Ten songs for you

di Sparrowhawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awake and Alive ***
Capitolo 2: *** Lost ***
Capitolo 3: *** Highway to Hell ***
Capitolo 4: *** Love Game ***
Capitolo 5: *** Promise Reprise ***
Capitolo 6: *** Celebrity Status ***
Capitolo 7: *** Fireflies ***
Capitolo 8: *** Perfect ***
Capitolo 9: *** Viva la Vida ***
Capitolo 10: *** Get out Alive ***



Capitolo 1
*** Awake and Alive ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Awake and Alive
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph - Il resto della gang
Rating: Verde
Genere: Song-fic
Note: La canzone è degli Skillet

«I'm at war with the world and they
Try to pull me into the dark
I struggle to find my faith
As I'm slippin from your arms»

Zuko davvero non comprendeva come le cose, ad uno come lui, riuscissero sempre ad andare male.

 

Ci aveva provato, ci aveva provato davvero a far capire agli altri che era cambiato, stavolta sul serio. Che non avrebbe più anteposto niente e nessuno a ciò che era giusto. Che ora capiva in cosa aveva sbagliato e che aveva tutte le intenzioni di caricarsi sulle proprie spalle gli errori commessi non solo da lui stesso, ma da tutta la sua famiglia.

 

Più provava a dialogare con loro però, più veniva respinto. Ogni suo tentativo andava bellamente in malora, accentuando non solo l'antipatia che gli altri provavano nei suoi cofronti, ma persino la stupidità che lui credeva di aver sempre posseduto in un certo senso.

 

Quella era la sua vita, la sua e di nessun altro, ma per quanto stesse lottando erano sempre le altre persone a bollarlo con qualche titolo indesirato prima ancora di averlo ascoltato.

 

Che si stesse incapponendo a lottare con qualcosa che mai avrebbe potuto cambiare?

Che il suo destino fosse davvero già scritto?

 

Zuko abbassò lo sguardo, sconfortato, mentre gli altri -Aang, Katara e Sokka- non facevano altro che scrutarlo sin dentro all'anima. Scavavano quegli occhi, facendolo sentire enormemente a disagio: era fin troppo facile intuire a che stavano pensando e, se solo ne avesse avuto la forza o il desiderio, Zuko avrebbe potuto vedere riflessi in quelle iridi ogni brutto momento che la sua presenza aveva causato loro.

 

«Perchè dovremmo fidarci di te, si può sapere?»

 

La voce di Katara, per quanto si era decisamente aspettato più risentimento da lei che dagli altri, lo colse alla sprovvista. Deglutì, piano, incapace di rispondere a quella domanda.

Per quanto poteva continuare con il discorso che era cambiato e tutto quanto, nessuno li avrebbe persuasi a dargli retta.

 

«Andiamo Katara, adesso stiamo esagerando!» disse poi la giovane dagli occhi chiari, quella a cui Zuko aveva bruciato i piedi -accidentalmente, sia chiaro- non più di qualche ora prima.

 

Zuko la fissò, interdetto, così come d'altro canto fece anche il resto del Team Avatar.

 

«Sono l'unica che lo capisce qui o anche voi avete notato che Zuko è un Dominatore del Fuoco e che noi necessitiamo di un'insegnante per Aang?»

 

Sokka posò una mano sulla sua spalla, scuotendo il capo. «Scusa tanto ma tu sei entrata nel gruppo un pò dopo...hai idea di quello che ci ha fatto sino ad ora?»

 

«Ok ok, non dico di proclamarlo sin da ora nostro migliore amico a vita ma, accidenti, non possiamo di certo fare gli schizzinosi!»

 

«Ci ha sempre trattati alla stregua di animali da cacciare, Toph!» sbottò Katara.

 

«Anche io vi tratto sempre male, eppure mi sopportate!» rispose a tono la ragazzina cieca, andando a fatica verso Zuko «Ha detto che si scusa, che volete di più?! Si è perfino offerto di diventare nostro schiavetto!»

 

«No, io ho detto prigioniero...» mormorò il ragazzo, puntualizzando.

 

Toph si girò un poco verso di lui, squadrandolo da capo a piedi. «Dì un pò, ma da che parte stai. Io qui sto cercando di farti un favore. Non mi interrompere.»

 

Zuko si zittì, improvvisamente affascinato da quel comportamente insolito. Non aveva mai visto una persona fare così, nemmeno Mai parlava a quella maniera.

 

«Non so davvero se sia il caso...» disse allora Aang, pensieroso.

 

«Sentite, Zuko avrà sbagliato, ma chi non sbaglia? C'è qualcuno fra noi che può dire di non aver mai commesso un errore in vita sua?»

 

Calò il silenzio e Toph, soddisfatta, incrociò le braccia di fronte al petto.

 

«La vita è la sua e se ha finalmente fatto ammenda non possiamo che essere grati al cielo. Nessuno ha il diritto di giudicare le decisioni prese da un'altra persona...per quanto alle volte sbagliate possano essere.»

 

Si girò verso di lui e gli mollò una sonora pacca sulla schiena, ghignando come suo solito.

 

«Almeno adesso ha imboccato una via giusta!»

 

Zuko la guardò, sconvolto, assistendo al contempo al totale cambio di espressioni degli altri presenti. Gli avrebbero dato una possibilità e lui, finalmente, si sarebbe potuto riscattare. Era tutto merito di Toph.

 

«Ehi...ehm, grazie per avermi aiutato.» le disse dopo, verso sera, poco prima di andare tutti a coricarsi.

 

Toph alzò le spalle e lo guardò storto. «L'ho fatto solo perchè così potrò escogitare ad una maniera per vendicarmi.»

 

«Vendicarti?»

 

«Mi hai bruciato i piedi. Non è una bella sensazione sai?»

 

Zuko arrossì leggermente. «Scusa per quel-!»

 

Gli arrivò un'altra pacca sulla schiena, stavolta forse un pò più forte di quella di prima. «E smettila di scusarti, non voglio pentirmi di averti fatto entrare nel gruppo. L'idea di avere un'altro preoccupato cronico in giro potrebbe non piacermi molto.»

 

Ci fu un attimo di silenzio qui: Zuko si mise a guardare le stelle, splendenti come diamanti nel cielo nero ed immenso; Toph invece, dondolando i piedi oltre il confine del tempio dell'Aria, si limitava a fissare il vuoto, ancora incapace di usare le sue capacità per vedere.

 

«Cosa ti ha condotto qui, Zuko?» chiese allora la ragazzina, senza però girarsi a guardarlo «Hai avuto una sorta di rivelazione o...?»

