Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.

di BurningIce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io non sono gelosa, sono solo vittima di un Alto Tradimento! ***
Capitolo 2: *** Corna, cioccolata, cappelli ed insetti a colazione ***
Capitolo 3: *** Come odiare risate, sorrisi, felicità ed affini per il resto della tua vita ***
Capitolo 4: *** Interrogatori in famiglia, coppie inopportune e dimenticanze imperdonabili ***
Capitolo 5: *** Interagire con cheerleaders ritardate, cugine depresse ed esemplari maschili di Malfoy - Manuale Fallimentare ***
Capitolo 6: *** I colori della sconfitta, un'inutile scoperta e la brama di vendetta - L'esatto opposto di ciò che ti aspetti ***
Capitolo 7: *** Sepoltura malriuscita, utilizzi alternativi del Mascara e farfalle immaginarie ***
Capitolo 8: *** La lunga chioma di Scorpius e la dichiarazione accidentale - Un disastro dopo l'altro ***
Capitolo 9: *** Il terribile Giorno Rosa - Prima parte ***
Capitolo 10: *** Il terribile giorno rosa - Seconda Parte - Crisi isteriche e follie di famiglia ***
Capitolo 11: *** Avventure notturne, strane richieste e ottimi professori ***
Capitolo 12: *** Docce fredde, teste calde e baci bollenti ***
Capitolo 13: *** Vicoli appartati, piccole conquiste e filtri d'amore ***
Capitolo 14: *** Segreti non esattamente segreti - La nobile arte del fraintendimento ***
Capitolo 15: *** Vinti e vincitori ***
Capitolo 16: *** Festa con sorpresa - Preside in bigodini, inevitabili casini ***
Capitolo 17: *** Genitori e figli - Urla, brividi e occhiate fulminanti ***



Capitolo 1
*** Io non sono gelosa, sono solo vittima di un Alto Tradimento! ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Io non sono gelosa, sono solo vittima di un Alto Tradimento!



7 Novembre 2021
 

Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …

Non ditemi che ci siete cascati, adesso.

Io amo le feste, amo la folla, ma soprattutto amo cacciarmi nei guai, magari dopo qualche bella sbronza. No, non quel genere di guai, del tipo: dipingere-di-rosso-ed-oro-il-dormitorio-Serpeverde.
Potrei farlo in qualsiasi momento, in effetti, ma sarebbe assurdo. Non ve lo avevo detto? Io sono completamente, fieramente Serpeverde, anche se ignoro il perché. Non mi sento particolarmente sadica – appendere mio cugino Albus nella sua tenuta più sexy (pigiama a Boccini) fuori dalla Torre di Astronomia può essere considerato sadico? – né ambiziosa.
Forse un po’, ma giusto un po’. Da piccola pretendevo che mio padre mi regalasse la Luna, la credevo una Pluffa molto più bella e luccicante delle altre.
Ma ora giuro di essere cambiata, sono una ragazza perfettamente nella norma.
O forse no.
Confessate, questa è stata la prima cosa che avete pensato: ‘’è senz’altro una secchiona come sua madre’’. Ed avete subito capito di essere in errore, miei cari, perché non faccio altro che circondarmi di patetiche “A” (quando mi va bene, si intende). E detesto le regole.
Un’altra cosa che non sopporto è farmi aiutare: ho costruito la mia reputazione ad Hogwarts tutta da sola, ignorando gli sguardi stupiti di chi bisbigliava ‘’una Weasley a Serpeverde!’’ e continuando per la mia strada.
Non devo niente ai miei genitori, se non il mio armadio pieno di vestiti firmati.

Nah, stavo scherzando ancora una volta, quella è mia cugina Dominique.

Io preferisco le esplosioni agli stilisti, le risse alle sfilate di moda. E se mi vedrete scherzare allegramente con James, o Fred, o Lily, o Albus, o Roxanne … o altri – la lista dei Weasley-Potter ad Hogwarts è interminabile – non stupitevi: ho un ottimo rapporto con la mia famiglia.
Ma l’unico a cui confido tutto, il mio compagno preferito di avventure, il mio migliore amico non è nessuno di loro: ebbene sì, sto parlando di Scorpius Malfoy.
Biondo, alto, innegabilmente bello, con un paio di occhi grigio-verdi che fanno arrossire furiosamente ogni ragazza su cui si posano. Tranne, ovviamente, me. A dire il vero non penso che mi abbia mai considerata come una vera e propria ragazza, dato che insieme facciamo ogni genere di cosa – dal Quidditch al picchiare Alexander Urquhart (questa è un’altra storia) – ma non abbiamo mai parlato di stare insieme e sarebbe ridicolo farlo. 


Andiamo, lui, il mio ragazzo?

Lui ha le sue bamboline usa-e-getta, strane forme di vita straordinariamente simili tra loro, la cui unica abilità è aprire le gambe. O, in pubblico, annuire sbattendo le ciglia.
Ah, eccolo con quella del momento: la mia adorata compagna di Dormitorio, Melissa Mulciber. Inutile precisare che ci odiamo fin dal primo giorno ad Hogwarts, più precisamente da quando le ho dato un pugno dritto sul suo bel nasino perché aveva scelto il letto che volevo io.
Lei mi guarda con la solita aria altezzosa, sbattendo le ciglia – che vi avevo detto? – ed esclama, convinta che sia una gran bella battuta:

«Weasley, gelosa del mio ragazzo?»
Ora, spiegatemi come si fa a non Cruciarla. Faccio un bel respiro profondo e mi impongo di star calma.
Sorrido come se mi avessero appena consegnato l’Ordine di Merlino e la guardo sbattendo le ciglia in una chiara imitazione delle sue manie da Reginetta del Ballo.

«Tra poco ti renderai conto che non è il tuo ragazzo, perché sta solo aspettando di portarti a letto per poi mollarti senza dare spiegazioni. Vero, Scorpius?» Mi volto verso di lui, certa che annuirà, un po’ contrariato per il mio sabotaggio, ma in fondo divertito.
E invece cosa fa, quel lurido Malfoy?
Mi rimprovera. Rimprovera Me!
Questo è Alto Tradimento, senza dubbio.

«Smettila Rose, non fare la gelosa.» Dice serio, mentre il mio sorriso svanisce a poco a poco e quello della Mulciber si allarga a dismisura.
«Gelosa? Io?» Sbotto, urlando come la peggiore delle Banshee. Io non sono per niente gelosa. Insomma, se non si conta la volta in cui ho affatturato Ashley Stuart perché aveva baciato Liam Zabini, il ragazzo per cui avevo una grandissima cotta. Lo ammetto, non mi è indifferente nemmeno adesso – come potrebbe essermi indifferente uno con il suo fisico? E quegli occhi, quegli occhi dannatamente blu che … - Basta, non devo divagare.
Guardo Melissa con un’aria di ostentata superiorità che farebbe concorrenza ai personaggi degli squallidi telefilm tanto amati da zia Ginny, poi mi ergo in tutta la mia rispettabile statura (un metro e cinquantacinque, stendiamo un velo pietoso) ed esclamo: 
«Bene!»
La Mulciber sorride melensa e Scorpius alza gli occhi al cielo, aspettandosi una sfuriata epica.

Oh, ma non le darò questa soddisfazione.

Mi volto cercando di far mulinare i capelli come Dominique  ma non sono proprio sicura di esserci riuscita  e mi allontano a testa alta da quel luogo ripugnante, diretta alle Cucine: urge una buona dose di torta al cioccolato.

Appena vi entro, gli Elfi mi si catapultano addosso offrendomi vassoi di ogni tipo, ma la mia faccia imbronciata ed il mio sguardo assassino cancellano tutto il loro entusiasmo, anche se qualcuno continua ad insistere.
Mi siedo in un angolo, intenta a crogiolarmi nel mio dolore – esatto, crogiolarmi, sono proprio masochista – ed afferro un piattino a caso su un tavolo pieno di dolci: non ho più voglia di cercare la torta.
Penso che quella troia della Mulciber mi abbia appena rubato anche il migliore amico. Fantastico, niente Quidditch con Scorpius, pomeriggio. Affondo il cucchiaino nel tiramisù, come se mi avesse fatto un gran torto, e lo divoro con poca grazia.
Mi viene spontaneo ripensare al primo incontro con il mio ormai ex-amico (anche se so che non gli terrò il broncio per più di due minuti) e sorrido, mentre un elfo si avvicina timidamente; lo ignoro e mi perdo nei miei pensieri.


Ero salita sul treno continuando a ripetermi le parole che mi aveva detto mio padre, cercando di ricordare ogni singola sillaba del suo pseudo-discorso. A quei tempi ero una bimbetta cresciuta con i pregiudizi che mi aveva inculcato Ron Weasley: non conoscevo nessun Serpeverde e soprattutto non conoscevo Malfoy, ma mi ero convinta che dovesse essere uno stronzo pieno di sé, un nemico mostruoso contro cui lottare.
Quando lo avevo visto per la seconda volta in quella giornata lo avevo squadrato per bene.
Capelli biondi, occhi verdi, viso angelico, guance ancora un po’ paffute. Era impossibile che fosse lui il ragazzino che dovevo umiliare a tutti i costi. Mi ero avvicinata, strafottente, e gli avevo parlato palesemente disgustata, sotto lo sguardo allibito dei suoi amici: 
«Malfoy, vero?» 
Il biondino aveva alzato un sopracciglio e mi aveva risposto piuttosto cortesemente: 
«Scusa, ci conosciamo?» 
E lì avevo cominciato a sproloquiare con una vocetta acuta e fastidiosa, utilizzando citazioni di Ron Weasley a volontà: «Ah, certo, perché tu non puoi conoscere una ragazza qualunque, vero? Tu sei il grande Malfoy, il Purosangue, il megalomane e tutto il resto: ti sembra lecito disprezzare gli altri, crederti superiore a chiunque ti rivolga la parola. E sai che ti dico? Sei solo uno stupido furetto.
» 
Nemmeno io sapevo perché lo avevo appena chiamato così, ma sentivo spesso mio padre apostrofare Malfoy Senior in quel modo, quindi mi era sembrato un soprannome davvero brillante.
Avevo annuito alle mie stesse parole e avevo ripreso a camminare, lasciandomi dietro un attonito Scorpius che mormorava: 
«Fu … furetto?» ed una banda di ragazzini ridacchianti ed evidentemente convinti che fossi pazza; io li avevo ignorati orgogliosamente.

Poche ore dopo mi ero ritrovata a dover dissimulare una tremarella a dir poco indecente, in attesa di indossare il celebre Cappello Parlante. Quando mi ero seduta sullo sgabello ed avevo sentito sulla mia testa la stoffa pesante del copricapo, avevo pensato che fosse la fine.
I miei cugini Grifondoro – anche Al, appena smistato – erano già pronti ad applaudire e si sporgevano in avanti per osservare la scena.

«Sei intelligente, Rose Weasley.» Aveva mormorato il Cappello nella mia testa, sovrastando i miei ingarbugliati pensieri.
Mi avrebbe mandata a Corvonero? Non volevo finire come la mamma, sempre immersa in qualche libro spaventosamente grande.

«Ma sei anche orgogliosa,direi quasi arrogante … e noto una certa noncuranza per le regole.» 
Avevo gioito internamente, quelle erano di certo le doti di un Grifondoro.

«Ma converrai con me che non sei molto leale e che vuoi sempre dominare su tutti.» Aveva aggiunto, quasi in un sibilo. Avevo sgranato gli occhi, cercando di pensare ‘’Non a Serpeverde, non a Serpeverde’’ ma stranamente la cosa non mi era  riuscita. In fondo avevo sempre voluto essere diversa.
Il cappello aveva emesso una sorta di risata sommessa nel sussurrarmi l’ultima frase: 
«Questa volta voglio rischiare.» 
Poi aveva ruggito: 
«Serpeverde!» 
La sala era ammutolita. Qualche studente stranamente caritatevole aveva abbozzato un applauso timoroso, mentre io non accennavo a muovermi dallo sgabello. Ero come impietrita, mi girava la testa, vedevo solo immagini sfocate: James, Fred e Roxanne che strabuzzavano gli occhi, Malfoy ed i suoi amici che facevano strane smorfie, la professoressa McGrannitt completamente allibita. Quest’ultima aveva cercato di darsi un contegno e mi aveva detto, con voce insolitamente dolce: 
«Vai, cara.» 
Ogni passo verso il tavolo dei Serpeverde era stato un incubo. Così, dopo aver trattenuto le lacrime per tutta la cena, mi ero ritrovata a scendere in Sala Comune quando tutte le mie compagne di Dormitorio – tra cui una certa Melissa a cui avevo quasi spaccato il naso – già dormivano.
Era un luogo strano, la Sala Comune Serpeverde, quasi spettrale; in qualche modo, però, mi affascinava.

Mi ero seduta su una poltrona verde, molto più grande di me, ed avevo cominciato a fissare il fuoco. Non avrei pianto, l’avevo promesso a me stessa. Eppure quelle lacrime premevano per uscire, in una continua lotta con il mio dannato orgoglio. All’improvviso un rumore di passi mi aveva atterrita, facendomi appiattire istintivamente contro la poltrona. 
«C-chi è?» Avevo balbettato in preda al panico.
«Weasley?» Dove avevo già sentito quella voce?  Mi ero voltata di scatto e lo avevo visto: Scorpius Malfoy, anche lui appena smistato tra i Serpeverde.
«Malfoy?» Avevo chiesto a mia volta, inclinando leggermente la testa. Si era seduto  sulla poltrona di fronte alla mia, senza fiatare.
Ero stata io a spezzare il silenzio che si era creato:

«Che ci fai qui?» 
«Non riuscivo a dormire» Aveva risposto con una scrollata di spalle. «E tu?» 
«Neanch’io» Avevo mormorato, più a me stessa che al ragazzino che mi stava di fronte. Non mi andava di attaccarlo di nuovo, come avevo fatto in treno. Ero perfettamente apatica.
«E così, Serpeverde» Aveva affermato Scorpius, guardandomi attento. «Non me l’aspettavo, pensavo che saresti finita tra…»
«A Grifondoro, lo so!» Lo avevo interrotto bruscamente, mentre gli occhi mi bruciavano di nuovo: ero sicura che avrei pianto da un momento all’altro. Ma non potevo farlo, non davanti a lui.
«Anch’io lo credevo … ma evidentemente questo è il mio posto»
Lo avevo detto, ma non lo pensavo veramente. Insomma, Serpeverde non poteva essere il mio posto.
Eravamo rimasti in silenzio per un po’, poi Malfoy mi aveva chiesto, un po’ imbarazzato: 
«Come stai?» 
Oh. In fondo non era così cattivo come l’aveva descritto mio padre; mi sentivo un po’ in colpa per la scenata del treno. Un po’.

«Non sono affari tuoi» Avevo borbottato, incrociando le braccia.
Malfoy aveva sbuffato e fatto il mio stesso gesto, continuando a guardarmi come un dottore che studia un caso particolarmente interessante.

«Si può sapere che ti ho fatto?» Mi aveva chiesto, esasperato.
Quella domanda mi aveva spiazzato. Non riuscivo a trovare qualcosa di malvagio in lui, nonostante i miei sforzi, e mi sentivo sempre più stupida e infantile.

«Oh» Era stato l’unico suono uscito dalla mia bocca, seguito subito da uno spontaneo: «Non lo so.» 
Malfoy si era alzato, sedendosi sul bracciolo della mia poltrona, stringendo fino all’inverosimile gli occhi grigi alla luce del fuoco.

«Scommetto che mi odi per principio.» 
«Io non ti odio!» Lo avevo detto senza nemmeno pensarci, con un tono davvero sorpreso. Sì, era una sorpresa anche per me scoprire che non lo odiavo. In fondo – molto in fondo – lo trovavo simpatico.
«Odio questo posto, però…» Mi ero lasciata scappare, guardando il pavimento di pietra.
Scorpius mi aveva posato delicatamente una mano sulla spalla, proprio mentre una lacrima mi scivolava dispettosa sulla guancia. Fissando il fuoco, mi aveva chiesto:

«Amici?» 
Avevo afferrato la sua mano, stringendola con aria professionale.

