La nuova arrivata

di MrsLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Memorie ***
Capitolo 4: *** Casa Castle ***
Capitolo 5: *** Vs - Versus ***
Capitolo 6: *** It's not too late to apoligize ***
Capitolo 7: *** Verità ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


- Cambiamenti -


Siamo arrivati” disse mezzo spazientito il conducente del taxi. La ragazza guardò fuori dal finestrino. Le tremavano un po' le mani ma ormai era lì, non poteva tornare indietro.

E' sicuro che sia il posto giusto?”

Più che sicuro. Mio nipote ha passato più tempo qui che a scuola.”

Rilesse ancora l'indirizzo. Come se non lo avesse già imparato a memoria: distretto di polizia della 58° strada. Beh è inutile temporeggiare pensò. Piegò il foglietto consumato e se lo mise in tasca.

Può aspettarmi qui?” chiese prima di scendere dalla vettura.

Mi ha preso per il suo tassista personale?”

La pagherò per tutto il tempo che ci vorrà.”

Il conducente acconsentì e la ragazza scese dalla macchina. “Spero di non dover aspettare che esca di prigione.” disse l'uomo mentre la vedeva attraversare la strada.


Non ci credo”

Ti dico di sì invece”

Naa si sta inventando tutto”

Ragazzi smettetela di parlare e tornate al caso.” disse la detective Kate Beckett spuntando dalla sala relax con un caffè fumante in mano. “Il portiere ha confermato che durante il suo turno non è entrato nessuno, quindi possiamo togliere il marito dalla lista dei sospettati “ disse il detective Kevin Ryan togliendo una foto dalla parte destra della lavagna.

Quindi se non è stato lui rimane solamente...”

Ehi aspetti dove crede di andare?” ci fu un piccolo trambusto e i detective videro due agenti rincorrere una ragazza che si dirigeva proprio verso di loro.

E' lei il signor Castle?” chiese fermandosi davanti allo scrittore.

S-sì sono io...” rispose sorpreso.

Signorina non può stare qui” intervenne Beckett.

La ragazza sembrò non sentirla “Posso parlarle un attimo in privato?”

La detective roteò gli occhi “E' un'altra delle sue fan, portatela fuori” disse rivolta ai due poliziotti.

No, no aspetti... Non sono una sua fan. E' una faccenda personale, la prego.” supplicò mentre la portavano via. “Signor Castle riguarda Iris!” esclamò tutto d'un tratto.

Gli occhi dello scrittore si spalancarono per lo stupore. “Iris” sussurrò. “Lasciatela andare!”

Castle che succede?”

Come sai il suo nome?”

Se mi permette di parlarle le dirò tutto.”

Castle...?” Kate si era portata alle sue spalle

Dammi un paio di minuti.” le rispose e condusse la ragazza in una stanza tranquilla. “Prego accomodati”

Si sedettero su delle sedie malconce e dopo qualche attimo di silenzio “Di cosa volevi parlarmi?”

Come ha conosciuto Iris?”

Lo scrittore la fissò intensamente per un istante. Era una bella ragazza, viso luminoso e lineamenti fini incorniciati da una massa si capelli ricci che le arrivavano all'altezza delle spalle. Un paio di occhi grigi lo scrutavano quasi fino in fondo all'anima: lo stesso sguardo che aveva Iris. “Ci siamo conosciuti durante uno scambio culturale.”

Nient'altro?”

Prima dimmi il tuo nome, poi continuerò con il mio racconto”

Beth”

Beth... Bel nome” commentò. La ragazza non si fece distrarre dal tentativo di depistaggio e gli fece cenno di continuare. “Eravamo soli: lei italiana e io newyorkese, non conoscevamo nessuno così diventammo amici.”

Ma non eravate solo semplici amici, vero signor Castle?” chiese sporgendosi verso lo scrittore.

Dall'altra parte non ci fu nessuna risposta. Se l'aspettava una reazione del genere “La prego, è importante. So che per lei sono solo una sconosciuta con un'amica in comune. Se risponde alle mie domande le dirò tutto ciò che vuole sapere”

Castle la guardò ancora, sembrava sincera “Sì eravamo più di semplici amici” confessò infine lo scrittore “ci innamorammo... Sei italiana anche tu vero?”

Beth sorrise “Va bene signor Castle facciamo il gioco delle domande e delle risposte; sì sono italiana. Ora è il mio turno: cosa successe dopo?”

Ne ero certo. Voi italiani avete quella musicalità nella voce anche quando parlate inglese” commentò sorridendo al ricordo dell'accento buffo di Iris, poi ritornando serio continuò “Passammo delle settimane fantastiche poi ognuno se ne ritornò a casa e...”

E...?”

Non ci sentimmo più. Decise di troncare la relazione.” disse quest'ultima frase con amarezza. “Mi mandò una lettera un paio di settimane dopo il nostro ritorno”. Il suo tono era triste, il ricordo lo tormentava ancora dopo così tanti anni.

Beth si alzò e iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro.

Beth?” Castle si alzò a sua volta preoccupato per la reazione della fanciulla. Ma lei non lo ascoltava, era persa nei suoi pensieri Perchè, perchè l'ha lasciato? si chiedeva.

Lo scrittore fermò il fiume dei suoi pensieri posando le mani sulle piccole spalle “Beth cosa c'è?” la ragazza lo guardò negli occhi cercando una risposta valida. Non riusciva a parlare, le parole non trovavano la strada per uscire.

Lo scrittore parve capire perchè chiese “Cosa è successo a Iris?”

Gli occhi le si inumidirono e non riuscì più a trattenere le lacrime. Nascose il viso tra le mani, non voleva che la vedessero piangere. “E'... E' morta” riuscì a dire tra i singhiozzi. Rick la prese tra le braccia e la cullò. Le sue mani accarezzavano delicatamente i capelli ondulati. “Mi dispiace” le sussurrò all'orecchio “Alla tua età i figli non dovrebbero perdere le madri”. Aveva capito, aveva sempre capito tutto.

Si strinse più forte a lui. Il suo torace forte emanava un dolce calore e il profumo le inondava le narici con quel suo odore speziato. Dopo qualche attimo si staccò asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.

Tuo padre come l'ha presa?”

Quella domanda la paralizzò “Lei... Io...” non sapeva da dove iniziare “Io non ho mai conosciuto mio padre” disse infine.

Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. Stupida stupida stupida! continuava a pensare. Infine volse gli occhi in alto finchè non incontrò quelli di Castle. Un dialogo silenzioso corse tra i due e dopo una manciata di secondi le pupille gli si dilatarono. Stava capendo perchè lei era lì, perchè era stata così insistente per parlargli in privato. Tutte quelle domande su Iris ora avevano un senso.

Istintivamente lo scrittore si allontanò di qualche centimetro. Aveva lo sguardo attonito e la bocca semiaperta ma Beth poteva vedere gli ingranaggi muoversi velocemente nella testa. “Io?” ora era lui che non trovava le parole “Io sono tuo... padre?” chiese ancora scioccato.

La ragazza scosse la testa “Non è sicuro. Potrebbe essere lei come potrebbe non esserlo.” l'uomo portò una mano sulla bocca e si sedette.

Era inutile rimanere lì, ci avrebbe messo un po' per assorbire il colpo e Beth lo sapeva meglio di chiunque altro. Meglio tagliare la corda pensò.

