E' una storia da non raccontare, è una storia un po' complicata. E' una storia sbagliata.

di Sofya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 2- ***
Capitolo 3: *** 3- ***
Capitolo 4: *** 4- ***
Capitolo 5: *** 5- ***
Capitolo 6: *** 6- ***
Capitolo 7: *** 7- ***
Capitolo 8: *** 8- ***
Capitolo 9: *** 9- ***
Capitolo 10: *** 10- ***
Capitolo 11: *** 11- ***
Capitolo 12: *** 12- ***
Capitolo 13: *** 13- ***
Capitolo 14: *** 14- ***
Capitolo 15: *** 15- ***
Capitolo 16: *** 16- ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


-Allora, Eu, pensi di scendere questa settimana?-

-No, Marghe, scusa.-

-Perchè no?-

-Cami, cami ed io.. bhe, ci siamo rimessi insieme e lei non vuole che io ti veda.-

-Eu! Ma cosa dici?? Siamo amici, che c'è di male?!-

-Niente, lo sai, per me non c'è assolutamente niente di male ma Camilla è morbosamente gelosa e io non voglio perderla per farle un torto...-

-UN TORTO? Frequentare una tua amica, che c'è sempre stata quando avevi bisogno, è un TORTO?-

-Margherita calmati, non intendev.. oh insomma! Lei è la mia ragazza e tu la mia amica. -

-Mi sembra chiaro, sai Eugenio? Chiarissimo. Infatti non sta in piedi la gelosia di Camilla.-

-Non la capisco nemmeno io...o forse lo capisco anche troppo bene.. ed è per questo non voglio correre rischi.-

-Senti Eu, il biglietto lo avevi già fatto, non buttare via i soldi. Io ti aspetto in stazione, e resti a dormire da me come avevamo deciso. Punto.-

-No! Margherita! Ma scherziamo? No, non vengo.-

-Se tu non vieni io ti giuro che non ti parlo più.-

-Non puoi ricattarmi in questo modo Marghe, saresti sleale.-

-Non mi interessa. Tu hai appena dimostrato di esserlo, al contrario.. E io agisco di conseguenza!-

Silenzio.

-Margherita, dio solo sa quanto io tenga a te. E' troppo complicato, lo sai.. sarebbe meglio di no.-

-Eugenio io ti amo. E voglio vederti.-

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Capitolo 2
*** 2- ***


 *Un mese prima*

“Dice che ha bisogno di tempo.”

“Son cazzate Eu, solo cazzate. Ho bisogno di tempo è sinonimo di -Basta, per me è finita.-”

“No, non è vero. Anche l'ultima volta aveva solo bisogno di tempo.”

“Ah sì? E com'è finita?? Se ben ricordo si è fatta altri tre ragazzi, tra cui.. va beh lasciamo stare, e poi è tornata da te.. bella pausa di riflessione no? Ma perfavore...”

Eugenio accartocciò bruscamente il pacchetto di sigarette e si alzò.

“E' lo stesso. Io la aspetto.”

“See, certo, come no. E io aspetterò di rivedere questa identica scena per la millesima volta. Sei un caso clinico Eugenio.”

Se ne andò.

Maledizione a lui che la faceva sempre stare in pensiero.

Margherita era innamorata, ma non lo diceva in giro. La sua era una cosa segreta.

Lo sapeva solo lui. E questa  era la cosa più strana.

Eugenio, ah.. tanto bello quanto credulone.

Alto un metro e 80, fisico asciutto da nuotatore, una pelle costantemente abbronzata, capelli neri corvino e due occhioni verdi.

Nel complesso era molto attraente.

Eppure si ostinava dietro a Camilla, una ragazzina che non sapeva di niente.

Magra, cioè senza una parvenza di forme, capelli lisci lisci lisci che si potevano confondere con spago color marrone spento

e due occhi neri come la pece.

No, decisamente, era insipida.

Margherita era mille volte meglio, e se lo diceva da sola.

Perchè lei aveva sempre una parola per se stessa, un consiglio.. sempre. Lei si amava, dopotutto.

Ad una prima occhiata Margherita non ti colpiva di fisico, ma ti stava antipatica.

Ed era questo che la rendeva incredibilmente attraente, quasi come un controsenso.

Quel suo sguardo sempre imbronciato, quelle sue labbra carnose quasi mai distese in un sorriso.. quei capelli sbarazzini rosso spento e le ciglia lunghe la rendevano particolare.

Lei però odiava il suo corpo, sformato.

Un seno all'apparenza presente ma che competeva di misure con la pancia, che non esisteva in larga dose ma rendeva Margherita “morbidosa”.

E poi lei non era tanto alta... ahimè, la sua croce.

Ma poco importava. Era lo spirito quello che serviva! Lo sapeva fin troppo bene.

Il suo pensiero era "domani andrà sicuramente meglio" e per la dieta il motto era "perderò i kg di troppo in estate!" ..alla fine, bastava crederci, no?

 

“Ciao Marghe, mangiamo?”

“Ho già mangiato, ero con Eu, scusa Susy...”

“Ah, Eugenio..”

Ehssì, quel ragazzo era davvero tanto tanto attraente.

“Si, proprio lui.”

Peccato solo che fosse un fesso.

“Bhe, hai fatto gli esercizi di matematica??”

“AHAHAHAH Susy, ma perfavore. Vuoi proprio farmi ridere!”

“Marghe se continui così perdi l'anno.”

“Lo so, ma non mi va di pensarci adesso.”

“E allora quando ci penserai? Quando avrai tra le mani una busta gialla?”

“Oh Susy, ci sono già passata. E fidati..quella è stata l'estate migliore degli ultimi anni.

Comunque non voglio perdere l'anno, troverò un modo.

E poi ricordati sempre che io sono destinata a grandi cose!”

Accompagnò l'ultima frase con una risata.

“Ah, si, andare ad allevare ornitorinchi.. oppure, aspetta, sisi, andare a fare foto agli scoiattoli di Central Park.. Pff, Margherita sei unica!”

“Grazie, lo so!”

Sulla simpatia non ci pioveva.

Nessuno batteva Margherita.

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Capitolo 3
*** 3- ***


Due mesi prima, circa.

 

“E' arrivato quello nuovo.”

“Sì, lo so Emma. Ma chi se ne frega.
Sarà annoverato all'istante tra i fighetti, visto che già tutti ne parlano, e noi lo vedremo da lontano.
Non ho nemmeno voglia di fingermi curiosa. Sarà uno dei soliti ragazzi vuoti stupidi e terribilmente sexy.”

“Ahah hai ragione... però non parlare di ragazzi vuoti proprio tu!”

Eh no, caspita, la frecciatina se la poteva evitare!

“Senti se parli di Igor io non ci posso fare proprio niente. Mi piace.

E non è vuoto. E' diversamente pieno, anzi, è pieno di niente.. quindi non è vuoto.”