 

Lui sorrise. «Più o meno.» le rispose, scompigliandosi i capelli. «Ho passato tutti questi anni senza sapere bene che cosa davvero volevo, dando per scontato che ciò che era meglio per me era riottenere il mio posto al fianco di mio padre...riottenere il mio onore. Una volta che l'ho riavuto però non mi sono sentito come mi ero aspettato. Avevo tradito l'unica persona che aveva sempre creduto in me per avere ciò che volevo e avevo anche stroncato sul nascere quella che poteva essere una buona amicizia...»

 

«Wow. Ne hai fatte di idiozie.»

 

«Già.»

 

«Ma ora...ora sei qui.»

 

Zuko la guardò, gli occhi dorati a studiarla. «Ora sono qui.»

 

«E non te ne andrai senza aver lottato, vero?»

 

«No.» disse lui, sicuro «Ora so qual'è il mio posto, ho fatto chiarezza nella mia mente e non mi arrenderò sino a che non avrò...non avremo ottenuto giustizia.»

 

Toph si mise a ridere. «Beh, ti do il mio più caloroso benvenuto nel Team allora!»

 

Il giovane non smise di guardarla neanche per un secondo, continuando a fissare quel grintoso sorriso sul volto di Toph. Aveva una risata cristallina, sagace, una di quelle che ti irritava in principio forse perchè veniva usata come arma contro di te, ma che alla fine non poteva fare a meno di trascinarti.

 

E fu così. Si mise a ridere anche lui, contento di aver trovato già qualcuno con cui poter parlare. Qualcuno che sembrava accettarlo, alti e bassi.

«I'm awake Im alive
Now I know what I believe inside
Now its my time
I'll do what I want cause this is my life
here, right now
I'll stand my ground and never back down
I know what I believe inside
I'm awake and Im alive»

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Capitolo 2
*** Lost ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Lost
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic
Note: La canzone è dei RED



«Can I be dreaming once again?
I'm reaching helpless I descend
You lead me deeper through this maze
I'm not afraid»

Pensa e ripensa, ancora non trovava spiegazione a ciò che le stava accadendo.

Aveva sempre creduto di essere innamorata di Sokka, dal primo momento in cui lo aveva visto, sempre amesso che una come lei potesse effettivamente vedere, Toph aveva sentita uno strano formicolio percorrerle tutta la pelle.

Sokka era simpatico, stupido alle volte, ma sempre pronto a dare una mano ai suoi amici tirando fuori dei piani che, per quanto pazzi, riuscivano sempre a farla divertire gettandola dentro a situazione che probabilmente non avrebbe mai neanche potuto immaginare senza il suo aiuto.

Sokka, insomma, per quanto già innamorato di un'altra, era la persona più giusta per cui lei potesse sentire qualcosa. Qualsiasi cosa.

Ma per quanto ancora ne fosse convinta, non c'era modo per lei di negare quanto ora le cose fossero cambiate.

Adesso c'era spazio per una sola persona nei suoi pensieri, per un ragazzo saccente, orgoglioso, fin troppo nevrotico e che, con lei, non aveva mai un minimo di tatto. Si trattavano in malo modo a vicenda insomma, sfidandosi con lunghe frecciatine e dandosi sui nervi l'uno con l'altra.

Eppure, Toph, ora che la guerra era finita e in qualche modo le loro strade si erano divise, sapeva ancora con certezza che l'unico che avesse mai veramente amato era proprio lui, il Signore del Fuoco.

Zuko.

Era persa per lui. In ogni senso possibile. Ed era stufa di sognare di raggiungerlo a Palazzo, di corrergli incontro e di salutarlo con la sua solita mal celata cattiveria, solo per lasciar poi apparire quel dolce sorriso che, molto probabilmente, lui neanche le aveva mai visto addosso. Si era permessa di sorridere, tutta rossa in volto, solo quando era certa che Zuko non la avrebbe potuta vedere.

Che errore imperdonabile. Ora non si sarebbe trovata così persa senza la sua presenza.

 



*** *** *** *** ***

«Your whispers fill these empty halls
I'm searching for you as you call
I'm racing, chasing after you
I need you more»

Zuko guardò fuori dalla finestra del suo studio senza trovare nulla di particolarmente interessante nella vista del solito, statico paesaggio della nazione del Fuoco.

Abitava a palazzo ormai da mesi, la guerra aveva trovato una fine e lui ed i suoi amici erano riusciti a riportare la pace nel mondo contando sul legame che li univa e sul senso di giustizia che non li aveva mai abbandonati, neanche per un solo istante.

Certo, un pò gli mancavano le serate passate attorno al fuoco, a parlare del più e del meno con Aang, Katara e Sokka. Gli dispiaceva non poter più stare a sentire le assurde discussioni delle due donne del gruppo e, per quanto detestasse ammetterlo, perfino gli stupidi scherzi del giovane guerriero della Tribù dell'Acqua cominciavano a far sentire una certa mancanza dentro di lui...

Ma ciò che più avrebbe voluto accanto a se, ora, non erano quei momenti spensierati e felici, quelle chiacchiere inutili, quei sorrisi sinceri e amichevoli.

Lui voleva Toph.

Voleva litigare con lei, metterle il muso, tentare di fare pace e ricominciare tutto da capo nel giro di mezzo secondo.

Voleva sentirsi dire "stupido", "incapace", "principino", e voleva rispondere con altre parole poco gentili come ad esempio "nanetta", "maschiaccio" e così via.

...voleva perdersi in quegli occhi chiari e all'apparenza vuoti solo per poi riprendersi ed arrosire di botto, conscio del fatto che lei non lo avrebbe mai potuto vedere.

Aveva bisogno di lei più di quanto non desse a vedere e, in un posto abbastanza recondito del suo cuore, nascosto sotto a chilometri e chilometri di orgoglio, sperava che anche per Toph fosse lo stesso. Che anche lei non sognasse altro che di stare ancora con lui.

Era strano, ma nemmeno quando perfino il suo stesso padre lo aveva rinnegato ed era in perenna ricerca di un modo per redimersi ai suoi occhi si era sentito così dannatamente...perso.

Era forse quello l'effetto che faceva amara qualcuno ma non poterlo avere accanto?

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Capitolo 3
*** Highway to Hell ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Highway to Hell
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic; Comico
Note: La canzone è degli ACDC

«Living easy, living free
Season ticket on a one-way ride
Asking nothing, leave me be
Taking everything in my stride
Don't need reason, don't need rhyme
Ain't nothing I would rather do
Going down, party time
My friends are gonna be there too»

«Ancora mi chiedo come mi hai convinto a fare una cosa del genere.»

