Senza incappare in decessi o maledizioni.

di reb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 4anni dopo... ***
Capitolo 2: *** La strillettera prugna ***



Capitolo 1
*** 4anni dopo... ***


 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
Lily sbuffò trascinandosi dietro il pesante baule di Hogwarts come una babbana qualunque. Ma cosa non si fa per lo Statuto di Segretezza Magica. Cosa non si fa per il proprio ragazzo. Cosa non si fa per un po’ di pace.
La sera, però, portava con se quel delicato alito di vento che rendeva anche il caldo umido del giugno londinese accettabile e piacevole per chi, come lei, era rimasta chiusa in un soffocante scompartimento privo di qualunque grandiosa scoperta tecnologica quale l’aria condizionata o i vetri oscurati, che non tolgono il caldo, certo, ma almeno ti permettono di riposare in pace con la faccia contro il vetro fresco senza nessun molesto raggio di sole diritto negli occhi.
Anche perché di molestie era pieno il treno. Primini esagitati che avevano irrispettosamente tentato di rubarle quello che da anni, da anni, era il suo scompartimento. Ragazzini così bassi da rivaleggiare con i nani l’avevano spintonata mentre scendeva dal treno, rischiando di farla cadere. Stupidi idioti che forti del loro status di quelli al settimo, le avevano rivolto stupide e goliardiche battutacce di cui avrebbe sicuramente fatto a meno.
Tutto quello non aveva fatto altro che peggiorare il suo mal di testa, che la perseguitava da giorni, ricordandole che quello non era un anno come tutti gli altri. Che quello era L’Anno.
E il dover essersi trattenuta, l’aveva promesso mannaggia a lei!, e non averli potuto schiantare come avrebbe voluto, non averli potuti nemmeno colpire alla babbana, ma essersi dovuta limitare a lanciare sguardi altezzosi e sdegnosi come la migliore delle Serpeverde, che lei nemmeno era, aveva peggiorato ancora di più la sua emicrania.
Erano finiti gli anni in cui suo fratello James l’aveva presa sotto la sua ala protettiva, allontanando mosconi irritanti e primini dagli occhi luccicanti di fronte al suo cognome.
Erano finiti anche gli anni in cui il suo ragazzo Scorpius l’aveva presa a sua volta sotto quell’ala protettiva, ala di un’altra Casa, molto più intimidatoria e silenziosa, ma per questo molto più efficace, allontanando chiunque non potesse definirsi veramente un amico. Qualcuno di cui fidarsi e a cui voler bene.
Per un attimo Lily ripensò al putiferio causato dalla sua relazione con il giovane Malfoy.
Alcuni avevano scosso la testa aspettandoselo da anni, tra questi Al e Domenique, sua cugina e per qualche strano caso anche migliore amica, nonostante da anni vivesse più in Francia che in Inghilterra.
In pochi avevano espresso le loro più sincere felicitazioni, nemmeno si fossero sposati, come le ragazzine dei primi anni che vedevano in Scorpius, nei suoi rari e bellissimi sorrisi, nei suoi capelli di luna, nei suoi occhi chiari e nei modi eleganti il perfetto principe azzurro, come lei aveva fatto tanti anni prima, e come forse continuava a fare tuttora, pur vedendone difetti e stranezze.
In molti avevano gridato allo scandalo. Aveva rovinato la reputazione dei Potter, avevano detto. Era stata sedotta, sicuramente ingannata dalla sua giovane età e dell’aspetto del ragazzo, dal peggiore nemico di sempre.  Si sarebbe ritrovata incinta e abbandonata nel giro di pochi mesi, avevano detto quelle care ragazze che avevano girato attorno, alcune di loro ancora lo facevano, aspettando solo un suo cedimento le stronze, al suo ragazzo. Al suo ragazzo, per la miseria!
Qualcuno aveva rischiato il decesso. Nell’ordine suo fratello, Scorpius, suo padre e…di nuovo Scorpius.
Qualcuno ci aveva bevuto sopra, ridendo sadicamente e offrendole l’occasione della vita, Draco Malfoy.
Qualcuno, invece, aveva rischiato un tracollo emotivo. Un infarto. Una crisi isterica. Un ricovero con biglietto di sola andata per il miglior manicomio, babbano o magico che fosse a quel punto non faceva differenza, purché la finisse con quegli attacchi psicopatici. E stranamente questo qualcuno non era suo padre. Non era il padre di Scorpius. Non era sua madre. Non era la madre di Scorpius. Non erano i nonni di nessuno dei due. E nemmeno suo fratello.
No, quella povera anima che, veramente, aveva rischiato di rimanerci secco venendo a sapere del fattaccio, come tuttora si riferiva alla sua storia, era stato zio Ron. E Rose di conseguenza visto che le aveva reso la vita impossibile per mesi prima che zia Hermione, esasperata, lo minacciasse e schiantasse ogni volta che apriva bocca al riguardo.
Lily, immersa nei ricordi, ne aveva approfittato per riprendere fiato prima di ricominciare a trascinare faticosamente il suo baule.
Accidenti perché non poteva usare la magia? Proprio in un quartiere babbano dove trovarsi la sua meta? Almeno quel gentile tassista era riuscito a lasciarla proprio davanti al vialetto che conduceva alla casa.
Mammaggia a lei che voleva fare una sorpresa…
Con un ultimo sbuffo depositò i bagagli, non le erano mai sembrati così tanti prima, e suonò il campanello.
-Ma che…?-
-Sorpresa amore!- urlò Lily saltando al collo del suo ragazzo che, tutto scompigliato, gli occhi ancora assonnati e caldo di sonno, le aveva appena aperto la porta.