“Ceeeerto, tutte scuse. Quand'è più l'ultima volta che siete usciti?”

“Praticamente un mese fa, oh, non farmici pensare. Ma se non vuole uscire io che ci faccio?”

“Bhe prova a cambiare orizzonti, semplice. E' un bimbetto precocemente cresciuto.”

“Ma anche lui è terribilmente sexy, non trovi?”

Emma fece spallucce.

“No, non è annoverato nemmeno tra i fighetti. Non ci ho mai pensato alla sua possibile bellezza.
E poi, dopo la fama che si è fatto nemmeno lo considero degno di curiosità.”

“Allora propongo una cosa: lui lo inseriamo nella categoria di bello e dannato mentre quello nuovo in quella di bello e impossibile, ci stai?”

Emma scoppiò a ridere e annuì con enfasi.

 

Ma proprio in quel momento successe qualcosa.

Un ragazzo con una maglietta bianca andò addosso a Margherita, facendola quasi cadere.

E quando si trovarono occhi negli occhi Margherita pensò che Igor non era niente di bello in confronto a quegli occhi verde smeraldo.

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Capitolo 4
*** 4- ***


 “Scusa, scusami, io..non..scusa ti ho fatto male??”

“No..cioè, poco, ma tranquillo....”

“Perdonami ero di fretta, non trovo la classe.”

“Sei, sei quello nuovo??” S'intromise Emma.

“Sì.. piacere, Eugenio!”

Nel mentre suonò la campanella; Margherita si rimise in sesto mentre Emma si scusò e tornò in classe di tutta fretta.

“Che classe sei?”

Margherita teneva gli occhi bassi, quelli di Eugenio erano troppo belli per poter reggere lo sguardo.

“3B, secondo piano. Almeno, così mi hanno detto.”

Era confuso.. e terribilmente adorabile.

“Ah, capito. Beh il secondo piano non è questo, devi salire ancora di uno.. quelle da dove arrivavi erano scale d'emergenza!”

“Oddio, bhe, bene.”

Si sentiva un cretino e scoppiò a ridere. Dopo un po' la guardò intensamente:

“Senti, emh, non è che mi potresti accompagnare? Sei la prima simpatica che incontro..”

“Si, certo molto volentieri!”

Margherita colse l'occasione al volo, per farsi conoscere simpatica com'era.

“Chi hai incontrato fino ad ora? Perchè il 90% della popolazione studentesca è antipatica e limitata. Hai avuto una gran fortuna ad incontrare me, che non ne faccio parte.”

Gli fece l'occhiolino e ripresero insieme le scale d'emergenza.

 

 *Da qualche parte, nell'istituto*

“Oh man, ho visto la rossa con quello nuovo.”

“Chi?”

“La rossa man!”

“Margherita??”

“Si, proprio lei.”

“E con chi?”

“Con Eugenio, il nuovo belloccio della scuola.”

Igor si perse un momento a guardare fuori dalla finestra.

“E' bello davvero come si dice?”

“Ma che ne so ioo! E' un tipo muscoloso e coi capelli neri.. il tipico belloccio.”

“Ahah, scusami Jacopo hai ragione, che ne sai tu di piacere!”

“Calmino Man, almeno io ho una ragazza fedele e a me piace.”

“Sìsì certo, tu ti accontenti caro mio! Il segreto per essere sempre sulla cresta dell'onda è far parlare di se, in ogni modo possibile, e non accontentarsi mai!”

“Igor fai meno il figo. Sei il primo che ha le sue debolezze, e lo so benissimo.”

Alludeva alla rossa, sì.

“Scherzerai!”

“Igor tu sei ossessionato da lei.”

“Jacopo piantala, io oggi esco con Camilla!”

“E con questo? E' uguale a Giulia, Floriana e persino Anna ci somigliava..con quei capelli lisci da farci una coperta.

Pff, se questo è essere sulla cresta dell'onda abbiamo due concetti diversi, molto diversi!

Io credo che tu ti stia accontentando, perchè non ti metti in gioco totalmente.

Con 'ste tipe vai a botta sicura..sai che roba...”

“Oh è inutile stare a parlare con te. Cosa ne capisci di belle ragazze.”

“Certo man, certo. L'importante è crederci.”

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Capitolo 5
*** 5- ***


 Ma che ne voleva sapere lui della rossa e della loro storia.

Anzi, loro, lui, non aveva nessuna storia con lei.

Perchè lei non era una di quelle facili, e nemmeno una di quelle con cui uscire solo per pomiciare.

Era un impegno, una ragazza piena di idee e di vitalità. Una ne pensava, cento ne faceva.

Era un impegno starle dietro, e lui di impegni non se n'era mai presi!

 

“Igor!!”

“Camilla, ciao..”

La ragazza gli corse incontro con un sorriso a 32 denti.

“Hai sentito di quello nuovo? E' in classe con noi!”

“Ah sì??”

“Si, che fortuna. Tutto lo scientifico se lo contendeva. Dicono che sia davvero la nuova star del liceo...” aveva occhi sognanti.

-E' per lei che rinunci alla rossa? Per una ragazza fotocopia? Una che va dietro al primo fighetto arrivato..Igor?-

Scrollò i suoi capelli castano scuri come a distogliere quei pensieri.

“Uhh, chissà allora cosa ci aspetta..” finse interesse lui.

“Bhe a proposito, oggi a che ora?”

Ah, ecco, ora sì che si ragionava.

Igor indossò il suo sorriso da seduttore e la guardò intensamente : “Ti fai trovare per le 5 sotto casa mia?”

“Okay”.

Ecco cosa amava di quel tipo di ragazza fotocopia: era un gioco farle fare quello che voleva.

Ed era anche ciò che lo annoiava dopo pochissimo tempo.

Ci ripensò un momento.. forse era meglio non uscire quel pomeriggio..

“Cami....” lei stava già andando ad accogliere il nuovo arrivato.

Sulla soglia comparve la rossa.

Era bella, caspita. Aveva quei suoi occhietti vispi.. che lo mandavano sempre un po' in tilt.

Era con Eugenio.

"Sì?" Camilla non si girò nemmeno, stava fissando Eugenio folgorata.

“Niente. Niente, ci vediamo alle 5!!” Calcò la voce sulle ultime parole sperando di farsi sentire da Margherita,

che però non sembrò badarci.

 

 --
“Ecco Eugenio, questa è la tua classe.

Sinceramente hai dei compagni un po' idioti, lasciatelo dire. Non farti influenzare da nessuno di loro...sono pecore.”

Margherita notò appena Igor che la guardava.

“Beh io ho già perso troppo tempo, devo scappare.” Concluse guardando Eugenio dolcemente.

“Grazie. Domani mattina ti va di fare colazione insieme? Io arrivo sempre presto a scuola...”

“Certo, perchè no! A domani mattina”

E scese le scale velocemente, sperando che la prof di chimica non si arrabbiasse per il ritardo.

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Capitolo 6
*** 6- ***


Igor era sotto casa della rossa.

