Famiglia...

di Arty_Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perso. Per sempre. ***
Capitolo 2: *** O forse no.... ***
Capitolo 3: *** Ma com'è possibile (ecc...) ***



Capitolo 1
*** Perso. Per sempre. ***


Ciao a tutti!!!

L'ispirazione per questa storia mi è venuta rileggendo “L'inganno di Opal”.

Perchè Colfer mi ha ucciso Julius!!!!!!!! Perchè???????????? Ok, basta, veramente.

Mi piace pensare che Grana Algonzo e Spinella Tappo abbiano un rapporto di “un-po'-più-che-amici”, infatti in questa storia sono sposati!! *------* <3 <3

Molti “Arty/Spinella” mi vorranno uccidere per questo ma... ahimè... io non ce la faccio a pensare che un umano abbia un rapporto con un'elfa *-* SORRY!!! (Infatti quando ne “La trappola del tempo" si baciano... Mi sono suicidata, però sono sopravvissuta °-°).

E comunque.... *Tenta di corrompere i potenziali assassini con dolci e caramelle * :D :D :D

 

La storia inizia il ventesimo anniversario della morte di Julius Tubero. Grana Algonzo ha preso il suo posto di comandante della LEP e Spinella Tappo è la comandante della Contacts Ricog, un ramo indipendente della Libera Eroica Polizia che si occupa dei contatti in superficie e soprattutto dei casi troppo pericolosi e sottili per essere affidati ad agenti Ricog. (Non so da dove mi sia venuta questa idea °-° )

*Regala tartufi al cioccolato (Rubati a Opal) a tutti i lettori, ai quali l'autrice vuole TANTO TANTO TANTO bene. xD *

 

1 – PERSO. PER SEMPRE. → PERSO . PER SEMPRE. 

 

-Mettiti fuori portata. Salva Artemis. È il mio ultimo ordine, capitano. Non permetterti di ignorarlo.-

-Non ho scelta, Julius.-

-E non chiamarmi Julius! Fai sempre così prima di disobbedire a un ordine. Salva Artemis, Spinella. Salvalo.-

[…]

Tubero sorrise dolcemente. -Coragg...-

 

-SPINELLA! SPINELLA, TI PREGO, SVEGLIATI!-

L'elfa aprì di colpo gli occhi inondati di lacrime, respirava affannosamente, tremava ed era completamente sudata sebbene fosse inverno (anche sotto la superficie fa più freddo in inverno – n.d.a.).

Spinella si raddrizzò faticosamente in piedi e cominciò a singhiozzare sulla spalla di Grana, che la strinse in un abbraccio rassicurante.

-Di nuovo Julius?- sussurrò lui quando la ragazza sembrò calmarsi.

-S-Sì...-

Grana asciugò con un dito le lacrime che rigavano il viso della moglie e poi la baciò dolcemente.

Spinella si sedette sul bordo del letto, Grana fece lo stesso, poi gli appoggiò la testa sul petto e iniziò a parlare tra sé.

-È colpa mia... È colpa mia se adesso lui non è qui... È solo e soltanto colpa mia...-

-Non dire così, Spin...-

-È la verità, Grana!!! Come fai a non capire che adesso Julius potrebbe essere con noi?!? Che potrei vederlo tutte le volte che vorrei, che potrei ancora respirare il fumo dei suoi sigari e che... Adesso non starei così!!- gli urlò contro, la ragazza, ma il marito sorrise semplicemente, in verità la capiva benissimo, e le posò sulla guancia una mano, che però lei si affrettò a togliere e a sbattere sul letto.

-Spinella, non potevate uscire da lì vivi, tutti e due... Non c'era modo.-

-C'ERA IL MODO... DOVEVO TROVARLO...- riprese a singhiozzare -Scusa... Dovevo sfogarmi...-

-Non fa niente, tes...- guardò l'orologio -D'Arvit!! È tardissimo! Devo andare in centrale! Scusami, amore!-

Spinella sorrise sforzatamente -Vai, vai... Ci vediamo per pranzo?-

Lui si chinò per un bacio -Certo. Se hai bisogno di sfogarti, chiamami.-

-Ok. Ti amo, Gro.- sorrise maliziosamente. Quanto le piaceva farlo arrabbiare con i diminutivi?

-Grana.- la corresse lui, baciandola sulla guancia, poi uscì dall'appartamento.

 

Spinella prese una cornice dal suo comodino. Conteneva la foto della cerimonia della sua promozione: c'era lei con a fianco il comandante Tubero, in una di quelle rarissime volte che era sorridente.

Una lacrima scivolò sul vetro, che Spinella si affrettò ad asciugare, poi si alzò, si diede una veloce rinfrescata

e uscì di casa avviandosi verso la centrale della Contacts Ricog.

Sede della Contacts Ricog.

Il giovane elfo che stava alla reception la salutò con la mano -Buongiorno, comandante. Ma... Va tutto bene?-

-Sì, tutto benissimo.- rispose acida lei.

