Ti amo, ipocondriaco!

di Isy_264
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1/2 ***
Capitolo 2: *** 2/2 ***



Capitolo 1
*** 1/2 ***


Seconda classificata al Contest “I click di Cupido” indetto da Kukiness nel forum di Efp: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9696231 (i giudizi nella terza pagina: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9696231&p=3)

N.B. Con questa storia non si vuole denigrare o sminuire malattie serie e gravi, l'ironia presente nella stessa non vuole essere un'offesa per nessuno, l'autrice non ha né competenze mediche (di conseguenza la storia ne è priva) né pretende di esporre giudizi in ciò che non la compete. L'autrice d'altronde è certa che a volte l'ironia sia dannatamente utile, anche solo per dieci minuti, tempo di durata di lettura di una one shot.

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Ti amo, ipocondriaco!

"Etchuuu!"
"Coff, coff..."
Loris si guardò distrattamente attorno, individuando una sedia grigia in un angolo della stanza.
Non gli piaceva andare dal dottore e se in quel momento si trovava lì, era solo per suo fratello che, stanco di sentirlo tossire – e forse anche innervosito dalla gravidanza della moglie – gli aveva intimato: “Se non vuoi farti visitare da me, allora vai dal Dottor Bindi, ma non ritornare a casa senza una ricetta medica o puoi anche trovare un altro letto per stanotte!”
E siccome, da bravo parassita, abitava nell'appartamentino creato dalle stanze della loro casa...beh, era un buon ricatto! Solo che perdere una giornata a sentire ogni male immaginario che nessun vecchino avrebbe mai potuto avere, lo faceva impazzire!
Comunque si sedette e, pronto ad annoiarsi per un paio di ore, attese.
"Ho avuto un...un ..."
Uno stralcio di conversazione gli arrivò alle orecchie e lo distrasse dal moscerino che volteggiava nella scia luminosa del neon del soffitto. Quelle luci erano davvero sporche...
"Ma sì, ma sì, anche mia nipote, sa, la stessa cosa sua. Ma noi siamo più resistenti," sentì aggiungere una signora, "me l'ha detto il dottore, sa, l'hanno scorso ho preso la Spagnola e mi sono fatta gli anticorpi, ormai non mi ammalo più! Eh, ma la nostra generazione..."
Loris sbuffò leggermente, muovendosi sulla sedia irrequieto e attirando qualche sguardo – c'era da chiedersi cosa faceva dal dottore se non si ammalava mai! – rifletté sarcastico; la guardò bene e mentre il parlottio diventava solo un sottofondo soffuso, notò che aveva gli occhi chiari, lucidi, sintomo almeno di un inizio di febbre, la voce rauca e il naso rosso, il tutto contornato da un vaporoso abito a fiori... e abito e Spagnola a parte, almeno un po' di influenza quella donna la doveva pur avere!
Un attacco di tosse lo fece piegare in avanti e si allentò il colletto della felpa – qualcuno gli doveva spiegare perché nelle sale d'aspetto si doveva sempre soffocare in quel modo! Non avevano mai sentito parlare della proliferazione dei batteri? Era tutto sudato – pensò passandosi una mano tra i corti capelli castani.
"...e a forza di andare in bagno mi sono quasi disintegrata!"
“Od...” Tossì per non ridere e uscì sul balconcino lì vicino – Questa era bella, e lui che sottovalutava sempre il peggio!
Si accese una sigaretta e osservò la saletta da dietro il vetro della porta-finestra: la signora influenzata continuava imperterrita a parlare e il signore suo vicino ad ascoltare, il bambino accanto a loro continuava a infilarsi le dita nel naso e il ragazzo a lui vicino a dondolarsi al suono della musica dell'ipod che, con ogni probabilità, lo avrebbe reso sordo nel giro di una quarantina d'anni. Girò poi lo sguardo sugli altri pazienti, tossendo ancora, fermandosi quindi su un ragazzo che gli dava le spalle: gli piaceva osservare le persone quando credevano di non essere viste, gli piaceva indovinare ogni caratteristica, ogni particolare, ogni dettaglio...ma questo andava anche oltre le sue aspettative! Quel giovane si guardava intorno disperato e, a ogni colpo di tosse della rossa che aveva vicino, sobbalzava schifato.
Oh, oh, un vero ipocondriaco – rise Loris – c'era da chiedersi quanto avrebbe resistito!
Lo osservò voltarsi verso la signora e, nonostante non riuscisse a sentire cosa lei stava dicendo, notò distintamente la schiena del ragazzo irrigidirsi fino a quando, esasperato, non lo vide scattare in piedi per poi uscire in tutta fretta dalla sala. Lo seguì così con lo sguardo finché, per un solo istante, il giovane si voltò verso di lui.
“Acc...” imprecò sorpreso.
Moro, con gli occhi verdi, poco più che ventenne aveva un fisico che, porca miseria, se quel tipo non faceva palestra lui non capiva niente del mondo! E la parte peggiore era che non sembrava per niente consapevole di essere un ormone con le gambe! Oh, era davvero...
"Mmm." raddrizzò la schiena di colpo e cercò, con poco successo, di ingoiare un colpo di tosse.
Era suo.

*

Si era laureato in Farmacia giusto un anno prima ma, sfortunatamente, non aveva ancora trovato lavoro. In realtà, se proprio doveva essere sincero, non si era mai sforzato davvero di cercarlo, aveva iniziato quella Facoltà solo perché suo padre aveva giudicato Lettere l'università dei disoccupati; ma se per l'uomo questo era Lettere, per lui Medicina era anche troppo per “occupati”! Così aveva scelto quel compromesso, soprattutto considerando che, in famiglia, almeno un medico c'era: suo fratello Andrea di ben dodici anni più di lui, marito della sua migliore amica e pupillo di suo padre – come avrebbe potuto paragonarsi a un simile “gioiello”?
Ma alla fine, in pari con gli anni, si era laureato, aggiungendosi così a una lunga lista di disoccupati, nel suo caso volontariamente. Quel che però non sapeva è quanto questo gli sarebbe tornato utile.