Erano le 5 meno 10.

-Lei non c'è.-

Lui non abitava nella stessa cittadina di Margherita, e Camilla sarebbe presto arrivata.

-In fondo lei non ti ha mandato via. Sei tu che non la vuoi.-

Si ma dov'era Margherita ora? Con chi!?

Riaccese l'ipod e scese le scale del parcheggio.

All'angolo la vide. Era con un ragazzo.... Eugenio?

No, era Tommaso, un suo amico.

-Se mi vede chissà cosa pensa.. !-

Igor risalì velocemente le scale sperando di non essere visto e aspettò che Tommaso la accompagnasse al portone. 5, 10, 15 minuti. Non erano ancora arrivati al portone. Cazzo!

Erano le 5.20. Camilla si sarebbe infuriata sicuramente.

Bhe come andava, andava. Doveva andar via da quel parcheggio.

Scese nuovamente le scale.

Era lì, sola. Seduta sui gradoni del portone, con l'ipod acceso.

L'avrebbe ignorato, ne era sicuro. Lei lo ignorava sempre, a meno che non erano soli. Loro due e nient'altro.

“Ciao Margherita.”

Lei era sorpresa. Molto.

Si tolse gli auricolari e lo guardò intensamente. Igor non era capace di reggere i suoi occhi... tutta la dolcezza che gli trasmettevano lo spaventava.

Lei era..speciale.

Igor non sapeva definirla in altro modo. 

“Cosa ci fai qui?” Sorrise.

 “Passavo di qui...” rispose lui, mettendosi una mano tra i capelli castani arruffandoli. Non aveva pensato ad una scusa decente!

“Ah.” Margherita si alzò e per un momento i loro visi furono vicini, molto vicini.

“Camilla ti aspettava a casa tua, no? E tu abiti a Bordighera. Un po' lontanuccio da qui.”

 Concluse mettendo una mano in borsa e tirando fuori le chiavi per il portone.

-Allora mi ha sentito oggi! Mi ha sentito! Cazzo, cazzo!-

“Ma..in realtà io.. bhe passavo di qui.”

“Certo Igor, certo.” Non voleva salire; aveva aperto il portone ma lo guardava. Era ancora, stupidamente ed inconsciamente, sorridente.

“Sì è così. L'appuntamento è stato solo rimandato. Lei stava poco bene!”

Sapeva sempre come essere terribilmente stronzo.

“Ma tu sei sotto casa mia. E' questo che mi diverte. Buona serata, eh, Igor.”

Il portone si chiuse con uno scatto sulla faccia di Igor e potè vedere la sagoma di Margherita salire velocemente le scale.

-Fanculo!-

Margherita sapeva esattamente come farlo arrabbiare. Sempre.

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Capitolo 7
*** 7- ***


La sua traccia preferita non la aiutava di certo.

“..LET ME BE YOUR HERO!”

Stesa sul letto, Margherita aveva gli occhi chiusi e pensava a Igor.

Ormai da tempo era l'unico per cui lei si permetteva di stare male.

I suoi occhi neri le erano entrati così tanto dentro da lasciarla sconvolta ogniqualvolta le ricapitavano tra i pensieri,

e solitamente non ci pensava: le comparivano davanti per caso, mentre lei era impegnata a pensare ad altro...

e per tutto il resto della giornata stava male.

Ma un male intenso, vero.

Uno di quelli che ti fa sentire come fossi nulla, niente... uno di quelli che ti svuota per riempirti di lui e svuotarti ancora.

Tutto fuori, tutto dentro.

Lui era così, non era mezze misure.

C'erano delle volte che pensava di averlo. Era suo, poteva farne ciò che voleva!

Il giorno dopo erano nuovamente due estranei.

Due individui incapaci di ammettere che avevano passato una notte insieme e fingevano allegramente di non conoscersi

eccetto quando si passavano a fianco e sentivano ancora uno il profumo dell'altra.

Lei non era innamorata di lui.

Amava tutto di Lui, ma non ne era innamorata.

Innamorata lo sarebbe diventata poi di Eugenio, perchè una persona che salvi devi poi amarla.

Invece Igor non era riuscita mai a salvarlo.
 

“Salvami! Allunga le tue mani verso me; prendimi e non lasciarmi sprofondare.

Salvami ed insegnami ad amare come te... e ad essere migliore...”

Le lacrime bagnarono lentamente il viso di Margherita, mentre lei ricordava...

Erano in spiaggia.. e lui aveva messo quella canzone.

-Se ci pensi bene io non amo la spiaggia.-

-Io ci penso bene e dico che tu non ti ami.-

-Perchè?-

-Se non ami la spiaggia, il mare, la quiete di questo posto...significa che non ti ami.

Tu, Igor, non ti ami abbastanza e credimi, credimi quando ti dico che ti sottovaluti per questo motivo.-

Lui aveva abbassato lo sguardo e poi no, non l'aveva baciata.

Le aveva dedicato quella canzone. Lui voleva essere salvato, sì.

-Io credo di amare il mare perchè il mare è incontrollabile, proprio come i sentimenti. Quello che provo per te è incontrollabile Igor.-

-Sbagli. Non dovresti.-

-Non ho scelto io di innamorarmi del mare. Io sono stata salvata da esso, e ora lui si è innamorato di me.

Perchè quando salvi una vita devi poi imparare ad amarla.-

-Io non sono mai stato amato.-

-Tu non ti ami, quindi non vuoi essere salvato. Se non sei salvato, non sarai nemmeno amato.-

-Posso scegliere di voler essere salvato, ma nessuno ci è mai riuscito.-

-Ti arrendi troppo in fretta.

Io sono qui per farti capire che, come le onde si infrangono contro gli scogli continuamente con testardaggine,

convinti di poter scalfire anche di poco una roccia,

il tuo cuore ha bisogno di essere scalfito dolcemente da qualcuno.. ma tu devi permetterglielo.

Lascialo avvicinare dal mare.-

-Sei tu il mare, Margherita?-

-Non lo so ancora. Non so se riuscirò ad amarti.

Psso dirti solo che sono qui, adesso, e che ho al fianco una roccia. Una roccia che in qualche punto ho già scalfito.-

Igor rise e solo allora la baciò.

-Io voglio che tu sia il mare...- le sussurrò all'orecchio.

-Non imporre ad una forza così grande la tua volontà. Lasciati amare, Igor.

Provaci, con pazienza e volontà, il mare è tuo amico solo se tu non hai paura della sua imprevedibilità.-

-Sono una roccia. Le cose non cambiano.-

Margherita gli prese tra le mani il viso.

-Io vedo due occhi neri che mi sorridono. Loro sanno che se tu vuoi puoi cambiare.-

-Il mare si farà tanto male.-

-Il mare è delicato solo se preso quando tranquillo. Non scatenarlo!- Rise Margherita.

 

“Salvami, mi fa male quando è sincero. Salvami, dimmi almeno che non è vero.”

