La mattina seguente mi svegliai “grazie” alla mia “adorata” sveglia che prontamente scaraventai contro la parete della mia camera.
<< Maledetta sveglia, devo ricordarmi di distruggerti in mille pezzi! >>
Mi rimisi a dormire trascinandomi verso il letto e tuffandomici come un pesce nella sua vaschetta; stavo anche per addormentarmi nuovamente quando…
*DRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIN*
Sobbalzai a quel suono e praticamente urlai << Ma non è possibile! Non eri morta? >> inutile, come se potesse rispondermi.
Ormai senza speranze dovetti alzarmi, e recuperando la sveglia dal pavimento guardai distrattamente l’ora.
-07:45-
<< Oh mio dio! No, starai scherzando! >> di rimando la sveglia emise un sinistro stridio.
Maledetta, si prendeva anche gioco di me ora.
Mi diressi praticamente di corsa in bagno e dopo una veloce doccia indossai i primi capi che riuscii a trovare nel mio armadio tutto meno che ordinato e scesi in cucina per la colazione.
<< Mamma sono in ritardissimo, prendo solo una tazza di caffè >> esclamai tutto d’un fiato senza nemmeno guardarla.
<< Ma amore devi… >>
Non la feci nemmeno finire di parlare che la fermai dicendole…
<< Si lo so, ma mamma non POSSO mangiare la tua carinissima farina d’avena oggi mi dispiace >> la salutai con la manina mimandole un “ci vediamo dopo” e mi diressi alla porta.
Tutto per non mangiare la sua schifosissima farina.
Arrivata al portone mi assicurai di avere le mie fedeli scarpette allacciate e cominciai a correre.
Non potevo perdere l’autobus, la strada per la scuola era lunga ed ero già in straritardo, DOVEVO assolutamente raggiungere quello STRAMALEDETTO autobus.
In lontananza vidi il mezzo in questione e mordendomi il labbro inferiore accelerai il ritmo della corsa, certo le persone che mi guardavano stranite per me non avevano importanza… infondo stavo solo correndo come una pazza per la strada inseguendo un autobus, tutto normale.
Qualcuno doveva volermi davvero bene lassù perché l’autobus dopo qualche secondo si fermò e potetti salirci, finalmente! Sospirai per il sollievo, e riprendendo a respirare normalmente notai un posto vuoto proprio in fondo e dopo essermi seduta, come mio solito, presi a guardare fuori dal finestrino.
Palazzi, negozi, persone… una madre che sgridava il suo bambino, due fidanzatini che amoreggiavano seduti al bar, un vecchietto col cappello e il bastone, un tizio strambo e vestito di nero appoggiato ad una moto che mi salutava…
STOP! Cooosa? Mi salutava? Mi girai a guardarlo ma purtroppo l’autobus prese una curva e lo persi di vista...
Mi risistemai bene sul sedile e ancora un po’ turbata decisi di chiamare la mia migliore amica.
Lei, la mia dolce ancora di salvezza, la mia unica amica, Clelia.
Dopo neanche due squilli rispose con un…
<< LAILAAAAAAA! >> giusto! Non vi avevo detto che salutarmi mettendomi fuori uso un orecchio era cosa da routine per lei.
<< Ma lo sai che sei in ritardissimo? >> continuò tranquillamente Clelia.
<< Eh, come al solito! Senti ma sei già in classe? Non potresti tenere buona la Gargiano il tempo di farmi sgattaiolare dentro? >> le chiesi quasi supplicante.
<< Mm, vedrò cosa posso fare ma sbrigati ok? >>
<< E’ una parola! Questo rottame va a uno all’ora e a pensarci bene avrei fatto prima a piedi >> esclamai irritata.
<< Oh finalmente! Sono davanti alla scuola, conto su di te, OK? >>continuai più tranquilla.
<< Certo certo, quando mai ho sbagliato io? >> disse con una nota di disappunto nella voce.
Ma no, ma che dico? Solo quella volta che le chiesi di prendermi un caffè e mi portò un gelato alla fragola a cui io sono felicemente allergica; ma sono piccolezze. Ah, dimenticavo quella volta in cui scambiò il mio libro con quello della prof e mi fece guadagnare una favolosa punizione, motivo? Non lo so… forse le numerose scritte contro di lei potevano esserne la causa? Naa.
