La Luce Nei Tuoi Occhi

di sara_sessho
(/viewuser.php?uid=63198)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Richiamo del Destino ***
Capitolo 2: *** Due Demoni, Una Sterminatrice e Un Depravato ***
Capitolo 3: *** Un Fratello Piuttosto Glaciale ***
Capitolo 4: *** Non si può mai Stare Tranquilli ***



Capitolo 1
*** Il Richiamo del Destino ***


                                                                            * IL RICHIAMO DEL DESTINO *

  Caernarfon, Galles.

21 marzo 2009. Solstizio di primavera.

In questo paese del Galles, a sud-ovest dell'Inghilterra si crede che l'arrivo della primavera porti cambiamenti. Naturalmente io non ci diedi mai peso fino a quel giorno, quando la mia vita cambiò totalmente. 

Sin da piccola avevo desiderato vivere da un'altra parte, in un luogo in cui le persone non mi avrebbero guardato con disprezzo, facendomi sentire diversa. 

Diversa. Sì, lo sono. Io sono cieca, ma per metà. Ecco la mia diversità.

Io non ho mai visto la luce del giorno e i colori che ravvivano il mondo, conosco sola la notte in cui tutto è buio ed ogni colore è spento, illuminato soltanto dalla luce lunare. 

La Luna. La mia più cara amica. Il suo colore è il colore dei miei occhi, due pozze argentee che rendono il mio sguardo ancora più freddo e inespressivo, forgiato dal disprezzo altrui e dalla sofferenza di aver perso i genitori. Uccisi, ma a nessuno qua è importato, nessuno è venuto a consolarmi. Continuai a vivere da sola, i primi mesi furono durissimi ma poi la ferita al cuore si affievolì fino a diventare una cicatrice, che talvolta si riapre.

Il giorno in cui il destino mi venne incontro avevo diciassette anni e mi trovavo nel giardino dietro casa mia. Il sole batteva caldo sul mio viso e sui miei capelli biondi, raggi di sole li chiamava mia mamma, ed ero seduta per terra ad ascoltare i suoni della natura. Gli uccellini, il fruscio dell'erba, le macchine che passavano. Tutto nella normalità finché all'improvviso, uno strano rumore, simile allo scricchiolio di assi di legno, catturò la mia attenzione. 

Il rumore proveniva dal tempio Shintoista, costruito in onore delle origini giapponesi di mio padre. Entrai e lentamente mossi un piede alla ricerca del gradino e mi avvicinai al pozzo che si trovava al centro. Tastai con le mani e il mio cuore accelerò, le assi con i talismani erano spariti. Mossi le mani per terra per cercarle, ma non c'erano. ''Saranno finite all'interno del pozzo, chissà come avranno fatto a rompersi da sole, il legno non era tanto vecchio'' pensai. Così facendo molta attenzione, saltai al suo interno. Mi resi conto che l'impatto col suolo tardava ad arrivare ed addirittura mi sembrò di rallentare. Ma non ebbi neanche il tempo di preoccuparmi che le mie mani toccarono delle foglie, attaccate alla parete. Edera. Non mi ero accorta che ci fossero prima.

Non ci diedi peso e comincia a tastare il terreno attorno, ma delle assi nessuna traccia. Iniziai così a risalire, aiutandomi con l'edera ai lati del pozzo. Appena uscii, mi resi conto che c'era qualcosa di strano. Le macchine non passavano e nell'aria non c'era odore di smog. Ma dove ero finita?

Non mi mossi dal mio posto. Non riuscivo ad orientarmi, quel luogo mi era completamente sconosciuto. All'improvviso sentii una voce così, a tentoni, mi nascosi dietro a quello che ritenni un cespuglio. La voce si avvicinava sempre di più e mi accorsi che in realtà erano due persone che parlavano, anzi discutevano: una ragazza e un ragazzo. Appena sentii i loro passi sull'erba mi abbassai sempre di più e rallentai il respiro.

- E' inutile Inuyasha, io me ne torno a casa - disse la ragazza. ''Questa voce mi sembra familiare'' pensai.

- Ti ho detto che non ho fatto apposta a romperti la bicicletta - disse il ragazzo.

- A mai più rivederci Inuyasha - rispose piccata l'altra. ''Non sarà...'' .