-Che fai qua, Lily?- chiese stupito non prima di aver ricambiato la stretta e il suo bacio.
Cavoli quanto le era mancato baciarlo. E stringerglisi addosso. Se avesse aspettato un solo altro giorno per andare da lui, probabilmente, avrebbe dimenticato anche il suo odore.
Per colpa della scuola, che lui aveva già finito da due anni e che lei aveva appena concluso, era arrivata da lui fresca fresca di MAGO, non si erano potuti vedere spesso. E nell’ultimo mese non l’avevano potuto fare affatto. Non vederlo per un mese, trenta fottutissimi giorni erano sembrati durare anni e poche secondi insieme, invece di una sola delle due opzioni in condizioni normali, l’aveva resa ancora più isterica di quanto già non avessero fatto i MAGO.
-Avevo voglia di vedert…che diavolo…- il tono dolce della ragazza era sfumato in quello arrabbiato che solitamente riservava solo per le occasioni migliori.
Scorpius si guardò intorno irritato da quel tono isterico che feriva le sue orecchie ancora pregne del delizioso silenzio del sonno.
-Ti pare il modo di presentarsi alla porta? E se non fossi stata io, razza di idiota? Se fosse stata una stronza che distribuisce volantini o…-
Con un ghigno che lo faceva assomigliare pericolosamente a suo padre, ma che lo rendeva così sexy dannazione, le si avvicinò veloce, stringendo appena la presa sui suoi fianchi.
C’era una cosa che dopo anni, quattro anni, insieme la prendeva sempre alla sprovvista: i suoi baci. E non perché non la baciasse mai, non perché non le desse mai il tempo di scostarsi se avesse voluto e nemmeno perché fosse sempre così incredibilmente attraente. Oh no, la lasciava sempre fiato il modo in cui la baciava. Era come se, ogni volta anche dopo quattro anni, fosse la prima.
E al diavolo se la cosa era così sdolcinata da schifarsi da sola solo per averlo pensato. Era la verità che più vera non si poteva.
Prima si avvicinava e lambiva il labbro inferiore, leggermente più pieno dell’altro e che le era sempre parso sproporzionato prima. Lo tirava piano e poi…poi arrivava il bacio vero. Quello che ti fa sciogliere le ginocchia e la costringeva sempre, anche dopo quattro anni, ad aggrapparsi a lui, ai suoi vestiti.
O alle sue spalle, se come in quel caso non aveva niente addosso.
ASPETTA! Lily dannazione non ha nessuna dannatissima maglietta! Ed è venuto ad aprire come se nulla fosse e…ora ti vuole distrarre quel maledetto Serpeverde.
Perché si, anche se erano due anni che si era diplomato rimaneva un dannatissimo scorretto Serpeverde che baciava da dio, accidenti a lui.
Dopo un mese che non lo vedeva, un mese per la miseria, Lily dovette far violenza su se stessa, sul suo corpo e sulla sua ragione per staccarsi da lui, dalle sue labbra, dalle sue braccia e da quel profumo che aveva rischiato di dimenticare, perché non era giusto.
Non era giusto che il signorino si presentasse alla porta in boxer e ancora caldo di sonno, con i capelli scarmigliati e gli occhi languidi, bello ed eccitante come non mai, e la passasse liscia. Anche se alla porta era lei, la sua fidanzata.
-Gelosa, piccola?- il sogghigno nulla toglieva a tutta quella bellezza scompigliata che si trovava davanti, anzi la rendeva ancora più…
Stop Lily! Si sgridò mentalmente.
Se voleva far valere le sue ragioni pensieri del genere non erano appropriati. L’avrebbero solo fatta sciogliere come una dodicenne.
-Dentro.- abbaiò vedendo lui fare un passo fuori dalla porta per ripendersela tra le braccia e una dannata passante rallentare per godersi lo spettacolo. Non si sarebbe stupita se quella pervertita avesse l’acquolina in bocca e pensieri indecenti in testa.
Cavoli quei pensieri li aveva anche lei. E l’acquolina pure…
Lily stava di nuovo sbuffando dietro al suo dannatissimo baule, cosa ci avesse messo dentro era un mistero visto che a settembre non pesava così tanto, dal momento che aveva impedito a quel deficiente di rimanere fuori un attimo di più. E quella…donna, che avrebbe potuto essere sua madre cavoli, mica se ne voleva andare!
-Sei eccitante gelosa, lo sai?- le sussurrò da dietro in un orecchio, allacciandole le braccia intorno alla vita.
-Non sono gelosa!- che fosse dannata se lo avesse ammesso.
-Sei un cretino ti pare il modo di presentarsi, brutto…- si era girata e aveva sbagliato.
Quante volte l’aveva già giocata in quel modo? Quante volte l’aveva zittita?
Il labbro inferiore era già sotto attacco e il suo corpo invocava la resa incondizionata.
Erano pur sempre trenta giorni che non lo vedeva. Era pur sempre di quell’angelo biondo che stavamo parlando. Era pur sempre…
Oh al diavolo tutto. Era Scorpius, quello a cui aveva dato il suo primo bacio. Quello con cui aveva fatto l’amore la prima volta. Il suo ragazzo. Così sexy e persuasivo.
E lei lo aveva già respinto un volta, pochi minuti prima. Aveva fatto il suo dovere di ragazza gelosa, ma che non lo ammetterebbe mai, no? Aveva salvato le grazie del ragazzo, del suo ragazzo, da quella maniaca attempata e adesso era tutto per lei.
Che crepasse quella vecchia. E il mondo esterno con lei. Che crepasse anche la voglia di dirgliene quattro. Ora aveva decisamente di meglio da fare.
 