«Amici. E... non sei un furetto.»

Amici, sì. Almeno fino a pochi minuti fa. Esco dalla cucina e vado alla ricerca di Scorpius, decisa a lanciargli una bella fattura; adoro la vendetta, specialmente quando la vittima sarà costretta ad andare in giro con un bel paio di corna sui capelli biondi.
Tale vittima, avrete sicuramente capito, è Scorpius Malfoy.
 

*

Eccomi tornata con una nuova storia.
Durerà più o meno 15-20 capitoli e, ovviamente, sarà incentrata solo sulla cara Rose. Fatemi sapere che ne pensate, ditemi se vi piace o meno, scrivetemi qualcosa... o limitatevi semplicemente a leggere, mi farà piacere comunque.
Detto ciò... alla prossima!
Oh, ecco i miei contatti:
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Wow, sono facebookcentrica! D: 
Ok, vi saluto davvero.
Un bacio,
-Iv.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Corna, cioccolata, cappelli ed insetti a colazione ***


 

Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Corna, cioccolata, cappelli ed insetti a colazione



8 Novembre 2021

 
Scorpius mi fissa come se volesse incenerirmi con lo sguardo; eppure, non riesco a rimanere seria: sui suoi capelli biondissimi spiccano due belle corna grigie, lunghe all’incirca venti centimetri.
Devo ammettere che questa volta ho fatto davvero un buon lavoro. Ma il mio migliore amico non sembra pensarla allo stesso modo.
<< Rosie >> Sibila, minaccioso. È perfettamente consapevole del mio odio profondo verso quel nomignolo, ma continua ad usarlo lo stesso. Ora sono io a guardarlo come neanche nonna Molly saprebbe fare; faccio paura, a volte.
<< Dimmi, Scorpius >> Esclamo con una vocina innocente, che non è per niente credibile, visto che gli ho fatto questo scherzo ben dodici volte.
È ovvio, crede che sia stata io.

Io? La tenera ed innocente Rose Weasley?

Non potrei mai pensare a qualcosa di così malvagio, sarebbe totalmente immorale; mi sentirei in colpa per il resto dei miei giorni.

Certo, come no.

<< Ah, niente! >> Risponde Scorpius, imitando il mio tono di voce. << Volevo solo sapere come stai >>
Sorrido in modo disgustosamente falso e sto al gioco, facendo finta di niente.
 << Sto benissimo, grazie per esserti preoccupato della mia salute >> Dico in modo teatrale, tenendomi una mano sul petto; ci scommetto, sembro  una principessa appena salvata dal suo prode cavaliere.

Peccato che in questo caso io sia la strega cattiva.

<< Benissimo, eh? >> Mi fa eco il mio caro amico, adesso nuovamente minaccioso.
<< Ancora per poco! >> Urla, mentre la Mulciber accorre, disperata per la sorte del suo Scorpy.
<< Cosa succede? >> Chiede la decerebrata in calore (o Gallina Demente, come preferite) con la solita aria da bambina bisognosa di affetto.
È un essere inferiore, la dolce Melissa. Non credo vi sia una specie a cui appartenga – anche un Asticello è più sveglio di lei – e quella umana è decisamente da escludere.
<< Succede che evidentemente non sei tanto fedele al tuo ragazzo, mia cara >> Le spiego indicando le corna di Scorpius, che è sul punto di esplodere.
O di estrarre la bacchetta e far esplodere me.
Forse sta addirittura ringhiando. Infatti, dopo circa tre secondi, si scaglia contro di me e non mi resta altro che scappare, travolgendo ogni sciagurato che trovo sul mio cammino. Compresa Melissa - lo giuro, non l'ho fatto apposta.
Sì, so di star facendo una grandissima figura da Troll davanti all’intera Sala Grande – compreso Liam Zabini, che adesso sta ridendo in modo davvero sexy – e sì, so di aver appena fatto cadere il cappello di mia cugina Dominique nella ciotola colma di cioccolato fuso (più tardi mi ucciderà); e sì, la McGrannitt sta meditando una punizione abbastanza malefica per i miei misfatti.
Ma questa, cari miei, è l’arte della sopravvivenza.
Sto correndo da circa dieci minuti, sono stremata e Scorpius è riuscito a raggiungermi; all’improvviso qualcosa ci ferma.
E vi auguro di non avere mai a che fare con quel qualcosa: l’urlo disumano della Preside di Hogwarts, Minerva McGrannitt.
<< Weasley, Malfoy! >> Tuona, facendo ammutolire la Sala Grande. << Punizione, stasera nel mio Ufficio. >>
Inforca gli occhiali ed esclama: << Santo cielo, signor Malfoy, che ci fanno quelle corna sulla sua testa? >>
Il suo tono non ammette repliche, quindi Scorpius smette di inseguirmi, non prima di avermi lanciato altre cinque o sei occhiate omicide.
Il nostro tragitto fino al tavolo Serpeverde è costellato da risatine idiote, provocate senza alcun dubbio dal nuovo accessorio del signor Malfoy.
Mi siedo svogliatamente e addento un cornetto. Ma non ho molta fame – e voglio allontanarmi il più possibile da Scorpius, che sembra ancora intenzionato a farmi fuori – così abbandono il croissant al suo destino, raggiungo Dominique ed esco dalla Sala Grande.

Vi ho mai parlato di mia cugina Dom?
Cercherò di spiegarvi tutto in poche, semplici parole.
Dominique Weasley ha i capelli molto più lisci e morbidi dei miei, gli occhi di un blu molto più intenso del mio, è molto più alta di me e la sua pelle è molto più candida della mia.
E se credete che sia finita qui, vi sbagliate. Perché, a quanto pare, non le bastava essere bella, bionda, perfetta e tutto il resto: no, ha anche voti molto più soddisfacenti dei miei, eppure trova sempre il tempo di uscire o di andare alla festa più in (parole sue) del momento.
Zio Bill e Fleur devono essersi impegnati parecchio nel procrearla.
Dominique si passa una mano tra i capelli (intanto qualche primino rischia l’infarto) ed incrocia le braccia, squadrandomi in un modo non esattamente amichevole.
Cos’è oggi, la giornata del guardiamo-male-Rose-Weasley?
In questo momento, con quel cipiglio severo, mia cugina sembra un buffo incrocio tra sua madre e nonna Molly. Quasi più terrificante di me.
<< Che c’è? >> Esclamo, esasperata.
Mi mostra il suo cappello, che ormai non reca tracce di cioccolata, ma è irrimediabilmente scolorito.
<< Era … costato parecchio? >> Chiedo, immaginando già la risposta.
<< Duecento galeoni >> Sentenzia. << È un Moschino, questo! >>
Va bene, non ho idea di cosa stia dicendo e non capisco quale relazione ci sia tra un insetto ed un cappello, ma la cosa che mi lascia di stucco è il prezzo.
<< Duecento galeoni? >> Esclamo, sbalordita.
Dominique sembra dimenticare di essere infuriata a morte con me e risponde con entusiasmo:
<< Oh sì, un vero affare, vero? >>

Un affare, ovviamente.

Meglio non risponderle, non credo sia il caso; annuisco distrattamente fissando la parete alla mia destra, poi mi giro a guardarla, seccata.
Ho detto seccata? Devo essermi assolutamente sbagliata, perché Dominique sta parlando con Liam.
Quel Liam, Liam Zabini; che sta per salutare anche me.
Credetemi, in questo momento la parola ‘’seccata’’ è solo un ricordo lontano, appartenente a qualche remoto secondo fa.
Potrei definirmi cotta, sbavante, estasiata, ma non seccata. Mi sto dilungando troppo, lo so.
La mia mente, in presenza di Liam, non riesce a funzionare come si deve. A dire il vero non riesce mai a funzionare come si deve, quindi mi limiterò a dire che funziona meno del solito.
<< Ciao, Rose >> Mi saluta con il suo sorriso dannatamente sexy. Nella mia testa c’è una confusione totale: scommetto che i neuroni si stanno muovendo a caso come i pesci di un acquario: sono completamente disinteressati nei miei confronti.
Di solito non sono timida – anzi, sono fin troppo espansiva – ma questa volta l’unico gesto che riesco a fare è alzare stupidamente la mano come una bambina di cinque anni. Sto sorridendo nel modo più stupido dell’universo, me lo sento.
Qualcosa sta succedendo tra di noi; si è stabilito un contatto visivo: io lo guardo, lui mi guarda, sorride, sorrido, si passa una mano tra i capelli, rimango ferma come un’ebete, apre la bocca per parlare:
<< Hai un po’ di cioccolata sulla guancia >>

Oh. Ehm, sì.

Mi strofino la guancia senza smettere di guardarlo e scoppio a ridere. Devo mostrarmi disinvolta, no?

Maledetta cioccolata!

Liam fa un ultimo sorriso da divo e se ne va; a questo punto mi accorgo di avere ancora la mano alzata e decido che non è solo il mio sorriso ad essere stupido.
Sono ufficialmente la più grande cretina del Mondo Magico – e non.
Sono successe già troppe cose questa mattina, vero?
La risposta, come al solito, è no.
Perché una delle mie migliori amiche, Ophelia Rosier, si è affiancata a noi, salutandomi calorosamente ed ignorando invece Dominique: loro due si odiano, più o meno come me e i libri di Pozioni.
E, non senza procurarmi un gran fastidio, sembra che abbiano scelto il mio migliore amico come territorio di scontro.
Adesso ve ne daranno una piccola dimostrazione.
<< Sai, Rose >> Esclama Ophelia, attorcigliandosi con un dito i capelli nerissimi. << Io e Scorpius siamo stati insieme, ieri pomeriggio >>
Non vedo cosa ci sia di speciale: io e Scorpius stiamo insieme più o meno ogni pomeriggio.
<< Ma non era con la Mulciber? >> Chiedo, sembrando davvero disinteressata.
Una risata forzatamente contenuta ed elegante anticipa la risposta di Ophelia. È Dominique – come avevo previsto – e sta per dire la sua:
<< Io sono stata con Scorpius ieri notte >>
Il suo tono malizioso mi fa venire il voltastomaco ed una certa voglia di prenderla a pugni.
Ora, se non erro, tocca a Lia rispondere.
"Lia, che soprannome ridicolo!" Direte voi. Ma quando vi svelerò i retroscena di questo diminutivo, sembrerà assolutamente geniale.
Cosa vi ricorda il nome ‘’Lia’’?
Un piccolo aiuto: fisico da paura, occhi blu, sorriso smagliante, sexy da morire.
Se non ci siete arrivati, ha una notevole assonanza con ‘’Liam’’.
E spero che un giorno, convinto che io stia chiamando lui, il mio Zabini preferito si volterà verso di me e mi dirà: << Ehi, Rose, anch’io volevo parlarti >>
Poi, tutto sarà semplice e prevedibile: mi dichiarerà il suo amore in un angolo paradisiaco del Parco, mi bacerà appassionatamente, ci sposeremo ed avremo tanti graziosi bambini dagli occhi cobalto.
Anche io riesco ad essere romantica, quando mi va.

Ma non perdiamoci in chiacchiere, perché Ophelia Rosier sta storcendo il naso – e quando Ophelia Rosier storce il naso è sempre un brutto segno.
Avete presente il cappello di Dom, il Moscone, o come diavolo si chiama? Si è appena trasformato in un ragno gigante.
E mia cugina urla disperata: << Toglimelo, toglimelo! >>
Sarebbe quasi una scena comica, se mio padre non mi avesse trasmesso la sua irrazionale fobia: odio i ragni più di Melissa e di mia madre messe insieme.
Ophelia ha ancora la bacchetta in mano – incantesimi non verbali, perché li insegnano? – e ride ad ogni smorfia di Dominique, che attualmente sta agitando le braccia in aria sotto gli sguardi di un capannello di curiosi. Improvvisamente il ragno cade a terra, ma no, che dico, il cappello cade a terra – ehi, come ha fatto a diventare di nuovo un cappello?
Una spiegazione c’è: Liam Zabini ha appena lanciato il controincantesimo.

Oggi è il mio giorno fortunato. Ed è il momento.

<< Lia >> Urlo, rivolta più al mio Principe Azzurro che alla mia amica. E, come nei miei sogni ricorrenti, si volta verso di me.
Liam si volta verso di me!
E – non posso crederci, non posso crederci – mi dice: << Ehi, Rose, anch’io volevo parlarti >>
Ora manca solo la dichiarazione, anche se non siamo in un luogo paradisiaco. Ma il corridoio va bene lo stesso, andrebbe bene anche lo sgabuzzino delle scope. Che, in effetti, potrebbe essere usato a dovere, in quel caso.
<< Sì? >> Esclamo, sognante.
<< Sai dov’è Melissa? >>

Prossima vittima: Melissa Mulciber.


*

 

E rieccomi, con un nuovo capitolo. Sono stata abbastanza puntuale (chissà come mai). In questo capitolo conosciamo meglio i protagonisti della storia, spero che vi piacciano; ah, Melissa è ispirata ad una mia ... ehm, amica - leggete come: troia supergalattica stupida e priva di qualsiasi decenza - ed un giorno, forse, vi dirò chi è. Ok, non vi interessa e non potrei nemmeno farlo, ma mi andava di scriverlo! La smetto di sparare cavolate e vi saluto...
... alla prossima, se vorrete.

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Capitolo 3
*** Come odiare risate, sorrisi, felicità ed affini per il resto della tua vita ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Come odiare risate, sorrisi, felicità ed affini per il resto della tua vita



 
15 Dicembre 2021



Si avvicina il Natale, tutti siamo più buoni, c’è aria di festa intorno a me, improvvisamente sono più ottimista.

Tutte sciocchezze.

Perché il periodo che sto trascorrendo non ha niente a che fare con bontà, ottimismo, festa e lucine che ti riscaldano il cuore: nemmeno una settimana fa Liam Zabini ha chiesto a Melissa di andare alla festa di Natale con lui.
E adesso la signorina Mulciber va in giro vantandosi del suo nuovo cliente … Volevo dire cavaliere, scusate.
E, secondo me, ha bisogno di un’altra bella punizione. Evidentemente non le è bastata quella del mese scorso: lo dicevo io, l’ho sempre detto che i foruncoli erano una vendetta fin troppo insignificante! Ovviamente la McGrannitt non la pensava allo stesso modo ed ha deciso di prolungare la mia di punizione, fino a gennaio.
In ogni caso, se quell’oca continua a blaterare in questo modo giuro che la strozzo, così, a sangue freddo.
<< … e poi mi ha guardata, sapete, con quegli occhi così blu … e mi ha detto: vuoi venire al ballo con me? Ed io … >> Melissa, seduta sul letto, si è lanciata per l’ennesima volta nel racconto del discorso tra lei e Liam, con tanto di particolari sempre più romanzati.

Come se mi interessasse.

Ma quando sento la parola "blu" smetto di ascoltare e mi abbandono ad un viaggio mentale molto, troppo indecente per una persona normale.

Liam correva verso di me in un prato fiorito, gli occhi blu colmi di felicità. Io gli andavo incontro, sorridendo e tendendo le braccia nella sua direzione. E il cielo era azzurro, il sole splendeva, i Boccini svolazzavano intorno a noi …

Ok, questo è esagerato anche per me, ma è dannatamente fantastico.

Mi baciava e mi sussurrava, suadente:
<< Vuoi venire al Ballo con me? >>
Ricambiavo il suo sguardo e lo baciavo a mia volta, facendogli intendere la risposta.