Spinella cercò di evitare qualsiasi contatto con qualsiasi persona cercasse di parlarle e entrò nel suo ufficio, sprofondando nella poltrona dietro la scrivania.

A un certo punto il trasmettitore che c'era sul tavolo emise un “BIP”.

-Sì?- rispose stanca l'elfa.

La voce del caporale Cedro, il suo segretario, risuonò nella stanza -Comandante c'è Prisma che la vuole vedere, che faccio?-

-Digli che oggi non è giornata, ok?-

-Ok. … Ehi, centauro! Il comandante dice che devi riportare il tuo didietro peloso nel tuo laboratorio.-

Probabilmente Cedro si dimenticò di staccare la comunicazione perchè Spinella poté sentire tutta la conversazione.

-Non ha detto quello!-

-Sì sì che l'ha detto.-

-No-

-Sì-

-No-

-Sì-

-No-

-No- disse Cedro facendo finta di niente.

-Sì...-

-Muaha! Ti ho fregato! Non sei poi così intelligente come sembra...-

-Ero distratto!-

 

Dentro l'ufficio una certa elfa stava sorridendo.

-Cedro riesce sempre a metterti di buon umore!- Pensò, mentre si chiedeva, per la millesima volta da quando lo aveva conosciuto, come facesse a chiamarsi Cedric Cedro. (Specifichiamo: Cedric è il nome e Cedro il cognome).

I suoi pensieri vennero interrotti dallo sbattere di una porta.

-Ah-Ah! Allora non sei così depressa come vuoi far credere! Stai sorridendo!- Prisma, il centauro, tecnico della Contacts e cugino di Polledro, entrò nella stanza.

-Prisma... Mi sembrava di aver detto che non avevo voglia di vedere nessuno...-

-Eh dai... Comandante.. Volevo solo assicurarmi che non stessi così male....-

-Prisma, ti prego, veramente non è giornata! -fulminò con lo sguardo il tecnico.

-Ok, va bene. Se succede qualcosa ti chiamo- Prisma uscì dall'ufficio.

Spinella sospirò e si preparò a compilare una montagna di schede elettroniche.

 

 

-Ci vediamo, ragazzi.-

-Arrivederci, comandante.-

Il comandante Algonzo uscì dal palazzo e andò verso la sede della Contacts, per prendere Spinella e andare a pranzo.

Quando fu davanti all'ufficio di Spinella trovò il caporale Cedro intento a giocare con la nuovissima versione della Elf Station.

Si schiarì la voce, facendo quasi prendere un colpo a Cedric, che si affrettò a posare il videogioco sotto la scrivania.

-Ehm... Sì? Oh, comandante Algonzo! Ditemi, ditemi...-

-Ciao, Cedric, Spinella è in ufficio?-

-Uh... Beh veramente...-

 

*Flash Back *

-Cedric, devo andare in un posto...-

-Ok, se la cercano cosa devo dire?-

-Dì che dovevo fare una cosa importante.-

-Bene. Arrivederci.-

*Fine Flash Back *

 

-Non ti ha detto dove andava?-

-Ehm... No...-

-Uff... Dovevamo fare pranzo insieme... Vabbè...-

-Ha detto che doveva fare una cosa molto importante, e aveva un'aria molto afflitta...-

-Ok, grazie lo stesso. Forse so dove trovarla... Ci vediamo, Cedric.-

-Arrivederci, comandante.- salutato Grana, riprese a giocare con la Elf Station.

Cimitero di Cantuccio.

 

I cimiteri degli Strati Inferiori non sono veri e proprio cimiteri, in quanto non ci sono ossa, ma solamente della lapidi di ricordo.

Spinella era in piedi davanti a quella dell'ex-comandante:

 

In ricordo di Julius Tubero,

il più giovane comandante della LEP,

che ha saputo guidare i suoi agenti

con severità e sangue freddo

nelle più svariate missioni.

Il comandante Tubero se n'è andato,

Koboi l'ha strappato al suo popolo.

Resterai sempre con noi, Julius.

 

L'elfa cadde in ginocchio cercando di trattenere le lacrime. Erano passati vent'anni, ma lei non riusciva a mandare giù il fatto che il suo comandante, quello che era stato come un padre per lei, fosse morto.

Quando lesse la penultima riga sentì accrescere dentro di sé un odio profondo verso Opal Koboi, che, grazie a un inganno, le aveva tolto il suo AMICO.

Ad un tratto una mano le si appoggiò sulla spalla. -Spinella... Non dovevi venire... Starai solo peggio...-.

Spinella si voltò, ancora con gli occhi arrossati dal pianto, posò i fiori alla base della lapide, poi si alzò e se ne andò, in silenzio, mano nella mano con Grana.

 

 

Author's note.

Spero vi sia piaciuto!!! :D Anche se un po' corto... U.u

Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! No!!! Non uccidetemi!!!! *________________*

Comunque ho scritto questo primo capitolo in un momento di profonda depressione (Non si vede eh?).

