuscire a credere alle sue parole.

Rose si limitò ad annuire.

La bionda rischiò di giocarsi la mascella, mentre osservava l'amica con gli occhi altrettanto sgranati.

Seguì qualche momento di silenzio, poi Agnes tentò un sorriso:<< Beh è... si insomma... è una bella cosa, no? >>, domandò.

Rose rimase stupita dalla domanda:<< A dire il vero non... non... non me lo era domandata >>, rispose dopo un'attimo di esitazione.

L'altra la fissò con compassione e scosse piano il capo, prima di mettersi in piedi ed iniziare a spogliarsi:<< Bene, allora pensaci un po' su e, quando avrei una risposta, ne riparleremo >>. Indossò il piagiama e si infilò sotto le coperte, mentre Rose era ancora rannicchiata al centro del letto:<< Buonanotte Rosie >>.

<< 'Notte Agne >>.

Dovrebbe essere una bella cosa?

Bonjour! 
(Si, ho mollato i compiti di francese per finire il capitolo :D)
So di essere un po' in ritardo, ma in questi giorni sono veramente di stracorsa, tra i compiti ed il fatto che mi hanno chiamata all'ultimo x uno spettacolo x cui mancava un'attore ed ho avuto tipo dieci giorni per studiarmi 20 pagine di copione ._. (Auguratemi buona fortuna per sabato sera!)
Escluso questo - di cui suppongo non ve ne freghi nulla - passiamo al capitolo(:
Siete sorpresi???? Ve lo aspettavate il bacio???
A dire il vero sono stata insicura fino all'ultimo. 
Lo metto o non lo metto? Lo metto o non lo metto?
Alla fine l'ho messo.
Non pensate che ora sarò tutto rose e fiori o che domani Rose si trovi Scorpius in ginocchio un mezzo alla Sala Grande che le chiede di sposarlo... ma direi che è davvero un gran passo avanti! No? E poi... insomma, mica potevo uscirmene con una dichiarazione di amore eterno e blabla... per prima cosa non volevo essere la causa del vostro diabete, e per seconda non sarebbe stato da Scorpius!
Perciò, vi toccherà aspettare il prossimo capitolo per gli aggiornamenti :D
Vi ricordo di passare dalla mia pagina d'autore su facebook e di lasciarmi una recensioncina-ina-ina.
Un bacio, Franci (Che ora torna in lacrime ai suoi compiti) PS: Il nome di Anabel Nott è stato cambiato in Annabelle(:

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Capitolo 20
*** -La calma prima della tempesta ***


-La calma prima della tempesta

No.

Rose aveva deciso che no, non era una bella cosa il fatto che Scorpius l'avesse baciata. Non che non le fosse piaciuto, ovvio, ma non era per nulla il caso.

Così il lunedì dopo, quando iniziarono le lezioni, Rose era pronta ad affrontare una qualsiasi giornata; non avrebbe parlato con Scorpius e si sarebbe comportata come in un altro giorno qualsiasi.

Questi erano i pensieri della rossa mentre scendeva, con la borsa dei libri sotto braccio, in Sala Grande, dove i suoi amici stavano già facendo colazione.

Prese posto vicino a Roxanne, in modo che Agnes e James fossero seduti ad un paio di posti di distanza. Non che fosse arrabbiata con loro o cose del genere, ma non era proprio il momento giusto per assistere alle effusioni della coppietta felice.

La prima lezione di quella mattina era Difesa contro le Arti Oscure. La professoressa McGranitt, in vista del torneo, aveva insistito perché tutti i partecipanti facessero un paio di ore aggiuntive di quella materia a settimana.

Così, appena suonata la campanella, otto studenti, due per ogni casa, attendevano il professor Petterson davanti alla sua aula.

L'uomo arrivò con un paio di minuti di ritardo, avvolto in un bel mantello blu, con i capelli castano chiaro che ondeggiavano attorno alla sua mascella squadrata:<< Buongiorno, miei cari studenti! >> salutò regalando a tutti un sorriso smagliante:<< Allora, vogliamo iniziare? >> domandò poi facendo segno di precederlo nell'aula.

Agnes sbuffò piano, proprio non riusciva a farsi andar giù quel professore. Comunque, rassegnata, seguì gli altri nell'aula che per l'occasione era stata svuotata da banchi e sedie ed appariva molto più grande di quanto non fosse in realtà.

<< Bene ragazzi, purtroppo la preside mi ha impedito di dirvi su cosa si basi la prima prova o di allenarvi specificatamente per essa, ma penso che iniziare con un ripasso generale degli incantesimi basilari per i duelli sia un'ottima idea. >> spiegò mentre disponeva a caso i ragazzi su due file:<< Ricordate tutti l'Expeliarmus, vero? Ora, esercitatevi per una decina di minuti con il compagno davanti a voi. Uno attacca – esclusivamente per disarmare – l'altro cerca di difendersi >>.

Rose rivolse un sorriso a Stephenie Ellis, con cui era finita in coppia, che ricambiò:<< Pronti... via! >> annunciò il professore, mettendosi in un angolo della stanza per osservare i ragazzi.

La bionda di Corvonero sollevò la bacchetta – che era molto chiara e sottile, rispetto a quella di Rose – e pronunciò l'incantesimo, mentre la rossa esclamava:<< Protego! >> le scintille rosse rimbalzarono su uno scudo invisibile e si spensero contro il muro alle spalle della corvonero.

A pochi metri da lei, Agnes si destreggiava proprio con Malfoy, mentre il professore la correggeva di continuo:<< No Agnes, il movimento con il polso è più ampio: così... >>.

Rose non aveva bisogno di guardare l'amica per sapere che si stava mordendo la lingua a sangue.

Una decina di minuti dopo erano nuovamente disposti in un'unica fila ad osservare il professore che camminava avanti ed indietro per l'aula con fare pensoso:<< Cosa ne dite di provare con qualche Impedimenta? >>, propose.

Agnes era decisamente scettica:<< Se non lo sa lei cosa dobbiamo fare, professore... >> commentò a bassa voce.

Lui la sentì comunque:<< Signorina Dollow, pensa che sia facile quello che sto facendo? Pensa che sarebbe in grado di allenare otto studenti di anni diversi, in modo che siano pronti per affrontare qualsiasi situazione? >> domandò con voce leggermente infastidita, senza però alterarsi.

La bionda sollevò il mento ed assunse un'espressione fiera:<< Ovviamente >> rispose.

Sul volto del professor Petterson si dipinse un bel sorriso ammiccante:<< Fantastico, Agnes. Da questo momento, per tutto il giorno, tu sarai la professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure >> annunciò soddisfatto.

Agnes fece mezzo passo indietro e si guardò intorno, alla ricerca dello sguardo rassicurante di Rose, non lo trovò:<< Ma la... la professoressa McGranitt... oggi devo seguire delle altre lezioni, non posso assentarmi per una cosa così... >>.

L'uomo la interruppe:<< Parlerò personalmente con la preside e con tutti i professori che dovresti avere quest'oggi. Sono sicuro che non troveranno nulla da ridire e che tu non avrai alcun problema a recuperare un paio di ore di lezione. Allora, ci stai? >> chiese.

La bella bionda spruzzava orgoglio da tutti i pori, chiunque in quella stanza ci avesse scambiato anche solo un paio di parole, non aveva alcun dubbio su quale sarebbe stata la sua risposta:<< Ci sto >> annunciò con tono autoritario, con lo stesso atteggiamento con cui una qualsiasi altra persona avrebbe accettato di sacrificare la propria vita per la patria o qualcosa del genere.

Rose osservò l'amica scuotendo la testa con rassegnazione. Non sarebbe mai cambiata.

 

Queen Rosier continuava a percorrere avanti e indietro lo spazio tra il suo letto e la finestra, mentre il suo cervello lavorava freneticamente, tanto che se fosse andata avanti così ancora per molto, avrebbero sicuramente iniziato a fumarle le orecchie.

Sapeva benissimo cosa aveva visto due sere prima, ma ancora non riusciva a trovare un modo per sfruttare a suo vantaggio quell'informazione così succulenta. Aveva pensato di minacciare Scorpius per farlo tornare con lei in cambio del suo silenzio, ma infondo al cuore sentiva di non voler più tornare con Scorpius. Lui l'aveva trattata alla pari di una pluffa: era stato con lei finchè si era divertito e poi l'aveva gettata in un angolo.

Ma lei era Queen Rosier, per Salazar! Non era certo una ragazzina qualsiasi e non poteva assolutamente permettere di essere trattata come una sciocca dal primo bel purosangue che le passava davanti!

E invece è proprio quello che hai fatto.

Ma glielo aveva promesso suo padre!

Ormai nel mondo magico i matrimoni organizzati non andavano più di moda, ma questo non sembrava interessare i genitori di Queen che, da tradizionalisti accaniti quali erano, continuavano a ripeterle che, piuttosto che rischiare che il sangue dei Rosier fosse mischiato con quello di una qualche strana famiglia impura, era meglio prevenire con un bel matrimonio organizzato.

Era un discorso stupido e da fanatici e questo Queen lo sapeva, ma a dire il vero non gliene importava granché, soprattutto contando che quell'alternativa veniva accompagnata dalla prospettiva di un futuro in una bella casa, con un bel marito e vestiti lussuosi, feste e gioielli ricercati. E poi, anche se avesse voluto farlo, sapeva cosa le sarebbe successo se avesse disubbidito. Empress, sua sorella, ne era la prova vivente e Queen di certo non ambiva a vedersi spezzare la bacchetta davanti agli occhi solo per poter sposare un babbano o un mezzosangue.

E così suo padre, pochi giorni prima che iniziasse il suo primo anno ad Hogwarts, le aveva poggiato le larghe mani sulle spalle, annunciando che una volta iniziata la scuola avrebbe dovuto “guardarsi un po' intorno” e trovarsi un futuro marito tra le fila dei purosangue di Serpeverde. Lui avrebbe pensato al resto.

Ed invece lei aveva scelto Scorpius Malfoy e, dopo sei anni, aveva solo attonuto di essere usata.

Da lui per divertirsi. Da Annabelle a cui serviva un braccio destro. Da suo padre a cui interessava solo di ripulire l'orgoglio della famiglia cancellando lo smacca causato da Empress.

Ma quello era il momento di dire basta. Non sapeva ancora come, ma avrebbe trovato il modo di vendicarsi. Su suo padre, su Annabelle e su Scorpius, soprattutto su di lui.

Forse aveva appena capito come poteva sfruttare a suo vantaggio ciò che aveva visto la sera del ballo. Le sarebbe bastato recitare con la sua migliore amica un altro po' ed avere una buona dose di fortuna dalla sua parte.

 

<< Non è una buona cosa! >> annunciò Rose, battendo il pugno sul tavolo al quale stava leggendo Agnes. Madama Pince le lanciò un'occhiata di ammonimento, così lei abbassò la voce:<< Non è una buona cosa >> ripetè in un sussurro.

La bionda alzò gli occhi al cielo. Con calma esasperante mise un segnalibro al libro che stava leggendo, lo ammucchiò sopra ad altri tre o quattro tomi e si sfilò gli occhiali da vista:<< E, di grazia, posso sapere cosa non sarebbe una buona cosa? >> domandò massaggiandosi gli occhi arrossati, probabilmente per il troppo leggere.

La rossa sbuffò e si sedette vicino all'amica, allungandosi verso di lei con fare cospiratorio:<< Sai di cosa parlo >> disse alzando le sopracciglia, in uno sguardo che alludeva a qualcosa che molto probabilmente l'altra avrebbe dovuto intuire subito.

<< Ooooooh >> fu il solo commento di Agnes, quando un barlume di comprensione si accese nella sua mente colma di appunti e lezioni.

Rose attese qualche secondo che l'altra ampliasse, aspettandosi qualcosa di un po' più articolato come risposta:<< Allora!? >> la esortò, non vedendo alcuna reazione.

Agnes sbattè le lunghe ciglia scure, assumendo un'espressione un po' accigliata:<< Perchè non dovrebbe essere una buona cosa? >> chiese qualche istante dopo:<< Bacia male? >>.

<< No! >> rispose Rose d'istinto, mettendo forse un po' troppo veemenza in quell'unica sillaba. La bibliotecaria, che passava lì vicino con una pila di libri tra le braccia, la riprese portandosi un dito alle labbra e sibilando uno “shhh” infastidito:<< Insomma non è... non è questo il problema >>.

<< Oh... quindi il nostro Malfoy bacia bene >> commentò l'altra ghignando sotto i baffi, alzando le sopracciglia in un segno eloquente.

<< Non è questo il problema >> ripetè Rose, guardando con ostinazione una macchia sul muro vicino a lei.

<< Allora dimmi, qual'è il problema? >>.

<< Il punto è che... >> ma nessuno, per quel pomeriggio, seppe qual'era il punto.

Agnes era scattata in piedi, urlando come un'ossessa:<< Per l'amor del cielo, è tardissimo! >> strillò mentre raccoglieva tutti i libri impilati sul tavolo:<< Tutto colpa di Petterson! >> si voltò, ignorando le urla della bibliotecaria che, scandalizzata oltre i limiti del possibile, correva verso di loro per richiamare il silenzio:<< Scusa Rosie, scusa davvero! Prometto che ne riparliamo più tardi, ok? Mi tocca andare a dare lezione di Difesa al posto del professor Petterson... >>.

La bionda stava già per andarsene, ma Rose la richiamò:<< Ehi aspetta, sai a quale classe devi insegnare ora? >>.

Lei scosse la testa:<< No. Non mi ha detto quali classi ha, mi ha lasciato solo un appunto con le ore in cui insegna, perché? >>.

Rose si strinse nelle spalle, cercando di camuffare un ghigno:<< No, nulla di che. Solo... se non sbaglio James ora dovrebbe avere un'ora di Difesa contro le Arti Oscure... >>.

<< Oh cielo! >>.

 

<< Oh Queen, sono così contenta che tu sia tornata da me! Pensa, per un attimo ho quasi creduto che non avessi intenzione di perdonarmi! >>.

La serpeverde ricambiò con energia l'abbraccio della compagna:<< Oh Annabelle! >> esclamò seppellendo il viso tra i suo capelli:<< Non potrei mai rompere la nostra amicizia per un... ragazzo >>.

Se solo Annabelle fosse stata sicura di sé la metà di quanto era, avrebbe sicuramente notato l'esitazione nella voce della ragazza. Ma, egocentrica com'era, l'ipotesi che quell'esitazione potesse significare qualcosa di diverso dalla felicità di riabbracciarla non l'aveva sfiorata neanche lontanamente. Fece un passo indietro e le poggiò una mano sulla guancia:<< Poi avere tutti i Malfoy che vuoi Queen, >> disse sorridendo:<< non mi importa di lui >> aggiunse.

La Rosier continuò a guardarla dolce, nonostante quella frase fosse come una pugnalata in pieno petto per lei:<< Non importa Anna, >> rispose non appena ebbe trovato le parole:<< ora ho di nuovo te e tanto basta >>.

La mora le rivolse un sorriso tutto zucchero e l'abbracciò nuovamente, compiacendosi di tutte quelle attenzioni:<< Grazie >> sussurrò ed era un'attrice così brava che anche a Queen parve quasi sincera.

<< Ora, devo dirti una cosa >> annunciò quando si furono separate.

<< Dimmi pure >>.

Queen prese un bel respiro. Lo avrebbe fatto, non le importava più nulla. Dovevano solo pagarla:<< So che ormai non ha molta importanza se non ci stai più insieme ma... ho visto Scorpius che si baciava con una ragazza... >> raccontò, con tono tragico ed allusivo al punto giusto.

<< Chi? >> la voce di Annabelle era ridotta ad un sibilo, apparentemente, nonostante ciò che aveva detto, l'idea di Scorpius tra le braccia di un'altra non le piaceva per nulla.

<< Rose Weasley >>.

 

Minerva McGranitt si aggirava per l'ufficio del preside, il suo ufficio, torturandosi le mani, agitata.

<< Cosa ti turba, Minerva? >> domandò una voce dolce e profonda, proveniente da uno dei dipinti appesi alle pareti.

La donna si voltò e sorrise al ritratto di Albus Silente, sistemandosi meglio gli occhiali che le erano scivolati sulla punta del naso:<< A dire il vero sono preoccupata, Albus. Quella ragazza, Rose Weasley è impulsiva ed imprudente, proprio come suo padre. Per non parlare di Scorpius Malfoy che... >>.

Il vecchio preside sollevò la mano che ora era sana e chiara tanto quanto era stata rovinata e nera nel suo ultimo anno di vita:<< Non c'è bisogno di agitarsi, Minerva. La signorina Weasley è circondata da persone assennate ed intelligenti – come sua madre o la sua compagna, la signorina Dollow – sono sicuro che gareggerà con saggezza. Per quanto riguarda il giovane Malfoy invece, non penso ci sia il rischio che diventi come suo nonno >> disse lisciandosi distrattamente la lunga barba argentata.

La preside si era finalmente seduta, ma non smetteva di torturarsi le mani:<< è il figlio di Draco Malfoy, Albus! Alla sua età quel ragazzo... >>.

<< Quel povero ragazzo si trovò davanti a diverse scelte e, ahimè, prese tutte decisioni sbagliate. >> disse interrompendo la donna:<< Sai già qual'è il mio parere su di lui e sai anche che suo figlio non gli somiglia quasi per nulla >>.

Minerva scosse piano la testa, al contrario del solito, non riusciva a trovare conforto nelle parole del vecchio amico:<< Scorpius ha preso il carattere di Daphne >> sussurrò.

Silente annuì, gli occhi socchiusi:<< Per quanto possa non volerla, Scorpius ha ereditato la bontà ed il senso della giustizia della madre. Si comporterà bene >>.

Buondì :D
Scusate tanto per il ritardo, ma come continuo a ripetere in questo periodo sono presissima.
Tornando al capitolo, so che è un po' corto, ma mi serviva per introdurre il prossimo che parlerà della prima prova. So che è molto "spezzettato" ma mi sembrava abbastanza importante sentire un po' di pareri diversi. Ed a proposito di questo, tengo particolarmente alla storia di Queen e ci tengo a sapere cosa ne pensate (ho chiamato sua sorella Empress (imperatrice in inglese) ma era indecisa tra questo e Reine (regina in francese) voi quale pensate sia meglio? Se dite Reine posso benissimo cambiarlo ;) )
Lasciatemi una recensione e ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio, Franci

Chi non recensisce puzza!

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Capitolo 21
*** -La prima prova ***


 

-La prima prova

Quando quella mattina Rose si svegliò, le sembrava di avere qualcosa all'altezza del ventre che le contorceva le viscere. Quando alzò lo sguardo, trovò Agnes già vestita di tutto punto, che continuava a percorrere avanti ed indietro la stanza:<< Buongiorno >>, salutò.

Tutto ciò che ricevette in risposta fu un grugnito alterato ed un urletto. Questo fu tutto ciò che quella mattina Agnes e Rose si dissero.

La bionda aveva raccolti i capelli in un coda alta, tolto gli occhiali da vista ed indossato un paio di jeans larghi ed una maglietta a strisce rosse ed oro. Così anche Rose mise un paio di pantaloni comodi e la T-shirt che la professoressa McGranitt le aveva consegnato il giorno prima; con i colori della sua casa e lo stemma raffigurante un grifone sul petto.

Mise al collo la collana che le avevano regalato i suoi genitori e, con il libro di Agnes sotto braccio, scese in Sala Comune, dove già buona parte degli studenti era radunata. Fu accolta da urla di incoraggiamento ed applausi, anche se, in quel momento, avrebbe preferito rinchiudersi da qualche parte al silenzio.

Fortunatamente Roxanne, dopo aver colto un'occhiata supplichevole della cugina, invitò... gentilmente tutti i grifondoro a lasciare la stanza. Alla fine rimasero solo lei, Rose, James, Albus, Lily ed Hugo. Rose aprì il libro ed iniziò a sfogliare la sezione sulla Creature Magiche, mentre il fratello ed i cugini si spendevano in una valanga di consigli e raccomandazioni: “Stai concentrata Rose” oppure “Fidati solo di te stessa” e “Non farti prendere dal panico” o ancora “Tieni sempre stretta la bacchetta”.

Dopo circa mezz'ora decise che no, non avrebbe sopportato oltre quella situazione. Così chiuse il libro e, dopo aver salutato i parenti, uscì nel parco. Anche li fu fermata diverse volte per gli auguri e le incitazione del caso, ma in pochi minuti riuscì a rifugiarsi vicino ad un'albero, poco lontano da uno degli ultimi mucchietti di neve che punteggiavano l'erba. Riprì il libro e finì di leggere la pagina sui centauri per poi passare a quella sulle chimere. Dopo una decina di minuti sentì qualcosa di umido sfregarle contro la mano; una gatta nera dagli occhi gialli stava strofinando il muso contro la sua mano, alla ricerca di un po' di coccole:<< Babi! >>, salutò la rossa, prendendo la gatta in grembo:<< come stai piccolina? >>, domandò carezzandole il capo, mentre lei iniziava a fare le fusa:<< Sono così agitata Babi... chissà in cosa consistono le prove... e se non riesco a superare neanche la prima? E se...? >>.

Con suo immenso stupore qualcuno le rispose:<< Non vorrei sembrare invadente, ma forse dovresti provare a fare queste domande a... che ne so... qualcuno che parli almeno la tua lingua >>.

Rose sollevò lo sguardo dalla gatta; davanti a lei era comparso Scorpius; indossava un paio di pantaloni neri ed una maglia uguale alle sua, se non per i colori e lo stemma. Nonoppena notò il sorriso strafottente che aveva disegnato in viso, gli rispose fingendosi offesa:<< Babi mi capisce benissimo >>, commetò puntando il naso al cielo e chiudendo gli occhi, con un versetto scocciato.

Il biondo le si sedette di fianco, accarezzando il capo del gatto che gli si sfregò contro la mano, aumentando con le fusa:<< Così questo ammasso di pelo ha anche un nome? >>, chiese.

Babi non parve apprezzare il commento e, dopo aver soffiato contro Scorpius, se ne andò sculettando. Rose guardò il serpeverde con odio:<< Fantastico. Era riuscita a tranquillizzarmi e ora l'hai fatta andare via. Complimenti, veramente >>.

Lui inarcò un sopracciglio:<< Beh scusami se ero venuto ad augurarti buona fortuna >>, disse volgendo lo sguardo dalla parte opposta.

Le guance di Rose presero istantaneamente fuoco:<< Oh... beh... >>, balbettò a disagio, passandosi una mano tra i capelli lisci sciolti sulle spalle:<< In questo caso... hem... grazie >>, disse.

Il biondo si strinse nelle spalle:<< Di niente. Meglio te che la Dollow >>.

<< Cosa vorresti dire? >>.

Scorpius cercò di camuffare un ghigno, passandosi una mano sul volto:<< Voglio dire che se per caso in un futuro dovessi trovarmi contro una di voi due preferirei fossi tu. Insomma... so di essere migliore di lei, ma a quella ho visto lanciare certi incantesimi... >>.

Rose inclinò leggermente la testa socchiudendo le labbra:<< Vorresti dire che Agnes è una strega migliore di me? >>, domandò.

<< Ovviamente >>.

Rose divenne nuovamente rossa, questa volta, per l'indignazione. Sollevò la mano e gli tirò una sberla sul braccio, come aveva fatto mesi prima, solo che questa volta, il gesto non diede fastidio a nessuno dei due, anzi, li fece sorridere:<< Oppure la Nott potrebbe batteri >>, ipotetizzò.

Scorpius face un verso scocciato, come se la sua mente non fosse in grado di prendere neanche in considerazione quell'ipotesi:<< Impossibile >>, fu infatti il suo commento.

La rossa stava per rispondere, quando un frollio d'ali la distrasse. Un gufo dal piumaggio chiaro stava planando verso di lei, e stringeva una lettera nel becco. La prese e dopo averla vista, scoprì che era una lettera da parte di sua madre:<< è di mia mamma >>, disse più a se stessa che a Scorpius.

Lui si strinse nelle spalle, spostandosi di qualche centimetro di lato, come a volerle lasciare un po' di privacy:<< Avanti, leggila. Vorrà farti gli auguri per oggi pomeriggio >>.

 

Cara Rosie,

Penso non ci sia bisogno che ti ricordi che oggi è un giorno importante, ma io e papà vogliamo starti vicini.

Sappiamo che farai del tuo meglio e ti auguriamo di vincere, ma non stressarti troppo; sarai bravissima come sempre.

Buona fortuna. Ti vogliamo bene e ti mandiamo un grande bacio anche da parte di Emily, dei nonni e degli zii tutti.

Mamma e papà.

PS: Papà non ha letto questa parte ma... piccola mia, sta attenta!

 

Rose quasi scoppiò a ridere, l'ultima riga era stata scarabocchiata in fretta e la scrittura solitamente ordinata di sua madre pendeva tutta da una parte:<< Cosa c'è da ridere? >>, le domandò il serpeverde.

Lei scosse piano la testa:<< Nulla, ho solo una madre molto... apprensiva >>, disse.

D'un tratto il volto di Scorpius si rabbuiò e lui fissò gli occhi al cielo:<< Anche i miei genitori mi hanno scritto. Vogliono che vinca >>.

A dire il vero Rose non sapeva cosa rispondere, ma tentò comunque un sorriso:<< Penso sia normale, no? I miei genitori hanno detto che sanno che farò del mio meglio e mi augurano di vincere e... >>.
Scorpius la interruppe con un sorriso amaro sul volto:<< Non hai capito, Rose. Vogliono solo che io vinca >>.

Purtroppo però la rossa non aveva sentito ciò che lui le stava dicendo, si era fermata al “Rose”; sentire la sua voce pronunciare il suo nome le faceva uno strano effetto, come se fosse al contempo sbagliato ma dannatamente giusto. Rimasero per un paio di secondi in silenzio, a guardarsi l'un l'altra senza muovere un solo muscolo. Poi una voce lontana li distrasse:<< Scorpius! Vieni qui! La preside ti sta cercando! Vuole che tu ed Annabelle andiate nel suo ufficio! >>.

Un ragazzo dai capelli castani si sbracciava in direzione di Scorpius da poche decine di metri di distanza, chiamandolo a gran voce:<< Il mio intuito formidabile mi dice che forse dovrei andare >>, disse lui, dopo aver sbuffato piano; non sembrava aver voglia di muoversi di lì.

Rose si alzò dopo di lui, passandosi una mano tra i capelli ed osservando il castello:<< è meglio che rientri anche io... sai... abbiamo una prova da affrontare! >>, disse con un livello minimo di entusiasmo.

Scorpius fece un verso a metà tra una risata ed uno sbuffo, prima di stiracchiare le braccia:<< Beh, allora... >>, si fermò un attimo, incerto. Guardò la rossa negli occhi e, forse per la prima volta da tempo, sorrise apertamente:<< Buona fortuna Rose >>, augurò.

Anche lei sorrise, rivelando uno schiera di denti bianchi e perfetti dietro quelle labbra rosee:<< Buona fortuna anche a te >>, rispose, mentre lui era già ad un paio di passi di distanza.

 

E così era arrivata.

La prima prova.

Quella che aspettavano tutti da prima della vacanze di Natale.

<< Forse non dovevo mettere il mio nome in quel cavolo di anello... >>, commentò Rose, senza fermare i suoi movimenti circolari.

<< ...Avrei dovuto... >>, la corresse Agnes.

La rossa alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla. Era una sorta di tic per la sua migliore amica; quando era agitata o in attesa di qualcosa non riesciva a fare a meno di prendere qualsiasi frase dicessero coloro che la circondavano ed analizzarla, per poi correggerla.

<< Dobbiamo stare tutti calmi. Se ci facciamo prendere dal panico è la fine >>, consigliò Stephanie Ellis, nonostante fosse lei la prima a continuare a torturarsi i capelli biondi per l'agitazione.

<< … Se ci facessimo prendere dal panico sarebbe la fine >>, la corresse Agnes sovrappensiero, quasi come se non fosse un gesto volontario ma una reazione incondizionata.

A meno di una decina di passi – anche a causa delle ristrette dimensioni del tendone – Jiulian e Natan, i due tassorosso, se ne stavano seduti con gambe e braccia incrociate, osservando intensamente il pavimento.

Vicino a Stephanie e Roland c'era Scorpius ed Annabelle, quest'ultima sbuffò:<< Non capisco cosa c'è da preoccuparsi tanto... >>.

Ancora, la grifondoro fu pronta a correggerla:<< … cosa ci sia da preoccuparsi tanto >>.

La mora serrò i pugni ed irrigidì la mascella:<< La vuoi chiudere quella boccaccia!? >>, domandò facendo un passo minaccioso in direzione della rivale.

Anche Agnes scattò in piedi, sembrava più che entusiasta all'idea di poter incanalare da qualche parte tutta quell'agitazione; ma prima che lei potesse risponderle per le rime, un voce maschile irruppe nella tenda:<< Agnes... sono io >>; si voltarono tutti; la testa del capitano della squadra di quidditch di Grifondoro fece capolino dall'entrata della tenda. Agnes parve dimeticarsi del tutto del commento di Annabelle e corse ad abbracciare il fidanzato, strillando il suo nome. James la strinse tra le braccia e la trascinò fuori.

Piombò nuovamente il silenzio. La tensione era palpabile; aleggiava sopra di loro e si insinuava in ogni anfratto della tenda; sotto le sedie e tra le pieghe dei vestiti. Rose si sedette a terra a gambe incrociate ed iniziò a giocherellare con il ciondolo che portava al collo, mentre Roland di Corvenero cercava di tranquillizzare la compagna che – nonostante quello che aveva detto poco prima – sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.

Fortunatamente passarono pochi minuti e l'apertura della tenda fu spalancata, lansciando entrare quattro persone, tra cui la professoressa McGranitt. Gli altri erano due uomini ed uno donna che Rose non aveva mai visto:<< Mettetevi in cerchio, ragazzi >>, ordinò la preside, mentre i tre si mettevano un po' in disparte:<< Allora, tra poco avrà inizio la prova e... >>, si interruppe, guardandosi intorno:<< sbaglio, o manca la signorina Dollow? >>.

Rose si sentì in dovere di prendere le difese dell'amica:<< Ecco... lei è... >>.

Fortunatamente la diretta interessata comparve un'istante dopo davanti all'entrata, la maglia che le lasciava scoperta una spalla e i pantaloni leggermente storti:<< Mi scusi professoressa! >>, disse mentre raccoglieva i capelli, che ora le ricadevano sulle spalle, in una coda.

La donna sollevò un sopracciglio ma non fece commenti:<< Bene. Ora che ci siamo tutti vi devo presentare delle persone: questo è Gregory Broder, il direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli sport magici >>; uno dei tre, quello grassoccio e per metà calvo, si fece avanti per stringere a tutti la mano, con un sorriso sornione in viso:<< mentre lei è... >>.

Senza lasciarle il tempo di finire, la donna si fece avanti, spingendo di lato Broder per poter stringere a tutti la mano:<< Io, sono Melissisa Talks e scrivo per la Gazzetta del Profeta. Mentre lui è Reg, il mio fotografo >>, aggiunse indicando con un cenno il ragazzo con una grossa macchina fotografica al collo:<< Allora... >>, continuò Melissa, dopo aver sistemato una ciocca di capelli biondissimi dietro l'orecchio:<< qualche dichiarazione da rilasciare prima della prima prova? >>, domandò, mentre tutti osservavano ad occhi sgranati il suo spolverino rosa shocking, in tinta con le scarpe alte dello stesso colore.

Istintivamente tutti fecero un passo indietro, appena prima che la professoressa McGranitt, alzando gli occhi al cielo, riprendesse il controllo della sitazione:<< Le interviste a dopo >>, annunciò:<< Allora, la prima prova consiste semplicemente in una... corsa, per così dire. Dovrete attraversare un percorso e recuperare la bandiera con lo stemma della vostra casa che è stata posizionata al traguardo. Attenti però, le bandiere sono quattro e perchè possiate prendere la vostra, dovete bloccare il vostro compagno di casa, tutto chiaro? >>.

Quasi tutti annuirono, mentre Agnes assunse uno strano colore verdognolo e lisciò la maglia che, dopo l'incontro con James era decisamente stropicciata.

La professoressa annuì compiaciuta:<< Bene, ora, attendete che vi chiami per uscire. Iniziamo tra un secondo >>, tutti e quattro uscirono, lasciando i concorrenti da soli, in un silenzio irreale.

Meno di un paio di minuti dopo una voce profonda, che probabilmente apparteneva a Gregory Broder, annunciò l'iniziò del torneo. Dopo un paio di parole prese il suo posto la professoressa McGranitt che, tra gli applausi, iniziò a chiamare uno per uno i concorrenti.

<< Rose Wesley! >>.

Una sferzata di vento gelido e la luce del sole freddo del primo pomeriggio la investirono, impedendole per mezzo secondo di vedere la folla festante che strillava il suo nome. Davanti a lei si srotolavano metri e metri di prato verde, circondato da tribune di legno completamente gremite. Di fianco a lei la McGranitt stava già chiamando Agnes, che la raggiunse con la bocca spalancata per lo stupore.

Mentre Reg scattava freneticamente foto, la professoressa McGranitt ripetè la descrizione della prova, aggiungendoci una decina di regole e precisazioni, sottolineando che, i vincitori, avrebbero avuto accesso alla seconda prova.

Il discorso era quasi finito. La gente sugli spalti iniziava a fremere ed ormai non riusciva più neanche ad urlare, tanto era agitata. Rose si voltò verso Agnes e le tese una mano. La bionda la prese con un sorriso:<< Ti voglio bene >>, disse Agnes, stringendo la presa.

La rossa sorrise:<< Anche io. Anche se tre poco ti spaccherò quel bel fondoschiena da brasiliana che ti ritrovi >>, rispose.

Agnes le lasciò andare la mano:<< Forse in un'altra vita, Rosie >>, disse proprio mentre un colpo di cannone annunciava l'inizio della prova.

Per un attimo fu solo un miscuglio di immagini ed urla, mentre il tuono ancora rimbombava nelle loro orecchie. Poi, praticamente contemporaneamente, tutti presero a correre.

Dopo poco più di una decina di metri Jiulian lanciò uno Stupeficium contro il compagno, ma Natan lo parò prontamente ed i due iniziarono a combattere.

Seguirono tutti il suo esempio; Stephanie tentò di colpire Roland con un Impedimenta che il ragazzo schivò gettandosi a terra; mentre poco lontano Scorpius ed Annabelle combattevano già furiosamente. Un po' controvoglia anche Rose sollevò la bacchetta e la puntò verso Agnes; iniziarono lo scontro.

Scorpius si stava rivelando un avversario più temibile di quanto pensasse. Annabelle si abbassò per schivare un Incantesimo non Verbale e contrattaccò con un Confundus, ma lui si difese con un Protego. Continuarono ancora con qualche attacco, senza che nessuno dei due riuscisse a sbilanciare la situazione a proprio vantaggio.

Intorno a loro si stavano svolgendo altri tre duelli, me tutti erano troppo concentrati per curarsi delle sorti dei compagni.

<< Sagittikus! >>, prima ancora che Annabelle potesse reagire, uno pioggia di frecce la inchiodò a terra. Fece solo in tempo a ereggere uno scudo prima di rimanere infilzata. Si rialzò ammaccata, asciugandosi un rivolo di sangue che le colava sulla guancia, mentre davanti a lei Malfoy sorrideva soddisfatto.

Se lui fa sul serio, farò sul serio anche io.

Senza preavviso sorrise a sua volta e scattò di lato. Iniziò a correre con foga mentre il compagno la seguiva, probabilmente convinto che volesse scappare. Percorse cinque o sei metri e poi – rapidamente come era partita – si fermò.

Scorpius la imitò e, senza fare commenti, riprese ad attaccare con una sfilza di Stupeficium; lei non si fece prendere dal panico e dopo essersi protetta sollevò la bacchetta:<< Confringo! >>, ordinò, ma questa volta non puntò la bacchetta contro il suo avversario.

A Scorpius sembrò di essere in un film e che la scena stesse andando al rallentatore. Seguì con lo sguardo il fascio di luce che lo oltrepassò e si schiantò ai piedi di Rose, producendo un grande scoppio. Una coltre di fumo si sollevò, avvolgendo la figura della rossa e nascondendola allo sguardo del serpeverde. Senza un attimo di esitazione diede le spalle alla sua avversaria e prese a correre verso la ragazza; ma proprio un istante prima che potesse pronunciare il suo nome, qualcosa lo colpì alla schiena e tutto divenne nero.

Senza accorgersi di ciò che era successo al serpeverde, Rose si rimise in piedi con la schiena dolorante e la vista un po' appannata. Agnes aveva già fatto più di un passo verso di lei:<< T-tutto bene? >>, domandò con voce impregnata d'ansia.

La rossa scosse con forza la testa, per schiarirsi le idee:<< Si, credo di si >>, rispose raccogliendo la bacchetta che le era caduta a terra.

In realtà, tra le due, quella che sembrava stare più male era Agnes; osservava l'amica con una mano protesa verso di lei ed il labbro inferiore tremulo:<< Sicura? Possiamo... possiamo... chiamare madama Chips... lei potrebbe... >>.

Rose la interruppe:<< Non dire sciocchezze Agnes. Questa è una sfida, dobbiamo combattere! >>, le ricordò impugnando saldamente la bacchetta.

La bionda annuì piano e sollevò un braccio tremante, pronta a parare lo schiantesimo che rossa le aveva lanciato contro. Sollevò uno scudo che la protesse da una raffica ininterrotta di scintille rosse e solo quando furono cessate alzò la bacchetta per contrattaccare; pronunciò l'incanto ma, un secondo prima che questo colpisse l'amica, lo deviò bruscamente, lasciando una grossa bruciatura a terra, dove si era schiantato.

Rose osservò stranita la compagna e la bruciatura; a dire il vero, non ricordava di aver mai visto Agnes mancare un bersaglio. E, vedendo in quel gesto una possibilità di vittoria, sollevò euforica la bacchetta:<< Incarceramus! >>, urlò.

Non se ne accorse ma, un'istante prima che delle pesanti funi legassero Agnes, lei lasciò cadere la bacchetta.

Dopo un salto ed un urlo di gioia, la giovane Weasley prese a correre con quanta forza aveva nelle gambe. A poche decine di metri da dove si trovava, un muro alto almeno tre metri segnava la fine del rettilineo; incima ad esso svettavano due bandiere; quella rosso/oro di grifondoro e quella giallo/nero di tassorosso. Senza esitare si issò sul muro e lo scalò in meno di un paio di minuti. Arrivata in cima gettò una gamba dalla parte opposta, mettendosi a cavalcioni e sollevò impettita la bandiera della sua casa, mentre attorno a lei scoppiavano urla ed applausi ed il cronista annunciva che “Rose Weasley era la vincitrice di Grifondoro!”.

 

<< E quindi, con grande onore, è mio dovere annunciarvi che, i quattro vincitori della prima prova sono: Annabelle Nott per Serpeverde! Roland Adams per Corvonero! Rose Weasley per Grifondoro! E Natan Liverti per Tassorosso! Un applauso! >>.

Rose si ritrovò a domandarsi come, dopo più di un'ora, tutta quella gente trovasse ancora la forza di applaudire; Diavolo, non avevano fatto altro!

<< Ed uno anche a coloro che non sono riusciti ad afferrare la bandiera! >>, continuò l'uomo, chiamandoli uno per uno. Erano tutti e otto su una sorta di palco in legno, insieme a Gregory Broder, che faceva da cronista; alla preside ed a Reg, che scattava freneticamente foto. Melissa Talks, appostata appena sotto il palco, scriveva senza interruzioni su un taquino con una pennetta rosa shocking.

Appena li lasciarono andare Agnes – seguita prontamente dalla macchina fotografica di Reg – corse tra le braccia di James. Annabelle invece raggiunse Queen Rosier, che sorrideva quanto una bambina il giorno di Natale.

Accanto a lei, Scorpius sputò e terra e tornò verso il castello.

Gutentag ù.ù
Come state? Io sono a casa con tosse, mal di gola ed ogni genere di sintomo dell'influenza D:
Ma in compenso, questo mi ha concesso di finire di scrivere il capitolo in tempi quantomeno umani! :D
Allora, passando al capitolo cosa ne pensate? So che la prima prova non è il massimo dell'originalità, ma c'era proprio bisogno di qualche scontro uno contro uno anche per vedere ciò che i personaggi pensano realmente l'uno dell'altro (Es: Pensavate che anche Annabelle fosse follemente innamorata di Scorpius e disposta a fare tutto per lui? Beh, sbagliavate ù.ù). A proposito degli scontri sottolineerei che attaccare alle spalle è un gesto terribile, ma i serpeverde non sono proprio famosi per il loro senso della giustizia, no?
Beh... spero vi sia piaciuto e mi aspetto tante tante recensioni ù.ù
Un bacio, Franci
PS: C'è un gesto che fa Agnes che è abbastanza importante, e fa anche capire il motivo per cui ha vinto Rose e non lei... qualcuno lo indovina? :D

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Capitolo 22
*** -Davanti alla realtà ***


-Davanti alla realtà

L'avevano portata in braccio fino alla torre di Grifondoro, inneggiando a gran voce il suo nome. Lei sorrideva come una bambina, raccontando fase per fase la prova, senza peccare troppo di modestia. “Beh, ho solo usato l'astuzia!”, ripeteva a chiunque le chiedesse come aveva fatto a vincere.

<< Vado a letto >>, sussurrò Agnes, staccandosi dall'abbraccio di James.

<< Di già? >>, le domandò il ragazzo, lasciandola andare contro voglia:<< Sono appena le nove... >>.

La bionda si strinse nelle spalle, fingendo uno sbadiglio:<< Il fatto che non abbia vinto non vuol dire che non abbia comunque affrontato una prova >>, spiegò:<< sono comunque distrutta, tesoro >>, aggiunse chinandosi per dargli il bacio della buonanotte.

Lui ricambiò, ma subito si staccò:<< Sicura che vada tutto bene? >>, domandò poco convinto.

Agnes annuì:<< Certo amore. Ora mi faccio una bella dormita e domani sarò come nuova! >>, annunciò sorridendo:<< Buonanotte >>.

<< 'Notte >>.

Era palese. Aveva mentito.

Ma che senso aveva preoccupare James per nulla? Il problema era suo e suo soltanto.

“Mi sono fatta prendere dal panico”, aveva risposto a tutti coloro – James e Rose compresi – che le avevano chiesto perchè avesse sbagliato mira: “L'agitazione mi fa sempre brutti scherzi”.

E poi ovviamente sei una cretina!

Sfilò i vestiti che indossava dalla gara e si infilò sotto la doccia. La mano con cui durante il pomeriggio stringeva la bacchetta le tremava ancora.

Alla fine non ce l'aveva fatta.

Se sua madre lo avesse saputo avrebbe sclerato; ma lei non era lì. A dire il vero non c'era mai realmente stata, almeno non per quanto ricordasse, almeno non da quando suo padre se ne era andato.

Passò con forza la spugna su ogni centimetro quadrato del suo corpo, cercando di lavare, assiame allo sporco, quel senso di inadeguatezza che le attanagliava lo stomaco.

Non aveva attaccato Rose; non ne aveva avuto il coraggio.

Chiuse gli occhi mentre i capelli le si attaccavano alla fronte ed alle spalle. Cosa le era successo? Perchè aveva lasciato cadere la bacchetta? Quell'ultimo Incarceramus avrebbe potuto essere benissimo parato, ma lei aveva lasciato andare la bacchetta.

Chiuse l'acqua con un colpo secco e si avvolse nel suo accappatoio azzurro.

Tornata nella stanza sentì un rumore strano provenire dalla finestra. La andò ad aprire ed una bella civetta scura planò nella stanza, accomodandosi sul letto di Rose. Agnes richiuse la finestra e le si avvicinò:<< Hei piccola >>, salutò avvicinandosi al piccolo volatile:<< è per Rose la lettera? >>, ai suoi piedi Babi osservava l'animale scodinzolando.

La civetta battè le ali e tese la zampetta. Agnes si avvicinò al comodino dove Helena – l'unica ad avere un gufo – teneva dei biscotti. Gliene tese uno ed in cambio le sfilò la lettera dalla zampa. Con un frollio d'ali l'animaletto scomparve oltre la finestra.

Prese il pigiama e lo indosso. Poi si sedette sul letto e con la bacchetta iniziò ad asciugarsi i capelli, mentre con l'altra mano sfogliava un libro.

Quando Rose entrò nella stanza, circa un'ora e mezza dopo, trovò l'amica addormentata, ed una pergamena ancora sigillata appoggiata sul suo letto. Si mise a sedere e la aprì.

 

Rose,

Ho bisogno di parlarti. Possiamo vederci questa sera? Troviamoci vicino alla statua della Strega Orba alle undici. Perfavore, è importante.

A più tardi, Scorpius

 

Rose guardò l'orologio: erano le undici e trenta passata. Imprecò tra se e , dopo aver recuperato un maglione, corse fuori dal dormitorio femminile e poi dalla torre di Grifondoro.

 

Anche a Serpeverde i festeggiamenti non erano da meno. Jack ed altri si erano intrufolati nelle cucine ed avevano recuperato qualche dolce e diverse burrobirre:<< Ad Annabelle! La regina di Serpeverde! >>, continuavano a brindare, mentre la diretta interessata continuava a ridere insieme a Queen.

<< Sei un genio! >>, disse stampandole un grosso bacio sulla guancia:<< hai salvato la mia prova! >>, aggiunse passandole una bottiglia di burrobirra:<< A Queen! Senza la quale non avrai vinto! >>, brindò mentre tutti intorno a lei iniziavano ad applaudire.

<< Non ho fatto nulla di che! >>, rispose la mora, ravvivando all'indietro i capelli color caramello:<< Alla fine il mio è stato solo un... consiglio >>, spiegò sghignazzando.

Annabelle le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarla negli occhi:<< Queen, ascoltami; non solo mi hai aiutato a vincere la prima prova. Ma grazie a te ho anche battuto Agnes Dollow! Sai cosa vuol dire questo per me? >>, domandò sorridente.

L'altra ci pensò su:<< Una buona cosa? >>, domandò Queen con un sorriso da deficente in viso.

La mora inarcò leggermente un sopracciglio con fare superiore, ma poi sorrise apertamente:<< Esatto, tesoro! >>, esclamò:<< è fantastico. Se non mi avessi detto del... inciuccio tra Scorpius e quella Weasley devo ammettere che non so se me la sarei cavata così bene >>, ammise.

<< Tutto per te >>, rispose la ragazza, mentre la sua mente macchinava già la prossima mossa.

Si guardò intorno; una chioma albina aveva appena attirato la sua attenzione. Seguì con lo sguardo Scorpius che sgattaoiolava fuori dalla Sala Comune e sorrise tra se. Aveva avuto parte della sua vendetta.

 

<< Sei in ritardo >>, fu il saluto del ragazzo quando Rose comparve davanti alla statua della Strega Orba.

Lei appoggiò le mani alle ginocchia, nel tentativo di riprendere fiato:<< Scusa... io... ho letto... adesso la... lettera >>, disse con il respiro spezzato per la corsa.

