Not only a rockstar... even a ...

di devilrose1982
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Press ***
Capitolo 3: *** Far West ***
Capitolo 4: *** L.A. Cops ***
Capitolo 5: *** Si cerchi un buon avvocato ***
Capitolo 6: *** Uno strano personaggio ***
Capitolo 7: *** Buonanotte.... amore... ***
Capitolo 8: *** Sogno o realtà...? ***
Capitolo 9: *** When she become a... Rose ***
Capitolo 10: *** Monkey island ***
Capitolo 11: *** Nusa Dua ***
Capitolo 12: *** Al via la stagione dei Festival... ***
Capitolo 13: *** Guns and jokes... ***
Capitolo 14: *** Vecchi amici... ***
Capitolo 15: *** ... e vecchi fantasmi... ***
Capitolo 16: *** Champagne e baby doll... ***
Capitolo 17: *** Baby doll e guantoni da pugile... ***
Capitolo 18: *** Baby doll e guantoni da pugile...(Alternative Version) ***
Capitolo 19: *** La chiave... ***
Capitolo 20: *** Gioielli di famiglia... ***
Capitolo 21: *** Blue eyes... ***
Capitolo 22: *** Just a little revenge ***
Capitolo 23: *** Just a little surprise ***
Capitolo 24: *** Wedding and roses... ***
Capitolo 25: *** The end ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La storia risulta essere il seguito di "I wanna be a rockstar":  ero indecisa se continuare su quella o se creare una nuova fan fiction.
Alla fine, come vedete, la seconda opzione ha prevalso.
Perchè... semplicemente perchè era giusto così, mi sembrava che, per com'era nata la storia, l'ultimo capitolo che ho scritto fosse il finale ideale.
Poi sono subentrate altre idee, che avevo già in mente per la trama di I wanna be ma per un motivo o per l'altro non ero riuscita a incastrare in quella storia.
Per chi già conosce la storia: questa sarà molto più incentrata sul rapporto tra Axl e Cecilia e sulla loro storia, mentre l'altra ruotava forse più intorno a lei.
( Se avete domande da farmi sull'altra trama o ci sono cose che non avete capito, potete chiedere tutti i chiarimenti che volete: ammetto che a volte sono stata un po' troppo "cervellotica" )
Per chi non ha mai letto l'altra:  nel caso vi venisse voglia di leggerla evitate di proseguire con la lettura di questo capitolo perchè ovviamente conterrà la trama dell'altra: finale compreso.
Se non avete voglia di leggere la precedente fan fiction perchè troppo lunga o semplicemente perchè non vi interessa provo a fare un breve riassunto:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cecilia è una ragazza italiana e suona la chitarra in una band, durante il tour degli Stills (il gruppo inventato della protagonista) negli Stati Uniti conosce il cantante del suo gruppo preferito: i Guns n'Roses, nasceranno una serie di circostanze che porteranno i due prima ad avere una serie di scontri, poi ad avere un rapporto molto ambiguo e molto stretto.
Cecilia raggiungerà Axl a Los Angeles per lavorare con lui alle musiche del nuovo disco, i due avranno modo di conoscersi, Axl continuerà a lottare con i fantasmi del passato e la ragazza con la sua vecchia vita italiana che sembra renderla spesso malinconica.
Durante una breve vacanza in Italia il cantante avrà modo di conoscere i genitori della ragazza, che verrà perseguitata dagli incubi di un passato che torna a farsi sentire: anni prima quando aveva iniziato a suonare con gli amici sperando di diventare una rock star disse scherzando che  quando sarebbe diventata famosa avrebbe sposato Axl Rose abbandonando la sua vita e tutti quelli che ne facevano parte, ritrattando subito tutto e promettendo al suo migliore amico che questo non sarebbe mai successo: riuscirà a mantenere la promessa?
Al ritorno dall'Italia esce il nuovo lavoro dei Guns n'Roses che si preannuncia un successo.
Sui due viene pubblicata una fan fiction in cui, alla fine di tutti i giochi Axl chiede alla ragazza di sposarlo e lei rifiuta, la storiella fa il giro del mondo.
Cecilia torna quindi a suonare con il suo gruppo che intanto, ha pubblicato un nuovo disco acclamato dalla critica, il disco riesce a vincere il platino, ma le domande dei giornalisti più che alla musica sono rivolti ai dissidi interni al gruppo, che pareva averli portati a una precedente rottura, e al rapporto che la chitarrista ha con Axl Rose di cui si parla nella storiella pubblicata, la ragazza per non far passare in secondo piano il disco nega tutto, portando ad esempio numerosi particolari che screditerebbero la fan fiction facendola apparire falsa, solo una fan fiction appunto.
Alla fine si scoprirà che la fan fiction era vera: una ragazzina, fan degli Stiils, aveva incontrato la chitarrista in aereo intenta a scrivere su un diario i suoi penseri, e dopo aver parlato con lei per un po' di tempo e averle fatto compagnia per gran parte del volo, approfittando di un momento di distrazione della chitarrista al momento di riordinare le sue cose in vista dell'atterraggio, ruba il diario prendendone spunto per pubblicare la storiella.
Appurato che la fan fiction altro non era che il diario della chitarrista con qualche variante, alla fine della storia si annunciano ufficialmente le nozze tra Cecilia e Axl Rose.
 
 
Detto questo... Benvenuti a tutti quelli che leggeranno questa storia.

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Capitolo 2
*** Press ***


"Signor Rose, ci sono tantissimi giornalisti assiepati fuori dal cancello per uno scoop, chiedono se può uscire per parlare con loro, credo vogliano avere indiscrezioni sul matrimonio" azzardò timidamente la cameriera entrando in salotto.
"Non ho intenzione di uscire a parlare con loro" rispose Axl seduto sulla poltrona mentre continuava a fumare tranquillamente il suo sigaro non curante di quello che succedeva fuori dalle mura di casa.
"Axl ha ragione, dica pure ai giornalisti che abbiamo dato la notizia proprio perchè smettessero si darci la caccia, non abbiamo intenzione di fornire ulteriori dettagli, hanno già ottenuto quello che volevano"
"Si ma..." disse la domestica ignorando la ragazza e rivolgendosi ad Axl "Ma ho paura che non sia solo per la notizia, credo che vogliano accaparrarsi l'esclusiva per le foto"
"Forse non mi sono spiegato, non ho intenzione di far diventare il mio matrimonio un evento mediatico, tantomeno di vendere l'esclusiva delle foto a qualche giornale, ha già risposto la signora, hanno già ottenuto quello che volevano, ora può andare" e così dicendo congedò la cameriera, lasciandola in pasto alla folla di giornalisti inferociti.
Era una disdetta che proprio in quei giorni Beta e gli altri avessero lasciato la casa libera per qualche giorno ai due piccionicini, adesso ci sarebbero stati loro a liberarsi della stampa.
"Non pensi che sia stato un po' troppo duro con lei?"
"No" rispose Cecilia "Sono giorni che non fai che ripetere le stesse cose, conoscendoti non avrebbe neanche dovuto chiederti di uscire a parlare con i giornalisti"
"Chissà poi cosa ci trovano di tanto interessante"
"Il matrimonio di Axl Rose sta diventando l'evento mediatico dell'anno, evidentemente la gente continua ad amarti ancora se gli interessa così tanto quello che fai"
"E tu?"
"E io cosa?"
"Tu mi ami?"
"Certo, sennò perchè credi Io, nel fior fiore dei miei anni, mi sia decisa a sposarmi con un vecchietto come te" rispose maliziosa Cecilia raggiungendo il suo futuro sposo, sedendosi in braccio a lui, in cerca di un po' di tranquillità.
Effettivamente vent'anni di differenza non erano pochi, la ragazza era ancora giovane, lui poteva sembrare suo padre, ma la cosa sembrava non essere assolutamente d'intralcio per i due.
Fuori la ressa sembrava non placarsi mai; il vociare dei giornalisti arrivava fin dentro casa, risultando insopportabile.
La cameriera si aggirava per casa visibilmente nervosa perchè intimorita da Axl, non risciuva proprio a gestire la situazione.
Rose spense il sigaro nel posacenere e iniziò a rigirarsi il bicchiere di scotch tra le mani, sempre più nervoso.
"Forse è meglio se esco io, provo a farli andare via" disse la futura sposa cercando di calmare il suo uomo.
"No, ora basta" urlò il cantante alzandosi di scatto e picchiando i pugni sul tavolo.
"William, calmati" provò Cecilia a farlo ragionare, il suo volto sfigurato dalla rabbia le fece avere un sussulto, un brivido le percorse la schiena, l'ombra del vecchio, irascibile Axl Rose stava ricomparendo in quel preciso istante, vanificando in un lampo tutti i buoni propositi di sembrare una persona diversa.
Si avviò fuori come una furia e in breve fu davanti al cancello, imprecando contro la folla.
Cecilia osservava atterrita quello spettacolo attraverso i vetri della sala e rimase ancor più di stucco nel vedere una persona che fino a quel momento si era dimenticata.
La scena che si stava svolgendo in giardino sembrava lo scenario di un film western, le urla, le imprecazioni si stavano facendo man mano più accese, l'Axl Rose che inveiva contro i giornalisti e i fotografi era appena tornato.

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Capitolo 3
*** Far West ***


L'alterco con i giornalisti andò avanti per una buona mezz'ora, non si riusciva a trovare pace: fortunatamente c'era il grosso cancello di ferro a dividere le due parti.
Da un lato c'erano i giornalisti urlanti in continua competizione tra di loro per accaparrarsi uno scoop o anche solamente una foto della coppia, dall'altra Axl, il caro vecchio Axl Rose che imprecava contro i giornalisti in cerca di pace.
Cecilia osservava la scena da dietro la tenda della finestra nel salone al piano terra, sconcertata per quello che stava osservando; imbestialista per il comportamento fin troppo irruento del suo compagno.
Era una rockstar, era normale che si interessassero a ogni cosa che lo riguardava, sopratutto la sua vita privata, le sue nozze, aveva scelto di essere un personaggio, doveva accettare anche questo.
Quando la discussione raggiunse toni ancora più accesi decise di estraniarsi da tutta quella faccenda, per un istante aveva anche pensato di far intervenire la polizia, ma aveva subito scartato la soluzione, ritenendola esagerata, fino a quando la situazione fosse rimasta solo a livello verbale non sarebbe intervenuta, sapeva che prima o poi si sarebbero tutti stancati da soli di quel faccia a faccia movimentato.
Cecilia salì su, fino in camera, accese lo stereo al massimo per estraniarsi da tutte quelle urla che provenivano da fuori.
Si sdraiò sul letto con la musica a tutto volume, non voleva più sentire niente, la musica l'aveva sempre aiutata a superare i momenti difficili, come un flash si ricordò di quando suo padre per farla stare buona le metteva delle enormi cuffie con la musica, era poco più che neonata e quella era l'unica cosa che la faceva calmare, la faceva sentire al sicuro.
Ma questa volta nemmeno la musica riusciva a rilassarla del tutto, l'immagine del viso indemoniato di Axl era sempre lì, davanti ai suoi occhi, forse non l'aveva mai visto così, nemmeno quando litigarono la prima volta, nemmeno quando lei l'aveva ferito.
In quel momento lui sembrava un'altra persona: il romantico e tranquillo Axl Rose che aveva passato con lei più di un anno sembrava perdere forma per lasciare spazio agli spettri del giovane Axl, l'ansia della ragazza anzichè diminuire stava continuando a salire, si sentiva dentro uno strano presentimento che purtroppo venne confermato pochi minuti dopo; sentì bussare alla porta con insistenza: era la cameriera che la stava chiamando, evidentemente con la musica così forte non era riuscita a sentirla prima, si alzò preoccupata precipitandosi ad aprire la porta:
"Signorina presto venga giù: il Signor Rose sta perdendo le staffe di brutto: sta per uscire dal cancello..."
Cecilia ignorò volontariamente la donna, spalancando con forza la porta e facendosi largo per le scale, si precipitò in giardino e la scena che le apparve davanti agli occhi fu tra le più sconcertanti: Axl si era buttato come una furia tra la calca di giornalisti strappando telecamere e tirando calci e pugni alla cieca, a chiunque gli si presentasse davanti, la rissa di St. Louis, il ricordo più trash tra quelli che si potevano trovare in giro su di lui.
La scontro sembrava non placarsi e stava assumendo toni sempre più accesi fino a quando si sentì un colpo sparato in aria, che lasciò di sasso i presenti.
Ci fu un momento di silenzio di tomba e in un attimo i giornalisti abbandonarono il vialetto della villa e Axl si girò verso la sua compagna con gli occhi sbarrati.

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Capitolo 4
*** L.A. Cops ***


Axl si voltò come una furia con la paura che i giornalisti avessero immortalato il fatto poi scattò verso la fidanzata:
"Ma che cazz..."
"Che cazzo cosa? Ho fatto l'unica cosa che vi potesse calmare... o preferivi che chiamassi la polizia eh...?
"Non scherzare" la spinse ad entrare in casa, con un po' troppa foga.
"Non sto scherzando, ho visto una scena pietosa" rispose fredda la ragazza, strattonando un braccio per liberarsi dalla presa.
Axl si avvicinò lentamente a Cecilia quasi intimorito dalla troppa carica della ragazza, e pensare che lui, che fino a dieci minuti prima era una furia, dovette fare un respiro profondo per tentare di calmarsi.
"Dove l'hai presa quella..." chiese indicando la pistola, senza neanche riuscire a nominarla.
Non riusciva nemmeno a pensarci, la sua mente, seppur isterica, era incapace di concepire che la piccola, che lui riteneva indifesa, fosse stata capace di fare una cosa del genere.
"Dove l'hai presa...." ripetè, aspettandosi una risposta istantanea da parte della ragazza.
"Era quello che ci voleva, un colpo di pistola per fermare il demone, bel finale ad effetto eh..." rispose sarcastica, fin troppo strafottente per i gusti di Axl, difficile dire che fosse più arrabbiato in quel momento.
"Ma sei pazza? Come cazzo ti salta in mente una cosa del genere, hai sparato un colpo di pistola, te ne rendi conto?" riprese il rosso ad urlare, completamente fuori di se'.
"Io sono pazza? Io sarei la pazza? Ma ti rendi conto di tu di quello che stai dicendo? Tu sei uscito fuori con un pazzo, cosa pensavi di fare? Li volevi picchiare tutti? Danno fastidio anche a me, ma cosa ci posso fare... ho scelto te, devo accettare il pacchetto completo, ci seguono, parlano di noi, scrivono di noi, chi se ne frega, lasciali dire, prendili per il culo, ma non devi più avere reazioni del genere, mai più..."
"Da quand'è che mi dai ordini? Da quando mi dici cosa devo fare? E ascoltami, non ho ancora finito..." urlò Axl frustrato nel vedere la ragazza, seduta sulla scalinata, appoggiata al muro, con aria scocciata.
"Non urlare contro di me" lo ammonì, fin troppo tranquilla.
"Sennò cosa fai?" 
Il rosso stava perdendo di nuovo il controllo
"Sennò me ne vado" rispose Cecilia alzandosi in piedi, guardando l'uomo fisso negli occhi, con aria di sfida, stava voltandogli le spalle per salire i gradini, quando tornò la cameriera ad avvisarli:
"S...cusate se vi disturbo..."
"Che diavolo è successo, ancora" ribatterono all'unisono i due, stizziti.
"Ci sarebbe la polizia che vi cerca..." rispose a testa bassa la donna.
"Perfetto...ora sarai contenta"
"Io? Ora sarebbe colpa mia...guarda che sei te che hai iniziato tutto questo casino"
"Ma stai zitta..."
"Stai zitta? Chi cazzo ti credi di essere per dirmi di stare zitta? Guarda che chiamarti Axl Rose non ti dà diritto di ordinarmi di stare zitta..."
"Che sta succedendo qui..." domandarono i due uomini vestiti di nero, appena apparsi al cancello, le grida dei due futuri sposini si sentivano da fuori.
"Voi che ci fate a casa mia?"
"Lei è il signor Rose..."
"Si" rispose Axl avvicinandosi al cancello, seguito dalla fidanzata.
"Polizia di Los Angeles" si presentarono i due agenti, mostrando il distintivo, "siamo stati chiamati dai vicini, ci è stato segnalato uno sparo, dovrete spiegarci un bel po' di cose; ci apra per favore"
Cecilia guardò Axl con aria interrogativa, preoccupata per le possibili conseguenze della sua azione, dopo il litigio col compagno ora avrebbe dovuto risponderne agli agenti.
"Siamo nella merda" gli sussurrò, riacquistando pian piano la sua espressione candida.
"Tranquilla, ci penso io" cercò di tranquillizzala lui.

