Toccata Dalla Morte

di sara_sessho
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Nuove Conoscenze ***
Capitolo 3: *** La Mia Fine ***
Capitolo 4: *** Cena In Manicomio ***
Capitolo 5: *** Tutte le papere fanno qua qua tranne una... Credo ***
Capitolo 6: *** Il Ritorno: Farò saltare qualche testa prima della fine (parte prima) ***
Capitolo 7: *** Il Ritorno: Farò saltare qualche testa prima della fine (parte seconda) ***
Capitolo 8: *** Nell' incubo la verità: Non sarò mai al sicuro ***
Capitolo 9: *** L'Acqua è la Mia Essenza ***
Capitolo 10: *** A Quanto Pare Non Ho Sofferto Abbastanza - Parte Prima ***
Capitolo 11: *** A Quanto Pare Non Ho Sofferto Abbastanza - Parte Seconda ***



Capitolo 1
*** Prologo: Ricominciare ***


                                                                                    TOCCATA DALLA MORTE

                                                                                                      PROLOGO: RICOMINCIARE 

 Credevo fosse morta. Avevo dato per scontato che, dopo quel giorno di tre anni fa non fosse sopravvissuta. Ma evidentemente mi sbagliavo. 


 Adesso sto correndo verso il centro della foresta, situata vicino al covo dell’Akatsuki, lei mi sta aspettando, lo avverto.


Vedo una ragazza seduta su una roccia, è lei, riconoscerei ovunque i suoi capelli biondo grano.


- Ciao Pain, ti stavo aspettando, ma credo che questo tu lo sappia già – disse voltandosi a guardarmi.


Nei suoi occhi argentei non vedevo più l’allegria che l’aveva sempre caratterizzata, erano freddi, nascondevano una grande sofferenza.


- Esel, sono passati tre anni dall'ultima volta che ti ho visto, pensavo fossi morta - le dissi avvicinandomi. 

- Credimi, quanto vorrei che fosse vero - affermò alzandosi dalla roccia - ma purtroppo mi ritrovo ancora a vivere in questo mondo - 

- Non dovresti ritenerti fortunata? - le chiesi aggrottando la fronte.

- Fortunata?! Ti ricordi cosa è successo tre anni fa? Soffro da quel giorno e ho passato gli ultimi anni a sperare di morire e a sperare di non svegliarmi più - mi urlò in faccia con rabbia.

- Allora perchè non l'hai fatto? Perchè non ti sei uccisa? -

- Mi è stato impedito, ma ora non è il momento di raccontarti tutto, lo farò più tardi - disse continuando a guardarmi negli occhi.

Capii che il motivo per il quale mi aveva "contattato" non era una rimpatriata tra amici.

- Per quale motivo mi hai fatto venire qua? - le domandai.

- Ho bisogno di un posto in cui stare - rispose guardandomi con lo sguardo addolcito simile a quello che aveva quando era più piccola - sei l'unica persona a cui mi posso rivolgere e di cui mi posso fidare - 


Calò il silenzio, pensai alle sue parole. Cosa è successo di così grave da dover fuggire e cercare protezione?

- D'accordo, verrai a stare con l'Akatsuki - dissi iniziando a camminare verso la foresta - mi manca giusto un membro, ma in ogni caso mi dovrai raccontare che cosa sta succedendo - 

- Bene d'accordo, te lo dirò - si avvicinò e continuò - spero di trovarmi bene con voi -


Iniziammo a correre per la foresta, dirigendoci verso il covo.

'Sono sicuro che il suo arrivo movimenterà l'Organizzazione, ci sarà da divertirsi' pensai.

'Davvero?! Mi hai preso per un comico che deve far divertire la gente?'

- Esel! Sei la solita impicciona - dissi guardandola - non ti ho dato il permesso di leggere i miei pensieri, alza subito la barriera!-

- Ai suoi ordini vostra maestà -rispose imitando un inchino.

- Poi sarei io che ti do del comico, adesso non credo che il tuo atteggiamento sia da persona seria - le disse fermandomi.

- Cazzo, mi hai fregato! - imprecò fermandosi anche lei.

- Che finezza! Andrai di sicuro d'accordo con uno dell'Akatsuki - lei mi guardò interrogativa.

Sospirai - Avete affinità di linguaggio! -

- Aaaah, adesso ho capito! - esclamò sorridendo.

-Comunque... Benvenuta all'Akatsuki! - annunciai facendola entrare nel covo.




Ciao a tutti, è la mia prima fic su Naruto, spero vi piaccia e spero vi recensiate.

Alla prossima, sara_sessho.


 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Nuove Conoscenze ***


                                                                CAPITOLO 1: NUOVE CONOSCENZE

Entrai insieme a Pain all'interno del covo e, guardandomi attorno, notai che la sala in cui ci trovavamo era molto grande e che la mancanza di finestre, la rendeva abbastanza tenebrosa.

Quando guardai di fronte a me, vidi in fondo alla sala delle persone, che portavano la stessa cappa a nuvole rosse di Pain, erano probabilmente dei membri dell'Akatsuki.

-Pain ma dove cazzo eri finito? Sei in un ritardo fottuto, figa!- disse un ragazzo con i capelli chiarissimi e gli occhi viola, che portava sulla spalla un'enorme falce.

-Credo di aver capito a chi ti stessi riferendo prima- dissi guardando Pain.

-Già, è lui- mi rispose ricambiando lo sguardo -da quando lo conosco ha fatto solo qualche frase senza parolacce-

-Immagino!-

-Ehi! Chi cazzo è 'sta mocciosa? Sei diventato un babysitter?- disse Mr. Finezza con un tono alterato, dovuto dal fatto che Pain non aveva risposto alla sua domanda precedente.

-Ma ti sembro una bambina? Cazzo non sarò tanto alta ma figa ho pur sempre diciassette anni- risposi stizzita alla sua provocazione.

-Esel, evita di sfoggiare il tuo ricco repertorio di vocaboli, questo non è il momento. La stessa cosa vale anche per te Hidan.

-D'accordo- rispondemmo entrambi, poi mi rivolsi agli altri membri che avevano ancora uno sguardo allibito, per il mio breve scambio di battute con Hidan -comunque, piacere di conoscervi, come ha detto prima Pain, io mi chiamo Esel, ho diciassette anni e d'ora in poi sarò un membro dell'Akatsuki-

-Guarda che quello avrei dovuto dirlo io a loro e non tu- mi riprese Pain -comunque è vero, lei prenderà il posto lasciato da Orochimaru-

-Finalmente non sarò più l'unica ragazza dell'Organizzazione- disse una ragazza molto carina dai capelli blu -piacere, Konan-

-Il piacere è mio...Ma scusa quella non lo è?- chiesi riferendomi a un membro dai capelli biondi e occhi azzurri, che avevo dato per scontato fosse una ragazza.

-Come osi darmi della ragazza? Io sono un maschio!- urlò alterato il ragazzo.

-Scusa non era mia intenzione- dissi agitando le mani davanti a me -però potresti sistemarti un po' meglio, se una persona ti vede è normale che pensi che tu sia un ragazza, no?-

-Basta Esel altrimenti mi vedrò costretto a cucirti la bocca, nel vero senso della parola- mi rimproverò Pain guardando uno strano membro, che mi metteva un po' soggezione- e tu Deidara ignorala!

Presi un bel respiro per evitare di dire altre stronzate e domandai -Adesso che ho ripreso le mie facoltà mentali, mi potreste dire i vostri nomi?

-Konan- 

-Kakuzu- 

-Hidan- 

-Tobi- 

-Sasori- 

-Deidara-

-Zetsu-

-Kisame-

-Itachi-

''Bene me li ricorderò... fino a domani mattina'' pensai guardandoli -Piacere di conoscervi, spero di avere un buon rapporto con voi-

Dopo un attimo di silenzio Pain prese parola -Ora potete andare a fare il vostro dovere- disse guardando tutti i membri poi si voltò verso di me -Esel tu vieni con me che ti mostro la tua stanza-

Detto questo lo seguii dentro un complesso di corridoi, che sembravano tutti uguali -Vero che mi darai una mappa per non perdermi?- chiesi in tono sconsolato.

-Ti puoi anche arrangiare- mi rispose atono Pain.

-Ma come sei gentile, davvero non sforzarti troppo- dissi sarcastica -comunque, cambiando discorso... Gli altri della ''banda'' non mi sembrano tanto male, a parte qualcuno di cui dubito seriamente la salute mentale-

Pain aprì una porta guardandomi -Penso che anche loro abbiano dei dubbi sulla tua- 

-Come mai oggi hai voglia di fare così tante battute?- chiesi entrando nella stanza.

-Sarà la tua presenza che influisce- continuò lui.

-A parte gli scherzi, penso che abbiano tutti un ottimo potenziale- dissi sedendomi sul letto -sono proprio curiosa di vederli in azione-

-Tra un po' lo scoprirai- poi Pain mi scrutò con attenzione -A te ispira qualcuno di loro vero?-

Arrossii lievemente, cosa che non gli sfuggì -Non ci credo... Non dirmi che è Itachi-

Stavolta arrossii violentemente - Indovinato! -disse Pain accennando un sorriso.

-Si è vero, e con questo? Lo trovo semplicemente carino, nulla di più- controbattei voltando lo sguardo in modo infantile.

Passarono alcuni minuti, durante i quali iniziai a sistemare alcune cose nella stanza.

