Innamorata di un Angelo

di _Saru_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasferimento ***
Capitolo 2: *** La casa, e...tanta fame! ***
Capitolo 3: *** Tutte a me?? ***



Capitolo 1
*** Trasferimento ***


Non avevo mai considerato l'idea del trasferimento, ma per mia madre farei qualsiasi cosa per vederla felice.

Dovevamo trasferirci perché per problemi economici avevamo dovuto vendere la casa, e visto che lì a Caserta non c'erano case adatte a noi, avevamo considerato l'idea di trasferci, e così fu.

Certo io non ero così entusiasta come lei, perché abbandonare la mia casa e i miei amici mi faceva star male.

Ora che andava tutto liscio, e per tutto liscio intendo la relazione con il mio fidanzato, ci dobbiamo trasferire.

Troverà un'altra ragazza, tanto era anche bruttino, ma lui non era la mia più grande preoccupazione, la cosa che mi spaventava di più era lasciare in miei amici.

Chi se le scorda più tutte quelle giornate- per l'esattezza durante le vacanze estive- passate insieme.

Ci divertivamo un mondo a fare i gavettoni, a riempire i palloncini d'acqua e a gettarli da un balcone per poi finire addosso alle persone, e se ci scoprivano passavamo un guaio.

- Clarissa non preoccuparti, farai nuove amicizie. Si come no.  - Io credo l'esatto opposto sai? Non credo ci riuscirò tanto facilmente.

-Clarissa! Se hai questo atteggiamento non partiamo più

-Alè!

-Bene questo è lo spirito giusto, dai vai a preparare la valigia, poi vai a salutare i tuoi amici. 

Quell'alè lo ha frainteso, battaglia persa, convincere mia madre a restare qui era una missione impossibile.

Salii di sopra ed entrai nella mia camera.

Che confusione! L'inferno in una stanza, vestiti sparsi in ogni angolo della, e preparare una valigia con tutta la mia roba così era un'altra missione impossibile.

Non avevo buon gusto per i vestiti, infatti tutte le mie amiche mi assillavano e mi ripetevano sempre"Clarissa! Come vuoi sembrare una ragazza se ti vesti da maschio e non ti trucchi?"

Infondo non erano così brutti, avevo tutte maglie e pantaloni più larghi, perchè mi piace l'hip hop.

Chiuso il discorso ora mi dovevo muovere.

Il primo passo era prendere la valigia, secondo mettere nella valigia i vestiti più estivi, e l'ultimo e il più importante passo era andare a trovare Alice. 

Dopo aver finito scesi giù e avvisai la mamma.

Presi la mia bicicletta e arrivai a casa sua. Suonai il campanello e dietro la porta c'era lei, con le lacrime agli occhi.

-Alice, non fare così. Farai piagere anche me>>

-Si lo so, ma non posso credere che tu te ne vada mi mancherai cosi tanto !

- Oh anche tu, ma ti prometto che ti chiamerò quando posso.

 -si e farò lo stesso anche io.

Ci abrracciammo.

Non un semplice Abbrraccio ma uno di quelli per dire "non andare via" . 

Mi squillò il cellulare, un messaggio da parte del mio ragazzo.

Non me lo sarei mai aspettato, c'era scritto che mi amava anche se eravamo solo da due mesi fidanzati, però non poté venire perché era malato. 

Gli risposi che mi sarebbe mancato, non gli scrissi più di tanto perchè ormai dovevo abituarmi alla situazione.

-Alice, promettimi che non ti dimenticherai di me.

-Giurin, giurello.-

Ci rimettemmo a piangere. Venne il momento di salutarla.

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Capitolo 2
*** La casa, e...tanta fame! ***


Presi la bici, e mi avviai a casa dove mia mamma mi aspettava sulla soglia della porta con i bagagli.

Dopo averli sistemati entrai in macchina , accesi il mio Ipod e cercai di non pensare a cosa stavo lasciando. -Clarissa non preoccuparti ci troveremo bene lì.

- Si lo so.

Invece non ci saremmo trovate mai bene li ne ero sicura! Poi ad un tratto accese la macchina e ci avviammo.

Vieste, una bellessima zona di mare.

Non sapevo quale fosse la nostra nuova casa, non sapevo ne la nuova scuola ne se eravamo vicino al mare. Si era fatta sera, e della casa ancora nessuna traccia, secondo me anche la mamma non ricordava la strada per arrivarci.