Scorpius si strinse nelle spalle:<< Non importa. Ho bisogno di parlarti >>, disse facendole strada verso una porticina a pochi passi dalla statua:<< è importante >>,

Rose lo seguì oltre la porta, ritrovandosi in una piccola stanza rettangolare, adibita a ripostiglio:<< Di cosa? >>, chiese facendosi strada tra banchi ribaltati e scatoloni ricolmi di cianfrusaglie.

<< Di oggi. Della prova. Volevo scusarmi con te >>, spiegò Scorpius.

La rossa lo fissò stranita:<< Ma per quanto ne so non sei stato tu ad attaccarmi. È stata Annabelle, no? >>.

<< Si, certa ma... >>, il biondo era palesemente a disagio e continuava ad esservare un punto dietro la testa della ragazza, senza mai incrociare il suo sguardo:<< Lo ha fatto perchè sapeva che io avrei reagito in un certo modo >>, spiegò.

<< Ah si? E come? >>.

Voleva provocarlo:<< Non fare la stupida. Sai benissimo come >>, rispose lui.

<< E invece no che non lo so! >>, rispose lei, alterandosi di colpo:<< Non so proprio niente. Prima passi cinque anni a prendermi ingiro; poi mi attacchi nel mezzo della Sala Grande e durante la punizione per questo atto mi confessi il segreto della tua vita; dopo mi dici che tra noi due quella con i pregiudizi sono io perchè a te non interessano la mia Casa o il mio sangue; tornati dalle vacanze di Natale vengo a dirti che tuo padre e mia madre hanno avuto una storia e tu dici che te lo aspettavi; in più – come se tutto questo non bastasse – senza preavviso una sera arrivi e mi baci; ed oggi questo! Penso che tu mi debba un paio di spiegazioni... >>.

Malfoy rimase a fissarla un paio di secondi mentre riprendeva fiato dopo il monologo, approfittandone per cercare una risposta sensata, che non trovò:<< Beh, nemmeno tu sei stata molto chiara con me >>, la accusò.

<< Questo per il tuo comportamento! >>, si giustificò lei.

Scorpius chiuse gli occhi, combattuto tra il suo cervello – che gli diceva di continuare sulla difensiva – ed il suo cuore – che voleva essere sincero. Optò per la seconda:<< Ascoltami, Rose. Non so bene cosa mi stia succedendo. Io... devi darmi tempo. Per me è tutto così nuovo e... confuso. L'unica cosa che so è che con te mi sento bene e... >>.

Rose non gli lasciò terminare la frase; si avvicinò a lui e gli mise le mani sulle spalle:<< Bene, perchè nemmeno io ci sto capendo più nulla. Ma l'unica cosa che so è che ho un'incredibile voglia di baciarti >>, e, senza indugiare oltre, poggiò le sue labbra su quelle di lui.

Per qualche istante furono entrambi spaesati. In quel momento il primo bacio che si erano dati non contava; tutto inziava e finiva in quell'istante; sulle loro labbra.

Mentre continuavano a baciarsi Rose andò indietro, per potersi appoggiare a qualcosa ma inciampò in qualcosa ed il biondo le crollò addosso:<< Ahia! >>, strillò:<< Diavolo Scorpius, mi stai facendo male! >>.

Il ragazzo fece per alzarsi, ma andò ad urtare contro una pila di scatoloni, che cadendo fecero un rumore infernare:<< Cazzo... >>, imprecò. Nell'intento di rimettere tutto a posto estrasse la bacchetta:<< Cosa ci vuoi fare con quella? >>, domandò Rose.

Malfoy stava per rispondere, ma fu interrotto da qualcuno che aprì la porta. Jonatan, il Caposcuola di Tassorosso, se ne stava imbambolato sulla porta, ad osservare la Weasley sdraiata a terra tra oggetti ribaltati e Malfoy in piedi, con la bacchetta puntata nella sua direzione.

<< Oh cielo! >>, esclamò il ragazzo facendo un balzo indietro:<< Ma cosa...!? >>.

Un miagolio sommesso lo interruppe. Un paio di secondi dopo Missis Purr II – la figlia della Missis Purr originale – irruppe nello sgabuzzino:<< Diavolo... >>, imprecò Rose osservando la gatta che li scrutava muovendo la coda – fosse stata una persona, avrebbe ghignato.

<< Siamo fottuti >>, fu l'educato commento di Scorpius, un secondo prima che anche Gazza soggiungesse.

 

Emily osservò il padre con le labbra arricciate:<< Papi! >>, chiamò la bambina, dimenando le braccia.

<< Si, amore? >>, domandò Ron, inginocchiandosi davanti a lei.

<< Emily vole pappa! >>, esclamò allungando le braccia per farsi prendere.

Ron la sollevò e si diresse in cucina per aprire il frigorifero. La desolazione di un paesaggio quasi completamente deserto, se non per mezzo limone, una cipolla, del latte e delle uova lo investì:<< Hem... Emily, non c'è nulla qui... >>, disse, quasi come se la piccola potesse trovare una soluzione.

Lei strinse forte le braccia al petto:<< Ma Emily a faaame! >>, ripetè alzando il tono di voce.

Ron si grattò il mento, constatando che forse sarebbe stato il caso di farsi la barba, e provò ad aprire un paio di antine, con l'unico risultato di trovare un paio di pacchi di riso e della farina:<< Non c'è nulla... >>, si lamentò di nuovo l'uomo.

<< Mamma può prepaae quacosa! >>, disse Emily.

Ron scosse la testa:<< No, amore mio. La mamma è andata dalla nonna >>.

<< Uffa! >>.

<< E se provassimo a fare... una torta? >>, domandò insicuro:<< insomma, se ce la fa Hermione posso farcela anche io, no? >>.

La bimba battè le mani entusiasta:<< Ti papà! A totta, a totta! >>.

<< E torta sia! >>, annunciò il rosso, mettendo a sedere la figlia al tavolo ed andando a lavarsi le mani.

Emily osservò il padre recuperare uova, latte e farina, un po' dubbiosa:<< Papino... mamma dice sempre a Emiy che non deve cucinare pechè e dificile. Papà o sa fae? >>.

Il rosso gonfiò il petto e rovesciò un po' di farina sul tavolo:<< Emie, piccola mia, tuo papà ha catturato decine di mangiamorte. Fare una torta sarà una passeggiata! >>, disse sicuro, senza sapere quanto si sbagliasse.

Una decina di minuti dopo Ron aveva messo insieme uova, farina e latte e, con l'aiuto di Emily, cercava di far stare insieme il tutto:<< Perchè si divide!? >>, domandò esausto.

Emily ci pensò un po' su, cercando di staccare dalle sue dita quell'impasto giallo e moliccio:<< No o so papà. Forse ai dimetiato qualcosa? >>, chiese.

<< Mmmm... non lo so, cosa ci va nelle torte? >>, domandò osservando la figlia come se fosse una sorta di ricettario.

Lei ci pensò molto intensamente:<< La totta è dolce. Forse o zucheo? >>, domandò con la stessa espressione che aveva Hermione quando cercava una risposta.

Il padre le diede un grasso bacio sulla fronte:<< Tesoro mio, sei un genio! >>, esclamò andando a cercare un contenitore in plastica dura, decorato da fiori colorati e versandone più di metà null'impasto:<< Sono sicuro che ora verrà benissimo! Ricominciamo ad impastare >>.

Passò ancora qualche minuto, in cui Emily strillò e Ron maledì il fatto di non vivere ancora con sua madre, ma alla fine l'impasto aveva assunto uno consistenza quasi accettabile:<< Ora dobbiamo farlo riposare! >>, annunciò Ron.

<< Pecchè? >>, chiese Emily.

L'uomo si strinse nelle spalle:<< Non lo so. Nonna Molly faceva sempre riposare i piatti per un sacco di tempo... >>, disse mentre con un incantesimo faceva levitare l'impasto fino al frigorifero miseramente vuoto.

Quando, un po' di tempo dopo, tornarono a prendere l'impasto, dei minuscoli cristalli di ghiaccio si erano formati nella pasta:<< Dici che è normale? >>, domandò Ron. La bimba si strinse nelle spalle. Andarono a prendere un mattarello e cercarono di stenderla, ma neanche con l'aiuto della bacchetta la pasta sembrava volerne sapere di starsene buona.

Così, spazientito, Ron recuperò una pirofila e vi sbattè dentro il tutto:<< Quanto va in fonno, papi? >>, domandò Emily.

<< Dipende da quanta fame ha Emily >>, rispose l'uomo.

<< Tanta coì! >>, disse la bimba, allargando le braccia il più possibile.

<< Bene, allora la lasciamo poco! >>, disse aprendo il forno ed alzando la temperatura al massimo:<< se mettendola a temperatura bassa deve stare dentro circa venti minuti, così ne bastano cinque, no? >>.

Circa cinque minuti dopo, quando Hermione spalancò la porta, trovò Emily e Ron in cucina. Il tavolo ed il pavimento erano ricoperti di farina e Ron osservava sconsolato la pirofila che teneva tra le mani, dentro la quale stava qualcosa di nero che puzzava di bruciato.

Emily, accanto a lui, sollevò lo sguardo dalla “torta” e guardò la madre:<< Mamma! Andamo a pendee la pizza pe Emily? >>, domandò con sguardo implorante.

Hermione sorrise alla figlia, prima di guardare Ron con rimprovero:<< Cosa sarebbe quello? >>, domandò sconsolata.

Il rosso si grattò la nuca:<< Teoricamente doveva essere una torta. Ma penso di aver sbagliato qualcosa >>, ammise facendo sfoggio di tutto il suo innato intuito.

<< Non lo avrei mai detto >>, commentò la moglie alzando gli occhi al cielo:<< Cosa ci hai messo dentro? >>, chiese.

<< Latte, zucheo, faina e sale! >>, rispose Emily alzando un ditino ogni volta che nominava un ingrediente.

<< Sale? >>, domandò la riccia.

Ron scosse la testa:<< Non sale Emily, era zucchero >>, spiegò.

La piccola scosse la testa:<< No papi. Il baattolo dello zucheo è azzuo. Quello che ai messo tu ea giallo, come queo del sale >>, disse.

<< E perchè non me le hai detto!? >>, le domandò il padre.

Gli occhi di Emily si allargarono di colpo, riempiendosi di lacrime:<< No amore, sei stata bravissima >>, disse Hermione correndo a consolare la figlia:<< è papà che è un po' stupido. Ha anche dimenticato il livito... >>.

Emily battè la mani sorridendo:<< Papà tupido! >>, esclamò.

<< Beh, grazie! >>, rispose Ron fingendosi offeso.

<< Suvvia papà, ammetti almeno di non saper cucinare >>, disse Hermione dandogli un leggero colpo col fianco.

Lui sbuffò:<< Non è che non so cucinare! È colpa di Emily che non è una buona cuoca >>, rispose.

<< No è veo! Emily è una bava cuoca! >>, strillò la bambina, dimenandosi tra le braccia della madre.

Hermione, già pronta a zittire i due, fu distratta da un frollio d'ali proveniente dalla sala:<< C'è un gufo >>, annunciò andando verso il salotto, dove trovò un gufo dal piumaggio scuro. Era appollaiato sulla mensola del camino e tendeva una lettera con il sigillo di Hogwarts:<< Oh cielo! >>, esclamò la donna, preoccupata per Rose.

<< Che succede? >>, chiese Ron raggiungendole nella stanza.

<< è una lettera da Hogwarts! >>, spiegò Hermione con voce acuta:<< Ieri c'era la prima prova! Rose potrebbe essersi fatta male! >>, aggiunse vedendo che il marito non reagiva.

<< Allora che aspetti? Leggila >>, le disse prendendole di mano Emily ed andandosi a sedere sul divano, mentre il gufo – terminato il suo compito – spariva su per il camino.

Hermione strappò la lettera e, dopo essersi accomodata vicino al marito, iniziò a leggerla. Quando sollevò la testa, il suo sguardo era cupo, ma non preoccupato. Per lo più sembrava infuriata:<< Non si è fatta male. La McGranitt ha chiesto un colloquio con noi. Rose ha combinato un'altro dei suoi casini >>.

 

<< Mamma! Aspetta... >>, chiamò Rose, rincorrendo i genitori per il corridoio.

Hermione si voltò, osservando la figlia con freddezza:<< Rose Weasley, per Morgana, cosa hai combinato!? >>.

Istintivamente la rossa fece un passo indietro, agitata:<< Hem... ciao mamma, ciao papà >>, disse cercando di prendere tempo, mentre il padre sollevava una mano nella sua direzione in segno di saluto:<< Io... >>, fu interrotta da un rumore di passi.

Alle sue spalle comparve la sagoma di Scorpius Malfoy; anche lui – come lei pochi istanti prima – correva verso l'ufficio della preside:<< Rose >>, salutò appena si fu fermato, facendo correre il suo sguardo preoccupato verso Ron, che lo fissava con odio.

<< Scorpius! >>, chiamò qualcuno.

Tutti si sporsero alle spalle di Ron ed Hermione, per vedere salire da una rampa di scale un uomo dai capelli chiarissimi ed una donna stretta in un mantello blu:<< Dr-draco? >>, domandò Hermione, sbattendo le palpebre.

<< Granger! >>, rispose lui, osservando la donna stupito; poi il suo sguardo corse al rosso da parte a lei :<< Weasley... >>, lui non rispose.

Rose e Scorpius si scambiarono un'occhiata preoccupata.

Astoria, incurante di tutto, si fece avanti con la mano tesa, coperta da un guanto di seta scura:<< Ovviamente Draco vi conoscete, ma io non ho mai avuto il piacere. Astoria Greengrass; sono la madre di Scorpius >>.

Hermione ricambiò la stretta:<< Piacere, Hermione. Sono la madre di questa sconsiderata >>, spiegò tirando Rose per una manica:<< mentre lui è mio marito, Ronald >>, il rosso sfiorò appena la mano della donna, prima di tornare a stringere i pugni ed osservare Draco con astio.

Astoria spostò lo sguardo tra i due uomoni, che si squadravano con disprezzo:<< Saliamo? >>, domandò osservando Hermione, che al contrario di lei, più che stupita, sembrava rassegnata.

La donna annuì e, dopo aver detto ai gargoyle la parola d'ordine che la McGranitt le aveva scritto, salì le scale affiancata da Ron e seguita dai coniugi Malfoy. Rose e Scorpius chiudevano la fila. La ragazza lanciò un'occhiata al serpeverde come a chiedere: “Che facciamo?”, il biondo si strinse nelle spalle, ma allungò una mano fino a sfiorarle il braccio, poi la fece ricadere.

<< Avanti, avanti >>, li invitò la preside, dopo che Hermione ebbe bussato.

<< Buongiorno, professoressa >>, salutarono tutti e sei. Anche gli adulti sembravano ancora intimoriti dal cipiglio severo della vecchia preside.

<< è un piacere rivedervi >>, disse rivolta ai suoi vecchi studenti, facendo comparire con un gesto della bacchetta sei sedie rosse ben imbottite.

L'unica a rispondere, mentre si metteva a sedere, fu Hermione:<< Anche per me è un piacere, professoressa. Anche se avrei preferito rivederla in circostanze più piacevoli >>.

La preside annuì:<< Non potrebbe trovarmi più d'accordo >>, assentì:<< purtroppo mi sono veduta costretta a chiamarvi qui perchè la situazione tra i vostri figli si sta rivelando ancora più tragica di quanto pensassi ad inizio anno >>.

La riccia annuì:<< Sono così spiacente, professoressa. Sono sicura che Rose sia pienamente consapevole dei suoi errori ma... esattamente cosa è successo di così preoccupante da richiedere il nostro intervento? >>.

La donna passò lo sguardo su tutti e sei i presenti, soffermandosi su ogniuno per non più di due minuti:<< Il punto è >>, spiegò infine:<< che il loro antagonismo ha ormai superato i limiti accettabili e la situazione è pienamente fuori controllo. Durante la prova di ieri la signorina Weasley è stata colpita da un'incantesimi di del signor Malfoy e... >>.

Scorpius interruppe la donna per difendersi:<< Non è vero! È stata Annabelle... >>, disse scattando in piedi, nell'esatto momento in cui Ron urlava:<< Cosa avresti fatto a mia figlia!? >>.

<< Calmo Ron! >>, lo risprese Hermione, poggiandogli una mano sul ginocchio, mentre Draco afferrava il figlio per un braccio e lo rimetteva a sedere:<< Fa silenzio Scorpius e lascia finire la preside >>, disse.

La McGranitt continuò come se nessuno avesse detto nulla:<< Ed in più ieri notte Gazza è venuto a svegliarmi – ad un orario vergognoso – per informarmi che il Caposcuola di Tassorosso aveva trovato i due chiusi in uno sgabuzzino a combattere. Reputo che la situazione sia decisamente grave >>, terminò arricciando le labbra sottili.

Hermione sollevò un sopracciglio e con lentezza esasperante si voltò a guardare la figlia:<< Tu hai avuto uno scontro in uno sgabuzzino, ieri notte? >>, domandò con voce moderata ma sguardo furioso.

Rose era pronta a rispondere, non avrebbe mai detto che in realtà non si stavano... esattamente lanciando contro incantesimi, ma avrebbe comunque trovato una scusa. Aprì la bocca ma fu interrotta dal padre:<< Certo, chissà cosa le aveva fatto Malfoy per farla reagire in questo modo >>, commentò.

Tutti – professoressa McGranitt compresa – si voltarono a fissare Ron con occhi sgranati; il più stupito sembrava proprio Scorpius che continuava a far correre lo sguardo tra padre e figlia, agitatissimo:<< Come, Ronald? >>, domandò Hermione, sperando di aver capito male.

Il rosso si schiarì la gola, messo un po' a disagio da tutti quegli occhi puntati addosso:<< Ho detto che ci deve essere un motivo per cui Rose si è comportata così. Conoscendo il tipo, sicuramente Malfoy l'ha inzigata >>, rispose senza però guardare il diretto interessato, ma puntando gli occhi in quelli grigi di Malfoy Senior.

<< Dimmi che stai scherzando Ron... >>, bisbigliò Hermione in tono supplichevole, dopo aver rivolto alla preside un sorriso di scuse.

Il marito alzò un sopracciglio, sempre senza guardarla:<< Rose mi ha raccontato che lei e Malfoy non sono mai andati d'accordo, che lui l'ha sempre presa ingiro per le origini di sua madre ed anche per la sua casa. E non c'è bisogno che ti ricordi il bel comportamento che suo padre aveva con noi ai tempi della scuola >>.

Astoria prese la parola per la prima volta, in difesa del marito:<< Scusi se mi intrometto, signor Weasley, ma non mi sembra per nulla giusto ciò che sta dicendo. Il contesto in cui voi – noi siamo cresciuti e totalmente diverso da quello che Scorpius e... Rose stanno vivendo. Non ha senso paragonare i comportamenti di mio figlio con la sua a quelli di mio marito con sua moglie >>, disse ricevendo la piena approvazione della McGranitt.

Hermione, che fino ad un'attimo prima aveva continuato ad annuire, pienamente d'accordo, si bloccò di colpo, dopo aver sentito l'ultima frase. Osservò la figlia e poi Scorpius, per poi tornare a rivolgersi al marito:<< Non farti venire strane idee, Ronald >>, lo avverì:<< Come ha detto la signora, le situazioni sono completamente diverse >>.

Le espressioni suoi volti dei presenti, viste da qualcuno di esterno, dovevano essere impagabili. Ron era rosso di rabbia, Hermione bianca come un lenzuolo, Rose e Scorpius continuavano a fissare punti imprecisati della stanza e Draco era palesemente divertito, mentre né la McGranitt né Astoria capivano cosa stesse succedendo.

<< Comunque, quali saranno le punizioni, professoressa? >>, domandò Astoria, interrompendo quel momento di silenzio.

La McGranitt intrecciò le dita sulla scrivania, con sguardo pensieroso:<< Devo ammettere di aver valutato l'espulsione della signorina Weasley dal torneo... >>, sia Rose che Scorpius gridarono un “No!”, ma furono prontamente zittiti dalle occhiatacce dei rispettivi genitori:<< Ma penso che sia una punizione esagerata >>, continuò come se non avessero detto nulla:<< quindi ritengo che sarebbe opportuno che foste voi a scegliere il castigo più adeguato. Calcolando che un'intera settimana a risistemare la biblioteca non è servita a nulla >>.

Hermione nascose il viso tra le mani, sconsolata:<< Oh Rose... >>, bisbigliò con tono deluso.

La rossa si passò una mano tra i capelli; doveva inventarsi qualcosa:<< Ma professoressa... >>, iniziò mentre Scorpius le puntava contro uno sguardo di fuoco:<< non è assolutamente come sembra. Sc-Malfoy mi ha chiamato perchè voleva parlarmi di ciò che è successo durante la gara ed io sono... inciampata in un banco o qualcosa di simile >>, disse cercando di essere il più sincera possibile.

La professore arriciò le labbra ed inarcò un sopracciglio bianco:<< E perchè, se ciò che dice è vero, il signor Malfoy avrebbe dovuto estrarre la bacchetta? >>, domandò.

Rispose Scorpius:<< Volevo illuminare lo stanzino. Era buio e non si vedeva praticamente nulla; volevo solo illuminare la Weasley per poterla aiutare, ma in quel momento è arrivato il caposcuola... >>, spiegò.

Scorpius era una attore palesemente migliore di Rose.

L'anziana professoressa fece passare più volte lo sguardo tra i due, poi poi fissarlo sulla grifondoro:<< é andata così? >>.

Lei annuì:<< Si. Non ci avete dato il tempo di spiegarci... >>.

La McGranitt chiuse un istante gli occhi dietro gli occhiali. Annuì tra sè e poi li riaprì:<< Bene, nonostante questo voi eravate ingiro per la scuola dopo il coprifuoco; perciò toglierò cinquanta punti a testa alle vostre case. E che non mi ricapiti mai più di vedervi nel mio ufficio per questioni di questo genere >>, spostò lo sguardo sui genitori:<< mi dispiace signori, per avervi chiamati qui, a quanto pare, inutilmente >>, si scusò.

Rispose Astoria:<< Non si preoccupi Minerva. Ogni scusa è buona per tornare a fare una visitina ad Hogwarts ogni tanto >>, ammise mettendosi in piedi e sistemandosi il mantello sulle spalle:<< è stato un piacere >>, aggiunse tendendo la mano alla professoressa.

Dopo tutti i saluti i sei si diressero alla porta, ma la McGranitt li richiamò:<< Hem, signora Weasley...? >>.

La donna si voltò:<< Si? >>.

<< Si ricorda, vero, la mia proposta? La cattedra di Trasfigurazione è sempre libera per lei >>.

Hermione sorrise:<< Certo professoressa, le ho detto che avrei preso in considerazione la sua proposta >>.

Lasciarono l'ufficio della preside e mentre scendevano le scale Scorpius sorrise a Rose, lei ricambiò e, quasi senza accorgersene, gli prese la mano.


Dire che questo capitolo è stato sudato è troppo poco. Ci ho messo una vita a scriverlo e non è nemmeno venuto come volevo ._.
Mi prenderei a botte (oppure volendo potreste farlo voi...)
Beh, a parte ciò vi devo un paio di spiegazioni:
Penso sia sottinteso, ma per sicurezza dico che non sono diventata scema di colpo (non che un po' scema non lo sia...) ma quando parla Emily scrivo così perchè ovviamente, avendo tre anni, non riesce ad articolare bene le parole.
Per quanto riguarda la storiella della torta è un po' una stupidata (Ho preso lo spunto da un libro**), ma mi sono accorta che, ogni volta che Ron compare, fa la figura dello stronzo della situazione, così mi sembrava il caso di farvi capire che lui è comunque una brava persona e soprattutto ci tiene alla sua famiglia.
Spero invece che ora le dinamiche degli scontri siano più chiare; in particolare cosa ha fatto Agnes. In ogni caso, per eventuali domande o delucidazioni, non esitate a chiedere :D
Credo sia tutto... Vi ricordi di iscrivervi alla mia pagina di Facebook e ci vediamo al prossimo capitolo ;)
Un bacio, Franci
PS:Se qualcuno di voi fosse interessato è da un po' che pubblico anche un'altra fanfictions: "Se ci fosse un'altra via" (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=746033&i=1). è una Draco/Hermione un po' particolare, mi farebbe piacere ricevere qualche parere in più (;

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Capitolo 23
*** -Dove siamo arrivati? ***


 

-Dove siamo arrivati?

<< Cavolo Rosie, parlami! Se iniziamo ad avere dei segreti tra di noi è finita >>.

La rossa si passò le mani sul viso e tra i capelli, cercando di riordinare le idee:<< è solo che... non c'è nulla da dire Agne, veramente. Sai che non ti nasconderei mai nulla... >>, disse.

La bionda sbuffò e le prese le mani, costringendola a guardarla negli occhi:<< Va bene. Se mi dici che stai bene ti credo. Devi solo ripeterlo guardandomi negli occhi. Guardami negli occhi e giurami che è tutto a posto >>.

Rose sollevò lo sguardo e lo puntò negli occhi blu dell'amica, pronta a giurare davanti a Godric che non c'era nulla che non andasse. Ma nonoppena i loro sguardi si incrociarono, sentì qualcosa aggrovigliarsi all'altezza dello stomaco e riabbassò la testa:<< Ok. Forse non è tutto a posto... >>, ammise arresa, lasciandosi cadere di schiena sul letto.

Agnes, nascondendo un sorrisetto compiaciuto, si sedette a gambe incrociate accanto a lei:<< Vedi? Ti conosco meglio di quanto tu conosca te stessa >>, commentò:<< Avanti, dimmi che è successo in quel cavolo di ufficio >>, la esortò.

La rossa sbuffò, prima di coprirsi il viso con le mani:<< Il problema non è quello che è successo nell'ufficio. Il problema è quello che è successo nello sgabuzzino >>, spiegò con la voce soffocata tra le dita.

Agnes le massaggiò un braccio:<< Avanti, avete avuto solo un piccolo scontro. Quante volte vi siete scontrati in cinque anni? Penso di aver perso il conto intorno alla duecentesima! >>, esclamò con una risata, cercando di alleggerire la situazione.

Rose spostò le mani e scattò a sedere, puntando uno sguardo imbarazzato sull'amica, che la guardò male:<< Insomma... diciamo che... c'è la possibilità che io e Scorpius in quello sgabuzzino... si, insomma... non stessimo esattamente duellando >>, ammise rossa in viso.

Agnes reagì al rallentatore. Rimase un paio di secondi ad osservare l'amica come se non avesse detto nulla, poi sgranò gli occhi, portandosi le mani alla bocca, ed infine scoppiò a ridere senza contegno:<< Oh per le mutande di Merlino! >>, urlò tra le risate.

Rose aggrottò le sopracciglia e le rivolse un'occhiataccia:<< é una cosa seria >>, ricordò.

La bionda prese a ridere ancora più forte ma, dopo aver visto lo sguardo della compagna, si fece più seria:<< Ok, scusami. Raccontami che è successo... non è che... non sei più vergine? >>, domandò con un sorrisone.

Rose strabuzzò gli occhi e si morse un labbro, arrossendo di colpo:<< Ecco... >>, iniziò, senza trovare le parole per proseguire.

Agnes sbuffò, impaziente:<< Senti, sei la mia migliore amica, mi sbatto tuo cugino e tu lo sai; penso non ci sia qualcosa di più imbarazzante >>, le ricordò francamente.

Lei distolse lo sguardo:<< Cambieresti idea se sapessi la verità >>, borbottò quasi tra sé.

L'amica la prese per le spalle e la costrinse a guardarla negli occhi:<< Senti, non ho cugini fighi quanto James con cui potresti volerti fare e non me ne frega nulla di Malfoy o degli altri ragazzi di questa scuola. Quindi, a me che tu non ti sia fatta mio fratello penso che... Ommioddio! Rose, non hai scopato con mio fratello, vero!? >>.

Rose passò dal rosso crimisi al bianco latte. Si sentì girare la testa ed era sicura che, se non fosse stata seduta, sarebbe crollata a terra:<< I-io... ok, senti è stato... quella volta... è stato un errore, ok? Eravamo... avevamo bevuto ed io... >>.

Nuovamente, Agnes scoppiò a ridere senza alcun preavviso. Rise talmente forte che cadde dal letto, ma non si fermò neanche sul pavimento del dormitorio, dove cominciò quasi a rotolarsi. Dall'alto del suo letto la rossa la fissava esterefatta, iniziando a dubitare seriamente della sanità mentale dell'amica.

<< Ok... scusami... >>, biascicò la ragazza, nonappena si fu ripresa:<< è solo che io... >>, si interruppe per un'altra risata:<< Beh, diciamo che qualcuno avrebbe potuto raccontarmelo... >>, bisbigliò con un sorrisetto malizioso.

Il volto della rossa riprese colore, mentre lei spalancava la bocca, quasi senza parole:<< Dylan ha... ti ha raccontati di... si ecco... di quella sera? >>, domandò, indecisa se infuriarsi o sentirsi solo in imbarazzo.

<< Potrebbe darsi >>, rispose la bionda stringendosi nelle spalle.

Rose aprì e richiuse la bocca un paio di volte:<< Non ci posso credere... >>, sussurrò infine, con lo sguardo perso tra le pieghe del copriletto.

Agnes fece un'altra breve risata e tornò a sedersi sul letto:<< Ma dai, Agnes! Cosa c'è di male? Ok, sei andata a letto con mio fratello... e allora!? Ammetto che non salto di gioia al pensiero della mia migliore amica e di mio fratello a fare... quello che avete fatto... ma non c'è nulla di male >>, spiegò con un sorriso rassicurante:<< ora, il vero problema è: Malfoy lo sa? >>, aggiunse.

<< Sì che lo sa. A dire il vero gliel'ho detto durante una delle sere della punizione >>.

La bionda parve offesa:<< Tu dici al primo che ti passa davanti che non sei vergine ma lo nascondi alla tua migliore amica? >>, chiese con una punta di acidità nella voce.

<< è tuo fratello, diavolo! >>, sbottò l'altra:<< e tu eri addormentata ed ubrica nella stanza accanto quando è successo. Non mi sembrava il caso di metterti al corrente >>.

Agnes ci pensò un po' su, osservandosi distrattamente le unghie, perfettamente smaltate di viola:<< Si, forse hai ragione. Forse avrei preferito non saperlo >>, ammise infine.

Rose era pronta a rispondere, quando un ticchettio la zittì. Andò alla finestra ed una civetta dal piumaggio scuro planò sul suo letto, tendendole un pezzo di pergamena legato alla sua zampa; lo prese:

 

Rose,

So che dopo ciò che è successo oggi forse sarebbe meglio non vederci per un po', ma ho veramente bisogno di parlarti (possibilmente questa volta senza rischiare di finire ad Azkaban accusato di tentato omicidio) dimmi tu dove e quando.

S.M.

 

<< Di chi è? >>.

<< è di Scorpius, lui... >>.

L'amica la interruppe:<< Vuole parlarti? Sai, penso che le sue lettere non siano molto originali... >>, commentò tra sé.

Rose finse di non sentirla e voltò la lettera per rispondergli:

 

Scorpius,

Sono d'accordo; anche io ho un paio di cose da dirti. Se per te va bene, vediamoci domani subito dopo cena vicino all'entrata del campo da quidditch. Ti aspetto lì.

Buonanotte,

Rose

 

<< Allora quando vi vedete? >>, insistette Agnes.

La rossa piegò la pergamena e la riagganciò alla zampa dell'animale:<< Domani dopo cena. Ha ragione, dobbiamo parlarci >>, disse prima di aprire la finestra perchè la civetta potesse spiccare il volo.

<< Mai stata più d'accordo >>, commentò l'altra, mentre Rose tornava a sedersi sul letto. Ci furono un paio di secondi di silenzio, poi Agnes incalzò di nuovo l'amica:<< Allora, tu e Scorpius... >>, disse con fare ammiccante.

Rose inarcò un sopracciglio, guardandola storta:<< Non farmi domande su me e Scorpius perchè di ciò che succede tra noi due ci sto capendo meno che delle ultime lezioni di Trasfigurazione Avanzata >>, borbottò.

La bionda si mise a ridere, ma prima che potesse rispondere un'altro becco picchiò contro la finestra:<< Che succede stasera? Hanno deciso che non possiamo parlare? >>, chiese la ragazza.

Rose si strinse nelle spalle ed andò ad aprire; un gufo scuro reggeva nel becco due lettere dall'aspetto molto formale, le lasciò cadere prima di spiccare il volo.

Una era indirizzata alla “Signorina Rose Weasley” e l'altra alla “Signorina Agnes Brigitte Dolores Dollow”. La rossa lanciò all'amica la sua ed aprì l'altra:<< è della McGranitt >>, annunciò prima di aniziare a leggere:<< Signorina Weasley, le scrivo per avvisarla che domani, alle due del pomeriggio, arriverà ad Hogwarts una giornalista della Gazzetta del Profeta – la signorina Melissa Talks, che ha già conosciuto – per intervistare tutti i partecipanti al Torneo della Vittoria. La aspetto quindi per quell'ora nel mio ufficio. Cordiali saluti, la preside, Minerva McGranitt >>.

Agnes rimase in silenzio per qualche secondo, corrugando le sopracciglia:<< Non mi piace quella giornalista >>, commentò infine, gettando la sua lettera sul comodino lì affianco.

<< Nemmeno a me. Ma sinceramente non mi piacciono i giornalisti in generale >>, disse ficcando la sua nel cassetto del comodino.

La bionda si strinse nelle spalle:<< In ogni caso penso che... >>, prima che potesse terminare la frase, qualcosa bussò alla finestra per l'ennesima volta. Questa volta fu Agnes ad alzarsi, imprecando:<< Per Merlino e Morgana! Chi altro rompe questa sera!? Non è possibile che... >>, si bloccò di colpo, quando vide stagliarsi nell'oscurità un sorriso brillante ed una chioma corvina.

<< Amore... >>, salutò James, saltando nella stanza tenendo la sua Firebolt010 in mano.

Agnes fece un passo indietro, coprendosi la bocca con le mani, mentre gli occhi le brillavano di felicità:<< Oh cielo! James io... perchè sei qui? >>, chiese.

<< Non sei felice di vedermi? >>, domandò il ragazzo, cingendole la vita con un braccio per poi avvicinarla a sè e baciarla:<< Oh, ciao Rosie! >>, salutò nonappena ebbe visto la cugina.

La rossa sollevò una mano in segno di saluto:<< Non sono intenzionata a lasciare la mia stanza perchè voi due possiate pastrugnarvi in pace, ergo, Agne, porta il tuo bel sederino su quella meravigliosa scopa e volatevene da qualche altra parte >>, consigliò con un enorme sorriso in viso.

La bionda sbuffò, tenendo un braccio attorno alla vita del fidanzato:<< Ora me ne vado Rosie, ma sappi che questa me la lego alla bacchetta! >>, esclamò.

Rose si strinse nelle spalle:<< Sopravviverò >>, commentò maligna.

Agnes la guardò male e poi spostò lo sguardo sul ragazzo:<< Bene, allora mi toccherà portare il mio fondoschiena su quella... cosa >>, disse infine, osservando il manico di scopa come se avesse le antenne.

Senza farselo ripetere James salì sulla scopa, facendo cenno ad Agnes di imitarlo:<< Voilà Madmoiselle >>, disse facendole posto come se la stesse invitando in sella ad un cavallo bianco.

La bionda si sedette all'amazzone, agganciandosi stretta alla vita del fidanzato e chiudendo strette le palpebre: non aveva mai amato volare. << Beh, a dopo Agne, buon divertimento! >>, salutò Rose, ridendo sotto i baffi.

Nonappena amica e cugino se ne furono andati, la ragazza si affrettò a chiudere la finestra, per ripararsi dall'aria fredda della sera.

 

<< Per chi cucini, mama? >>, chiese Emily.

Hermione sorrise, dando un bacio sulla fronte della bambina, senza smettere di ordinare ad un mestolo di girare il ripieno per il polpettone in una terrina:<< Per gli zii, che questa sera vengono a cena >>, spiegò.

<< Quai zi? >>.

<< Vengono Harry, Ginny, Neville, Hannah, Luna e Dean >>, elencò ordinando alla teglia con le patate di entrare nel forno.

La bimba battè le mani:<< Si! >>, esclamò:<< che belo! >>.

Hermione sorrise e, dopo aver chiuso lo sportello del forno ed acceso il fuoco sotto il polpettone, prese in braccio la figlia:<< Si tesoro mio, quindi ora andiamo a farci il bagnetto e ci facciamo belle per gli ospiti! >>, le disse.

<< Non apettiamo papà? >>, domandò Emily, abbastanza restia all'idea di farsi un bagno.

La riccia si strinse nelle spalle:<< Prima il bagnetto, poi quando arriva il papà mandiamo lui a farselo >>, propose.

La rossa annuì soddisfatta:<< Va bene >>, accettò sporgendosi verso la madre per farsi prendere in braccio.

Le due si diressero nel bagno – dopo che la donna ebbe prontamente stregato polpettone e patate perchè non bruciassero – dove Hermione riempì la vasca di acqua calda e bagnoschiuma alla vaniglia, mentre Emily aspettava impaziente giocando con una paperella di gomma, regalatale da nonno Arthur.

Una decina di minuti dopo – mentre Emily strillava perchè una goccia di shampoo le era entrata nell'occhio – la porta di casa sbattè:<< Sono a casa! >>, annunciò in tono leggermente ombroso qualcuno.

<< Papà! >>, esclamò la bambina, di colpo distratta dal bruciore all'occhio.

<< Siamo in bagno! >>, lo avvisò Hermione, con le maniche alzate e le braccia immerse nell'acqua fino al gomito.

L'uomo entrò nella stanza da bagno, ancora vestito con la divisa da auror e con gli stivali in cuoio ai piedi:<< Per chi è la cena? >>, esordì.

La donna si immobilizzò un attimo, presa in contropiede dalla freddezza del marito, ma dopo un secondo rispose, riprendendo a lavare i capelli alla figlia:<< Te l'ho detto l'altro ieri: vengono Harry, Ginny, Luna, Dean, Neville e Hannah >>, spiegò.

<< E perchè non ne sapevo niente? >>.

<< Certo che lo sapevi >>, rispose Hermione aggrottando leggermente le sopracciglia:<< te l'ho detto l'altro ieri mattina >>, gli ricordò.

Ron sollevò un sopracciglio:<< Se lo avessi saputo non te lo avrei chiesto, non credi? >>, domandò con una punta di sarcasmo nella voce.

La donna era troppo interdetta per rispondere, così Emily prese la parola al posto suo:<< Papà è arabiato con mama? >>, chiese sbattendo le lunghe ciglia.

Ron osservò la figlia, poi la moglie, poi nuovamente la figlia; scosse la testa:<< No piccola. Va tutto bene >>, rispose prima di lasciare il bagno.

Hermione attese che il marito si chiudesse la porta alle spalle, per poi lasciarsi andare, appoggiando la fronte al bordo della vasca nella quale la bambina faceva il bagno: la situazione stava diventando insostenibile. Dopo quelle che alla strega parvero ore – ma che in realtà non furono più di una manciata di minuti – la figlia richiamò la sua attenzione:<< Mami, finiamo di facci bele per gli zii? >>, chiese.

Sollevò di scatto la testa e, da brava madre qual'era sempre stata, si scusò con Emily:<< Oh, amore, scusami... >>, raccolse un asciugamano e glielo avvolse intorno, sollevandola dalla vasca:<< adesso ci asciughiamo e poi andiamo a mettere i vestitini >>.

Circa venti minuti dopo, Emily era seduta nel mezzo del salotto a giocare con un pupazzo che cambiava forma e colore a suo piacimento, con indosso un vestitino blu ed un fiocchetto in tinta tra i capelli.

Hermione era seduta sul divano e, mentre controllava che la bambina non combinasse qualche disastro, leggeva un libro scritto in rune antiche.

Dal piano di sopra proveniva lo scrosciare della doccia dove Ron si stava lavando.

<< Mama, papà è arrabbiato? >>, domandò la piccola, mentre il suo coniglietto assumeva una tinta arancione.

La riccia si morse un labbro, scuotendo la testa:<< No piccola, è solo un po' stanco. Fa un lavoro tanto impegnativo... >>, cercò di giustificarlo.

Al piano di sopra l'acqua cessò di scorrere. Emily osservò con concentrazione il suo pupazzo, che prese la forma di un cavallo viola:<< Ma anche tu fai un lavolo difficile e non sembi arabiata >>, disse.

Hermione le rispose, passandole una mano tra i capelli rossi, lasciando che uno sbuffo del profumo fruttato dello shampoo invadesse la stanza:<< Ma la mamma è la mamma, piccola mia. Non posso essere stanca >>, disse sorridendo.

Emily sorrise e si strinse nelle spalle, riprendendo a trafficare con il giocattolo. Hermione la lasciò nel salotto, per andare a controllare che in cucina tutto fosse pronto.

Una volta sfornati ed impiattati polpettone e patate, tornò nel salotto, dove, con un colpo di bacchetta, ordinò a tovaglia e stoviglie di apparecchiare il grande tavolo in legno posto dietro il divano. Proprio mentre accendeva con la magia le tre candele rosse che aveva posto sul tavolo, sentì qualcuno bussare alla porta. Ron corse giù dalle scale, con indosso un paio di jeans scoloriti ed una felpa scura, per aprire ai nuovi arrivati.

Gli inconfondibili capelli albini di Luna si stagliavano contro il cielo al tramonto, mentre alle sue spalle Dean sollevava un pacchetto di carta bianca:<< Abbiamo portato il dolce! >>, annunciò mentre Emily correva verso di loro.

In meno di dieci minuti arrivarono anche Neville ed Hannah e Ginny ed Harry, si presentarono alla porta di casa Weasley, con in mano bottiglie e dolci. Mentre Emily si accoccolava a turno tra le braccia di tutti, Hermione servì un piccolo antipasto e subito dopo portò in tavola il suo apprezzatissimo polpettone con patate.

Era bello ritrovarsi per l'ennesima volta tutti insieme. In quelle poche ore che riuscivano a passare insieme, nulla sembrava cambiato dai bei tempi di Hogwarts e qualsiasi problema sembrava passare in secondo piano davanti ai racconti di Neville sui nuovi studenti o a quelli di Luna sulle sue scoperte.

<< E Mildred e Miron? Come se la cavano? >>, domadò quest'ultima, dopo aver inghiottito un pezzo di carne:<< Lui non lo sento da quasi tre settimane ed infondo sono solo al primo anno... >>.

Dean poggiò una mano sulla spalla della moglie:<< Te l'ho già detto, Luna: è un adolescente, è normale che non voglia farsi vedere a scrivere tutti i giorni alla mamma >>, cercò di usare un tono dolce, camuffando una risata.

Luna lo guardò aggrottando le sopracciglia chiarissime:<< Stai cercando di dirmi che sono troppo apprensiva? >>, domandò.

L'uomo alzò le mani, cercando di dimostrare la sua innocenza:<< Non mi permetterei mai >>, rispose con un mezzo sorriso.

Neville si intromise nella conversazione:<< Non ti preoccupare, Luna. Sia Mildred che Miron sono due corvonero eccezionali. Abbiamo avuto una lezione giusto l'altro ieri e Mildred ha fatto guadagnare ben quindici punti alla sua casa >>, spiegò con un sorriso, coprendo la mano della donna con la propria.

Hermione osservò quelle due mani intrecciate e sorrise tra sé; Neville e Luna erano stati fidanzati per quasi sei anni dopo la battaglia, ma infine Luna lo aveva lasciato perchè si era accorta che l'amore di Neville non era destinato a lei ma, appunto, ad Hannah. Era fantastico come, nonostante quei sei anni – due dei quali di convivenza – i due fossero rimasti così amici.

<< E la mia nipotina, Hermione? >>, domandò Ginny, allungando una mano a sfiorare il braccio della cognata.

<< Io? >>, chiese Emily, saltellando sulle gambe di Hannah, che la stringeva in grembo.

La rossa si lasciò sfuggire una breve risata:<< No piccola. Parlavo della tua sorellina. Come sta Rose? >>.

Rispose Ron, con voce leggermente acida:<< Come dovrebbe stare? >>.

La sorella gli rivolse un'occhiataccia:<< Spero bene. Solo, ho saputo che ieri sieti stati chiamati dalla McGranitt. Cosa era successo? È tutto a posto? >>.

Prese parola Hermione, prima che il marito potesse uscirsene con un'altra delle sue sconvenienti risposte:<< Nulla di preoccupante. C'è stato solo un malinteso e la professoressa McGranitt era convinta che lei e Scorpius si fossero nuovamente picchiati >>, spiegò distrattamente, cercando di dare poco peso alla cosa.

Non riuscì però nel suo intento:<< Scorpius... Malfoy? >>, domandò Harry.

Rispose Neville:<< Esatto. Il figlio di Draco. È dal primo anno che quei due non fanno altro che punzecchiarsi a vicenda >>, commentò.

<< Eppure Rose sembra una ragazza così tranquilla... >>, commentò Hannah, lasciando andare Emily che si allungava verso Luna per essere presa da lei.

<< A quanto pare Scorpius tira fuori il suo lato selvaggio >>, commentò la bionda con innocenza, inforchettando una patata.

Ron per poco non si strozzò con il polpettone e fu costretto a buttare giù un grosso sorso d'acqua:<< Non credo proprio >>, sibilò ancora senza fiato.

Tutti gli occupanti del tavolo gli rivolsero un'occhiata strana ma, senza badarci troppo, tornarono a parlare tra loro:<< é come il padre questo Scorpius? >>, chiese Dean a Neville.

Il professore si strinse nelle spalle:<< Ad Hogwarts sono cambiate un sacco di cose. Penso che l'indole del ragazzo sia molto simile a quella del padre, ma ormai non c'è più tutta questa rivalità tra Case o Purosangue e Babbani di Nascita – senza offesa Hermione >>, lei scosse la testa sorridendo “nessun problema”, gli disse:<< e quindi è molto più tranquillo di quanto fosse Draco ai nostri tempi >>, spiegò.

<< Da quello che ho visto oggi non sembrava esattamente così >>, commentò Ron che, stranamente, quella sera non stava ingurgitando qualsiasi cosa si trovasse davanti.

Hermione gli poggiò una mano sul ginocchio, un po' per calmarlo, un po' per zittirlo:<< Non è andata proprio così male. È da non crederci, mi è quasi sembrato che ad un certo punto stesse per difendere Rose >>, ammise.

Tutti i commensali parvero stupiti:<< Un Malfoy che difende una grifondoro? >>, domandò Hannah, corrucciando le sopracciglia.

<< Potrebbe essere stata tutta colpa dei Lullalloli >>, commentò Luna in tono serio.

<< I Lullacosa? >>, le domandò il marito, osservandola leggermente confuso.

<< Lul- lal- lò- li >>, scandì la donna:<< so cosa pensi riguardo queste creature invisibili. Ma in laboratorio abbiamo scoperto giusto pochi giorni fa l'esistenza di questi esserini che ti entrano nella testa e sconvolgono tutte le tue convinzioni, così ti ritrovi a dire l'esatto opposto di ciò che pensi >>, spiegò gesticolando esageratamente.