 
 
 
 
 
 



 
 

***




 
 
 
 
 
 
 
-Non che mi lamenti, Lily, ma cosa fai qua?-
Era passata un’ora dal suo arrivo in quella casa. Un’ora decisamente ben spesa in quella casa, e certamente non a visitarla o a fare giochi di società.
La ragazza strusciò languida la guancia ancora arrossata contro il petto del ragazzo.
Dio se gli era mancato. E non tanto il sesso, per la miseria anche quello, ma stare così insieme in un letto, abbracciati e tranquilli. Incuranti di tutto il resto.
Scorpius le tirò piano una ciocca di capelli, come faceva quando lei era bambina che portava ancora i codini e lui era solo l’amico di suo fratello Al e il suo Principe Azzurro, ricordandole che aspettava una risposta.
-Mi mancavi.-  rispose a occhi chiusi.
-Ci saremmo visto oggi pomeriggio. Venivo a prenderti a casa, no?-
Aveva ragione. Avevano appuntamento subito dopo pranzo, ma non aveva resistito al desiderio di vederlo. E sentire il suo profumo e baciarlo.
E poi…
-Avevo bisogno di un po’ di tranquillità.-
Erano anni, ormai, che non provava a mentire con lui. Non se non era strettamente necessario.
-E’ bello sapere quanta considerazione hai di me.- rispose lui, fingendosi risentito.
Gli veniva bene quella parte. Il principino era perfettamente capace di fingersi un piccolo lord irritato e indispettito, pronto a battere i piedi per ottenere quello che voleva. Ma non reggeva. Solo chi non lo conosceva bene poteva credere a quella pagliacciata. Era troppo orgoglioso per fare realmente, per le cose che davvero gli interessavano e con persone che riteneva degne della sua sincerità, capricci o dimostrazioni di superiorità.
Ma era abbastanza viziato per conoscere quel ruolo. E Lily era troppo intelligente, e lo conosceva bene, per non capire che stesse scherzando. Era un privilegio quello, erano pochi quelli che potevano dirsi così vicini a lui da sentirlo scherzare o fare battute. O ridere. E con lei rideva spesso, l’aveva sempre fatto, ma ogni volta era una piccola scintilla di luce, capace di illuminare anche l’angolo più buio.
-A casa mi avrebbero riempito di domande e cibo. Sarebbero arrivati cugini e zii e i nonni. Gli voglio bene, lo sai, ma oggi…avevo bisogno di silenzio. Di dimenticare quegli incubosi MAGO e…di un tuo abbraccio.-
Non lo aveva guardato mentre parlava, fissando ostinatamente un punto preciso di quel corpo chiaro che l’aveva sempre attratta per qualche strano motivo. C’era una lieve cicatrice sulla sua scapola, appena più rosata in quel mare di marmo caldo.
In casa sua le cicatrici erano famose, ma le avevano insegnato fin da bambina a non dare peso a quella di papà anche se, lo sapeva, conosceva quelle storie incredibili, quella era speciale.
La cicatrice di Scorpius non era a forma di saetta. Non spillava sangue nei momenti di pericolo. Non gli faceva venire gli incubi. Non era il simbolo di quello che suo padre, Harry Potter, rappresentava.
Era solo una cicatrice. Vecchia e innocua. Non troppo piccola, ma nemmeno troppo visibile. Era un segno delicato, largo non più di un paio di millimetri e lungo fin sulla spalla, come tutto di lui tranne il carattere. Quello, come quello di ogni Malfoy, a volta aveva fin troppi spigoli.
E non era stato un pazzo omicida a fargliela, ma una partita di Quidditch particolarmente agguerrita. Niente di speciale, ma che sempre calamitava il suo sguardo. Come quella di suo padre faceva con tutti gli altri.
-Sei l’unica che a diciotto anni ancora arrossisce.- commentò vago lui, passandole un dito sulla guancia rossa come i capelli.
Lily sorrise, solo con lui continuava ad arrossire. Normalmente aveva smesso di farlo a tredici anni. Anche se…beh anche con Draco Malfoy non riusciva a impedirselo, doveva essere qualcosa di genetico appartenente alla famiglia Malfoy. E Scorpius si irritava sempre quando succedeva. Era capace di mettere il broncio davvero, mentre suo padre ghignava divertito alle spalle del figlio.
-Anche Rose arrossisce ancora. E lei ne ha venti, di anni.- borbottò in risposta, leggermente stizzita di quella debolezza.
-Ma tua cugina è ancora vergine, quindi non conta.- rispose lui con un sogghigno nella voce.
Ecco, quello era uno dei tanti spigoli del suo carattere. Il fatto che Rose e il ragazzo non andassero troppo d’accordo, poi, non aiutava a smussarlo, visto che si andava a sommare all’irritazione che Scorpius provava ogni volta che si trovava troppo vicino e per troppo tempo a contatto con il ramo Weasley della famiglia. Il signor Malfoy una volta le aveva fatto notare divertito che quello era l’unico ramo della sua famiglia. Battutaccia in effetti cui lei aveva risposto a tono, ma sapeva che Scorpius non sopportava zio Ron, non tutta la famiglia.
-Comunque io non ti ho chiesto come è andata solo perché avevo di meglio da fare.- continuò con lo stesso sogghigno che aveva riservato a Rose e alla sua povera vita privata.
Ma se aspetti il grande amore, quello che perfino tuo padre approva incondizionatamente e con un caldo sorriso, beh non poteva essere altrimenti.
Per tutta risposta Lily gli tirò un delicato pugno nello stomaco, visto che un calcio più in basso non riusciva a darlo a causa della posizione, e fece per alzarsi.
-Inoltre so già che sei stata fantastica.- le baciò una spalla quando ormai lei era seduta sul bordo, prima di lasciarla andare.
Il maledetto sapeva farsi perdonare…
-Non ho detto ai miei che venivo qua, però. Anche se credo che ormai lo immagineranno.- gli urlò dal bagno.
-Al ci avrà coperti, no?- rispose incurante lui, di certo non sarebbero venuti a cercalo a casa.
La ragazza intanto stava tentando di sistemare i capelli, con un’espressione scettica sui risultati. Se il bel colore era quello di nonna Lily, e non quel rosso carota-Weasley per fortuna, papà aveva comunque voluto metterci il suo contributo. Infatti erano un groviglio ribelle che si piegavano in ricci definiti solo dopo un paio di incantesimi e cura costante.
Quindi non si sorprese quando al posto del bel taglio che aveva quella mattina, per cui aveva impiegato mezz’ora come ogni giorno, aveva i serpenti di Medusa. Forse avrebbe dovuto tagliargli, anche se viste le teste di suo padre e James, perché Albus aveva i capelli lisci come chiodi, non era proprio il caso.
Anche in quello stato erano meglio dei loro. Mai che Scorpius riuscisse a evitare di conciarla in quello stato.
-Scorpius, posso rimanere stanotte?- chiese poi, rinunciando all’impresa e limitandosi a legare i capelli in una coda, e affacciandosi dalla porta del bagno.
-Credevo fossi qui apposta.- risposte lui alzando un sopracciglio stupido e voltando leggermente la testa. Era infatti di spalle, tutto intento ad allacciarsi le cerniera dei jeans, perché da alcuni anni aveva anche imparato a vestirsi da babbano e visto dove abitava doveva farlo, con una sigaretta tra le labbra.
Come facesse a fumare e parlare contemporaneamente, per Lily, era tuttora un mistero, anche se già lo faceva a scuola. Ma che diavolo importava? In quel momento quanto era così…STOP!!
Non poteva mettersi a fare pensieri del genere ogni due minuti, anche se trascinarlo di nuovo a letto era un’idea davvero, davvero, allettante. La stava trasformando in una pervertita ninfomane.
-Mi sembrava scortese non chiedertelo.- rispose arrossendo di nuovo.
-Potter, mettiamo in chiaro una cosa. Ho comprato questa casa perché mia madre stava diventando una chioccia e…beh il Manor era troppo stretto per me e mio padre, insieme, ma anche per te, ok? Dio non credo a quello che sto per dire, ma…considerala anche tua, va bene?- e lasciò la stanza, fumando a grandi boccate borbottando qualcosa di indistinto, ma che suonava come “Guarda cosa mi tocca dire”. A disagio, usava quel passo veloce solo quando era a disagio, sparì oltre la soglia in un soffio. Perché un Malfoy non arrossisce.
 