Uscii dal mio nascondiglio - Kagome, sei tu? - chiesi titubante. 

La ragazza si girò - Per tutti i Kami! Selene! - Kagome corse verso di me e mi abbracciò - come sei arrivata qui? -.

- Attraverso il pozzo... Vuoi dire che sono arrivata a casa tua? Mi sono teletrasportata? - domandai.

- Ah già, tu non lo puoi sapere, ti trovi nell'epoca Sengoku -.

- Sengoku? Sono tornata indietro nel tempo? -.

- Esatto, tramite il pozzo... Aspetta un minuto, sei arrivata qui da casa tua in Inghilterra? - domandò incredula Kagome.

Annuii. Ci fu un lungo momento di silenzio, poi Kagome parlò di nuovo - Dovremmo chiedere alla vecchia Kaede, lei forse potrà aiutarci -

- Chi? -

- Una sacerdotessa del posto - rispose Kagome.

 In seguito sentii dei movimenti sull'erba, il ragazzo si era avvicinato - Kagome mi potresti dire chi è questa ragazza? -

- Oh sì, mi ero dimenticata di te - sentii uno strano grugnito provenire da lui - comunque lei è Selene Higurashi, mia cugina! -

Il mezzo demone rimase un attimo in silenzio - è il tuo opposto come aspetto, ma avete lo stesso odore sgradevole-

La mano di Kagome, che ancora stringeva la mia, iniziò a tremare di rabbia - Inuyasha, a cuccia - disse furiosa per poi calmarsi - cugina, questo maleducato è Inuyasha, un mezz... - Kagome non finì la parola.

- Finisci , perché ti sei interrotta? - dissi.

- E' un mezzo demone - 

Rimasi in silenzio, soppesando le sue parole. Mio padre mi aveva raccontato spesso che in quest'epoca vivano anche demoni e mezzi demoni, ma non gli avevo mai creduto. Sorrisi. ''Qui non mi considereranno diversa per la mia particolare cecità. Magari potrei rimanere qui, in fondo c'è Kagome con me'' pensai.

- Non ti preoccupare Kagome, non ho paura, tuo zio mi raccontava sempre di demoni, amava la storia di quest'epoca - dissi e sentii mia cugina rilassarsi.

- Vieni, ti porto al villaggio, così ti presenterò anche gli altri-

Annuii e mi feci guidare dalla mano di Kagome attraverso quello che i miei sensi suggeriscono essere un bosco. Davanti a noi potevi percepire il passo leggero di Inuyasha.

- Kagome, guarda che non è una bambina può camminare da sola - disse il mezzo demone.

- Idiota! - urlò in risposta Kagome.

- Vedi Inuyasha, io sono cieca ma non totalmente - presi un respiro - io posso vedere solamente di notte, non conosco la bellezza del giorno -

- Quindi appena il sole è tramontato tu acquisti la vista fino all'alba? - chiese curioso.

Annuii. 

- Non vedo l'ora che sia sera per vedere come avviene - continuò lui. Sorrisi di pura felicità per ciò che Inuyasha aveva detto. Era la prima volta che un estraneo non mi disprezzava.


Capii di essere arrivata al villaggio, quando voci di bambini che giocavano mi stuzzicarono le orecchie. L'aria era pura qui e l'atmosfera serena, l'opposto di Caernarfon.

- Vecchia Kaede, ho urgente bisogno di parlarvi - disse Kagome.

- Dimmi Kagome - sentii il suo sguardo addosso - e lei chi è? -

- E' proprio di questo che le vorrei parlare -

Entrammo in una casetta e, appena mi sedetti e tastai il pavimento, mi resi conto che era fatta di legno. 

- Dimmi tutto - disse l'anziana sacerdotessa.

- Prima, quando mi stavo avviando verso il pozzo per tornarmene a casa ho incontrato questa ragazza, si chiama Selene ed è mia cugina - Kagome prese un bel respiro e continuò - lei viene da una città molto lontana dalla mia, in Europa, e quando è entrata nel pozzo di casa sua si è ritrovata qui, esattamente come è successo a me molto tempo fa, lei saprebbe spiegarci come è riuscita a venire di qua?-

- Beh, tu arrivasti in quest'epoca perché il tuo destino era quello di riportare la sfera in questo mondo e distruggere definitivamente Naraku, Selene probabilmente ha anche lei un destino da compiere qua e potrebbe indicare che la pace che finalmente regna su questa terra stia per finire- sospirò - ma di che pericolo si tratti non lo so -.