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Capitolo 5
*** Si cerchi un buon avvocato ***


Il padrone di casa fece entrare gli agenti, che seguirono la coppia in salotto, guardandosi intorno.
"Posso offrirvi qualcosa?" chiese Axl, tradendo una certa inquietudine.
"No, grazie, siamo qui per farvi qualche domanda: Signor Rose, lei conferma che oggi ha avuto un acceso diverbio con alcuni giornalisti? C'e' stata una rissa?"
"Non esageriamo agente, diciamo che c'è stato uno scambio di battute, tutto qui"
"Alcuni giornalisti hanno detto di essere stati presi a calci e pugni da lei, questo me lo chiama scambio di battute? Ha una strana concezione della realtà..."
"Agente, loro si sono appostati fuori da casa mia, tutto il giorno, urlandomi di uscire per ottenere un cazzo di scoop, di cosa poi? Non ho nemmeno più il diritto di starmene in pace in casa mia? Sono solo uscito a dirgliene quattro..."
"Quindi mi conferma di averli presi a calci"
"E' stata una discussione accesa e un po' movimentata, ma poi loro saranno stati più di una decina, io uno solo...pensa veramente che io, da solo, sia in grado di prendere a pugni dieci persone... mi sopravvaluta" lo canzonò Axl con aria beffarda...
Intervenne l'altro agente: "Signori miei, qui ci sono i vicini che dicono di aver sentito uno sparo, abbiamo rintracciato qualcuno dei giornalisti presenti oggi, se confermeranno la versione data, lei Rose è accusato di rissa aggravata, per lei signorina la posizione è nettamente più seria: è accusata di detenzione di arma da fuoco"
"Seguiteci in commissariato" intimò l'agente più anziano.
"Siamo in arresto?" domandò Cecilia, con un tono di voce che stava a metà strada tra il preoccupato e il divertito.
"Ancora no, dipende, se le accuse non verranno confermate entro breve tornerete a casa, se i testimoni confermeranno quello che hanno visto e sporgeranno denuncia, si, la vostra posizione si aggrava"
La ragazza degluti' alzando lo sguardo a cercare il suo uomo.
"E ora?"
"E ora cosa? Voglio vedere se ti diverti ancora"
"Ma che vuoi, te ci sei abituato, per me è la prima volta, è colpa tua, dove pensavi di essere? Al saloon?"
"Colpa mia? Guarda che sei te che ti sei fatta prendere la mano, pensavi di essere in un film...non siamo a Hollywood"
"Piantatela voi due e seguiteci in commisariato" ordinò l'agente, visibilmente spazientito dal battibecco dei due innamorati.
L'interrogatorio proseguì in commissariato, dove i due vennero sentiti separatamente dagli agenti, Axl venne scagionato quasi subito dalle accuse; fortunatamente uno dei giornalisti presenti aveva filmato la scena intera, quella che neanche Cecilia aveva visto, Axl era uscito visibilmente infuriato per i pesanti insulti che gli erano stati rivolti da alcuni fotografi, non era stato lui a colpire il giornalista ferito, lo stesso giornalista si era appena scontrato con un collega, una banale discussione su chi avesse più diritto a fare lo scoop, era sfociata in rissa, le immagini testimoniavano che Axl si era solo messo in mezzo ai due per sedare gli animi, con scarsi risultati, era solamente riuscito a farsi coinvolgere.
L'accusa restava però a carico di Cecilia, certo era da appurare di chi fosse la pistola, ma restava il fatto che era stata lei ad esplodere il colpo, il filmato la inchiodava.
"Quindi signorina, ci conferma che è stata lei a sparare"
"Si" rispose candida la ragazza
"Si? E lo dice così, come se fosse la cosa più naturale del mondo? Si rende conto vero delle conseguenze?"
"Delle conseguenze di cosa... Era tutto uno scherzo"
"Lei sparare lo chiama uno scherzo, si rende conto vero che qualcuno poteva farsi male?"
"Agente, mi creda, nessuno si sarebbe fatto male, la pistola è finta, controlli pure"
"L'arma è sotto sequestro, se mi confermeranno che è un giocattolo lei è scagionata, altrimenti è meglio che si cerchi un buon avvocato"

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Capitolo 6
*** Uno strano personaggio ***


Axl fu rilasciato in men che non si dica, mentre per Cecilia la situazione era più complessa, continuavano a farle mille domande, sempre le stesse, ripetute all'infinito, forse si aspettavano un crollo da parte sua; continuava da ore a ripetere che sapeva perfettamente che quella pistola fosse solo a salve, che non c'era dunque ragione di trattenerla ancora.
Nel frattempo era arrivata anche Beta fuori dal commissariato e stava avendo un lungo diverbio con una persona ben vestita che stava aspettando Axl, lei si era affezionata molto alla ragazza, da quando accanto a lei vedeva Axl di nuovo felice.
"Che sta succedendo qui?" domando' Axl visibilmente nervoso "Dov'è Cecilia?"
"Succede che tu sei già fuori e la tua futura moglie è ancora sotto torchio, come me lo spieghi William? Come ti spieghi che c'è gente che ha testimoniato che non tu non hai fatto niente quando anche la cameriera mi ha detto che eri una furia e che sono volati calci e pugni? Perchè non mi avete chiamata? E chi è questo signore? Perchè non l'ho mai visto?"
"Piacere signora, sono Connor Travis, ma lei può chiamarmi Conno" si presentò l'uomo inscenando un baciamano, che lasciò Beta perplessa... "Sono un vecchio amico di Axl"
"Ci conosciamo dal lontano 1985... era una vita che non ci vedevamo, mi sta aiutando a lanciare il disco"
"E tu mi dovevi un favore vecchio mio...Ora ti saluto caro, è stato un piacere ritrovarti"
"Un favore..."
"Oh miodddio, non l'hai ancora capito William, ora ho capito tutto, quest'uomo, non si sa bene per quale motivo ha scagionato te per far ricadere tutte le accuse su Cecilia"
"Signora, se la mette in questi termini mi offende, Axl, diciamo che in questa maniera la tua immagine ne esce pulita"
Axl rimase interdetto dalle parole dell'uomo, che lui riteneva un'amico.
"Ma non ti preoccupare, sistemeremo la faccenda..."
"William, è la tua futura moglie, fai qualcosa!"
"Giusto, è la mia futura moglie, deve uscire adesso con me"
"Non ti preoccupare, ci penso io" rassicurò Beta.
Cominciò ad incamminarsi verso l'entrata del commissariato, Axl rimase quasi imbambolato non sapendo più cosa fare, non aveva mai visto Beta schierarsi per una persona che non fosse lui e sopratutto giudicare una persona che non aveva mai visto cosi dio impulso, era sempre molto riflessiva ed era l'unica che era riuscita a tenere a bada Axl anche nei momenti piu bui della sua vita.
Axl di impulso seguì quella che considerava sua madre, ma il famos mister xx lo prese per un braccio, quasi a volerlo fermare e i torni cambiarono radicalmente.
"Dove cazzo credi di andare? Abbiamo un disco da promuovere, poi lo sai anche tu, dai, quante te ne sei fatte come quella, lasciala perdere, è una testa calda, hai visto il casino che ti ha combinato con quella fottutissima pistola"
L'espressione di Axl cominciò a cambiare, nessuno sapeva quanto aveva contato Cecilia in quei mesi, quanto aveva contribuito alla sua rinascita musicale e sopratutto umana, essere stato capace di nuovo di vivere alla luce del sole come una semplice persona e non solo come una rock star.
"Chi cazzo ti credi di essere per comandarmi? Ricordati; nessuno ha mai comandato Axl Rose, e nessuno comincerà a farlo, quindi vedi di andartene a fanculo, oppure ti spacco la faccia"
"Fai come credi, ma ricordati che è grazie a me se sei uscito pulito da questa storia, anzi, avevo fatto fuori anche quella rompicolgioni, ti porterà alla rovina Rose, lei e il suo fottutissmo gruppo... non ti accorgi che ti sta sfruttando per arrivare al suo obbiettivo? E' la tua celebrità quello che vuole, la signora Rose...cazzo dal nulla ha fatto un disco con i Guns e ora ti sposa...poi è apposto per la vita...il tuo disco in realtà è servito a lei..."
AXl stava di nuovo perdendo il controllo, stava per spaccare la faccia al suo vecchio amico, ma fortunatamente in quel momento tornò Beta a calmarlo, facendo allontanare l'uomo.
"Ecco perchè quando ero in italia mi ha fatto tornare prima per promuovere il disco, che figlio di puttana"
"Calmati William, sistemeremo anche lui, ma ti ha fatto qualcosa? Non credi alle sue parole vero? Dimmelo che non gli credi, lo voglio sentire dalle tue labbra..."
"No, non gli credo"
"Bravo, è quello che ti volevo sentire dire, adesso ascoltami, vai a prendere Cecilia, fortunatamente se l'è cavata con poco"
"Ok, grazie di tutto, se non fossi intervenuta tu non so come sarebbe andata a finire, vado a prendere mia moglie"
 

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Capitolo 7
*** Buonanotte.... amore... ***


 
 
Axl finalmente riuscì a portarsi via la sposa, appurato che la pistola fosse solamente a salve non fu difficile ottenerne il rilascio, se l'era cavata solamente con una multa e una lunga paternale da parte degli agenti.
Stranamente fuori dalla villa non c'erano più fotografi appostati, tutto sembrava tranquillo, solamente Cecilia era più pensierosa del solito.
"Che c'è amore?"
"Che se questa storia viene fuori anche in Italia ai miei verrà un infarto, è il caso che gli chiami per spiegargli?"
"Se li chiami ora è sicuro che gli viene un infarto, in Italia è notte"
Cecilia guardò l'orologio, aveva completamente perso la cognizione del tempo, anche a cena fu stranamente silenziosa e quasi non toccò cibo.
Si appartò in veranda, poco dopo cena, per rilassarsi un po' in solitario.
"Fumi?"
"Si, te l'eri scordato? Non è che perchè hai smesso te devono smettere tutti"
"Si, può sapere che c'è? A cena non hai aperto bocca, ora mi rispondi così..."
"Guarda che sono sempre incazzata con te, io me la sono cavata, a te hanno parato il culo non si sa bene perchè, ma sono ancora incazzata, pensavo che tu fossi cambiato ma sei sempre il solito"
"Lo sai che non è vero"
"Lo so? Davvero? Non sembrava, anche io credevo, ma sai, ogni tanto mi dimostri il contrario..."
"Amore basta per favore, è da ieri che litighiamo, io sono stanco, non ho più voglia..."
"Te non ha più voglia, figurati io se ho voglia, sono stata mezza giornata in commissariato con due agenti del cazzo che mi hanno fatto le stesse domande per tutto il giorno, figurati quanta voglia posso avere ora di litigare anche con te..."
"Cc, ti dice niente il nome Connor Travis?"
"Cosa c'entra ora?"
"C'entra, pensaci..."
"Travis..."
"Connor Travis"
"Mmmm...si... mi dice qualcosa, ah si, si si, è quello stronzo che abbiamo incontrato durante il tour, non so cosa volesse da me, cioè si lo so, ma è cascato male. In pratica voleva farci da manager, c'ha un po' rotto le palle, poi s'era messo in testa di provarci con me"
"Davvero?"
"Eh, si, perchè?"
"No, niente"
Axl ripensò al comportamento dell'uomo, a quanto poco si fidasse di lui, a quanto alla fine finisse sempre per dare retta alle persone sbagliate, si ricordo' di quando fece carte false per conoscere Cecilia durante la sua tournè in America, di quanto Connor cercasse di dissuaderlo, cercando di mettere in cattiva luce la ragazza, che per Axl era un fenomeno.
Stando a quanto diceva l'uomo Cecilia era solo l'ennesima puttanella che voleva sfruttare la fama di Axl per ottenere successi e promuovere il suo disco con gli Stills, ma Axl si fidava della ragazza, grazie a lei era diventato una persona migliore, se non si contava la rissa con i giornalisti era anche riuscito a placare i suoi scatti d'ira.
Restava da chiarire come mai ce l'avesse così tanto con lei, come aveva fatto a sfruttare l'episodio della rissa per trarne vantaggio per Axl e per provare a incastrare Cecilia?
"S'è fatta l'ora di andare a dormire" disse Cecilia spegnendo la sigaretta nel prato, cosa che Axl odiava, ma cercò di passarci sopra per evitare l'ennesimo battibecco della giornata con la ragazza, si limitò a lanciarle uno sguardo fulminante, che lei ignorò volutamente.
"Ok, andiamo a letto" le disse cercando la sua mano, lei ignorò anche quello.
"Scusa, forse ho detto andiamo a letto, ma devo essermi espressa male, intendevo dire VADO a letto, ho chiesto alla cameriera di rifarmi il letto nella camera degli ospiti, buonanotte amore..."

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Capitolo 8
*** Sogno o realtà...? ***


Axl rimase interdetto dalla decisione della ragazza di andarsene a dormire in un'altra stanza, da quando lei era andata a vivere lì era successo veramente di rado che dormissero separati.
Di solito non portava rancore tanto a lungo, ma visto l'ultima sua reazione non osò contraddirla, quella piccoletta gli aveva fatto veramente paura, osava addirittura dire che fosse lui quello pazzo e violento, rimase un po' sul patio fumando un sigaro e rimuginando su tutti i possibili modi per farsi perdonare da Cecilia, senza riuscire a trovare qualcosa di veramente convincente.
Le rose le aveva scartate, troppo banale come idea, gioielli nemmeno a parlarne, sapeva che a lei queste cose non interessavano granchè, pensò a una serenata in piena notte, il problema sarebbe stato portare il pianoforte in camera da letto, poi ebbe l'illuminazione; fece un paio di chiamate veloci, giusto il tempo di organizzare una sospresa degna di quel nome, poi tornò sull'idea della serenata; anticipando la canzone che aveva scritto per lei e che aveva deciso di suonare il giorno del matrimonio, se non fosse riuscito a portare su il pianoforte avrebbe portato giù lei.
Si preparo' mentalmente e raggiunse velocemente la stanza degli ospiti, si avvicinò in punta di piedi al letto, si fermò a guardarla, era stupenda mentre dormiva tranquilla come una bambina, con i lunghi capelli castani scompigliati sul viso, la cosa che gli sembrò più strana è che per dormire si era infilata la sua maglia vecchia di 20 anni, dall'ultimo tour con i vecchi Guns, lui la teneva nel cassetto come una reliquia, le baciò la fronte dolcemente facendo attenzione a non svegliarla, lei ebbe un sussulto ma continuò a dormire, la prese in braccio scendendo le scale e posandola sul divano, facendola svegliare dalle note suonate al pianoforte, lei aprì gli occhi, ancora in stato confusionale, ascoltando quella musica, come se facesse parte del sogno.
Axl si alzò dal piano, sorridendo e andando verso di lei, che si stiracchiava con gli occhi socchiusi.
"Sei ancora arrabbiata?" la ragazza scosse la testa, incapace di dire se stesse ancora sognando o se fosse sveglia...
"Sto sognando?" anche lui scosse la testa, accarezzandola.
"Quella... dove l'hai presa?" chiese Axl indicando la maglia che indossava Cecilia...
"Nel cassetto, avevo bisogno di sentire il tuo profumo"
Axl sorrise, sapeva che non era più arrabbiata con lui, ma in cuor suo sapeva anche che non lo era mai stata veramente.
"Questa la volevo suonare al matrimonio, ora hai l'anteprima..."
Poi si inginocchiò di fronte a lei, prendendole la mano.
"Cecilia, mi vuoi sposare?"
Lei lo guardò stranita, "ma, sbaglio o ti ho già detto di si?"
"Lo so, ma non credo di poter aspettare ancora un mese, voglio che diventi mia moglie, subito"
"Mah..."
"Pensaci con calma, ma... avrei già organizzato tutto, se sei d'accordo entro mezzogiorno sarai la signora Rose, hai mezz'ora di tempo per pensarci..."
"Non avevi detto con calma?"
"Scherzavo..."
"I miei mi uccideranno... comunque ok, facciamolo"
"Ohhh grazie dell'entusiasmo..." disse lui fingendosi risentito, si accoccolò sul divano accanto a lei baciandola, poi la prese in braccio per irportarla a dormire...
"Andiamo a dormire Signora Rose, ti voglio in forma per domani mattina..." poi si fermò di botto sulle scale...
"Che c'è?" disse Cecilia..
"La tradizione era che lo sposo non vedesse la sposa il giorno del matrimonio..."
"Non ho idea di cosa dica la tradizione e sinceramente, non me ne frega niente...."
"Ci sarebbe un'altra sorpresa poi..." si fermò guardando la ragazza posandola a terra
"Un'altra...? Dimmi, sono pronta..."
"Per la verità sono due... La prima è che dopo il matrimonio ce ne andiamo in vacanza , io e te da soli, due settimane al mare..."
"Wowissimo!!!!!!!" saltellò di gioia Cecilia aggrappandosi al collo di Axl " e la seconda..."
"La seconda è più seria" Cecilia lo guardò con aria interrogativa, ricomponendosi un attimo.
"So che ci tenevi, al matrimonio, che hai già il vestito... e posso capire quanto fosse importante per te avere vicino tutti i tuoi amici, per quello mi sono reso conto che era inutile farlo qui, so che hai accettato solo per fare piacere a me, poi te l'ho detto, non ho voglia di aspettare un mese, sposiamoci oggi qui, io e te da soli, poi con calma organizziamo tutto... con gli amici, i tuoi familiari, in Italia..."
Dagli occhi della ragazza uscì una lacrima, di gioia, per quello che lui ancora una volta aveva fatto per lei.
Tra meno di 8 ore sarebbe stata la signora Rose, si sarebbe goduta il suo sogno in vacanza, rilassandosi al mare, avrebbe avuto il tempo di realizzare quale immenso regalo le stava facendo William.
Poi avrebbero iniziato a organizzare un vero matrimonio in Italia con tutti i suoi cari vicino.

