Quel pazzo venerdì

di Chanel483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** -Undicesimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


 Lo so, lo so... ora mi direte:"Ma se hai finito di pubblicare l'altra storia nemmeno due ore fa!? ".
Non posso che darvi ragione ma, come molti di voi sapranno, spesso la troppa fantasia può portare alla follia, quindi è meglio che la impieghi in qualcosa di produttivo... piuttosto di fare cazzate.
Questo capitolo è solo introduttivo, non è nulla di che ed anche la storia, è una cosina così, senza troppe pretese. In ogni caso fatemi sapere cosa ve ne pare dell'idea, un bacio Franci.


<< No! Mi sono veramente stancata Ronald! >>, sbottò la riccia, fermandosi di colpo e guardando con odio il rosso.

Lui alzò gli occhi al cielo:<< Tu ti sei stancata!? Tu ti senti stancata!? Tu vai ad una festa con McLaggen e vieni a dirmi di esserti stancata!? >>.

Hermione strinse con forza i pugni, per resistere all'impulso di mollare un cazzotto a Ron:<< Tu sei fidanzato Ronald! ciò che faccio non dovrebbe interessarti. Perché non torni a mangiarti la faccia con la tua Lavanda!? >>.

Ronald si fece si colpo bordeux:<< Que- questo non c'entra niente! >>, balbettò imbarazzato. Hermione sbuffò e continuò a camminare per il corridoio.

Andò a sbattere contro qualcuno, stava per cadere a terra, ma Ron la prese:<< E non mi toccate! >>, sibillò lei, allontanandosi di un paio di metri.

La persona contro la quale era andata a sbattere si rivelò essere la professoressa Cooman, che insegnava divinazione:<< Buongiorno, professoressa... >>, salutò educatamente Hermione, dopo aver lanciato un'occhiata di ghiaccio al rosso.

Fece per proseguire, ma la professoressa mostrò un piattino con due biscotti della fortuna, di quelli che si trovano nei negozi di cibo cinese:<< Biscotto? >>, chiese con aria stralunata.

Rispose la ragazza:<< No grazie, abbiamo altro da fare... >>, e fece per andarsene.

La professoressa le si mise davanti:<< Insisto... >>, disse porgendo di nuovo il piatto.

<< No, grazie >>, disse Ron, guardando torvo Hermione.

<< Prendete un biscotto... >>.

<< No >>.

<< Invece sì... >>.

<< No! >>.

<< Ho detto di sì! >>.

<< E va bene! >>.

Entrambi allungarono una mano, presero un biscotto, si diedero le spalle e camminarono nella direzione opposta. La professoressa, soddisfatta, strinse il vassoio al petto e scomparve dietro ad una porta.

Hermione fece fatica a resistere all'impulso di sbattere il biscotto della fortuna da qualche parte, ma alla fine lo aprì.

Il biglettino diceva:

 

Un viaggio presto comincerà,

il premio si riflette negli occhi di un altro,

quando quello che vedi ti mancherà,

indietro l'amore disinteressato ti porterà.

 

Dalla parte opposta del corridoio, Ron leggeva le stesse parole.

Ma cosa voleva dire?

Entrambi sbuffarono e buttarono il foglietto in un angolo.

In quel momento tutto iniziò a tremare, Hermione cadde a terra, e Ron – senza pensarci – si voltò e corse verso la ragazza. Si sedette accanto a lei e la strinse, senza sapere cos'altro fare.

Il tutto durò poche decine di secondi, poi tutto tornò immobile. I due rimasero fermi per qualche istante, poi Ron, arrossito, si ritrasse da quell'abbraccio:<< Forse dovremmo... andare in Sala Comune... >>, propose Hermione e, senza aspettare una risposta, si incamminò verso la torre di Grifondoro.

Superarono il ritratto della Signora Grassa e trovarono Harry ad aspettarli:<< Ma dove eravate finiti? >>, chiese il ragazzo, con aria preoccupata.

Ron non lo ascoltò:<< Lo hai sentito? >>, chiese preoccupato.

<< Sentito cosa? >>,rispose l'altro.

<< Come cosa? >>, disse Hermione:<< Il terremoto! >>.

Harry li guardò, spalancando gli occhi:<< Il terremoto? Guardate che non c'è stato nessuno terremoto. >>, li fissò ancora un attimo stupito:<< Comunque, Ron, dobbiamo andare a dormire, domani abbiamo allenamento. Buonanotte Hermione >>.

La riccia e il rosso si scambiarono uno sguardo stupito, poi si strinsero nelle spalle e si incamminarono verso i rispettivi dormitori. 

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


 

Hermione si stiracchiò; era stata svegliata dalla luce del sole e sapeva che doveva essere già abbastanza in ritardo, ma l'idea di alzarsi da quel bel letto caldo la allettava ben poco.

Avrebbe potuto rimanere lì sdraiata al caldo e saltare le lezioni del mattino...

Per l'amor del cielo, Hermione! Sei un Prefetto, devi dare il buon esempio!

Alla fine decise di rimanere nel letto solo per altri cinque minuti. Non era sua abitudine, ma quella notte ci aveva messo diverse ore per prendere sonno. Tutta colpa di Ron e del suo stupido comportamento.

Certo, lei avrebbe potuto evitare di andare alla festa del professor Lumacorno con McLaggen, ma d'altronde Ron era fidanzato e lei doveva viversi la sua vita. Stava per riappisolarsi, quando con un sonoro tonfo si ritrovò per terra:<< Per l'amor del cielo! >>, sbottò cercando di ricollegare cosa stesse succedendo. Aprì gli occhi e vide Harry in piedi, con le lenzuola del suo letto strette in mano. Istintivamente si coprì il petto con le braccia:<< Ma dico, sei scemo!? >>, chiese irritata:<< E cosa ci fai qui!? >>.

Harry rimase spiazzato dalla domanda:<< Ehm... tipo ci dormo? >>, domandò sarcastico. Poi lanciò alla ragazza un paio di pantaloni, una camicia e una cravatta rosso/oro:<< Sbrigati Ron, se arriviamo anche oggi in ritardo Hermione ci sbrana... >>, disse con un mezzo sorriso, guardandosi in uno specchio alla parete, cercando di appiattire la sua indomabile chioma.

Hermione rimase per terra, a bocca spalancata, per qualche istante. Poi si mise in piedi e si guardò intorno.

Quello non era il suo dormitorio.

Guardò verso Harry, con l'intenzione di chiedere spiegazioni, ma rimase a bocca aperta, vedendo la propria immagine riflessa nella specchio.

Al posto della sua chioma di ricci castani aveva dei corti capelli rossi, gli occhi erano blu, la mascella più squadrata e i lineamenti più duri. Lanciare un urlo fu l'unica reazione che le venne in mente.

Harry si voltò di scatto:<< Ron...? >>, chiese dubbioso:<< Stai... bene? >>.

Hermione – che aveva in tutto e per tutto l'aspetto di Ron – lo fissò inebetita, poi si riscosse:<< Io... sì... sto... bene... >>, disse poco convinta.

Harry la fissò, inclinando la testa, poi si strinse nelle spalle:<< Come vuoi... sbrigati a cambiarti, che finita la lezione con la McGranitt abbiamo allenamento. Ti aspetto sotto >>, disse uscendo dalla stanza e lasciando Hermione sola, a stringere tra le braccia la divisa dell' amico.

 

<< Alzati subito! Siamo in ritardo, cosa ci fai ancora a letto? >>, chiese una voce, risvegliando il ragazzo dal suo bel sogno.

<< Mmmm.... ancora cinque minuti Harry, stavo facendo un bel sogno... >>, grugnì Ron, voltandosi dall'altra parte.

Seguì un attimo di silenzio:<< Harry!? >>, chiese una voce irritata e troppo squillante per essere quella del suo amico:<< E di grazia, cosa ci farebbe Harry nel tuo dormitorio, Hermione? >>, chiese con uno sbuffo.

<< Cosa dovrebbe fa... aspetta... hai detto Hermione!? >>, chiese il rosso, spalancando gli occhi di colpo e trovandosi il viso della sorella ad una spanna di distanza dal suo:<< Miseriaccia Ginny! >>, esclamò, coprendosi fino al mento con il lenzuolo:<< Cosa ci fai qui? >>.

La ragazza alzò gli occhi al cielo:<< Harry si chiedeva dove fossi e visto che non può salire nel dormitorio femminile mi ha detto di venire a vedere cosa stessi facendo. Ora cambiati che siamo in ritardo. A dopo >>. Detto questo lasciò la stanza.

Dormitorio femminile”? Ma che...?

Si guardò intorno, quella non era la sua stanza, quello non era il suo letto e – si infilò una mano tra i capelli, che trovò stranamente ricci e voluminosi – quello non era il suo corpo!

Con un scatto fulmineo si mise davanti allo specchio che c'era sulla parete. E non riuscì a trattenere un urlo. Si coprì gli occhi con le mani. Poi li riaprì e si trovò di nuovo davanti l'immagine di Hermione, che lo fissava a bocca aperta.

Provò ad alzare un braccio e la figura fece lo stesso. Guardò in basso e vide il corpo della sua migliore amica.

Rimase qualche istante traumatizzato, continuando a fare prove con lo specchio. Poi con una mano si toccò il braccio opposto, la spalla, il naso, poi i capelli ed il petto...

Un momento! Ho le tette! 

        

(Scusate per l pessima uscita di scena... )
Dopo il discreto successo ottenuto dal primo capitolo (ringrazio tutti coloro che hanno recensito :D), eccomi qui con il secondo(:
Anche questo è abbastanza corto per le mie abitudini, ma mi serviva per chiarire un po' la situazione.
Prometto di aggiornare il prima possibile, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio, Franci        

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


  Prima di lasciarvi leggere il capitolo, vi rubo due secondi per una piccola premessa:
è stato un pò difficile decidere come chiamare Ron ed Hermione in ogni capitolo, quindi ho deciso che quando a parlare sono loro, chiamerò Ron "Ron" ed Hermione "Hermione", quando invece a parlare, o a pensare qualcosa, sarà qualcun'altro, li chiamerò con il "nome del corpo in cui sono intrappolati".
So che la spiegazione non è il massimo, spero di non farvi fare confusione.
Buona lettura


 

Ron – o meglio, Hermione – aspettava agitata, seduta al tavolo della Sala Grande:<< Sicuro di stare bene, Ron? >>, chiese Harry, guardando preoccupato l'amico che si contorceva le mani, senza degnare minimamente il cibo di uno sguardo.

Hermione ci mise un attimo a capire che quel “Ron” era indirizzato a lei. Così, dopo un attimo, alzò la testa con estrema lentezza e fissò i suoi occhi – che ormai erano blu – in quelli verdi dell'amico:<< Io... sì, sono solo un po' stanca... cioè, stanco >>. Si guardò un attimo intorno:<< Ma dov'è finito Ro... hem... Hermione!? >>, chiese continuando a tormentarsi le mani.

Ginny guardò il fratello:<< Ron, seriamente, ti vedo agitato. Sei sicuro di sentirti bene? Non hai toccato cibo... >>, la ragazza iniziava seriamente a preoccuparsi.

<< Sì, io... >>, si interruppe bruscamente, vedendo una testolina riccia infilarsi nella Sala Grande. Era davvero terrificante vedere il proprio corpo andarsene in giro... si mise in piedi e corse verso Ron – nel suo corpo – lo afferrò per un braccio e dicendo solo:<< Io e te dobbiamo parlare >>, lo trascinò fino ad un'aula vuota.

<< Cosa hai combianato!? >>, lo accuso subito Hermione, puntando un dito contro il suo stesso corpo.

Ron indietreggiò, tenendo le mani alzate:<< Io non c'entro niente! >>, disse agitato:<< Tu piuttosto, cosa ci fai nel mio corpo? >>. Ron fissava, storcendo il naso, se stesso che gli puntava un dito contro. Era un'esperienza a dir poco inquietante.

Hermione spalancò la bocca e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi:<< Non sei stato tu? >>, chiese stupita. Lui annuì:<< Allora cosa...? >>, rimasero per un po' in silenzio, pensando preoccupati. Poi Hermione riprese a parlare con più fervore:<< Ma la domanda importante non è questa! Cosa facciamo ora? >>, domandò seriamente preoccupata.

Ron si portò una mano al mento:<< Facciamo che ora andiamo dagli altri... >>.

Hermione lo interruppe bruscamente:<< Tu con il mio corpo non vai da nessuna parte! >>, strillò alzando le braccia al cielo, ed avvicinandosi minacciosamente all'amico.

Ron alzò un sopracciglio, indietreggiando comunque spaventato:<< E cosa proponi di fare? Di chiuderci in una stanza e rimanere lì finchè non troviamo una soluzione? >>.