-Esel, adesso mi vuoi dire che cosa è successo? E non dirmi che me lo dirai dopo perché non ho più intenzione di aspettare-

Mi fermai di colpo iniziando a tremare leggermente. ''No, non posso dirglielo, mi caccerebbe via di sicuro''

-Sto ancora aspettando- ribadì in tono fermo -e non ci muoveremo da qui finché non me lo dirai-

-Non posso, non ce la faccio, mi odierai appena sentirai cosa mi è successo- dissi tenendomi la testa tra le mani tremanti.

Pain si avvicinò -Ti prometto che non accadrà nulla del genere, adesso siediti e comincia dall'inizio-

-Ok va bene, partirò dal giorno in cui tutto è iniziato, anzi in cui tutto è finito-



Ciao a tutti eccomi con un nuovo capitolo, lo so non è lungo ma mi farò perdonare con il prossimo. 

grazie a:

-Ekiyo

-Elena-chan

-Yunalesca_Valentine

Per averla recensita.

A: 

-Marmalade Girl

che l'ha messa nelle preferite

A:

-Nitronie

che l'ha messa nelle ricordate

E a:

-Juberina_Shukaku_Esplosiva_

-KaZe_Hi

-rosi33

-Yunalesca_Valentine

Per averla messa nelle seguite.

Spero recensiate in tanti, alla prossima

sara_sessho


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Capitolo 3
*** La Mia Fine ***


                                                                     CAPITOLO DUE: LA MIA FINE 

Presi un respiro profondo e chiesi a Pain -tu cosa sai riguardo a quello che è successo?-

-Fino a poco fa pensavo che tutta la tua famiglia fosse morta- disse guardandomi negli occhi -ma mi sono sbagliato-

-Ne deduco che tu non sappia che cosa sia effettivamente avvenuto quel giorno, perciò comincerò dall'inizio-

Mi sistemai meglio sul letto e continuai- era una normale giornata come le altre, stavo aiutando mia madre a preparare la cena, quando percepimmo che qualcuno era entrato in casa nostra.

                                                                                                              INIZIO FLASHBACK

-Mamma, papà anche voi la percepite?- chiesi avvicinandomi a loro.

-Sì- disse mio padre scuro in volto -è Rikotsu, un ninja cha ha acquisito molto potere e se continuerà a diventare più forte, diventerà uno dei ninja più forti della storia-

-Ma tu lo sconfiggerai vero?- chiesi come se fossi una bambina che considera il papà il più forte di tutti.

-Non lo so- disse accarezzandomi una guancia -tu pensa a mettere al sicuro tuo fratellino Natsume-

-D'accordo- 

Iniziai a correre più in fretta che potevo verso la stanza del mio fratellino.

-Natsume vieni con me!- urlai entrando in camera sua -siamo in pericolo, devi metterti in salvo-

Presi Natsume in braccio e corsi verso un passaggio segreto che solo noi conoscevamo.

-Adesso ascoltami, percorri tutto il passaggio e cerca un luogo sicuro, non fermarti e non tornare indietro- gli dissi baciandogli la fronte.

-Ma tu non vieni con me?- mi chiese con gli occhi lucidi.

-No, ma prometto che verrò a prenderti quando tutto sarà finito-

-Promesso?- mi chiese tendendomi il mignolo.

-Promesso- glielo strinsi con il mio -Ora vai-

Appena Natsume si addentrò nel passaggio lo richiusi e, dopo essermi accertata che nessuno ci avesse visto, tornai indietro correndo in direzione dello scontro. Ma prima che potessi raggiungere i miei genitori e Ichigo, mio fratello maggiore, sentii un urlo agghiacciante che mi trapassò le ossa.

''No, non è possibile, no!''

Appena arrivai sul luogo dello scontro uno spettacolo raccapricciante mi si presentò davanti.

-Mamma! Papà! Ichigo!- urlai disperata.

Erano distesi al suolo privi di vita, con i corpi talmente mutilati che faticavo a riconoscerli. Alzai lo sguardo pieno di rabbia verso Rikotsu, che era impegnato a pulire la sua Katana.

-Bastardo!- iniziai a correre verso di lui, ma un'improvvisa ondata di potere mi fece sbalzare contro il muro. L'ultima cosa che vidi fu Rikotsu che si avvicinava e poi buio.

''Spero solo che mi uccida'' pensai.

                                                                                                                    FINE FLASHBACK

-Questo è quello che è succeso quella sera- dissi chiudendo gli occhi- adesso ti racconterò i tre anni che hanno caratterizzato la mia fine.

Pain non disse una parola, annuì solamente così continuai -quando ripresi i sensi, mi ritrovai in una stanza poco illuminata. Ero su un letto e faticavo a muovermi. All'improvviso la porta si aprì ed entrò Rikotsu- presi un bel respiro- mi... mi... mi violentò. E dal giorno che seguì fino a un mese fa fece di me ciò che volle-

-Cioè?- chiese Pain atono.

-Nel senso che a seconda di come gli girava , di giorno o mi picchiava o mi torturava, tenendomi legata in modo tale che io non potessi reagire mentre alla sera mi violentava, con lo scopo di farmi soffrire sia fisicamente sia psicologicamente-

-Non hai mai provato a fuggire?-

-Sì, una volta ho avuto l'audacia di scappare grazie all'aiuto di Shiki, il mio ragazzo... anzi il mio ex-ragazzo visto che quel bastardo ha ucciso anche lui sotto ai miei occhi- dissi d'un fiato -E siccome non riteneva la morte di Shiki, una punizione sufficiente alla mia fuga, me ne inflisse un'altra-

-Che tipo di punizione?-

-Mi inflisse una ferita maledetta sulla schiena, che non guarisce mai del tutto e facendoti provare, quando si riapre, le pene dell'inferno-

Dopo un attimo di silenzio conclusi- Perciò dopo quel giorno non tentai più di fuggire, fino a qualche tempo fa che riuscii a liberarmi, grazie alla sua assenza-

Pain mi guardava con sguardo duro, come mi aspettavo. Non volevo però leggergli la mente per accertarmene.

-So che adesso ti faccio schifo, e ti capirei se non mi volessi più nell'Akatsuki, perciò forse è meglio che inizi a preparare le mie cose- dissi alzandomi dal letto, dirigendomi verso l'armadio.

Pain fu più veloce e mi bloccò -Non mi fai schifo, sono arrabbiato, molto arrabbiato- disse addolcendo lo sguardo - ma non con te, con quel bastardo di Rikotsu-

-Parli seriamente?- domandai con incredulità.

-Perchè dovrei provare schifo per te, dopo tutto quello che sei stata costretta a passare?- mi disse di rimando. Si fermò come se si fosse ricordato improvvisamente di una cosa- Ma Natsume, dove è?-

Mi rabbuiai -Non lo so, è da quando sono scappata che lo cerco- iniziai a tremare e a piangere -voglio che sia vivo, che torni da me, è l'unico parente che mi rimane-

-Lo troveremo, vedrai- mi disse accarrezzando i miei capelli che erano legati in un chignon.

-Speriamo- dissi asciugandomi le lacrime e cercando di sorridere.

Qualcuno bussò alla porta -Avanti- dissi riprendendo la mia ''solita'' allegria.

-Pain, Esel è pronta la cena- disse Konan prima di richiudere la porta.

-Dai andiamo!- disse Pain spingendomi verso la porta.

-Si si va bene, non c'è bisogno di spingere- poi gli feci un sorriso che veniva dal cuore -grazie di tutto, ora sto meglio-

Pain ricambiò il sorriso e disse -Vedrai che si sistemerà tutto-

Ci addentrammo di nuovo nel complesso di corridoi e raggiungemmo gli altri per la cena.

''Forse posso davvero ricominciare di nuovo'' pensai ''devo solo aspettare un po' di tempo''





Eccomi di nuovo!! Il capitolo l'ho fatto più lungo dell'altra volta e spero vivamente che vi piaccia.

Ringrazio velocemente (con dispiacere ndMe) tutti coloro che recensiscono, che hanno messo questa storia nelle preferite/ricordate/seguite e coloro che leggono solamente.

Baci alla prossima,

sara_sessho

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Capitolo 4
*** Cena In Manicomio ***


                                                                                                                            CENA IN MANICOMIO

Mentre camminavo insieme a Pain, sentii urla e schiamazzi provenire dalla sala verso la quale ci stavamo dirigendo. Guardai Pain che, incrociando il mio sguardo, alzò gli occhi al cielo. A quanto pareva questo casino succedeva molto spesso.

Quando aprimmo la porta, uno spettacolo sconcertante mi si parò davanti. Stavano tutti facendo a botte tra di loro, o meglio quasi tutti, Itachi, Kisame e Konan se ne stavano seduti tranquillamente, ignorando il caos che si era creato accanto a loro.

''Secondo me hanno i tappi nelle orecchie, perchè è impensabile che se ne stiano così calmi con tutte queste urla'' pensai guardandoli.

-Basta adesso- disse Pain ma non venne sentito da nessuno -BASTA HO DETTO!- urlò così forte che la paura di essere diventata sorda mi assalì.

-Guarda che il mio orecchio era innocente- gli dissi -e adesso è tappato- conclusi incominciando a fare strane smorfie per farlo sbloccare. Appena ci riuscii, notai che quelli che poco prima stavano facendo casino, adesso guardavano me.

-Non fate tanto quelle facce sconcertate, che non sono io quella che ha appena finito di fare un'orgia sadomaso- dopo aver detto questo, notai uno strano luccichio negli occhi di Hidan, alias Mr. Finezza, ma lo ignorai e continuai -quindi l'unica che ha il diritto di essere sconcertata sono io!-

Proprio Hidan stava per ribeccare, ma Pain lo bloccò evitando una probabile discussione. Così andai a sedermi al tavolo, imitata poi da tutti gli altri. Purtroppo mi ritrovai seduta di fronte a Hidan e, i suoi pensieri non mi piacevano per niente, per fortuna che almeno accanto a me avevo Tobi e Konan, che erano abbastanza silenziosi.