Si allontanava da me e pronunciava il mio nome, prima piano, poi sempre più forte:
<< Rose … >> Sorridevo, accarezzandogli i capelli scuri.
<< Rose … >> Mi avvicinavo di nuovo a lui …

<< Rose! >> Ah, era Lia. Mi riscuoto dal mio sogno ad occhi aperti e la guardo infastidita.
<< Che c’è? >> Mugugno.
<< C’è che stavi baciando la porta del bagno! >>
Oh. Ma anche la porta ha un certo fascino, anche se non paragonabile a quello di Liam.
Ophelia chiude le tende del suo baldacchino, evidentemente stanca di badare a delle psicopatiche. Un’altra persona, invece, sembra sinceramente curiosa di ascoltare le parole della Mulciber: è la sua ombra, la sua schiavetta, una sorta di Elfo Domestico. Si chiama Nellie O’Tusoe ed è, se possibile, più stupida di Melissa. Bassa, capelli corti e rossicci, per niente bella, ma fin troppo montata.
Potrei dormire ancora – è Domenica – ma non mi va, quindi decido di cercare Scorpius. Magari saprà consigliarmi un cavaliere per il ballo (sono senza speranze, se non si fosse capito) oppure sarà proprio lui il mio accompagnatore. In tempi di crisi ci si accontenta del migliore amico.

Ci si accontenta? Andare al Ballo con Scorpius Malfoy non è esattamente accontentarsi.

Lo trovo in Sala Comune; sta discutendo con alcuni suoi amici. Due non li conosco – e non mi interessa conoscerli – ma il terzo è Liam. E potete immaginare come la mia fantasia si scateni, al suo cospetto. Sì, proprio ogni genere di fantasia.
Potrei farlo ingelosire, magari.
Mi concentro e cerco di camminare in modo sexy – e senza cadere, visto che lo faccio spesso. Schivo all’ultimo secondo un tavolino e raggiungo il divano su cui è disteso il mio obiettivo.
<< Scorpius >> Lo chiamo, passandomi una mano tra i capelli; l’ho visto fare a James. Pessima idea, sono pieni di nodi.
<< Ehi, Rosie >> Risponde al saluto – ancora quell’odioso soprannome.
Mi siedo in braccio a lui, imponendomi di non arrossire, e gli sussurro:
<< Devo parlarti >>
Perché sono così impacciata, ultimamente? Insomma, non è la prima volta che stiamo in quella posizione, eppure la sua mano sul mio fianco sembra bollente. E quando si muove, impercettibilmente, sento dei brividi alquanto strani lungo la schiena; il mio cuore sta battendo, folle, fin troppo veloce.
Non so il perché di questi strani sintomi – magari soffro di tachicardia – o semplicemente non voglio indagare, non mi andrebbe.
Ho un piano da portare a termine, dannazione!
<< Stai bene? >> Mi chiede Scorpius, un po’ preoccupato; la tonalità del mio viso è molto vicina al rosso dello stendardo dei Grifondoro, ahimè.
<< Mai stata meglio >> Lo rassicuro con un ampio sorriso da paralisi facciale. Deglutisco, la sua mano scende sempre più giù.
Sono in astinenza, ecco tutto – più o meno da sedici anni.
<< Dimmi >>  È la sua risposta; ma non posso parlare davanti a tutta questa gente! E se mi dicesse di no?

Morirebbe all’istante.

Eppure, vedendo Liam che mi fissa e scambia due parole con uno degli sconosciuti, decido di invitarlo proprio lì, con i suoi amici sghignazzanti e mezzi fatti, oserei dire. Uno di loro sta fumando qualcosa che somiglia straordinariamente ad una canna e abbraccia la sua poltrona.
Ma non è il momento di soffermarsi sugli abbracciatori di poltrone, la mia missione è più importante.
Accavallo le gambe, poso una mano sulla spalla del mio amico e la frase che mi frulla nel cervello da un po’ mi scappa irrimediabilmente:
<< Vieni al Ballo con me? >>
L’ ho detto davvero. Cazzo, l’ho detto davvero.
L’attesa della sua reazione sembra durare ore, forse giorni o millenni. Sono un po’ troppo drastica, a volte, lo ammetto.
Scorpius fa una faccia strana, alza un sopracciglio, poi scoppia a ridere. Gli altri ci guardano stralunati, fino a quando il più vicino a noi comincia a sogghignare. E con lui tutti i suoi amici, in uno snervante effetto domino che coinvolge anche Liam. Oh Salazar, è così provocante il suo sorriso … gli salterei addosso, se non fossi in una situazione fin troppo imbarazzante. Non mi resta altro da fare: rido anch’io, scambiando sguardi d’intesa con Zabini. Mi spiego meglio: Liam mi ignora, io lo mangio con gli occhi.
<< Rose >> Biascica Scorpius, tra le risate. << C’ ero quasi cascato, sai? >>
Mi batte una mano sulla coscia, come si fa con un vecchio amico – non con un’amica – e dimentica di toglierla … non che mi dispiaccia, sia chiaro. Ne sono sicura, ignora totalmente il fatto che io sia una ragazza. Questa è l’ennesima dimostrazione.
Sono arrabbiata. No, arrabbiata è poco. Sono furiosa. Eppure sto al gioco e faccio un ultimo sorriso furbo. Beh, non proprio furbo, ma questo non ha importanza.
<< Così non vale, l’hai capito subito! >> Fingo di lamentarmi, alzandomi e dirigendomi verso le scale. Se c’è una cosa che so fare bene è fingere. Fingere, fingere e fingere. Mi chiedo se sia un pregio o un difetto.
<< Sei prevedibile, Rosie >> Constata Scorpius, ancora con un mezzo sorriso; a questo punto libero un po’ della mia rabbia repressa:
<< Non chiamarmi con quel ridicolo soprannome, Malfoy! >>
Salgo in fretta le scale e faccio in tempo a sentirlo ridere un’ultima volta. Cos’avrò mai di così divertente?
Mi fiondo nella mia camera e colpisco con furia il muro, sferrando calci degni di un esperto di arti marziali. Sono allenata, mi arrabbio spesso. Le mie compagne di stanza non dicono niente, ci sono abituate; Melissa si limita a guardarmi con disappunto, mettendo su un’espressione che Nellie si affretta ad imitare. Ma non mi va di discutere con loro, sarebbe come insegnare le equazioni di secondo grado ad un neonato.
Non vorrei dirlo, nemmeno pensarlo, ma le risate di Scorpius mi hanno ferita: anche io ho un’autostima, in fondo!

Non proprio così in fondo.

<< Con chi va al Ballo Scorpius? >> Chiedo continuando nella mia opera di distruzione. Lia riemerge dal suo letto ed esclama tutta contenta:
<< Con me! >>
Con lei, certo. Non le rispondo, rischierei di aggredirla.
Scorpius e Ophelia vanno al Ballo insieme, c’era da aspettarselo; chissà cosa ne pensa Dominique. Magari anche lei sta distruggendo i Dormitori della torre di Grifondoro.
Se così fosse, sarebbe assurdo. Probabilmente si sta truccando accuratamente per far comprendere al suo amato il madornale errore che ha commesso.
Un pensiero maligno affiora alla mia mente quasi senza che me ne accorga: forse Scorpius ha ragione a pensare che io non sia una vera e propria ragazza.
Insomma, l’adolescente media andrebbe a piangere stringendo il cuscino, dopo un’umiliazione di questo calibro.
L’adolescente media ha un cavaliere per il Ballo della scuola, ama truccarsi ed acconciarsi i capelli, ama fare shopping, ama i pettegolezzi.
Ma io, io no.
Infatti ho deciso, andrò alla festa di Natale in jeans.
 

24 Dicembre 2021, Sala Grande

 
Sono seduta ad uno degli innumerevoli tavolini sparsi per la Sala, senza alcuna compagnia. Di solito alle feste mi diverto, ballo, bevo: faccio quel che voglio, in poche parole. Ma questo è un evento formale, come ha più volte sottolineato la McGrannitt, dove non puoi ubriacarti né metterti a ballare da sola al centro della pista, già piena di vomitevoli innamorati.
Scorpius e Ophelia sono perfetti, insieme. Lui è davvero bello, perfino più del solito: non pensate male, sono solo orgogliosa del mio migliore amico. Provo però un pizzico di gelosia: ci stiamo allontanando. Niente di evidente, nessuna rottura, stiamo semplicemente prendendo strade diverse; ed è triste, anche se sapevo che sarebbe accaduto.
Osservo le coppie che volteggiano ridendo, baciandosi o – nel caso dei più sfigati – pestandosi i piedi.
A proposito di sfigati, perfino Crecy Canon – Corvonero, ma per niente sveglia nelle relazioni con gli altri – ha trovato un accompagnatore, un tale che non ho mai visto ad Hogwarts, brufoloso come la rispettiva dama; sono proprio ridicoli mentre cercano di metter su un walzer decente.
Scuoto la testa, sono caduta davvero in basso; mi annoio, non c’è niente da fare qui. E le ragazze mi osservano solo perché ho addosso un paio di jeans ed una felpa, ridicole. Ridicole e fastidiose.
Forse potrei picchiare quel gruppetto di Tassorosso snob, mi guardano e criticano il mio abbigliamento da circa mezz’ora. Con mio estremo disappunto, scopro che le quattro ragazze in questione sono le accompagnatrici di James, Louis, Fred e Albus. Fanno tutto insieme, loro … beh, spero che non facciano proprio tutto.
Vengono verso di me, mentre le loro amichette non sembrano tanto contente di dover intrattenersi con Rose Weasley, Serpeverde ribelle e bla bla bla.
Girano un mucchio di cazzate sul mio conto.
I miei cugini si siedono al tavolo, ma le ragazze restano in piedi.
Cos’è, hanno paura?
<< Non balli? >> Chiede James. Non è solito usare il saluto, predilige l’effetto sorpresa: puoi star certa che se ti incontra per strada si fermerà e ti chiederà qualsiasi cosa, ma non dirà mai un semplice “ciao”. Ognuno ha le sue manie, d’altra parte.
<< No >> Rispondo, funerea. << Non mi va >>
<< Dai, balla con il tuo cugino preferito! >> Continua, prendendomi la mano. È molto insistente, James. Probabilmente adesso non sono solo le Tassorosso a lanciarmi occhiate ostili, più o meno tutte le ragazze nei paraggi vorrebbero uccidermi. Come se mi interessasse l’incesto!
James è un bel ragazzo, senza dubbio, ma è mio cugino. Improvvisamente provo una strana, crudele voglia di rendere più concreti i timori delle stupide oche e mi alzo dal tavolo, seguendo James in mezzo alle altre coppie. La biondina dal naso all’insù che lo accompagnava, una certa Alicia Smith, chiama invano il suo nome. Rido della sua faccia delusa prima di allontanarmi tra la folla.
Al diavolo la depressione, non fa per me.
Comincia una canzone più movimentata delle precedenti e sul nostro volto si apre lo stesso identico sorriso: è il segnale, stiamo per fare casino.

Allontanatevi, gente, è per la vostra incolumità.

Ci scateniamo, creandoci un ampio spazio vuoto intorno a noi. Tutte le persone sane di mente sanno che se Rose Weasley e James Potter si trovano insieme nello stesso luogo succederà sicuramente qualcosa di pericoloso; e il nostro “ballo” è pericoloso. Almeno per chi ci sta attorno.
Liam e Melissa passano proprio davanti a noi e quest’ultima sussurra qualcosa al suo orecchio. Entrambi assumono un’aria sconcertata guardando me e James – sembriamo appena usciti da un manicomio.
Almeno non sembro uscita da un bordello, io. Almeno non indosso un abito striminzito come quello della Decerebrata-in-calore (ormai è un soprannome fisso): un corpetto che non nasconde niente ed una gonna che non può essere definita nemmeno mini.
Smetto di ballare, sentendomi improvvisamente un’idiota, non meno ridicola di Crecy Canon; James se ne accorge e si ferma anche lui, confuso. La gente che si è raccolta a cerchio attorno a noi ci sta ancora fissando, chissà cosa si aspettano: forse uno spettacolo di fuochi d’artificio, direttamente dai Tiri Vispi Weasley. Mi giro come a rallentatore e vedo Liam, è ancora nelle vicinanze.
Ed ecco che mi sovviene un’idea, splendente, meravigliosa, geniale. Inclino la testa e guardo James avvicinandomi di qualche passo a lui.
<< Invita Melissa a ballare >> Gli dico senza preamboli. So che accetterà: per quanto mi dispiaccia dirlo, la Mulciber è oggettivamente bella. E poi James è pazzo, direbbe di sì a tutto.
<< Agli ordini, capo! >> Esclama, non vuole sapere neanche il perché della mia richiesta.
Amo mio cugino – tranquille, ragazze, non in quel senso.
Lo prendo per mano e lo trascino verso il punto in cui la coppia peggio assortita di Hogwarts si sta strusciando senza ritegno.