Per un paio di secondi calò il silenzio tra gli amici, ma subito Hermione – abituata come gli altri alle stravaganze di Luna – riprese la parola:<< Sembrano degli esserini interessanti, ma non penso che abbiano a che fare con ciò che è successo. A dire il vero il ragazzo mi sembrava abbastanza in sé >>, disse.

<< Quindi tu pensi che sia una cosa abituale il fatto di difendere Rose? >>, domandò Ginny, un po' stranita da ciò che aveva appena detto la cognata.

Hermione stava per rispondere, ma lo sfregare contro il pavimento della sedia accanto alla sua la fece ammutolire:<< Vado a prendere un boccata d'aria >>, borbottò Ron in tono cupo, prima di sparire oltre la porta che dalla cucina dava sul giardino, chiudendosela alle spalle con un tonfo sordo.

La riccia rimase a fissare intontita – come tutti gli altri occupanti del tavolo – la porta della cucina oltre la quale suo marito era sparito:<< Papà e aabbiato? >>, chiese Emily, fissando Neville, al quale stava in braccio.

L'uomo non sapeva come rispondere, così spostò lo sguardo su Hermione che rivolse un sorriso un po' tirato alla figlia:<< No amore, è tutto ok. Ora mamma va a parlarci >>.

Fece per alzarsi, ma Harry la precedette:<< Lascia stare Hermione, è meglio che vada io. Sono almeno venticinque anni che va avanti questa storia, è anche ora di finirla >>, sbottò marciando a grandi passi verso il giardino.

Rimasero tutti in silenzio, mentre le voci dei due uomini li raggiungevano come un lontano bisbiglio; non parlavano abbastanza piano per essere ignorati né abbastanza forte perchè si potesse capire ciò che dicevano. Dopo poco più di un minuto, Ginny prese la parola:<< Se mio fratello e mio marito si ammazzano a vicenda ti riterrò direttamente responsabile >>, disse guardando la cognata, cercando di dissimulare la tensione, senza riuscire però a nascondere del tutto quella nota preoccupata che le inclinò la voce.

 

<< … Quindi tra un'ora e mezza passerò a riprendervi, così che possiate seguire almeno le ultime due ore del pomeriggio >>, concluse la professoressa McGranitt, bevendo un'ultimo sorso di tè da una tazza poggiata sulla scrivania:<< Ho pregato anche Miss Talks di non dilungarsi eccessivamente >>, aggiunse con calma, nonostante fosse palesemente seccata all'idea di far saltare ai suoi studenti due ore di lezione per una sciocchezza simile.

<< Mi scusi, professoressa >>, chiamò Natan:<< la nostra intervista verrà pubblicata sulla Gazzetta del Profeta? >>, domandò dopo che la preside gli ebbe dato la parola.

La donna annuì:<< Certamente. E, a questo proposito, vi consiglio di stare attenti a ciò che dite. Qualsiasi cosa uscirà dalla vostra bocca sarà segnata e c'è il rischio che vi si ritorca contro >>, spiegò con lo stesso tono con cui li aveva preparati alla prima prova:<< Attenzione >>, raccomandò di nuovo.

In quell'esatto momento, senza bussare ne annunciarsi, una donna sulla trentina, con i capelli biondissimi ed indosso un completo color melanzana, dalla gonna decisamente corta, irruppe nell'ufficio:<< Buongiorno ragazzi! >>, esordì raggiante:<< Salve, professoressa >>, aggiunse con un rispettoso cenno del capo rivolto alla preside:<< Posso portarglieli via subito? Sa, c'è così tanto da sapere... >>, chiese indicando gli studenti.

La professoressa annuì:<< Certamente, Melissa. Ma come ti ho già detto non voglio che ritardino di un solo minuto. Tra un'ora e mezza sarò davanti alla stanza dove li intervisterai >>, le ricordò.

La giornalista le rivolse un sorrisone:<< Ovviamente, professoressa. E, su ragazzi! Andiamo a divertirci! >>, li incitò scendendo le scale, elettrizzata.

L'aula che aveva scelto per l'intervista era a pochi metri dall'ufficio della McGranitt. Non era troppo grande ed era quasi del tutto spoglia, se non per un divanetto e diverse poltrone, vicino alle quali era stato posto un tavolino, i muri, in compenso, erano tappezzati di quadri di paesaggi. Quando entrarono, alle loro spalle trotterellò anche Reg, il fotografo della prima prova, che iniziò a riempire la stanza di fumo porpureo, scattando foto ad ogni angolo.

<< Da chi iniziamo? >>, chiese Melissa mentre con un colpo di bacchetta ordinava ad una piuma in tinta con i suoi vestiti di iniziare a prendere appunti:<< magari dalla prima arrivata? >>, chiese guardando Annabelle con fare ammiccante:<< Tu sei Annabelle Nott, giusto cara? >>. La ragazza annuì: << Dai, non fare la timida! Raccontaci qualcosa di te! Io, Reg ed i lettori della Gazzetta siamo impazienti di conoscerti! >>, la incitò mentre accanto a lei la piuma fremeva.

Annabelle si mise più comoda sulla poltrona, assumendo un'espressione da bella ed impossibile prima di voltarsi verso la macchina fotografica, dietro la quale Reg continuava a scattare foto:<< Come ha detto lei, mi chiamo Annabelle Nott. Ho sedici anni, diciassette il diciannove maggio, e sono, ovviamente, di Serpeverde >>, disse.

La giornalista sollevò un sopracciglio ed osservò ciò che aveva scritto la sua piuma, per poi sorridere tra sé:<< Dimmi Annabelle, per quale motivo hai deciso di iscriverti al torneo? >>, domandò.

La mora prese a giocare con i suoi capelli, mentre pensava ad una risposta:<< Mia madre ha sempre sostenuto che fossi nata per brillare >>, spiegò infine:<< non voglio apparire vanitosa ma adoro essere al centro dell'attenzione ed ero sicura di essere all'altezza >>, disse.

<< Nient'altro? >>, la esortò Melissa, esaltata all'idea di poter trovare qualche dettaglio piccante.

<< Oh, beh... ovviamente anche perchè si è iscritta lei >>, aggiunse, puntando un dito dall'unghia laccata di rosso sangue verso Agnes.

Gli occhi verdissimi dalla giornalista si illuminarono e corsero veloci verso la grifondoro:<< Lei? Agnes Dollow, giusto? >>, domandò.

La bionda si ritrasse un pelo sulla sedia ed annuì:<< Agnes Brigitte Dolores Dollow >>, si presentò leggermente tesa.

Melissa osservò un istante la sua piuma che segnava il nome e tornò a guardare la ragazza:<< Sbaglio o tu sei la ragazza che ha lasciato cadere la bacchetta? >>, domandò.

Agnes impallidì e, come faceva solo quando era agitata, si tolse gli occhiali ed iniziò a pulire le lenti sulla maglia a dolcevita bordeux che indossava:<< … lasciato cadere la bacchetta? Non capisco di cosa... >>.

La donna la interruppe spazientita:<< Durante la prima prova. Dopo che la tua compagna... >>, consultò un foglietto che teneva in mano:<< … Rose Weasley è stata colpita da un incantesimo volante, quando ti ha attaccata hai lasciato andare la bacchetta >>, le ricordò.

<< Mi è caduta >>, la corresse la ragazza, mentre il flash della macchina fotografica le riempiva la vista di macchioline rosse.

Melissa sollevò un sopracciglio finissimo, che però, al contrario dei capelli, era castano:<< Caduta? Dagli spalti sembrava proprio che tu l'avessi lasciata andare... >>, disse.

<< E invece no. Mi è solo caduta. Andiamo, che senso avrebbe avuto mollare la bacchetta durante uno scontro? >>, domandò con voce più acuta del solito, sporgendosi leggermente avanti.

La giornalista si strinse nelle spalle, mentre la piuma continuava a scrivere:<< Bene... e tu perchè ti sei iscritta al Torneo? >>, domandò.

Agnes, visibilmente più rilassata, si lasciò sfuggire un sorriso:<< Beh... a dire il vero per una specie di sfida con il mio ragazzo >>, ammise.

<< Che se non sbaglio è il cugino di Rose, vero? >>. Sia Agnes che l'amica annuirono:<< Questo non vi crea nessun problema? >>, domandò.

<< A dire il vero... hei, aspetti... come sa che Agnes è fidanzata con mio cugino? >>.

Melissa si strinse nelle spalle:<< Ho fatto un paio di ricerche. Allora, ti infastidisce? >>, chiese di nuovo.

Rose si strinse nelle spalle, rivolgendo un sorriso alla compagna:<< Teoricamente so che dovrebbe darmi un po' fastidio, ma era da così tanto tempo che li vedevo sbavarsi dietro a vicenda che non vedevo l'ora che la smettessero di essere così orgogliosi e si dichiarassero >>, spiegò.

Melissa parve quasi delusa, quasi che sperasse in una risposta affermativa:<< Bene. E tu invece? Perchè la figlia di Ronald Weasley ed Hermione Granger, famosi in tutto il mondo per aver affiancato Harry Potter – tuo zio – nella battaglia contro Lord Voldemort, dovrebbe aver bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione? >>, chiese con un sorriso ammiccante.

Inizialmente la rossa pensò di risponderle per le rime, ma dopo essersi presa un secondo per pensarci – ed una gomitata nelle costole da parte di Agnes – pensò di spiegersi con calma:<< Per due motivi: per primo perchè non sono intenzionata ad essere famosa per ciò che i miei genitori hanno fatto circa trentanni fa, e per secondo perchè io amo le sfide >>.

Mentre la piuma prendeva freneticamente nota di ciò che la ragazza diceva, Melissa si battè un'unghia smaltata di viola contro il mento, probabilmente in cerca di una nuova domanda. Poi i suoi occhi si fermarono su Scorpius Malfoy che, seduto su di una poltrona, osservava Rose:<< E cara, cosa potresti dirmi sul tuo rapporto con Scorpius Malfoy? >>.

Almeno tre persone nelle stanza gelarono. Rose e Scorpius spalancarono occhi e mascella tanto da far quasi toccare a quest'ultima terra, mentre Agnes strinse convulsamente il bracciolo del divano dove era seduta con la compagna e Stephenie. Al contrario di loro, Annabelle e Melissia ghignarono soddisfatte:<< I-io... cosa...? Non c'è nessun rapporto con Malfoy >>, riuscì infine a dire la rossa, con gli occhi ancora fuori dalle orbite.

<< Le mie fonti dicono il contrario >>, commentò la giornalista con un sorriso soddisfatto.

La piuma accanto alla donna continuava a scrivere: non si era fermata un solo secondo da quando si erano seduti; la cosa stava facendo uscire di testa Rose.

Insomma, siamo qui da quindici minuti! Cosa ci potrà mai essere di così intusiasmante!

Tornò a guardare la donna che attendeva una risposta. Per la sua mente passò l'insana ipotesi di alzarsi e strillare: “Parlerò solo in presenza del mio avvocato!”, come aveva visto più volte fare ai personaggi delle fiction televisive che suo nonna si ostinava a vedere; ma dopo un'attimo di riflessione la ritenne un'idea assurda:<< Le sue fonti sbagliano! >>, disse infine con forse un po' troppa veemenza.

Melissa si mise più comoda sulla poltrona, senza cambiare di una virgola il suo odioso sorriso:<< Le mie fonti non sbagliano mai >>, rispose.

Scorpius prese la parola:<< Non so chi glielo abbia detto ma deve aver frainteso >>, disse pacato, sottilineando, per l'ennesima volta, di essere un attore migliore della grifondoro.

<< Eppure io sono convinta che ci sia qualcosa. Cosa penserebbero di una vostra possibile relazione i vostri genitori? Per quanto ne so tra le vostre famiglie non scorre buon sangue... >>, commentò.

Rose scattò in piedi:<< Vado un secondo al bagno >>, annunciò.

Si incamminò a passi moderati verso la porta, ma appena se la fu chiusa alle spalle corse per una decina di metri. Poi si schiacciò contro il muro freddo del corridoio: sua madre le aveva raccontato della sua esperienza con una certa Rita Skequalcosa, se con il tempo le giornaliste non erano cambiate, i suoi genitori avrebbero saputo tutto.

Sono fottuta.

Hem... buongiorno...
Siete pregati di ritirare forconi, bacchette e pistole... non è molto bello parlare con la canna di un fucile puntata addosso... fantastici! So che siete... mmm.... alterati a causa del mio imperdonabile ritardo, ma infondo ormai avete il vostro capitolo, non ha senso arrabbiarvi per nulla... no?
Non starò qui ad annoiarvi con una sfilza di motivi per cui sono in ritardo, vi chiedo solo scusa e spero che possite perdonarmi :D
Escluso questo passiamo al capitolo:
Neanche questo mi fa impazzire (Penso di non essere più capace a scrivere ._.) Ma non potevo farvi aspettare oltre per modificarlo, quindi l'ho pubblicato così xD
Un piccolo appunto è che ho cambiato il nome dei figli di Luna e Dean da  Rosaline e Albert a Mildred e Miron; so che non è un cambiamento importante, poichè erano stati nominati solo due volte, ma mi sembrano nomi più appropriati, contando che probabilmente li ha scelti Luna... :D
Altre cose importanti non ci sono, sappiate solo che presto tutti i nodi verranno al pettine, mentre Annabelle e Rose si preparano x la seconda prova...
Grazie a tutti coloro che mi seguono e recensiscono, è solo grazie a loro se questa storia va avanti!
Un bacio, Franci

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Capitolo 24
*** -Intervista ai partecipanti al Torneo della Vittoria: Tutto ciò che volete sapere sulla vita dei suoi giovani campioni ***


Buogiorno ragazzi :D
Purtroppo oggi sono di fretta (devo andare a studiare francese per una verifica D:) quindi non ho tempo di "commentare" il capitolo, ma non volevo lasciarvi senza aggiornamento(:
Vi invito solo a leggere la piccola flashfic che ho scritto e lasciarmi una recensione: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=877339&i=1
Ci vediamo al prossimo capitolo, un bacio, 
Franci
PS: Se questo capitolo vi risulterà quantomeno accettabile (al contrario degli ultimi) dovete ringraziare crucio, che con la sua recensione mi ha fatto riflettere un po' sulla storia e prendere tempo per scrivere un capitolo migliore: grazie tesoro!


-Intervista ai partecipanti al Torneo della Vittoria: Tutto ciò che volete sapere sulla vita dei suoi giovani campioni

Quella mattina sarebbe stato pubblicato l'articolo di Melissa Talks e, nonostante sua madre avesse sempre detestato la Gazzetta del Profeta, nonna Molly era un'assidua lettrice, quindi, in un paio di giorni, tutta la famiglia avrebbe letto quella dannatissima intervista. Per non parlare dell'agitazione che l'assillava da giorni, in vista della seconda prova del torneo, che si sarebbe tenuta di lì ad un paio di settimane. Non aiutavano di certo suo cugino e la sua migliore amica che, mentre lei si torturava sulla sua sorte, pomiciavano tranquillamente seduti a pochi metri da lei.

Hanno il tatto di degli schiopodi!

<< Tutto ok, Rosie? >>, domandò Agnes, riemersa per un secondo dall'esplorazione della trachea del fidanzato.

<< Mai stata meglio >>, borbottò la ragazza, incrociando le braccia sulle ginocchia e nascondendoci dentro il viso:<< se non conti che entro questa sera la mia vita sarà finita. E non ho neanche diciassette anni! >>.

La bionda sbuffò:<< Suvvia Rose, non essere così tragica! >>, la riprese dandole un paio di pacche sulla spalla:<< Sarà stata una vita breve ma felice >>, la rincuorò con un enorme sorriso.

La rossa le fece una linguaccia e mise il broncio:<< Non capite niente. È facile scherzarci sopra per voi due che non fate altro che sbaciucchiarvi... >>, borbottò.

<< Ti ricordo che proprio per questo non parlo con mia madre da mesi >>, sottolineò la ragazza arricciando il nasino.

Purtroppo era vero; dopo il biglietto di Natale, allegato al fermaglio che le aveva regalato, le due non si erano più scritte, né tantomeno viste:<< Sai che mi dispiace >>, le sussurrò Rose, leggermente imbarazzata per la gaffe.

Agnes si strinse nelle spalle, ma, involontariamente, si fece più vicina a James:<< Non ha importanza >>, rispose con un sorriso.

Rose sbuffò piano, tornando ad osservare il Lago Nero che brillava in lontananza alla luce del pallido sole matutino:<< Ma quanto ci mettono i gufi stamattina!? >>, chiese.

<< è domenica, Rose! >>, le rispose esasperato il cugino:<< dovresti calmarti. Per le mutande di Merlino, è solo un articolo! Cosa pensi possa fare di male? >>.

<< Sai come reagirebbe mio padre se leggesse ciò che probabilmente ha scritto quell'arpia su me e Scorpius!? >>.

Il moro si strinse nelle spalle:<< Basterà che tu gli dica che non è vero e si sistemerà tutto. E poi dai, chi vuoi che ci creda? Tu con Malfoy? È quasi ridicolo >>, commentò prima di lasciarsi andare ad una risata.

Rose aprì la bocca per rispondere, ma si zittì all'ultimo momento, mentre le sue guance diventavano bordeux:<< Si... hai ragione >>, borbottò imbarazzata.

In quell'istante all'orizzonte, dietro le mura del castello, i tre videro addensarsi una nube scura, composta da gufi di ogni forma e colore:<< La posta! >>, strillò la rossa, mettendosi in piedi e correndo verso la Sala Grande.

Lì, agitato come non mai, con il naso puntanto verso le finestre, c'era anche Scorpius, con il quale Rose non parlava dal giorno dell'intervista. Quella sera, al contrario di quanto si erano detti, non si erano visti per chiarire; lei non si era presentata all'appuntamento e lui non aveva lamentato della sua assenza, per cui, probabilmente, anche lui aveva ritenuto più saggio rimandare, probabilmente a mai.

La rossa non gli rivolse nemmeno un'occhiata. Corse ad occupare uno dei posti in Sala Grande, mentre ogni singola cellula del suo corpo fremeva per l'agitazione. La raggiunsero anche Agnes e James, che iniziarono ad addentare tranquillamente dei biscotti. Quando i gufi planarono, Rose si affrettò ad agguantare quello che portava la Gazzetta e per poco non strozzò il povero volatile che, dopo aver ritirato i suoi soldi, svolazzò via offeso.

<< Ci siamo >>, annunciò a sé stessa, con le mani strette sul giornale piegato in due.

Agnes era spazientita; agguantò il tutto e lo aprì sulla prima pagina:<< Intervista ai partecipanti al Torneo della Vittoria: Tutto ciò che volete sapere sulla vita dei suoi giovani campioni, pagina quattro >>, lesse prima di scorrere il giornale fino alla pagina giusta:<< Allora... il Torneo della Vittoria... prima prova... Annabelle Nott... serpeverde... vincitori... >>, bisbigliò tra sé, mentre faceva scorrere un dito sulle parole, alla ricerca della parte che le interessava:<< … la rivale Agnes Brigitte Dolores Dollow... ecco, è questo: Annabelle ammete di aver voluto partecipare al Torneo allo scopo di battere la rivale Agnes Brigitte Dolores Dollow – intento in cui peraltro è riuscita benissimo – una giovane e bionda grifondoro. La ragazza, figlia della pozionista Jiuliet Dollow, può vantare degli ottimi risultati scolastici, anche se, a quanto pare, i suoi voti non le sono bastati per superare la prima prova del Torneo; la ragazza, infatti, pochi minuti dopo l'inzio del suo scontro, si è lasciata sfuggire la bacchetta, offrendo la vittoria su un piatto d'argento alla sua avversaria, nonché migliore amica e cugina del suo attuale fidanzato James Potter – ultimo di una lunghissima lista - Rose Weasley, una grifondoro dai lunghi capelli rossi e gli occhi celesti. Rose Weasley è la vincitrice di Grifondoro; ha sedici anni ed è la figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger, che ovviamente tutti voi conoscete. Quando le chiedo cosa pensa dei genitori mi risponde che è stanca di sentirsi messa in secondo piano dai successi e dalle vittorie della sua famiglia e che questo torneo è la sua opportunità per brillare... >>.

Rose interruppe l'amica:<< Ma non è ciò che ho detto! >>, si lamentò:<< ho detto che se devo essere famosa, voglio esserlo per ciò che faccio io e non per quello che hanno fatto i miei genitori prima ancora che io nascessi >>, spiegò mentre James le poggiava una mano sulla spalla:<< ha travisato tutto! >>.

In quel momento, accanto a James, si sedette Hugo:<< Ciao ragazzi, ciao Rose, mi hanno detto che è appena arrivata la Gazzetta. Hai già letto? >>.

Lei scosse la testa ed indicò Agnes:<< Stiamo leggendo adesso. Ma finora sono solo un mucchio di baggianate! Continua Agnes >>.

La bionda riprese a leggere:<< … Per quanto riguarda la relazione tra suo cugino e la sua migliore amica non ha lasciato grandi dichiarazioni, semplicemente ha detto che si “sbavavano dietro a vicenda” - testuali parole – da anni; finchè si divertono per lei va bene... >>.

<< Hai detto questo di James ed Agnes? >>, domandò Lily, comparsa lì da parte di colpo.

Rose si era lasciata andare contro il tavolo ed appoggiava la fronte sul legno ruvido:<< No. Non ho assolutamente detto nulla del genere >>, borbottò alla cugina:<< almeno, nulla con questo significato >>.

<< La so Rosie, veramente >>, le disse James cercando di essere dolce:<< Va avanti, amore >>.

<< … Così mi sono interessata anche di una sua possibile relazione. Voci di corridoio la vedrebbero coinvolta in una storia con il rampollo della famiglia Malfoy; Scorpius Malfoy – figlio di Draco ed Astoria Malfoy – un giovane ed aitante serpeverde che ha partecipato al Torneo contro Annabelle. La ragazza però si rifiuta di ammettere che ci sia qualcosa, anche se, a mio modesto parere, le occhiate che i due si lanciano da quando siamo entrati in questa stanza valgano molto più di mille parole. Ad un certo punto Rose si alza e sé ne va, trovando una scusa; così passo a parlare con Scorpius Malfoy, che cerca di cambiare discorso... Vuoi che legga ciò che ha detto Malfoy? >>, chiese Agnes.

Rose scosse la testa ancora appoggiata sul tavolo:<< Non ce n'è bisogno >>, rispose mentre una nuvola di depressione si addensava attorno a lei:<< è già abbastanza imbarazzante >>.

Hugo battè una pacca sulla spalla della sorella:<< Hei Rose, non è un problema >>, borbottò nel misero tentativo di rincuorarla:<< mamma e papà sanno che quelle cose che ha scritto non sono vere. Crederanno di sicuro a te >>.

La rossa sollevò la testa, pronta a rispondere al fratello, ma si bloccò. Quasi senza che se ne accorgesse la Sala Grande si era gradualmente ammutolita ed ora l'unico rumore proveniva dal frullio delle ali degli ultimi gufi che prima di andarsene aveva atteso una risposta.

<< Dici che lo hanno letto? >>, domandò Agnes a James, che come l'amica non aveva potuto non notare che quasi metà degli studenti la fissava, mentre l'altra metà era voltata verso Scorpius.

Il ragazzo inarcò un sopracciglio:<< Come hai fatto a capirlo, Agne? Non ti facevo così perspicace >>, commentò prima di beccarsi una gomitata tra le costole.

Rose non li ascoltò, sollevò lo sguardo per cercare quello di Scorpius, che già da diversi secondi la fissava. Il ragazzo prese un lungo respiro ed abbassò la testa. Non voleva essere ripetitava, ma... erano veramente fottuti.

 

Era domenica.

Domenica tredici febbraio. Il giorno dopo sarebbe stato S. Valentino. Doveva mandare Troto a comprare un mazzo di rose per Astoria. Rose bianche, lui le adorava. Ma lei le preferiva rosse. Un mazzo di rose bianch e rosse.

<< Padron Draco... >>, la testolina ossuta di un'elfa domestica fece capolino dall'apertura della porta:<< siete sveglio? >>.

Il biondo padrone di casa fece leva sulle braccia, mettendosi a sedere sul letto con la schiena poggiata alla testiera:<< Certo Selby. Entra pure >>, disse accompagnando la frase con un cenno della mano.

L'elfa trotterellò all'interno, salutando l'uomo con un profondo inchino:<< Selby ha portato a padron Draco la posta >>, disse indicando il vassoio d'argento che teneva in mano, aveva sopra diverse buste, una tazza di caffè ed un cornetto:<< ed ha pensato che forse padron Draco avrebbe preferito fare colazione a letto la domenica mattina >>, aggiunse abbassando le orecchie da pipistrello, temendo una risposa negativa.

Invece l'uomo annuì:<< Ottima idea Selby >>, commentò allungandosi per prendere il vassoio. Congedò l'elfa e si occupò della posta.

Mise da parte due missive del Ministero di cui si sarebbe occupato a mente più lucida e lesse velocemente una lettera inviatagli da un lontano zio che chiedeva di un incontro per discutere dell'eredità di un terzo parente; mise da parte anche quella ed aprì il giornale, mentre sorseggiava il suo caffè.

Come già sapeva, quel giorno era riportata l'intervista che Clarissa Talks aveva fatto a suo figlio e agli altri partecipanti al Torneo. Ancora prima di leggere le notizie di politica, andò a pagina quattro per leggere l'articolo. Dopo aver scorso velocemente le prime righe, si fermò al pezzo in cui parlava suo figlio e per poco la tazza di caffè non gli cadde di mano:

 

Voci di corridoio la vedrebbero coinvolta in una storia con il rampollo della famiglia Malfoy; Scorpius Malfoy – figlio di Draco ed Astoria Malfoy – un giovane ed aitante serpeverde che ha partecipato al Torneo contro Annabelle. La ragazza però si rifiuta di ammettere che ci sia qualcosa, anche se, a mio modesto parere, le occhiate che i due si lanciano da quando siamo entrati in questa stanza valgano molto più di mille parole. Ad un certo punto Rose si alza e sé ne va, trovando una scusa; così passo a parlare con Scorpius Malfoy, che cerca di cambiare discorso ed alla fine, quasi costretto, ammette di aver instaurato un rapporto di amicizia con la Wesley, ma nulla di più. Questo a tutti noi risulta alquanto strano, considerando che le famiglie dei due sono rivali praticamente da sempre; quando Annabelle lo interrompe sostenendo che, per quando aveva sentito dire, i due non si comportano esattamete come amici Scorpius scatta in piedi sfoderando la bacchetta, ed – solo dopo un paio di minuti e diverse urla – accetta di continuare l'intervista. Il fatto che entrambi siano così suscettibili sull'argomento fa pensare: è possibile che tra i due ci sia del tenero? Considerando le dichiarazioni, ma anche le occhiate che si lanciano (foto 3) la risposta sembra ovvia...

 

Draco spostò lo sguardo verso la foto numero tre, che ritraeva un divanetto sul quale erano sedute tre ragazze – una delle quali era ovviamente la Wealsey – ed una poltrona, dalla quale Scorpius lanciava occhiate insistenti alla rossa, che di tanto in tanto ricambiava con un mezzo sorriso.

Si rifiutò di leggere oltre.

<< Wollo! >>, chiamò a gran voce.

In meno di una manciata di secondi l'elfo si materializzò al centro della grande camera, salutando il padrone con un profondo inchino:<< Vammi a chiamare Astoria >>, ordinò:<< Subito >>.

<< Certo signore. Subito signore >>, rispose l'esserino, prima di fare un giro su sé stesso e scomparire con la stessa velocità con cui era apparso.

Bevve l'ultimo sorso di caffè ed appoggiò il vassoio sul comodino, senza calcolare la sua brioches. Astoria entrò nella stanza un paio di minuti dopo; aveva il fiato corto e si stringeva sopra la camicia da notte una vestaglia grigio perla:<< Draco! Che è successo? >>, domandò con la voce intrisa di preoccupazione.

<< Leggi >>, ordinò l'uomo, allungandole il giornale aperto sulla pagina dell'intervista.

Senza dire una parola Astoria lo prese ed iniziò a leggere, senza staccare per quasi dieci minuti lo sguardo dall'articolo. Quanto ebbe finito anche di osservare le foto per bene sollevò lo sguardo, per incrociare quello del marito:<< Qual'è il problema? >>, chiese.

<< E me lo domandi!? >>, domandò lui, alterato:<< Mio figlio con una Weasley! >>, urlò:<< è inaccettabile >>.

Senza un motivo apparente le guance della donna si tinsere di rosso e guardò il marito con occhi glaciali:<< Appunto. È tuo figlio. Sistematela da solo >>, rispose con odio, prima di alzarsi per lasciare la stanza, anche se a pochi passi dalla porta si voltò:<< Ricordati solo che a me non importa, nonostante non sia la sua madre naturale gli voglio bene come se lo fossi e se lo fa star bene non mi importa che stia con una mezzosangue o con una babbana che sia >>, aggiunse prima di lasciare Draco da solo con i suoi pensieri.

 

Era domenica mattina e nella cucina aleggiava un ottimo profumo di sciroppo d'acero, mentre contro le finestre premeva il tiepido sole mattutino. Emily sedeva sul seggiolino, con la bocca piena di pancake e le braccia imbrattate di sciroppo fino ai gomiti:<< Mamma! >>, chiamò la bambina:<< Emiy vole ancoa la pappa! >>.

Hermione sorrise, bevendo un sorso del suo caffè:<< Ne hai già mangiati troppi piccola. Ora bevi il tuo latte e fai la brava >>. Emily sbuffò, ma si portò comunque la tazza del latte alle labbra.

In quel momento il telefono suonò. Era strano, quasi nessuno li chiamava mai, a parte la madre di Hermione o qualche altro parente, anche perchè, la maggior parte dei maghi, continuava ad essere riluttante nei confronti della tecnologia babbana. Comunque la donna prese la cornetta e rispose:<< Pronto? >>.

<< Hermione? >>, domandò una voce maschile, dall'altra parte:<< Oh, grazie a Godric! Sono Dean, devo... >>.

<< Hei, ciao Dean! È tutto a posto? Luna sta... >>.

L'uomo la interruppe:<< Non c'è tempo, Hermione! Ora, rispondimi: dov'è Ron? >>.

La strega si accigliò; quello non era un comportamento da Dean, ma nonostante ciò rispose:<< Sta ancora dormendo; è in camera. Ma se ti serve posso... >>.

<< No! Assolutamente no. Ascoltami, devi fare una cosa: non svegliare Ron e soprattutto assicurati che non legga la Gazzetta del Profeta. Io parlerò con Harry e trovaremo una soluzione... >>.

Hermione iniziava a spaventarsi:<< Ma cosa diavolo sta...? >>, non riuscì a terminare la frase, poiché Dean aveva già riagganciato.

La donna tornò in cucina accigliata e con un colpo di bacchetta, trasferì tutte le stoviglie usate per la colazione nel lavello:<< Chi era mama? >>, domandò Emily, che ora aveva due grossi baffi bianchi, in tinta con le braccia appiccicose.

<< Dean >>, spiegò:<< anche se non ho capito cosa... >>.

Non riuscì a terminare la frase, che sentì qualcuno chiamarla dal salotto; lo raggiunse e subito si accorse che tra la cenere del camino – che fino a pochi istanti prima era spenta – divampava una fiamma con la forma del volto di Ginny:<< Hermione! >>, ripetè la donna:<< Per fortuna che ho trovato te! Senti, dov'è mio fratello? >>.

<< Inizio davvero a non capirci nulla! Che avete tutti questa mattina? >>, domandò Hermione, esasperata.

<< Tutti? >>, chiese Ginny:<< Chi altro...? No, non ha importanza. Ora tutto ciò che conta è che tu mi dica dov'è Ronald >>, ripetè con voce stranamente acuta ed un filo isterica.

<< è in camera che dorme >>, rispose la donna.

<< Perfetto. Lascialo lì. Non lo svegliare e soprattutto non fargli leggere la Gazzetta del Profeta. Arrivo appena posso >>, si congedò in fretta la rossa, prima di sparire in una scintilla, lasciando la cognata sola ed interdetta.

Hermione rimase a guardare per qualche istante il punto in cui Ginny era scomparsa, dove ora c'era solo cenere spenta, poi si alzò, senza riuscire a cancellarsi un'espressione dubbiosa e leggermente infastidita dalla faccia. Stava passanda davanti all'ingresso per tornare in cucina, quando il campanello suonò.

<< Zia! >>, urlò qualcuno nonappena la strega aprì la porta, prima ancora che potesse vedere chi fosse.

<< Victorie! >>, esclamò quest'ultima quando si fu fatta indietro:<< tesoro, non ti sarai smaterializzata, vero? Sai che non dovresti farlo in queste condizioni... >>.

La ragazza sbuffò e si sfiorò distrattamente la pancia, che ormai era veramente enorme:<< “Nelle tue condizioni” >>, ripetè scimiottando il tono della zia:<< parlate tutti come se stessi per morire. Per Morgana, sono incinta, non mi sono presa il Vaiolo di Drago! >>, sottolineò con uno sbuffo.

Hermione le sorrise e l'aiuto a sfilarsi la giacca, mentre Emily strillava dalla cucina perchè qualcuno la facesse scendere dal seggiolone:<< Allora Victorie, perchè sei venuta a trovarmi? >>, domandò mentre raggiungevano insieme la cucina:<< non che mi dia fastidio, tutt'altro, ma è strano che tu esca di casa alle nove del mattino di domenica... >>.

La bionda assunse un'aspressione preoccupata, mentre la piccola Emily le premeva un'orecchio contro il pancione e ghignava tra se:<< Lo zio sta ancora dormendo? >>, chiese.

Hermione sbuffò:<< Sei la terza persona che me lo ha chiesto negli ultimi cinque minuti. Sì, mio marito dorme, ed essendo domenica mattina presumo che lo farà almeno per le prossime due ore >>, rispose.

<< Meglio così! >>, esclamò Victorie:<< Ho appena ricevuto la Gazzetta e non è proprio il caso che la legga >>, spiegò estraendo dalla borsa il giornale incriminato.

Proprio prima che la donna potesse prenderlo, qualcuno suonò nuovamente alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti Hannah:<< Ciao Hermione >>, salutò la strega:<< scusa l'ora ma ho bisogno di parlarti. Ron è in casa? >>.

La riccia scosse la testa, arresa:<< è su che dorme, vieni pure >>.

Dopo una veloce presentazione Hannah si sedette vicino a Victorie, ed entrambe accettarono volentieri una tazza di caffè:<< Allora, cosa c'è scritto di tanto grave sulla Gazzetta? >>, chiese Hermione, praticamente al limite della pazienza.

Rispose Hannah:<< Vedi, l'altro giorno Clarissa Talks ha intervistato tutti i partecipanti al Torneo della... >>.

Prima che potesse finire di spiegare, dal centro della stanza si sollevò un vortice d'aria, che alla fine si condensò e lasciò il posto ad Harry, con indosso gli occhiali storti e la camicia per metà fuori dai pantaloni:<< Sono venuto appena ho saputo! >>, annunciò.

<< Saputo cosa, esattamente!? >>, chiese Hermione, mordendosi la lingua per non strillare:<< qualcuno mi spiega cosa sta succedendo!? >>.

Hannah, Victorie, Harry e persino Emily, si voltarono a guardare la donna, per poi scambiarsi l'un l'altro occhiate furtive:<< Forse è meglio se ti siedi, zia >>, propose la ragazza, poggiando le mani sulle sue spalle e spingendola verso una sedia.

Hermione puntò i piedi e rimase in piedi:<< Io invece pretendo di sapere ora cosa sta succedendo >>, ripetè.

Tutti e tre rimasero zitti per diversi istanti, poi Harry si strinse nelle spalle e prese il giornale che Victorie aveva lasciato sul tavolo:<< Perfetto. Allora leggi >>, disse aprendolo a pagina quattro ed allungandolo verso l'amica.

La strega gli stappò la gazzetta di mano ed iniziò a leggere l'intervista ai partecipanti al Torneo della Vittoria. I suoi occhi castani corsero avanti ed indietro per qualche minuto, poi si lasciò andare contro la sedia e chiuse gli occhi.

<< Che sucede mami? >>, domandò Emily, sporgendosi da in braccio ad Harry.

Hermione prese un profondo respiro, pregando che Ron dormisse ancora per molto, molto tempo:<< Siamo fottuti >>, rispose infine alla figlia.

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Capitolo 25
*** -Insieme ***


 

-Insieme

<< Mi stupisco di lei, signorina Weasley. Una S in trasfigurazione... spero sia solo una svista; un errore lo posso perdonare, ma se dovesse essercene un secondo non sarò così clemente >>, l'avvertì la professoressa McGranitt, consegnado le verifiche fatte un paio di giorni prima.

Rose osservò la S scritta in inchiostro rosso e le diverse barre e sottolineature che risaltavano sulla pergamena come macchie di sangue. Incrociò le braccia sul banco e vi affondò la faccia; avrebbe voluto sparire.

<< Dai Rosie, una S non è poi così terribile... >>, cercò di consolarla Agnes, carezzandole la schiena. Il fatto che se fosse stata lei a prendere uno scadente il mondo sarebbe crollato, in quel momento non sembrava avere importanza.

<< Non è solo questo... >>, borbottò la rossa affranta:<< tra una settimana c'è la seconda prova, e non ho la più pallida idea di ciò che dovrei aspettarmi >>, si lamentò mentre la McGranit congedava i suoi studenti, assegnando un tema di almeno sessanta centimetri sugli usi impropri della trasfigurazione umana per la volta successiva.

Agnes iniziò a ritirare le sue cose:<< Sei una grifondoro, Rose! >>, le disse con veemenza:<< Non puoi farti scoraggiare da così poco >>.

Anche Rose si chinò per infilare pergamena e piuma nella borsa:<< Hai ragione. Ma è un salto nel vuoto! Come faccio a prepararmi per bene per una prova che... diavolo! Non ho la minima idea di cosa potrebbe essere! >>.

Nel frattempo la bionda l'aveva presa per un braccio e la stava trascinando alla lezione di incantesimi:<< è proprio questo il motivo per cui organizzano queste prove, Rose >>, spiegò tirando fuori la sua miglior aria da maestrina:<< E per testare quanto gli studenti... >>, un gran fracasso la interruppe.

Un grande vaso, dall'aria decisamente antica e polverosa, si era infranto a meno di una decina di metri da loro, prontamente seguito da una raffica di imprecazioni, provenienti dalla nicchia dove poco prima doveva essere collocato:<< Ma che diamine...? Per Priscilla! Se l'abbiamo rotto siamo veramente fregati... >>.

<< Oh cielo! Per fortuna che non doveva beccarci nessuno >>, commentò una voce femminile:<< Ora come lo rimettiamo a posto!? Non so se il mio Reparo è così forte... >>.

<< Avanti Lily, sono sicuro che sia tutto a posto infondo è solo... >>.

Ma anche il ragazzo fu interrotto da un urlo sgraziato che fendette l'aria del corridoio:<< Lily!? >>, strillò Rose, accantonando in un istante la sua desolazione per marciare a passo di carica verso il luogo dove si era infranto il vaso.

Proprio come si era aspettata, nel vano trovò Lily; la piccola, dolce e tenera Lily, con la cravatta a penzoloni ai due lati del collo e la camicia bianca slacciata per metà:<< Rose! >>, urlò a sua volta la ragazza, ricomponendosi in fretta e furia.

<< Lily? >>, ripetè Agnes, guardando la ragazzina ad occhi sgranati.

<< Weasley! >>, sputò il ragazzo accanto alla grifondoro, quasi si fosse trovato davanti alla McGranit in persona.

La rossa si voltò verso di lui e quasi la sua mascella sfiorò terra:<< Goyle? >>, domandò.

<< Merda >>, imprecò quest'ultimo, coprendosi il viso con una mano.

Tutti e quattro si guardarono ad occhi sgranati, mentre nel corridoio regnava il più assoluto silenzio. Alla fine, dopo diversi istanti, lo spirito da prefetto di Agnes si fece avanti e lei riprese prontamente il suo abituale comportamento:<< Tu sei Gordon, vero? Gordon Goyle di Corvonero >>, disse più come un'affermazione che come una domanda.

<< Si >>, rispose il ragazzo, che ora – dopo essersi sistemato i capelli ed i vestiti – pareva proprio un bel ragazzo, decisamente alto e con un'aria simpatica, nonostante fosse terrorizzato.

<< Perfetto >>, commentò la bionda, intenzionata a riportare la situazione alla normalità:<< Non so cosa abbiano i corvonero del sesto anno, ma sono sicura che questo non sia il posto dove dovresti stare. Ti consiglio di sparire in fretta, a meno che tu non voglia veder sparire dieci bei punti alla tua Casa >>, disse con fermezza.

La minaccia sortì subito l'effetto desiderato, poiché Gordon afferrò la borsa dei libri che aveva lasciato ai piedi del piedistallo del vaso e scomparve, subito dopo aver salutato Lily con un cenno della mano.

<< Lillian Luna Potter >>, tuonò Rose, nonappena il ragazzo fu scomparso oltre l'angolo del corridoio:<< Ti do trenta secondi per spiegarmi cosa diavolo sia successo qui un minuto fa. E sarà meglio che sia una spiegazione convincente >>, ordinò.

<< Ma io... >>, tentò di protestare Lily.

<< Uno... >>, la interruppe la rossa.

<< Ma Rose, cosa... >>.

<< … Due... >>.

<< Io non... >>.

<< … Tre... >>.

<< Ok, ok! Ho capito! >>, si arrese la ragazza, con uno sbuffo decisamente poco elegante:<< Va bene, io e Gordon usciamo insieme da un po' di tempo >>, spiegò con un borbottio basso e chiaramente controvoglia.

Rose sollevò un sopracciglio rosso, incrociando le braccia ed osservando la cugina con superiorità:<< Quindi tu – la tenera, innocente e quattordicenne Lily – pomici mezza nuda dietro ai vasi con tutti i ragazzi con cui “esci insieme da un po'”? >>, domandò non senza rimprovero nella voce.

La ragazza sbattè le palpebre, arrossendo fino alla punta dei capelli:<< No, io... è solo che... >>, d'un tratto qualcosa parve scattare dietro le sue iridi, che subito si riempirono di lacrime, abbassò lo sguardo e si coprì il viso con le mani:<< Mi... mi piace veramente >>, ammise:<< so che papà non sarebbe mai d'accordo perchè la famiglia Goyle non è esattamente tra le... più ben viste, ma lui... lui è... è diverso >>, alzò lo sguardo, cercando qualcuno che la sostenesse:<< Agnes, tu... tu lo conosci un po', no? Dille che è un... un bravo ragazzo >>.

Lily aveva le guance arrossate e gli occhi umidi, le esili spalle tremavano sotto la camicia bianca, mentre i capelli, dello stesso rosso scuro della sua omonima, le ricadevano flosci sopra di esse:<< Ha ragione >>, rispose Agnes:<< conosco il ragazzo di vista, è di Corvonero e mi sembra un tipo affidabile. Inoltre io e te siamo già in ritardo per incantesimi, quindi... >>, afferrò l'amica per un braccio:<< Ci si vede ingiro, Lily >>.

Rose si voltò per lanciare un'ultimo sguardo alla cugina:<< Non mi importa che sia di Serpeverde o di Tassorosso >>, le disse:<< né che provenga dalla più nobile famiglia purosangue o abbia origini babbane. Semplicemente non mi sembra il caso che tu... ti permetta certe... mmm... effusioni alla tua età, ecco tutto >>, spiegò prima di essere trascinata dalla bionda giù per una rampa di scale.

Prima di varcare la porta dell'aula di incantesimi – dietro la quale il professoressa Ellen stava già spiegando – Rose si voltò e guardò l'amica:<< Perchè hai difeso Lily? Sapevi che non sarei mai riuscita a darle torto, dopo quello che mi ha detto >>, le domandò.

Agnes si strinse nelle spalle, prima di rivolgerle un'ampio sorriso:<< Perchè sia tu che lei meritate di essere felici, non importa con chi >>, disse prima di spalancare la porta, pronta alla ramanzina della professoressa di incantesimi.

 

C'era qualcosa che non andava.

Era come se nel cielo, poche ora prima, si fossero addensati cupi nuvoloni grondanti di piogga e lui si fosse preparato al temporale imminente. Ma poi, in un lampo, il cielo era tornato del tipico grigiastro del cielo inglese, senza sole ne nubi, come in attesa.

Si sentiva così; si era aspettato che, dopo l'articolo della Talks, la sua famiglia e quella di Rose avrebbero dato fuori di matto, mentre suo padre non gli aveva scritto nulla e, per quanto ne sapeva, anche Rose non riceveva lettere dai suoi da giorni.

Avrebbe dovuto parlarle.

Se solo fosse stato facile come pensarlo...

Non si parlavano dal giorno dell'intervista. Nemmeno un “ciao” quando si incontravano per i corridoi. Gli sembrava di essere trasparente, mentre, ogni volta che la vedeva, la chioma rossa di Rose sembrava brillare più di mille fuochi d'artificio.

Strinse con più forza il manico della borsa dei libri e svoltò verso il corridoio che lo avrebbe portato in biblioteca, dove avrebbe svolto la sua ricerca per trasfigurazione. Aprì la pesante porta in legno, ma si bloccò, per lasciar passare un bella ragazza dai capelli biondi:<< Grazie >>, disse lei, sollevando il volto per guardarlo.

<< Prego >>, rispose, prima di ricambiare lo sguardo ed accorgersi di chi si trovava davanti:<< Dollow? >>, domandò ad occhi sgranati.

<< Perspicace Malfoy >>, commentò lei, alzando gli occhi al cielo:<< Mi dispiace non potermi dilungare oltre, ma mi si prospetta davanti un pomeriggio impegnativo >>, spiegò accennando ai tre spessi libri che stringeva tra le braccia:<< ci si vede ingiro >>, aggiunse prima di dargli le spalle ed allontanarsi.

In meno di mezzo secondo la mente del ragazzo decise che non avrebbe potuto starsene buono ad aspettare ancora per molto. Con un paio di falcate si trovò a sbarrare la strada della grifondoro, per poi prenderle con forza i gomiti che stringeva al petto sopra i libri:<< Ti devo parlare >>, annunciò guardandosi intorno, in cerca di un luogo deserto.

<< Adesso? >>, chiese la bionda con noncuranza, come se fosse la cosa più normale del mondo, ma lui avesse scelto un momento inopportuno.

<< Si, adesso >>, rispose lui mollandole un braccio e trascinandola lontano dalla biblioteca, senza lasciare la presa sull'altro.

Agnes si lasciò trascinare per un paio di minuti, finchè non arrivarono davanti ad una porta in legno scuro, dietro la quale si trovava un'aula in perfetto ordine, con banchi e sedie al loro posto. Appena furono al suo interno Scorpius la lasciò andare e fece un passo indietro, mentre lei rimase impassibile, fingendo che il punto dove lui l'aveva stretta con tanta forza non le facesse per nulla male:<< Quindi? Che vuoi da me? >>, domandò.

