Se ci fosse un'altra via?

di Chanel483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Arrivo ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Juno Gaunt e Horace Lumacorno ***
Capitolo 4: *** -Bravura e fortuna ***
Capitolo 5: *** -Sospetti ***
Capitolo 6: *** -Ricordi inopportuni ***
Capitolo 7: *** -Antidolorifico ***
Capitolo 8: *** -Paranoia ***
Capitolo 9: *** -Un passo indietro ***
Capitolo 10: *** -Quello che si deve fare ***
Capitolo 11: *** -Ridicolo ed inopportuno ***
Capitolo 12: *** -Una tranquilla gita ad Hogsmeade ***
Capitolo 13: *** Almeno a te stesso ***
Capitolo 14: *** -Sotto controllo ***
Capitolo 15: *** -Festa del Lumaclub ***
Capitolo 16: *** -Oh. Mio. Dio ***
Capitolo 17: *** -Lettere ***
Capitolo 18: *** -Ritrovarsi ***
Capitolo 19: *** -Agguato ***
Capitolo 20: *** - Salvare Hermione - parte I ***
Capitolo 21: *** -Salvare Hermione - parte II ***
Capitolo 22: *** -La resa dei conti ***
Capitolo 23: *** -Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ok... sono un po' agitata a dire il vero.
Ho scritto questa storia perchè un po' di tempo fa avevo scritto una parodia sulle Dramione (Meglio riderci sopra) e mentre la scrivevo mi sono ripromessa che, prima o poi, avrei scritto una Draco/ Hermione e sarebbe stata qualcosa di... perlomeno possibile. Ed è così che è uscito questo... sclero notturno xD
Premetto che non ci sarenno re e regine, principi del sesso e occhi d'oro o d'argento.
Hermione è la secchiona dai capelli cespugliosi e Draco l'insopportabile purosangue con il marchio sul braccio. Nulla di più, nulla di meno.
Questo è solo l'epilogo, è l'ho postato solo per vedere se la mia proposta potesse interessare. Vi prego di lasciarmi una recensione. Un bacio,
Franci
PS: Non sono sicura di doverlo dire, ma per sicurezza, ovviamente i personaggi ecc non sono miei ma appartengono a quel genio della Rowling e la storia non è scritta a scopo di lucro ;)


La Luna brillava alta nel cielo inglese. Le nuvole, che normalmente l'avvolgevano, sembravano avergli fatto un dono quella notte ed essere sparite proprio per lui, per donargli ancora una volta la visione di quel cielo, che per mesi non avrebbe rivisto.
Il baule era aperto ai piedi del letto, era stato diligentemente preparato da uno degli elfi domestici della villa. Al suo interno vi erano vestiti comuni, un capello a punta, due mantelli, libri e tutto ciò che gli sarebbe servito ad Hogwarts. Ovviamente suo padre aveva insistito perché la sarta gli ricamasse già lo stemma di Salazar sulla divisa scolastica:“Un Malfoy può essere solo un serpeverde”, aveva detto con sguardo fiero, una mano poggiata sulla spalla del figlio.
Qualcuno bussò piano alla porta:<< Si può? >> domandò Narcissa Malfoy, infilando la testa oltre l'uscio.
<< Certo, vieni pure >> rispose il biondo, andandosi a sedere sul letto e facendo segno alla madre di accomodarsi di fianco a lui.
La donna si strinse meglio lo scialle grigio attorno alle spalle e si sedette accanto a lui, scostando la gonna della lunga camicia di seta:<< è tardi Draco. >> gli disse dolcemente:<< Dovresti andare a letto, domani ti devi svegliare presto... >>.
<< Lo so, >> rispose il ragazzo:<< non riuscivo a prendere sonno >>.
Narcissa sorrise e poggiò una mano sulla guancia del figlio:<< Non devi avere paura, Draco. Andrà tutto bene >> lo rassicurò, mentre i suoi stessi occhi si riempivano di lacrime.
<< Non ho paura >> disse lui freddo:<< è solo che... non ho mai lasciato questa casa per così tanto tempo. Non so cosa mi aspetta >>.
<< Ricordo benissimo il mio primo anno ad Hogwarts. Ero così piccola. Ricordo che zia Bella mi aveva presentata a tutti i suoi compagni, dichiarando che ero sua sorella e che nessuno avrebbe dovuto torcermi un capello... >> si lasciò sfuggire una breve risata, persa tra i ricordi:<< Andrà tutto bene >> ripeté.
Il ragazzo scosse la testa:<< Io non ho nessuna Bella. Per te era normale, era il primo anno. Io devo arrivare al sesto anno, senza conoscere nessuno e... >>.
<< Il professor Luis mi ha assicurato che non sei per nulla indietro con il programma di Hogwarts. E comunque conosci Tiger e Goyle, sono sicura che... >>.
<< Quei due scimmioni! Questo sì che mi è di grande conforto! >> la interruppe il ragazzo, trattenendo a stento una risata.
Anche la madre si morse un labbro, per non ridere dei due studenti:<< Non essere scortese, Draco. >> lo riprese bonariamente, nonostante la veridicità di quelle parole:<< I genitori di quei due sono persone rispettabilissime. Ed anche fidati conoscenti di tuo padre >> gli ricordò sventolandogli un dito sotto il naso.
Draco alzò gli occhi al cielo:<< Lo so, lo so. Sarò gentile con loro, lo prometto >> disse il ragazzo donando un piccolo sorriso alla madre.
<< E comunque c'è anche Theodore. Sono sicura che ti aiuterà, qualsiasi cosa accada. Ora che il padre è ad Azkaban, penso che sia ancora più interessato ad aiutare l'Oscuro Signore >> gli disse la donna, cercando di rassicurarlo.
Draco annui:<< Certo, sono sicuro che mi sarà molto utile avere un braccio destro >>.
Narcissa annuì e si alzò, trascinandosi dietro la lunga camicia da notte e lo scialle:<< Dormi bene, Draco, domani è un giorno importante >> gli augurò, dandogli un bacio sulla fronte.
<< Buonanotte, madre >> la salutò lui mentre lasciava la stanza.
 
Hermione Jean Granger si girava e si rigirava in quel letto improvvisato in camera di Ginny. Dalla finestra si poteva vedere uno squarcio di cielo blu, trapuntato di stelle; quella notte il cielo era terso di nuvole e lasciava vedere uno spicchio di luna crescente, che dava bella mostra di sè, nel mezzo del cielo di settembre.
Ginny respirava lentamente lì di fianco e, intorno a lei, non sembravano esserci altri rumori.
Si mise in piedi, facendo cigolare le molle della branda, ed andò ad appoggiarsi al davanzale della finestra. Il giorno seguente un nuovo anno ad Hogwarts avrebbe avuto inizio e dentro al suo cuore due parti equamente importanti sembravano darsi contro.
L'eccitazione per il nuovo anno andava a scontrarsi con l'ansia per tutto ciò che era successo poco più di un paio di mesi prima al ministero. Ron, di quella notte, ne portava ancora i segni sulle braccia.
Chiuse gli occhi, ripensando alle braccia dell'amico; i segni delle ventose ancora impressi nella carne, e con quel pensiero, appoggiata al davanzale della finestra, si addormentò.

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Capitolo 2
*** Arrivo ad Hogwarts ***


-Arrivo ad Hogwarts
 
La Sala Grande era un tripudio di colori. Le bandiere delle quattro case svolazzavano dal soffitto, e dietro il tavolo dei professori, lo stemma di Hogwarts sembrava brillare di luce propria.
Il professor Silente si mise in piedi; un gesto strano, in cinque anni non si era mai permesso di parlare prima del Cappello:<< Miei cari studenti >>, salutò l'uomo, alzando le mani lunghe e rovinate dell'età per chiedere silenzio, una in particolare, notarono diversi studenti, era scura, quasi fosse stata bruciata:<< Ho un annuncio importante da farvi. Insieme agli studenti che frequenteranno il primo anno, quest'anno si unirà a noi uno studente più grande. Il suo nome è Draco Malfoy >>, a quel nome borbottii sommessi si alzarono dai diversi tavoli, ma furono subito azzittiti da un cenno del preside:<< Frequenterà il sesto anno, e confido che – in qualsiasi casa sarà smistato – tutti voi vi impegniate al massimo per far sentire il nosto nuovo studente a suo agio >>. Lanciò un'occhiata significativa a tutti i ragazzi, poi indicando l'uscita disse:<< Puoi andare, Minerva. Sono sicuro che siamo tutti impazienti di conoscere i nostri nuovi studenti >>.
La donna si allontanò, simulando una corsetta nel suo vestito blu notte.
<< Un Malfoy, finirà sicuramente a Serpeverde >>, sputò Ron, pronunciando quel cognome quasi fosse un'imprecazione.
Hermione sollevò un sopracciglio:<< Lasciagli almeno il beneficio del dubbio, Ron! >>, lo ammonì con voce severa:<< Chi ti dice che non sia diverso dal resto della sua famiglia? >>.
Il rosso scoppiò in una risata, subito seguito da Harry:<< Hermione, devo ricordarti chi c'era qualche mese fa al ministero, nascosto da una maschera argentata? >>, le domandò il moro.
Lei sembrò mettere su il broncio:<< Questo non vuol dire nulla. Non puoi accusare un ragazzo di essere una cattiva persona, solo perchè suo padre ha fatto delle scelte sbagliate >>.
Le guance del ragazzo si tinsero di rosso:<< Delle scelte sbagliate, Hermione!? >>, sibilò cercando di controllare il tono di voce:<< Ha ucciso decine, se non centinaia di persone. Queste tu le chiami “scelte sbagliate”? >>.
<< Non... non volevo... giustificare quello che ha fatto >>, rispose la ragazza con un po' meno sicurezza, Harry aveva appena perso un padrino, aveva appena perso l'ultima persona che gli ricordasse cosa fosse una famiglia; doveva usare più tatto, dosare meglio le parole come spesso solo lei sapeva fare:<< Volevo solo dire che non puoi discriminare le persone solo per la loro famiglia. Sarebbe lo stesso ragionamento che fanno i mangiamorte contro i mezzosangue, no? >>, domandò con un tono di voce tanto tranquillo, che a qualcuno che non la conosceva sarebbe potuto sembrare che il discorso non la riguardasse.
<< Non è la stessa cosa >>, disse Ron, con tono definitivo.
In quel preciso istante il portone della Sala Grande si spalancò, lasciando entrare la professoressa McGranit, seguita da uno stuolo di una trentina di ragazzini. Tra questi spiccava un ragazzo suoi sedici anni: secco come un chiodo, capelli albini e pelle diafana. Era bello, questo non si poteva negare, ma di quella bellezza altera, intoccabile, quasi irreale. Aveva un portamento aristocratico, ed anche con indosso il pesante mantello nero – che, notò Hermione, portava già lo stemma di Serpeverde – si poteva notare la leggiadrezza dei suoi movimenti.
<< Qualcuno lo ha condannato prima di voi >>, commentò la riccia, indicando con un cenno del mento il blasone di Salazar che spiccava verde ed argento sul mantello nero.
I bambini iniziarono ad essere smistati.
<< Lorris, Amanda >>, chiamò la professoressa una decina di minuti dopo. Rimase in attesa che la bimbetta dai capelli scuori prendesse posto sullo sgabello, le mise in testa il cappello – che era tanto largo da coprirle gli occhi e poggiarsi direttamente sul naso – e si fece da parte. Una manciata di secondi ed il capello annunciò a gran voce:<< Corvonero! >>, la ragazzina si avviò tra gli applausi al tavolo bronzo e blu.
<< Malfoy, Draco >>, disse la donna. Il biondo si fece avanti, sguardo fisso davanti a se e pugni stretti lungo i fianchi. La professoressa gli poggiò il capello sulla testa, ed esso rimase ben fermo dove doveva stare, senza cadergli sugli occhi.
<< Bene, bene, un Malfoy >>, disse una voce nella testa del ragazzo:<< Vediamo un po', vedo un cervello niente male, hai sangue freddo e sicuramente un certo coraggio... >>.
Quell'ultima parola face scattare qualcosa nella mente del ragazzo, che conosceva a memoria pregi e difetti di ogni casa.
NON a Grifondoro.
Pensò con quanta intensità riuscisse.
<< Non a Grifondoro? E cosa c'è di male? È la culla dei dei forti, e dei nobili di cuore... >>.
Io sono nobile di sangue. Non mi importa esserlo in altro.
<< Vedo con dispiacere che tuo padre ti ha ben rovinato già del principio... >>.
Non ti azzardare a tirare in ballo mio padre, brutto cappellaccio!
<< Bene, ti sei scelto da solo il tuo destino >>. Seguì un attimo di silenzio, poi il capello urlò:<< Serpeverde! >>, ed il biondo fu accolto dalla tavolata, tra le urla e gli applausi.
<< E... cosa avevo detto? >>, domandò Ron con uno sguardo ammiccante, in tono ironico.
Hermione alzò gli occhi al cielo:<< Questo non prova proprio niente. Bisogna conoscere una persona, per giudicarla >>, disse indispettita dall'immaturità del rosso, che non faceva altro che buttare tutto sul ridere, senza prendere nulla sul serio
<< Bisogna anche conoscere una persona prima di difenderla a spada tratta... >>, le fece notare il rosso, appena prima che il preside iniziasse con il solito discorso di benvenuto. Dopo qualche minuto di raccomandazioni ed auguri per il nuovo anno, battendo le mani, il preside face apparire pietanze di ogni genere ai cinque tavoli della Sala Grande.
<< Hem... Ron... >>, chiamò Lavanda Brown, sbracciandosi da un paio di posti di distanza:<< Mi passeresti quelle uova? >>, domandò indicando un piatto da portata, che in verità stava molto più vicino a Neville piuttosto che a Ron. Il rosso si allungò un po' sul tavolo, e passò il piatto alla ragazza che rispose:<< Grazie, che gentile >>, sbattendo le lunghe ciglia scure.
Hermione lanciò un'occhiata di odio puro alla compagna di stanza, e tornò a concentrarsi sulle sue carote. Finita la cena – dopo che Ron ebbe ingurgitato tre fette di crostata di mele – il preside spedì tutti i ragazzi a letto.
 
Il giorno dopo, diretti verso la prima lezione del sesto anno, Harry e Ron borbottavano come al solito su qualcosa riguardante il quidditch, lasciando ad Hermione tutto il tempo per pensare.
Stringendo i libri al petto si guardava intorno. Era tutto impercettibilmente cambiato, rispetto all'anno prima. Forse perchè lei era cresciuta, perchè ora riusciva a guardare il mondo con occhi diversi, con gli occhi di una donna, e non più con quelli di una bambina. Forse perchè a sedici anni inizi veramente a guardare il mondo. O forse solo perchè lei era lei, una ragazza sicuramente più unica che rara.
Il terrore nell'aria era palpabile.
Un occhio poco attento – Ron, ad esempio – non lo avrebbe notato – ed avrebbe continuato a chiaccherare tranquillamente di quidditch – invece lei non poteva farci nulla. Una parte di lei avrebbe voluto saper far finta di niente; avrebbe voluto riuscire a fare come Lavanda e Calì, pochi passi avanti a lei, che camminavano traquillamente starnazzando sul nuovo ragazzo arrivato ad Hogwarts, esattamente come avevano fatto per tutta la sera. Lei invece rimaneva li, ad interrogarsi sul destino del mondo.
Che cosa patetica.
A volte essere deficenti – nel senso di non capire – rende le cose molto più semplici.
Stavano per entrare in classe, quando la ragazza si fermò:<< Ho dimenticato in camera l'inchiostro! >>, si ricordò dandasi una sberla sulla fronte.
<< Non ti preoccupare, ti posso prestare il mio >>, si propose Ron, in un timido tentativo di sembrare gentile.
La riccia scosse la testa:<< No, no. Non ti preoccupare, vado a prendere la mia boccetta e torno. Due minuti >>, disse dandogli le spalle ed iniziando a correre verso il dormitorio.
A metà strada un rivolo di colore contro le mattonelle grigie del corridoio catturò la sua attenzione. Un ragazzo da capelli biondi si trascinava per il corridoio di Hogwarts, calciando una boccetta di inchiostro vuota:<< Hei... >>, chiamò Hermione, sventolando un braccio:<< Tutto bene? >>, chiese da diligente prefetto qual'era, avvicinandosi al biondo, che indossava la divisa di serpeverde.
Il ragazzo alzò lo sguardo e fissò la riccia:<< Si, tutto bene. Solo non ho la più pallida idea di dove sia la mia lezione. Ed in questo posto nessuno sembra volersi degnare di darmi indicazioni... >>.
La grifondoro si lasciò sfuggire una breve risata:<< Frequenti il sesto anno, giusto? I serpeverde dovrebbero avere trasfigurazione a quest'ora. Sto andando proprio li, se vuoi andiamo insieme >>, propose. Il biondo annuì.
<< Comunque, mi chiamo Hermione Granger >>, si presentò tendendo una mano in direzione del giovane, mentre percorrevano a passo lento i corridoi del castello.
<< Sei una grifondoro? >>, le domandò il biondo a bruciapelo, soffermandosi con lo sguardo sullo stemma della spilla da prefetto, appuntata orgogliosamente sul petto, senza accettare la mano ne presentarsi a sua volta.
Hermione annuì, ammiccando con sguardo fiero verso la targhetta di Prefetto, con il grifone sullo sfondo:<< Esatto, e mi chiamo Hermione Granger >>, ripetè tendendo nuovamente la mano al biondo.
Questi soppesò per diversi istanti l'offerta. Aveva già sentito il nome di quella ragazza, e se era un grifondoro, probabilmente aveva qualcosa a che fare con quel Potter di cui aveva tanto sentito parlare. Fissò nuovamente la mano sottile ed esile di lei. Suo padre non avrebbe approvato:<< Draco Malfoy >>, rispose sfiorandole appena la mano, con una stretta veloce.
La riccia alzò un sopracciglio:<< Oh, questo lo so. Ho sentito molto parlare di te... >>.
Al ragazzo si capovolse lo stomaco. Sembrò che le sue viscere avessero preso a ballare la polca. Che avesse sentito parlare di lui da qualcuno del fantomatico Ordine della Fenice? Magari da Potter, o da Silente in persona. Chissà quali voci giravano su di lui...
<< Lavanda e Calì non hanno fatto altro che parlare di te... >>, continuò lei, prima che lui potesse porle una qualsiasi domanda.
Draco deglutì:<< Chi sono... Lavanda e Calì? >>, domandò cercando di non apparire agitato. Non potevano avere scoperto tutto dopo neanche una giornata dal suo arrivo; oppure quelle due erano spie segrete dell'Ordine...
Hermione scoppiò a ridere, notando la faccia preoccupata del biondo:<< Due mie compagne di stanza. Non possono rivelarsi dei problemi, a meno che tu non gli chieda di utilizzare il cervello... in quel caso, la cosa si fa più problematica... >>.
Il serpeverde stirò le labbra in un leggero sorriso, sospirando di sollievo. Infilò le mani nelle tasche, e non pronunciò più parola finchè non arrivarono davanti alla porta dell'aula di Trasfigurazione:<< Bene. È questa >>, disse Hermione con un cenno del mento:<< La professoressa si chiama... >>.
<< Minerva McGranitt >>, la interruppe il ragazzo:<< è la vicepreside della scuola, nonché direttrice di Grifondoro >>.
La riccia parve stupita:<< Vedo che sei ben informato... >>, commentò poggiando una mano sulla maniglia:<< Beh, entriamo... >>, aggiunse aprendo la porta.
Tutti gli studenti avevano già preso posto. Harry e Ron erano seduti in penultima fila, e da parte al rosso c'era una sedia vuota, sulla quale il ragazzo aveva poggiato la borsa:<< Grazie per averci onorati della vostra presenza, signor Malfoy e signorina Granger >>, salutò la professoressa, dal suo posto dietro la scrivania.
Hermione arrossì leggermente, mentre si avvicinava al posto accanto a Ron:<< Mi scusi professoressa, io... >>.
Draco la interruppe:<< è colpa mia, professoressa. Non sapevo dove si trovasse l'aula, ed... Hermione mi ha accompagnato >>, spiegò lanciando un'occhiata alla riccia, che ormai era seduta al suo posto, rossa fino alla punta del capelli.
In quel momento tutta la classe si zittì. In prima persona la stessa professoressa rimase basita alla vista di un serpeverde che difendeva una grifondoro, mezzosangue per giunta:<< Be- bene, sedetevi ai vostri posti. Per vostra fortuna la lezione non è ancora iniziata >>, disse allora la donna, cercando di recuperare tutto il suo solito contegno.
<< Che storia è questa? >>, bisbigliò Ron ad Hermione, mentre la professoressa iniziava con un lungo discorso sull'importanza di quell'anno.
La riccia si voltò verso di lui, un po' infastidita all'idea di dover smettere di ascoltare la donna per rispondere a domande futili ed inopportune come quella che le aveva appena rivolto:<< Non capisco proprio a cosa tu ti riferisca >>.
Le orecchie del ragazzo assunsero una strana tonalità rossiccia:<< Come ti viene in mente di girare da sola per i corridoi con un Malfoy? >>, le chiese in tono di rimprovero.
<< Non sei mio padre, Ronald! >>, rispose lei, cercando di moderare il tono di voce:<< e comunque non è un maniaco. Non mi ha fatto nulla di male, anzi, non so se hai sentito, ma si è anche assunto tutta la colpa davanti alla professoressa >>, disse ricominciando a difendere – senza un apparente motivo – il serpeverde.
<< Beh, avrebbe potuto farti del male, invece. E comunque sono sicuro che stia cercando di avvicinarti per arrivare ad Harry. Probabilmente suo padre lo ha mandato qui come spia. Vuole che diventi amico di Harry, per trovare i suoi punti deboli >>, le disse il ragazzo, tenendo i pungni stretti, cercando di convincere anche se stesso che l'odio istintivo per il rosso non fosse altro che per la sua casa, o la sua famiglia.
Le guance di Hermione si tinsero di rosso; e lei che pensava che Ron fosse geloso... che stupida:<< Mi sembra di aver già sentito questo discorso, Ron... forse con... mmm... Vicktor? >>, domandò con voce tagliente, calcando su quel nome tanto da far sussultare Ron:<< Invece non mi sembra che Vicktor si sia avvicinato a me per trovare i punti deboli di Harry >>, gli ricordò dimenticandosi per qualche momento di tenere la voce bassa.
<< Signor Weasley, signorina Granger... >>, li richiamò la professoressa McGranitt, aggiustandosi gli occhiali sul naso:<< Se avete qualcosa di così importante da dirvi, perchè non mettete anche noi al corrente? >>, chiese prima di stringere le labbra tanto da farle diventare bianche.
Ron divenne di colpo un tuttuno con il colore dei suoi capelli, mentre Hermione iniziò a turturarsi le esili mani sotto il banco:<< Ci scusi professoressa, avevo solo chiesto a Ronald se mi potesse prestare dell'inchiostro, io ho dimenticato la mia boccetta alla Torre >>, spiegò la ragazza con sguardo basso.
La donna annuì:<< è la seconda volta che la devo riprendere, signorina Granger. Faccia che questa non diventi un'abitudine del nuovo anno >>, lo risprese con fermezza, un po' afflitta all'idea di dover sgridare la sua alunna migliore.
Per il resto della lezione ne Ron ne Hermione dissero nulla, anche se le parole che si erano detti poco prima, fendevano l'aria che li separeva come coltelli.
Non sei mio padre, Ronald...
Sono sicuro che stia cercando di avvicinarti per arrivare ad Harry...
Non mi sembra che Vicktor si sia avvicinato a me per trovare i punti deboli di Harry...
La grifondoro scosse con foga la testa, cercando di scacciare tutti quei pensieri che la confondevano ancora di più. Cosa avrebbe dovuto fare, per far capire a Ron che anche lei era una donna? Per fargli capire che, forse, qualcuno se ne era accorto, al contrario di lui? Doveva saltare in piedi sul suo banco, ed iniziare a fare uno spogliarello? Per un momento si immaginò la scena. Probabilmente gli sarebbero solo arrossite le orecchie, e l'avrebbe tirata giù dal banco con uno strattone.
Quel ragazzo, era una causa persa.
 
<< Ma che ti salta in mente, Draco? >>, gli chiese Nott, quando il biondo prese posto al suo fianco.
Il biondo lo fissò stranito:<< Ok, sono arrivato in ritardo alla prima lezione! Penso che non sia un dramma >>, gli rispose in un sussurro.
Il ragazzo scosse la testa:<< Non parlavo di quello. Cosa ci facevi nei corridoi con la Granger? Capisco che molto probabilmente non hai mai visto tante ragazze tutte insieme, ma stai lontano dalla Granger. Lo dico per te >>.
<< Ma che stai dicendo? >>, chiese il biondo infastidito:<< Togliendo che mi ha solo indicato la strada perchè non sapevo dove fosse l'aula, non capisco cosa ci sia di male in lei. Sembra una ragazza alquanto sveglia e... >>.
<< è una grifondoro, amica di Potter >>, concluse l'altro, con tono definitivo.
<< E allora? Mica le ho chiesto di sposarmi. Ho solo... >>.
Theodore non lo lasciò finire:<< è una mezzosangue >>, disse in tono grave, passandosi una mano tra i capelli scuri.
<< Signor Weasley, signorina Granger >>, richiamò la professoresa McGranitt, che fino ad un istante prima stava parlando dei M.A.G.O.:<< Se avete qualcosa di così importante da dirvi, perchè non mettete anche noi al corrente? >>.
Draco si sporse un po' dal suo posto, per poter osservare la ragazza dai capelli ricci, che si torturava le mani in cerca di una scusa plausibile da rifilare alla prof. No, non una scusa, lei non aveva la faccia di una da scuse, una mezza verità, magari.
<< Ci scusi professoressa, avevo solo chiesto a Ronald se mi potesse prestare dell'inchiostro, io ho dimenticato la mia boccetta alla Torre >>.
<< Con mezzosangue intendi... >>, disse piano il biondo al compagno.
Questi annuì:<< Si, i suoi genitori sono babbani >>.
Il ragazzo si voltò nuovamente ad osservare la grifondoro, che ora prendeva freneticamente appunti.
Su cosa dovrebbe prendere appunti, poi? Sull'importanza dai G.U.F.O.?
Notò che intingeva la piuma nel calamaio del rosso di fianco a lei. Appunto, una mezza verità; l'inchiostro lo aveva veramente dimenticato.
I suoi occhi avevano un colore molto particolare, una sorta di castano/nocciola brillante. Ecco, i suoi occhi luccicavano. Non sapeva ben dire per quale motivo, ma di certo due occhi del genere non potevano passare inosservati.
<< Penso che siano gli occhi, sai >>, sussurrò al compagno di banco, continuando a guardare la ragazza.
<< Di cosa stai parlando? >>, gli chiese quest'ultimo, seguendo il suo sguardo, che era ancora puntato sulla grifondoro.
<< Quella ragazza. Ha... degli occhi magnetici, non so come spiegartelo... >>, ammise il biondo, continuando a scrutare quelle iridi nocciola.
Il moro scosse la testa:<< Smettila Draco. Te l'ho detto. È una mezzosangue, questo cancella ogni dubbio >>, disse con tono definitivo.
Draco scosse la testa, come a volerla liberare di quei pensieri inappropriati:<< Hai ragione Theo. Scusa, era un commento inopportuno >>, disse tornando a guardare dritto davanti a se.
Nott gli diede una pacca sulla spalla, stando attento a non attirare troppo l'attezione:<< Se cerchi una ragazza posso presentarti io qualcuna. Qualcuna di Serpeverde magari... anche purosangue, magari... >>.
Il biondo si strinse nelle spalle:<< Fa un po' come ti pare. Non è che abbia avuto esattamente molte esperienze con l'altro sesso chiuso a Malfoy Manor >>.
L'altro annuì, compatendo un po' il compagno:<< Sei promesso? >>, chiese con lo stesso tono di voce che avrebbe usato per parlare del tempo, oppure di un compito.
Draco annuì:<< Mi hanno promesso una Greengrass. Astoria >>, il modo in cui lo disse, stava a sottolinare il fatto che era la giovane di casa Greengrass ad essere promessa a lui. Era di suo possesso, come lo era la tunica che indossava, o la scopa che stava nel suo baule nei sotterranei. Lui non apparteneva a nessuno. Aveva un marchio su di un braccio, non gli interessa avere anche un collare al collo.
<< Ma è piccola! >>, protestò forse un po' troppo ad alta voce il ragazzo:<< Nel senso... ha tre anni meno di noi. La sorella è decisamente meglio, mai sentito parlare di Daphne? >>, domandò con fare cospiratorio.
Così i due ragazzi, la prima ora, del primo giorno di scuola, si ritrovarono a borbottare sulle ragazze – ovviamente purosangue – che avrebbero potuto... alleviare le sofferenze di quei mesi di scuola.

Buongiorno(:
Allora, eccoci con il secondo capitolo... ovviamente è più lungo rispetto all'epilogo, ed oltre al primo incontro tra Draco ed Hermione si vede anche il carattere del serpeverde, che, a dire il vero, non è molto diverso rispetto a quello che ha descritto la Rowling; solo che ora è molto più... entusiasta per la nuova scuola e tutto il resto.
Spero che vi sia piaciuto, e vi prego di lasciare una recensione, ho veramente bisogno di sapere il vostro parere.
Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo, un bacio, Franci

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Capitolo 3
*** Juno Gaunt e Horace Lumacorno ***


-Juno Gaunt ed Horace Lumacorno
Quello stesso pomeriggio, Draco decise di scendere nel parco. Un tiepido sole settembrino gli sfiorava il viso ed il collo, facendo risaltare la pelle diafana. Intravide una figura famigliare in lontananza, un groviglio di ricci castani ed un mantello bordato di rosso ed oro.
<< Allora mi perseguiti >>, disse giunto alle spalle della riccia, che sedeva all'ombra di un'albero sulle sponde del Lago Nero.
Hermione sobbalzò e si voltò di scatto, cercando di fermare i battiti del cuore che le erano arrivati in gola:<< Mi hai fatto prendere un'infarto! >>, squittì con il fiatone ed una mano sul cuore:<< E comunque tecnicamente saresti tu ad avermi seguito fino a qui. Io sono arrivata già da diversi minuti >>, puntualizzò nonappena i battiti del cuore furono calati.
<< Dettagli >>, commentò il biondo, prendendo posto di fianco a lei:<< Che stai leggendo? >>, domandò levandole il libro di mano.
Hermione trattenne a stento un urlo:<< Ri- ridammelo! >>, balbettò in preda al panico, allungando una mano in direzione del vecchio tomo.
Draco si alzò, tenendo il libro in alto sopra la testa:<< Parli di questo? >>, domandò ridendo:<< La storia della trasfigurazione nei secoli? Non è un libro da leggere durante un pomeriggio assolato... >>, la canzonò ridendo.
Lei strinse forte i pungi, dopo aver provato a saltellare per riprendersi ciò che era suo:<< Non è divertente. Rivolgio. Il. Mio. Libro. >>, scandì con sguardo basso, e la guance in fiamme.
Il biondo la guardò stranito, cancellando di colpo il sorriso che gli illuminava il volto. Senza dire una parola porse il libro alla ragazza, e fece un passo indietro. Hermione prese il tomo e se lo strinse al petto come avrebbe fatto con uno scudo. I due si squadrarono per diversi istanti, entrambi troppo imbarazzati per aprir bocca.
<< Malfoy! >>, chiamò qualcuno a gran voce.
Draco si voltò, vedendo in lontananza un moro serpeverde che sventolava un braccio nella sua direzione:<< Arrivo! >>, urlò a Nott, voltandosi nuovamente per guardare Hermione:<< Beh... io... vado >>, salutò – senza ricevere alcuna risposta – prima di raggiungere l'amico.
<< Cosa stavi facendo? >>, lo riprese Theodore, nonappena il biondo fu a portato d'orecchio.
<< Ho solo scambiato due parole con la Granger >>, rispose il ragazzo, seguendo il moro verso l'entrata del castello.
Nott scosse la testa:<< Con una mezzosangue. Stavi scambiando due parole con una mezzosangue >>, lo corresse con una punta di accusa nella voce:<< Sono serio Draco. Non ci pensare nemmeno >>.
Il biondo alzò un sopracciglio:<< Non sto pensando proprio a nulla. E comunque ho già un padre, Theo, grazie. Non mi serve una baglia >>, rispose sveltendo il passo, ed incamminandosi verso i sotterranei.
Che cosa c'era di male? Aveva fatto giusto uno scherzo ad una sua compagna di scuola. Tutti si erano raccomandati di aspettare un paio di mesi prima di mettere in atto il piano, di cercare di integrarsi prima di... iniziare a fare sul serio. E perchè in quei mesi non avrebbe potuto divertirsi un po'? Cosa c'era di male?
<< Ciao! >>. Entrato nella Sala Comune di Serpeverde una ragazzina dai capelli corvini, alta anche meno della Granger gli si fiondò davanti:<< Piacere, Pansy Parkinson >>, squittì nella perfetta imitazione di una cavia.
Il biondo osservò un po' restio la mano che la ragazza, con la faccia da canarino, gli tendeva:<< Piacere, Draco Malfoy >>, disse accettanto l'invito senza però troppo entusiasmo.
<< Lo so! >>, rispose quella sottospecie di cornacchia:<< Ho sentito molto parlare di te. Conosci Daphne ed Astoria, vero? Siamo molto amiche... >>, cinguettò mentre il ragazzo cercava di entrare nel suo dormitorio.
<< Solo di vista >>, risponse Draco, cercando di allontanare quelle attezioni per nulla desiderate.
Lo sconforto che azzittì la mora, a causa della poca collaborazione di Malfoy durò circa due secondi:<< Beh, i miei genitori conoscono i tuoi. Sicuramente avrai sentito parlare dei Parkinson. Siamo tra le famiglie purosangue più antiche e rispettate... >>.
La porta che conduceva ai dormitori femminili si aprì di colpo. Da li fece il suo elegante ingresso una ragazza sui diciassette anni: capelli neri lunghi; occhi verdi chiarissimi e pelle diafana. Essa perlustrò con lo sguardo tutta la stanza, per poi posare gli occhi glaciali sul biondo:<< Malfoy >>, salutò muovendo di un millimetro le labbra rosso fuoco.
Il ragazzo la fissò, inclinando leggermente la testa, cercando di richiamare alla memoria il suo viso. Ma no, non l'aveva mai vista, un volto come quello non lo si dimentica:<< Perdonami, ma penso di non conoscerti >>, ammise infine, mentre Theodore entrava nella Sala Comune.
<< No, infatti >>, rispose la ragazza, con un sorriso inquietante stampato sul volto:<< ritengo in ogni caso che questo non sia il luogo più consono per le presentazioni. Seguitemi nella mia stanza >>, ordinò facendo un cenno con la mano.
Sia Draco che Theodore seguirono la mora nel corridoio del dormitorio femminille, e poi nella sua stanza. La ragazza era Caposcuola di Serpeverde, perciò aveva una stanza per se. Si accomodò sul letto, accavallando le gambe fasciate dai collant color pelle sotto la gonna della divisa:<< Il mio nome è Juno >>, si presentò tendendo la mano al biondo:<< Juno Gaunt >>. Al suono di quel cognome la mano di Malfoy, che stava per stringere quella della ragazza si bloccò a mezzaria:<< Oh, lo so. Fa sempre un certo effetto >>, disse questa con un sorriso obliquo, ed una strana luce negli occhi.
<< I... i Gaunt sono... >>, tentò di dire Draco.
<< Morti? >>, lo aiutò Juno, notando che non trovava le parole:<< Tutti i Gaunt riconosciuti sono morti >>, disse la mora con fare enigmatico.
Una sorta di lampadina si accese nella mente del biondo, che lavorava un passo avanti a ciò che la ragazza gli stava raccontando:<< Cosa intendi con Gaunt riconosciuti? >>, domandò andando a sedersi sulla poltrona in velluto verde davanti al letto.
Juno incrociò le lunghe dita dalle unghie laccate di rosso in grembo e prese un lungo respiro, prima di iniziare con il suo racconto:<< Merope Gaunt è... >>.
<< La madre dell' Oscuro Signore, lo so >>, rispose il ragazzo frettolosamente, ansioso di scoprire chi era quella ragazza.
La mora fece come se non lo avesse sentito:<< La zia di mio padre >>, lo corresse con voce piatta e monocorde:<< Mio nonno, è Orfin Gaunt >>, disse senza dare alcuna inflessione alla voce.
Ne seguì qualche secondo di silenzio. Non era possibile che Orfin fosse il nonno di quella ragazza. Orfin Gaunt non aveva mai avuto figli, ed era morto anni prima:<< Cosa stai dicendo? >>, chiese scettico, domandandosi se quella non fosse tutta una presa ingiro:<< Quell'uomo non ha mai avuto dei figli >>.
Juno spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio:<< A quel uomo – come lo hai chiamato tu – hanno cancellato la memoria. Ma prima che ciò accadesse – prima che Tom Riddle >>, a quel nome Nott e Malfoy dovettero reprimere un brivido:<< gli cancellasse la memoria – Gaunt aveva conosciuto una donna. Abitava come lui a Little Hangleton, faceva la cameriera in una locanda. Era povera e babbana >>. Theodore – che già conosceva la storia della ragazza – annuiva piano, appoggiato al muro; mentre Draco la fissava con gli occhi sgranati, quasi senza nemmeno respirare:<< Dopo quella notte non si rividero mai più; e poco tempo dopo Gaunt fu arrestato per l'omicidio della famiglia Riddle. Sophia – così si chiamava la donna – una volta scoperto di essere incinta, fu ripudiata dai genitori, che – essendo molto tradizionalisti – non riuscivano a sopportare la vergogna di una figlia rimasta incinta al di fuori da un matrimonio. Così la ragazza si rifugiò in un convento, dove la accolsero a braccia aperte, la curarono durante la gravidanza, e fecero nascere il bambino. Gli misero in nome Matthew, che vuol dire dono di Dio, e la donna gli diede il suo cognome.
Sophia e Matthew rimasero per diversi anni nel convento; ma quando il bambino compì dieci anni, le suore ritennero apportuno allontanarlo. Lui e la madre andarono a Londra, e li rimasero, Sophia trovò un lavoro come cameriera, e riuscì a far frequentare una scuola pubblica al bambino. Nessuno poteva immaginare che Matthew in realtà fosse un mago, e lui non diede mai motivi per pensarlo; è infatti un magonò; però parla serpentese, è un rettilofono.
 Il ragazzo crebbe come un qualsiasi babbano, diventò un dottore e si sposò con Elizabhet, un'infermiera conosciuta sul lavoro. Andarono a vivere insieme ed ebbero una figlia: me >>.
Dopo quella confessione la stanza cadde in un silenzio irreale. Juno osservava compiaciuta lo stupore del biondo, che non riusciva a chiudere la bocca, mentre Nott era ancora appoggiato al muro, con le braccia strette al petto:<< Quindi non sei ufficilmente una Gaunt? >>, domandò Draco, nonappena ebbe superato lo stupore iniziale.
Juno annuì:<< No, mio padre non è mai stato riconosciuto come tale, perciò non lo sono nemmeno io. In compenso, l'Oscuro Signore in persona mi ha cercato per mezzo mondo, magico e non. Per lui sono a tutti gli effetti una sorta di... nipote, per così dire >>.
Il biondo osservò quella ragazza. Era di una bellezza esagerata, i lineamenti del viso erano un po' duri, ma venivano ammorbiditi dalle labbra piene; gli occhi brillavano freddi e glaciali. Aveva quel modo di fare però; il modo di far scivolare la labbra tra di loro mentre parlava... quella ragazza non era bella. Ispirava sesso. Avrebbe sfidato chiunque a non pensarlo.
Draco sbattè le palpebre, cercando di ragionare con il cervello:<< Quindi sei tu l'alleata che l'Oscuro Signore mi aveva detto avrei avuto tra queste mura? >>, domandò, obbligando il suo sguardo ad osservare la ragazza negli occhi.
Questa annuì, sorridendo ammiccante:<< Ovviamente, Malfoy >>, disse in un soffio.
<< Io pensavo fossi tu >>, disse il biondo guardando il compagno:<< Tu sapevi di lei >>, aggiunse in tono accusatorio, ed anche se non era una domanda, il moro annuì.
Il biondo era perplesso. Non solo non aveva mai immaginato che l'Oscuro Signore avesse ancora un parente in vita – una nipote, per di più! - ma quando gli avevano detto che ad Hogwarts avrebbe avuto un alleato, si immaginava un'imponente mangiamorte sotto false sembianze, o un gigante, o anche solo Nott, o... non una sensuale e bellissima diciassettenne, che sembrava divertirsi tantissimo davanti alla sua incertezza.
<< Non dici nulla, giovane Malfoy? Mi avevano assicurato che eri un ragazzo molto sveglio e che saresti stato degno di tale incarico >>, disse appoggiando il gomito sul ginocchio, e sporgendosi verso di lui.
<< Io sono degno! >>.
<< Dimostramelo >>.
<< E come!? >>.
<< La Mezzosangue >>.
Draco aggrottò le sopracciglia; non aveva senso:<< Quale mezzosangue? >>, domandò palesemente stupito. Di nuovo.
<< La Granger, l'amica di Potter >>, pronunciò quel nome con dolcezza, quasi fosse una creatura fragile, come se avesse paura di romperla:<< è una ragazzetta intelligente, per essere una nata babbana, comunque nulla che dovrebbe essere alla tua altezza, se ciò che mi hanno riferito su di te è vero >>.
Al serpeverde non piaceva quel discorso. Non era nei piani. Lui si era addestrato per quindici anni con l'unico scopo di uccidere Albus Silente. Perchè perdere tempo dietro un'insignificante ragazzina? Era una stupidata:<< E cosa dovrei fare? >>, domandò sulla difensiva.
Uno strano bagliore illuminò gli occhi verdi della ragazza, che sorrise come sorriderebbe una gatta:<< Mettila fuori gioco >>, disse quasi in un sibilo:<< non dovrebbe essere un lavoro troppo difficile; e sono sicura che al tuo Signore sarebbe gradito. Lei e la mente del gruppo, senza di lei, Potter sarebbe perduto >>.
<< Ma... io... >>, balbettò Draco, alla disperata ricerca di parole, sia da dire alla mora, che per riordinarsi le idea; non voleva fare del male a quella grifondoro; ovvio, era un'amica di Potter ed andava... eliminata, ma, almeno per ora, almeno finchè non fosse stato necessario, non le avrebbe fatto del male:<< Non mi sembra il caso di... rischiare di essere scoperto solo per una ragazzina >>, disse dopo un istante, cercando di mantenere un tono di voce fermo e sicuro.
Senza alcun preavviso – ed apparentemente anche senza motivo – Juno scoppiò a ridere. Una risata maliziosa e squillante risuonò per tutta la stanza, facendo sentire i due serpeverde ancora più attratti dalla ragazza:<< Sei proprio come mi avevano detto Malfoy >>, disse infine, quando l'attacco di ilarità fu cessato:<< E va bene. Fai come desideri, porta a compimento il tuo compito senza indugiare. Penso che il mio odio per la Granger debba passare in secondo piano, per ora... >>, aggiunse ancora vagamente divertita, ma con una strana luce ad illuminarle lo sguardo:<< ora andate. E mi raccomando Malfoy, integrati bene >>.
I due ragazzi furono di colpo spinti verso la porta, che venne prontamente chiusa alle loro spalle. Rimasero in mezzo al corridoio per un paio di secondi, in silenzio; infine Theodore disse:<< è fantastica. Ovvio, inquietante, ma fantastica >>.
 
Prima lezione di pozioni.
Hermione fremeva per l'agitazione; un nuovo professore che non la conosceva, che probabilmente non aveva sprecato ore per leggere il rendimento scolastico di tutti i suoi nuovi alunni, perciò non sapeva chi lei fosse, o ancora peggio, sapeva solo chi lei fosse; una mezzosangue. Ex-Serpeverde, a detta di Harry, probabilmente pieno di pregiudizi.
Beh, non potrà mai essere peggio di Piton.
In poche parole, un'altra persona da convicere che lei, Hermione Jean Granger, era all'altezza di Hogwarts; che lei, figlia di babbani, aveva stretto i denti per cinque anni, si era spaccata la schiena sui libri, solo per colmare le sue origini, e ci era riuscita, egregiamente.
Un po' si stentiva una stupida a preoccuparsi di tali sciocchezza, mentre Harry si preparava ad affrontare il mago oscuro più potente di tutti i tempi.
Hermione, seguita da Harry e Ron, entrò nell'aula di Pozioni, che era già accupata da un paio di studenti ed una sorta di enorme omone con indosso un panciotto troppo stretto e dei baffi troppo grandi, che lo facevano sembrare un tricheco.
Il professore-tricheco aveva posizionato dei calderoni colmi di diverse pozioni sui tavoli; uno per ogniuno. Lumacorno non aveva ancora aperto bocca, che Hermione era pronta ad immergere la piuma nel calamaio, saduta al tavolo che dividevano con Ernie MacMillan, di tassorosso:<< Bene, bene, bene... >>, esordì il nuovo insegnante di pozioni, fregandosi la mani entusiasta:<< tirate fuori bilance ed ingredienti. E non dimenticate la vostra copia di Pozioni Avanzate... >>.
Harry si schiarì la voce:<< Signore... >>, chiamò sollevando la mano.
<< Harry, ragazzo mio, dimmi >>.
Il moro scambiò un'occhiata con il compagno da parte a lui:<< Io non ho il libro, né la bilancia né niente... e nemmeno Ron... Non sapevamo che avremmo potuto affrontare il M.A.G.O., sa... >>.
Il professore lo zittì con un movimente della mano; tutto era lecito per il suo nuovo pupillo:<< Ah sì, la professoressa McGranitt in effetti me l'ha accennato... non preoccuparti, mio caro ragazzo, non preoccuparti affatto. Oggi userete gli ingredienti che trovate nell'armadio delle scorte, e sono sicuro che possiamo prestarvi delle bilance, e abbiamo un a piccola riserva di vecchi libri, qui, andranno benissimo finchè non avrete scritto al Ghirigoro... >>, il professore si allontanò, frugò per qualche secondo in un'armadio infondo all'aula e ne riemerse con in mano due coppie molto fruste di Pozioni Avanzate e due bilance altrettanto rovinate.
<< E adesso >>, riprese l'uomo, dopo essere tornato ad occupare il suo posto davanti alla classe:<< ho preparato un po' di pozioni da farvi vedere, così per curiosità. È un esempio di ciò che dovreste saper fare dopo aver completato il vostro M.A.G.O. Forse ne avete sentito parlare, anche se non le avete mai preparate. Qualcuno sa dirmi cos'è questo? >>. Indicò il calderone vicino al tavolo dei serpeverde, che conteneva un liquido trasparente, che ribolliva mesto.
L'allenata mano di Hermione scattò con rapidità, ma prima che il professore le potesse dare la parola una voce maschile si alzò dal fondo dell'aula:<< è Veritaserum, signore >>, rispose Malfoy. La riccia voltò piano la testa, un po' infastidita ed un po' stupita, osservò il biondo che si accingeva e continuare con la sua spiegazione:<< una pozione inodore ed incolore che se assunta obbliga colui che la beve a dire la verità >>.
Lumacorno si sfregò le mani:<< Ottimo, signor... >>.
<< Malfoy >>.
<< Signor Malfoy! Lei è ovviamente imparentato con il caro Abraxas, vero? >>, domandò l'uomo, con uno strano luccichio negli occhi.
Il ragazzo annuì:<< Certo signore. Era mio nonno >>, spiegò.
<< Si. Ho saputo della disgrazia, sono molto dispiaciuto, ma il vaiolo di drago alla sua età... comunque bene, signor Malfoy. La informo solo che è usanza della scuola alzare la mano prima di fornire una risposta >>, disse bilanciando una giusta quantità di tristezza davanti alla morte di un vecchio amico e l'ilarità che conservava dall'inizio della lezione, prima di avvicinarsi al tavolo dei corvonero ed indicare il calderone che vi aveva posizionato:<< Questa è una pozioncina davvero famosa. Ultimamente è anche stata citata in alcuni libri del ministero. Chi sa dirmi di cosa di tratta? >>.
Con una coordinazione quasi inquietante la mano di Hermione e quella di Draco si alzarono. Il professore annuì, soddisfatto:<< Prima le signore >>, disse facendo un cenno con la mano in direzione della grifondoro.
<< Pozione Polisucco, signore >>, rispose mentre Harry e Ron, che l'avevano riconosciuta, annuivano piano:<< serve per assumere, per circa un'ora, le sembianze di un'altra persona >>.
<< Eccellente. E questa? >>, chise ancora, indicando la pozione nel calderone posto davanti ad Harry:<< Si, cara? >>.
Hermione abbassò la mano:<< è Amortentia, signore! Il filtro d'amore più potente al mondo! >>.
L'uomo annuì, palesemente colpito:<< Ed ovviamente l'hai riconosciuta... >>.
<< Dal colore madreperlaceo... >>, lo interruppe Draco.
<< .. E dal vapore che sale in caratteristiche spirali >>, continuò Hermione, lanciando un'occhiataccia alle sue spalle, dove Malfoy stava seduto a braccia incrociate, apparentemente annoiato:<< E dovrebbe avere un profumo diverso per ciascuno di noi... >>.
<< … A differenza di ciò che ci attrae >>, terminò il biondo, osservando interessato la riccia, che avrebbe tanto voluto fulminarlo con gli occhi.
Tutta la classe – professore compreso – aveva seguito la spiegazione a due come una partita di pin-pong, ed ora che entrambi erano zitti, continuavano a lanciare occhiate dubbise verso di loro. Dopo un attimo di silenzio imbarazzante il professore si schiarì la gola:<< Molto bene >>, disse titubante:<< Ma mi raccomando, Malfoy, si ricordi di aspettare il suo turno! >>, aggiunse lanciando un'occhiata un po' divertita al biondo, poi tornò ad osservare la grifondoro:<< E lei si chiama? >>.
<< Hermione, Hermione Granger, signore >>, rispose la ragazza.
<< Granger... Granger... Potresti essere forse imparentata con un famoso pozionista di nome... >>, tentò il professore, con una mano appoggiata al mento in segno di riflessione.
La riccia scosse la testa, facendo rimbalzare i ricci in faccia ad Harry ed Ernie, che sedevano vicino a lei:<< é quesi impossibile signore. Sono babbana di nascita, i miei genitori fanno i dentisti >>, spiegò mentre un mormorio sommesso si alzava dal tavolo dei serpeverde, e Malfoy faceva di tutto per sembrare disinteressato.
Il professore osservò per qualche istante la ragazza con aria stupita, poi spostò lo sguardo sul moro di fianco a lei:<< “Una mia grande amica è nata babbana, ed è la migliore del nostro anno” >>, disse rivolgendo ad Harry un sorriso paterno:<< è alla cara signorina Granger che ti riferivi? >>, domandò; il ragazzo annuì, ed il professore tornò alla sua cattedra, decisamente compiaciuto.
Hermione osservò l'amico con gli occhi luccicanti:<< Davvero hai detto questo di me!? >>.
<< Certo >>.
<< Oh Harry! È così... >>.
Ron la interruppe:<< Beh? Cosa c'è di speciale? Tu sei la migliore del nostro anno, glielo avrei detto anche io se me lo avesse chiesto >>, disse senza alcun senso.
La riccia soppesò per mezzo secondo l'ipotesi di spiegare al rosso perchè il fatto che Harry avesse detto una cosa del genere la rendesse così felice, ma preferì non sprecare fiato, e tornò a concentrarsi sul professor Lumacorno, che ora era seduto alla scrivania e guardava i suoi studenti con un sorrisino soddisfatto.
<< Professore >>, chiamò Ernie:<< Non ci ha detto cosa c'è li dentro... >>, disse indicando il piccolo calderone che ribolliva sulla cattedra.
L'uomo gli rivolse un sorriso incoraggiante:<< Ottima domanda. Vedete, qui dentro c'è una pozioncina molto speciale, il suo nome è Felix Felicis, anche se è conosciuta come... >>.
<< Fortuna Liquida! >>, esclamò Hermione in uno squittio eccitato, sporgendosi sul tavolo per sbirciare nel calderone.
<< Esatto, signorina Granger. Fortuna liquida; difficilissima da preparare e disastrosa se ci si sbaglia... >>, spiegò l'uomo osservando il calderone al posto che i suoi studenti.
<< Ma a cosa serve? >>, domandò una ragazza di Corvonero.
<< Rende semplicemente fortunati >>.
<< Fortunati? >>.
<< Si. Bastano poche gocce di Felix Felicis e qualsiasi casa si faccia andrà a buon fine >>, spiegò sorridente.
Ernie alzò la mano:<< Mi scusi professore, ma perchè allora la gente non fa che prenderla di continuo? >>.
Il professore rivolse anche al tassorosso un sorriso:<< Perchè l'abuso di questa pozione ha tantissimi effetti collaterali, tra cui un'esagerata stima di se >>.
<< Lei l'ha mai presa? >>.
Lo sguardo di Horace si fece di colpo lontano, sembrava osservare un esperienza di tanti anni prima:<< Si. Due volte in tutta la mia vita, una volta quando avevo ventanni, ed un'altra pochi anni fa. Due giorni perfetti >>, poi con una scrollata della spalle tornò alla realtà:<< ed è proprio una boccetta di Felix Felicis che avrà in dono chi di voi riuscirà a prepararmi un Distillato di Morte Vivente, a pagina dieci del vostro Pozioni Avanzate, so che è più difficile di qualsiasi cosa abbiate mai fatto finora, ma mi aspetto il massimo impegno da parte di tutti voi, anche se vi devo avvisare che un solo studente a prodotto una pozione di qualità sufficiente per vincere questo piccolo premio... Una boccetta è sufficente per dodici ore di fortuna, dall'alba al tramonto. Ovviamente l'utilizzo di questa pozione è bandito da qualsiasi gara o competizione; è da usare in un giorno qualunque, che diventerà indimenticabile. E ora forza, avete cinquanta minuti >>.