La ragazza si bloccò, interdetta, e ci pensò un po' su:<< Hai ragione >>, convenne infine, portandosi una mano alla fronte, alla disperata ricerca di una soluzione:<< Ok. >>, disse infine:<< Ho un piano: ora noi andiamo dagli altri... >>.

<< Come avevo detto io. >>

<< E ci comportiamo come se nulla fosse. Poi finite le lezioni andiamo in biblioteca e cerchiamo una soluzione >>, propose ancora agitata, mentre – in un gesto automatico – cercava di torturarsi i ricci che non aveva più.

Ron annuì:<< Va bene. Anzi no, io... cioè, tu... hai gli allenamenti di Quidditch questo pomeriggio! >>.

Il volto di Hermione – anzi, il volto di Ron – sbiancò:<< Stai scherzando vero!? >>, il ragazzo scosse il capo:<< Ma i-io... Io non so giocare a Quidditch! Ti ricordi l'altra estate!? Sono una frana! >>.

Ron si grattò la nuca – rimanendo scioccato dalla quantità assurda di capelli che l'amica aveva – ed annuì tra sé: Hermione era decisamente negata:<< Troveremo una soluzione, ok? >>, disse anche se non ne era molto convinto nemmeno lui.

La riccia fece un profondo respiro, poi annuì. Il ragazzo le tese la mano e fece per allontanarsi, ma lei lo fermò:<< E dove pensi di andare conciato così!? >>, chiese incrociando le braccia al petto. Si avvicinò al suo corpo, guardando con aria critica il modo in cui indossava la sua divisa. Si sporse e prese ad allacciare la camicia, che aveva i primi tre bottoni aperti; poi la infilò nella gonna e rifece meglio il nodo della cravatta:<< Sono un Prefetto, devo sempre mantenere un abbigliamento adeguato, no? >>.

Il povero Ron fissava la ragazza rosso in viso. Non c'era nulla di male; in fondo aveva messo le mani sul suo corpo – suo di lei – non c'era nulla di strano. Eppure, mentre le sue mani – che poi appartenevano lui – gli avevano sfiorato il collo per riabbottonare la camicia, aveva sentito uno strano brivido lungo la schiena, fino alla nuca. Si riscosse con un tremito e fissò a bocca aperta il suo stesso volto:<< Cert.. - si schiarì la gola – certo... >>.

Hermione sorrise e gli prese nuovamente la mano. Uscirono insieme e tornarono in Sala Grande. 

 

Meno di mezzora dopo erano entrambi seduti nella classe di Trasfigurazione. La professoressa spiegava le basi per la trasfigurazione umana. Hermione era stravaccata sul banco, la testa appoggiata al braccio, mentre Ron prendeva freneticamente appunti.

<< Bene, ora ognuno di voi proverà a fare una modifica molto piccola sul suo volto. Potreste provare a far scomparire un neo, oppure cambiare colore ad una ciocca di capelli, una cosa non troppo impegnativa, comunque. Avete quindici minuti >>.

Meno di cinque minuti dopo Ron aveva fatto sparire completamente tutte le lentiggini dal suo viso, mentre Hermione si era ritrovata con un sopracciglio blu:<< Signor Weasley, >>, commentò la professoressa con tono decisamente stupito:<< lei mi lascia senza parole. Dieci punti a Grifondoro. E i miei più vivi complimenti, sembra che finalmente si sia messo a studiare... >>.

Il rosso sorrise, palesemente compiaciuto:<< Grazie professoressa >>, disse portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. La McGranitt strabuzzò gli occhi, alla vista di quel gesto, ma scosse la testa e continuò il suo giro.

<< Psss... Hermione! >>, Ron – nel corpo di Hermione – si sbracciava verso la ragazza, sussurrando il suo nome:<< Ma come si fa? >>, chiese confuso.

<< Devi dare un colpo secco con il polso >>, sussurrò lei, fissando con aria critica il sopracciglio blu, che stonava tanto sul suo viso. Anche la professoressa passò vicino ad Hermione – che poi era Ron – e si soffermò con la sguardo sulla discutibile scelta cromatica. Passò al banco successivo senza commentare.

La lezione finì venti – dolorosi – minuti dopo.

Usciti dalla classe, sia Ron che Hermione non sembravano loro:<< Sicuri di stare bene? >>, chiese ancora una volta Harry seriamente preoccupato, dopo aver osservato il comportamento dei due per tutta la mattina.

Entrambi annuirono, Hermione rispose:<< Certo Harry, stiamo benone. Io ora vado, ho Antic... cioè, ora Hermione va a Antiche Rune. Vero Hermione? >>, chiese con uno sguardo eloquente, rivolto a Ron, nel suo corpo.

Il viso della ragazza lo fissò sgranando gli occhi, di rimando, poi annuì:<< C-certo >>, rispose con l'aria di uno che sta andando al patibolo:<< allora io... ehm... vado. Ci vediamo quando... quando esco... sì, ciao >>.

Harry e Ron – o meglio, Hermione – rimasero a fissare la ragazza allontanarsi:<< Sei sicuro che stia bene? >>, chiese il moro all'amico.

Hermione annuì:<< Certo che sta bene. Benissimo, direi! Magari è solo... >>. Nessuno però seppe mai cosa doveva essere Hermione, perchè la frase venne interrotta da un urlo.
<< Ron- Ron! >>.

Con un brivido che le percorreva la schiena, la ragazza si voltò. E con grande orrore vide una chioma bionda correrle incontro:<< Amoruccioooo! >>, strillò Lavanda, prima di buttarsi al collo del ragazzo. Fece per unire le loro labbra, ma lui scattò indietro:<< Che succede Ron-Ron? >>, chiese la grifondoro preoccupata.

Hermione si portò una mano alle labbra:<< I-io... Io ho... Ho un herpes! >>, disse a voce più alta del dovuto:<< Non puoi, non possiamo. è contagioso! >>

Lavanda sbatté un paio di volte le ciglia:<< Ma non importa, tesorino. Correrò il rischio >>, e così dicendo si protese con le labbra arricciate e gli occhi chiusi, verso di lui.

La povera ragazza fissò la compagna con aria schifata e lanciò un'occhiataccia ad Harry, in cerca di aiuto. Lui intervenne prontamente:<< Avanti Ron, abbiamo Divinazione e siamo in ritardo >>, disse prendendo l'amico per un braccio, sottraendolo così dall'imminente tortura della bionda. La grifondoro tirò un sospiro di sollievo, seguendo Harry verso la torre di divinazione. Se l'era vista brutta.

L'ora successiva non fu troppo frustrante, se non si considera il fatto che la povera Hermione dovette mordersi la lingua una decina di volte, per non urlare che tutto ciò che la Cooman spiegava, erano fesserie. Terminata la lezione, Harry ed Hermione (nel corpo di Ron), si incamminarono verso l'aula di Antiche Rune, per andare a prendere come d'abitudine quella che Harry, pensava essere la sua migliore amica. Quando arrivarono davanti alla porta, Hermione li aspettava cammiando su e giù per il corridoio, torturandosi le mani. I capelli – se possibile – erano ancora più crespi e disordinati del solito.

<< Ciao >>, salutò Harry un po' circospetto:<< tutto... bene? >>, chiese.

Ron si passò una mano tra i capelli cespugliosi:<< Io... si, ho solo mal di testa. Antiche Rune è veramente straziante >>.

Harry sgranò gli occhi: Hermione aveva i primi tre bottoni della camicia aperti e le maniche arrotolate fino ai gomiti, la cravatta slacciata che penzolava ai lati del collo, la gonna storta e i capelli raccolti in una sorta di crocchia disordinata in cima alla testa, molte ciocche scappavano alla prese dell'elastico. Cercò lo sguardo dell'amico, per capire se anche lui avesse notato qualcosa di strano nella compagna, ma trovò Ron inspiegabilmente rosso di rabbia, con i pugni serrati lungo i fianchi:<< Voi due oggi non state bene! >>, sbottò il moro esasperato, prendendo a camminare spedito verso la Sala Grande.

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


 << Forse dovremmo dirlo, almeno ad Harry >>, propose Hermione, mentre – nel corpo dell'amico – girava febbrilmente le pagine di un enorme tomo, intitolato “Anima e corpo, cento modi per essere chiunque tu voglia”.

Ron le lanciò un'occhiata quasi sconvolta:<< Lo conosci, entrerebbe nel panico! >>, borbottò, per essere ripreso un secondo dopo dalla bibliotecaria che gli intimò con un gesto secco della mani di fare silenzio.

Hermione rispose abbassando la voce:<< Hai ragione, ma non siamo credibili! Non rimarrà ancora a lungo senza fare domande. >>.

Ron si portò una mano agli occhi e con il pollice e l'indice iniziò a massaggiarsi le tempie:<< Hai ragione, ma davvero non so... >>.

Il ragazzo venne interrotto da un moro ed occhialuto grifondoro a caso che entrò nella biblioteca correndo:<< Sbrigati Ron, cosa ci fai ancora qui? Tra dieci minuti iniziano gli allenamenti! >>, disse prendendo il rosso per una manica, mentre la bibliotecaria chiedeva nuovamente silenzio con voce stridula.

Ron si battè una mano sulla fronte:<< Miseriaccia, il quidditch! >>, imprecò con un po' troppa veemenza.

Harry si voltò, e le lanciò un'occhiata confusa:<< Come, Hermione? >>, chiese scettico.

Il grifondoro iniziò a grattarsi la nuca:<< Ehm... niente. >>, farfugliò cercando di pensare “come penserebbe Hermione”:<< Stavo solo pensando di venirvi a vedere giocare. Oggi è una giornata... così bella, mi metterò a... ehm... leggere, sugli spalti >>, decretò raccogliendo velocemente libri, pergamene e piume sparsi per il tavolo.

Harry alzò un sopracciglio, mentre Ron – a cui il moro teneva ancora il braccio – si guardava intorno, letteralmente terrorizzato:<< Come vuoi, conta che noi ne avremo per almeno due ore >>, rispose il ragazzo, addocchiando il cielo fuori dalla finestra che, coperto di nuvole com'era, non dava per nulla l'idea della “bella giornata”.

Il rosso raccolse il tutto, lo infilò nella borsa che portava a tracolla e si affrettò a seguire i due verso il campo da quidditch.

Arrivati si divisero, Harry trascinò la povera Hermione – che lanciava occhiate supplichevoli a Ron – verso gli spogliatoi ed il ragazzo non poté far altro che arrampicarsi sugli spalti ed assistere alla performance dell'amica fingendo di leggere un libro a caso.

Si era ripromesso che avrebbe guardato tutto delle prove, ma dopo la diciottesima parate andata a vuoto e la quarta caduta dalla scopa di “se stesso” dovette chiudere gli occhi per non scoppiare in lacrime. Era duemila volte peggio di quando era al quinto anno e i serpeverde gli avevano dedicato quell'imbarazzante inno. Sapeva che il quidditch – o forse lo sport in generale – era un po' il tallone d'Achille dell'amica, ma non ricordava che fosse così tremenda!

Due frustranti ore dopo, la squadra di Grifondoro si ritirò negli spogliatoi ed Harry si fermò a parlare con un più che mai ammaccato Ron – che in verità era Hermione – per chiedergli cosa ci fosse che non andava:<< Quest'anno stai giocando splendidamente >> commentò il moro, poggiando una mano sulla spalla del compagno in un tentativo un po' maldestro di rassicurarlo:<< Sono sicuro che è solo un momento passeggero, ma ti voglio in forma per la partita contro i Tassi, d'accordo? >>, chiese con un sorriso, forse un po' troppo tirato.

<< Certo >>, rispose mestamente Hermione, massaggiandosi un livido particolarmente doloroso sulla spalla, che si era procurata forse alla terza caduta.

La ragazza si vestì in fretta e ripose la divisa dell'amico. Aspettò Harry, ed insieme uscirono dal campo. Trovarono Ron ad aspettarli:<< Ciao R... Hermione >>, disse la ragazza, togliendosi dalla fronte una ciocca di capelli sudati.

<< Ehila >>, rispose il grifondoro, dando una pacca sulla spalla ad Harry. Il moro guardò male l'amica che, al posto di essere in ordine ed impeccabile come suo solito, aveva i capelli più scompigliati di come li avesse mai visti.

Hermione si stiracchiò un po', facendo scrocchiare le spalle ed il collo:<< Sono stanchissima. >>, commento facendo ciondolare la testa, non aveva mai pensato che due ore di allenamento, con il sedere piantato su di un manico di scopa, potessero essere così faticose:<< Credo che andrò a farmi una doccia e.... >>.

<< NO! >>, urlò Ron, bloccandosi di colpo in mezzo al sentiero che conduceva fino al portone.