La voce di Zuko non le giunse per nulla inaspettata. Ormai aveva compreso che, con uno come lui, non poteva che essere una tortura ritrovarsi a fare qualcosa di diverso dal solito.

C'era da dire che il suo diverso rendeva le persone ridicole sin nei limiti del possibile e che, in quel preciso caso, sarebbe stato sopratutto Zuko a rimetterci la faccia, ma cosa volete che fosse un'insignificante fatto del genere agli occhi della grande, unica ed inimitabile Toph?

«Te lo dico io perchè» mormorò lei, seria, le mani chiuse a pugno sui fianchi «Di certo è perchè mi ami alla follia, ecco come mai!»

Le gote del ragazzo divennero di un rosso intenso, all'istante, rendendo praticamente impossibile a Toph di trattanere quella sua solita roca risata.

Era così facile metterlo in imbarazzo, ormai non c'era neanche più gusto!

«Andiamo Principino, di che hai paura?»

«Vuoi che ti risponda sinceramente?» sbottò Zuko, scuotendo la testa «Ok che abbiamo voluto fare qualcosa di divertente per Aang e gli altri ora che la guerra è finalmente finita, ci sarei stato volentieri se si fosse trattato di dire qualche battuta o di fare una qualche gag simpatica...»

Il giovane cominciò a scuotere le braccia per aria, enormemente agitato.

«...ma che bisogno c'era di farmi interpretare la parte di mia sorella?!»

Toph ghignò, malvagia.

«Ma scusa, anche questo è praticamente ovvio.»

«Ah sì?»

Lei annuì. «Stiamo per ricreare l'atmosfera esaltante che c'era nel combattimento fra te ed Azula, è chiaro che uno di noi due doveva interpretarla no?»

Zuko strinse gli occhi a due fessure.

«Tu neanche c'eri, Toph...come puoi dire che è stato esaltante? Si può sapere che ti ha raccontato Katara?!» poi, come preso da un'improvviso lampo di genio «E poi, cosa più importante, non hai per niente spiegato come mai devo fare la parte di Azula!»

Toph gli mise una mano sulla spalla, sorridendo con fare angelico.

«Ma perchè io sono e sarò sempre più forte di te, nonchè più cool di quanto tu possa mai aspirare a diventare.» disse, con nonchalance «Indi per cui sono anche uno Zuko migliore di te!»

«Cosa?!»

«Andiamo Zuko...» continuò lei, prendendolo per mano, tutta sorridente e serena «...pensiamo solo a divertirci. Insieme!»

Zuko, lasciandosi trascinare dall'amica, non poté che arrossire di nuovo nel sentire le loro mani unite in quella salda e semplice stretta. Come accidenti faceva, Toph, a convincerlo sempre, dannazione?!

"Ah, l'amore..." si disse, scuotendo il capo, pronto alle risate dei compagni "...che sentimento infernale!"

Poi, posando lo sguardo ancora sulla sua Toph "Infernale e bellissimo. Se questo è il percorso che ho scelto, beh, per l'amore del cielo che nessuno mi butti fuori strada o mi fermi!"

«And I'm going down, all the way down
I'm on the highway to hell
»

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Capitolo 4
*** Love Game ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Love Game
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Giallo
Genere: Song-fic; Erotico
Note: La canzone è di Lady Gaga


«I'm on a mission and it involves some heavy touching, yeah
You've indicated your interest, I'm educated in sex, yes
and now I want it bad, want it bad
A love game, A love game»

«Andiamo Zuko» la sua voce era vellutata, profonda, in grado di scavare nella sua anima quanto niente altro che avesse mai avuto modo di udire sino a quel momento «non sono più una bambina.»

Lui la guardò, ancora tutto rosso in viso, le guance così calde che probabilmente sarebbe stato anche normale potervici cuocere sopra qualcosa.

No, Toph non era più una bambina e, osservandola, chiunque avrebbe potuto notare quelle curve sinuose e leggiadre, quegli occhi non più tanto grandi come un tempo, ma ora più allungati, quei seni così prosperosi e ora ben celati dalla sua maglietta abbastanza larga ed in tinta unita.

Zuko trattenne il respiro, immaginando che sarebba stato normale per ogni ragazzo impazzire di fronte ad una come lei. Di fronte ad una amazzone forte e decisa, sexy come nessun'altra.

E lui, giovane a cui funzionava tutto in quel senso, da bravo idiota pervertito quale era non era da meno: stava impazzendo in quella dannata posizione, con lei sopra al suo corpo, fremente, desiderosa...

Deglutì. «Lo vedo da me che...che non sei più una bambina Toph.» riuscì a dire, prendendola per le spalle e costringendola a scendere da lui «Ma comunque non penso che sia una saggia idea...fare questo.»

Toph alzò un sopraciglio, scacciando quelle mani che la tenevano lontana e tornando da lui, le dita a giocherellare con i lacci del suo completo rosso fuoco.

Zuko rabbrividì...rabbrividì di puro e semplice piacere.

«Non qui» mormorò, socchiudendo gli occhi. «N-Non ora» la sua bocca gli stava baciando il collo con così tanta bravura! «Davvero io...» sospirò nel sentir salire quelle labbra sempre più su «...io credo che sia meglio...»

Lei lo baciò, ponendo fine a quel discorso sconnesso e, almeno a suo avviso, senza alcun senso logico. Forse per Zuko quelle parole avevano un motivo di essere, ma per lei non erano altro che scuse.

Avevano aspettato tanto, lei in primis aveva atteso di essere certa di quello che sentiva nei suoi cofronti, anteponendo la loro amicizia ad un qualcosa che forse potevano non avere un vero e proprio futuro, ma ora che era certa di quello che sentiva e che sapeva per certo che avrebbe lottato con le unghie e con i denti per difendere il loro affetto perchè aspettare?

Gli morse dolcemente un labbro, sogghignando, quei suoi occhi trasparenti a scontrarsi inconsapevolmente con quelli dorati di lui.

«Paura, Principino?» domandò allora, circondandolo con le sue braccia.

«Diciamo che è più complicato di così...»

Toph scosse il capo. «Non c'è nulla di più semplice Zuko. Io sono una ragazza, tu sei un ragazzo...ci piacciamo...è normale.»

Cominciò a passare le dita fra i suoi capelli neri, sorridendogli maliziosa, in attesa che anche la sua mente si decidesse ad andare d'accordo con tutto il resto del suo corpo. Era così evidente che, anche Zuko, non voleva fare altro che lasciarsi andare.