Scorpius strinse i pugni, cercando di prendere tempo. Voleva parlarle, ma non sapeva cosa dirle. Le diede le spalle per andarsi a sedere sulla cattedra, mentre il suo cervello ragionava per cercare di formulare una frase sensata:<< Rose... >>, iniziò titubante, pentendosi subito dopo di aver pronunciato quel nome:<< … sta bene? >>.

La bionda inarcò un sopracciglio, voleva che la sua migliore amica e quel ragazzo si riavvicinassero, ma non per questo gli avrebbe reso la vita così facile:<< Si. Ma a te che interessa? >>, gli chiese.

Il serpeverde sgranò gli occhi, colpito da un'eventualità che fino ad un paio di secondi prima non lo aveva neanche sfiorato:<< Rose è... è la tua migliore amica, no? >>.

<< Si, certo >>.

<< E ti ha parlato di me, di quello che è... successo tra noi, vero? >>; infondo lui non aveva parlato di Rose con nessuno, se non per un breve accenno con Jake, che gli aveva chiesto dei chiarimenti riguardo all'intervista riportata sul giornale. Ma infondo per Rose doveva essere diverso, no? Agnes era la sua migliore amica, e comunque era una ragazza, le ragazze non passano le loro giornate sospirando per i loro amori impossibili con le amiche?

Agnes nascose un ghigno, divertita dall'espressione che il ragazzo aveva assunto davanti all'ipotesi che Rose non lo ritenesse tanto importante da parlarne con lei:<< Si, me ne ha parlato >>, rispose infine, dopo diversi secondi di esitazione.

Scorpius quasi tirò un sospiro di sollievo e riprese la sua abituale calma:<< Vorrei parlarle, ma non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare >>, ammise.

La bionda si stava divertendo da pazzi; prese posto sedendosi su uno dei banchi della prima fila, accavallò le gambe ed incrociò le braccia con estrema lentezza:<< Io penso che sarebbe la cosa migliore >>, rispose infine.

<< Lei lo vorrebbe? >>, domandò lui.

La grifondoro si strinse nelle spalle:<< Probabile >>, disse iniziando a giocare con noncuranza con una ciocca di capelli sfuggita alla sua coda di cavallo.

<< Cosa intendi con “probabile”? >>, domandò il ragazzo irritato, la sua paura era stata velocemente sostituita da un'implacabile impazienza.

Agnes sorrise tra sé:<< Vuol dire che soppongo, dal suo modo di fare e da ciò che mi dice, che anche lei avebbe piacere nel parlarti >>, spiegò con la stessa estenuante lentezza di poco prima.

<< Allora le parlerò! >>, annunciò Scorpius, con una nuova luce negli occhi.

<< E quando? >>, domandò lei, smontando per un attimo la sua euforia.

Il biondo rimase interdetto e ci pensò su per qualche istante, poi, con un sorriso disse:<< Dille che l'aspetto domani alla fine delle lezioni davanti alla porta della biblioteca >>.

<< Sarà fatto >>, annunciò Agnes, prima di darsi una spinta con il bacino e saltare giù dal banco. Si avviò verso la porta, ma prima di uscire si voltò verso il serpeverde:<< Io voglio aiutarvi Malfoy, perchè Rose è una persona speciale e si merita di essere felice. Ma se solo, per qualche sventurato motivo, tu osassi farla soffrire, ti assicuro che Salazar in persona non potrebbe fare nulla per placare la mia vendetta >>, lo avvertì.

Scorpius annuì serio, ma deglutì spaventato. Quella ragazza sapeva essere varamente inquietante.

 

Alla fine aveva eccettato di incontrarlo.

Agnes ci aveva messo quasi tutta la serata precedente e quella mattina per convincerla, ma ci era riuscita. Ora, dopo essere rimasta a fissare mezzora il suo armadio, si stava avviando verso la biblioteca, indossando – dopo ad aver vagliato diverse ipotesi tra cui un vestitino in organza azzura ed un paio di pantaloni della tuta – un paio di jeans scuri ed uno degli ultimi maglioni di nonna Weasley, color prugna.

Quando arrivò davanti al luogo dell'incontro, trovò Scorpius in piedi, con le mani incrociate dietro la schiena, a lanciarsi occhiate ansiose intorno, mentre percorreva lo spazio davanti l'entrata della biblioteca a lunghe falcate:<< Rose! >>, esclamò nonappena la vide.

<< Scorpius >>, rispose lei a mo' di saluto, accompagnando il nome con un cenno del mento.

Il ragazzo era agitatissimo, pur di non stare fermo continuava a torturarsi le mani:<< Allora... come stai? >>, chiese.

Rose inarcò un sopracciglio arancio:<< Tra meno di una settimana c'è la seconda prova e non ho idea di cosa si possa trattare, in più quello stupido articolo deve aver tipo distrutto la mia famiglia... come pensi che possa stare? >>, domandò con malcelato sarcasmo.

Lui abbassò lo sguardo:<< Mi dispiace >>, borbottò tra sè, cercando di mettere in ordine le sue idee per trovare un qualcosa di sensato da dirle:<< Io dovrei... si, siamo qui per parlare, no? Perchè non cerchiamo un posto dove non ci disturbino >>, propose prima di darle le spalle senza attendere una risposta ed allontanarsi di qualche metro.

La rossa lo seguì in silenzio, mentre una decina di diverse emozioni le attanagliavano lo stomaco e la sua mente era più rumorosa della Sala Grande all'ora di pranzo:<< Qui dentro? >>, chiese Scorpius indicando quello che pareva un grande magazzino.

<< Pensavo non avessimo un buon rapporto con gli sgabuzzini... >>, commentò Rose, entrando comunque nella stanza prima di lui.

Il ragazzo la seguì con un sorriso stampato sulle labbra, e una volta entrato si chiuse la porta alle spalle e con un colpo di bacchettà spalancò i tendoni che oscuravano le finestre:<< Beh, poteva andarci peggio >>, commentò constatando che per la stanza erano sparsi banchi, sedie e cattedre in disuso. Rose si morse la lingua – per non chiedergli come avrebbe potuto andare peggio – e rimase zitta a guardarlo, in attesa che le dicesse qualcosa:<< Beh... alla fine non ci siamo parlati l'altro giorno... >>, commentò.

<< No infatti >>.

<< Tu non sei venuta >>.

<< Neanche tu >>.

Scorpius inarcò un sopracciglio:<< E come fai a saperlo se non c'eri? >>, domandò.

La rossa sgranò leggermente gli occhi, mentre il senso di colpa si faceva strada in lei:<< Vuoi dire che tu mi hai aspettato là anche dopo... anche se avevamo appena fatto quella stupida intervista? >>, chiese stupita.

<< Esatto >>, le rispose lui. Rimasero un paio di secondi in silenzio, a guardarsi l'un l'altra. Alla fine, in uno slancio di coraggio, Scorpius azzerò la distanza tra loro e le prese le mani:<< Ascoltami Rose, ascoltami bene perchè non credo lo ripeterò due volte: mi piace stare con te, mi piace parlarti, scherzare e mi piace anche quando ti arrabbi; mi piace il tuo carattere, la tua allegria, la tua testardaggine ed anche quel tuo voler sempre fare di testa tua; i tuoi capelli, i tuoi occhi, le tue mani, i tuoi baci... mi piace tutto di te >>, confessò facendo vagare lo sguardo per tutto il suo corpo, senza riuscire a guardarla per più di un paio di secondi negli occhi:<< Questa cosa... quello che sento, va oltre a qualsiasi pregiudizio o pensiero possa avere mio padre; non mi importa di ciò che pensa, se ti conoscesse cambierebbe idea come ho fatto io. Se tu... se tu provi almeno la metà di ciò che provo io, allora possiamo farcela. Possiamo farcela insieme >>.

Rose rimase a fissarlo, esterrefatta e piacevolmente sorpresa. Non se lo aspettava, non si sarebbe mai aspettata di sentirsi dire nulla del genere – mai, soprattutto da lui – ma, una volta pronunciate, quelle parole le erano apparse terribilmente giuste, come se ora tutto avesse un senso. Si avvicinò ancora di più a lui, in modo che i loro petti si sfiorassero:<< Insieme? >>, domandò.

<< Insieme >>, le rispose il ragazzo, chinandosi verso di lei per suggellare quella promessa con un bacio. Si staccarono dopo pochi secondi per sorridersi, e questa volta fu Rose ad aggrapparsi alle spalle del ragazzo per dargli un bacio più profondo.

Purtroppo, meno di una manciata di secondi dopo furono interrotti:<< Sbrigati James >> sentirono sussurrare da una voce femminile:<< abbiamo solo dieci minuti e... >>.

Quando la luce proveniente dal corridoio li illuminò, i ragazzi fecero un balzo per dividersi, senza riuscire però a nascondere il loro bacio ad Agnes Dollow e James Potter, appena entrati nella stanza mano nella mano:<< Rose!? >>, domandò il ragazzo, con la mascella che sfiorava il terreno.

<< James... >>, rispose lei abbassando lo sguardo.

Agnes fece correre lo sguardo più volte tra il fidanzato e l'amica, per poi guardare Malfoy che le rivolse uno sguardo mortificato:<< Ma che cosa...!? >>, chiese James con voce irata.

<< I-io... >>, balbettò la rossa, passandosi freneticamente le mani tra i capelli:<< io ti... ti posso spiegare io... >>.

<< Sei solo una bugiarda Rose >>, commentò il ragazzo, prima di voltarsi verso la fidanzata:<< e tu sei peggio di lei; lo sapevi, vero? E me lo hai tenuto nascosto! >>, la accusò, prima di mollare un pugno contro lo stipite della porta e lasciare l'aula.

Rose cercò lo sguardo di Scorpius:<< Gli sgabuzzini non fanno per noi >>, commentò sconsolata prima di prendersi il viso tra le mani.

Purtroppo ragazzi ho poco tempo: devo correre a finire di studiare per un test che ho domani, ma non volevo lasciarvi senza il capitolo che vi ho promesso, quindi per la risposta alle vostre stupende recensioni dovrete aspettare domani.
Per quanto riguarda il capitolo ricordatevi ciò che succede con Lily, sarà abbastanza rilevante nel futuro. La dichiarazione di Scorpius non mi piace per nulla, è troppo smielosa .-. ma non ho fatto in tempo a sentire il parere di nessuno, e non avevo proprio altre idea.... beh, fatemi sapere!
Scappo, nella speranza di non beccarmi un bel 20 di biologia.
Un bacio, alla prossima, Franci
RECENSITE IN TANTI!
PS: Colgo l'occasione per farvi tanti, tanti auguri di buon Natale e buon anno nuovo ;) Divertitevi e fate i bravi xD

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Capitolo 26
*** -Seconda prova ***


 

-La seconda prova

<< Rosie... svegliati, è ora, tesoro >>

<< … >>.

<< Rosie... dai Rosie, è ora di alzarsi >>.

<< … >>.

<< Rose, svegliati >>.

<< … >>.

<< Rose! Ti devi alzare! >>.

<< … Mmm.... >>

<< Rose Weasley, ti ordino di alzarti. Adesso! >>.

<< Mmm... non ora mami... sto facendo un bel sogno... >>.

<< Mami!? Ti sembro tua madre!? Cioè, non che abbia qualcosa contro Hermione, anzi... ma avrà quasi quarant'anni! >>.

<< … Mmmmm … >>.

<< Rose! Ti devi alzare! >>.

<< … ancora cinque minuti... >>.

<< No! Adesso! >>.

Di colpo qualcosa le tolse le coperte di dosso, lasciando che la fredda aria mattutina le entrasse fin nelle ossa. Lanciò un'urlo e qualcuno le tappò la bocca:<< Zitta o sveglierai Isabel ed Helena >>.

Rose spalancò gli occhi, trovandosi davanti la faccia seria di Agnes, che le teneva ancora una mano sulla bocca, borbottò qualcosa sotto il suo palmo, così la ragazza lo spostò:<< Mi hai fatto prendere un colpo >>, ripetè riafferrando le coperte e buttandosele addosso:<< e comunque se non le hanno svegliate i tuoi strilli dubito che ci riuscirei io >>.

La bionda sbuffò, raddrazzandosi ed andando verso il suo comodino:<< Questo ora non ha importanza. Ti devi alzare >>, le disse aprendo il cassetto in cerca di un elastico.

<< Ma io ho sonno! >>, si lamentò la rossa, voltandosi dalla parte opposta e coprendosi fin sopra la testa con le lenzuola.

Con un'altro sbuffo Agnes tornò a scoprirla:<< Rose, smettila di fare la bambina. Ti devi alzare ora, non fare storie >>.

Fu la volta di Rose di sbuffare. Si mise a sedere, si stiracchiò per bene e stropicciò gli occhi:<< Perchè tutta questa fretta? >>, chiese all'amica che, accanto a lei, si legava i capelli nella solita coda di cavallo.

<< Perchè oggi è il giorno della seconda prova >>.

Rose dovette sforzarsi per far si che gli occhi non le uscissero dalle orbite:<< V-vuoi... vuoi dire che... che oggi... >>.

Agnes annuì:<< Già. La seconda prova è tra cinque ore >>.

<< Porco Merlino >>, imprecò la rossa, prima di ributtarsi sul cuscino e chiudere gli occhi:<< sono morta. Chiama la McGranitt e dille che sto male, molto male, malissimo, moltissimo male. Non posso partecipare alla prova >>.

La bionda alzò gli occhi al cielo ed andò a sedersi sul bordo del letto dell'amica:<< Ehi Rosie, non ti preoccupare, è tutto a posto, vedrai che andrà tutto benissimo >>, la rassicurò con un sorriso.

L'altra annuì un po' incerta e non ribattè più, senza immaginare di quanto sarebbe potuto cambiare il parere della ragazza in meno di un paio d'ore...

 

<< Se solo mi avessi ascoltata e ti fossi messa a studiare come si deve... >>.

<< Agnes, sto studiando ora. Se solo smetti di parlare forse potrei... >>.

La bionda la interruppe:<< Se solo smettessi di parlare >>, la corresse quasi senza accorgersene.

<< Si, quello che è >>, commentò Rose esasperata:<< questo non toglie che mi stai assillando per nulla. Guardami, sono in biblioteca, con il tuo santissimo libro aperto davanti agli occhi, cosa credi che stia facendo!? >>.

Agnes prese in mano il libro, che aveva regalato all'amica per Natale, ed iniziò a sfogliarlo:<< Avresti potuto iniziare a farlo giorni fa >>, le disse prima di poggiarlo sul tavolo, aperto su una pagina a caso:<< Avanti, sai cosa sono i Marciotti? >>, le chiese.

Rose alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo ed incrociò le braccia osservando l'amica con aria di sfida. Lo sguardo che Agnes le lanciò di rimando la convinse a prendere sul serio la sua domanda:<< Non sono quei cosi che abbiamo studiato tipo al quarto anno? Quelli che hanno una lanterna e ti confondono... >>, cercò di spiegare, andando a ripescare lezioni di cui non ricordava quasi l'esistenza.

<< No! >>, rispose la bionda chiudendo il tomo con un tonfo:<< I Marciotti sono creature che sembrano fatte di nebbia, hanno con loro una luce, che utilizzano per disorientare le loro prede ovvero i viaggiatori che entrano nelle paludi che loro abitano! >>, spiegò con voce alta.

<< Signorina Dollow, signorina Weasley! >>, ovviamente la bibliotecaria non sembrava apprezzare quel ripasso, per così dire, chiassoso:<< cos'è questo trambusto nella mia biblioteca? Un'altro fiato e vi spedisco fuori! >>, tuonò avvicinandosi alle due con un'enorme pigna di libri magicamente sospesa alle spalle.

<< Ci scusi >>, borbottò Agnes, con sguardo basso.

Rose aspettò che la donna si fosse allontanata, poi prese l'amica per una manica:<< Ma dico sei impazzita!? >>, bisbigliò:<< Non capisco perchè ti devi mettere ad urlare per una stupidata del genere... ogni tanto mi sembri matta... >>.

Agnes iniziò a torturarsi le mani:<< Sono agitata per te, ok? >>, ammise in un sussurro:<< E comunque è “perchè ti debba mettere ad urlare” non “devi” >>, aggiunse dopo un istante di silenzio.

La rossa si morse un labbro per non saltarle al collo e, dopo aver preso un luuuungo respiro, le poggiò una mano sul braccio:<< Non c'è nulla per cui agitarsi, ok? Ti pare possibile che la McGranitt ha organizzato una prova che possa metterci in serio pericolo? >>, l'amica non sembrava per nulla convinta:<< Mal che vada mi toccherà affrontare un mollicio >>, aggiunse con un sorriso, cercando di tranquillizzarla.

Anche Agnes le rivolse un mezzo sorriso:<< Sarebbe “abbia organizzato”, non “ha” >>, commentò in un sussurro, dopo un'istante di silenzio.

<< Se non fossi la mia migliore amica ti avrei già ucciso >>.

<< Pensa al lato positivo, in quest'ultima frase hai azzeccato tutti i modi e i tempi! >>.

Rose aprì la bocca, pronta a risponderle per le rime, ma prima che potesse dire qualcosa, vide l'amica sollevare lo sguardo e lanciare una strana occhiata alle sue spalle. Si voltò e trovò Scorpius che le si avvicinava:<< Ciao Rose >>, la salutò.

<< Ciao Scorpius >>, rispose lei rivolgendogli un sorriso.

<< Vorrei parlarti, se non ti da fastidio >>, le disse prima di rivolgersi ad Agnes:<< Dollow, mi dispiace per quello che è successo, per quanto vale, se posso fare qualcosa... parlare con James o... >>.

Prima che potesse terminare, la bionda scosse la testa:<< Mi fa piacere sentirtelo dire, ma no >>, rispose con voce d'un tratto seria:<< peggioreresti solo la situazione. James è un ragazzo intelligente, sono sicura che capirà la situazione, prima o poi... o almeno, lo spero >>, spiegò mentre un velo di tristezza le calava sullo sguardo.

Il biondo rimase un istante in silenzio, poi tornò a guardare Rose:<< Allora? Possiamo parlare? Magari non in mezzo alla biblioteca... >>.

Lei si mise in piedi, prendendo il suo libro sotto braccio:<< Certo. Fammi strada, ti seguo >>, poi si rivolse alla sua migliore amica:<< Mi aspetti in Sala Comune? Prima di scendere nel giardino devo andare in camera a cambiarmi... >>, Agnes annuì e le rivolse un sorriso triste prima di chinarsi per mettere le sue cose in borsa.

Rose seguì Scorpius in silenzio, senza aprire bocca né spostare gli occhi dalla schiena di lui che, impettito, la precedeva per un corridoio, giù per una rampa di scale ed infine fuori, nel cortile interno.

<< Pensavo che volessi andare in un posto tranquillo, dove potessimo parlare >>.

<< Qui possiamo benissimo parlare, in biblioteca avremmo dovuto sussurrare >>.

Rose si guardò intorno; una decina di figure più o meno lontane affollavano il cortile:<< Si, ma c'è gente. Possono vederci >>.

<< Io non ho nulla da nascondere. E tu? >>.

La rossa lo fissò negli occhi per un tempo che parve infinito; rimase a fissare quelle iridi argentee che, al contrario del loro proprietario che rimaneva rigido ed imperturbabile, tremavano in attesa di una risposta che, dopo diversi istanti, arrivò:<< No >>.

<< Perfetto >>, fu l'unico commento di Scorpius, prima che si allontanasse per prendere posto su un muretto.

Rose lo affiancò salendoci a cavalcioni, per poter guardare il profilo di lui, che, al contrario, non si azzardava ad incontrare il suo sguardo:<< Allora? Cosa devi dirmi? >>.

Scorpius prese un bel respiro, osservando il cielo sopra di loro; era terso di nuvole, una bella giornata, ideale per una prova:<< Oggi c'è la prova... >>, iniziò titubante.

<< Si, lo so >>.

<< Preoccupata? >>.

<< Abbastanza, ma mi trattengo dal correre ingiro strillando e strappandomi i capelli >>.

Il biondo la guardò con cipiglio severo:<< Non è un gioco, Rose. Queste sono prove serie, fatte per valutare le nostre capacità. Possono essere anche brutali. Dovresti stare attenta >>.

La grifondoro inarcò un sopracciglio:<< Sembri mia madre Scorpius, o ancora peggio... Agnes... va tutto bene? >>.

Scorpius prense un lungo respiro e chiuse gli occhi. Gli avevano sempre insegnato a portare a termine ciò che iniziava: il piano era di portarla fuori e parlare, fuori l'aveva portata, ora veniva la parte difficile; riaprì gli occhi:<< Non esattamente >>.

<< Spiegati >>.

<< Sono un po' preoccupato per te, ok? La seconda prova sarà sicuramente più difficile della prima. So che tu sei una brava strega, ma ho paura di Annabelle. Il mese scorso, non ti ha attaccato solo perchè sapeva che io avrei reagito per difenderti; lo ha fatto perchè sa che saresti stata una difficile avversaria, e voleva eliminarti. Ora quasi sicuramente pensa che tu sia l'unica a dividerla dalla vittoria e quindi... promettimi che starai attenta, ok? >>.

Rose non rispose alla domanda, il suo cervello si era bloccato su una frase, e continuava a ripetergliela come uno di quegli aggeggi circolari, che tanto amava nonno Arthur, quando si inceppava:<< E quindi Annabelle “sapeva che tu avresti reagito per difendermi” >>, ripetè in un sussurro, cercando inutilmente di incrociare il suo sguardo.

Il serpeverde spalancò gli occhi e quasi la mascella gli sfiorò terra, tanto era aperta:<< I-io... >>, balbettò prima di tirarsi mentalmente un ceffone: era un Malfoy, i Malfoy non balbettano:<< Fai finta che non lo abbia detto >>.

La rossa sbuffò e si portò le mani ai fianchi, rischiando così di perdere l'equilibrio e finire giù dal muretto:<< Ascoltami bene. È ora che questa storia la chiariamo un volta per tutte >>, disse imponendogli di guardarla:<< Io ci tengo a te e non mi importa dei casini a cui dovremmo andare incontro con le nostre famiglie per poter stare tranquilli, accetto di affrontarli; ma solo se in 'sta storia ci siamo in due, se no non ne vale la pena >>, spiegò.

Scorpius parve offeso:<< Ma se ti ho appena detto che non mi da fastidio che ci vedano insieme... come puoi dire che... >>.

Lei lo interruppe:<< Però hai anche appena detto di “dimenticarmi che tu hai ammesso che per te sono importante” >>, gli ricordò, con aria di rimproverò.

Il ragazzo aprì un paio di volte la bocca a vuoto, per poi arrendersi con uno sbuffo:<< Ok, hai vinto. Contenta? >>, le chiese alzando le mani in segno di resa:<< Hai, ovviamente, ragione tu. Dobbiamo metterci di impegno tutti e due ed è quello che voglio. Solo che mi sembra ancora tutto così strano... tu sei... tu! Ed io sono io! Per Salazar, è il colmo! >>.

La rossa rise piano, prima di regalargli un bel sorriso:<< Ehi, è tutto a posto >>, lo rassicurò:<< so che può sembrare strano, ma siamo cresciuti. Siamo due persone diverse dai ragazzini che si lanciavano contro fatture per i corridoi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerci meglio. Ed ho anche scoperto che non sei poi tanto male... >>.

Scorpius si finse offeso:<< Sarebbero più appropriati aggettivi come “perfetto” o “magnifico” >>, commentò.

Rose si sporse in avanti, per stampargli un lieve bacio sulle labbra:<< Non ti montare troppo la testa, Malfoy >>, lo riprese prima di balzare giù dal muretto:<< ora devo andare, Agne mi aspetta e... >>.

Prima che potesse allontanarsi, Scorpius la afferrò per un braccio, tirandola verso di sè per darle un vero bacio:<< Non pensare di cavartela con così poco >>, le sussurrò quando ebbe interrotto il bacio dopo diversi secondi, a mezzo centimetro dalla sua bocca.

<< Lo sai che domani saremo sulle labbra di tutti, vero? >>, chiese lei nella medesima posizione.

Il biondo sorrise:<< Per ora mi basta sapere che io sono sulle tue labbra >>, commentò prima di baciarla di nuovo:<< E tu assicurati solo di arrivarci tutta intera a domani, ok? >>, aggiunse dopo essersi staccato da lei di nuovo.

Rose gli diede un ultimo, piccolissimo bacio prima di regalargli un bel sorriso e voltarsi verso il castello:<< Promesso! >>, gli urlò, correndo verso l'ingresso.

 

Rose Weasley, con la mano ben stretta in quella della sua migliore amica, si accingeva a raggiungere il giardino, nel punto dove la preside, la professoressa McGranitt, aveva indicato alle due.

Non era stato per nulla semplice superare i suoi “ammiratori”; dopo essersi chiusa in camera – dove aveva indossato la maglia con i colori della sua Casa e finito di rileggere le ultime cose sul libro – era scesa in Sala Comune, sperando di trovare un po' di tranquillità nelle facce amiche...

Enorme errore.

Tutta Grifodoro sembrava essersi riversata in quella stanza di pochi metri quadri, desiderosa di toccarla e parlarle, quasi fosse una qualche divinità.

Dopo diverse strette di mano, un centinaio di “in bocca al mannaro” e l'enorme abbraccio di gruppo di Lily, Hugo e Albus, Rose era riuscita a scivolare oltre al buco del ritratto con Agnes, a cui ora quasi si aggrappava per paura che le gambe smettessero di tenerla in piedi.

<< Andrà tutto bene >>, la rassicurò per la trecentesima volta l'amica.

Lei stava per rispondere, quando una figura ben nota le apparse di colpo davanti, facendola quasi cadere. James Potter la fissò dall'alto del suo metro e quasi-ottanta:<< Buona fortuna >>, bisbigliò poi, muovendo solo un'angolo della bocca, prima di sparire dietro un angolo.

<< Wow... >>, fu lo scettico commento di Rose, che – se possibile – ora si sentiva ancora meno pronta ad affrontare la prova.

Appena furono all'aperto, non poterono non notare l'enorme numero di persone che affollava il giardino. Non lontano dal Lago Nero qualcuno aveva posizionato un enorme tendone e, lì vicino, una calca di persone si spintonava per raggiungere quelle che sembravano essere grandi carrozze nere.

Quando lei ed Agnes arrivarono a poche decine di metri dal tendone, notarono la professoressa McGranitt che le correva incontro con passo sostenuto:<< Signorina Weasley! Signorina Dollow! >>, chiamò appena fu vicina a loro, con il fiato corto:<< Dove eravate finite!? Ah! Non importa! Signorina Weasley, nella tenda con gli altri campioni. Signorina Dollow, nella carrozza d'onore; se va fin là infondo troverà la signorina Ellis, le ho già dato tutte le indicazioni del caso, quindi la seg... >>, prima che potesse finire di parlare, parve notare qualcun'altro tra la folla:<< Signor Liverti! Signor Liverti! >>, chiamò infatti un secondo dopo, allontanandosi sventolando una mano:<< Da questa parte! >>.

Agnes scrutò per qualche secondo le persone che si accalcavano attorno alle carrozze, finchè non scorse Stephanie:<< Io vado Rosie >>, annunciò stringendole la mano:<< mi raccomando, stai attenta. So che se bravissima e... >>, prima che potesse finire di parlare, notò qualcuno che veniva verso di loro urlando.

<< Rose! >>, chiamava a gran voce Hugo Weasley, correndo verso di loro a rotta di collo.

La rossa aspettò che il fratello le si avvicinasse e prendesse fiato:<< Che c'è? >>, domandò un po' agitata, poiché ormai tutti i campioni erano nella tenda e gli spettatori stavano prendendo posto sulle carrozze.

<< È... una... la mamma... >>, Hugo si appoggiò con le mani alle ginocchia, per prendere un profondo respiro:<< La mamma ti manda una lettera >>, riuscì a dire infine, porgendole la pergamena.

Rose quasi gliela strappò di mano e l'aprì:

 

Cara Rosie,

Io, papà, Emily, i nonni e tutti gli zii ti auguriamo buona fortuna per la prova di oggi. Sappiamo che sarai bravissima, ma anche se qualcosa dovesse andare storto, siamo fieri di te.

Mi raccomando, stai attenta.

Con affetto,

Mamma

 

Gli occhi della ragazza erano colmi di lacrime quando si staccarono dalla lettera:<< Grazie >>, fu tutto ciò che disse al fratello, piegando la pergamena ed infilandosela sotto la maglia, vicino al cuore.

Hugo annuì:<< Di niente >>, disse prima di abbracciare goffamenta la sorrella, sussurrarle un “buona fortuna” e sparire tra la folla.

Rose sbattè un paio di volte le palpebre, scacciando le lacrime. Poi, di colpo, gettò le braccia al collo di Agnes:<< Vincerò un pochino anche per te >>, le disse dandole un bacio sulla guancia.

Agnes ricambiò la stretta:<< Non chiedo altro >>, rispose prima di lasciarla andare verso il tendone:<< Non osarti farti battere da Annabelle! >>, le urlò dietro.

La bionda seguì con lo sguardo l'amica finchè non scomparve alla sua vista. Poi con un sorriso un po' tirato andò a cercare Stephanie, che le aveva tenuto il posto accanto a lei sulla “carrozza d'onore”, come l'aveva chiamata la professoressa McGranitt:<< Ma perchè siamo su delle carrozze invece che su delle normali tribune? >>, domandò alla compagna, vicina alla quale aveva appena preso posto Jiulian Mitchell.

La ragazza si strinse nelle spalle, sbracciandosi per salutare due ragazze di Corvonero che prendevano posto in un'altra carrozza:<< Non lo so. Magari sarà una gara in movimento e così sarà più comodo seguirli... >>.

In meno di un paio di minuti la decina di posti della carrozza fu occupata da Gregory Broder – il direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici – ed un paio di suoi sottoposti ed altri tre rappresentanti del Ministero, la professoressa McGranitt e Melissa Talks con il fedele Reg:<< Buongiorno ragazzi! >>, trillò la donna prendendo posto accanto a Julian:<< Eccitati per i vostri compagni? >>, chiese senza ricevere risposta.

Mentre la giornalista estraeva il suo blocco per gli appunti e la sua penna, arrivò Scorpius, che si sedette accanto ad Agnes:<< Ciao >>, disse:<< è tutto tranquillo? >>.

La bionda annuì:<< Tutto a posto, ha ricevuto una lettera da Hermione, sua madre, e credo che le abbia fatto veramente bene >>, il biondo annuì, sembrava sollevato:<< ma non è il caso di parlarne con quella così vicino >>, aggiunse indicando con il mento Melissa, la cui penna aveva già cominciato a scrivere.

Rimasero un paio di secondi in silenzio, poi Stephanie si sporse verso il serpeverde:<< Ho sentito che ti sei messo con Rose >>, disse:<< sono contenta per voi >>, aggiunse con un sorriso sincero, prima di tornare al suo posto.

Scorpius borbottò un “Grazie”, troppo preso ad assicurarsi di non arrossire e che la giornalista non l'avesse sentita.

Ma fortunatamente in quel momento la professoressa McGranitt si mise in piedi e si puntò la bacchetta alla gola:<< Buongiorno a tutti! >>, esordì facendo rieccheggiare la sua voce per tutto il giardino:<< grazie a tutti voi per essere venuti così numerosi. È con grande onore che apro ufficialmente la seconda prova del diciassettesimo Torneo della Vittoria... >>, fu interrotta dagli applausi e le urla che si alzarono dagli splati-carrozze:<< ed ora >>, risprese dopo diversi istanti, quando tutti si furono calmati:<< passo la parola a Gregory Broder, direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici >>.

Un applauso più pacato accolse il nome dell'uomo:<< Buongiorno a tutti! Per me è un'onore essere qui e, prima di presentarvi i nostri quattro giovani concorrenti, proporrei un applauso per la preside di questa fantastica scuola, la professoressa Minerva McGranitt >>, altro applauso, più caldo del precedente:<< Bene, durante la seconda prova, al contrario della prima, i nostri campioni non dovranno duellare con nessuno. Dovranno invece partecipare ad... una caccia al tesoro, per così dire. Nella Foresta Proibita sono state nascoste quattro chiavi, ogniuna recante lo stemma di una Casa; chi la troverà e mi porterà per primo la sua, vincerà la prova... >>, nuove urla lo interruppero e lui dovette attendere diversi secondi.

<< Quindi, senza indugiare oltre, vi presento i quattro partecipanti: per Corvonero, Roland Adams! >>, il ragazzo uscì dal tendone salutando i ragazzi della sua Casa, che iniziarono ad incitarlo con applausi e grida, in particolare Stephanie, che si sbracciò per almeno un'intero minuto:<< Per Tassorosso, Natan Liverti! >>, stesso trattamento fu riservato al ragazzo che arrivò nel giardino con aria più preoccupata:<< Per Serpeverde, Annabelle Nott! >>, la mora spalancò la tenda sorridente, beandosi delle acclamazioni, mentre nella “carrozza d'onore” Reg scattava freneticamente foto:<< Ed ultima, ma non meno importante, per Grifondoro, Rose Weasley! >>, Agnes strillò e rise tanto forte da non sentire quasi le urla di chi la circondava, tranne quelle di Scorpius che si sbracciava ed applaudiva come un forsennato.

Broder attese pazientemente che la platea si calmasse, prima di salutare e passare la parola alla McGranitt:<< Bene, direi che siamo pronti. Mi raccomando, siete leali e fate tenete alto l'onore delle vostre Case e della nostra scuola. Buona fortuna ragazzi, al colpo di cannone potete partire e... mi raccomando, seguite la luce! >>, senza aggiungere altro, parve fare un cenno a qualcuno, ed un istante dopo il rombo di un cannone fece crepitare l'aria.

Senza sapere veramente dove andare, i quattro ragazzi si gettarono nella foresta. Nello stesso momento la McGranitt sollevò la bacchetta e, per magia, le carrozze si sollevarono da terra, iniziando a sorvolare l'entrata della foresta. Insieme ad esse, almeno un cinquantina di scope – con una o due persone sopra – si alzarono a loro volta.

<< Wow! >>, commentò Stephanie:<< è fantastico >>.

Agnes le sorrise:<< Oh si, lo è >>.

Vicino a loro, Melissa Talks, non si perdeva mezzo movimento dei concorrenti e Reg non smetteva un istante di scattare foto. Di colpo la penna della giornalista si bloccò e lei si aprì in un enorme sorriso:<< Agnes, cara >>, chiamò senza distogliere lo sguardo da un punto davanti a lei:<< Sbaglio o quello è James Potter? >>, domandò.

La bionda, lievemente terrorizzata, sollevò lo sguardo per cercare una chioma corvina, che trovò in pochi secondi, sospesa sulla sua scopa di prima qualità, a pochi metri da lei:<< … Ecco... >>, tentò di dire, troppo stupita per concentrarsi abbastanza da ricordare di dover fingere o quantomeno contenersi.

<< E successo qualcosa, piccola? >>, domandò la donna, con voce smielata, mentre la sua penna ricominciava a danzare sul blocco per gli appunti:<< Sbaglio, o fino a pochi giorni fa tu e James Potter stavate insieme? >>.

Agnes spalancò la bocca, pronta a rispondere, anche se a dire il vero non aveva idea di cosa dire; fortunatamente le fu tolto quel compito:<< Ma loro stanno ancora insieme >>, disse Scorpius.

La piuma prese avidamente appunti:<< Cosa intendi dire? >>.

Il biondo pregò interiormente perchè ciò che stava per fare non fosse una cazzata colossale:<< Potter ed Agnes sono ancora fidanzati. Semplicemente ora non sono insieme perchè lei doveva

stare nella carrozza d'onore, mentre lui non poteva >>.

Agnes osservò il serpeverde con la bocca spalancata, ripromettendosi che avrebbe messo un buona parola con la famiglia di Rose – se mai avesse fatto pace con James:<< Si, è proprio come dice lui >>, confermò in fretta, sorridendo alla giornalista:<< Ma ora sarebbe il caso di seguire i ragazzi... no? >>.

Circa una decina di metri sotto di loro, infatti, i quattro ragazzi vagavano per la Foresta Proibita, aguzzando tutti i sensi e tenendo la bacchetta ben stretta tra le mani.

Rose – che, mentre aspettava con gli altri nella tenda, era quasi riuscita a calmarsi – si stava facendo prendere di nuovo dal panico. Era lì da meno di cinque minuti, ma aveva paura di star perdendo l'orientamento. Ogni albero era identico a quello precedente ed il buio che inghiottiva il sottobosco rendeva praticamente impossibile distinguere qualcosa là sotto.

La grifondoro mormorò un Lumus e la punta della sua bacchetta iniziò ad emanare una tenue luce, che però rischiarò subito ciò che la circondava. Ovviamente gli alberi si estendevano a perdita d'occhio davanti, dietro e sopra di lei; le sembrava impossibile che voltandosi non riuscisse vedere più il giardino di Hogwarts, o le carrozze, o la capanna di Hagrid; aveva camminato solo per cinque minuti...

Sta calma Weasley, è la prova di un torneo, è ovvio che abbiano messo delle complicazioni; che credevi? Di andare a raccogliere fragole?

Prese un bel sospiro e, tenendo la bacchetta ben puntata davanti a sé, riprese ad avanzare, aguzzando vista ed udito. Un passo dopo l'altro, la foresta si fece più claustrofobica e buia di prima; gli alberi erano perfettamente identici gli uni agli altri, così come i cespugli e gli arbusti.

Proprio quanto Rose si sentiva sul punto di impazzire, uno strano fruscio catturò la sua attenzione. Si immobilizzò, guardandosi intorno. Rimase un'attimo ad ascoltare, il rumore si intensificò; non c'erano dubbi, qualcosa camminava, o meglio, strisciava verso di lei. Pochi istanti dopo un serpente dalle squame nere ed arancioni, lungo quasi due metri e con ben tre teste, le si avvicinava sibilando minacciosamente.

Rose dovette mordersi le labbra per non mettersi ad urlare.

Sta calma. Sta calma!

Alzò la bacchetta, mentre l'animale strisciava silenziosamente verso di lei. La sua mente sfogliava il libro che le aveva regalato Agnes, in cerca di qualcosa che la potesse aiutare. Si ricordava di salamandre, serpenti marini, girilacchi e ashwinder, erano tutti rettili, ma nessuno di loro aveva tre teste...

Poi d'un tratto le venne in mente, quell'essere si chiamava runespoor, dal ministero era considerato come un'animale abbastanza pericoloso ma, se non si sbagliava, diventava aggressivo solo se si toccavano le sue uova, e lei non vedeva nidi nelle vicinanze.

Perfetto.

C'era qualcos'altro, qualcosa che le aveva fatto pensare a suo zio Harry e...

Ma certo!

I runespoor, a detta dei rettilofoni, non erano esseri unici, ma ogni testa aveva un suo modo di ragionare e compiva funzioni diverse dalle altre e, per questo, spesso si uccidevano tra di loro.

Sorrise tra sè, prima di puntare la bacchetta contro la testa di sinistra:<< Confundus >>, disse accompagnando l'incantesimo con una leggera flessione del braccio.

La testa si lasciò cadere di lato, andando a sbattere contro quella al centro che, prontamente, le sibilò contro. Mentre una testa barcollava e l'altra iniziava a colpirla, Rose sollevò nuovamente il braccio, pietrificando la terza testa, che si era tenuta lontano dal litigio.

Guardando le due teste sbranarsi la grifondoro si allontanò, senza dargli le spalle per diversi metri. Poi iniziò a correre, sconfortata ed anche un po' preoccupata: dove si trovava? Da che parte doveva andare? Cosa doveva trovare? E soprattutto, cosa voleva dire “seguite le luce”?

Si bloccò, coprendosi il viso con le mani e sbuffando.

Ok Wealsey, ce la puoi fare.

Ma a fare cosa, esattamente?

Pensa, pensa... cosa farebbe tua madre in questa situazione?

Rose sussurrò nuovamente un incantesimo, tornando ad illuminare il bosco che la circondava. Proprio mentre si chiedeva cosa potesse essere la “luce” uno sbarluccichio rossastro attirò la sua attenzione; proveniva da un cespuglio ad una decina di metri di distanza. Impugnò più forte la bacchetta e si avvicinò.

La luce proveniva da un cofanetto posato su di una roccia piatta. Con fare circospetto la grifondoro si avvicinò, senza abbassare la bacchetta. Mormorò un incantesimo per sollevare il coperchio dello scrigno scoprendo che conteneva una chiave dorata, che sprigionava un forte luce vermiglia.

Raggiante Rose allungò una mano, ma, appena prima che le sue dita si chiudessero attorno al metallo, uno strano grugnito la bloccò.

Si voltò con il cuore in gola, appena in tempo per vedere un facocero particolarmente grosso, dal pelo grigiastro che la puntava. Si gettò di lato appena in tempo per schivarne l'attacco. Quando si fu rialzata, l'animale sbatteva irritato l'enorme zamba a terra, scavando una piccola buca nel terreno.

La rossa sollevò la bacchetta, pronta a lanciargli contro almeno un Impedimenta, in modo da guadagnare tempo, ma, prima che potesse pronunciare l'incantesimo, il facocero scomparve nel nulla.

Rose sgranò gli occhi e si guardò intorno preoccupata. Una goccia di sudore le scivolò già dalla tempia. Cinque secondi dopo si trovò scaraventata a terra, con l'animale – ora visibile – che le schicciava le lunghe zanne tra le colstole. Strillò per il dolore, mentre i vestiti si laceravano ed il sangue iniziava a sgorgare dai tagli.

L'animali si allontanò, per caricarla nuovamente, ma la rossa rotolò faticosamente di lato, per schivare il colpo, ci riuscì e lui tornò invisibile. Con una mano premuta sulle costole per bloccare l'emorraggia e l'altra stretta attorno alla bacchetta, la ragazza si rimise in piedi, aguzzando l'udito per cercare di capire quando il Tebo – così si era ricordata che si chiamava – avrebbe attaccato. Sentì uno scriocchiolio e si voltò di scatto; troppo tardi, l'animale l'aveva già colpita, finendole sopra una gamba, procurandole un dolore lancinante. Una delle sue lunghe e fetide zanne la colpì alla testa, facendole sbattere la nuca contro un sasso sul terrero; la pelle le si aprì in due, lasciando uscire un fiotto di sangue, che colò a bagnare il terreno.

Il colpo la stordì e Rose, svuotata per un istante di tutte le forze, lasciò andare la bacchetta, che ruzzolò a qualche metro di distanza. Quando il tebo si allontanò, la ragazza strisciò cercando la sua bacchetta a tentoni, con i denti stretti per non strillare.

Pensa! Ci deve per essere una soluzione!

Riuscì a trovare la bacchetta e dopo averla presa iniziò a rotolare lontano dall'essere, ingnorando il dolore che le infliggevano sassi e legni contro il fianco dolorante:<< Lumus Maxima! >>, urlò, illuminando la piccola radura dove si trovavano a giorno. Il facocero, preso in contropiede, fece un passo indietro e tornò invisibile.

Approfittando dello stordimento dell'animale, Rose si rimise in piedi, appoggiandosi ad un'albero. Si guardò intorno, cercando di valutare l'ambiente e la situazione in cui si trovava.

Sei la figlia di Hermione Granger, diavolo! Trova una soluzione ora!

D'un tratto la soluzione le si materializzò davanti agli occhi e per un istante quasi si dimenticò del dolore e dello stordimendo.

Fece un passo avanti, staccandosi dall'albero e puntando la bacchetta verso il centro della radura:<< Aguamenti! >>, ordinò, sprigionando un getto d'acqua dalla punta della sua bacchetta. Per diversi secondi non accadde nulla, ma alla fine si accorse che in un punto l'acqua non toccava subito terra, ma si fermava delineando i contorni di un'animale di grossa stazza.

Sorrise tra sé, stringendo i denti:<< Bombarda! >>, ordinò, lanciando contro al tebo una forte esplosione, che lo fece tornare visibile, gettato a terra a zampe all'aria. Incespicò fino ad essergli più vicino:<< Incarceramus >>, aggiunse legandolo con strette corde.

Quando fu certa che l'animale non l'avrebbe più potuta attaccare, si lasciò cadere a terra, sopraffatta da una miriade di sensazioni diverse.

Rimase in ginocchio per un paio di secondi a riprendere fiato. Il fianco, la gamba e la nuca le bruciavano da pazzi, mentre le gambe faticavano a reggerla. Avrebbe voluto sdraiarsi ed addormentarsi lì, in quella piccola radura, dove addirittura arrivava qualche timido raggio si sole.

No, stai facendo una prova. Prendi la chiave.

Si sporse in avanti e gattonò fino al punto in cui si trovava lo scrigno che, ancora aperto, mostrava la chiave rossa. Allungò la mano e l'afferrò, stringendosela al petto. Si guardò intorno; come poteva tornare indietro? Non sarebbe mai riuscita a tornare fino alle carrozze a piedi; aveva bisogno di qualcuno o... qualcosa!

Per fortuna che Hugo continuava a dire che i racconti degli zii sono inutili...

Se c'era riuscito zio Harry al suo quarto anno, ci sarebbe riuscita lei al sesto; sollevò la bacchetta:<< Accio Scopa! >>, disse accompagnando l'incantesimo ad un movimento circolare del polso.

Rimase in attesa un paio di secondi, poi un rumore di rami spazzati ed ecco, la sua bella scopa le si arrestò davanti, sospesa da terra di mezzo metro, in modo che lei potesse salirci sopra senza difficoltà. Strisciò fin lì e ci si buttò sopra a cavalcioni e, mentre con una mano stringeva ancora la chiave, con un colpo di reni si lanciò verso lo squarcio di cielo che scorgeva tra le fronde degli alberi.

Nonappena il suo capo spuntò dalla foresta, una folata di aria fresca la investì, insieme agli applausi ed alle urla dei suoi compagni.

Agnes strillava ed applaudiva con le lacrime agli occhi; era così spaventata, Roland ed Annabelle erano già tornati con le loro chiavi ed ormai era da più di venti minuti che non riusciva a scorgere l'amica tra la folta vegetazione. Senza riuscire a trattenersi si gettò al collo di Scorpius, che, altrettanto euforico l'abbracciò:<< Ce l'ha fatta! >>, strillò la ragazza.

Si voltò per ricominciare ad applaudire, ma proprio in quel momento, con orrore, vide Rose accasciarsi sulla scopa ed iniziare a perdere quota. Non si abbassò che di un paio di metri, poiché James la raggiunse subito e l'afferrò al volo, stringendosela al petto mentre – con in mano la sua scopa – volava verso la carrozza d'onore.

La McGranitt – leggermente spaventata – ordinò che Rose fosse subito portata in infermeria, mentre Broder annunciava che anche la penultima concorrente aveva portato a termine la seconda prova.

<< Devo un favore a Potter >>, bisbigliò piano Scorpius, mentre Agnes – quasi in lacrime – bisbigliava un flebile “Grazie” all'ex-fidanzato.

