Beyblade High School -fra musica e studio-

di Lady Diamond
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** che il nuovo anno scolastico abbia inizio ***
Capitolo 2: *** Primi disguidi ***
Capitolo 3: *** Dominio della palestra. ***
Capitolo 4: *** Un concerto emozionante ***
Capitolo 5: *** Double life ***
Capitolo 6: *** Un party sentimentale ***
Capitolo 7: *** Novità e strane coincidenze ***
Capitolo 8: *** Vecchi ritorni e nuovi amori ***
Capitolo 9: *** Rimorsi,litigi e amore ***
Capitolo 10: *** Elezioni a colpi di frecciatine/Invidie ***
Capitolo 11: *** Una serie di divertent ed emozionantii eventi ***
Capitolo 12: *** Un ritorno inatteso ***
Capitolo 13: *** Inganno, sentimenti e tradimenti ***
Capitolo 14: *** La fenice risorge dalle ceneri(parte 1) ***
Capitolo 15: *** La fenice risorge dalle ceneri(parte2) ***
Capitolo 16: *** Il sottile filo del destino ***
Capitolo 17: *** Miracolo di Natale ***
Capitolo 18: *** Rivincite, vendette e fratellanza:la vera guerra ha inizio ***
Capitolo 19: *** Remember when ***
Capitolo 20: *** Emozioni turbolente e presunti tradimenti. Il gioco di Queen continua. ***
Capitolo 21: *** Il concerto del cuore : la gita. –parte I- ***
Capitolo 22: *** Il concerto del cuore : la gita. –parte II- ***
Capitolo 23: *** the real meaning of the word love ***
Capitolo 24: *** Imparare a crescere ***
Capitolo 25: *** Noi ***
Capitolo 26: *** Dubbi, incertezze, pericoli. ***
Capitolo 27: *** Comprendere sè stessi ***
Capitolo 28: *** Complicated ***
Capitolo 29: *** La sfilata ***
Capitolo 30: *** Iniziano le riprese - parte uno- ***
Capitolo 31: *** Iniziano le riprese - parte due- ***
Capitolo 32: *** Grande confusione e chiarimenti inaspettati ***
Capitolo 33: *** All Stars Spirits Contest ***
Capitolo 34: *** Quello che non ti aspetti ***
Capitolo 35: *** È difficile dirsi addio, ma questo è solo l'inizio … ***



Capitolo 1
*** che il nuovo anno scolastico abbia inizio ***


Avviso: il capitolo è stato revisionato e rieditato
 
 
 
Era l'ultima sera delle vacanze estive,che precedeva l’inizio dell’ultimo anno scolastico, e quella serata Hilary,Mao,Julia,Ming Ming,Salima,Emily ed Eveline che erano riunite per il loro annuale pigiama-party pre inizio anno scolastico,a casa di Mariam, avrebbe segnato l'inizio di un nuovo percorso.
Nonostante le ragazze fossero eccitate per questa nuova “avventura”,un velo di malinconia era dipinto su i loro volti,poiché quello sarebbe il loro ultimo anno insieme e ciò le rattristava molto. Tutte avevano paura per il futuro. L'indecisione riguardo la strada da intraprendere, il dover allontanarsi, il rischio di perdersi e non ritrovare più la strada gravavano profondamente nel loro cuore, sebbene utte sperassero ardentemente di restare amiche per sempre.
“Domani si ricomincia” sospirò Hilary tristemente.
“Già”rispose Eveline sospirando.
“Domani li incontreremo nuovamente” sibilò Julia,sedendosi comodamente sul letto dell’amica.
“Nuovi guai in vista” disse atona Mariam, che nonostante avvertisse una strana sensazione. Come se qualcosa fosse cambiato, soprattutto nel suo cuore.
“Ricordate quella volta quando abbiamo nascosto gli indumenti dei nostri “cari” amici?” domandò Ming Ming sogghignando ricordando quell'evento.
“Avevano delle facce” rispose Salima,ricordando le espressioni dei campioni di pallacanestro facendo ridere le sue amiche .
“Ma anche loro ce ne hanno combinate tante” disse Mariam,storcendo il naso,ricordando un episodio del terzo anno, quando Max le aveva appiccicato una gomma da masticare fra i suoi lunghi capelli corvini,costringendola a tagliarli.
“Già. nuova lotta fra le Barbie e le Scimmie” rispose Mao,pregustando un anno di vendette. Le dispiaceva che metà della classe fosse stata bocciata,ed ora la loro sezione sarebbe stata accorpata con un’altra e sperava ardentemente di non finire con le Scimmie.
“Odio quel nome che ci hanno affibbiato” disse Mariam,pronunciando quel nome con astio.
 
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno, quando, le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo, molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo, ma venivano continuamente snobbati, così, i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione.
 
“Sicuramente anche loro odieranno essere chiamati Scimmie” sibilò Emily divertita.
“Mariam,vedi di fare la brava quest’anno” disse Jessie,entrando nella camera della sorella.
“Che vuoi pulce” sbottò la ragazza,fulminando il piccolo con lo sguardo.
“Oh,niente,ha detto mamy che se vorrai fare la solita festa d’inizio anno dovrai invitare anche i miei amici” disse il ragazzino con un sorriso trionfante.
“Cosa?” domandò la ragazza,cercando di rimanere impassibile,nonostante questa notizia l’avesse infastidita tantissima.
“Hai capito bene,ho vinto io,hahahaha” disse il ragazzo,uscendo rapidamente dalla porta,notando che sua sorella stava per colpirlo con una scarpa. Per una volta aveva vinto lui. 
Le ragazze si guardarono ammutolite,nessuno proferiva parola,ad un tratto Emily,con uno sguardo luminoso,disse:”Lasciamo che vengano,ma non si divertiranno molto i nostri cari amici” sogghignò la ragazza,seguita dalle amiche in una fragorosa risata.
“Quest’anno ci vendicheremo,e quest’occasione ci è stata posta su un piatto d’argento” sibilò Mao raggiante.
Così,le ragazze,dopo una breve cene,iniziarono ad ideare il loro piano malefico.
 
Quella mattina i ragazzi si ritrovarono tutti al parcheggio. Erano felici di rivedersi ed i loro animi erano pieni di gioia .“Buongiorno ragazzi” disse Takao,scendendo dalla sua auto nuova.
“Ciao Takao” rispose Yuri con un tono atono.
“Come te la passi amico?” domandò Rei,avvicinandosi ai suoi amici.
“Tutto bene,grazie”
“Max” urlò Takao,vedendo il biondino scendere dalla sua auto.
“Amici! Le Barbie non sono ancora arrivate?” domandò il ragazzo,cercando con lo sguardo una ragazza.
“No,comunque ci sono delle notizie,andremo al famoso party,e riusciremo a rovinarlo” sibilò Yuri,sogghignando leggermente.
Improvvisamente,un’auto decapottabile rosso fuoco varcò il cancello che conduceva al parcheggio,avvicinandosi pericolosamente verso i ragazzi.
“Ops,non vi avevo visto” mentì Mariam,accennando un sorriso,mentre Eveline,Mao e Julia ridevano per l’accaduto. Mariam non voleva far davvero del male ai loro nemici storici, voleva solo spaventarli sotto richiesta della spagnola. 
Le quattro ragazze scesero dal veicolo sinuosamente,attirando l’attenzione di molti ragazzi.
“Sono arrivate” disse Takao,voltandosi verso Max,incantato da tutta quella delicata bellezza femminile.
“Ed ecco il resto delle Barbie” rispose Rei,indicando l’auto di Hilary.
“Ma ciao scimmiette,che piacere rivedervi” disse sarcasticamente Julia,trattenendo una risata.
“Ciao Mariam” disse Ozuma,salutando l’amica,cogliendo di sorpresa il suo gruppo.
“Ciao! Come stai?” domandò la ragazza,accennando un sorriso stranamente gentile che insospettì le cheerleader.
Le ragazze si voltarono verso la ragazza con un’aria interrogativa,cercando di capire il comportamento della loro leader, ma nessuna sapeva dare una risposta al comportamento della corvina.
“Tutto bene,sei sparita in questi giorni” disse il ragazzo,senza notare le espressioni truci degli amici.
“Ovviamente ero occupata,ci si vede mie care Scimmie” disse la ragazza,salutando altezzosa i ragazzi e sorridendo ad Ozuma,seguita dalle sue amiche.
“Cosa? Come? Dove? Quando e perche?” sbottò Takao,ancora sbigottito per l’accaduto.
“Non devo spiegazioni a nessuno” ribatté il ragazzo con un tono acido.
“Perché proprio lei?!? Non dirmi che state insieme” domandò il ragazzo con un tono quasi supplichevole.
“No,siamo amici” disse pacatamente il giovane,accentuando l’ultima parola.
“Perché?” continuò il liceale,cercando di capire i motivi di quel cambiamento fra i due.
“Se due persone passano un’intera vacanza insieme, a causa dei genitori, prima o poi scattano situazioni e semplicemente siamo diventano amici” ribatté il ragazzo con il ciuffo rosso.
“Quindi ci puoi aiutare con la rovina della festa” sibilò Boris,strofinandosi le mani con soddisfazione.
“Cosa avete in mente?” domandò Ozuma.
“Bene,allora…”
 
“Amici? Come amici?” domandò Julia perplessa.
“È una lunga storia,comunque passiamo alle cose serie:quando vogliamo iniziare le selezioni per le nuove leve?”rispose evasiva la ragazza.
“Eh no cara ,tu ci dirai tutto”
“Ora non mi va,vi racconterò tutto prima o poi. Tornando alle selezioni… dobbiamo scegliere un giorno " rispose la corvina con un tono leggermente irritato. Odiava le sue amiche quando cercavano di ficcanasare nella sua vita privata.
“Domani pomeriggio?” chiese Mao,ancora sbigottita dal dialogo fra la sua leader e il membro delle Scimmie.
“Ok,ti occupi tu di affiggere i manifesti?” domandò Mariam,rivolgendosi alla ragazza dai capelli fucia.
“Ok,ed ora andiamo in palestra per scoprire dove siamo finite”
“L’ultima che arriva paga da bere” urlò Julia,iniziando a correre verso la palestra,e senza rendersene conto,si ritrovò fra le braccia di Yuri,provocando la loro caduta.
“Sei pesante” sibilò Yuri,con uno sguardo malizioso.
“Cafone” rispose la ragazza con un tono,alzandosi velocemente. Quel breve contatto l’aveva fatta arrossire,e per la prima volta,aveva notato la bellezza di quel gelido ragazzo. Fra tutti era quello che odiava di più.
“Ti sei fatta male?” domandò Hilary,raggiungendo la sua amica.
“No,una balena ha attutito l’atterraggio” rispose la castana,rivolgendo uno sguardo fiammeggiante al rosso.
“Io me ne vado” sibilò il giovane,ignorando i commenti della ragazza.
 
Le ragazze varcarono la soglia della loro luminosa palestra,dove avevano vissuto delle intense emozioni,e,nonostante i litigi,le studentesse avevano imparato a conoscersi diventando ottime amiche.,
Tutto era sempre uguale:i tappeti posti ai lati,le spalliere accostate ai muri,la piccola porta del loro spogliatoio. Quel luogo fece riaffiorare numerosi ricordi nella mente delle cheerleader,provocando al gruppo una stretta al cuore,al pensiero di dover abbandonare quel tanto odiato ma contemporaneamente amato liceo.
Ogni anno,in palestra,il preside Daitenji teneva un discorso augurando ai suoi studenti un anno proficuo,nonostante più della metà della scuola dormisse.
“Miei cari studenti,un nuovo anno ha inizio…”
“Ma quanto parla sto vecchio” sibilò Mao,sopprimendo uno sbadiglio per la noia.
“Sta zitta,adesso sapremo la nostra nuova sezione” la rimproverò Hilary, con un tono duro.
“Inoltre,a causa del numero dei bocciati della V C,la classe verrà accorpata con la VD”
“No,no,no” sibilò Julia,con un tono scandalizzato a causa della notizia appena appresa volgendo uno sguardo carico di astio verso il gruppo dei ragazzi che ricambiarono lo sguardo.
“Il mondo ci odia” disse Salima,poggiandosi teatralmente una mano sulla fronte.
“Proprio con loro dovevamo capitare” si lamentò Eveline,guardando con disprezzo le Scimmie.
“Calma ragazze,sarà divertente” rispose atona Mariam,mentre la sua mente stava elaborando qualche piano diabolico contro i ragazzi. Era certa che quell'anno avrebbero trionfato poiché sapeva di avere l'appoggio di molti studenti.
 
“Ozuma,adesso come la mettiamo?” sbottò Takao con un tono indignato.
“E io cosa centro?” si giustificò il ragazzo guardandolo con uno sguardo truce.
“Ozuma non centra nulla,ma la sua amicizia con Mariam sarà un vantaggio in più per noi” disse atono Yuri, ricambiando gli sguardi velenosi delle ragazze.
L’atmosfera si stava surriscaldando,che l’ultimo anno scolastico abbia inizio.
 

 
 
Spazio autrice:
ho ripreso con la storia, ma prima di continuarla ho deciso di revisionarla,
grazie a chi mi segue ancora e a chi leggerà.
Saluti, sweetstar92/Crystal

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Capitolo 2
*** Primi disguidi ***


Dopo essere uscite dalla palestra le ragazze si diressero verso la nuova classe con un finto sorriso dipinto su i loro volti per non dare soddisfazioni alle Scimmie,che stavano ridendo per la "disgrazia" delle ragazze, sebbene anche loro non amassero l'idea di dover condividere la loro classe con quel gruppo di ragazze.
Le cheerleader entrarono nella nuova aula che le avrebbe ospitate per tutto l’anno scolastico, subito iniziarono osservare la stanza con curiosità.
La classe era grande e luminosa,sul lato sinistro c’erano tre finestre, al centro dell’aula vi erano i banchi, che erano posti di fronte alla lavagna. I muri, invece, erano candidi fatta eccezione per parete su cui era  scritta una frase in latino: Carpe Diem.
Immediatamente alcuni ragazzi della classe si avvicinarono per fare la loro conoscenza,mentre alcune ragazze posero alcune domande circa le selezioni annuali delle cheerleader.
 Ma l’attenzione delle Barbie venne attirata da un gruppo di ragazzi che stavano amabilmente chiacchierando, o progettando qualche scherzo e mentre rispondevano alle domande cercavano di carpire le frasi che dicevano i ragazzi.
Rei, notando l’ingresso delle ragazze, accennò un sorriso, facendo capire al gruppo di avvicinarsi per darle il benvenuto.
“Ciao mie “care” Barbie” esordì Boris con un sorriso poco rassicurante che fece gelare il sangue alle ragazze.
“Spero vi troverete bene” s’intromise Yuri sogghignando.
“Che piacere avervi qui” aggiunse Kei accennando un sorriso.
“Cosa volete?”sbottò Julia guardando con circospezione il gruppo stranamente troppo amichevole.
“Siamo compagni di classe ora,dobbiamo essere amici” sibilò Yuri con un tono falsamente gentile,anche se la sua mente diabolica stava elaborando un piano per rovinare la festa che si sarebbe tenuta quel sabato.
“Siamo compagni, non amici” ribattè Mariam con freddezza esprimendo il pensiero comune a tutte le sue amiche, le quali annuirono all’affermazione appena fatta. 

“Comunque, siete invitati alla mia annuale festa d’inizio anno. Potete portare chi volete”continuò la giovane,porgendo con un sorriso falso gli inviti ai nuovi compagni di classe che accettarono con finta sorpresa.
“Dai andiamoci a sedere,non perdiamo tempo con le Scimmie” s’intromise Mao, cercando di smorzare l’atmosfera elettrica causata da quel breve, ma accesso, scambio di battute.
“Mao, vuoi stare con me?” domandò Hilary con un tono supplichevole.
“Certo” rispose la ragazza sorridendo allegramente.
“Ragazze che ne dite di mischiarci un po’ ?” domandò Rei,sperando che almeno quell’anno sarebbero diminuite le risse almeno a scuola.
Le ragazze si osservavano sbigottite, e iniziarono a domandarsi se i ragazzi volessero deporre le armi.

I maschi guardano il loro compagno con un’espressione interrogativa, non riuscendo a comprendere il motivo di quella stramba proposta.
La ragazza dall’aspetto felino prese la parola, consapevole dei rischi a cui stava andando incontro:
”Per me va bene, se sei d’accordo potrei essere la tua compagna di banco”
“Certo” rispose il giovane liceale sorridendo amabilmente alla nuova compagna di classe.
In fondo non le era mai stata antipatica.
“Ma Mao,perché mi fai questo!” si lamentò Hilary,nonchè sua migliore amica. La castana non voleva avere nessun rapporto con quei ragazzi, ma a causa di forze maggiori doveva scegliersi un compagno di banco.
“Dai tesoro, ci divertiremo, magari riusciremo ad essere amici” rispose Mao cercando di apparire sicura, nonostante anche lei non credesse fermamente alla sue stesse parole.
La ragazza sospirò, diede uno sguardo ai nuovi compagni e decise di sedersi vicino a Raul che sembrava essere uno dei pochi ragazzi di quel gruppo ad avere la testa sulle spalle, anche perché lo conosceva. Ma mentre la giapponese si stava avvicinando al giovane qualcuno la tirò per la manica facendola cadere su una sedia.

“Bene,adesso sei la mia compagna” sibilò Takao con un sorriso trionfante poiché sapeva che Hilary  era un’ottima studentessa, e averla come compagna di banco gli sarebbe stato utile per i vari test.
“Cosa?” sbottò la giovane quasi urlando, anche perché lei credeva che il nuovo compagno fosse il più immaturo del gruppo maschile.
“Dai,prometto che non ti disturberò” rispose il ragazzo con un sorriso convincente.
“Ormai la frittata è fatta” rispose la ragazza,posando il suo zaino dietro la sedia.
“E noi cosa facciamo?” domandò Julia con un’espressione corrucciata.
“Analizziamo la situazione. Siamo rimasta io,te,Emily,Eveline,Salima e Ming Ming” rispose Mariam,osservando i ragazzi. “Mentre i ragazzi sono Yuri,Max,Ozuma,Boris,Raul,il professor K e Kei. Avete qualche preferenza?” continuò la cheerleader,guardando con aria interrogativa le amiche.
“Si! Ivanov è mio” rispose la spagnola con uno sguardo luminoso che celava la sua voglia di vendetta.
“Fa come ti pare. Cerca di non  fare disastri, ok?” l’ammonì la ragazza dai capelli neri.

“Certo! Ho un paio di idee in mente,ed essere la sua compagna di banco sarà divertente” sogghignò la spagnola che si avvicinò al rosso sorridendo e ancheggiando.
“Yuri! Vuoi sapere la novità? Sono la tua compagna di banco” disse trionfante la ragazza.
“Come vuoi” rispose atono il ragazzo per non darle soddisfazioni, nonostante la presenza della ragazza lo infastidisse.
“Io vado a sedermi vicino ad Ozuma” disse Mariam.
“Ok ,beh siamo rimaste solo noi tre e a quanto pare non c’è molta scelta” sbuffò Eveline per niente felice di stare in quella classe.
“Ho capito Evy,va vicino ad Ozuma,almeno lui è simpatico” disse il capitano delle cheerleader.
“Grazie! Grazie! Grazie”esclamò la biondina,abbracciando calorosamente l’amica.
“A questo punto ognuno si scelga un compagno qualsiasi” disse Emily con un tono sommesso.
“Ok, io sto con quel biondino” asserì il capo delle cheerleader allontanandosi dalle sue amiche.
 
“Ciao Mariam” disse Max sorridendole gentilmente. Lei lo guardò truce e senza proferire sistemò le sue cose sul suo nuovo banco.
 
“Non ti dispiace se sto con Kei, vero Emily?” chiese Ming Ming allontanandosi dalla ragazza per non darle il tempo di rispondere.
Il professor Hiwatari, che insegnava matematica ,entrò in classe, perciò le due cheerleader si ritrovarono nel banco con Boris ed il professor K.
“Buongiorno ragazzi, per chi non mi conosce sono il professor Hiwatari. Sappiate che con me non si scherza,dunque sarete interrogati costantemente ogni giorno. Questo è il vostro ultimo anno, per questo motivo dovete dare il massimo. Dato che non voglio perdere tempo iniziamo spiegando l’insiemistica” disse il professore iniziando a scrivere qualcosa alla lavagna, che pochi avevano capito.
“Ci sono domande?” chiese il docente che dopo  aver posato il gesso,iniziò ad osservare con aria interrogativa i ragazzi, i quali guardavano il professore con un’espressione al dir poco allibita.

L’uomo osservò nuovamente la classe dopodiche disse con un tono che non ammetteva repliche:
”Kon,spiega quello che ho detto”.
Il ragazzo si alzò lentamente,sentendo le gambe tremare,poiché non aveva ascoltato nulla della lezione.
“Allora? Sto aspettando” disse l’uomo con un sguardo severo, incutendo timore nel giovane che non riusciva a proferire parola.
“L’insiemistica è un concetto primario, infatti, l’insieme è considerato come un sinonimo di classe”suggerì Mao.
Il ragazzo ripeté le parole della compagna,ma il professore, essendosi reso conto di quello che era successo, disse:

”Bene signorina Cheng,ma la prossima volta eviti di suggerire. Quanto a te ragazzo,le metto il primo due dell’anno” disse il professore con un’espressione gelida.
“Grazie” sibilò il ragazzo riconoscente,rivolgendosi alla ragazza.
“Di niente,mi dispiace di essermi fatta scoprire” disse Mao con un tono dispiaciuto.
“Voi due siete pregati di finirla! Solo perché è il primo giorno sarò clemente,ma la prossima volta vi punirò”sbottò il professore.

“Questo ha gli occhi anche dietro la desta” asserì la cinese facendo sorridere il moretto.
 
Lentamente giunse l'ora di pranzo e le ragazze si recarono in mensa per poter consumare il pasto preparato dalla cuoca.
“Perché hai aiutato quel ragazzo!”sbottò Julia chiaramente irritata dal comportamento dell’amica.
“Mi dispiaceva vederlo in difficoltà” ammise la ragazza dagli occhi ambrati con semplicità.
“Ma lo sai che fa parte della squadra di pallacanestro, dunque è amico di quelle Scimme. Anzi, lui è una scimmia! ”continuò la castana con un tono di voce sempre più altrerato.
“Smettetela voi due! In fondo il caro Rei si è preso già un’insufficienza”intervenne Mariam che odiava le discussioni futili, soprattutto se il fulcro delle discussioni erano quei ragazzi odiosi.
“Ma Mariam…”si lamentò Julia,che venne fulminata dallo sguardo della capo chearleader.

“Dai ragazze,andiamo a pranzo” intervenne Hilary, cercando di placare gli animi delle ragazze.
“Giusto,cerchiamo anche di sbrigarci prima che i ragazzi ci freghino i posti migliori” s’intromise Salima.
Le studentesse entrarono nella sala da pranzo che ospitava tutta la scuola.

La stanza era piuttosto grande e luminosa, le pareti erano dipinte con i colori della scuola: azzurro e bianco anche se vi erano numerose scritte coprivano una vasta porzione di esse.
 L’ambiente era disposto su due piani,dividendo il biennio e il triennio. Appena le ragazze scelsero un tavolo,molti ragazzi si voltarono per guardarle,compresi i loro rivali.
“Ci stanno guardando”sibilò Ming Ming,indicandoi loro nuovo compagni di classe.
“Lasciali perdere” disse Emily continuando a pranzare,decisa ad ignorarli.
“Strano…di solito facciamo le corse per avere questo posto”disse Julia mentre osservava i ragazzi con circospezione.
“Dai ragazze, in fondo sono solo maschi” esclamò Mariam, lanciando un occhiata verso i ragazzi.
 
“Vogliamo iniziare l’operazione:-Conquistare la palestra-” esordì Yuri pregustando la vittoria sulle ragazze.
“Ora?” domandò Rei dispiaciuto per ciò che stava per accadere.
“Amico,se non te la senti puoi anche stare con loro”disse Boris con un tono duro.
“No,sto con voi” sibilò il ragazzo,con un tono quasi colpevole.
“Inizia tu”ordinò Kei con tono autoritario al cinese.



Il ragazzo osservò con disgusto la polpetta al sugo nel suo piatto e dopo un breve attimo la scagliò contro le Barbie. Odiava fare certi scherzi, anche perché non era nella sua natura essere così infantile.
 L’alimento finì sulla testa di Mao che si voltò furente verso i ragazzi, così, dopo pochi istanti iniziò una battaglia di cibo.
La ragazza prese una porzione di polpette da lanciare verso il tavolo dei ragazzi, colpendo in pieno viso il suo compagno di banco. Improvvisamente, iniziò una guerra alimentare,sporcando non solo i due gruppi rivali, ma anche l’intera sala, poiché tutta la scuola imitò il comportamento immaturo dei ragazzi, con la differenza che gli altri si divertivano, mentre fra loro era guerra.
Dopo qualche istante entrò il preside ,che dopo aver  notato le condizioni disastrose della sala decise di punire chi avesse iniziato quel gioco, costringendoli a pulire.
“Cavolo! Perché si comportano sempre da bambini”sbuffò Mao,guardando Rei con astio, il quale abbassò la testa.
“Che schifo! Sono tutta sporca”si lamentò Ming Ming con le lacrime agli occhi.
“Non è questo il problema, chi si occuperà delle selezioni domani?”disse Julia con un tono preoccupato.
“Più che altro come faremo ad andare dal nostro capo alle 15:30”s’intromise Mariam,preoccupata per la missione che era stata affidata al gruppo.
“Vai tu, ti copriamo noi” le disse Hilary “Impediremo a Kei di uscire da qui, in fondo siamo state addestrate per questo” continuò la castana.
“Ok,vi farò sapere tutto questa sera” sibilò la giovane correndo verso la porta riuscendo ad eludere la sorveglianza degli avversari.
“Bene,ed ora al lavoro” asserì Salima,prendendo il controllo della situazione.

 

 
Spazio autrice:
bene…chissà cosa dovrà fare Mariam e qual è la vera identità dei due gruppi avversari…i ragazzi sono proprio dei bambini,e le ragazze,pur avendo sbagliato a reagire,secondo me hanno fatto bene… Ringrazio  Chiaki-Chan,Henya,Erestil,Angelofdarkness97 e GiuliaHiwatari per avermi lasciato una recensione,spero di non avervi delusa con questo capitolo! E un ringraziamento va anche a tutti coloro che leggono la mia storia! Alla prossima!
Questo capitolo è stato revisionato 

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Capitolo 3
*** Dominio della palestra. ***


Mariam,dopo essere fuggita dalla scuola, si recò all’appuntamento con il signor Nodoka, nonchè presidente della loro agenzia di spionaggio e direttore della loro agenzia lavorativa. Infatti ,Mariam, Julia ed Hilary, oltre ad essere normali studentesse, erano anche un trio musicale: le Blue Roses, mentre le altre cheerleader erano le loro ballerine di supporto.
La studentessa entrò nella grande stanza dell’uomo. Lo studio era grande e luminoso, tinteggiato di bianco, al centro vi era una scrivania di ciliegio e sopra di essa erano disposte ordinatamente numerose scartoffie mentre al centro troneggiava una grande fotografia che ritraeva le tre cantanti insieme all’uomo.
 “Buon pomeriggio signor Nodoka” esordì Mariam con un tono distaccato ma cordiale.
“Anche a te, mia cara ragazza”rispose l’uomo dai capelli brizzolati sorridendo amichevolmente.
L’anziano dirigente aveva un volto gentile ed un sorriso che ispirava sicurezza, non era molto alto ma il suo fisico, nonostante l’età, era atletico essendo anch’egli un ex agente segreto.
“Si accomodi”continuò il presidente.
“Come mai ci ha convocate?” domandò immediatamente la giovane, la quale odiava i discorsi prolissi.
“Venerdì sera una banda di ladri cercherà di rubare una gemma preziosa risalente al periodo di Luigi XVI del valore di 10.000.000 dollari, che dovrebbe essere esposta venerdì” asserì il manager con un tono preoccupato.
“Ok, ma ditemi signore, come ha fatto ad avere queste informazioni?” domandò la giovane spia.
“Come al solito mi poni domande a cui non posso risponderle. Ma l’avverto che anche i nostri avversari hanno sono a conoscenza di questa notizia dunque le chiedo, ovviamente solo in caso di necessità, di tentare una collaborazione affinché la missione vada a buon fine”ribatté il capo dell’agenzia, rammentando il fallimento della precedente missione .
La cantante, all’idea di dover collaborare con le Scimmie inorridì, e fingendo un sorriso e con un tono inespressivo disse: ” Capisco,beh faremo il possibile”
“Lo spero,comunque ora le mostro l’attrezzatura” disse l’uomo,alzandosi dalla sedia di pelle nera. L’uomo estrasse da una cassaforte nascosta tutti gli oggetti di cui le ragazze avrebbero usufruito.
Il signor Nodoka dispose sul tavolo numero oggetti  che apparentemente sembravano normali cosmetici e accessori, spiegandone accuratamente la loro funzione.
“Comunque Mariam di alle tue amiche di fare attenzione, e ricordale del concerto di mercoledì sera che si svolgerà al teatro” continuò il manager,con un’espressione corrucciata.
“Lo farò” sibilò la ragazza porgendo la mano al presidente per congedarsi.
“A mercoledì, e ricordi alle signorine di evitare altre risse con quei ragazzi perchè stanno cercando di farvi perdere tempo.
“Lo avevamo capito, ma il problema non è solo questo da come può notare e per quanto riguarda il campo scolastico sappiamo cavarcela da sole, adesso la saluto” asserì la cheerleader,chiudendo delicatamente la porta.
 
Il gruppo maschile era riunito in un bar, dov’era loro abitudine trascorrere le loro serate.
Il gruppo si diresse verso il loro solito tavolo e dopo un breve attimo di silenzio Kei prese parola per spiegare la missione che era stata affidata ai campioni della scuola.
“Questo è tutto” concluse atono Kei.
“Non voglio collaborare con quelle ragazze” si lamentò Takao, infelice di dover cooperare con le Barbie.
“Non sarà poi così male, no? In fondo tutti a scuola le adorano” intervenne Max,cercando di risollevare il morale della squadra di pallacanestro.”Forse siamo noi a giudicarle male” continuò il biondino. “Hai la febbre?” sbottò il giapponese, sgranando gli occhi per l’affermazione dell’amico.
“No Takao, anche Ozuma la pensa come me infatti ha detto che la leader delle cheerleader è molto simpatica” rispose l’americano che venne appoggiato dall’amico di Mariam.
“Vuoi soffiargli la ragazza?” s’intromise scherzosamente Takao ,facendo arrossire e quasi affogare  i due giovani, che stavano bevendo una coca cola.
“Ma cosa stai blaterando? Siamo solo amici razza di stupido decerebrato”sbottò il ragazzo dal ciuffo rosso con un tono fermo,nonostante la sua espressione lo tradisse.
“Certo! Dicono tutti così ” infierì nuovamente Takao con un tono scherzoso, beccandosi un ceffone amichevole da Rei.
“Io insisto, dovremmo conoscerle meglio” asserì nuovamente Max con un tono convinto.
“Hai ragione” l’appoggiò Rei, colpito dalla bellezza della sua compagna di banco, anche se Mao era ancora piuttosto arrabbiata con lui.
 “Smettetela,dobbiamo concentrarci sulla missione,e non su quelle ochette” disse Boris,annoiato da quei discorsi che considerava inutili.
“Qualcuno dice cose sensate” disse Ozuma, perlopiù felice di poter evitare quel discorso imbarazzante.
“Ok,ma ricordiamo anche di dover conquistare la palestra. Quelle ochette non avranno vita facile” disse sorridente Takao. “Cosa proponi?” domandò Rei.
“Io direi di…”
“È geniale” asserì Max, facendo segno di vittoria, dopo aver ascoltato il piano dell’amico.
“È stupido questo, se così si può definire, piano, ma…potrebbe funzionare” disse Yuri,accennando un sorriso divertito, pensando a cosa sarebbe successo a quelle povere fanciulle.
“Sei sempre il solito” ribatté il capitano con un tono fintamente offeso, voltando la testa.
Il biondino, silenziosamente si avvicinò al capitano e improvvisamente urlò, così, il giovane per lo spavento cadde sul pavimento nel momento in cui stava passando una cameriera che aveva un vassoio colmo di bevande. Il ragazzo colpì la ragazza con un braccio,facendole perdere l’equilibrio, così, tutto il contenuto dei bicchieri si rovesciò sul ragazzo che indossava un pantalone bianco che divenne trasparente a causa delle bibite, mettendo in evidenza i suoi boxer bianchi su cui erano disegnati dei cuori.
 
La giornata trascorse tranquillamente e la mattina seguente i due gruppi si ritrovarono al parcheggio della scuola più affollato del solito.
Le ragazze del trio musicale avevano un’espressione afflitta, ma si sforzarono di sorridere e senza degnare di uno sguardo i ragazzi si recarono in classe.
Lentamente l’aula si popolò e dopo qualche minuto entrò il classe la professoressa Kein che insegnava storia e filosofia. La donna aveva un sorriso gentile ma contemporaneamente severo.
“Buongiorno ragazzi”esclamò la docente, osservando attentamente tutti gli studenti.
“Buongiorno” risposero gli alunni con un tono leggermente assonnato.
“Sono una nuova professoressa di questo istituto e spero di trovarmi bene con voi. È difficile prendere una classe in quinta, ma abbraccio questa croce volentieri,sperando che anche voi facciate lo stesso. Mi è stato detto che questa classe è leggermente turbolenta,io vi avverto:provate a non studiare e ve ne pentirete amaramente,poiché amo mettere brutti voti, che ovviamente non farò recuperare. Ah, quasi me ne dimenticavo, quest’anno sarà io a gestirò la squadra delle cheerleader, preparatevi a soffrire ragazze mie,vi voglio nuovamente campionesse” disse la professoressa, terminando il suo monologo freddo e pungente.
Hilary guardò le sue compagne di squadra con un’espressione preoccupata poiché sperava di vincere anche quel campionato, non solo perchè il loro gruppo avrebbe lasciato un segno dal punto di vista scolastico ma anche perché quello sarebbe stato l’ultimo anno che avrebbe gareggiato con le sue migliori amiche. I pensieri della giapponese erano comuni a tutte le Barbie che erano tristi pensando a quanto sarebbe stata strana e diversa la loro vita dopo il liceo.
La professoressa, accorgendosi degli sguardi vacui delle ragazze, batté una mano sulla cattedra per richiamare la loro attenzione.
“Dato che questo è il primo giorno e io non vi conosco dire di iniziare con un test d’ingresso che ovviamente sarà valutato. Prendete carta e penna ed iniziamo con il test” disse la docente con un tono freddo e distaccato.
La donna iniziò a dettare le domande scandendo minuziosamente tutte le parole, quasi tutti i componenti di quella classe fissavano il foglio allibiti, non sapendo cosa risponde,a d eccezione di Kei, Yuri,il professor K, Mariam, Hilary e Mao che passarono il compito ai compagni con qualche difficoltà, soprattutto perché la professoressa era molto attenta.
Passò un ora e la professoressa ritirò tutti i fogli che corresse immediatamente.
“Ho preso sei e mezzo” urlò Takao soddisfatto. “E tu Hilary?” continuò il capitano.
La ragazza sorrise e disse con un tono sia soddisfatto che altezzoso rispose : ” otto e mezzo ”
“Sei un genio” disse con un tono sbalordito il giovane.
“Semplicemente ho studiato l’anno precedente” rispose seccata la cheerleader, voltandosi verso la professoressa che aveva iniziato a spiegare Hegel.
I ragazzi ascoltavano la lezione con interesse, essendo affascinati dalla spiegazione della docente che spiegava l’argomento minuziosamente.
La campanella suonò e la professoressa, dopo aver salutato i nuovi studenti, uscì dalla classe con un sorrisino soddisfatto.
“In palestra” ordinò la professoressa Mizuhara, docente di educazione fisica e biologia, senza neanche salutare la classe.
Le ragazze si diressero nello spogliatoio dove notarono che il dipinto che avevano fatto l’anno precedente era rimasto intatto, facendole sorridere.
“Noooo!” si lamentò Ming Ming, che odiava quella materia con tutte le sue forze sedendosi svogliatamente su una panchina.
“Dai, ci divertiremo” le sorrise Salima, cercando di far calmare la ragazza che stava urlando per la disperazione.
“Ming, ricorda che quando ci alleniamo sudiamo lo stesso,quindi evita di lamentarti, sei infantile quando ti comporti così” s’intromise Mariam che odiava i discorsi a volte troppo sciocchi dell’amica.
“Mariam ha ragione, ci divertiremo su e poi sarà un’occasione da sfruttare” disse Mao uscendo dallo spogliatoio seguita dal gruppo, lanciando un’occhiata al suo compagno di banco che le sorrise facendola avvampare.
“Buongiorno a tutti e buon inizio d’anno scolastico, a quanto pare le mie cheerleader sono in questa classe” disse la donna sorridendo verso le ragazze che aveva allenato per il torneo gli anni precedenti. “Quest’anno sono stata sostituita a causa della nuova cattedra, ma almeno non vi perderò di vista. Per fortuna vi conosco tutti,spero che la nostra collaborazione sarà positiva,per ora iniziate a fare qualche giro di pista” disse la donna, accentuando le ultime parole.
Il gruppo iniziò a correre ma la docente notò immediatamente che sussisteva astio fra un gruppo di ragazzi e ragazze che correvano con molti metri di distanza, dunque diede ordine ai suoi studenti di fermarsi.
“Adesso formate delle coppie, un ragazzo ed una ragazza, ho in mente un esercizio divertente” comandò la donna con un tono esigente, mentre le Barbie e le Scimmie si guardavano in cagnesco.
Ozuma si avvicinò a Mariam che stava ascoltando i discorsi delle amiche con un’espressione annoiata. Il ragazzo le toccò una spalla, facendola sobbalzare. Lui le sorrise e disse:”Vuoi essere la mia compagna?”
“Se non c’è di meglio…” rispose lei con un tono freddo per non dargli soddisfazioni. Il ragazzo la osservò perplesso, cercando di capire lo strano comportamento dell’amica. Dopodiché,trascinandola al centro della palestra, disse : ”Dai andiamo”.
I due si osservarono un attimo con un’espressione imbarazzata, poiché Takao aveva detto qualche minuto prima, con un tono di voce troppo alto:”Ecco i fidanzatini della classe ”
Max lo rimproverò, poiché non riteneva che quel comportamento fosse idoneo per il delicato equilibrio che regnava in quella classe. Improvvisamente si ritrovò ad osservare l’amica di Ozuma, era davvero bella anche con la tuta e i capelli legati, ad un tratto la ragazza si voltò, notando che Max la stava osservando. Momentaneamente i loro occhi crearono uno strano legame che venne spezzato da Ozuma che richiamò la ragazza alla realtà.
La quarta ora terminò e Mariam, seguita dalle altre ragazze, entrò nello spogliatoio e lentamente iniziò a cambiarsi assorta nei suoi pensieri.
“Mariam? Mi ascolti?” domandò Emily agitando una mano davanti gli occhi dell’amica,riportando la giovane alla realtà.
“No,potresti ripetere per favore?” chiese gentilmente la cheerleader.
“Chiedevo cosa avevi intenzione di fare per le selezioni dato che siamo in punizione”
“Non preoccuparti, abbiamo il permesso di saltarle” rispose la leader finendo di vestirsi. “Julia, Hilary noi dobbiamo provare per domani e siamo alla ricerca di un batterista che sappia anche cantare” continuò la cantante atona.
“Bisognerebbe fare una statua al preside che ci ha concesso un’ora libera” sibilò Hilary finendo d’indossare la divisa da cheerleader.
Improvvisamente si udì un forte rumore, seguito poco dopo dalle urla di Rei che subito si ricompose.
“Scusa!” urlò la ragazza con un tono dispiaciuto “Ti ho fatto male? Mi dispiace” disse Salima che aprendo la porta aveva colpito Rei facendolo cadere a terra.
“Non preoccuparti” disse il ragazzo sorridendole facendo arrossire la ragazza.
“Sei sicuro? Nulla di rotto?” domandò la ragazza, aiutando il compagno di classe ad alzarsi.
“Si, non preoccuparti, anzi è stata colpa mia, non dovevo avvicinarmi allo spogliatoio imprudentemente” ribatté lo studente. “Io torno in classe, ci vediamo a pranzo” continuò il cinese uscendo dalla palestra.
“Ma guarda un po’, la nostra Salima è avvampata” la prese in giro Eveline.
“Non è vero” rispose la cheerleader, negando spudoratamente la realtà.
“Sal, stavo scherzando” rispose la biondina. “Ma, a quanto sembra c’è un’altra ragazza che ha fatto colpo su più di un ragazzo” continuò maliziosa l’americana rivolgendosi alla leader del gruppo, che sbuffò.
“Andate in classe voi quattro,noi dobbiamo provare ancora una canzone” s’intromise Hilary ansiosa di risolvere il problema emerso quella mattina.
“A dopo” risposero le ballerine delle Blue Roses, uscendo dalla stanza.
Il trio musicale si sedette sul pavimento della palestra per discutere degli ultimi eventi.
“Siamo incasinate nere senza Jack!” disse Hilary con un tono preoccupato.
“Proprio il giorno prima del nostro concerto doveva lasciarci il batterista” sibilò Mariam a denti stretti per la rabbia.
Mariam osservò le amiche con un’espressione corrucciata, dopodichè prese parola:”Con o senza di lui dobbiamo farlo, quindi stringiamo i denti e provare lo stesso”
“Ma così è impossibile! Il concerto subirà molti tagli dal momento che quell’imbecille cantava qualche pezzo” obbiettò la castana.
“Dobbiamo tentare. Iniziamo da Price Tag” rispose la corvina alzandosi dal pavimento freddo.
 
“Professore potrei andare in bagno?” domandò Ozuma annoiato dalla lezione di letteratura inglese.
“Va pure, ma dopo non ripeterò la spiegazione solo per te” rispose Vorkov che stava spiegando il Romanticismo.
Il ragazzo uscì dall’aula e si recò in palestra dove le cantanti stavano provando, lentamente si sporse attraverso la porta per ascoltare un pezzo della canzone che il trio stava cantando,ovviamente senza base.
 
Tutte: Everybody look to their left (yeah)
Everybody look to their right (ha)
Can you feel that (yeah)
Well pay them with love tonight
 
Hilary si fermò e disse con un tono sia deluso che arrabbiato: ”No, così non va! È impossibile senza il nostro batterista”
Improvvisamente qualcuno iniziò a cantare.
Yeah yeah
well, keep the price tag
and take the cash back
just give me six streams and a half stack
and you can keep the cars
leave me the garage
and all I..
 
Le ragazze si voltarono per vedere chi era colui che stava cantando un pezzo della loro canzone.
“Ozuma!”esclamò Hilary con un tono sorpreso.
“Tu! Tu sei la nostra salvezza” disse Julia esultando.
“Cosa state blaterando?” domandò il giocatore di pallacanestro.
Le tre ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa. “Entra” ordinò Mariam con un tono che non ammetteva repliche.
Il ragazzo eseguì il comando dell’amica e si sedette con il trio al centro della palestra.
“Allora?” domandò il giovane con un tono curioso.
“Sai suonare la batteria?” domandò il capitano delle cheerleader a bruciapelo ,riponendo tutte le sue speranze nell’amico.
“Me la cavo” ammise il ragazzo accennando un sorriso rassicurante.
“Abbiamo un problema: il nostro batterista ci ha mollate e sappiamo anche che non è stata una sua scelta” s’intromise Julia con un tono iroso,essendo a conoscenza che il reale motivo dell’abbandono di Jack causato un ricatto da parte dei ragazzi.
“Perfetto,vuoi unirti a noi solo per una serata?” domandò la castana con un tono supplichevole.
“Volentieri” rispose lo studente sorridendo.
“No! Oggi pomeriggio, dopo le selezioni,verrai a casa mia e insieme ci recheremo allo studio, dobbiamo prima ascoltarti e poi decideremo” disse Mariam con un tono deciso, essendo consapevole che la buona riuscita del concerto era dovuta anche al gruppo musicale che le supportava. Per questo motivo voleva accertarsi del reale talento del giovane.
“Ovviamente” rispose il ragazzo alzandosi dal pavimento.
“Ma…è la nostra unica possibilità” si lamentò la spagnola, sperando di convincere l’amica.
“Lo so,ed è proprio per questo che voglio ascoltarlo” rispose la cantante dai capelli corvini.
“Ok, ci vediamo più tardi all’uscita della palestra, i ragazzi non sapranno nulla” disse Ozuma con un sorriso sincero.
“Perfetto” risposero le cantanti all’unisono salutandolo allegramente.
“Speriamo bene” sibilò Hilary, incrociando le dita.
“Mariam ha ragione, sarebbe una delusione rovinare un evento importante per i nostri fan” ribatté Julia
“Riprendiamo le prove” propose il capitano freddamente,concentrandosi esclusivamente sul concerto.
 
I ragazzi erano riuniti in sala pranzo,dov’erano presenti anche le Barbie. Improvvisamente disse Yuri:”Dobbiamo scacciarle dalla palestra questo pomeriggio perché ci serve. Iniziamo la seconda fase dell’operazione”
“Il piano è opera mia” esultò Takao allegramente.
“Stupido! Non farti sentire” lo rimproverò Max che incrociò nuovamente lo sguardo con il capitano delle cheerleader.
“Rei e Takao: voi aspettate fuori dalla palestra, Kei e Ozuma: aspettate che tutte le aspiranti cheerleader siano dentro, io e Yuri, invece, ci armiamo con la pompa e tutto il resto” disse Boris.
“E noi?” si lamentarono i ragazzo esclusi.
“Ovviamente resterete a pulire” rispose il platinato “E appena avremo il nostro covo libero ci raggiungerete in palestra con i nostri aspiranti giocatori”
“Ma così non sarà tutto bagnato?” fece notare Ozuma.
“Appunto,testeremo meglio la bravura degli atleti”
 
“Stanno complottando qualcosa” disse Emily, cercando intuire le intenzioni degli avversari.
“Concordo. Beh prepariamoci al peggio” rispose Mao,voltandosi verso i ragazzi.
“Probabilmente riguarda la palestra” intervenne Ming Ming con un tono sicuro. Infatti, ogni anno i due gruppi lottavano per il dominio della palestra che era divisa fra le Scimmie e le Barbie, provocando numerose risse, a volte non solo verbali.
“Quest’anno non ci faremo trovare impreparate” asserì Julia, con uno sguardo furbo.
“Oggi siamo libere dalla punizione, no? Ci faremo trovare tutte in palestra, ma alcune saranno nascoste e solo in caso d’attacco interverranno” sibilò Emily, che iniziò a spiegare la contromossa alle sua amiche.
“Sei un genio” disse la rossa sorridendo al cervellone del gruppo.
“Grazie! Beh adesso si ritorna in classe” ribatté la ragazza,alzandosi dal tavolo,seguita dal tutte le compagne che sbuffano nervosamente.
 
Appena furono trascorse le ultime ore della giornata scolastica,le ragazze si recarono in palestra,dov’erano attese da una ventina di ragazze.
Mariam, Julia, Hilary ed Eveline, insieme dalla professoressa Kein, si accomodarono sulle loro sedie per osservare le aspiranti cheerleader.
Dopo aver scrutinato una decina di ragazze che non avevano molto talento le titolari iniziarono a perdere ogni speranza, finchè quando una ragazza dai capelli corti e neri si presentò. Il suo nome era Queen ed era una brava ginnasta. La ragazza frequentava la il quinto anno della classe C,  ed era determinata ad entrare in squadra, non solo per la popolarità, ma anche per diventare la padrona indiscussa della scuola.
Le esaminatrici si lanciarono uno sguardo affermativo. In seguito si presentò un’altra ragazza molto carina dai capelli rosa ,il suo nome era Mathilda e frequentava la stessa classe di Queen. La professoressa, annoiata dai provini decise di uscire ordinando alle studentesse di ammettere anche la rosina nella squadra delle cheerleader. Anche lei era molto brava,ma la sua esibizione venne interrotta a causa dei ragazzi, che iniziarono a lanciare un getto d’acqua all’interno della sala, bagnando non solo il pavimento rendendolo scivoloso,ma anche le aspiranti ragazze pon pon e le compagne di classe.
“Razza di idioti” sbottò Hilary furibonda,sbattendo una mano sul tavolo.
I ragazzi iniziarono a sghignazzare,soddisfatti dell’esito del piano. “Adesso ce la pagherete” disse Eveline, dando ordine alle sue amiche di iniziare a lanciare dei palloncini traboccanti d’acqua verso il gruppo avversario.
Improvvisamente, le Scimmie indirizzarono il getto d’acqua verso le ragazze che erano rimaste nascoste.
Julia scese le scale arrabbiata, ma per la fretta cadde per terra,travolgendo anche Yuri. La ragazza si mise a cavalcioni sul rosso, bloccando i movimenti del russo, lei lo guardò con disprezzo e notando che la pompa dell’acqua era vicino al ragazzo la afferrò, bagnando tutto il volto di Yuri che cercava di reagire invavamente. Boris osservava la scena divertito,fin quando Eveline non lo colpì con un palloncino,così il ragazzo iniziò a ridere,e dopo averla immobilizzata le bagnò completamente la divisa.
 Improvvisamente giunsero anche i ragazzi che erano stati esclusi. La palestra era diventata un vero e proprio un pantano. Mao ,cercando di colpire Rei ,che l’aveva bagnata pochi istanti prima scivolò sul pavimento, il ragazzo si voltò per aiutarla ma Salima vendicò l’amica (non solo per amicizia), Hilary, invece, essendo molto agile non scivolò e riuscì a colpire più volte Takao che erroneamente colpì Max.
Le aspiranti cheerleader osservavano il gruppo allibite ma contemporaneamente emozionate vedendo i corpi dei ragazzi messi in evidenza dalle loro magliette fradice. Il biondino notò la strana ,ma gioiosa, atmosfera presente nell’aria. E se fosse l’inizio di una bella amicizia?
 
 
 
Spazio autrice:
 
Ciao =) anche questo capitolo è stato revisionato ( solo la trama e alcune incongruenze che avevo trovato)
Grazie a chi ha letto e leggerà e chi ha recensito in passato ♥ ciau

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Capitolo 4
*** Un concerto emozionante ***


Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce
-Pascal-

 
Appena la battaglia cessò,il gruppo si diresse negli spogliatoi per indossare qualcosa di asciutto. Quella scontro era stata diverso dai soliti screzzi, infatti tutti si erano divertiti,nonostante fossero bagnati fradici.
“Hai visto la faccia di Ivanov quando l’ho bagnato?” disse Julia sghignazzando,rivolgendosi ad Emily.
“Già, mentre il professor K non faceva altro che cadere e sbagliare mira,è stato un facile bersaglio” rispose la rossa terminando di vestirsi.
“Almeno voi non siete state il bersaglio di due ragazzi” sibilò Mariam che era stata colpita da Max e Ozuma.
“Ma i ragazzi non sono stati da meno,povero Rei! È stato colpito sia da Mao che da Salima” rispose Eveline. “Ed io da Huzenov” continuò la biondina sorridendo, pensando a quanto si fosse divertita con quel ragazzo.
“Non dirmi che ti piace” disse Ming Ming con un tono divertito e contemporaneamente malizioso.
“Ma no, nessuna di noi vorrebbe stare con una scimmia” rispose la ragazza arrossendo leggermente.
“Certo! Ci crediamo eccome!” rispose sarcasticamente Hilary che era stata tutto il tempo con Takao.
“Parli proprio tu, Kinomiya ha fatto colpo” disse la bionda americana,facendo arrossire la castana.
“Smettetela ragazze,andate a vedere se sono usciti dallo spogliatoio, noi abbiamo da fare” ordinò la corvina con un tono che non ammetteva repliche.
“Ai suoi ordini” disse scherzosamente Mao, scattando come un soldato.
 
“Allora che si fa sta sera?” domandò Takao, allacciandosi una scarpa
“Solito posto?” propose Max.
“Ok” risposero tutti, ad eccezione di Ozuma.
Tutti si voltarono verso il ragazzo con un’espressione interrogativa. Il giovane alzo il capo e disse:”Mi dispiace,ma questa sera non posso”
“Fa come ti pare” disse Boris con un tono annoiato, nonostante fosse curioso di sapere cosa dovesse fare l’amico.
“Cioè?” domandò il biondino con uno tono interrogativo.
“Devo uscire con degli amici di famiglia” rispose il ragazzo con un tono fintamente dispiaciuto,sperando che gli amici credessero quella bugia.
Nella piccola stanza calò il silenzio,così il gruppo decise di uscire dallo spogliatoio,trovando Salima vicino al loro spogliatoio. I ragazzi la osservarono sorpresi,chiedendosi come mai quella ragazza si trovasse proprio davanti la porta dello spogliatoio maschile.
“Cosa ci fai qui?” domandò Rei con un tono curioso e amichevole.
“Oh..beh…niente di che…volevo solo sapere cosa dobbiamo fare per domani,le ragazze non lo ricordano,quindi volevano sapere se voi sapete qualcosa” asserì la cheerleader con un tono convincente.
“Ma non avevi detto che domani non saresti venuta?” esclamò il corvino,insospettito dall’affermazione della compagna di classe.
“Beh,si…ma vorrei studiare lo stesso” ribatté la giovane con un tono poco convinto.
“Comunque dobbiamo studiare l’insiemistica e la vita di Bairon”
“Grazie mille” disse la ragazza sorridendo.
“Noi andiamo,ciao!” rispose lo studente,rispondendo al sorriso della rossa.
“Ciao,a giovedì”
 
Lentamente il parcheggio si svuotò. Così, Mariam e Ozuma rimasero soli.
La ragazza aprì l’auto e invitò l’amico a salire,la macchina fu messa in moto e dopo pochi istanti i due uscirono dalla scuola.
A causa del silenzio che regnava fra i due,la corvina decise di accendere lo stereo,sperando che l’atmosfera cambiasse..
Improvvisamente,il ragazzo deciso a rompere quel pensante silenzio prese parola:”Cosa ne pensi della nuova classe?”. La cheerleader osservò il giovane con la coda dell’occhio,e dopo qualche istante rispose:”Nulla,siamo costretti a stare tutti insieme,quindi nolenti o volenti dobbiamo sopportarci”
“Hai ragione,ma solo in parte,in fondo questa potrebbe essere un’opportunità per seppellire l’ascia di guerra”.
“Sarà,potrò sembrarti egoista,ma non m’importa di quello che fanno gli altri,è l’ultimo anno e l’unica cosa che dobbiamo fare è concentrarci sullo studio,e ovviamente su i nostri rispettivi campionati.”
“Non credo proprio che tu la pensi così,ricordi com’eri fredda quest’estate?”disse il ragazzo pungente,per niente soddisfatto della risposta ricevuta.
“Ricordi com’eri fastidioso?” ribatté la corvina accennando un sorriso,ricordando serenamente quell’estate meravigliosa.
“Certo che lo ricordo,il mio obbiettivo era quello,ma il mio reale motivo era conoscerti meglio” ammise il ragazzo con un sorriso malizioso.
“Ecco spiegato il motivo di tutte quelle domande e dell’invito a giocare a pallavolo”sbottò la corvina con un tono scherzoso.
 
Flashback.
Era una calda giornata di metà luglio,i i genitori dei ragazzi avevano deciso di non andare al mare,così,la corvina venne costretta dalla madre a seguire i ragazzi per controllare Jessie.
Dopo alcuni bagni i ragazzi decisero di giocare a pallavolo,mentre Mariam leggeva un libro,così,il gruppo deciso a disturbare la quiete della ragazza,spesso le lanciava il pallone contro,fin quando la cheerleader,ormai arrabbiata,decise di trattenere la sfera.
Ozuma,deciso a riavere la sua palla si avvicinò alla studentessa,che lo guardò con un’espressione di sfida.
“Dammi il pallone” ordinò il ragazzo.
La ragazza lo guardò con uno sguardo infuocato,e con un tono freddo disse:”No!”
“Vogliamo giocare”
“A quanto vedo non ne siete in grado” ribatté la corvina con un tono pungente.
“Ah si? tu ne sei in grado?” ribatté il giovane,sfidando velatamente la corvina,che gli rispose con un sguardo glaciale.
La ragazza si alzò, decisa a far rimangiare le sue parole all’avversario.
“Come ci organizziamo?” domandò Jessi
“Due capitani sceglieranno il loro compagno di squadra” s’intromise Dunga,che era stato invitato da Ozuma per trascorrere le vacanze con la sua famiglia.
“Facciamo il –tocco-“ propose il ragazzino sorridendo,sperando di giocare con il colosso biondo.
Ozuma e Dunga ebbero l’onere di scegliere che sarebbe stato il loro futuro compagno di squadra.
Il biondo scelse Jessie,che guardò la sorella con un’espressione vittoriosa,sperando nello scarso affiatamento dei due futuri maturandi.
Mariam e il ragazzo dal ciuffo rosso si guardarono con ostilità,ma il desiderio di dimostrare la propria superiorità era fortissimo.
Dopo essersi disposti all’interno del campo,il colosso biondo schiacciò la palla,ma Ozuma,riuscì ad evitare l’impatto con il terreno grazie ad un baker. La palla schizzò in alto roteando sopra la rete,così Mariam,grazie ad una finta riuscì a segnare un punto per la sua squadra.
La giovane guardò il ragazzo con un’espressione di superiorità,che il ragazzo ignorò.
Avendo conquistato il servizio,ad Ozuma fu affidato il compito di battere la palla,ma Jessie riuscì a lanciare la palla al compagno,che rispedì il pallone nel campo avversario,ma i due giovani,decisi a vincere iniziarono a collaborare,riuscendo a guadagnare numerosi punti.
“Sei brava” disse il futuro maturando,porgendo la mano alla sorella del suo amico.
“Anche tu non sei male” ammise la corvina a malincuore.
“Potremmo fare qualche altra partita,e se ti va,questa sera potresti uscire con noi” s’intromise il colosso biondo.
“Vedremo” rispose atona la giovane,decisa a non dare immediatamente una risposta affermativa.
“Non farti pregare” la supplicò il ragazzino dai capelli verdi.
I tre ragazzi si lanciarono uno sguardo d’intesa,e con pochissimo sforzo sollevarono la ragazza per gettarla in mare.
“Uno,due e tre” disse il giovane dal ciuffo rosso,dando ordine ai suoi amici di lasciare la presa.
La cheerleader,dopo qualche secondò,si ritrovò in mare. Così.per vendetta,iniziò a schizzare i ragazzi,che si schizzavano a vicenda,dando vita ad un’indimenticabile battaglia,permettendo la nascita di quell’amicizia,che aveva scaldato,leggermente, il cuore alla principessa dei ghiacci.
 
Fine flashback.
 
 
“Perché eri interessato a conoscermi?” domandò la cinesina,guardando con la coda dell’occhio il passeggero.
“Curiosità” rispose evasivo il giovane con un tono convincente.
“Siamo arrivati” disse la ragazza con un tono atono,parcheggiando l’auto nello spazioso vialetto situato vicino all’ingresso della villa.
I due scesero dalla vettura,e dopo aver recuperato gli abiti per le prove ed aver,finalmente,asciugato i capelli,la coppia di amici si recò allo studio.
Durante il viaggio entrambi tacquero. Ozuma,nonostante si mostrasse freddo e impassibile,dentro di sé aveva paura di sbagliare e di non essere completamente accettato dal trio,ma contemporaneamente sentiva una morsa che gli chiudeva lo stomaco,a cui non sapeva dare una definizione,probabilmente causata dalla presenza della sua amica o dalla paura di deluderla.
Dopo un breve tratto di strada,giunsero a destinazione. Il palazzo,nonché sede artistica del trio,era grande,intorno vi erano numerosi alberi mentre i muri erano tinteggiati di un candido bianco,che conferiva all’atmosfera un senso di pace e armonia. I due giovani,dopo aver preso l’ascensore,si recarono all’interno della sala prove,dove Hilary e Julia li attendevano.
“Ciao ragazzi” esclamò la castana amichevolmente.
“Ciao Mariam,Ozuma” disse l’altra cheerleader,salutando con la mano i due ragazzi,che risposero cordialmente al saluto delle due cantanti.
“Ragazze” rispose atona la corvina. “Iniziamo le prove,si sta facendo tardi. Ozuma lì c’è una batteria,quella è la tua postazione dove troverai tutti gli spartiti,proverai un paio di canzoni e dopo decideremo cosa fare” continuò Mariam con uno sguardo freddo.
 
Passò un’ora e il trio si riunì nel piccolo salottino adiacente alla sala prove.
“Cosa facciamo?” domandò Hilary,sperando che le sue amiche concordassero con la sua opinione.
“Per me è bravo,in fondo ci serve un batterista” ribatté la spagnola.
“Concordo con te July” rispose la brunetta.
Le due ragazze si voltarono verso Mariam con un’espressione interrogativa,riponendo tutte le loro speranze nella decisione della ragazza,che fece un cenno affermativo con la testa.
Ozuma era in sala prove seduto sul pavimento, aspettando ansiosamente il giudizio delle ragazze,che non tardò ad arrivare.
“Ehm,come dire” iniziò Hilary trattenendo una risata.
“Ci dispiace molto,ma…” s’intromise Julia con un tono fintamente dispiaciuto.
“Sei il benvenuto fra noi” s’intromise la brunetta,dando sfogo alle risate.
Il ragazzo osservò il trio con un’espressione allibita,non aspettandosi uno scherzo tanto stupido.
“Ti vengo a prendere domani mattina” disse Mariam con un tono atono rivolgendosi al compagno,che le sorrise.
 
“Ciao sorellona,Ozuma! Tutto bene?” disse Jessie,piombando di fronte alla corvina e l’amico.
“Jessie,noi andiamo di sopra cerca di non infastidirmi intesi?” ribatté la giovane,salendo al piano superiore.
Dopo aver chiuso la porta,la ragazza fece segno al giovane di accomodarsi.
La stanza era grande e luminosa,le pareti erano tinteggiate di rosa,sulla parete di fronte alla porta vi era un letto con il baldacchino,e a sinistra c’era un enorme armadio marrone. A destra vi era una scrivania,dov’era posto un computer e alcune foto,mentre al centro della stanza si trovavano alcune poltroncine.
“Ti spiego il programma di domani” esordì la cheerleader,prendendo in braccio la sua cagnolina,chiamata Stella.
Era una meticcia di taglia media che era stata prima abbandonata e poi investita. Il suo musetto era dolce e simpatico,con due meravigliosi occhi marroni. Il suo pelo era dello stesso colore degli occhi,con numerose striature bianche e nere. Ma la caratteristica principale della cagnetta erano le sue zampe anteriori,che erano bianche,tanto da sembrare dei teneri guantini.
“Andremo al teatro per provare verso le 10 e mezza. In seguito pranzeremo e riposeremo,per poi incontrare i fan verso le 17:00. Dopodiché,ognuno si recherà nel proprio camerino,dove saremo preparati dallo staff per il concerto. Verso le 20:30 incontreremo le persone che hanno i pass,e dopo mezzora inizierà lo spettacolo. Qualche domanda?” continuò la corvina con un tono professionale.
“No,spero solo che tutto vada bene” ammise il ragazzo con un tono sommesso,perdendosi negli occhi smeraldini del’amica.
“Fidati,è un’esperienza che non dimenticherai mai,persino Hilary superò questa paura. Inoltre,c’è una piccola sorpresa,se sta sera suonerai bene,noi ragazze considereremo l’ipotesi di farti firmare un contratto per unirti al gruppo” sibilò la cheerleader con un tono mellifluo,sperando di calmare l’amico.
“Comunque,che fine ha fatto lo scimmione?”domandò la ragazza con noncuranza.
“Parli di Dunga? Dovrebbe tornare sabato pomeriggio”
“Ah,quindi verrà al party” domandò la corvina inespressiva.
“Se ti fa piacere” ribatté il giovane.
“No,non mi piace quest’idea,ma ho invitato gli altri,quindi quel bestione può venire. Mi basta che non distrugga la casa”
“Ci vediamo” disse il ragazzo alzandosi,dando un bacio sulla guancia alla ragazza,scioccandola.
La cheerleader si toccò la gota con un dito,sorpresa da quel gesto affettuoso inaspettato.
 
Quella mattina il cielo era plumbeo,mentre una fitta pioggerella scendeva lentamente dal cielo,donando un suono melodioso all’atmosfera.
Il trio musicale giunse in macchina a casa di Ozuma con un volto tetro. Le ragazze speravano ardentemente che quel fenomeno atmosferico sarebbe finito presto,poiché si erano esercitate moltissime volte per quell’evento
“Buongiorno ragazze”esclamò il ragazzo,aprendo la portiera dell’auto.
“Anche a te” risposero in coro le tre cheerleader,accennando un sorriso.
“Che tempaccio” sibilò la castana con un tono sommesso,osservando la pioggia che scendeva incessantemente,bagnando ogni centimetro del paesaggio.
“Spero solo che per questa sera non piova” disse Julia con un tono speranzoso.
“Il problema non è il nostro,almeno noi saremo coperte dalla semicupola che sovrasta il teatro,ma è dei  nostri fan. Non sarebbe giusto farli restare sotto la pioggia per uno stupido concerto” ribatté la corvina.
“Ma non sarebbe neanche giusto fargli pagare nuovamente il biglietto”ribatté la spagnola dagli occhi verdi. “Troveremo una soluzione,in fondo la giornata è lunga” esclamò il giocatore di pallacanestro,sperando vivamente che le sue parole fossero utili per confortare gli animi delle ragazze.
“Già,ma noi non possiamo cambiare la realtà”esclamò la ragazza dagli occhi smeraldini atona,parcheggiando l’auto all’interno del garage del teatro.
 
I ragazzi erano riuniti a casa di Max,che aveva convocato i suoi amici con urgenza,poiché Jessie aveva inviato uno strano messaggio al biondino.
“Ragazzi! Ho una sorpresa per voi!”esclamò Max sorridendo,mostrando in segno di vittoria dei pass per il concerto.
“Dovremmo andare al concerto di quelle ochette?” sbottò Takao con un tono indignato,avendo notato i biglietti che l’americano esibiva come un trofeo.
“Già,sarà molto divertente,e poi non lo facciamo per loro,ma per il nostro amico” ribatté il biondo.
“No! Assolutamente NO! Non sta facendo altro che aiutare le nostre nemiche,e noi dovremmo anche aiutarlo?” ribatté il moretto furente.
“Calma Takao,in fondo sarà divertente,e potrai avere l’occasione di chiarire con Ozuma” s’intromise Rei cercando di placare l’animo dell’amico.
“Questa potrebbe essere un’occasione per sbarazzarci di loro” sibilò Yuri sogghignando.
“Sei diabolico” disse scherzosamente Max.
“Non lo sono,semplicemente credo che quelle ragazze siano d’impiccio per i nostri scopi,ergo,questa è un’occasione per toglierle di mezzo”disse il rossino,convincendo tutti con le sue parole.
“Fate come volete. In ogni caso sarà molto divertente” disse Kei,appoggiandosi ad una parete.
“Come hai fatti ad averli?” domandò il moretto rivolgendosi al biondo americano.
“Surprise! It’s a secret”sibilò l’americano sorridendo.
 
La  pioggia era cessata,e nonostante l’umidità il trio aveva deciso di esibirsi lo stesso. I quattro,che si trovavano dietro le quinte, scostarono leggermente il sipario per vedere quante persone ci fossero.
Ozuma deglutì nervosamente,aveva un po’ paura,ma quella scarica di adrenalina  lo aveva caricato al massimo,rendendolo ansiosi di esibirsi con le amiche,che aveva conosciuto meglio durante quel pomeriggio davvero divertente.
Era cosciente che il loro rapporto non si basava sulla fiducia,in fondo era passato solo un giorno,ma tutte le risate e gli scherzi avevano creato un equilibrio colmo di armonia,permettendo a tutti di rilassarsi.
Mentre il giovane era assorto nei suoi pensieri, qualcuno gli toccò una spalla facendolo sussultare.
“Ciao Eveline” disse il ragazzo sorridendo amichevolmente.
“Ciao! Cosa ci fai qui?” domandò la biondina con un’espressione perplessa,guardando il ragazzo con astio.
“Non ti hanno detto che oggi mi esibirò con le tue amiche?”disse il giovane con un tono di superiorità,non essendo disposto a cedere alle future provocazione della cheerleader.
“No,pensavo che tu fossi con i tuoi amici. Sai, sono qui,precisamente sono al bar del teatro” continuò la ragazza,sbattendo le lunga ciglia nere,sorpresa dalla risposta del giocatore di pallacanestro.
“Cosa? Anche loro sono qui?” sbottò il giocatore con un tono chiaramente nervoso.
“Purtroppo si,vabbè io devo andare. In bocca al lupo,e ricorda…ti tengo d’occhio,non mi fido di te,in fondo quelli sono i tuoi amici,e aiutando le Barbie non ci guadagni nulla”disse la ragazza con un tono aspro e scettico,guardando il giocatore di pallacanestro con un’espressione dubbiosa.
“Crepi il lupo! Comunque ognuno è libero di pensare ciò che vuole”
-o ca**o!- pensò  il ragazzo dai capelli rossi e neri,torturandosi nervosamente le dita. Non poteva credere a quello che aveva detto la biondina. Era convinto che quella gentilezza nei confronti l’amica, avrebbe provocato molti, anzi moltissimi,problemi.
 
“Ma guarda chi si vede” sibilò Hilary con un sorriso falso stampato sul suo volto.
“Volevamo constatare una cosa” sibilo Kei,scrutando attentamente l’ambiente.
“Cioè?” domandò Julia,sedendosi elegantemente su uno sgabello,intuendo i pensieri dell’argenteo.
“Nulla che le Barbie siano in grado capire” ribatté Takao con un tono chiaramente offensivo.
“Hei” sbottò la castana indignata,avvicinandosi pericolosamente al moretto,che la osservava con un’espressione da ebete.
“Prova a ripetere ciò che hai detto” continuò la cheerleader,pronta a colpire l’avversario in qualsiasi momento.
“Oltre ad essere un’ochetta sei anche sorda?” la sbeffeggiò il giovane con un tono semi-scherzoso.
La ragazza stava per colpire l’avversario,ma Mariam e Salima riuscirono a fermarla,mentre Max riuscì a trattenere l’amico pronto a reagire all’attacco della castana..
“Hila! Devi calmarti! È solo una stupida scimmia” disse la corvina con un tono aspro che non ammetteva repliche.
“Ma io…”
“Niente ma! Adesso ti siedi e stai zitta,vogliono solo farci perdere il controllo,sai che divertimento per loro se facciamo un flop!” s’intromise Julia,facendo ragionare la studentessa.
“Ecco il nostro Ozuma” esclamò Boris con lampo terrificante negli occhi.
“Ragazzi”salutò il batterista,sperando che i suoi amici non dicessero nulla.
“Dobbiamo parlarti” disse Yuri,intenzionato a distruggere le ragazze.
“Ok,andiamo nel mio camerino”ribatté il ragazzo dai capelli rossi e neri con un tono tranquillo.
“Ozuma,ti aspettiamo qui fra un quarto d’ora” disse Mariam con un tono severo.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini non disse nulla,ad eccezione di un breve gesto della mano per indicare di aver afferrato.
 
Il quartetto,dopo aver percorso il corridoio,giunse a destinazione. L’atmosfera che regnava nella stanza era pesante,nessuno aveva voglia di iniziare il discorso.
Improvvisamente,il ragazzo dai capelli rossi e neri,ansioso di terminare velocemente quell’interrogatorio disse: “Cosa dovete dirmi?”.
“Di solito non m’interessa cosa fanno gli altri,ma devi dirmi il perché stai aiutando quelle ragazze” disse il rosso con un tono minaccioso.
“Primo: Mariam è una mia amica,secondo:sono libero di fare ciò che voglio,terzo:cosa avete intenzione di combinare durante il concerto?”
“Ricorda,o sei con noi,oppure sei contro di noi”l’ammonì Boris.
“Lascia stare,intanto cerca di suonare male. Se non farai questo ne pagherai le conseguenze” disse Kei,annoiato da quella discussione.
“Avete intenzione di toglierle di mezzo,almeno per quanto riguarda la missione di domani?” domandò lo studente.
I russi sogghignarono malignamente,così il giovane capì di aver indovinato le intenzioni dei suoi amici.
 
“Buonasera” urlò il trio,apparendo sul palco, venendo acclamate dalla folla esaltata. Il teatro era enorme,sul palco vi erano numerosi strumenti,oltre allo spazio per le varie esibizioni e per le ballerine. Il luogo era sormontato da una semicupola fatta di vetro da cui era possibile vedere il cielo stellato. Sotto la scena vi erano delle poltroncine. Dalla loro postazioni le cantanti potevano vedere tutta la scena,e questo le fece emozionare,ricordando al trio il loro prima concerto.
Julia indossava un abito rosso a monospalla,dov’era poggiato un fiocco strassato. A sinistra vi era una manica,attaccata al vestito tramite un filo di brillantini.
Mariam indossava un abito blu con lo scollo all’americana. Il vestito era composto da un top ed una gonna,uniti fra loro attraverso dei brillantini,che le lasciavano scoperti i fianchi.
Hilary aveva scelto un vestito rosa e fucsia con dei disegni neri. L’abito aveva un corpetto a cui si univano le maniche attraverso una collana,a sinistra vi era un fiore nero,che riprendeva il motivo dei ghirigori dell’abito.
“Questa sera,per la prima volta potrete ascoltare Price Tag dal vivo,spero vi piaccia” disse Julia con un sorriso emozionato.
“Inoltre abbiamo una piccola sorpresa per voi. Abbiamo avuto qualche piccolo problema in questi due giorni,ma un amico ci ha aiutate! Vi presentiamo Ozuma” s’intromise la castana,mentre l’immagine del giovane appariva sul megaschermo.
“Dovete sapere che questo ragazzo è anche un nostro compagno di classe,e sarete voi a dirci cosa ne pensate”esclamò la corvina prendendo parola,con un tono stranamente dolce,poco consono alla sua indole glaciale.
 
Il primo pezzo venne cantato da Mariam,che si alzò dalla sedia su cui era seduta,con grazie ed eleganza.

Mariam:Seems like everybody’s got a price, 
I wonder how they sleep at night.
When the tale comes first,
And the truth comes second,
Just stop, for a minute and
Smile.
 
La ragazza si avvicinò all’amica e le posò una mano su una spalla,proprio come fece Hilary
Julia:Why is everybody so serious!
Acting so damn mysterious
You got your shades on your eyes
And your heels so high
That you can't even have a good
Time.
Il trio iniziò ad intonare I primi pezzi del ritornello in perfetta sincronia,muovendosi al ritmo della musica,venendo imitate dai fan.
Ragazze: Everybody look to their left (yeah)
Everybody look to their right (ha)
Can you feel that (yeah)
Well pay them with love tonight...
 
It's not about the money, money, money
We don't need your money, money, money
We just wanna make the world change,
Forget about the Price Tag.
Ain't about the (ha) Ka-Ching Ka-Ching.
Aint about the (yeah) Ba-Bling Ba-Bling
Wanna make the world change,
Forget about the Price Tag.
 
La castana si allontanò dalle amiche,percorrendo completamente la scena.
Hilary:We need to take it back in time,
When music made us all UNITE!
And it wasn't low blows and video Hoes,
Am I the only one gettin... tired?
 
La brunette tornò a sedersi,imitata dale due amiche.
Julia:Why is everybody so obsessed?
Money can't buy us happiness.
If we all slow down and enjoy right now
Gurantee we'll be feelin
All right.
 
Ragazze:Everybody look to their left (yeah)
Everybody look to their right (ha)
Can you feel that (yeah)
Well pay them with love tonight...
 
 
It's not about the money, money, money
We don't need your money, money, money
We just wanna make the world change,
Forget about the Price Tag
Ain't about the (ha) Ka-Ching Ka-Ching.
Aint about the (yeah) Ba-Bling Ba-Bling
Wanna make the world change,
Forget about the Price Tag.
 
Il trio si avvicinò all’amico che le sorrise,ma qualcosa andò storto. Infatti il giovane sbagliò numerose parole e note.
Ozuma:Yeah yeah
well, keep the price tag
and take the cash back
just give me six streams and a half stack
and you can keep the cars
leave me the garage
and all I..
yes all I need are keys and guitars
and guess what, in 30 seconds I’m leaving to Mars
yes we leaving across these undefeatable odds
its like this man, you can’t put a price on the life
we do this for the love so we fight and sacrifice everynight
so we aint gon stumble and fall never
waiting to see, a sign of defeat uh uh
so we gon keep everyone moving their feet
so bring back the beat and everybody sing
it’s not about…
 
Ragazze:
t's ain't about the money, money, money
We don't need your money, money, money
We just wanna make the world, world, world, world, world world change,
OooOOoooooOOOOh! Yeah!
Ba-Bling Ba-Bling
Aint abouth the uh. Cha-Ching Cha-Ching
Wanna make the world change,
Forget about the Price
Break it Down.
Money, money, money, uh
Money, money, money
Wanna make the world change
Forget about the Price (yeah)
Aint about the money, money, money
Aint about the mah-money, mah-money, mah-money
We just wanna make the world change
Forget about the Price Tag
Aint about the uh Cha-ching, cha- ching
Aint about the yeah Ba-Bling Ba-Bling
Wanna make the world cha-ange, ch-ange, cha-ange ange
Yeah, yeah, yeaaaaaahh

 
il pubblico era emozionato e applaudì per molti minuti,le ragazze,non contente dell’esibizione si osservarono un attimo sconcertate.
Dopo numerose canzoni,intuirono il motivo degli errori dell’amico,notando dei strani gesti che provenivano dalle Scimmie,mentre i russi osservavano la scena impassibili.
 
“Orami siamo quasi alla fine! Vogliamo presentarvi delle persone” disse Mariam,scambiando uno sguardo d’intesa con le amiche che annuirono,sogghignando malignamente.
“Dovete sapere che all’interno della nostra scuola c’è,per così dire,una lotta fra noi e alcuni ragazzi,che noi chiamiamo Scimmie” continuò Julia,decisa a riscattare la serata.
“Quindi,essendo delle ragazze molto buone,vorremmo invitare i nostri amici per divertirci tutti insieme! È l’ultima canzone,quindi invitiamo tutti i ragazzi del backstage sul palco”s’intromise Hilary.
“Dj,dacci l’attacco! È il momento di Cherry Cherry boom boom” disse Mariam,trascinando Max al centro del palco,che la guardò con un velo di preoccupazione negli occhi.
 
Le ragazze si avvicinarono al bordo del palco,tenendo per mano Takao,Max e Yuri
Hilary:Cherry, Cherry, Boom, Boom
GaGa
 
La ragazza mosse i  primi passi ,finendo con un piccolo saltello in avanti
Julia:Boy we’ve had a real good time and
I wish you the best on your way, eh
I didn’t mean to hurt you, I never thought we’d fall out of place, eh eh
 
La cheerleader eseguì I stessi movimenti dell’amica,e insieme al gruppo,fece un salto indietro,osservando attentamente il biondino che le sorrise,facendola leggermente avvampare.
Mariam:I have something that I love long-long
But my friends keep ah-telling me that something’s wrong.
 
That I miss someone
and eh,
 
Il trio fece alcuni passi incrociando le gambe prima a destra e poi a sinistra,facendosi seguire dai ragazzi,che non riuscivano a stare al loro ritmo,sopratutto il rosso che sembrava un pezzo di ghiaccio. In seguito fecero alcuni movimenti spostando il viso e il corpo verso sinistra,mentre i ragazzi dovevano andare a destra. Il russo,deciso a portare a termine il piano,fece qualche sgambetto alla cantante che lo guidava,che fece finta di niente.

Ragazze:there’s nothing else I can say
(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh) I wish you never looked at me that way
(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh)
 
Julia:Not that I don’t care about you
Just that things got so complicate- eh eh
 
Hilary:I met somebody cute and funny
Got each other and that’s funny, eh eh
 
ragazze:I have something that I love long-long
But my friends keep ah-telling me that something’s wrong. That I miss someone
and eh, There’s nothing else I can say
 
(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh) I wish you never looked at me that way
(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh)
 
(Eh, Eh)
JuliaI have something that I love long-long
But my friends keep ah-telling me that something’s wrong. That I miss someone
and eh, There’s nothing else I can say
(Eh, Eh)
 
Mariam:(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh) Wish you never looked at me that way
 
Hilary(Eh, Eh) There’s nothing else I can say
(Eh, Eh) Wish you never looked at me that way
(Eh, Eh) There’s nothing else I can say

 
Julia,ormai stanca delle bambinate di Yuri,lo spinse per terra, ricordando in un secondo momento di essere su un palco,e con noncuranza si mise a ridere,seguita dalle sue amiche e poi dal pubblico. Grazie alla sua risata contagiosa e spontanea,era riuscita a mascherare la caduta del russo,spacciandola per un incidente.
 
Ragazze:Cherry, Cherry boom, boom
All I can say is Eh, Eh .
 
Il gruppo si riunì nel camerino di Hilary,che era il più grande.
“Chi la fa l’aspetti” esclamò la castana,rivolgendo uno sguardo beffardo al rosso,che la ignorò.
“Te la sei cavata” disse Mariam,rivolgendosi ad Ozuma,che le sorrise.
I due si abbracciarono,ma a causa di un movimento sbagliato le loro labbra si toccarono,
facendo divenire entrambi paonazzi per l’imbarazzo. Mentre Takao ,divertito dall’accaduto,li prese in giro,beccandosi alcuni ceffoni da parte della sua compagna di banco,che gli disse di essere un ragazzo stolto ed insensibile.
I due stavano per iniziare a litigare,ma Eveline e Julia,stanche per tutte quelle prove,separarono i due nemici,trascinando l’amica fuori dalla stanza,sollevandola di peso,nonostante le sue proteste.
 

 
Spazio autrice:
mi  fa male il collo,ho scritto proprio tanto! Spero di non avervi annoiata! Purtroppo questo capitolo è super lungo,ma vi prometto che il prossimo sarà breve(forse). Un bacio a tutti voi che mi avete lasciato una recensione,a voi che leggete e a voi che avete messo la mia storia fra le seguite!

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Capitolo 5
*** Double life ***


Dopo ogni concerto era abitudine delle cheerleader passare la notte insieme. Quella sera Emily ospitò le sue amiche,che nonostante la stanchezza,avevano voglia di chiacchierare.
Le ragazze si accomodarono nella stanza al piano superiore della rossina,dov’erano stati disposi materassi,sacchi a pelo e un divano letto.
“È stato un concerto favoloso!” disse Hilary con un tono estasiato.
“Già,direi..emozionante” ribatté Mao,guardando Mariam con uno sguardo malizioso.
“Siamo state tutte brave,anche Ozuma” sibilò Julia ridacchiando.
“Già! Dovrebbe entrare in squadra” disse Ming Ming,felice dell’esito del concerto,ma contemporaneamente infelice poiché non era mai stata al centro della scena.
“Per me va bene! Chi è d’accordo alzi la mano” disse la spagnola,alzando l’arto,seguita dalle sua amiche,ad eccezione della corvina leggermente assopita.
“Mariam?” la riprese Salima.
“Fate come volete” ribatté la cheerleader voltandosi dall’altra parte.
“Certo che quelle Scimmie sono insopportabili” asserì Emily.
“Già,ma abbiamo avuto la nostra vendetta grazie a July” disse ragazza di capelli turchesi ridacchiando.
“Oh si,se l’è meritato quell’antipatico russo apatico” disse l’ispanica pavoneggiandosi.
“Ma sta zitta!” la riprese la cinese,colpendo l’amica con un cuscino.
“Vuoi la guerra?” disse la castana,colpendo in pieno viso l’amica.
La rosa,cercando di colpire la sua avversaria,erroneamente lanciò il cuscino addosso ad Hilary,che si unì alla battaglia seguita da tutte le ragazze.
“La finite di fare le bambine? Ma sapete che ora è?” le riprese Mariam,distrutta dalla giornata da poco trascorsa.
“Ho mal di gola,sono stanca,ho sonno e domani abbiamo il prof Hiwatari alla prima ora! Quello è un folle e va a finire che domani ci interroga,silenzio e andate a dormire”continuò la corvina con un tono severo.
“Sei noiosa Mary”sibilò Ming Ming,che non contenta della risposta della ragazza,decise di colpirla,così anche la cinesina decise di partecipare al gioco,fin quando la madre di Emily irruppe nella camera,ordinando alla ragazze di dormire.
 
La mattina seguente,Mariam incontrò Ozuma nel parcheggio,chiedendole di fermarsi un attimo.
La giovane,essendo senza voce,fece segno alle amiche di andare in classe.
“Buongiorno” disse il ragazzo con un tono leggermente imbarazzato.
Lei lo fissò un attimo,e dopo qualche secondo estrasse dallo zaino carta e penna,sotto lo sguardo incuriosito dell’amico.
La corvina scrisse:”Sono senza voce. Buongiorno anche a te”.
Lo studente lesse il messaggio incredulo,evidentemente l’umidità della serata precedente aveva creato qualche problema,infatti anche lui aveva qualche dolore.
“Capisco…ho bisogno di parlarti” asserì il ragazzo dai capelli rossi e neri con un’espressione seria.
La ragazza scrisse nuovamente sul foglio,che teneva appoggiato su una cartellina blu:”Se è per ieri non importa,ma dobbiamo andare in classe o Hiwatari c’interrogherà”
“Hai ragione,dammi il tuo zaino così ti aiuto,certo che hai portato tantissimi libri” disse il giovane,strappandole l borsa dal braccio,riuscendo a non far cadere nulla sull’asfalto ancora bagnato.
La cheerleader si accigliò,osservando l’amico con un’espressione scettica,ma grata del gesto, e insieme all’amico varcò la soglia dell’istituto.
 