Harry si voltò a fissare il viso della riccia, su cui era dipinta un'espressione di puro terrore:<< Tutto bene Hermione? >>, chiese il ragazzo per la centesima volta in quella giornata, poggiandole una mano sulla spalla, mentre dietro di lui Ron – la vera Hermione – si batteva con forza una mano sulla fronte.

Il grifondoro aprì un paio di volte la bocca a vuoto:<< é solo che... sì, ecco io volevo... il Bagno dei Prefetti! Dovresti andare nel bagno dei prefetti, Ron! >>, disse infine congratulandosi mentalmente con se stesso per il colpo di genio:<< Rilasseresti i tuoi... ehm... muscoli tesi >>, aggiunse per sembrare più credibile.

Il moro lanciò un'occhita di sbieco all'amica e poi spostò lo sguardo sul rosso, che fissava la riccia quasi... irritato?

No, quei due non erano normali!

Harry si strinse nelle spalle e decise di proseguire, facendo ancora una volta finta di nulla. Per quanto potesse impegnarsi, non li avrebbe mai capiti.

 

La situazione era critica.

La situazione era decisamente critica.

Ron ed Hermione – ovviamente l'uno nel corpo dell'altra – se ne stavano nel Bagno dei Prefetti, con la porta chiusa a chiave, e la seconda portava un asciugamano stretto in vita ed era a torso nudo:<< è solo un bagno, per l'amor del cielo! >>, strillò esasperata la ragazza, fissando Ron che, nel suo corpo, ancora storceva il naso.

<< Sì, ma quello è il mio corpo! >>, sottolineò puntandole contro un dito.

Hermione alzò un sopracciglio:<< E cosa dovrei fare? Non lavarmi finché non riavrò il mio corpo? >>, chiese con aria di sfida, incrociando le braccia al petto.

Il ragazzo parve pensarci un po' su:<< Beh, sarebbe un'ipotesi... >>, commentò sfiorandosi il meno con un dito.

<< Ronald! >>, urlò Hermione, mettendo le mani sui fianchi.

<< Ok, ok! >>, disse l'altro con aria imbronciata:<< Fatti questo bagno, se è quello che desideri! >>.

<< Bene! >>, strillò in risposta la grifondoro, avviandosi decisa verso il bordo della vasca, chiudendo gli occhi, levandosi l'asciugamano ed entrando in acqua, il tutto sotto lo sguardo scettico ed imbarazzato di Ron. << Fantastico >>, sussurrò non appena fu completamente immersa nell'acqua calda.

Ron si sedette sul bordo a gambe incrociate – una posizione decisamente poco appropriata, considerando che indossava ancora la gonna della divisa – ed appoggiò il mento sulle mani:<< E quindi non abbiamo trovato una soluzione... >>, commentò.

Hermione – che aveva nuotato fino al centro della vasca – tornò vicino al bordo e vi appoggiò le braccia incrociate, sopra le quali mise la testa:<< Già. Non credo che in biblioteca ci sia molto altro da cercare, oltre a quello che abbiamo già letto, ma posso tentare comunque >>.

Ron annuì, pensandoci su:<< Eppure questa... cosa, dovrà pur essere iniziata da qualcosa. Insomma, anche se siamo nel mondo magico, non credo sia normale che da un giorno all'altro una persona si svegli nel corpo di qualcun'altro. >>.

<< Hai ragione, ma sono sicura che ci sia una spiegazione. Domani tornerò in biblioteca. >> passarono qualche minuto in silenzio, mentre Hermione si frizionava la pelle e Ron la osservava pensieroso: << Ora voltati che esco dall'acqua >>, disse la ragazza quando ebbe finito, issandosi con le braccia sul bordo.

Lui alzò un sopracciglio:<< Ti devo ricordare che quello è il mio corpo? >>, chiese un po' seccato ed un po' divertito.

Hermione arrossì lievemente, dandosi della stupida, e fissando il soffitto uscì dalla vasca e si legò un asciugamano in vita:<< Magari è una di quelle magie che durano solo ventiquattro ore. C'è la possibilità che al nostro risveglio tutto sia tornato normale >>, disse mentre si rivestiva.

<< Beh, questo lo scopriremo solo domattina >>, commentò il ragazzo, mentre l'aspettava sulla soglia, per andare insieme a cenare in Sala Grande.

Buonasera :D
Scusate il ritardo, ma in questi giorni sono stata decisamente occupata. Sapete, ieri era il mio compleanno!!! (Si, il primo marzo, proprio come Ron :DDD). In ogni caso, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. Mi sono anche divertita molto a scriverlo, soprattutto il pezzo sul quidditch.
Fatemi sapere.
Un bacio, Franci

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Prima che cerchiate di uccidermi ho una valida motivazione per il ritardo!
...
...
...
NO! Non è vero! Non ce l'ho D:
Ma sono sicura che mi perdonerete lo stesso ^^ (spero...)
Scusate anche per i possibili errori di battitura presenti nel capitolo, ma non volevo farvi attendere oltre(:
Vi lascio... buona lettura :D 



Quando Hermione si svegliò, rimase un paio di minuti ad occhi chiusi nel letto.

Fai che sia di nuovo nel mio corpo.

Fai che sia di nuovo nel mio corpo.

Decise di darsi una sbirciatina intorno. Sopra di lei, c'era il tessuto rosso del letto a baldacchino e, fin lì, tutto regolare.

Con estrema calma, spostò lo sguardo sul muro alla sua destra. Un enorme poster della squadra di quidditch irlandese (di cui Hermione non ricordava nemmeno il nome) svettava sulla parete bianca. No, quello non era per nulla regolare.

Si mise a sedere e, con un verso di sconforto, si rese conto di non essere tornata nel suo dormitorio. Harry dormiva ancora nel letto al suo fianco, esattamente come tutti gli altri occupanti della stanza.

Era passata solo una giornata, da quando non aveva più il suo corpo, ma già le mancavano molte cose. I suoi libri, prima di tutto, il suo letto, i suoi vestiti... addirittura le mancavano i suoi capelli, per quanto sembrasse impossibile.

Qualcosa le diceva che quella giornata sarebbe stata terribile.

Si mise sul letto a sedere e, prima di vestirsi, rilesse il tema che avrebbero dovuto consegnare quel giorno al professor Piton. Mezzora dopo sentì qualche strano grugnito, proveniente dal letto di Harry.

Una ventina di minuti dopo i due aspettavano Ron – o Hermione, per quanto ne sapeva Harry – in Sala Comune. Con loro c'era anche Ginny.

La ragazza li raggiunse una decina di minuti dopo, dire che aveva un aspetto orrendo sarebbe stato un eufemismo.

Harry e Ginny rimasero a bocca aperta – mentre la vera Hermione si diede una manata in fronte – alla vista della riccia. I capelli erano sciolti ed elettrici, la camicia aperta per metà, con i bottoni nelle asole sbagliare e le maniche tirate su fino ai gomiti, la gonna invece era spiegazzata e teneva la cravatta slacciata nella mano sinistra, la borsa dei libri aperta, sulla spalla.

<< He- Hermione stai... è tutto a posto? >>, domandò Harry, sistemandosi gli occhiali sul naso, nella speranza di avere solo la vista un po' appannata.

Ron si grattò prima la nuca, poi stropicciò gli occhi ancora impastati da sonno e sbadigliò:<< Splen... didamente >>, rispose prima di un secondo sbadiglio.

Seguirono un paio di secondi di silenzio, in cui tutti – non solo Harry e gli altri, ma ogni singolo grifondoro presente nella stanza – fissarono la ragazza con aria incredula. Poi Ginny si riscosse:<< Allora... scendiamo a... a mangiare? >>, propose con voce incerta, lanciando occhiate preoccupate all'amica.

Arrivati in Sala Grande Hermione si riempì il piatto di uova e bacon, mentre Ron prese solo del porridge. Harry osservò un po' preoccupato i piatti degli amici:<< Non hai fame, Ron? >>, domandò al rosso.

Questi alzò la testa dal piatto:<< Come Harry? >>, domandò sorridendo:<< Oh, ti riferisci al porridge. No, a dire il vero non ho molta fame >>, rispose garbatamente con un sorriso, prima di chinarsi per estrarre il libro di Pozioni dalla sua borsa ed iniziare a ripassare per la lezione di quel giorno.

Un momento...

Ron che ripassava per una lezione!?

C'era decisamente qualcosa che non andava...

Il moro era tentato di chiedere all'amico cosa fosse successo, ma la sua attenzione fu distratta da Hermione:<< Cosa stai facendo!? >>, domandò alla ragazza, che in quel momento si stava strafogando di bacon.

<< Fe!? >>, domandò lei, buttando giù un bicchiere di succo di zucca e prendendo una pagnotta di pane:<< Ofoloame >>, disse sputacchiando briciole per tutto il tavolo.

Ginny si levò dai capelli un pezzo di pane e, con un sopracciglio decisamente inarcando, lo gettò a terra:<< Questi due hanno decisamente qualcosa che non va... >>, sussurrò al moro.

<< Lo penso anche io... >>, le rispose il fidanzato.

 

Quello stesso pomeriggio, finite le lezioni, Ron ed Hermione avevano deciso di incontrarsi nel parco di Hogwarts – sfidando il freddo che ancora aleggiava nell'aria – per continuare le ricerche su ciò che gli era successo.

Ormai erano lì da circa un'ora e non avevano ancora concluso nulla, nonostante Hermione – nel corpo dell'amico – sfogliasse febbrilmente il terzo libro dell'enorme pigna che si era portata dalla biblioteca.

<< Qui dice che alcuni folletti, se fatti arrabbiare, possono scagliare incantesimi sugli esseri umani, che i maghi non sono in grado di compiere con la bacchetta. Tra questi si conoscono varie irritazioni delle pelle, alcuni tipi di raffreddori o influenze persistenti, o anche la trasformazione in animali per alcune ore >>, disse la ragazza, seguendo con l'indice la didascalia che stava leggendo.

Ron, al suo fianco, alzò un sopracciglio:<< E cosa centrerebbe questo con ciò che è successo a noi? >>, domandò mentre se ne stava comodamente appoggiato all'albero alle loro spalle, con le mani incrociate dietro la nuca.

La riccia si strinse nelle spalle, voltando pagina:<< Non lo so. Magari, visto che anche i folletti, gli elfi domestici ed altre creature possono fare magie, potrebbe aver qualcosa a che fare con loro. Hai per caso avuto a che fare con dei folletti ultimamente? >>.

L'altro scosse sbruscamente la testa:<< Smettila di dire stupidaggini e cerca qualcosa di più plausibile! >>, disse allargando le gambe davanti a sé.

Hermione scosse la testa – leggermente infastidita dagli atteggiamenti poco femminili che Ronald utilizzava anche quando era nel suo corpo – e riprese a cercare informazioni. Una volta arrivata all'ultima pagina, mise il libro sulla bassa pigna alla suo sinistra e ne raccolse un altro dalla decina che c'erano alla sua destra. Prima scorse l'indice con un dito, poi iniziò a sfogliarlo, pagina per pagina.

<< Ehi Ron, >>, chiamò bloccandosi d'un tratto:<< senti qua: dice che esistono due anelli, che permettono a coloro che li indossano di scambiarsi corpo, che è esattamente ciò che è successo a noi! >>, esclamò mostrando al ragazzo la pagina ingiallita, che nell'angolo in alto mostrava l'immagine sbiadita di due fedine in oro, con una pietra nera.

Il ragazzo spostò più volte lo sguardo dalla pagina alla ragazza. Poi con aria rassegnata puntò un dito verso il disegno degli anelli:<< Tu hai mai visto due anelli simili? >>, domandò con voce esageratamente calma.

<< No ma... >>.

<< E allora come pensi possa aiutarci a scoprire cosa ci è successo? >>.

<< Pensavo solo che scoprire tutti i modi in cui due persone possono scambiarsi di corpo sarebbe stato utile... >>, cercò di giustificarsi Hermione, offesa dalle parole del rosso.

<< Beh, non lo è. Anzi, ci fa solo perdere tempo! >>, rispose quest'ultimo, con aria infastidita.

Hermione chiuse il libro con un tonfo e si mise in piedi, i pugni stretti lungo i fianchi e gli occhi fiammeggianti:<< Come hai detto? >>, domandò, mentre una folata di vento gli scompigliava i capelli rossi.

Ron – anche se un po' intimorito – non si fece spaventare:<< Ho detto che ci fai solo perdere tempo! >>, esclamò cercando di fermare i capelli ricci, che a causa del vento andavano in ogni direzione.

