Il filo rosso del destino: le lacrime di Reira e il vuoto di Crona. di Black Nana (/viewuser.php?uid=137480)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start of something new ***
Capitolo 2: *** Bleeding love ***
Capitolo 3: *** A little pain ***
Capitolo 4: *** Beautiful soul ***
Capitolo 5: *** Kuroi Namida ***
Capitolo 6: *** You are the only exception ***
Capitolo 7: *** Rose ***
Capitolo 8: *** Confession of a Broken Hearth parte 1 ***
Capitolo 9: *** Confessions of a Broken Hearthparte 2 ***
Capitolo 10: *** Shadow of Love prima parte ***
Capitolo 11: *** Shadow of Love seconda parte ***
Capitolo 12: *** Shadow of Love terza parte ***
Capitolo 13: *** Shadow of Love quarta parte ***
Capitolo 14: *** We Are Broken. C'è ancora una speranza per noi? Prima parte ***
Capitolo 15: *** We Are Broken. Potrà mai esserci un futuro? Parte seconda ***
Capitolo 16: *** We Are Broken. Troveremo mai un po' di pace? Parte terza ***
Capitolo 17: *** Stand By Me prima parte ***
Capitolo 18: *** Stand By Me parte seconda ***
Capitolo 19: *** Starless Night parte prima ***
Capitolo 1 *** Start of something new ***
Il
filo rosso del destino: le lacrime di Reira e il vuoto di Crona.
Dal
diario di Crona, 14 aprile ore 03:00
Ormai
è un po' che sono sola, non saprei quantificare il tempo
trascorso
da quando lui mi ha abbandonata con una stupida lettera. Era
da un anno, che Kid e io ci frequentavamo: da quando si era accorto della
mia esistenza come donna, mi sentivo viva, soprattutto
perché
finalmente quel dolore che mi opprimeva il petto e che Ragnarock
provvedeva ad aumentare con le sue cattiverie era scomparso. Lui mi
amava, ero felice come non lo ero mai stata in 18 anni di vita.
Ma
adesso dopo quelle parole, che sembravano coltelli affilati che mi
bucavano l'anima, la mia esistenza si era rivelata piatta e inutile.
Mi è rimasta solo una cosa: la magia.
Agli
altri non mostravo il mio dolore, solamente a Maka che conosceva il
dolore lancinante che pian piano consumava la mia povera anima. Sono
stufa di allontanare le persone, vorrei solo sparire.
Era
una fredda notte di inizio primavera, ero tornata da poco da una
missione a Francoforte. Una strega aveva chiesto alla Shibusen di
poter lavorare per loro: sapeva qualcosa a proposito di una strega
che voleva creare un esercito di kishin per assoggettare il mondo al
suo dominio. Quella strega era Fedora, la terza delle sorelle
Gorgoni, un'altra zia malvagia. Non bastavano mia madre Medusa e mia
zia Arachne. In quel periodo stavo da Kid, la mia stanza era stata
riservata alla professoressa Marie, che si era beccata la varicella
ed era in quarantena. Arrivata in camera mi accorsi che lui non
c'era, il mio peggior incubo si era avverato: Ragnarock aveva
ragione: ero rimasta sola, abbandonata dall'unico che io abbia mai
amato. Medusa aveva ragione: ero io ad allontanare le persone e non
il contrario, eppure non volevo credere a quello che diceva mia
madre, ma dovevo arrendermi all'evidenza dei fatti; quegli strani
sogni erano visioni della solitudine che avrei provato,
poiché
sospettavo che presto mi avrebbe lasciata sola. Era impensabile che
potessi piacere a qualcuno, io che non sapevo nemmeno cos'ero.
Ragnarock lo sospettava già da tempo e ora anch'io ero di
questo
avviso. Ebbi conferma dei nostri sospetti, una lettera scritta da
poco, che ancora conservava il profumo di chi l'aveva composta. Un
addio senza molte spiegazioni: doveva andare, non sapeva se sarebbe
mai tornato. Per lui io sarei stata solo un bel ricordo da portare in
viaggio con sé, invece per me si sarebbe rivelato la fine di
tutto.
Dopo
aver ricevuto quel colpo fatale andai subito da Maka: sapevo che era
ancora sveglia. Inconsciamente aspettava che Soul tornasse a casa, ma
ormai sapeva che ora per lui c'erano solo le sue uscite serali con
gli allievi del primo anno che lo veneravano in quanto lo ritenevano
molto “cool”, ma soprattutto per la sua posizione,
in fondo anche
se si comportava come uno studente normale era pur sempre un Death
Scythe.
Quando
arrivai Maka era intenta a fare i bagagli: aveva deciso di lasciare
tutto e tutti, a nessuno era venuto in mente di aiutarla, eppure
tutti sapevano cosa provava per il suo partner, ma non avevano fatto
nulla per lei. Nessuno capiva come si sentisse Maka, tutti non
facevano altro che ignorarla e ferirla, compreso Soul che diceva di
tenere alla sua adorata Meister. Mi aveva confessato i suoi
sentimenti per lei, eppure non sembrava provare quelle cose di cui
tanto parlava. Agli altri non passava nemmeno lontanamente per
l'anticamera del cervello che Maka si impegnasse così tanto
negli
studi perché desiderava superare sua madre e renderla
orgogliosa. Ai
nostri cari amici nemmeno una volta era venuta in mente l'idea di
chiedersi del perché degli atteggiamenti di Maka. Io sola
sapevo,
perché ero l'unica che si era posta le domande giuste, ma
soprattutto sapevo di essere l'unica a capire realmente come
si
sentisse, perché avevo
provato anch'io delle sensazioni simili. Ormai era un mese che ci
preparavamo: Blair, Spirit e io eravamo suoi complici, soltanto noi
sapevamo cosa sarebbe accaduto quella notte di quattro anni fa!
Dal
diario di Maka, 15 aprile ore 06:45
Ero
stufa di tutto: di quel demente di Soul che mi aveva ferita
affermando prima di amarmi e poi dimostrandomi l'esatto opposto. Non
mi importava nulla di quelli che credevo amici e che non volevano
capire: ormai ero pronta. Lui e gli altri non avevano bisogno di me,
ognuno aveva realizzato il proprio sogno, potevo andarmene, ma mentre
mi preparavo a cambiare vita mi ricordai dell'unica a cui ancora
importava di me e che non volevo lasciare, ma purtroppo era strettamente necessario. Lei in quel momento era in
lacrime fuori dalla porta di casa mia, con Ragnarock e Blair che
urlavano di correre sull'uscio a recuperarla, visto che era in preda ad un'altra crisi ,una molto forte, paragonabile a quella che ebbe quando trovò la lettera. Lei che prima era vitalità e gioia pure ,ormai voleva
solo scomparire. La stessa scena di sei mesi fa si era nuovamente ripetuta, aveva rivissuto quel momento ancora una volta. Corsi da lei e la portai dentro, le chiesi di dirmi
tutto ciò che era accaduto e che farfugliava disperatamente,accompagnata dalle fastidiose lamentele e imprecazioni di
quell'imbecille di Ragnarock. Fu quest'ultimo che con un colpo di
testa fece svenire la mia amica e mi raccontò l'accaduto con
precisione. Ancora una volta aveva rivisto il momento in cui lui l'aveva abbandonata senza spiegazioni con una lettera
di appena quattro righi simmetrici, con la quale aveva
distrutto il fragile equilibrio che Crona si era costruita. Quando rinvenne
le proposi un patto, molto vantaggioso per entrambe. Io volevo andare via, avevo
già una meta e Spirit era d'accordo, avrebbe coperto
entrambe se
Crona fosse fuggita con me. Mi sembrava un piccolo cucciolo
spaventato e infreddolito, ma era ancora lucida e disse che non
potevamo fuggire entrambe, perciò decise di rimanere per
spiare i
miei ex compagni e coprire la mia fuga, sviando ogni possibile
sospetto, facendo fallire ogni tentativo di ritrovarmi aiutandomi a
depistarli ed acconsentendo così alla mia disperata
richiesta
d'aiuto. Mentre Crona mi prometteva di venirmi a fare visita ogni
volta che le sarebbe stato possibile, io ero in camera mia davanti
allo specchio con in mano un paio di forbici, ma non solo per
tagliare le etichette dei nuovi abiti che avevo acquistato per
diventare un'altra persona, per la mia nuova vita. Sciolsi i miei
adorati codini a cui diedi addio per sempre tagliandoli in un solo
colpo,li spazzolai lisciandoli, poi li
legai con l'aiuto di pazienza e tante forcine e indossai una
parrucca; era simile per lunghezza al taglio dei miei capelli, ma era di un rosso
scarlatto intenso ed era composta di piccoli boccoli.Da quel momento stabilii che i giorni di Maka
Albarn finivano lì e che da lì in poi sarei stata Scarlet
Duprè : il peggior incubo della Shibusen. Dopo i capelli passai al
resto: nessuno avrebbe dovuto accorgersi che quella ragazza dai
capelli scarlatti era la figlia dell'arma di Shinigami: lenti a
contatto color ghiaccio, trucco nero sugli occhi e rossetto rosso
sulle labbra. Ormai non ero più Maka, quindi anche il mio
abbigliamento sarebbe cambiato: avevo comprato un vestitino nero
ricoperto di borchie, dei leggins neri di pelle lucidi sempre
ricoperti di borchie, un panciotto molto attillato così come
l'abito
nero con borchie argentate, un golf nero con dei teschi rossi
disegnati ed un mantello proprio come quello di cappuccetto rosso.
Inoltre indossai due bracciali con le borchie ai polsi, un collare
con le spine e un ciondolo a forma di teschio abbinato agli
orecchini. In più avevo un piercing finto sul naso e mi ero
disegnata sulla spalla destra una rosa rossa con dietro un sole ed
una luna uniti. Inoltre indossai una maschera di pizzo nera ricoperta
di brillantini affinché nessuno potesse vedere il mio viso.
Crona
stentava a riconoscermi.
La
mia nuova vita era in una borsa nera di pelle, in una custodia
contenente una splendida chitarra rossa ed in un pacchetto di
sigarette.
Finalmente
non ero più quella ridicola bambinetta chiamata Maka Albarn,
ma
Scarlet Harrison. Alle porte di Death City mi aspettava quel vecchio
porco di Spirit, ma prima dovevo fare una cosa: scrivere una lettera
alla persona che più di tutte mi aveva ferita e dirgli non
che
l'amavo, ma semplicemente che lo ringraziavo di tutto, ma che doveva
dimenticarsi di Maka Albarn, perché da quel
momento non l'avrebbe
mai più rivista, sarebbe andata in giro per il
mondo con la sua
adorata madre e sarebbe andata a Yale a studiare legge, e poi
chissà,
forse un giorno sarebbe tornata lì.
Da
quel momento la mia vita iniziava, la mia meta il deserto del Texas,
dove avrei incontrato la strega Rouhana e le sue due figlie per
metà
vampire e per metà streghe Alice e Violet. Mi sarei
addestrata
cosicché finalmente mi sarei presa quella tanto agognata
rivincita
sulla Shibusen, sui miei ex amici ed in particolare su Soul
Eater
Evans, il mio ex partner a cui avevo lasciato non solo due righe su
un pezzo di carta, ma anche una simpatica sorpresina sullo specchio
del suo armadio. Pregustavo già, conoscendolo, l'espressione
del suo
viso dopo che avrebbe letto ciò che gli avevo scritto.
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Capitolo 2 *** Bleeding love ***
Dal
diario di Reira
Mi
chiamo Layla Reira Serizawa, sono una sangue misto con un solo dono:
la voce. Mi chiamano la principessa cantante. Non so nemmeno
perché
mi chiamino così, ma fatto sta che tutti mi conoscono con
questo
nome. Mi domando come facciano gli altri a conoscermi se nemmeno io
mi conosco. Per tutta la vita mi sono dannata ad amare disperatamente
un uomo che non ha mai provato dei sentimenti per me se non quelli
che si provano verso una sorella, ma che per il suo cosiddetto troppo
amore mi ha rinchiusa in una prigione di cristallo invisibile; mi
sento come le bambole di pezza che stanno lì ferme ad
osservare il
mondo con quei loro occhi così stupendi, immobili senza
alcuna
traccia di sofferenza o di emozione alcuna, ma io non sono
così, o
meglio, non del tutto perché provo un'unica sensazione: un
dolorosissimo vuoto! L'unico modo per alleviare almeno in
minima
parte questa sofferenza che mi opprime è il canto,
perché è nella
musica che io do tutta me stessa, ci metto l'anima in quelle
splendide canzoni. Nella mia mente ora c'è un chiodo fisso,
una
persona, lei: Hachi. Perché non sono lei? Se solo fossi
Hachi lui mi
amerebbe. Chissà cosa si prova ad essere amati realmente e
ricambiati, immagino sia una sensazione meravigliosa, peccato che io
sia solo un'inutile e patetica portatrice di una voce a detta di
tutti così sublime; che sia poi vera questa
affermazione?! Io non
ci credo, in fondo ho questa estensione vocale semplicemente
perché
non sono Giapponese, ma Americana. A volte è difficile
ricordarsi le
proprie origini e la propria vera natura quando le si devono
nascondere continuamente, quando è necessario fingere di
essere
qualcuno che non si è e non si sarà mai!
Dal
diario di Scarlet (Maka)
Dopo
avergli lasciato quella lettera vi spruzzai il mio profumo preferito
al solo scopo di colpevolizzarlo e tormentarlo, per ottenere una
piccola soddisfazione personale. Grazie a lui sono libera di essere
Scarlet, ma in fondo lo sono sempre stata, avevo solo bisogno della
goccia che facesse traboccare il vaso per poter vivere finalmente
serena. Dopo aver firmato e cosparso di eau de toilette la lettera,
sotto il mio vecchio nome gli lasciai il segno di un bacio rosa, di
quel rossetto tipico di Maka. La riposi sul suo letto insieme ad una
foto ed alla maglia che mi aveva regalato per i miei 15 anni, un altro
gesto tipico di quella scialba ragazzina che ero stata e che mai
più
sarei tornata ad essere. Sul tavolo della cucina lasciai una lettera per
ciascuno degli ex amici di Maka e per Blair: lei era l'unica che mi
dispiaceva lasciare, visto che ultimamente si era data una calmata con Soul, oltre alla mia adorata amica Crona. Proprio lei
mi accompagnò fuori dalle porte della città dove
il vecchio porco
mi aspettava. Le mia dolce amica mi aveva fatto un regalo
magnifico prima di separarci: dei guanti neri di pelle con delle
borchie argentate e un foulard nero con delle rose rosse disegnate.
Quei regali capitarono a fagiolo: dovevo coprirmi di più,
ero troppo
scollata per i gusti del vecchio riguardanti la sua adorata
figlioletta. Che ipocrita, prima la faceva soffrire e poi la
soffocava dandole il tormento. Su una cosa concordavo con Maka: gli
uomini sono tutti uguali e soprattutto odiosi o almeno
così
credevo, ma non potevo immaginare che in quattro anni le cose
sarebbero cambiate radicalmente.
Spirit
fu scioccato quando mi vide, davvero non gli sembravo più io
e
infatti lui non sapeva che quella non era più la sua
bambina, ma una
donna, un'altra donna. Lo ringraziai per il complimento e lo
rassicurai dicendo che mi sarei fatta sentire, ma lo avvisai che per
non farmi scoprire mi sarei firmata come Scarlet Duprè , la sua
adorata nipotina. Gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi che
gli volevo bene e che mi sarebbe mancato; tutte bugie, ma dette a fin
di bene per farlo calmare e fargli tenere il becco chiuso, per
lasciare quel luogo così doloroso in pace, finalmente.
Dal
diario di Soul
Erano
le 6:00 del mattino, ero esausto dopo aver trascorso l'intera nottata
a fare baldoria con quei tipi strambi del primo anno di cui non
ricordo i nomi, che gente! Sicuramente stava dormendo, non avevo
voglia di svegliarla: era così bella quando dormiva,
sembrava
un'altra. Peccato che da sveglia non fosse così, ma una
secchiona
rompiballe ossessionata dai libri e che amava tirarmi addosso con i
suoi tremendi Maka
Chop.
Quel nome, Maka, lo avrei rimpianto per molto tempo perché
pur
sapendo cosa provavo per la mia Meister continuavo a fare
l'adolescente idiota, fissato con l'idea di essere cool. Per certi
versi sembravo quel rintronato di Black*Star.
Andai
in camera sua, ma quando entrai ebbi un'amara sorpresa: lei non c'era
e io ero davvero terrorizzato pensando a ciò che mi avrebbe
fatto
Spirit. Così andai in bagno e nemmeno lì c'era
(per fortuna,
altrimenti mi avrebbe decapitato!), la cercai in camera mia e fu
lì
che feci l'amara scoperta. Quando lessi la lettera che mi aveva
lasciato il mondo mi crollò addosso, perché in
apparenza il tono
delle sue parole sembrava gentile, ma ciò che Maka voleva
realmente
dirmi era che mi odiava e che non era il comportamento di una sera,
ma erano parole, gesti e tante altre piccole cose che ci avevano
separati! Dopo averla letta chiamai Spirit, ma lui non fu sorpreso e
mi disse che lui stesso aveva accompagnato la figlia dalla madre
all'aeroporto di Death City e che sapeva della lettera, inoltre mi
disse di guardare in cucina dove lei aveva riposto delle lettere per
gli altri, ma la mia era speciale perché sapevo che forse mi
amava!
Io non so cosa sia l'amore, ma so per certo che il segno di quelle
labbra voleva dire qualcosa e capii solo quando vidi lo specchio nel
mio armadio, sul quale con del rossetto rosso aveva scritto delle
parole che mi ferirono più di un doppio Maka
Chop.
Don't
try to tell me what to do, don't try to tell me what to say. You're
better off that way! You held my hand and walked me home, I know. You
wiped my tears, got rid of all my fears, guess it wasn't enough to
take up some of my love. You were my happy ending but now it's too
late for it because you destroyed all my dreams and all my hopes!
Amor che nulla ha amato amar perdona! Per te non sarà mai
così: ti
odio Soul Eater Evans, addio! Dimenticati di avermi conosciuta, non
cercare di rimettere insieme i pezzi perché non hai
speranze: tu per
me non esisti più! Addio per sempre!
Fu
davvero come un pugno nello stomaco e quel suo “ti
odio” mi aveva
distrutto! Volevo ritrovarla, desideravo dirle che ero pentito,
credevo che forse sarebbe tornata, ma non fu così! Non mi
fidavo di
Spirit: lui sapeva la verità, perché quelle frasi
che aveva scritto
sullo specchio mi fecero credere che forse lei non era dove diceva di
essere. C'era anche un altro elemento a confermare i miei sospetti: i
suoi elastici preferiti li avevo trovati per terra. Tutto questo era
troppo strano perché conoscendo la mia Meister sapevo che
non si
sarebbe mai separata da quegli elastici! Non immaginavo nemmeno
lontanamente quale fosse la verità, ma di una cosa ero assolutamente
certo: volevo farmi perdonare da lei e per farlo dovevo guardarmi
bene da Spirit e da Blair perché ero certo che coprissero
Maka, ma
anche qualcun altro sapeva, solo che non credevo sapesse mentire
così
bene, eppure me lo sarei dovuto aspettare da lei.
Dal
diario di Blair
Non
credevo che la mia Maka soffrisse così. Le avevo promesso
che Soul
non avrebbe saputo nulla dei capelli e della sua nuova personalità,
ma non
mi ero accorta dei ciuffi di capelli per terra in camera sua. Soul
per fortuna di quelli non si era accorto, ma degli elastici
sì!
Speravo non sospettasse nulla di quello che era accaduto quella
notte. Io e Crona non potevamo farci sfuggire nulla, altrimenti
avremmo ferito Maka ancora una volta e non volevamo.
Nei
giorni seguenti Soul era affranto, infuriato, e si sentiva in colpa
per non averla capita e non averle dimostrato quanto tenesse a lei,
ma ciò che temevo era che sospettasse di me credendo che io
sapessi
la verità. Quest'ultima è la cosa più
difficile da capire,
soprattutto per Soul, che nei quattro anni passati dalla fuga di Maka
aveva sempre sospettato che quelle di Spirit fossero solo menzogne.
Purtroppo ci aveva visto giusto, ma nessuna di noi gli parlò
per
amore di Maka, poiché sapevamo quanto avrebbe sofferto se lui avesse scoperto tutto .
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Capitolo 3 *** A little pain ***
Dal
diario di
Nana Komatsu
Io
sono Nana
Komatsu, ero una ragazza volubile, che si innamorava facilmente.
Seconda di tre figlie nate da una famiglia né ricca
né povera.
All'età di vent'anni andai a vivere a Tokyo per ritrovarmi
con la
mia amica Jun, il suo fidanzato Kyosuke e il mio ragazzo di allora
Shoji. Non immaginavo che quel viaggio mi stava conducendo verso un
destino che nemmeno immaginavo; si dice che ci sia un filo rosso che
lega i destini delle persone, fu così per me! Infatti in
quel
pallido e freddo inizio di primavera, il Grande Demone Celeste aveva
intrecciato il mio filo con quello di un'altra ragazza. Il suo nome
era Nana Osaki, ci incontrammo per puro caso su quel treno,
accomunate prima da un nome e da una meta, poi da una band: i
Trapnest. Quel gruppo era il nostro destino: per Nana significava un
amore perduto in cui, però, non aveva mai smesso di credere,
per me
ha significato tante sofferenze e un nuovo amore, ma soprattutto
vedere realizzato quel sogno di bambina quale in fondo ero ancora:
diventare una sposa e una mamma! Per me quel sogno si è
realizzato
grazie a Takumi. Abbiamo avuto dei momenti difficili, ho sofferto
molto, mi sono allontanata da colei che era diventata il centro del
mio mondo, ma ora sto bene, abbiamo imparato ad amarci sempre di
più,
ma soprattutto a rispettarci e a comprenderci reciprocamente. Con lui
ero felice, non rimpiangevo quei momenti felici trascorsi con Nobu,
ma ero felice perché avevo dei nuovi ricordi, quelli di
Sachiko, mia
figlia, il nome della collaboratrice del Grande Demone Celeste e di
quella che mi aveva portato via Shoji, eppure avevo scelto proprio
quel nome per la bimba che tanto amavo.
Erano
passati
quattro anni da allora, mia figlia ne aveva tre e mezzo e dopo poco
sarebbero stati quattro. Ero super felice, scodinzolavo di gioia...
beh, in fondo sono sempre io Hachi, il cagnolino fedele. Ero a New
York in uno splendido albergo vicino Central Park e c'erano tutti: i
Trapnest e i Blast, il gruppo della mia migliore amica Nana, Sachiko,
la mia piccolina, e anche lo zio Kyosuke e la zia Jun, così
chiamava
i suoi zietti preferiti. Lei adorava due persone in particolare: Nana
e Reira. Mi sembrava l'unica che riuscisse a dare conforto a
quest'ultima, a capire i suoi veri sentimenti, lei comprendeva Reira
meglio di qualsiasi adulto, persino meglio di Takumi e Shin. Ogni
volta mi chiedeva di andare a tenere compagni alla sua amichetta
Reira, sapeva che con i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere la
rasserenava, anche se per poco. Entrambe si sentivano speciali l'una
per l'altra: quel filo rosso che legava me e Nana ora legava Sachiko
a quella meravigliosa principessa dai lunghi ricci tra il biondo e il
castano dai riflessi rosei.
Dal
diario di
Reira
Erano
passati
quattro anni da quando l'uomo che ho sempre amato aveva sposato
Hachi. Oramai anche io la chiamavo così, non provavo
più né
invidia, né rancore, né gelosia: per me era
diventata una sorella,
in fondo lei non era cattiva, ero io quella sbagliata, ma grazie al
matrimonio di Takumi avevo conosciuto l'unica persona che riusciva a
capire i miei veri sentimenti guardandomi appena negli occhi: lei, la
mia nipotina, la mia amica Sachiko. Con lei ero libera, mi sentivo
felice e sognavo a occhi aperti, illudendomi che anche io avrei avuto
una famiglia. Dubitavo che questo sogno si sarebbe avverato, ma in
quel momento desideravo solo rendere felice la mia amichetta, come mi
chiamava lei, perché in quel momento era questo che contava
per me e
l'amore di Shin. Lui era quel tanto sospirato principe che mi avrebbe
liberata da quel dolore immane, o almeno lo speravo, perché
il
nostro rapporto col tempo era cambiato, da una relazione illecita e
costosa all'inizio di una storia piena di passione e tenerezza. Aveva
persino imparato a suonare la mia canzone preferita per rendermi
felice, Shin mi chiamava Layla, non Reira, era l'unico che riusciva a
farmi accettare la mia vera essenza e sapevo che di lui non potevo
fare a meno. Avevano provato a separarci, ma nessuno c'era riuscito,
nemmeno Takumi che adesso aspettava una mia mossa falsa per dividerci
ancora e io non volevo e non potevo permetterglielo,
perché lo
amavo più di me stessa e sapevo che se ci avessero divisi
ancora
sarei morta!
New
York è un
luogo magnifico, infatti è qui che sono nata. Ora
sono in un
magnifico albergo vicino Central Park con gli altri membri dei
Trapnest, inoltre ci sono anche i Blast, di cui il mio adorato Shin
è
il bassista. Insieme a noi Trapnest sono venute Hachi e la piccola
Sachiko, che passa la maggior parte del tempo con me lasciando libera
Hachi di visitare la città con Jun e Kyosuke e quando
è libera
anche Nana si diverte a fare shopping con lei! Io adoro Sachiko,
anche se è solo una bambina riesce a capirmi meglio degli
adulti e
mi ricorda la protagonista di un libro che mio padre mi leggeva da
bambina, “Pollyanna”, quella bambina orfana viveva
con la zia e
faceva il gioco della felicità... Beh, Sachiko era
così ottimista,
sempre sorridente e molto più matura di una normale bambina
della
sua età. Shin diceva che quella di Sachiko era una missione
e io ero
della stessa opinione. Ciò che mi affliggeva era il nuovo
album,
dovevo scrivere tre nuove canzoni e non avevo alcuna ispirazione. Mi
sentivo persa perché sapevo che qualsiasi cosa avessi
scritto
sarebbe stata incompatibile con le idee di Takumi, mi chiedevo allora
perché non le lasciasse sempre scrivere a Ren, eppure dovevo
stare
davanti a quel pianoforte cercando di comporre un testo adatto alle
musiche fornitemi da Takumi, ma quelle note non erano mie e non
riuscivano a entrarmi nel cuore. Ero disperata, ma allo stesso tempo
felice perché lui aveva bisogno di me e questo mi era
più che
sufficiente per tentare in tutti i modi di compiacerlo e far
sì che
fosse soddisfatto di me, perché era questo che volevo! Shin
non
sospettava nulla, non volevo che si angosciasse per me, dovevo
cavarmela da sola, lui con me era sempre premuroso; quando ero con
lui provavo un leggero tepore che mi scaldava l'anima, forse era
proprio questo l'amore. Quando ero con lui spesso mi capitava di
arrovellarmi il cervello pensando al perché amassi anche
Takumi e al
perché quando trascorrevo del tempo con lui non sentivo quel
magnifico tepore? Perché non potevo fare a meno di amare
Takumi
nonostante sentissi un dolore lancinante nel profondo della mia
anima? Ero confusa, disperata, devastata da un vuoto che nemmeno Shin
riusciva a colmare! Ero stanca di vivere così
perché la felicità
che tanto desideravo mi sfuggiva sempre dalle dita, non riuscivo a
spiegarmi perché anche durante i momenti di
serenità dovevo
soffrire così! Era per questo che il canto era diventato la
mia
unica ragione di vita, perché solo cantando riuscivo a non
pensare!
Se solo fossi potuta scomparire sarebbe stato tutto più
semplice!
Dal
diario di
Scarlet (Maka)
Dopo
che mi
congedai da Spirit assicurandogli la mia assiduità nello
scrivergli
delle lettere fu durissimo per me dire addio a Crona; è
sempre dura
dire addio a chi ti vuole bene, ma era strettamente necessario quel
gesto, non potevo continuare a nascondermi, perciò ero
soddisfatta
della mia scelta. Appena fuori dalla città mi accesi la
prima
sigaretta, ne avevo davvero bisogno, ogni volta che aspiravo il fumo
e poi lo lasciavo uscire dalla mia bocca era come se man mano mi
liberassi di pensieri, ricordi e sensazioni indesiderate, quasi come
se fossero degli immensi macigni di cui desideravo liberarmi a ogni
costo. Percorsi circa due miglia prima di arrivare al luogo in cui mi
aspettavano. Una volta arrivata trovai ad attendermi vicino a uno
strambo furgoncino color ruggine due ragazze che presto sarebbero
entrate nella mia vita e che sarebbero diventate nel giro di un anno
la mia nuova famiglia, infatti Rouhana, dopo il mio primo anno di
permanenza nella sua casa nel deserto del Texas, avrebbe deciso che
sarei diventata sua figlia e per questo mi avrebbe donato uno strano
amuleto a forma di diamante rosso, con al centro un cuore contenente
un teschio, entrambi argentati. Con quel ciondolo Rouhana mi avrebbe
donato una parte della sua magia, da quel momento sarei stata una
strega proprio come Crona. Appena mi avvicinai al furgone, una strana
ragazza vestita di rosa da capo a piedi con dei deliziosi boccoli
biondi e due enormi e vivacissimi occhi blu, proprio come due
zaffiri, corse verso di me e mi abbracciò, come se foss
stata una
persona a lei cara che non vedeva da chissà quanto tempo. Io
le
rivolsi la parola per prima chiedendole il suo nome e lei mi rispose
abbracciandomi impazzita di gioia: “Non c'è
dubbio, la mamma aveva
ragione!” rise “Tu devi essere sicuramente Scarlet,
eh sì, sei
davvero meravigliosa come ti aveva descritta la mamma! Sorry, come al
solito esagero...” rise ancora “Io sono Violet
Dupré e quella lì
in fondo vestita di grigio con lo chignon castano è mia
sorella
maggiore Alice, noi siamo le figlie di Lady Rouhana Dupré,
piacere
di conoscerti!”. Ero rimasta scioccata dai suoi modi, eppure
già
provavo simpatia per quella ragazzina così vivace. Poco dopo
mi si
avvicinò Alice che mi disse di poggiare la mia roba sul
furgone e di
salire a bordo. Io ubbidii subito e montai sul retro dove avrei
potuto fumare in pace e godermi l'aria fresca del deserto con un po'
di musica nelle orecchie! Ascoltavo una canzone degli Evanescence che
si chiamava Haunted e mi piaceva perché in fondo anch'io ero
braccata, non potevo permettermi passi falsi, altrimenti sarei stata
scoperta e non avevo voglia di incontrare quei bambinetti della
Shibusen, in particolar modo quel cretino patentato del mio
ex-partner Soul. Finita la sigaretta che avevo in bocca tutta sporca
di rossetto la gettai ed estrassi il pacchetto per poterne accendere
un'altra. Non potevo fare a meno di quella terza sigaretta della
serata, sembravo una fumatrice incallita a rischio crisi d'astinenza
da nicotina, eppure non fumavo molto, era da circa un mese che avevo
comprato il mio primo pacchetto. La mia fuga da Death City non era
stato un capriccio dell'ultimo minuto, ma un piano ben congegnato, la
cui preparazione e attuazione avevano richiesto più di un
mese data
la costante presenza di quel rompiballe del mio ex-partner. Non avevo
potuto contare sull'aiuto di mio padre per poterlo distrarre,
fortunatamente Blair, che era mia complice, aveva deciso di assumere
il ruolo di distrattrice di Soul, per mia fortuna. Solo grazie
all'intesa tra Blair, Crona e Spirit ero riuscita ad arrivare quella
sera. Oggi era un altro giorno, il primo di una nuova vita.
Dopo
tre ore
circa di viaggio arrivammo alla tanta sospirata casa di Rouhana che
ci aspettava sull'uscio. Alice, dopo aver fermato il furgone,
ordinò
alla sorella di aiutarmi a scaricare i bagagli e di aiutarmi a
sistemare la mia roba nella mia camera che era stata di Violet, ma
lei ora divideva una stanza enorme con la sorella, quindi ne era
avanzata una per me. Appena scesi dal furgone salutai Rouhana e la
ringraziai per aver accettato di ospitarmi in casa sua, lei mi
rispose solo con un sorriso gentile. Io avevo immaginato la sorella
maggiore di Spirit come un'anziana signora e invece era una
bellissima donna sulla cinquantina, anche se dimostrava circa
trent'anni. Aveva gli stessi capelli del fratello, solo più
lunghi e
leggermente più chiari, i suoi occhi erano come quelli di
Violet,
blu zaffiro, invece la forma del viso era un ovale perfetto color
bronzo come quello della figlia Alice. Non mi ricordava affatto
l'idiota, per me era assolutamente impossibile che quella fosse sua
sorella maggiore, forse l'età, il fatto di essere una strega
e
l'essere donna la rendevano completamente diversa da quel donnaiolo
rincitrullito che era stato già informato del mio arrivo da
Alice.
Una volta entrata in casa potei osservare meglio i lineamenti di
Rouhana, il suo fisico alto e slanciato e il seno ben proporzionato.
Anche lei amava prendersi cura del suo corpo allenandosi
costantemente, almeno in questo somigliava a Spirit. Alice mi
mostrò
la stanza che Violet mi aiutò a sistemare. Dopo aver
disfatto i
bagagli ed essermi struccata e preparata per la notte era arrivato il
momento di togliermi la parrucca, ma non ne avevo intenzione,
così
Violet che era ancora con me fece un incantesimo affinché la
parrucca si adattasse ai miei capelli e durante la notte non mi desse
fastidio. Indossai una camicia da notte di pizzo ricamata color blu
cobalto e guardandomi allo specchio osservai che quella camicetta mi
calzava a pennello, ero davvero provocante e quel rincitrullito di
Evans prima avrebbe avuto un collasso con relativa perdita di sangue
dal naso e infine si sarebbe comportato come tutti gli uomini. L'idea
mi divertiva, ma godevo del fatto che gli negassi quello shock e
soprattutto godevo della sua sofferenza. Ero davvero perfida e me ne
compiacevo molto. La mattina dopo mi svegliai alle 11:00, ero
sorpresa che mi avessero lasciata dormire così a lungo, ma
forse era
per il semplice fatto che la notte precedente era stata molto
faticosa per me. Mi alzai e andai verso la cucina dove Rouhana mi
attendeva, appena mi vide mi salutò con un caldo abbraccio,
come se
fossi stata sua figlia. Ero davvero sorpresa e lei lo aveva capito,
perciò cercava di mettermi a mio agio: “Sentiti
come se fossi a
casa tua, non considerarmi come la tua maestra o tua zia, Scarlet, ma
come madre! Sei molto bella e somigli molto a Kami.”. I suoi
complimenti mi fecero arrossire. Per colazione la mia nuova mamma mi
aveva preparato un dolce allo yogurt e una tazza di the alla cannella
con una spruzzata di zenzero. Era tutto squisito, in cuor mio mi
ripromisi di diventare brava come lei. Dopo colazione ebbi solo il
tempo di farmi una doccia e di indossare una camicia bianca lunga,
dei leggins neri abbinati a un gilet di jeans nero, le mie solite All
Star nere con i teschietti rossi e di truccarmi! Quella mattina Alice
e Violet mi accompagnarono a Dallas a comprare dei vestiti e della
biancheria nuova, poi decisi di farmi tatuare quel disegno che avevo
sulla spalla sinistra! Finalmente quel disegno, grazie a un amico di
Alice, Bill, divenne un magnifico tatuaggio. L'ago che aveva inciso
la mia pelle non mi aveva provocato alcun dolore visto che ero
abituata a dolori peggiori di quelli di un semplice tatuaggio, sia
fisici che morali, ma oramai era acqua passata. Dopo ciò
accompagnai
Alice e Violet prima a fare shopping, poi a svolgere delle
commissioni per Rouhana in uno strano negozio di articoli di magia.
Il locale era piccolo ed era arredato in stile Halloween. In effetti
aveva tutta l'aria di essere la tipica casa degli orrori dei Luna
Park e in fondo era una cosa plausibile visto che si trattava di un
negozio di articoli di magia. Ci sbrigammo in meno di dieci minuti,
dato che l'anziana strega che gestiva il negozio conosceva le ragazze
e sapeva perfettamente cosa desiderassero. La donna aveva aveva perso
cinque minuti nel retrobottega per cercare degli strani pacchi che
Alice prese in consegna senza battere ciglio perché sapeva
perfettamente quale fosse il contenuto degli scatoli e non aveva
motivo per dubitarne. I restanti cinque minuti Violet li trascorse a
contrattare sul prezzo mentre io e Alice aspettavamo impazienti di
uscire dal negozio in cui si soffocava per il caldo. Dopo essere
uscite dal retrobottega, salimmo sul furgone e ritornammo dritte a
casa da Rouhana.
Dal
diario di
Crona
Dopo
aver
salutato la mia più cara amica, tornai nella mia stanza alla
Shibusen di nascosto, piangendo senza farmi sentire da nessuno: non
volevo che qualcuno si svegliasse a causa mia e mi chiedesse il
perché di quelle lacrime! La mattina seguente nei corridoi
incontrai
Soul, dal cui sguardo avevo intuito che avesse trovato lo specchio.
Quando lui si accorse della mia presenza rivelata da quell'imbecille
di Ragnarock che gli urlò contro dandogli dell'albino scemo.
Un
brivido di terrore mi attraversò la schiena, temevo che lui
sospettasse qualcosa e che pretendesse da me delle spiegazioni che
non potevo dargli. Fortunatamente le mie paure si rivelarono
infondate perché Soul non aveva ancora capito le reali
intenzioni di
Maka, o forse più semplicemente riteneva che lei non mi
avesse detto
nulla affinché io non soffrissi più di quanto non
avessi fatto
negli ultimi sei mesi a casa di un certo shinigami e di due weapon
che proprio non riuscivano a capirmi, ma in fondo non era colpa loro
e questo lo sapevo bene. Il mio dolore non derivava certo dalla sua
partenza o almeno non del tutto. Soffrivo perché mi sentivo,
inutile
e soprattutto credevo che Medusa avesse ragione: io non ero altro che
un suo esperimento mal riuscito, come potevo credere di poter vivere
in modo normale, ma soprattutto di poter essere felice? Provavo
compassione per Soul, con quei suoi occhi rossi spenti dal dolore, io
comprendevo alla perfezione la sua sofferenza, dopotutto anche io ero
stata abbandonata prima da mio padre, poi da mia madre e infine dal
ragazzo che amavo. Sapevo come si sentiva Soul, avrei voluto aiutarlo
e confortarlo dicendogli che Maka stava bene ed era felice, ma non
potevo tradire l'unica persona che davvero teneva a me,
perché era
tutta colpa di lui se lei soffriva terribilmente e si era dovuta
allontanare da me. Un'altra ferita che mi lacerava il petto, ormai
ero rassegnata, sapevo qual era il mio destino e non potevo
combatterlo e neppure cambiarlo perché non ne avevo
né la forza, né
il potere, anche se lo desideravo con tutta me stessa.
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Capitolo 4 *** Beautiful soul ***
Dal
diario di Kid
Erano
mesi ormai
che il mio caro padre mi aveva affidato quella missione. Dopo il
tradimento di Justin Law, la death scythe responsabile dell'Europa
Occidentale, ero stato mandato lì a Maiorca per addestrare
la nuova
death scythe Europea e la sua meister. La prescelta per questo
compito si chiamava Lola Vasquez, aveva 16 anni circa e un fisico
asciutto ma muscoloso, capelli biondi e lisci, occhi verde acqua
vivacissimi, sempre pronti a osservare le mie mosse per poterle
contrastare in modo rapido ed efficace, ed era davvero un'ottima
allieva, il problema era la sua sorella gemella Marisol, che spesso
entrava in conflitto con lei per motivi futili e per questo non
riuscivano ad armonizzare la loro lunghezza d'onda. In quel periodo
la situazione era migliorata e presto avrebbero potuto affrontare i
kishin che terrorizzavano l'Europa. Per completare il loro
addestramento avevo chiesto al mio nobile padre di inviare le sorelle
Thompson in missione a Maiorca affinché mi aiutassero a
completare
l'addestramento delle mie due allieve. Da un lato ero felice per
loro, perché mi avevano insegnato molto, mi avevano reso una
persona
migliore, ma dall'altro mi sentivo un mostro per aver abbandonato la
donna che amavo, l'unica che era in grado di percepire qualunque mio
turbamento, ma soprattutto con quei suoi occhi blu notte riusciva
sempre a regalarmi quella pace e quella serenità che tanto
desideravo. Mi mancava tutto di lei, i suoi splendidi occhi, quelle
mani bianche come la neve così delicate che quando mi
accarezzavano
mi facevano ritornare bambino ripensando alla mia amata madre che
purtroppo non c'era più, i suoi baci dolcissimi che mi
mandavano in
Paradiso, i suoi abbracci nel cuore della notte, quando tormentata
dagli incubi mi stringeva forte implorandomi con le lacrime agli
occhi di non lasciarla mai. Proprio di notte sentivo una solitudine
incredibile perché non avevo lei accanto da poter
abbracciare quando
mi sentivo solo o venivo tormentato dalle mie nevrosi o addirittura
quando sentivo di essere uno shinigami fallito, lei mi rassicurava
dicendomi che per lei sarei sempre stato il suo super
shinigami e
che sicuramente mio padre e mia madre erano fieri di me, ma
soprattutto lei, che guardandomi dall'alto come diceva Crona non
poteva non essere fiera del ragazzo più audace, sensibile,
dolce,
gentile, serio, coraggioso e giusto di tutta la Shibusen. Mi sentivo
un mostro perché prima le avevo donato la
felicità e la gioia di
vivere e poi gliele avevo negate abbandonandola su due piedi senza
darle una spiegazione valida, ma soprattutto senza nemmeno dirle
addio! Mi rendevo perfettamente conto che il responsabile della
sofferenza di Crona ero io e quando mio padre mi mostrò
quell'angelo
dai capelli rosa che piangeva disperato in riva al mare e che
strappava le nostre foto insieme mi sentii uno schifo, ma il colpo di
grazia me lo inflisse quando seppellì il bracciale di quarzo
rosa
come i suoi capelli sotto la sabbia dorata di quella spiaggia
sussurrando strane parole e infine un: “Addio, maledetto
shinigami
simmetrico!”. Il mio cuore andò in mille pezzi!
Ora sapevo come si
sentiva la mia Crona! Anche io soffrivo e maledicevo la mia natura di
shinigami e la mia missione perché mi avevano costretto ad
abbandonare la donna che amavo più di me stesso. In fondo me
lo ero
meritato, credevo che anche impegnandomi con tutta l'anima non avrei
mai dovuto rinunciare a qualcosa data anche la mia natura, ma come al
solito avevo sottovalutato la vita perché non si
può avere tutto
anche se si è shinigami e perdere Crona era stata la pena da
scontare per la mia superbia.