Potrei vomitare, magari sull’abitino della Mulciber …

James li divide come se niente fosse e si rivolge a Melissa, ignorando del tutto Liam, che sembra voler pugnalare mio cugino alle spalle.
<< Vuoi ballare? >> Le dice, passandosi una mano tra i capelli castani; lo sa, nessuno può resistere a questo gesto, anche se è un po’ un cliché. 
Da brava troia, Melissa ridacchia e accetta, dimenticandosi del suo cavaliere; mi chiedo come faccia, è con Liam Zabini!
James la trascina via ed urla ad un basito Liam:
<< Scusami, amico! >>
Per la prima volta sono contenta di essere ad un Ballo; in qualsiasi altra situazione i due contendenti si sarebbero presi a pugni.
Assumo la mia celebre aria innocente, disinteressata, priva di secondi fini e dichiaro:
<< Beh, siamo rimasti solo noi due! >>
Il mio è stato davvero un piano brillante, questa volta: merito degli applausi, signori.
Liam alza le spalle e mi posa le mani sulla vita, abbastanza indifferente. In questo momento mi pento di non essermi vestita meglio: avevo immaginato questa scena diversamente, con tanto di abito da sogno e bouquet in mano.
Sto andando a fuoco, lo sento; gli poso le mani sulle spalle e mi avvicino a lui, il finalmente-mio Liam.
Vorrei baciarlo, ma sarei un tantino sfacciata in quel caso. Perciò mi limito a cercare di far conversazione:
<< Allora, come va? >> Non sono molto esperta nel “far conversazione”, lo avrete capito.
<< Bene >> Dice atono, con un’altra alzata di spalle. Il suo smoking blu notte è impeccabile, lo rende ancora più affascinante. E risalta i suoi magnifici occhi: è splendido, davvero.
Ma mi sta ignorando, nonostante stiamo ballando insieme; ogni tanto lo vedo cercare qualcuno – Melissa, scommetto – con lo sguardo.
Non gli piaccio, ne sono sicura. L’ho sempre saputo, in fondo, ma questa è la prova reale che infrange tutti i miei viaggi mentali super-sdolcinati.
Penso che devo godermi questo momento, senza pensare a nulla. Ma non faccio in tempo a guardarlo di nuovo negli occhi, perché il cosiddetto momento è già svanito. Liam mi lascia lì, in mezzo alla Sala Grande, completamente sola, e sparisce tra la folla. Non si scusa nemmeno, non mi saluta: ma me la pagherà, lo giuro sul mio manico di scopa.
È come se tutta la mia ammirazione verso di lui si fosse dissolta: mi ha delusa, si è dimostrato uno stronzo a tutti gli effetti. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi – io non piango, mai – e vado via da quella maledetta festa.
Uscendo dalla Sala Grande incontro Dominique, che non è restata a piangersi addosso per la sconfitta: non ha Scorpius, ma il Capitano della squadra di Quidditch Corvonero è pur sempre un’ottima consolazione. E lei è magnifica, nel suo lungo e vaporoso abito indaco.
Quante coppie felici! Odio le persone troppo felici, specialmente quando io non lo sono.
Torno nei sotterranei, completamente deserti: sono tutti a quello stupido Ballo. Le uniche voci che si sentono sono quelle delle armature che canticchiano canzoncine natalizie; ne supero una che si sta cimentando in una personalissima versione di “Jingle Bells”, non prima di averle dato un calcio. Ora ulula di dolore – ma le armature possono provare dolore?
Urlo la parola d’ordine ed entro nella mia Sala Comune, anch’essa vuota; è un po’ spettrale, devo ammetterlo. Salgo le scale con lentezza esasperante – sono stranamente priva di energia – ed apro la porta della mia stanza.
Mi sbagliavo, il dormitorio non è vuoto: su un letto, il mio letto, ci sono Ophelia e Scorpius. L’abito di Lia giace sul pavimento, mentre Scorpius ha addosso solo i pantaloni – e sta per perdere anche quelli. Si stanno baciando quasi con furia, sono praticamente incollati.
Non si accorgono di me, sono troppo impegnati a liberarsi della cintura di Scorpius.
Non so cosa provochi in me questa scena, immagino rabbia. Una rabbia che mi sta divorando, lotta per uscire. E voglio che questo accada ora, proprio ora.
È la mia ultima occasione per perdere il controllo, stasera, non la sprecherò.
<< CHE STATE FACENDO, QUI? È IL MIO LETTO, FUORI! >> Urlo a pieni polmoni, digrignando i denti.
Il mio cuore sembra scoppiare, ansimo, sto esplodendo. Li odio, odio tutto.
La loro reazione è prevedibile: arrossiscono. Si coprono in fretta con il lenzuolo e mi guardano sbalorditi, affrettandosi a rimettere le mani al loro posto.
Poveri piccoli, non se l’aspettavano; volevano la loro notte di fuoco, eh?
Glielo do io il fuoco.
<< M-ma i vestiti … >> Riesce a balbettare Scorpius, ancora scosso e con le guance arrossate. Sarò ripetitiva, ma penso proprio che è bello anche così. Ed è un pensiero stupido, in questa situazione.
<< Fuori. >> Ribadisco, sbattendomi la porta alle spalle. Ophelia tenta di raccogliere il suo abito ma una mia occhiata la fa demordere rapidamente, così segue Scorpius fuori dalla camera. Sicuramente si sposteranno nel dormitorio maschile e lì potranno continuare la loro sveltina indisturbati, senza migliori amiche che irrompono nel momento clou.
<< E Buon Natale! >> Gli grido dietro, con la voce intrisa di ironia. Chiudo la porta a chiave, questa sera nessuno tornerà nella miastanza: ho bisogno di rimanere sola.
Mi siedo sul letto di Nellie, non voglio toccare le coperte che fino a pochi secondi fa ospitavano quei due stronzi; non capisco nemmeno io il perché della mia reazione. Non capisco molte cose, ultimamente.
Prendo in mano la camicia di Scorpius e la indosso, voglio sgualcirla il più possibile e magari macchiarla di cioccolato: la prossima volta ci penserà due volte prima di fare sesso sul mio letto.
Forse speravo che Scorpius venisse a consolarmi, anche solo per un minuto, e sono stata un’illusa. Come rinunciare ad una sana scopata per un maschiaccio come Rose Weasley? Non potrei dargli niente di tutto quello che Ophelia gli offre: Lia ha avuto ben cinque fidanzati, io … io non ho mai baciato un ragazzo, è questa la verità. Sono sempre stata troppo interessata al Quidditch, per occuparmi dei sentimenti, in quell’ambito sono una schiappa proprio come mio padre. Gli assomiglio più di quanto la gente possa immaginare.  
Osservo il grande orologio rotondo sulla parete: è mezzanotte.
<< Buon Natale, Rose >> Sussurro a me stessa. Sto impazzendo – o almeno sto diventando più matta di prima.

*

Rieccomi con un nuovo capitolo. Succedono tante cose, vero? Povera Rose, sta cominciando ad avere dei dubbi sulla sua personalità e niente la disorienta più di questo: non le è mai accaduto.
Comunque grazie, grazie davvero di cuore a chi ha recensito (continuate a farmi sapere cosa ne pensate, se vi va), a chi ha messo la storia tra le preferite, tra le seguite o tra le ricordate.
Un ringraziamento particolare va però a Gansta_B, che mi ha dato alcuni consigli importantissimi per questo capitolo.
Un bacio, alla prossima, se vorrete!

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Capitolo 4
*** Interrogatori in famiglia, coppie inopportune e dimenticanze imperdonabili ***


 

Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Interrogatori in famiglia, coppie inopportune e dimenticanze imperdonabili



30 Dicembre 2021


Il vagone che ospita l’intera scolaresca Weasley-Potter, eccetto Dominique, impegnatissima a pomiciare con la sua nuova fiamma, non potrebbe essere più rumoroso di così.
Louis, Hugo e Lily stanno cantando a squarciagola l’inno della loro squadra del cuore, i Cannoni di Chudley, che probabilmente non vinceranno mai un campionato, né arriveranno prima del penultimo posto. Ma è la squadra di famiglia e, come ripete mio fratello in continuazione, le tradizioni vanno portate avanti.
Immagino che sia inutile precisare la mia assoluta indifferenza verso questa Sacra Regola, dato che il mio cuore appartiene unicamente ai Tornados; almeno la mia non è una squadra fallita. È stato un duro colpo per mio padre, una delusione seconda solo a quella relativa al mio Smistamento: ho ricevuto ben cinque Strillettere, cinque.
Stavo quasi per superare il record di Fred e James (le loro ammontano a diciotto), che in questo momento stanno tentando di accendere un’intera scatola dei fuochi d’artificio di zio George, mentre Molly urla che secondo lei dovrebbero farli esplodere direttamente nello scomparto dei Serpeverde.
Esatto, Molly, la figlia del Prefetto Perfetto Percy Weasley, è una ribelle, proprio come me: per questo andiamo molto d’accordo, anche se spesso ci ritroviamo rivali sul campo da Quidditch.
Ha cervello, sì, ma lo usa per progettare piani assurdi e distruttivi, presto messi in atto dai cugini.
C’è una piccola differenza, però, tra il mio comportamento ed il suo: i membri adulti della nostra famiglia sono completamente all’oscuro delle sue malefatte, della sua stretta collaborazione con Fred e James, persino del suo ciuffo biondo, che nasconde abilmente con la magia prima di tornare a casa.
A loro sembra quasi una figlia modello, una sorta di nuova Lucy, che ha ormai terminato gli studi e sta avviando una brillante carriera al Ministero; lei sì che era davvero insopportabile, con quegli occhialoni da secchiona ed i capelli rossi sempre stretti in due trecce disordinate, per evitare di nascondere la sua preziosa spilla da Caposcuola.
Patetica.
Purtroppo, al mio ritorno, dovrò rivedere anche lei: è il prezzo del Capodanno in famiglia.
Gli unici a non disturbare la quiete pubblica sono Albus e Roxanne, stranamente tranquilli ed addormentati, nonostante il tremendo baccano. Mi correggo, in qualche modo contribuiscono anche loro alla demolizione dei miei timpani: stanno russando come due draghi.
Nessuno, fortunatamente, mi ha fatto domande sul mio stato d’animo, nonostante sia piuttosto palese che sono davvero molto arrabbiata. E depressa, oltretutto.
Non è da me star seduta nel vagone di famiglia invece di organizzare bische clandestine dall’altra parte del treno: adoro il gioco d’azzardo.
Peccato che i miei migliori amici siano tutti decisi a procreare entro la fine dell’anno scolastico – ho sorpreso un’altra volta Scorpius ed Ophelia in atteggiamenti intimi – mentre io sono così sfigata da non aver mai dato il primo bacio.
Ho avuto un flirt, qualche mese fa, con un tale che mi riempiva in continuazione di languidi baci sul collo: l’ho mollato prima che potesse fare altro; evidentemente ho fatto bene, perché il giorno dopo si è consolato con Mary Came, una Tassorosso del settimo anno composta per il novanta percento da fondotinta e reggiseni imbottiti. Chissà che mostro si nasconde lì sotto. Ma la mia vita sentimentale in quasi sedici anni di vita si limita a questo: non mi è mai interessato molto dei ragazzi, se escludiamo quello stronzo di Zabini.
Solo dopo un’ora di viaggio Lily sembra accorgersi della mia presenza e si siede accanto a me.
<< Come mai qui, Rose? >> Chiede sospettosa. È una ragazza molto sveglia, quando non si tratta di esseri appartenenti all’altro sesso, per cui sembra perdere completamente la testa.
<< Volevo stare un po’ in famiglia >> Rispondo, lapidaria: la conversazione deve finire qui. Incrocio le braccia e comincio a fissare il paesaggio nebbioso fuori dal finestrino, ignorando il pesante sospiro di mia cugina. Di solito andiamo molto d’accordo, ma oggi non mi va di parlare con lei; in realtà non vorrei parlare con nessuno, ma la mia aria da condannata a morte attira lo sguardo di altri Weasley: meglio filarsela.
<< Vado a fare una passeggiata >> Dico distrattamente, abbandonando quel manicomio. Non so dove andare, così passeggio un po’ per il treno: magari troverò la famosa signora dei dolci e affogherò la mia rabbia nei Cioccocalderoni.
Ignoro il saluto del mio ex – può essere definito così? Credo di no – intento ad esplorare le profondità della camicia di quell’obbrobrio che si porta dietro e mi fiondo dentro il primo scompartimento che trovo: una pessima scelta, è occupato da Scorpius e Liam.
Ormai non posso più tirarmi indietro, così saluto entrambi con un cenno del capo e prendo posto accanto a Scorpius. Ci parliamo ancora, ho deciso di far finta di niente: non li ho perdonati, è ovvio, ma non voglio vendicarmi come al solito o fare qualche altra cazzata. Qualcuno potrebbe pensare – che assurdità! – che io sia gelosa di Scorpius. Così, per non destare sospetti, ho addirittura invitato Ophelia e Scorpius alla Tana, come faccio da un po’ di tempo a questa parte, dimostrandomi la più masochista nella storia delle adolescenti stupide.
<< Dov’è Ophelia? >> Domando con la mia solita innocenza. In realtà la richiesta sottintesa è: “come mai non state scopando senza preoccuparvi minimamente di quello che ne pensa la vostra migliore amica?”
<< Oh, è andata alla riunione dei Prefetti >> Mi risponde senza degnarmi di uno sguardo, continuando subito dopo un discorso molto interessante con Liam.
Come so che è interessante? Beh, dev’esserlo davvero molto per spingerli ad ignorarmi.

Illusa.

Evito di fargli notare che anche lui è un Prefetto – chissà perché, poi – e guardo di sottecchi Liam. Nessun vuoto allo stomaco, solo un leggero batticuore: la cotta per lui mi sta passando, è stata solo una brutta malattia mentale.
Anche se quegli occhi blu sono così splendenti, così
Basta, Weasley, basta. Ne eri quasi uscita, puoi farcela!
Mi volto verso Scorpius, evitando di guardare ancora Zabini, e mi sorprendo a fissare la sua mano che si immerge nei capelli biondissimi; biondissimi e morbidi, così morbidi che li accarezzerei in questo preciso istante. Hanno un colore incantevole alla tenue luce calda della lampada.
Putroppo il mio braccio ha già agito di sua spontanea volontà, così me lo ritrovo sulla testa del mio migliore amico, con la mano pronta ad afferrare una ciocca particolarmente dorata.
Realizzo solo un istante dopo che entrambi mi stanno guardando come se fossi pazza, così, ancora con la mano a mezz’aria, mi giustifico borbottando qualcosa sugli stupidi moscerini che si posano sulla testa della gente: una scusa vecchia di millenni, ma – almeno spero – efficace.
Non mi resta che fare qualcosa che rimarrà negli annali, qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto immaginare: prendere un libro a caso dalla borsa e cominciare a leggerlo per nascondere l’imbarazzo improvviso, che mi sta rendendo le guance simili a delle lanterne rosse. Sto diventando una rammollita. Non mi è mai capitato di arrossire per una banalità del genere.
<< Rose, stai leggendo? >> Esclama incredulo Scorpius, scoppiando a ridere. Nascondo in fretta il Manuale di Trasfigurazione Avanzata dentro la borsa ed alzo gli occhi al cielo, dandogli dell’invadente.
<< Fino a prova contraria sei tu ad essere piombata su di me senza alcun preavviso >> Controbatte divertito – ha anche il coraggio di essere divertito, lui – scuotendo leggermente la testa.
<< Bene, tolgo il disturbo! >> Urlo contrariata, allontanandomi a passo marziale.
Prima di chiudere la porta, sento Scorpius mormorare:
<< È strana, in questo periodo, chissà che le prende… >>
Sarà un capodanno da ricordare.
 

*

 
<< Ne vuoi ancora, cara? >> Nonna Molly mi tenta con la quarta portata di pasta, aggiungendo che non ho ancora mangiato abbastanza. Non rifiuto mai il cibo, così accetto: sembra felicissima, quasi come una bambina.
<< ‘erto nonna >> Esclamo con la bocca piena, incurante dello sguardo di fuoco che mi lancia mia mamma. Non sopporta molti dei miei atteggiamenti, non sono adatti ad una ragazza a modo. Per una volta lei e zia Fleur sono d’accordo su qualcosa.
Dominique non ha nemmeno toccato il suo piatto, offendendo profondamente l’orgoglio casalingo della nonna, che continua a borbottare mentre passa vicino a lei: “scomparirà se continua così”, “sta diventando uno scheletro”, “è proprio come sua madre”.
Mio padre, zio George, Fred, James e Hugo si stanno ingozzando senza curarsi minimamente degli ospiti, guadagnandosi le occhiate di disappunto delle rispettive mogli o madri.
Scorpius ed Ophelia hanno rifiutato educatamente quasi tutte le portate, forse disgustati dal nostro modo di mangiare, e noto con un tuffo al cuore che si tengono la mano sotto il tavolo. Ogni tanto Scorpius gliela stringe di più, altre volte la lascia e comincia ad accarezzarle la gamba: non riescono a trattenersi dai loro spettacolini porno nemmeno a tavola.
Mi accorgo che non sono l'unica a fissare i miei amici: papà sta fulminando Scorpius con lo sguardo. Ho un brutto presentimento.
<< Allora, Scorpius >> Ecco il suo interrogatorio: teme che un giorno ci metteremo insieme.

Come se fosse possibile.