 








 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE.
Salve a tutti! Eccomi con una nuova fic quando ancora “A modern myth” è da concludere, anzi sembra in fase di stallo.
Insomma sono pessima, ma mi manca un po’ l’ispirazione. Non voglio buttare via una storia che fino a questo momento mi sta dando tante soddisfazioni e a cui mi sto affezionando un sacco.
Ma non la abbandono, eh? Lo giuro lo giuro!!
Potete comunque mandarmi maledizioni o solleciti per l’aggiornamento, io lo faccio continuamente, ma non riesco a finire il nuovo capitolo. Spero porterete ancora pazienza, anche se ho visto che purtroppo l’ultimo non è piaciuto molto. Mi lasciate almeno un’altra recensioncina?
Ok ora smetto di mendicare perché mi sto facendo pena da sola e passo a parlare di questa storia.
Come avete visto fa parte della serie “Dad, I’m fall in love! Ehm…ops DAD!” e racconta delle vicende di Lily e Scorpius. I cari pargoli hanno quattro anni in più di quando li abbiamo lasciati e come potete vedere stanno ancora insieme. In realtà ancora non so dove andrò a parare, come ogni volta che mi metto a scrivere, ma prometto che finirò anche questa. Anche se gli aggiornamenti saranno un po’ lentini, visto che mi sono promessa di dare la precedenza a “A modern myth”. Ormai è questione di principio. Quel maledetto capitolo deve uscirmi dalle dita prima di sabato, dovessi mettermi a scriverlo di notte fosse necessario!!
Ah, il titolo è un po’ stupido, lo so, ma è riferito all’introduzione alla serie, che finiva proprio con queste parole, nel caso vi foste chieste se fossi improvvisamente impazzita del tutto (quello ormai lo sono da anni J).
Beh vi saluto, mi lasciate un commentino-ino-ino?
 Vi preeeegooooooooooo!! Posso trasformarsi in un pinguino di Madagascar “carina e coccolosa” su richiesta.
Un bacio, Reb.