- Grazie per il suo aiuto, Vecchia Kaede... Ma Miroku, Sango, Shippo e Kirara dove sono?- domandò Kagome

 - Sono andati a purificare una casa nel villaggio qui vicino, faranno ritorno domani - rispose l'anziana signora.

Ci alzammo e uscimmo all'esterno. Si era avvicinata la sera, il sole stava per tramontare e l'aria si era fatta più fresca. Ci accampammo vicino al fiume e Kagome accese un fuoco.

- Tra pochi secondi il sole scomparirà oltre l'orizzonte - disse Inuyasha.

Infatti dopo pochi la vista iniziò a tornare e mi guardai intorno. Era tutto buio, ma il bosco e il villaggio erano bellissimi poi volsi lo sguardo su Kagome; era cresciuta ed era diventata un bellissima ragazza. Alle sue spalle un ragazzo dai capelli del color della luna, condue orecchie canine sulla testa e due pozze ambrate mi stava fissando incuriosito. Era un bellissimo mezzo demone.

- Ci vedi adesso? - chiese Kagome.

- Si, e devo dire che questo mondo è ancora più bello del nostro - risposi.

- Chissà come la penserai quando incontrerai dei demoni da affrontare - continuò Inuyasha.

- Nessun problema so difendermi -

- E anche molto bene - disse Kagome, probabilmente memore di un mio vecchio allenamento, non riusciva a starmi dietro con lo sguardo.

- Forza ora dormite - disse Inuyasha sistemandosi contro il tronco di un albero.

- Io no, preferisco godermi la vista, sono abituata a non dormire per giorni -

I due annuirono, così mi alzai e mi avvicinai al fiume. ''Speriamo il destino non mi abbia giocato un brutto scherzo'' pensai mentre lontano dal fiume, con semplici movimenti del dito facevo saltare l'acqua.




Angolo Autrice:

Allora che ve ne pare? Credete che abbia reso bene l'idea della cecità di Selene? Secondo voi che segreto potrebbe nascondere? ( piccolo piccolo piccolo indizio nell'ultima riga).

Recensite in tanti e al prossimo capitolo,

sara_sessho





Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due Demoni, Una Sterminatrice e Un Depravato ***


                                                                               * DUE DEMONI, UNA STERMINATRICE E E UN DEPRAVATO *

 

Giappone.

22 marzo 1509. Epoca Sengoku.

Mancavano poche ore all'alba e, prima che Kagome e Inuyasha si svegliassero, dovevo tornare nella mia epoca per prendere lo stretto necessario. Così, silenziosamente, cercai di ritornare al pozzo, andando verso una strana luce che vedevo in mezzo alla foresta. Alla fine quando raggiunsi il pozzo, capii che la luce mi aveva condotta qui. Nonostante fosse una cosa strana, non ci diedi molto peso e tornai nel mio mondo.

Arrivata a casa, andai in camera e tirai fuori dei vestiti puliti, che avrei indossato subito, e altri che avrei portato con me dall'altra parte. Infilai dei comodi pantaloncini neri elastici, una canottiera bianca e scarpe da ginnastica anch'esse bianche. Quando fui pronta, mi diressi in bagno a prendere altri effetti come: spazzolino, dentifricio, spazzola e bagnoschiuma. Alla fine mi ritrovai carica come una animale da soma e decisi di non prendere nulla da mangiare; non andavo mica in un deserto.

Quando mi accinsi ad uscire, vidi in sul tavolo vicino all'ingresso, una foto di me con i miei genitori. Nel tentativo di infilarla nello zaino, urtai inavvertitamente la libreria sulla sinistra e un grosso volume cadde per terra. Lo raccolsi e lo aprii: conteneva le ricerche che aveva fatto mio padre, tra cui quella che non è riuscito a terminare prima di morire. Anzi a dire il vero, l'aveva semplicemente cominciata, c'erano solo il titolo e una frase: ''I semidei celtici''  Creature soprannaturali nate dall'unione tra un Dio Celtico e una donna umana. Rimasi sorpresa da questa ricerca perché, sempre, mio padre mi diceva i suoi nuovi progetti e di questo non me ne aveva mai parlato.