Mia madre lo ammonisce, sussurrandogli qualcosa e mostrando la sua migliore espressione infastidita; Ronald Weasley, però, non è molto bravo a capire gli stati d’animo delle persone, perciò continua imperterrito:
<< Tu e Rose …? >> La domanda resta in sospeso, facendo chiaramente intendere quello che mio padre vuole sapere. Lascio cadere la forchetta con un tintinnio sinistro e sbianco come un cadavere: so già cosa ci aspetta.
<< Oh, no! No! >> Salta su Scorpius, con un’espressione scettica, come se l’ipotesi non potesse sfiorarlo nemmeno lontanamente. Mi ferisce per l’ennesima volta, senza esserne consapevole. Perché mi dà così fastidio la sua storia con Lia? Cerco di convincermi che ho paura di restare esclusa, con i miei migliori amici fidanzati, ma non ne sono molto sicura.
<< Io sto con Ophelia >> Precisa, guardandola e passandole un braccio attorno alle spalle. Non arrossiscono nemmeno un po’, ma in compenso si lanciano sguardi schifosamente mielosi, come Al e la sua nuova ragazza – una Tassorosso troppo bassa per essere vera – dall’altra parte del tavolo.
Dominique sbuffa rumorosamente, alzando gli occhi al cielo e voltandosi dall’altra parte: il suo orgoglio è ancora ferito, non sopporta che Scorpius abbia preferito Lia; Victoire, a conoscenza di tutto, le lancia uno sguardo eloquente. Non le piacciono le sconfitte, ma quando è sua sorella a subirle ne gode infinitamente.
Questa volta è James a lasciar cadere la forchetta, evidentemente schifato da tante smancerie. Osserva Ophelia per un attimo, poi si concentra sul suo pasticcio. Oggi sono tutti molto strani.
Non vista, questa volta è Lia a guardare James, forse incuriosita; mio cugino se ne accorge e le chiede, acido:
<< Cos’hai da guardare, Rosier? >>
Si odiano fin dal primo momento in cui si sono conosciuti, lui fermo sostenitore dell’orgoglio Grifondoro, lei convinta Serpeverde: è normale assistere a questi battibecchi.
<< Non c’è niente da guardare in te, Potter. Niente. >> Sentenzia, fredda come il ghiaccio, socchiudendo gli occhi grigi, forse dimenticando di avere di fronte l’intera famiglia di James.
Zia Ginny alza un sopracciglio, trattenendosi palesemente dall’intervenire, mentre mia madre scambia con zio Harry e con mio padre uno sguardo complice; non riesco a capire cosa gli passa per la testa, sarà la crisi di mezz’età.
Gli occhi di tutti sono puntati sulla mia amica, ma non quelli di papà. Lui non ha dimenticato la sua missione, perciò è ancora concentrato su Scorpius.
<< Beh >> Constata in maniera piuttosto stupida. << Bene, allora … ehm, buon appetito >>
Non ha trovato niente di meglio da dire, come al solito quando scopre che io e Scorpius non stiamo insieme – ovvero ogni anno – ed è visibilmente sollevato, perché ricomincia a mangiare con rinnovato entusiasmo.
<< Cosa ti aspettavi? >> Sibilo in sua direzione, piccata. Ignoro l’espressione sorpresa di Scorpius e assalgo il mio piatto, senza alzare lo sguardo. Non vedo l’ora che questo incubo finisca, voglio tornare ad Hogwarts; domani sarà il mio compleanno, ma non sono per niente entusiasta: si prospetta un’altra giornata terribile, se non considero la tipica partita di Quidditch del trentuno dicembre.
Per un po’ gli unici rumori che si sentono sono quelli prodotti dalle posate, fino a quando un gridolino di Dominique riscuote tutti: la nonna le ha appena offerto la torta di cioccolata e Domi odia le calorie, i dolci e tutto ciò che può nuocere al suo perfetto girovita. Non è semplice vanità, la sua, penso guardando Victoire, insopportabile proprio come Lucy.
Ha reso terribile la preadolescenza di sua sorella.
Perché la bellissima, splendida, magnifica Dominique Altea Weasley è stata grassa. Nessuno avrebbe potuto immaginare che la cicciona con gli occhiali sarebbe diventata un giorno la ragazza più popolare di Hogwarts.


<< Dominique, non toccare quell’orribile ammasso di grassi, ti farà solo male! >> Victoire, Caposcuola, settimo anno, capelli biondi e ondulati identici a quelli della madre, altissima e formosa, continuava ad ammonire sua sorella, che non poteva essere più diversa da lei: aveva un paio di grossi occhiali da vista blu, una felpa che tentava di nascondere invano la sua ciccia straripante e dei capelli cortissimi che non facevano che evidenziare il volto paffuto.
Dominique ritraeva la mano e smetteva immediatamente di mangiare, tenendo gli occhi bassi. Spesso, al primo anno, mangiavo al tavolo di Grifondoro, per proteggere mia cugina da quella brutta megera. Non proprio brutta, ma era pur sempre una megera.
<< Che c’è, Weasley, non riesci a fare entrare nient’altro lì dentro? >> Scorpius adorava prenderla in giro, nonostante i miei continui rimproveri; si scomodava addirittura ad abbandonare il tavolo Serpeverde, pur di divertirsi un po’ con lei, non sapendo che qualche anno dopo si sarebbe divertito con lei in modo ben diverso.
Gli avevo dato uno scappellotto e Dominique mi aveva guardata con gli occhi colmi di gratitudine.
Una torta al cioccolato torreggiava davanti a lei e sembrava dire “mangiami, mangiami” alla povera ragazzina, che non era riuscita a non cedere. Aveva afferrato una grossa fetta di dolce e l’aveva morsa avidamente, guardando Scorpius con aria di sfida.
Nellie O’Tusoe, truccatissima fin dagli undici anni, si era affiancata al mio migliore amico ed aveva salutato prima me, poi Dominique, apostrofandola poco gentilmente come “Veela che ha mangiato un Troll”.
Sul serio, era una battuta troppo articolata per essere sua e, dal sorriso furbo di Scorpius, capii immediatamente che era stato lui ad inventarla.
Tre anni dopo, quello stesso ragazzino arrogante – con qualche centimetro di altezza in più –  era rimasto sbalordito davanti alla bellezza di una presunta straniera dai lunghi capelli biondi e si era subito presentato alla ragazza, guadagnandosi uno “sparisci, sgorbio” davvero memorabile.
Più tardi avrebbe scoperto che quella stessa ragazza era Dominique Weasley, la grassona che aveva preso in giro per tre anni, completamente cambiata dopo l’estate trascorsa in Francia: io stessa avevo fatto fatica a riconoscerla, aveva perso ben trenta chili.


Sorrido a quel ricordo e mi volto istintivamente verso Victoire, che sta rimproverando Dominique per il suo abbigliamento poco consono: ha i jeans, che enorme reato. Lucy, ancora dotata di apparecchio, nonostante l’età, annuisce supponente. Ha sempre tentato di imitare Victoire, ma con scarsi risultati, visto il suo aspetto fisico: Percy Weasley con i capelli lunghi ed una minigonna.
<< Oh, ma state zitte, stronze! >> Sbotto alzandomi dalla tavola. Sotto il mascara, scorgo negli occhi di Dominique lo stesso sguardo di gratitudine di sei anni prima.
Lucy, indignatissima, mi volta le spalle, mentre Victoire sgrana gli occhi verde acqua; non è una reazione spontanea, la sua, penso proprio che lo faccia per mettere in evidenza il colore delle iridi.
Devo ignorarle, altrimenti rischio di finire ad Azkaban per il resto della mia vita.

*

Dopo il pranzo, la tradizione impone di riunirsi in salotto – non è un salotto vero e proprio, solo una stanza più ampia delle altre –  dove verranno continuati gli interrogatori a scapito dei figli o dei nipoti. Nessuno, nella famiglia Weasley, riesce a non impicciarsi nelle faccende altrui. Adesso tocca alla fidanzata di Al, che vorrebbe chiaramente sprofondare sottoterra; beh, sarebbe una cosa veloce se dovesse accaderle: non supera il metro e quaranta.
<< Ti chiami Faith, vero? >> Chiede nonna Molly, che già va matta per lei: ha divorato tutte le sue portate e non ha l’aspetto di un Asticello deperito, come ha più volte sottolineato guardando Dominique.
Faith annuisce con un sorriso timido ed il silenzio imbarazzante che si crea sembra metterla ancora più a disagio. Gli sguardi di Victoire, d’altra parte, non contribuiscono affatto a farla sentire tranquilla: mia cugina ha trovato una nuova vittima; mi chiedo come faccia Teddy a non accorgersi del pessimo carattere della sua fidanzata. In questo momento la sta stringendo teneramente, mentre Vic – così la chiamano tutti – ricambia accarezzandogli i capelli blu elettrico. Ancora una volta scopro di essere circondata da coppie felici, dolci e tenere; è una congiura per indurmi al diabete giovanile, ne sono sicura.
A pensarci bene, Azkaban sarebbe stato meglio di tutto questo; esco dalla stanza, diretta verso il giardino: gli gnomi, a volte, sono una compagnia migliore degli umani.
Fa davvero freddo fuori, comincia a nevicare. Adoro la neve, sembra cancellare tutto ciò che hai attorno, ti abbaglia, ti porta in un altro mondo. Un mondo senza migliori amici traditori, senza parenti ficcanaso e senza cugine stronze.
Prendo una vecchia Scopalinda dal capanno delle scope e sorvolo il giardino tra i fiocchi sempre più grossi; riconosco due sagome lontane, Scorpius ed Ophelia, che si stanno baciando sotto la neve. Sembra romantico e Malfoy – sì, adesso lo chiamo così – non fa mai cose romantiche per le ragazze che si porta a letto, anche perché le sue storie durano più o meno tre giorni. Ma questa ha superato la settimana di vita, deve essere davvero una cosa seria.
Improvvisamente ho una visione di quei due che brindano al loro matrimonio, mentre io sto a guardarli desolata al tavolo dei single, sorseggiando quel che rimane del mio drink.
Ehi, sto diventando fin troppo brava nei viaggi mentali!
Scuoto la testa ed evito all’ultimo momento un albero apparso praticamente dal nulla. Sono i miei migliori amici, è naturale che sia gelosa. Insomma, potrei rimanere sola per il resto dell’anno scolastico e magari finirei come quella sfigata di Crecy Canon: niente feste e solo libri.
Rabbrividisco al solo pensiero di sfogliare di nuovo un manuale scolastico e poi ricordo che non potrei mai finire come Crecy, perché lei, a differenza mia, ha un ragazzo.

L’ amore è fastidiosamente dappertutto.

*

Trentuno Dicembre, ultimo giorno dell’anno, freddo glaciale e regali di Natale in ritardo; ma, soprattutto, compleanno di Rose!
Scendo dal letto senza neppure guardare la sveglia – strano, in vacanza mi assicuro di non alzarmi prima delle dodici – e scendo le scale ancora in pigiama. L’albero di Natale è proprio davanti a me, con tutto ciò che comporta la sua presenza: una quantità spropositata di doni. È tradizione (i miei ce l’hanno con le tradizioni, ormai l’avrete capito) scambiarci i doni dopo mangiato, tutti insieme come un’allegra famigliola unita.
Come ho già detto, me ne sbatto altamente, perciò scavo tra i vari pacchi per trovare i miei, senza preoccuparmi di dove andranno a finire i regali che sto lanciando con infinita grazia dall’altra parte della stanza. Prendo il primo su cui scorgo il nome Rose e lo apro, strappando la carta quasi con furia: deve essere di zio George, è una scatola di dolcetti dai colori sgargianti, tra cui riconosco alcune Pasticche Vomitose.
Fantastico, questa è una scorta per tutto il nuovo anno; sarebbe magnifico rifilarli a Melissa, perché no, dubito che Liam avrebbe ancora voglia di baciarla con l’alito fresco di vomito.
Ne metto una in tasca – potrebbe servire da un momento all’altro – e nascondo con cura il pacchetto, in modo che nessuno si accorga della mia piccola incursione mattutina all’albero di Natale.
<< Rose … che stai facendo? >>
Avevo detto nessuno? Volevo dire “nessuno tranne quello stronzo di Malfoy”. Devo mostrarmi affabile, non sa che sono arrabbiata con lui e che sto progettando un piano per ucciderlo senza lasciare prove – o peggio, testimoni.
<< Ciao, Scorpius! >> Esclamo con una vocetta mielosa per niente credibile; fortunatamente ha ancora sonno, così non ci fa molto caso. Mi volto verso di lui per completare la scenetta con un sorrisone da amica vera e …

Cazzo.

Malfoy è in piedi davanti a me – e fin qui niente di strano – ed indossa solo i boxer. Ha i capelli ancora spettinati e gli addominali in bella vista; questi due fattori devono aver distrutto ogni singola cellula nervosa che ancora aveva il coraggio di vagare nel mio cervello pressoché inutile.
Sento che il sorriso si è trasformato in una smorfia di stupore, così mi affretto a girarmi nuovamente verso l’albero, con la scusa di rimettere a posto i regali. Gattono da una parte all’altra della stanza alla ricerca di quelli che ho scaraventato in aria e mi trattengo dal lanciare un’altra occhiata a Scorpius.

Ora è di nuovo Scorpius, vero?

Ignoro le insinuazioni dell’ultimo neurone sopravvissuto e mi dedico al mio compito, non senza sentirmi completamente ridicola.
<< Ho sentito dei rumori e sono sceso a controllare >> Mi spiega, anche se non gli ho chiesto niente.
<< Capisco >> Rispondo, forse un po’ troppo fredda. Cerco subito di riprendermi con la domanda più stupida del mondo e mi accorgo che è la seconda volta in due giorni che gliela rivolgo:
<< Dov’è Lia? >>
<< Oh, sta dormendo! >> Anche questa volta non sembra essersi accorto di niente: la fortuna mi sorride – avrà voluto farmi un regalo di compleanno.
<< Vuole riposarsi prima di partire >> Aggiunge, fissando il soffitto.

Fermi tutti. Partire? Per dove?

<< Wow … >> Esclamo, veramente poco entusiasta. << Dove andate? >>
Trascuro la sua dimenticanza nei confronti del mio compleanno e porto avanti la conversazione; ormai ho raccolto la maggior parte dei regali, devo far presto.
<< Ho pensato che far visita al Maniero sarebbe stato … ecco, carino! Andiamo via questo pomeriggio. >>
Carino.
Carino.
Allora ha davvero dimenticato il mio compleanno.
Mi alzo in piedi e sbotto: << Ma Scorpius, tu non fai mai le cose perché sono carine >> Mi fermo per dare la giusta intensità all’aggettivo, poi continuo, avvicinandomi a quella faccia da schiaffi – ed a quel corpo da urlo.
<< Che ti succede? >> Urlo, senza preoccuparmi di svegliare gli altri.
<< No, adesso dimmi che succede a te, invece! >> Sbraita, spaventandomi un po’. << Sei così egoista che non mostri nemmeno un po’ di felicità per i tuoi migliori amici! >>
Soffoco un singhiozzo e lo guardo negli occhi verdi, delusa ed arrabbiata.
<< E tu invece sei così egoista da non ricordare nemmeno che oggi è il mio compleanno! >> Grido, correndo su per le scale e sbatto la porta della mia stanza.
Dominique, svegliata dai miei toni soavi, mi guarda in modo strano, poi posa la testa sul cuscino e si volta dall’altra parte. La ignoro e torno a dormire, cercando di non pensare a quanto è appena accaduto.
Tre ore dopo, scarmigliata ed ancora assonnata, scendo in cucina. Questa volta, almeno, mi sono degnata di cambiarmi; è il mio compleanno, devo pur apparire decente, qualche volta. Mi accoglie un fracasso assordante, che dovrebbe assomigliare vagamente ad una canzoncina di compleanno. Sorrido, colta di sorpresa, ed abbraccio mia madre, che mi sta venendo incontro. È strano non litigare con lei, di solito ha sempre qualcosa di poco carino da dire su di me. Oggi, invece, mi mormora: << Sei bellissima, Rose >>
Ne dubito fortemente, ma la ringrazio lo stesso. Non mi sembra il caso di rovinare uno dei rarissimi momenti di armonia familiare, uno di quelli che si vengono a creare solo come conseguenza di strane congiunzioni astrali.
Dominique mi porge impaziente il suo gigantesco regalo. Mi siedo sul pavimento e lo scarto, prendendo in mano uno splendido abito bianco; l’unico problema è che non indosserò mai niente del genere.
Mia cugina sembra leggermi nel pensiero e si china a sussurrarmi una minaccia: “Oh, sì che lo indosserai.”
Alzo le spalle e continuo a riscuotere ciò che mi spetta: non c’è nessun regalo deludente, a parte l’agenda nera di Lucy (“ti ricorda tutto quello che hai da fare, è un consigliere prezioso”). Quando sarò ad Hogwarts la getterò nel fuoco del camino.
Il migliore è stato senz’altro l’ultimo modello di Firebolt, da parte di mio padre: a volte amo quell’uomo.
Scorpius, invece, non mi ha ancora dato niente, nemmeno un misero pacchetto. Ho il brutto presentimento che la nostra amicizia sia ufficialmente finita e mi ritrovo a pensare che sarebbe dovuto succedere, prima o poi – purtroppo.