Mentre io mi ascoltavo la mia canzone preferita-per tutta la vita di Noemi-la donna accanto a me parlava con il navigatore satellitare, quello lì che aveva le voci dei fichi d'india e di Baz.

Tra musica e voci non si capiva cosa stesse dicendo ad alta voce.

Mamma mia che noia, non vedevo l'ora di farmi una doccia e distendermi sul letto.

Finita la canzone sentii il navigatore dire"tatata tra 20 metri girare a sinistra, altrimenti vai a finire contro un muro e....muori."

Mi piaceva troppo Baz. Spensi l'ipod, erano le 20:00!

Sinceramente mi ero proprio rotta le scatole.

Chiesi a mia madre quando saremmo arrivate, la sua risposta?? Uno sbadiglio.

Il navigatore con la voce dei fichi d'india disse"girare a sinistra, girare a sinistra, e bastaaa!! Penso l'abbia capito che deve girare a sinistra tra 20m!''.

Iniziai a ridere così forte che mia madre mi dovettere dare un pugno in testa per farmi zittire, però dopo un pò ricominciai.

Talmente delle risate mi faceva male la pancia e qui dovetti fermarmi.

-Siamo arrivati?.

-Non ancora aspetta.

dopo cinque minuti .-Siamo arrivati?.

-No. -Siamo arrivati?. -No. -Siamo arrivati, siamo arrivati,siamo arrivati??. -No!!. E il navigatore "siamo giunti a destinazione" troppo bella questa scena avevo iniziato a ridere come una gallina, onestemente non so neanche come ridano le galline, comunque mia madre parcheggiò e scendemmo dalla macchina.

Che posto meraviglioso, si sentivano le onde del mare, c'erano tantissime stelle e la luna piena, c'erano anche due palme sui marciappiedi, c'erano dei ristoranti sul mare, con tanta gente che parlava in un dialetto che non capivo giustmente.

Si sentiva l'odore della salsedine e lì mi venne in mente la canzone di O.C.

Prendemmo i bagagli, ancora non avevo capito dove fosse la casa, con quell'oscurità non si vedeva un tubo.

-Siamo arrivati, allora cosa ne pensi?.

Ovviamente era bella però ancora non mi ero ambientata.

-Bella, mi piace.

-Dai andiamo, ti faccio vedere le stanze.

La casa si trovava proprio vicino al parcheggio, infatti dovemmo solo attravesare la strada, forse un paio di occhiali avrebbe risolto il problema, perchè io non la vidi.

Le pareti della casa erano color bianco con un tocco di azzurro, la cucina sembrava una di quelle americane, cioè una di quelle che ha il tavolo che serve anche per preparare da mangiare, consegutiva ad essa c'era il salotto con il camino, dovrebbe essere bello coprirsi con un plaid, bere cioccolata calda, con il camino accesso e mentre guardi la tv, eh si proprio da sogno, peccato che era estate.

Feci uno squillo ad Alice, per informarla dell'arrivo.

Fatto questo salii al piano di sopra, aprii la prima porta che vidi, non era molto grande c'era solo un comodino, mi feci strada nel corridoio, aprii un'altra porta, rimasi affascinata dalla sua grandezza e anche dalla finesta che stava nella parte destra della stanza, potevo ammirare le stelle e la luna piena, chiusi la porta a chiave, ora quella stanza era mia, dovevo mettere un cartello con scritto" non disturbare", però so che nessuno lo avrebbe rispettato, quindi lasciai perdere.

C'era un letto singolo proprio opposto alla finestra, un comodino con sopra una sveglia, e sapevo che quell'affaretto sarebbe diventato il mio peggior nemico la mattina, poi c'era un armadio dove metterci tutti i miei vestiti, ovviamente le pareti le avrei riempite di poster di Avril Lavigne, Miley Cirius e, tanti tanti poster di manga e anime.

C'era anche una piccola libreria, e questo è sicuro che l'avrei usata per mettere tutti i manga.

Dopo osservata la stanza mi misi a sistemare i panni, in quel mobile c'era puzza di chiuso quindi decisi di lasciare tutte le porte aperte per far passare un pò d'aria.

Squillò il cellulare, la suoneria era troppo forte faceva " come fai come fai a non provarci mai potter fesso" i gem boy di colorado, modificare una canzone di Lady Gaga-anche se a volte la chiamo caca-così era una cosa bellissima.