Dal
diario di
Shin
Mi
chiamo
Shinichi Okazaki, ma tutti mi chiamano Shin. Non so chi sono in
realtà, le mie uniche certezze nella vita sono la mia
musica, i miei
amici e infine lei, la mia donna, Layla. Lei mi ha cambiato la vita,
grazie a Reira (così la conoscono nel mondo
perché lei è la
principessa dei Trapnest) ho scoperto l'esistenza del filo rosso del
destino, un legame indissolubile che unisce le anime e le vite di due
persone! Io e lei siamo nati nello stesso giorno, abbiamo entrambi un
passato difficile alle spalle che è quasi impossibile
cancellare, ma
da quando ci siamo trovati è stato come un miracolo per
entrambi
perché pian piano ci stavamo conquistando la
felicità o almeno così
credevo, di certo non immaginavo i tormenti che affliggevano il mio
angelo, non credevo che lei mi nascondesse tutto quel dolore che poi
col tempo sarebbe venuto fuori e che io tentavo disperatamente di
lenire. Conoscendo meglio Reira ero venuto a contatto con quel senson
di vuoto che l'affliggeva da una vita intera. Quando sentivo cantare
la mia donna era come se riuscissi a penetrare all'interno di quella
corazza che aveva creato per proteggere la sua fragile anima. Ogni
volta che trascorrevamo la notte insieme sentivo di avvicinarmi
sempre di più al suo mondo e che ne stavo diventando parte
integrante e questo mi rendeva davvero felice, come mai ero stato in
vita mia. Erano quattro anni che suonavo nei Blast come bassista,
all'inizio eravamo dei dilettanti con un sogno comune, ma in quel
momento eravamo dei professionisti che avevano un obiettivo in
comune: trasmettere qualcosa di noi al pubblico tramite le musiche e
i tesi che Nobu scriveva e che la nostra vocalist Nana cantava,
ipnotizzando la gente con la sua voce unica e inconfondibile. Eravamo
a New York per un tour celebrativo per i quattro anni trascorsi dal
nostro debutto organizzato dalla nostra casa discografica. Per nostra
fortuna (mia e di Nana), eravamo nello stesso albergo vicino a
Central Park dove alloggiavano i nostri partner che suonavano nei
Trapnest, infatti Nana era la ragazza di Ren, il chitarrista della
band della mia adorata Layla. Tutti la chiamavano Reira, ma il suo
vero nome è Layla dato che lei non è Giapponese e
del resto neanche
io lo sono del tutto, proprio come lei che è Americana,
precisamente
di New York, quindi per lei questo ritiro nella Grande Mela era un
ritorno a casa. Il mondo non sapeva la verità del mio angelo
perché
non l'avrebbero accettata mai ed era per questo che lei, Layla, era
costretta a nascondere la sua vera natura.
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Capitolo 5 *** Kuroi Namida ***
Soul:
Ormai erano mesi , che alla Shibusen non avevamo notizie di Maka. La
sua fuga
ci aveva distrutti : Tsubaki aveva perso la sua migliore amiche,
Black*Star
aveva perso la vittima predestinata dei suoi stupidi scherzi, Patty e
Liz
avevano perso una compagna di shopping e di avventure, Crona aveva
perso la
sua migliore amica, poco dopo essere stata abbandonata da quel cretino
di un Kid
ed infine io cosa avevo perso: la mia migliore amica, la mia Meister
oppure
qualcosa di più di quella semplice secchiona piatta con cui
condividevo
l’appartamento e che si prodigava perché mi
comportassi come una persona decente?
Io invece di capire i suoi problemi, avevo continuato ad imitare le
divertenti idiozie di Black*Star.
Dal
giorno in cui ci aveva abbandonati, mi ponevo quella domanda
così assillante,
perché entrambi sapevamo quali erano i nostri sentimenti, ma
per colpa della
mia ossessione per mostrare che ero un tipo tosto, uno cool, uno che
poteva avere
qualunque cosa desiderasse, l’avevo persa e lei me lo aveva
scritto su uno
specchio graffiato, che aveva strappato dal mio armadio; lo stesso che
mi
aveva regalato LEI! Ero stato un idiota, ma di questo me ne resi conto
solo
molto tempo dopo la sua fuga. Volevo farle sapere che ovunque lei fosse
stata
io avrei aspettato il suo ritorno per poterle parlare e chiarire quella
situazione orrenda che si era creata fra noi due.
Un
anno dopo la partenza di Maka decisi di scriverle una lettera e di
dirle tutto
ciò che sentivo per lei e quanto noi tutti soffrissimo per
la sua partenza. Ma
soprattutto volevo dirle quanto fosse grande ed incolmabile il vuoto
che aveva
lasciato nella mia vita e che desideravo che lei tornasse da me, anche
se solo
per poco ed esclusivamente per chiarirci! Dopo averle scritto la
lettera decisi di
spedirle la
cosa più preziosa che possedevo, l’orologio da
tasca che Wes mi aveva regalato
il giorno in cui ero diventato Death Scythe, per testimoniarle quanto
per me
lei fosse importante. Quanto poco cool ero diventato a causa di quella
bionda
secchiona svampita dagli occhi smeraldo, così attraenti.
Qualche
giorno dopo averla scritta e rivista per la centesima volta la
consegnai al
signor Albarn, affinché la recapitasse alla figlia, gli
dissi che era da parte
di tutti noi, anche di Crona. Il vecchio idiota c’era cascato
in pieno disse
che l’avrebbe data alla figlia a condizione che nessuno di
noi facesse domande
su di lei. Io acconsentii e lui prese la lettera in custodia,
lasciandomi con
la speranza che forse l’avrebbe avuta, ma che soprattutto non
l’avrebbe letta.
Io ero ignaro del fatto che a consegnare la lettera, come
scoprì molto tempo
dopo, sarebbe stata Crona, perché Spirit sapeva benissimo
che avremmo
sorvegliato costantemente lui e Blair per avere informazioni su Maka,
ma non ci
sarebbe mai venuto in mente di controllare
i movimenti di Crona.
Ren:
Mi chiamo Ren Honjo e sono il chitarrista dei Trapnest, sono sei anni
che ho debuttato
con questa band. Non c’è molto da dire sul mio
passato. Sono stato
abbandonato subito
dopo la mia nascita
nei magazzini del porto della mia città. Sono cresciuto in
un
istituto dove ho
incontrato Yasu, il mio più caro amico, che poi fu adottato.
Ho studiato fino alla
terza media. Infatti non ho frequentato le superiori, perché
dovevo lavorare
per poter raccogliere i soldi per vivere come musicista. Ho fondato due
band.
La prima, i Brute si è sciolta quasi subito, la seconda i
Blast sopravvive a
tutt’oggi senza di me. La musica mi ha permesso di incontrare
dei validi amici, Nobu e Yasu e la donna della mia vita Nana. Sono
sempre stato uno di poche parole, non mi è mai piaciuto
dover parlare di me, ma soprattutto ho sempre cercato di essere
indipendente.
Un
anno e mezzo dopo l’inizio della mia storia con lei e di
quella dei Blast, io
me ne andai a Tokyo per debuttare con i Trapnest, la mia band attuale.
Adesso
dopo sei anni dal giorno in cui abbandonai i miei amici e la mia donna,
sono
qui a New York in un albergo vicino a Central Park, dove alloggiano la
mia
donna, la sua band, la sua ex coinquilina attuale moglie di Takumi, la
loro
figlia ed infine degli strani tipi amici della novella signora
Hichinose. Da
quando io e Nana siamo ritornati insieme ho ritrovato il mio
equilibrio. Qui a
New York io e Nana abbiamo avuto pochi momenti liberi da passare
insieme , ma
presto rimedierò a questo inconveniente.
Nobu:
Mi chiamo Nobuo Terashima e sono il figlio dei proprietari
dell’hotel Terashima
,il luogo dove è nata la band di cui faccio parte i Blast.
Tutti mi chiamano
Nobu ed a me la cosa non dispiace affatto. I miei genitori desideravano
che io
seguissi le loro orme , ma io non avevo alcuna intenzione di gestire un
albergo
io volevo e voglio tutt’ora vivere grazie alla mia musica,
perché per me nulla
può avere senso se non accompagno il canto della nostra
vocalist Nana con la
mia chitarra. Far parte dei Blast non sarebbe mai stato possibile senza
Ren,perché è grazie a lui che sono entrato nella
band.
Frequentavo
le medie con Ren e Yasu,mentre conobbi Nana alle superiori. Lei quella
ragazza
sempre cupa e solitaria , senza la minima voglia di vivere, divenne la
mia
migliore amica e in seguito non solo la cantante della mia band , ma
anche la
donna del mio migliore amico . Fui io a farli incontrare per la prima
volta ad
un concerto del precedente gruppo di Ren, i Brute (di cui faceva parte
anche
quel pelatone di Yasu), quella sera due sguardi magnetici si erano
trovati per
la prima volta.
La
scintilla scoccò quella sera , ma le fiamme arrivarono dopo
la fondazione del
gruppo. Dopo la partenza di Ren io e Nana eravamo rimasti feriti io
come amico
e lei come compagna, ma anche come musicisti. Grazie a Nana ho
conosciuto
l’amore, poiché quando ci trasferimmo a Tokyo per
sfondare nel mondo della
musica, lei mi presentò Hachi la sua coinquilina.
Di lei mi innamorai subito, ma quanto dovette aspettare il
mio amore per essere ricambiato, troppo direi, soprattutto per la breve
vita che ha avuto la nostra storia.
Le
mie idee su questa creatura si rivelarono effimere come bolle di sapone
, nel
momento in cui lei che tanto amavo mi lasciò, ma non per
suo volere, ma per
colpa di Takumi, che voleva riconoscere il figlio che Nana aspettava da
lui. Ma è anche vero, che lei troncò la nostra
storia senza darmi spiegazione alcuna.
Non provo rancore per lei, anzi le sono molto affezionato per me
è quasi una
sorella. Ora dopo quattro anni da quegli eventi che cambiarono la mia
vita e
quella della nostra band, siamo a New York per il nostro primo live
tour
oltreoceano e alloggiamo nello stesso albergo di Central Park dove
risiedono
anche i Trapnest, la nuova band di Ren, Hachi e la sua bambina Sachiko.
Inoltre
tramite Nana, ho conosciuto una ragazza bellissima di cui mi sono
innamorato,
so solo che si chiama Scarlet ed è davvero stupenda.
Ho sempre idealizzato la creatura donna,
infatti mi sono sempre innamorato troppo
facilmente. Il mio primo amore risale all'età di cinque
anni. Lei era una dipendente della pensione gestita dai miei genitori,
che di nascosto mi donava le caramelle che tanto amavo e che i miei mi
negavano. Quando si sposò lasciò il lavoro,
provocandomi la mia prima delusione d'amore. Di delusioni ne ho avute
tante, ma l'unica che non mi ha mai tradito è stata la
musica, che mi ha sempre accompagnato nel mio percorso di vita.
Spero che anche Scarlet non mi deluda, anche se in quei suoi
magnifici occhi di ghiaccio sembra nascondersi un grande vuoto. Vorrei
tanto sapere cosa la turba, per poterla aiutare, anche solo da lontano,
desidererei poterle stare accanto e sostenerla. Aspetterò
per conoscere meglio il sentimento che nutro verso di lei e poi
lascerò che sia il destino a decidere del nostro futuro.
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Capitolo 6 *** You are the only exception ***
Crona:In
quei quattro anni trascorsi dalla fuga di Maka dall’accademia
, tante cose
erano cambiate. C’era ormai chi si era tristemente
rassegnato, come Black*Star,
chi soffriva in silenzio, come Tsubaki e chi cercava di farsi forza e
dare
sempre il massimo in onore dell’amica che li aveva
abbandonati, come Liz e
Patty. Solo una persona negava l’evidenza che purtroppo era
chiara a tutti noi:
Soul.
Lui
era l’unico che ancora sperava nel ritorno di Maka , nella
speranza che lo
perdonasse per i suoi inconsapevoli sbagli. E poi c’ero io
che mentivo a me
stessa ed ai miei amici , fingendo di soffrire per la mancanza della
mia
migliore amica, che presto avrei rivisto. Mi rattristava dover mentire
a tutti per
proteggerla,ma non potevo di certo tradirla, quando lei aveva rischiato
più
volte la vita per me.
Volevo
non amare più Kid, ma per quanto mi sforzassi di detestarlo,
proprio non ci
riuscivo, oramai credevo che mi fosse indifferente, per me lui doveva
essere il
nulla, io lo amavo ancora, ma la magia mi aiutava ad illudermi del
contrario.
Finalmente non soffrivo più per amore di quello Shinigami
tanto bello quanto
odioso, ero libera di vivere senza tormenti e rimpianti o almeno
così credevo,
povera illusa speravo davvero di dimenticarlo così sarebbe
stato tutto più
facile.
Il
giorno del quarto anniversario della fuga di Maka dalla Shibusen, andai
da lei
in Texas da dove poi saremmo partite alla volta di Pasadina, dove
avremmo
trascorso quattro giorni in una beauty farm. Tutti pensavano, che sarei
andata
a Bath, per curarmi, ma si sbagliavano di grosso. Avevo mentito e non
ero
affatto pentita,in fondo non era poi così grave.
Quando
raggiunsi Maka , mi soffermai a pensare su quanto la mia amica fosse
cambiata
,non era più una ragazzina, ma una donna stupenda , il suo
corpo e la sua anima
si erano evolute così come
i miei; per
Maka era diverso e lo sarebbe sempre stato io ormai ero rassegnata
avevo
imparato ad accettare le cose. Mi avvicinai alla Bentley nera
decappottabile
parcheggiata fuori alla villetta di Rouana, che sorgeva nel bel mezzo
di
un’oasi impossibile da trovare per chi non conosceva il
deserto o possedesse la
Soul Perception, e
proseguii immersa nei
miei pensieri fino alla porta di casa. Non appena bussai alla porta mi
aprì
Maka tutta trafelata poiché aveva corso per tutte le scale
rischiando di
rompersi così l’osso del collo.
Quella
mattina, era davvero bellissima. Indossava un abitino blu a fascia con
un
nastro nero in vita con un fiocco sul davanti a mo’ di
cintura, un paio di
sandali allacciati fin sopra le caviglie dello stesso colore del abito
, un
paio di occhiali da sole neri molto alla moda ed infine una borsetta
nera che
conteneva tutti i suoi effetti personali.
Maka
aveva già caricato le sue valigie in
macchina,così dopo aver caricato i miei
bagagli sull’auto partimmo alla volta di Pasadina . Durante
il viaggio le
accennai delle celebrazioni per gli ottocento anni di Lord Shinigami e
del
ballo in maschera organizzato dagli studenti, quella sarebbe stata
l’occasione
migliore per consegnargli la lettera ed il pacco indirizzati a lui che
Rouna le
aveva affidato.
Quei
quattro giorni trascorsi con Maka in quella beauty farm mi avevano
ritemprata, infatti
mi aspettavano tempi duri alla Shibusen , perché dopo i
festeggiamenti per
Shinigami io sarei dovuta partire per New York allo scopo di indagare
su degli
strani fenomeni legati alla magia ed alla lunghezza d’onda
della follia
avvenuti da quelle parti negli ultimi quattro mesi. Quella missione mi
avrebbe
tenuta lontana dalla Shibusen ,per fortuna, ma anche da Maka e questo
mi
addolorava profondamente.
Al
mio ritorno, che avvenne nel giorno della festa, fui convocata per una
riunione
straordinaria nella Death Room , Shinigami doveva presentare al suo
staff un
ospite della Shibusen . Era Scarlet
ovvero Maka, o meglio per Shinigami lei era la figlia
minore di lady
Duprè , alleata della DWMA ed amica personale del Dio della
morte, e nipote
della Death Scythe ,
Spirit Albarn.
Non
appena, io ed i miei compagni, entrammo nella stanza del Dio della
Morte, la
vedemmo: era una bella ragazza, somigliava vagamente a Spirit , per il
colore
dei capelli, secondo quanto avevano affermato Tsubaki e Patty. Dopo una
fantomatica conversazione con Maka , che fu caratterizzata da lacrime e
sorrisi
da parte mia e delle altre ed imprecazioni e provocazioni, da parte di
Black
*Star, che però le voleva ancora bene nonostante tutto e che
era avvenuta
tramite la cugina, quest’ultima mi fu affidata e mi venne
chiesto di ospitarla
nella mia camera.
Ero
divertita , perché tutti
c’erano cascati
in pieno, quella che avevano visto non era Maka, ma solo una proiezione
astrale, una specie di ologramma, perché
quella vera era lì davanti a loro.
Mentre
ripensavo a quelle cose, giunsi
a casa
di Patty e Liz dove
mi sarei preparata per
la festa del nostro caro preside, il mio pensiero ritornò al
suo caro figlio,
il mio ex ragazzo, che non avrebbe partecipato. Una volta indossati il
mio
semplice abito grigio fumo, le scarpe abbinate ed il mio golfino nero
preferito,
poi Liz mi consegnò una borsetta argentata che avevano
deciso di regalarmi per
il mio viaggio a New York, contenente una magnifica maschera veneziana
dorata,
che avrei dovuto indossare durante il ballo.
All’evento
avrei partecipato come sorvegliante insieme alla prof Marie, con cui
ero stata
sorteggiata per assolvere a quel ruolo tanto sgradito agli studenti
quanto a
me. Durante tutto il corso della serata non si verificarono incidenti,
gli
studenti erano tranquilli, per mia e anche per loro fortuna, visto che
svolgevo
quel ruolo di malavoglia, ma essendo stata sorteggiata, non potevo di
certo
oppormi.
Ad un tratto mentre la
serata procedeva ancora
lentamente e noiosamente, iniziò il divertimento,
perché Scarlet (Maka), aveva
fatto un ingresso in sala degna di una vera diva di Hollywood
accompagnata
dalle note di una recente canzone di Madonna, che tutti stavano
ballando :” 4 Minutes”.
La canzone era davvero perfetta, poiché coincideva in modo
impeccabile collo
stile e l’atteggiamento della mia amica.
Tutti
i ragazzi presenti in sala studenti e tutor compresi erano rimasti a
bocca
aperta, impietriti tutti da quella bellezza statuaria dai lunghi
capelli del
colore del fuoco. I professori sapevano chi era, o meglio chi sosteneva
di
essere, Lady Scarlet Duprè, che era stata accompagnata a Death City dalle due
sorelle maggiori Lady
Violet e Lady Alice Duprè, in quel momento assenti , figlie
della strega Lady
Rouana Duprè Albarn , sorella maggiore di Spirit Albarn e
carissima amica di
Lord Shinigami, nonché la più potente fra gli
alleati della DWMA.
Quest’ultimo
aveva informato il corpo docenti , la sottoscritta e la Death Scythe
del loro
arrivo in città e della sua
idea di
farle partecipare al ballo. Io ero stata informata ufficiosamente dei
fatti da
Maka, insieme al
signor Albarn ed a
Blair, invece la notizia mi era stata comunicata ufficialmente da Lord
Shinigami durante una riunione del corpo docenti di
cui facevo parte, in quanto ero la
responsabile dei corsi scelta appositamente dal Preside.
Ero
divertita , perché osservavo i volti degli studenti maschi
che erano sconvolti,
data la visione celestiale a cui avevano assistito e quelli sbigottiti
dei miei
ex compagni di classe, ormai tutti diplomati.
Persino Black *Star si era diplomato , con mia enorme
sorpresa e del
prof. Stein, ma c’era solo un volto, la cui espressione mi
raggelava il sangue,
ed era quella color rubino di Soul Eater Evans.
Lui
mi fissò brevemente, per poi raggiungere Maka, usai la magia
per comunicare con
lei, affinché sapesse quali fossero le intenzioni di Soul,
ma lei mi rispose
che già sapeva tutto e che da quella sera avrebbe cominciato
la sua vendetta
nei confronti di chi l’aveva tradita.
Tutti
le avevano mentito le avevano sempre detto di ritenerla una Meister
forte , ma
invece alle sue spalle non facevano altro che ripetere quanto fosse
secchiona e
perfettina Maka , ma nonostante il suo atteggiamento da persona forte
era una
debole, credevano che lei fosse l’unica a non accorgersi
della realtà. Io avevo
sempre saputo, sin dal nostro primo incontro, che Maka era una persona
ed una Meister
eccezionale , mi aveva salvato da un esistenza vuota e piatta e mi
aveva
regalato la sua amicizia e la sua fiducia incondizionate, senza
pretendere
nulla in cambio se non la mia felicità .
Era
la mia prima vera amica, io le dovevo tutto ed era per questo motivo,
che
decisi di aiutare Maka colla sua vendetta, mi sarei occupata di tenere
occupati
gli altri, mentre la mia amica sarebbe rimasta sola con Soul.
A
mio avviso lui era già caduto nella nostra rete e si era
invaghito di lei . La
cosa mi divertiva, perché sapevo che Soul, non immaginasse
neppure che nei
panni dell’affascinante ospite di Lord Shinigami dai lunghi
capelli rossi, si
celasse in realtà la sua ex partner , per amore della quale
si struggeva e
sosteneva di essere pieno di rimorsi per averla ferita.
La
nuova Death Scythe non poteva di certo immaginare quanto dolore e
quanta rabbia
la mia amica avesse accumulato, a causa della sua poca attenzione per i
suoi
sentimenti, per la sua persona, per i suoi desideri ed i suoi problemi,
Maka
per Soul c’era sempre stata nei momenti critic , lo aveva
ascoltato quando
aveva bisogno di confidarsi, lo aveva consolato quando era triste come
dopo il
vostro primo incontro con Arachne , perché non era riuscito
a proteggerla e lui
lo aveva giurato a costo della vita, lo aveva protetto quando era in
pericolo,
come nella battaglia contro il Kishin.
Eppure
tutto ciò non era bastato a Soul, perché
l’aveva ferita anche se
inconsapevolmente, dopo lo scontro col Kishin, Maka mi aveva raccontato
che in
quella occasione, lui mentre era ancora incosciente, forse in preda ad
un
delirio o ad un incubo, le si era dichiarato e lei lo aveva baciato.
Quel
bacio , il primo per lei, gli aveva forse salvato la vita, ma Soul non
ricordava nulla, non le aveva rivelato quei sentimenti di cui aveva
parlato con
me, perché sapeva che avrei mantenuto il segreto, in fondo
io non avevo come Tsubaki
, un fidanzato totalmente privo di intelligenza che avrebbe strillato
il
segreto rivelatogli dalla partner a tutta Death City.
Mentre osservavo Maka, che
si preparava a
compiere la sua vendetta, mi sentii vuota,
ma soprattutto, priva di qualsiasi scopo.
Nonostante tutto, mi restava una consolazione, il
pomeriggio seguente
sarei partita per New York , dove avrei vissuto fino a quando non
avessi
portato a termine la mia missione , ma soprattutto Shinigami desiderava
che io
cambiassi aria per un po’, cosicché forse i
ricordi di me e Kid, di cui Death
City era stracolma, non mi avrebbero più tormentata.
In
effetti lo speravo anch’io ed in effetti le
probabilità che accadesse erano
abbastanza alte, dato che il mio compito era quello di recarmi nella
Grande
Mela , per poter indagare su morti sospette e strane sparizioni , che
erano da
imputarsi ad un Kishin o ad una strega. Nessuno aveva prove certe per
confermare la teoria del Sommo Shinigami e del signor Albarn, che
ripetutamente
mi chiedeva di chiamarlo per nome , ma era troppo imbarazzante per me e
lui
ormai si era arreso.
Dopo
aver rivisto il piano di viaggio e ultimato la preparazione dei
bagagli,
qualcuno bussò alla mia porta. In quel momento trasalii , il
mio cuore
immaginava che dietro quella porta ci fosse Death The Kid. Invece la
mia mente
sapeva benissimo che dietro la porta Maka mi attendeva. Aveva una
strana
espressione sul volto, sembrava felice ma allo stesso tempo distrutta.
Purtroppo non sapevo cosa fosse accaduto dopo che me ne ero andata, ma
sapevo
che il giorno dopo saremmo entrambe partite per la stessa meta,
entrambe in
missione. Coincidenza, forse, ma in realtà non era
così, infatti anche Maka era
stata incaricata da Rouana di indagare insieme a me sugli strani
accadimenti di
New York, inoltre per lei sarebbe stato un banco di prova molto
importante.
Infatti
non solo quella sarebbe stata la sua prima missione in solitario senza
le
sorelle, ma anche la prima come maestra della spada di fuoco Rayearth,
suo
nuovo partner. Rayearth era un lupo di fuoco rosso, Maka lo aveva
salvato
durante una missione nel deserto poco dopo il suo trasferimento in
Texas. Si
erano addestrati ed erano fenomenali insieme, forse più di
quando era maestra
di falce e compagna di Soul Eater Evans.
Dopo
essermi fermata a pensare nell’attesa che Maka si preparasse
per la notte, non
appena uscì dal bagno le chiesi di parlarmi di cosa era
accaduto durante la
festa. Soul le si
era dichiarato e si
erano baciati. Maka era triste per l’accaduto,
perché lo amava ancora dopotutto
e non riusciva a smettere di sentirsi in colpa per la sofferenza che
gli
avrebbe inflitto e per la perdita del bracciale con due ciondoli ,che
la madre
le aveva regalato, quando Soul divenne Death Scythe.
La poveretta, non sapeva
proprio dove sbattere
la testa, perché lei aveva ceduto ai sentimenti, ma allo
stesso tempo non
sapeva se scegliere fra Soul o la sua missione. Le dissi che aveva la
possibilità
di scegliere liberamente, perché anche
Rouna
desiderava che lei fosse libera di scegliere la vita che preferiva.
Lei
mi disse tra le lacrime ,che non poteva tradirla e che aveva una
missione da
portare a termine e non poteva abbandonare tutto per lui, che non le
aveva mai
dimostrato di amarla. Cercai
di
consolarla e la convinsi a lasciarsi il passato alle spalle ed a
pensare solo
alla sua missione , ma in realtà volevo convincere me stessa
a smettere di
sperare che un giorno Kid
ritornasse da
me, anche se sapevo che non sarebbe mai accaduto.
Maka:
Dopo quattro anni lontana da quella che era stata la mia patria per
molto tempo,
ero stata costretta a ritornarci, per poter dare inizio alla mia prima
missione
in solitario come maestra della spada di fiamma Rayearth , ma anche per
la mia
vendetta personale.
Volevo
dimostrare ai miei ex amici, come una persona che un tempo ritenevano
amica,
potesse trasformarsi nel peggiore dei loro incubi. Ce l’avevo
con tutti, ma
soprattutto con Soul, che avevo ormai rimpiazzato.
Mi
ero fidata di lui , di Black*Star , di Tsubaki , che era stata la mia
migliore
amica , di Liz e Patty, persino di Kid , che almeno se ne era andato
senza
impicciarsi nella questione che si era creata fra me e gli altri.
Quelli che
dopo il diploma, non avevano addestrato altre armi, ma erano diventati
estremamente più forti, non facevano altro che parlare di
quanto fossi debole.
Anche io mi allenavo,
ma volevo
migliorare anche negli studi, volevo dimostrare a mia madre che ero
degna di
lei, come Meister e come studentessa, in più mi fu offerto
di sostituire Marie
come docente dei ragazzi del primo anno, ed io accettai senza pensarci.
Quei
poveri ingenui credevano ancora che io sarei tornata da loro, ma
soprattutto
Soul. Lui che per primo mi aveva ferita andando a confidarsi con Krona
dicendole che mi amava, ma davanti a me negava ed aveva rovinato la mia
prima storia
d’amore.
Lui
si chiamava Drew ed era uno studente inglese trasferitosi alla Shibusen
e che
era prossimo al diploma. Io lo amavo forse non quanto Soul, ma provavo
qualcosa
di forte per lui , che mi ricambiava e che per un anno era stato il mio
ragazzo.
Ci
eravamo incontrati in biblioteca la prima volta ed avevamo scoperto di
avere
entrambi una grande passione per la letteratura europea. Poi lo avevo
rivisto
sempre più spesso alle lezioni di Stein, a cui partecipava
volontariamente. Mi
aveva scelta come partner durante gli esperimenti che svolgevamo nelle
sue
lezioni. Così avevamo iniziato a conoscerci sempre meglio ed
ad innamorarci. Un
pomeriggio mi si dichiarò in biblioteca, dove eravamo soliti
incontrarci, e mi
chiese di essere la sua ragazza.
Ricordo
che all’inizio ero spiazzata, ma
poi
accettai. Eravamo molto affiatati ed inoltre lui mi faceva sentire una
vera
donna, non solo per le attenzioni che mi riservava, ma anche
perché aveva
dimostrato di amarmi. Proprio io mi ero innamorata, quella che aveva
giurato di
non innamorarsi, eppure sapevo che Drew era diverso, perciò
lo avevo scelto.
Per
lui ero davvero speciale tanto da desiderare di condividere
la propria prima volta l’uno con
l’altra, perché sapevamo che sarebbe stato
perfetto e lo fu davvero. Soul con
la sua gelosia, a mio parere inutile, dato che non credevo mi amasse,
ci aveva
separati a poco a poco, soprattutto quando mi sentì
rispondere un pomeriggio
alla fatidica domanda di Tsubaki, che
era venuta a trovarmi, se fossi ancora vergine,
negativamente.
Dopo
quel pomeriggio aveva iniziato a mia insaputa a minacciare Drew, di
lasciarmi
in pace, dato che non sarei mai divenuta la sua Meister, perché lui era il
mio partner ed inoltre
sapeva che dopo il diploma mi avrebbe lasciata per tornare a Londra.
Qualche
tempo dopo,oltre al peggioramento del mio rapporto con Soul, fui anche
lasciata
dal mio ragazzo, che ormai non amavo più.
Soffrii molto
ma non per Drew , bensì
per quello che Soul aveva fatto al
nostro rapporto. Ma ora dopo cinque
anni
da quell’evento e quattro dalla mia fuga, avrei dimostrato al
signor Evans,
quanto l’amore potesse essere doloroso.
Ero
tornata a Death city alle prime luci dell’alba dello stesso
giorno in cui
quattro anni prima ero fuggita. Ero uscita da quel luogo come Maka
Albarn
Maestra della Falce ed ero rientrata come Scarlet Harrison
Dupré , Maestra
della Spada di Fiamma Rayearth e Strega.
Ero
molto potente e molto temuta a Death City dato che tutti mi conoscevano
come
figlia della potente sorella maggiore della Death Scythe, non che la
più eminente
tra gli alleati della DWMA. In città sapevano che sarei
arrivata insieme alle
mie sorelle streghe. Io ero conosciuta anche per il mio sangue misto,
infatti
che mio padre in vita fosse stato un sangue misto come me, anche se in
realtà
ero così, perché figlia
di una Weapon e
di una Shokunin, ma la gente non sospettava che sotto le vesti
dell’affascinante rossa figlia di Lady Duprè ci
fosse la bionda Maka Albarn.
Quel
giorno si celebravano gli ottocento anni di Shinigami, quindi la
città e i suoi
possibili ”pericoli” erano troppo lontani ed
occupati per disturbarmi, ergo
sarei stata al sicuro.
Una
volta arrivata nella Death Room da Shinigami mi presentai educatamente
a lui,
ero certa che non sospettasse nulla. Lì fui informata del
ballo in maschera,
dove un messo di Shinigami mi avrebbe consegnato le informazioni che
Rouana
aspettava e che tramite Alice e Violet le sarebbero arrivate in breve
tempo,
dato che il giorno seguente sarei partita per New York. Tutti quelli
che erano
stati implicati nella missione credevano che sarei ritornata in Texas
da mia
madre, ma si sbagliavano.
Infatti
Kishin o strega che fosse , l’anima del colpevole apparteneva
a noi e non a
loro.
Dopo
uno strambo colloquio con Shinigami in cui tanti ricordi, che credevo
di aver cancellato
per sempre erano riaffiorati nella mia mente, Spirit propose al preside
di
affidarmi a Crona e di farmi alloggiare nel suo alloggio.
Lì,
secondo mio padre, sarei stata al sicuro da Evans e i suoi amici, che
sicuramente, sapendo che ero la nipote di Spirit, mi avrebbero chiesto
informazioni su Maka. Shinigami accettò di buon grado e
incaricò immediatamente
Spirit di convocare Crona nella Death Room da sola colla massima
urgenza.
Rimasti
soli, dopo che Spirit si chiuse la porta alle spalle, il Dio mi
colpì con un
leggero Shinigami Chop, lui sapeva tutto e rispettava ogni mia scelta. Per tutta la mattinata
continuò a trattarmi
come se non avesse mai saputo nulla da Spirit, inoltre mi chiese se
avesse
potuto presentarmi agli ex compagni di Maka e se avessi potuto metterla
in
comunicazione con loro. Per farlo sarei dovuta ricorrere alle gocce
astrali,
una magia di comunicazione che usavamo io ed Alice per comunicare con
la mamma.
Per
me Rouana era davvero una madre, in fondo a Kami la cosa non dava
minimamente
fastidio, dato che lei e Rouana erano amiche ed avevano condiviso
Spirit, l’una
come sorella e l’altra prima come partner e poi come moglie.
Accettai
di buon grado, in fondo non sospettavano
minimamente che ciò che avevo scritto nelle
lettere fosse falso, non mi
erano mancati e mai mi sarebbero mancati, ma non potevo mandare a monte
la mia
vendetta prima di averla iniziata. Per la Shibusen sarebbero stati
tempi duri,
particolarmente per la sua elite.
Pochi
minuti dopo apparvero sulla porta Spirit seguito da Crona e dagli
altri, tutti
tranne Soul, che era in punizione per aver fatto a botte con Hiro. Mi
presentai
a tutti loro come Lady Scarlet Duprè , nipote di Spirit
Albarn. Tutti si
inchinarono davanti a me, visto che sapevano chi fossero mia madre e le
mie
sorelle. L’unico a non inchinarsi fu Black*Star, che
blaterando sciocchezze su
di lui e sugli dei mi si avvicinò e mi scrutò.
Per
un attimo il sangue mi si congelò , credevo che si fosse
accorto che in realtà
ero Maka, ma mi sbagliai, perché subito disse che non potevo
essere la cugina
di Maka , ero troppo Punk per poter essere imparentata con una
secchiona come
lei ED AVEVO ANCHE TROPPE TETTE, PER ESSERE IMPARENTATA CON UNA TAVOLA
DA SURF,
inoltre aggiunse che Soul avrebbe detto la stessa cosa se fosse stato
presente.
Dopo
quelle parole il sangue mi salì al cervello, di certo non
potevo reagire con un
Maka-Chop, quindi optai per un mio colpo segreto, una scarica elettrica
rossa
che fuoriusciva dal palmo della mia mano.
Decisi
di chiamarla Scarlet shock e con questo carbonizzai
quell’egocentrico di Black*Star
sotto gli occhi attoniti degli altri. Tsubaki in primis in
qualità di sua
fidanzata, seguita a ruota dalle sorelle Thompson, si avvicinarono
subito allo
stellino, videro che stava bene ed era solo tramortito.
L’idiota, si
riprese dopo qualche minuto ed
asserì che eravamo sicuramente parenti, perché
ero violenta come lei, solo che
i libri erano meglio delle scariche elettriche. Dopo il siparietto
Shinigami
riferì ai miei ex compagni che grazie a me avrebbero potuto
comunicare con
Maka.
Erano
tutti euforici al pensiero di risentire la loro ex compagna, mentre io
me la
ridevo sotto i baffi, pregustandomi il siparietto a cui avrei assistito
grazie
ai miei poteri. Attorno a me si creò una sfera
d’energia rossa, da cui partì un
raggio di luce con cui attivai la comunicazione astrale.
Quando
videro la mia goccia astrale riflessa nello specchio con le sembianze
di Maka
iniziarono tutti ad urlare come matti sembravano usciti da un
manicomio. L’unica
a non farsi avanti fu Crona, un po’ per timidezza e un
po’ perché sapeva.
Appena si avvicinarono allo specchio potetti osservare le varie
reazioni del
gruppo: Liz e Tsubaki piangevano di gioia, Patty invece saltava da
tutte le
parti con una giraffa di peluche in braccio , mentre Black*Star
dapprima la
guardò in cagnesco , come per colpevolizzarla del suo
abbandono e di come si
era comportata con Soul e poi iniziò a prenderla in giro
affettuosamente.
La
mia goccia astrale recitò la parte alla perfezione,
chiedendo prima scusa al
sommo stellino, che accettò subito dimenticando il rancore e
dopo le rassicurazioni
e le scuse alle ragazze, chiese un po’ imbarazzata di Soul.
Le risposero che
stava bene, ma era rimasto molto turbato dalla sua partenza.
Dopo
venti minuti di conversazione, i cui ultimi cinque furono monopolizzate
dalle
imbarazzanti scenette di Spirit , che però aveva recitato
alla perfezione
ubbidendo agli ordini di Alice, promise che si sarebbe fatta risentire
presto e
che avrebbero chiarito con Soul.
La
goccia astrale scomparve dallo specchio per poi tornare dentro di me,
infatti
non era altro che una proiezione della mia anima. Era andato tutto
secondo i
piani, quegli sciocchi non sospettavano nulla, solo Crona sapeva che a
quel ballo
mascherato di cui mi avevano parlato ed il cui invito avevo rifiutato,
io sarei
andata e avrei dato inizio alla mia vendetta.
Shinigami
ci congedò dalla Death Room , dicendo agli altri di andare
nei propri alloggi e
a me di sistemarmi da Crona, che più o meno già
conoscevo. Una volta arrivata
in camera sua mi congratulai per la recitazione perfetta, liberandomi
del mio
travestimento e le dissi di non preoccuparsi per me e di accettare
l’invito di
Liz e Patty ad andare da loro nella villa dove anche Kid aveva abitato,
per
prepararsi per la festa in loro compagnia.
In
fondo me la sarei cavata, avevo Alice ad aspettarmi nei pressi della
Shibusen
pronta ad aiutarmi. Per prima cosa decisi di farmi un lungo
bagno caldo per rilassarmi dopo la
fatica della trasmigrazione della mia goccia astrale, non ero abituata
a
quell’incantesimo.
Verso
le 8 e mezza dopo essere uscita dalla vasca cenai con un paio di panini
preparatimi da Violet. Poi chiamai in aiuto Alice per prepararmi, dato
che alla
festa avrei prima incontrato Shinigami e poi mi sarei divertita a
provocare un
po’ il mio ex partner.
Ero
soddisfatta all’idea che quella sera lo avrei sfidato a
giocare col fuoco, solo
che non immaginavo nemmeno lontanamente che anche io mi sarei bruciata,
forse
meno di lui, ma mia sarei pur sempre scottata.
Per
l’evento Alice mi aveva regalato un abitino davvero stupendo.
Era un vestitino
aderente a fascia in
seta color
petrolio, ricoperto di pizzo nero ricamato e l’orlo era di
tulle e trine nero
quella sera lasciai libera la mia fluente chioma composta da boccoli
rossi
aperti che creavano un effetto ondulato davvero incredibile. Gli occhi
alla
base erano dello stesso colore del mio abito , poi ci aggiunsi un
po’ di
eyeliner nero ed un po’ di matita nera sotto gli occhi .
Alice
era disperata, perché a rovinare il vestito
c’erano il collare ed i miei
bracciali borchiati, che facevano a cazzotti con l’abito.
Poco mi importava,
dopotutto era solo una festa in maschera ed io non avevo intenzione di
trattenermi a lungo avevo da fare molte cose e non potevo certo
permettermi di
trastullarmi insieme
ai miei “nuovi
amici” ed a quello strano tipo albino che avevo incrociato
nei corridoi insieme
alle sorelle Thompson e che loro avevano identificato come ex partner
di Maka.
Lui
mi osservò e poi mi fissò facendomi raggelare il
sangue. Era come se per un
attimo si fosse accorto del mio segreto, ma forse ero solo stranito
dall’aver
visto la cugina di Maka, molto somigliante a lei per certi versi, ma
anche a
Spiri , come gli aveva riferito Black*Star.
La
mia anima era sempre stata particolare e Soul lo sapeva,
perché come disse Stein
una volta, la mia
era seria e diligente,
mentre la sua era cinica e ribelle, eppure eravamo in perfetta
sintonia, ma
un’anima di strega senza Soul Protect , come quelle di Kim e
Crona erano una
rarità alla Shibusen e forse era solo per quello che mi
aveva fissata in quel
modo a dir poco spaventoso, infatti era stata proprio
quest’ultima a riferirgli
quel piccolo particolare.
Dopo
essere tornata dal mio viaggio mentale ed essere stata ripresa da
Alice, mi
lasciai convincere e gliela diedi vinta, anche se nella pochette avevo
nascosto
il collare e le
sigarette di cui proprio
non potevo fare a meno. Ero finalmente pronta per andare alla festa e
raccogliere la informazioni per Alice e per provocare un po’
Soul.
Sarebbe
stato divertente partecipare alla festa, ma soprattutto avrei avuto un
occasione per studiare lui e gli altri e vedere come erano cambiati in
quattro
lunghi anni. Non appena entrai nel salone il dj, che era rimasto
folgorato da
me, cambiò musica, facendo partire una bella canzone di
Madonna. Tutti gli
studenti e non, rimasero incantati dalla mia presenza, ero carne
fresca, e per
molti come ad esempio Hiro, era una buona occasione per provarci.
Era
una situazione piuttosto esilarante, se mi fossi presentata a quel
ballo come
Maka Albarn, dubito che avrei riscosso tutto quel successo. Prima di
entrare in
sala ero stata nella Death Room dove io, Alice e Shinigami avevamo
discusso su
Crona e sul caso New York. Il Dio della Morte non aveva affatto
previsto che
dietro quegli eventi non erano opera di un semplice kishin, ma erano
parte di
un piano ben congeniato ordito dalla mano esperta di un
entità nemica molto più
potente di quanto la Shibusen potesse immaginare.
Ovviamente
la nostra teoria era un segreto, la DWMA non era minimamente attrezzata
e o
preparata per un evento simile. Per questo sapevamo che era utile
collaborare
con loro, ma allo stesso tempo era importante agire da sole,
perché non
potevamo permettere che la Shibusen compromettesse la cattura di quel
nemico
per ora sconosciuto.
Dopo
il colloquio nella Death Room, salutata Alice, le promisi che sarei
rimasta in
contatto diretto con lei. Mentre mia sorella si allontanava dalla
città della
morte, io mi recavo alla festa, dove un albino dagli occhi cremisi,
attendeva
solo di essere stuzzicato e poi bruciato dalla sua ex meister.
Dopo
il mio trionfale ingresso in sala usai i miei poteri per provocare un
breve
black out, che mi permise di nascondermi dietro una colonna fuori alla
grande
balconata della sala, dove potetti finalmente accendermi una sigaretta.
Poco
dopo aver iniziato a fumare feci tornare la luce, la cui assenza non
era più
necessaria, quegli
smidollati, poterono
tornare alle loro attività, palesemente inutili. Mentre mi
allontanavo dalla
colonna dietro cui mi ero nascosta, proseguendo per la balconata, ad un
tratto,
qualcuno dietro di me mi bloccò parandomisi dinnanzi . Mi
era bastato usare la
Soul Perception, per capire chi c’era davanti a me: Soul
Eater Evans, più bello
ed elegante che mai, era lì, pronto a dire o fare
chissà cosa.
Ero
alquanto preoccupata, dato che lo conoscevo bene, sapevo di non potermi
fidare
completamente del mio istinto, perché lui era sempre stato
imprevedibile ed
impulsivo, sin da quando era ragazzino.
Così
attesi che fosse lui a fare la prima mossa, nell’attesa che
mi mostrasse quali
fossero le sue intenzioni nei miei riguardi. Prima ci guardammo
negl’occhi e
poi lui mi chiese una sigaretta, voleva fare lo spavaldo, sapevo che
non sapeva
fumare, data la sua avversione per il fumo, infatti la mia previsione
si rivelò
veritiera, anche se riuscì ad aspirare tranquillamente dopo
un paio di
tentativi andati male.
Dopo
ciò si presentò con la sua solita classe ed
eleganza, in questo non era affatto
cambiato, poi toccò a me presentarmi e per un attimo notai
che gli parve di
aver visto in me Maka, ma si ricredette subito.
Iniziammo
a conversare ed io gli raccontai di Rayearth e del mio addestramento
nel
deserto, di Spirit, Kami e Maka. A questo nome si rabbuiò,
sembrava pentito, ma
più che pentito forse era solo triste, anche se non
conoscevo il motivo della
sua tristezza.
Per
tirargli su il morale, gli dissi che eravamo cugine, ma soprattutto
amiche e
che lei mi aveva raccontato tutto di lui e del loro rapporto. Era
contenta di
sapere che lui fosse felice e che nonostante tutto gli avrebbe voluto
sempre bene,
anche se come ad un fratello, mi accorsi che invece soffriva molto e
non era
affatto felice.
Volevo
dirgli la verità, ma doveva capire quanto dolore mi avesse
causato, facendomi
credere che ciò che provavo per lui fosse sbagliato,
perché di certo non mi
avrebbe mai amata. Per tirarlo su gli proposi di bere un drink e di
parlare di
cose più allegre, ad esempio le nostre passioni, iniziai io
dato che per tutto
il tempo aveva parlato lui. Gli dissi che amavo suonare la chitarra ed
ascoltare musica jazz, sapendo che avrebbe gradito.