Ma, ahime, il caro Signore del Fuoco era sempre stato abbastanza testone su certi argomenti.

«Dire "ci piacciamo" è piuttosto...semplicistico no?» sussurrò allora Zuko, prendendola con forza i polsi e stringendoli con le proprie mani.

Anche se era cieca, Toph sapeva perfettamente che genere di sguardo aveva negli occhi.

Era serio, fin troppo.

Corrugò la fronte, spaventata. Forse aveva commesso un errore nel dare per scontati anche i suoi di sentimenti.

«Tu non mi piaci...» il respiro di Toph si mozzò all'istante «...non solo.»

Zuko si avvicinò a lei e la baciò, pieno di una passione e di un desiderio che, fino ad allora, non si era mai permesso di far venire fuori neanche se fosse stato in procinto di morire. Si era nascosto dietro a false idee, paure assurde. Si era comportato come uno stupido ma ora poteva rimediare.

«Io ti amo.» disse poi, staccandosi, il suo corpo che già stava spingendo quello della ragazza che amava indietro, per permetterle di stendersi sotto di lui su quel letto.

«Ti amo anche io, Principino.»

Il cuore del Signore del Fuoco perse un battito, però sperò di averlo mascherato abbastanza bene.

Dubitava che in quel momento, la Dominatrice della Terra, fosse in qualche modo concentrata su qualcosa di futile come il suo battito cardiaco. Aveva modo di credere che stesse pensando a tutt'altro.

...proprio come lui, del resto.

«Let's play a love game, play a love game
Do you want love, or you want fame
are you in the game?
Dans the love game»

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Capitolo 5
*** Promise Reprise ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Promise Reprise
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic; Flash-fic
Note: La canzone è tratta da Silent Hill - the Movie


Una sonata lenta, triste, oscura.

Ecco a che cosa avrebbe potuto paragonare Zuko.

Sebbene fosse dei loro da alcune settimane ormai e nonostante ci avesse parlato il più delle volte a cuor leggere, ridendo e scherzando con lui -o era meglio dire di lui?-, Toph non poteva non levarsi dalla mente quella piccola considerazione.

C'era tanto di lui che non diceva, tanto che teneva nascosto sotto a chilometri di parole non dette, dietro ai suoi indecifrabili silenzi. Persino il suo sguardo -anche se non poteva vedere, Toph era certa di quello che diceva- trasmetteva quella grande angoscia.

Quel continuo senso di inadeguatezza.

Doveva aver vissuto una vita difficile, Zuko, e per qualche assurda ragione Toph se ne sentì in qualche modo rallegrata.

Anche Aang e gli altri ne avevano passate di cotte e di crude, molte delle quali erano state causate proprio dal Dominatore del Fuoco stesso, ma nessuno di loro era mai del tutto giù come lo era lui o come, pur nascondendolo molto bene, lo era lei.

Era sbagliato essere felice perchè ora, finalmente, sapeva di non essere più sola?

Era sbagliato lasciare che quel calore, lo stesso che un tempo aveva sentito crescerle in petto quando guardava un'altro, si impadronisse totalmente del suo essere se solo gli stava accanto?

Toph non sapeva rispondere a quelle domande. Non ci riusciva.

Sapeva solo che voleva imparare a conoscerlo di più, voleva sapere tutto di quel ragazzo tanto simile a lei. Voleva avvicinarsi al suo cuore, abbastanza da poter portare un pò di luce in quelle tenebre, nella speranza che anche Zuko facesse lo stesso nei suoi confronti.

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Capitolo 6
*** Celebrity Status ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Celebrity Status
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph - Sokka & Aang
Rating: Verde
Genere: Song-fic; AU
Note: La canzone è dei Marianas Trench


«Step one, step two, step three repeat
And I pray at the church of asses in the seats
I disappear behind beat, yeahhhh»

A ripensarci ora era assurdo.

Come avevano fatto ad arrivare sino a lì?

Come, in nome del cielo, erano riusciti a farcela davvero?

Zuko se lo stava domandando con tanto di nervosismo annesso, come suo solito, pregando come un matto che ciò che stava vivendo non fosse in realtà un sogno pronto a svanire nell'aria come una sorta di bolla di sapone.

No, gli sarebbe bastato mettere fuori il naso per mezzo secondo, osservando la manica di persone che erano arrivate sino a lì con il solo intento di ascoltare il suo gruppo suonare per rendersi conto che era tutto vero. Che i suoi sogni, no, i loro sogni si erano avverati.

Il suo cuore batteva come non mai, le mani gli stavano sudando così tanto da fargli temere di perdere di mano il microfono una volta che, con tutta quell'agitazione che aveva addosso, avrebbe messo piede sul palco.

Ma era davvero a quello che aveva aspirato sino ad ora? A tutta quella dannatissima agitazione senza capo ne coda?

...sarebbe stato sempre così, sempre ammesso che avrebbe poi effettivamente sfondato?!

«Ehi, Zuko, guarda che siamo tutti pronti!»

La voce di Toph lo riportò alla realtà e, pensieroso, si mise a fissarla per un secondo.

«Non credo di farcela.» riuscì a biascicare, ben conscio del grosso errore che aveva fatto a confidarsi proprio con lei fra tutti.

Non gli ci volle molto per notare la solita pericolosa espressione della sua più che brava batterista.

«Ascoltami bene, perchè non lo ripeterò più» Gli puntò un dito contro, scuotendo forte il capo, dimostrando come sempre una tale sicurezza e tanta di quella grinta da lasciarlo senza parole. «Noi. Siamo. Il. Meglio. Del. Meglio.»

Zuko annuì, trattenendo il respiro.

«Smettila di preoccuparti. Di pregare. Di fare qualsiasi stupida cosa che stai pensando di fare!» disse ancora lei, urlando «Siamo qui, io, te e gli altri, siamo insieme...ce la possiamo fare o no?»

«S-Sì.»

«Non sento!»

«SI!»

Toph gli sorrise, felice, e quando il presentatore li ebbe introdotti alla folla scalmanata di rockettari che li attendevano impazienti, Zuko, Toph, Aang e Sokka si fiondarono on stage pronti a dare il meglio di loro stessi.

Un attimo di smarrimento dovuto ai riflettori troppo forti, l'ansia che, in fin dei conti, aveva accompagnato un pò tutti e non solo Zuko...e poi via!