E... ammettete che non ci speravate più! E invece... haha xD
Beh, non dovete provare odio nei miei confronti, ormai avete avuto il vostro capitolo (che mi ha fatto decisamente sudare) ed è anche lungo :D
Tornando a noi, le definizioni di Marciotto, Tebo e Runespoor le ho prese da wikipedia (santissima wikipedia); mentre l'idea della seconda prova viene dalla mia testolina ù.ù
IMPORTANTE: Circa una settimana trasloco, e non sono sicura di riuscire ad aggiornare prima di quella data, quindi c'è il rischio che dobbiate aspettare un mesetto per il prossimo capi
tolo. Mi dispiace tantissimo, ma oltre ad essere ovviamente un sacco presa tra scatoloni ecc, probabilmente per qualche giorno non avremo la connessione a internet, quindi mi sarà impossibile aggiornare. Per qualsiasi aggiornamento seguitemi su facebook (Fregherò più che volentieri cellulare/pc a qualcuno per tenervi aggiornati :D):
http://www.facebook.com/pages/Chanel483-EFP/267132773302174
B
eh, che dire? Lasciatemi una recensioncina e fatemi sapere che ve ne pare!
Un bacio, 
Chanel
PS: Sinceri: nella scena tra Rose e Scorpius c'è troppo miele? (D:)

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Capitolo 27
*** -Botta in testa ***



-Botta in testa

<< Stai fermo James, siamo in infermeria... No, Madama Chips potrebbe... Ehi ma cosa stai... oh... oh... Fermo! Guarda, si sta svegliando! >>.

C'era qualcosa che le dava fastidio alla testa. Si portò le mani alla fronte, che era stretta da diversi strati di benda. Riabbassò la mano lungo il fianco ed aprì lentamente gli occhi; la prima cosa che vide fa una forte luce puntata negli occhi, poi riuscì a mettere a fuoco – al bordo del suo raggio visivo – i volti di James ed Agnes.

<< Ti sei svegliata! >>, urlò quest'ultima con le lacrime agli occhi.

Rose mise le mani sulle tempie, dove lo strillo della ragazza aveva causato una forte fitta:<< Shh! >>, bisbigliò:<< Mi si sta spaccando in due la testa... >>.

Agnes si coprì la bocca con le mani, mentre gli occhi blu ancora brillavano:<< Come stai? >>, le chiese James, che aveva appena passato un braccio attorno alla vita della bionda.

Rose si guardò intorno ancora un po' spaesata; sapeva di trovarsi in infermeria e che quelli erano Agnes e James, ma non aveva idea di come fosse finita in quel letto:<< Ehm... credo bene... a parte la testa... che è successo? >>, si diede una controllatina, accorgendosi di avere una gamba fasciata strettissima e poggiata su di un cuscino.

Agnes le si avvicinò, fecendole una carezza per poi passarle la mano tra i capelli abbandonati sul cuscino:<< Ti sei fatta male durante la seconda prova >>, le spiegò:<< La professoressa McGranitt aveva disposto una creatura fatata a difendere ogni chiave e il Tebo che era a difesa di quella di Grifondoro ti ha... dato del filo da torcere >>.

La rossa prese un bel respiro, sfiorandosi nuovamente la fasciatura attorno alla testa:<< Sono messa molto male? >>, chiese rassegnata.

Rispose James:<< Non ti preoccupare, Madama Chips dice che in un paio di giorni sarai come nuova. Ora però hai una gamba rotta, qualche taglio non proprio carino al fianco ed una bella botta in testa, ma nulla che non si possa curare >>.

Rose annuì distrattamente, tastandosi il fianco ricoperto da un'altro spesso strato di bende:<< E da quanto dormo? >>, chiese.

<< Sono quasi due giorni >>, spiegò Agnes:<< oggi è lunedì. Ma la Chips ha detto che è normale. I tagli al fianco erano infetti, così per disinfettarli ti ha dovuto dare una pozione che provoca molta sonnolenza >>, lo rivolse un sorriso dolce, prendendole la mano:<< Eravamo tutti in attesa che ti svegliassi >>.

<< Con tutti intendi...? >>.

Anche James le sorrise:<< Hugo ha passato qui dentro due notti >>, spiegò:<< Ma questa mattina è dovuto andare a lezione – anche se non ho la minima idea di come abbia fatto a reggersi in piedi fino ad arrivare all'aula. Lily, Albus, Roxanne e... Scorpius sono passati a trovarti ogni istante libero >>.

Rose annuì, ma appena capì il significato implicito di quelle parole, granò gli occhi – procurandosi una fitta alla testa che ignorò:<< Scorpius è stato qui!? >>, domandò. Il cugino rispose con un cenno affermativo:<< E tu non l'hai ucciso? >>, scosse il capo iniziando ad indicare freneticamente, a turno, i due ragazzi davanti a lei:<< Oh diavolo! Voi due state qui con me... insieme... vi parlate e... >>.

Il moro le poggiò le mani sulle spalle, cercando di farla calmare:<< Rosie, ascoltami. Prendi un bel respiro e calmati >>, aspettò che facesse come le aveva detto:<< Diciamo che dopo ciò che è successo ho avuto modo di parlare con Agnes ed anche con Malfoy. Mi hanno entrambi spiegato la situazione e ritengo che... insomma... non capisco cosa tu possa trovarci in uno come Malfoy... ma voglio fidarmi di te. Con questo non voglio dire che me lo farò piacere, ma prometto che non vi metterò i bastoni tra le ruote >>.

Gli occhi della rossa brillavano di gioia:<< Quindi siete tornati insieme!? >>, il grifondoro passò un braccio attorno alla vita della fidanzata ed annuì sorridente:<< Oh James! >>, esclamò prima di tentare di gettagli le braccia al collo:<< Ahia! >>, si fermò quando la pelle sul fianco tirò dolorosamente:<< Ma cosa...!? >>, esclamò poggiandovi sopra una mano.

Agnes facendo pressione sulle sue spalle la rimise sdraiata:<< Le ferite sono fatte da un animale fatato, sciocca! Rimarginano meno velocemente rispetto a quelle normali, è ovvio che stiano ancora cicatrizzando! >>, la riprese con il solito tono da maestrina che solitamente tirava fuori durante le ore di lezione.

Rose borbottò qualcosa di contrariato e si affrettò a cambiare discorso:<< E invece com'è che voi siete qui e non a lezione? >>.

Rispose la bionda:<< James aveva un'ora buca, mentre il caro professor Petterson è stato così gentile da concedermi l'onore di saltare la sua lezione per rimanere al capezzale della mia povera amica malata >>, spiegò in tono esageratamente teatrale.

Mentre Agnes faceva un verso scocciato, seguito da un sorrisino divertito, James incrociò le braccia:<< A me quell'uomo piace sempre di meno, è... >>, fortunatamente in quel momento madama Chips uscì dal suo ufficio con in mano un vassoio con almeno cinque diverse pozioni, bloccando sul nascere quello che sarebbe stato un lungo discorso.

 

James si tirò più vicino Agnes, stampandole un bacio tra i capelli. Senza distogliere lo sguardo dalle pagine del libro che teneva in grembo, la ragazza piegò le gambe, rannicchiandosi meglio contro il suo petto.

<< L'ha presa bene >>, commentò il ragazzo, disegnando con il pollice cerchi immaginari sulla spalla della fidanzata.

Lei annuì distratta:<< Ah-ah. D'altronde è quello che voleva dall'inizio >>, spiegò.

Lui smise di accarezzarla e le rivolse un'occhiata interrogativa:<< E questo cosa vuol dire? >>, domandò.

Agnes girò pagina:<< Che è contenta per noi e non solo... >>.

<< è mia cugina e la tua migliore amica; è ovvio che sia contenta, no? >>.

La bionda alzò gli occhi al cielo e finalmente si decise a chiudere il libro; si mise un po' più comoda sul divano e guardò il fidanzato negli occhi:<< Senti, non giriamoci intorno. Per quanto tempo non abbiamo fatto altro che lanciarci frecciatine solo perchè eravamo attratti l'uno dall'altra ma non volevamo ammetterlo? Due? Tre anni? >>, James scosse piano la testa con un sorriso sulle labbra, dandosi per la duecentesima volta del cretino per tutto quel tempo sprecato:<< Ecco, e pensi che dopo tutto questo tempo Rose non volesse vederci insieme? >>.

Il ragazzo annuì, ripensando a quanto la cugina lo avesse aiutato quando aveva deciso di volersi dichiarare con Agnes:<< Sì, certo. Ma non vedo come questo c'entri con... >>.

<< Come puoi non capire James? >>, domandò lei, scuotendo la testa con rassegnazione:<< Quando l'hai vista in quello sgabuzzino con Scorpius e abbiamo litigato, per lei è stato un po' come dover scegliere tra la sua o la nostra felicità, capisci? Come se il fatto che lei fosse felice, avesse rovinato il nostro rapporto >>.

James aggrottò le sopracciglia, ripensando alle parole della fidanzata:<< Impossibile >>, commentò infine leggermente confuso:<< stiamo parlando di Rose... di mia cugina... hai presente? Ti pare che quella riesca a provare dei sentimenti così complessi? >>.

Agnes gli diede una sberla sul braccio:<< Sei un cretino James! Rose è ha una varietà di sentimenti molto più ampia di quanto tu... >>.

Fu interrotta da una voce femminile:<< Certo; fame, sonno, noia, stress-pre-esami-causato-da-madre-e/o-migliore-amica, gioia-dopo-vittoria-partita, rabbia-dopo-sconfitta-partita, fame, allegria... l'ho già detto “fame? >>.

La bianda alzò nuovamente gli occhi al cielo:<< Grazie Roxie, tu si che mi sei sempre di aiuto! >>.

Roxanne si lasciò scappare una mezza risata, prima di lasciarsi cadere sul divano con i due piccioncini:<< Altro che – male – di Rose, di che parlate? >>, domandò.

<< Del suo rapporto con Scorpius >>, rispose Agnes, senza riflettere.

James le rivolse un'occhiataccia e lei fece uno sguardo stupito, non capendo in cosa avesse sbagliato. La mora scosse piano la testa e puntò lo sguardo verso un tavolo abbastanza lontano da loro, dove stava seduto Hugo con la testa china su un grosso libro:<< Diciamo che

lo zio Ron non deve aver preso benissimo il nuovo articolo della Talks >>, spiegò.

<< Ha scritto una'altro articolo sul Torneo della Vittoria? >>, le domandò stupita Agnes.

Roxanne annuì:<< Sì, è uscito proprio questa mattina. Non lo hai letto? >>.

<< No, sono rimasta per metà mattina in infermeria con Rose, poi sono andata a lezione e quindi non ho letto la Gazzetta. Di cosa parla l'articolo? >>.

Roxanne si guardò intorno, cercando qualcosa con lo sguardo. Dopo pochi secondi si alzò di scatto, raggiungendo due ragazzine del secondo anno che scrivevano insieme un compito:<< Scusate >>, disse avvicinandosi:<< posso rubarvelo un secondo? >>, domandò indicando un giornale che stava abbandonato sul tavolo in mezzo ai libri di testo.

Una delle due annuì porgendoglielo. La ragazza tornò al divano e porse la Gazzetta ad Agnes, aprendogliela sulla quarta pagina dove troneggiava il titolo di un lungo articolo firmato da Melissa Talks:

Il Torneo della Vittoria, tra colpi di fulmine e botte in testa.

 

 

Era sera abbastanza tardi e se ne stava straiato da solo nel loro comodo letto matrimoniale. Fuori dalla finestra il cielo livido rombava, squartato da innumerevoli lampi.

Sbadigliò e si passò una mano tra i capelli rossi; erano almeno quindici minuti che l'aspettava.

Proprio in quel momento nel vano della porta fece la sua apparizione Hermione, con i capelli scompigliati ed un piagiama azzurrino addosso:<< Sbrigati, potrebbe svegliarsi >>, disse mentre si sfilava la maglia.

Ron non fece in tempo a replicare che se la trovò addosso con le labbra incollate alle sue. Non che gli dispiacessero queste sue improvvise voglie, ma un po' gli mancavano i bei tempi in cui avevano casa tutta per loro e se ne avevano voglia potevano fare l'amore per giorni.

E da questo è nata Rosie...

Hermione si staccò dalle sue labbra per armeggiare con i bottoni della maglia del pigiama; in tempo record gliela sfilò e passò a sganciarsi il laccetto del reggiseno, baciando nuovamente il marito.

Ron, senza fermarla, si allontanò un pelo per poterle parlare:<< Non per essere scortese, ma per una volta, una sola negli ultimi quattro anni, potremmo prendercela con calma? >>, chiese.

La donna si bloccò, guardandolo con un sopracciglio inarcato:<< Non dire sciocchezze Ron. Se ti ricordi il giorno del nostro ultimo anniversario Ginny si è offerta di tenerci Emily ed abbiamo avuto casa libera per tutto il giorno >>, rispose prima di slegare il nodo che chiudeva i pantaloni del marito:<< e comunque o così o in bianco >>, aggiunse zittendo qualsiasi protesta dell'uomo.

Senza essere più in grando di ribattere, Ron portò le mani sui fianchi della donna e prese a baciarle dolcemente la mandibola, mentre le sue mani scendevano fino all'elastico dei pantaloni...

<< Mami, papi... i fumini fanno paua >>.

Per poco Hermione non lanciò un'urlo. In fretta si gettò sotto le lenzuola, gettandosi addosso la prima cosa che trovava. Recuperò la bacchetta ed accese le luci della stanza; Emily se ne stava in piedi sulla porta a sfregarsi gli occhi assonnati:<< M-ma tesoro... >>, iniziò la donna con voce colpevole, prima di schiarirsi la gola:<< lo sai che i fulmini non sono nulla di cui preoccuparsi. Sono semplicemente delle forti scariche elettriche, che avvengono nell'atmosfera, formandosi tra due... >>.

Vedendo l'espressione esterefatta della bambina, Ron interruppe la spiegazione della moglie, che – troppo imbarazzata per zittirsi – continuava a parlare a vanvera:<< Vuoi venire nel lettone con noi, tesoro? >>, domandò arreso, picchiettando leggermente sul materasso.

Il visino di Emily si aprì in un sorrisone entusiasta ed in meno di due secondi la bambina si ritrovò sdraiata tra i genitori:<< Pechè non hai la maglia, papi? >>, domandò picchiettando con una manina sulla spalla nuda dell'uomo.

Lui arrossì pericolosamente in zona orecchie, cercando con lo sguardo la sua maglia per poi scoprire che la stava indossando Hermione che, per non far trasparire quanto si sentisse in colpa, imbarrazzata e – ad essere sincera – anche un po' dispiaciuta, aveva iniziato a leggere:<< Ehm... avevo caldo >>, spiegò lasciando che la figlia si accoccolasse sotto la sua spalla.

<< Cetto che sei strano. Emily ha feddo feddo >>, disse coprendosi completamente con il piumone.

Hermione e Ron si rivolsero uno sguardo intenerito, prima che lei si chinasse a posare un bacio tra i capelli rossi:<< Buonanotte amore >>, disse prima di dare un veloce bacio anche la marito e riprendere la lettura.

Ron, che dal canto suo non si sentiva per nulla in grado di mettersi a dormire, iniziò a sfogliare svogliatamente i giornali impilati sul suo comodino, mentre il respiro di Emily sulla sua spalla si faceva sempre più lento e regolare. Dopo qualche minuto si ritrovò in mano la Gazzetta del Profeta del giorno; era sicuramente di Hermione, anche se con ogni propabilità, non aveva ancora trovato il tempo di leggerla, come succedeva praticamente sempre.

Scorse i titoli in prima pagina, ma non vi trovò nulla di interessante, così sfogliò il giornale finchè un grosso titolo non attirò la sua attenzione:

Il Torneo della Vittoria, tra colpi di fulmine e botte in testa.

Si voltò verso la moglie:<< Ehi amore, guarda >>, sussurrò indicando la pagina:<< c'è un articolo sul Torneo della Vittoria. Probabilmente parlerà anche di Rose >>.

Hermione si sporse piano, cercando di non svegliare Emily ormai profondomente addormentata:<< Sono sicura che dirà solo che è stata male dopo la prova, la farà passare come un'incapace, non vale neanche la pena di leggerlo per prendersi rabbia >>, commentò brusca.

<< Sei ancora preoccupata? >>, le chiese il marito, iniziando, nonostante ciò che gli aveva detto la moglie – a leggere le prime righe.

Lei fece segno di no con la testa:<< La McGranitt dice che non c'è nessun motivo di preoccuparsi, quindi sono calma. Anche se avrei preferito poterla andare a trovare >>.

Ron sorrise:<< Ricordi tutte le volte che io ed Harry siamo finiti in infermeria? Beh, ogni volta mia madre mi scriveva un paio di lettere al giorno, dicendomi che avrebbe voluto tenere “il suo bambino” con lei. Non è che stai iniziando ad assomigliare un po' troppo a...? >>, prima di finire la frase si interruppe, sgranando incredibilmente gli occhi per poi cambiare bruscamente tono di voce:<< Perchè Scorpius Malfoy “fissa basito la scena” mentre Rose cade dalla scopa? >>, chiese quasi urlando.

Hermione dovette trattenere il respiro, mentre il libro quasi le cadeva della mani:<< Come scusa? >>, domandò preoccupata.

<< Non ci posso credere... >>, mormorò tra sé il rosso, senza calcolare la moglie. Socchiuse gli occhi ed iniziò a leggere freneticamente il paragrafo del capitolo riguardante la figlia, borbottando tra sé e digrignando i denti.

Hermione aspettò qualche istante che si calmasse, ma ogni secondo che passava, vedeva montare la rabbia sul volto del marito. Prese un bel respiro e mise una mano sulla sua spalla:<< Tesoro, va... va tutto bene? >>.

Il marito la fulminò con un'occhiata intrisa di rabbia:<< Quel brutto... bastardo! Io lo uccido >>, annunciò stringendo i pugni.

<< Ronald! >>, lo richiamò la riccia, sconvolta, guardandolo con aria scandalizzata mentre copriva le orecchie della figlia, nonostante la bambina fosse decisamente addormentata:<< Ti prego contieniti! >>.

Senza dire una parola Ron si alzò ed indicò alla moglie la porta. Con il giornale stretto in mano scese i gradini due alla volta, per poi afferrare la moglie per un polso e farla sedere sul divano:<< Leggi >>, ordinò indicandole con poca grazia l'articolo.

Hermione, dopo aver preso un lungo sospiro, iniziò a leggere. Ad essere sinceri non le sembrava che ci fosse nulla di scandalizzante; era semplicemente riportata qualche voce di corridoio che vedeva Rose implicata in un'altalenante relazione con Scorpius, più un personalissimo parere della Talks sulla reazione che aveva avuto il serpeverde alla vista dell'incidente della ragazza. Sollevò lo sguardo e si trovò puntato addosso quello del marito:<< Ho letto >>, fu tutto ciò che disse.

Ron iniziò a misurare il salotto a lunghi passi, con le mani allacciate dietro la schiena e le sopracciglia aggrottate. Borbottava qualcosa tra sé senza alzare lo sguardo né rivolgersi ad Hermione. La donna aspettò pazientemente che si calmasse.

<< Come puoi stare così calma? >>, chiese Ron infine.

La riccia inarcò un sopracciglio:<< Non capisco cosa ci sia da agitarsi >>.

Lui la guardò con la bocca sgranata:<< Hai letto quello che c'è scritto!? >>, domandò alzando pericolosamente la voce.

Senza scomporsi Hermione si alzò e si avvicinò alla finestra, oltre alla quale il temporale continuava ad infuriare:<< Certo che ho letto ed anche se ciò che dice fosse vero, non ci sarebbe nulla di male >>.

A quel punto esplose:<< Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy! >>, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:<< Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice >>.

Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, poi il rosso riprese forse più infastidito di prima:<< Cosa c'entra Draco Malfoy? >>, domandò.

Hermione si voltò di scatto, fulminandolo con un'occhiataccia:<< Non fare il cretino Ronald! Non trattarmi come se fossi una stupida! >>.

<< Guarda che lo hai tirato in mezzo tu, non io! >>.

Hermione si mise in piedi, le mani strette a pugno lungo i fianchi e gli occhi fiammeggianti:<< Credevo che tutti questi anni ti avessero insegnato qualcosa. Invece sei sempre il solito infantile e stupido ragazzino di diciassette anni che abbandona la ragazza che ama in una tenda perchè è geloso del suo migliore amico >>, la sua voce non si era alzata né inclinata; aveva semplicemente mantenuto un tono gelido, talmente gelido da far accapponare la pelle:<< Io ti amo Ron, ma non è questo l'uomo che credevo di aver sposato >>, aggiunse infine, prima di dargli le spalle e tornare in camera per sdraiarsi nel letto e stringersi forte la figlia al petto.

Ronald rimase immobile per qualche minuto, mentre la rabbia gli scorreva addosso, come se tanti granelli di sabbia gli scivolassero via, ammucchiandosi ai suoi piedi per lasciarlo svuotato ed abbattuto.

Osservò per diversi secondi la scala che conduceva alla loro camera; non era il caso di raggiungerla. Afferrò una manciata di polvere e la gettò nel camino.

A chilometri di distanza Ginny Weasley, che, accoccolata sul divano con il marito, ascoltava la radio, vide comparire nel camino il viso del minore dei suoi fratelli:<< Hai posto per far dormire lì un fratello coglione? >>, le domandò il rosso, con uno sguardo abbattuto.

 

Rose Weasley prese un'altro profondo respiro, osservando annoiata le pareti asettiche dell'infermeria.

“Massimo dopodomani potrai tornare al tuo dormitorio”, le aveva detto Madama Chips quella mattina dopo averla svegliata.

Fuori dalla finestra il sole aveva da poco superato il suo punto più alto e la campanella che annunciava la fine delle lezioni era suonata diversi minuti prima.

L'infermeria era del tutto vuota, non c'era nessuno a parte lei e l'infermiera che continuava a fare avanti e indietro dal suo ufficio. Quel giorno anche Miss Mary – la giovane e, a volte anche troppo, volenterosa assistente di Madama Chips – sembrava essersi scomparsa.

Sbuffò, ricordando – non senza rammarico – che quel pomeriggio si sarebbe persa anche gli allenamenti di quidditch e di lì a due settimane avrebbero avuto una partita con Corvonero.

<< La smetta di sbuffare, signorina Weasley >>, la riprese l'infermiera, mentre sistemava una delle sue pozioni in un armadio a muro:<< sicuramente così non farà andare il tempo più in fretta >>.

Per tutta risposta la rossa incrociò le braccia e sbuffò per l'ennesima volta. Scrollando il capo, la Chips se ne tornò nel suo ufficio.

Ormai era chiusa tra quelle quattro mura da quattro giorni e – nonostante fosse stata incosciente per quasi metà del tempo – le sembrava di iniziare a soffrire di claustrofobia.

Allungò una mano verso il comodino e sfogliò svogliatamente la Gazzetta che quella mattina le aveva portato Agnes: “Per distrarti un po'”, le aveva detto prima di scappare a lezione.

Dedicò qualche minuto ad un interessante articolo sulle Holyhead Arpies firmato da zia Ginny, poi riprese a guardare nel vuoto. Per logica saltare tre giorni di scuola avrebbe dovuto farla saltare di gioia, ma rimanere per novantasei e più ore a non fare assolutamente nulla era anche peggio che una lezione di Rufus.

<< Rose? >>, si voltò di scatto, riconoscendo quella voce.

Scorpius era in piedi proprio all'entrata dell'infermeria; indossava la divisa di Serpeverde e teneva ancora la borsa dei libri sotto braccio. Le rivolse un sorriso sollevato:<< Ciao Scorpius >>, salutò lei, cercando di mettersi a sedere meglio e passandosi una mano tra i capelli.

<< Posso? >>, domandò entrando in infermeria:<< Ho appena finito il pranzo e ho pensato di passare a salutarti >>, si avvicinò al letto dove lei era sdraiata, rivolgendole un bel sorriso e – come se fosse la cosa più normale del mondo – quando le fu accanto si chinò per darle un leggero bacio sulle labbra.

Rose socchiuse appena gli occhi e rimase immobile qualche istante, assaporando quel gesto che sapeva di familiarità e futuro:<< Passato un bella mattinata? >>, gli chiese quando si fu seduto sulla sedia accanto al suo letto.

Scorpius annuì:<< Ero solo un po' preoccupato >>, ammise:<< volevo passare a salutarti prima, ma non capisco per quale strano motivo il professor Petterson da il permesso di assentarsi da lezione alla Dollow e a me no >>.

<< Ovviamente perchè non c'è rischio che Agnes rimanga indietro con il programma >>, rispose la rossa, con una significativa alzata di sopracciglia.

Lui le lanciò un'occhiata divertita:<< Sì... il programma... >>, commentò tra sé.

Rose sorrise, segretamente soddisfatta.

Era fantastico vedere come si sentisse bene in presenza di Scorpius; anche se in quel momento erano in silenzio e non si stavano guardando, sentiva la sua presenza e ciò bastava a farla sorridere:<< E così ti avrei fatto preoccupare... >>, disse dopo un po', interrompendo il silenzio rilassato che si era creato tra di loro.

Il biondo la guardò storto:<< Guarda che non c'è per forza bisogno che tu mi punzecchi su ogni singola cosa che ti dico che può sembrare anche solo lontanamente carina >>, le disse un po' scocciato.

Lei si lasciò sfuggire una mezza risata e gli prese una mano:<< è solo che mi fa strano >>, ammise:<< insomma... sentire Scorpius Malfoy dolce e gentile con qualcuno... con una grifondoro poi! >>.

<< Ssssh! >>, la riprese scherzosamente Scorpius:<< Non dirlo ingiro, ho una reputazione da difendere io! >>.

<< Si certo... >>, fu tutto ciò che Rose disse, prima di tirarlo verso di sé e baciarlo.

Appena prima che potessero approfondire il bacio sentirono una porta aprirsi con forza e madama Chips urlare:<< Signorina Weasley! Signor Malfoy! Dividetevi immediatamente. Signor Malfoy, che ci fa qui!? È forse orario di visita!? E lei, signorina Weasley!? Sbaglio o doveva riposarsi!? >>.

Prima di rischiare di beccarsi una pozione in testa, Scorpius raccolse le sue cose e si avviò alla porta, non prima di aver dato un ultimo veloce bacio alla ragazza.

Spalancò la porta:<< Ci vediamo quando esci Rose >>, la salutò. Il sorriso che lei gli fece di rimando, bastò per fagli superare di buon umore due ore filate di storia della magia.

TA-TAAAAAN!
E dopo aver pubblicato il tredicesimo capitolo di "Se ci fosse un'altra via" non potevo lasciare voi a bocca asciutta per molto, no? ;)
Per prima cosa spero mi possiate perdonare per la lunga assenza e per secondo vi prometto che da ora in poi farò di tutto per pubblicare il più possibile con regolarità (spero un capitolo ogni due settimane).
Per quanto riguarda invece il capitolo ci ho lavorato su un bel po' e spero sia venuto bene. In particolare la parte di Ron ed Hermione, non è mai facilissimo descrivere quei due da adulti ._."
Beh, mi aspetto di avere un bel po' di vostri pareri :D Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguita e sostenuta fin qui, questo nuovo capitolo è dedicato a tutti voi ;)
Un bacione, sicuramente a presto, Chanel

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Capitolo 28
*** -Fratelli deficienti ***


 

-Fratelli deficienti

<< … e mi raccomando, signorina Weasley, continui a tenere il fianco fasciato per almeno due giorni e si ricordi di cambiare le fasciature regolarmente; come le ho già spiegato le ferite delle creature magiche... >>, erano almeno dieci minuti che Miss Mary la riempiva di raccomandazioni; sembrava decisa a non farla uscire dall'infermeria.

Accanto a lei, anche Agnes sembrava iniziare a perdere la pazienza:<< Non si preoccupi Miss Mary, mi assicurerò io stessa che Rose continui a curarsi per bene le ferite >>.

La ragazza annuì con aria estremamente sollenne e mise una mano sulla spalla della bionda:<< Mi fido di lei allora, signorina Dollow >>, annunciò annuendo piano tra sè.

Agnes le sorrise, ringraziando mentalmente Morgana, Merlino, Godric, Priscilla, Tosca ed anche Salazar per aver fatto stare zitta l'infermiera:<< Non si preoccupi >>, rispose arpionando la sua migliore amica per un braccio:<< Allora arrivederci, buona serata >>, se la trascinò dietro fino alla porta e nonappena se la fu chiusa alle spalle tirò un sospiro di sollievo:<< Ma la smette mai di parlare quella? >>, le domadò.

Rose alzò gli occhi al cielo:<< So solo che quando dovrebbe parlare sta zitta, mentre quando dovrebbe stare zitta blatera in continuazione >>.

Andarono verso la Sala Comune, dove trovarono ad aspettarle James, Roxanne, Lily ed Albus; tutti e quattro abbracciarono calorosamente Rose, Lily in particolare, che pareva quasi avere gli occhi lucidi.

Hugo però, non sembrava intenzionato a farsi vedere:<< Dov'è mio fratello? >>, domandò Rose, quando presero tutti posto vicino al camino.

I cugini ed Agnes si lanciarono delle occhiate circospette, senza saper bene cosa rispondere:<< Ecco... >>, inziò Albus:<< lui non è venuto qui perchè... >>.

Lily, che si torturava una ciocca di capelli rossi che le scappava dalla coda, venne in aiuto del fratello:<< … perchè... diciamo che... insomma, c'è stato un problemino con un articolo della Talks, ecco... >>.

Rose aggrottò le sopracciglia:<< Cosa vuol dire un “problemino”? E quale articolo della Talks? >>, chiese.

A quel punto James si sentì in dovere di intervenire:<< Non te l'abbiamo fatto leggere per non preoccuparti, ma mentre eri in infermeria è uscito un articolo sulla Gazzetta che parlava del Torneo della Vittaria... e beh... zio Ron non ne sembrava entusiasta >>.

Rose si sentì mancare la terra sotto i piedi; aveva un terribile, terribile presentimento:<< Ti prego, dimmi che non c'entra Scorpius! >>, pregò appoggiandosi al braccio di Agnes, che le stava accanto.

La bionda si morse un labbro, passandosi una mano tra i capelli:<< Beh... diciamo che la Talks ha dato una... interpretazione molto... personale, ecco, di ciò che ti è successo durante la seconda prova >>.

La grifondoro si lasciò andare contro lo schienale del divano – ignorando completamente il bruciore al fianco – con il volto nascosto tra le mani:<< Diavolo! >>, borbottò:<< Vi prego, uccidetemi, voglio morire! >>.

Agnes iniziò ad accarezzarle un braccio:<< Non è così tragico, Rosie >>, cercò di rassicurarla:<< Sì, l'articolo non era esattamente... positivo, da questo punto di vista, ma i tuoi genitori sono delle persone intelligenti, basta che tu gliene parli e si sistemerà tutto. Mentre per quanto riguarda Hugo... >>, prima che potesse finire, Rose la interruppe.

<< Tu non capisci, Agne! >>, esclamò:<< La cosa è molto più complessa di così. Ne ho parlato con mia madre e sono sicura che per lei non ci sarebbero problemi, capirebbe. Il problema è mio padre: lui odia i Malfoy, li ha sempre odiati e da quando mia madre lo ha tradito con il padre di Scorpius... >>, si tappò la bocca, ma era troppo tardi; prima che se ne accorgesse, aveva spifferato quello che sua madre le aveva raccontato come segreto.

<< Che cosa!? >>, esclamò Lily che, crescendo, sembrava diventare sempre più incline ai pettegolezzi.

Agnes si diede una manata sulla fronte, mentre anche gli altri due Potter e Roxanne sgranavano occhi e bocca:<< Zia Hermione ha tradito zio Ron!? >>, chiese Albus.

<< Zia Hermione ha tradito zio Ron con Draco Malfoy!? >>, rincarò Roxanne, con la mandibola che per poco non sfiorava il pavimento.

Anche Rose spalancò gli occhi, ma per un motivo diverso; in quel momento avrebbe tanto, tanto desiderato che la terra si aprisse e la inghiottisse lì, su due piedi, senza pensarci su troppo:<< Veramente... io... >>, non trovava parole per rimediare a ciò che aveva appena fatto, voleva solo scomparire.

Prima che potesse peggiorare ulteriormente la situazione, Agnes l'afferrò per un braccio e la tirò in piedi:<< Beh ragazzi, mi dispiace ma Rose adesso deve andare a dormire; ho promesso personalmente a Miss Mary che l'avrei controllata io, quindi... >>, si chinò per dare un leggero bacio al fidanzato:<< buonanotte a tutti >>, aggiunse prima di trascinarla verso il dormitorio dove, sapeva, si sarebbe scatenata in una ramanzina memorabile.

Mentre andavano verso le scale del dormitorio femminile, incrociarono Hugo che non le salutò:<< Certo che ho una sorella deficiente >>, fu tutto ciò che disse, prima di raggiungere gli altri seduti vicino al camino.

 

<< Capitano Weasley! La posta! >>, trillò una voce troppo acuta, troppo velocemente, troppo presto.

Si passò una mano tra i capelli rossi e si grattò il mento, ricoperto da uno strato di barba incolta da almeno tre giorni:<< Lasciala pure lì, Britanny >>, disse indicando un armadietto pieno di fogli e registri.

La ragazza annuì, lasciando tre buste sull'armadio:<< Vuole altro caffè, capitano Weasley? >>, domandò raccogliendo il bricco vuoto dalla scrivania.

Ron sollevò lo sguardo; davanti a lui Britanny gli sorrideva con aria affabile, i capelli biondi e liscissimi raccolti in un'ordinata coda di cavallo e gli occhi truccati di azzurro, in tinta con la camicetta – che giorno dopo giorno sembrava più scollata – infilata nella gonna a tubino – che era di almeno un paio di centimetri più corta del giorno prima:<< Sì, grazie >>, rispose semplicemente, completamente disinteressato all'abbigliamento della segretaria.

Questa sbuffò leggermente offesa e girò sui tacchi.

Hermione lo avrebbe ucciso se avesse visto quanto caffè aveva bevuto in quegli ultimi giorni; quasi gli sembrava di sentire la sua voce: “Smettila di bere così tanto caffè, Ronald. Poi la notte non dormi ed in più ti si rovinano i denti!”.

Maledetta lei e i suoi genitori dentifisti o dentieri, come miseriaccia si dice!

Posò lo sguardo sulla pila di scartoffie che aveva davanti, si coprì il viso con una mano e gli venne un'irrefrenabile voglia di tornare a casa – casa sua, non quella di sua sorella – ed infilarsi nel suo letto – il suo letto, quello che divideva con Hermione, non il letto di James dove dormiva ora – per rimanerci per giorni, forse settimane, sotto le coperte, al caldo, lontano da tutto quello che gli stava accadendo.

Nell'ufficio entrò un ragazzo poco più che ventenne, un'altra pila di fogli in mano:<< Dovrebbe compilare anche questi, Capitano Weasley >>, lo informò, mettendoli sulla scrivania.

In quel momento, Ron prese in seria considerazione il suicidio:<< Cosa sono, Oliver? >>.

Il segretario si strinse nelle spalle:<< Non lo so, li mandano dai piani alti. Credo siano verbali e simili per un qualche processo >>, spiegò.

<< Ottimo >>, borbottò tra sè il capitano, prima di congedare Oliver con un cenno della mano.

Nonappena il ragazzo se ne fu andato tornò Britanny, con una brocca di caffè fumante in mano:<< Altri documenti? >>, domandò.

Ron annuì distrattamente e lasciò che gli versasse il caffè nella tazza poggiata alla scrivania:<< Grazie >>, borbottò.

La bionda gli sorrise adorabilmente:<< Si figuri >>, rispose giocherellando con un bottone della camicietta. Lanciò un'occhiata veloce alle buste, abbandonate sulla scrivania:<< Non le apre? >>, gli domandò.

Lui si strinse nelle spalle:<< Saranno le solite lettere dal ministro; inviti a cene ed inutili conferenze, nulla di cui voglia occuparmi ora >>.

Britanny si strinse nelle spalle:<< Una è di suo figlio >>, lo informò.

Ron aggrottò le sopracciglia:<< Mio figlio? >>, fece perplesso:<< E perchè non ha scritto a mia moglie? >>, domandò più a se stesso che a lei.

La ragazza, con fare casuale, rispose alla domanda:<< Sbaglio o lei e sua moglie avete litigato? Magari suo figlio ha bisogno di un... come dire... parere paterno? >>, ipotizzò, tendendo l'orecchio in attesa della risposta.

Al contrario di quanto si aspettasse, Ron le lanciò un'occhiataccia ma non fece commenti:<< Vai pure Britanny. E fammi un favore, inzia a compilare queste >>, disse mollandole tra le mani un plico di fogli:<< io penso a questi altri >>.

Leggermente delusa, la segretaria non potè far altro che andarsene con qualcosa come un centinaio di moduli da riempire tra le mani.

Rimasto solo, Ron prese frettolosamente la lettera di Hugo – gli aveva veramente scritto – ed iniziò a leggerla:

 

Caro papà,

spero che lì vada tutto bene, anche se purtroppo ho paura che non sia così.

Ti scrivo perchè, dopo aver letto l'articolo di Melissa Talks, ho immaginato che a casa potessero esserci dei casini tra te e la mamma.

Mi piacerebbe poterti scrivere che quello che la Talks ha scritto non è vero, che sono tutte cazzate, ma purtroppo non è così.

È vero, Rose sta con Scorpius Malfoy.

Forse non è una bella cosa “fare la spia” ma te lo dico perchè voglio bene a Rose, voglio proteggerla e quel Malfoy non mi piace per niente.

Spero che riusciremo a far capire a Rose e alla mamma come stanno veramente le cose e che tutto torni a posto.

Ti mando un abbraccio forte, salutami tanto Emily e la mamma,

Hugo

 

Ron dovette rileggere almeno quattro volte la lettera del figlio per capacitarsi di ciò che gli aveva scritto.

Alla fine – quasi dieci minuti dopo – si decise ad alzarsi; prese una manciata di polvere da un vaso vicino alla scrivania e dopo averla gettata nel camino vi infilò la testa.

A chilometri e chilometri di distanza la professoressa McGranitt rischiò di terminare la sua lunga e piena vita a causa di un infarto:<< Per Godric! >>, esclamò quando si vide comparire il viso serio e lievemente arrossato di Ronald Weasley nel camino del suo ufficio:<< Signor Weasley! Cosa ci fa nel mio camino? Senza nemmeno avvisare, per di più! >>, domandò con una punta di rimprovero – neanche tanto nascosta – nella voce.

Il rosso tossicchiò, leggermente in imbarazzo:<< Mi scusi professoressa >>, rispose mesto, messo in riga dal timore che ancora quella donna gli incuteva:<< ma è una questione urgente. Vorrei il permesso di venire a far visita a Rose, con mia moglie ovviamente >>.

La preside rimase a dir poco stupita da quell'inusuale richiesta:<< Ma, come vi ho scritto, ormai Rose è fuori pericolo, è stata dimessa giusto ieri sera dall'infermeria... >>, iniziò a spiegare la donna.

<< Non è per questo >>, disse Ron interrompendola:<< avrei... avremmo bisogno di parlarle urgentemente faccia a faccia, se questo è possibile. Non sarà una cosa lunga, avrei-avremmo bisogno solo di un'oretta, anche meno... >>, vedendo la professoressa titubante aggiunse:<< la prego >>.

La McGranitt prese un profondo respiro, chiudendo gli occhi ed arricciando le labbra:<< Lo sa, vero, che non potrei darle un permesso del genere senza un motivo veramente importante? >>, Ron trattenne il fiato e lei continuò:<< Ma d'altronde sono sicura che lei e la signora Granger abbiate delle buone scusanti, altrimenti non me lo avrebbe chiesto; ed in ogni caso Rose sta passando un periodo particolare, tra il Torneo della Vittoria e tutto il resto... sì, credo che parlare con voi potrebbe esserle di aiuto. Vi lascio un'ora domani pomeriggio, ovviamente dopo il termine delle lezioni >>, concesse.

<< Grazie mille professoressa! >>, esclamò Ron:<< Le prometto che rispetterò... ehm... rispetteremo i tempi. A domani allora, buona giornata >>, e senza aspettare una risposta, scomparve dal camino.

 

La permanenza in infermeria non le aveva sicuramente tolto la fame, constatò Agnes osservando con aria orripilata la sua migliore amica.

Era ora di colazione e Rose stava praticamente trangugiando qualsiasi cosa avesse a portata di mano – giustificandosi dicendo che in infermeria la Chips l'aveva tenuta in riga, nutrendola solamente di schifose brodaglie – quando il solito stormo di gufi fece il suo ingresso per portare la posta.

Uno dei gufi della scuola le atterrò davanti, porgendole una pergamena chiusa dal sigillo in ceralacca di Hogwarts:<< Cos'è? >>, le chiese Agnes, seduta accanto a lei.

Rose si strinse nelle spalle ed iniziò a leggere. Quando sollevò lo sguardo, meno di un minuto dopo, era a dir poco perplessa:<< La McGranitt dice che oggi pomeriggio dopo le lezioni i miei genitori verranno a farmi visita >>, spiegò.

<< E perchè? >>, domandò Agnes.

La rossa scosse la testa con le sopracciglia aggrottate:<< Non ne ho idea >>, ammise:<< ormai sono stata dimessa e non c'è motivo... >>, di colpo – prima di terminare la frase – sbiancò e spalancò gli occhi all'inverosimile.

Agnes per poco non si prese un infarto:<< Rose! >>, esclamò preoccupata:<< Ti senti bene!? >>.

Senza accennare a cambiare espressione Rose aprì la bocca:<< L'articolo >>, bisbigliò.

<< Ma cosa...? Non capisco... >>.

Prima che Rose potesse spiegarsi, Hugo le passò da parte e, allungando il collo, si intromise nel discorso:<< Come scusa? >>, domandò.

Dimenticandosi completamente di ciò che era successo la sera prima e di essere arrabbiata con lui, la ragazza rispose:<< Mamma e papà verranno qui questo pomeriggio. Vogliono parlarmi. Ho paura che sia per l'articolo della Talks >>.

Contro ogni previsione suo fratello sorrise:<< Allora la lettera è servita a qualcosa! >>, esclamò soddisfatto.

Se possibile Rose sgranò ancora di più gli occhi:<< Come scusa!? >>, domandò.

<< Ho scritto una lettera a papà dicendogli che quello che la Talks ha scritto è tutto vero. Scusami Rose ma non posso fare finta di niente, sei mia sorella e... >>.

La ragazza non gli diede nemmeno il tempo di finire:<< Sei un deficiente, Hugo! >>, gli urlò contro spingendolo di lato prima di alzarsi e correre fuori dalla Sala Grande con Agnes e James alle calcagna.

 

Hermione sedeva sul divano davanti al fuoco, con un grosso libro in mano ed Emily che faceva un sonnellino appoggiata alle sue gambe.

Cercava di non farsi prendere dallo sconforto, nonostante non fosse facile far finta di nulla quando la casa era così silenziosa e vuota da giorni.

Era lunedì pomeriggio e teoricamente lei avrebbe dovuto essere al Ministero ed Emily all'asilo, ma era decisamente troppo stanca ed abbattuta per uscire di casa, così si era data per malata ed aveva fatto lo stesso con la figlia.

Quando, la mattina di due giorni prima, aveva scoperto che Ron se ne era andato, si era sentita quasi soddisfatta: se lo meritava. Ora però, senza di lui, si sentiva vuota ed inutile, come se non avesse le energie nemmeno per muoversi.

Accarezzò distrattamente la testa di Emily, quando davanti a lei si materializzò una figura snella, dall'indistinguibile chioma rossa. Per poco non lanciò un urlo:<< Ginny! >>, esclamò, cercando di misurare il tono di voce per non svegliare la bambina:<< Quante volte ti devo dire di non materializzarti in casa ma... >>.

La donna non la lasciò neanche finire:<< Non è il momento per le prediche, Hermione. C'è un problema, un grosso, enorme problema >>.

Intuendo che la cosa doveva essere seria Hermione si alzò – facendo ben attenzione a non svegliare la figlia – e fece cenno alla cognata di seguirla in cucina.

Nonappena si fu chiusa la porta alle spalle, Ginny la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi:<< Hermione, oggi pomeriggio Ron andrà ad Hogwarts >>, annunciò.

La donna aggrottò le sopracciglia castane, senza capire:<< Ehm... ok >>, rispose:<< la cosa dovrebbe preoccuparmi? >>, domandò.

La rossa alzò gli occhi al cielo, stringendo la presa sulle spalle dell'altra:<< Non capisci, Hermione! L'ho sentito parlare con Harry e vuole andare perchè Hugo gli ha scritto una lettera >>, Hermione ancora non capiva:<< una lettera in cui gli diceva che Rose sta veramente con Scorpius Malfoy! >>, aggiunse alzando il tono di voce.

La riccia spalancò bocca ed occhi, troppo stupita per rispondere subito:<< Perchè Hugo lo ha fatto? >>, fu tutto ciò che riuscì a chiedere.

Ginny scosse la testa, continuando a tenerla per le spalle:<< Non lo so, Hermione, ma non è questo l'importante. Mio fratello è un deficiente, se lo lasci andare da solo verrà fuori un casino! >>, vedendo che la cognata non reagiva la scrollò per le spalle:<< Hermione! Per l'amor del cielo! Devi fare qualcosa, non puoi permettere che Rose soffra per ciò che è successo qualcosa come ventanni fa tra te e Malfoy... >>.

<< Lo so! >>.

Hermione si lasciò cadere su una sedia e si prese il viso tra le mani. Come avevano potuto arrivare a quel punto? Com'era possibile che una sola notte avesse avuto un tale impatto nella sua vita? Sentì le lacrime pungerle gli occhi per uscire, ma le ricacciò indietro; non piangeva da anni, non avrebbe ricominciato ora.

Ginny le mise una mano sulla spalla e gliela strinse:<< Siamo ancora in tempo per farlo ragionare >>, le disse con fare dolce:<< Harry è a casa con Ron; sta cercando di dissuaderlo, non credo ci riuscirà, ma almeno sta prendendo un po' di tempo >>.

<< E io cosa dovrei fare? >>, chiese con gli occhi lucidi.

La rossa alzò gli occhi al cielo:<< Ma devi andare ad Hogwarts e parlargli! Su, sbrigati, non hai tutto il giorno >>.

Hermione si guardò intorno ancora qualche istante, poi raccolse tutte le sue forze ed il suo spirito battagliero, prese un bel respiro e si mise in piedi:<< Ci pensi tu ad Emily? >>, domandò alla cognata, che subito annuì.

Velocemente indossò un paio di pantoloni ed una camicia e si pettinò. Tornò in sala e diede un bacio sulla fronte della figlia, prima di prendere borsa e mantello. Si sistemò al centro della sala e prese un bel respiro.

<< Ti smaterializzi ad Hogsmeade? >>, le domandò una Ginny un po' preoccupata, seduta sul divano accanto ad Emily.

La donna scosse la testa:<< Tra un attimo, prima devo andare in un posto >>, e, prima che l'altra potesse dire qualcos'altro, si smaterializzò.

Ricomparve davanti ad un imponente maniero, circondato da un alto recinto.