La ragazza sollevò un piede e lo batté a terra, senza far muovere un solo muscolo, oltre a quelli della gamba:<< è questo che pensi Ronald? >>, domandò con voce tagliente, facendo rabbrividire il ragazzo, al quale faceva sempre paura, quando iniziava a chiamarlo con il nome di battesimo:<< Pensi che ciò che sto facendo sia inutile? >>.

Il ragazzo, che istintivamente se la sarebbe data a gambe, non riuscì a tenere a freno la lingua:<< Certo! Al posto di cercare queste sciocchezze, potresti trovare qualcosa che mi aiuti a riavere il mio corpo! >>, esclamò, alzandosi a sua volta.

L'altra spalancò la bocca, scioccata ed indignata, ma non si fece azzittire:<< A sì? È questo quello che pensi!? Bene, allora cavatela da solo! Trova una soluzione per tornare nel tuo corpo e non rivolgermi più la parola! >>, urlò prima di incamminarsi verso il castello; lasciando il rosso da solo, in mezzo ad un mucchio di vecchi libri.

Hermione camminava – o meglio, correva – per i corridoi di Hogwarts. La sua meta era il dormitorio femminile di Grifondoro.

<< Attento, Weasley! >>, urlò un ragazzo dell'ultimo anno di Corvonero, quando la riccia gli diede una spallata, per superarlo; lei non lo calcolò e continuò spedita.

<< Maltafinocchia! >>, ordinò alla Signora Grassa, che subito si fece da parte, senza dire nulla.

Entrò nella Sala Comune e fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti, finché i suoi occhi blu, non intercettarono quelli di una ragazza tanto riccia quanto stupida:<< Ron- Ron! >>, esclamò Lavanda, saltando in piedi, con le braccia tese pronte ad abbracciare – strangolare – il rosso.

Hermione rimase ferma nel mezzo della sala, le braccia dritte lungo i fianchi:<< Lavanda, dobbiamo parlare >>, annunciò prima che questa potesse anche solo tentare di mangiarle la faccia:<< é finita. Tra di noi è finita. F- I- N- I- T- A >>, disse con tono definitivo:<< Penso che tu sia solo un'oca, e anche se il cervellino che ti ritrovi è troppo piccolo e riempito di stronzate per capire un concetto così elementare, devi farti entrare bene in testa che io con te non voglio averci più nulla a che fare >>.

Si prese giusto due secondi di soddisfazione nel vedere il volto della Brown che passava tutte le sfumature dello spettro solare, poi voltò i tacchi.

La bionda però non era pronta a lasciarlo andare:<< è per la Granger, vero!? >>, domandò con voce acuta e stridula:<< è per quella brutta secchiona dentona senza un minimo di sex appeal!? >>, continuò battendo rumorosamente i piedi a terra:<< Beh, vai! Vai da lei! Sarete una bella coppia insieme! Il deficiente e la secchiona! >>.

Quando ebbe terminato lanciò uno strillò e scomparve su per le scale del dormitorio femminile, mentre Hermione usciva dal buco della Signora Grassa.

Un sorriso trionfo ad illuminarle il volto.

Muhahahahahah (Risata malefica)
Non riesco a scrivere una storia senza che Lavanda in qualche modo ci si infili in mezzo... ma mi diverto così tanto a farla soffrire!!!!
In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate, un grande bacio Franci

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Sono un po' (un po' tanto...) triste per le poche (pochissime... quasi inesistenti) recensioni ricevute per lo scorso capitolo, ho scritto qualcosa di sbagliato? ):

In ogni caso, qui Ron avrà la sua piccola vendetta per ciò che Hermione gli ha combinato con Lavanda.
Buona lettura (: 


<< Ron, mi passi del succo di zucca? >>, domandò Harry.

<< Certamente! >>, rispose Hermione, con un sorriso sornione stampato in viso e gli occhi illuminati da una strana luce, leggermente inquietante.

Mentre si versava il succo, Harry fissava di sottecchi l'amico, che stava letteralmente gongolando di gioia:<< Hermione dov'è? >>, domandò cercando di concentrarsi su qualcosa che non fosse la salute mentale dell'amico - che negli ultimi giorni, aveva messo fin troppe volte in discussione.

Hermione si aprì in un sorriso a trentadue denti:<< Non lo so. Ma sta pur certo che quando arriverà ce ne accorgeremo >>.

Le sue previsioni si avverarono una decina di minuti dopo, quando fece irruzione in Sala Grande un'Hermione Granger più trafelata che mai; con i capelli sciolti, che le incorniciavano il viso come la criniera di un leone:<< Hermione!!! >>, sbraitò mettendosi in piedi da parte a Ron.

La vera Hermione inarcò leggermente un sopracciglio rosso e con un amabile sorriso dipinto in volto lo corresse gentilmente:<< A dire il vero tu sei Hermione. Il mio nome è Ronald >>.

Il viso di Hermione assunse una tonalità sul bordeaux, mentre più della metà degli studenti di Hogwarts scoppiavano in risatine sommesse:<< Smettila! >>, ordinò Ron, indispettito:<< Dobbiamo parlare! >>.

<< Non c'è nulla che tu debba dirmi che non possa essere ascoltata anche da Harry, Ginny e gli altri nostri compagni >>, rispose Hermione con lo stesso tono dolce.

Ron strinse i pugni lungo i fianchi:<< Tu... tu... hai... Lavanda è disperata! >>.

Se possibile, Hermione sorrise ancora più apertamente:<< Lo so. Non volevo farla soffrire, ma nemmeno prenderla in giro. Non la sopportavo più ed ho dovuto darci un taglio >>.

<< Hai mollato Lavanda? >>, domandò interessata Ginny, intromettendosi nel discorso tra i due.

Ron rivolse anche a lei un sorriso soddisfatto:<< Sì, giusto questo pomeriggio >>.

<< Complimenti, amico! >>, commentò Harry dandogli una pacca sulla spalla. Si sorbiva da un paio di settimane i conflitti interiori di Ron, che non riusciva più a respirare con Lavanda, ma non aveva il coraggio di lasciarla ed ora era veramente fiero di lui.

<< Ma che complimenti!?!? Miseriaccia! >>, sbottò Ron, fissando con odio l'amica.

Seguì un lungo istante di silenzio.

<< Va tutto... tutto bene, Hermione? >>, domandò Harry alquanto stranito: Hermione non avrebbe dovuto saltare di gioia, ora che Ron e Lavanda si erano lasciati?

<< Benissimo! Se solo non avessi sopportato per due ore Lavanda che piangeva e ti... mi dava della zocc... cioè... avete capito, non fatemelo ripetere! >>, disse Ron, sedendosi al tavolo con lo sguardo basso.

<< Quella brutta oca! >>, disse la ragazza e fu la sua volta di perdere la pazienza:<< Cosa ha detto!? >>.

Ron alzò lo sguardo afflittò e fissò l'amica:<< Ti ha dato della troia! >>, rispose con le orecchie in fiamme:<< Ecco cosa sei riuscita ad ottenere! Complimenti vivissimi, veramente! Erano settimane che pensavo a come lasciarla con un minimo di... tatto, miseriaccia! E tu che fai... ? >>.

La porta della Sala Grande si spalancò, interrompendo il monologo – che visto da fuori sembrava essere completamente privo di senso – di Ron e lasciando entrare una Lavanda Brown, più furiosa di quanto fosse mai stata, con gli occhi rossi di pianto e tanto di Calì- cagnolino- Patil al seguito, che correva per tenere il passo.

La bionda si sedette all'ultimo posto del tavolo, ben intenzionata a non rivolgere nemmeno mezzo sguardo a Ron e company. Mestamente, Calì le si mise da parte.

Dopo averle lanciato un'occhiata soddisfatta, Hermione riprese a mangiare lentamente la coscia di pollo che aveva nel piatto, mentre Ron strinse il coltello con la mano destra, tenendo lo sguardo fisso sul piatto vuoto.

La sera, entrambi si infilarono nei rispettivi dormitori, subito dopo cena, senza rivolgersi minimamente la parola.

 

Dire che era distrutto era un eufemismo.

Quella notte, aveva dormito sì e no un paio d'ore, contro le dieci che solitamente gli servivano per riposare veramente bene.

Quando si guardò intorno, il dormitorio era deserto, di Lavanda e Calì nemmeno l'ombra.

Mentre si incamminava versò il bagno, ripensò ai ragionamenti fatti la sera – meglio, notte – prima, il motivo per cui non era riuscito a dormire.

Il suo cervello quella notte era stato diviso in due parte di equa importanza: una delle due, progettava di non rivolgere più la parola ad Hermione finchè entrambi fossero stati in vita, l'altra invece lavorava già ad un piano di vendetta.

Si sfilò il pigiama e dopo aver litigato una decina di minuti con il gancetto del reggiseno – che ora giaceva ai piedi del letto, dopo aver vinto l'ardua battaglia – si infilò la divisa e scese in Sala Comune, dove trovò Harry ed Hermione – che come ovvio era nel suo corpo – ad attenderlo.

Harry lo salutò con un sorriso, mentre Hermione, ancora tutta felice e sorridente, non gli rivolse la parola.

Dopo la colazione, i tre si avviarono verso i sotterranei, dove avrebbero avuto la lezione di pozioni con il professor Lumacorno.

Quando l'uomo iniziò a girare per i banchi per ritirare la ricerca che avrebbero dovuto consegnare quel giorno; Hermione consegnò – firmandola con il nome di Ron – una pergamena di sessanta centimetri, Ron invece mise la firma di Hermione su un foglio arrotolato, al centro del quale spiccava unicamente la scritta SONO STUPIDA nella grafia confusa del rosso.

 

Quella stessa sera nella Sala Comune di Grifondoro, seduti davanti al fuoco Harry e “Ron” giocavano a scacchi, mentre Ginny ed Hermione erano ad assistere.

<< Scacco matto! >>, annunciò Harry, dondolandosi indietro con la sedia ed incrociando le braccia al petto, con sguardo fiero.

<< Complimenti! >>, esclamò Ginny, dando un bacio sulla guancia del fidanzato.

<< Stai perdendo un po' la mano, Ron? >>, domandò il moro.

Hermione sgranò gli occhi:<< No... sono solo... stanco... >>, rispose torturandosi le mani e rammentando che quella era la quinta partita di fila che perdeva.

<< Beh, io andrei a letto... >>, disse Ginny, stiracchiandosi e lanciando una strana occhiata ad Harry.

Quest'ultimo scattò in piedi:<< Giusto! Vado anche io! >>, esclamò osservando intensamente Ron, come se volesse incollarlo alla sedia:<< Ci vediamo pià tardi. Buonanotte, Hermione >>, disse prima di salutare la fidanzata con un bacio e risalire le scale verso il suo dormitorio.

Ron ed Hermione andarono a sedersi ai lati opposti dello stesso divano e rimasero una quindicina di minuti con lo sguardo fisso nelle direzioni opposte.

<< Non ce la faccio più... >>, sussurrò infine Hermione, portando le mani davanti al viso e facendole poi scorrere tra i capelli rossi.

Ron si voltò verso di lei e dopo essersi avvicinato con molta calma, le mise – sempre con movimenti lenti e calcolati – un braccio attorno alle spalle:<< Ti capisco >>, disse piano.

La ragazza si lasciò andare alla stretta dell'amico, appoggiando la testa alla sua spalla:<< Scusami per la scenata con Lavanda, è solo che ero rimasta male per quello che mi avevi detto nel parco e non... non ho pensato alle conseguenze. Prometto che risolverò tutto, vi farò... tornare insieme >>.

Ron la strinse un po' più forte, facendole finire in faccia una miriade di ricci castani:<< Non ti preoccupare. È tutto a posto, davvero. Hai ragione tu, è solo un'oca. L'ho capito da come ha parlato di te, non avrei mai dovuto permetterle di mettersi tra me e te, mi dispiace >>.

Hermione sorrise e si scostò sciogliendo l'abbraccio:<< Ora vado a letto, domani dopo le lezioni torniamo in biblioteca e continuiamo le ricerche!>>.

Si infilò su per le scale del dormitorio maschile, non prima di aver dato un bacio sulla guancia del rosso ed aver indugiato fin troppo in quella posizione.

<< Ehm... Her... Ron >>, chiamò il rosso.

Hermione si voltò a metà scalinata:<< Sì? >>, chiese inclinando leggermente il capo.

Le guance del ragazzo si tinsero di rosso:<< Niente... solo... qualcosa mi dice che dovrai riconsegnare la ricerca di pozioni... >>, disse in un sussurro.

La ragazza aggrottò le sopracciglia, pensierosa. Un attimo dopo però si strinse nelle spalle e scomparve su per le scale.

Ron invece rimase seduto lì ancora qualche minuto, con lo sguardo perso tra le fiamme del camino e la mano poggiata sul punto in cui le sua labbra lo avevano toccato.

