Rapture

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Katherine ***
Capitolo 2: *** Klaus ***
Capitolo 3: *** Alaric ***
Capitolo 4: *** Damon ***
Capitolo 5: *** Elena ***



Capitolo 1
*** Katherine ***


Era l'estasi.

La paura era distillata nella più dolce delle estasi.

Sapeva di non potergli sfuggire per il resto dell'eternità, ma non si era mai posta il problema di quanto tempo sarebbe durata la sua fuga. Intrighi, doppi giochi, sotterfugi. Vittime sacrificali, semplici pedine. Tutto calcolato, tutto architettato a dovere.

E ora... puff.

Tutto svanito.

Lui era il terrore che costringe i polmoni, la cocente sorpresa di scoprire la persona che ami ricambia un'altra, l'irritante fastidio del secondo posto per quel decimo di secondo.

Klaus era arrivato a lei nel più inconcepibile nei modi, dimostrando di essere un giocoliere migliore e più astuto.

E letale.

Katherine continuava a imprecare dentro di se e trafiggere la gamba, come le era stato ordinato di fare. Non vi era dubbio che la sua punizione sarebbe divenuta ben peggiore. Ma il solo restar seduta di fronte a lui, composta, da brava bambina di papà, le provocava un odio ben superiore al dolore.

Il solo fatto di non poter conficcare la lama appuntita nel collo del gelido vampiro la umiliava, la irretiva in una trappola d'odio da cui Klaus non avrebbe mai districato se stesso.

Katherine continuava.

Infilava, gridava, estraeva. Il sangue scorreva lungo il polpaccio nudo, fino alla scarpetta scollata che aveva rubato dal guardaroba di Elena.

Infilava, gridava, estraeva.

E quando ti sarai annoiata, cambia gamba, le aveva detto.

Katherine continuava.

Infilava, gridava, estraeva.

Il suo cuore si gonfiava di disprezzo e terrore, la mente tentava di contrastare il gelido ordine del vampiro, il braccio si alzava, calava, si immobilizzava e di nuovo si alzava, in una macabro ritornello sanguinoso.

E quando ti sarai annoiata, cambia gamba, le aveva detto.

Il coltello passò nella mano sinistra.

***

Allegra, la strega è morta!”

Katherine udì le parole di Klaus ma non rispose. Non le aveva dato l'ordine di farlo. Alzò il braccio mentre lui osservava con un mezzo sorriso di piacere le pozze di sangue ai suoi piedi.

Klaus lasciò che la lama penetrasse ancora nella carne, sorrise al suo rantolo di dolore e sospirò, sdraiandosi scompostamente sul letto. “Basta.”

Katherine estrasse il coltello e la ferita si richiuse. Credette ad ogni singola parola, aprì la mano insanguinata lasciando cadere il serramanico e osservò con disprezzo i polpacci intrisi di sangue rappreso.

Alzati.”

I muscoli dei quadricipiti si contrassero e poi si flessero. Katherine lo guardò sollevarsi di colpo, eliminare la giacca di Alaric e venirle incontro baldanzoso. Era più che soddisfatto. Le sfiorò il mento con un buffetto scherzoso. Katherine lo mandò al diavolo e piantò gli occhi nei suoi. “Come hai fatto ad ucciderla?”

Ho seguito il consiglio di Maddox. Sono un tipo ragionevole, al contrario di te” mormorò cominciando a spogliarsi. “Questo corpo è talmente noioso!” eruppe guardandosi allo specchio. “per non parlare dei vestiti...” borbottò aprendo l'armadio.

Cambialo.” Katherine si sentiva ridicola e stupida a starsene in piedi al centro della stanza, insanguinata dalle ginocchia in giù, ma il senso di frustrazione le derivava da una bruciante impotenza. Voleva uccidere Klaus ma non riusciva a muovere i muscoli.

Mh... vedremo. Spogliati.”

Oh, ma per favore. Katherine fremette di sdegno e girò le braccia dietro la schiena. Non riusciva ad arrivare alla stupida chiusura lampo.

Permettimi.”

Katherine trattenne l'impulso di sputargli in faccia quando la lampo calò lungo la spina dorsale e le sue dita – le dita di Alaric, non di Klaus – le denudarono le spalle.

Bellissima come sempre.”

Damon ti ucciderà, pensò quando le sfiorò la pelle con un bacio che non aveva nulla di sensuale. Era un altro modo per infastidirla. Katherine non aveva mai avuto un tracollo psicologico nella sua vita e non l'ebbe certo per quello stupido bacio. “Grazie.”

Questo corpo non ha alcuna reazione” continuò passando i polpastrelli lungo la clavicola. “La piccola Elena deve contare molto per costui. Parlami di lui” sospirò inginocchiandosi. “Quanto sangue sprecato...”

Alaric ha una relazione con Jenna, la zia di...” Katherine si interruppe quando sentì una carezza umida risalire lungo il polpaccio, il ginocchio e fermarsi al confine col vestito “... di Elena. In questo momento avete litigato” continuò pensando che avrebbe messo in conto anche quell'umiliazione.

Ottimo” annunciò e Katherine non capì se si riferisse al sangue che aveva leccato via o all'informazione. “Va a fare una doccia, sei ridicola.”

Le gote di Katherine si incendiarono di rabbia. Klaus le picchiettò dolcemente la guancia e Katherine alzò il braccio e lo percosse violentemente sul volto, pentendosi un istante dopo del suo gesto. Si era tradita.

Klaus sorrise stirando le labbra di Alaric, gli occhi azzurri brillarono e il vampiro sogghignò. Le spianò la ruga sulla fronte e vi depose un bacio sopra, prima di renderle il colpo.

La cortina scura dei capelli le offuscò la vista. Ma non era dolore fisico quello che provava. Damon l'avrebbe ucciso, se lo avesse saputo. Katherine si rese conto che mai, neppure una volta da quando era prigioniera aveva pensato a Stefan come suo salvatore. Stefan l'avrebbe lasciata morire – per salvaguardare la sua preziosa Elena - mentre Damon avrebbe dato la vita per lei.

***

Perchè non mi uccidi?”

Klaus si alzò su un gomito e la guardò sorridendo. Era a torso nudo e mostrava un fisico eccellente per un professore di storia. Osservava Alaric ma vedeva Klaus. Katherine immaginò di conficcare le sue lunghe dita negli occhi e cavarli via. L'acqua aveva annullato l'azione della piastra e i capelli sparsi sui cuscini erano di nuovo ricci e lucenti. Klaus li stava accarezzando da dieci minuti abbondanti. Lo faceva sempre quando erano amanti. “Non ti devo alcuna cortesia, mia cara.”

Ti diverti?” domandò prendendo un po' di coraggio.

Molto. Mi divertirei di più se questo stupido corpo mostrasse un po' di interesse nei tuoi confronti, ma ahimè... non si può avere tutto nella vita...”

Stento a crederci” mormorò respirando di nuovo. Un istante dopo, era sdraiato su di lei. Katherine lo fissò senza mostrare alcun sentimento in merito. Aveva avuto molti amanti nella sua vita. Alaric era attraente. Non se ne sarebbe lamentata se avesse deciso di prenderla. Lei aveva reso felici molti uomini, prima di togliergli la vita.

Damon l'avrebbe spellato lentamente.

Si consolò al pensiero e rilassò il viso. Giaceva con le mani abbandonate lungo il corpo, coperto da una deliziosa sottoveste di seta nera.

Klaus la guardò negli occhi e di nuovo sorrise. “Non dormire” le ordinò tornando a sdraiarsi al suo fianco “e svegliami alle otto, domattina ho lezione” ridacchiò portando le mani dietro la testa.


Klaus.” Katherine aveva dovuto sforzarsi di pronunciare il suo nome. “Svegliati.”

Il corpo caldo di Alaric si voltò assonnato, infilò il braccio sotto il cuscino e sospirò.

Sono le otto, devi andare a lezione” ripetè umettandosi le labbra. Conosceva a menadito ogni singola crepa del soffitto. Era rimasta a fissarlo tutta la notte. E a fissare lui, incapace di addormentarsi e muoversi. “Klaus.”

Sta zitta...”

Katherine sentì le labbra incollarsi e il respiro si affrettò per un istante. Era impossibilitata a muoversi, a parlare.

Poteva andare peggio.

Il braccio sgusciò dal cuscino e si attorcigliò attorno alla sua vita. Katherine sentì l'intero corpo spostarsi verso destra.