Questo è l'indirizzo dell'albergo in cui alloggio. Se per caso vuole parlare sa dove trovarmi” gli consegnò un bigliettino, prese le sue cose e se ne andò lasciandolo da solo con i suoi pensieri. Rick fissò a lungo il foglio, poi prese il cappotto e senza dire niente a nessuno se ne andò anche lui.

Aveva bisogno di schiarirsi le idee.



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Ciao a tutti, se state leggendo questo piccolo post vi ringrazio di aver avuto la pazienza di leggere questa pazza FF ;) L'idea mi era venuta una sera guardando Castle e mi son chiesta: "Perchè non movimentare ancora un pò la vita del nostro scrittore preferito?". Ed ecco qua il frutto della mia mente bacata! Spero sia stato di vostro gradimento, al prossimo capitolo ;)

Mrs Lovett


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Capitolo 2
*** Confessioni ***


- Confesssioni -

A quell'ora la casa era vuota: sua madre, Martha, era a teatro per delle prove e sua figlia Alexis era ancora a scuola. Aprì un cassetto segreto nella sua scrivania dove teneva alcune bottiglie di liquori in modo che sua madre non potesse scolarseli tutti. Aveva proprio bisogno di un goccetto. Il sapore pungente dell'alcool gli infiammò la gola. Perchè solo ora? Si chiese.


Ciao, sono a... casa” Alexis guardò la sala sottosopra. Il tavolino era cosparso di fogli e quant'altro, proprio come il pavimento e il divano. “Papà cosa succede?”

Ciao tesoro, sto solamente mettendo a posto delle scartoffie.” disse spostando uno scatolone per far sedere la figlia.

Se lo vuoi sapere queste non hanno proprio l'aria di scartoffie” commentò prendendo una foto che spuntava da un raccoglitore “Come mai stai cercando tra le tue vecchie cose? Nostalgia del passato?”

Richard sorrise lievemente “Qualcosa del genere... Oh eccole!” esclamò scostando un vecchio annuario per prendere un plico di lettere tenute insieme da un elastico. Le scorse velocemente, nonostante fossero passati molti anni dall'ultima volta che le aveva prese in mano ne ricordava il contenuto. Arrivò l'agognata ultima lettera sulla quale si era infranto il suo amore giovanile: 9 Settembre 1988.

Ammirò la scrittura precisa e ordinata di Iris interrotta qua e là da alcune macchie.

Chi è... Iris?” chiese Alexis scorgendo la firma in fondo al foglio.

Un'amica” mentì.

Un'amica che ti scrive Con amore?” Alexis lo guardò con lo stesso sguardo critico di sua madre quando c'era qualcosa che non andava “Avanti papà a me puoi dire tutto.”

Castle era combattuto. Cosa avrebbe potuto dirle? Ciao tesoro hai una probabile sorellastra segreta di cui neanche io sapevo l'esistenza fino a un paio d'ora fa? Che figura avrebbe fatto? E soprattutto come avrebbe reagito Alexis?

Era una vecchia fiamma” le rispose infine. Una mezza verità non poteva creare molti problemi. Avrebbe solamente tralasciato il fatto della figlia naturale. Ipotetica figlia naturale si corresse.

Beh allora le avrai spezzato il cuore”

Cosa?” chiese meravigliato tornando alla realtà.

Guarda” gli disse Alexis mostrandogli la lettera in controluce “ci sono dei segni di acqua su alcune parole, soprattutto verso la fine, di sicuro avrà pianto.”

Rick strappò quasi di mano il foglio dalle mani della figlia. Non ci credeva. Come ho fatto a non accorgermi?

Ma se sei stato tu a lasciarla perchè ti ha scritto una lettera?” Castle non la sentiva, stava analizzando la lettera parola per parola. I suoi occhi vennero catturati da una frase che lo gelò. Continuò a rileggerla volte e volte.


C'è una questione delicata che devo risolvere. Non posso spiegarti ora, ma spero che un giorno capirai il perchè di questa mia scelta.


Sapeva cos'era quella questione: era venuta a fargli visita qualche ora fa.


Un giorno saprai tutto. Ti prego perdonami.

Sempre e con amore,

Iris


Un groppo gli si formò in fondo alla gola, deglutì più e più volte cercando di farlo scomparire. Suonarono alla porta, padre e figlia alzarono lo sguardo.

Deve essere Ashley” sussurrò Alexis guardando l'orologio.

Cosa a aspetti? Avanti vai da lui” la incitò Rick. La ragazza lo guardò con preoccupazione “Sto bene” Continuò il padre con dolcezza.

Alexis ancora un po' titubante prese le sue cose e si incamminò verso la porta. Nello stesso istante Martha entrò e andò quasi a sbattere contro la nipote “Oh scusa tesoro... Cosa ci fai ancora qui? Non dovevi uscire con Ashley?”

Sì adesso vado... Fammi un favore, tieni d'occhio papà, ha qualcosa che non va.”

Non ti preoccupare cara, a tuo padre ci penso io.” le rispose mentre chiudeva dietro di sé la porta.

Quando rimasero soli Martha appese il cappotto sull'appendiabiti a fianco a lei e chiese “Cosa succede?” Problemi con il caso? O con Beckett? Oppure con entrambi?”

Castle sorrise appena alla battuta. La madre gli si avvicinò e gettò un'occhiata al casino soffermandosi sulla lettera che Rick stringeva ancora tra le mani.

Quella è la famosa lettera di Iris?” chiese ricordandosi. Il figlio annuì. La donna prese in mano le vecchie fotografie che ritraevano un Castle nel fiore degli anni sorridente abbracciato a un gruppo di amici; il giorno del suo primo ballo di fine anno; durante la laurea e infine una vecchia foto scolorita di lui e Iris. Erano sdraiati su un prato, sopra una tovaglia a quadri con a fianco un cestino da pic-nic. Lei, bellissima, era distesa su Richard che le stringeva affettuosamente la mano. Entrambi guardavano sorridenti l'obbiettivo, felici.

Come mai hai ritirato in giro le tue vecchie cose? Hanno qualche attinenza al caso?”

Lo scrittore scosse la testa. Se affrontare l'argomento “figlia segreta” con Alexis era imbarazzante, farlo con sua madre lo era ancora di più.

Mamma” cominciò “c'è una cosa che devo dirti... Iris è morta”

Oh tesoro mi dispiace”

Non è solo questo...” la interruppe mettendosi a fissarla intensamente sperando che, chissà come, potesse prevedere le sue parole, evitando così l'impaccio di una confessione. Martha aspettava. “Oggi è venuta una persona al distretto, una ragazza, voleva delle informazioni su di lei e anche su di me...” Castle lasciò la frase in sospeso.

Dopo alcuni secondi Martha disse “Quindi?”.

L'uomo si maledisse. Perchè sua madre non poteva essere un po' più perspicace? Respirò a fondo “Lei pensa... Crede che io sia suo padre”

La donna si bloccò. Gli occhi sembrarono caderle dalle orbite e quasi la mascella si staccò dallo stupore. “Cosa hai detto?” chiese con un filo di voce.

Rick la fissò “C'è la possibilità che potrei avere un'altra figlia”

Martha aveva lo sguardo vitreo “Tua e... di Iris?” il figlio annuì.