Si riscosse dai suoi pensieri quando, finita la sigaretta, decise di ritornare in sala d'aspetto.
Aveva perso di vista il moro – rifletté – ma non importava, in fondo era arrivato dopo di lui. Uscì quindi dal balconcino e camminò lungo il corridoio con quel suo modo di fare sicuro ed elegante finché, passando di fronte al bagno, non udì una voce esclamare:
“...ma come non riesce a trovare casa mia! Non è difficile, Via Roma è la via centrale! E il numero 54 è... dove si trova lei? Ma è la parte opposta del paese! ...no che non mi calmo...oddio, mi sento mancare, ho mal di testa, so che mi sto prendendo qualcosa, non sente che voce ho? Potrebbe essere un problema alle corde voca... no che non ho preso freddo!”
Loris si trattenne dal ridere e rallentò appena il passo per continuare a sentire: “Le dico che... oh, ma non sente questo sibilo? No, non è il cellulare credo sia nella mia... non sono paranoico! Ho bisogno di un infermiere, qualcuno 24 ore su 24 e... no... oh, sa che le dico? Che è licenziato! Lei e tutta... ma mi ha riattaccato il telefono in faccia?!”
A quell'ultima esclamazione accorata, Loris ridacchiò divertito, una mano davanti la bocca, per poi tornare indietro baldanzoso – l'aveva ritrovato!
Entrò in bagno e lo vide davanti a lui mentre, di schiena, guardava il cellulare che aveva in mano.
Si avvicinò così ai lavandini per lavarsi le mani, cercando una scusa per iniziare una qualsiasi conversazione con lui. Aveva appena deciso cosa dirgli che un colpo di tosse lo interruppe improvvisamente.
In quello stesso istante il ragazzo sobbalzò spaventato per poi voltarsi a guardarlo e stringere convulsamente il cellulare che aveva in mano.
“Ehm...” accidenti, cosa aveva fatto? – si chiese Loris leggermente disorientato, “Io...”
Tossì ancora mentre l'altro abbozzava un sorriso di circostanza, “Scusi, sto telefonando.” lo udì mormorare per poi scappare letteralmente dentro una toilette e chiudercisi a chiave.
“Oh.” sbatté le ciglia spiazzato, guardando la porta che aveva davanti senza saper cosa fare. Doveva dire che non si era aspettato una simile reazione, non era proprio un buon inizio...
Aprì appena la bocca e la richiuse, uscendo meccanicamente dal bagno e cercando di cacciare quella vaga sensazione di fastidio che stava provando – beh, lungi da lui arrendersi – rifletté poco convinto – doveva trovare il modo per...
“Loris, ben trovato, sei qui da parte di tuo fratello? O sei finalmente venuto per farti curare quella brutta tosse? So che non ti piace che Andrea...”
Una voce conosciuta lo fece voltare appena e con molta lentezza il suo cervello inquadrò l'uomo sulla cinquantina che gli stava parlando – oddio il Dottor Bindi! – pensò scocciato – Lo aveva dimenticato, no, lui doveva parlare col ragazzo, non gli interessava quello che l'uomo doveva dirgli! Aveva bisogno di un'altra sigaretta per calmarsi. Lo intrigava l'idea di essere stato rifiutato, conquistarlo sarebbe stata una...
“Loris? Vieni?”
“Ah,” si guardò indietro velocemente, come temendo di non riuscire a tenere sotto controllo la situazione, “dottore no, io...no, io…devo andare in bagno!” esclamò.
“Andare in...? Ma...”
“No, sa cosa, ero qui per... la tosse no, mio fratello... sa che faccio, vado in farmacia, sì, uno sciroppo per la tosse, provo prima con quello, è solo il freddo, mmm... sì, non crede?!” e ciò detto uscì velocemente dalla sala d'aspetto.
Il Dottor Bindi, buon uomo, lo guardò serio, scuotendo la testa e dedicando poi un cenno alla signora che si era appena alzata in piedi: conosceva Loris da tempo ma l'aveva sempre giudicato un po' uno scavezzacollo! E dire che suo fratello era così diverso!

*

Hai bisogno di un consulto medico?
Hai dubbi su delle analisi o su un medicinale?
Necessiti di qualcuno da contattare 24 ore su 24?
Manda una mail a:
www.farmadoc.lofarm.it
Risposte private o pubbliche nel pieno rispetto della privacy.

“Non ci credo che tu mi abbia convinto a fare una cosa simile! E che tuo marito sia d'accordo! Sono un pericolo pubblico, lo sai! E poi è gratis! Per non dire che Andrea è stato veramente un irresponsabile: tu dovresti star tranquilla adesso, senza affaticarti!”
Sara, una biondina alta un metro e cinquanta con un bel pancione che la statura sembrava solo ingigantire, sbuffò e guardò dal basso il suo migliore amico, nonché suo cognato, arrabbiata:
“Non usare la gravidanza come una scusa! Sono il tecnico informatico che si è occupato di quel sito, a chi si doveva rivolgere Andre? Poi te l'ho spiegato un milione di volte, se qualcuno si rivolge a te per un consiglio medico fai rispondere tuo fratello, cosa credi? Che possiamo rischiare la vita di qualcuno? Non sei un dottore caro, pensavo che tuo padre te l'avesse ricordato diverse volte!”
“Mmm.” La guardò in cagnesco e posò una sigaretta spenta sulle labbra come faceva ogni volta che era nervoso ma non poteva fumare, “Infatti, ed infatti mi basta l'ipocondria del mio vicino di casa e di sua moglie, non voglio fare il farmacista online! Mi hai pure trascinato in giro a distribuire i volantini! Aaahh... oggi è proprio una giornata orribile...” aggiunse in borbottio sconsolato.
“Perché? Hai scoperto che il ragazzo che volevi è etero?” gli chiese lei sarcastica.
“Peggio, prima mi ha trattato come un appestato, poi è scomparso nel nulla, puff!” aggiunse muovendo le mani in aria, “E io che ero anche rientrato in quel bagno puzzolente per lui!”
“Un appest... nel bagno?”
Loris annuì distrattamente, tirando fuori dal frigorifero una lattina di aranciata:
“Un appestato, sì,” mormorò “sai, per via della tosse e tutto il resto...”
“Oh.” Sara lo fissò in viso e sospirò, nonostante facesse l'indifferente sapeva bene come Loris potesse rimar male per una cosa simile, per quanto, fortunatamente, il suo carattere gli permettesse di passare sopra molte questioni. Se fosse stato tutto così facile... “Che bello caro,” gli disse comunque ironica, “finalmente qualcuno che ti fa smettere di fumare! Forza, ormai è fatta, oggi è il giorno decisivo, vieni mollato per la prima volta e inizi pure un lavoro! Bello, no?!”
“Mah. Comunque non si può fare, mi si è rotto il pc.”
“Facile, ti presto il mio.”
“Ho finito i soldi nella chiavetta e non ne ho per ricaricarla.”
“Ti presto anche quella.”
“Ho un problema al pollice opponibile.”
“Oh, ma quello mica ti serve. Hai altre quattro dita nella mano! Piuttosto...”
“Piuttosto,” la interruppe annoiato “ancora non sono entrato nel tuo portale!”
“Ti piacerà vedrai! Sono un gruppo di dottori che formano un'associazione voluta da un ospedale, danno risposte pubbliche e private ai vari pazienti, ovviamente consigliando sempre di rivolgersi di persona a un medico per un analisi approfondita e diretta!”
“Che tipo di dottori?”
“Il sito è diviso in sezioni, psicologia, pediatria, ortopedia... ogni dottore ha una pagina a sé e se possono rispondere, per esempio se qualcuno chiede un opinione per dei valori di alcune analisi, lo fanno direttamente, sennò indirizzano al medico più vicino. Ho inserito un link nella home del portale che porta alla tua pagina, lì troverai una piccola biografia e una tua foto,” aggiunse “come farmacista qualcuno potrebbe chiederti informazioni su qualche medicinale, quindi diciamo che passeresti come un... collaboratore o consulente ma, per favore, per qualsiasi cosa...”
“Non rischierò la vita di nessuno, per qualsiasi dubbio, malattia, problema o altro indirizzerò l'utente a chi di dovere! La gravidanza ti rende recidiva, tesoro... e dire che l'avevo detto io a mio fratello di non sposarti!”