*

<< Rose >> Scorpius mi ha raggiunta nel capanno delle scope; mi sono rifugiata lì con la scusa di preparare al meglio la mia Firebolt.
<< Io non ti ho comprato nulla … scusami, davvero … spero che questo basti. >> 
Non mi giro nemmeno a guardarlo, anche se non capisco cosa voglia dire con “questo”. Magari se si spogliasse …
Sto diventando una maniaca, devo smetterla.
Prima di poter pensare a qualsiasi altra cosa, mi ritrovo stretta in un abbraccio caldo; per un attimo dimentico tutti i litigi dell’ultimo periodo, la sua storia con Lia, il madornale errore nel dimenticare il mio sedicesimo compleanno. Quell’abbraccio è il più bello che abbia mai ricevuto, il più caldo, il più sicuro. Poso le mani sulle sue spalle e mi avvicino a lui, lentamente; il mio cervello si è praticamente scollegato, non riesco a controllarmi.
Scorpius mi posa un delicato bacio sulla guancia, pericolosamente vicino alla bocca. Per fortuna non ha capito le mie intenzioni, altrimenti sarebbe stata davvero la fine della nostra amicizia.
Chiudo gli occhi e mi stringo di più al mio amico, passandogli le braccia attorno al collo e sfiorando finalmente i suoi capelli dorati.
<< Sei perdonato, stupido! >> Esclamo, accorgendomi di avere la voce tremante. Che strano, non è la prima volta che mi abbraccia, eppure questa volta mi sembra speciale. Si stacca lentamente da me, provocandomi dei brividi sicuramente dovuti al freddo – senz’altro Rose, senz’altro – e mi sorride teneramente.
Prendo la Pasticca Vomitosa e gliela infilo in una mano, ricambiando il sorriso.
<< Caramella di compleanno? >> Domanda retorica, Scorpius adora i dolci; divora la Pasticca senza pensarci su, ancora sorridente.
Credevate forse che l’avrei perdonato? Ragazzi, io sono Rose Weasley.
Esco dal capanno, lasciandolo solo con i suoi problemi di stomaco; qualcosa mi dice che il suo viaggetto romantico sarà sicuramente rimandato.

<< Ehi, Rose, giochi? Maschi contro femmine! >> La voce esaltata di Lily mi giunge da lontano e la mia risposta non si fa attendere.
<< Spacchiamogli il culo, cugina! >>

*

Eccomi tornata, con un capitolo piuttosto lungo. Vi ho fatto aspettare un bel po', ma spero che ne sia valsa la pena e volevo pubblicarlo prima di andare in vacanza.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va, è un immenso piacere come al solito ricevere le vostre recensioni!
Sperando di non avervi deluso, vostra,
Iv - Perchè Gialletta fa schifo come nome. :D

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Capitolo 5
*** Interagire con cheerleaders ritardate, cugine depresse ed esemplari maschili di Malfoy - Manuale Fallimentare ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Interagire con cheerleaders ritardate, cugine depresse ed esemplari maschili di Malfoy -
Manuale Fallimentare




9 Gennaio 2022


Il mio brillante piano per evitare il viaggetto di Scorpius ed Ophelia a Malfoy Manor non ha funzionato: ha solo ritardato un po’ la loro partenza ed incrinato ancora di più il rapporto col mio migliore amico – può ancora essere definito così?
Perciò, mentre i piccioncini ufficializzavano il loro tenero, dolce, adorabile rapporto pieno di cuoricini ed incantesimi contraccettivi, io sono stata costretta a sorbirmi le manie di protagonismo di zia Audrey – che non ha perso occasione di sottolineare quanto siano brillanti le sue figlie, a sopportare James e Dominique, entrambi con l’umore più nero dei capelli di zio Harry e, ultimo ma non meno importante, ad ascoltare le lezioni extra di Babbanologia di nonno Arthur, impegnato nella riscoperta di un feletonino.
Non bastavano le follie della mia famiglia, no, perché al binario 9 e ¾ ho incontrato Draco Malfoy in persona: ovviamente è scoppiata una lite furiosa che ha coinvolto anche James, mio padre e me, nonostante le minacce di mia madre e quelle di Astoria, che hanno guardato il nostro spettacolino con aria inequivocabilmente omicida.
In realtà il signor Malfoy non ha niente contro di me – potrei affermare addirittura di piacergli – ma si diverte un mondo a stuzzicarmi ("Mio figlio ti ha abbandonata?" "In effetti è logico preferire una Nott ad una Weasley"); evidentemente non ha perso il suo spirito Serpeverde.
Ha accettato il fatto che fossi la migliore amica di Scorpius senza fare storie, ma alle fatidiche parole “passo il Natale alla Tana” arriccia ancora il naso infastidito; è un Malfoy, dopotutto. Il disprezzo ce l’ha nel sangue.
Perciò, dopo un battibecco durato qualche minuto, un successivo tentativo di mio padre di assassinare la versione adulta del mio forse-migliore-amico ed una ramanzina di mia madre sul nostro essere terribilmente infantili, impulsivi e babbei sono finalmente salita sull’Espresso per Hogwarts.
Dopo vacanze del genere ed un viaggio in treno all'insegna del casino dei miei cugini, sono quasi contenta di essere tornata a scuola.
<< Signorina Weasley, può gentilmente illustrarmi le caratteristiche della Trasfigurazione umana? >>

Quasi.

Fisso la professoressa con un’aria decisamente ebete e azzardo un: “Beh, potrebbe servire a cambiare faccia… a proposito, Crecy, dovresti provarla!”
Crecy Canon si aggiusta gli occhialoni sul naso e, ignorando platealmente le risate di noi Serpeverde, alza la mano per fornire la giusta risposta. Ma la McGrannitt non sembra vederla: freme di rabbia, il suo sguardo sembra fulminarmi attraverso gli occhiali rettangolari, ridicoli almeno quanto quelli di Crecy.
<< Weasley, fuori di qui immediatamente! >> Sibila, con un tono che non ammette repliche.
Così sono costretta ad abbandonare l’aula, anche se fortunatamente non mi ha dato nessuna punizione.
<< Ah, dimenticavo, Weasley. >> Ho ancora la mano sul pomello della porta, quando la McGrannitt mi ferma.
<< Sei in punizione. >> Annuncia, sottolineando ogni parola con impietosa severità. << Venerdì sera, nel mio ufficio. >>

*


L’allenamento pomeridiano di Quidditch con le mie cugine è un appuntamento improrogabile: niente, nemmeno il mezzo metro abbondante di neve che si è depositato sul parco di Hogwarts, potrà fermarci. Insieme – o l’una contro l’altra – siamo una vera forza. In più ho la possibilità di vedere in anteprima alcune delle loro mosse; in qualche modo, quando giocherò contro Grifondoro o Corvonero, saprò già cosa mi aspetta.
Ma le mie cugine non sono affatto stupide, quindi riservano il meglio per le partite ufficiali, un po’ come faccio io. Così, una volta alla settimana, ci ritroviamo davanti al portone per raggiungere il campo; questa volta, però, abbiamo un ospite eccezionale: sua Maestà, Meravigliosità – non si può dire, ma meraviglia non rendeva il concetto, Perfezione, Eccetera-eccetera Dominique Weasley, che ci segue con un broncio da far invidia a Mirtilla Malcontenta, lamentandosi di tanto in tanto dei suoi stivali nuovi completamente inzuppati e di alcuni compiti di Trasfigurazione “della primaria importanza”. Sarebbe inutile ricordarle che nessuno l’ha invitata e che potrebbe tenere le sue lamentele per sé, dato che non riesce nemmeno a toccare una scopa da Quidditch, figuriamoci completare un intero allenamento sotto la neve.
I suoi capelli svolazzano minacciosi, accompagnando la sua camminata e rendendola alquanto inquietante: non incontri tutti i giorni persone dai capelli praticamente argentati. Non ci ha ancora rivolto la parola e questo non è un buon segno, perché Dominique tende spesso a straparlare, raccontare minuziosamente tutti i singoli avvenimenti del mese e stressarci fino allo sfinimento. Non sono l’unica ad essermi accorta del suo comportamento insolito, infatti Roxanne la fissa attentamente e chiede:
<< Che ti succede, Domi? Perché non sei con Steeval? >>
Dominique la fulmina con lo sguardo e sentenzia, glaciale:
<< Mollato. E sei pregata di farti gli affari tuoi! >>
Ed il mistero è stato risolto: ecco perché sta venendo al campo con noi. Si è semplicemente stancata del suo fidanzatino.
È vero che a volte Roxanne può risultare un tantino invadente – anche più di un tantino – ma adesso non ha fatto niente di male, o almeno niente che giustifichi la reazione di Dominique. E quando qualcuno osa trattare in un certo modo Roxanne, specialmente senza motivo, non la passa liscia.
<< Come hai detto, scusa? >> La ammonisce, scuotendo i lunghi capelli ricci intrappolati dalla cuffia rosso-oro e fermandosi proprio davanti a Dominique, che non fa una piega e replica:
<< Ho detto che devi tenere il tuo stupido naso lentigginoso lontano dalle mie faccende >> Alza un sopracciglio con aria di sfida e mette le mani sui fianchi, in una fedelissima imitazione di nonna Molly.
Adesso Roxanne è veramente infuriata; le sue orecchie stanno raggiungendo una pericolosa sfumatura di rosso che non ha niente a che vedere col freddo ed i suoi occhi neri sembrano sprizzare scintille.
<< Io spacco il tuo di naso! >> Sbraita a due centimetri dalla faccia della sprovveduta che ha osato farle il supremo oltraggio.
Riprendo a camminare con Molly e Lily, lasciandomi alle spalle le altre due: sono davvero impossibili. Le loro urla ci accompagnano durante tutto il tragitto, facendo voltare ogni singolo essere vivente al nostro passaggio. Non che ce ne siano molti, qui fuori; sta ricominciando a nevicare e solo delle psicopatiche uscirebbero dal castello con una pseudo-tormenta che si avvicina. Come volevasi dimostrare, io e le mie cugine non siamo perfettamente normali.
<< … se continui così, a trent’anni il tuo culo raggiungerà le dimensioni di quello di zia Audrey >>
Sento distrattamente la voce di Roxanne, ma non riesco a cogliere la risposta di Dominique e nemmeno m’interessa. Intanto, Lily ha cominciato a ciarlare della sua nuova cotta, un Cacciatore di Tassorosso del settimo anno non ancora ben identificato, forse perché non mi sono data la pena di ascoltare il noioso discorso della mia cugina più piccola – e più molesta. Scambio uno sguardo esasperato con Molly, che sta tentando di impiccarsi con la sciarpa, poi impugno la bacchetta, consapevole che il mio gesto mi costerà non poche conseguenze, e scelgo la fattura da usare.
La punto verso di loro per farle stare finalmente zitte, ma qualcosa ammutolisce improvvisamente l’intera compagnia: sembrano sconvolte.
<< Ma che caz… >> Vengo interrotta da un gesto di Molly, che mi indica lo scempio, la catastrofe, la fine.
Mi catapulto verso il centro del campo da Quidditch, già occupato, ma non da una squadra, non da altra gente in sella a delle scope, no.
Quelle in mezzo al campo assomigliano terribilmente a delle…
<< Ragazze Pon-Pon >> Squittisce civettuola una di loro in risposta alle nostre espressioni interrogative; sembra essere la capobranco. È una Tassorosso del quarto anno, ha i capelli lisci e di un biondo smorto, gli occhi castani ed un decolleté dietro al quale sbavano più o meno tutti i ragazzi della scuola.
<< Ragazze Pon-Pon? >> Domandiamo io, Molly e Roxanne all’unisono, scettiche e disgustate.
La ragazza – Mirage, credo – annuisce con un sorrisone idiota stampato in faccia; non si è accorta affatto della nostra ostilità.
<< Da quando ci sono cheerleaders ad Hogwarts? >> Sputa Roxanne, masticando la sua chewing-gum più forte che mai. È una sportiva nata ed odia qualunque tipo di frivolezza, quindi la sua reazione è più che giustificata, davanti all’incarnazione della frivolezza.
Mirage interpreta la sua domanda come una semplice curiosità e comincia a spiegare la storia del suo gruppetto di oche danzanti:
<< Beh, l’ho visto in un film Babbano ed ho pensato che sarebbe stato carino, così l’ho chiesto alla McGrannitt, che non mi ha dato il permesso, nossignore, allora mi sono rivolta a … >>
Il suo monologo viene stroncato da un urlo belluino di Molly:
<< NON CI INTERESSA SAPERE LA STORIA DELLA TUA VITA, CHIARO?! >>
A questo punto la cheerleader capo sembra molto confusa: il suo cervello sta ancora elaborando le complesse informazioni che ha ricevuto negli ultimi minuti. Attendiamo impazienti la perla di saggezza che uscirà dalle sue labbra, ma riesce a farfugliare solo qualche parola confusa:
<< Io… io credevo… insomma, lei… >> Sembra terrorizzata.
<< Bene, ragazzina >> Mi rivolgo a lei abbastanza gentilmente, abbassandomi fino a raggiungere la sua altezza – sto gongolando perché in un mese ho trovato ben due ragazze più basse di me.
<< Fuori dal nostro campo da Quidditch >>
Immagino che scapperà, urlerà, andrà via a testa bassa, ma non fa nulla di tutto ciò e replica, con la sua voce insopportabilmente stridula:
<< Il campo è anche nostro! Anzi, oggi è completamente nostro! >> Alza la voce e temo che ben presto raggiungerà gli ultrasuoni.
<< Vero, Terence? >>
Si volta verso gli spalti, da dove un Terence Wright al settimo cielo la sta salutando, con il cappotto abbottonato male e tracce di rossetto ovunque.
Perfetto, hanno anche corrotto il Caposcuola.
Mirage si è già rimessa all’opera, incitando gli altri animaletti da compagnia, tra cui spicca per mancata coordinazione la mia adorata compagna di stanza, Nellie O’Tusoe, che si sta cimentando in una sorta di danza araba. Dominique si è già seduta sugli spalti, ben lontana da Wright, e sta leggendo un gigantesco libro dall’aria spaventosa; Roxanne sta per scoppiare – di nuovo; Lily e Molly, invece, hanno già inforcato la scopa, in un chiaro segno di sfida.
Ghigno sadicamente e salgo sulla mia Firebolt nuova di zecca, dando accidentalmente una spallata a Mirage mentre prendo quota. Ora che ci penso, cosa ci fanno delle cheerleader in minigonna e collant fucsia su un campo da Quidditch ghiacciato? Scommetto che la McGrannitt le ha spedite qui per farle desistere, ma sono talmente sciocche da non capire neppure questo. Anche da quassù si sente la voce stridula della Tassorosso, che continua a scandire il ritmo:
“Uno… due… tre… quattro!”
Ma questa volta c’è qualcosa di strano: ha contato troppo lentamente…
Poi, quando due raggi rossi mi sfiorano, capisco che stanno mirando a me e che si erano praticamente coordinate per attaccarmi. Qualche metro sotto, Lily si trova nella mia identica situazione, solo un po’ più in difficoltà. Queste ragazzine sono folli, non si rendono conto che potremmo cadere e farci male seriamente. Viro rapidamente con la scopa, poi mi getto in picchiata, dritta contro di loro. In pochi secondi si disperdono, correndo via dal campo con scarsi risultati, dato che la neve impedisce i loro movimenti.
Sono a due metri da terra e non ho idea di come fermarmi. Molly e Lily urlano il mio nome disperatamente, Roxanne sta cercando di raggiungermi ed aiutarmi, ma è troppo lontana.
Un metro…

Cazzo, Merlino, se sopravvivo a questo non insulterò mai più i tuoi boxer!

Mezzo metro…

Morgana, giuro che non farò mai più sogni erotici su Liam.