Il giorno dopo il concerto nella classe della VD era in corso una battaglia a suon d’insulti, infatti, data la mancanza del prof, Takao aveva iniziato a prendere in giro le cheerleader, nonostante la mancanza della loro leader.
“Avete fatto pena su quel palco, e vi ritenete anche delle brave cantanti?”disse il moretto con un tono scherzoso, beffandosi delle ragazze. Hilary,essendo l’unica ad avere ancora la voce, furibonda per quelle parole  rispose:“Ma come ti permetti?Intanto non siamo state noi a fare una figuraccia o mi sbaglio?” Hilary sogghignò notando che Takao non sapeva come ribattere, “Bhè di sicuro noi giochiamo meglio di voi, stupide Barbie!” .
“Siete fortunati ad avere qualche amico decente,tipo Ozuma o Rei! Loro si che sono maturi,tu sei solo un bambino”
“Parli così solo perché è il ragazzo della tua amica,che non mi sembra di vedere! Cos’è si è ritirata per l’enorme figuraccia di ieri?”.
Così la castana, furente come un vulcano,prese in mano il cassino e lo lanciò verso Takao, ma lui fu più rapido e lo prese al volo, ritirandoglielo contro e sporcandola tutta.
Proprio mentre lei stava per ritirarglielo entrò il prof che subito si arrabbiò “Ma si può sapere dove avete il cervello?” Takao stava per rispondere ma venne fermato dallo sguardo assassino del prof che estraendo la biro aprì il registro e strillando scrisse un rapporto lunghissimo sulla sanità mentale dei suoi studenti e sulla loro infantilità “E che questo vi serva da lezione con me non si scherza!”, quando finì di scrivere chiuse il registro di classe e aprì il suo per fare l’appello.
In quel momento entrarono Mariam e Ozuma che notando il prof andarono subito a sedersi ai loro posti, notando l’atmosfera elettrica che regnava in classe.
Il ragazzo, passando accanto alla corvina le appoggiò la borsa sul banco e si allontanò raggiungendo il suo posto accanto a Eveline, che stava dormendo con la testa sul banco.
“Ma guarda un po’! addirittura ci sono i ritardatari! Sono le 8 e 31! Mi avete fatto perdere un minuto di lezione! E tu con i capelli strani,svegli quella biondina!” ordino il professor Hiwatari con un’espressione arcigna dipinta sul viso.
“Siamo già al quarto giorno di lezione,signorina Tachibana,Kinomiya,i due ritardatari e la dormigliona sono pregati di raggiungere immediatamente la cattedra”
“Professore” disse Emily alzando una mano.
“Dimmi! Vuoi essere interrogata insieme ai tuoi amici? Prego ci raggiunga anche lei alla cattedra”
“No,professore! Volevo solo dirle che Mariam è senza voce dopo il concerto di ieri sera” esclamò la rossina,avvicinandosi timidamente alla cattedra.
L’uomo guardò la corvina con astio,deciso ad interrogarla,fregandosene dei suoi problemi.
“Signorina,se uno stupido concerto le provoca tutti questi danni è pregata di abbandonare la sua carriera! Oppure vada a studiare da privatista! Per ora parlami,o meglio scrivi alla lavagna,degli intervalli,inclusa la loro classificazione”
La ragazza furente per la ramanzina del professore strinse i pugni per la rabbia,e lentamente recuperò la concentrazione,scrivendo tutto alla perfezione.
“Qualcuno sa aggiungere qualcos’altro?” domandò il docente con un’espressione severa e arcigna. “Nessuno? Kinomiya fammi un esempio di intervallo illimitato superiormente ed inferiormente”continuò il professore,mentre Takao deglutì nervosamente poiché non aveva studiato nulla.
“È evidente che il vostro amico è un asino! Tu che prima hai alzato la mano,sai farmi qualche esempio?” domandò il professore con un’espressione scettica rivolgendosi ad Emily.
“Si professore” disse la cheerleader,scrivendo numerosi esempi.
Il professore sorrise soddisfatto,dopodiché ordinò  ad Hilary:”Parlami degli Intorni con i relativi esempi.
La ragazza,leggermente preoccupata per la domanda scrisse tutto,il professore non disse nulla,limitandosi a scrutare la lavagna.
“Kurosawa(Ozuma),la tua compagna ha fatto degli errori,sai individuarmeli? Kinomiya e Rio state attenti! Se il vostro amico sbaglia correggerete voi l’errore”.
Il ragazzo corresse gli errori e disse:”Aveva semplicemente invertito il segno positivo e quello negativo.
“Bene,continua a espormi questo argomento”
“Gli intorni di dividono destro è sinistro”disse il giovane scrivendo degli esempi.
“Si fermi! Tu che prima dormivi,parlami dell’intersezione e tu Kinomiya dell’insiemistica”
“Allora,si verifica l’intersezione quando vi è una parte in comune”
“Signorina sta divagando! Kon,anche se non è interrogato sa darmi la definizione corretta?”
Il cinese deglutì poiché non aveva ascoltato l’interrogazione.
“Sto aspettando! Vuole un altro due con relativa nota? Ho notato che non stava ascoltando”disse l’uomo prendendo la penna per scrivere nuovamente quel maledetto voto.
“Professore,si definisce Intersezione quando un elemento di A è unito ad un elemento di B”
“Bene Kon,il due della volta precedente passa a tre e mezzo”
Il ragazzo si voltò verso Mao e disse:”Ma questo ha mille occhi?”
La ragazza sorrise e disse:”Penso che non sia umano”
“Cheng! Kon! Uscite immediatamente dall’aula! altrimenti vi punirò severamente” sbottò il professore con un tono minaccioso.
“Mi sono stancato di ascoltarvi,andate a sedervi. Kirsti,Tachibana,Kurosawa e la rossa avete preso sei meno meno,mentre Kinomiya e Rio più di tre non posso mettervi! Dovete studiare di più! Capito?” disse il professore sorridendo malignamente, mentre scriveva i voti sul registro.
Così,gruppo ritornò al proprio posto con un’espressione felice poiché quella maledetta tortura era finita.
Passarono delle ore,quando la professoresse Kein annunciò alle cheerleader che si sarebbero dovute trattenere a scuola oltre l’orario scolastico,dopo di che la docente iniziò una nuova spiegazione su Hegel,precisamente sulla dialettica,fra gli sguardi assonati degli studenti.
Durante il pranzo,i due gruppi s’ignorarono,chiacchierando animatamente fra loro.
 
“Certo che questa giornata è davvero un trauma” si lamentò Rei,distrutto dalle cinque ore di lezione e dal professor Hiwatari.
“A chi lo dici! Sono stato interrogato dopo quattro giorni di scuola! Quell’uomo non sta bene! Si deve far ricoverare! Secondo me è frustato” ribatté Takao,ricordando la terribile interrogazione di matematica.
“Non sei stato l’unico ad essere interrogato,c’ero anch’io”sbuffo Ozuma,girando nervosamente il cucchiaio nella minestra che assomigliava ad una brodaglia informe e a tratti molliccia.
“Già,c’erano anche le Barbie”asserì il moretto sogghignando.
“Almeno loro se la sono cavata”lo riprese il cinese.
“Tutte tranne la biondina dormigliona” ribatté il giovane con un tono allegro.
“Non ti stai dimenticando di qualcuno?” disse Kei,infierendo sull’ego smisurato dell’amico.
“Antipatico” disse Takao voltando il capo con un’espressione fintamente offesa,provocando la risata di tutti.
“A quanto sembra il professore non ama molto i ragazzi,e in generale le persone che non studiando! Raga vedete di stare attenti o quello non vi ammette all’esame” disse Max con un tono stranamente saggio.
“Oh no! Anche tu con questo esame,mancano tantissimi mesi e siamo solo al quarto giorno di scuola! Rimangia quello che hai detto” esclamò il moretto,fingendo di avere l’orticaria,provocando una nuova risata al gruppo.
 
“Queen,Mathilda! Venite qui” disse Emily,notando che le nuove leve della loro squadra erano appena entrare nella sala,stranamente poco rumorosa.
“Ragazze”esclamarono in coro le due cheerleader,sedendosi al tavolo.
“Avete saputo la notizia?” disse Hilary atona.
“Quale?” domandò la rosa timidamente.
“Dobbiamo restare a scuola questo pomeriggio,la nostra allenatrice ce l’ha comunicato qualche ora fa” ribatté la brunetta.
La corvina osservava attentamente Mariam,che era in uno stato semi-cosciente,con uno sguardo di sfida che non sfuggì a Julia ed Eveline,essendo le migliori amiche della ragazza.
Le due cheerleader erano determinate a difendere la loro amica a qualsiasi costo,iniziando a pensare che la nuova pon pon avesse qualcosa da nascondere.
“Chissà che avranno da dire quelle Scimmie”disse Mao pensando ad alta voce.
Mathilda osservò la spagnola con un tono curioso,essendo ignara dell’origine di quel nome.
“Perché mi guardi così? Ti sembra strano quello che è ho detto?” domandò la cinesina, sorridendo alla ragazza che annuì.
“Devi sapere che tutto risale al terzo anno,quando siamo diventate cheerleader,molti ragazzi ci scocciavano e da allora non siamo le Barbie secondo la mente contorta di quei,per così dire,ragazza leggermente decerebrati. Durante la fine di quell’anno,se non sbaglio durante un allenamento,i ragazzi iniziarono a disturbarci,e la nostra Hilary furibonda affibbiò quel soprannome ai ragazzi. Ovviamente nessuno sa questo,ad eccezione della nostra rivalità” spiegò la giovane accennando un sorriso,ricordando tutti i momenti trascorsi al liceo,incluse le risse scolastiche.
Un po’ le dispiaceva che tutto stava per finire,ma era decisa ad intraprendere la sua strada. Voleva diventare una ballerina professionista,in fondo erano anni che studiava danza,e ci sarebbe riuscita a qualsiasi costo.
“Spero che si siano calmati”esclamò la ragazza con un tono scettico e leggermente preoccupato.
“Oh no,sono peggiorati,persino i russi,prima calmi e asociali sono cambiati,divertendosi a progettare scherzi malefici,ma noi non siamo da meno. Mary,Hilary ed Emily elaborano delle vendette più o meno umilianti” esclamò la ragazza,ricordando quella volta quando avevano rubato i vestiti dei ragazzi e bucato le gomme delle loro auto,costringendoli a tornare a casa in costume.
“Ragazze…siete dei geni! Spero di diventare presto vostra amica” asserì la rosa con un tono mellifluo,attirandosi le simpatie del gruppo.
“Mathilda non dire più una sciocchezza simile,ormai fai parte del gruppo”esclamò Ming Ming,abbracciando gioiosamente la vicina.
 
Erano le 15:30,quando le ragazze,dove aver indossato l’uniforme celeste e bianca, raggiunsero la palestra.
“Buon pomeriggio ragazze!”esclamò la nuova allenatrice,nonché docente di storia e filosofia.
“Iniziamo il riscaldamento,ma prima ditemi chi è la vostra capo cheerleader”continuò la donna con un tono esigente.
“Signora,la nostra leader è Mariam,ma in questo momento è rimasta senza voce”disse Hilary piatta,lanciando un’occhiata eloquente all’amica che aveva un’espressione stanca.
“Ah,quando ti sarai ripresa mi dovrai spiegare alcune coreografie che avete fatto in passato e come hai intenzione di organizzare quest’anno”disse la donna con un tono autoritario,la ragazza annuì.
“Bene e adesso iniziamo l’allenamento,è un po’ che non vi allenate ed è giunto il momento di allenarci per il torneo nazionale che si terrà ad aprile,inoltre vi annuncio che dobbiamo creare una coreografia per la partita di pallacanestro che si terrà sabato prossimo”
Le ragazze so osservarono con un’espressione perplessa,ad un tratto Mao disse:“Ma signora,noi non abbiamo mai fatto il tifo per quella squadra,di solito noi ci esibiamo durante gli incontri di football”.
La donna sorrise,meravigliandosi che le nuove allieve non sapessero la novità di quest’anno:”La squadra di football non esiste più”.
Le ragazze si osservarono nuovamente,tutte erano sorprese e soprattutto il pensiero di dover far il tifo per i loro avversari le irritava terribilmente,questo sarebbe stato un grande smacco per il loro orgoglio.
 “Iniziate a fare qualche giro di campo per riscaldarvi,dopo di che iniziamo con gli esercizi”.
Appena l’allenamento fu finito,la professoressa osservò il foglio dove aveva scritto alcuni appunti,e per stimolare la squadra a migliorare escogitò un piano,e senza far capire al gruppo le sue intenzioni disse:”C’è qualcosa che non va,siete molto affiatate ma poco allenate,forse dovreste cambiare capitano! Faremo una sfida fra una settimana fra Queen e Mariam. Ragazze venite qui” ordinò la professoressa,decisa a portare la squadra alla vittoria.
“Voi due dovrete scegliervi un gruppo,inoltre potrete chiedere aiuto anche a membri esterni della squadra. Queen inizia a scegliere”.
Dopo qualche minuto vennero composti i due schieramenti.
La squadra della cinesina era composta di Julia,Mao,Mathilda ed Emily,più alcuni ragazzi ,ad esempio Gianni Tornatore entrato in squadra solo per poter godere della compagnia di quelle giovani e bellissime ragazze,mentre quella della corvina era composta da Ming Ming,Hilary,Eveline,e Salima, più alcuni componenti della squadra.
La nuova cheerleader squadrò il capitano con circospezione ed arroganza,essendo decisa a conquistare quel posto tanto ambito.
Dopo aver diviso la squadra,la professoressa disse a Mariam,Julia ed Hilary di restare momentaneamente in palestra per discutere di una questione delicata.
“Forse non sapete chi sono,ma da oggi in poi vi guiderò durante le missioni di spionaggio. Io e il signor Nodoka abbiamo discusso riguardo la vostra presenza per la missione di domani,e abbiamo deciso che non è il caso che voi partecipiate” asserì la donna con un tono severo.
“Mi scusi professore,ma su quali basi volete escluderci?” disse Hilary,esprimendo il pensiero comune del trio,rimasto interdetto dalle parole della docente.
“Innanzitutto signorina Tachibana eviti di porre domane,e se ha intenzione di fallo esprima i suoi dubbi con educazione,ma sono clemente e credo che sia giusto che voi siate a conoscenza dei reali motivi.
Il primo motivo riguarda gli avvenimenti del concerto,il secondo riguarda la salute di Mariam e Julia,e terzo,temiamo che la discussione avvenuta oggi in classe possa comportare dei problemi per la missione” detto questo,la donna uscì dalla palestra,lasciando le tre cheerleader con un’animo colmo di ira,poiché detestavano quando qualcuno prendeva le decisioni per loro.
Si sentivano inutili,nonostante fossero consapevoli che le loro amiche sarebbero riuscite a portare a termine la soluzione.
 
Un’altra giornata trascorse normalmente fra compiti,chiacchiere e scherzi al dir poco idioti,e finalmente giunse il momento della missione.
Erano le 22 e 30 . I ragazzi erano già al museo nascosti chissà dove.
Le ragazze,decise a portare a termine la missione si dileguarono,optando per il piano proposto da Emily:nascondersi ed intervenire appena i ladri fossero intervenuti.
Casualmente,alcune cheerleader si rintanarono proprio dov’erano nascosti gli avversari,momentaneamente alleati.
Eveline,ad esempio si era nascosta dietro un muro,dove aveva trovato Ozuma.
La biondina scrutò il giovane con astio,ma il ragazzo intuendo che la giovane stava per dire qualcosa le si parò davanti,tappandole la bocca,ma l’americana non si arrabbiò,intuendo il reale motivo di quel gesto. In fondo sapeva che quel ragazzo era gentile e che avrebbe fatto di tutto per portare al termine quella missione,anche a costo di allearsi con le loro perenni avversarie.
Tutto questo permise alla ragazza di rivalutare la posizione del cinesino,così lei gli sorrise dolcemente. Quel gesto spontaneo aveva provocato alla giovane spia un moto di tenerezza che non aveva mai provato in vita sua.
Mao silenziosamente si nascose dietro una statua italiana,momentaneamente esposta in quel museo,e senza rendersene conto ritrovò Rei che le sorrise.
“Hey”disse la cinesina con un filo di voce,sperando che il ragazzo che le stava dietro la sentisse.
“Nessun movimento sospetto?” domandò il giocatore di pallacanestro.
“No…per ora niente”asserì la piccola spia,voltando la testa verso l’alleato.
I loro occhi s’incontrarono perdendosi nell’ambra e nell’oro,entrambi divennero paonazzi,tanto che la profonda emozione che avevano provato in quel breve lasso di tempo li aveva distratti,rischiando di farli cadere rovinosamente a terra.
Infatti la “coppia” si trovata in una strana posizione,ma Rei,con un movimento felino riuscì ad evitare la caduta,sfiorando il seno della compagnia che arrossì vistosamente,nonostante il buio.
La rosina abbassò il capo per l’imbarazzo,ma un rumore sospetto attirò la sua attenzione.
Così fece segno al ragazzo di non fiatare,poiché il corvino stava per scusarsi.
Improvvisamente apparvero tre figure incappucciate che si avvicinarono loscamente verso la pietra preziosa.
Lentamente un dei tre cercò di aprire la teca,mentre l’altro disinnescò l’allarme.
Ma improvvisamente furono sparati dei colpi,che ovviamente non dovevano colpire i ladri.
“Esci fuori bastardo”urlò l’uomo più basso.           
“Ti piacerebbe”sibilò Yuri con un tono ironico ,cambiando velocemente nascondiglio.
Uno dei tre ladri distrusse la teca,ma Eveline lanciò velocemente un gas,mentre Emily corse a sostituire la pietra con una gemma falsa.
Improvvisamente la nube di dilatò e i malviventi notarono che c’era qualcosa di diverso. Lentamente si allontanarono dalla teca,cercando i loro aggressori.
Mao tremò di paura,sentendo dei passi avvicinarsi,ma Rei cercò di calmare e per non far sentire i singhiozzi della ragazza decise di tapparle la bocca.
All’improvviso l’uomo più basso girò l’angolo,e improvvisamente si ritrovò a terra tramortito,ma il compagno,notando alcuni movimenti sospetti si avvicinò con circospezione e dopo qualche istante fece svenire Ozuma,mentre intrappolò fra le sue braccia Evelne che aveva uno sguardo terrorizzato.
Il compagno svenuto lentamente si riprese,ma senza rendersene conto si ritrovò nuovamente a terra,sta volta addormentato da un proiettile pieno di sonnifero,sparato da Boris.
I due ladri si misero l’uno di fronte al’altro,fin quando tutte le spie non iniziarono a lanciare delle bombette innocue,facendo “danzare” i due uomini,così Eveline cadde a terra e indolenzita riuscì a scappare.
I due uomini sempre più irritati iniziarono ad indietreggiare,ignari della trappola che li attendeva.
Infatti i due gruppi avevano piazzato dei fili sul pavimento,e appena fu dato l’ordine due coppie di ragazzi tirarono le due corde,facendo cadere i due uomini rovinosamente a terra.
Ma la trappola non finì qui,infatti sul pavimento era stata spalmata della colla,così i due ladri restarono incollati.
In seguito,i ragazzi sollevarono anche l’altro uomo dal pavimento e fecero cadere sul pavimento appiccicoso. Intanto,i due uomini rimasti svegli iniziarono a lamentarsi,fin quando Yuri,stanco di quelle voce petulanti,decise di addormentarli.


 
 
 
 
Spazio autrice:bene! Eccoci qui a postare con un giorno in anticipo,contenti?
Avete notato che stanno nascendo dei bei triangoli,destinati a diventare qualcosa di assurdo? Credo proprio che sarà difficile,ma la mia sister,se vorrà mi darà una mano..e soprattutto devo ringraziala per avermi scritto alcuni pezzi! Angel od Darkness ti adoro! Lo sai vero?.
Ovviamente ringrazio tutte le persone che seguono questa shot,quelli che commentano,coloro che l’hanno messa fra le seguite e tutti quelli che leggono e basta ^^.
Ve lo avevo promesso,no? Questo capitolo è più corto e il prossimo lo sarà un po’ di più(forse,ma ne dubito). Vi anticipo che tratterà della festa,dove succederà un gran casino…questi maschietti insopportabili.
Spero che vi piaccia e di non avermi annoiata. So di non essere una brava scrittrice e di non saper descrivere bene le situazioni…
Un bacione a tutti!
Ah,dimenticavo,il prossimo capitolo sarà postato lunedì(mooolto probabilmente)…questo è un piccolo regalo per tutti voi. (Contenti? Nda) (No ndtutti+ protagonisti della ff) (:’( nda)

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Capitolo 6
*** Un party sentimentale ***


Julia si stava recando in un piccolo parco abbandonato,dove si sarebbe tenuta la prima riunione del suo gruppo per la sfida.

Era in ritardo e in pochissimi istanti uscì di casa,salutando frettolosamente il fratello che stava facendo colazione.
Odiava quando il sabato non le permettevano di dormire,poiché doveva recuperare tutto il sonno perso durante la settimana,eppure la sua migliore amica a volte aveva manie di perfezione a causa del suo carattere,forse troppo orgoglioso.

Scese nel piccolo garage dove trovò i suoi pattini che non utilizzava da qualche mese.
Si appoggiò all’auto del fratello che si era categoricamente rifiutato di accompagnarla,e alla velocità della luce infilò i rollerblade.
Chiuse il portellone e si fiondò fuori dal cancello. L’aria fresca della mattina le stuzzicava il viso,svegliandola completamente.
Nonostante fossero solo le otto e mezza,il sole già era caldo e la strada era semi vuota,fatta eccezione per alcune macchine che percorrevano quella via sporadicamente. Così,la castana decise di accelerare,sperando di giungere a destinazione in pochi minuti.
Attraversò tutto il rettilineo,in seguito svoltò a sinistra per attraversare la discesa,che percorse in pochi secondi.
Proprio in quel momento passò un camion e lei iniziò ad imprecare poiché non riusciva a frenare.
Aveva paura,chiuse gli occhi,mentre numerosi istanti della sua vita gli invasero tutta la mente.
Improvvisamente si sentì tirare per un polso,tremava. Pensava di essere morta,ma una voce la destò dai suoi pensieri. Una voce tanto odiata,ma che conosceva bene.
“Fernandez”esclamò il rosso con un’espressione gelida,nonostante i suoi occhi fossero velati da un impercettibile strato di preoccupazione.
La ragazza lentamente aprì gli occhi,restando sorpresa nello scoprire il volto del suo salvatore. Non riusciva a proferire parola,i suoi occhi erano incatenati in quelli di ghiaccio del russo,mentre il suo cuore iniziò ad accelerare.
Tutto era così strano,eppure così piacevole! Era arrossita,ma questo non le impediva di scrutare il ragazzo con un’espressione di sfida.
“Ivanov,grazie”sibilò la cantante con un tono stranamente dolce e sincero,che la disgustò leggermente.
Odiava ringraziare quel ragazzo,soprattutto se ti trattava di Yuri,il deficiente che la torturava da anni.
Il russo sorrise con un’espressione divertita,ma contemporaneamente derisoria,ma nonostante i suoi occhi mostrassero quelle emozioni così fredde,dentro di sé stava provando qualcosa di diverso…maledetta ragazza!.
Il giovane lasciò il polso della ragazza,e lentamente si voltò,salutando la ragazza con un gesto secco della mano,mentre la cheerleader osservava il suo salvatore con u’espressione allibita.
La studentessa,con un’espressione trasognata raggiunse il luogo dell’appuntamento,beccandosi una sgridata da Mariam,che notando l’espressione della sua migliore amica sorrise,intuendo che era successo qualcosa,e sicuramente l’avrebbe costretta a raccontarle tutto.
Passò mezzora e la corvina era furiosa,non sopportava più Gianni,che con la scusa della coreografia le si era appiccicato addosso.
Improvvisamente,dopo un’ulteriore palpatina del biondino,la cheerleader lo allontanò da sé,dandogli un sonoro ceffone.
“Razza di pervertito! Pensa alla coreografia! E cerca di concentrarti! Oppure sei in squadra solo per palpeggiare le ragazze? Va a sederti e continua ad osservare!"esclamò la corvina offesa ed indignata dal comportamento dell’italiano,che osservò il suo capitano con un’espressione triste,poiché quella ragazza gli piaceva da morire,esattamente come adorava tutte le ragazze della sua squadra.
In quel momento un ragazzo che era rimasto ad osservare il gruppo si avvicinò sorridendo.
“Ciao Mariam”esclamò Max,sorpreso di trovare metà della squadra delle cheerleader in quel parco.
“Ah,sei tu”sibilò la giovane con un’espressione gelida,mentre si chiedeva come mai quel ragazzo fosse lì.
“Cosa fate?” domandò l’americano con un sorriso gentile,attirandosi inspiegabilmente le simpatie della squadra,che sperava nell’aiuto del giovane.
“Non si vede?” disse sarcasticamente la cantante,indicando lo stereo e i suoi compagni.
Il biondo sorrise,rendendosi conto di aver posto una domanda alquanto sciocca,ma notando che la squadra,inclusa Mariam,aveva un’espressione al dir poco sconsolata.
“Serve una mano?” propose gentilmente lo studente.
La ragazza lo osservò scettica,infatti stava per declinare l’offerta del compagno di banco,ma Julia,decisa a far vincere la sfida alla sua migliore amica,intervenne.
“Si,grazie”
“Sicura?”domandò Max,guardando la cinesina, con un’espressione dubbiosa,così,la ragazza fece intuire con indifferenza che il suo aiuto non le faceva nè caldo nè freddo.
Eppure,durante le prove,facendo coppia,i due si scambiarono notevoli sguardi,che mischiati alla sensualità della coreografia “Right There” creò un’atmosfera carica di elettricità.
Il gruppo notò la perfetta sincronia fra i due ragazzi,e tutti convenivano sul fatto che nessuno aveva mai visto ballare in quel modo il capitano delle cheerleader,lasciando tutti di stucco.
Persino Mariam se n’era accorta. Infatti non riusciva a distogliere il suo sguardo da quello di Max. Entrambi erano legati da pura magia,era un mix di emozioni piuttosto forti,estranee persino a loro due.
Julia osservava la scenetta divertita,avrebbe fatto di tutto affinché la sua amica per farla innamorare del biondino che era stato in grado,a differenza di tutti,di sciogliere momentaneamente il ghiaccio che avvolgeva gli occhi della sua best friend.
Anche se ormai era diventata amica di Ozuma,non riusciva proprio a vederlo con la ragazza,eppure era consapevole che i due si volevano un gran bene,e non voleva che i due studenti soffrissero per un amore mascherato da amicizia.
Osservando la coppia desiderò provare anch’ella quelle emozioni,ignorando il fatto che le aveva provate anch’essa quella mattina. Infatti i suoi pensieri volarono verso un rosso russo che per la prima volta era stato gentile con lei,pur essendo la sua acerrima nemica.
 
Finalmente giunse la sera. Mancava mezzora all’inizio del party e Mariam era in camera sua alle prese con il ferro per i ricci.
Aveva già indossato il suo vestito nero,caratterizzato da un corpetto tutto arricciato che aveva un gonna a balze. Tutto l’abito era ricoperto da brillantini che s’intonavano alla perfezione con il bracciale,i sandali argentati ed il cerchietto che le era stato regalato dal fratellino qualche mese prima.
Improvvisamente,mentre stava arricciando una ciocca di capelli,qualcuno bussò.
“Avanti”esclamò la corvina con un tono quasi scocciato,odiando essere disturbata mentre si preparava.
Sapeva che a breve ci sarebbero state le elezioni per i rappresentanti d’istituto,e sperava di vincere insieme alle sue amiche, sopratutto dopo lo smacco dell’anno scorso:assoluta parità fra Barbie e Scimmie.
Purtroppo la sua scuola dava troppa importanza all’immagine e per questo ci stava mettendo tutto quel tempo,nonostante lei odiasse curarsi in quel modo così esasperante per i suoi poveri nervi.
“Sorellona c’è Ozuma”disse Jessie entrando nella stanza della sorella.
“Hai messo il cerchietto”esclamò il bambino con un’espressione soddisfatta,dando un bacione alla sua adorata parente.
“Non si vede?” domandò la corvina con un’espressione canzonatoria e divertita.
Voleva un gran bene al fratellino,peccato che faceva parte del gruppo delle Scimmie,esattamente come Raul e King,fratelli di Julia e Queen.
“Comunque fallo salire. È in anticipo”disse lei, osservando l'orologio a pendolo appeso alla parete.
“Ha detto che doveva parlarti. Credo proprio che tu gli piaccia e vestita così lo stenderai sicuramente”esclamò il ragazzino con un sorriso malizioso,facendo arrossire leggermente la cheerleader.
“Ma che diamine stai blaterando”sbottò la giovane visibilmente imbarazzata,che stava per colpire il ragazzino,che scappò alla velocità della luce dalle grinfie della sorella inviperita.
Quel bacio dopo il concerto per lei aveva avuto importanza,ma a causa del suo carattere,forse troppo ribelle,testardo ed orgoglioso,non lo avrebbe mai ammesso.
Il cuore iniziò inspiegabilmente ad accelerare,ma era decisa ad apparire fredda ed impassibile,così appena il ragazzo entrò nella camera,lei assunse la sua solita maschera di freddezza.
“Ciao Mary”disse il giovane,baciando le guancie dell’amica,che lo salutò educatamente.
“Ciao anche a te”sibilò la cantante,osservando l’abbigliamento del ragazzo,che indossava una giacca nera coordinata al jeans,e una camicia bianca leggermente sbottonata in tinta con le scarpe.
-certo che è proprio figo- pensò la corvina,scuotendo leggermente la testa per scacciare quei pensieri poco consoni alla sua personalità
“Come mai sei qui?” domandò la ragazza sedendosi sul letto,accavallando le gambe,provocando mille brividi e pensieri poco casti all’amico,che divenne paonazzo.
Il ragazzo si accomodò sul letto imitando l’amica. Le piaceva davvero tanto,ma aveva paura di chiederle di uscire per la paura di rovinare quell’amicizia,forse ancora troppo fragile.
“Avevo voglia di vederti e poi ad una festa è difficile chiacchierare,soprattutto se sei tu ad essere la padrona di casa”ammise il ragazzo con un tono fintamente indifferente. Infatti,il reale motivo del suo anticipo,era quello di avere quella meraviglia solo per sé,almeno per un pò.
La corvina osservò il ragazzo accigliata,non credendo del tutto alle parole del compagno di classe,eppure quella situazione la divertiva molto,così decise di metterlo un po’ in difficoltà,decisa a sapere il reale motivo di quel gesto.
Così,appoggiò sensualmente la sua testa su una spalla del giocatore di pallacanestro,per torturarlo un po’.
Il ragazzo sbiancò,non aspettandosi quel gesto. Voleva baciarla,ma doveva resistere…almeno per quanto gli avrebbero permesso i suoi nervi.
“Solo per questo?”esclamò la giovane con una voce roca soffiandogli con la voce sul collo.
Il ragazzo deglutì,quella situazione lo terrorizzava,ancora un po’ e gli sarebbe saltato addosso.
In quel momento odiava quella ragazza. Era una strega che era riuscito ad ammaliarlo in pochi mesi.
“S…si”disse il giovane con un tono poco convinto.
“Sei solo o ci sono anche i tuoi amici?”domandò la ragazza con un sorrisino leggermente malizioso.
“Solo,i miei amici sono sempre in ritardo”sibilò il ragazzo,osservando un punto qualsiasi della stanza.
“Come sto?” domandò la corvina,arricciandosi sensualmente una ciocca di capelli all’altezza del senso,facendo diventare rosso l’amico,che ormai non resisteva più alle provocazioni dell’amica,così la baciò con passione,tanto da finirle sopra.
Voleva qualcosa di più,la voleva tutta per sé,ma la cantante decise di fermarlo prima che fosse troppo tardi.
La ragazza iniziò a ridere quasi istericamente. Non aveva mai avuto un ragazzo vero e proprio,ad eccezione di storie casuali,e soprattutto non si era mai trovata in una situazione del genere,e questa in particolare la imbarazzava terribilmente,eppure fece finta di niente,decisa a non mostrare le sue emozioni.
Non si aspettava che gli eventi si evolvessero in quel modo,ma si era divertita a stuzzicare l’amico sia per il proprio ego,sia perché gli piaceva un pochino.
Eppure c’era un’altra persona che era entrata nella sua mente,e questo le dava fastidio.
Fra i due scese un imbarazzante silenzio,rotto solo dai loro respiri. Si distesero sul letto,e lui le accarezzò i capelli. Aveva paura di aver fatto qualcosa si sbagliato,e soprattutto credeva di averla persa,ma non era così,infatti la ragazza,spostandosi,posò le sue labbra su quelle del ragazzo.
Non stavano insieme,ma entrambi erano curiosi di vedere fin dove si sarebbe spinta quella strana situazione fra loro.
 
Lentamente giunsero gli invitati,e i due scesero al piano inferiore e Julia notò i sguardi che Mariam e Ozuma si scambiavano,così trascinò con poca gentilezza l’amica al piano superiore,decisa ad avere delle informazioni.
La castana osservò l’amica con un’espressione interrogativa e senza mezzi termini le disse:”Cos’è successo? Hai una faccia tutta love love”
La corvina si accigliò,com’era possibile? Era stata scoperta! Anche se questo fatto non la meravigliò più di tanto,infatti Julia era una delle poche persone che riusciva a capirla con un semplice sguardo.
“E se ti dicessi che è successo qualcosa?” domandò la cheerleader con un’espressione di sfida.
“Tesoro,ma sei sicura di quello che stai facendo? In fondo non vi conoscete molto bene,inoltre fa parte delle Scimmie,e…”
“July,sta calma. È stato un semplice bacio,e quando stavamo per andare oltre ci siamo fermati”
La spagnola osservò l’amica perplessa,di certo non si aspettava tale rivelazione. Era sconvolta,ma decise di abbracciarla. Le voleva bene,e l’avrebbe appoggiata in qualsiasi situazione.
“Qualunque decisione prenderai,ti vorrò sempre bene e ti starò vicina”.
“Fernandez,non sto partendo per la guerra! In fondo mi sto divertendo un po’”la rimbeccò la corvina divertita.
Così,le due ragazze iniziarono a ridere,e insieme scesero al piano inferiore,ormai strapieno di persone.
Le ragazze si salutarono fra loro e dopo pochi minuti Mao si allontanò per parlare con Rei,sotto lo sguardo vigile di Salima.
“Ciao Rei”disse la rosa allegramente,sorridendo gentilmente al compagno di banco.
“Hey Mao! Sei davvero bellissima ‘sta sera”esclamò il cinesino,baciando galantemente la mano della ragazza che arrossì vistosamente.
La ragazza indossava un abitino rosa a fascia stretto fino alla vita,tanto da evidenziare i suoi punti fisici migliori,che scendeva in una gonna che scendeva morbida fino alle ginocchia,mentre i suoi capelli mossi erano stati sciolti e tirati indietro con alcune pinzette strassate che illuminavano il suo bel viso.
“Ti va di ballare?” domandò il ragazzo porgendole la mano.
“Certo”esclamò la cinesina,seguendo l’amico al centro della pista.
 
Intanto Hilary stava seduta su un divanetto,sorseggiando un drink analcolico,quando le si avvicinò Takao.
“Tachibana, cosa fai?
“Non si vede?”ribatté acidamente la castana.
“Sei tutta sola,dai vieni a ballare” disse il ragazzo,alzandola bruscamente dal divano,facendole rovesciare tutto il liquido sul top rosa che divenne semi trasparente.
La ragazza arrossì. In quel momento avrebbe voluto strozzare il moretto,ma essendo consapevole degli sguardi di tutti decise di rimanere calma,e sibilò con un tono impercettibile:”Bastardo”
“Come ti permetti! Oca!”
“Ah si! chi sarebbe l’oca?” disse la ragazza ormai furibonda,gettando il resto del liquido sul viso dell’avversario,che iniziò a correre dietro la ragazza,che sorrideva con un’espressione divertita.
 
Boris stava chiacchierando con Eveline,nonostante la conversazione fosse al dir poco telegrafica,ma caratterizzata da numerosi sguardi e gesti che fecero battere il cuore alla dolce americana.
Così,senza rendersene conto i due si ritrovarono al centro della pista da ballo,scatenandosi come dei pazzi,soprattutto la cheerleader.
Dopo mezzora,i due si separarono e la ragazza si accomodò su una sdraio libera a bordo piscina.
Lentamente si distese,senza rendersi conto della presenza del suo vicino che la scrutò con un’espressione inebetita,fin quando la bionda non si voltò.
“Ciao Ozuma”disse lei atona. Non sapeva il perché,ma quel giovane la metteva a disagio,soprattutto dopo gli avvenimenti del concerto.
“Hey!”disse telegraficamente il ragazzo,che accennò un sorriso.
“Stanco?” domandò la ragazza,decisa ad instaurare un dialogo,a causa della sua indole,a volte,troppo gentile.
“No,stavo aspettando Mariam,ma a quanto pare sta ballando con il mio amico”ammise il ragazzo con un’espressione leggermente infastidita.
La bionda alzò gli occhi,notando che la sua amica si stava divertendo con Max,e così disse:”Sono davvero una bella coppia. Ho saputo che questa mattina hanno fatto faville”.
Lo studente si accigliò,ignaro degli eventi di quella mattina.
La biondina notò gli occhi furenti,velati dalla gelosia del ragazzo,così decise di raccontare i fatti.
Quando ebbe finito di raccontare,i due iniziarono a scherzare,notando che avevano numerosi interessi in comune,ma fra loro c’era una strana atmosfera.
“Dunque anche a te piace viaggiare”disse l’americana sorridendo cordialmente.
“Già,moltissimo! Dopo il liceo ho intenzione di fare una vacanza con i miei amici”
“Anch’io ho avuto quest’idea. Sarebbe davvero forte incontrarci tutti insieme”ribatté la biondina.
“Credi che ne usciremmo vivi?”sibilò il ragazzo,prevedendo i continui litigi.
“Già! Hai ragione,comunque io vado”esclamò la ragazza,schioccando un bacio sulla guancia al ragazzo,lasciandolo perplesso.
Lentamente si portò una mano sulla gota leggermente arrossata.
Quelle sensazioni lo turbavano leggermente,esattamente come le emozioni che Mariam gli faceva provare.
 
La corvina e Julia stavano chiacchierando,o meglio la castana si stava sfogando con la sua migliore amica,confessandole delle strane emozioni di quella mattina,infatti odiava essere ignorata da Yuri,che sembrava essersi dileguato,esattamente come Kei.
Così,le due si recarono al piano superiore,per sfuggire al rumore del piano sottostante.
Ma appena aprirono la porta della camera della ragazza,le due rimasero scioccate.
Infatti il rosso era “alle prese” con una biondina.
Di certo non si aspettavano di trovare una scena del genere. Essendo sconvolte da quell’imbarazzante situazione, restarono impalate dinnanzi a quella porta,fin quando Kei sogghignò alle loro spalle,facendo sobbalzare sia le due cheerleader che l’amico,che si rese conto di essere osservato.
Julia divenne rossissima per l’imbarazzo,si sentiva morire senza spiegarsi il reale motivo delle sue reazioni,mentre Mariam iniziò ad urlare esasperata.
Quella festa doveva terminare,ma non poteva di certo interromperla poiché sarebbe stata la fine della sua esistenza sociale a scuola,anche se non le importava molto.
 
Nel frattempo,Rei era impegnato con Salima,infatti i due si stavano baciando di nascosto,eppure in quel momento il suo cuore stava pensando ad un’altra ragazza che aveva catturato le sue attenzioni in pochi giorni.
Ma contemporaneamente desiderava la rossina,dunque scacciò tutti quei pensieri dalla testa.
 
Improvvisamente un gruppo di teppisti varcò il cancello,in compagnia di Dunga.
Quei ragazzi,portati dalle Scimmie,iniziarono ad importunare tutti e a distruggere buona parte della casa.
Quei teppisti,inoltre portarono anche dell’alcool per la gioia di molti ragazzi che dopo molti boccali si ubriacarono,portando ulteriore scompiglio in casa.
Mariam,esasperata,pur mantenendo con un grande sforzo il suo autocontrollo,riunì le sue amiche per elaborare un piano.
Così,mentre un gruppo di ragazza riunì il gruppo avversario traendo tutti in inganno,Julia corse a staccare la corrente.
Appena la castana ebbe svolto il suo compito,le cheerleader spinsero i ragazzi in piscina.
La corvina prese parola e disse:”Ragazzi credo che sia saltato il contatore,e poi si è fatto davvero tardi. Il party è finito.”
Lentamente tutti gli ospiti si eclissarono,ad eccezione di Max,che nonostante fosse bagnato fracido,si nascose.
“Adesso chi pulisce questo disordine”disse Mao,dispiaciuta per l’amica,che sicuramente sarebbe stata punita.
“Non preoccuparti”ribatté la ragazza.
“Dai,adesso tutte insieme ti aiutiamo”s’intromise Emily,avvicinandosi ad una cristalliera.
“Ragazze,non disturbatevi”esclamò la cheerleader con un fare autoritario che venne ignorato dalle amiche.
Appena fu riordinato tutto,le ragazze si eclissarono,così la ragazza si recò al piano superiore per indossare il pigiama.
Ma appena entrò nella sua stanza,notò che c’era qualcosa di strano.
Infatti una voce attirò la sua attenzione.
“Sei tu”disse la giovane con un tono piatto.
“Sono io”esclamò il biondino.
“Questa è violazione della privacy”sbottò la cantante con un tono assonnato.
“Lo so,ma c’è una cosa che dovevo fare”esclamò il biondino avvicinandosi alla ragazza.
Il ragazzo la baciò. Ne aveva davvero voglia,e dopo averla baciata le sorrise,mentre lei si mostrò impassibile.
I due si salutarono(per così dire). Così la corvina rimase sola.
Troppo emozioni in così pochi giorni.
Si sentiva strana,ma estremamente divertita per quella situazione.
 

 

Spazio autrice:
Ciao a tutti! Credo proprio di aver fatto un mezzo casino,e non sono stata molto brava! Probabilmente sabato non posterò perché ho degli appuntamenti estetici per la comunione della mia cuginette-scimmietta preferita JMa mi farò perdonare molto presto,forse riuscirò a postare il nuovo capitolo venerdì,massimo lunedì! Ve lo prometto!
Un ringraziamento speciale alla mia amica Rina-chan che mi aiuta con i capitoli e mi da l’ok,e a tutti voi che leggete,commentate e seguite questa fic davvero Beautifulniana xD. Ciau

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Capitolo 7
*** Novità e strane coincidenze ***


Velocemente trascorse una settimana e finalmente giunse il giorno della sfida,anche se mancavano ancora tre ore.
Gli ultimi sei giorni erano stati caratterizzati dal nervosismo generale,poichè il preside Daitenji aveva stabilito che si sarebbe tenuta un’assemblea straordinaria di sabato,provocando lo scalpore generale fra gli studenti,poichè l’istituto il sabato era chiuso,ma il dirigente scolastico a causa della nuova riforma scolastica entrata in vigore quell’anno,aveva ritenuto opportuno convocare quell’assemblea.
Intanto, i due gruppi,che stranamente non litigavano da una settimana,erano in mensa,dove gli unici suoni che si udivano erano i lamenti degli studenti, a cui era proibito assentarsi dall’assemblea,e le chiacchiere delle Barbie sulla sfida ormai prossima.
Queen era seduta al tavolo con le sue nuove amiche e riusciva a chiacchierare amabilmente con tutti,persino con i ragazzi,incluso Kei Hiwatari che sembrava immune al fascino della nuova cheerleader che flirtava con tutti i ragazzi e si era attirata le simpatie di tutte le ragazze,fatta eccezione per Mariam e Julia.
“Qualunque cosa succeda,sappi che per me resterai sempre la vera leader della squadra”sibilò Hilary,rivolgendosi alla corvina con un tono convinto e rassicurante.
“Per me è lo stesso”aggiunse Eveline sorridendo all’amica.
“In fondo la nostra coreografia è molto bella e tu non hai nulla di cui preoccuparti,e poi ci sarà Max ad aiutarci” s’intromise Julia.
La corvina osservò le sue migliori amiche e si sentiva fiera di essere parte di quel magnifico gruppo,poiché era certa che fossero delle persone davvero magnifiche e sincere,così,così,commossa da tutto quell’affetto,anche se evitò di mostrare la sua gioia,decise di sorriderle.
Non aveva paura del "duello", poiché era preparata sia psicologicamente che fisicamente,infatti,pur essendo consapevole del talento dell’avversaria che sorrideva falsamente,si sarebbe impegnata al massimo pur di vincere,poiché in gioco non c’era solo il destino della sua squadra,ma anche del suo orgoglio personale,e non l'avrebbe persa per nussun motivo al mondo.
Anche se,in realtà, la cantante si sentiva preoccupata per quella prova,bensì era preoccupata per la presenza di un certo ragazzo biondo,forse troppo gentile,che le provocava delle strane sensazioni e numerosi brividi.
Ogni volta che le sfuggiva,lui riusciva a scovarla,e tutta quella situazione la divertiva parecchio.
Dunque,si era formato uno strano triangolo amoroso nato dalla voglia di provare emozioni mai sperimentate,e forse dal desiderio di trovare il vero amore.
Durante quella settimana aveva visto poche volte Ozuma,e dovette ammettere a se stessa che gli era mancato,soprattutto i loro baci e le loro piccole confidenze. Quel rapporto le piaceva moltissimo,non solo per l'aspetto fisico,ma anche per il legame che si stava creando,e questo la fece sorridere nuovamente.
Ma entrambi erano consapevoli che quello era solo un gioco ed erano disposti a giocarlo,in fondo era solo un gioco innocente.
In fondo non si sarebbe fatto male nessuno,almeno erano quelli i pensieri della cinesina,ignara del rapporto nato fra Eveline ed Ozuma.
La biondina voleva bene a Mariam,sebbene provasse un po’ di gelosia nei suoi confronti,infatti,almeno per una volta in vita sarebbe voluta essere al centro dell’attenzione,ma la ragazza dagli occhi smeraldini riusciva a “rubarle la scena” in ogni occasione,sia per la sua forte personalità,sia per la sua bellezza magnetica,mentre lei si sentiva come una ragazza troppo ordinaria,troppo semplice,nonostante fosse considerata come una delle ragazze più belle della scuola.
Tutto questo non sfuggì a Queen,che aveva notato lo strano sguardo che la biondina aveva rivolto al capitano delle cheerleader,così un pensiero balenò nella mente.Un piano perfetto per schiacciare quelle stupide Barbie,e per togliere di mezzo i giocatori di pallacanestro.
Suonò la campanella che segnò la fine della pausa pranzo, e lentamente tutti gli studenti si recarono nelle rispettive classi con un’espressione afflitta.
Julia varcò la soglia dell’aula semi-vuota e si sedette al suo posto,dov’era già seduto Yuri,e notandolo sbuffò.
Infatti,la spagnola non aveva ancora ringraziato adeguatamente il russo,e questo pensiero la turbava.
Inoltre la sua mente era combattuta,soprattutto dopo gli avvenimenti della festa.
Dopo qualche minuto si voltò verso il compagno di banco,e con un tono seccato e leggermente schifato disse:”Ivanov,grazie”
Il russo non la degnò di uno sguardo facendola infuriare,ma essendo entrata la professoressa Mizuhara,decise di restare calma.
Il rosso era compiaciuto,essendo consapevole che per la giovane non era stato affatto facile ringraziarlo. Aveva vinto,almeno per ora.
Intanto,Eveline aveva trovato una rosa rossa sul suo banco con un biglietto che recitava:” Per una ragazza davvero carina.
-Il tuo ammiratore segreto-“
La cheerleader sorrise ingenuamente,chiedendosi a chi lei potesse piacere,nonostante avesse pensato per qualche istante che quello fosse solo uno stupido scherzo delle Scimmie.
“Perché stai sorridendo?” domandò Ozuma con un tono curioso, mentre stava sistemando le sue cose.
“Eh? Niente”rispose la ragazza sorridendo,sbattendo le lunghe ciglia.
La giovane aveva un’espressione trasognata e contemporaneamente entusiasta.Sperava di aver capito chi fosse il suo ammiratore e appena ne avrebbe avuto l’occasione gli lo avrebbe domandato.
Tutto questo non sfuggì al giovane che si accorse della rosa,e questo lo fece sorridere,nonostante un pizzico di gelosia si stesse impossessando di lui.
Stranamente Hilary e Takao non stavano litigando,anzi chiacchieravano amabilmente,ignorando la presenza della docente che non aveva ancora iniziato la lezione.
“Dai,vedrai che la tua amica sarà brava. Ma anche tu devi impegnarti se non vuoi essere battura”esclamò il moretto con un tono rassicurante.
“Grazie”rispose la castana sorridendo,facendo arrossire vistosamente il ragazzo.
“Posso farti una domanda?” continuò la cheerleader.
“Certo”ribatté il giovane con un tono curioso.
“Ma ti sei fatto qualcosa prima di entrare in classe?” chiese la nipponica con un tono perplesso,ma contemporaneamente divertito,essendo sbalordita da quel dialogo privo di diverbi.
“Cosa?!? Io sono un ragazzo serio”ribatté lo studente stizzito.
“Ehm…se tu sei serio,Kei è socievole”ribatté Max,che aveva ascoltato tutta la discussione. "Lascia perdere Hila,Max è tutto scemo"sussurrò Mariam all'amica con un sorriso appena accennato,ma divertito.
Quelle battute fecero ridere Hilary,che venne richiamata dalla docente.
La castana si sentì in imbarazzo poiché quella era la prima volta che veniva ripresa durante tutta la sua carriera scolastica.
 
Passarono alcune ore e le cheerleader si recarono in palestra,dove ebbe luogo la sfida che venne aperta da Queen.
Mariam era leggermente tesa,ma il suo volto era privo di espressione. Non voleva mostrare le sue emozioni,e sopratutto doveva mostrarsi sicura per la sua squadra,essendo il punto di riferimento di essa. Non poteva mollare,e sicuramente non lo avrebbe mai fatto.
“Hey Mariam,tutto ok?” domandò Max poggiandole una mano su una spalla facendola sussultare.
“Ovviamente”ribatté acida la corvina,essendo infastidita da quel contatto.
“Volevo solo essere gentile”si giustificò l’americano con un tono dispiaciuto.
Non riusciva a capire quella ragazza,eppure l’attirava come una calamita,non solo per il suo aspetto fisico,ma anche per il suo carattere sfuggevole ed ostile che,secondo lui,celava una grande insicurezza e sofferenza,a causa della sua famiglia che non era unita, poiché i suoi genitori erano divorziati e per questo motivo non vedeva il padre da molti anni,e questo la faceva soffrire tantissimo.
Provava odio verso quell’uomo  che l’aveva abbandonata all’età di dieci anni,e questo non poteva perdonarglielo.
Per anni aveva sperato nel ritorno del padre,e lei stessa,nonostante avesse ancora diciassette anni lo aveva cercato,ma lui si era rifiutato di vederla.
Sua madre si era risposata e lei voleva bene al suo patrigno tanto da considerarlo un padre,ma le mancava il suo vero genitore,ma questo non lo avrebbe mai ammesso,neanche a se stessa.
“Senti bello,non non siamo amici,e non riesco a capire cosa diavolo vuoi da me”sbottò la giovane,alzandosi bruscamente dalla panchina.
Il primo gruppo terminò l’esibizione e la seconda squadra si posizionò al centro della palestra.
L’atmosfera era elettrica,ma com’era previsto l’esibizione fu un successo,però,l’insegnante decise che per quell’anno le due ex contendenti sarebbero state co - capitano..
La nuova cheerleader sorrise,pur non avendo avuto il posto ambito era riuscita ad avere un ruolo per niente marginale,ed era decisa a trovare un modo per sbarazzarsi dell’avversaria,ma per ora doveva solo giocare le sue carte,e poi la sua popolarità sarebbe aumentata quando…
 
Quella mattina il presidente aprì l’assemblea annunciando i cambiamenti che ci sarebbero stati in seguito alla riforma scolastica,per poi spiegare agli studenti il motivo dell’anticipo dell’assemblea.
L’uomo,inoltre,disse che fra due settimane ci sarebbero state le elezioni peri rappresentati d’istituto e di classe,e per questo motivo all’inizio della settimana ci sarebbe stata l’assemblea di classe.
Mariam,Mao,Julia,Emily ed Hilary decisero di formare la loro lista,come fecero Kei,Yuri,Rei ed Ozuma.
Da circa due anni questi erano i due gruppi contendenti,infatti durante il terzo anno le elezioni erano state vinte dalle ragazze,che vennero “sconfitte” l’anno successivo,provocando l’aumento dei disguidi,come ad esempio il tema del ballo studentesco.
L’anno precedente,durante quell’evento successe di tutto e di più,non solo perché ogni studente si vestì come voleva,inoltre la sala predisposta per il ballo era a soqquadro,provocando ulteriore scompiglio,per non parlare degli alcolici portati a scuola dai ragazzi che avevano fatto ricadere la colpa sulle Barbie,ma per fortuna il preside non credde pienamente alla versione dei fatti,così decise di punire entrambi i gruppi.
Ma quell’anno si presentò un’altra lista formata da Queen,King ed Eveline,facendo rimanere i due gruppi basiti,anche se si congratularono con i loro amici..
 
Le ragazze erano riunite a casa di Mao e si stavano preparando per uscire,nonostante non avessero nessun programma per la serata.
“Ragazze che ne dite di andare in un bar? Magari quello che hanno aperto da poco in piazza. Rei mi ha detto che è davvero bello”propose Salima mentre stava legando i capelli.
“A fare?” domandò Eveline accigliata.
“Ci prendiamo qualcosa e poi decidiamo” ribatté la rossina,che convinse il gruppo con uno sguardo da cucciolotta.
“Tu cosa ne dici Mathilda?” domandò Mao,cercando di mettere a proprio agio la nuova amica.
“Certo!”esclamò la rosina sorridendo,essendo felice per quel gesto davvero gentile e premuroso.
“E dopo che facciamo?” domandò Queen,spegnendo una sigaretta che aveva fumato in compagnia di Eveline ed Emily.
“Discoteca?” propose Mariam piatto,facendo intuire alle amiche che non stava escludendo quell’ipotesi,a differenza del fratellino,che era uscito con la sorella poiché la madre aveva costretto la giovane a portarlo con sé, che disse:”Ricordati che ci sono anche io”
“Lo so e comunque non sei tanto piccolo,comunque, cosa vorresti fare?”disse la corvina con un tono annoiato.
“Uscire con i miei amici”sbottò il ragazzo,per niente contento di trascorrere il sabato sera con quelle ragazze.
“Dai piccolo,vedrai che ci divertitemo”disse dolcemente Mao,per evitare che la discussione fra i due proseguisse.
“Sarà”ribatté l’adolescente con un tono poco convinto.
 
“Allora,andiamo al solito bar?”propose Max allegramente,sperando in una risposta affermativa degli amici.
“Perché no!” Ho proprio voglia di un mojito”esclamò Takao con un tono entusiasta.
“E dopo potremmo fare un giro per i magazzini,magari riusciremo a conoscere qualche ragazza simpatica”disse Yuri con un tono malizioso.
“Dopo il casino di sabato scorso pensi ancora alle ragazze?”lo riprese Ozuma,che odiava quando le donne venivano trattate come oggetti,
“Incoerente”ribatté il rosso facendo spallucce.
“Che vorresti dire?”sbottò lo studente con un tono pacato cercando di trattenere l’ira.
“Nulla”ribatté il russo con un tono annoiato.
“Suvvia! È ora di uscire”disse Max con l’intento di far abbassare i toni della discussione.
In fondo Yuri aveva ragione,Ozuma era davvero incoerente dal momento che ci provava con due ragazze,soprattutto perché Eveline piaceva ad uno di loro.
Forse pensava questo solo perché era interessato a Mariam,ma per il momento esisteva solo il divertimento.
“Quasi me ne dimenticato! Mercoledì sera saremo in missione e sta volta dovremmo sorvegliare un magnate della finanza”disse il prof K.
“Perfetto! Ma i dettagli li vogliamo alla fine della serata!”esclamò Takao,facendosi portavoce del pensiero di tutti.
 
 
Passò mezzora e le ragazze uscirono e in breve tempo raggiunsero il bar al centro della città,che di solito era frequentato dal gruppo maschile,ma di loro non c'era ombra e ciò rallegrò l'animo delle ragazze. Infatti,i loro compagni di classe si riunivano in quel luogo solo durante la settimana,mentre il sabato erano in giro,per questo motivo Salima aveva proposto quel luogo,anche se sperava di incontrare i ragazzi,o meglio,sperava di incontrare Rei.
Il locale era abbastanza grande,infatti era disposto sue due piani e comprendeva un grande balcone,dove vi arano alcuni tavoli,dove le ragazze si accomodarono,approfittando della calda serata.
Adoravano chiacchierare sotto le stelle,e quest’occasione non poteva di certo sfuggire alle cheerleader, che contemplarono il cielo, che assomigliava ad un manto impreziosito da diamanti.
Dopo pochi minuti accorse un cameriere per prendere le loro ordinazioni,che arrivarono quasi subito,ma qualcosa,o meglio qualcuno attirò l’attenzione delle ragazze che rimasero basite,ed invece...

 
 
 

Spazio autrice:
bene,il capitolo mi soddisfa,fatta eccezione per l’ultima parte,potevo fare di meglio,avete capito chi hanno visto ste poverine?.
Ringrazio tutti voi che leggete! Spero di non avervi annoiata.
Sono felice di aver aggiornato la storia in tempo,credevo di non farcela.
Baci a tutti.

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Capitolo 8
*** Vecchi ritorni e nuovi amori ***


Appena i ragazzi varcarono la soglia del terrazzo ammutolirono notando la presenza delle loro perenni avversarie,eppure, e nonostante tutti fossero desiderosi di trascorrere un week-end tranquillo decisero di avvicinarsi gruppo femminile, che fingeva di ignorarli con scarsi risultati.
Infatti, le ragazze non riuscivano ad ignorare la presenza dei nuovi venuti,soprattutto Emily,che,nonostante la timidezza iniziale aveva scoperto di avere molte affinità con il professor K,fino a farle prendere una forte cotta in pochissimo tempo che le impediva di guardare in faccia il genietto delle Scimmie.
Di solito la studentessa fosse una persona molto ragionevole che dava poco spazio ai sentimenti,ma queste nuove sensazioni la rendevano estremamente felice ma molto impacciata in presenza del compagno di banco.
In pochi minuti l’atmosfera divenne elettrica,infatti, i maschietti raggiunsero il tavolo delle cheerleader in poche falcate con espressioni poco rassicuranti,irritandole profondamente.
Le fanciulle non amavano particolarmente la compagnia dei ragazzi,in particolare quella di Takao che metteva tutti in imbarazzo,compreso se stesso, con le sue battute,talvolta,davvero squallide,e ovviamente non li sopportavano anche per argomenti riguardanti la scuola.
“Ma guarda un po’ chi si vede”disse Kei con un sorriso ambiguo dipinto sul volto,che non lasciava presagire nulla di buono.
“Le principesse del liceo frequentano i bar”continuò Dunga con un tono falsamente compreso ma contemporaneamente ironico,con l’intendo di punzecchiare la sua amica-nemica Mariam e il resto del gruppo femminile.
“Non sapevamo che fare e volevamo restare tranquille”rispose Mao con indifferenza,mostrando apertamente la propria insofferenza per la presenza dei ragazzi,fatta eccezione per un cinesino dagli occhi ambrati.
“E vi recate in un bar dove ci sono molti fan del vostro gruppo musicale?” domandò Ozuma, con un tono sarcastico e pungendo,osservando insistentemente la corvina che resse lo sguardo con non poche difficoltà,sentendo dentro di sé un mix di strane emozioni.
“Già,ma questo non ci da’ fastidio,anzi,ci fa piacere conoscere nuove persone”rispose Hilary sorridendo falsamente,,poiché le cantanti erano state infastidite già diverse volte,e quella situazione stava iniziando ad irritarle un po’,ma la consapevolezza di essere ben volute dalle persone placava i loro animi.
“Volete sedervi con noi?” propose Eveline gentilmente,che venne immediatamente fulminata dagli sguardi delle amiche che in quel momento avrebbero voluto strozzare la biondina,fatta eccezione per Salima, che era felice di poter trascorrere del tempo con Rei e magari conoscerlo meglio al di fuori del contesto scolastico.
“Vi prego dite di si”disse Jessie con un tono supplichevole,”Così non mi annoio con queste ragazze”continuò il fratello minore di Mariam che venne colpito da Hilary.
“Non vorremo disturbare” disse Max,scrutando la cinesina che stava chiacchierando con il suo amico dagli occhi smeraldini,anche se la conversazione sembrava piatta e a tratti fredda.
Gli dispiaceva vedere quella fanciulla chiacchierare con il suo amico,ma non riusciva a capire il motivo di tale disturbo,e questo  lo infastidiva notevolmente.
“Ma che dite! In fondo non abbiamo litigato per una settimana sopportandoci a vicenda,quindi potremmo resistere un sabato sera”disse Emily,con l’intento di convincere il gruppo,essendo spinta dal desiderio di poter trascorrere una serata con il ragazzo dei suoi sogni.
“Sarebbe fantastico! Così potrò conoscerti meglio”ribatté il Prof K con un tono eccessivamente entusiasta,e,rendendosi conto in un secondo momento della frase appena pronunciata, arrossì vistosamente poiché era evidente che fosse riferita alla sua compagna di banco.
“Forse volevi dire conoscerci meglio”sibilò la giovane con un tono poco convinto,posizionandosi meglio gli occhiali sul naso.
I ragazzi si accomodarono,fatta eccezione per Takao,che, a causa della mancanza di sedie era rimasto in piedi fin quando Ozuma non ebbe la “brillante” idea di far sedere la corvina sulle sue ginocchia senza il suo consenso.
La cheerleader arrossì leggermente,celando alla perfezione il suo imbarazzo,mentre il suo cuore perse un battito non aspettandosi un gesto del genere da parte del suo amico,che le provocò una piacevole morsa all’altezza dello stomaco che celò con un’espressione gelida,nonostante quel contatto la imbarazzasse profondamente.
Ke,dopo qualche minuto di assoluto silenzio intraprese una discussione con Queen pendendo dalle sue labbra,seppure quella ragazza non lo convincesse del tutto,ma si sentiva comunque attratto da lei.
Infatti,credeva che la sorella di King nascondesse qualcosa di strano,ma ciò non gl’importava.
Si sentiva attratto da lei poiché vedeva in quella ragazza cinismo e determinazione,e forse proprio per questo gli piaceva,oltre inoltre era una studentessa davvero carina,nonostante il suo cuore appartenesse ancora ad una bella ragazza dai capelli rossi…Sonja Ivanova, che aveva lasciato da qualche mese,nonché sorella del suo migliore amico.
L’argenteo scosse la testa per scacciare quei pensieri che tormentavano la sua mente troppo presa dalle sue considerazioni e dai rimorsi.
Inoltre a peggiorare la situazione c’era Mathilda,che con i suoi modi così gentili gli ricordavano quella ragazza,e senza rendersene conto si ritrovò ad osservarla,e leilo notò, e questo le fece aumentare il battito cardiaco che le impedì di biascicare parola, fin quando Salima la chiamò riportandola alla realtà.
“Hey Mathy,ci sei?”disse la rossa sventolandole una mano dinnanzi agli occhi.
“Ehm,scusa ero distratta” rispose la diciottenne flebilmente.
Odiava la sua timidezza,infatti neanche con le sue amiche riusciva ad aprirsi del tutto poiché aveva paura di non essere accettata,e questo la faceva soffrire.
Desiderava essere diversa,magari simile ad Hilary o  Mao o  Julia,che lei considerava come vulcani di energia,oppure le sarebbe piaciuto somigliare a Mariam e Queen per il loro carattere riflessivo e la loro intelligenza,anche essere come Ming Ming non le sarebbe dispiaciuto,sebbene la ragazza fosse considerata un po’ svampita,ma almeno era simpatica a tutti.
Invece lei non aveva nessuna di queste caratteristiche. Era semplicemente un’insulsa ragazza con una bassa autostima che la faceva sentire inferiore a quelle ragazze che l’avevano accolta benevolente,esattamente come avevo accolto Queen,che si era integrata perfettamente nel gruppo, nonostante fossero trascorsi pochi giorni.
E poi c’era Kei,non si sapeva spiegare il perché ma gli piaceva,nonostante si scambiassero poche parole,ma era  impossibile parlare con lui,perché l’altra ragazza entrata in squadra era sempre appiccicata all’argenteo.
“Ti ho chiesto se vogliamo andare con loro in spiaggia”disse la canadese con un sorriso convincente sul volto,a cui la rosina non seppe resistere.
“Sarebbe bellissimo,ma come la raggiungiamo?”rispose la fanciulla con un tono perplesso.
“Ovviamente con le nostre auto” disse Kei con un tono di superiorità.
“Senza dimenticare la tua moto”aggiunse Takao con un tono beffardo.
“Era inclusa anche quella”rispose il nippo-russo atono.
“Solo perché sei un asociale” disse scherzosamente il moretto,facendo ridere tutti i ragazzi.
“Soprattutto perché non volevo sentire le vostre chiacchiere”asserì l’argenteo con un tono saccente,ma contemporaneamente divertito.
“Antipatico”disse l’asiatico incrociando le braccia dinnanzi al petto e voltando il capo.
Il diciannovenne non rispose,limitandosi ad abbassare la testa e a chiudere gli occhi,facendo capire agli amici che non voleva essere disturbato.
Passarono alcuni minuti e il gruppo e il gruppo si organizzò per decidere con chi viaggiare,così,l’unica rimasta senza cavaliere fu Mathilda.
“Come vi raggiungo”domandò la cheerleader con un tono sommesso,sperando ardentemente che qualche sua amica decidesse a far cambio con lei,poiché aveva paura di viaggiare in moto.
“Con Kei”rispose Max,che venne fulminato dallo sguardo dell’argenteo che non era stato interpellato.
Il volto del ragazzo era molto eloquente che esprimeva:” Io vi ammazzo! Specialmente te biondino dei miei stivali”.
“Co- con Kei?” sibilò la studentessa con un tono tremolante.
“Ci sono problemi? Se hai problemi con la moto posso sempre sostituirti”intervenne Queen,apparendo come una persona generosa,nonostante il suo sorriso compiaciuto la tradisse.
“No”rispose la fanciulla mentendo spudoratamente,nonostante odiasse le bugie.
“Lo dicevo per te”rispose la corvina con un tono piatto e con una smorfia leggermente infastidita che non sfuggì a Mariam e Julia,che si scambiarono uno sguardo basito.
“Dai, andiamo”esclamò Max con un sorriso radioso,trascinando Mariam,Hilary,Takao e Ozuma fuori dal locale.
“Hey Max,dove corri!” disse Rei. “Aspettaci! In fondo il parcheggio è qui vicino e la spiaggia non ci sfugge”continuò il cinesino,raggiungendo l’amico seguito da Mao,Eveline e Boris.
Appena il gruppo raggiunse il parcheggio,Kei salì sulla moto e fece cenno a Mathilda di imitarlo.
La ragazze eseguì gli ordini con esitazione,riscontrando non poche difficoltà durante la salita a causa dei tacchi,dopodiché maledì Hilary mentalmente per averla costretta ad indossare quei trampoli.
Appena fu salita,la cheerleader si osservò intorno e avvertì la paura impossessarsi del suo corpo che si irrigidì,mentre il suo cuore prese a martellarle nel petto.
Tutto era così strano,ma Kei si accorse delle reazioni della ragazza,e nonostante non gli importasse nulla di lei(ma della sua moto si),decise di rassicurarla,e disse:”Aggrappati a me,non ti farò cadere”.
La giovane fece come gli era stato detto e improvvisamente arrossì sentendo il profumo di Kei ,e si sentì strana per tutte quelle emozioni che stava provando.
Il diciannovenne, al tocco della cheerleader sorrise leggermente,avvertendo, una strana,ma piacevole sensazione all’altezza del petto,che gli ricordò tutti i momenti trascorsi con Sonja che gli provocarono un infinita tristezza celata dalla sua solita impassibilità.
 
Intanto,Max aveva messo in moto la macchina e dopo qualche minuto Mariam,che era seduta sui sedili posteriori,essendo irritata da Takao,disse acidamente:”Kinomiya,con il tuo gentil peso mi stai tirando i capelli. Ma ti sei reso conto che ti ci sei seduto sopra?”
“Non è colpa mia se hai deciso di tenerli sciolti e hai deciso di farli crescere nuovamente”ribatté l’altro inviperito.
“Non è colpa mia se tu non sei magro! Almeno abbi la decenza di spostarti”rispose la ragazza stringendo i pungi per la rabbia.
“Ricordi quando li hai tagliati in terza?”domandò il moretto con l’intento d’irritare la ragazza.
“Come potrei dimenticarlo”rispose lei facendo una smorfia.
“Almeno eri carina,adesso sembri un tappeto” ribatté lui sghignazzando.
“Ma sei cretino realmente o fingi di esserlo?”chiese la ragazza con un tono piatto che celava un pizzico di collera.
“Calma ragazzi”disse Ozuma, che era seduto sul sedile anteriore,cercando di smorzare i toni della discussione.
“Basta fare cambio,no? Hilary passa vicino a Takao e Mariam va vicino al finestrino”continuò il cinesino con un tono ragionevole.
“Oppure Mary può passare avanti”disse Max accostando l’auto.
“Opto per la seconda opzione”Asserì la corvina.
“Mi abbandoni? No! In balia di Kinomiya”esclamò Hilary con un tono melodrammatico che fece ridere tutti.
La cantante scese dall’auto e si ritrovò faccia a faccia con Ozuma,che non sembrava contento della scelta della ragazza,ma le sfiorò delicatamente una mano facendola sussultare ,così,lei  accennò un sorriso interrogativo e si eclissò all’interno della vettura.
“Posso accendere lo stereo?”domandò la cheerleader dopo diversi minuti di assoluto silenzio.
“Fa pure”rispose Max sorridendole amichevolmente,facendo arrossite leggermente le gote della ragazza.
“Una ragazza ci ha richiesto una canzone delle Blue Roses che risale a due anni fa.
In bocca al lupo per tutto Sarah,questa è per te”annunciò il dj,facendo sorridere Hilary e Mariam che si ricordarono quanto si erano divertite a scrivere Girlfriend due anni addietro,così,appena il pezzo iniziò,le due canticchiarono la canzone coinvolgendo anche i ragazzi,che si divertirono come non mai.
Appena la canzone finì,la castana disse con sarcasmo:”Takao,e noi saremmo quelle stonate?”
“Sei peggio di una campana”aggiunse Max scherzosamente.
“Parla l’usignolo”ribatté il moretto con un tono divertito..
Improvvisamente squillò un cellulare,attirando l’attenzione dei ragazzi.
“Mary,è il tuo”disse Hilary,porgendo il cellulare all’amica.
La giovane lesse il nome sul display e disse atona:” È chi sai tu”,lasciando l’amica con un’espressione interrogativa.
“Pronto”
“Kirtsy,le sue amiche sono con lei?”domandò il signor Nodoka
“No,ci siamo solo io ed Hilary”
Mercoledì andrete in missione,ci vediamo alla solita ora in ufficio lunedì pomeriggio”
“Perfetto”disse Mariam che stava per chiudere la conversazione,ma la voce dell’uomo richiamò la sua attenzione.
“Fra un mese registreremo il video della nuova canzone,l’avete terminata?”
“Ehm,no”disse la corvina sgranando gli occhi,immaginando la sfuriata del manager,che come al solito avrebbe sgridato solo lei.
“Certo che siete impossibili voi tre! Ogni volta che vi affido qualcosa voi procedete a passo di lumache! La carriera è importante,dovete prenderla seriamente! Sono sicuro che non avete neanche trovato le comparse”disse l’uomo urlando.
“Veramente le abbiamo,devono solo confermarci l’ingaggio”disse la ragazza mentendo,sperando di calmare un po’ le acque.
“Ok,buona serata”disse il direttore chiudendo la conversazione.
“Ci sono novità?”domandò Hilary curiosamente,avendo intuito di cosa avessero parlato.
“Parliamo dopo,ok? Mi ha quasi rotto un timpano”esclamò l ragazza sbuffando,poiché odiava essere ripresa.
“Ozuma,ci aiuterai anche per il video?”domandò la castana con un tono speranzoso e smielato.
“Certo”ribatté il cinesino sorridendo.
“Grazie”disse Hilary e Mariam in coro.
 
Lentamente tutte le auto furono parcheggiate e il gruppo raggiunse la spiaggia,dove trovarono una figura familiare che vagava sulla fredda sabbia,destando la curiosità di tutti,così decisero di avvicinarsi,rimanendo sbigottiti quando scoprirono di conoscere quella persona:Sonja Ivanova.
Così,le ragazze corsero verso l’amica rompendo la breve distanza,ritrovandosi tutte a terra fra le risate generali.
Kei e la russa si fissarono con astio poiché i due non si parlavano più da quando si erano lasciati,anche perché lei era stata in Francia,dove aveva trascorso tutta l’estate per un progetto scolastico.
Per l’argenteo rivedere l’ex ragazza che amava non era facile,nonostante l’avesse tradita e ferita,infatti avrebbe voluto chiederle scusa,ma ormai era troppo tardi.
Anche per la rossa la situazione non era semplice,infatti, per avendo perdonato Ming Ming per aver trascorso una notte con il suo ex fidanzato,non riusciva proprio a perdonarlo,sia perché lui si era dimostrato freddo ed insensibile ai suoi problemi con la gravidanza,che per il tradimento.
Lo odiava e per colpa sua non aveva potuto vedere il suo bambino che aveva dato in adozione,che lui non voleva con tutte le sue forze.
“Tesoro perché non ci hai detto che saresti tornata?”domandò Julia,richiamando l’attenzione dell’amica immersa nei suoi pensieri.
“Semplice! Mi ero accordata con Eveline e vi abbiamo fatto una sorpresa,e poi mio fratello ha voluto aiutarmi”ammise l’asiatica con un sorriso che sprizzava felicità da tutti i pori,e contemporaneamente un velo di tristezza e rabbia.
“Grazie”esclamarono le cheerleader in un nuovo abbraccio collettivo.
“Credo che dovreste ringraziare Bobo e Yuyu,il mio fratellino preferito”disse la ragazza sorridendo per la faccia scandalizzata che avevano assunto le amiche.
“Hai altri fratelli?”disse Yuri con un tono sarcastico,riuscendo ad irritare la sorella.
“Cretino! Stavo scherzano”disse la diciottenne con un tono falsamente offeso.
“Da quanto in quanto lo sai fare?”affermò il giovane con un tono saccente.
“E tu da quanto sei così idiota? Che sia la presenza del bicolor cocchino del nonno Hiwatari?”disse la rossa offesa e lanciando uno sguardo di sfida all’ex ragazzo.
“Senti chi parla”ribatté il moscovita con un tono piatto
“Adesso me la paghi”urlò Sonja,trascinando Julia all’inseguimento del suo gemello,che iniziò a correre a perdifiato,sotto gli sguardi attoniti e divertiti di tutti.
Yuri corse avanti,ma Julia riusciva stare al suo passo,e insieme all’amica trascinò il rosso vicino al mare,e insieme iniziarono a colpirlo con la sabbia,e lui ovviamente rispose all’attaccp,colpendo principalmente Julia,che riprese ad inseguirlo lungo la battigia.
All’improvviso si trovarono contro la parete della cabine,e il rosso cercò di distrarre la spagnola,ma Sonja bloccò il fratello che venne gettato a mare,seguito da Julia che venne presa dal moscovita.
Così,i tre iniziarono a ridere di gusto,e i due si lanciarono all’attacco della piccola Ivanova,facendola bagnare.
Il gruppetto si divise in tre fazioni:le tre cantanti,il Prof K ed Emily e il resto del gruppo.
“Come va?”disse Emily con voce tremate,guardando un punto fisso davanti i suoi occhi.
“Solita vita. Sai,mi sento così strano,sto parlando con te senza che si siamo litigi fra i nostri gruppi,sono felice”ammise il ragazzo diventando paonazzo
“Strano dici? Invece erano anni che desideravo parlare con te,ti ho sempre considerato come uno dei migliori studenti della scuola,quindi sarebbe stato piacevole parlare con te,e a quanto sembra non mi sbagliavo”ammise la rossina arrossendo e rabbrividendo.
Lo studente notò il tremore della ragazza,e nonostante i suoi movimenti fossero impaccaiti,le pose una giacca sulle spalle facendola sorridere.
I due si osservarono un attimo e contemporaneamente dissero:”Senti,io..”e insieme scoppiarono a ridere,così Emily,con un tono troppo razionale, interruppe quel momento dicendo:”Secondo le statistiche potremmo essere una coppia perfetta”
“Ma le statistiche a volte si sbagliano,infatti esiste sempre un margine d’errore”le rispose il giovane,stupendo la studentessa rimasta incredula da quel’affermazione.
“Mi piaci e vorrei che tu sia la mia amica del cuore “disse il giovane con un tono sommesso,tanto da risultare leggermente balbettante.
“Non ha senso. O stiamo insieme o siamo amici”rispose l’altra con fare da maestrina.
“Insieme”rispose il nipponico con un tono sicuro,così i due si scambiarono un tenero bacio,che venne interrotto dal giovane che disse:”Come lo diciamo ai ragazzi? Le statistiche dicono che è meglio aspettare e vedere le cose come vanno e poi decidere”
“Non avevi detto che le statistiche sbagliano?”lo riprese la rossa  con un tono scherzoso,così,i due iniziarono a ridere e appena gli altri distolsero lo sguardo,si scambiarono un tenero bacio.
 
“Idee per la canzone?disse Julia,rivolgendosi perlopiù a Mariam che scosse la testa.
“Non disperate! Io sto lavorando ad un pezzo da giorni,ma qui non possiamo provare”disse Hilary,porgendo il foglio alle amiche,che approvarono il pezzo.
“Oi”disse Ozuma avvicinandosi al gruppo. “Che fate?”continuò il cinesino.
“Revisione del nostro nuovo brano”rispose Mariam telegraficamente.
“E vorreste provarlo,giusto?”domandò il ragazza con un sorriso malizioso.
“Già”rispose Julia “Ma non possiamo provarlo senza strumenti,e soprattutto non possiamo farlo qui”continuò la spagnola.
“Volete provarlo? Bene seguitemi! Ragazzi si va al solito posto”disse il giovane con un sorriso compiaciuto.
Così,entrate nel locale il gruppo venne accolto clamorosamente,e,sebbene non conoscessero bene le parole del testo,lo spettacolo fu gradito al pubblico.
“Smile” sarebbe stato un grande successo,ne erano sicure.
 
La serata terminò e Max accompagnò tutti a casa,fatta eccezione per Mariam che era seduta accanto a lui.
“Bella canzone”disse il ragazzo,con l’intento d’introdurre un discorso,ma le sue speranze vennero vanificate dalla risposta acida della cantante,che disse:”Il testo non è opera mia”.
“Ma sei comunque brava”disse il biondino sorridendo,facendo arrossire la ragazza che distolse lo sguardo.
“Sarà”rispose atona la cheerleader,nascondendo tutta la sua felicità nell’essere apprezzata da un rivale.
“È raro trovare una ragazza come te. Io penso che tu sia fantastica:sei forte,complessa,sicura di te,ma sei anche fragile. Vorrei conoscerti meglio”disse l’americano accostando l’auto,e stupendosi delle parole che finalmente aveva avuto il coraggio di dire.
“Provaci,ma fa attenzione. L’hai detto tu,no? Sono complessa”ribatté la corvina scendendo dall’auto.
“Risali un attimo”disse l’americano con un tono dolce,trattenendo l’amica che tornò nell’auto.,così,in pochi istanti si ritrovarono a baciarsi con ardore,un bacio che racchiudeva tutte le emozioni della serata:gelosia,amicizia,felicità,serenità,a cui un pòl’alcool aveva dato qualcosa in più.
Ma tutta la scena venne osservata,e fotografata, da occhi indiscreti.
E adesso cosa succederà?
 

 

Spazio autrice:
Ragazzi miei ho una notizia:questa è la penultima settimana che aggiorno regolarmente.
Motivo esame di stato,ma non preoccupatevi tornerò prestissimo!
Bene,mi sono divertita a scrivere questo capitolo e nel prossimo darà più spazio al triangolo JuliaxReixMao e anche a Kei,senza dimenticare un casino che succederà a scuola fra Mariam e …top secreti
Vi ringrazio per le vostre recensioni e in particolare ringrazio Keifan91 che ha iniziato a leggere la mia ff(grazie) e anche la mia adorata angelofdarkness che mi ha dato alcuni spunti per il capitlo.
Spero vi piaccia! Baci e alla prossima,

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Capitolo 9
*** Rimorsi,litigi e amore ***


Da quando Kei aveva rivisto Sonja era apparentemente più apatico del solito,ma la sua mente era continuamente affollata da i ricordi passati con l’unica ragazza che aveva amato veramente,eppure proprio quando lei aveva avuto bisogno del suo aiuto,l’aveva tradita.

Sicuramente la lontananza aveva avuto la sua buona dose di colpe,anche se,quando la gemella del suo migliore amico aveva vinto la borsa di studio era stato veramente felice per lei.
Era una calda serata di fine febbraio,un clima per niente insolito per quello Stato,e la coppia aveva deciso di uscire per allontanare i propri pensieri dai rispettivi gruppi che non avevano accettato quella relazione,nonostante durasse già da diversi mesi.
In quei giorni la rossa aveva un’espressione alquanto  preoccupata e contemporaneamente sconvolta,ma l’argenteo aveva notato gli strani atteggiamenti della fidanzata,così,con poco tatto le domandò cosa le stesse succedendo.
“Sono incinta”aveva detto la cheerleader fra le lacrime.
Lui le sorrise e,con fare rassicurante disse:”Supereremo anche questa. Ci amiamo e nessuno potrà separarci”.
Ma le cose non andarono così. Infatti,dopo un mese la ragazza partì per lo stage senza dire nulla sul suo stato alle sue amiche,sia per i continui litigi con Kei che si opponeva al viaggio,sia perché temeva scioccamente di essere criticata dalle compagne.
Con il passare del tempo le discussione fra i due aumentarono,così una sera di giugno l’euroasiatico decise di uscire per rilassarsi,essendo stanco delle continue offese della sorella di Yuri,che sosteneva di non essere importante per lui e di essere tradita.
Nella mente del giovane c’erano solo pensieri negativi,nonché la rabbia per essere stato accusato ingiustamente.
Difatti l’argenteo chiamava spesso la sua fidanzata,e ogni volta finivano la conversazione con un litigio,ma nonostante tutto Sonja gli mancava terribilmente,ma questo non lo avrebbe mai ammesso,neanche sotto tortura.
Ma quella sera gli incubi della ragazza si realizzarono quando Kei incontrò Ming Ming in un locale,e dopo quattro chiacchiere,essendo ubriachi fradici decisero di passare all’ ”azione” .
Quando la turchina si svegliò in un letto estraneo,iniziò a sentirsi come un verme e dopo due giorni volò a Parigi per confessare tutto all’amica,almeno questo glie lo doveva,ma quando giunse a destinazione,trovando l’amica in quello stato,si sentì anche peggio.
Così,nonostante tutto, decise di confessarle la verità,consapevole che la sua amica non l’avrebbe mai perdonata. Difatti la rossa la riempì d’insulti e non rispose a nessuna chiamata del quasi ex fidanzato,ma, grazie all’intervento di una sua amica francese che la fece ragionare,decise di provare a perdonare l’amica e di chiudere con il traditore per eccellenza.
Ming Ming restò a Parigi per tutta l’estate,accudendo amorevolmente l’amica che comunque continuava a mandarle frecciatine,che la turchina accettò senza fiatare.
Kei e Sonja si sentirono telefonicamente e lei gli annunciò di voler dare la bambina in adozione,notizia che fece soffrire l’argenteo e che non accettò.
“Perché hai mentito?”domandò l’amica nipponica.
“Hope è solo mia figlia,non voglio che conosca quel bastardo”ribatté la rossa con un tono duro.
“Non è giusto! È suo padre”ribatté la giovane cercando di farla ragionare.
“Cosa ne vuoi sapere tu? Prima ti sei sbattuta il mio ex ragazzo e poi vuoi rimediate? Fatti i cazzi tuoi. Ho già parlato con Yuri e ha dettò che terrà la bocca chiusa,dunque fallo anche tu”
“Scusa”mormorò lei con un tono sommesso.
“Scusami tu,non dovevo trattarti così”.
L’euro-asiatico si sentiva a disagio al pensiero di dover rincontrare la rossa,ma essendo assorto nei suoi pensieri non notò che la cheerleader era appena arrivata con il gemello ed Hilary.
Lei lo squadrò con estrema freddezza e avrebbe voluto strangolarlo,e avendolo rivisto dopo quattro mesi la ferita si era nuovamente aperta,così,con l’intenzione di provocarlo,fermandosi a pochi metri da lui,le chiese alla moretta:”Allora Hila,posso inserirmi nella vostra lista? C’è una persona che devo distruggere apertamente”.
“C’è posto,è ovvio. Ma sei sicura di volerlo fare?”chiese la brunetta ignorando apertamente il gruppo maschile al completo.
“Assolutamente si”
Il giovane non si scompose,anzi iniziò ad osservarla insistentemente,fin quando la neo mammina non gli rivolse la parola con poco garbo:”Che cavolo mi guardi? Non vorrei essere infettata dalla tua falsità! Sei solo un bastardo ed un lurido verme”disse la giovane,che desiderava dirgli quelle cosa da mesi,nonostante fosse consapevole di comportarsi come una bambina.
“Soso devo parlati”ribatté lui con un tono piatto,cercando di sopprimere i suoi istinti romantici che gli facevano desiderare di baciare quella ragazza diventata ancora più bella.
“IO non parlo con i VERMI! Ricordalo Hiwatari”urlò la giovane avvicinandosi pericolosamente al diciottenne.
“Sonja!”la riprese Yuri che aveva intuito le intenzioni bellicose della sorella.
“Non immischiarti”ribatté gelidamente la ragazza,senza staccare i suoi occhi da quelli dell’argenteo.
“Sonja, ti prego non iniziamo la giornata dal preside”disse la castana trascinando l’amica,che si voltò versi l’ex fidanzato e disse:”Ok! Non abbiamo tempo da perdere con il nulla”.
Appena le due furono sole,la russa iniziò a piangere lacrime amare,così Hilary abbracciò prontamente l’amica e disse con un tono dolce:”Noi ci siamo per te ed Hope”
“Grazie”mormorò la fanciulla singhiozzando.
“Cos’hai provato quando lo hai visto?”chiese la brunetta con fare materno.
“Hila,lo detesto! Ci ha abbandonate! Mi ha tradita e non sa neanche che la bimba è qui con me! Non è venuto a conoscere la piccola”confessò la giovane. “ E quando l’ho visto mi sono sentita morire. Deve conoscere sua figlia,ma non so come dirglielo!”
“Troveremo il modo tesoro,ma ora andiamo in classe. Mariam mi ha già inviato tre sms dicendomi che il professor Vorkof è già in classe”rispose la nipponica con un tono dolce,dopodiché aggiunse abbracciando l’amica:”Ti voglio bene Sonja! Mi sei mancata”.
“Anche tu…la mia psicologa preferita che mi aiuterà a distruggere Hiwatari,almeno in campo scolastico”disse la rossa facendo l’occhiolino alla brunetta che le sorrise.
 