Dopo
avermi tartassato di domande sul mio essere strega e allo stesso tempo
shokunin
e su come fosse, io
gli risposi che la
mia situazione era diversa da quella di Crona, perché
meister lo ero diventata
per caso, quando avevo salvato da una morte certa il mio partner
Rayearth. Io a
differenza sua non avevo mai studiato per
diventarlo, era accaduto semplicemente , non c’era molto da
dire, il destino
aveva voluto così ed io lo avevo accettato.
Una
strega con un potere
di predizione del
futuro, solo nei momenti in cui la mia forza spirituale e la magia
raggiungevano lo stesso livello di potenza, non poteva di certo
studiare alla
Shibusen, non era ammissibile, soprattutto se si era figlia di una come Rouana conosciuta e
temuta per il suo
immenso potere.
Soul
era sconvolto non sapeva che la sorella maggiore di Spirit Albarn ,
fosse una
strega e per giunta più potente delle sorelle Gorgoni messe
insieme. Per
riprendersi dallo shock mi chiese di essere la sua dama e di rientrare
per
prendere parte alla festa, stava andando tutto secondo i miei piani
Soul c’era
cascato in pieno, infatti dopo poco mi invitò a ballare un
lento. Per un attimo
mi sembrò di essere ritornata nel suo inconscio, nella Black
Room. Mentre
danzavamo mi guardò negli occhi,cercando di decifrare il mio
sguardo del colore
del ghiaccio, intrecciato al suo color rubino, per tutta la durata
della
canzone.
Mentre
cercava di capire perché mai gli sembrasse familiare, aveva
ben pensato di
agire secondo il suo stupido istinto. Accadde tutto in un attimo: mi
disse che
in me rivedeva Maka e che era tentato dal credere che il mio fosse un
travestimento per ritornare alla Shibusen ed incontrarlo , senza dover
affrontare gli altri.
Colpita
e affondata, quasi, dato che in parte era vero, ma non sospettava che
fossi
venuta per riscuotere delle informazioni per Rouana e per dare inizio
alla mia
vendetta. Non smentii, perché sapevo che avrebbe sospettato
ancor di più della
veridicità delle mie parole, così lo sfidai
chiedendogli come avrebbe agito nel
caso in cui davanti a lui ipoteticamente ci fosse stata Maka.
Fu
l’inizio della fine, perché mi aspettavo potesse
dirmi o chiedermi di tutto,
fuorché mi dichiarasse tutto il suo amore e si dichiarasse
colpevole di avermi
ferita, ingannandomi, nascondendo i suoi sentimenti per pura
vigliaccheria,
perché la paura di non essere ricambiato aveva sempre
prevalso sul suo
buonsenso. Mi sentivo davvero male, ma mi resi conto che non capiva
ancora il
motivo per cui lo avevo abbandonato.
Lo
provocai nuovamente chiedendogli quale sarebbe stata la mossa
successiva dopo
avermi esternato il suo amore. Lui mi rispose dicendomi che non mi
avrebbe
costretta a tornare alla Shibusen, anzi comprendeva il mio
comportamento e non
avrebbe preteso nessuna spiegazione, fin quando non mi fossi sentita
pronta a
parlare, ma pretendeva una sola cosa: desiderava sapere se
c’era anche solo una
minima possibilità che lui potesse riconquistare la mia
fiducia e soprattutto
il mio amore.
SOSTENEVA
di ESSERE DISPOSTO A TUTTO PUR di RICONQUISTARMI, perché IL
MIO AMORE ERA L’UNICA
COSA di CUI GL’IMPORTASSE REALMENTE. LE SUE PAROLE ERANO
così FALSE, SI
OSTINAVA A PENSARE ESCLUSIVAMENTE AI SUOI INTERESSI, IGNORANDO LA
realtà.
IN
QUATTRO ANNI NON ERA CAMBIATO QUASI NULLA, L’UNICA
novità ERA CHE SOUL EATER
EVANS mi AMAVA Più di CHIUNQUE ALTRO E CHE ERO
L’UNICA DONNA CHE AVREBBE MAI
AMATO IN VITA SUA. PATETICO, CREDEVA CHE LO AVREI RIACCOLTO A BRACCIA
APERTE.
SI
SAREBBE PENTITO AMARAMENTE di AVERMI FERITA.
Concluso
il suo discorsetto, mi diede un bacio e mi chiamò Maka. ERO
TERRORIZZATA
ALL’IDEA CHE SI FOSSE ACCORTO CHE ERO DAVVERO LA DONNA CHE
AMAVA. NON POTEVO
PERMETTERLO, così DOPO AVER RICAMBIATO E APPREZZATO QUEL
BACIO CHE AVEVO TANTO
ATTESO DURANTE GLI ANNI TRASCORSI INSIEME, mi ALLONTANAI E GLI
riferì UN
MESSAGGIO DA PARTE
DI MAKA.
GLI
DISSI CHE SE VOLEVA DAVVERO RIMEDIARE AGLI ERRORI DEL PASSATO, DOVEVA
DIMOSTRARLE CHE Ciò CHE AVEVA SCRITTO IN QUELLA LETTERA ERA
VERO. SOUL EATER
EVANS ERA SENZA PAROLE, UNA COSA ALQUANTO STRANA, SOPRATTUTTO PER ME
CHE LO
CONOSCEVO MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO.
Mentre
mi soffermavo ad osservarlo, percepii non solo l’anima di
Alice nei paraggi, maanche
quelle di un paio di kishin, così provocai
un blackout e lasciai
un biglietto Soul. NELLA FRETTA di FUGGIRE
GLI AVEVO FORNITO UN INDIZIO di TROPPO, UN BRACCIALE CHE CONOSCEVA BENE
,
perché ERA STATO IL REGALO CHE KAMI, mi AVEVA FATTO QUANDO
SOUL DIVENNE DEATH
SCYTHE E SOLO NOI LO CONOSCEVAMO.
Quando
scoprì di averlo perso mi venne un tuffo al cuore, con
questo avrebbe capito in
breve come stavano le cose. Ma non ci pensai ed invocai Rayearth, lui
non
gradiva affatto Soul, aveva paura che ci separasse, io gli avevo
giurato, che
mai lo avrei abbandonato, perché io ero la sua famiglia e
non potevo lasciarlo
al proprio destino, sarei stata una vigliacca.
Dopo
aver chiarito con il mio partner, iniziai a correre il più
velocemente
possibile ed in pochi minuti raggiungemmo Alice ed i Kishin. Subito
Rayearth si
trasformò in spada ed usai la magia per creare un campo di
forza che annullasse
la percezione delle anime all’esterno, affinché io
ed Alice potessimo
interrogarli ed indebolirli, per poi cancellare i loro ricordi e
lasciarli
nelle mani della Shibusen, a cui non avrebbero mai rivelato nulla.
Lo
scontro fu breve perché Rayearth e Windam , la weapon di mia
sorella, in forma
d’arma era un immenso arco verde, li indebolimmo e li
terrorizzammo a tal punto
che non dovemmo nemmeno chiedere loro di parlare, che quelli
confessarono per
paura di essere ammazzati. Non sapevano molto, ma ci diedero la
conferma dei
nostri sospetti, New York era la loro base e forse anche il loro capo
era lì.
Rayearth
era una specie di licantropo legato all’elemento base fuoco,
mentre Windam era
un falco legato all’aria. Come arma di solito assumeva la
forma di arco, dal
quale venivano scoccate frecce costituite da onde dell’anima
e molto raramente
quella di spada a lama doppia.
Dopo
aver cancellato i ricordi dei Kishin, provocammo un esplosione per
attirare la
Shibusen, poi ci separammo ed io fuggì da Crona, che mi
aspettava nel suo
appartamento all’interno della scuola.
Una
volta arrivata ripresi il mio solito aspetto ed i capelli tornarono
biondi e
gli occhi verdi,poiché tolsi sia le lenti a contatto, che la
parrucca. Ero
tornata ad essere Maka Albarn, ancora una volta sapevo che di giorno,
potevo
ancora fingere, ma di notte non potevo nascondermi, la parrucca era
talvolta sopportabile,
ma le lenti a contatto non lo erano affatto, una volta tornata a casa
avrei
dovuto tingermi i capelli di rosso, almeno in parte lo avrei risolto il
problema.
Dopo
essermi preparata per la notte ed aver rimproverato Crona per aver
usato
l’incantesimo del non-ricordo, dal quale ormai dipendeva
totalmente, a mia
volta fui rimproverata da lei. Ovviamente se ne era accorta subito che
qualcosa
non andava, ci bastava uno sguardo per capire cosa l’altra
provasse. Così
scoppiai in lacrime, ero disperata, avevo perso il bracciale di Kami,
ma
soprattutto c’ero cascata ancora, mi ero lasciata abbindolare
un’altra volta,
lo amavo ancora e non ero riuscita a dominare i sentimenti e far
prevalere la
razionalità.
Non
sapevo come agire, non potevo perdonargli tutto all’istante e
far finta che il
male che mi aveva fatto non fosse mai esistito, ma soprattutto non
potevo
tradire la mia nuova famiglia ed il mio partner. Era solo grazie a lui,
se ero
sopravvissuta durante il periodo in cui avevo vissuto nel deserto per
addestrarmi. Gli dovevo più di quanto Soul potesse mai
immaginare.
Crona
mi consolò ricordandomi che potevo ancora scegliere. La mia
scelta l’avevo già
fatta, mi sarei vendicata della Shibusen in nome di Rouana. Era stata
colpa
loro se la tribù di streghe a cui apparteneva, era stata
sgominata, da Medusa e
da altre streghe, per il solo fatto che avessero scelto di vivere
pacificamente
sotto la loro protezione, cosa che però non era stata
concessa loro nel momento
del bisogno. In più volevo vendicarmi di chi si era preso
gioco di me
dimostrando quanto fossi realmente potente, così avrebbero
imparato a conoscere
il vero dolore, quello che si prova nel momento in cui le persone a cui
tieni
ti tradiscono tutte.
Dopo
essermi sfogata ed aver ricordato a me stessa quale fossero i miei
doveri mi tranquillizzai
e mi addormentai, abbracciata alla mia migliore amica. La mattina
seguente mi
ricomposi, tornando ad indossare il mio solito travestimento.
Dopo
essermi alzata , mi feci una doccia e mi vestii in modo semplice e
veloce, dato
che poche ore dopo saremmo partite per New York. Indossai una camicetta
viola
abbinata ad un pantaloncino nero di jeans borchiato con delle parigine
nere, una
cravatta dello stesso colore con dei teschi viola, abbinata alla
camicia ed
infine occhiali da sole neri come i miei immancabili anfibi ,una
cintura
borchiata nera ed una cappellino viola con sopra disegnato un cristallo
di
ghiaccio. Gli accessori ed il trucco erano i soliti , braccialetti e
collare
colle spine il piercing ormai vero sul naso e l’immancabile
accendino dove ogni
tanto riposava Rayearth ed il ciondolo di Rouhana.
Uscimmo
intorno alle 8 per andare a fare colazione con calma da Death Bucks e
dopo
colazione fumai un paio di sigarette, mentre Crona si recava al mini
market per
fare scorta di generi di prima necessità da portare con noi
in viaggio, ovvero
gomme , caramelle e snack di vario genere. Quando ritornò
con suo disappunto le
avevo ormai finite tutte, così passammo in tabaccheria dove
ne comprai un
pacchetto ed una confezione di chewing gum per coprire
l’odore del fumo che
tanto infastidiva la mia amica.
Un
paio d’ore dopo raggiungemmo l’aeroporto , dove
alle 12 in punto prendemmo il
volo per New York. Mentre noi quella mattina avevamo trascorso il tempo
in
aeroporto, Soul era stato convocato da Shinigami ,per un colloquio
privato,nonostante fosse sabato mattina. Durante il tragitto da casa
nostra alla
DWMA tenendo stretto il braccialetto che gli avevo lasciato, si era arrovellato il cervello
cercando di
scoprire la verità su di me, ma non concluse nulla .
Arrivato
nella Death Room, Shinigami gli affidò una missione della
massima importanza:
avrebbe dovuto sorvegliare Crona durante la sua missione a New York,
per
aiutarla nel caso in cui avesse avuto bisogno e per raccogliere
informazioni e
osservare le mosse degli alleati, ovvero quelle di Rouhana e delle mie
sorelle.
Avrebbe preso il volo delle 16 e 30 ed avrebbe alloggiato nel nostro
stesso
albergo, da quel momento in poi per me sarebbe stato l’inizio
della fine.
Ignoravo
quale fosse il mio destino, ma sapevo che presto la mia strada si
sarebbe
incrociata nuovamente con Soul e questa volta avrebbe scoperto la
verità. Mi
ero imposta di non rivelargli nulla,in qualsiasi situazione ci saremmo
trovati
io non gli avrei detto nulla. Volevo che si rovinasse da solo.
Arrivate
in albergo ci furono assegnate due stanze separate , la 705 a Crona e a
me la
706, le nostre camere erano comunicanti, ma soprattutto eravamo a New
York ,
precisamente a Central Park, era tutto troppo perfetto.
Quando
arrivai alla porta della mia camera incrociai la mia vicina di stanza,
la
ragazza che occupava la 707. Era davvero bella ed inoltre aveva
un’anima
decisamente punk, mi sembrava simpatica. Dato il numero eccessivo di
valigie
ero in difficoltà, così lei mi aiutò
ad aprire la porta colla chiave magnetica
ed a portare i bagagli all’interno. La ringraziai di cuore e
mi presentai e lei
fece lo stesso.
Disse
di chiamarsi Nana Osaki. Nelle settimane seguenti io e Crona
trascorrevamo la
mattinata ad indagare su quegli strani eventi che ci avevano condotte a
New
York . Omicidi , sparizioni, magia proibita, tutto questo sembrava solo
un
incubo da quando eravamo arrivate lì, infatti non si erano
verificati nuovi
casi e questo mi insospettiva molto, ritenevo che stesse per accadere
qualcosa
di grosso, ma non sapevo cosa ed era questo a preoccuparmi.
Invece
durante il pomeriggio Crona restava in camera sua a stilare i rapporti
quotidiani sulla missione , per lord Shinigami, mentre litigava con
Ragnarock,
che la maltrattava fin quando lei non lo riempiva di caramelle e
dolciumi vari,
di cui lui era ghiotto. Io invece dopo aver parlato con Alice,
aggiornandola
sull’andamento delle indagini, andavo nella palestra
dell’albergo ad allenarmi
insieme ad uno strano ragazzo dai capelli biondi, un po’
rumoroso, certo non
quanto quel cretino di Black*Star, ma
simpatico, con cui avevo stretto amicizia .
Si
chiamava Naoki ed era il batterista di una famosa band giapponese i
Trapnest.
Mi aveva raccontato per filo e per segno la loro storia e mi aveva
detto anche
i nomi dei suoi compagni; Ren era il chitarrista punk fino alla punta
dei
capelli, tanto somigliante a Sid Vicius dei Sex Pistols, Takumi era il
bassista
dispotico, arrogante e stacanovista ed infine Reira era
l’enigmatica ed
evanescente cantante.
Lei
la conoscevo bene Alice me ne aveva parlato molto, diceva che possedeva
una
voce tanto angelica e potente, da sembrare quella di una sirena, dolce
e
seducente allo stesso tempo, erano in pochi a non subirne
l’indiscusso fascino.
Mi ricordava molto Crona, forse perché anche lei era
così, solo che preferiva non
mostrare la sua vera natura, per non
dover soffrire di nuovo, come quando quel verme di Death the Kid
l’aveva
lasciata con quattro righe e senza una valida spiegazione.
La
sera trascinavo Crona in giro per locali con me e Nana. Passavamo molto
tempo
insieme a lei,era davvero una tipa originale. Mi aveva conquistata, il
suo modo
di vestire così simile al mio e soprattutto il suo carattere
forte e fragile
allo stesso tempo e le sue sigarette, le Seven Star al cioccolato.
Quelle si
che erano davvero buone.
Quando
uscivamo , con noi venivano anche il suo ragazzo Ren ed i suoi amici
Shin e
Nobu. Quest’ultimo mi era particolarmente simpatico,forse
perché le sue premure
e le sue attenzioni mi facevano sentire lusingata, ma soprattutto
desiderata.
Quelle
sue premure andavano avanti, sin da quando ci eravamo scontrati in un
giorno di
pioggia. Era accaduto una settimana dopo il nostro arrivo in
città mentre
facevo jogging nel parco e lui correva disperatamente, per non arrivare
in
ritardo alla riunione che aveva con i dirigenti della Gaia Records, in
albergo,
e lì ci scontrammo. Lo ricordo ancora, cadde proprio sopra
di me , che durante
la caduta avevo chiuso gli occhi e quando li riaprii il mio sguardo
color
ghiaccio aveva incontrato il suo color nocciola.
Mi
era sembrato un angelo, era completamente rosso in volto, anche dopo
essersi
alzato, era davvero dolce. Mi aveva portata in spalla fino
all’albergo,coprendomi col suo impermeabile beige, durante il
tragitto mi
rivolse delle parole di conforto molto dolci, dato che mi ero slogata
una
caviglia ed urlavo di dolore.
Arrivati
in albergo ,mi aveva portata in camera di Nana, probabilmente sapeva
che ero
sua amica. Mi depose sul letto dell’amica, che dopo un paio
di minuti lo aveva
cacciato malamente. Nana riempì la vasca del bagno di acqua
calda e di bagnoschiuma
alla lavanda, il profumo aveva inondato tutta la stanza. Nel frattempo
io avevo
indosso una camicetta bianca e ed un pantaloncino nero, che la mia
amica mi
aveva prestato, dopo essermi vestita presi il cellulare e telefonai a
Crona e
le chiesi di cercare Nobu e che io mi trovavo in camera di Nana.
Appena
il bagno fu pronto , entrai nella vasca sperando che il calore
dell’acqua mi
evitasse un malore, data la mia performance di poco prima. Mentre ero
chiusa
nel bagno, riuscivo a sentire perfettamente le voci di Nana e Nobu, che
discutevano animatamente a proposito di una canzone, ma anche di
qualcos’altro.
Così incuriosita da quanto stava accadendo, chiesi alla
padrona di “casa” di
far avvicinare il mio salvatore alla porta del bagno, perché
desideravo parlare
con lui da sola e le chiesi di raggiungere Crona nella sua stanza e di
informarla sulle mie condizioni.
Rimasta
sola, ringraziai di cuore Nobu e mi scusai con lui per avergli causato
tanti
problemi e gli chiesi se l’indomani avesse potuto incontrarmi
per potergli
offrire un caffè, come ringraziamento. Lui
acconsentì ed inoltre gli chiesi
quale fosse il suo hobby, lui mi rispose che amava la lettura e suonare
la
chitarra. Così pensai di regalargli dei plettri ed una
custodia nuova per la
sua chitarra. Dopo poco se ne andò, lasciandomi sola nella
stanza.
Rimasta
sola mi misi ad osservare attentamente l’ambiente che mi
circondava. Notai che
dinnanzi alla vasca c’era uno specchio, in cui era riflessa
la mia immagine,
diversa da quella degli ultimi quattro anni: dei lunghi capelli biondi
ricadevano lungo la schiena e due grandi occhi verdi brillavano grazie
alla
forte luce della stanza. In quel momento ero tornata la vecchia me
stessa, solo
con un leggero rossore sulle guance , provocato dal calore
dell’acqua e forse dal
pensiero della persona che mi aveva salvata.
Il
giorno seguente, andammo in un bar nei pressi dell’albergo,
per prendere un
caffè e parlare un po’. Non appena ci accomodammo,
consegnai a Nobu, una
scatoletta color crema e gli dissi che era un piccolo pensiero, per
sdebitarmi
di ciò che aveva fatto per me. Lui mi sorrise leggermente
imbarazzato ed aprì
il pacchetto. Una volta scoperto il contenuto, fu felice di accettare
il dono e
per ringraziarmi mi invitò a cena fuori con lui,
l’indomani sera.
Da
quella sera iniziammo a frequentarci assiduamente ed a conoscerci
sempre
meglio, lui mi aveva raccontato della brutta situazione da cui era
uscito due
anni prima, dato che dopo la brutale rottura
avvenuta con la sua ex ragazza, che si era ritrovata ad
aspettare un
figlio da un uomo che non frequentava ufficialmente, chiudendo in modo
brusco
la loro relazione, senza nemmeno una spiegazione. Col tempo divenni
conscia di
amare entrambi e Nana era l’unica a saperlo.
Infatti
come lei in seguito mi rivelò il suo passato anche io le
rivelai il mio. Ricordo
ancora quel momento, quando dopo quattro anni, davanti a dei semi
sconosciuti,
abbandonai la parrucca e le lenti a contatto e richiamando il mio
sangue di
buki, facendo apparire una falce bianca e mostrai
loro una parte del mio passato. Raccontai
alla mia nuova amica che quando studiavo alla DWMA, ero stata una
maestra di
falce ed una falce allo stesso tempo, infine richiamai Rayearth,
mostrando loro
ciò che ero diventata.
Prima
di uscire mi ricomposi, ritornando una rossa dagli occhi di ghiaccio.
Nana mi
regalò i vestiti che avevo indossato la sera prima, quando
ero rimasta a
dormire in camera sua, perché la mi si era allagata.
Uscì
dalla sua camera indossando una camicetta bianca ed un pantaloncino
nero tenuto
da una cintura colle borchie , una cravatta nera e le mie solite
converse nere.
Non immaginavo minimamente che fuori dalla camera qualcuno mi stesse
aspettando, ma non potevo minimamente sapere chi fosse.
Avevo rivelato la mia vera
identità a Nana, ma
il resto lo avrei mostrato in seguito anche a Nobu.
Mentre
io raccontavo la mia storia ero stata spiata da una persona che aveva
fatto
parecchi kilometri per ritrovarmi. Appena fuori dalla sua
camera,qualcuno mi
coprì gli occhi e le bocca e mi trascinò fino ad
uno sgabuzzino sul
pianerottolo. Ad un primo impatto pensai a Crona, ma sapevo che lei non
avrebbe
mai fatto una cosa simile.
Riconobbi
immediatamente il
suo inconfondibile
profumo,menta, quello che avevo sempre amato. Era lui il solo capace di
fare
una cosa del genere. Quando riaprii gli occhi avevo la vista un
po’ appannata,
ma riconobbi subito il posto e la persona dinnanzi a me. Il mio peggior
incubo
si era materializzato e questa volta non avevo vie di fuga. Il tanto
atteso
scontro con la realtà sarebbe avvenuto di lì a
poco.
Soul
Eater Evans, il mio ex partner era lì che mi fissava con
quei suoi splendidi
occhi color rubino in modo molto poco amichevole. Inizialmente tentai
di
ignorarlo,recitando la mia solita parte, ma mi fu impossibile, lui
sapeva tutto
e pretendeva delle risposte e non se ne sarebbe andato senza di esse.
Mi spinse
vicino al muro e mi bloccò con decisione, ma senza farmi
male e mi disse: “Complimenti
Albarn! Sei arrivata ad imbrogliare
chi
ti conosce come le sue tasche, sei proprio diventata una cattiva
ragazza. Da te
non me lo aspettavo affatto, un po’ mi deludi, però questo tuo
lato ribelle che non conoscevo
mi attira molto sappilo.
Smettila
di mentirmi, ormai non hai nessuna via di fuga, perciò
smettila di prendermi in
giro e lasciati guardare in viso dopo quattro anni, voglio rivederti e
soprattutto mi devi parecchie spiegazioni sul tuo comportamento.
Perché te ne
sei andata? Mi hai lasciato con una lettera, tentando di far sembrare
agli
altri che le cose fossero come sono sempre state
all’apparenza, quando invece
avresti potuto benissimo essere onesta,se non con loro almeno con me.
Poi ho visto lo specchio e
ho capito. Ed alla
festa ho avuto la sensazione che tu fossi finalmente tornata da me e
soprattutto la conferma che mi avevi mentito spudoratamente senza
fregartene di
quel che avrei potuto pensare . Poi il biglietto mi ha fatto pensare
che tu
volessi mettermi alla prova, mandandomi qualcuno a te vicino per
sondare il
terreno, ma in realtà sei sempre stata tu.
Quando
ho visto il bracciale, ho capito che volevi che ti trovassi. Ci sono
riuscito.
Adesso spiegami ti prego, però prima che tu possa parlare ti
devo dire una cosa
importante. Premetto che rispetterò ogni tua scelta, ma devi
sapere che, TI AMO
MAKA, L’HO CAPITO QUANDO ci SIAMO SCONTRATI CON CRONA E
RAGNAROCK LA PRIMA
VOLTA. QUELLA VOLTA, RISCHIAI di MORIRE PER TE , PER PROTEGGERTI,
perché ERA
QUESTO IL MIO COMPITO. QUANDO ANDASTI VIA
E TROVAI LO SPECCHIO, COMPRESI CHE AVEVO ALLONTANATO DA
ME L’UNICA
PERSONA CHE MAI AVREI POTUTO AMARE.”
Mi
infuriai dapprima dicendogli che sapevo ciò che dicevano
alle mie spalle, che
ero debole e soprattutto non poteva darmi dell’egoista,
quando lui lo era stato
per primo ed aveva mentito su ciò che provava per me
più e più volte, persino
davanti a Tsubaki, con cui era impossibile mentire, perché
intuiva subito la
sincerità delle persone.
Lui
mi giurò di essere sincero e che era pronto anche a dare di
nuovo la vita per
me, perché era davvero innamorato. Ero in preda ad una
tempesta di sentimenti
contrastanti, scoppiai in lacrime, perché sapevo che mi
amava e finalmente
glielo avrei detto che anche io lo avevo amato, ma che adesso non ero
più certa
di ciò che provavo per lui.
Mi
baciò dapprima con delicatezza, un po’ spaventato
per come si era comportato
nei miei confronti, poi quando ricambiai, CON MIA ENORME SORPRESA,
divenne più
passionale. Quei baci , quelle carezze e quelle effusioni, avevano il
sapore
che avevo sempre immaginato.
La
nostra prima volta insieme in uno sgabuzzino. Un gran
bell’inizio, ma mentre
ero con lui pensavo a Nobu. Lui era quello che volevo ed anche se non
stavamo
insieme mi sembrava di averlo tradito e me ne vergognavo profondamente.
Mi
rivestii e fuggì in camera e mi chiusi dentro, lasciando
Soul a dormire nello
sgabuzzino dove ci eravamo nascosti. Ero veramente pentita per quello
che avevo
appena fatto a Soul. Ingannandolo, sentivo di aver sbagliato,
perché sentivo
ancora addosso il suo profumo ed avevo anche apprezzato molto il nostro
“romantico” incontro, ma non potevo né
perdonarlo e né ricambiare il suo amore
e ricominciare da zero.
Tutto
quello che avevo pianificato era andato in fumo, ancora una volta per
colpa sua.
Mi feci una doccia veloce, nel tentativo di cancellare
quello che avevo fatto.
Fortunatamente per me, il mio ex partner non aveva lasciato segni
evidenti del
suo passaggio.
Indossai
una camicia lunga viola aperta davanti con sotto un top nero, un
pantaloncino dello
stesso colore borchiato e gli anfibi che
avevo comprato con Nana e Krona il pomeriggio precedente. Aprii il
balcone ed
estrassi dalla tasca del pantaloncino, un pacchetto di Seven Stars, poi
estrassi
l’accendino di Rayearth ed iniziai a
fumare una sigaretta.
Mentre
fumavo, tentavo di cancellare dalla mia mente, ciò che era
accaduto circa mezz’ora
prima. Ad un tratto mi ritrovai davanti la persona che cercavo di
allontanare
dalla mia mente e dal mio corpo. Lui era lì felice come non
mai , perché
credeva di aver vinto, ma si sbagliava di grosso.
Gli
dissi che quello che avevamo appena fatto era stato meraviglioso e non
mentivo,
perché per tanto tempo in passato lo avevo desiderato,ma ora
le cose erano
cambiate tra di noi. Non ero pronta a perdonargli 6 anni di sofferenze
in poco
tempo, ma allo stesso tempo non volevo assolutamente perdere la sua
amicizia,
ma gli dissi che
soprattutto non sarei mai
più tornata alla Shibusen e che mai più
sarei stata la sua partner e detto ciò rilasciai il Soul
Protect, richiamando
Rayearth .
Rimase
sconvolto e forse per la prima volta da quando lo conoscevo, vidi il
volto di
Soul rigarsi di calde lacrime di rabbia sfortunatamente per lui ora era
Rayearth
il mio partner, senza di lui sarei morta nel deserto, così
come 6 anni prima
sarei morta senza Soul.
Inoltre
ero una strega e noi non potevamo stare insieme ed io allora amavo Nobu
e
volevo provare ad essere felice con una persona normale, che apprezzava
tutto
di me, sia la mia natura di strega, sia quella di weapon, che Soul male
accettava, quella di Meister, ma soprattutto quella di donna normale,
che tanto
desideravo essere nonostante le circostanze. Lui capì e non
protestò, anzi
accettò la situazione e mi promise che avrebbe atteso il
destino facesse il suo
corso e che avrei sempre avuto la sua amicizia. Detto questo mi diede
un ultimo
bacio, che ricambiai.
Con
quel bacio gli resi tutto l’amore, che avevo provato per lui.
Quando Soul lasciò
la mia stanza, corsi da Crona e le raccontai tutto. Lei rimase
sconvolta,
proprio come lo ero io e mi suggerì di parlarne anche con
Nana, così da poter
capire se Nobu mi ricambiava come credevo. Seguii il suo consiglio e
corsi
nella stanza di Nana .
Mi
fermai sulla porta non appena sentii la voce di Nobu.
Gli sentii dire che quella ragazza dagli occhi di ghiaccio gli aveva
fatto
ricordare le belle sensazioni che aveva provato quando stava con Hachi,
ma che allo stesso
tempo ne provava di nuove.
Nana gli disse che era solo uno sciocco,ma che se mi amava doveva
dimostrarmelo
e lottare per conquistarmi. Anche a lui rivelai in seguito il mio
passato,che
accettò con molta serenità.
Mi
precipitai senza nemmeno bussare in camera di Nana e le chiesi di
uscire,
perché volevo parlare con Nobu da sola. Nana uscì
e ci lasciò soli, lui mi
chiese cosa volessi dirgli, ma io sapevo che non era il posto giusto
per
parlare , così prima gli rivelai la mia vera
identità, che lui grazie a Nana
già conosceva e soprattutto gli mostrai i miei poteri e le
mie abilità.
Non
mi allontanò, anzi apprezzò le mie doti e mi
disse che gli piacevo così come
ero. Felice come non mai gli
chiesi di
uscire a cena con me quella sera. Nobu era felicissimo e
accettò, promettendomi
di farmi trascorrere una serata memorabile. Corsi subito in camera di
Crona,
volevo raccontarle tutto. Mentre mi avvicinavo alla sua porta,
sentì che
parlava con qualcuno. Stava facendo rapporto a lord Shinigami, ma non
ero sola.
Sentivo
qualcuno che cantava, aveva una voce angelica. Quando capii che la
telefonata
era terminata, entrai nella camera. Con Crona c’era Reira,
ero felice che
avessero stretto amicizia, si somigliavano molto, nella sofferenza e
nella
gioia facevano di tutto perché gli altri non soffrissero.
Era questo a renderle
speciali. Reira si congedò non appena entrai, disse che
doveva vedere Takumi ,
per discutere a proposito di due live al Madison Square Garden, per
promuovere
il nuovo disco.
Non
appena fummo da sole le rivelai tutto, ero talmente felice ,che mi
sembrava di
impazzire. Crona mi seguì in camera mia , dove mi
aiutò a prepararmi. Scelsi un
vestitino fucsia a fascia di seta con la gonna balze , ricoperto di
tulle e
pizzo nero. Vi abbinai un copri spalle dello stesso colore
dell’abito ricoperto
di pailette ed un paio di sandali con tacco a spillo neri. Per il
trucco mi
rifeci ai colori dell’abito, nero e fucsia. Crona mi
prestò una pochette nera
di pailette dove misi il portafogli i documenti e
l’occorrente per sistemare il
trucco.
Alle
sette e mezza, come avevamo stabilito, Nobu bussò alla
porta. Notai che era
davvero elegante, nonostante indossasse una camicia bianca ed un jeans
nero
abbinati ad un paio di semplici scarpe da ginnastica. Quando mi vide
arrossì e
si scusò per la sua poca eleganza, così
tornò nella sua stanza, la 701 ed
aggiunse al jeans ed alla camicia, una giacca ed una cravatta nera; era
diventato ancora più bello di prima, mi sembrava davvero il
principe azzurro
delle fiabe. Una volta usciti dall’albergo ,
chiamò un taxi che ci accompagnò
in un ristorantino molto carino a Soho. Fummo lì per le 8 e
mezza.
Una
volta arrivati, mi aprì la portiera dell’auto e mi
aiutò a scendere, per poi
pagare i 9 dollari e 50 della corsa al driver e ad illustrarmi il
programma
della serata, cena, passeggiata romantica al chiaro di luna, discoteca
ed
infine rientro accompagnata fino in camera da lui. Ero al settimo
cielo, mi
aveva organizzato una serata davvero speciale. Durante la cena
iniziammo
parlare di noi, per conoscerci meglio.
Avevamo
molto in comune e poi lui era dannatamente bello, ammetto che esagerai
con il
vino, ma ormai reggevo bene l’alcool, forse lo avevo fatto,
perché
inconsciamente speravo che restasse a dormire nella mia stanza, per
controllare
che stessi bene. E se pure fossimo andati oltre non avrei esitato un
solo
istante, anche se sapevo che avrebbe aspettato parecchio, ci teneva a
me ed
inoltre gli avevo detto di me e Soul, gli dissi che era stato un addio
il
nostro, perché non provavo nulla per lui, che non fosse
amicizia, ero
innamorata di un'altra persona.
Lo
guardai intensamente negli occhi, affinché capisse che avevo
intenzione di
stare solo con lui. Nobu capì e non disse nulla a riguardo.
Dopo cena come
promesso, mi portò ad una piccola spiaggia che conosceva
soltanto lui. Passammo
il tempo correndo a piedi nudi in acqua, il che era davvero rilassante.
Dopo mi
fece accomodare su di uno scoglio e fu lì che vedendolo
imbarazzato, poiché non
sapeva cosa dire, gli chiesi di essere il mio ragazzo, gli confessai
che lo
amavo molto e che desideravo davvero poter stare con lui e volevo che
tutti
sapessero di noi. Lui felice come non mai si dichiarò e mi
baciò.
Restammo
così uniti al chiaro di luna per non so quanto tempo, ma
sapevo che non volevo
perdere quello che stavamo costruendo insieme. Dopo la passeggiata in
spiaggia,raggiungemmo
gli altri in un locale in centro, il cui proprietario era un amico di
Shin. Una
volta raggiunto il locale ci riunimmo agli altri al tavolo che Reira
aveva
prenotato per noi. Iniziammo subito a bere ; io e Reira prendemmo un
Cosmopolitan, mentre Shin, Ren, Nana e Nobu optarono per la birra. Al
terzo
giro Nobu era ubriaco fradicio e poiché sapevo come reagiva
all’alcool, lo
portai via con me per convincerlo a tornare in albergo.
In
principio volevo che Nobu si preoccupasse per me,ubriacandomi, ma era
accaduto
l’opposto, lui era ubriaco , mentre io ero sobria e
preoccupata per il mio
ragazzo. Una volta allontanatici dal gruppo portai Nobu nel
privè , dove ci
accomodammo. Lì lo convinsi ad ordinare un bicchiere di coca
cola per due.
Mentre
aspettavamo da bere lo rimproverai per aver esagerato con
l’alcool, come al
solito voleva dimostrare a Ren di non essere un ragazzino,
perché persino Shin
reggeva l’alcool meglio di lui. Gli dissi che ero molto
preoccupata per lui, a
tal punto da non poterlo lasciare da solo in camera, con un minibar ben
fornito, così decisi che per quella sera avrebbe dormito in
camera mia. Mentre
discutevamo ci raggiunsero Shin e Reira , che si erano preoccupati per
la
nostra sparizione improvvisa e trovandoci insieme abbracciati, vollero
sapere
la verità sul nostro strano comportamento da quando eravamo
arrivati al locale.
Nobu
divenne improvvisamente rosso in viso ed iniziò a negare
l’evidenza, così toccò
a me salvarlo dall’imbarazzo, rivelando agli altri la
verità, stavamo insieme e
non c’era nulla di più meraviglioso. I ragazzi si
congratularono con noi, erano
felici. Mi dissero che non vedevano Nobu così raggiante da
quando stava con
Hachi.
Io
conoscevo la storia, perché erano state le due Nana a
raccontarmela,credendo
che forse avrei potuto provare del rancore verso Hachi, ma non potevo
avercela
con una persona così buona ed ingenua come lei. Io le volevo
bene così come
gliene voleva Nobu, anzi era stata lei la prima a cui avevo chiesto
aiuto
quando avevo capito di amare sia Soul, che Nobu.
Ero
disperata, ma Hachi mi incoraggiò a guardare dentro il mio
cuore per trovare la
risposta. Quella l’avevo trovata , era accanto a me che
diceva cose senza alcun
senso. Convinsi gli altri a lasciarci soli , perché al mio
ragazzo avrei
pensato io. Appena Reira e Shin si allontanarono lo trovai svenuto al
mio
fianco, gli feci un po’ d’aria con la borsa e lui
si riprese. A quel punto gli
dissi che per quella notte avrebbe dormito in camera mia,
perché non poteva
restare assolutamente da solo, ero troppo preoccupata per lui.
Così
portai Nobu in camera mia e lo adagiai sul mio letto, dove lo lasciai
per qualche
minuto privo di sensi. Corsi in camera sua dove gli presi un pigiama e
della
biancheria puliti , per poi chiudere a chiave la stanza e correre nella
mia,
dove lui mi aspettava. Gli diedi le cose che gli avevo preso dalla sua
camera,
per lasciarlo cambiare mentre io andai nel bagno per struccarmi e
riempire la
vasca di acqua calda.
Avevo
bisogno di un bagno caldo ero esausta, non ero mai riuscita ad usare il
potere
grigori come maestra di falce, invece come maestra di spada non avevo
avuto
problemi nel far apparire a Rayearth quelle maledette ali. Pensai a
Soul, che
era stato il mio partner per così tanto tempo, avevamo una
risonanza perfetta,
eppure non ci ero riuscita. Forse era stato l’amore a
bloccarmi.
Presa
dalle lacrime, non mi accorsi che non ero sola nella vasca. Nobu era
lì in
costume a farmi compagnia nella vasca. Mi disse che in Giappone, gli
innamorati
erano soliti fare il bagno insieme. Lui nonostante la sbornia ed il mal
di
testa si era precipitato in quella vasca perché mi aveva
sentita piangere. Da
un lato pensavo di essere stata previdente a farmi il bagno in bikini,
visto
che il mio neo fidanzato avrebbe dormito nella mia camera, conoscendomi
sapevo
che se fosse entrato senza bussare, per qualunque motivo, lo avrei
picchiato a
sangue. Sono sempre stata così.
Nobu
mi abbracciò e mi chiese il motivo per cui il mio viso fosse
solcato da tutte
quelle lacrime; gli spiegai per filo e per segno tutta la storia mia e
di Soul
come partner e della nostra avventura alla Shiusen. Lui mi disse che
era fiero
di me e non era assolutamente geloso del mio ex partner e mi disse che
forse
era stato l’istinto a permettermi di usare quel potere
nascosto dentro di me.
Ero al settimo cielo , finalmente avevo trovato la persona giusta,
quella che
non mi giudicava, ma anzi mi comprendeva e mi dava forza.
Quella
forza che in tanti anni avevo cercato in Soul,ma non l’avevo
trovata, perché
lui era il mio migliore amico ed il mio primo amore, ma nulla di
più, infondo
lo avevo sempre saputo che il verde ed il rosso non stanno bene
insieme, ma
l’oro ed il verde si. L’oro era il colore degli
occhi dell’uomo che amavo e non
volevo perdere per nessun motivo al mondo.
Dopo
il bagno ci cambiammo e andammo a dormire. Lui si addormentò
quasi subito
poggiando la testa all’altezza del mio cuore ed io lo strinsi
a me, perché in
quel momento era lui ad essere fragile ed indifeso, io non lo ero
più da troppo
tempo oramai. Il mattino dopo ebbi un dolce risveglio. Il mio principe
mi aveva
portato la colazione a letto e mi aveva risvegliato dal sonno con un
tenero bacio.
Era
davvero un romanticone, ma era questo che apprezzavo in lui la
semplicità e la
spontaneità che mi erano appartenute da ragazzina. Avrei
voluto averlo
conosciuto allora Nobu, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma
in
fondo non ero pentita di essere stata un’ allieva della DWMA
e di aver
conosciuto il mio pianista preferito Soul Evans, senza di lui non avrei
conosciuto Crona, la mia migliore amica, lei sapeva tutto di me come io
sapevo
tutto di lei.
Quella
mattina io e Crona andammo in ricognizione separatamente,
poiché sapevamo che
insieme non avremmo scoperto molto. Mentre percorrevo il mio itinerario
percepì
qualcosa che non quadrava. Una serie di anime erano appena arrivate in
città.
Tre buki e due shokunin. La cosa non quadrava, solo pochi minuti dopo
percepì
che una di quelle cinque anime era diversa aveva qualcosa di familiare,
ma allo
stesso tempo lontano. Poi capii.
Se
c’erano tre weapon e solo due meister, uno dei due doveva
essere Death the Kid,
ma non ne ero certa,le anime erano troppo lontane, per poterne
individuare bene
la natura. Quello che mi insospettì fu il percepire due
anime di strega
nettamente, senza scudo dell’anima, qualcosa non
andava,infatti poco dopo
riuscii a percepire distintamente quattro anime di Kishin,una di quelle
era
molto potente e si stava avvicinando a Crona, che non era troppo
distante da me.
Non appena la raggiunsi, la trovai alle prese con i Kishin,
fortunatamente non
stava avendo troppe difficoltà, in fondo Ragnarock non era
poi tanto scemo, in
battaglia era davvero grande, ma Rayearth non era da meno.
Unimmo
i nostri poteri e creammo una risonanza a catena e distruggemmo il
kishin più
potente , poi passammo ad interrogare i tre superstiti. Presi dallo
spavento
confessarono , che il loro capo sarebbe arrivato entro qualche giorno
in città
e che quella mattina, le sue assistenti erano giunte in
città per preparare
tutto per la sua entrata in scena.
I
miei sospetti erano confermati, si trattava di una setta di magia
proibita,
probabilmente volevano far rivivere il Dio Demone Ashura, al solo scopo
di
prendergli il potere ed eliminarlo nuovamente ,per sempre cancellando
ogni
minima traccia della sua esistenza. Di certo la Shibusen non poteva
affrontare
quella crisi, così dissi a Crona di riferire a Shinigami,
che erano solo delle
semplici streghe a creare problemi e che le avrebbe eliminate in poco
tempo e
la convinsi a chiedere un permesso speciale per poter restare a New
York, fino
a data da destinarsi.
Crona
acconsentì e seguì i miei ordini alla lettera.
Shinigami non fece obiezioni,
non poteva fare altrimenti , data la situazione della mia amica, o
forse aveva
dei progetti per lei che contemplavano, lo stabilimento provvisorio
della mia
migliore amica.
Lei
gli aveva chiesto ancora notizie di Kid, ma lui le disse di non sapere
nulla
del figlio e di essere molto preoccupato per la sua
incolumità. Era bugiardo e
questo lo avevo intuito da come aveva risposto alla mia amica. Copriva
il
figlio, ma in fondo era giusto così, era suo padre non
poteva fare altrimenti, se
la dovevano sbrigare da soli e lui non voleva intromettersi nella loro
relazione.
A
volte ci capita di credere che la felicità quando arriva ,
possa durare a lungo
,ma non è così. Perché lei
è sfuggente ed è la cosa più difficile
da trovare.
Io lo avevo visto con Crona e con Soul ed ora con me stessa. Nobu
doveva
ripartire per il Giappone , per lanciare il loro secondo album , ma mi
promise
che sarebbe tornato presto e che nel frattempo avrebbe pensato ad una
soluzione
per noi due e mi regalò un magnifico anello con una pietra
azzurra a forma di
cuore , mi disse che era il simbolo dell’amore che provava
per me e desiderava
che andassi a vivere da lui per un anno prima di sposarmi. Io lo
desideravo con
tutta me stessa.