Mi preparo all’urto, chiudendo gli occhi e spingendo in un ultimo disperato tentativo la scopa verso l’alto. Sento la neve sfiorare le mie ginocchia, poi mi accorgo che sono riuscita a frenare: la scopa si arresta bruscamente ed io cado di lato, esausta.
Tutta colpa di quelle stupide ragazze pon-pon. La pagheranno, oh sì.
Ci metto qualche secondo a realizzare che la mia faccia è immersa nella neve e maledico ancora una volta Mirage e le sue amichette: probabilmente è la brama di vendetta che mi dà la forza per rimettermi in piedi, perché mi sento davvero uno straccio.
<< TU! >> Ringhio in direzione della biondina, afferrando saldamente la mia bacchetta.
<< Brutta troia, non permetterti mai più di fare una cosa del genere! >>
Adesso sì che è terrorizzata: non accenna a parlare e resta ferma sul posto, mentre le altre decerebrate voltano rapidamente la testa da me a lei, come si fa per seguire una partita di tennis.
<< Furnunculus! >> Esclamo, centrandola in pieno. Comincia a riempirsi di orribili bolle di ogni dimensione, lanciando gridolini con crescente intensità. Scoppio a ridere perfidamente, ma il mio glorioso momento malefico viene interrotto da uno starnuto improvviso. E mi accorgo, con mio sommo orrore, di essere io a starnutire.
<< Ti stai raffreddaandoo! >> Canticchia Lily, che si è ripresa solo ora dallo shock della mia caduta. Roxanne e Molly smettono di sbraitare contro le cheerleader, che stanno correndo via al seguito della loro mamma-oca ormai coperta di pustole, e si avvicinano a noi.
<< Come stai? >> Chiede Roxanne, masticando ancora la sua proverbiale chewing-gum; secondo me la tiene in bocca da anni. Poi il suo volto si illumina di un’improvvisa comprensione.
<< Se salterai la prima di campionato Grifondoro avrà ottime possibilità! >>
<< Sto benissimo! >> Rifilo un’occhiataccia a Lily, per poi rivolgermi a Roxanne: << Non salterò la prima di campionato e non è assolutamente vero che mi sto raffr… etciù! >>
Magnifico, ci mancava solo questa.
Molly ridacchia, togliendo un po’ di neve dal ciuffo biondo e depositandola gentilmente sui capelli di Lily.
Anche Dominique accorre ad accertarsi delle mie condizioni: è l’unica di cui potersi fidare in questo caso, dato che sono abbastanza sicura che le altre tre – specialmente Roxanne, è decisamente fanatica – mi lascerebbero qui in mezzo alla neve, pur di vincere una partita contro Serpeverde; non le biasimo, farei lo stesso: il Quidditch è Quidditch e non esistono legami familiari.
Ignoro il luccichio sinistro degli occhi di Roxanne e seguo Dominique, diretta al castello, in silenzio. Probabilmente le altre rimarranno ancora un po’ ad allenarsi, ma io sono troppo indolenzita per risalire sulla scopa; quindi mi tocca andare in Infermeria. In compagnia di una cugina chiaramente in piena sindrome premestruale.
Durante il tragitto non dice una parola e continua a fissare contrariata i suoi stivali fradici, aprendo il libro di tanto in tanto e sbirciando sempre la stessa pagina. Io e i libri non andiamo particolarmente d’accordo, ma non resisto alla tentazione di guardare anch'io quella pagina evidentemente così interessante. C’è una foto, una foto in cui distinguo chiaramente Domi – il suo cappotto rosso cremisi si riconoscerebbe ovunque – abbracciata ad un ragazzo biondo.
Dominique? Ragazzo biondo?
Sgrano gli occhi e mi affretto a distogliere lo sguardo, ma Dominique mi ha già beccata.
<< Che stavi guardando? >> Sibila, minacciosa.
<< Niente! >> Sorriso angelico e mani dietro la schiena, in un’interpretazione da Oscar.
<< Sicura? >> Chiede, con un sopracciglio alzato, mentre entriamo nella Sala Grande. Sistema il libro sotto il braccio ed un rettangolo di carta scivola dalle pagine e volteggia lentamente verso terra. Mi chino a raccoglierlo, velocissima, nonostante i tentativi di impedirmelo di Dominique – tra cui mi sembra opportuno annoverare una presa per i capelli alquanto dolorosa.
<< E questo chi è? >> Le chiedo, sventolando la foto davanti a lei con aria vittoriosa, notando solo dopo un po’ che sullo sfondo c’è la Tour Eiffel; quindi la sua ultima conquista risale alla vacanza in Francia di qualche giorno fa. Sospira e mormora impercettibilmente:
<< J. J. >>
<< E tu avresti conosciuto questo J. J. e non me lo hai mai detto? >> Esclamo, palesemente offesa.
<< Ci credo che non volevi più tornare dalle vacanze, avevi un buon motivo per restare, ma tu non dici niente a tua cugina – e credo di essere anche la tua migliore amica, ho il diritto di sapere quello che… >>
<< J. J! >> Sussurra, questa volta con più enfasi. È praticamente sconvolta, chissà per quale motivo.
<< Ho capito come si chiama, non sono stupida! >> Rispondo, un po’ piccata. Dominique scuote la testa freneticamente, indicandomi un punto alle mie spalle. Mi giro e capisco tutto: la Preside sta parlando con un uomo alto ed affascinante e con un ragazzo dai capelli biondo miele; non ho difficoltà a riconoscere il tale della foto.
Devo dire che dal vivo è ancora meglio.
<< Ma perché non è in Francia? >> Chiedo a Dominique, che continua ancora a scuotere la testa: sembra un automa rotto.
<< Non lo so, Rose, non lo so >> Non l'ho mai vista così terrorizzata.
<< Dovresti essere contenta, credo >> Constato dubbiosa. Poi capisco:
<< Oddio, Domi, non te lo sarai mica fatto? >>
<< Io non gli piaccio, non gli piaccio… non gli piaccio! >> Ripete più volte la stessa frase, come se fosse un incantesimo da imparare a memoria, con gli occhi blu sbarrati. Non ha nemmeno sentito la mia domanda.
<< Andiamo, è impossibile… e come spieghi la foto? Vi abbracciate come due sposini! >> Obietto.
Dominique piace ad ogni essere maschile sulla faccia della terra e i francesi biondi e snob non fanno di certo eccezione.
Il sopracitato francese si gira verso di noi e la riconosce: le fa un cenno svogliato e torna ad ascoltare il discorso di suo padre.
C’è una sola risposta a tutto ciò: è gay.
<< Mia zia Gabrielle ha detto che eravamo semplicemente stupondi insieme ed ha voluto farci qualche scatto >> Risponde, seccata, imitando il frivolo accento Delacour.
<< E comunque non gli piaccio, non ha fatto altro che insultarmi. >>
<< Beh … allora è gay! >> Esplicito la mia ammirevole deduzione, tutta contenta.
Ma Dominique nega sfacciatamente la mia ipotesi, senza prestare il giusto rispetto ad un detective del mio livello; anche Sherlock Holmes si inchinerebbe al mio cospetto, perché lei no?
<< No, genio, mia cugina dice che si fa una ragazza a settimana! >>
Ma potrebbe essere tutta una copertura, potrebbe… ok, meglio appendere berretto di tweed e lente di ingrandimento al chiodo.
<< E tu vorresti essere una di quelle ragazze… o sbaglio? >> Insinuo, con un ghigno davvero molto Serpeverde.
La sua reazione è a dir poco epocale: nessuno, nessuno a memoria d’uomo ha mai visto Dominique arrossire. Ed io, signore e signori, sono la prima a cui è stato concesso il privilegio: le sue guancie diafane si colorano di un timido rosa, che cerca inutilmente di nascondere.
<< N-non è assolutamente vero! >> Balbetta, ostentando un’inesistente indifferenza.
<< Come no! >> Replico, gongolante. Ma il mio sorriso si spegne quando vedo passare Scorpius ed Ophelia, mano nella mano. Una strana bestia feroce si risveglia dentro me, incitandomi a sbranarli. O meglio, a sbranare Ophelia e violentare Scorpius. Ignoro i miei folli istindi omicidi assolutamente ingiustificati e sento distintamente Dominique mormorarmi, mentre mi supera intenta a scappare dal suo bel francese:
<< Tu invece vorresti essere una di quelle ragazze >>
Mi rendo conto che ha appena indicato la coppietta felice. Come ha fatto a capirlo? Anche se in realtà non c’è niente da capire, perché Scorpius è il mio migliore amico e non mi piace assolutamente. Non provo strani brividi quando mi abbraccia o quando mi guarda, non sento l’impulso di strappare ad uno ad uno i capelli di Ophelia, anche lei mia amica, non voglio baciarlo in questo stesso istante. No, decisamente non mi piace.
Oh, al diavolo, che sto dicendo? Dominique sì che è una detective, sono colpita.

Colpita ed affondata.


*

10 Gennaio 2022

Scorpius mi guarda intensamente. Sono di fronte a lui, sul suo letto, nella sua camera, e lo guardo anch’io. Sì, intensamente.
È vicino, straordinariamente vicino, posso vedere i suoi occhi verdi resi più scuri e profondi dalla luce delle candele.
<< Allora, vedi o no? >> Sbuffa il ragazzo alla mia sinistra, il losco organizzatore delle nostre bische clandestine notturne: Aaron Dixon.
Cosa avevate immaginato? Stiamo solo giocando a poker.
Niente situazioni hot.
<< Vedo. >> Ho già un falso sorrisetto vittorioso, nonostante io abbia solo una misera coppia di re. Ma qui, tra i Serpeverde, ritirarsi dalla partita è praticamente proibito; quando uno di noi tre vincerà, dovrà scegliere il pegno per gli altri due. Spero proprio di non dover fare qualcosa di disgustoso, tipo baciare quello strano tipo eliminato due secondi fa dal gioco, che mi fissa insistentemente da più di mezz’ora. Sinceramente, sprecare il mio primo bacio così sarebbe squallido.
All’inizio eravamo in otto, compresi Zabini ed altre due ragazze del quinto anno, Elise e Hilary, anche loro fissate col gioco d’azzardo. Adesso, però, stanno giocando diversamente: hanno trascinato Liam su uno degli altri letti e lo stanno riempiendo di moine. Una delle due – non so bene chi sia Hilary e chi sia Elise – gli sta addirittura sbottonando la camicia. E sembra goderne, il depravato! Ma un giorno mi vendicherò anche di lui, sia chiaro.
Spingo le mie ultime Fiche al centro del tavolo; Scorpius fa lo stesso, silenzioso e concentrato. Continua a spostarsi i capelli biondi all’indietro, chiaro segno del suo nervosismo: immagino che in mano non abbia proprio un cazzo, come me.
<< Bene >> Constata Dixon, con un sorriso che mostra tutta la sua notevole cattiveria.
Scopre due delle sue carte, una coppia di nove. Tiro un sospiro di sollievo, forse non ho ancora perso; ma non ho fatto i conti con la proverbiale, gigantesca sfortuna che sembra perseguitarmi, ultimamente.
Lentamente, con una mossa studiata, gira anche le altre carte: tre assi.
Scorpius impreca pesantemente contro la madre dell’inventore del poker, chiunque esso sia; io mi limito ad alzare gli occhi al cielo, in attesa del verdetto.
Dixon rifà lo stesso terribile sorriso di prima, guardando prima me e poi Scorpius, come un’Acromantula fisserebbe le sue prede, sadico e compiaciuto.
Sa benissimo che lui è il mio migliore amico, sa ancora meglio che non ci parliamo ultimamente, quindi non farà quello che temo – e spero. Non lo farà, vero? Perché io sarei assolutamente contraria… insomma, non può, non deve accadere qualcosa di compromettente con il mio migliore amico.
Qualcosa tipo…
<< Baciatevi. >> Un ordine perentorio, accompagnato dal solito ghigno di Dixon.
Baciatevi.
Una vocetta interiore esulta come ad una partita dei Tornados, facendomi quasi sorridere per la felicità.
Questa voce deve essere eliminata. Soppressa. Massacrata. Per favore, sorvoliamo sul fatto che le voci, per quanto false ed insopportabili, non si possano massacrare.
Perché, diciamocelo, non fremo all’idea di baciare Scorpius. Che sarà mai, solo un bacetto innocente; durerà al massimo un secondo.
Rimango impassibile, mentre Scorpius è furioso: sta protestando vivacemente, sostenendo che “è assurdo che io baci Rose, cazzo!”
Perché questo mi ferisce, quando non dovrebbe toccarmi minimamente? Sbalzi d’umore, immagino, sto poco bene in fondo: ieri sono caduta su mezzo metro di neve ghiacciata. Sì, la neve ghiacciata influisce sui miei sentimenti, perché non dovrebbe?
I miei ragionamenti mi inducono a prendere in seria considerazione l’idea di trasferirmi al San Mungo, Reparto Malattie Mentali. Sono sicura che un giorno intitoleranno a me un’intera sezione.
Dixon ignora le proteste ed il suo sorriso si allarga a dismisura, facendomi immaginare il megl… ehm, presagire il peggio.
<< Con la lingua, ovviamente. Ringraziatemi che non vi ho imposto di fare altro… >> Aggiunge, facendoci ammutolire.
<< Hai paura? >> Insinua uno dei ragazzi nell’ombra, rivolto a Scorpius. Sono perfettamente cosciente che questo, per gli altri, è semplicemente un passatempo serale: sembrano godere del nostro imbarazzo, evidente seppur ben mascherato.
So che questo lo farà capitolare all’istante: lui è Scorpius Malfoy e – secondo la distorta concezione che ha di se stesso – non può avere difetti, ergo non può temere qualcosa di così banale. Deglutisce e chiude gli occhi per un solo istante.
<< E va bene >> Sbotta, palesemente seccato. Altro colpo al cuore, il suo tono di voce. Eppure non sono così brutta: insomma, non ho la femminilità di Dominique, né la sicurezza di Ophelia, ma credo di potermi definire almeno passabile. Baciarmi è un sacrificio così grande?
Vuole essere fedele a Lia, forse? Non credo, non gli è mai importato di quisquilie come la fedeltà.
La prima cosa che provo è terrore, terrore puro. Devo ficcargli la lingua in bocca, devo rimanere ferma, devo abbracciarlo?
I battiti del mio cuore aumentano bruscamente di velocità mentre si avvicina; sono assolutamente sicura che sia la paura. Mi posa una mano sulla guancia, delicatamente, e mi sento scottare. Dev’essere la febbre. Anche se so perfettamente che ormai ho solo un insopportabile mal di gola e che la mia temperatura corporea è nella norma.
<< Scusami, Rosie >> Lo sento sussurrare ad un centimetro dalle mie labbra. Se continua così, sarò io a baciarlo. O a violentarlo, direttamente. I suoi occhi verdi sono proprio alla stessa altezza dei miei, incredibilmente vicini. Non riesco a sostenere il suo sguardo, così chiudo gli occhi, attendendo quel contatto così desiderato e temuto.
Desiderato, sì, non riesco più a negarlo.
Le sue labbra si posano sulle mie con una specie di strana esitazione, decisamente non da Scorpius. Porta anche l’altra mano sul mio viso, mentre mi appoggio sulle sue spalle; sto tremando.

Complimenti Rose, dovevano smistarti a Tassorosso.

Improvvisamente, tutto sembra scomparire: mi ritrovo a stringermi a lui in un modo piuttosto patetico, ma che mi sembra dannatamente giusto. Dimentico che sta con Ophelia, che non prova niente per me, che siamo solo amici, e mi lascio andare al suo bacio, che sta diventando totalmente diverso: è vero, inaspettato. Scorpius posa le mani sui miei fianchi e ricambia la stretta; i miei gesti sono talmente naturali da sorprendere anche me: affondo le mani nei suoi capelli biondi, ignorando una fastidiosa voce che da qualche parte ci sta chiamando, perdendomi nel dolce oblio di quel momento rubato ad un sentimento che non esisterà mai. Sono io a staccarmi da lui – devo respirare, purtroppo – ansimando. Nei suoi occhi c’è il mio stesso sguardo confuso e sorpreso.
Siamo ancora stretti nel nostro abbraccio, che non ha proprio niente di amichevole. Ci mettiamo un po’ a renderci conto che dobbiamo staccarci; vedo addirittura le guancie di Scorpius lievemente arrossate, un attimo prima di distogliere lo sguardo. L'atmosfera che si era creata si disperde rapidamente: i fischi di ammirazione degli idioti che ci circondano mi fanno ritornare alla realtà, una realtà che mi informa gentilmente che è stato tutto per gioco e che qualcosa del genere non avverrà mai più.