Poteva andare peggio.

Klaus infilò il viso fra i suoi capelli e le scoprì il collo. Cominciò ad accarezzare la seta nera e Katherine arricciò il naso con odio.

Damon ti ucciderà.

La mano scivolò al di sotto della seta e si infilò fra le gambe. Katherine non si mosse e non parlò.

Poteva sempre andare peggio.

Noioso” decretò e la lasciò andare di colpo, sollevandosi a sedere. “Hai il visetto sciupato” la prese in giro abbassando il tono della voce.

Katherine si immaginò con le occhiaie e il viso che esprimeva tutta l'inquietudine del momento.

Dì quello che hai da dire.”

Le labbra si scollarono all'istante e Katherine rantolò il terrore accumulato fra i denti.

Shhhh” sussurrò posandole la mano sulla bocca. Sapeva di lei. “Non sprecare fiato. Ti servirà tutto per i prossimi duecento anni.”

Katherine lo guardò negli occhi, desiderò vomitargli addosso il suo disprezzo ma le sue labbra si contrassero in un sorriso, sotto il palmo della mano. “Sono le otto, devi andare a lezione.”

Klaus sorrise distendendo i lineamenti piacevoli di Alaric. La baciò sulle labbra – di nuovo non per piacere ma per puro divertimento – e Katherine tenne gli occhi aperti mentre lo faceva.



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Capitolo 2
*** Klaus ***


Ragazze, sono proprio contenta che la storia vi piaccia. Si tratta di pochi capitoli, cinque al massimo, che tratteranno soprattutto Katherine come attrice principale.
Buona lettura e fatemi sapere le vostre impressioni.


Stupido branco di ragazzini.

Ehi!”

Che fine avevano fatto i precettori di...

Rick!”

Klaus si voltò – o meglio, il corpo di Alaric si voltò – al richiamo concitato di una donna dall'aspetto gradevole. Occhi scuri e dolci, capelli biondo miele, fisico snello e atletico. Dimostrava all'incirca trenta anni. La confezione non era niente male. Sollevò le sopracciglia e la squadrò da capo a piedi, indeciso se ucciderla all'istante o giocarci un po', prima di farlo. Il corpo che possedeva stava subendo una drammatica reazione alla presenza della donna. Klaus non aveva accesso ai ricordi e alla conoscenza di Alaric, ma sapeva riconoscere il desiderio quando gli gonfiava i pantaloni. “Jenna?” domandò con uno strano sorriso che fermò la ragazza dal compire un altro passo.

Jenna si arrestò di colpo, lo fissò negli occhi, li abbassò sui vestiti e tornò al viso. “ Perché non mi hai detto che Isobel era viva?”

La voce si era abbassata in un mormorio ferito. Klaus notò una certa scintilla di dispiacere e dolore in fondo agli occhi della ragazza. Era lucenti e grandi. E pieni di lacrime sebbene non ne spillasse neppure una goccia, in quel momento.

Non volevo ferirti” mormorò avvicinandosi.

Jenna lo fissò di nuovo da capo a piedi. Si muoveva e la guardava in modo diverso. Era più... crudele, pensò passeggiando lentamente all'indietro.

Jenna era stata ferita più volte nella sua vita, ma nessuno l'aveva mai guardata con tutto quel disprezzo. Inspirò e buttò giù un groppo di paura. “E' tornata per restare?”

I suoi capelli avevano il colore dell'ambra scura.

Klaus si avvicinò e li sfiorò con la mano, infilando le dita all'interno. La due gocce che caddero sulle guance gli fecero quasi alzare gli occhi al cielo. Sarebbe bastata una piccola torsione del polso per romperle il collo. Ma Jenna non era sulla lista finché non intralciava i suoi piani. Gli sarebbe stata di grande utilità, nella caccia alla bella Elena. Ora che lei sapeva da chi stare alla larga, avrebbe dovuto cambiare il programma.

Non lo so e non me ne importa” dichiarò osservando la sua reazione. Jenna inghiottì ma gli prese il polso e lo staccò da se. Era sollievo quello che scorgeva fra le palpebre contratte che cercano di impedire alle lacrime di venir fuori? “Io ti amo.”

Jenna abbassò le spalle e lo guardò un po' esterrefatta “è la prima volta che lo dici...”

Forse dovevo dirlo prima.”

Cliché. La vita era così piena di cliché che Klaus ne era divertito. Gli umani si comportavano tutti allo stesso modo. Generazioni di stupidi bambocci che giustificavano quasi azione nefanda con la parola 'amore'

Tranne Katherine.

Lei aveva nerbo e non si lasciava sottomettere.

Katherine così bella e sprezzante. L'avrebbe tenuta con se per il resto dell'eternità, torturandola, portandola al punto di rottura. L'avrebbe spezzata per il puro piacere di farlo. Non sarebbero state torture fisiche, sebbene ogni tanto gli avrebbe fatto piacere vedere il sangue gocciolare dalle vene delicate.

Katherine non sopportava l'immobilità. L'aveva relegata in una stanza di due metri per due, le aveva impedito di muoversi e di parlare. Presto sarebbe impazzita. Avrebbe rispettato il cliché che amava più di tutti: Katerina avrebbe accolto la morte come una liberazione.

La donna lo stava fissando. Non credeva alle sue parole o stava cercando un modo per avvicinarsi? Klaus si scoprì infastidito, sebbene il suo corpo la pensasse diversamente. Poichè manifestava sempre gratitudine a chi lo serviva adeguatamente, Klaus l'afferrò e la tirò a se, cogliendola di soprpresa. Non doveva essere un gesto che compiva spesso. Il gemito stupito ed eccitato della ragazza dai capelli del miele fuso, gli trasmise una certa frenesia. Le sue labbra erano calde e morbide e l'interno della bocca sapeva di zucchero filato. Il desiderio lo trafisse lungo la spina dorsale fino ai lombi.

Jenna si piegò come l'erba del prato quando soffia il vento, aprì le labbra lasciandolo entrare e gli strinse le braccia al collo, schiacciandogli il seno contro. Le dita contratte lungo la schiena le facevano male. Scavavano la pelle sopra la chiusura del reggiseno. Le radici dei capelli che aveva avvolto fra le dita, tiravano dolorosamente.“Rick, basta.. mi fai male, smettila” singhiozzò girando la testa di qualche centimetro.

Sta zitta” mormorò allargando le pupille. Jenna si immobilizzò e tacque, soggiogata. “Conducimi nella tua dimora.” La donna gli aveva dato una buona idea. Elena sapeva che avrebbe dovuto evitato il suo insegnante di storia, posseduto dallo spirito di un vampiro Antico. Forse in questo momento era barricata in casa Salvatore, circondata da quei due ragazzini che giocavano ancora a 'Ghouls 'n Ghosts' nel XI secolo.

Jenna camminò lentamente verso la macchina, si mise al posto di guida e partì mentre Klaus estraeva il cellulare dalla tasca. Proprio una buona idea, pensò picchiettando dolcemente la mano sulla coscia destra della donna.

***

Vuoi farlo di nuovo?”

Klaus annuì e i capelli biondi di Alaric sfiorarono la fronte di Jenna. Era chino su di lui, seduta al centro del salotto, immobile e inespressiva. “Reggerà?”

Sei sicuro che sia la mossa giusta? La minore forza fisica...”

Tu fallo” mormorò scrutando i lineamenti dolci della donna. “La piccola Elena non si aspetta che la sua dolce zietta le pianti un coltello fra le scapole.”

Se muore durate il transfert, anche la tua coscienza sarà perduta.”

Sarei comunque in grado di ucciderti per averlo permesso.” Klaus sorrise raddrizzando la schiena. “Non sono mai stato in un corpo di donna, prima d'ora” sospirò sedendosi di fronte a lei. “Non in questo modo.”

***

Erano lenti a contatto, quel fastidio cocente negli occhi?

Come ti senti?”

Klaus si alzò. Il mondo era qualche centimetro più alto di lei. Ghignò smodatamente e stirò le braccia compiendo un gesto talmente ridicolo che lo fece ridere di se stesso e del brandello di umanità che non credeva di possedere: portò le mani all'altezza del seno e lo tastò. Riprese a ridere, mentre si guardava allo specchio. Rise così tanto che gli occhi si inumidirono e il fastidio delle lenti a contatto passò. “Sbarazzati di lui” singhiozzò osservando il capo chino di Alaric. “Ma non ucciderlo. Devono sapere che sono ancora in circolazione.”