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Capitolo 9
*** When she become a... Rose ***


Secondo capitolo di oggi, se è il primo che leggete, scorrete indietro di uno.
 
 
 
"Cecilia, alzati, sono già le 9" venne svegliata dalla voce di Beta che era entrata in camera come un razzo, aprendo le finestre per far entrare la luce.
Cecilia guardò la sveglia, indicava veramente le 9, ancora troppo presto per lei, che si ributtò giu' nascondendo la testa sotto al cuscino, alzarsi dal letto non era tra le sue priorità in quel momento.
Non ricordava granchè della sera prima, sicuramente non aveva ancora realizzato se si trattasse solo di un sogno, era ancora confusa quando riconobbe la camera.
"E' una bellissima giornata, congratulazioni tesoro" la donna la tirò letteralmente fuori dal letto e poi l'abbracciò con sincera commozione.
"Dai.. su, alzati, WIlliam è già giu che ti aspetta... vedessi com'è emozionato... sembra un ragazzino... non l'ho mai visto così, mi ha svegliata per raccontarmi tutto, è dall'alba che è in piedi, oddio bambina, sono troppo contenta per voi..."
Cecilia sorrise, con un'espressione sorniona stampata in faccia.
"Sei bellissima tesoro" la guardò la donna, da capo a piedi.
Bellissima... forse si, ma non era così che si sentiva in quel momento, col viso ancora addormentato, i capelli scompigliati e la maglietta di Axl, fece una doccia rapida e prese il vestito che avevano preparato per lei, lo guardò attentamente cercando di capire cosa le ricordasse, perchè Axl avesse scelto proprio quello per lei, poi le venne a mente che lo indossava la sera che si presentò al concerto a Milano, quando lui ancora non sapeva di essere innamorato di lei e l'aveva fatta sbattere fuori dal camerino, scese le scale e raggiunse Axl che l'aspettava nell'ingresso, nervoso, con indosso i suoi jeans e il suo giubbotto di pelle, era trepidante, molto più di lei.
"Tu non vieni?" domandò Cecilia
"No, sarete solo voi due...è giusto così"
Beta gli accompagnò all'ingresso, consegnando loro la scatolina con le fedi.
"Da quando li sposi si portano le fedi?" chiese lei, impertinente come al solito.
"Da quando lo sposo e la sposa arrivano insieme...io sarò anche moderna ma un briciolo di tradizione... questa vostra decisione proprio non l'ho capita, che Dio vi benedica, comunque" aggiunse Beta
Axl guardò Cecilia, malizioso "se volete aggiungere da quando lo sposo e la sposa fanno l'amore la notte prima delle nozze" quell'uscita fece arrossire Ceclia, che tirò via lo sposo "Andiamo".
Beta abbracciò entrambi, amava William come un figlio, e aveva avuto modo di affezionarsi moltissimo alla ragazza, placando spesso i colpi di testa di entrambi.
"Andiamo CC, ci aspettano in municipio alle 11" disse Axl avvicinandosi alla macchina.
Erano solo loro due, aprì le portiere col telecomando, Cecilia si stupì di questa cosa, era abituata ad uscire con tanto di autista, non si aspettava di vederlo guidare, era proprio una giornata speciale.
Si appoggiò col mento allo sportello della macchina, tergiversando, incredula per quello che stava vedendo.
"Muoviti, facciamo tardi"
"Tu, sei sicuro di stare bene? Ti svegli presto, sei pronto prima di me, ora guidi la macchina... giornata speciale deve essere oggi eh...?"
"Sai com'è... mi sposo!"
Dovette dirlo ad alta volce perchè ancora non ci credeva nessuno dei due, e fanculo alla tradizione, se li sposi si portavano da soli le fedi, se arrivavano insieme alla cerimonia, ma soprattutto se si erano amati la notte prima del matrimonio.
La cerimonia fu semplice e molto veloce, molto diversa da come se l'erano aspettata entrambi, senza fotografi nè curiosi ad aspettarli fuori, senza sfarzo, l'importante era aver suggellato quell'unione che per William era diventata sempre più forte, giorno dopo giorno, dalla prima volta che l'aveva vista, per lei era diverso, fin da bambina era sempre stata innamorata di lui, lo era ormai da 23 anni, ora era solamente ufficiale che come recitavano gli atti: William Axl Rose e Cecilia Conti avevano contratto matrimonio il 5 maggio 2011 nella città di Malibu.

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Capitolo 10
*** Monkey island ***


"E ora la seconda sorpresa signora Rose..." annunciò teatrale Axl
"La seconda sorpresa...?" gli fece eco la ragazza
"Fammi finire... dopo ogni matrimonio che si rispetti ci vuole la luna di miele o sbaglio?"
"Oddio... abbiamo preso a calci in culo tutte le tradizioni, quindi non è che ci pensassi più di tanto... però se mi dici che ci vuole la luna di miele io sono d'accordo... ma scusa, ci andiamo ora se poi ci risposiamo in Italia?"
"Che problema c'è, ne rifaremo un'altra...Non sei curiosa di sapere dove andiamo?"
"Che domande fai certo che sono curiosa..."
"Allora mi sa che dovrai aspettare di essere arrivata, poi lo scoprirai da sola... però sbrigati che perdiamo l'aereo..."
"Nooo dai dimmelo, dai dimmelo, dai dimmelo... Lo sai che non resisto, dimmelo ti prego" ululò Cecilia.
"Oh basta, te lo dico solo perchè non so se ti sopporterei per tutto il viaggio, so che ti piaceva Bali, quindi ho prenotato Bali"
"Tutta Bali?"
"Si, come no, ho fatto evacuare l'isola così saremo solo io e te... Secondo te ho prenotato tutta l'isola?" Axl la guardò storto "Ho prenotato una suite in un resort..."
"Va bhe... pensavo...Che ne so, tu sei Axl Rose, tu puoi tutto, cosa c'era di strano se facevi evacuare l'isola?  Comunque grazie amore, lo sai che ho sempre sognato Bali, promettimi solo che staremo lontani dalle scimmie, io ho paura delle scimmie"
"Non ti seguo, cosa c'entrano le scimmie?" domandò Axl mentre guidava verso l'aeroporto leggermente spazientito dai ragionamenti più che contorti della moglie.
"Non lo sai? A Bali c'è la foresta delle scimmie, lì comandano loro..."
Lui si voltò a guardarla, aveva perso la speranza di capire il suo vaneggiare sulle scimmie, il discorso aveva preso una piega bizzarra.
"Comandano le scimmie? Ok, prometto che ti terrò lontana dalle scimmie, ma ora per favore, basta scimmie, le sto iniziando a odiare"
"Ok... non ti scaldare però...Ma: una domanda, posso?"
"Ho paura a dirti di si"
"Andiamo senza valigie e senza documenti?"
"No, ho organizzato tutto stamattina, ho fatto io la valigia, è già tutto in aeroporto che ci aspetta"
"Senti che bravo, ma a che ore ti sei alzato per preparare tutto? Io in così poco tempo non ci sarei mai risucita, sarebbe già stato impegnativo ricordarmi di prendere il passaporto, figurati se dovevo pensare anche a cosa mettere in valigia, a proposito, me l'hai preso il costume, quello verde con i laccetti, e la crema protettiva, non te la sei scordata vero? Guarda che sono chiara di pelle, mi scotto facilmente..."
"Cecilia" la interrupe Axl "sei insopportabile, guarda che chiedo il divorzio" scherzò Rose.
"Va bhe scusa, ma sono emozionata, non è che capita tutti i giorni di andarmene nel posto dei sogni con l'uomo dei miei sogni... Il divorzio dopo mezz'ora di matrimonio però sarebbe un record, figurati cosa scriverebbero i giornali, ma davvero non sapevi delle scimmie di Bali?"
"Cecilia ho detto basta, giuro che invece che a Bali ti rispedisco in Italia con un aereo merci, siamo arrivati"
All'aeroporto Beta aspettava la coppietta con i documenti e le valigie, non voleva perdere l'occasione per salutare ancora una volta i novelli sposi prima della loro partenza, notò subito la strana parlantina della ragazza, sembrava una bambina che ha appena scoperto il suo regalo di Natale sotto l'albero, e notò anche l'espressione bonariamente spazientita di Axl.
"Allora sposini com'è andata? Venite qui fatevi abbracciare ancora una volta"
"E' andata bene mamma" l'abbracciò Axl
"Veramente lui voleva già divorziare..."
"Cos'è questa storia del divorzio?" domandò Beta perplessa
"Scherza" le sussurrò Axl all'orecchio, cercando di non farsi sentire da Cecilia "oggi è più strana del solito, non la sopporto, ti prego, non nominare mai le scimmie in sua presenza..."
"William, siete sicuri di stare bene? Cosa c'entrano le scimmie?"
"Ti spiego quanto torniamo, andiamo moglie, perdiamo l'aereo"
"Ciao Beta" salutò Cecilia facendo cenno con la mano, come una bambina.
 
 
 
 
Stasera ce l'avevo con le scimmie di Bali, non so perchè...

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Capitolo 11
*** Nusa Dua ***


Arrivarono a Bali dopo svariate ore di viaggio, li attendevano due settimane in un resort esclusivo di Nusa Dua.
La loro suite era posta in una specie di oasi protetta da un fitto filare di piante e numerosi cespugli di fiori di ibisco colorati facevano da contorno a quella che era la piscina idromassaggio, scavata nella roccia della loro terrazza.
In camera da letto trovarono un enorme cuore di petali di rosa sopra alle lenzuola di seta bianche, come segno di buonaugurio per i novelli sposi, e una bottiglia di champagne per brindare alle nozze.
Axl aprì lo champagne e lo versò nei calici, facendo cenno alla moglie di seguirlo nell'idromassaggio.
Da li si godeva una splendida vista sulla baia, il sole stava tramontando sulla distesa azzurra dell'oceano indiano e non c'erano rumori di sottofondo, solamente lo scrosciare dell'acqua della cascata e i fischi degli uccelli attirati dai fiori di ibisco.
Cecilia seguì il marito nella vasca, accoccolandosi tra le sue gambe, poggiando la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal getto dell'acqua mentre sorseggiavano dai calici in loro onore mentre Axl continuava bonariamente a prenderla in giro per la storia delle scimmie.
Diede un altro sorso di champagne e accarezzò la testa della ragazza, dolcemente, lei chiuse gli occhi rilassandosi completamente abbandonata a quell'abbraccio
"A cosa pensi?" sussurrò Cecilia scostando la testa per guardare verso Axl
"Penso che alla fine sono stato fortunato, faccio quello che ho sempre sognato di fare, vivo di quello che ho sempre sognato di fare, ho smentito tutti quelli che mi davano per finito con un disco che sta andando benissimo, ora ho anche una moglie fantastica..."
"Però?"
"Però cosa?" domandò lui
"Da come hai finito la frase sembrava che ti mancasse qualcosa..." 
Ora Cecilia si era voltata guardando il marito negli occhi, aspettando da lui di sapere cos'è che lo preoccupasse così
"Non è che mi manca qualcosa, è che si, insomma... forse più che qualcosa mi mancherebbe qualcuno..."
L'espressione della ragazza ora era più che meravigliata...
"No, non mi dire che ora che siamo qui stai pensando a..." ma lui non le diede il tempo di continuare la frase
"Non hai capito nulla, ecco si insomma... non so come dirtelo..."
"Provaci perchè con gli indovinelli andiamo poco lontano"
Axl prese la testa di Cecilia tra le mani per farla poggiare sulla sua spalla, sarebbe sicuramente stato più facile dirgli quello che doveva senza guardarla negli occhi, si sentiva imbarazzato, sospirò accarezzando i capelli della ragazza, baciandola sulla testa
"Mi piacerebbe avere un figlio, non sai quanto"
"Non me lo avevi mai detto prima"
"Perchè tu non mi hai mai fatto capire di volerlo"
"Non siamo mai entrati nell'argomento, ma secondo te io non vorrei un nano rosso che corre per casa urlando come il papà?" scherzò Cecilia
"Perchè non una bambolina con gli occhioni azzurri come la mamma?"
"E' lo stesso, come preferisci Rose" 

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Capitolo 12
*** Al via la stagione dei Festival... ***


La luna di miele era giunta al termine e ora toccava fare i conti col ritorno alla vita di tutti i giorni, il che per due musicisti come loro significava tournè infinite e concerti in giro per il mondo.
"Non ci posso credere che sia già finita..."
"Se è per quello io non riesco a credere che te ne stia andando..." disse Axl rivolto alla moglie, leggermente contrariato
"Che vuoi farci, sono una rockstar, i fan mi acclamano, dovresti saperlo..." rispose Cecilia, il suo tono era a metà tra il serio e il divertito
"Se è per quello anche tuo marito ti acclama " rispose il cantante, puntualizzando sulla parola MARITO avvicinandosi e abbracciandola da dietro
"Dai, e poi che vuoi, tra poco inizia anche il tuo di tour, se non partivo io l'avresti fatto te, era destino" gli rispose lei, con un espressione vagamente imbronciata
"Non se tu avessi accettato la mia proposta..." gli sussurrò lui nell'orecchio
"No, non ci pensare nemmeno, e poi, con questi due caratterini quanto pensi che avremmo resistito a suonare insieme?" domandò lei
"Mmm mi sa che hai ragione, Ashba è molto più tenero di te"
"Potevi sposare lui allora" rispose lei sarcastica senza togliere lo sguardo dalla valigia che stava preparando, Axl ebbe un brivido al solo pensiero di svegliarsi ogni mattina accanto ad Ashba
"Dai immaginati che carino, un bambino tutto vostro, avrebbe giocato con Daren, pensa a come si divertirebbe con tutti quegli animaletti..." lo stuzzicò lei
"E' inquietante, cambiamo discorso per favore, quando ci rivediamo noi?"
"Mmm tra una vita, mi sa in Germamia a inizio giugno" erano poco più di due settimane ma agli sposini sembrava un'eternità, stava iniziando la stagione dei festival, lei con gli Stills sarebbe stata impegnata tutta l'estate in giro per l'Europa, i Guns n'Roses avrebbero promosso il nuovo disco con alcune date di riscaldamento negli Stati Uniti per poi dedicarsi anche loro alla tournè Europea.
Le loro strade fortunatamente si sarebbero incrociate per alcune date, consentendo agli sposi di godersi insieme qualche concerto.
 