La donna fissò un punto lontano per qualche secondo poi si alzò improvvisamente e andò verso la cucina.

Mamma che fai?”

Qua ci vuole qualcosa di forte” rispose tirando fuori una bottiglia di rum e bevendone un sorso a canna.

Mammaaaa!” Rick la raggiunse e le tolse di mano la bottiglia “E' una cosa seria!”

La donna sospirò e si portò una mano alla tempia massaggiandosela. “L'hai già detto ad Alexis?”

Lo scrittore scosse la testa “Voglio aspettare finchè non scopro la verità.”

Martha lo guardò con rimprovero “Alexis ha il diritto di sapere...”

Sapere la verità” la corresse “Fino ad allora non le dirò niente.”

Sua madre fece un cenno di assenso a malincuore, non sembrava molto convinta. “Per prima cosa vai da quella ragazza e cerca di rassicurarla un po', poverina sarà a pezzi... Dopodichè farete il test”

Test...?”

Martha lo guardò con fare interrogativo “Ma certo tesoro, il test del DNA per constatare la paternità”

Nella mente di Castle passarono in rassegna le testate dei più grandi giornali che recitavano la nuova scoperta. I giornali scandalistici sarebbero andati a nozze con quello scoop. Un sacco di pubblicità negativa per lui, per i suoi libri (Gina l'avrebbe letteralmente massacrato), per la famiglia, per il distretto... Beckett! Chissà come la prenderà Kate pernsò. Cacciò indietro quel pensiero Un problema alla volta!

Prese cappotto e le chiavi della macchina, salutò sua madre e si avventurò per le strade affollate di New York.


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Ciao ragazzi, scusate il ritardo!! Spero rimarrete soddisfatti anche di questo capitolo! Per il prossimo aggiornamento cercherò di essere più veloce ;) E ora sotto con le recensioni! ^^

Enjoy! 

Mrs Lovett <3

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Capitolo 3
*** Memorie ***


L'uomo spense la macchina e guardò fuori dal finestrino. Il posto non è certo dei migliori commentò tra sé. Raccolse quel poco di coraggio che aveva e scese dalla vettura. Il pomeriggio era quasi alla fine e il sole iniziava la sua lenta discesa verso l'orizzonte creando con la sua luce giochi di ombre. L'asfalto cominciava a tralasciare tutto il calore assorbito durante l'arco della giornata rendendo tiepida l'aria.

Salì le scale che conducevano alle camere. ...39...40...41.

Restò immobile con la mano a mezz'aria. Il corpo lo bloccava ma la mente lo invitava a bussare alla porta. Chiuse gli occhi respirando a fondo e allungò la mano.


Beth aprì il getto dell'acqua. Subito una vampata di calore la investì creando un'invisibile coltre di leggero vapore che andò a posarsi sulle pareti e sui vetri freddi. Si lasciò cullare da quella bella sensazione per qualche secondo prima di sentire qualcuno bussare alla porta.

Hanno fatto presto quelli del servizio in camera pensò mentre indossò l'accappatoio stringendolo stretto alla vita e con i capelli ancora gocciolanti uscì dal bagno. Aprì la porta e rimase senza fiato. Non è il servizio in camera... No, decisamente no.

Davanti a lei c'era un Richard Castle dall'aria imbarazzata.

Ho sbagliato camera” si scusò “Sono entrato in quella a fianco e la signora non voleva più mollarmi. In compenso però mi ha dato queste.” disse con aria soddisfatta porgendole un sacchetto contenente delle ciambelle giganti.

Beth, prima stupita, scoppiò a ridere e prese il pacchetto “Si accomodi” disse spostandosi per farlo entrare. La stanza era essenziale: un letto a due piazze, una scrivania, una piccola TV e un divanetto sul quale Castle si sistemò. La ragazza si scusò e andò a vestirsi in bagno.

Lo scrittore si guardò intorno: la valigia era sistemata vicino al letto, aperta, dalla quale spuntavano fuori dei lembi di vestiti. Una pila ordinata di fogli era posta nella parte sinistra della scrivania. Beth ritornò con una semplice maglietta grigia e un paio di vecchi jeans scoloriti, i capelli ancora umidi raccolti con un mollettone.

Mi scuso se sono stata un po' irruente oggi”

Nessun problema”.

Silenzio.

Se posso chiederlo... Com'è morta Iris?”

Beth si sistemò sul bordo del letto stringendo le mani tra le ginocchia “Cancro allo stomaco. Quando i medici l'hanno scoperto non c'era più niente da fare... E' morta due mesi fa.”

Mi dispiace”

Lentamente Castle tirò fuori dalla tasca della giacca una copia della foto di lui e Iris e la porse alla ragazza. “Ho pensato che avrebbe potuto farti piacere.”

Beth la prese con mani tremanti e ammirò la giovane coppia “Eravate belli insieme” commentò accarezzando con il pollice la faccia della madre. “Anche io ho qualcosa da darle”. Cercò tra la pila di fogli della scrivania e ne estrasse una foto.

A Castle scappò un sorriso: lui vestito da cavaliere con in testa una corona di cartone prendeva in braccio Iris, vestita da principessa.

Quando abbiamo vinto la festa in maschera”

La ragazza annuì e disse “Giri la foto”

Nella parte posteriore campeggiava la scritta di Iris che diceva: Io e Richard Rodgers/Castle e più sotto un post scriptum recitava: Il miglior scrittore di tutti i tempi. Rick se lo ricordava bene, quel post l'aveva scritto lui.

Bei tempi” sussurrò. Solo ora che si ricordava quanto gli mancasse Iris, di quanto profondamente la amasse, di quanto aveva sofferto quando gli aveva spezzato il cuore...

Toc, toc. “Servizio in camera” disse il cameriere dall'altra parte.

Beth aprì la porta e cercò tra gli indumenti il portafogli.

Faccio io” disse Castle e porse al ragazzo venti dollari.

Grazie” rispose la ragazza imbarazzata spostandosi una ciocca si capelli dietro l'orecchio. “Se vuole favorire...”

Oh no grazie, ho già mangiato”

Il pasto era frugale e finì in pochi minuti.

Sai di cosa ho voglia? Un bel gelato” commentò Rick all'improvviso. La vista e l'odore del cibo gli aveva fatto venire un certo languorino “Che ne dici, andiamo a prendercene uno?” propose alzando il sopracciglio.

La ragazza fece un gran sorriso, prese una giacca leggera e insieme uscirono dalla camera.

Presero un cono da un rivenditore ambulante e lo gustarono passeggiando parlando del più e del meno. Stanchi dalla lunga passeggiata si sedettero su una panchina. Davanti a loro si stendeva il mare e più in là l'enorme massa scura che indicava Manhattan.

Mamma diceva che l'odore del mare è l'odore della vita.” disse d'un tratto la ragazza aspirando l'odore salmastro “non ho mai capito cosa significasse veramente.”

Ti manca?” si morsicò la lingua appena finì la frase Andiamo Castle che domanda stupida. Certo che le manca, era sua madre! Pensò auto-commentandosi.

La ragazza annuì sempre guardando davanti a sé. Il rumore delle onde del mare che si infrangevano sotto di loro fu l'unico rumore per alcuni attimi.