Al telefono era il mio ragazzo, o meglio ora il mio ex ragazzo perchè secondo me un rapporto a distanza non sarebbe mai funzionato, chissà quante ragazze aveva a disposizione ora.

-Oi ciao, come va? Tutto bene il viaggio?.

-Oh si, un pò noioso ma non ci si può lamentare.

-Ah bene, senti Clarissa volevo chiederti se io e te ora siamo ancora...come dire.

-Fidanzati?.

-Si quello.

-Non credo proprio, un rapporto così è difficile, diciamo che siamo una coppia aperta ok?.

-O...k, hem...senti io vado, ciao.

-Ciao.

Wow che situazione imbarazzante, iniziai a sudare. Spensi il cellulare e mi avviai al piano di sotto.

Trovai mia madre ballare con una scopa, incominciai a pensare che fosse uscita fuori di testa, e il bello è che avevo anche la prova.

-Mamma si può sapere che diavolo stai facendo?.

-Niente di che, lo so può sembrare strano, ma ballare con una scopa mi rilassa.-

-Ok vieni qui, fammi vedere una cosa. Si avvicinò ballando e cantando. La toccai sulla fronte.

-Non non hai la febbre, il che è alquanto strano, devo preoccuparmi?

-Ah Clarissa, solo perchè mi vedi così, non è detto che io stia male.

-Se lo dici tu, ho fame cosa mangiamo?.

-Non so che ne dici se andiamo al ristorante?.

-No! Vedo cosa c'è nel frigo.

-Ok fa come vuoi. Andai verso il frigo, lo aprii, e...cosa trovai? Pollo, mi chiesi quando l'avesse cucinato, boh, questi sono i misteri della vita.

-Dove lo hai preso questo?.

-Oh è lì da tanto tempo, se vuoi mangialo.

-COSA!! Io dovrei mangiare un pollo malandato da chissà quanto tempo? Ma stai fuori di testa?.

-E' fintoo ahahah ci sei cascata come un pesce!.

-Si okay mamma bello scherzetto, ma io ho fame! Non mi dire che vuoi andare al ristorante perché io non ci vengo!.

-Era, ed è proprio questa la mia intenzione.

-Dai, a pranzo un panino al volo e ora non ci vedo più dalla fame! Una bella fiesta!!.

-Ahahahah, andiamo al ristorante e te ne ordino una gigante!.

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Capitolo 3
*** Tutte a me?? ***


Arresa all'idea di non uscire, andai a prepararmi, e ci avviammo.

Entrammo, trovai molto accogliente il posto e anche romantico, perchè era sul mare e c'erano luci accese ovunque.

Non c'era solo il ristorante ma anche il bar e una piccola edicola.

Mi sarei trovata bene lì ne ero sicura... ORA.

Andammo al bancone e ordinammo due pizze. Io con prosciutto cotto e mozzarella e mia madre margherita, ovviamente la più buona era la mia!.

Dopo qualche minuto, ci portarono due belle pizze fumanti, si sentiva il profumo della mozzarella filante.

Il cameriere le appoggiò sul tavolino, e senza badare a come mangiassi, avvinghiai le mie mani sulla pizza.

La finii in circa 5 secondi, un tempo record per me...volevo la statua d'oro!

-Quando arriva la fiesta?. Chiesi a mia madre.

-Non arriva sciocchina!.

-Uffiii, ma io la voglio!.

-Dai finisci, che ce ne andiamo, ho sonno!.

-Guarda che io ho finito, sei tu quella che sta ancora alla 2 fetta.

Mi guardò con sorpresa, come per dire" E' mia figlia, o un mostro?"

Mezz'ora dopo, visto che mia mamma fu molto lenta, ci avviamo a casa.

Andai in bagno a lavarmi e mi misi il pigiama, quel caldissimo( anche d'estate), confortante pigiama.

All'improviso mi ricordai della mia bicicletta, era rimasta sul porta bagagli, l'avrei presa domani.

Lasciai la finestra aperta, non l'avrei mai fatto, le zanzare anche di notte venivano a rompere il cavolo.

Dovetti chiuderla, ma mi resi conto troppo tardi che non avevo preparato il letto, e quindi dovetti aprire la valigia prendere le lenzuala e prepararlo.

Dopo aver finito di sistemarlo finalmente riuscii a distendermi e ad addormentarmi.