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Capitolo 2
*** La strillettera prugna ***


 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
Lily si era presa tutto il suo tempo per rivestirsi, arrivando a impiegare addirittura venti minuti quando di solito non ne impiegava più di dieci. E tutto per concedere al suo adorabile fidanzato, come si faceva a non amarlo se riusciva ancora a farle fermare il cuore con certe frasi?, il tempo di riprendersi da quella romantica e costretta uscita. Non era il tipo da dire a cuor leggero certe cose, non in una discussione seria almeno.
Sebbene generalmente lo rimproverasse per il suo carattere tipicamente Malfoy, che lo portava a non esternare troppo spesso quello che provava, l’educazione di un Purosangue era pur sempre un’educazione da Purosangue. Peggio se il purosangue in questione era anche un Malfoy. E prima si era esposto decisamente troppo, anche se era di lei che stavano parlando.
-Credo che dovrei scrivere ai miei. Saranno preoccupati.- affermò entrando nella cucina.
E il cuore si fermò di nuovo. Sul tavolo, in bella vista erano state appoggiate una pergamena e una piuma. Il gufo di Scorpius, invece, stava tranquillamente appollaiato sul suo regale trespolo vicino alla finestra.
-Se vuoi scrivere lungi da me impedirtelo, non sia mai che evito di incontrare tuo fratello e tuo padre, ma non credi sia il caso di parlare loro di persona?- le chiese attaccato come un drogato alla sua tazza di caffè.
Ah l’educazione Malfoy. Sembrava uscito direttamente da un altro tempo, quando tube e carrozze erano comuni anche tra i babbani. Era l’eleganza dei secoli passati che si leggeva nei suoi gesti e nelle sue parole, così come in quelli del padre. E se pensare che per arrivare a quella bellezza luminosa, a quell’eleganza e quel carattere spigoloso erano stati necessari anni e anni, secoli, di matrimoni combinati, scelte prettamente basate sulla purezza del sangue, nomi che avrebbero fatto rabbrividire anche la peggiore delle canaglie, avrebbe fatto scappare a gambe levate chiunque, i Potter erano famosi per il loro andare in cerca di guai.
Un’altra tazza era stata posata vicino al calamaio. E il cuore non ripartì.
Che cavolo altroché se ripartì. Più veloce, molto più veloce del normale.
Il maledetto ci sapeva veramente fare. Menefreghista come pochi, ma quando voleva era il migliore dei fidanzati.
-Se mi presento a casa adesso, con due ore di ritardo rispetto al previsto e con te al seguito è la volta che papà e James ti uccidono.- ridacchiò Lily avvicinandosi al ragazzo per stringerlo in vita con un braccio e con la mano libera rubargli un sorso del suo caffè.
-Ne hai una tazza piena sul tavolo.- borbottò stizzito.
-Ma mi ami abbastanza per dividere il tuo con me.- ridacchiò di nuovo.
A volte, in quegli anni, aveva pensato che uno come lui sarebbe stato bene con una come…Rose. Più dolce e malleabile. Più delicata e femminile. Silenziosa e rispettosa dei silenzi altrui.
Una volta gli aveva anche esposto quei pensieri, dopo la loro secondo estate insieme. Lui ormai diplomato impegnato nel realizzare i suoi sogni, lei invece costretta in quel buco di scuola.
Che poi amava Hogwarts, ma l’aveva odiata in quel periodo. Non avevano fatto altro che litigare, la distanza pesava a entrambi e si era convinta che lasciarlo libero sarebbe stato meglio. Non era giusto legarlo a lei così, non in previsione di altri due anni nelle stesse condizioni.
Con una come Rose avrebbe potuto passare ogni momento libero. Perché Rose dopo un mese di lontananza non avrebbe iniziato a urlargli contro e non l’avrebbe nemmeno trascinato in un letto per fare pace subito dopo senza una parola di scuse, nemmeno pensata.
-Arrivano guai.- commentò con il suo solito tono strascicato. Lo sguardo altrove e una mano, quella libera, tra i suoi capelli.
-Mmh?- Lily mugugnò qualcosa con il viso ancora affondato nel suo petto.
Stava diventando patetica e zuccherosamente diabetica, ma il suo profumo gli era mancato tanto. E il suo calore. Quel calore non l’aveva nemmeno suo padre, che pure ancora rappresentava casa e affetto incondizionato. Con Scorpius c’era altro oltre all’amore e alla familiarità. La paura di perderlo era tra queste, come probabilmente era in tutte le storie importanti.
-Nel caso io non mi sia spiegato in modo adeguato, quando ho detto arrivano guai, intendevo che arrivano Guai. Di rosso vestiti e fumanti di rabbia, per la precisione.-adesso era vagamente divertito. Ma anche stizzito.
E se i Guai erano rossi e fumanti, ma ancora non era stato dichiarato la stato d’allerta, che sarebbe scattato solo nel momento in cui suo padre sarebbe apparso davanti a quella porta, forcone alla mano e pronto a un omicidio, allora voleva solo dire che…
-Strillettera?- chiese sgomenta.
Conosceva le strillettere di famiglia. E perfino lui, con gli anni aveva imparato a farlo, all’inizio perfino divertito dalla cosa, visto che nella sua, di famiglia, nessuno si sarebbe mai messo a urlare al vento i loro problemi, figurarsi di fronte a possibili orecchie indiscrete. Curiosamente ognuna di loro aveva un colore diverso, in modo da essere immediatamente riconoscibile, ma tutte senza eccezione alcuna erano un vero attentato ai suoi timpani.
-Dal colore e dalla difficoltà con cui quel povero gufo la sta trasportando direi che non appartiene a tuo padre, ma alla dolce Ginevra Weasley.- la informò lui.
Splendido, non solo riusciva a distinguerle, ma riusciva a farlo anche a distanza. E qualcosa le diceva che la sua abilità nel Quidditch non centrasse niente. Significava solo che ne avevano ricevute a tonnellate. Avrebbe addirittura scommesso che lui ne avesse ricevute a tonnellate, quando si erano messi insieme, durante la loro prima vacanza insieme, magari. Dio, stava morendo dalla curiosità di chiederglielo…
Riluttante Lily si staccò dal confortante calore di Scorpius, che non avrebbe potuto scambiare per quello di nessun altro, per avvicinarsi al nuovo arrivato e prendere la lettere, maneggiandola con una cura che non avrebbe riservato nemmeno a una bomba a orologeria.
Prese il coraggio a due mani e l’aprì. E l’Apocalisse scoppiò…
-Lilian Luna Potter ti conviene immediatamente staccarti dal tuo biondo fidanzato se non vuoi che tuo padre e tuo fratello arrivino lì. Albus sta facendo anche l’impossibile per trattenerti, ma non può fare miracoli tesoro e io non ho intenzione di minacciare ulteriormente quei due. Quindi scollati e datti una mossa.-
…o forse era già scoppiata. A dispetto delle aspettative non in quella immacolata cucina, non si sarebbe stupita se Scorpius la usasse solo per farsi il caffè, ma a casa sua. E quello voleva solo dire che la pace cui tanto aveva auspicato aveva avuto una fine fin troppo veloce. Morta sotto i colpi di una Strillettera viola prugna e la voce irritata di sua madre. Meno male che approvava e capiva la sua situazione di unica femmina in una famiglia di maschi, perché altrimenti non sapeva cosa sarebbe successo.
-Tua madre ha una grazia plebea, ma particolarmente interessante e utile alle volte, che la rende…-
-Smettila di fare apprezzamenti che non capisco su mia madre. E vedi di venirmi a prendere prima di cena, ho intenzione di dormire comunque qua.- con un ultimo sguardo di rimproverò Lily lasciò Scorpius a finire il suo ormai freddo caffè per avvicinarsi all’ingresso e smaterializzarsi a casa insieme al suo baule.
Al diavolo la segretezza con i babbani, visto lo scenario di guerra che l’attendeva a casa l’ultima cosa che le serviva era ritardare ancora. E a meno che la vecchia assatanata di due ore prima non si fosse accampata in giardino a spiare dalla serratura, nella speranza di rivedere Malfoy nudo, nessuno avrebbe potuto accusarla di niente.
Non si smaterializzò comunque abbastanza velocemente per non cogliere la domanda sulle labbra del ragazzo.
-Gelosa, amore?-
Maledetto…
 
