Quel male chiamato amore

di Luffies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Pegno di una promessa ***
Capitolo 3: *** L' isola dove tutto inizia. ***
Capitolo 4: *** Basta un attimo. ***
Capitolo 5: *** Sfiorando la disperazione. ***
Capitolo 6: *** Togliersi uno sfizio. ***
Capitolo 7: *** Nuove ferite ***
Capitolo 8: *** Proprio sotto quella luna ***
Capitolo 9: *** Ciò che fa piangere un uomo. ***
Capitolo 10: *** Raccontando un miracolo. ***
Capitolo 11: *** Tra sollievo e malinconia. ***
Capitolo 12: *** Sotto il filo del mare. ***
Capitolo 13: *** Effimero come un sorriso. ***
Capitolo 14: *** Quello che non ti ho detto. ***
Capitolo 15: *** Difficili confessioni. ***
Capitolo 16: *** Il mondo in uno sguardo. ***
Capitolo 17: *** La via per l' inferno. ***
Capitolo 18: *** Pervasi dallo stesso fuoco. ***
Capitolo 19: *** Quando la rabbia espode. ***
Capitolo 20: *** Crudele ironia della sorte. ***
Capitolo 21: *** Aspettando la morte. ***
Capitolo 22: *** L' ombra del diavolo ***
Capitolo 23: *** L'orgoglio dei pirati. ***
Capitolo 24: *** Il coraggio di tentare. ***
Capitolo 25: *** Vincitori e vinti. ***
Capitolo 26: *** La cosa giusta. ***
Capitolo 27: *** Pronto a dirgli addio. ***
Capitolo 28: *** Ricordati che ti amo. ***
Capitolo 29: *** Finalmente ritrovati. ***
Capitolo 30: *** Un amaro risveglio. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Buona sera a tutti, prima di iniziare con la storia vorrei dire due parole. Innanzitutto ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno la storia. Chiedo scusa per il titolo (orrendo) ma aveva una gran voglia di postare e non ci ho badato molto.. Allora questa storia ha più capitoli e prometto che faro di tutto per non lasciarla in sospeso.. E una piccola AcexRufyxZoro, mi è venuto in mente di scriverla perchè non ci sono storie su questo triangolo (che reputo adorabile^^) comunque ora basta introduzione e ci vediamo a fondo pagina! (spero..)
Quel male chiamato amore

Amazon Lily
03.47
Non sapeva dove si trovasse. L’ aveva dimenticato. L’ odore di sangue, di medicinali gli faceva girare la testa. Gli sembrava quasi di essere un parte del buio che lo circondava. Una parte del nulla. Abbandonato nella semi incoscienza su un letto. Non capiva nemmeno se quello che vedeva fosse un sogno o la realtà.
Ma dopotutto, non gli importava saperlo. Non gli importava affatto. Una parte di lui sperava di essere morto.
Voleva gridare, ma sentiva di non riuscirci, si sentiva troppo debole..
Debole.
Si fermò un attimo a pensare a quella parola. Di come lo rispecchiasse.
Lui era debole.
Lui era inutile.
Lui.. Lui non era riuscito a salvare la persona che amava.
Lui non era riuscito a salvare Ace.
In un attimo gli ritornarono alla mente i ricordi della sua infanzia con il fratello. I giochi, gli abbracci, le risate.
Rivide anche quella notte. La notte più bella della sua vita.

-Che fai, non dormi?-
Rufy guardò il fratello -Nah.. Non ho sonno.- Disse prima di rimettersi a guardare le stelle.
Ace si sedette affianco a lui.
- Però Rufy, ti sei proprio trovato dei compagni.. Interessanti!-
- Gia! Sono davvero fantastici, vero?- Rispose l’ altro sorridendo.
- Riescono persino a sopportarti! Pensavo di essere l‘ unico a riuscirci!- Aggiunse Ace ridendo.
- E invece no!-
Si sorrisero alzando poi lo sguardo verso l‘ alto.
- Come quando eravamo bambini.. Ti ricordi quante notti abbiamo passato a guardare il cielo?-
Rufy ripensò a quei bei momenti.
- Gia.. Ricordo anche tu ti addormentavi dopo un po’.. e io ti fregavo tutta la carne!-
Ace rise - Si però poi, quando mi svegliavo, te le suonavo!-
Cappello di paglia gli fece una linguaccia.
- Vergognati! Trattare male il tuo adorabile fratellino!-
- Macchè adorabile?! Eri un terremoto coi piedi!-
- Non è vero!-
- Siii-
- Nooo-
- Ti dico di si!- Sbottò Ace.
Rufy lo fulminò con lo sguardo.-.. E tu eri antipatico..-
- Antipatico io?!-
- Si! Proprio tu!-
- E allora tu una scimmia puzzolente!
- coosaa!? Rimangiatelo!- tuonò Rufy
- Mai!-
- rimangiatelo Ace!-
- nemmeno per sogno!-
Si guardarono negli occhi, serissimi. Poi poco a poco iniziarono a ridere, prima flebilmente, poi sempre di più e alla fine avevano entrambi le lacrime agli occhi.
-È incredibile, sono passati anni e litighiamo ancora come dei bambini- concluse Ace, mentre Rufy continuava a piegarsi dal ridere.
Pugno di fuoco lo guardò intenerito. Era passato davvero tanto tempo dall’ ultima volta che avevano riso insieme, forse troppo.
Rufy notò lo sguardo di Ace su di sé.
- Qualcosa non va?- chiese inclinando la testa.
Ace si riscosse.
- C_certo! Mai stato meglio!- Rispose cercando di darsi contegno, ma non fu del tutto sicuro di esserci riuscito.
Rufy lo guardò sospettoso.
-Senti Ace.. Posso farti una domanda?-
Questo lo guardò interessato -dimmi.-
- C’è per caso qualcosa che vorresti dirmi?-
Il cuore di Ace sobbalzò.
- Sai e da quando ci siamo incontrati che ho questa sensazione, e come se tu mi stessi nascondendo qualcosa.. è cosi?- concluse. Lo aveva notato subito ma aveva aspettato che fossero soli per chiederglielo. Era sempre stato abituato a conoscere ogni pensiero di suo fratello e quindi sentiva d’ istinto che c’ era qualcosa.
Ace, d’ altro canto, sapeva bene di non riuscire mai a nascondere qualcosa al compagno, “troppo furbo” lo denominava spesso, delle volte poteva sembrare che Rufy non capisse un accidenti, ma non era così. Lui intuiva sempre tutto e anche di più. Era un suo talento particolare che metteva sempre Ace a nudo. Volente o nolente.
Sospirò imponendosi di comportarsi da uomo.
- in effetti.. Ci sarebbe una cosa.- Incominciò mentre lo stomaco si chiudeva come una morsa.
- Lo sapevo! Lo sapevooo! Avanti di che si tratta?! Di carne? Di un tesoro?!- esclamò Rufy in preda all’ eccitazione.
- No..-
- Eddai Ace! Non fare il misterioso e sputa il rospo!-
Ace lo guardò serio e Rufy trasalì nell’ incontrare quello sguardo così intenso.
-Si tratta di me Rufy.. Della promessa che ci siamo fatti..-
Cappello di paglia lo guardò senza capire.
- Il fatto è che io non voglio rimpianti, non voglio morire maledicendomi per non essere riuscito a fare qualcosa.-
-Ace ma che_-
- Avrei voluto farlo megli0.. Avrei voluto trovare il momento perfetto.. Ma sono un pirata e per quanto ne so potrei tirare le cuoie anche domani..- continuò Ace ridendo nervosamente.
Rufy notò il suo respiro era accelerato. Ma non disse nulla mentre, chissà per quale assurdo motivo si sentiva l’ angoscia salire a ogni parola e i brividi che gli tormentavano la schiena.
- Se puoi perdona quello che sto per fare.. Perdonami fratellino..-
Rufy non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca. Senti solo qualcosa di caldo e morbido posarsi sulle sue labbra. Ace lo stava baciando. Un bacio semplice e dolce. Chiuse gli occhi per assaporalo meglio.
Quando si staccarono la prima cosa che fecero fu guardarsi. Dopo pochi istanti che sembrarono eterni Rufy sorrise.
-Questo è molto meglio di un tesoro.-
Ace pensò di aver capito male ma quando Rufy fece riunire le loro labbra non ebbe più dubbi. Lo amava anche lui.
Gli cinse la vita con un braccio mentre la mano destra raggiunse la sua guancia andandola ad accarezzare piano con il dorso delle dita.
Rufy inclinò leggermente la testa stringendosi a Ace.
Continuarono a baciarsi,con passione. Ad accarezzarsi, con gentilezza.
Ace spostò la direzione dei baci sulla guancia, sull’ orecchio, sul collo. Lo fece sdraiare sotto di se continuando, mentre il suo profumo così famigliare gli faceva girare la testa.
Passarono così la notte. Sotto lo sguardo delle stelle e dei loro vestiti sparsi intorno a loro.
Finalmente insieme, a consumare il loro amore. A unirsi, e a diventare una cosa sola, che non avrebbe mai più potuto separarsi.


Strinse il lenzuolo sotto di sé mentre le lacrime scendevano senza sosta. Non cercava di trattenere i singhiozzi. Voleva solo morire. Come Ace.
Si morse il labbro con violenza e sentì il pungente sapore del sangue stuzzicargli la lingua.
Valeva la pena continuare ad amare, se poi doveva subire un dolore così insopportabile?
Forse No. Si rispose mentre le lacrime gli offuscavano la vista.

Isola di Mihawk
03.47
Zoro lanciò il giornale con un gesto nervoso e si mise le mani tra i capelli.Non riusciva a credere a quello che aveva appena letto. Il fratello di Rufy morto.
Era davvero dispiaciuto per Ace, aveva gran rispetto di lui e ora non c’ era più. Si fermò a pensare a ciò che doveva provare in quel momento il proprio capitano. A come si dovesse sentire.
-Malissimo..- sussurrò piano
Si sentì improvvisamente in colpa. Avrebbe dovuto essere con Rufy in quel momento, asciugargli le lacrime, stargli vicino. Perché lui era .. Si fermò non sapendo come finire la frase. Lui era.. Un suo compagno.. Solo questo. Accolse l’ irritazione come una vecchia amica mentre gli saliva al petto. E si maledì mentalmente. Maledì l’ amore che provava per Rufy.
Perchè era così. Ormai si conosceva e aveva imparato ad accettarlo. Zoro era irrimediabilmente e inspiegabilmente innamorato del suo capitano.

To be continued..

Di nuovo io XD allora che mi dite?? Spero tanto che il prologo vi abbia incuriosito.. Please un piccola recensione mi darà la forza di continuare! Siate clementi ^^
SEGUITO: SABATO 10 MARZO 2011





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Capitolo 2
*** Pegno di una promessa ***


Eccomi di nuovo qui, come promesso^^ vi dirò una cosa appena sono andata a leggere le recensioni non ci ho creduto! Pensavo di aver sbagliato storiaXD! Grazie a tutti quelli che l’ hanno letta e un ringraziamento speciale a chi l‘ ha anche commentata!
A Katy93: Credo di non aver mai avuto una recensione così lunga^^ non immagini neanche quanto spero che questo capitolo non ti deluda! Non credevo che potesse piacere cosi tanto^//^ (Rufy: si è messa a piangere dalla gioia-.- Micyu: solo un pochino..T__T) PS. Anche io amo Rufy! E proprio come te leggo tutte le storie che lo riguardanoXP! Fammi sapere che ne pensi porfavor*__* grazie infinite *inchino*
A Death Knight : Fantastica?! Ma dici sul seriooo?? Sapere che ti ha entusiasmata mi ha commosso! Non so come ringraziarti! Spero davvero che questo capitolo ti piaccia^^ fammi sapere darling*__*
A susyko: sono contenta che ti abbia incuriosito! Ce la sto mettendo tutta per riuscire a aggiornare ogni due o tre giorni.. Sta diventando un chiodo fissoXP fammi la tua opinione riguardo a questo chappy, ok? Tanke^^


Pegno di una promessa

-Ace! Sei sveglio? Eh? Sei sveglio?-
-No..- Rispose scocciato il ragazzo.
Rufy lo squadrò un po’ irritato
-Invece si! Mi hai risposto!-
- Rufy lasciami dormire! Sono stanco ed è notte fonda!-
- Ma io mi annoio! -
- T’ arrangi! Uf.. A volte sei proprio pesante, sai?!- Urlò il più grande.
Cappello di paglia lo fulminò con lo sguardo e mise su un broncio offeso.
Ace schiuse un occhio curioso dal fatto che non gli avesse risposto e notando l’ espressione del fratello sorrise intenerito.
- Eddai Ru, non ti sarai offeso? -
Rufy non rispose.
- Lo sai che scherzo, no?!-
Niente.
Ace sospirò. Lo attirò a sé e lo strinse dolcemente, gli posò un bacio sulla fronte.
- L’ hai sempre vinta tu!- Gli sussurrò.
Rufy sorrise. Andava fiero del potere che esercitava sul fratello delle volte. Era davvero comodo. Appoggiò le labbra alle sue che risposero subito al bacio. Vittoria.. Ancora.
Rufy aprì gli occhi di scatto, tremava mentre il respiro non dava cenno di volersi calmare. Un sogno, un altro. Erano passati due anni ma non c’ era notte in cui il ricordo di Ace non venisse a fargli visita.
Voltò la testa di lato come a voler controllare che non fosse di fianco a lui. Ancora vivo. E per un attimo gli parve di vederlo. Il viso perfetto e rilassato, cosparso di lentiggini, le labbra socchiuse e rosse. Mosse una mano verso la sua guancia ma la visione sparì immediatamente. E la sua mano invece che sul volto del suo fratellone si poggiò dove aveva creduto di vederlo solo un istante prima.
Affondò il viso nel cuscino. Dio, li dentro sentiva di non riuscire a respirare!
Si alzò cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare i compagni. Anche se il loro russare copriva completamente il suono dei suoi passi.
Uscì dalla stanza dirigendosi sul ponte della Thousand Sunny, ma non si accorse di essere seguito con lo sguardo da uno dei ragazzi.


***
Rufy respirò a pieni polmoni l’ aria umida e salmastra della notte. Adorava stare sulla polena a guardare l’ orizzonte. Sentire il vento che gli carezzava il viso.era un momento solo per lui. Per i suoi pensieri. E in quel momento sentiva di averne un disperato bisogno.
Da quasi un mese si era riunito alla sua ciurma, dopo due anni di duri allenamenti. Necessari per riuscire a proteggerli da bravo capitano, e per riprendersi dalla morte di Ace. Ma sembrava che il tempo non avesse sanato ancora del tutto la ferita, pensava che rivedendo i suoi compagni perlomeno i sogni avrebbero avuto fine.. E invece no..
Sospirò gettando la testa all’ indietro. Nessuno pareva essersi accorto, almeno per il momento, del suo stato d’ animo, ma dopotutto non ne era poi così sorpreso. Aveva imparato alla perfezione a nascondere il proprio tormento in quei anni. E modestamente parlando, ci riusciva a meraviglia. Lo sapeva da quando, per sbaglio, aveva origliato un conversazione che lo vedeva come protagonista.
- Come vi sembra Rufy?- aveva chiesto Nami.- Secondo voi.. Si è.. Ripreso?-
C’ era stato qualche istante di silenzio poi Usop aveva commentato per primo.
- Beh.. Non è molto facile capire cosa gli passi per la testa.. Però mi sembra abbastanza in forma..-
- Quello si.. Ma se fingesse?- Disse Sanji.
- Io non credo che ne sarebbe capace.. Insomma Rufy si fida di noi.. Ce lo avrebbe detto se ne soffrisse ancora non credete?- Aggiunse Chopper con tono preoccupato.
- Non è detto.. Magari non vuole farsi vedere debole da noi, dopotutto essendo il capitano è normale che voglia apparire forte e sicuro.- Aggiunse ancora il cuoco.
- Perdere un fratello non deve essere una cosa facile.. Credo che non gli faccia piacere parlarne anche se ha piena fiducia nella sua ciurma..- Azzardò Robin.
- Ma siamo i suoi compagni, se non ne parla con noi con chi potrebbe farlo?
! Insomma non può tenersi tutto dentro, rischia di impazzire!- Esclamò Frankie.
- Magari non se la sente ancora.. Oppure sta cercando il momento giusto..- Ipotizzò Usop.
- Il capitano doveva davvero essere legato a suo fratello, vero?- Chiese Brook.
Si creò un silenzio così carico di tristezza che perfino, Rufy nascosto dietro la porta, riuscì ad avvertire.
- Più di quanto immagini, purtroppo.- Mormorò appena Nami.
Qualcuno sospirò. Poi la navigatrice parlò di nuovo.
- E tu Zoro? Non dici niente?-
Rufy si era avvicinato ancora di più alla porta curioso di sapere l’ opinione dello spadaccino.
- Rufy è un buon capitano, sa ciò che è meglio fare e come deve comportarsi,noi dobbiamo solo fidarci di lui come abbiamo sempre fatto.- Aveva brontolato secco.
E dopo di che era uscito bruscamente. Rufy era stato costretto a spostarsi da dietro la porta per non farsi vedere e/o travolgere da Zoro.
Però un secondo prima che lo spadaccino scendesse sottocoperta giurò che stesse guardando verso di lui.
Rufy sospirò mentre l’ aria fredda notturna gli raffreddava il volto. Guardò il mare sotto di sé. Era nero come petrolio, e dava all’ atmosfera un non so che di spettrale. Ma la cosa più inquietante era il silenzio. Faceva sembrare tutto fermo, in attesa di qualcosa. Rufy si ritrovò a chiedersi che cosa.
Avrebbe voluto avere qualcosa da lanciare per rompere quell’ immobilità. Lo pensava ogni volta che veniva lì la notte. Molto spesso in quei tempi. Ma forse gli era indispensabile quel silenzio. Serviva a compensare tutte quelle risate e battute che faceva durante il giorno. La sua maschera, necessaria per non far vedere il suo dolore. Lui era il capitano, dannazione! Aveva il preciso compito di trasmettere fiducia e coraggio! Come aveva detto Sanji.
Delle volte avrebbe voluto fondersi con quella maschera. Odiata e amata maschera sorridente. Così da non mentire più ai propri amici. Loro gli erano sempre stati vicino, anche involontariamente. Era unicamente e solamente per loro che non si era lasciato morire di fame o di sete o di che altro da qualche parte. E ora non faceva che riempirli di bugie. Una sgradevole sensazione di vergogna si impossessò di lui.
Sfiorò appena la cicatrice sul petto.
Il pegno della sua promessa.
Rivide davanti a sé il giorno in cui l’ aveva stretta.
- Questa pomata devi spalmarla una volta al giorno sulla cicatrice che hai sul petto, vedrai che, nel giro di un mese, la renderà quasi invisibile, all’ inizio brucia un po’ ma_-
- Non mi serve, grazie lo stesso Law.- Lo aveva interrotto Rufy immediatamente.
- Ma Rufy, non fa poi così male! Il bruciore sparisce dopo pochi secondi, è una cosa sopportabile!- Aveva scherzato il medico.
- Non è per il dolore.. -
Law fece cenno di non capire.
-Preferisco tenerla cosi..- Rispose poi, abbassando lo sguardo.
Aveva scrutato la sua reazione con la coda dell’ occhio. Law lo guardava con una tristezza mal celata.
- Come vuoi.- Aveva decretato alla fine.
Rufy chiuse gli occhi. Quella cicatrice significava molto per lui. Era un simbolo.
Alla morte di Ace era arrivato a pensare che non avrebbe mai più voluto patire una tale sofferenza nel perdere qualcuno di amato. Per questo aveva giurato. Non ci sarebbe mai più stato nessuno che avrebbe potuto prendere il posto del fratello nel suo cuore. Avrebbe continuato, naturalmente, a voler bene ai propri compagni, alle persone che aveva conosciuto durante il viaggio, ma non avrebbe mai più amato nessuno come Ace, sentiva che quel legame così forte tra lui e qualcun’ altro non valesse più la pena di essere provato ancora. E non esisteva segno visibile più perfetto di quella cicatrice per provarlo e per ricordarglielo ogni minuto della sua vita. Proprio lì, al centro del petto, dove Ace lo aveva accarezzato e baciato tante volte, vicino al cuore, dove era nato quell’ amore così travolgente e illogico. Eccolo. Il pegno di quella promessa.
Rufy era così immerso nei propri pensieri da non riuscire nemmeno ad avvertire i passi dietro di sé.
- Che diavolo ci fai sveglio a quest’ ora?!- Tuonò una voce dietro di lui.
Rufy urlò e perdette l’ equilibrio per lo spavento, stava per cadere in acqua quando un braccio lo afferrò per una mano, trascinandolo di nuovo sulla nave e senza accorgersene si ritrovò casualmente abbracciato alla figura.
- Sta attento idiota!- Esclamò Zoro.
Rufy alzò lo sguardo verso di lui e notò subito che i loro visi erano parecchio vicini. Poteva specchiarsi negli occhi verdi dell’ atro, o avvertire il suo calore sulla pelle. Rabbrividì e distolse subito il volto.
- Eheh, grazie Zoro.- Concluse sorridendo e staccandosi dal compagno che lo lasciò andare con finta indifferenza.
- Che ci fai qui?- Chiese Rufy.
Zoro sgranò gli occhi innervosito.
- Casomai, che ci fai TU qui! -
- Io? Avevo fame.- Rispose.
Lo spadaccino sembro non credergli quindi si affrettò ad aggiungere:
- Ma poi mi sono ricordato che Sanji ha sigillato il frigo con il saldatore prima di andare a letto.. Cosi mi sono fermato un po’ a guardare le stelle.- Mentì spudoratamente e per un attimo pensò che Usop si sarebbe complimentato per la bugia perfetta e recitata a meraviglia.
Zoro lo guardò ancora per un istante, apparentemente non del tutto convinto ma poi sembrò non darci peso. Alzò lo sguardo verso il cielo e infine sorrise.
- In effetti sono proprio belle.- Disse riferendosi ai corpi luminosi sopra le loro teste.
Rufy sentì qualcosa dentro di lui muoversi, e per un attimo l’ immagine di Ace si sovrappose a quella di Zoro. Una fitta di nostalgia gli attraversò il cuore come una freccia. Ma si sforzò di sorridere.
- Già.. Bellissime.-
Nessuno dei due osò aprire bocca per diverso tempo, poi Rufy parlò:
- Uoaa!- Sbadigliò -Io sono proprio stanco Zoro! Visto che qui non si può mangiare torno a dormire!- Disse dirigendosi verso la cabina maschile, prima di farsi scappare qualcosa sul proprio reale stato d‘ animo.
Lo spadaccino rimase fermo sul posto mentre il capitano se ne stava andando.
- Rufy..- Abbozzò ad un tratto.
Il ragazzo si fermò di colpo con il cuore in gola.
- Si?- Chiese mentre le mani gli tremavano.
Silenzio.
-Niente..- Rispose - Buonanotte.-
Rufy tornò a respirare, sollevato.
-Buonanotte.- Mormorò sorridendo appena.
Zoro rimase solo sul ponte. Poteva ancora sentire la sensazione della pelle di Rufy sulla sua, il suo respiro leggero, le sue mani che gli sfioravano involontariamente le braccia.
Sospirò. Sapeva bene che il capitano mentiva, lo aveva capito dal primo momento in cui lo aveva rivisto. C’ era qualcosa di diverso in quello sguardo, come un velo che lo ricopriva.
Gli occhi del capitano erano gli stessi di sempre, neri e profondi come pozzi.. Ma li mancava qualcosa.. Erano troppo.. Zoro non sapeva nemmeno come definirli. Fino a pochi minuti prima era deciso a chiedere a Rufy di parlarne.. Ma ora, sentiva di non averne più il coraggio. Incredibile vero? Proprio lui. Il rude e deciso Zoro, non riusciva ad affrontare un discorso così diretto con un ragazzino. Con Rufy. Per un attimo ebbe paura dell’ effetto che il capitano aveva su di lui. Fino a che punto poteva condizionarlo? Fino a che limite poteva farlo arrivare? Forse erano domande stupide, visto che da cacciatore di taglie era diventato membro e vice-capitano della ciurma di un aspirante Re dei pirati.
Si appoggiò alla balaustra della Sunny e gettò la testa all’ indietro. Non era la prima volta che Rufy si alzava a quell’ ora di notte, lo sapeva perché spesso si svegliava sentendolo agitarsi violentemente nel sonno, mugugnando qualcosa che non era mai riuscito a capire e più volte si era ritrovato a chiedersi, girandosi e rigirandosi nel letto, cosa sarebbe successo se una di quelle sere lo avesse seguito e, perché no?, rivelato i suoi sentimenti.
Poteva anche essere che lo ricambiasse, giusto? Insomma, tutti quei sorrisi, quegli sguardi e quella sintonia speciale che apparteneva solo a loro. Quel pensare una cosa e sapere che l’ altro l’ aveva gia recepita alla perfezione.. Non poteva credere di essersi immaginato tutto, perché Zoro era, certo molto serio e capace di controllare le proprie emozioni in queste cose, (o perlomeno apparentemente) ma non indifferente. Quel legame gli aveva imprigionato il cuore, la mente, l’ anima. E non aveva alcuna intenzione di liberarsi.

***

???????
O5.31
-Come procedono gli studi?- Chiese l’ uomo mentre guardava attraverso il solido vetro.
Il sottoposto si parò sull’ attenti. - Sempre allo stesso punto, signore.-
L’ uomo sospirò scoraggiato.
-Non saranno molto contenti.- sentenziò nervoso.
Era già da un anno e mezzo che il progetto aveva avuto inizio, nonostante l’ appoggio dei “piani alti” erano stati davvero pochi i progressi. Ma non doveva assolutamente perdersi d’ animo, ci sarebbero riusciti, solo questione di tempo. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di non tornare alle condizioni precedenti. Qualunque.

To be continued


Che fatica immonda! Oook! Questo capitolo è incentrato soprattutto sulle pippe mentali_ cioè volevo dire: pensieri di Rufy e Zoro.. Mentre il pezzo finale.. Beh devo darci un minimo di movimento a sta cosa se no è da suicidioXD spero tanto taaanto che vi sia piaciuto.. Please un commentino mi renderà felice e mi aiuterà a continuare.. Grazie ancora<3
Continuo: Martedì 15 marzo 2011





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Capitolo 3
*** L' isola dove tutto inizia. ***


Ehilaaaaaa! Ragazzi appenna ho visto i commenti sono collassata sulla sedia! (Chopper: 20 minuti per rianimarla! Micyu: Scusa il disturbo tesoro^^ Chopper : Sese..) sono davvero commossa e vi ringrazio per darmi la forza di continuare a scrivere^^ non ce la farei senza di voi.
Come promesso rieccomi con il seguito^^ questo non è venuto tanto bene mi sa * disegna cerchietti col piede* ma spero che non vi faccia passare la voglia di continuare a leggere questa storia. Cercherò di fare meglio nel prossimo! Grazie a tutti quelli che mi seguono e/o che commentano! STASERA VI HO RISPOSTO TRAMITE IL METODO COMUNE DEL SITO PERCIO’ ANDATE A DARE UN ACCHIATA ALLA VOSTRA CASELLA DI POSTA^^
Ecco comunque il capitolo 2.. Voilà!

L’ isola dove tutto inizia.

Zoro guardò davanti a sé. Quel posto era davvero inquietante. Fino a poco fà tutti erano contenti di mettere di nuovo i piedi sulla terra ferma, ma notando le condizioni del luogo, il desiderio di ripartire si era fatto più forte.
Rufy invece sembrava incuriosito, mentre guardava la radura che si parava davanti a loro.
Non c’ era anima viva. Gli alberi erano fitti e nodosi, come le mani di un vecchio.
Il cielo stellato della sera prima era totalmente sparito lasciando spazio ad una distesa di nuvole grigie come il fumo.
- Beh, non andiamo a curiosare in giro?- Chiese candidamente il capitano.
- Non se ne parla neanche! - Esclamarono Usop e Chopper terrorizzati.
- Perché nooo?-
- Ma sei impazzito! Guardati intorno, questo posto è un’ incrocio tra Triller Bank e un cimitero vichingo!- Urlò il cecchino.
Rufy lancio ancora uno sguardo al luogo.
- Si, in effetti mi ricorda un po’ Triller Bank.. Spero solo che ci sia qualcosa da mangiare da queste parti!- Concluse.
- Ma come fai ad avere fame! Hai fatto colazione mezz’ ora fa!?- Chiese Sanji.
- Non è colpa mia! Ho fame e basta!-
Il cuoco scosse la testa incredulo.
- Un giorno ci faranno Santi per averti sopportato così a lungo.- mormorò.
Rufy si limitò a fargli una linguaccia, per poi mettersi a correre verso la foresta che lo inghiottì immediatamente .
Nami sbuffò seccata.
-Usop e Chopper andategli dietro, o quella testa di rapa si perderà di sicuro!-
I personaggi in questione iniziarono a protestare ma quando la navigatrice gli lanciò uno dei suoi famosi sguardi omicidi, non emisero più una parola, seguendo Rufy a testa bassa.
Zoro guardò il punto dove era scomparso il capitano. Non gli piaceva per niente quell’ isola, e per un attimo si chiese se fosse stata un buona idea lasciarli andare così.
- Non perdiamo tempo, Frankie e Robin: restate a controllare la nave. Brook, Sanji e Nami: Voi cercate qualcosa da mangiare. Ci rivediamo qui tra un ora.- Disse dirigendosi verso la foresta.
- E tu che pensi di fare razza di scansa fatiche!?- Gli urlò la rossa.
Zoro continuò a camminare.
- Acqua. Cercherò dell’ acqua.- Rispose sparendo nella boscaglia umida.

***
-Signore, forse dovrebbe dare un occhiata.- Fece il ragazzo.
L’ uomo aprì gli occhi stanchi e rossi.
- Perché, che succede?- Chiese lanciando un fugace sguardo al monitor.
Il sottoposto batte le dita agili e allenate sulla tastiera cercando di ingrandire l’ immagine.
- Lo scanner rivela delle fonti di vita.-
L’ uomo sospirò irritato.
- Se non l’ ha notato, mio caro, siamo su un isola. È alquanto normale la presenza di forme di vita, sicuramente si tratterà di qualche animale.-
Il ragazzo scosse la testa energicamente
- No, signore. Sono abbastanza sicuro che si tratti di umani.- Commentò.
L’ altro sgranò gli occhi angosciato.
- Umani?-
- Esattamente, guardi lei stesso.- disse ancora il ragazzo.
L’ uomo strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Non poteva permettere che qualcuno venisse a sapere del progetto. Per nessun motivo.
Guardò l’ immagine sullo schermo. Un ragazzino. Minuto, i cappelli neri come i grandi occhi vivaci. Il viso luminoso e il sorriso divertito verso un tipo abbronzato con un naso sproporzionato e quello che sembrava una renna.
Gli sembravano vagamente famigliari, in particolar modo il primo. Dove lo aveva già visto? Poi, non appena notò il cappello sulla sua testa, il suo nome gli apparse nella mente come un lampo che squarcia il buio della notte.
- Monkey D. Rufy.- sussurrò.
Il ragazzo parve allarmarsi. -Mo_Monk-
- Chiama immediatamente il reparto 5 e comunicagli la situazione, digli di procedere con la procedura B. .-Lo interruppe brusco.
- Ma signore, al reparto 5 abbiamo solo..- Si fermò come ad aver paura di pronunciare quel nome.
L’ uomo si voltò con le mani dietro la schiena.
-Lo so perfettamente.. Ma voglio Cappello di paglia sulla mia scrivania, vivo o morto. -
***

Rufy guardò davanti a sé, senza parole. Il fiume era di un blu cosi scuro da ricordare il cielo notturno, l’ acqua si gettava pochi metri più avanti in una cascata di cui non si vedeva la fine.
- Incredibile! Chissà dove finisce..- Esclamò il capitano rimpiangendo per un attimo di non poter nuotare.
- In un lago sotterraneo, direi.- Azzardò Chopper.
Rufy sorrise.
- Tenetemi per i piedi, così vado a vedere!- Urlò iniziando a correre verso una sporgenza che dava sul vuoto.
Usop lo prese appena in tempo, impedendogli di lanciarsi.
- Ma che dici, idiota!? E se poi ci trascini giù chi ci viene a prendere, eh?!- Fece il cecchino.
Cappello di paglia lo squadrò con un espressione indecifrabile.
-.. Forse hai ragione.- Concluse infine ridendo.
- Certo che ha ragione!- Urlò una voce alle loro spalle.
Usop e Chopper strillarono nascondendosi dietro di Rufy che si voltò sorridendo.
- Zoro, sempre alle spalle?!- Chiese.
Lo spadaccino pensò subito alla sera precedente e all’ involontario abbraccio in cui si erano stretti. Distolse lo sguardo da quello del capitano che ricominciò a parlare.
- Sei venuto ad esplorare con noi?-
- Ma figurarsi! Non ho intenzione di perdere tempo con queste sciocchezze!- Rispose acido. - Stavo solo cercando dell’ acqua.-
Avanzò verso la sponda del fiume, osservandolo come a voler scorgerne il fondo.
Quella orribile sensazione non se ne era ancora andata e il desiderio di tornare sulla nave era sempre più forte.
Poi ad un tratto sentì qualcosa muoversi flebilmente.
“Ma sto tremando?” si chiese.
Intanto lieve movimento diventava sempre più forte, secondo dopo secondo.

***

Sanji avvertì un leggero tremore scuotergli le membra, come un piccola scossa di terremoto che andava a crescere.
Incrociò lo sguardo con Nami e Brook, lesse nei loro occhi confusione e preoccupazione, gli stessi sentimenti presenti anche nei suoi.
La sigaretta gli scivolò dalle labbra cadendo sulla terra sempre più tremante.
- Ma che..?- Mormorò appena.

***


Anche l’ acqua aveva preso a muoversi a ritmo delle scosse. Gli alberi più vecchi franavano a terra come piantine. Rufy rischiò un paio di volte di finirci sotto.
Lanciò un sguardo ai compagni. Zoro non si era spostato di un centimetro, si limitava a tagliare con una delle spade gli alberi che minacciavano di cadergli addosso, mentre Usop e Chopper correvano urlando in cerca di un rifugio.
Sentì un gorgoglio sommesso provenire dal lago sotterraneo. Stava spuntando qualcosa. Aguzzò la vista cercando di dargli una forma distinta.
Un bestione di circa 6 metri si presentò davanti a loro, i vestiti fradici, l’ espressione criptica e la sua impressionante altezza e imponenza.
Rufy sentì un brivido attraversargli la schiena dal basso verso all’ alto. Come aveva fatto spuntare dal lago, in quel modo?
- Monkey D. Rufy?- Formulò guardandolo.
Cappello di paglia trasalì sentendo la voce del nuovo venuto, era fredda e metallica come quella di una macchina, mentre gli occhi trasmettevano un indifferenza che lo infastidiva.
- Si, e tu chi saresti?-
- Questo non ha importanza.- Disse - Arrenditi e non ti verrà fatto alcun male.-
Rufy lo osservò a lungo, aveva gli stessi tratti di Orso Bartholomew ma la testa era completamente calva.
- E se decidessi di non farlo?- Chiese.
- Saremo costretti a batterci, suppongo.- Concluse.
Il capitano sentì una sgradevole sensazione travolgerlo come un onda.
“ Haki” pensò tentando di restare lucido. “ Questo tizio, sa usare l’ haki.. E anche molto bene..”
Non poteva perdere la concentrazione per nessun motivo. Si ricordò, tentando di elaborare un piano. La cosa più importante, per il momento, era portare al sicuro i propri compagni, che erano rimasti letteralmente sconcertati dalla scarica emessa dal nemico.
- Zoro, porta Usop e Chopper alla Sunny e poi allontanatevi immediatamente dalla costa!- Urlò con il cuore in gola.
Lo spadaccino lo guardò scosso. Mentre gli altri due si ridestarono dallo stato di assoluto terrore nella quale erano caduti.
- Rufy no! È una pazzia! - Urlò il medico.
- Mi rifiuto di lasciarti qui da solo!- Aggiunse Usop.
Rufy incontrò per un attimo lo sguardo di Zoro, sembrava supplicarlo di non chiedergli una cosa simile. Si fece forza nonostante la stretta che gli chiuse lo stomaco mozzandogli il fiato.
- È un ordine!- Urlò.
Lo spadaccino lottò contro il proprio disaccordo e contro l’ angoscia.
- Usop, Chopper.. Muovetevi! - Disse controvoglia iniziando a correre verso la nave.
I due non si mossero.
- Ho detto muovetevi! Lo avete sentito, no?!- Aggiunse mentre la rabbia gli divorava la mente.
Dopo aver lanciato un ultimo sguardo preoccupato a Rufy si misero a correre dietro Zoro.
Il capitano non spostò gli occhi dal nemico neanche per un istante, per essere pronto a proteggere i compagni da un eventuale attacco.
- Sta tranquillo, Cappello di paglia. Non ho intenzione di attaccarli. Mi servi solo tu.-
Rufy strinse i pugni indeciso se credergli o No. Mentre l’ altro aggiunse ancora:
- Te lo ripeto, se tu lo vuoi possiamo evitare anche noi lo scontro- Propose - Basterà che ti consegni a me, senza opporre resistenza.-
Il pirata lo guardò con intensità, poi sorrise.
- Mi dispiace, ma credo che la cosa non sia fattibile.-
- Sarebbe un no?
- Hai capito bene, brutto bestione.-
Il “brutto bestione” non parve badare all’ insulto, sospirò.
- Pare che dovrò sporcarmi le mani.- disse stendendo il braccio verso Rufy - Ricorda che l’ hai voluto tu, Monkey D. Rufy.- Concluse lapidario.

***

Zoro si fermò di colpo in seguito ad un brivido, o perlomeno ad uno molto più forte degli altri.
Si voltò indietro, verso il luogo in cui aveva lasciato Rufy.
- Che diavolo fai, Zoro!? Dobbiamo raggiungere la Sunny !- Gli ricordò Usop.
Lo spadaccino sembrò non sentirlo neanche, troppo preso dai propri pensieri per ascoltare quello che aveva da dire il compagno.
Deglutì cercando di scacciare il bruciore alla gola. Che doveva fare? Tornare indietro o ascoltare il capitano e scappare? Non riusciva a pensare, la sua mente era un miscuglio di pensieri e sentimenti tutti contrastanti. Per quanto ne sapeva Rufy poteva già essere ferito gravemente o peggio.. Morto.
Per un istante l’ immagine del ragazzo steso a terra in un lago di sangue gli riempì la mente. Trasalì trattenendo il respiro. Gli occhi sbarrati. I muscoli prepotentemente tesi.
“Rufy..”

***

Ci rimase quasi male quando si rese conto di essere già al limite.
Era riuscito a colpire e mettere in difficoltà l’ avversario già un paio di volte. Aveva anche subito dei colpi ma si era riparato con l’ Haki, che aveva inconsapevolmente prosciugato le sue energie. Lasciando così. Privo di forze e di fiato.
- Te la cavi.- Affermò cercando di distrarlo per riprendersi.
Il nemico si limitò a scagliargli contro un attacco.
- È inutile adottare questi trucchetti con me .. Non ci casco.- Ringhiò freddo.
Rufy lo schivò appena.
- Come non detto..- Aggiunse con una smorfia.
L’ altro approfittò della situazione colpendolo violentemente allo stomaco e sbattendolo contro un albero.
Cappello di paglia si piegò in due sputando sangue, non poteva essere un normale pugno. Faceva troppo male. Sicuramente doveva aver concentrato l’ haki nella mano.
Adottò la stessa tattica con quella poca forza che gli rimaneva, lo colpi con un calcio in pieno volto, scagliandolo a vari metri di distanza. Dopodichè si nascose dietro un albero per riprendersi.
Respirò affannato per diverso tempo poi si girò sporgendosi lievemente per individuare l’ avversario. Era scomparso. Sgranò gli occhi incredulo. Dove era andato a finire?!
- Mai distrarsi.- Sussurrò una voce alle sue spalle.
Rufy fece per voltarsi e per colpire ma una mano gli afferrò il collo sbattendolo contro il tronco. Tentò di liberarsi e contrattaccare ma fu inutile. La vista intanto gli si annebbiava poco a poco.
- Pare che la vittoria sia mia.- Aggiunse l’ altro caricando un pugno impregnato d’ Haki.
“Sto per morire.” pensò inconsciamente Cappello di paglia chiudendo gli occhi. Rilassò il corpo accettando di buon grado il proprio destino e lanciando un addio ai compagni che non era riuscito a salutare. “Finalmente ti rivedrò, Ace” . Sorrise infine confortato da quel pensiero.
Sentì un boato spaventoso sovrastargli l’ udito. Ma non provò dolore. Avvertì solo due braccia sollevarlo da terra e un calore famigliare scuotergli l’ anima e la mente. “ Così è questa la morte..” pensò appoggiando la testa al petto della figura.
Sorrise. Era di nuovo tra le braccia del suo fratellone.
- Ace..- mormorò alzando il viso verso quello dell’ altro.
Il suo cuore perse un battito. Non era affatto suo fratello.
- Zoro?-
Lo spadaccino lo fissava con un’ espressione confusa e Rufy non ne capiva il motivo.
- Che ci fai qui? Ti avevo detto di andartene!-
Zoro sorrise appena, come se fosse ovvio.
- Che vice-capitano sarei se ti abbandonassi cosi.- Concluse semplicemente.
Rufy trasalì colpito da quelle parole ma soprattutto dallo sguardo del compagno. E per la prima volta nella sua vita si ritrovò a contemplare il suo viso e le sue stupende iridi smeraldine in un modo diverso da come aveva sempre fatto.
“Come è bello.” concepì nella propria mente.
Abbassò lo sguardo vergognandosi del pensiero appena formulato. Strinse forte la mano sulla cicatrice fino a farsi male. Non si rompe una promessa.


AAAAllora? Beh è finito pure questo. Spero immensamente che vi sia piaciuto! Scusate gli errori ma ho finito di scriverlo alle 8 e poi ho ricontrollato e risposto ai commenti^^ Ripeto: non ho dimenticato i ringraziamenti individuali ai commentatori, SONO NELLA VOSTRA CASELLA DI POSTAXD.
Un bacio enorme^*^
Seguito: Venerdì 18 marzo 2011






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Capitolo 4
*** Basta un attimo. ***


Sera bella genteXD Allora grazie a tutti quelli che hanno commentato e/o letto la mia storia. Senza di voi non avrei passato nemmeno il prologo^^
Queso chappy lo scritto tutto oggi.. Una fatica>.< spero che vi piaccia e che non vi deluda^^ e che non impicchiate per gli errorracci. Grazie ancora a tutti<3

Basta un attimo

Quando Rufy abbassò lo sguardo stringendo la cicatrice Zoro avvertì un moto di delusione farsi strada nel petto. Ma cercò di scacciarlo. Non era certo il momento adatto per un discuterne.
- Roronoa Zoro.- Mugugnò infatti l’ avversario alzandosi dopo che lo spadaccino lo aveva brutalmente colpito alla mascella, per salvare il compagno.
- Questo è uno scontro faccia a faccia. Non hai il permesso di intrometterti.-
Aggiunse senza battere ciglio.
Zoro strinse gli occhi e posò Rufy a terra che sembrava sforzarsi di rimanere lucido e presente. Sfoderò le sue tre spade con una lentezza quasi solenne.
- Permesso?- Ripeté sogghignando - Non ho bisogno di un permesso per proteggere il mio capitano!- Urlò .
Cappello di paglia si voltò verso di lui, senza parole. Una sconsiderata frenesia gli annebbiava la mente. Zoro voleva proteggerlo.. Le sue parole echeggiavano nella sua mente con violenza, mentre sentiva il sangue battergli nelle tempie.
Lo spadaccino assunse la sua consueta posizione di battaglia.
- Rufy- Disse - Ce la fai a combattere?-
Il capitano si riscosse dallo stato di trance nella quale era caduto. Si voltò verso il nemico, truce.
- E me lo chiedi.- Rispose.
Roronoa sentì un calore famigliare attraversargli il petto. Quella smania di combattere e mettersi alla prova che era sempre appartenuta Rufy pareva essere tornata.
- Magnifico.- Sorrise.
- Devo dedurre che avrò due avversari?- Chiese il bestione.
Zoro e Rufy risposero spiccando un salto verso il nemico che li schivò prontamente.
Ormai la battaglia aveva avuto inizio.
Zoro aveva intuito la grande potenza dell’ avversario, ma facendo leva sulla propria, straordinaria, resistenza e forza continuava ad attaccare. Fendente, affondo, fendente. Non poteva permettersi di sbagliare. L’ unico momento in cui si distraeva un istante era quando Rufy pareva in difficoltà. Ma questo non durava a lungo. Il capitano si sentiva come rinato con lo spadaccino affianco. Gli dava sicurezza, lo spronava a rialzarsi ed attaccare. Andarono avanti cosi, ogni loro movimento sembrava il continuo di quello del compagno. I loro sguardi perfettamente identici, decisi e duri nonostante le membra che bruciavano per gli sforzi.
Ma, come è risaputo, a volte basta un secondo per rovinare tutto.
Rufy si lanciò brutalmente contro avversario, atterrandolo mentre Zoro fece roteare una spada nel palmo e impugnandola come un coltello, trafisse il nemico in pieno petto. Si aspettava di sentir affondare la lama con facilità in quella tenera carne. Ma cosi non fu.
Avvertirono entrambi un rumore metallico provenire dalla ferita. Zoro estrasse la spada. Era pulita. Non una goccia di sangue a insudiciarla.
I compagni si scambiarono uno sguardo confuso.
- Ma.. è una macchina!- Disse Rufy.
Erano rimasti sconcertati dalla recente scoperta, non si accorsero del attacco imminente.
Il robot alzò un braccio verso Rufy che notò troppo tardi l’ offensiva. Zoro guardava la mano del nemico planare in picchiata sul capitano e agì d’ istinto. Troppo velocemente per rifletterci su. In preda alla disperazione si gettò davanti al compagno.
Lo trapassò da parte a parte ad un fianco. Il dolore invase la sua mente con violenza, togliendogli il fiato mentre sentiva il sangue salirgli in bocca assieme ad un forte gemito.
Rufy aveva assistito alla scena, accorgendosi troppo tardi della situazione. Appena vide il sangue del compagno scivolargli fuori dalle labbra inorridì, mentre l’ immagine di Ace moribondo tornava a violentare la sua povera mente logora. No. Non di nuovo.
Scattò d’ istinto in avanti, afferrando il compagno che stava per cadere.
- Zoro! - Urlò allontanandosi da quel mostro che aveva colpito il compagno.
- Zoro! Ti prego guardami!- Gli prese il viso tra le mani costringendolo a volgere lo sguardo verso di lui.
Zoro lo osservò per un istante mentre la vista gli si annebbiava. Gli occhi carichi di paura e angoscia, le labbra tremanti.
- Stai bene? - Chiese Rufy preoccupato.
- s_si..- Mentì spudoratamente.
Il capitano trattenne le lacrime. Il sangue gli pulsava nelle tempie come impazzito. La gola era secca e arida. “ Come quella volta a Marineford.” Si ritrovò a pensare. Un brivido freddo gli attraversò la schiena sudata. No. Non poteva succedere ancora.
- Non avevo intenzione di ferire lui.- Sentì dire dalla macchina dietro di sé - Se l’ è cercata.-
Cappello di paglia si morse il labbro mentre la rabbia gli ribolliva dentro come fuoco. Poggiò delicatamente ad un albero Zoro che tratteneva i gemiti tra un ansimo e l’ altro e si voltò verso il nemico con lo sguardo bieco.
- Tu!- Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo - Tu, brutto bastardo! Come hai osato fargli del male!?- Formulò quella frase con una potenza tale che persino Zoro, ad un passo dall’ incoscienza, riuscì ad avvertire.
La rabbia di Rufy, unita al suo Haki esplose in istante. Terribile e nefasta come un uragano. Quel tipo di rabbia da cui non ci si può difendere.
Il robot, investito da quella forza letale, cadde a terra con un tonfo sordo che fece tremare il suolo, gli ingranaggi totalmente fulminati dall’ Ambizione del giovane capitano.
Rufy osservò con disprezzo il bestione steso con la faccia rivolta a terra. Avrebbe voluto prenderlo a calci, ma si trattenne. Si precipitò da Zoro e con orrore realizzò la gravità della ferita. Il sangue fuoriusciva copioso dal taglio sul fianco. Andava medicato immediatamente.
- Zoro, gli altri sono salpati?- Chiese.
Lo spadaccino appoggiò la testa al tronco dell’ albero.
- Si, purtroppo.- Apostrofò a fatica.
Rufy si sforzò di rimanere lucido nonostante la situazione critica, si tolse il gilet rosso e lo strappò per fermare momentaneamente l’ emorragia.
Zoro rabbrividì nel sentire le mani tremanti del capitano sfiorargli la pelle, ma i tocchi piacevoli di Rufy erano compensati dalle dolorose fitte che lo percorrevano come scariche elettriche. Strinse i denti deciso a farsi forza.
Cappello di paglia, non appena completata la medicazione d’ emergenza si mise sulle spalle il compagno, incamminandosi verso un luogo sicuro.
- Non preoccuparti, andrà tutto bene.- Pronunciò con voce tremante.
Zoro era stato ferito per proteggerlo, proprio come Ace due anni prima.. Ma ora non doveva, non poteva permettersi di crogiolarsi nel senso di colpa. Non avrebbe permesso al compagno di morire. Anche a costo di sacrificare la sua stessa vita.
Percepì la fronte bagnarsi poco a poco. Stava iniziando a piovere. L’ acqua scorreva sul suo corpo lentamente provocandogli brividi di freddo. Ma non importava. Non sentiva nemmeno il rumore della pioggia, era coperto dall’ angosciante battito del suo cuore.