Ti parlava mai di tuo padre?”

Qualche volta... Quando la facevo arrabbiare diceva sempre sei proprio come tuo padre” rispose imitandola.

Su questo le do torto. Somigli a lei più di chiunque altro.” disse teneramente Castle.

Quando parlava di lui le si illuminavano gli occhi e poi diventava triste, ma i suoi ricordi sono sempre stati felici.”

Sai... Tua madre è stata il mio primo amore, passammo insieme pochi mesi ma furono gli attimi più belli di tutta la mia vita.”

Se l'era ripetuto più volte tra sé e sé ma mai prima d'ora aveva osato riferirlo a una persona reale. Quella ragazza che sembrava quasi essere caduta dal cielo gli stava scombussolando la vita. Poi erano arrivate Meredith e Gina ma un fuoco come quello non l'aveva più ritrovato.

E quella poliziotta con cui lavora? Ho sentito dire che è la sua musa ispiratrice.”

Beckett? Beh, Beckett è... Beckett!” rispose un po' imbarazzato.

Kate era l'unica persona, oltre a Iris, con cui si sentiva completo Iris lo aveva incoraggiato verso la sua professione e poi era misteriosamente sparito, ora era Beckett che lo accompagnava nella sua carriera e con lei ogni giorno era sempre migliore del precedente. Anche con la sua freddezza e il suo distaccamento Castle si sentiva vivo, bruciato da quella segreta passione che solo Iris prima di lei aveva saputo dargli.

Beth si accorse della piccola divagazione mentale dell'uomo ma non lo interruppe.

Beckett è un'amica e una collega” puntualizzò

Beth sogghignò “Allora deve essere fortunata ad avere un amico speciale come te.”

Castle scosse la testa “Io sono fortunato ad averla accanto.” disse quasi in un sussurro.

La ragazza guardò l'orologio: si era fatto tardi. Castle parve capire perchè si alzò dalla panchina e insieme si incamminarono verso l'hotel.

Grazie per la bella serata e anche per la cena. Le restituirò i soldi il prima possibile.”

Non ce n'è bisogno.”

Allora... Buonanotte”

'Notte.”

Lo scrittore la seguì con lo sguardo, poi d'un tratto gridò “Ehi Beth!” la ragazza si voltò “perchè non passi la notte a casa mia?” Si sentiva quasi un pedofilo per quella frase però non gli andava di far passare un'altra notte da sola alla sua ipotetica figlia. “Fino a quando non sapremo chi sei veramente sarai ospite a casa Castle.”

Beth era ancora immobile. Aspettò qualche secondo poi disse “Aspetti un attimo.”


Una manciata di minuti dopo erano in macchina diretti a casa dello scrittore.

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Buon pomeriggio a tutti! Ecco a voi il terzo capitolo! Spero sia piacevole come gli altri ;)

Per circa una decina di giorni non potrò aggiornare la storia quindi dovrete aspettare fino al 3 Aprile (come minimo).

Alla prossima! Con affetto la vostra

Mrs Lovett <3  ^^

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Capitolo 4
*** Casa Castle ***


Buona giornata tesoro”

Alexis gli lanciò un'occhiataccia, salutò sua nonna e uscì.

Lo scrittore cadde nello sconforto e iniziò a girare pigramente il cucchiaino nel caffè.

Era palese una reazione del genere, cosa ti aspettavi?” chiese sua madre spuntando dalle spalle del figlio.

L'uomo sbuffò continuando a mescolare il caffè ormai tiepido.

Non potevo lasciarla là...” cercò di giustificarsi.

Tesoro non ti sto rimproverando quello, hai fatto bene a portarla qua, con tutto quello che succede oggi giorno...” commentò lanciando uno sguardo veloce al giornale, che, ancora una volta, recitava in prima pagina un articolo su un episodio di violenza “ma avresti dovuto dirlo ad Alexis prima di irrompere qua con quella ragazza, che, tra parentesi, è veramente deliziosa. Se è tua figlia di sicuro non ha preso da te.”

Grazie mamma, ora sì che mi sento decisamente meglio.” rispose sarcastico lo scrittore mentre la sua depressione saliva alle stelle.

Martha sorrise leggermente “Il punto è che Alexis sta diventando grande, non puoi trattarla ancora come una bambina.”

Cercavo solo di proteggerla...”

Richard a volte la miglior protezione è la verità.” disse battendo una mano sulla spalla del figlio.

Andò dietro il bancone della cucina e si versò del caffè caldo in una tazza che recitava La miglior nonna del mondo.

Oh buongiorno cara! Caffè?”

Beth entrò timorosa nella stanza stringendosi una felpa gigante “Oh no grazie signora, mi basta del thè”

Chiamami Martha, signora è troppo da vecchi.”

Richard le lanciò un'occhiata eloquente quasi per dire ma tu SEI vecchia.

Mi dispiace per aver creato dei problemi ieri sera...” si scusò.

Non è colpa tua Beth. Avrei dovuto informare prima Alexis della faccenda. E' stata colpa mia.”


Quando la sera prima entrarono nell'attico Beth era rimasta senza fiato. Era tutto magnifico: i mobili, il divano, la cucina... Alexis, il folletto rosso come l'aveva soprannominata Beth, era scesa dalle scale saltellando.

Ciao papà” salutò fermandosi davanti ai due.

Ciao tesoro. Lei...” Castle era in imbarazzo.

Mi chiamo Beth, piacere di conoscerti. Tu devi essere Alexis, tuo padre mi ha parlato molto di te.”

Quindi... Sei un'amica di papà?”

...Non esattamente...”

Entrambe guardarono lo scrittore che aveva un'aria da cane bastonato. Prese coraggio e disse d'un fiato “Alexis lei è... Potrebbe essere tua sorella”

La ragazzina fece guizzare velocemente lo sguardo tra i due. “Mia sorella...?”

Io non...”

Tu mi hai tenuto nascosto una sorella?” disse ancora incredula.

E' una storia lunga...” cominciò.

E quando avevi intenzione di dirmelo?!” disse con la voce tremante e gli occhi che le luccicavano.

Alexis io... Mi dispiace” disse sconsolato.

La figlia non lo ascoltò e corse su per le scale diretta in camera sua.

Beth si sentì terribilmente in colpa “Non è stata una buona idea venir qui”. Fece per prendere le sue cose ma Rick la bloccò.

No, non andartene. Le ci vuole solo un po' di tempo... Vieni, sistemiamo le tue cose.”

Il padrone di casa la condusse di sopra e la fece accomodare nella stanza degli ospiti posta davanti a quella di Martha e accanto a quella di Alexis.

Era una camera media, elegante ma allo stesso tempo non sfarzosa: un letto king size e un armadio era tutto ciò che conteneva. Sistemò solo una parte del proprio bagaglio nel grande armadio, non voleva avere la falsa speranza di aver trovato una nuova famiglia.

Questo è un alloggio temporaneo Beth si ripeteva.

Castle si assentò per un paio d'ore per degli incontri con i suoi finanziatori e la casa piombò nel silenzio più assoluto. Martha era di sotto a imparare la propria parte per il nuovo musical che sarebbe andato in scena a Broadway da lì a un paio di mesi; mentre Alexis era ancora in camera sua. Passò davanti alla porta socchiusa della camera e si soffermò per un istante a osservarla. Giocherellava con aria triste con uno dei tanti pupazzi posti sul letto. Sentì una presenza sulla soglia della camera, alzò lo sguardo e incrociò quello di Beth.