Si avvicinò al cancello ed ancora prima che ci poggiasse le mani questo si spalancò. Si ritrovò in un vasto giardino, percorso da un vialetto di ciottoli; lo seguì e la portò davanti ad un portone di legno antico. Non devette attendere più di qualche secondo prima che anche questo si aprisse.

<< Desidera? >>, domandò la voce della donna che le aveva aperto.

<< Sono Hermione Jean Granger >>, si presentò Hermione, cercando di mantenere un tono neutro:<< Sto cercando Draco Malfoy >>.

 

<< Scorpius! >>.

Forse non è stata una buona idea.

Il gruppo di Serpeverde con cui stava il ragazzo si voltò a fissarla come avrebbero guardato una cacca di Schiopodo trovata in mezzo alla strada. Anche Scorpius la guardava, ma non sembrava neanche notare le occhiatacce che i suoi compagni lanciavano sia a lei che a lui.

<< Ehi Rose >>, salutò senza vergogna né fastidio nella voce:<< tutto a posto? >>, le chiese un attimo dopo, notando che aveva le guance arrossate ed i capelli scompigliati.

Senza esitazione la rossa si fece largo tra i serpeverde e lo prese per un polso, iniziando a tirarselo dietro:<< Ti devo assolutamente parlare, ora >>, annunciò allontanandolo da lì.

Scorpius non protestò e si lasciò tirare con un mezzo sorriso stupito sulla faccia. Si fermarono vicino ad un albero:<< Guarda che tra dieci minuti ho lezione di erbologia >>, le disse lanciando un'occhiata verso i suoi compagni che si incamminavano verso le serre.

Lei lo ignorò:<< Ho un problema... anzi, abbiamo un problema >>, annunciò incrociando le braccia al petto:<< oggi, finite le lezioni mio padre e mia madre verranno qui >>, spiegò.

Il biondo aggrottò le sopracciglia senza capire:<< Beh... sono contento... è un po' che non vi vedete, no? >>, fece titubante.

Rose scosse la testa, sbattendo i capelli rossi, già scompigliati, qua e là:<< Non capisci Scorpius! Mio padre vuole venire a parlarmi perchè quel deficiente di mio fratello gli ha detto che ciò che Melissa Talks ha scritto nell'ultimo articolo è vero; gli ha detto che io e te stiamo insieme >>, spiegò trattenendosi a stento dall'urlare.

Scorpius spalancò la bocca senza riuscire a dire nulla. Gli sembrava impossibile; sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare i genitori di entrambi, ma sperava più per il “poi”:<< Ok, calma Rose >>, disse anche se quelle parole erano più per se stesso:<< basta che... insomma... quando hai detto che vengono? >>.

<< Alla fine delle lezioni. Quindi tra due ore >>.

<< Ma perchè non me lo hai detto prima!? >>, chiese lui infastidito, forse nel tentativi di nascondere la paura dimostrandosi scontroso.

Rose gli lanciò un'occhiataccia:<< Forse perchè sei sempre, perennemente circondato dai tuoi odiosi compagni serpeverde e non sono riuscita a trovarti da solo nemmeno per un secondo!? >>, disse infastidita, con una luce preoccupante negli occhi.

Scorpius le mise le mani sulle spalle:<< Ok, ok. Hai ragione, scusa. Ragioniamoci un attimo, sono sicuro che potremmo trovare una soluzione... >>.

La rossa lo interruppe:<< Accompagnami tu! Vieni con me! >>, propose con voce esageratamente alta.

<< Tu sei pazza! >>, esclamò lui:<< Se mi vede tuo padre mi ammazza! >>.

Lei gli prese le mani con gli occhi lucidi di speranza:<< No, no >>, lo pregò:<< vieni con me, se ci fossi anche tu potremmo spiegargli tutto e magari si calmerebbe >>.

<< Io... >>, Scorpius la guardò negli occhi, luccicavano di aspettativa ed erano tutti per lui... come poteva negarle qualcosa? Semplicemente non poteva:<< E va bene, ti accompagnerò >>.

 

<< Signora Granger, che piacere e... signor Malfoy ma cosa...? >>, Minerva McGranitt spalancò gli occhi alla vista del biondo.

Hermione non la lasciò finire:<< Mio marito è già qui? >>, domandò.

La preside si riprese subito dalla stupore:<< Sì, è arrivato giusto qualche minuto fa, è in un'aula al secondo piano che aspetta vostra figlia... >>.

Nuovamente la donna non potè finire di parlare:<< Posso raggiungerlo? >>, domandò sbrigativa la riccia.

La McGranitt sembrava decisamente stranita dalla situazione:<< Certamente ma... signor Malfoy, cosa ci fa qui? >>.

Draco non provò nemmeno a rispondere, consapevole che Hermione avrebbe fatto tutto:<< Professoressa, è con me. Si fidi di me, è una cosa importante; importante per Rose ed anche per Scorpius >>, disse infatti.

Minerva li fissò per qualche istante, finchè – con un sospiro arreso – non si fece da parte:<< Bene signora Granger, raggiungete pure suo marito, si trova nell'ufficio da parte all'aula di Aritmanzia, ma mi raccando, questo è un grande favore che vi faccio >>.

Hermione annuì con un sorriso:<< Certo professoressa e gliene sarò grata >>, si allontanò con un piccolo inchino:<< avanti Draco, andiamo >>.

Senza rivolgersi la parola i due salirono le scale a passo svelto, fino ad arrivare davanti alla porta di quella che era da sempre l'aula di Aritmanzia. Lì davanti si bloccarono, vedendo due ragazzi che, dalla parte opposta del corridoio, arrivavano per mano.

<< Rose! >>.

<< Scorpius!? >>.

<< Mamma! >>.

<< Papà... >>.

<< Ma cosa...? >>.

In quell'esatto istante la porta dell'ufficio si spalancò e vi fece capolino la testa rossa di Ronald Weasley in persona, che subito si accorse della presenza della moglie:<< He-hermione? Ma cosa ci fai... >>, ma prima di finire la frase riuscì a notare tutta la scena. Vide sua figlia per mano a Scorpius Malfoy e Draco Malfoy in persona che si guardava intorno quasi in imbarazzo, in piedi accanto ad Hermione:<< E voi due cosa ci fate qui!? >>, domandò con la mascella serrata ed i pugni chiusi.

Rose non aveva mai desiderato come in quel momento di scomparire.

Hole!
E neanche questa volta non siete riusciti a sbarazzarvi di me! Muahahah, lo so che quando iniziate a sperare che me ne sia veramente andata rispunto fuori con un nuovo capitolo :D
Per chi mi segue su fb lo sa già, ma informo gli altri che il mio ritardo non è assolutamente voluto, ma uno scambio con la Francia mi ha tenuto per una decina di giorni lontano dalla mia adorata tastiera, quindi... 
Parlando del capitolo non mi convince granchè; non sono sicura di essere riuscita ad esprimere bene ciò che volevo, ma sarete voi a giudicare.
Spero di leggere un po' più di recensioni in questo capitolo...
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che leggono e seguono la mia storia, ma soprattutto per quelle sante persone che perdono anche solo cinque minuti del loro tempo per lasciarmi una recensioncina: VI AMO!
Un bacio, Chanel

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Capitolo 29
*** -Posso spiegare... ***


Buonasera ragazzi :D
Prima di lasciarvi leggere il capitolo in pace, volevo informarvi che - in particolare la prima parte - sarà un capitolo molto... "movimentato" ed ho paura di non essere stata esattamente chiarissima (l'ho riscritto almeno quattro volte, ma alla fine non ho avuto cuore di farvi aspettare ANCORA) quindi se qualcosa non si capisce bene o è un po' confuso sareste gentilissimi a dirmelo.
Colgo l'occasione per ringraziare quelle fantastiche persone che nonostante la mia lunga assenza e la discontinuità nell'aggiornare, recensiscono ancora 
I LOVE U
Ed ora, buona lettura :D 

Chanel

 

-Posso spiegare

<< No, posso spiegare... >>.

<< Non puoi spiegare proprio un bel niente! Sei uno stupido, un deficiente Hugo! Non ci posso credete! Non puoi veramente aver fatto una cosa del genere a Rose... a Rose! Tua sorella! Hai idea del macello in cui l'hai cacciata!? >>.

<< Sì ma io... posso spiegare! >>.

<< E ALLORA FALLO! >>.

Hugo, se possibile, si ritrasse ulteriormente contro lo schienale della poltrona. La Sala Comune era quasi del tutto deserta; ben pochi – anche tra i grifondoro – avevano il coraggio di assistere ad una sfuriata in stile Weasley:<< L'ho fatto per il suo bene! >>.

Senza alcun prevviso, Lily scoppiò a ridere, una risata infelice e molto, molto inquietante:<< Per il suo bene! Per il suo bene! Hai sentito, Roxie!? Lui è andata a raccontare a zio Ron che Rose sta con Malfoy per il suo bene! >>, urlò guardando la cugina, nonostante questa avesse già capito benissimo e non avesse bisogno di essere ulteriormente caricata contro il ragazzo.

<< Ma certo! >>, esclamò infatti una Roxanne rossa di rabbia:<< Una cosa del genere non può che farle bene! >>.

Hugo spostò lo sguardo verso il divano vicino alla sua poltrona, in cerca di un po' di sostegno maschile che non trovò. Agnes se ne stava seduta a fissarlo con sguardo truce e braccia incrociate tra James ed Albus, che non gli rivolgevano certo occhiate più gentili:<< Non hai spiegazioni migliori, Hugo!? >>, domandò Lily, cercando di riavere la sua attenzione.

Il ragazzo boccheggiò, in cerca di qualcosa di intelligente da dire; una qualsiasi cosa che potesse far calmare quelle due iene:<< Mi sembrava... pensavo che papà l'avrebbe fatta ragionare >>, disse con voce molto meno sicura di quanto sperasse.

Lily sembrava volerlo schiaffeggiare:<< Su cosa, esattamente, Rose dovrebbe ragionare? >>, domandò con i pugni stretti lungo i fianchi e la mascella serrata.

<< Ma su Malfoy! >>, rispose Hugo, che non era per nulla sollevato dal cambiamento del tono di voce della cugina:<< Insomma, lei non può certo stare con Malfoy! Papà glielo farà capire, lei lo lascerà di sicuro e... >>.

Prima che potesse finire, Roxanne esplose:<< Come puoi essere così coglione!? >>, domandò fuori di sè.

<< Possibile che tu non veda quanto Rose sia felice da quando sta con quel ragazzo!? >>, rincarò Lily.

<< Persino io l'ho capito >>, commentò James, subito zittito da un'occhiataccia sincronizzata delle due iene e di Agnes.

Hugo boccheggiò un attimo, senza saper cosa dire:<< Ma è un Malfoy... >>, tentò di protestare inutilmente.

Questa volta fu Lily a non riuscire più a trattenersi; fece un passo avanti con le guance arrossate per la rabbia ed il petto gonfio di orgoglio:<< E ALLORA!? >>, chiese gesticolando esageratamente:<< Se lo ama non capisco come possa essere un problema! Sai un cosa!? Io... >>, non finì la frase, lo fissò un paio di istanti in silenzio, poi gli diede le spalle ed andò a mettersi in piedi su uno dei tavoli.

<< Ma che fa? >>, domandò Albus, facendo per alzarsi.

Agnes lo afferrò per la camicia e lo rimise a sedere:<< Zitto e ascolta >>.

<< Ascoltatemi tutti! >>, urlò Lily, facendo ricadere l'attenzione dei pochi coraggiosi che erano rimasti nella Sala Comune su di lei – non che prima stessero facendo altro – e senza un istante i esitazione annunciò:<< Io sono Lillian Luna Potter e amo Gordon Goyle e lui ama me. Sì! Quel Gordon Goyle, il figlio degli stessi Goyle che hanno collaborato con Voldemort! Il figlio di Gregory Goyle! E sapete una cosa!? Ne vado fiera! E se fossimo veramente tutti così “grifondoro” come sosteniamo di essere, non ce ne importerebbe nulla del nome e della casa delle persone, ma baseremmo i nostri giudizi sulle loro azioni >>.

Nessuno osò fiatere per diversi secondi, poi la rossa balzò giù dal tavolo con gli occhi lucidi, si avvicinò agli altri:<< Hugo sei un... ah, lasciamo perdere! >>, senza aggiungere altro diede le spalle a tutti e se ne andò.

<< Aspettami, Lily! >>, la richiamò Roxanne:<< Forse sarebbe ora di crescere... >>, disse al cugino prima di sparire oltre il buco del ritratto.

 

Se inizialmente il fatto che Ronald Weasley non lo avesse strangolato subito aveva tranquillizzato Scorpius Malfoy, ora quella calma glaciale lo intimoriva più di mille urla. In quel momento – si disse – probabilmente l'unica cosa che lo teneva in piedi era la mano di Rose ancora stretta nella sua.

<< Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo? >>, domandò con compostezza il rosso, fissando con ostilità la moglie, che faceva vagare lo sguardo tra gli occupanti dell'aula.

Hermione non rispose, lo fece Rose:<< Penso che sia tu a dovere delle spiegazioni a tutti noi >>, fece notare.

Ron la osservò quasi con... orrore? No, impossibile, era pur sempre sua figlia... poi lo sguardo gli si posò sulla mano intrecciata a quella di Scorpius:<< Perchè lo tieni ancora per mano!? >>, domandò perdendo tutta la pazienza che fino ad allora era riuscito a racimolare.

Il cuore della grifondoro mancò un battito, ma la sua mano non sembrava intenzionata a lasciare la presa:<< Penso che prima tu mi debba delle spiegazioni >>, ripetè con la voce leggermente più insicura di prima.

Il volto dell'uomo divenne un tuttuno con i suoi capelli, dalla sua espressione, sembrava volesse prenderla a schiaffi:<< Non mi parlare così. Non osare parlarmi in questo modo! Sei tu che mi devi delle spiegazioni, ingrata! Come puoi presentarti davanti a me per mano a quel... >>.

Draco Malfoy decise che quello era il momento giusto per intervenire e non lo lasciò finire di parlare:<< Modera i termini, Weasley; è di mio figlio che parli >>, disse semplicemente, con voce piatta e calma.

Se possibile Ron divenne ancora più rosso e le mani inziarono a tremargli per la rabbia a stento repressa:<< Proprio perchè è tuo figlio, Malfoy! Dovreste stare tutti e due a marcire ad Azkaban, brutti mangiamorte che non siete al... >>.

<< Ronald! >>, urlò Hermione, zittendelo.

L'uomo si voltò a fissare la moglie con gli occhi sgranati:<< E lo difendi anche! >>, urlò:<< Non posso credere che mia moglie difenda questo... questo assassino e non me! >>, aggiunse troppo fuori di sé per misurare le parole.

La riccia cercò di non farsi toccare troppo da ciò che lui diceva:<< Non sto difendendo proprio nessuno. Semplicemente dovresti calmarti perchè stai parlando a vanvera, lanciando accuse infondate >>, spiegò mantenendo la calma.

Davanti a tutto quel contegno, Ron sembrò diventare ancora più intrattabile:<< Ma certo! >>, esclamò:<< Se io do del mangiamorte e dell'assassino ad un ex-mangiamorte sono cattivo e mi devi urlare contro, mentre quando questo schifoso serpeverde ci insultava in ogni modo possibile ed immaginabile chinavi la testa ed andavi avanti! >>.

<< Stai parlando di circa trentanni fa, Ronald >>, puntualizzò Hermione:<< e comunque non ho mai abbassato la testa, tantomeno davanti ad un insulto >>.

Vedendo la reazione della moglie, il rosso preferì sfogare la sua frustrazione su un altro bersaglio:<< E tu! >>, continuò come se lo scambio di battute con la moglie non ci fosse mai stato, indicando Scorpius:<< Non sei diverso da tuo padre! Ti sei approfittato di mia figlia come uno schifoso maiale, come gli schifosi maiali che tu e tuo padre siete! >>.

Il biondo si sforzò per non rispondere all'offesa:<< Io non mi sono approfittato di sua figlia... >>, cercò di difendersi.

Ron però non sembrava volerlo lasciar parlare:<< E neghi anche l'evidenza! Voi serpeverde non cambiate mai, sempre pronti a strisciare come vermi pur di... >>.

<< Ora basta! >>, questa volta fu Draco a perdere la pazienza:<< Sei patetico Weasley, dici cose senza senso. In questa stanza nessuno ha mai obbligato nessuno a fare nulla >>, disse sperando che l'allusione a ciò che c'era stato tra lui ed Hermione fosse chiara.

Quest'ultima pensò seriamente che, se fossero andati avanti così per qualche altro minuto, il cuore di suo marito non avrebbe retto. Fece un passo avanti, mettendosi tra i quattro per prendere la parola:<< Allora, adesso tutti noi ci sediamo – non mi interrompere Ron – e discutiamo di ciò che – Malfoy zitto – sta succedendo, come persone civili – chiudi quella bocca Rose! – senza urlarci contro a vicenda >>. Detto questo estrasse la bacchetta e fece levitare cinque sedie verso di loro, si mise a sedere e fece segno a tutti di fare lo stesso. Con un po' di riluttanza anche gli altri presero posto.

Rose non lasciò la mano di Scorpius.

Per qualche istante nessuno parlò. Lo fecero al posto loro le occhiatacce che sembravano fendere l'aria come coltelli.

<< Ancora non capisco perchè mia hai trascinato qui, Hermione >>, biscicò infine Draco, rompendo quel silenzio teso.

Ancor prima che la chiamata in causa potesse pensare alla risposta, Ron saltò in piedi, puntando un dito contro l'uomo:<< Perchè la chiami per nome!? >>, domandò in un'urlo isterico:<< Come ti permetti di chiamare per nome mia moglie!? >>.

<< Ronald! >>, gli rispose quest'ultima:<< Ho detto persone civili. Tra persone civili ci si chiama per nome >>.

Neanche fosse stato un bambino di due anni, il rosso incrociò le braccia e distolse lo sguardo. Hermione alzò gli occhi al cielo e sbuffò piano, poi calò nuovamente il silenzio.

Questa volta fu Rose a romperlo, dopo aver preso un bel respiro ed aver stretto maggiormante la presa sulla mano del ormai-sperava-ragazzo si decise a parlare:<< Qualcuno mi vuole spiegare perchè voi tre siete qui? >>, domandò osservando uno ad uno gli adulti che le sedevano davanti.

Draco sollevò le mani, con l'intento di lavarsi di qualsiasi accusa:<< Io sono stato trascinato qui da tua madre >>, spiegò.

Ancora una volta Ron perse immotivatamente la pazienza:<< Sono sicura che mia moglie non ti ha trascinato proprio da nessuna parte! >>, urlò agitando le mani per aria.

Il biondo aveva decisamente perso la pazienza, ma un attimo prima che scoppiase la Terza Guerra Magica, Hermione si mise in piedi tra i due – che le si erano seduti uno a destra l'altro a sinistra:<< Adesso smettetela. Sembrate due bambini di tre anni. Guardate i vostri figli, sono più maturi di voi! >>, disse lanciando ad entrambi occhiate omicide.

Il rosso gonfiò il petto con orgoglio:<< Sicuro che Rose è più matura di uno sporc... >>.

La donna non gli lasciò nemmeno terminare l'insulto:<< Smettila. >>, ordinò con tono che non ammetteva reppliche. Finilmente lui si zittì ed Hermione potè rispondere alla figlia:<< Zia Ginny è venuta a casa nostra per avvisarmi che tuo padre voleva venire a... parlarti della tua... di te e Scorpius, ma aveva paura che potesse commettere qualche sciocchezza, così ho deciso di raggiungerlo e di portare con me anche Draco >>.

Rose non sembrava per nulla soddisfatta della spiegazione, anzi, se possibile pareva più spaventata di qualche ora prima, quando pensava che sarebbero venuti solo i suoi genitori. Vedendo che lei non fiatava Scorpius si rivolse al padre:<< E tu perchè l'hai seguita? >>, gli chiese.

L'uomo non sembrò apprezzare particolarmente la domanda, ma comunque rispose:<< Mi ha detto che c'era un problema con sua figlia e che tu ne eri immischiato. Non potevo certo fare finta di niente, no? >>, spiegò.

Quando le intenzioni e le motivazioni dei genitori furono chiare, Hermione decise che era il momento di far parlare i due ragazzi:<< Allora, penso che ora ci dobbiate voi qualche spiegazione, giusto? La Talks ha scritto tante cose su ciò che è accaduto, ma penso che non sia esattamente la verità. Quindi... spiegatevi >>.

Rose trattenne per qualche secondo il respiro, pensando a tutto ciò che avrebbe potuto dire a sua discolpa. Per un momento prese anche in considerazione l'idea di addossare a Scorpius tutta la colpa per poi chiedere umilmente perdono a suo padre. Poi si diede mentalmente un ceffone e si riprese. La verità era l'unica cosa che potesse dire. Accanto a lei Scorpius non aveva smesso di stringerle la mano e aspettava che gli dicesse cosa fare. Lasciò uscire l'aria dai polmoni e si mise più comodo sulla sedia:<< Beh... è una lunga storia, ma penso di dover cominciare dall'inzio... >>.

 

<< Ehm... Agnes... >>.

<< Cosa vuoi, Hugo? >>.

<< Ehm... io... Rose ti ha detto dove si sarebbe incontrata con i nostri genitori? >>.

<< No, Hugo. Ma penso che se vai a chiedere alla professoressa McGranitt potrebbe spiegarti dove si trovano >>.

Hugo osservò la migliore amica di suo sorella girare la pagina ingiallita di un grosso libro senza immagini, sembrava del tutto disinteressata a ciò che lui diceva:<< Pensi che me lo direbbe? >>, domandò con una strana ansia nella voce.

A quel punto Agnes alzò gli occhi al cielo, mise un segno nel libro e lo chiuse. Lo poggiò su di un tavolino insieme agli occhiali, per poi fissare i suoi occhi blu in quelli di Hugo:<< Ascoltami, so dove sono i tuoi genitori e Rose ma... sinceramente, non pensi di aver già fatto abbastanza casini? >>.

Il ragazzo si sentì un po' in imbarazzo davanti a quello sguardo così intenso e penetrante, ma si costrinse a non arrossire né indietreggiare:<< Lo so, infatti vorrei riparare. Ho pensato che se andassi... insomma, è colpa mia se mio padre è qui, no? Forse se gli parlassi potrei... risolvere un po' la situazione e magari... magari Rose... >>.

La bionda sorrise tra sé, Hugo non era mai stato bravo con le parole – a dire il vero non aveva ancora conosciuto un ragazzo che lo fosse – ma vederlo lì, imbarazzante e balbettante, a cercare di dimostrare il bene che voleva a Rose, le riempiva il cuore di gioia:<< E va bene, ho capito. Non ti preoccupare, se vuoi possiamo andare insieme... >>.

Ancora prima che finisse di parlare gli occhi di Hugo si riempirono di felicità; si dovette trattenere dal saltarle al collo:<< Oddio Agnes, grazie! Sei la mia salvezza, giuro che ti sarò grato in eterno! >>.

Lei si lasciò scappare un sorriso soddisfatto, ma subito si riprese, alzandosi in piedi ed inforcando gli occhiali:<< Bene, allora andiamo. Sono nell'ufficio da parte all'aula di Artmanzia >>.

Senza farselo ripetere due volte Hugo si affettò a raggiungere il buco del ritratto e spalancarlo. Appena prima che anche Agnes potesse superarlo, si sentì afferrare da dietro:<< Ehi, Agne... dove te ne va? >>.

Si voltò e trovò James che, con un sorriso malizioso sul viso, le stringeva la vita:<< Vado a salvare tua cugina dalla deficienza di suo padre >>, spiegò con un sorriso, che cancellava quella piccola offesa.

Il moro tornò subito serio, le lasciò la vita e le strinse una mano:<< Tu e Hugo? >>, domandò. Lei annuì:<< Perfetto, allora vengo anche io >>.

Non le lasciò nemmeno il tempo di ribattere, in meno di due secondi avevano già superato il buco del ritratto ed, insieme ad Hugo, scendevano le scale due gradini alla volta.

 

Fino a quel momento Ron aveva mantenuto la calma.

Quando diceva che avrebbe cominciato dall'inizio, Rose intendeva veramente dall'inizio. Aveva riassunto in un paio di minuti la descrizione di cinque anni di piccoli e grandi litigi, consapevole del fatto che nulla di ciò poteva essere nuovo alle orecchie dei loro genitori. Poi si era soffermata per qualche momento in più su quella discussione avvenuta uno dei primi giorni di scuola, in seguito alla preterintenzionale borsata che lei gli aveva dato sul naso, che poi era sfociata in una vera e propria battaglia nel bel mezzo della Sala Grande, con la conseguenza di una settimana di punizione in biblioteca.

E fin qui nulla di nuovo, tutti e tre erano stati avvertiti dalla professoressa McGranitt della gravità della situazione e del provvedimento che la donna aveva deciso di prendere.

Le cose però cambiarono quando Rose – che ormai era letteralmente arpionata al braccio di Scorpius – accennò alla sera in cui si erano ritrovati bloccati nella biblioteca, dove avevano dovuto passare la notte.

A quel punto Ron non riuscì più a trattenersi:<< Avete dormito insieme nella biblioteca!? >>, domandò più sconvolto che arrabbiato.

Scorpius si sentì in dovere di difendere entrambi:<< Sì, ma allora praticamente non ci sopportavamo, non deve pensare che... >>.

<< Oh, io penso quello che voglio, ragazzino! >>, rispose l'uomo, zittito nuovamente da un'occhiataccia della moglie.

<< Continua pure, Rose >>, la incitò quest'ultima, posando una mano sul ginocchio del marito, nel tentativo di farlo parlare.

Forse fu la paura della reazione che Hermione avrebbe potuto avere se avesse ancora interrotto la figlia, o forse solo la fantastica sensazione della sua mano che lo sfiorava – sensazione che per giorni gli era stata negata – ma Ron abbassò lo sguardo arreso e, prendendosi la testa tra le mani, non fiatò più per diversi minuti.

Un po' sollevata dall'appoggio di sua madre, Rose ricominciò a raccontare. Spiegò come, dopo essersi parlati sinceramente (ovviamente non raccontò nulla dei segreti che si erano scambiati quella notte) il loro rapporto era iniziato a cambiare, cominciavano ad intervallare le solite frecciatine con discorsi normali ed anche qualche risata. E lì entrambi avevano iniziato a scrivere ai rispettivi genitori, inondandoli di domande – più o meno celate – sul motivo per cui le loro famiglie si odiassero reciprocamente, ma non avevano ottenuto risposta. Finchè non erano arrivate le vacanze di Natale, quando sua madre le aveva raccontato di ciò che era successo tra lei ed il padre di Scorpius.

A questo punto, fu la volta di Draco di scattare in piedi con gli occhi fuori dalle orbite:<< Le hai raccontato ciò che abbiamo fatto!? >>, chiese ad Hermione tra l'arrabbiato e lo stupito, senza riuscire a misurare il tono di voce.

Lei parve quasi offesa da quella domanda e sgranò gli occhi a sua volta, perdendo per qualche istante il comportamento fermo ed impassibile che si era ripromessa di tenere durante tutta quell'ora:<< Non vedo cosa ci sia di male... >>, gli rispose.

Il biondo assottigliò lo sguardo:<< Non pensavo fossi entusiasta all'idea che il mondo intero sapesse che tu, Hermione Granger, eroina di guerra, fossi andata a letto con “quel mangiamorte di Draco Malfoy” >>, disse lanciando un'occhiata più che eloquente a Ron, che se ne stava muto con la testa ancora nascosta tra i palmi delle mani.

Hermione si mise seduta meglio, riprendendo un'aria composta:<< Io non ho proprio nulla da nascondere >>, sottolineò:<< e se mia figlia vuole sapere qualcosa, sono liberissima di raccontargliela >>.

Si squadrarono per qualche istante in silenzio, finchè il biondo non si strinse nelle spalle e distole lo sguardo:<< Come ti pare >>, borbottò.

Così Rose riprese da dove era stata interrotta: raccontò del loro primo bacio al ballo di apertura del torneo – ignorando i borbottii contrariati del padre – di ciò che era successo durante la prima prova, di come Annabelle si fosse accorta del legame tra lei e Scorpius e l'avesse sfruttato a suo vantaggio. Decise di poter sorvolare sulle loro più o meno belle avventure negli sgabuzzini e parlò invece dell'intervista della Talks e di come quella vipera avesse travisato tutto ciò che avevano detto. Non senza imbarazzo, aggiunse ciò che era successo con James, per poi arrivare alla descrizione della seconda prova.

<< … e così questo pomeriggio gli ho chiesto di accompagnarmi qui per parlarvi >>.

Per un paio di secondi nessuno parlò, accertandosi che Rose non avesse più nulla da dire:<< Nient'altro? >>, chiese appunto Hermione, cercando di non forzarla troppo ma di farsi un buon quadro generale della faccenda.

<< A dire il vero... >>, la rossa si interruppe, lanciando un'occhiata interrogativa a Scorpius, come a chiedergli il permesso:<< … noi stiamo... >>.

Il ragazzo non la fece finire:<< Io e Rose stiamo insieme dal giorno della seconda prova >>, annunciò con voce ferma, cercando di incrociare proprio gli occhi del padre della ragazza, che però non sembrava intenzionato ad alzare la testa.

Rose lo osservò grata, con gli occhi lucidi di emozione, ed anche Hermione rivolse ad entrambi un sorriso contento:<< Ciò che non capisco... >>, iniziò Draco, puntando uno sguardo indagatore verso il figlio.

Prima che potesse finire, un tornado fatto da cinque o sei persone fece il suo ingresso urlando e gesticolando, mangiandosi le parole l'un con l'altro. Hermione, Ron, Draco e Scorpius sembravano scioccati mentre osservarono i grifondoro cercare di spiegare qualcosa tutti insieme, Rose, invece, che aveva nuovamente gli occhi lucidi di commozione, fissava suo fratello ed i cugini a bocca sgranata, incredula.

<< Fermi! >>, urlò alla fine Roxanne Weasley, facendo un passo avanti con un braccio alzato. Attese che tutti la guardassero, poi iniziò a parlare:<< Ragazzi, se parliamo tutti insieme nessuno capirà nulla >>, spiegò ai cugini, per poi voltarsi verso Ron:<< zio Ron, Hugo, James e Lily avrebbero un paio di cose da dirti >>.

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Capitolo 30
*** -Quasi finita ***


 

-Quasi finita

<< Spero che l'incontro abbia portato i risultati sperati >>, stava dicendo la professoressa McGranitt, mentre faceva strada ai signori Weasley e a Draco Malfoy fino al portone d'ingresso.

Nessuno rispose, erano tutti e tre troppo confusi e scioccati dalle recenti rivelazioni per articolare una frase di senso compiuto.

L'ingresso dei ragazzi non aveva fatto altro che incasinare ancora di più la mente dei due uomini, che ora non sapevano cosa pensare. In ordine: Hugo aveva chiesto scusa alla sorella per la lettera e spiegato al padre che l'aveva scritta in un momento di rabbia e non pensava davvero quelle cose; Lily aveva confessato il suo amore per l'erede della, purtroppo famosa, famiglia Goyle e sottolineato che tutti avevano diritto ad una possibilità, a prescindere dal sangue; infine James aveva raccontato di come, nonostante all'inizio l'avesse presa decisamente male, dopo aver visto la felicità della cugina, era riuscito ad accettare quell'improbabile unione: se lo aveva fatto lui, potevano farlo anche loro.

<< Grazie mille professoressa, le siamo molto grati per la sua disponibilità >>, disse Hermione, una volta raggiunta la Sala d'Ingresso, sforzandosi per mettere in pratica almeno le regole basilari della buona educazione.

La preside le sorrise, mettendo in risalto una miriade di piccole rughe intorno ad occhi e labbra:<< è stato un piacere, signora Granger. Spero che lei e suo marito ci onorerete nuovamente con la vostra presenza durante il ballo di chiusura del Torneo della Vittoria >>.

La donna le sorrise, annuendo mentre spalancava il portone d'ingresso:<< Sarebbe un piacere, professoressa >>.

Minerva annuì soddisfatta:<< Bene, a presto allora >>, salutò congedendoli con un cenno della mano.

<< A presto >>, salutò Hermione, mentre gli altri due grugnivano in risposta.

Percorsero in silenzio il parco fino al cancello con i cinghiali alati, che delimitava i confini di Hogwarts.

<< Bene, ci si vede al Ministero, Hermione >>, salutò Draco, pronto alla smaterializzazione:<< Weasley... >>, fece un giro su se stesso ancora prima di sentire la risposta.

Hermione chiuse la bocca dopo averla aperta per salutare l'uomo. Spostò lo sguardo verso destra, dove Ron si dondolava sui talloni, osservando il cielo con le mani in tasca:<< Ron... >>, lo chiamò vedendo che, dopo diversi secondi, non accennava a fare altro.

Lui distolse lo sguardo e lo fissò sulla moglie, rivolgendole un sorriso leggermente imbarazzato:<< Oh, scusa... hai ragione, io dovrei... dovrei... >>, prese un bel respiro, passandosi i palmi delle mani sul viso e tra i capelli:<< … beh, il letto di James mi aspetta >>. Per poco non le venne da ridere: aveva costretto suo marito a dormire nel letto del nipote. Lo osservò grattarsi la nuca e riprendere a dondolarsi sui talloni:<< Io... vado >>.

Hermione lo vide lanciarsi un'ultima triste occhiata intorno prima di prepararsi alla smaterializzazione. Un istante prima che girasse su se stesso lo afferrò per un braccio:<< Dove pensi di andare? >>, domandò.

L'uomo parve decisamente stupito:<< A casa di... Harry >>, disse sbattendo le palpebre, mentre fissava il braccio che la moglie gli stringeva.

Con un sorriso sereno in volto, la donna gli si avvicinò, spostando la presa dal sua avambraccio alla sua mano:<< E se tornassimo a casa nostra? Insieme... >>, propose.

Ron non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, se non fosse stato tanto stordito da ciò che aveva appena sentito:<< Fai sul serio? >>, domandò mettendo in bella mostra tutto il romanticismo di cui era a disposizione.

Hermione non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, senza però cancellare l'espressione di serenità che le illuminava il viso da qualche minuto:<< Sì, faccio sul serio >>, rispose scimiottando il marito.

Lui era ancora troppo stordito per lasciar esplodere la felicità che sentiva montargli dentro:<< Mi... mi hai perdonato? >>, le domandò.

Il suo sorriso si allargò ancora di più:<< Se vuoi metterla così... >>, disse.

Non la lasciò neanche finire. In meno di mezzo secondo percorse i pochi metri che li dividevano e le circondò la vita con le braccia:<< Ti amo e mi è mancato potertelo dire >>, bisbigliò prima di tirarsela vicino e baciarla.

Per entrambi fu come toccare il cielo con un dito. Hermione sorrise sulle labbra del marito, domandandosi come avesse fatto ad essere così stupida da privarli di un tale idillio:<< Ti amo anch'io e mi è mancato sentirtelo dire >>, disse prendendogli la mano.

Si scambiarono un sorriso ebete, di quelli da prima cotta, e si dovettero sforzare per non scoppiare a ridere, tanto era la gioia del momento.

<< Andiamo a casa >>.

<< Certo, ci aspettano Emily e tua sorella... >>.

Strinsero maggiornamente la presa ed, insieme, si smaterializzarono.

 

<< Tutto è bene quel che finisce bene... >>.

<< Più che bene >>, commentò James con un enorme sorriso:<< inizierò a comportarmi meglio con Rose, se questo è il ringraziamento... >>, promise sfiorando con una mano la schiena nuda della fidanzata.

Agnes sorrise e si allungò per dargli un bacio:<< Non fare lo scemo >>, lo rimbeccò dolcemente:<< è solo che sono veramente felice per lei >>.

<< Sì, lo sono anch'io >>, rispose lui, baciandole la fronte.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, ascoltando solamente i loro respiri e la leggera pioggia primaverile che sbatteva contro il vetro delle finestre. Agnes sorrise, per quanto non fosse certo inesperta di ragazzi, James era il primo con cui si trovasse veramente a suo agio; era bello poter rimanere vicini senza sentire il bisogno di fare o dire qualcosa.

<< Sai, mi piace >>, disse lui, quasi l'avesse letta nel pensiero:<< è bello rimanere qui con te a non fare nulla >>.

La bionda si voltò a guardarlo e gli regalò un sorrisone che andava da orecchio a orecchio:<< Stavo pensando esattamente la stessa cosa >>, disse prima allungarsi verso di lui per dargli un altro lento bacio.

Proprio in quel momento, il rumore della pioggia cambiò ed il picchiettio contro il vetro si fece più forte. La ragazza alzò lo sguardo e vide una bella civetta che cercava di entrare. Avvolta nel lanzuolo andò ad aprire la finestra, lasciando entrare l'animale completamente inzuppato:<< Portami un'asciugamano, James >>, disse mentre la civetta scuoteva inutilmente le piume, cercando di scrollarsi di dosso un po' d'acqua.

Dopo averla asciugata ed averle lasciato sgranocchiare un paio di biscotti, Agnes recuperò la lettera che teneva legata alla zampa. Con un'incantesimo la asciugò – poiché l'inchiostro era tanto sbavato da rendere le parole incompresibili – e, riconosciuta la scrittura, rimase di sasso.

<< Tutto bene? >>, domandò James alle sue spalle, notando che le stavano iniziavando a tremare le mani.

<< S-si >>, rispose lei in un sussurro:<< è... è una lettera di mia madre >>.

Anche il ragazzo rimase di sasso, mentre si spremeva le meningi in cerca di qualcosa da dire:<< Beh... leggila >>, fu tutto ciò che gli uscì, dopo un paio di minuti di silenzio.

Agnes non lo fulminò con un'occhiataccia solo perchè era troppo occupata a fissare allibita la pergamena. Se la rigirò tra le mani, riuscendo a leggere solo “Cara Agnes”, prima di lanciarsi sul letto e nasconderla tra le coperte. James le si avvicinò ed iniziò a carezzarle la schiena con movimenti lenti e circolari.

<< Non voglio vederla >>, borbottò lei con il viso affondato nel cuscino.

Il ragazzo non smise di sfiorarla:<< Vuoi che te la legga io? >>.

La bionda sollevò il viso arrossato e guardò dubbiosa il fidanzato:<< Vuoi? >>, chiese un po' titubante.

James sorrise annuendo e le prese la lettera. Iniziò a passarle le dita tra i capelli, mentre cominciava a leggere:

 

Cara Agnes,

come stai? A casa è tutto a posto. Io e Dylan stiamo bene e lui ti manda i suoi saluti ed un forte abbraccio.

Sono mesi che non ci sentiamo e volevo sapere se andava tutto bene. Ho saputo che Rose ha avuto dei problemi durante la seconda prova, ora si sente meglio?

Spero di sentirti presto, un bacio

Tua mamma

 

Agnes si era messa a sedere e guardava il fidanzato tenendosi il lenzuolo stretto al petto:<< Tutto... qui? >>, domandò.

<< A quanto pare... >>, rispose James senza smettere di carezzarle i capelli:<< vuoi risponderle? >>, domandò dopo qualche secondo di silenzio.

<< Io... >>, sussurrò, prima di prendersi il viso tra le mani e scuotere piano la testa:<< non lo so >>, ammise poco dopo:<< forse dovrei parlarne con Rose... >>.

Il moro le sorrise, passandole un braccio attorno alle spalle:<< Forse è la cosa migliore... fossi in te però aspetterei ancora un po'. Sai, magari sta anche lei ringraziando Scorpius... >>.

Prontamente lei gli assestò una gomitata tra le costole:<< James! >>, esclamò:<< è di Rose che stai parlando! Di tua cugina! >>.

James sbuffò, massaggiandosi il punto in cui lo aveva colpito:<< Quindi perchè è mia cugina non può divertirsi? >>.

<< Non essere sciocco James, sarà sicuramente in Sala Comune a studiare... >>.

 

<< Un altro sgabuzzino, Scorpius? >>.

Il biondo mugugnò qualcosa di incomprensibile contro il suo collo e riprese a baciarla, schiacciandola contro la porta.

<< Ahi! Ho la maniglia tra le costole >>, si lamentò la ragazza.

Scorpius borbottò ancora e se la tirò più vicino, andando a sbattere lui stesso con il tallone contro la gamba di quello che in tempi migliori doveva essere un tavolo:<< Ahia! >>, strillò iniziando a saltellare nel poco spazio che c'era nello stanzino.

<< Tutto bene? >>, domandò Rose, sporgendosi per controllare.

Il ragazzo tornò dritto, scrollandosi il piede:<< Sì, tutto a posto >>, disse, prima di aventarsi nuovamente sulle sue labbra.

Rose fu costretta a fare un paio di passi indietro, mentre una mano del ragazzo si intrufolava sotto la sua camicia e vagava sulla sua schiena, con il risultato di farla scontrare con uno scatolone poggiato a terra e finire a gambe all'aria sul pavimento impolverato. Scorpius si morse la lingua per non mettersi a ridere.

<< Non è divertente >>, disse la rossa a denti stretti, mentre si alzava massaggiandosi il fondoschiena.

Vedendola così infastidita il ragazzo non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata:<< Oh, sì che lo è >>.

Offesa, Rose gli diede le spalle e si avviò a testa alta verso la porta dello sgabuzzino:<< Bene, se mi trovi così spassosa posso anche andarmene >>, annunciò.

Lui si ricompose velocemente e l'afferrò per un braccio con ancora un bel sorriso stampato in viso:<< Eddai! >>, esclamò:<< sai benissimo che stavo scherzando >>. La vide arricciare le labbra e guardarlo male, ancora infastidita:<< Ok, hai ragione; non è divertente. Sono stato uno stupido a portarti di nuovo in uno sgabizzino. Prometto che la prossima volta ci troviamo un posto migliore, ok? >>.

La ragazza parve sollevata e gli sorrise a sua volta:<< Va bene >>, rispose:<< facciamo che lo scelgo io il posto, ok? >>.

Entrambi si misero a ridere e, arrendendosi alla situazione, optarono per stendere un mantello a terra e sedervicisi sopra abbracciati, con la schiena poggiata la muro.

Rimasero qualche minuto in un silenzio rilassato, mentre Scorpius passava le dita fra i capelli rossi della ragazza:<< Sai, quest'oggi... pensavo sarebbe andata peggio >>, ammise.

Rose non potè fare a meno di sorridere:<< Pensavi che mio padre ti avrebbe cavato gli occhi? >>, domandò constatando che, dopo tutto, ciò che aveva detto poteva non essere troppo lontano dalla realtà.

Il biondo scosse la testa divertito:<< In effetti ci ho fatto un pensierino. Ma non parlavo di questo; dopo i primi momenti di... insomma... confusione, mi sembra che sia i tuoi genitori che mio padre abbiano accettato la cosa... più o meno >>.

Lei annuì:<< Mia madre è sempre stata dalla mia parte >>, spiegò:<< mentre mio padre – adesso che gli abbiamo spiegato la situazione – non ha motivo di pensare che tu possa farmi del male e, alla fine, ha sempre voluto solo il mio bene >>.

<< Ne sono contento >>, commentò rigirandosi una ciocca rossa tra le dita.

Di colpo Rose arrossì e nascose il viso contro il petto del ragazzo:<< Ho avuto anche io un po'... paura >>, ammise:<< sai per... tuo padre >>, aggiunse rispondendo all'occhiata interrogativa di lui:<< so che forse è stupido da parte mia, ma ci sono state un paio di volte in cui ho pensato che lui non sarebbe stata d'accordo... per... per di mia madre e per tutta quella storia del preservare il sangue puro eccetera... >>.

Scorpius non riuscì ad avitarsi di scoppiare a ridere:<< Stai scherzando, vero? >>, domandò. In risposta ebbe uno sguardo estremamente serio ed anche un po' offeso:<< Ehi, credevo che avessimo assodato che tra noi due il “cattivo ragazzo” sono io >>.

<< Ma non parlo di quello >>, disse la ragazza mettendo il broncio:<< voglio dire che ero convinta che tuo padre non fosse d'accordo con la nostra... la nostra... >>.

Vedendo che non proseguiva, il biondo la incitò ad andare avanti:<< La nostra...? >>.

Rose la guardo storto:<< Sì, infatti... la nostra cosa? >>, domandò.

Scorpius parve spaziato:<< Cosa vuoi dire? >>.

<< Mi pare che nessuno di noi due abbia ancora dato un nome a questa “cosa” >>, precisò leggermente più acida di quanto volesse.

<< Sbaglio o ho detto davanti ai nostri genitori che tu sei la mia ragazza? >>, chiese il ragazzo, inarcando un sopracciglio biondissimo.

Gli occhi della rossa si illuminarono:<< Quindi stiamo ufficialmente insieme? Cioè, facevi sul serio? Non lo dicevi solo per calmare mio padre? Insomma... abbiamo una storia? >>, domandò a raffica, senza quasi prendere fiato tra una domanda e l'altra.

<< Direi proprio di sì >>, rispose Scorpius, con un sorriso divertito.

Rose si trattenne a stento dal lanciare un urlo di gioia e gettò le braccia al collo del ormai-fidanzato, baciandolo con trasporto:<< Sai le risate che ci faremo quando la Talks lo verrà a sapere? >>, domandò quando si fu staccata per riprendere aria.

 

Le settimane passavano veloci, mentre gli studenti del quinto e del settimo anno si buttavano anima e corpo sui libri.

Roxanne, dopo una mezza crisi isterica che aveva coinvolto lei, un ragazzo del suo anno di Tassorosso con cui si vedeva da qualche tempo ed un'astuccio per le matite, si faceva vedere solo a lezione, ai pranzi e agli allenamenti di quidditch – a dire il vero neanche a tutti. James, al contrario, sembrava estremamente rilassato; purtroppo non si poteva dire altrettanto della sua ragazza che, nel mezzo della Sala Comune, lo aveva minacciato di – testuali parole – chiudere bottega a vita se non si fosse dato da fare con lo studio; da quel momento, il povero grifondoro, passava i pomeriggi chino sui libri.

Essendo al sesto anno, Rose avrebbe dovuto godersi quell'unico anno di tranquillità, ma la sua migliore amica e l'imminenza della terza prova non sembravano volerla lasciare un attimo in pace; da due settimane a quella parte si divideva tra lezioni, compiti e ricerche aggiuntive che Agnes riteneva fondamentali per la sua vittoria. I momenti con Scorpius sembravano ormai un ricordo lontano poiché riusciva a dedicargli si e no dieci minuti durante le pause pranzo.

Ciò che tutti a Grifondoro si domandavano però, era come facesse Agnes Dollow a reggere quei ritmi assurdi; oltre ad occuparsi dei suoi compiti, seguiva Rose e James, eseguendo diligentemente tutti i suoi compiti da prefetto e procurando all'amica appunti su appunti per prepararsi a qualsiasi cosa l'attendesse durante la terza prova.

Insomma, sembrava essere diventata onnipresente.

Si era data una calmata solo quando, dopo una disastrosa partita contro Corvonero, la squadra di quidditch al completo le aveva chiesto – meglio, imposto – di lasciare almeno il tempo di dormire a due dei suoi migliori giocatori.