***

L’ uomo mandò giù in un solo colpo il bicchiere di Cognac. L’ amaro gusto del liquore gli invase i sensi con prepotenza. Cappello di paglia era più forte di quanto si aspettasse si disse fissando sul monitor l’ immagine di Px-5 steso a terra, privo di vita.
Sospirò e prese tra le mani il lumacofono componendo il numero.
Dopo pochi istanti d’attesa la comunicazione si stabilizzò.
- Lo sai che non mi devi chiamare se non ci sono novità.- Disse dall’ altra parte dell’ apparecchio una donna, la sua voce era gutturale e grassa, opacizzata da anni e anni passati a fumare.
- E chi ha detto che non ci sono?-
- Che è successo? -
L’ uomo sorrise giocando il ruolo del prezioso, sapeva che l’ avrebbe fatta impazzire. Dopo tanto lavoro si meritava di staccare e di divertirsi un po’, no?
-Parla dannazione!- Urlò l’ altra.
Pulì il fondo del bicchiere raccogliendo un goccia di liquore avanzata che poi si porto alle labbra screpolate e ruvide. Dell’ alcool non si butta via niente.
- Monkey D. Rufy è sull’ isola.-
La donna non rispose e lui si immaginò il suo volto sconcertato.
- Stai dicendo la verità?- Chiese poi.
- Ti ho mai mentito?-
La sua risposta gli ricordò vagamente un grugnito.
L’ individuo si stravaccò sulla poltrona posando i piedi sulla scrivania.
- Ho detto ai miei uomini di portarmelo anche morto, per non destare sospetti, gli ho mandato contro uno dei robot più forti che avevo e l’ ha praticamente distrutto.-
- È ferito?-
Si versò un altro bicchiere di Cognac.
- Umh, non gravemente da quello che ho visto. Un membro della sua ciurma che era con lui se la sta passando decisamente peggio. Comunque è da tenere d’ occhio quel ragazzino, è molto forte.- Concluse impressionato.
- Avevi dubbi?-
Bevve un sorso.
- Naturalmente No.- Rispose sorridendo.
- Va bene, cia_- Provò a dire la donna ma venne subito bloccata.
- Ehi, non si ringrazia dalle tue parti.-
- Non i nemici, Kandral.- Rispose lei sorniona e chiudendo la comunicazione.
L’ uomo sospirò.
- Simpatica come al solito- Borbottò divertito scolandosi un altro bicchiere.

***

La donna spense il lumacofono.
- Lo hai trovato?- Chiese il ragazzo appoggiato alla porta.
- Si.. È sull’ isola di Dracma.-
- Le sue condizioni?-
Lei sospirò.
- Meglio di come mi aspettassi.-
Lo guardò come ad aspettare che emettesse un suono, poi si accese un sigaro.
- Che intendi fare ora?- Chiese anche se conosceva bene la risposta.
Il ragazzo sorrise enigmatico uscendo dalla stanza.
- Non lo immagini?- Rispose.


Ed è andato pure questo.. Lasciate un commentino e vi osannerò anche sul letto di morte e/o vi manderò una torta..XD.
PS. Se hai commentato dai un occhiata alla tua casella di posta^^
Seguito: Lunedì 21 Marzo 2011

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Capitolo 5
*** Sfiorando la disperazione. ***


Ciau a tutti, sono sempre io si! E questo (come comunicato venerdi) è il nuovo chappy della mia storia.. Vi dico solo che ho iniziato a scrivere alle 14.00 e ho finito alle 19.00.. Poi sono andata ad allenamento e rieccomi Qui a controllare e pubblicareXD ancora un grazie a chi la legge e/o la commento, senza di voi sarei totalmente persa^^ ora basta ciace e si comincia.

Sfiorando la disperazione

La voglia di accasciarsi al suolo era forte come non mai. Il freddo era penetrato insidioso fin dentro le ossa di Rufy, come il veleno di un serpente. Era da ore che camminava con Zoro sulle spalle, ma non poteva permettersi di fermarsi. Non poteva lasciare che il compagno morisse.
La disperazione stava per prendere il sopravvento, quando, in lontananza, vide una casupola di legno e si costrinse, allora, a compiere un ultimo sforzo.
L’ interno era più malridotto di quanto si aspettasse. L’ odore di muffa attaccava in gola mentre dalle pareti umide e piene di spifferi trapassava l’ acqua piovana. Ma non ci fece quasi caso.
Posò delicatamente Zoro su un cumulo di stracci.
- Ti senti meglio?- Chiese preoccupato.
Lo spadaccino incrociò il suo sguardo. Non c’ era parte del corpo che non gli facesse male, ma si sforzò di sorridere.
- Si, tranquillo.- Mentì.
Rufy lo studiò con lo sguardo e poi abbassò gli occhi sorridendo mestamente.
- Se non mi dici la verità come faccio a curarti e sapere che stai migliorando?-
Zoro scosse le spalle.
- Non so.. Puoi sempre tirare ad indovinare. Ora ha funzionato.- Rise.
Il capitano avvertì un leggero sollievo scaldargli il petto a quella risata, ma sparì del tutto non appena vide la ferita sul fianco del compagno.
- Zoro, hai delle bende con te?- Chiese speranzoso.
Lo spadaccino estrasse dalla tasca delle fasciature.
- Chopper me le infila di nascosto nei vestiti, dice che sono quello che le usa di più nella ciurma.-
Rufy abbozzò un sorriso ringraziando mentalmente la piccola renna iniziando a medicarlo.
Cercò di fare il più delicatamente possibile, sfiorava la sua pelle con precisione e dolcezza. Per un attimo, senza mai staccare lo sguardo da quel petto forte e marmoreo, fu felice di avere un pretesto per accarezzarlo.
Trasalì, colpito dal suo stesso pensiero. Ma perché si metteva a fare pensieri del genere su Zoro? Lui non poteva, maledizione! .. Non più.
- Come sei rimasto d’ accordo con gli altri?- Chiese cercando di pensare ad altro.
Il vice- capitano, che intanto si stava beando dei gentili tocchi del giovane e del suo viso adorabile, si riscosse subito.
- Gli ho detto di aspettarci tra tre giorni dall’ altra parte dell’ isola.-
Il cuore di Rufy perse un battito.
- Tre giorni?-
Zoro annui notando la strana reazione del compagno.
- Perché, non va bene?-
Il giovane capitano scosse la testa sorridendo.
- No, perfetto.- Rispose.
Rufy strinse bene le bende sul fianco dell’ altro. Tre giorni. Non andava affatto bene. Non era per niente sicuro di riuscire a mantenere il suo voto, da solo su un’ isola deserta, con Zoro, per tutto quel tempo.
Sospirò accarezzando con lo sguardo la fasciatura appena terminata. Non era certo una ferita grave come quella di Ace due anni prima, ma non riusciva a sopportare l’ idea che un’ altra persona a lui cara avesse dovuto sacrificarsi per proteggerlo. Lo distruggeva.
Zoro notò immediatamente lo sguardo del capitano. Sapeva cosa stava provando.
-Rufy.. - Apostrofò cercando le parole giuste per farlo sentire meglio.
Cappello di paglia gli sorrise alzandosi e dirigendosi verso la porta.
- Vado a cercare qualcosa da mangiare!-
- No idiota, sta ancora piovendo e sei a torso nudo!- Gli urlò Zoro tentando di fermarlo.
Ma Rufy non si fermò.
- Sta tranquillo.- Rispose solamente.
Sentiva di non poter resistere un altro secondo.

***

Rufy mosse un paio di passi all’ esterno per poi iniziare a correre furiosamente verso il fitto della foresta.
Sfrecciava come il vento attraverso gli arbusti e i rami, il respiro affannato, la pioggia gli bagnava il viso distorto da una smorfia sofferente.
Le lacrime presero a scendere senza preavviso, libere. Prima una, due, tre, dieci. Rallentò appoggiandosi ad un albero mentre i singhiozzi si moltiplicavano e si facevano più forti. Era la seconda volta che qualcuno rischiava la vita per lui. Ma si può sapere cosa aveva di tanto speciale per meritarsi così tanti sacrifici da parte degli altri!? Non bastava avere l’ immagine del suo amato Ace accasciarsi a terra sputando sangue?! Ora era accaduto anche con Zoro. Tutto per colpa sua.
Le gambe cedettero lasciandolo cadere in ginocchio sul tappeto di foglie marce sotto di lui.
Vedeva sulle sue mani il sangue del compagno e quello di suo fratello. Lo guardava. Lo accusava. Sbatte i palmi sul terreno con brutalità, cercando di pulirsi. I singhiozzi forti e disperati, scuotevano le sue membra. Era da tempo che non piangeva così. Senza freni o ritegno. Come un bambino.
Intanto Zoro, preoccupato, con una fatica non indifferente era andato a cercarlo.
Aveva spalancato gli occhi senza parole trovandolo così, e nascondendosi dietro un albero rimase ad osservarlo. Conosceva bene il motivo del pianto del capitano.
Si sentiva in colpa per aver permesso ad un’altra persona di essersi fatto ferire al posto suo. Proprio come era successo con Ace due anni prima.
Una gelida tristezza si impossessò delle sue interiora. Abbassò lo sguardo mortificato all’ idea che Rufy stesse soffrendo così per lui. Forse avrebbe dovuto andarsene da di lì. Era un momento che doveva appartenere solo al suo capitano. Così, mentre i singhiozzi di Cappello di paglia si confondevano con il rumore della pioggia, si allontanò con il cuore a pezzi.

***

Zoro sentì la porta spalancarsi accompagnata dal suono dei passi di Rufy.
- Sono tornato Zoro! - Disse con finto tono allegro - Guarda che ho trovato!-
Lo spadaccino si voltò verso il compagno. Teneva in braccio della frutta dai colori scuri, aveva i pantaloni fradici e sporchi mentre gli occhi pesanti e rossi tradivano il suo sorriso.
- Grazie.- Rispose addentando quella che sembrava una mela - Tu hai gia mangiato?-
Rufy annuì.
- Si! Avevo troppa fame per aspettarti!- Mentì sedendosi davanti al giaciglio, non osando guardandolo negl‘ occhi. Era successo solo una manciata di volte, ma il suo stomaco si era raggomitolato su se stesso cancellandogli l’ appetito.
Appena il compagno finì di mangiare. Rufy parlò:
- Riposati, hai perso tanto sangue. Devi sentirti debole.- Disse voltandosi verso la porta. Si strinse le ginocchia al petto cercando, inutilmente, di riscaldarsi.
- Tu non dormi? - Chiese l’ altro.
Cappello di paglia fece un segno di diniego con la testa.
- No.. Starò a fare la guardia, potrebbe attaccarci qualche altro robot.-
Zoro sospirò mentre Rufy passava velocemente le mani sulla pelle intorpidita dal freddo, tremando. Ad un tratto la sua vista si oscurò del tutto, come se lo spadaccino gli avesse gettato un lenzuolo addosso, e non appena tornò a vedere si ritrovò con una camicia addosso. Era alquanto larga e di un bianco spento.
- ma che..?-
- L’ ho trovata poco fa, nell’ armadio vicino alla finestra..- Spiegò Zoro - Mica puoi stare tre giorni senza niente addosso. Ti prenderai una polmonite!-
Il capitano accarezzò la leggera stoffa. - Grazie..-
Roronoa sbuffò.
- E smettila di stare lì impalato! Devi dormire anche tu! - Gli urlò spingendolo a coricarsi tirandolo per un braccio.
Rufy si ritrovò steso sul giaciglio con Zoro accanto, incredibilmente vicino.
- ma devo contr_-
- Non ce ne bisogno, possiamo avvertirlo anche dormendo, lo sai?-
Cappello di paglia non sapeva più come controbattere. Negli anni passati con Rayleigh aveva imparato a captare i movimenti sospetti intorno a lui anche nel sonno. Ma non si sentiva tranquillo lo stesso.. Soprattutto a dormire con il compagno.
Per la prima volta da quando era tornato nella capanna intrecciò involontariamente lo sguardo con quello dell’ altro. Si vergognava di aver pianto, perciò non voleva guardarlo negli occhi.
Si voltò dandogli la schiena.
- Va bene. Buonanotte- Mormorò col tono più neutrale possibile.
Sentì il compagno distendersi dietro di lui. Chiuse gli occhi pregando perché quella sensazione tanto angosciante se ne andasse presto.

***

Oramai era notte inoltrata, ma Rufy non aveva ancora chiuso occhio. I pensieri che aveva formulato nella foresta erano ancora vivi nella sua mente.
Si morse le labbra. Tempo fa, quando non riusciva dormire c’ era sempre Ace a fargli compagnia. Lo stringeva a se baciandogli dolcemente la guancia o il collo. Ma adesso era tutto diverso.
Si raggomitolò su se stesso, sperando di addormentarsi e, nonostante il dolore e la nostalgia al risveglio, di sognare quei momenti che gli mancavano tanto.
Mentre la mente lavorava come impazzita avvertì due braccia circondarlo teneramente. Sussultò senza capire.
- Zoro.. Che stai facendo?-
Lo spadaccino lo strinse più forte appoggiando la fronte contro la sua nuca. Aveva un così buon odore.
- Ti riscaldo, stai tremando.- Rispose con semplicità.
Rufy sentì una lacrima attraversargli il viso, mentre le altre la seguirono silenziose, per non farsi scoprire dal compagno, che però le avvertì immediatamente.
Zoro gli accarezzò le braccia tentando di tranquillizzarlo.
- Dormi Rufy, ci sono io con te.- Gli mormorò all’ orecchio.
Normalmente il capitano si sarebbe scostato dall’ abbraccio, ma non riuscì a muoversi. Quella notte, chissà per qualche assurdo motivo, sentiva di averne un disperato bisogno.

Non mi capita spesso ma scrivendo mi ha assalito la tristezza.. Povero, pooovero Rufy fortuna che c’è Zoro… va bene^^ se stai leggendo qui è già un buon segnoXP lascia un commento, anche minuscolo e continuerò a portarla avanti con orgoglio e serietà! O almeno ci proverò XD
Seguito: Giovedì 24 Marzo 2011.

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Capitolo 6
*** Togliersi uno sfizio. ***


Bonsoir*__* lasciatemi dire un paio di cosuccie ok? OkXD
Alloraa vorrei innanzi tutto ringraziare (come sempre) tutti coloro che mi seguono e/o che mi commentano.. Senza di loro questa storia non esisterebbe nemmeno quindi grazie..
Questo capitolo è alquanto ZoLu peeeerciò se sei una fan di questa coppia ti dovrebbe piacere.. Ma non ne sono sicura..
Ultima ma non meno importante vorrei dedicare questo capitolo a Katy93, perché ogni volta mi commuove con le sue recensioni e perché mi ha ispirato con le sue storie stupende** grazie mille cara, spero tanto che ti piaccia<3

Togliersi uno sfizio.

Rufy socchiuse gli occhi infastidito dalla tenue luce che gli sfiorava gentilmente il viso. Doveva essere già mattina.
Le mani di Zoro erano ancora lì, incrociate sul suo ventre, a stringerlo dolcemente, mentre il suo respiro gli accarezzava il collo facendolo rabbrividire. Gli piaceva quel contatto, e ammetterlo lo faceva stare male, si disse sfiorando tenue con le dita, le sue grandi mani che gli circondavano i fianchi.
Si voltò verso lo spadaccino che continuava ad abbracciarlo. Stava ancora dormendo, e Rufy non poté fare a meno di ammirare il viso del compagno, pallido a fare contrasto con le labbra rosse e sottili mentre gli splendenti capelli verdi gli incorniciavano il volto rilassato e sereno.
Dio quanto era bello. Una bellezza rude e forte, travolgente come un uragano che tutto distruggeva.
Rufy socchiuse gli occhi facendo per accarezzare la sua pelle. Non c’ era assolutamente niente che volesse di più. Quella sensazione l’ aveva provata solo col suo Ace. Lo spadaccino glielo ricordava in modo impressionante in quei momenti. Le dita stavano per sfiorare quella guancia che tanto sperava di poter accarezzare. Suo fratello era stato la sua vita, il suo respiro, la ragione per cui ogni mattina sorrideva guardando il cielo, e la ragione per cui salutava la luna alla sera. Ogni momento della sua giornata sapeva che era con lui, e silenziosamente nel suo cuore mandava un bacio a quelle labbra che gli mancavano tanto. Ma era morto, strappato alle braccia di Rufy con violenza due anni prima.. Era forse arrivato il momento di ricominciare a vivere?
Cappello di paglia fermò la sua mano.
No. Non poteva. Stava tradendo la memoria di Ace. Stava tradendo la sua promessa. E per quanto Zoro gli piacesse non poteva permetterlo.
Si sciolse dall’ abbraccio e si alzò dirigendosi verso la porta.
- Mi dispiace.. Zoro.- Mormorò.
Lo spadaccino sospirò aprendo gli occhi non appena il capitano fu uscito dalla casa. Perché Rufy si tormentava così? Era certo che provasse anche lui qualcosa, ma non voleva ammetterlo. Eppure il capitano non era mai stato un tipo da esitazioni, era impulsivo e schietto.. Che stesse nascondendo qualcosa?
Passarono tutto il giorno separati. Rufy ad allenarsi furiosamente deciso a tenersi la mente occupata. Mentre Zoro curiosava annoiato per la casa.
La ferita bruciava ancora, ma non aveva intenzione di stare sdraiato tutto il santo giorno.
Il legno scricchiolava ad ogni passo e la cosa iniziava ad infastidirlo. Fino a che non posò il tacco su una trave vicino al muro.
La lastra si lasciò scappare un gemito sordo, quasi vuoto.
Zoro si fermò di scatto. “Ma che diavolo..?” Formulò nella sua mente mentre si accucciava a terra. Bussò con le dita sul legno umido. “ Una botola.”.
Con un solo e potente pugno sfondò il pavimento come se si trattasse di cartone.
Si alzò un alone di polvere che lo spinse a tossire forte.
Impaziente allungò il collo verso il buco. E leggendo l’ etichetta dei prodotti non poté reprimere un sorrisetto.
- Ora sì che si comincia a ragionare.- Commentò sporgendo il braccio verso la cavità.

***

Rufy strascicava stanco verso la capanna. Avevo passato quasi tutto il giorno ad allenarsi. Era un modo come un altro di tenere la mente occupata. Il modo migliore secondo lui.
Sentiva le membra a pezzi e le tempie pulsare come impazzite. In fondo era una sensazione piacevole. Si era completamente sfogato. Con una bracciola di maiale in mano si sarebbe sentito meglio, ma cercò di accontentarsi di quei pochi frutti che aveva mandato giù.
Appoggiò la mano sulla porta ruvida aprendola ed entrando, era tenuemente illuminata da un lampada che la sera prima non aveva notato. Trasmetteva un bagliore chiaro e pio che pareva riscaldare.
Zoro stava sul giaciglio. I capelli scompigliati e gli occhi verdi accesi da quella lieve luce artificiale. Voltò lo sguardo verso Rufy:
- Beh, vuoi stare lì impalato tutto il tempo?- Chiese sarcastico lo spadaccino.
Forse sarebbe meglio” . Si disse il capitano. Poi lo sguardo scese sulla bottiglia che teneva in mano il compagno e quella ai suoi piedi.
- Vodka? Dove le hai trovate?- Domandò curioso sedendosi di fianco a Zoro e prendendo in mano l’ alcolico come per costatare che fosse reale. L’ odore dell’ invitante liquore gli invase la mente provocandogli un capogiro.
Lo spadaccino sorrise soddisfatto ma a Rufy non scappò di vedere una punta di malizia offuscargli lo sguardo.
- In una botola, oggi pomeriggio.- Spiegò bevendone un sorso. Quando ricominciò a parlare, Cappello di paglia notò subito le labbra del compagno bagnate dall’ alcolico che gli apparve molto più invitante di poco prima.
- Avanti capitano, non mi guardare con quella faccia! Fatti un sorsetto anche tu!- Suggerì Zoro premendo la bottiglia contro le labbra dell’ altro.
Rufy avvertì il pungente sapore del liquido stuzzicargli la lingua. Non andava famose per le sue bevute. Lui , solitamente, festeggiava mangiando e scherzando, raramente si metteva a tracannare alcolici. Si ritrovò a pensare a quelle poche volte in cui era accaduto: si era lasciato andare completamente, e francamente era l’ ultima cosa di cui avesse bisogno in quel momento.
- No, non ne ho molta voglia.- Rispose fingendo uno sbadiglio - Mi sono allenato tutto il giorno e sono stanco.-
Zoro alzò gli occhi al cielo.
- Sei un fifone..- Ridacchiò provocandolo e bevendo un’ altro sorso.
Rufy lo guardò male. Nessuno poteva dargli del fifone, nemmeno Zoro.
- Io non sono un fifone! - Scandì offeso.
Lo spadaccino ghignò mettendogli davanti agli occhi la bottiglia e facendola ondeggiare lentamente, come a volerlo ipnotizzare. Sapeva che il capitano avrebbe ceduto da lì a poco.
- Ah si?- Chiese in tono di sfida - Dimostralo.-
Cappello di paglia fisso l’ oggetto muoversi davanti a sé. Combattuto tra l’ impulso e la ragione.
- C’è qualcosa che non và, Rufy?- Fece Zoro beffardo. Il capitano guardò quel viso sarcastico con titubanza mal celata. Dopotutto che male poteva fargli un goccietto, no? Si sarebbe controllato.
Sorrise di rimando, malizioso. Era la prima volta che lo spadaccino lo vedeva con una simile espressione e trasalì.
Rufy afferrò il collo della bottiglia tra le dita sottili, lanciò un ultimo sguardo al compagno per poi poggiare le labbra sulla base buttando giù il liquore come acqua.
Zoro rabbrividì. Era così dannatamente sensuale.

***

Rufy si sentiva come rinato. La testa era leggera come non lo era da tanto tempo, per un momento gli venne da pensare che non fosse solo merito l‘ alcool . Da qualche parte nella sua mente, c’ era ancora un minimo di coscienza, , ma non sapeva in che punto.
Non faceva che ridere sdraiato a terra, in mano la fedele bottiglia e affianco lo spadaccino di altrettanto umore.
I loro sguardi persi sul soffitto a ripercorrere quegli anni passati insieme. Tutte le avventure e i momenti vissuti.
Zoro si voltò appena verso il capitano.
- Era tanto che non sorridevi così.- Costatò sollevato ad un tratto.
Rufy quasi si strozzò con la Vodka che stava mandando giù. Aveva capito male?
- Così come?- Chiese facendo il finto tonto.
Zoro sospirò, possibile che si ostentasse ancora a negarlo?
- Puoi darla a bere a tutti, Rufy ma non a me.- Disse con aria di superiorità.
- Non capisco..- Mormorò l’ altro col cuore in gola.
Lo spadaccino posò sul pavimento la bottiglia e lo guardò serio. Era il momento perfetto. Ora o mai più.
- Lo capito dal primo momento in cui ti ho rivisto.. Tu stai soffrendo per qualcosa.. Per tuo fratello..-
Rufy trasalì non avendo il coraggio di guardarlo in faccia. Sospettava, all’ inizio, che Zoro avesse compreso il suo reale stato d’ animo, ma non sentendosi fare domande dal compagno si era messo il cuore in pace, sperando che fosse solo una sua impressione.
- Rufy..- Continuò - Lo so che fa male..-
Il capitano si morse il labbro.
- Davvero lo sai?- Chiese con voce tremante - Sai che ogni notte lo sogno? Sai che lo vedo ovunque? Sai che non riesco a darmi pace!?- Urlò in preda alla collera alzandosi a sedere e stringendo con forza il collo della bottiglia, non c’è l’ aveva con il suo vice, ma con sé stesso. Solo e unicamente con sé stesso.
Posò lo sguardo su Zoro aspettandosi un’ espressione di disgusto o di pietà, ma non vide nulla del genere. Il compagno lo osservava mesto ma deciso.
- Lo so..-
- Come?- Chiese confuso Cappello di paglia.
Lo spadaccino si mise seduto senza mai staccare gli occhi dai suoi.
- Io lo sento.. Sento il tuo dolore come se fosse il mio, ogni volta che ti guardo e ti vedo sforzarti di sorridere e come se qualcuno mi desse un pugno allo stomaco.. Quella che ti ha colpito.. È una tragedia Rufy.. Io non riesco nemmeno a pensare di perdere un mio compagno, figurarsi un fratello.-
Il respiro di Rufy accelerava ad ogni parola del compagno che lo notandolo, gli appoggiò una mano sulla guancia, accarezzandola dolcemente.
- Non voglio vederti così.. E sono sicuro che non lo vorrebbe nemmeno Ace..-
Cappello di paglia sussultò appena, scostando il viso dal piacevole tocco dello spadaccino.
- Io..- Apostrofò tristemente.
- Rufy. Togliti quella maschera di falsa felicità.. e ricomincia a vivere.. Ti prego..- Concluse Zoro malinconico. Voleva vederlo di nuovo sorridere di gusto, mangiare, scherzare come una volta.
Il moro scosse la testa mentre un lacrima gli scivolava sul viso.
- No.. Non posso Zoro.. Vorrei tanto, ma non posso più..-
Lo spadaccino gli asciugò quell’ unica lacrima intrisa di significato . Non capiva cosa lo bloccasse. Gli prese il viso tra le mani costringendolo ad incrociare il suo sguardo.
- Si che puoi.. Non c’è niente che tu non possa fare, testa di rapa!- Gli urlò.
Rufy trattenne il respiro mentre quella pericolosa vicinanza gli faceva battere il cuore come impazzito.
- Come lo sai?- Chiese.
Lo sguardo di Zoro si addolcì un poco. E il capitano sentì lo stomaco chiudersi.
- Lo so perché sono la persona che ti conosce e che ti ama di più a questo mondo.-
Cappello di paglia spalancò gli occhi non riuscendo a credere alle proprio orecchie. Lo spadaccino si avvicinò piano facendo incontrare il loro respiri. Era ad un centimetro o meno dalle sue labbra.
Quella pericolosa vicinanza fece tremare Rufy che, per qualche motivo inspiegabile, non riusciva a staccare lo sguardo dagli occhi color smeraldo dell’ altro.
- Zoro.. No.. Non dobbiamo..-
Roronoa inclinò leggermente la testa sfiorando con le labbra gli angoli della bocca del compagno, provocandolo. Accarezzò con le mani audaci, la vita liscia per poi scendere lentamente sulle cosce e posizionarsi le gambe distese del capitano, ai fianchi. Un braccio andò a sorreggergli la schiena mentre l’ altro si muoveva lieve con le dita, sulla coscia del compagno.
Zoro, da quella posizione, lo guardò nuovamente negli occhi.
- Se non vuoi che accada, allora fermami.-
Restò tutto immobile per una manciata di secondi. Rufy lo desiderava sopra ogni altra cosa al mondo. Quella vicinanza era come una droga, che lo stordiva e gli faceva girare la testa.. Fremette per un istante. Era come togliersi uno sfizio, no? Se non lo avesse baciato quel pensiero lo avrebbe perseguitato fino alla pazzia.. Insomma, perché farsi così tanti problemi per un piccolo e misero bacio..?
Zoro sembrò leggergli nel pensiero e con dolcezza appoggiò le labbra su quelle dell’ altro che non oppose resistenza.
Erano morbide, come aveva sempre immaginato. Lo strinse ancora di più a sé, gustandosi ogni minimo particolare. Approfondì il bacio facendo sfiorare le loro lingue calde e umide.
Rufy troppo preso dalla situazione per fermarsi gli cinse il collo con una mano, aggrappandosi allo spadaccino con passione.
Nell’ aria solo il suono delle loro labbra che si incontravano, gustando l’ uno il sapore dell’ altro mischiato a quello pungente della Vodka.
Zoro lo fece distendere sul giaciglio con premura. Le sue mani vagavano sul corpo del giovane capitano mentre gli occhi lo scrutavano come se fosse un regalo tanto desiderato pronto ad essere scartato.
La notte accolse o due nuovi amanti come una madre protettiva. Stretti in un disperato abbraccio consumarono il proprio amore e la propria passione, con foga. Le gambe allacciate, le mani a contatto, i sospiri e i gemiti, le parole sussurrate per non svegliare il nulla intorno a loro.

***

Il mantello nero come le acque su cui navigava gli copriva il volto stanco e provato. Mancava poco all’ isola. Si disse mentre l’umida brezza marina gli sferzava il viso.

Toh! È andato pure questo.. Spero che piaccia * si mangia le unghie * grazie ancora a Katy93.. Spero di avere tue notizie presto;) pleaaase lasciate un commentino.. Anche piccolo piccolo è mi farete tanto taaaaanto felice*__* un bacio<3
Seguito: Lunedì 28 Marzo. scusate in anticipo il ritardo di norma dovrei pubblicare Domenica ma ho due verifiche importanti e un battesimo.. Mi dispiace..T__T

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Capitolo 7
*** Nuove ferite ***


Oi gente come ve la passate eh?! Io bene! Spero tanto che le verifiche siano andate bene.. Ho sarò aaabbastanza nella cacca U.U .. basta con ‘ sti pensieri pessimisti! Bisogna aver fiducia! Saranno andate bene! Yeaaaah! Coooomunque dopo questo, momentaneo attimo di follia, vorrei ancora ringraziare tutti coloro che mi seguono e/ o che mi commentano perché senza di loro sarei persaXD ora partiamo con la storia ok? A dopooooo**

Nuove ferite

Nonostante il fianco pulsante dal dolore, Zoro non era mai stato così felice. L’ oscurità tipica del primo mattino accarezzava gli alberi fuori dalla finestra, l’ aria era talmente umida che sembrava prendere consistenza, ma lo spadaccino non riusciva a staccare gli occhi dal compagno tra le sue braccia.
Rufy dormiva tranquillamente con la fronte sul petto di Zoro che non poteva fare a meno di non bearsi di quella sensazione di incredibile vicinanza.
Il viso del capitano era di una bellezza unica nel suo genere. I suoi erano lineamenti delicati, quasi bambineschi. Le labbra sottili ma carnose erano semichiuse, dalla quale fuoriusciva il suo respiro. Lieve e regolare mentre si infrangeva sui pettorali del suo vice.
Zoro lo divorava con lo sguardo, rapito. Poteva esserci al mondo qualcosa di tale perfezione? Pensò muovendo una mano verso un guancia del capitano. La accarezzò con riverenza scendendo sul mento, sul collo, sulle spalle nude per poi risalire ancora, fino a quelle labbra tanto invitanti. Le sfiorò gentilmente con le dita per poi avvicinarsi e catturarle con le proprie. Le faceva incontrare con leggeri battiti, a volte toccandole appena, a volte succhiandole come a voler assaporarne a tutti i costi il dolce sapore.
Non ci volle molto per sentire Rufy contraccambiare. Le mani del capitano vagavano languide sul petto del compagno che approfondì il bacio.
Si staccarono poco a poco.
- Buongiorno.- Sussurrò Zoro abbozzando un sorriso.
Cappello di paglia si stropicciò gli occhi ancora assonnato.
- Buongiorno.- Rispose sistemandosi meglio con la testa poggiata sul braccio muscoloso del compagno.
La sua mente era ancora confusa dal alcool della sera prima. Avrebbe voluto dare la colpa del suo comportamento a quella maledettissima bottiglia di Vodka, ma non poteva. Era stato lui a volerlo. Solo lui. Si sentiva davvero in colpa, ma non riusciva a trovare la forza di staccarsi dallo spadaccino. All’ inizio si era ripromesso solamente un piccolo e innocente bacio, ma non appena Zoro aveva preso ad accarezzarlo con quella dolcezza mista audacia, aveva capito che non sarebbe riuscito più a fermarsi.
Sentì la mano calda del compagno sul fianco impegnata a muoversi con dolcezza e sussultò appena.
- Dormito bene, Capitano?- Chiese Zoro.
Rufy annuì sorridendo inconsciamente, ipnotizzato da quel movimento. Lo spadaccino gli posò un bacio alla base del collo, vicino alla clavicola.
- Bene..- Aggiunse.
Le labbra di Zoro scesero lentamente, sfiorando il petto di Rufy che sembrava caduto in uno stato di trance. Adorava sentirlo sulla sua pelle, quei leggeri contatti che lo facevano impazzire. Ma c’ era qualcosa di fondamentalmente sbagliato. Aveva in parte rotto la sua promessa. Lui non poteva più amare nessuno. Quello era stato solo.. Sesso. Ma se ci fosse stato qualcosa in più..
Era stato stupendo? Più di quanto immaginasse.
Era stato dolce? Fino all’ inverosimile
Gli era piaciuto? Aveva sentito le farfalle allo stomaco dimenarsi come impazzite? Sfortunatamente si.
Ma non significava niente. Non avevano fatto l’ amore.. Quello si fa quando due persone si amano, e non era il loro caso o perlomeno non il suo.. O no?
Si morse le labbra con violenza cercando di rispondere a quell’ ultima domanda, ma il suoi pensieri vennero interrotti dalle labbra di Zoro, posate sulla sua cicatrice.
Trasalì mentre lo squallore della cosa lo faceva andare fuori di testa.
Proprio lì. Dove quel giuramento aveva preso forma. Dove Zoro lo stava baciando con tanto ardore e tenerezza, e mentre i suoi sensi etichettavano quel contatto come estremamente piacevole sia per il suo corpo che per la sua mente, si sentì un mostro. Non solo perché in parte aveva spezzato la promessa e tradito la memoria di Ace, ma anche perché in quel momento sentiva di star prendendo in giro Zoro.. E se stesso. Doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi.
- Z_ Zoro.. Dobbiamo andare..- Apostrofò cercando di assumere un tono convinto.
Lo spadaccino rivolse lo sguardo verso il capitano che si costrinse a non abbassare lo sguardo. Doveva essere deciso.
- Perché?- Chiese l’ altro.
- L’ isola è molto grande e poi tu sei ferito, se non partiamo subito rischieremo di non arrivare in tempo all’ incontro con gli altri.- Concluse Rufy fiero della scusa trovata così prontamente, si staccò dall’ abbraccio mettendosi a cercare i propri vestiti.
Zoro lo osservò spaesato per qualche istante mentre lo guardava rivestirsi velocemente. Sentiva che era cambiato qualcosa. Qualcosa di estremamente importante, ma non aveva la più pallida idea di cosa fosse. Aveva per caso compiuto un gesto o detto qualche parola fuori posto? Non gli sembrava. Afferrò i propri vestiti nervoso, sperando con tutto se stesso che fosse solo una sua impressione.

***

Passarono l’ intera giornata a camminare e marciare. Rufy sorreggeva il compagno ad ogni passo. Zoro continuava ad affermare cose del tipo: - Guarda che riesco a camminare anche da solo, sai?- Ma il capitano rispondeva sempre - Non ti preoccupare.. voglio aiutarti.- In fondo era come se glielo dovesse, no?
Lo spadaccino all’ inizio si era beato di quella vicinanza ma successivamente si era ritrovato a disagio.
Il compagno non incrociava mai il suo sguardo e quando lo faceva si limitava a sorridergli forzato. Ma che diavolo, credeva davvero che non si fosse accorto del suo comportamento freddo e insensato?
Zoro poteva essere un sacco di cose: scorbutico, facilmente irritabile e si, anche ignorante per alcuni argomenti. Ma stupido No. Quello per niente. E francamente iniziava davvero ad innervosirsi per lo strano atteggiamento dell’ altro.
Il silenzio ormai era diventato estremamente pesante, carico di elettricità pronto a esplodere da un momento all’ altro.
Ormai l’ odore della salsedine si era mischiato con quello di erba bagnata. Il mare doveva essere vicino.
Ma all’ ennesimo falso sorriso da parte di Rufy, Zoro non poté più trattenersi:
- Va bene adesso basta così.- Ringhiò puntando i piedi a terra e facendo quasi cadere il capitano che lo guardò senza capire.
- Zoro, ma che..?-
- Che succede?- Completò lo spadaccino - Non lo so, spiegamelo tu, Rufy! E da stamattina che non apri bocca, ti limiti a fare quei mezzi sorrisi forzati pensando che io non capisca che c‘è qualcosa che non va!-
Rufy sgranò gli occhi, colto in fallo .
- Ma che stai dicendo, va tutt_-
- No! Non va affatto tutto bene! Pensavo di essere stato chiaro ieri sera! Non voglio vederti in queste condizioni!-
Rufy sentì la rabbia montare, come si permetteva di dargli ordini? E pensare che stava male principalmente per lui.
- Non ti azzardare a dirmi come devo o non devo sentirmi, chiaro?!- Gli urlò lasciando andare il braccio con cui lo aiutava a camminare.
- Non è quello che sto facendo! Odio solo il fatto che dopo tutto quello che è successo tra noi ti ostini ancora a mentire!-
Cappello di paglia strinse i denti, mentre le tempie gli pulsavano dal nervoso.
- Ah si? È cosa sarebbe successo tra noi sentiamo!?- Ringhiò.
Zoro sentì il cuore perdere un battito a quelle parole, scombussolato e quasi offeso cercò di controbattere ma venne interrotto prontamente da Rufy.
- Non significava niente, eravamo tutti e due ubriachi fradici.. Mi stupisco di ricordare qualcosa.. Era solo sesso, niente di più.- Si impose di dire mentre, chissa per quale motivo il suo cuore doleva profondamente e le lacrime pregavano di poter sgorgare dai suoi occhi scuri.
Lo spadaccino avvertì le gambe farsi molli, e la testa girare.. No. Non poteva essere così. Afferrò Rufy per le spalle, un gesto disperato mascherato malamente con finta rabbia.
- No.. Non è così.. Tu non la pensi così!-
Un brivido gelido attraversò la schiena di Cappello di paglia. Non sapeva se era dovuto alla paura o a che altro.
- Io..-
- Se non vuoi che nasca qualcosa tra noi va bene, ma non puoi dire che quello di ieri sera è stato solo sesso! Questo lo sai anche tu!- Urlò.
Rufy trasalì in preda al panico. Senza sapere cosa dire o cosa fare. Sudava freddo.
- Zoro..- La sua voce era fievole come un soffio d’ aria, tremante come poche volte era stata.
Roronoa lo osservò con attenzione, non capiva più niente. L’ unica certezza era l’ angoscia che gli divorava lo stomaco come una bestia affamata. Poi un lampo nella sua mente, tenue come una fiammella e chiaro come il sole. Non era solo il dolore per la perdita del fratello a far stare così male il compagno, c’ era dell’ altro..
- Tu.. Tu mi stai nascondendo qualcosa..- Un’ affermazione appena soffiata, ma che fece ugualmente tremare Rufy tra le sue mani.- Tu mi stai nascondendo qualcosa!- Ripeté alzando il tono.
- No.. Non potrei mai_-
- Invece è così.. Cos’è Rufy? Cos’è che ti tormenta!?- Chiese stringendo più forte le sue spalle.
Cappello di paglia non riusciva a staccare lo sguardo da quello di Zoro. Era combattuto tra la sincerità e la bugia. Parlare o tacere? Gli occhi dello spadaccino sembravano invitarlo a non mentire più e a lasciar andare la verità. Stava per aprir bocca quando una voce alle sue spallo li chiamò.
- Zoro, Rufy!- Urlò Nami - Finalmente vi abbiamo trovati, iniziavo a pensare che non ce l’ aveste fatta! Ragazzi, sono qui!
Il capitano si voltò notando la propria ciurma venirgli incontro.
- State bene?- Chiese Franky.
Rufy ancora scosso dalla discussione col compagno non rispose limitandosi a guardali smarrito.
- Ehi Rufy..- Fece Usop a nome di tutti - Che è successo? Hai una faccia..-
Il capitano prese un profondo respiro tentando di darsi un pò di contegno.
- Niente, sono solo.. Contento che stiate tutti bene.-
Incrociò per un attimo gli occhi di Zoro che lo guardava con la stessa espressione di come lo aveva lasciato poco prima.
- Ruf_- Cercò di dire lo spadaccino.
- Chopper, Zoro è ferito e ha un immediato bisogno di cure.- Lo interruppe il capitano deciso a non farlo parlare.
Il medico di bordo, preoccupato, si precipitò sul compagno immediatamente, esaminandolo.
- No aspetta, devo_- Protestò Roronoa.
-No! Non devi muoverti, o la ferita rischia di riaprirsi- Disse Chopper trasformandosi e caricandoselo sulle spalle - Ragazzi io vado subito in infermeria a medicarlo, ci vediamo tra poco sulla nave! - Concluse correndo verso la spiaggia.
- Intesi - Rispose Nami.
Lo sguardo di Zoro restò sul capitano fino a che non sparì all’ orizzonte.
Rufy si voltò iniziando a camminare verso un sentiero alla sua destra.
- Ehi, dove stai andando tu?!- Gli chiese Sanji urlando.
Il compagno non si fermò mettendo un passo dietro l’ altro.
- Vado a farmi un giro in spiaggia.. Sono tre giorni che non vedo il mare!- rispose con il tono più allegro possibile.
Si allontanò con queste parole tra lo sguardo spaesato della sua ciurma. Il cappello sulla testa, le lacrime agli occhi e il dolore fisso al petto.

Waaaaaaaa! Che palle sto tira e molla vero!? Rufy è un po confuso, e Zoro giustamente ha dato di matto U.U … beh spero vi sia piaciuto! Lasciate un commentino please!!
Un bacio^^
Seguito: Giovedì 31 Marzo 2011

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Capitolo 8
*** Proprio sotto quella luna ***


Ciao raga! Com’è!? Io tutto ok.. Si insomma sopravivvoXP allora grazie a tutti di essere qui a leggere il capitolo 8 della mia storia^^ un grazie anche a tutti quelli che la leggono e/o la commentano (lo so, lo facci sempre. Ma il fatto è che senza di voi questo non esisterebbe.. Siete troppo importanti^^) spero tanto che piaccia.. È un capitolo un po’.. cosìXD a dopo miei cari^w^

Proprio sotto quella luna.

Aveva dimenticato quanto potesse essere bello il mare. Ne era stato lontano per appena tre giorni, ma gli pareva un eternità. Il suono delle onde spumeggianti infrangersi sulla spiaggia lo rilassava, come una ninna nanna. Sospirò affondando i piedi nudi nella sabbia ad ogni passo. Le orme dietro di lui erano discontinue e irregolari, rispecchiavano tutto il suo tormento.
Si sentiva distrutto, completamente devastato. Non riusciva a togliersi dalla testa gli occhi di Zoro, erano così tristi.. Sembrava quasi che non volessero credere a quello che vedevano. Si era pentito di avergli detto quelle cose non appena aveva chiuso bocca. Lo aveva ferito anche con il suo silenzio. Si sentiva un verme.
- Tu.. Tu mi stai nascondendo qualcosa..- Aveva detto lo spadaccino. Alla fine aveva lo aveva capito. Rufy a quelle parole aveva sentito lo stomaco stringersi violentemente, seguito dalla voglia di urlagli quella verità che lo stava facendo impazzire. Nei due anni passati non gli era mai capitato. Aveva nascosto quel segreto gelosamente, come se una parte di Ace si fosse radicata in quella promessa. Ma con Zoro.. Ma perché solo con Zoro!
Con un gesto nervoso calciò un sasso in mare, che spezzò bruscamente la quiete notturna. Lui non era innamorato del suo compagno. Non poteva essere così. Forse gli piaceva.. Ma l’ amore era un’ altra cosa. L’ amore era quel limite che si raggiunge quando si è pronti a fare di tutto per una persona. Uccidere, impazzire o anche.. Morire.
Trasalì. Avrebbe dato la vita per Ace in tempi passati.. E per Zoro..?
L’ acqua gelida del mare gli bagnò i piedi nudi facendolo rabbrividire e costringendolo a ignorare l’ ultima domanda che si era posto, e di cui aveva paura di trovare risposta. Abbandonò il capo all’ indietro beandosi di quella innaturale freschezza che lo scuoteva. Un istante solo per lui. Senza quelle odiose angosce a cui pensare. Il capitano era sempre sorridente, casinista, sempre ad indossare quella maledetta maschera, e per questo aveva bisogno anche lui dei suoi momenti di pace, soprattutto in quei giorni.
Quanto amava l’ odore pungente della salsedine. O la lenta danza del mare. Se ne era innamorato sin da piccolo, quando la vita era semplice. Senza problemi o tristezze a oscurargli la vista. Qualche volta gli mancavano quei giorni.
Aprì gli occhi e ricominciò a camminare prima che il pensiero degli anni passati con il fratello venisse a fargli visita portando con sé un ondata di malinconia. Poi qualcosa lo fece fermare nuovamente. Il suono delle onde che si infrangevano sulla spiaggia, fu molestato da un altro rumore. L’ acqua sembrava sbattere bruscamente contro un qualcosa di solido.
Aguzzò la vista scorgendo poco lontano una figura squadrata. Poteva benissimo essere un tronco d’ albero, ma qualcosa gli diceva il contrario.
Senza quasi pensarci, si mise a correre verso quella strana forma.

***

- Nei due anni trascorsi da solo ho inventato un sacco di nuove medicine, la crema che ho appena spalmato sulla ferita stimolerà le tue cellule a coagularsi più in fretta. Ma davi stare a riposo per un po’, o il processo potrebbe interrompersi … hai capito, Zoro?- Disse Chopper risistemandogli le bende.
Lo spadaccino annuì assorto nei propri pensieri e la piccola renna lo guardò ansioso. Certo, il suo compagno non era mai stato di molte parole, ma in quel momento sembrava più taciturno del solito. Non si era lamentato una volta, come invece faceva spesso alle sue medicazioni.
- Senti.. Zoro.. È tutto a posto?- Chiese preoccupato.
Il vice-capitano scrollò le spalle.
- Naturale.. Perché dovrebbe essere altrimenti?- Rispose placido.
Chopper si lasciò convincere con fin troppa facilità sorridendo sollevato e dirigendosi verso la porta.
- Va bene.. Ti lascio dormire! Ricordati, non devi sforzarti!-
Zoro si limitò a chiudere gli occhi e incrociare le braccia dietro la testa.
- Se se.-
Il dottore lasciò la stanza lasciando lo spadaccino solo con i propri pensieri. Stava aspettando quel momento da quando aveva messo piede sulla nave quella sera.
Si alzò dal letto silenzioso, come una tigre che va in cerca della sua preda. Prese le spade e con movimenti lenti e calmi uscì dalla finestra, solo il suo sguardo inquieto tradiva il suo portamento paziente.
Non riusciva a togliersi dalla mente la discussione che aveva avuto con Rufy poco prima. Si rifiutava di credere alle sue parole. Quella luce che aveva visto nei suoi occhi la sera precedente, quei gesti, quegli sguardi incastrati come le loro mani e i loro corpi. No. Era stato troppo bello per essere considerato solo sesso. In passato aveva avuto le sue avventure ma, messe a confronto alla notte passata insieme al suo capitano si erano riscoperte inutili e prive di significato.
Cercò di rimanere concentrato mentre aggrappato ad ogni sporgenza della nave cercava di raggiungere la scialuppa attraccata sotto la Sunny che avevano usato lui e Chopper poco prima. Arrivato nelle prossimità della piccola barca si lasciò cadere su di essa che traballò per quel peso arrivato così improvvisamente. Dopodichè iniziò a remare verso la riva.
Aveva un disperato bisogno di vedere Rufy ma soprattutto di sapere la verità. O rischiava di impazzire.

***

Era un imbarcazione di appena una manciata di metri, di una forma vagamente famigliare. Era ormeggiata tra la sabbia e l’ acqua, come abbandonata. Le vele erano bianco senza il minimo simbolo o scritta, non aveva nemmeno un vessillo. Davvero strano.
Rufy accarezzò il legno. Era umido. Chiunque ne fosse il proprietario doveva essere arrivato sul isola da diverse ore ormai. Si guardò intorno cercando una qualsiasi forma di vita. Ma niente, solo la desolazione più assoluta.
- C’è nessuno!?- Urlò - Rispondete! -
Assolutamente niente.
Sospirò voltando lo sguardo sull’ imbarcazione. Non c’ era anima viva nei paraggi.. Poteva benissimo salire a dare un occhiata, no?
Senza pensarci due volte si mise a frugare tra gli oggetti, trovando, con sua somma delusione, ben poche cose:
Dei miseri pezzi di pane e di carne secca, acqua, un cartina e qualche vestito.
Niente di interessante, Stava per andarsene quando la sua mano sfiorò quello che sembrava un foglio. Lo alzò e lo riconobbe subito. Era un volantino della sua taglia. Guardò il pezzo di carta spaesato. Con tutte le isole di quel mare immenso, l’ unica imbarcazione con un volantino che lo ritraeva aveva attraccato proprio lì. Coincidenza? Davvero poco probabile.
Rufy si voltò verso la nave, spaventato dall’ eventualità che qualcuno potesse prendere di mira i propri compagni.
Improvvisamente sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, Rufy, con il cuore in gola per la sorpresa. Scattò alla sua destra colpendo l’ individuo dietro di sé con una gomitata al cranio, dopodichè balzò all’ indietro salendo sull’ alquanto basso albero maestro della piccola barca, mentre tentava di regolarizzare il respiro scrutando il soggetto che si teneva il punto offeso con le mani, lasciandosi scappare mugolii sommessi.
- Chi diavolo sei!?- Urlò cappello di paglia cercando di sbirciare il viso dell’ uomo.
Questo alzò piano il viso, ma Rufy non riuscì a vederlo bene ugualmente per via del cappuccio che impediva alla luna di illuminare il suo volto. Ansimavano piano entrambi, in preda alla tensione.
- Rufy..- Pronunciò lentamente il nuovo venuto.
Un brivido attraverso la schiena del giovane capitano. Quella voce..
- Ch_ chi sei!? - Ripeté l’ altro con tono tremante.
L’ uomo si immobilizzò, come se avesse perso la possibilità di parlare, così Rufy, chissà con quale coraggio, scese lentamente dalla sua postazione, mantenendo però le distanze.
- Ti ho fatto una domanda.- Ringhiò senza abbassare la guardia.
La figura era scossa da un leggero tremolio. L’ unica parte che si riusciva a vedere di lui erano le labbra. Tormentate continuamente da piccoli e nervosi morsi.
- Rufy..- Disse ancora quasi non sapesse fare altro.
Il ragazzo avvertì l’ angoscia salire. Non solo per quella voce che gli risultava così famigliare.. Ma anche per il tono. Sembrava così afflitto.
L’ uomo alzò le mani tremanti verso il cappuccio chino sul viso. Ne prese le estremità tirandole appena all’ indietro. Era uno di quei gesti minimi che parevano durare ore ed ore intere. La stoffa nera cadde sulla schiena dell’ individuo con un movimento così perfetto che sembrò essere stato provato per anni. La tenue e spettrale luce lunare baciò quel volto giovane che Rufy non vedeva da così tanto tempo.
Il cuore di Cappello di paglia si fermò. Tutto si fermò. Il mondo perdeva consistenza davanti a quella scena. Le gambe gli si fecero molli mentre il suo pallido viso si piegò in una smorfia tra l’ incredulo e il terrorizzato. Una sola parola sfuggì dalle sue labbra.
- …Ace… -

Ooook! Ve lo aspettavate? Rispondete sinceramenteXD tra un po arriva il bello… uuuuuuh non posso dire niente!! Ma nel prossimi capphy saranno più chiari, promesso! Lascia un piccolo commento please, e sarò la ragazza più felice del mondo! Oh yeahXD
Seguito: Domenica 3 Marzo 2011

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Capitolo 9
*** Ciò che fa piangere un uomo. ***


Oggi sono arrivata a pensare di non riuscire a pubblicare il capitolo! Sono successe una miriade di cose! Una giornata davvero pesante.. Ma non potevo mancare di parola! Non voglio perdere credibilità! Uuuf!
Grazie mille a tutti per continuare a seguirmi e/o commentarmi! Mi illuminate ole giornate!!!
Allora spero tanto che piaccia! Uuuuuuuuuuh!