Quando ho finito di scrivere sono scoppiata a piangere ç______ç

Il prossimo capitolo sarà un po' più piacevole, anche perchè ci sarà una sorpresa per tutti quelli che amano Julius *----*.

 

Baci elfosi a tutti i lettori!!! <3

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Capitolo 2
*** O forse no.... ***


Eccomi di nuovo qua! Ultimamente ho avuto parecchi problemi con internet e quindi non ho potuto aggiornare. Sorry! *-*

Polledro: ahahahaha! Te l'avevo detto che quel computer non durava niente!

Io: zitto tu! >.>

Polledro: io parlo finché voglio. U.u

Io: Lo sai che se adesso non parli alla fine della storia ti faccio dare una medaglia??

Polledro: davvero?!?!?!?!?!?!? Wooooow! Ok, sto zitto! :D :D

Dicevamo... Ecco il nuovo cappy!! :) *Regala dolcetti ai suoi “25 lettori” (come diceva Alex Manzo)*

ENJOY!

 

2 – O FORSE NO... → O FORSE NO...

 

Bar di Cantuccio.

-'Giorno comandanti!- un elfo di mezza età li accolse con un sorrisone.

-Ciao Jack!-

Il barista li fece sedere a un tavolino e poi si affrettò a prendere le ordinazioni.

-Che faccio? Il solito?-

-Sì per me il solito, per te Spin?- chiese Grana prendendo la mano della moglie.

-Per me.... Niente. Non ho fame. Mi sento lo stomaco bloccato...-

-Non per obbligarti, ma dovresti mangiare qualcosa.- disse dolcemente il comandante Algonzo.

-Grana non ho bisogno che tu mi dica quando devo mangiare. Non me la sento, ok?-

Il marito alzò gli occhi al cielo. Far cambiare idea a Spinella era una battaglia persa in partenza.

-Ok... Allora Jack, solo per me.-

-Agli ordini, comandante!- Jack mimò con la mano sinistra il saluto militare. Grana lo guardò e alzò un sopracciglio -Si fa con la destra, Jack....-

Il cameriere cambiò velocemente mano.

-Ops... Beh... Era per vedere se eravate attenti, ovviamente.-

-Certo, ovviamente.-

Dopo qualche minuto il barista tornò con un panino e un frullato di ortica.

-Grazie.-

Grana azzannò letteralmente il panino.

-Sicura di non voler niente? Oggi è più buono degli altri giorni...-

La donna sospirò -Sì, sono sicura.-

-Ok. Però non sai cosa ti perdi a non...- Un'occhiataccia della moglie bastò fargli pensare soltanto più a mangiare e non a parlare.

Mentre Grana stava per finire il frullato, gli squillò il telefonino, quindi posò il bicchiere e rispose.

-Qui Comandante Algonzo. Che c'è Polledro?-

Dall'altro capo un certo centauro era in fibrillazione.

-Grana! Vieni subito qui! Porta anche Spinella.-

-E chi te lo dice che sono con Spinella?-

-È ovvio! Con chi dovresti essere?!? È un'emergenza!-

-Finisco di mangiare e arrivo...-

-NO! Non c'è tempo da perdere! Venite subito!-

-Sarà meglio per te che sia veramente importante.-

-Lo è. Stanne certo-.

Staccò la comunicazione e guardò Spinella che aveva già capito la situazione.

-Polledro dice che è importante...- iniziò Grana.

-Beh... Lo sai cosa intende lui per importante....- continuò la donna ricordandosi del giorno in cui il centauro aveva dato l'Allarme rosso soltanto perchè aveva finito le carote.

-Questa volta sembrava convinto... Tanto vale andare a vedere, no?-

-Ok....-

I due si alzarono, pagarono il conto e si diressero, correndo, alla centrale.

In effetti non fu così semplice. Avevano dovuto fare uno slalom tra i civili che passeggiavano tranquillamente sul marciapiede e scusarsi con tutti quelli che saltavano fuori con frasi tipo: -Ehi, ma chi vi credete di essere per spingere così la gente?- o -Fate attenzione!- oppure -Solo perchè sono della LEP si sentono i padroni del mondo!- o ancora, gli elfi più anziani -Ah, questi giovani!!!-.

Finalmente arrivarono al palazzo della LEP, entrarono e si diressero subito verso la CabOp. , scesero le scale e.... -Gro-Gro! Mammina ha detto che...-

Grana prese fiato -Primo: comandante Algonzo, quando siamo in servizio, caporale. Secondo: non mi interessa cos'ha detto mammina. Terzo: vado di fretta. Chiaro?- Si fece strada spingendo il fratellino da una parte, che iniziò a piagnucolare qualcosa a proposito del dirlo a mammina.

Spinella intanto si chiedeva come facessero a essere fratelli...

Polledro li attendeva, impaziente, all'entrata del suo laboratorio e, appena i due comandanti entrarono, chiuse la porta, oscurò i vetri e controllò che non ci fossero cimici.

-Spero che si tratti veramente di un'emergen... Spinella!? Che succede?- Grana si avvicinò alla moglie, che si teneva una mano sulla fronte.