Togliendo che questo capitolo non mi piace per nulla, spetta a voi giudicare ;)
Quindi lasciatemi una recensioncina... anche piccola piccola :DD
Un bacio, Franci

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


Sperando di non essere troppo in ritardo, eccomi qui con un nuovo capitolo, che spero possa essere di vostro gradimento... ci vediamo in fondo :D

Il giorno dopo, finito il pranzo, i due andarono in biblioteca, presero un'altra decina di libri – che a quel punto avevano ben poco a che fare con il loro problema – ed andarono nel parco.

<< Su questo non troveremo sicuramente nulla >>, commentò Ron, osservando con le labbra arricciate un enorme libro dal titolo “Folletti e creature magiche dei boschi dell'Irlanda”.

Hermione lanciò un'occhiata al tomo:<< é sempre meglio controllare... >>, disse tornando a sfogliare le pagine del vecchio libro che reggeva in grembo.

Passarono un paio di minuti, durante i quali nessuno dei due aprì bocca. Gli unici rumori che sentivano erano quelli delle pagine sfogliate e di qualche altro studente, che chiaccherava lì vicino.

D'un tratto Hermione saltò in piedi, facendo cadere il libro che prima teneva in grembo:<< Aspetta! >>, esclamò:<< Non ci posso credere! >>, disse scattando in avanti e guardandosi freneticamente attorno.

<< A cosa? >>, domandò Ron, osservando Hermione che ora stava cercando freneticamente nella sua borsa di scuola.

<< Sono stata così stupita! Come ho fatto a non pensarci prima!? >>, si domandò svuotando per terra il contenuto della borsa.

Il rosso la guardò ad occhi sgranati:<< Non ti seguo... >> ammise dubbioso.

<< è così avvio, no? >>, continuò lei, prendendo a sfogliare freneticamente le pagine del libro di Aritmanzia.

<< Ehm... no... >>, rispose l'altro, addocchiando gli studenti che passeggiando per il parco lanciavano occhiate stupite, a quello che gli sembrava Ron, che frugava tra le cose dell'amica. Poiché non arrivavano spiegazioni, giunto all'esasperazione, prese la ragazza per le spalle, odiava quando faceva così:<< Saresti così gentile da mettere anche me al corrente della tua nuova ed esaltante scoperta? >>, domandò esasperato.

<< Lo scambio d'anima! >>, esclamò lei, fissandolo con lo stesso sguardo con cui guardava un libro particolarmente interessante.

<< Ok. Fin qui c'ero arrivato... >>, disse Ron, senza aver ancora capito assolutamente nulla.

La ragazza lo fissò, con una strana luce negli occhi, la stessa che aveva quando ad una qualsiasi lezione alzava la mano per dare la risposta esatta:<< Non ti ricordi? Lumacorno, la festa, McLaggen... stavamo litigando e... >>.

<< … la Cooman! >>, esclamò il ragazzo, iniziando a seguire il ragionamento dell'amica.

Lei annuì:<< Esatto, ci ha dato i biscotti della fortuna e poi c'è stato il terremoto e noi ci siamo ritrovati l'uno nel corpo dell'altra... >>, continuò mentre le mani dell'amico le stringevano ancora le spalle.

<< Ma che diceva il bigliettino? >>, chiese Ron.

Il barlume che si era acceso neglio occhi azzurri di Hermione si affievolì poco a poco. Si sottrasse alla presa del ragazzo e si chinò a raccogliere ciò che aveva fatto cadere dalla borsa:<< Non ricordo. Parlava di un viaggio e... l'amore disinteressato? Cavolo, non ricordo proprio... >>.

Anche il rosso cercava di spremersi le meningi, ma non ricordava niente di niente:<< Dobbiamo tornare al corridoio >>, disse il ragazzo mettendosi in piedi.

Hermione annuì, porgendogli la borsa con i libri:<< Pensi che possa essere realmente questo? >>, chiese.

L'altro si strinse nelle spalle:<< Non abbiamo altre strade da seguire... >>, disse tranquillo, facendo strada verso il corridoio in cui, quella sera, avevano incontrato la Cooman.

Controllarono ogni millimetro dei corridoi che portavano dall'ufficio di Lumacorno – dove si era tenuta la festa – alla Sala Comune di Grifondoro due volte, senza trovare assolutamente nulla.

Al terza giro – proprio quando Ron stava per arrendersi – Hermione cacciò uno strillo:<< L'ho trovato! >>, esclamò iniziando a saltellare, sventolando una mano in direzione di Ron. Quando il rosso le fu vicino, potè constatare che quello che teneva in mano era proprio il bigliettino contenuto nel biscotto della fortuna. La ragazza iniziò a leggere:<< Un viaggio presto comincerà, il premio si riflette negli occhi di un altro, quando quello che vedi ti mancherà, indietro l'amore disinteressato ti porterà. >>

<< Ma che vuol dire? >>, chiese il ragazzo, che ancora non ci capiva nulla di quella storia.

Le guance di Hermione assunsero un colorito rosato:<< Vuol dire che dobbiamo cercare la soluzione negli occhi dell'altro >>, disse semplicemente, senza incrociare lo sguardo color cioccolato dell'amico.

Come se fosse il gesto più normale del mondo, Ron le si avvicinò e le prese il viso con entrambe le mani:<< Certo che sei proprio bassa! >>, si lamentò, poiché per poterla guardare negli occhi, doveva stare in punta di piedi.

Hermione non ascoltò neanche il commento accusatorio:<< C-cosa stai facendo? >>, balbettò, senza riuscire a frenare il cervello da sedicenne innamorata qual'era, che iniziava a mandarle immagini di baci da favola, che nella realtà, non ci sarebbero mai stati.

<< Cerco la risposta nei tuoi occhi... che poi sono i miei... se devo cercarla nei tuoi... forse mi serve una specchio... >>, ipotetizzò il rosso, grattandosi la nuca e facendo un passo indietro.

<< Ma che sciocchezze dici!? >>, esclamò Hermione, tastandosi con le mani fredde le guance arrossate:<< Non è questo che intende il bigl... >>.

Si zittì, sentendo i passi di un paio di ragazzine di tassorosso che camminavano velocemente con i libri stretti al petto. Entrambe lanciarono un'occhiata stupita al rosso con mani sul viso arrossato ed il prefetto di Grifondoro che fissava l'amico con aria inebetita. Capendo di essere di troppo, le due allungarono ancora di più il passo.

<< Il biglietto intende che dobbiamo trovare noi stessi negli occhi dell'altro >>, proseguì Hermione in un sussurro, nonappena le due ebbero svoltato l'angolo.

<< è ovvio che nei tuoi occhi vedo me stesso! >>, controbattè il rosso, senza misurare il tono:<< I tuoi occhi sono a tutti gli effetti i miei! >>, disse muovendo le mani come se lei fosse troppo stupida per capire un concetto ovvio.

L'altra iniziò a massaggiarsi le tempie:<< Non è questo che intende! È solo un'immagine figurata. Non vuol dire letteralmente gli occhi dell'altro! E poi... >>, si zittì d'un tratto, come poco prima, ma questa volta prese a mordicchiarsi il labbro inferiore:<< non iniziamo a litigare. >>, lo pregò riportando le braccia lungo i fianchi:<< Dobbiamo venire a capo di questa cosa insieme. Se iniziamo a darci contro tra di noi non ne usciremo mai >>, disse con voce controllata, scrutando la reazione dell'amico.

Quest'ultimo ci pensò un po' su, poi annuì:<< Hai ragione. Dobbiamo trovare una soluzione insieme. Tu cosa proponi? >>, domandò avvicinandosi di un paio di passi.

La ragazza andò a sedersi su uno dei primi gradini della scala che portava al piano superiore. Ron si mise da parte a lei. Hermione appoggiò la testa alle mani. Si sentiva trasportata indietro nel tempo; al primo anno, quando aveva risolto “l'indovinello” sulle pozioni posto da Piton a difesa della Pietra Filosofale, oppure l'anno successimo, quando aveva fatto arrivare ad Harry e Ron le informazioni sul basilisco... eppure in quel momento non c'era nessun nemico da sconfiggere, il problema era lei, il problema erano lei e Ron. La colpa invece era della Cooman...

<< Ma certo! La Cooman! >>, esclamò mettendosi in piedi e tirando Ron con sé:<< Dobbiamo andare a parlare con la Cooman! È la nostra unica possibilità >>.

 

In meno di dieci minuti, si trovarono alle scale che salivano alla torre di Divinazione, nonché residenza della docente incriminata.

Non appena il viso di Hermione – che poi era quello di Ron – sbucò nell'aula devo si tenevano le lezioni, la ragazza per poco non ebbe un mancamento, aggredita dei fumi che aleggiavano per la stanze e dal nauseante odore di incenso, che impregnava ogni superficie.

<< Professoressa. Professoressa Cooman! >>, chiamò Ron, che alle spalle della ragazza, cercava di tenerla in piedi; lui era abbituato a quella stanza; lei invece aveva abbandonato i corsi anni prima; dopo che quella stessa donna aveva affermato che “Il suo cuore era arido come le pagine dei libri a cui era tanto affezionata”. Tutte stronzate, a parere di Ron, che aveva imparato che – una volta conosciuta – Hermione poteva essere la persona più dolce ed altruista su tutta terra.

La donna fece la sua apparizione da una porticina laterale, avvolta in decine di scialli come suo solito, gli occhiali spessi come fondi di bottiglia a dilatarle fino all'inverosimile gli occhi e centinaia di perline colorate che le tintinnavano al collo:<< Sì? >>, domandò con la sua voce impastata e stralunata, che a tratti, ricordava quella di Luna.

Hermione – ripresasi immediatamente dal giramento – fece un passo avanti:<< Vorremmo fare due chiacchere con lei. Per parlare di questo >>, disse porgendole il fogliettino rettangolare.

Sibilla osservò il biglietto nel palmo del rosso per una buona decina di minuti, prima di allungare la mano ossuta e raccoglierlo. Lo avvicinò tanto al naso da diventare strabica, per decifrare le piccole lettere nere. Dopo altri istanti di silenzio annuì con fare risoluto:<< Sì... >>, disse porgendo nuovamente il biglietto al ragazzo:<< cosa volete da me? >>, domandò aggiustandosi gli occhiali.

Hermione inarcò un sopracciglio, riponendo il foglietto in borsa:<< è lei che ce lo ha dato. Speravamo che potesse trovare una soluzione alla... cosa... >>, disse indicando ripetutamente se stessa e Ron, entrambi nel corpo dell'altro.

<< Capisco. >>, commentò la docente, incrociando le braccia e portando una mano al mento:<< Purtroppo però speravate male >>, disse con aria falsamente dispiaciuta:<< Dovete trovare da soli la soluzione. Quindi... >>, riaggiustandosi una delle sciarpe, diede le spalle agli studenti diretta alla porta dalla quale era venuta.

<< Aspetti! >>, la chiamò Hermione:<< Ci dica almeno come dobbiamo fare... >>, la pregò facendo un passo nella sua direzione.

La donna si fermò, voltando leggermente il capo:<< "Quando ciò che vedrete vi mancherà, indietro l'amore disinteressato vi porterà" >>, citò con voce strascicata, prima di sparire dietro la porta.

Che ve ne pare?
è vero, in questo capitolo non succede praticamente nulla, ma almeno ora i due hanno un'idea su ciò che devono fare per riavere il proprio corpo; anche se ovviamente non sarà facile, hanno deciso di collaborare :DD
Detto tra parentesi, sto anche lavorando ad una sorta di copertina per questa storia, appena sarà pronta la pubblicherò :DD
Lasciatemi un recensioncina, un bacio Franci

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


Hermione spesso pensava che la vita fosse una tavolozza di colori. O almeno, così vedeva la sua.

Il rosa era il colore dell'affetto, della dolcezza. Rosa era il colore del maglioncino preferito di sua madre.

Il grigio era la freddezza, la compostezza. Grigio era il colore dei completi che suo padre indossava la mattina per andare allo studio.

Il giallo era il colore del sole, della spensieratezza, era quanto di più lontano a lei ci fosse. Gialli erano i riflessi che danzavano nelle iridi castane di Ginny.

Il verde era la sicurezza, la tranquillità. Verde era un porto sicuro dove approdare. Verdi erano gli occhi brillanti di Harry.

E poi ovviamente c'era il Rosso. Rosso come l'amore, come il sangue ed il fuoco. Rosso come le sua stesse guance, quando era in imbarazzo. Rosso come i capelli di Ron, che ora, per uno strano scherzo del destino, erano diventati i suoi.