*

“Signor Gaetano...”
“...ma ho un certo bruciore allo stomaco ti ho detto, sei sicuro che prendere un paio di Aspirine non mi possa aiutare?”
Loris guardò esasperato l'uomo che l'aveva appena fermato e tossì leggermente prima di rispondere: il signor Gaetano e sua moglie Mara erano divenuti loro vicini ormai da qualche anno dopo che, a causa di una lite di condominio, dove si era scoperto che il nipote dei due utilizzava abusivamente la linea internet degli altri condomini, erano stati gentilmente sfrattati. Ma lontani dal disperarsi, i due anziani avevano accettato con gioia l'idea di trovarsi per vicini un dottore e un farmacista, per Loris, loro, erano stati i suoi primi clienti!
“No, signor Gaetano, l'Aspirina è un antipiretico, antidolorifico, non serve per...”
“Appunto ne prendevo due, per aumentarne l'effetto!”
“Allora perché non va in Farmacia e prova con...”
“Ma senti,” lo interruppe l'instancabile vecchietto “senti qui, questa è colpa di mia moglie sai, che cambia il materasso! Lo vedi quel bozzolo sulla schiena?”
Il ragazzo rimase un attimo interdetto e aggrottò la fronte – si era accorto che ogni domanda che l'altro gli faceva era sempre più strana, ma non poteva non essersi accorto della gobba che aveva da ormai quarant'anni!
“Ehm no,” rispose “è solo un...accenno di gobba...”
“La gobba? Oh caro, sono quarant'anni che ce l'ho, non te ne sarai accorto ora! Vai a riposarti, ne riparlerò con tuo fratello. Perché non prendi una camomilla? Ai miei tempi la usavamo sempre...”
Lo guardò rientrare in casa leggermente stupito, aprendo poi la porta della sua. Forse, col senno di poi, – rifletté – l'averli avuti come primi clienti poteva anche dirsi una fortuna: almeno aveva fatto l'abitudine agli utenti che lo riempivano di mail! Quelli sì che erano dei veri rompiscatole! Avere un nuovo collaboratore nel sito evidentemente doveva piacere e Loris, con molto stupore, aveva già iniziato, dopo una sola settimana, ad avere pazienti virtuali fissi. Uno soprattutto, tale Simone, gli chiedeva delucidazioni su tanti di quei medicinali da fargli sospettare che stesse preparando un attacco terroristico, data l'inesistente possibilità di trangugiarli tutti senza fondersi lo stomaco!
Doveva essere una persona veramente noiosa, – rifletté – una di quelle che, non avendo una vita, andavano a disturbare quella degli altri! Come poteva essere altrimenti? In due giorni gli aveva mandato la bellezza di 42 mail, era un record!
Comunque si sedette davanti al portatile – il suo – inserì la chiavetta – di Sara – e si connetté controvoglia ad internet, pronto a trovare la casella praticamente...
“...intasata.”
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Da: simo28@liam.it alle ore 08:54
Da: simo28@liam.it alle ore 09:16
Da: simo28@liam.it alle ore 09:18
Da: patatina77@liam.com alle ore 12:34
Da: simo28@liam.it alle ore 13:24
Da: simo28@liam.it alle ore 14:52
Da: KaOs1234@liam.it alle ore 14:59
Da: simo28@liam.it alle ore 16:23

Ed erano suolo le 16:33!
Scorse velocemente le mail, rispondendo subito alle due che non erano di Simone, quindi si arrese all'inevitabile.

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: risposta cumulativa

Gentile Simone, ecco le mie risposte alle tue sei mail:

Si trattenne dal sottolineare quel “sei” e continuò.

1_ Fare palestra fa bene e non è necessario preoccuparsi per, la stanchezza, è normale, in caso sia eccessiva – e non mi pare il suo caso da ciò che mi ha detto – può consultare un medico o prendere degli integratori.
2_ Sono sicuro che suo nipote starà benissimo, sua cognata ha agito bene disinfettandogli il dente caduto “alla vecchia maniera”, come lei puntualizza, i punti non sono necessari.
3_ Il cappuccino non è nìpdep3o

“Loriiiii!”
Sobbalzò spaventato, lasciando scivolare le dita sulla tastiera – cosa diamine…?
“Loriiiissss!!!” Ooohhh, era Sara!
“Che spavento, accidenti. Stai calma, cara, è presto per partorire...” le disse cancellando le lettere sbagliate, riconoscendo la voce dell'amica in quell'urlo disumano.
“Ciò non toglie che tu possa aiutarmi con la spesa, razza d’ingrato!” ribatté lei.
“Sto lavorando!”
“Pff...per rispondere a qualche domanda su un foglietto illustrativo! Muoviti!”
Il ragazzo a quel ringhio si alzò dalla sedia e concedendosi violenti – quanto finti – colpi di tosse, prese la borsa più piccola – “EHM!” – e quella più grande per portarle in cucina.
“Ancora quel tipo?” gli chiese lei mentre riordinavano la spesa, dimostrando di essere bene a conoscenza dei fatti.
“Sì, dovresti leggere le sue mail, credimi, sono... esasperanti!”
“Ma non lo sai che chi disprezza compra?”
“Certo, come no! È il mio principe azzurro, in realtà! Piuttosto, Andrea?”
“È in ambulatorio, mi ha detto che il signor Gaetano ti...”
“...sì,” la interruppe “mi ha fermato sul pianerottolo: sta bene, lui e la gobba.”
“La gobba?” domandò stupita, lo stracchino in mano.
“Già, storia lunga.” Loris rimase un attimo in silenzio, poi aggiunse, un’espressione seria in viso, “Ma lo sapevi che quando ti cade un dente da latte dopo puoi addirittura mettere i punti?”
“No?! Sul serio? Che sviluppi la scienza!” Inutile dire quanto sarcastica sembrasse...

*

3_ Il cappuccino non è nocivo, non si preoccupi. Se però si sente gonfio o altro, prenda del carbone attivo, è assolutamente naturale e le sarà di aiuto.

Aveva ripreso il suo lavoro solo quella sera quando ormai Sara e suo fratello si erano appropriati del televisore e del divano: a volte gli facevano una leggera invidia, la sicurezza di avere qualcuno accanto era più di quanto avesse mai sperato, poi però pensava inevitabilmente a quanta poca fortuna avesse lui con le relazioni, alla quotidianità, alla noia, alla consuetudine e gli prendeva...gli passava la voglia, ecco.
Scosse la testa come riscuotendosi da un pensiero molesto e sbuffò mentre, aprendo la quarta mail, leggeva cosa c'era scritto e rispondeva.

4_ Come scritto anche nel foglietto illustrativo, le vitamine possono essere prese dai bambini con età superiore ai 36 mesi, da quel che mi ha detto suo nipote non solo non ne ha bisogno ma, dovendo fare la comunione – che non può classificarsi, a meno di particolari problemi di emotività, uno stress eccessivo – deve avere almeno nove anni.
5_ A volte il MomentAct può causare una lieve sonnolenza, sì.

E finalmente era arrivato all'ultima e-mail. La aprì sbuffando, annoiato dalle assurde richieste di quello scocciatore e, guadagnandosi un'occhiata indagatrice dal fratello, iniziò a leggerla.

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: //

Gentile Loris, vor-

Si bloccò di fronte al suo riflesso che gli rispose prontamente con un'espressione sorpresa e leggermente instupidita.
“Chi ha...” si guardò alle spalle stupito, allontanando lo specchio che gli era stato messo davanti.
“Volevo farti vedere che espressioni hai mentre leggi quelle mail. E per “quelle” intendo ovviamente quelle di Simone!” gli rispose una voce divertita.
“Sara, caspita, sei proprio un'idiota...”
“Un'idiota incinta che deve riposare!” intervenne una voce maschile dietro di lui.
“Non credere che non sappia che le hai passato tu lo specchio!”
Suo fratello gli sorrise e posò una mano sulle spalle della moglie:
“Non pensare che non apprezzi quello che stai facendo!” ribatté.
“Sì, sì, sapessi come lo apprezzo io!” e con un'occhiata sarcastica, Loris prese il portatile e lo chiuse bruscamente, “Buonanotte, va'! Donna incinta, sogni d'oro!”