Il mare aveva scalfito la roccia solo in superficie.

Igor non sarebbe mai, mai, cambiato.

E ora, stesa sul letto, Margherita consumava le ultime lacrime salate.

 

 *Sotto casa di Igor.*

“Dove cazzo eri??”

“Scusa Camilla ho avuto un imprevisto!”

“Sono le 6 meno 10!!”

“Te l'ho detto, ho avuto un imprevisto. Potevi tornartene a casa...”

“Ti ho mandato minimo 10 sms, potevi anche rispondermi, stronzo!”

“Non ho più soldi, dai scusami.

Ora sono qui, se vuoi possiamo fare due passi oppure ti riaccompagno a casa.. ma non serve urlami contro del ritardo. Mi irriti soltanto.”

“Ah, ti irrito eh? Senti vaffanculo.”

Urlò lei andandosene via.

 

Igor salì pigramente le scale. Non aveva nemmeno voglia di prendere in considerazione l'ira di Camilla. Si fottesse. Oca.

Aveva ragione Umberto. Era uguale a tutte le altre. Una noia.

Mettendosi al pc gli venne in mente un ricordo quasi doloroso:

-Igor pensi che i capelli neri mi starebbero bene?-

-Io amo il nero, voglio che te li fai così, te l'ho detto!-

-Lo so! Lo dico solo per farti un dispetto. Io amo i miei capelli rossi, non li cambio..nono!-

Erano in piazza della stazione. Che posti del cazzo frequentavano loro due insieme!

-E allora sei una fintaaa!- la stuzzicò lui prendendola per le braccia.

Lei si arrese al tocco di Igor, come sempre. Appena la toccava la stordiva.

Finirono avvinghiati come sempre, a baciarsi così.. per noia.

-Devo andare a casa.- decretò lui.

-Di già?-

-Sì rossa.. devo.-

Margherita aveva un punto debole e lui l'aveva scoperto: diventava dolcissima dopo i momenti di tenerezza.

Dopo il bacio non avrebbe mai voluto lasciarlo andar via.

-Okay...-

La prese, la ribaciò.

-Ciao.-

-Non ti accompagno nemmeno alla fermata?-

-Vado da solo.-

-Accompagna me, allora.-

-Devo?- la provocò.

-Sì.. daii!!-

-No. Ci sentiamo rossa.-

E se ne andò.

 

Era un impulso automatico. Una reazione incontrollabile.

Lui sarebbe voluto tornare fin sotto il suo portone, l'avrebbe voluta baciare romanticamente per ore.

Ma tutto quello l'avrebbe portato ad una sola cosa: la dipendenza.

Con Margherita stava bene, ed era quello il motivo fondamentale per il quale la ricercava sempre, alla fine.

Anche dopo tempo, ma la ricercava. Perchè lei era la parte migliore di quell'Igor che nascondeva.

“Ti ho mandata via... sento l'odore della città; non faccio niente resto chiuso qua: ecco un altro dei miei limiti.

Io non sapevo dirti che solo pensarti mi dai i brividi..anche a uno stronzo come me..”

Non poteva diventare dipendente da lei. Non voleva.

Ecco il motivo del suo atteggiamento all'apparenza indifferente e quei suoi modi di fare da stronzo.

Voleva essere salvato da lei, ma non sapeva da che parte cominciare.

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Capitolo 8
*** 8- ***


Agnese era in classe con Igor, Camilla ed Eugenio.

Era la ragazza di Umberto, il braccio destro di Igor e di piacere se ne importava ben poco.

Era grassottella e aveva i capelli riccissimi. La prima della classe. Sempre sorridente, mai invadente e soprattutto: sincera.

Margherita aveva trovato in lei una vera amica, sebbene si conoscessero da poco.

Ogni mattina facevano colazione insieme e ultimamente Margherita si era confidata con Agnese su lei e Igor

così ora erano più unite che mai e ogni tanto Agnese le raccontava qualche gossip saputo da Umberto.

“Buongiorno cara” La salutò dal solito tavolino.

“Ehii, ciao Agne, tutto bene?”

“Un po' di sonno.. te?”

“Io sono frastornata. Ho passato la notte a scrivere. Ieri sul tardi mi sono trovata Igor sotto casa mia.”

Calò un momento il silenzio.

Agnese non apprezzava Igor, perchè lui era davvero troppo poco per meritarsi le attenzioni di una ragazza speciale come Margherita.

“A fare?” “Non lo so. E so anche che non approverai ma... mi ha fatto piacere.”

“Stupido coglione. Doveva vedersi con Camilla.” “Lo so, ah, lo so.”

In quel momento arrivò Eugenio; era ancora più bello di quanto se lo ricordava!

“Buongiorno Margherita!”

“Ehi Eugenio, buongiorno. Come stai?”

“Benone. Stamattina mi sono ricordato di essere ancora in tempo per iscrivermi al campionato di calcio della scuola.

Ieri Igor, quello in classe mia, lo conosci? Bhe, me ne ha parlato moltissimo e voglio partecipare.”

“Tra tutte le persone della classe proprio da lui dovevi farti convincere? Lo conosco, sì. E' il capo delle pecore..” Sbadigliò di rimando lei.

Lasciarono Agnese con Umberto, che era appena arrivato e aveva squadrato con sospetto la coppia Margherita-Eugenio.

“Ti trovi bene in quella classe?”

“Bhe per ora sì. Ho conosciuto poche persone. Igor, Agnese e Camilla. Ma lei solo perchè mi si è piazzata vicino.”

Margherita scoppiò a ridere: “ci mancherebbe altro. Sei il prossimo della lista, stai attento. Quella è una cacciatrice!”

“Eh?” Eugenio era proprio un fesso!

“Niente, lascia stare.”

Arrivò come una furia.

Era nero in volto, di nero vestito e i suoi capelli sembravano quasi neri che castani.

Buttò con noncuranza la cartella ai piedi di Margherita e le disse, senza distogliere lo sguardo da Eugenio: “dobbiamo parlare.”

Imprevedibile. Igor era imprevedibile.

“Non ho niente da dirti.” rispose Margherita guardando in direzione del bar.

Umberto aveva assistito alla scena e stava arrivando con un'espressione bonaria in volto.

“Ehi man!” Igor si girò di scatto: “sì?”

“Vieni, andiamo a fare colazione. Devo parlarti del campionato.” Eugenio, in mezzo a tutti loro, aveva un'espressione molto confusa.

“Devo parlare un momento con Margherita.” ribatté Igor, riprendendosi un momento dalla sorpresa.

“Eugenio mi accompagni a prendere la cartella? Tanto del campionato interessa anche a te!”

Umberto sapeva sempre come salvare il suo “man”.

Il tenero Eugenio seguì frastornato Umberto, lasciando così soli i due.

“Cosa vuoi ancora?” “Ieri te ne sei andata senza darmi il tempo di replicare.”