"In Germania? Cos'è, il Rock am Ring? Non ci sono altre date prima?"
"No, è la vostra prima data Europea, lo so meglio io di te? Siete gli headliner"
"Si, lo so, ma pensavo di ritrovarti prima..."
"Spiacente signor Rose, dovrai aspettare giugno"
"No, non credo di poter aspettare tanto..." disse Axl avvicinandosi pericolosamente a lei "E poi... Avevamo quell'altro progetto...." aggiunse iniziando a baciare Cecilia attirando la ragazza a sè
"Calmo Rose, non avremmo il tempo materiale...ti ricordo che devo prendere un aereo"
"Non ci vorrà tantissimo, i tuoi fans non moriranno se ritarderai un po'" rispose lui malizioso continuando a baciarla "Chi è?" si interruppero sentendo qualcuno bussare alla porta
"Scusate" disse una voce fuori dalla porta "Ci sarebbe la macchina pronta per l'aeroporto..."
"Si, vengo subito" rispose Cecilia trattenendo a stento le risate vista l'espressione delus di lui "Non mi accompagni?"
"No, lo sai che odio gli addii..."
"Come sei tragico, mica vado in guerra, e poi, riprenderemo il discorso appena ci vediamo..." disse baciando il marito.
"Chiamami appena arrivi in Italia"
 
 
Questo è un capitolo di transizione, se non si era capito.
Chiedo umilmente perdono per la coppia Rose/Ashba, è agghiacciante, lo so, ma mi serviva uno spunto comico...

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Capitolo 13
*** Guns and jokes... ***


"Allora Rose... ho saputo che con la fidanzatina è andato tutto a posto..." ghignò col suo solito sarcasmo Connor Travis rivolgendosi a un molto irritato Axl, 
"Con mia MOGLIE" puntualizzò 
"Ah... quindi il matrimonio c'è stato... Non era tutto una leggenda...E la signora Rose..." sottolineò con acidità "E' già in giro a promuovere il suo disco?"
"Comunque va tutto bene, non certo grazie a te... E per inciso... non sono affari tuoi" rispose il cantante allontantandosi dall'uomo
Non era riuscito a liberarsi di Connor Travis e non se ne sarebbe liberato facilmente, togliersi lui dalle scatole con un Tour alle porte avrebbe significato cancellare le date, e non poteva permetterselo,  avrebbe avuto ancora una volta tutti contro, aveva deciso di cambiare vita e modi di fare, non poteva, non voleva cancellare concerti dopo tutto l'affetto che il pubblico gli aveva dimostrato, dopo che era riuscito a ricreare una chimica favolosa con quei ragazzi, dopo che il nuovo disco tanto atteso stava andando alla grande, no,  non poteva permetterlo.
"Che c'è" domandò Dizzy che più tutti lo conosceva, vedendolo pensieroso "Lascia perdere Travis, è uno stronzo lo sappiamo tutti, mi chiedo perchè non l'hai mandato a fanculo"
"La verità? Ha già fatto abbastanza per mettermi nei casini, non aspetta altro che faccia qualche stronzata, prima ha provato a fare fuori Cecilia, ora fa di tutto per farmi incazzare, ma lo sai che sbarazzarsi di lui vorrebbe dire annullare il tour, non ce lo possiamo permettere Dizzy"
"Giusto, ma dai, fanculo a Travis, parlami di  Cecilia, com'è andata la vostra luna di miele? La bambina t'ha messo il cappio al collo eh vecchio mio" scherzò Dizzy dando una pacca sulla spalla al rosso che ancora si commuoveva a parlare della moglie
"E' fantastica, è proprio la metà che ho cercato tutta la vita, non saprei trovare altre parole, bhe oddio a volte è veramente una iena e me ne combina di tutti i colori, poi però ti guarda con quegli occhioni e non riesci a non perdonarla..."
"Rose guarda che c'ha 30 anni" scherzò Dizzy "Ora va bhe che sei invecchiato bello mio, ma ne parli come se fosse una bambina..."
"E che bambina... è un gran bel pezzo di..." intervenne Ashba...
Axl gli lanciò un'occhiata glaciale...
"No intendevo che è una donna tutta d'un pezzo...Una bella donna.. poi è tua moglie, non mi permetterei mai..."
"DJ mi sa che è meglio se chiudi la bocca o ti rispedisce a casa " disse Ron che gli ascoltava distrattamente mentre continuava a strimpellare la chitarra 
"A pedate nel culo" puntualizzò Axl
"Ma non hai fatto nemmeno un addio al celibato..."
"Giusto,  che stronzi siamo... Il nostro cantante s'è sposato e noi nemmeno festeggiamo, dobbiamo provvedere subito " dissero in coro Tommy e Frank avvicinandosi al resto della cricca portandosi dietro un'enorme quantità di alcolici mentre Richard e Chris avevano il compito di reggere un'enorme torta su cui era raffigurato un carcerato dietro le sbarre. Veramente veramente ironico.
Axl era visibilmente commosso, non si aspettava un gesto così dai suoi compagni d'avventura, si era affezionato a quei ragazzi, formavano un bel gruppo, e lui che era solito starsene per conto suo questa volta era più deciso a lasciarsi andare a seguire le dinamiche del tour, vivere il gruppo con i compagni, in passato molte volte aveva pensato che fossero tutte cazzate, lui era il leader e poteva fare cosa voleva, ma ora dopo anni si sentiva di voler recuperare il tempo perso e fare branco insieme agli altri.
"Dai apri i regali ora capo" urlettò Ashba saltellando intorno ad Axl, abbracciandolo.
Per un attimo il rosso ebbe un sussulto e un brivido ripensando alla scena che gli aveva descritto Cecilia, lui sposato con Dj e con un bambino in arrivo... Scacciò shockato quel pensiero folle e lo fullinò con lo sguardo, scrollandoselo di dosso 
"Non mi chiamare capo"
"Ok capo" disse il chitarrista fingendosi intimorito "Ora però apri i regali" gli disse porgendogli i pacchetti con le sorprese che gli avevano fatto i compagni
"Mmm vediamo qui cosa c'è.. manette, una frusta... divertente, si, viagra... VIAGRA... che cazzo ci faccio col Viagra.."
"Scusa, ma hai sposato una di vent'anni meno di te... sempre meglio essere previdenti"
"Fanculo... Io sono Axl Rose, a me non serve il Viagra"
"No, certo tu sei Axl Rose... e poi va bhe se non ce la fai puoi sempre chiedere aiuto..." lo prese per il culo Ashba... cambiando discorso visto che Rose lo stava trafiggendo con lo sguardo..
"Continuiamo, cos'abbiamo di qua...un completino da infermiera porno...mm si questo mi piaaaace...una bambola gonfiabile?"
"Si, si, e guarda... fatta su misura... ha le stesse misure e gli stessi tatuaggi di Cecilia..."
"Grazie e no, non voglio nemmeno immaginare di chi sia stata l'idea..."
Risero tutti guardando un Axl Rose stranamente imbarazzato nel trovarsi davanti tutti quegli aggeggi.
"Continua continua il tuo visto è troppo divertente" rise Tommy rischiando di cadere dalla sedia
"Mmmm...Ora anche un vibratore... Immagino che questo sia idea di Dj..."
"Hai indovinato... Mi conosci bene eh...Nel caso qualche sera fossi stanco, a dire il vero questo puoi sempre regalarlo alla moglie..."
"Daren Jay Ashba" tuonò Axl con voce minacciosa "Smetti immediatamente se vuoi continuare a suonare qui, oppure quello " disse indicando il vibratore "Te lo metto su per il culo prima ancora che tu abbia modo di capire cosa sta succedendo, ultimo pacchetto...tappi per le orecchie... 10 paia di tappi per le orecchie?"
"Ah si scusa, quelli son per noi" disse Chris togliendoli dalle mani di Axl, che lo guardò perplesso non capendone l'utilità
"Sai, in Germania saremmo tutti nello stesso albergo e te e lei sarà già un bel po' che non vi vedete... Quindi se ci date dentro, mi sa che i tappi ci servono, noi non vogliamo sentire nulla e chissà se ci basteranno..." scherzarono tutti insieme dando il via alle bottiglie che si erano protati per festeggiare il matrimonio e l'inizio dell'avventura.

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Capitolo 14
*** Vecchi amici... ***


Axl si voltò cercando con lo sguardo i suoi compagni, stavano suonando le ultime note di Paradise City sotto una pioggia di coriandoli rossi.
Respirò a fondo, provato dalla fatica del concerto ormai in via di conclusione
Si mise al centro del palco, aspettando gli altri per il consueto inchino di fine show, erano tutti lì, abbracciati tra le ovazioni del pubblico,  mentre i ragazzi si allontanavano camminò lentamente fino in cima, schivando il tappeto di coriandoli che ormai occupava il pavimento, rendendolo un manto rosso, uniforme.
Si fermò sul bordo del palco, chiuse gli occhi provando a estraniarsi da tutto, godendosi lo scrosciare degli applausi, allargò le braccia come se volesse abbracciare tutti i presenti, le loro grida, tutti quegli applausi erano la sua linfa.
Lo erano sempre stata.
L'ennesimo successo.
La prima tranche di date negli Stati Uniti era stata abbondamente sopra le aspettative e queste prime date in Europa altrettanto, avevano dovuto bissare alcuni concerti per via dell'enorme richiesta di biglietti che c'era stata.
Quando le luci si riaccesero si stava ormai già avviando verso il backstage,  buttandosi sul divano stremato dalla serata, cercò più volte di chiamare Cecilia, era impaziente di sentire la sua voce, non sopportava più la sua lontananza dalla ragazza, voleva condividere con lei le emozioni della serata ma non riuscì a prendere la linea, provò più volte, con scarsi risultati, si alzò quindi per andare a prendere una birra quando si sentì posare una mano sulla spalla, non ci diede molto peso pensando fosse qualcuno dei suoi finchè col saluto non riconobbe quella voce così familiare: per un attimo restò stordito, erano anni che non sentiva più quella voce e non sembrava cambiata, veniva da un passato che Axl si era voluto lasciare alle spalle, un passato di cui ormai esisteva solo la leggenda legata a quel nome: Guns n'Roses.
Si voltò piacevoltemente sopreso di trovarsi di fronte uno dei suoi vecchi compagni d'avventure
"Duff..." disse solamente
Restarono qualche secondo l'uno di fronte all'altro, guardandosi negli occhi, cercando di vincere l'imbarazzo del momento, prima di abbracciarsi calarosamente sotto lo sguardo degli altri
"Allora, come va vecchio mio... Sempre in giro a riempire gli stadi come ai vecchi tempi"
Axl sorrise per il complimento dell'ex collega
"Mi sono sposato" li rispose semplicemente non sapendo cosa dire, come se cercasse timidamente di scusarsi, di smentire di essere ancora come ai vecchi tempi, Duff rimase un po' interdetto da quella confessione
"Mi sembrava di aver sentito qualcosa, ma... Bhe complimenti allora"
"Axl... scusate se vi ho interrotti" disse qualcuno dello staff avvicinandosi ai due "I ragazzi sono già alle macchine stanno andando alla festa, ti aspettano, non vai?"
"Axl Rose sposato che si concede le serate mondane insieme al resto del gruppo... Sta proprio per finire il mondo!" rise Duff salutando l'amico, che abbozzò  un sorrispo timido, 
"Duff, perchè non vieni anche tu, alla fine... " si interruppe lasciando la frase in sospeso, era sicuro che non sarebbe mai tornato sulle sue decisioni, ora nel gruppo c'erano quei ragazzi, ma gli avrebbe voluto dire che alla fine era anche merito suo se quel gruppo era arrivato così in alto, se dopo 20 anni faceva ancora il sold out in molte date, ma per l'ennesima volta l'orgoglio lo bloccò, non era più l'Axl Rose di una volta ma c'erano ancora fantasmi che non riusciva a scacciare del tutto "...alla fine facciamo solamente un brindisi, facciamo due chiacchiere e ce ne andiamo, mi farebbe piacere se venissi anche tu"
 
Il locale dove si teneva la festa era un club privato nel centro di Londra, gremito di personaggi famosi e di modelle inviate li dalle agenzie per farsi fotografare con la rockband più in voga del momento, tutte cose che Axl voleva accuratamente evitare.
Si sedette e a suo agio insieme a Duff, un po' defilato dalla bolgia, anche lui dopo tutto quello che avevano passato insieme aveva messo su famiglia, abbandonando gli eccessi e i festini
-"Allora, vedo che le cose ti vanno bene Axl, ti vedo più sereno, più rilassato"
Sorrise il rosso
"Si, è un buon periodo, forse il migliore da quando abbiamo iniziato, sto bene con questi ragazzi, ci divertiamo a stare in giro, senza sballarci, senza eccessi..."
"E poi..." gli strizzò l'occhio Duff, alludendo ad altro
"E poi c'è lei, è la metà che ho sempre cercato, mi sono innamorato delle canzoni che scriveva, poi l'ho vista e mi sono perso in quegli occhi, è stupenda e poi, essendo una musicista mi capisce, ci capiamo al volo, e... sto bene"
"Si, vede che sei innamorato, sono contento per te"
"Ma lo stronzo lì è ancora in giro..." disse poi  Axl estraniandosi dal suo discorso, riferendosi all'ormai noto Mr. Travis che li fissava da lontano
"Chi?" domandò Duff voltandosi per vedere a chi alludesse il rosso " Ah lui... Ma lavora ancora per Geffen?"
"Si, e non ti rendi conto di quanto mi sta mettendo nei casini in questo periodo"
"Tipico di Travis, cos'ha fatto?"
"Mi sta creando un mare di casini e da quando sto con lei è peggiorato, non dà pace soprattutto a Cecilia, non capisco perchè"
Duff rise "Sicuramente, conoscendo un minimo Travis, perchè non gliel'ha data, lascialo perdere, quant'è che lo conosciamo? 20 anni? Sono vent'anni che  rompe i coglioni"
In quel momento l'uomo si presentò al tavolo dei due, in compagnia di alcune ragazze, visibilmente ubriache, poco più che maggiorenni e evidentemente disposte a tutto pur di attirare la loro attenzione
"Signori, è veramente un piacere ritrovarvi qui insieme, come ai vecchi tempi " ci tenne a sottolineare "... vi presento questi due boccioli in fiore... signorine...", disse poi rivolgendosi alle ragazze "...questi non c'è nemmeno bisogno che ve li presenti, Axl Rose e Duff McKagan "
"piacere " dissero le due ragazze ridacchiando tra di loro
"Si, piacere" dissero i due controvoglia
"Allora ragazzi che ve ne pare... Vi ho accontentato come sempre, no?"
"Le groupie son passate di moda negli anni 90" disse Axl ignorandolo
"Son passati da un pezzo gli anni in cui ci portavi le ragazze, poi siamo tutti e due sposati"
"McKagan forse da te me lo potrei anche aspettare, ma da lui no,  non è credibile a fare il maritino fedele,che poi diciamocelo, ti sei scelto  quella strafiga di moglie che ha vent'anni meno di te e che ora è in giro per il mondo, e si che sei una rockstar, dovresti saperlo come vanno queste cose, cosa pensi che qualche regalino di dopo concerto non lo facciano anche a lei? Eddai, festeggia anche te, tanto rimane tutto tra di noi come sempre, Rose"
"Forse non mi sono spiegato" tuonò Axl battendo i pugni suil tavolo, facendo voltare tutti i presenti alla festa verso di lui, poi si rese conto di essere sotto lo sguardo di tutti e abbassò i toni, non voleva fare scenate, "Porta immediatamente il tuo culo fuori da qui, e portati via anche tutte le tue puttane"
Rise il viscido, per niente stupito della reazione di Axl, se l'aspettava, si divertiva a punzecchiarlo sperando che scoppiasse "Suvvia Rose, non ti scaldare, mica vorrai dare spettacolo anche qui...Andiamo bambine, lo zio Axl è nervoso stasera... Salutate" poi gi girò con aria di sfida verso il cantante "Arrivederci, noi ci vediamo presto" gli disse, innervosendolo ancora di più
Era stato bravo a non reagire, si avviò con gli altri verso l'hotel, dormire gli avrebbe fatto bene, avrebbe sbollito la rabbia e riordinato un po' le idee e perchè no, cercato un modo per liberarsi di Connor Travis.




E' un po' lungo mi sa, ma non mi sembrava avesse granchè senso spezzarlo in due.