Wow... eccoci, se avete domande o cose del genere chiedete pure(:
Spero apprezzerete almeno l'impegno xD
Escluso questo vi devo avvisare che tra quattro giorni (Si! Faccio in tempo ad andare al cinema il 13 ù.ù) parto per la Germania, e torno il 19, ma il 22 parto per la Sardegna (questa non è altro che la prova che dovrei smetterla di prendermi tutti questi impegni), perciò ho pensato di prendermi qualche settimana di "vacanza". Quindi non aspettatevi un aggiornamento prima di un mesetto(:
E intanto fatemi sapere che ne pensate del nuovo capitolo?? Fatemi sapere, un bacio, Franci 

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Capitolo 4
*** -Bravura e fortuna ***


-Bravura e Fortuna
Sembrava impossibile. Il Fagiolo Sopoforoso non ne voleva proprio sapere di lasciarsi tagliare:<< Hermione, mi presti il tuo coltello d'argento? >>, le chiese Harry.
Lei annuì e glielo tese, studiando il modo migliore per poter estrarre più succo dal fagiolo. Alla fine versò quel poco che il recipiente su cui aveva tagliato il Fagiolo Sopoforoso conteneva ed iniziò a girare la pozione, che era diventato viola intenso, al contrario del lilla pallido che descriveva il libro.
Si passò una mano sulla fronte per detergere il sudore, e passò all'indicazione successiva. Iniziò a mescolare in senso antiorario, mentre la pozione si schiariva leggermente, senza diventare però “Limpida come l'acqua”, come diceva il libro.
Alzò lo sguardo frustrata, mentre i capelli le diventavano sempre più crespi a causa dei vapori della stanza ed osservò con stupore la pozione di Harry, che era di un pallidissimo rosa, al contrario della sua, che era rimasta ancora decisamente viola:<< Come hai fatto? >>, chiese con tono accusatorio.
<< Aggiungi un giro in sento orario... >>.
<< No, no! Il libro dice chiaramente antiorario! >>, lo contraddisse lei.
Harry si strinse nelle spalle e continuò a rimescolare il suo pentolone. Hermione indispettita osservò la sua pozione viola, e quella quasi trasparente di Harry:<< Ha ragione lui >>, le sussurrò qualcuno all'orecchio.
Hermione si voltò di scattò, come Harry, Ron ed Ernie. Il tassorosso osservò per un attimo il biondo, poi tornò a concentrarsi sulla sua pozione:<< Come scusa? >>, domandò Hermione, mentre i due grifondoro squadravano Draco Malfoy dalla testa ai piedi.
<< Ha ragione il tuo compagno. Se vuoi che venga bene devi aggiungere un giro in senso orario ogni sette antiorari >>, spiegò il serpeverde, con le mani nelle tasche dei pantaloni.
La riccia sbattè le palpebre; per quale strano motivo a quel ragazzo sarebbe dovuto interessare lo svolgimento della sua pozione? Si mise più dritta sulla sedia:<< Hem... grazie >>, si limitò a rispondere, mentre con la mano però, mescolava di un giro verso destra. La pozione divenne subito lilla. Spalancò le labbra senza emettere alcun suono e sbattè un paio di volte le ciglia:<< Oh... beh... funziona >>, commentò mordendosi la lingua per non iniziare a battere i piedi rifiutandosi categoricamente di dar ragione ad un pompato serpeverde che le rubava la parola ed a degli appunti scarabocchiati a mano su un libro.
Il biondo sembrava soddisfatto:<< Lo so Hermione. Se non avesse funzionato non te lo avrei detto, non credi? >>, domandò.
La riccia assottigliò lo sguardo ed arricciò le labbra, assomigliando pericolosamente per qualche istante alla professoressa McGranitt:<< Io... >>, iniziò pronta ad un lungo discorso sul fatto che quello fosse solo un caso e su quanto poco saggio fosse seguire consigli scarabocchiati a mano da qualcuno di cui non si conosce nemmeno l'identità.
<< Eeee... Stop! >>, annunciò il professor Lumacorno, osservando l'ultimo grano della clessidra che raggiungeva gli altri, attratto dalla forza di gravità:<< Chiudete i libri e smettete di mescolare >>, ordinò alzandosi dalla cattedra ed iniziando ed iniziando ad osservare i calderoni dei corvonero; superò il loro tavolo dopo aver lanciato un'occhiataccia alla pozione della ragazza che aveva assunto una strana tonalità di arancione chiaro, e sembrava quasi borbottare da quanto forte stava bollendo.
Draco raggiunse velocemente i compagni di Serpeverde ed osservò con soddisfazione il vecchio Horace che sgranava gli occhi alla vista della sua pozione:<< Signor Malfoy... >>, riuscì a balbettare a corto di fiato:<< Lei ha... ha...? >>.
<< Un innato talento come pozionista? >>, domandò il ragazzo con un sorriso pomposo:<< No. Ho avuto solo avuto il miglior insegnante che i miei genitori potessero permettersi; perciò il migliore in assoluto >>, spiegò lanciando un'occhiata strana verso il tavolo dei grifondoro, più in particolare verso Ron.
Il tricheco era raggiante e superò senza alcun commento le altre pozioni – tutte rigorosamente viola intenso – dei serpeverde, per raggiungere il tavolo di Hermione. Lanciò una smorfia ai calderoni di Ernie e Ron – la pozione di quest'ultimo era blu notte – per poi rivolgere un sorriso a quella di Hermione, che era di un pallido lilla. Senza trattenere un verso di entusiasmo si bloccò davanti al colderone di Harry:<< Non ci posso credere. Mai, mai nella mia vita avrei pensato di poter avere due pozionisti di tale talento nella mia classe! >>, esclamò l'uomo.
Il moro sorrise grato:<< Solo fortuna professore >>, borbottò grattandosi la nuca, leggermente imbarazzato.
Il sorriso dell'uomo divenne, se possibile, ancora più ampio:<< No, mio caro ragazzo. Questa si chiama bravuta. Fortuna è quella che tu ed il caro signor Malfoy vi dovrete dividere >>, disse trotterellando a recuperare la boccetta di Felix Felicis che aveva promesso in premio.
La campanella suonò, e tutti si allontanarono dalla classe chiaccherando tranquillamente; tutti tranne Hermione, che camminava tra i due amici con sguardo perso, stringendo i libri al petto, nella speranza che forse, potessero farle da scudo contro il mondo.
<< Oh, Hermione! >>, esclamò Ron, sventolandole una mano davanti al viso:<< Ti ho chiesto se sai che lezione abbiamo ora! >>.
La riccia si riscosse con un balzo e frugò nella pesante borsa che portava a tracolla, prima di annunciare che i due avevano un'ora libera, mentre lei doveva correre verso la classe di Antiche Rune. I due la salutarono e si avviarono festosi verso la Sala Comune.
Gli studenti che frequentavano il corso di antiche rune – già pochi in precedenza – si erano ridotti ad una manciata di corvonero, più lei ed un serpeverde.
La riccia prese posto ad uno dei primi banchi, ed attese che il professore iniziasse ad illustrare il lavoro di preparazione per i M.A.G.O., con la piuma e la pergamena già pronte per prendere appunti.
<< Posso? >>, domandò qualcuno, indicando il banco di fianco al suo. La riccia annuì e, senza alzare lo sguardo, spostò le sue cose per fare spazio:<< Scusa, ma i corvonero stanno facendo gruppo e non mi andava di stare da solo >>, spiegò il ragazzo.
Allora lei decise di alzare lo sguardo, per ritrovarsi davanti gli occhi grigi e freddi di Draco Malfoy:<< Oh... sei tu... >>, fu tutto ciò che riuscì a dire.
<< Delusa? Ti aspettavi qualcun'altro? >>.
La grifondoro si strinse nelle spalle e tornò ad osservare la pergamena immacolata che le stava davanti:<< No. Solo non pensavo che tu facessi Antiche Rune >>, ammise.
<< Pensi che sia troppo stupido per seguire una materia così impegnativa? >>, indagò, sottolineando la domanda con un'alzata di sopracciglia.
Hermione scosse la testa, per nulla a disagio davanti alla domanda:<< Affatto, solo non pensavo che i serpeverde non si interessassero allo studio di certo cose >>.
Draco inclinò la testa:<< Magari non sono un serpeverde come gli altri >>.
<< Si, magari >>.
Il discorso fu interrotto dalla porta della classe che si spalancò, lasciando entrare il professore ed una pigna di enormi libri. Non parlarono più per il resto della lezione, mentre Hermione prendeva freneticamente appunti e Draco ascoltava annoiato le parole – che già conosceva – che diceva il professore con la voce strascicata che solo chi insegna una materia tanto antica (e morta, in questo caso) sa avere.
Quando la campanella suonò Harry e Ron erano diligentemente appoggiati al muro del corridoio davanti all'aula di Antiche Rune ed attendevano l'amica. Come suo solito la ragazza si attardò per parlare con il professore. Vedendo che tardava i due si sporsero altre la porta, per notare con grande stupore che la grifondoro ed il professore non erano gli unici due ad occupare l'aula; poco lontano da loro infatti, Draco Malfoy seguiva interessato la conversazione.
<< Ancora quel Malfoy >>, sussurrò Ron con voce infastidita:<< Sarà come dice Hermione che tutti hanno diritto ad una possibilità; ma a me quello non piace proprio >>, disse osservando con astio il diretto interessato.
Harry sapeva bene che Ron – all'incirca da un paio di anni – era geloso di qualunque ragazzo osasse anche solo parlare con Hermione, e sapeva anche che spesso la gelosia può influire sul giudizio di una persona; ma un ragazzo che – senza alcun motivo apparente – inizia a frequentare Hogwarts solo al sesto anno e finisce a serpeverde, non poteva essere nulla di buono.
<< Basta! La vado a prendere >>, esclamò Ron, entrando a passo di marcia nell'aula.
Harry si allontanò di un paio di passi e scosse la testa, osservando la porta che il rosso si era chiuso alle spalle. Circa un paio di minuti dopo Hermione spalancò la porta, uscendo impettita dalla classe, senza calcolare Ron che le camminava da parte, con le mani congiunte ed un'espressione da cucciolo bastonato. Harry si accodò ai due, solo dopo aver visto Malfoy che, giunto in corridoio, lanciava un'occhiata divertita ad Hermione.
<< Non sto dicendo che chiunque ti si avvicini abbia cattive intenzione... ma avanti! È un serpeverde, miseriaccia! >>, disse Ron seguendo l'amica che si dirigeva a passo spedito verso la loro ultima lezione.
La riccia si bloccò di colpo nel mezzo del corridoio, creando una sorta di affetto domino per cui una decina di persone rischiò di cadere addasso a quelli che li precedevano:<< NON trattarmi come se fossi una stupida Ronald >>, sibilò mentre i suoi occhi castani lanciavano scintille:<< devi smetterla di ricordarti di me solo quando... quando... oh! >>, con uno sbuffo ed un'imprecazione trattenuta tra i denti, si diresse verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, lasciando la frase a metà e non permettendo ai due amici di vedere le sue guance che stavano assumendo una sfumatura rosata.
Ron rimase immobile, finchè Harry non lo prese per la tunica e lo trascinò con lui:<< I-io... miseriaccia! Quella ragazza fraintende sempre tutto! >>, e si lanciò in una lunga protesta contro Hermione ed il suo vizio di capire solo ciò che voleva.
L'arrivo in classe del professor Piton interruppe qualsiasi discorso. L'uomo si fece largo tra i banchi, chiudendo con un colpo di bacchetta i lunghi tendeggi scuri ed accendeva i candelabri sparsi per la stanza. Con uno svolazzo del mantello nero si sedette alla cattedra, ed iniziò con un lungo – e per molti studenti noioso – dirscorso sulle arti oscure, che lasciò la maggior parte degli studenti confusi, Harry quasi schifato ed Hermione stupefatta, mentre gli occhi le brillavano del solito desiderio di conoscenza.
<< Ed ora, voglio che vi alleniate a coppie sugli Incantesimi Non Verbali. Uno attacca, l'altro si protegge >>, disse osservando ad uno ad uno i suoi studenti con sguardo severo.
I ragazzi si divisero diligentemente in coppie, e meno di un minuto dopo – mentre buona parte dei ragazzi cercava di sussurrare l'incantesimo senza muovere le labbra – un serpeverde venne catapultato dalla parte opposta della stanza. Tutti si voltarono ad osservare Theodore Nott che se ne stava semi svenuto, accasciato contro un muro. Il professor Piton puntò lo sguardo verso il punto da cui proveniva l'incantesimo ed incrociò delle iridi grigie:<< Malfoy? >>.
<< Si? >>, rispose il biondo, distogliendo momentaneamente la sua attenzione dal compagno che aveva appena schiantato.
<< Tu avevi già studiato questa particolare tecnica, vero? >>.
Draco annuì:<< Si, professore. Ho affrontato gli Incantesimi Non Verbali con il professor Luis due anni fa >>, spiegò, lasciando Hermione – che ascoltava interessata la conversazione, mentre continuava a tentare di schiantare Paciock – di stucco.
<< Il professor Luis? >>, domandò Severus, pronunciando quel nome come se parlasse di una schifosa caccola di troll.
<< Esatto. È l'insegnante privato che i miei genitori hanno assunto. Ha seguito la mia carriera scolastica dai cinque anni fino ad ora >>, spiegò il serpeverde.
Piton era palesemente perplesso; inarcò un sopracciglio ed osservò il biondo che ora puntava la bacchetta contro il compagno:<< Innerva >>, disse ridando i sensi a Theodore, che dopo aver bruscamente scrollato la testa si mise in piedi, un po' barcollante ma, praticamente, come nuovo.
Hermione tornò a fissare Neville, che era livido per lo sforzo e cercava di bisbigliare l'incantesimo. Ciò che aveva sentito non aveva senso; per prima cosa nessuna scuola di magia – europea e non – insegnava gli Incantesimi Non Verbali prima del sesto, massimo del quinto, anno; mentre, per quanto diceva, a lui erano stati insegnati due anni prima che ad Hogwarts. In più, sosteneva di aver studiato con questo professor Luis da quando aveva cinque anni.
Ma nessun mago o strega inizia a studiare magia a cinque anni!
<< Signor Potter lei... >>, la voce di Piton la riportò alla realtà:<< Ah, sarebbe solo uno spreco fiato. Dieci punti in meno a Grifondoro, per il suo poco impegno >>.
Harry stava per ribattere, ma per fortuna sua – e del punteggio di Grifondoro – Ron lo zittì con un poderoso calcio. Hermione tornò a concentrarsi sul suo compito e pensò intensamente all'incantesimo, flettendo il braccio come se lo stesse pronunciando ad alta voce.
Stupeficium.
La bacchetta nella sua mano non si mosse nemmeno. Socciuse gli occhi.
Stupeficium.
Nulla, nemmeno una flebile vibrazione. Strinse forte i denti; se Malfoy ci era riuscito, poteva benissimo farcela anche lei.
Stupeficium.
Un raggio di luce fuoriuscì dalla bacchetta, e centrò il pieno il povero Neville, che venne lanciato a diversi metri di distanza. L'incantesimo non era perfettamente riuscito, il grifondoro non era svenuto, ma era comunque stata in grado di produrre un'Incantesimo Non Verbale.
Piton le si avvicinò e spostò lo sguardo da lei a Paciock, che si era rialzato e si massaggiava la testa. Soppesò per un paio di secondi la situazione, poi si rivolse con un ghigno alla grifondoro:<< Dieci punti in meno a Grifondoro, signorina Granger; per aver ferito un compagno >>.
Harry era pronto a protestare:<< Ma non è... >>. Hermione lo zittì con un'occhiataccia e senza aggiungere nulla corse a controllare che Neville stesse bene.
La lezione continuò tranquilla; Hermione quasi non vi partecipò, ma osservò per una quarantina di minuti il suo compagno che – come, d'altronde il resto della classe – osservava con rabbia la bacchetta, che non reagiva in alcun modo ai suoi sussurri.
La campana suonò, annunciando l'ora di pranzo. La riccia, che non aveva ancora dimenticato la litigata con Ron, raccolse in fretta le sue cose e lasciò l'aula. Si stava dirigendo in Sala Grande, quando si sentì chiamare. Si voltò e vide Draco Malfoy che la seguiva per il corridoio quasi deserto:<< Malfoy? >>.
<< Ti posso parlare un secondo? >>.
La ragazza era stupita dalla domanda, ma la sua solita disponibilità ebbe la meglio sul dubbio:<< Certo, cosa succede? >>, domandò avvicinandosi alla parete, nella speranza che la conversazione non diventasse di domigno pubblico.
<< Vorrei farti una domanda >>, spiegò lui, concentrandosi per non far trasparire alcuna emozione:<< Avevi mai studiato prima gli Incantesimi Non Verbali? >>, chiese, stupendo la ragazza per l'insolita domada.
Mise da parte lo stupore e rispose, più per non sembrare scortese che per altro:<< No, ma a dire il vero ho letto diversi libri sull'argomento; anche se non mi ero mai cimentata nella pratica >>. Il biondo non disse altro, ma sembrava decisamente stupito:<< Va... va tutto bene? >>, domandò la ragazza, iniziando a trovare decisamente insolito il comportamento del suo interlocutore.
Draco scosse la testa, cercando di recuperare la sua solita maschera di indifferenza, anche se quella volta era veramente stupito, troppo, per fare finta di nulla:<< Tu lo sai vero che la maggior parte dei maghi non riesce mai a compiere Incatesimi Non Verbali? >>, domandò.
Hermione si strinse nelle spalle:<< Immagino di si; dopotutto sono molto complessi e richiedono... >>.
Il biondo la azzittì:<< E com'è possibile che tu – strega sedicenne, neanche corvonero – sia riuscita a compiere un'incantesimo di questa difficoltà in meno di una decina di minuti, quando gli altri non ce l'hanno fatta dopo un'ora? >>.
La riccia rimase un'attimo interdetta. Ora aveva un senso; non c'era nulla di strano, solo, il ragazzo era rimasto stupito dalla sua rapidità di apprendimento; nulla di anormale, dopotutto:<< Oh, quello. Beh, so che può sembrare strano e non vorrei risultare poco modesta, ma è difficile che qualcuno mi trovi impreparato ad una lezione. Adoro leggere ed ho letto i libri di testo prima di arrivare a scuola, perciò sono ben preparata. Ed una volta che si conosce bene la teoria, la pratica non è poi così difficile >>.
Draco era ancora più stupito da quella ragazza. Possibile che sotto a quel visino da principessina e quell'ammasso di ricci, avesse un cervello così speciale? Se il suo Signore avesse saputo di lei, non ci avrebbe messo molto a darle la caccia. Non se ne sapeva spiegare il motivo, ma quell'idea non gli piaceva affatto:<< Beh è... ammirevole >>, commentò passandosi una mano tra i capelli, a disagio.
Hermione lo guardò per qualche istante, riluttante, poi decise di potersi concedere una domanda:<< è il mio turno? >>, propose.
<< Per cosa? >>.
<< Per la domanda >>.
<< Oh... hai una domanda? Avanti, chiedi pure... >>.
Sapeva che sarebbe stato meglio farsi i fatti suoi e salutare il ragazzo, ma la sua brama di sapere era implacabile:<< Hai detto di aver iniziato a studiare magia quando avevi cinque anni; perchè? >>, domandò optando per qualcosa di diretto.
Nonostante in apparenza la domanda fosse innocente, Draco parve irrigidirsi mentre rispondeva:<< Non credo che tu lo sappia, ma è usanza di molte famiglia purosangue, istruire i propri figli prima che inizino a frequentare una scuola di magia >>.
Quella era una bugia, Hermione lo sapeva. Ma se non avesse conosciuto così a fondo la società magica, si sarebbe fatta facilmente fregare dalle parole del ragazzo. Decise comunque di non insistere, ma tenere le informazioni appena apprese da parte, per ricerche future:<< Oh, non lo sapevo. E come avrei potuto? D'altronde non ne so molto di famiglie purosangue, a parte ovviamente i Weasley, ma non sono esattamente dei purosangue classici, no? >>.
<< No. Affatto >>, rispose Draco che ancor prima di mettere piede ad Hogwarts conosceva la reputazione di quella famiglia di rossi.
Rimasero qualche istante in silenzio, puntando gli sguardi in direzioni diverse:<< Forse è meglio che vada... sai, mi aspettano per pranzo >>, disse Hermione, distogliendo il biondo dai suo pensieri.
<< Oh, si, certo. Scusa se ti ho fatto ritardare. Ci vediamo ingiro >>, disse prima di voltarsi e scomparire giù per una rampa di scale.
Hermione rimase sola e frustrata. Per prima cosa dallo strano comportamento del ragazzo, e per seconda – cosa più importante – per doversi trovare ad ammettere che Ron aveva ragione; Draco Malfoy nascondeva qualcosa.
 

<< Malfoy... >>.
Il biondo alzò lo sguardo; dietro le pagine della Gazzetta del Profeta che stava leggendo, trovò due gambe lunghe e toniche, fasciate da un leggero strato di collant:<< Juno >>, salutò percorrendo la figura snella e sensuale della ragazza, fino a fissare gli occhi glaciali.
Juno si sporse verso di lui:<< Dobbiamo parlare. Io te e Nott. Raggiungetemi nella mia camera >>, disse in un sussurro, prima di allontanarsi con grazia.
Il biondo attese che la ragazza fosse scomparsa dietro la porta dei dormitori femminili. Poi si alzò con calma dalla poltrona in pelle, ripiegò la Gazzetta del Profeta e si avvicinò al tavolo dove Theodore Nott stava giocando agli scacchi dei maghi con un loro coetaneo, che si era presentato con il nome di Blaise Zabini:<< Theodore, mi servi >>, disse.
Il moro era troppo concentrato sulla scacchiera per degnare il compagno di attenzioni:<< Si Draco... tra cinque minuti, fammi finire la... cavallo in F4! >>.
<< è urgente, Theodoro >>, spiegò Draco infastidito, osservando il cavallo fare a pezzi un malcapitato alfiere.
Nott grugnì, ma poi si voltò verso di lui:<< Cosa c'è di così importante? >>, domandò, continuando a tenere un'occhio sulla scacchiera.
Malfoy pronunciò una sola parola:<< Juno >>, disse in un sussurro.
Non ci volle molto perchè il serpeverde collegasse. Scatto in piedi e si scusò frettolosamente con Blaise, prima di seguire il compagno verso i dormitori femminili:<< Potevi dirmelo prima che era lei l'urgenza >>.
Draco lo fulminò con lo sguardo, ma non rispose.
Entrarono nella stanza della caposcuola, che era esattamente come l'avevano lasciata qualche giorno prima; l'imponente letto a baldacchino troneggiava al centro di una stanza semplice ed ordinata, arredata con mobili in legno scuro e stoffe verde bottiglia. La ragazza li aspettava seduta alla scrivania; stava scrivendo qualcosa su una pergamena, mentre un gufo di straordinarie dimensioni tubava appollaiato sopra l'armadio:<< Su, entrate e chiudete quella porta >>, ordinò ripiegando la pergamena, prima di fare un cenno al gufo per farlo avvicinare e potergli legare la lettara alla zampa.
<< Allora? Cosa c'è di così urgente? >>, domandò il biondo, prendendo posto alla stessa poltrona che aveva occupato pochi giorni prima.
Juno non lo ascoltò. Allungò l'avambaccio ed il gufo vi balzò sopra; si avvicinò alla finestra e con un leggerò movimento lasciò che il volatile spiccasse il volo. Attese che l'animale scomparisse tra le nuvole e si andò a sedere sul letto, puntando gli occhi verdi sui due:<< Ho delle novità >>, annunciò con voce piatta, strusciando le labbra rosse mentre parlava.
<< Che novità? >>.
<< Ho avuto modo di parlare con l'Oscuro Signore – non chiedetemi come, non avreste alcuna risposta – ed ho delle nuove direttive per voi. Ma prima >>, spostò lo sguardo su Draco:<< dimmi Malfoy, come va la scuola? Ti stai integrando bene? >>.
Il ragazzo annuì:<< Tra i serpeverde mi sembra di essere benvoluto. Ho stretto un paio di conoscenze con dei corvonero e per il resto non penso di aver nessun nemico; tranne forse un paio di grifondoro, ma penso che il problema sia più la mia casa che altro... >>.
Juno fece un cenno compiaciuto con la testa, ma un'istante dopo i suoi occhi gli lanciarono uno sguardo malizioso:<< Ma a quanto so non tutti i grifondoro hanno dei pregiudizi su di te >>.
<< Cosa vorresti dire? >>.
<< Hermione Jean Granger, sesto anno, grifondoro, prefetto, mezzosangue, i genitori fanno i dentisti. Non ti dice niente? >>, domandò intrecciando le dita attorno al ginocchio della gamba accavallata, e sporgendosi verso di lui, lasciando intravedere un'abbonante porzione di seno dalla camicia sbottanata.
Malfoy pareva a disagio; si mise più comodo sulla sedia e non riuscì più ad incrociare lo sguardo gelido della giovane:<< Si, la conosco. Frequenta il mio stesso anno ed abbiamo diverse lezioni insieme, tutto qui >>, mentì.
La serpeverde gli rivolse un sorriso enigmatico e si appoggiò all'indietro, lasciandosi sostenere dai gomiti. Non era ancora nata la persona – mago o babbano – che potesse prendersi gioco di Juno Gaunt:<< Non mi serve la legilimenzia per capire che mi stai nascondendo qualcosa. Mi hanno detto di averti visto più volte fermarti a parlare con quella mezzosangue >>.
Draco strinse involontariamente i pugni, nella speranza di riuscire a cancellare la tensione dal volto:<< Non mi sono mai fermato a parlare con lei. Abbiamo avuto credo due conversazioni, entrambe incentrate su argomenti puramente scolastici >>, spiegò omettendo volutamente la scenetta del libro, avvenuta pochi giorni prima. Theodore, che aveva assistito, preferì far finta di nulla.
Juno soppesò per diversi istanti il suo interlocutore, mentre le iridi verdi cercavano di catturare il suo sguardo, che vagava disinteressato per la stanza:<< Bene >>, annunciò infine:<< dobbiamo collaborare, perciò è importante che tra di noi ci sia fiducia; e per questo ti crederò >>. Finalmente le iridi grigie di Malfoy tornarono a fissarsi nelle sue, e lei gli sorrise maliziosa:<< Comunque, come vi dicevo poco fa ho nuove direttive per voi. L'Oscuro Signore vuole che iniziate subito a darvi da fare. Dalla prossima settimana dovrete pedinare il Preside. Entro un paio di mesi voglio... vuole che conosciate tutte le sua abitudini; i luoghi e le persone che frequenta, l'ora a cui si alza la mattina e quella dei pranzi, quante ore al giorno sta da solo e quando va al bagno. Chiaro? >>. Theodore e Draco si lanciarono un'occhiata di intesa ed annuirono:<< Fantastico. Dovete avere una precisione assoluta, non è permesso errore >>.
<< Certamente >>, rispose Draco, nella mente del quale iniziava già a delinearsi il profilo di un piano.
La serpeverde gli sorrise e si alzò:<< Bene. Se avete domande o bisogno di aiuto fatemi sapere, io vi contatterò se ci saranno novità >>, si alzò e con un movimento suadente si avvicinò alla porta e la aprì. I ragazzi si alzarono e fecero per uscire salutando; Juno, appoggiata allo stipite della porta sfiorò con la mano pallida il profilo della mascella di Thoedore:<< Ci rivedremo presto >>, promise con voce suadente, prima di chiudersi nella stanza.
Quando la porta fu sbattutta Nott smise di trattenere il respiro:<< Dio, quella ragazza mi ucciderà >>, commentò portandosi in fare teatrale una mano al cuore.
Draco non ascoltò le sciocchezze del compagno, ma si avviò verso la Sala Comune, mentre il piano nella sua testa diventava sempre più definito.

Eccolo, come promesso, il nuovo capitolo(:
In Sardegna ho passato delle vacanze bellissime, ma ora sono pronta a riprendere a scrivere e pubblicare con continuità, anche per scusarmi x la lunga assenza.
Se a qualcuno interessa ho appena creato una paginetta d'autore su Facebook, perchè mi sembrava una cosa carina poter rimanere in contatto con voi; questo è il link:

http://www.facebook.com/pages/Chanel483-EFP/267132773302174?sk=wall
Bene, lasciatemi una recensionciiina :D
Un bacio, Franci


 

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Capitolo 5
*** -Sospetti ***



-Sospetti
Harry era corso nell'ufficio di Silente mezzo secondo dopo aver ricevuto la pergamena che lo avvisava della loro prima lezione. Ron si era rintanato da un mezzora nel dormitorio maschile, intenzionato a leggere un libro (si, un libro!) che lo aiutasse con le imminenti selezioni di Quidditch. Non che Hermione ci avrebbe passato la serata, l'arrabbiatura di poche ore prima non gli era di certo passata così facilmente.
Girò distrattamente la pagina del libro di trasfigurazione che teneva in grembo. Tecnicamente stava leggendo un'approfondimento sulla trasfigurazione umana, che avrebbero iniziato a studiare di li a pochi mesi; ma in verità il suo cervello non riusciva a soffermarsi sulle formule o i movimenti. Continuava a pensare ad intervalli regolari a Ron – alla loro litigata – ed a Malfoy – al fatto che le nascondesse qualcosa. E questo la faceva uscire di testa; perchè non era possibile che un ragazzo le impedisse di studiare. E peggio ancora, i ragazzi erano due!
Chiuse il tomo con un tonfo e lo infilò nella borsa che aveva appoggiato vicino alla poltrona. Si alzò; ormai la Sala Comune era quasi deserta; ma lei voleva aspettare Harry; voleva che le raccontasse cosa volesse Silente, ma soprattutto doveva fargli capire che lui non era solo.
La morte di Sirius lo aveva fortemente colpito, e lei avrebbe fatto di tutto perchè non si ripetesse quello che era successo l'anno prima. Harry aveva bisogno di non sentirsi abbandonato, Harry aveva bisogno di loro; di lei.
Fuori dalla finestra un vento impetuoso frustava l'aria, facendo muovere le chiome degli alberi, facendo ondeggiare la Foresta Proibita in una danza sinuosa, che aveva però qualcosa di inquietante.
Anche gli ultimi due ragazzi lasciarono la Sala Comune, diretti al dormitorio maschile. Hermione, rimasta sola, tornò a sedersi e si costrinse a concentrarsi sulle parole del libro, che scorrevano sotto i suoi occhi. Ma le era impossibile; le parole di Ron le punzecchiavano la mente ad intervalli regolari, mentre la bugia di Malfoy continuava a risuonarle nelle orecchie.
Con uno sbuffo abbandonò definitivamente la sua lettura ed iniziò a camminare in cerchio, cercando di trovare un senso ai suoi pensieri. Decise di iniziare con il “Problema Malfoy”, quello poteva rivelarsi un pericolo; la stupidità di Ron no.
Il giorno seguente si sarebbe recata in biblioteca a cercare qualcosa sulle usanze purosangue; anche se era quasi sicura che nessuno iniziasse ad istruire i proprio figli in privato, all'età di cinque anni, senza una motivazione.
Esatto, motivazione. Qual'è la tua motivazione, Malfoy?
Continuava a camminare avanti e indietro, cercando di incanalare informazioni e ragionamenti in una soluzione. Perchè un ragazzo doveva iniziare la scuola al sesto anno? Quali motivazioni avevano spinto la sua famiglia ad abbandonare l'istruzione privata? Motivazioni. Ancora motivazioni.
Bene, questo voleva dire che teoricamente l'unica sua possibilità di scoprire cosa stesse succedendo era chiederlo al diretto interessato; opzione da escludersi poiché all'unica domanda che gli aveva fatto aveva risposto con una menzogna.
Il suo flusso di pensiero fu interrotto del rumore del ritratto della Signora Grassa che si spostava di lato. Harry fece il suo ingresso in Sala Comune con uno sbadiglio:<< Oh, Hermione. Non dovevi aspettarmi sveglia... >>, disse nonappena si fu reso conto della presenza dell'amica.
<< Nessun problema. E comunque ero curiosa... >>.
Così Harry le sorrise ed iniziò a raccontarle che le lezioni di Silente erano incentrate sullo “studio” della vita di Tom Riddle e che proprio quella sera gli aveva mostrato il primo ricordo che aveva di lui; un ragazzino solitario ed incompreso, volenteroso di andarsene dall'orfanatrofio e diventare potente. Hermione seguiva interessata il racconto del compagno ed era molto stupita; le risultava difficile immaginare anche solo che Voldemort avesse avuto un'infanzia.
Quando ebbe finito con il racconto, il moro si abbandonò su un divano con un sonoro sbadiglio:<< Sei stanco. Dovresti andare a letto >>, consigliò Hermione, poggiandogli una mano sul braccio.
Harry, che aveva per un istante chiuso gli occhi, li riaprì e le sorrise:<< Hai ragione. Non lo pensavo, ma i viaggi nei pensatoio sono veramente stancanti >>. Si alzò in piedi e le diede una pacca affettuosa sulla spalla:<< Dormi bene Hermione >>, disse prima di sparire su per la scala a chiocciola.
<< Buonanotte Harry >>, rispose lei piano.
 
Il giorno dopo fu straziante.
A lezione di pozioni Harry ruscì a fare – per la seconda volta di seguito – una pozione migliore della sua; tutto grazie a degli inaffidabili appunti. Ad antiche rune sbagliò un pezzo di traduzione. E durante la lezione di difesa contro le arti oscure Lavanda Brown finì casualmente addosso a Ron – con il quale ancora non parlava – e lui fu tanto gentile da prenderla al volo.
Quel giorno a pranzo ci fu un pasticcio di verdure che Hermione avanzò quasi del tutto; non le era mai successo che qualcosa di cucinato ad Hogwarts non le piacesse.
In più i professori avevano già iniziato a riempirli di compiti e lei non riusciva proprio a studiare in Sala Comune dove tutti parlavano solo delle imminenti selezioni di Quidditch.
Così si era rintanata nella biblioteca quasi deserta. Madame Pince l'aveva salutata con un bel sorriso e lei aveva ricambiato, prima di occupare il suo solito tavolo.
Iniziò a girovagare in cerca di qualcosa che la potesse aiutare con la sua ricerca sui vantaggi degli incantesimi non verbali, assegnatale da Piton quella mattina. Nella speranza di riuscire a finire in fretta e trovare il tempo per occuparsi della sua “personale ricerca” sugli usi delle famiglie Purosangue.
Prese due tomi del peso abbastanza importante e li portò senza sforzo verso il suo tavolo. Mancavano pochi metri, quando un'imprecazione la fece trasalire. D'istinto si nascose dietro una delle librerie:<< Porca miseria, Malfoy. Stai attento! >>, sibilò qualcuno poco lontano.
La riccia sentì un'altro bisbiglio e si sporse appena. Non se ne sarebbe mai accorta se non avesse sentito le voci, ma a pochi metri da lei l'aria sembrava quasi grinzosa, appannata, e in alcuni punti le mattonelle che facevano da sfondo erano sfasate; molto probabilmente a causa di un'incantesimo di Disillusione:<< … muoviamoci Nott >>, bisbigliò una voce, che riconobbe quasi subito come quella di Draco Malfoy.
Hermione trattenne il respiro finchè non fu sicura che i due serpeverde se ne fossero andati e che l'aria intorno a lei fosse tornata normale. Poi fece un passo avanti per osservare la direzione da cui provenivano. Davanti a lei si trovava il portone che conduceva alla Sezione Proibita.
Lasciò i due libri su di un tavolo e corse in fretta fuori dalla biblioteca, senza degnare Madama Pince di uno sguardo. Si appostò dietro una collona e con calma iniziò ad osservare l'aria attorno a lei; ci mise un po' ad accorgersene, ma ad una decina di metri di distanza qualcosa non andava, sembra che nel mezzo del corridoio ci fosse un telo trasparente. Prese un bel respiro ed iniziò a seguire quelli che sperava essere Malfoy e Nott, ben attenta a non avvicinarsi troppo.
Ebbe la certezza che non si trattasse solo di una strana visione quandi vide la porta del bagno maschile del secondo piano aprirsi da sola; in fretta si intrufolò in quello femminile, ma rimase appostata vicino alla porta, in attesa che uscissero.
Lo fecero meno di due minuti dopo; non erano più trasparenti, ma continuavano a guardarsi intorno con aria sospetta. Il biondo teneva una mano sotto il mantello e l'altra appoggiata al muro, fingendosi indifferente, anche se non gli riusciva affatto bene.
<< Andiamo, non c'è nessuno >>, disse Nott, tirando il compagno per il mantello.
Draco si lanciò un'ultima occhiata intorno, poi annuì e si diresse verso le scale che portavano ai sotterranei.
Hermione aveva il fiato corto; si sentiva come se avesse appena ingoiato una pluffa.
 
Il giorno seguente a lezione di pozioni non riusciva neanche a concentrarsi sulla Pozione Soporifera che stavano preparando. Era una pozione semplice, che lei aveva già studiato; ma proprio non riusciva a preoccuparsi del fatto che il liquido nel suo calderone fosse troppo scuro rispetto a come dicevano le istruzioni.
Al suo fianco la pozione di Harry era più che perfetta, anzi, era anche più avanti di lei. Tutto merito di quegli stupidi appunti.
Quella mattina lui e Ron erano scesi esaltati, poiché il rosso si era risvegliato alle sei del mattino appeso a testa in giù, per “merito” di un incantesimo scritto a mano dal Principe Mezzosangue. Così lei e Ron avevano litigato per l'ennesima volta, perchè a suo parere lei era solo gelosa di quelo stupido libro.
Quel ragazzo è pazzo!
<< Posate tutto e chiudete i libri! >>, ordinò il professor Lumacorno prima di alzarsi ed iniziare a girare tra i banchi:<< Ottimo signor Malfoy, veramente ottimo, dieci punti a Serpeverde! >>, annunciò assestando una poderosa pacca sulla spalla del ragazzo, prima di dirigersi verso la pozione di Harry, senza degnare di uno sguardo quelle di Ernie e Ron:<< Perfetto come sempre, caro Harry, anche a Grifondoro, dieci punti! >>, disse con un sorriso:<< E lei, signorina Hermione... >>, si interruppe con una smorfia, alla vista della pozione rosso pomodoro della ragazza:<< Oh... beh... >>, borbottò tornando ad osservare quella arancione tenue del moro:<< sono sicuro che con un paio di minuti in più sarebbe stata perfetta >>, disse con un sorriso rassicurante.
La ragazza annuì e senza dire una parola mise a posto le sue cose, in attesa della campanella.
Una decina di minuti dopo erano in Sala Grande e lei si rigirava nel piatto delle carote. Davanti a lei Harry e Ron parlavano ancora di Quidditch:<< Harry, caro >>, la voce del professore di pozioni li interruppe:<< Mi chiedevo se questa sera tu fossi impegnato, ho pensato di organizzare un piccola cenetta privata nel mio ufficio, ovviamente anche lei, signorina Granger, è invitata >>.
<< Vedrò di esserci, professore >>, rispose Harry mimando un sorriso tirato.
Hermione annuì:<< Perfetto. Vi aspetto questa sera alle otto nel mio ufficio. Buonagiornata >>.
Ron osservò i due amici indispettito e, con le orecchie rosse, si esibì in una drammatica lamentela contro il professore ed i suoi favoritismi. Discorso che Hermione non ascoltò minimamente, troppo concentrata a pensare ancora a ciò che aveva visto il giorno prima.
Senza quasi accorgersene spostò lo sguardo verso il tavolo di Serpeverde, dove Draco Malfoy – seduto proprio davanti a lei – parlava con Theodore Nott, mentre Pansy Parkison lo fissava adorante. Dopo un attimo – probabilmente sentendosi osservato – il biondo alzò gli occhi ed incrociò lo sguardo della grifondoro. Per un paio di secondi si fissarono, mentre le conversazioni attorno a loro perdevano significato; poi lei distolse lo sguardo.
Purtoppo bastò quell'istante per far capire tutto al serpeverde.
Draco strinse forte i pugni e si voltò verso Theodore che ora chiaccherava con Blaise Zabini; lo afferrò per una manica e aspettò che lo fissasse:<< La Granger, la Mezzosangue... sa qualcosa che non dovrebbe sapere >>.

Chiedo umilmente a tutti voi di perdonarmi. So di essere in ritardo e che questa non è una buona scusa, ma in questo periodo ho un po' di problemi in famiglia, e tra i compiti e tutto il resto ho davvero poco tempo per scrivere. Penso anche che per il prossimo capitolo ci metterò un po' di tempo, ma cercherò di pubblicare il prima possibile.
Purtroppo le recensioni sono diminuite D: Spero che con questo capitolo risalgano(:
Un bacio a tutti, fatemi sapere che ne pensate ;)
Franci

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Capitolo 6
*** -Ricordi inopportuni ***


Mea culpamea culpamea maxima culpa.
So di essere terribilmente in ritardo e di non meritarmi il vostro perdono ma, spero possiate comunque leggere e recensire il capitolo.
Buona lettura, ci vediamo sotto

-Ricordi inopportuni
<< Avanti! Spiegati! >>.
Draco sbuffò:<< Non lo so Theo... è solo che... mi ha guardato e ce l'aveva scritto negli occhi che sapeva qualcosa di troppo >>.
Il moro si lasciò andare sul proprio letto, sbattendo la testa sul cuscino e premendo forti le mani sugli occhi:<< Come avrebbe potuto venire a sapere qualcosa? Siamo stati attentiss... >>.
Il biondo lo interruppe:<< La biblioteca! >>, disse scattando a sedere al centro del proprio letto:<< Come ho fatto a non capirlo prima!? >>.
Theodoro lo osservò inarcando un sopracciglio:<< Illuminami Malfoy; di cosa staresti parlando? >>.
Nel frattempo Draco si era messo in piedi ed era andato a sedersi da parte a lui sul bordo del letto:<< Quando siamo andati a prendere quei libri in biblioteca... >>, iniziò a spiegare, senza poter fare a meno di lanciare un'occhiata al materasso del suo letto, dove i tomi di magia oscura erano nascosti e protetti da più di un incantesimo:<< … potrebbe averci visto. Non la conosco, ma per quanto ho potuto vedere passa molto tempo sui libri... >>.
Nott scosse la testa, non tanto perchè l'ipotesi del compagno non fosse plausibile, ma perchè quello avrebbe voluto dire solo una cosa; erano fottuti:<< Quando siamo entrati nella Sezione Proibita la biblioteca era deserta >>, ricordò cercando di mantenere la calma.
<< Hai ragione, ma potrebbe essere arrivata mentre noi cercavamo i libri... >>, disse dopo averci pensato su un attimo. Era sicuro che il suo non fosse stato solo un presentimento. La Granger sapeva qualcosa; e questo non poteva essere un bene.
<< Se è come dici dobbiamo intervenire >>, commentò Theodore, che aveva assunto una strana sfumatura giallastra:<< Sai quanto potrebbe essere pericoloso se un'amica di Potter avesse qualche sospetto su di noi? Potremmo – anzi, dovremmo – dirlo a Juno... >>, propose.
Draco annuì con un ghigno sarcastico:<< Certo. Per farci cruciare dall'Oscuro Signore in persona? No grazie. Dobbiamo solo assicurarci che la mezzosangue non vada ingiro a parlare di noi >>, disse.
Il moro annuì a sua volta, grattandosi la nuca:<< Potremmo minacciarla >>, tentò infine:<< non so se sia il caso di usare Maledizioni Senza Perdono. Insomma, un Cruciatis le tapperebbe la bocca ma... >>.
<< No! >>, rispose il biondo d'istinto, ancor prima che il suo cervello potesse elaborare quella parola le sue labbra l'avevano già pronunciata:<< Insomma... è troppo pericoloso >>, aggiunse poi, notando l'occhiata lanciatagli dall'amico.
Nott, suo malgrado, annuì:<< Perchè non provare con un'incantesimo di memoria? >>, domandò dopo averci pensato un attimo su.
Draco annuì:<< Perfetto >>, indolore, veloce e poco appariscente.
<< Lo farai tu >>.
<< Come!? >>.
<< Certo, è un modo perfetto per provare la tua lealtà all'Oscuro Signore, e convincere Juno che non hai nessun interesse nei confronti della Granger >>.
Draco fissava il compagno. Rimase un paio di secondi con la bocca spalancata ed il volto pallido. Non le avrebbe mai fatto del male, almeno non finchè non ce ne fosse stato assoluto bisogno. Se lo era ripromesso il primo giorno. Ma infondo un Oblivio non le avrebbe fatto male; non si sarebbe ricordata di nulla:<< Ok. Ci sto >>.
 
<< Hermione ha un problema >>, disse Harry.
<< Hermione è un problema >>, lo corresse Ron.
<< Ron! >>, lo riprese il moro, scoccandogli un'occhiata di fuoco.
<< Ok, ok. Hermione non è un problema. Ma ne crea in continuazione >>, si corresse Ron, continuando a giocherellare con la sua piuma:<< insomma, sembra che se non trova qualche problema non le vada bene... >>.
Harry scosse la testa alzando gli occhi al cielo; com'era possibile che dopo sei anni ancora non ci arrivasse? Quello con qualche problema era Ron:<< Accipicchia Ron! Come fai a non arrivarci? Hermione vede semplicemente le cose in modo diverso da me o da te. E soprattutto ragiona prima di fare qualcosa >>.
Ron sbuffò come un bambino di due anni:<< Sarà. Ma per me non fa altro che complicarsi la vita >>, annunciò infine.
Harry, arreso, tornò ad esservare la pergamena intonsa davanti a lui, fingendo di voler provare a scrivere qualcosa:<< Però potresti anche essere più gentile con lei... >>, commentò infine, scarabocchiando una riga striminzita di introduzione.
<< Cosa!? >>, scattò Ron, saltando quasi in piedi per la sorpresa.
<< Zitto! >>, lo apostrofò Harry, sorridendo in modo – che lui riteneva – rassicurante agli altri occupanti della Sala Comune che si erano voltati infastiditi:<< Volevo solo dire che se ha un problema noi due dovremmo cercare di starle vicino. Infondo è la nostra migliore amica. E tu, con il tuo comportamento, non migliori di certo la situazione >>.
Ron divenne rosso dalla punta dell'alluce a quella dei capelli e prese a spruzzare orgoglio e testosterone da tutti i pori:<< Dovrei darle ragione!? >>, domandò come se ciò equivalesse a tagliarsi una gamba:<< per cosa!? Per sentirmi dire che aveva ragione e che quel Mangiamorte in realtà è solo un povero burattino maltrattato? >>, era indignato.
Harry, invece, esasperato:<< Va bene. Fai come ti pare! Ti prego solo di avvisarmi quando sarai cresciuto un po' ed io potrò tornare a stare con entrambi i miei due migliori amici nella stessa stanza, senza aver paura che si scannino a vicenda! >>, disse prima di raccogliere le sue cose e sparire su per le scale dei dormitori maschili, senza salutare nessuno.
Per un paio di minuti Ron finse di non essere minimamente interessato alle parole dell'amico, ingannando il tempo scarabocchiando un paio di righe per la ricerca per Piton. Poi però, senza quasi volerlo, spostò lo sguardo su Hermione, che era rannicchiata da sola ad un tavolo, con il viso chino su un'enorme libro e la mano che prendeva freneticamente appunti per la stessa ricerca che stava tentando di scrivere Ron. Quella ricerca era da consegnare il giorno successivo; e non era mai successo che Hermione si ritrovasse a fare un compito la sera del giorno prima. Mai.
Eppure era li, a picchiettare freneticamente con la piuma sulla pergamena, mentre sotto gli occhi le scorrevano veloci centinaia di parole a cui faticava a dare un senso. Tutta per colpa di quel cretino di un serpeverde. Com'era possibile che quella storia la prendesse così tanto!? Non aveva altra scelta; doveva per forza saperne di più.
Sollevò lo sguardo dal libro di Difesa, per incontrare quello di Ron che era seduto dalla parte apposta della sala. Subito il grifondoro – che del tanto decantato coraggio di Godric sembrava avere ben poco – abbassò lo sguardo con le orecchie in fiamma e riprese a scrivere sulla sua pergamena.
Forse doveva arrendersi. Era l'unico pensiero che le passava per la testa, mentre osservava la linea curva della schiena di Ron, piegato sul tavolo.
Iniziava a stancarsi. Era stanca di aspettare che Ron si accorgesse di lei. Era stanca del fatto che lui la trattasse come se lei fosse una cosa sua, ma non come lo può essere una fidanzata o la donna che ami; lei era sua come lo era la Tornado Sette che la madre gli aveva regalato l'anno precedente. Nemmeno con Ginny era così geloso e possessivo.
Eppure sapeva, infondo al cuore, che non sarebbe mai riuscita a dire addio a Ron. Era una cosa più forte di lei. Per quanto potessero litigare o urlarsi dietro, alla fine tornava sempre da lui. Sempre.
A dire il vero, non sapeva se questa fosse una buona cosa o meno.
Chiuse un secondo gli occhi e, quando li riaprì, si concentrò solo sulla ricerca che doveva terminare. Una ventina di minuti dopo, stava appuntando il suo nome a lato del foglio. L'avrebbe riletta l'indomani mattina, ormai era troppo stanca per notare possibili errori.
Si alzò, notando con un pizzico di stupore che la Sala Comune era quasi del tutto deserta, se non per Ron ed un paio di ragazzi del quarto anno. Sollevò gli occhi al cielo e si avvicinò al rosso, posandogli una mano sulla spalla:<< Vado a dormire >>, annunciò:<< Buonanotte. Se finisci la ricerca, domani mattina te la posso correggere >>, aggiunse poi, mentre si voltava verso la scale per il suo dormitorio.
Sentì un flebile “buonanotte” arrivarle alle orecchie, prima che l'immagine della Sala Comune venisse inghiottita dalla tromba delle scale. Forse avrebbe dovuto lascir passare ancora un paio di giorni prima di perdonare Ron, anche se non ricordava bene quale fosse il motivo della sua rabbia, ma in quel momento, si sentiva stranamente felice.
Raggiunse il suo dormitorio con un sorriso.
 
Le selezioni di quidditch.
Quidditch; che stupida perdita di tempo.
Ricordava ancora le parole di suo padre, quando per il suo dodicesimo compleanno gli aveva regalato un libro di pozioni invece che la scopa che lui aveva chiesto: “Il quidditch è per quelli che non hanno ambizioni più grandi”, gli aveva detto.
Molto probabilmente però, era l'unico genitore tra quelli degli studenti di Hogwarts ad aver insegnato così ai propri figli. Sembrava che tre quarti abbondanti della popolazione della scuola si fossero riversati nel campo da quidditch per assistere alle selezioni di Grifondoro, indette da, niente meno che, il famoso Harry Potter.
Patetici.
Anche se, da un certo punto di vista, questa sciocca fissazione gli poteva tornare molto utile. Nonostante i suoi migliori amici fossero patiti di quello sport, non se la vedeva proprio, la puntigliosa prefetta di Grifondoro rincorrere una pluffa in sella ad una scopa.
Era l'occasione perfetta per cancellarle la memoria.
Non che stesse esattamente impazzendo dalla voglia di farlo, ma l'unica altra opzione sarebbe stata quella di raccontare i suo presentimenti a Juno, ed era sicuro che lei non l'avrebbe presa bene. Non aveva scelta.
La biblioteca era deserta. Ancora più deserta di quanto fosse solitamente nel primo pomeriggio. La bibliotecaria era appostata davanti ad una finestra, ed allungava il collo per sbirciare verso il campo da quidditch, dove probabilmente era già riunita una numerosa folla. Uno dei tavoli era occupato da un ragazzo sui quindici anni, con indosso la divisa di Corvonero, e poco lontano due ragazzine massimo del terzo anno di Tassorosso sfogliavano febbrilmente un volume di pozioni. Ed infine l'ultima occupante della stanza; una grifondoro che continuava a leggere un libro ad un tavolo vicino alla finestra, continuando a spostare lo sguardo dalle pagine al parco.
Arrivata al punto alzò nuovamente lo sguardo, per controllare che le selezioni non fossero iniziate, ma davanti a se trovò due iridi grige che la fissavano:<< Ciao >>, salutò Draco Malfoy.
<< Ciao >>, rispose lei, presa un po' alla sprovvista.
Senza chiedere il permesso il serpeverde prese una sedia e si sedette al suo stesso tavolo:<< Perchè non sei insieme agli altri al campo da quidditch? >>, domandò.
Lei si strinse nelle spalle con aria leggermente colpevole:<< Tra poco scendo. Harry è il capitano e Ron partecipa alle selezioni di portiere. Io... io non dovrei proprio stare qui ma... beh, a dire il vero il quidditch proprio non lo sopporto. Speravo che se fossi arrivata anche un attimo in ritardo non se ne sarebbe accorto nessuno. E poi volevo finire il libro >>, spiegò indicando il romanzo che aveva in grembo; le mancavano solo una manciata di pagine.
<< Di cosa parla? >>, chiese Draco, interessato.
La grifondoro lesse il numero della pagina e porse il libro al biondo, in modo che potesse dargli un'occhiata:<< Non è il mio genere di libro, a dire il vero. Però è scritto proprio bene. Parla di una strega che per una serie di eventi si ritrova costretta a vivere nel mondo babbano. La scrittrice è un Nata Babbana. Penso che sia un modo per far capire ai maghi quanto in realtà sia difficile per chi ha sempre vissuto tra i babbani abbituarsi a questo mondo... >>. Si interruppe vedendo che il biondo aveva mollato il libro, quasi come se scottasse:<< é un bel libro, comunque >>, aggiunse dopo un paio di secondo di silenzio.
Lui annuì assente. Rimase ad esservare la copertina rigida del libro appoggiato sul tavolo. Era blu, ed in mezzo, intrecciata al titolo, era disegnata una bacchetta spezzata. Un brivido gli corse per la schiena, riscuotendolo dai suoi pensieri. Si mise in piedi ed osservò fuori dalla finestra, dove un buon numero di studenti fremeva mentre un grifondoro dai capelli corvini strillava ordini:<< Penso che abbiano cominciato >>, annunciò.
Hermione si alzò raccogliendo il suo libro. Guardò anche lei fuori dalla finestra, per vedere Harry che cercava disperatamente di organizzare le selezioni:<< Devo andare >>, disse con rassegnazione.
Draco si voltò, pronto a cogliere al volo l'occasione:<< Ti accompagno. Cosa ne dici? >>, si propose, mostrando l'unico sorriso che gli riusciva in quel momento, gli angoli della bocca protesi verso l'alto, in quella che somigliava più ad una smorfia che altro.
Senza quasi rendersene conto Hermione – più per abitudine – vagliò le sue possibilità. Avrebbe potuto, meglio, dovuto rifiutare l'offerta; ma infondo se non lo avesse visto pochi giorni prima in biblioteca avrebbe volentieri accettato ed aveva deciso che si sarebbe comportata come se fosse tutto normale:<< Sarebbe un'ottima idea >>, rispose infilando frettolosamente tutte le sue cose nella borsa che portava a tracolla.
Quando ebbe finito, Draco la aspettava già sulla soglia della biblioteca. Pronto ad offrirsi di portarle i libri. Il biondo fece per tendere una mano ma la ritrasse di scatto; Hermione iniziò ad incedere a passo svelto per il corridoio, per nulla scalfita dalla pesante borsa che teneva in spalla. Quella ragazza era... stupefacente; come poteva una creatura all'apparenza tanto fragile, riuscire a farsi strada tra tutto senza neanche un'appoggio?
Il biodo scosse con forza la testa. Quei pensieri erano solo insensati e controproducenti. Sbuffò piano e si mise a seguirla verso l'ingresso. Con un paio di lunghe falcate la raggiunse e le camminò da parte per due rampe di scale.
<< Hei, lo hai sentito? >>, domandò d'un tratto, bloccando l'incedere della ragazza, che si voltò ad osservarlo con i piedi ancora voltalti verso la svolta del corridoio.
<< Cosa? >>, domandò senza arretrare.
Draco indicò la porta dell'aula che aveva di fianco:<< Ho sentito un rumore, come un tonfo, venire da qui dentro. Dovremmo chiamare qualcuno? >>.
Hermione ci pensò un'attimo sopra; avrebbe potuto far finta di niente e raggiungere i suoi amici al campo, ma d'altronde era un prefetto, quello era il suo compito:<< No, lascia stare. Sono un prefetto, posso benissimo controllare io >>, spiegò avvicinandosi alla porta ed abbassando la maniglia.
Come si aspettava, la stanza non era altro che una vecchia aula in disuso, con quasi tutte le finestre sprangate e diversi banchi rotti ammassati ad un muro, al quello apposto, si poteva ancora scorgere la sagoma di quella che doveva essere stata una lavagna. Però era deserta:<< Guarda che qui non c'è nessuno >>, disse prima di sentire un leggero tonfo alle sue spalle. Si voltò, trovandosi davanti il biondo che bloccava la porta con un incantesimo:<< Malfoy... cosa...? >>.
Draco sollevò la bacchetta, puntandola verso di lei:<< Scusa. Lo devo fare >>, disse.
<< Perchè? >>.
<< é una cosa che devo fare >>.
Nonostante la situazione Hermione scosse piano la testa:<< Non c'è nulla che dobbiamo fare >>, disse:<< si tratta solo di scelte >>.
Per poco la bacchetta non gli cadde di mano. Era impazzita? In quel momento, per quanto ne sapeva lei, lui avrebbe potuto volerla uccidere; eppure non sembrava spaventata, anzi, era determinata e ferma:<< Non è vero >>, rispose istintivamente.
La riccia non riuscì ad impedirsi di fare un passo indietro davanti al tono duro che il serpeverde aveva usato, ma la sua voce non vacillò:<< Io non so nulla di ciò che sta succedendo. Non so cosa vuoi da me ne cosa dici di dover fare. So solo che, qualsiasi cosa sia, questa è solo una delle opzioni. Qualsiasi cosa sia si ha sempre una scelta >>, disse.
<< Tu non capisci! >>, urlò Draco, in uno scatto d'ira:<< questo è il mio compito. Non. Ho. Scelta. >>. Strinse più forte la bacchetta:<< Stupeficium >>, disse.
Fu tanto veloce da riuscire ad afferrare la ragazza prima che sbattesse a terra. Le sostenne delicatamente la testa e le puntò la bacchetta tra le sopracciglia:<< Oblivion >>, ordinò. Osservò una sottile striscia argentata uscire dalla sua bacchetta ed insinuarsi tra i ricordi della grifondoro. Cancellò tutto ciò che aveva visto quel pomeriggio in biblioteca ed anche quello che era successo pochi attimi prima. Quando ebbe finito poggiò a terra la bacchetta e le scostò un ricciolo dalla fronte:<< Mi dispiace >>, sussurrò.
Fece scivolare la sua testa sul pavimento e le si inginocchiò da parte:<< Innerva >>.
Il petto della ragazza ebbe uno spasmo, come se fosse rimasta troppo tempo senz'aria e finalmente riprendesse a respirare. Si puntellò sui palmi per mettersi a sedere e si guardò intorno con aria frastornata:<< Ma che...? >>.
Con grande stupore da parte a se trovò Draco. Era inginocchiato al suo fianco ed ora le teneva una mano sulla spalla:<< Devi essere inciampata su qualcosa, perchè sei caduta ed hai battuto la testa. Ti ho fatta rinvenire con un incantesimo >>, lasciò che la ragazza si mettesse in piedi e la imitò, tenendole una mano dietro la schiena, senza però toccarla realmente:<< è tutto a posto? >>.
Dalla faccia no; non sembrava tutto a posto. Ma Hermione scosse ugualmente il capo e cercò di sorridere:<< Tutto a posto. Sono solo un po' stordita. Comunque devo andare, mi stanno aspettando >>, disse prima di allontanarsi da lui con passo traballante.
Draco non la seguì. La osservò allontanarsi incerta e poi sparire per il corridoi.
<< Mi dispiace >>, ripetè in un sussurro. E forse, quelle scuse, erano più sincere di quanto pensasse.

Ed ecco(:
Allora, a dire il vero sono stata un sacco indecisa se far fare o no l'incantasimo a Draco, ma alla fine mi è uscito così quindi va bene(: Spero piaccia anche a voi.
Mi scuso ancora x il ritardo e la "cortezza" del capitolo, ma come già detto e ridetto sono incasinatissima.
Vi ricordo di passare dalla mia pagina di Facebook
Un bacio, Franci

 
Chi non recensisce puzza!

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Capitolo 7
*** -Antidolorifico ***


-Antidolorifico
Il giorno delle selezioni di Quidditch della squadra di Grifondoro era passato da un po' ed aveva lasciato un Harry senza voce, un Ron festate, un McLaggen un po' confuso, una Hermione con un consistente vuoto di memoria ed un Draco incazzato.
Aveva fatto ciò che doveva; ora la Granger non ricordava di avere visto lui e Theodore nella sezione proibita della biblioteca, ne del discorso che avevano avuto in quella veccha aula; ma lui si, lui se ne ricordava bene.
“C'è sempre una scelta”, gli aveva detto. Che senso aveva?
Solo una sciocca grifondoro cresciuta nella bambagia avrebbe potuto dire una frase del genere. Che scelta aveva lui? Non ci aveva mai pensato. Non aveva mai preso in considerazione l'ipotesi che potesse esserci un'altra opzione, che non dovesse essere per forza così.
Prima di mettere piede ad Hogwarts, tutto ciò che conosceva erano le lezioni con il professor Luis e quelle con suo padre. Non c'era mai stata... l'occasione di pensare ad un futuro che non girasse intorno alla sua missione.
Lei, invece, gli aveva dato qualcosa su cui pensare.
Prima di quel pomeriggio, non aveva mai immaginato la sua vita al di fuori della missione. Ma, una volta compiuto il suo compito, cosa avrebbe fatto? L'Oscuro Signore gli avrebbe dato un'altra missione e lui sarebbe stato il suo braccio destro, insieme a sua zia Bellatrix? Oppure l'avrebbe lasciato andare, gli avrebbe lasciato vivere un vita normale – per quanto possa definirsi normale la vita di un ragazzo di sedici anni marchiato a vita?
Non se lo era mai chiesto; ma ora quelle supposizioni gli giravano in testa, e si sentiva uno stupido per non essersi mai chiesto cosa ne sarebbe stato del suo futuro.
Era un po' come quando ti fanno notare un difetto di una persona di cui non ti eri mai accorto – come il modo strano di pronunciare una lettera o un particolare tic – e poi continui a concentrarti su quel particolare, senza riuscire a togliertelo dalla testa.
Ed era proprio così per Draco, anche ora, mentre scendeva verso i dormitori di Serpeverde per incontrare Juno, non riusciva a pensare a nulla che non fossero le sue scelte, o meglio, quelle che non aveva avuto.
Theodore lo aspettava appoggiato al muro vicino alla porta della stanza di Juno, con le mani in tasca ed il volto tirato:<< Sono più di venti minuti che ti aspetto >>, sibilò vedendo il biondo.
<< Ero in biblioteca a terminare una ricerca >>, si giustificò avvicinandosi al compagno.
Nott scosse piano la testa, sogghignando:<< Non prendermi ingiro, Malfoy. So benissimo cosa facevi in biblioteca >>, disse.
Draco strinse forte i pugni e distolse lo sguardo:<< Non dire stupidate Nott. Stavo terminando una ricerca >>. Spalancò la porta della camera di Juno.
La ragazza era sdraiata sul letto con un libro tra le mani; le lunghe gambe nude erano intrecciate tra loro ed i capelli scuri aperti a ventaglio sul cuscino. Non distolse la sguardo dalle pagine del libro, ma sollevò una mano facendo cenno ai ragazzi di entrare e i suoi occhi presero a muoversi più frenetici. Un paio di minuti dopo sollevò lo sguardo ed infilò un sognalibro tra le pagine:<< Buongiorno >>, salutò mettendosi a sedere, dopo aver posato il libro sul comodino:<< Quali buone notizie mi portate? >>, chiese accavallando le lunghe gambe.
I due serpeverde si lanciarono un'occhiata confusa:<< Notizie? >>, chiese Draco:<< Pensavamo che ci avessi chiamato qui per qualche aggiornamento... >>, ammise.
Juno annuì, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri come tendaggi al vento:<< Anche. Ma soprattutto, poiché voi non sembravate intenzionati a fare rapporto, ho pensato che sareste stati almeno disposti ad una chiaccherata >>.
Theodoro, come al solito, pendeva letteralmente dalla labbra della ragazza. Non sembrava nemmeno capire veramente cosa dicesse; seguiva solo lo strusciare sensuale della sua bocca rossa:<< Tutto quello che vuoi >>, disse semplicemente, quasi in un sussurro.
Juno camuffò una risata compiaciuta con un sorriso malizioso:<< Bene, allora, prima che io vi fornisca le ultime direttive, voglio un resoconto dettagliato di ciò che avete scoperto dal nostro ultimo incontro >>, ordinò.
Malfoy si schiarì la gola, pronto ad iniziare a raccontare, ma Nott fu più veloce di lui:<< Abbiamo fatto tutto ciò che ci hai chiesto. Abbiamo seguito Silente ed ora conosciamo esattamente la sua routine. In più abbiamo cercato in biblioteca dei libri di pozioni; abbiamo pensato che avvelenarlo sarebbe un'ottima idea: non potrebbero mai risalire a noi e se la pozione è ben riuscita penseranno ad una morte naturale >>, spiegò.
Juno annuì soddisfatta e sul suo bel viso si dipinse un sorriso di approvazione, che fece letteralmente saltare di gioia Theo; se fosse stato un cane, probabilmente avrebbe iniziato a scodinzolare:<< Ottimo. Il vostro Signore sarà lieto di avere buone notizie. Vuole che velocizziate i vostri movimenti. Non è intenzionato ad attendere oltre i due mesi >>, disse.
Draco sgranò gli occhi:<< Due mesi!? Vuoi dire che abbiamo tempo solo fino a gennaio? >>.
<< Esattamente >>.
<< Ma è da pazzi! >>, si lamentò il biondo:<< Non sono ancora riuscito a parlare una sola volta con quell'uomo e tu... >>.
Juno si mise in piedi e fece un paio di passi in avanti, trovandosi così a pochi centimetri di distanza dal ragazzo. Nonostante fosse di una decina di centimetri più bassa, i suoi occhi brillavano glaciali e quando parlò, la sua voce era impregnata di autorità:<< Questi sono gli ordini Malfoy. Non mi importa cosa pensi. Questo è ciò per cui sei stato addestrato e ciò che farai >>.
Draco distolse la sguardo e chinò leggermente il capo:<< Va bene >>, rispose senza trovare il coraggio di ribattere: “Dimostrati inferiore ai chi ti è superiore e superiore a chi ti è inferiore”, gli aveva insegnato suo padre, a suon di punizioni.
<< Ottimo >>, commentò la ragazza, facendo scivolare un dito sulla sua clavicola, prima di tornare a sedersi sul letto:<< Ora ho una domanda per te, Draco >>. Attese che il biondo la guardasse negli occhi prima di proseguire:<< Perchè hai obliviato la mezzosangue? >>.
Draco si sentì gelare. Fu come se tutto il sangue che scorreva nelle sue vene diventasse solide o freddo:<< C-come? >>, domandò ed, un secondo dopo aver sentito l'esitazione nella sua voce, si sarebbe schiantato volentieri da solo.
Juno invece, davanti a quell'esitazione sorrise:<< Perchè hai obliviato la mezzosangue? >>, ripetè:<< non fingerti stupito, Draco, ad Hogwarts anche le pareti hanno occhi ed orecchie. So esattamente cosa è successo ed il motivo per cui hai fatto ciò che hai fatto. Ma ciò che non capisco è perchè un Oblivion e non un Avada Kedavra? >>.
Giusto Draco, perchè un Oblivion e non un Avada Kedavra? Perchè obliviarla e non ucciderla?
Sentiva ancora la vene gelate. Il sangue non aveva ripreso a circolare ne sembrava intenzionato a farlo; e con esso, neanche la bocca ed il cervello davano segni di vita. Intanto Juno continuava a fissarlo con quell'espressione di potere e soddisfazione che aveva perennemente stampata in viso e Theodore era teso quanto una corda di violino. Prese un bel respiro, pronto a rifilarle la scusa che aveva usato con Nott:<< Un Oblivion è più pulito che un omicidio. Non pensi che qualcuno avrebbe avuto qualche sospetto ritrovando la migliore amica di Potter morta? >>.
La mascella di Juno si irrigidì giusto un secondo, prima che la sua proprietaria tornasse a sorridere:<< Ottima intuizione, Malfoy >>, commentò:<< ti hanno istriuto bene >>.
Annuì, quasi come se fosse un complimento, quasi:<< C'è qualcos'altro? >>.
<< No. Null'altro, per ora >>.
Draco annuì di nuovo e lanciò un'occhiata a Theodore che – palesemente contro voglia – si staccò dalla parete a cui era a appoggiato e soprattutto, staccò gli occhi di dosso alla proprietaria della stanza:<< Bene, allora andiamo >>, disse, cercando di attirare la sua attenzione.
Juno annuì e si sdraiò sul letto, nella stessa posizione di quando i due erano arrivati, accavallando le gambe in modo che la gonna – leggermente alzata – lasciasse che una coscia tonica facesse bella mostra di sé:<< Vi farò sapere se ci saranno novità >>, disse riprendendo il suo libro.
<< Bene >>, fu tutto ciò che Draco disse a mo' di saluto.
Uscì dalla stanza dovendosi quasi tirare dietro un Theodore adorante e soprattutto sbavante:<< è... è... meravigliosa >>, sussurrò il ragazzo, sbattendo piano gli occhi come davanti ad una visione.
Il biondo scosse piano la testa, quasi schifato all'idea di dover rispondere, mentre una frase gli ronzava per la testa:
Ad Hogwarts anche le pareti hanno occhi ed orecchie.
 