“Ecco le nostre ritardatarie! Cos’è perdevate tempo ocheggiando? Comunque,copiate gli appunti che ho dettato,non ho tempo di spiegarvelo nuovamente. Ho bisogno d’interrogare”disse l’uomo con un tono cinico e duro.
“Mizuhara,Kinomiya,Ivanov,Huzenov,Fernandez,Watson e Cheng alla cattedra”ordinò l’uomo alzando la testa dal registro.
“Mizuhara,parlami delle Gothic Novel”.
Il ragazzo iniziò a parlare dell’argomento,ma dopo pochi minuti venne dal docente che gli chiese le caratteristiche di quel genere letterario,ma il biondino non rispose.
“A quanto pare non è molto preparato sull’argomento. Mi parli delle Lyrical Ballads ed in particolare parla del Manifesto of Romanticism”.
L’americano spiegò l’argomento,ma l’uomo per niente soddisfatto della risposta,gli pose un’altra domanda:”Perché Dorset è stato un luogo importante per l’autore?”.
“Beh…non saprei…forse perché…”rispose il biondino con un tono alquanto insicuro che irritò l’uomo.
“vada a posto Mizuhara e cerchi di studiare di più. Per ora accontentati del sei,ma all’esame non fare questi scherzi perché sarete valutati anche per questo. L’esame orale sarà la vostra presentazione alla commissione,dunque se vi mostrerete impreparati come questo qui farete solo una figuraccia! Cercate di girare in torno alla domanda se non sapete la risposta. Ivanov,spiegami le caratteristiche le caratteristiche delle Gothic Novels,e voi ascoltate”concluse il professore con un tono piatto ma minaccioso.
“I punti più importanti delle Gothic Novels sono:il gusto dell’horror e del terrore,l’ambientazione notturna,la trama complessa,i poteri di cui sono dotati i personaggi”concluse il russo atono e con un’espressione strafottente.
“Mi sa fare qualche esempio?”chiese il docente sperando che l’allievo non sapesse rispondere alla domanda.
“The Castle of Otranto di Anna Radcliffe,nonché prima Gothic Novel”
“Certo,ma non è questa la risposta che volevo,dal momento che la scrittrice non è una dei maggiori esponenti”rispose Vorkof con arroganza.
“Frankenstein”s’intromise Emily con un tono da maestrina.
“L’ho per caso interpellata signorina Watson?”disse Vorkof fulminando la rossa che abbasso lo sguardo.
“Mi scusi”balbettò lei con un tono sommesso e stringendo i pugni per la rabbia.
“Ragazzina evita di scusarti! Ormai hai risposto alla domanda al posto del tuo compagno,così facendo mostri solo poca personalità,va a posto non ho alcuna intenzione d’interrogarti dopo questa mancanza di rispetto!”sbottò il docente con un tono ostico,ferendo profondamente la studentessa.
Dopodiché si rivolse nuovamente ad Ivanov e gli chiese:”Che importanza ha Dorset per Wordsworth?”
“Innanzitutto perché ritrovò la sua armonia fra la natura,poiché l’ambiente della città aveva distrutto tutte le sue speranze e poi perché visse con sua sorella,che pubblicò tutte le opere dell’autore”rispose il rosso con un tono di sufficienza.
Il professore alzò un sopraciglio in espressivamente e poi chiese allo studente di parlagli di Frankenstein.
Il ragazzo,pur non avendo studiato benissimo l’argomento,espose brillantemente l’argomento ma il professore notò la sua mancanza di studio e disse:”Va a posto Ivanov,per ora ti metto un mediocre sei e mezzo. Huzenov e Kinomiya vi interrogo la prossima volta. Fernandez e Chen,voi restate”
Il russo si sentì offeso dalla parole del professore di letteratura,ma ovviamente non disse nulla,anzi si sentiva stimolato a fargliela pagare chiedendogli di essere interrogato quasi ogni giorno fino a farlo stressare.
Intanto Takao tornò a posto felice di essersi salvato dall’interrogazione,ma contemporaneamente era arrabbiato con il docente che non gli aveva posto nessuna domanda,soprattutto quando almeno per una vota aveva studiato.
“Che stronzo! Prima mi fa spaventare per l’interrogazione e poi mi manda a posto”disse il moretto con un filo di voce alla sua compagna di banco.
“Non prenderla così,su! Pensa al lato positivo:avrai più tempo per studiare”rispose Hilary facendogli l’occhiolino.
“Tachibana e compagno! Immediatamente fuori dalla classe con seguente rapporto”disse l’uomo senza scomporsi ma usando un tono ostico.
Appena i due furono usciti dalla classe,l’uomo riprese a torchiare Julia,che,seppure con qualche difficoltà rispondeva correttamente alle domande dell’insegnate.
“Sono sempre nei guai per colpa tua”sbottò la diciottenne furente.
“Ehi!se non volevi essere punita non rispondevi”ribatté il giovane arrabbiato.
“Ma se tu non parlavi io non rispondevo”ribatté l’altra con fare da maestrina.
“Stai dicendo una sciocchezza”rispose il moretto con sufficienza.
“Ah si? Sei solo un pallone gonfiato”asserì la ragazza stizzita.
“Tu sei un’ochetta”ribatté il diciottenne con un tono offeso.
Così la giovane cercò di colpire il compagno di classe che riuscì a bloccarle il polsi con una mano,per poi vendicarsi facendole il solletico con l’altra provocando la caduta dei due.
Takao finì addosso alla moretta e i loro sguardi rimasero incatenati per moltissimi secondi,provocando strane sensazioni ad entrambi.
Infatti,il moretto preso dal pathos del momento avvicinò il suo volto a quello della compagna,che avvampò vistosamente.
Desideravano ardentemente quel bacio,ma la professoressa Mizuhara che passò di lì interruppe la scena con un colpo di tosse,facendo scattare i due come delle mollte.
La donna osservò i due per qualche istante e poi li rimproverò severamente facendoli arrossire aggiungendo con poca discrezione:”I fatti vostri fateli a casa vostra”.
“Stupida! Stupida! Stupida!” pensò Hilary arrabbiata con sé stessa.
Non riusciva a capire cosa le fosse preso,esattamente come l’orientale non riusciva a capire il motivo del suo gesto,e soprattutto non comprendeva il perché la sua mente stesse formulando pensieri sulla compagna di banco.
 
Giunse l’ora di pranzo e Mao stava passeggiando per i corridoi,quando Rei le si avvicinò,e con un tono cordiale le disse:”Ciao! Tutto bene?”
“Certo Rei,te?”rispose lei sorridendo all’amico.
“Non mi lamento. Comunque volevo chiederti una cosa. Mi piace molto parlare con te,penso che tu sia una ragazza davvero simpatica e intelligente, e anche molto bella. Dunque mi chiedevo se ti andava di uscire con me una di queste sere”rispose il corvino facendo una carezza sul viso dell’amica.
“No”disse lei con un tono secco,essendo indignata dalla proposta del cinese,che poche settimane prima aveva chiesto a Salima di uscire con lui.
“Perché?”chiese il diciottenne accigliandosi.
“Uno:già lo hai chiesto a Sal,due:io non sono una che frega i ragazzi alle mie amiche,tre: sei sempre troppo perfetto,il belloccio della sua situazione e non credo che questo sia il tuo vero comportamento,dato che non ti sei fatto scrupoli di chiedere un appuntamento sia a me che alla mia amica. Con ciò non sto declinando l’invito ma mostrami come sei realmente”disse lei andandosene e lasciando il cinesino di stucco.
Intanto la rossa aveva osservato la scena,e con uno sguardo minaccioso si avvicinò a Rei,così,appena i due furono faccia a faccia lei lo colpì e disse:”Porco! Deficiente! Maniaco! Pervertio!”,dopodiché si voltò e con passi svelti raggiunse la mensa.
 
Intanto due persone stavano pomiciando nel bagno durante l’ora di pranzo.
“Bo,dobbiamo smetterla d’incontrarci così”sibilò Eveline all’orecchio di Boris che le diede un bacio sensuale.
“Sicura?”disse lui con un tono malizioso. “In fondo ti piace quando facciamo le nostre cose qui”
“Non ne sono sicura”disse lei passando una mano fra i capelli del moscovita.
“O forse preferiresti che al mio posto ci fosse Ozuma”disse il giovane atono,anche se avendo detto quella frase si arrabbiò poiché aveva detto una parte della verità.
“Siete entrambi molto carini,ma tu sei più macho”disse lei, sperando che gonfiando l’ego del compagno di classe la discussione cessasse.
“Quindi non ti dispiace se il tuo amico bacia una ragazza più bella di te e per giunta anche famosa”ribatté lo studente con un tono pungente.
“No no”rispose la ragazza con un tono poco convinto,mentre sul suo volto si dipinse un’espressione arrabbiata.
“Quindi se decidessi di corteggiarla anch’io non ti darebbe fastidio”
“Fallo e te ne pentirai”disse lei con un sguardo incandescente,sentendosi tradita dall’unico ragazzo che le stava mostrando interesse..
“Muoio di paura”rispose il diciottenne con un tono ironico.
Così la biondina lo colpì mentre i suoi occhi divennero lucidi.
“Credevi di farmi male?”disse il moscovita con un tono beffardo.
“Vuoi il resto?”disse lei con un tono minaccioso.
“No,voglio questo”disse lo studente iniziando a baciare focosamente la cheerleader.
Ma tutto durò una manciata di secondi poiché Emily aprì la porta del bagno e si mise ad urlare facendo arrossire la coppia che si dileguò in pochi secondi.
 
Le Scimmie si stavano recando in mensa,quando Ozuma disse di dover prendere un libro dall’armadietto.
Dopo aver recuperato il volume vide qualcosa scivolare sul pavimento e lo raccolse.
Era una foto piuttosto intima di Max e Mariam probabilmente scattata il sabato sera precedente.
Il ragazzo osservò l’immagine perplesso,mentre un moto di rabbia si stava impossessando di lui poiché si sentiva preso per i fondelli,anche se sapeva di non avere nessuna relazione in esclusiva con la corvina.
Una ragazza stava osservando la scena divertita:i suoi piani stavano funzionando.
Il giovane entrò in sala mensa e vide Mariam che stava facendo da arbitro ad una discussione nata fra le sue amiche.
“Devo parlati”disse lui alle sue spalle,facendola sobbalzare.
“Innanzitutto ciao”dise lei con un tono atono voltandosi bruscamente verso l’amico.
“Ciao Mariam,ragazze”rispose lui con un tono beffardo che irritò la cheerleader.
“Che vuoi?”domandò lei con un tono alquanto scocciato.
“Parlarti ovviamente”
“Puoi farlo anche davanti a loro,no?”rispose lei secca.
“Non credo che ti convenga”rispose Ozuma acidamente,facendole capire che era successo qualcosa.
“Andiamo”disse la corvina alzandosi velocemente e poi aggiunse:”Julia hai tutto sotto controllo? Se non riesci a gestirle mandami un sms e arriverò subito”.
“Ovvio”rispose la moretta iniziando ad armeggiare con il suo zaino.
 
I due entrarono in un’aula vuota e la giovane si sedette su un banco,per poi iniziare ad osservare insistentemente il ragazzo che resse il suo sguardo gelido.
“Che vuoi?”disse la cantante senza mezzi termini,essendo scocciata per quella situazione.
“Spiegami questo”rispose lui mostrandole la foto,che lei osservò allibita.
Evidentemente i paparazzi l’avevano nuovamente seguita,o qualche “conoscenza” voleva vendere la foto per farsi un po’ di soldi,o qualcuno voleva rovinarla. “Troppe ipotesi e zero indizi”pensò la ragazza,dopodiché si voltò verso il cinesino e disse:” È solo un bacio”
“Lo vedo,ma non capisco il motivo della tua presa per i fondelli”sbottò lui avvicinandosi alla ragazza che lo guardò con aria di superiorità.
“E tu? Non mi sembra che ti stia comportando d’amico con Eveline”asserì la corvina zittendo il diciottenne.
“È diverso”cercò di giustificarsi lui con scarsi risultati,infatti la cantante rispose nuovamente dicendo:”Dunque,mi stai dicendo che se io bacio te e poi Max è una cosa,ma se tu fai lo stesso è un’altra. Bene,spiegami la differenza”
“I sentimenti”rispose telegraficamente il moretto arrossendo leggermente.
“Non mi risulta che i sentimenti siano stati messi in mezzo”affermò la corvina con un tono di sufficienza.
“Bella mia,ricorda che non tutti sono capaci di non provare sentimenti come te”rispose Ozuma facendo infuriare Mariam,che scese dal banco per fronteggiare l’amico e con astio disse:”Come ti permetti? Razza di decerebrato”.
Lui si mise a ridere istericamente e disse:”Ma allora non capisci? Credo di essermi innamorato di te”.

 

Spazio autrice:
Vi ho lasciati così,contenti? Sto già scrivendo il decimo capitolo e se lo cose vanno male come previsto la storia continuerà senza interruzioni.
Non fraintendetemi eh! Il tutto è causato dalla scuola -.-“
Comunque ringrazio Erestil per avermi supportata nella stesura del capitolo e tutti gli spunti che mi ha dato!
E soprattutto lo ringrazio per avermi messo il suo pc a disposizione anche se non ne ho avuto bisogno..per fortuna(sai non mi fido di te xD).
Ringrazio tutti voi che leggete la mia fic e vi annuncio che a breve ne inizierò un’altra,ma non AU,e sarà un altro casino tipo “pericoli all’orizzonte” e forse anche peggio ^^.
Io mi eclisso e attendo le vostre recensione.
Rina scusa se non ti ho fatto leggere il capitolo in anticipo ma ho avuto problemi con internet e solo oggi ho finito di copiare la storia.
Baci a tutti.

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Capitolo 10
*** Elezioni a colpi di frecciatine/Invidie ***


Nel momento in cui Ozuma rivelò i suoi sentimenti alla cantante nella stanza calò un silenzio imbarazzante,ma la giovane decisa a chiarire quella situazione disse:”Stai scherzando,vero?”.
“Mai stato più serio in vita mia”ribatté il ragazzo diminuendo di qualche centimetro la distanza.
“Ascoltami bene perché questa sarà la prima e l’ultima volta che te lo dico:ti voglio bene,ma ancora non riesco a capire cosa provo realmente per te”disse Mariam cercando di apparire fredda e distaccata,nonostante si sentisse confusa ed imbarazzata.
Invece l’amico, soddisfatto per la risposta della cantante,sorrise e l’abbracciò spiazzandola completamente.
“Odio i gesti d’affetto”sibilò lei senza sciogliere l’abbraccio.
“Non mi sembra che ti dispiaccia così tanto”disse il giovane con un tono malizioso che la fece sorridere e arrossire leggermente.
“Lasciamo andare,sai ho un appuntamento con la sala pranzo,le mie amiche e il programma elettorale”
“Come farò senza te?”disse il compagno di classe con un tono melodrammatico che la fece sorridere,dopodiché aggiunse tornando serio:”Sei più bella quando sorridi,dovresti farlo più spesso”.
“Allora cerca di non farmi sorridere”rispose la corvina con un tono gelido.
“Per me sei sempre bella”ribatté il giovane con un tono gentile.
“Quindi per te conta solo la bellezza”sbottò la ragazza con uno sguardo omicida.
“No,conta anche il carattere,e…”ma non ebbe il tempo di finire la frase poiché la cantante lo baciò.
Quando si staccarono,lei sorrise e disse:”Ma c’è un problema:le elezioni e ho intenzione di vincerle con le mie amiche”.
“Non riuscirete a batterci”ribatté l’asiatico battagliero.
“Contaci”ribatté la cinesina con un tono ironico.
“Per ora facciamo finta che non sia successo nulla”disse la ragazza gelidamente,nonostante la dichiarazione del ragazzo l’avesse turbata profondamente.
“No! È sleale comportarsi così,stai sbagliando mia cara”
“In fondo hai sempre Eveline,no? Lo so che ti piace”sbottò la ragazza stizzita.
“Hai proprio ragione! Almeno lei è una ragazza sincera e non si sarebbe mai comportata come te”ribatté lo studente uscendo dall’aula.
Quando la cantante giunse in mensa notò che Eveline la stava fissando con uno sguardo carico di rabbia,così Mariam iniziò a credere che fosse stata proprio la biondina a scattare la foto,ma le domande della ragazza dovettero attendere ancora qualche settimana,precisamente durante le elezioni di metà ottobre.
 
15 giorni dopo…
 
Quella mattina le Barbie stavano rifinendo alcuni dettagli del programma elettorale nel piccolo parco della scuola,ma,con la venuta dei ragazzi che avevano intenzioni bellicose,dovettero rinunciare al loro compito, difatti Takao iniziò ad infastidire le ragazze canticchiando Barbie girl con l’intenzione d’irritare le cheerleader già tese per le elezioni.
“Bellezze,vestite così sembrate veramente delle bambole”disse Rei scherzosamente.
“Concordo”rispose Max sorridendo amabilmente “Ma sono comunque carine”continuò il biondo americano.
Effettivamente i loro avversari avevano ragione poiché le ragazze avevano indossato pantaloni fucsia a cui avevano abbinato un foulard dello stesso colore,e una maglietta bianca abbinata alle scarpe,alla borsa e al cerchietto,inoltre l’effetto “bambola” era accentuato dai capelli sciolti e lisci.
Le cheerleader,nonostante si sentissero offese dai commenti delle Scimmie,decisero d’ignorare i commenti dei ragazzi e di mostrarsi superiori.
L’unico a non biascicare parole era Kei che fissava intensamente Sonja,che rispose allo sguardo dell’argenteo con astio.
La rossa si sentiva a disagio poiché i sentimenti che provava per il nippo-russo non si erano affievoliti,ma, nonostante le emozioni che sentiva per il migliore amico del fratello,era deciso a distruggerlo.
“Che vinca il migliore”disse Ozuma con calma apparente,poiché anche lui era preoccupato per l’elezioni essendo consapevole che sarebbe stata una battaglia feroce.
“Ci vediamo in palestra per la resa dei conti”rispose Julia a mo’ di saluto.
Così,appena i ragazzi si furono congedati,le cheerleader ripresero a controllare il discorso elettorale.
Appena il dibattito iniziò,Queen prese la parola,e dopo la presentazione del programma disse:”Se ci voterete i vostri diritti saranno sostenuti da persone oneste,non come le nostre rivali che si divertono a giocare con i sentimenti”disse la diciottenne guardando Mariam,facendo capire agli elettori a chi stava alludendo.
Hilary,orami furente per le parole della compagna di squadra prese parola e disse:”Adesso basta! Sono due anni che rappresentiamo il nostro liceo e abbiamo sempre lavorato bene,e soprattutto abbiamo sempre rispettato tutti! E tu che fai? Vieni qui ed inizi ad insultare? Sei squallida”.
“Certamente lo avete fatto,ma non credo sia giusto che una persona come Mariam venga eletta! Cazzo è solo un’egoista! Ma ve ne siete resi conto? Prima Max,poi Ozuma ,il tutto senza chiedere nulla ad Eveline o altre ragazze,e se proprio t’interessa posso anche dimostrarlo”ribatté la neo cheerleader premendo un tasto  sul telecomando,così si accese il teleschermo e apparvero delle foto della diciassettenne.
“Esiste la privacy” sbottò Julia con un tono irato e stringendo i pugni convulsamente. La spagnola odiava quando le persone ferivano le sue amiche e odiava maggiormente chi mostrava una doppia faccia solo per raggiungere i suoi scopi
“Avete paura di perdere amiche?”rispose Queen facendosi beffa delle compagne di squadra.
“Carina,è inutile mettere zizzania poiché quelle foto non hanno più valore”disse Ozuma,essendo stanco di ascoltare le infamie dell’oratrice.
“Eh? Parli proprio tu che prima ti sei fatto Eveline e poi ti sei dichiarato a Mariam? Non essere ridicolo!”
“Cosa?”dissero contemporaneamente le due cheerleader scioccate per l'affermazione della candidata.
“Non fate le sciocche,tutte voi avete i vostri segretucci, ad esempio,tu,mia cara biondina,sei stata molto brava a procurarmi le foto”rispose la corvina sghignazzando malignamente essendo certa di aver rotto gli equilibri regnanti.
In quel momento le Barbie si voltarono verso l’americana che per la vergogna abbassò la testa mentre i suoi occhi divennero umidi e tristi.
Si sentiva una vera stupida per aver creduto alle parole della falsa amica che aveva svelato pubblicamente il falso gioco a cui era stata costretta,ma la verità era un’altra.
Difatti,la cheerleader aveva accettato di aiutare Queen per sentirsi importante almeno una nella sua vita,e perché aveva creduto alle parole della ragazza che l’aveva umiliata pubblicamente.
“È veramente così?sbottò Emily con un tono accusatorio.
“Io…”
“Queen sta dicendo la verità?”richiese la rossa con un tono ancora più duro.
“Si”ammise l’americana con un tono desolato.
“Ci hai tradite! Eveline, come hai potuto? Noi ti vogliamo bene,ci fidavamo di te”asserì la spagnola furente.
“Julia!”disse Mariam con un tono duro. “Questo non è né il luogo né il momento per discutere! E anche tu Queen,cerca di parlare dei problemi della scuola e non delle tue manie di popolarità”continuò la corvina acida,ma riuscendo a riportare l’attenzione sull’elezioni studentesche.
La cantante,nonostante si fosse mostrata gelida,si sentiva tradita dalla sua amica d’infanzia,ma anche ferita da sé stessa poiché non aveva capito che la compagna di squadra provasse dei sentimenti per il suo amico.
Boris guardò la bionda americana con uno sguardo deluso e ferito, poiché non si aspettava che una ragazza onesta e gentile avrebbe usato questi mezzi deplorevoli pur di raggiungere la fama tanto ambita.
Appena Queen ebbe concluso il suo discorso le Barbie presero la parola.
“Ci scusiamo per tutto quello che è successo e speriamo che non influenzino il vostro voto. Noi amiamo la nostra scuola e come ogni anno speriamo di essere elette.
Ogni giorno ci guardiamo intorno e non possiamo fare a meno di notare, che grazie a tutti voi,i miglioramenti che ci siamo preposte in due anni di elettorato si sono realizzati.
Se saremo nuovamente elette vorremmo migliorare le aule multimediali,riuscire ad organizzare meglio le attività extrascolastiche,in particolare il tirocinio presso le scuole elementari per tutti quelli che vorranno seguire la strada dell’insegnamento.
Ma per realizzare i nostri progetti abbiamo bisogno di voi e della vostra collaborazione,esattamente come avete fatto in questi anni.
La nostra cultura è importante,per questo motivo c’ impegniamo ad offrirvi una scuola che sia capace di offrirci tutto ciò di cui noi studenti abbiamo bisogno”disse Hilary riuscendo a colpire il cuore dei compagni che applaudirono.
“Inoltre volevamo chiedervi di non giudicarci in base alle parole di Queen poiché sapete quanto la nostra Mariam si sia impegnata per voi” aggiunse Sonja rivolgendo un sorriso all’amica, che con occhi leggermente umidi le disse:”Grazie”.
“Ragazzi,è il vostro turno”asserì Mao,così i ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa e Rei prese la parola:”Grazie,salve a tutti. Dopo lo scempio dell’anno scorso crediamo di non meritare il vostro voto,ma se saremo rieletti promettiamo d’impegnarci seriamente.
I nostri obbiettivi sono gli stessi dell’anno scorso,fatta eccezione per l’aula magna che è l’unica aula invivibile e vorremmo far installare un condizionatore,ovviamente con una vostra petizione e il vostro consenso. Ma se non ci voterete vi chiediamo di votare le nostre perenni rivali. Non voglio dilungarmi sulle motivazioni poiché il loro impegno è tangibile. Con ciò concludo il discorso”.
Le cheerleader si scambiarono uno sguardo incredulo ma sereno poiché avevano notato che le parole del cinese erano oneste e provenivano dal cuore,e questo fece sorridere Mao che guardò per un istante il compagno di banco con un’espressione trasognata.
Lentamente tutti gli studenti si recarono a votare e al termine delle due ore una studentessa prese la parola:”Attenzione ragazzi! Ho i risultati. Con un verdetto di 237 voti a testa vincono le liste Unite per la scuola e Carpe Diem”.
Un boato riempì la palestra,mentre i componenti dei due schieramenti esultavano,si abbracciamo e si congratularono a vicenda.
Per sbaglio sia Mariam che Mao abbracciarono Ozuma e Rei,e solo dopo essersi rese conto di quello che avevano appena fatto si staccarono bruscamente e arrossirono,ma la corvina fece finta di niente e riprese il suo solito contegno.
Queen,con uno sguardo furente,si diresse verso la studentessa che aveva letto il verdetto e le strappò il foglio dalle mani.
Appena lesse che aveva ricevuto solo ventisei voti diede di matto ed iniziò a urlare,così raggiunse le compagne di squadra e volgendosi verso la sua rivale disse:”Tu! Tu! Come hai osato battermi,piccola,lurida p********a”.
“Hanno vinto con onestà”ribatté Eveline cercando di evitare discussioni inutili.
“Bionda,sei con me o contro di me?”sbottò la cheerleader malignamente.
“Ovviamente sono contro di te”.
“Ok,ma ricorda che da oggi in poi sarai sola! Hai tradito le tue amiche,adesso fregati”disse la falsa amica sorridendo e lasciando la giovane in balia delle ex amiche,che non sapendo cosa fare si osservarono con indecisione.
L’atmosfera si surriscaldò appena Eveline mosse la bocca,diventando immediatamente tesa a causa degli sguardi accusatori di alcune cheerleader.
Mariam guardò l’americana con astio,e ,seguita dalle amiche,uscì dalla palestra lasciando la studentessa da sola.
La ragazza si sentiva sola,ma avrebbe fatto di tutto pur di riconquistare la fiducia delle amiche,così accettò di sfogarsi con Ozuma che l’aveva raggiunta.
il cinesino ascoltò tutta la storia senza accusarla ma le fece notare tutti i suoi errori,ma nonostante tutto decise di consolarla poiché le voleva bene, e soprattutto desiderava che la ragazza che amava potesse nuovamente fidarsi della bionda.

 
 

Spazio autrice:
Santa scrittura creativa! Mi ci voleva proprio dopo lo stress di questa settimana,ma almeno sono stata ammessa! Yeah! Comunque sabato non ci sarò,ritorno il 29/30 giugno,promesso! Ho già postato la nuova storia.
Ringrazio Rina per l’aiuto che mi ha dato(quella frase mi faceva esaurire),spero che non ci siano errori,l’ho ricontrollato una decina di volte.
Mi scuso per il linguaggio talvolta volgare,ma per Queen ci sta xD.
So che non è un granchè,ma mi è piaciuto scriverlo e per il prossimo vi garantisco delle risate:lezioni di ballo per la festa di Halloween.
Un bacione e al 29/30 giugno.

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Capitolo 11
*** Una serie di divertent ed emozionantii eventi ***


Il mattino seguente il liceo fu luogo di un nuovo scontro incontro fra le barbie e Le Scimmie, poiché i ragazzi, essendo sorpresi per l’esito dell’elezioni,decisero di stuzzicare gli animi delle loro perenni avversarie con battutine sarcastiche.
“Buon giorno principesse, siete pronte per l’inferno?”disse Ozuma con un tono beffardo, mentre stava raggiungendo le auto delle cheerleader seguito dai suoi amici.
“E voi siete pronti per essere nuovamente umiliati?”rispose Julia ironicamente.
“Non avrete vita facile, ve lo giuriamo”asserì Takao con un finto sorriso allegro.
“E tu? Vorresti farci paura? Con quella faccia che ti ritrovi?” rispose Hilary divertita.
“Cos’hai contro la mia faccia?” sbottò il moretto offeso.
“Niente, niente” ribatté la giovane cantante trattenendo le risate.
“La mia amica è troppo gentile, semplicemente non voleva dirti che hai una faccia da perfetto idiota”aggiunse Emily saccente.
“Oche” ribatté lui irritato.
“Stupido”dissero le Barbie all’unisono.
“Dai ragazzi, basta discutere”disse Rei pacatamente.
“E tu di che t’impicci?” sbottò Salima acidamente poiché era ancora arrabbiata con il cinese.
“Volevo solo placare gli animi, scusa se mi sono intromesso” .
“Oh, adesso di scusi?” rispose la rossa con un tono derisorio.
Dopo qualche secondo i due gruppi ripresero a discutere.
“Intanto non avete vinto”disse Yuri gelidamente.
“Neanche voi”aggiunse Julia beffardamente.
“Smettetela, siete dei bambini irritanti” disse Kei annoiato.
“Hai ragione, Hiwatari a volte mi stupisci, ma resti sempre un decerebrato”ribatté Sonja puntanti i suoi occhi azzurri in quelli ametista del ragazzo, che le provò un brivido  che le percorse tutta la schiena.
Non riusciva a spiegarsi il perché dopo tanti mesi quella ragazza gli faceva ancora uno strano effetto,eppure,  nonostante la lontananza e le altre ragazze che aveva avuto, il segno che aveva di lei non si decideva a svanire dal suo cuore.
L’amava ancora e ormai ne era certo, ma aveva deciso che non avrebbe fatto nulla per riconquistarla, in fondo in ballo c’era il suo orgoglio.
 
Il gruppo raggiunse la classe, e quel giorno la docente di filosofia decise d’interrogare Mariam, Max, Ozuma, Boris ed Eveline.
“Chi di voi vuole parlarmi di Hegel?” chiese la docente quando gli studenti interrogati che avevano un’espressione da funerale.
“Nessuno? Su Eveline, Inizia” la esortò la professoressa gentilmente.
“Ok” disse la bionda titubante. “Hegel opera una critica alla teologia partendo dalla rivalutazione del sentimento e della ragione che trovano spazio nella religione soggettiva ed oggettiva”.
“Va bene,ma come sono intese?” domandò l’insegnante muovendo una penna con le dita.
“Ehm,non lo so” asserì la giovane chinando la testa.
“Forza, non avere paura”la incitò l’insegnante ma l’americana non rispose, così Mariam prese la parola e fissando gelidamente l’ex amica disse:”La religione soggettiva è intesa come adesione alla fede, quella oggettiva,invece, è considerata come corpo dottrinale codificato della teologia, mi spiego meglio, mentre la prima è in stretto contatto con la vita concreta dell’uomo, la seconda svilisce l’esistenza umana. Inoltre il filosofo idealizza la religione greca…”.
“Va bene Mariam, Boris continua il discorso”..
“Hegel, in un primo momento idealizza la religionela religione greca perché è il simbolo della libertà. Ad essa contrappone il cristianesimo poiché la considera come una religione eccessivamente privata ed impositiva, ma in segiuto rivaluterà le sue opinioni”.
“Ok Huznstov, Max, spiegami il motivo della critica alla religione cristiana”.
Il biondino spiegò l’argomento con superficialità ma la docente non disse nulla e interrogò Ozuma.
In seguito chiese ad Eveline:” Cos’è la fenomenologia dello spirito?”.
“È  il viaggio che compie lo spirito affinché possa realizzarsi”disse la bionda sospirando,ma appena aprì la bocca per parlare venne interrotta da Mariam che continuò la spiegazione dell’argomento guardando la compagna di classe con astio.
“Inoltre la coscienza analizza la propria esperienza, partendo dai gradini più bassi del sapere,cioè le espressioni apparenti o fenomeniche”.
“Attraverso un confronte con il negativo, cioè dubitando e mettendo in crisi le certezze, riesce infine a conoscere se stessa come spirito concreto”disse la biondina fulminando la cantante che riprese il discorso.
“Con la formula enunciata da Eveline, Hegel esprime la necessità di contenere in un sistema tutte le modalità conoscitive della  coscienza. Per questo motivo concepisce la filosofia come sistema”rispose la corvina battagliera.
“Infatti…”stava per aggiungere  la cheerleader acidamente,ma la Kain la bloccò e disse:2Calma ragazze, date spazio agl’ altri”
Improvvisamente la voce del direttore che proveniva dall’interfono rimbombò per tutta l’aula.
“La signorina Kirsty e il signorino Hiwatari sono urgentemente desiderati in presidenza”.
“Andate pure”asserì l’insegnate con un tono neutro.
“Mariam ed Eveline avete preso otto,tutti gli altri,fatta eccezione per Max che ha preso sei meno,hanno presto sei e mezzo e sette meno meno”.
 
I due capogruppo raggiunsero la presidenza con una morsa che li attanagliava poiché durante le ultime settimane avevano ripreso a punzecchiarsi coinvolgendo anche i compagni di classe,come rigare le auto,rubare appunti da prestare, bagnare nuovamente la palestra rendendola impraticabile, eccetera.
Lentamente bussarono e Daitenjo con la sua sua abituale cordialità li fece accomodare.
Appena i due ebbero preso posto,l’uomo, con un tono speranzoso,  disse:”Come saprete fra quindici giorni ci sarà la festa di Halloween,per questo motivo voi dovrete organizzare una festa. Avevo pensato di farvi crare un tunnel dell’orrore, cose ne dite?”.
“Non credo che sia una buona idea. Non potremmo mettere in scena un finto omicidio?”. Propose la ragazza atona pur essendo sicura che il corpo studentesco avrebbe accettato più che volentieri l’idea quando avrebbero scoperto la verità.
“Ottima idea! Ma in ogni caso voglio che voi cheerleader organizziate un corso di ballo. Hiwatari, a te il compito di annunciare la notizia”.
Il ragazzo,seppure sbuffando, eseguì l’ordine e insieme alla compagna di classe ritornò in classe.
 
Giunse l’ora di pranzo quando Eveline si avvicinò ad Ozuma per chiacchierare, così, il giovane, affinché Mariam potesse ascoltare poiché era a pochi mentri di distanza, chiese alla biondina:”Vieni al ballo con me?”.
La ragazza, seppure titubante poiché aveva paura di perdere definitivamente l’amicizia della cantante, decise di accettare.
Appena i due si furono separati l’americana raggiunse le sue compagne di squadra e con un tono speranzoso chiese:”Possiamo parlare?”, ma la persona con cui desiderava chiarire si allontanò essendo infastidita dalla presenza della traditrice,nonostante la loro lontananza la facesse soffrire, ma questo non lo avrebbe mai ammesso.
“Su Eveline, ti ascoltiamo”disse Hilary con un tono comprensivo e  poggiandole una mano sulla spalla.
“Io non volevo tradirvi, Queen non mi aveva detto quali erano le sue intenzioni. Sono stata una stupida” asserì la giovane singhiozzando.
“Ora non importa, ma perché? Perché lo ai fatto?”sbottò Julia con un tono deciso.
“Mi sentivo esclusa, inferiore a tutte voi e Queen mi ha convinta a stare dalla sua parte promettendomi che non mi avrebbe abbandonata. Mi diceva sempre che a voi non importava nulla di me e che mi sopportavate solo perché sono…ero…un’amica di Mariam, vi ho tradite fidandomi di una ragazza che conoscevo a malapena, sono stata solo una stupida! Come ho potuto crederlo?”disse la cheerleader mentre i suoi occhi divennero lucidi.
“Sei stata davvero una sciocca” disse Mao con un tono comprensivo, “Ma sarà difficile farti perdonare da Mariam”continuò la cinesina,
“Ma noi ti aiuteremo, siamo amiche, no?” disse Emily riflessiva.
“Non ti abbandoneremo più”disse Hilary abbracciando l’amica.
“Contaci Eve, noi ti vogliamo bene” disse Ming Ming unendosi all’abbraccio seguita dal resto del gruppo.
“Dobbiamo escogitare qualcosa,potremmo…”disse la rossa prendendo le amiche a braccietto.
 
La giornata finì tranquillamente  e Yuri e Sonja s’incamminarono per tornare a casa.
“Va al ballo con Boris”ordinò il rosso con un tono che non ammetteva repliche.
“Solo se tu ci andrai con Julia”rispose la moscovita con un tono furbetto.
“Neanche morto”replicò il moscovita acidamente.
“Ok, allora il tuo amico andrà al ballo da solo, oppure andrà con uno del primo e lo stesso sarà per te, ricordati che ho le mie conoscenze , quindi non ti conviene farlo” rispose la cheerleader con un tono falsamente gentile ma che celava una velata minaccia.
“Faro a modo mio, punto”disse il giovane gelidamente.
“Tanto Huzenov scoccerà te” sibilò la mammina infingarda.
“Accetto ma solo perché non voglio andarci da solo” disse il rosso atono.
“In ogni caso devi dire a Kei della piccola Hope”continuò il ragazzo dai capelli vermigli usando un tono stranamente dolce.
“Lo farò” asserì la fanciulla sbuffando.
 
Lezioni di ballo…
Diciamo che sono lezioni di dolore,questo era il pensiero comune dei ragazzi
ancora sconvolti per la notizia che avevano accolto con poco entusiasmo.
Perché mai avrebbero dovuto fare delle lezioni di ballo con quelle oche?
Ma non avevano scelta, o seguivano quelle lezioni oppure avrebbero fatto una figuraccia alla festa,dunque un grande smacco per la loro reputazione..
Gli atleti però non volevano dare nessun motivo per essere presi in giro da quelle odiose Barbie e quindi accettarono l’imposizione;così  decisero d’incontrarsi nel posto dove si allenavano le tre cantanti per i concerti.
Ma la voglia d’iniziare quel corso era al dir poco inesistente,e nonostante dovessero arrivare entro le tre del pomeriggio davanti alla struttura,si presentarono dopo mezzora..
L’edificio era modernissimo circondato da casette, tutti i ragazzi pensarono che doveva essere stato costruito per dare questa sensazione, doveva essere stato progettato per dare fiducia ai ballerini che si esercitavano all’interno, ma ai cestisti non piaceva, anzi dava l’idea di desolazione poiché era evidente che avrebbero lavorato tantissimo poiché erano sicuri che le cheerleader li avrebbero torchiati tantissimo..
Julia era davanti alla porta per dare il accogliere i giocatori “Benvenuti, siete in ritardo…” i russi sbuffarono e Kei si fece avanti fissando la spagnola dall’alto in basso “Sinceramente dovete ringraziare che ci siamo presentate e personalmente non ne avevo nessuna intenzione”. La castana s’infuriò e sogghignando lo fissò anche lei “dall’alto” in basso  e con un tono saccente disse”Ascoltami bello,e quando dico bello scherzo,potevi anche startene a casa, mi avresti fatto un grosso favore!”.
 L’argenteo sbuffò e seguì la ragazza dentro l’edificio, mentre Boris e Yuri ridevano per la figuraccia che aveva fatto,così appena gli allievi furono tutti presenti iniziarono le lezioni a coppie .Ming Ming quel pomeriggio ebbe la brillante idea d’invitare il professor K mentre Mariam ed Hilary vennero invitate da Max e Takao.
“In posizione ragazzi,i  passi li avete capiti,no? Cercate di seguire il ritmo e soprattutto divertitevi”disse la moretta allegramente.
Ma Mariam, non essendo soddisfatta da alcune coppie disse :”Eveline sembri uno scopino e il tuo partner non è capace di guidarti,su spostati e vi faccio vedere come dovete muovervi”.
In pochi passi raggiunse il compagno di classe e appena la musica ricominciò iniziò a muoversi sensualmente attirando l’attenzione del compagno che le disse :”Sei un demonio”., le non disse nulla e si limitò a sorridergli maliziosamente per poi allontanarsi senza guardare la bionda con un0espressione di superiorità..
Intanto Yuri era alle prese con Julia, ed essendo deciso ad intralciare la spagnola durante la coreografia con pochi gesti le bloccò alcuni movimenti,così la castana, stanca di quel gioco decise di fare lo stesso con lui,ma qualcosa andò storto poiché si ritrovarono entrambi a terra.
I due arrossirono,ma il rosso riuscì a celare il suo imbarazzo assumendo un’espressione gelida e menefreghista.
Improvvisamente Kei si avvicinò a Sonja e con un’espressione gelida le disse:”So che vai al ballo con Boris”.
“Ci sono problemi Hiwatarii? Aspetta…oh, nessuna ragazza vuol venire con te”ribatté la moscovita facendosi beffa del suo ex fidanzato.
“Forse,ma sicuramente sai che mi appartieni quindi non illuderti”asserì il giovane con presunzione.
“È una minaccia?” rispose lei accigliandosi.
“Interpretala come vuoi”ribatté l’argenteo tornando dai suoi amici..
Dopo un’orala lezione finì e Julia prese la parola:”Io,Hilary e Mariam volevamo chiederti se volevate prendere parte al nostro video musicale. Ovviamente accetteremo solo maggiorenni o i minorenni che avranno il consenso dei genitori. Chiunque voglia partecipare raggiunga quel banco in fondo”.
Dopo pochi secondi un branco di studenti,inclusi i loro perenni avversari,invasero la postazione delle cheerleader che speravano che quell’incubo sarisse il puù velocemente possibile.
Quando tutti gli studenti se ne andarono,Eveline si avvicinò al gruppo e disse timidamente:”Posso partecipare anch’io?”.
“Certo,ma non dovevi neanche chiedercelo poiché eri già stata inserita nella lista” rispose Mao raggiante.
“Grazie ragazze! Allora con chi andrete al ballo?”chiese l’americana allegramente mentre il resto delle cheerleader venne fulminato dallo sguardo omicida di Mariam.
“Io con Rei,Sonja con Boris, Ming Ming con K, Emily con uno del corso C, Salima con Gianni, Mariam con Max e quella vipera di Queen con Kei, tu?”.
“Con Ozuma” rispose la ragazza arrossendo leggermente.
“Scusatemi un attimo…con chi andrà Kei?” sbottò lo rossa allamrmata.
“Con la nostra stronza preferita,ma non preoccuparti, presto ritornerà da te”s’intromise la turchese con un tono alquanto sciocco ma gentile e amichevole.
“No! Non voglio soffrire mai più quel viscido verme e soprattutto non voglio far soffrire mia figlia”sbottò la moscovita presa da un moto di rabbia e gelosia.
“Scusaci”esclamarono le Barvie all’unisono.
“Andiamo a prepararci per il concerto di questa sera,su”esclamò Hilary cercando di smorzare l’atmosfera.
“Hila, averti tu Ozuma che dovrà raggiungerci a Los Angels con la sua auto,ok?”disse la corvina glaciale.
“Va bene”rispose la cantante poiché sapeva che quando la sua amica usava quel tono non bisognava contraddirla.
 
Appena il gruppo raggiunse lo stadio, il loro produttore disse che avrebbero cantato un loro veccho singolo,così le ragazze,aiutate dalle loro amiche,essendo prese dai ricordi scelsero Rich out nonché la loro prima canzone.
Quando giunse il ragazzo le cantanti gli annunciarono la loro decisione e mentre le tre andarono a prepararsi le altre studentesse lo aiutarono ad imparare la nuova canzonne.
Dopo qualche ora giunse il momento di esibirsi e di cantare quel pezzo.
Le tre erano super eccitate ma avevano paura di sbagliare qualcosa,ma appena iniziò la base tutte le loro paure svanirono creando e trasmettendo al pubblico emozioni gioiose e sensuali.
 
Oz:Let’s go. So bring your passport, girl.
I’m trying to show you the world.
I know your ex did you bad, but I’m your new perfect man.
Dignity where you stand. With just a touch of my hand.
I’m trying to show you my plan.
You got me, girl. I’m a fan.
 
Hil: From the minute that you walked right through the door,
Thoughts were racing in my mind,
Time to explore.
 
Ragazze: I tell my friends that I just gotta have him.
But don’t look now, ‘cuz I see you staring at him.
 
Jul:I tell my friends that I just gotta have him.
But don’t look now, ‘cuz I see you staring at him.
 
Mar: Tunnel vision had him locked on in my sight.
On a mission for position by the end of the night.
It’s like a prey playing games with the hunter
Nowhere to run, boy, time to surrender.
 
Ragazze: And all I need is to feel you.
All I want is to feel you.
 
Reach Out and touch me
Before I go insane.
Reach out and touch me
Boy don’t you make me wait.
I’m a diamond and you’re so on the money.
Reach Out and touch me. And all I need is to feel you.
 
Hila:Like a prayer, your touch can take me there.
In my mind, you and me, in a secret affair.
 
Ragazze: oh, boy you’re killing me and you don’t even know it.
Tried to hold back, but I can’t control it.
So I’m stepping to ya.
Skip the ‘How ya doin’?”
Grab your hand, pull you closer to me, yea.
Out the door we’re slipping.
Then we start to kissing.
Boy you’re invited to my fanta-tasy.
And all I need is to feel you.
All I want is to feel you.
Reach Out and touch me
Before I go insane.
Reach out and touch me
Boy don’t you make me wait.
I’m a diamond and you’re so on the money.
Reach Out and touch me.
 
Oz: Yea, you already know. It’s Prophet, baby.
Let’s Go!
I’m here to play with fire.
Your body’s my desire.
The time to flirt across the room doesn’t expire.
‘Cuz you a superstar. Get in my supercar.
The paparazzi watchin’ us the tube is on.
I know I took it far, but look how good you are.
And look how good you look.
One touch, I’m supercharged.
 
Le tre cantanti iniziarono a muoversi sensualmente prima voltandosi,poi girandosi la testa e con passi eleganti si diressero erso il pubblico dove ripresero a ballare con tre ballerina italiani con cui sembrava che avessero molto feeling,causando la gelosia del batterista.
 
Ragazze:Baby, can’t you see how you’re affecting me?
Baby, sensual, physical fantasy.
Maybe fate brought the two of us close and now,
Don’t you wanna
Don’t you wanna
Don’t you wanna
Don’t you wanna

Reach Out and Touch Me?
Reach Out and touch me
Before I go insane.
Reach out and touch me
Boy don’t you make me wait.
I’m a diamond and you’re so on the money.
Reach Out and touch me.
 
Reach Out and Touch Me.
Reach Out and Touch Me.
Reach Out and Touch Me.
 
Appena il concerto finì I componenti delle Scimmie raggiunsero le compagne di classe.
“Allora prof, come sono andata?” domandò Ming Ming esaltata.
“Bene, sei una brava ballerina”disse il ragazzo imbarazzato,così la turchina ancora più felice lo abbracciò calorosamente mentre Emily incenerì il ragazzo con lo sguardo,a in seguito decisa a non dargli soddisfazioni decise d’ignorarlo.
 
Passò una settimana e i rappresenti d’istituto si riunirono in palestra per allestire la sala che avrebbe ospitato la festa,ma i ragazzi,decisi a vendicarsi delle umiliazioni subite durante i corsi decisero di mettere in pratica tutti gli stratagemmi possibili per rovinarla.
Appena Julia ebbe finito di montare ed apparecchiare il tavolo per l’evento, Yuri finse d’inciampare in un piede del tavolo che si piegò facendo finire tutto sul pavimento.
La castana prontamente cercò di rimediare,ma scivolò su una bevanda gassata così finì addosso al moscovita che cadde nuovamente e disse:”Sembra proprio che tu non possa fare a meno di me,peccato che non sei né magra né bella, forza alzati mongolfiera”.
“Senti chi parla, un maniaco pervertito che…” ma la ragazza venne zittita dalle labbra del giovane che si posarono sulle sue.
La ragazza avvampò vistosamente e in un primo momento rispose a quel gesto con passione,ma in seguito si scansò e ignorò l’accaduto nonostante avesse provato delle emozioni inaspetate.
Si alzò velocemente e si diresse verso le sue amiche mentre l’atleta la guardò con un sorriso soddisfatto e vittorioso.
Itanto i ragazzi fecero uno scherzo a Mao che si trovava in uno sgabuzzino fetido e buio,così appena la ragazza si chinò per raccogliere uno scatolone improvvisamente si sentì tocare,si voltò lentamente e vide uno scheletro,così iniziò a urlare e piangendo corse fuori dal ripostiglio mentre i ragazzi si piegarono in due per le risate.
Le ragazze,ormai stanche distare al gioco decisero di vendicarsi,per questo motivo chiesero a Takao e Max di appendere dei festoni.
Appena i due furono in cima,Julia e Hilary, che mantenevano la scala,con un movimento brusco la spostarono provocando la caduta dei due,così i ragazzi smisero di giocare poiché le ragazze avrebbero fatto di peggioe farsi male prima della festa non ne valeva la pena.
 
I preparativi finirono dopo qualche ora e verso le nove giunsero tutti gli studenti.
La sala, nonostante le numerose difficoltà che avevano riscontrato i rappresentanti d’istituto, aveva un’aspetto inquietante poiché era stato creato un cielo lugubre,mentre la stanza era illuminata era avvolta dalle tenebre fatta eccezione per la luce fioca che proveniva dalle candele che erano state poste in luoghi strategici.
All’improvviso una ragazza urlò poiché appena aveva porta la porta del bagno una cadavere le era caduto addosso,ma gli organizzatori riuscirono a mantenere la calma spiegando loro che probabilmente l’assassino era fra loro, così decisero di dividere alcuni studenti creando dei gruppi.
Mariam si si ritrovò a far coppia con la sua ex migliore amica, che dopo qualche secondo di silenzio prese parola, e con un tono supplichevole disse:” Per favore ascoltami”.
“Abbiamo qualcosa da dirci?” ribatté la corvina gelidamente e voltandosi di scatto verso la biondina.
“Si! io non volevo tradirti ma Queen è riuscita a convincermi che voi non mi sopportavate e ha detto che se io fossi rimasta con te sarei sempre stata un’ombra, la tua ombra. Sono stata una stupida invidiosa, mi sono fidata perché avevo paura di essere abbandonata da voi, ti prego, perdonami e se chiedo troppo almeno parlami, non ignorarmi. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, mi manchi”disse Eveline voltandosi e scappando ma la cantante la raggiunse e le bloccò un polso facendola voltare e con un tono duro disse:”Come hai potuto farlo? Sei stata una stupida, ti volevo bene, anche se non te lo dicevo spesso, mi fidavo di te, ma nonostante tutto…sento che posso ancora farlo” dopodiché l’abbracciò e la biondina le domandò con voce incerta e commossa:” Amiche?”.
“Hai anche il coraggio di chiedermelo? Ovviamente lo siamo”rispose lei dolcemente e le asciugò le lacrime.
Dopo qualche minuto l’americana disse:” Parla con Ozuma, mi ha invitata solo per farci far pace e ha truccato il sorteggio”.
“Prima o poi lo farò” rispose la ragazza riassumendo la sua solita espressione gelida.
“Ora!” ordinò la cheerleader con fare autoritario che non ammetteva repliche.
“Lo faccio solo per te, ricordalo”sibilò la fanciulla sorridendo.
La corvina raggiunse la sala da ballo dove trovò il suo amico che la ignorò,così l’orgoglio della cinesina prevalse e decise di raggiungere alcune compagne di classe.
Improvvisamente qualcuno le toccò una spalla e lei si voltò di scatto.
“Ozuma”disse lei atona e squadrandolo freddamente.
“Parliamo” sibilò l’altleta con un tono che non ammetteva repliche.
“Come vuoi, a dopo ragazze” disse la ragazza dagli occhi smeraldini allontanandosi dal gruppo.
Appena uscirono dalla sala il ragazzo la fissò e disse:” Perché sei venuta qui con Max? perché ti diverti a farmi ingelosire?”.
“Perché sei venuto al ballo con Eveline e mi hai ignorata?” ribatté la studentessa con un tono duro.
“Sinceramente credo che tu sappia perché sono venuto qui con la tua ex amica”.
“Amica, non più ex, so cos’hai combinato ma non aspettarti che io ti ringrazzi”disse Mariam acidamente.
“Lo so,ma ho deciso di venire qui con lei anche per farti ingelosire e anche per conoscerla meglio dal momento che io non t’interesso”. Rispose Ozuma con un tono acido.
“Chi ti ha detto che non m’interessi?” sbottò Mariam con un’espressione enigmatica.
“Perché? T’interesso? Ascoltami sono stanco di questi giochetti, o è un sì o è un no” chiese lui accigliandosi.
Le non disse nulla ma improvvisamente gli buttò le braccia al collo e lo bacio che destò nei cuori dei due un mix di emozioni mai provate, nonchè la nuova consapevolezza dei sentimenti che nutrivano l'una per l'altro, dopodiché gli disse:”Adesso sarai soddisfatto,no?”.
“No, vuoi essere si o no l a mia ragazza”disse lui accarezzandole del viso e usando un tono dolce.
“Si, ma non voglio troppe effusioni né privatamente né in pubblico, intesi?”disse lei diventando seria nonostante i suoi occhi mostrassero una gioia incontenibili.
“Sai che non sono il tipo”rispose lui facendole l’occhiolino.
“Oh si, e so anche che sei uno stronzo molto furbo”rispose la cantante sorridendogli.
“Incominciamo bene eh”disse lui rispondendo al sorriso.
“Già, su andiamo dentro. Comunque fra quindici giorni sarà il mio compleanno, sei invitato”asserì Mariam con un tono piatto.
“Sono il primo invitato?”.
“Ti piacerebbe”disse lei scherzosamente.
“Dimenticavo di dirti una cosa…ti amo”.
“Lo so,idem”.

 
 

Spazio autrice:
Ciau a tutti! Come vi avevo promesso sono tornata, beh vi annuncio che sono tornata e che probabilmente domenica posterò il nuovo capitolo,da sabato 9 luglio tutto tornerà normale e probabilmente per farmi perdonare posterò due capitoli uno sabato e l’altro mercoledì 13 luglio.
Vi annuncio che sabato 23 luglio e 30 luglio non ci sarà l’aggiornamento poiché sono in vacnza,quindi posterò il 22 luglio e il 2 agosto(forse anche prima perché in vacanza mi armerò di quaderno e penna.
Comunque qualcuno sa dirmi come far diventare questa fic una serie? Perché ho intenzione di continuarla ^^.
Ringrazio la mia sorellina per il pezzo che mi ha scritto,precisamente l’inizio della lezione di ballo,e tutte voi che continuate a sostenermi.
In ogni caso credo che in questo capitolo troverete molti errori poichè(anche se l’ho revisionato)  gli operai disturbano in continuazione(mettiamola cos’ xD).
Un bacione a tutti,spero di non avervi deluso.
A domenica.
Ps:guardate il video di Kelly Clarkson because of you e capirete di cosa tratterà il prossimo capitolo,o almeno una parte..
Pss:da come avete notato ho riscritto un capitolo lungo un km xD.

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Capitolo 12
*** Un ritorno inatteso ***


-Caro diario, oggi è la vigilia del mio diciottesimo compleanno, dovrei essere felice ma non lo sono… sono passati ben otto anni e all’epoca ero solo una bambina mentre adesso sto per diventare “grande” o almeno maggiorenne.
Ormai mancano pochi minuti e tu non ci sei.
Sono chiusa nella mia stanza e mi sento sola, solo il buio mi fa compagnia. Vorrei semplicemente dirti che ti odio, che mi hai abbandonata, che hai reso la mia vita un inferno, ma non ci riesco.
Nella mia mente e nel mio cuore,  i nostri brevi ricordi sono ancora vivi eppure tu non mi hai mai mostrato apertamente il tuo affetto.
Ti somiglio sai? Tutti me lo ripetono sempre.
Abbiamo gli stessi occhi e gli stessi atteggiamenti, ma in realtà siamo due estranei e questo mi fa soffrire, avrei voluto conoscerti meglio ma a quanto pare a te non interessa nulla della MIA famiglia.
Non voglio essere come te, tu… l’uomo che ha abbandonato i suoi figli, ma per cosa? Questo non l’ho mai capito.
Ricordo che quando te ne sei andato mamma piangeva spesso e solo dopo molto tempo ha messo via le tue cose.
Qualche anno fa le chiesi se la causa del vostro divorzio ero io, inizialmente non proferì parola, dopodiché mi sorrise e disse:- No piccola, non devi mai pensare questo, tu e Jessie siete le cose più importanti e preziose che la vita potesse donarmi-.
Poi ha incontrato il suo attuale compagno e finalmente l’ho vista nuovamente sorridere, adesso è felice e io lo sono per lei, inoltre Jimmy è un uomo molto solare e si è sempre comportato da padre.
Vorrei non averti mai incontrato, hai fatto soffrire tutti, soprattutto la mamma e me, ma questo non lo ammetterò mai.
Ricordo quando hai preparato le valigie e che io cercai di fermati e tu cos’hai fatto? Niente!.
Ti limitasti a guardarmi con freddezza e mi baciasti e dopodichè sei sparito.
Ed ora eccomi qui, sono passati otto anni e senza di te mi sento sola…purtroppo.
A volte cerco di pensare a come sarebbe andata se quel maledetto giorno non te ne fossi andato, ma fantasticare è inutile…quello che conta è la realtà.
Papà, manca un minuto alla mezzanotte e tu non ci sei, sto piangendo, mi sento una stupida e lo sono veramente poiché sto versando le mie lacrime per un fantasma del passato che non ha voluto vedermi la scorsa estate.
Prometto a me stessa di non pensarti mai più. Tu non sei e non farai mai parte della mia vita; adesso sono io che ti rinnego.
L’unica cosa che posso dirti è grazie per avermi messa al mondo, ma soprattutto grazie per il male che mi hai fatto perché solo così sono diventata quella che sono oggi.
Addio…papà .-
 
Mariam, alzandosi dal letto, chiuse il diario e si asciugò le lacrime, e dopo qualche secondo il cellulare vibrò.
“Piccola, affacciati alla finestra” aveva scritto Hilary.
La corvina si affacciò e vide tutte le sue amiche che avevano affisso uno striscione dov’era stato scritto: - Un piccolo bocciolo finalmente è cresciuto  diventando una rosa rara, la più bella di tutto il giardino. Tanti auguri piccola star, Ti vogliamo bene”.
Leggendo quel messaggio accennò un sorriso sincero che illuminò di gioia  le sue amiche.
“Ragazze, è tardi, che avete intenzione di fare?” sibilò la cantante con un tono leggermente rotta per la commozione.
“Scendi!” ordinò Eveline facendole l’occhiolino.
“Voi mi preoccupate. Un attimo e sono da voi” rispose la giovane con un tono falsamente seccato e in un battibaleno raggiunse le amiche che la bendarono e la condussero in spiaggia.
“Ragazze, mi togliete questa cosa?” sbottò la ragazza mostrando il suo disappunto,ma quando aprì gli occhi rimase sbalordita poiché le sue amiche avevano appiccato un falò a forma di cuore.
L’atmosfera era carica di emozioni mentre alcune zampilli di fuoco danzavano armoniosamente nel cielo stellato donando all’ambiente un clima sereno carico di sentimenti e parole non dette.
In seguito la biondina prese la parola e con un tono emozionato disse:”Passatemi lo spumante, devo fare un discorso”.
Sonja gentilmente glie lo passò e l’americana prese nuovamente parola:” Mariam, sei la mia migliore amica e nonostante tutti i nostri litigi, sono fiera di esserlo.
Sei una persona eccezionale, sempre presente con i tuoi taciti silenzi e pronta ad ascoltare senza giudicare, sei un po’ cocciuta ma sei unica, insostituibile…con i tuoi modi sempre bruschi a volte sembri fredda, ma noi sappiamo che in realtà sei una ragazza dolce e che il tuo cuore è capace di donare tanto amore.
 Per tutte noi sei importante e nonostante tu sia la più piccola del gruppo possiamo dire che spesso sei la più matura.
Sei il nostro punto di riferimento, la nostra unica leader.
Mariam, questo è per te! Goditi lo spettacolo”.
Improvvisamente apparvero nel cielo dei fuochi d’artificio che si rifletterono nel mare e la ragazza si lasciò sfuggire una lacrima che cercò d’asciugare prontamente, ma alle amiche questo non sfuggì e insieme l’avvolsero i un caloroso abbraccio.
“Vorrei che lui fosse qui” mormorò la cantante.
“Hey, ricordati sempre per  noi, per Jessie e per la tua famiglia sei importante e se lui ti ha abbandonata vuol dire che non è degno di avere una figlia come te, capito baby?” disse Hilary sorridendole affettuosamente nonostante fosse consapevole dell’inutilità delle sue parole, poiché la cheerleader non aveva mai superato quel trauma.
“Amori miei, basta piangere”disse Julia sbattendo la bottiglia di spumante e diresse il fluido alcolico verso le sue amiche che vennero colpite dal fluido alcolico.
“Vuoi la guerra?” disse Mathilda con un tono di sfida.
“Certamente”disse scherzosamente la spagnola che non si aspettava una coalizione delle sue amiche, che, dopo averla rincorsa per tutta la lunghezza della spiaggia, la gettarono in mare, dove dopo qualche secondo s’immerse il resto del gruppo.
 
Quella mattina il solleva brillava e dopo aver fatto colazione e ricevuto gli auguri del fratellino Mariam uscì dal cancello quando vide il suo neo fidanzato che aveva parcheggiato la sua moto d’innanzi al vialetto.
“cosa ci fai qua?” domandò la cinese evidentemente sorpresa.
“Potresti iniziare con un – ciao amore, come mai sei qui?-” ribatté lui sarcasticamente e scimmiottando l’espressione della corvina.
“Ciao amore, come mai sei qui?” esclamò lei ironicamente.
“Davvero spiritosa, sono venuto a prenderti ovviamente. So che tu madre ti ha vietato di usare l’auto”.
“E tu come fai a saperlo?” chiese lei sbigottita.
“Devo anche risponderti?” asserì l’atleta con un’espressione furbetta.
“Ottimo piano, ma ci sono delle cose che ancora non mi hai dato oggi” rispose la cantante maliziosamente.
“Cosa? Ah si, tanti auguri” disse lui facendo il finto tonto.
“Intendevo questo” ribatté lei posando le sue labbra su quelle del ragazzo.
“Me n’ero proprio dimenticato, rimedio subito” rispose il cinese baciando la sua nuova ragazza.
“Basta smancerie! Cos’avevamo detto quindici giorni fa?”
“Non abituarti troppo a questo trattamento, l’ho fatto solo perché è il tuo compleanno. Comunque, come l’hanno presa le tue amiche?” chiese il ragazzo che usò un tono quasi allarma dio quando proferì la seconda frase.
“Considerando che all’inizio Sonja ha sclerato, Hilary ha cercato di dissuadermi e Julia mi ha dato della pazza, alla fine hanno accettato la nostra relazione”disse Mariam atona.
“Direi che ti è andata bene, i miei amici, precisamente Takao e Max,  sparavano solo cazzate” asserì Ozuma arrossendo leggermente ricordando le frasi sconce dei suoi compagni di squadra.
“Ok, su andiamo a scuola! Il professor Hiwatari ci attende con un simpaticissimo compito in classe” disse la giovane ironicamente.
 
Le due ore del test furono un vero inferno, non solo perché il docente aveva dato esercizi complessi, ma anche perché passava in continuazione fra i banchi  senza contare che sembrava avere un terzo occhio posto dietro la nuca, così appena il quiz finì l’insegnate uscì dall’aula con un’espressione soddisfatta mentre la bidella poté finalmente entrare.
“È  arrivato un bouquet, chissà chi sarà la fortunata”disse la donna con un tono amichevole.
Tutte le ragazza ammirarono agognanti quel fascio di fiori che era composto da diciotto rose rosse.
“Vi arrendete così facilmente?” continuò la donna dall’aspetto mascolino.
“Mariam, è per te” aggiunse l’inserviente gentilmente che si avvicinò al banco della ragazza.
La cinesina guardò la composizione floreale  con un’espressione falsa ed impassibile nonostante avesse gradito quella piacevole sorpresa, così, appena lesse il nome del mittente avvertì una piacevole morsa l’avvolse e con uno scatto si voltò verso il suo fidanzato e gli accennò un sorriso commosso e riconoscente.
Quel gesto l’aveva colpita moltissimo e ricevere quelle attenzioni l’avevano fatta sentire speciale ed apprezzata nonostante il suo carattere le impediva di esprimere pienamente le sue emozioni.
Giunse l’ora di pranzo e Mathilda si lamentò poiché non poteva venire festa perché non aveva l’auto, percoò Ming Ming con un tono malizioso le suggerì:”Perché non chiedi a Kei? Ti accompagnerei io ma ho la macchina piena”.
“K- Kei?” balbettò la rosina arrossendo violentemente.
“Si certo, a eccolo! KEI!” urlò la ragazza sorridendo ingenuamente.
“Che vuoi?” disse l’argenteo infastidito.
“Mathilda, su” la incoraggiò la nipponica colpendo l’amica sul fianco con un gomito.
“Non ho tempo da perdere, a quanto pare non avete niente da dirmi, ciao” sbottò il moscovita allontanandosi di qualche passo.
“K- Kei, aspetta”sibilò la cheerleader imbarazzata.
“Dimmi”rispose bruscamente il ragazzo voltandosi nuovamente.
“Potresti accompagnarmi, sempre se non ti disturbo s’intende, perché se è così chiedo a qualcun altro, quindi…”disse la studentessa presa totalmente dall’imbarazzo.
I quel momento si sentiva veramente una stupida, non solo per la figuraccia che aveva appena fatto ma anche perché il giovane la stava guardando con freddezza, inoltre il fatto che non riuscisse a formulare una frase con un senso logico in presenza dell’atleta la infastidiva parecchio.
Così, dopo aver sospirato e abbassato la testa gli domandò nuovamente:” Scusa, volevo solo chiederti se questa sera potresti accompagnarmi al compleanno di Mariam”.
“Come vuoi”assentì gelidamente il ragazzo dai capelli bi- colore.
L’atleta non riusciva a dire di no a quella ragazza, eppure non era bellissima come Sonja o intelligente come Queen, ma quella sua timidezza e goffaggine riuscivano a sciogliere il suo cuore con pochi gesti e sguardi, ma l’immagine della gemella di Yuri continuava a resistere nel suo animo.
“Grazie” mormorò Mathilda dolcemente mentre le sue gote s’imporporarono nuovamente.
“Di niente, alle otto e mezza sarò da te, fatti trovare pronta o ti lascio a casa”rispose l’euroasiatico allontanandosi dal tavolo doverano sedute le cheerleader.
Sonja guardò la ragazza e con un dono preoccupato disse”Fa attenzione, spero che lui sia cambiato, ma se ti farà soffrire ce la pagherà cara, molto cara. In ogni caso hai tutto mio sostegno. Ti voglio bene e ti auguro tutto il bene di questo mondo”.
“Grazie… per me è molto importante il tuo appoggio”. Rispose la rosina timidamente.
“Di cosa? Fra amiche ci si sostiene, no?” rispose la rossa abbracciando la compagna di squadra.
 
Erano le diciassette e trenta e Mariam fece ritorno a casa dopo essere stata alla lezione di danza classica, e com’era sua abitudine si diresse in soggiorno dove notò un nuovo pianoforte a coda.
“Olga!” chiamò la ragazza atona.
“Dite signorina”rispose la cameriera gentilmente.
“Cosa ci fa questo nuovo pianoforte  in salotto?”
“Oh signorina, non saprei, è arrivato con questo biglietto stamane”isse la donna porgendo il foglio alla cantante.
-Ti ho sempre voluta bene, mi manchi- recitava il biglietto. La corvina fissò il biglietto e si domandò mentalmente – Che sia lui? No, non è possibile! Non sa neanche dove abito…indagherò-.
“Grazie mille, puoi andare”disse freddamente la studentessa.
“Va bene signorina”sibilò la colf uscendo dalla stanza.
La ragazza si avvicinò allo  strumento musicale e posò le sue lunghe e affusolate dita su di esso.
Premette qualche tasto e un improvviso senso di tristezza e solitudine l’invase, così spostò lo sgabello e si sedette e dopo qualche secondo iniziò a suonare una triste melodia che aveva composto nei giorni antecedenti al suo compleanno.
 
 Appena la musica iniziò ad echeggiare per tutto l’ambiente i sentimenti che aveva provato la sera precedente sembrarono prendere vita.
 
I will not make 
the same mistakes that you did 
I will not let myself 
Cause my heart so much misery 
I will not break 
the way you did, you fell so hard 
I've learned the hard way 
To never let it get that far 

Numerosi ricordi dolorosi e sereni si unirono nella sua mente in una danza solitaria e malinconica.

Because of you 
I never stray too far from the sidewalk 
Because of you 
I learned to play on the safe side so I don't get hurt 
Because of you 
I find it hard to trust not only me, but everyone around me 
Because of you 
I am afraid 

Provava un dolore lancinante che le impediva di essere felice, voleva suo padre, desiderava che lui fosse li…ma questa era semplicemente un utopia.

I lose my way 
And it's not too long before you point it out 
I cannot cry 
Because I know that's weakness in your eyes 
I'm forced to fake 
A smile, a laugh everyday of my life 
My heart can't possibly break 
When it wasn't even whole to start with 
 
Era sola e in quell momento ne era pienamente consapevole, lui non c’era e non ci sarebbe mai stato nella sua vita.
Because of you 
I never stray too far from the sidewalk 
Because of you 
I learned to play on the safe side so I don't get hurt 
Because of you 
I find it hard to trust not only me, but everyone around me 
Because of you 
I am afraid 
 
Delle calde lacrime iniziarono a rigarle il viso. Odiava piangere, ma lo stava facendo, stava tradendo il suo essere per una persona che non meritava nulla da lei.
I watched you die 
I heard you cry every night in your sleep 
I was so young 
You should have known 
better than to lean on me 
You never thought of anyone else 
You just saw your pain 
And now I cry in the middle of the night 
For the same damn thing 
 
Voluto fermarlo quel giorno, ma in fondo era stato meglio così,. Era cresciuta e non riusciva a dimenticare quell’uomo poiché nel bene e nel male le aveva concesso di vivere… di essere almeno in parte felice.
Because of you 
I never stray too far from the sidewalk 
Because of you 
I learned to play on the safe side so I don't get hurt 
Because of you 
I try my hardest just to forget everything 
Because of you 
I don't know how to let anyone else in 
Because of you 
I'm ashamed of my life 
because it's empty 
Because of you 
I am afraid 

Because of you 
Because of you
 
Smise di suonare e prontamente si asciugò le lacrime, ma improvvisamente sentì una voce familiare che disse:” Brava”.
Lei sobbalzò e si voltò,. Quando vide quel ragazzo, con un tono sorprese disse:”Ozuma”.
Il ragazzo le si avvicinò e dolcemente le chiese:” Tutto bene?”.
“Vogliamo uscire?” continuò lui asciugandole una lacrima.
Non aveva mai visto una ragazza piangere, e non sarebbe mai aspettato di vedere proprio quella ragazza che sembrava sempre forte e coraggiosa farlo.
Non gli piaceva vederla così, e avrebbe fatto di tutto pur di consolarla.
Mariam odiava farsi vedere in quei momenti così deprimenti, ma sentiva di potersi aprire con lui, così, dopo aver assunto la sua solita maschera gli disse:” Andiamo in camera mia”.
Appena furono entrati nella stanza la cantante gli fece segno di accomodarsi sul letto, dove si distesero.
Le si accoccolò sul petto del ragazzo e dopo aver sospirato  iniziò a raccontargli tutti i suoi pensieri.
Quando ebbe finito di narrare la storia la storia con occhi ancora lucidi gli sussurrò:” Grazie, ne avevo proprio bisogno… ti amo”.
“Di niente…ma hai veramente detto quelle parole?” chiese il ragazzo con un tono sorpreso per quell’improvvisa confessione.
“Si, l’ho detto. ed eccoti la prova che non stai sognando” sussurrò la corvina pizzicandogli una guancia.
“Tu sei sempre così gentile, eh?” sibilò l’atleta facendole il solletico.
“Smettila…hahaha--- ti prego, pietà”supplicò la giovane.
Improvvisamente i loro occhi si specchiarono creando un magico incantesimo fatto di amore e passione che li portò a fare l’amore per la prima volta.
 
“Tutto ok?” chiese Ozuma premurosamente.
“Si, un po’ dolorante ma sto bene” rispose la ragazza sorridendo serenamente.
“Mi spiace, non ti ho neanche chiesto se volevi farlo, sono stato un egoista” asserì il giovane chiaramente dispiaciuto.
“Ehi, se non volevo te lo avrei detto. sto bene… stiamo bene, quindi esci dal mio letto e vatti a preparare! Ci attende una festa” ordinò lei riassumendo i suoi solidi modi bruschi.
“Dobbiamo andarci per forza?” domandò l’asiatico con un tono fintamente dispiaciuto.
“Si è mai visto un compleanno senza la festeggiata?” ribatté la fanciulla dagli occhi smeraldini sarcasticamente.
“vado, a più tardi” rispose il ragazzo con un’espressione sconfitta uscendo dalla camera.
 
Trascorsero due ore e tutti gli invitati giunsero alla villa dall’aspetto aristocratico che era stata affittata per l’evento.
Improvvisamente la festeggiata, che aveva l’aspetto di una dea,  fece il suo ingresso scendendo le scale con passi lenti e misurati che incantarono Ozuma e Max che osservavano la cantante esterrefatti.
La corvina indossava un abito molto lungo del color del cielo che aveva un semplice bustino a fascia con uno strato di raso sulla vita, mentre la gonna era molto larga con eleganti ricami.
Nei suoi capelli c’era una tiara che era stata scelta, o meglio imposta, dalla madre mentre la sua folta chioma leggermente arricciata, era libera di cadere morbidamente sulla schiena.
“Auguri” urlarono le ragazze acclamando la loro amica che distolse lo sguardo per l’imbarazzo.
Dopo aver salutato tutti Mao prese la parola e allegramente disse:” Avrai notato che manca ancora un regalo: quella della nostra classe, ma per averlo dovrai superare tre rebus che sono stati creati dalle nostre care Scimmie. Ecco il primo”.
La cantante terminò la prima prova e venne condotta nel bagno dei ragazzi dove trovò un DVD e il secondo indizio che la indirizzò verso la piscina.
Dopo diversi minuti riuscì a risolverlo e in seguito trovò un cartellone con le foto e le dediche di tutti i compagni di classe.
Quel collages emozionò la ragazza che contemplò quel foglio per diversi minuti, in particolare una foto che ritraeva la squadra delle cheerleader all’iniziò del terzo anno che la emozionò.
In seguito risolse anche il terzo quesito e trovò un “pacco” che venne aperto immediatamente.
“Chi schifo”esclamò la ragazza estraendo nuovamente la mano sporca di farina e acqua”Prenditela con i ragazzi” esclamò Emily sorridendo.
All’interno della scatola vi erano numerosi oggetti erotici e numerosi giocattoli che la fecero arrossire.
La neo diciottenne continuò a cercare all’interno della scatola e dopo qualche minuto afferò un biglietto.
“Leggilo ad alta voce” esclamarono i compagni all’unisono.
“Una ragazza entra in un sexy shop. Guarda titubante tutti gli oggetti e poi si reca alla cassa e chiese:- Vorrei un paio di reggicalze, una frusta di pelle e quel vibratore rosse che c’è dietro la cassa-.
Il cassiere risponde:- Beh signorina… per il reggicalze e la frusta non c’è nessun problema, ma per l’estintore…”.
La giovane rilesse la barzelletta mentalmente e disse con un tono seccato:” Chi è stato il reale creatore di questo scempio?”.
“Internet” rispose candidamente Takao.
“Sicuro?” chiese dubbiosamente la cinesina.
“Ovviamente”. Rispose il moretto placidamente.
Passò un ora e il dj diede il via ai balli e Kei, annoiato da tutto quel movimento si appoggiò ad una parete con un’espressione annoiata, così Mathilda notando la figura del ragazzo si avvicinò e dolcemente gli chiese:” Come mai sei tutto solo?”.
“Mi andava” rispose telegraficamente l’argenteo.
“Perché non sei con i tuoi amici?” domandò la rosina premurosamente.
“Sono occupati”.
“Beh, allora posso farti compagnia? Anzi, perché non balliamo anche noi due?” chiese la cheerleader timidamente.
Kei la guardò e senza dir niente la trascinò al centro della posta.
L’euroasiatico poggiò le sue mani sui fianchi della compagna che arrossì violentemente e le sussurrò:”Dovresti mettere le mani sulle mie spalle”.
La giovane eseguì gli ordini e insieme iniziarono a ballare .
I loro cuori battevano contemporaneamente e si fondevano in un’impercettibile melodia.
Nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro e il diciottenne aveva voglia di baciarla ma no lo fece.
 
Mariam, essendo stanca di stare con tutti gli ospiti, uscì  dalla sala per stare un po’ da sola  e per prendere una boccata d’aria.
Improvvisamente vide un’ombra muoversi fra i roseti e si avvicinò con circospezione.
Dopo qualche istante un uomo piuttosto alto balzò e finalmente vide il volto di quella persona che riconobbe subito.
Era letteralmente scioccata e senza rendersene conto lasciò cadere la sua borsa.
In quel momento cario di tensione esistevano solo loro due… ormai due perfetti estranei.
“Papà, che diavolo ci fai qui?” strillò la festeggiata esterrefatta e acidamente per mostrare il suo falso disprezzo verso il genitore.
“Mariam…”

 
 
 
 

Spazio autrice:
Ragazze perdono! Avevo detto he avrei postato domenica ma fra 2 feste di compleanno e i casini a casa non sono riuscita a trascrivere questo capitolo.
In ogni caso spero che vi sia piaciuto…ci ho messo tutto il mio cuore e almeno in parte parla di me e del difficile rapporto con mio padre.
Ovviamente ho cercato di fare del mio meglio, ma in alcuni punti, in particolare la fine, non sono convinta del lavoro che ho fatto.
Mi sono basata sulla canzone Because of you di Kelly Clarckson( una delle mie preferite)  che mi ha aiutata per scrivere i pensieri di Mariam quando cantava proprio quella canzone,ma anche quel pezzo non mi convince, ma scriverlo mi ha emozionata davvero molto.
Beh, buona notte e probabilmente ci sentiamo sabato.
 
Mini spoiler: i ragazzi saranno alle prese con il video musicale, ma succederà un enorme casino.
Spero di avervi incuriosito.
 Baci.
Vi amo. Traduzione: Non voglio fare gli stessi errori che tu hai fatto non permetterò a me stessa di dare al mio cuore così tanto dolore non mi spezzerò nel modo in cui tu hai fatto Tu sei fallito così duramente Ho imparato a seguire la strada più dura e non mi permetterò di lasciarla lontano rit. A causa tua non mi tengo troppo lantana dalla parete a causa tua ho imparato a giocare nella parte sicura così non mi sarei fatta male a causa tua trovo difficile fidarmi non solo in me ma in ogni persona intorno a me a causa tua sono spaventata Ho perso la mia strada e non ci ho messo troppo prima di accorgermene non posso piangere perchè so che la dbolezza era nei tuoi occhi Mi sforzo in un sorriso, in una risata ogni giorno della mia vita Il mio cuore non è possibile romperlo perchè non ho mai iniziato a usarlo rit. Ti ho visto morire Ti ho sentito piangere ogni notte mentre dormivi io ero così giovane Tu avresti dovuto sapere meglio cosa mi stavi insegnando non hai mai pensato che qualcun altro avrebbe potuto vedere il tuo dolore e ora io piango nel mezzo della notte sopra le stesse dannate cose

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Capitolo 13
*** Inganno, sentimenti e tradimenti ***


“Che cosa ci fai qui?” sbottò la ragazza fronteggiando l’uomo con astio.
“Volevo solo parlarti” rispose l’uomo dolcemente.
“Io non ho nessuna intenzione di farlo! Ti odio” asserì la corvina gelidamente e stringendo i pugni convulsamente.
“Mariam, tesoro dove sei? Ah sei qui…Tu!” urlò la madre della cantante sbigottita, usando un tono carico di astio che accentuò la tensione che si era creata.
“Midori, voglio parlare con nostra figlia” disse l’uomo dai capelli verdi gelidamente.
“Mi spiace ma tu non parlerai con MIA figlia” disse la donna afferrando festeggiata che guardò la madre con un’espressione interrogativa.
Non riusciva a capire il comportamento della genitrice ma le era grata immensamente, così le sorrise flebilmente e prese parola:” Va via! Tu per me sei solo un estraneo! Ci hai abbandonati e non hai alcun diritto d’interferire nella nostra vita!”..
“Mariam, io devo spiegarti, devi sapere la verità” ribattè l’adulto supplichevole.
“Non voglio sapere le tue ragioni, tu non sei mio padre, sei solo un mostro egoista…addio”rispose la cinesina seguendo la donna.
Aveva voglia di piangere ma non lo fece così decise di restare muta per tutto il resto della serata.
“Ehm, ehm…signorina Kirsty, le pare il modo di comportarsi durante la mia lezione”disse l’uomo facendo sobbalzare la studentessa che si era appisolata.
“Mi scusi professor Hiwatari” rispose Mariam atona.
“Niente scuse, ora le metto un bel rapporto. Non riesco a credere che un’alunna brillante come lei possa comportarsi così. Mi ha profondamente deluso ed ora raggiunga il signorino Huznestov alla lavagna”.
“Mi dia la definizione della funzione” disse il docente severo.
“La funzione è una particolare relazione dove si associa F:A->B , matematicamente si scrive     F(x)->Y”.
“Ok, definiscimi il campo di esistenza” ordinò il professore con un sorriso compiaciuto.
“Per campo di esistenza s’intende l’insieme di tutti i valori d’assegnare alla variabile X affinché la Y abbia valore, dunque è la ricerca di tutti quei valori che non annullano il denominatore”.
“Perfetto. Torni pure a posto e per punizione le metto solo sette e cerchi di non addormentarsi mai più. Sappia che la prossima volta le farò più domande”.
La giovane tornò al suo banco e finse di ascoltare l’interrogazione poiché la sua mente era pervasa da innumerevoli domande a cui non sapeva dare una risposta.
-Perché sei tornato? Che vuoi da me? Rivederti mi ha fatto dl male, non volevo vederti ma contemporaneamente ne sono felice ma sono sempre più convinta delle parole che ti ho detto nonostante non volessi. Ti ho scacciato via, ma in cuor mio non volevo farlo. Perché l’ho fatto? Orgoglio? Si, è questa l’unica risposta, ma adesso cosa mi è rimasto di me e te, cos’ho di noi se non quelle parole che sicuramente ti avranno ferito…ma la domanda è: ti ho ferito? Cosa pensi di me? Almeno un po’ mi vorrai bene? Potrai perdonarmi? No, ovviamente non potrai mai farlo, ne sono sicura-.
“Mariam?” la chiamò Eveline preoccupata.
“Come mai ti sei alzata? “ chiese la giovane stupita.
“La lezione è finita, su andiamo a mangiare” disse la biondina dolcemente.
“Non mi va, ma tu vai pure. Voglio restare un po’ da sola” rispose la cinesina atona, ma la sua espressione mostrava un’ evidente tristezza, soprattutto i suoi occhi che apparivano vuoti.
“Vuoi parlarne?” domandò la biondina con un tono chiaramente preoccupato sedendosi accanto all’amica.
“No Eve, lasciamo in pace, ok?” sbottò la cheerleader cambiando improvvisamente tono.
“No, non posso farlo. Sono la tua migliore amica o sbaglio? E se tu non vuoi mangiare io resto qui con te che ti piaccia o meno” esclamò l’americana dolcemente che non aveva nessuna intenzione di abbandonarla.
Passò qualche secondo e un pesante silenzio calò sulle due ragazza. Improvvisamente la ragazza che aveva una cotta per Boris si voltò verso l’amica e con uno slancio abbracciò la capo cheerleader facendo cadere l sedia sul pavimento.
“Io per te ci sono. Ricordalo” sussurrò l’americana facendo sorridere amaramente la giovane che fra le lacrime mormorò:”Grazie. Ti voglio bene”.
“Anche io”.
 
Era pomeriggio e le ragazze si recarono allo studio per la registrazione della canzone.
“Buon pomeriggio mie piccole star” le accolse il signor Nodoka sorridendo.
“Anche a lei” risposero le tre cantanti all’unisono.
“Forza, voglio che questa canzone sia un successo, quindi recatevi immediatamente alla sala registrazione numero otto”.
Appena ebbero sistemato tutto il tecnico diede ordine di iniziare a cantare.
 
La cantante dai capelli corvini essendo troppo presa dai suoi pensieri entrò in ritardo ma il tecnico fece finta di nulla fin quando decise d’interrompere la prima prova che ricomiciò
M:You know that I’m a crazy bitch .
Ragazze.I do what I want, when I feel like it 
M:All I wanna do is lose control 
 
J:But you don’t really give a shit 
R:Ya go with it, go with it, go with it 
J:‘Cause you’re fuckin’ crazy 
Rock n’ roll 
 
R:You-ou said “hey 
What’s your name?” 
It took one look and 
Now I’m not the same. 

Yeah, you said “Hey” 
And since that day, 
You stole my heart and you’re the one to blame 

Yeah 


And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 

H:Last night I blacked out, I think. 
R:What did you, what did you put in my drink? 
H:I remember making out and then 
Oh oh 
 
 J:I Woke up with a new tattoo 
R:Your name was on me and my name was on you.
J:I would do it all over again 
 
R:You-ou said “hey (hey) 
What’s your name?” (what’s your name?) 
It took one look and 
Now I’m not the same. 

Yeah, you said “Hey” (hey) 
And since that day, (since that day) 
You stole my heart and you’re the one to blame 

And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything 
has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
 
Improvvisamente la porta si spalancò e rivelò con grande sorpresa della ragazza suo padre , così per non perdere interrompere nuovamente la registrazione si limitò a guardarlo con astio per tutto il resto del pezzo.
Avrebbe voluto scacciarlo ma avrebbe anche voluto parlargli.
Ormai suoi padre la seguiva ovunque ma senza farsi vedere ma lei lo aveva sempre notato ma a causa del suo orgoglio faceva finta di non vederlo… eppure gli mancava e avrebbe voluto parlargli.
Sapeva che i suoi pensieri erano piuttosto contraddittori ma in quel momento la presenza dell’uomo la deconcentrava.
 