Alzò gli occhi, per incrociare quelli castani di Ron, che in una situazione normale sarebbero stati azzurri, azzurri come il mare, come l'infinito, azzurri come un “per sempre”:<< Sei sicuro? >>, domandò per l'ennisima volta, stringendo convulsivamente la scopa sulla quale stava a cavalcioni.

<< Certo Hermione >>, rispose il ragazzo, alzando gli occhi al cielo. Poi si fece serio:<< Devi solo fidarti di me, ok? >>, chiese con un mezzo sorriso.

Hermione avrebbe voluto credere che il brivido che le aveva percorso la schiena, fosse stato solo per il freddo. Oppure che, come aveva detto la Cooman nell'ultima lezione, a causa dell'influsso di Saturno, per quel mese tutti i nati sotto il segno della vergine, sarebbero stati particolarmente emotivi. Ma una parte del suo cervello – quella che dava sempre la risposta giusta durante le verifiche – le diceva che il motivo era tutt'altro.

<< Ok, mi fido >>, rispose abbassando la testa, senza pensarci, quasi fosse una domanda retorica.

Con un colpo di reni – e le mani saldamente strette al manico di scopa – si librò ad un paio di metri da terra, tenendo gli occhi testardamente chiusi.

<< Tutto bene? >>, le domandò Ron, che stava sospeso tutto sorridente un po' più in alto di lei, quando riaprì gli occhi. La riccia rispose con un cenno del capo, e tornò a guardarsi intorno preoccupata:<< Tranquilla. Non ci viene mai nessuno qui >>, cercò di farla rilassare il ragazzo, avvicinandosi a lei. Hermione annuì nuovamente, con le braccia rigide. Il rosso si schiarì la voce:<< Bene... allora, nel quidditch ci sono tre palle. Questa è una pluffa. Mentre questo è un bolide; tu devi schivare i bolidi che lanciano i battitori e cercare di far passare la pluffa attraverso uno dei tre anelli... >>.

Hermone imprecò contro se stessa per essere stata così stupida da non portarsi dietro un foglio di pergamena ed una piuma:<< Posso fare un domanda? >>, domandò appena Ron si fermò per prendere fiato:<< Perchè devi spiegarmi la teoria sospesi a tre metri da terra? >>, chiese osservando il prato sottostante, ed i piedi che, per i suoi gusti, erano troppo in alto. Era una che amava stare con i piedi per terra, lei...

<< Perchè devi prendere confidenza con la scopa! >>, rispose Ron, come se fosse ovvio.

Passarono tutto il pomeriggio in quella specie di radura nella foresta, finchè il sole non iniziò a calare all'orizzonte, Ron rimase sospeso a qualche metro da terra, strillando consigli ad Hermione, mentre le lanciava contro la pluffa.

<< Non ne posso più! >>, sbottò quest'ultima, quando si rialzò dolorante, dopo l'ennesima caduta da un paio di metri d'altezza.

Il ragazzo puntò la scopa verso il basso, ed atterrò con leggerezza:<< Penso che per oggi possa bastare >>, disse storcendo le labbra, guardando il cielo che si faceva scuro:<< E poi penso che Harry potrebbe accorgersi che la sua scopa non è al solito posto... >>.

Hermione osservò il manico di scopa che l'amico teneva in mano, e non riuscì a trattenersi dallo strillere:<< Hai preso la scopa di Harry!? >>.

L'altro annuì:<< Dove altro avrei potuto trovare una scopa? Poi ci tenevo così tanto a farmi un giretto come si deve su una Firebolt. Sai quanto Harry ci sia affezionato... >>.

<< Appunto! >>, lo interruppe la riccia:<< Sarebbe in grado di spellarti, anzi... spellarMI viva se sapesse che hai usato la sua scopa! Cavolo Ron! Sei un incosciente! >>.

Una folata di vento spazzò la radura. Il rosso alzò gli occhi al cielo, mentre cercava di tener fermi i folti capelli:<< Miseriaccia, quanto la fai lunga! Non se ne accorgerà mai e... >>.

<< Ron? Hermione? >>.

Entrambi trattenero il fiato, voltandosi per osservare preoccupati i rami che scricchiolavano alle loro spalle. Un mano di dimensioni disumane, non esattamente pulitissima, si fece strada tra i rami, e spostandone uno, permise ai ragazzi di riconoscere il volto del professore di Cura delle Creature magiche:<< Hagrid! >>, esclamarono insieme, tirando un sospiro di solievo.

<< Cosa ci fate qua, voi due? >>, indagò subito il mezzo gigante:<< Non ci dovreste stare qua dentro così tardi. Potrebbe essere pericoloso! >>, disse stringendo la balestra che teneva appoggiata alla spalla.

<< Stavamo giusto andando via >>, rispose Hermione sorridendo:<< E tu? Perchè sei qui? >>.

Hagrid sollevò la mano sinistra, nella quale stringeva delle strane foglie di un'inquietante viola pervinca, con enormi macchie verdi:<< Il professor Lumacorno mi ci ha chiesto di portarcele. Gli servono per una pozione >>, spiegò stringendosi nelle spalle:<< Ma perchè non venite a prendere un the da me? >>, propose facendo un cenno in direzione dell'uscita della foresta.

Ron ed Hermione si scambiarono un'occhiata indecisa:<< Veramente... >>, iniziò la ragazza.

<< Su, è tanto che non vi fermate un po' da me... >>, la interruppe l'uomo, prima di voltarsi ed incamminarsi nel fitto degli alberi, senza attendere una risposta.

<< Ma cosa ci stavate facendo la? >>, domandò il mezzo gigante, aprendo la porta della sua capanna, una decina di minuti dopo.

<< Stavo insegnando ad Hermione come si gioca a quidditch >>, rispose la stessa Hermione, indicando la pluffa che Ron teneva ancora sotto braccio.

Hagrid si aprì in un gran sorriso, mostrando una schiera di denti storti:<< Ti ci interessi anche tu ora al quidditch? >>, domandò alla ragazza:<< Pensavo che non fosse per te... >>.

Ron divenne rosso, e lanciò un'occhiata di sottecchi all'amica, cercando di immaginare come avrebbe potuto rispondere:<< Beh... io... ho visto Harry e Ron così presi, quindi... ho pensato che... ci dovesse essere qualcosa di... bello... >>, abbozzò con lo sguardo basso, mentre l'uomo faceva cenno ai due di sedersi.

<< Bene, bene! >>, disse Hagrid sfregandosi le mani:<< Non vedo l'ora di vedertici a giocare! >>, disse alzandosi per accendere il bollitore.

<< Lascia stare Hagrid, ci penso io >>, si propose Hermione, avvicinandosi al fuoco.

Il professore osservò per qualche istante il rosso adoperarsi per accendere il camino con la bacchetta, e per riempire il bollitore d'acqua. Poi si voltò verso la riccia:<< Da quando Ron è diventato così... gentile? >>, chiese.

Hermione si lasciò sfuggire il bollitore di mano, facendo schizzare acqua per tutta la stanza:<< Scusa! >>, esclamò arrossendo, e tornando a riempirlo al lavandino.

Nonappena il the fu pronto Ron si avventò sui biscotti cementizzati di Hagrid, ed Hermione iniziò a sorseggiare lentamente la bevanda. Quando ebbero finito il sole era già calato oltre l'orizzonte, e per seguire il sentiero che conduceva al castello, i due ragazzi dovettero utilizzare le bacchette.

 

La mattina seguente fu meno scioccante delle precedenti, ormai i ragazzi si erano abbituati alla situazione, ed erano preparati all'idea di non svegliarsi nel loro letto. La Ninbus di Harry era tornata al suo posto senza che il proprietario si accorgesse di nulla, grazie ad un perfetto incantesimo di Hermione.

Ron invece, si era trovato felicemente sorpreso dall'impegno messo dall'amica durante le lezioni di quidditch del giorno prima. E, anche se non era stato esattamente l'allanamente migliore che avesse visto, i miglioramenti della ragazza erano palesi.

Come ogni giorno, Harry, Ron ed Hermione, si incamminarono insieme verso la Sala Grande, per poter fare colazione. Mentre camminava, qualcuno andò a scontrarsi da dietro con la ragazza, che perse l'equilibrio.

<< Attento a dove metti quei piedi, Weasley! >>, sibillò Malfoy, allontanandosi come disgustato dal rosso, che lo fissava con aria un po' confusa.

Quando la brillante mente di Hermione ricollegò che il “Weasley” era riferito a lei, decise che non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa, e tanto meno gli avrebbe lasciato mettere i piedi in testa a Ron, avrebbe risposto per le rime:<< Spiacente Malfoy, ma sei tu quello che non sa camminare. Fino a prova contraria mi sei venuto addosso tu >>.

Tiger e Goyle, rispettivamente alla destra e alla sinistra di Malfoy, iniziarono a far scrocchiare minacciosamente le nocche:<< Che hai detto? >>, rispose il suddetto serpeverde.

La ragazza incrociò le braccia al petto:<< Che probabilmente ti serve una visita aculistica >>.

Senza calcolare minimamente il fatto che non sapesse cosa fosse una visita acolistica, Draco strinse la bacchetta sotto la veste:<< Come ti permetti sporco traditore del tuo sangue! >>, sibilò.

Hermione non riuscì a frenare la lingua:<< Meglio traditore del proprio sangue, che Mangiamorte come tuo padre! >>, disse con quanto disprezzo riuscisse a mettere nella voce.

Le nocche di Draco divennero bianche dalla forza con cui strinse la bacchetta sotto la veste:<< E il tuo di paparino riesce arrivare a fine mese, oppure tocca alla mammina arrotondare con qualche... “lavoretto extra”? >>.

In quel momento la ragazza non ci vide più dalla rabbia. Con un gesto rapido estrasse la bacchetta, e la puntò alla giugolare del biondo:<< Non osare offendere Molly! >>, disse a denti stretti, la mascella rigida.

<< Ma come siamo protettivi Weasleiuccio... >>, lo canzonò il biondo:<< sei grato a tua madre per il cesso di casa che ti ha dato? >>, continuò.

Ne Malfoy, ne Harry e Ron, tantomeno Tiger e Goyle riuscirono a vedere il movimento che Hermione fece fare alla bacchetta. E senza nemmeno accorgersene Malfoy si ritrovò appeso a testa in giù, nel mezzo del corridoio, senza che il rosso che gli puntava contro la bacchetta avesse pronunciato nulla:<< Dimmi Malfoy, come ci si sente dall'alto del tuo ego? >>, domandò Hermione sprezzante, mentre gli altri due serpeverde si lanciavano contro di lei. Senza far scendere il biondo puntò la bacchetta contro i due:<< Impedimenta! >>, disse con voce ferma e sicura.

<< Rimettimi subito giù Weasley! >>, ordinò Malfoy, osservando i compagni che erano rimasti bloccati nel mezzo del corridoio.

Il volto di Hermione – che poi era quello di Ron – si aprì in un sorriso ammiccante:<< Come desideri >>, ripose puntando la bacchetta nuovamente verso di lui, e facendolo cadere a gambe all'aria, tra gli schiamazzi della folla che si era radunata li attorno.
La ragazza si voltò, trovandosi davanti la faccia sconcertata e allo stesso tempo fiera di Harry. Senza dirgli nulla si avvicinò a Ron:<< Sei un prefetto. Puniscimi >>, gli sussurrò all'orecchio, mentre gli altri erano troppo concentrati ad osservare il serpeverde che si rialzava dolorante da terra.

<< Che? >>, chiese Ron grattandosi la nuca.

Hermione alzò gli occhi al cielo:<< Ho detto: puniscimi! Ho appena utilizzato la magia nei corridoi, e tu sei un prefetto. È tuo compito punirmi. Fai come se tu fossi me e... ti prego, non rovinare tutto >>, detto questo, fece un passo indietro, mettendo su una bella espressione trionfante.

Il rosso fissò per qualche istante se stesso vincente su Malfoy, e un sorrisso gli sfiorò le labbra. Un attimo dopo però rivalutò le parole di Hermione; sapeva che aveva ragione: << Ro- Ronald! >>, esclamò facendo un passo avanti:<< Cosa stai facendo!? >>, chiese ad alta voce:<< Sei un incosciente! Dieci punti in meno a Grifondoro, e vai subito dalla McGranit!... Ed anche venti punti in meno a Serpeverde! >>, la riccia gli lanciò un'occhiataccia:<< Volevo dire... cinque punti in meno a Serpeverde! E voi cosa ci fate qui!? Andate a... fare qualsiasi cosa facciate solitamente a ques'ora! >>.

Dopo aver gongolato per aver ricevuto un'occhiata fiera da Hermione, il rosso si diresse sorridente ed affamato verso la Sala Grande, mentre la ragazza si incamminava verso l'ufficio della vicepreside.