***********

Tititin, tititin, driiin. Erano le sei e trenta, colui che c'era stato prima di noi in questa casa doveva essere uscito fuori di testa.

Come può volere qualcuno svegliarsi così presto la domenica! Solo un pazzo ci riuscirebbe.

Sentii mia mamma correre per il corridoio, forse pensava che era l'allarme ant' incendio, però bussò alla mia porta.

Mi alzai, sbadigliando giustamente, aprii la porta, trovai mi madre tutta agitata, con i capelli tutti scombinati e con dei pantaloncini corti.

-OK, tu non stai tanto bene, ti sei resa conto che alle sei e quaranta di mattina fa freddo? Vorrei sapere come fai a stare con questi pantaloncini.

-Clarissa!! Tu mi preoccupi, sei uscita fuori di testa? Perchè hai messo la sveglia alle sei di mattina!.

-Non sono stata io ammetterla, era già programmata, e comunque non alle sei, ma alle sei e trenta.

Entrò nella mia stanza prese la sveglia e-sembrava una di quelle scene rallenty-la scaraventò fuori dalla finestra;sentii la sveglia in mezzo la strada suonare.

Ok ora aveva davvero grossi problemi mentali.

-Tu non stai bene, ora chi cavolo ci va a spegnere la sveglia a prima mattina?.

-Sicuramente passerà qualche auto e la investirà, ahah si, come godo.

Eh no! Ma ieri sera dopo che se sono andata a dormire che ha fatto si e ubriacata con l'acqua?

-Ora come facciamo senza sveglia?.

-Ne compreremo una nuova, con una suoneria più dolce.

Si così invece di svegliarci ci addormentremo ancora di più.

-Si di domenica quando tutti i negozi sono chiusi, secondo me fai più presto a riprendere quella che hai buttato fuo.

Non riuscii a finire la frase che una macchina sfrecciando veloccissima passò sulla sveglia. Bene ora era passata a miglior vita.

-Suppongo che ora tu sia contenta visto che non abbiamo più una sveglia, che facciamo ora?.

-Ok niente panico, chiediamo informazioni qui in città, ci facciamo dire quali negozi sono aperti e andiamo a comprare la sveglia e qualche abitino.

-Che ne dici invece se prendiamo la macchina e andiamo giù in paese a vedere se i negozi sono aperti? Perché se chiedi qualcosa e ti rispondono in dialetto sicuramente non capiremo niente.

-Si hai ragione dai andiamo.

-Forse non ti sei resa conto che sono le sette trentacinque, non credo proprio che a quest'ora i negozi siano aperti.

-Giusto, allora scendiamo al piano di sotto e facciamo colazione.

-Come facciamo a farla se non abbiamo niente?.

- Allora cosa facciamo? Vogliamo guardarci in faccia?. Ahah che umorismo che aveva mia madre.

-Secondo me la miglior cosa e metterci di nuovo a letto a dormire.

-Vabbè tu dormi io vado a fare qualcosa al piano di sotto.

-Mi raccomando non ballare di nuovo con la scopa.

Mi fece la linguaccia e io feci altrettanto. Bene ora dovevo solo distendermi e rimmettermi a dormire.

Le ore trascorsero ma..niente, continuavo solo a girarmi, provai a mettermi anche a testa in giù, con una gamba sotto le coperte e l'altra no, ma nessuna di queste posizioni funzionò.

C'era solo una cosa da fare, gironzolare per la camera finchè non mi sarebbe venuto il mal di testa.

Però forse era troppo scocciante, quindi scesi al piano di sotto. Non si vedeva un tubo era andata via la corrente. Strano perchè c'era la luce nella mia stanza.

-Clarissa stai attenta!.

E BAM! Una caduta formidabile, ero rotolata dalle scale al piano terra, tutte a me dovevano capitare.

-Troppo tardi , ormai è fatta. Mi rialzai, mi facevano male le gambe. Stavo camminando quando, sentii sotto il mio piede qualcosa di liscio e.... Bam un'altra caduta, una palla che non so come fosse finita lì.

-Ma che diavolo, ce l'ha con me stamattina la casa, forse perché abbiamo buttato qualcosa di sua proprietà, vero mamma?

-Ah dai, rialzati, ho trovato questa palla in un ripostiglio.Ovviamente non la vedevo perché era tutto buio.