Gentile Loris, vorrei scusarmi con Lei.
Mia cognata mi ha fatto notare che forse sto esagerando a inviarLe tutte quelle mail. Rileggendole mi sono reso conto che, almeno alcune, le avrei potute evitare. Mi dispiaccio quindi di essere stato importuno, purtroppo deve capire, non posso rischiare che qualcosa non vada come deve. Vede, quando ero piccolo, dopo una lunga malattia mia madre morì, dopo la sua morte, mio padre si lasciò andare talmente tanto da raggiungerla e a me adesso non restano che i miei fratelli. Loris, ho il terrore di perderli o di essergli di peso: se non riesco a controllare tutto, come posso aiutarli? Cercherò comunque di non disturbare troppo né Lei né i Suoi colleghi, La ringrazio anzi per le informazioni datemi finora.
Simone
P.S. Ho 24 anni e i capelli neri, è normale averne alcuni bianchi o dovrei consultare un esperto?

Loris bloccò la mano a mezz'aria, lasciando la sigaretta che si era acceso a consumarsi da sola.
Aveva ripreso a leggere l'ultima mail prima di coricarsi, certo che, se non l'avesse fatto, il giorno successivo se ne sarebbero aggiunte almeno altre dieci. Adesso però, rileggendo cosa il ragazzo gli aveva scritto e confrontandolo con le risposte che aveva salvato, sospirò stancamente: sarebbe piaciuto anche a lui avere il potere di sistemare le cose come meglio gli aggradava... peccato che ciò non fosse possibile...
“...sciocco scocciatore...” mormorò “...ed io con te.”

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: Re: //

Gentile Simone, spero non ti disturberà se ti darò del "tu" ma la tua ultima mail mi ha fatto sorridere, piacerebbe infatti anche a me tenere sotto controllo la vita, purtroppo l'esperienza mi dice quanto questo sia impossibile! Apprezzo i tuoi sforzi ma ci vuole troppa fatica a prevedere ogni dettaglio, ogni cosa che comunque so non dipendere da me.
Mi dispiace per la tua famiglia, se può aiutarti prima che morisse mia madre, non avrei mai pensato che questo fosse possibile. Anni dopo feci alcune ricerche e mi impegnai per capire se fosse stato possibile salvarla. Ogni risposta fu negativa.
Perché invece di farti prendere dal panico non provi a non provi a pensare a un'alternativa – che non sia una malattia – per i sintomi che hai?
Per esperienza posso dirti che difficilmente la paura passerà, ma forse così aumenterà la tua forza per combatterla.
Per quanto riguarda il cappuccino, la palestra, i capelli e le vitamine puoi star tranquillo, il MomentAct a volte dà sonnolenza e non sono necessari i punti per la caduta di un dente.
Nella speranza di esserti stato d'aiuto ti saluto,
Loris

Osservò la mail stancamente, gli era costato cancellare l’altra e sostituirla con questa, ma soprattutto gli era costato scrivere la parte su sua madre. Non voleva inviarla, anzi, si stava già pentendo di averla digitata, ma prima che potesse cancellarla, fece uno sforzo disumano e, impulsivo come sempre, premette il tasto di invio. Poi, in un gesto repentino, chiuse il portatile senza nemmeno disconnettere internet e si rifugiò sotto le coperte. Aveva fatto bene a lasciarsi andare così con uno sconosciuto? E soprattutto, perché l’aveva fatto? Lui non lo sapeva. Non lo voleva sapere.

Continua...

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Capitolo 2
*** 2/2 ***



.

“Buon giorno...”
Era molto presto ma non era riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, così, alle sette, era sceso in cucina proprio mentre Andrea, ciabattando, apriva con evidente fatica il frigorifero.
Lui e Sara – ragionò – erano la dimostrazione che gli opposti si dovessero per forza attrarre, ancora non riusciva a capire come un essere così introverso e pigro come suo fratello potesse essersi innamorato di una creatura come la sua amica, che, per quanto all'apparenza potesse sembrare fine o delicata, era solo un maschiaccio pieno di vita! E dire che lui aveva sempre apprezzato le ragazze dolci e silenziose, pronte a passare una serata a casa piuttosto che fuori!
“Buon giorno.”
Lo guardò sedersi di fronte a lui sbadigliando, “Notte di bagordi, eh!” ridacchiò malizioso.
“Mmm?”
Beh, forse no... “Lascia perdere, Andre.”
“Mmm.”
“Piuttosto...” incominciò – quella mattina sembrava proprio non riuscire a star zitto!
“Dimmi.”
“Cosa mi sai dire dell'ipocondria?”
“De... dell'ipocondria?”
“Sì.”
“Perché?”
“Andre!” e ribatté infantilmente “Non si risponde a una domanda con una domanda!”
Vide il fratello alzare gli occhi al cielo e sbuffare, “Ma scusami tanto, Lori! E poi le basi le sai, la paura delle malattie, il bisogno di rassicurazioni; tra le cause principali c'è l'ansia soprattutto... l’idea è quella di allontanarsi dalla vera causa di pericolo (ad esempio una malattia), oppure dalla causa di un fallimento nella vita, nello studio, nel lavoro, nella famiglia... insomma, qualcosa che fa sentire in colpa. Poi dipende dai casi, può anche peggiorare.”
“No, no, lascia perdere questo.”
“Ma non so che altro dirti alle sette del mattino! Non so nemmeno perché sei già sveglio!”
“…Eh? Ah, no-non avevo sonno,” gli mormorò in risposta “comunque grazie,” fece per alzarsi ma bloccò il gesto a metà, “e le cure?” chiese di nuovo attento.
“Bah! Se riesci portalo da uno psicoterapeuta, sennò...ah, non so.”
“Oh, grazie Andre, sei proprio di aiuto, sai!”
“Mmm, quando vuoi!” e sbadigliando senza cogliere il sarcasmo, l'uomo smise anche di chiedersi il perché di quelle domande, il suo stato catatonico sembrava molto più interessante...

“Non ti sembra che il signor Gaetano mi abbia chiamato?”
“No, Loris.”
“Ma Andrea non aveva detto che voleva parlarmi?”
“No, Loris, non ti vuol nessuno.”
“Grazie Sara, sei sempre così carina.”
“...”
Tossì.
“Ti sei ricordato di comprare lo sciroppo?”
“Sì.”
“...”
“...”
“Loris?”
“Sì?”
“Lavora.”
Aprì le mail titubante, una sigaretta spenta tra le labbra, “Non ti sembra che il frigorifero faccia un rumore strano?”
“No caro, e non c'è nemmeno bisogno di fare la spesa, comprare vestitini per il bambino, pulire casa o annaffiare le piante. E ora permettimi una domanda, cosa ti hanno fatto quelle e-mail di male?”
Le sbuffò in faccia, allungandosi sul divano e rubandole una patatina dal sacchetto, quindi spostò lo sguardo sul portatile e sospirò di fronte a una sola frase:
Hai ricevuto 2 messaggi.