“Non c'era niente da replicare. A me, della tua vita, non interessa niente.”

Un lampo di tristezza illuminò gli occhi neri di Igor, ma passò velocemente.

“A me sì invece.” “Prego?!!”

“Esci con lui?” Lanciò un'occhiata ad Eugenio senza farsi troppo notare.

Margherita scoppiò a ridere, di cuore, di gusto. Come non faceva da tempo.

“Tu sei strano. Strano forte.”

“Allora, esci con lui?!!” Suonò la campanella.

Margherita prese la sua borsa e voltò le spalle a Igor, lasciandolo irato e sbalordito.

Era sicura di aver scalfito ancora un pochino quella roccia che Igor aveva addosso.

Quanto ancora mancava per arrivare vicino al cuore?

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Capitolo 9
*** 9- ***


 L'intervallo lo passò con Eugenio. Si scambiarono i numeri.

Di Igor nessuno sapeva più niente.

 

Era passata una settimana e Igor non veniva più a scuola. Margherita cominciava a preoccuparsi.

“Agnese stamattina l'hai visto?”

“No cara, mi spiace. Umberto non mi dice più niente, nonostante io abbia provato a chiedere. E' scomparso nel nulla.”

 

Erano passate due settime: Eugenio frequentava Camilla, era ufficiale.

All'inizio Margherita non ci dava molto peso.

Eu era bello, simpatico; loro due erano amici.. si sentivano quotidianamente e lui aveva anche provato a baciarla, un pomeriggio.

Ma non c'era niente tra di loro e la sua storia con Camilla la lasciava indifferente.

Era tutta presa da Igor, che ancora non si era fatto vivo.

A scuola il tempo passava lentamente: le lezioni erano noiose e il sole si perdeva oltre la collina.

Quella mattina però era bello caldo e aveva portato a tutti un po' di gioia... addirittura sembravano più sorridenti i professori. L'estate stava giungendo.

Il messaggio arrivò inspettato: - salvami. -

Igor aveva rotto il silenzio. Aveva bisogno di lei, ancora una volta.

-dove sei?- digitò in fretta l'sms, quasi avesse paura che Igor potesse spazientirsi.

-In spiaggia. Ci vengo ogni mattina e ci passo il tempo. Ho bisogno di respirare il mare. Ho bisogno del mio mare.-

Mancava meno di un'ora alla fine della giornata scolastica. -aspettami lì.-

E fu di nuovo silenzio.

 

Arrivando in spiaggia si accorse di quant'era bello. Sotto al sole i suoi capelli avevano dei riflessi neri, ed era strano poiché era castano.

“Mi hai fatto preoccupare.” Gli disse sedendosi vicino a lui.

“mmh.” mugolò. “Stai bene?”

“Sì.” “E' bello oggi il mare” sorrise lei, cercando di guardarlo negli occhi

. “Come sempre. Il mare è sempre bello.” La guardò di rimando. A lungo.

“..pensare che dicevi che non era bello!!” “Non l'avevo conosciuto bene. Non l'ho mai apprezzato.”

“Si è sempre in tempo per cambiare idea, sai?” gli prese la mano.

“Grazie per essere venuta.” “Non sono venuta per te. Sono venuta per il mare...”

Passarono i seguenti 5 minuti a guardare la linea dell'orizzonte e a stringersi le mani.

“Allora, lo frequenti?” Igor sembrava tormentato da Eugenio!

“No, Eu sta con Camilla.. pensavo lo sapessi..” Lui le mollò la mano. “No. Non lo sapevo.”

“Beh? Cosa ti importa se frequento lui o frequento qualcun'altro!?” “Niente. Era solo curiosità.”

“Oh, certo.”

“Guarda che non mi importa. E' solo che quello lì non mi piaceva.”

“A me sì. E pure tanto.”

“Ma ora sta con Camilla.”

“Lo so. Ma non dureranno molto. Lei è come te, anzi, lei è per uno come te. Eugenio merita di meglio!”

Lo colpì di proposito con quelle parole. Sapeva che lo avrebbero fatto riflettere.

“Infatti la rivoglio.” le piantò gli occhi in faccia, con aria di sfida.

Per un momento lo sguardo di Margherita barcollò, ma fu breve: “riprenditela.”

“Oh, lo farò stanne certa.” “Bene, meglio. Anzi guarda... ti darò una mano anche perchè non vedo l'ora di vedere Eugenio libero da quella!”

Margherita aveva perso, ancora una volta.

Era arrivata in spiaggia convinta che fosse la volta buona.

Convinta che potesse essere salvata anche lui, che il mare la ripagasse dei suoi sforzi. Ma aveva perso tutto, convinzioni comprese.

“Ciao.” concluse alzandosi e andandosene.

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Capitolo 10
*** 10- ***


-Mi ha lasciato.-

Era in camera, stava piangendo. Fanculo a Igor, fanculo a Camilla. Lei era l'unica che aveva perso tutto!

Il messaggio di Eu se lo aspettava, però. -perchè?-

-dice che ha capito di volere ancora il suo ex-

-chi è l suo ex??-

-che ne so...io non capisco... -

-bhe non ti merita Eu.-

-Mi fa male.-

Anche Margherita stava male. Erano accomunati da quel dolore.

Così tanto che la proposta di Eugenio, immediatamente successiva al suo ultimo messaggio, fu approvata senza esitazioni.


 

E così, eccoli. Seduti sul letto di Eugenio, a guardarsi. L'uno la forza dell'altra.

Erano incredibilmente simili ed incredibilmente perfetti nel loro dolore.

Quello che successe dopo fu, bhe, fu inevitabile.

Si erano cercati perchè erano soli, delusi... ma anche perchè si erano sempre inconsapevolmente cercati da quando si erano incontrati.

Un bacio di quelli che ti spezzano il fiato. Un bacio “a labbra salate”.

E poi si fermarono, perchè correre avrebbe significato rovinare tutto.

Si studiarono subito dopo il bacio e a Margherita venne in mente di quando lui, qualche settimana prima, aveva provato a baciarla.

Quando Camilla ancora non esisteva e Igor era annebbiato dai silenzi.

“Grazie.” un sussurro impercettibile.

“Mi hai salvato anche stavolta, Margherita.”

Si baciarono ancora. Ma poi lei scappò a casa.

 

Il silenzio fu il suo migliore amico per i successivi due giorni.

 

La vibrazione del telefonino la svegliò:

-Che fine hai fatto?- Emma era un po' preoccupata.

-sto male, ho la febbre. Torno domani forse.-

-Eugenio continua a chiedermi di te.. ah, la sai l'ultima? Igor e Camilla si sono fidanzati ufficialmente!

Tutto l'istituto è sbigottito.. ma la cosa più buffa è che Eugenio non se ne frega niente!-

Ce l'aveva fatta. Igor se l'era ripresa. E in cambio le aveva regalato Eugenio.

-Lo so. A domani Emma.-

Non voleva pensarci e tornare a dormire era l'unico rimedio efficace.
 