-Mi sento svenire...- Spinella si lasciò cadere sulla sedia che le porgeva il centauro.

-Non è niente... Avrò avuto un calo di pressione... Sto già meglio-.

Il comandante Algonzo le circondò le spalle con un braccio -Ok... Ora sentiamo cos'ha da dirci il nostro pony...-

Polledro cliccò un paio di tasti e poi si avvicinò ai due.

-Oggi stavo controllando lo status di alcuni agenti che...-

-Taglia corto-.

-Ok! Ok, comandante! Roviniamo tutte le scene più melodrammatiche...-

-Finiscila. Ti do trenta secondi per dirci tutto-.

-Agli ordini, sua altezza-. Accennò un inchino -Julius è vivo!-

Grana e Spinella si scambiarono un'occhiata e poi, in perfetta sincronia, lasciarono cadere la mascella.

-Stai scherzando.-

-Ti sembra che potrei scherzare con una cosa del genere?!-

-Bah... Tu scherzi su tutto-.

-Comunque è la verità! Guardate.- cliccò su un pannello touch screen, sul quale apparve una barra quasi completa con scritto sopra “Tubero J.” e sotto “Status: STABILE”.

Spinella era ancora sbalordita -Non è possibile. It's not possible. C'est pas possible. Nicht möglich. No puede ser posible...- diede sfogo a tutte le sue conoscenze linguistiche.

-Potrebbe essere benissimo una trappola...-

-No. Non può.- Il centauro toccò di nuovo lo schermo -Il segnale proviene dalla tuta che Julius indossava quel giorno e che è fatta in modo che possa prendere informazioni vitali solo dalla persona impostata all'inizio-.

-Qualcuno potrebbe aver cambiato la programmazione...-

-Nah... Una volta selezionato il proprietario non si può più cambiare. Modestamente è una mia creazione.-

-Un clone?-

-Non può essere nemmeno un clone! Quando ti deciderai a fidarti ciecamente delle mie invenzioni, comandante?-

Grana ci pensò su per un paio di secondi -Mi fiderò ciecamente delle tue invenzioni, carissimo Polledro, quando Bombarda Sterro verrà di sua volontà qui dentro! E questo non succederà m...-

-Stavate parlando di me?- Un certo nano cleptomane di nostra conoscenza entrò nella CabOp, mentre Polledro gongolava tra sé.

-Uhm... Sterro... A cosa devo l'onore?- Il comandante lo guardò sospettoso.

-Visita di cortesia-.

-Certo, certo. Magari hai pure dei fiori...-.

-No, mi dispiace deluderti, non ho dei fiori. Però ho un puzzoverme appena catturato...-.

Il viso dei tre non-nani presenti si contrasse in una smorfia di disgusto e Spinella trattenne a stento un conato di vomito, quando il nano lo ingurgitò senza neanche masticare.

-Bombarda... Credimi, un veeeero piacere rivederti.- l'elfa si alzò dalla sedia e raggiunse gli altri.

-Toh! La mia ex-socia...- si sfilò la mano dalla bocca e la porse al comandante Tappo, che però si tirò subito indietro.

-Sterro! Adesso che hai anche fatto merenda con un “deeeelizioso” puzzoverme, vuoi dirmi come mai sei qua?- Grana stava cominciando a perdere la pazienza, mentre, con atteggiamento assolutamente menefreghista, il nano svuotava il mini-frigo di Polledro e non si decideva a rispondergli.

-Tranquillo Granuccio... Non scaldarti...- A sentire il nomignolo, il comandante raggiunse una tonalità di rosso da far invidia a quella del forse-defunto Tubero.

-Mi ha chiamato il centauro- ammiccò al tecnico, che stava controllando quanto cibo (e soprattutto carote) Bombarda avesse preso del suo mini-bar.

-NON CHIAMARMI GRANUCCIO. In ogni caso, tu ti sei subito precipitato qua, eh?-

-Certo. Mi ha detto che centrava Julius e quindi...-

-... quindi adesso il suddetto centauro mi spiega perchè abbia dovuto chiamarti, vero pony?-

Polledro ci mise un po' a rispondere. Era rimasto shoccato dall'enorme quantità di provviste che il nano era riuscito a ingurgitare in una frazione di secondo.

-Eh? Uh? Sì, certo. Vedi comandante, il segnale proviene da E101, sotto New York...-

Spinella bloccò il tecnico. -E101? Ma non era crollato?-

-Appunto. Visto che con i normali mezzi ci avremmo messo troppo a creare un varco...-

-...hai deciso di chiamare il nano- concluse Grana.

-Esatto, ma se non mi interrompete ogni tre secondi facciamo prima. I signorini sanno già tutto. Quando però avranno bisogno di me, io...-

-Non c'è tempo di fare l'offeso, Polledro! Prepara subito una navetta. Ah, Spinella... Sono sicuro che verrai anche tu, vero?-

L'elfa sorrise -Avevi dei dubbi in proposito?-

-No. Mai avuti-.