Pensai
che era più giusto stare con Nobu che con Soul. Lo amavo
ancora, ma lui non era
la persona giusta , non potevamo stare insieme, non era giusto saremmo
finiti
come Spirit e Kami, loro erano stati prima partner,poi amici ed infine
amanti,
per poi diventare marito e moglie ed
avere una figlia a cui avevano distrutto la vita. La colpa
non è mai
stata di mia madre, solo di Spirit.
Era
lui il problema, lo è sempre stato, ma in quei quattro anni
si era comportato
da padre per la prima volta nella sua vita. Un paio di giorni dopo la
partenza
del mio ormai promesso sposo, decisi di passare del tempo con Soul e
dirgli di
Nobu. Quando gli diedi la notizia mi guardò con quei suoi
rubini spenti,
carichi di lacrime, voleva una spiegazione. Io ricordo ancora le parole
che gli
dissi :” Sai Soul , una volta ci appartenevamo ma ora non
è così. Sei arrivato
tardi , hai aspettato sei anni e di avermi completamente distrutta, per
poi
dirmi che mi hai sempre amata. Tu sei un egoista hai sempre pensato a
te stesso
e mai agli altri, ai loro bisogni , alle loro necessità.
La
verità è che non hai imparato nulla, mi spii per
sapere quello che non ti dico,
ti impicci nella mia vita e pretendi ancora che ti ami o addirittura
che lasci
Nobu per te. Quello che aspetto è. Che
tu cresca una buona volta e capisca che non puoi decidere il bello ed
il
cattivo tempo nella mia vita. Ti ricordi lo specchio che ti ho
lasciato, beh
non hai capito nulla, pensavi che ti rivolessi, ma desideravo che ti
pentissi
per avermi sbeffeggiata insieme ai tuoi amici, beh sappi che era un
monito,
STAMMI ALLA LARGA EVANS E DIMENTICATI Di me, perché NON HAI
NESSUNA autorità o
potere per decidere della mia vita, perciò ADEGUATI ALLA
SITUAZIONE O SII
FELICE E STAMMI BENE.”
Detto
ciò me ne ritornai in camera e piansi per tutto il
pomeriggio. Quella sera Nobu
mi telefonò per sapere come stessi, mentendo gli risposi che
stavo bene ma ero
stanca, avevo affrontato un allenamento speciale con le mie sorelle.
Non volevo
che si preoccupasse e corresse da me trascurando gli impegni, io lo
amavo
troppo per farlo soffrire.
Chiusa
la telefonata rividi nella mia mente le immagini della mattinata che
avevo
trascorso litigando con Soul, ero distrutta mentalmente e fisicamente.
Credevo
che il riposo mi avrebbe aiutata, ma mi sbagliavo di grosso. Infatti
per tutta
la notte non riuscii né
a respirare e né
a dormire. La mattina seguente mi recai in una clinica, che era una
copertura
per delle streghe guaritrici.
Mi
rivolsi ad un’amica di Rouhana, che mi disse di stare
attenta, perché a causa
della mia onda antidemone rischiavo di perdere una parte del potere di
Rayearth
ed i miei poteri di strega. Spaventata decisi di tornare in camera per
riposare
un po’. Mentre ritornavo in camera, vidi Soul, che salutava
Crona e si
preparava a tornare a Death City.
Dovevo
fermarlo, volevo parlargli,per scusarmi con lui del mio comportamento e
rivelargli la notizia ricevuta sui miei poteri, avevo bisogno del suo
sostegno.
Cercai di raggiungerlo, ma durante la corsa, inciampai e battendo la
testa
persi conoscenza. Al mio risveglio in ospedale, dal momento in cui
aprii gli
occhi, cercai di ricordarmi ciò che era accaduto, mi guardai
intorno e trovai
su di una sedia accanto a me Soul che dormiva.
Lo
guardai per capire cosa fosse accaduto, poi ricordai che volevo dirgli
dei miei
poteri di Buki che rischiavano di consumarmi l’anima e che
ero inciampata da
qualche parte . Mi resi conto che quella era una situazione piuttosto
spiacevole, quindi rilasciai il soul protect per usare i miei poteri e
fuggire
indisturbata. Soul non si accorse di nulla fortunatamente per me,
così riuscii
a fuggire in albergo per poter poi rifugiarmi nella mia stanza, dove
dopo tre
giorni potei fumare tranquillamente.
Decisi
di provare le famigerate Black Stones, che Nana mi aveva regalato prima
di
partire per Tokyo, insieme al mio Nobu. Mentre ero assorta nei miei
pensieri ,
me lo ritrovai di nuovo tra i piedi, ma questa volta era diverso. Mi
sembrava
sinceramente pentito per il suo comportamento assurdo, ma soprattutto
ignorando
la mia situazione, riteneva davvero di aver fallito come persona, per
avermi
tentato di obbligare a lasciare Nobu, solo per un suo stupido
capriccio.
Ma
anche io avevo sbagliato, così decisi di dirgli la
verità una buona volta e
soprattutto gli dovevo delle scuse per come mi ero comportata con lui.
Così gli
rivelai tutta la verità, dicendogli anche che ero indecisa
sull’accettare la
proposta di Nobu. Come avevo immaginato, Soul credeva che il mio
ragazzo, mi
avesse chiesto di sposarlo, così mi supplicò di
concedergli la possibilità di
dimostrare che era davvero cambiato e che potevamo almeno tentare di
ricominciare d’accapo la nostra complicata relazione, per
recuperare quello che
avevamo perso e trovare qualcosa di nuovo.
Accettai
la sua proposta e gli dissi che in fondo un po’ lo amavo
ancora, ma amavo anche
Nobu ed ero decisa più che mai a trovare la mia strada. In
quel momento eravamo
entrambi felici , ma per motivi completamente diversi. Soul gioiva
perché forse
avrebbe avuto la possibilità di riavermi con sé,
io invece ero felice perché
finalmente non avevo più la coscienza sporca e soprattutto
avrei potuto
scegliere con consapevolezza la strada giusta per me.
Mentre
pensavo a come ero cambiata in quattro anni e come in un paio di mesi
mi fossi
costruita una nuova vita, che non mi dispiaceva affatto, pensai a
Crona, che in
Reira aveva trovato qualcuno che in qualche modo fosse simile a lei e
la
comprendesse ad un livello più profondo di quanto io avrei
mai potuto.
Inoltre
era dura doverle mentire per il suo bene su Death the Kid , la persona
che
aveva ridotto la sua anima ed il suo cuore a brandelli, sparendo da un
giorno
all’altro come se nulla fosse. Dovevo dirglielo era mio
dovere, ma non avevo il
coraggio, così ne parlai con Reira, che mi
suggerì di affidare a lei il compito
di rivelarle quel segreto tanto pesante ed io accettai senza batter
ciglio.
Infatti il giorno seguente dopo averne parlato con lei, Crona venne
nella mia
stanza per parlare di quel vile traditore che era tornato a farsi vivo.
Lei
ne aveva percepito bene la lunghezza d’onda, in fondo eravamo
tutti nella
stessa città, anche se ormai essendo uno Shinigami adulto,
come noi streghe
usavamo il Soul Protect, aveva trovato un sistema per mascherare la
lunghezza
d’onda della sua anima. Volevo davvero ammazzarlo quel verme
di uno Shinigami,
ma Krona mi fece giurare di non intromettermi, come aveva fatto con
Lord
Shinigami.
Mi
rivelò che lui sapeva bene della loro relazione e che per
amore di Crona voleva
metterla in contatto con il figlio perché potessero vedersi
e trovare il modo
di chiarirsi, ma lei lo aveva supplicato, affinché lasciasse
la mano a Kid,
perché ad essere in torto era lui ed era suo dovere se
davvero la amava trovare
un modo per riconquistarla.
Ovviamente
il Dio aveva accettato senza problemi
la volontà di Crona e giurò di non intromettersi
e di non parlare di lui in sua
presenza. A volte il destino tesse delle tele molto più
complesse di quanto
ognuno possa immaginare e spesso intreccia i destini delle persone in
modi
davvero sorprendenti, separandoli , riavvicinandoli, rivoluzionando
completamente il loro mondo. Era accaduto a me ,
a Soul, ad Hachi , a Nana , a Ren , a Shin,
a Reira , a Nobu e persino a Crona, perché il destino
è questo ,qualcosa di
irrazionale ed astratto ,ma esiste ed è parte della nostra
esistenza. C’è chi
dice che per alcuni sia stato già scritto, ma io penso che
come dice Ren, siamo
noi a scegliere il nostro destino e non c’è niente
di più vero.
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Capitolo 7 *** Rose ***
Dal
diario di Nana Osaki: Mi chiamo Nana Osaki . Non so dove sono nata , so
solo
che mia madre mi abbandonò all’età di
quattro anni da mia nonna , inoltre non
ho mai conosciuto mio padre. Sono cresciuta in una cittadina di mare
del nord
del Giappone , dove solo per due mesi è possibile fare il
bagno, perché per il
resto dell’anno la neve la
ricopre. Sono
cresciuta senza sapere cosa fosse l’amore e credevo che
nessuno mi volesse bene
e che mia madre mi avesse abbandonata , perché me lo
meritavo, non ero degna di
ricevere l’affetto di qualcuno. Infatti sono sempre stata una
persona cupa e
solitaria , perché così era più facile
proteggersi dalle persone che mi
ritenevano un essere spregevole. È sempre stato
così , fino all’estate dei miei
sedici anni. Da poco avevo stretto amicizia , con un mio compagno di
classe,
Nobuo Terashima, lui era stato il mio primo amico. I suoi genitori
possedevano
una pensione nella città dove vivevamo, inoltre mia nonna li
conosceva , perché
qualche volta erano venuti a cena nella piccola trattoria che gestiva ,
dove io
lavoravo part - time. Mia nonna morì proprio
nell’estate dei miei sedici anni,
era stata colpa mia , perché la mia espulsione da scuola ,
le aveva provocato
un tale choc , che nel giro di due mesi morì. Ero stata ,
come al solito,
accusata ingiustamente per una colpa che non avevo, ma a me non
interessava
smentire quelle voci nei miei confronti, il parere altrui non mi
interessava,
io avevo intenzione di proseguire per la mia strada, che agli altri
facesse
piacere o meno.
Al
preside arrivò la voce che io ed altre studentesse , dopo le
lezioni , ci
prostituivamo, ricordo che tutte le studentesse coinvolte negarono le
accuse e
si difesero colle unghie e con i denti per proteggere la loro
reputazione da
quello scandalo. Dal canto mio sapevo di essere innocente e non avevo
bisogno
di dimostrarlo agli altri,perché ero in pace con me stessa e
tanto mi bastava,
così non smentii le accuse e venni espulsa dalla scuola.
L’unico
a difendermi era stato Nobu, ma aveva solo ottenuto un rimprovero dal
preside,invece
della sospensione , data la sua buona condotta.
Grazie a lui
quell’estate conobbi Ren. Per me
lui è come un sole che brilla pieno di vita,mentre io sono
solo uno spicchio di
luna, irradiato dal sole e non ancora completo. Perché per
sentirmi completa ho
bisogno solo del canto , quella è l’unica strada.
Per
una come me che era sempre stata abituata a strisciare ai piedi degli
altri ,
Ren era una luce splendente, che io mai avrei potuto raggiungere . Ci
bastò
poco tempo perché diventassimo qualcosa di più di
semplici compagni. Perché
Nobu era entrato nella band fondata da Ren e dal suo migliore amico
Yasu , come
chitarrista . A loro mancava solo una vocalist, così Nobu mi
propose come tale.
All’inizio rifiutai, perché non avevo il minimo
interesse nell’impegnarmi con
una band, ma poi Ren mi convinse , facendomi diventare prima la loro
vocalist e
poi la sua donna. Eravamo i Black Stones , il nome era quello delle
sigarette
che fumava Yasu e che io detestavo.
Stando
continuamente a contatto con Ren , pian piano diventavo sempre
più simile a
lui, infatti oltre a condividere il modo di vestire, l’amore
per la musica,
l’appartamento , il letto ed il cuore condividevamo anche le
sigarette, le
seven star ed il modo di esprimerci. Grazie a lui io divenni come il
mare
travolto dalle onde, all’epoca mi sembrava di essere come in balia
di una tempesta di
vita e nel mio cuore c’era un uragano e gridava
più forte che mai .
Non
ho mai iniziato a cantare per lui, ma per me stessa , perché
mi regalava un
senso di completezza che nient’altro mi donava e
tutt’ora mi dona.
La
nostra storia durò un anno e tre mesi, cioè fino
a quando lui non ci abbandonò
per trasferirsi a Tokyo, per fare il suo debutto ufficiale con i
Trapnest.
Questi ultimi hanno sempre avuto la peculiarità di portarmi
via le persone a
cui tenevo di più. Prima Ren e poi Hachi. Al primo devo la
mia rinascita,
perché è come se avessi iniziato a vivere solo
dai miei sedici anni in poi, il
passato era come se non fosse mai esistito; perché lui mi ha
donato tanto : la
gioia di vivere , il canto , la chitarra e soprattutto
l’amore , perché lo
desideravo a tal punto da voler morire se non avessi potuto averlo .
L’orgoglio
è stato
quello che mi ha salvata quando
lui mi ha abbandonata . Anche se io ed Hachi ora siamo ancora amiche ,
nulla è
più come prima. Perché per colpa mia lei mi ha
abbandonata. Lei è stata la mia
prima amica,incontrata per caso sul treno che mi condusse a Tokyo
più di
quattro anni fa , per realizzare il mio sogno, debuttare nel mondo
della musica
professionale colla mia band i Blast. Il primo a raggiungermi fu Nobu ,
che
mollò l’appiglio sicuro della pensione di famiglia
per coronare il nostro
sogno, poi arrivò Yasu.
Lui
è sempre stato la mia ancora di salvezza nei momenti
più duri della mia vita,
dapprima non voleva assolutamente vivere grazie alla musica , ma
nonostante scandali
vari ed ostacoli di ogni tipo non ci ha abbandonati ed è
rimasto sempre con
noi.
Poi
incontrammo Shin , un tipo davvero originale, ancora adesso mi
è impossibile
capirlo.
Lui
era stato scelto per sostituire Ren , ma alla fine è
diventato a tutti gli
effetti un membro della nostra strana famiglia. Hachi faceva parte di
questa
famiglia , ma poi ne ha creata una tutta sua con un uomo che non
smetterò mai
di odiare , perché per colpa sua il nostro rapporto non
è mai più stato lo
stesso.
Più
che una grande amicizia , il nostro era un amore platonico , anche se
il mo
essere possessiva mi portava a considerarla il mio cagnolino, ma quando
mi
abbandonò per sposare Takumi , il mondo mi crollò
addosso.
Mi
sembrò inconsciamente di rivivere l’abbandono di
mia madre,di cui ancora non
ricordo il volto. Solo
grazie alla
musica , agli amici ed a Ren mi sono salvata. Adesso le cose sono
diverse
perché i Blast sono una certezza assoluta , così
come l’amore di Ren e
l’amicizia di Hachi.
In
questo periodo alloggio in un albergo a New York , perché
sono in tour colla
band ed ho trovato una persona che come Hachi mi ha donato la sua
amicizia
senza pretese , ma sono certa che lei non mi lascerà mai.
Siamo troppo simili ,
fragili e forti alo stesso tempo , con un passato difficile , un futuro
incerto
, ma con un presente carico di amore e certezze. Perché come
io ho Ren al mo
fianco a sostenermi , lei ha Nobu, proprio come in passato Hachi.
Ma
Maka è diversa ed io lo so l’ho visto , lei non
è come tutti gli altri è
davvero unica nel suo genere e sono certa che saprà rendere
felice Nobu , come
invece lei non ha saputo mai fare.
Ci
siamo conosciute per caso , io la aiutai al suo arrivo in albergo con i
bagagli
e da lì la mia vicina di stanza divenne la mia migliore
amica , insieme a Krona
. Anche lei è davvero una persona meravigliosa , ma ha un
rapporto molto più
speciale con Maka e Reira. Lei si che le somiglia , hanno davvero molto
in
comune, da quanto ho potuto vedere, anche se nonostante tutto non
conosco bene
Reira .
Prima
abbiamo iniziato ad uscire da sole io e Maka e Krona ,poi le ho
presentato
tutte le persone che conosco e da lì in poi è
diventata come una sorella per me
ed in più si è innamorata con mia immensa
sorpresa e gioia di Nobu , che dalla
prima volta che l’ha vista ha ricambiato il suo amore .
Nana
Komatsu: Negli ultimi tempi tante cose sono cambiate nella mia vita.
Jun e
Kyosuke si sono finalmente sposati e sono ritornati in Giappone ,
Takumi e la
band pubblicheranno a breve il loro nuovo album, Ren e Nana finalmente
si
sposeranno, la mia bambina Sachiko,sta imparando l’inglese
grazie a Reira, Shin
ha messo finalmente la testa a posto ed è diventato molto
più maturo di quando
lo conobbi, Yasu nonostante sia il batterista dei Blast ha completato i
suoi
studi ed è diventato un avvocato e lavora per la Gaia Record
, ha assunto il
ruolo che Takumi ha nei Trapnest, con una sola differenza , Yasu
è una persona
sincera,Takumi no.
Persino
lui sta cercando di
cambiare , è
diventato più allegro dopo la nascita di nostra figlia,
infondo loro sono
identici e lui la sta plasmando in modo simile a Reira , almeno lui
è felice
così , fa ciò che gli riesce meglio , il
burattinaio.
Infatti Sachiko e Reira sono
i suoi burattini
che manipola in base alle sue necessità ed in base alle
circostanze. Anche io
sono stata un suo burattino , ma il mio caso è diverso ,
perché ne ero
pienamente conscia di non essere amata da lui come io lo amavo.
Io
me la sono cercata , perché sono così , non
riesco ad amare pienamente persone
dolci come Nobu , perché ai loro bisogni antepongo sempre i
miei. Come dissi a
Nobu sono una donna molto egoista, ma con la maternità sono
dovuta cambiare.
Da
ciò che dico sembra che io non sia felice , ma non
è così , semplicemente mi
accorgo che le persone intorno a me cambiano, si evolvono, crescono, io
invece
sono rimasta quella di sempre. Amo mio marito anche se so che ha altre
donne e
che è un uomo un po’ burbero, ma a me ci tiene e
me lo ha dimostrato pienamente
, così come tiene a Sachiko . Lui non ha mai avuto una
famiglia serena come la
mia , ed è per questo che ancora oggi cerco di sopportare
tutto per il nostro
bene e cerco di rendere la sua vita più serena quando
ritorna a casa.
Adesso
però ho l’occasione di poter cambiare ,
perché posso aiutare qualcuno che sta
vivendo una situazione simile per certi versi alla mia.
In
questi ultimi tempi ho conosciuto un ragazzo molto simpatico , per cui
Sachiko
ha una grande ammirazione. Si chiama Soul ed ha poco più di
vent’anni. L’ho
conosciuto qualche giorno fa nel salone dell’albergo mentre
cercavo Sachi ,
suonava una magnifica melodia al piano e la bambina era accanto lui che
lo
ascoltava rapita da quel brano così affascinante. Appena
finito di suonare lei
aveva iniziato ad applaudire ed a supplicarlo di suonarle
qualcos’altro ,
riempiendolo di complimenti.
Lui
cercava dissuaderla , perché evidentemente non aveva un buon
rapporto col
piano, anche se quando suonava sembrava in pace con se stesso, come se
nient’altro potesse placare i suoi tormenti. Così
mi scusai con lui per come si
era comportata la bambina , ma lui mi sorrise in un modo davvero
inusuale.
Aveva dei denti davvero particolari, così come gli occhi .
Rossi come rubini
che brillavano e contrastavano con l’argento dei capelli, a
guardarlo poteva
sembrare un demone , ma a me sembrava solo un ragazzo con tanti
problemi e
nessuna soluzione valida .
Volevo
aiutarlo davvero , perché intuivo che doveva sentirsi molto
solo, non era
giusto lasciarlo lì a tormentarsi , per questo ordinai a
Sachiko di andare
immediatamente da Reira per farle compagnia , affinché
potessi restare sola con
lui ,per parlare un po’. Una volta allontanatasi , lo invitai
a prendere un
caffè e lui accettò volentieri.
Iniziammo
a parlare ed a conoscerci, fino a diventare buoni amici. Mi chiese di
Sachiko
ed io gli raccontai la nostra storia, a partire dal mio arrivo a Tokyo,
fino al
matrimonio con Takumi ed alla nascita di Sachiko. Lui come me ammirava
la sua
spontaneità e la sua voglia di vivere, come del resto anche
Reira, perché credo
che questa sia un po’ la sua missione riuscire a scaldare
cuori freddi come
quello di suo padre e salvare anime tormentate come quelle di Shin e
Reira ,nemmeno
io riesco a renderlo così allegro .
Nei
giorni successivi mi rivelò il suo passato , la sua famiglia
lo aveva
abbandonato , perché lui non desiderava diventare un
musicista , ma voleva
scegliere da solo il suo destino. Così i suoi gli aprirono
un conto ed un fondo
fiduciario e lo spedirono in un appartamento , che gli avevano
appositamente
acquistato ed in parte arredato a Death City.
Conoscevo
quel posto me ne aveva parlato Maka , un’amica di Nana ,
infatti sapevo bene
che loro erano stati partner , ma lei era andata via, accusandolo di
averle
rovinato l’esistenza . Non sapevo molto di tutta la faccenda
, sapevo soltanto
che lui era un‘arma e lei una maestra d’arma. Una
strana coppia la loro , ma
forse potevano funzionare.
Soul
ed i suoi amici avevano
creduto che Maka
fosse solo una debole e che studiasse solamente perché non
sapesse fare altro,
perché non riusciva a superare il livello a cui era arrivata
ed era diventata
un’insegnante ed anche molto amata.
Inoltre
lui si era confidato con un’amica comune ad entrambi, la
ragazza dai capelli
violetti amica di Reira, Nana e Maka, alla quale aveva confessato di
amare la
sua partner e lei gli aveva consigliato di dimostrarle ciò
che provava , per
poterle poi dichiarare il suo amore e darle prova che i suoi sentimenti
erano
autentici.
Soul
non c’era riuscito ed aveva ignorato i segnali che lei gli
aveva inviato,
affinché sapesse che lei lo amava. Ma la ragazza si era
anche accorta di ciò
che lui ed i loro amici pensavano erroneamente di lei , mal
giudicandola. Così
era fuggita per non doverli mai più vedere,perché
sentirsi traditi dai propri
amici doveva essere terribile , soprattutto se si amava il proprio
migliore
amico.
Soul
voleva riconquistare la sua amata ed io promisi che lo avrei aiutato,
anche
perché Maka non sapeva se scegliere lui o un altro .
Ovviamente non gli rivelai
che la conoscevo bene,perché le avevo promesso di non
rivelare nulla a Soul. In
più sapevo che lei era ancora innamorata di lui, ma allo
stesso tempo
desiderava stare con Nobu.
Non
potevo tradire di nuovo i Blast e far soffrire la mia amica. Sapevo
solo che
Soul la amava ed
aveva bisogno di aiuto
, così come lei , un aiuto che a me era invece stato negato
in un delicato
momento della mia vita , ma per me le cose erano diverse , ero incinta
e non
sapevo nemmeno di chi . Alla fine anche da sola ho saputo trovare la
strada
giusta , ma questa volta sarà diverso , perché
potrò aiutare un amico caro ,
che anche se conosco appena, stimo molto.
|
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Capitolo 8 *** Confession of a Broken Hearth parte 1 ***
Kid:
Ricordo bene quando mia madre
da bambino mi diceva che le bugie hanno le gambe corte, allora ci
credevo,
adesso non più. Ci sono dei momenti in cui si vorrebbe
ritornare bambini,
perché la vita è molto più semplice,
io non ritornerei mai bambino. Semmai
ritornerei al giorno in cui ho abbandonato i miei amici e la mia
ragazza per
andare in Europa a compiere la missione che mio padre mi aveva
affidato.
Il
tempo è ormai trascorso da quel
momento se prima eravamo solo io e mio padre a sapere ora erano anche
Liz e
Patty, le mie partner e sorelle, che erano state mandate a Madrid da
mio padre
,dove io le attendevo. Quando le ritrovai fui davvero felice, mi erano
mancate, perché anche se non lo erano di sangue, loro erano
comunque le mie
sorelle, quelle che nel momento del bisogno c’erano per me.
Ormai
la Death Scythe europea e la
sua Meister erano pronte per prendere servizio, ma prima era necessario
metterle alla prova, l’unico problema, il Kishin che
inseguivamo era fuggito a
New York ed era nostro dovere riprenderlo ed eliminarlo.
Era stato difficile per me
affrontare da
ragazzino Liz e Patty, ma con Lola e Marisol insieme a loro da adulto
,era
davvero impossibile , perché oltre a fare da paciere,
durante le liti delle
gemelle, dovevo anche impedire che Patty disegnasse giraffe ovunque e
facesse
giochi pericolosi con Lola. Inoltre io ero la loro vittima preferita
per lo
shopping, i cambi di look ed i trattamenti di bellezza, operati da Liz
e
Marisol.
Era
davvero dura far loro da cavia
senza impazzire, ma almeno non pensavo alla simmetria bilaterale ed a
Crona.
Fui felice quando mio padre ci riferì che la nostra preda
era nella grande mela
,almeno il viaggio le avrebbe distratte e finalmente avrei potuto
pensare a
come riconquistare la mia adorata Crona.
Così
il nostro quintetto in piena
notte, prese dall’aeroporto di Madrid, un volo diretto per
New York, dove poi
avremmo alloggiato in un appartamento a spese di mio padre. Lui mi
aveva dato
tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento del nostro
incarico, ma si
era dimenticato di dirmi che la persona che mi odiava di più
in tutta Death
City, quella che io invece amavo più di tutte, Crona
Makenshi si trovava lì per
una missione.
Per di più seppi
che Soul era stato inviato lì
in qualità di Death Scythe, per sorvegliare la zona ed
assistere Crona in caso
di necessità. Di queste informazioni venni a conoscenza solo
molto tempo dopo
il mio arrivo in città.
Intanto
appena atterrato percepii
immediatamente la sua anima ed anche un’altra piuttosto
particolare, eppure
molto familiare, ma non percepii solo le loro anime, ma anche quella
di una
Death Scythe. Era Soul e sentivo che era vicino a Crona, ciò
stava a
significare che probabilmente lui era lì per conto di mio
padre, per svolgere
qualche incarico di routine.
Fu
Liz qualche tempo
dopo a rivelarmi che entrambi
erano stati mandati in missione alla ricerca di un kishin molto
potente. Eppure
sapevo benissimo che forse c’era anche
qualcos’altro su cui indagare, ma non
avevo alcuna prova a riguardo. Inoltre Liz mi informò
dell’abbandono della
Shibusen da parte di Maka, una cosa molto sospetta. Ufficialmente Maka
aveva deciso
di passare del tempo con sua madre ed il suo patrigno, per poi
iscriversi alla
facoltà di legge di Yale, ma in realtà la maggior
parte del gruppo sospettava
che la sua fosse stata una fuga e che a coprirla ci fossero Spirit e
Blair, ma
anche qualcun altro a detta di Soul. Per un momento mi venne in mente
che forse
una delle ragazze sapeva, ma era improbabile.
Poi
realizzai che forse Crona
sapeva, ma ripensandoci su non lo ritenevo possibile. Concentrandomi
sulla
percezione di quell’anima particolare pensai che potesse
essere quella di Maka,
ma qualcosa la oscurava. Poi mi concentrai per avvertirla meglio e
capii che
era solo quella di un essere umano o almeno così credevo.
Al
nostro arrivo c’era una
limousine ad attenderci fuori dal JFK, che ci avrebbe condotto
nell’appartamento ,di proprietà di mio padre,
sulla Fifth Avenue dove avremmo
alloggiato durante la nostra permanenza in città .
Arrivammo
in città per le otto in
punto, un orario decisamente simmetrico, mezz’ora dopo
eravamo già a casa, dove
avemmo solo il tempo di svuotare i bagagli e prepararci per la notte
prima di
crollare dal sonno.
Fortunatamente
mio padre conoscendo
il mio amore per la simmetria aveva fatto si che
l’appartamento rispecchiasse
perfettamente i miei canoni estetici, giusto per semplificare il lavoro
delle
sorelle, in mancanza della cura ad ogni mio male.
Il
mattino seguente il risveglio fu
piuttosto umidiccio, infatti l’appartamento era allagato
quasi del tutto , solo
la stanza di Liz e Patty si era salvata dall’allagamento, ed
era un bene per
me, altrimenti la maggiore delle Thompson mi avrebbe decisamente
ucciso.
Immediatamente chiamai mio padre,che subito contattò i suoi
assistenti
newyorchesi,affinché provvedessero a riparare al danno.
C’era ben poco da fare,
dovevamo sgomberare, così fummo costretti a fare i bagagli.
Liz,
Patty, Marisol e Lola
trascorsero la mattinata in giro per negozi tra la Fifth e Soho, mentre
io
seguii i lavori nell’appartamento. Al ritorno le ragazze mi
informarono che
avrebbero trascorso qualche giorno negli Hampton a casa di
un’amica di Lola e Marisol,
Ashley Van Der Bilt, un’ereditiera, che avevano conosciuto da
bambine. Io
acconsentii senza problemi, in fondo era giusto che passassero un
po’ di tempo
tra di loro per conoscersi meglio, informai anche mio padre che non
ebbe nulla
in contrario e mi suggerì di alloggiare
nell’albergo a Central Park dove risiedeva
Soul, il cui proprietario era il fratello di un suo ex allievo amico
anche di
Stain. La cosa non era molto rassicurante, ma almeno avrei avuto un
posto dove
alloggiare ed un amico a cui chiedere scusa.
Mentre
mi affannavo a trovare
l’uscita di Central Park
,che conducesse
all’hotel vicino, mi imbattei in un potente kishin, anche se
non era quello
che cercavamo. Il nostro ricercato era Cortez il conquistadores,
mentre quello
era un kishin locale ,di gran lunga inferiore al nostro obbiettivo, ma
pur
sempre potente.
Ero
disarmato e per di più in
presenza di un demone simmetrico, che non riuscivo ad attaccare. Ero
davvero
nei guai, attivai anche lo Shinigami Blaze, uno strano congegno
inventato da
Stein, che aveva il
compito di
amplificare le onde della mia anima, per poi permettermi di colpire
direttamente l’avversario senza bisogno di un’arma.
Purtroppo fu tutto inutile,
ero troppo debole per riuscire a controllarlo bene, infondo lo avevo
ottenuto
solo da pochi giorni e non l’avevo mai nemmeno testato.
Ero
spacciato, mi sentivo ormai
prossimo alla morte,avevo deluso mio padre ed avevo infranto la
promessa fatta
a mia madre prima che mi lasciasse, ma soprattutto non avevo potuto
dire a Crona
che l’amavo davvero e che avrei dato la mia stessa vita pur
di riavere il suo
amore, che in quei duri anni lontano da casa mi aveva aiutato a non
gettare la
spugna.
Mi
sembrava di vivere un sogno,
perché all’improvviso una figura
femminile,ricoperta da un mantello rosso con
un cappuccio, mi si parò davanti sfoderando un enorme spada
rosso fuoco, con
cui ferì mortalmente il kishin, che svanì poco
dopo , ma prima che svanisse,rilasciò
il soul protect, era una strega.
Infatti
prima che il Kishin
svanisse aveva pronunciato una strana formula, dopo di che apparve un
immenso
campo di forza rosso, che svanì poco dopo insieme alla sua
anima che fu
divorata dalla spada. Non ebbi nemmeno il tempo di rivolgerle la parola
,che
quella mi anticipò dicendomi :” Complimenti
Shinigami, non riesci nemmeno a
sconfiggere un Kishin, figuriamoci una strega. Non ringraziarmi, non
sono
intervenuta per salvarti,lui era una mia preda. Non chiedermi come
faccio a
sapere che sei uno Shinigami, Death the Kid.
Ti
conosco bene, non sei nemmeno
paragonabile a tuo padre, ma infondo sei ancora un ragazzino. Non
chiedermi chi
io sia,posso solo dirti che sono una Meister ed una strega e lui
è il mio
partner e si chiama Rayearth. Ho visto la tua anima, è
potente, ma è fragile.
Non
sai chi sono vero, ma forse
conosci mia madre, infondo era la migliore amica di tua madre ed
è un’amica di
tuo padre. Lady Rouhana Duprè. Sappi una cosa Death the Kid,
quello che hai
vissuto oggi non è nulla, lo scontro con la
realtà, sarà molto più duro di quanto tu possa
immaginare. Non
tutto va come ci si immagina,ricordatelo,perché tra poco la
vedrai.”
Così
come era apparsa sparì nel
nulla,seguita da un immenso lupo rosso, mentre fumava una sigaretta
nera, che
emanava uno strano odore. Non capii immediatamente le sue parole, poi
realizzai che parlava di Crona. Purtroppo non avevo visto in volto la
mia
salvatrice,perché era coperta da una maschera,da cui
però si intravedevano
soltanto gli occhi color ghiaccio,che mi fissarono in un modo
familiare.
Ripensandoci
era solo una mia
impressione, così allontanai quel pensiero e finalmente
seguendo le
indicazioni scritte su di un biglietto che avevo trovato per terra, raggiunsi in pochi minuti
l’albergo. Mentre
mi apprestavo ad entrare vidi un
gruppetto di persone che uscivano. Il gruppo era composto da una
ragazza dai
corti capelli neri che indossava una lunga camicia color vino e dei
pantacollant neri ed in vita aveva una cintura borchiata che richiamava
i
numerosi bracciali ed il collare che indossava, accanto a lei vi era un
uomo
calvo vestito tutto di nero con degli occhiali da sole del medesimo
colore.
Notai
che entrambi fumavano lo
stesso tipo di sigarette, erano tutte nere ed emanavano uno strano
aroma,
dietro di loro camminavano un ragazzino forse
maggiorenne, con i capelli dello stesso
colore di Black*Star, ma con un taglio differente, infatti
ricordavano i
raggi di un sole sparati in aria, che poi gli ricadevano sulla fronte,
formando una frangetta. Notai che era pieno di piercing
e bracciali borchiati , ma soprattutto
notai che fumava lo stesso tipo di sigarette
dei due che lo
precedevano. Indossava una camicia bianca abbinata ad un pantalone
scozzese
verde e rosso tenuto da una catena a mo’ di cintura ed
indossava delle bizzarre
scarpe con le zeppe, per niente simmetriche .
Dietro
di lui camminavano
abbracciati un ragazzo ed una ragazza, la quale a sua volta era vestita
in modo
simile a quella coi capelli neri, solo che la camicia era color
glicine, che
lasciava scoperte le spalle e la cintura era una fascia nera. Inoltre
notai che
aveva un tatuaggio sulla spalla sinistra, molto particolare.
Quello
che mi colpì non furono i
boccoli rossi che le scendevano lungo tutta la schiena, ma i suoi
occhi,
color ghiaccio come quelli della mia salvatrice e soprattutto il
ciondolo rosso
fuoco che portava al collo, simile a quello del ragazzo dai capelli
celesti, ma
diverso per forma, quella di un teschio incastonato in un cristallo di
forma
romboidale argentato, con sopra l’immagine di un lupo rosso.
Mi sembrava di
averlo visto al collo della strega col cappuccio rosso che mi aveva
salvato
poco prima.
La
questione era sospetta, ma non
avevo prove a favore della mia tesi secondo cui quella era la stessa
persona
che mi aveva soccorso, mi
ero accorto
solo che fumava le stesse sigarette di quel gruppetto bizzarro, ma
lasciai
perdere, perché il
pensiero non era assolutamente
simmetrico.
Il
ragazzo invece era un biondino
alto e magro, con gli occhi castano scuro ed un taglio di capelli
simile a
quello del tipo che lo precedeva, solo più corto e senza
frangetta. Sembravano
molto affiatati,probabilmente erano un gruppo rock.
Mentre
mi soffermavo a pesare a
quegli strani tipi che avevo incontrato, non mi accorsi di essere
entrato
nella reception. Mio
padre aveva già
fatto disporre tutto per il mio arrivo, così una volta arrivato mi
dissero che avevano già
ricevuto tutti i miei dati da Death City.
Mi
disperai quando mi assegnarono
la stanza numero 77, era un incubo, così fui preso da una
delle mie crisi, fin
quando non mi assegnarono la camera numero 388 all’ottavo
piano. Ero pienamente
soddisfatto di aver ottenuto una stanza simmetrica, l’unico
problema era che mi
avevano affibbiato una camera matrimoniale. Ma la cosa non mi
preoccupava.
Sistemai in modo simmetrico i miei abiti nell’armadio e feci
una doccia, dopo
di che mi cambiai, optando per una camicia bianca ed un paio di jeans
neri e
delle scarpe da ginnastica dello stesso colore della camicia.
Una
volta pronto decisi di farmi un
giro al parco per rilassarmi un po’. Non potevo certo
immaginare che la
profezia della mia salvatrice si realizzasse di lì a poco.
Infatti mi inoltrai
nel parco, ma mentre camminavo iniziò a piovere. Era solo
una pioggia estiva,
ma era pur sempre pioggia, così decisi di cercare un posto
dove ripararmi.
Mentre iniziavo la mia ricerca, percepii un’anima di color
violetto a me
familiare.
Solo
una persona possedeva
quell’anima ed io la conoscevo
molto bene. Infatti mi bastò oltrepassare la siepe dinanzi a
me,per poterla
vedere. Non potevo crederci, davanti a me c’era la mia amata
Crona. Era
cambiata molto dall’ultima volta, era davvero splendida.
Era
diventata molto più alta ed il
suo fisico era molto più slanciato e sagomato, non aveva
certo le proporzioni
di Patty e Tsubaki, ma era davvero incantevole. I suoi capelli erano
cresciuti
molto, adesso erano una cascata di riccioli rosa-violetti incorniciati
da due
zaffiri scintillanti, i suoi occhi. Sorrideva mentre giocava con una
ragazza
dai lunghissimi ricci color miele, con dei riflessi rosati ed una
bambina dai
lunghi capelli neri con riflessi ramati e dei grandi occhi color
nocciola.
Mentre
osservavo la scena i nostri
sguardi si incrociarono e lei ad un tratto si fermò ed i
suoi occhi divennero
rossi e colmi di lacrime. Mi fissò come terrorizzata e si
nascose dietro
l’altra ragazza. Osservandola meglio capii che si trattava
della famosa
cantante Reira Serizawa, la vocalist dei Trapnest, una band molto
apprezzata da
Tsubaki e Black*Star ed anche da Patty e Lola. Mi avvicinai a lei
presentandomi
e tirando il pallone alla bambina che mi fissava con i suoi grandi occhi nocciola e
che mi sorrideva.
Nel
frattempo, senza che me ne
accorgessi, lei ne aveva approfittato per fuggire. Conversai per
qualche minuto
con Reira, che sapeva perfettamente chi io fossi, poiché
Crona le aveva
raccontato tutto di noi. Lei mi disse che desiderava vederla felice e
sapeva
che solo chiarendo le cose con me sarebbe potuta guarire da quel vuoto
che la
opprimeva ormai da quel giorno di quattro anni fa, quello in cui io la
abbandonai.
Così
mi indicò la direzione in cui
era fuggita ed in pochi minuti la raggiunsi. Era giunto il momento di
dirle la
verità e di rivelarle quanto io la amassi. Ero
più che mai deciso a
riconquistare il suo amore ed a dimostrarle che i miei sentimenti per
lei erano
autentici.
Crona:
Era tutto perfetto, credevo
che prima o poi avrebbe smesso di tormentarmi ed invece tre parole
,più letali
del Vector Arrow di Medusa, uscirono dalla mia bocca. Death the Kid.
Lui era
li davanti a me, credevo che quello fosse il paradiso, prima
dell’inferno.
Avevo cercato di dimenticarlo con tutta me stessa, eppure non
c’ero riuscita .
Nel
momento in cui il suo sguardo
del colore dell’ambra incrociò il mio del colore
della notte,accadde qualcosa
di inspiegabile. Era come se il tempo non fosse mai trascorso e noi non
ci
fossimo mai separati.
Analizzai
la sua figura in un modo
molto simile a quello con cui il professor Stein studiava le sue
vittime prima
di dissezionarle. In un attimo mi soffermai ad osservare le spalle
forti,le
braccia , che erano diventate più lunghe , sottili, ma
soprattutto muscolose.
Era cresciuto anche in altezza, era dimagrito, il suo volto ed il resto
del corpo
avevano persi i tratti da bambino , per assumere fattezze adulte.
Avevo
dimenticato la forma che
assumevano i tendini sotto la pelle del collo marmorea, il profilo
dolcissimo
che andava dal mento fino all’attaccatura dei capelli passando dalle orecchie ,il
naso perfetto e le
labbra che si aprirono in uno splendido sorriso. Era talmente bello
nella sua
perfezione , da sembrare irreale , una statua di marmo.
Mi
ricordava una statua di uno
scultore italiano del ‘500 , la cui immagine Maka mi aveva
mostrato da un suo
libro . Il David di Michelangelo Buonarroti , ma lui era uno Shinigami
ed io
una strega , niente di più sbagliato ed imperfetto. Non
potevo permettermi di
soffrire ancora, così mi nascosi dietro Reira e le chiesi di
distrarre Kid,
affinché potessi
scappare in albergo e
rifugiarmi in camera mia.
Iniziai
a correre non vista da lui,
invocai un incantesimo che mi aveva insegnato Medusa.
L’invisible , serviva a rendersi invisibile
ed impercettibile ad una persona, ma ero troppo debole per riuscire a
controllare un incantesimo così potente.
Così
fui costretta ad usare
l’eredità di mia madre , il suo ultimo serpente. Con il suo potere cercai
di invocare il
vector plate per distrarre il mio inseguitore ed il vector arrow per
proteggermi da lui. Fu tutto inutile il serpente era sparito privandomi
di
tutta la forza.
Pioveva
sempre di più e la strada
era completamente bagnata ed io indossavo una camicia lunga bianca e
viola ,un
jeans chiaro ed un paio di stivali con i tacchi. Un abbigliamento non
molto
adatto per una fuga , infatti inciampai e non riuscii più a
rialzarmi.
Ero
distrutta ormai volevo solo
morire , non avevo più speranza. Poi Ragnarock mi
riportò alla realtà, non
potevo più scappare , non ero una bambina e poi ero riuscita
a sconfiggere mia
madre Medusa ,non sarei più fuggita, avrei dimostrato a
Ragnarock ed a Kid di
cosa ero capace. Mentre mi asciugavo le lacrime , una mano mi
aiutò ad alzarmi
.
Era
lui , nonostante tutto mi aveva
seguita. Era la mia occasione di mettere le cose in chiaro . Lui
tentò di
abbracciarmi , ma io mi scansai e gli urlai con rabbia :” Sei
tornato,
finalmente ho il piacere di rivederti . Cosa speri di ottenere stupido
bamboccio asimmetrico , se sei venuto qui con la speranza che in questi
quattro
anni io ti abbia aspettato , allora hai fatto un grosso sbaglio, ti ho
cancellato dalla mia esistenza , hai finito di tormentarmi.
Per
colpa tua io sono quasi morta ,
ti amavo e ti ho dato tutta me stessa e tu in cambio mi ha dato false
speranze
e bugie , nonostante ciò sono disposta ad ascoltare la tua
spiegazione,perché
me ne devi ed anche più di una , per quattro anni senza mai
preoccuparti di me
. Mi hai lasciato con quattro righe dicendo che dovevi partire ma non
sapevi se
saresti tornato , perciò era meglio chiudere la nostra
storia per non soffrire
entrambi , ma dovevo sapere che però tu mi amavi.
Sei
solo un pusillanime, ma in
fondo è meglio così , perché per noi
non ci sarebbe futuro, uno shinigami ed
una strega, per di più figlia del sangue nero ,
personificazione della follia,
saremmo solo un errore ed io ne ho fatti già troppi ed uno
l’ho commesso quando
mi sono innamorata di te .
Non
assumere l’espressione da cane
bastonato , perché sappi
che con la
sottoscritta non funziona , visto che ti detesto. Comunque ti concedo di parlare ,ti
ascolterò , ma sappi
che non sono disposta a perdonarti con facilità sappilo.