-Ora basta con tutto questo silenzio Marghe. Mi manchi terribilmente!-

Che bello svegliarsi così!

-Anche tu mi manchi Eugenio. Ci ho pensato su tantissimo, sei sicuro di quello che abbiamo fatto a casa tua??-

-Era inevitabile.-

-Non giocare con me...-

-Non sto giocando!-

 

La mattina alzarsi era traumatico, sotto un sole caldo e una marea di problemi.

Arrivando al bar incontrò Agnese, che però non era sola. Eugenio era con lei, e stavano facendo i compiti.

“Buongiorno a tutti..” Disse entrando. “Oh, cara, finalmente sei tornata! Come stai??”

Agnese con la sua dolcezza le era un po' macata: "meglio!"

Eugenio intanto si era alzato ed era andato ad abbracciarla cercando le sue labbra.

“Ciao...” le disse baciandola.

Agnese di certo non se l'aspettava.

“Cara, ti va un giro?” Margherita annuì; doveva avere qualcosa di importante da dirle.

Lasciarono Eu da solo ed uscirono.

“Cos'è questa storia?”

“Igor si è messo con Camilla?”

“Igor è rincoglionito.. Camilla si gasa di stare con lui e non capisce che è solo un ripiego bello e buono.

Ieri mattina non l'ha nemmeno salutata.. e considerando che sono in classe insieme è davvero triste.”

“Non mi importa più niente. In spiaggia, poco tempo fa, mi ha detto che la rivoleva ed è riuscito a prendersela.

Io ora voglio stare bene Agne, ed Eu mi fa stare bene. Ci siamo salvati... e ora basta parlare di Igor.”

“Io so come andrà a finire...Camilla ieri c'è rimasta molto male e penso abbia ricercato Eugenio. Sicura di non farti del male, in tutta questa storia??”

Margherita si guardò le punte dei piedi.

“Non sento più niente, non so nemmeno cosa voglio...”

Rialzando lo sguardo fu colpita come uno schiaffo dallo sguardo di Igor.

“E' arrivato.” sussurrò ad Agnese.

“In tutto il tempo che hai perso per lui non ci hai ricavato niente di buono. E' ora di ripagarlo con l'indifferenza.” Le suggerì Agnese avviandosi verso il bar.

Margherita rimase lì da sola a fissare Igor che si stava avvicinando: "stai meglio?” “Sì.” rispose seccamente lei.

Arrivò Camilla, come un furia: “Ciao amoreeee!” civettuolò salutando Igor con un bacio. “Ciao.” rispose di rimando lui continuando a guardare la rossa.

Margherita scoppiò a ridere e tornò al bar.

“Dov'eri finita?”

“Stavo guardando due ragazzi patetici che fingono di stare insieme.” rispose ad Eugenio sedendosi accanto a lui.

Eugenio guardò in direzione di Camilla.

“Io ..devo dirti una cosa..”

“Dimmi.”

“Ieri mi ha ricercato. E' in crisi con Igor e sta male.”

“Oh, poverina.” fece il verso Margherita.

“Così oggi usciamo, sai, per parlare un po'... Ti dispiace?” concluse Eu tutto d'un fiato.

“Non stiamo insieme. Non mi devi spiegazioni. Fai cosa cazzo ti pare.”

e la campanella la salvò da una crisi isterica.

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Capitolo 11
*** 11- ***


A ripensarci adesso Margherita si sentiva proprio fessa.

Cioè, passi la tua adolescenza a cercare il ragazzo ideale e poi non lo sai riconoscere

nemmeno se è lui stesso a confermarti che è lì per te, per te e nessun'altra!!

Eugenio era tornato con Camilla perchè Camilla era Camilla.

E con questo ci aveva pensato già tre volte a quel nome. Quel nome odioso.

E Igor? Bhe Igor era in spiaggia.

Ormai ci andava tutti i giorni; Lui e il mare erano diventati amanti.

 ---
 

“Agnese, non ce la faccio più..” si lasciò scappare una mattina tra le ultime di quell'anno scolastico.

“Tesoro.. oh, cara. Ti capisco.

Umberto dice che Igor è cambiato; crede che sia stata Camilla ad avergli fatto quell'effetto.

Ma io, noi, sappiamo che non è così.. vero??”

“Mi manda messaggi di continuo.

Nemmeno un mese fa avrei pregato che ciò avvenisse ed ora non ce la faccio a sostenere tutto quanto.

Vedere Eugenio, il mio Eugenio con quella ragazza così stupida mi da un dolore che non comprendo ancora per intero.

Ma Igor, il mare. Lui non ha mai voluto che io lo salvassi...

e adesso non passa giorno in cui non mi chieda -scusa- -mi manchi- -vorrei vederti-.”

“Margherita tu cosa vuoi?” Agnese ora la guardava inflessibile.

“Niente.” “No, tu vuoi qualcosa..!”

Silenzio, sospiro di rassegnazione.. poi ancora silenzio.

“Sì,” proseguì allora la rossa, “forse vorrei solo capire -perchè- tutto va così e tutto d'insieme.

Perchè Igor non si sia mai voluto lasciare salvare e perchè io ora voglia così ardentemente Camilla morta!!”

“Camilla non c'entra, fidati di me.”

Agnese chiuse un momento gli occhi come a concentrarsi per non perdere la pazienza.

Li riaprì e le prese le mani sorridendo però molto tranquilla: “ora è il momento di chiedersi se non sia il caso di

ricominciare e di sperare un po'.

Igor l'hai cambiato, Margherita. L'hai cambiato perchè lui ora ama il mare ed il mare sei tu.... non era quello che volevi?”

Quella ragazza metteva pace a Margherita. La faceva sempre stare bene; “Forse. Ma non così. Non ora..” le rispose.

“Mettiti d'accordo con te stessa, e sorridi.. che sei più bella quando lo fai.” Le rispose Agnese facendole l'occhiolino.

"Ora scusa ma è arrivato Umby..!" prese la cartella e andò verso il suo ragazzo.

-Sorridi...che sei più bella quando lo fai.-

Un bel sorriso in faccia, sì.

E anche quella giornata passò.

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Capitolo 12
*** 12- ***


 -Non valgo niente se tu non ci sei più.-

Erano le 4 di mattina. Di domenica mattina.

Forse rispondergli quella volta sarebbe servito. Forse le aveva scritto alle 4 del mattino perchè era successo qualcosa:

-Dove sei?-

-Fuori dalla discoteca; qui vicino c'è il mare, lo sai?-

-Sono le 4 del mattino.. io so solo che stavo dormendo.-

-Scusa non dovevo disturbarti ma sto ascoltando una canzone che mi ricorda te.. io ti voglio vedere, perfavore...-

-Ora torno a dormire e la canzone la conosco; fa anche: resto qui a cercar di non DELUDERTI PIU'.-

-Vorrei poter rimediare ma non sono in grado di dar certezze.