Buongiorno :D
Scusate tantissimo per il ritardo, ma ho avuto qualche "problema famigliare" e in questi giorni la mia voglia di scrivere era decisamente sotto i piedi... Ma alla fine sono riuscita a tirare fuori questo capitolo (se è degno di essere chiamato tale), nel quale per lo più si capisce che finalmente Ron ed Hermione decidono di venirsi incontro (Anche se per ora è x lo più lei che si adopera per essere credibile e non creare problemi). Nel prossimo capitolo invece, sarà il turno di Ron per mostrare che anche lui ci tiene... beh, non aggiungo altro.
Grazie mille a coloro che continuano a seguirmi :D
Un bacio, Franci

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Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


<< Non ci posso credere! Sono stata messa in punizione, io! >>, sibilò Hermione, sedendosi accanto ad Harry in Sala Comune.

<< Come scusa? >>, domandò il moro all'amico, che aveva la faccia di un condannato a morte.

<< Mi ha messo in punizione! >>, rispose la riccia:<< Per tre sere di fila dovrò pulire le coppe nella stanza dei trofei! >>, disse con aria indigniata, e le braccia strette al petto.

Harry si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere:<< Beh, poteva andare peggio. Ti ricordi quando al primo anno ci ha spedito nella foresta proibita con Malfoy? >>.

<< Io non sono mai stata mandat... >>, la ragazza si bloccò di colpo. Tutta quell'agitazione le aveva fatto addirittura dimenticare in quale corpo si travasse:<< Oh si... ora... ora ricordo >>, cercò di riparare, osservando gli occhi verdi e stupiti di Harry:<< Certo che ricordo! Come dimenticare... scusami, sono davvero stanco. Credo che me ne andrò subito a dormire... >>.

Il moro inclinò la testa:<< Sono le undici del mattino, Ron >>, gli ricordò indicando con un cenno del mento la finestra, oltre la quale il sole brillava alto nel cielo.

Hermione fece retrofront:<< Giusto... hai ragione >>, bisbigliò per lo più a se stessa:<< Allora io vado... ad esercitarmi con la scopa. Hai per caso visto Hermione? >>.

Harry si strinse nelle spalle:<< Sarà in biblioteca a studiare. Comunque se mi aspetti vengo con te... >>, propose.

<< NO! >>, gli urlò contro Hermione per tutta risposta:<< Volevo dire che... no, non è una bella idea. Tu devi... devi stare un po' di più con Ginny! Ultimamente non le stai riservando alcuna attenzione... potrebbe anche stufarsi >>.

<< Hem... ok, come vuoi >>, rispose Harry grattandosi la nuca, e guardando il fratello della sua fidanzata come se fosse impazzito:<< Allora vado a... cercare Ginny... >>, disse prima di sparire dal buco del ritratto.

 

<< Ron? >>.

Hermione aveva cercato il compagno per quasi tutta la scuola, senza alcun risultato. Così, sfinita, aveva deciso di seguire il consiglio di Harry e di guardare anche in biblioteca. Ma mai si sarebbe aspettata di vedere il rosso – anche se in un corpo non suo – chino sul libro di trasfigurazione a studiare.

<< Ron, cosa stai fecendo? >>.

<< Studio Trasfigurazione >>.

Ok, c'è qualcosa che non va.

<< E perchè tu staresti studiando trasfigurazione? >>. La domanda le venne talmente spontanea che non riuscì a tener chiusa la bocca.

Il ragazzo la fissò come se fosse un bambino di due anni. Uno sguardo che – molto probabilmente – lei per prima gli aveva rivolto molte volte:<< Per lo stesso motivo per cui tu ieri eri a cavallo di un manico di scopa. Ho pensato che se tu potevi giocare a quidditch per non farmi fare brutta figura... io avrei... avrei potuto studiare un po' per non abbassare di troppo la tua media. Sono sicuro che non prenderò mai una E, ma magari una O... >>.

Un moto di commozione spinse la riccia a gettare la braccia al collo del compagno, ma la sua compostezza la tenne inchiodata sul posto. Gli occhi azzurri si erano riempiti di lacrime, e le forti braccia le tremevano dallo sforzo di non legarsi attorno al collo di Ron:<< é... è veramente... >>, cercò di dire, senza sapere veramente come avrebbe potuto ringraziarlo.

Lui scosse la testa:<< Non c'è bisogno che tu dica nulla. Era mio dovere... se solo... se solo potessi spiegarmi il movimento del polso di questo... >>.

Così per le due ore successive Ron rimase chino sui libri, mentre Hermione, con la bacchetta stretta in mano, gli mostrava i giusti movimenti, o gli rispiegava qualche concetto con termini più semplici.

La bibliotecaria osservava i due ragazzi ad occhi sgranati. Perchè mai Ronald Weasley avrebbe dovuto insegnare ad Hermione Granger – una delle sua alunne preferite – come far evanescere un oggetto inanimato?

Purtroppo, le sue domande, non ebbero mai risposta.

Scusate tantissimo per l'assurdo ritardo e la penosa lunghezza - cortezza - di questo capitolo. Ma prima delle vacanze di Pasqua sono stata presissima tra test, verifiche ed interrogazioni, così non sono riuscita a scrivere, ed aver ricevuto solo 2 recensioni per lo scorso capitolo, non mi ha sicuramente invogliata a scrivere...
In ogni caso ringrazio tanto le due personcine che mi hanno lasciato una recensione :D
Un bacio, Franci
PS: Se a qualcuno interessasse ho iniziato a pubblicare "Purchè tu sia felice", il seguito di "Lo yin e lo yang; gli opposti si attraggono".
Oh, giusto... quasi dimenticavo, TANTI AUGURI PER UNA FELICE PASQUA :D

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***


Questo capitolo non mi piace per nulla, ma non potevo farvi penare ancora nell'attesa, perciò... buona lettura(:

La professoressa McGranit inforcò i suoi occhiali e da dietro le spesse lenti osservò tutti i suoi studenti uno ad uno:<< Oggi vi riconsegnerò i temi sulla trasfigurazione umana. Li ho valutati come se fossero degli esami dei M.A.G.O. >>.

Hermione, seduta con le ginocchia praticamente in bocca, nello stretto banco, chiuse un secondo gli occhi ed intrecciò le mani sotto il banco. Non era mai stata una persona particolarmente credente, ma se lassù, da qualche parte, ci fosse stato un dio, sarebbe stato un buon momento per darla un segno della sua esistenza.

La vicepreside alzò la bacchetta e con un colpa secco del polso fece volare i fogli ai legittimi proprietari.

La riccia si ritrovò davanti una bella E scritta in rosso. La professoressa si alzò e – fingendo disinvoltura – le si avvicinò:<< Weasley, permette due parole? >>, chiese chinandosi leggermente verso di lui. Hermione annuì senza aprir bocca:<< Sono felicemente sorpresa dai notevoli miglioramenti, signor Weasley. Spero vivamente che questo non sia solo episodio singolo, ma che questa eccezione diventi un'abitudine >>, disse cercando di nascondere il sorriso, che le evidenziava le rughe attorno agli occhi.

Hermione sorrise tra se soddisfatta. D'altronde non le dispiaceva affatto l'idea di aiutare Ron.

A proposito di Ron...

Spostò lo sguardo a destra e si ritrovò il rosso chino sul suo tema. Gli occhi sbarrati. Gli poggiò una mano sulla spalla, mostrando un sorriso tirato:<< Non ha importanza, Ron >>, gli sussurrò all'orecchio:<< sono sicura che nonappena riavrò il mio corpo riuscirò a convincere la Mcgranit a farmi riconsegnare il tema >>.

Ron non si mosse di mezzo millimetro. Allargò solo le labbra per sussurrare un “non posso crederci”.

La riccia scosse la testa:<< Lo so che ti eri impegnato tanto per questo, mi dispiace davvero. Ma sono sicura che ancora un paio di pomeriggi in biblioteca e... >>.

Il rosso la interruppe:<< No, Hermione. Guarda >>, disse mostrandole il tema. Un'enorme O rossa svettava nell'angolo destro del foglio.

Hermione trattenne un'attimo il respiro:<< Non ci posso credere! >>, esclamò poi, abbracciando con irruenza l'amico.

Pochi secondi dopo il ragazzo le battè un paio di pacche sulla spalla, ma lei non si staccò:<< Em- em >>, tossicchiò la professoressa, in una perfetta imitazione dell Umbridge:<< Posso capire il suo entusiasmo, signor Weasley. Ma la pregherei di lasciar respirare la signorina Granger ed aprire il libro a pagina trecentoventisette >>.

Hermione divenne rossa in zona orecchie e si allontanò con un movimento deciso da Ron.

Finita la lezione, mentre raccoglievano il materiale scolastico, si avvicinò al suo orecchio per sussurrare un “Grazie”, prima di uscire dall'aula.

 

Ok, ce la poi fare Hermione. Ce. La. Puoi. Fare.

La ragazza strinse con forza il manico di scopa che teneva in mano.

Ce l'ha fatta Ron. Ci puoi riuscire anche tu.

Prese un lungo respiro, la mascella contratta:<< Tutto bene, Ron? >>, domandò Harry, facendo sussultare la riccia:<< Non hai un gran bel colorito... >>.

<< No, sto... sto... bene >>, rispose la ragazza, cercando di non ascoltare la testa, che continuava a girare.

Era già stata su di una scopa. Aveva anche giocato in porta. Tutte le estati alla Tana a giocare con Harry e i Weasley dovevano pur essere servite a qualcosa, no? E poi erano due settimane che si allenava almeno cinque volte a settimana tra gli allenamente con la squadra e quelli con Ron...

Harry gli rivolse un sorriso che doveva voler essere incoraggiante ed aprì il portone che conduceva sul campo. La luce del sole l'acceccò. Si lasciò trascinare verso metà campo dai compagni di squadra, mentre le urla degli studenti le perforavano le orecchie.

Harry, sorridente ma determinato, andò a stringere la mano al capitano di Tassorosso. Quando tornò indietro fece un piccolo cenno con il capo e tutti i ragazzi si alzarono in volo. Lo fece anche Hermione – con un paio di secondi di ritardo. Andò alla sua postazione, davanti ai tre anelli d'acciaio, mentre la pluffa veniva lanciata in aria.

Un istante dopo, la voce sognante di Luna, strillò nel microfono che Ginny Weasley, che era una ragazza veramente molto simpatica, aveva preso la palla. Bene, finchè Grifondoro aveva la pluffa, non c'erano problemi.

Pochi istanti dopo Demelza segnò il primo punto della partita.

Ora la pluffa era in mano ai tassorosso, che si avvicinavano agli anelli, senza il minimo segno di cedimento; Katie cercò di intercettare un passaggio, ma rischiò solo di cadere dalla scopa. A pochi metri da Hermione, una dei cacciatori di tassorosso lanciò la pluffa. Tutto accade nel giro di un paio di secondi, ma ad Hermione sembrò un'eternità.

La ragazza alzò il braccio destro, stringendo la palla; la scagliò in avanti senza il minimo tentennamento. La riccia osservò la palla e senza pensarci un secondo si buttò a destra. La pluffa entrò nell'anello di sinistra.

La platea di Tassorosso esplose in buati di gioia ed ovazioni per la tassorosso, mentre Luna commentava:<< Dieci punti per Tassorosso. Ron si è buttato esattamente dalla parte opposta rispetto alla pluffa... che sia una giornata sfortunata? Oppure potrebbero essere i gorgosprizzi, sapete, sono animaletti invisibili che ti entrano nel cervello e... >>.

Così, mentre Luna si perdeva nella dettagliata descrizione di un gorgosprizzo, Hermione rilanciò la palla verso Katie, che la prese al volo e si diresse verso l'altra metà del campo.

Ok, non poteva essere così difficile. Probabilmente era esattamento come per un compito in classe. Bastava svuotare la mente e far concetrare ogni singola cellula del proprio corpo sulla partita. Se Ron poteva farcela, avrebbe potuto benissimo riuscirci anche lei.

Ginny lanciò la pluffa verso gli anelli, ma il portiere avversario la prese. La palla era nuovamente in mano a Tassorosso. Un cacciatore le si avvicinò con rapidità e lanciò la palla esattamente verso di lei. In preda al panico Hermione si abbassò, portando la mani al volto. Tassorosso: venti, Grifondoro: dieci.

La situazione non migliorò nei quindici minuti successivi, al termine dei quali Luna annunciò:<< Settanta a trenta per Tassorosso >>.

Hermione era in preda al panico, mentre tutti i compagni – anche se non osavano ammetterlo – sembravano dare a lei – che a dire il vero credevano Ron – la colpa dello svantaggio.