Dopo che ci saremo
messi la coscienza apposto vedremo come agire , perciò
sbrigati prima che cambi
idea Death the Kid.” Gli avevo finalmente detto tutto quello
che in quattro
anni mi ero tenuta dentro ed avevo rivelato solo a Ragnarock.
Lui
mi rispose :”Sappi che
lasciarti Crona Makenshi è stata la cosa più
dolorosa che io abbia mai fatto in
vita mia. Mio padre mi ha detto tutto, io non potevo dirti nulla
perché ero lontano,
ma non per mia scelta, lui, mi obbligò ad abbandonarti senza
una spiegazione
valida, perché era mio dovere. Sono stato quattro anni in
Spagna, per
addestrare la nuova Death Scythe europea e la sua meister. Pensa che
sono
sorelle come Patty e Liz, solo che loro sono gemelle, ma come le mie
sorelle
sono completamente diverse l’una dall’altra. So
bene quale è il ruolo che ci è
stato assegnato, ma sappi che noi siamo due persone.
Ho
creduto di poter avere tutto
dalla vita solo perché ero uno Shinigami, che desiderava
essere normale, il
prezzo che ho pagato per la mia superbia è stato perderti.
Io non ho mai smesso
di amarti Crona, ti ho dovuto mentire per proteggere te e gli altri, il
mio
scopo è quello di ottenere il tuo perdono mia adorata e so
perfettamente che
ottenerlo è quasi impossibile, ma sono disposto anche a
morire per te anche a
costo di non terminare la missione.
Siamo
venuti a New York io e le
ragazze perché il kishin che dovevamo uccidere è
fuggito qui in città. Mio
padre non ha informato nessuno dei due della presenza
dell’altro, perché sapeva
che tu saresti fuggita ed io avrei mollato tutto per inseguirti anche
in capo
al mondo.
Inoltre
quel giorno in cui
ti liberasti di tutte le
nostre foto e del braccialetto che ti regalai , io c’ero, ho
assistito tramite
uno specchio collegato a quello della Death Room, ho notato che
pronunciavi un
incantesimo.
Ho
imparato a leggere le labbra ed
ho indagato. Incantesimo ucraino del non ricordo , non volevi morire,
però
adesso nei sei dipendente e ti stai bruciando i poteri, me lo ha detto
Patty,ti
ha vista mentre lo eseguivi nascosta nel bagno, in accademia. So che
è tutta
colpa mia e sappi che il vederti così, anche se ero lontano,
il tuo
comportamento mi ha profondamente rattristato.
Ti
prego Crona Makenshi, concedimi
di dimostrarti che ti amo più della mia stessa vita e ti
chiedo solo una cosa.
Se mai dovessi perdonarmi e riuscissi a dimostrarti, che anche se sono
solo un
povero Shinigami asimmetrico, non ti lascerò mai
più e che il mio amore per te
è sincero , desidererei che tu mi sposassi.”
Mi
sentivo troppo scombussolata ,
perché mi aveva detto esattamente quello che avevo sempre
desiderato , ma
soprattutto sentivo che era sincero, lo percepivo dalla sua anima.
Rilasciai
allora il Soul Protect e acconsentii a concedergli una seconda ed
ultima
chance, ma poco dopo svenni, poiché avevo consumato troppe
energie.
Fortunatamente
intervenne Ragnarock,
che riferì a Kid che alloggiavamo nello stesso albergo e gli
disse anche il
numero della mia camera, dove lui mi trasportò. Mi
risvegliai dopo una buona
mezz’ora e lo ritrovai accanto a me che dormiva con un
accenno di sorriso sulla
labbra,tenendomi stretta tra le sue braccia.
Ragnarock
mi rassicurò dicendomi
che non era un sogno e che lui era tornato per sempre. Ricambiai il
favore a
Kid riportandolo nella sua camera , coricandolo sul letto e lasciandolo
riposare da solo. Io intanto annullai l’incantesimo del non
ricordo con un
contro incantesimo altrettanto potente , che mi avrebbe impedito di
usare la
magia per qualche settimana ,data la potenza di entrambi, che
conseguì in un
altro svenimento, che mi bloccò per circa
mezz’ora. Una volta ripresa
raggiunsi Reira nella sua camera e le
riferii dell’accaduto.
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Capitolo 9 *** Confessions of a Broken Hearthparte 2 ***
Notai
che era visibilmente contenta
ed anche Sachiko lo era, perché quella sera il suo amico
dagli occhi rossi
avrebbe suonato nuovamente il piano per lei. Mi congedai dopo poco da
loro,
perché Reira doveva raggiungere Hachi nella sua camera, per
poi correre agli
studi di registrazione per incidere il nuovo singolo che avrebbero
lanciato a
giorni.
Quando
rientrai in camera trovai
sotto la porta un bigliettino. Era di Kid mi aveva invitata a cena
fuori ed
inoltre dopo cena aveva organizzato una piccola sorpresa. Non sapevo
assolutamente come vestirmi e dove e quando ci saremmo dovuti
incontrare, così
ebbi la pessima idea di andare in camera sua.
Quando
bussai alla porta e gli
dissi che volevo parlargli, corse immediatamente alla porta, era appena
uscito
dalla doccia infatti indossava solo il pantalone della tuta ed era
tutto
bagnato. Quando me ne accorsi divenni rossa e presa dal panico fuggii
in camera
di Reira e per nascondere la fuga lanciai un mini Ragnarock di fumo. Li
avevo
creati colla magia ed erano davvero utili per defilarsi da certe
situazioni
imbarazzanti. Mentre correvo mi saltarono in mente pensieri poco
convenienti
su ciò che avevo visto, ma poi tornai in me e realizzai che
mi ero davvero
comportata da bambina.
Arrivata
in camera della mia amica,costatai che per mia fortuna era ancora lì e di certo non
se ne sarebbe
andata senza che le fornissi una
spiegazione valida sulla mia improvvisa irruzione in camera sua. Senza
proferire parola alcuna le mostrai il bigliettino che mi aveva lasciato
Kid. Le
bastò dare un occhiata veloce al pezzo di carta ed al mio
volto per capire cosa
era accaduto.
Senza
nemmeno rivolgermi la parola
prese il suo cellulare e chiamò immediatamente Maka e le
disse che c’era
un’emergenza e che doveva rientrare immediatamente in
albergo. Tentai di
fermarla disperatamente, ma non ci riuscii. Mentre discutevamo
qualcuno
bussando alla sua porta interruppe la conversazione, era Kid.
Io
mi nascosi nel bagno affinché
lui non notasse la mia presenza e una volta al sicuro Reira
aprì la porta. Lei
parlò per qualche minuto con lui fuori dalla camera,
probabilmente gli aveva
detto che ero molto confusa e non sapevo come comportarmi
perché ero in
conflitto colla mia mente e col mio cuore. Poi sentii che qualcuno si
era
appoggiato dall’altro lato della porta, era lui, lo avevo
riconosciuto dal
profumo di muschio bianco,era lì per me e mi supplicava di
uscire per parlare.
Acconsentii
mostrandomi alla sua
vista rossa in viso e finii per inciampare cascando dritta tra le sue
braccia.
Mi giurò che non avrebbe mai fatto nulla che potesse ferirmi
di nuovo, da
adesso in poi non ci avrebbero mai più separati e lui
avrebbe fatto tutto ciò
che avessi voluto e non avrebbe mai preteso nulla da me, come era
stato in
passato, sarebbe stato in futuro, ma questa volta il nostro legame
sarebbe
stato più forte.
Siamo
due adulti quindi non
dobbiamo più avere paura, perché abbiamo molte
più possibilità per crearci la
vita che desideriamo.
Gli
chiesi dove saremmo andati
quella sera ed a che ora ci saremmo dovuti incontrare. Lui mi rispose
solo che
alle otto in punto sarebbe venuto fuori la porta della mia stanza per
prelevarmi e dare inizio alla serata più simmetricamente
perfetta della mia vita.
Ero
senza parole, soprattutto per
il simmetricamente, in mia assenza era decisamente peggiorato, avrei
provveduto
personalmente a farlo rinsavire a suon di ceffoni, meritatissimi,dato
il suo
comportamento.
Sapevo
che Kid era un genio
dell’organizzazione e quando mi aveva invitata personalmente
ad uscire con lui
quella sera , i suoi occhi brillavano di una luce che conoscevo molto
bene,aveva
in mente qualcosa di grosso ed ero alquanto preoccupata
sull’abbigliamento, ma
lui mi chiese di indossare qualcosa che mi facesse risplendere.
Fortunatamente
Reira aveva messo a
mia disposizione l’aiuto preziosissimo di Mari, la sua
assistente, e di Maka,
che avrebbe fatto in modo di aiutarmi a mostrare a Death the Kid come
Crona
Makenshi fosse cambiata in quattro anni.
Reira
aveva lasciato a Mari il
compito di occuparsi del mio look per l’appuntamento,
secondo le sue
direttive. La mia scelta doveva ricadere su di un abito con spalline
sottili
nero luccicante con
motivi argentati
anche essi ricoperti di brillantini. L’abito non era molto
attillato, ma
metteva in risalto il decolté lasciandolo lievemente
scoperto, ma era
decisamente troppo audace per me.
Così
Maka aveva pensato
anche ad un’altra opzione,
decisamente più consona, un vestito a fascia viola molto
particolare con un
fascia nera sotto il seno e con una rosa dello stesso colore
dell’abito sul
fianco destro. Optai per il secondo abbinandolo ad un copri spalle nero
di
seta.
Mentre
mi preparavano, il mio
pensiero ritornò a come mi ero ridotta in quattro anni senza
di lui, dipendente
dall’alcool e dagli antidepressivi ed infine avevo fatto
ricorso ad un
incantesimo talmente potente da rischiare di morire, ma
all’epoca non me ne
importava molto.
Nei
giorni seguenti alla sua
partenza, ripiombai in quello stato di follia, in cui vivevo prima di
incontrare Maka. Non mangiavo, non bevevo, non uscivo dalla mia cella
nella
DWMA, perché era lì che mi ero nascosta, non
rispondevo nemmeno alle continue
lamentele e provocazioni di Ragnarock, che dopo un po’stufo,
se n’era
ritornato a dormire.
Avevo
deciso di lasciarmi morire,
perché nulla aveva più senso, dopo che avevo
donato tutta me stessa a Kid e
lui se n’era andato, dandomi conferma che mi ero solo illusa
che anche per me
potesse esistere la felicità.
Una
sera dopo il tramonto, dopo
l’ennesima visione di mia madre che beffarda si prendeva
gioco di me assistendo
alla mia lenta autodistruzione, decisi di farla finita, dato che
ormai non
avevo più alcun motivo per vivere. Sapevo bene che se
desideravo morire,
Ragnarock doveva essere in forma d’arma, affinché
io non fossi più invulnerabile.
Uscii
dalla mia camera per recarmi
sulla balconata della Shibusen, per potermi gettare giù e
porre fine così alla
mia miserabile vita. Nemmeno in punto di morte avevo il coraggio delle
mie
azioni, ma ormai ero decisa a farla finita, quando qualcuno mi
colpì in
testa.
Mentre
perdevo i sensi , mi accorsi
che due persone mi stavano trascinando all’interno della
scuola,ma una sola di
quelle due mi aveva allontanata dal terrazzo. Mi risvegliai tre giorni
dopo in
infermeria. Inizialmente non ricordavo nulla di ciò che mi
era accaduto , ma
poi ricordai, così decisa più che mai a
concludere ciò che avevo iniziato
fuggii via dal letto e mi nascosi in un bagno e richiamai Ragnarock in
forma
d’arma ed ero ad un passo dal morire,ma quando sentii che
qualcuno si stava
avvicinando , mi colpii , ma sbagliai la mira,infatti mi ferii
all’altezza del
fianco sinistro e prima di svenire , estrassi la spada e notai con mia
grande
soddisfazione , che il mio sangue era rosso .
Mi
risvegliai la mattina seguente e
vidi che nel letto accanto al quale ero stata incatenata , per
impedirmi di
fuggire , giaceva una figura femminile che riconobbi essere subito Maka
, data
la presenza dei codini. I due letti erano separati da una tenda , che
ordinai a
Ragnarock , che aveva più libertà di movimento,
di aprire. Accanto alla mia
amica, c’era Soul, che le accarezzava dolcemente il volto.
Mi
sorpresi molto del suo gesto
così gli chiesi se per caso fosse innamorato di lei. Rimase
immobile con gli
occhi sbarrati, poi divenne rosso in viso e con la testa fece un cenno
affermativo. Dopo poco, come mi aspettavo, rigirò la
domanda a suo favore,
chiedendomi se amassi Kid. Gli risposi immediatamente di si, inoltre
gli
spiegai le ragioni del mio gesto, non avevo nulla per cui valesse la
pena combattere,
perché ormai ero vuota , avevo donato tutta me stessa al
ragazzo che amavo e
che diceva di amarmi e che poi all’improvviso, senza
lasciarmi spiegazione
alcuna , mi aveva abbandonata.
Soul
dal canto suo cercò di
ribattere,tentando di
convincermi , che
potevo ancora lottare per la mia migliore amica,ma gli risposi che
quella non
era la mia battaglia , ma la sua . Io avevo già
l’amore di Maka,ma il suo era
un amore fraterno , perché per lei io sarei sempre stata una
sorella. Soul era
quello che doveva combattere per ottenere l’amore di quella
ragazza che giaceva
nel letto accanto a cui lui era seduto, quello stesso letto in cui era
stato
dopo aver fatto da scudo alla sua partner, ferito al petto e contagiato
dalla
follia, a ricordargli quell’esperienza c’era una
cicatrice, che quasi
terrorizzava la ragazza che giaceva inerme accanto a lui.
Tutto
questo era accaduto a causa
mia qualche anno prima, quando ancora ero succube della follia di una
madre
che non mi aveva mai considerata una figlia, ma solo un esperimento mal
riuscito e che ancora oggi nei miei incubi godeva del dolore e del
vuoto che mi
squarciavano senza pietà alcuna il corpo e
l’anima.
Maka
si riprese il mattino seguente
ed ebbe una felice sorpresa, perché Soul era stato tutta la
notte accanto a
lei per proteggerla, le aveva ricambiato il favore che gli aveva fatto
anni
prima quando per giorni era rimasto incosciente in quel letto dove ora
si
trovava lei. Maka in quei giorni lontani era stata divorata dai sensi
di colpa
e dal rimorso, per la sua debolezza,che quasi era costata la vita a Soul.
Se
ancora una volta quei due si
erano trovati in quella situazione era stata nuovamente solo colpa mia,
non
meritavo di vivere, non era giusto che le persone soffrissero ancora a
causa
mia specialmente loro, quelli che per primi erano diventati miei amici.
Quando
mi ripresi e fui dimessa, mi
decisi a portare assolutamente a termine ciò che avevo
iniziato, il problema
principale era il come agire. Infatti dopo il mio duplice tentativo di
suicidarmi, Shinigami, il quale non riusciva a spiegarsi il
perché di quel
mio gesto e come il mio sudatissimo e fragile equilibrio si fosse
infranto così
rapidamente, dopo averlo strenuamente conquistato, mi aveva trasformata
in una
sorvegliata speciale,che non andava assolutamente persa di vista,
nemmeno per
un secondo, in quanto sussisteva il pericolo che usassi nuovamente la
mia buki
per suicidarmi.
Non
potendomi permettere atti
eclatanti data la situazione, per poter perseguire il mio obbiettivo
ovvero
porre fine alla mia inutile esistenza, mi avviai lentamente sulla
strada
dell’autodistruzione.
Era
l’unica opzione che mi era
rimasta, avrei sviato i sospetti e pian piano la sorveglianza si
sarebbe
allentata ed io avrei potuto anche ritornare al piano originale, ma in
fondo
una morte lenta con una lenta agonia, era meglio, almeno mi sarei
assuefatta
al dolore e sarebbe stato più facile morire davvero,
perché quella sarebbe
dovuta essere la morte spirituale di Crona Makenshi, quella fisica
doveva
avvenire in grande stile, come quella di mia madre prima di me.
Quando
fui dimessa Nygus mi
prescrisse degli antidepressivi, che mi aiutavano a stare meglio
fisicamente e
mentalmente, ma soprattutto mi permettevano di dormire, sperando di
sparire
nel sonno.
Quando
mi rimisi in sesto,
nonostante usassi ancora gli antidepressivi, decisi di tentare di nuovo
il
suicidio, ma questa volta sarei morta nel sonno e soprattutto lo avrei
fatto
davvero. Una sera ,dopo aver fatto ingozzare di caramelle Ragnarock ed
aver
atteso che si addormentasse, assunsi tre scatole di pillole. Poi
composi una
lettera di ringraziamento per Maka, una anche per Soul, che mi aveva
incoraggiata a non mollare per amore di Maka, in cui gli chiesi scusa
per il
mio comportamento, ed una d’addio rivolta a Tsubaki e
Black*Star .
Inoltre
ne avevo composta una anche
per Kid. La sua era diversa, perché era allo stesso tempo
una lettera d’amore, in cui gli rivelavo i miei sentimenti ancora una volta, nonostante
lui li
avesse calpestati, ed una d’addio, perché quello
era l’ultimo saluto che gli
rivolgevo prima di ritornare da dove provenivo, dal nulla.
Sfortunatamente
Maka mi trovò in
camera stesa sul letto quasi priva di vita e con le prove del misfatto
tutte
intorno a me. Ragnarock per mia sfortuna si era svegliato ed aveva
preso il
telefono sul mio comodino e le aveva ordinato di correre in mio aiuto.
Fui
nuovamente ricoverata , ma
questa volta appena fui cosciente venni portata immediatamente nella
Death Room
e venni lasciata sola con il signor Albarn e lord Shinigami. Poi fui portata al suo
cospetto da Azusa ,
che prima di andarsene mi poggiò su di una
comoda sedia a dondolo di fronte al Dio .
Il
signor Albarn immediatamente mi
porse una coperta colla quale mi coprii e mi offrì
un’ottima tazza di Indian
Green Tea , ben sapendo che l’avrei apprezzata. Subito dopo
Shinigami manifestò
la sua evidente preoccupazione per il mio stato di salute , ma era
felice che
la sua figliola stesse bene . Quando mi chiamò con
quell’appellativo arrossii e
gli chiesi come mai mi avesse chiamata in quel modo , con cui chiamava
solo Liz
e Patty , che per lui erano come delle figlie,dato che per tanti anni
si erano
prese cura di suo figlio.
Lui
mi sorrise e mi diede ad
intendere che sapesse bene che tra me e Kid c’era stato
qualcosa,probabilmente
Maka o le ragazze gliene avevano parlato. Quando Lord Shinigami e
Spirit mi
chiesero il motivo per cui desiderassi a tutti i costi morire , io
accampai una
scusa,dicendo che non avevo motivi per vivere , in fondo non era poi
così falso
come potesse sembrare, poi chiesi al Dio di potergli parlare da sola
senza il
signor Albarn.
Lui
acconsentì ed ordinò a Spirit
di far preparare un appartamento in cui avrei alloggiato per un
po’ con Maka e
di avvisarla di prepararsi al trasloco e di invitare Soul a trasferirsi
da
Tsubaki e Black*Star o nella villa insieme alle sorelle Thompson.
Mentre
la Death Scythe si
apprestava ad obbedire ai suoi ordini , Shinigami prima
mi colpì con un leggero, ma doloroso
Shinigami chop , poi mi rivolse la medesima domanda che mi aveva posto
poco
prima, aspettai qualche minuto prima di rispondere.
Gli
dissi :” Sa Lord Shinigami, mi
dispiace risultare scortese,ma non è nelle mie intenzioni
mancarle di rispetto.
Le dico questo perché non gradirà affatto le mie
parole , per questo ho scelto
di fare una premessa prima di risponderle. Lei è un
Dio,quindi dovrebbe
arrivarci da solo a capire chi è il colpevole di tutto
questo. Vedo dal suo
sguardo che ha compreso, la mia inutilità e le mie immense
ed imperdonabili
colpe .
Per
questo voglio togliermi di
mezzo, perché sono stufa di portare esclusivamente dolore
nella vita delle
persone e poi io non sono nulla , quindi perché dovrei
vivere?
Non
sarebbe meglio se
morissi,infondo non è che la mia presenza sia
così indispensabile . Altri
meritano il privilegio di vivere e conoscere la Shibusen ed i suoi
nobili
progetti. “ Dopo aver pronunciato queste parole , ritornai
sulla sedia dalla
quale mi ero faticosamente alzata per avvicinarmi alla
divinità di fronte a me
.
Dapprima
rimase
perplesso,nonostante avesse la sempre la stessa espressione allegra ,ma
poi il
suo tono di voce cambiò , divenne serio e mi disse che Kid
era il motivo per
cui volevo morire. Gli dissi che in parte era vero , perché
lo amavo a tal
punto da essere disposta a tutto per lui, ma invece mi aveva
abbandonata senza
dirmi nulla , come se il mio amore per lui non ci fosse mai stato.
Gli
avevo donato tutta me stessa ,
anima e corpo e mi sentivo vuota, distrutta da un dolore immenso.
Perché la mia
anima ed il mio cuore se ne erano andati con lui, nel momento in cui
per la
prima volta nella mia vita, mi sentivo amata e felice. Sensazioni che
non avrei
mai potuto provare, perché come diceva sempre mia madre , io
non meritavo
affatto la felicità. Shinigami cercò di
consolarmi, ma gli dissi che mai
nessuno avrebbe potuto capire ciò che provavo.
Il
dio si ammutolì e non riuscì a
rispondere alle mie parole, fin quando Maka si presentò al
suo cospetto,
chiedendogli il permesso di accompagnarmi nel mio vecchio alloggio, per
prendere le mie cose e recarsi poi nell’appartamento messo a
nostra
disposizione da lui. Ripensandoci mi sbagliavo, perché
qualcuno c’era che
poteva comprendermi, solo che non l’avevo ancora incontrato.
Reira
, mi capisce bene , perché
anche lei ha sofferto in tutti questi anni, in cui ha sempre amato
Takumi,
anche se lui calpestava i suoi sentimenti rendendole la vita
impossibile , ma
soprattutto perché nonostante avesse scelto Hachi, una parte
di lei gli
apparteneva. Anche se poi Shin l’aveva liberata da quei
tormenti che la
assillavano donandole il suo amore sincero ed incondizionato , che lei
ricambiava.
La
invidio un po’, perché ha
l’amore dei fans , di Shin e di Sachiko, mentre io invece
avevo solo il suo e
quello di Maka. Non riuscivo a fidarmi completamente di Kid dopo tutto
quello
che era accaduto.
Ricordo
che dopo il mio ultimo
tentativo di suicidio, essendo sorvegliata da qualcuno a cui non potevo
sfuggire, scoprì un modo per cancellare il mio dolore,
l’alcool, più
precisamente la vodka. I primi tempi , davvero non la reggevo,ma poi
era
diventata una piacevole droga, ma soprattutto lo reggevo a tal punto,
da non
sembrare ubriaca.
Andai
avanti così per sei mesi ,
fin quando non iniziai a praticare la magia e scoprii su di un vecchio
libro di
mia madre un incantesimo che forse mi avrebbe salvata dai ricordi che
mi
tormentavano , ma soprattutto da me stessa.
Quell’incantesimo
mi dava sollievo
, ma ne ero dipendente e soprattutto mi prendeva gran parte del potere
a mia
disposizione , con grande disappunto di Ragnarock , che negli anni
tentò in
vano di riportarmi sulla retta via .
Dopo
circa venti minuti in cui la
mia mente aveva viaggiato nel passato, Mari mi riportò alla
realtà ,
mostrandomi i primi risultati. L’hairstylist aveva
trasformato i miei capelli
in una fluente cascata di riccioli rosa-violetti ed aveva leggermente
accorciato la mia ormai lunghissima frangetta asimmetrica, raccogliendo
alcune
ciocche di capelli in una mezza coda, con un fermaglio a forma di
farfalla
argentata, lasciando però dei riccioli ad incorniciarmi il
volto sui lati. Guardandomi
riflessa nello specchio dinanzi a me , non riuscivo
davvero a riconoscermi.
Poi
fu il momento del trucco , i
miei occhi scintillarono di varie tonalità dal rosa al viola
più intenso, con
una leggera traccia di blu, come i miei occhi, poi Maka
aggiunse un tocco di eyeliner e di matita
nera e di mascara per rendere lo sguardo più intenso e per
le labbra optò per
un fucsia acceso che contrastava con la mia pelle candida.
Poi
indossai l’abito , che mi
calzava a pennello, le scarpe ed il copri spalle. Infine Reira , che
nel
frattempo era rientrata , mi fece indossare un sottile cerchietto
d’argento
ricoperto di piccoli cristalli luccicanti , con a lato una farfalla
dello
stesso colore dell’abito, una sottile catenina
d’argento con un piccolo cuore
d’ametista,incastonato in una goccia e
dei lunghi e sottili orecchini , entrambi d’argento, inoltre
gli orecchini
avevano delle perline di quarzo rosa, ed infine
indossai un bracciale di perle con una
stella d’ametista al centro. Prima di uscire mi
spruzzò un meraviglioso profumo
francese e mi consegnò una splendida borsetta nera e viola a
tracolla.
Sembravo
davvero un’altra , ma
soprattutto non riuscivo a credere di avere un’amica
così premurosa con me ,
era più di un’amica, era un’anima affine
alla mia e di questo ero davvero felice.
Prima di raggiungere il mio cavaliere decisi di sciogliermi i capelli ,
dato
che mal sopportavo il pesante fermaglio .
Alle
otto in punto mi feci trovare
all’entrata della mia camera , dove al mio arrivo trovai Kid.
Era davvero
elegante, indossava un completo nero con una camicia color avorio
orlata , in
stile ottocentesco, ed
una spilla sotto il
colletto , raffigurante la maschera di suo padre .
Era
davvero stupendo , il completo
che aveva scelto metteva in risalto il suo corpo perfetto,avevo di
fronte il
ragazzo più elegante e simmetrico del mondo. Non ebbi
nemmeno il tempo di
salutarlo , che lui mi strinse in un dolcissimo abbraccio , seguito da
un
bacio, e si complimentò dicendomi che ero talmente bella da
mozzargli il
fiato,nonostante indossassi un semplice cappotto nero,che ben
nascondeva l’abito
e gli accessori.
Dopo
essersi complimentato, gli sussurrai
maliziosamente in un orecchio, che non aveva ancora visto nulla.
Entrambi
arrossimmo, perché mai mi sarei aspettata di saper essere
ancora maliziosa, ma
soprattutto non era un mio comportamento tipico, anzi era estremamente
atipico
dato il mio carattere timido ed introverso, ma grazie
all’amicizia di Reira ed
al sostegno di Maka, la mia barriera caratteriale , aveva pian piano
iniziato
ad infrangersi e di questo Kid fu estremamente sorpreso ,come
d’altronde lo ero
io.
Dopo pochi minuti
arrivò una splendida
limousine, che come mi illustrò Kid , ci avrebbe
accompagnati in un posto
speciale. Quella sera più che mai desideravo chiarire con
lui e ricominciare a
vivere da sola , lasciandomi alle spalle l’amore che provavo
per il ragazzo
accanto a me , ma una parte di me desiderava ricominciare da capo e
forse
quella sarebbe potuta essere una buona soluzione al problema.
Mi
pentii amaramente del mio
comportamento,perché stavo ingannando quel meraviglioso
ragazzo che si era
prodigato per organizzare una bella e piacevole serata, in cui poterci
chiarire,dopo quel lungo periodo di lontananza forzata, che ci aveva
separati,perché le mie intenzioni erano ben lontane dal
tornare insieme come
invece avevo lasciato erroneamente credere a Kid.
In
realtà non ero ben certa di
quali fossero le mie intenzioni, ero combattuta tra il rancore che
provavo per
il suo abbandono e la gioia per averlo ritrovato,perché
sapevo bene di non
essere riuscita a cancellare il mio amore per lui, nemmeno la
magia,poteva
porre rimedio alle sofferenze del cuore.
Arrivati
nell’esclusivo ristorante
, scoprii che Kid aveva prenotato una sala all’aperto solo
per noi,con una
splendida vista sul mare. Desiderava vedermi sorridere, anche se ormai
avevo
quasi dimenticato cosa fosse un sorriso rivolto ad una persona che si
ama.
Negli ultimi anni avevo versato più lacrime di quanto avessi
sorriso .
Non
appena mi tolsi il semplice
cappotto nero che avevo scelto per la serata, il mio accompagnatore
rimase
esterrefatto , perché come mi disse , in vita sua non aveva
mai visto nessuna
donna bella quanto me in quel momento. L’abito e gli
accessori avevano ottenuto
l’effetto sperato,sottolineare il mio cambiamento , infatti
notai che Kid non
riusciva a smettere di guardarmi estasiato, per la mia estrema
simmetria. In
tanti anni le sue manie non erano affatto migliorate,semmai erano
peggiorate.
Quando i nostri sguardi del
colore dell’ambra
e della notte s’incontrarono, intravidi nei suoi occhi una
luce speciale,
conoscevo bene quei sentimenti che il suo sguardo lasciava
trapelare,rimorso
per avermi abbandonata negli anni e per aver forse perso il mio amore,
ma allo
stesso felicità per
non
dover mentire più e poter finalmente parlare con qualcuno di
ciò che gli era
accaduto negli ultimi anni.
Ci
sedemmo a tavola nell’attesa
della cena , accompagnati da un silenzio assordante. Era arrivato il
momento di
chiarire una volta per tutte con Kid. Così gli chiesi se mi
amasse e lui
rispose che amarmi era poco , per lui ero il centro del suo universo ,
la sua
ragione di vita. Lui mi rivolse la stessa domanda ed io risposi a mia
volta
dicendogli , che nonostante tutto lo amavo . Così mi decisi
a raccontargli
delle sofferenze patite negli anni senza di lui.
Esordii
dicendo: “Kid
ascoltami,voglio che tu sappia ciò è successo
negli ultimi anni. Devi essere
consapevole del male che mi hai fatto, se vuoi che ti perdoni. Il
giorno in cui
trovai la tua lettera il mio cuore e la mia anima si sono dissolti, lasciando al loro posto il
vuoto.
Poco dopo ,sono scappata nel
deserto dove sono
rimasta per un paio di giorni, finché non mi hanno trovata.
Credevo che quello
fosse l’unico posto dove potessi nascondermi per restare in
pace e non avere la
pietà degli altri,una volta scoperta la tua partenza.
Quando
ritornai alla Shibusen , tuo
padre mi diede un altro alloggio nella scuola , così da
poter stare tranquilla
per un po’. Inizialmente ho tentato di odiarti, ma non ci
sono riuscita,perché nonostante
tutto non sono riuscita a non
amarti, sei stato troppo importante .
Decisi
di non uscire mai più dalla
mia stanza, ripiombando nella follia , almeno così per me e
questo lo sai bene ,
almeno avrei avuto qualcosa da fare, combattere con le mie
allucinazioni. Mi
resi conto che mi ero illusa, tra di noi non c’era mai stato
nulla, ma a me non
importava più di tanto , perché io sono sempre
stata sincera e ti ho donato
tutta me stessa, ma a te questo evidentemente non è bastato.
Per
questo decisi che era meglio
morire, almeno non avrei visto il fantasma di Medusa,che mi
perseguitava
dicendomi di non meritare affatto la felicità,
perché ero solo uno scarto di
follia ed inoltre avrei smesso di soffrire e far soffrire le persone
attorno a
me.
Inizialmente
sperai di poter morire
di stenti ,uccidendo così anche Ragnarock,ma non provavo
rimorso per lui ,
perché di vittime ne aveva fatte tante in passato. Purtroppo
a rovinare i miei
piani fu Maka, che per ordine di tuo padre , tentò di farmi
distrarre, cercando
di farmi concentrare sulla routine quotidiana , affinché la
follia mi
abbandonasse e ritrovassi il mio equilibrio ,che a detta sua si era
improvvisamente
infranto .
Tuo
padre ovviamente ignorava il
perché avessi avuto una ricaduta di follia, infondo era
meglio così, solo Maka
sapeva che la causa di tutto era stata la tua immotivata
,nonché improvvisa
scomparsa. Fu allora che compresi che non potevo più
aspettare per farmi fuori,inoltre
sapevo che il sangue nero di Raganrock mi proteggeva, quindi era
necessario
provvedere. Infatti decisi di usare il mio partner in forma
d’arma, per
togliermi di torno e non rovinare più la vita a nessuno.
Una
mattina all’alba sgattaiolai
sulla terrazza principale e richiamai Ragnarock in forma
d’arma , affinché
potessi realizzare il mio ultimo desiderio morire. Maka mi
fermò giusto in
tempo. Non è stato l’unico tentativo di farla
finita, perché la mia esistenza
piatta e vuota mi aveva stufata, così ci ho provato
parecchie volte, pensa che
una volta Maka mi ha donato il suo sangue , invece un’altra
volta mi hanno
legata al letto colle cuciture dell’anima di Stein .
Poi
ho iniziato a prendere degli
antidepressivi e dopo un po’ ci sono quasi riuscita a sparire
dalla
circolazione, grazie a quei farmaci. Quella volta ce l’avevo
quasi fatta,ma
Ragnarock ha urlato per telefono a Soul e Maka di precipitarsi in
camera mia
alla Shibusen.
Dopo
quella volta , tuo padre mi ha
convocata nella Death Room e lì gli ho fatto capire
perché tentassi di
togliermi la vita in continuazione . Quando ha capito che in parte eri
tu il
responsabile, si è rammaricato, perché non sapeva
di noi, dopo mi ha mandata a
vivere con Maka in un appartamento che ci mise a disposizione e Soul si
trasferì da Black*Star e Tsubaki, che si erano appena messi
insieme.
Sappi che non è
solo a causa tua se ho cercato
di farmi fuori, ero consapevole di aver provocato troppo dolore ,
soprattutto a
Maka ed a Soul,la tua sparizione, ha solo accelerato il processo e lo
aveva
reso necessario.
Poi
la magia , mi ha aiutata e per
una volta Medusa e i suoi libri mi sono tornati utili. Infatti tuo
padre una
volta mi mandò in missione colle sorelle Thompson,Kim e
Jackie , sperando che
riuscissi a stare un po’meglio.
Le
sorelle ormai erano abituate ad
andare in missione senza di te, così mi furono assegnate
come supporto. Durante
la missione incontrammo anche un altro kishin , oltre a quello che
dovevamo
eliminare, Kim e Jackie si occuparono del primo , a noi
toccò il secondo.
Liz
e Patty tentarono di distrarlo
, mentre io provavo ad usare lo screech alpha contro il demone , ma fu
inutile
, fu così che liberai inconsciamente i miei poteri di strega
latenti. La magia
mi permise di danneggiarlo al punto tale che Liz e Patty lo
sconfiggessero.
Da
lì tuo padre decise di farmi
studiare la magia ,inizialmente con Kim , poi mi mandò dalla
sorella del signor
Albarn,una strega molto potente ,cara amica di tuo padre e di tua
madre,Lady
Duprè .
Grazie
a lei ho imparato a
padroneggiare i miei poteri , ma nonostante ciò non ho mai
potuto usare la
magia dei vettori, ereditata da Medusa, se non quella volta con Liz e
Patty
in pericolo. Quando riuscii a padroneggiare bene la magia ed a
controllare i
miei poteri,leggendo i libri di mia madre, trovai
l’incantesimo che mi ha
salvato la vita. Questo è tutto quello che desideravo
sapessi Kid.”
Concluso
il discorso , feci per
andarmene, indossando il cappotto, l’espressione del viso
del mio
accompagnatore era quasi priva di vita, così tentai di
approfittarne per andare
via,finché riuscivo a controllarmi, dovevo andarmene.
Desideravo chiudere
quella storia fin troppo dolorosa per me, soprattutto dopo essere
riuscita a
raccontare a Kid tutta la sofferenza che il suo abbandono mi aveva
comportato.
Ero
quasi all’uscita, quando mi
sentii fermare da due braccia forti, che mi strinsero in un caldo
abbraccio.
Sapevo bene che Kid era dietro di me e soprattutto non era intenzionato
a
lasciarmi andare, con mio estremo disappunto. Trattenendo a stento, le
lacrime, gli intimai di lasciarmi, altrimenti lo avrei colpito con
Ragnarock,
che sarebbe stato più che felice di farlo, data la sua
antipatia per lui.
Richiamai subito il mio partner per tenere fede alla minaccia che gli
avevo
fatto, ma lui per tutta risposta ci mandò al diavolo.
Senza
nemmeno rendermene conto mi
ritrovai di fronte a Kid con gl’occhi sbarrati ed il viso
rigato dalle lacrime,
che prontamente mi strinse a sé e mi baciò sulla
fronte con dolcezza. Serrata
nelle sue braccia, avvertii chiaramente che stava piangendo,
così asciugai
prima le mie lacrime e poi le sue.
Dopo
esserci calmati, ritornammo
entrambi ai nostri posti e poi fu la volta di Kid di prendere la
parola. Mi
disse :” Sono felice che nonostante tutto il male che ti ho
fatto, tu sia
venuta questa sera, in cui sei più bella che mai, in questo
posto con il
relitto umano, dinanzi a te.
Mi
sento un verme per il dolore che ti ho
causato, ma se mi ami ancora, ti prego dammi la possibilità
di rimediare al
male che ti ho fatto una volta per tutte, così potremo
essere entrambi in pace
con noi stessi.”
Non
mi diede nemmeno il tempo di
rispondere che sigillò la frase, baciandomi. Risposi
istintivamente al bacio,
rendendolo molto felice. Quando ci separammo arrossii violentemente per
la
gioia di Kid, che mi rivolse uno dei suoi sorrisi più
belli. Finalmente
eravamo felici entrambi, come mai prima d’ora.
Cenammo
velocemente e poi
ripartimmo in limousine per andare a vedere un musical, ma preferii
optare per
un fuori programma, infatti avevo tutt’altre intenzioni, che
andare a teatro.
Infatti
lo trascinai a vedere i
fuochi d’artificio in una spiaggia che avevo visto durante il
ritorno dal
ristorante. In tutta Death City è risaputo , che a il figlio
del sommo
Shinigami, non piacevano i fuori programma, turbavano gravemente il suo
simmetrico equilibrio.
Ma
a me poco importava , se voleva
davvero che lo perdonassi per avermi quasi “uccisa”
, doveva sottostare alle
regole del gioco , che avrei dettato io , simmetria o non simmetria a
me non
importava , a condurre il gioco sarei stata io e per nessun motivo gli
avrei
permesso di invertire i ruoli.
Ma
a discapito delle mie
aspettative , Kid non si oppose minimamente all’idea , al
contrario era davvero
felice di osservare quei bagliori che squarciavano il cielo , col
potere di
rasserenare il suo animo simmetricamente contorto.
Era
bello passeggiare colla persona
amata sotto le stelle su di una magnifica spiaggia, questa era una
delle cose
che tanto mi erano mancate . Non appena i fuochi ebbero inizio ci
accomodammo
seduti , stretti l’uno abbracciato all’altra ,sulla
sabbia e ci godemmo il
magnifico spettacolo che illuminava il cielo.
Fu
davvero una bella esperienza, ma
ciò che avvenne dopo non molto. Terminato lo spettacolo
riprendemmo la
passeggiata , che ad un tratto fu interrotta da un terribile boato .
Imprecai
mentalmente contro chi aveva rovinato quel momento così
perfetto e non fui
l’unica , Kid divenne nero di rabbia , perché quel
boato lo aveva provocato un
Kishin , accompagnato da una strega , lo percepivo fin troppo bene,
nonostante
avesse il soul protect attivo.
Ci
precipitammo immediatamente sul
luogo dove era avvenuto il boato, un locale notturno poco distante da
noi.
Arrivati sul posto notammo che avevamo di fronte un avversario da non
sottovalutare, per di più era terribilmente asimmetrico, il
che fece disperare
Kid, che era anche disarmato.
Gli
intimai di starne fuori e
mettersi al riparo, io e Ragnarock ce la saremmo cavata perfettamente
da soli,
dopotutto il sangue nero è sempre stato un vantaggio in
battaglia. Iniziammo lo
scontro in netto svantaggio, data la stazza del mostro e le
imprecazioni di
Kid,sulla mancata simmetria del mostro , che erano a dir poco
fastidiose.
Avevo
dimenticato quanto Death the
Kid fosse un problema da non sottovalutare,in assenza delle sue
partner, che
miracolosamente riuscivano a farlo ragionare. Decisi allora di usare i
Bloody
Needle ed un campo di forza magico, per tenere occupato il mostro,il
tempo
necessario di prendere il mio compagno a calci , affinché si
calmasse e
sgomberasse il campo e si mettesse in contatto con Soul. A darmi man
forte
Ragnarock colpì con un cazzotto micidiale il mostro,che
svenne.
Mentre
il kishin era privo di sensi
, raggiunsi Kid , che era in piena crisi isterica. Sapevo bene come
calmarlo ,
un bacio abbastanza lungo da fargli perdere la testa e un cazzotto in
testa.
Bastò semplicemente il bacio a dargli alla testa ed a
calmarlo.
Intanto
il mostro si era ripreso e
non dava segni di voler cedere , così io e Ragnarock
entrammo in risonanza ,
coll’eco dell’urlo, che ci permise di usare screech
alpha e screech gamma
insieme , per poi colpirlo con i Bloody Needle e lo screech beta.
Danneggiammo
il nemico, ma non in
maniera grave ,come invece speravamo, infatti il demone
tornò alla carica
scagliandomi con un calcio fuori dalla traiettoria per colpirlo. Dopo
poco il
kishin mi si avvicinò e cercò di colpirmi, ma nel
momento in cui sarei dovuta
essere colpita,non avvertii nulla. Kid mi si era parato davanti per
proteggermi
e si era beccato una tremenda scarica di pugni,infatti si era
accasciato quasi
privo di sensi accanto a me.
Ero
su tutte le furie ,
quell’imbecille di uno shinigami ossessionato dalla
simmetria,aveva voluto fare
l’eroe nonostante fosse disarmato, non riuscivo a comprendere
il motivo di
tanta avventatezza in battaglia, ma sapevo che quell’essere
aveva rovinato una
serata davvero meravigliosa. Meritava una sonora lezione e soprattutto
la sua
anima doveva essere mia a qualunque costo, perché era mio
dovere ripagare in
maniera adeguata il gesto di Kid.
Proprio
come in passato durante la
battaglia con Liz e Patty, in cui liberai i miei poteri di strega
sopiti,
quella volta riuscii ad usare l’eredità di Medusa
, il suo ultimo serpente,che
mi permise di usare, accecata dalla rabbia, una scarica potentissima di
Vector
Arrow ed infine una micidiale Vector Storm, il suo colpo più
letale.
Avevo
danneggiato gravemente il
kishin, che momentaneamente aveva perso i sensi,permettendomi, di
raggiungere
Kid, il quale si era ripreso da poco. Gli chiesi perché mai
fosse stato così
avventato, lui mi rispose dicendomi che era necessario, visto che a
causa sua
ero quasi morta, ma che soprattutto per me avrebbe dato anche la vita,
pur di
dimostrarmi il suo sincero pentimento.
Ero
commossa dal suo altruismo e
dal suo sincero pentimento,così gli dissi che mai
più avrebbe dovuto
comportarsi in modo così sconsiderato, se non voleva perdere
il mio perdono.
Prima di svenire Kid mi rivolse il sorriso più bello, che io
ripagai a mia
volta concedendogliene uno ancora più radioso ed un piccolo
bacio sulla fronte.
Il
mostro sembrava essersi ripreso
abbastanza da crearmi ancora problemi,così tentai
un’ultima Vector Storm, che
lo accecò , ma nonostante tutto era ancora in grado ancora
di nuocere
gravemente. Ormai sembrava che fossimo spacciati, quando una violenta
fiammata
colpì il mostro.
Solo
un’arma poteva attaccare in
quel modo, era Rayearth, che aveva sfoderato uno dei suoi attacchi
più forte ,
il Fire Blaze. Maka aveva percepito il pericolo e si era precipitata
sul
posto,per aiutare me e Kid. Era su tutte le furie , il kishin aveva
osato
rovinare la mia serata perfetta e questo per lei era inaccettabile.