Quindi, a circa una settimana di distanza dall'ultima prova, Agnes decise di allentare un po' la presa e ridusse i pomeriggi di studio ininterrotto a tre a settimana più, ovviamente, tutto il sabato ed un paio d'ore gli altri giorni. Il fatto che nessuno dei due malcapitati riuscisse comunque a reggere quei ritmi assurdi ed incastrarci gli allenamenti con la squadra, non sembrava importare granchè alla ragazza.

Proprio un giorno di quella settimana, mentre Rose scappava dalle serre di erbologia con la borsa aperta e buona parte dei libri in mano, nella speranza di poter passare qualche minuto con Scorpius prima del pranzo, fu fermata dal professor Paciock:<< Rose, posso parlarti un secondo? >>, domandò l'uomo, appena prima che potesse scappare una volta suonata la campanella.

La rossa si ritrovò, per la prima volta in tutta la sua vita, ad imprecare contro il suo professore preferito:<< Sì, prof? >>, disse comunque, fingendo almeno di essere gentile.

L'uomo attese che tutti gli studenti avessero lasciato la serra, per poi chiedere la porta ed avvicinarsi alla ragazza:<< L'ultima prova è tra una settimana, Rose. Sei preparata? >>, le domandò utilizzando un tono più informale.

Sollevata del cambio di registro, la rossa lasciò cadere la borsa e i libri a terra, per andarsi a sedere su un banco:<< Non hai sentito di Agnes? Ormai è il terrore delle quattro Case. Non fa altro che correre avanti e indietro per il castello portandomi appunti su appunti su appunti perchè io mi possa preparare >>, spiegò franca.

Neville trattenne a stento una risata:<< è una cosa molto da lei >>, commentò.

<< Infatti >>, asserì l'altra, sorridendo arresa:<< all'inizio mi dava fastidio, ma ormai faccio finta di nulla e leggiucchio quello che mi passa >>.

Il professore annuì sorridendo, per poi diventare di colpo serio:<< Ascoltami, capisci che queste prove si fanno mano mano più difficili, vero? >>, domandò. Rose annuì:<< E penso che avrai capito – o almeno lo avrà fatto Agnes – che ognuna ha un significato diverso >>.

<< In che senso? >>.

<< Un combattimento contro un'amico e uno contro una bestia pericolosa >>, riassunse l'uomo, volendo che fosse lei a capire ciò che intendava:<< Cosa serve per superare queste due prove? >>.

Rose ci dovette pensare un attimo, cercando di ricordare quello che aveva dovuto affrontare e cosa aveva pensato:<< Sicuramente bravura con la bacchetta e forza, ma anche... astuzia? >>, tentò sentendosi quasi davanti ad un'interrogazione.

Neville però annuì soddisfatto:<< E sentimento >>, aggiunse:<< per prima cosa, per attaccare una tua amica, hai dovuto batterti con i tuoi sentimenti >>.

<< Sì, certo >>, convenne la ragazza.

<< E quindi cosa pensi possa essere la terza prova? >>.

<< Beh... >>, Rose si morse un labbro, chiedendosi perchè per tanto così il professore non potesse direttamente arrivare al punto senza tanti indovinelli:<< sarà una... lotta contro me stessa? >>, ipotizzò.

<< No >>, disse l'uomo scuotendo la testa:<< sarà un'unione di queste quattro cose. Per superarla dovrai avere forza, astuzia, controllo della bacchetta e dei tuoi sentimenti. Non sarà facile, ma se l'anello ha scelto il tuo nome qualcosa vorrà dire >>.

Rose annuì piano, assimilando ciò che le era appena stato detto:<< Va bene. Grazie mille, Neville >>, disse infine, dopo qualche istante di silenzio.

L'uomo le sorrise, tornando ad essere gioviale come sempre:<< Ora corri pure dal tuo ragazzo Rose, ma mi raccomando, ricorda quello che ti ho detto e continua a studiare con Agnes. Non mi dispiacerebbe affatto se anche quest'anno la Corona fosse di Grifondoro >>.

Anche lei gli sorrise e scappò in fretta verso la porta con un “arrivederci” quasi urlato.

<< E, Rose >>, la richiamò Neville, un istante prima che la ragazza si chiudesse la porta alle spalle:<< Tu sai nuotare, vero? >>.

Ok, vi prego non mi uccidete.
So di avervi fatto aspettare un tempo sproporzionato soprattutto considerando che questo capitolo non è nulla di speciale, ma ho avuto veramente zero tempo. Ho anche pensato che per rimediare, accantonerò un po' l'altra mia storia (Se ci fosse un'altra via) finchè questa non sarà finita, anche perchè ormai mancano solo tre, massimo quattro, capitoli e ci tengo a scriverli bene.
Ci vediamo quindi tra un paio di settimane con "La terza prova".
Grazie a tutti quelli che continuano a sostenermi nonostante i miei ritardi. I love u
Baci, Chanel

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Capitolo 31
*** -Terza prova ***


Ragazzi, mi sento un grandissima cacca per tutto questo ritardo, ma di questo ne parleremo dopo. Intanto vi lascio alla lettura, ci vediamo a fine capitolo (;

-Terza prova

<< … mi raccomando Rose, non fare cazzate... >>.

Era strano come, dopo la seconda prova, il mondo intero sembrasse diventato esageratamente protettivo nei suoi confronti.

<< … se non ti senti in forze, non pensare neanche di metterti alla guida di una scopa! >>.

Il massimo poi era sentirsi dire da James Sirius Potter in persona di cavalcare una scopa con più giudizio.

<< … non serve strafare, Rosie. Non devi dimostrare nulla a nessuno... >>.

Quando poi anche Lily, che ha due anni meno di te, si mette a darti raccomandazioni, raggiungi davvero il limite.

<< Tranquilli ragazzi! Non sono scema, vedrete che me la caverò >>, esclamò Rose, cercando di nascondere quanto quel comportamento la infastidisse.

<< Come l'ultima volta? >>, chiese Hugo, lanciandole un'occhiataccia.

La rossa alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa:<< Andrà tutto bene >>, disse con tono rassicurante, tentando anche il sorriso più sincero che riuscì a fare. Sembrò convincere i ragazzi, perché vide tirare a tutti un mezzo sospiro di sollievo.

Proprio in quel momento vide una chioma bionda farsi largo tra la folla di amici e parenti:<< Rose! >>, chiamò Scorpius, appena le fu abbastanza vicino.

Era tutta la mattina che si chiedeva dove diavolo fosse finito. Inizialmente, capito che non sembrava intenzionato a farsi vedere, era stata solo un po' infastidita, poi preoccupata, infine infuriata. Ora che se lo trovava davanti però, non poté fare a meno di gettargli le braccia al collo:<< Mi chiedevo dove fossi finito >>, gli sussurrò all'orecchio.

Lui la strinse per la vita ed immerse il viso tra i suoi capelli:<< Non è facile scappare da un'intera Casa in vena di festeggiamenti per andare ad augurare buona fortuna al “nemico” >>.

Rose si allontanò leggermente, per poterlo guardare negli occhi:<< Ci sono stati problemi? >>, chiese:<< Non ti hanno fatto storie perché venivi da me, vero? >>.

Scorpius le sorrise, accarezzandole una guancia col pollice:<< Non preoccuparti, è tutto a posto. Non ci sono stati problemi, ma anche se fosse stato... questo ed altro per la mia ragazza >>.

Davanti al sorriso che le rivolse, la rossa non resistette. Di colpo non le interessò nulla di trovarsi davanti a decine di persone che la fissavano avidi di qualche nuovo pettegolezzo, né che tra questi vi fossero suo fratello ed i suoi cugini. Si sollevò in punta di piedi e lo baciò con trasporto.

Pochi istanti dopo si dovettero separare, interrotti da risatine e colpi di tosse. Si guardarono negli occhi sorridendo con sguardi sognanti.

Scorpius allungò una mano a spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio:<< Rose, io ti... >>.

Quella che molto probabilmente sarebbe stata una dichiarazione d’amore, fu interrotta da un urlo sgraziato:<< Rose! >>.

Senza che nessuno capisse bene cosa stesse succedendo, un tornado dai capelli dorati le fu addosso, le afferrò il viso e le piazzò un bacio dritto in bocca:<< Rose! >>, ripetè Agnes, urlando senza alcun motivo poiché era a circa quattro centimetri di distanza dalla sua interlocutrice:<< Rose, io ti amo >>, annunciò convinta.

La rossa strabuzzò gli occhi, osservando la sua migliore amica che sembrava realmente uscita di senno:<< Come? >>, chiese.

<< Ti amo >>, ripetè la ragazza con convinzione:<< davvero Rose non devi fare stupidate; non vivrei senza di te, ok? >>, aspettò che l'amica annuisse, prima di proseguire:<< Quindi mi raccomando, stai attenta e vinci anche per me >>.

Senza attendere una risposta le diede un altro bacio – questa volta, fortunatamente, sulla fronte – e, preso sottobraccio il fidanzato, si allontanò:<< Ah, un'altra cosa! >>, aggiunse quando ormai era abbastanza lontana da dover alzare la voce per farsi capire:<< fa il culo alla Nott anche da parte mia! >>.

Tutti, Scorpius incluso, scoppiarono a ridere.

Mentre la risata andava via via sciamando, un colpetto di tosse alle spalle di Rose zittì tutti:<< Signorina Weasley >>, chiamò la professoressa McGranitt:<< dovrebbe recarsi nel tendone vicino al campo da quidditch, la raggiungeranno anche gli altri partecipanti e vi darò indicazioni per la prova >>.

Prima che Rose potesse rispondere, sentì una mano posarsi sulla sua spalla:<< L'accompagno io >>, sentì dire dal professor Paciock, che osservava la preside con aria tranquilla ma irremovibile.

<< Certamente >>, acconsentì questa, prima di congedarsi con un rapido cenno del capo.

Dopo un saluto frettoloso a tutti – ed uno stritolante abbraccio di gruppo – Rose si ritrovò praticamente trascinata verso il campo da quidditch, vicino al quale iniziava a delinearsi la figura bianca di quello che doveva essere il tendone:<< Agitata, Rose? >>, le domandò il professore, dopo qualche istante di silenzio.

<< No, perché dovrei? >>, rispose lei, nel pessimo tentativo di sdrammatizzare:<< Infondo nell'ultima ci ho quasi solo lasciato le penne, no? >>.

Neville alzò gli occhi al cielo, mentre con una mano dietro alla schiena della ragazza, la guidava verso l'entrata della tenda:<< Non devi preoccuparti, fidati di te stessa e delle tue capacità. Sappiamo entrambi che puoi farcela >>.

All'interno c'erano già schierati tutti e tre gli altri ragazzi, accompagnati dai professori della loro casa:<< Buongiorno, Rose >>, la salutò il professor Patterson mentre Roland, a cui teneva una mano sulla spalla, le rivolgeva un mezzo sorriso.

Pochi istanti dopo li raggiunse la professoressa McGranitt, che irruppe nel tendone con aria un po' trafelata. Appena fu dentro si voltò e, parlando attraverso una fessura della tenda annunciò che:<< No, signorina Talks, questa volta non può entrare >>, e, dopo aver puntato la bacchetta contro l'entrata ed averla sigillata e resa insonorizzata, si voltò con aria soddisfatta.

<< Che donna >>, commentò Neville a bassissima voce, in modo che solamente Rose potesse sentirlo.

Ripresa la sua solita impassibilità la preside li fece disporre in riga ed iniziò a parlare con aria sbrigativa ma solenne:<< Non ho molto tempo >>, esordì:<< tutto ciò che posso fare è darvi qualche indicazione. Questa prova è una specie di... corsa ad ostacoli. Voi ricordatevi solamente che dovete trovare un'isola dove ci sono delle coppe che vi porteranno a delle porte. Superate la porta con lo stemma della vostra Casa ed avrete vinto >>, squadrò tutti, osservandoli uno ad uno, per accertassi che avessero capito:<< Mi raccomando un cosa però >>, aggiunse:<< ciò che conta è arrivare alla porta, certo, ma ancora più importante è... non perdere il proprio cuore, per la smania della vittoria >>, prima che qualcuno potesse chiedere delucidazioni, sentirono la voce di Gregory Broder dare il benvenuto a tutti.

La McGranitt gli diede le spalle e si avvicinò all'entrata:<< Beh, buona fortuna ragazzi >>, augurò prima di sparire all'esterno.

Il silenzio avvolse tutti i presenti. Restarono muti, ad ascoltare Broder che, questa volta, invece di presentarli uno ad uno, spiegava agli spettatori il percorso che li aveva portati fin lì, con un breve riassunto delle due prove precedenti.

Quando l'uomo prese un attimo di pausa, i professori ne approfittarono per incoraggiarli e lasciarli soli:<< Ricordati Rose: audacia, fegato, cavalleria >>, disse Neville poggiandole una mano all’altezza del cuore, dove Rose portava la collana regalatale dai genitori.

Di colpo, quando i quattro se ne furono andati, tutto si fece silenzioso – sia all'interno che all'esterno – e il tessuto del tendone iniziò a ruotare. I quattro, un po' spaesati, si riunirono al centro, aspettando che tutto si fermasse.

Poi, repentinamente come aveva iniziato, tutto si bloccò e la tenda scomparve. Rimasero un attimo accecati dalla luce del sole pomeridiano, per poi accorgersi che c'era qualcosa che non andava. Il rumore che sentivano era assordante e si trovano su un terreno scosceso e bagnato.

<< Oh cielo! >>, strillò Annabelle, una volta resasi conto di trovarsi abbarbicata ad uno scoglio, nel mezzo del Lago Nero.

Nemmeno gli altri tre parvero troppo entusiasti, mentre osservavano l'acqua che, gelida, gli schizzava addosso:<< Dobbiamo tuffarci >>, disse dopo qualche istante Natan, cercando di sovrastare il rumore dell'acqua.

<< Neanche per sogno! >>, esclamò Annabelle osservando l'acqua nera che s'infrangeva contro la roccia:<< Io resto qui >>.

Rose alzò gli occhi al cielo, ritenendo inutile urlarle contro:<< Fai come ti pare >>, disse mentre iniziava a togliersi le felpa che indossava:<< io voglio vincere >>.

Pregò che, se Scorpius la stava guardando, non diventasse di colpo geloso e si sfilò la metà dei vestiti che indossava, per rimanere in pantaloncini e canottiera. Tutto ovviamente rigorosamente rosso.

Si tuffò nel lago e, in un attimo, l'acqua gelata le bruciò i polmoni. Sentì ogni singolo millimetro di pelle contrarsi ed urlarle di uscire di lì. Il gelo le schiacciava la pelle e sembrava insinuarvisi sotto, fino ad arrivarle allo stomaco, ai polmoni, al cuore...

Spalancò la bocca alla disperata ricerca d'aria, ed inghiottì acqua ghiacciata, che subito le mozzò il respiro, gelandole i polmoni.

Annaspò muovendo compulsivamente le braccia. Cercò di aprire gli occhi ma la circondava solo nero. Non riusciva a capire dove fosse il sopra e dove il sotto.

Diede un paio di bracciate, per poi accorgersi che, tra il freddo e lo spavento, si stava agitando, sprecando solamente energie. Smise di muoversi a quel modo ed iniziò a fare movimenti circolari con braccia e gambe, per non affondare. Con calma, dopo aver scrutato per bene l'acqua che la circondava, si accorse di un fievole luccichio che arrivava dalla sua sinistra. Con un forte colpo di reni iniziò a nuotare verso quel punto mentre recuperava l'orientamento ed il mondo tornava ad avere un senso.

Sbucò dall'acqua con i polmoni in fiamme e le orecchie che fischiavano. Annaspò nel tentativo di rimanere a galla e recuperare il più ossigeno possibile. Le onde erano alte e la sbattevano a destra e sinistra, mentre non riusciva a scorgere nessuno dei suoi compagni.

Calma Rose, ragiona con calma.

Non risulta troppo facile ragionare con calma quando non sai neanche dove ti trovi!

Mandò a quel paese le due vocine che aveva in mente ed iniziò a fare respiri profondi. Se fosse stata sulla terraferma avrebbe lanciato un incantesimo che le indicasse la strada da seguire, ma così…

<< Rose! >>.

Si voltò di scatto, iniziando a guardarsi freneticamente intorno, alla ricerca del proprietario della voce; perché era sicura di essersi sentita chiamare, sopra al rombo delle onde e del vento.

<< Rose! >>, ripeté la stessa voce, questa volta più vicina.

Assottigliò lo sguardo e riuscì a scorgere una macchia più chiara che le si avvicinava; pochi istanti dopo riuscì a mettere a fuoco Roland che, completamente vestito di blu – o almeno quei pochi vestiti che indossa – nuotava velocemente nella sua direzione:<< Roland! >>, esclamò la ragazza, quando furono abbastanza vicini.

Il ragazzo si fermò ad un paio di metri da lei, con la pelle d’oca ed il respiro leggermente accelerato:<< Tutto bene? >>, domandò.

Rose annuì:<< Tu? >>.

<< Tutto a posto. Solo, non ho idea di dove ci troviamo… >>.

La rossa ricominciò a guardarsi intorno, un po’ sollevata all’idea di non essere più sola:<< Nemmeno io, dovremmo vedere un’isola ma… >>, lasciò la frase in sospeso, mentre il vento inghiottiva il suo sospiro frustrato.

Roland si passò una mano tra i capelli appiccicati alla fronte e sbuffò:<< Ascoltami, ho una proposta >>, iniziò con tono sbrigativo:<< so che questa è una competizione ma nessuno può farcela da solo, quindi… propongo una tregua, finché non troviamo le porte… ci stai? >>.

Alla ragazza ci vollero meno di una decina di secondi per sorridere ed accettare:<< Certo che ci sto! >>, esclamò cercando di sorridere senza inghiottire acqua e morire soffocata.

<< Ottimo, allora… >>.

La voce del corvonero però fu bloccata da un’altra voce, che chiamava il nome della rossa:<< Roooose! >>.

Roland si voltò di scatto:<< Questo è Natan! >>, esclamò:<< Lui non sa nuotare! >>, e senza aspettare un attimo, si immerse ed iniziò a nuotare nella direzione da cui proveniva l’urlo.

Meno di un minuto dopo, il ragazzo era ricomparso tra le onde, trascinandosi dietro il povero tassorosso che annaspava per rimanere a galla:<< I tuoi capelli… >>, farfugliò quest’ultimo, sputacchiando un po’ d’acqua:<< sembrano fuoco in questo oceano di nero… >>.

Rose preferì non rispondere, domandandosi se Natan fosse serio oppure stesse semplicemente delirando:<< Dobbiamo trovare l’isola… e in fretta >>, disse il corvonero, lanciando occhiate preoccupate al compagno, che aiutava a rimanere fuori dall’acqua.

<< Lo so, ma non abbiamo idea di dove sia! >>, commentò la rossa, che iniziava decisamente ad agitarsi.

Roland aprì la bocca per risponderle – probabilmente abbastanza male – ma Natan fu più veloce:<< So io dov’è… >>, annunciò:<< l’ho intravista mentre venivo verso di voi… >>.

La rossa osservò il ragazzo che continuava a muoversi freneticamente, per riuscire a tenere la testa fuori dall’acqua:<< Ok >>, disse:<< andiamo? >>.

Anche gli altri due furono d’accordo ed iniziarono a nuotare; Roland aiutava Natan che gli indicava la direzione in cui aveva visto l’isola e Rose li seguiva. Il vero problema era che le onde erano talmente alte da rendere quasi impossibile muoversi nella direzione desiderata ed in più non si vedeva nulla a più di una decina di metri di distanza.

Nuotavano già da un paio di minuti quando qualcosa catturò la loro attenzione; qualcuno si stava avvicinando, urlando qualcosa di incomprensibile per richiamare la loro attenzione. Si fermarono qualche istante per vedere Annabelle – ovviamente completamente vestita di verde – nuotare verso di loro. Non si era svestita quindi i vestiti le galleggiavano intorno assieme ai capelli, nell’inquietante imitazione di una medusa.

<< Grazie per… avermi… aspettato >>, ansimò lasciandosi andare a morto, quando fu vicina agli altri tre.

<< Annabelle, ma cosa…? >>, Rose non riuscì nemmeno a finire la frase, perché, appena furono tutti e quattro vicini, un’onda altissima si alzò dal Lago Nero, gettandoli sottacqua.

Rose si ritrovò nuovamente immersa nel nulla assoluto; la gola le bruciava di nuovo poiché, colta di sorpresa, non aveva fatto in tempo a trattenere il fiato, e l’impatto con l’onda le aveva indolenzito tutti i muscoli del corpo.

Fortunatamente questa volta l’immersione non durò molto; pochi istanti dopo andò a sbattere contro qualcosa che subito si rivelò essere sabbia. Sollevò la testa ed iniziò a sputare acqua e terra, riprendendo a respirare con sospiri affrettati, mentre accanto a lei anche gli altri ragazzi si ritrovavano scaraventati sull’isola.

La ragazza si girò di schiena, allargando le braccia e prendendo lunghi respiri, mentre sentiva Annabelle lamentarsi:<< Che idea stupida! Gettarsi in acqua vestita! >>. Si mise a sedere, mentre la serpeverde si levava un paio di strati di vestiti fradici e rovinati:<< Allora!? Che facciamo!? >>, chiese rimasta ormai in mutande e canottiera.

Anche i due ragazzi si erano messi a sedere:<< Io e Rose abbiamo fatto un accordo: insieme finché non troviamo le porte, poi ognuno per sé >>, spiegò invitando implicitamente gli altri a collaborare.

Natan, che era palesemente stremato dalla bella esperienza in acqua e respirava a sento, annuì subito:<< Ci sto! >>.

Annabelle invece sembrava più diffidente:<< Basta che poi non vi lamentiate quando vincerò la coppa >>, rispose legandosi i capelli bagnati in una coda alta.

Si guardarono l’un l’altro per qualche secondo, sigillando quella specie di accordo, poi Annabelle iniziò a guardarsi intorno, con la bacchetta alzata e puntata nel vuoto:<< E ora dove dovremmo andare? >>, domandò.

Il cielo sopra di loro era nero e carico di nuvole; nonostante fosse pieno pomeriggio e nel giardino di Hogwarts splendesse un tiepido sole primaverile, l'isoletta sembrava avvolta da una cappa di oscurità:<< La McGranitt ha detto che dobbiamo trovare delle... coppe, sbaglio? >>, intervenne Roland.

Rose annuì:<< Si, ha detto che avremmo trovato delle coppe e successivamente delle porte ma... >>.

Fu interrotta da Natan:<< Guardate! >>, urlò indicando una forte luce dorata che proveniva dal boschetto al centro dell'isola.

Subito Annabelle iniziò a correre, assestando una spallata al corvonero che le era vicino. A distanza di pochi secondi anche gli altri la seguirono, addentrandosi nel bosco scostando rovi e rami. I tre sentirono un urlo ed affrettarono il passo; dopo pochi secondi si trovarono in una piccola radura, dove la serpeverde si era fermata:<< Sono appena comparse >>, spiegò indicando quattro coppe che si trovano al centro del prato.

Natan e Roland osservavano gli oggetti con aria circospetta, tenendosi a debita distanza, come d'altronde stava facendo Annabelle. Rose alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo e si sfiorò il ciondolo che teneva al collo:<< Audacia, fegato, cavalleria >>, ripeté tra sé, prima di impugnare la bacchetta ed avvicinarsi ai calici.

<< Che sono? >>, le domandò Natan, allungando il collo.

<< Normalissimi bicchieri in oro, a quanto vedo >>, rispose rigirandosene uno tra le mani:<< ma hanno i simboli delle Case >>, aggiunse notando che, inciso sul bordo interno del bicchiere, c'era un piccolo corvo, circondato da una scritta sottile e raffinata:<< Un ingegno smisurato per il mago è dono grato >>, lesse a bassa voce:<< Roland, questo è tuo! >>, annunciò tendendo la coppa al ragazzo, che subito si fece avanti e la strinse tra le mani.

Anche gli altri due lo imitarono e quando anche Rose ebbe raccolto quello recante il grifone di Grifondoro, si guardarono intorno, in attesa di un qualsiasi segno:<< Beh? >>, fece Annabelle, che iniziava a tremare violentemente per il vento che si era alzato e le frustava addosso i pochi vestiti che indossava.

Il corvonero si grattò la fronte:<< Non lo so... >>, rispose:<< non dovrebbe succedere qualcosa? Ora che ho la coppa di Corvonero... >>, nonappena ebbe pronunciato il nome della sua casa, il calice che teneva in mano iniziò riempirsi di un liquido nero come il carbone:<< wow... >>, mormorò il ragazzo.

<< Ha iniziato a riempirsi quando ha detto “Corvonero” >>, commentò Annabelle:<< quindi se io dico “Serpeverde”... >>, anche la sua coppa si riempì magicamente.

Natan e Rose imitarono i compagni e ricominciarono a guardarsi intorno:<< Dovremmo berl... >>, Natan non fece in tempo a finire la frase che una figura diafana gli comparve davanti.

<< Natan! >>, chiamò quello che sembrava il fantasma di un vecchio.

Il tassorosso sgranò gli occhi:<< Nonno? >>, chiese stupito.

Mentre i due parlavano, davanti a Roland si materializzò una ragazza poco più che ventenne, molto bella, dagli enormi occhi scuri:<< Ro'! >>, trillò questa raggiante, correndogli incontro senza però poterlo toccare.

Il ragazzo fece un enorme sorriso:<< Amabel! >>, chiamò:<< Amy! Mi sei mancata così tanto! >>.

<< Anche tu, fratello >>, disse lei, rivolgendogli un enorme sorriso.

Annabelle osservava fisso davanti a sé, dove si era appena condensata l'immagine di un uomo alto, dai capelli scuri e lo sguardo austero:<< Annabelle, figlia mia! >>, esclamò l'uomo, aprendo le braccia come a volerla stringere.

La serpeverde spalancò la bocca, senza riuscire a dire nulla per un paio di secondi:<< Pa-papà? >>, chiese insicura.

Christopher Nott le rivolse un sorriso:<< E chi se no, bambina mia? >>, domandò.

<< Rose... >>, una voce conosciuta chiamò la rossa che ancora osservava la sorella di Roland che ora rideva con lui.

<< Mamma! >>, esclamò appena mise a fuoco il volto quasi trasparente di Hermione:<< Oh mamma! Che bello averti qui! >>.

La donna le sorrise, allungando una mano verso il suo viso, in un'invisibile carezza:<< Ne sono felice anche io, Rosie >>, ammise.

Senza che i quattro se ne accorgessero, quattro massicce porte dorate si erano materializzate davanti a loro e, come i calici, ciascuna recava lo stemma di una della Case.

Ognuno continuò a parlare per qualche minuto con il proprio caro con tranquillità, raccontandogli ciò che avevano affrontato durante la prima e la seconda prova e com'erano arrivati fin lì. Poi Natan distolse un attimo lo sguardo dal nonno e spalancò gli occhi per lo stupore:<< Ma quelle sono le porte di cui parlava la McGranitt! >>, esclamò.

Distolsero tutti lo sguardo dai loro parenti, per osservare il punto che il tassorosso indicava. Il primo a parlare fu Roland:<< Allora dobbiamo andare >>, disse.

Prima ancora che potesse muovere un passo Amabel, la sorella, gli si mise davanti:<< No! >>, urlò:<< Non te ne andare, Ro'! >>.

 Lui la guardò come se fosse impazzita:<< Ma che dici, Amy? È questa la prova, dovevo arrivare fin qui, trovare il calice ed oltrepassare la porta >>, spiegò osservando la coppa ancora piena che teneva in mano.

La ragazza scosse la testa terrorizzata:<< No! Non mi lasciare, ti prego, non mi lasciare! >>, portò le mani al viso, sull'orlo delle lacrime.

Confuso, il corvonero le si avvicinò, cercando di consolarla senza sapere bene come:<< Amy, aspetta, ascoltami... >>, ma lei si era accasciata a terra, piangendo lacrime che a contatto con la terra evaporavano.

Natan fece un passo verso la porta:<< Vado nonno, vincerò >>, annunciò sicuro.

L'uomo lanciò uno strillo roco:<< Figliolo! Non farlo! >>, pregò preoccupato:<< Non puoi lasciarmi qui da solo, non puoi! >>. Il tassorosso sgranò gli occhi, osservando quelli del vecchio che si facevano umidi.

Rose guardò Hermione, che le sorrideva serena:<< Mamma >>, iniziò piano, dopo aver osservato le reazioni dei parenti dei due:<< io dovrei andare ad aprire la porta e... >>.

La donna non la lasciò nemmeno finire:<< Oh no! Rosie non... non puoi! Non puoi abbandonarmi! Non puoi lasciarmi! >>, iniziò a ripetere, mentre un chiaro terrore le montava dentro.

Ma che cosa...?

Mentre il padre di Annabelle le urlava di non muoversi, Rose si avvicinò alla madre:<< Mamma, stai calma, è tutto a posto >>, cercò di tranquillizzarla:<< ma, ricordi? Io sto partecipando ad una prova e per vincerla devo superare quella porta >>.

Le spalle di Hermione iniziarono a tremare, scosse da forti singhiozzi:<< No... no... >>, iniziò a bisbigliare tra le lacrime:<< Non mi lasciare, Rose! >>, pregò infine con un urlo disperato.

I quattro si guardarono intorno, scioccati e spaventati per ciò che stava succedendo, mentre le figure dei loro parenti, singhiozzavano terrorizzate.

Annabelle lanciò un'occhiata al padre che versava grossi lacrimoni e scosse la testa:<< Non sono veramente loro; mio padre non si comporterebbe mai in questo modo >>, disse ai compagni:<< lasciamoli e proseguiamo >>, suggerì.

Natan stava per dire qualcosa, ma Rose la interruppe:<< Non dire stupidate, Nott. Io non lascio mia madre in questo stato >>, disse avvicinandosi ad Hermione che ora singhiozzava rannicchiata ai suoi piedi.

<< Avanti Weasley! >>, esclamò l'altra:<< Non capisci che quella non è tua madre e questo non è mio padre? Li hanno messi qui solo per distrarci; quella è solo una proiezione! >>.

La rossa le lanciò un'occhiataccia:<< Proiezione o no non abbandono mia madre in questo stato >>.

Roland distolse per un istante l'attenzione dalla sorella ed interruppe le due:<< Weasley, Nott calmatevi. Dobbiamo ragionare e... >>.

Ma nessuno delle due lo ascoltò. Senza girarci troppo intorno Annabelle aveva preso la bacchetta e la puntava contro la rossa:<< Non ho bisogno che tu venga con me per andarmene e vincere questa prova >>.

<< Avevamo detto di essere alleati! >>, ribatté la rossa, estraendo a sua volta la bacchetta, che aveva infilato nell’elastico dei pantaloncini.

La serpeverde le lanciò uno sguardo fintamente dispiaciuto e si strinse nelle spalle:<< Mi dispiace tesorino, ma avevamo detto fino alle porte  e beh… eccoci qui! Quindi… >>, senza terminare la frase, fletté il braccio, lanciando un incantesimo non verbale che colpì Rose in pieno petto e la fece finire a terra lunga e distesa.

<< No! >>, urlò Roland, mettendosi tra le due:<< Siete impazzite!? Che senso ha mettersi l’una contro l’altra quando… >>.

Annabelle non lo lasciò finire di parlare, gli puntò contro la bacchetta:<< Fatti da parte Adams, se non vuoi finire come la Weasley! >>, minacciò prima di lanciare un’ultima occhiata verso l’immagine del padre ed avvicinarsi alla porta recante lo stemma di Serpeverde. Prese un profondo respiro e la spalancò. Non vedeva nulla oltre la soglia, solo un’accecante luce bianca.

<< Ti prego, non andare… >>, sentì supplicare il padre.

La ragazza mosse un passo:<< Sarai fiero di me, papà >>, promise prima di sparire avvolta dalla luce.

L’immagine di Christopher Nott iniziò a scomparire, finché il vento non portò via ogni cosa della figura. Il silenzio calò sulla radura, rotto solamente dai singhiozzi e i sospiri delle tre persone accasciate a terra.

<< No! >>, esclamò Rose, rimettendosi faticosamente in piedi, un po’ intontita per l’incantesimo:<< Io non la lascio mia madre! E sono sicura che sia questa la prova: mettere i propri affetti davanti alle vittorie personali >>.

Senza lasciar tempo a nessuno di parlare, si avvicinò ad Hermione:<< Mamma… mamma, non ti preoccupare. Non vado da nessuna parte. Voglio solo sapere cosa devo fare per… beh, rimanere qui con te >>.

La donna sollevò la testa, con gli occhi colmi di lacrime:<< Non te ne vai? >>.

<< No. Rimango con te >>.

Hermione annuì e le rivolse un sorriso umido:<< Per far finire la prova senza oltrepassare la porta devi bere il contenuto della coppa di Grifondoro >>, spiegò indicando con un cenno il punto dove il calice era caduto quando Rose era stata buttata a terra dall’incantesimo.

La ragazza annuì ed andò a raccogliere il calice, preoccupata all’idea che il liquido potesse essere uscito, ma quando lo raccolse, quella specie di pozione color carbone era esattamente al suo posto:<< Aspetta, Rose >>, la chiamò Natan:<< forse quello che hai detto è vero, ma ciò non toglie che così non supererai la porta e, di conseguenza, non porterai a termine la prova >>.

Rose scosse la testa, sedendosi  accanto alla madre, che ora la guardava sorridente ed orgogliosa:<< Io sceglierei sempre gli affetti >>, disse prima di bere in un sol sorso il contenuto del calice.

Un istante dopo tutto divenne nero e, la rossa, perse i sensi.

Eccoci(:
Spero non stiate pensando qualcosa del tipo "dopo tutto questo tempo, ci pubblichi questa merda?" perchè mi dispiacerebbe un po' xD
Escluso questo - chi mi segue su facebook lo sa ( 
http://www.facebook.com/pages/Chanel483-EFP/267132773302174 ) non ho tutto questo ritardo perchè non riuscivo a scrivere o non ne avevo voglia, ma perchè in questi due mesi tipo tutte le sfighe possibili ed inimmaginabili mi si sono abbattute addosso, tra cui un computer morto, una francese in casa e degli assurdi corsi di recupero a scuola, ergo non ho quasi avuto la possibilità di scrivere.
In ogni caso ormai ci siamo :D l capitolo è stato pubblicato e secondo mi miei calcoli ne abbiamo ancora due davanti (con un eventuale prologo che non sono sicura di voler mettere...) e prometto che questa volta non mi dovrete aspettare per mesi!
Vorrei ringraziare già ora tutti coloro che, nonostante  tutto, leggeranno questo capitolo e spenderanno due parole per me e ciò che scrivo(:
Grazie di cuore, a presto
Chanel

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Capitolo 32
*** -Tutti i nodi vengono al pettine ***



-Tutti i nodi vengono al pettine

Era la seconda volta.

Iniziava a diventare quasi un’abitudine.

La prossima volta che si fosse svegliata in infermeria, si promise, si sarebbe messa ad urlare.

Probabilmente ora avrebbe aperto gli occhi, avrebbe girato la testa e si sarebbe trovata davanti Agnes – quasi di sicuro senza James, questa volta, poiché non li sentiva né urlarsi dietro né pomiciare – che la guardava con apprensione, in attesa di un qualsiasi movimento, per poter urlare che sì, Rose Weasley era ancora viva, ed iniziare a saltellare per l’infermeria, con l‘unico risultato di far intervenire una più che sclerata Madama Chips.

Con aria un po’ arresa prese un bel respiro e spalancò gli occhi. La cosa divertente fu che non cambiò assolutamente nulla, la stanza dove si trovava – doveva essere sicuramente l’infermeria, in nessun’altro posto lì ad Hogwarts c’erano letti con lenzuola così ruvide e un odore così intenso di disinfettante – era completamente immersa nel buio. I suoi occhi ci misero qualche istante ad abituarsi e, dopo pochi secondi, allungò una mano cercando a tentoni la bacchetta che, fortunatamente, era appoggiata sul comodino.

<< Lumus >>, sussurrò domandandosi se fosse sola nella stanza o ci fossero altri ricoverati.

Si guardò intorno, constatando di trovarsi appunto in uno dei letti dell’infermeria, separato dagli altri da un orribile separé verde. Spostò lo sguardo verso la sua destra e per poco non lanciò un urlo.

Seduto sulla sedia di plastica a braccia incrociate, con la bocca spalancata e la testa a penzoloni, dormiva Scorpius Malfoy, ora illuminato dalla flebile luce della bacchetta di Rose.

Superato il momento di stupore, per poco la ragazza non si mise a ridere, vedendo la posizione assurda che aveva il biondo. Allungò piano una mano – constatando con gioia di non provare alcun dolore – e gli sfiorò la guancia.

Subito Scorpius scattò in piedi, guardandosi intorno preoccupato:<< Sono sveglio! >>, annunciò con voce esageratamente alta, considerato che doveva essere notte fonda.

Rose trattene a stento una risata:<< Sssh! >>, lo rimproverò:<< Non vorrai mica svegliare tutto il castello… >>.

Il ragazzo abbassò lo sguardo, posando gli occhi argentei sul viso di lei, illuminato solo dalla flebile luce della bacchetta:<< Ti sei svegliata >>, sussurrò tornando a sedersi con un sorriso, e prendendole una mano.

<< Sì >>, rispose lei ricambiando il sorriso, per poi mettersi a sedere:<< e mi sento benissimo. Mi sembra di aver dormito per giorni e soprattutto non ho alcun dolore >>, spiegò.

Il ragazzo annuì con sguardo sereno, prima di allungare una mano per recuperare un bicchiere appoggiato al comodino:<< Madama Chips ha detto di fartela bere appena ti fossi svegliata. Quindi bevi, non vorrei morire ucciso da quella vecchia… >>.

Rose alzò gli occhi al cielo, buttando giù in un solo sorso il contenuto del bicchiere che era orrendamente amaro:<< Madama Chips non è vecchia >>, lo riprese quando ebbe finito di fare smorfie per il gusto della pozione:<< è… insomma… antica, è parte di questo castello come lo sono le armature o i quadri >>.

<< Sì, certo >>, commentò il biondo, trattenendo a stento un risata:<< perché non glielo vai a dire? Sono sicuro che questo complimento le farebbe un sacco piacere… >>.

<< Ma che simpatico! >>.

Rimasero qualche secondo in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri:<< Allora per quanto sono rimasta… addormentata? >>, domandò Rose.

<< Non molto >>, le rispose Scorpius:<< l’ultima prova è stata ieri pomeriggio e ora non dovrebbe mancare troppo all’alba >>.

<< Quindi solo poche ore? >>.

<< Sì, infatti >>.

Lei annuì tra sé, cercando di riordinare i ricordi del pomeriggio. L’ultima immagine che aveva in mente era quella di sua madre che le indicava un calice pieno di un liquido nero, poi il vuoto:<< Ho vinto? >>, domandò dopo qualche istante di silenzio.

Il ragazzo si grattò la nuca, un po’ imbarazzato:<< Ecco… diciamo che non era… insomma… dovevate trovare una soluzione, no? Per finire la gara e contemporaneamente non abbandonare i vostri cari… >>.

Rose alzò gli occhi al cielo:<< Arriva al punto >>, gli intimò.

<< Annabelle ha terminato la gara, ma ha abbandonato suo padre. >>, proseguì lui senza giri di parole:<< Tu e Natan invece siete rimasti vicino ai vostri parenti ma non avete superato le porte. Perciò teoricamente nessuno di voi ha vinto la gara >>.

La rossa annuì piano, cercando di non rimanere troppo male davanti a quella scoperta:<< E… Roland? >>, domandò quasi convinta di sapere già la risposta.

<< Ha vinto lui >>, le rispose Scorpius con ovvietà:<< insomma, è un corvonero, hai presente? Un ingegno smisurato per il mago è dono grato… >>, si interruppe davanti all‘occhiata spazientita della ragazza:<< è stato l’unico a riuscire contemporaneamente a superare la porta e non abbandonare la sorella >>.

<< E come ha fatto? >>.

<< L’ha portata con sé >>.

Nella stanza calò un silenzio di tomba, mentre Rose spalancava occhi e bocca e guardava il ragazzo incredula. Un paio di minuti dopo, quando Scorpius iniziava seriamente a preoccuparsi, lei scoppiò a ridere. Rise così tanto da piegarsi in due con lo stomaco tra le mani:<< Sono una cogliona! >>, sentenziò infine, prima di lasciarsi ricadere sul cuscino.

 

Madama Chips insistette per tenerla lì ancora un paio di giorni, nonostante non avesse nessun sintomo o dolore. Miss Mary che - a detta sua - si annoiava terribilmente a stare tutto il giorno tra gente dormiente o svenuta, con cui quindi non poteva parlare, decise di farle la cronaca dettagliata dell’ultima prova, con tanto di pareri del commentatore e reazioni del pubblico, il tutto nell’oretta circa che passò da quando Scorpius fu spedito nel suo dormitorio, a quando l’infermeria fu riaperta agli studenti che volevano passare a salutare gli amici prima della colazione.

Appena aveva saputo che si era svegliata, Agnes era corsa in infermeria, con i capelli slegati ed indosso abiti babbani invece che la solita divisa:<< Rosie! >>, aveva urlato lanciandosi letteralmente sul letto dell’amica.

Quel giorno erano passati anche Hugo, i cugini, la sua squadra di quidditch al completo e Roland.

<< Se non fosse stato per te non avrei mai vinto >>, le aveva spiegato quest’ultimo:<< è stato il discorso che hai fatto per tua madre a farmi capire che dovevo trovare un modo per superare la porta senza abbandonare Amy >>, quella scoperta aveva fatto sorridere Rose che in fondo non si sentiva troppo dispiaciuta per non aver vinto il Torneo della Vittoria, insomma, le sembrava di aver già avuto abbastanza vittorie personali quell’anno.

Il secondo giorno era stato molto più tranquillo del precedente; considerando che era lunedì e tutti erano a lezione, la mattina si era fatto vedere solo Scorpius per un saluto veloce. Dopo pranzo fu la stessa cosa, il settimo anno aveva due ore di Difesa contro le Arti Oscure e una di Incantesimi, quindi fino a pomeriggio inoltrato non si fece vedere nessuno.

Alle quattro passate Agnes arrivò in infermeria, stranamente da sola:<< Allora? Quando ti fanno uscire? >>.

<< Domani mattina >>, le rispose la rossa, mentre lei si sedeva sulla sedia accanto al letto:<< se la notte passa bene domani vengo a lezione  >>.

La bionda le rivolse un sorrisone, iniziando a frugare nella borsa dei libri:<< Perfetto! >>, le disse:<< Ti ho portato i quaderni con gli appunti, non vorrai rimanere indietro, vero? >>.

<< No, certo che no >>, rispose l’altra, prendendo i quaderni con un sorriso un po’ teso.

<< Natan come sta? >>, si informò Agnes.

Rose spostò istintivamente lo sguardo verso il tendone che separava il letto del tassorosso dal resto dell’infermeria:<< Non si è ancora svegliato >>, spiegò:<< anche se madama Chips dice che non c’è da preoccuparsi… è quello che ha risentito di più della nuotata… >>.

Agnes annuì con aria grave, per poi scrollare il capo un attimo dopo:<< Bene, noi due dobbiamo parlare di una cosa importante! >>, esclamò.

La rossa le lanciò uno sguardo un po’ preoccupato:<< E… di cosa? >>, domandò piano.

<< Del ballo! >>, rispose l’altra con ovvietà ed un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

Rose la fissò sgranando gli occhi, osservando con aria quasi spaventata lo sguardo esageratamente gioioso dell’amica:<< Oh diavolo! >>, esclamò.

 

Le lezioni ripresero quasi normalmente per Rose – ed anche per Natan che si era risvegliato, un po’ intontito, il martedì mattina – tra compiti in classe, allenamenti di quidditch, lezioni e pomeriggi rubati con Scorpius.

L’unica cosa strana era che, in vista del ballo – che si sarebbe tenuto di lì a poco più che un mese – sembravano aver tutti perso totalmente il senno.

Per Rose non c’era nemmeno bisogno di un invito ufficiale, ma Scorpius aveva insistito e le aveva regalato una rosa bianca e un biglietto con scritto “Vuoi essere la mia dama per il ballo?”, come risposta aveva ottenuto una nottata chiuso con lei in uno dei loro adorati sgabuzzini.

Altre ragazze – tipo Agnes – avevano preteso qualcosa di molto più ufficiale e pomposo.

Proprio in quel momento, mentre Rose, Agnes e James andavano in Sala Grande per la colazione, una ragazza del quinto anno di Serpeverde correva incontro ad un compagno che le aveva fatto l’invito scrivendolo in mezzo al corridoio con dei fuochi d’artificio incantati.

<< Pacchiano >>, commentò Rose alzando gli occhi al cielo.

<< Romantico >>, la corresse Agnes con sguardo sognante, prima di lanciare un’occhiataccia al fidanzato che, per inciso, non l’aveva ancora invitata, nonostante mancassero solo tre settimane.

James incasso la frecciatina senza battere ciglio, ed i tre proseguirono giù per le scale, finché, arrivati alla Sala d’Ingresso, non li raggiunse Scorpius.

<< Ehi Rose! >>, la salutò con un veloce bacio a stampo:<< James, Agnes >>, fece poi educatamente.

<< Scorpius >>, risposero in stereo i due, a mo’ di saluto.

Rose li guardò sorridente, prendendo il ragazzo sottobraccio. Il fatto che, dopo il casino successo con i suoi e Draco Malfoy, tutte le persone a cui teneva – chi più chi meno – avevano accettato Scorpius come suo ragazzo la mandava al settimo cielo:<< Andiamo? >>.

In Sala Grande era un vero disastro; metà degli studenti dormiva sui tavoli e l’altra metà parlava del ballo. Un paio di ragazzine, accasciate sui tavoli delle rispettive Case, piangevano disperate, mentre le amiche cercavano di confortarle.

I tre presero posto al tavolo di Grifondoro, mentre Scorpius li salutava e si dirigeva a quello di Serpeverde:<< Allora domani? >>, domandò Agnes a Rose, mentre beveva il suo latte macchiato:<< Andiamo insieme a Roxanne e la sua amica a comprare il vestito? >>.

Lei annuì:<< Certo, è l’ultima gita ad Hogsmeade prima del ballo… >>, rispose.

<< Appunto >>, fece la bionda lanciando un’assolutamente casuale occhiata al fidanzato:<< ballo che si terrà tra meno di tre settimane >>.

Il povero James rischiò di strozzarsi con il suo porridge, ma non rispose. A salvarlo fu sua sorella che, arrivando di corsa al tavolo, si sedette da parte a Rose:<< Domani andate a Hogsmeade? >>, domandò.

<< Certo Lily >>, le rispose Rose:<< perché? >>.

Le guance della ragazza si colorarono leggermente di rosso e lei si morse un labbro:<< Mi serve un abito per il Ballo della Vittoria >>, spiegò:<< ma quasi nessuna delle mie amiche viene perché sono del quarto anno e nessuno le ha invitate >>.