Ciò che fa piangere un uomo.

Era tutto così assurdamente inconcepibile. Rufy non riusciva più a muoversi, persino il suo respiro sembrava tacere davanti a quella scena. Le orecchie gli fischiavano, lo stomaco si era contratto così violentemente da fargli male.. Non poteva essere vero.
Ace continuava a guardarlo ansioso, immobile. Sfogava la sua preoccupazione sulle labbra, mordicchiandole nervoso. Poi improvvisamente, prese coraggio alzando un braccio verso il fratellino.
- Rufy io..- Mormorò.
Cappello di paglia trasalì indietreggiando di un passo, spinto dall‘ istinto. Non era possibile una cosa del genere.. No. Trovò, con sollievo, l’ albero maestro della piccola imbarcazione a sorreggerlo. Il respiro era tornato, affannato, attraversando la gola secca e muta per la sorpresa.
L’ altro ritrasse velocemente la mano come scottato, sospirando abbassò lo sguardo.
Questa volta fu Rufy a parlare.
- Devo essere impazzito..- Costatò guardando il compagno angosciato.
Ace alzò lo sguardo su di lui. I suoi erano occhi malinconici, di chi aveva aspettato tanto per rivedere la luce del sole. Ma non disse nulla.
- Sei.. Un nemico..?- Chiese Rufy con un soffio di voce e gli occhi sbarrati.
Pugno di fuoco scosse debolmente la testa. -No.-
- Sei una visione?-
- No.-
- Sei.. Un fantasma?-
Ace abbozzò un sorriso imbarazzato.
- No.-
Rufy deglutì in preda ai brividi, aggrappandosi furiosamente a quel legno umido e bagnato che lo aiutava a stare in piedi, con lo sguardo perso di chi non riesce a capire.
Ad un tratto Ace si mosse verso di lui lentamente, accorciando le loro distanze ad ogni passo tremante.
Il minore restò immobile, suo fratello era morto due anni prima, lo vedeva tutte le notti. Era così. E allora perché non riusciva a muoversi mentre quello strano individuo gli veniva incontro?
Ace si fermò davanti a lui, vicino come non lo era da tempo, troppo tempo. Lo guardava con impazienza mal celata, aveva solo voglia di stringerlo a sé, di inspirare a pieni polmoni il suo dolce ed inebriante profumo, ma si trattenne, aspettando la prossima mossa di suo fratello. Era un momento delicato. Non poteva farsi prendere dall’ agitazione e comportarsi a suo piacimento, o avrebbe solo sconvolto Rufy più di quanto non fosse già.
Restarono così per un tempo incalcolabile, occhi negli occhi, gli stessi occhi. Cappello di paglia lo stava osservando attentamente. Accarezzando con lo sguardo quel viso che aveva tanto amato.
- Sei Ace?.. - Sussurrò mentre le sue membra tramanti non davano segno di volersi calmare -.. Sei davvero Ace?- Fece con l’ ultima con un tono talmente sommesso, che se l’altro non si fosse trovato così vicino al fratello non sarebbe riuscito a sentirlo.
Ace lo guardò per un istante, mentre il dolore che avevano provato in quei ultimi due anni sembrava scontrarsi per poi fondersi. .
- Toccami.- Disse semplicemente.
Rufy lo fissò spaesato, come se avesse paura anche solo di sfiorarlo e accorgersi di essere in un sogno. Bellissimo ma devastante sogno. Ace afferrò dolcemente la sua mano portandosela alla guancia e facendosi accarezzare da quelle sottili dita che gli erano mancate immensamente. Le fece passare sulle labbra andando a baciarne i polpastrelli morbidi, scendendo poi verso gli esile polso. Un bacio, un morso leggero e poi la riportò sulla sua guancia, avido di quel tenero contatto.
- Mi senti, Rufy? Senti la mia pelle, il mio respiro, tutto questo calore?-
Rufy annui grave.
- Sono io.. Sono qui - Sorrise Ace incapace di trattenere un lacrima di gioia che toccò la mano del fratellino. - E non ho più intenzione di lasciarti.. L’ ho promesso, ricordi?-
Il capitano sgranò gli occhi che a quelle parole si colmarono di lacrime. Ace era li con lui. Non era uno di quegli stupidi sogni che lo tormentavano la notte, era reale. Non sapeva come, ma al momento non gli importava nemmeno. Gli bastava solo averlo davanti a sé. Sorridente e sano.
- A_ ace!.. Ace!- Singhiozzo forte lanciandosi contro il suo petto. Avrebbe voluto raccontargli di quante volte avesse perso la speranza, quante volte il suo ricordo lo avesse torturato, ma non lo fece. Si limitò a farsi cullare dal suo fratellone e a ripetere il suo nome come un litania.
Si strinsero come non avevano mai fatto, spasmodicamente, decisi a non lasciarsi andare un istante.
Ace lo circondava con le sue braccia forti baciandogli la fronte, i capelli, tutto ciò che le sue labbra incontravano. Era stato terribile non averlo intorno per 2 anni, ma ora era lì, come tanto tempo fa. Il suo profumo non era cambiato affatto, così come il suo viso perfetto. Pianse di gioia, senza contenersi. Era così felice. Fece scorrere una mano lungo il collo dell’ altro raggiungendo il mento che alzò verso di sé, costringendolo a guardarlo negli occhi.
I loro sguardi umidi di lacrime si incrociarono, studiandosi, contemplandosi. Si avvicinarono piano, gustando ogni minimo istantaneo gesto, infine le loro labbra si unirono. Prima in un contatto timido e dolce, simile al loro primo bacio, poi la passione prevalse ed entrambi si bearono l’ uno del sapore dell’ altro che per anni era stato solo un miraggio.
Rufy allacciò le sue braccia intorno al collo dell’ altro che lo strinse a se con possesso. Era quella la felicità.. Giusto..?

***

Zoro osservava la scena da lontano, non si preoccupava di essere visto. Evidentemente quei due avevano di meglio da fare che guardarsi intorno.
Il dolore e la rabbia gli graffiavano il petto con violenza, portandolo alla pazzia.
Il suo Rufy era tra le braccia di Ace. Le loro labbra era unite da quel bacio che lo spadaccino non poteva fare a meno di invidiare.
Faceva male. Troppo male per continuare a guardarli, ma non distolse lo sguardo. No. Non lo fece. Si morse le labbra mentre tutto diveniva chiaro. Ecco cosa nascondeva il suo capitano, ecco cosa lo tormentava tanto.. Non si era nemmeno voluto confidare con lui.. Forse le cose che gli aveva detto prima non erano poi così false.. Pensò mentre un solitaria e unica lacrima gli accarezzava la guancia pallida.
Rimase lì. Immobile. A fremere di rabbia.. No peggio, di gelosia.

Aaaaaalloraaaa!?!? Che ve ne pare eh?? Eh??? eh???? Please un commentino mignon mignon mi fara davvero felice! Grazie ancora a tutti voi! Un bacio!
Seguito: Mercoledì 6 Aprile 2011.

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Capitolo 10
*** Raccontando un miracolo. ***


Ciao a tutti! Taglio corto perché oggi ho fatto uno stage di pattinaggio è sono semplicemente DISTRUTTA …che dolor>.<
Ancora un grazie a tutti coloro che mi leggono e/o mi recensiscono e/o! Questo è per voi!

Raccontando un miracolo.

Erano rimasti su quella spiaggia tutta la notte. Coricati sulla sabbia, a volte baciandosi, a volte accarezzandosi, a volte solo guardandosi. Colmi di quella pace e di quella felicità che per anni non avevano nemmeno sfiorato.
La mattina dopo si erano diretti con calma verso la Sunny con un sorriso sereno sulle labbra.
Rufy era salito sulla nave per primo piegandosi per aiutare il fratello, tendendogli un mano dal parapetto, mentre Nami gli urlava qualcosa riguardo “la notte passata a cercarlo e a chiedersi dove fosse finito.” Ma non appena vide il viso lentigginoso di Ace fare capolino dalla balaustra si bloccò shockata così come il resto della ciurma.
I due fratelli li osservarono per qualche secondo in attesa della loro reazione.
- Ciao.- apostrofò Ace salutando con la mano e rompendo il silenzio.
Fu la scintilla che fece esplodere tutto.
L’ urlo di Usop e Chopper echeggiò con una potenza inaudita. Sanji con gli occhi spalancati per la sorpresa, si lasciò cadere la sigaretta dalle labbra, Nami crollò a terra con essa, visto che le gambe avevano ceduto per l’ assurdità della scena.
Franky si levò gli occhiali da sole convinto di aver esagerato con la Cola, mentre Robin, con la bocca spalancata lo osservava tra lo sconcertato e l’ impressionato. L’ unico, almeno lontanamente tranquillo sembrava Brook, che rideva sonoramente paragonando la propria situazione a quella del nuovo arrivato.
Ace ghignò divertito cingendo teneramente le spalle di Rufy che spostò lo sguardo su di lui. Quei tipi erano davvero interessanti.
- Visto fratellino?- Disse il maggiore - L’ hanno presa anche meglio di te..-
Rufy si lasciò scappare una risatina e gli fece una linguaccia per poi appoggiare la testa sulla sua spalla, mentre il fratello gli accarezzava i capelli sorridendo.

***

- Ma.. Ma come è possibile!?- Chiese Usop picchiettando nervosamente le dita sul tavolo della cucina. - Insomma.. Tu eri.. Beh.. Eri..-
- Morto.- concluse Nami guardando ansiosa Ace. Davvero non riusciva a spiegarselo, certo, lei non era stata a Marineford ma dai racconti del suo capitano, sembrava impossibile fraintendere gli eventi accaduti.
L’ intera ciurma fece passare lo sguardo dalla navigatrice a Ace e Rufy, intenti a bere un boccale di vino ciascuno.
Il capitano ricambiò lo sguardo ricordandosi solo allora della sua ignoranza in materia.
- Gia.. Nemmeno io so niente..- Fece voltandosi verso il fratello.
Ace sorrise posando il bicchiere sul tavolo. Sospirò.
- È una storia lunga..- Commentò placidamente.
Sanji, che fino a poco prima stava sminuzzando delle verdure, abbandonò il coltello al suo destino e si voltò verso il tavolo tirando dalla sigaretta appena accesa.
- Non abbiamo fretta.. Quindi- Rispose espirando il fumo dalla bocca e scuotendo le spalle.
Tutti, Rufy compreso, fissavano Ace con insistenza. avevano bisogno di sapere.
Pugno di fuoco abbassò lo sguardo nascondendo il leggero imbarazzo che provava nel sentirsi così osservato.
- Immagino sappiate cosa si a successo dopo l’ inseguimento di Akainu a Marineford..- Iniziò.
Qualcuno annuì, altri si sporsero leggermente in avanti per sentire meglio, Rufy invece abbassò lo sguardo.. Come avrebbe potuto dimenticarlo? Suo fratello era stato colpito dall’ ammiraglio per proteggerlo..
Ace notò subito la scintilla di tristezza negli occhi dell’ altro, così gentilmente andò a sfiorargli la mano sotto il tavolo, per poi stringerla in una stretta e tenera morsa. Così per dargli coraggio, per fargli capire che non era stata affatto colpa sua. Sperò di essersi spiegato con quel piccolo gesto e quando Rufy alzò lo sguardo sorridendo mestamente, fu certo di esserci riuscito almeno in parte.
Andò avanti, consapevole del fatto che avrebbero avuto tempo più avanti, per parlare di quell’ argomento.
- Dopo essermi accasciato a terra.. Il dolore scomparì quasi del tutto.. O perlomeno mi pareva che fosse così.. Io.. Non sentivo più niente.. Ero cosciente, ma non avevo più il controllo del mio corpo..- Deglutì. - Non so per quanto rimasi in quello stato.. So solo che.. non riuscivo a non pensare ad altro che a te- Disse guardando Rufy negli occhi e accarezzandogli ancora la mano. - Proprio li, in mezzo al buio, vedevo in continuazione la tua immagine, tutto quello che abbiamo passato insieme.. Tutto.-
Rufy fremette e si lasciò scappare un sospiro. Per un attimo si dimenticò della presenza dei compagni, c’ erano solo lui ed Ace.
Pugno di fuoco si perdette a guardare davanti a sé, come a rivivere tutto quello che aveva passato in quei momenti.
- Poi.. è successo qualcosa.. Un luce o una sagoma.. Non saprei dire, feci per tendere una mano verso di essa ma una fitta terribile al petto mi fece desistere. Non so come o con quale forza, aprì gli occhi..- Scosse la testa come a non riuscire a credere a quello che stava per dire. - Mi ritrovai steso su un letto, fasciato da capo a piedi.. Sentivo delle voci.. Non capivo nemmeno se venissero da dentro la mia testa o da che altro.. Mi girai, e.. Vidi il nonno seduto su una poltrona vicino a me..-
Rufy sgranò gli occhi, incredulo.
- Il.. Nonno?- Mormorò con un filo di voce.
Ace annuì grave.
- All’ inizio non riuscivo a capire.. Pensavo che fosse solo un sogno.. Poi dopo qualche giorno, quando finalmente fui del tutto cosciente, gli chiesi spiegazioni.. Mi disse che subito dopo la battaglia aveva mandato due dei suoi uomini più fidati a recuperare il mio corpo, essi scoprirono con grande sorpresa che, anche se fievolmente, il mio respiro era ancora presente, probabilmente per un effetto del Rogia che ho mangiato.. Lo dissero immediatamente a Garp che pregò Sengoku di poter tenere la mia salma e lui acconsentì.. Dopodichè mi portarono immediatamente da un amico del vecchio, che da quanto ho capito era uno scienziato o qualcosa del genere. Si diede da fare per tenermi in vita.. Inizialmente il progetto non diede molto.. Ma dopo vario tempo, iniziai a migliorare.. Ci vollero due mesi prima che riprendessi consenso di me stesso, e molti di più per tornare in forma.. Non passava giorno in cui non ti pensassi fratellino .. volevo rincontrarti a tutti i costi, ma non sapevo nemmeno più se eri vivo.. - Disse stringendo la mano di Rufy. - Successivamente, non riuscendo più a sopportare quel luogo, mi trasferì da Dadan.. Non sai quanto era contenta di vedermi.. Non lo vuole ammetterlo ma scoppiò a piangere come una bambina non appena mi vide.- Aggiunse ridendo.- Passai questi ultimi due anni a cercarti in ogni dove, cacciando come un pazzo ogni minima informazione sul tuo conto.. Ma fu inutile.. Fino a qualche giorno fa.-
Nessuno osava interromperlo. Pendevano tutti dalle sue labbra.
- Ero arrivato da poco a Foosha, reduce dalla ennesima missione per trovarti, quando l’ uomo che mi aveva salvato due anni prima chiamò Dadan dicendogli che eri su quest’ isola. Appena lo venni a sapere partì immediatamente.. E poi.. Beh il resto lo sai già.- Concluse infine sorridendo.
L’ aria si era fatta pesante, era un racconto difficile a credersi.
- Quindi significa che la tua tomba di fianco a Barbabianca..?- Chiese Usop.
Ace trasalì sentendo il nome del padre, ma cercò di non lasciarsi andare limitandosi a dire:
- È vuota, sì.. Sengoku fece questo favore a mio nonno solo per l’ amicizia che provava nei suoi confronti.. Sono ben pochi a saperlo. -
Usop abbassò lo sguardo annuendo piano, ma il silenzio fu spezzato ancora da Nico Robin.
- Come faceva, l’ uomo che ti ha salvato due anni fa a sapere che Rufy era su quest’ isola..?- Chiese sospettosa.
Ace gemette sorridendo imbarazzato.
- Perdonatemi, avrei dovuto essere più preciso!- Si scusò. -Il laboratorio in cui sono stato curato, si trova su quest’ isola..-
La ciurma di Cappello di paglia lo guardò accigliata.
- Su quest’ isola?- Chiese Sanji.
Ace annuì.
- Ma allora quel bestione che ci ha attaccato l’ altro giorno era stato mandato da_- Constatò Chopper
- Vedete l’ uomo che mi ha salvato, teoricamente, lavora per la marina da un anno e mezzo.. Stanno facendo degli studi su non so che cosa..per questo ha dovuto per forza attaccarvi. Spero che la cosa non vi abbia creato troppi problemi..- Fece Ace.
Rufy trasalì pensando alla ferita di Zoro. Si chiese come stesse il suo amico. Prima che la sua mente venisse invasa dal pensiero della notte che aveva passato con lui, e alle domande che gli aveva fatto la sera prima. La sua mano tremò e Ace se ne accorse andando a rivolgergli uno sguardo preoccupato.
-Rufy, tutto bene?- chiese premurosamente.
Cappello di paglia si riscosse incrociando i suoi occhi, spaesato.
-Si.. Non preoccuparti.sono felice che sia andato tutto bene..- Fece sorridendo appena. - Chopper, come sta Zoro?-
Il medico lo fissò un istante.
- Dovrebbe star meglio stamattina.. Tra poco andrò a controllarlo.- Rispose.
-Bene.-
Calò un silenzio irreale, ognuno era assorto nei propri pensieri. Rufy appoggiò la testa sulla spalla di Ace incrociando le dita con quelle dell‘ altro e cercando di dimenticare, almeno per un istante, lo spadaccino. Aveva paura tremenda di incontrarlo. Sentì la testa girargli.
-Ragazzi, sono un po’ scosso.. Vado un attimo a bagnarmi il viso. Sanji prepara qualcosa da mangiare a mio fratello, sarà sicuramente affamato.- Fece sorridendo.
- Certo, hai qualche preferenza Ace?- Chiese il cuoco afferrando deciso il coltello.
- Ma no, non c’ è ne bisogno!-
Rufy gli diede un buffetto sulla fronte.
- Si invece, non farti problemi, va bene!?-
Ace sorrise divertito.
- Capito..-
Cappello di paglia lanciò un ultimo raggiante sorriso ai ragazzi.
- Ci vediamo dopo.-

***

Era sotto coperta, ormai. Camminava lungo i tortuosi corridoi in penombra velocemente, solo quando passò davanti all’ infermeria rallentò il passo, facendo piano per non svegliare Zoro.
Mancava ancora una rampa di scale e avrebbe raggiunto il bagno. Guardava la porta mentre le tempie gli bruciavano reduci dei suoi pensieri.
Poi improvvisamente qualcosa lo afferrò da dietro, premendogli con forza una mano sulla bocca. Rufy cercò di divincolarsi, ma la figura dietro di lui lo trascinò in uno sgabuzzino lì vicino. Chiuse la porta spingendolo contro il muro col proprio corpo, premuto con forza sul suo.
La mano destra dell’ uomo si posò vicino all’ orecchio di Cappello di paglia mentre l’ altra premeva bruscamente sulla sua spalla.
Rufy alzò lo sguardo incontrando gli occhi smeraldini del compagno. Fremette angosciato.
- Zoro, ma che _?-
Lo spadaccino lo zittì con un’ occhiata.
- Adesso, noi due parliamo.- Ringhiò.

Voilà! Lascia un commentinoinoino se ti è piaciuto almeno un po… o se ti faccio penaXD UN BACIO AMORI MIEI!
Seguito: Sabato 9 Aprile 2011.

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Capitolo 11
*** Tra sollievo e malinconia. ***




Sono davvero grata a tutti quelli che mi hanno accompagnato fino al decimo capitolo, senza di voi non avrei scritto nemmeno il secondo.. Un grazie sincero a tutti.
Vorrei ringraziare tutti quelli che l’ hanno messa tra i preferiti, tra le seguite, ricordate, chi l’ ha commentata o anche solo letta… siete il massimo davvero..

Tra sollievo e malinconia.

Rufy trasalì a quelle parole. L ’ angoscia gli divorava lo stomaco lentamente. Non riusciva nemmeno più ad elaborare un pensiero coerente, semplicemente fissava gli occhi smeraldini di Zoro che come due calamite sembravano attirarlo a sé.
- Ma_ ma di ché parli?- La sua voce tremava come una foglia al vento. Era lieve e insaporita da quella paura irrazionale e profonda, e quasi non la riconobbe.
Zoro lo fulminò con lo sguardo. Il viso tirato e serio, gli occhi accesi da una luce quasi folle. Sembrava pronto ad esplodere da un momento all’ altro. Sfogò il suo nervoso in un sorriso sarcastico che agli occhi di Rufy apparve quasi maligno.
- Di che parlo?- Disse inclinando la testa - Non lo so.. Spiegamelo tu di che sto parlando, Rufy..- Mantenere quel tono così sommesso lo stava semplicemente devastando. Avrebbe voluto urlare sfogando tutta la sua rabbia e il suo risentimento, ma non lo fece. Non ancora almeno.
Il capitano trattenne il fiato. Sapeva perché si trovavano in quello sgabuzzino.
- Sei qui per quello che ci siamo detti ieri sera, vero?- Chiese Rufy cercando di non farsi intimidire oltre, prese un respiro profondo celando il disaccordo con quello che si apprestava a dire - Io.. Ho detto solo quello che sentivo.. E non ho altro da dirti. Mi dispiace. -
Il viso di Zoro si distorse in una smorfia. Con un gesto di stizza strinse la spalla del capitano con più forza che si lasciò scappare un piccolo gemito di sorpresa e dolore.
- Davvero?- Chiese con tono troppo cantilenante e malizioso per essere sincero. - Davvero? Non hai più niente da dire?!- Tremava tentando in vano di contenersi.
Rufy fremette mentre un brivido gelido gli attraversava la schiena. Aveva paura.. Quella vicinanza lo inquietava, era totalmente differente da quella che aveva sperimentato qualche sera prima con il compagno. Era tutto diverso, Zoro era diverso. Deglutì imponendosi nuovamente di mantenere la calma.
- Certo.. Non potrei mai_-
- Mentirmi?!- Urlò lo spadaccino.
Cappello di paglia sussultò, non tanto per lo spavento ma per il tono del compagno. Era arrabbiato come mai era stato, ma c’ era dell’ altro. Nella sua voce aleggiava una nota diversa, piccola ma perfettamente udibile. Disperazione, mal celata certo, ma sicuramente presente. Rufy abbassò lo sguardo non sapendo più che dire.. Era così maledettamente stanco di quelle bugie.
Zoro gli alzò bruscamente il mento, costringendolo a guardarlo.
- Guardami.- Disse marcando pesante la parola - Visto che tu non hai più niente da dire, parlerò io- Suonò come una minaccia e Rufy, per un attimo, rimpianse di non essere rimasto di sopra con Ace e gli altri.
Si guardarono ancora per un istante poi Zoro continuò:
- Ti ho visto con Ace ieri sera.-
Una frase così semplice eppure letale. Rufy sentì come una bomba scoppiargli nel petto. Lacerandogli l’ anima. La gola si chiuse come lo stomaco, mozzandogli il fiato.
- Zoro, io_- Gemette a fatica.
Il compagno lo zittì con un unico sguardo, la sua rabbia sembrava starsi sciogliendo lasciando spazio al dolore assoluto e mal celato.
Rufy chiuse gli occhi, aspettando gli insulti dello spadaccino. In fondo se li era meritati, eccome lo aveva fatto. Scosse debolmente la testa vergognandosi come mai gli era capitato in vita sua. Ecco cosa succedeva a lasciarsi andare si disse ricacciando bruscamente le lacrime. Passarono diversi secondi che parvero ad entrambi lunghi ore.
- Perché.. Non me ne hai mai parlato?..- Mormorò Zoro riferendosi alla sua storia con Ace. Proprio non riusciva a spiegarselo, c’ era sempre stata assoluta sincerità tra loro, si conoscevano fin nel profondo.. E allora perché Rufy gli aveva nascosto una cosa del genere?
Cappello di paglia trasalì osservando sconcertato l’ altro, chiedendosi se lo stesse prendendo in giro o che altro.
Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Lui lo aveva illuso, ferito, respinto. Ma nonostante tutto, l’unica cosa che Zoro sentiva di dover dire era quella? Non lo aveva insultato o denigrato. Si era limitato a fare quella domanda, piccola e apparentemente prima di significato. Davvero non capiva.
- Rispondimi.- Fece ancora Zoro impaziente.
Rufy si riscosse dai suoi pensieri alla sua voce. Cosa poteva rispondere? Non ne aveva idea.
- Non.. Lo so.- Provò a dire - Avrei voluto, ma..-
- Non ti fidavi di me?-
Il capitano scosse la testa.
- No.. E solo che.. Avevo paura di stare più male dicendolo ad alta voce..- Concluse con un sorriso amaro - Lui.. Era morto è io.. Non volevo nemmeno che ti preoccupassi..-
- Beh, l’ ho fatto lo stesso.. Se non di più.- Rispose Zoro placido.
Rufy non seppe più cosa rispondere, limitandosi a rimanere in silenzio con lo sguardo basso.
- Tu .. Lo ami?-
Cappello di paglia sussultò. Se lo amava? Certo…ma… perché doveva esserci un ma? Perché ogni volta doveva esserci quella minuscola congiunzione a confonderlo?!
Zoro non sentendosi dare una risposta, interpretò il suo silenzio come un sì.
Sospirò dolorosamente. Rufy amava Ace ed Ace amava Rufy. Era così. Lui non poteva farci assolutamente niente.
Lo spadaccino tremò, mentre il suo cuore si crepava ad ogni battito..
Guidate dal suo istinto, le sue mani percorsero il corpo di Rufy lentamente, giungendo fino ai lati del suo viso che alzò lieve, gustandosi ogni minimo particolare. I loro occhi si incontrarono osservandosi, come se non si fossero mai visti.
Rufy era sorpreso, ma non riusciva a sottrarsi a quelle attenzioni perché in fondo in fondo, sotto l’ orgoglio e la razionalità lo desiderava. Rabbrividì quando Zoro avvicinò lentamente i loro visi, senza mai interrompere il contatto visivo.
Cappello di paglia, quasi d’ impulso, inclinò la testa all’ indietro sfiorando con la nuca il muro dietro di sé, nel misero tentativo di avvicinarsi ancora di più alle labbra del compagno.
A meno di un centimetro però si bloccarono entrambi. Sarebbe bastato un minimo movimento per farli baciare, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di compierlo. Chi per confusione nel proprio cuore, chi per non complicare le cose, più di quanto non lo fossero già.
Zoro sorrise tristemente cercando di non pensare a quelle labbra che d’ ora in avanti non avrebbe più potuto assaporare.
Tremando posò un leggero bacio sulla fronte del capitano, che ne rimase deluso.
Lo spadaccino strinse gli occhi, inspirando per l’ ultima volta il dolce ed inebriante profumo del compagno. Non gli avrebbe più creato problemi, aveva la possibilità di essere di nuovo felice con la persona amata.. Tutto sommato andava bene così.
Si staccò controvoglia da Rufy senza osare guardarlo in viso.
- Voglio che tu sia felice.. E sono certo che Ace saprà prendersi cura di te, meglio di come avrei fatto io.- Si costrinse a concludere.
Rufy alzò lo sguardo verso di lui, e a Zoro parve quasi supplicante. Si voltò di scatto. Se fosse rimasto solo un altro secondo con lui avrebbe finito per lasciarsi andare e questo non poteva permetterlo. Rufy meritava di vivere serenamente la sua vita accanto alla persona che amava. Lui non c’ entrava niente, era solo un problema in più.
Uscì dallo sgabuzzino con passo veloce, sotto lo sguardo indecifrabile del compagno. Sentiva la gola bruciargli e lo stomaco stringersi, mentre i suoi sentimenti lo pregavano di ritornare indietro, ma li ignorò. Continuò a camminare grato all’ oscurità che nascondeva quell’ unica e amara lacrima sul suo viso.
Rufy era rimasto dentro la stanzetta con lo sguardo perso nel vuoto, solo dopo pochi istanti uscì in tempo per riuscire a scorgere la figura scura di Zoro svoltare l’ angolo.
La cosa più strana di tutta quella faccenda era il suo stato d’ animo. Combattuto tra il sollievo e la malinconia, appoggiò la schiena alla fredda parete del corridoio lasciandosi scivolare fino al pavimento.
Finalmente avrebbe potuto stare con Ace. Il suo amato fratellone. Ora era di nuovo tutto come prima..no?
Dalle sue labbra fuoriuscì un sospiro sconsolato, non poteva negare di star male per la separazione da Zoro.. Ma passato qualche giorno si sarebbe sicuramente sentito meglio.
Si sforzò di sorridere pensando al fratello che lo aspettava di sopra, probabilmente mangiando o scherzando allegramente. Era di nuovo lì con lui, e questa era l’ unica cosa importante, Zoro gli era stato vicino lo aveva fatto sentire di nuovo amato.. Solo quello. Il suo mondo era Ace. Punto.


Allora? Che ne dite gente? Please lasciate un commentoT___T
AVVISO IMPORTANTE: ARRIVATA AL CAPITOLO 10, HO BISOGNO DI UNA PICCOLA PAUSA DI UNA SETTIMANA.. ANCHE PERCHE’ STARO VIA PER QUALCHE GIORNO E NON POTRO SCRIVERE… PERDONATEMI..
Continuo: Sabato 16 Aprile 2011

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Capitolo 12
*** Sotto il filo del mare. ***


Come promesso rieccomi con il continuo della mia storia! Voglio ringraziare tutt quelli che mi leggono, recensiscono ecc. perché senza di loro sarebbe tutto inutile<3
Quuesto cappy e dedicato a foglietta no yoko perché e gentilissima e perche da quanto ho capito è una delle poche che parteggia per Ace, goditelo amò<3


Sotto il filo del mare.

-È stato bellissimo.- Gli sussurrò Ace all’ orecchio mentre con dolcezza gli mordicchiava il collo. Lo teneva stretto da dietro accarezzandogli piano il fianco esterno. Una notte davvero stupenda. Stracolma d’ amore e di passione.
Rufy sorrise accoccolandosi meglio al petto del suo fratellone, senza niente da ridire.
- Bellissimo è riaverti qui.- Rispose avvertendo le labbra di Ace sul suo collo arricciarsi. Era tutto così perfetto.. Lanciò uno sguardo al vetro dell’ acquarium davanti a sé. L’ acqua era di un colore scuro, rischiarata un poco dai raggi del primo mattino che filtravano attraverso il mare.
- Sta sorgendo il sole.- Fece Ace. - Tra un po’ si sveglieranno e noteranno la nostra assenza. Dovremo andare.-
Rufy sbuffò infastidito.
- Io voglio rimanere ancora un po’ qui..- Non aveva voglia di andare sul ponte. E di incontrare Zoro, la situazione con lui era diventata imbarazzante. Ogni volta che si incrociavano faticavano a guardarsi in volto. Quasi non si parlavano nemmeno più, e quando lo facevano sembravano entrambi troppo naturali e indifferenti ai fatti successi per essere sinceri. Inspirò a pieno il profumo famigliare di suo fratello per togliersi dalla mente quei pensieri. Erano passati solo tre giorni.. Ancora un po’ di tempo e sarebbe tornato tutto come prima.
Ace ridacchiò divertito spostando la direzione dei baci sulla spalla nuda del compagno.
- Non ne hai mai abbastanza, accontentati per una volta!- Lo riproverò affettuosamente. In fondo nemmeno Pugno di fuoco aveva una gran voglia di risalire sopracoperta. Ma almeno lui, tra i due doveva avere un minimo di buon senso. Facendosi scoprire avrebbero solo suscitato domande e imbarazzo inutile e fastidioso.
Rufy si voltò lentamente verso il fratello, guardandolo malizioso. Sapeva che anche stavolta l’ avrebbe avuta vinta. Con cautela e gentilezza posò le sue labbra su quelle del compagno. Le muoveva sinuosamente ma con un accenno di timidezza, come un bambino che vuole convincere la mamma a farsi comprare un giocattolo.
Ace gli passò entrambe le mani intorno alla vita, approfondendo il bacio un poco alla volta. Il sapore di suo fratello era così dannatamente piacevole.
Cappello di paglia si staccò lieve, ignorando l’ espressione la contrariata del fratello.
- Cinque minuti, Ace.- Miagolò.
Ace sbuffò divertito:
- Cinque!- Sentenziò baciandogli teneramente la fronte. Ma si, ancora un manciata di minuti potevano permetterseli.
Rufy sorrise soddisfatto, prendendo le estremità della coperta e tirandola fin sopra le loro teste facendosi così inghiottire dal buio più assoluto, dopodichè si strinse ancora di più al fratello alla ricerca di quel calore così piacevole. Era così bello. Si immaginò i suoi lineamenti maschili ben definiti, il volto rilassato e sereno cosparso di lentiggini che sembravano voler mettere in evidenza il suo lato fanciullesco. Gli occhi di una tonalità simile alla terra bruciata, profondi e vivaci. I capelli neri e indomabili ad incorniciarli quel capolavoro che chiamava viso. Rufy accarezzò la sua guancia con estrema dolcezza per poi baciarlo a fior di labbra, mentre ripensava alla sera prima.
Ace lo aveva colto di sorpresa nascondendosi dietro l’ albero. Era saltato fuori al suo passaggio bloccandolo prontamente e strappandogli un bacio a tradimento. Rufy per un momento aveva pensato che fosse Zoro, il senso di colpa e l‘ incredulità lo avevano percosso come una scossa elettrica, ma non appena vide le ciocche more del fratello aleggiargli vicino al viso i suoi sentimenti erano cambiati.
- Ma Ace che _?-
- Nell’ acquarium a mezzanotte.- Aveva decretato Pugno di fuoco sorridendo serenamente. Non c’ era malizia nella sua voce, solo tanta voglia di passare un pò di tempo con suo fratello.- È un ordine.-
Rufy aveva sorriso beffardo.
- Fino a prova contraria, sono io il capitano della nave. Non dovresti essere tu a dare gli ordini, sai?-
Ace si era lasciato scappare una mezza risata, per poi avvicinarsi alla guancia sfiorandola appena con il respiro mentre le sue labbra cadevano sul collo del fratellino, dove si impegnavano a mordicchiare e baciare languidamente. Rufy aveva sentito un brivido bollente percorrerlo come una scia d’acqua calda mentre le sue mani andavano ad intrecciarsi ai capelli dell‘ altro. Aveva appoggiato la schiena all’ albero maestro e inclinato la testa per permettere ad Ace di continuare quella sevizia tanto piacevole. Quest’ ultimo invece, oltre ogni previsione si era staccato poco a poco, con le labbra arricciate in un sorriso.
- Allora non vederlo come un ordine, ma come un invito.. Da pirata a pirata..- Gli aveva sussurrato Ace all’ orecchio.
Rufy gli aveva restituito il sorriso.
- Mmm.. Così la cosa diventa più allettante..- Aveva risposto divertito stringendogli le braccia al collo.
- Allora a stasera, Capitano.- Aveva concluso Ace regalandogli un ultimo e leggero bacio.
Rufy per tutta la giornata non era riuscito a pensare ad altro, qualche volta aveva incrociato lo sguardo di Pugno di fuoco pregando perché arrivasse presto la notte. Aveva bisogno di stare un po’ con lui, da solo. Come non faceva da tanto, troppo tempo. Aveva bisogno di sentire suo fratello su di sé. Con le sue mani, con le sue labbra, con il suo calore. Ci avevano provato spesso in quei ultimi tre giorni, ma inevitabilmente qualcosa li interrompeva sempre. Ma non quella sera. Non l’ avrebbe permesso.
Dopo un attesa a dir poco spossante, al primo rintocco della mezzanotte, Rufy era già in piedi, pronto a raggiungere l’ acquarium.
Aveva percorso i corridoi stretti della Sunny con il cuore in gola per emozione.
Arrivato al luogo del incontro e guardandosi intorno, aveva percepito chiaramente lo stomaco fare una capriola.
- Ace..- Aveva mormorato chiudendo lo porta dietro di sé.
La stanza era buia ma si poteva distinguere la sagoma di un’ cumulo di coperte stese proprio davanti all’ enorme vetrata che dava sul fondale marino, nero come inchiostro. L’ unica luce presente nella stanza veniva da un paio di candele sparse sul pavimento.
- Lo so, non è il massimo.. Ma dobbiamo accontentarci fratellino.- Aveva decretato divertito Ace dirigendosi lentamente verso di lui.
Non appena lo ebbe raggiunto, Rufy aveva guardato il suo viso in penombra con un espressione sconcertata, per poi sorridere nel modo più grato e dolce che conosceva.
- Non dire sciocchezze..- Aveva risposto intrecciandogli le braccia al collo. - Non avrei potuto chiedere di meglio.-
Ace aveva inclinato la testa come per scrutare meglio il suo viso. Il suo profumo gli faceva girare la testa, mentre i loro occhi non riuscivano a staccarsi gli uni dagl’ altri, come se fossero vittime di un’ incantesimo. Gli aveva portato una mano alla nuca con delicatezza, avvicinandolo alle sue labbra frementi e bisognose come non mai, di un immediato contatto.
I loro respiri si erano incontrati ancor prima delle loro bocche. Mischiandosi. Poi, con un minimo movimento si erano intrecciati in quel bacio che nessuno avrebbe mai potuto vedere o interrompere.
Proprio come una miccia che a poco a poco si consuma fino ad arrivare all’ esplosivo il loro amore e la loro passione si erano riaccesi all’ improvviso.
Ace aveva fatto scorrere le sue mani fino alle gambe di Rufy, circondandogli le cosce e issandoselo addosso con uno sforzo minimo. Non era mai stato un gran ché pesante, aveva constatato Pugno di fuoco mentre le sue labbra scendevano sul collo del giovane amante per strappargli un gemito estasiato.
Ace lo aveva trasportato sino al quel giaciglio di improvvisato, facendolo stendere con dolcezza sotto di sé. Lo aveva guardato rapito per un istante, solo uno.
- Ti amo.- Gli aveva sussurrato poi.
Rufy aveva sorriso quasi commosso. - Ti amo.- Aveva ripetuto.
E poi ancora gemiti, soffocati con baci dolci ma pieni di passione.
Ancora carezze, leggere e piacevoli come il vento sul viso.
Ancora parole, cariche d’ amore e che non avevano potuto dirsi per troppo tempo.
Il resto era venuto da solo, mentre i due fratelli si stringevano complici in quella nudità che pareva quasi un dono. Insieme, sotto il filo del mare.
Rufy sorrise dopo aver ripercorso la sera prima col pensiero. Scostò le coperte che li ricopriva completamente per tornare a respirare l’ aria pulita, dopodichè si accoccolò al petto del compagno che non poté fare altro che stringerselo addosso.
Le labbra di Cappello di paglia andarono a sfiorare con dolcezza il torace di Ace, fino a che non venne a contatto con qualcosa di estremamente diverso dalla sua pelle, aprì gli occhi incuriosito e non appena lo ebbe fatto, il sangue gli si gelò nelle vene.
Proprio davanti ai suoi occhi si stagliava una cicatrice, esattamente al centro del petto. Probabilmente la sera prima non l’ aveva notata per via del buio. La sfiorò con leggerezza, quasi avendo paura di fargli male. Quella cicatrice gliela aveva procurata lui.
Ace notò immediatamente il velo di tristezza sugli occhi del fratellino. Gli prese il viso tra le mani costringendolo a guardarlo in viso, dopodichè unì le loro labbra con foga. Rufy rispose al bacio con disperazione.
- È la cicatrice di Marineford.. Vero?- Chiese poi con tono sommesso, accarezzandola piano
Pugno di fuoco non rispose.
- Ti fa male?- Chiese facendo scappare un sorriso al fratello.
- Non essere idiota. È successo due anni fa.-
Rufy sospirò tristemente.
- Se non ti fossi messo tra me e Akainu non l’ avresti.- Riprese.
- Questo è vero.- Fece Ace. - Ma ti avrei perso.. E non avrei potuto sopportarlo.-
Rufy ripensò a tutte le volte che la disperazione aveva preso il sopravvento, a tutte le volte che aveva desiderato morire in quei due anni infernali.
- Io ho dovuto invece.-
Ace sentì la tristezza farsi strada nel suo petto come il più viscido dei serpenti, fece per rispondere ma Cappello di paglia lo precedette.
- È stato un incubo, Ace.- Mormorò ad occhi bassi. - Avrei preferito morire con te.-
- Non dirlo nemmeno per scherzo. Tu dovevi continuare a vivere e realizzare il tuo sogno. Era giusto così.-
- Quella degli ultimi anni non è stata vita.- Decretò Rufy con un tono così sincero da mettere paura. Gli unici momenti piacevoli che aveva passato, erano stati quelli con Zoro, ma visto come erano andati a finire, anche quelli ormai sapevano di dolore.
Ace deglutì cercando di scacciare il brivido che lo aveva percosso alle ultime parole del fratello. Si costrinse a sorridere guardandolo in volto.
- Vedila come una specie di promessa. La mia cicatrice è quasi uguale alla tua, vedi?- Disse, facendo trasalire Rufy. - Sono gemelle. Ci accomunano e ci uniscono. Sono come due fedi che ci ricordano che staremo insieme per tutta la vita.-
- Ace..-
Ace sorrise baciandolo sulla fronte. - È così.. Io voglio passare la mia vita con te, ti amo e non voglio perderti mai più.-
Gli occhi di Rufy si riempirono di lacrime, affondò il viso nel petto nudo del fratello per nasconderle. Aveva detto una cosa così bella da farlo scoppiare a piangere.
- Anch’io..- Rispose semplicemente.
Sorrise, Rufy. La sua cicatrice ormai aveva un nuovo significato. Un significato eterno, questa volta.

***

Zoro dalla cima dell’ albero maestro guardava il mare con gli occhi vuoti di rimpianto.
Davanti a sé il sole sorgeva, ma lui vedeva solo gli occhi di Rufy in quell’ aurora. Insieme alle sue labbra rosse e carnose, la sua pelle bronzea e il suo sorriso innocente.
Dio, quanto gli mancava. Era stato suo per una notte, la più bella della sua vita. E ora? Ora niente. Ora rimanevano solo ricordi e rimpianti.
La sua mano scivolò sulla fronte, poi sugli occhi. Sospirò.
Stava morendo dentro, lentamente e dolorosamente. Ma la cosa peggiore era che non poteva farci assolutamente niente.


Un’ capitolo un po da diabete..sisi.. Ma che ci volete fare? Sono romantica fin nel midolloXDXD lascia una piccola recensione e mi darai la forza di continuare! Fatemi sapere miei tesori<3<3
Seguito: Martedì 19 Aprile 2011.

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Capitolo 13
*** Effimero come un sorriso. ***


Buona sera a tutti voi, allora se me lo permettete vorrei dire due parole.. Siate buoni su questo capitolo perché ho iniziato a scriverlo stamattina (causa mancanza assoluta d’ ispirazione!) perciò perdonate in anticipo eventuali errori e svisteXP
E infine vorrei fare un augurio speciale a foglietta no yoko che oggi compie gli anni, grazie per le tue recensioni favolose amore mio! Sei un tesoro<3 ma non avendo un regalo vero per te, signorina vorrei almeno provare una cosa.. IMPORTANTE:CHIUNQUE LEGGA QUESTO CAPITOLO POTREBBE PER PIACERE FARE GLI AUGURI A FOGLIETTA NO YOKO!? POTETE LASCIARE UNA RECENSIONE CON GLI AUGURI..PERFAVORE! SAREBBE IL MASSIMO DAVVERO! VEDETELO COME UN FAVORE PERSONALE VI PREGO!
Ora partiamo con la storia va bien?! Si!

Effimero come un sorriso.

Quella mattina Rufy era particolarmente di buon umore. Persino l’ angoscia al pensiero di incontrare nuovamente Zoro era quasi del tutto sparita. Si sentiva leggero e pulito come non era da tempo. Tutto merito di Ace.
Percorse il corridoio che portava al ponte con passo deciso fino a che, passando davanti alla porta di Nami e Robin stranamente aperta, si bloccò notando con la coda dell’ occhio il largo specchio attaccato alla parete della stanza.
Lo osservò distrattamente per poi guardarsi intorno, controllando di essere effettivamente solo. Solamente allora entrò con passo svelto. Sarebbe stato alquanto imbarazzante se qualcuno lo avesse sorpreso nella camera delle ragazze, ma non ci badò molto mentre lentamente si posizionava davanti allo specchio scrutando con attenzione la sua immagine riflessa.
Quasi non si riconobbe, era da due anni che non si specchiava, certo non era mai stato un tipo vanitoso ma dopo Marineford aveva iniziato a provare fastidio e tristezza nel guardarsi allo specchio, abbassava lo sguardo ignorandolo semplicemente. Un po’ per la somiglianza con Ace che lo aveva abbandonato, un po’ per la vergogna di non essere riuscito a salvarlo, e un po’ anche per paura di vedersi troppo debole per continuare a vivere. Ma ora non notò niente del genere. Sfiorò con lo sguardo i lineamenti fini del viso dove,nonostante l’ età, compariva ancora lo stampo di bambino; gli occhi grandi e profondi incorniciati dai capelli neri, cresciuti un poco forse, testimoni quei ciuffi ribelli sulla fronte e sulla linea leggera del collo snello, poi il petto liscio e abbronzato sfregiato da quella cicatrice sul petto, che oramai non aveva più tristezza a guardare.
Sorrise timidamente portandosi una mano alla bocca e stranamente, per la prima volta in vita sua si trovò un bel ragazzo tutto sommato. Senza vanità o malizia, semplicemente con sincerità e serenità.
Accarezzò la sua immagine ancora per un istante, contento di aver ritrovato il sorriso dopodichè si voltò imboccando la porta, se è possibile ancora più di buon umore di poco prima.

***

-Rufy, lo hai fatto ancora!- Gridò Usop con rabbia.
Il capitano volse lo sguardo accigliato verso di lui, mandando giù il boccone.
- Cosa?- Chiese sorridendo con finta innocenza.
- Hai anche il coraggio di chiederlo?! Quante volte ti ho detto che non devi rubarmi il cibo dal piatto!?-
- Mah, non saprei.. Due volte?- Azzardò noncurante.
Usop lo guardò di traverso.
-No! Tutti i giorni!- Sbraitò.
Cappello di paglia restituì l’ occhiata d’ astio.
- Non è colpa mia se sei lento a mangiare!-
- Io non sono lento a mangiare! Sei tu che sembri una belva quando si tratta di cibo!-
- Sono nell’ età della crescita e devo nutrirmi molto, va bene?!-
- Ma fammi il piacere! Hai quasi 40 anni!-
- 19 per la cronaca! E poi coloro che mangiano il frutto del diavolo invecchiano meno velocemente!- Rispose altezzoso.
- È questa dove l’ hai sentita, razza di idiota!?
- Guarda che è vero!-
- Si, ti piacerebbe!-
- Antipatico!-
- Coosaa!?-
Ace seguiva divertito il battibecco tra i due. Gli piaceva l’ atmosfera che si respirava su quella nave, c’ era un non so ché di vagamente intimo e famigliare. Senza contare che ogni momento era buono per osservare il suo fratellino, beandosi dei suoi più piccoli particolari.
- Scommetto che, dopo tre giorni su questa nave, oramai sarai diventato pazzo.-
La voce meliflua di Nico Robin arrivò alle orecchie di Ace come una canzone. Si voltò verso la ragazza, intenta a bere il suo the, con un sorriso.
- Dopo aver passato un infanzia con Rufy, questo è niente.- Escamò divertito, facendo un cenno al fratello.
- Nemmeno un leggero mal di testa?-
Pugno di fuoco scosse la testa.
- Sono immune ormai!-
La ragazza si lasciò scappare un risolino.
- Ammirevole.- Cocluse.
- Peccato che nessuno di noi abbia la tua pazienza.- Sbraitò Nami afferrando i Rufy e Usop per i capelli e premendogli violentemente il volto sul tavolo. - Allora la piantate si o no!?-
- Scubito..Scuscia Nabi.- Biascicarono i due.
Ace scoppiò a ridere. Si, suo fratello si era scelto davvero una bella ciurma.
Nami li lasciò andare scocciata, rimettendosi a leggere il giornale.
- Ma come hai fatto a sopportarlo, Ace!?- Chiese.
Pugno di fuoco appoggiò la tempia al palmo della mano sospirando.
- E pensate che da bambino era anche peggio.-
La ciurma intera spostò lo sguardo su di lui.
- Maddai..- Fece Sanji posando la padella esterrefatto. - È impossibile!-
- Giuro! Immaginatevi un Rufy 10 volte più scalmanato, curioso e incosciente del normale, ecco com’ era!-
Inutile dire che tutti i presenti rabbrividirono.
- Un mostro..- Mormorò Franki.
E per un momento si sentirono fortunati di non averlo incontrato da bambino.
- Era un ragazzino incontrollabile! Non stava mai fermo o zitto, magiava come un maiale e non dava mai ascolto a quello che gli si diceva..-
- Esagerato! Nemmeno tu eri tanto tenero, sai!?- Si intromise Rufy beffardo.
- Ero comunque più tranquillo di te!- rispose Ace con una risata per poi rivolgersi nuovamente alla ciurma. - All’ inizio pensavamo che fosse posseduto, abbiamo tentato persino di chiedere ad un prete di esorcizzarlo , ma non appena fatto il suo nome, questo è scappato a gambe levate! -
- Yohohohoho, il capitano era un tipo tosto!- Commentò Brook.
- Anche troppo.. I primi tempi non riuscivo davvero a sopportarlo.-
- Cos‘è che ti ha fatto cambiare idea?- Chiese Chooper curioso, sporgendosi sul tavolo.
Ace ci pensò un istante, come per calibrare bene la risposta.
- E chi ha detto che ho cambiato idea!?- Disse lasciando tutti spiazzati.
Rufy rise sotto i baffi fingendosi offeso. -Che bastardo di un fratello!-
Ace emise nuovamente una risata.
- Sto scherzando.- Fece osservando divertito i ragazzi.- Cosa mi ha fatto cambiare idea? Beh..-
Spostò lo sguardo sul fratello pensando alle miglioni di parole che avrebbe potuto dire sull’ argomento, ma si tratenne.
- Il suo sorriso.- Riprese. - Ovunque andassi o qualsiasi cosa facessi era con me, mi ha dato una ragione di vita standomi sempre accanto, anche quando avrei preferito che mi stesse lontano.. Per quello che conta, l’ uomo che sono diventato deve tutto a Rufy.- Si bloccò capendo di aver detto troppo, ma non gli importava. Si sorrisero complici sotto lo sguardo intenerito della ciurma.
Improvvisamente la porta venne aperta malamente con un tonfo, attirando l’ attenzione di tutti, mentre Zoro usciva a passo svelto senza dire una parola.
- Ma che gli è preso!? E forse impazzito?!- Sbraitò Nami dando voce alla confusione del gruppo.
- Pff.. Il solito marimo.- Fece Sanji tornando a cucinare.
Solo Rufy continuò a guardare la porta con aria colpevole. Rendendosi conto solo allora di cosa avesse fatto. Si alzò controvoglia lanciandosi verso l’ uscita.
- Vado a vedere che ha.- Mormorò semplicemente seguendolo.
Ace intanto, che meglio di tutti aveva notato quel barlume di tristezza negli occhi del fratello lo guardò varcare il l’ uscio. Il sorriso che amava tanto era scomparso lasciando spazio a quella smorfia sofferente. Lo stomaco si strinse su sé stesso con violenza.