Mentre stavamo mangiando, Hidan mi fece una domanda, cosa che so avrebbe voluto fare sin dall'inizio della cena e che quindi sapevo già, grazie alle mie facoltà.

-Esel, non negarlo, provi attrazione per me vero?- mi chiese con un tono molto arrogante.

-Per niente, non sono lesbica come te!- ribattei, seguita poi dalle risate soffocate di Kakuzu e Deidara.

Hidan, infuriato, alzò la falce e me la tirò contro, ma si fermò a circa un centimetro dalla mia spalla, sorpreso dal fatto che non mi fossi minimamente mossa.

-Perché sei rimasta ferma?- mi domandò curioso.

-Perché sapevo che ti saresti fermato- chiusi un secondo gli occhi e continuai, cercando di rimanere il più tranquilla possibile -come so che adesso mi hai definito una puttana e, sinceramente, non so su cosa si basi la tua affermazione-

''Come può sapere cosa sto pensando?'' pensò Hidan.

-Semplice, perché io leggo nel pensiero- risposi alla sua ''silente'' domanda.

Incominciò di nuovo il trambusto iniziale dopo la mia rivelazione, ma di nuovo Pain fece zittire tutti e si continuò la cena in silenzio. In ogni caso notai che Hidan aveva perso la sua arroganza nei miei confronti e che addirittura aveva cercato per tutto il tempo, fino alla fine della cena, di non incontrare il mio sguardo. Io sorrisi soddisfatta ''Paura eh?''.

Terminata la cena, ci alzammo tutti per dirigerci nelle nostre stanze, però mi fermai quando sentii che Pain mi aveva parlato e, anche gli altri, si erano voltati per sapere cosa avesse da dire.

-Un momento Esel- disse Pain -domani andrai in missione con Itachi e Kisame, mi raccomando, comportati bene-

-Quindi con il ghiacciolo e il puffo troppo cresciuto- dissi indicando con un cenno prima Itachi e poi Kisame che mi guardò un po' stranito -bene a domani mattina allora!-. Me ne andai saltellando e cantando -noi puffi siam così, noi siamo puffi blu, puffiamo suppergiù, due mele o poco più...-

Entrai in camera, percependo che era già occupata da qualcuno.

-Pain- dissi buttandomi sul letto.

-Non riesco mai a coglierti di sorpresa- mi disse uscendo dal suo nascondiglio.

-Come mai sei qui?- gli chiesi guardando il soffitto.

-Sono qui per quello che ti ha detto prima Hidan- lo guardai -Quando mi ha definito una puttana?-

-Già- iniziò a dire Pain -ho visto per un secondo nei tuoi occhi, prima che li chiudessi, terrore. Dimmi perché... Riguarda Rikotsu?-

-Si- dissi mettendomi seduta -è stato come vedere lui al posto di Hidan, perché quando lui abusava di me, mi urlava sempre che ero una puttana e piangevo-

-Allora credo di dover dire qualcosa a Hidan- disse Pain iniziando ad avviarsi verso la porta.

-No ti prego, non fa niente, non è nulla di grave- lo fermai con voce tremante.

-D'accordo, solo per questa volta non dirò nulla- mi guardò e continuò -ora vado in camera mia... Buonanotte!-

-'Notte-

Mi spogliai, mi sciolsi i miei capelli mossi, che arrivavano fino a metà coscia, e mi misi a letto.


La flebile luce dell'alba mi sveglio e, dopo essermi stiracchiata, mi diressi in bagno. La doccia rilassò i miei muscoli e, quando mi fui asciugata, rifeci il chignon come ogni giorno.

Stavo per rientrare in camera, quando sentii un rumore.''Ma si divertono tutti a entrare nella mia camera senza permesso?'' pensai.

-'Giorno Kisame- dissi senza guardarlo.''Per fortuna mi sono vestita in bagno''.

-Ehi, sei proprio forte!- disse sdraiato sul mio letto che, tra l'altro avevo appena fatto -facciamo un gioco, dimmi cosa sto pensando-

-Alla tua Samehada- risposi preparando il materiale per la missione.

-E adesso?-

-Al pesce-

-E ora?-

-E basta!- dissi esasperata -comunque sono contenta che ti piaccia il mio culo- conclusi riferendomi al suo ultimo pensiero.

In quel momento entrò Itachi, con la sua solita faccia inespressiva.

-Andiamo- disse perentorio.

-Che cosa dobbiamo fare?- chiesi avvicinandomi a lui.

-Il Team Hebi ha avuto qualche problema, dobbiamo andare a recuperarlo- mi disse freddo.''E' proprio un ghiacciolo''.

Per non importunarlo ancora, cercai nella sua mente da chi fosse composto questo team.

-Non pensavo avessi un fratello- dissi dopo aver ottenuto l'informazione che cercavo. Itachi a quella frase, mi bloccò al muro e mi fissò freddo negli occhi.

-Non provare mai più a entrare nella mia testa- dopo aver detto questo, si avviò verso la sala principale.'' Non so perchè, ma mi piace sempre di più e questo non deve seccedere, non voglio rischiare che la morte tocchi anche lui'' pensai seguendolo in silenzio, per niente turbata dal suo gesto.






L'ispirazione per questo capitolo mi è venuta durante filosofia, grazie al mio professore che assomiglia a Robinson Crusoe... WILSON!!!!

Ringrazio velocemente tutti quelli che recensiscono e quelli che hanno messo questa storia nelle seguite\ricordate\preferite.

Un bacio, sara_sessho. Alla prossima.

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Capitolo 5
*** Tutte le papere fanno qua qua tranne una... Credo ***


                                                                TUTTE LE PAPERE FANNO QUA QUA TRANNE UNA... CREDO

 Mentre Io, Itachi e Kisame saltavamo tra gli alberi, quest'ultimo ruppe il silenzio:

- Esel, che tipo di ninja sei? Cioè che elementi utilizzi?-

Pensai un attimo se dirgli la verità o no, ma alla fine mi decisi: - In realtà... Io non sono un ninja- queste parole rimasero sospese nell'aria per qualche secondo.

- Non è possibile che tu non sia un ninja, altrimenti non saresti nell' Akatsuki e oltretutto non riusciresti a mantenere il passo con noi in questo momento - disse Kisame piuttosto sorpreso.

- Allora... Ti spiego bene così da non dovermi ripetere - dissi leggermente scocciata - mio padre mi insegnò solo le arti marziali, ma non le arti magiche e le arti illusorie, quindi per quanto riguarda correre, combattere e annessi e connessi, li so fare, mentre le tecniche ninja non sono in grado di utilizzarle - presi fiato - tuttavia non sono una buona a nulla, ma questo non è affare che ti riguarda al momento -

- Ma avevi detto che avresti spiegato tutto - ribattè Kisame continuando a correre.

- Sei in errore, ho detto che avrei spiegato solo perchè non sono un ninja ma non ho detto che ti avrei spiegato cosa sono in realtà - conclusi soddisfatta dell'impeccabilità della mia risposta.

- E se io lo volessi sapere? - chiese Kisame insistente.

- Ti arrangi - sorrisi guardandolo - brutto non avere il potere di leggere nel pensiero, eh? -

- Già, in questo caso lo vorrei - disse lui annuendo.

- Spiacente! Segreto professionale! - esclamai sorridente - anche se professionale in questo caso non c'entra un emerito cazzo!-.

Itachi, che fino a quel momento ci aveva ascoltato indifferente, parlò.

- Avete finito di parlare? Vi ricordo che siamo in missione - disse atono.

- Ma scusa, il fatto che non è un ninja, non ti smuove minimamente? - chiese Kisame voltandosi verso Itachi.

- Come ha detto lei - incominciò Itachi, indicandomi con un cenno del capo - non è affare che ci riguarda -.

- Ehi gelatino! Guarda che ho un nome, Esel - siccome Itachi mi fissava con la sua solita faccia, gesticolai come se stessi comunicando con un sordo - Io... mi chiamo... Esel - Itachi per risposta, si voltò davanti a sè, concentrandosi sulla corsa.

- Che persona irritante! - dissi sbuffando, ''ma affascinante''.

Quando il sole stava per lasciare il posto alla luna, Gelatino deviò verso una grotta, probabilmente per accamparci per la notte poichè era da più di dodici ore che eravamo in viaggio ed il mio stomaco aveva bisogno di cibo, mentre il mio corpo aveva bisogno di un bagno. Così dopo aver lasciato lo zaino nella grotta, presi lo stretto necessario per cambiarmi e asciugarmi, e mi diressi verso un laghetto che avevo avvistato poco prima dagli alberi.

- Dove stai andando? - mi chiese Kisame entrando nella grotta.

- Vado a farmi un bagno - dissi sorpassandolo - perciò non venire a sbirciare-.

Kisame sorrise - non lo avrei fatto comunque -

- Lo so, era solo un avvertimento - dissi voltandomi a guardarlo, mentre anche Itachi entrava nella grotta - uomo avvisato mezzo salvato -

- Allora perchè non lo dici anche a lui? - disse Kisame, indicando con la testa il compagno.

- Bè primo: è troppo concentrato sulla missione e secondo: non mi sembra un guardone, giusto?- dissi guardandolo.

Itachi non mi rispose, limitandosi a guardarmi come al solito.