Dopo aver rimesso il volume sulla libreria, andai al tempio Shintoista con ancora degli interrogativi, a cui mio padre non potrà mai rispondere. 

Riuscii a tornare dagli altri prima del loro risveglio e prima del sorgere del sole; se avessi tardato ancora un po' avrei fato fatica a raggiungerli. Inuyasha si svegliò poco dopo e, senza volerlo, inciampò nelle gambe di Kagome, che aprì gli occhi di scatto.

- Si può sapere per quale motivo mi sei venuto addosso? - chiese infuriata la sacerdotessa.

- Non l'ho fatto apposta stupida, stavo andando al fiume e non ho visto dove mettevo i piedi - rispose Inuyasha, alzando anche lui il tono di voce.

- Su su dai, fate i bravi - dissi io calmandoli, poi volsi lo sguardo verso est. Una timida luce si stava facendo spazio all'orizzonte e la mia vista iniziava a scurirsi sempre più - Ci vediamo stasera ragazzi, letteralmente parlando -.

Prima che un velo nero mi coprisse gli occhi, scorsi delle sagome in lontananza che si stavano avvicinando. ''Saranno i compagni di viaggio di Kagome?''.

Ricevetti come risposta, la voce infantile di un bambino - Kagome siamo tornati! -.

Sentii mia cugina alla mia destra muovere qualche passo sull'erba, probabilmente stava andando incontro ai nuovi venuti - E' andato tutto bene al villaggio? - domandò.

- Benissimo, niente di più facile - rispose il bambino, facendo poi un attimo di pausa - ehi Kagome, chi è questa ragazza?-.

- Oh sì giusto, lei viene dal mio mondo, è mia cugina - disse ridendo - ma non ci assomigliamo affatto-.

- Davvero? Molto piacere, io sono Shippo, un demone volpe - disse il bambino avvicinandosi a me.

- Molto piacere, il mio nome è Selene - risposi sorridendo verso la direzione in cui avevo sentito la voce.

- Perché non mi stringi la mano? -

- Oh scusami, non lo sapevo - dissi abbassandomi e stringendogli, dopo vari tentativi, la mano - devi sapere che io non vedo di giorno ma solo di notte, per questo non ti ho stretto la mano -

- Ma come è possibile? - domandò curioso.

- Non lo so nemmeno io -.

- Oh, che visione celestiale! - esclamò una voce maschile, che non era quella di Inuyasha. Improvvisamente sentii che qualcuno mi prendeva una mano - Vorreste concedermi, bellissima fanciulla, l'onore di un figlio -.

Non ebbi il tempo di realizzare ciò che mi aveva chiesto, che sentii uno strano rumore, simile a quello di un pugno - quando imparerai a non provarci con ogni ragazza che respira, monaco depravato?- disse un'altra voce, femminile stavolta - scusalo, è un deficiente, comunque piacere di conoscerti, io sono Sango e quello con la faccia a terra Miroku -.

Sorrisi -Piacere io sono Selene, comunque non avrei accettato lo stesso, avere un figlio non è nei miei programmi per adesso e magari non sei neanche bello-.

Sapevo che non avevano capito. Sospirai - Kagome spiegalo tu, l'ho detto troppe volte in due giorni - sentii dei passi sull'erba e poi un flebile bisbigliare. Non avevo mai fatto sapere a persone estranee della mia particolare cecità, fino a questo momento.

- Selene, ci ho appena fatto caso ma, quando ti sei cambiata i vestiti? - domandò mia cugina.

- Mentre dormivate ho attraversato il pozzo e ho fatto un salto dall'altra parte -.

- Ma sei impazzita? Qualche demone avrebbe potuto attaccarti e ucciderti - disse Inuyasha, che fino a quel momento era rimasto seduto per terra in silenzio.

- Tranquillo, non correvo alcun rischio, ti ho già detto ieri sera che so difendermi - risposi, sistemandomi la coda.

- Guarda che io sto parlando di demoni, esseri senza pietà, non esseri umani - continuò il mezzo demone.