Penso anche di essere un po' ubriaco, e quindi magari domani mattina non mi ricorderò di cosa ti ho scritto stanotte. Dormi bene..-

No, decisamente non sarebbe mai rimasto per non deluderla più.

 

Quella mattina Igor era sotto casa di Margherita e la stava aspettando, sbronzo e malconcio;

lei l'aveva visto dal terrazzo mentre stendeva..per puro caso.

Allora lo raggiunse, un po' preoccupata:

“Cosa ci fai qui?”

“Sono ubriaco?”

“No, puzzi solo di alcool e fumo ma se sei arrivato fino a qui da solo non sei ubriaco.”

“No dico, ti sembro ubriaco?”

“Sei solo in condizioni patetiche. Ora rispondimi: che ci fai qui?!”

“Volevo.. vederti..?”

“Sicuro?”

“No.”

“Igor va a casa...”

“Margherita io posso amarti?”

“Igor, sei ubriaco!!”

“No, l'hai detto tu che non sono ubriaco...”

Sospirò.

Quella giornata era calda, alle 4 si sarebbe vista con Eugenio che partiva per Roma: tornava dal padre.

Non voleva pensare al liceo senza Eugenio, alle mattine fredde senza i suoi abbracci o

ai pomeriggi sotto al sole senza i suoi occhioni verdi.

“Igor, perfavore, vai a casa.”

“Ricordi la canzone che ti ho scritto stanotte? Ne conosco delle altre! Senti questa: Salvami ed insegnami ad amare come te...”

“..e va sempre così.. che tanto indietro NON SI TORNA!

Le conosco anche meglio di te.. Non capisco perchè tu debba citarle ora, in questa situazione.”

“Perchè ti amo.”

Un gatto attraversò pigramente lo spazio tra le gambe malferme di Igor.

Era il gatto del vicino, che ci faceva fuori!?

-Calmati. Respira. E' ubriaco.- si trovò a pensare Margherita.

“Va a casa.” solo allora si girò, decisa a voltargli le spalle una volta per tutte.

“No! Io...” le afferrò la mano e lastrinse a sè, baciandola.

Un bacio alcolico. Uno di quelli che solitamente non si ricordano il giorno dopo.

A Margherita provocò una leggerissima scossa alla schiena ma non come poteva pensare.

Non era forte, magnetica, prepotente come quando si era baciata con Eugenio.

Non era dolce e sincero come QUEL bacio.

Non era altro che un bacio di addio, allora.

“Io credo che tu debba andare a casa a farti una doccia fredda.”

sospirò lei staccandosi dolcemente dalle labbra di Igor, quello che un tempo era il suo mondo.

Il suo scoglio da levigare.. il suo porto sicuro in cui ormeggiare le fantasie più dolci e segrete.

“Mi hai salvato ancora una volta.”

“No” sorrise finalmente lei: “no Igor non ti ho salvato. Io, io mi sono salvata..da te e da quello che non sei mai stato in grado di essere.”

E così ecco il triste epilogo di una storia tra due perfetti sconosciuti.

Due amanti che si sono cercati inconsapevolmente, che si sono amati in segreto e mai l'hanno confessato perchè incapaci di ammettere sentimenti sinceri.

Eccoli che fuggono via per le loro strade diverse, che si son salvati.

Si sono salvati entrambi, sì.

Perchè l'uno.. si è messo in salvo dall'altro!

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Capitolo 13
*** 13- ***


 Eccola poi pronta, alle 4 precise, sotto casa di Eugenio.

L'addio è il momento più bello di un'amicizia poiché dimostra che un amico supera le distanze materiali e le colma con il cuore..

Ma tra due amanti? Come avrebbero superato la distanza, due amanti?

“Ehi...” la faccia tirata diceva tutto. Eugenio era bello come sempre, ma triste.

“No, non dirmi che sei triste..” cercò di scherzare lei, tesa, e sempre più sull'orlo delle lacrime.

“Camilla ed io ci siamo lasciati. Io ora sto perdendo anche te. Potrei esser più felice di così?”

lo disse col tono ironico di chi si rassegna a non poter mettere radici da nessuna parte.

“..non mi dispiace nemmeno un po' che tu e quella vipera vi siete lasciati, non lo nasconderò. Ma hai detto una cazzata colossale, mio caro!

Io non sono qui per un addio, sono qui per un arrivederci. E non mi perdi. Non posso perderti io, lo sai...”

Gli occhi di Eugenio brillarono per una frazione di secondo poi ripresero la malinconia di poco prima:

“Ho paura di partire. Perdo tutto.. Non ho una cosa “mia”, che sia mia davvero per tutto. Son sempre dimenticato.”

“Tu sei nel mio cuore. Questa è casa tua. Ed è sempre aperta, quindi, quando vuoi tornare... fallo.”

Si guardarono a lungo. “Lo so. Ma la distanza mette a dura prova qualsiasi sentimento!”

“Quello che provo per te? Impossibile! Ti ho salvato, ricordi? Ti ho salvato e ti amo.”

Un bacio. Lo sguardo di Margherita chiedeva solo un bacio... ma ricevette soltanto un abbraccio: magra consolazione..!

“Anche io ti amo.” le accarezzò i capelli.

“Non come io amo te.” piagnucolò infine lei.

“No, forse non come tu ami me. Ma ti amo.. non conta niente??”

“Io vorrei esser stata Camilla. Vorrei esser stata Giulia, Ingrid, Emilia e tutte le ragazze del tuo passato.

Perchè avrei voluto abbracciarti quando avevi bisogno di un abbraccio, avrei voluto un tuo bacio ogni volta che i silenzi calavano.

Avrei voluto dirti addio ogni volta che partivi di nuovo e avrei voluto essere il primo ciao della nuova città.”

Eugenio le prese il viso tra le mani e stavolta i suoi occhi tradivano molto più di prima i sentimenti che provava verso quella ragazzina dai capelli rossi;

“e invece sei Margherita, quella delle scale.. dei messaggi senza senso e dei baci rubati!

 Sei quella che si arrabbia per tutto e sa farti ridere di gioia e ti mette in pace con il mondo.

Quella che mi fa battere il cuore e per la prima volta non mi dice addio, ma solo arrivederci.”

Allora la baciò.

Il giusto prezzo per la lontananza fu quel bacio lungo e passionale.

Stavolta i brividi non furono solo sulla schiena ma ovunque.

Persino il cervello tremò perchè aveva capito: aveva capito che Eugenio era la ragione per la quale Margherita aveva tanto sofferto:

in quel momento doveva essere proprio lì, tra le sue braccia.

Doveva baciarlo, doveva sentire il suo profumo fin nelle ossa e doveva piangere, bagnando la camicia bianca di Eugenio.

“Tu non scordarmi, perchè tornerò.”

“Te lo prometto, Eugenio. Tu sei quello che ho salvato, e io amo ciò che ho salvato..”

Pianse.