Sospirai - Ti regalerò delle corde vocali prima o poi - conclusi allontanandomi.

Arrivata al laghetto, posai i miei effetti sull'erba, mi spogliai, mi sciolsi i capelli e mi diressi verso la riva. Entrai fino alla vita ed iniziai a giocare un po' con l'acqua che, sorprendentemente, non era fredda come mi aspettavo. Dopo essermi guardata attorno, mi buttai sott'acqua senza prendere fiato. Non ne avevo bisogno. 

All'improvviso vidi un bel pesciolone che nuotava tranquillo, così accellerai l'andatura e lo presi senza problemi. Con l'animale stretto nel braccio, tornai alla riva, posandolo sull'erba, mi asciugai e mi rivestii.

Tornai dagli altri che erano impegnati a fare un'attività molto interessante: guardare il fuoco.

- Esprimete felicità da tutti i pori - dissi avvicinandomi a loro.

Entrambi guardarono prima il pesce e poi me - Come hai fatto a prendere quel bestione? - chiese Kisame prendendomelo dalle mani e iniziando a pulirlo dalle lische.

- Con le mani, mentre nuotavo - dissi con naturalezza. Itachi per la prima volta assunse un'espressione diversa dal solito cioè alzò le sopracciglia.

- Allora non sei inutile come pensavo - disse Gelatino.

- Non se essere contenta perchè hai parlato di tua spontanea volontà o se essere offesa per quello che mi hai appena detto - dopo neanche cinque secondi - va bè lascio perdere prima che mi venga ancora più fame -

Mangiammo tranquillamente, tra qualche battuta di Kisame e qualche mio tentativo di far parlare Itachi più del solito. Alla fine le mie palpebre iniziarono a farsi pesanti e mi addormentai.

La mattina seguente mi svegliai alle prime luci dell'alba, con un profumo che non conoscevo sotto il naso. Qualcuno mi aveva coperto con la sua cappa, guardai Kisame convinta fosse stato lui, ma lo dormire con la sua ancora addosso. Allora mi voltai sorpresa verso Itachi, il quale stava riposando SENZA la cappa.

Così, presa da un raptus improvviso, inspirai a pieni polmoni il profumo emanava la cappa, senza rendermi conto che qualcuno si era svegliato.

- Si può sapere per quale motivo stai annusando la mia cappa? - chiese Itachi guardandomi.

Io, cercando di non arrossire per l'imbarazzo, dissi una delle mie solite stronzate - TI sbagli Itachi, non la sto annusando, ci sto... ci sto soffiando il naso, ecco!-

Gelatino, dal canto suo, fece un'espressione sconvolta che mi lasciò piuttosto sorpresa e divertita - Va bè... Spero tu stia scherzando - disse alzandosi e andando a svegliare Kisame con un calcio. Per fortuna quest'ultimo non ascoltò la nostra conversazione, altrimenti mi avrebbe presa per il culo a vita.

Dopo neanche dieci minuti eravamo di nuovo in viaggio e in poco tempo arrivammo nel luogo, in cui avremmo trovato il Team Hebi.

Ci avvicinammo calmi, sorpresi dal fatto che i quattro ragazza stessero seduti tranquilli sulle rocce.

- Si può sapere per quale motivo ci avete chiesto soccorso se non avevate bisogno? - chiese Itachi leggermente e dico leggermente infastidito.

Dall'altra parte, un ragazzo che suppongo sia il fratello, dato che aveva i capelli e gli occhi dello stesso colore di quelli di Itachi, alzò lo sguardo.

- Noi non abbiamo chiesto l'aiuto di nessuno - rispose lui con un tono simile a quello usato solitamente dal fratello - nè tantomeno il tuo -

A quelle parole Itachi si voltò verso Kisame - Sai per caso chi ha detto a Pain che il Team Hebi era in pericolo? -

- Mi sembra che sia stato Tobi - rispose.

- Quel coglione - imprecò Itachi, seguito da una mia faccia perplessa - sempre a fare gli scherzi, e così adesso abbiamo sprecato giorni inutilmente-

All'improvviso sentii di essere osservata così mi voltai e vidi il fratello, culo da papera, di Itachi che mi guardava - Che cazzo hai da guardare?

Sorprendentemente non fu lui a rispondere ma una ragazza che, a pelle, mi stava già sui coglioni - come osi rivolgerti così al mio Sasuke?!-

- Sentimi bene tu, Anna dai capelli rossi, nessuno ti ha interpellato quindi torna a cercare qualche toro - le risposi.

- Ti sei già fatta riconoscere - disse Kisame ghignando.

Nel frattempo gli altri due compagni si erano avvicinati a me - Piacere io sono Juugo e lui è Suigetsu... Ti stimiamo per quello che hai appena detto alla quattrocchi-

- Ah ok... Grazie- dissi sorridendo, notando che la ragazza non aveva sentito il loro commento.

- Comunque lui è Sasuke, come credo tu abbia già capito, mentre lei è Karin -

- Bene... Comunque piacere di conoscervi, io sono Esel e sono appena entrata nell'Akatsuki - dissi inchinandomi leggermente.

- Se avete finito, potremmo avviarci verso il covo, mi sembra inutile fermarci ancora qui- disse perentorio Itachi.

Così tutti, compreso il Team Hebi, iniziammo a correre tra gli alberi.

'' Ci sarà da divertirsi durante il viaggio'' pensò Kisame.

Lo guardai - Già lo credo anche io-.

Il Team Hebi mi guardò stranito, tranne Sasuke che fingeva indifferenza. Mi voltai senza dire nulla, ghignando.



Oh mio Dio scusate per l'enorme attesa... Vi chiedo perdono!

Comunque spero che continuiate a leggere ... Grazie mille a tutti quelli che recensiscono e inseriscono la mia soria nelle preferite\ seguite\ ricordate.

Bacioni alla prossima,

sara_sessho.

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Capitolo 6
*** Il Ritorno: Farò saltare qualche testa prima della fine (parte prima) ***


                                             IL RITORNO: FARO' SALTARE QUALCHE TESTA PRIMA DELLA FINE

                                                                                                                                 PARTE PRIMA

I primi cinque minuti di viaggio furono dominati dal silenzio. Infatti furono i migliori e gli unici, poiché allo scattare del sesto minuto, la Ciliegia, nome guadagnato per l'analogia tra il colore dei suoi capelli e la grandezza del suo cervello, iniziò a rompere i coglioni.

- Sas'ke-kun, ho fame non possiamo fermarci un momento?- chiese Karin.

Il moro non rispose, l'unica cosa giusta che abbia mai fatto finora. Dal canto mio lanciai uno sguardo sconvolto verso la ragazza ma mi trattenni dal parlare, altrimenti si sarebbe liberato un fiume in piena.

Purtroppo però, essendo già alterata per l'inutilità della missione affidataci, la mia pazienza era già quasi esaurita e i continui sbuffi seguenti, i quali mi fecero pensare che Karin stesse per partorire, esaurirono le ultime risorse di calma che avevo.

- Ma non sei capace di contenerti un po'? Non siamo parti da neanche dieci minuti e hai già fame, se dovessi vivere qualche giorno senza cibo, che faresti? Ti uccideresti dopo due ore?- dissi guardandola.

Vidi Karin aprire la bocca per replicare, ma non proferì parola e arrossì. " Si sarà accorta della figura di merda che ha fatto, soprattutto davanti al suo Sas'ke-kun... Che amarezza".

Purtroppo però mi dovetti ricredere, Ciliegia ricominciò a sbuffare.

-Itachi, ci possiamo fermare? Non sopporto più quella lagna là dietro!- dissi avvicinandomi all'Uchiha maggiore.

Non so cosa lo spinse, forse anche lui non sopportava più la rossa, ma annuì. Così tutti svoltammo verso un rivo, probabilmente derivante dal laghetto che avevamo visto all'andata; quasi sicuramente ci fermeremo di nuovo là per la notte, data la velocità del cammino.

Appena lasciai sull'erba lo zaino, incrociai lo sguardo di Karin che sorrideva soddisfatta, cosa che mi fece alterare maggiormente. Già mal sopportavo darla vinta a qualcuno, ma se questo qualcuno lo odiavo, era ancora peggio.

Avevo bisogno di stare da sola un po', così salii sulla cima di un albero e mi sedetti su un ramo, sapendo che la pausa si sarebbe protratta per le lunghe. Mi appoggiai con la schiena al tronco dell'albero, mi tolsi il ciondolo dal collo e lo guardai. Era composto da una targhetta metallica con il mio nome e cognome: Esel Shimizu; il giorno della mia nascita: 21 marzo e il mio gruppo sanguigno: A-.

Mi ricordo ancora il significato speciale, almeno per me, dei miei nomi: Esel è nobile e ho sempre pensato significasse ''destinata a qualcosa di importante'' mentre Shimizu significa "acqua pura" e l'ho sempre collegato alla mia affinità con l'acqua. Anche il giorno della mia nascita l'ho sempre ritenuto importante: equinozio di primavera, nascita dei fiori.

Sorrisi, girai la targhetta e guardai la foto che avevo inserito all'interno: c'erano i miei genitori che si abbracciavano dietro i miei fratelli, Ichigo e Natsume, e davanti a loro c'ero io con Shiki. Incisa sulla foto c'era una piccola scritta che solo un occhio allenato poteva leggere " Oltre la morte"; dicevamo sempre che anche quando saremo morti, saremmo stati insieme. Chissà se lassù loro sono felici e fieri di me, chissà se in qualche modo riusciranno ad aiutarmi nella ricerca di Natsume.

Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che una lacrima solitaria era uscita dai miei occhi per poi solidificarsi sulla mia guancia, ma ancora più importante non mi accorsi dell'arrivo di Kisame sul ramo.

- Perché stai piangendo? - chiese Kisame stranamente serio in volto.

- Io non sto piangendo, è solo... l'umidità dell'aria che mi fa lacrimare gli occhi- risposi, sperando di tagliare il discorso. Cosa che non avvenne.

- Valla a raccontare agli alberi 'sta storia... Seriamente, piangevi per quello che è successo con Karin?-

Guardai Kisame sconvolta - Perchè mai dovrei piangere per una cosa così futile? Non sono mica come le ragazzine piagnone con cui probabilmente ti imbatti di solito, tra le quali includo la Ciliegia là sotto.

- Ciliegia?- mi domandò Kisame divertito.

- Lascia perdere- dissi con noncuranza.

- Allora perchè piangevi?-

- Per il mio passato... Adesso vuoi dirmi cosa diavolo fai qui? Sei venuta a stressarmi? Guarda che facendo così non ti do mica i biscottini di pesce-

Kisame mi guardò perplesso, ma si ricompose quasi immediatamente - Sorvolo sull'ultima frase... Comunque sono venuto ad avvisarti che partiamo-

- E per quale fottuto motivo non me lo hai detto subito, così evitavamo di perdere tempo- sospirai - come se non ne avessimo perso già abbastanza-

Kisame non rispose, si limitò solo a fare la sua solita faccia da demente.

Quando raggiungemmo gli altri, Karin mi guardò malissimo. " Che avrà ancora 'sta cogliona?".

- Per colpa tua adesso abbiamo perso tempo prezioso per il viaggio - mi disse sclerotica.

- Senti da che pulpito viene la predica, brutta incontinente del cazzo!- le urlai rabbiosa.

- Come mi hai chiamato? Non è colpa mia se avevo fame- ribattè stizzita.

- Ma se avevi mangiato neanche ci minuti prima di partire! -

Ci allontanarono prima che potessimo ammazzarci, ma non mi sfuggì un suo commento che mi fece esplodere definitivamente - Puttana -.

- Cosa hai detto?- mi voltai verso di lei ma non potè rispondere poiché un'onda d'urto la spinse contro l'albero più lontano.

Ci avvicinammo per vedere come stava, ma era priva di sensi e un rivolo di sangue le usciva dalla bocca - Scusatemi non volevo colpirla così forte-.

Tutti si voltarono a guardarmi allibiti, tranne i fratelli Uchiha che rimasero inespressivi, ma ormai ero abituata.

- Sei stata tu? Avevi detto che non eri un ninja- disse Kisame con nervosismo.

- Anche se non sono un ninja, questo non vuol dire che non sappia fare niente, te lo avevo già detto mi sembra - risposi ancora arrabbiata per l'insulto ricevuto poco prima.

Il nostro discorso fu interrotto dal rinvenimento della rossa - tu come hai osato attaccarmi?-

- Che palle, ti sei appena risvegliata e già rompi i coglioni - feci un sorriso - non potevi dormire ancora per tutto il viaggio così non dovevo sentire la tua voce da cornacchia?-

La vidi pronta a ribattere, ma la Paperella la fulminò con lo sguardo.

Dopo questo divertente, si fa per dire, episodio ci incamminammo di nuovo verso il covo. Ma i nervi della povera Esel non avrebbero avuto pace ancora per un bel po'.


Angolo Autrice:

Questa è solo la prima parte del ritorno, la seconda penso di postarla tra qualche giorno... prometto di non farvi aspettare troppo.

Ringrazio sempre tutte coloro che recensiscono, mettono la storia nelle seguite\ ricordate\ preferite e anche a coloro che leggono soltanto.

Baci a presto, sara_sessho.




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Capitolo 7
*** Il Ritorno: Farò saltare qualche testa prima della fine (parte seconda) ***


                                        IL RITORNO: FARO' SALTARE QUALCHE TESTA PRIMA DELLA FINE 

                                                                                            PARTE SECONDA

Dopo quella piccola pausa mattutina, continuammo il viaggio per un bel po' con mia grande sorpresa, ma purtroppo non avremmo fatto in tempo ad arrivare al covo prima di sera. Infatti, come avevo già pensato precedentemente, Itachi deviò verso destra verso la grotta vicino al laghetto in cui avevamo dormito ieri.

Appena arrivati Karin si fece subito sentire: - Sono stanca morta, non ho mai corso così tanto senza una pausa, adesso ho pure fame, chi prepara qualcosa da mangiare? -

Dato che tutti la ignorarono, con mia estrema felicità, si sedette su un masso fuori dalla grotta e rimase in silenzio. Io, nel frattempo, sistemai le mie cose quasi in fondo alla grotta e aspettai che il sole calasse completamente per andare a fare un bagno al chiaro di luna. Sempre meglio farlo al buio, data la maggioranza maschile del gruppo.

Quando uscii dalla grotta, tutti sapevano già dove andassi poichè avevo in mano salvietta e altri effetti. Tutti tranne una. Che strano!

- Dove stai andando tu? Scappi? Hai paura di me? - chiese quella dannata deficiente.

Sospirai - Secondo te dopo averti fatto volare contro gli alberi, dovrei pure avere paura di una come te?- le risposi indifferente - Comunque se proprio smani dalla voglia di sapere dove io stia andando, sappi che vado a fare un bagno nel laghetto qui accanto-

Sul volto di Karin comparve un'espressione di stupore - c'è un laghetto?-

Alzai gli occhi al cielo - sì oca, ma non mi sorprende che tu non l'abbia visto, data la tua natura da talpa -

Il suo colorito iniziò a diventare uguale a quello dei capelli e aumentò sempre di più quando Suigetsu e Kisame iniziarono a ridere. Stranamente però, non si arrabbiò con me ma con loro due. Che avesse avuto paura di essere di nuovo scaraventata contro gli alberi?

Visto che l'attenzione della rossa non era più su di me, ne approfittai per andarmene, non sapendo che qualcuno mi avesse seguito. Come la sera precedente mi spogliai dei vestiti e del ciondolo e li nascosi sotto la salvietta. Mi buttai nell'acqua di getto, incurante del fatto che fosse gelida, andai sul fondo e mi sedetti su una roccia a rilassare i nervi tesi. Non so quanto stessi lì a crogiolarmi nei miei pensieri, so solo che il cielo ormai era diventato buio pesto, così risalii.

Dopo essermi asciugata e rivestita, mi accorsi che il ciondolo mancava. Sicuramente non poteva essere finito in acqua, visto che il terreno non era in discesa. Ma allora dove era?

- Stai forse cercando questo? - disse una voce maschile alle mie spalle.

Quando mi voltai, vidi l'Uchiha minore con in mano il mio ciondolo - ridammelo subito!- urlai con tono perentorio.

- Perchè ti scaldi tanto? E' solo un ciondolo, non è mica la tua vita oppure ha qualche valenza particolare? - continuò Sasuke, tendo sempre l'oggetto in mano.

Dopo poco arrivarono anche gli altri, attirati forse dal mio urlo - non sei tenuto a sapere niente della mia vita! - dissi tenendo sempre un tono della voce alto.

Sasuke, spinto sicuramente dalla mia curiosa reazione, guardò attentamente tutto il ciondolo - "Oltre la morte" che frase banale, come banale è portare al collo una foto della propria famiglia - disse lanciandomi il ciondolo - fai tanto la dura ma in realtà sei ancora una che si attacca al kimono della mamma-

Ero tentata di ignorare quella provocazione, ma la risatina per niente trattenuta di Karin mi fece esplodere per la seconda volta nel medesimo giorno. Concentrai la mente su Sasuke che improvvisamente si accasciò per terra, contorcendosi per il dolore e trattenendo a fatica le urla.

- Cosa diavolo stai facendo al mio Sas'ke, dannata strega?!- urlò Karin correndo verso l'Uchiha.

Io non la sentii, ero talmente concentrata sul mio obiettivo che non avvertii nemmeno dei passi avvicinarmisi.

- Esel basta così - fu Itachi a parlare e se non fosse intervenuto, avrei rischiato di uccidere Sasuke. Mi avvicinai a lui per niente intimorita e, dopo aver allontanato Karin con un solo sguardo, lo sollevai per il colletto della maglietta - se insinuerai di nuovo una cosa del genere verso di me o verso la mia famiglia, aumenterò talmente tanto la pressione nel tuo sangue da farti esplodere la giugulare- gli dissi con voce tagliente per poi lasciarlo sull'erba.

Lasciai tutti lì, alcuni basiti e uno indifferente, e me ne tornai alla grotta per mettere via gli oggetti che avevo tolto prima.


Verso la metà della notte, mi alzai dalla mia postazione e uscii dalla grotta. Mi sedetti per terre e, preso un respiro profondo, lasciai cadere le barriere dalla mia mente. Impedire ai pensieri altrui di entrare nella mia testa mi portava via moltissime energie e inoltre mi provocava fortissimi mal di testa.

Essendomi così liberata completamente, mia accorsi subito che qualcuno si era avvicinato - ciao Kisame - dissi a bassa voce senza voltarmi.