***

Rufy scese le scale ripide con un balzo, raggiungendo il compagno che, a quanto pareva, non era per niente interessato a fermarsi.
- Zoro!- Urlò.
Nessuna risposta. Lo spadaccino lo ignorò volutamente, non aveva alcuna voglia di parlare con lui. Non dopo quello che aveva visto. Non bastava vivere ogni giorno con il pensiero che Rufy stesse con Ace, ora doveva anche stare a guardarli mentre si lanciavano quegli sguardi così innamorati e sereni.
- Zoro! Fermati!- Fece ancora il capitano afferrando quel polso forte. - Devo_-
- Lasciami.- Righiò in risposta lo spadaccino dandogli la schiena.
Rufy trasalì sotto quel tono tanto duro. Il suo respirò si fermò così come il flusso dei suoi pensieri e la sua voce.
- Lasciami subito.-
Cappello di paglia, deciso a farsi coraggio rispose:
-No.-
Zoro tentò di divincolarsi farfugliando qualche imprecazione, mentre il capitano, deciso a non lasciare la presa, tentava in vano di calmarlo, d’ istintò strattono bruscamente il bracciò costringendo il compagno a voltarsi.
Incontrò i suoi occhi e quello che vi lesse lo innientò.
Rabbia e disperazione. Sentimenti che aveva gia visto in lui, ma mai così forti. Quei due sentimenti trasparivano da ogni lembo di pelle di Zoro, con violenza e crudeltà.
Le lacrime gli salirono agli occhi, mentre abbandonava il polso del compagno, che oltre ogni previsione non scappò. Restò lì, abbassando lo sguardo dopo qualche secondo.
Nessuno dei due ebbe il coraggio di aprire bocca.
Una sola lacrima accarezzò il viso di Rufy in quel momento. Tutto quel dolore glielo stava provocando lui. E con tristezza non potè fare a meno di maledirsi.
Inspirò con lo sguardo afflitto.
- Oh Zoro..- Alzò una mano verso il suo viso accarezzandogli dolcemente la guancia.
I loro sguardi carichi di tristezza si incrociarono. Lo spadaccino fremette nel sentire la pelle liscia del capitano sulla sua, inclinò la testa per approfondire il contatto. Oramai nei loro occhi era nata anche un’ accenno di attrazzione che, col passare dei secondi, non faceva che aumentare.
Rufy era spaesato e spaventato da quel sentimento. Lo confondeva e ingannava spingendolo tra le braccia di colui che non avrebbe dovuto amare.
Zoro prima che accadesse l’ inevitabile tornò in sé, spostando controvoglia la mano del capitano.
- Non mi illudere, Rufy. O dovrai accettarne le conseguenze.- Scandì lentamente per poi voltarsi e allontanarsi da lui. Dalla sua tentazione.
Non doveva restare lì o non ce l’ avrebbe fatta a trattenersi.
Cappello di paglia rimase immobile, come ad aver paura di respirare, l’ unico movimento nel ragazzo era dovuto alle lacrime che scivolavano sul viso. Appoggiò la schiena alla parete del corridoio, mordendosi una mano per soffocare almeno un po’ i singhiozzi.
Era stato stupido. Si era approfittato di Zoro e come se la cosa non bastasse lo aveva fatto assistere a quell’ effusione di poco prima. Ma cosa più importante, nemmeno questa volta era riuscito a resistere al fascino del compagno. Si maledisse ancora, e ancora, stringendo di più i denti sulla mano fino a farsi male, come per punirsi del dolore che stava facendo provare a Zoro.

***
Ace percorse i corridoi della Sunny mentre quello sgradevole senso di preoccupazione gli pesava sullo stomaco. L’ espressione che aveva visto in Rufy poco prima che uscisse dalla porta della cucina non gli era piaciuta proprio per niente.
Il ritmo regolare dei suoi passi ormai stava iniziando ad avere una cadenza quasi fastidiosa, gli occhi vagavano in cerca di ogni sorta di allarme mentre i muscoli erano tesi e pronti a guizzare al minimo spostamento d’ aria.
Tuttavia appena svoltato l’ angolo non riuscì nemmeno più a muovere un passo.
Rufy. Il suo Rufy, singhiozzava piano contro il muro. La mano alla bocca come intenta a soffocarsi, il viso rosso per lo sforzo e gli occhi liquidi di lacrime.
Non appena Cappello di paglia lo vide, il suo sguardo si fece più triste, quasi colpevole e qualcosa in Ace si ruppe dolorosamente.


E un altro è andato, ragazzi che fatica immonda!! Vi prego di lasciare un recensione mignon mignon CON GLI AUGURI A FOGLIETTA NO YOKO!
Grazie a tutti! Un bacio e alla prossima**
Ah dimenticavo, questa settimana sono costretta ad anticipare il prox capitolo perché poi parto!
Seguito: Giovedì 21 aprile 2011.

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Capitolo 14
*** Quello che non ti ho detto. ***


Sera bei figliuoli<3 grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito, aggiunto tra le preferite/seguite/da ricordare la mia storia.. Siete il meglio in cui una autrice( se mi posso definire tale^^) possa sperare di aver a che fare.. Vi adoro ragazzi<3
Allora partiamo subito… uuuuuh spero vi piaccia<.<

Quello che non ti ho detto.

Un dolore bollente come lava si sparse a macchia d’ olio nel petto di Ace. Non riusciva a sentire più niente ad eccezione del ronzio sordo nelle proprie orecchie. Restò a guardare il compagno ancora una manciata di secondi, mentre la mente riprendeva a lavorare frenetica dopo l’ attimo di pausa assoluta dovuta dallo shock.
- Rufy..- Mormorò grave.
Il ragazzo sentendosi chiamare abbassò lo sguardo e, senza smettere di mordersi la mano in preda al nervoso, si lasciò scivolare fino a terra. Nei suoi occhi colmi di tristezza aleggiava anche un leggero imbarazzo per essersi fatto sorprendere a piangere.
Ace, meccanicamente, mosse un passo verso il fratello, poi un altro e un altro ancora. Fino a che non fu accanto a lui. Si sedette piano, come ad aver paura di spaventarlo. Rufy non singhiozzava più, guardava davanti a sé cercando di darsi un minimo di contegno, ma le lacrime amare e silenziose che rigavano lentamente il suo viso tradivano la sua finta calma.
Pugno di fuoco sospirò sconsolato passando una mano tra i capelli dell’ altro.
- Che è successo, Ru? Non eri con Zoro?- Chiese preoccupato.
Rufy non rispose, si limitò a tremare sentendo nominare lo spadaccino. Gli sembrava ancora di vederselo davanti, intento a fissarlo con quei suoi occhi così verdi e quelle sue labbra tanto invitanti.. Mandò giù quel pensiero come veleno, vergognandosi di averlo formulato. Ancora quella maledetta e illogica attrazione a confonderlo.
- Ru.. Rispondi.- Scandì ancora, ma non cambiò niente. Rufy strinse solo con più forza la mano tra i denti, costringendosi a tacere. Ace la sfiorò con gentilezza, strappandola da quelle fauci andando a baciare dolce i punti offesi come per sanarli e percorrendo la linea del polso magro con le labbra, alzò lo sguardo sul fratello, fissandolo intensamente.
- A me puoi dire tutto, lo sai.- Gli ricordò con un sorriso.
Rufy abbassò lo sguardo stringendo le ginocchia al petto.
- Mi odieresti - Una semplice constatazione. Carica di dolore e senso di colpa. Nei suoi occhi una luce febbrile, irrequieta e terribile.
Ace rabbrividì senza capire il perché di quelle parole.
- Non potrei vivere sapendo che tu mi odi.- Aggiunse ancora con una sincerità tale da far paura.
Pugno di fuoco fece scorrere la mano sino al viso del compagno, asciugandogli le lacrime con premura e costringendolo a guardarlo negli occhi. Premette la fronte contro la sua, esercitando una lieve ma confortante pressione.
- Io non potrei mai odiarti.- Sussurrò con decisione. -Nemmeno se lo volessi.-
Rufy trattene il respiro, ipnotizzato dai modi di suo fratello.
La distanza tra loro si annullò all’ istante, mentre Ace lo baciava a fior di labbra. Un contatto leggero ma profondo, di quelli che si danno alla persona che si ama quando gli si vuole ricordare che non la si lascerà mai, qualunque cosa accada.
Cappello di paglia si lasciò scappare un gemito sommesso quando si separarono. Lo guardò ancora un istante per farsi forza, dopodichè, con in cuore in gola iniziò a raccontare.
Gli disse di come si era sentito dopo la sua morte, della promessa, di come Zoro gli era stato vicino, e sì, anche della notte passata con lui e di come lo aveva respinto il giorno dopo. Si sentì un verme ripercorrendo quei momenti a parole e per questo non osò guardare la reazione del fratello.
-.. Solo dopo averlo visto varcare la porta della cucina capii di averlo ferito involontariamente, l’ ho subito inseguito per chiedergli di perdonarmi.. Ma.. Non è servito a molto.. Non posso certo biasimarlo dopotutto.- Concluse omettendo volutamente, la parte in cui si era sentito nuovamente attratto da lui..- Mi dispiace, Ace..-
Ace restò immobile per una manciata di secondi, tentando di assimilare le notizie appena apprese.
- Tu.. Lo ami?- Chiese ansioso alla fine.
Rufy ci pensò.
- … no … - Rispose poi. “O almeno, non credo” Fece un’odiosa vocina dentro di lui. Restò lì, immobile. Scrutando con attenzione la reazione del fratello.
Ace respirava piano, aveva un espressione corrucciata e le labbra tese. La sua mente era una cacofonia di pensieri ed immagini che si mescolavano tra loro senza una logica. Solo un pensiero si ergeva più lucido degli altri, all’ interno di quel putiferio: Rufy tra le braccia di un’ altro. Fino ad allora, non aveva mai nemmeno lontanamente sfiorato un eventualità simile. Ma ora che era accaduto, non poteva fare a meno di non provare quel martellante fastidio alla base dello stomaco. Semplice e pura gelosia. Niente di più, niente di meno.
Alzò lo sguardo sul fratello che lo fissava preoccupato.
- Sei.. Arrabbiato?- Chiese titubante.
Ace sorrise e con una dolcezza disarmante lo attirò a sé per un braccio e lo strinse, facendogli appoggiare la testa alla sua spalla, mentre gli accarezzava i capelli neri.
- No.. Sono contento che tu me ne abbia parlato.-
- Ma io.. Ti ho tradito, Ace..- Mormorò Rufy colpevole.
- Non hai fatto niente del genere.- Rispose l’ altro. - Pensavi che fossi morto quindi non conta, e poi dopo due anni avevi il diritto di ricominciare a vivere.. Francamente sapevo bene di quanto fossi testardo ma addirittura fare una promessa del genere.. Non avresti dovuto, Rufy.. Avrei preferito che continuassi a vivere serenamente.-
Cappello di paglia si accoccolò meglio contro il fratello maggiore.
- Sai che non ce l’ avrei fatta.-
- Si invece.. Sei forte abbastanza.- Fece Ace. Era combattuto tra la gioia nel sapere di quanto si fosse spinto lontano il compagno per dimostrargli il proprio amore e la propria fedeltà, anche dopo la morte; e la tristezza pensando a quanto doveva essere stato doloroso per lui andare avanti. Gli baciò guancia come per trasmettergli un po’ fiducia per poi lasciarsi scappare un risata.
- Ho un idea..- Fece malizioso.
Rufy lo guardò senza capire, allora Ace prese la sua mano intrecciando le dita con le sue .
- Io Portughese D. Ace .. giuro di amarti e onorarti nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi..-
Cappello di paglia trasalì.
- Ma che stai dicendo?-
- Beh.. Visto che le fedi le abbiamo.- Disse alludendo alle cicatrici sul petto.- Sarebbe un peccato non usarle, non trovi? E poi così non rischierò mai di perderti..-
Rufy lo guardò non sapendo se ridere o piangere. Scosse la testa ricambiando il sorriso.
- Tu sei pazzo..-
- Forse.. Ma non è mai stato un problema.- Rispose Ace.- Ora manca solo il tuo giuramento.-
Il compagno prese un respiro profondo ringraziando di buon grado la pazzia di sua fratello.
- Io.. Monkey D. Rufy giuro di amarti e onorarti nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi.. E stavolta speriamo che ci vada bene!- Concluse il capitano.
Occhi negli occhi, sorriso in sorriso e infine labbra su labbra. Si baciarono come non avevano mai fatto prima. Ace gli cinse la vita chiedendo il permesso di entrare nella bocca del compagno, che naturalmente acconsentì. Si gustarono ogni minima sfumatura di quel momento, accucciati a terra, l’uno tra le braccia dell’ altro, contro la parete del corridoio.
- Contento?- Fece Rufy a bacio finito.
Ace annuì.
- Non immagini quanto..-
Cappello di paglia sorrise ancora, ignorando gli occhi color smeraldo che continuava a vedere ovunque. C’ era Ace lì, così era e così sarebbe stato anche in futuro. Anche a costo di soffocare a vita i sentimenti per Zoro.

***

- Contento?- Senti dire al suo capitano.
- Non immagini quanto..- Aveva risposto Pugno di fuoco.
Sanji non riusciva a muovere un muscolo per lo shock. Poco prima era sceso in cambusa per raccattare ancora qualche provvista e d’ un tratto si era trovato davanti tutto quello. Appiattito contro un l’ angolo si ritrovò a pensare che non avrebbe dovuto trovarsi lì. Così, mentre il suo battito cardiaco gli rimbombava nelle orecchie, scivolò nel corridoio tortuoso e buio.


Eh, si. Sempre io.. Giagia^^ spero che questo cappy sia piaciutoooooo!! Da qui ci sarà un bel po’ di movimento genteXP lasciate un commentino e mi darete la forza e la voglia di continuare a scrivere**
Un ultimo appunto: domani parto! E starò fino a martedì sera.. Ma tranquilli mi porto dietro un taccuino e continuo anche in vacanza.. Mercoledì trascriverò il capitolo 14 sul computer e alla sera aggionation!! Quuuuuuiiindiii. Un Bacio amori miei!
Seguito: Mercoledì 27 Aprile 2011.

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Capitolo 15
*** Difficili confessioni. ***


Eh si, lo so.. Questo capitolo no sarà un gran che.. Ma è già un miracolo che sia riuscita ad aggiornare! Dico sul serio! Uuh che belle le vacanze xo! Sono andata a venezia! È una cosa stupendaaa! Ho anche comprato un maschera! Ora ci giro tutto il giorno per casaXD
Allora grazie ancora a tutti voi che mi recensite o anche solo che mi leggete! GRAZIE<3 come promesso.. Anche se ci è mancato poco che stasera saltasse.. Ecco il nuovo chappy! Ci vediamo a fondo pagina!

Difficili confessioni.

Dopo tanto tempo, aveva riscoperto un nuovo volto della notte. Non gli metteva più tristezza o paura quel buio soffocante e quella calma opprimente. Ora gli comunicava solo tranquillità. Semplice e pura. Era un momento per ripercorrere con la mente la giornata appena passata. Come ai vecchi tempi.
Avevano ripreso il largo, decisi a raggiungere una nuova isola che potesse ospitarli per qualche giorno, e magari che li permettesse anche di fare raccolta di provviste, visto e considerato che a Dracma, con tutto quello che era successo, non ci erano riusciti.
- Ma non sei ancora stufo di stare tutto il giorno su quella dannata polena!?-
Rufy sussultò appena, voltandosi verso la voce alle sue spalle.
- Sanji? Non dovresti essere a letto a ques’ ora?-
Il cuoco picchiettò nervosamente il dito sulla sigaretta per eliminare la cenere in eccesso.
- Come dovresti esserlo tu.- Rispose beffardo.
Rufy sorrise imbarazzato, colto in fallo.
- Touche.-
- Non dirmi che ora sai pure il francese, Capitano.- Scherzò Sanji.
- Per carità, Me ne basta una di lingua!-
Il Cuoco scosse la testa con fare divertito mentre l‘ altro tornava a guardare il mare, si appoggiò alla balaustra di fianco a lui.
Inspirò dalla sigaretta lentamente, sperando che il tabacco sanasse almeno un po’ la sua ansia, ma purtroppo non fu così.
- Dovrei parlarti di una cosa.-
Cappello di paglia fece una smorfia pensando a quante volte in quegli ultimi tempi si era sentito dire una cosa del genere.
- Spara.- Fece con finta nonchalance.
- È un argomento un po’ delicato..-
A quelle parole il capitano, avvertì un brivido gelido percorrergli la schiena. Sbirciò con la coda dell’ occhi Sanji, che fumava con un nervoso mal celato.
- Si tratta di te.. E di Ace.-
Rufy si voltò di scatto verso il sottoposto. Negli occhi spalancati per la sorpresa lampeggiava la speranza di aver capito male, ma lo sguardo che il cuoco gli lanciò non poteva di certo essere frainteso. Trattenne il fiato mentre il compagno lo prendeva per continuare a parlare. E si sentì un verme per non avergli detto lui stesso la verità.

***

- Ace.. Dobbiamo dirglielo.-
Pugno di fuoco guardò il fratello seduto sul suo letto, senza capire.
- Che!?- Fece stiracchiandosi per poi mettersi le braccia dietro la testa.
Rufy sospirò premendo le mani sulle caviglie.
- Voglio dire ai miei compagni di noi due.-
Nessun capriccio, solo l’ enorme voglia di smettere di fingere nella sua voce. I due fratelli si guardarono per un istante. Nei loro occhi potevano vedere riflessi ognuno i pensieri dell’ altro. Ace sbuffò.
- Ancora?- Chiese annoiato. - Ne abbiamo già parlato, Ru.-
- E dobbiamo farlo ancora!-
Pugno di fuoco si portò una mano alla fronte, esasperato. Quando ci si metteva, Rufy era davvero testardo.
- Sai come la penso.. È solo per il tuo bene.-
- Sono stanco di mentire..- Fece il fratello abbassando lo sguardo.- E poi ormai lo sanno già in due! Non avrebbe senso continuare con questa sceneggiata!-
Ace si alzò a sedere di colpo.
- Due?..-
Cappello di paglia annuì distrattamente.
- Oltre a Zoro, anche Sanji..-
- Spadaccino dalla bocca larga..- Sentenziò Ace intenzionato a screditarlo.
- No, Zoro è un uomo d’ onore, non potrebbe mai tradire la mia fiducia.-
- Ora lo difendi?-
- Si, visto che non ha fatto nulla di male.- Rispose tagliente Rufy scoccando un occhiata di fuoco al fratello, e pentendosene subito dopo. Era del tutto normale che Ace provasse una certa antipatia nei confronti di Zoro, ma non era comunque disposto a sentirne parlar male.
Si fissarono intensamente capendo entrambi di aver toccato un nervo scoperto.
- Come lo ha scoperto il cuoco?- Chiese Ace, con lo scopo di cambiare discorso con sommo sollievo da parte del fratello.
- Mi ha detto di averci visti ieri.. Nel corridoio..-
- E come l’ ha presa?-
- Era contento per noi..- Rispose Rufy sorridendo - Anche se..-
- Anche se?-
Cappello di paglia sospirò sconsolato.
- Era anche un po’ deluso..- Mormorò come a vergognarsene.
Ace lo guardò tristemente.
- Rufy_-
- Io chiedo a quelle persone fiducia ogni santo giorno, da anni.. È che cosa ne ricavano loro? Solo bugie.. Un capitano non dovrebbe avere segreti con la propria ciurma.. O perlomeno non di questo genere.-
Ace fece per dire qualcosa, ma alla fine ci rinunciò. Portò una mano sulla testa del fratellino, giocando con le ciocche nere per poi scendere dolcemente sulla guancia. Lo attirò a sé, abbracciandolo.
- La gente è cattiva, Ru..- Disse carezzandogli la schiena. - Basta la minima diversità per essere perseguitati e odiati. So quanto tu voglia bene a quei ragazzi ed è per questo che non voglio che sappiano di noi due.. Pensa solo a come potresti sentirti se, in qualche modo non ci accettassero.. Non voglio vederti star così male, non lo sopporterei.- Concluse. Di quei tempi, quel tipo d’ amore era considerato come un disonore per i pirati, soprattutto tra due fratelli come loro. Ace aveva notato immediatamente la scintilla d’ affetto che bruciava negli occhi del compagno nei confronti della sua ciurma, per questo non avrebbe potuto sopportare di vederla spegnersi. Nella sua infanzia aveva sperimentato da sé quella sensazione, aveva visto il disprezzo ed il disgusto negli sguardi delle persone, e non era disposto a far passare a Rufy quel calvario.
Cappello di paglia, come in risposta a quei pensieri, strofinò la fronte sul petto del fratello.
- Io devo provarci, Ace.- Mormorò.- Se mi vogliono bene capiranno. Loro sono la mia ciurma, ed è giusto che sappiano. Ormai ho deciso.-
Non furrono lo parole in sé a convincere Ace, ma il modo in cui le disse. Rufy era sempre stato un ragazzo determinato, ma mai prima di allora, lo aveva sentito parlare con una tale maturità. Metteva quasi i brividi, e per un momento si chiese da quando il suo fratellino fosse cresciuto. Si lasciò scappare una risata.
- Vuoi sempre fare di testa tua!-
Rufy sorrise guardandolo.
- Esatto.- Fece posando un innocente bacio sulle labbra del compagno.
- È questo cos’era?-
- Un piccolo acconto del tuo premio se dirai di sì.-
- Mi prendi per la gola, fratellino?-
- Funziona?-
Ace assaggiò ancora quelle morbide labbra.
- Sempre, purtroppo.-

***

- Ho detto ai ragazzi che stasera, alla festa, dovrò fare un annuncio molto importante - Aveva detto Rufy in preda all’ emozione.- Senza rimpianti e senza guardarsi indietro.-
Ace aveva annuito succube del potere che il fratello esercitava su di lui.
Mancavano solo un paio d’ ore all’ inizio della baldoria e lo stress non faceva che salire. Aveva passato tutto il pomeriggio a pensare al modo perfetto per affrontare l’ argomento, ma alla fine, era giunto alla conclusione che l’ improvvisazione fosse la scelta migliore.
Qualche volta notava le sue mani tremare per il nervoso, mentre aiutava gli altri a preparare la tavola sul ponte della nave, ma non ci faceva caso.
- Cos’ è questa storia dell’ annuncio, Capitano?- Fece la voce di Zoro alle sue spalle.
Rufy rabbrividì facendosi quasi scappare i piatti dalle mani. Si voltò verso lo spadaccino con fare colpevole. Rimanendo in silenzio.
- Hai intenzione di rispondermi?-
Cappello di paglia sospirò dolorosamente appoggiandosi al tavolo e controllando che nessuno li stesse ascoltando.
- Volevo parlartene, infatti.- Iniziò senza staccare gli occhi da quelli dell’ altro.- Io ed Ace vogliamo mettere al corrente la ciurma della nostra relazione.-
Zoro trasalì tentando comunque di mantenere la calma.
Si guardarono ancora, ignorando volutamente il fatto di essere così dannatamente vicini.
- Come mai?-
Rufy scrollò le spalle.
- Sono stanco di mentire.-
- Spero che ometterete di parlare anche di me e te..-
- Sta tranquillo.. Non è mia intenzione metterti in imbarazzo in nessun modo..- Affermò Cappello di paglia sorridendo appena.
Lo spadaccino annuì distrattamente, mordendosi la lingua.
- Bene.. Congratulazioni allora.- Commentò con fin troppa neutralità.
- Grazie..- Rispose Rufy per poi provare ad andarsene. Quello era un giorno speciale, e se si fosse sentito nuovamente attratto dal compagno avrebbe finito col perdere la stima di sé stesso.
D’ altra parte nemmeno Zoro era intenzionato a rovinare tutto, faceva male, sì. Ma era un dolore che era pronto a sopportare pur di vedere il capitano felice.. E allora chissà per quale assurdo motivo lo richiamò mentre l’ altro stava per imboccare la porta della cucina..
- Rufy..-
Cappello di paglia si fermò di colpo.
- Si?-
Trattennero il respirò entrambi mentre il suono dei loro battiti cardiaci sovrastava tutto il resto.
- Perché hai deciso di parlarmene?- Chiese alla fine Zoro.
Rufy sorrise mestamente imboccando la porta.
- Mi sembrava giusto farlo.- Si sforzò di rispondere mentre la gola si chiudeva su sé stessa, incapace di emettere ogni altro tipo di suono a causa di quel fastidioso groviglio alla sua base.
Lo spadaccino sospirò vedendolo scomparire. Alzò lo sguardo al cielo con un gesto di stizza. Maledizione al suo istinto.

***

Le feste sulla Sousand Sunny erano sempre state divertenti. Era praticamente impossibile restare impassibili davanti a tutta quella baldoria, ma qualche volte le cose cambiavano.
Zoro, Ace e Rufy erano troppo nervosi per godersi la serata. Non erano della stessa idea gli altri membri dell’ equipaggio, che cantavano, ballavano intorno al fuoco. Cappello di paglia aveva aperto la bocca di rado, limitandosi a sorseggiare con un sorriso nervoso il suo alcolico di fianco al fratello, per un attimo aveva sperato che si fossero tutti dimenticati del prossimo annuncio ma l’ esclamazione da parte di Usop lo fece ricredere.
- Ehi Rufy, non dovevi dire qualcosa?!-
Il Capitano quasi si strozzò con la bevanda a quelle parole. Lanciò un occhiata verso Ace che sembrava imbarazzato, e poi verso Zoro che trangugiava senza troppi complimenti la sua birra, completamente estraniato dalla situazione.
- Giusto! Ehi ragazzi, fate silenzio! Il Capitano deve fare il suo annuncio!- Urlò Brook smettendo immediatamente di suonare il violino.
Tutto gli occhi erano puntati su di lui e Cappello di paglia se ne sentì trafitto. Non era più il momento di nascondersi, ora solo la verità.
- Avanti Rufy! Che devi dirci?!- Fece Sanji sorridendogli complice.
Il Capitano ricambiò il sorriso nervoso e poi prese fiato.
- Allora.. Non credo ci sia un modo facile per dire una cosa del genere, perciò è meglio che mi spieghi bene.- Iniziò titubante sotto gli sguardi preoccupati ed incuriositi dei compagni. - Questa storia è nata ad Alabasta e non sapete quanto sia dispiaciuto e mortificato di non avervene parlato prima.. Dopo Thriller Bank, ero intenzionato a mettervi al corrente dei fatti, ma.. Con tutto quello che è successo a Marineford ho perso la forza di farlo.. In questi ultimi mesi ve l’ ho nascosto perché non volevo che soffriste per me.. Non volevo vedere altro dolore così, quasi inconsciamente, ho finito col mentirvi.. Ma non c’è stato giorno che non mi sia maledetto per questo.. Ma ora basta.. Ora, sarò sincero.Ve lo prometto. -
I veli stanno per cadere, mormorò qualcuno nella sua mente mentre passava a rassegna i volti allibiti della ciurma che si scambiavano sguardi intensi e spaesati.
- Rufy, ma che..- Fece Nami mentre la confusione gli impediva di completare la frase.
Nessuno di loro riusciva a dare un senso alle parole del compagno.
Cappello di paglia li sorrise timidamente per poi andare ad afferrare la mano di Ace che l’ accettò di buon grado, stringendola per dargli coraggio.
- Io ed Ace.. Stiamo insieme..-
Fu come spegnere l’ interruttore della luce. Nessuno osò più fiatare. L’ unico suono presente nell’ aria era lo scoppiettare del fuoco e il suono delle onde. Da allibiti gli sguardi dell’ equipaggio si erano tramutati in qualcosa di indecifrabile.
Rufy iniziava a preoccuparsi, ed Ace con lui. Persino Sanji e Zoro sembravano vagamente nervosi.
- Ho capito bene?- Fece Franky ad un tratto. - No perché.. non vorrei fare gaffe..-
Nami e Robin si lanciavano ogni tanto sguardi spaesati; Brook guardava insistente la coppia come a volerli analizzare; Chopper pareva più che altro incuriosito mentre cercava di captare informazioni a proposito dalle facce dei compagni, Usop invece si mostrava imbarazzato, spostando continuamente lo sguardo ovunque.
- Ma.. Insieme.. Come..?- Chiese poi rosso in volto.
A quella domanda Rufy non seppe come rispondere. Nella sua testa solo il pensiero di averli delusi.. O ancora peggio.
Fu allora Ace a prendere in mano la situazione.
- Mettiamola così..- Azzardò sorridendo malizioso.
Cappello di paglia non se ne rese nemmeno conto, semplicemente si trovò tra le braccia del fratello con le labbra premute sulle sue.
Furono i secondi più lunghi della sua vita, desiderava non staccarsi più da quel bacio per non vedere la reazione della ciurma ma poi, a poco a poco, mentre il calore di Ace lo rilassava, qualcosa cambiò.
Cominciò piano, quasi timidamente, ma era più che udibile. Un applauso, crescente e scrosciante come l’ acqua in piena.
Si staccò da Ace lentamente e alquanto sorpreso. Quello che vide gli mozzò il fiato.
- Vai così, capitanooo!-
- Hai capito, Rufy? Fa tanto l’ ingenuo e alla fine..-
- ooohh che teneri!-
Era tutto così. Una insieme di battute amichevoli e incoraggiamenti. Negli sguardi dell’ equipaggio un gioia inaudita. Rufy trattenne a malapena le lacrime.
- Davvero non vi dà fastidio?- Chiese incerto.
Si alzò un coro di esclamazioni.
- E perché dovrebbe?- Fece Usop
- Siete così carini!- Continuò Nami.
Ace e Rufy sorrisero imbarazzati.
- A me basta che non mi tocchi Nami- san e Robin- Chan, poi puoi stare con chi ti pare!- Scherzò Sanji.
- Il solito cascamorto!- Rispose qualcuno.
- Comunque, siamo tutti felici per voi.- Concluse l’ archeologa affabile.
Cappello di paglia sorrise ad ognuno dei suoi compagni, grato. Poi il suo sguardo si posò su Ace.
- Visto?- Lo sbeffeggiò sarcastico.
- Si si, ho capito, avevo torto marcio! Non farci l’ abitudine però!- Rise questo dandogli un buffetto affettuoso sulla fronte.
Rufy sospirò appoggiando la testa alla spalla del suo fratellone. Un sorriso sulle labbra e un peso in meno sul cuore.

***

Zoro sospirò e, sforzandosi nuovamente di non badare ai due fratelli circondati da gran parte del equipaggio che non faceva che chiedere aneddoti sulla loro vita insieme, mandò giù l’ ennesimo boccale di birra della serata.
Aveva la bocca impastata e la mente annebbiata, ma non ci diede peso.
- Ohi, Marimo.-
Lo spadaccino lanciò un sguardo annoiato al nuovo venuto.
- Ohi, sopracciglio.-
- Non vieni a divertirti?-
Zoro scrollò le spalle.
- No.. Non fa per me.- Concluse lugubre. Non aveva voglia di fingere che tutto andasse bene, non quella sera. Meglio stare in un angolo a tracannare alcolici come un disperato.. No?
- Dio, quanto sei scorbutico!- Fece Sanji lasciandosi cadere a terra, di fianco al compagno.
- Ad ognuno i propri pregi.-
Ci fu un minuto di silenzio. Entrambi erano immersi nei propri pensieri, poi il cuoco si accese un sigaretta e parlò ancora.
- Idiota di un marimo..-
Zoro non gli rispose di tono come di norma, si limitò a continuare a guardare il fuoco con fare apatico.
- A che devo il complimento?-
- Alla tua dannata testa dura.-
Lo spadaccino lo squadrò con la coda dell’ occhio.
- Che vai blaterando? Ti sei preso la sbornia litigiosa?-
Sanji inspirò dalla sigaretta enigmatico.
- So di te e Rufy.-
Una minuscola frase che basto per far sussultare il lo spadaccino. Zoro si voltò verso di lui, senza capire.
- Ho sentito Il capitano che ne parlava con suo fratello, sembrava davvero distrutto.. E tu, a giudicare come ti comporti, non dovresti essere da meno..-
- Non so affari che ti riguardano!- Ringhiò lo spadaccino colto in fallo.
- Forse No.- Rispose l’ altro con una calma innaturale . - Ma non mi piace vedere un mio compagno lasciarsi andare all’ agonia in questo modo.-
Zoro fremette innervosito.
- Non tutti sono destinati ad essere felici, sai?- Rispose infine.
Sanji sogghigno appena.
- Dipende.. Tu vuoi esserlo, Marimo?- Concluse alzandosi e andandosene, così come era venuto.
Lo spadaccino lo guardò allontanarsi. Quelle parole lo avevano spiazzato. Spostò lentamente lo sguardo su Rufy che discuteva allegramente con Nami e Chopper e, quasi improvvisamente gli venne voglia di essere felice.


Oddei sono nervosissima! Spero tanto che vi sia piaciuto! Sapete, ho dovuto tagliare molto parti per riuscire a rispettare la tabella di marcia(?) anche se è venuto lunghetto lo stesso.. Ricordate! Una piccola recensione e mi darete la forza e la voglia di continuare a scrivere! A voi può portare via 2 o 3 minuti.. Ma a me può farmi felice per 2 o 3 giorni!ah! un grazie a Katy 93 che con la sua frase mi ha ispirato l' ultima scena**
Seguito: Venerdì 29 Aprile 2011.

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Capitolo 16
*** Il mondo in uno sguardo. ***


Sono esasperata! Avevo controllato tutto alla perfezione, risposto ai commenti, ed ero pronta a pubblicare.. Eeee BAM! E arrivata mia sorella urlando qualcosa che ho preferito ignorare, e senza rendersene conto , ha staccato la spina del computer e se ne andata! PUF TUTTO ANDATO IN POLVERE! Cioè ma dico! È stata qui, si e no, 10 secondi al massimo ed è già riuscita a farmi uscuire di testa!! Ma cosè? Una specie di talento disumano!?!?!
Cof cof.. Scusate lo sfogo, ma mi ci voleva.. Se avete sorelle o fratelli dovreste capirmi..
Passando ad altro. Ho passato 2 giorni senza la benché minima ispirazione! Fissavo la pagina bianca come una pazza, ma NIENTE! Poi tutto d’ un tratto è arrivata come un fulmine alle 2 di oggi! E giù a scrivere! Fiiiu spero che vi piaccia, io sono poco fiduciosa-.-
Cooooomunque grazie a quelli che mi seguono o commentano! Perché senza di loro sarei persa! Ooook ragazzi sono nervosa(come sempreXP) beh ci vediamo giuJ

Il mondo in uno sguardo.

Il giovane camminava a passo svelto per il lungo corridoio tempestato di ritratti e riconoscimenti. Le luminose finestre davano sul mare colorato dal rosa tenue dell’ alba. Gli lanciò un occhiata fugace per poi affrettare ancora di più il passo dalla cadenza militare, quasi pentito di quella piccola debolezza e tutto d’ un tratto di ritrovò davanti a quella enorme porta di scuro alabastro.
Bussò con il torso delle dita lunghe e affusolate.
- Avanti.- Gli risposero da dentro con tono infastidito.
Il giovane entrò chiudendo la porta alle sue spalle, irrigidendo i muscoli e mettendosi rispettosamente sull’ attenti.
L’ ufficio era ben arredato, anche se un po’ spoglio. Era estremamente spazioso e spartano. Solo il pavimento ricordava vagamente l’ alto grado dell’ proprietario . Finemente lavorato e decorato con stemmi e affreschi in stile classico.
- Che c’è?- Chiese l’ uomo seduto dietro la scrivania in tema.
- Mi scuso per la prematura ora, Grand’ Ammiraglio Sengoku, ma analizzando i resoconti e i filmati della nostra base di ricerca e studio a Dracma, sono emersi fatti di cui lei dovrebbe essere messo al corrente.-
Sengoku alzò lo sguardo massaggiandosi una tempia.
- È un’ emergenza?-
- No, signore.-
- E allora perché non avete chiesto ad uno degli Ammiragli di occuparsene? Io ho molto lavoro da svolgere.-
Il giovane deglutì nervoso.
- Il capo del reparto di controllo, mi ha espressamente chiesto di comunicarlo prima a Lei.-
Sengoku sbuffò mettendo da parte le carte a cui si stava dedicando.
- Sentiamo allora!-
- Una settimana fa, è stato avvistato sull’ isola di Dracma, insieme ad alcuni suoi compagni, Monkey D. Rufy detto Cappello di paglia. Il pirata ha..-
- Come prego?- Lo interruppe il superiore accigliato.
- Monkey D. Rufy, Signore. Il pirata che a Marineford..-
- So bene chi è.. Ma non abbiamo sue notizie da due anni.. Lo si dava per morto.-
Sengoku quasi non riusciva a crederci. Ricordava bene le ferite riportate da quel ragazzino. Nessuno avrebbe potuto sopravivvere ad una cosa simile. Persino Garp lo dava per spacciato.
- È impossibile..- Riprese poi.
- Signore.. Abbiamo un filmato come prova..- Ribattè ancora il giovane titubante.
Il Grand’ Ammiraglio rimase in silenzio per un istante, come per riordinare le idee.
- Chiamami il Vice- Ammiraglio Garp.. E porta immediatamente qui il nastro.-
- Vuole che chiami anche gli Ammiragli?-
Sengoku fece un segno di diniego con la testa appoggiandosi alla scrivania e intrecciando le mani.
- No, per ora accertiamoci che sia effettivamente Cappello di paglia. Non è mia intenzione allarmare nessuno.-
Il giovane annuì facendo un saluto militare, dopodichè sparì dalla porta così come era entrato.
Alla sua uscita Sengoku sospirò. Quel ragazzino gli aveva dato del filo da torcere e per di più aveva messo in grave imbarazzo la Marina, sia a Eneis Lobby che a Marineford e non poteva di certo tollerare una cosa del genere.

***

Il vento freddo sulla pelle lo fece rabbrividire. Rufy aprì controvoglia gli occhi stringendo i pugni sull’ erba sotto di lui. Si alzò piano a sedere ed un lancinante mal di testa lo colse in pieno.
- Aah..- Fece tenendosi la fronte.
Avevano fatto baldoria tutta la notte, ma si ricordava ben poco, se non quella bottiglia di Rum, che ormai giaceva svuotata ai suoi piedi. Non gli capitava spesso di ridursi in quello stato, ma a sua difesa poteva dire di essere arrivato a quel punto quasi inconsciamente.
Tutto il nervoso per l’ annuncio e la gioia per la reazione dell’ equipaggio lo avevano spinto da un alcolico all’ altro, ma non era di certo l’ unico.
Il ponte della nave era punteggiato dai suoi fidati compagni che, chi comodo e chi un po’ meno, dormivano bellamente.
Sorrise ignorando le fitte alla testa.
Lui era capitato, chissà per quale fortuito caso del destino, sotto l’ albero di mandarini di Nami, proprio a centro del prato. Accanto a lui, naturalmente, Ace che si conformava alla massa sonnecchiando pesantemente. Gli accarezzò il capelli con dolcezza mentre vagava senza meta con lo sguardo.
Poco lontano da loro c’ era Zoro, stravaccato malamente sulle scale.
Per lui quella notte doveva essere stata davvero lunga. Per un attimo ebbe la voglia di andare lì per tirargli su il morale, ma pensandoci meglio, lui era la persona meno indicata per fare una cosa simile, senza contare che avrebbe potuto nuovamente sentirsi attratto dal compagno. Lo osservò a lungo, accarezzando con lo sguardo quei lineamenti duri ma rilassati, le labbra socchiuse da qui usciva quel respiro regolare come le onde del mare che si infrangono sulla sabbia. Rufy inclinò la testa ipnotizzato da quei piccoli particolari. Al momento, non desiderava che alzarsi e andargli incontro. Le gambe si mossero appena in un sussulto, come per spingerlo a compiere quell’ azione tanto impulsiva e sconsiderata. Sbagliata.. Ma come ben si sa, gli uomini sono sempre attratti dal pericolo, o perlomeno i pirati.
Improvvisamente, Zoro aprì di scatto gli occhi guardandolo intensamente. Cappello di paglia perse un battito incrociando il suo sguardo. Vergognandosi di essersi fatto sorprendere a fissarlo mentre dormiva. Ma Zoro non pareva darci importanza. Aveva un aria indecifrabile, quasi criptica ma allo stesso tempo così sincera. Rufy cercò in quegli occhi l’ accenno di una emozione più visibile. Ogni secondo che passava notava qualche sentimento diverso nelle iridi smeraldine di Zoro. Desiderio, tristezza, pace, sicurezza, frenesia. Un vortice di sensazioni tutte contrastanti ma incastrate come i pezzi di un puzzle. Li dentro, vi trovò un mondo.
Uno sguardo fatto di mille parole e gesti. Di quelli che sembrano durare secoli. Di quelli che potrebbero bastar per una vita intera. Parlavano, quegli occhi. Si baciavano facendo l’ amore tra loro. Lontani ma vicini.
Rufy si sentì come svuotato e colmato da ogni sorta di sentimento. Un sensazione che fortificava e ti distruggeva allo stesso tempo. E allora capì. Non poteva essere solo attrazione. Era molto di più. Dio, se era di più.
Avvertì in quel momento un lieve fremito provenire dal fratello e trattenne il fiato spostando l’ attenzione su di lui.
Ace aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco la figura china su di sé, anche se infondo sapeva benissimo di chi si trattava.
- Buongiorno.- Disse.
Rufy, ancora scosso e senza parole, si costrinse a fare un sorriso, consapevole di quanto potesse sembrare falso.
- Buongiorno.-
- Tutto bene, Ru? Hai una faccia..- Fece Ace accigliato mentre appoggiava la testa sulle gambe del fratello.
Cappello di paglia annuì mostrandosi convinto, carezzandogli ancora i capelli.
- Certo.- Si affrettò a dire. - Sono solo reduce da una sbronza spaventosa, tutto qui.-
Ace rise.
- Devo tenerti la fronte e metterti un dito in gola, fratellino?- Chiese scherzando.
- No, grazie!- Rispose Rufy ridendo a sua volta. Ace aveva questo immenso talento: Lo faceva stare bene, anche se non se lo meritava affatto.
- Comunque ieri sera sei stato davvero terribile.- Fece Pugno di fuoco sorridendo divertito.
- Perché?-
- Mmm.. Da dove potrei incominciare? Forse dal tuo inspirante concerto..-
- Il mio che cosa?- Chiese sconcertato Rufy.
- Ero certo che non te ne ricordassi, eri ubriaco marcio! Ti sei messo a cantare a squarcia gola“Amazing Grace” dalla cima della nave..-
- Quello lo faccio anche quando sono sobrio, sai?!-
- ..Fino a che..- Proseguì Ace senza smettere di sorridere.- Non hai tentato di spogliarti e buttarti in mare. Lì mi sembrava giusto intervenire.. Anche se mi divertivo a guardarti!-
- Oh ma che gentile!- Lo prese in giro Rufy.
- Se ti fa sentire meglio, la metà della tua ciurma era nelle tue stesse condizione. Quindi dubito che se ricordino.-
- Ho fatto altro di altrettanto imbarazzante e avventato?-
- Niente che tu voglia sapere, fratellino.- Rispose beffardo Ace.
- Ora si che sono più tranquillo!- Fece l’ altro con sarcasmo.
Rufy scosse la testa alzando lo sguardo davanti a sé per poi bloccarsi allibito. Zoro era sparito, probabilmente se ne era andato non appena Ace si era svegliato. Restò immobile a guardare il punto in cui, solo pochi istanti prima, vi era il suo compagno. Nel suo sguardo una vaga malinconia.
- A che pensi?-
La voce di Ace ebbe l’ effetto di una doccia fredda, Rufy si riscosse guardando il fratello.
- A niente.- Mormorò con un piccolo sorriso.
Ace lo guardò a lungo, come se lo stesse studiando e sezionando i suoi pensieri uno alla volta alla fine lo ricambiò . Qualcosa però, in un angolo recondito della sua mente, gli diceva che c’ era ben poco da sorridere.

***

Monkey D. Garp guardava il video con lo stomaco stretto su sé stesso. Osservava attento il nipote senza perdersi un istante. I muscoli guizzanti e tesi per lo sforzo, lo sguardo truce rivolto al nemico e i movimenti studiati e veloci del suo corpo di gomma. Era diventato un magnifico combattente e trasmetteva una serietà e lucidità impressionante. Gonfiò appena il petto, fiero del sangue del suo sangue.
- Allora, Garp? È Cappello di paglia, vero?- Chiese Sengoku.
Il Vice-Ammiraglio annuì.
- Proprio lui! Quel degenerato di un nipote!- Tuonò burbero in risposta, nascondendo il suo orgoglio paterno. Si voltò verso il superiore e vide quella giusta e fredda spietatezza con cui i Marine guardavano i pirati. Apparteneva anche a lui, ma non nei confronti di Rufy e di Ace. Aveva provato a odiarli, a dirsi che erano solo dei luridi delinquenti di peggior specie, ma non era servito a niente. Un padre, per quanto i figli possano sbagliare, gli vorrà sempre bene.. Volente o nolente. Abbassò lo sguardo impotente.
Sengoku fece lo stesso, non sapendo che dire al fidato amico.
- Garp..-
L’ anziano D. Monkey si voltò immediatamente verso la porta dirigendo verso essa.
- Ti servivo solo per riconoscerlo, no?- Disse con poca cura. - Bene, ora se non ti dispiace torno a dormire, non mi piace svegliarmi all’ alba!-
Sengoku lo guardò allontanarsi.
- Si, vai pure. Ti chiamerò se avrò ancora bisogno di te.-
Garp alzò una mano in segno di saluto mentre usciva dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Indugiò sulla porta ancora un secondo, il tempo necessario per sentire:
- Sono Sengoku, mandatemi immediatamente gli ammiragli.-
Trasalì iniziando a percorrere a passo veloce il corridoio. Un’ odiosa preoccupazione gli attanagliò con forza lo stomaco. Sospirò.
- Ace, ti prego.. Proteggilo.- Mormorò con tono sommesso.

E un altro è andato… ragazzi mi è venuta un ideuccia malata.. Muhahahahaha.. Agiterò un po’ le acqueXO please un commentino.. Ne sono avidaaaaaXD un bacio gente.
Seguito: Martedì 3 Maggio 2011

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Capitolo 17
*** La via per l' inferno. ***


Ragazzi! Grazie mille a tutti! Ogni volta che vedo chi segue o chi commenta, sono felicissima! … siete il massimo davvero<3<3

La via per l’ inferno.