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Capitolo 15
*** ... e vecchi fantasmi... ***


Quello stronzo aveva ancora il potere di renderlo nervoso, pensò Axl tra sè mentre guardava fuori dal finestrino la nebbia di Londra che sovrastava la città, ancora addormentata
"Non riesci ad andare più forte? Ci stiamo mettendo un'eternità" disse brusco all'autista che lo stava riportando all'hotel.
Duff era ancora seduto accanto a lui, era l'unico che aveva voluto accanto a sè per il resto della serata, era l'unico che poteva capirlo.
L'unico di tutti gli altri che ricordava cosa volesse dire avere a che fare con Connor Travis, era uno dei migliori manager in circolazione se si trattava di organizzare tour e fare promozione a un disco, ma uno stronzo numero uno quando prendeva di mira qualcuno.
E aveva deciso di prendere di mira Axl, non si sa bene per quale motivo, non gli andava a genio che il Rosso avesse una vita stabile, senza eccessi.
Certo un Axl Rose calmo placido e innamorato della sua famiglia non era una grande attrazione per la pubblicità, ma a lui stava bene così.
Si era già venduto in passato, aveva fatto il suo tempo, ora voleva solo invecchiare tranquillamente facendo quello che amava di più, i concerti.
"Siamo arrivati" disse timidamente l'autista, avendo paura di far irritare ancora il cantante, lui e Duff scesero avviandosi verso la hall dell'Hotel.
Si sentiva solo, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva solo.
Teneva in mano il cellulare, continuando a fissarlo nell'attesa che squillasse, che lei lo chiamasse da un momento all'altro, ma il telefono non suonava, non c'erano chiamate in arrivo, nè messaggi da ormai troppo tempo.
Silenzio di tomba.
Per un attimo pensò che magari Connor poteva avere ragione, che la sua dolce metà si fosse intrattenuta con qualcuno dopo il concerto, qualcuno più giovane, qualcuno che l'avrebbe fatta divertire, si specchiò nel vetro, si rattristò guardandosi, la sua immagine era ben lontana da quella che anni fa aveva fatto innamorare milioni di donne.
La verità è che si sentiva vecchio e per niente attraente, quasi ridicolo nei panni della rockstar che ancora portava addosso.
Erano passati 20 anni, sarebbe stato impossibile essere lo stesso di un tempo, non c'era più la lunga chioma rossa, non c'era più il fisico scolpito di un tempo nè lo sguardo beffardo, ammaliatore.
Era un comune cinquantenne coperto di borchie, anelli e collanone.
Lei invece era ancora giovane e bellissima, perchè mai si sarebbe dovuta innamorare di uno come lui, certo lui era Axl Rose, ma questo non cambiava il resto, i pensieri che Travis cercava di inculcarli nella mente si stavano lentamente facendo largo.
Lei non era nessuno prima di conoscere lui e ora era ai vertici, osannata dalla critica e dai fans, chi gli dava la certezza che lo stronzo non avesse ragione.
E se la sua mogliettina stesse davvero con lui solo per quel nome, se poi sotto sotto se la faceva con qualche ragazzo aitante della sua età?
Lei era lontana migliai di chilometri, e il suo telefono era muto.
Cerco di scacciare quei fantasmi, era sicuro di Cecilia, si fidava a occhi chiusi, lei era andata oltre all'apparenza, aveva saputo scavare e lui era sicuro che lei lo amasse per quello che era in realtà
"Tutto bene?" chiese Duff distogliendolo dai suoi pensieri
"Si...pensavo solo... No, niente, tutto bene"
"Non hai una bella cera, senti Axl, parliamoci chiaro, lo sai anche tu, sarà la centesima volta che te lo ripeto, lascia stare Connor, lo conosci meglio di me, non farti buttare in paranoia dalla sue cazzate, stai sereno e non pensare a lei, è in Russia, c'è il fuso orario, lo sai i casini con le linee per chiamare da laggiù..."
"Appunto, è in Russia... tra i Russi..."
"No... non ci posso credere, non sei in pensiero perchè non chiama, sei geloso..."
Axl arrossì timidamente, annuendo vergognandosi di sè stesso
"Buonanotte amico" gli disse Duff con una pacca sulla spalla "Dormici e stai su, vedrai che domani ti chiama"
Già, buonanotte, non aveva sonno Axl, si fermò al bar dell'hotel, a quell'ora non c'era nessuno, si sedette a un tavolo nell'angolo più buio, sorseggiando whisky, come ai vecchi tempi.
Non ricordava quanto bruciasse in gola e quanto fosse in grado di cancellare i brutti ricordi se ne accorse all'ottavo o al nono bicchiere.
Sentiva la testa leggera e lo sguardo offuscato, non era più abituato a bere tanto, posò una banconota a caso sul bancone del bar e si avviò barcollando verso camera sua.
Passò ancora di fronte a quello specchio soffermandosi a guardare l'immagine riflessa, non c'era l'Axl cinquantenne alle prese con le crisi di mezza età ma uno stronzo dai lunghi capelli rossi che trattava le donne come se fossero oggetti, era se stesso giovane abbracciato a quella che ora era sua moglie, ridevano avvinghiati, si stavano chiaramente prendendo gioco di lui, poi piano piano la sua immagine svanì tramutandosi in un aitante ragazzo biondo che per un attimo lo fissò poi baciò appassionatamente Cecilia che con la coda dell'occhio ghignava guardando Axl.
Tirò un pugno allo specchio che cadde in frantumi di fronte a lui, restò per un attimo lì, impassibile a fissare i vetri riversi sul pavimento ed entrò in camera.
Si avvicinò alla finestra, scostò la tenda, fuori iniziava ad albeggiare.
Sentì finalmente il telefono squillare, i suoi occhi brillarono per un attimo per poi spegnersi quando vide che la chiamata proveniva da uno dei suoi assistenti
"Perchè cazzo non mi chiami, dove sei?" urlò pieno di rabbia scagliando il cellulare contro il muro, andò in mille pezzi ma quello era l'ultimo dei suoi pensieri, aprì il frigobar prendendo la bottiglia di champagne che si trovava all'interno, l'aveva tenuta da parte per berla dopo il concerto, non si prese nemmeno la briga di versarlo in un bicchiere, lo stappo' e iniziò a bere direttamente dalla bottiglia, non c'era niente da festeggiare, ma era l'unica cosa alcolica che aveva a portata di mano, com'era possibile che stesse così male per una persona, provò dopo tanti anni l'istinto irrefrenabile di farsi, almeno avrebbe fermato il flusso dei pensieri ma non sarebbe stato in grado di sopportarlo, solo quello lo fece desistere.
Era riuscito a calmarsi solo dopo una lunga doccia, era rimasto li completamente ubriaco per un tempo che sembrava infinito, immobile sotto lo scroscio freddo dell'acqua e con lo scorrere dell'acqua se ne erano andati anche i cattivi pensieri, si coprì con un'accappatoio avviandosi verso la camera da letto imprecando verso se stesso per essersi arreso ancora una volta ai suoi fantasmi mentali, per essersi ubriacato, si fermò un attimo sulla soglia della porta osservando la bionda seminuda che dal letto gli faceva cenno di raggiungerla.




Colpo di scena.....

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Capitolo 16
*** Champagne e baby doll... ***


La ragazza se ne stava li, sdraiata sul letto cercando di ammaliare Axl, aveva lunghi capelli biondi scompigliati e sciolti sulle spalle, era coperta solamente da un baby doll di velo nero trasparente che lasciava ben poco all'immaginazione, il trucco un po' troppo pesante che nascondeva la sua giovane età, era bella anche se tutto sommato un po' volgare.
Si alzò dal letto mettendo in mostra un paio di gambe lunghissime, versò nei calici quello che era avanzato dello champagne avviandosi con passo lento verso Axl che era rimasto immobile, rigido sulla porta della camera da letto.
"Ci hai messo tanto a farti la doccia, non è carino fare aspettare una signorina" disse con una vocina flebile e forzatamente sdolcinata, porse il bicchiere ad Axl che bevve tutto in un sorso ignorando volutamente le attenzioni della ragazza, era turbato, preoccupato, c'era qualcosa in tutto quello che lo rendeva tremendamente nervoso.
Lei si avvicinò ancora di più a lui poggiando le mani piccole e ben curate sul petto del cantante, lisciandolo 
"Sai, stavo iniziando a spazientirmi, pensavo di raggiungerti sotto la doccia, secondo te sarebbe stata una cattiva idea?" gli domandò sforzandosi di apparire sexy, scostò un lembo dell'accappattoio lasciando scoperta la spalla di Axl, accarezzò la pelle chiara dell'uomo che non battè ciglio, credendo che fosse un invito a vedere fino a che punto si sarebbe spinta, la bionda si piegò un po' in avanti avvicinando la bocca al collo di lui, cercando di baciarlo, senza riuscirci
"Come ti chiami" chiese lui, senza neanche guardarla negli occhi, non c'era intonazione nella sua voce, non c'era curiosità, non sembrava neanche realmente una domanda ma solo un tentativo di prendere tempo
"Lory" rispose lei sorridendo
"Piacere Lory" disse lui senza un minimo di interesse 
"Lo so che ti senti solo, lo capisco, ma ora ci sono qui io per te..." gli sussurrò all'orecchio, per l'ennesima volta non ottenne risposta
Lui si allontanò, andando ad appoggiarsi alla scrivania, suscitando la frustrazione della ragazza che cercava di fare di tutto per attirare la sua attezione.
Sapeva che si sarebbe trattato solo di una notte di sesso ma voleva lo stesso essere carina con lui, senza limitarsi a svolgere il compitino assegnato.
Scostò i capelli con una mossa rapida, portò il calice alle labbra scarlatte e bevve un sorso di champagne per darsi coraggio dopodichè posò il bicchiere sul comodino e si avviò verso di lui decisa nel suo intento di fargli dimenticare la moglie per un po' di tempo.
 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Baby doll e guantoni da pugile... ***


Si bloccò in piedi, di fronte a lui che restava immobile, glaciale appoggiato alla scrivania, fece per togliergli l'accappatoio cercando di lasciarlo nudo ma lui l'allontanò bruscamente da sè
"E tu chi cazzo sei? Chi ti ha fatto entrare?"
"Io sarei tua moglie" rispose una voce fin troppo familiare che non aveva avuto il coraggio di entrare nella stanza, lui si girò di scatto incrociando lo sguardo furioso della ragazza che era rimasta ferma appoggiata alla porta della stanza, osservava la scena con distacco, il suo sguardo era una lama e nascondeva una miccia pronta ad esplodere da un momento all'altro.
"Mi ha fatto entrare il portiere" aggiunse "lei chi è?" chiese indicando la bionda che umiliata, era seduta sul letto leccandosi le ferite
"Ho chiesto chi è questa puttana" rincarò la dose
"Io non lo so chi è, me la sono trovata qui" rispose lui cercando di dare e di darsi una spiegazione all'accaduto, aveva bevuto, molto, ma era perfettamente in grado di ricordare di essere arrivato da solo nella stanza, di aver continuato a bere e si era infilato nella doccia appena aveva fatto giorno, ma era sicuro di non avere la minima idea di chi fosse l'altra donna, nè di come avesse fatto ad entrare nella stanza.
"Non dire stronzate William, ammetti piuttosto che ti sentivi solo e che ti sei consolato, pensavo solo avessi più buongusto"
"Cecilia mi devi credere" disse con la voce ancora impastata dall'alcool "Io questa non l'ho mai vista prima d'ora, non avrei cercato di sbatterla fuori se me la fossi voluta scopare"
"Vatti a vestire" gli ordinò autoritaria mentre si avvicinava alla ragazza che stava indietreggiando intimorita dalla foga di Cecilia
"Senti ascolta non è come credi, posso spiegare" disse lui senza muoversi di un centimetro
"Classica frase da marito beccato sul fatto, da te mi aspettavo un minimo di originalità per favore"
"Ascoltate io nei vostri casini non ci voglio entrare" provò a dire la bionda
"Tu stai zitta troia" urlò secca Cecilia
"Eh no, tu così non me lo dici, chi sei te per darmi ..." ma uno schiaffo secco colpì la bionda, facendola cadere a terra
"E ora esci da qui, forza" aggiunse Cecilia
"Fino a una settimana fa piagnucolavi perchè non potevi stare senza di me e come mi allontano un attimo corri tra le gambe della prima che passa"
"Lo sai che non è così, perchè non ti fidi di me?"
"Perchè ancora ci vedo, l'ho visto con i miei occhi, eri mezzo nudo con una che avrà si e no 20 anni che ti sbavava addosso"
"Io me lo sono trovata qui, non c'entro niente"
"Ti rendi conto che sei ubriaco fradicio o no? Lei qui pensi che ci sia volata? Qualcuno l'avrà fatta entrare, o no?"
"Non l'ho fatta entrare io CC, ero sotto la doccia e quando sono uscito me la sono trovata qui che faceva la gatta morta, l'ho allontanata, cosa dovevo fare di più?"
"Come ho fatto io, come vedi ha capito subito"
"Non la potevo prendere a schiaffi"
"No? Poverina..."
"Tu piuttosto, è una vita che provo a chiamarti ma hai sempre il telefono spento, dov'eri, con chi eri?"
"Ma sei scemo? Se sono qui dove pensi che fossi, ero in volo, per quello avevo il telefono spento stronzo, volevo farti una sopresa, ma a quanto pare l'hai fatta tu a me..." disse quest'ultima frase abbassando sempre di più la voce, fino a farla diventare un sibilo, era delusa, triste.

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Capitolo 18
*** Baby doll e guantoni da pugile...(Alternative Version) ***


La bionda si bloccò in piedi di fronte a lui che restò immobile, glaciale appoggiato alla scrivania, fece per togliergli l'accappatoio cercando di lasciarlo nudo ma lui non le diede il tempo allontanandola bruscamente da sè
"E tu chi cazzo sei? Chi ti ha fatto entrare?"
"Io sarei tua moglie" rispose una voce fin troppo familiare che non aveva avuto il coraggio di entrare nella stanza, Axl si girò di scatto incrociando lo sguardo furioso della ragazza che era rimasta ferma appoggiata alla porta della stanza ad osservava la scena con gelido distacco, il suo sguardo era una lama e nascondeva una miccia pronta ad esplodere da un momento all'altro.
"Mi ha fatto entrare il portiere" aggiunse scagliando furibonda la borsa sul letto "lei chi è?" chiese indicando la bionda che umiliata si stava ancora leccando le ferite "Ho chiesto chi è questa puttana" alzò la voce rincarando la dose
"Io non lo so chi è, me la sono trovata qui" rispose lui cercando di dare e di darsi una spiegazione plausibile all'accaduto, aveva bevuto, molto, ma era perfettamente in grado di ricordare di essere arrivato da solo nella stanza, di aver continuato a bere e di essersi infilato nella doccia appena aveva fatto giorno, era sicuro di non avere la minima idea di chi fosse l'altra donna, nè di come avesse fatto ad entrare nella stanza.
"Non dire stronzate William, ammetti piuttosto che ti sentivi triste e solo e che ti volevi consolare, pensavo solo avessi più buongusto, lei è così... volgare" malignò Cecilia guardando la ragazza dall'alto in basso, con sufficenza
"Ascoltate io nei vostri casini non ci voglio entrare" provò a dire la bionda
"Tu stai zitta troia" urlò secca Cecilia
"Eh no, tu così non me lo dici, chi sei te per darmi ..." 
Ma Cecilia non ci sentiva dalla rabbia, gelò la rivale con uno sguardo, dopodichè le intimò di uscire al volo dalla stanza, tirandole dietro quei quattro straccetti di velo che si era portata dietro "E ora esci da qui, forza" aggiunse autoritaria, per poi sbatterle la porta alle spalle.
"Cecilia mi devi credere" la pregò Axl con la voce ancora impastata dall'alcool "Io questa non l'ho mai vista prima d'ora, non l'avrei certo allontanata, se me la fossi voluta scopare l'avrei fatto e basta"
"Vestiti" fu l'unica cosa che riuscì a dire a lui mentre mille ombre di fantasmi passati le stavano passando davanti, le aleggiavano nella mente le parole e le ammonizioni degli amici -Uno così non cambierà mai...ricordati bene che quando si stuferà di te e ti mollerà, non venire a piangere qui- risuonavano ora come una premonizione.
"Senti ascolta non è come credi, ti posso spiegare" disse lui senza muoversi di un centimetro ma l'unica risposta che ne seguì furono le cinque dita di Cecilia stampate sulla faccia di Axl con tutta la forza possibile, lo schiaffò lo colpì in pieno volto, scuotendolo.
Rimase così qualche secondo, incredulo, portandosi le mani sulla guancia bollente; non immaginava neanche la furia violenta della moglie, non era preparato a quella reazione e il primo istinto fu di reagire, ma fortunatamente si ravvedette subito, era ubriaco, davvero, ma non voleva che la discussione denegerasse, voleva solo che sua moglie si calmasse, ascoltandolo, era sicuro di non sapere niente di quella ragazza.
Quello che gli faceva più male era lo sguardo ferito di Cecilia, lui era veramente cambiato, ma non sapeva come fare per dimostrarglielo, era difficile credergli in quel momento, si sentiva impotente e la cosa lo rattristò oltremodo, la sentiva urlare furiosa picchiandogli i pugni sul petto fino a quando si calmò lievemente, iniziando a parlare con la voce rotta dalla rabbia:
"Fino a pochi giorni fa mi chiamavi mille volte al giorno, perchè non potevi stare senza di me e come mi allontano un attimo corri tra le gambe della prima che passa, ora è inutile che piagnucoli"
"Lo sai che non è così, perchè non ti fidi di me?"
"Perchè ancora ci vedo, l'ho visto con i miei occhi, eri in accappatoio con una che avrà si e no vent'anni mezza nuda che ti sbavava addosso"
"Io me lo sono trovata qui, non c'entro niente"
"Ti rendi conto che sei ubriaco fradicio o no? Lei qui pensi che ci sia volata? Qualcuno l'avrà fatta entrare, o no?"
"Non l'ho fatta entrare io CC, ero sotto la doccia e quando sono uscito me la sono trovata qui che faceva la gatta morta, l'ho allontanata, cosa dovevo fare di più?" alzò la voce cercando di convincerla 
"Come ho fatto io, come vedi ha capito subito"
"Non la potevo prendere a schiaffi"
"No? Poverina..."
"Tu piuttosto, è una vita che provo a chiamarti ma hai sempre il telefono spento, dov'eri, con chi eri?"
"Ma sei scemo? Se sono qui dove pensi che fossi, ero in volo, per quello avevo il telefono spento stronzo, volevo farti una sopresa, ma a quanto pare l'hai fatta tu a me..." disse quest'ultima frase abbassando sempre di più la voce, fino a farla diventare un sibilo, era delusa, triste.
 