- Se la sarebbe cavata lo stesso Inuyasha, e in ogni caso è qui sana e salva - concluse Kagome, seguita da un borbottio indefinito del ragazzo cane.

Risi della situazione, ma mi bloccai quando sentii qualcuno che mi accarezzava il fondoschiena. Mi alzai di scatto dalla roccia sulla quale ero seduta e, per riflesso, tirai un calcio abbastanza forte alle mie spalle, colpendo il colpevole.

- Ahi, che dolore alle costole - disse il monaco.

- Ben ti sta, brutto depravato! - sbraitò Sango. 

- Oh scusa non volevo colpirti così forte, è l'abitudine - mi scusai.

- Sei abituata a prendere a calci le persone? - chiese con tono incredulo Miroku.

- Beh, solo durante gli allenamenti di arti marziali - risposi con nonchalance.

- Ah ok, la prossima volta starò attento - commentò a bassa voce il monaco.

- Adesso basta bighellonare, partiamo, dobbiamo scoprire se ci sono forze demoniache che potrebbero minacciare l'equilibrio pacifico che si è formato - disse Inuyasha.

- Quindi dove andiamo? - chiese Kagome.

Ci fu un momento di pausa - Non lo so, andiamo alla cieca - rispose il mezzo demone, beccandosi subito una gomitata dalla ragazza.

- Tranquilla Kagome, non mi ha mica offeso, comunque ti assicuro Inuyasha che se vai alla cieca, è molto probabile che becchi un albero anziché un demone - dissi ridendo.

- Allora andiamo verso Nord, da qualche parte ci porterà - annuimmo e ci incamminammo.

- Sali - disse Sango.

- Dove?-

La ragazza mi prese la mano e mi trascinò su quello che sembrava essere un animale - Sei su Kirara, una animale demoniaco-

- Oh, che carino, stasera voglio vederlo - dissi.

- Adesso stringiti forte che si parte -

Detto questo partimmo alla volta di una nuova avventura.





Angolo Autrice:

Salve a tutti e scusate il ritardo, ma è l'ultimo mese di scuola e sono davvero stracolma di cose da fare e da studiare.

Spero mi perdonerete, un bacio e continuate a leggere mi raccomando,

sara_sessho


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un Fratello Piuttosto Glaciale ***


                                                                                                 * UN FRATELLO PIUTTOSTO GLACIALE *

Giappone.

22 marzo 1509. Epoca Sengoku.

Dopo poche ore di viaggio, che non portarono a nulla, decidemmo di sostare per mangiare qualcosa. Doveva essere mezzogiorno circa, poiché percepivo il calore del sole esattamente al centro della nuca ed era talmente forte, che temevo che il mio cervello evaporasse.

Mangiammo il cibo portato da Kagome, accompagnati dai continui litigi tra Sango e Miroku che, a quanto pareva, aveva toccato di nuovo il fondoschiena alla ragazza. All’improvviso sentii qualcosa scivolarmi sulla testa, lo afferrai e capii che si trattava di un sacchetto di plastica.

- Da quando sono diventata un cestino per i rifiuti? – chiesi sarcastica.

- Inuyasha, te l’ho detto mille volte di non buttare i sacchetti delle patatine in giro, a cuccia – disse Kagome seguita da un tonfo pesante.

- Tranquilla Kagome, non dovresti essere così tesa, sembri una donna in menopausa! –

- Simpatica come sempre – la nostra conversazione si interruppe per l’improvviso arrivo di una grossa folata di vento, molto simile a un tornado che mi fece sbattere con l’albero alle mie spalle. “Che giornata sfigata! “ commentai mentalmente.

- Oh mia amata Kagome quanto tempo che non ti vedo – disse una voce maschile che non ho la minima idea da dove possa essere sbucato. “ Perfetto un altro idiota “.

- Ciao Koga, come mai sei venuto qua? – chiese Kagome.

- Ero stanco di starmene rintanato con i miei compagni, allora ho pensato bene di venirti a trovare –

- Ehi tu, sempre a cercare rogne? – mi sembrava che Inuyasha non fosse molto contento di vederlo.