Harry e Ron erano andati agli allenamenti di quidditch.
Non che le dispiacesse avere un po' di tempo solo per se, anzi...
Solo che... ultimamente si sentiva un po' messa da parte. Nonostante fosse all'incirca una settimana che i suoi rapporti con Ron andavano bene – più che bene – quell'anno c'era qualcosa di strano tra loro tre.
Gli anni in cui riuscivano a passare le giornate insieme, camminando sotto braccio per il parco erano ormai passati. Lei era sempre stata diversa da loro, ma pensava che la vera amicizia potesse passare sopra qualsiasi cosa; invece...
Ron ed Harry passavano le giornate a parlare di quidditch e di quanto fossero in ritardo con i compiti, mentre lei, come suo solito, rimaneva interi pomeriggi china sui libri. Era una ragazza e questo peggiorava ancora di più la situazione. Più di una volta aveva avuto il terrore che, tutto ciò per cui Harry e Ron la volevano vicino era il suo cervello. Ma no, si diceva, loro ti vogliono bene.
E bene glielo volevano di sicuro, ma sembravano avere uno strano modo per dimostrarglielo.
Questi erano i motivi per cui non si era sentita di raccontare ai suoi due migliori amici i suoi dubbi. Non riusciva a capire bene cosa, ma le stavano succedendo delle cose strane.
Per primo, aveva due grossi vuoti di memoria; non ricordava di un'intero pomeriggio di una decina di giorni prima; ed il giorno delle selezioni di Quidditch di Grifondoro si era ritrovata, non sapeva come, distesa sul pavimento freddo di una vecchia aula vicino a Malfoy. In più, quest'ultimo, la perseguitava; era quasi sicura che non fosse una paranoia, lui era in qualsiasi posto lei andasse; lui c'era sempre. E la sua presenza era diventata così morbosa da darle quasi gli incubi la notte.
A peggiorare ancora la situzione c'era il fatto che Malfoy – nonostante la seguisse di continuo – non le rivolgesse la parola da giorni.
Ed in tutto questo casino, Hermione era sull'orlo di una crisi di nervi.
Attorno a lei succedeva qualcosa di strano, qualcosa di cui lei non riusciva a mantenere il controllo; e lei odiava le cose che non era in grado di controllare.
Sollevò lo sguardo dal libro di pozioni che teneva in grembo senza riuscire veramente a leggere qualcosa; Grattastinchi era acciambellato ai suoi piedi e faceva le fusa, mentre un paio di ferri sferruzzavano quello che doveva essere un capellino a dimensioni di elfo domestico.
Sbuffò piano e si impose di finire di leggere la pagina sulle pozioni soporifere.
<< Hem... Hermione? >>.
Per Merlino, cosa c'è ancora!?
<< Si? >>.
Davanti a lei, in tutto il suo splendore dorato, se ne stava Lavanda Brown, con le guance in fiamme:<< Hem... Hermione >>, ripetè, torturandosi le mani:<< posso... posso farti una domanda? >>; alla sue spalle, Calì annuì incoraggiante.
<< Hem... certo >>, rispose lei stupita, chiudendo il libro dopo aver messo un segnalibro. Conosceva Lavanda e Calì da sei anni e, nonostante non fossero grandi amiche, poteva considerarle una buona compagnia; da quando la conosceva, non aveva mai visto la bionda Lavanda così in difficoltà. Quest'ultima prese un bel respiro e si portò un boccolo dietro l'orecchio, agitata:<< Io mi... si insomma... mi chiedevo: tu conosci bene Ronald Weasley, vero? >>, chiese.
Ma che razza di domanda era!? Certo che conosceva bene Ron! Ci passava la maggior parte del tempo insieme! Se non lo conosceva lei...:<< Si. Perchè? >>.
Le guance piene di Lavanda presero subito colore, diventando di un bel rosso acceso:<< Si, perchè... perchè io... ecco... mi chiedevo se fosse... impegnato >>, disse osservando con ostinazione la punta delle sue scarpe.
Per un qualche strano motivo – che nemmeno lei capiva – quella domanda infastidì molto Hermione:<< In che senso? >>, domandò, nonostante avesse capito benissimo cosa volesse sapere.
La bionda lanciò un'occhiata ti puro terrore alle sue spalle, cercando un po' di appoggio da parte di Calì, ma quella non la considerò, sembrava imbarazzata almeno quanto l'amica:<< Si, mi chiedevo se Ron fosse... hem ... fidanzato >>, disse.
La riccia serrò pugni e mascella e chiuse gli occhi. Si prese due secondi per poter ragionare con calma; per prima cosa lei non aveva mai avuto nulla contro Lavanda – anche se, nonostante questo, in quel momento l'avrebbe volentieri scaraventata giù dalla torre di Grifondoro – perciò non c'era motivo per essere infastiditi della sua presenza e per secondo, a lei non importava assolutamente del motivo per cui le interessasse la vita sentimentale di Ron. Così, dopo la breve riflessione, aprì gli occhi tentando un sorriso:<< No Lavanda, Ron non è fidanzato >>, rispose con voce calma e controllata.
La bionda lanciò un'urletto eccitato, prima di coprirsi la bocca sorridente con un mano:<< Grazie Hermione! >>, squittì prendendo Calì sotto braccio:<< non sai quanto mi rende felice questa notizia! >>.
E così, come era arrivata, sparì in un turbinio di riccioli biondi fuori dalla loro stanza.
Hermione abbandonò definitivamente il libro e si lasciò cadere di peso sul letto; c'era qualcosa che non andava in lei. Chiuse gli occhi, nella speranza di cancellare quei brutti pensieri dalla tasta, quando sentì un'urlo provenire dalla Sala Comune. Si mise di colpo a sedere e corse fuori dal dormitorio e giù per le scale.
Una consistente folla si era radunata al centro della sala, attorno ad un'esile figura dal capelli scuri, che singhiozzava al centro della stanza. Da diligente prefetto qual'era, dopo aver richiamato tutti all'ordine, Hermione avanzò verso la ragazza in lacrime, per capire cosa fosse successo:<< Hei... stai calma. Raccontami che succede >>, disse poggiandole una mano sulla spalla.
La mora sollevò lo sguardo; era una ragazza del terzo anno – una di quelle che ultimamente assillavano Harry all'incirca ventiquattro ore su ventiquattro – se non errava si chiamava Jane, ed il volto pallido era rigato di lacrime:<< Ro-rom... Romilda è... è... >>, le parole si spensero in un susseghirsi di singulti e singhiozzi.
Hermione le fece segno di fermarsi ed iniziò a respirare lentamente, aspettando che la ragazza facesse lo stesso. Quando i singhiozzi furono cessati le fece nuovamente la domanda:<< Ok, ora raccontami cosa è successo >>.
La mora annuì e prese un bel respiro:<< Romilda era scesa al campo da quidditch per... seguire un allenamento e... beh, si è avvicinata troppo e l'ha colpita un bolide. In infermeria madama... madama Chips le ha dato un'antidolorifico ma... ma... >>, il suo labbro aveva ripreso a tremare, si vedeva che tratteneva a stento le lacrime:<< non so cosa... cosa sia successo ma... le ha fatto un brutto... oh, non lo so! È stata malissimo e mi hanno buttata fuori dall'infermeria mente lei... era... a terra e... e... >>, nuovamente la sua voce fu sovrastata dai singhiozzi e non riuscì più a dire nulla.
Hermione le diede un paio di pacche sulla schiena cercando di tranquillizzarla. Appena una ragazza della sua stessa età, con due spesse trecce chiare, prese il suo posto abbracciando Jane, lasciò la Sala Comune.
Davanti all'infermeria erano radunate alcune ragazze con almeno un paio di anni meno di lei, tutte strette in un abbraccio con le lacrime agli occhi:<< Cosa è successo? >>, domandò alle grifondoro.
Una delle ragazze sollevò il volto dalla spalla di un'amica e squadrò la riccia per un paio di secondi:<< Non so cosa abbia fatto madama Chips >>, disse con tono acido:<< le ha dato un qualche suo intruglio e Rom-romilda è caduta a terra. Ha iniziato a tremare e... >>, si interruppe per un attimo, mentre la ragazza a cui era appoggiata scoppiava a piangere, nonostante il suo viso fosse già rigato di lacrime:<< Quella vecchia! >>, riprese con più veemenza:<< mi chiedo perchè Silente la tenga ancora qui! Ha sbagliato qualcosa di sicuro e Romilda... >>, scrollò le spalle e rimase zitta ad accarezzare la testa dell'amica, che ora piangeva sulla sua spalla.
Hermione bussò alla porta dell'infermeria e, non ricevendo alcuna risposta, l'aprì; dell'infermiera non c'era traccia, ma uno dei letti era occupato da Romilda Vane, aveva la pelle pallida ed i capelli scuri erano aperti a ventaglio sul cuscino candido. Le si avvicinò piano, quasi terrorizzata all'idea che si potesse svegliare.
<< Signorina Granger! >>, la voce di madama Chips le fece distogliere lo sguardo dal volto della grifondoro:<< cosa ci fa qui? >>, domandò.
<< Oh io... beh, in qualità di prefetto era venuta a controllare cosa fosse successo. Le amiche di Romilda sono decisamente sconvolte, mi sembrava il caso di capirci qualcosa di più... >>, disse voltandosi verso la donna, senza riuscire ad ammettere che in realtà quella ragazza non le era mai piaciuta ed era solo curiosa.
Madama Chips abbassò lo sguardo, perdendo per un attimo il suo solito contegno:<< A dire il vero non lo so... >>, disse:<< è venuta qui con un ematoma sulla fronte causato da un bolide; nulla di particolare e ho pensato di metterle un unguento che potesse guarirlo, ma non lo trovavo. Così le ho semplicemente dato un antidolorifico e lei... beh, è... è caduta a terra ed ha iniziato a tremare. Aveva le convulsioni e gli occhi girati all'indietro e... >>, si interruppe, era palesemente frustrata; ma dopo un lungo sospiro, riprese a parlare con il suo solito tono pratico:<< Fortunatamente le ho dato un antidoto in tempo ma... >>, spostò lo sguardo sulla ragazza e scosse il capo.
In quel momento la porta dell'infermeria si aprì e fece il suo ingresso Silente in persona:<< Scusa il disturbo Poppy ma mi chiedevo... >>, sollevò lo sguardo e vide Hermione:<< Oh, signorina Granger. È un piacere vederla, anche se forse l'infermeria non è il luogo migliore... è successo qualcosa? >>, si interessò.
A rispondere fu madama Chips:<< La signorina Granger è venuta qui per accertarsi delle condizioni della signorina Vane. C'è stato un piccolo problema. Forse è il caso di radunare i professori e discuterne con calma. Ma prima, per cosa eri venuto qui? >>, domandò.
Silente scosse una mano a mezzaria con noncuranza:<< Nulla di grave Poppy, sono sicuro che la salute della signorina Vane sia più importante. Solo, questa mattina mi sono svegliato con un'insistente mal di schiena, volevo chiederti un antidolorifico >>.
Rimasero tutti per un attimo in silenzio, poi il preside si voltò verso Hermione:<< è molto diligente da parte sua, signorina Granger, venire qui ad accertarsi delle condizioni della signorina Vane. Ma ora ce ne occuperemo noi professori. Può andare >>.
La riccia annuì e, dopo un cenno del capo a mo' di saluto, lasciò la stanza. Superò senza dire nulla le grifondoro in lacrime e si avviò a passo svelto verso il cortile interno. E quando arrivò, Draco era la. Seduto a terra con la schiena appoggiata ad una colonna e lo sguardo rivolto al paesaggio. Nonostante fosse li fisicamente, era palese che la sua mente fosse lontana.
Hermione si sarebbe volentieri lanciata addosso uno schiantesimo; la voglia di avvicinarglisi era fortissima; sapeva che quel ragazzo aveva qualcosa che non andava ma... se ne sentiva attratta, era più forte di lei. Scosse forte la testa e diede le spalle al giardino; doveva andare a parlare con Harry e Ron, subito.
Nel momento in cui lei gli diede le spalle, Draco si voltò e tutto ciò che riuscì a vedere fu una chioma di ricci castani, che spariva dietro un'arco. Strinse forte i pungi e sollevò lo sguardo verso il cielo, dove il gufo nero che aveva spiccato da poco il volo, non era più che un punto scuro, in quell'oceano celeste.

Chiedo clemenza!
So di essere in ritardo e che sulla pagina di facebook (se non avete ancora messo mi piace correte a farlo!) avevo detto che avrei aggiornato entro ieri, ma giusto ieri mattina mio padre mi ha detto che sarei stata da lui x il weekend (-.-'') e quindi sono tornata a casa da scuola (scuola il sabato mattina... blah!) e ho fatto tutto di corsa, così ho dimenticato il computer; ergo, non ho potuto aggiornare.
Escluso ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto. é stato un po' difficile da scrivere perchè ovviamente Hermione non ricorda nulla di ciò che ha visto e sentito, ma l'incantesimo di Draco non può ovviamente cancellare del tutto la sensazione che lui le nasconda qualcosa quindi è un po' un casino xD Spero anche che l'idea di Romilda e dell'antidolorifico sia abbastanza originale, ma spetta a voi giudicare...
Quindi recensite in tanti a ci vediamo al prossimo capitolo(:
Un bacio, Franci

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Capitolo 8
*** -Paranoia ***


 
-Paranoia
<< Hermione, tu sei paranoica >>.
<< Può anche darsi, ma ciò non toglie che la cosa sia sospetta >>.
Harry si tolse gli occhiali e si massaggiò gli occhi:<< Sai, vero, che ciò che dici è un'accusa molto pesante? >>, chiese ignorando le proteste di Ron.
Hermione sembrò offesa:<< Certo che so che è un'accusa pesante! Ma ti ho detto che ho sentito con le mie stesse orecchie Silente dire che stava cercando un'antidolorifico; ed indovina un po'? Romilda è stata avvelenata giustappunto da un'antidolorifico! >>.
Ron sbuffò e scosse la testa, prima di portare la braccia in alto ed iniziare a dondolarsi sulla sedia. Poco lontano Lavanda si lasciò andare ad un sospiro di ammirazione. Hermione si voltò e la gelò con lo sguardo, prima di tornare a guardare Harry, nella speranza che almeno lui potesse alscoltarla:<< Non lo so. Chi mai potrebbe volere uccidere Silente? >>, chiese.
Hermione sorrise, come ovvio, era preparata per questa domanda:<< Uno qualsiasi dei Mangiamorte! >>, rispose sporgendosi sul tavolo con fare cospiratorio:<< insomma, Silente è l'unico uomo di cui Colui che... V-Voldemort abbia paura. Puoi immaginare quanto sarebbe felice se uno dei suoi seguaci lo levasse di mezzo... >>, spiegò in un sussurro, senza calcolare minimamente Ron che, dopo aver sentito quel nome era quasi caduto dalla sedia.
Anche Harry non lo calcolò:<< Di questo ne sono sicuro. Ma pensi che qualcuno sarebbe così stupido da attaccare il Preside proprio qui, ad Hogwarts? >>.
A memoria d'uomo non si ricordava che fosse mai successo che Hermione non sapesse rispondere ad una domanda. Rimase zitta per quasi un minuto, mentre sui volti dei suoi amici si stavano disegnando sorrisi di vittoria:<< Forse proprio perchè nessuno se lo aspetta.... >>, tentò mordendosi un labbro, afflitta.
<< Nessuno se lo aspetta perchè sarebbe stupido, Hermione >>, le ricordò Harry.
<< Dai Hermione, smettila. Ti stai facendo tanti problemi per nulla >>, fu il commento di Ron, di cui – chissà per quale motivo – la ragazza non si stupì affatto.
Si alzò, stringendo con forza la borsa dei libri:<< Pensatela come volete. Per me c'è qualcosa sotto >>, disse con voce più alta.
Harry scosse la testa; sembrava stanco. La notte prima aveva avuto un'altra lezione con Silente; quando era rientrato in Sala Comune, l'orologio aveva battutto da diversi minuti l'una:<< Hermione... non ti offendere, dove vai? >>.
<< Non sono offesa. Vado in biblioteca a fare un compito di Aritmanzia >>, rispose mettendo la borsa a tracolla:<< Ci vediamo a cena >>.
Il ritratto della Signora Grassa si chiuse dietro di lei e ad Hermione sembrò di ricominciare a respirare dopo una lunga apnea. Non l'avevano ascoltata. Sapeva che non lo avrebbero fatto, era il motivo per cui all'inizio non voleva dirgli nulla, ma infondo al cuore pensava che, in qualità di suoi amici, sarebbero almeno stati a sentire ciò che aveva da dirgli.
E invece no.
Ron era troppo occupato ad autocommiserarsi e staccarsi di dosso un'etichetta – quella del “secondo in tutto” - che, senza accorgersene, si era dato da solo. Mentre Harry... Harry era il Ragazzo che è Sopravvissuto; aveva troppo a cui pensare per stare ad ascoltare le paranoie di una ragazzina.
Eppure, nonostante sapesse, come sempre si era illusa che per una volta l'avrebbero ascoltata, invece si accorgevano di lei solo nel momento del bisogno.
Si sentiva come un supporto trasparente. Come una rete per un trapezzista: il trapezzista guardava avanti, senza bisogno di accertarsi che sotto di lui ci fosse la rete: lui lo sapeva; sapeva che se fosse caduto la rete lo avrebbe salvato.
In biblioteca ci andò davvero, ma non riuscì a scrivere più che un paio di righe del compito.
<< Ciao Hermione. Anche tu qui? >>.
Sollevò lo sguardo dalla pergamena praticamente intonsa che si ostinava a fissare, per incontrare un paio di occhi sporgenti e chiarissimi:<< Luna! Mi hai spaventata >>, sussurrò mentre la corvonero prendeva posto vicino a lei.
<< Non era mia intenzione spaventarti >>, spiegò Luna:<< solo che ti ho vista qui tutta sola e sembravi così... triste >>, disse poggiamendo sul tavolo un libro intitolato “Creature invisibili, come vederle”.
<< Non sono triste, è solo che... >>.
La ragazza non la lasciò finire:<< Non me ne vuoi parlare >>, terminò per lei:<< Sai, quando ero piccola la mia mamma mi diceva sempre che quando c'è qualcosa che ci affligge bisogna parlarne con qualcuno perchè così il peso da portare si dimezza >>, spiegò dopo un paio di secondi di silenzio.
Hermione sorrise:<< Tua madre doveva essere una donna davvero intelligente >>, commentò.
<< Si, infatti >>, rispose Luna sorridendo tra se.
<< Ti manca? >>, domandò Hermione mentre abbandonava completamente il compito, chiudendo i libri e riponendo la piuma.
Luna si strinse nelle spalle:<< A volte. Ma papà mi dice sempre che le persone che amiamo non ci abbandonano mai veramente se sappiamo tenerle nel cuore >>.
<< é una cosa davvero molto bella >>, disse la riccia, quasi commossa:<< dovresti dirlo ad Harry. Penso che avrebbe bisogno di qualcuno che possa capirlo... >>.
Luna rimase un attimo zitta, torturando inconsciamente con la mano la collana fatta di tappi di burrobirra che portava al collo:<< è per Harry che sei triste? >>, chiese:<< perchè hai paura di non riuscire ad aiutarlo? >>.
E senza quasi rendersene conto, Hermione si ritrovò a confidarsi con la persona più improbabile del mondo:<< Non è questo. È solo che... penso che per loro – lui e Ron – il mio aiuto sia scontato. Credono che io ci debba essere per forza e non... non si sentono in dovere di dimostrarmi che mi vogliono bene o che ascoltano quello che gli dico e... e non credono a ciò che gli racconto. Pensano di avere sempre ragione loro, perchè io sono solo una paranoica... >>.
<< Non importa quello che dicono gli altri. È vero se tu ci credi >>, disse Luna, sorridendo tanto da mettere in evidenza due fossete ai lati del viso pallido.
<< Un'altra perla di saggezza di tua madre? >>.
Se possibile, il sorriso parve allargarsi ulteriormente:<< Esatto >>. Si alzò, ancora sorridente, e prese tra le braccia il suo libro:<< Ora devo andare Hermione. È stato un piacere parlare con te; molto più di quanto immaginassi, a dire il vero... >>. E senza attendere alcuna risposta, se ne andò, lasciando Hermione in dubbio se ridere o piangere.
 

<< Non è compito mio. >>.
<< Si che lo è! >>.
La mora scoppiò in una risata fredda e vibrante:<< Chi sei tu per dirmi cosa devo fare? >>, domandò.
<< Sono un professore >>, rispose l'uomo mentre una vena sulla tempia sinistra iniziava a pulsare pericolosamente.
Juno rise di nuovo per mezzo secondo, poi la sua espressione si fece di ghiaccio:<< Non farmi ridere Severus. Sappiamo benissimo entrambi per quale motivo sei ancora qui >>, Piton fece per ribattere, ma lei continuò imperterrita:<< Non sei null'altro che una spia. Ricordatelo bene >>.
L'uomo sembrava avere qualcosa sulla punta della lingua; qualcosa che, dalla sua espressione, non doveva essere molto carino, ma, alla fine, abbassò intelligentemente lo sguardo:<< Cosa devo fare? >>, domandò.
Il volto di Juno si illuminò; amava il potere e sapeva di possederne molto, ma soprattutto, adorava quando riusciva a sottomettere persone adulte che, in qualsiasi altro caso, le sarebbero state superiori:<< Voglio che lo segui >>.
Piton scosse la testa:<< Seguirlo? >>, chiese stupito:<< Non lo aveva affidato a te? >>.
La ragazza sembrò indispettirsi:<< A me è stata affidata la missione. Non posso e non voglio fare da balia ad un sedicenne un po' confuso >>, spiegò.
<< Quindi dovrò fargli io da balia? >>, domandò il professore, stringendo i pugni sotto la scrivania.
Juno sollevò e riabbassò le sopracciglia:<< Se vuoi metterla in questi termini... >>.
Rimasero per qualche istante entrambi in silenzio; l'uno arrabbiato l'altra scocciata:<< Bene. Credo di non avere altra scelta >>, disse infine Severus.
La ragazza si alzò:<< Esatto >>, disse lisciando le pieghe della gonna della divisa. Si avviò verso la porta, ma prima di aprirla si voltò:<< E mi raccomando, professore, mi faccia subito sapere se nota qualche... comportamento anonimo in Malfoy >>, non attese una risposta, prima di uscire dell'aula.
Avanzò per i corridoi sorridendo tra se; poteva ritenersi soddisfatta.
Si affacciò ad una finestra ed osservò il parco. Al campo da quidditch c'erano degli allenamenti; corvonero, a giudicare dal colore delle divise. Per il resto il giardino era quasi del tutto deserto, se non per qualche ragazzino solitario che vagava per lo più senza una meta.
Poi la vide.
Era sola tanto quanto gli altri, avvolta in un mantello scuro, mentre i capelli ricci frustavano l'aria alle sue spalle. Procedeva contro vento, la ragazza.
Quanto le sarebbe piaciuto e quanto sarebbe stato facile lanciarle da lì un'Avada Kedavra. Probabilmente nessuno l'avrebbe scoperta.
Prese la bacchetta e se la rigirò tra le dita. Vite e pelo di coda di thestral, tredici pollici e un quarto, rigida. Una bella bacchetta. Una bacchetta forte. Nata per uccidere.
Scosse la testa e la ripose al suo posto, senza staccare gli occhi da Hermione.
Un giorno, forse lontano, ma un giorno, l'avrebbe uccisa con quella sua stessa bacchetta.
 

Era il giorno della partita.
Se non avesse visto la faccia verde di Ron, appena pochi minuti prima, avrebbe detto che era più agitata lei che tutta la squadra. Tra Harry, Ron e Ginny qualcuno si sarebbe sicuramente fatto male.
Ma la faccia di Ron quella mattina a colazione fu impagabile. Fissava il centro esatto del suo piatto vuoto, con le mani giunte in grembo ed il volto cereo:<< Non mangi nulla? >>, gli chiese sua sorella proprio mentre Hermione prendeva posto accanto a loro.
Ron scosse il capo, nel palese tentativo di reprimere un conato di vomito:<< Invece ti farebbe bene mangiare qualcosa, Ron! >>, esclamò Harry, mollandogli nel piatto un'enorme fetta di pane tostato.
Hermione prese una fetta di crostata di mirtilli:<< Non ho fame >>, borbottò Ron.
<< Almeno bevi un po' del caffè, o del succo di zucca! >>>, propose Harry, allungandogli un calice ricolmo di un liquido arancio.
<< Ron! Non lo bere! >>, urlò Hermione.
Ron si bloccò con la mano sollevata a mezzaria ed il succo che schizzava fuori dal calice:<< Perchè? >>, domandò stupito.
La riccia lanciò un'occhiata di rimprovero ad Harry, prima di spiegarsi:<< Ci ha messo dentro qualcosa... una pozione, prima di passartelo. Lui... >>.
Il rosso la interruppe:<< Con “una pozione” intende la Felix? >>, chiese in un sussurro, osservando l'amico.
Harry sollevò le mani con i palmi alzati, come per far vedere che non stringeva nulla:<< Non so di cosa stiate parlando >>; disse con un mezzo sorriso sulle labbra.
Hermione lo guardò nuovamente con rimprovero:<< Non è vero Ron... >>, ma non fece in tempo a finire la frase che il rosso si era già sgolato per intero il contenuto del calice.
<< Andiamo, Harry? Magari riusciamo a fare un giro di riscaldamento... >>, propose Ron alzandosi in piedi, mentre il suo viso prendeva velocemente colore.
<< Come vuoi >>, disse Harry imitandolo.
Si allontanarono di un paio di passi, poi Ron tornò indietro per recuperare il suo pezzo di pane tostato e se lo infilò in bocca, sorridente.
<< Buona fortuna, Ron! >>, urlò Lavanda con il voltò in fiamme, prima che i due sparissero oltre il portone.

 
Lo giornata era splendida, perfetta per il quidditch.
Gli spalti erano gremiti di gente urlante e festante.
Ovvio, Grifondoro contro Serpeverde; quella che probabilmente era la partita più attesa dell'anno. Tutti erano schierati e lo stadio sembrava quasi addobbato di decorazione rosso/ oro e verde/ argento. Hermione era seduta accanto a Luna, che indossava un improbabile copricapo a forma di testa di leone – che, volendo, sapeva anche ruggire – e fingeva di non sentire Lavanda e Calì strillare e sghignazzare da pochi posti di distanza.
Le due squadre entrarono in campo nello stesso momento: non ne era sicura, ma le sembrava che almeno un paio dei componenti della squadra di Serpeverde non fossero quelli che dovevano essere; in particolare uno dei cacciatori che non sembrava avere più di tredici anni:<< Ai posti! >>, ordinò Madama Bumb, un'attimo prima che tutti si alzassero di un metro da terra, tranne i due capitani che si avvicinavano per stringersi la mano:<< Esigo un gioco pulito. Da tutti >>, ordinò l'insegnante mentre i capitani si squadravano con odio.
Harry tornò dalla sua squadra, con uno saguardo serio e saltò in sella alla scopa.
La partita iniziò e, come ovvio, i Serpeverde non furono corretti. Nonostante ciò, in meno di dieci minuti, Grifondoro segnò due punti e Ron parò tre tiri. Le tribune rosse ed oro erano in subbuglio ed inneggiavano a gran voce uno dei pezzi di “Perchè Weasley è il nostro re” che i Serpeverde cantavano l'anno prima, perfettamente riveduta e corretta.
Ron era fantastico.
Circa mezzora dopo Harry, sospeso a diversi metri da terra, scrutava ansiosamente il cielo, nonostante la situazione fosse di ottanta a trenta per Grifondoro. Mentre Katie Bell volava verso gli anelli con la pluffa sotto braccia, Ron fingeva di dirigere il coro che cantava la sua canzone.
Poi, d'un tratto, Harry fece una terribile virata, spingendo la sua scopa alla massima velocità. Tutti – giocatori compresi – trattennero il fiato mentre anche il cacciatore di Serpeverde si lanciava all'inseguimento del boccino. I due proseguirono per qualche secondo spalla contro spalla, poi Harry, con un'ultimo scatto afferrò la sfera dorata tra le dita. Il pubblico scoppiò in applausi ed urla di gioia, mentre Lee Jordan annunciava al microfono la vittaria di Grifondoro per duecentottanta a quaranta.
Negli spogliatoi i grifoni erano già in subbuglio, continuavano ad abbracciarsi e canticchiare “Perchè Weasley è il nostro re” mentre si cambiavano.
Prima di lasciare gli spogliatoi Ginny, Katie e Demelza corsero e stampare tre grossi baci sulle guance di un più che mai imbarazzato Ron.
Alla fine rimasero solo il rosso ed Harry:<< Vai alla festa >>, disse il secondo:<< io devo rimanere ancora qualche minuto per mettere tutto a posto. Poi vi raggiungo... >>.
<< Harry... >>, prima che Ron potesse rispondere, entrambi si voltarono per vedere la figura di Hermione che si stagliava contro il cielo azzurro alle sue spalle:<< Dobbiamo parlare Harry. Io non ho detto nulla perchè voi siete i miei migliori amici ma... insomma... il tempo era bello, dei giocatori di Serpeverde stavano male e Ron ha parato praticamente tutti i tiri... >>.
Ron scosse la testa e la interruppe:<< Smettila Hermione. Anche se Harry avesse... fatto ciò che ha fatto che problema ci sarebbe? >>, chiese.
Le guance della ragazza divennero rosse per l'indignazione:<< Ronald, sono un prefetto! Per l'amor del cielo, le sei anche tu! Non posso fare finta di nulla davanti ad una scorettezza del genere e... Harry? Stai ridendo? >>.
Il moro dava le spalle ai due e sogghignava piano tra se. Si voltò, stringendo tra le dita una boccetta in vetro sottile, contenente un liquido dorato. La cera che teneva chiuso il tappo era completamente intatta:<< Non gliel'hai data. >>, commentò la riccia.
Harry annuì. Ron spalancò la bocca:<< Quindi tu... io... >>, il ragazzo fece nuovamente cenno di sì, sorridente. Il rosso, contro ogni previsione, si voltò verso Hermione e la osservò con odio:<< Ron ha parato praticamente tutti i tiri! >>, urlò facendole il verso:<< E invece, cara Hermione, sono abbastanza bravo da riuscire a vincere una partita senza bisogno di una pozione! >>.
Gli occhi scuri della ragazza brillavano a causa delle lacrime:<< I-io... io non ho mai detto questo >>, cercò di difendersi in un sussurro.
<< Certo! Intanto io ho vinto. E non certo grazie al tuo supporto o all'aiuto di una pozione. Adesso me ne vado a festeggiare; alla mia festa! >>, annunciò prima di lasciare impettito lo spogliatoio.
Harry ed Hermione rimasero un'attimo in silenzio:<< Beh... Hem... saliamo? >>, propose poi il ragazzo, che sembrava decisamente deluso dallo sviluppo degli eventi.
La grifondoro si strofinò gli occhi, imponendosi di non piangere:<< Oh, vacci tu! Io quando fa così proprio non lo sopporto... >>, e scomparve fuori nel parco, mentre Harry si malediceva per le sue stupide idee.

 
Ron era uno stupido, ma questo lei lo sapeva da circa sei anni.
Eppure ogni volta ci rimaneva sempre più male. Perchè ogni volta, dopo che avevano fatto pace, riusciva quasi a convincersi che no, infondo Ron non poteva essere così stupido... ed invece... Bam! Se ne usciva fuori con una delle sue solite stupidate e rovinava tutto.
Rovina sempre tutto.
Però, tra i due, la sciocca che ci stava male era lei.
Anche se, solo per quella volta, forse lui aveva un po' di ragione. Infondo ciò che gli aveva detto avrebbe potuto essere facilmente frainteso; ed insomma... Ron non spiccava esattamente per il suo acume, forse sarebbe bastato che andasse da lui e gli spiegasse come stavano le cose.
Prese la sua decisione e svoltò verso la torre di Grifondoro, avanzando a passo di carica con sguardo deciso:<< Maltafinocchia >>, ordinò alla Signora Grassa.
Lei non accennò a muoversi:<< Li senti quei ragazzacci? Stanno facendo un baccano infernale! >>, si lamentò:<< sei un prefetto, fa qualcosa! >>.
Hermione cercò di sorridere:<< Certo, se lei mi fa passare vado subito a... >>.
Il ritratto la interruppe:<< Tutto per il quidditch! Che sciocco spreco di tempo! Ed io li conosco a quelli! Andranno avanti tutta la notte ad urlare e... >>.
<< Maltafinocchia! >>, ripetè la riccia, che fremeva dalla voglia di entrare in Sala Grande e chiarirsi con Ron.
La Signora Grassa sbuffò:<< E va bene >>, disse facendosi da parte:<< ma voglio che tu li faccia stare zitti >>.
Aspettò che il ritratto chiudesse il buco dietro di lei, poi con un bel respiro si immerse nella folla. All'inzio non distinse nulla; solo un accozzaglia di colori e facce conosciute. Cercava qualcosa di Ron; una ciocca di capelli rossi, un naso lungo ricoperto di lentigini...
Lo trovò e...
Il
mondo
le
cadde
addosso.
I capelli color carota non si vedevano neanche, nascosti da una chioma di boccoli dorati; e così era anche per il naso, affondato nella guancia morbida di qualcuna. Una grifondoro bionda. Probabilmente Lavanda. Comunque, non lei.
La parte razionale del suo cervello le consigliò di cercare Harry – nella speranza di non trovare anche lui troppo impegnato per ascolarla – e farsi dare una spiegazione, poi poi valutare con calma tutta la sitazione.
Ma in quel momento il suo bel cervellino sembrava essere qualcosa di completamente staccato dal suo corpo. Diede le spalle alla Sala Grande, lasciadosi dietro Lavanda, Ron, i suoi sentimenti, il suo amore, i suo amici e la sua casa. Corse, perchè era l'unica cosa che riuscisse a fare.
Ron era uno stupido. Lavanda era una stupida. Ma chi voleva prendere ingiro? L'unica stupida li dentro era lei che ci aveva creduto!
Stava per nascondersi dietro la porta di una vecchia aula, quando si scontrò con qualcuno:<< Attenta >>, le sussurrò una voce maschile, mentre delle mani pallide e sottili l'afferravano per gli avambracci.
<< Scusa >>, rispose lei piano, concentrandosi per non scoppiare in lacrime. Sollevò lo sguardo e per un'attimo le sue intenzioni vacillarono; le sue iridi castane furono offuscate da un mare di lacrime mentre osservava Draco Malfoy che la sosteneva. Alzò gli occhi perchè nulla ne traboccasse e fece un passo indietro.
<< Dovresti stare attenta a dove vai >>, commentò il biondo, rimettendosi ben dritto:<< Potresti farti male >>.
<< Si, grazie >>, rispose lei senza guardarlo.
Draco la studiò per un attimo, soffermandosi sulle guance in fiamme e gli occhi lucidi:<< Va tutto bene? >>, domandò forse più per interesse che per cortesia.
Lei scosse la testa, cercando di allontanare tutti i pensieri che la affollavano:<< Si... io stavo... stavo cercando un'aula per allenarmi con un incantesimo >>, disse.
<< Vuoi allenarti con un incantesimo adesso? Mentre a Grifondoro staranno festeggiando la vittoria? >>, chiese divertito, osservandola con un mezzo sorriso.
Hermione si strinse nelle spalle, continuando a tenere gli occhi fissi sul muro di fianco a loro:<< Non adoro il quidditch. Ne le feste, a dire il vero >>, ammise.
<< Allora abbiamo altre due cose in comune >>, commentò Draco, felicemente sorpreso.
Rimasero un attimo in silenzio, così decise di porle una domanda:<< Che incantesimo volevi provare? >>, chiese.
Hermione estrasse la bacchetta e si guardò intorno. Nel corridoio c'era una pergamena abbandonata, scarabocchiata di appunti; era ridotta in uno stato pietoso e doveva essere li da almeno un mese; strinse la bacchetta e la puntò verso di essa:<< Avifors >>, ordinò.
Subito la pergamena si divise in una decina di pezzetti minuscoli, che, dopo essersi accartocciati su se stessi, si trasformarono in altrettanti uccellini dalle piume gialle, che presero a cinguettare appena sopra la testa di Hermione:<< Sono bellissimi >>; sussurrò Draco osservando quelle creaturine a bocca aperta.
<< Non è nulla di che >>, sottolineò lei, osservando i volatili che ora si disperdevano per il corridoio ed ora tornavano indietro:<< sono i fondamentali della trasfigurazione >>.
<< Io a dire il vero conosco ben poche streghe di sedici anni che sanno fare magie come questa >>, commentò osservando gli uccellini, incantato.
<< Diciasette >>, lo corresse lei.
<< Diciassette, cosa? >>, domandò lui.
<< Diciassette anni >>, si spiegò:<< sono nata il 19 settembre 1979. Ho un'anno in più rispetto a tutti i miei compagni perchè per il primo settembre dell'anno in cui avrei compiuto undici anni ero ancora troppo piccola >>.
Draco le rivolse un sguardo strano:<< Questo non cambia nulla >>, annunciò in tono solenne, come se quella frase nascondesse un sacco di sottintesi:<< è comunque strabiliante >>, aggiunse dopo un'attimo di silenzio, con tono più leggero.
Hermione sorrise portandosi un ricciolo ribelle dietro l'orecchio:<< Grazie >>, disse.
Il biondo aveva notato i suoi occhi lucidi, ma al posto di andarsene per lasciarla da sola rimase lì immobile a fissarla:<< Hermione... io... >>, iniziò, fermandosi poi, senza saper bene come avrebbe voluto finire la frase.
<< Hermione! >>, entrambi si voltarono di scatto, Harry Potter correva nella loro direzione con gli occhiali storti ed i capelli scompigliati, anche più del solito:<< Hermione >>, ripetè appena la raggiunse:<< Ma cosa...? >>.
Draco prese subito in mano la situazione:<< Penso che nessuno ci abbia mai ufficilamente presentato. Io sono Draco Malfoy ed ovviamente tu sei Harry Potter >>, si presentò.
Harry osservò la mano del serpeverde sospesa a mezzaria come se gli avesse teso un tentacolo:<< Che succede, Hermione? >>, domandò voltandosi verso l'amica.
Lei distolse lo sguardo e si strinse le braccia al petto:<< Niente. Mi stavo solo esercitando >>, disse facendo un cenno con il capo in direzione degli uccellini che le svolazzavano attorno.
Il moro stava per dire qualcosa, ma una risata risuonò per il corridoio, facendo voltare tutti. Da dietro un angolo comparve Ron avvolto in un maglioncino rosso con la lettera R stampata sul petto; al suo braccio era attaccata una più che esaltata Lavanda Brown:<< Ron... >>, sussurrò Harry, mentre il suo volto diventava cereo e si voltava per osservare Hermione che, accanto a lui, sembrava diventata una statua di ghiaccio.
<< Ops... >>, bisbigliò Lavanda continuando a ridacchiare, prima di stringersi più vicino al rosso.
Lui cercò di fare un passò di lato, senza staccare gli occhi da Hermione:<< Che succede? >>, domandò osservando con la coda dell'occhio Draco, che era a pochi centimetri dalla ragazza.
<< Mi stavo esercitando >>, spiegò lei in un sussurro.
Ron sollevò lo sguardo verso i canarini gialli e sorrise tra se:<< Sono davvero bellissimi >>, commentò.
<< Oh, Ron-Ron! >>, esclamò la bionda tirandolo per un braccio:<< andiamo dai.. >>.
Lui si sciolse dalla sua presa:<< Vai avanti tu, ti raggiungo >>, disse.
Lavanda gli rivolse un sorrisino:<< Bene. Non farmi aspettare troppo >>, disse prima di andarsene saltellando.
Il silenzio calò sui quattro, che presero a squadrarsi l'uno con l'altro.
<< Dovresti andare Ron. Non vorrai farla aspettare troppo >>, disse infine Hermione con gli occhi completamente asciutti e la voce acida.
Ron fece un passo indietro:<< Sei sicura che sia tutto a posto? >>, domandò insicuro.
La riccia chiuse un attimo gli occhi e strinse con forza la bacchetta che teneva tra le mani. Riaprì gli occhi ed osservò i suoi uccellini:<< Oppugno! >>, ordinò, ed in meno di un secondo i volatili si lanciarono in piacchiata contro Ron, che sollevò le braccia per coprirsi il viso, urlando ed imprecando.
<< Tu sei tutta matta! >>, strillò prima di andarsene verso dove era scomparsa Lavanda.
Gli animali scomparvero, trasformandosi in ciò che in realtà erano: un foglio di carta.
Hermione diede le spalle ai due, stringendo gli occhi per non scoppiare in lacrime.
Non davanti ad Harry. Non davanti a Malfoy.

Gutantag :D
Allora, so di avervi fatto aspettare tanto, ma in questo periodo e davvero, davvero tutto un casino e quindi questo obrobrio di capitolo è tutto ciò che sono riuscita a scrivere.
So che ha un sacco di pezzi che non centrano nulla tra di loro ma... beh, spero possiate perdonarmi.
In più un paio di pezzi sono quasi solo accennati (es la partita) perchè non volevo che risultasse noioso poichè erano praticamente uguali ad Harry Potter ed il principe mezzosangue.
Spero comunque che appreziate e che mi lasciate una recensioncina in più (3 sono un po' poce D:)
Quindi ci vediamo al prossimo capitolo, mi raccomando, iscrivetevi dalla mia pagina di facebook ;)
Un bacio, Franci
PS: Non trovate anche voi che Luna sia adorabile? **
Una piccola recensione per voi, è un grande passo per uno scrittore

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Capitolo 9
*** -Un passo indietro ***


 

-Un passo indietro

Hermione sedeva sul suo letto, mentre fuori nuvole nere, grondanti di pioggia, si ammassavano nel cielo notturno. Nei letti vicini al suo Calì e Lavanda dormivano beatamente; la prima russando, la seconda sussurrando un nome che Hermione si impegnava a non ascoltare.

Fuori dalla finestra riusciva a scorgere uno squarcio di cielo ed anche uno spicchio del parco, dove, solo poco ore prima, aveva parlato con Draco. A proposito di quello si sentiva veramente una stupida: come aveva potuto ridursi così?

Un giorno sua nonna le aveva detto: “Solo le persone a cui teniamo possono ferirci”. Era vero? Lei teneva a Draco? Sua nonna non aveva mai sbagliato, e sicuramente lei ci teneva abbastanza perchè un suo rifiuto la ferisse.

Perchè si era comportato così?

Le persone non cambiano da un giorno all'altro, questo Hermione lo aveva capito; quindi cosa poteva essere successo? Nonostante ciò che gli aveva detto sapeva che le sue origini e la sua Casa non c'entravano nulla; se avesse avuto dei pregiudizi, semplicemente l'avrebbe tenuta alla larga fin dall'inizio.

Il suo cervello era continuamente punzecchiato dall'idea che forse non era lui a volerla allontanare, ma che forse non aveva avuto altra scelta. Nonostante la parte razionale del suo cervello sapesse che quell'ipotesi era dettata solo dalle sue speranze, non riusciva a cancellarla completamente.

Non aveva comunque detto nulla ad Harry, né tantomeno a Silente. Questo non voleva dire che non fosse ancora arrabbiata, ma la curiosità aveva avuto il sopravvento: doveva scoprire cosa stesse succedendo: da sola.

 

<< Concentrati Draco. Dobbiamo trovare una soluzione >>.

Draco chiuse con un tonfo il libro che aveva davanti e si sfrego i polpastrelli contro gli occhi:<< Scusa Theodore >>, rispose:<< è solo che questa notte non ho dormito per nulla bene >>.

Anche il moro chiuse il suo libro e si sporse verso il compagno:<< Hei, senti, qual'è il problema? So che non è facile per te... è tutto nuovo eccetera, ma, se c'è qualcosa che non va, con me puoi parlare >>, gli disse, cercando di non essere troppo invadente.

Il ragazzo scosse la testa:<< No, va tutto bene >>, rispose.

Theodore si lasciò andare indietro, dondolandosi sulla sedia. Poi, d'un tratto, scattò in piedi:<< Ho trovato! >>, annunciò entusiasta:<< so qual'è il tuo problema. Hai bisogno di una distrazione >>.

Draco inarcò un sopracciglio:<< Una... distrazione? >>, domandò titubante.

<< Sì! È ovvio che tu ti senta stanco. Quanto tempo è che non fai altro che pensare solo a scuola e missione? >>, chiese:<< Almeno da quando sei arrivato ad Hogwarts! >>, si rispose da solo:<< Quindi ti serve una vacanza >>, decretò infine.

Il biondo sgranò gli occhi e si morse la lingua per non ridere:<< Tu stai scherzando... >>.

<< Non sto scherzando. Ascoltami, se tu riuscissi a pensare a qualcos'altro per... che so, mezza giornata... >>, spiegò tutto esaltato:<< Questo sabato >>, aggiunse poi, guardando il compagno con sguardo serio:<< c'è la gita ad Hogsmade >>, lo informò.

Draco scosse la testa:<< Non sono qui per fare vita sociale >>, lo informò:<< ho una missione ed intendo portarla a termine al più presto, per poi andarmene da questo posto >>, disse sicuro, sottolineando il concetto riaprendo il libro e ficcando il naso tra le pagine ingiallite:<< Dobbiamo trovare un modo per farli arrivare qui. E in fretta >>, ricordò.

Quella stessa mattina, dopo una lunga discussione – nascosti da un Muffliato gettato contro ogni muro della loro camera – avevano decretato che, finchè fossero stati solo loro due, non sarebbero mai riusciti ad attaccare direttamente Silente: gli serviva un diversivo. E cosa poteva esserci di meglio che una decina di mangiamorte che portavano scompiglio per il castello?

Theodore lo fissò per un paio di minuti, poi, arreso, si strinse nelle spalle e tornò anche lui a concentrarsi sulle loro ricerche:<< Ho detto ad Hermione che non sono più intenzionato a parlarle >>, spiegò chino sul libro qualche minuto dopo, rompendo il silenzio.

Theodore sollevò lo sguardo ed i suoi occhi parvero illuminarsi, come se una scintilla fosse scoppiata dietro di essi:<< La Granger! >>, esclamò come se in quel nome ci fosse la soluzione di tutti i loro problemi.

<< Cosa “la Granger”? >>, chiese Draco.

Il moro si sporse verso il compagno, facendo segno anche a lui di avvicinarsi:<< Ascoltami, su libri come “Spezzare sortilegi e maledizioni” non troveremo certo un modo per infrangere le protezioni di Hogwarts >>, ammise leggendo un titolo a caso tra quelli dei libri sparsi sul tavolo della biblioteca:<< ci serve qualcuno. Qualcuno che conosca veramente bene il castello >>, spiegò.

<< Ok, ti seguo. Ma cosa c'entra Hermione con questo? >>, chiese.

Theodore sembrava spazientito:<< Punto primo: è la migliore amica di Potter; la Granger, non Hermione >>, sottolineò sollevando l'indice:<< Punto secondo >>, ed alzò anche il medio:<< poiché non possiamo sfruttare un professore, ci serve qualcuno tra gli studenti che conosca bene Hogwarts e non conosco nessuno di più appropriato >>.

Draco aveva seri problemi a capire il collegamento:<< Ok, ma continuo a non capire cosa c'entri la Granger >>.

<< Cavolo Draco, ti facevo più sveglio! >>, si lamentò il serpeverde:<< conosci qualcuno di più adatto? >>, domandò.

Il ragazzo scosse la testa:<< A dire il vero no. Ma non sarebbe più... prudente cercare qualcuno di Serpeverde? O almeno qualcuno che non sia tra i più stretti amici di Potter... >>.

<< Penso di no >>, rispose l'altro:<< quanti studenti pensi si siano letti una ventina di volte “Storia di Hogwarts”? >>, domandò.

Draco si strinse nelle spalle:<< In ogni caso non ci aiuterebbe mai spontaneamente >>.

Il viso di Theodore si illuminò di un sorriso furbo:<< Non ho mai detto che lo avrebbe fatto spontaneamente >>, disse ghignando.

Il volto del biondo, già solitamente pallido, al contrario diventò cereo:<< Vuoi... costringerla? >>, domandò con gli occhi fuori dalle orbite. L'altro annuì:<< Sai che non possiamo utilizzare nessuna Maledizione Senza Perdono nei confini di Hogwarts, vero? >>.

<< Certo che lo so >>, rispose Theodore:<< Infatti non stavo affatto pensado ad un Imperius. Potremmo semplicemente ricattarla >>, suggerì.

Draco iniziava a stancarsi di quella conversazione:<< Ricattarla? Ma se non la conosciamo nemmeno! >>, protestò.

Ma il moro non sembrava sentire ragioni. Con un colpo di bacchetta ordinò ai libri di tornare al loro posto e un istante dopo afferrò il compagno per il maglione, trascinandolo fuori dalla biblioteca:<< E dove andiamo ora? >>, chiese il ragazzo.

<< Da Juno! >>, rispose l'altro mentre scendeva le scale per i sotterranei.

La serpeverde era nella sua stanza, intenta ad aggiungere parole ad una pergamena già lunga una trentina di centimetri. Come suo solito, quando i due entrarono, non staccò gli occhi dalla lettera, ma aspettò di terminarla e la arrotolò con calma, bloccandola con uno stemma in ceralacca:<< Cosa volete? >>, domandò infine.

<< Ho avuto un'idea! >>, esordì Theodore raggiante.

Juno si allontanò dalla scrivania, per sedersi sul suo letto:<< Wow. È incredibile, pensi dovrei segnarmelo sul calendario? >>, chiese con freddo sarcasmo.

Il moro non parve ascoltarla:<< Ho la soluzione ai nostri problemi! >>, continuò raggiante:<< Il suo nome è Hermione Granger! >>.

Al suono di quel nome Juno si ritrasse, sembrava un falco, pronto a balzare sulla preda:<< Cosa!? >>, chiese in un sibilo.

Questa volta il ragazzo parve preso in contropiede. Sbattè un paio di volte le palpebre e riprese a parlare molto più titubante di prima:<< He-Hermione Granger. Stavamo pensando che... >>.

Juno, senza preavviso, esplose:<< Come se voi sapeste pensare! >>, urlò:<< Hermione Granger! Hermione Granger cosa!? >>, domandò.

Theodore era praticamente schiacciato contro la parete della camera:<< Era... era solo un'idea... una... >>.

La ragazza lo interruppe di nuovo:<< Adesso mi dici qual'è l'idea >>, ordinò.

Il moro annuì e, passandoci dentro due dita, si allargò in nodo della cravatta:<< Stavo... stavamo, io e Draco, pensando che avremmo bisogno di trovare un modo per rendere possibile la materializzazione ad Hogwarts, anche solo per qualche minuto. Pensavo... pensavamo che far arrivare qui gli altri mangiamorte potesse essere la soluzione migliore >>, spiegò sempre più esitante ed intimorito dallo sguardo di Juno.

Quest'ultimo si incupì d'un tratto, mentre la ragazza si portava una mano al mento ed inziava a rimuginare in silenzio. Dopo più di un paio di minuti di immobilità assoluta, Juno si strinse nelle spalle e sollevò la testa:<< Con ciò cosa c'entrerebbe la Granger? >>, domandò.

Theodore, un po' rincuorato, si affrettò a rispondere a quella che era diventata la domanda del giorno:<< Abbiamo bisogno di qualcuno che conosca bene Hogwarts. Qualcuno che mi... ci possa aiutare ad abbattere gli incantesimi difensivi >>, disse:<< non possiamo fidarci di nessun professore, tranne forse di Piton e... >>.

<< Piton è fuori discussione >>, lo interruppe lei.

<< Appunto >>, convenne il moro:<< quindi non ci resta che cercare uno studente che conosca tutto di Hogwarts. Purtroppo penso che nessuno di Serpeverde possa vantare di conoscerla tanto bene... quindi... >>.

Juno approfittò di quell'istante di esitazione per prendere parola:<< Quindi la nostra unica opzione sembra essere la Granger >>, terminò. Prese un lungo respiro, passandosi le mani tra i capelli:<< Dobbiamo essere veramente disperati per prendere anche solo in considerazione l'ipotesi di chiedere aiuto ad una mezzosangue. E non una mezzosangue qualsiasi, quella... Granger! >>, commentò, ma sembrava essere sul punto di arrendersi all'idea.

Theodore sorrise:<< Quindi siamo d'accordo? >>, domandò.

La serpeverde si strinse nelle spalle:<< Se non avete idee migliori... >>.

<< Ma questa è un'ottima idea! >>, ora il ragazzo sembrava entusiasta:<< inizialmente avevo pensato di usare l'Imperius... >>.

<< Ma sarebbe impossibile farlo senza farci scoprire >>, lo interruppe Juno.

<< Infatti, così stavo pensando di trovare un qualche modo per corromperla o ricattarla >>..

Draco notò con piacere che il compagno aveva ripreso ad utilizzare il singolare; non voleva avere nulla a che fare con quella stupida idea, ma...:<< E tu Draco? Cosa ne pensi? >>, domandò Juno, puntando gli occhi glaciali su di lui.

Il biondo si morse la lingua per non imprecare, poi rispose:<< Non so se sia una buona idea. La Granger mi sembra molto... fedele ai suoi ideali >>.

<< Lo penso anche io >>, ammise Juno:<< ed è per questo che, se siete convinti di voler portare a termine questo piano, abbiamo bisogno di qualcosa o qualcuno che le faccia cambiare idea >>, commentò senza spostare di un millimetro lo sguardo, fisso su Malfoy.

Il ragazzo rimase a fissarla per un paio di secondi, finchè il suo cervello non collegò ciò che la ragazza aveva detto:<< I-io? >>, chiese esitante. Juno annuì:<< M-ma... ma neanche due giorni fa mi hai detto che non dovevo più averci nulla a che fare! >>.

<< Ho cambiato idea >>, fu la semplice risposta della mora:<< Hai solo due opzioni: o fai ciò che ti dico di tua spontanea volontà o lo prendi come un ordine >>, disse mettendosi in piedi ed avvicinandosi al ragazzo:<< Tu tornerai da quella mezzosangue e le chiederai scusa. Ti avvicinerai a lei quanto più ti è possibile e poi la porterai dalla nostra parte. Da me >>.

Draco sostenne lo sguardo della ragazza per diversi secondi, le avrebbe volentieri urlato in faccia, avrebbe voluta sputare a terra ed andarsene, o ancora meglio estrarre la bacchetta e puntargliela contro, ma riabbassò lo sguardo:<< Come desideri >>, disse arreso.

 

<< … gli dava addirittura fastidio che il barista si chiamasse come lui! Si vedeva che non era... >>.

Romilda Vane era stata definitivamente trasferita al S.Mungo, i medimaghi sostenevano che, se la dose di veleno somministrata fosse stata maggiore, la ragazza non avrebbe avuto speranze.

Lo stesso giorno in cui la ragazza era stata avvelenata, il professor Silente aveva bisogno di un antidolorifico.

Un istante dopo Malfoy stava spedendo un gufo a chissà chi...

<< Hermione? Ci sei? >>, Harry le sventolava una mano davanti agli occhi, osservandola con aria leggermente infastidita:<< Va tutto bene? Mi hai sentito? >>.

La riccia scosse la testa per riordinare i pensieri:<< Certo. Mi dicevi che Silente era andato all'orfanatrofio dove si trovava T-Tom >>, rispose pronunciando il nome di Voldemort con la solita esitazione che Harry non sopportava.

Il moro alzò gli occhi al soffitto:<< Questo te l'ho detto circa venti minuti fa. Sei stata tu a chiedermi di raccontarti dell'ultima lezione con Silente perchè dopo... dopo tutto quello che è successo non avevamo avuto tempo di parlarne >>, le ricordò raddrizzandosi gli occhiali sul naso.

<< Si, si, si! >>, rispose Hermione, leggermente imbarazzata all'idea di essere stata colta in flagrante:<< Lo so. Hai ragione, ti stavo seguendo infatti. Continua, voglio sapere >>.

Harry sbuffò e le mise una mano sulla spalla:<< Ascoltami Hermione, se c'è qualcosa che non va devi dirmelo >>, la ragazza non rispose:<< è per lui? >>, domandò lui, indicando con il mento qualcuno alle sue spalle.

Hermione si voltò; seduti su una delle poltrone vicino al camino c'erano Ron e Lavanda; o meglio, c'era un ammasso di ricci biondi e gambe. Strinse le labbra, reprimendo un conato di vomito e si rivoltò verso Harry:<< No >>, rispose.

Il ragazzo rimase stupito dalla risposta lapidaria, ma fece finta di nulla:<< Ok. Quindi non me ne vuoi parlare? >>.

<< Si... cioè, no, non è questo, è proprio che non c'è nulla >>, cercò di spiegare mantenendo un sorriso tirato.

Harry la osservò ancora un po', stringendosi poi nelle spalle:<< Ok, allora, ti dicevo: Silente gli ha spiegato come arrivare a Diagon Alley e gli ha anche chiesto se voleva che qualcuno lo accompagnasse.... >>.

Coincidenze? L'esperienza aveva insegnato ad Hermione che le coincidenze non esistevano. Esisteva solo una rete di fatti e decisioni che portava – magari per puro caso – determinate persone a fare determinate cose, ma non erano mai coincidenze.

Quindi, com'era possibile che per puro caso Silente avesse bisogno di un antidolorifico proprio quando questo era stato avvelenato, poco dopo l'arrivo a scuola di un figlio di mangiamorte?

Draco c'entrava qualcosa, ma non riusciva a convincersi che Draco avesse tentato di uccidere Silente.

Sollevò lo sguardo, per incontrare gli occhi smeraldo di Harry, che brillavano, eccitati per le nuove scoperte:<< … poi se n'è andato, e non lo ha rivisto fino al giorno dell'apertura di Hogwarts... >>.

Come avrebbe potuto far carico al suo migliore amico di un'altro problema? La sua schiena trasportava da troppo tempo massi troppo pesanti per la sua giovane età e la ferita del suo cuore – quella infertagli dalla morte di Sirius – era ancora aperta e sanguinante.

No, anche se era dura, avrebbe dovuto pensarci da sola.

<< Hermione? Posso parlarti? >>.

Hermione sollevò lo sguardo su Harry, che guardava qualcuno con le sopracciglia aggrottate; alle sue spalle, Cormac McLaggen si dondolava sui talloni, con le mani intrecciate dietro la schiena:<< Posso parlarti un attimo? >>, ripetè.

La riccia guardò ancora una volta l'amico, che si strinse nelle spalle come a darle il permesso, tornò a guardare il grifondoro:<< Certo >>, rispose con un sorriso, mentre metà della sua testa era ancora persa tra i pensieri che la torturavano.

<< Hem... qui? >>, domandò Cormac, sgranando gli occhi:<< perchè non cerchiamo... un posto più... appartato? >>.

Hermione ignorò le occhiate di Harry che le perforavano la schiena e seguì il ragazzo verso un'angolo meno affollato della Sala Comune:<< Allora? Cosa volevi chiedermi? >>, domandò.

Cormac prese un lungo respiro e si esibì in un sorriso smagliante:<< Volevo chiederti se ti va di accompagnarmi alla festa di Natale organizzata dal professor Lumacorno >>.

<< Io veramente... >>.

Pensavo di andarci con Ron.

Se non fosse stato che in quell'esatto momento Ron stava pomiciando sulla poltrona lì accanto con quell'ochetta della Brown.

<< Ci vai con un'altro? >>.

Hermione prese un sospiro:<< Non lo so. Sto... sto aspettando una risposta >>, mentì.

Cormac annuì e le sorrise, carezzandole con braccio:<< Certo. Fammi sapere in fretta, sappi che non mi piace aspettare >>, le disse prima di allontanarsi verso il dormitorio maschile.

La riccia chiuse un istante gli occhi, prima di tornare al tavolo dove Harry l'aspettava. Passando da parte alla poltrona sulla quale stavano Ron e Lavanda lanciò un'occhiata ai due.

No. Ron ha fatto una scelta, ora io devo fare la mia.

 

Correva per i corridoi Hermione Granger; cinque pesanti tomi nella borsa a tracolla ed altrettanti stretti tra le braccia; non le erano mai pesati i libri, quello era un peso piacevole per lei, il peso della tanto amata conoscenza; come avrebbe potuto risultare sgradevole?

<< Hermione! Aspetta! >>.

Quella voce era fin troppo conosciuta. Hermione si maledisse per aver riconosciuto subito quella sfumatura calda ed il tono leggermente aristocratico che aveva in ogni situazione. Non si fermò nemmeno, continuò con la sua marcia, stringendo con più forza i libri al petto.

<< Hermione! Devo parlarti! >>, ritentò il giovane serpeverde, aumentando il passo e superando gli ultimi due gradini di una scala con un balzo: doveva raggiungerla

<< Che sfortunata coincidenza: io invece non ho nulla da dirti >>, fu l'unica risposta che ricevette dalle labbra rosee della grifondoro.

Draco, esasperato, estrasse la bacchetta:<< Petrificus Totalus >>.

Hermione cadde a terra con orrore ed indignazione, se non fossero state fredde come il ghiaccio, le sue guance sarebbero diventate rosse di offesa, mentre per la mente le ronzavano già un paio di incantesimi che avrebbe voluto provare contro Malfoy.

Quest'ultimo le si avvicinò con la bacchetta ancora stretta in pugno:<< Scusami, ma non mi hai lasciato altra scelta. Se mi prometti di non scappare ti libero subito >>. Non c'era bisogno di parole: gli occhi della grifondoro – l'unica cosa che potesse muovere – erano fissi in quelli del ragazzo, ardenti di sfida e determinazione:<< A quanto pare no >>, mormorò Draco tra sé, felicemente sorpreso di tanto ardore.

Gli occhi castani non si mossero di un millimetro, forse in attesa di chiarimenti, o solo di avere la loro meritata vendetta. Draco prese un lungo sospiro e, dopo aver invocato Salazar, Merlino e l'Oscuro Signore in persona perchè lo proteggessero, si fece coraggio:<< So che non è il modo migliore per avere una conversazione civile, ma volevo solo scusarmi. Veramente, sono stato terribile l'altra sera. Quindi voglio solo... vorrei rimangiarmi quello che ho detto, vorrei che tu... facessi finta di nulla, perchè infondo mi piace la tua compagnia... >>, il ragazzo si interruppe un istante, stupendosi di quanto quel monologo imparato quasi a memoria risultasse sincero: non avrebbe voluto doverle dire addio:<< Quindi puoi... perdonarmi? >>, domandò con un'ultimo sospiro.

Hermione era ancora sdraiata a terra, con braccia e gambe strette e rigide, ma gli occhi – quegli stessi occhi nocciola, che erano stati in grado di far innamorare l'irremovibile e freddo Viktor Krum – brillavano di qualcosa di nuovo, non più di rabbia o sfida, brillavano e basta, fissi in quelli di ghiaccio di lui.

<< Ora ti libero >>, annunciò Draco:<< ti prego solo di non scappare o schiantarmi >>, sollevò la bacchetta e, con un movimento di polso ed un “Finite incantatem” appena accennato, Hermione fu di nuovo libera.

Ci mise un istante per riprendersi. Si sollevò a sedere, ripiegando le gambe sotto il corpo e scuotendo con forza le testa, che le dava un lieve senso di vertigini. Quando fu certa di essere tornata in sé sollevò la testa per guardare Draco.

Il ragazzo le regalò un mezzo sorriso, tendendole la mano:<< Sono perdonato? >>, domandò.