 M:You know that I’m a crazy bitch 
I do what I want, when I feel like it 
All I wanna do is lose control 
You know that I’m a crazy bitch 
I do what I want, when I feel like it 
All I wanna do is lose control 
 
R:And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything 
has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
 
Quando il pezzo finì il suo carattere impulsivo prese il sopravvento e acidamente si diresse verso la porta della stanzetta.
Violentemente iniziò ad alzare ed abbassare la maniglia, ma la porta essendo chiusa a chiave non si apriva così acidamente disse:” Fatemi uscire da qui o sfondo tutto”.
Il suo tono sapeva di minaccia e il dirigente diede ordine al tecnico di aprire la porta.
Appena uscì fuori dalla sala ma corvina si diresse con passi veloci verso il padre. I suoi occhi erano incandescenti e sembrava che all’interno di essi vi fosse del fuoco vivo.
Gli si parò davanti e con un tono agghiacciante disse:”Che vuoi da me? Come osi venire qui e rovinarmi la vita? Sparisci! Non voglio parlare con te!”.
Dei caldi zampilli salati le pizzicavano gli occhi ma era decisa a non mostrargli il suo dolore e l’unico modo che conosceva per mostrargli la sua sofferenza erano quelle parole che uscivano dalla sua bocca….- parole false- si disse mentalmente la cheerleader ammettendo la verità al suo animo travagliato.
Si sentiva come le onde del mare che impotenti vengono sospinte dal vento fino ad essere distrutte contro la fredda roccia acuminata, troppo potenti ma contemporaneamente troppo fragili da non poter sopravvivere al potente impatto distruttivo.
“George, sparisci dalla mia vita” continuò Mariam gelidamente chiamando il padre con il nome di battesimo.
Le parole della figlia lo ferivano profondamente ma il rimorso di aver abbandonato involontariamente la sua famiglia non lo aveva mai lasciato, aveva trascorso ben otto anni aspettando  ansiosamente il diciottesimo compleanno della ragazza che aveva sempre seguito,  solo in quel momento era riuscita a scrutarla.
Era il suo ritratto, stessi lineamenti ed atteggiamenti fatta eccezione per i capelli.
Non era stato piacevole per lui trascorrere tutti quegli anni senza la sua famiglia e vedere quello sguardo traboccante di odio lo feriva ma era consapevole di esserselo meritato, ma vedere la sua bambina cresciuta senza la sua presenza era quello che gli faceva più male.
Lentamente pose le sue mani sulle spalle della ragazza e dolcemente sussurrò:”Parliamo”.
Hilary, Julia ed Ozuma e gli altri ragazzi rimasti fuori osservavano quella scena curiosamente ma avevano capito chi era quell’uomo e il perché degli strani atteggiamenti della cinesina che raramente biascicava parola.
“Mariam, seguici” ordinò il signor Nodoka con un tono che non ammetteva repliche.
“Ok”rispose la fanciulla con un tono scocciato.
 
I tre si rinchiusero all’interno dell’ ufficio del dirigente e il padre di Mariam prese la parola con un’espressione seria e pensierosa.
“Piccola devi sapere che in questi anni ho sempre cercato di contattarti attraverso delle lettere ma tua madre non te le ha mai date poiché era a conoscenza dell’identità del mittente”.
La cantante non disse nulla e si limitò a guardarlo scetticamente, dopodiché disse:” Non m’interessa. Dimmi solo il perché”.
In realtà quella rivelazione l’aveva colpita profondamente.
Si sentiva tradita dalla persona che amava di più al mondo e quello che venne detto in seguito la lasciò interdetta.
“Devi sapere che quando tua madre tua madre ti aspettava io avevo solo diciotto anni e lei sedici.
I tuoi nonni decisero di farci sposare. Ci amavamo, ma quando è nato tuo fratello sono aumentati i problemi. Devi sapere che i genitori di tua madre, precisamente tuo nonno, desideravano che divorziassimo.
Tua madre era ricca mentre io ero considerato come uno scalatore sociale e dopo l’ennesimo litigio con Midori, il mio ex suocero mi ha cacciato di casa dicendomi che non ero adatto a lei.
Io non volevo farlo ma hanno trovato il modo per ricattarmi: tradii tua madre che ha scoperto tutto grazie ai suoi genitori.
Ho lottato per voi, lo giuro .
Inoltre hanno vietato a tuo nonno di vederti, così si è creato una doppia identità pur di starti vicina…Mariam, il signor Nodoka è tuo nonno”.
La neo diciottenne non disse nulla e con uno scatto fulmineo uscì fuori dallo studio e senza prendere neanche l’auto raggiunse la sua a casa come una furia e con uno sguardo furente disse alla madre:”Dammi le lettere di papà”.
“Quali lettere tesoro?” disse la donna facendo finta di nulla.
“So tutto”rispose lei gelida.
La trentaquattrenne si ammutolì e aprì un cassetto da dove estrasse le famose lettere.
Mariam le guardò tristemente, suo padre le aveva detto la verità.
“Non voglio più vederti! Mi hai mentito per tutto questo tempo…mamma..come hai potuto?” urlò la ragazza piangendo e dirigendosi verso la porta.
“Torna qui!” urlò la madre con un tono disperato, ma la corvina decise d’ignorarla.
 
Fuori pioveva a dirotto.
Era stata ingannata, tradita dalle persone che amava,era sola e solo la pioggia le faceva compagnia accentuando l’inquietudine che le riempiva l’animo devastato dal dolore
Percorse molti chilometri e improvvisamente vide una casa a lei familiare…la casa di sua nonna.
Adesso i litigi e i discorsi fatti durante il funerale del nonno fra sua madre e sua nonna le erano chiari e solo quell’arzilla nonnina poteva esserle d’aiuto.
Inconsciamente si era recata in quel posto.
Timorosamente bussò e l’anziana donna le aprì la porta e quando vide sua nipote in quello stato capì cos’era successo e con i suoi soliti modi la fece accomodare. La giovane salì al piano superiore ed iniziò a leggere alcune lettere. "Cara Mariam,ormai manca poco al tuo diciottesimo compleanno, come potrei dimenticarmene. Sai piccola, mi manchi davvero molto e spero con tutto il mio cuore di poter parlare con te il più presto possibile. Spesso ti ho vista in tv e credo che tu sia un'artista formidabile...guardandoti mi ridevo nei tuoi occhi così belli. Ho tantssimi rimpianti e non aver visto crescere nè te nè Jessi è quello che mi fa più male. Non avrei voluto andarmene così ma un giorno ti spiegherò tutto, purtroppo non so se riuscirai ad avere questa lettera poichè tua madre le nasconde sempre, ma non devi odiarla perchè le ti ama esattamente come io amo voi...sarete per sempre la mia famiglia. Ti lascio questo piccolo dono, spero che ti piaccia. Con affetto, papà". la cheerleader aprì meglio la busta e un ciondolo a forma di cuore cadde sul letto. Lei lo guardò e avvertì una morsa al cuore quando quella catenina rivelò al suo interno una foto di famiglia che raffigurava la sua famiglia quando era ancora serena. Si sentiva triste e stupida...era stata ingannata ed aveva ferito suo padre. Vuoto...questo era l'unico sentimento che stava riempendo la sua mente e la sua anima resa arida da tutto quel dolore che aveva spezzato il suo fragile equilibrio psicoloico.
 
Passò una settimana e a scuola tutti erano preoccupati per la scomparsa della ragazza.
Più volte le sue amiche e il suo ragazzo avevano provato a chiamarla ma sembrava che quella giovane fanciulla si fosse dissolta nel nulla lasciando solo un senso di malinconia e di vuoto.
Ozuma non sapeva che fare, sapeva solo che la sua fidanzata era scomparsa dopo avergli inviato un sms che diceva:”Sto bene ma non so se tornerò. Di a Julia ed Hilary che lascio il gruppo…sono stata ingannata. Sarebbe da egoista chiederti di aspettarmi. Ti amo. Per sempre tua, M.”
“Ci sono novità?” domandò Emily.
“No”.disse l’atleta tristemente.
 
Quel pomeriggio Max si trovava in una città vicino alla sua e improvvisamente vide una figura familiare.
“Hey” urlò il biondino facendo voltare una ragazza con una lunga coda.
“Max” disse Mariam sorpresa.
“Chi è questo giovanotto?” domandò l’anziana alla nipote.
“Un mio compagno di classe che sta andando via, vero?”rispose lei con uno sguardo minaccioso.
“No, sono venuto qui con mio padre e dal momento che sei qui voglio riportarti a casa” rispose il biondino allegramente.
“Andiamo dentro” disse la cheerleader freddamente.
Appena furono entrati la padrona di casa li lascò soli e il biondo americano iniziò a parlare.
“Siamo stati tutti in pensiero per te. Te ne sei andata e non ci hai detto niente, ma perché lo hai fatto?”.
Lei abbassò la testa e tristemente gli rispose:”Non sono cose che ti riguardano”.
“Si invece, siamo amici, no?”
“Già”
Così lei si decise a raccontargli tutto e quando ebbe finito l’americano si limitò a sorriderle, così decise a raccontargli di una parte del suo passato e senza rendersene conto i loro visi si avvicinarono sempre più.
I loro respiri erano sempre più vicini.
Max aveva capito di essersi innamorato della sua compagna di banco e quell’occasione non poteva di certo sfuggirgli, Mariam, invece, stava pensando al suo fidanzato. Voleva abbracciarlo e baciarlo, ma soprattutto voleva farsi perdonare per la sua freddezza, ma in quel momento i suoi occhi si stavano specchiando in quelli di Max e ne era veramente incantata tanto da dimenticare di essere fidanzata più  o meno.
Improvvisamente l’americano le si avvicinò ancora di più accorciando notevolmente le distanze provò a baciarla
Le loro labbra stavano quasi per toccarsi ma la corvina rinvenne e si scansò lasciando il giovane interdetto.
“No, no, no, questo non è successo! Tu non hai provato a baciarmi! Io sto con un tuo amico ed io lo amo. Dimentichiamo quello che non è successo, ok?”sibilò Mariam imbarazzata.
“Scusa… ma voglio che tu sappia una cosa: ti amo, ma non voglio far soffrire nessuno. Questo sarà il nostro segreto” disse Max tristemente che continuò dicendole:” Torna a casa”.
La cinesina guardò il compagno di banco incredula e ignorò le ultime parole, dopodichè“Purtroppo devo farlo altrimenti mia madre combinerà un gran casino”.
 
L’americano avvertì tutti e gli disse d’incontrarsi a casa di Takao che venne invasa dai compagni di classe.
Un auto parcheggiò e i due scesero venendo accolti festosamente dagli amici.
Ozuma guardò i due con un’espressione sospetta notando la strana intimità che si era creata fra i due ragazzi, ma la voglia di stringere forte a sé la sua amata era troppo forte, gli era mancata tantissimo e senza rendersene conto l’abbracciò riempiendo tutto quel vuoto che lo aveva attanagliato in quei giorni. La amava e gli sussurrò:” Mi sei mancata”.
Lei gli sorrise tristemente, si sentiva in colpa per quello che era successo fra lei e Max e appena lo aveva visto aveva deciso di parlargli, aveva paura di perderlo, ma almeno questo glie lo doveva…e forse lo avrebbe perso.
 

 
 
 

 
Spazio autrice: Scusate il nuovo ritardo. Ad essere sincera credevo di farcela a scriverlo entro sabato ma ho dovuto aiutare il mio ragazzo ancora alle prese per l’esame( e perde tempo su EFP).
Comunque spero che vi sia piaciuto, ho voluto creare questa situazione..ditemi voi li faccio lasciare? Un po’ io non vorrei perché mi sono appassionata a loro due e ho in mente certe cosine tipo una bella rissa fra Max e Ozuma.
In ogni caso l’esame è andato bene e lunedì saprò il voto.
Si accettano critiche e consigli soprattutto per quanto riguarda la storia e questa relazione.
Fatemi sapere che ne pensate perché sono in crisi totale.
Ps: lunedì aggiorno l’altra fic(sempre se ho tempo) mentre mercoledì/ giovedì) vedrete un nuovo capitolo di questa.
Sabato prossimo probabilmente sarà l’ultimo capitolo postato puntualmente( ed è anche il mio onomastico) e come vi ho già detto probabilmente sabato 23 luglio non posterò ma lo farò il 22 mentre riprenderò la fic il 1 agosto.
Approposito, da agosto leggerete un crossover fra beyblade e full metal alchemist scritta a 4 mani(per la serie facciamo pubblicità.
Credo di averci detto tutto, ho sonno e sono le 2 e 15, quindi spero di aver revisionato correttamente questo capitolo che non trovo molto bello.
Notte amici, grazie mille a tutti voi che leggete, commentate e seguite e al prossimo capitolo con "La fenice risorge dalle ceneri"...indovinate un pò chi torna in scena. Vi amo.
Ps: vi ricordate cosa avevo scritto nel capitolo precedente? Beh anche questa volta mi sono sbagliata, il capitolo è di nuovo lungo, perdono! Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 14
*** La fenice risorge dalle ceneri(parte 1) ***


Un flebile raggio di sole pomeridiano penetrava dalla finestra illuminando la stanza immersa in un’oscura penombra che si mischiava selvaggiamente con i pensieri cupi che volteggiavano di una corvina creando un tetro turbinio di emozioni negative.
Hilary si avvicinò cautamente alla porta, ormai divideva la casa con Mariam ma non era riuscita a parlare, o meglio a rassicurarla.
Voleva farla sentire bene, desiderava farle provare il senso della parola “casa” che la corvina credeva di aver perduto la sera del suo compleanno, e di questo la castana ne era più che certa, ma il senso di vuoto che si era creato fra la ragazza ed il gruppo sembrava essere diventato come un muro invaricabile  e ciò destava preoccupazione nella cantante che aveva paura di perdere una delle sue amiche.
Deglutì nervosamente e assumendo un sorriso falso bussò:”Mariam, sei pronta per uscire?”.
“Si” rispose la cheerleader impassibile aprendo la porta. Non amava comportarsi così con le sue amiche eppure lo stava facendo.
Si sentiva una stupida e i dubbi che l’affliggevano non l’aiutavano ad aprirsi, inoltre portava dentro di sé un segreto ancora incerto che stava dilaniando il suo animo, e poi c’era Max…quel biondino che con un sorriso e qualche dolce attenzione l’aveva quasi irretita, ma il suo buon senso e i suoi sentimenti per Ozuma avevano evitato la catastrofe che probabilmente si sarebbe abbattuta sulle sue membra. Sapeva di amare il suo fidanzato esattamente come conosceva la gelosia del ragazzo che sicuramente l’avrebbe lasciata.
Non sapeva che fare, ma era certa di aver bisogno delle sue amiche che lei stava allontanando perché aveva paura di essere giudicata, anche se sapeva che questa sua preoccupazione era infondata. Le sue amiche le volevano bene e lo stesso era per lei, infatti era il suo orgoglio ad impedirle di aprirsi con loro perché era abituata ad uscire dai problemi con le sue forze, ma sta volta non doveva andare così.
“Speriamo di riuscire a finire le riprese presto perché ci aspetta anche un’intervista” disse la castana cercando di smorzare l’atmosfera tesa del viaggio.
“Già, questa volta non scapperò” disse Mariam accennando un sorriso.
Era la prima volta che rimetteva piede in quello studio dov’erano racchiusi tutti gli ultimi avvenimenti, ma suo nonno e le sue amiche erano riusciti a convincerla con molti sforzi, eppure lei non avrebbe mai voluto rinunciare alla sua carriera, amava cantare e soprattutto condividere tutte quelle emozioni con le sue amiche.
“Emozionata? È passato molto tempo dall’ultimo video e anche dall’ ultima tournée. Non posso crederci che andremo in Italia! Sarà fantastico!” esclamò Hilary sorridendo.
“Lo sarà” rispose Mariam accennando un sorriso.
Le due scesero dall’auto e in pochi minuti raggiunsero la sala dove il regista, che stava predisponendo i vari set, disse con un tono esigente:”Mariam, Hilary e Julia voi dovrete baciare tre ragazzi scelti da me: Yuri, Max e Takao. Il bacio dovrà essere vero, intesi?”
“Perché la mia ragazza dovrebbe baciare un altro?” esclamò Ozuma nervosamente.
“Tu sta zitto e pensa a lavorare”disse l’uomo con un tono austero.
“No, non è giusto. Tu spiegami solo il perché”
“Non c’è un motivo, decido io e basta, intesi”.
“Ozuma è solo un bacio, per favore”intervenne Mariam con un tono dolce nonostante non volesse baciare l’americano.
“Allora ti piace! Parla!” ribatté l’atleta nervoso.
“No! Ovviamente no! Ma è per il lavoro” rispose lei atona.
“Certo, ho visto come vi guardate, non mentirmi”.
“Se ti ho detto che non c’è niente devi credermi, altrimenti possiamo anche finirla qui, capito? Se tu non ti fidi di me perché dovremmo stare insieme, o sbaglio?” rispose la cheerleader alquanto indignata.
“Va bene, se è quello che desideri fra noi è finita”.disse lui uscendo dallo studio con un alone di rabbia.
“Ozuma” urlò la ragazza seguendo il fidanzato.
“Che ‘è?” disse lui con un tono duro voltandosi improvvisamente.
I due si scambiarono uno sguardo che ebbe effetti benefici sui due. Entrambi sapevano di aver sbagliato per due motivi diversi, ma si sentivano feriti.
“Io non voglio che fra noi finisca così” sibilò la corvina flebilmente. Si sentiva impotente per esservi aperta con quel ragazzo, ma lo amava e in quell’istante desiderò che il quasi bacio con Max non ci fosse mai stato.
Lui accennò un sorriso e senza rendersene conto abbracciò la giovane, e disse:”Scusami”.
“Scusami tu. Devo parlarti, ma lo faremo più tardi, ok?” ribatté la cinesina con un tono sincero.
“Dopo, ti permetto di baciare il mio amico, ma dopo ti voglio tutta per me, ok?”
“Come desideri” disse lei scherzosamente appoggiando la sua fronte su quella del ragazzo che la baciò.
Le tre ammutolirono mentre i ragazzi ridevano sotto i baffi, così il moscovita si avvicinò alla spagnola e con un tono apparentemente freddo ma malizioso sibilò:”Mi toccherà ribaciarti…non vedo l’ora”.
“Sta zitto Ivanov, è solo per lavoro! Io non provo nessun interesse per te” esclamò Julia con un tono falsamente irritato mentre il suo cuore palpitava.
Il ragazzo dalla chioma fulva le piaceva, ma non poteva dirglielo apertamente per diversi motivi, soprattutto perché lui l’avrebbe derisa, ne era sicura, eppure Yuri non la pensava così poiché anche lui si sentiva attratto dalla castana, ma non era semplicemente affascinato dall’aspetto della giovane, bensì adorava i suoi atteggiamenti e il suo carattere tenace, ma esattamente come la cantante credeva che non poteva dichiararsi per il suo onore e per la sua fama.
Takao invece era piuttosto imbarazzato poiché non aveva mai baciato nessuna ragazza e non avrebbe mai voluto baciare Hilary poiché provava dei sentimenti sinceri per lei.
Aveva paura di deluderla e d’essere odiato dalla ragazza dai capelli color cioccolato, non avrebbe mai potuto violare quella creatura dall’aspetto fragile ma dal carattere vigoroso.
A scuola le piaceva parlare con lei e nonostante le discussioni che avevano caratterizzato gli anni precedenti era riuscito ad apprezzarla con tutti i suoi pregi e difetti.
Si era innamorato dei suoi modi, dei suoi occhi, della sua intelligenza…amava tutto di lei, ma non sapeva come dirglielo.
“E voi che fate così imbambolati?” disse il regista nervosamente, “tutti in posizione!”.
I sei ragazzi si separarono in pochi secondi, Max guardò Mariam dileguarsi con un’espressione trasognata, ma ciò non sfuggì ad Ozuma che cercò di capire i pensieri della sua fidanzata che stava rispondendo allo sguardo del biondino.
Era geloso tanto da pensare di essere tradito.
Si sentiva uno sciocco, lei non lo avrebbe mai fatto, o forse si? doveva indagare.

“Scena numero uno! Voi tre siete chiuse in una stanza e dovete muovervi al ritmo della musica, quando cantata tutte insieme alla fine dovete dare un calcio, capito?”

“Ok” esclamarono le tre all’unisono”.

M:You know that I’m a crazy bitch .
Ragazze.I do what I want, when I feel like it 
M:All I wanna do is lose control 
 J:But you don’t really give a shit 
R:Ya go with it, go with it, go with it 
J:‘Cause you’re fuckin’ crazy 
Rock n’ roll 
 

“Stop! Andava bene! OK, adesso Julia devi camminare nel parco e improvvisamente incontri Yuri, vi dovete voltare e guardarvi con uno sguardo interessato. Voglio vedere elettricità, passione e soprattutto nessun errore, intesi!” ordinò il regista con un tono intransigente.

Dopo qualche minuto la scena iniziò.
I due eseguirono gli ordini dell’uomo, ma appena si guardano entrambi avvertirono una stana sensazione pervaderli.
Quello sguardo era vero, inteso…proibito per i loro sentimenti celati nei loro animi.
- Uno sguardo vale più di mille parole- pensarono i due che speravano che il partner di scena non avesse capito i loro sentimenti.
Non riuscivano ad interrompere quel contato visivo essendo troppo presi dalle loro emozioni prorompenti che avvolgevano i loro cuori tanto distanti ma contemporaneamente tanto vicini.
Si amavano, si attraevano, ma il loro amore era ancora troppo immaturo per essere confessato e forse non lo sarebbe mai stato.
“Buona! Ragazzi, la scena è finita! Volete smetterla di fissarvi?” esclamò il regista con un tono infastidito.
I due sussultarono e contemporaneamente arrossirono mentre tutti gli altri iniziarono a ridere.
 
 


R:You-ou said “hey 
What’s your name?” 
It took one look and 
Now I’m not the same. 

Yeah, you said “Hey” 
And since that day, 
You stole my heart and you’re the one to blame 

Yeah 

“Passiamo alla scena in discoteca, qui voi tre dovete ballare come se fosse in quell postaccio, dovete sorridere e improvvisamente notate qualcuno d’interessante”.


And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 

“Hilary, qui incontri Takao che in questo video sarebbe un tuo amico d’infanzia, dovete sedervi contemporaneamente, salutarvi, parlare, toccarvi, sorridervi e guardavi. Voi vi amate, o almeno fingete di amarvi, semplice, no?”.

I due si incontrarono nel parco e lentamente si sedettero su una panchina.
I loro occhi casualmente s’incontrarono facendoli sussultare, senza rendersene conto le loro mani iniziarono a sfiorarsi e dopo qualche minuto si scambiarono un tenero bacio che il regista approvò.
Quel breve contatto li aveva coinvolti e il moretto si lasciò sfuggire una parola molto importante:”Ti amo”.
Lei sorrise e lo ribaciò, si sentiva al settimo cielo, amata e importante e gli sussurrò:”Anche io”.H:Last night I blacked out, I think. 
R:What did you, what did you put in my drink? 
H:I remembermaking out and then 
Oh oh 
 

In seguito giunse la parte di Max e Mariam, la loro scena era ambientata in discoteca.

Immediatamente calò un clima teso, ma passionale, fecero finta di dimenticare il passato e come da copione recitarono la loro parte fino al bacio.
Era stato un gesto molto passionale dove entrambi scaricarono le loro frustrazioni che li attanagliavano da qualche giorno.
Era un bacio privo di senso, ma carico di emozioni eccitanti e amorose.
I tocchi delle loro lingue era piacevole tanto da dimenticare il mondo circostante.
Non si amavano, ma da quel momento in poi le cose sarebbe cambiate.

 


 J:I Woke up with a new tattoo 
R:Your name was on me and my name was on you.
J:I would do it all over again 
 
R:You-ou said “hey (hey) 
What’s your name?” (what’s your name?) 
It took one look and 
Now I’m not the same. 

Yeah, you said “Hey” (hey) 
And since that day, (since that day) 
You stole my heart and you’re the one to blame 

And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything 
has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
  
 M:You know that I’m a crazy bitch 
I do what I want, when I feel like it 
All I wanna do is lose control 
You know that I’m a crazy bitch 
I do what I want, when I feel like it 
All I wanna do is lose control 
 
R:And that’s why I smile. 
It’s been a while 
Since everyday and everything 
has felt this right 
And now 
You turn it all around 
And suddenly you’re all I need 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
The reason why, 
I-i-i, I smi-i-i-ile. 
 

Anche Julia e Yuri si erano baciati durante le scene finali, ma il loro bacio era stato molto breve ed intenso, ma contemporaneamente entrambi avevano confessato il loro amore celato con un semplice gesto che purtroppo c’era stato.
 
Le riprese terminarono e il trio venne condotto in uno studio televiso dove trovarono Queen.
La visione di quella ragazza le terrorizzava, avevano paura che quella giovane stesse tramando qualcosa di losco e le loro sensazioni non erano del tutto infondate.
La cheerleader si avvicinò alle compagne di squadra e con un tono di sfida appena percettibile sibilò:”Preparatevi alla vostra morte sociale”.

 

Spazio autrice.
Ciauu, in ritardo come al solito e seguendo i consigli di Angel of Darkness ho voluto dividere il capitolo.
Sinceramente non mi piace molto, credo che sia abbastanza noioso e anche fatto male e trattato superficialmente, ma mi rifarò con il prossimo! Ho in mente qualcosa si speciale, anzi più di una cosa, come ad esempio un segreto di Mariam che ancora non ho svelato, ma non vi anticipo più niente.
Dopo le vacanze inzierò a scrivere anche su altre coppie di questa fic e il capitolo che verrà dopo il 22 sarà su Kei, quindi non vi dico più niente ^^.
Beh, smetto si annoiarvi! Un baciozzo!. Cercherò di postare entro venerdì a meno che non perda la cognizione del tempo di nuovo,
Ciauzzzz.

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Capitolo 15
*** La fenice risorge dalle ceneri(parte2) ***


Il trio rimase sbigottito a causa dell’affermazione della giovane che segretamente temevano poiché iniziarono a credere che quella ragazza avesse delle informazioni davvero dannose per loro, soprattutto per Mariam.

Ma ciò che aveva destato particolarmente le loro preoccupazioni era la presenza stessa di Queen che aveva un’espressione apparentemente calma e rilassata che usava solo quando stava per mettere in atto un suo piano. Credevano che quel sorriso apparentemente spontaneo che celasse un enorme spirito vendicativo e avendo imparato a conoscere quei gesti avvertirono un pesante senso d'inquietudine. La giovane provava un odio apparentemente infondato ma che era dettato dall’invidia e dal desiderio di vendetta per essere stata esclusa più volte nel corso degli anni dalla rosa delle cheerleader e quindi dalla vita dalla vita sociale legata alla scuola, poichè non riusciva ad accettare che era stata emarginata a causa del suo infimo carattere.
Si era allenata tantissimo per riuscire ad entrare in squadra, desiderava essere accettata da quelle ragazze ma contemporaneamente non riusciva a perdonarle, eppure loro non avevano fatto nulla, ma questo non le importava e proprio per questo motivo aveva intrapreso la carriera artistica presso l’agenzia delle Blue Roses e aveva deciso di debuttare proprio durante quell’intervista che avrebbe distrutto il gruppo musicale. Vendetta. Questo era il suo unico pensiero, erano mesi che stava lavorando su quel piano e seguendo la sua rivale stava per ottenerla. Voleva umiliarla e allontanarla dalle sue amiche e lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.
Sapeva che le tre cheerleader avrebbero fatto finta di essere felici per lei in tv, ma il pensiero che le tre cheerleader erano ignare del suo piano la elettrizzava enormemente perché le avrebbe distrutte pubblicamente, soprattutto Mariam poiché la riteneva responsabile delle sue precedenti esclusioni che le avevano fatto provare il senso della solitudine, e adesso voleva farla provare a lei.
Odiava quell’emozione così penetrante che le aveva riempito le giornate, si era sentita sola, sconfitta, ma lei non era così. Era sempre stata una persona piena di vita ed estremamente intelligente, “arguta, furba” come amava definirla suo fratello King che le era sempre stato vicino, ma lui non sapeva cosa aveva provato realmente poiché era stato accettato.
Era invidiosa di lui e per questo si sentiva in colpa, ma era la sua natura meschina e calcolatrice che la spingeva a comportarsi così, era una strega diabolica e lei accettava ed amava il suo lato oscuro… amava sé stessa e nessuno doveva interferire con i suoi piani.
“Cosa ci fai qui?” sbottò Julia con occhi furenti, rispondendo alla precedente provocazione della compagna di squadra.
“Lavoro, non si vede?” chiese Queen con un sorriso malefico.
“Per caso sei un’inserviente? Smamma e lasciaci lavorare” ribattè la giovane spagnola acidamente.
“Ok, non ho tempo da perdere con voi. Voglio solo avvertirvi: osate intralciarmi e me la pagherete molto cara” disse la cheerleader sparendo immediatamente.
“Ragazze, siete desiderate sul set” le chiamò un cameraman con un tono autoritario.
“Veniamo subito” esclamò Hilary.
Il trio musicale raggiunse immediatamente il luogo che era piuttosto grande e luminoso.
Al centro erano state poste cinque sedie più una per la presentatrice, mentre la platea era strapiena di persone.
La castana guardò i posti del pubblico e immediatamente notò Takao che le stava sorridendo.
Quel tenero sguardo le aveva provocato una dolce fitta all’altezza del petto e improvvisamente il suo volto divenne paonazzo. Era felice per la presenza del ragazzo, in quel momento desiderava abbracciarlo e chiedergli di uscire con lui, ma a causa dell’impegno si ripromise che lo avrebbe fatto appena fosse finito lo show.
“Strano” disse Mariam con un tono perplesso osservando le sei sedie.
“Cosa?” domandò Julia voltandosi verso l’amica.
“Il numero delle sedie. Noi siamo tre, più Ozuma quattro. Chissà perché c’è una sedia in più”.
“Forse avranno sbagliato, può capitare, no?” rispose la spagnola pacatamente nonostante sperasse che quel posto non fosse destinato a Queen.
Improvvisamente apparve la presentatrice, una donna dall’aspetto simpatico ma professionale.
Era slanciata e magra, mentre i suoi capelli erano castani, ma quello che colpì le tre erano i suoi occhi: due profonde pozze del colore del mare. Sembravano limpidi. Aveva dei modi molto pacati e con un tono dolce disse loro di accomodarsi per qualche minuto dietro le quinte.
“Buonasera signori e signore! Questa serata sarà ricca di emozioni e avremo degli ospiti d’eccezione che di solito evitano di farsi intervistare, ma per nostra fortuna saranno con noi tutta la serata dove si esibiranno. Ecco a voi le Blue Roses!”.
Così le tre apparvero sul palco scatenando il delirio fra gli spettatori. Il boato si espanse per tutta la sala che fece commuovere leggermente il trio.
Amavano il loro pubblico, e proprio per questo motivo avevano deciso fare quell’apparizione.
Quando cantavano si sentivano vive, erano libere di esprimersi come volevano, eppure erano leggermente terrorizzate per quell’intervista poichè non ne avevano mai fatta una perché di solito era il loro menager a parlare.
“Salve ragazze, certo che dal vivo siete ancora più belle. Non lo pensate anche voi?” chiese la presentatrice rivolgendosi al pubblico con un sorriso smagliante. “Mentre tu sei il nuovo fidanzato di Mariam, giusto? Benvenuto!” continuò la donna raggiante.
In seguito le tre si accomodarono e dopo il primo approccio si accomodarono sui divanetti appositi.
“Allora, come vi sentite?” domandò la castana.
“Emozionate” risposero le tre all’unisono, dopodiché si scambiarono uno sguardo e iniziarono a ridere.
“Lo sono anche io poiché è la prima volta che ho il piacere di avervi qui. Siete delle ragazze molto misteriose, di voi non sappiamo quasi niente quindi farò un’intervista approfondita”.
“Allora, c’è qualcuno nei vostri cuori?”.
“Si” rispose Hilary guardando Takao che arrossì.
“A quanto vedo il ragazzo che ti piace è qui, vuoi farlo salire?” domandò la castana.
“No, non voglio metterlo in imbarazzo e poi non è ancora il mio ragazzo” rispose la giovane sorridendo.
“Ok, Julia, c’è qualcuno che ti piace? Sii sincera”.
“No, per ora non c’è nessuno”. Mentì la cheerleader che pensò immediatamente a Yuri, così scosse leggermente la testa per scacciare quei pensieri che la turbavano.
“Neanche con quel bel rosso che baci nel video? È davvero un bel ragazzo e insieme formereste una bella coppia” esclamò la donna con un tono estremamente curioso.
“Vabbè, sono gusti! Mariam, stessa domanda per le tue amiche”.
“Secondo te cos’è venuto a fare il mio ragazzo qui?” sbottò la corvina indicando Ozuma che sorrise.
“Beh, di questo ne parleremo dopo. Facciamo entrare una nuova promessa della musica americana. Lei è bella, simpatica e gentile. È il nuovo co-capitano della nostra squadra nazionale, ecco a voi Queen!”.
“Queen!” esclamarono le tre intervistate con un tono sconcertato.
“Amiche mie! Non credevo che vi avrei incontrate qui” esclamò la cantante abbracciando falsamente le compagne di squadra, ma improvvisamente sibilò con un tono terrificante:”Siete finite”.
“Forza, vogliamo sentirti cantare. Cos’hai preparato?”
“Good Girl, spero vi piaccia” rispose Queen sorridendo.
 
La corvina si mise la centro del palco e iniziò a muoversi al ritmo della musica, era davvero eccitata e voleva fare buona impressione a tutti, ma aveva paura di fallire e di deludere sé stessa.
I like tight jeans, dark shades
When I walk the ground shakes (boom)
Like an 808 (boom)
You appreciate my lean
Body nice shape
Wanna take me on a date (move)
You’ve got what it takes (move)
You better have some cake
 
Improvvisamente si voltò verso le tre ragazze e rivolse un sorriso ad Ozuma e quando cantò la seconda strofa del pezzo indicò Ozuma che si limitò a stringere la mano della fidanzata che in quel momento avrebbe volute strozzare la ragazza.
I like, how I’m catching your eyes
I,I,I,I like, how I don’t even try
I,I,I,I like you, I like you boy
I like you, boy
 
You might mistake me for heart breaker
‘Cause there’s blood on the floor
I’m hoping you will see, there’s something good in me
Never seen before
Might mistake me for a heart breaker
‘Cause there’s blood on the floor
I know you’re shaking me
My heart is there for keeps, there’s an open door
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good girl
But I’ve been bad before
Good girl
But I’ve been bad before
A good, good girl

I know I can be a good, good girl
I know I can be a good girl
But I’ve been bad before
Good girl
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good girl
But I’ve been bad before

A good girl
But I’ve been bad before
I chew bubble gum and talk fast,
Switch up to high class (grooves)
On my day to day (grooves)
On these 28′s
My hot drivers bump off
But I can’t kiss a car (lose)
If you walk away (lose)
This could be your day
 
Quando canto nuovamente questa strofa si diresse verso il gruppo e gentilmente trascinò il batterista delle Blue Roses al centro del palco per far arrabbiare la rivale.
Ozuma si sentiva imbarazzato, ma per non deludere la fidanzata decise di stare al gioco, così si voltò verso la cinesina e le sorrise, ma Queen notando quel gesto s’interpose fra i due e iniziò a ballare coinvolgendo totalmente il giovane.
I like, how I’m catching your eyes
I,I,I,I like, how I don’t even try
I,I,I,I like you, I like you boy
I like you, boy
 
You might mistake me for heart breaker
Cause there’s blood on the floor
I’m hoping you will see there’s something good in me
Never seen before
Might mistake me for a heart breaker
Cause there’s blood on the floor
I know you’re shaking me
My heart is there for keeps, there’s an open door
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good girlBut I’ve been bad before
Good girl

But I’ve been bad before
Good, good girl
I know I can be a good, good girl
I know I can be a good girl
But I’ve been bad before
Good girl
But I’ve been bad before [x5]
Alla fine del pezzo diede un bacio sulla guancia di Ozuma che divenne paonazzo. Sperava ardentemente che il capitano delle cheerleader non dicesse niente, ma le sue speranze erano invane poiché la presentatrice prese a parlare dell’accaduto dicendo:”Beh, a quanto pare voi due non siete una coppia molto affiatata, anzi vi lasciate prendere facilmente dalle altre ragazze, o ragazzi, vero Mariam? Ho una cosa da farti vedere”.
Improvvisamente apparve un’immagine: una foto di Max e Mariam quando stavano per baciarsi.
In quel momento la corvina si sentì un verme mentre sentiva che il mondo le stava per cadere addosso.
Improvvisamente si voltò verso Ozuma che aveva un’espressione collerica, sperava che lui capisse e che le chiedesse spiegazioni, ma il giovane la ignorò per tutto il resto dell’intervista.
Si sentiva deluso e ferito, si sentiva tradito proprio dalla persona che amava.
Non voleva né vederla né sentirla, eppure sapeva che doveva ascoltare.
La cheerleader raggiunse il camerino del fidanzato e avvertendo una sensazione d’inquietudine bussò alla porta, ma non udì nessuna voce così decise di entrare.
“Ozuma?” domandò lei con voce incerta.
“Che vuoi?” sbottò lui uscendo dalla porta del bagno.
“Chiarire” rispose la cinesina che aveva gli occhi lucidi. Sperava che lui l’ascoltasse e che capisse che quel bacio non c’era mai stato.
“Non m’interessa,ok? Non voglio vederti mai più, questa volta fra noi è finita! Qualunque cosa tu dica so che sarà una bugia! Sei solo una ragazza facile, viziata, presuntuosa, insensibile e bisbetica”.
“Bene, allora va al diavolo! Sei uno stronzo sai? Secondo te perché sarei venuta fin qui per parlare? Conosci il mio carattere, no? No, non lo conosci! Non sei tu che lasci me, ma sono io che chiudo con te”. Esclamò la ragazza tremando per la rabbia.
Lui le si avvicinò pericolosamente e la sospinse contro una parete, i loro occhi si fusero in un miscuglio di sensazioni negative, c’era odio nell’aria, nonostante le parole della giovane lo avessero colpito profondamente.
Improvvisamente ridusse le distanze fra il corpo della ragazza ed il muro, non voleva farle del male, desiderava solo farle capire cosa stava provando in quel momento, eppure lei sentiva il dolore mentre la sua schiena diveniva sempre più fredda a causa della parete.
Calde lacrime iniziarono a scenderle dal viso e singhiozzando disse:”Lasciami”.
Lui non disse niente e lentamente si spostò, sapeva di averla persa forse per sempre,si sentiva un misero verme quando vide la sua ex fidanzata fuggire da lui fra le lacrime.
Fissò la porta aperta per molti minuti, e improvvisamente apparve una figura che gli si avvicinò con passi felpati.
“Queen” disse lui con un tono sbigottito.
“Ascoltami, io so che si sono baciati realmente, ti ha tradito. Non sono qui per umiliarti proprio come ha fatto lei mentendoti, e posso dirti che le foto le ho scattate io per il tuo bene. Se vuoi vendicarti…” disse lei avvicinando il suo volto a quello dell’atleta.
Improvvisamente le loro labbra si toccarono, e la neo star sibilò:” Il sesso potrebbe essere un’ottima valvola di sfogo”.
Il giovane non rispose verbalmente ma si limitò ad assecondare i suoi bisogni carnali attraverso cui sperava di sfogare la sua collera, eppure quel rapporto non lo appagava mentalmente, aveva bisogno di Mariam, così appena ebbero finito di consumare la passione lui le disse:”Lei non dovrà mai sapere cos’è successo fra me e te”.
“Certo” rispose la cheerleader incrociando le dita dietro la schiena.
Quella notte passò velocemente fra mille dubbi e lacrime amare, eppure Max si sentiva quasi sollevato che la verità era stata svelata nonostante si sentisse in colpa per quello che era successo. Infatti il mattino seguente i due giovani s’incontrarono e il biondo salutò l’amico normalmente, ma Ozuma furibondo si scagliò contro l’americano tirandogli un pugno in pieno viso.
“Traditore, infame” urlava l’atleta incollerito continuando a colpire il compagno di squadra.”Perché l’hai baciata? Perché lei si è fatta baciare?” continuò il cinesino arrabbiato.
“Lei non centra, non mi ha baciato, anzi mi ha respinto! Ascoltata, ti prego” sussurrò il biondino con uno sguardo sincero.
E in quel momento capì di aver sbagliato, sapeva che doveva ascoltarla, ma non lo aveva fatto
“Smettetela!” urlò una voce femminile che aveva assistito alla scena cruenta.
“Mariam!” urlarono i due alzandosi fulmineamente.
“Siamo a scuola e io sono la rappresentante d’istituto! Dovete rispettare delle regole e ringraziatemi perché non dirò nulla al preside! In classe! Immediatamente”. Ordinò la corvina scioccata.
Per tutta la notte non aveva chiuso occhio e aveva sperato che fra i due non succedesse nulla, ma si era sbagliata.
Aveva sbagliato e ora ne stava pagando le conseguenze.
“Parli proprio tu! Non farmi ridere tesoro” esclamò l’ex fidanzato sarcasticamente.
Lei gli si parò davanti e lo guardò con aria di sfida, così, ferita dalle parole del giovane  gli diede uno schiaffò che lasciò il ragazzo esterrefatto.
 
Giunse la ricreazione, e Hilary si avvicinò alla sua coinquilina e con un tono dolce le disse:”Come stai? Hai passato la notte in bianco, vuoi parlarne?”.
“Andiamo in bagno, ma ti prego…non dire niente”.
La cinesina da qualche settimana avvertiva una strana sensazione che le attraversava tutto il corpo,  inizialmente aveva pensato che il ciclo non le fosse venuto a causa dello stress, ma inconsciamente sapeva che quella non era la verità.
Aveva paura di fare il test, ma in quel momento aveva bisogno di un’amica che la guardava teneramente.
Insieme entrarono in uno dei bagni e la cinesina le disse:”Forse fra nove mesi avrò un grande problema”.
“Mariam, ma tu non eri…” rispose lei sbalordita.
“Ero, è successo tutto il giorno del mio compleanno ma per diversi motivi non l’ho detto”. Rispose lei tristemente.
“Ozuma lo sa?” chiese lei apprensiva, ma la corvina scosse la testa, così la castana le sussurrò:”Io ci sono per te. Comunque, hai fatto il test? Da quanto non ti vengono?”
“Tre settimane” rispose lei con un tono desolato.
Si sentiva quasi libera per aver confessato quel segreto, eppure aveva paura di restare sola, quello che le stava capitando non la rendeva felice, anzi la frustava enormemente, desiderava parlarne con sua madre ma ciò non era possibile poiché lei stessa l’aveva allontanata dalla sua vita.
Confessando quel segreto che aveva celato per tre settimane aveva reso reali le sue preoccupazioni che la stavano logorando lentamente, ma non era felice. Aveva bisogno d’aiuto e per una volta il suo stupido orgoglio doveva essere allontanato dal suo fragile essere.
“Quando vuoi farlo?” domandò nuovamente la nipponica con un tono chiarante preoccupato.
“Adesso” rispose la cheerleader con un tono sicuro mostrando l’oggetto che aveva acquistato quella mattina all’amica.
“Ok”.
Insieme fecero il test, i cinque minuti richiesti per avere il risultato erano diventati un incubo per entrambe, così, quando apparve il risultato le due non proferirono parola: positivo.
“Merda!” esclamò Hilary erroneamente mentre le due pozze smeraldine dell’amica si riempirono di lacrime.
Il suo incubo si era avverato, non sapeva cosa fare e soprattutto come dirlo al suo ex, la castana non disse niente e improvvisamente avvolse in un tenero abbraccio l’amica.
“Supereremo anche questa. Devi pensare a te stessa ed oggi pomeriggio andremo dal ginecologo. A volte i test sbagliano, lo sai?” sussurrò la moretta con un tono rassicurante.
“Ma molte volte hanno ragione” rispose Mariam con un tono duro.
“Sempre ottimista, eh! Su, butta quel coso e andiamo via di qui”.
Le due uscirono, mentre qualcuno raccolse il test e quando lesse il risultato sorrise, così corse in mensa e salì su un tavolo.
“Ragazzi, ho uno scoop!” urlò Queen sorridendo malvagiamente … stava per aver la sua vendetta, così, quando ebbe l’attenzione di tutti prese parola.
“C’è una persona che voi adorate come una dea che sta per rovinarsi la vita” continuò la corvina.
In quel momento il soggetto dei pettegolezzi ed Hilary entrano in mensa e la corvina esclamò:” Capita proprio a fagiolo! Mariam, vieni qui e di a tutti cosa sta per succedere”.
La cinesina raggiunse la nemica e sussurrò con un tono duro:”Piantala deficiente, non sai neanche cosa sta dicendo!”, la giovane sorrise e disse:”Beh, allora lo faccio io per te! Sei una codarda sai? Ti ho sentita in bagno. Dovete sapere che la vostra rappresentante d’istituto è incinta! Secondo voi è di Max o di Ozuma?”.
L’ex fidanzato della cinesina balzò in piedi, ma improvvisamente la cantante si scagliò sulla rivale e iniziò a tirarle i capelli, così Queen cercò di graffiarla più volte.
Era arrabbiata, ormai il suo segreto era stato totalmente svelato e presto sarebbe rimasta sola. Nessuno le avrebbe rivolto più la parole, nessuno l’avrebbe aiutata.
Aveva dato peso alle parole della rivale, si sentiva veramente una codarda, ma contemporaneamente sapeva che dar peso alle cose dette dalla corvina era inutile e deleterio, eppure si sentiva così…CODARDA!.
Sperava che Ozuma non dicesse niente e che la perdonasse per quell’errore che non aveva commesso, ma il giovane la guardava sconcertato e questo la ferì maggiormente.
L’atmosfera era elettrica, mentre le due si rotolavano sul pavimento colpendosi ovunque fin quando Boris e Dunga decisero di separarle prima che arrivasse il preside.
“Troia!” urlò la nuova star.
“Infame” ribattè la corvina furente. La giovane si sentiva malissimo, ormai il suo segreto era pubblico, così Ozuma le si avvicinò e le chiese:”Stai bene?”.
“È arrivato il paladino della legge” lo sbeffeggiò Queen che continuò dicendo:”Ora cerchi di difenderla, ma ieri non facevi altro che pensarmi mentre lo facevamo, vero?”.
“Cosa?” urlò Mariam furibonda guardano l’ex fidanzato negli occhi.
I loro sguardi erano accesi, in quell’istante il ragazzo avrebbe voluto abbracciarla, dirle che le dispiaceva, che quella ragazza stava mentendo, ma non poteva farlo.
“Sta mentendo, vero?” domandò la giovane stringendo i pungi convulsamente, ma l’atleta voltò la testa colpevole, la giovane trattenne le lacrime e, prima di fuggire, con un tono disgustato gli disse:”
Mi fai schifo”.
Prontamente lui cercò di seguirla sperando di raggiungerla e di parlarle, ma Hilary s'interpose  fra i due ed esclamò:”Le parlerò io. Per ora fatti da parte”.

 
 

Spazio autrice:
Ciau, innanzitutto ringrazio tutti voi che leggete e recensite, chi ha messo la fic fra le preferite/ ricordate, ne sono davvero felice.
Spero di non avervi deluso con questo capitolo che non mi soddisfa, fatta eccezione per i pensieri di Queen.
Credo di essere stata alquanto ripetitiva con alcune frasi che ho scritto, non so…fatemi sapere cosa ne pensate.
Credo che la narrazione sia trovo veloce e piatta, e forse anche monotona. In ogni caso spero di rifarmi con il prossimo capitolo che sarà su Kei + altre coppie ^^, ho qualcosa in mente ma non potrò postare il 22 a meno che non faccia come oggi e posti alle tre.
Ormai scrivere di notte è un’abitudine, povero il mio collo!
Un bacione a tutti!
Vi amo.
 Ps: la canzone è good girl di Alexis Jordon. pps:Scusate per le parolacce ma qui mi servivano
 

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Capitolo 16
*** Il sottile filo del destino ***


“Kei! Rallenta!” urlò Sonja con un tono disperato mentre i fari della notte le illuminavano il viso sommerso da calde gocce salate colme di angoscia.
“Non ci riesco! Ho perso il controllo dell’auto” rispose l’argento cercando di mantenere la calma, ma la paura aveva pervaso il suo animo. Aveva paura di fare del male a quella ragazza e soprattutto desiderava conoscere la bambina
Improvvisamente le loro mani si intrecciarono fra loro. Entrambi avevano paura di morire. Si sentivano impotenti dinnanzi a quell’imminente scontro, ormai era questione di pochi secondi. Sapevano che quello era il loro ultimo atto di vita che avrebbero trascorso insieme per l’ultima volte…forse. L’impatto fu fortissimo, così il nipponico per evitare il peggio cerco di sterzare, ma la macchina sembrava impazzita e si schiantò contro un albero violentemente provocando un suono agghiacciante e spaventoso e in seguito tutto tacque.
“Hope” urlano i due all’unisono e dopo qualche istante i due vennero accolti fra le tenebrose ed oscure braccia di Morfeo.
 
24 ore prima
Quella mattina la scuola era addobbata a festa, c’erano luci e festoni ovunque e l’atmosfera natalizia rendeva l’aria frizzante e gioiosa, mentre un gruppo di studenti, precisamente i rappresentanti d’istituto, stavano addobbando un enorme albero di Natale, mentre altri si dilettavano ad osservare indiscretamente Mariam che stava dirigendo il compito che era stato affidato al gruppo..
La ragazza odiava quei sguardi accusatori dei compagni di classe.
Ovunque andasse tutti si voltavano per guardarla, molti la deridevano, altri i la guardavano con compassione, e ciò la irritava. Odiava quegli sguardi così maledettamente falsi e pieni di compassione. Sapeva che quei ragazzi avrebbero continuato ad osservarla per moltissimi mesi, e questo la infastidiva! Si sentiva come una cavia per gli esperimenti. Non ne poteva più di quella vita che ormai le stava troppo stretta..
Ormai si sentiva vuota e stava iniziando a credere che la sua vita era priva di senso e di sentimenti, difatti credeva che le sue amiche le stavano vicino solo per compassione e non per amicizia. Si sentiva sola.
Anche i ragazzi, che ormai erano diventati più che compagni di classe per le Barbir, facevano quel che potevano per farla sentire meglio, eppure qualunque cosa facessero per farla stare meglio sembrava che avesse l’effetto contrario, ma ciò non li scoraggiava ed erano decisi a tutto per di aiutarla.
Mentre la corvina stava appendendo una pallina i suoi occhi si scontrarono con quelli dell ex fidanzato che, come i suoi due pozzi color smeraldo, esprimevano una profonda tristezza. Quel breve contatto scatenò nei loro cuori delle emozioni divergenti, eppure quel flusso di energia era stato capace di regalare ai due un attimo di pace che li aveva incantati.
Nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo, ma la voce di Hilary riportò i due alla realtà, così  la giovane distolse lo sguardo, nonostante desiderava poter vivere ancora qualche attimo di vita con l’unico ragazzo che le aveva rapito il cuore, e lo stesso sentimento era provato da Ozuma che desiderava chiarire con lei.
Eppure non poteva farlo, almeno non in quel momento perché c’è Queen che lo osservava.
Quella strega lo aveva minacciato dicendogli che se l’avesse lasciata avrebbe rovinato per sempre la sua ex, così era stato costretto ad accettare.
Odiava quel ricatto, eppure sapeva che solo così poteva aiutare la sua amata. Desiderava essere un buon padre per quel fragile esserino che la sua adorata portava in grembo. Ogni giorno desiderava poterle parlare, ma non poteva.
Improvvisamente la voce euforica di Takao lo destò la suoi turgidi pensieri, ma la notizia che gli diede lo riempì di gioia poichè avrebbe approfittato di quel viaggio per parlare con Mariam.
“Quindi partiremo domani mattina, e Queen non verrà!” continuò il moretti sempre più esaltato.
“Ok, alle otto sarò da te. In ogni caso desidererei sapere il reale motivo di questo viaggio”.
“Semplice: Hilary ha pensato che allontanarci fino alla fine delle vacanza dalla città potrebbe essere utile a tutti noi” rispose candidamente il nipponico.
“Perfetto! E ora torna a lavorare” rispose Ozuma sorridendo diabolicamente.
 
Presto giunse il pomeriggio e le due conviventi si recarono dal ginecologo.
La sala era quasi vuota e nonostante l’atmosfera sembrava calma e rilassata, la cinesina si sentiva agitata poiché aveva paura di scoprire la verità.
“I test sbagliano” le sussurrò Hilary stringendole una mano.
“A volte, pochissime volte! Hila, ormai sono passati quasi quaranta giorni, quindi…”.
“Tutto andrà bene, capito? Sii positiva”. Sibilò la castana stringendole una mano.
“Come posso essere positiva? Come faccio ad essere rilassata? Io sono quella che forse è incinta! Sono io quella che viene derisa da tutti! Non tu! Non dirmi quello che devo provare, capito? Lasciami in pace, ok?” sbottò la cantante furibonda riversando tutta la sua ira sull’amica.
Eppure sapeva che la giapponesina era lì solo per lei e ciò che aveva detto la fece sentire in colpa, ma rimase in silenzio.
Dopo qualche istante Hilary iniziò a fissarla con dolcezza, la sua coinquilina aveva ragione mentre lei non faceva altro che rassicurarla e ricordarle i suoi problemi.
Si sentiva un verme, credeva di aver sbagliato, ma improvvisamente Mariam le strinse una mano, così i loro sguardi s’incontrarono e in un tacito assenso ritrovarono l’armonia fin quando il ginecologo non le convocò all’interno dello studio.
Dopo mezzora le due uscirono con un sorriso raggiante e la cinesina sibilò:”Grazie! Avevi ragione tu!”.
“Dovere. Sei una mia amica, no? E sono felice che tu non aspetti un bambino. Ma ora dobbiamo andare a preparare le valige, si parte!”.
 
La villetta dove il gruppo, fatta eccezione per Sonja e Kei che avrebbero raggiunto quel posto incantevole verso le ventidue, avrebbe trascorso le vacanze di Natale era piena di colore nonostante le temperature.
La dimora era grande e luminosa e al suo interno si respirava un’atmosfera di pace che pervase l’amino dei giovani, che, dopo aver disfatto i bagagli, addobbarono il salone a festa.
“Karaoke?” propose Max con un’espressione spensierata.
“Si” esclamarono tutti all’unisono.
Così, dopo diversi brani Mariam salì sul palco.
Si sentiva agitata poiché il suo ex fidanzato continuava ad osservarla insistentemente e di certo non voleva cantare un brano smielato e deprimente, ma quando lesse il titolo di una canzone non potè far altro che sceglierla. Don’t tell me era perfetta perché racchiudeva tutta la sua rabbia ma anche l’amore che era ancora vivo nel suo cuore.
 
I ricordi e le emozioni che aveva provato con Ozuma non le avrebbe mai dimenticate, eppure voleva farlo, desiderava maledettamente farlo. Ma non poteva, lo amava ancora molto, forse troppo. Difatti quel sentimento era diventato così forte da imprimersi nel suo cuore e ogni volta che lo vedeva lo sentiva scorrere nelle sue vene.
 
You held my hand and walked me home, I know 
Why you gave me that kiss it was something like this it made me go ooh ohh 
You wiped my tears, got rid of all my fears, why did you have to go? 
Guess it wasn't enough to take up some of my love 
Guys are so hard to trust 
Did I not tell you that I'm not like that girl? 
The one who gives it all away 

Ma contemporaneamente lo odiavaperchè lui non le aveva creduto, anzi, l’aveva ferita andando con la sua nemica. Sapeva che anche lei aveva sbagliato, ma adesso del loro amore non era rimasto nulla tanto da diventare cenere incandescente.
Aveva creduto che lui l’amasse e che la conoscesse profondamente. Ma si era sbagliata, forse…

Did you think that I was gonna give it up to you, this time? 
Did you think that it was somethin I was gonna do and cry? 
Don't try to tell me what to do, 
Dont try to tell me what to say, 
You're better off that way 

Don't think that your charm and the fact that your arm is now around my neck 
Will get you in my pants I'll have to kick your ass and make you never forget 
I'm gonna ask you to stop, thought I liked you a lot, but I'm really upset 
Get out of my head get off of my bed yeah thats what I said 
Did I not tell you that I'm not like that girl, the one who, throws it all away 

This guilt trip that you put me on won't, mess me up I've done no wrong 
Any thoughts of you and me have gone away 

E solo la consapevolezza di essere sola le permetteva di andare Avanti.
Già…la solitudine, un sentimento che aveva ingnorato e dimenticato solo fra le braccia di Ozuma.
Ma le cose erano cambiate, credeva e sperava di stare meglio con la solitudine per amica…forse.
 
Better off that way 
I'm better off alone anyway.
 
La canzone terminò e i due ex amanti si guardarono per un istante e in quel momento capirono…capirono di aver commesso una sciocchezza, ma le ferite erano ancora troppo aperte eppure entrambi avvertirono il desiderio di parlare e così fecero.
Perciò, guidati dal destino si ritrovarono entrambi in giardino e insieme mossero alcuni passi.
L’atmosfera non era rilassata, anzi, era carica di silenzi non detti ed era rotta solo dai loro flebili respiri.
Nessuno dei due voleva rompere quell’incantesimo poiché avevano paura, paura di spezzare per sempre quella magia. Eppure sapevano che quel comportamento era scorretto, così insieme disse:”Io..” ed insieme risero genuinamente riempiendo l’aria di musica.
Erano di nuovo insieme, e in quel momento era l’unica cosa importante.
“Non sono incinta. È un semplice problema ormonale” sussurrò la cantante accennando un sorriso.
“Non so proprio cosa dire”replicò lui sfiorandole la mano e provocandole un brivido.
“Infatti non c’è niente da dire” aggiunse Mariam chinando la testa, improvvisamente lui la guardò e all’unisono dissero:”Mi dispiace”.
“Ma per ora non possiamo stare insieme”continuò il giovane tristemente.
“Già, ci siamo fatti del male. Un giorno, forse staremo di nuovo insieme”.asserì la cheerleader credendo realmente nelle sue parole.
Improvvisamente i loro visi si congiunsero nuovamente in un dolce bacio che riunì e guarì per qualche istante i loro animi feriti. All'interno della villa tutti si stavano divertendo, ma ad un tratto un cellulare squillò e Yuri, leggendo il numerò avvertì un moto di preoccupazione che non sfuggì a Boris. "Cos'è successo?" chiese il platinato con una nota apprensiva nel suo tono apparentemente calmo. "Sonja e Kei sono in ospedale". "Cosa?" sbottò il moscovita, che appena udì il nome della rossina perse il suo tipico autocontontrollo. Amava quella giovane e l'idea di perderla, nonostante erano solo amici, lo faceva soffrire. Non voleva perderla e così, senza dire niente a nessuno si recò in ospedale. Durante il viaggio i suoi pensieri erano diretti solo al suo angelo, si sentiva solo, ma doveva essere forte, doveva esserlo per forza. Doveva fare qualcosa per lei, ma cosa? Non lo sapeva neanche lui e ciò lo faceva sentire impotente.
Improvvisamente Rei apparve dinnanzi ai due ragazzi che erano ancora uniti in uno stretto abbraccio, ma in quel momento ciò non gli importava poichè i suoi amici erano, forse, in fin di vita e desiderava che tutti fossero lì con loro. La sua espressione sembrava piuttosto preoccupata e urlò:”Sonja e Kei sono in ospedale! Kei è in coma e di Sonja non si sa nulla. Andiamo”.
 
 
La sorellina di Yuri era su una sedie a rotelle nonostante non avesse riportato delle ferite gravi poiché l’argento l’aveva protetta con il suo corpo.
Vedere il volto del ragazzo ferito e sanguinante le lacerava il cuore.
Improvvisamente sussurrò:”Kei Hivatari, razza di stronzo! Non puoi farmi questo! Non puoi abbandonarmi di nuovo”.
 
Face to face and heart to heart 
We're so close yet so far apart 
I close my eyes I look away 
That's just because I'm not okay 
But I hold on, I stay strong 
Wondering if we still belong 


 
Ed in quell momento capì di amarlo ancora.
Desiderava fargli conoscere Hope che, per fortuna, era con lo zio che in quel momento entrò nella stanza del giovane.
La moscovita balzò in piedi e fulmineamente corse ad abbracciare suo fratello e la bambina che piangeva.
In quel momento si sentiva inutile e stancamente chiese al giovane di lasciarla sola.
Will we ever say the words we're feeling 
Reach out underneath and tear down all the walls 
Will we ever have our happy ending? 
Or will we forever only be pretending? 
Will we always, always, always be pretending 

“Amore mio, questo è il tuo papà. Sai, lui ti vuole bene ma adesso non sta bene ed ha bisogno di noi. E senza lui non so cosa farò, anzi, cosa faremo. Lui ti vuole bene e anche io te ne voglio.
Noi due staremo qui, ok?” continuò la giovane abbracciando la bimba che piangeva.
 
How long do I fantasize 
Make believe that it's still alive 
Imagine that I am good enough 
And we can choose the ones we love 
But I hold on, I stay strong 
Wondering if we still belong, 

Will we ever say the words we're feeling 
Reach out underneath and tear down all the walls 
Will we ever have our happy ending? 
Or will we forever only be pretending? 
Will we always, always, always be 

Keeping secrets safe 
Every move we make 
Seems like no ones letting go 
And it's such a shame 
Cause if you feel the same 
How am I supposed to know? 

Odiava quella macchinetta che scandiva I battiti cardiaci, eppure la amava perchè Kei era vivo.
In quei momenti rivisse tutti i momenti trascorsi con il ragazzo e una morsa l’invase.
Lo aveva perdonato già da molto tempo, eppure solo in quel momento aveva capito di averlo fatto.
Si sentiva una sciocca egoista, ma lo amava e avrebbe fatto di tutto per riaverlo.

Will we ever say the words we're feeling 
Reach out underneath and tear down all the walls 
Will we ever have our happy ending? 
Or will we forever only be pretending? 
Will we always, always, always be 
Will we always, always, always be .
 
Fuori dalla stanza l’atmosfera era al dir poco gelida, ma piena di suspence e preoccupazione.
“Mia sorella sta bene” dichiarò il russo atono poiché non riusciva ad essere felice, infatti aggiunse:”Kei no. Dobbiamo aspettare”.
Nessuno rispose, poiché nessuno era in grado di esserlo.
Eveline si avvicinò a Boris e dolcemente gli porse una tazza di caffè, così, dopo essersi accomodata vicino all’amico sussurrò:”Mi dispiace. Sarò egoista forse, ma in questo momento sento di doverti dire una cosa. Non voglio soffrire. Boris, io..”.
“Eve, non dire niente. Per me non è lo stesso perché io amo un’altra”.
“Sonja, giusto?” chiese la biondina accoccolandosi vicino al ragazzo.
“Come hai fatto a capirlo?” disse il russo stupito.
“La reazione che hai avuto quando Yuri ci ha avvertiti dell’incidente”.
“Già…ma lei ha Kei”.
“E loro hanno Hope. Boris, sei un amico eccezionale, ma ti dico una cosa: sta sempre vicino alla tua amata e falle sentire che ci sei senza farle capire i tuoi sentimenti” esclamò l’americana guardando l’amico con dolcezza.
“Ci proverò”.
 
Spazio autrice:
Innanzitutto grazie Morgana per la canzone, è stupenda e si sposa benissimo con i pensieri di Sonjia.
Grazie a tutti voi che leggete, seguite e commentate! Vi adoro.
Bene, questo capitolo più o meno è passabile, voi che ne dite?.
Scusate per il ritardo, ma il blocco dello scrittore rompe!.
Un bacione.

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Capitolo 17
*** Miracolo di Natale ***


In quella stanza non riusciva a vedere nulla, e l’unica cosa che caratterizzava quel luogo era l’aura di desolazione che pervadeva il suo animo.
Lentamente iniziò ad ispezionare il posto con aria sospetta, si sentiva perso,  solo, vuoto, eppure, nonostante stava convivendo con quei sentimenti che aveva imparato ad amare in quel momento li disprezzava con tutto sé stesso.
Quella stanza priva di amore rappresentava tutti gli ideali che aveva inseguito per tanti anni ma non si riusciva a riconoscere poiché da quando aveva conosciuto Sonja aveva provato nuove emozioni che lo avevano reso vivo.
Improvvisamente apparve una porta immacolata, ma appena la aprì venne risucchiato da un vortice, ma quel vento non era freddo, bensì era reale e palpabile e profumava esattamente come la giovane ragazza bramata dal nippo russo.
Ed improvvisamente la vide e capì tutto…
Stava rivivendo il passato, ma perché? Non riusciva a capirlo, ma il suo istinto gli suggerì di osservare attentamente la scena ambientata l’estate prima del loro arrivo in America.
“Ciao Kei!” esclamò la giovane moscovita dirigendosi verso l’amico, ma nell’impeto del momento cadde e l’argenteo la soccorse e dopo qualche istante i loro occhi si incontrarono provocando delle strane sensazioni nei due.
Quel ricordo fece sorridere l’atleta che desiderò ardentemente di poter abbracciare la ragazza, ma aveva capito di non poterlo fare e ciò lo disturbava.
Improvvisamente si aprì un baratro sotto di lui e si ritrovò durante il ballo del quarto anno, o almeno era quello che credeva avendo visto la coppia danzare armoniosamente al centro della pista, ma alla fine delle danze venne trascinato via da alcune braccia femminili.
“Cosa vuoi da Sonja?” domandò Hilary con un tono apparentemente pacifico.
“Nulla” mentì lo studente abbassando il capo.
“Ti piace? Oppure vuoi solo farla soffrire?” intervenne Mariam con un tono tagliente. “Se la farai soffrire ce la pagherai, capito Hiwatari?” continuò la corvina.
“Mister Hiwatari, sei pregato di rispondere” lo rimbeccò Julia sbattendo nervosamente un piede sul pavimento.
Ma il giovane non rispose e senza dir nulla se ne andò. In quel momento capì cosa provava realmente per la rossa, così, mentre le ragazze stavano chiacchierando a malincuore sulla futura coppia, lui la raggiunse  e, dopo averla fatta alzare la portò al centro della pista ormai vuota e dolcemente le sussurrò:”Ti amo”. Lei sorrise e mentre stava appoggiando la sua testa sul petto del giovane gli rispose:”Anche io”.
Rivedendo quella scena l’euroasiatico avvertì una stretta al cuore e si sentì nuovamente solo, ma improvvisamente le sue labbra urlarono il nome della ragazza che stava urlando il nome del giovane.
Ad un tratto apparve una flebile luce che lentamente divenne più forte.
Da essa poteva sentire la sua voce e immediatamente corse verso di essa sperando vivamente di poter abbracciare la sua amata.
 
“Ciao Eveline” disse Max uscendo sul terrazzino dell’ospedale.
“Hey” rispose la biondina accennando un piccolo sorriso. In quel momento si sentiva davvero triste poiché i tristi fantasmi del passato erano riaffiorati violentemente nonostante avesse superato quel trauma.
“C’è qualcosa che non va?” domandò il biondino notando l’espressione sconsolata dipinta sul volto della giovane.
“Sai una cosa? Noi due non siamo propriamente amici ma credo di potermi fidare di te, sempre se hai voglia di ascoltarmi”. Rispose la cheerleader sorridendo tristemente.
“Certo! Sappi che sono un buon ascoltatore”.
“Mia madre è morta mettendomi al mondo, ma questo lo sai già, no? Questo evento mi ha segnata un po’, lo so, ma c’è stato un altro momento della mia vita che mi ha distrutta qualche anno fa, a scuola tutti ne parlavano, ricordi? Era il primo anno e io dovevo fare un saggio di ballo così pregai mio padre di venire, ma quella sera pioveva così forte e mio padre uscì fuori dalla strada ma riuscirono a farlo uscire dall’auto nonostante fosse in coma. Beh, non ce la fece ed io ero con lui quando spirò” sussurrò la biondina fra le lacrime. “Ed ora ho paura che succederà lo stesso a Sonja e Hope. Io non voglio che soffrano! Lo so che Soso ama ancora Kei e poi la piccola ha bisogno di suo padre perché anche io ho bisogno del mio! Ho bisogno dei miei genitori…mi sento così sola anche con la zia. Perché? Perché devono soffrire tutti? Non è giusto” continuò la diciottenne iniziando a tremare, così il giovane le posò un cappotto sulle spalle e abbracciandola iniziò a coccolarla.
Non sapeva perché lo stava facendo ma si sentiva un verme poiché sia lui che il suo gruppo si erano sempre divertiti a definire quelle ragazze oche, ma ora capiva il motivo delle risposte acide delle avversarie: tutte avevano sofferto per molti motivi legate al loro passato ed in fondo riusciva a capire i loro sentimenti poiché pochi anni prima anche i suoi genitori divorziarono.
Ed in quel momento, nonostante i suoi erano ritornati insieme, anche lui capì di aver sofferto molto e lentamente strinse sempre più quell’abbraccio.
 
 
Il giovane lentamente aprì gli occhi che si specchiarono in quelli cristallini della moscovita che, dopo aver posato la figlia sul letto dell’amato, lo baciò. Non capì perchè lo fece, ma in quel momento voleva solo fargli sapere che lei era lì e che lo amava tantissimo. Aveva paura di essere tradita nuovamente ma in quel momento non le importava perchè voleva Kei e desiderava un padre per sua figlia.
Entrambi erano felici come non lo erano mai stati.
Questo era il loro miracolo di Natale...finalmente erano una famiglia.

 
 
 

Spazio autrice:
Ciao a tutti!. Henya questo capitolo te lo dedico perché mi hai ispirata un po’, spero che ti piaccia.
Ovviamente spero che piaccia anche a tutti voi che leggete e che con tutte le vostre recensioni mi dite cosa ne pensate del capitolo e mi correggete.
Forse ho fatto male a spezzare il testo con il pezzo su Eveline e Max, ma desideravo farlo per uno scopo preciso…indovinate quale?.
Spero di aver fatto un buon lavoro anche perché scrivere questo capitolo, anche se è brevissimo per i miei standard(che bello! Ndlettoti) (avete ragione Lnda) , vero? (che domanda sciocca ndKei).(Sta zitto razza di bicolore! Quasi quasi mi pento di averti salvato la vita…ma posso sempre farti crepare più avanti, no? Nda). (Giusto, ma come puoi resistermi? Sono troppo figo ndKei).(Erestil interviene e mena Kei che forse non sarà disponibile per il prossimo capitolo…amore mio mi vendicherò! I personaggi mi servono!).
Dov’ero rimasta..boh! ah si, non è stato facile scriverlo perché  non so cosa succede nella mente delle persone in coma.
Un bacione a tutti e a sabato!.

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Capitolo 18
*** Rivincite, vendette e fratellanza:la vera guerra ha inizio ***


Quella mattina il tiepido sole di gennaio scandiva candidamente l’inizio del primo giorno di scuola dell’ultimo semestre in quel liceo, eppure nessuno degli studenti era felice poiché quello sarebbe stato il loro ultimo inizio.
Tutti avevano paura del futuro e solo in quel momento i due gruppi, ormai ex nemici, compresero che da quel momento avrebbero dovuto iniziare a pensare al loro futuro nonostante nessuno desiderava farlo.
Quel luogo tanto odiato presto sarebbe diventato un posto magnifico nei cuori dei futuri universitari poiché esso racchiudeva tanti ricordi impresi nei loro cuori come le amicizie, le sciocchezze, i litigi e le guerre fra i due gruppi.
Improvvisamente gli occhi di Eveline si riempirono di lacrime immotivate, almeno era quello che credeva lei, odiava dover dire addio a quel magico liceo dove aveva imparato ad avere fiducia in sé stessa, e poco contava la sua media scolastica o la popolarità poiché ciò che era diventato importante per lei erano tutti quei legami affettivi, soprattutto quello nato con Max, nonostante fosse nato da poche settimane.
La bionda aveva trovato nell’americano una vera amicizia che l’aveva avvolta totalmente tanto da indurla a confidare al biondo la sua passione: la moda, che purtroppo era irrealizzabile poiché i suoi zii si rifiutavano di pagarle gli studi e ciò la faceva soffrire.
Così, pochi minuti prima dell’apertura dei cancelli, la cheerleader, con un tono allegro ma velato do tristezza, disse: ”Che questo semestre sia ricco di emozioni ! In bocca al lupo e studiate!”.
“Eve, da quando ti preoccupi dello studio?” chiese Julia scherzosamente facendo ridere tutti.
“Ehm…da quando ho scoperto che questo è il nostro ultimo giorno di scuola! Traditrici, non mi avete invitata al pigiama party, eh? Che amiche cattive, non si fa così” ribatté la cheerleader trattenendo le risate.
“Perché non la smettete di scherzare? La pacchia è finita” le rimbeccò Mariam varcando la soglia dell’istituto.
“Miss acidità si è risvegliata dallo stadio love, love?” sibilò Eveline sorridendo.
“Mi rifiuto di risponderti” ribatté la corvina allegramente mentre si allontanava dal gruppo che la seguì fatta eccezione per Salima e Rei.
Difatti il ragazzo dall’aspetto felino aveva chiesto alla rossa di aspettarlo poiché doveva parlarle, eppure, nonostante erano soli, nessuno dei due proferì parola a causa del silenzio che era calata su di loro.
Ad un tratto il corvino si schiarì la gola e con un tono rotto dall' emozione disse:”Scusami. Non volevo prenderti in giro due mesi fa e sinceramente speravo di chiarire con te durante queste vacanze, ma sono stato un codardo perché non l’ho fatto”.
“Rei… è acqua passata” rispose la canadese imbarazzata.
“No, non lo è! Non lo sarà mai perché c’è una cosa che non riesco a dirti, e se ora mi dirai che vuoi ascoltarmi, io sarò lieto poiché tu sei una ragazza speciale ed io aspetto questo momento da molto tempo”..
Quella dichiarazione stupì la giovane, che, arrossendo sempre più, decide di baciare il giovane che la guardava con un’espressione supplichevole.
Quel breve contatto riempì gli animi dei due giovani che si guardarono esterrefatti.
Nessuno dei due sapeva cosa dire, ma entrambi non volevano che quella magica che si era appena creata si dissolvesse improvvisamente.
 
Intanto un dolce e timido ragazzo  dalla chioma fulva stava raggiungendo la scuola con una sua amica dai capelli corvini.
Aveva conosciuto quella ragazza all’inizio dell’anno scolastico e subito si era innamorato, nonostante le cattiverie che la giovane aveva fatto contro le amiche di sua sorella. Eppure non riusciva ad odiarla poiché con lui si era sempre dimostrata dolce e gentile, ed era proprio quello che lo aveva attirato.
Difatti il giovane vedeva sempre il buono nelle persone, e nonostante tutti lo definivano ingenuo e stolto, a lui non importava, anzi, grazie al suo carattere riusciva a non essere mai sotto i riflettori, anche se doveva ammettere che un po’ gli dispiaceva non avere molti amici.
“Allora Queen, cos’hai fatto durante le vacanze?” chiese lo studente timidamente.
“Niente, cercavo di capire che fine avesse fatto Ozuma” rispose la cheerleader cercando di usare un tono neutro, eppure il dolce sorriso dello spagnolo la faceva sentire a disagio poiché tutte quelle attenzioni la facevano sentire inadeguata per tutte le sue malefatte.
“Capisco…ciao Rei!” esclamò il rosso salutando il cinese che cingeva ancora la vita della canadese.
“Ma guarda un po’! Salima, cercare di rubare il fidanzato ad un’amica è un’azione ignobile” sibilò la mora velenosa.
“Ma che vuoi! Piuttosto cerca di non infastidire Raul razza di vipera dai facili costumi”.
“Cos’hai detto?” continuò Queen mettendosi in posizione d’attacco.
“Dai Queen, andiamo in classe” sussurrò Raul stringendo lievemente il braccio della compagna che si sentì invasa da una piacevole sensazione di pace, e così, sebbene il suo sguardo fosse carico d’ira, disse allontanandosi: ”Per questa volta la passi liscia, ci vediamo”,
 
“Chissà cosa penserà Julia” disse la rossa inviando un messaggio alla gemella dello spagnolo.
“Credi che sia una buona idea? In fondo sembra che lei non abbia nessuna influenza su Raul” rispose il corvino con un tono riflessivo.
“Queen ha sicuramente qualcosa in mente, fidati”. Disse Salima perdendosi negli occhi del ragazzo. “Dov’eravamo rimasti?” continuò la cheerleader baciando nuovamente il giovane.
 
“Julia, cos’è successo?” chiese Emily notando la faccia stravolta dell’amica.
“Guarda qua” disse la castana mostrando il messaggio all’amica che ammutolì.
“Cosa vi prende?” domandò Hilary notando le facce stupite delle due.
“Raul e Queen…forse stanno insieme” confessò la cantante con un tono riluttante.
“Cosa?” s’intromise Ozuma con un sorriso trionfante.
“Hai capito bene! E togliti quella faccia da ebete! Mio  FRATELLO esce con la TUA ragazza!”.
Improvvisamente Raul entrò in classe e tutto il gruppo si voltò verso il giovane che non riusciva a capire il motivo di quegli sguardi interrogativi ed accusatori, ma appena stava per proferire parola la gemella gli si parò davanti e urlando gli disse: ”TU! Cosa vuoi fare? Da quando? Perché? Perché proprio lei! Sai benissimo quello che ci sta facendo passare, perché mi fai questo?”.
La ragazza sapeva che il giovane non la stava tradendo eppure lei si sentiva così, inoltre il senso di protezione che provava verso il fratello le impediva di analizzare la situazione poiché riteneva che quell’amicizia fosse falsa…almeno da parte di Queen.
“Sc…scusa” disse lo spagnolo chinando il capo sentendosi colpevole.
Credeva di aver tradito la sorella a causa di innocua amicizia, e quel senso d’impotenza lo fece sentire maggiormente colpevole tanto da fargli credere di aver perso l’affetto della cantante che non gli rivolse la parola per tutta la giornata.
Desiderava farsi perdonare ma non sapeva come fare, così decise di chiudersi nella sua stanza nonostante l’assenza di Julia che si era recate alle prove per un concerto che si sarebbe tenuto a Roma il quattordici febbraio, “Le canzoni del cuore”, così era stato denominato l’evento poiché le tre star avrebbero dovuto scrivere un pezzo da cantare con la persona amata.
Lentamente si alzò dal letto e dopo aver chattato con qualche amico su facebook (sperando di trovare Queen on line), ebbe un’idea brillante, così aprì un cassetto e prese un volantino, che gli era stato dato settimane addietro: quello gli sarebbe stato utile ne era certo.
Immediatamente compose il numero scritto sul foglio e dopo qualche istante iniziò a parlare con la centralinista con cui si accordò in pochi minuti.
 
“Fernández, oggi sei poco concentrata” la riprese il coreografo francese usando un tono duro.
“Mi scusi” ribatté la ragazza stizzita smettendo di ballare.
“Si rimetta a ballare! Il tempo stringe” disse l’uomo severamente.
“No, non mi va, ok? Non riesco ad essere professionale, va bene?”.
“Esca fuori dalla sala!”.
“Va bene” urlò la giovane sbattendo le porte, così le due amiche dopo essersi scusate con Pierre inseguirono l’amica che si rintanò negli spogliatoi.
“Julia, possiamo entrare?” domandò Hilary dolcemente.
“Un attimo” esclamò la castana asciugandosi le lacrime, ma le due ragazze essendo preoccupate per la cantante decisero di entrare.
Non avevano mai visto l’amica piangere e ciò provocò nei loro animi un senso di tenerezza e improvvisamente corsero ad abbracciarla.
Nella stanza non si percepiva alcun rumore fatta eccezione per i singhiozzi della spagnola, che dopo molto tempo disse tremando: ”Sono una pessima sorella”.
“No, ti sbagli” le sussurrò Hilary accarezzandole la folta chioma, eppure quelle parole non sortirono alcun effetto sulla cantante che rispose: ”No, è così! Ora lui mi odia! Lo tratto sempre come un bambino ed io ho paura che prima o poi lui si stancherà di me e che troverà qualcuno che gli darà tutta la fiducia che io non sono in grado di dargli. È sempre stato così, ma per me lui è troppo importante ed io ho paura di perderlo”.
“Va da lui e parlagli! Se resti a piangere su te stessa sarà sicuramente così! Julia Fernández, mi deludi!” esclamò Mariam duramente poiché quella situazione l’aveva coinvolta eccessivamente.
Difatti erano diversi mesi che non parlava con suo fratello che l’aveva allontanata dopo la discussione con la madre, eppure lei desiderava parlargli, quel ragazzino pestifero le mancava terribilmente.
La loro ultima conversazione risaliva prima delle vacanze natalizie e lui le aveva detto freddamente: ”O ritorni a casa o tu non sarai più mia sorella”.
Quelle parole l’avevano ferita ma il suo orgoglio le aveva impedito di riavvicinarsi alla madre che aveva cercato di chiamarla e di parlarle tante volte, ma lei l’aveva ignotata nonostante le mancassero tutte le confessioni e gli amorevole, seppur rari, abbracci della donna poichè non riusciva a dimenticare il passato.
Aveva deciso: sarebbe tornata a casa, ma come avrebbe fatto a chiedere perdono? E soprattutto sarebbe mai rinato il rapporto che univa la famiglia?. Non lo sapeva, ma voleva scoprirlo e lo avrebbe fatto prima o poi.
Le mancava il coraggio e ciò la feriva nell’orgoglio.
Già, l’orgoglio che le aveva impedito di dimostrare affetto e di essere sé stessa. Ormai era deciso: doveva imparare a dominarlo.
“Tu credi che sia facile andare da lui e dirgli: Raul, mi spiace e se vuoi continua a frequentare la tua amichetta?”.
“Non sto dicendo questo. Ti sto solo suggerendo di raggiungere tuo fratello e dirgli come ti senti e che tu ti fidi di lui, chiaro? Ciao Julia, io me ne vado”.
“Grazie” sussurrò la castana dopo qualche secondo.
Così le due si sorrisero e il trio si congiunse in un abbraccio carico di emozioni positive che influenzò il resto della loro giornata.
 
Raul stava camminando nel parco, il provino era andato bene ed ora non doveva far altro che rendere felice la sorella chiedendole di partecipare a quel concorso sperando di essere perdonato.
Improvvisamente vide una figura simile al corpo della studentessa correre velocemente verso di lui, così, appena i loro sguardi s’incrociarono i due si sorrisero e contemporaneamente disse: ”Mi dispiace” per poi scoppiare a ridere allegramente.
Avevano fatto pace ma Julia era decisa a confessargli i suoi sentimenti e così fece.
Si sentiva emozionata e frustata, eppure era decisa a farlo poiché glie lo doveva.
“Fratellino, io mi fido di te e mi dispiace, sono stata io a sbagliare e se tu lo desideri io mi farò da parte perché non voglio e non posso perderti. Te quiero!”
“Non pensarlo neanche per scherzo! Non potrei mai allontanarti, anzi, sono io a dovermi scusare perché ho sbagliato. Non dovevo essere amico di Queen” ribatté il rosso dolcemente.
“Se vuoi…”sussurrò la castana riluttante mentre il volto del fratello s’illuminò di gioia.
“Ascoltami, fra una settimana parteciperò ad un programma: Cantando con le Stelle, quello dove dei comuni ragazzi cantano con i loro idoli e tu sei il mio idolo, quindi, vorresti cantare con me?”.
“Certo” rispose la ragazza entusiasmata abbracciando il fratello calorosamente, ma in seguito disse: ”Idee per sconfiggere la tua timidezza?”.
“Sì, userò una maschera”. Disse il giovane mostrando l’oggetto appena acquistato.
 
Passò una settimana e finalmente giunse il momento dello spettacolo.
I due gemelli erano entusiasmati poiché erano diversi anni che non duettavano, nonostante Julia si era dovuta preparare su un pezzo da cantare con le sue amiche poiché erano ospiti della serata.
“Spaccate tutto!” le incitò Raul qualche istante prima dello spettacolo.
“Anche voi” esclamarono Mariam ed Hilary all’unisono.
In seguito la corvina si affacciò a guardare la platea e finalmente lo vide: suo fratello era andato a vederla, e ciò la caricò ulteriormente mentre Hilary, notando l’assenza di Takao, nonostante non stessero insieme, avvertì un senso di vuoto, ma improvvisamente avvertì un gentile tocco che la fece voltare scoprendo la presenza del giovane, così, inaspettatamente lo baciò.
Lo amava e in quel momento sentì il bisogno di confessargli i suoi sentimenti, ma l’atleta l’anticipò, le sorrise e dolcemente gli disse:”Anche io”.
“Vuoi essere la mia ragazza?” domandò il giovane inginocchiandosi dinnanzi alla giovane che arrossì.
“Sì, ma ora alzati” sussurrò la cantante mentre tutto lo staff accolse con uno scroscio la nuova coppia.
 
Dopo diversi minuti venne dato inizio allo spettacolo e il trio fece il suo ingresso trionfale seguito dal terzo estratto dell’album: Till the word ends che venne acclamato da tutti gli spettatori entusiasti.
In seguito vi furono diverse esibizioni e finalmente giunse il turno di Raul e Julia che stringendosi teneramente la mano entrarono in scena.
Entrambi erano emozionati, ma appena le note di True Friend iniziarono ad echeggiare nel teatro la coppia si sentì invasa da un senso di pace ed armonia.
Ma fra il pubblico c’era qualcuno pronto a rovinare lo spettacolo: Queen che stava chiacchierando con una giornalista con l’intento di rovinare la reputazione della coppia, ma non ci riuscì poiché Hilary e Mariam conoscevano la giornalista, così, facendo un sorriso tirato si avvicinarono alla donna esattamente quando la corvina disse: ”Vincerà il tizio mascherato”.
“Ciao Karen” esclamò il duo.
“Ragazze”esclamò la giornalista allegramente inconsapevole di quello che stava per succedere.
“Come mai perdi tempo con lei? Ho una notizia da darti” esordì Hilary trascinando la donna mentre Mariam sibilò: ”Prova a distruggere lo spettacolo ed io ti distruggo”.
“E come farai?” rispose la giovane sorridendo vittoriosa.
“Ho i miei mezzi, cara” disse la corvina allontanandosi, in seguito si voltò e disse:”Ah, dimenticavo, sei fuori dalla cheerleader”.
“Non ho bisogno del tuo misero gruppo, senza di me perderete”.
“Sia cara, non credo che tu sia così brava e sai perché? Perché non migliori, non hai talento e sei una buona a nulla. Credi che io non sappia che tu abbia corrotto illecitamente il marito della Kein per farti inserire nella squadra? Inoltre a scuola tutti ti odiano e nessuno comprerà il tuo cd e giusto perché tu lo sappia, hai venduto una sola copia che hai comprato tu. Vuoi che vada avanti con il mio discorso o vuoi che io sveli altri dettagli?”.
“Tu non oseresti farlo, vero? In fondo tu non vuoi essere come me se tu divulgassi queste verità saresti esattamente come me. Tu cos’hai da perdere? Tanto la tua immagine è rovinata, o sbaglio?”. Rispose la ragazza cercando di apparire fredda nonostante si sentisse a pezzi.
Sapeva che tutte quelle cose prima o poi sarebbero state scoperte ma non accettava che la sua nemica potesse rovinarla.
“Ho quello che mi serve” disse la cinesina mostrando un cellulare con cui aveva registrato la conversazione.
“Cosa? Dammelo!” sibilò Queen piangendo.
Ormai sapeva di essere spacciata, ma non voleva supplicare la grazia, non poteva farlo.
“No, ciao tesoro e sappi che se ci farai del male lo userò contro di te”.
 