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: //

Loris, no che non mi disturba il tu, anzi! Mi fa piacere!
Ho provato a fare come mi hai consigliato e ho pensato che, forse, mio nipote potrebbe evitare di andare in ospedale per quella sbucciatura fatta a calcetto. Gliel'ho disinfettata molto bene ma ho deciso di aspettare qualche giorno prima di convincere mia cognata a portarlo dal dottore. Credi sia la soluzione giusta? Oppure preferisci consigliarmi un medicinale che potrebbe aiutarlo contro le infezioni? Un’altra cosa, una settimana fa ero dal dottore e una signora aveva una brutta tosse, credi che possa essermi ammalato anche io o la possa aver attaccata al bambino?

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: Re: //

D'accordo, ignora l'ultima mail, riassume tutto quello che non dovevo scriverti...
Simone
P.S. Mi spiace per tua madre, sono certo però che hai una bella famiglia attorno a te, no?!

“Mmm... a me sembra dolce. È il famoso scocciatore? È ipocondriaco?”
“Oddio!” Loris si voltò di scatto “Sara! Non leggermi più le mail alle spalle! Le mie mail poi!”
“Beh?”
“No,” le rispose comunque “non credo sia ipocondriaco, solo... credo che sia molto spaventato. Andre mi ha detto che gli ipocondriaci pensano esclusivamente alle proprie malattie, mentre lui...”
“Mentre lui?”
Non le rispose, lasciando la frase a metà. Cosa stava per dire? Lo conosceva così bene da fare una diagnosi che nemmeno gli competeva?
“Beh? Mentre lui? Com’è?” insisté Sara.
“Eh?” si riscosse e la guardò “C-come faccio a saperlo? Non sono un dottore!”
“Ma...” lo guardò dubbiosa, decidendo poi di far cadere l’argomento. “Ah, giusto. E fisicamente?”
“Com’è fisicamente?” ripeté Loris, ignaro dell’occhiata inquisitoria dell’amica, “Mmm… mi ha detto di essere moro perché si preoccupava dei capelli bianchi, oh, e va in pale…stra.” Mormorò lentamente: che strano! Aveva provato un leggero senso di dejà vu! Chissà per quale motivo...
“Ah, ma gli hai parlato di tua madre?”
“Mi stai facendo un interrogatorio?”
“Sì! Tu non parli mai di tua madre, forse è qualcosa!” si decise a dire, esponendogli i suoi pensieri.
“Non è nulla, lui mi ha parlato della sua ed io gli ho solo fatto capire che non è l'unico, tutto qui!”
“Ma gli risponderai.” ed era talmente tanto sicura che non si curò nemmeno di sbirciarlo mentre lo faceva. Lo avrebbe fatto. Lo sapevano entrambi. “E ricordati che dopo vieni con me!” Prego?

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: Re: //

Simone, no che non devi portarlo in ospedale, è un bambino, ha ogni diritto di cadere e sbucciarsi un ginocchio! E tranquillo anche per la tosse, stai sicuramente meglio di me!
Toglimi una curiosità però, hai parlato di convincere tua cognata, ma tuo fratello?

E in un vago senso della discrezione che non sempre aveva, aggiunse:

Se non ti va di rispondermi, non c'è problema.
Loris

Rilesse la mail e la inviò, ignorare la frase sulla famiglia era stata giusto una svista...

“Lori hai fatto?”
“Mmm? Perché?”
“Ho il corso pre-parto, ricordi?”
Loris la guardò perplesso e corrugò la fronte, “Corso pre-parto? Da quando lo fai?”
“Mai fatto ma, sai, ormai il tempo si avvicina e...”
“E cosa c’entro io? Sto anche male!” tossì per dimostrarglielo “Inoltre mancano tre mesi al termine della gravidanza! E poi non dovresti andare con Andrea?”
“Lui” gli rispose marcando bene la parola “lavora! Tu no! Dai, non farti pregare, non hai nulla da fare!”
“Ma…mmm...” mugugnò ancora un po' per proforma, praticamente già convinto, poi portò una mano verso il portatile quando questo, inaspettatamente, emise un leggero suono.
“Oh, ti è arrivata una mail!”
E che tono aveva Sara in quel momento!

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: //

No, puoi chiedermelo tranquillamente!
Mio fratello viaggia spesso per lavoro, per questo parlo di mia cognata. È una brava ragazza ma purtroppo la conosco poco, è molto introversa, severa... poi di certo il mio essere non aiuta!
Tu hai fratelli o sorelle invece? Io ho anche una sorella e altre due pestifere nipoti! Vivono molto distanti da noi e forse per te è un bene, pensa se oltre a Giulio, il figlio di mio fratello, avessi dovuto “curare” anche Claudia e Michela!
A loro proposito: mio nonno è morto d’infarto, lo stesso è successo a suo nonno e anche il nonno paterno delle bambine ha avuto questa patologia, esiste il rischio che sia ereditaria?

"Oh, che dolce! Lori, ma hai visto? Si preoccupa per le sue nipotine!”
Il ragazzo si voltò verso di lei scandalizzato, non tanto perché si trovava nuovamente alle sue spalle ma perché, come constatò apatico: “Stai piangendo.”
Sara tirò su col naso, “Sono gli ormoni, tesoro, adesso però rispondigli! Parlagli di tuo fratello!”
“Eh? Sì. È intelligente, sai...” le disse invece, fissando attento il testo della mail.
“Come?”
“Mi aveva chiesto della mia famiglia nell'ultima mail ma non gli avevo risposto. Ha rigirato la domanda.”
“Ooooh, allora gli devi piacere davvero, siete così carini!!!”
E a lui non toccò far altro che osservarla singhiozzare disperata – per fortuna che mancavano solo tre mesi alla nascita di suo nipote...

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: Re: //

Beh, per esserne certo dovresti rivolgerti un medico, quel che posso dirti è che è difficile giudicarlo così, influiscono molti fattori in genetica, per esempio l'età, se tutti e tre i tuoi parenti sono morti novantenni...beh, potrebbe essere solo un caso! Ma come ti ho detto, meglio sempre rivolgersi a un dottore!
Riguardo alla mia famiglia, sì, ho un fratello con il quale convivo, alcuni anni fa si è sposato con la mia migliore amica ed ora aspettano un bambino! Ebbene sì! Tra qualche mese diventerò zio anch’io! Tu invece lo sei già da un po'...

“Sei sintetico come sempre! Forza, inviala prima che si disconnetta, così ti risponderà subito!”
“Ma non volevi andare al corso pre-parto?”
“Uh, quante storie, ho ancora tre mesi per andarci, questo è più interessante!”
Loris la guardò sarcastico quindi, sbuffando, inviò la mail, ricevendo una risposta poco dopo:

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: Auguri alla tua amica! Maschio o femmina?

Zio giovane, però! Sono il più piccolo in famiglia, mia sorella maggiore ha trent'anni e ha avuto le gemelle solo due anni fa mentre mio fratello... beh, lui e sua moglie hanno avuto Giulio quando ne avevano diciotto, diciamo che sono zio da un bel po'! Ma è un bene, se non ci pensano loro ad aumentare la famiglia, io dubito di poter essere d'aiuto!

“È gay!”
Loris interruppe la lettura della mail e guardò la ragazza, sorridendo al suo sguardo concentrato:
“Perché?”
“Per l'ultima frase, no?”
“Magari è solo sterile...”
...
“Lori, ti avrebbe chiesto qualcosa a riguardo, credimi. Questo ragazzo ti sta mandando centinaia di messaggi subliminari e tu non li cogli! È quasi meglio il corso pre-parto a questo punto!”