Spinella prese il suo cellulare e compose il numero del suo segretario.

-Cedro? Sì, sono io. Oggi non posso venire. Ho una missione importantissima. No, non so quanto tempo ci metterò... Grazie. Ci vediamo- chiuse la chiamata -Bene. Possiamo andare.-

Bombarda lasciò cadere per terra tutte le altre cibarie che aveva preso con la scusa “devo fare rifornimento”.

-Cosaaa???? Volete dirmi che dobbiamo partire di oggi?!?!?-

Gli altri tre si voltarono verso di lui in sincrono e lo fissarono.

-Certo che partiamo oggi! Dobbiamo raggiungere il comandante, sempre che possiamo fidarci degli strumenti di Polledro, il prima possibile! Qualcosa in contrario?!?- Grana si abbassò per arrivare all'altezza del nano.

-Ovvio che ho qualcosa in contrario! Non sapete che giorno è oggi?-

Gli elfi e il centauro si scambiarono un'occhiata.

-Non lo sapete veramente?! Oggi è l'anniversario della nascita di Argilloso Sterro! Mio antenato e più grande scavatore di tutti i tempi! E quindi i nani oggi non lavorano!-

-Già... Dimenticavo i vostri centottanta, o qualcosa del genere, giorni sacri...- sospirò Spinella.

Algonzo prese Bombarda per il colletto della maglia -Senti un po', Sterro... tu adesso vieni con noi senza fare storie, non me ne frega niente dei tuoi giorni sacri!-.

-Non puoi obbligarmi, comandante. Dimentichi che adesso sono un nano libero?-

-E tu dimentichi che sei un nano libero solo perchè ti sei fatto ripulire la fedina penale dal Fangosetto?!-

-Ehm... ti dispiacerebbe mettermi giù? Sai, soffro di vertigini...-

-Ma che simpatico che sei diventato, Sterro...-. Grana appoggiò di nuovo il nano a terra.

-Bombarda... Aiutaci. Ti prego...- l'elfa si avvicinò al nano.

-Ok. Ma solo perchè me lo chiedi tu, Spinella.-

-Forza andiamo.-

Dopo aver preso due neutrino, gli elmetti, qualche altro gadget di Polledro, i tre saltarono su una navetta.

Spinella si sedette subito ai comandi, mentre Grana si sistemò al posto del secondo pilota e Bombarda nel minuscolo spazio che rimaneva.

-Ehi, Bombarda! Tieni a freno il pranzo, avremo qualche scossone.- Tappo abbassò la visiera dell'elmetto e partì a razzo verso E101.

-Polledro! Com'è la situazione nel pozzo?-

-Uhm... Per adesso solo qualche residuo roccioso, ma niente di particolarmente serio. Per sicurezza attiva i cannoni laser. Non si sa mai...- aggrottò le sopracciglia -Ehm... Tutto bene? Ho sentito un rumore strano... tipo “nano-che-vomita”-

Nessuno dei due elfi osò girarsi indietro; e tanto meno si sognarono di attivare le telecamere interne. Sapevano fin troppo bene cos'era successo.

Sterro mise la testa nell'area di comando -Scusate. Non sono riuscito a trattenermi...-

Grana girò impercettibilmente il collo -Bombarda, mettiti la cintura. Non voglio ritrovarmi una poltiglia di nano nella navetta.-

Il nano sbuffò -Cosa vuoi che possa succ...- un forte “Stonk” rimbombò all'interno della zona passeggeri; Spinella aveva appena evitato per un pelo una roccia incandescente.

-Appunto.- terminò il comandante.

Una fragorosa nitrata risuonò nell'auricolare, ma si interruppe quasi subito -Spinella! Non puoi proseguire oltre. Il resto è bloccato dalla frana. Prova a usare i laser.-

La navetta decelerò rapidamente, fino a fermarsi, poi il comandante Tappo schiacciò il pulsante dei cannoni... ma non successe niente.

-Polledro! D'Arvit! Che cosa significa?-

-Non capisco. Sembra che qualcuno abbia bloccato tutte le armi della navetta! Trova un modo per superare le rocce, mentre io cerco di capire cos'è successo!-

Pensa, Spinella... Pensa. Puoi farcela.

-Ok. Bombarda è arrivato il tuo momento-.

-Veramente... Non è che mi senta tanto bene...- Grana e Spinella lo fulminarono con lo sguardo.

-Ok, ok. Cosa devo fare?-

-Tu ora vai là e scavi un tunnel che ci permetta di arrivare dall'altra parte, noi ti seguiamo a piedi-.

-Io uscire qua fuori? In mezzo a tutte queste rocce incandescenti? Mai!-.

-Bene, allora di risbatto dentro per un paio di secoli. A Picco dell'Ululo. Dopo tutto hai ammesso di esserti fatto ripulire la fedina.- disse distrattamente il comandante Algonzo.