Lo spettacolo terminò egregiamente, eppure, nonostante Julia e Raul avessero perso si sentivano più uniti mentre Queen si accomodò su un gradino bagnato dalla pioggia.
Improvvisamente avvertì la voce di Ming Ming che si accomodò vicino alla ragazza riparandola dalla pioggia.
“Che vuoi?” sbottò l’ex cheerleader piangendo.
“Vendetta” sibilò la turchese osservando le compagne di squadra che parlavano fra loro.
Era da molto tempo che notava lo strano comportamento delle amiche, precisamente dal ritorno di Sonja e in seguito dopo la rottura fra il professor K ed Emily nonostante fossero tornati insieme.
“Bene, ma ci serve un’ alleata” esclamò la giovane osservando il gruppo.
“Ma chi?” chiese la ballerina scrutando le cheerleader.
“Mathilda”.
 
Il week end trascorse velocemente e tutti gli studenti ritornarono stancamente a scuola, ad un tratto la tedesca passò dinnanzi alla ri- nuova coppia formata da Sonja e Kei e improvvisamente avvertì una strana morsa all’altezza dello stomaco, così, dopo averli salutati si allontanò velocemente.
Ma la sua corsa venne arrestata da Ming Ming che le disse: ”Vuoi Kei? Prenditelo, ma lo avrai solo se ti alleerai con me, ci stai?:
 
 
 

Spazio autrice:
Scusate, scusate, scusate! Ma ho sia perso la cognizione del tempo (si studia per i test) che difficoltà con questo capitolo che mi è venuto maluccio.
È stato molto difficile scriverlo e soprattutto spero di avervi trasmesso qualcosa, anche se ne dubito (forse dovevo lasciare la prima versione, anche se sostanzialmente i concetti sono questi più o meno).
Ringrazio Morgana le Fay per il disegno che ha fatto e che io trovo stupendo, quindi Grazie!
Henya spero di non averti delusa per quello che ho fatto a Queen, ma forse sono stata troppo soft, eh? Ma non demordere non è finita!.
Ovviamente grazie anche a tutti voi che recensite, ma è un po’ tardi quindi non ho il tempo di ringraziarvi singolarmente per tutti i consigli che mi date ed anche a tutti voi che leggete/mettete la storia fra le seguire/preferite/ricordate.
Per quanto riguarda il prossimo capitolo non so tanto bene che succederà, ma vi annunciò che ci sarà una cosa che renderà felici tutti i personaggi ed è legato un po’ al concerto del 14 febbraio, quindi non perdetevelo xD e soprattutto ci saranno delle novità.



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Capitolo 19
*** Remember when ***


La proposta di Ming Ming aveva turbato il delicato animo di Mathilda, che durante la spiegazione di filosofia non riuscì ad allontanare dalla sua mente.
Difatti, nonostante desiderasse essere amata ardentemente dal nippo russo non voleva far del male alla sua amica e soprattutto non voleva né ottenere l’amore del giovane traendolo in inganno né tradire l’amicizia che la legava alle sue amiche, inoltre era indecisa se confessare alle sue compagne il tradimento della giapponese dai capelli turchini nonostante desiderasse farlo per il loro bene poiché credeva che dietro tutto ciò ci fosse la mano di Queen, essendo l’unica studentessa capace di creare complotti così meschini.
Ed era proprio questo a preoccupare la bella tedesca, poiché era certa che se lei avesse confessato il misfatto, la corvina si sarebbe rivoltata contro.
Infatti, gli sguardi che le inviava Queen erano pressoché crudeli.

Intanto nella quinta D il professor Hiwatari stava spiegando le funzioni, precisamente gli asintoti, mentre gli studenti, avendo paura di essere interrogati cercavano di prestare la massima attenzione alla lezione, fin quando una giovane bidella fece il suo ingresso in aula e cordialmente porse un documento all’uomo che scrutò l’oggetto con uno sguardo arcigno.
Dopodiché lesse la circolare alla classe e accurandosi di usare un tono apatico disse:”Il dodici febbraio ci sarà una gita della durata di quindici giorni. Visiterete Roma, Milano e Venezia dove le nostre presunte cantanti terranno un concerto. Dovrete versare la rata pari a settecento sessanta dollari entro l’ultima settimana del mese”.
Immediatamente sui volti dei giovani si dipinse un sorriso estasiato che il docente si apprestò a cancellare aggiungendo: ”Io sarò il vostro accompagnatore. Dunque se non vi comporterete bene vi rispedirò a casa”.

La giornata scolastica terminò e il gruppo delle cheerleader si recò al parcheggio, ma improvvisamente Mathilda sparì poiché Queen e Ming Ming la trascinarono e infine la fecero appoggiare contro una parete.
la giovane ragazza immediatamente avvertì dentro di sé un moto di puro terrore che non sapeva come placare.
Fra le tre ragazze regnava un lugubre silenzio che la corvina decise di spezzare essendo stanca di quel gioco.
"Allora mocciosa, hai deciso qualcosa?" disse lei avvicinandosi pericolosamente verso la ragazza che iniziò a piangere.
Aveva paura, e ciò la fece sentire come una codarda, nonostante sapesse che inconsciamente le non stava sbagliando. Non poteva tradire le sue amiche e di certo non lo avrebbe mai fatto, così disse flebilmente:"No", e Queen fingendo di non aver sentito quella negazione chiese:"Cosa?".
"Ho detto NO" urlò la tedesca stringendo i pugni per la rabbia e acquistando un'innata sicurezza che non aveva mai avuto e ciò le fece acquistare un nuovo coraggio che la corvina distrusse in pochi istanti iniziando a percuoterla violentemente causando nuove paure nell'animo di Mathilda.
Pochi istanti prima che la ragazza perdesse i sensi qualcuno accorse in suo soccorso, ma lei non riuscì a riconoscere quella figura alquanto familiare.

Intanto nel parcheggio Mariam si avvicinò al fratellino che stava parlando con alcuni amici.
Aveva paura che anche quella volta non sarebbe riuscita a parlargli, sentiva il suo cuore battere velocemente, e solo dopo qualche istante riuscì a pronunciare il nome del giovane che si fermò.
"Che vuoi?" domandò il giovane con un tono apparentemente scocciato nonostante desiderasse riabbracciare la sorella ancora.
Le mancava da morire, ma sopratutto gli mancavano i loro rari momenti di tenerezza e le loro confidenze.
Difatti da quando la giovane se n'era andata, si sentiva solo poiché aveva perso il suo unico punto di riferimento e l’unica persona di cui si fidava, ed era proprio per questo motivo che si rifiutava di parlare con la sorella, nonostante sperasse nel ritorno della sorella.
“Volevo parlare con te” rispose la ragazza accennando un sorriso imbarazzato.
“Capisco…” disse lui atono.
“Vuoi?” chiese la cheerleader con un tono speranzoso.
“Torni a casa?” domandò il ragazzino voltandosi improvvisamente verso la sorella.
“Non so. Ascoltami, io voglio solo parlare con te e se devo tornare a casa per riavere il tuo affetto lo farò prima o poi, ma per ora, ti prego parlami” supplicò lei.
“Va bene, ma voglio che tu chiami mamma e dopo andiamo a pranzo con papà, ok?”.
“Certo” rispose le correndo ad abbracciare il fratello al quale disse:”Mi sei mancato”.
“Anche tu” sussurrò Jessie stringendosi maggiormente nell’abbraccio.

Passarono diverse ore e Mathilda si risvegliò in una stanza che non conosceva, ma nonostante ciò non si sentì a disagio, infatti, l’odore muschiato che troneggiava in quella stanza la faceva sentire protetta.
La stanza non era molto grande ma in compenso era molto familiare.
Improvvisamente scorse una foto posta su un comodino che ritraeva Kei, Sonja e Hope. 
Quella bambina era simile a Kei nonostante il colore dei capelli e ciò le fece capire che aveva fatto bene a rifiutare la proposta poiché lei non avrebbe mai potuto rovinare la vita a quel dolce esserino.
Doveva rinunciare a Kei, ormai ne era certa.
I suoi sentimenti non erano importanti quanto la famiglia del ragazzo amato.
Anche lui doveva vivere una vita felice, e solo con Sona poteva esserlo, infatti, nonostante i loro litigi, i due volevano bene alla loro bambina e avrebbero fatto di tutto pur di farla star bene.
Improvvisamente il padrone della casa fece il suo ingresso nella stanza, così Mathilda, presa dalla timidezza, decise di rintanarsi sotto le coperte.
“Come stai?” chiese lui freddamente mentre il volto della ragazza diventò paonazzo.
“Bene, grazie” sibilò lei timidamente.
“Cosa volevano quelle due da te?” domandò bruscamente l’atleta.
“Niente d’importante, volevano solo costringermi a convincere la mia amica a riammettere Queen in squadra” mentì la tedesca che non voleva preoccupare il ragazzo, nonostante credesse che a lui non importasse niente di lei, uscendo dal rifugio improvvisato.
“Capisco. Ora devo andare da Hope, ma tu fa’ come se fossi a casa tua”.
Quando il ragazzo uscì dalla camera la ragazza scoppiò a piangere essendo ormai certa che lui non l’amava e non l’avrebbe mai amata.
Iniziò a sentirsi come una stupida.
Come aveva fatto ad innamorarsi di lui in pochissimo tempo? Perché si era innamorata? Si chiedeva la cheerleader piangendo disperatamente per poi cadere in un mondo dove non esisteva l’amore:il buio più infinito del sonno.
In quel momento nel parco della città due amici stavano chiacchierando su una panchina.
Fra i due regnava un’atmosfera calma e rilassata fin quando Eveline, ormai troppo ansiosa per l’attesa disse:”Scusami se ti ho distratto dai compiti, ma oggi mi è arrivata questa:la lettera della scuola di moda, e volevo la tua presenza per aprirla”.
“Grazie mille allora! Sono onorato da cotanto onore” disse Max abbracciando l’americana che stava stringendo a sé la lettera che aprì dopo qualche istante.
Ma appena ebbe letto il contenuto i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Era stata rifiutata, non poteva crederci! Aveva fallito nuovamente, e soprattutto tutti i vestiti che aveva cucito incessantemente di notte e in tutti i suoi momenti di liberà ormai potevano ritenersi spazzatura.
Si sentiva delusa e ferita e l’unica cosa che le procurava piacere era la vicinanza di Max, l’unica persona a cui si era affezionata in pochissimi giorni e che le aveva fatto dimenticare Boris.
Ormai i suoi sogni erano infranti e non poteva creare un marchio personale poiché non aveva la somma richiesta dall’agenzia a cui si era rivolta.
Max con uno slanciò la abbracciò e dolcemente le disse:”Perché non chiedi aiuto alle tue amiche cantanti? Loro potrebbero finanziarti ed essere anche le tue testimonial e socie. In fondo loro hanno molta esperienza”.
“No! Assolutamente no! Ormai non credo di aver talento, anche i vestiti che indosso oggi sono pietosi”.
“Sono stupendi invece, inoltre l’azzurro caraibico ti dona molto. Almeno posso aiutarti in qualche modo?” domandò il biondino dolcemente.
“Si” disse lei asciugandosi le lacrime.
Così i due si recarono in un’agenzia dove si trovavano anche le Blue Roses che accolsero calorosamente l’amica.
“Cosa ci fate voi qui?” domandò Eveline con un tono alquanto scioccato.
“Siamo qui per aiutarti” disse Julia sorridendo.
“Cosa?” chiese la ragazza voltandosi bruscamente verso l’amico .
"Hai capito bene”

noi vogliamo aiutarti. Per noi ci sei sempre stata ed ora vogliamo aiutarti noi" disse Mariam congiungendo le sue mani in quelle di Eveline."Ma..." cercò di obbiettare la biondina che venne nuovamente zittita dalla ragazza dagli occhi smeraldini, che disse:"Ricordi qualche mese fa? Se non fosse stato per te, oggi non sarei stata con mio padre, anzi, non gli avrei proprio parlato. Se tu in passato non mi avessi incoraggiata oggi non sarei una cantante. Ti supplico, noi vogliamo aiutarti".
"Io..." sibilò la biondina con voce tremante.
"Evy, sei la mia migliore amica" disse Mariam abbracciando la bionda .

"Anche tu! Ragazze, vi adoro! Ed ora andiamo a firmare il contratto".

La sera giunse in fretta e le ragazze, accompagnate da Max e Takao, si recarono in discoteca che sarebbe stato il loro set fotografico.
Tutte adoravano i vestiti cuciti dall'americana e credevano che essi rappresentassero perfettamente le loro personalità e inoltre l'ambiente in cui si trovavano le aiutava a divertirsi.
Infatti l'idea era proprio quella:creare una linea giovanile adatta ad ogni ambiente.
Hilary , essendo in pausa, si avvicinò a Takao e timidamente gli disse:"Vuoi uscire con me?".
il ragazzo guardò la compagnia di banco stupito.
I suoi desideri si stavano realizzando, e così gli disse:"Volevo chiedertelo io".
I due si misero a ridere, sarebbero stati insieme, ne erano certi.

Mentre le ragazze stavano posando, anche il gruppo maschile raggiunse il posto, così Julia, avendo notato Yuri,finse di aver sete si recò al bar per prendersi un drink, ma quando fece ritorno inciampò in un cavo facendo finire tutto il liquido sulla maglietta del rosso.
Immediatamente cercò di giustificarsi, ma la vista del fisico del russo messo in evidenza dalla maglietta bagnata la metteva a disagio, così decise di ritornare a ballare.

Intanto, mentre le ragazza stavano posando, si avvicinarono dei ragazzi che immediatamente si misero a ballare con il trio canoro, scatenando la gelosia di tre ragazzi, in particolare di Ozuma.
Il giovane si sentiva davvero ferito da quell'atteggiamento, poichè Mariam di solito non era molto amichevole con i ragazzi.
Così, in un attimo di follia baciò Eveline che rimase scioccata, mentre la corvina osservò la scena allibita.
Voleva piangere, si sentiva ferita e tradita.
Come aveva potuto farle questo? Non riusciva a credere a ciò che aveva visto:lui si era già trovato un'altra ragazza.
Appena il ragazzo uscì fuori dal locale, lei lo seguì e duramente disse:"Allora per te io non sono stata importante".
"No, non lo sei stata"mentì il giovane, nonostante amasse ancora la ragazza.
"Va bene" sibilò la cheerleader, che prima di rientrare  nel locale cercando di trattenere le lacrime, aggiunse:”Addio”

La serata terminò e la cinesina fece ritorno a casa, la sua vera casa, dove venne accolta calorosamente.
Sorrise quando venne abbracciata dalla madre, ma in pochi istanti decise di andare in salone.
Finalmente rivide il suo adorato pianoforte e senza rendersene conto iniziò a suonare e cantare una melodia.
 
Remember when I cried to you a thousand times 
I told you everything 
You know my feelings 
It never crossed my mind 
That there would be a time 
For us to say goodbye 
What a big surprise 

But I’m not lost 
I’m not gone 
I haven’t forgot 


These feelings I can’t shake no more 
These feelings are running out the door 
I can feel it falling down 
And I’m not coming back around 
These feelings I can’t take no more 
This emptiness in the bottom drawer 
It’s getting harder to pretend 
And I’m not coming back around again 
Remember when… 

I remember when 
It was together ‘til the end 
Now I’m alone again 
Where do I begin? 
I cried a little bit 
You died a little bit 
Please say there’s no regrets 
And say you won’t forget 

But I’m not lost 
I’m not gone 
I haven’t forgot 

These feelings I can’t shake no more 
These feelings are running out the door 
I can feel it falling down 
And I’m not coming back around 
These feelings I can’t take no more 
This emptiness in the bottom drawer 
It’s getting harder to pretend 
And I’m not coming back around again 
Remember when… 

That was then 
Now it’s the end 
I’m not coming back 
I can’t pretend 
Remember When 


These feelings I can’t shake no more 
These feelings are running out the door 
I can feel it falling down 
And I’m not coming back around 
These feelings I can’t take no more 
This emptiness in the bottom drawer 
It’s getting harder to pretend 
And I’m not coming back around again 

Quando finì di cantare istintivamente si voltò verso il divano, dove mesi prima si era confidata proprio con Lui.
Ormai credeva di averlo perso per sempre.
Credeva che non avrebbe mai più provato amore, proprio quell’amore che era stato calpestato ingiustamente, e forse anche a causa sua. Improvvisamente si avvicinò al divano e finalmente lo vide:suo fratello era lì per lei, per ascolatare tutti i dolori della sorella che le stavano attanagliando il cuore. Quel ragazzino era il suo unico conforto, lo aveva sempre saputo, ma nonostante ciò si sentiva incompleta poichè amava una persona che l'aveva ferita, almeno era quello che credeva...

 
 

Spazio aiutrice:
Ciao a tutti, scusate per il nuovo ritardo, ma ho avuto un po’ di problemi e il 13 volevo postare ma ho dimenticato di copiare il capitolo sul sito e l’ho cancellato -.-“ mentre ho il mio pc rotto quindi devo cercare di regolarmi un po’…aiuto, ma non voglio giustificarmi oltre, spero solo di essermi fatta perdonare.
Beh, scusatemi ancora! Spero di aver fatto un buon lavoro(ma ne dubito seriamente! Non sono soddisfatta).
Grazie a tutti voi che mi supportate.
Un bacione

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Capitolo 20
*** Emozioni turbolente e presunti tradimenti. Il gioco di Queen continua. ***


Un amore a volte finisce prima di iniziare, ed era proprio quel pensiero che tormentava Sonja da diversi giorni e solo in quel momento aveva capito che c’era qualcosa che non andava fra lei e Kei.
Aveva creduto ciecamente nella loro storia, tanto da farle sperare di aver veramente perdonato il giovane.
Ma in realtà non era stato così: voleva bene a Kei, ma la ferita che le aveva lasciato il tradimento era ancora troppo grande, e questo la faceva soffrire poiché il ragazzo era un padre al dir poco fantastico e Hope lo adorava.
Ma fra loro non c’era amore, anzi, ciò che restava di loro erano solo i meravigliosi ricordi del passato che facevano sanguinare il cuore della rossa e ciò le impediva di chiudere con il ragazzo.
Non poteva e non voleva farlo poiché temeva che l’atleta le avrebbe impedito di vedere la sua bambina, la sua unica ancora di salvezza quando aveva creduto di aver perduto tutto.
Eppure sapeva che quella storia non poteva andare avanti così, ne erano testimoni i loro continui litigi a causa di Boris ed il loro progressivo allontanamento.
Difatti il russo passava molto tempo con la cheerleader, esattamente come aveva fatto quando la ragazza aspettava Hope.
Fra loro c’era un forte legame e Kei questo non poteva soffrilo, tanto da costringere Sonja ad allontanarsi da lui.
Doveva lasciarlo andare, non poteva far soffrire la sua piccola, ma aveva paura, paura di restare nuovamente sola, paura di essere abbandonata, e soprattutto aveva paura che su figlia crescesse senza un padre o senza una madre.
Ricordava perfettamente quanto aveva sofferto vedendo Kei in coma e ciò le aveva riaperto il cuore e successivamente anche la vecchia cicatrice mai rimarginata, ma ora doveva dire basta, soprattutto per sé stessa e Hope, e così, accarezzando la testolina rossa di Hope e rimembrando tutti i ricordi del passato, scivolò fra le calde braccia di Morfeo mentre i tenui raggi lunari filtravano attraverso la finestra semi aperta.
 
Quella lenta e grigia mattina sembrava non volesse finire mai, le interrogazioni erano più stressati del solito, inoltre l’avvicinarsi dei test per l’università rendeva tutti più nervosi.
Inoltre, la squadra di pallacanestro stava rischiando di essere esclusa dal torneo poiché avevano vinto pochissime partite, quindi dovevano vincere assolutamente la partita che si sarebbe tenuta l’undici febbraio, ossia il giorno che precedeva la gita.
Oltre ad un grande problema che turbava l’animo degli studenti: la borsa di studio.
Infatti, Takao avrebbe potuto frequentare il college da lui scelto solo se la sua squadra avrebbe vinto il campionato, e questo suo sogno stava sfumando lentamente.
Non che desiderasse avere un’istruzione superiore, ma desiderava frequentarlo per Hilary, o meglio, insieme ad Hilary, nonostante sapesse che la Brown non accettava persone con una media al dir poco mediocre.
E così prese una delle decisioni più importanti della sua vita: vincere e studiare.
E lo avrebbe fatto a qualsiasi costo, esattamente come aveva fatto in passato, esattamente come aveva conquistato il posto di capitano.
Lo doveva a sé stesso e a tutte quelle persone che avevano creduto in lui.
Voleva vincere e soprattutto non voleva deludere la castana: la ragazza che gli aveva aperto il cuore.
Così discretamente iniziò ad osservare tutti i suoi compagni di classe poiché voleva chiedere ripetizioni a qualcuno.
Di certo non poteva chiederlo ad uno dei suoi compagni di squadra, e così decise di scegliere una ragazza e così la sua scelta ricadde su Julia, che sebbene fosse una ragazza svogliata era molto intelligente e soprattutto sapeva farsi rispettare da chiunque, anche da Yuri.
 
Come ogni pomeriggio le ragazze si recarono in una piccola sala da tè, dove avrebbero avuto il loro personale momento di sfogo.
Takao, lavorando da qualche giorno in quel locale decise di avvicinarsi al gruppo con la scusa di dover prendere le ordinazioni per poter passare un biglietto alla spagnola discretamente, ma il suo gesto venne notato dalla castana che avvertì una fitta di gelosia.
Quel gesto le stava rovinando il pomeriggio tanto da impedirle di godersi la compagnia delle amiche in cerca di risposte ai loro problemi.
Improvvisamente Eveline prese parola, e abbassando chinando leggermente la testa, sussurrò: ”Ho una cotta per Max”.
Tutte le ragazze si voltarono improvvisamente verso la biondina per nulla stupite.
Difatti avevano notato il feeling che si stava creando fra i due, inoltre gli sguardi che si scambiavano erano al di poco eloquenti.
Eveline era innamorata di Max, ne era certa, ma aveva paura di essere rifiutata e ciò la terrorizzava terribilmente.
Non sapeva come comportarsi con il dolce biondino dagli occhi del color dell’oceano in cui si perdeva continuamente.
Di lui le piaceva tutto, soprattutto i suoi modi così dolci e premurosi che l’avevano conquistata in pochissimo tempo, tanto da rendere i loro rapporti sempre più difficili.
Aveva capito quello che provava quando lui l’aveva aiutata con il servizio fotografico, anche se tutte le volte che parlava con lui avvertiva il batticuore.
Si era innamorata, ma non sapeva se lui ricambiava o meno, non sapeva se lei era il suo tipo.
Troppe volte si era sentita inadatta, esattamente come le era successo durante il periodo elettorale quando era stata tentata da Queen.
Odiava sentirsi così, poiché lei credeva di essere una persona anonima.
“Inutile” si disse mentalmente la biondina mentre una piccola goccia salata scivolò velocemente dal suo triste viso.
Non riusciva ad essere felice come lo erano le sue amiche che credevano in una futura storia d’amore, non poteva esserlo.
Era sempre stata insicura, non riusciva ad essere forte esattamente come non riusciva ad amarsi.
Tutti le dicevano che era una bella ragazza, ma lei non si sentiva brutta e grassa.
Difatti non era magrissima ma aveva un fisico invidiabile, ma quello che realmente contava per le sue amiche era il suo carattere.
Infatti, lei era una ragazza dolce e timida e all’occorrenza cacciava i suoi artigli affilati, la sua simpatia non era costruita, era sincera e diceva tutto ciò che le passava per la mente, talvolta dimenticandosi di essere diplomatica.
Insomma, un vero e proprio vulcano esplosivo: quella era la vera Eveline, proprio quella che la giovane non riusciva a vedere in sé.
Si era sempre sentita sola anche con le sue amiche che adorava, non aveva mai conosciuto l’amore materno, e ciò l’aveva segnata, ma aveva reagito, ed era questo che importava.
Eppure non si sentiva degna di amare un ragazzo che, fino a qualche mese prima, era cotto della sua migliore amica, anche se questa era una scusa, e di questo era consapevole.
Difatti non avrebbe mai voluto innamorarsi nuovamente dopo il rifiuto di Boris, ma era successo e ciò non poteva accettarlo.
 
Erano passati diversi giorni da quel pomeriggio e come al solito le ragazze stavano provando in palestra mentre i ragazzi si allenavano per l’imminente partita.
Improvvisamente un pallone finì ai piedi delle ragazze rischiando di far precipitare Eveline, Julia e Mao, che erano in cima alle torri.
Così il capitano della squadra si rivolse con un tono tagliente ai ragazzi: ”Chi è stato il cretino a far volare la palla qui? Lo sapete che SIAMO NOI a concedervi di usare la palestra, vero? E che cazzo!”.
“Oh, ma che linguaggio scurrile e periferico per una Barbie” disse Takao senza pensare alle conseguenze delle sue azioni.
“Che hai detto?” disse la corvina con un tono di sfida.
“Barbie” ripeté il moretto con un tono scherzoso.
“Oh no, di nuovo con questa storia! Maledette Scimmie” disse Eveline coprendosi il viso con una mano.
“Hey bionda, chi sarebbero le Scimmie?” disse Max accigliandosi.
“A te” disse lei facendogli una linguaccia.
“Bene, inizia a scappare” asserì l’americano iniziando ad inseguire l’amica che improvvisamente cadde facendo scivolare a sua volta Max che finì addosso alla ragazza.
Entrambi stavano provando delle emozioni indescrivibili ed il contatto delle loro pelli non faceva altro che amplificare quelle emozioni.
Improvvisamente i loro sguardi s’incontrarono, ma Eveline distolse lo sguardo, e timidamente disse: ”Alzati, ci stanno guardando tutti”.
Il ragazzo non capì immediatamente le parole della biondina, poiché era troppo preso da lei e dal suo meraviglioso viso un po’ infantile ma tanto dolce e femminile.
Si era innamorato, ma aveva paura di essere rifiutato poiché la ragazza il giorno dell’incidente di Kei gli aveva confessato la sua cotta per Boris, inoltre aveva paura che se la cheerleader avesse accettato di diventare la sua ragazza, lei non lo avrebbe mai amato.
 
“Lasciando perdere quei due, la dovete smettere di farci i dispetti, che d’altronde sono infantili, proprio come una persona di mia conoscenza” disse la cinesina guardando Ozuma, dopodiché aggiunse: ”Anche noi dobbiamo allenarci, questo concetto vi è chiaro o devo farvi un disegnino?”.
“Cara, so benissimo a chi ti stai riferendo: al sottoscritto, e no, la nostra squadra non ha bisogno di disegnini, almeno il nostro livello intellettivo non è basso come il tuo livello di bontà ed umanità” dichiarò Ozuma con l’intenzione di difendere più sé stesso che la squadra rispondendo allo sguardo dell’avversaria.
Improvvisamente l’atmosfera si caricò di elettricità e tanti sentimenti ormai sopiti.
 
“Certo, hai proprio ragione mister – credo che la mia ragazza mi abbia tradito e per questo vado a letto con la sua nemica-, tu si che sei un esempio di bontà” ribatté la ragazza stringendo convulsamente i pugni.
“Parla quella che si fila tutti i ragazzi della discoteca”.
“Tesoro, sai, a differenza tua io lavoro e di certo non posso dimostrarmi antipatica con i fan, capisci? No, sono sicura che non possa farlo. Ah, solo perché tu lo sappia, anche tu per me non eri importante”. Disse lei acidamente.
“Ed è per questo che…” stava per dire il ragazzo, ma improvvisamente si fermò.
Non voleva dire una cosa che avrebbe avuto altri effetti negativi: farla soffrire ed allontanarla da lui.
“Niente… mi dispiace, per tutto” disse il giovane mestamente.
“Fa come ti pare” disse la ragazza uscendo dalla palestra trattenendo le lacrime.
Ed in quel momento capì di aver sbagliato.
Non avrebbe dovuto rimembrare il passato poiché avrebbe potuto rovinare il futuro.
Desiderava parlare con lui, toccarlo, baciarlo e soprattutto voleva scusarsi.
Voleva fargli capire quanto lo amava e che non voleva dirgli quelle cose.
Bramava le carezze ed il perdono del giovane, lo voleva con tutte le sue forze, ma contemporaneamente aveva paura di affrontare i suoi sentimenti.
Si sentiva una stupida, una stupida debole, molto debole.
 
Quello stesso pomeriggio Julia si recò a casa Kinomiya, e in pochi minuti i due si ritrovarono dentro casa.
Fra i due si creò immediatamente un feeling amichevole e la spiegazione di filosofia finì, così i due decisero di dedicare qualche minuto ad una conoscenza più intima.
Difatti quando la spagnola uscì dalla porta del nuovo amico decise di abbracciarlo, ma proprio in quel momento passò Queen, che in pochi istanti elaborò un piano geniale.
Sapeva di poterlo fare, e così continuò gli appostamenti.
 
Qualche giorno più tardi tutte le cheerleader si recarono in palestra, fatta eccezione per Hilary che Ming Ming cercò di trattenere, ma improvvisamente la turchese uscì fuori dal locale dove fece il suo ingresso Queen, che immediatamente disse: ”Io so una cosa che tu non sai”.
“Non m’interessa” rispose la castana acidamente.
“Neanche se questa cosa riguarda un ragazzo che posticipa in continuazione i vostri appuntamenti ed una tua amica?” sibilò la corvina sibilante.
“Tu menti” disse la ragazza uscendo immediatamente dallo spogliatoio, ma l’ex cheerleader, essendo decisa ad ottenere la sua vendetta, la inseguì e disse: ”Raggiungimi al vialetto fuori casa Kinomiya alle diciotto e trenta, e vedrai”.
 
Mancavano pochi minuti all’orario stabilito da Queen, ed Hilary non sapeva cosa fare, ma alla fine decise di raggiungere la ragazza e ciò che vide la sconcertò: Julia e Takao che si baciavano, almeno era quello che sembrava.
Improvvisamente scoppiò a piangere, mentre la corvina, euforica per quella vittoria, qualche istante prima di andarsene disse con cattiveria: ”Queste dovrebbero essere le tue migliori amiche, eh? A quanto vedo loro sono identiche a me. Ho fatto il mio dovere, ciao tesoro”.
La castana si sentiva delusa e ferita, non sapeva come comportarsi, e così improvvisamente corse via, sperando di dimenticare tutto e tutti.
Non riusciva a credere a quello che aveva visto e inconsciamente si recò verso l’unico luogo dov’era sicura di trovare un po’ di serenità: il parco giochi.
 
Il piccolo parco giochi era il luogo perfetto.
Lì era cominciato il loro idillio, e lì erano stati condotti dal loro cuore.
Entrambi avevano capito che per loro era finita: non c’era fiducia, non c’era mai stata, esattamente come non c’era più l’amore fra i due genitori di Hope.
E senza rendersene conto entrambi si ritrovarono soli.
Kei osservò la figura dell’ex ragazza allontanarsi all’orizzonte, quando notò su una panchina una figura a lui familiare:Hilary.
Avrebbe riconosciuto ovunque quella ragazza che conosceva davvero poco e che non sopportava, ma vederla piangere la incuriosì.
E così, dettato dall’istinto le si avvicinò e freddamente disse: ”Cos’è successo?”. Gli occhi gonfi di lacrime e tristi gli provocarono una strana sensazione.
Non aveva mai visto una ragazza piangere, e non avrebbe mai desiderato vederne una poiché odiava le lacrime.
Trovava stupito piangere per amore, o meglio, trovava proprio stupido piangere per qualsiasi cosa.
Eppure sentì una forza sospingerlo verso quella ragazza che lo abbracciò con tutte le forze che gli rimanevano e ciò gli provocò delle strane sensazioni.
Sensazioni che avrebbero creato numerosi problemi in un futuro più che prossimo.

 
 
 
  
Spazio autrice:
Ciao ragazzi e ragazze, spero di aver fatto un buon lavoro.
Ho cercato di metterci l’anima e spero che questo capitolo non vi appaia troppo distaccato e freddo, se è così ditemelo cercherà di migliorarlo.
Ci sono delle cose che vorrei dirvi, ma per non svelare troppo i retroscena vi dico solo che il titolo del prossimo capitolo sarà:”Il concerto del cuore : la gita. –parte I-“.
Non vi dico cosa succederà, ma ci saranno riavvicinamenti e anche nuove e vecchie coppie.
Ovviamente per quanto riguarda Max ed Eveline dovete aspettare perché stanno per diventare i protagonisti.
Ci saranno altre novità e il prossimo capitolo sarà molto introspettivo  e si baserà molto su tre coppie, quindi altre non si vedranno proprio, anzi, solo un piccolo accenna della… non ve lo dico xD.
Ovviamente ringrazio tutti voi che mi seguite, e sono lieta di sapere di avere una lettrice in più, sono felice perché spero di rendervi felici scrivendo questi piccoli pezzi.
Come al solito Eveline ha qualcosa di me, anzi, ho descritto troppe cose, anche del fisico, anche se lei è magra e io no, e poi ho voluto rievocare i miei dubbi di tre anni e mezzo fa, il 14 marzo 2008.
Volevo postare in quella data, ma il test mi ha bloccata.
Un bacione a tutti voi ed in particolare a Morgana, Henya e il mio babbeo J
Vi adoro tutti!
 Ps: chiaki non riesco ad installare msn per questo non mi connetto, scusa!
 

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Capitolo 21
*** Il concerto del cuore : la gita. –parte I- ***


I giorni erano passati lentamente e con essi si era avvicinata la gita, ma anche la terribile partita, forse l’ultima.
Tutti i ragazzi erano riuniti nell’umido spogliatoio, ed una flebile luce ed l’ovattato suono degli spettatori si propagavano all’interno di esso aumentando la tensione dei giovani giocatori.
Nessuno di loro credeva di vincere, eppure tutti speravano in essa, non solo per la gloria, ma anche per il desiderio di sentirsi importanti dopo numerose sconfitte umilianti.
Il silenzio rimbombava nelle orecchie degli studenti che fremevano per l’imminente sfida, ma improvvisamente quell’assenza sonora venne interrotta dal cigolio della porta che venne seguito dal suono dei passi che si rivelavano essere quelli delle loro amiche che gli sorrisero fiduciose provocando un improvviso cambio d’umore alla squadra.
Le ragazze indossavano i loro completini da cheerleader e ciò fece capire ai ragazzi che erano state mandate dagli allenatori dei due gruppi.
Difatti non tutte le ragazze erano felici di essere in quel posto sia per le discussioni che per presunti tradimenti, almeno era quello che credeva Hilary, che fingendo l’indifferenza verso Takao indirizzò tutte le sue attenzioni sull’argento, e ciò infastidì notevolmente il capitano della squadra che avvertì un forte senso d’angoscia.
Quella strana sensazione persisteva già da diversi giorni poiché la nipponica ogniqualvolta che lo vedeva cercava di nascondersi, oppure lo ignorava e ciò destabilizzava il ragazzo, che si era avvicinato inconsciamente a Julia, scatenando la gelosia nel cuore del russo che si ostinava a celare.
Improvvisamente Takao si avvicinò a Julia e così Hilary iniziò a scrutare la coppia.
Era gelosa alla follia, eppure lei non riusciva a concepire l’origine di quel sentimento poiché né lei né i suoi due amici avevano relazioni fra loro, erano solo amici, ma la ragazza detestava vederli insieme.
Così, invece di sferrare un colpo basso utilizzando una strategia in stile Queen, decise di affrontare direttamente i due compagni di classe prima della partita, soprattutto perché non voleva ferire due sue amiche: Sonja e Mathilda, poiché era cosciente dei sentimenti che provavano le ragazze per il russo.
La cantante stava per proferire quando un piccolo abbracciò fra i due scatenò nel suo animo una serie di reazioni che esternò violentemente.
“VOI!” urlò la giovane ormai sottomessa alle sue emozioni indicando i due presunti fedifraghi e facendo voltare la sedicente coppia.
“Cosa c’è Hila?” domandò la collega con uno sguardo interrogativo non riuscendo a capire lo strano atteggiamento dell’amica.
“Cosa c’è? Ed hai anche il coraggio di chiedermelo! Tu! Proprio tu Julia Fernandez, nonché la mia sedicente amica, tu lo sapevi, eppure mi stai tradendo apertamente con lui, il ragazzo di cui sono innamorata”.
Quella frase fece ridere tutti, soprattutto Takao che stava bevendo dell’acqua che sputò facendola finire addosso a Kei, che guardò il compagno di squadra con un’espressione di disprezzo, mentre Yuri rimase serio: non poteva permettere che qualcuno conquistasse Julia prima di lui, e ciò gli fece capire che doveva prendere una decisione.
“Con cosa hai fatto colazione questa mattina? Tachibana” disse la spagnola che utilizzava i cognomi delle sue amiche quando le sue amiche dicevano sciocchezze. “Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? IO? Con lui? Nah”.
Yuri sorrise alle parole della ragazza, eppure non si sentiva felice, non poteva esserlo perché quella dolce ma peperina, spagnola non era sua, e lui desiderava ardentemente marchiarla con il timbro – proprietà di Yuri Ivanov, toccatela e siete morti-.
“Hilary…” sibilò il moretto arrossendo visibilmente, che in seguito aggiunse: “Julia è solo un’amica che mi aiutava a studiare”.
“Cosa?” sbottò la castana sbarrando gli occhi per lo stupore mentre il suo animo apparentemente bellicoso iniziò a placarsi. Era ansiosa di conoscere la verità e così disse: ”Solo un’amica che ti aiutava? Perché lo hai fatto?”.
“Perché ti amo, stupida” disse lui chinando il capo mentre i ragazzi iniziarono a fischiare e le ragazze ad asciugarsi gli occhi.
“Tu. Io…” iniziò a balbettare la ragazza che improvvisamente abbracciò e baciò l’atleta, che le disse: ”Vuoi essere la mia ragazza?”.
Quel contatto scaldò i cuori della nuova coppia mentre un’improvvisa atmosfera romantica si profuse nella stanza rendendo malinconiche alcune ragazze, soprattutto Julia e Mariam che istintivamente si voltarono verso i ragazzi dei loro cuori.
Improvvisamente anche Ozuma si voltò verso Mariam e appena incrociò lo sguardo della ragazza decise d’ignorarlo poiché non poteva sostenerlo.
Sapeva di averla ferita durante la loro ultima discussione e ciò lo faceva sentire mai, ed era proprio questa sensazione che bloccava anche la corvina che aveva paura di essere nuovamente ferita dal ragazzo che desiderava e che amava.
 
Takao non credeva che ce l’avrebbe fatta a dirlo, eppure lo stava facendo.
Desiderava ricevere una risposta positiva da lei, ma sapeva che non l’avrebbe avuto se non le avesse dette il reale motivo dello studio, ma pochi istanti prima che lui aprisse bocca, lei gli disse: ”Si! Si! Si! ma ora dimmi, perché hai chiesto aiuto a Julia?”.
“Voglio andare alla Brown con te, ma non volevo sembrarti un rammollito ed è per questo ho chiesto a Julia di aiutarmi”.
“E non sai quant’è dura” aggiunse scherzosamente la cheerleader.
“Immagino…scusami Julia, io non volevo” dichiarò Hilary abbracciando l’amica.
“Oh, non preoccuparti, almeno qualcuno ha messo in ballo i sentimenti. Io sto aspettando ancora il mio principe rosso e azzurro” disse la cantante indicando Yuri con lo sguardo, ma il ragazzo fece finta di non notarlo e così si chiuse nel suo mondo tacito.
Ma nella mente del ragazzo i pensieri non erano affatto silenziosi, anzi, erano piuttosto divergenti poiché non sapeva se e come doveva dichiararsi alla ragazza che gli interessava.
Difatti neanche lui sapeva dare un nome a quel subbuglio di emozioni che lo torturavano da diversi mesi e ciò lo facevano sentire impotente ed insicuro, e lui detestava essere così.
Sapeva di non essere un nerd e che molte giovani cercavano di flirtare con lui, ma non gl’interessava.
Aveva una sola ragazza che invadeva continuamente i suoi pensieri, ma lui non poteva amarla.
Erano stati per troppo tempo rivali ed ora non riusciva a dare un nome a quei sentimenti che Julia accendeva in lui anche con un semplice sorriso.
-Un bellissimo sorriso- pensò lui, scacciando immediatamente quel pensiero dalla sua mente.
“Ora dobbiamo andare, ci vediamo in campo” disse freddamente Mariam richiamando l’attenzione delle sue compagne.
“Contaci” sibilò Ozuma sperando di poter parlare con la ragazza che lo ignorava apertamente.
 
Erano passati diversi minuti dall’inizio dell’ultimo tempo, ma la situazione era di stallo totale, e così l’allenatore della squadra chiese un time-out mentre le cheerleader continuavano ad incitare la squadra della loro scuola, ma avendo intuito che quei cori erano al dir poco inutili decisero di avvicinarsi al gruppo interrompendo l’intervento dell’allenatore.
“Bene ragazzi, ma volete giocare?” disse Julia con un tono sprezzante.
“Ci stiamo provando” dichiarò Takao, il playmaker* della squadra.
“Non è abbastanza! Dovete vincere” aggiunse Hilary sorridendo al suo ragazzo per infondergli coraggio.
“Sì, ma…” stava dicendo Ozuma che venne interrotto dalla sua ex fidanzata che duramente disse: ”Beh, da quel che vedo posso affermare che siete delle schiappe, ma so benissimo che voi non lo siete! Dovete svegliatevi! C’è in ballo il vostro destino, diamine! Siete riusciti a vincere tutti i campionati nazionale per due anni consecutivi e ora volete arrendervi così? Ci deludete, davvero… e se ora non vi degnate di segnare qualche punto impedirò alla squadra ti tifare per voi. Eravate dei campioni, ricordate?”.
I cinque titolari osservarono la cantante stupiti.
Aveva ragione e in quel momento si sentivano davvero degli stupidi.
Stavano sbagliando e solo in quel momento lo capirono, e così, appena le ragazze si allontanarono Takao risistemò la squadra e scelse alcuni giocatori: Ozuma, Max, Yuri e Boris.
 
Sonja inizialmente si stupì vedendo Boris in campo ed in quel momento capì tante cose che aveva dimenticato.
Le mancavano le chiacchierate fatte con il russo, gli mancava lui, nient’altro che lui.
Eppure si sentiva in colpa poiché credeva di aver abbandonato un amico: il suo migliore amico.
Improvvisamente il ragazzo si voltò verso la rossa e le sorrise facendola avvampare.
Non sapeva spiegarsi il motivo di tale reazione, ma nonostante l’imbarazzo si sentiva felice: non lo aveva perso perché il loro legame era fortissimo.
E così decise d’ignorare apertamente gli ordini del capitano delle cheerleader e urlando tutti i cori che conosceva riprese ad incitare la squadra, nonostante le sue urla erano indirizzate solo ad un freddo, scaltro e dolce russo dal cuore tenero…in fondo.
Ormai mancavano pochissimi minuti alla fine e la situazione era piuttosto drammatica: erano al di sotto di un solo, misero, punto.
Boris, ossia l’ala grande, fece un veloce passaggio all’ala piccola, ma appena Ozuma ebbe toccato palla uno dei loro avversari scaraventò il ragazzo a terra.
Immediatamente Mariam si alzò dalla sedia.
Sentiva il cuore batterle velocemente, aveva paura che il suo “amico” si fosse fatto del male, eppure sentiva che doveva fare qualcosa, doveva incitarlo, ma non poteva farlo da sola, e così esclamò agitando i pon pon: ”Ozuma!”.
Dopodiché si voltò verso il pubblico e muovendo ritmicamente il corpo fece capire agli spettatori di sostenere il ragazzo, che istintivamente si voltò verso il capitano delle cheerleader e così i loro sguardi s’incrociarono creando fra loro una magia che la corvina si apprestò a spezzare facendo capire all’atleta che doveva continuare a giocare.
E così, recuperò in fretta la palla e facendo un tiro dall’esterno dell’area che valeva tre punti segnò la vittoria della partita pochi secondi prima che venisse dichiarata la fine della partita.
 
“Ciao Midori” esclamò la madre di Ozuma appena l’amica rispose alla chiamata.
“Hey, Sharon, cosa succede di bello?” domandò la corvina appoggiandosi al tavolo.
“Hai saputo? Ce l’hanno fatta! Hanno vinto” disse la donna pimpante.
“Mariam non me l’ha detto, ma in fondo sai com’è mia figlia”.
“Sì, ma so anche che i nostri due ragazzi hanno avuto qualche problema in questi mesi, anche se Ozuma non mi ha detto cos’è successo. In fondo sono una bella coppia, anche se non ho mai capito cosa c’è fra loro” disse la rossa continuando a guidare, dopodiché aggiunse: ”Ho un piccolo problema, ed è per questo che ti sto chiamando: c’è un’emergenza sul lavoro e purtroppo questa sera partirò, mio marito è in viaggio, quindi volevo chiederti se mio figlio potesse dormire da te questa sera, sempre se per te va bene …”.
“Certo, Jessie ne sarà felice”.
“Anche Ozuma…” disse la madre dell’atleta con un tono malizioso.
“Anche se Mariam lo scoprirà questa sera”.
“Non stavo dicendo nulla, eh! Pettegola!” disse lei scherzosamente.
“Può venire, è ovvio. Passo a prenderlo io verso le sette, ok?”
“Grazie Midori, sei un tesoro!”.
“Di niente cara, un bacio e fa buon viaggio”.
 
“Ciao ragazze! Ho portato la cena” disse Eveline entrando nella stanza di Julia portando delle pizze.
“Santa ragazza” dichiarò la spagnola aiutando la biondina, nonostante il suo reale scopo fosse quello di salvare quelle squisitezze italiane.
“E così domani si partirà. Vi va di fare un giro al centro commerciale?” propose Emily allegramente, nonostante la sua allegria non fosse dettata semplicemente dalla presenza delle sue amiche ma anche da un evento che era avvenuto durante il pomeriggio.
 
Flashback.
Mancavano diverse ore dall’inizio della partita e l’americana era nella sala multimediale per fare delle ricerche sulle città che stavano per visitare, quando notò che dall’altro capo della stanza c’era il professor K.
Immediatamente avvertì una dolce stretta allo stomaco che non potè ignorare, e così riprese il suo lavoro tanto da non accorgersi che il giovane le si era avvicinato.
“Ciao Amy” sussurrò il giovane tremolante.
“K” rispose freddamente lei e accurandosi di non distogliere il viso dallo schermo del PC.
“Cosa fai di bello?” domandò il ragazzo sbirciando il computer.
“Ricerche, ovviamente” disse lei in un sussurro.
“Ovviamente. La nostra passione per la tecnologia non conosce limiti, anche io facevo delle ricerche perché voglio sapere con precisione quello che vedremo dopodomani”.
“Anche io” dichiarò la rossina voltandosi verso il collega che l’affascinava ancora e così i due ridacchiarono insieme.
Immediatamente i due si sentirono pervasi da un senso d’improvviso benessere.
Ormai era chiaro per entrambi: il loro legame all’apparenza costituito dal loro legame per la tecnologia era qualcosa di più profondo, e che nessuno dei due sapeva spiegarsi e sebbene fosse illogico i due non potevano far altro che amarsi profondamente, e così, senza rendersene conto le loro labbra si sfiorarono dolcemente suggellando un nuovo patto indissolubile.
 
“Emily?” disse nuovamente Eveline cercando di far rinvenire l’amica dallo stato di trance.
“Eh?” sussultò l’americana osservando le amiche con un’espressione interrogativa.
“Cos’è successo?” chiese la biondina dando voce ai pensieri delle ragazze.
“Niente, perché dovrebbe essere successo qualcosa?” disse la ragazza cercando di dissimulare la sua momentanea perdita di lucidità.
“Praticamente sei rimasta così” s’intromise Julia imitando l’espressione e gli occhi sbrilluccicosi dell’amica facendo ridere tutte, ma improvvisamente la spagnola venne colpita da un cuscino provocando una piccola guerra e mettendo a soqquadro la camera.
Quando finì quella battaglia Eveline decise di isolarsi un po’ dal gruppo accedendo sul suo social network preferito: face book e improvvisamente notò che Max si era appena connesso, e ciò le provocò il desiderio di contattarlo, ma non lo fece poiché aveva paura di disturbarlo.
Aveva capito di essere interessata a lui, eppure temeva di essere rifiutata e ciò le faceva davvero male.
Sapeva di essere insicura e ciò accentuava il suo senso di colpa verso sé stessa, nonostante ritenesse che quel suo odio fosse al dir poco infondato.
 
Dopo aver parcheggiato la sua auto nel garage, Mariam cercò le chiavi di casa e dopo qualche secondo venne accolta dalla sua adorata cagnolina e ciò la fece sorridere.
Immediatamente si accucciò di fianco alla sua bambina, come amava definirla, e improvvisamente incrociò il suo sguardo: Ozuma era lì e stava parlando con suo padre, un’altra presenza sospetta dopo l’abbandono di George.
“Ozuma” disse lei gelidamente e alzandosi fulmineamente.
Si sentiva strana e quello sguardo leggermente dolce del ragazzo le faceva battere il cuore poiché lo amava ancora.
Non le interessavano i loro litigi, anzi, li aveva dimenticati tutti, mentre ciò che era ancora indelebile nel suo cuore erano i ricordi che la facevano soffrire ancora.
“Mariam” rispose il ragazzo pronunciando quel nome come una cantilena.
“Papà! Cosa ci fai qui?” aggiunse la corvina sorridendo all’uomo dai capelli olivastri.
“Passavo da queste parti, e così ho deciso di fermarmi per vedere i miei figli” rispose George avvicinandosi alla cantante.
“Capisco. Ora vado in camera, torno subito”.
“Fa con calma, tanto non scappo”.
“Ok” disse la ragazza volatilizzandosi in pochissimi secondi.
 
La cena trascorse tranquillamente e dopo mezzora l’uomo tornò al suo appartamento promettendo alla figlia che l’indomani l’avrebbe accompagnata all’aeroporto e anche in gita.
Difatti il nonno di Mariam aveva incaricato George di assistere le sue piccole star durante il concerto e lui aveva accolto la notizia con moltissima felicità.
Mentre Ozuma, Jessie e Dunga che aveva raggiunto gli amici dopo la cena, stavano giocando con la wii, Mariam entrò nel salotto e disse: ”Esco con Stella, qualcuno vuol farmi compagnia?”.
“Vengo io” dichiarò il fratellino passando il joystick al biondo, che immediatamente aggiunse: ”Anch’io. Non ho voglia di giocare”.
Ozuma squadrò i suoi amici e dopo qualche secondo disse: ”Beh, vengo anch’io”.
“Se non ne hai voglia puoi anche restare dove sei” rispose la corvina gelidamente.
“Ho detto che voglio venire, ok? E poi sei una superstar, no? Qualcuno potrebbe anche infastidirti” sibilò lui sfilandole il guinzaglio e sfiorandole dolcemente la mano.
L’aria fresca della serata stuzzicava il viso della comitiva mentre i dolci raggi lunari si riflettevano nella notte stellata.
Jessie e Dunga chiacchieravano animatamente sul gioco che avevano appena provato, Ozuma camminava immerso nei suoi pensieri mentre Mariam ascoltava il suo mp3, quando improvvisamente iniziò a cantare un nuovo brano scrutando il ragazzo e avvertendo le lacrime giungergli agli occhi.
Quella canzone l’aveva scritta lei ma raramente la cantava.
Si vergognava dei suoi sentimenti e soprattutto non voleva accettarli, non poteva farlo poiché anche lei aveva sbagliato e solo in quel momento lo aveva capito.
Si sentiva una stupida…
 
…Prima sei mio
poi voli via
quanto altro male mi farà,
seguire ancora la tua scia,
ma fino in fondo…
Se perdo te, riscatto me
e la mia anima vivrà,
ma non importa vivere…
né respirare…
Sei l’amore aura su di me incantesimo…
Che ruba il cuore…
Sei il colore e… l’abitudine…
Non ho meta più… né direzione….

 
 
Il ragazzo si voltò verso la cinesina e lentamente le si avvicinò.
Non voleva rompere quel magico silenzio, anzi, desiderava sentire ancora quelle melodiose parole, eppure lo fece, e dolcemente le disse: ”E’ stupenda”.
Solo in quel momento la ragazza si rese conto della vicinanza dell’atleta e ciò la fece arrossire, perciò distolse immediatamente lo sguardo e disse: ”Grazie”.
“Mi dispiace” disse lui sfiorandole una mano.
Aveva bisogno di quel contatto nonostante non sapesse spiegarsi il reale motivo, o meglio, desiderava non saperlo.
“Non dispiacerti” disse lei volgendo il viso verso la luna che la illuminò mettendo in evidenza due piccole perle incastonate agli angoli dei suoi bellissimi occhi smeraldini.
“Non possiamo essere amici, lo so, ma capiremo con il tempo”.
“Già, per ora limitiamoci a parlare civilmente” rispose lei ridacchiando e contagiando l’amico.
In quel momento pacifico si ritrovarono nelle loro diversità, forse più uniti o forse più divisi, ma ciò non gl’importava poiché quello era il loro momento dove esistevano solo loro, nient’altro che loro.
 


Spazio autrice:
Ci sono quasi riuscita, ma il capitolo è troppo lungo e non riesco proprio ad inserire il concerto soprattutto perché rientreranno in gioco alcuni personaggi (Dark_Fairy guarda Chiaki -> Raul).
Ho cercato di concentrarmi su più personaggi, non è stato facile, ma mi sono divertita e per la prima volta mi sento soddisfatta perché mi sono emozionata.
La canzone appartiene a Simonetta Spiri, cantante che adoro  anche se non è famossima, ma Aura è favolosa, è una canzone profonda, ma questi sono solo i miei pareri.
Questo capitolo lo dedico a tutte quelle persone che credono nell’amore e nell’amica, a tutte quelle persone che come me a volte non vedono la propria bellezza interorie, a quelle persone che si emozionano per un nonnulla…la dedico a tutti voi.
Vi lascio questo capitolo che ho scritto con tutto il cuore e vi annuncio che il prossimo sarà abbastanza lungo, pardon!
Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia trasmesso qualcosa, e se notate qualcosa di sbagliato fatemelo notare.
Ringrazio tutte voi che leggete/ seguite/ recensite e che mettete la storia fra le ricordate/preferite.
Notte.
 
Ps: wikipedia mi ha spiegato i ruoli dei giocatori di pallacanestro, nel prossimo capitolo vi spiegherò i ruoli.
Ciao e Buona Domenica.
 
Pps: dal prossimo capitolo capirete il perché del titolo di questo, è tutto collegato J

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Capitolo 22
*** Il concerto del cuore : la gita. –parte II- ***


Erano le due di notte e ormai mancavano meno di quattro ore alla partenza, l’ultima gita che avrebbe fatto con i suoi compagni e ciò lo rattristava un po’.
Ormai mancavano pochi mesi all’esame di stato e ciò lo preoccupava, nonostante la sua media era superiore alla sufficienza, ma ciò non lo tranquillizzava, anzi, lo preoccupava.
Difatti i prof ogni giorno ripetevano che mancavano pochi mesi all’esame di stato riuscendo ad incutere terrore ad ogni studente, soprattutto alle ragazze.
Già, le compagne di classe; loro erano state la sua croce fino a quel momento soprattutto una che in quel momento dormiva, o almeno era quello che credeva, nella stanza accanto alla sua, la sua Mariam.
Difatti riteneva che quella corvina all’apparenza fredda come il ghiaccio, ma dal cuore tenero, fosse ancora di sua proprietà, eppure non riusciva a chiederle veramente scusa poiché temeva che così l’avrebbe persa per sempre.
La amava, l’aveva sempre amata dal primo anno, ma a causa del suo maledetto orgoglio e della sua voglia di controllare tutto e tutti non era riuscito ad esternare i suoi sentimenti, come invece aveva fatto Max, il suo ex rivale.
Ma nonostante avesse la certezza che il biondo provasse dei sentimenti per Eveline, credeva che lui avrebbe potuto nuovamente provarci con lei, sebbene sapesse che quella sua insensata gelosia era dettata solo dall’invidia e dalla paura di perdere l’unica persona a cui aveva donato il suo cuore.
Aveva sempre invidiato Max nonostante avesse celato egregiamente quell’emozione poiché erano amici, inoltre il forte senso di rispetto che nutriva per il suo gruppo gli impediva di mostrarsi realmente.
Si sentiva davvero uno sciocco per questo, nonostante la sua reale preoccupazione era dettata da un altro motivo: Mariam.
Quella sera il padre della sua amica gli aveva affidato una missione: doveva cantare con la corvina, o meglio, doveva convincere la giovane a sceglierlo come compagno per il concerto poiché la loro, ormai ex, relazione era ancora viva nei cuori dei fan, e ciò lo faceva sentire male psicologicamente.
Non poteva costringerla a sceglierlo, non avrebbe mai potuto farlo poiché andava contro la sua natura, esattamente come odiava prendere in giro i sentimenti degli altri, e lui sapeva esattamente cosa significava poiché lo aveva provato sulla sua pelle.
Ed anche per questo motivo che l’aveva persa, avendo permesso a Queen di giocare con lui per poi scaricarlo come una vecchia scarpa, e ciò aveva ferito il suo orgoglio che non si era ancora rimarginato, eppure non gli importava poiché nulla equivaleva al dolore che aveva provato in quei giorni ed in quel momento.
Ma nonostante tutto sentiva il bisogno della sua Mariam, la desiderava, la voleva: doveva essere sua a qualsiasi costo, ma non voleva costringerla, non poteva farlo e non lo avrebbe mai fatto poiché in gioco non c’era solo lui e soprattutto non poteva rischiare di perdere l’unica ragazza che gli aveva aperto il cuore.
Con quei pensieri che gli tormentavano la mentre decise di alzarsi dal comodo letto per dirigersi fuori al terrazzo per fumare, sperando che quel piccolo bastoncino gli conferisse la calma necessaria per poter rilassare le sue membra.
Ma le sue intenzioni furono distrutte in un istante poiché la vista di una fluente chioma e di un corpicino avvolto in una corta vestaglia gli provocarono immensi brividi.
Immediatamente lei si voltò avendo notato la presenza di qualcuno e appena lo vide non potè far altro che specchiare i suoi occhi in quelli del giovane e ciò provocò una piccola fitta al cuore che la cinesina cercò di nascondere con un sorrisino smorzato.
“Non ti mangio mica” esordì la cantante riprendendo ad osservare la luce lunare che si rifletteva sul suo volto donandole un aspetto mistico, e così il giovane decise di raggiungerla.
Non poteva far altro che osservare la ragazza mentre miriadi di ricordi gli attraversavano la mente, ormai troppo stanca per riflettere.
Ad un tratto prese il pacchetto di sigarette e con un tono neutro disse: ”Vuoi?”.
Lei lo guardò per un istante, e dopo aver preso una cicca fece cenno di accomodarsi sul divano, dove si avvolsero in una calda coperta.
I loro profumi crearono fra loro una fragranza che li sconvolse poiché in quel momento capirono che il loro amore non era mai finito nonostante entrambi decisero di ignorare il sentimento che li univa ancora poiché avevano paura di soffrire.
Eppure nessuno dei due era disposto ad accettare quella condizione, difatti Mariam lentamente appoggiò la sua testa sul petto di Ozuma procurandogli una miriade di brividi carichi di passione, amore e desiderio che lo costrinsero a dirle: ”Sei bellissimi”.
La cheerleader non disse nulla e si limitò ad osservare il volto del’amico.
Si sentiva felice esattamente come non si era sentita da tanto tempo.
Per diversi mesi aveva avuto paura di perdere l’unica persona che avesse mai amato e che in passato le stava per donare qualcosa di meraviglioso legato alla loro prima volta.
Forse quello era stato uno dei momenti più importanti per la ragazza che per diversi mesi aveva cercato di negare i suoi sentimenti.
Infatti, era consapevole di amare l’amico ed il rivale già da molto tempo, precisamente dall’estate che avevano trascorso insieme e che li aveva uniti.
Nemmeno lei sapeva dire com’era iniziata quella storia purtroppo finita a causa del destino, eppure si era innamorata così intensamente. E solo in quel momento riuscì a comprendere pienamente quel sentimento che spesso l’aveva infastidita.
Difatti era ben consapevole che per Max non provava niente, né avrebbe mai potuto farlo: semplicemente stava bene con lui e ciò le bastava, soprattutto perché il suo obbiettivo era un altro: far ingelosire Ozuma, e ci era riuscita, per poi impossessarsi di lui, o meglio, l’amore si era impadronito di loro.
Quell’amore che li univa e che li avrebbe sempre uniti, anche in quel momento.
“E’ stato strano parlare di nuovo, oggi, vero?” ammise la cinesina accoccolandosi sempre più vicino al giovane per respirare pienamente la sua presenza.
“Già, ma mi è piaciuto” disse lui accarezzandole improvvisamente i capelli.
“Lo so, ma è ancora più strano essere qui…noi due” sussurrò lei avvicinandosi al ragazzo dagli occhi smeraldini.
“Mi sei mancata” disse lui baciando con passione le umide labbra della ragazza che fece distese sotto di lui.
Improvvisamente iniziò a toccare ed esplorare il corpo dell’amante, quando…
 
 
“Ozuma! Mio padre ci aspetta giù” esclamò Mariam entrando nella stanza del ragazzo e spalancando tutte le finestre.
“Ma che…succede” rispose lui con la voce impastata dal sonno.
“Gita, Roma, classe, lavoro. Ti sono noti questi termini” disse la ragazza uscendo frettolosamente dalla stanza.
“Era solo un sogno” si disse con un tono deluso alzandosi dal letto.
Gli sembrava così difficile credere che in realtà quella fosse stata un’illusione, nonostante tutte le emozioni che aveva provato erano vere, esattamente com’era reale il compito che gli era stato affidato.
Inoltre vedere la ragazza entrare nella sua stanza lo aveva al dir poco sorpreso e solo in quel momento realizzò di non essere nella sua camera.
Stancamente si alzò dal letto e in pochi minuti si vestì e scese al piano inferiore ancora sommerso dal buio, ad un tratto la vide intenta a preparare la colazione: un chiaro segno che il padre non era ancora arrivato.
“Buongiorno”salutò educatamente la ragazza.
“Anche a te” disse lui, che in seguito aggiunse: ”Serve una mano?”.
Quella domanda spiazzò Mariam che si limitò a dire: ”Prendi due tazze e, se non chiedo troppo, prepara la tavola”.
“Ok” disse l’atleta iniziando a trafficare nel mobile per poi dedicarsi a imbandire la tavola e osservare discretamente la ragazza.
In seguito entrambi si accomodarono su due sedie vicine e in un silenzio carico di tensione iniziarono a consumare il primo pasto.
Entrambi avvertivano la strana atmosfera che si era creata fra loro, eppure nessuno dei due si sentiva a disagio. Difatti entrambi si sentivano come rinchiusi in un mondo dove esistevano nient’altro che loro colmo di sentimenti sopiti da moltissimo tempo e che lentamente si erano risvegliati, e così, lentamente finirono di mangiare e salirono in auto.
 
Le quinte erano in viaggio già da diverse ore e finalmente attraversarono il mar Mediteranno ricco d’intense sfumature di azzurro che brillavano come diamanti e che la classe osservò con un’espressione trasognata.
In seguito, dopo aver fatto il check -in, i ragazzi salirono su un pullman, dove alcune ragazze iniziarono a chiacchierare fra loro.
“Eve, ti devo parlare” sibilò Mariam guardando Ozuma, che le era seduto accanto, con la coda dell’occhio.
“Volete far cambio?” propose Takao sperando d non doversi sorbire le chiacchiere delle cheerleader.
“Si!” esclamò Eveline alzandosi, e così la corvina iniziò a raccontare il sogno che aveva come protagonisti sia lei che l’ex fidanzato.
La biondina ascoltò con interesse e quando l’amica ebbe finito, dichiaro: ”Chiaramente questa è una tua fantasia che è sepolta nel tuo subconscio, oppure nel tuo Super- Io, se proprio vogliamo parlare in termini freudiani, ma che in ogni caso accompagnano lo studio di noi psicologi”.
Quella frase fece sorridere la giovane che scherzosamente diede una botta all’amica che disse: ”Mi hai fatto male!”.
“Fa niente, ma ora come faccio a farlo tornare da me? Di certo non posso andare da lui e dirgli cosa provo”.
“Certo che no, ma per ora iniziamo a farci delle foto e mostrare disinteresse. Max e Ozuma non ci filano? Beh, a noi non importa!”.
“Sai che non ci credo proprio, sfigate?” esordì Queen girandosi verso le due cheerleader che decisero d’ignorarla.
“Mi ignorate? Mie care preparatevi a soccombere a San Valentino”. Dichiarò minacciosa l’amica di Raul.
“E cosa vorresti fare? Cantare forse?” la denigrò Mariam sorridendo vittoriosamente.
“Già, aprirò il vostro concertino insieme ad un amico, esattamente come farete voi”.
“Eh?” disse l’americana guardando la capo cheerleader con un’espressione interrogativa.
“Avete scritto le canzoni, vero? OPS” disse lei mettendosi le mani davanti alla bocca “ Forse mi ero dimenticata di dirti che il tuo paparino aveva posto una scadenza e se non lo avete svolto il vostro concerto sarà mio”.
“Non preoccuparti, tutte noi le avevano scritte” mentì la spia, nonostante fosse l’unica del trio a non aver composto il brano richiesto, fatta eccezione per la base, ma ovviamente non le importava.
Ora aveva un altro problema: trovare un compagno per il duetto.
 
Il primo giorno trascorso tranquillamente, difatti i professori, nonostante le chiare opposizioni del docente di matematica, avevano deciso di concedere il pomeriggio libero, così le tre cantanti decisero di separarsi dal gruppo in cerca del partner e sperando di concludere la canzone.
Inoltre il concerto si sarebbe tenuto quella stessa serata e ciò destava molta preoccupazione nel trio, soprattutto in Mariam e Julia.
Julia stava percorrendo Via Condotti, e con aria sognante osservava le vetrine, un po’ le dispiaceva di non aver portato la sua arma preferita: la carta di credito, quando lo vide: Yuri stava camminando beatamente fra la folla osservando tutti con un’espressione di superiorità che procurò ad una ragazza una strana sensazione.
Aveva capito di essersi innamorata, eppure quel sentimento la disturbava poiché si era innamorata del suo rivale.
Improvvisamente i loro sguardi s’incontrarono creando un’attrazione magnetica che solo il russo era capace di creare, e ciò convinse la cantante ad andarsene e così fece.
“Ciao Yuri” disse Raul correndo verso il compagno di classe che si limitò a salutarlo con un cenno del capo.
“Devo parlarti!” asserì lo spagnolo sorridendo timidamente.
“Fammi indovinare… vuoi che io aiuti tua sorella questa sera” rispose lui con un tono glaciale che spiazzo il gemello della cheerleader.
“Come hai fatto a…”.
“Di certo non ti rivelo i miei segreti” dichiarò il moscovita che non voleva rivelare i suoi sentimenti al fratello della sua rivale. “Andiamo a parlare da qualche altra parte” continuò l’atleta entrando in un lussuoso bar di quella strada senza prestare attenzione al nome.
Quando i due si furono accomodati Raul prese parola, e disse: ”Mia sorella ha bisogno d’aiuto e sono sicuro che lei provi qualcosa per te, sareste una bella coppia sul palco e vorrei fare qualcosa per lei, sono la sua ombra, lo so… però questa volta devo comportarmi d’adulto e devo aiutarla. Ma so che io non posso farlo direttamente”.
Yuri poggiò il suo volto sul palmo della sua mano e iniziò a valutare la situazione.
Difatti gli sarebbe piaciuto aiutarla, anche perché avrebbe avuto una piccola rivincita personale.
Ma i reali motivi che lo spinsero furono ben altri, e così senza degnare lo spagnolo di una risposa estrasse il cellulare dalla tasca ed inviò un sms a Julia.
-         Vediamo fra un’ora a Piazza di Spagna vicino alla Barcaccia. Puntuale”.
“Allora?” chiese il ragazzo con un’espressione supplichevole.
“Lo farò”. Rispose lui uscendo dal bar dopo aver pagato il conto.
“Aspetta!” urlò lo spagnolo correndogli dietro, ma il rosso anticipò la sua richiesta, e disse: ”Non sarà niente e poi non lo faccio per lei, quindi non ringraziarmi”.
Sapeva che offrirsi come volontario sarebbe stato difficile, esattamente come lo sarebbe stato convincere la cheerleader che sicuramente non sarebbe stata concorde, eppure lui voleva convincerla e ce l’avrebbe fatta perché lui vinceva sempre.
 
Mariam era seduta su uno dei bordi della fontana di Trevi.
Non sapeva il perché, eppure adorava quel posto che non visitava da diversi anni anche perché racchiudeva momenti felici della sua infanzia e che, nonostante il ritrovato legame con il padre, le mancavano ancora.
Di solito non credeva che il semplice lancio di una monetina potesse esaudire i desideri, eppure quella fontana le dava la sensazione che i suoi sogni potessero avverarsi.
Sperava di riuscire a concludere quella canzone che era legata al suo sogno proibito e soprattutto voleva far sognare i fan del gruppo e non i suoi, perché loro tre erano unite mentalmente, non esisteva un singolo individuo e loro ne erano consapevoli.
Così, armandosi del suo cellulare dov’era stata copiata la base del suo pezzo, cuffiette e block notes iniziò a scrivere diverse bozze del testo, ma nessuno la soddisfaceva poiché erano tutte troppo smielate e non esprimevano i suoi sentimenti.
Ad un tratto una figura si sedette accanto a lei, ma la ragazza fece finta di niente nonostante il suo odore le facesse ricordare Ozuma, e ciò le fece nascere una melodia che subito inizio a trascrivere sul foglio.
“Mariam?” domandò il ragazzo.
“Sì, sono io” rispose la ragazza sorridendo, ma quando si voltò subito lo riconobbe e ciò la fece arrossire leggermente: era lui, il ragazzo che le aveva rapito il cuore.
“Cosa combini? È strano vederti sola” disse lui sperando di riuscire nel suo intento, non solo perché gli era stato comandato, ma anche perché la amava ancora e voleva convincerla a tornare con lui.
Lei era indecisa se dirgli o no la verità, ma alla fine disse: ”Sto tentando di scrivere un pezzo”.
“Capisco” ribatté lui laconico, nonostante volesse che la loro conversazione venisse dirottata su altri campi.
“Ma ho dei problemi” ammise in seguito lei distogliendo lo sguardo.
Improvvisamente lui si alzò, e prendendole la mano disse: ”Vieni con me”.
 
“Hilary, cosa c’è che non va?” domandò Takao continuando ad osservare la ragazza mentre osservava distrattamente il paesaggio dalla carrozza.
“Pensieri” disse lei e aggiunse sorridendo: “Ma non sono importanti”.
“Dai! Io ci sono per te”. Disse il giovane accarezzandole il palmo della mano.
“C’è una persona a cui vorrei chiedere di cantare con me, ma ho paura che rifiuti e che si senta in imbarazzo… in fondo gli ho sempre detto che è stonato come una campana”.
“Se siete buoni amici vedrai che accetterà” disse lui tristemente poiché non aveva capito che la brunetta stesse parlando di lui.
“Allora accetti?” disse lei sorridendo e abbracciando il fidanzato con il cuore colmo di gioia che non aveva mai provato fino a quel momento.
Difatti molte volte aveva desiderato scusarsi per il suo comportamento ma non aveva mai osato parlarne poiché aveva paura di averlo ferito in molte occasioni.
“Ma perché parlavi di me? È ovvio che voglio cantare con te!” esclamò lui dando un bacio alla ragazza.
“Piccioncini” urlarono Eveline, Max, il professor K ed Emily correndo su una macchinetta a pedali presa in affitto, facendo ridere la coppia.
 
“Ivanov” salutò freddamente la spagnola, nonostante il suo cuore battesse all’impazzata.
“Fernandez” rispose lui usando lo stesso tono della giovane.
“Allora?” disse lei guardando il compagno di classe con un’espressione interrogativa e contemporaneamente nervosa.
Non sapeva perché provasse quella sensazione, eppure si sentiva felice poiché aveva compreso i suoi sentimenti, ma contemporaneamente si sentiva distrutta perché aveva paura di essere sopraffatta dai suoi stessi sentimenti.
“So che tu hai bisogno di un collega per il concerto, quindi vorrei chiederti se potevo esserlo io”.
“No! Non credo che tu possa farlo” mentì la giovane, poiché aveva paura di deconcentrarsi.
“Beh, non sai cosa stai dicendo perché innanzitutto so di avere una bella voce, inoltre sono l’unico che è capace di stare ai tuoi ritmi e poi così potrai avere una rivincita su di me” disse lui in tono solenne.
“Ok…” disse lei titubante, ma immediatamente si maledisse. Perché aveva accettato?
“Fammi ascoltare la canzone”.
“Wow” esclamò Mariam osservando estasiata il panorama che si godeva dalla scalinata Trinità dei monti.
“E’ bellissimo questo posto” confermò lui prendendo il cellulare dalla mano della ragazza e facendo partire la base, e con una mano invitò la ragazza a seguirla.
 
O:I was thinking about you,
Thinking about me,
Thinking about us,
What we gonna be?
Open my eyes,
 
Intonare quella canzone gli venne spontaneamente limitandosi ad osservare gli occhi della ragazza che si rese improvvisamente partecipe creando un’atmosfera quasi magica.
 
In: it was only just a dream.
 
M: Travel back,
Down that road
Will you come back?
No one knows
I realize,
 
In: it was only just a dream…
 
“Non avrei mai immaginato che un duetto potesse fare questo effetto” disse Ozuma abbracciando istintivamente l’amica che arrossì leggermente.
Entrambi erano emozionati e contemporaneamente ebbero una certezza ed un desiderio: cantare insieme, e così l’atleta le chiese se potesse essere lui il suo compagno e lei accettò.
Il ragazzo si sentiva un po’ in colpa poiché sapeva che in realtà quello era solo un meschino inganno, eppure si sentiva felice, estremamente felice, perciò tentò di eliminare quei pensieri dalla sua mente.
Improvvisamente apparve Julia e applaudendo corse ad abbracciare l’amica, essendo sicura che i due si fossero rimessi insieme, e così le disse: ”Questa canzone è fantastica e voi due insieme siete spettacolari! Spaccate! Complimenti!”.
I due si guardarono per un istante e contemporaneamente scoppiarono in una risata falsa.
Entrambi desideravano tornare indietro oppure di tornare insieme, ma purtroppo nessuno dei due riusciva ad essere sincero con sé stesso e con l’altro.
Avevano paura che il loro sogno si frantumasse di nuovo, soprattutto Ozuma, che in quel momento capì che stava sbagliando.
Non sapeva cosa dirle, ma quel peso in quel momento gli rimbombava nella testa più dei suoi stessi sentimenti.
Voleva essere sincero, e così confessò tutto alla ragazza che, dopo avergli dato uno schiaffo, scappò via seguita dall’amica.
 
“Queen, ma perché hai seguito il trio questo pomeriggio?” chiese Raul ingenuamente.
Lo spagnolo si era innamorato della corvina, eppure aveva paura di confessargli i suoi sentimenti poiché aveva paura di essere rifiutato.
“Ho i miei scopi, piccolo” disse lei acida aprendo la porta del camerino delle rivali per rovinare i vestiti di scena.
“Ti prego, non distruggerli” le disse bloccandole i polsi.
I loro sguardi s’incontrarono per un istante provocando mille sussulti ai loro cuori, e stringendosi con passione si baciarono, ma l’atmosfera venne smorzata dall’ingresso di Mariam che guardò la scena con orrore.
“Tu! Perché devi trascinare tutti al lato oscuro?”.
“Non è come pensi” cercarono di giustificarsi entrambi poiché temevano sia la reazione della ragazza che di Julia.
“Chi volete fregare? Si vede lontano un miglio che vi piacete, quindi evitate queste scenate”.
“Lo dirai a Julia?” domandò la corvina con lo sguardo preoccupato e mostrando il suo lato umano per la prima volta.
Aveva paura di perdere Raul, l’unico ragazzo a cui le aveva donato il suo cuore dopo l’incidente che le era accaduto anni addietro.
Non voleva perderlo e avrebbe fatto di tutto pur di conservare il suo amore, anche abbandonare la sua carriera e la scuola, ma non voleva rinunciare a lui perché lo amava già da tempo.
Era stata colpita dai modi dolci, gentili e un po’ goffi modi del ragazzo e lo era stata ancora di più quando lui aveva iniziato a parlare andando oltre all’apparenza.
Si appartenevano nonostante tutte le loro diversità, ma nessuno dei due non lo aveva capito fino a quel momento.
“No Queen, non sono così cattiva” disse lei accennando un sorriso, e immediatamente l’altra chinò il capo.
In pochi istanti l’atmosfera si caricò di elettricità che Queen si apprestò a smorzare dicendo: ”Dovresti far pace con Ozuma”.
“Lo so” disse lei apprestandosi ad uscire dal camerino.
“Mariam…” disse lei dolcemente e facendo fermare la capo cheerleader.
“Mi dispiace per tutto”.
La cinesina non disse nulla, ma si limitò a salutare la coppia con la mano, ma appena ebbe aperto la porta del camerino trovò Ozuma.
In quel momento entrambi si sentivano impacciati e non sapevano cosa dire, e così si limitarono a regalarsi un dolce sorriso come quelli che si scambiavano in passato che riuscì a portarli in un mondo incantato dove esistevano solo loro due e i loro sentimenti ancora puri.
“Insieme” disse lei dolcemente e continuando a sorridere.
“Insieme” ripeté lui con un tono ancora più convinto.
 
 
Lo stadio era gremito di gente e la serata era piuttosto fredda, nonostante il clima che si respirava in quel posto era colmo di dolcezza e calore che proveniva dai cuori delle cantanti e del pubblico.
Ad un tratto Hilary disse: ”Roma! Pronti per la vostra sorpresa?” mentre Julia e Mariam si dileguarono dal palco.
Ad un tratto s’iniziarono ad udire le note di No Air, la canzone cantata da Hilary e Takao.
 
H:If i
should die
before
I wake
Its cause
you took
my breath
away
losing you is like living in a world
with no air
 
La ragazza lentamente si avvicinò al fidanzato e dolcemente lo guardò, facendogli capire che doveva iniziare a cantare, e così fece.
 
T:Im here
alone
didnt want
to leave
My heart won’t move
its incomplete
wish there
was a way
that I can get you to understand
 
Si sentiva davvero emozionato, ma anche grato per quell’opportunità.
Amava Hilary, amava tutto di lei, anche quando diventava una pazza isterica.
Per lui non era solo un’amica o una fidanzata…per lui lei era la sua vita, il suo passato, il suo presente, ed il suo futuro.
 
(…)
 
In seguito salirono sul palco Julia e Yuri.
Entrambi cantarono il pezzo emozionandosi a vicenda, e così, appena la canzone cessò si guardarono negli occhi.
Lui posò le sue mani sul volto di Julia e la baciò con passione provocando numerosi fischi di approvazione e applausi fra il pubblico.
Nessuno dei due capì cos’era successo, ma entrambi si sentivano estremamente felici: il loro miracolo di S. Valentino si era appena avverato.
“Ti voglio bene” sussurrò la spagnola che immediatamente si pentì di aver detto quelle parole che fecero sciogliere il cuore del russo, il quale fece un sorriso enigmatico.
 
Dopodiché salirono sul palco Ozuma e Mariam.
Entrambi non si sentivano molto sicuri, poiché, esattamente come le altre due coppie, non avevano provato molto.
Ma non era solo quello a turbarli.
Difatti entrambi avevano paura di fallire e di non riuscire a trasmettere cosa provavano l’uno per l’altra, avevano paura ma entrambi avevano un compito: trasmettersi emozioni vive e sincere.
 
Entrambi si davano le spalle e appena iniziò la base lui si voltò e lei fece lo stesso, trovando i loro occhi immersi in un mondo onirico dove esistevano solo loro.
 
O: I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes, it was only just a dream.
Travel back, down that road.
Will you come back? No one knows.
I realize,
 
IN: it was only just a dream.
 
M: I was at the top and I was like I’m at the basement.
Number one spot now you found you’re a replacement.
I swear now that I can't take it, knowing somebody's got my baby.
And now you ain't around, baby I can't think.
I shoulda put it down. should a got that ring.
Cause I can still feel it in the air.
See your pretty face run my fingers through your hair.


Lui le si avvicinò e la condusse in un lento provocandole innumerevoli brividi.
 
O:  My lover, my life. My baby, my wife.
You left me, I'm tired.
Cause I know that it just ain't right.


IN: I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes, it was only just a dream.
So I travel back, down that road.
Will you come back? No one knows.
I realize, it was only just a dream.


M: Riding man I swear I see your face at every turn.
Trying to get my usher over, I can let it burn.
And I just hope you notice you’re the only one I yearn for.
Oh I'm miss her when will I learn?
Didn't give your all my love, I guess now I got my payback.
Now I'm in the club thinking all about you baby.
Hey, you were so easy to love. But wait, I guess that love wasn't enough.
I'm going through it every time that I'm alone.
And now I’m, wishing that you'd pick up the phone.
But you made a decision that you wanted to move one.
Cause I was wrong
 
(…)
 
IN: If you ever loved somebody put your hands up.
If you ever loved somebody put your hands up.
And now they're gone and you wish you could give them everything.
Ohhhhhh, if you ever loved somebody put your hands up.
If you ever loved somebody put your hands up.
And now they're gone and you wish you could give them everything.
I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes, it was only just a dream.
So I travel back, down that road.
Will you come back? No one knows.
I realize, it was only just a dream.
And I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes, it was only just a dream.
So I travel back, down that road.
Will you come back? No one knows.
I realize, it was only just a dream.
Hey, it was only just a, it was only just a dream.
 
Adorava sentire la voce della giovane, ma amava maggiormente ascoltare la melodia che nasceva unicamente dai loro cuori, e non da un commando.
Adorava cantare con lei quella canzone e sapere che avrebbe girato un video insieme a lei lo rendeva felice, esattamente come si sentiva lei.
Voleva baciarla e dirle tutto, ma non lo fece perché aveva paura di far morire un fiore ancora troppo debole.
 
Quando il concerto finì Mariam, differentemente dalle altre, decise di ritornare in albergo e Ozuma le propose di accompagnarla.
Il vento rinfrescava i visi dei due facendoli arrossire, ma accentuando quella sensazione di gelo fra i due.
Difatti nessuno dei due sbiascicava parola poiché entrambi erano immersi nel loro pensieri, ad un tratto la corvina rabbrividì ed inciampò, ma Ozuma la prese e la strinse forte fra le sue braccia.
Non voleva lasciarla andare nuovamente, non poteva farlo.
E questa sua certezza si accentuò quando lei lo guardò dolcemente, e così lui a’impadronì delle labbra della ragazza baciandola con passione.
Era sua e nessun’altro doveva rubargliela.
Era la sua star, la sua principessa dal cuore tenero e non la donna di ghiaccio che aveva conosciuto.
La amava incondizionatamente e sarebbe stato così per sempre.
Improvvisamente si staccò da lei e accarezzandole i capelli sciolti le disse:”Ti amo…ancora”.
Per la prima volta la ragazza si lasciò sfuggire una lacrima e istintivamente abbracciò il ragazzo e gli riconfessò i suoi sentimenti: “Ti ho sempre amato”.
E così entrambi si diressero verso la stanza della ragazza dove si fecero prendere dalla passione dell’amore ritrovato, e forse mai perso.
Erano felici come non lo erano mai stati perché erano insieme…due anime ritrovate che si appartenevano.
 

 
 
Spazio autrice:
Chi vuole uccidermi? Menarmi? Farmi leggermente male? Nessuno? Qualcuno? Forse? Boh!.
Ok, sto diventando scema (non è una novità ndKei) (-.- nda).
Beeene, dopo aver rotto la penna wi-fi(sono stata senza internet sul mio pc fino a ieri sera) e aver fatto cadere il cellulare dal balcone ho deciso di rimettermi a scrivere, anche se credo di aver fatto molti errori.
Le canzoni sono No Air di Jordin Sparks, Just a dream (cover) di Sam Tsui e Christina.
Baci e grazie ancora e perdonatemi per l’attesa.
Domani mi metto all’opera con il terzo capitolo della storia che sarà incentrata su….rullo di tamburi…Rei e Kei.

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Capitolo 23
*** the real meaning of the word love ***


ATTENZIONE:
Apro il capitolo dicendo che alcuni dialoghi e situazioni sono fatti che mi sono realmente accaduti in particolare ciò che riguardi Salima e Rei, e la dichiarazione di Yuri ( da notare che le parole di Julia sono le stesse che dissi al mio ragazzo), quindi se qualche mio amico dovesse bazzicare su questa sezione può dirmi tranquillamente se si sente offeso/ toccato a causa di alcune situazioni da me descritte J
Ci vediamo in fondo al capitolo! Buona lettura.

 

La tenue luce solare filtrava attraverso le tendine della stanza illuminando il volto di Mariam che Ozuma osservava dolcemente.
Non riusciva a dare un nome a quello che provava, se non amore che lo faceva sentire felice tanto da toccare il cielo con un dito, sentiva di amarla profondamente esattamente come sapeva di non aver mai smesso di amarla perché per lui, lei rappresentava il suo importante segreto che avrebbe voluto proteggere con tutto se stesso, nonostante avesse paura di perderla nuovamente.
E così dolcemente strinse ancora di più la sua principessa a sé, voleva sentirla vicina e sperava con tutte le sue forze che quello non era un sogno da cui tristemente si sarebbe risvegliato.
Non aveva mai provato delle emozioni così forti per nessuna ragazza poiché non avrebbe mai potuto amare nessuno quanto amava lei... lei, che era la sua unica ragione di vita: la sua piccola stella alpina che brilla come una perla preziosa nel buio della notte.
Improvvisamente anche lei aprì gli occhi e immediatamente si specchiò in quelli di Ozuma e ciò la fece sorridere.
Quella era la semplice realtà, e loro erano i protagonisti.
Sentiva di potersi fidare di lui e di poter confidare tutte le sue paure perché lui la faceva sentire protetta e amata.
La faceva sentire speciale tanto da farle venir voglia di piangere perché i ricordi del passato continuavano ad infastidirla, nonostante avesse recuperato il rapporto con il padre.
Eppure entrambi avevano paura di perdersi nuovamente perché si amavano e si respingevano come due calaminte, eppure non gl’importava perché in quel momento non esistevano nient’altro che loro.
Ozuma posò le sue labbra sulla fronte della ragazza, mentre faceva scivolare una mano sui lunghi capelli della ragazza, che gli sorrise dolcemente e che si strinse maggiormente al corpo dell’amante, tanto da sentirsi abbracciare dalla calorosa morsa di quel sentimento così puro e prezioso.
“Non è un sogno”mugugnò Ozuma continuando ad abbracciare la cantante che scosse leggermente la testa.
“Non lo é” sibilò lei lasciandosi sfuggire una lacrima che non asciugò.
Si sentiva libera di essere se stessa, libera di provare un sentimento che aveva voluto dimenticare a causa del dolore.
Il loro amore era lì e in quella camera non c’erano nient’altro che loro.
 