Toph e Sokka, accompagnati dall'inseparabile batteria e dalla fidatissima chitarra, scandirono il tempo facendo sì che gli altri due li seguissero a ruota subito dopo.

Come sempre, la magia che li univa era unica, spettacolare. I ragazzi sotto al palco saltavano, scandendo il tempo assieme alle bacchette di Toph che picchiavano senza posa e con tantissima energia su piatti e compagnia bella come se ne andasse della sua vita stessa.

E Zuko, sentendo quanta energia ci stava mettendo e con quanta enfasi e delirio le persone di fronte a loro li avevano accolti, cantò con tutto sè stesso, come mai prima di allora.

E pensare che, alla proposta di quella ragazzina a mettere su una band con lei, aveva perfino storto il naso!

Toph era un'uragano e lui non aveva potuto fare altro che seguirla, attendendo il magico momento in cui le luce dei riflettori si sarebbero puntate su di loro, in cui le urla di consensi li avrebbero fatti toccare il cielo con un dito, in cui la loro musica avrebbe fatto scatenare tutte le persone del mondo.

E, magia, quel momento era arrivato.

Lo stavano vivendo. Lo stavano vivendo insieme.

«When the mirrors and the lights
And the smoke clear I'd never guess
How we ever coulda got here
.
You can say what you say
When the lights go down
So shake, shake, shake,
And shut your mouth

I'm tryin' I'm tryin' I'm tryin'»



Nota della scrittrice: Toph sarebbe una batterista stupenda secondo me. Potete dire quello che volete XD esser ciechi non impedisce di imparare a suonare, no? LOL

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Capitolo 7
*** Fireflies ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Fireflies
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic; Comico
Note: La canzone è degli Owl City


«You would not believe your eyes
If ten million fireflies
Lit up the world as I fell asleep
'Cause they'd fill the open air
And leave teardrops everywhere
You'd think me
But I would just stand and stare»

La cosa era anche abbastanza semplice. In fondo era un semplice susseguirsi di azioni ovvie, praticamente automatiche, nessuno ci pensava su per davvero quando le compiva.

Se una persona aveva sonno, o era stanca per una qualche assurdo motivo, la prima cosa che faceva era andare a coricarsi a letto o, tutt'al più, andare alla ricerca del primo posto comodo che riusciva a scorgere.

Lì poi, la faccenda, si faceva ancora più facile: chiudevi gli occhi, aspettavi un pò, e poi via, partivi allegramente per il mondo di Morfeo, abbracciando un sonno profondo e a dio piacendo sereno.

Era sempre stato così almeno fino a che, il povero Aang, non si era ritrovato ad avere un sonno agitato.

Era più o meno la quarta notte di seguito in cui, Toph, che dormiva poco distante da lui, si ritrovava costretta ad alzarsi dal suo letto improvvisato perchè incapace di chiudere occhio.

Il fatto era che Aang parlava. Da solo. Sì, il grande Avatar, il loro salvatore onnipotente ed onniscente, parlava da solo nel sonno.

Non era del tutto certa che centrasse ancora con le sue paure circa il dover sconfiggere il Signore del Fuoco o meno, ma se c'era una cosa di cui non dubitava era che di quel passo lo avrebbe certamente ucciso.

Poco le importava se così facendo il mondo avrebbe perso la sua unica speranza! Lei aveva bisogno di dormire!

La giovane ragazzina, con due occhiaie grandi come due enormi villone mega lusso, si alzò in piedi, stanca, dondolando, e si diresse lontano. Una meta precisa non la aveva, am era certa che ogni posto era meglio che quello accanto ad Aang...ed ogni posto possibile la avrebbe fermata dal compiere un massacro.

«Non riesci a dormire?»

Toph quasi si prese un accidenti quando, Zuko, comparve dal nulla alle sue spalle.

Si sbrigò a girarsi per guardarlo storto. «Mi complimento per la tua acuta osservazione.»

Lui non disse niente, limitandosi a continuare la sua camminata solitaria verso l'ignoto, al chiaro di luna.

«Tu invece come mai non dormi?» chiese allora Toph, seguendolo, immaginando che forse sarebbe stato meno penoso non dormire anche per quella notte se la avesse spesa a parlare con qualcuno.

«Non ho sonno.»

«Ah.»

Calò il silenzio fra i due, come sempre visto e considerato che si conoscevano da poco.

Zuko si mise improvvisamente seduto a gambe incrociate, ai bordi del laghetto vicino al quale si erano accampati per la notte, lo sguardo perso di fronte a se come se Toph neanche esistesse.

Lei sbuffò, mettendo il broncio. «Sei davvero un campione di compagnia, sai?»

«Che dovrei fare...? Intrattenerti ballando?»

Toph fece per rispondere, ghignando, ma venne bloccata ancora prima di emettere un fiato.

«No.» le disse lui, guardandola.

«E va bene, non ballare...ma almeno parliamo.»

«Hai paura del buio?»

«Che?!»

Zuko portò le mani avanti, a mò di difesa «Sto cercando di capire come mai non riesci a dormire!»

«Non è perchè ho paura del buio, anche perchè se non te ne sei accorto sono cieca. Per me è sempre buio.»

«Ah...è vero.» sussurrò il ragazzo, imbarazzato. Toph si comportava in modo così normale che alle volte dimenticava che non riusciva a vedere. «Allora magari sei insonne.»

«No.»

«Forse sei stufa di contare le pecore ma, senza tale mezzo, non riesci a-»

«No.»

«...allora sei troppo stanca per riuscirci.»

Toph si mise seduta vicino a lui, sgranando gli occhioni chiari.

«Si può essere talmente tanto stanchi da non riuscire a dormire?»

«Sì.»

«Non mi è mai successo.»

«Solo perchè non succede a te non vuol dire che non sia vero...»

«Lo so da me!»

«Ok ok.»

I due, di nuovo in silenzio, rimasero ognuno immerso nelle proprie congetture.

Zuko non pensava a nulla in particolare, si limitava ad osservare il paesaggio magico di quella notte, chiedendosi come mai sino a quel momento si fosse precluso quel genere di viste mozzafiato, mentre Toph, dal canto suo, non faceva altro che avere visioni di un bellissimo, gigantesco, comodo lettone tutto per lei.

Fu allora che, d'improvviso, un bagliore che non proveniva dal cielo e perciò dalle stelle o dalla luna stessa colpì l'attenzione di Zuko.

Almeno un centinaio di lucciole stavano svolazzando sulle acque del lago, danzando lente ed eleganti di fronte ai suoi occhi ambrati.