Maddox annuì e lo osservò di sottecchi mentre si pavoneggiava di fronte allo specchio. “Non possiamo farlo un'altra volta” lo avvertì smorzando il sorriso del vampiro. “Non nelle prossime ore” si affrettò a balbettare per paura della sua reazione.

"Se tutto andrà come credo, non ci sarà bisogno di un'ulteriore trasferimento" lo rassicurò guardandolo dallo specchio "in caso contrario, lo farai senza tante storie."

"Sì, mio signo... mia signora."

"Bravo.” Klaus sorrise con le labbra di Jenna. I suoi occhi non erano più grandi e dolci. Facevano paura.

***

Il riso partì dalla gola e si propagò in bocca e nelle narici, rallegrando la mente. Katherine rise quando lo vide apparire nelle sue nuove vesti. Rise così tanto che non credette possibile che Klaus la lasciasse vivere, dopo quella manifestazione di ilarità a suo danno. Invece, il vampiro si tolse il trench che indossava e voltò su se stesso, pettinando i lunghi capelli d'ambra con dita femminili.

Vuoi arrivare ad Elena in questo modo? I fratelli Salvatore non si lasceranno fregare due volte dallo stesso trucco.”

Katherine, sempre così perspicace. Klaus sorrise e anche sotto quella maschera piacevole, la donna rivide il suo nemico di sempre.

Lo vedremo. Basta poltrire a letto, alzati.”

Katherine obbedì con un certo sollievo.

Vestiti. Dove sei alloggiata?”

In un bed&breakfast poco fuori città” rispose vestendosi meccanicamente. “Alaric è morto?”

Ti interessa, Katerina?”

La vampira lo fissò scuotendo la testa. Se fosse morto, non avrebbe avuto alcun bisogno di spostarla da quella sede. Stava eliminando le tracce del suo passaggio. Se uscivano dalla città, Damon non avrebbe più potuto aiutarla. Katherine inghiottì e si fermò con le mani sulla cintura. Continua a pensare a lui come il suo 'eroe'. Non si era mai posta il problema che Damon fosse stufo marcio di lei e che l'avrebbe lasciata soccombere senza muovere un dito. Katherine ficcò le dita nella tasca aggrovigliata dei jeans e ne trasse fuori la fattura dell'alberghetto. In un attimo, il quadratino di carta finì a terra. Ci posò sopra il piede e sperò che quello stupido non fosse così abbagliato dalla cotta per la sua brutta copia da ignorare un indizio del genere.

Andiamo.”

Katherine sorpassò la donna senza guardarsi indietro. Quando chiuse la porta, alle sue spalle, sentì un enorme peso incollarsi alle spalle e trascinarla a fondo.

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Capitolo 3
*** Alaric ***


Ha già scelto?”

Alaric tornò in se con un sussulto strozzato, la cameriera fece un salto indietro e si allontanò di corsa. Gli odori penetranti della cucina gli soffocarono le narici, mentre una corrente d'aria fredda sulla schiena risvegliava la coscienza. L'uomo si guardò attorno basito, domandandosi se non avesse sofferto di un attacco di sonnambulismo o di un'amnesia selettiva. Era seduto compostamente in una tavola calda ma non sapeva dire come ci fosse finito.

C'è qualche problema?”

Alaric guardò alla sua sinistra l'uomo dall'aria burbera che faceva parte dell'arredamento del locale come le piante. “Nessun problema.”

Non vogliamo balordi qui” lo avvisò invitandolo ad uscire.

Rick si alzò temendo un capogiro o un attacco di vomito. Non accadde nulla. Non aveva avuto una commozione celebrale. Il cellulare e il portafogli erano al loro posto. Non era stato neppure derubato. In preda all'inquietudine, uscì dal locale inoltrando una chiamata rapida per Jenna. Non seppe dare una spiegazione al suo gesto impulsivo. Doveva sapere che era viva. Non importava che fosse arrabbiata. Le avrebbe spiegato tutto, in un modo o nell'altro.

***

Di nuovo. Quello. Stupido. Cliché.

Katherine spostò lo sguardo sul cellulare che Klaus teneva in mano e lesse il nome di Alaric sullo sfondo.

Gli innamorati sono così sciocchi” sospirò con un sorrisetto. “Ciao, tesoro.”

Sei arrabbiata con lui, ricordat...”

Klaus le impose di tacere con una semplice occhiata. Maddox guidava verso il B&B mentre lei, relegata ai sedili posteriori, non poteva fare altro che guardare il panorama. Klaus non parlava, ascoltava distrattamente il torrente di scuse dell'uomo e si chiedeva come poteva la donna dai capelli del miele sopportare una tale noiosa presenza nella sua vita. Spostò il telefono dall'orecchio, ci ficcò un dito dentro e Katherine accennò un sorriso perché il gesto l'aveva fatta ridere. Klaus si voltò verso di lei e la squadrò. La vampira non capì il senso di quell'occhiata ma piegò subito gli angoli della bocca all'ingiù e raddrizzò la schiena. “E' qui, sulla destra” mormorò rivolta allo stregone che non parlava ma assorbiva la lotta silenziosa fra i due senza dire una parola. Maddox parcheggiò nel piazzale e fece per aprire la portiera quando Klaus alzò un dito, fermandolo. “Va bene, tesoro. Ci vediamo stasera” mormorò prima di staccare la comunicazione e sospirare infastidito. “Portala dentro e poi sparisci per un po'” gli ordinò smontando dall'auto.

Katherine si ritrovò improvvisamente nei guai fino al collo. C'era il sole e Klaus le aveva strappato la collana protettiva.

Klaus sorrise e gli occhi di Jenna fissarono i suoi con una cattiveria che raramente aveva visto sul volto di qualcuno. “Cammina, sono pochi metri.”

Katherine si morse il labbro inferiore e appena smontò dall'auto, sentì il sole ustionarla. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di udirla gridare, ma le fiamme che le lambivano la pelle erano insopportabili. Se Maddox avesse parcheggiato poco lontano, sarebbe morta prima di arrivare all'entrata. Klaus aveva calcolato tutto fin dall'inizio. Non sarebbe stato clemente con lei. Quando mise piede nel B&B, era ustionata sul viso e sulle braccia. Avrebbe avuto bisogno di sangue per rigenerarsi. Klaus non sarebbe stato così gentile da rifornirla di una sacca di sangue, ne di un gattino randagio. Avrebbe dovuto aspettare la notte e cacciare i topi nelle vicinanze...

Non uscire fino al mio prossimo ordine” le ordinò sottomettendola al suo volere per l'ennesima volta.

Katherine sorrise di scherno. Stava in piedi per rabbia. Se Damon fosse stato lì...

Brava bambina” ridacchiò accarezzandole i capelli. “E' solo l'inizio, ne sei cosciente?”

ma Damon sembrava resistere al richiamo mentale che gli inviava. C'era Elena, ora. L'aveva soppiantata nel suo cuore. Katherine fece un'altra smorfia e Jenna sorrise e la baciò sulle labbra. Un altro scherzo, un'altra provocazione.

***

Credi l'abbia uccisa?”

Credo.”

Se lo meritava.”

Yep.”

Damon scambiò un'occhiata con Stefan. Un'intera sinfonia di parole passò fra loro e si dileguò, silenziosa come era cominciata.

Ti dispiace?”

Damon non rispose. Era diventato taciturno da quando Katherine era scomparsa. Una parte di Stefan si rallegrò che il cuore del fratello fosse ancora legato alla vampira. Distraeva l'attenzione da Elena e riequilibrava le parti.

Esco a fare un giro” annunciò sciogliendo le braccia incrociate sul torace.

Non cercare di affrontarlo da solo.”

Non sono così stupido!”

Non era certo un pazzo e non avrebbe infilato la testa nella tagliola. Ma per Elena avrebbe fatto molte cose. Legali e illegali. Suo fratello si preoccupava delle conseguenze. Alla fine, sarebbe stata lui a salvarla, con le sue decisioni riprovevoli. Il buonismo lo lasciava a Stefan e alla cricca degli adoratori del Bene Superiore.

Damon passeggiò per la città per sfogare la rabbia accumulata, incrociò Alaric e si fermò di colpo. “Chi non muore si rivede...” azzardò socchiudendo gli occhi alla sua espressione persa.