Nella sala da pranzo dell’albergo molti ragazzi chiacchieravano animatamente su i programmi del loro ultimo giorno a Roma e il gruppo di amici erano riuniti allo stesso tavolo.
Per ognuno di loro quella sensazione di armonia e amicizia era strana, ma estremamente piacevole.
Nessuno di loro avrebbe saputo dire come fosse nato quel sentimento ormai indissolubile dalle loro anime poiché i due gruppi, ormai ex rivali, avevano trovato dopo molte incomprensioni dei punti di contatto: si fidavano ciecamente l’uno dell’altro riuscendo a favorire anche le loro missioni da spia.
Ad un tratto Julia si specchiò negli occhi di Yuri e ciò le provocò una strana sensazione all’altezza del petto.
Dopo quel bacio non sapeva come comportarsi con il russo; difatti provava imbarazzo, ma ciò non le impediva si sfidarlo con lo sguardo, anche perché adorava farlo, esattamente come amava i loro battibecchi che le riempivano le giornate.
“Ivanov e Fernandez, andate a chiamare i vostri compagni di classe” tuonò il professor Hiwatari guardando gli allievi con freddezza, che poi aggiunse: “Ovviamente Fernandez dovrà chiamare Kirsty, e Ivanov l’altro. Avete cinque minuti”.
I due si alzarono contemporaneamente continuando a fissarsi negli occhi con aria di sfida, quando Julia improvvisamente accellerò il passo ma Yuri la seguì e bruscamente le strattonò un polso costringendola a voltarsi.
“Dobbiamo parlare” disse il rosso con un tono neutro nonostante desiderasse assaporare nuovamente le labbra della castana che rispose: ”Lo so”.
“Tu mi piaci, Julia, e tu piaci a me” iniziò il moscovita perdendosi negli occhi verdi dell’amica abbandonandosi per la prima volta ai suoi sentimenti, nonostante non riuscisse a capire i motivi del suo improvviso cambiamento: in fondo lui era Yuri e tutto ciò non era da lui, ma ciò non gl’importava perché sapeva che solo con Julia avrebbe potuto imparare a conoscere il significato della parola “Amore”.
“Julia… mi hai chiamata Julia” disse lei sorridendo per la felicità che la costrinse a baciare nuovamente l’atleta facendolo sorridere.
“Quindi?” disse lei ricomponendosi.
“Quindi cosa?” domandò lui tornando apatico.
“No, niente…” ma non potè finire la frase perché lui le rubò un nuovo bacio che la fece avvampare.
Non riusciva a dominarsi, la amava e voleva che lei lo sapesse.
Non aveva mai amato e solo grazie a lei aveva imparato a farlo, e così disse: ”Voglio che tu sia mia”.
Inizialmente lei gli sorrise, ma in seguito gli diede uno schiaffo perché in quel momento si sentiva trattata come un oggetto, mentre lei voleva sentirsi amata, protetta e non un semplice oggetto.
Yuri si toccò la guancia offesa con un’espressione sorpresa, ma immediatamente, guardando gli occhi fiammeggianti della ragazza che lo fissavano furenti capì di aver sbagliato, ma la sua inesperienza lo metteva a disagio, e così disse: ”Brutta scelta di parola… volevo solo dirti che mi piacerebbe essere il tuo, ehm, ragazzo?”
“Fammi pensare…” disse lei picchiettando un dito sulla fronte, fissando un punto del corridoio e fingendo di pensare, ma immediatamente aggiunse: ” Ma certo, babbuino” concluse la castana buttandogli le braccia al collo.
 
“Mariam” disse Ozuma aspettando che la sua ragazza uscisse dal bagno.
“Dimmi” rispose lei cercando un elastico nel bagno messo a soqquadro dalle sue amiche.
“Ho un’idea in mente: ora accendo la radio, e la prima canzone sarà la nostra” disse Ozuma aspettando che la cinesina uscisse dalla toilette.
Il ragazzo accesa immediatamente la radio e immediatamente la melodia di Teenager Dream invase la stanza mente le parole della canzone uscirono spontaneamente dai due.
 
Per il ragazzo quel brano esprimeva tutto il suo amore.
Era dolce, ritmata, esplosiva, esattamente com’era la sua Mariam, che istintivamente invitò a cantare continuando a specchiarsi nei suoi occhi.
 
 Oz: …Let's go all
The way tonight
No regrets, just love
 Per il ragazzo quel brano esprimeva tutto il suo amore.
Era dolce, ritmata, esplosiva, esattamente com’era la sua Mariam, che istintivamente invitò a cantare continuando a specchiarsi nei suoi occhi.
 
Istintivamente Mariam prese la mano del suo ragazzo e un brivido le percosse lo spirito e insieme a lui iniziò a canticchiare la canzone.
 
M: We can dance, until we die
you and I
We'll be young forever
 
Quel pezzo parlava di amore, di sentimenti veri, forse adolescenziali, ma in fondo cos’è l’amore?
Era questa la domanda a cui volevano dare una risposta, ma essa non esisteva perché l’amore, per loro, non era nient’altro che un nome troppo breve affibbiato a quel sentimento.
Si erano amati, si amavano ed ora erano ritornati.
Si appartenevano, e quella canzone era adatta per loro.
 
In: You make me
Feel like I'm living a
Teenage dream
The way you turn me on
I can't sleep
Let's run away and
Don't ever look back
Don't ever look back
My heart stops
When you look at me
Just one touch
Now baby I believe
This is real
So take a chance and
Don't ever look back
Don't ever look back…
 
I due si sorrisero e avvicinandosi dolcemente si baciarono finendo nuovamente sul letto, quando una voce conosciuta l’interruppe.
“Tu, voi. SI!!!” urlò Julia saltellando per la gioia mentre la neo coppietta si scambiò uno sguardo imbarazzato che non sfuggì alla spagnola che capì immediatamente cosa stava per succedere fra i due, e ciò la fece sentire a disagio.
“Dobbiamo andare” si limitò a dire la ragazza sbattendo la porta e lasciando i suoi amici che immediatamente si osservarono per poi scoppiare a ridere.
 
 
Il pullman della quinta C e D era già pieno, mentre alcuni ragazzi stavano ancora posando le loro valige.
Rei era seduto vicino alla sua ragazza, nonostante iniziasse a non sopportarla poiché Salima era cambiata: non era più la ragazza frizzante che aveva conosciuto.
Difatti la vedeva spesso assente, oppure quando erano insieme lei inviava messaggi, e ciò iniziava a preoccuparlo seriamente poiché la vedeva spesso sorridere o arrossire.
Inoltre nel suo cuore l’immagine di una ragazza dolce, timida e grintosa non voleva allontanarsi dal suo cuore e ciò lo faceva sentire in colpa poiché credeva di tradire la sua fidanzata.
 
Il pullman era in viaggio già da diverse ore, e così, mentre alcuni ragazzi decisero di scendere dal veicolo, altri decisero di approfittare della pausa all’autogrill per mangiare e rilassarsi un po’.
Difatti il viaggio, che era accompagnato dalla visione di film, musica e dal portatile di Emily da dove venivano postare alcune foto della gita, si era rivelato stancante sia per la confusione, sia per lo stress, nonostante tutti fossero felici per quell’evento: l’ultima gita che avrebbero trascorso insieme.
Salima, insieme ad alcuni amici dell’altra sezione, decise di prendere una boccata d’aria, ma ad un tratto scomparve destando la preoccupazione di Rei che andò alla ricerca della sua fidanzata.
Ma quando la vide un fiume impetuoso esplose nella sua anima: lei stava baciando un altro: Kein, l’ex fidanzato della canadese.
Si sentiva tradito, mentre lei, essendo stata scoperta si mostrò fredda, nonostante si sentisse morire dentro, anche se era felice di essere stata scoperta perché non aveva mai smesso di amare il moretto.
Ma lo sguardo duro di Rei immediatamente placò quella leggera felicità che stava provando la ragazza, inoltre il silenzio che si era creato divenne ben presto carico di rabbia, ma il cinese si ostinò a non proferire parola poiché sapeva quanto esso potesse ferire, soprattutto Salima.
Si sentiva estremamente deluso da lei, ma contemporaneamente si sentiva libero… libero di amare un’altra persona, libero di vivere la sua vita come voleva, libero di essere se stesso e dalla prigionia a cui si era costretto a causa della gelosia della sua ex, e così, il ragazzo, dopo aver guardato aspramente i due traditori, ritornò sul pullman dove si chiuse nel suo mondo carico di dubbi e pensieri per cercare di allontanare la vicinanza della rossa che gli lanciava sguardi supplichevoli.
 
Milano, nonostante fosse notte, era meravigliosa.
Le luci illuminavano la città e si riflettevano, attraverso le finestre del Duomo, sui volti degli studenti che osservarono il panorama esterrefatti, nonostante la presenza di alcuni fan, perlopiù maschili, che infastidivano il trio canoro provocando la gelosia dei ragazzi.
Mathilda, cercando di anticipare i suoi compagni di classe, si recò nel vano dov’erano contenute le valige, quando improvvisamente sentì una presenza a lei famigliare, e così, appena vide Kei arrossì violentemente.
Il ragazzo le si avvicinò e con alcuni gesti decisi, mentre la tedesca lo osservava con uno sguardo incantato, sollevò due valige specchiandosi negli occhi azzurri della cheerleader e ciò gli provocò una strana sensazione all’altezza del petto che ignorò.
“Come va?” domandò lei abbassando la testa per l’imbarazzo, ma lui si limitò a mugugnare qualcosa poiché non voleva perdere il suo autocontrollo ormai sopraffatto da quelle emozioni,
Sentire il profumo di rosa della ragazza lo mandava in tilt, ma sapeva che in quel momento non poteva deconcentrarsi perché doveva chiarirsi le idee e doveva parlare con Hilary perché…
 
“Salve ragazze” disse improvvisamente il padre di Mariam apparendo improvvisamente alle spalle delle cantanti che stavano facendo colazione.
“Buongiorno” risposero le tre all’unisono e sorridendo allegramente.
In quel periodo si sentivano unite, e ciò non valeva solo per loro ma anche per il resto del gruppo.
Quella gita era stata davvero utile per la loro amicizia, e, nonostante il velo di malinconia che viaggiava con loro, condividere quei preziosi momenti insieme senza il peso dell’esame e delle nazionali le aveva unite.
Ridere, scherzare insieme, dormire, giocare per tutti quei giorni per loro rappresentavano delle novità, nonostante fossero esperienze che già avevano vissuto, le rendeva serene,allegre.
E poi c’era l’amore che aveva dato un nuovo sapore alla loro vita, nonostante la presenza di un ragazzo che preoccupava l’animo di una cantante.
“Volevo solo informarvi che il vostro prossimo concerto si terrà alla Scala, e poi volevo passare del tempo con te” disse l’uomo sorridendo alla figlia, che gli sorrise debolmente, sebbene quella proposta l’aveva resa estremamente felice.
“Ci vediamo questa sera per le prove e per darvi delle notizie sulla prossima missione” sussurrò il genitore che aggiunse:”Divertitevi…ma non troppo! Dovete essere cariche”.
 
Erano le nove, quando i professori decisero di iniziare la visita alla città per poi concedere una pausa alle classi che immediatamente si divisero.
Le ragazze decisero di parlare fra loro, e così Julia decise di confidare loro cos’era successo fra lei e Yuri, e ciò la fece sorridere moltissime volte, quando disse, con un tono malizioso :”Anche la nostra Mariam ha una cosa da dirci” e così tutte puntarono i loro occhi sulla corvina che freddamente rispose: “ Se tu imparassi a bussare ora non staresti così male! Ma lo sai che diventi sempre più pazza e pervertita?”.
“Sei cattiva” ribatté l’altra mettendo il broncio a mo’ di bambina facendo ridere tutte.
“Juls, giuro che non ti confiderò mai più un segreto!” esclamò Mao infierendo con un tono scherzoso sulla spagnola facendo ridere il gruppo che si strinse in un caldo abbraccio che scaldò i loro cuori in quella fredda giornata invernale.
Ad un tratto una voce glaciale rovinò quel momento di dolcezza, facendo nascere in Hilary il seme della paura.
Sapeva di aver sbagliato perché si sentiva colpevole del suo errore, ma sentiva che doveva parlare con Kei e docilmente decise di seguirlo lasciando tutte esterrefatte.
La verità forse stava per venire a galla e avrebbe portato con sé molti guai.
 

 
Spazio autrice:
perdono! Ma finalmente ho portato a temine questo capitolo che spero vi piaccia…ovviamente continua Je solo il mio cervello malato sa cosa succederà sperando che voi continuiate a seguirmi.
Non so se questo capitolo sia troppo noioso o melenso, non so se ho fatto bene il mio lavoro, ma l’unica cosa di cui sono certa è che alcuni fatti mi sono capitati realmente – come già avevo detto prima-.
Grazie a tutti.
Un bacione e alla prossima – ho tutta la settimana libera quindi se entro sabato non aggiorno avete il diritto di linciarmi-
Buona domenica.

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Capitolo 24
*** Imparare a crescere ***


“Kei” urlò Hilary avvicinandosi all’argenteo che era seduto su una panchina con un volto assorto, ma lui non le rispose e così la ragazza si sedette accanto al giovane.
“C’è qualcosa che non va?” domandò la moretta guardando l’euroasiatico con uno sguardo dolce e penetrante.
“Forse” rispose il giovane rimanendo atono e riuscendo a far raggelare il sangue alla ragazza che continuava a fissarlo con un’espressione attonita.
“Vuoi parlarne?” chiese la cantante cercando di non mostrare il suo turbamento interiore che la stava rendendo nervosa.
Ma lui non disse nulla e voracemente si appropriò delle labbra della ragazza facendola sussultare.
Hilary non aveva mai provato quella sensazione di calore e desiderio, ma ciò non la metteva a disagio, e così dolcemente, anch’ella iniziò ad accarezzare la lingua dell’atleta che stava esplorando la sua bocca con avidità.
Nei loro animi e nelle loro menti si era appena creata una sensazione di calore che era stata lontana dai loro cuori per molto tempo e ciò li travolse profondamente ed inconsciamente.
Ad un tratto lui la sollevò e la portò dietro un tronco, dove le sue dita iniziarono ad esplorare il corpo della giovane che ricambiare le carezza con lo stesso ardore fino a spingerli a fare l’amore.
Entrambi stavano passando un periodo oscuro a causa dei loro sentimenti calpestati o feriti, ma quel contatto fisico, per qualche istante era riuscito a saziare i loro spiriti doloranti.
 
Ad un tratto Hilary si riprese da quello stato semicosciente e timorosamente si avvicinò a Kei.
Non sapeva spiegarsi il perché lui le avesse chiesto di parlarle, ma ciò la rendeva nervosa ed insicura poiché aveva paura che lui volesse confessare ciò che era accaduto fra loro a Takao, ma si sbagliava.
“Cosa vuoi, Hiwatari?” sbottò la moretta fronteggiando con uno sguardo apparentemente sicuro e fiammeggiante le ametiste dell’atleta.
“Cosa potrei volere da te” rispose l’euroasiatico con un tono enigmatico provocando alla ragazza mille brividi che scivolarono veloci la candida schiena e che immediatamente disse: ”Non saprei”.
“Ho pensato spesso a noi due, come coppia intendo, però il passato mi mette a disagio, quindi ho deciso che lo dirò a Takao, a meno che non lo faccia prima tu. Per me è indifferente”.
 
“Ragazze” disse Queen salutando le ragazze che stavano osservando l’amica che sembrava in difficoltà.
“Queen” salutò Mariam atona e guardando con la coda dell’occhio le espressioni inebetite delle amiche.
Le cheerleader non riuscivano a spiegarsi il motivo del loro saluto e ciò fece sorgere in loro qualche dubbio.
Infatti, le giovani avevano paura che la corvina stesse escogitando un piano per rientrare nel gruppo, e questo lo pensò anche Ming Ming che sorrise compiaciuta per l’ipotetico piano della rivale.
“Cosa vuoi?” s’intromise Julia parandosi dinnanzi alla ragazza che la guardò con uno sguardo apatico ma che contemporaneamente esprimeva tanta solitudine.
La ragazza, sebbene desiderasse ritornare nella squadra, voleva riuscire a farsi perdonare perché non aveva mai conosciuto l’amicizia, che colei che aveva ritenuto una minaccia le aveva dimostrato con semplicità nonostante gli avvenimenti passati.
Sapeva che riconquistare la loro fiducia non sarebbe stato facile, come non sarebbe stato semplice domare la sua indole meschina, ma sapeva che doveva farlo non solo per lei, ma anche per Raul: l’unico ragazzo che le aveva aperto i cancelli per una strada nuova.
“Nulla, o meglio, volevo stare un po’ con voi… se vi va”.
“Non ti vogliamo” esclamò la spagnola alzando la voce e fingendo d’ignorare gli sguardi incuriositi dei passanti.
“Julia” sibilò Mariam, con un tono tagliente e riuscendo a far zittire la compagna, che aggiunse, rivolgendosi a Queen: ”E’ troppo presto”.
E così si allontanò portando con sé un alone oscuro che piombò sulle studentesse.
 
Le parole di Kei le avevano lasciato un senso d’insicurezza e tristezza.
Come poteva farle quello?
Lei amava Takao, ma anch’ella, esattamente come Kei, sentiva un senso di pesantezza sul cuore che moltissime volte aveva cercato di dimenticare facendosi cullare dalla melodia dell’amore.
Aveva paura di parlare con il moro, ma contemporaneamente aveva paura della reazione dell’argento che avrebbe potuto rivelare il loro segreto tranquillamente, e questo la spaventava.
Ad un tratto disse: “Ascoltami bene: tu non puoi darmi ordini e non devi decidere per gli altri, capito? Fra noi è stato un errore che voglio dimenticare! E se tu oserai dire qualcosa o spifferare qualcosa a terzi, giuro che me la pagherai.
Ricorda, caro Hiwatari, se tu hai una vita di merda la colpa è solo tua” sbottò la ragazza, ma improvvisamente il ragazzo la baciò lasciando tutti allibiti, soprattutto Takao, che era appena giunto.
Il moretto non riusciva a capire cosa fosse successo, ma dentro di sé provava solo rabbia che lo spinse a scaraventarsi contro Kei.
I due ragazzi continuavano a picchiarsi violentemente.
I pugni di Takao erano impetuosi, esattamente come lo erano gli insulti che lui scagliava sui due traditori, e solo l’intervento delle ragazze e di alcuni ragazzi, che vennero colpiti da alcuni colpi, riuscirono a separare i due litiganti che erano ricoperti di lividi.
In quel momento il tempo sembrò fermarsi, mentre delle folate di vento gelide smorzavano l’aria infernale, ma appena Takao sbiascicò parola quella pace fasulla svanì. “Fra noi è finita” aveva detto il moro rivolgendo uno sguardo disgustato ai due pochi minuti prima di sparire fra la folla in lacrime.
Ma nonostante tutto si sentiva in colpa a causa delle sue stesse parole perché sapeva di averla ferita, soprattutto perché sapeva che quello era il passato, eppure si sentiva tradito e ferito mentre il suo cuore batteva all’impazzata.
Odiava la sua impulsività che lo caratterizzava, odiava capire di aver sbagliato dopo ogni misfatto che faceva, eppure quella era la sua natura, e per questo a volte non si amava.
 
“Hilary…” disse Julia con un tono dolce e rassicurante che fece scoppiare in lacrime la moretta che stancamente si gettò su una panchina.
Si sentiva stanca e depressa, la testa le faceva male mentre le sue gambe iniziavano a pesarle per il nervoso.
Ad un tratto anche Queen si avvicinò alla ragazza e s’inginocchiò, e pacatamente disse: “Noi due non siamo amiche, però posso solo dirti che Takao tornerà”.
“Per caso hai la sfera magica?” ghignò la spagnola, ma la corvina non le diede retta e riprese il suo discorso, nonostante quelle parole l’avessero ferita, nonostante sapesse che reinserirsi nel gruppo sarebbe stato difficile. “Lui ti ama, tu lo ami, e voi siete una coppia perfetta: tu dolce e sensibile, e lui caprone e poco riflessivo. Tornerà”.
Quelle parole per lei erano state un toccasana e, cedendo all’impulsività Hilary l’abbracciò facendola arrossire.
Non aveva mai provato quel calore che sapeva di miele, ma le piaceva.
Per anni aveva creduto che solo la popolarità avrebbe potuto aiutarla ad essere amata, ma si era sbagliata e questo lo doveva al suo Raul.
Osservando quella scena Mariam sorrise.
Adorava le sue amiche e era fiera di loro perché erano sempre disponibili con tutte e forse anche lei avrebbe potuto iniziare a fidarsi della sua nemica, ma ovviamente sapeva che doveva stare attenta.
 
Ormai erano passate diverse ore dall’inizio delle prove e avevano provato molte canzoni del loro repertorio, ma, nonostante la stanchezza si sentivano stanche e soddisfatta.
Adoravano il loro lavoro esattamente come amavano stare con i loro fan.
Ogni volta che cantavano per loro era una forte scarica di adrenalina che prontamente veniva rovinata dalle nuove missioni che incutevano paura.
Difatti da diversi mesi stavano lavorando ad un caso piuttosto complicato, ed era proprio per quel motivo che la destinazione della loro gita era stata l’Italia dove viva l’uomo che stavano cercando di rintracciare da diversi mesi e che in quel momento si trovava a Milano.
“Avete capito tutto, vero?” domandò George guardando la sua squadra con un’espressione preoccupata.
“Certamente” risposero le ragazze in coro che immediatamente raccolsero le loro cose per andare in albergo, ma il manager disse: “Mariam, possiamo parlare?”.
La ragazza posò il suo zaino e si voltò verso il padre che le fece cenno di sedersi sulla sedia.
“Cosa c’è, papà?” domandò lei pronunciando l’ultima parola con dolcezza.
Lui le era mancato e lei lo aveva odiato per l’amore non ricevuto, lo voleva ai suoi saggi di danza, alle sue gare scolastiche… semplicemente voleva su padre, e ora erano lì, insieme, come non faceva da anni, e ciò la rendeva felice tanto da farle dimenticare il passato nonostante la ferita fosse ancora aperta.
“Piccola, molto spesso mi sono chiesto come stavate tu e Jessie, e ogni volta che vi pensavo mi sentivo un verme.
Vi avevo abbandonati e di voi non sapevo nulla.
Avevo paura di avervi perso, esattamente come avete fatto all’inizio, credevo che voi mi odiaste, e forse lo avete anche fatto, però da quando sono rientrato nella vostra vita non faccio altro che sentirmi lo stesso così perché so di aver perso il vostro passato e una parte della vostra adolescenza.
E persi Midori, ma… io la amo ancora e lei ama ancora me, e vorrei risposarla perché desidero riavere la mia famiglia ed potervi far avere almeno un po’ di quello che eravamo agli inizi”.
Quelle parole suscitarono delle forte emozioni che fecero scendere alcune lacrime dagli smeraldi di Mariam, ma ciò che la commosse di più furono le altre parole che aggiunse l’uomo “Mariam, voglio che tu sappia quanto ti voglio bene e che mi sei mancata, ma se questa mia proposta potrebbe turbarti lascerò stare, la tua felicità e quella di Jessie vengono prima della mia.
Vi ho tolto troppe cose, ed ora non voglio rovinare quello che voi già avete”.
Ma George non ebbe il tempo di aggiungere altro poiché la cantante lo abbracciò.
Molte volte aveva sognato quelle parole, ma i suoi sogni non erano melodiosi quanto quello che le era stato detto.
Ormai le era chiaro: sua madre aveva lasciato il suo compagno per amore.
E ora lei avrebbe riavuto la sua famiglia nonostante avesse paura di essere nuovamente abbandonata dal padre tanto amato e desiderato.
“Avevo capito che stavate di nuovo insieme. Sarò la damigella” aggiunse Mariam dolcemente, immaginandosi con un abito in stile meringa che la disgustò, facendo capire al padre che poteva chiedere a sua madre di risposarlo e mentre i loro corpi erano uniti in un caldo abbraccio l’uomo sussurrò: ” Sono fiero di te, piccola mia”.
E così, insieme, progettarono i dettagli del “piano” e ciò li fece sorridere perché nessuno avrebbe potuto spezzare quel legame, apparentemente debole, che li univa indissolubilmente.
Ormai erano diversi giorni che Rei la evitava e ciò irritava profondamente Salima, che, sebbene sapesse di aver sbagliato era decisa a parlargli.
I pensieri le tormentavano la mente mentre un’immagine luccicava nel suo cuore: Kein, e ciò le provocava delle strane sensazioni poiché si sentiva come un verme indegno del sentimento più celebrato al mondo, e così, camminando fra la folla rivide il cinese che raggiunse in pochi secondi parandosi dinnanzi ai suoi occhi.
Fu una questione di secondi che fece scendere fra loro un velo di ghiaccio unito a quello delle iridi ambrate di lui e così lei capì, ma ciò che avvenne dopo qualche istante la lasciò basita.
“Scusami” aveva detto il moro chinando la testa e allontanandosi dalla canadese che lo rincorse.
Doveva parlargli, sapeva di doverlo fare anche perché quella frase l’aveva fatta sentire peggio.
E così, quando lo ebbe raggiunto, in un tacito assenso si diressero verso una panchina dove i due chiarirono.
“Non dovevi scusarti”esclamò la cheerleader accarezzando amichevolmente la mano dell’orientale.
“Tu hai sbagliato, ed io pure. Siamo pari” rispose lui con il suo solito tono pacato.
“Perché lo avresti fatto?” domandò lei accigliandosi dal momento che non riusciva a capire quello che voleva dire il suo ex ragazzo.
“Non sono riuscito ad ammettere a me stesso chi volevo realmente e ti ho presa in giro, esattamente come tu hai fatto con me. Amavi Kein ma non volevi ammetterlo”.
“Tu sei innamorato di.” disse lei con un guizzo luminoso nello sguardo.
“Mao” sopraggiunse lui addolcendo i lineamenti mentre pronunciava quel nome così dolce e magico e pensando alla dolce ragazza che portava quel nome.
Erano mesi che provava quei sentimenti, ma a causa della timidezza della giovane aveva preferito la strada più facile, e solo in quei giorni aveva capito che aveva sbagliato e che aveva ferito l’unica ragazza che avesse mai amato.
“Devi conquistarla” esclamò la canadese guardando con occhi inquisitori il cinese che la guardava esterrefatto.
“Lo so” sibilò lui accennando un sorriso sincero.
L’avrebbe conquistata e avrebbe fatto di tutto pur di farcela.
 
Il concerto di Milano erano stato fantastico, ma nonostante la stanchezza le classi erano state costrette a partire alla volta di Venezia e ciò aveva rattristato gli animi degli studenti poiché la gita stava per finire , inoltre il clima non era favorevole, ma bastarono le note di una canzone a risollevarli, una canzone nuova a fresca, mai cantata dal vivo ma comunque conosciuta alla scolaresca che immediatamente si rivolse alle tre cantanti che stavano già canticchiando il testo.
 
Ready for the big time, ready for the small
Whatever's comin' to me, I'll be ready for it all
Sometimes it ain't easy, sometimes its not polite
Some days I don't get it, some days I get it right.
 
E così, con un piccolo cenno anche le alter ragazze, che iniziarono a battere le mani al ritmo di musica, si unirono al coro lasciando i ragazzi a bocca aperta, in particolare Takao, che appena vide la sua, purtroppo ex, Hilary alzarsi per ballare, avvertì in lui una morsa al cuore, che lo spinse a strattonare la castana appena le fu vicino.
E la baciò frettolosamente.
Non sapeva il perché di quel gesto, ma era cosciente che quel bacio doveva essere il segno del loro ricongiungimento, e ciò gli fu chiaro non appena ebbe visto gli occhi della ragazza fissarlo con la sua solita espressione.
Eppure quel bacio ebbe su di lui uno strano effetto poiché non era stato magico come tutti gli altri, ma non gl’importava perché in quel momento esistevano solo loro, nient’altro che loro.
 
 
In quei pochi giorni a Venezia avevano scoperto un mondo fantastico in compagnia di tanti piccioni e quella stessa sera avevano cercato, sebbene senza successo, di sgominare il crimine, a discapito dei loro corpi pieni di graffi e contusioni dolorose.
Erano impreparate per quell’evento e tutti i mesi d’inattività avevano danneggiato il gruppo di spie, che erano state salvate dai ragazzi, ma, nonostante le varie peripezie, quella stessa sera, la penultima di quel periodo avevano organizzato un pigiama- party.
“Grande bacio” esordì Julia entrando nella stanza  lanciando sacchetti di pop corn alle sue amiche riuscendo a colpire Eveline, che per vendicarsi iniziò ad inseguirla come una bambina.
Ma quelle parole rattristarono Hilary, che, fingendo un sorriso, annuì stancamente, e ciò venne colto dal gruppo che si raccolse intorno alla ragazza che confessò:”C’è qualcosa che non va”.
“Lo abbiamo notato” disse Emily sistemandosi gli occhiali.
“E’ successo tutto troppo velocemente e noi non abbiamo neanche chiarito”.
Le faceva male ammettere quella verità, poiché in quel momento tutti i suoi pensieri ed i suoi dubbi avevano preso forma.
Tutti i gesti di quei giorni, le coccole dal sapore salato, l’apparenza dolcezza che c’era fra lei e Takao, stavano diventando al dir poco difficili da nascondere a se stessa e al suo animo, esattamente com’era diventato difficile nascondere alle sue amiche i suoi dubbi e le sue emozioni.
Lei amava Takao, e lui amava lei, ma nonostante tutto fra loro si era creata una strana atmosfera che nessuno dei due sapeva abbattere e ciò la faceva soffrire.
“Non c’è nulla da chiarire” sbottò Mariam finendo d’intrecciare i capelli, e così tutti i sguardi si volsero sulla cinesina ,che con un tono neutro disse:”Semplice: Hilary non ha colpe, Hiwatari è un cretino e ogni tanto decidere di avere una coscienza e Takao, se ti lascia, è davvero un perdente demente. Tutto è successo mesi fa e tu all’epoca non stavi con Takao, e se non sbaglio, non vi parlavate. Dunque, qual è il problema? Kimomiya si è bevuto il cervello? Beh, fatti suoi.. i maschi sono dei perfetti idioti”.
“Problemi in paradiso?” la stuzzicò Sonja dandogli una gomitata che la fece sorridere.
“Paradiso? In torno a me vedo solo delle pazze scalmanate” scherzò la cantante accennando un sorriso, ma immediatamente Ming Ming rispose, con un tono fintamente sarcastico, che fece scoppiare tutte in una fragorosa risata:”E tu sei la leader”.
E così, in quell’atmosfera di sorellanza e comprensione, Hilary abbandonò momentaneamente i suoi pensieri.
Le sue amiche erano il suo toccasana, erano la sua linfa vitale e senza loro non si sarebbe mai sentita se stessa.
Loro erano un gruppo e nulla le avrebbe mai divise, neanche la lontananza che presto le avrebbe separate.
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
ciao a tutti/e… c’è ancora qualcuno? Spero di si!.
scusatemi se mi sono fatta attendere ma fra esami e problemi ormai non so più come destreggiarmi!.
Lunedì il primo esame di etica… si salvi chi può! E pensare che mi sono salvata da sociologia.
Mi perdonate…please – guarda tutti con occhi da cucciola-.
E il bello sapete qual è? Il capitolo era quasi finito, ma prometto che sabato prossimo, se ce la farò, posterò il capitolo anche perché ci tengo e visto che siamo in tema preparatevi ad un missing moment di questa storia riferito proprio al Natale ^^.
Un bacione mie care, e, se il mio cervello malefico non va in sciopero e il tempo non congiurerà contro di me, vi faccio i miei più sentiti auguri.
 
 

 

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Capitolo 25
*** Noi ***


Ormai mancavano meno di quattro mesi all’esame e Mariam e Ozuma, com’era loro abitudine, si vedevano nella camera da letto della ragazza per studiare, ma nonostante la loro breve distanza che li dividevasi sentivano così vicini e le emozioni che provavano erano le stesse che avevano provato con quel bacio sotto la neve, quando fra loro tutto sembrava essere appena rinato, e così, dolcemente, fra una materia e l’altra i loro occhi si guardavano con la dolcezza dell’amore mentre sui loro volti a volte comparivano dei piccoli sorrisi d’intesa.
Ricordavano perfettamente quel bacio di Natale e tutto ciò che avevano provato quel giorno, in particolare quel leggero tocco di labbra e i silenzi che erano venuti in seguito a quell’incidente: i silenzi in ospedale carichi di parole non dette e altre anche fin troppo usate.
Gli erano mancati tutti quei momenti insieme, esattamente come gli mancava la loro estate, quella dove avevano imparato a conoscersi e la stessa dove avevano imparato a capire i loro sentimenti che all’epoca non avevano riconosciuto.
Quei momenti insieme e tutte le loro chiacchiere nel cuore della notte erano impresse nei loro cuori, in particolare quella che avevano fatto pochi giorni prima dell’inizio della scuola.
Entrambi erano sul balcone della villetta poiché, a causa del caldo torrido, non riuscivano a dormire, e così ritrovandosi nel salone della casa uscirono sulla terrazza ricca di mille fiori e che conferiva all’ambiente una bellezza impalpabile che veniva amplificata dai profumi che si percepivano.
“Cosa ne pensi dell’amore?” domandò Ozuma guardando la mora che lo osservò con uno sguardo curioso.
“Cosa ne penso dell’amore? Non lo so. Non sono una persona molto romantica”.
Quella frase sbalordì il ragazzo.
Non riusciva a capire il perché quella cantante lo spiazzasse ogni volta, eppure era affascinato dai suoi modi, molto spesso bruschi, ma che contenevano quella dolcezza che solo lei sapeva trasmettere.
“Non sono mai stata innamorata, o meglio, non lo sono mai stata seriamente”.
“Lo so” rispose lui placidamente, ma prima che ella potesse rispondergli, aggiunse: ” A scuola ti ho osservata molto spesso, Mariam”.
“Immaginavo” disse lei dissimulando l’imbarazzo, e così, insieme scoppiarono in una fragorosa risata che la cinesina spezzo dicendo, con il suo solito tono apparentemente freddo: ”Torniamo dentro. Ho freddo”.
 
Difatti Ozuma ricordava Mariam come la tipica cheerleader un po’ ape regina dei film: quella ragazza che con un semplice sguardo faceva spostare tutti dal suo cammino, esattamente come aveva fatto durante ballo di Natale del quarto anno, e proprio com’era successo durante quell’evento, e lo era anche in quel momento, era rimasto affascinato dalla mora, che con fare seducente ed elegante si aggirava per la sala sentendosi libera di mostrarsi senza cavaliere, perché lei non aveva bisogno di nulla, lei era una ragazza forte che non mostrava mai il suo dolore, semplicemente era la sua Mariam, la ragazza un po’ burbera ma dolce, e non c’erano diverse soluzioni: semplicemente l’amava e avrebbe fatto di tutto per lei.
In seguito nella sua mente si formarono altri flashback legati alla loro vacanza, e a quel giorno, quando per una sfida, casualmente ebbe inizio tutto, un amore nascosto sotto forma di amicizia.
Molte volte si era ritrovato ad osservare quel viso dorato e così aveva imparato a studiarne tutti i movimenti e tutte le espressioni che assumevano i suoi magici occhi verdi, che troppo spesso erano stati tristi, e così, nuovamente si ritrovò ad osservarli, ora lei era felice… e sapere che anche lui faceva parte dell’allegria della sua fidanzata gli rasserenava lo spirito.
“Ti amo” sussurrò lui, continuando a guardala, e ciò mosse in lei un forte imbarazzo che si apprestò a nascondere voltando la testa e sbiascicando con un tono sommesso: “Idem”.
“Devo parlarti” disse il ragazzo, ottenendo nuovamente l’attenzione della cheerleader che lo guardò con uno sguardo curioso.
“Mio padre vorrebbe conoscerti meglio”.
“Perfetto” disse lei con un tono esterrefatto, che subito aggiunse: “ Mi conosce già…più o meno”.
“Lo so, ma lui crede che tu sia una ragazza con i grilli in testa, ma…”.
“Non dire nulla, dimmi tu quando posso venire da te e parleremo.” rispose la mora sorridendo riuscendo a sbalordire il giovane che si perse nel nulla osservandola.
“Questa sera” disse lui chinando la testa per l’imbarazzo dal momento che il padre aveva invitato la fidanzata del figlio da diversi giorni, e lui, per la paura di un rifiuto, per diverso tempo rimandava in continuazione il giorno della confessione ma Mariam lo stupì nuovamente, dicendogli: ” Ci sarò”.
“Grazie” sussurrò lui dandole un pizzicotto su una guancia, ma la ragazza lo lasciò di stucco rispondendogli: ”Non lo faccio per te”.
E così, per un secondo i loro sguardi ridenti s’incontrarono, e insieme scoppiarono in una fragorosa risata.
 
L’aria di quel pomeriggio e l’avvicinarsi del calore estivo, unito ai raggi del tramonto rendevano quel parco giochi magico e come d’abitudine, Sonja, insieme a sua figlia, si era recata in quel posto, dove sapeva che qualcuno l’avrebbe aspettata, quel qualcuno che con i suoi modi talvolta bruschi le aveva aperto il cuore.
E così, appena lo vide, non potè far altro che lasciare la mano di Hope, che da diversi mesi aveva imparato a camminare.
Ricordava perfettamente i primi passi della sua bambina, e tutto lo doveva al suo Boris.
“Piccola, ascolta bene lo zio : tienimi forte la mano e lentamente cammina. Io starò sempre con te”.
Quelle parole sembrarono rincuorare la bambina che, trasudando gioia dai suoi occhi azzurri, mosse i primi passi lentamente.
Quel momento per lei fu qualcosa di eccezionale, nonché l’inizio di qualcosa di eccezionale.
“Tutto bene sorella di Yuri?” domandò il platinato con un tono di finta indifferenza che ridestò la ragazza.
“Sì. ciao Boris “ rispose lei accomodandosi su una delle panchine fingendo un sorriso e osservando continuamente la piccola Hope: l’amore della sua vita, che giocava con alcuni bambini in un recinto di sabbia.
Ma il tono brusco usato dalla cheerleader insospettì il giovane, che con sguardo indagatorio la osservava facendo calare fra loro un pesante imbarazzo, che la rossa volle spezzare dicendo: ” Ho bisogno di parlarti”.
“Ti ascolto” rispose l’atleta esortandola a continuare, ma improvvisamente gli occhi cerulei della rossa s’inondarono di lacrime.
Aveva paura.
Temeva che dichiarsi e di perdere quell’amore che per anni aveva deciso di ignorare perché lei, in realtà, non aveva mai amato Kei, e lo aveva capito troppo tardi.
Aveva confuso l’amore con l’amicizia, e purtroppo lo aveva capito troppo tardi anche perché non voleva essere dominata dai sentimenti, che per anni aveva denigrato.
Ella riteneva che questi fossero un male per l’umanità, che i sentimenti rendono l’essere umano fragile.
Ma si era sbagliata e per questo aveva sbagliato e lo aveva capito con la sua Hope: la sua speranza.
Mentre i segni di quell’incidente erano ancora vivi nel suo cuore.
Sapeva che i suoi pensieri in quei momenti non erano per Hiwatari, ma solo per sua figlia e per il suo russo musone, e così, presa dai ricordi dalle sue rosee labbra uscirono le parole del suo cuore, proprio quelle che non avrebbe mai voluto dire: “Ti amo”.
Il ragazzo, dal canto suo, rimase ad osservare la rossina con uno sguardo esterrefatto ma felice.
Sapeva che in quel momento avrebbe potuto averla e dirle che anche per lui era lo stesso.
Aveva paura di compiere qualche sciocchezza, che poi istintivamente fece: la baciò prima lentamente per poi approfondire con tocco con dolcezza e con tutto l’amore che aveva provato per lei e con tutta la rabbia per non averlo mai fatto.
“Mamy, zio…che tate facento? “Disse la bambina portando la testolina prima a destra e poi a sinistra e con un’espressione trasognante che fece scoppiare a ridere i due che venne immediatamente sollevata dalla madre che la strinse forte.
“Nulla tesoro, tua madre vuole solo tanto bene all’orsetto Bobo” sussurrò la rossa sorridendo al suo nuovo amore.
Ormai ne erano certi: loro erano due anime che erano da sempre destinate a stare insieme.
 
Ormai mancava meno di mezzora alla cena e Mariam era piuttosto preoccupata.
Non si era mai sentita in quel modo, sebbene conoscesse la famiglia del suo ragazzo con cui stava re instaurando un rapporto più profondo, ma pieno di conflitti, di cui lei era la maggiore responsabile poiché era stanca di essere sempre lodata in tutto e di essere definita come la “ragazza perfetta”.
Inoltre, come se non bastasse doveva creare una coreografia per le regionali della sua squadra e una canzone per il matrimonio dei suoi e ciò la rendeva stanca e nervosa dal momento che le sue amiche in quel periodo erano poco propense ad ascoltarla o aiutarla essendo tutte prese dai loro problemi.
In particolare Hilary ed Eveline, ma essendosi chiuse in un mutismo quasi selettivo per lei era divenuto quasi impossibile aiutarle, e proprio per questo motivo odiava tutti quei sinonimi che troppo spesso venivano collegati al suo nome.
E così, con il cuore in gola, prese la sua auto, e con un animo poco sereno giunse dai suoi suoceri.

 
 
 

Spazio autrice.
Salve! Mi sono fatta viva di nuovo..contenti? erano già un paio di giorni che volevo scrivere e a quanto pare il blocco dello scrittore è quasi passato anche se da questo capitolo non si direbbe…ma preparatevi al prossimo perché sarà una bomba xD chi vuole esplodere insieme a me?
Spero di non aver perso nessuno e mi scuso per questo misero testo che vi propongo e forse anche poco approfondito.
Un bacione miei lettori e buona lettura.
Ciao e alla prossima.

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Capitolo 26
*** Dubbi, incertezze, pericoli. ***


Mariam era  in ansia, si trovava da circa dieci minuti davanti alla porta della villetta ed era indecisa su cosa sarebbe successo quella sera.
In passato si era trovata diverse volte in quella casa ma con lei c’era sempre stata sua madre, non aveva paura ma avvertiva un senso di inquietudine, così prese un forte respiro e bussò e si trovò davanti una ragazza che non aveva mai visto e ciò la insospettì.
“Ciao, tu devi essere Mariam, entra” esordì la biondina con un tono gentile e sorridendo, il che fece incuriosire la ragazza.
“Esattamente” rispose la cinesina rispondendo al sorriso.
“Io sono Crystal, la sorellina di Ozuma” .
A quelle parole  la cheerleader non sapeva che rispondere, in fondo il suo ragazzo non le aveva mai parlato di lei e la cantante non l’aveva mai vista.
Mariam iniziò ad osservare la ragazza, aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle e grandi occhi verdi identici a quelli del fratello, ma i modi di fare le erano sembrati diversi, ma le ispirava un senso di simpatia.
Entrambe entrano in salotto, dove Mariam venne accolta dai genitori del suo ragazzo calorosamente, e ciò la fece calmare un po’, nonostante continuasse ad avvertire quel fastidioso senso d’inquietudine a cui non sapeva dare una spiegazione logica.
Appena tutti si furono accomodati Crystal cercò di aprire un qualche discorso. Era felice per suo fratello anche se avvertiva un senso di gelosia poiché per diversi anni lei era stata l’unica donna per il ragazzo, e sapeva che da qualche mese non era più così, anche perché lei aveva vissuto lontana da quella casa in un college privato, dove spesso si era sentita sola ma anche libera, in fondo aveva solo sedici anni.
“Allora Mariam, raccontaci qualcosa di te” esordì la ragazza allegramente, era curiosa di sapere di più sulla cantante.
La cheerleader guardò il suo ragazzo quasi in cerca di aiuto, non sapeva cosa rispondere, lui le accarezzò una mano e la mora immediatamente avvertì un po di calma, e così rispose:
“Sono una normale ragazza di diciotto anni, ho il mio gruppo musicale e faccio parte della squadra delle cheerleader”.
“Sei il capitano” la corresse il ragazzo facendole una linguaccia che fece ridere le due ragazze, riuscendo a creare un’ambiente di pace e tranquillità.
“E mio fratello? Come lo hai conosciuto?” chiese Crystal con un tono curioso e guardando i due ragazzi.
I due si sorrisero, mentre le loro menti vagavano sui loro ricordi preziosi ed insieme dissero “E’ una lunga storia”.
Dopo qualche minuti si recarono in sala da pranzo.
La stanza era grande e spaziosa, mentre la tavola era stata apparecchiata elegantemente da qualche cameriera, sotto la direzione di Sharon, la madre di Ozuma, che dava l’impressione di essere una donna austera ma anche molto dolce.
La cena passò velocemente e dopo qualche minuto il gruppo entrò nuovamente nel salotto, dove la donna chiese: “Allora Mariam, cos’hai intenzione di fare dopo il liceo?”
La ragazza rimase senza parole siccome non aveva pensato ancora al futuro, nonostante avesse inviato diverse domande ad alcune facoltà della Ivy League, fra cui  la Columbia e Yale.
In parte desiderava continuare la carriera da cantante, anche perché aveva da poco ricevuto un’offerta che poteva cambiarle la vita, ma in parte avrebbe potuto rovinarle rapporti, dall’altra avrebbe voluto continuare a studiare, nonostante il suo cuore le dicesse di continuare con la vita che stava conducendo e che lei amava.
“Sinceramente signora, non ne ho idea” rispose la cinesina con sincerità, e la donna la guardò con un’espressione strana, e prontamente disse:”
“Midori mi ha detto che hai mandato la tua domanda a Yale, sai mio figlio andrà là. Proprio oggi è arrivata la risposta! Potreste continuare insieme”.
Ozuma guardò Mariam con un’espressione trasognante, si sentiva estremamente felice per quelle notizie, soprattutto perché la sua ragazza probabilmente avrebbe studiato nel suo stesso college.
Nella sua mente immediatamente affiorarono le parole della canzone che avevano scritto insieme.
 
-I was thinking about you, thinking about me.
Thinking about us, what we gonna be?
Open my eyes; it was only just a dream-
 

Sorrise ed immediatamente si voltò verso la cheerleader e con un tono quasi commosso le chiese:
“Davvero verrai a Yale con me?”
Lei, che in quel momento stava maledendo mentalmente sua madre, non sapeva cosa dire, si sentiva confusa e aveva paura di dirgli la verità e soprattutto di scoprire quale sarebbe stata la sua reazione, e così decise di dire una mezza verità.
“E’ probabile che io venga a Yale, ma non so se sarò ammessa, e poi ci sono anche altre facoltà che mi interessano”.
“Ma vedrai che ce la farai, sei una delle migliori studentesse, ti occupi di attività extrascolastiche, hai un curriculum invidiabile, di cos’hai paura?” disse lui con un tono incoraggiante e stringendo la mano alla corvina che gli sorrise, nascondendo le sue paure.
“Si lo so, ma ci sono anche altre università a cui ho fatto domanda, devo ancora decidere” rispose lei, mentre gli occhi di lui si velarono di tristezza, e così la ragazza immediatamente disse :
” Vedrai che andrà tutto bene”.
Lui le accarezzò il viso, come se volesse farle capire che qualsiasi cosa lei avrebbe scelto avrebbe accettato, nonostante avesse paura di perderla.
Dopo un’ora lui la riaccompagnò a casa e immediatamente notò che la cantante era stranamente silenziosa e ciò lo preoccupò, mentre nel suo animo diversi pensieri negativi stavano vagando, aveva voglia di chiedere cosa fosse successo, e appena furono giunti alla villetta della casa, la ragazza cercò di sfuggire dentro , ma lui la trattenne per un polso, facendola rientrare dentro la vettura.
Non voleva che gli errori del passato vincessero ancora una volta, doveva parlarle e sapere cosa fosse successo.
“Mariam, sei strana” asserì il moro con una voce seria ed uno sguardo determinato, non voleva lasciarla andare via.
“Ozuma, sto bene, sono solo stanca, ok?” mentì la cheerleader, e ciò le provocò un piccolo senso di colpa.
Aveva voglia di dirgli cosa stava provando, ma non in quel modo, non dopo quella cena.
Immediatamente lui l’abbracciò e le posò un lieve bacio sulle labbra e dolcemente le sussurrò: “Ti amo”.
Quelle due semplici parole non erano mai state forti come in quel momento, i sentimenti battevano forti come non lo erano mai stati, non esistevano nient’altro che loro.
“Sai che puoi dirmi tutto” continuò il ragazzo soffiando all’orecchio della fidanzata
“Ti amo anche io” rispose lei dolcemente posando nuovamente le sue labbra sulle sue.
Lo amava davvero, ma sapeva che le sue scelte avrebbero potuto rovinare quel rapporto che avevano creato con tanta difficoltà, aveva paura di perderlo nuovamente.
Sentì le lacrime pungere gli occhi e con un grosso sforzo cercò di cacciarle e velocemente sfuggì dalla macchina, lasciando il giovane senza parole.
Appena fu dentro corse nella sua stanza e si buttò sul letto ed iniziò a svuotare tutto i suoi dubbi e le sue frustrazioni con le lacrime, e piangendo prese sonno.
 
La sera seguente Kei, Mathilda, Ozuma, Hilary, Julia, Yuri, Rei e Mao erano stati convocati per una missione da spie, si sentivano pieni di energia siccome non scendevano in campo da molto tempo.
Adoravano quel lavoro, soprattutto i due giovani russi e la spagnola, a cui era stato proposto di entrare nell’agenzia come addestratori per le nuove reclute e ovviamente per missioni più serie ed erano decisi ad accettare.
Ormai le loro agenzie collaboravano da mesi e quindi i ragazzi erano diventati colleghi, la loro grande squadra era una delle migliori della società.
Ozuma vagava vicino agli spogliatoi delle ragazze in attesa che una delle tre potesse rispondere alle sue domande sull’assenza di Mariam sia a scuola che in missione, poiché la ragazza non aveva risposto alle sue chiamate tutto il giorno e pensava che fosse successo qualcosa di grave.
Ad un tratto vide Hilary uscire dalla stanza e appena lo notò gli si avvicinò.
“Ozuma, che succede? Che ci fai da queste parti?” domandò la Tachibana con un tono preoccupato.
“Mariam sembra sparita” rispose il giovane con un tono sommesso.
La ragazza lo guardò spiazzata, ma capì immediatamente che c’era qualcosa che turbava la sua amica e sapeva anche cosa: il loro gruppo musicale forse si sarebbe sciolto, o meglio, avrebbero continuato a suonare insieme, ma probabilmente avrebbero anche intrapreso la carriera da soliste e quindi non frequentare l’università, siccome non avrebbero avuto molto tempo.
La castana sapeva cosa fare: lei avrebbe continuato con il loro gruppo e rinunciato a quella carriera siccome i suoi obbiettivi erano ben altri. La giovane immediatamente pensò a cosa dire all’amico:
“Stai tranquillo, vedrai che sta bene, forse è solo influenzata. Sono diversi giorni che dice di non sentirsi molto bene”.
Lui la guardò con un tono poco convinto, ma non riuscì a ribattere a causa delle presenza delle altre due ragazze che erano appena sopraggiunte.
Appena il gruppo si fu riunito entrarono in azione.
Quella sera avrebbero dovuto sventare un colpo alla banca.
Sistemarono tutta l’attrezzatura e si nascosero nei posti prestabiliti appena in tempo poiché i ladri entrarono immediatamente in azione riuscendo ad eludere i sistemi di sicurezza, che apparentemente erano ottimi.
I malviventi con poca difficoltà raggiunsero il cavò della banca e iniziarono a svuotare.
“Cosa cercate di fare” disse Mathilda a voce alta dal suo nascondiglio.
I ladri iniziarono a cercare la ragazza senza successo, quando uno dei tre prese in ostaggio una ragazza: Mao.
La cinesina aveva paura per la sua vita, ma sapeva che i suoi amici l’avrebbero aiutata in qualche modo.
Rei osservava la scena dall’alto stringendo i pugni convulsamente, voleva entrare in azione ma doveva mantenere la calma che in quel momento sembrava averlo  abbandonato.
“Avete sbagliato persona” sibilò ancora Mathida, cercando di distrarre i ladri che iniziarno a sparare colpi di pistola a vuoto, ma uno di questi colpì la tedesca ad una spalla che urlò di dolore. Kei prontamente le si avvicinò e senza dire nulla strappò un lembo di stoffa dalla tuta della ragazza per fermare il sangue.
Dolorante la ragazza osservò il suo salvatore, sentire le mani calde del ragazzo sulla ferita, nonostante il dolore, l’aveva aiutata a calmarsi.
“Grazie” disse lei con una smorfia di dolore, ma sapeva che in quel momento non poteva pensare ai suoi sentimenti.
“Pensiamo alla tua amica” ribattè il russo con un filo di voce e sgattaiolando nuovamente verso la sua posizione.
Improvvisamente Rei entrò in azione e riuscì ad atterrare alcuni dei rapinatori, ma non a salvare Mao che stava tremando per la paura avendo una pistola alla testa.
Il ragazzo la guardò e lei immediatamente capì e ricordando le mosse di karatè si liberò atterrando il quinto membro del gruppo.
I due si abbracciarono, mentre gli altri ragazzi riuscirono a catturare gli ultimi due rapinatori.
Entrambi avevano avuto paura per le loro vite, paura di non vedersi più, in quel momento non gli importava cosa stesse succedendo, quello che contava per loro era stare insieme, non gli importava se quello era il posto o il momento sbagliato poiché entrambi avevano bisogno di quel contatto che bramavano da mesi.
 
La mattina seguente, durante l’ora di  pranzo Mathilda uscì fuori dalla stanza per cercare Kei e poco dopo lo trovò sul tetto della scuola mentre fumava una sigaretta.
La tedesca gli si avvicinò con passo incerto, i sentimenti per lui non erano cambiati ma non sapeva come comportarsi, soprattutto dopo gli avvenimenti della sera precedente, e mentre il suo cuore sembrava volerle uscire dal petto lentamente gli si avvicinò.
“Hey” sibilò la ragazza con un tono sommesso, sperando di attirare l’attenzione del nippo-russo.
“Hey” rispose lui freddamente e ignorando completamente lo sguardo della cheerleader, che lo osservava da lontano.
Lei gli corse incontro, e gli si parò davanti perdendosi negli occhi ametista del ragazzo, improvvisamente si alzò sulle punte e stampò un bacio sulla guancia del giovane e subito corse via.
Lo studente rimase in silenzio mentre con una mano si accarezzò il punto appena sfiorato dalle labbra della ragazza.
Quel contatto non lo aveva infastidito, ma gli aveva provocato una strana, ma piacevole sensazione. Aveva sempre pensato che Mathilda fosse una ragazza fragile, ma non aveva mai avuto una reale occasione per conoscerla.
 
Era passata una settimana da quando Mariam non si presentava a scuola, non perché non si sentisse bene ma perché aveva deciso cosa voleva fare della sua vita e così aveva deciso di impiegare quella settimana scrivendo canzoni e raccogliendo quelle che aveva scritto in passato.
Si sentiva stanca, ma anche felice e triste.
La ragazza era nel piccola palestra-studio, che aveva fatto costruire nella sua villetta diversi anni prima, mentre suo padre la dirigeva.
Amava lavorare con suo padre, esattamente come amava cantare ma si sentiva anche inquieta.
Le mancava il suo ragazzo e desiderava poter parlare con lui  in qualche modo, mentre nella stanza si sentivano le parole della nuova canzone.
Boom!, Boom!, Boom!, Clap!
 
You're picture perfect blue
Subathing on the moon
Stars shining as your bones illuminate
First kiss just like a drug under your influence
 
Take me over you're the magic in my vains
This must be love

 
“Salve” disse Ozuma salutando il padre della sua ragazza.
Lui ci fece segno di fare silenzio e di osservare lo schermo e quando lo fece sorrise, prese un paio di cuffie e anche lui iniziò a sentire le parole della ragazza.
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now

 
 
Gli piaceva vederla sorridere e ballare, gli era mancata quella settimana e quella parole gli arrivavano dritte al cuore, sembravano scritte per lui e tutte le paure avute fino a quel momento sembravano essere sparite.
 
No silver or no gold could dress me up so good
You're the glitter in the darkness of my world
Just tell me what to do, I'll fall right into you
Going under cast a spell just say the word
I feel your love.
 
Boom!, Clap! the sound of my heart
the beat goes on, and on, and on, and on
Boom!, Clap! Ya make me feel good
come on to me, come on to me now
 
You are the light and I will follow
You let me lose my shadow
You're the sun, a glowing halo
And you can keep burning up with your love, uh

 
 
“Va pure dentro” disse George, indicando la porta al ragazzo che immediatamente si precipitò dentro.
Lei gli sorrise mentre continuava a cantare, si sentiva felice poiché finalmente avrebbe raccontato la verità al ragazzo.
Appena la canzone finì lei gli corse incontro e lo abbracciò.
“Dobbiamo parlare” disse la moretta stringendo la mano del suo ragazzo e trascinandolo fuori da quella stanza e dalla sua casa.
 
 
 

Spazio autrice:
beh, chi non muore si rivede, sono tornata a quanto pare XD
comunque, non so se qualcuno leggerà ancora questa fanfiction ormai vecchietta e aggiornata raramente, ma ho  intenzione di riprendere a scrivere, intanto sto revisionando anche gli altri capitoli (per  ora i primi due) e rileggendo mi è venuta voglia di scrivere.
Non prometto che aggiornerò presto, ma lo farò: voglio finire questa storia.
Ringrazio chi mi ha lasciato una recensione, sia positiva che negativa e chi leggerà questo nuovo capitolo.
I capitoli d'ora in poi saranno postati ogni venerdí, ho ritrovato l'ispirazione e so come continuare la storia. Dal prossimo capitolo inizieremo a vedere diverse situazioni e relazioni rimaste in sospeso, quindi anche le altre coppie avranno il loro spazio. Un bacio a tutti.
Crystal/Sweetstar92 .

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Capitolo 27
*** Comprendere sè stessi ***


Ozuma e Mariam stavano camminando sulla spiaggia in religioso silenzio.
Il giovane aveva molte cose da chiedere alla sua fidanzata, ma non osava chiedere nulla poiché aspettava che ella iniziasse a proferire parola, e solo il dolce rumore del mare infrangeva quel silenzio.
Improvvisamente la cantante si fermò e si sedette sulla sabbia ancora calda, facendo capire al ragazzo di imitarla, i suoi occhi iniziarono ad osservare l'acqua cristallina e la spiaggia era un posto che le donava pace e serenità.
Ispirò profondamente, quasi come se volesse rendere sua quella tranquillità che le ispirava quel posto per lei magico, diede un'ultima occhiata alla distesa d'acqua, per poi prendere parola.
"Ozuma, effettivamente ci sono cose che non ti ho detto".
Lui la guardò con uno sguardo preoccupato, aveva quasi paura di sapere cosa stava per dire la sua ragazza, ed il silenzio che era nuovamente sceso fra loro non era d'aiuto.
Istintivamente le prese una mano, aveva bisogno di quel contatto, e immediatamente la ragazza riprese parola.
Quel gesto, apparentemente cosí semplice, sembrava averle donato una nuova forza.
"In questi giorni stavo riflettendo. È il nostro ultimo anno ed io non so davvero che fare … le mie amiche sanno che fare, ma io? Mio nonno ci ha proposto di sciogliere il gruppo per un po e ci ha proposto un contratto da soliste. E poi ci sei tu, che andrai via".
"Frena un attimo, io sono qua e tu potresti frequentare la mia università".
Lei lo guardò con uno sguardo torvo ed anche arrabbiato.
Possibile che lui non riuscisse a capire?
"È questo il punto, Ozuma. Io non so se voglio frequentare Yale, o semplicemente, non se andare all'università".
Quelle parole sembravano aver ridestato il giovane dai suoi pensieri, erano fredde, ma era la semplice verità e di certo lui non le avrebbe impedito di essere felice, ma non avrebbe mai smesso di lottare per lei.
" E cosa vorresti fare?".
I due si guardarono negli occhi, mentre sul viso della giovane apparve un sorriso.
Si sentiva libera con lui, sapeva di potersi fidare di lui, e così decise di aprirsi.
" Mi piacerebbe continuare a cantare, sia sola che con le Blue Roses, ma le mie amiche sembrano poco interessate" disse lei tristemente.
Difatti, quando aveva provato a parlare con Julia ed Hilary le avevano detto che in parte desideravano concludere quell'esperienza, e ciò l'aveva ferita, così aveva stroncato la discussione, prima che le due avessero potuto aggiungere altro.
"Davvero ti arredi così? Mi deludi Mariam. La ragazza di cui mi sono innamorato non si sarebbe arresa." ribatté il giovane con un tono amareggiato e deluso.
Non riusciva a capire la ragazza, capiva che aveva paura, ma non riusciva a comprendere i motivi di quell'atteggiamento.
Lei lo osservò, ed immediatamente capì cosa stesse pensando il suo ragazzo.
"Ti stai chiedendo di cosa ho paura? Ho paura di deludere le persone a cui tengo. Ho paura di perdere le mie amiche, ma soprattutto ho paura di perdere te".
Una piccola goccia salata scese dai suoi occhi, si sentiva fragile ammettendo le sue paure, ma anche più libera.
Lui le sorrise e le disse:" Sei una ragazza forte, tu riesci a fare tutto, se solo tu lo volessi davvero continueresti  a studiare, ne va del tuo futuro, e riguardo alla musica, beh… secondo me dovresti parlare con le tue amiche".
Quelle frasi erano vere ed avevano lasciato la giovane senza parole, l'avevano colpita profondamente.
"Questa settimana sono stata con mio padre, abbiamo scritto qualche canzone. Ma se devo essere sincera non avevo voglia di studiare, avevo bisogno di stare un po sola".
"Io mi chiedo il perchè del tuo silenzio. Ho provato a chiamarti decine di volte, ti ho inviato centinai di messaggi e sembravi sparita nel nulla" sbottò Ozuma con un tono irritato.
Si era preoccupato per l'assenza della ragazza, ma era anche molto arrabbiato.
Si era sentito escluso, esattamente come si sentiva in quel momento.
"Immaginavo che tu mi avessi cercata, ma mio padre ha il mio cellulare".
"Potevi venire a scuola, scrivermi su facebook, su skype, fare qualcosa. Invece hai preferito escludermi" rispose lui con un tono autoritario, ma il suo sguardo iroso lo tradiva.
Nei suoi occhi si leggeva rabbia e delusione.
"Mi dispiace, ok? Non volevo. E soprattutto non ti volevo escludere" rispose lei con voce flebile.
"Eppure lo sai che puoi contare su di me, cazzo.
E invece no, sembra quasi che non te ne frega" fece lui alzandosi di scatto.
" Si che mi importa di te" urlò lei inseguendo il ragazzo.
"Anzi, ti dirò di più: sono entrata a Yale, e sei il primo a saperlo" continuò la corvina, continuando ad inseguire il fidanzato, che sembrava non volerle dare attenzione, nonostante avesse voglia di voltarsi ed abbracciarla, ma non lo fece.
"Hai detto di non essere sicura di voler frequentare l'università" sibilò il giovane con un tono arrabbiato e continuando a camminare.
Si fermò all'improvviso, e lentamente si voltò.
I due si fronteggiarono per diversi secondi, l'atmosfera che li circondava sembrava essere carica di elettricità, mentre i loro occhi si cercavano, ma nessuno dei due era disposto a parlare.
Esistevano solo loro due, insieme alla rabbia e all'amore che provavano.
"Yale…" sussurrò lui, dicendo quel nome quasi con odio.
" Dovrò frequentarla solo perchè mio padre mi ci ha costretto, almeno tu che puoi scegliere, fallo" continuò il cinese, che poco dopo aveva iniziato a correre.
Voleva scappare da quell'amara verità che gli era stata imposta. I suoi sogni erano altri, ma doveva sottostare alla scelta del padre, altrimenti qualcuno avrebbe rischiato molto
Suo padre non aveva mai accettato che lui suonasse e spesso i due si trovavano in conflitto anche per stupidaggini.
Quella mattina Julia si sentiva stanca ed agitata poiché non aveva chiuso occhio e l'assenza di Mariam nella squadra si era fatta sentire, e così aveva passato la settimana cercando di realizzare una coreografia per il campionato con scarsi risultati.
Inoltre c'erano altri pensieri che turbavano la mente della spagnola, e questo problema aveva anche un nome ed un cognome : Yuri Ivanov.
Da quando si erano baciati a San Valentino non avevano ancora parlato e le dava fastidio vedere che il russo non le prestava attenzione, come se volesse scappare da un loro confronto, nonostante i motivi fossero ben altri.
Anche il ragazzo aveva voglia di parlare con Julia, ma ogni volta che provava ad avvicinarsi la vedeva flirtare con altri studenti, e ciò gli dava fastidio, ma questo non lo avrebbe mai ammesso, se non a se stesso.
Ormai anche a scuola i due si evitavano, soprattutto perchè entrambi erano presi dai loro impegni, ma quella mattina casualmente i loro sguardi si incontrarono e Julia non poté far altro che sorridergli, mentre lui finse indifferenza.
Gli era mancato poter vedere la ragazza sorridere proprio a lui, e ciò gli provocò una piccola battaglia interiore: da una parte gli piaceva quel silenzio e la ricerca degli sguardi fra loro, ma dall'altra parte odiava lasciare situazioni in sospeso.
Fra loro c'era stato solo un bacio che non era significato nulla, almeno così diceva Yuri, che ultimamente credeva poco a quei suoi pensieri.
Dopo quel bacio aveva pensato diverse volte alla turbolenta spagnola, e odiava vederla civettare con gli altri, ma non perchè fosse geloso, ma perchè sentiva quella ragazza sua.
Improvvisamente Julia distolse lo sguardo da quello del moscovita, ed in lontananza vide un'auto rossa a lei familiare, e appena la proprietaria scese, venne investita dalle parole della spagnola.
"Mariam! Mi hai lasciato in un gran casino!" trillò la mora arrabbiata e guardando l'amica con uno sguardo furente.
"Ok Juls, mi dispiace di averti lasciata da sola con le cheerleader".
"Non sai cosa vuol  dire essere perseguitata dalle ragazzine e pensare ad una coreografia che nessuna riesce ad eseguire. Se tu fossi stata qua ti avrei strozzata con le mie mani" asserì la mora con un tono duro.
Quella settimana era stata davvero stressante per l'europea, fra compiti in classe, allenamenti, prove del gruppo andate male, e Queen che la tormentava per essere riammessa in squadra, non aveva trovato un minuto per sé stessa.
Aveva fatto tutto, sostituendo Mariam che non l'aveva neanche avvertita, e così aveva passato la settima peggiore della sua vita.
" Mariam, la prossima volta avvertimi!" concluse lei.
" Tranquilla Juls, da oggi ci penso io".
A volte non riusciva a capire la sua amica, conduceva una vita stressante e aveva sempre portato a termine i suoi compiti, ma nonostante
 l'ammirasse era arrabbiata, poiché da quando aveva discusso con lei ed Hilary sembrava essere sparita.
Pochi minuti dopo giunse una vettura che loro conoscevano bene, ed immediatamente Mariam distolse lo sguardo .
Era ancora arrabbiata per le parole del suo ragazzo, e non aveva ancora intenzione di chiarire con lui.
"Litigato?" domandò  la ragazza con un tono comprensivo all'amica che non rispose.
Presto giunse il pomeriggio, e i ragazzi raggiunsero la palestra, dove poco dopo si recarono anche le ragazze.
Sembrava che stesse per scoppiare una nuova rissa, e l'atmosfera divenne presto tesa. Difatti quel giorno la palestra doveva essere occupata dalle cheerleader, che in religioso silenzio iniziarono ad occupare gli attrezzi.
Julia spesso volgeva il suo sguardo sul russo, che la osservava di nascosto, in attesa di una mossa da parte della spagnola.
Appena i ragazzi finirono di allenaesi raggiunsero lo spogliatoio, e appena terminarono  di fare la doccia, una musica ritmata raggiunse le loro orecchie, destando la loro curiosità.
 

-Masivo!
Vamos cogele, ritmo, cintura, rodillas al piso
Baja y pasa el limbo-

 
I ragazzi poco dopo uscirono ed iniziarono a scrutare le cheerleader, che sembravano molto concentrate, nonostante la loro coach sembrasse poco felice. La professoressa Kein immediatamente notò la presenza dei ragazzi e indicò loro di sedersi sulle scalinate.

 

-Esto esta como, como pa, como pa', como pa' rumbiar
Pa' pasarla caliente, con toda mi gente
Nos favorece el sol, un bronceado y el calor
No puede estar mejor!
Zu-zu-zumba!

 
Esto esta como, como pa, como pa', como pa' rumbiar
Pa' bailarlo caliente, de espalda y de frente
Nos favorece el sol, un bronceado y el calor
No puede estar mejor!
Zu-zu-zumba!
 
Subela y bajala y por debajo pasala
Suelta la cadera y mueve todo lo que tienes ahí
Sigue, siguelo así que el party no tiene fin-

 

"Certo che sono brave" asserì Takao con un tono meravigliato, mentre guardava alcune ragazze che eseguivano esercizi a terra, e altre erano lanciate in aria.
Non aveva mai pensato che il cheerleading fosse uno sport così complicato, e gli dispiacque aver offeso le sue amiche in passato.
" Sono campionesse nazionali" rispose Max che aveva lo sguardo puntato su Eveline.
Non poteva fare a meno di guardare la biondina che gli aveva rapito il cuore.
" Quando si svolgerà il loro campionato?" domandò Ozuma, intervenendo alla discussione.
"Fra circa un mese" disse una voce femminile conosciuta, prendendo posto accanto al ragazzo.
"Queen!" sibilò il ragazzo con un tono meravigliato.
"Esatto" sibilò la corvina sorridendo falsamente.
Le mancava stare nel gruppo più popolare della scuola ed era disposta a tutto pur di rientrare in squadra, le andava bene anche giocare sporco, ma doveva scoprire le sue carte con attenzione, altrimenti avrebbe rischiato di perdere Raul.
Mariam osservò la scena dall'alto e perse l'equilibrio cadendo a terra, ma fortunatamente la sua caduta venne attutita dai materassi.
Aveva paura che lui l'avesse nuovamente tradita con la sua quasi ex nemica.
Ozuma balzò in piedi, aveva paura che la sua ragazza si fosse fatta male, ma pochi istanti prima che potesse scendere, lei lo fissò con rabbia e disse di star bene, e così il ragazzo si riaccomodò.
Mariam era molto arrabbiata con il suo ragazzo e stava dubitando di lui, stava temendo per la sua relazione, ma la reazione di Ozuma l'aveva rasserenata un po.
Era certa che lui non le avrebbe fatta soffrire ancora per Queen.
La professoressa si arrabbiò molto con la cheerleader, rimproverandola, ma poco dopo rivolse le sue attenzioni anche alle altre e disse:
" Ragazze, sembrate dei tronchi, così non andiamo da nessuna parte! Vi voglio più sensuali".
La donna sorrise, si voltò e fece partire una nuova base, certa che le sue ragazze avrebbero capito cosa fare.
Julia e Mariam si guardarono per qualche secondo, ed insieme iniziarono a ballare sensualmente.

-Con tu física y tu química también tu anatomía
La cerveza y el tequila y tu boca con la mía
Ya no puedo mas (ya no puedo mas)
Ya no puedo mas (ya no puedo mas)
Con esta melodía, tu color, tu fantasía
Con tu filosofía mi cabeza esta vacía
Y ya no puedo mas (ya no puedo mas)
Ya no puedo mas (ya no puedo mas)-

 

"Quella ragazza mi farà impazzire" sibilò Yuri con un tono appena udibile, cercando di restare impassibile.
 Vederla ballare gli provocava strane sensazioni, soprattutto quei movimenti e atteggiamenti sensuali saffici che stava facendo con la sua amica.
Le due amiche si scambiarono uno sguardo d'intesa, sembrava che stavano per baciarsi, le loro intenzioni erano chiaramente provocatorie, e sapevano che in quel modo avrebbero ottenuto le attenzioni dei ragazzi e quello che stavano facendo le divertiva molto.
Poco dopo le due a passo di danza si avvicinarono agli spalti dov'erano seduti i ragazzi, entrambe afferrarono Yuri ed Ozuma e li trascinarono al centro della palestra, e le altre ragazze imitarono il comportamento delle due cheerleader, riuscendo a smorzare l'ambiente rigido che si era creato fra le ragazze.
L'atmosfera che si era creata fra Julia e Yuri all'inizio era fredda, ma ben presto divenne giocosa e sensuale.
Il russo desiderava quella ragazza e quella era l'occasione giusta per marchiarla nuovamente.
Doveva farle capire che lei era sua proprietà, e così decise di stare al gioco della spagnola.
Appena la musica terminò i due si fissarono per un lungo istante , poi lui le posò un bacio sulle labbra, nessuno dei due voleva staccarsi da quel contatto bramato da molto tempo.
"Sei mia" asserì il moscovita, continuando a tenere la ragazza per i fianchi.
"Ci hai messo molto, Ivanov" rispose la cantante scoppiando a ridere.
 

 
 
 
 
 
 

Spazio autrice: le canzoni sono limbo e bailando.
 
Mi fa piacere sapere che questa storia sia ancora seguita, anche se non come prima.
Questa FF sta per finire, mancano poche cose ormai T.T
Queen è tornata in scena, avrà qualcosa in mente?
Ci sono state piccole novità in questo capitolo che ha visto protagoniste due delle coppie migliori di questa storia, ma ricordate che ci sono altre coppie da sistemare o che devono risolvere i loro problemi.
Riguardo Julia e Yuri semplicemente li amo e fra loro non era ancora del tutto chiaro e sinceramente non credo che il ragazzo si sarebbe dichiarato apertamente xD
Mariam e Ozuma beh… mi danno molta difficoltà, anche per il loro passato e amo farli discutere (strega ndMariam/Ozuma) (ma io vi amo ndautrice)
Questo capitolo mi ha soddisfatta parecchio se devo essere sincera e spero di averlo scritto bene e di aver trasmesso qualcosa.
Sinceramente in questi anni la mia fanfiction aveva smesso di attirarmi, non avevo nè l'ispirazione nè la voglia di continuarla ,ma ho iniziato a rileggerla e da quel momento ho iniziato a ricordare quello che avevo in mente.
La scena delle prove l'avevo in mente da molto ma non avevo idee di come inserirla nel contesto.
Ringrazio il mio ragazzo per la sua recensione, e tutti quelli che hanno messo la storia fra le seguite... Aspetto qualche recensione, anche negativa u.u
Nel prossimo capitolo succederà un gran casino, e questa volta sarà una bella biondina la protagonista.
Alla prossima :)

 

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Capitolo 28
*** Complicated ***


Quel sabato mattina il sole stava ancora albeggiando ed il cielo era tinto di mille colori, mentre l'aria era fresca e frizzante, ma Eveline, stancamente guardò fuori dalla finestra, e per la stanchezza non riusciva a godersi la bellezza di quella mattina, essendo troppo presa dai suoi pensieri.
La ragazza era sveglia già da molte ore, aveva cucito e sistemato gli abiti per la sua sfilata che si sarebbe tenuta quella sera.
Quel pensiero nervosa ed agitata, ma anche molto eccitata e piena di energia, aveva voglia di abbattere quel senso di anonimato che l'aveva accompagnata per molti anni, e quella era l'occasione giusta.
Erano diversi mesi che lavorava su quei vestiti,  e se avesse fallito avrebbe deluso non solo se stessa ma anche tutti quelli che l'avevano sostenuta, soprattutto Max, che le era sempre stato accanto, e le Blue Roses, che l'avevano finanziata, anche se all'inizio non aveva voluto l'aiuto delle sue amiche.
I suoi occhi vagavano sui manichini, adorava quello che creava con le sue mani, e in quei vestiti ci metteva tutta la sua anima, ma aveva timore di fallire ancora, esattamente come era successo pochi mesi prima, quando era stata respinta alla scuola d'arte.
Sua zia più volte aveva cercato di farle cambiare idea, e quando aveva saputo del rifiuto aveva quasi ceduto alle pressioni della zia, ma Max l'aveva convinta a continuare.
Quel biondo l'aveva fatta innamorare, rapendo il suo cuore con la sua semplicità ed allegria. Quando era con lui si sentiva felice e tutti i pensieri negativi sembravano sparire.
Non si era mai sentita così, neanche con Boris, anche perchè la storia con il russo era prettamente fisica, e lo stesso valeva anche per i suoi ex.
Con l'americano era tutto diverso, si era innamorata lentamente, senza accorgersene e quando era con lui non poteva far altro che sorridere.
Desiderava confessargli i suoi sentimenti e lo avrebbe fatto quella sera, ma solo se la sfilata fosse andata bene, avrebbe fatto di tutto per mantenere la promessa che si era fatta, e non le importava se quel lavoro le toglieva diverse ore di sonno, e questo lo doveva a se stessa.
La moda era la sua passione da sempre, difatti molte volte aveva creato lei gli abiti per alcuni concerti delle sue amiche, non aveva voglia di fallire, ma più le ore passavano e più avvertiva un forte senso di paura, e immergendosi in questi pensieri di addormentò.
 
Erano le dieci passate quando il cellulare della bionda iniziò a squillare incessante, ridestandola dal sonno.
Guardò il cellulare quasi con rabbia, pronta ad assalire il disturbatore, ma appena lesse il nome sullo schermo un dolce sorriso si stampò sul suo viso.
Immediatamente struscio un dito sul cellulare, e schiarendosi la voce disse:
"Hey Maxy".
"Ciao piccola stilista" rispose lui sorridendo.
Quella ragazza gli piaceva molto e sentiva il bisogno di starle vicino.
Entrambi scoppiarono a ridere come due bambini.
"Uhm, che fai Ivy?" domandò il biondo con un tono fintamente curioso.
"Tecnicamente stavo dormendo, e tu sei il pazzo suicida che ha osato svegliarmi" sibilò la cheerleader cercando di trattenere una risata con scarsi risultati.
Adorava sentirla ridere, ma aveva preparato una piccola sorpresa per lei, e soprattutto non vedeva l'ora di poterla abbracciare.
Così, con un tono falsamente offeso, Max disse:
"Oh, e io che pensavo di farti una sorpresa. Vieni ad aprire la porta di casa, ti aspetto".
La ragazza rimase interdetta non sapendo cosa rispondere, lanciò il cellulare sul letto senza chiudere la chiamata e si precipitò al piano inferiore.
"Max!" urlò lei abbracciandolo con foga, aveva bisogno di quel contatto, quasi come se potesse riversare in lui tutto quello che stava provando.
"Sono venuto a prenderti, e a quanto vedo sei già pronta" disse il biondo, trascinando l'amica fuori dall'appartamento.
Insieme iniziarono a camminare e ben presto raggiunsero il luogo prescelto da Max: il bar dov'era iniziato tutto, e stranamente era meno affollato del solito.
L'americano lanciò uno sguardo verso Takao, che immediatamente li raggiunse.
"Hey ragazzi, seguitemi" urlò il moro sorridendo, trascinando i suoi amici verso un tavolo appartato.
"Grazie Takao" disse Max sorridendo all'amico, che gli rispose con un occhiolino complice, per poi sparire nel nulla pochi attimi dopo.
Il biondo scostò la sedia ad Eveline, che subito notò una rosa rossa sul tavolo ed un piccolo pacchetto azzurro.
"Sono per te" sussurrò il ragazzo dolcemente e posando il suo sguardo sulla giovane stilista che arrossì.
"Grazie" mormorò la ragazza con un tono mellifluo.
Poco dopo si alzò e gettò le braccia al collo dell'amico, quei piccoli gesti la rendevano estremamente felice, e solo Max riusciva a farla sentire in quel modo, lui riusciva a farla sentire speciale, nonostante molto spesso lei non si sentisse così.
I loro sguardi si incrociarono, fra loro c'era magia e nessuno dei due volevano interromperla.
"Ehm" esordì una voce conosciuta.
I due si staccarono subito, rossi in viso per l'imbarazzo, mentre Takao serviva loro la colazione, ridendo. Adorava vedere i suoi amici imbarazzati, soprattutto se si trattava del suo migliore amico imbarazzato.
Anche lui, in fondo, sapeva cosa volesse dire essere innamorati, ma l'amore per lui era complicato e la causa dei suoi problemi era la sua Hilary.
Amava quella ragazza, avrebbe fatto di tutto per lei, ma sapere che la sua fidanzata era stata a letto con Kei gli provocava un forte senso di fastidio, ma per paura di perderla aveva preferito tacere, nonostante quelle sensazioni lo turbassero profondamente.
Poco dopo scosse la testa per scacciare quei pensieri negativi, e facendo strani segni a Max , riprese a lavorare.
"Allora, oggi è il gran giorno" esordì il giocatore tuffando il suo cornetto nel cappuccino.
"Esatto, spero che tutto andrà bene, e se tutto andrà secondo i piani credo proprio di dover dire qualcosa a qualcuno".
Quelle parole destarono la curiosità di Max, che gentilmente disse:
"Vedrai che sarà tutto perfetto".
"Lo spero anch'io Max, lo spero davvero".
 
Quel pomeriggio le Blue Roses erano state convocate dal presidente Nodoka per discutere del futuro del gruppo, e ciò rendeva nervose le tre cantanti, che avevano deciso di ignorare quell'argomento, nonostante il trio desiderasse chiarire quella questione spinosa.
Il trio musicale venne condotto in una piccola stanza ben arredata, ma nessuna osava proferire parola.
L'atmosfera ben presto divenne pesante e carica di parole non dette, mentre gli sguardi delle ragazze vagavano alla ricerca di un altro sguardo.
Essendo stanca della situazione Julia decise di prendere parola.
"La volete finire" sbottò con un tono irritato.
"Di fare cosa?" domandò Hilary accigliandosi.
"Questo! Ignorarci!"
" Julia, non ci stiamo ignorando, semplicemente non abbiamo nulla da dirci" rispose Hilary, ben consapevole che l'amica aveva ragione.
" Dici, Hil? Ci hanno chiesto se volevamo sciogliere il gruppo e voi due siete quasi d'accordo" sibilò Mariam.
" Non siamo noi ad aver iniziato a scrivere canzoni" la rimbeccò la nipponica fulminando l'amica con uno sguardo infuocato.
"E non sono io ad aver detto di voler allontanare da voi, ma vi capisco".
" Ma io non voglio abbandonare" sussurrò la spagnola stringendo i pugni per la rabbia.
" Neanche io, ma voglio provare a fare altro" aggiunse Hilary avvicinandosi alle amiche.
" Eppure una settimana fa avete detto altro" rispose la corvina sorridendo malignamente.
Era ancora arrabbiata con le sue amiche e quella conversazione avvenuta pochi giorni prima sembrava ripetersi nuovamente.
"Se tu ci avessi fatto concludere, ora non staremo discutendo" rispose la Tachibana alzando ulteriormente il tono.
" Se voi non avreste detto che in fondo sarebbe meglio finire questa avventura…".
"Noi non abbiamo detto questo, semplicemente ci tengo a quello che siamo, ma che sarebbe divertente provare a fare altro" intervenne Julia con calma.
" E anche noi abbiamo dei sogni, Mariam" aggiunse Hilary guardando l'amica.
" Siete la cosa migliore di questi anni ragazze" sussurrò la mora, che venne immediatamente abbracciata con foga dalle amiche, cadendo tutte e tre sul pavimento e ridendo come delle matte.
La spagnola stese la sua mano al centro e disse con entusiasmo:
" Blue Roses?"
Hilary e Mariam si guardarono negli occhi, e all'unisono dissero:
" Blue Roses"
" Quindi, non ci scioglieremo" sibilò la corvina accennando un sorriso sincero.
Si sentiva stupida per aver travisato le parole delle sue amiche, ma anche serena per aver risolto quella situazione fastidiosa.
" Mai!" esclamarono le due, iniziando a farsi il solletico a vicenda, dimenticando di essere al lavoro.
La porta della stanza si aprì rivelando la presenza del signor Nodoka, Takao e Yuri, che osservavano la scena divertiti.
Subito Mariam si accorse dell'assenza di Ozuma e ciò le provocò una stretta al cuore. Gli aveva mandato diversi messaggi per quell'incontro a cui lui non aveva risposto.
Vide le sue amiche raggiungere i rispettivi ragazzi e un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto.
Almeno loro erano felici.
Quando le sue amiche se ne furono andate, la cinese chiese ai musicisti di restare, siccome aveva voglia di registrare un brano composto da poco.
Amava la musica, e solo attraverso essa riusciva a mostrare ciò che realmente provava.
 

Uh huh, life's like this
Uh huh, uh huh, that's the way it is
Cause life's like this
Uh huh, uh huh that's the way it is
Chill out whatcha yelling' for?
Lay back it's all been done before
And if you could only let it be
you will see
 

Mentre cantava sentiva rabbia, anche perchè il suono non era il massimo, gli mancava, e anche troppo.
Il suo Ozuma non era lì.
 

I like you the way you are
When we're drivin' in your car
and you're talking to me one on one but you've
become
Somebody else round everyone else
You're watching your back like you can't relax
You're tryin' to be cool you look like a fool to me
Tell me

 

I ricordi facevano male, tutti i momenti belli sembravano essere svenuti nel nulla e ciò la faceva stare male, la spezzava dentro.
Quei silenzi erano come piccole lame conficcate nel petto.
Si sentiva frustrata da quella situazione.

 

Why you have to go and make things so
complicated?
 see the way you're acting like you're somebody
else gets me frustrated
Life's like this you
And you fall and you crawl and you break
and you take what you get and you turn it into
honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

 

Improvvisamente qualcuno aveva iniziato a suonare la batteria, lo strumento di Ozuma.
Quel ragazzo era cambiato, gli era sembrato diverso.
 

You come over unannounced
dressed up like you're someone else
where you are and where it's sad you see
you're making me
laugh out when you strike your pose
take off all your preppy clothes
you know you're not fooling anyone
when you've become

 
Lentamente si voltò verso lui, e un piccolo sorriso si dipinse sulle loro labbra.
Ma quello non era il solito sorriso fra due innamorati, era qualcosa di diverso.
Quei silenzi dovevano cessare, e anche al più presto.
 