-Me la farai vedere quando sarà ritornata la luce. E proprio quando pronunciai la parola luce venne la corrente.

-Wow mi sa che ho dei poteri.

-Allora prova a dire buio.

-Buio!. E di colpo la luce non c'era più. -Luce. E ritornò

-Scema, sono io con l'interruttore ahah, lo so sono una mamma perfida.

-Spiritosa. Ormai erano le nove e dieci faceva caldo, andai nella mia stanza e mi vestii.

Uscii e presi la mia bicicletta, che fatica per prenderla. Il sedile era caldo, senza sapere dove stavo andando mi feci un giretto nei dintorni per vedere un pò la città.

Incontrai molte persone che camminavano abbracciati, mi venne in mente una scena romantica, e continuando a sognare ad occhi aperti andai a sbattere contro un palo. Che doloree!! Mi faceva male la testa.

Tutte le persone si girarono nella mia direzione e continuarono a fissarmi. Provai un senso di grande vergogna e imbarazzo.

Assicurai dicendo a tutti che stavo bene, e quindi ritornarono alle loro faccende. Dopo che mi fui alzata mi accorsi che ero andatata a finire vicino l'edicola. Ahhh che bellooo, il mio paradisooo.

Li vendono i manga!. I miei occhi brillavano come diamanti.

Entrai di corsa nell'edicola, andai nel reparto "fumetti", e sorpresa......era arrivato il manga di Vampire knight!!. Ero felicissimaaa.

Oltre al manga presi anche un giornaletto, con in regalo un angelo attaccato a una collana.

Andai a pagare, non c'era nessuno, poi dal nulla spuntò un nonnetto sulla settantina credo.

Pagai, e subito dopo mi misi a leggere il manga. Arrivai al palo, alzai lo sgurado e....sciaguraa, non c'era più la bici!!.

Ora cosa dovevo fare? Chiamare la polizia? No non era una buona idea.

Mi avviai verso casa, ormai senza un briciolo di speranza, faceva anche caldo sotto quel sole, fortuna che l'abitazione non era lontana, circa 2 km di distanza.

Ero stanchissimaa, non ce la facevo più, sembrava che stessi in un deserto, però non avevo le allucinazioni. Dopo molti minuti di cammino arrivai a casa tutta sudata, ero una zuppa di sudore.

Mia mamma non c'era, chissà dov'era. Vabbè, senza troppi pensieri andai di sopra e entrai nella mia stanza.

Presi dei panni puliti, un asciugamano e il fono. Prima che entrassi in bagno il telefonino mi squillò. Appena in tempo.

-Pronto? Chi è?.

-Ciao! Come va? Sono Alice, non hai riconosciuto il numero, perchè l'ho cambiato, dopo registratelo ok? Allora dimmi tutto, cos'è successo? Qualcosa di elettrizzante? Hai conosciuto un bel ragazzo? Come ti trovi? L'hai messo il pc? Verrai qualche volta a Caserta?.

-Weeeeeee, una domanda per volta! Altrimenti mi fai uscire pazza! Comunque no non è successo niente di che, e non ho conosciuto nessun ragazzo!!.

-Okay, ooookay! Senti ti devo lasciare mi stanno aspettando a tavola, ah non ti dimenticare che mi manchi okay? Ciaoo!.

-Ciauu!. Che lunga telefonata mamma mia! (ironico).Spensi il telefono e entrai in bagno.

Dopo aver fatto la doccia mi misi sul letto, e guardai l'orologio. Erano le 13:00! Come mai mamma non era ancora venuta?.

Scesi al piano di sotto e inizia a mettere la tavola. Dopo cinque minuti la porta si aprì, era lei.

Si avvicinò tutta felice.

-Ti ho fatto l'escrizione a scuola! E' bellissima.

-Grandioso grazie!.

-Non c'è di che mia cara.

-Quindi domani devo andare a scuola?

-Si, e ti ho comprato anche dei vestiti, zaino e quaderni.

Ma oggi non era domenica? Mah...forse alcuni negozi stanno aperti...

-Uuu grandiosissimoo non vedo l'ora di indossarliii apparte i quaderni e lo zaino.

-Si okay però ora mangiamo, perchè sto morendo di fame.

-Scusa cosa mangiamo se non abbiamo niente?

-Giusto andiamo al ristorante allora.

-Ok andiamo. Mi preparai, presi la borsa, chiudemmo la porta e ci avviammo.

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