E' lo stesso capitolo più o meno che c'era già, ho solo variato il soggetto della "rissa".
Fatemi sapere se proferite quello di prima con Cecilia che prende a schiaffi la rivale o questo con Cecilia che prende a schiaffi il marito "beccato quasi sul fatto"!!

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Capitolo 19
*** La chiave... ***


"Abbassa la voce, vuoi che ci sentano in tutta Londra?"
"E anche se fosse, così saprebbero tutti che razza di stronzo che sei"
Le urla isteriche degli sposi si sentivano fino nel corridoio dove si era formato un nutrito capannello di persone incuriosite da tanto rumore, in disparte un viscido Connor Travis ascoltava la scenetta seduto su una poltrona sorridendo compiaciuto, qualcuno ebbe il coraggio di avvicinarsi alla porta della stanza, bussò cercando nel trambusto generale di non essere notato.
Axl andò ad aprire la porta, sorpreso di trovarsi davanti l'amico: "Duff" esclamò sorpreso 
"Cecilia, lui è Duff, Duff... Lei è mia moglie"
"Piacere, Michael ma puoi chiamarmi Duff" le disse lui porgendole la mano
"Risparmiamoci i convenevoli, so perfettamente chi sei, vedo che avevate in programma una bella rimpatriata, mi spiace solo di avervi rovinato il programmino" disse acida stringendo svogliatamente la mano a Duff "L'avessi saputo sarei rimasta ancora un po' tra i cosacchi" aggiunse con quanto più sarcasmo possibile.
"Scusa, ma come vedi non è il momento più adatto"si scusò Axl provando a congedarlo
"Ho bisogno di parlarvi, subito" ruppe gli indugi il bassista facendosi largo dentro la stanza "Ho sentito tutta la storia, c'è qualcosa che è meglio che sappiate, tutti e due, riguardo alla bionda di stasera..."
"Duff..." provò a zittirlo Axl indicando sua moglie spazientita che stava assistendo alla scena
"No no credimi, riguarda anche lei"
"Si, dai, lascialo finire amore" disse lei con un tono che di amorevole non aveva proprio niente "Sono proprio curiosa di sapere cos'ha da dirci"
"Ok, allora, quando stasera siamo rientrati in hotel e ci siamo salutati nell'atrio, stavo salendo in camera mia ripensando alla serata,  a tutte le cose che ci siamo detti, ho ripensato ai vecchi tempi..."
"Scusa" lo interruppe lei "Non mi pare il momento più adatto per farsi prendere dalla nostalgia"
Duff le lanciò un'occhiataccia "Posso continuare?" domandò, lei annuì scocciata
"Stavo dicendo...?"
"Stavi dicendo dei bei tempi, bla bla bla..." sbuffò Cecilia
"Fallo finire" ordinò Axl"
"Insomma, sono venuto a bussare alla tua porta ma non mi ha risposto nessuno, il fattorino mi ha detto che ti avrei trovato al bar così sono sceso giù, stavo entrando quando ho visto Connor fuori dal bar che ti stava guardando da lontano"
"Che diavolo c'entra ora Connor?"
"Aspetta, non è finita qui, l'ho osservato un po' di nascosto da dietro le colonne, sembrava quasi ti stesse spiando, parlava con qualcuno al telefono ma ero lontano e non sono riuscito a sentire cosa si dicessero però continuava a tenerti d'occhio e a un certo punto è apparsa la bionda che è uscita di qui poco fa, l'ha bloccata evidentemente non voleva che qualcuno la vedesse, parlottava con lei, sembrava stessero tramando qualcosa, poi tu sei uscito e sei andato verso l'ascensore, lui a quel punto ti ha indicato a lei e le ha dato qualcosa ma non ho capito cosa, non potevo avvicinarmi di più e quando ho visto che lui se n'è andato l'ho seguita da lontano, è salita fino al tuo piano e ho visto che quando lei è entrata qui non ha bussato, ha aperto da sè, credo avesse una chiave"
"Cosa stai dicendo?"
"No, che cazzo c'entra Connor?"
"Non lo so amore, è da quando siamo partiti che mi sta addosso, sto pensando sinceramente di farlo fare fuori"
"Mi stupisco di voi" disse Duff cercando di scuoterli "Davvero non avete capito?"
"Capito cosa? Cosa c'è da capire?"
"Cosa c'è da capire? Che era tutta una manovra di Travis" disse Duff
"Che stronzo" aggiunse Axl "Ora capisco tutte le frecciatine di ieri sera..."
"Di cosa state parlando?" domandò a quel punto Cecilia
"Ieri sera dopo il concerto a sorpresa, Connor aveva organizzato una festa in un locale qui in città, io sono andato con gli altri ma sono rimasto in disparte a parlare con Duff, poi è arrivato Connor con una nidiata di puttane che voleva presentarci e ha iniziato a fare battutine allusive su di te, dicendo che anche se mi fossi fatto qualcuna delle sue "ragazze" non l'avresti mai saputo, che tanto tu eri a spassartela in Russia con qualcuno più giovane..."
"Che figlio di puttana" aggiunse Cecilia, impallidendo "Lui pensava che provocandoti tu ti saresti incazzato, ha fatto di tutto per farti ingelosire perchè pensava che che poi mandandoti in camera qualche troietta avresti ceduto pensando a me che me la spassavo con qualcuno, così io poi ti avrei sgamato..."
"Tu cosa c'entri?"
"Lui lo sapeva che sarei arrivata oggi"
"Cosa?" chiesero increduli Duff e Axl
"Si, tu dovevi arrivare nel fine settimana in Germania, i miei manager però mi hanno avvisato che invece vi avevano organizzato un concerto a sorpresa a Londra, io avevo due giorni liberi e mi sono fatta prenotare il volo, loro poi hanno avvisato i tuoi di venirmi a prendere all'aeroporto per portarmi fino all'hotel e farti una sopresa...."
"No, fammi capire, quindi Connor sapeva che tu saresti arrivata qui stamattina e ha macchinato tutto per farmi beccare con un'altra? Io gli spacco la testa a quello stronzo" scattò Axl ormai ripresosi dai postumi della sbronza.
"Fermo" lo bloccò Cecilia facendogli segno di abbassare la voce "Se le cose stanno veramente così gliela facciamo pagare una volta per tutte, bisogna solo trovare il modo e il momento adatto"
"Grazie Duff" disse poi lei rivolta al bassista
"Figurati, per gli amici questo e altro, ora vado ma se avete bisogno fate pure un fischio, sta sul cazzo pure a me Connor" salutò facendo l'occhiolino "Arrivederci, Axl" strinse la mano all'amico, si soffermò sulla porta, avvicinandosi poi a Cecilia "Arrivederci Cecilia, è stato un piacere conoscerti" le disse baciandola sulle guance "Anche per me" rispose lei salutandolo.

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Capitolo 20
*** Gioielli di famiglia... ***


Quando rimasero soli e le acqua perlomento tra loro sembravano essersi leggermente calmate ebbero finalmente modo di chiarirsi:
"Ceci, mi credi ora? Te l'ha detto anche Duff, io non c'entravo niente, è stata tutta una manovra di Connor" disse Axl giustificando così con Cecilia la presenza della bionda seminuda in camera sua.
Si avvicinò alla moglie per baciarla ma lei si scostò ancora piuttosto infastidita da tutta quella vicenda "Guarda che ce l'ho ancora con te, non pensare di passarla liscia tanto facilmente e non mi guardare con quell'aria da cane bastonato"
"Ma io non ho fatto niente"
"Per favore, smetti di fare il santo, non sei credibile, prima cosa potevi sbatterla fuori senza aspettare che lo facessi io, seconda cosa, non hai fatto niente perchè mi sono materializzata io qui, sennò ti ci volevo proprio vedere a non fare niente" sbottò
"Ah si...E' tutta questa la fiducia che hai in me?"
"Si" rispose lei secca.
"Non mi conosci abbastanza allora, sai quante me ne potrei fare come lei?"
"Si? Dimmelo anche, guarda che non stai migliorando la tua posizione caro mio..."
"Lo sai che amo solo te" rispose lui prendendole il viso tra le mani e avvicinado le labbra alle sue con uno sguardo talmente ammaliatore che fece ridere Cecilia, poteva essere incazzata con lui come in quel momento, ma proprio non riusciva a resistere quando lui la guardava così: "Sei troppo paraculo" disse lei ridendo
"Quindi mi perdoni?" l'abbracciò lui stretta
"Mah... vedrò cosa posso fare" 
"Certo, certo, con tutto quello che hai aspettato per avermi, ogni sera baciavi la mia foto prima di andare a dormire" scherzò Axl a sua volta, sfottendola...
"Si si, sfotti" rispose lei dando una strizzata ai gioielli di famiglia di Axl "Vuoi che questi vengano in tour con me? Non mi prendere per il culo amore, perchè sicuramente non sarò stata la prima, ma potrei anche essere l'ultima, in tutti i sensi" aggiunse candida, allontandosi da lui "Ora cosa facciamo?"
"Una mezza idea ce l'avrei anche avuta se tu non m'avessi distrutto le palle" le rispose lui massaggiandosi la zona dolorante
"Intendevo con lo stronzo, non capisco perchè faccia di tutto per romperci i coglioni"
"Tu sei sicura che non è mai successo niente? Mi avevi detto che l'avevi già conosciuto"
"Si, non ci sono stata quando c'ha provato ma non mi sembra una spiegazione al suo comportamento"
Axl si allontanò andando a standersi sull'enorme letto, incrociò le mani dietro la testa "Si, preferisco non pensare che volesse metterti le mani addosso, mi fa schifo solo l'idea, però mi ricordo che lui di te non me ne parlò granchè bene, quando gli dissi che ti avrei voluto a lavorare al disco lui ha fatto di tutto per farmi cambiare idea, diceva che era un suicidio, che non saresti mai stata all'altezza, che avresti accettato solo perchè volevi arrivare a me"
"Si va bhe ma sei te che mi hai chiamato, non io che mi son proposta" gli rispose andando a sdraiarsi sul letto accanto a lui, con la testa appoggiata al petto di Axl
"Si ma poi è passato un sacco di tempo,  perchè si vendicherebbe ora?"
"Forse perchè ai tempi noi non eravamo nessuno, pensaci, tu avrai anche smosso la terra perchè volevi che venissimo a suonare negli Stati Uniti ma lui voleva prendersi i meriti, doveva prendersi i meriti, quando abbiamo  firmato con la Geffen lui doveva diventare il nostro manager, si sarebbe occupato lui di noi, di tutta la promozione del disco, ma alla fine siamo rimasti con il nostro, penso che all'inizio non gli fosse fregato più di tanto ma quando è uscito il disco nostro e ha fatto il botto s'è reso conto di averci perso un mucchio di soldi e ha iniziato a rodere, mettici che anche te c'hai messo del tuo"
"Ai tempi mi sono fatto una sua fidanzata..." disse lui, come se fosse una cosa di poco conto
"Cooosa? Ora capisco perchè te la vuole far pagare...L'hai fottuto la fidanzata, ci credo che ce l'ha con te"
"Si cazzo ma è successo vent'anni fa, secondo te ancora non l'ha buttata giu? Poi non ce l'ha con me, lui odia te, io alla fine a parte ripassarmi quella lì, non ricordo nemmeno come si chiama non ho fatto altro, cioè va bhe, ha rischiato il licenziamento dalla Geffen quando ho un po' tardato l'uscita di Chinese o quando invece di promuovere Different Life sono venuto via con te, però non ha senso darci il tormento fino a questo punto"
"Lui vuole solo dimostrarmi che stai con me solo per interesse"
"Lo sai che non è così, se fosse stato così la nostra storia l'avrei sbandierata ai quattro venti fin dall'inizio, invece sono andata contro a tutti e mi sono rinchiusa in casa con te, se fosse stato vero lo sai, sul disco ci sarebbe stato il mio nome e sul palco ora ci sarei io invece di Dj, ma non l'ho fatto, ho vissuto con te nell'ombra standomene in disparte, continuando a fare la mia vita col mio gruppo, ok, grazie a te ci siamo fatti conoscere fuori dall'Europa..."
"Cc basta non mi devi convincere, lo so anch'io che se stai con me lo fai solo perchè mi ami, non perchè hai il tuo tornaconto, io lo so, se è frustrato e vuole dimostrarmi il contrario chi se ne frega, non sarà il primo che passa a mettermi nei casini, te stai tranquilla e lascia che con lui me la veda io, fidati, poi appena finisce il tour me lo levo dalle palle una volta per tutte"
"No, lascia che mi diverta un po' io, a fine settimana avrà quello che merita..."
"Mi spaventi"
"No... Non preoccuparti, tu piuttosto... Da quand'è che ti ubriachi come i quindicenni?"
"Non mi ubriaco come un quindicenne, ero scazzato perchè non riuscivo a rintracciarti, perchè quello stronzo si divertiva a provocarmi dicendomi che tanto qualcuno durante il tour ti avrebbe sicuramente scopato, se non ci fossero stati i ragazzi gli avrei spaccato la testa a quel figlio di puttana"
"Lui ti provoca e continuerà a farlo, devi essere intellgiente te a non cadere nelle sue provocazioni, lascialo perdere, poi si stuferà e comunque, di qui alla fine della settimana avrà quello che si merita, lascia fare tutto a me"

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Capitolo 21
*** Blue eyes... ***