 
Why you have to go and make things so
complicated?
I see the way you're acting like you're somebody
else gets me frustrated
Life's like this you
and You fall and you crawl and you break
and you take what and you get and you turn it
into
honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

 
Appena la canzone finì, la ragazza fece cenno ai ragazzi di uscire, voleva restare sola con il suo fidanzato.
Lui la fissava con attenzione, e sperava di poter chiarire con lei con calma e senza litigi.
Si sentiva in colpa per averla ignorata per tutta la settimana, anche dopo quel ballo a scuola, ma non era stato facile farlo, ma sapeva che quel comportamento prima o poi avrebbe avuto effetto.
Aver chiuso le tre cantanti era stata una sua idea, e lui aveva intenzione di farle chiarire, eppure lui era un semplice batterista, ma nonostante questo si sentiva parte di quel trio speciale, e voleva continuare a farne parte.
Quel gruppo era la sua seconda famiglia, anche perchè suo padre non lo appoggiava affatto.
Aveva dato di matto quando aveva saputo del primo concerto a cui aveva partecipato, gli aveva detto che come figlio era una delusione e gli aveva rinfacciato il passato della sua vera madre.
Era stato male quando circa un'anno prima aveva scoperto la verità.
E aveva cercato di scoprire di più, e oltre a qualche lettera non aveva trovato nient'altro, se non che la donna era una cantante che si era suicidata.
Da quel momento la sua vita era cambiata in peggio, o meglio, solo il rapporto con suo padre era diverso, era diventato più freddo.
Era arrabbiato con l'uomo che gli aveva nascosto la verità, si era sentito ferito e deluso, ma almeno aveva Sharon, colei che l'aveva cresciuto come un figlio, e Crystal, che per molto tempo era stata allontanata da quella casa per un grave errore commesso e che era stata il suo punto di forza, nonostante tutto.
Di certo non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi nella sua vita, la musica lo faceva sentire vivo, quando aveva suonato la batteria per la prima volta lo aveva fatto quasi per scherzo, ma quando impugnò le bacchette per la prima volta anni addietro, si sentì invaso da una nuova energia, così potente come una scarica elettrica.
Aveva risparmiato denaro per alcune lezioni e quel sogno, dopo molto tempo era diventato realtà, quel sogno doveva continuare, esattamente come le sue amiche dovevano continuare a cantare insieme.
"Hey" sussurrò Mariam destandolo dai suoi pensieri.
"Hey"
" Ho capito cosa volevi dire… ci siamo riunite".
Lui alzò un sopracciglio, mentre sul suo viso si dipinse un ghigno soddisfatto.
" Scacco matto, Mariam" sibilò.
" Era tutto programmato. Non potevo permettere che delle incomprensioni rovinassero quello che avete costruito, anzi, abbiamo costruito fin ora, perchè in questo progetto centro anche io" continuò lui avvicinandosi alla ragazza.
" Stronzo" ribatté lei stringendo i denti.
Non era arrabbiata, ma provava diverse emozioni dentro lei.
"Quindi era tutto organizzato" soffiò lei.
" Esattamente. E comunque, non vi eravate sciolte del tutto, e per inciso: sono ancora arrabbiato".
" E io cosa dovrei dire? Tu e Queen?"
" Io e Queen? Ci siamo solo salutati... ancora non ti fidi di me?".
I due si fissarono negli occhi per diversi minuti, nessuno dei due sapeva cosa dire, a differenza dei loro corpi, che pochi istanti dopo si ritrovarono a contatto, mentre le loro lingue iniziarono a cercarsi con passione.
Si staccarono per riprendere aria, e la cantante disse:
"Ovvio che mi fido di te, stupido".
"Lo so" rispose lui, sorridendo soddisfatto.
 
Eveline faceva avanti ed indietro per i camerini, era in ansia per l'assenza delle modelle che sembravano essersi dileguate nel nulla.
" Ivy calmati" sussurrò Mathilda, sperando di ottenere l'effetto desiderato.
"Calmarmi? Secondo te dovrei sentirmi in pace non vedendo le modelle?" urlò la bionda in piena crisi isterica.
" Sarà un disastro" continuò la cheerleader guardando la platea che lentamente si stava riempiendo di amici, fotografi e persone importanti.
“Risolveremo” rispose Max, abbracciando la ragazza.
 
Intanto, fuori dal locale due ragazze si scambiarono un sorriso divertito.
Erano riuscite a cancellare la presenza delle indossatrici per quella serata, avevano uno scopo ben preciso e avrebbero fatto di tutto pur di  realizzarlo.
"Ce l'hai?" domandò una delle due.
"Ovvio Queen" sibilò Ming Ming estraendo due pass dalla borsa e sorridendo benevolmente all’amica.
Quel piano doveva funzionare a tutti i costi

 
 
 
 
 
 

Spazio autrice:

Beh, sono tornata prima di una settimana xD

Solo oggi ho terminato questo capitolo e avevo molta voglia di postarlo e spero di averlo revisionato bene.

Il prossimo capitolo vedrà Eveline totalmente protagonista e anche altre due coppie che ho  in mente.

Volete sapere chi? solo leggendo potrete scoprirlo =P. Attendo qualche recensione e ringrazio chi legge ancora questa piccola e vecchietta ff. un bacio a tutti =)

 

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Capitolo 29
*** La sfilata ***


Dietro le quinte sembrava essere scoppiato il delirio ed Eveline, nonostante la presenza di Max la confortasse un po' , continuava ad urlare isterica.
Tutti quegli imprevisti non erano d'aiuto alla buona riuscita della sua serata, e così, presa dallo sconforto, mugugnò:
"Sarà un disastro".
In quegli attimi tutte le sue speranze sembravano essere crollate nel vuoto più assoluto, e inoltre le modelle modelle che dovevano sfilare  sembravano essere sparite nel nulla, o meglio: non si erano presentate.
Tutte le sue certezze e speranze sembravano esplose nel nulla, come una piccola e delicata bolla di sapone.
Diverse volte aveva chiamato l'agenzia, ma a quanto sembrava loro non sapevano nulla.
" Potreste provare a prendere tempo, e magari potrei intrattenere il pubblico" disse Queen, accompagnata da Ming Ming, comparendo dal nulla.
La bionda fissò la ragazza con astio, e poco dopo disse:
" E tu cosa ci fai qui?"
La corvina sorrise alla sua amica Ming Ming, nonché sua complice, ed estrasse dalla tasca un pass, lasciando tutte ammutolite.
" Che c'è? Non è un crimine avere un pass, e se non hai le modelle puoi sempre chiedere alle tue amiche di sfilare. E poi ci sono io: sono comunque una cantante, almeno guadagneresti tempo".
" E tu cosa ci guadagni?" sibilò Eveline con un tono seccato, nonostante quel piano non le dispiacesse del tutto.
Era certa che Queen avesse qualcosa in mente, ma in quel momento non sapeva che fare.
" Visibilità" rispose secca l'ex cheerleader.
" E sia, una sola canzone, poi entreranno in scena le mie amiche"
Aveva vinto, per una volta aveva vinto lei e avrebbe ottenuto quello che voleva, e soprattutto per la prima volta non sarebbe stata sola: aveva Ming Ming con lei, l'unica ragazza che riusciva a considerare quasi come un'amica.
Non si sentiva affatto in colpa per quello che aveva fatto in passato.
Quella era la sua natura e non poteva cambiarla, lei voleva di più, desiderava essere la protagonista indiscussa, e non avrebbe permesso a nessuno d'intracciarla.
"Benissimo Eveline, dammi qualcosa della tua collezione" asserì la ragazza allegramente.
" E convoca tutte le cheerleader, ti servono. E solo quando sarò sul palco chiamate quella sottospecie di gruppo".
" Non osare insultare le nostre amiche e comunque potremmo far esibire solo loro" sbottò Mathilda che era rimasta in silenzio fino a quel momento.
Provava ancora rancore per quella ragazza, l'aveva umiliata, percossa, le aveva fatto del male ed i ricordi erano ancora vividi nella sua mente e odiava condividere un momento felice con lei.
" Sta zitta" la rimbeccò Queen con un tono soddisfatto.
" Sei ancora innamorata del ragazzo padre?" continuò lei ridacchiando soddisfatta.
Mathilda stava per perdere la pazienza per la prima volta nella sua vita.
Come osava parlare di Kei, come osava quella vipera d'amore, quando lei era la prima a non sapere che cosa fosse.
Eveline, ormai esasperata decise d'intervenire in quel l'assurda discussione.
"Ora basta! Tu muovi le chiappe e sali sul palco, e Mathilda, gentilmente, vai a chiamare le ragazze".
"Ben fatto!" aggiunse Max con un tono compiaciuto.
Adorava quella piccola americana, amava la sua timidezza e dolcezza, e vederle tirar fuori gli artigli gli aveva fatto piacere.
La sua principessa stava crescendo e la determinazione che stava dimostrando ne era la prova.
 
I riflettori illuminarono Queen, inebriandole i sensi.
Le piaceva quella sensazione così eccitante e immediatamente spostò il suo sguardo su Mariam e le sorrise beffarda.
Poco dopo si voltò verso la band, e sensualmente si avvicinò ad Ozuma in segno di sfida, poiché voleva far perdere la concentrazione alla sua rivale
La base partì ed iniziò a cantare: aveva promesso ad Eveline che avrebbe ceduto il posto alle Blue Roses e non era affatto intenzionata a farlo.
Quel palco era suo e di nessun altro.
Appena il terminò il suo brano vide il trio apparire, così prese il microfono in mano e allegramente disse:
"Buonasera ragazzi! Ho l'onore di avere sul palco le Blue Roses con cui canterò".
Le tre spie si scambiarono uno sguardo allibito, e da quanto avevano saputo sul palco dovevano esserci solo loro tre e la presenza di Queen le infastidiva molto, ma per il bene di Eveline decisero di stare al gioco.
" Esatto! Ed ora si canta, via con More than friends" disse Julia rivolgendole alla band , ben consapevole che Queen non poteva conoscere quella canzone ancora inedita.
"Ok, Ozuma dacci l'attacco" esordì Hilary con un tono esaltato.
 
 

O:Come, ariba, let’s go now
Whoa, tonight!
 

 
Il trio iniziò a ballare alzando un braccio verso l'alto e muovendo i fianchi sinuosamente e Queen le imitò in perfetta sincronia, lasciando le Blue Roses incredule.
 
T:Tonight we could be more than friends
Whoa, tonight!
Tonight we should be more than friends
 

Mariam guardò la sua nemica negli occhi sfidandola apertamente, ma era anche curiosa di vedere cosa sarebbe successo.
 

M:We’re in the corner of a crowded room
I want your lips, your body boy how soon
And if you like what And if you like what we doin’
Why don’t we give in for the night?
 

Appena ebbe finito indicò Queen, facendole capire che toccava a lei.
La corvina iniziò a cantare lasciando il trio incredulo, e a passi di danza si avvicinò al ragazzo della sua nemica con l'intenzione di provocarla.
 

Q:This might just be the night of you and I
If there’s no distance in our heart tonight

 
Non appena il secondo ritornello fu finito Ozuma mollò Queen, e cantando strinse la sua ragazza per i fianchi, facendola muovere al ritmo della musica e non aveva alcuna intenzione di stare al gioco dell'ex cheerleader o di litigare con Mariam, la quale intuì il gesto del batterista e non poté far altro che regalargli un sorriso.
 
Lui amava  far parte dello show, soprattutto se poteva avere accanto la sua ragazza e le sue amiche, e con grinta iniziò a cantare la strofa a lui assegnata.
 

O:Baby! She rings my bell, and they rush the floor
You mighta’ think that’s cool saw
Everybody in the club was hot ’til I showed my
watch
And they cooled out
Caliente! Frio! todo eso que tu tiene-m mio
Caliente! Frio! todo eso que tu tiene
It’s forever, (forever)
You could be mine
It’s whatever (whatever)
Whatever you like
It’s forever, (forever)
You could be mine
And I’m needing you right now
Baby come and hold me down
Caliente! Frio! Todo eso que tu tiene es mio

 
Queen aveva un'espressione livida ed arrabbiata, ma fece finta di nulla, sapeva di non poter cedere in quel momento, e con noncuranza durante l'ultima strofa cercò di separare i due fallendo miseramente.
 

T:Whoa, tonight!
Tonight we could be more than friends
Whoa, tonight!
Tonight we should be more than friends
From the first time that I saw that look in your
eyes
I’ve been thinking about you for all of this time
Whoa, tonight!
E-e-eh
Tonight we could be more than friends.

 

Non appena la musica finì Mariam si voltò verso Eveline, entrambe si scambiarono uno sguardo d'intesa, e così disse:
"È stato un piacere aprire  questa serata, ma adesso vi lasciamo al vero show" .
 
Appena le due furono dietro le quinte, la capo cheerleader sibilò con un tono minaccioso :
" Sta lontana dal mio ragazzo"
"Altrimenti? Ti ricordo che ci sono andata a letto" ribatté Queen con un tono beffardo.
La corvina strinse i pugni per la rabbia essendo stata punta nel vivo.
" È stato solo un errore" intervenne Ozuma, che aveva sentito tutto, avvicinandosi alla sua ragazza.
" Un errore che ti è piaciuto" continuò la corvina ammiccando al ragazzo e con l'intenzione di umiliare maggiormente la sua nemica.
A quelle parole Mariam si senti esplodere, ed in un lapsus di follia si scaraventò addosso alla nemica, che iniziò a tirarle i lunghi capelli con forza.
Le due iniziarono ad accapigliarsi, quella rissa sembrava essere lo sfogo   delle loro frustrazioni e rancori repressi,  mentre la sfilata stava procedendo senza alcun problema.
Max ed Ozuma cercarono di placare la lite e riuscirono a separare le due ragazze, senza uscirne del tutto illesi, mentre le due continuavano ad inveire l'una contro l'altra insulti indicibili, ma almeno erano separate.
 
Eveline, che aveva osservato la scena incredula, essendo animata dalla rabbia iniziò ad inveire contro le due.
"Queen, sei la solita stronza di merda. Io mi chiedo quando capirai che nella vita ci sono cose più importati del successo".
"E tu quando capirai di vivere alle spalle della tua migliore amica non ti farà crescere?" la rimbeccò la corvina con un tono pungente.
La bionda prese un lungo respiro, quelle parole l'avevano ferita, ma non si sentiva più l'ombra di nessuno.
"Oh, è qui che ti sbagli: io le cose che ho me le sono guadagnate, e questo non vale solo per me. È questa la differenza piccola vipera, io non gioco sporco. Portatela via".
" Sei stata magnifica" disse Mariam sorridendo all'americana.
" Sono arrabbiata anche con te, eh" sibilò la ragazza mettendo il broncio.
Come aveva potuto farle questo la sua migliore amica?
Era arrabbiata, ma la capiva perfettamente quella reazione inusuale della cheerleader poiché anche lei aveva vissuto una situazione simile.
Queen era capace di far perdere il lume della ragione a tutte e lei stessa lo aveva provato sulla sua pelle.
" Ha iniziato lei" ribatté Mariam con un tono piatto.
"Lo so, ma questa è la mia serata e vorrei che la mia migliore amica capisse che certe cose si possono evitare.
Ma ti capisco" concluse Eveline abbracciando la corvina.
"Ma perchè non hai chiesto aiuto a noi?" domandò Hilary.
" Eravate occupate in sala" rispose l'americana.
"Dio, quanto odio Queen!" esclamò Mariam, rendendosi conto di aver espresso un suo pensiero ad alta voce.
"È stato un incidente fra me e lei, ok?" esclamò Ozuma alzando le braccia in segno di resa.
La corvina lo fulminò con lo sguardo, quel ricordo le dava ancora molto fastidio, ma era ben consapevole che le parole del suo fidanzato erano veritiere e gli era grata per essere intervenuto, ma non glielo avrebbe mai detto.
Prese il suo ragazzo per un polso, e trascinandolo lontano da occhi indiscreti gli diede un leggero bacio sulle labbra.
"Non ti abituare" sussurrò dolcemente, lasciando il giovane interdetto.
 
La serata ben presto giunse al termine ed era andata abbastanza bene per Eveline, che si sentiva soddisfatta, ma dentro di sé avvertiva un senso di ansia.
Era finalmente giunto il momento di portare al termine la promessa fatta.
Si aggrappò alla ringhiera ed alzò il viso alle stelle, che sembravano più luminose del solito, l'aria era fresca e ciò la fece rabbrividire.
Senza rendersene conto qualcuno le aveva poggiato una giacca sulle spalle.
"Grazie" mormorò la ragazza sorridendo.
Avrebbe riconosciuto quel profumo fra tutti.
"Di niente" rispose Max affiancandola ed iniziando ad osservare quel bellissimo viso che ormai conosceva alla perfezione.
L'americana si sentiva osservata, ma decise di non dire nulla poiché pensava che quel silenzio carico di emozioni le era d'aiuto e di certo non voleva spezzare quell'incantesimo che si era creato fra loro.
" Devo parlarti" sibilò Max facendo voltare la ragazza, mentre le loro iridi azzurre sembravano essersi incatenate.
"Anche io" rispose lei riducendo la distanza e posando le sue labbra su quelle di Max.
Lui la guardò interdetto, non pensava che i suoi sogni si stessero avverando davvero.
"Dammi un pizzicotto" esclamò il ragazzo con un tono meravigliato.
" Non stai sognando, sciocchino" rispose la bionda ridendo.
" Quello che volevo dirti è che mi piaci, e anche da molto" concluse la ragazza con un tono rotto dall'emozione.
Appena ebbe finito di parlare, Max la strinse a se e dolcemente disse:
"Anche tu".
 
 
 
 

Spazio autrice:

Ed eccoci qui con un nuovo aggiornamento,e nonostante io mi senta da schifo (scrivere il capitolo di notte per l’insonnia non ha presso) ho aggiornato XD
Nel prossimo capitolo vedremo in azione altre coppie e cercherò di chiarire altre situazioni ma succederanno altri casini.
Dico solo questo: Hilary, Takao e Kei :3
Grazie a tutti quelli che recensiscono, leggono e seguono la storia e spero vivamente che questo capitolo vi piaccia.
ps: la canzone si chiama More than friends di Inna.
Baci.

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Capitolo 30
*** Iniziano le riprese - parte uno- ***


la parte sottostante del vestito nel videro sarebbe tutta nera, non trasparente



Era una calda serata di fine marzo e piccole nuvole solitarie cospargevano il cielo stellato, che sembrava più luminoso del solito, e l'atmosfera che avvolgeva quella notte sembrava volesse accompagnare il sonno degli abitanti di quella città.
Takao era sul balcone adiacente alla  sua stanza  in attesa che il suo telefonino squillasse.
Strinse forte la piccola scatolina che conteneva il regalo per la sua amata Hilary, che in quel week end di lavoro - a cui avrebbe anche lui sia per i video musicali sia per lo spionaggio- avrebbe compiuto diciannove anni.
Era stanco di quella situazione che si era creata con lui e soprattutto odiava vederla parlare amabilmente con Kei, e vederla civettare con il moscovita gli aveva fatto sospettare che fra i due ci fosse ancora qualcosa.
Senza preoccuparsi di aver con sè tutti i vestiti per quel fine settimana, girovagando per la stanza raccolse diversi abiti ed oggetti che mise con poca cura nello zainetto.
Odiava la precisione, ma odiava ancora di più interrompere i suoi sogni o dormire poco nel week-end,  ed ormai era certo che in quei tre giorni con la sua ragazza ed i suoi amici non avrebbe sicuramente chiuso occhio.
 
"Chiama Takao" urlò Julia con un tono allegro salendo con le ginocchia su un sediolino, riuscendo a  svegliare il suo compagno di viaggio.
Yuri guardò la spagnola in cagnesco, e cercando di apparire freddo e scostante disse :
" Stavo dormendo"
" Animo ragazzi! Stiamo per andare in una delle spiagge più belle del mondo e voi dormite" ribatté l'europea rivolgendosi al gruppo, anche se in realtà la sua frase era rivolta al suo ragazzo.
" Sono le due, Fernandez" sibilò il rosso sistemandosi meglio sulla poltroncina " Ed io vorrei dormire".
" Sei noioso, Ivanov" asserì lei con un tono offeso e facendo una smorfia al moscovita, che non le diede attenzione.
"Juls, ti prego basta" esclamarono Mariam e Ozuma dal fondo del mezzo di trasporto con una voce impastata dal sonno, ma comunque infastidita.
" Tze, parlano i due piccioncini che fanno cose zozze in fondo a tutto" rispose la spagnola con un tono malizioso, ma i due decisero d'ignorarla e tornarono a dormire accoccolati.
"Lasciali stare Julia… per una volta che non litigano" mormorò Hilary facendo l'occhiolino all'amica.
" Vi sentiamo" rispose Mariam lanciando un oggetto a caso alle due cantanti che scoppiarono a ridere.
Il piccolo autobus era a poco meno di un isolato dalla villa di Takao, e così Hilary estrasse il cellulare dalla tasca, osservò la foto sullo schermo per qualche secondo.
Erano davvero venuti bene in quella foto, sembravano davvero felici li, si tenevano stretti e sorridevano, ma non era un sorriso fra due amici e quel piccolo scatto aveva ripreso l'attimo perfetto.
Scosse la testa ed iniziò a comporre il messaggio ma una sensazione negativa iniziò a tormentarla. Sapeva che Kei sarebbe venuto con loro, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo al suo ragazzo e sperava con tutta se stessa che Takao non si sarebbe arrabbiato.
Guardò nuovamente la foto, mentre la sua mente veniva riempita da un'unica domanda.
-Torneremo mai felici?-
Proprio in quel momento il pullman si fermò dinnanzi alla casa del nipponico, che dopo pochi istanti sul mezzo di trasporto e prese posto accanto alla sua ragazza, senza prestare attenzione alla presenza di Kei.
"Hey" sussurrò Hilary dolcemente, nonostante si sentisse leggermente a disagio.
Quella situazione le ricordava vagamente il viaggio di ritorno dall'Italia, quando erroneamente era caduta fra le braccia del moro che l'aveva baciata, e quel pensiero la fece arrossire.
"Ciao" mormorò lui sorridendo dolcemente e prendendo la mano della cantante.
Il moro spostò lo sguardo anche sugli altri, e vide Hiwatari.
La sola presenza del ragazzo lo irritava e lo faceva sentire a disagio, così istintivamente chiese:
"Cosa ci fai lui qua?".
La mora si accoccolò sul petto del ragazzo per fargli capire che per lei era importante solo lui, e sussurrando disse:" Per il nostro secondo lavoro. Possiamo non parlarne ora?" 
"Ok" rispose lo studente mestamente.
In parte quel gesto della ragazza lo aveva calmato un po, ma nonostante ciò continuava ad avvertire un fastidioso senso di nervoso.
"Dai, ora dormiamo" aggiunse Hilary posando dolcemente le sue labbra su quelle di Takao".
"Buonanotte Hilly".
 
 
Dopo diverse ore il gruppo giunse a destinazione, ma ben presto le Blue Roses si dileguarono lasciando i ragazzi perplessi.
L'albergo che avrebbe li avrebbe ospitati era molto grande e lussuoso, ma sembrava vuoto, anche perchè la maggior parte degli ospiti era o in piscina o in spiaggia.
" Dove sono finite le ragazze?" domandò Takao trascinando Ozuma nella sua camera.
Il ragazzo fissò l'amico con un'espressione interrogativa, lentamente si accomodò su una poltroncina bianca, e puntando il suo sguardo su Takao, disse:
" Sono in palestra, ma tu hai bisogno di parlare".
Il moro fissò il suo interlocutore con fare sospetto, era stato preso alla sprovvista, quella frase l'aveva colpito in pieno petto, e così decise di dire la verità.
" Hilary è stata a letto con Kei".
Quella frase l'aveva detta tirando fuori tutto il veleno e l'odio che tratteneva dentro sé da mesi, ma aver rivelato quel segreto, tanto pesante quanto ingombrante, lo aveva fatto sentire meglio.
"Queen" sibilò Ozuma "Ho fatto lo stesso errore di Hilary, ma con Queen".
"Ma tu e Mariam avete risolto" rispose Takao abbassando la testa per nascondere i suoi occhi umidi.
"Diciamo che non è stato facile, ci siamo odiati per un po' , ma siamo tornati insieme. Ogni storia è diversa Takao, ma se c'è amore l'importante è parlare e chiarire.
Se tu non fai nulla per chiarire, cosa che stai facendo da febbraio, non risolverai nulla e facendo così rischi solo di perderla".
"Hai perfettamente ragione!" esclamò Takao balzando in piedi ed uscendo dalla stanza come un tornado, per poi ritornare dentro poco dopo.
"Ma dov'è la palestra?".
Ozuma guardò il giapponese con un'espressione divertita, e uscendo dalla stanza, disse di seguirlo.
 
 
La palestra era enorme e gli specchi che riempivano la stanza sembravano rendere la stanza ancora più grande, mentre la musica riecheggiava anche fuori da essa.
Era la decima volta che provavano "Diggy Down" ed era la decima volta che una delle tre si trovava fuori tempo, e quella canzone doveva essere perfetta poiché quel brano era stato scritto per essere cantato all'unisono dall'inizio alla fine.
"Ragazze!" urlò Takao entrando con poca grazia nella stanza.
"Qui staremmo provando" asserì Cyrus, il coreografo delle tre ragazze, con un tono tagliente "Ma dal momento che siete qui direi che è il momento di provare con le tre comparse" continuò l'uomo guardando i tre ragazzi, compreso Yuri che aveva raggiunto il trio diversi minuti prima.
Avevano provato per diverse ore e tutto il gruppo si era divertito, anche se Hilary e Takao avevano avuto qualche difficoltà, e così il gruppo di amici si separò nuovamente.
Le ragazze raggiunsero la spiaggia e presero posto sotto un ombrellone ed iniziarono a sorseggiare un drink.
"Che pace!" esclamò Julia stiracchiandosi.
"È da molto che non stiamo un po da sole, senza pensare al lavoro o al torneo" aggiunse Mariam sorridendo.
Si sentiva rilassata ed in pace con il mondo, e amava quando poteva stare tranquilla a non far nulla con le sue amiche.
"E senza ragazzi" aggiunse Hilary con un tono triste.
Non appena ebbe finito di dire quella frase sentì la voce di Takao e qualcuno l'aveva sollevata di peso dalla sdraio.
"E così state meglio senza noi" sussurrò il moro con un tono fintamente offeso.
"Esatto, e ora mettimi giù" protestò la castana ridendo, ma in tutta risposta il ragazzo, imitato dai due amici, iniziò a correre ed insieme gettarono le rispettive fidanzate in acqua, che ridendo dissero:
"Stupide scimmie" e in una frazione di secondo scaraventarono i maschi in acqua, e tutti insieme iniziarono a giocare fra le onde.
 
Ben presto iniziarono le riprese del video nel salone principale illuminato solo dalle candele che conferivano all’ambiente un’aspetto sensuale ed orientale, mentre in basso c’erano dei pannelli dove si vedevano fiamme in movimento, e appena la musica iniziò le video in cima a tre scale.


Hey boy I really love the way that you move
You wind me up up up on you
You know I'm down, diggy diggy down
Diggy diggy down
Down, diggy diggy down
diggy diggy down down down…




Appena le tre furono giù aprirono  i loro cappotti, rivelando dei vestitini corti neri e oro, mentre i loro occhi occhi erano truccati con l’ombretto color oro e sulle labbra avevano un rossetto rosso.
Quei vestiti lasciarono i tre ragazzi basiti, quasi incapaci di dire nulla, mentre dentro di loro sentivano il morso della gelosia, poiché le loro ragazze sarebbero state messe in mostra davanti a  tutti.
Erano semplicemente delle dee per loro.
 
Closer
I wanna Know ya
You be my soldier
You wanna try wanna
…Try wanna
Try wanna
Try
Lights Out
We gotta slow down
You wanna know how
We come alive
Come alive
Come alive
Come alive
No one has to know
It can just be you and me alone
Get yourself a ticket to the show….



Il trio iniziò a ripetere i passi avvicinandosi ai tre ragazzi, ed insieme li condussero alla base della scalinata, che solo loro tre salirono con passi lenti e misurati, mentre dal soffitto scendeva dell’acqua  che bagnava i loro capelli resi mossi per quel video.
Quando la musica cessò per dar spazio alla parte degli strumenti il trio si riunì con i ragazzi, iniziando a ballare sensualmente, per poi spingerli a terra mentre loro mettevano un dito sulle loro labbra sensualmente, segnando la fine del video.
Era stato alquanto strano per i ragazzi stringere in quel modo le proprie fidanzate, eppure gli era piaciuto, soprattutto Takao, che di solito era imbranato e un po' timido, si era lasciato andare a quel ballo appassionato e sensuale.
La luce penetrò immediatamente nella stanza, accecando momentaneamente le ragazze, mentre i ragazzi passavano loro gli accappatoi.
Takato strinsè a se Hilary in un dolce abbraccio, e affondò il suo viso nel collo della castana che iniziò a ridere per l’imbarazzo.
Adorava quando il suo fidanzato si mostrava dolce con lei, così decise di stringersi ancora di più a lui. Non voleva lasciarlo andare e sperava che quell’attimo non finisse mai, sembrava che fra loro e l’ambiente circostante non esistesse nulla, solo loro due con il loro amore, senza pensieri, senza Kei Hiwatari –che era sparito nel nulla, anche se ad Hilary non importava nulla del russo-.
Takao si scostò leggermente dalla cantante, ma continuava a fissare la sua ragazza, e con un tono mellifluo disse:
“Noi due dobbiamo parlare”.
La nipponica fissò il suo ragazzo per alcuni secondi, aveva paura che lui volesse lasciarla, così finse un sorriso e cercando di apparire distaccata, rispose:
“Ovvio, ma non qui”.
Entrambi si sorrisero dolcemente, e lui, nonostante avesse paura di affrontare la realtà, prese una mano della ragazza e la trascinò fuori dalla stanza.
Finalmente era giunto  il momento della verità.
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Che dire, questo capitolo doveva contenere ancora altri avvenimenti, ma per motivi di lunghezza (e per non renderlo troppo pesante) ho deciso di spezzarlo a metà.
Non credete che sarà facile quello che succederà in seguito eh XD ho in mente già il prossimo capitolo e ricordate che centerà anche lo spionaggio – e qui preparatevi al colpo di scena, perché sarà tutto diverso dal solito.
ps: la canzone del video è "Diggy Down" di Inna e consiglio di ascoltarla.
pps: l'immagine è come ho immaginato  i vestiti delle ragazze.
Ci risentiamo fra meno di una settimana,
vostra affezionata
Lady_Diamond.
 

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Capitolo 31
*** Iniziano le riprese - parte due- ***







La spiaggia sembrava incantata al tramonto, ed il sole che stava tramontando si rifletteva nell’acqua, colorandola di rosa e arancione illumiando il paesaggio.
Takao ed Hilary stavano camminando mano nella mano alla riva, mentre l’acqua salata bagnava i loro piedi e nessuno dei due aveva intenzione d’infrangere quel silenzio, che era interrotto solo dai loro respiri e dal dolce suono delle onde.
Il moro si sentiva in ansia e continuava a ripetere mentalmente il discorso che aveva intenzione alla sua ragazza, ma la sua lingua non aveva alcuna intenzione di sciogliere quei pensieri, così si fermò e rivolse il suo sguardo alla mora.
I raggi del sole illuminavano gli occhi di Hilary, illuminandoli e rendendoli simili all’ambra, ed il nipponico, osservandoli, si sentì perso, ma anche pervaso da un nuovo animo.
Allungò le sue mani sui fianchi della ragazza, e immediatamente la trascinò a sé, incerto su cosa avrebbe dovuto dire, nonostante sentisse la necessità di quel contatto.
“Dobbiamo parlare” mugugnò Takao soffiando all’orecchio di Hilary, facendola trasalire.
La cantante alzò il viso, e timidamente posò le sue labbra su quelle del proprio ragazzo.
Il bacio all’inizio fu dolce, ma pochi istanti dopo diventò più profondo  e carico di emozioni represse, e dimenticate da troppo tempo.
Anche lei aveva voglia di chiarire quella situazione, eppure dentro il suo animo aveva paura di discutere quella situazione, anche perché le era ben chiaro di cosa, e soprattutto di chi, volesse parlare il suo fidanzato, e quel pensiero la fece tremare, nonostante sapesse che era necessario farlo.
Era stanca di litigi senza senso, di mezze frasi e mezze sorrisi.
Era arrabbiata con sé stesse per l’errore che aveva fatto, nonostante quello non fosse stato proprio un errore.
Era stufa di vivere quella relazione a metà, e lei dal suo Takao voleva una relazione vera, fatta da piccoli gesti e piccoli litigi, e non un’amore basato su  un rapporto freddo e scostante: il rapporto che aveva con Takao era diventato tutto ciò che non voleva.
La castana incantenò il suo sguardo a quello del moro, e con un tono sommesso, disse:
“Si, lo so che dobbiamo parlare”.
“Mi da fastidio sapere che tu abbia fatto sesso con Kei” sputò il giapponese con rabbia, ma mantenendo il contatto con Hilary che lo stava guardando con uno sguardo triste.
“Ma mi rende ancora più arrabbiato, anzi no, furioso , non averlo saputo da te” aggiunse poi, mentre stringeva i pugni convulsamente per trattenere la rabbia.
“Non stavamo insieme” mormorò Hilary con una voce appena udibile.
Sapeva di aver fatto soffrire il suo ragazzo, eppure non si sentiva in colpa per essere stata con Kei, ma non averglielo detto sì, quello la faceva sentire davvero in colpa.
“Ok, non stavamo insieme ma almeno potevi dirmelo. È stato divertente scoprirlo per colpa di altre persone, sai?” rispose Takao con un tono ironico. Era geloso di Kei, ma nonostante tutto era disposto a tutto pur di far pace con Hilary, ma prima doveva chiarire, ormai era chiaro anche a lui che andava fatto.
“Mi dispiace, è solo che avevo paura di dire la verità,  ma a quanto pare le bugie hanno fatto peggio” asserì la cheerleader , mentre piccole lacrime iniziarono a bagnarle il viso.
“Sai Hils, una persona una volta mi ha detto che tutte le storie sono diverse. Il mio amico ha fatto la tua stessa cazzata, perché alla fine dei conti è solo una cazzata di poco conto, ma con la sua attuale ragazza ha risolto questa faccenda parlandone.” Rispose Takao asciugando le lacrime della sua ragazza, che in quel momento lo avevano calmato un po.
Forse non era tutto perso.
“Parli di Mariam e Ozuma?” chiese Hilary stringendosi fra le braccia del giapponese in cerca di un conforto che non tardò ad arrivare.
“Esatto, ma credo che tu conosca meglio di me la loro storia. Quei due mi fanno rabbia, sai? Sono così diversi ma comunque simili, litigano sempre ma si aiutano fra loro. E fa male vederli così, perché noi siamo simili a loro”
Immediatamente fra loro scese un silenzio carico d’imbarazzo e parole non dette, che sembrano aver colpito Hilary.
Takato aveva ragione, ma allora perché non glie ne aveva parlato? Era vero che per Kei aveva sempre avuto una cotta – che però era passata- , ma il reale motivo era che si sentiva in colpa, anche perché lo aveva accusato di averla tradita con Julia, che in realtà non faceva altro che aiutare il giapponese.
Un piccolo sorriso si dipinse sul volto della cantante ricordando le parole che gli aveva detto “Sto studiando per venire alla Brown con te”, ma quelle parole le ripetè ad alta voce, ed anche il giocatore sorrise.
Non aveva dimenticato quella promessa ed aveva intenzione di portarla a termine, non solo per Hilary ma anche per il suo futuro.
“Quei due sono pazzi” sibilò la cantante sorridendo.
“E noi non siamo da meno” ribattè Takao sollevano la cheerleader dalla sabbia e guardandola con un’espressione di sfida, disse :
“Bagno al mare?”
“No!” urlò la ragazza, ma non fece in tempo a finire che entrambi si ritrovarono nell’immensa distesa d’acqua.
Entrambi iniziarono a schizzarsi, e ridendo come due bambini entrambi dichiararono nuovamente il loro amore, mentre il sole riscaldava i loro baci.
“Quindi, siamo ancora una coppia?” domandò Hilary scostando leggermente il viso da quello di Takao.
“Mi sembra ovvio” mormorò il ragazzo gettando nuovamente la cantante in acqua.
 
 
“Quei due sono unici” mormorò Mariam osservando divertita quella scena dal balcone della sua stanza
Era davvero felice per la sua amica ed era certa che con Takao stava bene, e vederla giocare e sorridere le riempiva il cuore di felicità.
“Diciamo che a volte le relazioni hanno bisogno d’aiuto” sussurrò Ozuma affiancando la ragazza e facendole un’occhiolino.
“Se con aiuto intendi un ragazzo mezzo matto dai capelli rossi e neri, beh, sono perfettamente d’accordo con te” sussurrò la corvina sghignazzando e facendo una linguaccia al suo ragazzo.
“Hey, così mi offendi” ribattè il batterista facendo una smorfia divertita e abbracciando la sua ragazza.
La fissò negli occhi, e furtivamente le slegò i capelli , ma le prese una ciocca ed iniziò a giocarci con fare preoccupato, ma quel gesto non passò inosservato.
Ormai la conosceva bene, e così, cautamente le chiese :
“Qualcosa non va?”
La cheerleader fissò il ragazzo per qualche istante, e cercando di rimanere rilassata iniziò a concentrare i diversi pensieri.
Ormai erano diversi giorni che pensava ai diversi avvenimenti che in poco tempo avrebbero cambiato la sua vita, ed era intenzionata viverli tutti.
Prese un respiro, e sorridendo al suo ragazzo iniziò a raccontare tutto quello che pensava.
“Innanzitutto, mi preoccupa la missione di questa sera, ma a quanto pare Kei ha tutto sotto controllo, a diciamo che quello è il male minore. A breve avremo il torneo internazionale di cheerleading e qui abbiamo i primi problemi”
Parlarne la faceva sentire bene, e solo con Ozuma era in grado di parlarne, anche perché con le altre ragazze doveva dimostrarsi forte e sicura, e infatti non poteva mostrarsi fragile perché lei era la leader, colei in cui tutti confidavano, e questo per lei era diventato un peso.
“ Non siamo pronte, non tutte almeno. Si sente la mancanza di quella là, Queen intendo.
Mi secca ammetterlo, ma era brava, anche se ci sono molte ragazze che sono davvero brave ed è per questo che rifaremo le selezioni” concluse Mariam sospirando, ma il ragazzo intuendo che c’era altro dietro a quella confessione, chiese :
“Che altro ti preoccupa?”
La cantante sorrise dolcemente.
Adorava il suo ragazzo, anche perché ormai la conosceva così bene da capirla con un solo sguardo e ciò la rendeva felice.
“Ecco, come al solito mi anticipi” sbuffò lei con un tono falsamente offeso “Effettivamente c’è anche il problema della coreografia, e da quel che hai visto è piuttosto difficile ma ci serve per vincere. Non possiamo sbagliare dal momento che questo è il mio ultimo anno qui. Ho iniziato questo percorso vincendo e non ho intenzione di mollare” .
“ Noto con piacere che le mie parole non sono state sprecate” rispose Ozuma sedendosi su una panchina e sorridendo soddisfatto.
Amava la sua ragazza quando aveva quello sguardo così determinato, e soprattutto quando si mostrava forte e sicura e lui era intenzionato ad aiutarla sempre.
Erano due rocce e niente e nessuno li avrebbe scalfiti, nemmeno Queen ci era riuscita. Si amavano, e nient’altro aveva importanza.
“Sei capo cheerleader, non puoi arrenderti e poi la vostra squadra è la migliore” aggiunse poi, attirando la sua ragazza a se e facendola cadere sulle sue gambe, per poi regalarle un dolce bacio che lei ricambiò con passione.
 
 
Ben presto scese la notte e l’hotel sembrava essere immerso nel silenzio più assoluto, ma in realtà la stanza 102 era tutt’altro che dormiente, difatti i sette ragazzi stavano  discutendo riguardo il piano, e con passi felpati uscirono fuori dalla stanza, e poi dall’albergo, dove un camioncino nero li avrebbe portati a destinazione.
Appena furono dentro la vettura, Julia, essendo stanca di quel silenzio – che a suo parere era pesante- disse :
“ Ma io mi chiedo come fanno i tipi della nostra agenzia a sapere dove avverrà ogni singolo colpo”.
I ragazzi si voltarono verso la spagnola con un’espressione interrogativa, anche perché diverse volte si erano posti quella domanda a cui nessuno aveva mai saputo rispondere.
“Si tratta di spionaggio” ribattè Yuri con un tono gelido fissando un punto qualsiasi nel vuoto.
“ Lo so, Ivanov. Ma i nostri sanno sempre tutto” rispose lei con un tono seccato.
Era innamorata del russo, ma a volte davvero non lo sopportava, esattamente odiava quando usava quei toni saccenti, ma lo amava anche per questo.
“ Ci sono persone che lavorano dietro noi, che sono pagati, appunto, per prevenire i crimini” aggiunse Kei utilizzando lo stesso tono dell’amico.
Pochi minuti dopo raggiunsero il luogo prestabilito dove ci sarebbe dovuto essere lo scambio di droga e armi che minavano la sicurezza nazionale.
Quel caso era il più difficile assegnato ai ragazzi e nessuno di loro aveva intenzione di fallire, anche perché ognuno di loro poteva rischiare la vita.
Tutti avevano paura che potesse succedere qualcosa ad uno dei propri compagni, e così in assoluto silenzio presero postazione.
All’iprovviso udirono ciò che non volevano sentire o vedere: lo sparo di una pistola ed un uomo a terra in un lago di sangue.
Quelle scene cruente durano per diversi minuti, e appena si furono ripresi decisero d’intervenire prima che la banda di terroristi potesse fuggire con il carico.
Cercando di restare ben nascosti lanciarono tutte le loro armi riuscendo ad atterrare qualche mal vivente, ma qualcosa andò storto e tutto il gruppo venne scoperto, finendo nella trappola del nemico.
Il senso di paura s’impadronì dei sette ragazzi che si sentivano impotenti e perdipiù erano anche disarmati.
“ Cosa ne facciamo di questi?” domandò l’uomo più basso con un’accento messicano, mentre sul suo viso si dipingeva un ghigno malefico.
“ Facciamoli fuori” rispose l’altro, squadrandoli tutti con dipreso e avvicinandosi al gruppo “ Ma ci sono delle ragazze, potremmo divertirci un po’ “ aggiunse poi, ma fortunatamente l’ identità delle cantanti non era stata ancora compromessa.
Quelle parole fecero trasalire le cantanti, che si strinsero maggiormente ai ragazzi.
Se fossero uscite vive da quella situazione avrebbero perso molte cose e ciò non potevano permetterlo.
“Hai avuto un’ottima idea” sibilò l’uomo dalla bassa statura sollevando Hilary dall’asflato con poca grazia.
“ Lasciala stare” urlò Takao furente.
Non sapeva che fare e soprattutto non aveva neanche modo di potersi muovere.
Il malvivente iniziò a toccare Hilary in diversi punti, ridendo ogni volta che la giovane trasaliva.
La castana iniziò a piangere, mentre il suo corpo sembrava non voler rispondere a quello che pensava e la paura sembrava averla immobilizzata, quando improvvisamente sentì un rumore secco, poi un altro ancora.
Lentamente aprì gli occhi, mentre sentiva le sue mani nuovamente libere, iniziò a cercare con lo sguardo i suoi amici che erano ancora legati ma che stavano per essere liberati.
“Non ringraziarci” disse una delle due figure femminili apparse dal nulla.
“Ho finito, C” rispose l’altra slegando l’ultimo dei ragazzi.
Quella voce l’avevano già sentita, ma dove?
“ E voi chi siete?” domandò Takao abbracciando Hilary per rassicurarla.
“ Chiamateci pure angeli custodi, ma delle spie non rivelano la loro identità” rispose la ragazza con una coda di cavallo bionda prendendo la mano dell’amica..
“Oppure Black Rose” rispose l’altra voltandosi, ma prima di sparire nel nulla disse : “Ci rivedremo molto presto”.
Tutti sembravano aver perso l’uso della parola, eppure quelle voci erano così familiari.
Chi erano quelle ragazze?
 
Il mattino seguente la giornata sembrava essere più caotica del solito, e l’avvenimento della notte precedente non aveva favorito né il sonno, né l’umore del gruppo che nolente o dolente doveva partecipare alle riprese del gruppo.
Intanto Yuri era nella sua stanza a riflettere, se avesse accettato di continuare a lavorare per l’agenzia non avrebbe mai più permesso errori ed era deciso a far restare l’errore di ieri sera nel passato, quando qualcuno aprì la porta della sua stanza.
“Hey” urlò Julia entrando come una furia nella stanza del rosso “ Devi alzarti” continuò la castana con un tono esaltato.
“ Si bussa quando si entra in una stanza, Fernandez” rispose il rosso mostrando poco interesse alla sua interlocutrice e facendole capire che quel comportamento l’aveva infastidito, ma non del tutto.
In fondo era una bella ragazza – la sua bella ragazza – e di certo ciò che indossava gli fece venire in mente pensieri poco casti.
Quella mattina gl’importava ben poco di dover partecipare ad un video musicale ed era deciso a starsene chiuso nella sua stanza, ma contemporaneamente si maledì per non aver chiuso la stanza a chiave.
“ Mi scusi signor Ivanov, ma è gentilmente pregato di alzare il suo bel culetto e presentarsi in spiaggia fra trenta minuti per le riprese”.
Il ragazzo rimase in silenzio, e con passi misurati si diresse verso la porta chiudendola a chiave.
“ Che hai intenzione di fare?” rispose Julia sorridendo maliziosamente intuendo le idee del suo ragazzo.
“ Essere il tuo peggior incubo” asserì il rosso russo con un tono divertito e appropriandosi delle labbra della propria fidanzata, che rispose al sorriso.
Quel ragazzo l’avrebbe fatta impazzire, ne era certa ma era felice così, nonostante fossero così diversi si era innamorata per la prima volta nella sua vita e si sentiva una donna con lui, anche se lui le dimostrava poco interesse all’apparenza, ma era certa che non era così perché quando erano da soli, Yuri Ivanov,  - il suo musone- come amava chiarlo lei, era una persona diversa.
Se proprio doveva lavorare, tanto valeva avere anche qualche vantaggio.
Julia gli piaceva davvero molto, anche se a volte era davvero molesta, ma stava bene con lei , anche se non avrebbe ammesso mai che cosa provava per lei.
Apparteneva a lui, e basta.
 
Quel pomeriggio finirono di registrare anche il secondo video, e le ragazze decisero di organizzare una festa di compleanno per Hilary in spiaggia, e comandando a bacchetta i ragazzi prepararono un bel party per l’amica diciannovenne, che però era stata tenuta all’oscuro di tutto.
“ Seguici” esclamarono Mariam e Julia trascinando la giapponese, che sembrava preoccupata – anche perché non vedeva nulla essendo bendata-
“ Voi due siete pazze” rispose la cheerleader con un tono chiaramente preoccupato.
“ Lo sappiamo” rispose Julia ridendo e fermandosi all’improvviso, mentre l’altra cantante slegava la benda.
Uno striscione con su scritto “ Tanti auguri vecchietta …. Sono 19 “ troneggiava sugli ombrelloni, mentre diverse luci soffuse illuminavano un piccolo spazio di spiaggia.
La giapponese si mise le mani davanti la bocca, mentre sul suo viso si era dipinta un’espressione incredula ma emozionata.
Non riusciva a credere che le sue amiche si fossero ricordate del suo compleanno, anche perché il lavoro di quei giorni le aveva totalmente assorbite.
“Ci siamo anche noi” risposero i ragazzi in coro apparendo dietro la ragazza e facendo gli auguri alla ragazza.
“Grazie” mormorò la ragazza sorridendo ed abbracciando gli amici.
Si sentiva felicissima, ma appena Takao le passò una piccola scatolina non potè far altro che piangere per l’emozione vedendo cosa gli aveva regalato: una stupenda collana swarosky d’argento, proprio quella che stava cercando da mesi, ma che sembrava essere sparita nel nulla.
Abbracciò il moro, e dolcemente gli disse : “ Ti amo”.
Due figure nere si stagliarono dinnanzi ai ragazzi, e cercando di restare lontane dissero :
“ Ragazzi, vi prego di fare attenzione, qualcuno cercherà di farvi del male” e immediatamente sparirono, lasciando il gruppo attonito e pieno di domande.
Chi erano realmente quelle due ragazze?
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Come potete vedere sono tornata molto presto XD scherzi a parte, volevo postare questa parte già ieri ma ho deciso di ricontrollarla e come avevo detto postare tutto insieme sarebbe stato comunque un casino.
Spero di aver fatto un buon lavoro =P
Come promesso ci sono delle nuove figue e tenete a mente “ capelli biondi” e non dico altro.
Ci vediamo fra circa una settimana con il terzultimo capitolo “ il campionato” e con risoluzione di un triangolo leggermente quadrato ed il ritorno di Queen *,…,*
Alla prossima e mi raccomando: recensite! O almeno fatemi sapere che ne pensate.
Ciau ^^

 

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Capitolo 32
*** Grande confusione e chiarimenti inaspettati ***


Quella mattina la classe dei ragazzi sembrava essere in preda al caos più assoluto, difatti i professori pochi istanti prima avevano annunciato che le due quinte avrebbero dovuto partecipare ad un concorso extrascolastico, e nessuno aveva accolto la notizia con piacere, anche perchè l'idea di dover creare dei video- raccolta era sembrata un'idea stupida a tutti.
"Silenzio" tuonò il professor Hiwatari sbattendo una mano sulla cattedra, e guardando i suoi studenti con un'espressione penetrante.
"Sarete divisi in gruppi da cinque a sette studenti, ed ora passiamo al primo gruppo" continuò il docente iniziando a far scorrere il dito sui registri delle due classi.
Tutto sembrava andare bene, finché non chiamò il penultimo gruppo.
"Allora, il gruppo F sarà composto da Sonja Ivanov, Kei Hiwatari, Boris Huznestov, Mathilda, Ming Ming e Yuri Ivanov".
La rossa fece scorrere il suo sguardo prima sul suo ragazzo, e poi sul padre di sua figlia, ed immediatamente avvertì una sensazione spiacevole.
Difatti,   da quando frequentava  da quando Sonja frequentava Boris, i rapporti fra i due russi si erano incrinati e non facevano altro che punzecchiarsi costantemente.
I due ragazzi, appena ebbero sentito i loro nomi iniziarono a guardarsi in cagnesco.
Boris aveva paura che fra l'ex amico e Sonja potesse rinascere l'amore, mentre Kei odiava vedere la sua ex e sua figlia fra le braccia di un altro.
Non odiava Boris - in fondo gli voleva bene, ma questo non lo avrebbe mai ammesso- ma sentiva il suo territorio invaso, anche perchè non era stato un padre esemplare, mentre il suo amico c'era sempre stato per sua figlia: praticamente lo aveva sostituito, ed era esattamente quello che stava facendo da quando Boris faceva coppia con la gemella di Yuri.
Era geloso del rapporto dei due e arrabbiato con se stesso perchè stava pagando i suoi errori, e questo non poteva tollerarlo.
Il professore, prendendo nuovamente parola interruppe i pensieri della classe, e con un tono privo d'emozione chiamò i nomi dell'ultimo gruppo.
"Queen, Mariam, Ozuma, Raul, Julia, Olivier, Rei e Mao".
Le due nemiche iniziarono ad osservarsi con astio, e nessuna delle due voleva abbassare il proprio sguardo, perchè farlo significava cedere.
" Questa è una persecuzione" mormorò Mariam con un tono indispettito.
"Cosa?" domandò Max, che era il suo compagno di banco.
"Forse cadi dalle nuvole" rispose la capo cheerleader acidamente.
"Concordo con te, è una persecuzione quella" aggiunse Ozuma con un tono per niente tranquillo, anche perchè sapeva che quando le due ragazze erano insieme poteva succedere di tutto, e quando succedeva qualcosa in qualche modo lui era colui che finiva in mezzo.
E oltre a questo, poi doveva sorbirsi anche la rabbia della sua ragazza, che in quel periodo era anche più irritabile del solito.
"Non arriveremo alla fine" sussurrò Mariam stringendo nervosamente i pugni.
Fra tutte le sventure che potevano capitarle, Queen era la peggiore, ma purtroppo non poteva farci nulla.
"Hey Mariam" a parlare era stata proprio Queen, che con un'espressione poco serena si era avvicinata alla cinese.
"Queen" sibilò Mariam cercando di restare calma e distaccata.
"Allora, dal momento che dovremo lavorare insieme propongo di seppellire l'ascia di guerra per questa volta".
Mariam fissò la sua nemica con un'espressione dubbiosa, non credeva a quelle parole, anche perchè ormai conosceva così bene la cattiveria di Queen.
Immediatamente finse un sorriso, e gentilmente disse:
"Mi sembra un'ottima idea, anche perchè non ho alcuna intenzione di prendere un voto basso per questo progetto".
" Esattamente, sono d'accordo con te. Avrei un'idea da proporre: dal momento che questo progetto riguarda noi avrei pensato di riprendere voi cheerleader e di inserire mini riprese di noi mentre lavoriamo, includendo anche interviste" asserì Queen con un tono soddisfatto.
L'idea di lavorare con Mariam non la disturbava affatto, anche perchè in quel modo non solo avrebbe avuto una rivincita personale, ma soprattutto sperava che giocando pulito forse sarebbe riuscita a raggiungere il suo scopo.
Gentilmente chiese a Max di spostarsi e così prese posto accanto alla corvina che continuava a fissarla.
Mariam si schiarì la voce, e fissando la sua compagna disse :
"L'idea non è male, ma così rischieremo di escludere i ragazzi, e lo stesso vale per te" .
"E qui ti sbagli, ho intenzione di fare il provino questo pomeriggio quindi avrei il mio spazio, e mentre faccio questo i ragazzi potrebbero intervistare le aspiranti cheerleader del quinto anno".
"Era chiaro che tu avessi un doppio fine, ma devo ammettere che l'idea non è male" rispose Mariam atona.
In fondo aveva tutto da guadagnarci.
Ozuma, che aveva ascoltato il dialogo delle due preferì rimanere in silenzio, gli era sembrato strano vedere le due ragazze discutere con quei toni, ma almeno vederle parlare in quel modo era stato utile ai suoi nervi e almeno per quella volta si sarebbe salvato da lamentele inutili.
Almeno era quello che sperava.
Fortunatamente il professore era uscito dall'aula da diversi minuti per permettere ai vari gruppi di discutere.
"Allora ragazzi" trillo Sonja con un tono tranquillo e rilassato "Idee per il progetto?"  continuò la rossa guardando con attenzione tutti i suoi compagni di lavoro.
"Potremmo lavorare sui rapporti fidanzate e figlie che hanno relazioni con ragazzi non padri" ghignò Ming Ming, che era stata sempre gelosa di Sonja.
"Che idea stupida, e anche di cattivo gusto" rispose Mathilda con un tono acido.
Come poteva quell'arpia essere così poco delicata.
Era arrabbiata anche perchè lei aveva una cotta per Kei, ma soprattutto perchè tutti erano a conoscenza della situazione che si era creata fra la sua amica ed i due ragazzi russi.
"Non credo che sia interessante il gossip, ed è anche poco inerente al progetto" asserì Yuri gelidamente ed affiancando sua sorella.
Nessuno doveva toccare sua sorella o sua nipote, e a suo parere le due avevano già sofferto molto, inoltre le sue due donne erano l'unica famiglia che aveva e lui si sentiva responsabile della loro felicità.
"Magari potremmo lavorare sulla storia del nostro liceo, in particolare sui diplomandi degli anni precedenti" disse Boris con un tono annoiato.
Non era molto interessato al progetto, ma la sua ragazza si e quindi sapeva che doveva impegnarsi, nonostante non gli piacesse l'idea di dover collaborare con Kei.
"Mi sembra un'ottima idea" dichiarò Sonja soddisfatta e dando un bacio veloce al suo ragazzo.
"Solo perchè te lo scopi…" asserì l'argento acidamente.
"Che hai detto?" domandò Boris con un tono alterato e riducendo gli occhi a due fessure.
Stava per perdere la pazienza.
"Quello che ho detto: Sonja è d'accordo con te solo perchè viene a letto con te" ripeté il moscovita dai capelli argentei.
Era nervoso e geloso e aveva bisogno di scappare da quel gruppo, ma non poteva.
Fu questione di pochi secondi, solo un rumore di banchi spostati, mentre nessuno osava periferie parola.
Kei era a terra e si teneva una guancia dolorante: era stato colpito da un pugno.
"Non osare mai più parlare così di mia sorella" asserì Yuri con rabbia e scandendo lentamente ogni singola parola.
Era stanco di quella situazione, e continuando a fissare l'amico a terra con astio, aggiunse: " Se tu non avessi fatto lo stronzo a quest'ora non vivremo questa situazione.
Sei il padre di Hope, Hiwatari, comportati da padre".
L'argenteo rimase a terra immobile a fissare il vuoto.
Quel pugno non gli aveva fatto neanche il solletico, eppure avvertiva dentro sé qualcosa di diverso, come se quel gesto gli avesse donato una nuova consapevolezza.
Sonja vagava con lo sguardo sui tre ragazzi, mentre i suoi occhi saettavano prima su Kei, poi su Boris ed infine sul fratello.
Non riusciva a capire che diamine fosse successo, istintivamente afferrò la mano del suo ragazzo e lo trascinò fuori dall'aula, che per lei, in quel momento, assomigliava più ad una prigione che ad una stanza di un edificio scolastico prestigioso.
"Che cosa sta succedendo, Bobo?" sbottò la rossa mettendo le braccia sui fianchi e puntando lo sguardo sul suo ragazzo.
"Hiwatari è pazzo" biascicò il russo alzando le braccia a 'mo di resa.
"Questo lo so da me" asserì la cheerleader con un tono carico di rabbia che non riusciva a contenere. "Te lo ripeto un'ultima volta, Huznestov: che cazzo sta succedendo fra voi tre" continuò lei stringendo i pugni convulsamente.
Era davvero arrabbiata con suo fratello, ma anche con il suo fidanzato perchè non chiariva quell'assurda situazione con il padre di sua figlia.
Desiderava far crescere la sua piccola Hope con il padre, ma per ovvi motivi sua figlia stava crescendo con Boris, anche perchè l'altro moscovita l'aveva abbandonata, ma almeno s'interessava a sua figlia.
Il ragazzo incatenò il suo sguardo a quello della sua fidanzata perdendosi negli zaffiri blu della ragazza.
L'amava davvero, e in passato aveva dovuto nascondere questo sentimento, anche perchè all'inizio Sonja aveva scelto Kei, non lui, aveva scelto colui che l'aveva tradita e lui, da buon amico le era stato accanto.
Ed ora aveva paura di perderla di nuovo.
Boris prese un lungo respiro, e cercando di apparire sicuro prese parola.
"Succede che il tuo ex non è capace di comunicare, già qualche mese fa ci ha allontanati e non vorrei che ti facesse di nuovo male".
Quelle parole sembravano aver scosso la sorella di Yuri, l'avevano toccata nel profondo.
Inconsciamente un dolce sorriso si dipinse sul suo volto, e con una voce più rilassata rispose:
"Sei uno stupido, BoBo! Lo sai che amo solo te, ma Kei è il padre di mia figlia".
Boris ringhiò infastidito e purtroppo quella era l'amara verità e non poteva far altro che accettarla, ma non voleva tenere Sonja lontana dalla sua vita.
"Un po' di maturità, qui si tratta di mia figlia non dei vostri giochi da adolescenti in calore" continuò la rossa con calma.
Il giovane non rispose e continuava a fissare la sua ragazza, mentre il suo sguardo sembrava essersi perso nel vuoto.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" domandò la russa sarcasticamente.
"Sposami" biascicò Boris spingendo delicatamente la sua ragazza contro una parete e bloccandola.
Quella semplice parola non era stata una semplice richiesta per il giovane, desiderava davvero avere con sé Sonja e la sua bambina che amava più di ogni altra cosa al mondo, ed il matrimonio gli era sembrata un'ottima occasione per realizzare quel sogno.
Le farfalle nello stomaco, ecco cosa stava provando Sonja, che intrecciò le sue braccia al collo del suo amico e fidanzato.
"Anche domani" rispose Sonja con una voce rotta dall'emozione.
Non riusciva a credere che Boris le avesse chiesto di sposarla, eppure quella era l'unica cosa che voleva.
 
 
La giornata scolastica era finalmente finita, ma non per tutti, difatti nella palestra erano in corso i provini per le cheerleader.
In quella stanza della scuola si sentiva solo la voce di Mariam che urlava ad un gruppo di ragazze.
"Uno,  due, tre, … Jane stendi la gamba... quattro, cinque, sei, andate al ritmo, Kate incrocia meglio quelle gambe..."
La capo cheerleader stava perdendo davvero la pazienza con quel gruppo ed iniziava ad essere preoccupata.
Mancava poco al torneo, meno di tre settimane ed era consapevole che se voleva vincere doveva trovare nuove ragazze breve, non perchè la sua squadra fosse debole ma perchè la coreografia aveva bisogno di altri ballerini per essere straordinaria.
Continuò a guardare il gruppo con un'espressione esasperata, ma a quanto pareva nessuna era all'altezza.
" Ma fa sempre così?" domandò una ragazza bionda con un'espressione preoccupata.
"Tranquilla" rispose Hilary con dolcezza e sorridendo amabilmente.
"Mio fratello mi ha detto che di solito e calma, ma inizio ad aver paura" disse la sedicenne con un tono preoccupato.
"Chi è tuo fratello??" domandò Hilary con un tono curioso, la ragazza sorrise ed indicò uno dei ragazzi seduti sulle scale, che da lontano salutò le due ragazze.
Hilary rimase perplessa,  non sapeva che Ozuma avesse una sorella, e così disse:
"Posso sapere come ti chiami?"
"Crystal" rispose la studentessa raggiungendo il nuovo gruppo che doveva essere esaminato.
L'aspirante cheerleader aveva paura di fallire, ma appena ebbe capito i passi affiancò Mariam, che vedendola ballare si senti più calma.
La corvina le fece un occhiolino e Crystal iniziò ad eseguire altri passi sempre più difficili senza essere seguita da nessuno.
Appena ebbero finito, la leader si voltò verso il gruppo con un'aria di superiorità, ed acidamente disse :
" Voi tutte potete anche andare, tutte tranne una"
Si posizionò davanti alla sorella del suo ragazzo, che aveva paura della ragazza in quelle vesti, e sorridendo allegramente disse :
"Crystal, ti aspetto domani pomeriggio per le prove"
La bionda istintivamente abbracciò la cantante che divenne rossa per l'imbarazzo, mentre Ozuma gridava "Visto che sei brava?"
Le due si voltarono verso il giocatore ed insieme gli fecero una linguaccia, per poi iniziare a ridere in simultanea.
Il ragazzo scoppiò a ridere per quel gesto così inusuale per quelle due ragazze, ed era davvero contento di vederle andare d'accordo, nonostante si conoscessero poco.
Pochi istanti dopo anche Queen raggiunse l'ultimo gruppo di aspiranti cheerleader, e la presenza della mora aveva creato un'atmosfera per niente tranquilla.
Le due nemiche storiche si fissarono per diversi secondi, ed entrambe erano consapevoli che Queen avrebbe superato il provino, e ciò rendeva nervosa Mariam, che senza proferire parola aveva iniziato a mostrare i passi e la sua nemica li aveva eseguiti alla perfezione.
"Sei dentro" biascicò Mariam con freddezza.
La cantante nonostante sapesse che Queen non si fosse comportata bene con lei, e non rappresentasse minimamente un'amica, era felice di averla in squadra anche perchè una cheerleader brava sarebbe stata certamente utile al suo scopo, ma era ben consapevole che doveva fare attenzione a Queen, e ciò la rendeva nervosa.
Queen era fuori dalla palestra, seduta sul freddo asfalto intenta ad osservare alcuni gruppi di ragazze che uscivano felici con le proprie amiche.
Aveva raggiunto il suo scopo, eppure non si sentiva felice poiché avvertiva che le mancava qualcosa.
Vedeva tutte quelle ragazze che, sebbene fossero state scartate, erano allegre e non erano sole, e ciò la faceva sentire nuovamente inferiore, ma anche colpevole.
In quel momento capì di essere l'unica responsabile di quella situazione.
Aveva Ming Ming, eppure quell'amicizia non la riteneva del tutto sincera, infatti non riusciva neanche lei a fidarsi totalmente della turchina, ed infine c'era Raul.
Il suo unico, dolce e sensibile Raul, colui che le stava facendo capire che quel comportamento auto distruttivo non le avrebbe fatto bene.
 
"Queen, lo sai che ti amo, ma tu hai bisogno di un'amica" aveva suggerito il dolce spagnolo quella mattina.
"Questo lo so, ma è impossibile. Io sono così e non riesco ad essere diversa" aveva risposto la giovane con rabbia.
Era arrabbiata con sé stessa, anche perchè a causa sua si trovava in quella situazione.
" Ti sbagli tesoro, tu puoi avere amiche. Le cheerleader, vedo come le guardi e so che ti mancano, prova a parlare con loro. E poi, se tu fossi davvero cattiva non le avresti aiutate di nascosto quella sera con la tua collega".
Queen balzò in avanti e aveva abbracciato Raul, lui riusciva a capirla ed andare oltre la sua maschera e questo l'aveva fatta innamorare.
Raul non la giudicava, nè la criticava, semplicemente l'ascoltava e consigliava senza malizia.
Lui c'era sempre, e questo le bastava.
 
-Ma quanto ti amo- pensò Queen scuotendo la testa e ricordando il discorso del suo ragazzo.
Improvvisamente delle voci familiari interruppero il suo flusso di pensieri, infatti proprio in quel momento vide uscire dalla palestra Mariam, Crystal e Ozuma che ridevano fra loro mentre parlavano di stupidaggini.
Sentì un forte senso d'invidia, ma stranamente quella volta era accompagnato dal bisogno di parlare con i due ragazzi che aveva ferito di più.
"Mariam?" mugugnò Queen con una voce che stranamente era sembrata insicura e priva di cattiveria.
"Si?" rispose la cantante voltandosi lentamente.
Appena vide chi era la sua interlocutrice rimase interdetta.
"Avrei bisogno di parlarti" rispose la mora con un tono fermo, mentre i suoi occhi luminosi la tradivano.
La leader delle cheerleader fece segno ai suoi accompagnatori di andare, e con passi lenti e misurati prese posto accanto alla nuova compagna di squadra.
Non era sicura di voler parlare con Queen, ma fingendo indifferenza decise di iniziare un discorso.
"Dimmi pure Queen, hai bisogno di qualcosa?" chiese Mariam con un tono freddo e scostante, ma in realtà nel suo animo provava una grande curiosità.
"A volte mi chiedo come fai ad essere così gentile con tutti, e forse è per questo che hai tanti amici"
"Avere tanti amici non fa di me una persona buona" rispose Mariam con tranquillità, nonostante fosse decisa ad ascoltare quel discorso.
" Questo lo so, ma se devo essere sincera io mi sento sola e t'invidio. Anche quando ti ho distrutto non eri sola, per me è stato il contrario" sibilò la nuova cheerleader con un tono triste.
Per lei era difficile ammettere la verità alla persona che aveva più odiato in quegli anni, ma nonostante questo sentiva di doverlo fare, anche se questo le costava molto.
La cinese fissò la mora per alcuni istanti, e acidamente disse :
"Queen, senza offesa ma tutto quello che è successo è solo colpa tua.
Personalmente non mi sento responsabile dei sensi d'inferiorità delle ragazze. Se qualcuno ha dei problemi venisse a parlare con me.
Tu invece sei stata diversa, l'unica che mi ha sfidata, e per quanto ti possa aver odiato - e di certo le cose non sono cambiate- sei stata una buona rivale, subdola, meschina, ma davvero difficile da buttare giù"  quelle parole erano la pura e semplice verità, ma quel discorso sembrava aver aperto un dialogo fra le due, e Queen, dopo un attimo di esitazione rispose :
" Lo stesso posso dire di te, ma sai Mariam, sono stanca di questa situazione.
Penso che tu stessa abbia capito che il mio suggerimento di questa mattina aveva un doppio fine: poter entrare in squadra.
Ma se devo essere sincera  non mi sento felice"
Mariam fissò la ragazza accigliata, e cautamente chiese:
"In che senso non sei felice? Cosa ti manca esattamente".
"Un'amica sincera, ed è buffo sai? Se non avessi fatto la stronza forse non mi sentirei così. Io e te potevamo essere amiche, ed è ancora più strano dirti queste cose".
Si sentiva finalmente libera di un peso, e  parlare le stava facendo capire molte cose, ma purtroppo la mora aveva anche altri segreti che avrebbe rivelato appena sarebbe giunto il momento.
" Si, è strano sentirti fare questi discorsi, ma io mi chiedo cosa vuoi" rispose Mariam con calma e rivolgendo un sorriso alla sua interlocutrice.
Essere amica di Queen le risultava impossibile, anche perchè non si fidava della ragazza, eppure le credeva e non sapeva neanche spiegarsi il perchè.
"Sinceramente non lo so neanche io" rispose Queen ridendo.
In realtà sapeva bene cosa voleva, ma non osava chiedere per paura di un rifiuto.
"La regina degli inganni e la principessa dei ghiacci per una volta non sanno cosa vogliono" commentò Mariam con un tono privo di sarcasmo.
Quella situazione iniziava a divertirla molto ed aveva intenzione di arrivare fino alla fine.
"Quindi tu mi hai odiata solo perchè ti sentivi inferiore, ma nonostante questo ora sei qui a parlare con me, e la cosa divertente è proprio questo: tu vuoi un'amica, e tecnicamente io sarei una tua nemica, ma ora noi due ci stiamo confidando da amiche".
"Che discorso contorto" rispose Queen ridendo, e immediatamente anche la corvina iniziò a ridere con lei.
"Lo so, lo so" rispose la cantante ridacchiando.
"Quindi ora siamo amiche?" domandò l'altra con un tono speranzoso.
"Più o meno, diciamo che smetteremo di odiarci" rispose la capo cheerleader iniziando a scrivere dei numeri su un figlio, che poco dopo passò alla compagna di squadra, che subito capí di cosa si trattava.
"Grazie" sussurrò Queen con un tono commosso.
"Chiamami quando vuoi" rispose la cantante alzandosi dall'asfalto e sistemando le pieghe della divisa, per poi salutare la ragazza con un sorriso sincero.
Queen sorrise: per la prima volta nella sua vita sapeva di aver fatto la cosa giusta.
 
 
Erano passati diversi giorni, e quel pomeriggio a casa Ivanov sembrava essere passato un tornado.
Era bastata una parola per far scoppiare la scintilla fra Boris e Kei, che puntualmente avevano iniziato a litigare senza risparmiarsi insulti.
"Adesso basta! Tu, Kei al computer, e tu, Boris, ai cartelloni" urlò Mathilda con un tono più alto del normale.
Erano tre giorni che cercava di lavorare con quel gruppo, e ogni pomeriggio puntualmente i due russi iniziavano a litigare.
Kei fissò la tedesca per diversi secondi, di solito era una persona calma ma quell'atteggiamento gli piaceva di più.
Da quando lei gli aveva dato quel bacetto un mese prima non avevano più interagito, e ciò gli dispiaceva un po'.
L'unica cosa di cui era certo era l'attrazione che provava per quella ragazza.
"Bo, Kei" mormorò Sonja con un tono calmo e rilassato, nonostante dentro sé avvertiva un forte senso d'ansia.
"Dimmi" esclamarono i due rossi all'unisono ed evitando d'incrociare lo sguardo.
"Non credete che sia ora di finirla con questi litigi? Kei è il padre di Hope, e Boris è il mio ragazzo"
I due russi si fissarono con astio per diversi secondi, era un discorso complicato, ma entrambi avevano capito.
" Tua figlia ha bisogno di te" aggiunse Boris tristemente.
Odiava ammettere quella verità.
"E Sonja di te" rispose l'argenteo facendo una smorfia disgustata.
"E io ho bisogno di voi per Hope, quindi se davvero ci tenete a noi donne Ivanov vi chiedo di non fare i bambini.
Hope a volte mi chiede perchè il papà e lo zio orso BoBo  litigano, ed io vi chiedo di finirla. La piccola Hope non diventerà una musona" asserì la rossa ridacchiando, che poco dopo aggiunse:
"Promettete che smetterete di litigare"
"Ok" risposero i due con un tono riluttante, anche se entrambi erano consapevoli che lo facevano per la piccola Hope, e per quella piccola bambina erano disposti a tutto, anche a mettere l'orgoglio da parte.
< "Ricorda che Hope è mia figlia" sibilò Kei con freddezza. 
"E tu comportarti meglio con la mia ragazza".
I due si fronteggiarono per diversi secondi, e con un animo più sereno ripresero i loro compiti.

Erano circa le sette di sera quando il gruppo aveva abbandonato casa Ivanov, e Kei e Mathilda iniziarono a chiacchiere in auto per diversi minuti.
Kei ascoltava interessato ai discorsi della tedesca, e diverse volte quella ragazza l'aveva fatto sorridere, e questo era un evento raro.
Più il tempo passava, e più il giovane sentiva crescere strane emozioni, e appena giunsero alla villetta di Mathilda, prima che la timida cheerleader scendesse dall'auto, il russo decide di fare ciò che non si sarebbe mai aspettato di fare.
L'aveva baciata, ed era stato il contatto più bello che avesse mai provato nei suoi diciotto anni di vita.
L'aveva baciata, e gli era sembrata la cosa migliore del mondo, la tedesca era rimasta immobile, e la sua mente sembrava incapace di formulare qualsiasi pensiero.
Aveva atteso quel bacio per molto tempo, sette mesi e ventiquattro giorni per l'esattezza, e tutti quei sogni non erano all'altezza della realtà, che in quel momento gli sembrava un'utopia.
"E questo cosa significa?" domandò la ragazza con un tono incredulo.
"Mi piaci, punto" rispose il rosso accennando un sorriso sereno.
Mathilda non riusciva a crederci, eppure quella era la realtà.
Immediatamente si strinse al corpo dell'argenteo, fu un solo istante e così si perse nell' ametista del giovane russo, e dolcemente posò nuovamente le sue labbra su quelle del ragazzo.
 
 
Erano passate velocemente tre settimane, e quel pomeriggio la casa di Mariam era totalmente a soqquadro.
Mancavano diverse ore alla partenza, visto che il torneo si sarebbe tenuto sulla West Cost della California, ma tutte avvertivano una forte agitazione.
Inoltre l'improvvisa assenza dei ragazzi non era d'aiuto a nessuna.
Eveline era seduta sul letto della sua migliore amica, e stava pensando divertita a tutto quello che era successo durante quell'anno.
Non avrebbe mai pensato che, sia lei che le sue amiche, avrebbero avvertito l'assenza dei ragazzi che per diversi anni avevano odiato.
Inoltre quell'anno era stato diverso e sicuramente migliore dei precedenti, anche perchè erano cambiate molte cose, e anche lei si sentiva diversa.
Ad un tratto sentì il suo cellulare vibrare, e notò che sullo schermo c'era una piccola bustina.
Lesse il messaggio diverse volte, per poi raggiungere il piano inferiore a tutta velocità.
Quel messaggio l'aveva preoccupata.
A gran voce urlò:
"I ragazzi ci attendono in spiaggia, è successo qualcosa".
Tutte si scambiarono uno sguardo preoccupato, ed in pochi secondi uscirono fuori dalla villa.
Dovevano scoprire cos'era successo.

 

 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Innanzitutto ringrazio Henya, che come ben sa in questo capitolo ci sono piccole  situazioni simili alla sua fic (Never lose hope 2) e quindi mi sembra giusto lasciare un credits per lei, e ovviamente un grazie speciale per la sua recensione.
Ringrazio anche il mio ragazzo (Kazumakun) per le sue recensioni.
Questo capito doveva essere diverso e non so come mi sono ritrovata eventi diversi xD quindi il campionato viene rimandato al prossimo capitolo.
Qui ci troviamo un po di situazioni risolte, altre che si sono create e spero di non avervi annoiati in nessun modo ^^
Alla prossima!
Baci, Carmen/ Lady_ Diamond

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Capitolo 33
*** All Stars Spirits Contest ***


La strada era più trafficata, e le luci che circondavano la strada sembravano scorrere più del solito, e le cheerleader avvertivano uno strano magone, o meglio paura.
Eveline non era stata molto chiara, ma le sue parole sembravano aver scatenato un pandemonio, e nell'auto di Hilary nessuno osava proferire parola, nonostante tutte volessero dare voce ai propri pensieri.
La giovane stilista aveva solo detto che bisognava raggiungere la spiaggia perchè era successo qualcosa ai ragazzi, e neanche lei sapeva cosa fosse successo ai loro amici.
Temeva che fosse successo qualcosa a Max, anche se era stato proprio l'americano a scrivergli, e ciò la rasserenava un po'.
"Precisamente cos' ha detto il tuo ragazzo?" domandò Hilary con un tono flebile e pigiando un piede sull'accelleratore.
La bionda estrasse il cellulare dalla borsetta, e dopo averlo sbloccato lesse il messaggio alle sue amiche.
"Correte  tutte in spiaggia, è successa una cosa e abbiamo bisogno del vostro intervento. Sbrigatevi!".
"Chissà che è successo, ma se devo essere sincera sono preoccupata" dichiarò Mariam fissando la strada con un'espressione vacua.
Era sicura che fosse successo qualcosa ed era ansiosa di capire il motivo di quell'urgenza.
"Ah, questi ragazzi sono così imbranati! Hanno sempre bisogno di una donna" aggiunse Julia ironicamente, nonostante provasse le stesse emozioni delle sue amiche, anche se il suo reale obbiettivo era quello di far sorridere le sue amiche, che risero a quella battuta.
"Già, senza noi sarebbero morti" sussurrò Eveline ridacchiando.
"E non finirebbero una missione con stile" aggiunse Hilary con un tono più rilassato.
"Ma ora hanno bisogno di noi" asserì Mariam tristemente, facendo nuovamente calare il silenzio all'interno della vettura.
Pochi istanti dopo diverse auto della squadra parcheggiarono le loro macchine e velocemente scesero.
Non riuscivano a vedere cosa stava succedendo alla riva, vedevano solo piccole scintille rosse distanti fra loro, e solo quando si furono avvicinate capiro.
I falò illuminavano la spiaggia, il sole era quasi completamente calato nel mare, e nell'aria echeggiava una musica ritmata, unita al dolce suono del mare, conferendo all'ambiente un aspetto magico, mentre uno striscione, dov'erano disegnati dei pon pon e fissato su due pali, recitava "Go sharks": il nome della squadra.
Diversi ragazzi delle quinte stavano allestendo un barbeque, e poi c'erano loro, le scimmie, gli ideatori di quel piano che sorridevano amabilmente alle cheerleader.
Le ragazze osservavano la scena esterrefatte, mentre nelle loro menti danzavano diverse emozioni, prima di rabbia per lo spavento, e poi di felicità per quel gesto così inaspettato.
Non si sarebbero mai aspettate un gesto affettuoso dei propri ragazzi, anche perchè per diversi giorni avevano finto indifferenza riguardo l'All Stars Spirit Contest, ossia il campionato delle cheerlader.
Inoltre quel luogo, era quella dov'era iniziato tutto, era il posto dove avevano ritrovato Sonja, dove avevano festeggiato Mariam, ma soprattutto era la spiaggia che aveva permesso l'inizio di tutti quei rapporti che avevano cambiato le loro vite legandole indissolubilmente.
Le ragazze sorrisero ai ragazzi, e saltellando a passo di musica raggiunsero gli amici.
Queen osservava la scena da lontano e non osava avvicinarsi al gruppo.
Si sentiva esclusa dall'allegria che aveva coinvolto l'intera squadra, ma soprattutto dal suo gruppo di compagne, non si sentiva parte di quel mondo fatto di amicizia, che spesso aveva cercato di rovinare.
Si strinse nella sua felpa della squadra, quando vide un'ombra familiare avvicinarsi.
Istintivamente sorrise, ancora non riusciva a crederci che la ragazza tanto odiata stava per avvicinarsi.
"Hey" sussurrò Queen con un tono incerto.
"Cosa ci fai tutta sola?" domandò Mariam affiancandola e volgendo il suo sguardo verso il mare.
Era davvero curiosa di scoprire cosa passasse nella mente della ragazza, anche se in fondo aveva capito cosa stesse provando.
Anche lei spesso aveva provato quella sensazione di solitudine, ed aveva capito che la sua ex rivale aveva bisogno di sfogarsi.
"Osservavo voi, e mi sento strana" dichiarò la cheerleader con un tono triste.
Imparare ad essere sincera era la cosa migliore che avesse mai appreso.
Mariam la fissò per qualche istante con incertezza, non sapeva cosa fare, e così chiese:
"In che senso strana?".
Fra le due ci fu qualche istante di silenzio, che poco dopo Queen interruppe.
"Mi sento esclusa, siamo una squadra, ma io non ho nessun rapporto di amicizia con nessuno ed è solo colpa mia"
"Non sei sola, Queen" rispose la cantante parandosi di fronte alla ragazza, con lo scopo di farle capire che poteva contare su lei.
Entrambe si sorrisero, e Mariam iniziò a canticchiare una strofa di una canzone che voleva dedicare alla nuova amica.
" Everybody needs a chance at love
That's all we need
If you wanna have a chance at us
Then try with me
… conosci questa canzone, no?  Non sei sola.
Stai provando ad essere una buona amica, e va bene così.
Tutti hanno bisogno di qualcuno, e tu non fai eccezione" .
"Certo che conosco la tua canzone, e se devo essere sincera io non capisco come tu faccia" rispose Queen cercando di evitare lo sguardo della cantante dagli occhi smeraldini.
La ragazza era stupita dal comportamento della sua ex nemica, eppure quel piccolo gesto sembrava averle scaldato il cuore.
Le due si scambiarono uno sguardo incerto, ma carico di emozioni condivise.
Sapevano che quello che stavano costruendo era un rapporto complicato, e a tratti burrascoso anche perchè i litigi di certo non mancavano, soprattutto quando Queen usava i suoi soliti modi.
"Sei cambiata, e forse questo non l'hai ancora capito" sibilò Maria facendo un occhiolino e tendendo una mano alla sua interlocutrice.
"Grazie, amica" sussurrò Queen stringendo la mano della ragazza, ed insieme raggiunsero il resto del gruppo sorridendo.
Quella semplice parola composta da sole cinque lettere sembrava essere  davvero importante per le due cheerleader, nonostante non tutti credessero alla redenzione della corvina dai capelli corti.
 
Intanto, alla riva del mare due ragazzi stavano discutendo animatamente sul loro futuro.
"Ti ho detto che tu verrai con me alla Brown" asserì Hilary arrabbiata.
"E io ti ho detto che non so se ci riuscirò, sono in lista d'attesa" rispose Takao con un tono nervoso.
Si sentiva un fallito ed un perfetto idiota.
Aveva studiato e lavorato per quasi un anno, aveva preso ripetizioni private, speso energia e denaro per poi ritrovarsi con un pugno di mosche.
"Mi chiedo perchè tu non abbia fatto richiesta ad altre università" biascicò la castana con un tono amareggiato.
Aveva combattuto per diversi mesi per stare con quel ragazzo, ma in quel momento  tutto le sembrava così lontano e distante.
Non riusciva a crederci che poteva rischiare di perdere tutto.
Non era arrabbiata con il suo ragazzo, e così accennò un flebile sorriso.
"Troveremo una soluzione, e poi è solo una stupida lista" aggiunse la castana con un tono incoraggiante.
"Non credo, Hilary" mugugnò Takao con un tono abbattuto.
"Scusate se m'intrometto" disse Eveline tenendo per mano Max e facendo voltare i due ragazzi.
"Ma una soluzione alla distanza si trova, ad esempio a settembre andrò a New York e Max resterà qui, esistono i week end, skype, chiamate" aggiunse poi la bionda sorridendo al suo ragazzo, che poco dopo disse:
"Come diceva Ivy, io frequenterò qui l'università e come te, ero in lista d'attesa"
"Davvero?" domandò Takao con un tono incuriosito.
"Esatto, potresti provare a scrivere una lettera all'ufficio d'ammissione e potrebbe esserti d'aiuto" rispose Max sorridendo ai suoi amici, e con un animo sereno per aver aiutato i suoi amici.
Poco dopo Eveline prese posto accanto ad Hilary, e dolcemente le prese una mano.
"La distanza fa paura, ma se c'è davvero amore si supera tutto".
Sembrava avere un tono deciso, ma comunque preoccupato.
Difatti anche lei aveva paura di perdere Max, eppure credeva fermamente in quel rapporto, e non avrebbe permesso a nessuno di rovinarlo.
Voleva lottare per Max, l'unica persona che l'aveva fatta sentire speciale.
Il rapporto con Boris, la cotta per Ozuma erano solo il passato, per lei contava solo Max.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice, e poco dopo si abbracciarono.
"Come farò senza voi?" sussurrò Hilary con un tono rotto dall'emozione.
Sapeva che sarebbero cambiate molte cose dopo quell'anno, e forse alcuni rapporti si sarebbero rovinati o persi per la distanza.
"Hils, secondo me noi ce la faremo. Siamo vissute tutte il simbiosi per troppi anni" disse Julia che aveva raggiunto le sue amiche, seguita dalle altre.
"E poi voi siete le mie psicologhe preferite" aggiunse Mao con un tono allegro.
"Sempre amiche" aggiunse Mariam proponendo un abbraccio di gruppo.
"Mi fate venire le carie" disse Yuri con un tono disgustato, ma nonostante questo le sue reali emozioni erano ben altre.
Difatti dopo quell'ultimo anno di liceo avrebbe visto poche volte la sua nipotina e sua sorella, e poi c'era Julia.
La sua Julia.
Colei che aveva deciso di frequentare l'università a New York e di studiare recitazione, mentre lui sarebbe ritornato in Russia.
Ma di certo non avrebbe confessato a nessuno le sue emozioni.
"Stupido idiota" asserì Sonja ridendo, e trascinando Julia all'inseguimento del rosso.
La spagnola rideva a crepapelle mentre si stava ripetendo la stessa scena di pochi mesi prima.
 