Rimase a bocca aperta e, dando di gomito a Toph, indicò di fronte a se senza parole.

«...cosa?» domandò la ragazza, spaesata.

«Ci sono un sacco di lucciole!» esclamò lui, ammirato «Guar-»

Si morse la lingua, ritrovandosi di nuovo ad interpretare la parte dello stupido. Come poteva, lei, vedere quel bellissimo gioco di luci?

«Beh, immagino siano belle.»

Zuko annuì, un poco dispiaciuto che Toph non avesse modo di apprezzare tutto quello che lui, invece, quotidianamente poteva avere l'occasione di vedere. Doveva essere difficile vivere così, senza la possibilità di...

«Come sono?»

Lui si riscosse. «Cosa?»

«Le lucciole.» ripetè Toph «Come sono?»

Il ragazzo non rispose per un pò, indeciso sulle parole da usare. Non era mai stato bravo ad esprimersi a voce, il solo modo in cui aveva tentato di spiegarsi al resto del gruppo quando ancora non aveva la fiducia dell'Avatar e degli altri ne era una prova lampante, ma siccome ci teneva affinchè anche Toph potesse capire la sua emozione questa volta ci si sarebbe impegnato.

«Sono luminose, rotonde...emettono una luce calda e pura. Del tutto dissimile da quella di una fiamma o...o da quella delle stelle. Una luce tutta loro.» cominciò a dire, senza rendersi conto del viso della giovane compagna, il quale si stava facendo via via più interessato. «Non riesco a vedere i corpi di queste creature, però posso dirti che le loro luci danzano perfettamente le une con le altre, in cerchi concentrici. Sono...stupende. Davvero stupende.»

Zuko si girò solo allora verso di lei e, incontrando quell'espressione fin troppo sorpresa, divenne tutto rosso.

«C-Cosa c'è?»

Toph scoppiò a ridere, tirandogli un pugno amichevole sul braccio. «Non ti facevo così romantico, Principino. Mi hai quasi fatto venire il diabete con tutta quella dolcezza! Se ti avesse sentita Labbra di Zucchero avrebbe peso dalle tue di labbra!»

«...»

Quella, di sicuro, era l'ultima volta che le avrebbe fatto un piacere.

«I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly
It's hard to say that I'd rather stay
Awake when I'm asleep
'Cause everything is never as it seems»

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Capitolo 8
*** Perfect ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Perfect
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic; Fluff
Note: La canzone è degli Hedley


«Falling a thousand feet per second, you still take me by surprise
I just know we can't be over, I can see it in your eyes
Making every kind of silence, it takes a lot to realize
It's worse to finish than to start all over and never let it lie
And as long as I can feel you holding on
I won't fall, even if you said I wrong»

Ora che era tutto finito, ora che le cose sembravano perse per sempre ed il suo cuore batteva, spezzato e distrutto come mai prima di allora era successo, Zuko non poteva fare a meno di sentirsi un povero sciocco.

Non aveva mai creduto di essere perfetto, ma per una sola singola volta si era vantato di tanto pur possedendo gli stessi geni di due persone esuberanti e megalomani come Azula o suo padre. Aveva sempre visto in se stesso un qualcosa di incompleto, un insieme di imperfezioni che andavano ogni giorno ad intralciargli il cammino.

Ecco da cosa derivavano tutti i suoi problemi, dal suo carattere e dalla sua totale insicurezza.

Al momento si odiava. Si detestava così tanto per non essere stato abbastanza forte e per non aver combattuto per quel sentimento puro e...e perfetto che aveva sentito per lei.

Da solo, senza la sua presenza, senza le sue frecciatine e senza la sua bella voce proprio non ce la faceva. Si sentiva dannatamente scombussolato e perso.

Le aveva voltato le spalle, si era allontanato senza alcuna scusante, anteponendo le sue solite paranoie a ciò che era decisamente più importante.

Eppure, anche così, sapeva perfettamente che non poteva essere finita. Non davvero. Non per sempre.

Da lì a poco la avrebbe vista tornare, magari con quel solito muso ad accompagnarla mentre, i suoi occhi chiari, si posavano ovunque meno che su di lui. Lo avrebbe raggiunto e gli avrebbe fatto conoscere tutto il suo disappunto prima di chiamarlo idiota e dargli un'altra occasione.

Toph aveva sempre lottato per ciò che avevano costruito insieme. Sempre. E lui avrebbe cominciato a fare lo stesso ora che sapeva cosa significava perderla.

In fondo era peggio rimanere sempre con gli occhi chiusi, senza guardare ciò che si aveva attorno, che sbagliare ma poi andare alla ricerca di una soluzione, finalmente consci di ciò che si poteva fare se solo si avesse voluto.

Quindi, alla fine, che senso aveva aspettare?

Questa volta non avrebbe permesso a Toph di dirgli quanto sciocco era stato, già lo sapeva da solo!, e anzi la avrebbe rincorsa per dirle ciò che provava. Avrebbe calpestato il suo orgoglio volentieri, lo stesso che aveva con così tanta fatica cercato e ritrovato, se fosse servito a riaverla indietro.

Non ci sarebbero più stati silenzi. Non la avrebbe più allontanata. Sarebbe stato semplicemente se stesso, senza mezzi termini, come del resto lei gli aveva sempre chiesto di essere. Toph non aveva mai voluto niente altro che la sincerità.

Zuko corse come un matto, rischiando di cadere rovinosamente in terra circa ogni due secondi ma mantenendo un precario equilibrio almeno fino a che non riuscì a scorgere la sua piccola Toph in lontananza. La raggiunse, la prese per un braccio e, con il fiatone, la guardò dritta negli occhi.

«I-Io non sono perfetto...» cominciò, ancora ansante «...ma ti giuro che ci tengo a te. Ci tengo davvero. E farò di tutto per dimostrartelo.»

Lei non gli rispose, limitandosi a fissarlo a sua volta. Ciò che stava dicendo era bello, sul serio, ma non era abbastanza.

«Toph, quando sono solo io...io non vivo. Senza di te non funziono.»

Ecco, adesso si cominciava a ragionare.

«Perciò non te ne andare. Non te ne andare mai più.» disse ancora Zuko, abbassando lo sguardo «Resta con me.»

La giovane scoppiò a ridere e, con una piccola spinta canzonatoria, esibì uno dei suoi migliori sorrisi facendo anche l'occhiolino al compagno.

«Mio dio, ti basta così poco tempo senza di me per andare del tutto nel panico?» lo schernì lei, dandogli di gomito «Andiamo, abbiamo litigato solo stamattina e già stai in queste condizioni.»