*

Si era addormentato con il portatile sul petto mentre, sdraiato sul piumone, il sonno aveva vinto una dura battaglia, diviso tra la stanchezza di una nottata passata con gli amici e la voglia di rispondere a Simone.
Infatti, dopo una prima spontanea repulsione per la cosa, Loris si era arreso e, nonostante continuasse a chiamarlo “lo scocciatore”, da due giorni scambiava assidue mail con il ragazzo, mail che, aveva indifferentemente notato, avevano sempre meno parvenza farmaceutica.
Si stropicciò gli occhi stancamente, infastidito da quella luce mattutina che imperterrita cercava di entrare nella stanza: doveva essere relativamente presto – pensò – eppure qualcosa lo aveva disturbato...qualcosa, sì, ma cosa?
DRINNN DRIIIIINNNN
Ecco cosa.
Stropicciò il viso sul cuscino, ignorando il campanello e guardando per un attimo lo schermo del portatile. Il servizio medico andava meglio di quel che credeva, – rifletté distratto – numerose persone gli facevano domande su medicinali, molte inutili e sciocche, vero, ma molte anche sensate e responsabili...
Il trillo campanello risuonò ancora nella casa e lui sospirò disperato – ma chi caspita lo disturbava in quel modo all'alba?
“Lori sei sveglio? Apri tu la porta?”
“Mmm...” Chiuse gli occhi velocemente e irrigidendo il corpo in un’innaturale immobilità, finse di dormire sperando che Sara non insistesse.
“Loriiii?”
Appunto.
“Lori, maledizione! Se sei sveglio alzati e se dormi svegliati!”
E a quel punto era chiaro quanto fosse meglio obbedire.
“Ma tu non hai nulla da fare?” ciabattò in cucina stanco, trovando Sara seduta comoda con davanti un'enorme tazza di latte e un computer.
“Buon giorno anche a te, gioia.” gli rispose lei “Faccio la donna incinta, tu il disoccupato! E una volta che sei a casa puoi benissimo sforzarti di alzarti presto al mattino.”
Almeno era un ragionamento che non faceva una grinza.
“Ho capito, ho capito... e arrivo!” aggiunse rivolto alla porta e a chi continuava a suonare.
Aprì quindi scocciato, uno sguardo assonnato in viso.
“Signor Gaetano.”
“Oh caro, sono felice di sapere che sei in casa.”
“Come se non avesse visto la macchina parcheggiata sotto casa...” borbottò.
“Come dici?”
“Mi dica!” assunse un sorriso di circostanza e aggiunse, “In cosa posso esserle utile?”
“Oh caro, è mia moglie. Sempre lei! Adesso dice che ha finito i medicinali per l'aerosol, non potresti andare in farmacia a prenderli, ragazzo mio?”
Neanche a dirlo due minuti dopo era in macchina.
Poi fu solo questione di un istante. Quante cose possono succedere in un periodo così breve…

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: Brigida?

Brigida? Andrea la vorrebbe davvero chiamare così se fosse femmina? A me sembra un peccato che non vogliano sapere il sesso del nascituro comunque, io morirei di curiosità! Sono certo però che sarai molto più tranquillo con un fratello medico, saprà certamente tantissime cose sul parto, più di tutti noi! Sai, quel volantino è stato una manna dal cielo, anche io mi sento molto più tranquillo da quando conosco questo sito. Vedi, quel giorno avevo incontrato un ragazzo, un bel ragazzo castano, gentile, il problema è che appena mi ha parlato mi sono bloccato. Non ricordo nemmeno più cosa aveva detto ma l'occhiata che mi ha rivolto, come se fossi pazzo... quella non posso dimenticarla. Lori, è terribile, aveva la tosse, mi sono bloccato per quello. Non voglio più sudare freddo per colpa di un po' di tosse! Voglio una vita normale! E inoltre sai qual è la cosa più assurda? Che eravamo dal dottore!

*

“Loris! Sei stato due giorni in ospedale, avevamo tutti paura di un trauma cranico, poi torni a casa e la prima cosa che fai è metterti davanti al computer? Hai fatto un incidente stradale, idiota!”
“Sara stai calma, ho solo un braccio slogato!”
“E hai rischiato un trauma cranico! Solo perché guidi come un cretino! Stai davanti al computer, forza, fonditi il cervello, genio del male!”
E si piazzò dietro di lui, pronta, a differenza di quel che aveva detto, a leggere tutto quello che una qualsiasi mail che gli fosse arrivata diceva.

Brigida? Andrea la vorrebbe davvero chiamare così se fosse femmina? A me sembra un peccato che non vogliano sapere il sesso del nascituro comunque, io morirei di curiosità! Sono certo però...

“Oh, che carino!” esclamò Sara una volta terminato di leggere, “E gay, come ti avevo detto!”
Loris l'ascoltò appena, distratto da ciò che aveva notato: “Un ragazzo castano...” mormorò.
“Sì, beh, non mi pare che sia successo qualcosa tra loro...”
“No, non capisci, era dal dottore! La tosse! Sara...” Loris la guardò intensamente e la vide fissarlo di rimando per poi sgranare gli occhi.
“...sei tu! È quel ragazzo che ti ha dato il ben servito! E tu c'eri rimasto male, pensa quanto male c'è rimasto lui!” rilesse la mail rapidamente e corrugò la fronte, “L'hai guardato come se fosse pazzo? Loris! Maleducato, idiota, stupido, hai guardato come un pazzo un ragazzo che...”
“Ha frainteso, Sara respira! Calmati! Ti pare che posso...”
“Non dirmi di calmarmi! Mi dicono tutti di farlo e non lo sopporto! E ciò non toglie che l'hai fatto soffrire, e non toglie neanche che ti piace! Sai benissimo che non lo consideri più uno scocciatore! Quindi fammi il piacere, se qualcosa ti è rimasto in zucca dopo l'incidente...invitalo ad uscire! E non dirgli di calmarsi!” e dopo questo bel comizio – ingiustificato sotto molti punti di vista – prese la porta e la sbatté forte, ignara che, posato sullo stipite, ci fosse il marito.
“Acc... la rompe a me la spalla, adesso!”
“Sono gli ormoni, suppongo.” gli rispose Loris attonito, indeciso se essere divertito dall'immagine che la rabbia faceva su quel nanetto biondo o leggermente atterrito dall'effetto opposto. “Poi te l'avevo detto di non sposartela, è manesca!”
“Già, ma la amo, che vuoi farci!” Rimasero un po' in silenzio, lasciando come sottofondo le vibrazioni del pc acceso, poi Andrea aggiunse: “Ha telefonato papà da Londra, spera ti riprenda presto.”
“Grazie.”
“Credo ti abbia fatto mandare una mail di pronta guarigione.”
“Bene.”
“Sara ha ragione, Loris, ti piace e devi farti perdonare.”
“Dic-”
Alzò uno sguardo stupito verso il fratello e lo vide ancora appoggiato alla porta.
Nonostante fosse ormai vicino alla quarantina e, quando poteva, fosse anche un pantofolaio, rimaneva comunque un bell'uomo: con un inizio di pancetta – che lui non avrebbe mai avuto – e delle perenni occhiaie, aveva l'aria che hanno di solito le persone tranquille, quelle serene con cui è impossibile litigare e che riescono a trasmetterti solo calma e pacatezza.
Ovvio che fosse così amato dai suoi pazienti.
“Lo so.” Mi piace. Le cose sarebbero state più facili adesso che l'aveva ammesso?
“Devi dirglielo, conoscendo il tipo deve essersi logorato giorno e notte per colpa di quell'occhiata.”
“Lo so.”
“E ripeto: ti piace.”
Grugnì, “Lo so.”
Andrea sorrise impercettibilmente, addolcendo gli occhi come al ripensare a un bel ricordo:
“Sara non mi ha mai chiesto cosa ne pensavo, sai? Ha creato la tua pagina nel sito prima di sapere se mi andasse bene.”
“Come? Ma a me ha detto...” alzò lo sguardo di scatto, ma quando vide Andrea sorridere si interruppe di colpo.
“Sai, a volte ho l'impressione che sia molto più intelligente di noi due messi assieme. Credo che le avrei detto di no se mi avesse raccontato tutto, invece deve aver intuito qualcosa, come se ci fosse qualcosa d’importante nel fare tutto questo. E aveva ragione, ti ho visto più preso da questo lavoro – e non solo da Simone – che da tutto quello che hai fatto ultimamente... Sì, deve proprio essere più intelligente di noi.” concluse.
Loris prese fiato per rispondergli, poi richiuse la bocca e sbuffò. Scorse con lo sguardo alcune delle mail che gli erano arrivate e aprì la pagina di posta elettronica per iniziare a scrivere.
“Non è una veggente Andre, ma su una cosa ti do ragione: non ti avrei nemmeno permesso di avvicinarti a lei se non avessi saputo che avresti riconosciuto il suo valore. È intelligente sì, e questa è una cosa dannatamente irritante!”