 



 
 
 
 

***





 
 
 
 
 
 
 
 
Lily arrivò in un turbine davanti casa, fiatone come se avesse corso e occhi preoccupati.
Fortuna che ad accoglierla al suo ingresso non trovò suo padre, impegnato in una conversazione via camino per lavoro, e nemmeno James, che in onore del battitore di Quidditch che non era stato lucidava una mazza, nella speranza di poterla spaccare in testa al maniaco che da anni tentava di corrompere la sua piccola sorellina.
Albus le prese il baule e le mise in mano un biglietto, intimandole contemporaneamente il silenzio. Nel trambusto di casa, infatti, il sonoro POP da smaterializzazione era passato inosservato e il fratello, che fossero beati i Serpeverde calcolatori, aveva potuto così passarle la sua versione dei fatti.
Bene, il piano era semplice come sempre. Al sapeva che inventare troppe balle l’avrebbe fatta scoprire subito o quantomeno insospettire suo padre. Non era un Auror per nulla, dopotutto. E anche James aveva studiando per diventarlo.
A Hogsmade si erano persi due primini e il treno non era potuto partire in orario. Verosimile visto il livello di idiozia di quei mocciosi, lei certamente non era stata così a quell’età. Se nel raccontarlo avesse aggiunto qualche sarcastico commento e velati, ma neanche troppo, insulti rivolti a loro quella versione sarebbe stata più che credibile.
Aveva poi mandato una lettera a casa che Al, trovandosi a passare in cucina, aveva aperto. Aveva mandato quella lettera solo due ore prima, quando in realtà era arrivata in stazione o a casa di Scorpius, a seconda dei casi. Anche quella bugia era molto credibile. Non le piaceva scrivere lettere quindi non sarebbe sembrato strano a nessuno che se ne fosse dimenticata o avesse rimandato fino all’ultimo.
-Papà e James non ci hanno creduto affatto. Quindi ti conviene essere convincete e mettere al corrente le tue amiche se hai intenzione di invitarle a casa, prima che salti tutto. Beh a pensarci bene salterà comunque quindi puoi evitare la fatica…- la informò piano il fratello prima di andarsene portando con sé il baule e urlare -E’ arrivata Lily.-
Lily sospirò per calmarsi e tirare fuori tutta la sua arte drammatica. Cipiglio irritato e battutine caustiche erano il suo unico modo per portare avanti quella farsa. Non ci teneva affatto che il suo ragazzo ci rimettesse la vita, o qualcos’altro, solo perché lei voleva respirare un po’.
-Lily! Tutto bene?- chiese Harry, guardando preoccupato la sua bambina, come cercando qualcosa, nel suo viso o sui vestiti, di luminoso e con scritto “Si, Al ha mentito. Ho appena fatto sesso!”
Anche se forse suo padre non avrebbe cercato una scritta così esplicita, quello era James.
-Ciao papà. Pensavo che non sarei più arrivata.- rispose Lily abbracciandolo.
Se non stesse mentendo per qualcosa di importante, la testa del suo fidanzato, si sarebbe sentita un pochino in colpa. Perché lei non pensava affatto che non sarebbe più arrivata. Lo aveva proprio sperato.
-Il viaggio è andato bene, tesoro?- chiese cauto suo padre, ancora con quello sguardo da Auror in faccia.
-Bene? Come può essere andato bene…quei mentecatti…- rispose lei, cercando di usare il giusto tono e non tradirsi.
-Harry chi se ne frega del viaggio…Tesoro come sono andati i MAGO?- chiese Ginny spintonando da parte il marito per piazzarsi davanti alla ragazza.
Eccola la domanda che aspettava da quando era scesa dal treno e che aveva cercato di rimandare il più possibile. Già immaginava sua mamma fiondarsi al camino per comunicare le fresche, mica tanto in realtà, notizie a tutto il resto della famiglia.
E avrebbe scommesso anche che una volta soddisfatta la sua ansia di mamma sarebbe partita all’assalto facendole rimpiangere la sortita a casa di Scorpius.
Così come suo padre avrebbe fatto quella sera quando avrebbe parlato con zio Ron o con Hugo e avrebbe scoperto che non c’era stato nessun primino disperso e conseguente ritardo del treno. Un motivo in più per dileguarsi il più in fretta possibile, ancora prima della partenza per la Tana. Anzi meglio ancora se mentre suo padre si smaterializzava insieme a mamma lei avesse fatto altrettanto. Con un'altra destinazione. Avrebbe dovuto avvertire Scorpius del cambio di programma.
Ancora non era tanto fusa da trovarsi nella stessa stanza di suo padre quando avrebbe scoperto il suo piccolo imbroglio. Era probabile che perfino Al avesse un'altra meta per la serata visto che sarebbe stato agli occhi di tutti complice, inconsapevole certo, ma pur sempre complice.
A meno che James non iniziasse a parlare a sproposito come faceva sempre…
-Tutto bene mamma. Sono distrutta, però. Credevo non finissero più e non si capisce perché abbiano voluto far rimanere a scuola anche quelli degli anni più piccoli quest’anno. Come se non fossi già abbastanza agitata senza quei nani tra i piedi!- rispose distratta, con la mente ancora impegnata a sfuggire alla punizione che il giorno dopo si sarebbe sicuramente ritrovata sulla testa, come la peggiore spada di Damocle.
-Tutto bene? Tutto bene!?! Non hai altro da dirmi?- iniziò a irritarsi Ginny, assomigliando ogni secondo di più a nonna Molly.