<< Ma cosa dico! Sarà il caldo… >> cercai di recuperare il possibile.
<< Eh! Mi sembrava strano... >> certo mooolto strano.
<< Senti sto scendendo, ci vediamo dopo. >>
<< Certo, ciao ciao Lily! >> lei e il suo maledetto vizio di chiamarmi Lily.
Imboccai velocemente l’uscita e mi diressi al portone della scuola…peccato che fosse già chiuso e la guardia fosse proprio lì davanti.
Repressi un’imprecazione e con la coda tra le gambe misi in atto il piano B.
<< Signorina Caddley, ancora lei? >> lo sapevo, maledetta sveglia… era tutta colpa sua!
<< ehm...Senta non è che per oggi, solo per questa volta, potrebbe chiudere un occhio? La scongiuro! >> se non fosse bastato avrei dovuto contare tutto sulle mie straordinarie doti d’attrice.
<< Signorina, sta scherzando? E’ già la terza volta in questa settimana che mi chiede di chiudere un occhio “solo per questa volta” >> mimò delle virgolette nell’aria e riprese << …e una settimana le ricordo che è composta da 7 giorni e oggi è solo mercoledì! >> ok, il piano b stava miseramente fallendo, DOVEVO fare qualcosa.
<< Lo so, lo so. Ma questa volta deve credermi! Non è stata colpa mia... è che un gatto nero mi è passato davanti alla fermata dell’autobus e lei lo sa che attraversare la strada dopo che un gatto nero ci è passato porta sfortuna no? >> lo vidi annuire confuso << E poi? >> mi incoraggiò a continuare.
<< Non… potevo attraversare la strada e visto che il bus era proprio dall’altra parte ho deciso di venire a piedi >> << Se si fosse svegliata presto sarebbe arrivata in orario anche se fosse andata a passo di lumaca quindi non posso lasciarl... >> << Ma non mi ha lasciato finire… >> lo interruppi piccata.<< Continui continui...>><< Che stavo dicendo? Ah si, stavo camminando beatamente per le vie meravigliose che questa città ci offr >> << Vada avanti >> mi interruppe sbrigativo << Certo, dicevo…stavo camminando quando ad un tratto vedo una vecchietta a terra che indica un tizio che corre con un passamontagna in testa… e che si fa in questi casi? >> chiesi alla guardia che mi guardava, se è possibile, ancora più confuso.
<< Che si fa? >> chiese spazientito. << Bhe, una persona normale avrebbe chiamato la polizia e soccorso la vecchietta ma si sa io sono Laila Caddley no? >> << Vada avanti mi sta facendo solo perdere tempo! >> << Non si arrabbi le sto spiegando! >> esclamai irritata. << Io >> mi indicai il petto con un dito << Laila Caddley, ho deciso di rincorrere l’uomo in questione e una volta raggiunto ho dovuto lottare per riprendere la borsa della vecchina… ma tranquillo, CE L’HO FATTA! >>
Conclusi entusiasta.
L’uomo mi guardò con una faccia alla ”sei senza speranze” ...<< Certo certo bella storia, signorina… >> vi ho già detto che quest’uomo mi stava sempre più antipatico!?
<< Ma è la verità! Sul serio io... >>riprovai implorante.<> IO AMAVO QUELL’UOMO!
<< Grazie grazie grazie! >> esclamai cominciando a camminare all’indietro per poi girarmi e continuare a correre.
Arrivata alla porta della classe vidi proprio al suo fianco Clelia e la Gargiano...cavolo!
La vedevo gesticolare e guardarmi con aria allarmata mentre la prof le intimava di fare presto e spiegarle perché mai a lei dovesse interessare del suo cane di nome Bobby; che poi Clelia un cane nemmeno lo aveva.
Cercando di non fare rumore sgattaiolai all’interno dell’aula e mi sedetti al mio adorato banco vicino alla finestra.
Dopo qualche secondo vidi entrare la mia migliore amica con in volto un sorrisetto diabolico e a suo seguito una prof con un diavolo per capello, le sorrisi e le feci segno di sedersi accanto a me.
<< Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo ma la vostra cara compagna Clelia Sidney mi ha trattenuta >> intanto i miei compagni con il sorriso sulle labbra cercavano di non farsi vedere mentre facevano occhiolini, piccoli applausi e segni d’assenso alla mia amica. Chi mai poteva sopportare la perfida Gargiano?! Io no di certo.