*

Non ti stavo guardando come se fossi pazzo, ero solo...
Simone, ero io il ragazzo che...
Ho scoperto grazie alla tua registrazione nel Forum che abitiamo vicino e..
.

Cancellò la mail più volte per poi accontentarsi di una sola riga:

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: //

Incontriamoci, devo parlarti di una cosa importante.

*

Gli aveva dato appuntamento nel parchetto davanti al dottore, nella speranza che questo lo avrebbe rilassato.
Avevano fissato per le due e... e quella mattina si era svegliato alle sei – lui! – aveva dormito sì e no tre ore durante la notte, popolata ovviamente da incubi, non era riuscito a mandar giù un solo boccone, litigando di conseguenza con Sara che si preoccupava per lui, e alle 12:43 si era ritrovato seduto su una panchina del parco, in netto anticipo e con una gastrite lancinante nello stomaco. Perfetto, no?
Inoltre non riusciva a spiegarsi perché Simone non gli avesse chiesto come avrebbero fatto a riconoscersi, non che fosse importante data la situazione, però gli sembrava una cosa strana da parte di un ansioso come lui.
Sedeva quindi su una panchina quando lo vide in lontananza: gli sembrava molto diverso dalla prima volta in cui lo aveva incontrato, quasi più... luminoso, per quanto stupida potesse sembrare quest'affermazione. Lo guardò mentre si osservava attorno perplesso, per poi posare gli occhi su di lui e sobbalzare leggermente.
Ahi, mi sa che mi ha riconosciuto... – pensò Loris ironico. Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, lo notò guardare il braccio fasciato e spalancare gli occhi, mentre il suo viso sbiancava di colpo.
“C-cosa...” sussurrò mentre Simone correva verso di lui come un invasato.
“Oddio, Loris, cosa hai fatto al braccio?” gli gridò preoccupato una volta raggiunto.
“Il... Come fai ad essere certo che io sia proprio...?” corrugò la fronte incerto, guardandolo dubbioso. Aveva immaginato di dovergli spiegare cose su cose, di dovergli informazioni e risposte, non di doverne chiedere a sua volta! Come faceva Simone a sapere chi era?
“Ah, ehm...” il moro lo fissò imbarazzato “mi sa che devo spiegarti qualcosa...”

Sara gliel'aveva detto quando erano ragazzini e lui aveva subito liquidato l'argomento come una cosa da donne, una cosa di cui non voleva nemmeno sentir parlare.
Quando ci ripensava gli sembrava persino di rivederla, piccola, con quelle codine tutte storte, mentre gli diceva che il suo attuale fidanzatino la faceva soffrire, eppure lì per lì lui non l'aveva capita. Vedeva i suoi genitori felici, perché avrebbe dovuto essere doloroso stare con qualcuno?
Poi sua madre era morta. E suo padre aveva iniziato a rimanere in casa sempre più raramente.
“Oh Lori, l'amore è davvero difficile, sai.”
Non poteva dire di essere innamorato, ma iniziava a comprendere il perché di quella frase.