Hermione aveva per la testa almeno un centinaio di buone ragione per dirgli di no, la mente e l'intuito le strillavano di rifiutare e di lasciarselo per sempre alle spalla ma quelle scuse così sincere, che mai, neanche nei suoi sogni, si sarebbe aspettata di sentire, le strinsero il cuore:<< Perdonato >>, disse accettando la mano di Draco. Senza sapere che così, stava tendendo la mano verso la sua rovina.

Ecco qua!
Scusate se vi avevo detto che avrei pubblicato ieri, ma ci sono stati degli imprevisti...
In ogni caso, questo è un capitolo un po' strano, aspetto con ansia il vostro parere :D
Per i nuovi lettori, o per chi non l'avesse ancora vista, questa è la mia pagina d'autore su facebook
http://www.facebook.com/pages/Chanel483-EFP/267132773302174
Mi aspetto tante belle recensioni e ci vediamo al prossimo capitolo :D
Un bacio, Franci

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Capitolo 10
*** -Quello che si deve fare ***


 
-Quello che si deve fare
<< Puoi benissimo far sapere a Ronald che non ho nessun problema con lui. Semplicemente non trovo il motivo per cui dovrei avere bisogno di parlargli >>, spiegò una più che sostenuta Hermione, ad un Harry spazientito.
<< E per quanto pensi di portare avanti questa stupidaggine? >>, le chiese Harry.
Lei strinse più forte i libri al petto:<< Fino a quando mi pare, Harry. Non gli devo proprio nulla >>, disse:<< ed ora scusa, ma devo scappare >>, aggiunse prima di correre verso le serre di erbologia.
Harry rimase da solo in mezzo al giardino, ad osservare i boccoli di Hermione scomparire dietro ad un cespuglio quasi spoglio:<< Oh, Hermione... >>, sussurrò chiedendosi che fine avesse fatto la sua migliore amica del secondo anno, quella che vedeva sempre il lato positivo delle cose ed era pronta a qualsiasi cosa pur di rendere felici gli altri.
La riccia non era impazzita. Non se ne era andata perchè non voleva parlare con Harry – non che ne avesse una gran voglia, comunque – ma perchè aveva visto qualcosa, o meglio, qualcuno.
Una chioma biondo platino si stava avvicinando alle serre di erbologia:<< Draco! >>, chiamò Hermione, seguendolo.
Il ragazzo si voltò di colpo, palesemente terrorizzato:<< Ma chi diavolo...!? >>, domandò con voce acida, facendo fare un passo indietro ad Hermione:<< Cazzo! >>, imprecò afferrandola per un braccio ed iniziando a trascinarla con sé verso le serre.
<< Ahia! Draco, lasciami. Mi stai... mi stai fecendo male... >>, si lamentò la ragazza dopo una manciata di secondi, terrorizzata dal comportamento del serpeverde.
Draco non rispose. La trascinò ancora per una decina di metri, per poi sbatterla contro il muro di una delle serre deserte:<< Cosa vuoi!? >>, domandò a pochi centimentri da lei.
Hermione spalancò gli occhi, massaggiandosi il polso dolorante. Avrebbe voluto allontanarsi, ma era bloccata tra la parete ed il suo corpo:<< Io... >>, bisbigliò, rendendosi conto di colpo che era comunque da sola con un serpeverde figlio di mangiamorte, senza che nessuno sapesse dove si trovava.
<< Mi stavi seguendo? >>, domandò il ragazzo riafferrandole il polso ed avvicinandosi tanto da sfiorarle quasi il naso con il proprio.
<< I-io? >>, domandò la ragazza, schiacciandosi ancora di più contro il muro alle sue spalle:<< No io... io ero nel parco con Harry... >>, iniziò a spiegare.
Draco sbattè le palpebre, preso in contropiede dalla risposta:<< Con Harry Potter? >>, le chiese; lei annuì:<< Quindi non mi stavi seguendo? >>, lei scosse il capo.
Senza alcun preavviso, il biondo fece un passo indietro, per poi scoppiare a ridere. Una risata tra l'agitato e l'imbarazzato.
Hermione, ancora premuta contro la serra, sgranò gli occhi, osservando Draco come se fosse pazzo.
E forse pazzo lo è davvero...
Pensò guardandolo tenersi la milza dolorante per il troppo ridere. Non si mosse; nonostante in quell'istante avrebbe potuto scappare rimase immobile ad osservarlo; immobilizzata dal suo assurdo comportamento.
<< Scusa... >>, biascicò lui, nonappena l'attacco di risa si fu placato:<< è solo che... >>, si interruppe, cercando di bloccare l'ennesima risata:<< … beh, non importa. Che volevi dirmi? >>.
Hermione rimase ancora per qualche istante a fissare intontita il compagno. Aveva gli occhi sgranati e con la mano sana si reggeva il polso dolorante:<< I-io... >>, balbettò, anche se in qual momento la sua mente pensava a tutt'altro che quello che voleva dirgli:<< Io... io volevo... >>, si interruppe; chiuse gli occhi e prese un bel respiro, imponendo al suo elogiatissimo cervello di ricollegarsi con la sua bocca:<< Volevo parlarti di ciò che è successo l'altra sera... con... si insomma, con Ronald... >>, spiegò.
<< Ronald Weasley? Il rosso? >>.
La riccia annuì:<< Si, lui... insomma io... >>, e solo mentre lo diceva si accorse che in realtà non c'era nulla da dire su Ron. Non c'era nulla da dire su di lui nè nulla di cui volesse veramente parlare con Draco. Semplicemente, la sera di un paio di giorni prima, per qualche millesimo di secondo, non aveva avuto la situazione completamente sotto controllo e sentiva il viscerale bisogno di riportare le cose al loro posto:<< Senti, quello è uno stupido... >>.
Lui la interruppe:<< Questo lo sapevo; è un Weasley >>, commentò come se questo cancellasse ogni possibile dubbio.
<< … c'è stato solo un malinteso. Nulla di importante >>, continuò lei, come se non avesse detto nulla:<< E comunque, io non piango spesso... anzi, non piango mai. Tanto perchè tu lo sappia >>, aggiunse dopo un istante di silenzio.
Malfoy sorrise tra sé:<< Non ne dubitavo >>, rispose, per poi rattristarsi dopo aver osservato il polso della ragazza, ancora livido:<< Scusa per quello... >>, aggiunse poi, alludendo al braccio.
Lei si strinse nelle spalle:<< Non è nulla >>, disse nascondendolo dietro la mantella, come a voler sottolineare il concetto:<< Le ferite si rimarginano. Quelle fisiche almeno >>.
Il ragazzo ghignò:<< Intelligente, virtuosa e pure filosofa? >>, domandò avvicinandosi di un passo, prendendole il polso tra le mani:<< Scusami ancora, comunque >>, ripetè carezzandole il segno rosso.
Lei ritrasse la mano, non tanto per paura, quanto per una reazione incondizionata:<< Devo andare >>, annunciò facendo un passo di lato.
Draco abbassò la mano, quasi deluso:<< Certo. Non ti tratterrò oltre >>, rispose passando di colpo ad un tono formale, tirandosi indietro per lasciarla passare:<< buonaserata >>, le augurò.
Hermione sorrise e si incamminò verso il castello.
Tutto ciò che pensava, tutto ciò di cui era convinta fin ad allora, le stava crollando davanti, come un castello di carte.
 
<< Siete degli incompetenti! >>, urlò Juno, scaraventando in aria la sedia della sua scrivania:<< Vi abbiamo affidato un compito! Un solo, semplicissimo compito e voi fallite così miseramente! Incapaci! Incompetenti! >>.
Ben poche persone potevano vantare di aver visto la furia di Juno; ma né Draco, né tantomeno Theodore, riuscivano a ritenersi fortunati. La mora strillava senza sosta da più di cinque minuti ed ormai, probabilmente, l'avevano sentita fino alla Torre di Astronomia. Draco aveva tentato una volta a calmarla, ma un libro scagliato a due centrimetri dal suo viso era stato una risposta più che eloquente.
<< … E non solo questo! C'è finita una ragazza di mezzo! Se ci scoprissero... se ci scoprissero la vostra punizione non sarebbe nulla, nulla in confronto alla morte! >>, urlò mentre la sua figura, solitamente sensuale e sinuosa si dimenava per la stanza:<< Stupidi incapaci! Come ha potuto sbagliare! Come ha potuto scegliere degli stolti per un compito simile! >>.
Theodore fece un passo avanti, con l'intento di avvicinarsi alla ragazza e calmarla, ma fu bloccato da un'urlo tanto forte da far quasi venire i brividi:<< Non. Ti. Muovere. >>, intimò lei, bloccandosi di colpo e puntandogli adosso uno sguardo di ghiaccio.
Rimasero per qualche istante tutti in silenzio, poi Draco fece un passo avanti, alzando le braccia come a voler testimoniare di non avere nessuna arma nè bacchetta:<< Ascolta Juno, ragioniamoci con calma >>.
Lei spostò lo sguardo suicida sul biondo:<< Come, scusa!? >>, chiese stringendo con forza i pugni.
Lui allungò le braccia davanti a sé:<< Aspetta, Juno. Parliamone. Abbiamo fallito, ma l'Oscuro Signore ci ha dato una scadenza, non l'abbiamo ancora infranta se non erro e... >>.
<< Zitto Malfoy! >>, sibilò lei, nell'inquietante imitazione di una serpe:<< Tu, proprio tu dovresti solo tacere! Anni, anni, di addestramento per cosa!? Per vederti sbavare dietro a quella sudicia mezzosangue mentre dovresti fare il tuo lavoro! >>.
Draco, che per un istante aveva abbassato lo sguardo, lo rialzò di colpo, puntandolo contro Juno con freddezza:<< Cosa c'entra Hermione? >>, chiese a bassa voce, facendo un passo in avanti.
La Gaunt parve inviperirsi ancora di più:<< Ah! >>, esclamò con scherno:<< adesso quella piccola, inutile e schifosa mezzosangue è diventata “Hermione”! Ma bravo Malfoy! Il tuo signore sarà veramente fiero del tuo operato! >>, urlò fuori di se, pronunciando il nome della grifondoro come se fosse quello di uno schifosissimo scarafaggio.
Il biondo chiuse un attimo gli occhi, stringendo forte i pugni. Per quanto non gli piacesse ciò che gli stava dicendo, Juno aveva ragione; fermarsi a parlare con Hermione era l'ultima delle cose che poteva permettersi. Per non parlare del fatto che avesse fallito con il suo primo tentativo. Riaprì gli occhi ed osservò Theodore, che sembrava al contempo affascinato e spaventato dalla nuova Juno in versione aggressiva, ma, in ogni caso, non lo calcolava minimamente. Guardò nuovamente la mora:<< Hai ragione. Assolutamente ragione, Juno. Speravo che avvicinandomi alla Granger avrei potuto ricavare informazioni importanti per l'Oscuro Signore; ma così mi sono solo distratto dal mio compito. Io... >>, ebbe solo un secondo di esitazione, poi riprese con ancora più serietà di prima:<< tornerò a concentrarmi sulla mia missione. Non mi vedrai più neanche salutare la Mezzosangue >>, giurò a testa alta.
Di colpo, come era comparsa, l'ira di Juno si affievolì, come la fiamma di una candela dopo un soffio di vento; non ne rimase nulla:<< Molto bene, Malfoy >>, si complimentò tornando al suo solito tono sensuale:<< questo sì che mi rende soddisfatta. E renderà soddisfatto anche il Tuo Signore. Ricordati solo che qualsiasi cosa succeda io la verrò a sapere, quindi non fare il furbo >>, gli rivolse un sorriso ammiccante, per poi avvicinarsi alla porta.
<< Quindi ora? >>, domandò Theodore, aprendo bocca per la prima volta da quando erano entrati nella stanza.
La mora sorrise anche a lui, passandogli una mano sull'avambraccio:<< Adesso Malfoy farà ciò che mi ha promesso e poi potrete continuare con la vostra missione; tenendomi ovviamente aggiornata sui progressi >>.
Il ragazzo annuì, voltandosi verso la porta:<< Allora andiamo >>, annunciò.
Juno gli afferò una manica del maglione verde che indossava sopra la camicia. Gli sorrise, sorniona:<< Chi ti ha detto che puoi andare? >>, domandò poggiandogli una mano sul petto:<< Malfoy ora può andare a fare ciò che deve fare. Tu, invece, puoi restare a farmi un po' di compagnia >>, spiegò inumidendosi le labbra con la lingua.
Theodore sgranò gli occhi, si immobilizzò e, un istante dopo, strinse la gambe, portandone una leggermente davanti all'altra:<< O-ok... >>, riuscì a balbettare, mentre lei gli sorrideva compiaciuta.
Draco si affrettò verso la porta:<< Perfetto. Divertitevi >>, augurò prima di chiudersi in fretta la porta alle spalle.
Prima di lasciare i sotterranei, Draco mollò un pugno contro lo stipite della porta.
É ciò che devo fare.
Si disse, anche se, nemmeno lui ci credeva.
 
<< è una follia, Albus! >>, disse la professoressa McGranitt, sbattendo con insolita furia la sua tazzina di tè contro il piatto in porcellana:<< Una follia! >>, ripetè con veemenza.
Il vecchio preside prese ad accarezzarsi la barba, osservando Fanny che, ormai un po' spelacchiata, era assopita sul suo trespolo:<< Hai mai giocato a scacchi, Minerva? >>, le chiese, senza che ciò avesse alcun senso logico.
La donna si lasciò sprofondare di più nella poltrona rossa e premette con le lunghe dita all'apice del naso, vicino agli occhi:<< Non so cosa tu voglia dire, Albus, ma non sono in vena dei tuoi indovinelli. Se devi dirmi qualcosa dimmela e basta, se no posso anche andarmene >>, disse seria, fissandolo con fermezza.
Albus continuò come se lei non avesse detto nulla:<< Sai chi è un bravo giocatore di scacchi? Colui che riesce a non concentrarsi sul singolo pezzo, ma ragionare osservando tutta la scacchiera. Tu purtroppo, mia cara Minerva, spero non ti offenda, ma non saresti una brava giocatrice. Io, al contrario, posso vantare di essere un giocatore capace, nonostante – per quanto ricordi dal primo anno – uno degli Weasley, l'amico di Harry, è decisamente migliore di me. Escluso questo, Minerva, penso che il tuo unico difetto sia appunto l'incapacità di vedere le cose su grande scala; ti limiti ad osservare i singoli eventi e così, rischi di perderti molto >>, le spiegò, senza distogliere lo sguardo dalla bella fenice.
Minerva sbuffò e, dopo aver preso un lungo sorvo del suo te, si apprestò a rispondere, senza cancellare quell'aria austera dal suo viso:<< Sarà, Albus. Questo non toglie che i Malfoy, fino a pochi anni fa, erano affiatati sostenitori di Tu-Sai-Chi, e per di più Harry sostiene di aver visto Lucius Malfoy in persona al ministero, lo scorso anno; e molto probabilmente il loro unico figlio è già perso da quando è venuto al mondo >>, disse.
Silente si alzò ed iniziò a percorrere l'ufficio avanti ed indietro, accarezzandosi la lunga barba:<< Eppure rimane un mio studente, Minerva. Quando ho accettato che Draco Malfoy frequentasse Hogwarts, l'ho preso sotto la mia tutela. Ora non posso mandarlo via solo perchè c'è il rischio che le sue intenzioni non siano delle migliori. Tutti meritano una possibilità; lui non ne ha mai avuta una >>, spiegò più per trovare una soluzione, ragionando ad alta voce, che per mettere la McGranitt al corrente di ciò che gli passava per la testa.
<< Quindi tu consigli di proporre ad un Malfoy – quel Malfoy! Il nipote di Bellatrix Lestrange! - di lasciare la suo famiglia ed il suo padrone per seguire la retta via? >>, chiede la professoressa, storcendo il naso.
Il preside non bloccò il suo camminare e le rispose fissando il pavimento:<< Per prima cosa non posso discriminare quel ragazzo per le suo origini; il povero Sirius veniva da una famiglia di Purosangue razzisti, ma nonostante ciò uno dei suoi migliori amici era un lupo mannaro. Non penso che Black fosse l'unica eccezione alla regola. Prima di condannare Draco, devo capire com'è veramente >>, sentenziò, arrestandosi di colpo.
La donna fece uno strano verso, a metà tra uno sbuffo ed una risata:<< Tu e la tua mania di voler capire le persone! >>, lo rimproverò, senza potersi però evitare di sorridere.
 
Erano seduti in Sala Grande, nonostante lei non avesse molta fame. Si era imposta di comportarsi come se nulla fosse; di ignorare Lavanda che, a pochi posti da lei, era in perlustrazione della trachea di Ron.
Sollevò per mezzo secondo lo sguardo dal mio piatto, tanto per accertarsi che i due non avessero deciso di utilizzare le loro bocche per scopi più profiqui, come respirare o anche mangiare... ma appena alzò la testa i suoi occhi incontrarono – come mille volte prima di allora – quelli di Harry. Li riabbassò, sapendo che quando la guardava così, il suo migliore amico era in grado di leggerle dentro; e finchè non avesse capito lei per prima qualcosa di sè stessa, preferiva tenersi i suoi pensieri per sé.
Finì in fretta la cena, senza distogliere più lo sguardo dalle verdure che aveva nel piatto. Meno di tre minuti dopo era già in piedi, pronta per andare verso la Torre di Grifondoro.
La voce di Harry però la fermò:<< Già finito? >>, le domandò l'amico.
Lei annuì, senza guardarlo:<< Faccio un salto in biblioteca e poi ti raggiungo in Sala Comune. Ci vediamo lì >>, senza attendere la risposta dell'amico percorse a grandi falcate la strada fino al portone, per poi superarlo e, una volta fuori dalla portata degli occhi di tutti, lasciarsi andare contro una delle colonne.
Chiuse gli occhi, aspettando che il gelo della pietra penetrasse sotto la sua camicia, dandole una scrollata. Le gambe le cedettero e, senza quasi accorgersene, si ritrovò con il sedere sul freddo pavimento di marmo. Si coprì la faccia con le mani, sfregandosi con forza gli occhi. In meno di ventiquattro ore era andato tutto all'aria.
Se solo lei fosse stata zitta quando aveva visto versare ad Harry la Felix nel suo succo di zucca... se solo gli avesse chiesto scusa prima che lui se ne andasse... se solo non fosse corsa via in lacrime, quando lo aveva visto baciare Lavanda... se solo non avesse pianto davanti a Draco ed Harry... se solo quando Draco l'aveva trattata così male, invece di farsi indietro, gli avesse chiesto spiegazione...
Se solo la smettessi di impormi tutti questi “se”!
Si morse le labbra, battendo leggermente la testa contro il muro per alzare lo sguardo al soffitto. In quel momento il portone della Sala Grande si aprì e lei si strinse ancora di più tra la colonna e la parete, per non farsi trovare in quelle condizioni da qualcuno.
Non sapeva però, che il ragazzo che aveva appena lasciato la sala, stava cercando proprio lei. Si guardò intorno e, dopo aver visto la punta di una scarpa spuntare da dietro una colonna, le si avvicinò sicuro:<< Granger, ho bisogno di parlarti >>, chiamò.
Dopo assersi congratulata mentalmente con se stessa per non assersi fatta trovare – di nuovo – a piangere, si mise in piedi tranquilla, come se non ci fosse nulla di strano nello starsene rannicchiata dietro ad una colonna all'ora di cena:<< Certo Draco, dimmi pure >>, rispose.
Il ragazzo si guardò intorno con uno sguardo strano, soffermandosi sulla porta della Sala Grande, dietro la quale decine di studenti mangiavano e chiaccheravano:<< Non ci sarebbe un posto un po' più... >>, si bloccò; usare la parola “intimo”, considerando ciò che doveva dirle, non era per nulla una buona idea; scartò anche “appartato” e ricominciò la frase da capo:<< … un posto dove possa parlarti senza che nessuno ci interrompa? >>, strinse le labbra, constatando che nonostante tutto non sembrava una bella proposta.
Lei però, non parve cogliere il doppio senso e annuì risoluta:<< Certo. Possiamo andare in un'aula o in biblioteca, oppure... hai voglia di camminare? >>, chiese facendo un cenno verso il portone d'ingresso.
Lui lo fissò aggrottando le sopracciglia:<< Si può? >>, chiese.
Hermione si strinse nelle spalle:<< Teoricamente se siamo in Sala Comune prima del coprifuoco non infrangiamo nessuno regola. E poi io sono un prefetto, non ci dirà nulla nessuno >>, spiegò dirigendosi verso l'enorme portone.
Lasciatosi convingere, Draco si avvicinò ai battenti e lo spalancò. Furono investiti da un soffio di vento gelido ma, nonostante indossasse solo la camicia della divisa, Hermione non si mosse di un solo centimetro, né iniziò a tremare. Anzi, si incamminò per prima nella notte ghiacciata, facendo con la mano segno al ragazzo di seguirla.
Camminarono vicini, senza rivolgersi la parola. Passarono da parte alle serre di erbologia, dove all'incirca due giorni prima Draco l'aveva trattata così male; inconsciamente Hermione si sfiorò il polso che, per un paio d'ore, le era rimasto arrossato.
Si fermarono vicino ad un'albero nei pressi del campo da quidditch, nella speranza di essere un po' riparati dal vento autunnale:<< Allora, cosa dovevi dirmi? >>, domandò Hermione, ostentando una calma che sapeva benissimo di non possedere.
Draco prese un rapido respiro, allungandosi la maniche da suo maglione fino a coprirsi le mani, che si stavano velocemente raffreddando:<< So che quello che sto per dirti potrebbe non avere senso... anzi, non lo avrà di sicuro, ma dopo quello che è successo alle serre l'altro giorno non posso più fare finta di nulla. Non è normale che tu ed io chiaccheriamo come se nulla fosse, come se fossimo... amici >>, spiegò osservando un punto imprecisato della corteccia dell'albero a cui si era appoggiato.
Lei, al contrario di lui, continuò a fissarlo negli occhi, cercando di intercettare il suo sguardo:<< E posso sapere il perché? >>, chiese.
Draco sbatte le ciglia e tenne gli occhi chiusi per forse un paio di secondi più del normale, ma quando li riaprì, era pronto a darle una risposta il più sincera possibile:<< Perchè tu sei una grifondoro ed io un serpeverde; e serpeverde e grifondoro non vanno d'accordo >>, spiegò. Lei gli lanciò uno sguardo insoddisfatto, così lui si costrinse a continuare:<< E poi... tu... sei... >>, si interruppe, incapace di dire quella parola che sapeva l'avrebbe affesa più di qualsiasi altra.
<< … una mezzosangue? >>, continuò lei al posto suo, ponendo la parola come una domanda, ma pronunciandola come uno sputo. Il biondo abbassò la testa, incapace di darle ragione. Ma quello ad Hermione bastò, fu un assenso più che eloquente:<< Immaginavo >>, commentò in un sussurro, irrigidendo la mascella.
Draco si grattò la nuca, incapace di rispondere:<< Senti, io... >>, tentò dopo qualche istante di silenzio:<< Il problema non sei tu, ok? Il problema... >>.
<< Sei tu!? >>, domandò la ragazza alzando un sopracciglio, sarcastica.
Il ragazzo sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. Si sentiva a disagio come poche volte in vita sua. Era stranissimo ma, per quanto fossero diverse, in quel momento, Hermione gli faceva lo stesso effetto di Juno:<< è veramente così! Io sto bene quando... quando parliamo e stiamo insieme, ma lo capisci, vero, che la gente potrebbe farsi delle strane idee? >>.
Quest'ultima frase sembrò aver ferito la ragazza più di tutto il resto:<< Quindi il problema è che non vuoi che i tuoi amichetti purosangue ti vedano a spasso con una mezzosangue come me? >>, domandò sputando veleno.
<< Non metterla così... >>.
<< Ah no? E come dovrei metterla? Va bene Malfoy. Non c'è problema. Se non vuoi più vedermi a me sta bene; voglio solo che tu mi dica il vero motivo >>.
Il vero motivo è che sono un mangiamorte – figlio di una famiglia di mangiamorte – a cui hanno dato il compito di uccidere Silente ed il mio “capo” - la nipote dell'Oscuro Signore in persona – sostiene che per me tu rappresenti solo una distrazione della mia missione – cosa assolutamente vera – e, tanto per la cronaca, ti odia e ti farebbe volentieri fuori.
<< Non posso >>.
Hermione annuì, con sguardo vuoto:<< Ovvio >>, sussurrò.
Così Draco, terrorizzato all'idea di averla ferito, reagì nel modo più stupido; nell'unico modo che gli avevano insegnato: “La miglior difesa – l'unica difesa – è l'attacco, figliulo”, gli ripeteva suo padre, da quando aveva circa sei anni:<< Non capisco perchè tu ci debba rimanere male, comunque. Quanto ci saremo parlati? Quattro, cinque volte? >>, commentò quasi tra sè.
La ragazza strinse forte i pugni, prima di puntargli contro uno sguardo pieno di rancore:<< Io ti ho difeso da quando hai messo piede qui dentro. Ti ho difeso dai miei amici – dai miei migliori amici – che dicevano che non eri altro che uno squallido mangiamorte. E invece sai una cosa? Avevano ragione. Non avrei mai dovuto ascoltarti >>, disse senza rabbia, ma con voce impregnata di una sofferta rassegnazione:<< Tutte quelle belle parole, su quanto fossi intelligente e quanto ti stupissero alcune cose di me... erano tutte cazzate, vero? >>.
<< No, io... >>.
Hermione non lo lasciò finire:<< E sai qual'è la cosa più divertente di tutto ciò? Che io non solo ti ho difeso, ti ho anche coperto! So che c'entri qualcosa con ciò che è successo a Romilda e, indovina un po', so anche che l'antidolorifico non era destinato a lei ma bensì a Silente. E non ho detto nulla a nessuno! Che stupida... >>
<< Hei... aspetta, non puoi... >>, cercò nuovamente di interromperla lui, ma lei nuovamente non lo lasciò parlare.
<< Non puoi cosa!? Andare da Silente e denunciare ciò che ho visto!? Certo che posso! E lo farò anche! Te lo meriti. Ed in ogni caso è la cosa giusta da fare; avrei dovuto farla prima >>.
Rimasero entrambi in silenzio a squadrarsi. Draco sapeva che avrebbe dovuto fermarla; avrebbe dovuto fare qualsiasi cosa in suo potere per farla stare zitta; anche ucciderla, se necessario. Invece se ne rimase lì, con le braccia rigide lungo i fianchi ed un'espressione ferita in volto.
Quando vide che il ragazzo non sembrava intenzionato a rispondere, Hermione gli diede le spalle, pronta ad andarsene.
<< Hermione! Aspetta! >>, chiamò lui quando era ormai ad un paio di passi di distanza.
La riccia si voltò con il cuore in gola, probabilmente pronta a perdonarlo dopo una sola parola:<< Non volevo ferirti, Hermione >>, le disse invece lui.
<< Lo hai fatto >>, fu la risposta lapidaria della ragazza, prima che la sua figura fosse inghiottita dalla notte.

Meglio tardi che mai, no? :D
Ok, se volete passo io a distribuire gratuitamente pomodori e ortaggi vari in modo che me li possiate lanciare dietro. Venti giorni! Venti! Ma che razza di autrice fa aspettare così tanto i suoi lettori??
Chiedo umilmente perdono.
A mia discolpa posso solo dire che è un momento un po' di cacca, che io, mia mamma e mia sorella stiamo cercando casa ed organizzando un trasloco ed in casa mia sembrano usciti tutti un pochino di testa ._.
Escluso questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se devo ammettere che non è proprio il massimo ._. Beh dai, meglio di niente.
Un po' di tempo fa qualcuno mi aveva detto che aspettava che Juno si portasse a letto Draco, ed invece no! Si è presa Theodore ù.ù
Per quanto riguarda Draco ed Hermione so che il loro comportamento in questo capitolo è a dir poco... confuso, ma le cose miglioreranno andando avanti (spero^^'')
Mi raccomando, recensite in tanti!
Un bacio, Franci

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Capitolo 11
*** -Ridicolo ed inopportuno ***



-Ridicolo ed inopportuno
<< È ridicolo >> borbottò il rosso indignato.
<< Cosa, Ron-Ron? >> domandò Lavanda che, accanto a lui, era con le gambe intrecciate alle sue:<< Di che parli? >> ripeté.
<< Guardali, è... ridicolo! >> ribadì il ragazzo, indicando con il mento il portone della Sala Grande, vicino al quale Hermione, con indosso la divisa e la borsa dei libri a tracolla, chiaccherava con Draco Malfoy in persona.
La bionda lanciò uno sguardo disinteressato verso i due, per poi tornare a disegnare cerchi immaginari sull'avambraccio del fidanzato:<< Non capisco cosa ci sia di male, >> rispose con voce acuta, fingendo che la cosa non la interessasse:<< stanno solo parlando. Ed anche se non fosse così a te non importa. E comunque, sai quanto mi stia antipatica quella ragazza; possiamo non parlarne? >> si lamentò sbattendo dolcemente le lunghe ciglia.
Ron osservò ancora un'attimo l'amica e rivolse uno sguardo traboccante d'odio al serpeverde, per poi rivolgere un sorriso alla ragazza:<< Certo Lavanda, come vuoi >> le disse prima che lei gli stampasse un grosso bacio sulle labbra.
Nonostante ciò che aveva appena detto a Lavanda, la mente di Ron non riusciva ad allontanarsi dal pensiero di Hermione con quel serpeverde. Nemmeno in quel momento, mentre baciava la sua fidanzata, era in grado di pensare a qualcosa che non fosse il sorriso che l'amica aveva rivolto pochi istanti prima a Malfoy.
É inaccettabile e pericoloso.
Si disse, mentre Lavanda si allontanava un secondo dalle sue labbra per riprendere fiato.
Oppure sei semplicemente geloso?
Gli domandò la sua testa che, chissà come, aveva assunto la voce di Harry. Si trattenne per non scoppiare a ridere: di cosa avrebbe dovuto essere geloso? Semplicemente trovava inconcepibile il fatto che una grifondoro come Hermione potesse trovare qualcosa da dividere con un mangiamorte come quel ragazzo.
<< Ti vedo distratto, Ron-Ron >> commentò Lavanda, nei cui occhi brillava la consapevolezza di chi sa – o perlomeno crede o spera – di essere l'unica.
Ron scosse la testa e si strinse nelle spalle, prima di regalarle un mezzo sorriso:<< Scusami, sono solo stanco >> si giustificò sottolineando il concetto con uno sbadiglio.
La ragazza gli sorrise, passandogli una mano tra i capelli arruffati. Non era stupida – nonostante fossero diversi a credere che lo fosse – aveva capito benissimo che Ron continuava a pensare ad Hermione, ma non ammettendolo ad alta voce, le sembrava quasi come se non fosse vero:<< Hai dormito poco questa notte? >> gli domandò.
Lui annuì:<< Già... >> le rispose, nonostante si capisse benissimo che con la mente era altrove.
<< Spero sia perché stavi pensando a me >> commentò la bionda con uno sguardo malizioso, carezzandogli il petto.
<< Ovviamente >> disse Ron, prima di lanciare un'altra occhiata verso il portone, dove Hermione rideva, probabilmente per una battuta di Malfoy.
Lavanda si arrese. Si allontanò di un poco e, dopo aver sciolto le sue gambe dalla presa di quelle del fidanzato, si voltò in silenzio ed addentò con forza un toast.
Due minuti dopo arrivò Harry, che parve quasi sollevato nel notare che per una volta la bocca di Ron non era troppo occupata per avere una conversazione degna di essere chiamata tale. Si sedette e discusse con lui della partita contro i tassorosso, che avrebbero avuto di lì ad un paio di settimane, appena prima di partire per le vacanze natalizie.
Anche Hermione li raggiunse; si sedette accanto ad Harry ed inziò a mangiare una tazza di porridge con un sorriso stampato sulle labbra:<< Ti vedo allegra oggi, >> commentò Calì, seduta accanto a Lavanda:<< è successo qualcosa di interessante? >>, domandò curiosa.
La ragazza si strinse nelle spalle, ma il sorriso si aprì ancora di più:<< Nulla di particolare. È solo una bella giornata >> rispose versandosi un bicchiere di succo di zucca.
Ron sbuffò e, senza essere in grado di trattenersi, aggredì l'amica:<< Fammi indovinare, è tutto “merito” di quel serpeverde? >> chiese con un che di maligno nella voce.
Hermione lasciò andare di scatto il bicchiere, rovesciandosi buona parte del succo sulla camicia immacolata. Prese un tovagliolo ed iniziò a fregare sulla macchia, senza rispondere al ragazzo:<< Che ne dici di allenarci un po' nel pomeriggio? >> chiese Harry nel vano tentativo di cambiare discorso:<< Dovremmo avere solo un'ora di... >>.
Il rosso lo interruppe:<< Non fare finta di niente. Ti ho vista con quel mangiamorte. E non solo io, tutti ti hanno vista con lui >> sottolineò guardando con rabbia la strega.
<< E allora? >> domandò lei sulla difensiva, sollevando di colpo la testa e puntando gli occhi castani nei suoi.
Ron non si fece scoraggiare:<< E allora è veramente ridicolo. Tu non puoi essere amica di un serpeverde >> le disse.
<< … oppure potremmo farci una bella partita a scacchi... >> tentò nuovamente Harry, venendo bellamente ignorato, di nuovo.
Gli occhi di Hermione lanciavano scintille:<< E chi saresti tu per dirmi cosa posso o non posso fare? >> chiese con voce così controllata da fare quasi paura.
Al contrario il ragazzo era rosso di rabbia:<< Io sono... >> si interruppe, scomprendo di non essere in grado di trovare un nome per definire il suo rapporto con Hermione. Non poteva considerlarla un'amica, infondo in quell'ultimo periodo non facevano altro che litigare, e la mano che ora Lavanda teneva ben stretta sulla sua coscia gli ricordava che il suo cuore avrebbe dovuto appartenere ad un'altra:<< … io sono... beh... Harry, diglielo tu! >> ordinò spostando lo sguardo sull'amico.
Il giovane sbiancò e strabuzzò gli occhi, voltando leggermente la testa verso Hermione che lo fissava con aria di sfida, per poi tornare a guardare Ron:<< Vedetevela da soli >> boffonchiò afferrando una fetta di crostata al rabarbaro, prima di filarsela verso il portone.
La strega tornò a fissare Ron, che questa volta si sentì minuscolo, davanti al suo sguardo assassino:<< Forse dovremmo andare a lezione, Ron-Ron >> commentò Lavanda, ugualmente spaventata, stringendosi al braccio del ragazzo.
<< Non preoccuparti Lavanda, >> disse Hermione scattando in piedi, con la borsa dei libri a tracolla:<< me ne vado io >> aggiunse prima di dirigersi verso l'uscita, dove – con grande disappunto di Ron – fu prontamente affiancata da Draco che si offrì di aiutarla con i libri.

<< Come si sta comportando? >> domandò Juno, osservando il professore che stava appollaiato sulla sua sedia dietro la scrivania del suo ufficio.
<< Ci sono solo due opzioni >> rispose l'uomo:<< o è un ottimo attore o la situazione potrebbe rivelarsi veramente critica >>.
La mora puntò gli occhi glaciali in quelli neri quanto il petrolio del professore, entrambi nascondevano – dietro una spessa maschera di freddezza – molta preoccupazione:<< Questo cosa vuol dire? >>, domandò lei.
Piton rispose con freddezza:<< Che un mangiamorte infatuato è inutile >>, spiegò.
Juno sgranò leggermente gli occhi:<< Infatuato? >>, domandò:<< Di chi? Della mezzosangue? >>.
Severus annì, facendo scorrere lo sguardo sui barattoli colmi di pozioni distribuiti sulle mensole del suo ufficio:<< Esattamente >>, rispose:<< Come ti ho detto potrebbe essere semplicemente un bravo attore, ma a mio parere c'è qualcosa di più >>, spiegò.
La ragazza afferrò la sua gonna all'altezza delle ginocchia e strinse forte i pugni, sgualcendo la stoffa:<< Un seguace dell'Oscuro Signore non può innamorarsi di una lurida mezzosangue >>, disse in un sibilo.
Gli occhi del professore di difesa contro le arti oscure si intristirono, e di colpo parvero essere molto lontani, come se dietro di essi vi fosse nascosto un dolore tanto profondo che nessun altro poteva capire:<< Forse a lui non importa >>, rispose l'uomo, con voce profonda.
Presa dall'ira Juno scattò in piedi, battendo un pugno sulla scrivania che lo divideva dal professore:<< Gli farò cambiare idea >>, annuciò con veemenza.
<< Non ce la farai >>, rispose lui.
<< Come puoi dirlo!? >>.
Piton scosse la testa, passandosi un mano tra i capelli color pece:<< Se veramente è come penso e lui sa che è una nata babbana, nulla gli farà cambiare idea >>, spiegò.
Juno distolse lo sguardo, se la missione fosse fallita, Draco e Theodore non sarebbero stati gli unici a pagarne le conseguenze; non poteva permetterlo:<< Cosa consigli di fare? >>, domandò, chiedendosi come potesse essersi ridotta ad aver bisogno di chiedere un consiglio a qualcuno che le era di così tanto inferiore.
Il professore scosse la testa:<< Non lo so >>, commentò quasi tra sé:<< forse è meglio se continuiamo con il piano originale ed aspettiamo di vedere come si evolve la situazione, prima di decidere sul da farsi >>, consigliò.
<< Ed in tutto questo io cosa dovrei fare? >>, chiese con una punta di acidità nella voce:<< restare qui ad osservare un mio sottoposto che si innamora di una schifosa mezzosangue? >>.
<< Se trovi un'altra soluzione... >>, le disse Piton, stingendosi nelle spalle:<< ricordati che la cosa importante ora è trovare un modo per avere l'aiuto della Granger, quindi devi lasciare che Draco faccia ciò che deve fare >>.
Juno si passò una mano tra i capelli, facendoli ricadere in ciocche sparse sulle spalle:<< E se cercassimo di velocizzare il tutto? >>, propose senza riuscire a mascherare del tutto un'aria un po' titubante.
<< In che modo? >>, domandò l'uomo, interessato.
La ragazza si sporse verso la scrivania:<< Potremmo... come dire, consigliare a Draco di allontanarla dai suoi amichetti >>, spiegò:<< Harry Potter senza la sua spalla diventerebbe molto vulnerabile, mentre la Granger sarebbe una facile preda >>.
Piton sorrise tra sé:<< L'Oscuro Signore ha sempre avuto un sesto senso per scegliere i suoi aiutanti >>, commentò con un cenno del capo.
<< Era forse un complimeto, Piton? >>, chiese Juno, riprendendo in fretta la sua rigida superiorità.
L'uomo si strinse nelle spalle:<< Forse >>, rispose:<< E ora lasciami solo, ho compiti da correggere e lezioni da preparare. Ti terrò aggiornata se ci saranno novità >>, la congedò, aprendo un cassetto e prendendo un plico di pergamene.
<< Arrivederci, professore >>, salutò Juno, prima di lasciare l'ufficio.
Nonappena si fu chiusa la porta alle spalle estrasse la bacchetta e si nascose dietro una colonna. Chiuse gli occhi e si concentrò per distendere tutti i muscoli:<< Expecto Patronum >>, invocò cercando di tenere lontano tutto ciò che non fosse il suo ricordo felice. In pochi secondi davanti a lei comparve una nuvola argentea, che subito assunse le sembianze di una volpe dal manto candido.
Juno si accucciò, in modo che il suo volto fosse alla stessa altezza di quello dell'animale:<< Cerca Theodore Nott, digli che dobbiamo trovarci subito in camera mia. Nuovo piano >>, ordinò prima che la volpe iniziasse a correre per il corridoio, scomparendo dietro un angolo.

<< Ma tu non fai altro che studiare? >> domandò Draco, lasciandosi andare indietro ed iniziando a dondolarsi sulla sedia della biblioteca:<< Un attimo di svago non potrebbe che farti bene >> consigliò.
Hermione sorrise, senza distogliere lo sguardo dal libro scritto in rune antiche:<< Per poi rimanere indietro con il programma e dover fare tutto di corsa? No grazie >> gli rispose.
Il ragazzo sbuffò:<< Ma non è possibile che una persona sia così diligente... >> si lamentò:<< ci sarà pur una volta in cui non hai rispettato le regole... qualcosa in cui non sei brava... >>.
A quel punto la grifondoro poggiò la penna con cui stava prendendo appunti e richiuse il libro, dopo avervi poggiato un segnalibro:<< A dire il vero qualcosa c'è. >> ammise:<< Sono una vera frana nel quidditch >>.
Draco sollevò un sopracciglio:<< Non vorrai dire che reputi quel gioco degno di nota?! >> domandò stupito ed anche un po' schifato.
<< No, certo che no! >> si affrettò a rispondere Hermione:<< Solo che... Harry gioca da quando siamo al primo anno e quest'anno è il capitano, mentre... Ron... lui ha superato le selezioni da portiere, quindi... >>.
<< … quindi ti fai condizionare così dagli interessi dei tuoi amici? >> le chiese interrompendola.
Lei rimase interdetta, si mise più dritta sulla sedia e sbattè le palpebre, quasi fosse davanti ad una domanda postale dalla professoressa McGranitt nell'ora di trasfigurazione:<< No, non è questo quello che intendevo, solo che... >>.
<< Solo che cosa? Mi hai appena detto che non ti interessa il quidditch ma che ti dispiace non essere brava in questo sport perchè i tuoi amici lo sono. Per me questo significa farsi influenzare >>. Hermione stava per rispondere, ma dopo aver aperto e richiuso la bocca un paio di volte, abbassò lo sguardo:<< Scusa, non volevo farti rimanere male. >> le disse Draco:<< Solo sto cercando di... conoscerti meglio >>.
La ragazza gli sorrise, continuando a tenere lo sguardo basso:<< No, scusami tu. >> rispose:<< Sono io che dovrei essere meno... permalosa >> spiegò.
Il biondo le rivolse un sorriso:<< Non è vero. Semplicemente ci tieni ed essere perfetta, quindi, quando qualcuno ti fa notare che la perfezione non esiste, ti arrabbi >> le disse con tono dolce, sfiorando con la mano quella di lei poggiata sul tavolo.
<< La perfezione esiste! >> ribattè lei senza pensare, per poi coprirsi la bocca con un gesto sorpreso.
<< Appunto... >> commentò Draco, senza riuscire a nascondere un sorriso.
La riccia sbuffò:<< è che non mi basta mai... >> cercò di spiegare, carezzando distrattamente la copertina ruvida del libro in antiche rune.
<< È che non ti basti mai >> la corresse lui.
Hermione rimase qualche secondo immobile, poi scoppiò a ridere, sforzandosi all'inverosimile di non farsi sentire dalla bibliotecaria:<< Ok, ok. Hai ragione tu >> ammise con le mani alzate in segno di resa, prima di tornare a concentrarsi sul suo libro.
Il biondo, mantenendo un sorriso stampato in viso, distolse lo sguardo dalla ragazza per guardare fuori dalla finestra. Il freddo insopportabile della settimana precedente aveva lasciato il posto ai raggi di un timido sole invernale che, nonstante non riuscisse a scaldare l'aria, donava qualche speranza a coloro che amavano passare le ore libere all'aperto.
<< Pensavi di andare ad Hogsmeade questo fine settimana? >> domandò Draco di punto in bianco, facendo sobbalzare la grifondoro che era concentrata sul suo libro.
<< Ehm... sì, perché? >> chiese quando si fu ripresa.
<< Con chi? >> domandò lui, senza rispondere alla sua domanda.
Hermione stava per rispondere “Con Harry e Ron”, ma prima che la sua bocca riuscisse a pronunciare quelle parole, si bloccò. Richiuse la bocca, per poi riaprirla dopo diversi istanti di silenzio:<< Non lo so >> ammise.
Una strana luce illuminò le iridi grigie del ragazzo:<< Neanche io. >> disse:<< Theodore mi ha chiesto se voglio andare con lui, ma ci sarebbero anche diversi ragazzi di Serpeverde e so come andrebbe a finire, non ho voglia di passare un'intera giornata chiuso in un negozio di articoli per il quidditch. Al contrario, mi piacerebbe fare un giro turistico del villaggio. Quindi... >> lasciò la frase a metà, in attesa che fosse lei a terminarla.
<< Mi stai chiedendo di uscire? >> domandò Hermione con un sorriso, anche se entrambi sapevano che quelle parole volevano dire molto di più.
Draco le rivolse un sorriso:<< Se ti fa piacere puoi vederlo con un appuntamento, fa pure. >> disse:<< Quindi? Verrai con me? >> chiese apertamente.
La ragazza si portò una mano al mento, fingendo di pensarci su:<< Non so, penso che dovrò controllare la mia agenda, Malfoy >> lo prese in giro.
Lui strabuzzò gli occhi:<< Come scusa? >> domandò stupito.
Hermione rimase a bocca aperta, rendendosi conto troppo tardi che nessun mago purosangue avrebbe potuto capire la sua battuta:<< é che io... >> cercò di spiegarsi:<< … nei... i babbani... scusa, era inopportuno >> si arrese infine, abbassando lo sguardo.
Vedendola così arresa, il serpeverde sentì il bisogno di consolarla, di stringerla a sè e prometterle che sarebbe andato tutto bene. Una vocina infondo al suo cervello gli diceva che quei desideri non avevano nulla a che fare con la missione, ma non la ascoltò:<< Ehi, va tutto bene. >> le disse carezzandole un braccio:<< è vero, io non conosco per nulla le usanze dei babbani, ma non c'è nulla di male se me ne parli >> la rassicurò.
<< Sicuro? >> domandò lei, ancora in imbarazzo:<< Insomma, la famiglia da cui provieni è... non vedono per nulla di buon occhio la gente come me >> gli ricordò.
<< È vero, >> rispose lui:<< ma questo non vuol dire che io ti debba disprezzare solo perché la mia famiglia lo farebbe. Ti ho conosciuta Hermione e sei una persona speciale. Questo va oltre qualsiasi questione di sangue >> le disse stupendosi da solo della veridicità del suo discorso.
La riccia rimase un secondo in silenzio, poi rialzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso grato:<< Grazie, davvero >> sussurrò.
Draco rimase inebetito, ad osservare quelle labbra rosee, distese tanto da scoprire due file di denti bianchi e perfetti. Quando si rese conto di essere rimasto immobile a fissarla scosse con forza la testa:<< Allora per Hogsmeade? Ci stai? >> le chiese.
<< Certamente >> rispose lei.

Draco era seduto ad uno dei tavoli della Sala Comune a completare una relazione per Piton sulle Maledizioni Senza Perdono – argomento che, peraltro, conosceva duemila volte meglio di tutti i suoi compagni – quando qualcuno gli poggiò una mano sulla spalla. Istintivamente estrasse la bacchetta, per scoprire – solo dopo avergliela puntata al collo – che si trattava solo di Theodore:<< Buongiorno anche a te >>, salutò il ragazzo, con la bacchetta di biancospino puntata contro la giugolare.
<< Se non mi arrivassi così alla spalle... >> si lamentò il ragazzo, riponendola:<< Che ti serve? >> chiese.
<< Ti devo parlare. È urgente >> spiegò il moro, cancellando subito l'espressione divertita dalla faccia:<< Andiamo nel dormitorio? >>, propose.
Draco annuì:<< Fammi raccogliere le mie cose e arrivo >> disse arrotolando la pergamena ed iniziando a mettere tutto il materiale nella borsa dei libri. Quando ebbe raccolto tutto, Theodore era già sparito. Si mise la borsa sulla spalle e si avviò verso il suo dormitorio.
D'un tratto una figura bassa e pallida gli si parò davanti, subito seguita dal altre quattro:<< Draco, possiamo parlarti un secondo? >>, domandò Pansy Parkinson, sollevando il viso da canarino per guardarlo negli occhi.
<< Credo di si... >>, rispose lui, inarcando un sopracciglio, sorpreso.
La mora gli sorrise, mostrandogli una fila di denti sottili ed appuntiti:<< Io... noi pensavamo che... insomma... volevamo dirti che... riteniamo... >>, si voltò verso le compagne, nella speranza che la potessero aiutare a trovare le parole.
Una ragazza dai capelli chiari si fece avanti; aveva un viso grazioso, ma i colori chiari e uniformi la facevano apparire slavata:<< Ciao, sono Daphne Greengrass >>, si presentò tendendo una mano che il ragazzo – anche se preso in contropiede – accettò subito:<< Sì, se te lo stai chiedendo sono la sorella di Astoria. Penso di parlare a nome di tutte – di mia sorella in particolare – quando ti dico che ritengo... inappropriato il fatto che un serpeverde, discendente da una famiglia antica e potente come quella dei Malfoy si... intrattenga con una... mezzosangue >>, spiegò cercando di apparire il meno offensiva possibile, ma mantenendo un tono sicuro.
Il biondo trattenne a stento una risata e spostò lo sguardo sulla ragazza dai capelli a caschetto neri:<< Mi volevi dire questo? >>, le domandò.
Pansy annuì:<< E non siamo solo noi a pensarlo >>, aggiunse come a volersi discolpare almeno in parte:<< tutti quelli di Serpeverde lo dicono alle tue spalle >>.
Draco annuì tra sé:<< Dicono che non è... come avevate detto? Appropriato che io mi intrattenga con una mezzosangue? >>, disse sforzandosi per non farle il verso.
Tutte le serpeverde fecero cenno di sì:<< Esattamente >>, rispose Pansy.
<< Grazie ragazze, lo terrò a mente >>, commentò facendo un cenno con la mano per congedarsi, prima di schivarle per raggiungere la porta dei dormitori femminili.
<< È così intrigante >>, sentì commentare la Parkinson, prima che la Greengrass le rispondesse:<< Non ci pensare neanche, è impegnato. Con mia sorella >>.
Spalancò la porta della stanza che divideva con Theodore e gli altri, nascondendo a stento un sorriso:<< Pansy Parkinson, Daphne Greengrass e le altre ragazze ritengono che sia inappropriato che io mi frequenti con la Granger >>, disse scoppiando per un istante a ridere.
<< Abbiamo cose più serie che un gruppo oche di cui preoccuparci >>, disse guardandolo con serietà negli occhi:<< siediti >>, consigliò. Draco ubbidì, diventando subito serio:<< Ho parlato con Juno >>, annunciò Theodore:<< e la situazione non sembra per nulla positiva >>.
<< Ha parlato con l'Oscuro Signore? >>.
<< Anche. Beh, Lui ritiene che sfruttare l'aiuto della Granger potrebbe essere molto produttivo, non solo allo scopo di uccidere Silente. Ma d'altra parte ha paura del tempo che potrebbe richiedere il nostro piano >>, spiegò dopo assersi seduto a sua volta:<< Quindi devi sbrigarti >>, concluse.
<< Con Hermione? >>, domandò Draco stupito.
Theodore annuì:<< Si, esatto. Juno ti consiglia di impegnarti per allontanarla da Potter e Weasley come prima cosa, ma devi fare veramente molto in fretta >>, rispose:<< a meno che tu non voglia che nel frattempo elaboriamo un'altro piano, almeno per far vedere che stiamo lavorando >>, propose.
Il biondo scosse la testa; sembrava quasi offeso:<< Sta andando tutto secondo i piani >>, disse secco:<< entro le vacanze di Natale sarà tutto a posto >>.
<< Cosa vuol dire “tutto a posto”? >>, si accertò il moro.
Draco si mise in piedi:<< Che entro le vacanze natalizie sarà pronta a fare qualsiasi cose per m... per l'Oscuro Signore >>, annunciò con fermezza, nonostante quelle parole per lui fossero come una pugnalata nel petto.
Theodore lo scrutò per diversi istanti, alla fine scosse la testa:<< Ok >>, disse infine mettendosi in piedi a sua volta:<< Io nel frattempo faccio comunque un paio di ricerche, magari trovo un'altro trucchetto come quello dell'antidolorifico, e tu... >>.
Malfoy sorrise:<< E io sabato mi farò accompagnare da He... dalla Granger a fare un giro turistico per Hogmeade >>, gli disse.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi il biondo gli diede le spalle:<< Io faccio un salto in biblioteca per termire una ricerca. Ci vediamo dopo >>.
Prima che si chiudesse la porta alle spalle il moro lo fermò:<< Draco... >>, chiamò, ancora in piedi al centro della stanza:<< stai attento a quella ragazza. Il peggior nemico per quelli come noi sono i sentimenti >>, gli disse, parlandogli come avrebbe parlato ad un fratello.
Draco rimase lì in piedi, per metà fuori dal dormitorio, con un'espressione stupita stampata in viso. Dopo meno di due secondi si riprese e si strinse nelle spalle:<< Non so di cosa tu stia parlando >>, disse prima di sbattersi la porta alle spalle.
Theodore tornò a sedersi sul suo letto:<< Lo spero per te. Lo spero proprio per te, amico >>, sussurrò tra sé.

E finalmente ecco il nuovo capitolo :D
Allora, qui mi sono principalmente impegnata per farvi sapere un po' le opinioni di tutti, oltre a quelle di Draco ed Hermione.
Draco è felice - forse troppo - di eseguire il suo compito, ed anche Hermione sembra volersi offrire al ragazzo su un piatto d'argento. Juno inizia a preoccuparsi, vuole che tutto si risolva, bene e velocemente, così usa Theodore per mettere pressione su Draco, Theodore lo fa, ammaliato da Juno, ma non riesce a rimanere del tutto impassibile davanti alla fine che rischia di fare Draco, che ormai per lui è diventato un'amico.
Beh, direi che ormai la trama inizia ad andare da sola; non sono più io a decidere cosa succede, ma i personaggi che si impongono per fare ciò che vogliono, quindi... che devo fare?? Lascio spazio a loro!
Che altro dire? Che mi aspetto TANTE TANTE TANTE RECENSIONI :D
Al prossimo capitolo, un bacio, Franci

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Capitolo 12
*** -Una tranquilla gita ad Hogsmeade ***


 
-Una tranquilla gita ad Hogsmeade
La missione.
Era l'unica cosa che passava per la mente di Draco Malfoy, mentre si abbottonava la giacca nera sopra la camicia bianca, davanti allo specchio del suo dormitorio di Serpeverde, preparandosi per raggiungere Hermione Granger e fare con lei una tranquilla gita ad Hogsmeade, come, quella mattina, avrebbero fatto tutti gli studenti di Hogwarts della loro età.
Quando ebbe finito, si calò sulle spalle il mantello pesante, infilò un paio di guanti in pelle di drago e si strinse bene intorno al collo la sciarpa con i colori della sua Casa, per poi dirigersi verso le scale che lo avrebbero portato all'ingresso.
Lì, in cima alla scala, trovò Hermione. Guardava nella sua direzione con un allegro sorriso stampato in faccia, stretta in un mantello pesante, con indosso guanti e cappello rossi, e la sciarpa con i colori di Grifondoro legata attorno al collo:<< Ciao >>, appena lo vide lo salutò, allargando il sorriso ed andandogli incontro.
<< Ciao >>, rispose lui, anche se un attimo dopo si voltò, sentendosi osservato. A pochi metri di distanza infatti, un gruppetto di grifondoro li fissava con odio, poteva ben distinguere gli occhiali di Harry Potter, i capelli rossi di Weasley, affiancato da quella bionda che nell'ultimo periodo lo seguiva come un cagnolino e la stazza del figlio dei Paciock, quelli di cui tanto amava parlare zia Bellatrix, da quando era stata liberata da Azkaban.
<< Scusali >>, sussurrò Hermione, incamminandosi con lui verso l'uscita per prendere posto in fila:<< Gliel'ho detto che non sarei andata con loro comunque... ma non vogliono ascoltarmi >>, spiegò senza incrociare il suo sguardo.
Lui si strinse nella spalle, accodandosi dietro una trentina di ragazzi che aspettavano che Gazza controllasse i loro permessi:<< Non importa. A meno che a te non dia fastidio... >>.
La riccia stava prendendo il suo permesso dalla borsa che portava a tracolla sotto al mantello:<< No >>, rispose abbassando però lo sguardo:<< ci sono abbastanza abituata; solo che ho l'impressione che non gli vada bene nulla di ciò che faccio, a meno che questo non coinvolga anche loro >>, spiegò con una vena di tristezza nella voce.
Draco le mise una mano sulla spalla:<< Tu non fai nulla di male. Sono loro a sbagliare. Forse non sono veri amici come credi >>, insinuò con noncuranza, come se stesse semplicemente facendo una riflessione ad alta voce.
Hermione al contrario parve dare molto peso a quel commento:<< Questo non puoi dirlo >>, lo contraddisse, facendo un passo di lato in modo che la sua mano gli scivolasse giù dalla spalla:<< Harry è... Harry e Ron sono due persone fantastiche. Semplicemente nei miei confronti a volte sono un po'... iperprotettivi >>, spiegò osservando con intensità la chioma corvina di Harry, in fila pochi metri davanti a lei. Il biondo si strinse nelle spalle e rimase zitto.
Dopo che Gazza ebbe controllato tre volte il permesso di tutti gli studenti, finalmente il portone si aprì, lasciandoli liberi di percorrere il giardino fino ai grandi cancelli e seguire il sentiero fino ad Hogsmeade.
Nessuno dei due parlò finchè non furono ad un paio di minuti dall'entrata del paesino, che si iniziava a distinguere chiaramente proprio davanti a loro:<< Allora, dove mi porti? >>, domandò Draco, osservando i ragazzi davanti a loro, che iniziavano già a disperdersi per entrare nei diversi negozi.
Hermione gli rivolse un sorriso entusiasta, come se si fosse completamente dimenticata dello scambio di battute di poco prima:<< Pensavo di portarti per prima cosa a Mielandia; è un negozio di dolci, è fantastico! Io, Harry e Ron ci... >>, si interruppe di colpo, bloccando anche il suo incedere, con il risultato che la ragazzina del terzo anno di Tassorosso, che era dietro di lei, le sbattè contro.
<< Ehi! >>, si lamentò quest'ultima.
Lei si voltò, trovando la malcapitata tassorosso con il fondoschiena a terra, sulla neve che iniziava già ad imbiancare il villaggio:<< Oh cielo! >>, esclamò tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi:<< Scusami, non volevo >>, disse.
<< No, non importa >>, rispose la ragazzina, prima di prendere sottobraccio una compagna ed andarsene in fretta verso Hogsmeade.
Hermione rimase un'altro paio di secondi ferma, cercando di riportare ordine tra i suoi pensieri. Poi si voltò verso Draco con il miglior sorriso che riuscisse a trovare:<< Ti stavo dicendo che ti avrei portato a Mielandia, giusto? >>, domandò ricominciando a seguire il sentiero.
Il ragazzo scosse la testa:<< Sì, e mi stavi per raccontare un'annedoto su Potter e Weasley >>, disse fingendo di non aver capito quando il ricordo la facesse star male.
La ragazza continuò a camminare, ma abbassò lo sguardo ed iniziò a sistemarsi la sciarpa ed il berretto:<< Non ho proprio voglia di parlarne >>, borbottò infine, mentre finalmente arrivavano alla via principale di Hogsmeade.
<< Io invece penso che ti farebbe bene >>, consigliò Draco, molto più interessato a lei che ad osservare le vetrine dei negozi e la strada gremita di gente.
Lei sbuffò piano, alzandosi la sciarpa sul mento perchè la tenesse più al caldo:<< Non c'è nulla da dire >>, rispose:<< loro sono i miei migliori amici, solo che ultimamente non andiamo molto d'accordo e... oh, quella è Mielandia! >>, disse per cambiare discorso, indicando un negozio colorato che in vetrina esponeva centinaia di diversi tipi di caramelle:<< Andiamo, devo assolutamente farti assaggiare le api frizzole e le piume di zucchero, ti piaceranno! >>, esclamò impegnandosi all'inverosimile per sembrare entusiasta.
Prima che Hermione potesse lanciarsi nel negozio, Draco la afferò per un braccio e la avvicinò a sé:<< Smettila di far finta che non ci sia niente che non va. Te lo si legge negli occhi che stai male >>, le disse in tono duro, per poi calmarsi e rivolgerle un sorriso:<< Con me puoi parlarne >>, aggiunse con tono più dolce.
La riccia rimase spiazzata, lo asservava con gli occhi spalancati, tremando, non solo per il freddo:<< Mi stai facendo male >>, disse infine, lanciando un'occhiata alla mano di lui stretta intorno al suo polso, quando la presa divenne dolorosa.
Lui la lasciò andare di colpo, come se si fosse scottato:<< Scusami >>, disse facendo un passo indietro.
Hermione stava per dire qualcosa, quando un forte boato le mozzò il fiato in gola, lasciando la via, solitamente chiassosa, nel più assoluto silenzio. Da una via ad una decina di metri da lì, si stava levando una nera nube di fumo, che salì fino al cielo. Per un paio di secondi non successe nulla, finchè una massa di incappucciati non si fece largo tra il fumo provocato dall'esplosione. Cappucci alzati e bacchette sguainate.
Allora fu il panico.
I più piccoli scoppiarono a piangere, stringendosi alle madri, mentre le ragazze strillavano in preda al panico ed i negozianti si barricavano nei negozi. Maledizioni ed anatemi iniziarono a fendere l'aria, letali ed implacabili. I Mangiamorte iniziarono ad incedere, lasciando cadaveri e feriti al loro passaggio. Innocenti, persone che non avevano fatto nulla di male, se non decidere di passare una domenica pomeriggio a fare un giro per negozi. Gente la cui unica colpa era quella di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dopo un primo momento di smarrimento, Hermione si infilò una mano sotto il mantello, cercando a tentoni la sua bacchetta, ma prima che potesse trovarla, Draco le afferrò il braccio e la trascinò verso una viuzza laterale. Aveva uno sguardo di pietra; si guardava intorno senza timore, ma con tanta rabbia nello sguardo da fare quasi paura, sembrava volere prendere a pugni tutto ciò che lo circondava:<< Ma cosa...? >>, cercò di lamentarsi la ragazza.
Lui la zittì:<< Stai zitta e non ti muovere >>; le ordinò, schiacciandola contro il vano di una porta quando vide la sagoma di un Mangiamorte avvicinarsi.
Le si parò davanti dandole la schiena, schiacciandola con il suo corpo contro la porta. L'uomo si fece più vicino e non potè non vederli. Gli si mise davanti, con la bacchetta sguainata ed il volto coperto da una maschera argentea che gli lasciava scoperti solamente gli occhi. Alzò la bacchetta, puntandola al petto di Draco, ma quando incrociò il suo sguardo si bloccò. Rimasero entrambi immobili per alcuni secondi, a squadrarsi senza dire nulla, poi, senza alcun preavviso, un fascio di luce rossa centrò in pieno petto l'uomo, che un istante dopo inevitabilmente cadde a terra supino, privo di sensi.
Draco voltò appena il viso, per trovare Hermione ancora premuta contro la porta ma con la bacchetta in mano, che aveva fatto passare sotto la sua spalla:<< Perchè non ci ha attaccati? >>, domandò quest'ultima senza rispondere allo sguardo interrogativo che lui le stava lanciando.
<< Non lo so >>, mentì il biondo.
Lei non fece commenti:<< Spostati, mi stai facendo male alla schiena >>, disse semplicemente, notando che lui non accennava a muoversi, anzi, diventava più rigido, facendo si che la maniglia della porta le premesse tra le costole.
Il biondo rimase ancora un paio di secondi a guardarla, come se non avesse capito le sue parole; poi si spostò, distogliendo lo sguardo per fissare, senza vederlo, il pavimento di ciottoli. Dalla via principale provenivano ancora diverse urla, ma sembravano diventare sempre più distanti e smorzate. Hermione si scostò con lentezza dalla porta, senza allentare la prese spasmodica con cui teneva la bacchetta.
Un'urlo particolarmente forte li raggiunse e la riccia non riuscì a rimanere impassibile:<< Harry... Ron... >>, sussurò con voce intrisa di preoccupazione, prima di lanciarsi di corsa fuori dalla via in cui stavano nascosti.
<< Hermione! >>, la chiamò Draco, sperando di farla tornare indietro. Vide che non sembrava neanche averlo sentito, così, nel giro di mezzo secondo prese la decisione che avrebbe segnato tutta la sua vita; estrasse la bacchetta e – imprecando come non aveva mai fatto in vita sua – inseguì Hermione pronto a difenderla dai suoi stessi fratelli.
La riccia si era gettata tra la folla, era stata costretta a schivare due fasci di luce verde ed ora stava stringendo i denti per non far cedere il suo scudo, che la difendeva da un incantesimo non verbale, scagliatole contro da uno dei mangiamorte, ora la fronteggiava impettito. Dopo qualche istante il protego ebbe l'effetto desiderato, parando la maledizione; ma il mangiamorte, senza un'attimo di esitazione, strinse più forte la bacchetta:<< Avada Kedavra! >>, urlò.
La riccia si gettò di lato, schivando la maledizione che fortunatamente non colpì nessuno, ma si schiantò contro il muro di un negozio. L'incappucciato sollevò nuovamente la bacchetta, ma un lampo di luce verde lo centrò in pieno petto, facendolo cadere a terra, morto.
Hermione, tremante e con il cuore in gola, si voltò per vedere chi potesse aver ucciso quell'uomo. Per un momento il dubbio le impedì di fare qualsiasi cosa, ma fu subito sostituito dal sollievo, quando vide Draco avvicinarsi a lei e tenderle una mano per aiutarla ad alzarsi:<< Tutto bene? >>, le domandò.
Annuì:<< Hai lanciato tu la Maledizione Senza Perdono? >>.
Il biondo distolse lo sguardo:<< Si >>.
C'erano mille cose che Hermione avrebbe voluto dirgli, un milione di domande che le ronzavano per la mente e avrebbe voluto fargli, ma non fece nulla di tutto ciò. Si aggrappò alla sua mano e si rimise in piedi, rimanendo in silenzio.
Non erano passati che pochi minuti dall'esplosione, ma le figure incappucciate iniziavano già a smaterializzarsi una ad una, mentre nelle strade quasi deserte le urla si placavano e non rimaneva che il suono di lamenti e singhiozzi.
Draco si guardò intorno, per accertarsi che tutti i mangiamorte se ne fossero andati. Poi abbassò lo sguardo, accorgendosi di tenere ancora la mano di Hermione stretta nella sua:<< Scusa >>, mormorò lasciandogliela andare, leggermente imbarazzato.
<< Non importa >>, lo tranquillizzò lei, che a sua volta scrutava la strada in cerca, però, di Harry, Ron o qualcun'altro dei suoi amici.
D'un tratto l'attenzione della ragazza fu attirata da una chioma rossa che si muoveva freneticamente tra la gente che, ancora spaventata, stava tornando ad affollare la strada. Senza esitare un attimo – né prendere in considerazione la possibilità che quello potesse non essere Ron – Hermione iniziò a correre nella sua direzione.
Prima che potesse raggiungerlo però, fu bloccata da un paio di braccia che – dopo averla rudemente afferrata – se la strinsero al petto:<< Hermione! >>, sussurrò la voce di Harry, che aveva il viso nascosto tra i suoi ricci e le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio.
<< Harry >>, rispose lei stringendogli le braccia attorno ai fianchi, mentre un grande peso le si sollevava dal cuore.
<< Stai bene? >>, le domandò il ragazzo, facendo un passo indietro e mettendole le mani sulle spalle.
<< Io sì. E voi? >>.
Il grifondoro annuì, sorridendo. Li raggiunsero anche Neville, Dean, Seamus e Ron, che – stranamente – per una volta non aveva Lavanda arpionata al braccio:<< Hermione! >>, urlò appunto quest'ultimo, scansando l'amico di lato per poterla prendere per le spalle:<< Stai bene? Sei... è tutto a posto? Ti sei fatta male? >>.
La riccia gli rivolse un sorriso:<< Stai calmo Ron >>, disse:<< io sto bene, Draco mi ha... >>, si voltò per indicare il serpeverde, ma non lo trovò né alle sue spalle, né tra la folla che era tornata ad occupare la via:<< … salvata >>, terminò.
<< E dov'è ora? >>, chiese Dean, che – insieme a Neville – si era unito ai tre.
<< Non lo so >>, rispose lei.
Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo, poi Harry prese Hermione sotto braccio:<< Adesso non ha importanza, ciò che conta è che tu stia bene e che non ti sia successo nulla di male >>, le disse.
<< Ha ragione lui >>, commentò Ron, mettendo un braccio attorno alla vita della ragazza dalla parte con la quale non stringeva Harry:<< torniamo al castello >>.
Prima di seguire gli amici verso Hogwarts, Hermione si lanciò un'occhiata alle spalle, dove – tra una decina di cadaveri – riusciva a scorgere il mangiamorte ucciso da Draco. Strinse forte gli occhi, ed aumentò la presa sul braccio di Harry.
 