Zuko sospirò, enormemente felice di aver in qualche modo rimesso le cose a posto. Se Toph aveva ripreso a prenderlo in giro in qualche modo aveva risolto no?

«Come dice sempre mio zio, è meglio risolvere le cose quando si è ancora in tempo per farlo piuttosto che lasciar correre il tempo e perdere un'occasione importante

Toph, con le guance leggermente arrossate, afferrò per il bavero della maglietta Zuko e lo attirò a se, posando un debole bacio sulla sua gota chiara.

«Tuo zio è un'uomo saggio.»

Dopo che si fu allontanata, Zuko si scompigliò i capelli del tutto imbarazzato. Sì, suo zio era un'uomo saggio, e per fortuna finalmente anche lui aveva cominciato ad avere un pò di sale nella zucca.

No, ancora non poteva dire di essereperfetto e probabilmente nemmeno la avrebbe mai raggiunta la perfezione, ma per il momento poteva dirsi comunque fortunato: negli occhi della ragazza che amava non aveva letto il dubbio, anche lei sapeva che fra di loro non sarebbe mai finita.

Mai.

«I'm not perfect, but I keep trying
'Cause that's what I said I would do from the start
I'm not alive if I'm lonely, so please don't leave
Was it something I said or just my, just myself
Just myself, myself, just myself
I'm not perfect, but I keep trying»

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Capitolo 9
*** Viva la Vida ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Viva la Vida
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Team Avatar al completo
Rating: Verde
Genere: Song-fic
Note: La canzone è dei Coldplay


«I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”»

«Il vecchio Re è morto, lunga vita al nuovo Re!»

Zuko scosse il capo, agitato. Ormai stava creando una specie di solco nel pavimento per via del suo continuo avanti ed indietro.

Non aveva mai pensato che quel giorno sarebbe arrivato. Certo, aveva combattuto affinchè suo padre pagasse cara la sua crudeltà, si era prodigato anima e corpo per fari si che Aang vincesse e che tutti i suoi amici e persino chi non cosceva ancora potesse vivere un'esistenza pacifica, all'insegna della felicità...

Ma mai avrebbe creduto di potercela fare veramente!

«Che stai facendo, Principino?»

Sentendo Toph e gli altri farsi vicini, Zuko si obbligò a girarsi verso di loro, esibendo tutta la sua ansia ai compagni.

«Quelli stanno chiamando me.» sbottò, sconvolto «Fino a poco tempo fa ero il principe esiliato e ora...»

«E ora sei il Signore del Fuoco.»

Zuko guardò Aang che, avvicinandosi, gli sorrise.

Sì, lui era il Signore del Fuoco e a differenza dei suoi predecessori avrebbe regnato con saggezza e bontà, nella speranza che gli orrori del passato mai più si ripetessero.

«Dovrò abituarmi nel sentirmi chiamare così, eh?» sussurrò, cercando anche lui di sorridere.

«Già, e dovrai anche abituarti alle persone che erano d'accordo con tuo padre e che molto probabilmente tenteranno di toglierti di mezzo.» sentenziò Toph, pensierosa, forse poco conscia di ciò che aveva appena detto o di ciò che stava per dire in aggiunta «Per non parlare poi del lavoro abominevole che ti aspetta: continue riunioni, leggi da approvare, discussioni su discussioni, incontri con i capi degli altri paesi, magari qualche litigio politico... Ah, caro il mio Principino, io mi lamento sempre della vita di un semplice nobile ma devo ammettere che quella de Re è anche peggio!»

Alzò le spalle. «Chi mai vorrebbe essere un Re?»

Zuko la fissò, basito. Senza parole. Sconvolto. ...pallido.

«Non credo di essere pronto per una vita del genere.» riuscì a biascicare, leggermente spaventato dalla descrizione fatta da Toph, la quale dal canto suo si prese un bello scapellotto da parte di Katara.

«Ehm...rettifico.» disse allora la ragazzina, camminando verso di lui mentre si massaggiava la nuca e dopo aver lanciato un'occhiataccia a Labbra di Zucchero «Vedrai che non sarà così male.»

«E come fai a saperlo...? Conosci per caso il mio futuro?»

«No, non lo conosco» gli rispose, aumentando la disperazione del nuovo Signore del Fuoco «ma conosco te e so per certo che lavorerai sodo, senza mai arrenderti e senza lasciare che le difficoltà ti schiaccino.»

Zuko passò lo sguardo dal suo sorriso a quello degli altri suoi amici: la pensavano tutti come lei, senza ombra di dubbio, e ora il ragazzo sapeva che le cose sarebbero andate sicuramente per il verso giusto.

Anzi, forse non sarebbe sempre stato così, ma con amici come i suoi come poteva non guardare comunque serenamente a ciò che lo attendeva?

«It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become»

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Capitolo 10
*** Get out Alive ***


Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Get out Alive
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph
Rating: Verde
Genere: Song-fic
Note: La canzone è dei Three Days Grace


«Don't put your life in someone's hands
They're bound to steal it away
Don't hide your mistakes
'Cause they'll find you, burn you»

Bruciava.

Quello stramaledettissimo veleno bruciava mentre le percorreva ogni vena del corpo, diluendosi per bene con il suo sangue ed impedendole ogni singolo movimento.

Se avesse dovuto pensare alla sua morte mai e poi mai avrebbe creduto di vedere la fine dei suoi giorni per via di un errore così assurdo. Così insignificante.

Lui aveva messo un piede in fallo dopo che se ne stava andando, assai innervosito, per via di un'altra delle sue pessime battute, e siccome invece lei aveva visto il pericolo grazie alle sue capacità lo aveva spinto via in tempo prendendosi quella freccia al posto suo.

La punta la aveva colpita da un polpaccio, non sarebbe stato nulla di grave se non fosse che quella stupidissima cosa era avvelenata.

Toph, la fortissima ed impavida Toph, quella che sognava di vivere nuove avventure ogni giorno e che credeva fermamente che la vera gloria, per un guerriero, fosse il morire sul campo di battaglia, sarebbe invece volata in cielo per via di una sciocchezza simile.

Che smacco per la sua dignità.

«Questa...è la mia ultima ora.» disse, ghignando «Direi che non c'è molto da fare. Il veleno si propaga troppo velocemente...»

Sentiva le braccia di Zuko a stringerla forte al suo petto, stretta, quasi temesse di poterla in qualche modo perdere da qualche parte.

Beh, in un certo senso la stava perdendo.