-Si, mamma, è tutto. Non sono Rose e certamente non vuoi sapere le domande dei test scritti o gli incantesimi che mi hanno chiesto all’orale come zia Hermione. Pozioni, però, è andata benissimo. Nessuno aveva fatto una pozione come la mia, anche se avendo aiutato Dr…il signor Malfoy per due estati a fila sarebbe stato deludente il contrario…- rispose orgogliosa di sé Lily guardando però suo padre con la coda dell’occhio.
Sebbene orgoglioso dei suoi successi come pozionista, degli stage estivi e tutto il resto, ancora sopportava a malincuore la sua storia con Scorpius. E mandava giù ancora peggio che chiamasse il signor Malfoy per nome. Quale onta per una Potter!
Stava per rintanarsi in camera sua e tirare finalmente un sospiro di sollievo, per quanto provvisorio, quando l’incognita più grande di tutte mise fine ai giochi.
Troppo presto.
Senza tatto.
Bastardamente compiaciuto.
Brillante di aspettativa e sadica soddisfazione.
James Sirius Potter.
-Lily! Cominciavo a pensare tu ti fossi persa…sai com’è zia Hermione sta avendo una crisi isterica nel nostro camino perché Hugo ha sbagliato l’esame di Storia della Magia. Da circa un’ora.- informò la sorella, ben attento a rimanere vicino al padre perché sentisse ogni parola.
Era morta.
-James il treno è arrivato in…Lily spero che tu abbia una buona spiegazione al riguardo.- le sibilò contro Harry, presa coscienza di quanto detto dal figlio maggiore.
E dire che con la morte di Voldemort diceva di aver perso la capacità di parlare Serpentese. Quel sibilo era tutt’altro che tranquillizzante.
-Ecco…- provò lei.
Dannazione! Non poteva certo dire la verità…
-Prima di decidere quale versione darmi, assicurati che sia quella che voglio sentire.- sibilò ancora l’uomo.
Lily poteva veder James alle sue spalle sfregarsi soddisfatto le mani, senza più contenere l’esultanza.
Riusciva quasi a sentire le urla di giubilo della sua malata testaccia “Questa è la volta buona!”.
Suo padre avrebbe ammazzato Scorpius, quella volta.
Non si sarebbe concesso di svenire.
E non c’era Draco Malfoy a sconvolgerlo tanto da fargli riconsiderare tutto in un’ottica se non positiva, almeno più…rosea?
-Sto aspettanto, Lilian…-
Brutto segno quando iniziava a chiamarla per cognome.
Che ricordasse lo aveva fatto solo in casi di massima emergenza. Come quando aveva trasfigurato i capelli di Molly in serpenti, a cinque anni dopo aver letto un libro di mitologia babbana. O quella volta, tre estati prima, che aveva organizzato una festa a casa perché i suoi erano fuori. Oppure…
-Lily, non tirare troppo la corda.- la riscosse sua madre senza acrimonia ricordandole di non aver ancora risposto.
-… …Ero con Scorpius.- ammise alla fine.
Era una Grifondoro, per Morgana!
Coraggio. Lealtà. Orgoglio. Sincerità.
Tutte belle virtù che contraddistinguevano la sua augustea Casa, ma che sfortunatamente per lei votavano chi le possedeva al suicidio. Sociale o fisico che fosse non importava. Perché solitamente uno seguiva l’altro.
Lanciò uno sguardo minaccioso a James che si stava addirittura trattenendo per non ridere.
Ne lanciò un altro ad Al, chiedendogli silenziosamente scusa per averlo messo in quel casino.
Infine uno a sua madre, cercando di leggerle in viso l’entità del danno.
Certamente non voleva vederlo direttamente su quello del padre.
Coraggiosa, leale e tutto il resto ok. Ma buttarsi nelle fauci del leone a testa alta non era nei suoi piani.
-In camera tua.-
-Cosa?- urlò indignata.
Al diavolo i suoi buoni propositi di mostrarsi contrita e sottomessa. Non aveva più cinque anni. E nemmeno allora era mai stata mandata in camera tua.
-Vado a prendere il mantello, papà?- ebbe il coraggio di chiedere quel infame di fratello maggiore che si ritrovava. Non stava certo aiutando, suggerendo idee del genere a suo padre.
-James…- minacciò Ginny, senza necessità di alzare la voce.
Era prerogativa delle donne Weasley riuscire a farsi obbedire solo usando un particolare timbro di avvertimento. Purtroppo lei non aveva ereditato tale dono, forse per la differenza di cognome.
-Ma mamma…- piagnucolò il ragazzo vedendo sfumare i suoi sogni sanguinari.
-Ho detto vai in camera tua, Lily.- ripeté ancora Harry.
-Non sono più una bambina, papà!- si indignò ancora di più.
Forse quella non era stata la sua uscita migliore, glielo lesse in viso.
-Non era la cosa migliore da ricordarmi in questo momento.-
Appunto. Per la miseria si era tirata da sola la zappa sui piedi.
Probabilmente avrebbe rivisto Scorpius solo in cartolina, grazie al suo innato senso di giustizia.
Maledettissimo nobile spirito Grifondoro.
Quel vecchio e rattoppato Cappello Parlante avrebbe dovuto avvertirla di quanto fosse deleteria per la salute la Casa in cui l’aveva smistata.
Sconfitta, soprattutto dopo l’occhiata ferma di sua mamma che silenziosamente la ammoniva dal ribattere, cominciò a salire le scale.
Purtroppo il frastuono che sempre regnava in casa non era abbastanza forte da coprire la frase con cui suo padre la congedò.
-Più tardi ne parleremo. Per ora sei in punizione.-
Punizione. Fantastico. Era appena regredita a sei anni…
 