Lui non rispose, ma sedette accanto a me. In un primo momento rimase in silenzio poi parlò - dimmi da cosa deriva tutta quella rabbia e tutta quella tristezza che porti dentro, puoi fidarti di me -

Ero indecisa sul da farsi, ma il bisogno di sfogarmi e dire a qualcun altro quello che avevo dentro era più forte di tutto il resto, così iniziai a raccontare tutto fino alla fine. Quando smisi di parlare e alzai lo sguardo su Kisame, questi mi abbracciò - se hai bisogno di qualsiasi cosa vieni pure da me, ti aiuterò -

Piansi, era troppo tempo che tenevo dentro tutte quelle lacrime, ma in fondo ero felice perchè nelle parole di Kisame avevo letto qualcosa: avevo trovato un nuovo amico.


Il mattino seguente partimmo senza tanti intoppi e nel primo pomeriggio arrivammo al covo. Nessuno lungo il tragitto aveva parlato, magari avevano paura di essere fatti esplodere. Fatto sta che i miei nervi riuscirono a riposarsi per bene.



Angolo dell'Autrice:

Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo, che finalmente sono riuscita a postare. Purtroppo il nostro AmicoFigo non lo abbiamo visto molto in questo capitolo, scusatemi mi farò perdonare presto.

Intanto ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia nella seguite/preferite/ ricordate, a coloro che recensiscono e anche a chi legge soltanto.

Vi lascio con una domanda: secondo voi cosa è la nostra cara amica Esel?... Rispondete in tanti.

Alla prossima, sara_sessho. 

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Capitolo 8
*** Nell' incubo la verità: Non sarò mai al sicuro ***


                                                       NELL'INCUBO LA VERITA': NON SARO' MAI AL SICURO

Da quando rientrai nel covo, più o meno da un'ora, mi sentii già meno nervosa rispetto a prima. Probabilmente era la presenza di Pain che mi rassicurava o l'appoggio di Kisame che avevo appena trovato.

La cosa che mi preoccupava di più era la presenza del Team Hebi, principalmente, quella di Karin e di Sasuke. Per fortuna non ero l'unica che mal sopportava la rossa, in quanto mi arrivò un turbinio di pensieri del genere ''se non stai zitta ti ammazzo'' da parte di buona parte dell'Akatsuki, che mi fece piacere.

Di sicuro la deficiente mi aveva vista sorridere del fatto che tutti o la ignoravano o le donavano sguardi omicidi.

- Che hai da ridere mammona? - chiese Karin ghignando per il nomignolo che mi aveva affibbiato.

Dal canto mio, l'espressione sul mio volto passò da sorridente a incazzata; talmente incazzata, che avrei potuto ucciderla. Pain, sapendo ciò che volevo fare, si mise di fronte a me.

- Levati dalla mia visuale Pain, devo fare saltare una testa e usarla come palla anti-stress - gli urlai cercando di oltrepassarlo. Lui ignorò le mie parole e mi portò via di peso verso l'altra parte della stanza.

- Adesso stai qui e ti calmi - disse Pain dopo avermi appoggiata su una sedia - Respira - continuò Konan avvicinandosi. Ci provai, ma l'unica cosa che riuscivo a fare era ringhiare - O ringhia... va bene lo stesso, ma calmati -.

Dopo poco tornai normale e me ne andai via - Dove vai? - chiese Sasuke. "Cosa gliene fregherà a lui? Che palle"

- In camera mia... Sai, a differenza tua, io mi lavo - uscii dalla stanza e rientrai - Pain, non provare nemmeno a far dormire Karin con me, altrimenti ti ammazzo - sorrisi - falla dormire con Deidara -. Purtroppo non vidi il sorrisino diabolico di quest'ultimo.

In camera mi spogliai dei vestiti e li buttai nella cesta per il lavaggio; poi presi una salvietta, un cambio e mi diressi nel bagno.

Ero rilassata sotto il getto dell'acqua e l'incazzatura, che mi aveva invasa in questi due giorni, scemò completamente. All'improvviso, uno strano presentimento mi assalì e uscii dalla doccia per controllare se ci fosse qualcuno. Nel bagno c'ero solo io così, dopo aver dato un'occhiata alla cicatrice sulla schiena come facevo sempre, mi coprii con la salvietta e uscii. Purtroppo arrivai in camera troppo tardi per salvarmi dall' "opera d'arte" sul muro, così venni investita dall'esplosione.

Fortunatamente riuscii parzialmente a proteggermi, grazie a un'anta dell 'armadio. Mi alzai, di nuovo incazzata, e mi diressi verso la causa di tale disastro. Deidara.

Il mio arrivo nella sala principale, fu anticipato da un mio urlo: - Deidara!-. Come una furia entrai dalla porta, ed ero così alterata che non mi resi conto di essere lì solo con  una salvietta addosso.

- Deidara, capisco che tu probabilmente non vuoi dormire con Karin, ma ciò non ti autorizza a far saltare per aria la mia stanza - sibilai - dove dormo adesso io, secondo te?-

- Oh, non avevo pensato a quel dettaglio, ero concentrato solo a vendicarmi - disse tranquillamente - al massimo dormirai con Hidan-.

Inorridii a quella prospettiva - Per carità divina, spero di no-.

- A me non dispiace come idea, a apatto che tu rimanga vestita così - affermò Hidan ghignando.

In un primo momento non capii a cosa si riferisse, poi mi guardai e mi coprii con le braccia. Come se potessi fare molto. Fortunatamente, in mio aiuto, arrivò Konan che mi diede la sua cappa.

- L'unica stanza che ha ancora un posto libero è quella di Sasuke - disse Pain. Guardai Karin - perché non hai chiesto di dormire con il tuo Sas'ke? -.

Lei non rispose, così mi concentrai ed entrai nella sua mente. Feci un ghigno - Oh, non ti vuole? Che peccato guarda, non potrai vivere la tua fantasia amorosa -

Karin divenne rossa come i suoi capelli per la rabbia e per l'imbarazzo - Non fare tanto la spiritosa, non ti aspettare che lui accetti di farti dormire nella sua stanza -.

- Per me va bene - disse freddo Sasuke. La Ciliegia per poco non svenne - perché Sas'ke? - chiese disperata.

- Perché almeno con lei non dovrò stare allerta per un attacco con fini poco casti - disse senza tanti problemi.

- Senz'altro! Piuttosto dovresti stare attento ad un altro genere di attacco, magari se ho voglia ti faccio saltare la testa. Bum Bum! - dissi ironica.

- Esel mi raccomando, non combinare guai - mi ammonì Pain. - Signor sì signore! - risposi sarcastica con tanto di gesto con la mano.

Prima di seguire Sasuke nella sua stanza, con la coda dell'occhio mi sembrò di vedere, dall'espressione che aveva, che Itachi non fosse molto contento di questa decisione. Ma magari mi sbaglio!


A metà strada mi ricordai che non avevo alcun vestito con me così, dopo aver chiesto allo Scoiattolo di aspettare un secondo, andai in camera a prenderli. Nonostante le macerie, riuscii a salvare la maggior parte dei miei vestiti e , soddisfatta, uscii. Nel corridoio incontrai Itachi.

- Ciao! - lo salutai, ma non mi rispose e si limitò a lanciarmi un'occhiata talmente fredda, che sentii i brividi nella schiena. "Che gli dia fastidio il fatto che io debba dormire con suo fratello? Beh, se fosse così, potrebbe dirlo, ma credo che l'orgoglio lo fermerebbe... Smettila di farti castelli, sembri Karin".

Stranamente trovai Sasuke ancora nel corridoio ma, quando mi vide, sbuffò e si diresse verso camera sua. Questi Uchiha!

Appena entrammo nella stanza, lui si fiondò nel bagno e io ne approfittai per cambiarmi. Purtroppo non mi accorsi di quando Sasuke uscì e mi vide solo con i pantaloni, il reggiseno e la cicatrice in bella vista.

- Cosa hai sulla schiena? - chiese sedendosi sul letto.

Sobbalzai - niente che ti riguardi - risposi atona.

- Questo è sicuro! Ma, se è una cicatrice, ti posso assicurare che non ne ho mai viste così grandi e così evidenti -. In effetti questa cicatrice, composta da tre graffi paralleli, mi copriva tutta la schiena.

- Ognuno ha il suo passato e non tutti sono autorizzati a conoscerlo, come io non sono autorizzata a sapere cosa hai combinato per avere i capelli a culo di gallina - dissi mentre mettevo la maglietta.

Senza aggiungere altro, ci mettemmo a letto e ci addormentammo. Ancora non sapevo cosa mi aspettava.


...Esel ti troverò e tu tornerai con me...

Chi sei?

...Non mi riconosci? Sono il tuo amato Rikotsu...

Che vuoi?

...Lo sai... Voglio le stesse cose di questi tre anni, ne ho bisogno, e poi ho qui il tuo caro fratellino...

Bastardo!


Poi si susseguirono tutte le immagini di ciò che mi fece e iniziai ad urlare.

- Lasciami stare! Non mi toccare! Mi fai schifo!-

Le mie urla svegliarono tutta l'Akatsuki e Sasuke fu il primo a cercare di svegliarmi, ma senza successo.

Arrivò Pain - Oh cazzo! - disse vedendomi delirante - Esel, calmati, Rikotsu non c'è sei al sicuro, sono io Pain -

Iniziò a scuotermi sempre più forte finchè non mi svegliai e, per lo shock, lo abbracciai come se fosse la mia sola ancora di salvezza. Anche se c'erano tutti nella stanza, compreso Itachi, Pain mi accarezzò la testa come faceva quando ero più piccola, con disapprovazione da parte dell'Uchiha maggiore.

Quando assicurai a tutti di stare di nuovo bene, se ne andarono tutti. Io decisi di lasciare la stanza, volevo stare da sola e Sasuke, forse capendo come mi sentivo, non mi fermò e non mi disse niente.