Già... già... proprio così” farfugliò stordito. “Credo di aver avuto un'amnesia...”

Amnesia” mormorò risucchiando il labbro inferiore. Si manteneva a una distanza di sicurezza, ma quando Rick lo guardò negli occhi, Damon alzò un sopracciglio. “Se n'è andato?”

Chi?”

Klaus aveva detto bye bye a quel corpo. Damon l'afferrò per la collottola e lo schiantò contro il muro.

Sei impazzito?” sbottò l'uomo alzando le mani. “Sei passato al lato oscuro della forza?”

Hanno i biscotti, lì” mormorò lasciandolo andare. “Vuoi sapere l'ultima? Sei appena stato posseduto dallo spirito di un vampiro Antico! Che figata, eh?”

Potete farlo?”

Sei un cacciatore di vampiri ma non sai proprio un cazzo, di noi” borbottò riaggiustando i vestiti. “Ti accompagno a casa... giusto per essere sicuri che Klaus abbia preso il volo.”

Klaus è arrivato a Mystic Falls?!” esclamò sentendo la testa pesante.

'Ndiamo, va...”

***

Perchè sei tornata a casa?!”

Non dovevo?”

La dopplegänger Era visibilmente sconvolta. Klaus amava tantissimo l'effetto che faceva alle persone. Si tolse la giacca, posando la borsetta sul divano. “Vado a fare una doccia.”

Elena non notò nulla di particolare, la guardò un po' spaurita, la lingua che fremeva per svelarle un lato nascosto della sua vita.

Vai da Stefan, più tardi?”

Sì...” sussurrò andandole dietro. Stava massacrando le maniche della maglietta e si stringeva nelle spalle nel dubbio. Nasconderle ancora la verità, ora che Klaus era piombato a Mystic Falls e aveva preso il corpo del suo fidanzato o parlare apertamente col rischio di farsi ridere in faccia? “Jenna...”

Aspetto ospiti” gettò lì per vedere la sua reazione. “Ti do il permesso di restare fuori tutta la notte.”

Non l'aveva mai dovuta pregare per 'restare fuori a dormire'. Jenna si fidava da lei e le concedeva qualsiasi cosa. Elena la guardò interrogativa. “Chi stai aspettando?”

Rick” esclamò chiudendo la porta del bagno. Poteva quasi vedere la sua espressione terrorizzata. Di certo, aveva sentito il gemito di stupore impaurito. Klaus sorrise sfacciatamente all'immagine nuda allo specchio e aprì l'acqua.

***

L'abitazione di Alaric era silenziosa e sapeva un po' di chiuso. E aveva il profumo di Katherine. Damon annusò l'aria aprendo le finestre. Studiò il letto, spostò lo sguardo sull'uomo e sentì una punta di gelosia colpirlo. “Klaus è stato qui e ha preso Katherine in ostaggio.”

Dove credi l'abbia portata?” mormorò sedendosi sul letto con la testa fra le mani.

Non ne ho la più pallida idea” sbuffò gonfiando le guance. “Te la sei fatta?”

Alaric lo guardò con un angolo della bocca arricciato. “Non credo.”

Non ne sei sicuro.”

E' importante? Un vampiro mi ha appena posseduto!”

Damon sollevò gli occhi al cielo e dondolò la testa. Kat aveva così tanti amanti che non sarebbe stato strano il contrario. Era capace di strusciarsi ai piedi di Klaus e miagolare, pur di salvare la pellaccia. Reclinò il capo osservando l'uomo strizzare gli occhi. Non era mai stato posseduto in vita sua e non aveva idea di cosa... Damon si piegò a terra e sfilò un foglietto da sotto il tacco di Alaric. La ricevuta del B&B dove alloggiava Katherine. Sbuffò sarcastico. Doveva essere veramente disperata se seminava indizi sperando che uno di loro – Stefan, chi altri? – corresse a salvarla. Damon soppesò due domande. Farle pesare per l'eternità il suo aiuto o passare l'indirizzo al fratello e lasciare che se la sbrigasse da solo? Mh. Stefan non avrebbe mai messo in pericolo Elena per correre dalla donna che l'aveva condannato a vivere in eterno.

Se fosse toccato a lui, avrebbe fatto la stessa cosa. Ma Elena non lo voleva attorno e sembrava che non lo amasse, sebbene il suo lato oscuro la attraesse come una calamita. Damon non aveva mai forzato la mano con lei – e sarebbe stato facile, anche imbottita di verbena – per un unico motivo. Non voleva perdere il suo rispetto. Era l'unica cosa che Elena gli concedeva e aveva dovuto lottare per averlo. Damon accartocciò il foglietto e lo infilò in tasca. Due donne identiche innamorate dello stesso uomo.

Stefan, è sempre stato Stefan.

Sarebbe stato sempre così. Lui è buono, pensò con un altro ghigno sarcastico dentro di se. D'accordo. Avrebbe fatto anche una buona azione. E gliel'avrebbe fatto pesare per i successivi 150 anni. “Hai un aspetto orribile. Fatto una dormita.”

Devo vedere Jenna... devo parlarle di Isobel... darle qualche spiegazione...”

Accetta il consiglio di un amico” sussurrò piegandosi su di lui “tieni per te il fatto che sia un vampiro... un vampiro morto da quel che dice Elena.”

Alaric sollevò la testa di scatto e lo guardò negli occhi. “Come è morta?”

Ha strappato il ciondolo protettivo. Se vuoi pregare sulle sue ceneri, le troverai nello stesso luogo in cui l'hai seppellita la prima volta.”

Damon perse il contatto visivo con Rick per un lunghissimo istante di anonimo silenzio. “Non dare troppe spiegazioni, le donne non le reggono certe confessioni” mormorò prima che sciorinasse qualche stronzata sull'amore. “Avverto Stefan che può togliere la taglia sulla tua testa.”

Che cosa ho fatto?”

La sua voce vibrava. Era un po' terrorizzato. “Hai ucciso Bonnie. Niente di che.”

***

La pelle bruciava come l'inferno. Ma non era certa che l'inferno che le aveva preparato Klaus fosse così piacevole. Katherine sedeva sul letto vicino alla finestra aperta. L'aria fresca alleviava di poco il dolore al viso e alle spalle. Quanto sarebbe dovuta rimanere lì, priva di nutrimento, le braccia ridotte a due moncherini anneriti? Maddox le aveva fatto qualcosa che le impediva di gridare dal dolore, ma non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto sopportare la staticità della sua situazione. Pregò che Klaus trovasse in fretta Elena e mettesse fine alla maledizione. Pregò che Stefan si facesse vivo e che in un impeto di vecchio affetto le piantasse un paletto nel cuore. Klaus l'aveva soggiogata anche in quel senso. Quando cercava di pugnalarsi, il braccio tornava ad allungarsi al suo fianco e la mano si apriva lasciando cadere le armi. Spilloni per capelli, schegge di legno, forchette. Katherine chiuse gli occhi ingoiando rabbia, dolore e frustrazione. La sua tortura era psicologica, più che fisica. Si rese conto che fra tutte le persone che potevano venirle in mente – addirittura quella strega di Bonnie sarebbe stata una valida alleata nella sua eliminazione – l'unico che non aveva ancora implorato era Damon. Non avrebbe mai implorato quello stupido di ucciderla. Sarebbe stato ben felice di farlo. Aveva smesso di pensare a lui come al suo salvatore.

La porta si aprì e la corrente d'aria l'avvolse, strappandola dai suoi pensieri. Katherine aprì gli occhi bagnati di lacrime e li richiuse. “Che cosa sei venuto a fare?”

Bah, pensavo che senza Klaus nei paraggi potessi sentirti sola e ho fatto un salto a vedere come te la passavi!” esclamò accendendo la luce.

Katherine piegò la testa e i capelli piovvero sul viso. Damon, non Stefan. Che cosa ci faceva con Damon? Con quello stupido ragazzino innamorato perso di... “dov'è Stefan?”

Ti dovrai accontentare di me, strega. Ti farò pesare questo favore per... mah, un numero smodato di anni in avvenire...”

La sua voce era più vicina, ora. Udì un'imprecazione stupita ma non lo degnò di uno sguardo. “Sto bene, puoi...”

Le iridi verdazzurre le balenarono davanti tranciando le ultime parole. Katherine sollevò il mento e lo sfidò a commentare il suo stato. “Ti conviene toglierti dai piedi prima che torni.” Quel tono fin troppo dolce non l'aveva mai usato con Damon. Non era mai carina con lui.