Il monotono rollio della nave stava diventando quasi snervante. Il mare era calmo come il cielo che andava sull’ imbrunirsi.
Rufy non riusciva a staccare lo sguardo dall’ isola. Era di forma irregolare, ricoperta di quella mantella verde d’ alberi e di arbusti. Davanti a sé l’ imboccatura del corso d’ acqua che conduceva al suo interno pareva chiamarlo. Le rocce sopra l’ entrata apparivano friabili e pericolanti, ma non avevano altra scelta.
- L’ isola di Kanatsuya- Aveva detto Nami quel pomeriggio. - Chiamata anche “ Le chemin de l‘ enfern”-
- “La via per l‘ inferno?”- Aveva chiesto interrogativo Sanji con la fedele sigaretta tra le labbra.
La navigatrice aveva annuito.
- Esatto. Intorno a quest’ isola corrono correnti d’ acqua che, se prese, possono riportare alla porta del Grande Blu o in posti ben più pericolosi..-
- E allora che facciamo? Dobbiamo tornare indietro?!- Aveva chiesto Franky.
- No, basterà attraversarla con la Sunny.-
Tutti si erano zittiti senza capire, allora Nami aveva continuato a parlare tirando fuori un cartina dalla propria borsa.
- L’ isola è attraversata da un canale sotterraneo dove è presente una corrente molto forte che può farci sbucare in pieno oceano nel giro di diverse ore o poco più-
- Quindi ci basta percorrere questo tunnel, no?- Aveva azzardato candidamente il Capitano.
- Non è così semplice, Rufy.. Quel percorso è molto pericoloso, ha portato alla deriva centinaia di navi.-
- Ed ecco spiegato il soprannome dell’ isola..- Aveva decretato Ace con tono lugubre.
- Infatti.- Aveva risposto Nami.
- Non potremmo tornare indietro e prendere un’ altra strada? Ce ne sono di tante..- Aveva proposto il cecchino.
Zoro era intervenuto immediatamente, appoggiato alla balaustra con le braccia incrociate.
- Impossibile. Oramai i viveri scarseggiano, non siamo nelle condizioni di affrontare un’ altra traversata di quelle dimensioni.-
- Potremmo approdare sull’ isola, fare scorta di provviste e successivamente tornare indietro.- Aveva mormorato Chopper.
- No purtroppo. La corrente non ce lo permetterebbe. Trascinerebbe subito la nave all’ interno del tunnel sotterraneo-
Nessuno aveva replicato a quelle parole. Era tutto vero.
- In ogni caso, l’ ultima parola spetta al Capitano,Yohohoho!- Aveva decretato infine Brook.
- Noi appoggeremo la tua scelta.- Aveva aggiunto poi Nico Robin.
Rufy si era ritrovato improvvisamente, tutti gl’ occhi puntati su di sé. Li aveva restituito lo sguardo, squadrandoli uno ad uno. In ogni caso, il rischio era altissimo.
- Attraverseremo la corrente che passa per l’ isola. Mantenendo la dovuta calma dovremmo essere in grado di superala senza troppi problemi.- Aveva decretato in conclusione.
Ora stavano per entrare nell’ imboccatura, Cappello di paglia lanciò un ultimo sguardo al cielo prima che il suo viso venisse inghiottito dall’ ombra umida delle rocce. Il mare nel tunnel era nero come inchiostro e pareva risucchiare la nave che procedeva con cautela. Gli tremava il respiro. Non si sarebbe mai perdonato se fosse accaduto qualcosa ai suoi compagni.
- Hai fatto la scelta più giusta, Ru.- Gli rispose la voce di Ace come se gli avesse letto nel pensiero.
- Sarò tranquillo solo quando saremo tutti dall’ altra parte dell’ isola.-
Pugno di fuoco rise.
- Non avevo dubbi!-
Rufy si sforzò di sorridere. Stavolta nemmeno suo fratello poteva calmare la sua angoscia.
Infatti dopo appena 15 minuti di navigazione:
- Rufy stiamo acquistando velocità!- Gli urlò Nami affannata.
Il Capitano si sporse dal parapetto ansioso constatando la veridicità della notizia.
- Spiegate le vele, proveremo a rallentare in questo modo! Usop, cerca di colpire gli scogli che sporgono troppo verso la nave! Franky tu invece vai al timone! Nami Robin e Brook, voi controllate da diverse angolazioni eventuali cambiamenti! FORZA, CORRERE!- Ordinò a gran voce. Quando c’ era di mezzo la vita dei suoi compagni diventava del tutto un’ altra persona.
Ace, Sanji, Zoro e Chopper si precipitarono all’ albero maestro della nave, mentre i compagni eseguivano gli ordini del Capitano.
Il freddo cunicolo si riempì improvvisamente di botti ed parole confuse, naturalmente il buio non aiutava.
Anche a vele spiegate la situazione non cambio di molto, il timone stava diventando incontrollabile e i colpi agli scogli provocavano alla nave tremendi scrolloni che costringevano la ciurma a tenersi a qualsiasi cosa avessero accanto.
Una frase emerse da quello assurdo frastuono.
- Una cascata ad ore 10!- Fece la voce di Robin.
Gli sguardi di tutti si puntarono verso il punto in questione, fissandolo con orrore.
La nave si inclinò pericolosamente avvicinandosi al salto, e facendo ruzzolare a terra metà dei membri dell’ equipaggio.
Rufy respirava pesantemente tentando di ritrovare quella lucidità che si disperdeva poco a poco. Non sarebbero sopravvissuti ad un dislivello del genere. Nemmeno il tempo concludere il pensiero che la Sunny era già sul limite della cascata. Successe in un attimo solo, veloce come un battito d’ ali, e si ritrovarono lanciati verso chissà dove.. A precipitare nel vuoto.
Cappello di paglia cadde a terra mentre lo stomaco si stringeva su se stesso, fu così che il suo sguardo incontrò il soffitto.. Poi un colpo di genio.
Si lanciò letteralmente verso il possente albero maestro con il viso rivolto verso prua aggrappandosi con le gambe ad esso.
- TENERSIIII!- Urlò con quanto più fiato aveva in gola. Dopodichè allungò le braccia sino ad attaccarsi ad alcune sporgenze sopra di sé, nel folle tentativo di fermare in qualche modo l’ ascesa della nave. Il contraccolpo fu durissimo, forte abbastanza da mozzargli il respiro mentre sbatteva violentemente contro il legno.
La gomma si allungava docilmente sotto quel peso mentre nella sua mente sperava di arrivare presto alla fine di quella depressione.
“ Avanti.. Ti prego!” Pregava nella sua mente.
Lo sguardo dei compagni erano puntati su Rufy pregando con lui. Ace e Zoro osservavano la scena preoccupati, l’ angoscia li divorava voracemente. I loro erano occhi uguali. Di chi a paura di vedersi portar via tutto. E poi, si specchiarono gli uni negli altri. E cambiarono entrambi, nello stesso momento: da terrore ad astio. Ad un passo dalla morte si squadravano con ira, rivendicando entrambi il proprio dominio su quello che credevano gli appartenesse di diritto.
Il colpo con l’ acqua arrivò quasi inaspettato, e venne accolto con sollievo mentre le onde alte metri schizzavano prepotentemente intorno.
Rufy con un sorriso stanco mollo le prese, accasciandosi a terra.
- State tutti bene?- Fece una volta ripreso fiato.
Si scatenò un coro di affermazioni tra la ciurma.
Rufy prese un sospiro di sollievo. Restò coricato sul ponte ascoltando di le discussioni dei suoi compagni. Ridevano, scherzavano sul pericolo appena passato, facendo sorridere il Capitano.
Ace si avvicinò al fratellino tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi, sotto lo sguardo di Zoro, come a volerlo fare apposta.
- E bravo il mio fratellino! Vedi che quando usi la testa non va poi così male!?- Scherzò scompigliandogli teneramente i capelli.
Rufy sorrise di rimando al fratello, poi qualcos’ altro catturò la sua attenzione.
- Ragazzi, venite un po’ a vedere.- La voce pacata di Robin gli giunse subito all’ orecchio e Cappello di paglia la raggiunse seguito dai compagni d’ avventura. Si sporse quel tanto che bastava per scorgere oltre il parapetto e quello che vide lo lasciò a dir poco sbigottito.

***

Era come se fossero finiti nel sifone di un lavandino, o per meglio dire, un enorme sifone di un lavandino.
Le pareti erano umide e, alzando lo sguardo al cielo, non si riusciva a vedere la fine della caverna. Poco più avanti si estendeva una piattaforma rocciosa contornata per meta da una parete di roccia puntellata di piccoli e bui tunnel e per l’ altra dall’ acqua nera e immobile.
- Ma dove siamo finiti?- Fece Usop percorrendo con lo sguardo il paesaggio.
Solo Nami fu in grado di rispondere alla domanda.
- Questo deve essere “ Le cœur du diable” -
La ciurma la guardò interdetta allora la ragazza si affrettò a riprendere.
- “ Le cœur du diable” è il centro dell’ isola. Vuol dire che siamo esattamente a metà dall’ uscita!-
- Un momento! Io qui non vedo nessuno passaggio in cui potrebbe passare la Sunny.- Constatò Franky osservando il luogo.
- Vuol dire che siamo bloccati qui!?- Chiese allora Chopper.
- Si, almeno fino a domani mattina.- Fece Nami voltandosi poi verso l‘ archeologa.- Robin.. Sai dirmi che ore sono?-
Questa sembrò pensarci un istante.
- Dovrebbero essere le 8 e qualcosa, se non erro.- Rispose infine alzando le spalle.
La navigatrice annui. - Ho capito.. Deve essere colpa della marea..- Sentenziò.
- La marea?- Fece Rufy accigliato. - Che centra ora la marea?-
Ace precedette Nami nella spiegazione.
- In questa parte del globo, la Luna ha una grande influenza sulle acque marine. Probabilmente, il passaggio che porta all’ uscita deve essere stato coperto dal mare.-
- Esattamente.- Commentò Nami.
- Quindi ci basterà aspettare fino a domattina, quando l’ acqua si sarà ritirata..- Si intromise Sanji.
- Per l’ appunto.-
Rufy, continuava a percorrere con gli occhi l’ immobilità della caverna con sguardo assente, ignaro del fatto che Zoro lo stesse fissando ormai da diverso tempo, la cosa non sfuggì però ad Ace.
Pugno di fuoco, con finta naturalezza, passò lentamente una braccio intorno alla vita del fratello che non oppose resistenza appoggiando la testa alla sua spalla, lo strinse dolcemente a sé schioccandogli un bacio sulla fronte, come per marcare il territorio. Lanciò un’ occhiataccia incandescente allo spadaccino che gliela restituì con altrettanta enfasi.
La battaglia era alle porte.

Pietà! So che ul capitolo non è il massimo ma sono stati giorni pesantissimi.. Spero dio rifarmi più avanti! Lasciate un commentuccio! Vi adoro, un bacio**
Seguito: Venerdì 6 Maggio 2011.

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Capitolo 18
*** Pervasi dallo stesso fuoco. ***


Chiedo a tutti voi umilmente perdono per non aver pubblicato in orario, ma ieri a pattinaggio sono caduta e mi sono fatta male.. Ho dovuto andare al pronto soccorso e quindi non ho potuto ne finire il cappy ne ricontrollarlo… pensate che tra un mese ho una gara importante e mi ritrovo con sta slogatura di merda… spero che passi presto..comunque scusate ancora^^
Grazie a tutti voi che mi seguite e mi commentete.. ^^
uuuh sono in tempo per la mezzanotteXD

Pervasi dallo stesso fuoco.

Erano tutti contenti di mettere piede sulla terra ferma, anche se era quella di una grotta sotterraneo buia e fredda.
Rufy non faceva che guardare con aria sognante i numerosi cunicoli che si diramavano sulla superficie rocciosa. Chissà quali meraviglie nascondevano.
- Non ci pensare nemmeno!- Fece acida Nami dietro di lui.- Non mi va di venire a cercarti quando ti perderai! Perché non vai ad aiutare Sanji come quel santo di tuo fratello?-
Rufy sbuffò contrariato, battendo i piedi.
- mmm.. Non vi và. Voglio visitare le grotte, Nami!-
- Sei proprio un bambino!- Rispose questa incrociando le braccia. Il suo capitano era una delle persone migliori del mondo, ma quando si metteva in testa una cosa diventava insopportabile.
- Era un si?- Chiese l’ altro sorridendo innocente.
La navigatrice fece per ribattere ma Rufy, ormai, si era già messo a correre verso uno dei tunnel. - Sei la migliore! Ci vediamo dopo!-
- Ma no! Rufy, io non..Ah sei impossibile!- Urlò adirata mentre il compagno spariva poco a poco.
Strinse i pugni prendendo a camminare verso la nave e sforzandosi di mantenere la calma. A 19 anni suonati, Rufy, continuava a manifestare quegli irritanti comportamenti. Poi, mentre stava ancora imprecando contro il Capitano, i suoi piedi si imbatterono in una figura distesa a terra che la fece quasi ruzzolare a terra.
- Idiota di un squattrinato, proprio qui devi metterti a dormire!?- Sbraitò colpendolo con un calcio allo stomaco.
Zoro si svegliò immediatamente ,piegandosi su sé stesso per il colpo.
- Ma che ti è preso, brutta strega!? Hai per caso il ciclo!?- Biascicò per poi pentirsene subito dopo. Si era dimenticato di quanto Nami potesse essere temibile.
La ragazza in risposta lo prese per la cottola alzandolo quasi da terra e guardandolo con aria omicida.
- Invece che improvvisarti comico con queste stronzate, vai a cercare Rufy in uno di quei cunicoli!- Scandì come se volesse scuoiarlo vivo, lasciandolo andare malamente e riprendendo a camminare verso la Sunny.
-In quale è entrato!?-
Nami non rispose, troppo occupata a trattenersi dal spaccargli la faccia.
- Ehi, sto parlando con te!-
Niente.
Zoro scosse la testa innervosito per poi voltarsi verso i piccoli canali. La smania di entrare in uno di loro per andare incontro al Capitano diveniva sempre più forte. Nella sua mente galleggiava ancora lo sguardo che si erano scambiati quella mattina.
I suoi occhi si colorarono di un vago ma sentito interesse mentre s’ incamminava verso un’ imboccatura scelta a caso, piano per mascherare l’ impazienza.

***

Dopo essere salita sul ponte della Nave, Nami, con lo sguardo truce e l’ irritazione in corpo si andò a sistemare in cucina, dove Ace e Sanji preparavano la cena.
- Nami- Swaaan! Mio dolce bocciolo di rosa, che è successo!?- Chiese il cuoco notando subito la smorfia sulle labbra della navigatrice che si era gia accomodata al tavolo.
- Tz.. Lascia perdere. Non sono dell’ umore giusto.-
Sanji mimò teatralmente lo spezzarsi del suo cuore, sotto lo sguardo divertito di Ace e quello infastidito di Nami.
- Non metterti a fare l’ idiota pure tu, ora!- Fu la risposta della ragazza.
- Oh, mia sublime Dea! Dimmi, chi ha fatto l’ idiota con te!? Mi premurerò di staccargli la testa dal collo e regalartela su un piatto d’ oro!- Decretò l’ altro.
La navigatrice si portò le mani alla testa mentre Ace se la rideva.
- È colpa di Rufy, vero? Sa essere davvero insopportabile a volte.-Fece sorridendo.
Nami sospirò.
- Già.. Ma non è l’ unico su questa nave. È a parimerito con Zoro! -
- Marimo di merda.- commentò Sanji.
Pugno di fuoco avvertì un fastidioso movimento scuotergli lo stomaco ma cercò di mascherarlo. Si morse la lingua per non esprimere il suo pensiero sullo spadaccino, limitandosi a sorridere appena e a cambiare discorso.
- Rufy dov’è?-
- È andato ad esplorare in giro.. Sta tranquillo comunque, ho già mandato Zoro a cercarlo.-
Ace perse un battito guardando la navigatrice negli occhi.
- Zoro?- Ripeté sconcertato.
- Proprio lui. Sarà anche un idiota ma è abbastanza affidabile.- Fece bevendo distrattamente dal bicchiere che gli stava offrendo il cuoco.
Sanji osservò con la coda dell’ occhio la reazione del ragazzo.
Ace era impallidito, respirava piano guardando davanti a sé come immerso in un mondo suo. Rimase in silenzio ancora per diversi istanti, poi finalmente parlò.
- Scusate, mi sono appena ricordato di dover fare una cosa.- Disse prendendo a passo svelto la porta.
- Ace, aspetta ma che?! Oh, basta ci rinuncio!- Fece Nami sbuffando sonoramente. -Ma che gli sarà preso?-
Sanji restò in silenzio a guardare la porta. Aveva notato subito il lampo di irritazione negli occhi di Ace nel sentir parlare di Zoro, da una parte riusciva benissimo capirlo ma dall’ altra non poteva fare di provare quel brutto presentimento nei confronti della vicenda. La cosa gli piaceva sempre meno.

***

Era tutto estremamente buio e silenzioso. Rufy era quasi pentito di non essere rimasto sulla Sunny. Non sapeva da quanto stesse camminando, semplicemente procedeva a tentoni lungo quella umida e stretta via.
Le sue membra iniziavano a irrigidirsi lentamente per il freddo, ma non voleva fermarsi. Doveva raggiungere quella luce così lontana.

***

“ Ma dove diavolo sono finito” Si chiese Zoro vagando con lo sguardo per tutta la lunghezza del luogo in cui era capitato.
La grotta non superava le dimensione di quella in cui era ormeggiata la Sunny, ma era lo stesso enorme. Puntellata di enormi pietre minerali dai colori più svariati che sembravano emettere una leggera luce e da centinaia di cunicoli, si ergeva in tutta la sua incontaminata bellezza. Ma di Rufy, nessuna traccia.
Lo spadaccino iniziava a preoccuparsi. Avrebbe potuto essere ovunque.. magari in pericolo. Gli si strinse lo stomaco a quel pensiero. Non poteva nemmeno chiamarlo, poco prima ci aveva provato ma tutto quello che aveva ottenuto era stato il pericoloso oscillare delle rocce sopra di sé.
Il silenzio era così intenso da fargli quasi venire mal di testa. E poi inaspettatamente:
Tap. Tap.
Zoro sussultò. Quelli erano rumori di passi, sicuramente del suo Capitano, realizzò sentendosi stupidamente felice. Si guardò intorno cercando di captarne la direzione di provenienza, mentre si facevano sempre più forti. Venivano dalla sua destra. Si voltò con il sorriso sulle labbra.
- Dove ti eri cacciato, Rufy?! Sarà un ora che ti cerco!-
Vedeva la figura scura ferma sull’ entrata del tunnel. Appoggiata blandamente ad una parete.. C ‘ era qualcosa che non andava.. Quello non sembrava affatto Rufy.
- Rufy?- Chiese sospettoso, inclinando la testa.
Dalla figura nella penombra si aizzò una risatina.
- No.. Non proprio.- Rispose poi
Zoro a quella voce si irrigidì mentre il sorriso sulle labbra moriva per lasciare spazio ad una smorfia infastidita.
- Ace.- Pronunciò solenne.- Qual buon vento?-
Pugno di fuoco si incamminò lentamente verso di lui. Sul bel viso un ghigno che stonava appena con i suoi fini lineamenti.
- Lo stesso tuo.- Disse guardandolo intensamente. - Devo cercare Rufy.-
Si guardarono con astio, come a volersi fulminare con lo sguardo. I loro occhi bruciavano dello stesso fuoco e della stessa rabbia. Terribili e inesorabili.
- Ah, si?-
- Sì.- Rispose Ace mascherando con finta cordialità la sua voce. - Quindi ora puoi tornare alla nave, ci penso io a lui, grazie.-
Zoro capì subito che quella frase aveva più di un significato.
- Non credo che lo farò. Ho paura che possa essersi cacciato nei guai e preferisco restare per aiutarlo.-
- Basto io per questo non credi? Puoi andare.-
Lo spadaccino scosse la testa.
- Sono il suo vice.-
- Sono il suo ragazzo.- Rispose tagliente Ace lasciando Zoro senza possibilità di risposta.
Si guardarono ancora, senza dire una parola. Poi lo spadaccino emise una leggera risatina.
- Che ci trovi di tanto divertente?- Chiese Pugno di fuoco.
Zoro non rispose, e questo mandò su tutte le furie Ace. Si stava sforzando per non prenderlo a calci e quello gli rideva in faccia? Non poteva proprio tollerarlo.
- Sparisci dalla mia vista.- Aggiunse con disprezzo.
Lo spadaccino lo guardò beffardo.
- Che cos’ è? Una minaccia?-
- Forse.. Vattene e ti farò il favore di non fartelo sapere.-

***

Il pesante silenzio che Rufy sentiva iniziava a spezzarsi sotto quelle voci lontane che parevano chiamarlo. Inizialmente aveva pensato che fossero solo frutto della sua fantasia, ma ora certo che non fosse così.
Tese l’ orecchio cercando di scorgere un suono distinto o vagamente riconducibile ad una parola. Ma niente, era ancora troppo lontano.
Velocizzò il passo tentando di raggiungere quella tenue luce davanti a sé.
Poco a poco i suoni si fecero più udibili e definiti e Rufy riconobbe immediatamente le voci: Ace.. E Zoro?
Raggiunta la sporgenza che dava sulla maestosa caverna si fermò ad ascoltare la conversazione. Poteva percepire benissimo la tensione nell’ aria e sui volti dei due.
Decise di non intervenire però, non ancora..
- Hai per caso qualche problema con me?- Chiese Zoro guardandolo di storto.
Ace gli restituì lo sguardo.
-Sai Zoro..- Prese a dire.- Tu sei una persona interessante. Sei forte, determinato e sveglio. Sono tutte ottime qualità che apprezzo molto.. Ma chissà per quale motivo non riesco a apprezzare te..-
- Forse perché sono più bello di te?- Fece questo con un ghigno.
Ace rise. Una ristata senza ilarità però.
- Sei anche simpatico.. Forse l’ unica cosa che non sopporto di te è il modo in cui guardi Rufy.. Si forse è proprio questo.-
Il ragazzo in questione spalancò la bocca incredulo, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.. Stavano litigando per lui? Per un attimo un leggero senso di felicità lo pervase ma sparì immediatamente per lasciare spazio allo sconforto più assoluto.
Zoro intanto, diversi metri sotto di lui, fremette colpito in fallo.
- Come prego?-
- Non fare il finto tonto con me.- Ringhiò l’ altro - Credi che non mi accorga del modo in cui lo guardi? So che c’ è stato qualcosa tra voi due ma ora è finita, mettitelo in testa.-
Lo spadaccino trasalì non pensando più alle parole che stava per dire, nella sua mente solo un rabbia cieca e folle.
- E tu che ne sai?- Rispose freddo come il ghiaccio.
Ace si lasciò scappare una risatina concitata.
- Basti pensare all’ annuncio di ieri sera..- Fece scrollando le spalle. - .. Io posso renderlo felice, e tu devi fartene una ragione.. In un modo o nell’ altro.- Odiava prendere le parti del bastardo, ma non aveva scelta. Rufy era la cosa più importante della sua vita ed era disposto a difenderla con i denti e le unghie.
Lo spadaccino lo squadrò con ribrezzo. Le nocche bianche sotto la stretta dei suoi pugni, i muscoli tesi e rigidi e gli occhi accesi da una luce febbrile. Non era mai stato un tipo paziente.
Intanto Rufy, nascosto in uno dei cunicoli ascoltava in silenzio. In cuor suo sperava che Zoro rispondesse per tono, ma non voleva ammetterlo. Era devastato dal dubbio: fermarli o non intromettersi?
Gli occhi dei due fratelli erano puntati sullo spadaccino, ansiosi di ascoltare la sua risposta, che non tardò ad arrivare. Zoro si avvicino lentamente e con passo felpato, il suo viso distorto da un ghigno. Si fermò ad un passo da Ace.
- E.. se io.. Decidessi di no?-
Rufy su portò una mano alla bocca, mangiandosi le unghie fremente.
Ace invece deglutì adirato.
- Dovrò usare le maniere forti, temo..-
Zoro non cambiò espressione, restò lì a fissarlo con aria di sfida.
- Fammi vedere.-
Il resto venne da solo, Ace strabuzzo gli occhi fuori di sé afferrandolo malamente per la cottola. - TU DEVI STARE LONTANO DA LUI!- Sbraitò sbattendolo contro una roccia con una violenza tale da far sussultare Rufy.
Lo spadaccino si lasciò scappare un gemito per il contraccolpo.
- Ma guarda che si è deciso ad abbandonare la maschera da santarellino..- Sputò per poi sferrargli una ginocchiata allo stomaco.
Ace si piegò letteralmente in due dal dolore lasciando andare per un’ istante la presa sul collo dell’ altro, che ne approfittò per tentare un altro colpo. Tuttavia, Pugno di fuoco scattò prontamente di lato evitandolo e gettandolo a terra con un potente calcio al fianco.
Zoro sentì il pungente sapore del sangue bagnarli la lingua, ma si costrinse a rialzarsi. Si guardarono con ira, andandosi incontro come belve feroci, i loro pugni diretti l’ uno verso il viso dell’ altro, ma qualcosa li fermò.
- FERMI!- Urlò Rufy mettendosi tra loro.
I due combattenti trattennero il respiro shockati mentre guardavano sconvolti il nuovo venuto. Rufy era pallido e ansimava. Il suo sguardo era un lotta tra la paura e la rabbia. Li passò entrambi a rassegna con uno sguardo di rimprovero e i due non poterono fare a meno che vergognarsi profondamente.
- Idioti.- mormorò Rufy scuotendo la testa.

Fiiiiiu! Spero tanto che vi sia piaciuto… secondo me questo è venuto proprio male… ma volevo pubblicare a tutti i costi! Please lasciate un commentino e mi farete felice a vita^^
Seguito: Martedì 10 Maggio 2011.








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Capitolo 19
*** Quando la rabbia espode. ***


Questo è il mio secondo ritardo, e al prossimo vi do il permesso di lapidarmi! Ma ho un casino da studiare in questi giorni e ho potuto avvicinarmi al computer solo qualche oretta alla sera. Scusate tanto, farò in modo che non accada più!
Allora in questo capitolo vedremo la rabbia di Ace e quella di Zoro.. Entrambi hanno tutto il diritto di prendersela. In qualche punto potrebbero sembrarvi un po.. Uh.. Come dire.. STRONZI! Ma provate a pensare se vi trovaste in una situazione simile.. Non deve essere facile! Comunque spero tanto che vi piaccia!
Grazie a tutti coloro che mi seguono e che mi recensiscono! Siete il meglio gente, non saprei che fare senza di voi!
Buona lettura!

Quando la rabbia esplode.

- Ma che diavolo vi è preso a voi due!- Strillò Rufy.- Vi sembra normale fare a botte per una cosa del genere?!-
I due lo guardarono sbigottiti.
- Rufy..noi..- Fece Ace.
- Non voglio sentire scuse! Avreste potuto farvi del male! Avete idea di come mi sarei potuto sentire se vi foste feriti per me!?-
Entrambi fecero per replicare, ma non appena incrociato lo sguardo con Rufy non ne ebbero più il coraggio.
- Ora voglio sapere, cosa vi è passato in quelle teste vuote poco prima di prendervi a botte!- Aggiunse Cappello di paglia fuori di sé. Il viso sembrava lampeggiare per quanto era rosso, gli occhi infuocati e l’ espressione corrucciata.
Nessuno emise un fiato. Non che si sentissero in colpa naturalmente, ma l’ odio che provavano l’ uno nei confronti dell’ altro non gli permetteva di aprir bocca senza insultarsi.
- ESIGO UNA RISPOSTA, DANNAZZIONE!- Urlò ancora Rufy.
Li guardò incrociando per un istante gli occhi di Ace.
- Ace, Avanti rispondi.-
Pugno di fuoco gli restituì lo sguardo per poi sibilare:
- Lo sai gia..-
- Davvero?! Io credo di no! Perché ero sicuro di sapere che non vi sareste mai azzuffati se lasciati da soli , e invece..-
- Mi ha provocato!- Urlò Pugno di fuoco riferendosi allo spadaccino che lo squadrò indignato.
- Tu mi hai minacciato!- Rispose.
- Perché voglio che tu stia lontano da Rufy, brutto bastardo!-
- Ace, non ti permetto di_!-
- Ora non venirmi a dire che non te n’ eri accorto, fratellino!- Fece Pugno di fuoco sottolineando l’ ultima parola come a voler mettere in evidenza il grande rapporto che li legava.- Sei ingenuo, ma non fino a questo punto! Questo qui ti mangia con gli occhi non appena mi giro un attimo,e tu lo sai!-
Rufy rimase a dir poco senza parole. Cercò però di restare lucido.
- Non è assolutamente vero, Zoro è una brava persona! E poi pensi che questo ti giustifichi dal fatto di avergli messo le mani addosso!?-
Pugno di fuoco non rispose ma il fratello capì ugualmente, rimanendo sconcertato.
- Ace.. Tu non sei cosi..- Mormorò con il cuore in gola. Conosceva Ace.. Lui non era così… meschino?
- Non lo sono, ma non riesco a capire perché ti ostini a difenderlo! Perché metti me è lui sullo stesso piano!? ! Spiegami perché!- Sbraitò mentre la gola pulsava per il troppo urlare. Non glielo stava chiedendo una risposta, lui la pretendeva. Non riusciva a sopportare di essere messo alla pari con Zoro. Proprio No.
Nella grotta calò un pesante silenzio.
Rufy ansimava come preso da un attacco di panico. Nella sua testa il vuoto più totale.
- Perché..-
- Perché io c’ ero.- Rispose lo spadaccino al suo posto guardando Ace con freddezza. - Io c’ ero quando ha avuto bisogno di qualcuno che lo confortasse. Io c’ ero quando era giù, e lo aiutavo a sorridere. Io c’ ero nel momento in cui tu lo hai lasciato da solo!-
Ace fremette di rabbia.
- Vedi di chiudere quella bocca! Tu non centri! E non ti azzardare a dire una cosa del genere! Non ho scelto io di starci lontano!-
- Non in questi due anni, ma prima?- Lo punzecchiò Zoro. - Che scusa avevi prima, Ace?-
- Noi abbiamo deciso di comune accordo di seguire i nostri sogni anche se richiedevano la nostra separazione, ma che diavolo ne vuoi sapere tu!?-
Zoro sorrise con tono di sfida.
- Dici di amarlo.. Ma non sei disposto a rinunciare a tuoi sogni per lui.-
- Due anni fa io ho rinunciato alla mia vita per lui e poi chi cazzo ti credi di essere per venirmi qui a dire se lo amo o no!?- Ruggì Ace fuori di sé.
Rufy sgranò gli occhi consapevole che la situazione stava di nuovo degenerando.
- Ora smettetela!- Fece tentando di fermarli ma non ottenne alcun effetto. Infatti nemmeno il tempo di respirare che Ace si era già lanciato verso Zoro sferrandogli un violento pugno alla mascella.
- ACE NO!- Cappello di paglia inorridì non appena vide il sangue defluire dalla bocca del suo compagno. Si avventò su suo fratello saltandogli sulle spalle per cercare di fermarlo e dopo vari tentativi riuscì nell’ impresa.
Allontanarlo da Zoro richiese tutte le sue energie. Lo spinse via da lui con forza.
- MA SEI IMPAZZITO!?- Gli urlò preoccupato per poi chinarsi ad esaminare le condizioni del compagno.
Zoro si mordeva le labbra con occhi spiritati. Dalla sua bocca il respiro usciva come un ringhio.
-Stai bene!?- Chiese Rufy.
Lo spadaccino scosse la testa.
- No..- Sibilò. - ..È chiaro che sono di troppo.-
Ace lo guardò con disprezzo.
- Lui non ti ama, Zoro.- Fece. - Lui ama me..-
- Come fai ad esserne certo?-
Pugno di fuoco sorrise.
- Altrimenti perché mi avrebbe sposato?-
Rufy sudò freddo trattenendo il respiro.
- Cosa?- Disse lo spadaccino senza capire. - Che significa?-
- Io e Rufy ci siamo sposati.- Gli chiarì Ace. - Ci amiamo e ora sarà per sempre.-
Zoro guardò Rufy sconcertato.
-È.. la verità?-
Cappello di paglia si sentì svuotato di ogni sensazione e parola. La gola pulsava incandescente e le orecchie gli fischiavano come impazzite. Abbassò lentamente lo sguardo e Zoro capì lasciandosi scappare un piccolo gemito mentre qualcosa dentro di sé si spezzava sanguinando.
Rufy osservò la sua reazione con la coda dell’ occhio.
Nei suoi occhi verdi e sgranati dalla sorpresa albergava un doloro ben visibile che lo fece quasi sussultare.
Zoro non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito. Rufy non lo amava affatto, e per di più si era anche sposato con Ace.
Si sentì inutile
Si sentì uno stupido.
Si sentì.. A pezzi.
Si era illuso da solo , facendosi tutti quegli stupidi film in testa. Aveva sopravvalutato gli sguardi, le carezze, i sorrisi.
Era come un pazzo che si chiudeva in un mondo tutto suo e che non riusciva a vedere la realtà. Deglutì piano sentendosi improvvisamente di troppo.
- E meglio che vi lasci soli.- Mormorò guardando un punto indistinto davanti a sé.
Si alzò e mosse un passo verso la sua sinistra, diretto ad un apertura nella roccia,sotto lo sguardo dei due fratelli.
Nemmeno il tempo di un battito di ciglia che era già sparito dentro il cunicolo.
Rufy, rimasto immobile come paralizzato fino a quel momento, fremette angosciato.
- No.. Zoro aspet_- Fece tentando di raggiungerlo.
Ma Ace lo afferrò per un braccio costringendolo a voltarsi. I suoi occhi erano duri e rabbiosi abbastanza da zittirlo all’ istante.
- Ace..-
- Non andare.-
Rufy pensò di aver capito male.
- Come?-
- Ru.- Continuò l’ altro prendendo un profondo respiro per mantenere la calma. - Io non voglio che tu vada da lui.-
Cappello di paglia trasalì guardandolo sconcertato.
- Zoro è fuori di sé in questo momento! Potrebbe tentare qualsiasi pazzia, devo andare a cercarlo!-
Ace restò impassibile. -No. Non voglio che tu vada da lui.- Ripetè mentre il fratello cercava di divincolarsi dalla sua stretta.
- Smettila di dire stronzate! È un mio compagno e devo_-
- Davvero?! Per te è solo un compagno, Rufy?!- Fece Pugno di fuoco alzando la voce.
Rufy strinse forte gli occhi sperando che quella situazione assurda fosse solo un brutto sogno. Con uno strattone si liberò da Ace rivolgendosi un sguardo allibito.
- Mi spieghi perché sei ossessionato da lui!?-
- Io non sono ossessionato da lui! Ma dall’ idea che ci possa essere qualcosa tra voi due!-
- Non c’è niente tra noi Ace! Mettitelo in testa e piantala con queste scenate idiote!-
- Allora rispondi alla domanda che ti ho fatto prima! Perché per te non sono più importante io di lui!? Mi hai detto di non amarlo, mi hai praticamente sposato e nonostante tutto continui ancora a comportarti in modo incoerente! Io davvero non ne capisco il perché!-
Ace diede un calcio dettato dalla rabbia alla parete che per poco non si frantumò. Rufy trasalì mettendosi una mano tra i capelli. Guardò il fratello ricacciando quelle stupide ed insensate lacrime che premevano di uscire. Non sapeva più cosa dire, ne tantomeno come comportarsi.
- Non vedi quello che ci sta succedendo da quando Zoro ha iniziato a girarci intorno!? Noi non avevamo mai litigato prima, dannazione! MAI! Perché non capisci che ci sta separando!?- Riprese Ace avventandosi ancora contro il muro, ringhiando e imprecando come un dannato. La sua mente urlava insieme al suo corpo teso per il nervoso.
Rufy lo guardò tristemente.
- Io… Non lo so!- Fece con voce tremante. - Ma devo andare da lui, Ace.-
Lo disse con tutto il dolore che aveva accumulato negli ultimi tempi, sperando di ..di cosa!? Di ricevere la benedizione del suo ragazzo per andare a cercare la persona che avrebbe potuto rimpiazzarlo? Si sentì un verme, ma aveva un pessimo presentimento.
Ace lo guardò per un istante con occhi spiritati.
- Non lo sai..- Ripeté maligno.- Tu non lo sai mai, Rufy! Credi che io sia un soldatino sempre pronto a starti dietro, e fino ad un certo punto può anche essere così, ma ora basta! Tutto ha un limite! Tu te ne fotti di come potrei sentirmi e di quello che provo per te!-
- Questo non è vero!-
- Invece si! Sono innamorato di te da quando eravamo bambini e tu questo lo sai! Ma nonostante tutto continui a fare i tuoi comodi fregandotene di come potrei sentirmi io! Sai che ti dico, però?! VAI! VAI DA ZORO, FORZA! TANTO HO CAPITO CHE DI ME NON TE NE IMPORTA UN CAZZO!-
Rufy non si accorse nemmeno delle due amare lacrime che gli rigavano il viso. Per un attimo fu tentato di rimanere con Ace ma la preoccupazione per Zoro superava quel desiderio.
Si voltò lentamente verso l’ imboccatura che aveva preso lo spadaccino solo un minuto prima.
- Ne riparliamo quando torno..- Mormorò appena.
- Non ti aspettare che sia dell’ umore adatto per rivolgerti la parola quando tornerai.- Gli intimò Ace truce.
Cappello di paglia mandò giù prepotente le altre lacrime che minacciavano di uscire allo scoperto e con passo tremante prese a correre verso il tunnel davanti a sé. Sperava tanto che tutto passasse presto, ma in cuor suo sapeva che non sarebbe stato così semplice.
Ace lo guardò sparire inghiottito dall’ oscurità. Respirava affannosamente come soffocato da quel groppo secco che gli otturava la gola. Diede un ultimo potente pugno al muro appoggiandovisi bruscamente con la testa. Un dolore lancinante ad un punto indefinito della fronte lo colse all’ improvviso. Si era spinto verso un spuntone appuntito. Il filo rosso del suo sangue gli scivolò con grazia sulla tempia per poi scendere sulla guancia ad incontrare quella lacrima traditrice che, a differenza delle altre, non era riuscito a trattenere.
- Merda.-

***

La nave procedeva sulle onde scure come il cielo di cui erano specchio. L’ uomo guardava l’ isola come una preda da conquistare. Non potevano avere scampo.
- Signore, ordini.- Fece il sottoposto alla sua sinistra. - Le altre navi aspettano.-
Sulle labbra dell’ uomo sui distese un sorriso maligno.
- Procediamo pure.-
Una semplice frase così simile ad una condanna.
Il tempo della purificazione era prossimo.

Vi è piaciuto? Vi è piaciuto?? Vi è piaciuto??? Uuuh spero tanto di sì!^^ fatemi sapere vi prego! Vi ruberà solo un minuto del vostro tempo! Un bacio a tutti e grazie per essere arrivati fin qui!
Seguito: Martedì 17 Maggio 2011 (causa ancora studioT__T)







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Capitolo 20
*** Crudele ironia della sorte. ***


Ehi gente! Scusate in anticipo per l’ obrobrio di capitolo che sto per pubblicare ma ho studiato fino all’ esaurimento e non ho pututo dedicarci molto tempo.. ScusateXP
Grazie a tutti coloro che mi seguono, mi recensiscono e che, in un modo o nel’altro, mi fanno sentire apprezzata^^

Crudele ironia della sorte.

Zoro correva ma non vedeva realmente dove stesse andando. Un po’ per il buio, un po’ per l’ amarezza di esserci cascato un’altra volta. Si era nuovamente lasciato andare, facendo prevalere l’ istinto e ora si ritrovava in quella situazione.
- Voglio che tu sia felice.. E sono certo che Ace saprà prendersi cura di te, meglio di come avrei fatto io.- Aveva detto quella mattina sulla Sunny. Solo parole inutile e ipocrite, ecco cosa erano.
Gli occhi di Zoro vennero schiariti dalla pallida luce dei minerali intorno a lui. Era giunto nella piccola ed ennesima caverna di quel labirinto senza fine, probabilmente doveva essersi perso, ma non gli importava affatto.
Appoggiò la schiena alla fredda e umida parete di roccia, sentendo le gambe improvvisamente molli. Lasciò la testa libera di ciondolare, troppo pesante di pensieri che avrebbe preferito non avere.
D’ altronde Ace da una parte aveva ragione. Che centrava lui con loro due? Che diritto aveva di immischiarsi in una così bella coppia e rovinare tutto?
Aveva sentito, poco prima di allontanarsi troppo, le urla della loro litigata. Gli si stringeva il cuore al solo pensiero di come avrebbe potuto sentirsi il suo Capitano in quel momento. Colpa sua, di nuovo. Ma non poteva fare a meno di lui. Non ci riusciva, dannazione. Più cercava di allontanarsi, più dopo sentiva di volerlo.
Voleva il suo sorriso, le sue labbra, il suo calore.
Voleva vederlo alzarsi la mattina accanto a lui, dopo una notte d’ amore.
Voleva dargli il bacio del buongiorno e quello della buonanotte sapendo che non sarebbero stati gli ultimi.
E invece niente di tutto ciò gli era concesso. Lui che lo proteggeva da anni da tutto e da tutti, standogli affianco in ogni momento, veniva sostituito da Ace che in tutti quegli anni non aveva fatto che star lontano da Rufy. Crudele ironia della sorte.

***

Il giovane Marine si distese in un rigido e teso saluto militare rivolto al suo superiore.
- Siamo pronti, signore.- Formulò con il tono più formale possibile.
Il possente uomo vestito di quel bianco pulito ed elegante non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
- Inizio del conto alla rovescia.-
Il timer si accese all’ istante sotto lo sguardo impaziente dell’ uomo.

***

Il cuore di Rufy batteva con tanto ardore da fargli credere che stesse per schizzargli dal petto da un momento all’ altro. Nelle sue orecchie ancora il ronzio sordo e amaro della litigata di poco prima. La gola gli bruciava mentre percorreva a grandi passi il tunnel umido di quell’ acqua marina, che lo spossava ad ogni accidentale contatto. Ma non se ne curò, non si curò di niente. Solo del fatto che Zoro stesse chissà dove in quella caverna con il cuore a pezzi. Proprio come Ace.
Chi per un motivo e chi per l’ altro, ognuno in quel posto aveva un motivo per star male e lui ne era la principale causa.
Rufy deglutì piano, pensando alle persone che amava di più al mondo e al dolore che gli stava infliggendo e per un attimo si diede del mostro.
I suoi pensieri d’ un tratto vennero interrotti dalla tenue luce che si espandeva a macchia d’ olio davanti al lui. Poco più avanti, una figura che conosceva fin troppo bene, quasi a memoria.
- Zoro.-
Lo spadaccino, probabilmente accortosi della sua presenza metri prima del suo arrivo, non si mosse. Limitando il proprio sguardo ad un punto indistinto sotto di sé. Sospirò.
- Non devi preoccuparti per me. Sto bene.- Disse lapidario.
Rufy lo squadrò per un istante, soffermandosi sui lineamenti tesi e scuri contrastanti con la zazzera di capelli verdi sul capo.
- Io da qui non mi muovo.- Rispose con un alzata di spalle.
Zoro allora voltò il viso facendo incontrare i loro occhi, quelli di Rufy erano colorati da una scintilla di determinazione emersa da un mare di sconforto e tristezza. Doveva essere ancora provato per la furibonda discussione con il fratello.
- Fa come ti pare.-
Cappello di paglia sorrise appena, muovendo una manciata di passi verso il compagno e sistemandosi a pochi metri da lui.
Accolsero entrambi il silenzio che venne con sollievo, fino a che non si spezzò.
- Mi dispiace per aver messo le mani addosso a tuo fratello.- Disse Zoro ad un tratto. - È stato un gesto stupido e insensato.-
- Altrochè se lo è stato.-Rispose Rufy sbuffando. Una delle cose che più apprezzava di Zoro era la sua umiltà. Come tutti gli spadaccini possedeva un orgoglio senza eguali ma sapeva anche riconoscere i propri errori. - Sono comunque contento che te ne sia reso conto.. Spero che non riaccada più..-
Zoro accarezzò distrattamente un’ elsa delle sue tre spade.
- Stanne pure certo.-
Calò nuovamente il silenzio, ma stavolta non fu piacevole come quello di poco prima, perché nessuno dei due sapeva come affrontare il vero argomento che li aveva portati ad incontrarsi lì sotto. Ovvero, la motivazione della lotta avvenuta solo un centinaio di metri più indietro.

***

Il tempo sembrava non essere mai passato con una lentezza così esasperante.
Il Comandante guardava il timer lampeggiare ad ogni secondo passato, contando mentalmente insieme ad esso.
Non andava fiero di quella impazienza così poco professionale, ma la sete di giustizia dentro di sé pretendeva di essere saziata.
- Ora, signore?-
L’ uomo fece cenno di tacere, stizzito.
- No. Aspettate.-
Mancava poco ormai, solo questione di secondi.

***


Si guardarono e a Zoro venne voglia di spiegargli il perché di quella assurda gelosia, ma soprattutto degli effetti devastanti che aveva su di lui, Rufy però parlò prima.
- Ti ha dato davvero un bel pugno.- Fece cercando di indirizzare il discorso su una piega più leggera.
Lo spadaccino rimase interdetto per un attimo, contento di quell’ ultima frase che lo aveva fermato dal compiere un’ azione della quale si sarebbe sicuramente pentito.
- Già..- Mormorò.
Rufy sospirò appoggiando la mano sul muro umido per raffreddarla, dopodichè si avviò verso il compagno fermandosi ad un soffio da lui e premendogliela con una leggera pressione sulla mascella dolorante.
- Ecco.- Fece sorridendo.
Zoro trasalì imbarazzato a quel piacevole contatto restandone spaesato.
- Che.. Stai facendo?-
- Se non bagni la lesione ti verrà un livido enorme!- Rispose semplicemente il Capitano. Incurante delle possibili conseguenze. Come quella che stava per accadere.
Nell’ incontrare gli occhi di Zoro, il sorriso gli morì sulle labbra rosse. Quelle iridi verdi che gli facevano perdere coscienza di sé, si avvicinavano sempre di più e lui, piccolo essere tentato da quella piacevole vicinanza, non riusciva a allontanarsi.
- Questo..- Mormorò in un soffio di voce riferendosi ancora alla propria mano poggiata sul viso di Zoro.- Dovrebbe darti.. Sollievo..-
Lo spadaccino non sembrò ascoltarlo, troppo preso dal momento per rendersi conto di ciò che stava facendo, sfiorò con le dita la nuca del suo capitano, giocando con i capelli neri e avvicinandolo pericolosamente.
Nella mente di Rufy tutto era scomparso come risucchiato via. Persino la litigata con Ace. C’ erano solo lui e il suo vice, vicini.. Forse anche troppo.
Le labbra si sporsero per andare ed incontrarsi ma non si toccarono mai.
Accadde in un istante, veloce e micidiale.
Nella caverna echeggiò un devastante frastuono simile allo scoppio di una bomba.
Rufy alzò la testa verso l’ alto in tempo per riuscire a scorgere le pesanti stalattiti cadere sopra le loro teste.
L’ ultima cosa che vide furono gli occhi di Zoro spalancarsi per l’ incredulità. Nemmeno il tempo di cacciare un urlo o di esprimere un ultimo pensiero che già tutto, intorno a lui, era diventato buio.

***

Il boato dell’ esplosione fece tremare il suolo. I marine strinsero le armi, guardandosi intorno nervosi.
Il comandante invece sorrise, perfido.
- Ora.-

E per ora bastaXD scusate per la fine un po’ brusca.. Ma ci voleva XD Lascia un commentino e sarò la ragazza più felice di questo mondo! Un bacio**
Seguito: Sabato 21 Maggio 2011






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Capitolo 21
*** Aspettando la morte. ***


Questo è il terzo ritardo.. Che faccio? Mi metto al muro e voi puntate i fucili?? Fatemi sapere e accetterò la sentenzaXD comunque eccoci qua.. Al capitolo 20 (21 se contiamo anche il prologo..) per me è una cosa davvero strana.. non mi sono mai spinta così in là con una storia.. E il merito è tutto vostro, senza i vostri incoraggiamenti non ce l’ avrei mai fatta! Così voglio ringraziarvi uno per uno! (spero di non dimenticare nessuno!)

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO TRA LE SEGUITE LA MIA STORIA:

- Grazie mille cassy_star
- Grazie mille cesarina89
- Grazie mille Death Knight
- Grazie mille foglietta no yoko
- Grazie mille Katy93
- Grazie mille lyrin
- Grazie mille Millenia Angel
- Grazie mille niki 96
- Grazie mille RapeChan
- Grazie mille Serious Soul
- Grazie mille stargirl99
- Grazie mille susyko
- Grazie mille Vegeta4ever
- Grazie mille yuki89

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO TRA LE PREFERITE LA MIA STORIA:

- Grazie mille eowyn278
- Grazie mille Katy93
- Grazie mille limone
- Grazie mille Rose White
- Grazie mille sihu

GRAZIE A CHI HA MESSO TRA LE STORIE DA RICORDARE LA MIA:

- Grazie mille cassy_star

GRAZIE A CHI HA COMMENTATO LA MIA STORIA:

- Grazie mille Katy93
- Grazie mille Death Knight
- Grazie mille susyko
- Grazie mille eowyn278
- Grazie mille Yoko891
- Grazie mille foglietta no yoko
- Grazie mille lu_chan
- Grazie mille niki 96
- Grazie milleVegeta4ever
- Grazie mille Kirin
- Grazie mille tensai88

E NATURALMENTE A CHI MI LEGGE!

Alcune tra queste persone spuntano più volte nelle liste e/o mi hanno seguito dagli inizi e/o sono autrici che semplicemente adoro, stimo e a cui mi ispiro .. E per me significa tutto molto.. Non sapete quanto qundi un grazie particolare a loro.
Vorrei ringraziarvi tutti nel modo migliore possibile, ma non credo di conoscerlo.. Ma se così non fosse lo avrei già fatto!
Grazie e tutti!… oddei ora sono commossaT___T!
Vabbe ora passiamo al capitolo dai.. Io vado.. Ad incipriarmi il naso..*piange disperata in un angolino*

Aspettando la morte.