Andai nella sala principale e mi sedetti in un angolino al buio. Ero talmente immersa nei miei pensieri, che non mi accorsi dell'arrivo di una persona. Itachi. Si sedette accanto a me e rimase in silenzio, ma non era fastidioso, era rilassante.

Dopo un po' di tempo mi voltai verso di lui - non sono al sicuro qui e se non me ne vado, metterò in pericolo tutti voi -.

Lui scosse la testa- non te ne vai, hai bisogno di stare qui, hai bisogno di dimenticare -.

Io lo guardai sorpresa e lui, anche se c'era buio, mi vide - non guardarmi così, anche uno stupido ( ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale ndMe casuale eh?! ndSasuke) avrebbe visto il terrore nei tuoi occhi e tu hai bisogno di ricominciare -

- Odio far vedere le mie debolezze e mostrare le mie paure... Ma ormai è andata - guardai in alto - visto che rimarrò qui, continuerò gli allenamenti che avevo interrotto tre anni fa e farò tutto il possibile per liberare Natsume dalle grinfie di Rikotsu -

- Ti allenerai con noi? -.

Scossi la testa - Ricordi? Io non sono un ninja - sorrisi - ma la magia è in me -.



Angolo dell'Autrice:

Capitolo più lungo del solito con la nostra Esel che affronta i fantasmi del suo passato... chissà cosa sarà la nostra fanciulla? e il nostro AmicoFigo la aiuterà in qualche modo?

Lo scopriremo nella prossima puntata... o meglio nel prossimo capitolo.

Grazie a tutti! sara_sessho.


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Capitolo 9
*** L'Acqua è la Mia Essenza ***


                                                                                          L'ACQUA E' LA MIA ESSENZA

Itachi rimase a parlare con me per un'ora circa, poi tornò in camera sua. Io no. Io restai lì sola e nel silenzio. Dovevo pensare a un modo per trovare Natsume ma, quando spuntò l'alba, la mia mente era ancora vuota.

Sospirai rassegnata e andai a mangiare qualcosa. Tutti gli altri stavano ancora dormendo, così potei godermi ancora un po' di tranquillità prima dell'arrivo di tutti gli psicopatici urlanti di questo covo.

Quando finii, diedi una sistemata alla cucina e poi mi diressi verso la sala principale. Lì notai una piccola porticina a cui, fino a quel momento, non ebbi fatto caso. La aprii e la oltrepassai.

Sgranai gli occhi: c'era un piccolo prato ben curato e un laghetto cristallino. '' Bene, è perfetto per i miei allenamenti'' pensai avvicinandomi all'acqua. Quando fui abbastanza vicina, mi fermai a contemplare la superficie quasi immobile del laghetto.

Chiusi gli occhi, presi un bel respiro e isolai la mia mente da qualsiasi rumore, piccolo o grande che fosse. Eravamo solo io e l'acqua. Delle parole cominciarono a fuoriuscire dalle mie labbra. Appartenevano ad una lingua arcaica e quasi sconosciuta. Nel momento in cui aprii gli occhi, delle rune blu scuro comparirono attorno alle dita e alle braccia, e l'acqua prese vita, iniziando a ruotare attorno al mio corpo. Al posto del laghetto  si formò una conca asciutta, mentre tutto intorno a me si formò un tornado acquatico.

All'improvviso sentii un rumore alle mie spalle e, per riflesso, lanciai serpenti d'acqua verso la direzione in cui avevo percepito movimento, per poi avvolgere l'intruso in una presa soffocante.

- Esel, per favore, lasciami - disse Pain con voce strozzata. Sobbalzai e calmai l'acqua.

- Oh scusami! Ero talmente concentrata, che appena ho sentito un rumore ho attaccato - mi scusai aiutandolo ad alzarsi.

- Da quando sei diventata così potente? L'ultima volta che ti avevo visto eseguire questo attacco, riuscivi solo a sollevare una quantità d'acqua pari a quella dentro un secchio - domandò incredulo Pain.

- Beh, dall'ultima volta sono passati più di tre anni e, nonostante tutto ciò che è successo, mi sono tenuta in allenamento - risposi tranquillamente.

- Quindi, Pain, eri già a conoscenza di ciò che sapeva fare Esel? - domandò Hidan.

- Si - rispose senza tanti giri di parole - e prima che tu me lo chieda, non ve l'ho detto per il semplice fatto che lei non voleva ancora farvelo sapere -

Hidan guardò un po' in cagnesco Pain, poi si voltò verso di me - quindi che cazzo sei tu? Uno di quei deficienti folletti dell'acqua?-

Alzai gli occhi al cielo - non esistono i folletti dell'acqua e comunque, visto che ti interessa, io faccio parte dei Servi della Natura -

- Servi della Natura? Mai sentiti!- esclamò Hidan attirando anche gli altri membri, che ci osservavano più distanti.

Riflettei un momento - Credo che voi li definiate, in maniera sprezzante, streghe - mi guardarono come se fossi un'aliena.

- Stai scherzando? Quella razza si è estinta, da secoli non se ne vede neanche un esemplare - disse indignata Karin. '' Che cazzo ne saprà lei non lo so'' pensai.

- Non si vedono più esemplari in giro, dopo la Grande Caccia di tre secoli fa le streghe hanno deciso di ritirarsi in luoghi isolati -

- L'unica cosa che so, è che ogni Servo della Natura era votato a un elemento, tu a quale? - chiese Itachi.

- Forse tu non hai visto prima, comunque io sono una Figlia dell'Acqua - sospirai - però non sono nata come tale, infatti io ero una semplice neonata come tante altre -

- E allora, come lo sei diventata? - chiese Hidan.

- Se mi lasci parlare vi spiego tutto - presi un bel respiro - come ho già detto quando nacqui, ero una semplice bambina, destinata a diventare ninja come il padre e il fratello. Purtroppo però, pochi giorni dopo la mia nascita, una terribile malattia mi colpì e mi uccise... -

- Non puoi essere morta, se sei qui ora! - esclamò Karin.

La fulminai con lo sguardo poi continuai - mia madre disperata, corso al lago che si estendeva dietro casa nostra, luogo in  cui si credeva vivessero dei Servi della Natura. Così mia madre entrò in acqua e implorò piangendo di riportarmi alla vita e quando lo fece, dell'acqua cominciò a salire e ad avvolgermi. La vita era ritornata in me, ma una voce avvisò sua madre ciò che ero diventata e quindi secondo quali ideali avrei dovuto vivere - sorrisi a tutti - da quel giorno io diventai una Figlia dell'Acqua -

- Adesso è tutto chiaro - disse Kisame - che figata!

- Si è proprio una figata! - disse una voce alle nostre spalle, che solo io e Pain conoscevamo.

Mi voltai con gli occhi spalancati - Natsume... -

 

 

 

Angolo Autrice:

Lo so è un po' corto... Ma in questo periodo ho avuto proprio poco tempo per scrivere... Mi farò perdonare con il prossimo...

Grazie come sempre a coloro che recensiscono, a coloro che mettono questa storia nelle preferite/ seguite/ ricordate e anche a chi legge soltanto.

Un bacione, alla prossima, 

sara_sessho.

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Capitolo 10
*** A Quanto Pare Non Ho Sofferto Abbastanza - Parte Prima ***


                                                         A QUANTO PARE NON HO SOFFERTO ABBASTANZA - PARTE PRIMA

Non ci potevo credere. Natsume era lì di fronte a me, non era un'illusione; era cresciuto in questi tre anni, diventando un ragazzo in gamba. Stavo per andare ad abbracciarlo, ma il suo sguardo mi fece desistere.

- Natsume, perché... - sussurrai.

- Ti stai chiedendo per quale motivo non sono venuto a salutarti... sorellona? - domandò ironico - semplice, perché dovrei rivolgerti la parola dopo che mi hai abbandonato?-.

- Ma cosa stai dicendo? - urlai incredula.

- La verità. Ho aspettato per mesi che tu arrivassi, ma di te neanche l'ombra, probabilmente eri troppo impegnata a divertirti con i tuoi amichetti - disse, ammiccando verso l'Akatsuki - piuttosto che pensare al tuo fratellino-.

- Ti sbagli! Ti avrei cercato in questi tre anni se avessi potuto -

- Valle a raccontare a qualcun altro le tue fandonie, sei solo una stronza bugiarda ma, per fortuna, ora ho trovato qualcuno che mi ha aiutato ad aprire gli occhi e a capire chi sei veramente... Un'assassina -

- Assa... Assassina? Cosa stai dicendo? - non ci potevo credere.

- Hai capito benissimo! Tu, con la tua finta faccia d'angelo hai ucciso tutta la nostra famiglia e il tuo ''amato'' Shiki - disse Natsume arrabbiato - era solo una vana speranza che tu li avessi salvati, dopo che mi avevi detto di scappare... Come è stato vano attendere il tuo ritorno nel bosco -

- Basta Natsume! Tua sorella non ha ucciso nessuno e di certo non ti ha mai dimenticato, non ha mai smesso di volerti bene - intervenne Pain.

- Oh! Ecco il complice bastardo che ha fatto finta di essere nostro amico, per poi pugnalarci alle spalle insieme a questa - continuò Natsume, fissandomi con astio.

- Chi è che ti sta mettendo in testa tutte queste storie? - Ero ormai disperata, non ce la facevo più a sopportare tutto questo.

- Rikotsu -

Quel nome continuava a rimbombarmi nelle orecchie. La persona che aveva ucciso tutte le persone che amavo, tranne Natsume, adesso stava cercando di portarmi via anche lui. Anzi, vista la situazione, ci stava riuscendo.