Il viaggio in pullman procedeva senza problemi fra chiacchiere e musica, anche perchè nessuna aveva intenzione di pensare a come sarebbe andata la gara.
L'ultima per alcune della squadra, la prima per altre, e ciò provocava in ogni singola ragazza diverse emozioni.
Mao stava guardando fuori dal finestrino, mentre la sua mente era assorta da diversi pensieri.
Pensava a Rei, e aveva giurato a se stessa che gli avrebbe finalmente dichiarato i suoi sentimenti e gli avrebbe chiesto di fare coppia fissa.
Da quando si erano abbracciati dopo una missione i rapporti fra i due erano cambiati, si erano anche baciati, ma nonostante questo lei non sapeva cos'erano diventati, e ciò la turbava.
Per un anno intero aveva covato quel sentimento così forte, e aveva odiato Rei quando si era fidanzato con la sua amica Salima, ma contemporaneamente era anche felice per lui.
In passato si era fatta da parte, ma era stanca di dover nascondere ciò che provava.
Avrebbe vinto con le sue amiche, e solo dopo si sarebbe dichiarata.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla professoressa che richiamò l'attenzione delle ragazze, avvertendole di essere giunte a destinazione.
La squadra immediatamente raccolse le sue cose, e pochi istanti dopo entrarono nella hall dell'hotel, già gremito di altre squadre, chiaro segno che la competizione sarebbe entrata presto nel vivo.
E poi le videro, il gruppo da sempre rivale.
I due gruppi iniziarono a lanciarsi sguardi infuocati, ma poco dopo avvenne ciò che nessuno si aspettava.
La leader dell'altro gruppo, Kate, una ragazza dalla tipica bellezza californiana, si avvicinò alle Sharks.
"Ciao Mariam" disse la ragazza con un tono falsamente amichevole e porgendo una mano alla corvina.
La cantante fissò quella ragazza per diversi secondi con un'espressione di superiorità.
Non le era mai piaciuta quella ragazza, anche perchè in diverse occasioni l'aveva vista trattare male le sue compagne di squadra.
"Ciao" sibilò Mariam fingendo un sorriso e stringendo la mano della bionda.
"Noto che quest'anno hai nella tua squadra un mio scarto" asserì Kate, facendo sghignazzare il suo team e fissando Crystal, che si parò davanti alla bionda.
La ragazza aveva uno sguardo furente, ed un tono più alto del normale esclamò:
"Io non sono lo scarto di nessuno".
Era stata in quella squadra per diversi mesi, ma proprio quelle ragazze avevano provocato la sua espulsione dalla scuola, e per questo le odiava.
Mariam, cercando di capire cosa stesse succedendo, prese la mano della sorella del suo ragazzo in segno di solidarietà.
" Crystal fa parte della migliore squadra del paese mi sembra, in fondo vi abbiamo battute per due anni di seguito, no?" esclamò  Mariam con un tono tagliente e soddisfatto, anche perchè era consapevole di aver toccato un tasto dolente.
"Quest'anno non sarà così" strillò la bionda con una voce isterica, per poi sparire pochi istanti dopo.
Crystal fissò per diversi istanti la capo cheerleader , e istintivamente le sorrise con gratitudine per poi abbracciarla.
"Sei un'amica" sussurrò la cantante all'orecchio della bionda ricambiando l'abbraccio.
Era davvero felice di aver instaurato un buon rapporto con la sua "cognatina"  a cui si era affezionata in poco tempo.
Erano due ragazze così diverse, eppure così simili, anche perchè avevano diverse cose in comune, ad esempio il rapporto conflittuale con il padre.
Già, George, l'uomo che l'aveva abbandonata e che dopo tanti anni era tornato dal nulla e che stava per sposare sua madre.
Colui che spesso c'era solo fisicamente, ma che comunque le voleva bene a modo suo.
E poi c'era Jessie, il suo fratellino con cui litigava spesso, ma nonostante tutto si volevano bene, esattamente come se ne volevano Crystal e Ozuma.
 
Mancavano pochi minuti all'inizio del contest e diverse ragazze giravano senza meta nella hall, altre invece stavano all'ombra di qualche albero alla ricerca della tranquillità.
E fra tutti quei gruppi, c'erano le ragazze del Beyblade High School, che erano riunite sugli spalti a parlare della gara.
Indossavano la loro divisa bianco e azzurra che sfoggiavano con orgoglio, mentre i loro capelli erano legati in una coda infiocchetta.
Sebbene indossassero la stessa uniforme erano tutte diverse, e proprio le loro differenze le avevano unite in passato.
Tutto sembrava spaventarle, ma nonostante ciò si sentivano sicure, eppure avvertivano una forte adrenalina scorrere nelle loro vene.
Quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero gareggiato insieme, e tutte erano disposte a dare il massimo.
Desideravano vincere con tutte le loro forze, dovevano portare avanti quel percorso che avevano iniziato insieme tre anni addietro, quando tutto era iniziato.
"Vi ricordate com'è iniziato tutto questo? È stato quasi un caso. Eravamo tutte li in quella palestra, ci squadravamo tutte, provando anche un po' d'invidia" disse Mao sorridendo.
"E poi Mariam ci faceva tremare, stava sempre accanto all'ex capo cheerleader" aggiunse Hilary con un tono divertito ricordando le espressioni nevrotiche della corvina.
"E quella faceva tremare me. E poi siete entrate voi nella mia vita quel sabato pomeriggio" aggiunse la cheerleader sorridendo.
"E siamo andate d'accordo dal nostro primo dialogo, anche se nessuno avrebbe scommesso su noi per i nostri caratteri diversi e  invece siamo ancora qua, pronte a spaccare i culi. Ed è solo grazie a voi se esistono le Blue Roses, perchè siete state voi a spingerci a partecipare a quel concorso" aggiunse Julia con un tono commosso ricordando il passato.
Durante quell'anno erano cambiate tante cose, e non ce l'avrebbe mai fatta se non fosse stato per le sue amiche.
Quegli anni erano stati i migliori della sua vita, aveva riso, pianto, si era innamorata diverse volte ma le sue amiche c'erano sempre state.
Avevano raccolto i suoi pezzi quando stava male, riso con lei, pianto insieme e aveva paura di perderle.
Quel torneo per la spagnola rappresentava la fine di un'era di cui si era sentita protagonista, e voleva vincere.
Era fiera di partecipare a quell'evento con le sue migliori amiche e le altre compagne di squadra.
"Vi ricordate quel sabato pomeriggio? Ci siamo ritrovate per caso in un bar, ma nonostante frequentassimo la stessa classe ed eravamo insieme in squadra non ci parlavamo molto" disse Mao ridendo e rievocando quel buffo ricordo.
Tutto il gruppo iniziò a ridere.
Quelli erano i loro ricordi migliori e riviverli per qualche istante le faceva sentire più unite del solito, poiché anche la sciocchezza più stupida non aveva fatto nient'altro che unirle di più.
"Come dimenticare la faccia che Julia quando il barista le aveva rovesciare un drink addosso, per poi provarci" aggiunse Mao con un tono ilare.
 "Hey, non è colpa mia se ho un fascino latino" rispose la spagnola fingendo di pavoneggiarsi ed usando un tono suadente che scatenò un'altra sonora risata.
"E poi è intervenuta Hilary, e poi Emily e tutto il resto del gruppo. Eravamo così imbranate, ma ci siamo trovate. Ed è la cosa migliore che potesse capitarci." aggiunse la cinese in rosa, mentre i suoi occhi sembravano umidi.
Amava le sue amiche e si sentiva pronta ad affrontare quella sfida.
"Direi che è il momento dei discorsi" disse Mariam alzandosi e posizionandosi di fronte alle sue ragazze.
"Come sapete non sono brava con i discorsi.
Vi dico solo che questo è il nostro ultimo passo di un'avventura iniziata tre anni fa, e oggi siamo qui per difendere un titolo.
Comunque vada noi siamo state le migliori per due anni, quindi diamoci dentro".
Appena ebbe finito tese una mano al centro del gruppo, e tutte la imitarono.
La squadra si fisso per qualche istante, e all'unisono gridarono
" Merda, merda, merda. Go Sharks".
Ed insieme si avviarono dietro le quinte sorridendo.
Qualunque cosa sarebbe successa su quel palco loro sarebbero state insieme, e quella era l'unica cosa che contava.
 
 
Mancava davvero poco alla loro esibizione, e tutte le ragazze erano pronte ad entrare in scena.
E poi sentirono il nome della squadra, passarono sotto lo striscione prontamente sollevato e raggiunsero il centro del palco.
Alcune iniziarono a saltellare, altre si muovevano salutando gli amici, ma gli sguardi delle cheerleader venne catturato dai ragazzi del loro liceo, che le salutavano animatamente e agitavano vari cartelloni.
Il palchetto era all'aperto ed era circondato da palme, mentre alcune luci illuminavano il centro.
Improvvisamente tutto il gruppo si posizionò al centro formando una piramide.
La musica iniziò, e le cheerleader si divisero a canone, alcune eseguivano dei passi,  altre invece ne eseguivano altri, per poi riunirsi al centro eseguendo tutti i movimenti con una sincronia perfetta.
Hilary, Mariam e Julia erano in fondo al gruppo e venivano sollevate da alcuni ragazzi che le facevano volteggiare ad altezze mozzafiato.
Sentivano l'emozione scorrere nei loro corpi eccitati, e tutto sembrava essere al dir poco perfetto.
In fondo tutto l'allenamento di quegli anni era servito e i risultati erano palesi .
Presto giunse la prima difficoltà tecnica: Julia ed Hilary dovevano eseguire delle capovolte in aria in contemporanea.
Si scambiarono uno sguardo complice, ed ancorandosi a Mariam eseguirono egregiamente quel passo che spesso aveva dato loro diverse difficoltà, e riuscendoci avvertirono un senso di soddisfazione.
Le tre furono posate a terra e si sorrisero nuovamente.
Stavano ballando alla perfezione, e nulla sembrava essere più perfetto.
Poco dopo, il gruppo capitanato da Mao e Queen si posizionò al centro, e le due ragazze si misero in diagonale, per poi eseguire alcuni movimenti di danza accompagnati da altri membri del team.
Tutto il gruppo si riunì formando nuovamente una piramide, e al passo con la musica che imitava il suono di alcune armi terminarono l'esibizione.
Scesero dal palco velocemente, e con un'allegria inaspettata si recarono dietro le quinte, dove ad attenderle c'erano i loro compagni di scuola, che accolsero le cheerleader con euforia.
Mao incrociò lo sguardo di Rei, e camminando velocemente si precipitò fra le braccia del cinese.
Non le importava se la sua squadra avesse vinto o meno, poiché tutto ciò che voleva era lì.
I due giovani si sorrisero amabilmente, e la cinese in rosa si perse negli occhi ambrati del ragazzo amato.
E senza rendersene conto lo baciò con passione, ed entrambi si strinsero in un dolce abbraccio.
"Ti amo" sussurò Rei dolcemente e continuando a stringere la ragazza che lo osservava paralizzata.
La cheerleader non riusciva a credere a quelle parole, esattamente quelle che sperava di sentire da mesi.
Abbracciò il ragazzo, e nuovamente lo baciò, mentre l'intera squadra osservava la scena attonita.
"Ti amo anche io" mugugnò Mao con una voce rotta dall'emozione.
Quanto aveva sofferto quell'anno, ma in quel momento non le importava, in fondo ne era valsa la pena aspettare.
Diverse ore dopo venne annunciato il nome dei vincitori, ed era stato entusiasmante sentire il nome della propria squadra che veniva enunciato come vincitore di due categorie.
Avevano ottenuto il primo posto, ma per la prima volta avevano vinto il titolo per la miglior coreografia.
Le cheerleader sollevarono le due coppe con un'espressione soddisfatta, ed insieme si strinsero in un forte abbraccio.
Mariam guardò per un breve istante il suo ragazzo, colui che l'aveva sempre supportata, e nonostante lo stadio fosse gremito di persone che stavano applaudendo il loro successo, per lei contava solo la presenza di Ozuma.
Lui alzò una mano in segno di vittoria, anche perchè la sua scuola aveva vinto quel trofeo tanto ambito.
Ma quello che lo rendeva più felice era la sua ragazza che aveva raggiunto il suo scopo.
 
 
Le tre cantanti, che ancora indossavano la divisa, stavano passeggiando nei pressi del giardino dell'hotel mentre parlavano del loro futuro.
Improvvisamente un'ombra catturò la loro attenzione, e con passi furtivi si avvicinarono, ma qualcuno le colpì alle spalle.
Tutte e tre caddero a terra prive di sensi, incapaci di reagire a quell'improvviso attacco da parte di ignoti.
Intorno a loro non c'era nient'altro che il buio unito ad un senso di estraniazione dalla realtà, erano state rapite.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Prefetto, questo doveva essere il penultimo capitolo, ma scrivendolo mi sono dovuta fermare e dividere il capitolo in due parti <.<
(Kei, Yuri e Boris puntano un fucile contro Carmen, l'autrice scappa).
Bene u.u questo capitolo sembrava un capitolo di transizione, e invece parte il colpo di scena muhahaha.
Ringrazio Henya per la sua bellissima recensione ed avermi sempre seguita e per la sua amicizia ed il mio ragazzo per avermi supportata sempre *-*
E ringrazio i lettori silenziosi, chi segue la mia fanfiction e chi l'ha aggiunta fra le preferite.
Il prossimo (salvo imprevisti) dovrebbe essere davvero il penultimo ( almeno secondo la mia scaletta).
Spero di non essere stata troppo melensa in questo capitolo e di non avervi annoiati.
Al prossimo capitolo.
Baci a tutti.
Lady_Diamond/Carmen.
PS: come avrete notato questo è un capitolo quasi tutto al femminile, anche se non era una cosa voluta ma siccome oggi è la festa della donna porgo i miei auguri a tutte le donne di questo fandom <3. Sotto il link della coreografia a cui mi sono ispirata.
http://m.youtube.com/watch?v=3Oa5jT9Z_6g

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Capitolo 34
*** Quello che non ti aspetti ***


Oscurità, nient'altro riuscivano a vedere i loro occhi, e quell'ambiente così tetro e buio non calmava gli animi delle tre ragazze prigioniere.
Erano sole.
Intorno a loro c'era solo acqua dalla dubbia provenienza che bagnava il pavimento freddo, mentre le pareti erano di fredda ed umida roccia.
Nessuna era in grado di stabilire da quanto tempo fossero rinchiuse in quella cella. Erano passate ore, o forse giorni, oppure settimane.
Più il tempo passava e più perdevano le speranze, anche perchè l'ennesimo piano di fuga era inesorabilmente fallito, e la sensazione di vuoto e paura diventava sempre più forte.
Le ferite superficiali bruciavano come non mai, soprattutto quelle ancora aperte, mentre i vestiti leggeri non le aiutava a non provare freddo in quell'ambiente.
Credevano che sarebbero morte in poco tempo, erano stanche di vivere in quel modo, in quella vita che aveva perso ogni speranza.
I loro pensieri erano rivolti costantemente ai loro effetti, e piangevano silenziosamente stringendosi in forti abbracci.
Erano solo loro tre, e nessuna sapeva come salvarsi.
Un forte suono rimbombò per tutto l'edificio, seguito da un silenzio assordante, mentre un sottile raggio di luce penetrava appena.
Ci fu un'altra esplosione, che però venne seguita da alcune voci che sembravano irreali, e poi di nuovo il buoi.
"Siamo qui! Ci sentite?" domandò una voce che proveniva da una crepa.
Stava succedendo qualcosa, ma le tre cantanti osservavano la scena ammutolite, mentre la paura invadeva nuovamente i loro animi dilaniati dalle sofferenze imposte.
Era la fine, o almeno era quello che credevano.
 
 
24 ore prima...
Erano trascorse tre settimane da quella maledetta sera, ma nessun membro di quel gruppo ara intenzionato ad arrendersi.
Eppure, nonostante tutti si sforzassero di far forza ad uno o all'altro amico, più passava il tempo e più avevano paura.
Da quando le tre cantanti erano state rapite era diventata abitudine riunirsi per cercare indizi, ma ogni volta che sembravano essere vicini alla verità, essa sembrava dissolversi come una nuvola spazzata via dal vento.
"Adesso basta" esclamò Takao sbattendo una mano sulla scrivania ed scattando in posizione eretta.
Quante cose aveva da dire alla sua Hilary, ma soprattutto gli mancava.
Si sentiva colpevole perchè quella sera l'aveva lasciata sola.
Si sentiva colpevole, ma anche inutile.
Non aveva nessuna idea su chi fossero i rapitori e dove avessero portato la sua ragazza.
Tutto il gruppo rivolse uno sguardo comprensivo al moro, soprattutto Yuri e Ozuma, che erano ugualmente preoccupati.
I due giovani atleti passavano le notti insonni, e senza proferire parola lavorando insieme, e le loro ricerche sembravano averli portati ad una conclusione.
Si scambiarono uno sguardo complice, ed il ragazzo di Mariam prese parola.
"Ricordi quella sera in Messico? Io e Yuri crediamo che quei tipi che ci attaccarono abbiano rapito le nostre ragazze".
Ci fu un attimo di silenzio interrotto solo dai respiri, mentre nelle menti dei liceali si accavallavano mille domande.
"Ma noi non li abbiamo visto in faccia" disse Yuri con un tono freddo e distaccato, nonostante provasse una sgradevole sensazione a cui non sapeva dare un nome.
"Ma quelle spie si" mugugnò Takao tristemente.
Avevano una pista da seguire, ma non avevano i mezzi.
"Dobbiamo trovarle" asserì Yuri con un tono imperativo.
Non aveva la benché minima idea da dove iniziare, ma avrebbe cercato fino alla perdita di tutte le sue forze.
Voleva solo trovare Julia e abbracciarla, ma soprattutto sperava che fosse viva.
Tutto io gruppo guardò i tre ragazzi con un'espressione interrogativa, ma erano tutti disposti ad aiutare le loro amiche.
 
 
Intanto, in quella tetra cella le tre cantanti stavano elaborando un piano.
"Avete mai sentito parlare della sindrome di Stoccolma?" domandò Hilary con un timbro basso e scrutando le sue amiche che la guardavano con un'espressione incerta.
"Si Hilary, ma cosa centra?" a parlare era stata Mariam.
Non riusciva a capire dove volesse andare a parare la sua amica.
Da quel che sapeva lei quel disturbo consisteva in uno stadio di regressione che comportava l'identificazione con il proprio aguzzino, suscitando sentimenti "affettuosi".
Però, forse aveva avuto una buona idea.
"Vuoi fingere una sorta di legame affettivo con qualcuno?" domandò nuovamente la corvina.
La castana sorrise furbamente, ed annuì.
"Se magari mi spiegate mi fareste un favore" disse Julia con un tono esasperato.
"È semplice: hai presente il carceriere, quello giovane e carino? Potremmo fingere una sorta d'innammoramento per lui, e mentre una fingerà di flirtare con lui le altre due lo metteranno a tappeto. Ho notato che porta con se diverse chiavi e quindi … liberarci" concluse Hilary con un tono soddisfatto.
Le tre ragazze si scambiarono uno sguardo complice, ed insieme stabilirono i dettagli.
Ben presto il ragazzo giunse in quella lurida stanza, e Julia iniziò a fare la svenevole con l'aguzzino che sembrava apprezzare quelle attenzioni.
Ma non appena fu dentro la stanza venne colto alla sprovvista dalle due ragazze che lo atterrarono con poche mosse.
Si presero per mano dando inizio alla loro corsa verso la libertà.
Iniziavano a sentire la speranza rinascere più forte che mai.
Non avevano intenzione di arrendersi, corsero fino ad un bivio e più si avvicinavano all'uscita e più sentivano la temperatura salire.
Un uomo alto circa un metro e novanta seguito da altri due sbucò dal nulla, sul suo viso era dipinto un ghigno malvagio e per nulla rassicurante.
Il trio istintivamente indietreggiò, per poi riprendere a correre.
Avevano paura ma non avevano intenzione di arrendersi.
"Dove credete di andare signorine" asserì una figura spuntata dal nulla.
"Via" dissero le tre all'unisono.
Ma purtroppo la loro fuga era finita poiché erano state accerchiate, per poi essere rispedite in quel tugurio.
"Perchè? Perchè tutto questo?" disse Mariam con astio mentre si teneva il  braccio su cui era atterrata.
"Avete rovinato un lavoro su cui lavoravamo da mesi, ed ora morirete qui dentro" asserì l'uomo chiudendo a chiave la cella, per poi sparite pochi istanti dopo.
 
Ozuma era nella stanza di Mariam, non sapeva neanche lui il perchè aveva desiderato andare lì, eppure aveva raggiunto quella casa inconsciamente.
Quella camera gli ricordava tutto di lei e tutti i momenti passati con la sua ragazza.
Prese posto sul letto e strinse a sé un pupazzo della cantante alla ricerca del suo profumo.
Non voleva crollare, voleva essere forte per lei, desiderava che quella realtà fosse solo un brutto sogno.
Sperava che fosse viva, ma aveva paura di sbagliarsi anche perchè non aveva nessuna notizia delle sue amiche.
I suoi pensieri erano rivolti anche ad Hilary e Julia con cui aveva condiviso molti bei momenti, aiutandolo anche quando aveva creato quel casino con Mariam.
Era irreale non andare alle prove, non sentire le voci delle ragazze che scherzavano per poi coinvolgere anche lui.
"Cosa ci fai qui?" domandò Jessie con gli occhi lucidi tenendo per mano Eveline, che stava ancora versando tristi lacrime.
"Non lo so neanche io, cercavo la presenza di tua sorella qui" ammise il ragazzo riducendo gli occhi a due fessure.
Ammettere quella verità lo aveva fatto sentire debole, e parlarne aveva reso quell'assenza reale.
"Anch'io vengo spesso qui, e voglio trovarla. Voglio partecipare alle ricerche" disse il ragazzino con una voce decisa e prendendo posto accanto all'amico.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso gli mancava sua sorella ed il desiderio di essere d'aiuto era fortissimo.
In fondo lei era la sua confidente e anche la sua migliore amica, e senza lei sentiva un immenso vuoto nel cuore.
"Gliel'hai detto tu?" domandò Ozuma rivolgendosi ad Eveline con un tono duro.
La bionda cercò di trattenere le lacrime, e mugugnò diverse frasi sconclusionate.
"È la mia migliore amica"
I due studenti si presero per  mano alla ricerca di un conforto.
 Erano lì, insieme, uniti dagli stessi pensieri.
"Noi due non parliamo da un po', ma lei ha bisogno di noi, ed io ho bisogno di un'amica".
"Anch'io" rispose Eveline abbracciando il ragazzo.
Il batterista fissò Jessie per alcuni istanti e cercando di trattenere le emozioni disse:
"Parteciperai alle ricerche, ma non devi farti male".
"Mi manca" dissero i tre all'unisono e stringendosi in un abbraccio piansero tutte le loro emozioni.
Era la prima volta che Ozuma piangeva, ed era stato orribile, ma almeno non era solo.
 
Takao era nella sua camera da letto messa completamente a soqquadro.
Si sentiva frustrato ed in quel momento non sapeva cosa fare, se non distruggere tutto.
Voleva dire tante cose ad Hilary, ad esempio che avrebbero studiato insieme alla Brown, dirle che l'amava davvero, ma lei non c'era.
In tutto quel casino aveva cercato di dare un senso a quei giorni, e aveva realizzato un suo sogno.
Sentiva di doverlo fare per la sua ragazza con cui aveva avuto una piccola discussione sul futuro proprio il giorno del rapimento.
Improvvisamente vide un piccolo aereo di carta volare davanti ai suoi occhi, si affacciò sul balcone e vide una figura appollaiata su un albero.
Era sicuro che fosse la stessa ragazza che li aveva salvati in Messico.
La bionda gli fece un cenno con una mano, e con una voce tranquilla disse:
"Leggi il biglietto".
Poco dopo scese giù per poi sparire nel nulla.
Takao era rimasto fermo con una mano alzata, incapace di fare qualsiasi cosa. Dopo pochi istanti si riscosse da quell'atmosfera irreale e si precipitò sul figlio.
Lesse velocemente il contenuto, e poco dopo prese il cellulare, scorse le varie chat su whatsapp per poi trovare il gruppo che cercava: quello per le ricerche creato pochi giorni dopo l'annuncio del rapimento.
-Ho un indirizzo che potrebbe portarci alle nostre amiche!-
-Davvero? Come diavolo hai fatto?- scrisse Yuri digitando il messaggio con un'espressione scettica dipinta sul viso.
Non era sicuro delle parole di Takao, eppure avrebbe fatto di tutto pur di risolvere quella situazione.
-Che stai blaterando Takao?- chiesero e Rei Mao simultaneamente.
Erano entrambi curiosi di scoprire cosa stesse succedendo, ma anche ansiosi di riavere le tre cheerleader con loro.
-Dacci questo indirizzo Kinomiya, si entra in azione, subito. - scrisse il rosso russo ormai stanco di quelle discussioni.
Aveva voglia di entrare in azione e riempire di botte i rapitori.
Avevano toccato una persona a lui cara e non aveva alcuna intenzione di fargliela passare liscia.
-Takao, l'indirizzo. Ora!- scrisse Ozuma mentre stava deviando il tragitto verso la villetta dell'amico.
- Venite a casa mia, ci organizziamo e riporteremo le ragazze qua-.
"Sicura che verranno?" domandò Crystal in un sussurro.
"Sicurissima, e poi abbiamo bisogno del loro aiuto.
Non sappiamo in che condizioni sono" rispose Queen muovendosi furtivamente all'interno di un corridoio.
Erano mesi che seguiva le tre ragazze nell'ombra, precisamente da quando finalmente le era stata affibbiato la sua partner.
Aveva dovuto continuare a recitare la parte della strega per proteggere quel trio, e doveva salvarle.
Sapeva che spiegare qual era la verità sarebbe stato difficile, ma in fondo ne valeva la pena.
Anche perchè quelle ragazze erano sue amiche.
"Siamo arrivate" asserì la spia bionda con freddezza ed estraendo una piccola bomba che scaraventò lontano.
Dovevano attirare l'attenzione su qualcos'altro così da poter raggiungere la cella delle tre ragazze.
"Ottimo diversivo" disse la corvina iniziando a correre verso la destinazione.
"Dovere" rispose l'altra sorridendo soddisfatta.
Salvare le sue amiche le sembrava essere la cosa più giusta da fare, soprattutto per  suo fratello.
Giunsero davanti ad un finto muro che poco dopo riuscirono a crepare.
"Ragazze siete qui?" gridarono le due ragazze.
 
Tutti quei suoni, quelle voci sembravano essere frutto della loro immaginazione.
Qualcuno era venuto a salvarle, gridarono disperate.
"Siamo qui".
Ci fu un altro rumore seguito da secondi di silenzio, finché non videro la luce. Non erano sole, forse erano salve davvero.
"Veloci" disse Crystal con un tono che non ammetteva repliche e tendendo un braccio verso le ragazze.
Le due spie si assicurarono che il trio stesse e in pochi istanti iniziarono la loro folle e disperata corsa verso la libertà.
Si udirono spari alle loro spalle, ed un proiettile ferì di striscio Queen che gemette per il dolore, ma cercando di non dar peso a quel dolore finse di star bene.
Si udirono altri spari, e poi di nuovo il silenzio.
Alle loro spalle stava succedendo qualcosa, ma nessuna delle cinque era intenzionata a guardare cosa stesse succedendo.
"Hilary, dove sei?" urlò Takao buttando k.o un uomo, l'ultimo di quel gruppo.
Takao era lì, il suo Takao era lì.
Istintivamente chiamò il nome del ragazzo, e ben presto il gruppo si ritrovò, ed insieme uscirono da quella prigione, ritornando verso la libertà, mentre all'interno dell'edificio divampava un incendio.
 
Erano libere finalmente.
Il trio iniziò a scrutare l'ambiente bagnato dalla pioggia con un'espressione assorta.
"Hilary" mugugnò Takao abbracciando la sua fidanzata con uno slancio.
La castana piangeva, sfogando tutte le sue frustrazioni fra le braccia dello studente.
Erano di nuovo insieme e tutto il mondo sembrava essersi fermato.
Jessie corse verso sua sorella stringendola a sé.
Non avrebbe permesso mai più a nessuno di portargliela via.
 Non si dissero nulla, rimasero stretti per molto tempo, mentre Ozuma faceva scorrere il suo sguardo fra sua sorella e la fidanzata.
"Da quanto fai questo?" domandò lui affiancando la bionda con un tono preoccupato.
"Prima missione, ma mi alleno da anni" rispose la bionda stringendo la mano della sua partner, che appariva stanca e provata.
Le piaceva quel lavoro, e non aveva intenzione di rinunciare dopo tutto quello che aveva passato.
Queen cadde a terra priva di sensi a causa delle ferite, e poco dopo venne portata in ospedale.
 
Era passata una settimana dalla loro liberazione e ritornare alla libertà era stato difficile.
Julia ed Hilary si muovevano sempre insieme fra i corridoio scolastici, mentre Mariam aveva deciso di far compagnia a Queen, che era ancora ricoverata.
Ancora non erano venute a conoscenza del perchè Queen fosse stata presente in quelle missioni, e lentamente si stavano abituando a non considerarla come una nemica.
All'inizio non avevano prestato molta attenzione alla corvina durante quella notte, e solo pochi giorni dopo avevano realizzato di essere state salvate da colei che consideravano ancora una nemica.
Julia si separò da Hilary -che era stata raggiunta da Takao- per recarsi in biblioteca.
Avvertiva una strana presenza alle spalle, e temeva che qualcuno volesse farle del male.
Entrò velocemente nella biblioteca scolastica, e cercò di sparire fra i vari scaffali, quando avvertì qualcuno toccarle una spalla.
Istintivamente si voltò, e senza prestare attenzione all'inseguitore, riuscì a piegare un braccio del ragazzo dietro la schiena.
"Fernandez" sibilò Yuri atono.
La cantante spagnola divenne subito paonazza per l'imbarazzo, anche perchè non era la prima volta che reagiva in quel modo.
"Yuri…" rispose lei con una voce più rilassata ma tenendo ancora bloccato il braccio del rosso.
"Non credi che dovresti lasciarmi libero? O forse queste sono le tue nuove manie perverse?" disse il rosso con una voce sarcastica, nonostante quella situazione lo divertisse.
La spagnola lasciò il fidanzato, e velocemente si parò davanti al moscovita.
Quel ragazzo gli era davvero mancato e ancora non riusciva a credere di essere lì con lui.
Si strinse al russo inalando il profumo del giovane, che iniziò ad accarezzarle i capelli.
"Sei diversa" asserì lui.
Voleva parlare con la sua ragazza, ma non voleva chiedere nulla, anche perchè voleva farla parlare e aspettare che fosse lei a dirgli qualcosa.
"In che senso?" domandò la cantante.
"Il tuo sorriso, è diverso. Spento direi" rispose il moscovita con un'espressione seria sul viso.
Era meravigliata da quello che gli stava dicendo il suo ragazzo, e così esplose in un pianto carico di emozioni.
Lui non disse nulla, ascoltò e basta senza interrompere il discorso della sua Julia, e senza rendersene conto disse:
"Ho avuto paura".
La castana fissò Yuri con un'espressione incredula.
Non riusciva a credere che il suo freddo ed asociale fidanzato le avesse detto qualcosa di carino, o almeno secondo gli standard del giovane quella era stata una frase dolce, e questo Julia lo sapeva bene.
"Ti amo" sussurrò la cheerleader posando le sue labbra su quelle del russo.
Quel sentimento batteva in lei da molto tempo, ed aveva deciso di dichiarare i suoi sentimenti.
"Idem" mormorò il rosso rispondendo al bacio.
In quel momento nulla aveva più importanza: c'erano solo loro.
 
 
Mariam era nella sua stanza a studiare, o almeno ci provava.
Sul suo letto regnava il caos assoluto: libri a destra in disordine, fogli sparsi ovunque, quaderni aperti, altri chiusi, il tutto mentre cercava di organizzare un programma per recuperare le tre settimane di assenza a scuola.
Mancava meno di un mese alla fine della scuola, e non aveva alcuna intenzione che una brutta esperienza intaccasse la sua carriera scolastica.
Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e senza sapere chi fosse gli disse di entrare.
"Ciao" sussurrò Ozuma con un tono dolce.
Non riusciva a credere che quella fosse la sua ragazza, anche perchè era abituato a vederla vestita diversamente.
In quel momento aveva i capelli raccolti in una treccia disordinata, una semplice maglietta bianca e pantaloncini di jeans e senza trucco, ma la trovava comunque bellissima.
"Ti ho portato i compiti" continuò il giovane prendendo posto accanto alla cantante.
"Grazie" sussurrò la corvina dando un leggero bacio al fidanzato.
"Novità su Queen?" domandò Ozuma con un tono tranquillo.
Aveva tante cose cose da raccontare alla sua ragazza, ma voleva aspettare che lei dicesse qualcosa.
"Si, è uscita oggi dall'ospedale e mi ha raccontato la verità su tutto.
Quel caso in Messico era stato ritardato per mesi, ma alla fine è toccato a noi perchè eravamo là, anche se eravamo già stati scelti. Queen e tua sorella ci stavano seguendo da qualche giorno per vedere cosa sarebbe successo, e dopo tutto quello che è successo quei tipi sono scappati e ci hanno riconosciute".
Era stato frustrante scoprire la verità in quel modo, anche perchè suo nonno non aveva esitato a mentirle ancora una volta e a mettere a rischio la sua vita.
"Noi siamo i migliori" rispose Ozuma con un tono scherzoso.
"Ovviamente" rispose lei facendo una smorfia infastidita.
Lui non aveva intenzione di fare altre domande, anche perchè sapeva che se voleva sapere qualcosa dalla sua ragazza doveva aspettare che lei parlasse di sua volontà.
La corvina si distese sul letto e fece cenno al suo ragazzo di imitarla.
Voleva dire molte cose al suo fidanzato, ma non riusciva a trovare le parole.
Prese un lungo respiro e cambiò posizione distendendosi su un fianco, e lui fece lo stesso ponendo un braccio sulla schiena di Mariam.
Entrambi si persero nei loro sguardi e la cantante nascose il viso nell'incavo del collo di Ozuma.
"È stato orribile. Tralasciando le ferite, posso dire che pensare di non uscire più da quel posto, di non poter vedere  le persone a cui tengo.
È stata la cosa peggiore della mia vita".
Solo qualche goccia salata scese dagli occhi smeraldini della cantante, e lui la strinse a sé.
Era strano vedere la sua ragazza in quello stato.
Lei che appariva sempre fredda, distaccata e sicura di sé stava fra le sue braccia in assoluto silenzio.
In quel momento gli sembrava una cucciola, la sua cucciola, tanto bisognosa d'affetto. L'amava davvero tanto e non avrebbe permesso più a nessuno di portargliela via.
"Ti amo, Mariam" disse lui dolcemente.
La ragazza si scostò leggermente, e con occhi luccicanti ed una voce flebile disse:
"Anche io".
E si baciarono, per poi raggiungere un mondo che apparteneva soltanto a loro due.
Quella mattina nella grande casa di Mariam sembrava essersi scatenato il pandemonio.
La giovane e Jessie correvano come trottole da una parte all'altra della casa per aiutare i genitori che dovevano finalmente sposarsi.
Erano entrambi felici di quell'avvenimento così importante per loro e che finalmente li avrebbe resi nuovamente una famiglia unita, nonostante quella fosse solo una formalità dal momento che la coppia di adulti viveva in quella casa da alcuni mesi.
"Ciao sorellona" disse il ragazzino dai capelli verdi, entrando senza bussare nella camera della sorella.
"Si bussa" rispose lei con un tono acido ma sorridendo.
"E così finalmente i vecchietti si sposano" disse il piccolo di famiglia con un tono allegro.
Anche lui aveva sofferto per l'assenza del padre, ma quell'assenza l'aveva fatto crescere velocemente, e gli aveva permesso di legare molto con sua sorella.
In passato, quando era molto piccolo, alcuni bambini lo avevano preso in giro perchè non aveva un padre, e diverse volte aveva fatto a botte con i compagni di classe, ma quando tornava a casa spesso si ritrovava a piangere sulle spalle di sua sorella.
Lei si era sempre mostrata forte e non aveva mai pianto nonostante volesse farlo, eppure, facendosi forza interveniva pochi giorni dopo contro i bulli del fratello.
Gli era grato per tutto quello che aveva fatto per lei, e non sapeva come dirglielo.
"Hai parlato con papà?"  domandò Mariam con un tono serio che fece ridere Jessie.
Il ragazzino finse una posizione impettita, e con un tono solenne disse :
"Ovvio".
La corvina fissò quindicenne, e pochi secondi dopo gli scaraventò un cuscino sulla faccia, ed insieme iniziarono a ridere.
"Ma quanto sei scemo, Jess? Ora muoviti e aiutami ad allacciare questo odioso vestito".
"Che però ti fa sembrare quasi carina" ribattè lui con un tono scherzoso.
Il ragazzo dai capelli verdi alzò la zip del vestito blu, e chiese:
"La sorpresa è confermata?".
"Ovviamente" rispose Mariam indossando le scarpe per poi sorridere soddisfatta al fratello.
Sapeva di aver fatto un piccolo regalo ai suoi genitori ed era felice di condividere quel momento con suo fratello, anche se erano stati aiutati da Julia, anch'essa invitata all'evento.
 
La cerimonia era stata lunga, ma per nulla noiosa e i due fratelli avevano svolto i rispettivi ruoli di damigella e testimone, provando nei loro cuori molta gioia quando i loro genitori avevano pronunciato le loro promesse ed il "Si" che li aveva nuovamente uniti.
 
La nuova famiglia entrò all'interno del locale scelto per il ricevimento, dove vennero accolti da un caloroso applauso.
Ai quattro sembrava di vivere una fiaba, tutto era perfetto, e durante una piccola pausa Mariam fece cenno al fratello di seguirla, lasciando i genitori attoniti.
Dopo diversi minuti entrambi si cambiarono, e nella sala scese il buio destando la curiosità degli invitati.
"Innanzitutto un grazie a Julia Fernandez per la canzone, che doveva essere un duetto con Ozuma, ma questa è una piccola sorpresa per i nostri genitori" disse Mariam al buio.
 
Una dolce musica iniziò ad udirsi nella stanza, mentre una luce illuminò i due giovani al centro della sala.
 
M: Ya no engañemos a este corazón
Tu y yo sabemos, sobre la pasión
No hay nadie mas, mas, mas
con quien quiero estar, solo tu
Me pones a temblar
Acercate a mi; te quiero sentir
Voy a explotar, si tu me besas asi

 
Il ragazzino iniziò ad avvicinarsi alla sorella mentre cantava.
Era davvero felice di poter cantare con lei per la prima volta, soprattutto a quell'evento.
 
J: Tenemos el tiempo y volemos de este lugar
Juntemos los cuerpos, asi para despega.
 

Insieme, tenendosi per mano, raggiunsero il piccolo palco ed iniziarono ad intonare il ritornello della canzone in perfetta sincronia.
Speravano con tutto il loro cuore che quel piccolo regalo piacesse ai loro genitori, che guardavano la scena commossi.
 
Ins: Y a hora dame, dame, dame tu amor
dame, dame, dame
dame, dame, dame tu amor
dame, dame
si tu me besas asi
si tu me besas...
si tu me besas asi.

 
 
Hilary e Takao stavano passeggiando sotto le stelle, mentre all'interno si stava svolgendo il matrimonio.
Si sentivano bene e nessuno dei due si accingeva a rompere il silenzio proferendo parola.
"Sai Hils" disse Takao con un tono insolitamente serio.
Stava per dirgli una cosa importante, e sapeva che avrebbe reso felice la ragazza.
Ma nonostante questo aveva paura che la sua ragazza avesse cambiato idea.
Iniziò a torturarsi le dita, e velocemente disse:
"Sono entrato alla Brown".
La castana si mise le mani davanti alla bocca.
Aspettava quella notizia da molto tempo e le sembrava di poter toccare il cielo con un dito.
Abbracciò il suo ragazzo con uno slancio, ed entrambi caddero rovinosamente a terra, ma entrambi iniziarono a ridere allegramente, incuranti degli sguardi curiosi.
"Sei una pazza, ma non sai quanta paura ho avuto per te" disse il moro con una voce emozionata e stringendo il corpo della castana.
"Ma ora sono qui anche grazie a te" sussurò Hilary sulle labbra del fidanzato.
Erano di nuovo insieme, e non c'era nulla di più perfetto.
Quell'esperienza negativa aveva unito tutte le coppie e rafforzato i loro sentimenti.
A volte si erano sentiti persi, ma nessuno si era mai arreso per l'amore e l'amicizia che legava il gruppo di studenti più scatenato del Beyblade High School, ed ora tutti avrebbero affrontato l'ultima prova di quell'anno...insieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Ed eccoci qua, al penultimo capitolo di questa fanfiction rimasta sospesa per troppo tempo.
Non riesco a credere di essere arrivata a questo punto e che questa FF creata quattro anni fa stia per finire... mi sento un po triste ad essere sincera.
Tanto per iniziare a specificare alcune cose:
La canzone cantata da Mariam e Jessie si intitola Dame tu amor (Inna), brano che io adoro.
Crystal dice "questa è la prima missione".
Si effettivamente per lei e Queen è la prima missione, in Messico sono solo intervenute e si, loro sono le due spie del Messico u.u
Ho una mente diabolica, me ne rendo conto è.é
Ho massacrato 'sti poveri ragazzi dal primo al trentaquattresimo capitolo, ma tutto aveva uno scopo xD .
A dire il vero la parte del matrimonio doveva essere scritta nel capitolo precedente, ma unendolo a questo avrei creato solo confusione e procurato a voi lettori un capitolo lungo, troppo lungo, da leggere.
Dedico questo capitolo al mio ragazzo che mi ha ricordato della sindrome di Stoccolma - anche se i dettagli me li sono ricordata da sola- e ringrazio Henya per le sue recensioni e le belle parole su facebook.
Grazie a tutti i lettori silenziosi (Se volete dirmi qualcosa potete farlo tranquillamente, non vi mangio), chi ha messo la storia tra le preferite/ seguite/ ricordate.
Un bacio e ci si vede entro domenica - salvo imprevisti-.
Ciau !

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Capitolo 35
*** È difficile dirsi addio, ma questo è solo l'inizio … ***


Era un caldo mercoledì sera d'inizio giugno, e le ragazze erano riunite nella stanza di Hilary mentre cercavano di definire i dettagli per il ballo studentesco, l'ultimo a cui avrebbero partecipato.
Erano cambiate molte cose durante quell'anno e tutte ebbero l'impressione di vivere un déjà vu, anche perchè tutto stava per finire esattamente com'era iniziato, ma con alcune differenze.
Eveline sospirò, conscia del fatto che dopo quell'estate si sarebbe dovuta separare dalle sue amiche e che ben presto avrebbe cambiato vita.
"Vi ricordate cosa dicemmo nove mesi fa?" iniziò a dire la bionda americana con un tono ilare ricordando la notte che precedeva l'inizio dell'ultimo anno.
"Preparavamo piani di vendetta contro le scimmie, e intanto pensavamo alla festa d'inizio anno di Mariam. Poi entrò Jessie con un'espressione trionfante dicendo che quell'anno sarebbero stati invitate anche le Scimmie" aggiunse la cantante nipponica sorridendo a quei ricordi.
"Eppure sono cambiate tante cose, e quei ragazzi sono diventati nostri … amici" rispose Julia con un tono dubbioso, ma comunque sereno.
Immediatamente i suoi pensieri furono rivolti verso Yuri, il rosso russo che le aveva rubato il cuore, ma che diverse volte le aveva reso la vita impossibile.
Ancora non riusciva a credere che lui le avesse chiesto di andare con lui in Russia, ma ovviamente non sarebbero stati soli.
Difatti, con loro sarebbero partiti anche Sonja e Boris, che erano stati inviati nella fredda Russia per lavoro, e la giovane spagnola non aveva esitato a dire sì al suo fidanzato.
Ma  nonostante avesse programmato la sua vita, aveva paura di lasciare suo fratello con Queen - di cui ancora dubitava- e di perdere le sue amiche, in particolare il trio musicale.
Le Blue Roses avevano cercato di organizzare il loro lavoro nel miglior modo possibile, dividendosi i brani da comporre e stabilendo di vedersi per una settimana almeno una volta al mese.
Tutto sembrava essere perfetto,  ma Julia non era totalmente soddisfatta di quella scelta musicale.
Voleva vedere le sue amiche, e contemporaneamente stare con il suo ragazzo, ma non poteva avere tutto, purtroppo.
"Io ancora non capisco come abbiamo fatto a diventare amici con quei tipi mezzi matti e mezzi scemi" disse Mariam accennando un sorriso divertito.
"Ma tutto questo sta per finire" sibilò Hilary con un tono sommesso.
Una forte sensazione di malinconia pervase negli animi delle studentesse, che iniziarono a fissarsi con un'espressione desolata.
I loro pigiama party, le feste, le missioni presto sarebbero stati solo dolci ricordi di quegli anni, ma nonostante questo erano consapevoli che la loro amicizia sarebbe durata.
"Facciamo una promessa" disse improvvisamente Sonja alzandosi e scrutando tutte le sue amiche.
"Fra un anno preciso mi sposo, ma un mese prima del matrimonio voglio vedervi tutte qui. Verrò qui in California e andremo via una settimana viaggiando. Ci state?".
Tutto il gruppo si rianimò dopo quelle parole, ed insieme si abbracciarono.
"E poi fra un mese di parte per Mykonos e Santorini in quella splendida villetta tutta per noi" aggiunse Mariam ridacchiando.
"Ora inizia la festa" esclamò Eveline accendendo la radio.
La bionda prese una spazzola e salendo su una sedia iniziò ad intonare la canzone.
 
Your're sexy sexy
I got things I want to do to you
Make me make me
Make my tongue just go do-do-do
Flex it, flex it
Flex your muscles, and through the roof
Arrest it rest it
'Cause you're a criminal

 
"Cos'è questo mortorio? Il divertimento è per tutte" disse l'americana ridendo.
Desiderava che le sue amiche cantassero con lei,  così prese un'altra spazzola e la lanciò alla sua migliore amica, che subito si unì lei.
 
I been laying in this bed all night long
Don't you think it's time to get it on
But we gotta get it right, we can't get it wrong
Don't you want to feel this fire before it's gone
yeah yeah

 
Le due iniziarono a cantare, ed il resto del gruppo si unì alle due.
Iniziarono a muoversi per la stanza con movenze sensuali, scambiandosi sguardi divertiti.
Non avevano voglia di rovinarsi quei momenti per la fine di un percorso.
Loro ci sarebbero sempre state, in fondo sarebbero state le Barbie del loro liceo, ma soprattutto amiche.
 
On and on, and make it last forever
What you want all day
Just as long as it's you and I together
Babe don't make me wait yeah
Don't make me wait yeah
Don't make me wait
No

 
Si strinsero in una semicupola, ed insieme, seguendo il ritmo di quella canzone, iniziarono ad intonare l'ultima strofa, ignare di essere state fotografate.
Quando ebbero finito tutte scoppiarono in una fragorosa risata, finché qualcuno- o meglio diversi ragazzi- non attirò la loro attenzione.
Scese un silenzio imbarazzato fra le ragazze per lo spettacolino che avevano dato, che Ozuma si apprestò a spezzare.
"E così è questo che fate quando non siete con noi?" domandò il ragazzo con un tono ilare e mostrando la foto sul cellulare.
Le cheerleader guardarono i rispettivi fidanzati con uno sguardo interrogativo, e anche un po' arrabbiato
, finché Mariam si avvicinò al suo fidanzato.
Con uno scatto fulmineo si appropriò del cellulare del moro.
Guardò la fotografia per alcuni istanti sorridendo, ed ignorando le proteste inviò la fotografia alle sue amiche.
"Quel cellulare sarebbe mio" protestò il cinese con un tono leggermente preoccupato.
"Sta zitto" disse la corvina con un tono angelico e sorridendo amabilmente.
"Non lo sai che non si fanno foto senza permesso? L'ho semplicemente inviata alle legittime proprietarie" rispose la cantante facendo una linguaccia al ragazzo e rendendogli il cellulare.
Non riusciva a credere che il prossimo anno lo avrebbe passato con lui, e come da una semplice amicizia fosse nata quella relazione.
Durante quell'anno erano stati amici, poi una mezza coppia, in seguito avevano avuto una storia, poi erano diventati una coppia e poco tempo dopo erano diventati estranei.
Per caso si erano ritrovati e da molti mesi, nonostante tutto, vivevano una storia seria e stupenda.
Non sapeva cosa sarebbe successo all'università, e ciò la spaventava davvero, anche perchè il percorso scelto le avrebbe permesso di scegliere la sua vita e aveva paura del futuro.
L'unica cosa certa era il suo Ozuma, lei lo considerava di sua priorità, e proprio quel ragazzo l'aveva fatta innamorare per la prima volta.
Era semplicemente felice di stare con lui, e gli stessi pensieri erano condivisi da lui.
"Qualcosa non va?" chiese Ozuma notando lo sguardo assorto della sua fidanzata.
"No. Piuttosto, che ci fate qua?" asserì la mora con un tono curioso.
"A questo posso rispondere io! Siamo venuti a prendervi per uscire" disse Takao con un tono euforico.
Il giovane aveva passato una giornata stressante al lavoro e non voleva passare la serata senza aver visto la sua ragazza.
Sapeva di dover cogliere tutte le occasioni per stare con Hilary, anche perchè lo studio li stava tenendo lontani e ciò non gli stava bene, anche se comprendeva la sua fidanzata.
La Brown, Hilary, vincere il campionato … la sua vita quell'anno gli era sembrata perfetta , quasi come quella di un telefilm.
Era cambiato, maturato e cresciuto e lo aveva capito da poco, e quella sua metamorfosi la doveva proprio alla sua ragazza.
In quell'ultimo anno aveva imparato davvero tanto, aveva abbattuto i pregiudizi sulle cheerleader, considerandole come amiche da cui gli dispiaceva separarsi.
"Dovreste uscire dalla MIA stanza" asserì Hilary con una voce che non ammetteva repliche spalancando la porta della sua stanza.
 
La serata in pizzeria stava trascorrendo tranquillamente, e la piccola sala dov'erano erano stati fatti accomodare era animata dal karaoke, che divertiva tutto il gruppo.
Mao era accanto a Rei, e lo fissava con un espressione vacua.
Era preoccupata per la sua relazione, anche perchè non sapeva dove avrebbe studiato il suo ragazzo e non aveva neanche il coraggioso di porgli quella delicata domanda.
L'idea di una relazione a distanza la preoccupava molto. Lei avrebbe frequentato la Columbia, ma lui?.
Poco alla volta le varie coppie si buttarono nella mischia per ballare, e i due rimasero soli.
Di solito i due parlavano spesso, ma in quel momento nessuno era in grado di biascicare parola.
Anche Rei aveva paura per il futuro e per la sua relazione, ma era consapevole che la vita da liceale stava per finire, e quindi doveva iniziare a pensare cosa volesse fare della sua vita, ma non aveva nessuna idea.
Era un ragazzo fortunato, e questo lo sapeva bene, anche perchè la sua famiglia lo avrebbe supportato sempre.
Fissò gli occhi ambrati della sua ragazza perdendosi, e dolcemente le prese una mano.
La cinesina arrossì vistosamente, anche perchè non riusciva a credere di essere fidanzata con il ragazzo dei suoi sogni.
Era strano essere la ragazza di Rei Kon, ma le piaceva stare con lui, soprattutto perchè la faceva sentire come una principessa.
La cheerleader alzò lo sguardo, e mise un'altra mano su quella del ragazzo.
Quello era il momento perfetto, e così, con una voce tremante disse:
"Io ho paura di quello che sarà di noi, in fondo non so neanche che università frequenterai. Ho paura della distanza e non ho intenzione di essere solo la fidanzatina del liceo. Quello che provo per te è qualcosa di magico, qualcosa che non ho mai provato per nessuno. Semplicemente, ti amo".
Rei rimase imbambolato, non era sicuro di aver sentito quello che aveva sentito.
Non riusciva a credere che la sua dolce Mao condividesse quei pensieri.
Velocemente scostò la sedia, per poi prendere posto accanto alla sua fidanzata, che poco dopo strinse a sè.
Le posò un bacio sulla fronte, e fissandola negli occhi dolcemente disse:
" È strano pensare che tutto questo sta per finire, ma con te non ho intenzione di arrendermi. Ti amo anche io, ma non so cosa succederà alla New York University, ma ti prometto che ci sarò sempre per te".
Un piccolo luccichio illuminava gli occhi di Mao, e prontamente si spinse verso Rei.
Con le labbra leggermente scostate da quelle del cinese, mugugnò:
"Columbia" .
"Stessa città" rispose il ragazzo dall'aspetto felino sorridendo allegramente.
Era davvero un ragazzo fortunata, ne era sicuro.
"Devo fare una cosa" disse improvvisamente lui alzandosi dalla sedia, per poi avvicinarsi al dj.
Mao osservava la scena da lontano cercando di capire cosa stesse succedendo senza successo.
Ad un tratto sentì la voce di Rei in lontananza, le sembrava di vivere in un sogno.
Il cinesino rivolse uno sguardo dolce alla sua amata, e cercando d'intonare un brano iniziò a cantare.
 
Days like these lead to
Nights like this lead to
Love like ours
You light the spark in my bonfire heart
People like us, we don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts


"Ecco come mi sento" sussurrò il giovane appena ebbe finito di cantare, Mao corse velocemente verso di lui, mentre il loro bacio veniva applaudito dagli amici.
Il mattino seguente la biblioteca sembrava essere più popolata del solito, anche perchè i professori avevano consigliato ai loro studenti di fare ricerche.
Kei e Mathilda stavano cercando di studiare filosofia, e la giovane tedesca aveva una strana espressione dipinta sul viso.
"Non ci capisco nulla" sbottò la rosina, continuando a fissare le pagine esasperata.
Il moscovita fissò la sua ragazza con uno sguardo divertito, e con un tono freddo disse:
"Schopenhauer è davvero semplice, non capisco cosa non ti è chiaro".
"Praticamente non riesco a capire come la vita possa sembrare solo un illusione, per me non ha senso. E poi non mi piace come definisce l'amore" rispose la cheerleader con un sussurro.
Quella materia l'aveva sempre affascinata, ma a causa dello stress non riusciva a concludere nulla.
"È un discorso piuttosto semplice, Mathilda" rispose il russo dai capelli argentati con un tono di sfida, soprattutto perchè amava mettere in difficoltà le persone a cui voleva bene.
"Un corno è semplice! Cioè come può il sesso, ad esempio, essere un piacere effimero. Per quanto mi riguarda è  qualcosa di più" lo rimbeccò lei sostenendo lo sguardo del fidanzato.
"È un piacere passeggero, fittizio direi, anche perchè è solo un piacere fisico che non ti cambia la vita e una volta soddisfatto quel desiderio non ti resta più nulla. Carpe diem, Mathy" concluse il giovane riprendendo a leggere il suo libro.
La tedesca continuava a fissare il moscovita con uno sguardo interdetto, anche perchè non riusciva a capire dove voleva arrivare il suo ragazzo con quel discorso.
"Quindi, tu cosa ne pensi di Schopenhauer?" domandò la cheerleader con un tono appena percettibile.
"Concordo con lui" rispose Kei con una voce fredda.
Tutte quelle cose smielate non gli interessavano e non gli sarebbero mai interessate, ma quel discorso lo stava divertendo molto.
La tedesca iniziò a scrutare il suo ragazzo con un'espressione delusa, e tristemente disse:
"Quindi tu non pensi che fra noi ci sia qualcosa di serio".
Kei alzò un sopracciglio, e con un tono beffardo disse:
"Non essere sciocca Mathilda"
I due si fissarono per diversi secondi, e fra i due sembrava essere sceso un silenzio carico di significato.
Mathilda si sentiva una perfetta illusa, in fondo cosa poteva avere una ragazza come lei?.
Non si sentiva all'altezza del giovane moscovita, ma nel suo cuore provava sentimenti forti e puri che erano stati feriti da quella discussione.
Kei, invece, sapeva di provare affetto per la cheerleader ma non aveva intenzione di rivelarle cosa provava, o almeno non lo avrebbe fatto finché non ne fosse stato totalmente sicuro.
Aveva una figlia, e sapeva perfettamente che nella vita della bambina non dovevano entrare troppe donne, e con la consapevolezza di quel pensiero decise di cambiare argomento.
"Vieni al ballo con me" asserì la giovane spia con un tono che non ammetteva repliche.
La ragazza fissò il fidanzato con uno sguardo iroso, e con una voce arrabbiata disse:
"Hiwatari, non è questo il modo".
Desiderava andare al ballo con lui, ma si era sentita offesa da quel comando poiché le era sembrato di essere paragonata ad un oggetto.
Kei guardò la tedesca con un sorriso - che assomigliava più ad un ghigno- ed essendo soddisfatto da quella risposta, ammorbidendo il tono disse:
"Vieni al ballo con me?".
La giovane sorrise dolcemente e abbracciando il fidanzato disse di sì.
 
Intanto, nel bagno del liceo quattro ragazze stavano discutendo riguardo un test di gravidanza.
Sonja era piuttosto nervosa, anche perchè la precedente esperienza l'aveva segnata profondamente.
Aveva paura di essere abbandonata, nonostante il suo ragazzo le avesse chiaramente detto di voler trascorrere la sua vita con lei.
Hilary stringeva convulsamente quel bastoncino, mentre Mariam e Julia erano appoggiate al muro con un'espressione assorta.
La corvina ricordava perfettamente cosa aveva provato quando aveva fatto il test, ed era certa che se avesse dovuto ripetere quell'esperienza in quel momento ne sarebbe stata felice, nonostante desiderasse vivere appieno la sua vita.
"Positivo" sussultò improvvisamente Hilary con una voce rotta dall'emozione e correndo ad abbracciare l'amica.
La russa non riusciva a trattenere le lacrime per la felicità e non vedeva l'ora di annunciare il suo stato al fidanzato.
Il suo volto poco dopo cambiò espressione, e restando attaccata alle sue amiche disse:
" E se mi lascia anche lui?" .
Le Blue Roses si fissarono per un istante, e la spagnola decise di prendere parola.
"Cognatina, se Boris ti lascia io e Yuri lo faremo fuori procurandogli una morte lenta e dolorosa".
La ragazza scoppiò in una fragorosa risata, riuscendo ad allontanare quei fastidiosi pensiero.
Si strinse fra le braccia della fidanzata del fratello e le rivolse un sorriso grato.
"Se mio fratello ti lascia è un coglione" asserì la giovane moscovita con un'espressione seria.
Secondo la rossa, Julia era l'unica ragazza che potesse star bene con suo fratello, anche perchè praticamente l'adorava, e sapere che sarebbero state insieme in Russia la rendeva estremamente felice.
Non sarebbe stata sola quella volta, ne era certa.
Improvvisamente qualcuno entrò nel bagno, rivelando la presenza di Queen.
La spagnola ancora non credeva al cambiamento della ragazza, ma sapeva che doveva ringraziarla per il salvataggio, iniziò a squadrare la corvina, e pochi istanti dopo le si parò davanti, e incrociando le braccia davanti al petto disse:
"Sinceramente, non mi fido di te, ma vorrei sapere com'è nata questa storia dello spionaggio".
Queen fece saettare su Mariam, l'unica persona che era a conoscenza di tutta la verità.
- Dovresti raccontare tu la verità- le aveva detto la sua amica con un tono serio mentre era con lei in ospedale.
Era stato strano avere intorno la sua ex nemica, ma le era anche piaciuto e durante il periodo di degenza avevano parlato davvero tanto.
La cantante aveva ascoltato tutta la storia senza giudicarla, le aveva raccontato cosa aveva passato passato con le sue amiche, ma soprattutto si erano nuovamente confrontate, e per Queen erano stati importanti quei dialoghi.
Ovviamente provava ancora invidia, ma l'affetto che le aveva dimostrato Mariam riusciva a domare quel fastidioso sentimento.
"Dovresti parlare" sibilò la capo cheerleader accennando un sorriso d'incoraggiamento.
Sapeva che le sue amiche dovevano conoscere la verità, ma non aveva intenzione di assolvere un compito che non le toccava.
Queen rispose al sorriso, e dopo un attimo di esitazione prese parola.
"Che io sia stata cattiva, malefica e subdola è chiaro, ma le cose sono cambiate a San Valentino grazie a Raul".
"Non so quanto tu ci tenga a mio fratello, ma se tu gli spezzi il cuore, io ti spezzo le gambe. Chiaro? È una persona meravigliosa e merita il meglio… ma con te sembra felice, e se lui sta bene anche io sto bene" l'interruppe Julia con una voce incerta.
Voleva davvero bene a suo fratello, e spesso aveva paura delle scelte che faceva il suo gemello. E se in un primo momento non aveva creduto in quella stramba relazione, lentamente stava iniziando a cambiare idea.
Gli occhi di Queen, infatti, sembravano essere animati da dolci emozioni e sembravano anche sinceri.
"Lo so che tuo fratello è una persona speciale, ed è proprio grazie a lui se ho iniziato il lavoro di spia, ma avevo bisogno di una compagna che per fortuna è arrivata: Crystal.
Se volete sapere la verità io conoscevo già quella ragazza, ma solo dopo un incidente avvenuto nella sua scuola è riuscita a raggiungermi.
Il caso su cui stavate lavorando in Messico era sotto controllo da mesi, e per puro caso è toccato a voi e quei tipi avevano intenzione di colpire la sera della sfilata.
Io e Cry dovevamo proteggervi, ecco perchè ho fatto quello che ho fatto".
Julia ed Hilary si guardarono con uno sguardo vacuo, e nessuna delle due osava spezzare il silenzio che si era creato.
"Quindi ci stavi solo proteggendo" esclamò la giapponese continuando a fissare il vuoto.
Non riusciva a credere a quelle parole, nonostante gli avvenimenti iniziassero a combaciare alla perfezione.
" Ma ciò non giustifica il male che hai fatto in passato" disse Julia indurendo il timbro delle sue parole.
Ed era proprio per quel motivo che non riusciva a crederle.
La corvina accennò un sorriso, e con calma riprese a parlare.
Si era pentita di quello che aveva fatto, ma la vita più semplice che stava conducendo le piaceva, soprattutto perchè non si sentiva più sola.
"In passato ho agito male, e per quanto possa sembrare strano … mi dispiace".
"Stop!" esclamò Mariam mettendosi al centro del gruppo e guardando tutte le sue amiche.
Julia stava per dire qualcosa, ma la capo cheerleader la interruppe nuovamente.
Prese posto accanto a Queen, e iniziò a parlare.
"Non credete che proprio perchè ci ha salvate dovremmo crederle? E poi se avesse finto, che motivo avrebbe avuto di farlo? Saremmo state fuori gioco, e invece si è impegnata nelle ricerche.
Se avresse voluto distruggerci poteva rovinare il nostro torneo, e invece di farlo è stata al suo posto. Ha aiutato le sue nemiche mettendo da parte l'orgoglio, ed è per questo che le ho dato una possibilità".
Le due cantanti sembravano scosse dalle parole della loro amica, ma non potevano far altro che concordare, anche perchè aveva ragione. Hilary scambiò uno sguardo complice con Julia, e poco dopo tese una mano verso Queen, che la fissava allibita.
Le sembrava di vivere un sogno, un meraviglioso incanto dove lei veniva perdonata anche dalle altre.
"Se le cose stanno così … benvenuta fra noi" disse la Tachibana in un sussurro.
"Si, benvenuta" biascicò Julia con una nota d'incertezza nella voce.
Riteneva quella situazione assurda, ma aveva compreso diverse cose, nonostante altre le erano poco chiare.
Ben presto giunse la sera del ballo di fine anno, e le ragazze sembravano essere in preda ad una forte frenesia.
Avevano lavorato per giorni sul tema di quell'evento che desideravano fosse perfetto, e collaborando con i ragazzi erano sicure di aver fatto un buon lavoro.
Ma quando varcarono l'ingresso della grande sala dovettero ricredersi, era tutto perfetto, forse anche per il tema scelto: Ballando fra i ghiacci.
I colori scelti, il bianco e l'azzurro, sembravano illuminare tutto l'ambiente conferendogli una bellezza etera, in fondo alla sala era stato posto un piccolo palco dove si stava esibendo una band, mentre cristalli di ghiaccio sembravano brillare quando venivano colpiti dalle luci.
Tutto era perfetto, e il gruppo osservava il loro lavoro con un'espressione stupefatta e meravigliata, ma felici di partecipare a quel ballo che li avrebbe visti protagonisti, e poco dopo raggiunsero i tavoli riservati.
"È tutto perfetto" disse Eveline allegramente stringendo una mano di Max mentre si stava rivolgendo alla sua amica d'infanzia.
"E questo è solo l'inizio" sussurrò Mariam facendo un occhiolino all'amica.
"Questa canzone è stupenda, vieni a ballare con me" esclamò la bionda trascinando la corvina al centro della pista, mentre Ozuma e Max ridevano per l'espressione di Mariam mentre veniva trascinata.
"Sono bellissime" asserì Max guardando le due cheerleader avvolte nei loro vestiti di raso, diversi solo nel colore, con un tono emozionato.
Ozuma alzò un sopracciglio con un'espressione interdetta, anche perchè non capiva cosa volesse dire il suo amico.
Per un po' lo aveva odiato, ma nonostante le cose si fossero risolte non aveva ancora chiarito quella vecchia discussione avvenuta prima di Natale, e non aveva intenzione di lasciare il liceo senza aver risolto quella fastidiosa questione.
Diverse volte aveva pensato di parlare con il biondo, ma a causa dell'orgoglio non aveva mai provato a parlargli o chiedere cosa pensasse, ma ormai la fine di tutto, e così, cercando di restare calmo prese parola.
"Io e te non abbiamo mai risolto, ma prima di lasciare questa scuola voglio chiederti scusa per quel pugno".
L'americano guardò il compagno con incertezza, ma poco dopo si dipinse sul suo viso un sorriso sincero.
Effettivamente non ci aveva più pensato alla loro discussione, e candidamente disse ciò che pensava.
"Credo che debba essere io a scusarmi, ho sbagliato io. Ma in ogni cosa è acqua passata, ed ora andiamo dalle nostre dame".
"Amici?" aggiunse Ozuma allegramente.
"Ovviamente" rispose il biondo alzandosi dal tavolo, e indicando all'amico di seguirlo.
Era trascorsa un'ora dall'inizio della festa, e presto giunse il momento dell'elezione del re e della regina del ballo.
Le cheerleader non si sentivano per niente entusiasmate per quell'avvenimento, ma comunque avevano deciso di dividersi i voti.
Uno dei professori prese la busta con il verdetto, e cercando di attirare l'attenzione degli studenti fece stridere il microfono, disturbando i partecipanti.
L'uomo lesse velocemente i nomi sulla busta, e poco dopo annunciò i nomi di Mariam e Ozuma, che dovevano dare inizio ad un lento.
I due si fissarono con un'espressione imbarazzata, soprattutto perchè non amavano essere al centro dell'attenzione.
Una dolce melodia iniziò ad echeggiare ed il ragazzo cinse i fianchi della sua fidanzata, che gli sorrideva con dolcezza.
 
 
I'll be your love
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow

 
Non riuscivano a credere di essere finalmente giunti alla fine di quel percorso, insieme soprattutto.
"Sei bellissima" sussurrò Ozuma con dolcezza e scostando una ciocca di capelli dal viso della sua amata.
Lei gli sorrise, e ridacchiando disse:
"Anche tu non sei male".
Quelle semplici parole lo riportarono alla prima festa dell'anno e durante quell'occasione lei gli aveva rivolto le stesse parole, e ciò lo divertiva molto.
La sua ragazza non sarebbe mai cambiata, e gli andava bene lo stesso, soprattutto perchè l'amava per quella che era.
La strinse ancora di più a sé, e desiderava che tutte quelle emozioni non finissero mai, e sapere che sarebbero stati insieme anche all'Università gli riempiva il cuore.
 
There's a time, you feel like you're lost
Feel the night will never end
Through the daybreak
It's hard to hold on
But there is tomorrow
Brings you to your senses
As the sun make it's way
You'll make it there
To the place where reality and dreams,
And love will be together
I'll keep the light from fading
If the clouds blind your way
And the wind sways your faith

 
Intanto, Julia prese per mano Yuri, e prestando poca attenzione alle proteste del russo lo trascinò al centro della pista.
"Sicuro che mi vuoi con te in Russia?" chiese la spagnola intrecciando le braccia
dietro il collo del fidanzato.
"Fernandez … sei mia" sibilò il moscovita con freddezza.
La spagnola incontrò lo sguardo di Yuri, e alzandosi sulle punte gli posò un dolce bacio.
Istintivamente disse ciò che provava da molto tempo.
"Ti amo, Yuri".
Il rosso accennò un lieve sorriso, e si appropriò nuovamente delle labbra della sua ragazza.
Tutto gli sembrava perfetto, nonostante avesse un po' paura del futuro, ma in quel momento non gli importava.
 
Don't you cry
Over the past
Some days might be gray
And dreary
Not easy to leave
To leave it behind
'Til the rain stops in silence
I'll be there to hold your heart
I'll be with you
'Til you find the reason for love
We take it for granted
We'll keep the time from fading
'Cuz the world is here to stay
Your hope is deeper than pain

 
Anche Eveline e Max avevano raggiunto la pista.
Non parlavano, ma i loro sguardi sembravano essere incatenati dalla magia dell'amore.
Avevano paura che la distanza potesse separarli, ma nessuno dei due aveva intenzione di perdere l'amore trovato, e continuando a ciondolare congiunsero le loro labbra in un dolce bacio.
 
 
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow.

 
Takao stava stringendo a sé Hilary, che sembrava immersa nei suoi pensieri.
Era felice di avere un fidanzato come Takao, ma aveva paura per il suo futuro.
Non sapeva cosa fare nella sua vita, e l'unica certezza era solo il suo ragazzo.
"Andrà tutto bene" mugugnò il moro con dolcezza, ma pestando erroneamente un piede della sua ragazza, che gli rivolse uno sguardo omicida.
"Sei sempre il solito" esclamò la ragazza con un tono falsamente arrabbiato.
"Scusa" ballettò il moro dispiaciuto, mentre sul volto della ragazza si disegnava un sorriso beffardo.
"Ma quanto sei scemo" aggiunse la castana ridacchiando e facendogli capire che stava scherzando.
"Sei una pazza" disse lui ridacchiando, per poi baciare la sua ragazza per impedirle di rispondere.
Era tutto perfetto, e non voleva rovinare quel momento dove esistevano solo loro.
 
 
If you would believe
Believe in the world
A vision of love
And the strength inside your heart
You'll find a way

 
"Dobbiamo parlare" disse Sonja con dolcezza.
Desiderava confessare il suo segreto al suo ragazzo, e quella musica così dolce sembrava rendere il momento perfetto.
"Ti ascolto" rispose Boris con un tono calmo, nonostante avesse paura che la sua rossa volesse lasciarlo, ma la reazione della giovane sembrò tranquillizzarlo.
Difatti, la piccola Ivanova aveva intuito i pensieri del suo fidanzato e per calmarlo aveva deciso di stringersi maggiormente a lui.
"Sono incinta" mormorò la cheerleader con una voce rotta dall'emozione.
"Cosa?!?" esclamò il platinato con una voce stridula.
Non riusciva a credere a quelle parole, mentre la giovane lo fissava con uno sguardo triste e preoccupato.
Aveva paura che lui l'abbandonasse, ma prima che una lacrima solitaria potesse scendere dai suoi occhi lui la sollevò in braccio, incurante degli altri ragazzi.
"Sei la persona migliore che io conosca".
"Anche tu, Boris".
 
 
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone
If yesterday blindfolds your eyes
I'll bring you tomorrow
I'll be your love, I'll be your light
I'll never make you feel, feel alone


Improvvisamente si udì un boato, mentre diverse schegge di vetro delle finestre, ormai distrutte cozzavano sul pavimento.
I ragazzi afferrarono le rispettive fidanzate, mentre il resto degli studenti cercavano di scappare disperati, mentre le tre cantanti iniziarono ad avvertire nuovamente la paura.
Non poteva succedere nuovamente.
"Non ti succederà nulla sta volta, lo giuro" sibilò Ozuma correndo a perdifiato e tenendo la mano di Mariam che annuì.
"Non ho alcuna intenzione di rivivere l'incubo, ma dobbiamo trovare Hilary e Julia" rispose la ragazza cercando di non non inciampare nel vestito.
 
"Che diamine sta succedendo?" sbottò Julia cercando riparo dietro un muro.
Aveva paura che potesse essere nuovamente rapita per qualche losco motivo, e sapere di essere disarmati non aiutava a tranquillizzarla.
"Qualunque cosa sia, sappi che non è nulla di buono e questa volta il soggetto potrebbe essere un'altra persona" rispose il moscovita dai capelli fulvi con un tono freddo e distaccato, nonostante avesse paura.
Aveva capito cosa stava per succedere, e doveva trovare assolutamente Boris.
"Chi?" chiese la spagnola con una voce strozzata.
"Sonja. Ma non è il momento di parlare".
 
Intanto, proprio la piccola Ivanova era rimasta sola e sapeva bene cosa stava per succedere.
Da diversi anni aveva provato a scappare da quella vita fatta di bugie e tradimenti, ma a quanto sembrava il suo ritorno in Russia stava per essere anticipato.
Era con le spalle al muro, ma era decisa a non arrendersi e a lottare per la sua libertà.
"Che cosa vuoi?" disse la giovane guardando con freddezza l'uomo che le stava davanti, che le sorrise con cattiveria.
"Ivanova, Ivanova, Ivanova …" iniziò a dire lui con una voce glaciale mentre ripeteva quel cognome come una cantilena.
La ragazza iniziò a sentire il sangue ghiacciarsi nella sue vene, ma non aveva alcuna intenzione di farsi sopraffare dalla paura nonostante la pericolosa vicinanza del suo aguzzino.
"Dovresti venire con me, lo sai anche tu" continuò l'uomo dal forte accento russo.
"Mai! Qui non ho ancora finito, e lo sai" rispose la russa con astio.
"Questo lo so, ma abbiamo bisogno di te Sonja" rispose lui afferrando la giovane con forza, che immediatamente si mise una mano sul ventre ancora piatto.
Fu una questione di un secondo, che furono seguiti da attimo di silenzio mentre la russa si sentì trascinare da una presenza familiare, ma la ragazza si rifiutava di guardare.
"Lei resta con me" era stato Boris a parlare, cercando di proteggere la sua fidanzata.
L'uomo sorrise, e con fare teatrale disse:
"Ci rivedremo ragazza mia".
Per poi sparire nel nulla.
Il palatinato si voltò verso la madre del suo futuro bambino, e con un tono imperativo disse:
"Adesso mi racconti cos'è successo".
Aveva paura per la sua fidanzata e per la creatura che lei portava in grembo, e giurò sulla sua vita che avrebbe protetto la sua futura famiglia.
"Non è il momento questo Boris, ma appena saremo diplomati dobbiamo andarcene. Promettilo" disse la moscovita con un tono supplicante, mentre il russo le cingeva dolcemente i fianchi.
"Tutto per te" rispose lui con dolcezza, ed insieme uscirono da quel luogo semi distrutto.
I giorni erano passati troppo velocemente, e presto era giunta la notte prima degli esami ed Hilary era in preda ad un pianto isterico.
Ogni volta che qualche suo amico le rivolgeva domande sull'esame lei scoppiava e ciò la faceva sentire in colpa, soprattutto perchè sapeva che quell'atteggiamento era sbagliato, soprattutto perchè sapeva di essere pronta.
"Sta calma, tu sei intelligentissima e supererai l'esame alla grande" scrisse Takao, magari non l'avesse fatto.
Infatti quella frase sembrava aver urtato ancora i nervi della giapponese, che iniziò ad inveire contro il suo ragazzo con espressioni colorite, dimenticandosi di essere in una chat di gruppo.
"Ma la volete finire?" scrisse Mariam mentre cercava di dormire, anche perchè alle tre di notte quella maledetta chat sembrava essere più animata del solito, ed il continuo vibrare del cellulare non le faceva chiudere occhio, ma principalmente la sua insonnia era causata dall'ansia.
"Il mio cellulare sembra un vibratore" aggiunse Julia, inserendo diverse faccine arrabbiate.
"Voi non potere capire! Domani sarà una catastrofe, non usciremo vivi da quel liceo" scrisse Hilary con un'espressione melodrammatica dipinta sul viso, per poi riprendere nuovamente a piangere.
"Ricoverati, Tachibana" scrisse Kei, alquanto infastidito dai suoni della chat.
Effettivamente non gli importava dell'esame, semplicemente gli bastava ricevere quel pezzo di carta per poi andare via da quella città.
"Fallo tu Hiwatari" rispose Hilary arrabbiata, per poi rimuovere l'amico dal gruppo, il quale osservò il cellulare interdetto per poi abbandonarlo sul comodino.
"Hilly, qualunque cosa accada cercheremo di aiutarci" aggiunse Ozuma con calma, e immediatamente anche Takao riprese a scrivere, nonostante fosse arrabbiato con la sua fidanzata.
"Amore, vedrai che ce la faremo insieme, ma ora va a dormire".
La ragazza rispose con un sorriso, e sentendosi leggermente più rilassata lentamente raggiunse le braccia di Morfeo.
 
Il cellulare di Mariam iniziò a vibrare, e la ragazza leggendo il nome sullo schermo.
"Hey" sussurrò la corvina con una voce impastata dal sonno ma comunque serena.
"Ciao, non riesco a dormire" disse Eveline con un tono carico di emozioni.
La bionda avvertiva un forte senso di ansia per quell'esame e aveva bisogno di parlare con la sua migliore amica.
"Se ti fai le flebo di caffè mi sembra ovvio" scherzò la cantante facendo ridere l'amica.
"Ma sta zitta, sono le tre e sei ancora sveglia, quindi …".
"Quindi dovrò ucciderti! Stavo proprio per addormentarmi" asserì Mariam sorridendo, e poco dopo aggiunse: " Sei a casa?" .
"No, sono sotto la tua finestra, ho pensato di passare questa notte con te".
Mariam abbandonò il cellulare sul letto e corse ad aprire la finestra, dove veramente c'era Eveline che le regalò un dolce sorriso.
"Mi fai entrare o vuoi la tua amica sulla coscienza?" urlò la bionda facendo una smorfia.
Mariam chiuse la finestra, e scese velocemente le scale per poi aprire la porta, ritrovandosi poco dopo le braccia della sua migliore amica al collo.
"Avevo bisogno di te" sussurrò Eveline scoccando un bacio sulla guancia della ragazza che considerava come una sorella.
Stava davvero bene con Mariam, e quando era con lei sapeva che tutto sarebbe andato bene, e lo stesso era per la cantante, e così insieme si recarono nella camera della corvina, dove poco dopo presero sonno.
Tutto stava finendo esattamente com'era iniziato tre anni prima, quando il loro prezioso gruppo era composto solo da quella coppia.
 
Tutto il gruppo era riunito fuori della scuola, in attesa della campana che avrebbe dato inizio all'inferno, ma nessuno osava biascicare parola.
Ben presto quell'orribile suono rimbombò nelle orecchie degli studenti, che stancamente raggiunsero l'aula del test, che dopo diverse formalità ebbe inizio.
Alcuni studenti si lanciavano sguardi interdetti, altri erano concentrati sulle domande, altri ancora cercavano di copiare, mentre la paura lentamente si affievoliva nei loro animi, dando spazio alla concertazione.
I fogli bianchi, pieni di domande assurde lentamente venivano macchiati dall'inchiostro nero, e ogni volta che qualche studente consegnava il compito lanciava uno sguardo assorto ai propri compagni di classe.
Diverse ore più tardi i diplomandi erano in attesa dei risultati, iniziando a far riemergere un forte senso d'insicurezza.
"Ce l'abbiamo fatta?" domandò Takao con un'espressione speranzosa.
Era davvero preoccupato per l'esito dell'esame per cui aveva studiato, e sapere che dopo aver preso il diploma sarebbe partito con Hilary lo rendeva davvero felice.
"Dovremmo attendere i risultati ed iniziare ad indossare le toghe" rispose Mathilda con una voce assorta.
Improvvisamente videro un docente emergere dell'aula che aveva fra le mani un cartellone su cui probabilmente erano scritti i risultati.
Il gruppo corse velocemente verso il professore, e prima che potesse formarsi un ammasso di studenti lessero velocemente i risultati.
Ce l'avevano fatta tutti e nonostante i professori li avessero terrorizzati per un anno intero - forse solo per il piacere sadico di farlo- avevano finalmente superato il primo passo importante della loro vita.
 
 
Il parco del liceo era stato agghindato con i colori della scuola, mentre uno striscione faceva da padrone, dove c'era scritto "Congratulazione classe del 2011-2012"
Il gruppo più popolare e popoloso della scuola aveva occupato la prima fila, che veniva chiusa dai familiari degli studenti, che osservavano i loro figli commossi.
"Ce l'abbiamo fatta" trillo Julia allegramente.
Si sentiva libera e non riusciva ancora e credere di essere in quel posto.
"Esattamente! E poi si parte" rispose Mao allegramente, nonostante non si sentisse ancora pronta per il futuro.
Un forte squillo di tromba diede inizio alle cerimonia, riuscendo ad attirare l'attenzione  dei liceali.
Lentamente tutti salirono sul palco, e dopo aver ricevuto il diploma e stretto la mano al preside, tutti condividevano le  stesse emozioni confuse fra tristezza e felicità. Erano liberi da quel liceo, liberi di iniziare a scegliere da adulti, mentre il pensare al futuro li preoccupava.
Ognuno avrebbe preso una strada diversa, e tutti speravano di non perdere quelle meravigliose amicizie.
Finalmente giunse il momento dell'ultimo discorso: quello di Mariam.
La ragazza guardò uno ad uno i suoi compagni di corso, ed in quel momento decise d'ignorare quello che aveva preparato, prese un lungo respiro e sistemando meglio il microfono iniziò a pensare ciò che voleva dire, e decise scegliere il suo cuore.
"Compagni, amici, siamo finalmente giunti al diploma e chissà dove ci porterà il destino.
In questi anni sono cambiate tante cose, io stessa mi sento diversa e questo lo devo alle mie amiche.
Ecco, è proprio a loro a cui voglio rivolgere il mio primo pensiero.
Le mie amiche mi hanno accompagnata in questo percorso dal secondo al quinto anno, e con loro ho fatto le migliori esperienze della mia vita, e auguro loro di avere successo nella vita, proprio questa vita che ci spaventa tanto.
In questo liceo abbiamo passato una buona parte della nostra vita fra studio, gite e anche musica, ma soprattutto è stato un porto sicuro e i nostri docenti ci hanno fornito un'ottima preparazione, e per questo li ringrazio a nome di tutte le classi del liceo.
Ma proprio oggi stiamo per abbandonare questo posto, a volte davvero odiato, e dobbiamo iniziare a crescere… imparare a vivere.
Grazie a tutti".
Lo sguardo della corvina finì sulla sua famiglia che le stava sorridendo da lontano.
Per anni aveva pensato che suo padre non ci sarebbe stato per quell'evento, e invece si era sbagliata.
Era semplicemente felice di averli tutti lì, per lei, pronti a sostenerla in quel giorno importante.
Quel discorso era arrivato nei cuori degli studenti come una doccia fresca, ma contemporaneamente aveva scaldato i loro animi.
Tutti afferrarono i priori copricapi, e com'era da traduzione essi furono lanciati in aria danzando nel cielo.
"È davvero finita" mormorò Raul stringendo le mani di Julia e Queen con dolcezza.
"Già" mugugnò la gemella flebilmente e con uno sguardo velato dalla tristezza.
Per tanto tempo aveva desiderato finire quel percorso di studi, ma in quel momento desiderava che fosse durato ancora un po'.
"Non è finita" intervenne Hilary ammiccando all'amica e facendo cenno al gruppo di seguirla.
Poco dopo gli atleti e le cheerleader raggiunsero l'ingresso dell'edificio, e istintivamente si presero tutti per mano.
"Insieme, no?" sussurrò la giapponese con una voce rotta dall'emozione.
"Al mio tre varcheremo questo cancello".
Si scambiarono tutti uno sguardo complice, e rivolgendo un sorriso al liceo, insieme attraversarono l'uscita,  consci del fatto che la loro avventura era appena iniziata.
Alcuni si sarebbero persi, altri avrebbero avuto fortuna, mentre alcune amicizie sarebbero cambiate, ma attraversando quel portone nulla era stato più importante di quel magnifico, unico, emozionante ed irripetibile anno di liceo.
 
Erano stati nemici per molto tempo, e solo dopo molto tempo avevano stabilito un legame, ma comunque sarebbero andate le loro vite le Barbie e le Scimmie avevano firmato un capitolo importante del Beyblade High School: il loro.
 

 
 
 
FINE.

 
 
 
Spazio autrice:
Ed eccomi qua, a postare l'ultimo capitolo di questa fanfiction che spesso mi ha vista sclerare, ma anche emozionare.
Da dove iniziare? Dai credits.
Le canzoni in questo capitolo sono "
Get it right - Miley Cirus", "Bonfire hart - James Blunt" "I'll be youre love - Nichole Scherinzger".
 

Confesso, non riuscivo a scrivere questo capitolo, forse perchè era l'ultimo, forse perchè non volevo lasciare questa storia iniziata quattro anni fa, e per l'aiuto e le motivazioni ringrazio Henya per il supporto, ed il mio ragazzo per tutti i consigli e per aver ascoltato tutti i miei dubbi e ovviamente per le recensioni.
 
Come avete potuto leggere in questo capitolo Sonja ha avuto un bel ruolo, e tenetelo a mente, perchè è proprio da li che partirà il continuo ( Silent Tears per la cronaca).
Già, questa storia vedrà un seguito, non può finire così xD.
Ci sarà tanto altro da raccontare …
Che dire, spero di non essere stata troppo smielata e di aver dato un giusto finale a questa mia storia, iniziata per gioco tempo fa.
 
Ammetto che scrivere questo capitolo mi ha riportata indietro nel tempo… avete letto il dialogo fra Mathilda e Kei? È un dialogo che davvero c'è stato, con la differenza che ho zittito il prof che rompeva sul mio percorso (razionalità ed irrazionalità dell'amore) ed il pianto di Hilary? Beh, la sera prima dell'esame io ero in quello stato... Mi sentivo pronta, ma non facevo altro che piangere, per poi ritrovarmi alle 3 di notte sul balcone a mangiare un gelato con il mio migliore amico.
Diciamo che è stato divertente xD
 
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le seguite/preferite/ricordate, chi mi ha seguita e appoggiata in questi anni, chi ha letto e basta … comunque sia, spero di non aver deluso nessuno.
Un grazie di cuore,
Vostra Carmen.
 

 
 
 

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