La palla finì nuovamente in mano alla cacciatrice di Tassorosso che le aveva segnato il primo punto. Hermione chiuse gli occhi, cercando di sgombrare la mente. Si guardò intorno e d'un tratto, tra la folla in subbuglio, distinse un paio di occhi castani, che tenevano lo sguardo fisso su di lei, dalla tribuna di grifondoro. Ron era seduto tra Neville e Calì, ma al contrario degli altri non stava urlando, fissava solo Hermione, con tanta intensità che avrebbe potuto scioglierla.

Ron si fida di me. Non posso deluderlo, come lui non ha deluso me.

Sorrise mestamente al compagno, prima di tornare a fissare la pluffa ancora tra le mani della tossorosso. Ad una mezza dozzina di metri dalla porta questa si fermò e lanciò la palla. In meno di mezzo secondo la riccia valutò tutte le possibilità, e con uno strattone alla scopa su buttò a sinistra, gli occhi chiusi. Quando li riaprì stringeva tra le mani la palla rotonda.

Mentre le sue orecchie si riempivano di urla ed applausi, lanciò la palla verso Demelza, che si apprestò a raggiungere l'altra metà del campo.

Alzò lo sguardo, in cerca degli occhi di Ron. Li trovò ancora fermi a fissarla; sul volto dipinto un sorriso di soddisfazione. Anche lei sorrise, facendogli un cenno del capo.

D'un tratto tutto iniziò a tremare, Ron si strinse forte alla panca per non cadere a terra, mentre Hermione si aggrappava alla scopa. Il rosso tenne gli occhi chiusi, finchè le scosse non si furono placate. Quando li riaprì si trovo ad una decina di metri d'altezza, con il vento che gli frustava il viso.

Preso alla sprovvista non fece neanche in tempo ad accorgersi di non stringere la scopa, così perse l'equilibrio e cadendo fu inghiottito dal vuoto.

Buongiorno :D
Come state ragazzi? Che ve ne pare del nuovo capitolo? 
Vi avviso che il prossimo sarà l'ultimo, e tutto si risolverà per il meglio(: Non preoccupatevi per Ron, ok, è caduto da dieci metri di altezza, ma vi anticipo che qualcuna (un che inizia per H e finisce per ermione) riesce a non farlo cadere :D
Colgo l'occasione anche per augurare a tutti coloro che purtroppo ricominciano lunedì a scuola (come me D:) un buon rientro :D
Un grande bacio, Franci
PS: Per chi interessasse, questa sera, massimo domani pubblico il prossimo capitolo di "Purchè tu sia felice"

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Capitolo 11
*** -Undicesimo capitolo ***


La testa gli pulsava e sentiva che il sangue faceva fatica a circolare per il braccio destro. Vedeva solo buio e sentiva un peso sullo stomaco.

Spalancò gli occhi e una luce troppo forte gli rese impossibile vedere per diversi secondi. Quando gli occhi si furono abbituati, si rese conto di trovarsi in una stanza bianca. Completamente bianca. Il soffitto sopra di lui era bianco, esattamente come i muri ed il lenzuolo in cui era avvolto.

Poi qualcosa richiamò la sua attenzione. Uno schizzo di colore in quel mare di bianco, di vuoto. Abassò lo sguardo, anche per scoprire cos'era il peso che si sentiva sullo stomaco. Un ammasso di capelli ricci e castani era riverso sulla sua pancia. Osservò quel groviglio di ricci e si sentì strano. Quelli erano i suoi capelli, lo erano stati per giorni...

Alzò – non con poco sforzo – le mani. Osservò le dita lunghe ed il palmo ampio, le unghie un po' mangiate e qualche callo, causato dai guantoni da portiere; facevano una bella differenza, rispetto alle sue mani esili e curate di prima; rispetto alle mani di Hermione, che erano tornate alla sua legittima proprietaria, che ora, appoggiata alla sua pancia, respirava profondamente, persa nel sonno.

Osservò ancora una volta i suoi capelli – l'unica cosa di lei che riuscisse a vedere – no, quelli non gli sarebbero mancati. Allungò il braccio sinistro – quello che non era fasciato – per sfiorarli; risultarono molto più morbidi, rispetto a quando era lui ad “averli”; probabilmente Hermione sapeva come trattarli.

<< Sono sveglia! >>, strillò la riccia tornando seduta e guardandosi intorno con aria colpevole, probabilmente svegliata da quel tocco, finchè non incontrò lo sguardo di Ron e si immobilizzò, dischiudendo leggermente le labbra:<< Oh, ti sei svegliato >>, bisbigliò senza fiato.

Il rosso le sorrise:<< A quanto pare... >>, rispose grattandosi la nuca:<< Allora è... tornato tutto a posto... >>, constatò il ragazzo.

<< Già >>, rispose Hermione iniziando a fissare il pavimento.

Seguì un momento di silenzio imbarazzante.

<< E quanto... quanto ho dormito? >>, domandò Ron, un po' a disagio, non sapeva nemmeno lui perchè.

La ragazza gli rivolse un sorriso un po' tirato:<< Non molto, una giornata e mezza. La partita è stata ieri mattina ed ora sono più o meno le cinque del pomeriggio >>, spiegò addocchiando l'orologio a pendolo appeso al muro.

<< Oh giusto! La partita! >>, disse il rosso, dandosi una sberla sulla fronte e pentendosene subito dopo, a causa di una fitta al braccio:<< E chi... ha vinto? >>, chiese.

Li riccia portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio:<< Noi. Ma di poco, veramente poco. Harry ha preso il boccino, ma alla fine eravamo duecentodieci a duecentotrenta >>, spiegò senza incrociare il suo sguardo:<< In ogni caso siamo secondi in classifica, dietro di pochi punti a serpeverde >>.

Ron sorrise, di un sorriso fresco, che si allargò fino agli occhi:<< Stiamo diventando esperte di quidditch, Hermione? >>, ironizzò ammiccando.

Le guance della grifondoro si tinsero di rosa:<< Beh... infondo quando sei tu a volare, diventa tutto molto più bello >>, ammise imbarazzata.

Il rosso scoppiò a ridere, non poteva credere che quelle parole fossere uscite dalle labbra della mora:<< Mmmm... la cosa potrebbe diventare interessante... >>, commentò senza smettere di ridere:<< … potresti diventare la nuova stella nascente del quidditch >>.

Hermione nascose il viso accaldato dietro i ricci castani:<< Deficente >>, gli disse a mezza voce:<< Sono stata un disastro >>, commentò aspra, il volto ancora nascosto:<< Se non fosse stato per me, a quest'ora saremmo primi in classifica ed Harry non si sarebbe preso un colpo... >>.

Ron la interruppe:<< Harry? >>, domandò.

Lei annuì con foga:<< Si! Quando io... cioè, tu, sei caduto dalla scopa Harry voleva interrompere la partita, ma il capitano di Tassorosso ha insistito, così Madama Bumb l'ha fatta riprendere. Per fortuna che ti ho preso in tempo, se no ti saresti spezzato l'osso del collo... >>.

Il rosso inclinò leggermente la testa:<< Cosa vuol dire che mi ha preso in tempo? >>, domandò incuriosito.

Senza un motivo apparente le guance di Hermione si infiammarono nuovamente:<< Beh... ero appena tornata nel mio corpo e mi sono accorta che, probabilmente per la sorpresa, avevi lasciato la presa sulla scopa, così ho cercato di... atutire la caduta. Mi ha preso di sorpresa, perciò l'incantesimo di levitazione non è venuto un granchè; però ha rallentato la caduta. Non ti sei fatto troppo male, hai solo un braccio rotto e qualche bernoccolo in testa >>, spiegò la ragazza, sorridendo timida.

Ron rimase in silenzio, la bocca dischiusa:<< Mi hai... salvato? >>, chiese dopo diversi secondi. Hermione annuì piano, osservando ostinatamente un piega del copriletto:<< Non ci posso credere. Ormai ti dovrò la vita un centinaio di volte! >>, esclamò il rosso, leggermente contrariato.

La riccia scosse la testa, lasciando che i ricci saltellassero liberamente:<< Sei uno stupido >>, bisbigliò, però sorrideva:<< La paura che mi hai fatto prendere... Penso che non te la perdonerò mai! >>, aggiunse fingendo un'aria severa.

<< E mi devo anche far perdonare un centinaio di volte >>, disse Ron allegro, smorzando del tutto la tensione e l'imbarazzo che si era creato.

E vedendolo sorridere così, con le iridi blu nascoste dalle ciglia, Hermione non resistette, scattò in piedi e lo abbracciò con irruenza. Ron rispose con altrettanta energia, cercando di sopprimere un gemito di dolore:<< Scusa >>, bisbigliò la ragazza staccandosi da lui, dopo aver sentito il lamento.

Ron si massaggiò un attimo il braccio, per poi sorriderle di nuovo:<< A cosa devo tutto questo... affetto? >>, domandò divertito.

Hermione arrossì per l'ennesima volta:<< Te l'ho detto... ho avuto... ho avuto paura >>, rispose senza incrociare il suo sguardo. Rimasero qualche secondo in silenzio:<< Comunque, oggi ho parlato con Lavanda. Le ho spiegato che era colpa mia se le avevi detto quelle cose, che non le pensavi davvero... >>.

Il rosso inclinò il capo:<< E perchè lo avresti fatto? >>, le domandò confuso.

Lei si sistemò un boccolo dietro ad un orecchio, rigida:<< Beh perchè... perchè ho fatto un disastro e mi sembrava giusto riparare. Penso che però voglia parlare con te prima di... >>.

<< Ma tu mi hai fatto un favore! >>, esclamò il ragazzo, un po' terrorizzato all'idea di dover affrontare quella sanguisuga di Lavanda:<< Ora invece mi toccherà chiarire con lei... >>.

Hermione incrociò le braccia al petto, assottigliando lo sguardo:<< Beh, scusami Ronald! >>, esclamò decisamente infastidita:<< Scusami se ho cercato di risolverti un problema! La prossima volta vedrò di evitarlo! >>.

Il grifondoro sorrise, osservando divertito il cipiglio irritato dell'amica:<< Sai, sei molto dolce quando fai così la scocciata >>, commentò di punto in bianco.

La ragazza arrossì:<< Ma che dici! >>, esclamò con voce più acuta del solito.

L'altro non la ascoltò. Prese a guardarla negli occhi, cercando di intercettare il suo sguardo che ora era fisso sulle sue mani intrecciate:<< Non sono intenzionato a rimettermi con Lavanda perchè... >>, tentò di spiegarle decisamente agitato:<< perchè se ci sei tu non mi interessa nulla di nessun'altra >>, ammise, cercando ancora di farsi guardare negli occhi.

E quasi avesse sentito le sue mute preghiere, Hermione alzò lo sguardo, per perdersi nelle iridi blu dell'amico:<< D-davvero? >>, domandò per lo più terrorizzata all'idea di credere ad una possibile illusione.

Lui annuì:<< Si. Davvero >>, rispose piano, stupendosi quasi delle parole che lui stesso aveva pronunciato.

Rimasero qualche istante in silenzio, ogniuno perso nei propri pensieri.

<< Quindi ora... >>, iniziò Hermione, senza il coraggio di continuare.

Ron si sporse verso di lei:<< Miseriaccia! >>, bisbigliò contrastato, prendendo in mano la situazione, un istante prima di far combaciare le sue labbra con quelle della riccia. Ed in quel momento parve che tutto avesse un senso. Ogni singola domanda o dubbio fu risolto. Era tutto perfetto, come se le loro labbra fossere fatte per combaciare.

<< Un giorno o l'altro dovremmo raccontare tutta questa storia ad Harry >>, commentò la riccia, quando si staccò dal ragazzo, un paio di minuti dopo.

Il rosso parve pensarci su qualche istante:<< Hem... no >>, le disse scherzando, prima di tornare a concentrarsi sulle sue labbra.

Hermione si staccò di nuovo, osservandolo un po' dubbiosa:<< Ah, Ron, volevo chiederti una cosa... perchè quando sono tornata nel mio corpo non indossavo il reggiseno? >>, chiese.

Ron preferì non ammettere di non essere mai stato in grado di allanciare quei maledettissimi gancetti, e con una scrollata di spalle, baciò nuovamente Hermione.
 

Fine.
 

Eccoci!
Allora, inizierei dicendo che questo capitolo non mi convince, ma non potevo aspettare oltre x postarlo, o sarebbe potuta essere la volta buona che qualcuno di voi mi ammazzasse.
In ogni caso, siamo proprio alla fine. Devo ringraziare tantissimo tutti coloro che mi hanno seguita e sostenuta, vorrei ringraziarvi uno per uno, ma siete davvero tantissimi.

Ancora un grazie infinite, vi adoro, davvero. Un grande bacio, 

Franci aliias Chanell483

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