Finalmente si erano lasciati alle spalle Londra e con essa tutti i casini derivati dalle congiure contro di loro, erano arrivati in Germania per il festival dove Axl e Cecilia dividevano lo stesso palco. Gli Stills della ragazza avevano scaldato il pubblico per i ritrovati Guns n'Roses, il concerto aveva già registrato il tutto esaurito e i due gruppi cazzeggiavano insieme nel backstage a fine concerto in attesa che i Guns salissero sul palco.
Il manager chiamò i cinque minuti e gli altri si apprestarono ad incamminarsi verso le loro posizioni, Axl guardò Cecilia ancora provata dalla fatica della sua prestazione, si fermò ancora un attimo accanto a lei,l'abbracciò e la salutò baciandola lievemente sulle labbra, respirò a fondo e si diresse con i restanti compagni verso il palco, Ashba lo seguì di pochi passi per poi arrestarsi un attimo, si fermò appena si accorse che Axl aveva già girato l'angolo, tornò indietro e affiancò Cecilia, sapeva che Axl averebbe voluto lei al posto suo al suo fianco nel nuovo gruppo ma nonostante tutto non ce l'aveva con lei, non riusciva ad avercela con lei, non l'aveva mai considerata una minaccia, forse perchè lei da quando l'aveva conosciuto l'aveva sempre rispettato e stimato come chitarrista, le fece un grosso sorriso che lei ricambiò poi prendendola da parte le disse "In bocca al lupo capa"
Lei lo guardò perplessa, non capendo il senso di quelle parole, si guardò intorno vedendo dritto avanti a se tutti i manager, Connor Travis compreso che ammirava la scenetta da lontano sorseggiando un non meglio identificato cocktail, lanciò ad Ashba uno sguardo d'intesta: "A te Dj" gli rispose lei facendogli l'occhiolino.
Il chitarrista poi corse sul palco giusto alla fine dell'intro per suonare le prime note di Welcome to the Jungle.
Cecilia si era sistemata a bordo palco, assistette da lì a tutto il concerto, riservando ogni volta una carezza al marito quando lui si avvicinava per baciarla ad ogni cambio d'abito, da lì godeva di una vista privilegiata restando comunque fuori dalla visuale del pubblico, il concerto era quasi finito quando Axl si sedette al piano e attaccò l'intro della sua canzone, della loro canzone.
"Questa canzone" disse introducendo il pezzo  "E' stata scritta insieme a una persona speciale, è stata scritta per questa persona speciale, è grazie a lei se sono di nuovo qui con voi, l'avete vista e sentita suonare prima anche se so che lei non vorrebbe che ne parlassi ma sono stato un fottuto coglione negli ultimi giorni e suonare questa canzone stasera è il mio modo di chiederle scusa, questa canzone si chiama Blue Eyes"
Dolci note si levarono dal pianoforte, liberandosi in aria sotto le urla di entusiasmo del pubblico, era notte fonda ormai, fuori si potevano vedere schiere di fiammelle accompagnare la canzone, le luci degli accendini seguivano il ritmo delle note, i riflettori avevano lasciato spazio a una luce soffusa che illuminava solo Axl seduto al piano, gli altri ne approfittarono per prendersi una pausa, Dj si avvicinò a Cecilia tirandola verso di sè per un braccio, gli altri erano già tornati sul palco per riprendere le loro posizioni, Daren trascinò Cecilia fino all'angolo più buio, le strinse la mano forte per farle coraggio e quando fu sicuro di non essere visto da nessuno le disse "Allora, va tutto bene piccola?"
"Si" fece cenno lei con la testa guardandolo negli occhi "Sei sicuro Dj?"
"Mai stato più sicuro, a lui non dispiacerà, davvero, in fin dei conti è quello che ha sempre voluto, no?"
"Ok" gli rispose lei, chiuse gli occhi e ispirò profondamente per farsi coraggio avvicinandosi ad Ashba "Ora vai, è il tuo momento" aggiunse lui facendole imbracciare la sua chitarra, non gli sarebbe dispiaciuto rifiatare un po' e quella in fin dei conti era la loro canzone, gli era piaciuta subito dalla prima volta che l'aveva ascoltata prima che venisse incisa sul disco e ogni volta si emozionava suonandola, ma dopo gli ultimi giorni e le ultime vicende aveva ritenuto più giusto che la suonasse lei, era il suo regalo, il suo modo di fare capire a loro due che avevano un amico in più su cui poter contare, per qualsiasi cosa.
"In bocca al lupo capa" ripetè tra sè mentre la figura longilinea si allontanava verso il palco e le unghie laccate di rosso di lei si muovevano veloci sulle corde, quando anche lei fu sotto la luce di riflettori si alzò un boato dal pubblico ancora più forte, i ragazzi rimasero imbambolati vedendo Cecilia salire sul palco e attaccare la canzone al posto di Daren, salutò Axl con il sorriso più dolce che potesse immaginare e persa nelle note andò a suonare accanto a lui al pianforte facendo in modo che mentre suonava potesse perdersi in quegli occhi blu a cui aveva dedicato il testo.
 
 
 
 
Non mi convince granchè come capitolo, ma ero già ferma da diverso tempo e la primavera si è portata via tutta l'ispirazione....

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Capitolo 22
*** Just a little revenge ***


"Complimenti Dj, bella mossa davvero" disse Connor sbucando dalle retrovie rivolgendosi ad Ashba, alludeva al fatto di aver lasciato Cecilia suonare l'ultima parte del concerto al posto suo "E' stavo veramente molto molto carino da parte tua"
La sua voce era volutamente smielata, ma era chiaro che il suo tono fosse falso e sarcastico, ma Dj non era Axl e non rispose alla provocazione, sorrise, con un sorriso enorme di quelli di cui solo lui era capace e gli rispose volutamente con la stessa falsa gentilezza "Grazie Connor, sai che sono un romanticone, non hai idea di quanto adori i lieti fini" e così dicendo si allontanò da lui, andando verso il resto del gruppo.
Raggiunse Axl a fine concerto, saltellandogli intorno col suo solito fare bambinesco, esagerò forzatamente i toni, complimentandosi per l'esecuzione a suo dire strappalacrime della canzone, si perse in mille complimenti anche e soprattutto con Cecilia sia per la perfetta esecuzione dei brani sia per averlo sostituito in maniera fin troppo eccelsa, continuò a decantare le lodi dei due esagerando i toni superlativi dei suoi complimenti risultando esageratamente falso e stucchevole, tanto da riuscire ad irritare sia Cecilia, sia Axl.
"Dì un po'" disse Axl prendendo da parte la moglie "com'è che lui ti gira sempre intorno?" il tonò che usò però fu fin troppo duro e accusatorio verso di lei "Cosa c'è, ora sei geloso anche di lui?" rispose acida alzando il livello della discussione.
Ne nacque un litigiò i cui toni degenerarono ben presto coinvolgendo tutti i presenti, non sfociò in rissa perchè alla fine il buon senso di alcuni la fece da padrone, ma in alcuni momenti la tensione specie tra Axl ed Ashba fu ai livelli di massima allerta, tanto che i tre maggiormente coinvolti raggiunsero il loro albergo separatamente.
Il manager di Cecilia a fine serata chiamò Connor al telefono della sua stanza "Ci sono problemi, c'è bisogno di te qui, stanza 715"
Fu sospreso di quella chiamata Connor e sistemandosi la camicia uscì dalla sua stanza per raggiungere quella del manager degli Stills, quando l'uomo aprì la porta si stupì di trovare lì anche lei "Ti devo parlare" gli disse seriamente preoccupata.
"Perchè proprio con me?"
"Hai visto il casino che è successo negli ultimi giorni e visto che è anche colpa tua, c'è bisogno che sistemi le cose" ordinò
"Signora Rose" rispose sarcastico "Basterebbe chiedere nel modo giusto, la gentilezza non è certo il suo forte"
"Vi lascio soli" disse il manager di lei, aveva capito la situazione e soprattutto aveva capito che era arrivato il momento di farsi da parte.
"Sentiamo quale sarebbe il problema"
"Hai visto anche tu come ha reagito Axl stasera, c'è mancato poco che sfiorassimo la rissa, è convinto che dopo averlo scoperto con la tua... ehm... singorina abbia deciso di vendicarmi con Ashba"
"E perchè ti rivolgi a me? Non sono un consulente matrimoniale"
"Sei il loro manager, ti daranno pure ascolto"
"Tesoro, sarò anche il loro manager ma non credo proprio che il tuo consorte mi dia ascolto, se avete problemi di cuore perchè non provi a parlare con Beta, a lei dà molto più ascolto che a me, poi mi sbaglio o considera una figlia anche te?"
"Lei pensa quello che pensa Axl e anche lei è convinta che tra me e Dj ci sia qualcosa, non posso contare su di lei"
"Quindi il momento che tanto aspettavo pare essere finalmente arrivato"
"La cosa è seria Connor, più seria di quanto pensiamo, se Axl non si calma ci perdiamo tutti e due, io rischio il divorzio, tu che faccia fuori Daren e annulli il resto del tour, parlaci, chiarisci con lui, un Axl Rose incazzato non serve nè a me nè a te"
Rise, con una risata che più perfida non esisteva, capì di avere il coltello dalla parte del manico, si liscò la cravatta baldanzoso, per poi avvicinarsi a Cecilia, quando fu abbastanza vicino allungò una mano e con essa le tirò su il mento, guardandola negli occhi "Avanti, dillo, lo so che ti pesa"
"Ho bisogno del tuo aiuto" disse lei impassibile, guardando disgustata negli occhi chiari, troppo vicini tra loro dell'uomo, che si crogiolò nell'udire quelle parole.
Era palese quale fosse il suo intento e l'aveva capito anche Cecilia, ma la posta in ballo era troppo alta per permettersi di controbattere, lui ruppe gli indugi nuovamente
"Sai qual è il mio problema Cecilia? Che sono troppo buono e mi lascio commuovere così facilmente... E' chiaro che avrai il mio aiuto, certo... lo sai anche tu, a questo mondo non si fa mai niente per niente, ma non ti chiederò granchè in cambio, mi piacerebbe solo che tu non fossi tutta dolce e gentile solo per Axl, potresti per esempio fare la carina con me e io ti aiuterei più che volentieri...Non essere sempre così scostante"
Si avvicinò ancora alla ragazza, tanto che lei sentì il respiro dell'uomo sul viso, non potè fare a meno di non notare la sua fronte e le ascelle sudate, il petto villoso che sbucava dalla camicia, l'uomò su asciugò il sudore dalla fronte con la manica della camicia, istinitvamente Cecilia indietreggiò di qualche passo, sicura di non riuscire a portare a termine niente, lui allungò la mano per scostarle i capelli dal viso, poi l'accarezzo "Andiamo carina, in fin dei conti lo fai per il tuo uomo..." rise viscido spostando lo sguardo sulla scollatura di lei, allungò la mano per toccarla, lei riuscì a fermarlo e in quel momento Cecilia provò l'irrefrenabile impulso di spaccargli la faccia ma desistette, in fin dei conti lo faceva per il suo uomo.
"Ok Connor, non tiriamola troppo per le lunghe, sono stanca, fai quello che devi fare e facciamola finita" disse andando a sedersi sul letto, l'uomo dal canto suo non se lo fece ripetere due volte, tolse la camicia e si sbottonò i pantaloni, stava per spogliarsi completamente, si vedeva chiaramente la sua erezione premere sulla stoffa dei boxer e si avvicinò a lei, era pericolosamente vicino, Cecilia soffocò lo schifo che provava e proprio un attimo prima che l'uomo potesse saltarle addosso alle sue spalle apparvero Axl e Ashba che fortunatamente per lei riuscirono a bloccarlo in tempo,
"Finlamente, quanto c'avete messo..." disse lei alzandosi dal letto
Axl gli si scagliò contro, ma fortunatamente Cecilia riuscì a convincerlo a fermarsi mentre Ashba si rigirava tra le mani soddisfatto la videocamera
"Che diavolo significa tutto questo?" chiese preoccupato Connor
"Significa la tua rovina questo, non credo che Geffen sarebbe così contento di sapere i casini che combini"
"Quindi voi eravate d'accordo?"
"Ovvio, oppure credevi veramente che sarei venuta a letto con te, mi fai schifo solo a guardarti" gli disse fredda la ragazza
"Voi... vi rovino"
"Connor" lo zittì Axl "Lscia perdere o sarò io a rovinare te, come vedi c'è qualcuno pronto a testimoniare che hai ricattato mia moglie per convincermi che non mi tradiva, è patetico tutto questo, fai le valigie e da domani non voglio più vedere la tua lurida faccia qui intorno, e poi voglio le tue dimissioni volontarie entro un'ora altrimenti glielo spiego a Geffen perchè ti ho sbattuto fuori"
Connor Travis dopo la spiacevole avventura non sarebbe più stato una minaccia per loro, all'inizio Axl era dubbioso sulla riuscita del piano ma alla fine Cecilia era riuscito a convincerlo a metterlo in atto, avrebbe saputo all'occorrenza difendersi da sola, solo così l'aveva convinto
"Devo ammetterlo tesoro, hai avuto ragione tu"
"Cosa ti avevo detto, con la violenza non avresti risolto nulla, te l'avevo promesso che entro la fine della settimana lui non sarebbe più stato un problema"
Poi li sposi si diressero verso la loro suite, il piano aveva funzionato alla perfezione, lo champagne che avevano messo in freddo era pronto per festeggiare il loro trionfo.

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Capitolo 23
*** Just a little surprise ***


"Buongiorno amore" la baciò dolcemente Axl non appena Cecilia ebbe aperto gli occhi, si stiracchiò nell'enorme letto della suite, guardò fuori dalla finestra, il sole era già alto, fece cenno ad Axl di raggiungerla sul letto ancora tiepido
"Che ore sono?" chiese
"Le due passate, hai dormito tanto eh..."
"Perchè non mi hai svegliata?"
"E perdermi uno dei rari momenti in cui sei tranquilla?" scherzò
"Mmm peccato Rose, ti facevo più pazzo..."
"Si, di te" abbozzò un altro bacio a fior di labbra finchè lei l'attirò pericolosamente a se sul letto.
Lo baciò audace, si alzò in ginocchio sul letto avvicinandosi ancora un poco più a lui e iniziò ad accarezzarlo lentamente, da sotto la camicia che pian piano sbottonò facendola finire presto sul pavimento, scese lentamente senza staccare le sue labbra da quelle di lui con una mano affondata tra i suoi capelli, l'altra mano, più audace scendeva sempre più in basso fino a giocare con la cintura che ubbidientemente si slacciò sotto il suo tocco, poi fu la volta del primo bottone dei jeans, seguito a ruota dal secondo, poi dal terzo e quando anche l'ultimo fu slacciato i jeans e i boxer fecero la stessa fine della camicia, sul pavimento accanto al comodino, Axl si staccò un attimo da lei, riprese fiato per un momento e la guardò, che era stupenda l'aveva sempre pensato ma la tranquillità degli ultimi giorni la rendevano se possibile ancora più bella.
Pensò a quanto fosse fortunato ad avere accanto una donna così.
Avvicinò ancora le sue labbra a quelle di lei, deciso a condurre lui il gioco, sfilò la maglia della ragazza che non oppose la minima resistenza e la spinse delicatamente sul letto, iniziò a baciarla sul collo, aiutandosi con le mani che correvano impetuose lungo la pelle morbida di lei, scesero pericolosamente in basso fino a risalire ardenti lungo le sue gambe, si insinuarono sotto le mutadine sfilandole.
Le piaceva tormentarla così, con tocchi leggeri e controllati, sapeva che lei non avrebbe resistito a lungo, la conosceva bene, la sentiva gemere sotto le sue carezze esperte e cercarlo alla cieca, senza aprire gli occhi, senza mai staccarsi dalle sue labbra.
Lei gli cinse il bacino con le gambe avvinghiandosi a lui senza dargli tregua, gli morse un labbro per la foga, Axl non diede peso alla cosa ma decise di porre fine quell'inutile tortura entrando dentro di lei, si muoveva lentamente, le sue spinte erano lente ma decise, non le staccò un attimo gli occhi di dosso, come ogni volta le piaceva guardarla in quegli occhi azzurri in cui si sarebbe potuto perdere, stava per aumentare il ritmo quando capovolse le posizioni lasciando a lei l'onore di condurre i giochi, sapeva che la moglie era molto meno paziente di lui quando si trattava di giocare.
Cecilia aumentò il ritmo fino a quando tutti e due raggiunsero l'orgasmo persi l'uno dentro l'altra, si chinò su di lui baciandolo e aspirando l'odore della sua pelle, poi si sdraiò accanto a lui, affondando la testa sul suo petto.
Era lì che amava stare ogni volta, ascoltando i battiti indemoniati del suo cuore.
Si addormentò ancora, cullata dai battiti e dalla voce di lui che come ogni volta la cantava qualche verso stringendola dolcemente a se.
Aprì gli occhi dopo un tempo imprecisato svegliata dal trillo del telefono, Axl si alzò dal letto lasciandola sola tra le lenzuola candide per andare a rispondere al telefono chiuso in bagno.
Tornò dopo qualche minuto
"Chi era al telefono?" domandò lei con una punta di gelosia nel tono di voce
"Una sorpresa... Per il mio amore!"
Cecilia lo fissò incuriosita, alzandosi coperta solamente dal lenzuolo, lo guardò mentre si rivestiva velocemente
"Allora?"
"Allora cosa?" scherzò lui sfidando la sua pazienza
Si riavvicinò a lei, baciandola ancora
"Sto ancora aspettando"
"Se ti avvicini così credo che aspetterai ancora per un bel po'" alluse alla sua nudità
"Dai William, lo sai che odio stare sulle spine"
"Ok ok ma calmati, sai che qualche giorno ci saremmo dovuti sposare..."
"... Eh? Ma ci siamo già sposati..."
"Perchè è sempre così difficile parlare con te?" scherzò ancora baciandole la punta del naso "vestiti intanto" continuò "Lo so che ci siamo già sposati, ma eravamo solo e io e te e mi sbaglio o ti avevo promesso che avresti avuto la cerimonia dei tuoi sogni?"
Lei ubbidì vestendosi con le prime cose che trovava sotto mano, guardandolo ancora più incuriosita.
"Era Beta al telefono, le avevo chiesto di cercare un po' in giro, ha trovato una villa a picco sul mare, vicino a casa tua, doveva essere una sopresa, ma si sa, a te non si può nascondere niente, ci aspetta nella hall per farci vedere le foto della villa, sono sicuro che ti piacerà, ho anche fatto preparare le partecipazioni, ho sentito tua madre stamattina mentre dormivi, sono già arrivate a casa tua insieme al vestito"
"Hai tramato tutto alle mie spalle?"
"Certo signora Rose, doveva essere una sorpresa o no?"
"Si, ma non pensi che magari la sposa avrebbe dovuto sapere il giorno e il luogo del matrimonio?"
"Mmm era un dettaglio trascurabile perlomeno per un po', lo avresti saputo a tempo debito, contavo di dirtelo il giorno prima del matrimonio"
"Ma sei pazzo? Come pensavi di dirmelo il giorno prima? Quando sarebbe?"
"Verso settembre"
"Verso settembre? E' un po' vago non trovi?"
"Dici? Saresti più tranquilla se ti dicessi l'8 settembre?"
"Iniziamo a ragionare" ghignò lei soddisfatta cercando di mascherare l'entusiasmo, per quanto li fosse difficile.
"Muoviti ora, ci stanno aspettando giù"