Non si era accorta di nulla per fortuna, avevo scansato una gran brutta punizione...
<< Certo, il suo comportamento mi è sembrato strano fin da subito e non ci ho messo tanto a capirne il perché… signorina Caddley?! >> sobbalzai sentendomi chiamare e lentamente e con un sorrisone sul volto mi girai a guardarla.
<< Si, professoressa? >> l’educazione prima di tutto. << Ha qualcosa da dirmi? >> << Io? No, assolutamente... >> aveva capito tutto, mi aveva vista… cavolo Clelia!
<< Ah, vuole dirmi quindi che la ragazza che ho visto entrare in punta di piedi in classe, con uno zaino uguale al suo, vestita al suo stesso modo e oltretutto in netto ritardo qualche minuto fa… non era lei? >> chiese con una punta di sarcasmo.
A quel punto negare era inutile, abbassai il capo colpevole e sussurrai un << Mi dispiace prof >> ma il peggio doveva ancora venire.<< Lei è in punizione, fino alle 6 di oggi pomeriggio lei rimarrà qui a pulire la classe, intesi? >> Lo sapevo! Aspetta, che cooosa? No, oggi pomeriggio dovevo studiare St. dell’arte per il compito di domani, cazzo no!
<< Ma prof non si potrebbe spostare a domani oggi io dev... >> << Niente repliche signorina Caddley, quello che ha fatto è imperdonabile! Ha cercato di ingannare un suo superiore se ne rende conto?! >> aah come la faceva tragica. << Ora non mi faccia perdere altro tempo e faccia silenzio! >> intimò con la sua vocetta odiosamente acuta.
Sbuffando piano mi sistemai meglio sulla sedia e decidendo ormai che non poteva andare peggio di così, presi a guardare fuori la finestra ignorando completamente la professoressavoceodiosa.
D’un tratto tra gli alberi della mia adorata scuola spunto una strana figura.
Mi accostai meglio al vetro e notai uno strano tizio vestito di nero. Aspettate, quel tipo io lo conoscevo! Era quello dell' autobus, si, ne ero sicura.
Di rimando il tizio in questione alzò gli occhi proprio verso di me e mi sorrise sventolando di poco la mano; oddio, ma mi conosceva? No, perché io non lo avevo mai visto… o forse si?
Prendendo un pezzo di carta dal quaderno ci scrissi velocemente un...
...non che mi aspettassi una risposta ma ero… confusa.
Lo guardai stranita e lo vidi fissarmi dritto negli occhi.
<< IL TUO Più GRANDE DESIDERIO >>
Spalancai gli occhi incredula.
Quella voce, avevo sentito una voce… nella mia testa!
No, stavo sognando, non poteva essere possibile…
Fissai il pezzo di carta che avevo ancora in mano con aria attonita e poi, quando mi rigirai per cercare lo strano personaggio, lui era sparito.
Il mio più grande desiderio?! Dove l’avevo già sentito?...
Doveva essere la stanchezza, non avevo dormito molto la sera prima.
Erano solo stupide paranoie.
<< Signorina Caddley >> non poteva essere vero cioè, quella voce era… una voce maschile e io non l’avevo mai sentita. << CADDLEY! >> che avesse parlato? No, da quella distanza era impossibile sentirlo... << Signorina mi sente?! >> una mano sbattuta contro al mio banco interruppe il corso dei miei pensieri. Alzai lo sguardo verso la padrona di quella mano vecchia e raggrinzita e mi trovai di fronte una Gargiano inviperita al massimo del possibile. << Si? >> chiesi esitante << Ha studiato?! >> NO! Il destino ce l’aveva con me, non era possibile! << Ehm… certo che si?! >> Era più una domanda che un’esclamazione direi. << Allora venga alla lavagna, si muova! >> Boom! Ecco sganciata la bomba.
Mi alzai ormai al limite delle speranze e mi preparai a prendere un bel 5 striminzito.
Si, forse erano solo paranoie.
Spazio Autrice-
Eccomi di nuovo!
Questo capitolo mi serviva per introdurvi al vivo della storia :D
Se ci sono errori segnalate pure e come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Spero che vi piaccia.
Alla prossima.
Cinzia.
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