Solo in quel momento la rossa si rese conto che Lily ed Hugo avevano bisogno dell’invito di qualcuno del sesto o del settimo anno per partecipare alla cerimonia, poiché teoricamente questa era limitata ai ragazzi più grandi. Hugo era suo fratello, era ovvio che sarebbe venuto, ma Lily…

<< Che scema! >>, esclamò battendosi una mano in faccia:<< Lily, ovviamente tu vieni con me, non ci ho proprio pensato a dirtelo prima e… >>.

La piccola Weasley arrossì ulteriormente ed iniziò a torturarsi le mani:<< A dire il vero c’è già qualcuno che mi ha invitato >>, disse pianissimo, quasi sussurrando. 

James le lanciò la classica occhiata da “iperprotettivo fratello maggiore”, ma non disse nulla:<< Chi!? >>, domandò invece Roxanne, spuntata da chissà dove con accanto Cecilia Brums, la ragazza che il giorno dopo sarebbe andata con loro ad Hogsmeade.

Lily prese un bel respiro, consapevole di essere quasi obbligata a rispondere a quella domanda:<< Vedete… Gordon frequenta il sesto anno e… insomma… mi ha… beh mi ha chiesto di andare al ballo con lui >>, disse decisamente in imbarazzo.

<< Davvero? >>, chiese Roxanne sorridente.

<< Ma allora è una cosa seria! >>, esclamò Rose.

<< E… come ha fatto a chiedertelo? >>, si informò Agnes.

Ormai la ragazza era rossa dalla punta dei piedi a quella dei capelli, ma cercò di rispondere:<< Sì, davvero, ormai sono quasi cinque mesi che stiamo insieme e… beh… ieri ero a lezione di divinazione e vedo una rondine di carta che entra volando dalla finestra e si posa sul mio banco, iniziando a cinguettare; su un’ala aveva scritto semplicemente “Tu. Io. Al ballo?” >>.

La bionda aveva gli occhi che luccicavano e le mani giunte:<< Oh, che romantico! >>, esclamò con tono sognante, lanciando a James – che aveva il viso affondato nella sua tazza – l’occhiataccia di rito.

In quel momento arrivò al tavolo Susan, la più piccola della squadra di Grifondoro, e si sedette accanto a Lily:<< Tu vai al ballo? >>, le chiese.

La ragazzina annuì.<< Sì, so che noi non potremmo ma sai… mi ha invitato Gordon >>, spiegò tornando ad arrossire.

La ragazza annuì con un sorrisone:<< Perfetto! >>, esclamò sorridente:<< Pensavo di essere l’unica del nostro anno, invece così possiamo andare a prendere il vestito insieme! >>.

<< Sì, certo >>, le rispose l’altra:<< puoi venire con me, Roxanne e… >>.

La cugina però la interruppe:<< Aspetta, Susan >>, chiese alla compagna di squadra:<< ma se tu sei del quarto anno… per venire al ballo qualcuno ti deve aver invitata >>, commentò con sguardo furbo.

Subito Susan arrossì:<< Sì… ecco… >>.

<< Chi!? >>, domandò Lily, pronta per un nuovo pettegolezzo.

La cacciatrice divenne ancora più rossa:<< Beh… è… insomma… non me lo aspettavo ma… voi lo conoscete e… >>.

<< Parla >>, le intimò Roxanne.

<< Hugo Weasley >>, disse tutto d’un fiato.

Rose, Lily, Roxanne e pure Agnes spalancarono la bocca, incredule:<< Non ci credo >>, mormorò quest’ultima:<< Hugo si è fatto la ragazza! >>, aggiunse sghignazzando.

<< E bravo il mio cuginetto! >>, esclamò James con sguardo fiero.

Susan arrossì ulteriormente:<< Ma no! Non sono la sua… beh… >>.

Rose decise di tirare la ragazzina fuori dall’impiccio:<< Benvenuta in famiglia, Susan! >>, esclamò dandole una pacca sulla schiena.

Lei cercò di negare, provocando solo le risate del gruppetto che, in quel momento, parevano veramente delle vecchie comari, senza uno scopo nella vita se non quello di farsi i fatti degli altri.

Mentre ancora ridevano, un gufo planò davanti a Rose, tendendole una lettera indirizzata a “La mia cuginetta preferita”, ci mise poco a capire di chi si trattasse e lesse in fretta la lettera di Victorie, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro:<< Non ci credo! >>, strillò alla fine felicissima, tentata di mettersi in piedi e saltellare per la Sala Grande.

<< Cosa? >>, le chiese Agnes, interessata.

<< È nato!  >>.

<< Chi? >>.

<< Il bambino! >>.

<< Quale bambino? >>.

<< Il bambino di Victorie! >>.

<< Davvero!? >>.

<< Il bimbo di Vik!? >>.

<< Che bello! >>.

<< è maschio o femmina? >>.

<< Come lo hanno chiamato? >>.

<< Ma stanno bene? >>.

<< Hai preso anche lui da Ted? >>.

<< Ah, giusto! È un metamorfomagus? >>.

<< Ciò che conta è che sia in salute! … è in salute? >>.

Chiunque conoscesse Victorie o più in generale la famiglia Weasley – ergo, tutto il tavolo di Grifondoro – si era gettato addosso a Rose con un’infinità di domande, a cui lei cercava di rispondere senza tanto successo.

Alla fine però, praticamente tutti gli studenti di Hogwarts, riuscirono a capire che: era un maschietto, entrambi stavano bene, Rose gli avrebbe fatto da madrina, aveva ereditato il dono del padre e si chiamava Remus, come era giusto che fosse.

“Lo abbiamo chiamato Remus, Teddy ci teneva troppo perché potessi contraddirlo”, aveva scritto Victorie, nella sua lettera per Rose.

 

Rose, Agnes, Roxanne, Lily, Susan e Cecilia Brums si dirigevano verso la via principale di Hogsmeade, armate di borsellini colmi di galeoni e tanta pazienza.

Agnes, che quel giorno non era proprio dell’umore giusto per fare shopping – James non l’aveva ancora invitata al ballo -, puntò spedita verso il negozio della figlia di Madama McClan, dove erano andate qualche mese prima, per cercare i vestiti del ballo di apertura.

Entrarono nel negozio e subito la sarta le andò incontro, tutta sorridente:<< Siete qui per il… oh, ma tu sei Rose Weasley! Tesoro, ho tifato per te in tutte le prove >>, annunciò:<< anche se è di Tassorosso quel Natan non mi sta affatto simpatico. E poi tu avevi scelto un così bel vestito! >>, la donna andò avanti ancora un po’ a ciarlare e congratularsi, per poi voltarsi verso Agnes:<< E tu, cara, penso di avere una cosa per te… >>.

Si allontanò in fretta per poi tornare un istante dopo con in mano un pacco rosso e oro:<< Questo te lo manda un bel giovanotto >>.

Agnes, un po’ stupita, aprì la scatola e rimase a bocca spalancata. Dentro c’erano un paio di splendidi sandali argentati, in completo con orecchini e collana, insieme a cinque bellissime rose rosse:<< Ma cosa…? >>, balbettò la ragazza, che era un po’ arrossita.

<< Guarda, lì c’è un biglietto >>, le fece notare Roxanne.

La bionda allungò una mano un po’ tremante e prese il pezzo di carta.

 

Comprati qualcosa di bello che stia bene con questi. Mi raccomando, non farmi fare brutta figura amore mio.

Ti amo, James

 

Agnes era senza parole e con le lacrime agli occhi:<< I-io… >>, balbettò senza parole.

<< Beh, ora non potrai più lamentarti per l’invito al ballo >>, commentò Rose divertita, abbracciando l’amica.   


Ecco il punultimo capitolo :D
Allora, so che non è granché, ma è solo un "capitolo di trasito" per arrivare al prossimo: Il ballo della vittoria (che, tra le altre cose, è già quasi pronto). Sono arrivata alle decisione che, dopo il prossimo capitolo, ci sarà un breve prologo dove cercherò di mettere un bel punto definitivo a questa serie perché, nonostante mi sia tantissimo affezionata a Rose, James, Agnes e gli altri, è proprio il momento che la finisca(:
Quindi fatemi sapere cosa ne pensate. A prestissimo,
Chanel
PS: Un enorme GRAZIE  a chi, nonostante tutto, continua a leggere la mia storia. I LOVE U <3

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Capitolo 33
*** -Il Ballo della Vittoria ***


-Il Ballo della Vittoria 

C’erano veramente pochi eventi in grado di agitare l’intera popolazione di Hogwarts, tra questi comparivano sicuramente le finali di quidditch - specie quelle tra Grifondoro e Serpeverde -   le occhiatacce della preside, i G.U.F.O. e i M.A.G.O.. Al primo posto però senza alcuna ombra di dubbio, c’erano i balli. Specie Il Ballo della Vittoria.

In onore di quella serata tanto speciale, il castello veniva tirato a lucido ed addobbato a festa, per poter accogliere le tante personalità di spicco che attendevano con ansia l’invito. A dire il vero, la professoressa McGranitt - che si occupava degli inviti - avrebbe tanto voluto invitare soltanto coloro che avevano in un qualsiasi modo partecipato alle Guerre Magiche, ma spesso si trovava costretta ad invitare accogliere anche politici ed altre personalità importanti, rendendo così il Ballo della Vittoria un vero e proprio evento mondano.

Questo non aiutava affatto a calmare gli animi degli studenti che, con almeno un paio di settimane di anticipo, diventavano eccitatissimi nella trepidante attesa della serata. Tutti quelli dei primi anni non facevano altro che cercare di rimediare un invito per settimane e, chi non ci riusciva, poteva rimanere depresso per giorni interi. Quelli del sesto e del settimo anno invece, non facevano altro che sperimentare i più bizzarri modi per invitare i compagni. Tutto questo portava ad un’unica conseguenza: ad Hogwarts, arrivati al mattino del due maggio, regnava il caos più totale.

Quell’anno il fatidico giorno si era presentato di venerdì, obbligando la McGranitt a sospendere le lezioni pomeridiane, ma si era detta irremovibile per quanto riguardava quelle del mattino che si erano svolte con regolarità. Ovviamente nessuno aveva seguito una sola parola di ciò che avevano spiegato i professori, troppo impegnati a pensare al vestito da indossare o a chi avevano invitato.

Suonata la campanella dell’ultima ora, tutti si erano lanciati in massa verso la Sala Grande, per poi sparire dopo nemmeno venti minuti nei dormitori, con in mano ancora un pezzo di pane o senza aver ingerito il dolce che stavano masticando.

Le docce di tutti i dormitori - comprese quelle del Bagno dei Prefetti e dei primi anni, prese in assedio dai ragazzi più grandi, cacciati dalle loro camere troppo affollate - erano partite con inquietante sincronia, dando inizio ai preparativi per il ballo.

In particolare nel dormitorio femminile di Grifondoro, nella stanza occupata dalle studentesse del sesto anno, regnava il caos. Rose, agile e scattante come solo una cacciatrice esperta sapeva essere, si era barricata nel bagno, conquistandosi, a suon di manate e spintoni, il diritto di fare la doccia per prima. Questo non avrebbe causato nessun problema - d’altronde non potevano certo farsi la doccia tutte e quattro insieme, no? - se non fosse stato per la sua migliore amica che, in uno dei suoi - come li chiamava Rose - attacchi d'ansia da prestazione, aveva completamente dato di matto.

<< Esci da quella fottutissima doccia, Rose Weasley! Se non apri immediatamente questa porta, porti fuori il tuo sedere e mi lasci entrare, giuro che la sfondo a calci! >> stava sbraitando, dimenticandosi completamente del fatto che lei era una ragazza a modo e non utilizzava termini così scurrili e, per altro, essendo una strega, avrebbe benissimo potuto abbattere la porta con un colpo di bacchetta.

Ignorando del tutto la compagna, ormai abituata ai suoi attacchi isterici, Rose continuò a sfregarsi meticolosamente la pelle con una spugna morbida, imbevuta di bagnoschiuma alla pesca. Purtroppo però, pochi secondi dopo, la porta del bagno cadde a terra, divelta dai cardini da un potente incantesimo lanciato da Agnes che, in un attimo di lucidità, aveva preferito non fratturarsi una spalla e ricorrere alla magia.

<< ROSE WEASLEY! >> tuonò la bionda, con un tono di voce che avrebbe benissimo potuto far impallidire la più abile Banshee.

La rossa, per nulla intimorita, si sporse dalla tenda della doccia:<< Mi passi lo shampoo, Agnes? È quello azzurro nel mobiletto >> domandò tranquilla. Quell’insignificante richiesta fece andare su tutte le furie la bionda che, afferrato il flacone, glielo lanciò contro con tanta forza da procurarle un bernoccolo in testa:<< Ahia! Ma sei impazzita!? >>, le chiese l’altra, strofinandosi con forza la testa dolorante.

<< Così impari a rovinare i miei piani! >> esclamò l’altra offesa, rimanendo a fissare la tendina della doccia a braccia incrociate.

<< I tuoi… piani? >> chiese titubante la rossa.

<< Sì, i miei piani! >> rispose Agnes, recuperando un po’ di calma ma rimanendo comunque spazientita:<< Avevo stilato una tabella di marcia per prepararmi, e questa tabella richiedeva una doccia all’una e zero cinque >> spiegò.

Rose spalancò gli occhi:<< E tutto ‘sto casino per questo? >> domandò stupita:<< Che ore saranno? L’una e dieci? Sono sicura che cinque minuti di ritardo non ti faranno perdere il ballo… >>.

<< È l’una e diciassette >> la corresse la bionda con tono gelido:<< ho già dodici minuti di ritardo >> sottolineò. 

Rose sbuffò, lavandosi i capelli con lo shampoo azzurro, che in realtà era una pozione per rendere i capelli lisci e setosi:<< Non preoccuparti, massimo venti minuti e ho finito >> la rassicurò con sarcasmo, trattenendo una risata.

Disperata, Agnes decise di cambiare tattica:<< Ti prego Rosie! Sai che non posso essere in ritardo! >> la scongiurò, prendendo anche in considerazione l’ipotesi di prostrarsi in ginocchio.

<< Mmm… fammici pensare… >> fece l’altra:<< Mi acconcerai i capelli? >> le domandò.

La bionda annuì freneticamente:<< Assolutamente sì! Ti acconcerò i capelli, ti sistemerò le unghie e farò tutto quello che vuoi. Ma ti prego, lasciami fare la doccia! >> implorò.

A quel punto Rose non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, mentre si sciacquava i capelli:<< Ok >> accettò:<< passami l’asciugamano >>.

 

<< Hermione, amore mio, non ti sembra un pelino esagerato iniziare a prepararti a quest’ora? >>.

<< Assolutamente no >>.

<< Ma… amore, sai che ore sono, vero? >>.

<< Certo che lo so >>.

<< Sono le tre di pomeriggio >>.

<< Appunto >>.

<< E il ballo inizia alle otto >>.

<< Lo so >>.

<< Ma… >>.

<< Smettila Ronald! Anzi, vai a farti una doccia e poi fai il bagno ad Emily. >>.

<< Il bagno ad Emily? Ma pensavo che la preparassi tu… >>.

<< E dove credi che lo trovi il tempo di prepararla!? Guardami, sono già di fretta così! >>.

Ron fissò la moglie che, davanti allo specchio con indosso solo due asciugamani - uno per il corpo ed uno per i capelli - si spalmava il viso di crema. Scomparve in bagno, senza il coraggio di replicare.

 

<< James, mi servirebbe una mano… >>.

Il moro, ancora in mutande, con indosso una camicia bianca, mentre anche i suoi altri compagni si cambiavano, si voltò verso il fratello che lo guardava dalla porta, vestito con uno smoking nero stirato di fresco ed un papillon rosso slacciato. James gli si avvicinò e glielo allacciò velocemente, prima di mettergli le mani sulle spalle e squadrarlo da capo a piedi.

<< Allora, fratellino, mi vuoi finalmente rivelare il nome della fortunata per cui ti sei messo così in tiro? >> gli domandò con sguardo ammiccante, poiché Albus aveva insistito per settimane a tenere nascosto il nome della sua accompagnatrice per il ballo.

<< Ok: Isabel e Helena >> rivelò.

Il fratello lo guardò aggrottando le sopracciglia:<< Isabel o Helena? >> domandò.

Albus gli rivolse un sorrisetto furbo:<< No, James. Isabel e Helena >>, spiegò ammiccante.

L’altro non poté non scoppiare a ridere, dando al ragazzo una poderosa pacca sulle spalle:<< E bravo il mio fratellino! >> esclamò tra i commenti divertiti dei suoi compagni di dormitorio. 

 

<< Agnes! >> si lamentò la rossa, osservando la sua immagine riflessa nello specchio:<< Non ti pare di avere un po’ esagerato? Insomma, tra il vestito e questo trucco… >>.

La grifondoro alzò gli occhi al cielo, iniziando ad acconciarle i capelli a colpi di bacchetta:<< Non ti lamentare. Quando si tratta di queste cose io non mi sbaglio mai e poi quel vestito è bellissimo e per nulla volgare >> le ricordò.

Rose continuò a guardarsi allo specchio, con lo sguardo puntato soprattutto verso le labbra rosse:<< Sarà, ma a me pare troppo >>.

<< Ma no, Rosie! >> esclamò Helena, passando dietro alle due con indosso solo un paio di slip bianchi ed un corpetto turchese pieno di pizzi e merletti. 

<< Stai benissimo! >> la tranquillizzò Isabel che, in sola biancheria intima, stava seduta sul letto a cambiarsi in continuazione il colore dello smalto, cercando di ricreare la stessa tonalità di fucsia del suo abito.

Rose sbuffò:<< Grazie, detto da voi mi consola davvero >> commentò.

<< Figurati! >> risposero le ragazze in stereo, rivolgendole due bei sorrisoni.

 

Scorpius, davanti allo specchio, si sistemava meticolosamente il nodo della cravatta color oro. Non aveva ancora ben capito perché Rose avesse insistito tanto per fargli indossare qualcosa di quel colore, ma alla fine aveva ceduto. In fondo non gli costava nulla, no? E se poteva renderla felice…

 << Sei sicuro che non ti dia fastidio? >> gli ripeté per qualcosa come la trecentesima volta Jack, che con la bacchetta tentava di dare un senso ai suoi capelli.

Il biondo alzò gli occhi al cielo, lisciandosi le maniche della giacca nera e controllando di essere a posto:<< Di nuovo, Jack!? No, non mi da fastidio >>.

<< Beh, sai… voi due siete stati insieme per un po’ >> spiegò con finta indifferenza.

<< No, Jack. Io e Queen ci frequentavamo e basta, non c’è mai stato nulla di serio tra di noi. E comunque, anche se ci fosse stato, ora io ho Rose >>.

<< Perfetto. Allora nessun rancore? >>.

<< Assolutamente. Nessun rancore >>.

 

<< Hermione, ti vuoi sbrigare!? >> urlò Ron, osservando con impazienza le scale che portavano alle camere da letto.

Non ricevette risposta ma, pochi secondi dopo, sentì finalmente il rumore dei tacchi sui gradini e gli comparve davanti la visione di sua moglie, bellissima in un abito lungo e senza spalline color rosa antico, con i capelli raccolti in un’elaborata pettinatura :<< Sei bellissima >> riuscì appena a dirle.

Lei gli rivolse un sorriso felice, prima di puntare lo sguardo all’altezza del suo petto e stringere le labbra in segno di disaccordo:<< E tu sei un cretino! >> rispose:<< Avevo detto la cravatta blu, non quella viola! >>.

<< Ma questa è blu! >> protestò inutilmente l’uomo.

<< È palesemente viola, daltonico! Sbrigati a cambiarla, non vorrai che arriviamo in ritardo per colpa tua, vero? >>.

Senza permettersi di commentare, Ron scomparve su per le scale, ringraziando Godric che quel dannatissimo ballo si tenesse solo una volta l’anno.

 

<< Sono grassa! Ed è tutta colpa tua! >> urlò Victorie, osservandosi la pancia, che spuntava leggermente sotto al vestito grigio, con sguardo omicida.

<< Tecnicamente è colpa di entrambi >> la corresse Ted in un sussurro.

Non lo avesse mai detto. Victorie si voltò di scatto e gli andò vicinissima, i loro nasi si sfioravano ed i capelli biondo ramato di lei gli pizzicavano il mento:<< Sei tu ad avermi messa incinta! Tu ad aver rovinato il mio corpo! Tu ad avermi fatta diventare grassa! >>.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e le circondò le spalle con un braccio:<< Piccola, tu non sei grassa. Sei bellissima >> tentò di addolcirla.

Lei gli rivolse un’occhiata fulminante e si allontanò:<< Ora vedo di sistemare il vestito. Tu va a vestire Remus >>.

<< Agli ordini, cucciolotta >>.

<< E… Teddy? >>.

<< Sì, pasticcina? >>.

<< Se stasera vedo i tuoi capelli diventare, anche solo per un istante, di un colore strano… ti affatturo >> promise con un sorriso dolce sulle labbra.

 

Ginny osservò il semplice vestito nero che indossava e posò la collana che teneva in mano all’altezza dello scollo, per vedere come stava:<< Che te ne pare, Harry? >> domandò al marito, che la osservava - già pronto - seduto sul letto matrimoniale.

<< È bellissima, Ginny >>.

La donna annuì e ripose la collana nel portagioie, per prenderne in mano una argentata, con un ciondolo di brillanti:<< E questa, Harry? >>.

<< Bella anche questa, Ginny >>.

Ginny sfiorò il pendente che le ricadeva tra i seni, poi posò anche quello al suo posto e prese un’altra collana, piena di ciondoli colorati:<< Anche questa è bella, no Harry? >>.

 << Assolutamente, Ginny >>.

La rossa posò anche quella e prese in mano quella che doveva essere la trecentesima collana:<< Ok, Ginny, dovresti deciderti, sai… siamo un po’ in ritardo >> la fermò Harry, domandandosi da dove diavolo venissero fuori tutti quei gioielli.

<< Va bene >> disse Ginny con fare solenne, prendendo in mano una collana dorata con un grosso ciondolo a forma di fiore, ed un semplice girocollo nero, con un rubino nel mezzo:<< quale? >> domandò al marito.

<< Quella in oro >> rispose lui.

<< Ottimo, metto il girocollo >> disse lei con un sorriso, prima di voltarsi verso lo specchio per sistemarlo.

 

<< Sei pronta? >>.

<< Sono pronta. Tu sei pronta? >>.

<< Sono pronta >>.

<< Bene, siamo pronte >>.

Rose lanciò un’occhiata preoccupata verso la porta del dormitorio:<< No. Scherzavo. Non so se ce la faccio >> sussurrò allarmata.

Con dolcezza, Agnes le mise un braccio attorno alle spalle:<< Andrà tutto bene, Rosie. Non ti devi preoccupare >>.

La rossa scosse la testa:<< Non capisci, Agne? >> domandò:<< Questa è la prova del nove! È la prima “occasione ufficiale” a cui mi presento con Scorpius ed in più ci saranno i miei genitori e… ho paura che possa andare tutto male… se qualcosa dovesse andare storto io... >> si bloccò, annaspando in cerca delle parole giuste.

La bionda le sorrise e l’abbraccio stretta, un po’ impacciata per via dei guanti e dei tacchi altissimi:<< Non ti preoccupare, tesoro. Scorpius ti ama ed i tuoi genitori vogliono solo che tu sia felice. Sarà tutto perfetto >>.

<< Spero proprio che tu abbia ragione… >>.

 

Minerva McGranitt si sistemò sulla testa il cappello a punta color prugna, dello stesso colore del bellissimo vestito che indossa. Una volta pronta scese nel suo ufficio e si affacciò alla finestra per guardare verso il parco di Hogwarts, ai confini del quale i primi invitati cominciavano a materializzarsi.

Prese un bel respiro e si voltò, pronta ad accogliere i suoi ospiti. Prima di lasciare l’ufficio però, il suo sguardo fu catturato dal ritratto di un uomo, che le sorrideva con aria gioviale:<< A volte vorrei tanto che tu fossi ancora qui, Albus >> gli disse:<< tu non sei mai stato troppo vecchio per fare il preside, io invece… >>.

Il dipinto sollevò una mano e scosse la testa, senza smettere un attimo di sorridere:<< Stai facendo un attimo lavoro, Minerva. Non potrei immaginare preside migliore per questa scuola, anche se un’idea per il tuo successore l’avrei… >>.

La preside annuì:<< Lo so, Albus. È ancora troppo presto per lei ma… stasera le parlerò >>.

Albus annuì:<< Sei sempre stata una donna tanto intelligente. >>.

 

James non seppe mai con esattezza come successe, ma ad un certo punto - le otto e quindici circa - si ritrovò nella Sala d’Ingresso ad aspettare la sua dama, in compagnia di niente meno che Scorpius Malfoy. La cosa peggiore era che ci stava addirittura chiacchierando.

<< … ti ci abituerai in fretta, Malfoy. Rosie non è esattamente famosa per la sua puntualità >> gli stava appunto dicendo, con lo sguardo fisso sulle scalinate che conducevano ai piani più alti.

Il biondo ridacchiò:<< Chissà perché, lo avevo intuito… >> commentò divertito.

Proprio in quel momento, dalla suddetta scalinata, scese Lily, con indosso un vestito celeste lungo fino al ginocchio con la gonna a sbuffo. James fece per avvicinarsi, ma la vide sorridere all’indirizzo di un ragazzo che le stava andando incontro, ricambiando il sorriso. Strinse i pugni e serrò la mascella, nel tentativo di non ascoltare quella vocetta che gli diceva di prenderlo da parte e fargli un convincente discorsetto alla “falla soffrire e io frantumo tutte le ossa che hai in corpo”.

<< Soffri un po’ della Sindrome del Fratello Maggiore? >> sghignazzò Scorpius, seguendo il suo sguardo.

James lo guardò malissimo:<< Io sono il fratello maggiore. E non sfottere, Malfoy, o va a finire che al posto di spaccare il muso a Goyle lo spacco a te >>.

<< Ma come siamo aggressivi! >> commentò il biondo, alzando le mani in segno di resa ma senza smettere comunque di ridere.

Qualsiasi altra frase fu interrotta dalla visione delle due ragazze che, lentamente, scendevano la scalinata verso la Sala d’Ingresso. 

Quella più avanti era Agnes, indossava i sandali ed i gioielli che le aveva regalato James, dei bellissimi guanti argentei ed il vestito che aveva scelto non avrebbe fatto fare sicuramente brutta figura al suo ragazzo: era blu notte, completamente tempestato di piccoli brillanti, che ricordavano vagamente una splendida pioggia di stelle, lungo e senza spalline, con lo scollo a cuore ed con una profonda scollatura sulla schiena. Aveva raccolto i capelli in un’elaboratissima pettinatura alta ed aveva gli occhi - liberati dall’impiccio degli occhiali - perfettamente truccati di blu e argento.

Appena dietro c’era Rose, altrettanto bella. Indossava un vestito semplice, che ricardava un'antica divinità greca, bianco, lungo fino alle caviglie e senza spalline, aveva una gonna ampia, le fasciava il seno e in alto e sulla cucitura aveva due strisce dorate, al polso indossava uno spesso braccialetto dello stesso colore. Ai piedi portava dei sandali alti color oro ed i capelli rossi erano stretti in una treccia alta, che le ricadeva sulla spalla. Il trucco che lei stessa riteneva esagerato in realtà altro non era che ombretto dorato, matita, rossetto rosso e tanto mascara.

James, dopo il primo istante di stupore, corse ad abbracciare la sua ragazza:<< Dovrebbe essere illegale essere così bella. Guarda che effetto fai a quei poverini che ti desiderano ma sanno che non potranno mai averti perché tu stai con me >> le sussurrò in un orecchio lanciando un’occhiataccia di scherno ai tanti ragazzi che si erano voltati a guardarla, prima di chinarsi e baciarla.

La bionda si tirò leggermente indietro per guardarlo negli occhi e schivare le sue labbra:<< Punto primo non è detto che io stia per sempre con te e punto secondo non mi baciare, mi rovini il rossetto >>.

<< Sì, certo >> commentò il ragazzo, alzando gli occhi al cielo:<< anche io ti amo tanto, Agnes >> disse divertito, prima di baciarla comunque.

Scorpius invece attese che Rose le raggiungesse. Aveva un sorriso bellissimo e le guance leggermente arrossate, probabilmente per l’emozione:<< Sei stupenda >> le disse prima di darle un rapido bacio.

<< Anche tu non sei niente male >> commentò lei, sfiorandogli la cravatta.

Lui le sorrise:<< Ora capisco perché volevi che indossasi qualcosa d’oro >> rispose posandole le mani sulla vita, dove c’era la fascia di quel colore.

Lei ricambiò il sorriso:<< Ovvio, così facciamo pandant >> disse prima di sporgersi per baciarlo, constatando con gioia che, con quei tacchi vertiginosi, non doveva neanche mettersi in punta di piedi.

<< Ti amo >> le sussurrò Scorpius, una volta che si furono staccati.

Lei gli circondò il collo con le braccia:<< Anche io. E comunque lo sapevo già >>, rispose.

<< Sì, ma non te lo avevo mai detto >> le fece notare lui.

<< Certo cose non hanno bisogno di essere dette >> gli disse lei, prima di baciarlo di nuovo.

 

Hermione, sotto braccio al marito, entrò in Sala Grande, chiacchierando amabilmente con Neville e Hannah, che stringeva tra le braccia una Emily tirata a lucido, con indosso un bellissimo vestitino dai colori chiari, a fantasia floreale.

Gli annedoti sui suoi studenti che raccontava Neville erano esilaranti, soprattutto considerati i loro passati scolastici. Ron non poté non scoppiare a ridere quando il professore paragonò James Potter a Ron.

<< Ma io e James non ci somigliamo per niente! >> esclamò il rosso, nonostante l’occhiata eloquente della moglie.

Neville rise:<< Dovresti vederlo in sella ad una scopa, mentre gonfia gli addominali nella speranza di farsi notare dalla secchiona della scuola, a cui però di quidditch frega meno che niente! >> esclamò dando ad Hermione una gomitata divertita.

<< Beh, alla fine però mi pare che ce l’abbiamo fatta tutti e due >> commentò indicando con un cenno del mento il nipote che, seduto al tavolo dei partecipanti al torneo, cercava di baciare il collo di una bella bionda, che lo respingeva ridendo.

Proprio in quel momento, fecero il loro ingresso nella sala Harry e Ginny vestiti elegantissimi:<< Di che parlate? >> domandò lui affiancandoli, mentre la moglie correva a prendere in braccio Emily.

<< Delle conquiste di tuo figlio >> gli rispose Hannah, indicandogli il ragazzo.

Harry prese un sospiro soddisfatto:<< Tutto il suo papà >> commentò con finta commozione.

Ginny alzò gli occhi al cielo, mentre la nipotina la riempiva di baci:<< Certo, Harry! Il fatto che ti ci siano voluti sei anni per capire che ero la donna della tua vita non ha alcuna importanza >> disse scuotendo la testa.

Il marito le diede un bacio sulla guancia, sorridendo:<< Beh, a tuo fratello ce ne sono voluti sette… >> le fece notare, beccandosi un pugno sul braccio dal suddetto fratello.

La cena sarebbe iniziata di lì a poco, così andarono tutti a prendere posto ad un lungo tavolo, posto dalla parte opposta della sala rispetto a quello dei vincitori. Qui le facce conosciute non mancavano: c’erano Luna, Dean, Seamus, Calì e Padma, Cho - con disappunto di Ginny , Kingsley Shacklebolt, Alicia Spinnet, Oliver Baston, Teddy Lupin con Victorie e Remus addormentato nulla sua carrozzina, tutti i fratelli Weasley con le rispettive compagne ed anche Arthur e Molly. 

Cenarono tranquillamente tra risate e vecchi ricordi, finché la professoressa McGranitt, seduta a pochi posti di distanza, si sporse verso Hermione:<< Hermione, avrei una proposta da farle, ma forse sarebbe il caso di parlarne in privato. Potrebbe dedicarmi qualche minuto, più tardi? >>.

La donna rivolse un sorriso a quella che era sempre stata la sua professoressa preferita:<< Certamente, professoressa >>, rispose alzando il calice nella sua direzione, come a voler brindare.

 

Rose, nonostante il cibo fosse ottimo e fosse seduta tra il suo ragazzo ed i suoi due migliori amici, era agitata da quando aveva messo piede in Sala Grande. Da dov’era seduta poteva vedere benissimo una testa di capelli rossi al tavolo degli invitati e, nonostante potessero benissimo essere quelli di zio Bill o di zio Charlie o di zio George o addirittura di nonno Arthur, la cosa l’angosciava non poco.

Scorpius però, mentre chiacchierava - tra lo stupore generale - con James, le teneva la mano sotto il tavolo, e questo riusciva a rincuorarla appena un pochino.

Quando anche i vassoi ed i piatti dei dolci furono spariti, la professoressa McGranitt si alzò in piedi ed andò a posizionarsi dietro il leggio per richiamare l’attenzione dei presenti, con un sorriso che le si vedeva molto raramente sulle labbra:<< Miei cari ospiti, sono lieta che, anche quest’anno, siate accorsi tutti così numerosi. Prima di procedere con le danze però, è nostro compito premiare il vincitore del Torneo della Vittoria e congratularci anche con gli altri partecipanti. Quindi, tutti qui sul palco >>.

Roland si alzò per primo, prese Stephanie sotto braccio e si avviò verso la preside, subito seguito da Natan, Agnes, Rose e Scorpius che arrivarono per mano, Annabelle e Jiulian Mitchell.

La professoressa rivolse uno svelto sorriso a tutti, per poi ricominciare a parlare:<< Ora facciamo un bell’applauso a Rose Weasley ed Annabelle Nott che sono arrivate rispettivamente seconda e terza >> tutti applaudirono e ci furono addirittura un paio di urli, mentre Annabelle guardava la professoressa incredula:<< mentre il vincitore di quest’anno del Torneo della Vittoria è Roland Adams! >> aggiunse mentre tutti si alzavano in piedi ad applaudire il corvonero ed Harry Potter in persona, saliva sul palco per consegnargli la coppa.

Ci furono ancora un po’ di applausi, poi la preside mandò tutti a sedere per aprire le danze, ma Annabelle si fermò a parlare:<< Mi scusi, professoressa >> la chiamò tentando di non sembrare troppo incazzata:<< perché io sono terza e la Weasley seconda? Se non sbaglio ho terminato prima io tutte le prove! >> si lamentò.

La McGranitt strinse le labbra e la guardò dall’alto in basso:<< Sì, signorina Nott. Lei, a livello di vittorie, avrebbe dovuto arrivare seconda, ma sa… un Confringo lanciato durante la prima prova contro la persona sbagliata può cambiare tutto, capisce? >>.

La serpeverde rimase a fissare la donna a bocca sgranata, mentre lei se ne andava intimamente soddisfatta. Sdegnatissima, tornò al tavolo dei partecipanti, mentre lì tutti erano già preoccupati per il ballo.

<< Io continuo a non saper ballare >> sussurrò Agnes, lisciando nervosamente pieghe inesistenti sul suo vestito.

Rose - ancora sorpresa e felice di aver battuto Annabelle - le strinse la mano:<< L’altra volta ce l’hai fatta, vedrai che andrà tutto bene >>.

Proprio in quel momento la Banda del Calderone - che intanto si era sistemata su un palchetto sul fondo della sala - iniziò a suonare le prime note di un lento smielato. Senza aspettare che qualcuno glielo dicesse, Roland prese Stephanie per mano ed insieme si avviarono al centro della sala - dove i tavolini erano stati sostituiti da una pista da ballo - subito seguiti da Scorpius e Rose, Annabelle, accompagnata da Sebastian - sì, quel Sebastian, lo stesso Sebastian con cui Agnes era uscita per qualche giorno ad inizio anno - e tutti gli altri.

I primi ad unirsi ai ragazzi furono Harry e Ginny e Roxanne, accompagnata da un ragazzo di tassorosso, lo stesso della storia dell’astuccio per le matite.

In pochi minuti la pista da ballo si riempì di ragazzi ed adulti, tutti intenti a ballare e ridere. Le coppie si scambiavano e tutti volevano ballare con tutti. 

Agnes si ritrovò tra le braccia di niente meno che Harry Potter, mentre la moglie ballava con Bill che aveva ceduto Fleur a Ted, mentre Victorie ballava per qualche strano motivo con Hermione, Ron teneva sua figlia maggiore stretta tra le braccia e Scorpius si era ritrovato una più che felice Emily in braccio. Albus faceva un ballo a tre con Helena ed Isabel, James ballava con Roxanne che aveva affidato il suo accompagnatore a Susan, mentre Hugo faceva volteggiare zia Angelina che aveva lasciato George a curare il piccolo Remus. Probabilmente l’unica coppia normale era rimasta quella formata da Lily e Gordon, che si stringevano teneramente, dondolando per lo più sul posto. Tra le altre coppie si potevano notare Luna e Dean, Neville e Hannah, Queen e Jack, Annabelle e Sebastian, e Roland e Stephanie, che più che ballare sembravano intenti a baciarsi.

Durante questo scambio infinito di dame, ad un certo punto Scorpius si ritrovò davanti Hermione Granger in persona:<< Mi concedi questo ballo? >> gli chiese la donna, con un sorriso materno in viso.

<< S-sì, certo >> rispose il ragazzo, un po’ imbarazzato, senza saper bene dove poteva mettere le mani per ballare con la madre della sua ragazza.

Vedendolo così la donna rise piano e gli prese una mano nella sua, mentre gli portava la mano al suo fianco:<< Solitamente si balla così >> commentò divertita. Lui arrossì e non aprì bocca, così si sentì in dovere di farlo lei:<< Noi due non abbiamo mai parlato faccia a faccia, vero Scorpius? >> domandò.

<< Sì, infatti >> rispose lui iniziando a ballare, un po’ teso.

<< Allora, come stai? >> si informò la donna con aria gioviale, volteggiando con grazia sulle note di un lento.

Prima di riuscire a risponderle, il biondo dovette schiarirsi la gola un paio di volte:<< Io bene, grazie. E… lei? >>.

Hermione gli rivolse un sorriso raggiante:<< Più che bene! >> esclamò:<< La professoressa McGranitt mi ha appena offerto la cattedra di trasfigurazione per il prossimo anno, e credo proprio che accetterò! Quindi tu e Rose dovrete stare attenti il prossimo anno… >>.

<< I-io… >> si ritrovò a balbettare il ragazzo, dopo aver assunto una splendida tonalità rosso peperone.

La riccia lo interruppe, scoppiando in una risata genuina:<< Ok, non so nemmeno perché sono venuta a dirlo a te >> ammise divertita:<< ancora lo devono sapere mio marito ed i miei figli... ma proprio non riesco a stare zitta! Cielo, sono così eccitata! >>.

Scorpius riuscì ad oltrepassare i diversi strati di imbarazzo che lo bloccavano, per rivolgerle un mezzo sorriso fugace:<< No, non si deve... preoccupare. Mi fa… piacere che lei abbia voluto confidarsi con me >> disse.

Hermione aumentò un po’ la stretta sulla sua spalla e continuò a ballare in silenzio per qualche istante:<< Scorpius >> lo chiamò dopo poco:<< ci tieni davvero a mia figlia? >>.

<< Assolutamente sì >>.

<< Allora va bene, è tutto ciò che conta >>.

<< Ma suo marito… >>.

<< Mio marito ama nostra figlia e tutto ciò che vuole è che lei sia felice. Forse ci metterà un po’ di tempo, ma capirà anche lui >>.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo grato:<< Grazie >> disse sincero:<< davvero >>.

La donna sembrava sul punto di dire qualcosa, ma la canzone finì e, nemmeno due secondi dopo, qualcuno picchiettò sulla spalla del biondo:<< Posso riavere la mia donna? >> gli chiese Ronald Weasley, squadrandolo dall’alto in basso.

Scorpius saltò quasi all’indietro, togliendo istantaneamente le mani da Hermione e guardando l’uomo con aria decisamente preoccupata:<< Scusi… i-io >> tentò di dire.

Ron lo interruppe con uno sbuffo:<< Corri a recuperare mia figlia >> gli ordinò, alzando gli occhi al cielo:<< mi sembra fin troppo felice di ballare con quel corvonero che ha vinto… >>.

<< Sì, signore! >> esclamò il biondo, saltando sull’attenti:<< Volevo dire… che sì... insomma… beh… io vado! >> e in meno di mezzo secondo, si dileguò tra la folla di invitati.

Hermione e Ron si guardarono per un paio di secondi, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

 

Eccoci ragazzi,
sono veramente fiera di questo capitolo, non voglio vantarmi, ma è venuto esattamente come lo desideravo e, considerando che tra poco questa storia sarà finita, sono davvero felice.
Ormai non c'è molto da dire sulla fanfiction, ma l'idea che fra poco pubblicherò il epilogo mi intristisce un sacco.
Spero di avere un vostro parere sul capitolo, ci vediamo prestissimo con l'epilogo.
Un bacio,
vostra Chanel
PS: Ovviamente un grande grazie a chi continua a seguire la mia storia (;

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Capitolo 34
*** -Epilogo ***


Ebbene sì, questo è proprio l'ultimo capitolo. Sono tanto tanto emozionata e, a dire il vero, anche un po' triste. Non vi faccio perdere altro tempo, vi lascio alla lettura e noi ci vediamo in fondo(;

Epilogo - quattordici mesi dopo

L’uomo abbassò lo sguardo sul bicchiere che teneva tra le mani e fece ondeggiare il liquido ambrato, annoiato. Ancora si chiedeva perché diavolo lo avessero invitato ma, soprattutto, perché diavolo lui avesse accettato l’invito.

Proprio quando iniziava a prendere in seria considerazione l’idea di smaterializzarsi e tornare a casa sua, sentì qualcuno prendere posto al suo tavolo ed intravide il tessuto di una gonna lilla:<< Astoria, ora possiamo tornare a casa? >> domandò - fastidioso come un bambino di due anni - a quella che pensava essere la moglie.

La donna scoppiò in una risata cristallina e posò la mano sul braccio di Draco:<< No, non sono tua moglie. Astoria è rimasta con Jiuliette, la madre di Agnes; vanno proprio d’accordo quelle due… >> gli disse con un sorriso.

Lui si voltò di scatto, ritrovandosi davanti il volto di Hermione Granger. Negli anni non era particolarmente cambiata, gli occhi castani erano sempre lì, così come la cicatrice sullo zigomo destro, le labbra rosee e - nonostante in quel momento fossero elegantemente raccolti sulla nuca - i capelli ricci ed indomabili. Dopo un attimo di iniziale stupore, si schiarì la voce e le rivolse un cenno con il capo:<< Come mai qui, Hermione? >> le domandò garbatamente, prendendo un sorso dal suo calice.

Lei alzò gli occhi al cielo e finse di rifletterci un po’ su:<< Mmm, non so… >> iniziò sfiorandosi il mento:<< forse perché è la festa di fidanzamento di James, mio nipote? >>.

<< Non intendevo “perché qui alla festa” >> le rispose lui, scuotendo la testa:<< ma “perché sei seduta al mio tavolo” >>.

<< Oh >> fu tutto ciò che Hermione riuscì a dire, come se la domanda l’avesse colta di sorpresa.

<< Allora? >>.

<< Beh, è che ti ho visto tutto solo e tu… >>.

<< Hermione, non prendermi in giro. Perché sei qui? >>.

La donna annuì e prese un lungo respiro, iniziando a lisciare nervosamente pieghe inesistenti sulla gonna del suo vestito:<< Ok, va bene. Li vedi? >> domandò senza ulteriori giri di parole, indicando Rose e Scorpius, che ridevano seduti ad un tavolo insieme ad Agnes, James ed un altro paio di amici. Il biondo annuì:<< Sembrano così felici, no? >>.

Draco spostò lo sguardo sul figlio. Proprio in quel momento, stava ridendo ad una battuta - probabilmente di James, il futuro sposo - mentre cingeva la vita della rossa con un braccio. Dovette ammettere che erano anni, che non lo vedeva così allegro e spensierato:<< Sì, sembra- sembrano felici >> concordò piano, quasi in un sussurro.

Hermione annuì, meditabonda:<< Esatto. Ora, non credo che si sposeranno tra qualche mese come vogliono fare Agnes e James, ma penso che… insomma, stanno bene insieme >>.

Sulle labbra dell’uomo spuntò un sorriso spontaneo, che non si sforzò nemmeno di nascondere:<< Hai idea di dove sia mia moglie? È ancora con Jiuliette? >> domandò cambiando completamente discorso.

La riccia si guardò intorno, per poi sorridere:<< Là >> rispose semplicemente, indicandogli un punto della pista da ballo, posta al centro del grande tendone, nel giardino della Tana:<< sta ballando con mio marito >> disse mentre anche Draco intravedeva la donna ballare con un rosso.

Per poco il biondo non scoppio a ridere:<< Quindi per tuo marito il problema non sono i Malfoy. Il problema sono io >>.

<< Tecnicamente Astoria è una Greengrass >> sottolineò, puntigliosa come al solito:<< ed in ogni caso Ron ha smesso di avere pregiudizi nei tuoi confronti e soprattutto ha accettato il fatto che i nostri figli stiano insieme. Certo, per il prossimo Natale non ti aspettare un regalo… ma ha finalmente capito ciò che conta davvero >>.

<< E cos’è che conta davvero? >>.

<< Che lei… che loro siano felici, Draco. Che loro siano felici >>.

Fine.


Passatemi dei fazzolettiiiiini!!!
No la cosa mi commuove davvero troppo! Insomma, da quanto è che sono dietro a questa storia? Più di un anno, senza neanche contare "Lo yin e lo yang". Quasi non ci credo che sia tutto finito.
Ci sono millemila persone da ringraziare, per primi tutti voi che avete letto e recensito la mia storia - anche chi lo farà in un futuro - sostenendomi sempre, anche quando pensavo che non ne valesse più la pena. Poi la mia sorellina, che - nonostante rompa le palle in continuazione - è sempre disposta a darmi una mano e sostenermi. Ovviamente un grazie infinito va a J.K. Rowling in persona, senza la quale non esisterebbe Harry Potter ed io, molto probabilmente, non avrei scoperto questa grande passione che è la scrittura.
Non so che altro dire, spero che l'epilogo non vi abbia delusi. So che probabilmente qualcuno di voi si aspettava dichiarazioni di amore eterno e tanto, tanto miele, ma i miei Rose e Scorpius non sono così, e non mi sembrava giusto cambiarli solo per poter scrivere qualcosa di più romantico. Alla fine però un matrimonio lo avete, no? Mi sembrava molto più realistico che fossero Agnes e James a sposarsi :D

Storie in sospeso e progetti futuri: come promesso, ricomincerò ad aggiornare "Se ci fosse un'altra via" e prestissimo (quando sarò sicura di non bloccarmi di nuovo con la pubblicazione della Draco/Hermione) inizierò a pubblicare un'altra storia che ho cominciato a scrivere da un po', è una Ron/Hermione e si chiamerà "S.A.S.C.O. - II Guerra Magica", ma non vi dico nulla di più.

Penso di non avere nulla da aggiungere. Spero vogliate lasciarmi una recensione e farmi sapere cosa ne pensate. Ancora un grazie mille a tutti.
Baci,

vostra, Chanel483




 

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