La gelida immobilità della caverna non dava cenno di volersi spezzare. Non una sola figura ad emergere da quelle montagne di rocce e macerie. Non una sola luce a rischiararla. Persino le acque scure sembravano osservare in silenzio quella totale assenza d’ ogni cosa. Solo il nulla più assoluto.
La ciurma, con sguardi scattanti e attenti, squadrava la galleria centimetro per centimetro, ancora attonita dalle violenti scosse di poco prima.
-Ma.. Cosa è stato?- Chiese con un filo di voce Usop.
Nessuno seppe rispondere con precisione.
- Non saprei..- Fece Nami - Ma dubito che si sia trattato di un terremoto.-
- Perché no?- Disse Franky mentre controllava fugacemente i danni subiti dalla Sunny.
- Le vibrazioni sono arrivate dall’ alto, non dall’ acqua..- Notò Robin placida.
Rimasero tutti in silenzio per un istante, pensando tutti la stessa cosa.
- Un esplosione.- Disse Sanji tirando nervosamente dalla sigaretta, dando voce al gruppo. - Sicuramente dolosa.-
Si lanciarono sguardi preoccupati e insospettiti.
- Dobbiamo trovare gli altri.-

***

Rufy per un attimo si ritrovò a credere di essere morto. Ma poi avvertì la pesante pressione sul suo corpo e il dolore farsi strada in lui come filo spinato. Era ancora vivo e cosciente.. Più o meno. La sua mente era annebbiata e il suo respiro fievole ed affannato. Si sentiva stanco come mai prima di allora, ripercosse con la mente gli ultimi minuti vissuti prima di.. Di cosa? Ah, si. Quella strana scossa di terremoto. Trasalì mentre l’ immagine degli occhi strabuzzati di Zoro tornava al suo pensiero.
Immediatamente, fece forza su fianchi e le gambe per scrollarsi di dosso le macerie.
Come pezzi di plastica, le pesanti rocce si spostarono permettendo a Cappello di paglia di riprendere il respiro dove lo aveva lasciato.
Si guardò intorno. Non vi era traccia di Zoro. Ne di ogni altra forma di vita. Un moto di disperata angoscia gli attraversò il petto come una scarica elettrica. Non poté far altro che accucciarsi a terra, prendendo a scavare spasmodicamente con le mani tremanti.
- Zoro, dove sei!?-
Niente, nessuno risposta. Gli occhi scuri di Rufy, illuminati appena dal tenue bagliore dei minerali a terra, si accesero di una luce folle.
- Zoro, rispondi!-
Ma non accadde nulla. Il Capitano avvertì solo le sue mani diventare viscide di quel sangue che usciva copioso dalle ferite provocate dall’ enfasi con la quale scavava. Ma ignorò il dolore. Ignorò tutto ciò che era intorno a sé. Davanti a lui solo Zoro. Morto schiacciato da quelle dannate rocce. Un brivido gelido gli attraversò la schiena per tutta la sua lunghezza.
- ZORO,TI PREGO RISPONDI!- Urlò esasperato.
La gola iniziava a bruciare e le orecchie a fischiare impazzite. Fino a ché non venne a contatto con qualcosa di estremamente più morbido e piacevole di quelle macerie. Perse un battito, scavando con ancora più intensità. Tra i calcinacci emerse la mano livida di Zoro, che afferrò quella sanguinante del compagno, facendosi tirare fuori.
Venne fuori aggrappandosi ad ogni particella d’ aria che riuscisse ad assimilare e Rufy non potè far altro che lanciarsi contro il suo petto estremamente sollevato.
lo spadaccino, ancora scombussolato, non si rese quasi conto della situazione, limitandosi ad accarezzare distrattamente le ciocche nere del Capitano per rassicurarlo.
- Stai bene?- Mormorò il Cappello di paglia sfregando appena la fronte sul petto del compagno.
- Si, non preoccuparti.- Rispose questo facendo scivolare la mano sulla sua schiena e prendendo a scorrerla con dolcezza. - Tu?-
- Bene..-
- A me non sembra...- Sentenziò il suo vice.
Rufy strinse le mani sanguinanti sospirando, tra le braccia di Zoro il dolore sembrava essere scomparso, quasi ovattato in una parte recondita della sua mente.
- Sono solo un paio di graffi, tutto qui.- Concluse staccandosi dal compagno con un sorriso.
Zoro lo guardò non del tutto convinto, Ma non aggiunse altro e Rufy prese ad osservare intorno a sé.
- Ma che diavolo è successo qui!?- Si chiese poi ad un tratto.
L’ altro lo imitò, anche lui abbastanza interdetto.
- Non ne ho idea.-

***

Pugno di fuoco, con appena un calcio, si liberò dalle pesanti macerie. Emerse tossendo scombussolato.
Si massaggiò la testa dolorante cercando di elaborare un qualsiasi pensiero lucido. Ricordava alla perfezione la litigata a Rufy, la rabbia dentro di lui era ancora potente e calda, quando un pensiero ancora più spiacevole lo colse alla sprovvista.
Si alzò a fatica con gli occhi sgranati, intenti a guardarsi intorno come per cercare qualcosa.
Ace non poté far a meno di interrogarsi sulle condizioni di Rufy. L’ ira dentro di lui sparì risucchiata da quella preoccupazione che pareva divorarlo piano. Per un istante si dimenticò persino il motivo del loro litigio. Nella sua mente solo l’ immagine esanime del suo adorato fratellino. Si sentì un vero idiota e quasi automaticamente si voltò verso la direzione da cui era venuto, deciso a andare da Rufy, ma qualcosa lo bloccò.
Giunse alle sue orecchie come un sussurro per poi crescere come un fiume in piena.
Il rumore di passi.. Tanti passi. Accompagnati da voci dure ed incomprensibili.
Restò immobile per ascoltare meglio.
Si stavano avvicinando.
In quella masnada di parole e frasi incomprensibili riuscì a capire solo un nome che lo sconvolse.
Indietreggiò istintivamente, lasciando che quell’ unica parola capita gli invadesse la mente senza troppi complimenti.
- No..- Riuscì solo a mormorare.

***

- Zoro.. Hai sentito anche tu?-
- Che cosa?-
Rufy guardava un punto indistinto davanti a sé.
- Ascolta.- Mormorò lieve.
Lo spadaccino drizzo le orecchie automaticamente riuscendo, dopo qualche istante, a scorgere l’ effettivo suono.
- Sembrerebbero.. Passi.-Suggerì interdetto.
Rufy annuì spaesato.
- Non credo che siano degli altri.. Sono troppi.- Suppose riferendosi alla ciurma.
- Ma allora a chi appartengono?-
Cappello di paglia sospirò concitato. -Non saprei..-
Rimasero in silenzio cercando di captare un qualunque suono comprensibile e vagamente ricollegabile ad una parola.
- ..Ammiraglio..-
Fu l’ unica cosa che entrambi riuscirono a capire.
I loro occhi si incrociarono preoccupati mentre i loro cuori prendevano a battere frenetici a ritmo con la marcia militare.
La Marina era lì.

***

Ace respirava piano mentre il sangue gli batteva nelle tempie. La monotona litania dei passi dell’ Ammiraglio echeggiava nella galleria portandolo alla pazzia.
Guardava la direzione da cui veniva il suono con insistenza e decisione, ma nei suoi occhi la stessa scintilla di due anni prima: quando non poteva fare altro che aspettare il momento della sua morte.
I passi si fermarono ed Ace ammirò con fastidio l’ espressione accigliata dell’ Ammiraglio Sakazuki. Conosciuto anche come: Akainu, l’ uomo che lo aveva ucciso.
Il Marines rimase a dir poco esterrefatto nel vederlo lì, vivo e vegeto davanti a lui.
- Tu?- Fece accigliato.
Ace sorrise maligno.
- Proprio io.. È un po’ che non ci vediamo Sakazuki.-
- Gia.. E francamente credevo che non avrei più visto un pezzo di merda come te, sporco pirata.- Sbuffò marcando l’ ultima parola con evidente disprezzo.
Pugno di fuoco incassò l’ insulto senza emettere parola così l’ Ammiraglio continuò.
- Non scappi.. Figlio di Roger?-
- Mio padre è Barbabianca.- Fece orgoglioso l’ altro, più offeso per l‘ ultimo modo in cui l‘ aveva chiamato l’ avversario che per il primo .
- Era Barbabianca..- Precisò il Marines con un sorriso infame a scopo di provocarlo nuovamente.
- Una persona non muore finche ci sarà qualcuno a ricordarlo.- Decretò Ace a testa alta. - E comunque no, io non scapperò.-
Akainu inclinò la testa di lato mentre i suoi possenti pugni si riscaldavano cosparsi di lava incandescente.
- A me sta bene così.- Rispose allora l’ altro. - Dopotutto, è così che ti ho ucciso la prima volta.. pirata.-

Spero tanto che vi sia piaciuto… ora però dovrei fare un annuncio: mi fermerò per un po.. Chiedo scusa a tutti ma ho un gran bisogno di riordinare un po’ le idee, senza contare che non ce la faccio fisicamente con tutti gli impegni! Ma tornerò, questa è una promessa.. Vi chiedo di aspettarmi un po.. A presto! Intanto lasciate un commentino e mi spronerete a continuare.. Solo un minuto del vostro tempo, please! Un bacio a tutti e grazie ancora!

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Capitolo 22
*** L' ombra del diavolo ***


   

Salve a tutti, chiedo scusa per il ritardo e per aver risposto ai vostri gentilissimi commenti solo ora, ma ho avuto un po di problemi.. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia perche ci ho messo tutta me stessa, grazie e tutti quelli che mi seguono e che mi fanno sentire ogni giorno apprezzata:D

L’ ombra del diavolo

Portughese D. Ace era sempre stato un grande combattente, sin da bambino. Forse perché la lotta ce l’ aveva nel sangue o molto più probabilmente perché amava quei fremiti bollenti che lo percorrevano ad ogni colpo andato a segno con solo il semplice scopo di proteggere le persone a lui care. Sulla cima di esse stava naturalmente suo fratello. Anche dopo averci litigato brutalmente come poco prima, Ace non poteva fare a meno di sforzare i muscoli e la mente fino allo spasmo nel disperato tentativo di proteggerlo da chiunque gli si fosse parato davanti, in quel caso niente di meno che l’ Ammiraglio Sakazuki detto Akainu.

Riusciva a percepire distintamente il miglioramento nei suoi movimenti paragonati a quelli di due anni prima e la durata e il livello dello scontro ne erano la prova più tangibile.

Le gambe si intercedevano frenetiche cercando la vittoria nella velocità, mentre gli occhi puntavano su quelli del nemico cercando di coglierne la minima sfumatura di cedimento che gli permettesse di attaccarlo a viso aperto.

Ma nulla cambiava e,tra un colpo e una schivata, nelle membra incandescenti di Ace la stanchezza cominciava a farsi largo.

Akainu sembrava una belva, tirava pugni all’ impazzata carichi di una potenza eguagliabile solo dal vulcano di cui era posseduto.

Davanti a sé non vedeva nient’ altro che un sudicio pezzo di carne, da eliminare.

Fece forza sulle ginocchia voltandosi di scatto verso l’ avversario che si era lanciato contro di lui e, con un ringhio, lo colpì allo stomaco.

Ad Ace mancò il fiato un istante, ma ringraziò comunque il fatto di aver tramutato la parte sottostante del proprio corpo in fuoco, appena un istante prima di essere toccato da Akainu. Tuttavia il colpo fu durissimo ugualmente. Il ragazzo venne scagliato dolorosamente contro la fredda roccia e lasciato a rantolare per nemmeno mezzo secondo, il tempo necessario per permettere all’ Ammiraglio di ritornare all’ attacco.

Ace, avendolo percepito, lo schivò da destra con uno sforzo disumano per le sue condizioni e premendo sul filo esterno del piede caricò con un mezzo giro un potente calcio che andò a segno, colpendo in piena nuca il nemico che accusò il colpo sbattendo il viso sulla roccia.

Akainu barcollò con un ansito mentre Ace spiccava un salto per allontanarsi e riprendere fiato.

Sentiva le gambe farsi molli e la testa prigioniera dei capogiri, strinse con forza i pugni per mantenersi in piedi mentre l ‘avversario si rialzava con una lentezza che sapeva di irritazione.

- Sei diventato forte, Portughese..- Grugnì questi guardandolo con evidente disprezzo che mascherava la vergogna di essere stato appena colpito da un misero pirata.

Ace aprì la bocca come per replicare ma il fiato venne a mancargli per la fatica.

Allora Akainu continuò sorridendo cattivo:

- … Tuttavia non abbastanza da potermi battere..- Fece aggrappandosi rumorosamente ad ogni particella di ossigeno che potesse arraffare.

L’ Ammiraglio prese a vagare per la caverna come un’ anima in pena, scrutando Ace con occhi spiritati e la mascella prepotentemente tesa in un sadico ghigno. Rise.

- Pensi davvero che con questa patetica imitazione di un combattimento, salverai il tuo fratellino?-

- Per ora sta funzionando.- Replicò Ace beffardo, scatenando, inconsapevolmente, ancora di più le ire del nemico.

- Cazzate.- Sbottò questo in risposta. - Questa volta ci vorrà ben altro che un eroico gesto per salvare la pelle a quel moccioso.-

Pugno di fuoco lo guardò perplesso, senza naturalmente abbassare la guardia. Negli occhi del suo nemico troneggiava un vago accenno di sincerità che gli fece stringere lo stomaco su se stesso.

***

Sia Zoro che Rufy rimasero immobili ad ascoltare quel tramestio di marce militari e voci dure che a poco a poco diventava più forte a ritmo dei loro cuori trepidanti d’ angoscia.

Troppo sconvolti per elaborare un pensiero anche solo lontanamente coerente. Sconvolti e perplessi.

- Come possono averci trovati?- Domandò Zoro più a sé che al compagno.

Rufy deglutì sentendo la gola farsi secca e rimase in silenzio, come in contemplazione di qualcosa che solo lui poteva scorgere. Il suo sguardo era vacuo e perso ma allo stesso di una potenza tale da far credere che potesse attraversare le pareti di dura roccia per arrivare ovunque avesse voluto.

Lo sguardo che aveva fatto innamorare Zoro.

-Rufy..-

Il capitano si voltò verso di lui trafiggendolo con gl’ occhi.

- Le voci provengono dalla direzione da cui entrambi arriviamo..- Proruppe serio quest’ ultimo. - … dal luogo dove ho lasciato Ace.. da solo.- Zoro notò immediatamente l’ incrinarsi della voce del compagno a quelle ultime battute e ne rimase deluso.

Rufy non poteva fare a meno di pensare ad Ace, anche in quelle circostanze. Si sentì nuovamente geloso ma non espresse parola a riguardo.

- Vuoi andare a cercarlo.- Non gli diede l’ intonazione di una domanda visto che ne conosceva già la risposta ma solo di una tiepida e insipida affermazione che in fondo nascondeva qualcosa di ben più profondo.

- Mio fratello è forte.. Ma ho un brutto presentimento.. Un Ammiraglio resta pur sempre un Ammiraglio.-

Zoro lo squadrò da capo a piedi per poi distogliere lo sguardo.

- Non devi giustificarti.- Replicò - Dopotutto lui è….-

Si bloccò non sapendo e non riuscendo a completare quello spazio vuoto che era rimasto nell’ aria.

“Tuo fratello, nonché ragazzo e probabilmente la persona che ami di più a questo mondo.” Gli suggerì una voce recondita e fastidiosa nella sua mente.

Fortunatamente fu Rufy a prendere la parola.

- Tu va dagli altri, digli di mantenere la calma e di non attirare la loro attenzione. Se la Marina vi aggredisce voi contrattaccate e non abbiate pietà .- Concluse con una serietà che pochi potevano raccontare di aver visto in lui, nel corso della loro vita.

Zoro restò immobile il tempo necessario per rendersi conto che no, non avrebbe accettato di adempire all’ ordine del suo Capitano.

- Voglio venire con te.-

Bastarono queste 4 semplici parole per far sgranare gli occhi scuri e profondi di Rufy.

- Come?-

- In due dovremmo procedere senza troppi problemi, non è sicuro girovagare per queste gallerie da soli perciò: Voglio venire con te. Gli altri non sono certo stupidi, vedrai che se la caveranno qualche minuto in più anche senza di me.-

- Zoro è pericoloso!- Ribatté Rufy con il cuore in gola.

Già Ace rischiava la vita per un suo errore, non poteva permettere che anche Zoro patisse la stessa sorte. Stava per tentare nuovamente di dissuaderlo dal suo intento ma appena incrociati i suoi occhi la sua voce scomparì, lasciandolo trafitto dallo sguardo del compagno che non sembrava ammettere repliche, in quel momento tutti i pensieri del Capitano svanirono come portati via dalla corrente.

- Lo sarebbe in ogni caso.- Disse infine Zoro.

Rufy lo guardò un istante, poi si voltò verso l’ imboccatura del cunicolo. Sapeva che il suo vice non l’ avrebbe mai lasciato da solo, in fondo se l’ era dolorosamente aspettato. Lui stesso avrebbe fatto lo stesso.

- D’ accordo.. Ma ad una condizione..- Sentenziò con voce grave attirando ancora l’ attenzione del compagno. - Non dovrai per nessun motivo, intendo NESSUNO, fare sciocchezze.-

Zoro lo guardò accigliato.

- Tipo?-

- Tipo quella che hai fatto a Dracma.- Rispose concitato Rufy. Per un attimo sembrò quasi arrabbiato, ma il sentimento che provava realmente era un’ altro. Solo bruciante senso di colpa.

Il pensiero dello spadaccino volò al quel giorno, quando per proteggere il suo Capitano si era fatto trafiggere al suo posto.

Senza staccare gli occhi dalla schiena del compagno sospirò.

- Non farò sciocchezze.-

Giurò di aver visto l’ altro sorridere un po’ più sollevato da quella promessa ma non emise fiato.

- Bene. Ora andiamo.-

Iniziarono a correre fianco a fianco verso chissà quale pericolo. Chissà quale nemico.

Entrambi fremevano, ma per motivi diversi.

Rufy per la smania di combattere.

Zoro per il senso di colpa. Perché odiava profondamente mentire al suo Capitano.

 

***

- C’ è qualcosa là.- Aveva sentenziato Nico Robin con lo sguardo fisso ad un punto lontano. Solo poche e magre parole che avevano fatto attirato l’ attenzione del gruppo.

Senza la minima esitazione, tutti avevano abbandonato il proprio incarico e si erano ammutoliti, dando in pasto le frasi non finite ad un silenzio quasi irreale. Silenzio di molti, infiniti sapori: l’ incredulità, il sospetto, la gioia e la speranza nel pensare che l’ imponente figura all’ orizzonte ombroso potesse essere un loro compagno.

Qualcuno si era sporto per vedere meglio, come Nami; Usop e Chopper.

Altri erano rimasti immobili, sospettosi.

Nico Robin attenta come non mai era tra quest’ ultimi. Aguzzò la vista nel vano tentativo di riconoscere la figura, finché un brivido gelido non le percorse la schiena come veleno.

Chissà per quale motivo abbassò lo sguardo, sull’ acqua. Non appena lo fece non poté non reprimere un ansito, poi impallidì.. Inorridita.

***

 

Il solo e unico suono che Ace avvertiva era il battito frenetico del proprio cuore, che rimbombava con così tanta audacia da fargli credere di vederselo sbalzare fuori dal petto da un momento all’ altro. Deglutì piano, osservando di traverso il nemico.

- Di che stai parlando, maledetto?-

Akainu in risposta esibì quello che poteva essere definito un sorriso. Infimo ed agghiacciante. Degno di lui.

- Il tuo fratellino non è un ricercato comune, Portughese. I suoi misfatti sono arrivati ad un livello molto alto per un ragazzo della sua età: Eneis Lobby, Le Sabaody, Impel Down, Marineford e molti ancora. È grazie a questi si è meritato un posto d’ onore nella “Black List” della Marina. Un documento segreto, quasi leggendario nella quale sono raccolti tutti i peggiori criminali del mondo. Ciò significa che allo scopo di catturarlo, non ci sono limiti di moralità o di legge. Come si suol dire “ Vale tutto”.- Si fermò un attimo come per enfatizzare la frase che doveva venire. - Persino riunire tutti e tre gl’ Ammiragli allo scopo di portarlo a Sengoku.. Vivo o morto. -

Ace rabbrividì mentre il fiato veniva a mancargli.

- Stai mentendo.- Lo disse più a sé che al nemico. Aveva sentito parlare della “Black List” , era una di quelle storie che si raccontavano tra pirati intorno al fuoco, magari con una bottiglia di Rhum in mano, per questo non ci aveva dato importanza. Ma ora le cose erano diverse e voleva a tutti costi convincersi che il suo fratellino non fosse arrivato a quel punto. Un punto di non ritorno.

Akainu sogghignò.

- Che motivo ne avrei?-

Pugno di fuoco strinse i pugni, colpito in pieno, mentre l’ altro continuava con tono sinistro.

-È un pericolo per il mondo e per la giustizia. È per tale motivo che deve essere eliminato.-

- La chiamate “giustizia” la vostra!?- Replicò Ace con un ringhio, sentendo la rabbia montare. - La vostra bandiera, seppure bianca, è insozzata del sangue di migliaia di civili, soldati, pirati. La maggior parte innocenti. Siete solo un branco di ipocriti assassini che amano sentirsi protettori di una giustizia che è solo follia. Questo siete! Non di più non di meno!-

L’ Ammiraglio lo guardò stizzito, profondamente offeso dall’ affermazione del giovane pirata.

- Tutto e per uno scopo più alto.-

- Non c’è niente più in alto di una vita umana!-

Calò un silenzio così pensante da sembrare tangibile. Elettrico e spaventoso.

Akainu inclinò la testa di lato con fare indecifrabile.

- Probabilmente l’ esito di questa guerra ci darà la risposta, Portughese.- Sibilò ritornando all’ attacco.

Ace si riebbe dallo stato di rabbia catatonica nella quale era caduto, e quasi per miracolo schivò il colpo dell’ avversario. Nemmeno il tempo di elaborare un singolo pensiero che lo scontro aveva nuovamente avuto inizio, stracolmo di così tanta foga e disperazione da emettere scintille non appena in due corpi si sfioravano.

***

Poco prima il suono dei proprio passi e di quelli del compagno gli era risultato come un suono assordante immersi nello sconfinato silenzio della caverna. Ma ora, Rufy non vi dava più peso a causa della tensione.

Avevano trovato un intero esercito di Marine davanti a loro e con questo stavano combattendo.

Li avevano accolti a braccia aperte, con la mente lucida e le membra tese allo scatto. 2000 uomini armati fino ai denti che non facevano che cadere sotto i colpi micidiali del Capitano e del suo vice.

Le loro mani e i loro vestiti erano vischiosi di sangue nemico e Rufy, dal canto suo, iniziava ad esserne disgustato. Non era nella sua natura uccidere. Se poteva, cercava sempre di stordire o tramortire gli avversari per metterli fuori gioco, ma lì le cose erano diverse. I soldati attaccavano con una brutalità da non lasciargli scelta e lui doveva rispondere con tale ferocia.

Continuava a ripetersi che lo stava facendo per Ace, per Zoro e per la sua ciurma e la cosa sembrava funzionare. Davanti a lui vedeva solo la loro immagine.

Bastarono 5 minuti, della schiera di feroci soldati non era rimasto altro che corpi immobili ammassati tra loro che li faceva sembrare una cosa sola.

Rufy e Zoro non li vollero nemmeno guardare, perché infondo sapevano che il rimorso avrebbe preso possesso di loro.

Fecero per continuare il loro cammino. Ma qualcosa li fece desistere.

Rumore di passi. Ancora. Ma stavolta sembravano appartenere ad un solo uomo.

Si arrestarono. Quel ticchettio aveva qualcosa di sinistro ma terribilmente seducente. I due pirati, nonostante l ‘assurda inquietudine che li afferrò la gola, non riuscirono più a muovere un muscolo. Quella marcia poteva benissimo appartenere ad Ace o ad uno dei loro compagni ma qualcosa li suggeriva che no, non era affatto così.

L’ ombra del demonio, intanto, si avvicinava cantilenate.

Aaaaaaaalloraaa!? Sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate! Vi prego lasciate un commentinoooooo<3<3 un bacione!

Ps: vi saro sapere presto la data dell uscita del seguito! Ciau amore<3!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** L'orgoglio dei pirati. ***


 

Allura… pensate che più tempo ci metta ad aggiornare più bello sia il capitolo!? SBAGLIATO!XD! Questa ne è la prova! Grazie comunque a tutti quelli che mi seguono e recensiscono! Non avrei mai nemmeno pensato di arrivare a questo punto e invece eccoci qui! Tutti insieme!!

 

L’ orgoglio dei pirati.

Tutto si era improvvisamente fermato. Non per l’ ansia ne per modo di dire. Era davvero così. L’ immobilità del luogo aveva raggiunto ogni cosa lasciando solo un vago senso di spossatezza e di nulla.

Persino il monotono ma confortante rollio della nave era sparito senza lasciare traccia. Quel movimento lento e leggero come una carezza che li faceva tutti sentire a casa se n’ era andato, forse per sempre, chi poteva saperlo.

Nico Robin, come tutti ormai, fissava angosciata sotto di se. I suoi occhi di ghiaccio si specchiavano, come per ironia del destino, nella medesima materia.

Proprio così. Ghiaccio. Etereo e gelido. Intaccava la base della nave ed ogni cosa, persino la morbida schiuma delle onde che ora apparivano taglienti e dure come rasoi.

Aprì la bocca come per pronunciar parola ma tutto quello che ottenne fu una nuvoletta di respiro condensato che la fece tremare.

Non ebbe nemmeno bisogno di alzare lo sguardo per capire l’ identità del nuovo venuto. Ciò che era appena accaduto ne era un biglietto da vista più che sufficiente.

Erano precisamente 22 anni che non vedeva quella tecnica. Dall’ giorno in cui era scappata da Ohara, a quel tempo si era lasciata trascinare dalla corrente in mezzo ai ghiacci verso chissà dove. Perché non aveva più niente da perdere e nemmeno una cosa del genere la aveva impressionata più di tanto, morire in un modo oppure nell‘ altro non faceva molta differenza … ma ora le cose erano diverse. Adesso dietro di sé stavano i suoi amici, quelli che non poteva permettersi di perdere. Sbigottiti, certamente. Ma sempre loro.

Accarezzo la balaustra della Sunny sperando che non fosse un ultimo saluto e mandando giù il groppo in gola si voltò verso i compagni dando pericolosamente la schiena al nemico.

-Dobbiamo andarcene di qui.-

***

Rufy aveva sempre paragonato la luce al sole, ed il sole alla felicità. Ma ora, nonostante fosse intrappolato in una galleria buia e alquanto inquietante si vide costretto a rielaborare questo concetto. La pallida luminosità che lentamente colorava le pareti e i loro visi gli non lo fece sentire meglio . Gli diede una sensazione diversa. Non sollievo, ma ansia. Bruciante e fastidiosa.

- Chi è la?!- Tuonò, cercando di assumere un tono minaccioso.

Nessuno rispose, ma il rumore di passi aumentò d’ intensità.

Con la coda dell’ occhio, Rufy, notò che Zoro si era aggrappato alle tre spade con foga ma lucidità. E anche lui, che non voleva essere da meno, assunse la posizione di battaglia.

Attesero pazienti l’ arrivo del loro nemico, mentre il ticchettio dei passi che prima li aveva attratti tanto si faceva man mano più fastidioso e martellante. Fino a che l’ uomo non fece capolino dallo stretto cunicolo.

I pirati riconobbero immediatamente l’ andamento fiero ed elegante del nemico assieme allo sgargiante completo sotto il niveo mantello da Ammiraglio.

Il sorriso che esibì quest’ ultimo li fece gelare il sangue nelle vene.

- Bingoooo.- Disse con il solito tono cantilenante. - Cappello di paglia assieme al suo vice! Non poteva andarmi megliooo.-

Rufy tentò di mantenersi calmo nonostante la figura a dir poco mostruosamente imponente di Kizaru, che continuava a squadrarli quasi accigliato senza degnare di un solo sguardo i cadaveri dei sottoposti.

- Sono rimasto molto colpito, sai Monkey D. Rufy ? Francamente non credevo che ti saresti salvato da Marineford. Ma eccoti qui, sano e salvo!- Concluse con tono falsamente emozionato. Lo fissò ancora per un istante mentre il sorriso ebete sul suo viso si scioglieva poco a poco in un espressione quasi rammaricata. -È un peccato che ti debba ammazzare..-

Rufy deglutì piano, riusciva a percepire anche da diversi metri la presenza distruttiva dell’ Ammiraglio. Era una sensazione sgradevole, che ti occludeva lo stomaco e la gola. Gli sembrava quasi di soffocare, ma non diede cenno di vacillo.

Osservò Kizaru con occhio clinico, cercando nella sua espressione o nei suoi abiti il minimo segno di uno scontro, una bruciatura, un graffio, ma non vide niente. Probabilmente non aveva incrociato Ace. Da un lato ne fu sollevato ma dall’ altro basito. Suo fratello non era il tipo da starsene con le mani in mano all’ ombra di un pericolo come quello, avrebbe già dovuto raggiungerlo per dargli una mano o per constatare che stesse bene, ma non c’ era.

Gli ritornò alla mente il litigio di poco prima, possibile che c’è l’ avesse così con lui da ignorarlo in quel modo? Improvvisamente si ritrovò a sperare, pentendosene subito, che avesse incontrato un nemico e che fosse quello il motivo del suo ritardo.

Fu il suo ultimo pensiero prima che un bagliore accecante non gli venne incontro minaccioso. Aveva abbassato la guardia e questo non era stato un bene. Cercò di scansare lo stesso il raggio di luce, ma invano. Questo lo prese di striscio al braccio facendogli stringere i denti per l’ improvviso dolore. Notò con la coda dell’ occhio il viso di Zoro distendersi in una smorfia preoccupata, così tentò di rassicurarlo con un mezzo sorriso e sperò di esserci riuscito.

Lo spadaccino fremette tirando fuori le spade e impugnandole come se fossero un ancora di salvezza.

- Non ti azzardare a toccare il mio Capitano!- Sibilò con gli occhi ridotti a due fessure.

Rufy trasalì colpito dalle parole del compagno, mentre Kizaru lo fissava con quell’ espressione di continua perplessità.

- Io mi limito a obbedire agli ordini.- Disse con un alzata di spalle. C’ era qualcosa in quell’ unica e semplice frase di agghiacciante. Che sia stata la leggerezza con la quale aveva alluso di spegnere una vita o il tono melodioso e cantilenante che fuoriusciva dalle sue labbra non avrebbero saputo dire, ma entrambi ne ebbero timore.

- Ed io a seguire l’ istinto.- Replicò Zoro laconico.

L’ ammiraglio parve divertito.

- Buon per te Roronoa Zoro..- Sentenziò inclinando la testa di lato. - Mi auguro che il tuo istinto non fallisca proprio stanotte.-

Lo spadaccino non fece neppure in tempo a rispondere che un acuto sibilo gli pervase i timpani arrivando come una freccia sino alle profondità della sua testa, stordendolo. Nient’ altro che l’ aria sferzata a metà dal veloce Kizaru che con un salto era già dietro di loro.

Accadde in un istante.

Rufy non riuscì nemmeno a prendere fiato per urlare al compagno di schivare il colpo. Troppo tardi.

L’ ultima cosa che Zoro vide fu il viso del suo Capitano distorto dall’ angoscia che preannunciava l’ inizio di quella violenta battaglia.

***

Usop correva trafelato dietro a Nami, Robin e Chopper. Il cuore in gola e il viso terreo, coperto di un leggero velo di sudore.

Solo pochi minuti prima se ne stava tranquillo sulla sua Sunny a dormicchiare bellamente, ed ora eccolo qui. Catapultato in quella situazione mille volte più grande di lui.

Robin era stata chiara:

- Ora come ora, non siamo in grado di affrontare un Ammiraglio. Forse non riusciremmo a batterlo nemmeno se ci fossero Ace, Rufy e Zoro con noi. Per questo motivo e necessario trovarli il prima possibile e andarcene da qui. Manca un’ ora all’ alba dopodichè il passaggio per uscire da qui sarà aperto e noi verremmo trascinati in pieno oceano, volenti o nolenti.. e non potremmo ritornare indietro a prendere nessuno.-

Tutti i presenti erano impalliditi a quelle parole. Poi Sanji aveva preso la parola.

- Io, Franky e Brook resteremo qui a difendere alla belle meglio la nave da Aokiji, voi andrete a cercare gli altri.-

Nessuno aveva replicato a quelle parole pronunciate così all’ improvviso in una situazione diventata troppo pericolosa in pochi istanti. Il silenzio era stato rotto da il suono di un enorme pezzo di ghiaccio lanciato poco vicino alla ciurma che era rimasta paralizzata dal terrore.

- Correre forza!- Erano stato le ultime parole del cuoco che, con i suo calci, cercava di rimandare al mittente i ghiacciai. E Usop aveva iniziato a correre pregando che al suo ritorno ci fossero stati ancora una casa e una famiglia da cui tornare.

Improvvisamente un botto di dimensione pressoché sconcertanti riempì la stretta galleria nella quale si trovava. Lontano ma spaventoso.

Aumentarono la velocità della corsa riuscendo a distinguere poco a poco il rumore assordante come il rumore di una tremenda battaglia.

Usop deglutì piano. Mai come allora avrebbe dovuto dimostrarsi più uomo, più cresciuto. Un impavido e coraggioso pirata. Al solo pensiero rabbrividì, ma di un piacevole brivido. Adrenalina e sprezzo per il pericolo. Nella sua vita aveva potuto toccare di rado queste sensazioni, ma ora le accoglieva come doni a lungo aspettati. Ci fu un altro botto, forse l’ ennesimo. Ma lui non lo temette.

***

Ace non aveva mai sofferto il caldo, e non si stupì nemmeno quando lo provò in quella situazione.

Deglutì sforzandosi di rimanere concentrato.

Il tanfo di fumo e ceneri era così persistente da fargli girare la testa. Doveva trovare il modo di sbarazzarsi il più in fretta possibile di Akainu. Doveva scappare.

Provò vergogna a quel pensiero. Mai aveva solo che pensato ad una blasfemia tale in vita sua, ma ora mandò giù l’ orgoglio ferito che gli solleticava le code vocali come un boccone amaro. Questo ed altro per il suo Rufy.

 

 

Finitooooooooo! 23 gente! 23!! Come sono contenta! Fatemi sapere please! Le vostre recensioni mi danno la forza di continuare a scrivere con passione e dedizione!

Un bacione<3<3<3<3<3<3

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Capitolo 24
*** Il coraggio di tentare. ***


 

Buonasera a tutti! Rieccomi da voi miei adorati! Grazie a tutti coloro che ancora sopportano me e la mia storiaXD

Ma ora bando alle ciance! Quelle dopoXD voilaaa!

Il coraggio di tentare.

Nel momento in cui Zoro cadde a terra, Rufy sentì il suo mondo sgretolarsi in tanti piccoli frammenti invisibili. Tentò di pronunciare il suo nome ma tutto quello che uscì dalle sue labbra fu un ansito strozzato.

Allungò una mano verso il compagno, ma Kizaru non gli diede tregua. Lo colpì con un pugno di luce appena sotto le scapole facendolo inarcare fino allo spasmo e mandandolo a sbattere contro la parete.

Rufy riemerse dalle macerie solo dopo aver ripreso il fiato. La ferita sulla schiena bruciava come un tizzone ardente ma tentò con tutto se stesso di ignorare il profondo dolore, quindi cercò con lo sguardo Zoro. Era a diversi metri di distanza con un profondo taglio alla base della nuca dalla quale colava copioso il sangue, il corpo dolorante e il viso disteso in una smorfia. Una rabbia folle prese possesso di lui.

- Colpisci alle spalle, bastardo!?- Ruggì fuori di sé.

L’ ammiraglio non parve dare peso all’ insulto e si limitò a fissarlo vago.

- Non fa differenza. Tanto che sia per un colpo da dietro o da davanti morirai lo stesso, Cappello di paglia.-

- Lurido vigliacco.- Esordì Zoro appoggiandosi al muro per rialzarsi.

Kizaru alzò gli occhi al cielo, quasi annoiato.

- Tipico di voi pirati, sempre traboccanti di inutile orgoglio! State certi che se uscirete vivi da questa battaglia non sarà grazie a quello!-

Rufy lanciò una fugace occhiata al compagno che capì immediatamente, dopodichè puntò deciso i piedi a terra, pronunciando il petto in fuori, spavaldo.

- Su una cosa hai ragione. Non sarà l’ orgoglio a salvarci la vita..- Sibilò truce.

-..Ma le nostre abilità!- completò Zoro caricando l’ offensiva in contemporanea al suo Capitano.

Kizaru si stupì della velocità e della prontezza con la quale i due ragazzi lo avevano attaccato dopo un colpo del genere, tuttavia nemmeno un moto di leggera preoccupazione gli attanagliò le viscere. Si ricordò, con ostentata sicurezza, della sua superiorità ai due.. Con o senza arma segreta.

***

Schivata, schivata, attacco. Schivata, attacco, schivata. Attacco, attacco, attacco. Il combattimento andava avanti cosi. Ace non riusciva neppure a ricordare da quanto tempo. Forse pochi minuti, forse una vita.

Sentiva il corpo pesante e la testa prigioniera dei capogiri, ma non vi diede peso. Lui non poteva darvi peso.

Akainu non gli dava nemmeno il tempo di riprendere fiato, figurarsi di scappare.

L’ unico motivo per la quale continuava a combattere era Rufy. Perso chissà dove. Costretto a battersi con chissà quale terribile nemico.

Il ricordo di suo fratello lo aiutava a restare in piedi ma allo stesso tempo lo distruggeva. Ace temeva così tanto che gli fosse accaduto qualcosa da farlo dare di matto. Ad ogni calcio, ad ogni respiro, non poteva fare a meno di interrogarsi sulle sue condizioni. E questo non contribuiva di certo a farlo rimanere concentrato, anzi.

Mentre era ancora prigioniero dei suoi pensieri, notò quasi per miracolo, il grumo incandescente di lava che si avvicinava pericolosamente al suo viso.

Svelto, con un abile movimento delle mani, davanti a lui innalzò una fiammata di serpeggiante e scarlatto fuoco così alta e imponente da rendere la caverna simile all’ inferno.

Ace, tuttavia, non abbassò la guardia. Infatti dopo nemmeno mezzo secondo il viso ghignante di Akainu fece capolino spazzando via le fiamme.

- Questi trucchetti con me non funzionano, Portughese!- Rise beffardo caricando un pugno impregnato di lava.

Ace non tentò nemmeno di replicare, parò il colpo dell’ avversario con la stessa tecnica.

I pugni dei due combattenti si urtarono con così tanta forza da creare un botto di a dir poco mastodontico. Rimasero immobili, in assoluta parità. Fu allora che Akainu parlò nuovamente.

- Sai che farò non appena ti avrò finito?- Chiese malignamene. - Andrò a fare a pezzi quel moccioso con il Cappello di paglia e porterò a Sengoku la sua testa. Divertente non trovi?-

Il viso di Ace si distorse in una smorfia terribile, quasi famelica.

- Nemmeno i tuoi di trucchetti funzionano!- Ringhiò. - Stai solo cercando di distrarmi!-

L’ ammiraglio emise quella che poteva essere definita un risata.

- Non ne ho bisogno, sei già distratto di tuo.-

Pugno di fuoco trasalì punto sul vivo e Akainu non poté non approfittarne.

Afferrò il braccio del ragazzo con la mano liberà scagliandolo contro il muro, che andò in frantumi.

Ace, a quel colpo non ebbe nemmeno più la forza di urlare. Si accasciò con un rantolo strozzato, maledicendo la propria debolezza. Una gelida consapevolezza prese possesso di lui: Non sarebbe riuscito a salvare Rufy.

- Pare che la vittoria sia mia, pirata.- Grugnì Akainu, formando piano piano una sfera di magma appena sopra di sè. - Non temere vedrò di mandare all’ inferno con te il tuo fratellino il prima possibile, così potrete farvi compagnia!- Concluse partendo all’ attacco. Finalmente avrebbe potuto ripulire il mondo da quella lurida feccia. Un pirata, niente di meno che il figlio di Gol D. Roger. Solo un pugno e il mondo sarebbe stato libero per sempre da quella dinastia così pericolosa. Fremette d’ eccitazione. Sarebbe diventato pari ad un dio salvatore. Un eroe. E mentre si avvicinava al giovane immobilizzato a terra con gli occhi dilatati da un sottile velo di amaro terrore provò piacere. Un piacere perverso e inebriante che gli fece perdere coscienza di sé. Sentiva già la sensazione del sangue di quel ragazzo sulle mani.

Ace strinse gli occhi, eccolo li, sotto il tiro mortale dell’ Ammiraglio ad aspettare di essere ucciso.. Per la seconda volta. Ma stavolta non ci sarebbe stato il suo fratellino a stringerlo per accompagnare i suoi ultimi respiri. Stavolta sarebbe stato da solo. Deglutì mandando un ultimo bacio a Rufy. Questa volta, stava per finire davvero.. Fu in quel momento che accadde qualcosa di inaspettato.

- Lascialo stare, bastardo!- Tuonò una voce familiare.

Un sibilo e il suono di qualcosa che cade a terra. Ace aprì gli occhi ma non vide nulla, letteralmente. Nelle sue orecchie rimbombava la voce di.. Usop?

Una spessa cortina di fumo occupò il suo raggio visivo, prima ancora che potesse elaborare un altro pensiero a riguardo avvertì qualcosa contro la propria pelle. Qualcosa di soffice, simile al pelo di una animale. Due braccia lo afferrarono con forza, trascinandolo via un momento prima che il pugno di Akainu si infrangesse con violenza a nemmeno un metro da lui.

Il colpo rimbombò con una tale potenza da ferire le orecchie di Ace che si voltò verso il proprio salvatore. Quello che incontrò furono due dolci occhi color caramello che lo guardavano preoccupati.

- Chopper?- Mormorò incredulo.

La piccola renna parve allarmarsi.

- Non parlare, Ace. O ci sentirà.- Pigolò rivolto all’ Ammiraglio.

- Dove sei finito, Codardo!?- Sentì infatti sbraitare al nemico che incespicava nel buio alla ricerca del pirata.

Ace trattenne il fiato, appiattendosi contro la parete. La vergogna per il suo desiderio di scappare era ancora li, aggrappata alla sua gola. Ma non pronunciò parola.

Chopper afferrò nuovamente il ragazzo per un braccio, conducendolo abilmente, grazie al suo olfatto, in quel mare di nebbia poi gli fece cenno di abbassarsi. Ace obbedì attraversando con fatica un piccolo e stretto passaggio nella quale la piccola renna passo trotterellando senza problemi.

- Stai bene, Ace?- Gli chiese la voce subito riconosciuta e preoccupata di Nami.

Pugno di fuoco annuì, ancora scosso e dolorante.

- Rufy e qui con voi?-

- Credevamo fosse con te..-

Ace sentì lo stomaco contrarsi e la sua espressione si fece ansiosa. Cosa che non sfuggì all’ occhi attento dei presenti.

- Sono sicura comunque che il Capitano oramai sarà già di ritorno alla nave.- tentò di tranquillizzarlo Nico Robin sorridendo.

Portughese annuì nuovamente, stavolta poco convinto.

- Usop, chiudi il passaggio. Iniziamo ad andare!- Ordinò poi Nami.

Il cecchino si limitò a tendere la fionda e a scoccare attraverso la stretta apertura un oggetto dalla forma squadrato, grande quanto un pugno, dopodichè prese a correre freneticamente dietro agli amici.- Via di qui, veloci!- Urlò rauco.

Ace accelerò il passo.

- Non morirà, ne tanto meno si fermerà per così poco!- Ricordò al gruppo.

- Ci basta rallentarlo per una manciata di minuti al momento!- rispose concitata Nami. - A proposito, Usop. Carino il tuo nuovo giocattolo.- Concluse ridendo beffarda.

Il cecchino esibì un sorriso divertito.

- Quel “giocattolo” come lo hai chiamato tu, potrebbe mandarti all’ altro mondo senza nemmeno darti il tempo di rendertene conto, Nami! Quindi non mi provocare!-

La navigatrice sogghignò. - Uuuh. Che pau_-

Un boato di dimensioni stratosferiche coprì la voce della ragazza che sobbalzò in piena corsa. Le stalattiti sopra di loro tremarono pericolosamente, qualcuna cadde anche portandosi con sé tutto il soffitto.

Usop, Ace e Robin dovettero per forza ricorrere rispettivamente, ai propri poteri e ai propri esplosivi per evitare che le macerie finissero addosso ai compagni. Riuscirono ad uscire dal pericolante tunnel, lanciandosi nel vuoto con il cuore in gola.

Atterrarono su un terreno duro e freddo, con un gemito unanime, Nami aveva un espressione sconcertata e Usop sorrise.

- Stavi dicendo, Nami?-

Ace li ignorò per guardarsi intorno. Riconobbe immediatamente la caverna nella quale era ormeggiata la Sunny, solo che ora sotto di lui non c’ era più traccia di quel mare nero e bagnato che aveva visto qualche ora prima. Ora solo ghiaccio. Nemmeno il tempo di rialzarsi e fare una domanda che erano capitati in un altro terribile pericolo.





Eccomi di nuovo da voi! Spero tanto che vi sia piaciuto! Vorrei sapere cosa ne pensateJ per il continuo al massimo un paio di settimane giuro!

Ps. ANNUNCIO :Ho in mente già da un bel po’ una nuova storia.. Ci sto lavorando da diverso tempo.. Lo so che non è molto maturo incominciarne una nuova senza finire questa.. Ma il fatto è che sento il bisogno di scrivere di altre situazioni e contesti.. Si tratta di una serie yaoi, molto particolare. Una specie di raccolta che spero vi piaccia^^ Spero che mi seguiate comunque e vi prometto che non lascerò in sospeso questa! Grazie a tutti voiJ

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Capitolo 25
*** Vincitori e vinti. ***


 

Sera! Si sono sempre io! Chiedo scusa per aver dato l’ impressione di essere morta quest’ estate, ma No. Sono qui viva, vegeta e supplicante di perdonarmiXD vorrei ringraziare tutti coloro che nonostante abbi smesso di scrivere per un po mi hanno comunque contattato e incoraggiato in questi ultimi tempi o solo chi mi lascia una recensione o chi mi legge nell’ ombra o mi mette nelle seguite/preferite/da ricordare. Ma soprattutto vorrei ringraziare un cara amica. Cola 23 a cui dedico questo capitolo! Grazie tesoro! Sei speciale e ti voglio bene<3!

Detto questo passiamo al capitolo!

 

Vincitori e vinti.

L’ incontro, per i due pirati, stava andando meglio di come avessero mai sperato. Forse per la paura di non essere abbastanza forti da proteggere il proprio compagno, forse per i due anni di duri allenamenti, o ancora più semplicemente perché si trovavano fianco a fianco.

Rufy e Zoro. Capitano e vice. Una sola macchina da guerra. I loro corpi si muovevano con una tale sinuosità e continuità da sembrare uno solo. Erano entrambi fortissimi ma insieme diventavano invincibili. Kizaru se ne accorse presto.

Troppe volte i fendenti dello spadaccino e i colpi di Cappello di paglia avevano pericolosamente sfiorato i suoi punti vitali. Ad ogni secondo si ritrovava sempre più attratto dall’ oggetto celato nella tasca dell’ elegante giacca.

Il solito ghigno stupito sulla sua faccia stava lentamente mutando, lasciando spazio a un espressione di pura e palpabile incredulità.

Possibile che, in appena due anni di assenza dalla scena mondiale, quei due avessero adottato una potenza che normalmente si acquisiva in venti?

Come potevano dei ragazzi così giovani arrivare a toccare certi limiti? Lui stesso ci aveva impiegato anni e anni. Rabbrividì pensando a cosa sarebbero potuti diventare se non li avesse eliminati subito.

Carico d’ ansia, esplose in un fascio di luce accecante che disorientò gli avversari e così partì all’ attacco.

Doveva attaccarli uno alla volta per vincere, neutralizzarli con calma e sangue freddo. Questo lo sapeva bene. Le luminose mani di Kizaru caricarono l’ attacco contro Zoro che non si rese conto di essere in pericolo finché non fu colpito.

L’ urlo di dolore che lanciò lo spadaccino in quel momento fu qualcosa che Rufy non avrebbe mai potuto dimenticare. Trattenne il fiato come se non avesse bisogno di respirare al momento. Come se l’ unica cosa importante fosse riuscire a veder Zoro per constatare che stesse bene e che si sarebbe rialzato per continuare a combattere, ma non successe. Si limitò a brancolare nell’ accecante luce alla ricerca disperata del compagno.

- Zoro!- Lo chiamò con la gola talmente secca che giurò di aver sentito le sue corde vocali sfiorarsi e stridere per il contatto.

L’ unico suono in risposta fu una specie di rantolo strozzato seguito da una serie di respiri rauchi. Doveva essere stato un duro colpo per Zoro ma perlomeno era ancora vivo.

Con grande sforzo tentò allora di richiamarlo, ma qualcosa lo distolse dal suo intento.

Il pugno di Kizaru arrivò improvviso e indesiderato, proprio in pieno del petto con la potenza di una incandescente palla di cannone che spinse Rufy contro la parete di roccia dietro di sé.

Il giovane Capitano tentò subito di farsi forza e sgusciare via dalla potente morsa che l’ Ammiraglio esercitava su di lui, ma fu inutile.

- Questo ti farà male, Cappello di paglia.- Sibilò estraendo l’ arma dalla tasca.

Kizaru fu veloce a tal punto che Rufy non riuscì neppure a dare una forma distinta alla cosa che gli passo davanti al viso tra i mille riflessi che gli ferivano gli occhi. E infine.. dolore. Terribile e bruciante come mai aveva sentito in vita sua. Proprio alla base del collo, appena sopra la clavicola. Un conato di vomito gli ribollì nelle viscere mentre la lingua si bagnava di un sapore che conosceva fin troppo bene. Il punto colpito pulsava impazzito mentre il liquido vermiglio scendeva dalla pelle lacerata e l’ aria si faceva acre.

Rufy non riuscì a trattenne il forte gemito che gli salì alle labbra e che si librò nella caverna come un profondo eco.

Kizaru sorrise appena, fiero del suo ottimo lavoro. Sapeva di aver messo per sempre la parola fine sul mito nascente di Monkey D. Rufy.

***

Sanji stava perdendo ogni speranza. Raramente in vita sua gli era capitato, ma mentre lottava strenuamente affianco a Franky e Brook contro Aokiji la certezza dell’ imminente sconfitta si faceva sempre più nitida.

L’ Ammiraglio era un concentrato di potenza come quando lo avevano incontrato due anni prima. Certo anche loro non erano da meno, ma non al livello dell’ avversario che dal canto suo non sottovalutava i pirati ma nemmeno dava segni di cedimento.

Il musicista di bordo respinse con l’ affilata spada l’ ennesima offensiva di Aokiji , mentre Franky alla sua destra scagliava palle di cannone con lo scopo di confondere il nemico che non batté ciglio limitandosi a schivare. Il colpo che lanciò l’ avversario subito dopo arrivò così velocemente che i due non lo videro nemmeno. Sentirono solo il freddo pavimento sotto il loro corpi scagliati a metri e metri di distanza.

Sanji sentì il suo cuore perdere un battito.

- Ragazzi!-

Silenzio. Solo il suo respiro affannoso nell’ aria gelida che si condensava ad ogni fiato.

A quel punto non ci vide più. Si voltò verso il nemico fremente di rabbia e partì all’ attacco con tutta la rabbia e la potenza di cui era capace. Micidiale e laconico attaccò a viso aperto l’ Ammiraglio che, anche se colpito dal legame dei tre compagni, tramutò la sua stessa mano in ghiaccio e afferrò il cuoco per una gamba, parando il calcio e afferrandolo per la caviglia come un fagiano .

Sanji a testa in giù, trattenne un ansito di sorpresa solo per il semplice motivo che sapeva di averne ancora poco di fiato e non era il caso di sprecarlo.