«Ehi ehi, che è tutta quest'ansia che sento?» chiese, cercando di sembrare ancora una volta spiritosa, ancora una volta più forte «Non bisogna avere paura di morire. È una cosa normale. Anche tu morirai sai?»

Poi, quando Zuko posò la propria fronte sulla sua e sentì le guance farsi calde, cercò di trattenere il suo cuore dallo scoppiare. Ci mancava anche l'infarto.

«La sai una cosa? Spero che tu mi raggiunga...il più tardi possibile. Per quanto ti possa volere bene, non voglio certo che tu muoia.»

Chiuse gli occhi, prendendo un profondo resprio.

«Rimarrò giovane per sempre. Che bello. Così quando ci rivedremo e sarai un vecchio decrepito potrò finalmente farmi di nuovo quattro risate alla faccia tua.»

 

*** *** *** *** ***

 

«This is my last time she said
As she faded away
It's hard to imagine
But one day you'll end up like me»

Bruciava.

La consapevolezza di essere la causa di tutto quello che stava accadendo bruciava così tanto da fargli male, quasi più di quanto non lo avrebbe potuto fare il fuoco stesso od il calore del Sole.

Zuko, Dominatore del Fuoco assai abile, non aveva conosciuto un tale bruciore sino ad allora. Era come se tutto dentro di lui, ogni singola cosa, stesse andando in fiamme causandogli un dolore immenso ed attanagliante che partiva dal cuore per andare più in profondità, sino nella sua anima.

Sentì le parole di Toph quasi come in un sogno, senza capirle appieno eppure ritrovandosi comunque a storcere il naso.

Persino ora che stava per morire era tranquilla, gli sembrava quasi che non stesse capendo ciò che le succedeva in prima persona o che, peggio, non ci stesse dando il giusto peso. E, cosa ben più importante, non sembrava incolparlo di niente nonostante fosse stato lui lo sciocco ad azionare quella trappola.

Se solo non avessero litigato. Se solo avesse affrontato la ragazza invece che voltarle le spalle e cominciare a camminare, ad occhi socchiusi, senza prestare attenzione a dove metteva quei suoi dannati piedi. Adesso tutto sarebbe stato a posto e probabilmente avrebbero continuato la loro discussione altrove, al campo, con tutti gli altri a ridere dei loro inutili battibecchi.

Toph cercava di fargli forza, di tirargli su il morale, ma Zuko non poteva essere sereno.

Abbassò il capo ed appoggiò la fronte su quella di lei, stringendola più forte di prima. Quella era decisamente la prima volta che la vedeva così fragile. Proprio lei, proprio una come Toph...fragile.

«Non ho nessuna intenzione di farmi prendere in giro da te anche nell'aldilà Toph.» proruppe infine Zuko, alzandosi in piedi con lei fra le braccia.

Cominciò a correreper qualche tratto di bosco prima di spiccare letteralmente il volo, dominando il fuoco con la mano libera ed usandola come propulsore.

 

*** *** *** *** ***

 

«If you want to get out alive
Hold on run for your life»

Toph sbadigliò sonoramente, dando finalmente segni di vita dopo giorni passati solamente a dormire.

Non aveva idea di quanto tempo era passato, ma dopo che Zuko la aveva riportata al campo e dopo che Katara si era data un gran da fare per rimetterla in sesto e recuperarla dal regno dei morti, si era di certo goduta una sonnecchiata bella lunga.

Si guardò in giro, spaesata, senza la possibilità di percepire le cose con i suoi piedi visto che era sollevata da terra e si trovava adagiata su un letto.

Sospirò, un poco delusa. Non le piaceva non riuscire a vedere.

Però, anche così, poteva dire di non essere sola: sentiva il respiro pesante dei suoi amici tutti attorno a lei. Forse si erano addormentati mentre le facevano la guardia.

«Sei sveglia.»

Zuko si mise seduto sul bordo del suo letto e, guardandola con grande apprensione, si tormentò le mani con insistenza. Ancora non si era perdonato per ciò che era successo, ma almeno ora Toph era sveglia. Stava bene.

Era viva.

«Quanto ho dormito?»

«Cinque giorni.»

«Accidenti!» esclamò la ragazza, mettendosi seduta «Ma è un sacco di tempo!»

Eh, anche Zuko lo sapeva. Solo Dio poteva dire quanto in ansia era stato.

«Ascolta Toph, io ti devo proprio chiedere scu-»

«Oddio, Zuko, non cominciare!» lo bloccò l'altra «Ok, mi sono fatta male perchè sei un povero mentecatto che non sa usare il dono della vista quando c'è chi è cieco e sa vedere meglio di te, ma ti sembro forse arrabbiata? Eh? Eh? No, sono a posto.»

Zuko scosse il capo. «Sarai anche a posto, ma io mi sento in colpa!»

«Ma se mi hai pure salvato la vita!»

«Senti, voglio solo farti le mie scuse!»

«Ti dico che non servono, ok?!»

I due si misero il broncio e, facendo calare un freddo silenzio, si misero entrambi con le braccia conserte dinanzi al petto, fissando il loro sguardo ovunque meno che negli occhi dell'altro.

Ecco, ecco perchè non potevano stare assieme neanche mezzo secondo. Finiva sempre così! Erano così simili che era praticamente impossibile per loro stare senza litigare per quanto, dovevano ammetterlo, provavano una certa simpatia l'uno per l'altra. Erano amici infondo.

Toph, nel giro di poco, tolse il muso e si mise a ridere costringendo così Zuko a voltarsi nuovamente verso di lei.

«Cosa c'è di divertente?»

«Sei proprio vanitoso.» rispose la ragazza, ridendo come una sciocca «Non potevi reggere l'idea che tu, da morto, saresti stato per sempre più brutto di me vero?»

Lui non disse niente, limitandosi a guardarla. Stava ridendo ancora una volta come se nulla fosse successo, come se gli attimi passati non fossero altro che brutti ricordi che lei non voleva fare altro che ignorare. Per tanto tempo aveva pensato che fosse un suo punto di forza, ma ora si ritrovava a pensare che forse Toph passava oltre alle brutte cose perchè altrimenti non avrebbe trovato il modo di affrontarle.

Non da sola.

...ma tanto, da quel giorno in poi, la avrebbe aiutata lui. Toph non sarebbe mai più stata sola.

«Pensala come vuoi, Toph.» esordì, sorridendo.

«If I stay it won't be long
Till I'm burning on the inside
If I go I can only hope
That I make it to the other side
If you want to get out alive
Hold on for...
If you want to get out alive
Hold on for»

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