Mi dispiace... Per prima” si scusò Alexis

Beth sorrise. Che brava ragazza pensò. “Nessuna colpa. Eri sconvolta, è stata una reazione normale. Anche io avrei reagito così.”

Davvero?”

Beth annuì dolcemente.

Non sei americana, vero?”

Italiana. Italo-americana forse.”

Fu il turno di Alexis di sorridere. Ci fu un attimo di silenzio poi Alexis disse a mezza voce “Ho sempre sognato di avere una sorella”

Beth avvampò di imbarazzo: nessuno le aveva mai detto una cosa del genere e di certo non si aspettava che quelle parole uscissero dalla bocca di Alexis. Non sapeva cosa dire, quindi decise di parlare a gesti: si avvicinò a lei e la abbracciò. Questa volta fu il turno di Alexis a essere sorpresa ma ricambiò immediatamente l'abbraccio della pseudo-sorella. Avevano passato le ore seguenti a parlare del più e del meno, cercando di recuperare tutti quegli anni perduti. Beth non si era mai sentita così vicina a un'estranea come ad Alexis.

Solo a tarda notte si erano separate per andare a dormire.


Dopo colazione lo scrittore prese la giacca e disse “Vado un attimo al distretto a sbrigare alcune questioni, dopo passerò a prenderti Beth, così andremo a fare il test del DNA.”

Alla ragazza iniziò a battere il cuore. Credeva ormai di essere pronta a scoprire la verità, ma sentiva il sangue pulsare forte nelle vene. Aveva paura dell'esito di quell'esame, di dover ritornare a casa e ricominciare la sua ricerca da capo.

Vai da Beckett?” chiese Martha

Si, ho... delle questioni in sospeso da risolvere. Ci vediamo più tardi” disse baciando la madre e scompigliando teneramente i capelli alla ragazza.

Chiuse la porta dietro di sé E ora affrontiamo il problema più grande pensò mentre saliva in ascensore.

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Ciao ragazzi!!! Con un pò di ritardo ecco a voi il nuovo capitolo!  Come avrete potuto notare nel prossimo parlerò di Beckett (come vi avevo promesso) ;) Aspetto come sempre le vostre recensioni ^^

Baci, MrsLovett <3

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Capitolo 5
*** Vs - Versus ***


Dai Richard, avanti! Devi solamente parlare a Beckett, l'hai già fatto altre volte.

Lo scrittore procedeva a gran passo verso la scrivania della detective pensando al discorso da farle. Arrivato davanti alla lavagna bianca non trovò nessuno. Forse stanno indagando a un nuovo caso pensò. Si voltò per andarsene e per poco non andò a sbattere contro Beckett.

Castle!” urlò mentre parte del caffè che aveva in mano si versò un po' a terra e un po' sui vestiti.

Scusascusascusa!” disse cercando un fazzoletto con cui rimediare al danno.

La detective appoggiò il bicchiere sulla scrivania e disse “Lascia stare, faccio io” mentre lo scrittore cercava ancora un fazzoletto inesistente. Fortunatamente quel giorno Kate aveva deciso di indossare una camicia scura: almeno la macchia non avrebbe dato molto nell'occhio.

Mi dispiace tantissimo” si scusò ancora mentre cercava di distogliere lo sguardo dalla macchia all'altezza del seno. Per fortuna la detective era impegnata ad asciugare il caffè e non si accorse dello sguardo bramoso di Castle.

Se vuoi ho altro caffè” disse porgendole la quotidiana tazza che aveva nell'altra mano. Kate cercò di trattenere un sorriso e accettò l'offerta.

Sei scomparso ieri. Io, Esposito e Ryan non ti abbiamo più visto”

Ho avuto un... contrattempo”

Beckett si accorse del cambio di voce di Rick e alzò la testa cercando di capire cosa fosse successo “Tutto bene Castle?”

L'uomo distolse lo sguardo “C'è una cosa che devo dirti...” Kate aspettò paziente “Ti ricordi quella ragazza che ieri è venuta in centrale?”

Kate annuì “Quella con cui hai parlato”

Continuava a farmi delle domande strane. All'inizio non capivo dove volesse andare a parare, sinceramente non credo lo sapesse neanche lei, poi a un certo punto è diventato tutto chiaro...”

Cosa è diventato chiaro?”

Sì, insomma, tutte quelle domande su Iris avevano un senso”

Kate non stava capendo niente “Aspetta, aspetta, chi è Iris?” Castle stava per rispondere quando la detective lo interruppe ancora “Dimmi solamente cosa è successo e basta”

Beh ecco... Lei, Beth, è mia figlia” a Kate lentamente cadde la mascella “O perlomeno potrebbe esserlo” si affrettò a concludere Castle.

Beckett lo stava ancora fissando incredula. Avrebbe voluto lanciargli il caffè bollente in faccia e andarsene. Quella confessione l'aveva fatta rimanere senza parole, sarebbe voluta sprofondare... Perchè Castle era venuto a dirlo proprio a LEI? Si divertiva a giocare sadicamente con il suo cuore?

Tua figlia?” riuscì a chiedere infine.

Castle la guardava intensamente aspettando una sua reazione. Superato il momento di shock si ricompose e si limitò a dire “Bene.”

Fu il turno di Castle a rimanere sorpreso. “Come bene? Niente paternale, niente sfuriata...?”

Castle sono una tua collega” disse sottolineando quell'ultima parola “non tua madre”

Il fatto è che mi aspettavo qualcosa di diverso da un semplice bene

Cosa vuoi che ti dica? Vuoi che ti rimproveri per non essere riuscito a tenere i tuoi impulsi nei pantaloni? O per il fatto di non aver neanche provato a cercare tua figlia?” commentò in tono acido la detective. Si stava riscaldando e così facendo rischiava di mettere troppo a nudo pensieri impropri.

Non sapevo neanche di avercela un'altra figlia. L'ho scoperto ieri, Iris non mi aveva mai detto niente a riguardo.”

Forse perchè Iris non era sicura di come avresti reagito. Dopotutto sei un casanova Castle, e dei casanova non ci può mai fidare.”

Non sono un casanova... Si, ok, lo ammetto, forse un po' lo sono.” assentì lo scrittore dopo aver ricevuto un'occhiata dalla detective “ma ciò non toglie il fatto che non sia responsabile. Non l'avrei mai abbandonata se l'avessi saputo.” Kate fece finta di non sentirlo “Che c'è? Non mi credi?”

Io credo alle probabilità Castle. Quante probabilità c'erano che tu restassi con quella...”

Iris”

Iris? Dopo qualche tempo, breve o lungo, l'avresti lasciata per qualche ragazza più giovane”

Non l'avrei mai fatto.”

Non puoi saperlo.”

No, tu non puoi saperlo!” rispose lo scrittore toccato sul vivo. “Io amavo Iris. Avrei passato tutta la mia vita con lei se ne avessi avuto la possibilità.”

E cosa te lo ha impedito?”