Se non mi avessi voluto qui, non avresti lasciato la ricevuta in bella vista.” Damon la prese in braccio e Katherine trattenne un gemito. Si sforzò di mordere la lingua e tutta la guancia quando il dolore le trapassò le braccia, la schiena e il collo, ma non potè impedire al volto di arricciarsi, agli occhi di inumidirsi ancora di più e alle dita di contrarsi contro la sua spalla. Sentì il corpo di Damon immobilizzarsi per un lunghissimo istante, necessario perché la fitta si esaurisse e le permettesse di nuovo di respirare.

Potresti fartelo uscire un grazie, ogni tanto...” mormorò aspettandosi una rispostaccia dalla sua lingua tagliente.

Grazie” sussurrò continuando a mordere l'interno della bocca. Damon l'occhieggiò appena, notò il filo di saliva arrossata che colava dal lato destro del labbro e cercò di non stringerla troppo dove il sole aveva infierito. “Me ne devi una.”

Ho capito, non c'è bisogno che continui a ripeterlo.”

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Capitolo 4
*** Damon ***


Brr, accidenti! Sono contenta di vedere che la storia sia di vostro gradimento. Questo fandom butta un po' giù se non si scrive dell'amore di Stefan/Elena e tutte le coppie possibili ed inimmaginabili che la serie presenta.
Doralice: Ci avevo pensato ma ho voluto mantenermi sul semplice (tutte le mie energie creative sono rivolte alla precedente storia – in lavorazione e quasi finita, devo solo rifinire prima di aggiornare il prox capitolo – per non creare troppe situazioni ingestibili. Nel libro, Elena cede a Damon … prima o poi dovrò leggerlo! :D Troppe romanticherie dopo po' stufano, ho subito lo stesso processo azione-reazione con la serie di Heroes quando ho scritto BNW e SSE.
Verdi88: credo che Kat sia disperata e che crederebbe anche a Babbo Natale se scalasse il camino e l'aiutasse a fuggire!
Ili91: grazie, grazie. Troppo buona! =)

Joy: spero di non averti deluso negli ultimi capitoli. Anche io adoro Kat, a parte essere una vera bastarda, ha un lato forte che Elena non mostra (come scrisse Doralice, fa la Madre Superiora negli ultimi episodi) e che ha dovuto rafforzare in tutti gli anni di lotta contro Klaus.

Buona lettura e smettetela con tutto quel cioccolato che rovina la linea e fa venire i brufoli!



"Fai ahh!"

Katherine infilò la cannuccia fra le labbra con un'occhiata che non aveva bisogno di parole. Succhiò il sangue finché la sacca non fu vuota e quando passò la lingua sulle labbra, il dolore era svanito. La pelle era di nuovo perfetta e illesa. Katherine scostò i lunghi capelli dal volto. La sua bellezza era intatta. Damon era seduto di fronte a lei e la guardava con disprezzo velato. Roteava il sangue nel bicchiere di cristallo come se fosse vino. “Madame è stata accontentata. Quella è la porta.”

Katherine strinse la labbra, la lingua incollata al palato. "Klaus non è più nel corpo di Alaric."

"Lo so."

La vampira lo fissò immusonita e strofinò le braccia fra loro. Non riusciva più a sorprenderlo? "Ha preso Jenna."

Damon alzò un sopracciglio, irritato. "Stai mentendo."

Forse era ancora in grado di tenerlo in scacco matto. Katherine sorrise di disprezzo e l'odio per Elena salì. "Klaus ha intenzione di prendere la tua principessina questa notte.”

Damon impallidì, la pelle alabastrina si fece ancora più chiara “e hai aspettato tutto questo tempo per dirmelo?!”

Katherine sbuffò scrollando le spalle. “Mi hai seccato, Salvatore...” Damon l'afferrò per il braccio e lei rimpianse di non aver bevuto altro sangue.

Se non fosse stato per me, saresti ancora mummificata in quella stanzetta d'albergo. Mi devi qualcosa, bellezza.”

Vero, aveva un debito di riconoscenza, ma non aveva onorato uno nella sua vita e non avrebbe cominciato in quel momento. “Non ti devo proprio niente. Non aspettarti ringraziamenti. Non ho intenzione di rimetterci la vita mentre cerchi di salvare la sua!”

Non riesci proprio ad essere diversa, eh?!”

Se non fossi come sono, Klaus avrebbe vinto.”

Perché me l'hai detto? Tu vuoi che Elena muoia.” Damon la tirò ancora di più verso di se. Faceva resistenza, ma a differenza del solito, era meno complicato lottare con lei. “Perchè?”

Katherine si rifiutò di rispondere, le labbra serrate, e il respiro ansioso e arrabbiato di Damon sul viso. “Stai sprecando tempo prezioso.”

Damon la lasciò andare di colpo e Katherine cadde sulla poltrona. Quando il vampiro si piegò su di lei, Katherine alzò il mento.

Se Elena muore, torno qui...”

Quando tornerai, io non ci sarò.”

... e ti strappo il cuore” la minacciò continuando a fissarla negli occhi. “Facciamo un po' per uno.”

Non ti amerà mai. Lei ama Stefan!” esclamò esausta. Ma che problema aveva a capire una cosa così semplice?!

Tutte amano Stefan” sibilò posandole le mani attorno al collo in un modo che Katherine aveva imparato a conoscere e che presagiva uno scoppio d'ira. “Ti ho aiutato solo per potertelo rinfacciare” mormorò stirando le labbra con difficoltà. Cercava di sorridere ma la furia dentro di lui saliva. “Stefan non sarebbe mai corso da te.”

Sei corso da me, Salvatore?” lo provocò non riuscendo a fare altrimenti. Damon provocava il suo lato più dispettoso e feroce. Si era intromesso fra lei e l'uomo che aveva amato troppo volte e anche ora la tediava con quella ragazzina che le rassomigliava.

Sta zitta, Kat. Per il tuo bene, taci.”

Katherine lo spinse via. E come al solito, come era sempre stato fra loro, il sangue si incendiò all'istante e la lotta si fece intensa. Sapeva di essere in svantaggio per la recente defaillance da esposizione solare, e quando si trovò sdraiata sul divano, il vampiro su di se, allargò le mani. Letteralmente. “Perchè sei ancora qui e non sei corso da lei?”

Perchè ti interessa tanto che corra a salvarla quando hai un bisogno disperato di me?”

Katherine allargò gli occhi, ammutolita. Per la prima volta in 125 anni, Damon riusciva a toglierle le parole di bocca. “Io non voglio niente da te.”

Raccontalo ad un altro” sibilò infilando un braccio sotto la schiena.

Katherine sentì la colonna vertebrale inarcarsi e assecondò il movimento con un disagevole senso di illanguidimento generalizzato ma più diffuso a livello celebrale. “Ora cosa fai?”

Damon stava armeggiando nella tasca dei pantaloni. Katherine lo vide far comparire un cellulare da nulla mentre la vicinanza col vampiro cominciava a fare il suo effetto.

Klaus è nel corpo di Jenna. Corri da Elena.” Damon gettò il telefono fra i cuscini e le spostò una ciocca dalla fronte. “Ad ognuno la sua damigella in pericolo.”

Io non sono in pericolo” mormorò socchiudendo le palpebre quando le sfiorò il viso. “Cosa vorresti fare? Baciarmi?”

A te non piace essere baciata. Non da me.”

Ti sbagli.”

Damon la guardò incupito ma non si mosse, ne la lasciò andare. “Bugiarda” sibilò infine spostando il braccio e facendola ripiombare sul divano. Katherine osservò la volta decorata del soffitto per un lunghissimo istante, lo mandò al diavolo e si mise a sedere abbracciando le gambe.

Oh dio, non fare... quello!” esclamò balzando verso l'armadietto dei liquori “whisky?”

Bourbon. Non fare cosa?”

Damon le passò il bicchiere stando ben attento a non sfiorarle le dita. “Bevi e vattene. Non farti più vedere a Mystic Falls. Cambia continente.”

E credi che riuscirai a dimenticarmi, Damon?”

Bevi. E vattene” ripetè piegandosi su di lei. “Sei stata la mia dannazione.”

Mi dispiace.”

Damon non udì il suo bisbiglio, all'inizio. Era troppo arrabbiato per capire davvero le parole. “Non te ne frega niente di me.”