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Capitolo 24
*** Wedding and roses... ***


Era una bellissima giornata di inizio settembre, il clima era stato più che clemente con loro, il sole era alto e una leggera brezza rendeva sopportabile il caldo torrido di fine estate.
La villa che Axl aveva scelto ricalcava lo stile dei castelli medievali ed era un enorme costruzione di fine '800 dai colori tenui, dominava la veduta sulla costa dall'alto di una scogliera a picco sul mare, sulla terrazza era stato allestito il gazebo in ferro battuto ornato di rose bianche e rosse che avrebbe ospitato gli sposi al momento del fatidico si.
Era ormai quasi l'ora del tramonto e gli invitati erano quasi tutti arrivati e tutti elegantissimi.
Sarebbe stata una cerimonia privata come avevano voluto gli sposi, non ci sarebbero stati giornalisti nè fotografi, ma solo gli amici più vicini alla coppia; gli amici e i familiari di Cecilia e gli amici più stretti di Axl arrivati direttamente dagli Stati Uniti.
Lo sposò guardò l'orologio al polso, batteva le sei del pomeriggio e tutto era ormai pronto, passeggiava nervosamente in solitario sulla terrazza affacciata sul mare, si era assentato da tutto e da tutti per godersi i suoi pensieri in quell'ultimo, breve attimo di calma prima della cerimonia, era buffo che proprio lui si sentisse imbarazzato per essere al centro dell'attenzione, lui che da sempre era stato sulla cresta dell'onda calcando i palchi di mezzo mondo, ora si sentiva come uno scolaretto al primo giorno di scuola e per un attimo si soffermò a pensare al passato, si accese il sigaro appoggiandosi alla balaustra, con lo sguardo fisso sulla linea dell'orizzone, la sua mente iniziò a vagare; un tempo che sembrava ormai così lontano c'era stata Erin, ma il loro non si poteva definire un vero matrimonio, si erano fatti immensamente male e lo definiva più una dimostrazione di forza che un atto d'amore, tanto da averlo anche annullato, poi era arrivata Stephanie e anche con lei si erano fatti male, con lei alle nozze non c'era neanche arrivati, era stata solo finzione per girare un video, quel video, ripensò a quel matrimonio; non osava fare confronti ma la mente gli giocò un brutto scherzo obbligandolo al paragone, ma Cecilia, lui lo sapeva bene,  non era nè Erin nè Stephanie, nè nessuna delle altre insignificanti donne che c'erano state nella sua vita, con lei non c'era bisogno di ricatti nè di finzione, con lei riusciva ad essere se stesso senza dover fingere
"William, è tutto pronto, andiamo" lo chiamò Beta svegliandolo dal suo sogno a occhi aperti, lo guardò sorridere sereno, rilassato, aveva negli occhi una luce che non aveva mai visto prima d'ora; dopo tanti anni che viveva con lui, che lo conosceva forse meglio di chiunque altro, era la prima volta che guardando in quegli occhi l'aveva visto felice.
Scherzò affettuosamente su quanto fosse nervoso come un ragazzino alla prima cotta, gli consigliò di spegnere il sigaro e di sbrigarsi visto che rischiava di ritardare, poi gli sistemò il colletto della camicia e gli aggiustò la cravatta, ora era davvero pronto.
Si sentiva un po' imbarazzato e intimorito da quella cerimonia in pompa magna, a lui sarebbero bastati i voti che si erano scambiati solamente loro due, ma sapeva che a lei avrebbe fatto piacere avere avuto accanto i suoi amici e glielo aveva promesso, avrebbe avuto la cerimonia che desiderava.
Beta lo prese sottobraccio e lo accompagnò all'altare e mentre Axl percorreva quello spazio ridotto a passo lento il suo sguardo si alzò volontariamente verso il cielo, il suo era un sentimento fortemente contrastante, per quanto fosse affezionato a quella donna e la considerasse come la madre che non aveva mai avuto il suo unico pensiero in quel momento andò a Sharon, si, nonostante tutto era la donna che lo aveva messo al mondo e l'avrebbe tanto voluta al suo fianco per renderla finalmente partecipe della sua gioia, alzando gli occhi al cielo pensò "Avrei tanto voluto che tu fossi qui, ora sono veramente felice, mamma"
Prese posto sotto al gazebo aspettando l'arrivo della sua donna, si emozionò quando il pianista attaccò le note della loro canzone, qualcuno gli fece cenno di voltarsi e in lontananza, dal portone decorato vide apparire la sposa in tutto il suo splendore.

Aveva un abito bianco che sembrava creato apposta per essere indossato da lei, il bustino senza spalle metteva in risalto la sua figura esile e slanciata, era chiuso dietro da dei nastri di raso rosso e la gonna di pizzo vaporoso era arricciata e tenuta ferma in vita di lato da una rosa di seta rossa, i lunghi capelli castani erano raccolti in un'acconciatura morbida fermata da una spilla di perle candide e alcune ciocche ricadevano poi morbide incorniciandole il viso lievemente truccato mettendo in risalto gli occhi azzurri.
Il bouquet insolito di rose rosse dal gambo lungo erano tenute insieme da un fiocco di seta bianco.
Era bella da togliere il fiato pensò Axl.
Avanzava a passo lento verso di lui e ad ogni passo che la faceva avvicinare Axl aveva un sussulto, sentiva il cuore battergli all'impazzata in petto e credette di non riuscire più a controllarlo, non appena lei fu all'altare suo padre la salutò baciando sulla fronte la sua bambina e lanciando un'occhiata ad Axl che valeva più di mille parole.
Ora sarebbe stato un altro ad occuparsi di lei.
Cecilia salutò Axl sfiorandogli la mano e guardandolo dritto negli occhi gli lanciò un bacio e gli fece l'occhiolino.
L'ufficiale richiamò l'attenzione dei due e del resto degli invitati, la cerimonia stava per iniziare.
Quando fu il momento di pronunciare i voti nuziali Cecilia notò che Axl era talmente emozionato da non riuscire a parlare, gli strinse la mano forte per fargli coraggio, buffo, lei era la sua piccolina, quella fragile e da proteggere, lui quello che si atteggiava a uomo forte e spavaldo e ora era lui che aveva bisogno di sostegno.
L'emozione che fino a quel momento aveva cercato di nascondere venne fuori come una scossa, tutta insieme quando con la voce tremante in un italiano incerto e con il cuore in gola si apprestò a leggere le promesse che aveva scritto
"Per tutta la vita mi sono nascosto dietro a una maschera di uomo forte e inarrivabile, senza mai soffermarmi a capire cosa volessi veramente, cosa fosse veramente importante, e solo dopo aver conosciuto te mi rendo conto di tutte le belle cose di cui mi ero privato nascondendomi dietro a questa facciata, devo ringraziare te se sono riuscito finalmente a mostrarmi per quello che sono davvero, se a cinquant'anni ho capito veramente cos'è importante nella vita, è grazie a te se sono un uomo nuovo che non ha paura di mostrarsi per com'è, è grazie a te se sono riuscito a vivere veramente. Ti amo Cecilia"
Grazie a te William pronunciò tra le labbra Cecilia sorridendo ad Axl, poi venne il suo turno di leggere la promessa:
"Non c'è granchè da dire, penso che tutti sappiano qual è sempre stato il mio pensiero su di te" esordì lei con molta più sicurezza "Mi sono innamorata di te la prima volta che ti ho visto, la prima volta che ho sentito la tua voce, avevo solo sei anni e della vita non capivo niente, ma se dopo tutto questo tempo ora sono qui con te che realizzo un sogno, è davvero valsa la pena aspettare 23 anni per viverlo. Ho amato Axl Rose praticamente per tutta la mia vita e non finirò mai di ringraziarti per avermi dato l'immensa gioia di poter conoscere chi è veramente Axl Rose, grazie per avermi reso parte della tua vita, per avermi aperto il tuo cuore e per avermi fatto innamorare di nuovo di te dopo aver conosciuto chi c'era dietro quel personaggio. Ti amo William"
Mentre l'ufficiale pronunciava i voti di rito prima dello scambio degli anelli Axl si voltò a guardare i presenti, guardo le loro facce, una per una.
Non ci sarebbe stato niente di diverso da quello che semplicemente vedeva in quel momento, da tutto quello che voleva. Nessuna chiesa maestosa, nessun teatro con l'orchestra, gremito, non c'erano gli altri lì con lui, se non solamente il suo vecchio amico Jeff, non ci sarebbe stato nessun capellone che si sarebbe scordato le fedi e nessuno spilungone biondo che l'avrebbe salvato all'ultimo momento ricordandogli di averle lui. Non sarebbe stato solenne come nel video, in quel video, ma sarebbe stato tutto vero, era sicuro che non sarebbe finito male e che loro due sarebbero stati felici.
Nessuno sarebbe uscito per suonare quell'assolo nel deserto che tanto lo rendeva orgoglioso.
Sorrise per il pensiero stupido verso quel passato che troppe volte era tornato a tormentarlo e tornò a guardare Cecilia giusto in tempo per rispondere Si alla domanda di rito.
 
 
Siamo arrivati quasi alla fine di questa avventura….
Per chi fosse curioso,  questo è il “castello” descritto nella storia:
http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Tuscany/Livorno/Livorno/photo868457.htm

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Capitolo 25
*** The end ***


Martedì notte, una qualunque nottata di inizio novembre, il cielo brontolava e gocce di pioggia fitte imperlavano i vetri, c’era uno strano silenzio nella villa.
Cecilia non c’era, era lontana migliaia di chilometri e chissà costa stava facendo in quel momento, il suo telefono era irraggiungibile, chissà se stava dormendo o se anche il suo pensiero era rivolto al marito, come quello di lui era solo ed esclusivamente per lei.
Axl era seduto sul divano, pallido in volto e lo sguardo perso, fisso a rileggere quelle poche righe illuminate sul display del cellulare.
Da due ore se ne stava immobile a fissare lo schermo del telefono e rileggere quel messaggio, continuava a leggere e rileggere quelle poche righe frastornato, non riusciva a pensare ad altro se non quello che sarebbe successo.
Dopo.
Da quel momento in poi.
La sua vita sarebbe cambiata, per sempre, in fondo era quello che voleva, che aveva sempre voluto, forse, ma allora perché ora si sentiva così insicuro di tutto.
Erano passati due mesi dalla cerimonia del loro matrimonio, Cecilia l’aveva cambiato, l’aveva aiutato ad essere una persona nuova, una persona migliore ma ora si sentiva terribilmente insicuro.
Posò il cellulare sul divano, si versò del whisky nel bicchiere e si fermò a guardare attraverso le vetrate della sala la pioggia che scendeva come un velo sulle luci di Los Angeles, si avvicinò al pianoforte, ne percorse con la mano la superficie liscia e perfetta del legno, non aveva in mente qualcosa di preciso da suonare, ma chiuse gli occhi e mentre con la mano sinistra reggeva il bicchiere colmo di liquido ambrato con l’altra vagava a casaccio sui tasti del piano.
Poggiò il bicchiere a terra e si sedette a suonare, ogni volta tornava sempre lì, quando era giù di morale, si sedeva al pianoforte e continuava a suonare all’infinito la loro canzone.
Faceva sempre così quando doveva liberare la mente, beh, non sempre così, c’era stato un tempo in cui avrebbe perso le staffe non potendo avere il pieno controllo della situazione ma ormai quello era un periodo lontano.
Non riusciva a trovare pace nemmeno al pianoforte, finì in un sorso tutto il whisky, senza neanche gustarlo, gli bastava sentirlo bruciare giù per la gola per esorcizzare tutto il suo smarrimento.
L’unica cosa sensata che riuscì a pensare fu che doveva partire.
Subito.
Salì le scale senza preoccuparsi che fosse ormai notte fonda, entrò nello sgabuzzino alla disperata ricerca di una valigia,  ne prese una a caso, poi accese la luce della cabina armadio e iniziò a riempire la valigia con i primi vestiti che riuscì a trovare sotto mano.
La riempì fino a farla scoppiare e appena fu pronto la trascinò fino all’ingresso, era il turno delle chiavi della macchina, mise a soqquadro mezza casa per riuscire a trovarle, si riscoprì se possibile ancora più isterico del solito, andò alla cassaforte e ne tirò fuori il passaporto, rilesse per la milionesima volta il messaggio e perso in quelle frasi non si accorse nemmeno dell’arrivo di Beta nella stanza
“William, cos’è tutto questo rumore? Ti sentivo fin dalla dependance…ma stai partendo?” domandò stupita non appena notò il passaporto tra le sue mani e la valigia vicino alla porta.
Lei era la sua assistente, la sua segretaria, un surrogato di madre, a lei diceva tutto ed era sempre lei ad organizzare tutto, strano che stavolta non le avesse detto nulla
“Non mi avevi detto niente, non sapevo che saresti partito”
“L’ho appena deciso” rispose secco, senza aggiungere altro.
Sembrava strano, più del solito e il tono della sua voce era tremante, preoccupato
“William, è tutto a posto?”
Era tutto a posto? Non riusciva nemmeno lui a capirlo, il misto di emozioni contrastanti che provava non avrebbe saputo spiegarlo.
Di getto avrebbe risposto che si, era tutto a posto, ma non ne era poi così tanto sicuro.
Sembrava spaventato da qualcosa, ma non riusciva nemmeno lui a spiegare come mai.
Provò a raccontare a Beta quello che era successo, ma le parole gli si bloccarono in gola senza riuscire ad uscire, allora le passò il cellulare, avrebbe visto lei di persona cosa stava succedendo, iniziò a leggere il messaggio e rimase di sasso, l’espressione stupita, meravigliata, nemmeno lei riusciva a credere a quello che stava leggendo, si pulì gli occhiali e lesse di nuovo
“Mah… hai visto il messaggio… William…”
Annuì  “Devo andare da lei” ripetè “Ho bisogno di andare da lei, subito”
“Vuoi che ti accompagni?”
“No, non le dirò nemmeno che la sto raggiungendo, salterò sul primo volo, ho visto che ce n’è uno tra un paio d’ore, sarà una sorpresa per tutti”
“Ok, in bocca al lupo”
Dal momento stesso in cui il suo aereo si staccò dal suolo e per tutto il viaggio non riuscì a pensare ad altro, sentendosi più sollevato ogni momento che si avvicinava a lei, continuava a leggere e rileggere quel messaggio, ogni volta stupendosi di cosa vedeva scritto
 
“Non sai quanto non avrei mai voluto dirti queste parole e di quanto mi pesi dirtelo per sms, ma in questo momento c’è un oceano tra di noi e non potevo aspettare di rivederti per dirtelo di persona, guardandoti negli occhi come avrei dovuto, come sarebbe stato giusto… Congratulazioni Signor Rose: tra circa 225 giorni diventerai padre!”


Eh si, siamo arrivati alla fine!

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