-Picco dell'Ululo?! No, no, grazie! Vado, scavo, arrivo dall'altra parte, voi mi seguite. Capito.-

-Visto che quando vuoi sai essere ragionevole?-

Spinella parcheggiò vicino alla sporgenza, che, nel nostro caso, fungeva un po' da marciapiede, poi tutti e tre indossarono una speciale tuta anticalore e scesero dalla navetta.

Bombarda tastò con la mano il materiale della frana e poi disse con aria da intenditore -Uhm... Argilla di prima qualità. Non ho fatto poi così male ad accettare questo incarico.- Finita la frase si sganciò la mascella e cominciò a scavare.

Solo quando il nano li assicurò di essere uscito dal tunnel (e soprattutto di essersi già “scaricato”) Grana e Spinella iniziarono a camminare carponi nel varco creato da Bombarda.

Quando arrivarono alla fine e saltaron fuori dalla galleria, non poteron credere ai propri occhi.

-No. Non è possibile...- sospirò stupefatta Spinella.

 

 

Et voilà! Che ne dite di una piccola recensioncina? :D

RICORDATE: più recensioni → sono più invogliata a scrivere → nuovi capitoli → aggiornamenti più veloci! É una catena! ;)

Baci naneschi a tutti!! (Quanti di voi vorrebbero veramente un bacio da parte di Bombarda? *-*)

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Capitolo 3
*** Ma com'è possibile (ecc...) ***


Ed eccomi qua di nuovo in azione! Soprattutto con un computer nuovo e dopo aver letto (FINALMENTE) “Il morbo di Atlantide” in italiano!!!!  Yep! Cavolo però! Oltre che Julius Colfer mi ha… NO. Non lo dico! Se qualcuno di voi non l’avesse ancora letto… D:
 
*Si sente una musichetta *
“Se assomigliaaa a un nanooo e puzzaaa come un nanooo, probabilmenteee è un nano!! O…. Un cesso cooon i pantaloni a pettorina! Yeah!” (Ogni riferimento alla pagina 184 di “La colonia perduta” è puramente cas.. ehm… voluto).
Io : e questa cosa diavolo è? O_o (5 parole)
??? : è la suoneria del mio cellulare, no?!
Io : e tu chi… Ah. Bombarda! Aspetta, tu hai un cellulare?!? (10 parole)
Bombarda : Certo. Chi non ce l’ha di questi tempi? -.-°
Io : sì. Beh… giusto… in effetti…
*Passano 5 minuti…*
Io: *lampo di genio* Bombarda!!!!
B.: Cose c’è..?
Io: TU. DARE. ME. TUO. NUMERO! (5 parole)
B: no. Scordatelo u_u
Io: guarda che dico a Terry, anche conosciuta come la tua ragazza, che sei maleducato, eh! (15 parole) *tamburella con le dita sul tavolo, cinque volte*(N.B. Il nome Terry ha un riferimento alla terra (no, non il pianeta …)  Non so se si è capito. O_o)
B: C-Cosa?????????????? NON è la mia ragazza!!!
Io: Ah no? Chiediamolo a lei :D *Sta x fare il numero sul cell*
B: NONONO! Aspetta. Tieni ç_ç *Le dà un foglietto con scritto il numero*
Io: Grazie,Bomby. Ti voglio bene. :D :D (altre 5…)
B: IO NO. ._.
Nella mente di Arty_Girl: Forse dovrei iniziare a preoccuparmi??? Sto parlando usando solo cinque parole o multipli di cinque… D’ARVIT! O_O
-.-.-.-.-.-
 
4_ MA COM’E’ POSSIBILE? O Semplicemente: si può sfuggire alla morte?
(E soprattutto: perché ‘sto computer non fa le “E” maiuscole accentate?! >.<
O meglio: come fa Bombarda a sganciarsi la mascella?!)
 