La prima cosa che gli venne in mente fu che Simone l'aveva preso in giro, la seconda che era uno stronzo, la terza fu un'improvvisa voglia di prenderlo a pugni, giusto così, per amor proprio, la quarta un'assoluta voglia di fumare.
Seduto su una panchina di un piccolo parco, una domenica pomeriggio come tante altre, involtato in un giaccone pesante come si confaceva nel mese di Febbraio, Loris sospirò stancamente guardando il ragazzo accanto a lui. Si accese poi l'ennesima sigaretta ed espirò il fumo in cerchi perfetti – alla fine suo fratello lo aveva obbligato a prendere quel dannato sciroppo però non poteva impedirgli anche di fumare!
“Non sai che le sigarette fanno male?”
Appunto.
Strinse i pugni in un gesto di stizza e si voltò verso di lui, “Mi hai mentito su tutto?” gli chiese.
“No!” e fu quasi un grido “No, è tutto vero! Tutto: le domande che volevo farti, la mia famiglia, i miei nipoti...volevo farmi conoscere, non ti avrei mai mentito!”
“Ma hai appena detto che sapevi chi ero!”
“Sì, io... te l'ho solo tenuto segreto...”
“Segreto? Questo non è un segreto, è una presa in giro! E la paura delle malattie? Anche quella...”
“Ah, anche quella è vera!” lo interruppe “Grazie a quella, in realtà, è iniziato tutto. Quel giorno, mia cognata, esasperata da...beh, me, era uscita di fretta dal mio appartamento lasciandomi Giulio. Vedi, se non fosse stato per lui non ti avrei mai visto distribuire quei volantini, invece...invece ti ho riconosciuto subito come il ragazzo del dottore e mi spiaceva così tanto per come mi ero comportato! Pensavo che se mi fossi fatto conoscere da te, magari senza dirti chi ero, non mi avresti giudicato male una volta che ci fossimo rincontrati. Sai, credevo avessi capito chi ero, ti ho lasciato un indizio in ogni mail! I capelli, il dottore, la donna con la tosse… Da quel che mi dicevi... ma poi, dopo l'ultima mail, non mi hai risposto per due giorni e ho pensato che non volessi più... sai, quell'occhiata...” si morse un labbro alla fine di quel discorso confuso e lo guardò implorante, “Ho solo omesso un dettaglio, volevo riscattarmi, farmi conoscere, volevo un filtro e le mail...”
“Lo erano.” fissò Simone in volto – era incredibile, adesso gli sembrava quasi di capirlo, possibile?!
“Sì, lo erano. Ma poi non mi hai risposto e ho pensato che...”
Loris sospirò, “Ho avuto un incidente.”
“Sì, ma questo lo so ora!”
“Ma come puoi pensare che ti avrei giudicato per... soprattutto dopo quello che so di te!”
“Ero confuso, non è bello ricordare che il ragazzo che ti piace ti ha guardato come se fossi pazzo!”
“Non ti ho... Come?” lo osservò sorpreso e leggermente malizioso. “Cosa hai detto?”
“Ho det... oh.” Simone arrossì un po' imbarazzato capendo cosa l'altro intendeva, poi ripeté: “Mi... piaci. Chiaro?” e aggiunse infastidito, “No, non dire nulla! Perché non significa nulla, tu, tu... io odio il fatto che tu mi mancassi! Sai, vado da uno psicoterapeuta e va meglio ma...io ho iniziato a sentirmi più tranquillo grazie alle tue mail, prima dello psicoterapeuta! Mi piaceva avere le tue attenzioni, mi sentivo bene a parlarti, volevo sapere sempre più cose su di te, ero più sereno! Ma io non devo dipendere da te! Io...”
“Simo calm...mmm!” ripensò a Sara e si fermò – forse davvero diceva troppo spesso alle persone di calmarsi! “Simo non devi aver...aah!” riprovò interrompendosi di nuovo – accidenti, gli aveva fatto una dichiarazione in piena regola! Non sapeva cosa rispondergli! “Per quanto all'inizio ti abbia odiato,” ritentò imbarazzato “dopo... anche a me faceva piacere scriverti. Piacere e…paura.”
“Paura?”
“Mmm.”
“Perché?”
“Perché sì, non infierire!” si morse il labbro e mugugnò – doveva per forza essere così difficile? “La prima volta” riprese “mi hai trattato come un appestato, mi sono sentito punto nel vivo, non pensavo che avresti reagito così, ma non era un’occhiata di scherno la mia.”
Simone sbatté le ciglia al leggero cambiamento di discorso, quindi sussurrò, “Eri mortificato?”
“Ma ti piace girare il dito nella piaga?” Vide il moro sorridere leggermente e si rilassò appena, non credeva di essere così nervoso. “So che non è colpa tua.” aggiunse “Però ci sono rimasto male, poi questa...“cosa”. Mi hai preso in giro, tu sapevi chi ero, io...no.”
“Lo so.” Simone sospirò rassegnato e se ne sarebbe anche andato se, alzando gli occhi, qualcosa nello sguardo dell'altro non lo avesse improvvisamente bloccato, possibile che...? “Ma io che ne so che quando tu sei mortificato guardi le persone in quel modo?!” tentò incerto, con vaga ironia.
E qui Loris finalmente ridacchiò. Spontaneamente, con sollievo di entrambi: “Simo, io...”
“Lo so, lo so, sono da rinchiudere! Anzi, lo siamo entrambi! Mai più segreti del genere, giuro. Ti prego...” dondolò il peso del corpo da un piede all'altro, facendo sorridere intenerito l'altro “Lori...”
“Simo.” rimase un attimo in silenzio, inspirò bene dalla sigaretta, quindi espirò – faceva bene farlo? Non lo sapeva ma l'avrebbe scoperto presto, di questo ne era certo! In fondo bisogna pur rischiare qualche volta nella vita, no?! “Ti va di ricominciare da capo? Dal vivo stavolta.” precisò.
“Conoscerci, ripartire dall'inizio?”
Loris rise. “Perché no? Piacere, mi chiamo Loris: farmacista, disoccupato e terrorizzato da una relazione seria!” E gli tese la mano. Sapeva che per lui non sarebbe stato facile stringerla.
Simone infatti fissò il palmo aperto per qualche secondo, poi alzò di nuovo gli occhi sul suo volto, sul quale aveva stampato un bel sorriso, quindi gli afferrò la mano e gliela sfiorò, incerto.
“Simone. Pseudo studente, ipocondriaco, tendo a portare dallo psicoterapeuta chiunque mi parli.”
“Che meraviglia, questa mi manca!” gli sorrise Loris più rilassato, quando però notò gli occhi dell’altro tornare seri per un secondo si sorprese a spaventarsi:
“M-ma sei sicuro? Non voglio che...”
“Sono una persona egoista caro,” lo interruppe subito, “non lo faccio per te, tranquillo!”
“Oh!” Simone aprì la bocca divertito, quindi rise, sollevato e stupito, “Oh, bene! Allora immagino mi potresti sempre tornare utile come farmacista!” “Certo, sarò il tuo consulente privato!”
Si guardarono negli occhi in silenzio, poi Loris annuì.
“Dai, iniziamo come si deve, ti offro un thè verde!”
“Un thè verde?!”
“Sicuro! Ha effetti rigeneranti e rallenta l'invecchiamento della pelle, non lo sapevi?!”
“No, ma ne sei certo?”
“Oh sì, fa bene!”
“Fa bene.”
“Fa bene.” e ripeté precisando “Ti farà un gran bene. Vedrai.

Fine

Note: La frase sulla Spagnola all’inizio del racconto e quella successiva sul disintegrarsi sono vere e realmente ascoltate in una sala d’aspetto. La frase “[…] e lui che sottovalutava sempre il peggio […]” fa riferimento al modo di dire “Al peggio non c’è mai fine.” Per quanto riguarda la Facoltà di Lettere e Filosofia nominata come l'università dei disoccupati...beh, me lo sento dire da una vita!
Loris non fuma mai quando è in presenza di Sara e del suo pancione, un portale invece è un sito di raccolta, segnala siti in cui approfondire particolari temi (in questo caso di medicina), mette a disposizione servizi online e spazi in cui gli utenti possono confrontarsi (forum).
Le informazioni sull'ipocondria vengono principalmente da Wikipedia (parte dell'ispirazione viene però da Sanditon di Jane Austen).
Gli indirizzi mail sono assolutamente inventati, per sicurezza ho controllato che il dominio “liam” non esista, “liam” infatti, è semplicemente la parola “mail” al contrario!
Portali simili a quello descritto esistono veramente (spesso sono associazioni dipendenti da un ospedale o comunque un’unione di specialisti...). Quel che non so è se quello che ho scritto sia veramente possibile in tutte le sue sfaccettature – soprattutto la parte riguardante Loris, che non è medico ma farmacista!
Per quanto riguarda la questione Loris, all’inizio, sì, è un bambino, non lavora, non gli interessa nulla, è un egocentrico chiuso nel suo mondo, in realtà dentro di sé è molto di più ma questo lo vediamo poco, solo successivamente scopriamo che ha anche una certa sensibilità che, pian piano, si mescola ai lati del suo carattere meno dannosi! Quando inizia a conoscere le fragilità di Simone, ne rimane colpito, impara così a non giudicarlo e impara, di conseguenza, anche ad amare il suo lavoro (infatti inizia a trovare le domande degli altri suoi pazienti intelligenti e sensate). Purtroppo avrei voluto approfondire questo tema ma il limite di pagine mi ha un po’ bloccato, e dire che l’idea di partenza era così diversa…

Nota del 21/04/11

Poco da aggiungere, il commento della giudice mi ha fatto notare alcuni errori, ho corretto i più evidenti lasciando però la storia sostanzialmente invariata, in primis perché non potevo riscriverla tutta, in secundis perché così ha partecipato al contest, in terzis (esiste?o.O) perché ho idea di modificarla, approfondendo alcune parti e trasformandola in una long, cosa che probabilmente cambierà un po’ la trama (quindi non aspettatevi una copia di questa!).
Ultima cosina. Tutta questa storia nasce come un testo unico che ho deciso di pubblicare però in due parti, perché, anche se è una shot, è veramente lunga. Nonostante questo ho comunque deciso di pubblicarla tutta oggi, dato che il contest prevedeva di scrivere solo one shot (max 15 pagine). Niente da dire, grazie a chiunque mi farà il piacere di leggerla e magari commentarla, un bacio!

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