- Ah botolo, ci sei anche tu, non ti avevo visto – strano che non mi avesse notata, visto che ero seduta proprio accanto al mezzo demone – e lei chi è? – perfetto, come non detto.

- Lei è mia cugina Selene, è appena arrivata – rispose gentilmente Kagome.

- Si vede che è tua parente, è bella come te – non capivo se il suo commento era un reale complimento oppure se fosse solamente una tattica per conquistare mia cugina.

- Ehi, ne hai ancora per molto? Stai impregnando l’aria della tua schifosa puzza di lupo – intervenne Inuyasha.

- Lupo? – chiese confusa.

- Sì, vedi Selene, Koga è un demone lupo – mi spiegò Kagome.

Annuii. A quanto pareva, mia cugina si era scelta proprio delle amicizie alternative. Almeno erano simpatici.

Il demone lupo rimase con noi per un po’, corteggiando Kagome e litigando con Inuyasha, e, dopo essere stato raggiunto da due sue compagni, se ne andò.

- Kagome, per caso era lui che provocava queste folate di vento? – chiesi curiosa.

- Sì, quando lui aveva in frammenti della sfera nelle gambe, riusciva a correre velocissimo, e adesso che non li ha più riesce a correre pressoché alla stessa velocità… Più o meno –

Sapevo di cosa era capace la sfera, lo avevo letto in uno dei libri che c’erano a casa mia. Da quello che avevo sentito dire da Kagome, adesso la sfera non c’era più così come era stato sconfitto Naraku, un mezzo demone che voleva usare la sfera per scopi malvagi. Anch’io avrei voluto esserci, così almeno avrei potuto superare più velocemente la morte dei miei genitori o comunque qualcosa per far passare le mie giornate, passate a girovagare per casa.

Finimmo di mangiare e ci rimettemmo in viaggio. Il sole si era fatto meno caldo e una leggera brezza si era alzata. Stranamente erano tutti piuttosto silenziosi, strano; quella mattina non erano stati zitti un attimo.

- Kagome è successo qualcosa? – chiesi.

- Qualcuno che conosciamo si sta avvicinando – rispose con un tono piuttosto preoccupato.

- E dove è il problema? Quando è arrivato Koga non eravate così silenziosi –.

- Questo perché Koga lo possiamo ormai considerare un amico, mentre il demone che sta arrivando, non proprio – sospirò – anzi proprio per niente -.

All’improvviso si fermarono tutti, segno che questo fantomatico demone era arrivato. Riuscivo a sentire abbastanza bene la sua aura che, a parer mio, sembrava più infastidita che negativa o altro.

- Sesshomaru, cosa fai da queste parti? – Inuyasha sembrava piuttosto arrabbiato.

- Come osa un misero mezzo demone come te, rivolgersi così a me? – Mi vennero i brividi alla schiena per il tono freddo e inflessibile che aveva usato. E poi perché aveva calcato così tanto su “mezzo demone” ?

- Ormai Naraku è morto, non dovresti più avere alcun motivo per andare in giro –

- Questo lo credi tu, fratellino, eppure dovresti ricordare che io e te abbiamo un conto in sospeso – “Cosa? Sono fratelli? ”.

- Sei ancora interessato a Tessaiga? Cosa ti potrebbe servire, se hai Bakusaiga al tuo fianco? – L’aria si stava facendo pesante, molto pesante.

- Infatti non mi interessa la tua spada, voglio solo ucciderti una volta per tutte – “Molto diretto devo dire”.

Subito dopo sentii una mano afferrarmi il polso – Vieni Selene, spostiamoci così non verremo coinvolti nello scontro – Kagome sembrava ancor più preoccupata di prima.

- Scusa Kagome, ma se sono fratelli perché si odiano? – chiesi sedendomi per terra.

- Vedi, in realtà sono fratellastri, sono nati dallo stesso padre ma da madri diverse – Kagome si sedette accanto a me – la madre di Inuyasha era umana, mentre quella di Sesshomaru una demone – sospirò – Sesshomaru odia gli esseri umani e perciò non poteva, e non può tuttora, accettare come fratello Inuyasha che per metà è umano -.

- Quindi è solo una questione di sangue ? -.