- Sei bravo..- Constatò Aokiji, portando il ragazzo ad un altezza tale che gli permettesse di guardarlo negli occhi.- ..Se non mi fossi protetto per bloccarti a quest’ ora la mia mano sarebbe inutilizzabile. Complimenti.-

Lo disse con sincerità, dopotutto lui, dal punto di vista umano, non aveva niente contro quei ragazzi. Mai aveva sentito di pirati del genere, non depredavano, non distruggevano. Si limitavano solo ad aiutare le persone e a sostenersi l’ un l’ altro. Li rispettava per questo, ma sapeva che praticamente nessuno tra la Marina e il Governo Mondiale sarebbe stato d’ accordo. Lì erano temuti per la loro potenza e odiati per la loro sfacciataggine, perché rappresentavano la libertà e il coraggio di combattere contro le ipocrisie le ingiustizie. Non erano nemmeno lontanamente simili agli stereotipi che si avevano sui pirati. Ricordavano vagamente la ciurma di Gol D. Roger e questo contribuiva alla sua pericolosità. Ad Aokiji venne quasi da ridere ripensando alle reazioni dei Draghi Celesti o a quelle dei capi del Governo Mondiale venuti a conoscenza delle “malefatte” della Ciurma di capello di paglia , omoni grassi e fiacchi che di norma se ne stavano seduti ai loro rinomati troni con aria di chi e superiore ad ogni cosa al mondo, tremare e agitarsi in preda a rabbia o attacchi di panico davanti ad un ragazzino di appena 17 anni. Impagabile.

Aokiji sospirò sconsolato e in appena un secondo dalla sua mano libera si estese un lungo artiglio di ghiaccio.

- È davvero un peccato che dobbiate essere eliminati.- mormorò puntandolo contro la gola del cuoco.

Sanji sbottò un ringhio seccato tentando in vano di liberarsi. La morte gli soffiava sul collo con una sinuosità esasperante e per una delle poco volte in vita sua provò un terrore palpabile, di quelli che ti afferrano lo stomaco con tanta potenza da toglierti il respiro. Non poteva finire così. Non ci voleva credere.

La lama gli sfiorò appena la pelle, come per assaggiarne la effimera bellezza ma poi accadde qualcosa.

Sanji aveva sempre sentito dire che quando si moriva si provava freddo, ma a lui non accadde niente del genere, anzi sentì caldo. Aprì gli occhi attonito per constatare cosa mai fosse accaduto, ma subito dopo fu costretto a richiuderli per la vampata di calore che lo investì senza troppi complimenti.

Udì un grugnito di dolore provenire dall’ Ammiraglio che mollo la presa sulla sua caviglia. Sanji cadde a terra senza capire cosa fosse successo e allora aprì gli occhi.

Ace insieme ai suoi compagni era a diversi metri di distanza.

- Ma guarda chi ha portato qui la marea..- Fece Aokiji divertito, come se si aspettasse l‘ arrivo del pirata.- .. Non sei un po’ troppo in forma per essere morto, Portughese?-

- E tu non sei un po’ troppo tranquillo per essere uno che sta parlando con un’ uomo deceduto, Kuzan?- Replicò beffardo Ace.

Aokiji scosse la testa accennando un sorrisetto.

- Sarebbe una bella storia da raccontare.. Peccato che non siamo qui per questo.-

Si guardarono per attimi che sembrarono interminabili. Ace aveva quasi l’ impressione che il nemico potesse leggerli dentro, strappare ogni pensiero da ogni angolo della sua mente, rivoltandolo come un calzino solo per suo diletto, a quel pensiero si sentì a disagio.

- Mentre io lo tengo occupato voi prendete Sanji, Franky e Brook. Portateli sulla nave.- Disse poi.

Gli altri ragazzi sgranarono gli occhi.

- Ma sei ferito!- Urlò Chopper.

- Me la caverò.-

- Tra poco sarà l’ alba..- Disse poi Nico Robin cercando di ricordargli cosa sarebbe successo a quel punto.

Pugno di fuoco esitò un istante ed infine sorrise.

- Lo so. Verrò con voi, mi ci vorrà un attimo.-

Aokiji sbuffò ignorando la spacconata del pirata.

- Non mi sottovalutare, ragazzino.-

- Vale anche per te.-

L’ ammiraglio scosse la testa.

- Allora prova a fermarmi.-

Detto questo fece dietrofront e si diresse con velocità inumana verso i corpi di Franky e Brook, ma Ace era pronto ad una cosa del genere. Era pronto a tutto.

Con un salto balzò alle sue spalle stampandogli un calcio alla parte destra del cranio dell’ uomo che accusò il colpo ma con eleganza, spostandosi alla sua sinistra per evitare ancora di più l’ impatto.

- Correte!- Gridò Ace alla ciurma, che dopo un secondo di smarrimento fece come richiesto.

La battaglia tra i due iniziò così. Ace si sentiva le membra letteralmente a pezzi ma si sforzò a combattere e a tenere l’ Ammiraglio lontano dai compagni che raccoglievano i feriti.

Sapeva che Aokiji era potente ma anche lui non era da meno. Certo, con la mente lucida sarebbe stato uno scontro quasi alla pari ma visto che Rufy non si era ancora fatto vivo non poteva concentrasti come avrebbe voluto. Ma non per questo si arrese.

 

Che ne pensate gioie mie!? Sono curiosa di sapere le vostre opinioni, anche se non me le merito troppoXD Ma ascoltate ho deciso di mettermi a aggiornare una volta a settimana per farmi perdonare! Lo so che non è molto ma al momento non riesco a fare di piu! Non badate alla scrittura o al titolo perché sono un po arruginita! Un bacione enorme a tutti e grazie!

Seguito: Venerdì 30 Settembre 2011

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Capitolo 26
*** La cosa giusta. ***


Ed eccomi a voi come promesso!  Sarete contenti di sapere che sto pubblicando da un internet point! Perché?? Perché non mi va piu internet!!!! Yeeeee! Ma ho voluto comunque pubblicare! Quindi dopo essere saltata in moto eccomi qui per voi!
Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi e/o commentarmi! Siete il meglio iin cui mai avrei pensato di incappare! Vi adoro<3
 
La cosa giusta.
 
Ne aveva affrontate tante di battaglie, Rufy.  Ne aveva accolto di ferite. Aveva imparato ad ignorare il dolore, ovattandolo in una parte recondita della sua mente ingombrata da sogni e determinazione. Ma tutto il male che aveva subito il suo corpo negli ultimi anni gli sembrava piccolo ed insignificante in confronto a quello che provava ora.
Avvertiva l’ ingombrate presenza della lama violentare la sua carne, intrufolandosi infondo, in un punto dove mai una spada era riuscita ad entrare grazie al frutto del diavolo che aveva mangiato da bambino. Non capiva come era potuta accadere una cosa del genere ma al momento non riusciva nemmeno a pensarci tanto era il dolore.
Si morse la lingua per non dare la soddisfazione all’ avversario di sentirlo urlare come un disperato. Ma nel profondo lo fece. Si lasciò scappare solo un rantolo che cercò di mascherare con un ringhio di rabbia. Intanto il suo aguzzino sorrideva.
- E pensa che questo e solo l’ inizio, Cappello di paglia.-
L’ Ammiraglio con un rapido scatto di polso strinse il manico argenteo del pugnale. Lo squarcio vermiglio prendeva forma sotto la volontà del Marine, dalla magra clavicola fino all’ incavo del collo e tutti i buoni propositi di Rufy riguardo al trattenersi dall’ urlare andarono persi.
Strillò così forte da farsi da solo male ai timpani, se fosse stato in sé se ne sarebbe vergognato.
Sentiva la propria pelle bruciare come impazzita, a spasmi. Come se qualcuno si stesse divertendo a bruciarlo ovunque, smettere per un istante e poi ricominciare con più barbaria di prima.
“Sto morire.” Pensò incosciamente. “Sto per morire, davvero.”
Vide davanti a sé il suo sogno. Il suo stupendo, pazzo, magnifico sogno.
Vide i suo compagni, la sua amatissima ciurma.
E vide Ace e Zoro. Sorridenti lo chiamavano, ridevano. Le litigate, le lacrime non esistevano più. Loro stavano li, chiedendogli di raggiungere o uno o l’ altro, solo questo.. E a Rufy mancò il fiato.
Oramai però sentiva le sue membra farsi pesanti e un’ inquietante torpore farsi strada dentro di sé. Il dolore persisteva e il suo corpo sembrava cedere ad esso, ma la sua mente No. Quella non sarebbe mai caduta. Non ora.
Stava ancora fissando gli occhi dell’ Ammiraglio quando notò qualcosa nel suo sguardo che prima, dilaniato dal dolore non aveva visto. Sotto strati e strati di gioia selvaggia albergava fatica. Sembrava quasi che qualcosa lo disturbasse e questo lo lasciò perplesso.
Poi accadde. Il fendete sul viso di Kizaru arrivò con tanta potenza da ferirlo nonostante il nemico fosse fatto di luce. L’ Ammiraglio mugolò appena, ritirandosi con un salto dall’ altra parte della caverna, lontano da Rufy che, privo di forze, si lasciò cadere a peso morto in avanti, ma qualcosa bloccò la sua ascesa.
Cappello di paglia vi si aggrappò debolmente alzando lo sguardo verso quelli della figura.
-Zoro.-
Anche nella penombra gli occhi smeraldini di Roronoa brillavano di vita propria. Preoccupati, pieni di angoscia ma sempre bellissimi.
Lo spadaccino lo cinse leggero, sostenendolo. Non riusciva nemmeno più a parlare tanto era spaventato. Fissò il pugnale che sporgeva dal compagno, lo afferrò e lo estrasse secco per non provocargli altro dolore.
Rufy si lasciò sfuggire un ansito, stringendo forte la maglia di Zoro per non urlare. Ma non appena la lama uscì dal suo corpo si sentì sollevato, libero da quella strana  e opprimente sensazione che lo aveva accompagnato per quegli interminabili minuti in cui lo aveva accolto. Faticava a tenere gli occhi aperti e non era sicuro nemmeno di riuscire a stare in piedi. Tutto per una ferita da pugnale? No. La sua mente gli suggeriva che c’ era qualcosa in più. Ma preferì non pensarci.
- Stai bene?- Gli chiese Zoro titubante.
Rufy tentò di sorridere, ma non fu sicuro di esserci riuscito.
- Si..- Rispose ignorando le tremende fitte che gli scuotevano le viscere. Sapeva che il compagno non gli avrebbe creduto, non solo perché non riusciva a stare in piedi ma perché sapeva di non potergli nascondere niente.
Zoro infatti fremette fiutando la bugia nella voce del compagno, osservò la lama insanguinata che aveva ferito Rufy girandosela e rigirandosela tra le mani. Non conosceva il metallo di cui era fatta, ma gli sembrava vagamente famigliare. La portò davanti al viso per osservarla meglio. L’ odore acre di sangue e di qualcosa che non riconobbe lo investì come un onda. Era un odore strano.. Pungente ma appena percettibile, simile a disinfettante. Sgranò gli occhi, colpito in pieno da un idea che lo fece rabbrividire. Non poteva essere.
- Non è veleno.-  Disse ad un tratto l’ Ammiraglio Kizaru con un ghigno, distogliendo lo spadaccino dai suoi pensieri. - E’ peggio.-
 
***
 
Il freddo era intorpidente e infame sulla pelle di Ace mentre combatteva, ma quando arrivò anche il caldo la situazione gli sfuggì di mano.
Akainu fece il suo ingresso sbraitando fori di sé. Ad accompagnarlo quel mare di lava che poteva sciogliere qualsiasi cosa.
- Non mi scapperai questa volta, vigliacco!- Tuonò.
Ace trasalì a quell’ ultima parola che gli bruciava dentro più del fuoco del suo frutto, ma non disse niente. Davanti Aokiji e dietro Akainu che si avvicinava a grandi falcate.
- Merda.- Sibilò Pugno di fuoco .
Si voltò verso la ciurma del fratello. Oramai erano sulla nave, e la marea a quell’ ora avrebbe già dovuto iniziare a diradarsi, ora restava da eliminare il ghiaccio che occludeva l’ acqua. Il respiro di Ace accelerò più di quanto non fosse già.
“Di Rufy nemmeno l’ ombra..” Fremette  angosciato ma si impose comunque di rimanere concentrato sulla battaglia, doveva fidarsi di suo fratello. Poi, ad un tratto, tra un attacco e l’ altro arrivò un idea. Ace si morse il labbro dubitandone in un primo momento, etichettandola come pazzia ma non appena venne sfiorato da un pugno di magma di Sakazuki si vide costretto a rivalutarla.
Prese un respiro profondo, richiamò a sé le sue ultime energie e, con ampi movimenti delle braccia, eresse intorno a ciascun Ammiraglio colonne di fuoco alte il metri e metri, isolandoli.
Akainu sfoderò un espressione di pura rabbia, mentre la lava gli ribolliva dentro.
- Mi pareva di averti già detto che con me questi trucchetti non funzionano!-
L’ammiraglio oltrepassò semplicemente le fiamme intorno a sè e cercò il pirata con lo sguardo. Il ragazzo correva verso la Sunny a passo strascicato e stanco ma comunque velocemente. Akainu sorrise.
“Come una lepre che cerca di scappare al segugio.” No. Non l’ avrebbe permesso.
Si lanciò al suo inseguimento, senza pensare o aiutare il collega ancora accerchiato dalle fiamme, guidato da un istinto selvaggio e animale.
Ace sentiva gli incitamenti dei ragazzi sulla Sunny come un sordo rumore di sottofondo coperto dal battito frenetico del suo cuore. Affrettò ancora il passo portandosi verso la prua della nave. Poi si fermò appena sotto la polena voltandosi verso il nemico e aspettandolo a testa alta.
 
***
 
- Ma che diavolo sta combinando Ace, vuole farsi ammazzare!?- Urlò Nami sporgendosi dal pennone e attirando l’ attenzione dei compagni, in particolare quella di Sanji che, ancora dolorante, scostò Chopper dall’ intento di medicarlo.
- Sanji, non ho ancora finito di medicarti.- Si lamentò infatti la piccola renna che venne comunque ignorata.
Il cuoco si alzò in piedi e corse fino alla polena a forma di leone, sporgendosi dal parapetto e guardando di sotto, dove Ace stava immobile ad aspettare la venuta di Akainu.
- Scappa idiota!- Sentì dire ancora da Nami, ma lui non pronunciò parola.
Sanji continuò a fissarlo perplesso. Ma perché non si spostava, non correva o non attaccava il nemico? Perché Ace stava lì, fermo?
Si spremette le meningi alla ricerca di una risposta ma quando vide il ghiaccio sotto il compagno capì al volo, prese una corda e si mise ad attendere.
 
***
 
Akainu non parve nemmeno stupirsi del comportamento del giovane pirata, che si fosse fermato o che  avesse continuato correre per lui era assolutamente irrilevante, lo avrebbe ucciso comunque. Caricò il pugno incandescente e si gettò contro Ace.
- Muori!- Sbraitò fuori di sé dalla gioia. Ma ancora una volta però, le cose non sarebbero andate come l’ Ammiraglio aveva previsto, lo capì solo dopo aver visto il sorriso beffardo di Ace che si spostò un istante prima di essere colpito.
Il pugno era stato lanciato con così tanta potenza e rabbia da non poter essere fermato, Akainu rabbrividì  quando si scagliò contro il ghiaccio che si sciolse in appena un nano secondo.
- No..- Fece Ace afferrato alla fune che Sanji gli lanciava , mentre l’ acqua tornava in superficie e la Sunny affondava nuovamente in essa. - TU muori.- Concluse facendo un ultimo sforzo e arrampicandovisi su.
Akainu alzò un braccio verso Portughese ma ormai era troppo tardi, sentiva freddo, come non provava da tanto tempo. Aveva dimenticato la sensazione dell’ acqua sulla sua pelle. Nemmeno il tempo di riscoprirla che essa già lo tradiva, portandolo affondo nel buio più sconfinato.
 
***
 
Ace afferrò la mano che Sanji gli offriva per tornare a bordo ma non mise ancora piede sulla nave, restò in bilico sul parapetto. Non aspettò nemmeno di vederlo in volto per iniziare a parlare.
- Rufy è qui!? È arrivato!?- Chiese Pugno di fuoco guardandosi attorno e cercando il suo fratellino.
Il pirata avvertì un leggero tremolio arrivare dal cuoco che abbassò lo sguardo. E allora capì.
La nave iniziò a muoversi intanto, ritrovatasi con il mare da cui era stata divisa.
- Stiamo ripartendo.- Si intromise Robin guardando Ace allibita. - Non possiamo fermare la nave.. La corrente è troppo forte.-
Ace fremette. “ Non c’ è più tempo..” Si voltò indietro come per cercare Rufy, ma non vide nulla.
- Che cosa facciamo ora?- Chiese Usop titubante ammutolendo tutti i presenti.
Il Comandante della seconda flotta di Barbabianca esitò, così come il suo cuore nel battere. Poteva restare a bordo e credere in Rufy o andare a cercarlo. Entrambe le soluzioni gli sembravano pericolose e stupide, ma non aveva scelta. Strinse la mano di Sanji per farsi coraggio e infine optò per la cosa più giusta.
 
***
 
Zoro fremette alle parole di Kizaru ma non si scompose. Poteva anche essere una tattica per distrarlo.
- Cosa stai insinuando?- Chiese guardigno.
L’ammiraglio sorrise pulendo il sangue che fuoriusciva dalla ferita che gli aveva provocato l’ avversario. Intanto il respiro affannato di Rufy riempiva il silenzio.
- Sono segreti di stato..-
Lo spadaccino si infiammò.
- Qualsiasi cosa sia non lo ucciderà, Rufy ci ha raccontato che dopo l’ incontro con Magellan il suo corpo è diventato immune ai veleni!-
- Tutto è possibile, Roronoa. Dopotutto nessuna lama era mai riuscita a ferire il tuo capitano eppure guardalo ora.- Fece divertito l’ Ammiraglio. Lo disse come per sfidarlo.
Zoro trasalì colpito in fallo, in quel momento capì che il pugnale che teneva tra le mani era speciale. Più di quanto immaginasse. Spostò lo sguardo sulla profonda ferita sul collo di Rufy che cercava di trattenere in gemiti di dolore aggrappato a lui. Non aveva per niente una bella cera.
- Morirà.- Disse ad un tratto Kizaru.
Lo spadaccino si voltò di scatto, come se qualcuno lo avesse colpito.
- Non dirlo nemmeno!- 
- È la verità.- Rispose suadente. - E tu con lui.-
Zoro sentì una rabbia folle farsi strada dentro di sé. Scostò delicatamente Rufy che si appoggiò perplesso al muro.
- Zoro.. C_che vuoi_-
- Non dirlo nemmeno!- Ripeté il compagno ringhiando ogni parola. Non attese nemmeno la risposta del nemico. Semplicemente si scagliò contro Kizaru con la potenza di un uragano. L’ avversario si aspettava una cosa del genere ma rimase comunque colpito dalla forza distruttiva dello spadaccino. La lama scintillo tra i loro corpi, e infine affondò.
Si accasciarono entrambi a terra sotto lo sguardo sconvolto di Rufy che si sentì cedere le gambe.
- Zo_ Zoro!-
Solo un affanno simile al suo rispose. Non riusciva nemmeno a distinguere le figure, forse per la lontananza o la ferita o forse per l’ angoscia.
- Oddio..- Mormorò tremate.
Rimase tutto immutato per una manciata di secondi finché qualcosa non si mosse. Zoro si alzò e il cuore di Rufy ricominciò a battere.
Lo spadaccino, mascherando il ribrezzo, estrasse il coltello dalla fronte dell’ uomo. Nella furia aveva mirato al viso con l’ intenzione di perforargli il cervello e ucciderlo. Più facile a dirsi che a farsi ma ci era comunque riuscito. Tornò da Rufy accucciandosi alla sua altezza, gli mise una mano sulla guancia sudata e bollente guardandolo in quegli occhi segnati da dolore e che faticavano a stare aperti.
- È morto.- Annunciò cercando di mascherare la sua tremenda preoccupazione e di essere forte. - Ora dobbiamo andarcene di qui, Rufy.-
Il capitano annuì a fatica, ancora scosso. Zoro, con delicatezza, se lo caricò sulle spalle. Anche se erano passati pochi minuti stava peggiorando. Scelse una strada a caso guidato dall’ istinto e sperò, mentre si metteva a correre, di aver scelto quella che li avrebbe salvati entrambi.. O anche solo Rufy.
 
***
 
Monkey D. Garp era sveglio nonostante l’ ora, cosa alquanto rara e insolita per lui.
Si sentiva come due anni prima a Marineford, come quando aveva lasciato “morire” Ace senza far niente. Solo che questa volta non ci sarebbe stato nessun sopravvissuto.. Nessuna seconda chance per redimersi.. Non avrebbe potuto sopportarlo.
Si alzò dalla vecchia poltrona che scricchiolò, si diresse verso il lumacofono sul caminetto e compose il numero.
Trovò l’attesa di risposta terribilmente snervante e per un momento fu tentato di lasciar perdere, ma quando la voce atona dell’ uomo gli rispose con un “pronto?”
 Alquanto assonnato e irritato capì di star facendo la cosa giusta.
- Ho bisogno di un grande favore… dove ti trovi al momento?-
 
 
 
Oooooooddei! Che fatica! Sono finita, ma la mia è una stanchezza piacevole perché sono riuscita a fare quello che mi ero prefissa!  Siiiiiiii! Fatemi saper che ne pensate se vi fa piacere.. A me lo fa di SicuroooXD
Continuo: Venerdì 07 Ottobre 2011.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 

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Capitolo 27
*** Pronto a dirgli addio. ***


 

Salve a tutti! Scusate se non vi intrattengo con poemi al momento ma sono un po stancuccia! I motivi a fondo paginaXD!

Grazie ancora a tutti voi! La forza, l’energia e la fantasia di questa storiella che senza voi non avrebbe ne capo ne coda a dopo.

 

Pronto a dirgli addio.

 

La Sunny si era diretta verso l’ uscita della caverna con così tanta velocità che fu impossibile per Aokiji, appena liberatosi dalle fiamme di Ace, anche solo pensare di fermarla.

Si appoggiò ad una parete per riprendere fiato, se non si fosse protetto il viso con il ghiaccio probabilmente sarebbe morto soffocato. Doveva ammettere che in pochi anni Pugno di fuoco era notevolmente migliorato, così come le sue tecniche. Iniziava ad assomigliare al padre e questo lo sollevava e lo preoccupava allo stesso tempo. Dopotutto l’ Ammiraglio rispettava Roger come uomo e come simbolo, il problema e che molto spesso questo suo rispetto, del tutto privo senso agli occhi dei suoi superiori, in passato veniva frainteso con devozione verso il leggendario pirata. E questo gli aveva creato un sacco di grane.

Scosse la testa. Non era il momento di pensare a cose del genere. Sentiva che la missione non era ancora giunta al termine.

Si guardò intorno alla ricerca di una qualsiasi forma di vita e vedendo così l’ enorme voragine che aveva risucchiato Akainu.

Trasalì, iniziando a correrci incontro. Non appena la raggiunse si affacciò dalla cavità, mise le mani sull’ acqua raccogliendo tutto le sue forze per avvertire con l’ haki una qualsiasi aura vitale nel raggio di 30 m e la trovò. Due per la precisione, ma ignorò l’ ultima sorridendoci su.

- E davvero tutto suo padre..- Commento solamente.

Dopodichè si diede da fare per salvare il collega.

Intanto due occhi scuri lanciavano l’ ultimo sguardo alla scena, poco prima di girarsi e prendere a correre nella galleria.

Ace giurò di aver visto l’ Ammiraglio guardarlo per un attimo per poi sorridere, ma pensò di essersi sbagliato.. Dopotutto se fosse stato così, non avrebbe di certo potuto saltare giù dalla Sunny e andare a cercare Rufy così facilmente.. O forse si? Durante lo scontro con Aokiji gli era quasi sembrato che l’ avversario si trattenesse. E questo lo metteva a disagio. Ma in realtà non gliene importava così tanto. Ora doveva pensare solo ad una cosa, la più importante. Rufy.

“ Ti troverò Ru, fosse l’ ultima cosa che faccio.”

***

Era stanco, Rufy. Stanco e dolorante. Le palpebre oramai erano diventate troppo pesanti per restare aperte e di sicuro l’ ammaliante tepore di Zoro, che gli continuava a ripetere di non mollare, non lo aiutava. C’era comunque da dire che anche con gli occhi aperti la visibilità del ragazzo non cambiava poi tanto. Vedeva tutto sfuocato, in più sentiva il proprio respiro galoppare sempre più veloce, fuori da ogni suo controllo.

E mentre giaceva tramortito sulle spalle del compagno capì che era ad un passo dalla morte. Praticamente inconsciamente. Molte volte era stato ferito e molte altre lo aveva pensato. Ma c’ era qualcosa di così strano in quella situazione, una sensazione bollente ma gelida che lo faceva sudare freddo. Qualcosa che lo terrorizzò.

Avvertì il passo di Zoro farsi più rapido e si strinse a lui. Era contento di averlo accanto in quel momento.

- Zoro..-

- Non parlare Rufy, sei debole.- Cercò di ammonirlo lo spadaccino in preda ad un panico che tentava di nascondere.

Rufy lo ignorò mentre veniva scosso dall’ ennesimo spasmo di dolore che, a poco a poco, gli strappava pezzi di coscienza. Tremando avvicinò le labbra all’ orecchio di Zoro che rabbrividì sentendo il respiro affannato del suo Capitano sulla pelle, cosa che gli ricordò la notte passata con lui solo poche settimane prima ma che ancora non riusciva a scordare.

Rufy trattenne un gemito e prese forza.

- A_anche se sto per morire.. Sono.. Sono contento di essere con te, ora.- Gli sussurrò, l’ amore che provava per Ace in fondo al cuore era ancora più che vivo, ma quella frase gli venne fuori spontanea, come se fosse rimasta dentro di lui per tanto tempo.

Lo spadaccino trasalì colpito in pieno dalle parole del Capitano, quasi si commosse.

Abbassò lo sguardo come per nascondersi anche se Rufy al momento non poteva vederlo.

- Smettila di dire sciocchezze.. La ferita deve essere più grave di quanto pensassi.. Stai delirando.-

Cappello di paglia non riuscì nemmeno a sentire la risposta del compagno. Anche l’ udito iniziava ad abbandonarlo.

***

Akainu steso a terra supino catturava l‘ aria a grandi respiri, tossendo di tanto in tanto. Tremava, sia per il freddo che per la rabbia.

- Potresti almeno ringraziare.- Borbottò Aokiji sbadigliando senza nemmeno rivolgergli uno sguardo. - Dopotutto ti ho appena salvato la vita.-

L’ ammiraglio Sakazuki sbuffò infastidito, il compagno lo aveva trascinato fuori dall’ acqua attraverso giganteschi ed inquietanti arti di ghiaccio, ennesima ed frustrante dimostrazione di una forza sprecata a fare il “pacifista” . Akainu riconosceva la potenza del collega ma odiava la sua indulgenza verso quelli che lui si dilettava a chiamare “sporchi pirati.”

- Non c’è nessuna gioia per me nel vivere sapendo che ho fallito il mio compito .-

Replicò secco.

Questa volta fu l’ altro a sbuffare.

- Il solito fanatico senza speranza..- Mormorò per poi pentirsene subito dopo.

Infatti Akainu s’ infiammo d’ ira.

- Non provocarmi, maledetto eretico! Quello che faccio è per il mondo e la giustizia! La giustizia assoluta, quella a cui tu dovresti essere totalmente votato!-Gli urlò indignato Sakazuki, cercando con fatica di mettersi a sedere. Non sopportava di essere chiamato in quel modo, soprattutto da un membro della sua stessa fazione. Quelli come lui li considerava traditori d’ animo, disertori.. Feccia peggiore dei pirati.

Aokiji per la prima volta da quando lo aveva salvato lo guardò negli occhi. Quanta soddisfazione avrebbe provato nel sputare addosso a quel lurido cane ogni sorta d’ insulto e denigrazione. Ma non lo fece, si trattenne mordendosi la lingua. Non ne valeva nemmeno la pena.

- Ti do un consiglio, caro collega. Non dubitare della mia coscienza morale e più che devota a ciò che è giusto.- Rispose solamente con tono amabile.

Akainu si lasciò andare ad una risata, grassa e simile al grugnito di un porco.

- È quello che speriamo tutti.-

Kuzan sorrise. Un sorriso amaro.

- Cerca di riprenderti, dopo andremmo da Kizaru, magari a lui le cose saranno andate meglio.- Concluse a sguardo basso.

L’ ultima cosa di cui aveva voglia era mettersi a discutere con quel pezzo di merda.

***

La presa delle braccia di Rufy intorno al collo di Zoro si stava affievolendo, e questo preoccupava lo spadaccino più di qualsiasi altra cosa. Tentava in tutti modi di fargli coraggio, di spronarlo a non mollare, ma Rufy peggiorava e la sua speranza con lui.

Zoro non aveva mai avuto un grande senso dell’ orientamento e l’ ansia in questo non lo aiutava per niente. Le parole di Rufy lo avevano sconvolto. Da una parte era felice di sapere che il Capitano fosse felice di essere con lui ma dall’ altra era terrorizzato all’ idea di perderlo. Non aveva mai affrontato a pieno l’ idea. Tutti dovevano morire prima o poi ma.. Rufy morto? No, era una cosa talmente inconcepibile da farlo ridere e piangere. Come sarebbe stato possibile conciliare il ricordo sorridente del suo Capitano con una figura senza vita? Non poteva succedere.

Eppure ora era lì. Aggrappo di quel ragazzo che piano piano la vita stava abbandonando, e sentì qualcosa di freddo allo stomaco. Come se qualcuno gli avesse tirato un pugno.

E corse. Zoro corse, ignorando tutto e tutti. Il dolore, la paura e la stanchezza. Quando arrivò nella abnorme caverna che avrebbe dovuto ospitare la Sunny, quasi credette di essere vittima di un miracolo.

Stava per incamminarsi verso il centro della galleria quando notò qualcosa. Anzi, non notò qualcosa.

La nave era sparita e con lei l’ intera ciurma. Zoro per un attimo pensò il peggio.

- Che diav_-

- Silenzio!- Lo interruppe mormorante Rufy, scatenando lo stupore dello spadaccino.

- Ma..-

Rufy strinse la mano sulla maglia di Zoro che si voltò appena per guardarlo in viso, sembrava sconcertato e nervoso.

- Lo avverto..-

Il vice non capì a cosa si stesse riferendo il Capitano.

- Cosa..?-

Cappello di paglia deglutì, come se avesse visto un fantasma. Prese fiato e parlò.

- Anche in queste condizioni riesco a sentirlo.. Non siamo soli, Zoro.- Sentenziò con voce tremante. - Temo.. non sia ancora finita..-

***

Akainu era semplicemente stravolto. L’ acqua lo aveva indebolito più di quanto avesse mai potuto immaginare, in più la salsedine sulle ferite fresche lo uccideva, ma un dolore più forte scuoteva l’ animo dell’Ammiraglio. La sconfitta. Quella bruciava dentro di lui come un falò estivo. Dal centro del petto alla parte più recondita della sua testa. Era già la seconda volta che Portughese D. Ace gli scappava sotto il naso. La prima era avvenuta per un fortuito caso del destino ma ora le cose erano diverse. Ora era stato battuto. LUI BATTUTO! Non riusciva nemmeno a pensarlo senza scoppiare in un’ onda di amara vergogna.

E mentre si distruggeva la mente a furia di piani subdoli e vendicativi su come far soffrire il giovane pirata avvertì qualcosa. Debole e silenziosa come una fiammella. Ma presente.

- Kuzan..- Chiamò il collega che con la mascherina calata sugli occhi dormiva tranquillamente. Come se non fosse appena uscita da una mastodontica battaglia.

- Ancora 5 minuti..- Rispose questo infastidito.

Akainu si infervorò.

- Svegliati razza di pelandrone! Non senti che c’è qualcuno?!

Aokiji scosto la mascherina ancora assonnato.

- Mmm?-

- C’ è qualcuno..- Ripeté Sakazuki guardandosi intorno sospettoso.-Riesco a percepire la sua aura vitale..-

- Kizaru?- Propose l’ altro vago.

- No, è un’ energia diversa.-

Aokiji rabbrividì, in effetti sentiva qualcosa anche lui. Guardò il collega, sapeva che non si sarebbe trattenuto. Il colpo che aveva ricevuto il suo orgoglio alimentava la sua voglia di sangue. Avrebbe ucciso il misterioso personaggio anche se si fosse trattato di un soldato semplice sopravvissuto, Giustificandosi con qualcosa del tipo “ Non meriti di vivere! Hai fallito il lavoro che ti è stato affidato!“. inutile dire che_letteralmente_ la cosa non piaceva affatto all’ Ammiraglio di ghiaccio.

- Sei troppo debole per continuare a combattere.- Provò a dissuaderlo, ma venne ignorato.

Vide Akainu sorridere e alzarsi piano, quasi con solennità.

- Mi sono sbagliato.- Mormorò.- Sono due.-

Kuzan sospirò sconsolato. “Magnifico, più sangue innocente da spargere.”

***

I due compagni rimasero in silenzio per un tempo che sembrò incalcolabile. Rufy cercava pure di trattenere l’ affanno, con ben pochi risultati.

- Che vuoi dire?- Chiese lo spadaccino.

- C’è qu_qualcuno..-

- Potrebbero essere i ragazzi, non credi?-

Rufy restò immobile per una manciata di secondi con lo sguardo perso nel vuoto. Come se stesse controllando qualcosa nella sua testa. Poi il suo pallido viso si trasformò da ansioso a terrorizzato.

- No! Dobbiamo andarcene, Zoro!- Fece tentando di assumere un tono deciso.

Zoro sussultò.

Cercò di chiedere spiegazioni, ma il Capitano non sembrava voler perdere tempo.

- Dammi retta!- Gli disse ancora.

Lo spadaccino lo guardò attontito poi qualcosa attirò la sua attenzione. Un’ imponente figura a circa 200 metri di distanza veniva verso di loro lentamente, quasi affaticato. Non riusciva a vederne il volto, ma gli diede i brividi lo stesso. Un fremito di inquietudine gli attraverso le membra, ma non si mosse.. Era come incantato.

- Zoro!- Sentì poi urlare.

La voce strozzata di Rufy era arrivata alle sue orecchie come una supplica a cui lo spadaccino non seppe resistere. Non era il momento di fermarsi. Prima di voltarsi lo sguardo gli cadde per caso su quello dell’ uomo e, nel farlo, il suo cuore perse un battito. “Akainu.”

- Reggiti!- Intimò al Capitano che in risposta gli appoggiò la testa sulla spalla. Infine prese a correre all‘ impazzata.

***

Akainu non appena vide Cappello di paglia e il suo vice credette di impazzire di gioia. Lasciò Aokiji nella caverna senza nemmeno degnarlo più di uno sguardo, ignorando completamente sia il collega che lo sfibramento del proprio corpo.

Le cose non avrebbero potuto andare meglio. Quale modo migliore per vendicarsi di Portughese, se non uccidergli il fratellino che tanto amava e spedirgli la sua testa in un pacco?

Le labbra dell’ Ammiraglio si distorsero in un ghigno sadico e perverso. Gli occhi brillanti di una luce folle. Rise.

- Lo ammazzo.- Disse.

Lo ripeté. Una, due , mille volte mentre seguiva morbosamente i due ragazzi. Ucciderli. Per giustizia. Per piacere. Per la sua sete di sangue che mai avrebbe potuto placarsi.

***

La strategia di Zoro era semplice: scappare. Prendere una scala, un corridoio tortuoso, girare e rigirare senza senso finché non gli fosse venuta la nausea. E così, inconsciamente, saliva. Verso l’ alto. Verso il cielo a cui lui associava la libertà. Intrufolarsi sempre più affondo come topi per quei tortuosi passaggi lo avrebbe fatto impazzire. Iniziava a sentire l’ aria mancargli e da i respiri deboli e sconnessi di Rufy sembrava che per il compagno fosse lo stesso. Non poteva permettere che il Capitano morisse. No. Non se lo sarebbe mai perdonato. Pensava e ripensava mentre l’ agghiacciante urlo di battaglia di Akainu si faceva sempre più vicino. E rimbombava, sia nella caverna che nella sua testa.

Una paura cieca gli graffiò il petto, facendogli dimenticare il dolore che sentiva ad ogni minima parte del corpo.

Poi il miracolo. Svoltò un angolo, ne svoltò un altro e poi un altro ancora. In un colpo le fredde rocce che lo avevano accompagnato per tutta la sfibrante durata di quella lunga notte sparirono per lasciare spazio a ciò che non avrebbe mai più creduto di vedere. Il mare agitato e tempestoso all’ orizzonte, il cielo grigio come il fumo minacciante d’ acqua. Non era proprio lo spettacolo più confortante a cui potesse aspirare, ma gli sembrò comunque magnifico. Unica pecca? Lo strapiombo che iniziava ad un paio di passi da lui e di cui non si vedeva la fine.

Zoro strinse la mano di Rufy che rispose debolmente. Non potevano scappare da lì. Erano in trappola. Fine dei giochi.

- E.. ora?- Chiese il Capitano stanco persino di parlare.

Lo spadaccino fremette. “gia.. E ora?”. Oltre a quello di Rufy, sentiva il peso della morte sulle sue spalle. Poi un idea. Pazza, sconsiderata, folle e terribilmente suicida. In poche parole l’ unica via d’ uscita.

Sorrise mestamente posando le labbra sulla mano di Rufy. Solo poche ora prima gli aveva promesso di non fare sciocchezze e ora eccolo lì. Pronto a fare la più grande della sua vita. Pronto a dirgli addio.

 

 

 

 

Ed eccoci qui! Sappiate che nel capitolo di oggi doveva succedere quello che vedrete ne prossimo capitolo! Ma avendolo finito praticamente alle 9 di stasera non mi sembrava giusto scrivere di una parte così delicata in un ora.. Devo farlo con calma.. Spero comunque che vi sia piaciuto e se lasciaste un piccolo commento mi fareste davvero felice! Grazie<3

Continuo: Venerdì 14 Ottobre 2011.

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Capitolo 28
*** Ricordati che ti amo. ***


Ed infine eccomi qui da voi! Grazie a tutti quelli che mi seguono! Il capitolo di oggi è parecchio ZoLu quindi amanti della coppia esultate e portate le mani al cielo! YippiayeeeeeeXD! Mamma mia, vi lascio! A dopo! Ah dimenticavo!

Ricordati che ti amo.

Ed infine eccola lì. Nitida e terribile. Zoro vedeva la sua decisione finale davanti a sé, lo accusava e lo chiamava allo stesso tempo. Se ne sentì sopraffatto. La sua vita ridotta verso un’ unica, grande scelta. Un singolo momento che avrebbe cambiato ogni cosa. Rabbrividì. Aveva già provato quella sensazione. Si, a Thriller Bank. Quando aveva si era offerto alla morte al posto del suo Capitano, già.. Il suo Rufy. Colui che lo aveva salvato da se stesso.
Colui che sorrideva nonostante tutto.
Colui che amava.
Sentiva la mano del compagno tremare contro la sua. Era fredda ma non inerte. Come se Rufy non volesse cederla all’ incoscienza.
Zoro sospirò assaporandone l’ odore. Per un attimo aveva creduto di poter sperare di essere felice, di potersi sentire finalmente completo. Ma evidentemente si era sbagliato.
Ora non gli restava che accettare il proprio destino, che gli si proponeva con una durezza tale da lasciarlo senza fiato. Ma prima sentiva di dover fare qualcosa. Qualcosa che gli avrebbe dato il coraggio di portare fino in fondo la propria decisione, di farla finita con il sorriso sulle labbra.
Si accorse di aver la pelle d’ oca quando fece scivolare il corpo del Capitano giù dalle spalle.
-Z_Zoro.. ma che..?- Provò a chiedere questi, senza capire.
Lo spadaccino, ancora prima di fargli finire la frase, lo prese per la vita posizionandoselo davanti con uno sguardo talmente intenso da zittirlo. Lo guardò come per imprimersi la sua immagine nel profondo, anche se c’era già.
Rufy teneva ancora le braccia intorno a suo collo per sorreggersi. Le guance morbide erano paonazze, gli occhi liquidi e stanchi lampeggiavano di quella luce che aveva fatto innamorare Zoro. Le labbra rosse e tumide, dalle quali usciva l‘ accelerato respiro, non avevano perso la loro appetibilità. Era in cattive condizioni ma comunque bellissimo.
- Che stai.. Facendo..? Dobbiamo sca_scappare!- Disse affaticato. Sapeva di gradire quella vicinanza ma non poteva permettersi di cedere, soprattutto in un momento come quello o non ne sarebbero usciti vivi. Lo spadaccino non era stupido, doveva aver capito una cosa simile, eppure non accennava a muoversi.
Zoro, in risposta, spostò una mano dal fianco del compagno per indirizzarla verso il suo viso che sfiorò piano con le falangi.
Quel tocco unito al suo sguardo rapito fece fremere il giovane Cappello di paglia, facendogli dimenticare ogni cosa. Persino l’ Ammiraglio che al momento doveva essere impegnato a cercarli.
Nonostante fosse Rufy quello a star male fisicamente Zoro prese un respiro con fare così doloroso da fargli credere che le posizioni si fossero ribaltate, poi finalmente parlò.
- Quello che c’è stato tra noi.. È stato davvero solo sesso?- Mormorò con una strana luce negli occhi.
A Rufy gli si mozzò quel poco di respiro che aveva in gola. Avrebbe evitato lo sguardo del compagno normalmente ma in quel momento aveva qualcosa di così magnetico da tenerlo incollato ai suoi occhi.
- Ma.. Ma ti sembrano.. Cose.. Da chiedere.. Ora?- Biascicò rauco.
Zoro parve rabbuiarsi e la sua mano sulla guancia di Rufy tremò ancora. Come se qualcosa dentro di lui lo stesse uccidendo. Parlava con il cuore in mano. Un cuore sincero ma sanguinante. E questo fu subito chiaro al Capitano.
Era uno di quei momenti di cui spesso si leggeva nei libri. Pochi secondi duranti un eternità.
- Io..- Sussurrò ancora Zoro facendo scorrere le dita su per la linea perfetta della sua schiena.- ..Devo saperlo, Rufy.-
Cappello di paglia era rimasto senza parole. Ipnotizzato ancora dai modi del vice. La sua voce calda sembrava quasi una supplica e questo lo colpì.
- Perché?- Chiese questo con voce tremante. -P_perché ora..?- Non era sicuro di volerlo sapere. La serietà del compagno lo spaventava. Sembrava preannunciare qualcosa di terribile.
Zoro sorrise con le labbra ma s’ intristì con gli occhi che si strinsero appena, come appassendo. E Rufy poté ammirare la loro impareggiabile e verdissima brillantezza per l’ ennesima volta. Si sarebbe mai stancato di guardarli? Non si rispose.
- Perché.. Questo è l’ ultimo momento che ho a disposizione per chiedertelo.-
Il Capitano rimase in silenzio per un istante, poi fremette abbassando la testa.
- ..Moriremo…non è così?-
Zoro scosse debolmente la testa, lo prese con delicatezza per il mento costringendo il loro sguardi ad incrociarsi. Il suo pallido sorriso non dava segni di cedimento mentre ancora gli accarezzava dolce la guancia.
- No… Tu vivrai.-
Rufy senti il proprio cuore stingersi di scatto su sé stesso, in una morsa gelida e imperscrutabile. Sperò di aver capito male.
-Di.. Di che cosa stai parlando?- Chiese sforzandosi.
Il compagno non gli diede cenno di risposta.
- Zoro.. Cosa intendi dire?- Riprovò Cappello di paglia scandendo faticosamente ogni parola.
Il sorriso sulle labbra dello spadaccino sparì senza lasciare traccia. A sostituirlo l’ espressione seria di poco prima.. Forse solo un pò più sofferente.
Con calma si avvicinò al viso del compagno. Si può dire che non lo fece apposta, perché il suo corpo si mosse da solo verso quello stravagante ragazzino che gli aveva rubato il cuore. Si fermò ad una distanza tale che gli permettesse di poterlo ancora guardare negli occhi.
- Prima rispondi alla mia domanda.- Gli soffiò sulle labbra. - È stato davvero solo sesso per te?-
Rufy sentì un brivido bollente attraversargli le membra intorpidite dal dolore a cui non dava più importanza. Erano li ora. Vicini. Ad un passo da qualcosa di cui si sarebbe pentito ma che al momento lo attirava senza possibilità di scampo. Il suo respiro accelerò più di quanto non fosse già. Stavano tremando entrambi, desiderosi l’ uno dell’ altro. E non potevano farci assolutamente niente. Nella mente di Cappello di paglia ogni cosa sembrava essersi dileguata, tranne il pensiero di Ace. Quello non lo aveva abbandonato, non lo avrebbe mai fatto.. E allora perchè non riusciva ad allontanarsi da Zoro? Era come se qualche assurda forza non gli permettesse di muoversi.
Aprì la bocca e sperò che la voce gli venisse meno per non dover rispondere a quella domanda che si ripeteva ogni singolo giorno, ma la verità prese il sopravvento su di lui. Che alla fu vinto da sè stesso.
- ..No..-
Un sillaba. Apparentemente innocua e priva di significato fece fare loro quello che mai avrebbero avuto il coraggio di ripetere.
Zoro si mosse verso di lui lentamente, come se temesse di spaventarlo. Ed infine lo baciò.
Finalmente quel sapore, IL SUO SAPORE. Il loro dapprima fu solo un innocente tocco di labbra, ma poi si trasformò in qualcosa di molto più profondo.
Lo spadaccino lo strinse a sé quasi con disperazione, come se dal compagno dipendesse la propria vita. Se ne gustò ogni minimo particolare, mentre scorreva le mani sul corpo del Capitano per imprimersi per sempre dentro quel calore. Rimodellava la sua schiena, dava nuova vita alla pelle del viso semplicemente toccandola con amore, come solo un uomo innamorato sapeva fare.
Rufy rispose al bacio fin da subito, pervaso da un fuoco che prima di allora aveva provato solo con il fratello. Sentiva i loro corpi fregarsi, il loro respiri fondersi e le loro gambe allacciarsi. Ignorò completamente ogni cosa intorno a sé, persino il dolore e l‘ intorpidimento. Tutto divenne solo la cornice sfuocata di qualcosa che sancì un unione illecita e pericolosa, ma terribilmente voluta e desiderata. Rufy artigliò le spalle del compagno con foga mentre si concentrava come non mai sulle sue labbra: l’ unica dannata parte ancora viva e presente in lui. Si mordevano, per poi riprendersi a baciarsi come per curare le ferite causate. Dolcemente, selvaggiamente. Piano, veloce. Stuzzicandosi lievi e gustandosi appieno subito dopo. Le dita di Zoro si intrufolarono sotto la maglietta dell’ altro, vogliose di contatto che non venne negato. E strinsero, accarezzarono la carne bollente e morbida che lo chiamava ad ogni mossa. La passione ormai aveva preso il sopravvento quando la realtà li riportò a sé. L’ aria tornò nitida e gelida sotto il grido agghiacciate e inferocito di Akainu, sempre più vicino.
Lo spadaccino sussultò staccandosi a malincuore dal ragazzo, non si era nemmeno accorto di averlo incosciente sollevato da terra. Rufy aprì gli occhi con calma, guardandolo con un espressione indecifrabile che lo rendeva ancora più adorabile.
Zoro gli circondò il viso con le mani sforzandosi di sorridere. Il suo, schifosamente romantico, bacio lo aveva avuto. Ed era stato il più bello della sua vita.. probabilmente anche l’ ultimo.
Il suo Capitano fece per aprire bocca ma lui interruppe.
- Ti avevo promesso che non avrei fatto sciocchezze, stasera. - Cominciò solenne. - Ma temo di averti mentito, perdonami.-
Rufy deglutì piano, tentando di mantenere gli occhi aperti. Avrebbe tanto voluto dirgli qualcosa, ma non seppe cosa. Quindi restò in silenzio.
- Molto probabilmente quello che ho appena fatto ti creerà dei problemi con Ace..ma…- Il compagno avvertì la punta di amaro sconforto nella voce di Zoro che parlava con un sorriso tirato sul viso. - Se proprio devo morire.. Tanto vale farlo con il tuo sapore sulle labbra.-
Fu il colpo di grazia. Rufy sgranò gli occhi terrorizzato. Ora capiva ogni cosa. Si sarebbe sacrificato per lui.
- No.. No.. Z_Zoro.- Biascicò piano aggrappandosi con più forza a lui. Sentiva l’ angoscia massacrargli il petto. - Ti_ti prego.. Non_-
Zoro lo zittì con un altro piccolo bacio, leggero quanto un soffio di vento. Le sue labbra tremanti poi si spostarono sugli zigomi, sulla fronte, sull’ orecchio. Non aveva paura di morire, l’ unica cosa a cui pensava era che non lo avrebbe rivisto mai più. La cosa lo addolorava tantissimo ma sapeva di star facendo la cosa giusta. Stava dando la vita per il futuro Re dei Pirati, per la persona che più aveva amato in vita sua. Con la sua morte lo avrebbe reso felice. Magari insieme ad Ace. Strofinò la guancia contro quella dell’ altro e avvertì qualcosa di bagnato toccarlo appena.
Rufy non si era nemmeno accorto di essersi messo a piangere, semplicemente il grumo che aveva in gola si era sciolto il lacrime senza alcun preavviso. Solo ora iniziava a rendersi conto di quello che sarebbe successo.
Si sentiva come a Marineford, quando a causa della sua debolezza non era riuscito a fare nulla. Oppure come alle Sabaody, quando i suoi compagni gli erano svaniti davanti. Si era allenato due lunghi anni per non sentirsi più così. Per non doversi più separare da niente. E invece ora il ciclo si ripeteva.
Maledizione al suo corpo martoriato che non gli permetteva di fermare il compagno!
Maledizione alle sue gambe che non lo reggevano più, e ai suoi polmoni che si chiudevano senza pietà!
Ma soprattutto, Maledizione a sé stesso, che doveva sempre sopravvivere a quel dolore.
Zoro aveva già iniziato a camminare verso il precipizio, trascinandolo. Quando si fermò, Rufy avvertì il tremendo vuoto sia sotto i talloni che nel cuore. Lo guardò ancora. I suoi occhi pieni di lacrime su quelli tristi dello spadaccino. Se non si fosse trovato in un momento simile si sarebbe vergognato di singhiozzare in quel modo. Ma ora non riusciva a fare altrimenti. Con non poco sforzo, prese il viso del compagno tra le mani stanche e ferite e appoggiò la fronte contro quella dell’ altro.
- Non.. Non farmi questo, Zoro.- Lo scongiurò con un mormorio tirato fuori a fatica. - Vedrai che.. C’è l_la caveremo e…e troveremo una.. Via di fuga e..Non.. non puoi farmi questo..tu..-
Zoro sorrise. Era più difficile di quanto pensasse. A Thriller Bank perlomeno non aveva dovuto dirgli addio così. Gli era bastato guardarlo e mandargli un pensiero. Ora tutto era più difficile, ma si fece forza.
Scostò delicatamente le mani del compagno dal proprio viso, ignorando le urla dell’ Ammiraglio che li cercava come un forsennato. Le baciò con reverenza per poi sporgersi in avanti a sussurrargli qualcosa. Avrebbe voluto dirgli che sarebbe stato un grande Re dei pirati, che sarebbe stato felice e che lo avrebbe avuto sempre al suo fianco nonostante la morte ma appena si accostò all’ orecchio di Cappello di paglia gli venne in mente l’ unica cosa che sentiva di dover dire davvero, da troppo tempo.
- Ricordati che ti amo.-
Dolci parole di addio, e infine una spinta.
Rufy non ebbe nemmeno il tempo di parlare, si sentì cadere nel vuoto con le parole di Zoro in testa. Poi buio e dolore.