Ti sbagli...” bisbigliò con la gola annodata.

Li conosco i tuoi giochetti. Sono sempre gli stessi da 150 anni.”

Katherine gli sfiorò il viso notando un drastico cambiamento in lui. Damon le afferrò il polso e lo strinse. Le ossa sottili si sarebbero rotte con niente, se avesse stretto di più. D'improvvis,o l'odio per lei crebbe così tanto che la mano si mosse da sola e Katherine gridò. Risistemò il polso con un altro gemito mentre Damon la guarda adombrato. “Non sono tanto diverso da Klaus.”

Lui non è così stupido.” Katherine udì il bicchiere creparsi, lo fissò con aria di sfida, pronta a lottare.

Hai ottenuto quello che volevi. Vattene.”

Damon...”

Il vampiro le arrivò sui piedi in meno di un istante. L'afferrò per la vita e la spinse verso la porta. Quando Katherine oppose resistenza, Damon rise beffardo. “Hai paura che ti trovi un'altra volta?”

Non è così!” sbottò mordendosi la lingua.

Sarò paziente e ascolterò le tue...” Damon si zittì quando Katherine lo baciò prosciugando il resto della frase. La lasciò fare senza ricambiare, l'afferrò per i capelli e la fissò accigliato. Era un gioco, un altro modo per prenderlo in giro? Aveva imparato a riconoscere le espressioni delle donne intrise di desiderio. Ma Katherine non era come le altre. E non aveva alcun desiderio per lui. Voleva semplicemente un cane da guardia. “Te lo potevi risparmiare” sussurrò con le sue braccia ancora avvolte intorno al collo. Non l'aveva toccata durante tutto il bacio. Prima per la sorpresa. In seguito per non concederle la soddisfazione che cercava. “Ti venderesti a chiunque fosse in grado di proteggerti da Klaus.”

Katherine assorbì l'accusa. Il suo cedimento non era stato inteso nella giusta maniera. Non aveva bisogno di protezione, era sfuggita al vampiro per 500 anni e avrebbe continuato a farlo. Aveva voglia di fare l'amore con Damon, per lussuria, per scusarsi di tutto quello che gli aveva fatto passare, perché era indebolita dal sole e si era sentita perduta finché non era entrato nella stanza con i suoi soliti modi da bulletto della scuola, perché aveva bisogno di qualcuno che le dicesse che era tutto ok e che non avrebbe dovuto più preoccuparsi di nulla. Katherine si accorse di essere stanca. Di aver sempre vissuto nella paura. Di non avere più la forza di giocare con nessuno. Damon la guardava come se fosse un oggetto ripugnante e non aveva sentore dei suoi reali desideri. Di nuovo, sorrise. Rassegnata. “Hai ragione.”

Klaus non verrà qui. Va in camera mia, spogliati e fa una doccia” mormorò con voce ancora sottilmente dura. Voleva essere un consiglio, le stava impartendo un ordine. “Elena ha lasciato dei vestiti. Cambiati. Dormi. Fa quel che vuoi” borbottò tornando verso il caminetto acceso. “Prendi qualche sacca di sangue e sparisci dalla mia vita per sempre” disse fissando il fuoco. “Parlo per me, con Stefan agisci come ti pare.”

Come ho sempre fatto.”

Come hai sempre fatto...” ripetè voltandosi a guardarla. Poteva sentire il suo profumo anche a quella distanza. Aromatico, speziato e così femminile. I capelli, lunghi e morbidi da riempire i palmi delle mani. Damon irrigidì la mascella e si staccò baldanzoso dal camino.

Dove vai?”

Da Elena. Stefan non può fare tutto da solo. Qualcuno deve distrarre Klaus mentre la porta via.”

Katherine strinse i pugni arrabbiata. “Moriresti per lei?!”

Damon scrollò le spalle come se la cosa non lo riguardasse. Afferrò la giacca di pelle per il colletto, stringendola nella mano destra. “Riformula la domanda.”

Moriresti per me?” sussurrò in tono dimesso.

Lo sguardo di Damon si assottigliò pericolosamente. “No.”

Allora perchè sei venuto a cercarmi?”

La giacca volò a terra e un momento dopo, Katherine era di nuovo stesa sul divano con le mani di Damon avvolte attorno alla gola. “Non riesci a starmi lontano...” ansimò in cerca di aria.

Sta zitta, Kat. Non so cosa mi fermi dal prosciugarti il sangue ora che sei così ridicolmente debole...”

Fallo. Mordimi. Rompimi il collo. Vendicati” lo provocò artigliando il dorso delle mani con le unghie.

Ti porterò da Klaus e ti lascerò a lui. Un'altra volta.”

Katherine sbiancò. L'idea che scoprisse la sua fuga e la sottoponesse ad una nuova serie di castighi, la fece tremare. Cominciò a lottare contro di lui, pentendosi di non aver bevuto l'altra sacca di sangue. Dopo 150 anni, Damon attuava la sua vendetta.

Sto scherzando. Sto scherzando! Calmati.”

Katherine si accorse di aver ceduto al panico. Aveva le guance bagnate di lacrime e Damon la guardava come se fosse da ricoverare.

Calmati...” ripetè toccandole il viso. “Stavo scherzando.”

Stupido idiota di un Salvatore senza spina dorsale! Brutto bastardo, figlio di...

Calma” ripetè quando quando l'abbrancò al collo stritolandolo nella presa. Katherine si stava comportando in modo mai visto prima. Era terrorizzata, tremava e piagnucolava contro il suo collo. Mh, quel tipo doveva saperci fare con le donne, se addirittura lei reagiva a quel modo.

Il corpo di Damon era ancora rigido, ma si rilassò mentre la stringeva. La coccolava e pensava che avrebbe dovuto farsi dare qualche lezione da Klaus: era riuscito ad addomesticare Katherine, equivaleva a fare rete da metà campo. Sospettoso, abbassò la testa e la guardò. Gli si era rannicchiata contro ma non piangeva più. Tirava su col naso, a tratti, come una bambina. Poi, come se un'illuminazione l'avesse colpita – o avesse ricordato chi era e il ruolo che ricopriva nella storia - si scostò da lui e balzò via, marciando verso la porta d'ingresso.

Dove vai?”

Via. Lontano da te.” Katherine avrebbe voluto mordersi la lingua quattro volte.

Buon viaggio e ricordati di non spedire cartoline!” le gridò dietro. “Hai scordato questa!”

Se l'era cavata perchè Damon era uno stupido. Katherine si voltò e afferrò al volo la sacca di sangue che le lanciò. “Non voglio nulla da te” affermò rilanciandola verso il vampiro. Continuava l'escalation di bugie e cedimenti.

Damon la scaraventò sul tavolo con un sogghigno. Si appoggiò ai cuscini del divano allungando le gambe e prese a sorseggiare il sangue dal bicchiere.

Quella posa rilassata e irrisoria la disturbò. La voglia di prevalere su di lui un'altra volta – di metterlo al suo posto – la vinse. Katherine si avvicinò lentamente, gli tolse il bicchiere di mano e bevve con gusto mentre Damon la guardava – un po' seccato, detestava che facesse quelle cose – e dondolava lentamente il piede accavallato sull'altro. “Ha un altro sapore” disse carezzevole.

Le cose degli altri hanno sempre un altro sapore” rettificò con un sorriso afferrandola per l'avambraccio.

Katherine piombò a sedere accanto a lui. Solo perché gliel'aveva permesso. Damon non otteneva mai nulla se Katherine non lo permetteva.

Damon si riappropriò del calice, sorrise e le lasciò il braccio. “Ora puoi andartene.”

Katherine si accorse di stare sorridendo finché non udì la frase. Gli angoli della bocca si piegarono fino a linearizzarsi in una smorfia dura.

Non arrabbiarti, ti vengono le rughe” la prese in giro sorridente. Allungò la mano verso di lei e le accarezzò le labbra tirando un angolino verso l'alto. “Mh... no” borbottò scuotendo un po' la testa. Intinse l'indice nel bicchiere mentre Katherine lo guardava vagamente furibonda. Le passò il dito sporco di sangue sul labbro inferiore, colorandolo con un gesto allegro. “Meglio.”

Ti stai divertendo?” sussurrò risucchiando il liquido.

Moltissimo” ammise e gli occhi di Katherine si incendiarono e la pelle delle guance si arrossò di rabbia.