<< PERCHÈ NON NE SONO STATO AVVISATO! >>, urlò Draco fuori di sé, scaraventando a terra un vaso di cristallo che, fino ad un istante prima, poggiato sulla cassettiera, conteneva una decina di rose bianche.
Juno non parve per nulla infastidita né tantomeno spaventata dal comportamento del ragazzo:<< Non è stata una mia scelta >>, rispose semplicemente, senza muoversi dal letto dove stava seduta appoggiata alla parete.
<< E allora di chi è stata!? >>, le chiese il biondo, sibilando tra i denti per cercare di mantenere la calma.
Lei si strinse nelle spalle:<< Non lo so >>.
Draco fece due lunghi passi avanti, fino a poterla squadrare dall'altro:<< Cosa vuol dire “non lo so”!? >>, domandò sforzandosi per non sfoderare la bacchetta e costringerla a parlare a forza di Crucio.
Juno lo osservò sollevando un sopracciglio:<< Vuol dire che finchè tu non sei entrato in questa stanza sbraitando come un'ossesso io non avevo neanche idea che i mangiamorte avesse attaccato Hosmeade >>, spiegò con voce incolore.
<< Avrebbero dovuto avvisarmi! >>.
<< Non dire sciocchezze, nessuno ti deve nulla. Il tuo unico interesse deve essere quello di portare a termine la tua missione >>, gli ricordò.
<< Hanno rischiato di ammazzare Hermione! >>.
Juno chignò. Come, se avesse potuto, avrebbe ghignato una serpe:<< Morirà comunque, una volta che non sarà più utile alla causa >>.
Il biondo, senza essere in grado di trattenersi, mollò un pugno contro la colonna del baldacchino, facendolo pericolosamente tremare:<< Com'è possibile che tu non lo abbia saputo prima!? >>, domandò urlando.
La bruna parve d'un tratto interessata a ciò che il ragazzo stava dicendo; assottigliò lo sguardo:<< Cosa vorresti dire? >>, chiese.
<< Dico che tu, in quando nipote dell'Oscuro Signore, dovresti essere messa al corrente di certe decisioni >>, sibilò con odio.
Senza preavviso Juno scottò in piedi e gli si avvicinò facendolo indietreggiare; non era particolarmente alta, ma attorno a lei sembrava aleggiare un alone di potere che fece quasi paura al giovane:<< Ascoltami bene, Malfoy >>, tuonò lei, senza modificare il volume della voce:<< Io sono Juno Gaunt, discendente diretta di Salazar Serpeverde, figlia di Matthew Gaunt, figlio di Orfin Gaunt, fratello di Merope Gaunt, la madre di Lord Voldemort, la madre del tuo Signore >>, Draco tremò nel sentire pronunciare quel nome, ma non disse nulla, ammutolito dalla forza che irradiava quella ragazza:<< E tu, piccolo ed inutile Malfoy devi portarmi rispetto, se non vuoi che la tua testa si ritrovi a far compagnia a quelle degli elfi domestici nella casa di tua nonna >>, minacciò, inchiodandolo tra il suo corpo ed il muro alle sue spalle. Lo fissò, in attesa di delle scuse che, sapeva, sarebbero arrivate.
Draco rimase immobile. Negli ultimi quindici anni gli era stato ben insegnato a farsi rispettare da chiunque gli fosse inferiore, ma ancor di più, gli avevano insegnato a rispettare i superiori; abbassò la testa:<< Perdonami >>, mormorò.
Juno rimase dov'era ancora per qualche istante, fissandogli la nuca, poiché lui aveva abbassato il viso:<< Guarda in alto Malfoy >>, gli disse facendo un passo indietro:<< un mangiamorte non abbassa mai la testa >>, ricordò.
Lui sollevò lo sguardo stupito, pronto a ribattere, ma prima che potesse dire qualcosa lei lo aveva afferrato per il colletto della camicia e lo stava baciando con foga.
Il serpeverde rimase interdetto per diversi secondi; ovviamente tra le mura della villa dei suoi genitori la possibilità di conoscere qualche ragazza era veramente rara e quasi impossibile l'ipotesi di approfondire il rapporto con una di loro; così non gli era mai capitato di trovarsi in una situazione simile. Juno era una ragazza bellissima e fin dalla prima volta in cui l'aveva vista ne era rimasto ammaliato – come, propabilmente, chiunque l'avesse conosciuta – ma in quel momento si sentiva fuori posto, qualcosa dentro di lui, una fastidiosa vocina, gli urlava che ciò che stava facendo era terribilmente sbagliato.
Non andava fatto.
Le poggiò le mani sulle spalle e la scansò cercando di non essere scortese:<< Cosa stiamo facendo? >>, le domandò.
<< Mi sembra ovvio >>, rispose lei cercando di riprendere possesso delle sue labbra.
Lui la rispinse indietro:<< No, aspetta >>, cercò di dire, mentre lei lo guardava con un'aria da cucciolo bastonato:<< non penso che questo abbia qualcosa a che fare con la missione, no? Io dovrei concentrarmi su quella e... >>.
Juno lo interruppe:<< Ma quando stai con quella mezzosangue non mi sembri farti molti problemi >>, commentò offesa.
Draco spalancò gli occhi:<< Cosa c'entra Her... >>.
<< Non prendiamoci ingiro, Draco >>, lo bloccò nuovamente lei:<< quella ragazza ti piace, al di fuori del tuo compito e di quello che ti ho ordinato di fare >>, gli prese le mani, spostandogliele dalla sue spalle ed iniziando a giocare con le sue dita:<< Ascoltami, non è un problema, può succedere, infondo hai sedici anni e sei rimasto per così tanto tempo senza una ragazza... >>, si interruppe per liberare una mano e con quella carezzargli una guancia:<< Ma non ti devi preoccupare >>, continuò seguendo attentamente con l'indice il contorno delle sue labbra:<< io posso darti una soluzione. Io posso essere la soluzione >>.
Prima che potesse accorgersene, Draco si trovò nuovamente afferrato per il colletto e gettato sul letto a baldacchino della ragazza:<< Non ti preoccupare Draco, chiudi gli occhi e rilassati >>, gli disse lei, stampandogli un bacio sulla clavicola:<< Penso a tutto io >>, lo rassicurò, iniziando a torturargli il collo con le labbra.
<< Non penso sia una buona idea... >>, tentò di protestare nuovamente il biondo, ma lei lo zittì con le sue labbra.
<< Sssssssh >>, gli sussurrò, nonappena abbe interrotto il bacio:<< Consideralo come una pausa dalla missione >>, disse prima di iniziare a sbottonargli la camicia.
Considerlalo come una pausa dalla missione.
Pausa dalla missione.
Missione.
Quella parola fece crollare tutte le sue difese e lo lasciò in balia di Juno.
Avrebbe dovuto pensare solo alla missione. La missione avrebbe dovuto essere tutto ciò che gli importava. Non ci sarebbe dovuto essere posto per nient'altro, nella sua mente. Solo ed esclusivamente per la missione.
Allora perchè aveva protetto Hermione poche ore prima ad Hogsmeade? Perchè aveva ucciso un mangiamorte pur di salvarla? Perchè era andato contro gli insegnamenti di suo padre purchè lei non si facesse del male?
Fino a quell'istante aveva continuato a ripetersi che lo aveva fatto solo ed unicamente perchè aveva bisogno di lei per il loro piano, perchè gli serviva per la missione, ma dopo ciò che gli aveva detto Juno si era stancato di mentire a se stesso.
L'ho salvata perchè non voglio che le succeda nulla di male. L'ho salvata perchè – per quanto possa essere strano e sbagliato – io tengo a lei più di quando dovrei, più di quanto avrei mai pensato.
E, mentre Juno gli slacciava il bottene dei pantaloni e gli infilava una mano nei boxer, subito dopo essersi sfilata gli slip, chiuse gli occhi immaginando che i capelli corvini e setosi che gli sfioravano il viso fossero crespi ricci castani.
In quel momento, la sua mente era ovunque, fuorchè sulla missione.

Buongiorno :D
Buonasera
Si, lo so, mi sbaglio sempre -.-
Allora, per prima cosa colgo l'occasione per farvi taaaaaantissimi auguri di Buon Anno, e spero abbiate passato un buon Natale ed un buon Capodanno :D
Per quanto riguarda il capitolo so di essere stata una grande cacca, ad ogni passo avanti che 'sti poveri cristi fanno, gliene faccio fare uno indietro. Ormai mi odiano!! L'ultima parte però non è colpa mia, io ho scritto il pezzo del litigio, ma subito dopo Juno s'è messa ad urlare:"Voglio andare a letto con Dracoooooooo! Ti prego! Ti prego! Ti preeeego!"...(Alla fine, se Tom Felton assomiglia almeno un poco al Draco dei libri, chi potrebbe biasimarla?) e come potevo dirle di no? Alla fine sono sempre loro che decidono che fare >.< Ergo, se non siete d'accordo con ciò che è successo prendetevela con Juno (e con la mia mente malata che parla con i personaggi prima di scrivere qualcosa -.-).
IMPORTANTE: Circa tra meno di due settimane trasloco, e non sono sicura di riuscire ad aggiornare prima di quella data, quindi c'è il rischio che dobbiate aspettare un mesetto per il prossimo capitolo. Mi dispiace tantissimo, ma oltre ad essere ovviamente un sacco presa tra scatoloni ecc, probabilmente per qualche giorno non avremo la connessione a internet, quindi mi sarà impossibile aggiornare. Per qualsiasi aggiornamento seguitemi su facebook (Fregherò più che volentieri cellulare/pc a qualcuno per tenervi aggiornati :D):

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Spero a presto, 
Un bacio,
Franci

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Capitolo 13
*** Almeno a te stesso ***


 
-Almeno a te stesso
Harry cercava di studiare Storia della Magia in Sala Comune. Sapeva che in meno di dieci minuti si sarebbe arreso ed avrebbe proposto di iniziare una partita agli scacchi dei maghi, ma voleva almeno rendere contenta Hermione e non farla arrabbiare, anche se questo voleva dire fingere di impegnarsi.
Sollevò lo sguardo verso l'amica, ma rimase interdetto quando notò che lei per prima non stava affatto studiando:<< Hermione? >>, la chiamò:<< Tutto a posto? >>.
La ragazza distolse lo sguardo dal muro che fissava da più di dieci minuti:<< Hem... io? Oh... si, tutto... tutto a posto >>, rispose posando subito lo sguardo sulla pergamena che aveva davanti:<< io stavo solo... stavo... si, pensavo a... agli ingredienti della pozione... >>, non aveva scritto più di due righe di introduzione; scosse la testa:<< mi ero solo distratta un attimo; perchè? Ti serve una mano in qualcosa? >>.
Harry sbattè le palpebre:<< No, certo che no. Ti ho visto pensierosa, volevo solo sapere se va tutto bene >>, spiegò lanciandole uno sguardo strano.
Lei gli rivolse il sorriso più sincero che riuscisse a trovare:<< Certo che va tutto bene. Stavo solo pensando a come iniziare la relazione di pozioni >>, spiegò indicando la pergamena praticamente vuota.
Il moro non le tolse gli occhi di dosso:<< Sei sicura Hermione? Sei così... strana, da dopo l'attacco ad Hogsmeade... >>, diede voce alla supposizione che da qualche giorno gli ronzava in testa:<< non è che ti è successo qualcosa di brutto? Qualcosa di cui non vuoi parlare? >>.
Per qualcosa come mezzo secondo Hermione prese seriamente in considerazione l'idea di parlare con Harry; immaginò quanto sarebbe stato bello smettere di portarsi dietro quel peso, condividere i suoi pensieri con qualcuno, con qualcuno di cui si fidava e che magari l'avrebbe anche aiutata a trovare una soluzione. Scosse la testa:<< No Harry. Non ti devi preoccupare, va tutto bene. È solo che... sai, la scuola e tutti questi compiti... >>, lasciò la frase in sospeso, sperando che non facesse altre domande.
Quegli occhi verde smeraldo la scrutarono intensamente ancora per qualche istante; davanti a quelle iridi si sentì nuda, come se la fissasse tanto intensamente da svuotarla, da leggerle l'anima. Harry distolse lo sguardo, stringendosi nelle spalle:<< Ehi, Ron! >>, chiamò:<< Partita? >>.
In un battito di ciglia Ron si sgarbugliò dalle gambe di Lavanda – con la quale stava seduto su una poltroncina vicino al fuoco – e saltò in piedi:<< Certo. Corro a prendere la scacchiera >>.
La bionda lanciò uno sguardo irritato al fidanzato e ad Harry, prima di cercare con lo sguardo Calì e richiamarla a rapporto per un oretta di sani pettegolezzi. Il moro si coprì la bocca con una mano, per non scoppiarle a ridere in faccia:<< Non so come la sopporti. Io a fatica riesco a sentirla parlare >>, bisbigliò.
Hermione si strinse nelle spalle, ostentando un'aria indifferente, nonostante dentro stesse ridendo al commento dell'amico:<< A quanto pare non è esattamente ciò che dice ad importare a Ron >>, commentò acida.
L'arrivo di Ron evitò ad Harry di rispondere. Il rosso gli sbattè la scacchiera davanti al naso e prese posto accando ad Hermione:<< Questa volta io prendo i bianchi! >>, esclamò estraendo i pezzi.
Hermione osservò Ron; l'attaco ad Hogsmeade non aveva portato solo brutte cose, un minuscolo lato positivo c'era: il loro rapporto era decisamente migliorato. Non che avessero fatto pace o fossero tornati ad essere gli amici di qualche mese prima, ma almeno ora riuscivano a stare nella stessa stanza senza il desiderio di scannarsi l'un l'altra.
Abbassò lo sguardo sulla sua ricerca, osservando con aria sconsolata le poche parole sconnesse che era riuscita a scrivere. Rialzò la testa ed incrociò gli occhi di Cormac McLaggen che, seduto ad un paio di tavoli di distanza, le lanciò un'occhiata maliziosa.
Oh...
Era l'ultima cosa che aveva per la mente, ma non aveva ancora dato una risposta a Cormac. Sarebbe andata alla festa con lui?
Seriamente, non c'è proprio nessuno di meglio?
Guardò per un istante Ron, ma subito voltò la testa.
Non ci pensare neanche!
Chiuse gli occhi.
Allora chi?
Per una frazione di secondo le balenò nella mente l'immagine di Draco Malfoy che, vestito con un completo elegante, le porgeva la mano per un ballo. Scacciò con forza quel pensiero, tornando a guardare Cormac.
Infondo non è così male...
Pensò tra sè, dopo aver deciso che le uniche due persone con cui avrebbe voluto andarci non erano neanche da prendere in considerazione.
L'idea di mettere Malfoy al pari di Ron le fece correre un brivido per la schiena. Non avevano niente in comune, assolutamente niente. Ron era infantile, impacciato ed allegro, mentre Draco freddo, composto e calcolatore.
Perchè doveva essere così difficile!?
Sentì Harry sfiorarle il braccio e si accorse di essersi nuovamente bloccata a fissare il vuoto:<< Ormai non ho speranza; mi affido a te. Che faccio? >>, chiese indicando la scacchiera dove rimanevano solo cinque pezzi neri.
Hermione arricciò le labbra, concentrandosi su ogni singolo pezzo, aprì la bocca un paio di volte, pronta ad annunciare una mossa, ma subito la richiuse. Infine prese un bel respiro:<< Alfiere in F5! >>, ordinò soddisfatta, osservando l'alfiere che faceva a pezzi un pedone. Reputava ancora quel gioco esageratamente violento, ma doveva ammettere che mangiare una pedina dell'avversario dava una certa soddisfazione.
Vide Harry coprirsi il viso con una mano, mentre Ron sorrideva tra sè:<< Cavallo in F5 >>, ribattè prima che il suo cavallo andasse a distruggere l'alfiere nero.
Hermione sbuffò sonoramente, incrociando le braccia al petto:<< Basta! Non ci ho mai capito nulla di questo stupidissimo gioco! >>, esclamò offesa.
Ron rise piano, mentre Harry prendeva tempo per decidere l'ormai disperata mossa successiva, il rosso le indicò la scacchiera:<< Sai qual'è il tuo problema? >>, lei scosse la testa:<< Che ti concentri solo sui dettagli e non riesci a vedere la situazione da un punto di vista più ampio. Guardi ogni singolo pezzo, ma non calcoli la scacchiera >>.
D'un tratto quel gioco iniziò ad incuriosirla; assistette a quasi tre partite e di tanto in tanto buttò lì qualche consiglio, che alla fine si rivelò non essere del tutto infondato.
Quando, un paio di ore dopo, decise finalmente di andare a dormire, lo fece con il sorriso sulle labbra, abbracciando sia Harry che Ron prima di salire nel suo dormitorio, dove passò una notte serena e ristoratrice.
 
Lo aveva ammesso, almeno a se stesso.
Si voltò; l'altra parte del letto a baldacchino era occupata da Juno, di cui riusciva a scorgere solo la schiena nuda ed i lunghi capelli corvini.
Dopo la notte dell'attacco ad Hogsmeade era tornato da lei tre volte in poco più di una settimana.
Si voltò dall'altra parte e si mise in piedi, raccogliendo i pantaloni, abbandonati ai piedi del letto. Sentì un fruscio di lenzuola, appena prima che la voce assonnata ma comunque sensuale di Juno gli giungesse alle orecchie:<< Già te ne vai? >>, domandò.
Draco si allacciò l'ultimo bottone della camicia bianca ed annuì:<< Si >>, rispose semplicemente, recuperando il maglione da sotto il letto.
Nessuno dei due disse più nulla.
Quello era ciò che il loro rapporto era diventato: sesso e silenzio.
Com'è possibile che nell'arco di una notte, tutte le dinamiche che hanno segnato la vita di un individuo cambino? Com'è possibile che da un ragionamento fatto in pochi minuti, tutto ciò che si conosce, tutto ciò in cui si crede, venga stravolto?
Non aveva parlato con Hermione né era intenzionato a farlo molto presto.
Forse fra qualche mese.. Forse in un'altra vita...
Spalancò piano la porta della sua stanza, cercando di infilarsi sotto alle coperte senza far rumore:<< Divertito? >>, gli domandò una voce vicino alla finestra.
Subito si allarmò, ma in un attimo i raggi lunari gli lasciarono riconoscere il volto di Theodore, seduto sul davanzale della finestra. Da quando aveva saputo perchè si allontanava dalla loro stanza praticamente tutte le notti, Theodore era fiero di lui; o meglio, lo sarebbe stato se Draco lo avesse fatto con una qualsiasi altra delle purosangue della scuola:<< Non che siano affari tuoi >>, fu tutto ciò che gli rispose.
Il ragazzo si mise in piedi e gli si avvicinò senza far rumore:<< Sono affari miei se un mio compagno se la fa con il nostro capo >>, sibilò con tono tanto basso da essere a malapena udibile.
Draco inarcò un sopracciglio, recuperando il pigiama da sotto il letto, con il compagno alle calcagna:<< Non mi sembrava che fosse un problema quando eri tu a fartela >>, commentò sfilandosi la camicia.
Theodore sgranò gli occhi e si bloccò a pochi metri da lui. Lo fissò negli occhi mentre indossava il pigiama ed alla fine si schiarì piano la gola:<< Non è la stessa cosa >>, riuscì a bisbigliare prima di sbuffare e tornare a sedersi sul davanzale della finestra.
Il biondo sollevò la coperta con aria soddisfatta e si sdraiò sul letto:<< Tanto lo sappiamo entrambi che non è a Juno che pensi >>, commentò infine Theodore, appena prima che Draco chiudesse gli occhi.
Quest'ultimo scattò di colpo in piedi ed afferrò la bacchetta dal cassetto del comodino, dove l'aveva appena messa:<< Come, scusa? >>, domandò puntandola contro il compagno.
Questi inchiottì saliva a vuoto, ma prese coraggio ed incrociò lo sguardo dell'altro:<< Smettila Draco, lo sanno tutti che c'è qualcosa tra te e quella mezzosangue >>.
Draco strinse forte la mano con cui non teneva la bacchetta:<< Non so di cosa tu stia parlando >>, sibilò nel tentativo di recuperare la calma.
Theodore sorrise sprezzante:<< Ti hanno visto tutti ad Hogsmeade, uccidere un mangiamorte per difenderla >>.
Il biondo fece un suono scioccato ed in risposta gli giunse un mugugnio da quello che doveva essere il letto di Tiger; abbassò la voce ma aumentò la presa sulla bacchetta:<< Sbaglio o avevamo deciso insieme a Juno di portarla dalla nostra parte? >>.
<< Certo, ma non era previsto che tu ti affezionassi a lei >>.
Draco sgranò gli occhi e per lo stupore riabbassò il braccio:<< Non mi sono affezionato proprio a nessuno >>, si difese poco convinto.
Theodore ghignò e prese a girargli intorno:<< Sei consapevole del fatto che una volta che non ci sarà più utile verrà uccisa, vero? >>.
Prese un bel respiro, cercando di non agitarsi:<< So che c'è l'eventualità che ciò accada >>, rispose evasivo.
<< Evetualità? Io la chiamerei probabilità >>, lo corresse il compagno:<< credo che siano veramente pochi i casi in cui l'Oscuro Signore potrebbe accogliere quella mezzosangue tra le sue fila >>.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli chiarissimi:<< Non tutti i mangiamorte sono purosangue >>, ricordò, probabilmente, cercando di convincere se stesso per primo.
Il moro annuì pensieroso, ma gli rivolse uno sguardo strano:<< Questo è vero >>, ammise:<< ma nessuno dei servi dell'Oscuro Signore è mai stato dalla parte di Potter >>, sottolineò con un'occhiata sprezzante.
Il biondo si morse la lingua per non rispondegli urlando; sapeva che l'unica cosa in grado di fargli perdere la calma, era il non essere in grado di provare le sue ragioni. Si voltò verso il letto e rimise la bacchetta nel cassetto del comodino:<< Non ho mai anteposto nulla alla mia missione >>, fu tutto ciò che disse una volta infilatosi sotto le coperte.
<< Questo perchè non sei mai stato obbligato a scegliere >>, gli fece notare Theodore, tornando a sedersi sul davanzale della finestra.
La stanza cadde nel silenzio, interrotto solo dal russare di Tiger e Goyle ed i mugugnii di Blaise, che aveva il brutto vizio di parlare nel sonno.
Draco si rigirò tra le lenzuola, infastidito dalla posizione con cui si era coricato, dal peso delle coperte sul suo corpo, dalla luce della luna e dei borbottii dei suoi compagni. L'unica cosa a cui riusciva a pensare – la sola a cui pensava da giorni, in realtà – era che doveva andare a parlare con Hermione; aveva bisogno di lei.
 
La McGranitt entrò di corsa nell'ufficio:<< Albus! >>, chiamò a gran voce, stupendo il vecchio mago per la sua insolita irruenza.
<< Cosa succede, Minerva? >>, domandò il preside, tornando a sedersi alla scivania ed appellando una sedia perchè anche la collega potesse fare altrettanto.
La donna, dopo aver prese un lungo respiro ed essersi calmata, posò una lettera aperta sulla scrivania in legno scuro:<< è una lettera dal Ministero. Mi sono permessa di leggerla e non ci mandano alcuna buona notizia >>.
Silente, senza dire nulla, si sistemò meglio gli occhiali a mezzaluna sul lungo naso e, dopo aver estratto la lettera dalla busta, prese a leggerla in silenzio. Quando ebbe finito la ripiegò e chiuse per un istante gli occhi:<< Quando è arrivata? >>, domandò.
La professoressa McGranitt si torturava le mani, visibilmente agitata:<< Non più di un'ora fa. L'ho trovata nel mio ufficio appena tornata dalla colazione >>, spiegò parlando velocemente, senza riuscire a stare calma.
Il preside prese un lungo respiro, cercando di non perdere la sua solita tranquillità:<< Sapevamo che sarebbe successo, Minerva. Mi domando solo perchè ci siano dovuti finire in mezzo anche i babbani >>, ammise.
Le guance della donna si tinsero di rosso ed i suoi occhi presero a lanciare lampi. Battè un pugno sul legno della scrivania e si alzò in piedi:<< Perchè sono dei vigliacchi! >>, rispose con tono di voce molto più alto del normale:<< Non hanno attaccato un villaggio come Hogsmeade perchè sapevano che i maghi avrebbero sguainato le bacchette ed avevano paura di subire delle perdite. È stato molto più semplice attaccare un villaggio semibabbano! Ah sì! Vigliacchi! Non sono altro che vigliacchi! >>. Il petto della professoressa si alzò e si abbassò velocemente per un paio di volte, mentre i suoi occhi fiammeggiavano. Poi si guardò intorno, come stupendosi di se stessa e, dopo assersi messa una ciocca di capelli dietro l'orecchio, si schiarì la gola ricomponendosi:<< Almeno, questo è il pensiero >>, aggiunse con falsa calma.
Un sorriso sincero spuntò tra i baffi dell'uomo, che con un cenno della mano fece riaccomodare la collega:<< é normale che tu sia furiosa, mia cara Minerva. D'altronde chi non lo sarebbe? Ma sai bene che non posso intervenire in alcun modo, il mio primo dovere è quello di occuparmi degli studenti di questa scuola, la loro sicurezza è il mio primo pensiero >>.
La donna annuì, tornando a sedersi:<< Capisco Albus, ed è proprio per questo che sono venuta a parlarti. Pensi ancora che Hogwarts sia un luogo sicuro? >>.
<< Minerva... >>, iniziò Silente, mentre il suo sguardo si incupiva e la sua espressione diventava illeggibile:<< Hogwarts è e sarà sempre – almeno finchè io sarò qui – un luogo sicuro per chiunque cerchi riparo >>.
La donna gli lanciò un'occhiata strana, stringendosi le mani in grembo:<< Anche se accoglie tra le sue mura l'erede dei Black e dei Malfoy? >>, domandò.
<< Anche se accoglie tra le sue mura l'erede dei Black e dei Malfoy. >>.
 
Si sistemò per la trecentesima volta un ricciolo dietro l'orecchio e tornò a stringere la pesante borsa dei libri che si trascinava dietro.
Quel giorno poteva ritenersi soddisfatta; durante la lezione di pozioni aveva preso lo stesso voto di Harry – cosa che non accadeva da quando il suo migliore amico aveva trovato il libro del Principe Mezzosangue – la professoressa McGranitt le aveva fatto i complimenti per l'impegno che teneva dall'inizio dell'anno, a pranzo si era strafogata di polpettone con verdure – uno dei suoi piatti preferiti – ed aveva anche trovato il tempo per scendere al campo da quidditch a vedere gli allenamenti di Ron ed Harry, nonostante avesse dovuto imbottirsi ben bene per non beccarsi un malanno.
Ora però aveva lasciato i suoi amici per correre in biblioteca; concedersi qualche ora di riposo non poteva certo farle male, ma non poteva assolutamente permettersi di rimanere indietro con lo studio, non l'anno prima dei M.A.G.O.
Svoltò per un corridoio del secondo piano, dove vide Ginny – che ancora indossava la divisa da quidditch – ascoltare Luna che le mostrava una pergamena fitta di appunti. Salutò entrambe con un sorriso e continuò per il corridoio.
<< Hermione! >>, quando si sentì chiamare, si voltò con il sorriso ancora stampato sulle labbra; sorriso che morì nonappena vide il proprietario della voce.
Draco Malfoy, biondissimo e composto come sempre, procedeva verso di lei con le mani affondate nelle tasche della divisa di Serpeverde:<< Ciao Draco >>, rispose più per educazione che perchè sentisse il desiderio di parlargli.
Quando il ragazzo le si fu accostato, allungò una mano per afferrare la borsa che portava a tracolla:<< Lasciala a me. Stai andando in biblioteca? Te la porto io >>, si offrì prima di ricominciare a camminare senza aspettare una risposta.
Hermione gli si affiancò incredula, con gli occhi sgranati. Per qualche secondo camminò insieme a lui senza dire nulla, nella speranza che si degnasse di darle una spiegazione; quando concluse che non sarebbe arrivata, gli afferrò un braccio in modo che si bloccasse:<< Allora? >>, domandò battendo a terra i talloni.
<< Allora cosa? >>.
<< Allora ritengo di meritarmi delle spiegazioni >>.
Draco sgranò gli occhi fingendosi stupito:<< Spiegazioni per cosa? >>, chiese passandosi una mano tra i capelli; per un attimo, aveva veramente creduto che potesse essersene dimenticata.
<< Non prendiamoci ingiro. Sai benissimo a cosa mi riferisco >>, rispose Hermione stringendo forte un pugno, nel tentativo di mantenere la calma.
Il ragazzo scrutò in silenzio le sue iridi castane che in quel momento – come in molti altri – ardevano di determinazione e, con un sospiro frustrato, si arrese:<< Che cosa vuoi sapere? >>, domandò.
La riccia si guardò intorno; un paio di ragazzi di Tassorosso chiaccheravano appoggiati ad una colonna lì vicino. Afferrò una manica del maglione bordato di verde e argento e si trascinò dietro il ragazzo fino ad infilarsi in una nicchia nascosta dietro ad un arazzo, poco distante dalla biblioteca:<< Hai ucciso un mangiamorte >>, esordì appena si fermarono.
<< Questa non è una domanda >>, commentò Draco.
<< No, infatti >>, rispose lei:<< su questo non ho dubbi. Mi chiedevo perchè tu lo abbia fatto... >>.
Il biondo non dovette nemmeno pensare alla risposta:<< Perchè eri in pericolo >>.
Lei – contro ogni previsione – gli rivolse un'occhiataccia:<< Le persone normali non uccidono a sangue freddo solo perchè qualcuno che conoscono da meno di tre mesi è in pericolo >>.
Cambia argomento, cerca di distrarla.
<< Avresti preferito che ti uccidesse? >>.
<< Sai che non è questo che intendo >>.
In meno di un paio di secondi Draco considerò tutte le opzioni che sapeva di avere – anche quella di estrarre la bacchetta ed obliviarla – ma alla fine dovette ammettere che, dopo una vita di imbrogli e menzogne, tutto ciò che gli restava da dirle era la verità:<< Mi piaci >>, ammise infine, incrociando il suo sguardo.
Hermione aveva già pronta sulla lingua una risposta acida, ma dovette bloccarsi a bocca spalancata, nonappena il suo cervello collegò le parole del ragazzo:<< C-come? >>, chiese.
<< Devo ripetermi? >>, domandò il ragazzo che ormai sembrava arreso.
<< N-no >>, rispose lei, sbattendo le palpebre per trovare un senso a ciò che lui aveva appena ammesso:<< Solo... cosa...? Come...? >>.
Draco prese un bel respiro e provò ad essere il più sincero possibile:<< Quando i mangiamorte hanno attaccato Hogsmeade l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che dovevo proteggerti e... >>.
Senza riuscire a bloccarsi, la riccia lo interruppe:<< So badare a me stessa >>.
<< No >>, disse lui con voce tagliente:<< ci sono tipi di magie da cui non sai difenderti; da cui spero non dovrai mai imparare a difenderti >>, aveva usato un tono talmente freddo da zittirla:<< Comunque ti ho portato in quella viuzza >>, riprese a raccontare:<< ma quando ti ho visto correre via a quel modo sono... uscito di testa, non riuscivo proprio a ragionare. Poi ho visto il mangiamorte attaccarti e... beh, l'incanto lo conoscevo... non volevo che ti venisse fatto del male. Non vorrei mai che ti venisse fatto del male >>.
Hermione rimase in silenzio qualche secondo, rimuginando sulle parole che aveva appena ascoltato:<< E perchè sei scappato? >>.
Draco sospirò di nuovo, optando nuovamente per una mezza verità:<< Avevo appena ucciso un uomo. Avevo paura di averti spaventata. Credevo che... che mi vedessi come un mostro >>, ammise:<< e comunque ho visto arrivare i tuoi amici, ormai eri al sicuro >>, aggiunse dopo un istante, sorpreso di quando fosse vero ciò che aveva appena detto.
Rimasero entrambi in silenzio. Un silenzio denso, pieno di cose non dette ed emozioni taciute, interrotto solo dai passi e dal chiacchericcio lontano di qualche studente che passava oltre l'arazzo, che sembrava appartenere ad un altro mondo. Entrambi fissavano gli occhi dell'altro e nessuno abbassò lo sguardo.
<< Non sei un mostro >>, fu tutto ciò che Hermione disse, dopo diversi secondi.
<< Grazie >>.
Hermione gli rivolse un sorriso sincero e lui rispose con uno sguardo strano, sguardo che aveva visto solo sui visi di Viktor e Cormac, e forse, un paio di volte l'anno precedente, su quello di Ron. Nell'angusto spazio della nicchia, Draco le si fece più vicino:<< Non sono molto esperto di queste cose. Questo è il momento in cui ti dovrei baciare? >>, domandò.
Al contrario di ciò che una vocina le strillava nella testa, la ragazza fece un passo indietro. Lui le rivolse un'occhiata interrogativa e lei si costrinse a trovare una scusa:<< Io non... non credo che... forse non sarebbe... >>, si interruppe e lo fissò negli occhi.
Con un movimento repentino ed inaspettato fece un passo in avanti, si mise in punta di piedi e gli diede un leggerissimo bacio a fior di labbra. Prima ancora che lui potesse sollevare le braccia e cingerle la vita, stava scostando l'arazzo:<< Questo era per avermi salvato la vita >>, disse prima di andarsene, mentre la stoffa pesante la copriva dalla sua vista.


Hola :D
Come promesso sulla pagina eccomi qui il primo marzo; tanti auguri a Ron e tanti auguri a ME <3 (Sì, l'essere nata lo stesso giorno di Ron mi rende molto, molto fiera).
Escluso le sciocchezze mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto, ma questi ultimi due mesi sono stati un vero e proprio suicidio per me. Ora però sono nella casa nuova e mi sento molto meglio; ho anche più tempo da dedicare alla scrittura e spero vivamente di riuscire a ricominciare a pubblicare con una certa frequenza (Un capitolo ogni due settimane se riesco(: )
E quindi boh... spero che abbiate ancora voglia di seguirmi nonostante la mia lunga assenza, fatemi sapere il vostro parere sulla storia :D
Peace, love and red hair <3
Chanel

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Capitolo 14
*** -Sotto controllo ***


 
-Sotto controllo
Harry rientrò in Sala Comune. Era di nuovo tardi, un'altra lezione con Silente.
Si lasciò cadere ad occhi chiusi sul divano. Per quanto non gli piacesse farlo vedere all'anziano preside, quei continui viaggi nel pensatoio lo stancavano terribilmente, nonostante servissero a chiarirgli le idee.
Conoscere la vita del suo avversario gli avrebbe sicuramente facilitato il compito, anche se... avevano così tante cose in comune, loro due. Avevano avuto un'infanzia molto simile; entrambi orfani, entrambi cresciuti in un ambiente privo di qualsiasi tipo di amore o speranza. Eppure erano agli antipodi; non avrebbero potuto essere più diversi.
È questione di scelte, Harry. Solo di scelte.
Gli sembrò quasi di sentire la voce del suo patrino che gli diceva quelle parole. Sirius era uno che credeva fermamente nelle possibilità, nelle scelte; d'altronde, se non ci credeva un grifondoro che di cognome faceva Black...
Gli mancava Sirius, gli mancava da morire. Non gli mancava tanto come persona – nonostante gli avesse voluto bene quanto avrebbe potuto volerne ad un padre – ma più di qualsiasi cosa gli mancava ciò che lui rappresentava; ciò che lui avrebbe potuto essere: una famiglia.
Ora, sono di nuovo solo.
<< Harry >>, una voce leggera, appena un sussurro, per poco non lo fece saltare in aria.
Si voltò di scatto, ritrovandosi davanti il viso assonnato e preoccupato della sua migliore amica:<< Hermione! >>, esclamò:<< Mi hai fatto prendere un infarto! >>.
La ragazza gli lanciò un mezzo sorriso di scuse e si mise a sedere al suo fianco:<< Tutto a posto, Harry? >>, domandò ravvivando con un colpo di bacchetta il fuoco quasi spento del camino.
Alla luce delle fiamme Harry notò con disappunto che, nonostante fosse molto tardi, lei indossava ancora la divisa scolastica; preferì comunque non fare domande:<< Tutto a posto. Sono solo un po' stanco. Tu? >>.
Hermione annuì:<< Tutto a posto >>, prese un bel respiro, come se dovesse dirgli qualcosa che avrebbe preferito tenere per sé:<< Posso farti una domanda? >>, chiese lanciandogli uno sguardo tanto serio da farlo quasi preoccupare.
<< Certamente >>.
<< Ti è mai capitato... non so, di voler fare ardentemente qualcosa nonostante sapessi che non avresti dovuto? >>.
Harry ci pensò un attimo, ma preferì rimandare la risposta:<< Ha a che fare con lo strano comportamento che hai ultimamente? >>, domandò.
La riccia si strinse nelle spalle, evasiva:<< Possibile. Allora, ti è mai successo? >>, ripetè ostinatamente.
Lui le rivolse un sorriso assimetrico, scoppiando in una veloce risata:<< Ho paura che praticamente tutto ciò che abbiamo fatto io, Ron... ed anche tu in questi ultimi anni... ti ricordi di qualcosa che, da un punto di vista esterno, potesse sembrare giusto? >>.
Hermione scosse la testa:<< No ma non intendo “giusto” in senso platonico. Parlo di... te stesso, ti è mai capitato di fare qualcosa che sapevi essere sbagliata? >>.
Harry si sistemò con due dita gli occhiali sul naso, prese un respiro e si grattò la nuca:<< Beh... non lo so... credo che capiti a volte di fare cose che... anche se ci fanno piacere, non sono del tutto giuste ma... non so, forse dovresti vedere se questa cosa è solo eticamente scorretta, oppure se può fare del male a qualcuno >>.
<< No, io... >>, ci pensò un po' su; a chi avrebbe potuto fare del male? Al massimo a se stessa, ma nessun altro ne avrebbe sofferto:<< no >>, ripetè più decisa:<< non può fare del male a nessuno >>, aggiunse.
Il ragazzo le sorrise, allungandosi per metterle una mano sulla spalla:<< Allora è ok. Se ti fa star bene... >>.
Anche Hermione gli sorrise e si avvicinò per abbracciarlo velocemente:<< Grazie Harry >>, si alzò, voltandosi per metà verso il suo dormitorio:<< Ora vado a letto Harry, sono veramente stanca. Buonanotte >>.
<< 'Notte Hermione >>, rispose l'altro, alzandosi a sua volta. Prima che la ragazza potesse andare oltre al quinto gradino, si sentì richiamare:<< Hermione >>, disse Harry:<< questa... cosa che ti fa sentire bene non è... pericolosa per te, vero? >>, domandò un po' titubante, insicuro su quanto poteva permettersi di chiedere.
La riccia si bloccò. Ripensò a Draco.
Pensò a quando, all'inizio dell'anno, si era ritrovata svenuta in una stanza da sola con lui; non ricordava nulla di ciò che era successo lì dentro.
Pensò al gufo che gli aveva spedito poco dopo la quasi morte di Romilda.
Pensò alla volta in cui pur di parlarle l'aveva pietrificata.
Pensò a come si agitava facilmente; a come, da un momento all'altro, potesse diventare aggresivo e sì, anche cattivo.
Pensò al mangiamorte, all'uomo che aveva ucciso.
Chiuse un istante gli occhi, ma quando li riaprì, mostravano lo stesso sorriso che le spuntava sulle labbra:<< No Harry >>, rispose:<< non è pericoloso >>.
Quando gli diede le spalle, si stupì da sola nel constatare di avere gli occhi umidi.
 
Juno era fuori di sé; lanciava per la stanza libri, vestiti e fogli senza ritegno. I capelli, solitamente composti e liscissimi, le incorniciavano il viso come una folta criniera corvina:<< Lo uccido! >>, urlò per l'ennesima volta, scaraventando a terra un grosso dizionario di antiche rune:<< Morto! Lo voglio morto! >>.
Draco puntò la bacchetta contro la porta, assicurandosi che l'incantesimo d'insonorizzazione funzionasse. Theodore si dondolò sulla sedia che occupava, osservando la traiettoria che compiva il libro prima di schiantarsi a terra:<< Quel... vecchio! Quel filobabbano! Come osa!? Quello non sa chi sono io! Non sa cosa sono in grado di fare! >>.
<< Ed è decisamente meglio che non lo sappia >>, borbottò tra sé Theodore, in un sussurro appena udibile. Draco camuffò una risata e tornò a guardare impassibile la ragazza, che sembrava continuare a trovare decine e decine di oggetti adatti per sfogare la sua ira.
Diversi minuti dopo Juno si fermò con il fiatone, osservando il vaso di cristallo che aveva appena gettato a terra. Era livida ed ansante; il petto si alzava e si abbassava senza ritmo, mentre gli occhi le brillavano di una luce inquietante. Theodore – stupidamente – pensò di sfruttare l'occasione:<< Perchè non ci racconti cosa è successo? >>, propose. Senza pravviso si ritrovò a dorversi abbassare per schivare il libro di storia della magia, che si schiantò con l'ennesimo tonfo a meno di una decina di centimetri dalla sua testa:<< Ok, no... >>, fu l'unico commento del ragazzo.
Per altri minuti ancora i due rimasero ad ascoltare in silenzio le urla di Juno che – finito gli oggetti da distruggere – aveva iniziato a lanciare incantesimi a vanvera, riducendo in frammenti libri, vestiti e qualsiasi altra cosa si torvasse a portata di bacchetta.
Alla fine, diversi minuti dopo, si lasciò cadere sul letto con la bacchetta ancora in mano; la puntò contro un grosso falco che, da quando i ragazzi erano arrivati, era rimasto immobile in cima all'armadio:<< Crucio! >>, urlò Juno.
Il volatile sbattè un paio di volte le ali, lanciando un urlo stridulo e straziante, per poi lasciarsi cadere sul pavimento. Senza fare un solo commento Juno riabbassò la bacchetta ed andò a prendere il falco in braccio. Nessuno disse nulla e lei tornò a sedersi accarezzandogli le piume.
Come se fosse tutto normale, l'animale si pettinò le piume e le diede un morsetto affettuoso all'indice, prima di tornare ad appollaiarsi sull'armadio. Juno si alzò in piedi e con un colpo di bacchetta spalancò la finestra, iniziando a riordinare tutto ciò che c'era ingiro e mettere a posto quel che aveva rotto.
In meno di dieci minuti la camera tornò ordinata e pulita com'era sempre stata.
<< Silente mi ha fermato oggi, subito dopo pranzo, per chiedermi un colloquio >>, spiegò la ragazza, seduta tranquillamente sulla sua poltrona, come se nulla fosse successo.
Vedendo che non continuava e che Theodore non sembrava intenzionato ad aprire nuovamente bocca, Draco domandò:<< E ci sei andata? >>.
La mora annuì, passandosi le dita tra i lunghi capelli per farli tornare lisci e ordinati come sempre:<< Sì, sono tornata poco prima che voi arrivaste >>, spiegò:<< il vecchio è preoccupato >>.
<< Di cosa? >>.
Sollevò un sopracciglio:<< La domanda giusta è “di chi?”: di me. Ritiene che la mia influenza possa portare... diciamo... alcuni innocenti serpeverde sulla cattiva strada e non vorrebbe ritrovarsi costretto a dovermi espellere per evitare danni >>.
<< Quindi sa già tutto? >>, azzardò Theodore.
Lei gli lanciò un'occhiataccia, come se stesse parlando con un bambino particolarmente stupido ed insistente:<< Certo che no >>, rispose con aria infastidita:<< non si sono accorti di me per sei anni, non si accorgeranno certo ora. Solo che – nonostante ciò che molti di voi mediocri mangiamorte continuate a dire – Silente è un grande mago e nascondergli le mio origini è stato, fin da subito, pressochè impossibile >>.
Per la seconda volta il moro non riuscì a stare zitto:<< Ed allora perchè non ti ha ancora espulso >>, domandò.
Juno gli rivolse un'occhiata così gelida che avrebbe potuto portare senza problemi la neve nel deserto del Sahara:<< Sei così sciocco, Theodore >>, disse però, con voce quasi compassionevole:<< Per quanto Silente sia... un ottimo mago ed un uomo veramente ingegnoso, ha un punto debole: la bontà. Crede nella bontà degli altri. È un sognatore e nelle sue fantasie Hogwarts è un luogo di pace ove chiunque dovrebbe potersi sentire al sicuro, protetto... non caccerebbe mai uno studente da queste mura, a meno che non sia strettamente necessario >>.
Calò un breve silenzio, interrotto dalle parole di Draco:<< E nella redenzione >>.
<< Come scusa? >>.
Il biondo si schiarì la gola, passandosi una mano tra i capelli. Non sapeva se fosse una buona idea parlare di ciò che gli passava per la mente, ma non era proprio riuscito a tapparsi la bocca:<< Silente, crede nella redenzione. Penso sia veramente convinto che chiunque si meriti una seconda occasione >>, spiegò, leggermente imbarazzato.
Juno lo fissò per diversi istantanti, palesemente compiaciuta e forse anche... sollevata? No, impossibile:<< Esatto >>, commentò:<< ma tornando al nostro discorso di prima, ho paura che – nonostante questo vada contro i suoi principi – Silente non si farebbe molti scrupoli per esplellermi, se fosse veramente convinto che possa diventare un pericolo per i suoi amati studenti e purtroppo, non potete permettervi di perdermi; senza di me non riuscireste ad andare avanti >>, lo disse in modo quasi comico, come se non si stesse vantando apertamente ed offendendo al contempo loro due.
Rimasero qualche attimo in silenzio, riflettendo sulle parole della ragazza. Per l'ennesima volta Theodore parlò dimostrando tutta l'intelligenza che riusciva ad usare in presenza della serpeverde:<< E quindi noi cosa dovremmo fare? >>.
Juno – avendo ormai perso le speranze con lui – gli rivolse un'occhiata di pura compassione:<< Sbrigarvi >>, rispose semplicemente.
<< In che senso? >>, chiese Draco.
<< Dovete velocizzare i tempi; non abbiamo più tutto il tempo che pensavamo. Draco, quella ragazza, la mezzosangue... a che punto sei? >>.
Il biondo si sentì spiazzato. Sentirsi chiedere dalla ragazza con cui andava a letto (definizione poco lusinghiera ma azzeccata) se fosse a buon punto con il suo piano per incastrare la ragazza per cui – ormai lo aveva ammesso – provava qualcosa, lo sballottò per qualche istante. Si chiese cosa avrebbe dovuto dire, cosa avrebbe creato meno problemi ad Hermione, poiché quelli che lui stesso le avrebbe creato di lì a poco, le sarebbero bastati per tutta la vita.
Si scostò i capelli dalla fronte, desiderando ardentemente di poter non rispondere a quell'ultima domanda. Juno, davanti a lui, lo fissava impassibile:<< Ci sto lavorando >>.
La serpeverde sollevò un sopracciglio curatissimo:<< Quindi sei in alto mare >>, dedusse infastidita. Si alzò in piedi per paraglisi davanti; si abbassò leggermente e lo guardò negli occhi:<< Ascoltami Malfoy, questo non è un gioco e tu non sei un gentleman. Voglio che tu usi tutti i mezzi che hai per avvicinarla. Mi hai capito Malfoy? Tutti. >>, l'occhiata che gli rivolse fu talmente indecente, da costringerlo a distogliere lo sguardo.
Juno però parve soddisfatta, gli diede le spalle e si andò a sedere al bordo del letto. Senza alcun motivo apparente, gli sorrise:<< Bene, potete andare. Riparleremo presto, molto presto. E sarà meglio che la prossima volta mi portiate buone notizie >>.
I due annuirono e, prima che potessero chiudersi la porta alle spalle, la sentirono andare verso la scrivania e chiamare il falco.
Senza dire una parole, si diressero entrambi verso il parco, dove ormai il sole stava per tramontare e nell'aria vibrava il freddo notturno.
Theodore sembrava una persona diversa da quella di pochi minuti prima, Juno sapeva veramente stregarlo.
<< Non fare questa sciocchezza, Draco >>, quasi lo pregò, con lo sguardo perso nel cielo aranciato del tramonto:<< non ti affezionare. Se ami qualcosa hai paura di perderla e questo ti rende un debole >>.
Il biondo chignò:<< E chi ti ha insegnato questa perla di saggezza? >>, chiese ironico.
Theodore non sembrava per niente in vena di scherzi:<< Mi padre, quando avevo otto anni >>, rispose:<< meno di una decina di ore dopo la morte di mia madre >>.
Draco strinse i pugni tanto forte, da perdere quasi la sensibilità delle dita.
 
Hermione raccolse con calma i suoi libri di antiche rune. La lezione era finita da qualche minuto, ma sapeva che – da quando Ron si era messo con quella... con Lavanda – nessuno l'aspettava più fuori dall'aula, a parte qualche volte Harry che, stufo di fare da terzo incomodo, cercava compagnia altrove.
<< Ehi, Hermione... >>.
Non se n'era accorta ma, oltre a lei, l'aula era occupata solo da un'altro ragazzo, il professore invece era già scomparso.
<< Ciao Draco >>, salutò lei mentre le guance le si tingevano di rosa, leggermente imbarazzata per ciò che era successo appena due giorni prima.
<< Stai bene? >>, le domandò il ragazzo, aiutandola ad infilare un blocco di appunti nella borsa:<< è tutto a posto? >>.
La riccia gli rivolse un sorriso veloce:<< Sì, tutto bene. E tu? >>.
Draco annuì:<< Senti... mi chiedevo... >>, si grattò il mento; quando era ancora a casa, a villa Malfoy, il professor Luis avrebbe anche potuto perdere un paio d'ore per spiegargli come ci si comparta con una ragazza, perchè, a quanto pareva, era davvero negato in queste cose:<< … sai, il ballo che organizza il professor Lumacorno prima della vacanze di Natale... beh, hai già un cavaliere? >>.
Hermione rimase un paio di secondi spiazzata, senza essere in grado di ragionare. Poi il suo cervello prese a lavorare di corsa, vagliando tutte le opzioni possibili in meno di una manciata di secondi. Chiuse un istante gli occhi e prese fiato:<< A dire il vero dovrei... dovrei dare una risposta ad un'altro ragazzo... >>.
Draco non parve sconfortato, al contrario:<< Quindi non gli hai ancora detto di sì. Beh... diciamo che non sarebbe male se tu riuscissi a... insomma, scaricarlo e venirci con me >>.
La riccia parve punta nel vivo: chi era lui per pensare che lei lo preferisse ad un'altro qualsiasi ragazzo – anche se la cosa era vera? proprio nessuno:<< E chi ti ha detto che io non preferisca andarci con lui? >>, chiese un po' acida.
Il ragazzo le sorrise:<< Perchè tu non lo ammetti ma non puoi resistermi >>, disse scherzando, ma facendo comunque arrossare ulteriormente le guance di lei.
Rimasero qualche istante in silenzio, mentre Hermione sembrava valutare seriamente la situazione e le sue opzioni. Alla fine sbuffò piano, passandosi una mano tra i capelli ribelli:<< Non lo so >>, ammise:<< non so se sia carino dire di no a McLaggen >>, spiegò.
<< No, io penso che sarebbe carinissimo >>.
<< Non scherzare Draco. È una cosa complicata >>.
Lui alzò gli occhi al cielo:<< Non capisco cosa ci sia di complicato >>, ammise:<< vuoi o non vuoi venire al ballo con me? >>, domandò.
<< Certo che voglio! >>, rispose prontamente Hermione, vergognandosene l'attimo dopo.
Draco incrociò le braccia, compiaciuto:<< Non vedo quale sia il problema allora. Vieni con me >>, concluse soddisfatto.
Hermione non sapeva cosa rispondere. Andare alla festa del professor Lumacorno con Draco avrebbe avuto tremila implicazione.
Sarebbe stato come rendere la cosa – nonostante il suo vasto dizionario, non aveva ancora trovato un nome alla loro... appunto, cosa – ufficiale, di dominio pubblico.
Avrebbe messo Harry e Ron davanti al fatto compiuto, per non parlare dei commenti dei serpeverde e di tutti gli altri della scuola, che le sembrava già quasi di sentire.
Oppure avrebbe potuto dirgli di no, magari rubargli un'altro rabito bacio, e scappare verso la sua torre, come se nulla fosse. Forse, tenere la cosa segreta era la soluzione migliore.
Ma...
La vita ti mette davanti a delle scelte.
Ti mette davanti a dei bivi che tu, e soltando tu, puoi scegliere come affrontare.
Il problema è che non te ne accorgi. Non ti accorgi che scegliendo una strada invece che un'altra, stai dicendo addio a tutte le tue altre possibilità.
Poi ti ritrovi un giorno, vecchio e con molti acciacchi, seduto da solo – i figli lontani e gli amici troppo stanchi per passarti a trovare – davanti al caminetto di una casa piena di spifferi e solo allora ti domandi “Ma come sarebbe stato se...?”.
E poi inizi a rimuginare sopra le tue scelte, le tue decisioni, i tuoi ripensamente... e alla fine... alla fine basta, muori. Ci si può benissimo morire di queste cose.
Infondo è solo uno stupido ballo!
Urlò qualcuno dentro lo sua testa, mentre ancora fissava gli occhi grigi del suo interlocutore, senza dargli una risposta.
No, sai che è molto di più.
Rispose una voce che doveva chiamarsi Coscienza.
Distolse per qualche istante lo sguardo, dubbiosa.
Per una volta avrebbe potuto buttarsi. Avrebbe potuto provare qualcosa di non calcolato, qualcosa di cui ancora non conosceva esattamente l'esito. Poteva farlo per provare – almeno una volta – il brivido dell'ignoto.
Per una volta avrebbe potuto rischiare, avrebbe potuto vivere.
Incrociò nuovamente il suo sguardo:<< Sì >>, rispose. Draco le sorrise, ma prima che potesse anche solo aprire bocca lei lo interruppe:<< sì, vorrei venire al ballo con te ma no, non lo farò. Come farei a... a spiegare ai miei amici...? Loro non sanno neanche che io ti parlo, Merlino! Non sarebbe una buona idea... >>, era palesemente agitata e per questo, al contrario di quanto sperava, non riusciva a spiegarsi bene.
Draco sollevò un sopracciglio:<< Allora forse sei tu, tra i due, quella che ha paura del parere degli altri >>, commentò.
Hermione parve offesa:<< Non è che ho paura del parere degli altri! >>, esclamò:<< è solo che non voglio che i miei amici si facciano in'idea sbagliata della cosa, vorrei prima parlargliene io >>.
Rimasero nuovamente in silenzio qualche istante, il biondo diede un colpo di tosse:<< Va bene allora >>, disse tentando un sorriso:<< ci vediamo alla festa, ma ricordati che almeno un ballo me lo devi >>.
La ragazza sorrise:<< Promesso >>, rispose.
Rimasero a guardarsi, entrambi sapevano che era giunto il “momento dei saluti” ma nessuno dei due sapeva cosa avrebbe dovuto dire o fare.
Hermione si morse un labbro:<< Io dovrei... sai... mi aspettano in Sala Comune >>, disse caricandosi sulla spalla la borsa dei libri.
<< Oh, certo >>, disse Draco, facendo un passo indietro e raccogliendo a sua volta i libri:<< Beh, ci vediamo venerdì sera alla festa allora >>.
<< Va bene >>, rispose lei con un sorriso dolce:<< per ora arrivederci >>, fece prima di lasciare l'aula.
Il sorriso sul volto di Draco sparì nonappena lei si fu chiusa la porta alle spalle; forse, sapendo ciò che sarebbe successo di lì a poco, avrebbe preferito che lei gli desse un bel due di picche.
Avevano poco tempo.
Il Signore Oscuro aveva bisogno di loro.
Il Signore oscuro aveva bisogno di lei.