- Adesso forse sì, ma prima l’odio era incentivato dal desiderio di Sesshomaru di possedere Tessaiga, la spada di Inuyasha –

- Perché? Voglio dire, è solo una spada –

- Era la spada di loro padre e Sesshomaru pensava di riceverla in eredità, ma invece gli fu affidata Tenseiga, una spada incapace di uccidere -.

Stavo per rispondere, ma percepii che il terreno stava per spaccarsi – Kagome spostati – urlai, spingendola verso sinistra, mentre io balzai a destra. Kagome mi guardò interrogativa, ma non ebbi bisogno di risponderle perché un’esplosione squarciò il terreno dove eravamo sedute.

- Come facevi a saperlo? – mi chiese.

- Lo saprai a tempo debito, adesso non mi pare il momento – mi voltai verso il punto in cui sentivo scontrarsi le spade. Purtroppo ero troppo lontana e non riuscivo a percepire bene con la mente i movimenti di Inuyasha e Sesshomaru, così mi avvicinai senza farmi sentire da Kagome e dagli altri.

Inuyasha continuava a sferrare colpi nello stesso punto, probabilmente voleva colpire al cuore o in qualche altro punto vitale, ma se continuava così presto sarebbe stato sconfitto. Deve cambiare tipologia di attacco.

- Inuyasha, concentrati, non vibrare colpi a caso nel tentativo di ucciderlo in un solo colpo, cambia strategia, ormai ha capito quello che stai cercando di fare – urlai decisa in direzione di Inuyasha.

Non realizzai esattamente cosa successe, ma a quanto pareva Sesshomaru si era distratto – Mai abbassare la guardia – disse Inuyasha – Bakuryūha! –

Nonostante i miei riflessi, non riuscii a spostarmi in tempo e l’attacco di Inuyasha investì anche me. L’ultima cosa che ricordavo era Kagome che urlava il mio nome e poi buio, ma non dolore.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Lo so sono tremendamente in ritardo ma, come ho detto nelle altre mie storie, è tutta colpa della scuola che non mi lasciava in pace... Perciò vi prometto che non vi farò più aspettare tanto.

Comunque, parlando del capitolo, non mi piace molto ma dovevo introdurre Sesshomaru in qualche modo e di certo mi ucciderà per avere intaccato il suo onore, facendolo distrarre alla fine... Ma così doveva andare quindi deve stare buono. Penso che abbiate capito cosa è successo alla fine in caso contrario, avrete delucidazioni nel prossimo capitolo. Prima poi dirò cosa è Selene ma come ha detto lei "a tempo debito"... 

Ora vi lascio, e ci prego di essere clementi con me... Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.

Baci e grazie a tutti, 

sara_sessho

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Non si può mai Stare Tranquilli ***


                                                                                      * NON SI PUO’ MAI STARE TRANQUILLI *

 

Temo di essere a testa in giù” realizzai quando aprii gli occhi. Mi sentivo tutta sottosopra e se mi andava ancora un po’ di sangue alla testa, temevo che potesse esplodere.

Purtroppo le mie facoltà fisiche non erano ancora ritornate totalmente, quindi rimasi ferma in quella posizione ridicola con gli occhi chiusi, come se fossi ancora svenuta.

Fu in quel momento che sentii dei movimenti nella siepe poco distante da me, seguiti poi da una voce alquanto fastidiosa, almeno per me:

- Sesshomaru, mio Signore, state bene? –

- Jaken, non perdere tempo in domande inutili e andiamo – rispose il demone cane.

- Scusi, ma lei chi è? – chiese ad un tratto quella voce odiosa.

- Una nuova umana con cui viaggia quel mezzo demone di Inuyasha, lasciala lì non si riprenderà prima di stasera – fece una pausa – andiamo -.

A quelle parole feci una capriola all’indietro e, nonostante avessi ancora le gambe intorpidite mi rimisi in piedi – Si da il caso che io fossi sveglia prima di voi, Signor Sesshomaru- esclamai, imitando la voce di quel Jaken – quindi devo dedurre che voi abbiate una scarsa conoscenza sulla resistenza umana – “Perché gli stavo dando del lei?

Non mi rispose ma sentii dei passi avvicinarsi – Perché non tremi di fronte al Principe dei Demoni? –

- Molto modesto devo dire… Comunque, rispondendo alla vostra domanda, non vi temo perché non vi vedo -

Probabilmente Sesshomaru si aspettava una risposta più eclatante perché se ne tornò sui suoi passi senza proferire parola.