Katherine alzò la mano per colpirlo, Damon afferrò polso e capelli in un attimo e la tirò a se. Katherine si puntellò sul divano per non cadergli addosso e restò a fissarlo. Era diventato più duro. Gli era passato sopra con uno schiacciasassi per 150 anni. Aveva imparato la lezione. “Spero tu abbia un fine ultimo, Salvatore...” sussurrò provocatoria “in caso contrario...”

Cosa?” sussurrò stringendo di più la base dei capelli. “Cosa fai?”

I tuoi giochini da uomo macho non hanno mai funzionato con me.”

Sicura?” Damon le lasciò il polso e Katherine si sbilanciò. I capelli tirarono alla base della nuca e poi si allentarono di colpo mentre Damon falciava via l'ultimo punto di appoggio che le restava. Un attimo dopo, giaceva sul divano, il vampiro su di lei che la guardava con espressione impenetrabile. “Tutto qui?” domandò con un filo di voce. Damon era eccitato, poteva sentirlo contro la gamba destra. “Tutto qui, Salvatore?”

Non stai mai zitta...” mormorò intingendo di nuovo il dito nel bicchiere e sfiorandole la labbra. Katherine lo risucchiò con un mugolio. Gli accarezzò la mano e inarcò la schiena mentre le sfiorava il collo con l'indice bagnato.


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Capitolo 5
*** Elena ***


Uau, l'ultimo capitolo! Abbiate pazienza, ma certe storie nascono e finiscono in breve tempo. =)
Alesomerhalder96: non è detto che non mi cimenti in un'altra composizione come questa. Elijah è un personaggio troppo interessante per non essere approfondito.
Ili91: anche le più forti cedono e Kat non è la roccia che vuole far credere.
Frantzin: Damon/Kat sono la mia coppia preferita. Grazie per aver dato spazio anche al commento sulla scrittura, per me molto importante, mi aiuta a crescere.
Joy: forse ho reso bene i loro sentimenti perché mi sono sentita coinvolta.. a chi non è successo di essere amato e non ricambiato? =)
Buona lettura, ci sentiamo alla prossima!


Tu vorresti impedirmi di vederlo?” La voce di Jenna era irrisoria, quasi sprezzante. “Per quale motivo?!”

Non è in se, al momento.” Elena aveva molte spiegazioni da dare, ma nessuna che eludesse l'argomento 'il tuo ragazzo è posseduto dallo spirito di un vampiro e sta cercando di uccidermi'. “La comparsa di Isobel l'ha sconvolto...”

Klaus posò la spazzola con cui stava accarezzando i capelli color miele di Jenna e sorrise dentro di se. “Venire a sapere che la propria moglie è un vampiro, sconvolgerebbe chiunque” mormorò osservandola dallo specchio.

Elena impallidì fino ad assumere una tinta cinerea.

Rick deve volerti proprio bene” continuò avvicinandosi alla ragazza. “La tua somiglianza con Katherine è così irritante che quello stupido corpo non ha avuto la benché minima reazione” ammise con un sospiro ironico e sconsolato. “Ma non sono qui per una visita di piacere. O meglio. Non 'piacere' in quel senso.”

K-Klaus...” bisbigliò quasi ammutolita e incapace di muoversi.

Sorpresa!” sghignazzò accarezzandole i capelli. Le colpì il mento con un gesto affettuoso ed Elena si rese conto di essere rimasta a bocca aperta. Allargò ancora di più gli occhi e si impose di non guardare alle spalle della donna. Ma non poteva permetterlo.

No!” esclamò spingendo Jenna da un lato. Elena finì sul pugnale, sentì la lama trafiggerle lo stomaco e aprì la bocca in un grido muto mentre tratteneva il braccio di Elijah con entrambe le mani.

Jenna si avventò sul vampiro ma la sua prontezza di riflessi la fermò. Elijah la scaraventò a terra e premette la carotide fino a farla svenire. Poi si voltò verso la ragazza che ansimava penosamente, i palmi premuti contro lo stomaco e il pugnale. Con un gesto brusco lo estrasse ed Elena gridò di dolore. Non esitò neppure un istante: si squarciò il polso e lo compresse contro le labbra di Elena che bevve, così come aveva imparato a fare con Stefan. Il dolore diminuì fino a scomparire. Elijah la fissò un po' riprovevole. “Non farlo un'altra volta” mormorò infilando un braccio sotto la schiena e uno sotto le ginocchia piegate di Elena.

La ragazza si ritrovò sballottolata contro la giacca elegante del vampiro. Se l'avesse lasciata a terra, sarebbe stato meglio. “Non potevo lasciartelo fare...”

Credevi l'avrei uccisa?”

Avevi un pugnale in mano” mormorò dubitativa.

Elijah socchiuse gli occhi e alzò appena il labbro sinistro. Era l'equivalente di una scrollata di spalle.

Puoi mettermi a terra?”

Ti senti bene?”

Benissimo” mormorò un po' imbarazzata, riacquistando la posizione verticale. “Jenna come sta?”

Elijah la guardò, fissò gli occhi sulla donna a terra, sistemò i polsini della camicia e tornò a guardarla dopo un breve battito di ciglia. “E' svenuta.”

Elena trattenne un 'ma va', mentre si chinava sulla zia. “E'... posseduta? E' un doppione?”

Corda da bucato.”

Cosa? Elena lo fissò battendo le palpebre a lungo.

Per legarla” sussurrò carezzevole come se parlasse ad una bambina particolarmente stupida.

Elena fece una breve considerazione sul fatto che Elijah fosse ben peggiore di Damon in fatto di ironia e, senza far rumore, si diresse in cucina in cerca di qualcosa di più adatto di una corda da bucato... che non aveva mai visto in vita sua, disponendo di fantastici stendini per la biancheria! “Del filo elettrico andrà bene ugualmente?” urlò ad alta voce.

Benissimo” rispose sorridente ad un'infuriatissimo Klaus che aveva ripreso i sensi e lo guardava con i grandi occhi castani di Jenna digrignando i denti fra la labbra carnose.

Niente filo elettrico, ma dell'ottimo.... spago” sussurrò bloccandosi di fronte alla scena: Elijah tratteneva Jenna a terra con una mano mentre la donna lo fissava scalciando.

Hai fatto una gran cazzata!” esclamò arrochendo la voce. “Te la farò pagare, fratello!”

Elena si bloccò sul posto e arretrò verso la parete.

Elijah voltò solo la testa sfiorandola con lo sguardo. “Lo spago andrà benissimo.”

***

L'aveva stretta troppo. Le sarebbero rimasti i segni. Elena si morse le labbra e li guardò a debita distanza. Jenna - Klaus – era legata come un salame alla sedia del salotto ed Elijah di fronte a lei – cioè, lui – lo studiava, tormentando i polsini della camicia. Erano sporchi di sangue e la cosa lo disturbava. Elena si accorse che anche la sua maglietta era costellata di macchie rosse. Si allontanò due minuti per cambiare abbigliamento e quando tornò, la situazione era cambiata impercettibilmente. C'era un nuovo partecipante all'interrogatorio muto. “Stefan!”

Stai bene?”

S-sì” bisbigliò omettendo il breve salto sul pugnale “come hai fatto a sapere...”

Katherine ha avvertito Damon e lui ha chiamato me” mormorò spostando lo sguardo sulla donna legata. “Fa venire Bonnie.”

Oh, non è morta?! Eppure ero sicuro di averla uccisa!” esclamò la voce imbronciata di Jenna.

Beh, non l'hai fatto, pensò guardando Stefan con un assenso. Il ragazzo l'afferrò per la vita e la trattenne, un bacio di incoraggiamento e d'affetto che lenì la paura appena provata.

Jenna/Klaus – sorrise. “Sono così carini, insieme... non sono carini?”

Molto carini” mormorò Elijah eliminando la giacca e arrotolando le maniche per mascherare le striature di sangue.

Anche tu eri molto carino con Katerina, lo ricordi, fratello?”

Elijah sorrise ma non cambiò espressione. “Molto carino” ripetè a bassa voce. “Dove nascondi i tuoi stregoni?”

Dove nascondevi quel pugnale?”

Ruota a terra.” Elena si bloccò in mezzo alla stanza. Il ghigno di Klaus era insopportabile. “Bonnie è bloccata e Damon non risponde al telefono.”

Vado a prenderla, tu resta qui” sussurrò gettando un'occhiata alle sue spalle “e sta attenta.”