Pianse e si baciarono ancora.

Ma poi lui partì.

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Capitolo 14
*** 14- ***


Che poi era inutile parlarne. Nessuno la capiva.
Igor si era messo con un'altra. Sai che novità.
Eugenio era il silenzio. Eugenio era pura presenza costante nel cuore.

"Ieri mattina mi ha cercata Igor."
Era l'ultimo giorno di scuola.
Per Margherita era importante, poichè sanciva la fine del suo amore platonico con Igor.
L'estate avrebbe messo abbastanza distanza tra loro per farle scordare quegli occhi dannati che la portavano giù fino a star male.
"Bene.." finse interesse.
"L'ha fatto perchè Umberto non gli dice più niente di te, e lui vuole sapere. Vuole darti una cosa. Ci parlerai?"
"Agne, non mi importa più nulla di lui. Io non lo amo."
"Dagli quest'ultima possibilità. Eugenio è tornato con Camilla...."
Già.
Eugenio era silenzio, presenza immobile. Ed era nuovamente di Camilla.
Era tornato nel weekend perchè suo padre gli dava il permesso di fare avanti e indietro, dal momento che aveva una ragazza.
Ma quella ragazza non era Margherita.
Quella ragazza era Camilla, quella dei mille tira e molla, quella delle corna, dell'inverno dei silenzi e delle lacrime.
Dio solo sa quanto Margherita soffriva ogni notte al pensiero di loro due insieme.
Quel penultimo weekend lui non aveva voluto vederla e non le aveva detto il perchè..lo avrebbe capito da sola a breve.
Camilla non voleva, era gelosa.
E a Margherita restava l'amaro in bocca.
"Lo so. Ma di Igor non voglio sapere più niente!"
Silenzio.
Silenzio interrotto da schiamazzi per i corridoi. C'era autogestione quell'ultimo giorno.
"Hai solo quest'opportunità."
"So anche questo.." concluse tristemente la rossa.
"Marghe non buttarla al vento. Alessandra non è nulla per Igor come non lo sono state le altre. Lui ha scelto te e oggi è lì'ultimo giorno che ha per dimostrartelo prima di perderti completamente!"
"Lo ha già fatto, mi ha persa quando ha scelto la via troppo facile. Quando mi ha rifiutata. Quando mi ha umiliata. Quando mi ha fatto piangere. Lo ha già fatto!"
"Ci tiene. Ricordati che fa lezione la terza ora, poi è libero. Facci un salto, da sola. Lo apprezzerà!"
E con quelle parole Agnese salutò la sua amica augurandole buone vacanze.

Eccola ancora una volta da sola, davanti ad un bivio. Aveva paura.
Eugenio.
Igor.
Lei.
Camilla.
Era un circolo vizioso che si ostinava a non chiudersi. Poteva chiuderlo solo lei, prendendo in mano la situazione ed affrontando Igor!
Entrò nell'aula 13 ed aspettò che Igor entrasse per fare la sua lezione.

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Capitolo 15
*** 15- ***


Eccolo sulla soglia.
In fondo, quei suoi occhi maledetti le erano mancati.
Si chiusero, si riaprirono.
Margherita sorrise. Era stupito.
"Ciao.."
"Rossa.."
"Hai lezione eh?"
"Sì..Resti a sentirla?"
"Yessss, ah, ho parlato con Agnese."
"Ne riparliamo dopo."
Entrarono altri ragazzi e Margherita si rifugiò in un angolino dell'aula, in silenzio.
La lezione fu divertente e passò in fretta.
Si ritrovarono da soli... faccia a faccia.
"Non ci vedremo per tutta l'estate..?"
"Era quello che speravo, ad essere onesta."
"Non mi sopporti proprio, eh.."
"Non è che non ti sopporto. E' che mi hai fatto male, tanto. Quindi ora come ora l'unica cosa che mi auguro è quella di perderti."
"Allora è inutile che io ti parli."
"Lo penso anche io."
Negli occhi di Igor lesse tristezza infinita. Per una volta quel ragazzo non nascose i suoi sentimenti.
"Ti ho preparato un CD. Posso lasciartelo?" azzardò.
"Non rifiuto niente.." gli sorrise la rossa.
Le mise tra le mani un CD semplice, con in copertina l'unica loro foto insieme. Fu un colpo al cuore.
"Non me la ricordavo, questa.." "Io ce l'ho appesa in camera, che tu ci creda o no. E non passa giorno in cui non la guardi."
"Non importa, lo ascolterò presto.. Buone vacanze Igor!"
Lo lascò lì, solo, perdendo l'unica possibilità di scalfire in modo significativo quel cuore così freddo.

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Capitolo 16
*** 16- ***


Quelle sono canzoni che Margherita ascolta ogni giorno.
Quella è la copertina che si è consumata a furia di essere guardata.
Quelle sono le lacrime amare di Margherita, la rossa, quando ripensa a Igor...lo scoglio.
E quello, proprio quello, è il telefono muto. Muto perchè Eugenio non la chiama. Muto perchè Eugenio le ha detto che non può più farlo.

Dentro al CD c'era una lettera:
-Sapevo che a parole non sarei riuscito a dirti tutto. Ho pensato però che tu queste cose le debba sapere comunque e così le ho scritte.
Devo dirti grazie perchè ho amato il mare come mai avevo amato qualcosa.
Devi sapere che sono sempre lo stesso, non mi cambierai mai. Ma mi hai segnato e mi hai insegnato ad amarmi.
Ricordo quei pomeriggi in spiaggia, quando in testa credevo di avere solo te ma avevo capito che eri troppo per uno come me.
Troppi impegni, troppe responsabilità. Troppi insicurezze, poche certezze.
Io ti desidero tutt'ora, ma ho paura a prenderti con me. Non mi sento abbastanza... e non sono pronto.
Immaturo, coglione, indeciso...chiamami come vuoi. Io non posso stare con te.
Con te che sei l'unica al mondo che mi è rimasta dentro; con le unghie mi ha preso il cuore e non lo molli.
Vorrei vederti anche quest'estate, sentirti.
Sapere che mi pensi mi farà sentire più sicuro.
Sono insicuro, lo sai?
Ho mille paure.
E tu sei la mia paura più grande.
Ho paura di stare con te, di averti... ma allo stesso modo ho paura di perderti.
Salvami. Ed insegnami ad amare come te.
Non te lo volevo dire a voce e nemmeno scrivere, ma.. hai scoperto il vero Igor.
Non mi lasciare andare via del tutto se pensi di potermi salvare.
Credici per entrambi.
Io voglio essere salvato, Rossa.
Ti voglio.-


L'estate era alle porte.
Bruciare la lettera le sembrò l'unica soluzione.
Margherita aveva il cuore freddo.
Aveva amato Igor privandosi di certezze e sorridi ed aveva amato Eugenio privandosi della gioia di vivere.
Era spenta.

Ma l'estate... l'estate era alle porte.

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