- Ehi voi, non lascerete una povera ragazzina cieca e indifesa in giro da sola – dissi, ma lui continuava a rimanere in silenzio – bene, vorrà dire che vi seguirò anche se non volete!-

Non ebbi il tempo per fare un solo passo, che una mano mi afferrò la gola – E se ti uccidessi, cosa faresti? –

- Che domanda idiota, cosa pensate che possa fare da morta – capii che lui non scherzava, dato che la presa sul mio collo aumentò – non mi uccidete, non ho detto le mie ultime volontà a Kagome -

- Sei fastidiosa –

- Fastidiosa io? Guardate che siete voi che vi portate dietro un’oca starnazzante –

- Se sarai di peso ti uccido senza esitazioni – ripose il demone, ignorandomi bellamente.

 

Camminammo per parecchie ore e calpestai “involontariamente” Jaken diverse volte, con mia grande soddisfazione.

Tramontò il sole, io recuperai la vista e vidi in lontananza una bambina umana che correva verso di noi. La cosa mi parve strana, ma non ci feci molto caso, tutto in quell’epoca era strano.

- Signor Sesshomaru, Rin ha fatto la brava in vostra assenza – sorrisi, quella bambina mi ricordava un po’ Kagome da piccola.

Spostai l’attenzione da Rin ai miei compagni di viaggio e rimasi sorpresa di vedere che la figura di Sesshomaru non aveva nulla di spaventoso, tutt’altro. Abbassai lo sguardo e vidi Jaken “ E’ decisamente meglio guardare Sesshomaru”.

- Lo sai Jaken, sei davvero orribile oltre ad avere una voce odiosa – dissi, ma non il mostriciattolo non ebbe il tempo di rispondere, perché qualcun altro lo anticipò.

- Perché adesso riesci a vedere? – domandò il Principe dei Demoni.

Non gli risposi e, sospirando, mi allontanai per sedermi sull’erba. Sentii qualcosa afferrarmi e spingermi violentemente contro un albero.

- Gradirei che rispondessi alla domanda -

- Ma guarda che coincidenza, vorrei che facessi lo stesso anche tu e poi, le sembra il modo di trattare una ragazza? –

Per tutta risposta, Sesshomaru mi spinse di nuovo contro l’albero.

 – E va bene ho capito – dissi guardando le sue iridi ambrate – se proprio ci tieni a saperlo questa è una maledizione, mi permette di vedere solo di notte -

Il demone alzò un sopracciglio, sospirai – Neanche io so molto della faccenda, ma non ci posso fare niente – detto questo la sua presa si fece meno ferrea e io ne approfittai per sfuggirgli.

Quando, finalmente, riuscii a sedermi sull’erba, si avvicinò la bambina.

- Ciao, mi chiamo Rin, tu chi sei? -

Sorrisi – Mi chiamo Selene, piacere di conoscerti – anche la bambina sorrise.

- Conoscete la Sacerdotessa Kagome? -

- Sì, è mia cugina, sai anche io come lei provengo dal mondo dall’altra parte del pozzo -.

Rin sorrise ancora di più – E’ bello quel mondo? –

- Beh vedi… - mi interruppi per ascoltare uno strano rumore  che proveniva da sottoterra.

- Merda – esclamai quando vidi spuntare dal terreno un demone millepiedi. Coprii Rin con il mio corpo per proteggerla, ma niente ci colpì. Voltai lo sguardo e vidi Sesshomaru con la spada sguainata e il demone ridotto in poltiglia.

- Rin stai bene? – chiese il demone.

La bambina annuì – sto bene anche io, grazie – dissi sarcastica a Sesshomaru.

Lui mi guardò – Vedo che sei utile, donna – ghignò – ma rimani comunque fastidiosa -.

Rimasi allibita “ Oddio, stanotte non dormo, scoprire che Sesshomaru ha espressioni facciali mi ha traumatizzata”.

Era davvero solo quello che mi aveva colpita?

 

 

Angolo Autrice:

Chiedo venia per il ritardo ma devo scappare.... Alla prossima.

sara_sessho.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=703791