 
 








 
 
ANGOLO AUTRICE.
Ho aggiornato, finalmente. Ho approfittato di un giorno di tregua, ma neanche tanto, per pubblicare entrambe le storie. Lo so, sembra un miracolo visto con quanta costanza insegua il mio perenne ritardo, sempre, su tutto, anche quando non dovrei.
Come vedete Lily è stata scoperta, dopotutto è la figlia del Bambino-Sopravvissuto, cosa potevamo aspettarsi? Scorpius, invece, …non so esattamente dove le prendo certe idee per lui, ma mi piace. Sempre di più. Anche se non riuscirà mai a raggiungere l’amore che provo per James. Il bastardissimo James, in questo caso. Non riesco proprio a non inserirlo nelle mie storie. Se esistesse, me lo sposerei, è certo!!
Il prossimo capitolo è più o meno scritto, ma non so ancora quando pubblicherò, questo esame mi sta mettendo sotto (sono all’ultimo anno di scientifico, per la cronaca, e non lo auguro a nessuno!) quindi probabilmente vi farò aspettare un po’ il prossimo aggiornamento.
Intanto spero che vi godrete questo, io personalmente l’ho adorato. Scorpius sta prendendo sempre più l’aspetto del principe azzurro che Lily credeva fosse da bambina (mi rifaccio alle storie che precedono questa) e James…beh è James e per quanto mi riguarda basta a dire quanto sia fantastico. Perfino quando sputtana la sorellina sfregandosi le mani o prepara la mazza da dare in testa a Scorpius.
Ok sto delirando…devo decidermi a scriverci una storia, su di lui, non fosse altro che mi passa questo atteggiamento un po’ inquietante!!
Grazie ovviamente a chi ha letto, recensito e apprezzato questa storia. Spero che il nuovo capitolo non sia da meno…un bacio. Rebecca.
 
P.S. alle recensione rispondo adesso, massimo dopo cena. Promesso!

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