Rick distolse lo sguardo. L'unica cosa che non gli piaceva di Beckett: il suo sguardo indagatore. “E' stata lei a lasciarmi. Dopo aver scoperto di essere incinta, credo.”

Kate corrugò la fronte. Era mai possibile che Castle, ilplayboy di New York, fosse stato scaricato? Cacciò via quel pensiero. Non doveva intenerirsi di fronte a quella confessione, non dopo aver visto decine e decine di donne cadere ai suoi piedi e finire calpestate una volta che l'infatuazione passeggera era finita. Non dopo che LUI l'estate scorsa l'aveva snobbata per la sua ex moglie: lui aveva passato quasi di sicuro un'estate fantastica con Gina sotto le coperte nella sua villa negli Hamptons; mentre lei, Kate, aveva dovuto lavorare per tutta l'estate. Quel ricordo la innervosiva ancora, nonostante fossero passati già diversi mesi.

Decise di procedere con la sua crociata personale.

E questo riporta alla mia tesi iniziale” commentò a bassa voce ma abbastanza alta affinché lo scrittore riuscisse a sentire. Aprì il fascicolo di un nuovo caso e sorseggiò il caffè con nonchalance.

Castle infuriato prese la giacca e fece per andarsene. Kate alzò gli occhi al cielo e chiese “Che c'è?”

Che c'è? Prima mi insulti e poi mi dici che c'è? C'è che mi sento ferito Kate! Non pensi che per una volta possa essere una persona seria con dei sentimenti veri? Credi che non possa innamorarmi anche io?”

Non ho detto questo.” Kate iniziava a fare marcia indietro. Forse l'idea di infierire non era stata così buona come pensava.

L'hai lasciato sottinteso, che forse è ancora peggio di non averlo detto.” fece un respiro profondo e cercò di calmarsi “Non fare di tutta l'erba un fascio.” Fece qualche passo verso l'uscita poi si fermò e disse piano “E' grazie a lei che ci siamo conosciuti Kate. Se Iris fosse stata ancora qui non mi sarei mai...” Non finì la frase. La voce gli si spezzava in gola.

Se ne andò senza dire un'altra parola lasciando Beckett con gli occhi lucidi.

La detective, dopo aver visto lo scrittore uscire, si affrettò ad andare in bagno prima di scoppiare a piangere. Castle aveva ragione: perchè doveva essere sempre così cinica? Era grazie a quella Iris se ora passava delle magnifiche giornate con lui. Se Iris fosse stata ancora qui non mi sarei mai... cosa? Kate sapeva come finire quella frase: non mi sarei mai innamorata di te.

Affondò la faccia nelle mani e continuò a piangere.

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Buon pomeriggio miei cari lettori! Grazie per aver letto anche questo capitolo ^^ 

Come vi avevo promesso già da tempo ecco a voi il tanto atteso capitolo tra Richard e Kate!! (spero di non aver deluso le vostre aspettative) Ho deciso di dare a Kate un tono cinico, forse un pò troppo... ^^"  (dopotutto ne ha passate tante e sentire Castle che parla del "vero amore" mette un pò di irritazione non trovate?) 

Sotto con le recensioni, voglio sapere cosa ne pensate!

A presto, MrsLovett

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Capitolo 6
*** It's not too late to apoligize ***


La Lexus sfrecciava per le vie di Manhattan facendo slalom tra le altre vetture. Beth riusciva a sentire il nervosismo dello scrittore nell'andamento della macchina. Quasi istintivamente si strinse più forte al bracciolo della portiera e sperò nella resistenza della cintura di sicurezza. Da quando Castle era ritornato dalla centrale aveva cambiato umore: era più nervoso, più suscettibile del solito. La ragazza non aveva osato fiatare per paura di infastidirlo ancora di più, si limitava a fissare la strada che si snodava davanti a sé.

Arrivarono in un grande parcheggio ai margini della città e scesero dalla macchina. Rick la condusse verso un edificio in stile coloniale “E' un ospedale privato di un mio conoscente” disse quasi per rispondere alla domanda silenziosa della ragazza “Ho chiesto un favore. Ci porteranno i risultati il prima possibile.” Castle aveva programmato le cose in grande stile, come sempre.

Il cuore di Beth stava battendo come un tamburo nel petto. Se ci fosse stato assoluto silenzio si sarebbe potuto sentire. Un'infermiera li fece accomodare in una sala d'aspetto deserta dicendo che il medico sarebbe arrivato di lì a poco. Beth si sedette sul bordo della sedia mentre lo scrittore rimase in piedi accanto a lei.

Nervosa?” le chiese. La ragazza strinse le mani e fece cenno di sì con la testa. “Anche io. Ho il cuore che sta scoppiando... E sto sudando”

Beth rise, una risata nervosa le uscì dalla gola arida. Quando arrivò il medico la ragazza saltò in piedi come una molla. Li fece accomodare nel piccolo ambulatorio e uscì un attimo.

Accada quel che accada sarai sempre la benvenuta a casa Castle.” disse. Si avvicinò alla fanciulla e la abbracciò. Lei si strinse come per non lasciare andare quell'ancora di salvezza che aveva le sembianze di Richard.


Un paio di minuti dopo uscirono con un cerotto all'altezza dell'incavo del gomito e con un paio di capelli in meno. Il dottore aveva prelevato loro un campioncino di sangue per controllare eventuali malattie genetiche, dei capelli e della saliva.

Tra un paio di giorni al massimo dovrebbero arrivare i risultati.” avevano detto loro.

Entrambi erano usciti quasi sollevati, come se fossero riusciti a togliersi un peso che li opprimeva.

Alexis sembra felice della tua presenza.” buttò lì l'uomo scoccandole un'occhiata accompagnata dal suo solito sorrisino.

Beth si strinse nelle spalle sorridendo “E' stata gentile con me, nonostante la mia irruzione.”

Rick guardò dinnanzi a sé sempre con aria soddisfatta “Mi ricordo quand'era piccola... A Natale chiedeva sempre una sorellina.” disse scoppiando a ridere e aggiungendo subito dopo “Forse quel desiderio sta per avverarsi.”

La ragazza abbassò lo sguardo e sussurrò “Magari anche il mio sta per esaudirsi.”

Castle le mise un braccio intorno alle spalle e si avviarono insieme verso la macchina.


Quando rientrò nella casa deserta, Castle si bloccò sulla soglia. Dietro di lui Beth lo guardava con aria interrogativa, poi, quando allungò l'occhio oltre la spalla dello scrittore capì. La vista di Katherine Beckett a casa Castle non era cosa di tutti i giorni. 

Rick, con aria indispettita, entrò salutando la detective con un semplice “Kate”.

Castle” rispose lei con lo stesso tono con le mani affondate nella giacca.

Beth notò che era bellissima anche nel suo semplice trench grigio chiaro coordinato con i pantaloni a sigaretta che lasciavano intravedere i suoi inseparabili tacchi. Regnava un silenzio irreale, i suoni che arrivavano dalla strada sembravano ovattati. La ragazza, avvertendo la brutta aria che tirava decise saggiamente di levarsi di torno. Salì i gradini che portavano al piano superiore e sparì nella sua camera.

I due continuavano a guardarsi in cagnesco, poi Castle ruppe quel fragile equilibrio dicendo “Per cosa sei venuta? Per insultarmi di nuovo?”