Sempre indossando la tuta anticalore, che si era adattata come una seconda pelle, Spinella e Grana sgranarono (Grana-sGRANArono… non suona molto bene, lo so, ma vabbè! Mi piaceva dirlo. U.u) gli occhi, mentre Bombarda se ne stava immobile con la bocca aperta. No, non proprio aperta. Più che altro era spalancata. E non è una bella cosa, anche perché un rivolo di saliva, divenuta fluorescente al contatto con l’aria, gli stava colando dal labbro inferiore.
-Posso vomitare il pranzo che mi è rimasto sullo stomaco a causa del viaggio, o rovinerei il momento?- s’informò il nano. Se gli sguardi potessero uccidere, Bombarda ormai sarebbe passato a miglior vita. Sempre che sia possibile, far fuori uno come lui…
-Sì. Rovineresti il momento. E poi, non ti è già “tornato su” nella navetta, il pranzo?- sussurrò Spinella a denti stretti, tentando di rimanere calma.
-Beh… Non tutto-.
-Ma che schifo! Ora stai zitto, ok?-
-Agli ordini, comandante Tappo!- chissà perché il tono con cui gli uscirono le parole di bocca faceva capire che non aveva la minima intenzione di “seguire gli ordini”.
Grana intanto si era avvicinato a un punto illuminato da una fioca lampada, al centro della stanza, la mano sempre pronta sulla fondina della sua fedele Neutrino.
-Polledro…- disse nel microfono dell’elmetto che indossava –Polledro, mi senti?- niente, se escludiamo qualche scarica di energia.
-Oh perfetto! Adesso abbiamo perso ogni contatto con la centrale!- esclamò rivolto agli altri due, che lo stavano raggiungendo.
-Ehi, Gro! Non perderti le ghiande. Abbiamo la navetta lì fuori, no?-Bombarda sembrava il più tranquillo di tutti.
-Punto uno: tu. Non. Mi. Devi. Chiamare. Gro. Chiaro?
-Sì…. Sì. Non scaldarti.
-Punto due: io mi “scaldo” o “perdo le ghiande” finché voglio. Punto tre: tappati quella sottospecie di hangar che ti ritrovi come bocca. Punto quattro: se l’elmetto non si connette, non si connette neanche la navetta.
Due metri più avanti Spinella trattenne bruscamente il fiato e sussurrò qualcosa, più simile a un gemito.
-Julius…?!
Il marito le si portò di fianco, il nano si mise dall’altra parte e tutti e osservarono per un minuto buono, senza proferire parola, quello che si trovarono davanti agli occhi: un elfo, privo di sensi, era coricato su quello che sembrava un improvvisato lettino operatorio. E quell’elfo non era Julius Tubero.
Almeno non il Julius Tubero che i tre avevano conosciuto.
-Eh? Questo è Julius?!- ora Bombarda non era più quello tranquillo, anzi sembrava il più scioccato.
-Così pare-.
Udirono un rumore di metallo provenire dal fondo della stanza. Una porta. Indovinarono Grana e Spinella; e in effetti avevano ragione.
 
Una figura femminile camminò nella penombra davanti a loro.
-Sapevo che sareste arrivati-.
 
Quella voce… la conosco… l’ho già sentita!Nella mente di Grana balenarono flash-back della sua infanzia non ben definiti.
 