Ecco a voi, come promesso :D
Cosa ve ne pare? Ok, forse i pensieri dei nostri protagonisti - al contrario di quanto speravo - non sono esattamente cristallini... Mmmmm vabbè, spero migliorerà nei prossimi capitoli, anche se, in caso di lamentele, dovete rivolgervi a loro, io non c'entro nulla! Fanno tutto da soli.
Escluso questo vorrei ringraziare le fantastiche persone che nonostante la mia lunga assenza hanno ancora voglia di seguirmi ed ovviamente anche ai nuovi lettori!
Ci vediamo quando torno dalla Francia (auguratemi buon viaggio!)
Un bacio, vostra Chanel

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Capitolo 15
*** -Festa del Lumaclub ***


 
-Festa del Lumaclub
In effetti si sentiva un po' stupida e decisamente, decisamente frivola.
Non era assolutamente da lei passare ore davanti alla specchio a sistemarsi i capelli o rifarsi il trucco, ma – si era detta – una volta tanto poteva anche concederselo.
Rimirò di nuovo il suo riflesso nello specchio e si sentì strana. Non aveva esagerato con niente, ma quegli occhi, più grossi e definiti del solito grazie ad un leggero strato di trucco, non sembravano i suoi e, ancor meno, lo sembravano i capelli che, liscissimi e lucenti, erano per metà raccolti in un'elegante pettinatura.
Si alzò ed indossò il vestito che aveva ordinatamente poggiato sul letto. Era un abito veramente grazioso, rosso scuro, lungo fino alla ginocchia e con un ampia gonna a sbuffo; se lo era fatto inviare da sua madre un paio di giorni prima e, nonostante nessuno le avesse ancora dato il suo parere, le sembrava che le donasse.
Indossò dei piccoli orecchini di perle in completo con un braccialetto che portava al polso e fece una girovalta davanti allo specchio; poteva ritenersi decisamente soddisfatta.
Sistemò la bacchetta nella fascia che le stringeva la vita e, dopo aver sistemato il flacone della lozione per capelli ed i cosmetici che aveva usato, si accinse a scendere le scale.
La scena che trovò in Sala Comune la fece sorridere. Una decina di ragazzi – delle età più diverse – facevano gruppo per sistemarsi l'un l'altro il nodo della cravatta o i bottoni dei polsini, non si poteva esattamente dire che i grifondoro fossero fatti per le cerimonie.
Quasi scoppiò a ridere in faccia ad Harry quando lo vide avvicinarsi con aria alquanto preoccupata:<< Vado bene così? >> le domandò senza preamboli, rivolgendo al suo stesso abbigliamento occhiate agitate.
Hermione sorrise:<< Benissimo >> lo rassicurò, allungando le mani per stringergli bene il nodo della cravatta.
Lui alzò lo sguardo e rimase un attimo incantato:<< Wow >> disse in un sussurro stupito:<< sei bellissima >>.
<< Oh, grazie >> rispose lei sorridendo, con le guance leggermente arrossate:<< neanche tu sei tanto male >>.
Harry le sorrise a sua volta, passandosi una mano sui pantaloni, cercando di appiattire le pieghe che non era riuscito a stirare al meglio con la magia:<< Allora, cosa fai? Io vado a prendere Luna all'ingresso, tu? >>.
Prima che gli arrivasse una risposta, un ragazzo alto e ben piazzato gli si parò davanti:<< Sei veramente stupenda >> disse la voce di Cormac McLaggen, che sembrava l'unico in quella stanza ad essere a suo agio nello smoking scuro.
Hermione si morse un labbro:<< Grazie. >> rispose semplicemente, accettando il braccio che il ragazzo le porgeva:<< Ci vediamo alla festa >> aggiunse poi rivolgendosi ad Harry, prima di seguire il suo accompagnatore verso il ritratto della Signora Grassa, fingendo accuratamente di non notare Lavanda e Ron occupati ad esplorarsi vicendevolmente le tonsille.
Arrivati davanti alla porta dell'ufficio di Lumacorno, Hermione si rese conto con rammarico di non avere molte cose da dire a McLaggen. Lui, al contrario, si era gettato in un fittissimo autoelogio sulle sue innate doti da portiere.
Li accolse un Lumacorno più che festoso, che sembrava aver già alzato un po' troppo il gomito. L'ufficio era stato ampliato con la magia e su ogni parete svettavano festoni e decorazioni natalizie, nel complesso si preannunciava una festa piacevole.
Si avvicinarono al tavolo delle bevande e Cormac le allungò una burrobirra, intento nella minuziosa descrizione della sua diciottesima miglior parata – era partito dalla trentesima – avvenuta all'età di undici anni al campo vicino casa dei suoi nonni.
Arrivati alla decima, Hermione si sarebbe volentieri gettata dalla torre di astronomia.
Fortunatamente pochi minuti dopo qualcuno alzò il volume della musica e diverse coppie presero a ballare.
Sull'orlo della crisi isterica, Hermione agguantò il polso del suo accompagnatore:<< Balliamo? >> propose disperata.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e poggiò una mano sulla sua, mentre l'altra andava a stringerle il fianco, forse un po' più in basso del dovuto. Comunque, anche durante i balli, la topthirty delle sue parate continuò.
<< Oh, il vischio >> esclamò Cormac, con falso stupore, mentre la musica sulle cui note avevano appena ballato lasciava il posto ad un altro lento.
Hermione sollevò la testa e si ritrovò a fissare delle foglioline verdi. Era così concentrata dal non saltargli al collo – per ucciderlo, ovviamente – che senza accorgersene doveva essersi fatta trascinare lì sotto.
Senza aspettare un qualche reazione da parte sua, il ragazzo l'afferrò per la vita ed avvicinò i loro volti. La riccia sgranò gli occhi sentendo le mani di McLaggen tra i capelli e la sua lingua puntare contro le sue labbra per entrarvi.
Fece un salto indietro, con i capelli scompigliati e gli occhi ancora spalancati:<< Ho sete. Vado a prendere da bere >> borbottò defilandosi tra gli invitati.
Avvistò la chioma corvina di Harry in lontananza e gli corse incontro. Anche lui sembrava voler fuggire da una conversazione poco gradita, infatti, vedendola, le fece un cenno con la mano e si allontanò dai due uomini con i quali stava parlando.
<< Io fuggo da un vampiro ed un giornalista. >> annunciò non appena le fu vicino:<< Tu? >>.
Hermione gli sorrise:<< Da McLaggen e dal vischio >>.
Scoppiarono a ridere insieme e si sistemarono in una parte nascosta della sala, vicino a delle pesanti tende:<< Certo che noi non ci siamo proprio portati per queste cose >> commentò Harry, allentandosi il nodo della cravatta.
Lei gli sorrise con aria arresa, massaggiandosi le gambe doloranti:<< Assolutamente no. E ad inventare i tacchi è stato sicuramente un uomo, >> annunciò con una punta di acidità nella voce:<< mi ci giocherei la bacchetta >>.
Harry rise, poi le porse un braccio:<< Allora direi che siamo d'accordo. Mi seguirebbe verso la torre di Grifondoro, madame? >> propose.
Hermione stava per rispondere di sì ed andarsene con lui, quando una lunga chioma bionda gli si parò davanti:<< Harry! Questa dobbiamo assolutamente ballarla! >> esclamò Luna, iniziando a muovere le braccia a ritmo con la musica:<< Oh, ciao Hermione. >> esclamò non appena l'ebbe notata:<< Balli con noi? >>.
La riccia le rivolse un mezzo sorriso:<< Grazie Luna ma... >> prima che potesse finire di parlare, notò McLaggen andare nulla sua direzione, guardandosi intorno:<< Scappo! >> annunciò defilandosi nuovamente. Passando da dietro il tendone, si ritrovò vicina alla pista da ballo. Iniziò a camminare all'indietro, per guardarsi intorno ed evitare il suo accompagnatore, ma così facendo andò a sbattere contro qualcuno.
<< Attenta! >> strillò una vocetta infastidita.
Hermione si voltò per scusarsi, ma si ritrovò davanti il viso esageratamente truccato di Daphne Greegrass:<< Ah, sei tu... >> commentò con un'alzata di sopracciglia.
<< Hermione? >>.
Si sporse oltre le spalle della bionda, per trovare il viso felicemente perplesso di Draco Malfoy:<< Oh, ciao... >> rispose con un sorriso.
Rimasero a fissarsi per qualche istante, mentre Daphne, in piedi tra i due, si sentiva scomparire:<< Ohi, Draco! >> esclamò schioccandogli le dita davanti agli occhi:<< Potresti continuare a farmi ballare? >> domandò infastidita.
Il biondo spostò lo sguardo tra le due ragazze, infine lo fissò sulla bionda:<< Perchè non ti vai a prendere qualcosa da bere, Daphne? >> propose.
Daphne spalancò gli occhi all'inverosimile, mentre la mascella toccava quasi terra. Meno di due secondi dopo si riprese e gli lanciò un'occhiataccia:<< Bene! >> rispose offesa, andandosene facendo frustare i capelli a mezz'aria.
Entrambi osservarono la serpeverde allontanarsi e, quando la videro scomparire tra la folla, Hermione si permise di aprirsi in un sorriso:<< Non è stato molto carino da parte tua >> commentò con aria di rimprovero, cercando di nascondergli quanto il suo comportamento in realtà la lusingasse.
Draco le sorrise, prendendole una mano:<< Sono qui con lei solo perchè sua sorella sta male e lei l'ha sostituita, ma non mi importa nulla di nessuna delle due. Sbaglio o mi avevi promesso un ballo? >> senza aspettare una risposta si portò le sue mani intorno al collo e mise le sue sui suoi fianchi:<< Ti avviso, non credo di esserci particolarmente portato >> ammise prima di iniziare a dondolarsi a tempo.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò, troppo concentrati nel non pestarsi i piedi l'un l'altra. Poi iniziarono a prenderci gusto:<< Beh, non siamo poi così male >> commentò Hermione, azzardando addirittura una piroetta.
Anche Draco sembrava molto soddisfatto:<< No, affatto. >> rispose allungando il braccio, per poi farla girare e prenderla da dietro:<< L'ho visto fare a degli ospiti dei miei genitori durante una festa >> ammise sussurrandole nell'orecchio, con il mento poggiato alla sua spalla.
Lei rise piano:<< Beh, per far scena fa scena! >> commentò rigirandosi per tornare a guardarlo negli occhi.
I due accennarono un casquet e la musica terminò. Quando Hermione rialzò lo sguardo notò per, la seconda volta in quella serata, un ramo di vischio appeso sopra alla sua testa:<< Vischio >> mormorò.
Anche il biondò alzò la testa e lo vide. Chiuse un istante gli occhi, ringraziando quel pezzo di pianta come una manna dal cielo:<< Sotto il vischio ci si bacia >> bisbigliò – nonostante non fosse per nulla necessario – inclinando il viso verso Hermione.
Non se lo fece ripetere due volte. Senza esitazione lei si mise in punta di piedi, sollevandosi verso di lui, cercando le sue labbra.
<< Hermione! Eccoti qui! >>.
Malfoy sollevò lo sguardo e si ritrovò davanti un giovane ed aitante grifondoro che allungava un braccio verso Hermione. La stessa Hermione che stava per baciare. Se non ci fossero state decine di testimoni, l'avrebbe ucciso volentieri.
<< Cormac! >> esclamò lei, facendo un salto all'indietro mentre gli altri invitati iniziavano con un nuovo ballo:<< C-cosa ci fai qui? >> chiese.
Il ragazzo la guardò stranito, inarcando un sopracciglio:<< Mi hai detto che andavi a prenderti da bere almeno venti minuti fa, iniziavo a chiedermi dov'eri finita >> ammise fissandola come se fosse completamente impazzita.
In meno di due secondi Hermione analizzò la situazione, decidendo che mandare a cagare il grifondoro e riprendere da dove si era interrotta con Draco non sarebbe stato affatto educato da parte sue:<< Sì, io... ecco, ho incotrato Harry e poi non... non ti trovavo più >> inventò lanciando un'occhiata al biondo, sperando che cogliesse e se ne andasse.
Il grifondoro la guardò per qualche istante dubbioso, poi si strinse nelle spalle:<< Bene, >> sentenziò:<< vado a prendermi anche io da bere, poi balliamo la prossima canzone. Aspettami qui >> e, senza aggiungere altro, sparì tra la folla di invitati.
La riccia si voltò a guardare Draco che, immobile, fissava con aria truce il punto in cui Cormac era scomparso:<< Forse dovresti tornare dalla tua accompagnatrice >> gli consigliò lei, allontanandoglisi di un passo.
Il ragazzo lanciò a lei la stessa occhiataccia che poco prima aveva rivolto al grifondoro:<< Chi è quello? >> domandò infastidito.
Hermione incrociò le braccia e sollevò un sopracciglio:<< Se non sbaglio ti avevo esplicitamente detto che avevo un cavaliere per la serata >> rispose con lo stesso tono, infastidita dal suo modo di fare.
<< Certo, ma non avevi accennato al fatto che fosse quel cretino di McLaggen >> protestò lui, stringendo a sua volta le braccia al petto.
Lei alzò gli occhi al cielo:<< Tu non mi avevi chiesto proprio nessun nome >> puntualizzò, continuando a fingersi infastidita per nascondore quanto in realtà quella malcelata gelosia la lusingasse.
<< Pensavo fosse sottinteso che parlassimo di Potter o di Weasley >>.
Hermione sgranò gli occhi e Draco si ritrovò a pentirsi troppo tardi di ciò che aveva detto. La vide scuotere la testa con aria sconsolata ed abbassare il viso per fissarsi le mani. Avrebbe voluto fare qualcosa. Avrebbe decisamente voluto abbracciarla. Forse non era una cattiva idea. Anzi, forse era una buona idea. Forse poteva farlo... non lo fece:<< Sai che Ronald è fidanzato >> fu tutto ciò che lei disse.
Il biondo strinse forte un pugno mordendosi il labbro.
Stupido, stupido, stupido!
Allungò incerto una mano verso la sua spalla, domandandosi come si consola una donna. No, come si consola una donna quando sei stato tu a farla star male. Anzi, come si consola Hermione quando sei stato tu a farla star male. Le posò la mano sulla spalla:<< Perchè non balliamo ancora un po'? >>.
No, qualsiasi fosse stato il modo giusto per consolarla, qualcosa nel suo cervello gli diceva che non era quello.
Lei comunque rialzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso; un po' incerto ma comunque sorrise:<< Non hai sentito Cormac? Ha detto di aspettarlo qui. Non credo sarebbe contento se mi trovasse qui ma a ballare con te >>.
Sollevato che la conversazione fosse tornata normale, Draco tirò un sospiro di sollievo:<< Ma tu vuoi passare la serata con quello? >> le domandò facendo un cenno con il mento nella direzione del tavolo del buffet, senza spostare la mano dalla sua spalla.
Anche Hermione guardò verso il punto dove il suo accompagnatore era sparito e quasi le venne da ridere:<< Preferirei disquisire delle rivolte settecentesche dei folletti con la Piovra Gigante >> ammise facendoglisi un po' più vicina.
Draco prese la pluffa al balzo:<< Allora potremmo andare a farci un giro >> propose.
<< Non credo sia una buona idea >> rispose lei scuotendo la testa.
Il biondo parve un po' offeso:<< Preferisci rimanere qui con quello che farti una passeggiata con me? >> chiese inarcando un sopracciglio.
Hermione quasi scoppiò a ridere, scuotendo con veemenza la testa:<< Assolutamente no! >> disse in fretta, forse troppo in fretta:<< Ma non credo che la tua... accompagnatrice... la Greengrass ne sarebbe entusiasta >>.
<< Parli di Daphne? >> domandò lui, quasi divertito davanti a tutti gli inesistenti problemi che quella ragazza continuava a farsi:<< Non ti preoccupare, la sistemiamo in due secondi. Vieni con me >>.
Senza che avesse il tempo di rispondere si ritrovò trascinata da Draco verso il tavolo delle bevande, dove lo vide afferrare una bottiglia di qualcosa, e poi verso la porta dell'ufficio.
Prima di uscire, il ragazzo si fermò davanti ad un altro serpeverde, alto e dai capelli castani:<< Theo, >> lo chiamò, interrompendo la conversazione che il moro stava avando con altre due serpeverde:<< io devo andare. >> disse indicando Hermione con un cenno della testa:<< Ci pensi tu a Daphne? >>.
Thedore possò un paio di volte lo sguardo tra i due che si trovava davanti, per poi cercare la chioma bionda di Daphne Greengrass tra la folla. Alla fine tornò a guardare il compagno con uno strano ghigno in faccia:<< Come desideri >> gli disse con un cenno del capo, prima di tornare a parlare con le serpeverde.
Draco sorrise soddisfatto e, senza aggiungere nulla, uscì con Hermione dall'ufficio:<< Dove vorresti andare? >> le chiese:<< Ho preso una bottiglia di idromele, potremmo berla da qualche parte, poi ti accompagno al tuo dormitorio >> aggiunse.
Lei si bloccò di colpo, colta da un'illuminazione divina; era da sola per i corridoio di Hogwarts con un ragazzo, che sembrava avere tutta l'intenzione di rintanarsi con lei in qualche posticino isolato per bersi in pace una bottiglia di idromele e fare chissà cos'altro.
Non era da lei. Non era per niente da lei.
Il biondo si accorse che doveva esserci qualcosa che non andava, perchè si fermò e la guardò con aria interrogativa:<< Tutto bene? >> chiese.
Hermione scosse la testa, un po' imbarazzata ma comunque decisa ad essere il più sincera possibile:<< No, non proprio >> ammise:<< è solo che... insomma, non so se voglio fare... quello che stiamo per fare... >> disse arrossendo leggermente.
Il ragazzo inarcò le sopracciglia:<< Bere l'idromele? Non ti piace? Preferivi qualcos'altro? >> domandò alzando la mano con cui teneva la bottiglia.
Lei scosse in fretta la testa:<< Non è questo. È solo che... io... insomma... non sono il tipo di ragazza che va con un ragazzo a bere in un qualche sgabuzzino, ecco... >> disse sperando che il serpeverde cogliesse i sottintesi.
Draco ci mise qualche secondo, ma alla fine capì cosa voleva dire e quasi sorrise.
È così diversa da Juno...
Le strinse un po' più forte la mano che ancora teneva nella sua:<< Va bene, allora lascia almeno che ti accompagni fino alla Torre di Grifondoro >>.
Hermione non sapeva se era una bella idea far vedere l'entrata della Sala Comune di Grifondoro ad uno di Serpeverde, ma in quel momento non se ne preoccupò affatto; l'unica cosa che contava era che Draco l'aveva capita e non le aveva fatto alcuna pressione, anzi, le teneva la mano anche più stretta di prima.
Quando arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa la bottiglia di idromele era sparita – lasciata chissà dove – ed i due chiaccheravano tranquillamente su quanto Cormac McLaggen fosse narciso e stupido:<< … non ho avuto cuore di dirgli che detesto il quidditch... >> stava dicendo Hermione, tra una risata e l'altra.
Draco più che altro sembrava impegnato a contemplare la sua risata e gioire del fatto che ora il suo braccio circondava le spalle della grifondoro che gli camminava lentamente affianco:<< Beh, credo che siamo arrivati >> disse fermandosi davanti al ritratto di una donna decisamente sovrappeso, che gli lanciò un'occhiataccia sibilando qualcosa che somigliava molto a “stupido serpeverde”.
La riccia osservò il quadro quasi con odio, chiedendosi perchè non gli avesse fatto fare un giro più lungo, per poi accargersi di averlo fatto camminare in tondo per quasi venti minuti:<< Oh, sì >> rispose lei.
Si fissarono per qualche istante, senza dire nulla.
Lentamente Draco fece scivolare via il braccio dalle spalle della ragazza, scostandosi di un passo:<< Allora sei arrivata... >>.
<< Già... >>.
Si fissavano negli occhi, illuminati solo dalla fioca luce lunare che filtrava dalle finestre del corridoio.
<< Beh... allora io vado >>.
<< Sì, certo >>.
<< Buonanotte... >>.
<< Buonanotte! >>.
Draco le sorrise un'ultima volta un po' imbarazzato, prima di darle le spalle ed iniziare ad imprecare contro se stesso per la sua scemenza.
Hermione osservò la schiena del ragazzo per un paio di secondi, chiedendosi come potesse essere così stupida:<< Draco! >> lo richiamò.
Il ragazzo si voltò di scatto con il cuore colmo di aspettativa, senza riuscire a trattenere un sorriso spontaneo:<< Sì? >>.
<< Io... >> la riccia arrossì, lieta che la poca luce celasse un po' il suo imbarazzo:<< il vischio... insomma, ti devo un... bacio >> disse un po' titubante.
Draco le si avvicinò di un passo, con un sorriso sgrembo dipinto in viso:<< Ma non abbiamo il vischio >> scherzò alzando gli occhi verso il soffitto che appunto non mostrava nulla se non la pietra di cui era fatto.
Istantaneamente la grifondoro estrasse la bacchetta e la puntò in alto, mormorando una formula a mezza voce. Lentamente dalle pietre del soffitto emerse un ramoscello verde, che in pochi secondi si trasformò in un ramo di vischio:<< Ta-tan! >> esclamò lei, con la voce leggermente rotta dall'emozione.
Draco non fu in grado di trattenere un sorriso, l'ennesimo:<< Sei straordinaria >> sussurrò prima di fare un passo verso di lei, posarle una mano sulla nuca ed unire le loro labbra.
Inizialmente Hermione ne fu stupita, non credeva veramente che l'avrebbe baciata, anche se decisamente ci sperava. Senza pensare si mise in punta di piedi ed affondò le dita tra quei capelli biondissimi, mentre le loro lingue si incontravano.
Le sembrò quasi di perdersi in quel bacio, in quell'abbraccio, nei suoi capelli, nel suo profumo, nelle sue mani sul suo viso, sul suo collo...
<< Allora!? Volete farmi aspettare tutta la notte!? >>.
Hermione si staccò con un sussulto, voltandosi verso la Signora Grassa che la guardava indignata, con le mani sui fianchi:<< Ehm... no, io... >>.
Draco la fissò un istante, poi le mise una mano sulla spalla:<< Forse è meglio che vada. Buonanotte >> disse prima di darle nuovamente le spalle e scomparire in fretta giù per la rampa di scale, senza aggiungere nulla.
Sbigottita da ciò che era appena successo – cielo, era veramente successo – la riccia rimase lì immobile per diversi secondi, con due dita premute sulle labbra e gli occhi sgranati, finché il ritratto non la richiamò di nuovo.
Sussurrò la parola d'ordine che neanche sapeva di ricordarsi ed entrò nella Sala Comune ormai quasi deserta.
Senza una parola si fiondò verso il suo dormitorio e quando passò accanto al divano sul quale Ron e Lavanda si dimostravano reciprocamente il loro affetto, non li guardò neanche, troppo impegnata a sorridere tra sé.

Holè!
Mi scuso per il leggero ritardo ma, come ho già scritto su fb, mi sto portando dietro un po' di ritardo dalla mia vacanza in Francia.
Comunque ecco Il Capitolo! Ovviamente, come in ogni Draco/Hermione che si rispetti, non ho potuto fare a meno di mettere Il Capitolo Del Ballo! Non odiatemi vi prego Hahahaha
In ogni caso come potete notare le difese di Hermione iniziano un po' a vacillare... mmmmm... vi lascio liberi di intenderla come volete :D
Un enorme grazie a tutte le fantastiche persone che continuano a leggere la mia storia e soprattutto a recensirla. VI AMO <3
A presto, Chanel

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Capitolo 16
*** -Oh. Mio. Dio ***


 

-Oh Mio Dio!

Mi ha baciata.

Incantò un maglione in modo che si rimpiciolisse e la infilò nel baule.

Oh mio Dio, mi ha baciata!

La stessa fine fecero un paio di jeans ed una camicetta:<< Mi ha baciata >>, sussurrò tra sè, giusto per sentire come suonavano quelle parole dette ad alta voce.

<< … E poi ci siamo baciati >>, fece Lavanda a voce immotivatamente alta, per terminare un discorso che stava facendo con Calì.

<< Non che sia una novità >>, commentò quest'ultima, anch'essa accupata a preparare le valige per le vacanze di Natale.

La bionda sembrava soddisfatta:<< No, infatti. Ma io e Ron-Ron non ci vedremo per tutto il periodo delle vacanze natalizie. Mi doveva salutare per bene >>, spiegò lanciando significative occhiate verso la riccia che le dava la schiena, china vicino al suo baule:<< no, Hermione? >>, domandò infatti un istante dopo, notando che questa non sembrava per nulla interessata a quello che stavano dicendo.

Hermione si voltò, sorridendole beata:<< Sì, sono assolutamente d'accordo. Sarà brutto per voi stare lontani tanto tempo >>.

Simultaneamente, le mascelle di entrambe le grifondoro si spalancarono; la riccia ebbe quasi l'impressione di sentire il rumore dello schianto con il pavimento – non che le importasse granchè delle due compagne, in quel momento. Calì fu la prima a riprendersi:<< Tutto ok, Hermione? >>, le domandò.

<< Certo che sì >>, rispose lei:<< perchè me lo chiedi? >>.

La ragazza si dondolò sui talloni, osservando l'espressione beata che la compagna aveva stampata in faccia da quando si era svegliata:<< No, nulla... è solo che... oggi sei così... gioiosa >>, spiegò un po' imbarazzata.

Il sorriso sul volto di Hermione si spalancò ancora di più, in un'espressione disarmante:<< Sarà che è una così bella giornata... >>, disse stringendosi nelle spalle, prima di tornare a sistemare il suo baule.

Calì si sporse un po' per osservare fuori dalla finestra della torre, dove il vento frustava con violenza gli alberi del parco:<< Se lo dici tu... >>, concesse infine, tornando ad occuparsi dei sui preparativi per l'imminente partenza.

Mi ha baciata.

Hermione prese un bel respiro, iniziando a considerare quelle tre parole come un dato di fatto e non come una semplice esclamazione: Draco Malfoy l'aveva baciata.

Ed io ho baciato lui.

Wow.

Non capiva cosa la sconvolgesse così tanto. Non era il primo bacio che dava: c'erano stati quelli con Krum, quel mezzo bacio la sera prima con McLaggen ed anche un paio dati a babbani durante le estati passate a casa dei suoi.

Ma è Draco! Draco mi ha baciata.

<< Hermione! Ma cosa stai...!? >>.

La voce della compagna la riscosse – fastidiosamenti – dai suoi viaggi mentali:<< Oh mio Dio! >>, esclamò una volta accortasi di aver accidentalmente rimpicciolito il suo stesso letto al posto di un paio di pantaloni. Scosse con forza la testa e puntò la bacchetta contro al baldacchino che ora non era alto più di una cinquantina di centimetri:<< Engorgio >>, ordinò e il letto riprese le sue abituali dimensioni.

Sia Lavanda che Calì la fissavano ma, anche se la seconda sembrava più che altro preoccupata, la prima aveva un sorrisino indagatore dipinto in viso:<< Sei sicura che sia tutto a posto, Hermione? >>, domandò.

La riccia si voltò con le guance arrossate:<< Oh, sì! Non ti preoccupare, è tutto a posto, davvero >>, rispose, forse un po' troppo veloce per sembrare disinvolta.

La ragazza le si avvicinò, socchiudendo gli occhi, in silenzio. Puoi, di colpo, lanciò un urlo soddisfatto:<< Ah-ah! >>, esclamò battendo una volta le mani:<< Guance arrossate, distrazione, incapacità di utilizzare anche gli incantesimi più semplici >>, alzò la voce per superare il tono delle proteste di Hermione:<< ed infine tentativo di aggirare le domande... Hermione, cara mia, tu ti sei presa un bella cotta >>.

Di colpo fu come se qualcuno avesse aspirato tutta l'aria dai polmoni della ragazza. Lei e Lavanda non erano mai state grandi amiche, in particolare in quell'ultimo periodo, e l'idea che potesse intuire ciò che era successo tra lei e Draco la spaventava. A dire il vero la spaventava l'idea che chiunque lo sapesse.

<< Come fai a dirlo? >>, chiese diventando di colpo fredda.

La bionda parve infastidita dal repentino cambio di comportamento:<< Te l'ho detto; le guance rosse, la distrazione eccetera... sono sintomi più che evidenti, se ne accorgerebbe anche Gazza >>, annunciò sicura.

Hermione rimase troppo scioccata da quell'affermazione per rispondere e, sfortunatamente, Calì ne approfittò per prendere parola:<< Chi è? >>, domandò avvicinandosi alla ragazza di un paio di passi.

Questa arretrò istintivamente, sgranando gli occhi in cerca di una qualsiasi risposta o scusa o incantesimo che facesse stare zitte quelle due:<< Non c'è proprio nessuno... >>, farfugliò tornando a concentrarsi sui suo bagagli, con le guance in fiamme.

Né Calì né tantomeno Lavanda parverso considerare l'ipotesi di arrendersi:<< é ancora Krum? >>, domandò la prima, avvicinandolesi ulteriormente.

Hermione scosse la testa:<< Io e Krum continuiamo a sentirci, ma solo come amici >>, disse mentre i ricci castani le nascondevano il viso.

<< Allora è McLaggen! >>, esclamò l'altra, alzando il tono di voce:<< Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa alla festa... allora dai, raccontaci! Lo sapevo che il suo talento non poteva essere il quidditch... >>.

La interruppe prima che rischiassero di cadere nel volgare:<< No, non c'entra McLaggen, siamo andati alla festa solo come amici >>, precisò.

La mora fece un verso deluso e tornò ad occuparsi dei suoi abiti. Lavanda invece continuava a guardarla con aria indagatoria, ad un paio di metri da lei:<< Non parlerai mica di Ron, vero!? >>, domandò con voce acuta.

Hermione si voltò, con tutta l'intenzione di rispondere con acidità alla compagna, ma di colpo rimase immobile.

Non parlerai mica di Ron, vero!?

Parlare di Ron.

Ron.

Lavanda la fissava ancora con gli occhi socchiusi, in attesa di una risposta. Certo che non parlava di Ron! E perchè avrebbe dovuto? Dopotutto...

Dopotutto ne sono solo innamorata da un paio di anni.

Ed una strana rivelazione – di cui era da tempo inconsciamente consapevole – la colpì in pieno, come uno schiaffo. Ora c'era posto solo per Draco, nella sua mente e nel suo cuore. Non provava alcun risentimento per Ron, ma il sentimento che un tempo aveva provato per lui, non era che una flebile fiammella nascosta nei meandri del suo cervello.

Amore e affetto non sono la stessa cosa ed Hermione lo aveva appena imparato.

Provava un grande affetto per Ron, ma non ne era innamorata e, ora, si chiedeva anche se lo fosse veramente mai stata.

<< Allora? >>, chiese di nuovo la bionda, spazientita, battendo fastidiosamente a terra la punta del piede.

L'altra scosse con forza la testa, per uscire da quelle strane elocubrazioni mentali:<< No, non è Ron >>, rispose più sicura di quando mai avrebbe pensato di poter essere.

Lavanda sembrò soddisfatta perchè, dopo un ultimo sguardo indagatore, si strinse nelle spalle e sorrise:<< Bene, ma non pensare di averla scampata >>, minacciò giocosamente:<< prima o poi lo verremo a sapere >>.

Certo, la ragazza non poteva saperlo, ma quell'intimidazione spaventò Hermione più di qualsiasi altra cosa.

Lo verremo a sapere.

 

L'ho baciata.

E lei ha baciato me.

Io ho baciato lei e lei ha baciato me.

Ci siamo baciati.

Io. Hermione Granger.

Noi.

Un sorriso spontaneo gli illuminò il viso senza che neanche se ne accorgesse. Cercò di riportare la sua attenzione al libro di pozione che aveva tra le mani, ma nulla sembrava essere in grado di distogliere la sua mente dal ricordo della sera prima.

Ci siamo baciati.

Accanto a lui, Blaise Zabini giocava a scacchi assieme a Theodore ed era decisamente in vantaggio. Si voltò verso i due:<< Ehi Blaise >>, chiamò, mentre l'altro osservava la scacchiera probabilmente in attesa di un'illuminazione divina che gli indicasse la mossa successiva:<< posso farti una domanda? >>.

<< Certo, dimmi pure >>.

<< Non fraintendere, ma cosa ne pensi di Hermione Granger? >>, domandò a bruciapelo, facendo per poco venir un attacco di cuore al povero Theodore.

<< Che cosa!? >>, urlò quest'ultimo, distogliendo l'attenzione dalle sue pedine.

Nessuno dei due però lo considerò:<< La mezzosangue? >>, domandò Blaise, per essere sicuro di aver capito a chi si riferisse:<< Beh... >>, fece dopo la risposta affermativa del biondo:<< se si esclude il suo sangue, le compagnie che frequenta e quelle sue assurde manie di perfezionismo, non dovrebbe essere malissimo... >>.

Non riuscì a finire, che Theodore prese la parola:<< Draco, cosa stai dicendo!? >>, domandò con voce isterica, lanciandogli eloquenti occhiatacce di avvertimento.

Il moro non parve neanche ascoltare il commento dell'altro:<< Ma come mai ti interessa tanto? >>, domandò a Draco.

Lui si strinse nelle spalle, abituato da tempo immemore a nascondere qualsiasi tipo di reazione esagerata:<< Non lo so... è una ragazza particolare, in qualche modo mi attira >>, ammise senza scomporsi.

<< E non ti interessa che sia una mezzosangue? >>, chiese Zabini.

La domanda lasciò il biondo alquanto interdetto. Certo, ci aveva pensato diverse volte, ma non si era mai esplicitamente chiesto quanto il sangue di Hermione lo disturbasse. Se lo chiese e si rispose che no, non lo disturbava particolarmente. Era strano come i suoi genitori si fossere impegnati ad istruirlo per la sua missione, ma non l'avessere per nulla invogliato ad avvicinarsi alla causa. Aveva incontrato l'Oscuro Signore due volte; quanto, a quindici anni, gli avevano impresso il Marchio Nero e quando gli aveva ordinato di compiere quella strana missione. Certo, conosceva il pensiero dei suoi genitori: “i purosangue sono superiori a chiunque”, ma era un ragazzo intelligente ed istruito – forse troppo per non pensare di testa sua – e nessuno gli aveva dato dimostrazioni che questa teoria fosse vera, perciò non ci credeva fino in fondo.

Scosse piano la testa per allontanare dalla mente quei pensieri e cercare di non dare nell'occhio:<< Mica me la voglio sposare >>, disse con un ghigno che parve soddisfare il moro.

<< Beh, ultimamente si è fatta bellina >>, commentò quest'ultimo:<< da quando le abbiamo levato quei dentoni... eh, Theo? >>.

Non ci aveva capito granchè ma lo sguardo preoccupato che il ragazzo preso in questione rivolse al compagno, mise in allerta Draco:<< Di cosa state parlando? >>, chiese.

Blaise ghignò:<< Non lo sai? >>, domandò:<< Beh, quando è arrivata al primo anno la mezzosangue sfoggiava dei bellissimi dentoni da castoro e ci aveva appiccicato sopra anche quella cosa di ferro che mettono i babbani... il paparecchio o qualcosa di simile... beh, diciamo che, al quarto anno, abbiamo pensato che sarebbe stato divertente... farle notare l'enormità di quei denti... beh, è finita in infermeria ed una volta uscita aveva tutti i denti perfetti e proparzionati >>, spiegò senza smettere un attimo di sghignazzare.

L'annedoto non parve divertire per nulla Draco, al contrario, lo incupì oltre ogni previsione:<< Non ci trovo nulla di così divertente >>, commentò alzandosi scontroso.

<< Beh, allora lo sembrava >>, commentò tra sé il moro, osservando Theodore che ancora non si decideva a fare la sua mossa.

Senza aggiungere altro, il biondo si mise in piedi e raccolse meccanicamente il suo libro, prima di dare le spalle ai compagni, diretto verso il dormitorio maschile.

<< Draco >>, si sentì chiamare, prima che potesse lasciare la Sala Comune, da una voce calma e fin troppo conosciuta:<< hai un secondo? >>.

Si voltò giusto in tempo per vedere Juno Gaunt che gli si avvicinava a passi lenti e sinuosi, facendo ondeggiare il bacino a destra e a sinistra:<< Dimmi, ma fai in fretta >>, rispose lui, freddo più che mai.

La strega non parve per nulla infastidita dal suo comportamento anzi, gli si avvicinò tanto da potergli poggiare una mano sul petto, all'altezza del cuore:<< Sei impegnato? >>, gli chiese con le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio:<< Pensavo che se non stai facendo nulla potresti venire a farmi un po' di compagnia... >>.

Draco si strinse nelle spalle pronto a rispondere di sì, come si era abbituato a fare in quelle ultime settimane, poi, d'un tratto, un pensiero lo bloccò ancor prima che potesse aprire bocca.

L'ho baciata.

E lei ha baciato me.

Io ho baciato lei e lei ha baciato me.

Ci siamo baciati.

Senza quasi rendersene conto fece un passo indietro, mettendo qualche centimetro di distanza tra lui e la ragazza:<< Non posso >>, borbottò continuando ad allontanarsi:<< proprio non posso >>, aggiunse prima di scomparire oltre la porta del dormitorio maschile.

Juno rimase lì, immobile. Fissava il punto in cui Draco era sparito senza scomporsi, solo con un sopracciglio inarcato. Prendendosi tutto il tempo che voleva si voltò, avvicinandosi a passi lenti al tavolo dove i due serpeverde giocavano a scacchi.

<< Theodore >>, chiamò poggiandogli una mano sulla spalla:<< abbiamo un problema, vieni in camera mia >>, gli sussurrò all'orecchio.

Meno di un istante dopo il ragazzo era in piedi e la seguiva verso i dormitori femminili. Sul viso della strega si dipinse un sorriso compiaciuto: quelle si sarebbero rivelate delle vacanze molto interessanti.

 

<< Hermione, ti vuoi sbrigare? >>.

<< C-come? >>, la ragazza si guardò intorno, mettendo poi a fuoco la faccia di Ginny che la guardava a braccia incrociate:<< Oh, sì! Arrivo >>.

La rossa sollevò un sopracciglio, vedendo che, nonostante le avesse risposto, Hermione continuava a lanciarsi occhiate alle spalle:<< Ma cosa stai cercando? Ti vuoi sbrigare? Stiamo facendo notte... >>, domandò esasperata, afferrandola per un braccio.

L'altra le rivolse un sorriso di scuse, accodandosi ai ragazzi che aspettavano che Gazza spuntasse il loro nome da una lunga lista, per poi iniziare ufficialmente le loro vacanze natalizie:<< Hai ragione, scusa >>.

Ginny alzò gli occhi al cielo, scrollando le spalle con aria esasperata:<< Va bene >>, disse:<< ora però mi dici che succede? >>.

Le guance di Hermione si arrossarono leggermente, ma si impegnò perchè la sua voce non lasciasse trasparire nulla:<< Niente, è tutto a posto >>.

<< Lo vedo >>, commentò la ragazza, con aria divertita ma anche un po' esasperata:<< è tutto il giorno che hai un sorriso da ebete stampato in faccia. E tu sei tutto fuorchè ebete. Allora Hermione, che ti succede? >>.

La riccia estrasse il sorriso più sincero esistente nel suo repertorio in quel momento:<< Davvero Ginny, è tutto a posto, io... >>.

<< Hermione! >>, una voce che chiamava il suo nome la interruppe, riportandola inevitabilmente ai suoi pensieri del pomeriggio.

Ho baciato Draco.

Mi ha baciata.

Ed io ho baciato lui.

Neanche fosse uscito dai suoi pensieri, si ritrovò Draco Malfoy davanti, aveva la bacchetta puntanta contro un baule sospesa di una decina di centimetri da terra ad un paio di metri da lui:<< Ehi >>, la salutò:<< ho pensato che te ne fossi andata senza salutarmi >>, ammise.

<< Oh, non lo avrei mai fatto >>, lo tranquillizzò sorridente, prima di ricordarsi della ragazza dai capelli rossi che la guardava ad occhi sgranati:<< Oh, che maleducata. Lei è Ginny, Ginny Weasley >>, la presentò:<< mentre lui... >>.

<< Draco Malfoy >>, terminò l'altra, fissandolo assottigliando lo sguardo:<< lo conosco, di fama >>, spiegò.

Il biondo non rispose, ma sostenne a testa alta quello sguardo tagliente:<< Mi chiedevo dove passassi le vacanze natalizie >>, disse dopo qualche istante di teso silenzio, tornando a guardare Hermione con aria serena.

<< Sto andando dai miei genitori >>, rispose lei:<< a dire il vero penso che rimarrò a casa solo qualche giorno, sai, loro vogliono andare a sciare ed io... >>, si interruppe, vedendo lo sguardo stranito del ragazzo:<< è uno sport babbano >>, spiegò:<< ma io non ci sono per nulla portata, anche per gli altri sport ma... beh, rimarrò con loro per qualche giorno e poi penso che andremo dai miei zii >>.

<< Come? >>, domandò Draco, aggrottando le sopracciglia chiarissime:<< Pensavo volessi sfruttare questi giorni per stare un po' da sola con i tuoi... >>.

Hermione si strinse nelle spalle con un sorriso triste:<< Sì, a dire il vero avrei voluto ma... mi mancano, ma ormai ci ho fatto l'abitudine ed è giusto che anche loro si godano le loro vacanze >>, rispose.

Prima che lui potesse dire qualcos'altro, la ragazza si sentì afferrare con forza per un braccio:<< Sbrigati Hermione, tocca quasi a noi >>, commentò Ginny con voce tetra e quasi infastidita, tirandola con poca grazia.

La riccia annuì e lanciò un'ultimo sorriso al serpeverde:<< Ci si vede a gennaio, allora >>, disse salutandolo con una mano.

Anche lui le sorrise, ma senza cercare neanche a trattenersi, si sporse verso di lei e le diede un bacio all'angolo delle labbra:<< Buone vacanze, Hermione >>, la salutò prima di sparire tra la folla di studenti che occupavano l'ingresso.

Hermione si rimise ben dritta accanto a Ginny. Un sorriso spontaneo le naque sulle labbra mentre si diceva che forse no, non avrebbe passato delle vacanza fantastiche, ma sicuramente le si prospettava davanti un buon rientro a scuola.


E dopo una lunga attesa, ecco il nuovo capitolo! Spero solo ne sia valsa la pena... 
Come potete natare non succede nulla di nuovo nè ci sono grandi cambiamenti, ma un sacco di riflessioni (leggasi "seghe mentali"), in particolare quella che fa Draco sul sangue di Hermione: come mi avevate fatto notare, Draco si rivela fin da subito troppo... disponibile (?) nell'accettare lo stato di sangue della ragazza, ma fino ad ora non avevo mai dato nessuna spiegazione a questo comportamento. Beh, spero di aver rimediato :D
Aspetto un vostro parere e ci vediamo con il prossimo capitolo.
Un bacio, Chanel

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Capitolo 17
*** -Lettere ***


 
-Lettere
 
26 dicembre, Villa Malfoy
Cara Hermione,
so che non ci vediamo che da pochi giorni, ma già mi sembra di sentire la tua mancanza. Dopo la grande festa che i miei genitori hanno dato ieri, la casa mi sembra fredda e vuota. Mi piacerebbe averti qui con me.
Avrei voluto mandarti qualcosa, un regalo, una collana, un vestito... ma mi sono accorto di non conoscere i tuoi gusti né sapere cosa avresti potuto desiderare. Forse, potremmo andare a cercare qualcosa insieme, magari durante la prossima gita ad Hogsmeade.
Sperando che tu mi risponda presto,
tuo Draco.
 
<< Hermione! Vuoi sbrigarti? Gli zii ci stanno aspettando >>.
La ragazza si riscosse e sollevò finalmente il capo dalla lettera, per guardare la porta:<< Sono quasi pronta. Infilo le scarpe e scendo! >>, urlò in risposta alla madre, mentre si sfilava la maglia del pigiama, dopo aver accuratamente riposto la lettera in un libro.
 
29 dicembre, Londra
Caro Draco,
non hai idea di quanto piacere mi abbia fatto la tua lettera.
Io sto bene, sto passando delle belle vacanze con i miei genitori, nonostante tutti sembrino ritenere assolutamente necessario che io salti da una casa all'altra per salutare nonni, zii, cugini e parenti vari di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. Sai, la mia famiglia ed i miei amici credono che io frequenti una scuola speciale da qualche parte nel nord della Scozia; i miei genitori tengono decisamente alle apparenze.
Escluso questo è andato tutto bene. Ho passato la cena della vigilia con i parenti di mio padre ed il pranzo di Natale con quelli di mia madre. Tra le altre cose, mia zia, mi ha regalato un bellissimo cardigan a righe bianche e verdi; non ho potuto non pensare a te e a quanto la casa di Serpeverde per me abbia ormai tutto un altro significato.
Spero di ricevere prima la tua risposta, ma, se così non fosse, ti auguro un felice capodanno.
Con affetto, Hermione.
 
Un sorriso si aprì sulle labbra del biondo, mentre leggeva per la trecentesima volta il nome posto a fondo pagina, scritto con una bella grafia sottile e curata.
Qualcuno bussò alla porta e Draco diede ordine all'elfo di entrare:<< Padrone, vi ho portato i vestiti per la festa di questa sera >>, annunciò questi, mentre il suo naso sfiorava il pavimento, tanto si era inchinato.
<< Certo, lascia pure tutto sul letto. Dì a mia madre che sarò nell'ingresso tra mezzora >>.
 
01 gennaio, Villa Malfoy
Cara Hermione,
mi dispiace di non averti risposto prima, ma a casa mia si sono tenuti grandi festeggiamenti negli ultimi giorni e non ho avuto neanche un minuto per prendere in mano piuma e pergamena.
Comunque, come hai festeggiato capodanno? I babbani lo festeggiano come noi? O magari hanno qualche usanza particolare?
Noi abbiamo dato una festa qui a casa, hanno partecipato diversi amici dei miei genitori con famiglie al seguito; per lo più vecchi ubriaconi con conti alla Gringott inversamente proporzionali alle età delle loro mogli. In compenso ho incontrato Theodore Nott, Blaise Zabini e le sorelle Greengrass; ho passato con loro praticamente tutta la serata e, appena gli adulti sono stati abbastanza brilli, ce la siamo svigniata in giardino. Solo noi ed una bottiglia di spumante per brindare al nuovo anno.
Manca solo una manciata di giorni, poi saremo nuovamente insieme.
A presto Hermione,
tuo Draco
 
Si morse un labbro e si strinse la pergamena, già stropicciata dalle troppe letture, al cuore:<< Oh, Draco >>, bisbigliò tra sé.
<< Hermione! >>, strillò una ragazza sui diciassette anni, piombandole da parte con le mani sui fianchi e le labbra truccate di rosso:<< Perchè non sei ancora pronta? >>.
La riccia esaminò la cugina che la fissava dalla porta del salotto con indosso un vestitino decisamente troppo succinto, considerando la neve che imbiancava le strade:<< Pronte per cosa, Katniss? >>, chiese.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i lisci capelli neri:<< Ti ho promesso che ti avrei portata fuori questa sera, ricordi? Ora corri a vestirti. Ci vengono a prendere tra venti minuti. E smettila di rileggere quella dannatissima lettera, dovresti pensare a divertirti finchè non devi tornare in quella sottospecie di prigione! >>.
Hermione annuì:<< Va bene, Kat. Corro >>.
Prima di uscire però, ripose con cura la lettera insieme a quella che l'aveva preceduta.
 
03 gennaio, Brighton
Caro Draco,
scusami, ho ricevuto la tua lettera ieri ma “qualcuno” (leggasi Katniss Granger) sembrava più che deciso a rapirmi.
Io ed i miei genitori abbiamo deciso di passare questi ultimi giorni a casa del fratello di mio padre, a Brighton. Qui è tutto bellissimo; proprio ora, mentre ti scrivo, sono seduta in una stupenda spiaggia e vedo un'immensa distesa di mare davanti a me ed il vento – che sa di sale e spazi aperti – mi scompiglia i capelli.
In ogni caso essere qui ha solo un lato negativo: le mie tre cugine. Katniss, Magda ed Helena, rispettivamente diciasette, quindici e undici anni. Io e Magda andiamo molto d'accordo, è una ragazza solare e tranquilla, ama i libri e ce ne siamo scambiati un bel po'. Helena è una furia, non fa altro che correre per casa vestita di rosa confetto, facendoci interminabili sfilate durante le quali sculetta per tutto il corridoio con indosso i vestiti delle sorelle che, puntualmente, si arrabbiano. Katniss invece è una ragazza veramente bellissima e socievole, ama la musica e, ahimè, ballare; sono due sere che mi trascina in giro per la città pronta a buttarsi in una festa dopo l'altra. Voglio bene a tutte e tre ma, sono sicura che questa settimana di visita mi basterà per tutto l'anno.
Come ovvio, per capodanno, sono rimasta per metà serata con i miei parenti, per poi essere trascinata dalla sopracitata Katniss ad una festa in centro. In compenso però abbiamo visto i fuochi d'artificio (che non sono belli come quelli magici, ma altrettanto emozionanti).
Sono contenta che anche tu abbia trovato modo di divertirti.
Rispondi presto,
Con affetto, Hermione.
 
 << Draco >>.
<< Sì, papà? >>.
L’uomo, affacciato alla porta della camera del figlio, si guardò intorno con aria confusa, dovevano essere mesi, se non addirittura anni, che non metteva piede in quella stanza:<< Posso entrare? Vorrei parlarti… >>.
Draco si alzò dalla sedia della scrivania, dopo aver accuratamente ripiegato la lettera di Hermione, e si avvicinò al padre:<< Certo, entra pure >>.
Lucius Malfoy si fece avanti e chiuse la porta. Per un paio di secondi rimase in silenzio, dando un’occhiata alla camera che, negli ultimi anni, non era quasi per nulla cambiata:<< Ieri sera c’è stata una riunione. Ci sono delle novità >>, Draco si mise a sedere sul letto, con la schiena dritta e le orecchie ben aperte, in attesa:<< l’Oscuro Signore non è contento del vostro lavoro, Draco. Vi… ti ha dato un ultimatum: due mesi dal rientro a scuola. Sessanta giorni precisi da quando rimetterai piede ed Hogwarts >>.
 
03 gennaio, Brighton
Cara Ginny,
 quante volte ancora te lo dovrò ripetere? Quest’anno NON ho nessuna intenzione di passare gli ultimi giorni delle mie vacanze alla Tana. Ringrazia tua madre ed Harry per le – continue ed assillanti – lettere, ma non mi farete cambiare idea.
Te l’ho già detto – e mi sembra veramente sciocco dovermi ripetere –: non ho più alcun problema con tuo fratello ma, considerando gli ultimi avvenimenti, non mi sembra sensato passare le vacanze natalizie nella stessa casa. Puoi pensarla come vuoi, ma ci tengo a sottolineare che – nonostante le tue basse insinuazioni – Draco non c’entra nulla con la mia decisione. Tra di noi non è successo niente ma, se la cosa ti fa tanto piacere, ti racconterò di questo niente tra qualche giorno, quando ci rivedremo ad Hogwarts.
Salutami tutti e ringrazia tanto Fred e George per la loro adorabile nuova versione delle Pasticche Vomitose: mia cugina Helena è ormai un tuttuno con il water da un paio di giorni.
Un abbraccio, Hermione
 
<< Certo che in quella scuola siete proprio strani… >>.
<< In che senso Kat? >>.
<< Boh… >>, rispose la mora, mentre si passava l’ennesimo strato di rossetto crimisi, davanti allo specchio della stanza che le due ragazze dividevano:<< Che bisogno c’è di comunicare con le lettere? Ok, finchè è il biondino pieno di soldi va ancora bene, ma tra amiche? Non sanno cos’è il telefono in Scozia? >>.
Hermione alzò gli occhi al cielo, più per non scoppiare a ridere che per vera esasperazione:<< è l’abitudine, là si usa così >>.
<< Sarà >>, commentò l’altra:<< è comunque strano… >>.
Un paio di minuti dopo – esaurito il tempo giornaliero per l’autocontemplazione – si avvicinò alla riccia, che osservava la sua valigia con aria concentrata:<< Metti questo, i tacchi te li presto io >>, annunciò estraendo l’unico vestito che Hermione si era portata dietro.
 
05 gennaio, Villa Malfoy
Cara Hermione,
Gli annedoti sui tuoi parenti babbani mi hanno fatto davvero ridere. A dire il vero non ho mai dato molto importanza ai babbani ma, più parlo con te, più mi viene voglia di conoscere anche il loro mondo. Potrei provare a seguire qualche lezione di Babbanalogia, se non fosse che, quasi sicuramente, verrei prontamente disconosciuto da mio padre e tutta la  famiglia.
Comunque, nonostante tutto, mi sembra che tu ti stia divertendo dai tuoi zii, no? Solo, non stancarti troppo, mancano solo due giorni al ritorno ad Hogwarts e ti voglio sveglia ed allegra per quando ci rivedremo.
Per quanto riguarda le mie giornate, non ho molto da dire; passo il mio tempo a fare i compiti e contare le ore che ci dividono (che, per la cronaca, sono cinquantuno, calcolando che dovrei arrivare ad Hogwarts nel pomeriggio verso le tre).
Non vedo l’ora di poterti parlare di persona e passare un po’ di tempo insieme.
A prestissimo, tuo Draco
 
<< Sai Herm, mi mancherai >>, annunciò Katniss mentre, approfittando dell’assenza dei suoi genitori, fumava una sigaretta seduta sul suo letto.
Hermione, che era intenta a fare le valige, si voltò per rivolgerle un sorriso:<< Anche tu, Kat. Ma sono due anni che te lo dico, potremmo continuare a tenerci in contatto anche mentre siamo lontane >>.
La cugina le lanciò un’occhiata preoccupata:<< Neanche per sogno! >>, esclamò:<< Non vorrai mica che mi metta anche io a scriverti lettere su pezzi di pergamena, vero!? >>.
La riccia trattenne a stento una risata:<< Va bene, allora questa estate passi tu a trovarci a Londra, ok? >>.
Senza alcun preavviso la ragazza scattò in piedi ed iniziò a saltellare battendo le mani come una bambina il giorno di Natale:<< Assolutamente sì! >>, esclamò correndo ad abbracciare la cugina:<< Cielo, farò schiattare di invidia le altre! >>.
Ed in meno di due secondi si lanciò in un fitto monologo su quanto fosse fica la capitale ed i negozi che avrebbe dovuto assolutamente visitare. Intanto Hermione si malediceva per essersi sempre affidata alla magia per piegare i vestiti, accorgendosi di non sapere neanche sistemare una camicia senza spiegazzarla.
 
Draco si avvicinò al camino, mentre un elfo domestico faceva levitare un baule alle sue spalle:<< Sicuro di aver preso tutto, Draco? >>, gli chiese la madre, avvicinandosi per carezzargli una guancia.
<< Sì, sicuro >>, rispose il ragazzo, rivolgendole un mezzo sorriso.
Lucius, accanto alla moglie, allungò una mano per posarla sulla spalla del figlio:<< Mi raccomando >>, disse:<< ricordati ciò di cui abbiamo parlato l’altra sera >>.
Il ragazzo annuì, serio:<< Non preoccuparti, non ti deluderò >>, promise.
L’uomo si fece da parte, per lasciare che Narcissa potesse abbracciare il figlio:<< Stai attento. Mi raccomando Draco, stai attento >>, gli sussurrò in un orecchio, mentre il respiro era leggermente affannato.
Osservando la scena, Lucius mise una mano sulla schiena della moglie:<< Lascialo andare >>, disse con sguardo gentile ma fermo.
La donna annuì impercettibilmente e si allontanò, cercando di recuperare un po’ di contegno:<< Certo. Fai buon viaggio Draco, ci sentiamo presto >>, augurò facendo un passo indietro.
<< Certamente, ciao m… >>, l’attenzione del biondo fu catturata da un piccolo gufo marrone che, con scatti rapidi, iniziò a battere sulla finestra.
<< Quand’è che questi stupidi elfi inizieranno a fare il loro lavoro ed intercettare i gufi con la posta?! >>, si lamentò Lucius, guardando con puro astio l’elfo che ancora teneva il baule di Draco; l’esserino abbassò le orecchie e, senza aspettare che nessuno dicesse nulla, se ne andò con un inchino, pronto a punirsi.
Draco si avvicinò alla finesta:<< Aspettate, quello è il mio gufo >>, disse aprendo la finestra per lasciare entrare l’animale e recuperare la lettera che portava.
 
 
06 gennaio, Londra
Caro Draco,
 questo povero gufetto ha dovuto correre parecchio per consegnarmi la lettera in tempo. Spero non gli dispiacerà troppo ripetere la performance per consegnarti la mia risposta prima che tu lasci Villa Malfoy.
Le vacanze ormai sono finite ed il mio baule è già pronto. Questa mattina ho preso il treno da Brighton per tornare a casa; salutare i miei zii e le ragazze mi ha lasciato addosso un po’ di malinconia (pensa, ho addirittura invitato Katniss da noi, questa estate!) ma non è nulla in confronto alla mia gioia di tornare ad Hogwarts, di rivedere i miei amici e… te!
Se conti le ore saprai che ora ne mancano circa ventidue (considerando che anche io arriverò nel primo pomeriggio) e tra  poco penso che mi metterò a contare i minuti!
Nella speranza che tu riesca a leggere questa lettera, propongo di vederci domani alle cinque in biblioteca. Non mancare, mi manchi!
Questa volta davvero a prestissimo, con affetto, Hermione
 
Draco sorrise tra sé e, meno di due minuti dopo, la metropolvere lo aveva già portato ad Hogwarts, nel camino della Sala Comune di Serpeverde.
 
*****
*Din-Don* Comunicazione di servizio: è severamente vietato lanciare contro all'autrice pomodori e ortaggi di ogni genere, rotoli di cartigenica, coltelli, granate, Maledizioni Senza Perdono, Schiantesimi e fatture varie. Grazie per l'attezione, la direzione.
*****
Buondì,
come state miei adorati lettori? Spero stiate passando delle belle vacanze e che siate pronti per (YEAH!) l'inizio della scuola.
Come ovvio io mi devo scusare tantissimo per questa brutta interruzione degli aggiornamenti, ma - come ho già detto nella mia pagina su facebook - ho preferito continuare bene una storia piuttosto che portarne avanti due ma male. 
Ora però sono tornata e prontissima ad aggiornare regolarmente la storia :D (Mi impegno fin da ora per non far passare più di due settimane tra un aggiornamento e l'altro)
So che questo capitolo non è un granché, ma mi sembrava un'idea carina per far passare i giorni delle vacanze natalizie. Dal prossimo però (che è già quasi pronto) torneremo nel vivo della storia.
A prestissimo quindi, un bacione
Chanel

PS: Ovviamente il nome della cugina di Hermione è stato dato in onore di Katniss Everdeen e dei bellissimi libri di Suzanne Collins :D <3

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Capitolo 18
*** -Ritrovarsi ***


-Ritrovarsi

Tornare ad Hogwarts, dopo quasi tre settimane passate con la sua famiglia, nel mondo babbano, le faceva sempre un certo effetto. Ovviamente i suoi genitori le mancavano quando era lontana, ma essere distante da quella scuola la faceva quasi star male.

Entrare nella Sala Comune di Grifondoro e salire le scale per i dormitori, portandosi dietro il baule, era stato un sollievo. Ora però, una volta finito di sistemare vestiti e libri nella stanza, non riusciva a far altro che fissare l’orologio appeso alla parete di fronte al suo letto, in trepidante attesa. Ogni minuto sembrava durare un mese e la fatidica ora non arrivava mai.

Lavanda - senza nemmeno mettere i suoi vestiti nell’armadio - era corsa a, testuali parole, salutare come si deve il suo fidanzato. Calì invece era rimasta nel dormitorio a sistemare le sue cose, lanciando di tanto in tanto occhiate ad Hermione che, seduta a gambe incrociate al centro del suo letto, teneva lo sguardo fisso sull’orologio della loro stanza, mentre la sua mano aveva qualche scatto nervoso, nonostante lei non se ne curasse.

<< Hermione, stai bene? >> le domandò cautamente l'indiana, avvicinandosi di un passo.

La mora fece un salto sul letto, rischiando quasi di battere la testa contro il tettuccio del baldacchino:<< S-sì, tutto bene >> rispose, non appena il suo cuore ebbe smesso di cercare di saltarle fuori dal petto.

<< Stai… aspettando qualcosa? >> si informò la ragazza, fingendo noncuranza nonostante quasi sbavasse all’idea di un nuovo pettegolezzo.

Hermione si agitò un po’ sul letto, vogliosa di dirlo a qualcuno ma preoccupata all’idea che lo venisse a sapere l’intera Hogwarts:<< Ho… un appuntamento, alle cinque >> spiegò, cercando di rimanere un po’ sul vago.

<< E con chi? >> domandò Calì, senza riuscire a camuffare più di tanto il palese interesse:<< È con il ragazzo di cui ci parlavi prima delle vacanze? >> aggiunse, vedendo che l’altra non apriva bocca.

  Lei annuì:<< Sì ma… Calì, vorrei che la cosa rimanesse tra me e te, ok? >>.

La grifondoro si affrettò ad annuire e corse a gettare disordinatamente le ultime cose che aveva nel baule, nell’armadio:<< Certo Hermione, sono muta come un Avvincino! >>.

E, mentre Hermione ancora si chiedeva se gli Avvincini fossero effettivamente muti, Calì aveva già lasciato il dormitorio.

 

Era un cretino. Era arrivato all’appuntamento con quasi venti minuti di anticipo! Eppure sua madre glielo ripeteva in continuazione, ogni volta che a Malfoy Manor si teneva una qualche festa o cena: “Ci si deve far attendere, Draco. Le persone di spicco non aspettano nessuno, al massimo fanno aspettare gli altri”.

E invece, per un qualche strano scherzo del destino, si ritrovava davanti alla porta della biblioteca ad aspettare, con venti minuti di anticipo, una mezzosangue.

Se Narcissa fosse venuta a saperlo, molto probabilmente lo avrebbe disconosciuto.

In compenso però i corridoio e la biblioteca stessa erano deserti, quindi non c’era il rischio che qualcuno testimoniasse la sua disubbidienza agli insegnamenti di sua madre.

D’un tratto il rumore di dei passi ruppe il silenzio quasi totale del corridoio, facendo sobbalzare il biondo. Un paio di secondi dopo, comparve Hermione, che si guardava intorno un po’ intimorita, con indosso un paio di pantaloni scuri ed un maglione di lana color panna. Quando finalmente sollevò lo sguardo ed incontrò quello grigio di Draco, rimasero un istante entrambi immobili, a fissarsi senza saper bene cosa dire.

<< Pensavo di essere in anticipo >> sussurrò la ragazza un po’ imbarazzata, sistemandosi un riccio dietro all’orecchio.

<< Lo credevo anch’io >> le rispose lui, avvicinandosi di qualche passo e chinandosi per darle un leggero bacio sulle labbra, come se fosse la cosa più normale del mondo. Hermione chiuse gli occhi e quasi ci rimase male, vedendo che Draco si staccava subito:<< Non qui >> le disse con un sorriso:<< perché non andiamo a fare un giro nel parco? >>.