***

Zoro, con il cuore spezzato a metà, non era riuscito a guardare il corpo di Rufy cadere nel precipizio per la troppa angoscia. Era stata una mossa azzardata ma necessaria.
Se l’ Ammiraglio li avesse trovati non si sarebbero mai potuti salvare nelle condizioni in cui erano ridotti. Lo spadaccino credeva che il Capitano, essendo fatto di gomma, non avrebbe subito ferite mortali cadendo, certo poteva pensarci benissimo quella strana ferita ad ucciderlo se qualcuno non l‘ avesse trovato e curato, ma almeno le possibilità di sopravvivenza di Rufy aumentavano dell’ un per cento. Ci sarebbe voluto un miracolo per salvarlo, ma Zoro credeva sia in essi che nel Capitano quindi si sentì appena confortato.
Si voltò. Negli occhi smeraldini albergava il riflesso della morte. Si mise a correre verso l’ interno della grotta. “Solo un ultimo sforzo.” pensò.
Non si preoccupò nemmeno di essere silenzioso, dopotutto voleva che Akainu lo trovasse. Cosa che avvenne pochi minuti dopo.
L’ Ammiraglio Cane Rosso lo squadrò con lo sguardo da folle, digrignando i denti per la fatica e il troppo ululare.
- Dove si trova il tuo Cappello di paglia?-
Zoro tirò fuori le spade, non per proteggersi ma per guadagnare tempo, e un moto di nostalgia gli attanagliò le viscere. Strinse le katane consapevole che quella sarebbe stata l’ ultima occasione per impugnarle.
- Al sicuro.- Replicò. - Quindi sarò io la tua unica vittima per oggi.-
Akainu scoppiò in una risata fragorosa, degna di un pazzo.
- Sempre la solita storia!- Guaì - Tutti eroi voi pirati!-
Lo spadaccino strinse gli occhi.
- No, non tutti.- Ringhiò. - Solo quelli che hanno qualcosa per cui vale la pena sacrificarsi.-
L’ ammiraglio rispose a quella frase con uno sguardo di disprezzo partendo subito all’ attacco con tutta la foga di cui poteva essere capace.
Zoro si mise in posizione di difesa, ma solamente per abitudine. “ Ora è davvero finita.” Pensò guardando letteralmente la morte in faccia. Infine, solo sangue.

***

Ricevere una telefonata nel cuore della notte non era una cosa che lo riempiva di gioia, se poi le notizie che gli venivano date erano perlopiù cattive e angoscianti, questo lo disturbava ancora di più.
Deglutì piano sentendo la gola bruciargli a contatto con la saliva. No, forse non era irritato. Forse provava altro. Quall’ era quella sensazione che ti opprimeva il petto, non dandoti nemmeno la possibilità di respirare o pensare ad altro? Ci pensò a lungo ed alla fine arrivò alla risposta. La preoccupazione.
Sì, era preoccupato. Aumentò la velocità quasi inconsciamente. Davvero preoccupato.




Oh miei cari!? Allora che ne dite?? Vi dico solo che prima di scriverlo ho dovuto deprimermi a morte! Ad un certo punto mi è quasi venuto da piangere, sperò perciò di avervi trasmesso qualcosa! Se lasciaste una recensione vi sarei davvero grata!
Continuo: Venerdì 21 Ottobre 2011.





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Capitolo 29
*** Finalmente ritrovati. ***


Buona sera a tutti! Tutto bene? Spero di si! A me tutto bene! Sono un po stanca ma gente si tira avanti!vorrei ringraziarvi ancora una volta perché come sapete per me siete tutti importantissimi! Grazie a chi mi segue e ha messo la mia storia nelle preferite o chi la commenta! Grazie anche a quelli che la leggono!
PS. A FONDO PAGINA CE UNA NOTA CHE VORREI LEGGESTE TUTTI! GRAZIE ^^
Finalmente ritrovati.

Il sole doveva già essere sorto da un pezzo, ma del solito chiarore mattutino nemmeno l’ ombra. Forse per il temporale che imperversava su oceani e isole al momento. Sorrise. Il mare in burrasca per lui non era certo un problema. Non lo era da molto tempo. Con uno sforzo quasi nullo aumentò ancora la velocità. “Bazzecole per me.”

***

Non aveva sentito l’ aria gelida sferzargli il viso mentre cadeva giù, sempre più giù.
Non aveva sentito il suono del suo urlo.. Forse perché non aveva aperto bocca, o forse si. Non era riuscito a capirlo.
Non aveva sentito nemmeno il contraccolpo del suo corpo con il terreno umido di brina. Può darsi che il suo cervello non lo avesse registrato perché in confronto a tutto quello che era successo, un’ impatto da circa 100m, non era poi un gran ché.
Rufy non ci pensò neanche. Anzi, a dire il vero non riusciva a pensare proprio a niente. O forse ad una cosa si. Zoro, che appena sopra di lui in quel preciso istante stava andando incontro alla morte. Per colpa sua. Sempre così alla fine. Trasalì alzando lo sguardo. Per un fortuito caso del destino era caduto pancia all’ aria, come se gli dei lo volessero punire costringendolo a guardare il cielo macchiarsi di rosso. Prese un respiro tremando, se per il freddo o che per altro non avrebbe saputo dire. L’ unica cosa che voleva fare in quel preciso istante era tendere una mano verso l’ alto, alzarsi, catapultarsi su e combattere, combattere e stra-combattere fino alla più totale incoscienza. Ma sentiva di non riuscirci. Il suo corpo sembrava essere una parte del terreno che lo ospitava.
Gemette forte tentando di tendere i muscoli, ma niente. Il nulla più assoluto. Come se fosse sprovvisto di carne e ossa. Persino il dolore se ne era andato e questo poteva significare due cose:
O era guarito oppure stava peggio di quanto potesse immaginare.
Annaspando abbandonò inconsciamente la testa di lato trovando qualcosa di caldo ad inzuppargli la guancia pallida. Anzi ad inzuppare ogni parte che riuscisse ancora ad avvertire vagamente. Aveva un odore pungente e nauseabondo che gli fece girare la testa.
Si schiarì la vista un istante, una lasso di tempo più che sufficiente per capire la natura del liquido che si apriva sotto di lui come il più sontuoso dei mantelli.
E gli apparve. Acqua cremisi viva. Strinse appena gli occhi ormai vitrei e cadaverici.
“ Ma questo sangue.. E davvero tutto mio?”
Gli sembrò una domando stupida da porsi in un momento simile ma fu la prima che affiorò nella sua mente logora. A fargli compagnia solo il fantasma di un respiro che se ne stava andando per sempre e poche piccole gocce di pioggia che aprivano il temporale.

***

Ace correva a perdifiato per le gallerie con una tale foga da toccare a malapena le rocce sotto di sé. Aveva girato e rigirato ogni minimo cunicolo, buco e caverna di cui quel luogo era provvisto, ma non era bastato.
Gli bruciavano le tempie per lo sforzo e ormai sentiva di aver perso ogni traccia di fiato. Addirittura gli doleva il collo per il continuo movimento che questo compiva. Scatti frenetici ovunque, 360° gradi controllati disperatamente da un pirata dall’ aria persa.
Nella sua mente un unico nome. Rufy.
Ace si odiava per le ultime parole che aveva rivolto al fratellino. Era stato così freddo, così meschino da vergognarsi profondamente. Lo aveva lasciato andare senza preoccuparsi minimamente di quello che gli sarebbe potuto accadere. Una colpa semplicemente imperdonabile per un fratello maggiore, anche se lui era molto più di questo. E la cosa non contribuiva a farlo stare meglio.
Per la prima volta in vita sua, Portughese D. Ace si sentì seriamente perso. Così avvilito e preoccupato da farsi male. Era stato così stupido. Se solo avesse potuto si sarebbe preso a sberle. Non c’ erano parole per descrivere il suo stato d’ animo. Solo un immenso vuoto colmato fino a metà da una fastidiosa bile di angoscia. Bruciante, bolliva dentro di lui risalendogli fino in gola. Aveva già perso delle persone amate: Sabo, Satch, il Babbo. La sua esistenza era stata costellata da dolore e solitudine. Una tragedia dopo l’ altra, quella più grande? Essere venuto al mondo. Quella dannata vita di merda che avrebbe volentieri buttato nel cesso non appena fosse stato abbastanza grande per impugnare un coltello… almeno questo era quello che pensava prima di incontrare Rufy. Lui aveva cambiato ogni cosa. Per questo non poteva neanche concepire l’ idea di perderlo. La sua testa si rifiutava persino di esprimere un concetto così terribile. Ed ora che vi si trovava faccia a faccia sentiva le proprie forze venir meno. Perciò correva. Come se fosse nato per quello, perché non poteva fare altro. Non poteva fermarsi, non poteva piangere, non poteva nemmeno chiedere aiuto. Solo correre.
Aveva sempre avuto un ottimo istinto per ritrovare il fratello e a quello ora si affidava con tutto sé stesso. Esso al momento lo aveva portato nella galleria più buia e fredda in cui si era imbattuto quella notte. Senza accorgersene rallentò il passo,limitandosi ad una marcia veloce rischiarata da una debole fiammella per non sbattere contro la parete. L’ aria era pesante di umidità e del suo respiro affannoso che riempiva l’ umido silenzio. Poi un ticchettio. Ace all’ inizio quasi non se ne accorse, troppo preso dai propri pensieri, ma ad un certo punto divenne così nitido da non poter più essere ignorato.
Incuriosito si diresse verso il suono con passo malfermo. Pochi metri ed una scala improvvisata lo riportarono alla vita.
Caricò a pieno i polmoni d’ aria che in quelle ore era stata solo un miraggio. Piccole e fresche stille di purezza si infransero sul bel viso del ragazzo raffreddando quel corpo sempre caldo come il sole di mezzogiorno. Ma Ace non si concesse il tempo di godersele. Si guardò intorno immediatamente. Davanti a se si stagliava una vegetazione grassa e selvaggia. Il terreno fangoso era impregnato qua e là di toppe verde scuro. Gli alberi erano fitti e marci. Una volgare palude.
Rifletté un attimo. Aveva setacciato ogni dannata pietra di ogni dannata caverna, se lui era arrivato fin lì anche Rufy poteva esserci riuscito. Contemplò quel pensiero un’ istante sapendo che in caso di errore non avrebbe potuto tornare sui propri passi. La posta in gioco era alta, solo uno sbaglio e avrebbe rischiato di perdere il fratellino per sempre.
Tornare indietro e cercarlo meglio o provare lì fuori?
Sospirò piano, dopodichè prese ad avanzare verso l’ esterno. Correndo naturalmente.

***

Oramai stava diventando difficile persino camminare. Il fango della palude a contatto con la pioggia si era trasformato in un fastidioso ostacolo per il giovane Portughese che si faceva strada tra arbusti e sterpaglie con passo stanco. La speranza intanto se ne andava come lavata dall’ acqua. Abbattuto prese ad urlare il nome del fratello. Poco importava che potesse trovarsi ad un passo o poco più da un’ altro Ammiraglio. Tanto, con la nebbia che c’ era in quel postaccio, non ci avrebbe fatto caso comunque.
- Ruuuuuuufy!- Strillò appoggiandosi al tronco muschioso di un albero. - Ruuuuuu! Rispondi! Sei qui?!-
Si rese conto del tono disperato della sua voce ascoltandone l’ eco lontano che ricopriva quelle lande desolate come una coperta.
- Rufy!-
Un altro urlo nella tempesta. Unutile.
Ringhiò con ferocia trascinando ancora le gambe verso l’ ignoto che lo accoglieva in religioso silenzio contaminato solo dal lontano rumore d’ acqua.

***

Se c’ era una cosa di cui Monkey D. Rufy aveva paura era restare da solo. Fin da bambino la solitudine lo uccideva più che il dolore fisico ed ora, dopo anni e anni le cose non erano cambiate.
Chissà dov’erano i suoi compagni? Ed Ace, Che fine aveva fatto? Cosa stava facendo Zoro in quel momento? All’ ultima domanda preferì non rispondere.
Le lacrime che aveva versato poco prima si confondevano con le gocce di pioggia che gli detergevano il viso. Rantolò con rabbia. Non poteva finire così. No, non lo avrebbe permesso.
Tentò uno scatto con il proprio corpo e scoprì con amarezza che il dolore non lo aveva abbandonato del tutto. Ricompariva ad ogni movimento che compiva. Strinse i denti soffocando un urlò. Batté la testa sul terreno per farsi forza. Lo doveva a tutte le persone che si erano sacrificate affinché lui vivesse. Aveva il preciso compito di reagire e fare qualcosa.
Tese gli addominali premendo sulla parte sinistra del corpo che sembrò quasi cigolare come una macchina rotta. Con un immenso sforzo si voltò trovandosi con il viso premuto sul fango. Sentiva un debole scrosciare a poca di stanza da sè, era un suono leggero coperto dal ticchettio della pioggia. Doveva trovarsi a pochi passi da un torrente. Si aggrappò al terreno con le dita deboli tentando di raggiungerlo. Non seppe dove trovò la forza per trascinarsi ancora fin lì, ma non gli importò.
Non riusciva a vedere la propria immagine riflessa nell’ acqua per quanto questa fosse burrascosa e in un attimo gli balneò in testa un idea.
La corrente avrebbe potuto trasportarlo ovunque più velocemente.. Anche se la cosa lo avrebbe di certo indebolito più di quanto non fosse già.. Era un rischio, ma era pronto a correrlo. Prese un bel respiro e con un ultimo ed inumano sforzo, riuscì finalmente a toccare l’ acqua fino ad immergervisi completamente. Era fredda da fargli male. Come se mille spilli lo trapassassero da parte a parte, per un attimo restò attaccato al bordo infine si lasciò andare. Si chiese se quello a cui aveva veramente aspirato nell’ gettarsi così imprudentemente in quel fiumiciattolo fosse la morte.
La corrente intanto andava e andava ed il suo corpo con essa. Non seppe per quanto tempo continuò così, nella sua mente solo la certezza che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo con il respiro bloccato. Ogni pensiero sembrava sfocarsi pian piano ed abbandonarlo a sé stesso. Si sentiva stranamente calmo, ormai certo di essere morto. L’ incoscienza accarezzò piano il viso di Cappello di paglia. Un ultimo bacio alla ciurma, a Zoro e a Ace. La quale non sarebbe riuscito a dire addio. E poi giù, verso l’ inferno che sembrava trascinarlo a sé.
Buio, dolore, incoscienza.. Ed una mano che lo afferrava per un polso?

***

La mente di Ace si era scollegata nel momento esatto in cui aveva visto il corpo del suo fratellino vagare come morto in un torrente che aveva notato per caso. Non c’erano parole degne di esprimere un angoscia tanto insopportabile e potente. La bocca non era riuscita emettere suono mentre le pupille si erano dilatate dentro agli occhi spalancati e il cuore era esploso dal terrore.
Le sue gambe si erano mosse da sole dimenticando per un istante il dolore e la fatica, cercando di raggiungere la velocità della corrente.
Non c’ era tempo per pensare, ma solo per agire. Si sporse fino allo spasmo dal bordo della riva e quando riuscì ad afferrarlo sentì una parte d’ anima tornare ad invadergli i polmoni.
Tirò con tutte le sue forze aggrappandosi ad un ramo per non farsi sopraffare dalla forza opposta. E finalmente lo trascinò fuori dall’ acqua.
Prese il viso gelato di Rufy tra le mani tremanti accovacciandosi su di lui. Risplendeva di una pallida luce che mai gli aveva visto addosso prima di allora. Le labbra erano viola ed immobili, prive di ogni cenno di respiro. Che fine aveva fatto il ragazzino sorridente che amava con tutto se stesso? “L’ ho ucciso..”
Ace imprecò.
- Ru, guardami!- Urlò rauco per il groppo che gli si era formato in gola. - Respira!-
Batté una mano sul petto del fratello, disperato per quello che aveva fatto. - Non puoi morire, respira dannazione!- Batté di nuovo mentre le guance gli si rigavano di un liquido ben diverso dalla pioggia. Era colpa sua se ora stava così. - Respira, idiota!- Anche se non aveva mai creduto in quel Dio che lo aveva messo al mondo cominciò a pregare, mosso da una paura dolorosa ed infinita. Ma niente. Sferrò poi ancora un colpo, l’ ultimo.
Rufy sussultò tossendo un paio di volte, lasciando Ace interdetto ma tremendamente sollevato.
Il minore schiuse appena gli occhi annebbiati e stranamente spenti che lo guardarono senza realmente vederlo perchè troppo confuso e stravolto, quindi li richiuse.
Pugnò di fuoco singhiozzò stringendolo forte. Lui era vivo. Solo questo lo rese l’ uomo più felice del mondo.
- Rufy..- Lo chiamò per fargli sentire che non era solo, che non lo avrebbe più lasciato. - Perdonami.-
Aspettò per un istante la reazione del fratellino che non arrivò. Si scostò per guardarlo in faccia. Aveva riperso i sensi ed ora giaceva di nuovo immobile tra le sue braccia. Ace fremette preoccupato. Quando l’ occhio gli cadde sulla ferita sul collo capì che c‘ era ben poco da stare tranquilli.
Trattenne il fiato mentre quello di Rufy procedeva fievole e sconnesso. Era un brutto taglio, profondo; lungo e probabilmente infetto. Andava curato al più presto. Cercò di mantenere la calma.
Si alzò e se lo mise in spalla con delicatezza. Come quando erano bambini e lo portava in spalle fino a casa. A volte per gioco, altre perché Rufy si faceva male ed Ace doveva portarlo a farlo a curare con urgenza da Magra. Ora le cose erano diverse.
Punto primo: Erano cresciuti.
Punto secondo: Con una sola occhiata Pugno di fuoco aveva capito che tutte le ferite che il fratellino si era procurato fino a quel momento non si avvicinavano nemmeno lontanamente a quella. Istinto? Decisamente si.
- Ora ce ne andiamo di qui, Ru.-
Una frase espressa per rassicurare più sé stesso che Rufy.
Guardò davanti a sé prendendo a seguire il torrente. Non sapeva come sarebbe riuscito ad andarsene da lì ma tanto valeva provare a raggiungere il mare.

***

Il torrente poco a poco si era ingrandito, prima formando un fiume ed infine un ampia foce a delta che terminava in mare aperto.
Le ginocchia di Ace cedettero a pochi passi dall’ acqua salata che pareva muoversi a scatti nervosi.
C’ era un solo aggettivo per descrivere il suo stato attuale: spossato.
Si sentiva talmente esaurito di energie da non avere nemmeno più la forza di pensare. E Rufy dietro di lui non pareva in condizioni migliori.
Guardò l’ orizzonte, come in attesa di un miracolo. Era arrivato fino a lì per morire?
Appoggiò una mano a terra sorreggendosi e abbassando lo sguardo. E ora? Sapeva che gli Ammiragli erano ancora in vita e che probabilmente li stavano cercando e questo non contribuiva a renderlo più tranquillo, anzi.
L’ ultima goccia di speranza gli scivolò via sul collo sotto forma di pioggia. Non avevano più scampo.
Fu a quel punto che udì un rumore alla sua destra, un rumore di passi ed il respiro di una nuova creatura.
Ace gemette cercando di assumere uno aria minacciosa.
- Chi.. Chi va là!?- Sbraitò.
La risata che gli arrivò alle orecchie gli sembrò quasi famigliare.
- Si salutano così i vecchi amici che corrono a salvarti il culo anche i piena notte!?-
Portughese rimase a bocca aperta voltandosi verso la voce. Sorrise. Erano salvi.




Angolo dell’ autrice(?): questo capitolo l’ ho iniziato alle 2 di pomeriggio dopo una settimana di ispirazione 0 e finito alle 8 spaccate quindi perdonate gli errorracci e le viste-_-”! È stata dura ma sono abbastanza soddisfatta! Ora non resta che sentire le vostre opinioni! SOLO UN PICCOLO APPUNTO DAVVERO IMPORTANTE: VORREI PROPORVI NUOVAMENTE IL SOLITO SONDAGGIO! LA STORIA SI CONCLUDERA’ UN GIORNO E PER ALLORA HO BISOGNO DI PIU PER FARLA FINIRE DI PIU COME PIACE A VOI! NON VI CHIEDO DI COMMENTARE SE NON NE AVETE VOGLI (NACHE SE LA COSA MI FAREBBE DAVVERO FELICE MA ANCHE DI FARMI SAPERE LA VOSTRA PREFERENZA TRA ZOLU O ACELU TRAMITE POSTA! PERCIO DATEVI DA FARE SE POTETE! MI BASTA ANCHE UN MESSAGGIO CON SCRITTO SOLO IL NOME DELLA COPPIE E BASTA^^ LO DICO PER VOI^^
Detto questo vi auguro la buonanotte<3
Continuo: Venerdì 28 ottobre 2011.







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Capitolo 30
*** Un amaro risveglio. ***


Della serie a volte ritornano XD eccomi qui! Di nuovo con voi! Vorrei chiedere scusa ai lettori che mi hanno visto sparire un giorno e poi non mi hanno più rivisto per mesi! Mi dispiace tanto! E stato molto scortese sparire così da parte mia.. Spero che mi perdonerete! Grazie a tutti coloro che hanno votato siete magnifici!
SAPPIATE CHE OGGI E’ UN GIORNO IMPORTANTE PER ME.. NON PERCHE’ HO DECISO DI TORNARE MA PERCHE ESATTAMENTE UN ANNO FA PUBBLICAVO IL PRIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA… ORA SONO A 30 CAPITOLI.. SPERO CHE UN GIORNO CON IL VOSTRO AIUTO RIUSCIRO’ A CONCLUDERLA <3

Un amaro risveglio.

- Ma si può sapere come fai a dormire in un momento come questo!?- Sbraitò Iva battendo le manone sulla scrivania. - Cappello di Paglia _Boy rischia di morire in questo preciso istante e tu stai qui a non fare niente! Che Razza di uomo sei!?-
L’ individuo in questione sembrò non aver recepito il messaggio e continuò la sua beata pennichella. Si passò una mano tra i folti capelli neri, schiuse gli occhi un istante e subito dopo li richiuse sbadigliando sonoramente come se la cosa peggiore che potesse capitargli al momento fosse non trovare più comoda la poltrona sulla quale era largamente spaparanzato.
- Di grazia, pensi almeno di rispondermi?- Aggiunse la regina degli Okama, incrociando le braccia al petto con aria stizzita.
L’ uomo gli rivolse uno sguardo che la lasciò interdetta. Aveva lo sguardo assente, come immerso in un oceano di pensieri, Iva si sentì quasi in colpa per le dure parole che gli aveva rivolto.
- Perdonami, non dovevo. Sarai sicuramente più preoc_-
- Secondo te è ancora aperta la cucina, Iva? Mi sta venendo un certo languorino.-
Per poco Iva non si soffocò con la propria saliva. Annaspò sconvolta, rimanendo a bocca aperta poi sentì le orecchie prendere fuoco per la collera e il disappunto.
- Ma ti ha dato di volta il cervello?! Brutto zuccone, il ragazzo rischia di perdere la vita! Lo capisci dannazione?!..-
L’ uomo si alzò prendendo a girare per la stanza con aria pensierosa.
- Potrei prepararmi un panino..-
- ..Smettila di dire stronzate! Da quando e qui non sei andato a vederlo neppure una volta! Ma ti sembra normale?!..-
- ..oppure potrei vedere se c’ è ancora un po’ di riso a curry..-
-.. Vuoi starmi a sentire?! Persino tuo padre sembra preoccupato mentre vuoi farmi credere che a te la cosa non fa ne caldo ne freddo?!..-
- Oppure..-
- ..Puoi almeno fingere di volergli bene!?- Sbraitò infine Iva con occhi spiritati e tutta la voce che gli rimaneva.
L’ uomo si voltò di scattò verso di lei, senza pronunciare un suono. Aveva gli occhi stretti in due fessure così piccole che nemmeno la più minuscola delle chiavi avrebbe potuto accedervi, e la mascella tesa come una corda di violino. Tremava, anche se Iva non capì in preda a quale emozione, mentre la giugulare pulsava come a voler esplodere da un momento all’ altro. In un battito di ciglia, l’ Okama vide il tormento e la stanchezza in ogni ruga, ogni solco di pelle di quel viso che conosceva da una vita. Un viso che ora gli sembrava invecchiato di anni in un solo giorno. Pentita, rimase in silenzio trattenendo persino il respiro.
L’ uomo deglutì, si voltò ancora ed imboccò la porta lasciandola chiusa alle proprie spalle.
Il corridoio davanti a sé era deserto e lugubre, proprio come piaceva a lui. Sospirò, volergli bene? No, dopo quello che gli aveva fatto non ne aveva più il diritto.

***

Per un tipo come Ace, sempre circondato da baldoria e schiamazzi, urla e battute; il silenzio era annientante. Gli feriva le orecchie con forza facendogli sanguinare la testa e l’ anima. Lo aveva sempre accoppiato con la solitudine. Brutta bestia anche quella. Ci aveva passato l’ infanzia, triste e tormentata infanzia, era quasi arrivato a considerarla una compagna di giochi mite e silenziosa. Poi erano arrivati Sabo e Rufy.
Due piccoli e apparentemente insignificanti raggi di pallida luce che gli avevano fatto venire voglia di viverla quell‘ esistenza tanto assurda e odiata. Ripensandoci ora gli veniva quasi da sorridere. Come avesse fatto a passare dal considerarli così velocemente due mocciosi senza speranza _ soprattutto più Rufy che Sabo _ ai suoi adorati fratelli non ne aveva la più pallida idea, ma andava bene lo stesso. Dopotutto aveva sempre pensato Ace, che i miracoli non avessero mai un vera e propria spiegazione. Sì perché il suo era stato un miracolo. Uno dei più grandi, uno dei più belli che il mondo avesse mai visto. Sì, ne era pienamente convinto.
Sospirò passandosi una mano sugli occhi stanchi e arrossati.. Normalmente ripensare a quando erano bambini gli metteva serenità, ma in quel frangente non mutò niente nel suo cuore. Ancora quella tremenda… non sapeva nemmeno come chiamarla quella sensazione.. Forse ansia, o angoscia o dolore.
Guardò di nuovo il fratellino, quasi gli sembrava di non fare altro da giorni.. probabilmente era proprio così. Oramai conosceva a memoria il suo viso, ecco perché vederlo in quello condizioni era così devastante per lui.
Tese una mano verso la fronte tremante dell’ altro, portando all’ indietro i capelli umidi di sudore gelido e l’ ennesima fitta gli artigliò il cuore.
Ace maledisse se stesso e la sua gelosia. Maledisse ogni cosa, ma non mosse un muscolo. Non aveva la forza di farlo, era ritornato la creatura schiva e apatica di un tempo. Soffriva come un cane ma sentiva che tutto quel dolore non era abbastanza. Aveva passato due anni a cercarlo e ricercarlo in ogni angolo del mondo, quasi poteva dire di averlo girato tutto oramai. Era quasi buffo, in 5 anni di pirateria ne aveva passato 1 a trovare una ciurma che lo amasse per quello che era, 2 alla ricerca di un uomo che potesse placare la sua sete di vendetta e i rimanenti per ritrovare Rufy.. Tutto quello da cui avrebbe voluto allontanarsi un tempo. In sostanza la sua era stata fino ad ora un’ avventura piuttosto solitaria e sconclusionata a buon rendere. Ma Ace non era quel tipo di persona che sta a guardarsi indietro e a tirare le somme della propria esistenza. No davvero. Se C’ era una cosa che Rufy e i suoi “ altri fratelli” gli avevano insegnato era proprio questa: “Mai guardarsi indietro, guarda sempre avanti, Ace. Al futuro, a tutte le cose che ancora ti aspettano.” In quel preciso istante non riusciva a guardare né indietro né avanti. Non avvertiva nemmeno il presente. Era come in uno stato di trance, bloccato in un limbo da cui aveva paura di uscire per non dover affrontare quello che sarebbe venuto.. Allora pensò ai suoi compagni, di sfuggita ma con una punta di nostalgia. Forse se fossero stati accanto a lui ora non si sarebbe sentito così. Rifletté su questo un istante. Improbabile visto l’ amore che nutriva per il fratello.
Fremette. Chissà come stavano tutti al momento.. Non ne aveva idea. L’ ultima volta che li aveva visti era stato a Marineford dopodichè aveva deciso di non avvicinarsi più a loro.. Era grato per quello che avevano fatto per lui ma era convinto che così non li avrebbe arrecato più danni di quelli che già li appesantivano.. Tuttavia continuavano a mancargli.
Gli mancavano i suoi sottoposti ed i loro festini improvvisati.
Gli mancava Marco, quell’ uomo freddo ed inespressivo che lo aveva fatto sentire a casa dopo tanto tempo. Colui che ormai doveva aver preso il posto di Barbabianca. Già.. Il suo adorato Babbo. Lui gli mancava più di tutti, in un modo particolare, non come un amico o fratello ma come un appiglio.. Esattamente come un padre che lascia un figlio troppo presto.
Non sapeva il motivo per cui era finito col pensare a queste cose.. Forse per non dover affrontare pensieri peggiori. Quelli da cui probabilmente non sarebbe uscito sano di mente per il troppo dolore. Ace tentava di ignorare l’ evidenza ma lui lo sapeva. La dura verità gli appariva davanti con un insistenza tale da non poterla ignorare,
Ogni ferita sul corpo di Rufy ne era il muto testimone che tuttavia urlava a gran voce. E gridava e si dibatteva.
Ogni singulto da parte di quel corpo stanco e provato equivaleva alla prova più schiacciante.
Persino ogni singolo, doloroso respiro che usciva dalle sue labbra sembrava volerlo accusare ancora e ancora in un circolo infinito e spietato.
Gli parve quasi di sentire il tonfo sordo del martelletto del giudice battere con forza sul legno urlando “ Colpevole, Colpevole!” . Ace da quella voce non poteva scappare.. Perché era la sua.
- Ehi.- Una voce lo distolse dai suoi pensieri. Non si girò nemmeno verso di essa sapendo già a chi essa apparteneva. Pugno di fuoco non rispose, non gli andava di fingere che tutto andasse bene. La figura, allora, prese ad avanzare verso il letto fermandosi proprio accanto al ragazzo che non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
L’ uomo sospirò incrociando le braccia al petto con lo sguardo serio rivolto verso Rufy. - Come va?-
Ace scrollò le spalle vago: - Come al solito. Non migliora e non peggiora.-
L’ altro sistemò distrattamente il berretto da Marine sulla testa puntando poi gli occhi sull’ altro giovane.
- Non mi riferivo a lui.-
Non poteva crederci. Rufy era ad un passo o forse meno dalla morte e quel maledetto vecchiaccio chiedeva di lui. Roba da pazzi. Al ragazzo per un’ istante venne voglia di appenderlo al muro e spaccargli il muso a suon di pugni. Ma si trattenne pensando a tutto quello che quell‘ uomo aveva fatto per loro.
- Io sto bene.- Mormorò atono come una corda di chitarra scordata.
- Certo ma se continui a non mangiare potrebbe durare ancora per poco, non trovi?-
- Non mangio perché non ho fame.-
- E non dormi perché non hai sonno, dico bene?- Ribeccò ancora l’ individuo.
Lo sguardo di Ace, quello apatico e nervoso che usava ormai da giorni, si incrinò un poco mentre andava ad abbassarsi sul pavimento. Cosa che fu notata immediatamente dall’ altro che sbuffò. - Senti Ace a me non me ne può fregar di meno se non mangi o non dormi o che altro, sei un’ uomo e devi provvedere da solo a queste cose, ma non mi va di badare alla tua salute oltre che alla sua.- Concluse con il solito tono burbero facendo un cenno a Rufy.
Rimasero in silenzio per una manciata di secondi mentre il continuo e fastidioso suono dell’ encefalogramma spezzettava l’ aria tesa come un coltello.
- Ace, mi sta ascol_-
- Dimmi una cosa..- Lo interruppe il ragazzino in un soffio di voce. - ..Ma prima giurami che sarai sincero.-
L’ individuo si bloccò interdetto da quella pallida reazione, sembrava tornato il bambino smarrito e triste di un tempo. Quando finalmente Ace si decise a guardarlo negli occhi per accertarsi che non mentisse, il vecchio finse di non vedere la vergognosa paura che gli distorceva il volto che gli riportava alla mente ricordi di vita e di era passata.
- Credi.. Che si sveglierà?- Mormorò come se Rufy stesse solo dormendo e lui non volesse disturbarlo.
L’ anziano sostenne il suo sguardo per un po’, davanti a sé nemmeno l’ ombra di quel ragazzo pieno di vita che giocava a sfidarlo regolarmente, ma solamente un ragazzino spaventato dall’ idea di perdere la cosa che più cara gli è al mondo e di certo non lo biasimò per questo. Prese a fissare la sacchetta di sangue da trasfusione davanti a sé, aveva un colore scuro; quasi grumoso. Un brivido gli attraversò la schiena mentre il punto dalla quale lo avevano prelevato tornava a pizzicare sotto le bende. Gliene avevano portato via un sacco e dire che non era stato nemmeno l’ unico donatore. Sospirò. Un sospiro stanco ma pieno di fiducia.
- Sì. Penso che si sveglierà.- Non lo disse per rincuorare Ace o sé stesso, semplicemente era più che convinto della forza d’ animo d’ animo del suo Rufy. Non lo avrebbe preso sotto la sua ala, altrimenti. Ne lo avrebbe allenato. - Non so dirti il motivo ma so che è così.. Credo in lui e dovresti farlo anche tu. Non è il tipo che molla.. Dovresti saperlo meglio di me.- Concluse con un sorrisino quasi paterno.
Vide con la coda dell’ occhio l’ annuire pensoso di Ace e credette di aver detto la cosa più giusta. Ci furono ancora pochi attimi di silenzio prima che Pugno di fuoco parlasse di nuovo, con una nota un filo più serena nella voce.
- Lui non viene a vedere come sta?- Chiese riferendosi al Capitano della nave sulla quale erano imbarcati.
Il Marine si limitò ad alzare le spalle vago.
- Tz.. Vallo a capire quello..lo conosco da una vita ed ancora non riesco a capire che gli frulla in quella zucca..-
- Sarà genetico..- Fece Ace - Comunque se eri venuto qui solo per questo ora te ne puoi anche tornare di sopra, vecchio.-
L’ uomo in questione si infervorò e tentò dal mollare uno dei suoi famosi destri sulla testa del più giovane ma si trattenne permettendosi solo uno scapellotto semi-affettuoso e una scompigliata ai capelli.
- Non parlarmi un questo modo, moccioso!-
Ace si scostò sbuffando.
- E non trattarmi come un bambino!-
- Ti tratto come mi pare e piace invece, signorina!-
- Bastaaa!-
L’ uomo ghignò appena lasciandolo andare e dirigendosi di nuovo verso la porta mentre Ace si ricomponeva. Stava per uscire dalla porta e tornare da quel degenerato per riferirgli le condizioni del ragazzo quando Pugno di Fuoco disse qualcosa che lo fece trasalire.
- Ehi… Grazie di tutto, Nonno..-
Garp , a quelle parole, sentì chiaramente una corrente calda partire dallo stomaco scorrere tra le arterie e le ossa fino ad arrivare alla parte alta del petto. ..“Nonno”.. quella parola, detta da uno dei suoi nipoti lo scuoteva sempre nel profondo.. Se poi si aggiungeva ad una situazione del genere, la commozione era quasi d’ obbligo.
Decise di non rispondere per non far sentire al ragazzo l’ incrinarsi della sua voce e uscì di fretta dalla stanza credendo, o meglio sperando, che Ace non avesse notato la sua debolezza ma non andò come sperò. Dopotutto, Pugno di fuoco non era di certo un idiota qualunque e soprattutto conosceva i tasti giusti per far crollare l’ apparente facciata da duro del vecchio. Ma come questi gli aveva ben insegnato restò in silenzio, per lasciare dignità all’ avversario sconfitto.
Quando la porta fu chiusa ed Ace si ritrovò nuovamente solo con il fratello era forse un pò più sereno, forse no.
Prese la mano di Rufy e la strinse.
- Sentito, Ru? Anche lui crede in te.. Non vorrai mica deluderlo?-

***

Rufy non aveva mai temuto la morte. Gli metteva tristezza, certo. Ma temerla No. Non considerava nemmeno l’ idea del paradiso o dell’ inferno, non perché non ci credesse ma solamente per il fatto che riconduceva il perire all’ incoscienza. Quella completa. Come un lungo sonno senza sogni. Immobile, nero ed impenetrabile. E lui non la temeva affatto, dopotutto non era molto diversa dal riposo. Molte persone si sarebbero sentite soffocare in una desolazione tale ma non lui. Questo era quello che pensava..Fino a quel momento. Ora gli appariva chiaro di quanto la morte lo terrorizzasse. Avrebbe preferito la solitudine alla tremenda tortura che stava subendo. La cosa più brutta fu che l’ indicibile dolore che provava dopo il combattimento con Kizaru diventò la parte più “leggera” della sua agonia.
La sua mente era così piena di immagini da fargli credere che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’ altro. C’ era sangue. Tanto sangue. E c’ era Zoro. C’ era Ace. C’ erano i suoi compagni. E urlavano. Urlavano tutti. Voci arrabbiate, altre disperate da far venir la pelle d’ oca. E poi incubi senza trama alternati all’ oblio più inespugnabile. Rufy vedeva volti orribili, a volte solo ombre. Gli stavano davanti facendosi scappare sussurri incomprensibili.
Dov’ era la rassicurante desolazione?
Dov’ era la pace dell’ animo?
Lui queste sensazioni non era riuscito a sfiorarle nemmeno con un dito da quando era in quel ‘luogo’. Gli pareva di trovarsi li da tutta la vita, a toccare il fondo della disperazione.
Quando, dopo interminabili incubi e pene, schiuse finalmente gli occhi gli sembrò di uscire da anni ed anni di continue torture.
Era abbastanza certo di essere disteso, forse su qualcosa di morbido. Intorno a lui solo buio rischiarato appena da una luce biancastra che proveniva da chissà dove, magari ciò che sentiva al momento non era altro che l’ ennesimo sogno, ma qualcosa gli suggerì che non fosse così.
Il suo respiro suonava amplificato alle sue orecchie, ma non era l’ unico rumore che riuscisse a percepire. Il silenzio era spezzato da un “bip” ritmico e acuto che gli sembrava di aver già sentito in passato.
Mentre quella eterna litania continuava, cercò di riordinare in parte le idee, impresa alquanto ardua visto la testa dolente e i muscoli intorpiditi. Strinse gli occhi sforzandosi poi di tenerli aperti e quando vi riuscì la prima cosa che vide di fronte a sé fu un soffitto di legno, scuro e apparentemente solido, ma sconosciuto.
Si sentiva confuso e_ nonostante si fosse appena svegliato_ stanco. Mortalmente stanco. Il suo respirò tremò. La mente ottenebrata da strani e indistinti pensieri di cui non aveva memoria, non voleva saperne di dirgli cosa era successo prima del suo risveglio. Strinse appena le mani su sé stesse. Una artigliò il lenzuolo, l’ altra venne a conoscenza di un contatto ben più piacevole. Caldo e confortante come una tiepida giornata marzo, quando l‘ inverno pareva sciogliersi al sole di una nuova e attesa primavera.
Fece per voltare la testa_ non con poco affaticamento, visto la fitta tremenda al collo della quale non riusciva ancora a ricordare la provenienza_ e infine lo vide lì, al suo fianco, chinato sulla sponda del letto con il viso tra le braccia incrociate.
Il suo cuore perse un battito, il respiro si fermò in gola e tutte le domande e le ipotesi sul perché si trovasse lì sparirono come lavate via da un onda del mare. Schiuse le labbra immobili da tanto, forse da giorni, tentando di pronunciare il suo nome.
- Ace.- Mormorò così piano che quasi non si sentì neppure lui, al contrario il compagno sembrò avvertirlo benissimo.
Ace non stava dormendo affatto _ come avrebbe potuto d’altronde?_ lo stava solo aspettando, come si era ripromesso di fare. Boccheggiò alzandosi di scatto come se si fosse scottato, sgranò gli occhi castani facendo notare a Rufy le profonde ombre nere sotto di essi. Erano occhi sfiniti, ma brillanti di gioia. Immobile mosse le labbra come per dire qualcosa che il minore interpretò come “ è un miracolo.”poi, con impeto si lanciò contro di lui.
Rufy gemette per la sorpresa e per il dolore alle ferite mentre si lasciava abbracciare dal fratello che sembrava volerlo soffocare tanto lo stringeva stretto.
- Ace, ma che_?-
- Lo sapevo, Ru.- Lo interruppe subito il maggiore. - Sapevo che ti saresti svegliato.- Mormorò con voce spezzata.
Rufy, istintivamente, contraccambiò la stretta, accarezzando distrattamente i capelli del fratello. Si sentiva frastornato e confuso, come se si trovasse in una realtà parallela. Non riusciva ad elaborare un pensiero coerente tante erano le domande e i pensieri che gli affollavano la mente.
Ace si scostò e sorrise radioso guardandolo negli occhi, Rufy notò che erano lucidi e lacrimanti.
- Piangi fratellone?- Chiese accarezzandogli una guancia.
Ace rise tra le lacrime. - Iniziavo a pensare che non mi sarei più sentito chiamare così.-
Il più giovane non capì la sua risposta, ma non ci fece caso. Si guardò meglio intorno ma la stanza gli appariva ancora sconosciuta.
- Perché mi trovo qui?!- Domandò voltandosi ancora verso il compagno in cerca di risposte. - E soprattutto dov’è “qui”?! Cos‘è successo?!-
- Ehi, Ehi quante domande! Hai dormito 5 giorni di fila, per ora è meglio che non ti sforzi e te ne resti tranquillo, Fratellino!-
Rufy rimase sconcertato.
- Cin_Cinque..-
- Già.- Rispose sorridendo amaramente Ace. - Quando ti ho trovato eri praticamente morto.-
- Quando mi hai trovato?-
Portughese annuì gravemente, poi abbassò la testa come se si vergognasse.
- Sono stato un idiota.- Ammise. - Non avrei mai dovuto comportarmi .. Da stronzo.- Sospirò. - Non riesco a non pensare a quello che sarebbe potuto succederti se non ti avessi trovato.. Non ho fatto altro che metterti nei guai e farti stare male, io e la mia stupida gelosia!-
Rufy a quell’ ultima parola sentì una scarica elettrica attraversargli il cuore. Si sentiva come se tutti i pensieri confusionari nella sua testa andassero a spartirsi per formare una linea pulita e profonda nella sua memoria.
Aprì la bocca come per dire qualcosa ma nessun suono uscì da essa. Strinse gli occhi cercando di ricordare.

“ TU DEVI STARE LONTANO DA LUI!”

Frasi ed immagini diventavano più nitide, secondo dopo secondo.

“Dici di amarlo.. Ma non sei disposto a rinunciare a tuoi sogni per lui.”

I ricordi vennero a galla facendo tremare la superficie d’ acqua che poco prima pareva dovesse stare immobile per sempre.

“Perché metti me è lui sullo stesso piano!? ! Spiegami perché!”

Riconobbe la voce di Ace in quella cacofonia di urla e parole apparentemente senza senso logico. Si portò una mano alla testa che sembrava scoppiare. Avevano litigato di questo si ricordava. Avevano litigato per .. ?

“Non devi preoccuparti per me. Sto bene.”

Per cosa?.. Per CHI?

“Mi dispiace per aver messo le mani addosso a tuo fratello. È stato un gesto stupido e insensato.”
“Altrochè se lo è stato. Sono comunque contento che te ne sia reso conto.. Spero che non riaccada più..”
“Stanne pure certo.”


Ricordava quella conversazione, quella voce profonda e calda era famigliare come nessuna altra. Una fitta terribile ed un capogiro lo colsero impreparato facendolo piegare leggermente su se stesso.
Ace trasalì prendendolo per le spalle. - Rufy! -
Cappello di paglia ansimò.

“ Voglio venire con te.”

Quella voce..

“ Non ti azzardare a toccare il mio Capitano!”

A chi diavolo apparteneva quella voce!? Sentiva come se la risposta fosse ovvia ma allo stesso tempo irraggiungibile.
Vide una lama davanti a sé. L’ aveva già vista prima. Gli sembrò di avvertire un dolore sfibrante alla base del collo, poi alla spalla, poi al braccio e ancora a tutto il corpo.

“Questo ti farà male, Cappello di paglia.” Disse qualcun altro.

Gemette forte, gli mancò il respiro.
- Rufy!- Ripeté Ace in allarme. - Che hai?!-
Il ragazzino si accasciò in avanti premendo la fronte accaldata sul petto del fratello. Ace lo strinse a sé, mortalmente preoccupato.
- Ace.. La caverna.. Il pugnale.. Lui ..-
- Non sforzarti Rufy! Non ci pensare, sei ancora troppe debole!- Lo pregò il compagno, ma Rufy non poteva non pensarci più e basta. Oramai i ricordi avevano preso il sopravvento. Era come in uno stato di trance.

“ Non dirlo nemmeno!”

In appena 30 secondi Rufy stava rivivendo una nottata intera. Una terribile nottata.

“A_anche se sto per morire.. Sono.. Sono contento di essere con te, ora.”

“Contento di stare con chi? Con chi!?” Si chiese.
- Chi?- Mormorò perso in un mondo suo.
Ace non sapeva più cosa fare. - Rufy, basta. Ti farai solo del male.- lo scosse debolmente come se dovesse svegliarlo. - Smettila di pensare.-
Ma Rufy non riusciva più a sentirlo, aveva perso il senso della realtà. Era vicino alla risposta, lo sentiva.

“ ..Moriremo…non è così?”
“ No… Tu vivrai.”


La patina opaca che opprimeva i suoi ricordi andava scemando. E lui che prendeva coscienza dei fatti. Sentiva l’ angoscia salire come un fiume in piena verso il petto.

“ Se proprio devo morire.. Tanto vale farlo con il tuo sapore sulle labbra.”

A quelle ultime parole fu come se in Rufy scoppiasse una bomba.
Spalancò gli occhi fino a farsi male. - No!- Urlò affondando le unghie nella propria carne.
Abbassò il capo come se qualcosa lo avesse colpito alla base della nuca. Si portò le mani alla testa, rigido come un manico di scopa.
- No!- Ripeté con voce spezzata.
Ace mandò giù la saliva, ansimante. Doveva calmarlo a tutti i costi, non poteva sopportare di vederlo in quello stato.
Prese tra le mani tremanti il viso del fratellino che sulle prime provò a sottrarsi a quella presa.
- Rufy!- Lo chiamò Ace. - Guardami Rufy..-
Cappello di paglia cercò di divincolarsi ancora una volta.
- Guardami! - Disse più deciso il maggiore vincendo la sua resistenza e costringendolo a rivolgere lo sguardo verso di lui. Gli occhi di Rufy fecero rabbrividire Ace, erano così.. Tormentati e vuoti. Sembrava un bambino che si è appena svegliato da un incubo tremendo. Dove era andata a finire quella luce che amava tanto?
Sospirò, tentando l’ unica manovra che conoscesse per tranquillizzarlo. Si avvicinò con moderata lentezza e lo baciò tentando di infondergli una sicurezza che stava perdendo pure lui stesso.
Rufy a quel contatto sentì il cuore frantumarsi in milioni di pezzi. Chiuse gli occhi e chissà per quale motivo la sua memoria si accese come una lampadina, portandolo all’ ultimo bacio che aveva avuto. Tutto divenne finalmente chiaro come il sole cocente ed un ultima dolorosa frase gli risuonò nella testa.

“ Ricordati che ti amo.”

Trasalì quasi strozzandosi con il suo stesso respiro e aprì gli occhi di scatto. Per un istante gli sembrò di star baciando un’ altra persona , si staccò brutalmente rimanendo comunque vicino per poterlo guardare meglio
Quando il compagno che apri gli occhi, Rufy credette di essere impazzito. Davanti a sé non vide più le iridi castane di Ace ma quelle verde brillante di qualcun’ altro che conosceva molto bene. Insieme al suo viso duro ma dolce.
L’ illusione dirò un battito d’ ali, poi si infranse ed Ace tornò quello di sempre, preoccupato ed in attesa, ma sempre lui. Rufy lo osservò ancora un istante mentre il nodo che aveva in gola si scioglieva in lacrime. Aprì la bocca sussurrando, in modo quasi impercettibile, la risposta che aveva tanto cercato, la x nella sua memoria che fino a quel momento non era riuscito a trovare.
- Zoro.-


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Angolo dell’ autrice: mia buona gente spero che questo capitolo vi sia piaciuto! MI RACCOMANDO CONTINUATE A VOTARE! PER IL MOMENTO LE ZOLUISTE SON IN VANTAGGIO! ACELUFYSTE! CHE FATE??? FATEVI AVANTI OIBO!

Grazie a tutti che mi seguono recensiscono e così via.. Vi amo <3

Continuo: Venerdì 23 Marzo 2012














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