Kate avrebbe voluto tirargli un ceffone ma si limitò a stringere il pugno che aveva in tasca. Lasciò passare la rabbia e disse semplicemente “Sono venuta qui per scusarmi per il mio comportamento di oggi. Tutto qua.”

Kate di avviò verso la porta per andarsene ma Rick si pose davanti a lei bloccandola. “Perchè te la sei presa tanto?”

La detective lo guardò accigliata e fece finta di non aver capito la domanda “Non capisco cosa intendi dire.”

Avanti Kate, lo sappiamo entrambi che eri furiosa per tutte quelle cose che ti ho detto. E' per questo che hai reagito così.”

Beckett corrugò la fronte “Io non... Non è vero!”

Allora perchè quella reazione?”

Perchè...” si bloccò, non sapeva cosa dire. E stava diventando rossa.

Avanti, dillo.”

Dire COSA?”

Che eri gelosa, che sei gelosa.”

Kate cercò di ribattere un paio di volte ma la voce le era venuta meno. Era sempre così quando era in imbarazzo. Si limitò a scuotere la testa guardando altrove. Non aveva la forza per guardare negli occhi Castle e mentirgli spudoratamente.

Rick non si diede per vinto e cercò lo sguardo della detective che si posava dappertutto tranne su di lui. “Kate dimmi la verità” disse con dolcezza prendendole delicatamente il viso tra le mani. Beckett non potè fare a meno di guardarlo. I suoi occhi erano di un azzurro così intenso che sembravano dipinti dalla mano di un pittore, talmente belli da sembrare quasi finti. Notò che il colore somigliava a quello della ragazza, Beth. Forse è veramente sua figlia pensò mentre vagava con la mente.

No. No, ti sbagli.” rispose senza molta convinzione mentre lo sguardo si abbassava verso quella bocca carnosa che così tante volte aveva sognato di baciare. Ora era lì a pochi centimetri da lei, leggermente dischiusa, come se stesse aspettando una sua mossa.

Istintivamente si avvicinarono di pochi millimetri, spinti dall'atmosfera carica di elettricità che si era formata tra loro. Rick sentiva il respiro di lei sfiorargli la bocca: aveva un odore di ciliegie, proprio come ricordava. Fece scorrere la punta del pollice sulle labbra di lei, morbidissime e di un delicato color rosa che si intonava perfettamente alla sua persona. Lei non gli scostò la mano come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento ma lo lasciò fare. Spostò una mano sul suo collo, sempre con infinita delicatezza, mentre con l'altra le circondava la vita e la attirava a sé. Lei rispose docile, come se due pezzi di una calamita di unissero finalmente dopo tanto tempo.

Kate appoggiò le sue mani sulle spalle dello scrittore. Sotto il sottile strato della camicia di seta riusciva a sentire il calore della pelle e la compattezza dei muscoli che formavano il deltoide e che più sotto si attaccavano ai pettorali. Si avvicinarono sempre di più finchè le loro bocche si incontrarono. I movimenti erano ancora un po' rigidi ma la scintilla era scoccata. Beckett ruotò la testa quasi a volerla nascondere sotto l'incavo del collo dello scrittore, per timidezza. Rick sorrise con amore e continuò a baciare la detective. Si baciarono a lungo, rimanendo lì immobili, mentre il tempo sembrava non passare mai. Le loro lingue volteggiavano in un'armonia quasi perfetta, che per tanto tempo avevano cercato, senza mai trovarla.

Improvvisamente la maniglia della porta ruotò e Alexis e Martha entrarono in casa con un paio di pacchi e si bloccarono alla vista dei piccioncini davanti a loro. Rick e Kate di separarono: lei cercò di allontanarsi dallo scrittore mentre lui la trattenne per la vita.

Oh...” disse con sorpresa Martha. Non si aspettava quella visita. “OH” continuò quando capì cosa stava succedendo durante la loro assenza.

Alexis al suo fianco era raggiante. Li guardava come se si aspettasse che continuassero da dove avevano interrotto. Kate fissava il pavimento mentre Castle guardava madre e figlia con lo stesso sguardo di Alexis.

Scusate l'interruzione” commentò Martha con una frecciatina.

Kate era venuta a...”

Scusarmi. Ero venuta a scusarmi. Per... Stamattina.” continuò interrompendolo “E' meglio che vada”

Saremmo molto felici di averti per cena.” disse Martha

No, ho già degli impegni. Grazie lo stesso per l'invito.”

Rick la guardò a bocca aperta. “Come? Te ne vai di già?”

Sì. Sarà per un'altra volta.”

Castle fece spallucce e si protese verso di lei per baciarla ma lei si ritrasse. Non sapeva cosa fare, si sentiva denudata dalla sua armatura e non ne era abituata. Impacciata gli porse la mano che lui strinse scrutandola attentamente. Kate salutò la famiglia e uscì dall'appartamento.


Kate sollevò il braccio per chiamare un taxi. Il cielo si era fatto scuro e delle nubi minacciavano una pioggia imminente. Anche l'aria si era rinfrescata e la detective si strinse nel suo impermeabile primaverile. Una macchina si fermò davanti a lei e l'uomo alla guida accese il segnale luminoso per indicare che il taxi era occupato.

Kate, aspetta!” urlò qualcuno.

Beckett si volse prima di salire in macchina e riconobbe Castle. Il respiro le si bloccò e chiese all'uomo di aspettare un attimo.

Sei sicura di non voler rimanere?”

Sì, ho degli impegni.”

Non potresti rimandarli?” chiese con sguardo supplichevole.

Lei scosse la testa “Ho preso l'impegno da tempo, non posso mandare all'aria tutto ora. Josh...” tasto dolente. Appena la detective pronunciò il suo nome si morsicò la lingua e Castle distolse lo sguardo.

Come vanno le cose con lui?” chiese fingendo di essere gentile.

Kate sospirò “Non bene come vorrei...”

Ci fu un silenzio generale. Evitarono di guardarsi direttamente negli occhi perchè non sapevano cosa dirsi.

Allora... Buona serata”

Grazie. Buona serata anche a te” lei salì in macchina e lui, come un gentiluomo le chiuse la portiera.

Ah Castle” disse abbassando il finestrino “Riguardo a prima... Avevi ragione tu” fece un cenno all'autista e il taxi partì.

Rick guardò l'auto sparire nella notte mentre una pioggerellina fine iniziava a scendere. “Lo sapevo!” urlò in direzione di Kate alzando le braccia al cielo in segno di trionfo.

Non era mai stato così felice in vita sua.


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Eccomi di nuovo qui!! Scusate il super ritardo ma l'università mi ha tenuto impegnata... Cosa ne pensate??? Inizialmente pensavo di aggiungere l'ultima parte nel prossimo capitolo ma poi ho cambiato idea, non volevo tenervi sulle spine XD 

La storia si concluderà nel prossimo capitolo (non piangete XD) Spero di aver fatto un buon lavoro e di avervi appassionato ^^

Sempre e con affetto la vostra 

MrsLovett <3

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Capitolo 7
*** Verità ***


I due giorni erano arrivati e passati, ma dei risultati nemmeno l'ombra.