<< Ma fa freddo! >>.

<< Non ti preoccupare, ho portato due mantelli pesanti >>.

 

Juno sorrise tra sé, soddisfatta. Mai in vita sua avrebbe pensato di poter vedere la Granger con indosso qualcosa con lo stemma di Serpeverde. Ora, nonostante l’idea di una mezzosangue ad inzozzare la sua casata la schifasse non poco, il fatto che lei indossasse un mantello con il simbolo di Salazar, poteva voler dire solo una cosa.

<< Draco ce l’ha fatta >> annunciò sicura, scostandosi dalla finestra per voltare lo sguardo verso Theodore.

Il ragazzo, che se ne stava a braccia incrociate, appoggiato ad una colonna, sollevò appena gli occhi chiari su di lei:<< Come? >> domandò, risvegliatosi in quel momento dai suo pensieri.

<< Draco ce l’ha fatta >> ripeté Juno, troppo euforica per infastidirsi della disattenzione del compagno:<< ha conquistato la Granger, ormai quella sciocca è così infatuata di lui che non crederebbe che è un mangiamorte nemmeno se le mostrasse il Marchio Nero >> spiegò convinta, con un sorriso soddisfatto dipinto in viso.

Theodore si decise a staccarsi dalla colonna e si avvicinò alla finestra, per poter guardare verso il parco di Hogwarts dove due persone vestite in nero si distinguevano benissimo sul prato innevato:<< Fanno solo una passeggiata nel parco >> commentò calmo, stringendosi nelle spalle.

La ragazza scosse la testa, facendo ondeggiare gli splendidi capelli corvini:<< Non capisci. Lei indossa un mantello di Draco, un mantello con lo stemma di Serpeverde. Farà tutto ciò che lui le dirà di fare >>.

<< Come fai ad esserne sicura? >> le domandò lui, con uno sguardo scettico.

Juno si rabbuiò, ma la sua voce rimase salda e convinta:<< Sono una donna anch’io. Certe cose voi uomini non potete capirle. >> scosse piano la testa e tornò subito in sé, sfoggiando un sorriso sicuro e soddisfatto:<< Scrivi a Lestrange: tre settimane. Voglio che l’attacco sia pronto tra tre settimane >>.

 

Hermione, con un sorriso sereno ed anche un po’ ebete, si strinse al petto i libri della lezione di trasfigurazione e si affrettò ad uscire dalla classe.

<< Ehi, Hermione! Dove vai? Non vieni con noi in Sala Comune? >> si sentì chiamare dalla voce del suo migliore amico che, velocemente, l’aveva affiancata insieme all’inseparabile rosso.

<< No, vado in biblioteca. Mi vedo con un… amico per studiare >> disse sbrigativamente, allungando un po’ il passo.

I due grifondoro si lanciarono un’occhiata complice, ed Harry l’afferrò per un polso, bloccando il suo incedere:<< Ascolta, Hermione, noi siamo felici se tu… tu hai trovato qualcuno che ti faccia star bene… >> iniziò il moro.

<< Ma noi ci teniamo a te ed abbiamo paura che questo… questo ragazzo possa non essere adatto >> proseguì Ron, cercando di utilizzare tutto il tatto che possedeva ed anche quello che sapeva di non avere.

La riccia aggrottò le sopracciglia, fissandoli un po’ stranita:<< Di che state parlando? >> chiese.

I due si guardarono di nuovo e questa volta fu il rosso a risponderle:<< Durante questi giorni di vacanza abbiamo parlato con Ginny e lei… insomma, non te la prendere, ma ci ha detto che pensa che ci sia qualcosa tra te e Malfoy >>.

Hermione  spalancò la bocca, senza parole, iniziando ad annaspare in cerca di qualcosa di intelligente da dire:<< I-io… lei… cosa!? >>.

<< Calmati! Non ti agitare, Ginny lo ha fatto solo perché… >> iniziò Harry, pronto a difendere la Weasley a spada tratta.

<< Ma io la uccido! >> continuò la ragazza, senza calcolare minimamente l’amico:<< Avrei dovuto obliviarla prima di partire, altro che! >>.

<< Ma no, Hermione. Non devi prendertela con lei… >>.

<< E poi di che si impiccia? Sicuramente non sono affari suoi! >>.

<< Guarda che lei voleva solo… >>.

<< E sta’ un po’ zitto Ronald! Lasciami inveire contro di lei in pace! >>.

Entrambi i ragazzi rimasero in silenzio, mentre Hermione continuava a snocciolare accuse e rimproveri a mezza voce contro la povera Ginny. Alla fine, dopo un paio di minuti, Harry ebbe il coraggio di avvicinarsi e posarle una mano sul braccio per iniziare con il piano che avevano stabilito di utilizzare durante le vacanze natalizie: “Allontana Hermione dalle grinfie di quel mangiamorte di Malfoy senza essere aggressivo con lei”.

<< Hermione, adesso basta. Né io né Ron né tantomeno Ginny siamo arrabbiati con te per questa… storia, abbiamo solo paura di ciò che potrebbe comportare il frequentare un ragazzo come lui >>.

<< Cosa intendi? >> domandò la riccia girandosi di scatto verso di lui.

Harry si schiarì la voce in cerca di parole che non fossero “schifoso”, “mangiamorte” e “doppiogiochista”, ma Ron fu più veloce:<< Insomma, noi ci… ci domandavamo cosa in realtà sappiamo di lui. Ti pare normale che un ragazzo piombi qui al sesto anno senza dare un minimo di spiegazione? >> disse cercando di usare un tono ragionevole.

Nonostante l’apparente gentilezza dei due, Hermione si inalberò alquanto. Gli si avvicinò di un passo, iniziando a sventolargli un dito davanti alla faccia con aria minacciosa:<< Per prima cosa voi non sapete nulla di lui perché fin dal principio avete avuto dei pregiudizi e non avete voluto nemmeno provare a conoscerlo. Io invece mi sono avvicinata e lui mi ha raccontato di sé e della sua vita. E, per la cronaca, nonostante non dovrebbe interessarvi, ha detto che è usanza di molte famiglie purosangue istruire i proprio figli a casa >>.

<< Io sono un purosangue e ti assicuro che… >> iniziò Ron, subito interrotto dalla ragazza.

<< Come se i tuoi genitori avessero mai seguito anche solo una delle usanze delle famiglie purosangue! Ah Ronald, non fare il cretino! E ora, se non vi dispiace, ho un appuntamento io! >> esclamò e, detto questo, si voltò di scatto ed iniziò a percorrere in fretta il corridoio mentre Harry e Ron si scambiavano un’occhiata affranta.

<< Passiamo al piano B? >>.

<< Speravo di non dover ricorrere al piano B ma… >>.

<< Lo so… cerchiamo di allontanare Hermione dalle grinfie di quel mangiamorte di Malfoy con la forza >>.

Intanto la suddetta ragazza percorreva in fretta i corridoio di Hogwarts, diretta in biblioteca. Per colpa di quei due deficienti era in ritardo. Draco invece era puntualissimo con suo solito e l’aspettava davanti all’entrata della biblioteca, tranquillamente appoggiato al muro.

<< Ciao >> sussurrò appena lei, con il fiato un po’ corto, mentre lui si staccava dalla parete e si avvicinava per darle un bacio a fior di labbra.

<< Ehi >> rispose il biondo, ad un centimetro dal suo orecchio.

Hermione si sentì avvampare e dovette resistere all’impulso di farsi aria con una mano. A tutto era abituata fuorché a tutte quelle attenzioni:<< Ehm… allora… entriamo? >> domandò

Il ragazzo annuì e la precedette nella stanza, dirigendosi al tavolo che un tempo era stato il preferito di Hermione e, da qualche giorno, era diventato il “loro”.

Presero i libri ed iniziarono a studiare insieme, aiutandosi l’un l’altra nonostante in realtà nessuno dei due avesse bisogno di una mano nello studio. Passarono un’oretta su un tema particolarmente complesso di difesa contro le arti oscure, per poi passare a trasfigurazione.

<< Posso farti una domanda? >> domandò Draco, mentre cercavano i libri per la ricerca sulla trasfigurazione umana.

<< Tecnicamente me l’hai già fatta >>.

<< Ah-ah, simpatica! >> fece lui ironico, alzando gli occhi al cielo:<< Comunque, tu seguirai il corso di smaterializzazione? >> le chiese.

Lei annuì distrattamente, passando lo sguardo sui titoli dei libri che aveva davanti:<< Sì e farò l’esame a marzo, con il primo turno. Tu? >>.

Draco le lanciò un occhiata, trovandola intenta nel suo lavoro e non troppo interessata alla conversazione:<< Sì, lo seguirò anche io. Ma per l’esame devo aspettare il prossimo anno. Sai, il mio compleanno è a giugno >>. La ragazza annuì distrattamente, senza staccare gli occhi dalle pagine del libro che stava sfogliando:<< Ma… mi domandavo… sbaglio o la materializzazione è bloccata nei confini di Hogwarts? Come si fa ad allenarsi? >>.

<< Ah, questo non va bene. >> sussurrò tra sé Hermione, prima di riporre il libro al suo posto:<< Comunque per quanto mi hanno raccontato, per il periodo delle lezioni spezzano gli incantesimi in Sala Grande, mentre gli esami si tengono ad Hogsmeade >> spiegò spostandosi a scandagliare un altro scaffale.

Il biondo rimase in silenzio per qualche secondo, osservando le copertine dei libri che aveva davanti, senza reale interesse:<< Quindi nel corso di queste lezioni ci si può materializzare e smaterializzare all’interno della scuola >>.

<< Già… anzi, per la precisione solo all’interno della Sala Grande >>.

<< Oh… >>.

Rimasero in silenzio qualche istante, finché Hermione non iniziò ad esultare silenziosamente per aver trovato il libro che cercava. Trascinandosi dietro il biondo tornò al tavolo ed immerse la faccia nel libro, intenzionata a rimanere in quella posizione per almeno la mezzora successiva.

Il ragazzo però non riusciva affatto a concentrarsi sulla ricerca. La sua mente lavorava in fretta, cercando di trovare un modo per sfruttare quella nuova scoperta. Per prima cosa doveva capire se era possibile materializzarsi dall’esterno del castello oppure no, poi doveva trovare un modo per avvisare gli altri e…

Ok, doveva parlare con Juno.

 

<< Hermione, ti prego Hermione, aspettami! >>.

La ragazza si fermò, riconoscendo la voce del compagno che l’aveva chiamata e si voltò a guardarlo con un sopracciglio inarcato:<< Dove hai lasciato Lav-Lav? >> domandò constatando l’assenza di quella sottospecie di cozza.

Il rosso si guardò intorno un po’ stranito, quasi rendendosi conto solo in quell’istante che la ragazza non era effettivamente con lui:<< Io… lei è… con Calì… credo >> rispose un po’ impacciato:<< non è comunque di questo che volevo parlare >> riprese dopo un attimo di incertezza:<< volevo chiederti di smetterla di vedere Malfoy >>.

La riccia, sempre più scettica, si appoggiò al muro alle sue spalle, incrociando le braccia:<< Come, scusa? >> domandò.

Ron affondò le mani nelle tasche dei pantaloni e si dondolò un po’ sui talloni, prima di decidersi a fare un paio di passi nella sua direzione:<< Io… noi, io ed Harry… ed anche Ginny! Beh, vorremmo che tu non frequentassi Draco Malfoy >>.

<< E perché, di grazia? >>.

<< Perché… perché pensiamo possa essere pericoloso per te >>.

Hermione inarcò un sopracciglio, scettica all’inverosimile:<< È solo questo il problema, Ronald? >> domandò con un tono di voce tanto freddo che non pensava nemmeno di avere.

<< In che senso? >>.

<< Siete davvero tu, Harry e Ginny che vi preoccupate per me, oppure tu sei semplicemente geloso? >>.

Mentre parlava, la ragazza si era staccata dal muro e si era avvicinata al rosso che, d’istinto, aveva iniziato ad indietreggiare:<< Non capisco di cosa tu stia parlando >> borbotto lui, cercando di essere convincente.

<< Io invece credo proprio di sì. >> commentò Hermione, puntandogli un dito al petto e facendogli fare un ulteriore passo indietro:<< Analizziamo un attimo i fatti, Ronald: per i primi tre anni di scuola praticamente non ti accorgi della “so-tutto-io con i dentoni” se non per farti aiutare con compiti o interrogazioni varie. Al quarto anno c’è il Ballo del Ceppo e, accortoti che nessuno ti calcola, ti rendi conto che la tua amica secchiona è anche una ragazza, quindi ti decidi ad invitarla, ma lei è già stata invitata da un altro e, casualmente, questo altro passa da “il più grande campione di quidditch di tutti i tempi” a “il nemico”. Al quinto anno andate d’amore e d’accordo, a patto che non si accenni minimamente al nome di Victor Krum. Poi inizia il sesto anno e tu diventi portiere della squadra di Grifondoro, ti fai più attraente e popolare e ti butti tra le braccia della prima oca che ci prova con te, dimenticandoti completamente dell’amica secchiona. Questo finché non si fa avanti qualcun altro che si accorge che “la secchiona” è anche una ragazza con dei sentimenti e qualcosa da dare. Quando tu ti rendi conto che la sua attenzione potrebbe essere rivolta a qualche altro ragazzo, allora lui diventa il pericolo, il male personificato. >> fece questo discorso tutto d’un fiato, continuando a colpirgli il petto con il dito:<< Allora, Ronald, forse dovremmo farci delle domande, che dici!? >>.

Il rosso rimase a bocca aperta, completamente spiazzato dalle parole della ragazza e dal suo sfogo inaspettato. Ogni singola parola gli era entrata dentro come una stilettata, annidandosi nel suo cervello e facendolo ragionare contro la sua volontà. Era vero, tutto quello che aveva detto era vero, ma lui, da stupido quel’era, se ne era accorto troppo tardi. Krum, Lavanda, McLaggen, Draco… erano tutti scuse, stupide scuse per non ammettere ciò che veramente provava per Hermione. Si passò una mano tra i capelli, frustrato:<< Hermione, io… >> tentò di dire.

<< Evitati parole inutili >> lo interruppe lei, scuotendo la testa:<< ormai è troppo tardi, Ronald >> aggiunse prima di voltargli le spalle e sparire in un turbinio di ricci castani.

Il rosso se ne rimase lì, da solo in mezzo a corridoio, troppo scioccato e perplesso per fare o dire una qualsiasi cosa. Lentamente, da dietro una colonna poco distante, sbucarono Harry e Ginny che - senza un apparente motivo - si tenevano per mano.

<< Ron… >> iniziò sua sorella - dopo aver lasciato la mano del moro - che però fu subito zittita.

<< Lascia perde Ginny, ha ragione lei: ormai è troppo tardi >> fece Ron tetro, infilandosi le mani nelle tasche del pantaloni ed appoggiandosi al muro alle sue spalle.

Harry gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla:<< Non dire sciocchezze, Ron! Sappiamo benissimo tutti che Hermione è da sempre cotta di te e… >>.

<< Ma hai sentito quello che mi ha detto!? >> gli chiese l’altro, interrompendolo:<< Mi ha urlato contro tutte quello brutte cose ed io… io non ho saputo risponderle nulla perché… beh, me ne sono reso conto solo ora, ma è tutto vero! Ogni singola parola che ha detto… >>.

<< E allora che aspetti? >> gli chiese sua sorella, prendendolo per le spalle e scuotendolo leggermente:<< Corri da lei e dille quello che provi! >>.

Ron rimase immobile qualche istante, con lo sguardo perso nelle iridi color cioccolato della sorella:<< Hai ragione… >> bisbigliò infine, mentre le labbra si aprivano in un sorriso trionfante:<< vado a dirle che la amo! >> esclamò più forte, prima di abbracciare velocemente la ragazza e correre per il corridoio, verso la direzione che aveva preso Hermione.

Dopo un paio di istanti di silenzio, Harry si avvicinò alla rossa e le circondo le spalle con un braccio:<< Pensi che funzionerà davvero? >> le domandò.

<< Ad essere sincera non lo so >> ammise:<< ma è sempre meglio tentare, no? >> domandò lei, prima di voltarsi verso di lui ed intrappolargli la bocca in un bacio.

Intanto Ron correva per i corridoi alla ricerca della chioma riccia di quella che era la sua migliore amica e sperava potesse diventare qualcosa di più. D’istinto svoltò in direzione della biblioteca, convinto di trovarla lì. 

Infatti Hermione era proprio lì, davanti all’entrata della biblioteca, ma non era sola, al contrario, era stretta tra le braccia di Draco Malfoy che, senza alcuna esitazione, come se lo facesse da sempre, la stava baciando appassionatamente. 

Il rosso bloccò di colpo la sua corsa e rimase immobile a fissare quella scena. Dopo qualche secondo i due si staccarono ed Hermione nascose il viso nel petto del ragazzo, che si appoggiò con il mento alla sua testa. Così facendo vide Ron che continuava a guardarli, immobile in mezzo al corridoio deserto. Dopo il primo istante di stupore, Draco gli rivolse un ghigno soddisfatto ed intensificò la presa sulla vita della ragazza:“Ormai lei è mia” scandì lentamente con le labbra, in modo che il rosso potesse capirlo bene.

 

<< Mi dispiace tanto, tesoro, ma la tua idea si è rivelata un fiasco >> esordì Juno con tono sarcastico, comodamente stravaccata sul letto della sua stanza.

<< E posso sapere perché, di grazia? >> le domandò Draco, che iniziava veramente a stancarsi del modo di fare di quella ragazza.

Lei alzò gli occhi al cielo e mosse la mano in un gesto scocciato:<< La materializzazione è possibile nella Sala Grande, ma solo dalla Sala Grande alla Sala Grande >> spiegò con tono annoiato:<< quindi questa “scoperta” ci è del tutto inutile. Al contrario, mi hai fatto venire un’idea… >>.

<< Quale? >>.

<< Quanta fretta Malfoy! Sta calmo e siediti, anche tu Nott, questo potrebbe essere il piano vincente. >> aspettò che i due avessero prese posto su due poltrone verde bottiglia per continuare:<< Per quando è programmata la prossima gita ad Hogsmeade? >>.

<< Per il prossimo sabato >> rispose prontamente Theodore.

Juno annuì tra sé:<< Perfetto. Ho deciso che voglio un ostaggio >>.

Entrambi i ragazzi spalancarono la bocca alla rivelazione, senza trovare un senso a ciò che la ragazza aveva appena detto:<< Come scusa? >> domandò il moro.

<< Hai capito benissimo, Nott. Voglio un ostaggio >>.

<< E a cosa ti servirebbe? >>.

<< A cosa vuoi che serva un ostaggio!? >> vedendo che nessuno dei due rispondeva, la ragazza sbuffò sonoramente ed iniziò a spiegare il piano con calma:<< Come mi hai detto tu una volta, Draco, Silente è forte finché rimane tra queste mura, ma una volta fuori di qui, cosa ne resta del grande preside di Hogwarts? Certo, rimane un grande mago, ma non sopravvivrebbe ad un’imboscata >>.

<< Quindi intendi stanarlo grazie ad un ostaggio ed attaccarlo lontano da Hogwarts dove è sicuramente più vulnerabile? >> domandò Theodore, mettendo insieme i pezzi del puzzle.

<< Perspicace! >> si congratulò Juno con un ghigno.

<< E chi sarebbe l’ostaggio? >> domandò Draco, terrorizzato all’idea di conoscere già la risposta.

La mora si voltò nella sua direzione, mentre le labbra carnose si stendevano in un ghigno sadico e soddisfatto:<< La mezzosangue >> sibilò.


Buongiorno ragazzi! (Sempre che sia rimasto qualcuno a leggere questa mia povera ff D:)
Anche questo capitolo è finito^^ So che non vi aspettavate nulla del genere, ma Juno e subdola e, soprattutto, detesta assolutamente Hermione, quindi... ma Draco accetterà? Lascerà Hermione nelle mani dei mangiamorte senza muovere un dito oppure si opporrà? Per questo, dovrete aspettare un paio di settimane che pubblichi il prossimo capitolo :D
Parlando di un'altra cosa, capisco perfettamente che dopo la mia lunghiiiiissima assenza le recensioni sono dresticamente diminuite (per non dire sparite del tutto...) ma vi assicuro che sono intenzionata a continuare a pubblicare questa storia con regolarità e di finirla al meglio. Quindi mi aspetto un po' di fiducia ed il ritorno di qualche recensore :D
Con questo ho finito, ci vediamo un prossimo capitolo.
Un bacio, 
Chanel

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Capitolo 19
*** -Agguato ***


 
-Agguato
Draco si guardò ancora allo specchio e si sistemò il colletto della camicia. Chiuse gli occhi ed appoggiò la fronte alla superficie gelata dello specchio.
Non posso farlo.
Non poteva tradire così Hermione, non poteva tradire quella che forse era l’unica persona ad essersi fidata di lui senza condizioni, senza tornaconto né secondi fini…
Devo farlo.
Eppure non poteva disubbidire agli ordini. Non poteva mandare a monte anni ed anni di studi e sacrifici solo per una…
Per una mezzosangue.
Per una ragazza.
L’Oscuro Signore contava su di lui, la sua famiglia contava su di lui e non poteva deluderli, soprattutto perché il futuro dell’intera casata Malfoy gravava sulle sue spalle. E poi Juno glielo aveva promesso; a patto che i suoi amici fossero accorsi a salvarla, non le sarebbe stato torto un capello.
Si allontanò dallo specchio, le mani sul viso. Non c’erano alternative: doveva consegnarla tra le mani dell’Oscuro Signore e sperare che Silente o i suoi amici corressero in suo soccorso. Indossò velocemente sciarpa e mantello, prese qualche galeone e si ovviò a passo svelto fuori dal dormitorio maschile. In Sala Comune intravide Juno che, con aria soddisfatta, annuiva nella sua direzione, ma non la calcolò minimamente.
Proseguì velocemente verso la sala d’ingresso e qui trovò Hermione ad aspettarlo. Si permise qualche secondo per osservarla di nascosto; forse era solo la luce o quello che provava per lei, ma nessuna ragazza gli era mai sembrata così bella: i capelli ricci ed indomabili erano raccolti in una treccia alla francese ed indossava - sotto al mantello pesante - un paio di jeans chiari ed un maglione a righe bianche e verdi; fissava il portone d’ingresso con un sorriso sereno stampato in viso. Draco, prima di raggiungerla, si ripromise che, qualsiasi cosa fosse successa, se la sarebbe sempre ricordata così: bella e felice.
<< Hermione >> la chiamò, una volta finito di contemplarla.
La ragazza si voltò di scatto e, appena lo vide, il suo sorriso si allargò ulteriormente:<< Draco! >> esclamò prima di corrergli incontro e gettargli le braccia al collo.
Senza nemmeno un attimo di esitazione, il biondo le circondò la vita e la strinse con forza, sollevandola da terra di qualche centimetro. Con lo stesso impeto, la allontanò leggermente da sé, per unire le loro labbra in un bacio passionale e colmo d’angoscia.
Dovette accorgersene anche Hermione perché, dopo aver ricambiato il bacio, si tirò indietro con un bel punto interrogativo dipinto in fronte:<< Ehi, è tutto a posto? >> gli chiese aggrottando le sopracciglia.
Draco annuì in fretta, maledicendosi per essersi lasciato andare a quegli stupidi sentimentalismi:<< Certo Hermione, tutto bene >> la rassicurò prendendola nuovamente per la vita ed avviandosi verso il portone d’ingresso.
La riccia non era per nulla soddisfatta della risposta, ma si impose di non insistere, almeno per ora. Aspettarono che Gazza controllasse i loro permessi ed in pochi secondi si ritrovarono nel parco di Hogwarts, ancora quasi completamente innevato ed Hermione dovette stringersi nel mantello per trattenere un brivido.
<< Hai freddo? >> le chiese Draco, premuroso come sempre.
Lei scosse la testa, cercando di rivolgergli un sorriso:<< Sono una sciocca, ho dimenticato la sciarpa nel dormitorio… è colpa tua, se non avessi tutta questa voglia di vederti… >>.
Il ragazzo si lasciò sfuggire una risata, mentre si fermava per togliersi la sciarpa ed annodarla attorno al collo di lei:<< Tieni, prendi la mia >>.
<< Ma no, così avrai freddo tu >>.
<< Non ti preoccupare, io sono un uomo forte e coraggioso, posso sopravvivere ad un po’ di vento. Tu invece devi proteggerti. E poi… è in tinta con il tuo maglione >>.
Hermione abbassò lo sguardo e sorrise, constatando che il verde di Serpeverde era identico a quello del suo golf:<< Beh, allora grazie… >>.
<< È questo il maglione che ti hanno regalato? >> le domandò il biondo, mentre imboccavano la strada che portava ad Hogsmeade. Lei annuì e lui sorrise:<< Beh, chiunque te lo abbia dato a buon gusto >>.
<< Lo dici solo perché è del colore della tua Casa >>.
<< Oppure perché qualsiasi cosa su di te sembra stupenda… >>.
La ragazza arrossì vistosamente e nascose il viso nella sciarpa, che profumava terribilmente di lui.
Chiacchierarono amabilmente fino alla via principale del villaggio, dove iniziarono a girare tra i negozi mentre Draco incitava Hermione a trovare qualcosa come regalo-di-Natale-in-ritardo.
<< Forse potresti regalarmi un libro! >> esclamò diversi minuti dopo la ragazza, entusiasta all’idea.
Il ragazzo la guardò male, un po’ irritato dal fatto che lei non avesse trovato assolutamente nulla in tre negozi di abiti, due di gioielli ed una profumeria:<< Non voglio regalarti un libro! Voglio regalarti qualcosa che ti ricordi di me, qualcosa da… da fidanzati! >>.
<< Scusa >> sussurrò la riccia, mordicchiandosi un labbro e fingendo che la parola “fidanzati” non la toccasse assolutamente:<< è solo che io… cioè, ti sarai accorto che non sono esattamente lo stereotipo della sedicenne, no? >>.
Draco le sorrise - addolcito da suo modo di fare - e se la tirò più vicino, circondandole le spalle con un braccio:<< Ma dai, ci sarà pure qualcosa che ti piaccia… non lo so… scarpe, borse, collane… insomma, è più semplice fare un regalo a mia madre! >>.
Lei scoppiò a ridere e si strinse maggiormente al suo fianco:<< Mmmm non lo so, forse… >> si bloccò di colpo, ad osservare la vetrina che le stava davanti. Era un anonimo negozietto di antiquariato, decisamente piccolo rispetto agli altri ed dall’aria abbastanza trasandata:<< Entriamo qui >> lo pregò quasi Hermione, tirandogli il braccio con gli occhi che luccicavano.
<< Come desidera >> concesse lui con un sorriso, facendosi trascinare nell’antiquariato.
All’interno c’era solo un vecchietto dall’aria polverosa - come del resto tutto l’interno del locale - che non li considerò minimamente, intento a leggere un giornale dietro al suo bancone.
Raggiante, la ragazza iniziò a girare il negozietto, perdendosi davanti a soprammobili, vecchi libri e gioielli antichi, mentre Draco la osservava divertito. Dopo quasi mezzora, Hermione si fermò a fissare estasiata un oggettino piccolo ed argentato.
<< È bellissimo >> sussurrò tra sé.
In meno di due secondi il biondo le fu accanto e rimase a sua volta immobile a guardare un bellissimo fermaglio per capelli in argento a forma di piuma:<< Sì, lo è. >> rispose prendendolo in mano senza pensarci e voltandosi verso il negoziante:<< Quanto viene? >> gli domandò, lasciandolo cadere sul bancone.
Il vecchietto, da dietro un paio di spesse lenti, fece scorrere lo sguardo dal fermaglio a Draco ad Hermione, per poi fingere di studiare un po’ l’oggetto:<< Mmm… vediamo… è sicuramente un oggetto di valore, di un ottimo argento e… beh, la fattura è impeccabile… >>.
<< Quanto viene? >>.
<< Direi sette galeoni. Ed è un prezzo di favore! >>.
Senza indugiare Draco estrasse il denaro dalle tasche e lo diede al vecchio mentre Hermione, alle sue spalle, sgranava gli occhi. Il ragazzo si congedò velocemente e, con il regalo in mano, uscì da negozio tirandosi dietro la riccia.
<< È una follia! Non dovevi spendere così tanti soldi per me! >>.
Il biondo la zittì, posandole una mano sulle labbra:<< Non è un problema, va bene così. >> disse convinto, rivolgendole un sorriso:<< Ciò che conta e che ti abbia finalmente trovato un regalo! >>.
Hermione arrossì leggermente:<< Ma io non ti ho preso niente e… >>.
<< Beh, >> la interruppe lui:<< potresti provare a rimediare con un bacio >> propose con un sorriso furbo.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, con un paio di passi lo raggiunse e gli gettò le braccia al collo, unendo le loro labbra in un bacio passionale:<< Grazie >> disse dopo un paio di minuti, quando si furono separati.
Draco le sorrise, allontanandosi per porgerle il fermaglio:<< Beh, perché non te lo provi? >>.
Lei annuì, raggiante, e sciolse la treccia in cui quella mattina aveva raccolti i capelli, per poi usare il fermaglio per bloccare qualche ciocca sulla nuca:<< Come mi sta? >> chiese.
<< Sei bellissima >> lei rispose il biondo, dandole un altro veloce bacio a stampo.
Hermione gli sorrise, con il cuore pieno di gioia:<< Che ne dici di fare un salto ai Tre Manici di Scopa? Hanno un ottima burrobirra e poi magari potrei… potremmo provare a farti avere una conversazione normale con i miei amici, no? >>.
Il ragazzo si sforzò per mantenere un’espressione neutrale e non mettersi ad urlare, come in realtà avrebbe voluto:<< In realtà volevo farti vedere una cosa >> propose con il sorriso più sincero che riuscisse a fare:<< Theodore mi ha parlato di un posto che mi… mi piacerebbe farti vedere >>.
<< Oh, certo… >> rispose la ragazza, ricacciando indietro quell’accenno di delusione che stava provando, per ricambiare il sorriso.
Draco la prese per mano ed iniziò a guidarla sicuro per le vie di Hogsmeade, cosa strana, calcolando che ci era stato una sola volta. Camminarono per diversi minuti, allontanandosi sempre di più dalla via principale, fino ad arrivare al sentiero che portava alla Stamberga Strillante.
<< È qui che…? >> fece per chiedere la riccia, subito interrotta da una voce cupa e profonda.
<< E bravo il nostro Draco! >> esclamò un uomo, appena comparso dalla vegetazione che delimitava la strada.
Anche una donna, che entrambi i ragazzi conoscevano fin troppo bene, si fece avanti con una risata sguaiata:<< Allora i Malfoy fanno ancora qualcosa di buono! >> ululò Bellatrix Lestrange, piegata in due dal riso folle.
Hermione estrasse la bacchetta, iniziando a fissare alternativamente i due mangiamorte con aria allarmata:<< Draco, mi vuoi spiegare che succede!? >> chiese.
Prima che qualcuno potesse rispondere, l’uomo sollevò la bacchetta:<< Expelliarmus >> ordinò e l’arma di Hermione gli finì in mano.
Intanto Bellatrix le si avvicinò e, approfittando dello sgomento della giovane, pronunciò un altro incantesimo:<< Incarceramus >> disse prima che strette corde la incatenassero, facendola ruzzolare a terra.
<< Draco! >> chiamò Hermione impotente, quasi sull’orlo delle lacrime.
<< Ehi, piano! >> esclamò il biondo che fino a quel momento era rimasto in disparte:<< Mi era stato assicurato che non le avreste torto un capello >>.
<< Beh, noi abbiamo ordini diversi >> ghignò l’uomo.
<< Non scherzare, Amicus. È solo un ostaggio e… >> Draco fu interrotto dalla zia.
<< Povero, piccolo, innocente Dracuccio >> lo canzonò la donna, con vocetta acuta:<< pensavi davvero che la tua mezzosangue sarebbe uscita da questa storia senza neanche un graffietto? >>.
<< Ma Juno aveva… >>.
<< “Ma Juno aveva” >> gli fece il verso Bellatrix, parlando in falsetto:<< stai zitto sciocco >>.
<< Draco! Io mi… mi fidavo di te! >> urlava nel frattempo Hermione, cercando di liberarsi delle corde che però si facevano più strette ad ogni suo movimento.
Amicus, scocciato della situazione, alzò gli occhi al cielo e si caricò bruscamente la ragazza in spalla:<< Muoviamoci. L’Oscuro Signore è impaziente di incontrare la mezzosangue >> disse con un ghigno divertito.
Anche la donna rise e si avvicinò ai due, pronta alla smaterializzazione:<< E tu, Dracuccio? Che fai? Vieni con noi o te ne torni ad Hogwarts? >> domandò al nipote, fissandolo divertita.
Draco quasi tremava. Si sentiva così stupido ed impotente… sapeva di fare un torno ad Hermione, ma non avrebbe mai pensato che qualcuno le avrebbe fatto del male, non avrebbe mai accettato se l’avesse saputo. Da quella posizione poteva solo vedere le gambe della ragazza che scalciavano contro il petto del mangiamorte, ma dai suoi strilli si capiva benissimo che stava piangendo, probabilmente più per rabbia e frustrazione che per paura. Strinse forte i pugni ed abbassò lo sguardo, facendo un paio di passi nella direzione degli altri tre.
<< Vengo con voi >> rispose mesto, appena prima che tutti girassero su se stessi e scomparissero, accompagnati dalla risata folle di Bellatrix Lastrenge.
 
Harry si guardò ancora intorno preoccupato.
<< Sei sicura di non averla vista nei dormitori femminili? >> domandò per l’ennesima volta a Ginny che, approfittando della temporanea distrazione del fratello, era seduta abbracciata a quello che - teoricamente - era il suo ragazzo da qualche settimana.
Suddetta ragazza alzò gli occhi al cielo:<< Sì, Harry. Per la trecentesima volta: sì! >>.
<< Ma dovrà pur essere da qualche parte! >> pensò ad alta voce il moro, lanciando un’altra occhiata al portone della Sala Grande che rimaneva chiuso.
Ginny, esasperata, lo prese per le spalle e lo fece voltare nella sua direzione, per guardarlo fisso negli occhi:<< Harry, tesoro, ascoltami. Guarda il tavolo di Serpeverde, bravo, non vedi che manca qualcuno? Eggià, nemmeno Malfoy è a cena. >> iniziò a spiegare, con lo stesso tono di voce che si usa per parlare con un bambino di due anni un po’ lento di comprendogno:<< Fai uno più due Harry, tesoro, puoi immaginare perché possano aver saltato entrambi la cena? Dove possano essere e soprattutto cosa possano star facendo? >>.
Il ragazzo la fissò qualche secondo sbattendo le palpebre, poi capì e fece una faccia orripilata:<< Ti prego, Ginny! >> esclamò:<< Non mettermi in testa strane idee! Già non mi piace l’idea che Hermione stia con un ragazzo come Malfoy, poi pensare che loro possano… possano… bleah! >>.
La rossa inarcò un sopracciglio:<< Nemmeno a me sta simpatico, ma non vedo cosa ci sarebbe di male >>.
Harry fece per rispondere, ma fu interrotto dalla professoressa McGranitt che, comparsa al suo fianco, lo guardava con aria preoccupata:<< Potter, voglio te e Weasley nell’ufficio del preside tra cinque minuti >> annunciò.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia:<< Ma le lezioni con Silente… >>.
<< Non c’entrano nulla >> rispose la professoressa sbrigativa:<< è per… è per Hermione >> aggiunse poi e, per meno di un secondo, parve quasi che i suoi occhi si inumidissero.
In un istante Harry fu in piedi e corse a staccare - letteralmente - Ron dalle grinfie di Lavanda:<< Dobbiamo andare nell’ufficio di Silente. È successo qualcosa ad Hermione >> gli disse velocemente, zittendo sul nascere le sue proteste.
Al nome dell’amica anche il rosso si fece attento e, ignorando le lamentele della sua ragazza, seguì in fretta Harry per i corridoi della scuola, fino ad arrivare davanti alla statua dei gargoyle:<< Zuccotti di zucca >> disse il moro, facendo aprire il passaggio verso l’ufficio.
Corsero su per le scale e spalancarono la porta senza nemmeno bussare:<< Cos’è successo? >> domandò Ron, decisamente angosciato.
Silente sedeva dietro all’imponente scrivania di legno scuro e la McGranitt era alle sue spalle. Entrambi fissavano i ragazzi con sguardo grave, il che, non annunciava nulla di buono:<< Sedetevi, ragazzi. >> li invitò il preside, con un cenno elegante della mano:<< Come penso avrete notato, la signorina Granger non si è presentata stasera a cena. >> proseguì una volta che i due ebbero preso posto, facendo arrossire Ron che era un po’ troppo impegnato per notare l’assenza dell’amica:<< Il vero problema è che, a detta di Gazza, lei ed il signor Malfoy non sono rientrati nel castello, dopo la gita ad Hogsmeade >>.
<< Questo vuol dire che… >>.
<< Non è tutto, Harry. Abbiamo anche ricevuto questo messaggio >> disse allungando verso i due un pezzo di pergamena su cui era scritto a chiare lettere, con inchiostro rosso sangue:
 
I mezzosangue saranno i primi.
 
<< Abbiamo paura che la signorina Granger possa essere nelle mani di Lord Voldemort >> .
 
Quando Hermione riprese i sensi, ci mise un paio di minuti a rimettere insieme i suoi pensieri. A dire il vero ricordava ben poco di cosa fosse successo durante la giornata, era sicura di aver girato Hogsmeade con Draco e che lui le avesse comprato un fermaglio a forma di piuma - che, constatò, portava ancora tra i capelli - prima di portarla a vedere un posto dove due mangiamorte l’avevano legata e portata via, mentre lui non faceva niente. Dopo, il vuoto.
Fece forza sulle braccia per potersi sollevare almeno un po’ dal pavimento duro e freddo, per guardarsi intorno. La stanza in cui si trovava era piccola ed odorava di chiuso, all’interno non c’era null’altro che un tavolo con un sedia, una brandina e quello che - con un po’ di disgusto - Hermione scoprì essere un vaso da notte; l’unica luce che vi entrava, proveniva da una stretta finestra nell’angolo più alto del muro opposto alla porta che, tra le altre cose, era chiusa, probabilmente sigillata con la magia.
Quando la testa smise del tutto di girarle, la ragazza si mise in piedi, cercando di levarsi di dosso la polvere che aleggiava su qualsiasi superficie in quella stanza. Con grande disappunto constatò di non avere con sé la sua bacchetta e che la porta era - come immaginava - chiusa.
Sbuffò e riprese a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa da fare, mentre i postumi dello svenimento se ne andavano del tutto. 
Alla fine si sedette sulla branda che probabilmente le avrebbe fatto da letto ed iniziò ad analizzare la situazione. Con ogni probabilità si trovava nel covo di Voldemort o comunque nella casa di uno dei suoi mangiamorte. Bellatrix Lestrange e l’altro mangiamorte - Amicus - l’avevano rapita e Draco sembrava essere la corrente dei loro piani.
Una furia implacabile si impossessò di lei, all’idea che Draco avesse potuto venderla così o, ancora peggio, si fosse preso gioco di lei fin dall’inizio. Si morse con forza il labbro inferiore, imponendosi di stare calma e non trarre conclusioni affrettate; doveva aspettare che qualcuno le chiarisse la situazione, prima di programmare l’omicidio di quello che teoricamente era ancora il suo ragazzo.
Ma perché diavolo si ficcava sempre in situazioni del genere!?
Senza preavviso la porta della stanzetta si spalancò, lasciando entrare una donna relativamente giovane, dai capelli castani e vestita dalla testa ai piedi di nero:<< Hermione Jane Grager. >> la chiamò. La ragazza annuì, senza proferire parola:<< Nata Babbana e cara amica del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. >> lei annuì di nuovo:<< Direi che è un piacere conoscerti, ma non credo sia lo stesso per te >> aggiunse, con un sorriso divertito.
<< E… lei sarebbe? >> domandò Hermione.
<< Elizabeth Draken, tesoro. >> si presentò. Rimasero entrambe in silenzio qualche secondo, squadrandosi l’un l’altra:<< Allora? Non hai domande? >> chiese la più grande, sedendosi sull’unica sedia presente nella stanza.
La riccia, ancora rannicchiata sulla branda, la guardò male:<< Oh, avrei un sacco di domande! >> esclamò arrabbiata.
<< E allora falle, sono qui per questo, piccina >>.
<< Non sono per te! Sono per quel traditore di Draco! >> sbottò la ragazza.
<< Draco? >> chiese domandò Elizabeth, riflettendo tra sé:<< Il figlio di Lucius? >>.
<< Sì, Draco Malfoy >>.
La donna sorrise con aria ammiccante:<< Sì, so chi è >> annunciò con aria solenne:<< è a lui che è stato affidato l’incarico di… >> ma prima di dire troppo, si interruppe con un verso simile ad un singulto.
<< Di… cosa!? >> domandò Hermione, esasperata:<< Di rapirmi? >>.
Elizabeth scosse la testa, rivolgendole un sorrisino quasi divertito:<< No, sciocchina. Questa è una cosa molto più grande di te. >> la spiegò:<< Ci sono persone e… cose che tu nemmeno puoi capire, tesoro >> aggiunse con fare misterioso.
La ragazza, decisamente infastidita dalla situazione e dagli stupidi nomignoli che quella continuava ad affibbiarle, prese un lungo respiro:<< Tu non eri qui per rispondere ad ogni mia domanda? >> domandò scettica.
<< Sì, certo >> rispose l’altra:<< ma ci sono cose non adatte ad una ragazzina come te >>.
<< Per tua informazione sono maggiorenne, ho diciassette anni >> sottolineò Hermione.
<< Oh, allora siamo grandi, tesorino! >> esclamò Elizabeth, con un sorriso palesemente falso.
La riccia serrò i pugni, imponendosi di mantenere la calma e valutare la situazione con la fredda lucidità che solitamente riusciva a mantenere in certe situazioni:<< Ok, andiamo con calma. >> esordì, dopo una decina di secondi di silenzio:<< Dove ci troviamo? >>.
<< Questa è una domanda a cui posso rispose: a casa Letrange, piccola >> rispose tranquilla.
Hermione annuì tra sé; la cosa aveva senso, considerando chi l’aveva portata lì:<< E per quanto sono rimasta svenuta? >>.
<< Non per molto, non so a che ora sei arrivata, ma adesso sono le sei di sera >>.
La ragazza fece un rapido calcolo, arrivando alla conclusione che era rimasta priva di sensi per pochissime ore, uno schiantesimo ben assestato poteva benissimo lasciarti in quelle condizioni quindi, probabilmente, era stata schiantata appena dopo la smaterializzazione.
La domanda fondamentale, però, era: perché l’avevano portata lì? Il problema era che quella donna non sembrava intenzionata a spiegarglielo.
<< Bene, e quindi ora cosa dovrei fare? >>.
<< Fare la brava ed aspettare, cercando di non intralciare i nostri piani. Vedrai, qualcuno verrà a prenderti >>.
A quelle parole, il rinomato cervello di Hermione cominciò a lavorare freneticamente, vagliando tutte le opzioni per poi arrivare ad un’unica soluzione plausibile:<< Harry non verrà a cercarmi! >> esclamò fingendosi convinta, nonostante il respiro le si fosse mozzato in gola.
Elizabeth fece un risata divertita, mentre si avviva verso la porta della stanza:<< Vedremo cara, vedremo >> sussurrò prima di andarsene.

Eccolo...
Il capitolo che probabilmente tutti voi aspettavate ma io temevo un sacco D: Ora mi lancerete dietro pomodori e simili perché ho fatto fare a Draco ciò che sapete, ma se avrete un po' di pazienza vedrete che si sistemerà tutto! Io sono per il lieto fine... quasi sempre...

Ne approfitto per ringraziare tanto tanto barbarak e aladoni che hanno recensito lo scorso capitolo e noi ci rivediamo tra un paio di settimane :D
Un bacio, 
Chanel

PS: Se a qualcuno interessasse, mi farebbe piacere se passaste a dare un'occhiata alla mia nuova storia e magari lasciaste una recensione; è una Ron/Hermione un po' particolare... : S.C.A.S.C.O.: II Guerra Magica

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Capitolo 20
*** - Salvare Hermione - parte I ***


-Salvare Hermione – parte I
<< Deve pur esserci una soluzione! >> esclamò Harry per la trecentesima volta, continuando a fare avanti e indietro tra la porta dell’ufficio di Silente e la sua scrivania.
<< Ora calmati, Potter! >> esclamò la McGranitt alquanto infastidita:<< Mi farai venire l’emicrania. Siediti e cerchiamo una soluzione >>.
Il ragazzo borbottò con tono infastidito, ma si mise comunque a sedere accanto a Ron, dalla parte opposta della scrivania rispetto a Silente.
<< E lei cosa consiglia di fare? >> domandò il rosso che aveva un aspetto davvero preoccupante, bianco come un lenzuolo e con gli occhi sgranati.
La professoressa prese un lungo sospiro e si voltò verso il preside:<< Hai dei biscotti, Albus? >> domandò in tono accalorato.
<< Ovviamente, Minerva >> le rispose Silente, porgendole con un sorriso una scatola di latta rotonda.
La donna annuì con fare solenne e - dopo aver tolto il coperchio - la porse ad Harry e Ron:<< Prendete un biscotto >> ordinò. I due non ebbero coraggio di rifiutare e un silenzio meditabondo cadde nella sala una volta che tutti e quattro iniziarono a mangiucchiare il proprio biscotto.
Harry non resistette che qualche secondo:<< Vi prego, troviamo un piano! >> esclamò agitato, sul punto di ricominciare a fare avanti e indietro.
<< Harry, la professoressa McGranitt ha ragione >> disse Silente in tono pacato:<< non devi perdere la calma, solo a mente lucida possiamo trovare un piano >>.
<< E allora perché non lo abbiamo già trovato!? >> domandò frustrato ed anche un po’ infastidito.
<< Perché tu non sei calmo, Potter! >>.
<< Ha ragione, scusi professoressa >> disse Harry chinando il capo e ripromettendosi di rimanere in silenzio per i minuti successivi.
<< Molto meglio. >> convenne la donna, prima di congiungere le mani in grembo e spostare lo sguardo verso Silente:<< Pensi sia il caso di avvertire il Ministero? >> chiese.
Il preside si passò una mano sulla lunga barba argentata:<< Non lo ritengo necessario >> rispose dopo aver riflettuto qualche secondo.
<< Come non lo ritiene necessario? >> domandò Ron con voce acuta, prima di guardarsi intorno imbarazzato e schiarirsi la gola:<< Volevo dire… perché non dovrebbe essere necessario? Che altro modo abbiamo di salvarla? >> ritentò con voce decisamente più profonda e… mascolina.
<< Mi correggo, signor Weasley, ho utilizzato le parole in modo errato; volevo dire che non lo ritengo opportuno. Dopo gli avvenimenti dello scorso anno, preferirei che il Ministero non si immischiasse negli affari di Hogwarts >> si spiegò il professore pacatamente.
<< E allora come facciamo? >> chiese concitatamente Harry, mandando al diavolo la promessa che si era fatto.
Silente si sistemò gli occhialetti a mezzaluna sul naso e incrociò le mani sulla scrivania, spostando lo sguardo tra i due ragazzi che aveva davanti:<< La nostra unica possibilità, è riporre questa missione nelle mani dell’Ordine della Fenice >>.
 
<< Durerà ancora molto? >>.
<< Di cosa stai parlando, cara? >>.
<< Di questa farsa della prigioniera. Per quanto ancora sarò rinchiusa tra queste quattro mura? >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo e porse ad Hermione la ciottola con la zuppa di verdure:<< Sono passati solo tre giorni. Per quanto ne so potresti non rivedere la luce del sole per mesi, tesoro >> disse con un filo di malcelato sadismo nella voce.
La riccia sbuffò e mandò giù una consistente sorsata di zuppa, cercando di non far notare quanto in realtà fosse affamata:<< Ma esattamente, cosa staremmo aspettando? >> domandò dopo qualche istante di silenzio.
<< Che il tuo principe azzurro venga a salvarti, non è così che dite voi babbani? >> disse la donna che nel frattempo si era accomodata sulla brandina e si osservava svogliatamente le unghie.
<< E chi sarebbe il mio principe azzurro? >> chiese Hermione, arricciando il naso pronunciando quel nome.
<< Ma Harry Potter, naturalmente! >>.
La riccia arrossì leggermente e s’imbronciò:<< Harry non è il mio principe azzurro. È il mio migliore amico. E comunque non metterebbe mai a repentaglio la sua vita per venirmi a salvare, sa che è una cosa stupida ed avventata >>.
Elizabeth si lasciò andare in una risata che poteva quasi sembrare dolce:<< Oh, piccola mia. Così intelligente eppure così ingenua… e tu credi veramente che tutti siano in grado di ragionare a mente fredda quando la vita dei loro cari è in pericolo? >>.
La domanda della donna lasciò Hermione interdetta. Aggrottò le sopracciglia e smise di mangiare, concentrata per trovare un risposta:<< Harry non è uno stupido. Analizzerà la situazione ed arriverà alla conclusione che venirmi a prendere sarebbe una vera sciocchezza >>.
<< Oppure correrà a salvare la sua amichetta >>.
La ragazza sbuffò e nascose il viso dietro la scodella. Quella mangiamorte aveva schifosamente ragione, Harry soffriva di una forte forma della “sindrome dell’eroe”, che lo portava a cacciarsi nelle situazioni più assurde e pericolose allo scopo di salvare se stesso, i suoi amici e, più in generale, l’intero universo. Chi sarebbe stato in grado di farlo desistere dall’andare a salvare la sua migliore amica dalle grinfie del suo acerrimo nemico? Nessuno.
Terminò in silenzio il suo esiguo pasto - la zuppa ed una pagnotta di pane - e lasciò la ciottola sul tavolo. In tutto questo Elizabeth non si era mossa dalla sua posizione, continuando a far dondolare i piedi ricoperti dagli stivali neri, oltre la sponda del letto.
<< Hai finito? >>.
<< Sì >>.
<< Ottimo, allora ci vediamo a cena >>.
La donna si diede una spinta con il bacino e balzò in piedi, per poi dirigersi verso il tavolo e recuperare i resti del pranzo di Hermione:<< Posso fare una domanda? >>.
<< Certo, cucciola >>.
La riccia prese un lungo sospiro e chiuse un istante gli occhi:<< Se Harry venisse a prendermi, cosa gli succederebbe? >> domandò.
Senza preavviso, Elizabeth scoppiò in una risata sguaiata, che non si addiceva affatto ad una che, come lei, dosava sempre modi e parole:<< Non vedo l’ora di scoprirlo, tesorino! >> esclamò prima di uscire dalla stanza, lasciandosi alle spalle solo l’eco della sua risata.
Hermione rimase attonita ad osservare la porta chiusa, senza riuscire a muovere un muscolo. Stette immobile diversi minuti, con gli occhi sgranati ed il cuori in gola, senza essere neanche in grado di ragionare su ciò che le stava succedendo.
Quando ne fu in grado si trascinò fino alla brandina e vi cadde sopra, senza forze. Strinse forte gli occhi per non piangere e la mente le si affollò dei visi dei suoi amici, gli occhi verdi di Harry, il sorriso di Ron, i capelli di Ginny e i gioielli improbabili di Luna.
Quasi senza pensarci allungò una mano e sfiorò il fermaglio che aveva tra i capelli. Lui, aveva bisogno di lui.
 
<< Professore! Quanto tempo! >>.
Ninfadora Tonks trotterellò nell’ufficio del preside di Hogwarts - facendo cadere, nell’ordine, un appendiabiti, un vaso, il trespolo di Fanny e tre oggetti ronzanti dall’aspetto fragile - seguita da Remus Lupin, Malocchio Moody e Kingsley Shekelbot.
<< Ninfadora, cara, accomodati! >> la invitò Silente, incurante del caos che la giovane si era lasciata alle spalle.
<< Professore, la prego, non mi… >> iniziò Tonks, subito interrotta dal preside.
<< “Chiamare Ninfadora” >> continuò lui al suo posto, lasciandosi sfuggire un risatina:<< lo so, lo so. È solo che lo ritengo un così bel nome che… >>.
Fu il turno di Malocchio per zittirlo:<< Sì, certo! Tutto questo è molto commuovente ma se magari pensassimo alla signorina Granger prima che di lei non rimanga nulla da salvare... >> borbottò lasciandosi cadere su una sedia e facendo correre il suo occhio magico avanti e indietro per tutta la stanza.
Anche Remus prese posto, alzando gli occhi al cielo:<< Nonostante non apprezzi affatto i suoi modi, convengo con Alastor. Dobbiamo pensare ad Hermione >>.
<< Oh sì! >> esclamò Tonks, mentre i suoi capelli assumevano un accesa tonalità di azzurro:<< Hermione è in pericolo! Dobbiamo muoverci per aiutarla >>.
<< Ovviamente >> convenne l'anziano preside:<< ma dobbiamo agire con calma. Non posso conoscere i piani di Lord Voldemort, ma se le mie intuizioni sono esatte – e, senza peccare di modestia, posso dire che quasi sicuramente lo sono – il suo scopo è quello di far correre il signor Potter in soccorso della sua amica e, purtroppo, se conosco Harry, sarebbe una cosa davvero da lui >>.
<< Potter non può essere così sconsiderato! >> grugnì Malocchio, scuotendo la testa con forza.
<< Lo spero davvero Alastor, lo spero davvero... >>.
 
<< Esigo di parlare con Draco >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo, mentre poggiava la colazione di Hermione sul tavolo traballante:<< E con quale autorità pensi di poter “esigere” qualcosa, qui dentro? >>.
Hermione arricciò il naso, infastidita:<< Ma è mio diritto! >> si lamentò.
<< Piccina, penso che tu non abbia ancora compreso a pieno la tua situazione... >> la riprese bonariamente la donna, facendole un cenno perché si avvicinasse al tavolo e mangiasse ciò che le aveva portato, ovvero una manciata di biscotti stantii ed una tazza di the.
La riccia si trascinò fino al tavolo e si mise a sedere, mentre l'altra si accomodava sulla brandina:<< Capisco benissimo la situazione! >> rispose addentando un biscotto che sapeva di cartone:<< E penso di avere il diritto di vedere Draco >>.
<< Una sfuriata in questo momento non sarebbe affatto produttiva >>.
<< E cosa frega a voi se urlo contro Draco o lo affatturo!? >> esclamò arrabbiata, battendo i piedi a terra:<< Ormai ha portato a termine il suo compito, no? Vivo o morto che vi importa? >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo, con l'espressione di una mamma che cerca di trovare la pazienza per spiegare al figlio qualcosa di elementare:<< Hermione, tesoro, credevo di avertelo già spiegato. Tutto questo fa parte di un piano molto più grande, l'Oscuro Signore non ha alcun interesse per te in particolare, mia piccola mezzosangue, tu servi per arrivare a... >> ma qui si interruppe con una specie di singulto, posandosi una mano davanti alle labbra.
<< … ad Harry >> terminò per lei Hermione, ormai del tutto dimentica della sua colazione:<< volete usarmi per arrivare ad Harry! >>.
<< Pensala come vuoi, cucciola. >> esclamò la donna, balzando in piedi di colpo di fretta:<< Se non la vuoi me ne posso andare. >> aggiunse raccogliendo il vassoio con i resti della colazione della ragazza, praticamente intatta:<< Parlerò con Draco e gli domanderò se vuole incontrarti, per intanto ci rivediamo a pranzo >> aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.
La riccia sbuffò con forza e mollò un pugno sul tavolo che, come ovvio, le procurò solo un forte dolore alla mano. Ancora più infastidita, tornò alla branda massaggiandosi la parte lesa, mentre il suo cervello lavorava freneticamente.
Se in quel momento si fosse trovata Draco sotto mano, probabilmente lo avrebbe schiantato o – più soddisfacentemente – strangolato. La razionalità con cui all'inizio aveva valutato la situazione, era del tutto scomparsa dopo quasi sei giorni di reclusione. Tutto ciò a cui riusciva a pensare in quel momento era che Draco l'aveva usata e tradita, mentre Harry avrebbe probabilmente presto rischiato la pelle per andarla a salvare.
Chiuse gli occhi e si strofinò le palpebre con le mani, quanto avrebbe dato per una doccia! E potersi togliere i vestiti che aveva addosso e gli ricordavano terribilmente lui: la sua sciarpa, il golf con i colori della sua Casa ed il fermaglio che gli aveva regalato lui stesso.
Si lasciò cadere sulla brandina e si raggomitolò su se stessa. Non poteva fare nulla, era del tutto impotente.
 
Harry Potter sedeva in sala comune, la schiena abbandonata contro la schienale della poltrona e gli occhi persi tra le fiamme del camino. Erano passati sei giorni - sei dannatissimi giorni - e nessuno – nessuno! - si era deciso a fare qualcosa.
Silente diceva che l'Odine si era già mobilitato, lui e i ragazzi dell'Esercito di Silente si erano incontrati più di una volta ed anche la McGranitt cercava di tranquillizzarli in continuazione ma, in pratica, Hermione era ancora tra le mani dei mangiamorte e Draco Malfoy sembrava scomparso dalla faccia della Terra.
Dannazione, si sentiva così inutile!
Si tolse gli occhiali e si massaggiò con due dita la radice del naso. In quel momento sentì una mano leggera sfiorargli appena i capelli; sollevò lo sguardo e trovò il viso un po' stanco ma sorridente della sua ragazza:<< Ehi >> la salutò, mentre lei si allungava appena per dargli un rapido bacio a fior di labbra.
<< Ciao >> rispose Ginny:<< sono venuta a chiamarti, sono tutti pronti >>.
Harry annuì e si mise in piedi, per poi seguirla su per le scale del dormitorio maschile. Come già successo in quegli ultimi giorni, la stanza era quasi del tutto occupata da studenti di Tassorosso, Corvonero e Grifondoro, delle età più disparate. Il ragazzo si guardò un po' intorno, intercettando i cenni di saluto degli altri, poi andò a sedersi sul letto di Ron, accanto al rosso.
<< Allora >> esordì mentre la stanza era caduta in un silenzio di tomba:<< ci sono novità? >> chiese.
Senza preavviso, Lavanda scattò in piedi, alzando la mano come se fosse a lezione:<< Noi abbiamo scoperto una cosa! >> esclamò palesemente eccitata, tirando sù anche Calì e Padma.
<< Ehm... ok, parla >> concesse Harry un po' stranito, facendole un cenno con la mano.
La bionda fece un lungo sospiro e cercò di assumere un'espressione seria:<< Ho... abbiamo, io e Calì, pensato che sarebbe stato apportuno fare un paio di ricerche e... beh, abbiamo chiesto a Padma se conosceva bene qualcuno di Serpeverde ma lei ha detto di no, però ha chiesto un po' in giro e Anthony ha detto che Miranda, la migliore amica di Lisa, la sua ragazza, conosce Leanne, che è di Tassorosso ed è amica di Ernie che è prefetto e quindi conosce la Parkinson. Gli abbiamo chiesto di chiederle qualche informazione ma lui ha detto che lei non gli avrebbe raccontato nulla, perché praticamente si odiano, però ha anche aggiunto che se ci serviva qualcuno di Serpeverde, Andrew conosce bene Morag che è una corvonero ma è purosangue e ha un fratello più piccolo a serpeverde. Così abbiamo chiesto a Morag e lei ci ha portato da suo fratello che però è un po' troppo piccolo per conoscere i pettegolezzi della sua casa, però ha un'amica, Asteria Greengrass che ha una sorella, Daphne, che frequenta lo stesso anno di Malfoy. Beh, alla fine siamo riuscite a parlare con questa e le abbiamo chiesto cosa sa di Draco. Per prima cosa ha detto che le fa davvero schifo che un purosangue come Malfoy stia con Hermione che è... beh... non è purosangue, anche perché lui è il promesso sposo di sua sorella – Merlino, non capirò mai questa storia dei matrimoni combinati! – poi però si è decisa a parlarmi della gente che lui frequenta e dice che è spesso con Theodore Nott e, probabilmente, - o per fortuna, come ha detto quell'oca – tradisce Hermione con una certa... Juno Gaunt, solo che... beh, nessuna di noi tre ne ha mai sentito parlare >>.
Tutti rimasero ammutoliti per diversi minuti. Lavanda aveva parlato tutto quel tempo senza nemmeno perdere fiato e perfino i diretti interessati si erano persi in quel groviglio di nomi. Dopo diversi battiti di ciglia e qualche sospiro confuso, tutti si voltarono verso Harry – non meno confuso degli altri – in attesa del suo verdetto.
Capendo di dover dire qualcosa, il moro si schiarì la gola:<< Oh, allora... >> poi si bloccò di colpo, aggrottando le sopracciglia:<< aspetta, come hai detto che si chiama la ragazza? >>.
<< Juno Gaunt >> rispose Lavanda annuendo con fermezza, come se nemmeno si fosse accorta della reazione che il suo discorso aveva suscitato.
Il moro sbatté le palpebre confuso:<< Hai detto... Gaunt? >> chiese convinto di non aver capito bene.
<< Esattamente >> gli rispose lei con un sorrisone.
<< Oh... beh... >> balbettò Harry, aggrottando le sopracciglia:<< io... devo... Ron, verresti un momento? >> domandò al suo migliore amico, afferrandolo per una manica e trascinandolo in un angolo della stanza, l'unico spazio che non fosse occupato dai suoi compagni.
<< Ehi, che succede? >> gli domandò il rosso a bassa voce, in modo che nessuno lo sentisse.
Lui si passò una mano sul volto in un gesto stanco e confuso:<< Io non... non sono sicuro ma... ti ho detto che durante le nostre lezioni Silente mi ha mostrato qualcosa anche della famiglia di Voldemort, no? Ecco... beh, sua madre si chiamava Merepe... Gaunt >> spiegò.
Ron ci impiegò qualche secondo a capire cosa quello volesse dire ma, appena ci arrivò, sgranò gli occhi ed iniziò a balbettare:<< M-ma... ma questo... questo vuol dire... >>.
Harry annuì con aria grave:<< Vuol dire che questa Juno è parente di Voldemort. Non può essere la sorella perché sua madre è morta dandolo alla luce – o almeno, così tutti dicono – ma anche suo zio è morto, lo ha ucciso lui stesso e viveva da solo... e poi anche se avesse avuto un figlio prima di morire non avrebbe certo diciassette anni... >>.
<< Magari sua madre aveva altri parenti... >> tentò il rosso, spremendosi le meningi.
L'altro scosse la testa:<< Non credo, Tom stesso, da bambino, era convinto di non avere alcun parente; nessuno era mai andato a trovarlo in orfanatrofio né gli aveva mai scritto... >>.
Ron annuì piano tra sé, cercando di far lavorare il suo cervello per trovare una soluzione. C'era la possibilità che si fosse data quel nome da sola, magari per dimostrare fedeltà alla causa, magari i genitori erano forti sostenitori di Colui-che-non-deve-essere-nominato e glielo avevano dato come... boh, secondo nome! Si sa che i fanatici possono avere delle idee abbastanza... particolari...
<< Sai qual'è la soluzione, vero? >> domandò alla fine, dopo diversi secondi di silenzio.
Harry annuì, un po' abbattuto:<< Andare da Silente. >>.
Fecero velocemente sloggiare tutti dalla stanza – Ginny inclusa – con la scusa di dover parlare tra loro e la promessa di richiamarli se ci fossero state novità. Dopo una decina di minuti, erano ad osservare i gargoyle che facevano da guardi all'ufficio del preside.
<< Piume di zuccero >> ordinò il moro, memore dell'ultima lezione privata. Come consueto le statue si fecero da parte, lasciando liberi i due di salire le scale e raggiungere l'ufficio.
La fretta e l'agitazione furono tali da fargli dimenticare persino le buone maniere, facendogli spalancare la porta senza bussare, con l'unico risultato di trovarsi in mezzo a quella che, a tutti gli effetti, sembrava una riunione dell'Ordine della Fenice.
<< Oh... >> fu tutto ciò che riuscì a dire Harry, vedendo i volti di Silente, Piton, la McGranitt, Lupin, Tonks, Malocchio e addirittura Arthur Weasley voltarsi verso di lui.
Fortunatamente nessun – tranne forse Piton e Malocchio – sembrarono infastiditi per l'interruzione:<< Oh, Harry, signor Weasley! Entrate, entrate pure! >> li invitò il preside, con un cenno un po' plateale della mano.
<< Papà? >> chiese insicuro Ron, strabuzzando gli occhi alla vista del padre che sicuramente non avrebbe dovuto essere a scuola.
Arthur si avvicinò ai due allargando le braccia per stringerli brevemente, mentre anche Remus si apprestava a fare lo stesso e Tonks gli schioccava due baci sulle guance a testa:<< Harry, Ron! State bene? Ginny sta bene? Mi dispiace così tanto per ciò che è successo ad Hermione... >>.
I due però continuavano a non capire così Silente si avvicinò per dare un minimo di spiagazione:<< Come vi avevo detto, ho mobilitato l'intero ordine per trovare la signorina Granger e, giusto questo pomeriggio, abbiamo avuto qualche novità: pare che il signor Malfoy, scomparso lo stesso giorno, non si trovi a Villa Malfoy, né ci sia mai andato in questi giorni >>.
L'ipotesi di Harry non vacillò neanche un attimo; se, come sospettava, Draco era un mangiamorte, non sarebbe sicuramente tornato a casa sua anzi, più probabilmente, si sarebbe nascosto in uno dei covi assieme agli altri.
<< Anche noi abbiamo delle notizie >> annunciò sicuro, procurandosi un alzata di sopracciglio da Piton ed uno sguardo interessato da tutti gli altri.
<< Avanti Potter, illuminaci! >> lo spronò il professore di pozioni con tono sprezzante.
Impegnandosi per ignorarlo il ragazzo prese un lungo respiro:<< Siamo venuti a sapere che Draco Malfoy si... vedeva spesso con una ragazza di Serpeverde, una certa Juno Gaunt. >> spiegò convinto di creare lo stupore generale ma non suscitando alcuna reazione esagerata:<< Ma... Gaunt è... è il cognome... >> proseguì molto meno sicuro, scrutando uno ad uno i volti dei presenti.
Silente a quel punto prese un lungo respiro e si passò una mano sulla lunga barba, per poi tornare a sedersi alla scrivania:<< Harry, signor Weasley, prendete una sedia e mettetevi comodi; c'è una cosa che dovete sapere, ma non credo sarà piacevole... >>.