Gli occhi color viola intenso dell’elfa (perché di un’elfa si trattava) brillarono quando entrò nella zona illuminata. Quell’elfa era alta, corpo slanciato, i capelli erano neri con sfumature rosse, tenuti legati in una coda alta.
Cosa? Quegli occhi! Sono come… No. È una coincidenza.  Il comandante Algonzo ora era veramente sconcertato: era certo di aver già visto quella donna, ma allo stesso tempo non riusciva a ricordarsi né dove, né quando.
La sconosciuta passò la propria mano sul petto dell’elfo svenuto.
-Julius…- sussurrò dopo, dolcemente.
Dopo spostò lo sguardo sui nuovi arrivati -Credo che abbiate parecchie domande da farmi, quindi vi pregherei di venire di là.
I tre si guardarono, poi Spinella acconsentì con un movimento della testa.
-Perfetto. Seguitemi.
 Uscirono dal fondo e si ritrovarono in una stanza molto più illuminata di quella precedente; alle pareti c’erano parecchi monitor di computer e alcune tastiere virtuali.
Si sedettero su un piccolo divano, mentre la sconosciuta rimase in piedi.
-Allora… Chiedete pure.
-Tu conoscevi… ehm.. conosci Julius?- Spinella guardò con curiosità l’elfa di fronte a lei, la quale le sorrise semplicemente.
-Certo, lo conoscevo personalmente, comunque quando io e la mia squadra l’abbiamo visto era clinicamente morto più o meno da… cinque giorni.
-Tu e la tua squadra?- s’informò il comandante Tappo, che si stava facendo sempre più interessata.
-Sì- continuò l’altra –la mia squadra… ehm… di medici.
-Ah, ok. Ma cosa intendi per “clinicamente morto”?
-Quando l’abbiamo trovato il cuore non pulsava più, è vero, ma il cervello era ancora in buono stato; non sappiamo come abbia fatto a resistere, soprattutto se teniamo conto che Julius ha dovuto sopportare il contraccolpo di una bel “boom”. Probabilmente la tuta, il nuovo modello che indossava, l’ha riparato-. Si giro e toccò alcuni schermi che erano andati in standby.
Il comandante Tappo aveva assolutamente bisogno di sapere –C’è una cosa che non capisco… L’esplosione è stata fortissima! L’ho vista con i miei occhi! Non è possibile che una tuta sia riuscita a proteggerlo!-
L’elfa dagli occhi viola aggrottò le sopracciglia –Mi dispiace, ma questo non lo so, anche se abbiamo ipotizzato si trattasse di una W.V.B. Pensavo però che non ne esistessero più…!
 Bombarda decise di intromettersi, togliendo le parole di bocca a Spinella –Una che cosa?-
La ancora sconosciuta fece una smorfia quasi divertita –Tu saresti…?-
-Bombarda Sterro, piacere-.
-Uhm… Sì, insomma… Piacere mio. Comunque, una W.V.B. Ovvero una Without Victims Bomb. In parole povere una bomba speciale, prodotta per un lasso di tempo molto limitato, dai Laboratori Koboi. Adesso che ci penso… il Popolo la usò per quella battaglia inter-specie scoppiata nel 1842-.
Il comandante Algonzo si rivolse per la prima volta all’elfa che gli sembrava conoscere          -1492? Battaglia interspecie? Non ne ho mai sentito parlare-.
L’altra gli rivolse un sorriso dolce, ma con un qualcosa di ironico –Daniel è tornato fra noi-.
 Daniel? Come fa a conoscere il mio vero nome? Soltanto.. No. Assolutamente impossibile. Nella testa di Grana ripresero a comparire delle immagini sfocate, intanto la donna si affrettò a spiegare ai presenti.
-Sì, nel 1842 c’è stata una battaglia tra il Popolo e gli umani, ma terminò dopo circa nove giorni e non successe niente di significativo. Ce la cavammo con una decina di spazzamente agli uomini dei Servizi Segreti dei Fangosi. Per questo si tende spesso a dimenticarla. Ah, dimenticavo, per chi non lo sapesse la W.V.B. è esattamente il contrario della Bio-bomba: riesce ad esplodere evitando perdite tra la popolazione; diciamo che serve per creare panico tra i civili. Pare ovvio però che se te l’attaccano al petto quando sta per esplodere… beh.. non è certo una bella esperienza-.
Spinella si strinse nelle spalle.
-Posso fare ancora una domanda?
-Certo. Dimmi.
-Perché Julius sembra…
-Più giovane?
-Esatto.
-Perché fisicamente lo è. Abbiamo dovuto somministrargli una tale dose di magia che l’abbiamo riportato, con il corpo, a quando aveva circa 250 anni. È una specie di effetto secondario delle guarigioni intense; in compenso, però, quando si sveglierà avrà magia a sufficienza per stendere un branco di troll inferociti- ci pensò un attimo –no, proprio un branco no… ma uno o due sì. Tra l’altro, non vi ho ancora detto chi sono. Anche se io e il comandante Algonzo ci conosciamo, non è vero?
Spinella e Bombarda si girarono verso Grana, che scosse loro la testa.
-Spiacente, non riesco proprio a ricordarmi.
La sconosciuta si avvicinò al comandante e lo fissò negli occhi, che avevano qualcosa in comune: sia quelli di lei che quelli di lui erano color viola intenso.
-Sicuro? Beh… Dopotutto sono passati molti anni…- si rivolse agli altri –Chiamatemi solo Crystal.
Finalmente i dubbi di Grana si chiarirono. Crystal?! È davvero lei? Non ci posso credere!
-Io sono Spinella Tappo- rispose allegramente la comandante.
-L’avevo immaginato- Crystal sorrise - La prima ragazza nella Ricog. È un piacere conoscerti di persona!-
Grana voleva correre ad abbracciarla. L’avrebbe fatto se non fosse stato per un giovane elfo che si avvicinò a Crystal.
-Ehm… Crystal?
-Sì?
-Le condizioni stanno migliorando. Crediamo si stia per riprendere.
-Oh, perfetto. Grazie, Dylan.
L’elfa si girò di nuovo verso Grana, Spinella e Bombarda, con un sorriso da copertina di Vanity Pixie.
I tre si alzarono di scatto e, riuscendo a far stare zitto perfino il nano, tornarono nella stanza in cui si erano trovati poco prima.
 
E intanto i pensieri del comandante Algonzo erano ancora una volta rivolti a Crystal.
 L’ultima volta che l’ho vista era il mio undicesimo compleanno[1]. Era stata data M.I.A.[2], probabilmente morta, durante una missione di salvataggio.
 Credici o no, ma mi sei mancata, Crystal.
 
 
 
-.-.-.-.--.-.-..-.--.-.-.-.
NOTE:
[1]= ho pensato corrispondesse più o meno a quattro anni umani.
[2]= Dall’inglese Missing In Action (Disperso In Azione)
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Fiùùùù. Ce l’ho fatta! :D Capitolo corto, ma su Word era di sette pagine! ç_ç
Mmmmm…. Chi sarà Crystal? O_o
Comunque per chi si stesse chiedendo una risposta alle domande iniziali (credo pochi...):
1_Non ho capito se “è possibile”.

2_Non ho capito se si può sfuggire alla morte.
3_Non ho capito perché questo computer non fa le E maiuscole accentate.
4_Non ho capito come faccia Bombarda a sganciarsi la mascella. Ma non gli fa male?  O_O
 
In pratica non ho capito un emerito D’Arvit e questo capitolo non è servito a niente (se non a far vomitare Bombarda, a far entrare in scena un’elfa sconosciuta della quale non fregherà di certo niente a nessuno e a far apparire Grana come un idiota che non si ricorda delle persone che ha conosciuto una volta).  U_u
OK. Ho finito. Mi sono sfogata. Al prossimo capitolo, ragazzi!
 
Uhm… Baci goblinosi a tutti. *-* (Suggerimento: scappate prima che arrivino i goblin…)

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