Elena annuì sibilando un fra i denti. La sua attenzione era presa fra il sorrisetto di Jenna/Klaus e l'impassibilità di Elijah. Quei due erano come Stefan e Damon e, a quanto sembrava, anche loro avevano ceduto al fascino di Katherine. Che diavolo aveva per farli impazzire tutti a quel modo? Elena incrociò le braccia un po' seccata. Vide il pugnale posato sul tavolino e lo rigirò fra le mani, pulendolo del sangue rimasto. Sedette sulla poltrona, molto distante dalla coppia che seguiva ogni suo spostamento e posò la lama sulla gamba sinistra, la punta rivolta verso di loro.

***

Ora chi lo pulisce, il disastro?”

Tu.”

Scordatelo, principessa...”

L'acqua si era raffreddata. Katherine si voltò fra le braccia di Damon, nell'immensa vasca di marmo bianco e l'acqua traboccò un'altra volta a terra.

Ah, non mi piace...”

Cosa?”

Tu. Cosa stai escogitando?” Damon bloccò il bacio della donna con un dito. Katherine aprì le labbra e accarezzò il polpastrello con la lingua. “Nulla.”

Vuoi farmi credere che... questo non ha alcun fine?!”

Il piacere.”

Sarebbe stato bello, se fosse stato vero. Damon mugugnò fra i denti, fissò i capelli raccolti con un sorrisetto e Katherine lo minacciò con lo sguardo prima di tornare ad accucciarsi sul suo petto. “Credi sempre che abbia un piano in mente...”

Povera piccola! Pura come un giglio, lei...”

Katherine accennò una minuscola linguaccia ad occhi chiusi.

Fai sul serio?” Damon era rigido e analizzava ogni cambiamento con occhio clinico.

Hai abbandonato la tua cara Elena per stare con me...” sussurrò “come hai potuto?”

Elena ha il suo ragazzo, mentre tu devi avere una commozione celebrale o uno sdoppiamento di personalità” mormorò scostandola da se.

Katherine lo guardò battendo piano le palpebre. “Non è quello che hai sempre voluto?”

Non l'aveva mai vista così dolce, carina e condiscendente. E falsa. Come una banconota da trenta dollari o una pepita di pirite. “Bah!” sbottò uscendo dalla vasca. Katherine restò ad osservare il corpo perfetto del suo amante e sospirò, appoggiando le braccia al bordo “non sto prendendoti in giro...”

Rivestiti e vattene” le ordino laconico, togliendole le parole di bocca. “E torna in te, mi stai facendo paura” la prese in giro scoccandole un'occhiata. Katherine aveva un'espressione remota e assente. Annuì sovrappensiero, afferrò l'asciugamano e se lo drappeggiò attorno al corpo. “Salutami Stefan.”

Damon percepì una minima esitazione nella sua voce. Sta per dire 'Elena'.

***

Perché tutti i vampiri che conosceva le porgevano la mano a quel modo? Elena teneva le braccia incrociate e le gambe accavallate, in un totale atteggiamento di chiusura. Guardò Elijah con un interrogativo negli occhi.

Il pugnale.”

Elena battè le palpebre e tirò giù la gamba. Il pugnale scivolò fra i jeans e il tessuto della poltrona. Improvvisamente non si fidava più di lui e la paura cominciava a farsi pressante. “Tiralo fuori da Jenna ed io...” la voce si ridusse in un miagolio quando lo ritrovò a pochi centimetri dal viso.

Non puoi contrattare con me” mormorò spostandole gentilmente il ginocchio da una parte e infilando la mano sotto la coscia destra.

Elena ghiacciò all'istante e i suoi occhi si fecero grandi e immobili.

Ti ho dato la mia parola. Non ti basta?”

La risata di Klaus scoppiò fragorosa. Elijah si accigliò lievemente e fissò Elena negli occhi, scivolando lungo il ciondolo protettivo.

Non ci sei riuscito cinquecento anni fa, credi che stavolta sarà diverso?”

Elena spostò lo sguardo dal viso contratto di Elijah alla donna che ridacchiava. Lo trovava veramente spassoso. “Il tuo umorismo è pessimo” mormorò notando con una certa sorpresa il movimento di stupore del vampiro di fronte a lei. Elena recuperò il pugnale – ignorando il fatto che fosse seduta sopra la sua mano - posò cortesemente il palmo sulla spalla di Elijah e si alzò, sentendo due paia d'occhi puntati addosso. “E' tuo fratello.”

E' un traditore.”

Non condivide il tuo folle piano e per questo...” Elena ammutolì quando vide il viso di Jenna trasfigurarsi in una smorfia dura e arrabbiata. Stava per riguadagnare il suo scudo protettivo – ancora inginocchiato a terra con un'espressione remota sul volto – quando il campanello suonò. Non poteva essere Stefan. Neppure Damon. Loro non usavano la porta. Alaric, pensò voltandosi verso l'ingresso. Jenna aveva appuntamento con Rick.

Vai” mormorò una voce dietro di lei.

Elena studiò il vampiro per un lunghissimo momento. Non era molto bravo a nascondere i suoi sentimenti. Guardava lei e vedeva Katherine. Elena ne ebbe compassione. Quella donna era un flagello, lasciava il segno e distruggeva rapporti consolidati dalla nascita. “Non darle tutto questo potere” mormorò mentre il campanello suonava per la seconda volta.

Elijah la fissò senza espressione. Aprì bocca ma qualcosa lo fermò. Il visitatore sconosciuto, la donna alle sue spalle o il suo sorrisino di incoraggiamento? Sogghignò e scosse la testa, voltandosi verso il fratello. Passeggiò dietro la sedia e premette con decisione la bocca con la mano. Jenna/Klaus gli scoccò un'occhiata incandescente mentre Elijah gli faceva cenno di restare in silenzio e mugolava qualcosa in una lingua incomprensibile.

***

Da quando sei così gelosa di Elena?”

Le domande di Damon. Sempre così inopportune e stupide. Katherine si era rivestita – proprio con gli abiti della sua 'nemica' – e stava acconciando i capelli di fronte allo specchio. Non si degnò di rispondere. “Addio, Damon” mormorò spostando dietro l'orecchio una ciocca.

Si dice arrivederci” la corresse con un piccolo ghigno.

Katherine si fermò per un istante, strinse gli occhi e mormorò un 'grazie' che smorzò il suo riso. Damon si incupì definitivamente, le bloccò l'uscita strattonandola per un braccio. “Grazie di cosa?”

Le domande insopportabili di Damon. Katherine torse il braccio e lo spinse via. Era facile, ora. Era di nuovo in forze ma non aveva voglia di... la porta si spalancò alle sue spalle. Stefan le riempì la vista e Katherine percepì un restringimento al cuore che le bloccò il respiro. Tutto il tempo passato ad amare il fratello sbagliato...

Stefan li guardò a turno, un po' sorpreso.

Andava di corsa. La beneamata Elena era nei guai. La visione di Bonnie la estrapolò dai suoi pensieri. Erano alla resa dei conti con Klaus. Sapeva già ciò che stava per dire. “Addio, Stefan.”

Il vampiro la lasciò passare, Bonnie non la guardò neppure e Katherine sbuffò di derisione e amarezza.

Aspetta un attimo.”

Katherine udì la voce di Damon ma non si fermò, dovette fare parecchi passi prima di raggiungerla. Quando la voltò su se stessa, Katherine lo fissò annoiata ma quando Damon le sfiorò il viso, si tirò indietro, indurendo lo sguardo. “Non sai mai quando smetterla” sibilò evitando di guardarlo negli occhi.

Prova a dire che non conto niente per te...”

Tu non sei niente per me!” Katherine aveva sputato le parole a fatica. “Amo Stefan. Lo amo e lo amerò per sempre. Tu sarai sempre l'eterno secondo, il bambolotto con cui giocare quando sei annoia...” morse il resto della frase quando Damon la baciò sulla fronte e le alzò il mento stampandole un bacio tenero sulle labbra.

Ti amo anche io.”

Katherine si accorse di aver chiuso gli occhi mentre la baciava.

Dimmi che mi ami o ti riporto da Klaus.”

Mentirei.”

Damon sogghignò e gli occhi azzurri balenarono nei suoi. “Hai sempre mentito.”

Katherine si allontanò facendo due passi indietro. Gli diede le spalle e sorrise. Aveva sempre mentito. Fin dal suo primo vagito.


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