Entrò
in risonanza con Rayearth ,
ampliando in maniera terrificante la sua anima,creando una tempesta di
fuoco di
proporzioni gigantesche, con un onda d’urto davvero
micidiale. Sfruttò a pieno
il potere della sua anima grigori, creando così due ali
d’aquila per il suo
partner, dopo di che sferrò il suo colpo segreto, le ali
roventi della Fenice ,
che danneggiarono profondamente il mostro.
Così
Maka utilizzò il suo colpo più
potente, la fiammante rinascita della sacra Fenice,mandandolo
così all’altro
mondo. Del nemico restò solo l’anima un globo
rosso, che la mia amica cedette a
Ragnarock , che fu ben felice di accettarla , divorandola
sgraziatamente,dando
vita ad una scenetta alquanto disgustosa, come suo solito. Rayearth,che
intanto
era ritornato alla sua forma normale,era alquanto scioccato,infatti
rimproverò Ragnarock
, per lo spettacolo poco carino che aveva mostrato. Ma il mio partner
come
sempre reagì in malo modo , dando vita ad una rissa col
partner della mia
migliore amica, questo fino a quando Kid non si risvegliò e
Maka fu costretta
ad una rapida fuga, con la complicità di Ragnarock .
Il quale abbatté
Kid con un cazzotto in pieno
stomaco, con mio sommo disappunto,infatti lo minacciai di lasciarlo
morire di
fame , se avesse osato rifarlo,così impaurito dalla mia
seria minaccia, mi
aiutò a farlo riprendere e se ne andò poi
rivolgendosi a Kid con appellativi
decisamente degni di un kishin scaricatore di porto.
Una
volta ripresosi lo abbracciai
talmente forte, da farlo quasi soffocare, ma ero felice
,perché non solo era
vivo , ma perché mi amava e sapevo che il suo sentimento era
sincero a tal
punto da averlo quasi spinto a sacrificare la sua vita per me.
Una
volta liberato dall’abbraccio
Kid , mi alzai e me lo caricai sulle spalle , fino alla limousine, che
ci
riportò in albergo, dove poi lo costrinsi a seguirmi in
camera mia ,nonostante
le sue lamentele sulla poca simmetria , che mi avevano stufata a tal
punto da
rifilargli un calcio nel basso ventre, che lo ammutolì per
circa un quarto
d’ora , il tempo necessario per cambiarmi e prendere il kit
del pronto
soccorso, per medicare le sue ferite e del ghiaccio per placare il
dolore al
basso ventre .
Dopo
circa dieci minuti in cui
permisi a Ragnarock di malmenare il mio compagno,giusto per fargli dare
una
calmata , lo costrinsi a togliersi la giacca e la camicia , che era
completamente sporca di sangue, prima di andare in camera sua gli diedi
un’aspirina per calmare il mal di testa , provocato dagli
urli e dai cazzotti
del mio partner . Una volta arrivata in camera sua gli portai
l’occorrente per
la notte , totalmente simmetrico ed una volta ritornata in
camera mia iniziai a
medicargli le ferite,tra lamentele ed imprecazioni varie,per il dolore
e
l‘asimmetria dei colpi infertigli dal mostro.
Ci
impiegai un’ora circa per
medicarlo e tranquillizzarlo, donandogli baci e carezze a profusione,
per
ripagarlo del suo nobile gesto, ovviamente Kid non tardò a
rispondere,cercando
di approfondire il contatto, provocandomi uno svenimento per
l‘imbarazzo ,
causatomi dalle avance del mio ragazzo, che non aveva intenzione di
cedere per
alcun motivo ed alla fine convinse così anche me .
Fu
così che ritrovai fisicamente e
spiritualmente il mio adorato, in uno splendido albergo di lusso a New
York e
fu davvero perfetto . Lui mi desiderava ed io lo desideravo, quindi era
giusto
che accadesse,anche se infondo lo avevo provocato io , saltandogli
quasi
addosso, ma a me non importava,perché sapevo che donandomi a
lui in quel
momento, avrei rinsaldato il nostro legame , che mai più
nessuno avrebbe
spezzato. Non ricordavo quanto fosse bello avere un profondo contatto
fisico
col proprio compagno, ma nonostante tutto sapevo che non avrei potuto
più farne
a meno.
Fine
capitolo ottavo :D
|
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Capitolo 10 *** Shadow of Love prima parte ***
Reira:
Essere la vocalist dei
Trapnest, per me ha significato, una vita di compromessi e
sofferenza,perché il
demone a cui ho legato la mia anima , è anche uno dei due
uomini che amo.
Purtroppo nonostante la mia storia con Shin fosse nata solo come un
rapporto tra
cliente e fornitore del servizio, il nostro rapporto si
trasformò in
un’avventura suicida,perché dopo nemmeno due mesi
Takumi ci scoprì e tentò con
tutti i mezzi di separarci, anche se il grosso del lavoro lo fecero
quelli
della rivista search.
Quel
volgare ammasso di
pettegolezzi da strapazzo, ha rovinato la vita di molti, a partire da
quella di
Nana dei Blast e di Ren, passando poi per Yasu ed infine per me e Shin.
Volevano rendere la nostra storia pubblica, ma io lo avevo
già lasciato ,
sempre a causa loro ,perché una sera mi fotografarono
insieme a Ren nel nostro
paese natale , in una posa che sembrava quasi quella di un bacio, ma in
realtà
era l’abbraccio di un amico , che tenta di confortarti.
A
causa di quel quasi scandalo,
sventato da Takumi , che vendette alla stampa la sua storia con Hachi,
io fui
costretta per non dover creare altri problemi a Take ed a Mari a lasciare con mio sommo
dolore Shin. Quando
si calmarono le acque cercai di riallacciare i rapporti con lui, ma fu
tutto
inutile, perché nel mio egoismo, volevo tornare con Shin, ma
come mi disse, la
sua missione era quella di placare la mia solitudine, ma
così facendo avrebbe
fato del male ad entrambi, così interrompemmo per due anni i
rapporti. Passati
quegl’anni ci rincontrammo per caso nell’albergo
dove alloggiavo all’epoca ,
poco fuori Tokyo , dove aveva avuto inizio tutto , e ritornammo al
punto di
partenza, dopo una serata bollente.
Ho
sempre creduto che tutto il
dolore di questi anni, a partire da quando mio padre si spense dopo due
anni di
lunga agonia, per un tumore, che credeva di avere sconfitto, infatti il
mio
nome è Layla ,perché desiderava ardentemente che
sua figlia portasse il nome
della donna protagonista della omonima canzone di Eric Clapton, la sua
preferita in assoluto. Quella era stata la prima canzone che avevo
cantato,
quando ancora non era una ragione di vita, ma semplicemente un momento
felice
che condividevo solo con mio padre.
Tutti
dicevano che eravamo
identici, infatti per entrambi la musica era una ragione di vita, ma
poi è
diventata la mia condanna,perché mi accorsi col passare del
tempo, quando mi
trasferii in Giappone , isolata da tutti, tranne che
dall’uomo più spietato e
geniale , questo specialmente in campo professionale, che potevo solo
cantare.
Infondo
sono e
sarò sempre solo la custode di una splendida
voce, nulla di più e forse nulla di meno. Solo quando sono
su di un palco e
posso ammirare il pubblico sotto di me che pende dalle mie labbra ,
rapito
dalle melodie prodotte dalla perfetta armonia musicale che intercorre
fra Ren ,
Naoki e Takumi , che supportano la mia voce che li attira,come il canto
di una
sirena .
Insomma
credevo che le immense
difficoltà della mia infanzia e il mio disagio nei confronti
di me stessa e del
mondo che mi circonda , fossero una mia prerogativa, visto che avevo il
record
di relazioni disastrose , di cui una mai esistita , se non
professionalmente,
dopo tutto per Takumi resterò sempre sua sorella, nulla di
più. Poi conobbi
Crona, un incontro fortuito avvenuto nel bar dell’albergo,
dove per caso
avevamo ordinato contemporaneamente lo stesso tipo di the , una
coincidenza, io
non direi, c’è sempre un motivo per cui il filo
rosso del desino, incrocia per
un le vite delle persone.
Con
me e Crona, l’ha fatto perché
l’una salvasse l’altra, data la situazione
disperata di entrambe , che
cercavamo di fuggire da nostri demoni interiori e da un amore che ci
tormentava
, impedendoci di trovare pace, ma soprattutto da due madri che avevano
reso la
nostra esistenza infernale. Quando conobbi Crona , capii che forse i
suoi
silenzi, erano più eloquenti di quanto potessi
credere,infatti per lei ,come del
resto per me, era difficile parlare del passato,specialmente della
famiglia,infatti sua madre dalle sue descrizioni,appariva come la
più malefica
delle persone, un essere spregevole, la mia non era così
malvagia, anche se non
le è mai interessato molto di me, fino ai miei dodici anni
tentò di assumere
anche il ruolo di mio padre, ma senza successo.
Dai
miei tredici anni in poi mia
madre divenne un fantasma per me, visto che non c’era mai e
soprattutto ogni
due mesi cambiava uomo, quindi ero sola al mondo, ma per fortuna
c’era Takumi
al mio fianco, dal mio arrivo in America, sino ad oggi lui è
sempre stato la
mia ancora di salvezza , perché senza di lui i Trapnest non
esisterebbero ed io
non sarei la principessa cantante. Da un lato se non avessi questo
ruolo, non
avrei nemmeno questo rapporto così ambiguo con Takumi, ma
d’altro canto non
avrei mai incontrato Shin e gli altri e questo sarebbe molto triste. Il
mio
ruolo prevede dei sacrifici terribili, che negli anni ho imparato ad
affrontare
, ma nonostante tutto non voglio dover sacrificare anche il mio
rapporto con
Shin,a causa della musica, io lo amo e non posso e non voglio fare a
meno di lui
,perché lui mi ama davvero ed è riuscito in
questi anni, a colmare in parte
quel senso di vuoto che mi ha sempre oppressa, in più la
solitudine che ho
provato durante il corso della mia carriera, ha iniziato a svanire
gradualmente. Io amo Shin più di Takumi, almeno credo, ma
è meglio che io
approfondisca la nostra
relazione,almeno
mi dimenticherò di colui che in questi anni non ha fatto
altro che aumentare le
mie sofferenze.
Crona
, mi ha aiutata molto a
migliorare il mio rapporto con gli altri ed anche Sachiko
l’ha fatto, insieme
loro due sono fenomenali, sono le uniche persone che sono capaci di
decifrare
ogni mio sguardo e capire come mi sento , in ogni momento. Loro sono
uniche,sanno come farmi tornare il sorriso , ed è per questo
che quando Kid ritornò
nella vita di Crona, feci di tutto per cercare di aiutarla a capire
come
comportarsi con lui.
Dopo tutti quegli anni in
cui erano stati
separati e lei non aveva smesso di sperare che lui ritornasse prima o
poi e le
confessasse di ricambiare ancora il suo amore, ed era accaduto
esattamente ciò
che aveva sempre sperato, era tornato e non voleva più
lasciarla, ma la sua
paura di essere abbandonata di nuovo o di finire come Maka e Soul,cosa
molto
improbabile visto che il loro caso era totalmente opposto, loro non si
erano
mai dichiarati, ma soprattutto Soul aveva abusato fin troppo della
pazienza
della sua partner, in più l’aveva mal
giudicata,per questo erano finiti in
quella situazione, dove si erano ritrovati dopo quattro anni di
lontananza ad
amoreggiare in uno sgabuzzino,dopo una violenta lite. Inoltre la
timidezza
della mia amica era incredibile , ma facendo loro da tramite , feci si
che si
incontrassero per un appuntamento riconciliatorio , al quale feci in
modo che
Crona si presentasse più raggiante che mai e che il suo
cavaliere non le
staccasse più gl’occhi di dosso. Meritava di
essere felice,e sapevo bene che
Kid avrebbe fatto di tutto per renderla tale ed infatti il mattino dopo
l’appuntamento Crona mi disse di aver trascorso insieme a lui
la serata più
perfetta di tutta la sua vita.
Tsubaki : In quattro anni dalla
scomparsa di Maka,
non ho fatto altro che sentirmi colpevole,perché
ho ferito la mia migliore
amica , ma ad alleviare il mio dolore ha provveduto Black*Star , il mio
rapporto con lui è cambiato molto in questi anni. Forse
cambiò già quando lo
portai in Giappone dalla mia famiglia, perché avevo chiesto
a Shinigami , di
essere sospesa anche io assieme al mio meister, perché
sapevo che in quel
momento di crisi interiore ,dopo aver perso durante il
nostro secondo scontro con Mifune. In quel
periodo ero fortemente angosciata,perché temevo di perdere
lui,proprio come
avevo Masamune,che nel desiderio di raggiungere l’apice della
via del
guerriero, era sprofondato nel baratro della follia , che
l’aveva condotto
sulla via del demone ed ero stata costretta ad ucciderlo.
Da
un lato la morte di Masamune,mi
portò due vantaggi,la mia prima anima e come ricompensa
l’abbraccio più dolce
che Black*Star mi avesse mai dato, ma soprattutto la trasformazione in
katana
demoniaca. È stata proprio questa la causa di tutti i guai
del mio meister,
infatti il suo cattivo uso, lo aveva portato su di una cattiva strada.
Portarlo
dai miei fu la cosa
migliore,perché il periodo passato lì mi permise
di capire che il mio non era
solo affetto e devozione , il sentimento profondo che mi legava a lui
ma
l’amore,quello di una famiglia , che lui non aveva mai avuto,
inizialmente era
quello il mio obbiettivo, ma poi capii di essermi innamorata di lui, a
tal
punto che negare i miei sentimenti era facile, ma la sola idea di
parlarne
all’egocentrico interessato, mi sembrava un impresa
impossibile. Mi rimase
impressa la sera in cui mio padre spiegò a Black*Star il
significato del suo
nome, il mondo delle tenebre , colui che sottrae la speranza al mondo.
Dopo
cena io avevo aiutato mia
madre a sparecchiare ed a sistemare la cucina ed il salotto, mentre mio
padre
era andato a farsi un bagno nella vasca termale sul retro del giardino
della
casa. L’unico che mancava all’appello era
Black*Star, che dopo cena si era
volatilizzato. Mentre aiutavo mia madre e parlavamo di Masamune ed il
suo volto
si riempiva di lacrime,io mi domandavo dove si fosse cacciato quello
sciocchino
, pensai che probabilmente si stesse allenando. Una volta terminate le
faccende,mi congedai da mia madre e passai in camera mia a prendere un
golfino,
per poter uscire a cercare il mio meister, ma mentre frugavo nei
cassetti vidi
una foto di me e Masamune da bambini. Istintivamente me la portai al
petto ed
iniziai a piangere;ero disperata solo lui poteva aiutarmi in quel
momento, lui
aveva percorso quella strada, quella del guerriero, ma poi si era
ritrovato su
quella del demone,così come Black*Star, si stava avvicinando
anche lui a quella
terribile strada, solo il mio amato fratello mi avrebbe dato la forza
per
salvarlo. Io sapevo che aveva bisogno di me, lo conoscevo meglio di
chiunque
altro,per questo toccava a me salvarlo.
Lo
trovai dopo circa mezz’ora dopo
essere uscita di casa, steso su di un enorme prato, che osservava il
cielo
stellato. Mi sembrava sereno e questo mi tranquillizzava,mi avvicinai a
lui con
cautela e gli domandai se sentisse freddo, anche se sapevo bene che non
era
tipo da ammalarsi. Lui mi rispose che stava bene e che era intento ad
ammirare quel
cielo magnifico,così ricco di stelle che a Death City era
impossibile vedere.
Dopo poco si voltò verso di me notai che per la prima volta
dopo tanto tempo,
il suo sguardo era sereno , ma allo stesso tempo serio, i nostri
sguardi
s’incrociarono, fin quando lui non mi rivolse una domanda che
mi lasciò
interdetta per qualche secondo,alla quale io poi risposi.
Mi
disse: “Senti Tsubaki-chan, io
sono un sopravvissuto del famigerato
Clan della Stella. Ciò significa che io devo vivere nelle
tenebre?”, io gli
risposi solo dopo qualche minuto dicendogli: “Sai Black*Star,
io credo che
anche se hai dei legami con loro, per il tatuaggio e per il nome,questo
non
vuol dire che tu sia come loro, anzi sei ciò che loro
combattevano, una brava
persona. Sono arrivata dopo
la morte di
Masamune , alla conclusione che ognuno di noi debba essere in grado di
scrivere
il proprio destino, che deve essere diverso da quello di chi ci ha
preceduto, e
questo vale sia per me che per te.”. Conclusi la frase con un
sorriso,prima che
Black*Star , un po’ rosso in volto mi rispondesse:
“Se io sono il cielo nero ,
tu sei le stelle che lo illuminano Tsubaki.”. Quella frase mi
rimase impressa
nel cuore , infatti quella frase anni dopo , sarebbe stato
l’inizio di qualcosa
di molto speciale. Io gli risposi a mia volta rossa in viso dicendogli:
“Io
credo che entrambi siano te Black*Star.”. Lui
arrossì nuovamente e si
giustificò , perché sapevo che quella frase non
era da lui, mi disse che sapeva
bene di essere sia il cielo nero che le stelle, ma aveva detto quelle
parole,
per ringraziarmi di quanto avevo fatto per lui.
N.D.A : Salve a
tutti queste sono le mie
prime note dell'autrice. Beh che dire in questo capitolo è
apparsa Reira, ma soprattutto la nostra amata Tsubaki. Questo
è solo l'inizio, presto vedrete il resto e vi assicuro che
sarete soddisfatti, questo soprattutto per i fan della Black/Tsu .
Ryuk: Salve io sono Ryuk , sono uno Shinigami e mi piacciono le mele,
non è che me ne potete reglare un po' sono in crisi
d'astinenza. Comunque oggi farò le anticipazioni sul
prossimo capitolo. Allora proseguiranno le avventure di Tsubaki e
Black*Star e compariranno anche...
Black Nana: Ryuk smettila subito di infastidire i lettori o giuro che
ti lascio digiuno per un mese e ti rispedisco a calci da Mello e
Shidoh, uhm che dici, ti va di passare un po' di tempo con i
cioccolatodipendenti? * Sguardo Omicida*
Ryuk: No assolutamente no, giuro che sto zitto, ma perché
non posso parlare ?
Black Nana: Perchè questo è il MIO spazio chiaro?
Comunque tornando a noi, mi scuso per il ritardo tremendo, ma mi
farò perdonare , pubblicando tra poco le altre parti del
capitolo. Comunque nella seconda parte compariranno anche dei
personaggi a noi noti e chi lo sa forse ci potrebbe essere un accenno
di Cro/Kid e forse un po'di So/Ma, anche se a loro verrà
deidcato il prossimo capitolo che si intitolerà I'll Always
Remember You. Mi raccomaando leggete numerosi. A proposito dedico in
particolare questa prima parte a : Shokunin Eris, la mia kohai , Juliet
Albarn, che mi ha dedicato il capitolo più bello di
"Torment" ed a Death The Kid 93 ovvero a Kiddina , Soulina e
Blakkina , le tre simpatiche autrici di questo account. Mi raccomando
passate e se vi fa piacere recensite questa povera amica degli
Shinigami. Alla prossima colla seconda parte ed un altro ospite nelle
N.D.A
|
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Capitolo 11 *** Shadow of Love seconda parte ***
Poco
dopo quella sera, Black*Star
mi chiese d’incontrare ancora una volta la volontà
dei miei antenati e fu così
che dopo tante lacrime versate, ma non sue, riuscì
finalmente a controllare il
potere della Katana Demoniaca. Il mio partner quella sera promise di
dare
gloria ai miei antenati, morti senza di essa e di redimerli, ma
soprattutto
promise di condurci all’apice della via del guerriero, quel
sogno che molti
avevano inseguito, ma che la katana demoniaca aveva infranto. Anche mio
fratello Masamune era caduto durante quella ricerca,nella via del
kishin.
Qualche
tempo dopo Black*Star usò
quel potere conquistato con fatica, nel nostro paese di origine, per
sconfiggere Mifune, nel loro ultimo scontro , dove il samurai per mio
sommo
dispiacere perse la vita, ma quella
volta dimostrò a
tutti quelli che lo
prendevano in giro , di non essere stupido , come si poteva credere, ma
anzi
dimostrò di essere cresciuto come gli disse il nostro nobile
avversario prima
di morire. Egli prima di esalare l’ultimo respiro mi si
avvicinò,sussurrandomi
di prendermi cura di lui e di Angela,la sua piccola protetta, a cui
solo anni
dopo rivelammo che era morto, infatti la portammo alla
Shibusen,facendole
credere,con sommo disappunto del mio meister che . Lei ci
impiegò un po’a
capire,ma fu proprio grazie a Black*Star,che riuscì a
metabolizzare la
questione,visto che il suo fratellone,come lo chiamava An, aveva ucciso
Mifune,che per tanti anni era stato la sua famiglia. Giurai a Mifune
che mi
sarei presa cura io della piccola Angela
Non
tornammo più in Giappone, se
non per i suoi 18 anni, due anni dopo aver sconfitto Arachne, Medusa,
Noah ed
il Kishin, insieme agli altri membri degli Spartoi , tra cui
c’erano Soul , che
nel frattempo era diventato una Death Scythe, e Maka , poco dopo la
formazione
della squadra , si unii a noi Kid, dopo essere stato liberato dal libro
di
Eibon, da Black*Star. In quell’occasione dimostrò
di essere un vero eroe e di
essere vicino alla strada che lo avrebbe portato a trascendere gli dei,
con mia
somma gioia. Sapevo che il mio non era più semplice affetto
o amicizia, o
addirittura come diceva Patty, amore materno, perché ai suoi
occhi sembrava che
cercassi di fargli da mamma , ma
in realtà sapevo che il mio sentimento stava crescendo e
stava diventando qualcosa
di più profondo.
Per
festeggiare la maggior’età di
Black*Star , Soul e Kid decisero di organizzargli una magnifica festa a
sorpresa, aiutati da Maka, Liz, Patty e perfino Crona e Ragnarock , il
quale
ricevette come ricompensa per non aver distrutto nulla durante i
preparativi,
una porzione solo per lui di Takoyaki, che preparai appositamente per
lui. Per
la festa scelsi un meraviglioso abito di seta verde acqua, con le
spalline
sottili ed una generosa scollatura, inoltre metteva anche in risalto il
mio
fisico, assottigliandolo leggermente. Optai per un trucco leggero, un
po’ di ombretto
del colore dell’abito , del mascara e del rossetto color
pesca . Come accessori
scelsi una collana con un ciondolo a forma di stella nero, abbinata
agli
orecchini e ad un anello dello stesso colore, ai quali abbinai una
magnifica
borsa argentata che Black*Star , su consiglio delle ragazze, mi aveva
regalato
per il mio compleanno.
Mentre
i ragazzi preparavano tutto
simmetricamente, per non far disperare Kid,a me fu assegnato il compito
di
distrarre Oresama, (il nomignolo con cui Black*Star era solito
definirsi),
portandolo a cena in un ristorante giapponese molto rinomato in centro
,coll’ordine
tassativo di vestirsi elegantemente. Lo costrinsi ad indossare una
giacca nera
, una camicia bianca un jeans e le sue scarpe da ginnastica preferite,
quelle
che gli avevo regalato io,per il primo compleanno che avevamo
festeggiato
insieme, il suo quindicesimo.
Per
la prima volta da quando
conoscevo Black*Star, lo vidi comportarsi come un essere umano normale,
ma
soprattutto mi rivolgeva delle attenzioni, che mai prima di quella sera
mi
aveva rivolto , la cosa mi sconvolse. Gli chiesi come mai il grande e
divino
Oresama , quella sera non si fosse messo in mostra e come mai fosse
così
galante , non che mi dispiacesse, ma ero sconvolta. Lui mi rispose
semplicemente, che me lo doveva , viste le innumerevoli brutte figure
che mi
aveva fatto fare, ma soprattutto per le innumerevoli volte in cui mi
aveva
fatta preoccupare, nonostante fosse il suo compleanno, voleva dedicare
quella
serata a me che gli ero sempre stata accanto. Ero davvero sconvolta,
non
sembrava nemmeno lui, pensavo che forse avesse deciso di mettere la
testa a
posto, ma Black*Star non tardò a smentire la mia ipotesi, ma
soprattutto non
tardò a farsi riconoscere dagl’altri clienti del
ristorante, che fortunatamente
erano abituati alle sue uscite stravaganti, visto che quello era il suo
locale
preferito.
Per
tutta la sera ridemmo e
scherzammo ed io mi prodigai affinché non toccasse una
goccia d’alcool,
altrimenti sarebbe arrivato a casa sbronzo, costringendomi ad una
faticata
tremenda nel portarlo in braccio fino a casa di Kid, ma soprattutto,
non si
sarebbe goduto la festa e questo non potevo permetterlo. Aveva sofferto
fin
troppo, meritava di festeggiare la sua maggior’età
, nonostante i suoi genitori
e tutto il suo clan, 18 anni prima fossero stati uccisi e lui fosse
stato
risparmiato , desideravo che la sua nascita per lui rappresentasse un
evento
felce, da condividere con le persone che aveva accanto.
Dopo
cena lo convinsi ad
accompagnarmi a casa di Kid, perché avevo prestato a Liz un
libro che mi
occorreva assolutamente e non potevo aspettare la mattina seguente per
riprendermelo,gli dissi che mi ero già accordata con lei, mi
ci vollero molta
pazienza ed una buona dose di elogi alla sua divina persona per
convincerlo, ma
alla fine accettò di accompagnarmi,anche perché
avrebbe potuto prendere in giro
il suo simmetrico amico. Una volta arrivati a casa di Kid, notammo con
sorpresa, anche se il mio stupore non era sincero,dato che ero stata io
a
convincere il nostro simmetrico shinigami a lasciarla aperta,entrammo e
dopo
pochi istanti la luce si accese e ai nostri occhi apparve
l’intera DWMA,che
urlò in coro : “Buon Compleanno
Black*Star!” .
Iniziò
ad urlare come una scimmia
impazzita,per nascondere la sua gioia nel vedere che,nonostante il suo
legame
di sangue col Clan della Stella, c’era qualcuno che lo
accettava per il suo
essere unicamente divino, come urlò per tutta la serata,
prendendo in giro come
suo solito Soul, a cui era venuta l’idea e Kid, che aveva
offerto la sua
immensa villa , come location per quella festa divina.
I
ragazzi fortunatamente per me
tennero Black*Star lontano dal tavolo degli alcolici,altrimenti
riportarlo a
casa sarebbe stato davvero un bel problema,però il mio
meister grazie a Patty, aveva
bevuto solo il Punch , che non era alcolico, ma aveva , come suo solito
esagerato bevendone undici. Ero disperata all’idea di
dovermelo caricare in
spalla,camminando fino a casa con lui in braccio, sui tacchi a spillo;
come
minimo uno dei due si sarebbe fatto male, ma fortunatamente Soul, si
offrì di
accompagnare il suo migliore amico,semi brillo, a casa colla moto,
mentre io e
Maka saremmo tornate insieme a Crona,Kid,Liz e Patty. Percorremmo
metà strada
insieme, poi ci dividemmo, infatti Liz e Patty accompagnarono me,
mentre i
piccioncini avrebbero accompagnato la loro madrina,o meglio
l’artefice del loro
fidanzamento.
Infatti Maka grazie a Soul,
che quando voleva
sapeva essere pettegolo ed insistente quasi come Black*Star, era
riuscito
coll’aiuto del mio partner a far confessare a Kid chi era la
ragazza a cui
mandava continuamente rose rosse e cioccolatini. Il poverino fu
praticamente
costretto dal mio meister, a rivelare loro di essersi inspiegabilmente
innamorato di Crona, che cogli anni era cresciuta fisicamente,
diventando molto
carina, ma soprattutto il suo carattere era diventato più
gioviale . Infatti la
cosa non era passata inosservata, soprattutto a Kid che la riempiva di
complimenti. La stessa cosa accade quando il cambiamento fisico di Maka
fu
notato da tutti i ragazzi della scuola, che la corteggiavano, la
faccenda non
era sfuggita a Soul,che si era
accorto
di quanto fosse diventata più formosa, ma
soprattutto più alta.
Maka
aveva deciso di spingere la
nostra amica a dichiararsi a Kid, visto che sapeva di essere
ricambiata, insomma
Crona era molto più serena da quando aveva saputo di essere
ricambiata dal suo
amato shinigami ,infatti Maka l’aveva convinta a fare per la
prima volta in
vita sua un gesto plateale. Una mattina al centro del corridoio della
Shibusen,proprio vicino alla nostra aula, la nostra amica si era
scontrata con
Kid, il quale era arrossito e aveva cercato di aiutarla e lei per
ringraziarlo
lo aveva baciato davanti a mezza scuola. Kid non c’aveva
impiegato molto
ricambiare il suo gesto, anche se la sua adorata era vistosamente
arrossita,dato che l’intera accademia li fissava, compresa la
professoressa
Marie, che considerava Crona quasi come una figlia.
La
scena era alquanto imbarazzante
per i due piccioncini , visto che l’intera Shibusen li
fissava attonita , per
il gesto compiuto dalla figlia di Medusa. Così Maka e Soul
decisero
d’intervenire, per fermare Black*Star che starnazzava come un
matto , dicendo
quanto quei due fossero carini, colpendolo con un falciata al centro
della
testa,che lo fece prima imprecare per il dolore e poi svenire, infine
toccò a
me chiedere ai presenti di allontanarsi, mentre trascinavo il mio
partner in
infermeria.
Mentre
io, Liz e Patty ci perdevamo
nei ricordi,arrivammo a casa mia, dove trovai Soul,che reggeva
Black*Star,il
quale stava “elegantemente” dando di stomaco,
davanti al suo migliore amico,
che immediatamente sostituii nell’ingrato compito,mentre lui
si allontanava in
fretta e furia per andare dalla sua amata meister, a cui si ostinava a
non
rivelare i suoi sentimenti, che io e Crona sapevamo essere corrisposti,
ma
sapevamo anche che quei due molto probabilmente non erano consci di
ciò che
provavano l’uno per l’altra.
Ma
quello che ignoravo era che
Maka, avesse intenzione di non restare ancora per molto alla
DWMA,infatti aveva
udito a nostra insaputa una conversazione , in cui avevamo parlato del
motivo
per cui,avesse rinunciato alla caccia alle anime, per diventare
insegnante,aspirando
a sostituire entro un anno la professoressa Marie e poi quel pazzo di
Stein.
Noi credevamo che Maka,avesse raggiunto il massimo della sua potenza
personale
e che per questo avesse deciso di condividere le sue conoscenze con gli
alunni
del primo anno. Ci pareva strano che Shinigami le avesse concesso quel
ruolo,
pur essendo una neo diplomata,come tutti noi del resto, ma quello che
ignoravamo era che ben presto lei ci avrebbe abbandonati, ma anche
qualcun
altro si sarebbe allontanato da noi,prima di quanto potessimo
sospettare,il
meister in questione era Kid.
Lui
partì poche settimane dopo il
nostro viaggio in Giappone, infatti, gli avevo fatto un doppio regalo,
un
completo da basket con tanto di tuta abbinata, azzurro come i suoi
capelli,
decorato con delle stelle verdi come i suoi occhi e con il suo nome
scritto in
oro e nero e un biglietto aereo per il Giappone, infatti avevo deciso
di far
festeggiare a Black*Star i suoi 18 anni,anche in famiglia,visto che i
miei
genitori, lo consideravano quasi un figlio e mia sorella maggiore
Miwako, che desiderava
tanto che noi ci mettessimo insieme, visto che per lei era
l’unico degno di me.
Il
mio compagno, dal canto suo
adorava casa mia, ma soprattutto era diventato molto simpatico a mio
padre ed
inoltre non solo ricambiava la sua simpatia, ma aveva imparato a
provare più per
lui, che per il professor Sid che lo aveva cresciuto come un figlio.
Non
immaginavo che durante quel viaggio Black*Star, potesse dimostrare una
maturità
ed una dolcezza che non credevo gli potessero mai
appartenere,soprattutto non
mi aspettavo che Arashi, il marito di mia sorella, lo spingesse
coll’aiuto
della moglie a confessarmi di essere attratto da me, come io lo ero da
lui ,ma non
fu proprio questo che accadde, in effetti le cose andarono in modo
leggermente diverso, da come loro avevano previsto.
Il
pomeriggio seguente alla festa,
ci recammo all’aeroporto di Death City, dove ci attendeva il
volo diretto per
Kyoto,da dove poi avremmo proseguito in treno, fino ad arrivare al
piccolo paesino
dove mia sorella viveva. Anche i miei genitori si erano trasferiti
lì , per
aiutare mia sorella ed il suo novello sposo, visto che erano in attesa
del loro
primogenito. Ci impiegammo un’intera giornata ad arrivare a
destinazione, dove
i miei genitori ed un folto gruppo di sostenitori di Black*Star, si
erano
riuniti per festeggiarlo.
N.D.A: Benvenuti nelle
note di Black Nana. Allora vi è piaciuta questa seconda
parte? Io spero di si, beh sapete è da un po' che stavo
scrivendo questo capitolo, purtroppo Tsubaki è un
personaggio in cui mi è difficile immedesimarmi, per questo
ci ho impiegato un po' a scriverlo, spero che non mi linciate per il
ritardo. Allora che dire , Tsubaki è una santa e finalmente
Black*Star ha trovato un po' di sostenitri,infondo se li merita tutti
data la sua grande simpatia. Io sono la prima a tifare per lui.
Nell'anime il suo personaggio è stato leggermente
sottovalutato, perché nel manga che l'illustre sottoscritta
segue , perdonatemi la sua inluenza è alquanto negativa su
di me, comunque dicevo che nel manga il nostro bene amato stellino
dimostra di non essere tanto stupido , chi legge il manga ed
è arrivato al quattordicesimo volume avrà notato
il cambiamento ehehe. Perdonate lo spoiler , comunque dicevo...
Mello: Nana, dov'è quel fott.. cof cof, maledettissimo
nanerottolo albino, lo devo fare fuori, è stato lui a dire a
L della mia pistola , dimmelo dove sta , se non lo sai chiama il tuo
stupido Shinigami e chidielo a lui.
Black Nana: Mello per prima cosa che ci fai qui, secondo non fare
spoiler sull'altro crossover, terzo non so dove sta Near, quarto
perché ti sei intromesso , fila via o ti carbonizzo! *
Sguardo Omicida*
Mello: Come non detto me ne vado, a proposito io sono Mello di Death
Note, scusate la maleducazione, comunque io tolgo il disturbo Sayonara.
Perdonatemi. Beh per chi non lo conoscesse lui era Mello un personaggio
di Death note, come Ryuk della prima parte, L e Near. Dovete sapere che
io e due mie amiche, abbiamo scritto un crossover fra Soul Eater e
Death Note, che vi consiglio di leggere. Comunque passiamo alle
dediche. Questa seconda parte è dedicata in particolare a :
Liz Thompson, Maka XD, Tsu x3 ed alla mia beta Any_,con cui ho scritto
il crossover. Un ringraziamento particolare anche a Death the Kid 93
che l'ha inserita nelle preferite. Un saluto a tutti i miei
lettori e mi raccomando recensite questa povera autrice sclerotica. Bye
Bye alla terza parte , che cercherò di pubblicare tra
stasera e domani. Vi annuncio che tra breve il crossover
terminerà, ma sappiate che ho in serbo una sorpresa per voi
eheh. Comunque vi anticipo che presto pubblicherò altre mie
storie, due long , anzie tre considerando la sorpresa ed una one shot
su Soul e Maka che adoro . A presto
|
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Capitolo 12 *** Shadow of Love terza parte ***
Nonostante
il suo compleanno fosse
trascorso da ben quarantotto ore, la mia famiglia aveva deciso di
festeggiarlo
ugualmente quel giorno con una festa a dir poco grandiosa, che si
sarebbe
svolta quella sera. Io avevo avuto il compito di portare il festeggiato
in giro
con Miwako ed Arashi, mentre mio padre e mia madre avrebbero provveduto
a
preparare tutto per celebrare il mio adorato compagno. La mattinata ed
il
pomeriggio trascorsero tranquilli,fino a quando Black*Star , a causa
del troppo
cibo ingurgitato, si era addormentato e così mi era toccato
prenderlo in
braccio e trasportarlo fino a casa. Una volta arrivati,lo adagiai sul
suo letto
e gli diedi un tenero bacio sulla guancia, ma mentre mi
allontanavo,sentii
qualcosa che mi tratteneva; era la sua mano sinistra che faceva di
tutto per
non farmi andar via, così mi accoccolai accanto a lui
abbracciandolo , che posò
la sua testa sul mio cuore. Lo avevo percepito dal tocco della sua
mano,lui
aveva sognato White*Star, suo padre ed ogni volta che accadeva, ne
usciva
davvero scosso,perché il suo spirito carico di
follia,tentava in ogni modo di
farlo sprofondare in un baratro oscuro di dolore e sofferenza, il suo
più
grande timore.
Infatti
subito dopo aver celebrato
il compleanno di Black*Star con i miei, decisi di accompagnare Miwako a
casa,nel frattempo lui si era dileguato,come suo solito per andare a
rifugiarsi
chissà dove e sarebbe toccato a me trovarlo, ma sentivo che
quella sera
qualcosa sarebbe cambiato.
Dopo
aver accompagnato mia sorella
corsi a cercare Black*Star. Sapevo bene dov’era, infatti lo
trovai sulla
collinetta che sovrastava il paese, lui era lì disteso
sull’erba a guardare le
stelle. Il tempo era passato e lui non era più un ragazzino,
era un giovane
uomo. Mi avvicinai lentamente a lui e gli sedetti accanto, notai che
stranamente non si era accorto della mia presenza , così lo
chiamai e lui si
ridestò dai suoi pensieri, sorpreso dalla mia presenza .
Ci
guardammo negl’occhi per qualche
minuto,poi lui mi rivolse la parola dicendomi: “Sai
Tsubaki-chan anche un Dio
come me si ferma a pensare qualche volta. Sai una cosa, di solito le
persone
credono che chi non è più accanto a noi ci
osservi dall’alto, beh io non credo
che sia così.Ti ricordi quando ottenni la fedeltà
della tua famiglia,liberando
il potere della katana demoniaca,ti dissi una frase. Se io sono il
cielo nero
le stelle che lo illuminano sono Tsubaki. In questi anni ho ripensato
alla tua
risposta e mi sono chiesto come sarebbe quel cielo nero senza stelle?
Io
presumo che sarebbe vuoto, perché la sua forza svanirebbe,se
non fosse
completato dalle stelle, quel cielo non sarebbe così
affascinante. Lo stesso
vale per me, se non ti avessi incontrato, dubito che ora sarei qui,
probabilmente
sarei in un angolo a vantarmi di quanto sono effettivamente big, ma
sarei solo,
infondo nessuno mi ha mai amato, a partire dai miei genitori a finire
con Sid,
lui mi ha preso con sé solo per pietà. A me va
bene così , tanto mi basto io e
poi ci sei tu Tsubaki-chan a farmi compagnia.”
Non
capii immediatamente cosa
avesse voluto dire con quelle parole, ma qualcosa mi era chiaro: voleva
che gli
restassi accanto , forse più che come amica o partner, forse
come donna. In
ogni caso sentii il bisogno di dirgli tutto ciò che pensavo
e sentivo in modo
chiaro e diretto, come mi aveva insegnato lui. Gli dissi:
“Sai Black*Star, che
sei proprio uno sciocchino. Non dovresti mentire a me che ti conosco,
so che a
volte ti senti solo, capita anche a me, ma non devi pensare che non ti
amino,
sai se solo sapessi quanto amore hai vicino a te. Hai Sid che ti
considera un
figlio, hai Soul e Kid che ti vogliono bene, specialmente Soul che ti
conosce
da tanto e per lui sei come un fratello. Hai Maka, che ti considera un
grande
amico, hai Liz che ti ammira per la tua faccia tosta e hai Patty , che
ti
considera un gran bravo compagno di giochi e un vero amico.
Infine
ci sono io, Tsubaki, il
fiore senza profumo, sai tu non sei solo il mio meister per cui
morirei, non
sei solo il mio più caro amico, quello che per me
c’è sempre e che mi spinge a
dare il meglio di me stessa , ma sei anche il ragazzo che mi piace.
Ricordati
che non sarai mai solo, perché io sarò sempre
accanto a te, non voglio nessun
altro compagno se non te Black*Star,sappi che sono sempre disposta ad
affidarti
la mia vita quando siamo in battaglia. Io non mi fido di nessun altro
che non
sia tu! Chiaro, caro il mio sciocchino e adesso voglio una risposta per
favore ,
mi ricambi oppure no? Sappi che qualunque sia la tua risposta io non ti
abbandonerò mai!”
Non
capii bene cosa accadde dopo,
so solo che mi ritrovai stesa sotto di lui a baciarlo e quando ci
separammo lui
mi sussurrò in un orecchio due parole Ai Shiteru . Quel che
venne dopo fu
abbastanza imbarazzante , visto che Black*Star mi si
appiccicò addosso con la
sua solita “grazia”e proseguimmo, approfondendo
quello che avevamo iniziato
prima. Fu come una risonanza, ma più forte e delicata allo
stesso tempo, una
sensazione che non scorderò mai, soprattutto per i lividi
che mi rimasero a
causa delle sue “zampate”.
Al
nostro ritorno a Death City,
avevo convinto Black*Star ad annunciare agl’altri la
novità,ma non ci fu
possibile, perché quando rientrammo ciò che
trovammo fu uno scenario
drammatico. Kid se ne era andato senza dire niente abbandonando Crona,
con
poche righe scritte in modo ordinato e simmetrico su di un pezzo di
carta,che
lui aveva lasciato sul cuscino della compagna. Anche se le aveva
lasciato un
biglietto, non le aveva comunque dato una spiegazione , distruggendola
completamente. I primi giorni sembrava stare bene, ma pian piano
iniziò a
crollare, fino a quando iniziò a tentare più
volte il suicidio.
Tutto
ebbe inizio quando circa una
settimana dopo Crona fuggì per qualche giorno nel
deserto,dove Maka la ritrovò in
pessime condizioni fisiche e morali. La notizia arrivò anche
a Lord Shinigami,
che ignorava la relazione tra suo figlio e Crona, così ci
ordinò , in quanto
suoi amici di tenerla d’occhio e di segnalargli ogni minimo
cambiamento della
ragazza. Una volta ricevuto l’ordine Maka , ci
intimò di restarne fuori e da
quel momento in poi ci avrebbe pensato lei ad aiutarla. Qualche giorno
dopo
tentò per la prima volta il suicidio, Maka mi
raccontò che l’aveva trovata
sulla balconata principale della Shibusen, che stava per gettarsi di
sotto, ma
lei aveva approfittato di una sua titubanza , per colpirla con un
Maka-Chop
portentoso, che le fece perdere i sensi per tre giorni. Quando si
risvegliò,prima fuggì dall’infermeria,
poi tentò nuovamente di togliersi la
vita. Sfortunatamente per noi, quella volta aveva agito, infatti aveva
richiamato Ragnarock in forma d’arma e si era colpita al
fianco destro. Ne
seguirono altri di tentativi,ma pochi giorni dopo essersi ferita si era
risvegliata in infermeria, dove aveva incontrato Soul,che faceva
compagnia a
Maka, la quale giaceva priva di sensi, nel letto accanto al
suo,perché le aveva
donato molto sangue. Fu proprio in quella occasione che Crona
riuscì a far
confessare a Soul, che amava Maka e giurò che avrebbe
mantenuto il suo segreto.
N.D.A : Hello , hello ,
come va tutto bene? Eccomi qui con la terza parte come avevo annunciato
ieri. Dunque originariamente avevo previsto di dividere in tre parti il
capitolo, ma sono costretta a dividerlo in quattro, altrimenti sarebbe
stato eccessivamente lungo. Passiamo ora a commentare gli eventi del
capitolo. Dunque finalmente Black*Star si è dato una mossa,
era davvero ora, in più la nostra Tsubaki ci ha illustrato
qualcosa di più sulla situazione di Crona e Kid e su quella
di Soul e Maka. Avrete notato leggendo che ho aggiunto alla famiglia di
Tsubaki, una sorella maggiore e suo marito, i cui nomi sono Miwako e
Arashi. Come avrete notato questi nomi sono abbastanza particolari, chi
conosce i manga della venerabile Ai Yazawa, perdonatemi ma io la venero
quella donna , ho fatto una specie di tributo a Paradise Kiss, di cui
ieri ho comprato il secondo volume del manga *In adorazione del
tankobon e di George sbav....*. Miwako e Arashi sono troppo teneri, per
questo li voluti inserire e poi c'è anche ua relazione con
Nana eheh. Comunque nella quarta parte assisteremo a...