- Vedi, è lui che mi ha detto chi eri veramente e gliene sono infinitamente grato -

- Non è vero! Ti sta ingannando non è questa la verità - dissi sull'orlo della disperazione totale.

- Allora sono curioso di sentire la vera ''verità'' dalla tua bocca - sorrise sarcastico - dimmi perché non mi hai cercato e cosa è realmente successo tre anni fa-

Guardai Pain per trovare una qualche soluzione, ma il suo sguardo era lo specchio del mio, seppur più mascherato. Uno sguardo disperato. Mi girai verso l'Akatsuki e li vidi tutti curiosi di sapere di più su questa nuova arrivata. Non avevo altra scelta, dovevo dire tutto.

- Non sono stata io a uccidere tutti quelli a cui volevamo bene, credi davvero che io avrei potuto fare una cosa del genere? Sono tua sorella, mi conosci meglio di chiunque altro, sai che avrei fatto di tutto pur di proteggervi - presi un respiro profondo - è stato Rikotsu a ucciderla, non devi fidarti di lui e... -.

- Menzogne! - mi interruppe Natsume - non riesci più ad ingannarmi con le tue stronzate e con la tua abilità oratoria, non hai più alcun effetto su di me -

- Ascoltami! E' vero quello che ti sto dicendo, io... io - mi bloccai. Come potevo dirglielo?

- Tu cosa? Avanti parla, una bugia in più non fa tanta differenza -

- Io... sono stata prigioniera di Rikotsu e ti giuro che piuttosto che essere sopravvissuta in quel modo, avrei preferito essere morta - chiusi gli occhi - ho passato tre anni di inferno, in cui sono stata picchiata e violentata e tuttora non capisco perché mi abbia risparmiata, dopo aver ucciso tutti gli altri -

- Stai zitta! Con che coraggio mi vieni a raccontare questo? - aprii gli occhi e vidi che si era messo in posizione di combattimento - ora preparati! Vendicherò la mia famiglia!

Tutto ma non questo. Non farò mai del male al mio fratellino, anche a costo di morire. Natsume lesse questa mia convinzione negli occhi e partì all'attacco: mi sferrò un pugno in faccia, ma non caddi a terra; mi tirò un pugno in pancia, mi piegai e sputai sangue. Non avrei reagito in alcun modo. Continuò a colpirmi finché non caddi a terra. Pain stava per intervenire, ma con un cenno della testa lo feci disistere.

Natsume mi saltò sopra e mi puntò il pugnale di nostro padre alla gola. Non mi mossi, aspettavo la morte. Forse così avrei finalmente trovato la pace, forse così anche Natsume sarebbe stato più felice. Il colpo non arrivò. Guardai il mio fratellino negli occhi e vi lessi conflitto. Non sapeva cosa fare e finalmente capii cosa fosse realmente successo.

Si alzò di scatto - Perdonami - sussurrò prima di scomparire in una nuvola di fumo. Mi rialzai da terra e Pain si avvicinò.

- Non è più rimasta umanità in lui, non è più il bambino che conoscevamo noi - 

- Ti sbagli - dissi - il mio Natsume c'è ancora, è bloccato all'interno di questo finto Natsume che è mosso solo da rabbia e rancore - guardai Pain e tutti gli altri membri e continuai - è sotto l'effetto di una Nota! -

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Eccomi di nuovo dopo secoli con un nuovo capitolo... Lo so è passato tanto tempo ma è stato davvero un mese impegnativo, ma adesso che è finita la scuola mi dedicherò completamente, o quasi, alla scrittura... Perciò spero vi piaccia il capitolino e ci assicuro che il prossimo arriverà più in fretta.

Grazie mille a tutti quelli che seguono questa storia e mi raccomando recensite.

Alla prossima, 

sara_sessho


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Capitolo 11
*** A Quanto Pare Non Ho Sofferto Abbastanza - Parte Seconda ***


                                             A QUANTO PARE NON HO SOFFERTO ABBASTANZA – PARTE SECONDA

- Una Nota? – chiese Pain guardandomi stranito.

- Esatto – dissi asciugandomi, con la mano, il rivolo di sangue che scendeva dal mio labbro – entriamo così vi spiegherò tutto -.

Entrammo tutti insieme nella sala principale e ci sedemmo attorno al tavolo. Tutti mi stavano fissando in attesa così, dopo aver preso un respiro profondo, iniziai a parlare:

- Dunque… Come vi ho detto prima, io sono una Serva della Natura e come tale sono in grado di fare incantesimi, che si chiamano Note -

- Perciò tuo fratello è sotto l’effetto di un incantesimo? – chiese Pain.

Annuii – per essere precisi, Natsume è sotto l’effetto di una Nota del Controllo, serve per “usare’’ una persona a proprio piacimento, senza che lei possa ribellarsi in alcun modo – sospirai – e, nonostante ciò, Natsume è riuscito a controllarsi e le ipotesi sono due: O mio fratello è diventato più potente oppure la Nota è stata eseguita da un Servo della Natura alle prime armi –

- Quale pensi che sia più plausibile? – mi chiese Itachi, stranamente con un’espressione interessata sul volto.

- A essere sincera non ne ho idea, Natsume è da tre anni che non lo vedo e, ad essere sincera, non so chi ci sia a servizio di Rikotsu – dissi calcando con rabbia l’ultima parola.

- Quindi che intendi fare? – continuò l’Uchiha maggiore.

- Aspetto, non posso fare altro, anche se sono stata prigioniera nel covo di Rikotsu, non ho proprio idea di come arrivarci perché, quando mi sono liberata, ero concentrata a mettermi al sicuro – risposi piuttosto sconsolata.

- Sei proprio una fifona – commentò Karin.

La fulminai con lo sguardo – Se tu avessi passato solo un decimo di quello che ho passato io, non oseresti nemmeno aprire quella cazzo di bocca! – urlai.

Forse si ricordò di quello che avevo urlato precedentemente a Natsume e non osò aprire più bocca.

- Era doloroso? – mi chiese Konan titubante.

- Ogni volta… Lui mirava solo a farmi male, non gli interessava provare piacere – dissi, cercando di scacciare via i ricordi – ora, se volete scusarmi, preferisco andare in camera a riposare –

Senza aspettare risposta, me ne andai più velocemente possibile e mi chiusi in la porta della camera alle spalle. Mi sedetti sul letto e chiusi gli occhi: “ Tra poco dovrebbe iniziare, se sopravvivo mi riprenderò Natsume e ammazzerò quel bastardo”.

Non ebbi nemmeno il tempo di alzarmi dal letto, che un dolore lancinante alla schiena , mi fecero cadere sul pavimento.

- Devo resistere – sussurrai. Iniziai a sentire un liquido scendere lungo la mia schiena e, a poco a poco, a estendersi attorno a me. La prima cicatrice si era riaperta, non so se sarei riuscita a resistere al dolore per le altre due.

Il respiro si faceva sempre più veloce, per resistere al dolore, ma quando questo aumentò terribilmente, urlai. Non avevo mai urlato così forte. Ero talmente concentrata, che sentii a malapena la porta aprirsi e mani che mi afferravano. Il dolore diminuì leggermente, ma so che stava solo per aprirsi la seconda cicatrice. Mi appoggiarono sul tavolo del salone principale, c’erano tutti.

Pain mi strappò la maglia sulla schiena e anche il reggiseno, mentre Itachi mi stringeva la mano sinistra e mi accarezzava la testa – stai tranquilla, andrà tutto bene – mi sussurrò.

Sentii dei passi – Non c’è un modo per fermare tutto questo? Potrebbe morire – disse Sasuke a Pain, preoccupato.

- Dobbiamo aspettare che si aprano tutte le cicatrici prima di poterle richiudere -

Mi aspettavo che il dolore  all’improvviso aumentasse, ma non immaginavo così tanto. Le ultime due cicatrice si aprirono contemporaneamente. Urlai, di nuovo, e strinsi convulsamente la mano di Itachi. “Non resisto più” pensai.

- Esel, adesso finirà tutto vedrai, appena ti verserò questo medicamento sulla schiena, le ferite si chiuderanno subito – disse Pain. Non mi ero nemmeno accorta che avesse preparato un medicamento. Lo sentii sulla schiena e sembrava fuoco. Mi sentivo bruciare, ma non avevo più forza per urlare. Man mano che i minuti passavano il dolore diminuiva, fino a scomparire definitivamente. Rilassai tutti i muscoli, ma non riuscivo ancora a muovermi.

Konan mi rivestì, e forse, nessuno aveva visto nulla delle mie grazie. Due braccia forti mi sollevarono e mi portarono via. Aprii gli occhi e vedi Itachi, che mi guardava.

- Avevo ragione, alla fine si è risolto tutto – disse.

- Sì, ma temo che la mia vita si sia accorciata per il dolore, però grazie per essere stato lì – sussurrai sorridendogli.

Itachi annuì e mi posò sul suo letto. Ero stanca e stavo per addormentarmi, ma riuscii, comunque, a sentire qualcuno che si sdraiava accanto a me e che mi stringeva tra le sue braccia. Mi accucciai maggiormente contro Itachi, finalmente mi sentivo protetta.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Lo so non è lunghissimo, però ho aggiornato in fretta come avevo promesso, no? Non più di tanto, ma prima del solito.

Non saprei proprio come commentare questo capitolo, posso solo dire che ho sofferto quando l'ho scritto... Spero che a voi sia piaciuto, fatemelo sapere.

Ringrazio tutti come sempre, un bacio

sara_sessho

 

 

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