Beth si sentiva come un animale in gabbia: Castle andava e veniva dal distretto, Alexis da scuola e Martha passava quasi tutta la giornata in teatro, e lei, Beth, era reclusa in quell'enorme casa, senza saper cosa fare. Passava un'oretta nella palestra di casa piena di attrezzi e pesi che lo scrittore usava per mantenersi in forma. Poi si faceva una bella doccia calda e si dedicava ai fornelli, come una brava casalinga. Il pranzo era già pronto in tavola quando Alexis ritornava a casa. Alcune volte si univano a loro anche Castle e Kate, ritornata single dopo la rottura con Josh. I due stavano iniziando ad uscire insieme: cene, pranzi, cinema, concerti tutto con il contorno di qualche morto. Ma a loro non importava granchè.

Basta stare insieme” aveva detto una volta lo scrittore prendendo per mano la detective, che, imbarazzata, aveva abbassato lo sguardo.

Mangiavano tutti insieme in cucina mentre la ragazzina le raccontava la sua giornata e Richard e Kate si lamentavano dei continui omicidi e di come il mondo stesse andando a rotoli.

Una mattina mentre la famigliola era riunita per la colazione, Castle andò a prendere il giornale e a ritirare la posta.

Eccola, eccola! E' arrivata!” esclamò trionfante rientrando in casa con il giornale sotto braccio e un plico di lettere nella mano opposta.

Finalmente” sospirarono Martha e Alexis mentre a Beth cadde il cucchiaio di mano e rischiò di soffocarsi per colpa dei corn flakes.

Si avvicinò allo scrittore con il cuore che minacciava di uscirle dal petto.

Castle esitò sull'apertura. Guardò Beth negli occhi e le chiese “Sei pronta?”

La ragazza deglutì nervosamente e fece un cenno con la testa. L'uomo stracciò la busta e ne estrasse un foglio pieno di schemi dall'aria indecifrabile. Scorse velocemente le parole fino ad arrivare in fondo. Assunse un'aria seria che mutò subito in tristezza.

Mi dispiace.” sussurrò evitando di staccare gli occhi dal foglio.

La ragazza distolse lo sguardo. Aveva fallito, tute quelle ricerche non erano servite a niente. Aveva passato quegli ultimi giorni ad aggrapparsi invano a una speranza inesistente.

Vado a prendere le mie cose” disse con aria neutra. Nascose il viso tra i capelli e ricacciò indietro le lacrime che cercavano di farsi strada per uscire.

Beth, mi dispiace...” ripeté l'uomo.

Non fa niente.” mentì la ragazza volgendogli le spalle. Avrebbe radunato le sue cose e se ne sarebbe ritornata in Italia. Basta con le ricerche pensò. Non voleva soffrire di nuovo, il suo cuore non avrebbe retto un'altra volta. “Grazie per l'ospitalità signor Castle.”

Mi dispiace Beth... Perchè dovrai sopportarmi ancora per un po'.” la ragazza si bloccò e si voltò lentamente con uno sguardo a metà tra l'isterico e l'interrogativo. Non aveva voglia di scherzare, non su queste cose, ma allo scrittore sembrava non importargli.

Rick invece la guardava con il suo solito sorriso. “Sono tuo padre!” disse con aria trionfante.

In quel momento successero un sacco di cose contemporaneamente: Martha e Alexis si voltarono a fissarlo con sguardo severo e urlarono all'unisono “Richard!” “Papà!”. Poi la piccola iniziò a pizzicarlo forte sulle braccia e a dargli piccoli schiaffetti mentre sua madre restava a guardarlo con un sopracciglio alzato, un mezzo sorriso e con le braccia conserte senza alzare un dito. Castle ebbe paura per la sua incolumità.

A Beth invece riprese battere il cuore più veloce che mai. Mosse qualche passo verso di lui. La stava prendendo in giro?

L'uomo le porse la lettera “Guarda tu stessa.”

Nella parte finale del foglio campeggiava una scritta nera in grassetto: Paternità: 99,8%

Beth la lesse e rilesse svariate volte prima di restituirla a Rick che disse “Ora siamo una famiglia, una vera famiglia.”

I loro occhi si incontrarono, si cercavano quasi avessero bisogno di sentirsi vicini. Beth era ancora indecisa se crederci o no. Forse era tutta una montatura messa in atto da Castle...

Il suo sguardo vagava attonito da Castle ad Alexis a Martha, per poi ricadere ancora su Castle. Respirava troppo velocemente e rischiò di andare in iperventilazione per colpa dello scrittore che l'aveva presa in giro fino all'ultimo. Ma in fondo in fondo non le importava granchè, ci sarebbe stato tutto il tempo per vendicarsi di suo... Non riusciva quasi a dirlo

Papà” sussurrò.

Sì tesoro, sono qua. Sarò sempre qua.” e la abbracciò.

Beth ricambiò quel semplice gesto d'affetto con tutta la forza che aveva in corpo. Si tenne stretta all'uomo quasi come una ventosa, per non lasciarlo scappare.

Avanti ragazze non siate tristi.” disse rivolto ad Alexis e a Martha che piangevano come due fontane a pochi passi da loro.

Non posso farne a meno. Questa scena è da oscar.” rispose teatralmente Martha asciugandosi parte dell'occhio con un fazzoletto.

Rick fece un cenno con la testa e anche loro due si unirono all'abbraccio generale.

Rimasero così, uniti da un reciproco affetto che nessuno avrebbe potuto scalfire.




Alcuni mesi dopo...




Le dita erano fredde. Strofinò le mani portandole alla bocca per scaldarle. Dalle labbra tremanti uscì un soffio caldo che si disperse subito nell'aria gelida. Le unghie erano cortissime e sporche; le nocche sbucciate, come se avesse preso a pugni qualcuno; la felpa era sgualcita e maleodorante così come i jeans.

Aveva una fitta al fianco: con una smorfia di dolore passò una mano e poi ritirandola vide che era sporca. Sangue.

Un'ombra passò accanto e subito la mano scese all'altezza della cintura per cercare il calcio della pistola. Quando sentì che il pericolo era passato si rilassò un istante.

Esausta, Beth appoggiò la testa contro il muro del vicolo mentre la neve ricominciava a scendere.

Se solo avessi saputo che le cose stavano per peggiorare forse non sarei mai venuta a New York pensò prima di sprofondare in un sonno profondo mentre il battito cardiaco diminuiva.

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Ciao ragazzi! Ed eccoci giunti alla parte finale della storia, spero vi sia piaciuta! ^^

Voi vi chiederete "Ma non è finita! Cosa succede dopo?" . Avevo in mente di scrivere un'altra storia (più corta di questa) che parlasse ancora di Beth. Ma fino a un paio di giorni fa non ero sicura di volerla continuare. Improvvisamente mi è arrivata l'ispirazione quindi creerò un'altra storia (completamente diversa) che continuerà questa.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e soprattutto grazie infinite a tutti quelli che l'hanno letta e sono giunti fin qui. Siete voi che mi invogliate a scrivere! <3

Un ringraziamento speciale a E.R. (mia compagna di telefilm e di gossip XD) grazie per essere sempre la prima a leggere le mie storie; e a D.C. grazie per essere il mio vocabolario umano, e, anche se a volte mi prendi in giro, mi sproni sempre a dare il meglio di me.

Sempre e con affetto,

<3 MrsLovett <3

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