Naoki: Salve a tutti io sono Naoki dei Trapenst, sono venuto a cercare
Reira, per caso l'avete vista. A proposito ehi autrice
perché io non compaio quasi mai , uffà anche io
voglio un posto nella storia, parli sempre di Nana, Reira, Hachi e
degli altri perché di me non parli.
Black Nana: Naoki punto primo Reira è già
apparsa, secondo non posso rivelarti questa cosa altrimenti sarebbe uno
spoiler gigante,comunque avrai anche tu il tuo posto tranquillo e in
più ti farò anche una piccola sorpresa ,
però non posso dirti altro.
Patty : Giraffa, giraffa , ihihi. Ciao autrice, per caso hai visto quel
tipo che sembra un panda e che ha i capelli spettinati come Soul,gli
volevo far conoscere il re delle giraffe eheh. Comunque chi sarebbe
quel biondino tanto carino?
Black Nana: Patty via , di qua prima cosa, seconda cosa hai sbagliato
storia, piuttosto perchè non vai da Any_ o da Newmoon? O.O
Ryuk: Hey Patty, Naoki venite con me, ho un asorpresa per voi, a
proposito dove sono le mie mele?
Black Nana: Ora bastaaaaaaaaaaaaaaaaa! Tutti fuori di qua, prima che vi
faccia fuori! * Sguardo Omicida Assatanato*
Black*Star : Yahooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Io
sono il più grande di tutti Black*Star! Ehi Boss
perché io non parlo mai in questa storia, uffa in
più osi prendere in giro l'illustre sottoscritto, come osi,
giuro che ti colpisco con la Black*Star Big Wawe!
Black Nana: Ora hai rotto Black*Star, ti ho anche accontentato come mi
avevi chiesto, ti sei dimenticato del nostro patto o te lo devo
ricordare io e ora fuori dalle scatole e non tormentare i lettori!
Perdonatemi, non riesco mai a tenere a bada questi ragazzi, mi dispiace
che combinino tutto questo casino. Comunque spero che il capitolo vi
piaccia. Per quelli di voi che seguono la storia dall'inizio avranno
notato dei cambiamenti, e bene si purtroppo il Demone
Celeste, ha deciso di far cambiare calligrafia,mandando tutto al
diavolo, inoltre avrete notato che non ci sono più i diari
dei personaggi, eh bene si da ora in poi saranno racconti diretti dal
loro punto di vista, i diari mi servivano per introdurre bene la
situazione ed i personaggi nel contesto.
Momento Ringraziamenti: Vorrei ringraziare tutti quelli che visitano la
storia, anche se so bene che non è un granchè ,
ma va bene così! Comunque ringrazio di cuore tutti quelli
che recensiscono la storia. Dedico questa parte a tutti quelli che mi
seguono ed a tutti i recensori . Una dedica speciale va a : ZoeyeJames,
che ha sopportato di essere pressata dalla sottoscritta per sapere come
le sue storie continueranno, Death the Kid 93, che l'ha inserita nelle
preferite, Juliet Albarn, la mia sensei ed infine MakaXD e LizThompson
ed anche a Shokunin Eris. Bacioni dalla vostra Black Nana ed alla
prossima parte allora!
|
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Capitolo 13 *** Shadow of Love quarta parte ***
Qualche
mese dopo Crona si riprese
e noi riuscimmo a confessare ad i nostri amici, i quali
c’avevano visti mentre
ci appartavamo in un angolino per stare da soli, durante una festa
organizzata
da Maka e Soul a casa loro, per festeggiare la guarigione della nostra
amica.
Si congratularono tutti con noi, persino Crona sembrava contenta che
noi
stessimo insieme. Ma nonostante tutto sapevamo bene che soffriva
immensamente.
Sei mesi dopo quella festa,una notte Maka lasciò la
Shibusen,per recarsi da sua
madre , per poi iscriversi alla facoltà di legge di Yale, ma
a quanto ci disse
Soul, la sua era stata una fuga e suo padre l’aveva aiutata e
la copriva. Ora
avevamo perso due dei nostri più cari amici e probabilmente
per ciò che avevamo
detto di lei. Le lettere che ci aveva lasciato, sembravano dire
esattamente il
contrario,ma quello che aveva scritto a Soul era abbastanza
palese,l’avevamo
ferita e lei se ne era andata, senza troppe cerimonie, proprio
com’era nel suo
stile.
Quattro
anni dopo nello stesso
giorno in cui Maka era fuggita, Black*Star mi chiese di sposarlo.
Ricordo
ancora come se fosse ieri quel giorno in cui mi portò nel
paesino di mare fuori
Kyoto dove ero nata. Infatti grazie ai miei genitori ed a mia sorella
riuscimmo
ad avere le chiavi della casa dove ero nata, dove Black*Star aveva
deciso di
portarmi per una breve vacanza. Quella sera mi condusse in un magnifico
ristorante sulla spiaggia, infatti per l’occasione sfoggiai
un abito color
pesca con una leggera scollatura che evidenziava il
decolté,abbinato ad un
golfino bianco ed un paio di sandali con tacco a spillo dello stesso
colore.
Per far felice il mio ragazzo sciolsi i capelli, che provvidi ad
arricciare,
sapendo quanto il mio partner adorasse quel tipo di acconciatura. Per
il trucco
optai per un po’di ombretto dello stesso colore
dell’abito , un po’di mascara
nero e del lucidalabbra. La serata si svolse tranquilla, la cena fu
sublime e
la vista del mare ci accompagnò durante il corso della
cena,creando
un’atmosfera estremamente romantica,poi dopo cena ,mi
invitò a fare una
passeggiata sulla spiaggia,prima di ritornare a casa.
Passeggiammo
per circa un’ora,
camminando di tanto in tanto nell’acqua fredda del mare scuro
come il cielo
notturno. Dopo un po’ ci accomodammo sulla spiaggia per
guardare le stelle,ad
un tratto mi ritrovai sola senza sapere dove Black*Star fosse sparito.
Mentre
pensavo a quale folle piano per mettersi in mostra avesse
architettato,forse
per colpire me o per impressionare il solito pubblico inesistente, che
in tutti
i modi cercava di stupire,trovai accanto a me una splendida conchiglia
bianca.
Era molto piccola e liscia , ma soprattutto risplendeva alla luce della
luna,insomma era quasi un piccolo tesoro. Mentre prendevo la borda
accanto a me
per conservarla,incontrai lo sguardo del mio compagno che mi rivolse un
sorriso
di quelli che mi rivolgeva ogni volta che combinava uno dei suoi soliti
disastri. Non mi disse molto , mi chiese solo di accompagnarlo vicino
ad una
scogliera nei paraggi.
Dopo
ciò iniziò a correre come un
forsennato ed io fui costretta a fermarmi per sfilarmi i
sandali,così da
poterlo raggiungere. Trovato Black*Star , chiusi gli occhi per
riprendere fiato
e rilassarmi,ma quando li riaprii me lo ritrovai inginocchiato di
fronte a me ;
questa volta sfoggiava un sorriso diverso da quello che mi aveva
rivolto poco
prima,questa volta era sincero,ma soprattutto in leggero imbarazzo.
Prima che
potessi aprire bocca per dirgli una qualunque cosa, lui mi
zittì dicendo: “
Ascoltami Tsubaki,devo chiederti una cosa molto importante. Sai tu in
questi
anni mi sei sempre stata accanto, come partner, come amica e come
ragazza, mentre io
in tutti questi anni non ho fatto che crearti non pochi
problemi e mi dispiace davvero
tanto, ti devo moltissimo ed ora più che mai voglio renderti
la donna più felice del mondo. Tu sei una splendida dea ed
io sono una specie di dio un
po’egocentrico,prima, ora ti pregherei di ascoltarmi
attentamente, perchè ciò che ho da dirti
è di estrema importanza. Tsubaki Nakatsukasa, ti andrebbe di
diventare la più grande delle
dee, sposandomi?” e detto questo estrasse dalla tasca dei
jeans un magnifico
cofanetto di velluto rosso, dal quale estrasse un magnifico anello
d’oro
bianco,come la mia pelle, con sopra uno splendido zaffiro blu scuro a
forma di
stella e me lo infilò al dito.
Ero al settimo cielo, il mio fidanzato mi aveva
chiesto di sposarlo,senza pensarci su accettai la sua
proposta,sigillandola con
un bacio, dal quale ne scaturirono molti altri,tanto che restammo in
spiaggia
fino all’alba,abbracciati l’uno
all’altra.
Eravamo
solo noi due e questo mi bastava, ma c'era qualcosa che mi
feriva: il non poter condividere la notizia con le mie
migliori amiche e lo stesso valeva per Black*Star, ma nonostante
questo,qualche giorno dopo, una volta annunciato il nostro fidanzamento
ufficiale ai miei genitori ed alla mia famiglia,ritornammo a Death
City. Il nostro rientro anticipato era avvenuto allo scopo di
annunciare a Lord Shinigami, le nostre nozze, ma soprattutto al
professor Sid,che si era sempre preso cura di Black*Star, sin da quando
era bambino,era solo merito suo se ci eravamo incontrati,
perché se lui non avesse portato Black*Star alla Shibusen,
non avrei mai conosciuto il mio futuro marito,che non
smetterò mai di amare. Una volta arrivati nella camera della
morte, trovammo il signor Albarn che discuteva animatamente con Stein,
Marie e Shinigami-sama, a proposito di quanto era successo a New York,
in particolare di chi soffiava i kishin alla Shibusen. Stein sosteneva
che fossero le nipoti della Falce della Morte ad intralciare il lavoro
degli allievi della DWMA, mentre Shinigami ed il suo partner negavano
fermamente,visto che il Dio della morte conosceva bene Lady
Duprè.
Ad
un tratto alle nostre spalle sbucarono il professor Sid e la
professoressa Neigus, che ci annunciarono ai litiganti presenti nella
Death Room,che si ricomposero immediatamente e ci chiesero di entrare.
Noi eravamo lì non solo per annunciare il nostro imminente
matrimonio,ma anche per chiedere di affidarci la missione,con la quale
io sarei diventata Death Scythe,visto che l'anima di strega era l'unica
che ci serviva. Ci eravamo allenati lungamente per arrivare a quel
giorno.Avevamo ottenuto la giusta preparazione ,ma soprattutto
ci eravamo impegnati molto con la caccia alle anime, per questo eravamo
più determinati che mai a raggiungere il nostro
scopo,affinchè Shinigami ci permettesse di raggiungere i
nostri compagni a New York, dove a nostra insaputa c'era anche Maka.
Infatti Black*Star sospettava che la nostra amica fosse la misteriosa
figura che sottraeva i kishin alla Shibusen, anche se a me la cosa
risultava al quanto improbabile.
Una
volta entrati il Dio della Morte, ci accolse colla solita benvolenza,
domandandoci il motivo per il quale fossimo tornati prima dalla nostra
vacanza. Inizialmente Black*Star diede prova del suo estremo
egocentrismo, dando vita ad uno dei suoi strani spettacolini, era la
tipica mossa che adoperava ogni qualvolta voleva evitare di parlare di
cose che lo imbarazzavano, ma il suo show non durò molto,in
quanto fu messo K.O. da un portentoso Shinigami Chop. Così
presi la parola ed annunciai ai presenti che io ed il mio partner
avevamo deciso di sposarci,dopo una lunga riflessione. Mentendo dissi
che ero stata io a chiedere al mio ragazzo di sposarmi, per evitare
d'imbrazzarlo,ma lui si riprese e smentì le mie parole,
ammettendo di essere stato lui a chiedermi di sposarlo.
Tutti
i presenti si congratularono per la notizia, chiedendoci dettagli sulle
nozze, ma noi decidemmo di sviare il discorso, illustrando al Sommo
Shinigami , l'altro motivo per cui eravamo ritornati in anticipo dalla
missione. Questa volta, Black*Star mi lasciò parlare,
così chiesi al nostro preside, di affidarci la missione che
mi avrebbe resa una Death Scythe, ma soprattutto m'interessava sapere
se al ritorno ci avrebbe concesso di raggiungere i nostri amici a New
York, a patto che l'esito della missione,fosse stato positivo. La
divinità acconsentì , informandoci che il giorno
seguente avremmo avuto le informazioni necesarie allo svolgimento
dell'incarico,ma soprattutto avremmo affrontato uno speciale
allenamento con Stein e Marie , allo scopo di avre una
maggiore preparazione, ma soprattutto maggiori possibilità
di successo. Ormai eravamo determinati più che mai a
raggiungere l'obbiettivo Death Scythe ed ad andare a New York, per
scoprire qualcosa di più sugli strani eventi che avevano
messo in difficoltà la DWMA, ma soprattutto per sapere la
verità sulla partenza di Maka, una volta fatto questo allora
e solo allora finalemnte avrei coronato il mio sogno, sposare l'unico
uomo che avrei mai potuto amare e creare quella famiglia a cui
Black*Star aveva tanto desiderato appartenere e che avremmo creato
insieme.
N.D.A: Rieccomi a voi con la
quarta ed ultima parte di questo estenuante capitolo, appena rivisitato
ed autobetizzato, mi manca la mia beta. Comunque in questo capitolo la
nostra coppia felice ha fatto un passo avantie qualcosa si è
mosso, ehehe, orami ci avviciniamo all'epilogo di questa storia, anche
se ci vorranno ancora un po'di capitoli,diciamo che questo è
l'inizio della fine. Spero che abbiate gradito il capitolo,passando al
prossimo, come ho già detto sarà interamente
deidicato al rapporto tra Soul e Maka ed ai pensieri di quest'ultima
riguardo al ritorno di Kid. Inoltre ci sarà anche un altro
personaggio a parlare , ma non vi anticipo nulla.
Patty: Salve a tutti sono
tornata, sapete io lo so chi parla oltre a Soul e Maka, lui piace anche
a mia sorella, chissà magari nel se..
Liz: Patty , smettila
immediatamente e vieni qui, non fare spoiler e poi io non sono una ruba
fidanzati. Ops, perdonatemi fate finta che io non abbia detto
niente,comunque sappiate che gli Hamptons sono davvero belli,comunque
adios.
Eccomi di ritorno,scusate ma
quelle due soo pericolose,comunque fate tesoro di quelle poche
informazioni che le Thompson vi hanno rivelato,perché
chissà magari vi torneranno utili in futuro. Comunque un
ringraziamento speciale va a tutti quelli che mi leggono e
recensicscono a cui dedico il capitolo. Sayonara ed arrivederci al
prossimo capitolo che si chiamerà We are broken, ho
modificato il titolo per esigenze di trama.
|
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Capitolo 14 *** We Are Broken. C'è ancora una speranza per noi? Prima parte ***
Maka:
Era
dura da ammettere, ma la mia situazione era davvero compromettente.
Avevo
percepito giorni addietro la lunghezza d’onda
dell’anima di Kid, delle Thompson
e di altre due ragazze, una shokunin ed una buki. Per giorni mi ero
domandata
se fosse giusto dire a Crona, che la persona da lei più
odiata ed amata allo
stesso tempo, era arrivata in città e la mia amica, correva
il rischio
d’incontrarla. Per questo decisi di rivelarle tutto. Di certo
non mi aspettavo,
che andando a caccia di kishin, come di consueto, mi sarei imbattuta in
quel
verme di Death the Kid. In quella situazione quello che mi preoccupava
maggiormente, era che scoprisse la mia identità e mi creasse
ulteriori
problemi, dato che già ne avevo parecchi, ma quello
più seccante era Soul.
Mi
imbattei in Kid, durante una
battuta di caccia. Stavo seguendo un kishin che pedinavo da un
po’, lo avevo
bloccato ed avevamo iniziato a combattere, ma poi quello si
dileguò nel bel
mezzo della battaglia, così fui costretta ad inseguirlo
nuovamente. Mentre
tentavo di raggiungerlo, avvertii l’anima di Kid, proprio
dove si trovava il mio
obbiettivo ed ovviamente mi precipitai. In quel momento non pensai al
mio ex
amico, ma solo ad un modo per ottenere il più velocemente
possibile le
informazioni che mi occorrevano e far fuori il mio avversario. In un
secondo
momento avrei pensato alla fuga. Fu così che mi ritrovai di
fronte a quello
shinigami fissato con la simmetria. Notai che era cresciuto, ma
soprattutto mi
saltò subito agl’occhi l’assenza delle
sue partner le sorelle Thompson.
La
faccenda era alquanto
sospetta,ma non avevo il tempo per rifletterci su, infatti sfoderai
Rayearth e
passai subito all’attacco, salvando la vita al mio ex amico,
poi creai un campo
di forza dove sarei potuta restare da sola col kishin, a cui avrei
chiesto
informazioni riguardo gli strani eventi accaduti negli ultimi tempi. Il
demone
confessò subito che il loro capo era una strega
discretamente potente, di cui
non sapeva il nome. L’unica cosa che sapeva, era che si
sarebbero ritrovati due
giorni dopo in un vicolo del Queens. Dopo aver memorizzato le parole
del
nemico, non esitai a farlo fuori. Una volta tolto di mezzo
l’avversario,
Rayearth ne divorò subito l’anima.
Nel
frattempo Kid era rimasto senza
parole, così decisi di provocarlo un po’,
dicendogli che non era all’altezza di
suo padre, che conoscevo bene, dopo ciò rilasciai il soul
protect lasciandolo
sgomento. Così gli rivelai che ero figlia di una strega
amica di sua madre e di
suo padre. Poi gli diedi il colpo di grazia dicendogli che era fragile
e che
non sempre le cose vanno come le abbiamo progettate e gli disse che
presto
avrebbe incontrato Crona ed allora avrebbe capito tutto.
Detto
questo mi dileguai in fretta,
per tornare in albergo. Lì mi aspettavano i Blast,
poiché avevo promesso a Nobu
che lo avrei accompagnato all’aeroporto, per prendere il volo
che lo avrebbe
ricondotto a Tokyo. La sera precedente mentre mi parlava della sua vita
lì, mi
disse che sarebbe stato molto felice di condividerla con me.
Così mi propose di
andare a vivere con lui, io non sapevo che dire, perché in
testa avevo una
confusione tremenda.
Il
viaggio fu breve perché in poco
tempo arrivammo in aeroporto ed il loro volo sarebbe arrivato nel giro
di
mezz’ora, così Nana mi disse che non era
necessario che aspettassi con loro
tutto il tempo, anche perché io e Nobu avremmo sofferto di
più. In realtà
avrebbe sofferto maggiormente lui, visto che io ormai non ero
più certa di
amarlo. La colpa di tutto era essenzialmente di Soul, da quando era
riapparso
nella mia vita, tutto mi si era ritorto contro. A partire dal potere
grigori
che rischiava di farmi perdere i miei poteri da strega e questo non lo
potevo
permettere.
Più
ripensavo agli ultimi anni e
più mi tornavano in mente il suo viso, i suoi splendidi
occhi cremisi, la
cicatrice che si era procurato per proteggermi da Crona, i suoi baci ed
infine
il nostro incontro alla festa di Shinigami, che era degenerato
provocando la
nostra scappatella nello sgabuzzino dell’hotel, subito dopo
esserci rivisti
dopo quattro anni, e tanti altri di desideri sopiti, a causa della sua
stupidità
che aveva rovinato tutto.
Più
cercavo di odiarlo e più mi
accorgevo di amarlo ancora, non riuscivo a cancellare Soul Evans, dalla
mia
vita. Per colpa sua ero finita in ospedale, solo perché ero
debole e non
riuscivo a smettere di amarlo. Ogni singola volta che pensavo di
lasciare Nobu
e di stare con lui e tornare alla Shibusen come un tempo, i ritornavano
in
mente tutti i commenti che aveva fatto su di me con i suoi amici e
tutto il
male che mi aveva fatto, negando i suoi sentimenti per me, facendomi
sentire
come mia madre, una stupida che si era innamorata del suo partner. Pur
di non
perderlo ero finita in ospedale, perché avevo bisogno di lui
anche solo come
amico, anche se dopo il mio ricovero pensai seriamente che fosse
arrivato il
momento di chiarire la confusione che avevo.
L’unico
modo per risolvere la
faccenda era parlarne con Soul, rivelargli tutto e poi dargli occasione
di
dimostrarmi se fosse realmente cambiato ed in base a ciò poi
avrei riflettuto
anche sulla mia storia a distanza con Nobu e poi avrei preso la
decisione
finale. Inoltre a crearmi problemi c’era la riappacificazione
fra Crona e Kid,
perché lui aveva intenzione di scoprire come mai io avessi
lasciato la
Shibusen. La notizia del riavvicinamento tra la mia amica ed il suo ex
ragazzo,
mi era stata comunicata da Reira telefonicamente, inoltre
l’idiota simmetrico
l’aveva invitata a cena fuori e Crona innamorata persa
com’era aveva accettato
senza pensarci. Tutto questo lo avevo scoperto mentre cercavo di
chiarirmi con
il mio ex partner.
Era
stato davvero traumatizzante
vedere che persino quell’idiota di uno shinigami, alla fine
era riuscito a
combinare qualcosa di utile, mentre io invece ero sempre più
confusa e non
riuscivo a comprendere, per quale dei due ragazzi che sconvolgevano la
mia
mente ed il mio cuore, provassi il sentimento più forte.
Quella sera vidi la
mia amica come mai prima d’ora, Reira aveva messo a
disposizione della nostra
amica, Marie e tutto il suo staff, per prepararla al meglio
all’incontro di
quella sera. Il mio compito fu quello di aiutarla a scegliere
l’abito e di
incoraggiarla ad affrontare le sue paure, affinché mostrasse
a quel cretino di
Kid, cosa si fosse perso in quattro anni.
Dopo
aver accompagnato Crona
all’ingresso dell’albergo, dove avrebbe incontrato
il suo accompagnatore,
tornai in camera mia, dove con mia sorpresa trovai Soul, seduto sul mio
letto.
Mi sorrideva in un modo diverso dal solito, non un ghigno, come di
consueto, ma
qualcosa di diverso, un sorriso vero, dolce e sincero. Quando lo vidi
rimasi un
attimo perplessa, ma poi gli sorrisi a mia volta, richiudendomi la
porta alle
mie spalle e lo raggiunsi sul letto, dove mi accomodai accanto a lui.
Per
qualche minuto i nostri sguardi s’incrociarono. Rosso nel
verde, una
combinazione magnifica ed elettrizzante allo stesso tempo. Ogni volta
che i
nostri occhi s’incrociavano, mi sentivo sicura e protetta, ma
allo stesso tempo
provavo un forte senso di colpa ed un certo timore. Sapevo che anche
con un
solo sguardo lui era capace di leggermi l’anima,
perché mi conosceva fin troppo
bene.
Per
la prima volta mi soffermai ad
osservare con attenzione la sua figura, in tutto il tempo che avevamo
trascorso
insieme, a partire dalla sera della festa fino a quella sera, non lo
avevo mai
guardato veramente. Ero stata troppo presa dai miei tentativi di fuga e
dai
miei impegni di strega, per questo non mi ero accorta di quanto il suo
aspetto
fosse mutato da quando ero scappata. Per la prima volta in quattro
anni, mi
resi conto di essere stata una vigliacca, perché avevo
preferito scappare,
piuttosto che affrontare le mie paure ed i miei problemi, ma
soprattutto mi ero
comportata come mia madre.
Qualcosa
dentro di me da quando io
e Soul ci eravamo ritrovati aveva iniziato ad incrinarsi,
perché accanto a lui
mi sentivo completa. Stavo iniziando a pentirmi della mia fuga, ma
soprattutto
stavo iniziando a dubitare del mio ruolo di strega e di maestra della
spada di
fuoco. Pensai a Rayearth ed a Soul. Le nostre anime erano in sintonia,
ma la
mia risonanza con Soul era speciale, con Rayearth, non avevo mia
provato quelle
emozioni che solo il mio ex compagno mi sapeva trasmettere. Iniziai a
credere
che forse sarebbe stato meglio ritornare alla DWMA, da Shinigami e
dagl’altri,
per poi ricominciare da capo. Nuovamente avevo pensato solo a me
stessa,
ignorando il mio partner e la mia famiglia, in più non avevo
preso in
considerazione Nobu, lui mi amava ed io credevo di ricambiarlo, ma in
quel
momento tutte le mie certezze erano crollate come castelli di carta.
Avevo
un’unica certezza in quel
momento, volevo parlare con Soul, dovevo dargli parecchie spiegazioni,
ma
soprattutto era necessario che gli rivelassi i miei sentimenti, era
importante,
perché solo mettendo a confronto quello che sentivo quando
ero in sua compagnia,
con quello che sentivo quando stavo con Nobu, anche se il nostro legame
non era
mai diventato fisico, poiché non avevamo avuto occasione, di
passare ad un
livello successivo della nostra relazione. Invece con Soul, il contatto
fisico
c’era stato anche piuttosto profondo, anche se non era
avvenuto nel modo
giusto. Ero pienamente consapevole dei miei sbagli e desideravo
rimediare,
affinché la mia vita non prendesse la piega che invece aveva
preso quella di
mia madre. Io e mia madre siamo diverse e lo siamo sempre state,
così come
Spirit e Soul ed anche Rayearth.
Chi
mi preoccupava maggiormente era
proprio la mia weapon, lui non meritava che lo ferissi, soprattutto dopo tutti gli
sforzi compiuti per
aiutarmi a superare il periodo di crisi in cui mi trovavo, quando lo
incontrai
all’inizio del mio percorso di strega e maestra di spada.
Anche Nobu si era
prodigato per alleviare le mie sofferenze, mi aveva donato
serenità, affetto ed
amore, nel momento in cui credevo che mai più avrei amato
qualcuno, dopo essere
stata innamorata per otto anni della mia ex buki,
quell’affascinante pianista
dai capelli argentei e gli occhi rossi. Rubino e smeraldo era sempre
stata la
mia combinazione preferita e mai sarebbe cambiata, di questo ne ero
più che
sicura, visto che in quattro anni, non lo avevo affatto dimenticato,
nonostante
lo negassi a me stessa.
Persa
nei miei pensieri non mi ero
accorta di essermi accomodata accanto a Soul e che da un po’
di tempo i nostri
sguardi si erano incrociati, ma nessuno dei due riusciva a proferire
parola,
soprattutto in quella situazione in cui le nostre anime si affrontavano
pacificamente. Fui io a prendere la parola, dicendogli:
“Senti … per me è
difficile parlare con te dopo gli ultimi avvenimenti, credo che tu
abbia capito
di cosa sto parlando. In primis, ti debbo delle scuse, ti ho trattato
malissimo
e di questo sono pentita, il problema è che sono confusa e
uno dei motivi della
mia confusione è il tuo ritorno Soul. Io credevo di aver
imparato a non amarti
ed a odiarti, ma ho fallito, perché in quattro anni mi sei
mancato, mi costa
ammetterlo mister cool, ma è così e sappi che non
ti sto mentendo. Adesso ti
dirò la seconda cosa che ti avevo accennato
l’ultima volta che abbiamo parlato.
Quando sono caduta per le scale mentre t’inseguivo, volevo
raggiungerti per
parlarti di due problemi che ho. Il primo riguarda il potere grigori.
La mia
anima è entrata in contrasto con i poteri di strega,
perché in uno dei miei
ultimi combattimenti, ho usato contemporaneamente il grigori e la
magia. Il
problema è che queste due abilità sono entrate in
conflitto, mettendo in
pericolo la mia anima, ho consultato una strega del posto, la quale mi
ha
informata che se userò di nuovo il grigori insieme alla
magia, perderò
quest’ultima e tutte le abilità ad essa connesse,
in particolare il potere
speciale di Rayearth. Ho paura Soul, perché non voglio
perdere il mio partner,
io sono la sua famiglia, ci siamo salvati a vicenda, se non lo avessi
conosciuto, io non sarei qui adesso!”
Prima
che potessi aggiungere altro
Soul mi bloccò e prese la parola: “Ascoltami Maka
io ti ho perdonato tutto, non
preoccuparti e inoltre sappi che io ci sarò sempre per te,
non ti chiederei mai
di abbandonare il tuo attuale compagno, soprattutto se ti ha salvato la
vita.
Io non ti ho mai smesso di amare e non ho mai smesso di sperare che tu tornassi da me. Se tu tornassi ti dimostrerei, che non mentivo quando ti scrissi in quella lettera i miei
sentimenti, però non voglio costringerti a fare nulla che tu non voglia. Qualunque cosa accadrà il sottoscritto ragazzo
cool, ti resterà
accanto e ti proteggerà.” “Soul?”. “Maka?” “Maka-chop!
Scarlet Shock!”.
N.D.A: Hello! Salve a tutti, come
andiamo? Perdonatemi per il mastodontico ritardo, prometto che non si
ripeterà più. In questo capitolo qualcosa tra
Soul e Maka, si è mosso, ma non possiamo dire che la
situazione si sia risolta, anzi semmai siamo lontani anni luce da una
risoluzione. Lo sò sono malvagia, ma non posso farci niente.
Sarebbe troppo comodo farli rimettere subito insieme. Comunque quello
che è chiaro è che Soul per Maka è
importante, pur tentando di odiarlo, mi sa che è troppo
legata al nostro albino preferito, sarà che quel ragazzo
è un mito.
Angolo dediche: Il capitolo è dedicato in primis alla mia
migliore amica Any_. che è l'autrice di un capolavoro su
Death Note. Se leggerai questo capitolo, spero che tu veda quello che
sto per scrivere. Ti sono grata per essermi amica e per avermi aiutata
in un momento difficile, ti adoro sei una grandissima amica, sarei
perduta senza di te, ti adoro. Poi lo dedico ad Hachi ovvero Kiddina,
amica mia anche tu sei meravigliosa, anche perché mi hai
dato una grande gioia, quella di sapere che esiste il pupazzo di Light.
*modalità venerazione*.
Essendo questo capitolo su Soul e Maka, lo dedico a Juliet_Albarn, una
delle migliori autrici che conosca su questo fandom, ma soprattutto
grande appassionata di questo pairing ed a tutte le fan di Soul e Maka
|
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Capitolo 15 *** We Are Broken. Potrà mai esserci un futuro? Parte seconda ***
Colpii
Soul, con un Maka-chop e con
lo Scarlet Shock, poiché mi aveva interrotto impedendomi di
terminare il mio
discorso. Così perse i sensi per qualche minuto, in cui io
ne approfittai per
cambiarmi. Presi gli abiti puliti e mi recai in bagno dove mi cambiai.
Una
volta uscita, indossavo un top color lavanda ed un pantaloncino nero.
Era un
abbigliamento perfetto per restare in albergo, l’unico
problema era la
scollatura del top. Infatti al suo risveglio, si trovò
disteso sul letto e notò
che ero intenta a leggere un libro sulla poltroncina di fronte a lui;
il
problema era che mister cool, aveva intenzione di farmi uno scherzo,
sottraendomi
il libro che stavo leggendo.
Soul, aveva ben pensato di
nascondersi dietro
di me, visto che sapeva, che quando ero presa dalla lettura, non mi
accorgevo
di nulla. Il suo piano fallì quando, nel tentativo di
sfilarmi il libro da
sotto il naso, scivolò sulla poltrona, perdendo
l’equilibrio ed andando a
cadere col viso nella mia scollatura e col sedere sul pavimento. A quel
contatto, dapprima arrossii, poi gli mollai un ceffone, lasciandogli
sul viso
l’impronta rossa della mia mano. Il poveretto era messo
piuttosto male, non
solo perché gli era venuta un’epistasi, chiaro
segno che il suo spirito
maschile si era risvegliato. Me ne accorsi dall’espressione
del suo viso, che
qualcosa non andava, infatti era contratto in una specie di smorfia di
dolore.
Soul
accortosi
dell’accaduto, arrossì vistosamente,
dopodiché corse in bagno a sciacquarsi il viso. Io nel
frattempo mi avvicinai
alla porta del bagno, chiusa a chiave e gli urlai di aspettarmi
lì, mentre io
prendevo dal suo giubbino, la chiave della sua stanza, dove sarei
andata di lì
a poco a prendergli un cambio d’abiti, della biancheria
pulita ed il suo
accappatoio.
Così
uscii indossando in fretta la
parrucca, sbattendo poi in modo violento la porta dietro di me per la
fretta.
Successivamente corsi in camera di Soul, una volta lì la
prima cosa che notai
fu il caos, poi mi avvicinai alla piccola scrivania , dove vidi degli
spartiti,
su cui aveva scritto le sue splendide melodie. Quella che mi
colpì maggiormente
aveva come titolo “The lost love. I’ll always
remember you!”.
Capii
subito che quella melodia
l’aveva composta per me. In quel momento mi sentii davvero
una stronza, perché
per tutto il tempo avevo trascurato i sentimenti della persona che
più teneva a
me. Così mi ripromisi che anche se avessi scelto Nobu, non
lo avrei né
dimenticato e né tantomeno cancellato dalla mia vita. Lui
era stato il mio
primo amore, il primo uomo di cui mi ero fidata. Tutto nel nostro
strano
rapporto, era legato da quel magnifico strumento, il pianoforte, quello
che mi
aveva condotta a lui. Era il piano il nostro filo rosso, quello che
teneva
unite le nostre anime.
Lasciando
da parte i miei pensieri,
mi avvicinai al suo armadio, dove presi un jeans nero ed una camicia
bianca.
poi mi occupai di trovargli la biancheria pulita,
l’accappatoio ed il suo
fidato cerchietto nero, il mio preferito. Preso quello che mi serviva,
richiusi
la porta alle mie spalle, dandomi quasi alla fuga, visto che Soul mi
aspettava
da parecchio tempo in bagno. Infatti avevo modo di supporre che fosse
furioso,
per l’attesa a cui lo avevo sottoposto. In pochi minuti mi
ritrovai davanti
alla porta della mia camera, ma mentre stavo per entrare sentii una
presenza
familiare bloccarmi il braccio. Avevo percepito la sua lunghezza
d’onda, già
all’uscita dalla camera di Soul. Era Kid, il quale mi
voltò verso di lui e
prima che io potessi dire qualunque cosa mi guardò fisso
negli occhi, con uno
sguardo tutt’altro che amichevole.
Probabilmente
mi aveva
riconosciuta, perché nonostante portassi la parrucca, non
avevo indossato le
lenti a contatto, quindi il mio sguardo color smeraldo,
incrociò quello color
dell’ambra, del giovane shinigami di fronte a me, il quale mi
disse:
“Ascoltami, noi ci siamo già visti stamattina, tu
mi hai salvato da quel
kishin. Ho modo di ritenere che tu sia la strega amica di Crona, la
nipote di
Spirit Albarn, quindi sei la cugina di Maka. Sappi che ti tengo
d’occhio,
perché me la ricordi molto. Allora se tu ipoteticamente
fossi Maka, non credo
che ti potrei perdonare sai, ma soprattutto non ti consentirei di
avvicinarti
alla mia Crona, io la amo e ho giurato di proteggerla da quelle come
te! In
caso contrario mi scuso per il mio comportamento, ah
un’ultima cosa, che questa
conversazione resti fra noi!”.
Ero
infuriata quel cretino di uno
shinigami, me l’avrebbe certamente pagata. A quel punto tanto
valeva rivelargli
la verità su mia madre e su di me, ma soprattutto era
necessario che sapesse
dell’accordo che vigeva fra Shinigami e il clan di Rouhana.
Così ordinai a Kid
di prendere uno specchio, affinché potessi chiamare suo
padre, così lui avrebbe
spiegato personalmente a suo figlio la situazione mia e di Crona.
Lui
ubbidì senza ribellarsi e in
pochi minuti si procurò lo specchio e compose personalmente
il numero della
Death Room e nell’arco di pochi secondi comparve
l’allegra figura di Shinigami,
che fissò sia me che Kid con aria interrogativa. Io presi
immediatamente la
parola e dissi rivolgendomi al Dio: “Salve Lord Shinigami! Mi
scuso per averla
disturbata, ma l’ho chiamata, perché necessito di
discutere con lei a proposito
dell’accordo che intercorre tra la Shibusen e la famiglia
Duprè. Suo figlio
deve esserne messo al corrente, dato che ha assunto un atteggiamento
ostile nei
miei confronti ed in quelli di Crona. Io mi trovo a New York,
perché lei mi ha
ordinato di collaborare con Crona e di dare tutto l’aiuto
necessario alla DWMA.
La pregherei di calmare suo figlio, altrimenti sarò
costretta a prendere seri
provvedimenti nei suoi confronti.”.
Shinigami
rispose sempre col suo
solito tono allegro, senza scomporsi minimamente, rivolgendosi prima a
me e poi
a suo figlio, dicendo: “Signorina Duprè, che
piacere rivederla. Mi dispiace che
mio figlio le abbia creato delle difficoltà, le assicuro che
risolveremo la
questione al più presto. Figliolo lei è la cugina
di Maka ed è una nostra
alleata, anche se ipoteticamente lei fosse Maka tu devi lasciarla in
pace.
Dovresti essere contento figliolo, visto che stasera uscirai con
Crona!” Dopo
quest’affermazione del padre, il giovane Dio della morte
sbiancò e poi arrossì
vistosamente.
Dopo
essermi congedata da Kid,
raggiunsi Soul, il quale era davvero furioso, perché aveva
atteso fin troppo
per potersi fare una doccia e nel frattempo la situazione era anche
peggiorata.
Anche
io non ero messa bene, ero al
limite. Kid e Crona erano sulla strada della riappacificazione e in
più io ero
nel pieno di una tempesta emotiva, perché non riuscivo a
capire quanto amassi
Soul e quanto Nobu. Il primo era il ragazzo che mi era sempre stato
accanto,
l’unico uomo di cui mi fossi mai fidata, quello che
più volte aveva sacrificato
la sua vita per me, quello che avevo amato sin da quella volta che
aveva
suonato per me la sua canzone. Dei miei sentimenti me ne ero accorta
solo
qualche anno più tardi. Mentre il secondo era la persona che
per prima aveva
accettato la mia natura e mi era stata accanto nel momento del bisogno,
quando
mi sentiva abbandonata e tradita dalle persone a cui tenevo
maggiormente.
Mi
ridestai subito dai miei
pensieri ed entrai nel bagno, dove sistemai l’accappatoio ed
i vestiti e
lasciai Soul a rilassarsi comodamente nella vasca. Meritava un
po’ di riposo e
di pace dopo il caos che avevo creato nella sua vita da quando me ne
ero andata
e che era aumentato nel momento in cui ci eravamo ritrovati nel
peggiore dei
modi. Richiusi velocemente la porta del bagno e mi stesi sul letto,
dove chiusi
gli occhi e mi addormentai.
Nel
sonno vedevo il suo viso e
quello di Nobu, rivedevo i bei momenti trascorsi con entrambi e il
tutto non
faceva altro che aumentare la mia confusione. Alla fine dopo un
interminabile
ragionamento, arrivai alla conclusione che avrei provato a ricucire il
mio
rapporto con Soul e avrei valutato se la nostra relazione era destinata
a
funzionare o meno. Nel frattempo avrei anche avuto modo di verificare
quanto
effettivamente fossi legata a Nobu, al quale avrei chiesto una pausa di
riflessione, data anche l’enorme distanza che intercorreva
fra noi.
Come avrei mai
potuto scegliere fra Soul e Nobu? Nemmeno nel sonno riuscivo ad avere
un po' di tranquillità. La cosa migliore sarebbe stata
quella di assecondare i miei sentimenti per entrambi e vedere quale
delle due relazioni sarebbe stata più forte.
Volevo confessare a Soul i miei sentimenti, dato
che ormai avevo la certezza di essere ricambiata. Desideravo provare ad
amare il mio ex-partner e tentare di capire se per noi ci sarebbe mai
potuto essere un futuro. Sapevo già che non avrei mai fatto
la cosa più giusta e che molto probabilmente non avrei
confessato nulla all'idiota e avrei lasciato perdere. Forse sarebbe
stato meglio se avessi lasciato che le cose prendessero illoro naturale
corso, senza voler anticipare i tempi e fuggire di nuovo. Ancora oggi
mi pento di non aver colto l'occasione che mi si era presentata e di
aver fatto del male a lui e a Nobu, ma ora è tardi per
chiedere scusa al mio ex migliore amico e primo amore.
N.D.A: Hello! Rieccomi
gente, come promesso sono tornata. Molte sono le cose successe in
questo capitolo, bello lungo a mio parere. la situazione di Soul e Maka
sta diventando un po'più chiara, ma allo stesso tempo non
molto serena. Purtroppo non posso comunicarvi le mie intenzioni
riguardanti il finale, molto vicino, di questa storia. Comunque
ritorniamo a noi. Forse alcuni di voi leggendo riusciranno a capire il
motivo per cui la storia è intitolata il filo rosso. Lascio
a voi il compito di capire e spero che nelle vostre recensioni, (sempre
che ce ne siano) mi diciate la vostra opinione in merito.
Blair: Nyaaaaaaah!
Spirit: Micina che bello!
Blair: Signor papino! hey ho un'idea!
Spirit: Dimmi gattina!!
Blair: Invitiamo Stein a festeggiare con noi e Lisa e Arisa?
Spirit: No lui no! *brividi di terrore*
Stein: Senpai! Posso vivisezionarti?
Spirit: No!
Stein: Ok. Allora prendo il mio miglior bisturi da vivisezione.
Blair: Signor Dottore, vuol venire a giocare con noi al Chupa Cabras?
Stein: Non è il mio genere di divertimento, ma grazie Blair.
Blair: Si figuri signor dottore!
Stein: Blair, scusa posso porti una domanda?
Blair: Sì, certo Signor Dottore!
Stein: Blair, ma la ragazza bionda vestita tutta di nero, che lavorava
da voi prima dov'è finita?
Blair: Non lo so! Un giorno un ragazzo bellissimo ed uno che somiglia
ad un panda se la sono presa e se ne sono andati Miao!
Stein: Capisco! Se permetti io viviseziono il senpai.
Blair: Ok!
Stein: Perfetto! *insegue Spirit tentando di vivisezionarlo*
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Capitolo 16 *** We Are Broken. Troveremo mai un po' di pace? Parte terza ***
Circa
mezz’ora dopo essermi
addormentata fui risvegliata dal suono del mio cellulare. Era Reira,
Crona
aveva bisogno del mio aiuto, poiché quella sera sarebbe
uscita a cena con Kid.
Quale occasione migliore per darle il mio regalo di compleanno, un
tubino viola
chiaro con dei ricami neri, molto elegante che avevo avvistato mentre
facevo
shopping con Hachi. Così sgattaiolai in fretta dalla camera
e mi diressi da
Reira, dove trovai Mari, la sua manager e l’intero staff che
si occupavano di
trovare il look giusto per la mia amica. Reira aveva messo a
disposizione di
Crona, un abito nero corto, molto carino, ma decisamente inadatto alla
poveretta,
poiché per i suoi gusti metteva troppo in risalto le sue
forme. Infatti non
appena mostrai a Crona l’abito che le avevo regalato,
impazzì di gioia.
Lo indossò
immediatamente e costatammo che le
stava d’incanto, soprattutto perché lo staff di
Reira aveva fatto un lavoro
eccezionale su di lei. Sembrava davvero un’altra donna. Il
suo volto era
illuminato da un meraviglioso sorriso. Finalmente dopo tanto dolore,
era vicina
a quella felicità che tanto aveva desiderato.
L’accompagnai fino alla hole dell’albergo
dove poi la lasciai.
Una
volta lasciata Crona, mi
diressi in camera, dove trovai Soul che dormiva beatamente sul mio
letto. Era
così tenero quando dormiva scompostamente, ritenendo che
quello fosse il modo
più cool per dormire. Gli adagiai una coperta addosso,
affinché riposasse senza
correre il rischio di ammalarsi. Nel frattempo mi cambiai indossando
gli abiti
per la caccia. Era ora di andare a svolgere il mio compito di maestra
d’armi e
di strega. Per non far preoccupare l’albino che si era
impossessato della mia
camera, gli lasciai un biglietto per avvisarlo della mia assenza
giustificata.