Eccomi (:
Allora, come potete immaginare, se c'è una parte prima del capitolo, ci sarà anche un parte seconda. Mi dispiace che sia uscito un po' corto ma non avrei potuto divederlo diversamente e il capitolo tutto insieme era veramente troppo lungo e lo avrei pubblicato tra un paio di settimane. Non mi sembrava il caso!
Per quanto riguarda il capitolo so che non è molto dinamico e non succede nulla di nuovo. Nemmeno nel prossimo, probabilmente, ci sarà molta azione, ma nel successivo entreremo nel vivo della storia :D
Quindi ci vediamo al prossimo capitolo,
un bacio,
Chanel

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Capitolo 21
*** -Salvare Hermione - parte II ***


- Salvare Hermione – parte II
Draco sedeva su una delle poltrone di scura pelle di drago riscaldato dal fuoco del camino del salotto di Villa Lestrange. Per tenere la mente occupata, sfogliava un vecchio libro di pozioni che doveva aver letto almeno cinque o sei volte e conosceva praticamente a memoria. Sapeva che, purtroppo, anche il più avvincente dei libri non avrebbe mai potuto impedire che la sua mente viaggiasse per le stanze della casa dei suoi zii, oltre il corridoio e giù per le scale fino ad arrivare a quella specie di cantina dove tenevano rinchiusa Hermione.
Si tormentava da giorni su ciò che era successo; certi momenti si diceva che ciò che aveva fatto era ignobile e spregevole, che nemmeno il più codardo dei tassorosso si sarebbe comportato così, altri però pensava che fosse la scelta giusta, che era ciò per cui era stato addestrato per tanti anni: era la sua missione, se avesse fallito avrebbe deluso troppe persone.
Quei pensieri però non portavano a nulla, se non ad una perenne emicrania che minacciava di spaccargli il cranio in due.
<< Dracuccio >> si sentì chiamare da una voce acuto e, putroppo, ormai famigliare. Si volto per trovare alle sue spalle la giovane figura di Elizabeth Draken, avvolta da un lungo vestito viola scuro.
<< Elizabeth >> salutò svogliatamente, prima di tornare al suo libro.
La donna, abbastanza infastidita dal fatto di non essere considerata da un ragazzino straziato dalle sue pene d'amore come le sembrava Draco, camminò con le mani sui fianchi fino ad arrivargli davanti:<< Ho un messaggio per te >> annunciò.
Il biondo sollevò appena lo sguardo dal libro:<< Dai miei genitori? >> chiese.
<< No, tesoro. Da Hermione >>.
Ci mancò poco che, per lo stupore, Draco non cadesse a terra trascinandosi dietro poltrona e libro:<< C-come hai detto? >> domandò.
<< Hai capito benissimo, la mezzosangue ti manda un messaggio >>.
<< Ah >> il ragazzo sbatté le palpebre, senza sapere bene se quella fosse una buona o una cattiva notizia:<< e... beh, che vuole? >>.
Elizabeth sorrise con aria soddisfatta e prese lentamente posto sulla poltrona da parte quella sui cui Draco – che iniziava a perdere la calma – era seduto:<< Hermione desidera parlare con te >> gli annunciò infine, accavallando le cambe ed intrecciando le mani all'altezza del ginocchio.
Lui sgranò gli occhi con aria allibita e strinse con forza i braccioli della sua seduta:<< Davvero? >> domandò incredulo.
La mangiamorte alzò gli occhi al cielo, facendo un gesto scocciato con la mano:<< Così mi fai diventare ripetitiva, tesoruccio. È proprio come ho detto, la mezzosangue mi ha chiesto di comunicarti che vuole parlare con te >>.
La sguardo del giovane si perse tra le fiamme del camino, mentre la sue mente era affollata dalle immagini di lei; di quando la vedeva per i corridoio della scuola e a lezione e pensava che fosse davvero carina e soprattutto molto intelligente, di quando l'aveva dovuto schiantare e poi obliviare, di quando avevano litigato e poi fatto pace e lui aveva iniziato a vederla sotto una luce diversa, di quando lei aveva iniziato ad aprirsi ed erano diventati amici, di quando si erano finalmente dati il loro primo bacio e di tutti quelli che erano seguiti, di quando, la mattina prima del rapimento, si era fermato a fissarla, cercando di imprimersi a fuoco quell'immagine nella mente, nella speranza che fosse più forte di tutte quelle che l'avrebbero seguita.
<< Allora? Pensi di parlarle? >>.
Draco si riscosse bruscamente dai suoi pensieri ed osservò la donna che, abbastanza divertita, aspettava una sua risposta:<< Sì, credo di sì >> le disse.
Elizabeth fece un sorrisone e si alzò, sistemandosi la gonna del lungo vestito nero:<< Ottimo, ciccino. Stasera allora la cena gliela porti tu >> e così dicendo uscì dalla stanza, lasciando il ragazzo un po' scombussolato e decisamente confuso.
 
<< Dove stai andando? >>.
<< Vado a salvare la mia migliore amica e tu non puoi fermarmi >>.
Harry si voltò a fronteggiare il suo migliore amico, con il mantello in mano e i capelli anche più scompigliati del solito:<< E come credi di fare? >> domandò quest'ultimo.
<< Troverò un modo >>.
Ron gli rivolse un mezzo sorriso:<< Non hai capito: come credi di fare senza di me >>.
Il ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre dietro gli spessi occhiali, senza saper bene cosa dire:<< Sul serio? >> fu tutto ciò che riuscì a chiedere.
Ron annuì, sorridendogli:<< Non crederai davvero che ti lasci andare ad ammazzarti da solo! >> rispose.
<< Oh, grazie! >> esclamò Harry, avvicinandosi all'amico a braccia aperte. I due si abbracciarono brevemente, preoccupati per ciò che sarebbe successo di lì a poco, ma felice di poter vivere insieme anche questa avventura.
<< Allora partiamo subito? >> domandò il moro pochi istanti dopo, quando si furono staccati.
L'altro, invece di annuire e correre a prepararsi come ci si sarebbe aspettati, si gratto la nuca ed iniziò a dondolarsi sui talloni:<< Ecco... a dire il vero ci sarebbe un problemino... >>.
<< Sputa il rospo >>.
<< ... beh, diciamo che non sono esattamente venuto da solo >>.
Proprio in quel momento, prima che Harry potesse chiedere qualcosa, la porta del dormitorio si spalancò, lasciando intravedere almeno una quindicina di ragazzi, primi tra tutti Neville, Luna e Ginny:<< Non pensavi davvero di lasciarci qui! >> esclamò quest'ultima, fecendo mulinare i lunghi capelli rossi dietro le spalle.
Il moro, come al solito, iniziò il suo discorso da martire:<< Ragazzi, non potete venire con me, sarà pericoloso e non voglio che... >>.
Neville lo interruppe prima che potesse continuare a dire sciocchezze:<< Proprio come lo scorso anno al Ministero, vero Harry? Quando capirai che in questa storia ci siamo dentro fino al collo anche noi? >>.
<< Sì ma... >> tentò di protestare il grifondoro.
<< Niente "ma" >> lo zittì Ginny:<< sappiamo a cosa andiamo incontro e non vogliamo tirarci indietro >>.
Harry rimase in silenzio qualche secondo osservando i suoi amici. Era quasi commosso da quella dimostrazione d'affetto, insomma, sapeva che era più per Hermione che per lui, ma avrebbero benissimo potuto fregarsene e lasciarlo andare da solo, invece gli stavano dimostrando che non era solo, che ci sarebbe sempre stato qualcuno su cui contare.
Prese un bel respiro:<< Bene, allora muoviamoci. Dobbiamo trovare un modo per lasciare Hogwarts >> annunciò con un sorriso.
 
Hermione sollevò lo sguardo dal libro che aveva in grembo e fissò con astio la parete che aveva davanti. Quando aveva quasi supplicato Elizabeth di portarle "qualcosa da leggere, qualsiasi cosa" non pensava che la donna l'avrebbe presa alla lettera portandole un libro di cucina. Che comunque, a pensarci bene, era sempre meglio che passare le giornate a contare le assi del pavimento o osservare lo squarcio di cielo che si vedeva dalla piccola finestra.
Sbuffò piano, ormai doveva essere quasi ora di pranzo e, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno, non vedeva l'ora che Elizabeth entrasse nella stanza per avere almeno qualcuno con cui parlare prima di rischiare di impazzire del tutto.
Come se l'avesse chiamata, la porta della stanza si aprì con uno scatto metallico:<< Elizabeth... >> salutò la ragazza, tornando ad osservare il libro per fingere disinteresse.
<< No Hermione, non sono Elizabeth >>.
La voce che le giunse alle orecchie le fece gelare il sangue nelle vene. No, non era la voce di Elizabeth. Era una voce maschile, profonda e dall'accento marcato, che avrebbe riconosciuto tra mille.
Si voltò di scatto lasciando cadere il libro che stava fingendo di leggere, per trovarsi davanti la figura longilinea di Draco Malfoy che, con indosso un completo nero, le tendeva un vassoio con sopra quella che probabilmente era la sua cena.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, probabilmente entrambi in attesa di una qualsiasi reazione da parte dell'altro. Hermione, da parte sua, provava l'irrefrenabile desiderio di gettare le braccia al collo del biondo, non sapeva bene se per abbracciarlo o strangolarlo.
Si mise in piedi, un po' malferma sulle gambe, per fronteggiarlo almeno al suo stesso livello:<< Elizabeth ha detto che mi volevi parlare >> esordì finalmente Draco, avvicinandosi al tavolo nel centro della sala e posandovi sopra il vassoio.
<< Infatti >> commentò la ragazza, facendo un paio di passi nella sua direzione.
Il biondo affondò le mani nelle tasche dei pantaloni ed iniziò a dondolarsi sui talloni; sapeva che prima o poi lei sarebbe scoppiata:<< Cosa... cosa volevi dirmi? >> balbettò.
<< Perché sono qui? >> chiese.
Draco sbatté le palpebre, confuso per la domanda inaspettata:<< Elizabeth non ti ha... >>.
La ragazza però lo zittì prima che potesse continuare:<< Scusami, ho sbagliato domanda >> si corresse mentre la sua voce diventava più gelida ad ogni parola:<< voglio sapere perché tu mi hai portato qui >>.
Ok, questo aveva già più senso:<< Perché era... mi è stato ordinato >>.
<< E da chi? Da Voldemort? >>.
Draco fremette al suono di quel nome:<< Non pronunciare il suo nome >> la rimproverò.
<< Non dirmi cosa posso e cosa non posso fare! >> gli urlò contro lei, stringendo i pugni.
Il biondo prese un lungo respiro, imponendosi di non urlare né arrabbiarsi; di sicuro in quel modo non avrebbe migliorato la situazione:<< Ok, cerchiamo di stare entrambi calmi... >>.
Nuovamente Hermione gli parlò sopra:<< Smettila di dirmi cosa devo fare! Voglio solo sapere il perché! Perché mi hai portato qui, perché non mi hai aiutata quando quei due mi hanno presa, perché... per Godric! Mi hai presa in giro fin dall'inizio! >>.
<< No... io... >>.
<< Sta' zitto! >>.
Draco si immobilizzò di colpo per osservare con calma la riccia: indossava ancora i vestiti di una settimana prima ed i capelli erano arruffati e sporchi; nonostante questo gli occhi fiammeggiavano e tutto il corpo era teso, probabilmente per non lanciarglisi contro.
Prese un bel respiro e, sollevando le mani, fece un paio di passi nella sua direzione:<< Ok, Hermione asc... >>.
<< Non chiamarmi per nome! >>.
<< Oh... beh... va bene... però... ascoltami, io non volevo prenderti in giro >> iniziò a spiegare:<< quello che facevo... quello che provavo era vero! >> aggiunse avvicinandosi ancora, mentre lei non si schiodava da dov'era.
<< Certo, >> rispose lei, velenosa come una vipera:<< ed è per questo che mi hai imbrogliata e fatto rapire! >> rispose puntandogli un dito contro.
Il ragazzo si passò frustrato una mano tra i capelli, non sarebbero mai arrivati ad una conclusione se lei avesse continuato ad urlargli contro:<< Non hai capito, io non ho avuto scelta... >> cercò di giustificarsi.
<< C'è sempre una scelta >> lo contraddisse Hermione, riuscendo a controllare per qualche secondo il tono di voce.
<< Non per me >>.
<< C'è per tutti, solo che non tutti sono in grado di vederla >>.
Dopo questa perla di saggezza rimasero entrambi qualche istante in silenzio, squadrandosi l'un l'altra da mezzo metro di distanza. Hermione era troppo arrabbiata per riuscire a dire ciò che avrebbe voluto mentre Draco, che si era preparato in testa un bel discorso, non poteva certo parlare dei sentimenti che provava per lei mentre lei gli sbraitava contro.
<< Senti, così non concluderemo niente >> disse infine il biondo, esasperato.
Hermione sbuffò:<< Sono d'accordo >> dovette comunque ammettere.
<< Quindi? >> domandò Draco.
<< Quindi non lo so! >> esclamò lei, tornando a scaldarsi.
<< Va bene, va bene! Cerchiamo solo di calmarci, ok? >>.
Hermione sbuffò di nuovo, fece un verso che somigliava molto ad un ringhio ed andò a sedersi sulla brandina, incrociando le braccia sotto il seno e distogliendo lo sguardo per fissarlo su un punto indefinito del muro:<< Io non voglio calmarmi, non c'è motivo per cui dovrei calmarmi >> disse infastidita, nonostante la sua voce fosse molto meno arrabbiata di prima.
Draco, raccogliendo un po' di coraggio, le si avvicinò e si sedette a sua volta sul letto, quanto più distante da lei gli fosse possibile:<< Ascoltami, so che detto così sembra un'enorme bugia, ma io ci tengo veramente a te. Inizialmente la mia era solo una missione, ma quando ti ho conosciuta, dopo aver passato un po' di tempo insieme, io... io ho iniziato a smettere di pensare alle missione e... >>.
<< ... ti sei... innamorato? >> provò lei per lui, continuando a non guardarlo.
<< Non so cosa sia l'amore >> ammise il ragazzo con voce un po' triste, scrollando le spalle.
<< Nemmeno io >> disse la riccia.
Rimasero nuovamente in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri e nei propri ricordi, finché Hermione non riprese la parola:<< Ed ora? Che si fa? >>.
Il biondo iniziò a torturarsi nervosamente le lunghe dita pallide, mentre il suo cervello lavorava freneticamente:<< Io... io vorrei... vorrei farti una... proposta >> il suo tono incerto e le sue parole costrinsero la ragazza a voltarsi per osservarlo interrogativamente:<< io vorrei che tu... tu ti unissi a noi >> terminò lui, abbassando lo sguardo sul pavimento.
<< Con "noi" intendi i mangiamorte? >> domandò la ragazza, con voce stranamente distaccata.
Draco annuì piano, quasi si vergognasse di ciò che stava dicendo:<< Lo so che può sembrare folle ma... io... quando ho accettato questa storia del rapimento mi avevano... mi avevano promesso che non ti avrebbero fatto del male, mentre ora... non so casa ti potrebbe accadere se qualcosa andasse storto e... >>.
<< Io non ho paura >> lo interruppe Hermione.
<< Ma io sì! >> esclamò lui, con voce di colpo tremante ed angosciata:<< Tu non hai idea di cosa sono capaci di fare! >>.
<< Non ho paura di loro >> ribadì la grifondoro, con voce calma e controllata:<< non volterò le spalle ai miei principi per salvarmi la pelle >>.
<< Tu non capisci! >> riprese Draco:<< Possiamo... possiamo farlo insieme, Hermione >> disse in tono quasi delirante; aveva gli occhi spiritati, sembrava impazzito:<< io... appena avrò finito la mia missione l'Oscuro Signore mi lascerà andare. Me lo ha promesso. E allora potremo... potremo andarcene, insieme. Scegli tu dove, non mi importa. Basta che mi lasci ancora qualche giorno e che... che... passa dall'altra parte Hermione! Non sai quello che... >>.
Hermione scosse la testa:<< Stai delirando Draco. Non capisco neanche quello che dici! >> esclamò perdendo la poca calma che era riuscita a racimolare.
Draco le si inginocchiò davanti e le prese le mani, stringendole forte:<< Unisciti all'Oscuro Signore >> la pregò:<< so che può sembrare una follia ma... tu sei una strega così intelligente, lui sarebbe lieto di poterti avere con sé. Ed io potrei proteggerti. Potrei starti vicino finchè tutto questo non si risolverà. Poi quando... quando la guerra sarà finita ce ne andremo. Troveremo un posto dove stare e tu non dovrai mai lavorare. Andremo avanti con la mia eredità e.... e... ti prego Hermione, scegli me >> aveva gli occhi lucidi ed il suo dolore era tanto forte da sembrare un male fisico, qualcosa che lo distruggeva dall'interno:<< ti... ti scongiuro >>.
Anche Hermione aveva le lacrime agli occhi, ma sorrise. Un sorriso mesto, che le inclinò solo gli angoli della bocca, senza arrivare agli occhi:<< Non sarebbe come scegliere te, Draco >> gli disse dolcemente:<< sarebbe come scegliere Voldemort. Non posso farlo >>.
Il ragazzo era disperato:<< Ma non sceglieresti l'Oscuro Signore! Saresti con me! Non gli permetterei di farti nulla di male davvero; non ti lascerei neanche marchiare. Dovresti solo dichiararti dalla sua parte e questo basterebbe >>.
<< Hai mai sentito parlare di Lily Evans? >> domandò Hermione di punto in bianco. Draco scosse la testa, stranito dall'insolita domanda:<< Lily Evans è la madre di Harry. Era una strega eccezionale; un'ottima pozionista, per di più. Voldemort l'ha sempre voluta tra le sue fila, ma lei non si è mai arresa. Ha preso suo marito e suo figlio e si sono nascosti. Lily Evans ha preferito la Morte piuttosto che tradire i suoi principi. Ed io non sarò da meno >>.
Il serpeverde si immobilizzò. Le mani, fino a quel momento strette a quelle di lei, ceddettero ricadendogli sui fianchi:<< Questa è... è la tua scelta definitiva? >> le chiese a testa bassa.
<< Sì. >> rispose lei convinta.
<< Va bene >> sussurrò Draco alzandosi in piedi e sovrastandola in tutta la sua altezza:<< allora questo è un addio >>.
Hermione sollevò il viso ed osservò i suoi occhi argentei umidi di pianto, consapevole che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che li avrebbe visti:<< Io... >> sussurrò, prima di essere interrotta dalle labbra irruenti di lui che, con forza, le tapparono la bocca.
Si scambiarono un bacio rabbioso, disperato, fatto di morsi e lingue in lotta. Un bacio di addio, un ultimo bacio.
Poco dopo il ragazzo si staccò e, senza una parola le diede le spalle:<< Addio >> disse arrivato davanti alla porta, aprendola.
<< Draco! >> lo richiamò Hermione, ancora sconvolta per tutte le emozioni che l'avevano colpita in quei pochi minuti e per il bacio che si erano appena dati. Lui si voltò, lo sguardo pieno di speranza ed il corpo che quasi lottava per non correre verso di lei:<< Mostramelo >> chiese:<< voglio averne la conferma >>.
Draco ci mise pochissimo per capire a cosa lei si riferisse. Con un sospiro di resa afferrò il polsino del golf scuro che indossava e quello della camicia sottostante e tirò con forza. Il Marchio Nero, nero come la pece in contrasto con la sua pelle pallida, fece bella mostra di sé per pochi istanti, prima che Hermione, in lacrime, chiudesse gli occhi e Draco lasciasse la stanza.
 
Ron si allacciò il mantello pesante e prese un bel respiro, prima di voltarsi ad osservare Neville, Dean, Seamus ed ovviamente Harry che si preparavano a loro volta. La tensione nella stanza era palbabile e tutti erano palesemente terrorizzati all'idea di parlare e dire la cosa sbagliata.
I secondi passavano veloci mentre tutti e cinque prendevano tempo davanti ai propri bauli, sistemandosi i vestiti o controllando per l'ennesima volta che la bacchetta fosse al suo posto.
Alla fine, dopo un lungo sospiro, Harry si decise a parlare:<< Siete pronti? >> domandò in un sussurrò, con la voce un po' roca.
Tutti annuirono e, senza dire un parola, si diressero giù dalle scale verso la Sala Comune, dove li aspettavano una quindicina di ragazzi tra cui Ginny, Lavanda, Calì, Cormac McLaggen, Katie Bell, Colin e Dennis Canon. Non ci fu bisogno di parlare; Ginny si affiancò a Harry e Ron, mentre gli altri si accodavano, ed insieme uscirono dalla Sala Comune.
Gli altri studenti ed i professori non li calcolarono, un po' perché troppo presi dai loro impegni, un po' perché un gruppo di grifondoro – benché così nutrito – che si dirigeva verso il giardino non era poi così strano o interessante.
Inizialmente Harry e Ron avevano proposto di utilizzare il passaggio segreto che da dietro la statua della Strega Orba portava alla cantina di Mielandia, ma avevano dovuto accantonare l'idea una volta resisi conto che non avrebbero potuto lasciare il negozio senza dare nell'occhio. Quindi, considerando che tutti gli altri passaggi erano controllati da Gazza tranne quello dietro lo specchio del bagno del quarto piano, che però era crollato, l'unica opzione si era rivelato quello che da sotto il Platano Picchiatore portava alla Stamberga Strillante. Inizialmente molti ragazzi erano stati dubbiosi, ancora spaventati dalle storie che si raccontavano su quel posto, ma alla fine avevano deciso che, per Hermione, avrebbero potuto rischiare.
Arrivati davanti ad una rampa di scale, videro arrivare, dalla parte opposta del corridoio, un gruppo di una decina di corvonero che, infagottati nei loro vestiti pesanti, si lanciavano attorno occhiate preoccupate. Harry scambiò un cenno di saluto con Luna e Terry Steeval, che capeggiavano il gruppo, e scese insieme a loro le scale.
Una volta arrivati nell'atrio – nel più totale silenzio – attesero un paio di minuti finché, salendo dalle scale che portavano alla loro Sala Comune, li raggiungessero i tassorosso, in testa ai quali c'erano Ernie Macmillan e Hannah Abbott.
Harry si guardò un attimo intorno, notanto che iniziavano a dare nell'occhio, così fece cenno a tutti di avvicinarsi e prese un bel respiro:<< Siete sicuri ragazzi? Guardate che da adesso non si torna più indietro >> disse a bassa voce.
Nessuno si tirò indietro, al contrario, annuirono tutti con aria molto seria, rassicurando appena il grifondoro che aveva i nervi tesi come una corda di violino.
<< Perfetto, allora andiamo >> aggiunse dopo aver rivolto un veloce cenno di approvazione a tutti i presenti.
Si voltarono verso il portone d'ingresso oltre al quale, sapevano, il cielo si stava riempiendo di nuvoloni ed il vento frustava gli alberi del parco. Proprio in quel momento, prima che qualcuno potesse fare un passo in quella direzione, il portone si spalancò rivelando due figure stanche ad affaticate che non sembravano per nulla salde sulle gambe.
Hermione riuscì a fatica a sollevare lo sguardo e le sue iridi castane si incatenarono per qualche secondo con quelle smeraldo del suo migliore amico:<< Aiutami >> riuscì appena a sussurrare, prima di crollare in avanti, trascinando Draco con sé.
 
Da quando Draco era andato lì a parlare, Hermione era ancora più arrabbiata ed il tempo sembrava scorrere ancora più lentamente.
Era passato un solo giorno dalla loro discussione e già le sembrava di non vederlo da secoli. Decisamente strano però era il fatto che da quel momento non si era fatto vedere nessuno, nemmeno Elizabeth per portarle i pasti; anzi, dopo più di ventiquattro ore senza mangiare, iniziava a sentire i morsi della fame.
Sbuffò e chiuse con un colpo secco il libro che aveva tra le mani, prima di scagliarlo con forza contro la parete e mettersi ad urlare.
Se fosse rimasta un solo istante di più in quella dannatissima stanza, sarebbe impazzita.
Proprio in quel momento, la porta di legno si aprì, lasciando intravedere la figura di Draco, illuminata dalle candele del corridoio dietro di lui. Hermione si voltò con la bocca spalancata ed il ragazzo fece un paio di passi nella sua direzione. Allungò una mano e lei lo fissò con diffidenza:<< Prendila, dobbiamo smaterializzarci >> disse lui con voce ferma.
<< Ma come...? >> iniziò Hermione, conoscendo bene le leggi che vigevano sulle case dei maghi, specie su quelle abitate da purosangue implicati con Voldemort e la magia oscura.
<< Se ci sbrighiamo non avremo problemi >> assicurò il biondo.
Lei si avvicinò e così facendo vide che il petto di lui era macchiato di sangue:<< Ma tu sei ferito! >> esclamò.
<< Sbrigati! >> ripeté lui:<< Dobbiamo andare >>.
Proprio in quel momento, dalla porta della stanza entrò un uomo vestito di nero, con il viso coperto da una maschera argentea. Senza esitazioni il mangiamorte scaglio una Cruciatus che prese in pieno Hermione e la fece strillare per l'insopportabile dolore.
Prima che lei potesse riprendersi, Draco la strinse forte a sé e, girando su se stesso, smaterializzò entrambi.


'Giorno cari lettori :D
Scusate il mio imperdonabile ritardo nell'aggiornare ma, come avevo scritto nella mia pagina facebook (che potete trovare qui), inizialmente ho avuto qualche problema con il capitolo che, come potete vedere, è abbastanza impegnativo, poi dei problemi di salute (nulla di grave!) mi hanno tenuta lontana dal pc e quindi eccomi qui... ad aggiornare dopo quasi un mese D:

 
CHIEDO UMILMENTE PERDONO!
 
Escluso questo, spero che il capitolo vi piaccia, considerato quanto ci ho messo per scriverlo. 
So che in questo momento è tutto un po' confuso, ma è fatto apposta, vi assicuro che non prossimo capitolo avrete tutti i chiarimenti necessari per capire cosa ha portato Draco a cambiare idea, cosa ha fatto e, soprattutto, come (e da che parte) sono intenzionati i diversi personaggi ad andare avanti in questa guerra.

Vi avviso che questo è uno degli ultimi capitoli, ne seguiranno uno un po' lungo o due più brevi, dipende da come deciderò di dividerli.
OVVIAMENTE questa storia avrà un seguito, per cui però preferisco prendermi un po' più di tempo(:

Grazie a chi continua a seguirmi, ci vediamo tra un paio di settimane con il prossimo capitolo.
Un bacio
Chanel

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Capitolo 22
*** -La resa dei conti ***


 

-La resa dei conti

Si sentiva come se le fosse passato sopra un treno. Muscoli che nemmeno sapeva di avere le facevano male e la testa non sembrava intenzionata a smetterla di girare.

Con le poche forze che aveva sollevò un braccio e si coprì gli occhi, mugugnando per il fastidio. Neanche un secondo dopo un trambusto pazzesco si scatenò al suo fianco: qualcuno strillò, qualcun'altro prese a chiamarla e qualcun'altro ancora chiamò ad alta voce Madama Chips.

Neanche a dirlo, tutto quel caos non aiutò affatto la sua testa che cominciò a girare ancora più furiosamente, procurandole un conato di vomito.

<< Spostatevi, spostatevi! >> sentì urlare dall'inconfondibile voce dell'infermiera di Hogwarts:<< Ha bisogno di aria! Fatela respirare! >>.

Poi, ciò che succese nei quindici minuti successivi, fu un po' confuso: qualcuno le fece ingurgitare una pozione che sapeva di fango – e ne aveva anche la consistenza – , le presero la testa e la tirarono a sedere facendola poggiare su una pila di cuscini, poi sentì la punta di una bacchetta posarsi in diversi punti del suo corpo ed una leggera scarica elettrica attraversarla dalla punta dei piedi a quella dei capelli.

Quando finalmente smisero di toccarla, si decise ad aprire lentamente gli occhi. Inizialmente la luce fu accecante, poi però iniziò a mettere a fuoco i volti che la circondavano e lentamente riconobbe Harry, Ron, Ginny, Neville, Luna, Dean, Seamus, Lavanda e Calì che la osservavano con apprensione, circondando il suo letto d'infermeria.

<< Ehm... ciao >> accennò sollevando appena una mano.

Quell'abbozzo di frase fece scoppiare i suoi compagni che, senza ritegno, iniziarono a parlare tutti insieme, strillando, scuotendola, singhiozzando e gesticolando animatamente, facendo un baccano infernale che, ovviamente, constrinse madama Chips ad intervenire cacciandoli dall'infermeria, tutti esclusi Harry e Ron.

Rimasti soli, nella stanza cadde un silenzio di tomba. I tre i guardarono sorridenti, con le lacrime agli occhi – nonostante il rosso tentasse di nasconderle, per difendere la sua mascolinità.

<< Allora? Neanche un abbraccio? >> domandò la ragazza dopo qualche secondo con la voce un po' rotta, allargando le braccia verso i due.

Senza farselo ripetere due volte i due le si lanciarono addosso e la strinsero con forza, lasciando andare tutta la tensione e la paura che avevano provato in quei giorni in cui lei era stata lontana. Sprofondarono il viso tra i suoi capelli e, nonostante fossero ancora sporchi e rovinati, si sentirono subito a meglio.

Quando, un paio di minuti dopo, si staccarono, Ron storse il naso, fingendo un espressione schifata:<< Ti voglio bene, sono contento che tu sia tutta intera eccetera ma... ragazza mia, ti serve una doccia! >> esclamò prima di scoppiare a ridere, subito seguito dai due.

<< Sì, penso proprio di sì. >> ammise Hermione, osservandosi la maglione stracciato e macchiato di terra che indossavo ancora:<< Merlino, madama Chips doveva essere proprio preoccupata per permettermi di entrare in infermeria in questo stato >> commentò poi, osservando l'ambiente immacolato, tranne che per lei.

<< Oh perché tu non hai visto la faccia della McGranitt! >> le disse Harry:<< Sembrava sul punto di rimanerci secca quando ti ha visto svenuta nell'atrio >>.

I ragazzi scoppiarono nuovamente a ridere, sollevati di essere nuovamente insieme. Pochi istanti dopo però la porta che conduceva all'ufficio dell'infermiera si aprì, lasciando uscire lei che sorreggeva per un braccio un ragazzo biondo e magro, con il petto nudo fasciato da strette bende bianche. Sul suo braccio spiccava il Marchio Nero.

Draco sollevò appena gli occhi e, come calamitato da una forza sconosciuta, il suo sguardo si incontrò con quello di Hermione. Senza esitazioni si strattonò dalla presa di madama Chips e le corse incontro, stringendola forte a sé. La ragazza, decisamente sorpresa da quel gesto, non poté far altro che ricambiare la stretta.

L'abbraccio però non durò molto poiché, un paio di secondi dopo, Harry afferrò il biondo per una spalla e lo tirò indietro con forza:<< Levale le mani di dosso! >> ordinò.

Il serpeverde, spiazzato, spostò lo sguardo dal moro ad Hermione, sbattendo le palpebre:<< Calmo Harry, tieni contro che Malfoy ha comunque salvato Hermione... >> commentò Ron, dimostrando una maturità che nessuno dei presenti si sarebbe aspettato.

Harry osservò l'amico con le sopracciglia aggrottate:<< Questo è quello che dice lui! E poi ti devo ricordare cosa vuol dire il tatuaggio che ha sul braccio!? >> chiese osservando il Marchio Nero con odio.

Istintivamente, il biondo se lo coprì con una mano:<< Io non... >> tentò di difendersi.

<< Sta' zitto! >> lo zittì Harry:<< Non meriti neanche di essere ascoltato! >> e, con queste parole, lasciò l'infermeria sbattendosi la porta alle spalle.

Il rosso rimase qualche secondo ad osservare il punto da dove era sparito il suo migliore amico, poi, scuotendo la testa, si voltò verso Hermione, che si guardava intorno con aria allibita:<< Non ti preoccupare, ci parlo io >> le disse stringendole forte una mano:<< sai come è fatto, tra meno di un paio d'ore gli sarà passato >>. Poi, dopo averle dato un bacio sulla fronte ed aver rivolto a Malfoy un'occhiata di avvertimento, seguì Harry fuori dall'infermeria.

Draco ed Hermione, rimasti da soli – o quasi, se si considerava madama Chips che faceva avanti e indietro tra i letti e una studentessa di Corvonero che nascondeva l'enorme brufolo viola che le era spuntato sul naso stando sdraiata dietro la sua tenda verde – rimasero diversi secondi a guardarsi negli occhi, senza dire nulla.

<< E così... mi hai salvato >> sussurrò Hermione, distogliendo lo sguardo.

<< Molta gente sarebbe pronta a sostenere il contrario >> si lasciò sfuggire il ragazzo.

<< In che senso? >>.

<< Lascia stare >>.

La ragazza gli rivolse un occhiataccia e sbuffò. Come avrebbero mai potuto avere una conversazione decente se lui continuava a parlare per enigmi? Incrociò le braccia al seno:<< Bene, allora spiegami cos'è successo a Villa Lestrange, perché penso proprio di essermi persa qualcosa... >>.

<< Beh... >> iniziò il ragazzo, senza guardarla negli occhi:<< credo che... dovremmo... dovrei prima parlarne con il professor Silente, lui voleva sapere come è andata e... insomma, mi ha fatto promettere di non dire nulla a nessuno prima che a lui >>.

Hermione sollevò un sopracciglio:<< Ti sembra che io sia uno qualunque? Penso di avere tutti i diritti di sapere ciò che è successo, anche più di Silente >>.

Draco scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli:<< È... complitato >> disse dopo qualche secondi di esitazione.

<< Esattamente cosa è complicato? >> chiese lei, esasperata.

<< Ciò che è successo. >> rispose lui, alzando il tono di voce:<< Senti, io non avrei mai voluto farti del male, ma le cose non sono così semplici, ci sono... ci sono cose che tu nemmeno immagini... >>.

<< Certo, e questo è un buon motivo per non dirmi nulla! >>.

<< Non sto dicendo questo... >>.

<< E allora cosa? >>.

Il biondo chiuse gli occhi e si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto, prendendosi la testa tra le mani. Come era arrivato a quel punto? Come aveva fatto a lasciarsi coinvolgere così? Sembrava quasi che la ragazza davanti a lui lo avesse stregato:<< Non mi capiresti >> ammise infine:<< o peggio ancora, mi giudicheresti. E questo io non potrei sopportarlo >>.

Hermione sbatté le palpebre, colpita da ciò che lui aveva appena detto. Riassumendo, se aveva capito bene, il problema non era che l'aveva fatta rapire con l'inganno, rinchiudere in una cella e salvata senza darle uno straccio di motivazione, il problema era che lei lo avrebbe giudicato! Quasi le venne da ridere, quasi:<< Sei serio? >> chiese sollevando le sopracciglia.

Draco annuì con aria solenne:<< Certo! >> rispose.

La riccia scosse la testa e sollevò gli occhi al cielo, alzando le mani in segno di resa:<< Non ho parole, davvero. Mi sono risvegliata in un mondo di matti >>.

<< E perché, scusa? >> le domandò il ragazzo, senza riuscire a seguire il flusso dei suoi pensieri.

<< Perché mi hai... mi hai illusa, facendomi credere di... di amarmi e poi... poi mi hai lanciato in pasto a dei mangiamorte! Hai presente il casino che uscirà una volta che questa storia sarà di dominio pubblico? >> disse infuriata, mangiandosi le parole per la fretta di parlare e reprimendo l'istinto di saltargli al collo e strangolarlo:<< Appena conoscerà tutta la storia Silente ti farà mandare ad Azkaban e a ragione! Sai cosa fanno a quelli che hanno il Marchio? >> domandò indicando con il mento il suo avambraccio sinistro.

Istintivamente Draco nascose il tatuaggio dietro la schiena e scosse la testa.

<< Il bacio >> rispose lapidaria Hermione.

Il ragazzo non aveva bisogno che lei gli spiegasse a quale bacio si riferisse. Si morse le labbra ed abbassò la testa, come se quelle parole lo avessero colpito fisicamente. Sapeva cosa le sue decisioni avrebbero comportato, ma sentirselo dire da lei lo rendeva terribilmente vero ed orribile. E si sa, i Malfoy non sono mai stati famosi per il loro coraggio.

<< Non è andata così >> riuscì a dire lui, dopo un paio di minuti.

<< Come, scusa? >> domandò la mora, scettica.

Draco prese un bel respiro e poggiò i gomiti sulle ginocchia, prendendosi la testa tra le mani. Iniziò a parlare a voce bassissima:<< Sono cresciuto in un... mondo molto diverso dal tuo. Tu non hai idea di cosa voglia dire vivere in una famiglia di purosangue, in una famiglia di fieri mangiamorte. Il giorno della mia nascita l'Oscuro Signore in persona decretò che io sarei stato allevato come... una specie di arma da guerra: avrei dovuto imparare fin da bambino la magia più oscura, anatemi impronunciabili e pozioni mortali, per poi entrare, una volta raggiunta l'età adatta, tra le sue fila. Ciò che successe pochi mesi dopo è leggenda: l'Oscuro Signore colpì Potter con l'Anatema che Uccide, la maledizione però gli si ritorse contro facendolo scomparire e facendo diventare il tuo amico il Ragazzo Che è Sopravvissuto.

A questo punto la maggior parte degli allora seguaci dell'Oscuro Signore si fecero indietro, dimenticandosi del loro padrone e rinnegandolo o giurando di aver agito sotto Imperius. I pochi pazzi che non lo vecero – ad esempio la cara zia Bellatrix – finirono a marcire ad Azkaban. Un ristretto gruppo di mangiamorte – tra cui mio padre e lo stesso Peter Minus – sparirono per un po' dalla circolazione, finsero di non aver mai avuto nulla a che fare con l'Oscuro e si crearono una bella facciata da mostrare in pubblico; rimanendo ovviamente con le orecchie aperte, in attesa di un suo ritorno che sapevano sarebbe presto arrivato. L'ultimo compito che l'Oscuro Signore aveva lasciato a mio padre era quello di addestrarmi e lui lo fece, nonostante tutto.

Fin dall'età di cinque anni imparai a destreggiarmi nelle più svariate discipline, diventano un... una specie di soldato. Tutto fino a quando, due anni fa, il caro Potter ha lasciato che l'Oscuro Signore risorgesse; e tutto è cambiato. Ho smesso di vivere nascosto – come avevo fatto fino ad allora – e sono stato marchiando, diventando a tutti gli effetti una sua proprietà. Mi sono state affidate delle missioni e ho anche dovuto fare cose di cui non vado fiero, il fatto è che non... non conoscevo altro mondo! Non finché i miei genitori non mi hanno informato che avevo una nuova missione e, a settembre, sarei venuto ad Hogwarts per... per uccidere Silente >>.

Ad Hermione parve di sentire distintamente il suo cuore fermarsi. Sgranò gli occhi e sbiancò, incredula davanti ad una rivelazione di tale portata. In pochi secondi le passarono nella mente tutti i dubbi che aveva avuto nei mesi precedenti, tutti i comportamenti strani di Draco e le cose con non capiva... ora tutto sembrava avere un senso.

<< Ti prego di non giudicarmi >> continuò lui, non del tutto consapevole dul tumulto che aveva scatenato nella ragazza:<< allora io non... quando mi hanno dato la missione, io non ho neanche preso in considerazione l'idea che uccidere una persona fosse una cattiva cosa, io sono cresciuto in quel mondo e per me era normale. Era normale finché non ho conosciuto te >>.

La riccia scosse la testa e strinse i pugni:<< N-non... non è... >> bolbettò.

In quel momento la porta dell'infermeria si aprì, lasciando passare Ginny che, con sguardo grave e del tutto ignara del peso della discussione che aveva appena interrotto, si avvicinò al letto di Hermione:<< Silente vi vuole vedere adesso, entrambi >>.

 

L'ufficio del preside di Hogwarts era caotico ed affascinante come sempre. Due poltrone in pelle di drago erano poste davanti alla scrivania e Silente li attendeva con gli occhiali in bilico sul naso, seduto dalla parte opposta:<< Buongiorno, accomodatevi >> li invitò con un cenno della mano, mentre la professoressa McGranitt si sistemava in piedi alle sue spalle:<< sono lieto di vedere che entrambi vi siete ripresi, ero veramente in pensiero per la vostra salute >>.

Hermione sorrise e si accomodò, mentre Draco faceva lo stesso. L'insegnante di trasfigurazione rivolse un breve sorriso alla sua studentessa preferita, per poi tornare seria e composta come sempre.

Il preside prese un lungo respiro, poi intrecciò le mani sulla scrivania ed iniziò a parlare:<< Gli eventi verificatisi in questi ultimi giorni sono molti e molto oscuri, ed abbiamo bisogno che qualcuno faccia chiarezza >> esordì:<< in particolare penso che lei, signor Malfoy, debba a tutti noi delle spiegazioni >>.

Il ragazzo annuì e prese un lungo respiro, pronto a raccontare una volta per tutte la verità. Ripeté ciò che aveva detto ad Hermione poco prima e Silente non si scompose di un solo millimetro quando venne a sapere che il suo compito era quello di ucciderlo. Draco tentennò un solo istante, prima di cominciare a spiegare ciò che aveva fatto durante quell'anno scolastico:<< Inizialmente ho tentato un paio di volte di... insomma... compiere la mia missione ma tutti i tentativi sono andati a vuoto. >> disse senza nominare Theodore o Juno:<< Poi... Hermione deve aver intuito che qualcosa non andava e i miei... superiori hanno deciso che avrei dovuto... sbarazzarmi di lei. Io non me la sono sentita e ho deciso di cancellarle la memoria. >> qui si beccò un'occhiataccia dalla diretta interessata che voleva palesemente dire "di questo ne parliamo più tardi":<< Solo che in quest'ultimo periodo io ed Hermione abbiamo iniziato a legare e i miei... superiori hanno pensato che questa cosa avrebbe potuto essere usata a loro vantaggio: mi hanno detto che avrei dovuto portarla dalla nos-mia parte e usarla per i miei scopi. Alla fine però... il tempo stringeva e Ju-i miei superiori non avevano trovato un modo per avvicinarsi a lei, preside, così mi hanno detto... mi hanno ordinato di rapirla e io l'ho fatto. Ero più che deciso a portare a termine la mia missione; mi dispiaceva per lei, non avrei voluto sacrificarla, ma non avevo ripensamenti. Non finché... >> a questo punto si volto verso Hermione, in modo che i loro sguardi si incatenassero e le parole che stava per pronunciare fossero solo per lei:<< finché non ti ho rivista. Tu eri lì... abbandonata in una lurida cella, sporca e praticamente senza cibo né acqua e... e i tuoi occhi brillavano, brillavano come non avevo mai visto prima. La tua forza si era quintuplicata in quei giorni di prigionia. Tu eri vittima ed io ero carnefice, ma la tua fierezza, il tuo orgoglio erano mille volti maggiori. Mi sono ricordato del motivo per cui mi ero innamorato di quegli occhi, del motivo per cui ti avevo regalato il fermaglio e non c'è l'ho più fatta: sono corso da te immobilizzando e ferendo chiunque mi fermasse la strada, procurandomi questa >> dissi indicandosi l'addome dove – ora coperta dalle bende e dalla camicia – sapevano entrambi esserci una lunga cicatrice:<< ma mi meriterei ben altro per quello che ti ho fatto >>.

Rimasero tutti in silenzio. Silente era perso nei suoi pensieri e la McGranitt sembrava – da non crederci – quasi commossa. Draco ed Hermione però continuavano a fissarsi, incapaci di distogliere lo sguardo.

<< E così... tu ami i miei occhi... >> commentò la ragazza con un flebile sorriso, allungando la mano per sfiorare appena lo zigomo di lui. Capirono entrambi l'antifona: lo aveva perdonato

Il biondo scosse la testa:<< Non mi merito un altra possibilità >> rispose piano, spostandosi impercettibilmente indietro.

<< Infondo tutti si meritano una seconda possibilità, Draco >> gli rispose Hermione, aumentando la presa sulla sua guancia, per nulla intenzionata a lasciarselo sfuggire.

<< Io ho avuto di meglio. Io ho avuto te >>.

E lì, nell'ufficio di Silente, incuranti dei due professori che li osservavano, si baciarono, lasciandosi anche sfuggire qualche lacrima.


Eccoci ragazzi!
Perdonate il mio imperdonabile (?) ritardo, ma per dei problemi di salute (nulla di grave, non preoccupatevi) sono ricoverata a Pavia per degli esami, e non è che qui la voglia di scrivere e l'ispirazione piovano proprio dal cielo...

Never mind, passiamo al capitolo. So che il tutto gronda un po' di miele, ma un pochino di romanticismo se lo meritavano anche questi due, no? A questo punto mi sembra che la decisione di Draco sia palese, ma per quella di tutti gli altri (Juno, Theo ecc) dovrete aspettare il prologo :D

Grazie a chi mi segue e soprattutto a quell'amore di ragazza che è aladoni, l'unica che ancora ha la voglia di recensire questa soria (:

Ci vediamo il prima possibile, un bacio

Chanel

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Capitolo 23
*** -Epilogo ***


-Epilogo

Juno strinse così forse le labbra da fargli perdere ogni colore. Gli occhi le pizzicavano per le lacrime di rabbia che sapeva non avrebbe mai versato.

Un altro dei suoi attacchi di isterismo la colpì, facendole provare l'irrefrenabile voglia di alzarsi e distruggere tutto ciò che le capitasse sotto mano. Afferrò la lettera che aveva appena finito di leggere e la strinse con forza, fino a lacerarla. Non era il momento di uscire di testa, era il momento di agire.

Prese piuma e inchiosto e - cercando di non rompere nulla – scrisse velocemente un paio di parole. Quando ebbe finito sollevò la testa e, mettendosi due dita fra le labbra, fischiò.

Pochi istanti dopo nella sala comparve un maestoso falco dal piumaggio argentato:<< Sai a chi consegnarla. >> gli disse la ragazza, sistemandogli la lettera tra gli artigli:<< E vedi di muoverti, questa è l'ultima notte che passiamo in questo schifo di posto >> aggiunse sputando a terra.

 

Harry scosse piano la testa, facendo dondolare i piedi oltre il muretto. Sbuffò e si strinse maggiormente nel mantello.

Lui per primo non sapeva bene cosa lo infastidisse così tanto ma, nonostante questo, si sentiva a dir poco furioso. Il fatto che Hermione fosse di nuovo ad Hogwarts, si fosse ripresa e stesse bene lo faceva sentire mille volte meglio di come si era sentito negli ultimi giorni, ma vederla tra le braccia di Malfoy dopo tutto ciò che lui le aveva fatto lo aveva fatto uscire di testa.

Il rumore di dei passi sul pavimento di cemento del cortile lo distolse da suoi pensieri. Non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per riconoscerli.

<< Cosa c'è che non va? >> gli domandò Ginny, sedendosi accanto a lui.

<< Niente >> borbottò il ragazzo, incrociando le braccia.

<< Seriamente, parliamone >>.

<< Ho detto che non è niente... >>.

La rossa alzò gli occhi al cielo:<< Non prendermi in giro Harry, ti conosco troppo bene. Non sopporti l'idea che Hermione possa aver perdonato Malfoy >> disse.

Sentendo quelle parole il grifondoro sbottò:<< E ci credo ben! L'ha presa in giro, rapita e torturata. Come posso far finta di niente? >>.

Ginny, alzando gli occhi al cielo, si mise a cavalcioni sul muretto e gli prese il viso tra le mani, in modo che la guardasse in faccia:<< Ti ricordo che sta bene, che è tornata tornata sana e salva ad Hogwarts... che è tornata da te >>.

<< Sì certo, è tornata da me per poi lanciarsi tra le braccia di quel... >>.

<< Harry James Potter! >> lo interruppe la ragazza, puntandogli minacciosamente un dito contro il petto:<< Sappiamo benissimo entrambi che Hermione è una ragazza troppo intelligente per farsi abbindolare da una bella faccia, quindi se ha perdonato Malfoy c'è sicuramente un motivo. Metti da parte i tuoi stupidi pregiudizi e smettila di essere geloso, so che è la tua migliore amica ma così stai proprio esagerando >>.

Harry borbottò qualcosa di incomprensibile in risposta, per poi voltarsi e mettere il broncio proprio come avrebbe fatto un bambino di due anni.

A quella vista Ginny si addolcì un poco e gli fece una carezza sui capelli:<< Non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene >> lo rassicurò.

Lui annuì, arreso:<< Lo so, come sempre hai ragione tu >>.

La ragazza gli rivolse un enorme sorriso ed intrecciò le mani dietro alla sua nuca:<< Adesso però baciamo, che c'è il rischio che diventi io quella gelosa >>.

 

Theodore era steso sul letto a cercare di capirci qualcosa di quella stupida ed inutile materia che era trasfigurazione. Non capiva proprio perché doveva spendere il suo tempo ad imparare a trasformare lumache in cucchiaini quando, con ogni probabilità, di lì a pochi mesi gli unici incantesimi che avrebbe utilizzato sarebbero stati Imperius e Cruciatis.

Nella stanza c'erano anche Tiger e Goyle che, come loro solito, si ingozzavano di dolcetti e schifezze varie sgraffignate dalla cucina; sicuramente non gli potevano essere di aiuto con lo studio.

Rilesse per l'ennesima volta la stessa riga, senza comunque trovargli un senso logico. Proprio quando stava per maledire tutto e lanciare il libro fuori dalla finestra, la porta si spalancò ed i tre, dopo essersi voltati per vedere chi fosse entrato, rimasero a fissare l'uscio con la mascella che sfiorava il terreno.

Juno Gaunt che, smessa la divisa della scuola, indossava un vestito decisamente troppo corto, in pelle nera, pieno di fibbie e cinghie ed un paio di stivali alti dello stesso materiale, se ne stava appoggiata allo stipide della porta con i capelli corvini legati in una treccia, un falco argentato sulla spalla e gli occhi verdi – più glaciali del solito e pesantemente truccati di nero – puntati su Theodore.

<< Che fai? Vieni o resti? >> gli domandò.

Il ragazzo non ebbe bisogno di spiegazioni, sapeva cosa implicava quella domanda, sapeva che quella scelta avrebbe cambiato inesorabilmente tutta la sua vita, sapeva che non sarebbe mai potuto tornare indietro.

Chiuse il libro di trasfigurazione e, senza neanche guardare i due compagni di stanza, si mise in piedi:<< Dammi il tempo di preparare il baule >>.

Juno ghignò.

 

Albus appose la sua firma alla fine della lettera e la arrotolò per poi consegnarla a Fanny, che subito spiccò il volo oltre la finestra dell'ufficio. L'anziano preside la osservò finché la sua figura non divenne che un puntino nel cielo scuro.

Era sicuro che Remus avrebbe dato la giusta importanza alla situazione e che l'Ordine si sarebbe presto mobilitato in tutti i modi a loro disposizione, ma sapeva altrettanto bene che nulla avrebbe potuto bloccare l'inevitabile.

Voldemort era ogni giorno più forte, così come i suoi mangiamorte, e la Guerra era alle porte. Loro non potevano far altro che farsi trovare preparati.

 

Ron lasciò che il ritratto della Signora Grassa si chiudesse sul buco che portava in Sala Comune, portando con sé le urla e gli strilli di Lavanda. Sapeva che non l'avrebbe presa bene, ma non pensava che si potesse arrivare a quel punto... insomma, se avesse continuato così, entro poco l'avrebbero sentita solo i pipistrelli.

Si infilò le mani in tasca ed iniziò a camminare per i corridoio, provando come una strana sensazione di libertà all'idea di essere nuovamente single. Non che ce l'avesse con Lavanda per qualcosa in particolare, ormai le si era affezionato, ma continare con lei era solo prenderla e prendersi in giro. Era meglio così per tutti e, una volta smesso di urlare, lo avrebbe capito anche lei.

Mentre gironzolava a vuoto – solo per lasciare a Lavanda il tempo di sprecare tutta l'aria che aveva nei polmoni prima che lui tornasse in Sala Comune – vide la famigliare figura di Luna venirgli incontro dalla parte opposta del corridoio. La ragazza indossava la divisa scolastica con tanto di camicia ben sistemata nella gonna e cravatta allacciata, ma aveva i piedi scalzi e solo uno dei due era coperto da un calzino con un'improbabile fantasia a carote.

<< Ciao Luna >> la salutò quando fu a pochi metri da lei, poiché apparentemente non lo aveva visto.

<< Oh ciao! >> rispose la bionda dopo averlo fissato per un paio di secondi sbattendo le palpebre, come se le si fosse materializzato davanti:<< Come stai? >>.

<< Tutto bene, tu? Perché sei in giro senza scarpe? >>.

Luna abbassò lo sguardo per osservarsi i piedi e mosse le dita, quasi non si fosse resa conto di essere scalza:<< Non le trovo più >> spiegò:<< credo siano stai i nargilli >>.

Il rosso dovette trattenersi per non scoppiare a ridere:<< Sì, di sicuro >> commentò.

Lei gli sorrise:<< Allora sei contento che Hermione sia tornata? Ho sentito che si è ripresa... >>.

<< Sì, ora sta meglio >> le rispose Ron:<< si è ripresa praticamente del tutto >>.

<< Sono contenta. >> commentò la ragazza:<< E tu invece? Come ti senti? >>.

<< A proposito di cosa? >>.

<< A proposito di questa storia di Hermione e Draco Malfoy... >>

<< E tu cosa ne sai? >>.

<< Io so molte più cose di quante tu immagini, Ron. E comunque io ti ho fatto la domanda per prima >>.

Il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso:<< Non sono sicuro che Malfoy sia un bene per lei ma... non sono io a dover decidere. Finché lei sarà felice, io la supporterò >>.

Senza un motivo apparente Luna assottigliò lo sguardo per guardare alle spalle di Ron, facendo così voltare anche lui. Le sue scarpe – un paio di mocassini neri, ricoperti di minuscoli brillantini argento – erano là, appese alla maniglia della porta di uno sgabuzzino.

<< Sai, la mia mamma diceva sempre che le cose migliori avvengono sempre quando non te le aspetti >> esclamò allegramente, prima di saltellare a recuperare le sue scarpe.

 

Severus abbassò lo sguardo verso il Lago Nero, dalla superficie del quale spuntava di tanto in tanto uno dei tentacoli della piovra gigante.

Il Marchio Nero bruciava ormai da svariati minuti, ma il professore non sembrava intenzionato ad allontanarsi dalla finestra del suo studio, nonostante la chiamata dal suo signore fosse palese.

Non aveva nemmeno bisogno di chiedersi cosa dovesse fare, aveva preso la sua scelta molti anni prima, sulla tomba dell'unica donna che avesse mai amato.

 

Hermione e Draco sedevano insieme in biblioteca, al tavolo che avevano occupato insieme tante volte.

<< Non sarà certo uno stupido incantesimo a farmi desistere dallo studiare! >> aveva detto lei, quasi offesa all'idea che qualcuno potesse pensare il contrario:<< E comunque ho giorni e giorni di studio da recuperare, non manca molto alla fine dell'anno >>.

A nulla erano valse le proteste di Draco che si era irrimediabilmente ritrovato ad andare con lei. Anche se, ad essere sinceri, ora che la osservava attentamente mentre studiava non gli sembrava che l'idea fosse poi così terribile.

Adorava guardarla in silenzio, soprattutto ora, dopo aver avuto paura di non poterlo più fare. Quando studiava il suo volto cambiava, sembrava – per quanto assurdo – molto più rilassato che durante il resto della giornata, come se si togliesse di dosso un peso; raccoglieva i capelli in un crocchia disordinata, da cui sfuggiva qualche ciuffo che le ricadeva sulla fronte e sul collo, gli occhi si illuminavano e la bocca dischiusa sussurrava appena le ciò che la ragazza leggeva.

Magnifica. Era l'unica parola che gli venisse in mente.

Hermione, d'altro canto, cercava di rimanere concentrata sul libro di erbologia che avesse davanti ma, per quanto si impegnasse, i suoi pensieri venivano calamitati dal biondo che le stava da parte. Non le sembrava vero che tutto fosse tornato come prima, che lui l'avesse salvata e, per di più, si fosse apertamente schierato dalla sua parte.

Sorrise tra sé, rileggendo per l'ennesima volta la stessa riga, senza neanche accorgersene.

Non sapeva cosa l'aspettava in futuro, non sapeva quanto la battaglia finale fosse vicina né se Harry ce l'avrebbe fatta.

Era sicura di una sola cosa: finché Draco ed i suoi amici fossero stati con lei, era pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
 

Fine.


Ok, sono emozionatissima. Quasi non ci credo di aver finito!
Allora, andiamo con ordine.

Per prima cosa ci tengo tantissimo a ringraziare tutti voi che mi avete seguito per tutto questo tempo. In particolare un grazie megagalattico (?) va ad aladoni, che ha continuato a recensire fino all'ultimo, nonostante nessun altro lo facesse ed io, per mille motivi, fossi sempre in ritardo.
Grazie di cuore, senza di voi questa storia non esisterebbe.

Come ho già detto la fanfiction avrà un seguito, che parlera sempre di Draco ed Hermione, ma sarà per lo più incentrato sulla guerra e la ricerca degli horcrux.
Non voglio darvi una data perché sono sicura che non riuscirei a rispettarla; devo trovare l'ispirazione e soprattutto il tempo per mettere giù una bella storia. Chissà, magari le vacanze di Natale mi saranno di aiuto...
In ogni caso lanciate un'occhiata al mio profilo o alla mia pagina di Facebook di tanto in tanto, potreste trovare una sorpresa :D

In ultimo vorrei ricordare il motivo per cui è nata questa storia e porvi una domanda:
L'idea di questa Draco/Hermione mi è venuta in mente (come avevo detto all'inizio) scrivendo una parodia appunto sulle dramione (Meglio riderci sopra); la coppia mi piace un sacco e mi sono lanciata una specie di sfida, ripromettendomi che sarei riuscita a scrivere una ff realistica su loro due e beh... personalmente posso ritenermi soddisfatta, ma voi che ne dite? Ho reso la coppia un po' più realistica?

Bene, penso proprio di non aver nulla da aggiungere. Un altro grandissimissimo GRAZIE e spero a presto ;)
Un bacio,

Franci alias Chanel483


... and remember


Peace, love and red hair.

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