Fatto
questo sgattaiolai fuori
dalla finestra, facendo meno rumore possibile, per non svegliare Soul e
richiusi la finestra alle mie spalle, per evitare spifferi. Mi
allontanai non
vista dall’albergo per iniziare la mia quotidiana ronda
serale, che partiva la
tramonto e si concludeva verso la sera tardi. Quella sera
però avevo intenzione
di tornare il prima possibile, perché volevo assolutamente
eliminare il kishin
inviato da Steno, (vero nome della sorella di Medusa) la quale aveva
provveduto
a presentarsi in giro con un nome falso, affinché nessuno
sospettasse, che
fosse sua la regia degli eventi che avevano sconvolto prima la
città degli
Angeli e poi la Grande Mela.
Una
volta trovata la mia preda
avevo la ferma intenzione di tornare da Soul e rispedirlo in camera
sua. Non
sarebbe stato affatto prudente da parte mia, dormire insieme a lui
nella mia
camera. Sarebbero potute accadere cose davvero sconvenienti ed io non
avevo
alcuna intenzione di illudere Soul e fare del male a me ed a Nobu.
Mi
ci vollero quattro ore per
individuare il mio obbiettivo, che nel frattempo, aveva deciso di
rovinare
definitivamente la serata romantica della mia migliore amica.
Quest’atto era
assolutamente imperdonabile da parte di quel maledetto demone,
così intervenni
prontamente, salvando di nuovo la vita di quell’idiota di Kid
e togliendo dai
pasticci la povera Crona, che lasciai a fare da infermiera al suo
amato. Fu uno
scontro duro ma alla fine non solo ottenni delle preziose informazioni
su Steno
ed i suoi, ma riuscii anche a prendermi la sua anima che Rayearth,
divorò con
gioia.
Una
volta sconfitto il demone mi
diedi alla fuga, tornando il più velocemente possibile in
albergo. Una volta
rientrata, come ero uscita trovai Soul seduto sul letto, con un
espressione
piuttosto irritata dipinta sul volto. A quanto pare aveva letto il
biglietto e
non aveva affatto gradito la mia fuga serale. Non poteva farmene una
colpa, se
avevo una missione ed intendevo tenerlo allo scuro della
verità. Volevo
proteggerlo, glielo dovevo, troppe volte si era sacrificato per me.
Adesso
toccava a me ricambiargli il favore.
Evitai
accuratamente il suo sguardo
fuggendo in bagno e sbattendogli la porta in faccia. Sentivo la sua
rabbia
distintamente e il suo dolore non faceva che peggiorare il mio. Mi
sentivo uno
schifo. Lo avevo ferito, ma lui non avrebbe mai potuto comprendere la
mia
missione. Nella mia
mente forse avevo trovato
le parole per poter dire a Soul quanto mi dispiacesse averlo ferito, ma
le sue
parole mi spiazzarono: “Perché? Hai idea di quanto
mi sia preoccupato quando
non ti ho vista? Perché continui a farmi del male? Non
riesco a capirti!
Davvero non mi ami più?”.
A
quel punto scoppiai in lacrime,
ero davvero distrutta. Non riuscivo nemmeno io a spiegarmi il motivo
delle mie
azioni. Così tra le lacrime cercai di spiegargli
ciò che sentivo e cercai di
far apparire ai suoi occhi la mia missione meno pericolosa di quanto
realmente
non fosse: “Mi dispiace … Non so darti un
perché a tutto questo, ma posso solo
dirti che al momento ho una confusione in testa assurda. Sto cercando
di non
fare del male a nessuno. So bene che sono stata un egoista ad andarmene
senza
darvi anzi darti una spiegazione. L’unico problema fra di noi
sei tu Evans!
Possibile che tu non riesca a capirlo?”
Dopo
la mia sfuriata calò il
silenzio più gelido. Mi accucciai piangendo silenziosamente
davanti alla porta
del bagno, sapendo bene che oltre quella porta, la sua schiena era
poggiata in
corrispondenza della mia fuori di lì. Dopo poco Soul
bussò alla porta
chiedendomi di aprirla, ma io gli sibilai che era chiusa a chiave
dall’interno.
Lui non si scompose e peggiorò la situazione ponendomi una
domanda, che mi fece
quasi impazzire: “Maka Albarn, ma tu mi ami ancora? O meglio
mi hai mai amato?”.
Ecco
in quel momento avrei dato
qualunque cosa per non dover rispondere a quella domanda, ma non potevo
non
rispondergli, almeno quella la meritava. Così rigirai la
domanda a mio favore,
pensando bene a come rispondergli. Gli chiesi: Soul Eater Evans tu mi
hai mai
amata? Se sì ora mi ami ancora, nonostante io sia stata una
grandissima
stronza?!”
La
sua risposta mi sconvolse
profondamente. “Sai Albarn, mi sconvolge che tu mi chieda se
io ti abbia mai
amata. Sei molto intelligente, dovresti capirlo da sola. Io ti ho
sempre amata
e ti amo tutt’ora. Ammetto di essere stato un cretino, ma
anche tu hai le tue
colpe. Se sapevi perché non hai mai parlato?”
“Evans io non ti ho mai detto
nulla perché avevo paura che se la nostra relazione fosse
cambiata e poi per un
motivo fosse finita, io non sarei riuscita più ad essere la
tua partner ed a
guardarti in faccia. Soul io sono molto confusa, perché non
riesco a capire
cosa provo per te e per Nobu. Non voglio fare del male né a
te e né a lui. Io
vi amo entrambi, allo stesso modo o almeno credo.”
In
quel momento la porta del bagno
si aprì ed io persi i sensi svenendo tra le braccia di Soul,
che preoccupato mi
adagiò sul letto. Tentò di farmi aria colla
speranza di farmi riprendere, ma
rimasi incosciente per parecchio tempo. Mi risvegliai la mattina dopo.
Una
volta ripresi i sensi,
costatando di aver dimenticato gli eventi della sera prima, notai che
Soul si
era addormentato accanto a me sul lato sinistro del letto. Era
così bello
quando dormiva, anche se sul suo viso dominava un espressione molto
preoccupata. Evidentemente doveva essere accaduto qualcosa che lo aveva
impensierito. Così per tirargli su il morale, mi preparai
velocemente per poi
uscire dall’albergo. Mi recai in un bar nelle vicinanze, dove
presi un caffè ed
un cappuccino, due cioccolate calde e due cornetti, uno alla crema ed
uno al
cioccolato.
Dopo
essermi allontanata dal bar e
aver speso 6 dollari e 60, rientrai in camera, dove trovai Soul, che
dormiva
ancora. Non era mai stato mattiniero, infatti era sempre toccato a me
svegliarlo. Infatti anche quella mattina avrei svolto il mio ruolo di
sveglia
umana per Soul. Mi era mancato svegliarlo la mattina, in
realtà mi era mancato
tutto di lui. Così per dargli una sveglia più
dolce, lo baciai delicatamente
sulla fronte, ma poco dopo quel cretino, con un braccio, mi fece
“casualmente”
scivolare sulle sue labbra, dove appoggiai le mie per baciarlo.
L’idiota
ovviamente ricambiò senza pensarci due volte, approfondendo
il contatto. In
quel momento, stretta a lui, mi sentivo libera da ogni preoccupazione,
ma
soprattutto mi sembrava di vivere una specie di sogno. Quando vivevamo
insieme,
avevo sempre desiderato svegliarlo così, ma mi era sempre
mancato il coraggio.
Ho
sempre parlato di coraggio, ma
alla fine nemmeno io sapevo cosa fosse, però quei piccoli
gesti, a mio parere
ne erano sicuramente un segno. Infatti non avrei mai osato avvicinarmi
a lui
così in un altro contesto, ma lì era tutto
diverso. Quanto mi mancano i suoi
occhi di rubino ed i suoi capelli bianchi, con riflessi argentei,
quanto vorrei
che fosse qui accanto a me. Ma nella vita che ho scelto lui non
c’è, anche se
negli ultimi tempi, ho riconsiderato la mia posizione. Vorrei sentire
la sua
voce, il suo respiro sulla pelle, i suoi baci, le sue carezze. Eh
sì Maka
Albarn, la donna che odiava gli uomini si è innamorata e si
strugge per un uomo
che non vede da chissà quanto. Ma ora ritorniamo indietro a
quei momenti a cui
ripenso con tanta nostalgia.
N.D.A: Salve a tutti
gente! Come va? Spero bene... ^////////^''''''
Ok lo ammetto sono davvero pessima. Dopo questo capitolo mi odierete,
visto che ho tirato un sassolino enorme e poi ho nascosto la mano.
Ciò che ho detto in questo capitolo, non è
indicativo di nulla, se non del fatto che qualcosa è
successo. Questo ovviamente sta a voi scoprirlo, infatti mi piacerebbe
che nelle recensioni mi deste un'idea in merito. Purtroppo per voi la
qui presente Black Nana, ha già in mente ciò che
accadrà in futuro, però la speranza è
l'ultima a morire, perciò chi lo sà magari in
futuro... Comunque ritornando a noi, tra Soul e Maka, qualcosa sta
cambiando e chissà che non accada qualcosa. La nostra bionda
con gioia di molti si è resa conto di essersi innamorata
seriamente del bell'albino. Spero che il capitolo vi piaccia e che non
mi trucidiate please. Riprendendo il discorso di prima, le battute che
di poco precedono il finale del capitolo, parlano del futuro, ma non
necessariamente della scelta di Maka, perciò tranquille.
Ghira: *Peluche a forma
di giraffa appartenente all'illustre sottoscritta* Che palle Nana,
perché fai tutti questi monologhi che alle persone non
interessano?
Ghosty: *Peluche a forma di fantasma, per il resto come sopra* Ghira,
ha ragione Nana, rompi meno le scatole.
Crona: *Sbucata dal nulla* I-io non so come comportarmi con i
pu-pupazzi a forma di spettro...
Liz: Aiutoooooooooooooooooo! Un fantasma! Ti prego non uccidermi.
Sembri tanto quel bambino fantasma che stava in camera con Crona.
Imotoooooooooo, intervieni presto!
Near: Mi sento chiamato in causa.
Ghosty: Un fantasma come me che bello!
Patty: Giraffa!
Liz: Imoto non pensare alle giraffe! Salvami
Ragnarock: E che cazzo! Sempre la stessa fottutissima storia del cazzo!
Spilungona,il bambino è solo un fottutissimo nano albino,ma
non è ancora morto,almeno per ora. Tu fissata colle giraffe
datti una calamata e aiuta tua sorella e lo stuzzicadenti del cazzo!
*In un angolino*
Angolo dediche: Ok ora
sono al sicuro dal casino! Il capitolo è dedicato a:
Blackkina, Kiddina e Soulina, che adoro, a Juliet_Albarn, che adoro,
spero non mi farai dissezionare da Stein. Poi a Veridiana500, anche a
te colla speranza che non la metta neutra una possibile recensione, a
Lucindaxk, che ha apprezzato gli ultimi chappy ed a MakaXD ed a
LizThompson! Un saluto speciale a Miky4ever e alla nostra Maka della
pagina di Soul Eater su Fb che spero mi perdoni per non cooscere il suo
nick su EfP. E infine per ultima ma non come importanza saluto Dimea,
che ringrazio per i complimenti fattimi. Adios e alla prossima
settimana con un altro capitolo.
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Capitolo 17 *** Stand By Me prima parte ***
Quando
entrambi riaprimmo gli occhi,
dopo il bacio, che durò parecchio, io arrossii violentemente
e mi diedi alla
fuga. Pensavo che nascondendomi nel bagno, avrei potuto riprendermi, mentre Soul ci
impiegò dieci minuti a
realizzare l’accaduto, sia fisicamente che mentalmente, ma di
questo mi accorsi
poco dopo. Superato l’imbarazzo ritornai da lui, che mi
sorrise con una tale
dolcezza, che mi si sciolse il cuore. Ero felice, perché la
mai vita sembrava finalmente tornata a sorridermi, concedendomi dei
momenti di pura felicità. Il merito era solo di Soul, se non
avesse insistito io avrei lasciato pedere e forse non mi sarei mai
più lasciata andare. L'unico problema era la mia relazione
con Nobu a preoccuparmi, perché con Soul al mio fianco sarei
stata anche capace di tornare a Death City. Se lo avesse saputo mi
avrebbe tormenata in eterno, così convenni con me stessa,
che la migliore strategia da adottare, fosse quella di comportarsi
normalemente.
Per
non dargli soddisfazione
alcuna, decisi di prenderlo un po’ in giro, come ero stata
solita fare in
passato. Gli dissi: “Ben svegliato bello addormentato. Come
andiamo? A
giudicare dalle tue occhiaie da panda, mi sa che stanotte non hai
chiuso
occhio. Mi sa che forse hai fatto qualche sogno un po’
particolare a giudicare
dall'epitassi e da certe altre situazioni, non so se mi
spiego.” “Ben svegliata tappetta. Beh mi dispiace
per te, ma di sogni di
quel genere che intendi tu, non ne ho fatti, visto che ho dormito
accanto a te
tutta la notte. Tu non ispiri di certo quel genere di sogni! Che hai
detto a
proposito del mio corpo?” “Guarda bene cretino!
Possibile che tu non ti sappia
controllare? Ma ti manca poi così tanto quella gatta da
strapazzo di Blair?!”
“Ehm.. veramente no! …. Ah!”.
Dopo
essersi accorto della sua
situazione, Soul arrossì pesantemente ed io rincarai la
dose, sussurrandogli ad
un orecchio: “Ma davvero?! Quindi sono sempre una senzatette
come quando avevo
quattordic’anni? Davvero non ti piaccio più in
quel senso? Ma come non sei il maschio cool che si vantava di aver
conquistato la gelida Albarn? Mi sembra strano
perché da quanto mi risulta ultimamente ti sono piaciuta
molto, soprattutto quando ci siamo
divertiti nello sgabuzzino. Anche se devo ammettere che è
stata davvero una bella esperienza. Peccato che abbia avuto parecchi
guai a causa della tua idiozia, che
ha contagiato anche la sottoscritta. Da quello che mi ricordo mi hai
detto di
aver particolarmente apprezzato il nostro
“incontro”di un paio di settimane fa. Se non
sbaglio mi dicesti che era stata una delle esperienze più
belle degl'ultimi annio sbaglio?”
Avevo
firmato la mia condanna,
infatti senza pensarci Soul mi prese di peso in braccio, trascinandomi
sul
letto, dove iniziò a solleticarmi in tutto il corpo. Il
problema sorse nel
momento in cui iniziò a baciarmi in modo
tutt’altro che casto ed il mio corpo
rispondeva ai suoi stimoli. Non riuscivo a capire più nulla,
la mia mente era
offuscata dai suoi baci e dalle sue carezze. Il seguito mi
mandò in tilt. Infatti
mi sussurrò: “Sai piccola sei un po’
troppo impertinente, dovrò punirti per
questo. …. Comunque non ho mai detto che quello che
è successo non mi sia
piaciuto, anzi tutt’altro. Ripeterei l’esperienza
più che volentieri! Sai l’idea
è buona, perché non ci riproviamo?”
Brutto maniaco! Come osi? Non voglio
tradire il mio ragazzo, posso accettare i tuoi baci, ma non possiamo
ripetere
quell’esperienza, almeno fino a che non avrò le
idee più chiare, cretino! Già
mi sento in colpa, perché vi amo entrambi, adesso vuoi anche
farmi star male?
Sicuro di aver capito bene qual è il nostro
rapporto?”.
Possibile
che non riuscissimo a
controllare i nostri istinti? Ormai ero destinata a non capirci
più niente. La
colpa era stata mia inizialmente, su questo non c’erano
dubbi, ma per l’amor
del cielo, perché quel cretino di Soul doveva correre
così tanto. Io volevo
solo scherzare e lui ne aveva approfittato per portare la situazione a
suo
vantaggio. Dopo averlo rimproverato, mi ricomposi, per poi prepararmi
alla
ronda mattutina. Se solo le cose non fossero state così
complesse, forse avrei
potuto anche accettare la sua proposta. Mi convinsi che una volta
chiarita la
situazione con Nobu avrei potuto provare a capire i miei sentimenti per
Soul.
Dopo aver provato a costruire qualcosa, se fossi riuscita nel mio
intento
allora lo avrei lasciato, altrimenti sarei tornata da lui.
Purtroppo
non ci è dato sapere cosa
il destino abbia in serbo per noi. Avrei voluto che la mia vita
prendesse la
direzione da me sperata, ma invece il nostro lungo filo rosso, per
tenerci
uniti avrebbe dovuto patire a lungo infinite sofferenze. Non so
giudicare cosa
sia giusto o sbagliato, ma so soltanto che adesso ho capito molte cose
e
probabilmente ho preso la decisione giusta. E’ dura da
ammettere, ma devo
tornare sui miei passi, solo così troverò la
felicità. Per ora preferisco
perdermi nei ricordi, piuttosto che pensare ad un futuro ancora incerto.
Avevo
perso già troppo tempo, in
più dovevo infiltrarmi ad un convegno di streghe, a cui
quasi certamente
avrebbe partecipato Steno. Dovevo assolutamente avvicinarmi a lei se
desideravo
scoprire i suoi loschi progetti. Fra me ed il mio obbiettivo, si era
frapposto,
nel frattempo quel cretino di Soul, che si piazzò davanti
alla porta dicendo:
“Tu non andrai da nessuna parte, a fare la ronda mandaci
Crona e Kid. Maka
ascoltami mi dispiace per la scenetta pietosa di prima. Però
quello è un segno
di come sto. Voglio dimostrarti una volta per tutte che sono cambiato e
vorrei
farti capire quanto ti amo e cosa sarei disposto a fare per te se tu
scegliessi
me!” Ora aveva davvero toccato il fondo, ero furiosa, non
potevo assolutamente
permettergli di fare ciò che voleva, ma soprattutto di
costringermi a scegliere
per forza. Così lo spostai con violenza dalla porta e me ne
andai il più in
fretta possibile da quella camera maledetta, cercando a tutti i costi
di
pensare a quanto era accaduto. Possibile che dovessi scegliere per
forza, non potevo stare con lui e basta, senza pensare
a possibili risvolti e altre cose?
Mentre
mi avvicinavo al nemico, mi
sentii osservata. Quel deficiente, mi aveva seguita e non aveva
intenzione di
lasciarmi tranquilla. Lo ignorai per quasi tutta la giornata. Ma sulla
via del
ritorno fui attaccata da un Kishin estremamente forte, che mi mise in
seria
difficoltà. Era alto quasi come un grattacielo di circa
undici piani. Non solo
aveva degli artigli piuttosto affilati, ma anche delle zanne che
secernevano
con un solo morso una grossa quantità di una tossina
estremamente potente. Quel
maledetto mi aveva anche disarmata, poiché aveva ferito
seriamente Rayearth. La
morte era abbastanza vicina, ma per mia fortuna Soul era accanto a me,
infatti
mi chiese di impugnarlo e tornare a combattere insieme solo per quella
volta.
Non
riuscivo a credere, che
nonostante tutto quello che avessimo passato, riuscissimo ancora ed
essere in
perfetta sintonia. Mai la nostra risonanza era stata forte come in
quell’occasione.
Sembrava che il tempo non fosse mai passato, in fondo lui era una Death
Scythe
ed era il migliore ed io ero pur sempre la persona che lo aveva reso
tale. Con
lui ero riuscita persino dove mia madre aveva fallito, utilizzando
l’onda antidemone
unita al grigori, generando la caccia allo stregone. Fu proprio con la
caccia
allo stregone che riuscimmo ad abbatterlo, con non poca fatica, data
l’enorme
capacità di resistenza sviluppata dal mostro ed il mio
scarso allenamento a
manovrare la falce.
Compii
uno sforzo immane per poter
distruggere il demone, infatti persi i sensi. Mi risvegliai tre ore
dopo in
camera mia accanto a Soul. Quanto avrei voluto che
quell’attimo durasse in
eterno, quanto avrei dato perché gl’eventi non ci
avessero separati. Ma adesso
è tardi per rimpiangere ciò che non
c’è più. Io lo amo e sempre lo
farò, questo
indipendentemente da tutto non cambierà, perché
Soul era l’unico a non
essersene mai andato dalla mia vita.
Soul:
Avevo decisamente
oltrepassato il limite. Non potevo farci nulla, l’amavo e
volevo che lei
capisse quanto desiderassi stare con lei. Ciò che era
accaduto nello sgabuzzino
due settimane prima, era stato un atto forzato, ma non del tutto
sbagliato, ma
soprattutto era stato voluto da entrambi, forse più da me.
Era inevitabile,
prima o poi sarebbe successo, che l’argomento venisse a
galla. Non odiavo il
ragazzo che frequentava, ma me stesso per non averle mai parlato di
ciò che
sentivo e di quanto la desiderassi. Mi ero fatto fregare dalla paura,
ma
soprattutto da quel maledetto diavolo rosso, incarnazione della mia
follia e
della mia vigliaccheria. Perché riuscivo solo a ferire le
persone ed ad
allontanarle da me, non lo avrei mai capito.
Quando
ancora bambino suonavo nelle
grandi occasioni, la gente si allontanava immediatamente dopo aver
ascoltato
solo le prime note dei miei brani. Troppo lugubri ed inquietanti per un
bambino, questo era il giudizio che veniva sempre espresso nei miei
confronti.
Mio padre non capiva assolutamente perché suonassi solo quel
genere di pezzi,
mi madre invece si era rassegnata, ero la pecora nera della famiglia,
solo Wes
mi capiva, insieme alla nonna.
Lui
era l’unico a conoscenza delle
melodie della mia anima di bambino tormentato da un tremendo complesso
di
inferiorità nei suoi confronti e di preda perfetta per la
follia. Credevo che
sarei rimasto sempre l’eterno secondo, ma poi un giorno la
mia vita cambiò
concedendomi finalmente la possibilità di fuggire da quel
mondo che non sentivo
più mio.
L’aver
scoperto le mie doti di
arma, fu una sorpresa prima per me e poi per Wes e la nonna. Mio
fratello fu
l’unico a chiedermi cosa avessi intenzione di fare della mia
vita. Di sicuro
volevo abbandonare la mia famiglia e desideravo trovare una strada che
potessi
percorrere senza essere paragonato a qualcun altro. Per questo scelsi
di
fuggire e chiedere ai miei di iscrivermi alla DWMA e di dimenticarsi
della mia
esistenza, cosa che loro avrebbero gradito molto ed avrebbero applicato
facilmente, data la consuetudine di comportarsi così sin
dalla mia nascita.
Arrivato
a Death City, avevo
sperato che le cose cambiassero, ma così non era stato.
Troppi erano stati i
meister che mi avevano abbandonato perché non riuscivano a
sopportarmi. Poi un
giorno, mentre ero nei sotterranei, concentrato solo sulla mia musica,
era
entrata lei, come un raggio di sole all’alba, che entra dalle
persiane, che
flebilmente s’intrufola nell’oscurità,
così Maka Albarn era entrata prima in
quella stanza buia e poi nella mia vita ancora più tetra,
rendendola degna di
essere vissuta.
N.D.A: Salve gente qui
è Black Nana che vi parla XD. Sono depressa,
perché pare chea nessuno interessi ciò che
scrivo. Possibile che nemmeno questo vada bene? Perdonatemi non dovrei
deprimere anche voi che forse leggerete questa storia e queste strane
note. Che dire questo capitolo, mi sembra troppo breve e poco
convincente, visto che ho cambiato un po' di cose. Volevo essere un po'
più divertente e seguire a modo mio la scia che ultimamente
ha contagiato questo fandom, quella dei raiting rossi. Io non sarei mai
capace di scrivere una storia del genere, però avevo scritto
delle battute un po' particolari che ho poi rivisto.
Near fantasma: Salve.
Crona: N-non so come
comportarmi con i fnatasmi.
Hachi giraffa: Giaraffao
a tutti, che fate?
Near fantasma: Nulla.
Crona: *sviene*
Ragnarock: E che cazzo
questa cretina del cazzo non sa fare altro che svenire. Tu che hai da
guardare nano albino?
Black Nana: O.O.....
Patty: giraffa!
Blackkina: Yahoooooooooo!
Kiddina e Soulina:
fermati! Non fare danni!
Black Nana: Ok tutto
questo è molto strano.
Soulina: Vorrai dire
tutto questo è molto poco fico.
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Capitolo 18 *** Stand By Me parte seconda ***
Adesso
di tempo ne è passato e di
eventi ne sono accaduti. Lei se n’è andata dalla
mia vita e poi l’ho ritrovata.
E adesso l’osservavo mentre si riprendeva. Fingevo di
dormire, ma in realtà ero
sveglio e desideroso di conoscere la prossima mossa della mia Maka.
Peccato che
il momento durò poco, perché il suo telefono
squillò e lei si dovette alzare
per rispondere.
Ascoltai
la conversazione di
nascosto la conversazione, cercando di non essere scoperto. Non cresi
nemmeno
io a ciò che ascoltai dalla bocca di Maka:
“Ascoltami Nobu, so che a breve
ritornerai a New York, per vedere Ren. In quell’occasione
vorrei vederti da
solo, ma non qui in albergo da un’altra parte. Dobbiamo
parlare del nostro
rapporto. Ti ho già accennato alla questione della pausa, ma
vorrei chiarire
una volta per tutte. Mi spiace, ma mentre eri via sono cambiate alcune
cose.
L’ultima cosa che voglio è far soffrire te e
gl’altri, per questo ti ho chiesto
una pausa, ma di non sparire dalla mia vita. Io ti amo, anche se non
sono più
certa di questi miei sentimenti!”
Ero
sconvolto, possibile che dopo
tanti anni, ancora provasse qualcosa di così forte per me,
nonostante tutti i
problemi e la sua fuga, mi amava ancora. Mai come in quel momento
pensai che
quell’idiota di Black*Star avesse avuto ragione, quando mi
disse, poco dopo la
fuga di Maka, che ero stato un emerito cretino. Dovevo farle capire che
l’amavo
e che se avessi dovuto combattere lo avrei fatto con onore, pur di
riconquistarla. Per fortuna avevo salvato Rayearth in tempo, e questo
era
decisamente un punto a mio favore. Inoltre non desideravo costringerla
a fare
qualcosa che non volesse, come ad esempio tornare a Death City e
combattere
nuovamente al mio fianco. Così pensai ad un modo per
renderla felice.
Fortunatamente
per i miei piani,
Maka quel pomeriggio fu invitata da Crona a trascorrere un pomeriggio
assieme a
lei e ad alcune sue amiche. Probabilmente dovevano essere la cantante
dai
capelli ricci e la madre della piccola peste dai capelli neri, che
incontrai la
prima sera in cui suonai in albergo. Così chiesi aiuto
agl’amici di Crona, un
ragazzo dai capelli biondi lunghi fin sotto il collo ed un tipo
identico a Sid
Vicious dei Sex Pistols. Grazie a loro organizzai una perfetta serata
romantica
per la mia amata. Durante i preparativi entrai in confidenza con quel
tipo che
scoprii chiamarsi Ren. In quel momento non lo collegai al tipo di cui
Maka
aveva parlato a telefono con il suo ragazzo. Quel tizio era davvero
cool, forse
la mia bionda aveva ragione, alla fin fine non ero io il più
cool di tutti,
c’era davvero chi mi superava. Io non sono mica come quel
maniaco egocentrico
di Black*Star, io la sconfitta la so ammettere, almeno per quanto
riguarda
l’essere cool o meno.
Per
l’occasione chiesi al direttore
dell’albergo, tramite Kid, con cui avevo chiarito la
situazione, di riservarmi
la sala del pianoforte, per me ed alcuni amici. Crona lo convinse
subito ad
aiutarmi, senza quella benedetta ragazza sarei stato perduto. Non
riuscivo
proprio a spiegarmi, quale grave trauma cranico, l’avesse
ridotto in quelle condizioni.
Tra lui e il mio migliore amico, non riuscivo a capire chi dei due
fosse il
caso più irrecuperabile. Probabilmente Kid, visto che
Black*Star, in presenza
di Tsubaki riusciva a darsi una calmata, invece quel cretino non era
minimamente capace di lasciar perdere quelle sue fottutissime nevrosi,
mi
domandavo come Crona facesse a sopportare quel demente tanto
somigliante ad una
zebra. In circa un’ora riuscimmo a rendere la sala che Kid
aveva fatto mettere a
mia disposizione, la location ideale, per una serata romantica. Per
l’occasione
scelsi d’indossare il completo della Black Room, che sapevo
essere molto
gradito alla mia affascinante ex compagna. Per avvisarla delle mie
intenzioni,
le avevo lasciato un biglietto in camera, con cui la informavo del mio
invito a
cena.
Come
al solito era puntuale, come
un orologio svizzero, ma soprattutto era davvero bella, aveva imparato
bene a
giocare le sue carte, dato l’incantevole abito che aveva
scelto per la serata.
Un abito simile a quello della Black Room, ma molto più
sexy. Era lungo fino
alle ginocchia ed era fascia di seta lucida nera. Ciò che
colpiva dell’abito
era la capacità di mettere in risalto perfettamente il suo
corpo, che negl’anni
era cambiato e non poco. Data l’eleganza del vestito che
aveva scelto, non solo
teneva al nostro appuntamento, ma voleva anche stupirmi, dimostrandomi
che
ancora non conoscevo le infinite possibilità che aveva di
stupirmi e di
attirarmi ancor di più a sé. Maka nonostante
tutto non sarebbe mai cambiata,
perché era sempre la persona che per gl’altri
avrebbe dato la vita ed in più
era ancora legata a me ed al suo passato.
La
serata trascorse tranquilla,
Maka apprezzò molto la cena ed io cercai di comportarmi da
vero galantuomo,
sfruttando le conoscenze acquisite da bambino, quando ero costretto dai
miei a
partecipare agl’eventi organizzati dalla mia famiglia per
celebrare il grande
talento musicale di Wes. Con lui non avrei mai potuto avercela, se non
fosse
stato per i suoi consigli, non mi sarei mai deciso a combattere con
tutto me
stesso per riavere la ragazza che amavo nella mia vita. Decisamente
poco cool
il modo in cui mi ero ridotto a causa di quella maledetta secchione,
che si era
trasformata in una donna davvero attraente. Il tempo si sa fa miracoli.
Mai
avevo letto tanto gioia negl’occhi
della mia Maka, quando le chiesi di accomodarsi accanto a me e di
ascoltare il
brano che avevo composto per lei. Quello era il brano che aveva
necessitato di
più tempo in assoluto per poter essere composto e reso degno
della persona che
lo aveva ispirato ed a cui un giorno lo avrei dedicato. Mi sembrava
dopo tanta
fatica di aver finalmente mosso un piccolissimo passo verso la
risoluzione dei
nostri problemi e forse saremmo riusciti a diventare una coppia
“in prova”,
termine inventato da Maka, in breve tempo, probabilmente avevo una
minuscola
speranza di poterla riavere tutta per me.
Il
resto della serata fu ancora
migliore, infatti Maka mi chiese di rimanere a dormire da lei, mai
occasione
sarebbe stata più propizia per consolidare il nostro
rinnovato rapporto. Mi
recai prima in camera mia per procurarmi il cambio e tutta la
“strumentazione”
necessaria per trascorrere la serata in camera sua. Spero di poterla
anche solo
abbracciare e riempire di baci e poi dormire, pur di avere un contatto
con la
sua anima ed il suo corpo. Non riuscivo a ragionare in maniera lucida,
perché l’istinto
e la follia, mi stavano lentamente guidando nella direzione sbagliata.
Non
potevo commettere errori, dovevo riuscire a dormire nel suo stesso
letto, senza
compiere gesti di cui mi sarei potuto pentire. Avevamo deciso di
procedere
lentamente, verso l’inizio di una relazione nuova per
entrambi. Speravo davvero
di poterla rendere felice, perché il mio desiderio maggiore
è quello di poter
condividere la mia vita con lei.
Passammo
la nottata a parlare di
ciò che ci era accaduto durante gli anni in cui eravamo
stati separati, in più
mi rivelò il magnifico tatuaggio che si era fatto, le donava
parecchio. Fu
davvero bello poterle raccontare di Tsubaki e Black*Star che avevano
deciso di
sposarsi, ma soprattutto le avevo comunicato dell’avvenuta
trasformazione di
Tsubaki in Death Scythe, ma soprattutto che aspettava un bambino da
quel
demente del mio migliore amico. A quella notizia il suo sorriso
risplendette
come non mai, era felice perché il sogno della sua migliore
amica si stava per
avverare. In quel suo sorriso c’era una vena di malinconia,
che non riuscivo a
spiegarmi.
Così
le chiesi apertamente cosa la
turbasse: “Maka cos’è che ti turba? Lo
sai che con me puoi parlarne! Non voglio
sentirti soffrire in questo modo, ti amo e lo te lo ripeterò
fino a che potrò,
se ho fatto qualcosa dammi la possibilità di
rimediare.” La sua risposta mi
lasciò sconvolto: “Anche io ti amo! La colpa non
è tua, sono io che sto male, a
causa del mio egoismo, me ne sono andata e mi sono persa tante cose. Se
mai tra
di noi le cose dovessero andare in porto, piacerebbe anche a me
allargare la
famiglia. Immagini un bimbo che somigli a noi due? Sarebbe
terribilmente
divertente!”. La situazione era davvero assurda, non mi
aspettavo che Maka
potesse desiderare una famiglia in un futuro remoto, ma soprattutto con
me. Il
pensiero mi riempì di gioia e mi consentì di
compiere un piccolo passo in
quella direzione, stavolta però voluto da entrambi e
spontaneo, non come in
quel maledetto sgabuzzino.
N.D.A: Salve gente come
andiamo tutto bene? Perdonate il mstodontico ritardo
nell'aggiornamento, ma la pigrizia e l'insoddisfazione per il capitolo
erano troppo forti, così ci ho impiegato più
tempo a produrre qualcosa di sensato e questo è il
risultato. Veniamo alla storia. Ci sono buone notizie per Black*Star e
Tsubaki e anche per Soul e Maka, ma non per voi hihi. Infatti ho avuto
l'illuminazione che mi condurrà al finale della storia e
verso il seguito, che sarà leggermente più breve
o almeno spero! Comunque per voi purtroppo non sarà molto
felice! Però per Black e Tsu l'happy ending ci
sarà eccome, posso preannunciare questo.
Mello: Dove cazzo sei nano albino del cazzo!
Ryuk: Hey biondino, perché strilli mi hai distratto, stavo
giocando a majong con mio nipote!
Mello: E chi cazzo sarebbe tuo nipote brutto cretino!?
Excalibur: Cretini! La mia leggenda inizia nel dodicesimo secolo. Era
un lunedì d'inverno o forse era un venerdì..
Mello: *Scarica una pioggia di proiettili addosso ad Excalibur che si
allontana*
Kid: Chi fa tutto questo rumore, così asimmetrico? O nobile
zio chi chiedeva di me?
Mello: Non è possibile ancora tu zebra?
Kid: Tu! Muoio mi dispero, sono un essere ributtante...
Mello: Zebra che cazzo hai?
Liz: Nulla è normale! Tu piuttosto? Che mi combini Mel, non
posso lasciarti solo che già inizi a litigare?
Mello: Scusa honey! Colpa mia! *la bacia in modo molto appassionato*
Liz: *come sopra*
Patty: Giraffa!
Hero: Patty ti ho trovata finalmente...
Angolo Dediche: Il capitolo è dedicato a tutte le mie fan
che adoro dal profondo del cuore.
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Capitolo 19 *** Starless Night parte prima ***
Liz:
Non avrei mai pensato che una
missione in Giappone, potesse cambiare la mia vita, fino a quel punto.
Eravamo
sul punto di diventare Death Scythe, sia io che Patty, finalmente il
nostro
sogno stava per avverarsi. Le due streghe che ci era stato ordinato di
uccidere, non erano molto potenti, a detta del padre di Kid, ma la
prudenza non
era mai troppa, così decidemmo di procedere con cautela
nell’affrontare la
missione, dato che con noi c’erano anche le gemelle e Crona.
Quest’ultima
pareva molto felice, poiché la vicinanza di Kid, la
rassicurava molto e
l’aiutava a non pensare alle seguaci di sua e zia e di sua
madre, che la
cercavano, per poterla poi convincere ad unirsi a loro nella lotta
contro la DWMA.
Ovviamente noi ignoravamo che un gruppo di streghe terrorizzasse a
morte Steno
e le sue compagne, quelle erano le appartenenti al clan di Lady
Duprè, a cui a nostra
insaputa apparteneva anche la nostra Maka, sotto mentite spoglie.
Nemmeno Kid
lo aveva capito, eppure era arrivato molto vicino alla
verità, ma Shinigami,
fornitegli le prove, fittizie, del non coinvolgimento di Maka, con
quella
faccenda, lo convinse a lasciar perdere le sue teorie strambe ed a
pensare ad
un modo per proteggere Crona.
Il
mio meister aveva la sua
ragazza, Patty, aveva le sue giraffe, ma a me cosa restava? Nulla, se
non la
mia sorellina, ma di certo non poteva bastarmi. Desideravo anche io
poter
piacere ad un ragazzo, non solo per il mio aspetto e la mia somiglianza
con Patty,
ma per la mia personalità, invece sembrava che il destino si
fosse deciso a
condannarmi ad una solitudine lunga tutta la vita. Ero stata
innamorata, avevo
condiviso emozioni uniche con i ragazzi più dolci e carini
della scuola, ma
nessuno era mai stato realmente innamorato di me. Tutti avevano secondi
fini,
chi arrivare alla mia sorellina, che avrei dovuto proteggere sempre,
chi a Kid
e chi addirittura a Shinigami. È disarmante constatare che
il tuo valore può
essere espresso solo in battaglia e per di più solo in
presenza di Patty,
perché quel cretino di Kid fissato colla simmetria
com’era, non si sarebbe mai
potuto permettere di combattere con una sola di noi, in quanto non
sarebbe
stato simmetrico.
Almeno
la compagnia di Patty e
delle gemelle, era un toccasana per me, persino Crona si era accorta
che
qualcosa in me non andava, solo Kid non se ne era accorto, preso dalla
sua smania
di dimostrare di essere degno dell’amato padre. Un
po’ lo invidiavo, lui un
padre e una madre li aveva avuti, io e Patty no, poiché ci
abbandonarono bambine
sulla strada, che lasciammo dopo essere diventate ragazze. Donne lo diventammo con
Kid, che ci aveva
accolte in casa sua come delle sorelle, diventando così una
grande famiglia. Ad
essa poi si unì Crona.
Noi
eravamo come una famiglia,
unita nel bene e nel male, solo che in quel periodo ognuno di noi stava
affrontando un periodo di transizione, solo mia sorella continuava ad
essere
sempre uguale, poiché lei sapeva già quale fosse
la sua strada. Il suo più
grande desiderio era quello di poter restare al mio fianco e cercare
una
giraffa simmetrica per Kid, questo era decisamente impossibile. Patty
non ci
badava e continuava ad essere la solita bimba spensierata, delirando su
giraffe
fantasma e sul voler trasferirsi in Africa, per vivere in mezzo ai suoi
animali
preferiti e studiarli e forse addirittura sposarne una.
Kid
ogni volta che mia sorella
concludeva i suoi deliri, lui dava inizio ai suoi sulla mancanza di
senso di
ciò che diceva e sull’assenza di simmetria nel
mondo, a cui doveva
assolutamente porre rimedio. Un giorno anche lei sarebbe cresciuta, ma
il tempo
non le mancava, infondo non era sbagliato che si riprendesse il tempo
che le
era stato sottratto da piccola.
Per
quanto mi riguardava ero sempre
più insoddisfatta della mia vita, fare la Death Scythe non
mi bastava più,
volevo crescere anche io, perché così non potevo
andare avanti, mentendo persino
alla mia sorellina e alla mia migliore amica, Tsubaki, che dopo tanta
fatica
era riuscita a trovare la felicità con Black*Star. Lo
stellino finalmente si
era deciso a diventare adulto. Toccava solo a me ed a Patty crescere,
ma quest’ultima
decisamente non ne aveva la benché minima intenzione, anzi
voleva assolutamente
rendermi felice, perché solo così si sarebbe
sentita realizzata.
Negli
ultimi tempi avevo
addirittura pensato di lasciare per un po’ Patty e Kid da
soli, per girare il
mondo da sola. Volevo imparare a cavarmela da sola, ma soprattutto
vivere per
un po’ in modo normale, come una normale ventiquattrenne
single, con una
passione sfrenata per la moda. Nel poco tempo libero mi divertivo a
disegnare
abiti, che poi realizzavo, anche se avrei tanto desiderato diventare
una
modella da ragazzina, ma da adulta le mie priorità erano
cambiate. Da un lato
desideravo poter affermare la mia indipendenza, ma dall’altro
non volevo
lasciare Patty da sola.
Quella
missione in Giappone,
decisamente mi aiutò a capire che dovevo farmi assolutamente
un esame di
coscienza per capire quali davvero fossero le mie priorità.
In quell’occasione,
una mattina, Kid ci diede una mattinata libera, poiché
desiderava visitare
Tokyo con la sua ragazza, la quale aveva sempre desiderato visitare un
bel
posto col suo innamorato. Quei due un po’ di pace se la
meritavano. Le sorelle
avevano deciso di restare in albergo con Patty, per giocare a Majong,
mentre io
optai per un po’ di sano shopping. Mentre giravo per le
strade, mi soffermai ad
osservare le persone attorno a me ed il loro stile di vita,
così frenetico, ma
allo stesso tempo ordinato, così diverso da quello dei
Newyorchesi, ma
soprattutto dal mio.
Fu
una mattinata piacevole, tranne
quando mi persi per il centro cittadino, mentre andavo alla ricerca di
un
negozio carino, che avevo scoperto leggendo una rivista. La boutique in
questione era molto graziosa e produceva abiti ed accessori davvero
originali,
che avevo assolutamente voglia di provare, così da poter
fare dei regali a mia
sorella ed alle nostre amiche, anche se dubitavo fortemente che
avessero
qualcosa che ricordasse vagamente una giraffa.
N.D.A:
Salve gente, come andiamo? Spero bene. Allora eccomi tornata con un
nuovo capitolo. Come avrete notato a raccontare la storia ora
è Liz e successivamente sarà Patty.
In questo capitolo Liz ha espresso la sua insoddisfazione, visto che
vorrebbe qualcosa in più. Molte sono le cose che ha iniziato
a raccontare, anche se si è parlato principalmente di Patty.
Il rapporto fra le sorelle a me piace moltissimo, perché tra
loro c'è grande stima, soprattutto da parte di Liz.
Nell'anime, Patty sembra quella un po' stupidina, che stima tanto la
sorellona, ma fidatevi nel manga è tutt'altro che
così. La minore delle Thompson negl'ultimi tre volumi ha
dimostrato di essere davvero una tipa tosta. Non vi dico altro riguardo
il manga, sennò sarebbe spoiler. Vi pongo una domanda, chi
sarà il ragazzo incontrato da Liz? Mi raccomando rispondete
nelle recensioni, ammesso e concesso che ce ne siano.
Patty: Sorellona, secondo te
Kiddo si arrabbia se porto a casa un cane e una giraffa?
Liz: Ehm.... Beh per la giraffa sì, per il cane non lo so.
Patty: Ok! Andiamo Bau Bau!
Cane: Hey io non mi chiamo bau bau, ma Nanpa e sono uno shiba inu,
anche se prima ero umano, Blair mi ha trasformato in cane.
Blair: Ciao cagnolino, che c'è non mi aggredisci, strano di
solito i cani odiano i gattini come me!
Nanpa: Sarebbe inutile prendersela con te, tanto mi hai già
conciato per le feste.
Kid: Posso accettare tutto, ma non cani asimmetrici, giraffe e per di
più Blair, tutti in casa mia! E' tutto troppo asimmetrico!
Liz: Kid sei senza speranze, anche tu Patty!
Black*Star: Yahoooooooooooo! La vostra speranza sono io, il vostro Dio!
Io sono il divino Black*Star!
Tsubaki: Liz, perdonalo non sono riuscita a calmarlo!
Liz: Non fa niente, almeno Kid avrà qualcuno con cui sfogare
le sue nevrosi!
Angolo dediche: Come sempre
ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono o vedono solo la mia
storia. Senza di voi sarei perduta, grazie mille.
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