Ecco cosa intendono quando dicono che il poker è pericoloso.

*
Ehm sì, esisto ancora. Ecco, dopo la vacanza, l'inizio traumatico della scuola ed i compiti assegnati subito così GENTILMENTE dai miei CARI professori, non ho avuto proprio modo di scrivere un capitolo come si deve: ma in questa settimana mi sono fatta forza ed ho cercato di fare del mio meglio, anche perchè tengo molto a questo capitolo.
Spero che vi piaccia - il bacio di Rose e Scorpius si è praticamente scritto da solo.
Rose ammette (quasi) a se stessa i suoi sentimenti per il suo migliore amico, FINALMENTE! Se non si darà una mossa, dubito che succederà qualcosa... Scorpius, invece, è confuso, dopo il bacio. Perchè? Cosa significa il suo comportamento?
Conosciamo meglio anche Dominique, che, strano ma vero, si è innamorata. Già, Dominique. Innamorata. Niente è impossibile!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo, ci tengo davvero tantissimo... un bacio, alla prossima, se vorrete.
CI TERREI A SEGNALARE IL MIO PROFILO Facebook dedicato ad Efp, ANIVA EFP. Aggiungetemi, se vi va :D Vi darò spoiler, informazioni e tanto altro!
- Iv.

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Capitolo 6
*** I colori della sconfitta, un'inutile scoperta e la brama di vendetta - L'esatto opposto di ciò che ti aspetti ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


I colori della sconfitta, un'inutile scoperta e la brama di vendetta - L'esatto opposto di ciò che ti aspetti




31 Gennaio 2022


<< E Serpeverde segna, settanta a venti per Serpeverde! Weasley mi sembra molto spento, oggi, come il resto della sua squadra. Sono Grifondoro, c'era da aspettarselo... Ed ecco che Lily Potter prende la Pluffa, e… no, Elise, non puoi farti scartare, dannaz… >>
<< Dixon, MODERA I TERMINI! >> Interviene la professoressa McGrannitt. Affidare la cronaca al più grande organizzatore di scommesse clandestine della scuola non è stata una mossa astuta da parte della Preside; è la persona meno affidabile che conosca.
La partita è giunta al punto di massima intensità: ho respinto dieci tiri in pochi minuti ed ho addirittura smesso di sentire freddo, nonostante stia nevicando.
<< Non si agiti, alla sua età fa male! >> Risponde Dixon con la sua solita insolenza.
<< Ed ecco che Lily Potter avanza, è implacabile, schiva un bolide, si avvicina alla porta… però, bel carattere questa Potter! Mi piacerebbe tanto vedere se è la stessa sotto le lenz… >>
<< DIXON! >> La voce magicamente amplificata della Preside risuona per tutto lo stadio. Un attimo di silenzio, poi Dixon si riappropria del microfono ed urla, isterico:
<< Potter ha visto il Boccino! Malfoy, cosa cazzo aspetti? >>
Questa volta la McGrannitt non si degna nemmeno di rimproverarlo: sta seguendo con grande attenzione la traiettoria di mio cugino. Che, se prenderà quel dannatissimo Boccino, sarà ufficialmente disconosciuto.
Sono troppo occupata a guardare Al e Scorpius per accorgermi in tempo della Pluffa che mi è appena passata dietro l’orecchio; mi sbraccio verso i Battitori, ma i Bolidi sembrano non arrivare mai a destinazione. Albus ha un notevole vantaggio, Scorpius non lo raggiungerà mai. Fino a qualche momento fa stava sorvolando svogliatamente il campo e si è fatto distrarre da quelle oche che si spacciano ancora per cheerleader. Lo chiamano insistentemente da mezz’ora e, da bravo dongiovanni, si è sentito in dovere di sorridere nella loro direzione.

Sei un Cercatore, non un modello!

Mentre recupero la Pluffa, sento il boato del pubblico Grifondoro: non mi serve guardare per sapere cos’è successo. Al, purtroppo, è un Cercatore degno di suo padre. La voce funerea di Dixon annuncia la fine della partita, con un secco "settanta a centottanta".
Mezz’ora e tante imprecazioni dopo si scatena quella che sembra la solita rissa di fine partita, ma invece è solo il risultato della furia omicida di Ophelia, che ha affatturato due delle cheerleader – la McGrannitt le è segretamente grata – e sta urlando insulti di ogni genere in direzione di Scorpius, che getta la scopa e se ne va senza nemmeno degnarla di una risposta.
Non posso fare a meno di provare un pizzico di egoistica felicità, dopo il loro litigio, ma subito mi piomba addosso il peso della sconfitta. O meglio, mi piomba addosso mio cugino James, che saltella freneticamente, travolgendo ogni ostacolo sul suo cammino.
<< Lunga vita ai Potter, cuginetta! >> Esclama spaccandomi i timpani e sollevandomi nonostante i miei tentativi di divincolarmi dalla sua presa.
Forse dimentica che sono un membro della squadra che è stata sconfitta pochi minuti fa.
Oh, illuditi pure, James. Dì un’altra parola, solo un'altra parola, e l’unica cosa ad essere lunga sarà la tua sofferenza.

 

*

7 Febbraio 2022



Qualche anno fa una mente geniale non meglio identificata ha deciso che ogni squadra di Quidditch dovesse fare una foto in abito da cerimonia, in modo da essere ricordata eternamente – e ridicolmente – negli Annuari di Hogwarts.
La mia famiglia non è mai stata una grande intenditrice di questo genere di abiti, come dimostra una foto di papà, infilato a forza in un vestito che potrebbe benissimo appartenere alla McGrannitt, scattata al suo quarto anno.
Quando ho aperto il pacco che mia madre mi ha gentilmente mandato via gufo, aspettandomi il peggio dopo le esperienze degli anni passati, ho trattenuto con grande difficoltà un conato di vomito. È un ammasso poco definito di trine e merletti, lungo, largo e risalente almeno al decimo secolo.
Un cimelio di famiglia, scrive nonna Molly nel biglietto; io lo definirei piuttosto una condanna a morte per la mia vita sociale.
Immaginate: i futuri studenti, dopo aver letto le mie gesta nell’elenco delle punizioni del Custode, vorranno conoscere meglio l’autrice di tante ardite e nobili imprese.
Magari non così nobili, ma non è questo il punto.
Andranno quindi a cercare nell’Annuario dell'anno scolastico 2021/2022 e vedranno la foto di una ragazza desolata vestita più o meno come la Signora Grassa.
La cosa peggiore è che il vestito è di un inequivocabile rosso-oro; non posso presentarmi davanti alla mia squadra coi colori dei Grifondoro dopo la sconfitta di appena una settimana fa – ingiusta e con un arbitraggio indecente, che ci puniva per ogni minima spintarella.
Eppure sto camminando verso la sventurata aula dove si svolgerà lo sventurato servizio fotografico con questo sventurato vestito. L’unico lato positivo è che Scorpius non mi vedrà in queste condizioni, a causa della brutta influenza che lo costringe in Infermeria da una settimana. Era così arrabbiato, dopo la partita, che non si è nemmeno cambiato gli abiti fradici e sporchi, rimanendo seduto in un angolo della Sala Comune e ringhiando contro ogni anima, vivente o non, che osasse avvicinarsi a lui.
Io, invece, mi sono data ad attività più costruttive: grazie al mio mirabile operato, la squadra di Grifondoro non riesce misteriosamente a trovare le sue scope da corsa e sarà costretta ad usare le vecchie Stelle Cadenti della scuola per gli allenamenti.
Entrare nella stanza, in cui intravedo Lily, Albus, James, Hugo, Roxanne, Fred, Louis, Molly e soprattutto Liam, incredulo e divertito, è l’esperienza più imbarazzante che mi sia mai capitata.
Individuo subito il gruppetto Serpeverde, sghignazzante e decisamente indignato. Sono tutti vestiti di verde o di grigio; Hilary ed Elise, due Cacciatrici, hanno due sontuosi abiti identici, ma di colore diverso. I Battitori, Flitt e Goyle, indossano due vestiti, sicuramente cimeli di famiglia come il mio, di un terribile verde bottiglia. Liam è semplicemente magnifico nel suo completo grigio chiaro, che contrasta con la sua carnagione e rende i suoi occhi ancora più luminosi. Eppure, quando lo vedo, non ho nessuna reazione incendiaria alle guance o allo stomaco.
La mia cotta per lui è storia vecchia, finalmente. Anche se, sia chiaro, non sarebbe di certo un sacrificio mettermi con lui, cosa che in ogni caso non avverrebbe nemmeno in una dimensione parallela.
La squadra Grifondoro è un’azienda a conduzione familiare: è formata quasi interamente da Weasley-Potter. L’unica estranea è la piccola Katie Baston, che, a dispetto della sua stazza, è un formidabile Battitore.
<< Ehi, Rose! >> Grida James, nonostante la stanza sia molto piccola e si potrebbe benissimo parlare con un tono di voce quantomeno nella norma. << Hai finalmente deciso di unirti a noi? Ci serve proprio un portiere, tuo fratello è più tardo di un Bolide! >>
Gli rispondo con un gestaccio inequivocabile, ignorando lo sguardo allibito dell’anziano fotografo.
Dopo una rissa tra James e Hugo, nata dalla precedente affermazione, e il ritorno alla normalità della squadra Tassorosso, a cui sono state offerte dalla solita Molly dei dolci di sua invenzione, le Ciambelle Arcobaleno, possiamo finalmente iniziare questo dannato servizio.
Ben presto mi ritrovo a ringraziare il mio orribile vestito, perché il fotografo dice che crea un ottimo contrasto con quello di Liam, che di conseguenza deve abbracciarmi da dietro e starmi il più vicino possibile.
<< Più vicini! >> Esclama per l’ennesima volta il mio inaspettato benefattore, mentre Hilary ed Elise guardano schifate Flitt e Goyle, con cui fanno coppia nelle foto.
Liam mi stringe di più a sé e mi dice qualcosa che non riesco ad afferrare; non sono esattamente concentrata sulla sua voce, adesso.
Ok, ora sì che ho una reazione incendiaria. Vorrei portare in questo stesso momento Liam nello sgabuzzino di fronte a noi, vorrei togliergli questo vestito grigio e…
<< Rose, mi stai pestando il piede! Quante volte devo dirtelo? >> Sbotta Liam, mentre l’intera comitiva scoppia a ridere.
Il fotografo, indignato dalla nostra mancanza di rispetto, esce dall’aula sbattendo la porta dietro di sé.
<< Se non mi stessi così appiccicato non ti avrei prestato un bel niente, idiota! >> Sbotto, uscendo anch’io di gran carriera, seguita dagli applausi di mio cugino James.
Mi rendo conto di essere stata leggermente incoerente, ma non mi soffermo più di tanto su questo aspetto della vicenda, perché sono molto vicina all’Infermeria. Potrei fare una visita a Scorpius, magari.

Non perché io abbia voglia di vederlo, assolutamente no.

È solo il mio spirito da brava e dolce migliore amica che prende il sopravvento; e devo anche ammettere che l’Infermeria è un posto notevolmente affascinante: insomma, chi non vorrebbe passare almeno mezz’ora della sua vita in un posto maleodorante e pieno di magnifiche attrattive come l’Ossofast?
Le mie elucubrazioni prive di qualsiasi senso vengono interrotte da un trafelato Albus, che mi raggiunge con un gran sorriso stampato in faccia. Non riesco a ricambiarlo: la sconfitta contro Grifondoro, il cui merito è da attribuire quasi interamente a lui, mi brucia ancora molto. È passata soltanto una settimana, in fondo.
<< Anche Faith è in Infermeria >> Mi dice, dopo aver ripreso fiato, ignorando il mio comportamento ostile. Alzo le spalle e guardo il soffitto con molto interesse.
<< Possiamo entrare insieme! >> Propone con entusiasmo, come se non avesse notato la mia immensa simpatia nei suoi confronti.
Mi limito ad aprire la porta e a spostarmi per lasciar entrare anche lui, ma non riesco a mantenere ancora il mio indignato silenzio, lasciandomi sfuggire una raffinatissima imprecazione per la sorpresa.
Scorpius è in piedi di fronte al letto di Faith, seduta sul letto con aria imbarazzata, e sta giocando con una ciocca dei suoi capelli.
Posso sentire la frase che pronuncia, come se Albus non ci fosse, molto chiaramente; dev’essere la conclusione di uno dei suoi discorsi da subdolo ragno che attira nella sua tela innocenti vittime:
<< Per questo, Faith, sarebbe un immenso onore se tu mi accompagnassi ad Hogsmeade, oggi. >>
I suoi modi da gentiluomo dandy risultano un tantino ridicoli a causa del naso arrossato per il raffreddore e del pigiama bianco dell’Infermeria. Che, nonostante sia vecchio e largo, gli sta benissimo.
Divinamente, come qualsiasi cosa metta addosso. Se indossasse un bel niente, però, sarebbe ancora meglio. Non è il luogo né il momento per avere pensieri pervertiti su Scorpius, non quando ha appena cercato di abbordare la fidanzata di mio cugino, tralasciando il piccolo dettaglio della sua storia con Ophelia. Sono sicuro che lo abbia fatto per irritare Al e vendicarsi della sua sconfitta – anche lui non l’ha ancora digerita, ovviamente – perché Faith è una ragazzina piuttosto insignificante.
È la tipica Tassorosso perbenista e un po’ sciocca, carina ma non troppo, per niente brillante, il cui unico scopo nella vita è trovare un fidanzato carino che rispetti i suoi sentimenti e tutte quelle idiozie del genere.
In più, ha qualche chilo di troppo e dei brufoli che tenta invano di nascondere con l’abuso del fondotinta; non è il genere di ragazza con cui uscirebbe Scorpius.
“Neanche tu lo sei, Rosie!” Mi ricorda un’irritante vocetta che da tempo cerco di confinare in qualche remoto angolo del mio cervello.
<< Col cazzo che ti accompagna ad Hogsmeade! >> Sbotta Albus, furioso come non l’ho mai visto. È sempre stata una persona calma, moderata, l’amico a cui ti rivolgi per risolvere i problemi con razionalità e buonsenso.
Scorpius ghigna, soddisfatto per aver ottenuto il suo scopo, senza lasciare andare i capelli neri di Faith ed abbassandosi a farle una carezza sulle guance ormai rosse come quell’orribile divisa dei Grifondoro. O come il vestito che ancora indosso, dando grande prova di masochismo.
Albus, con i pugni serrati per la rabbia e combattuto tra l’idea di stendere Scorpius prolungando il suo soggiorno in Infermeria e quella di ottenere spiegazioni dalla sua adorata promessa sposa, sembra riprendere un briciolo della sua proverbiale calma. Si rivolge a Faith con una tenerezza da voltastomaco e le sorride, affermando che la sua “principessina” ci andrà con lui.
Lo sguardo di Faith, a quel diminutivo così agghiacciante, si addolcisce infinitamente. Si alza dal letto, approfittando dell’assenza dell’inflessibile carceriera Madama Chips, e si avvicina ad Albus, mentre Scorpius incrocia le braccia indispettito. Nessuna ragazza l'ha mai rifiutato, prima d'ora. Improvvisamente mi ritrovo a pensare che Faith non sia poi così male.
<< Ma certo, orsacchiottino! >>
Mi sbagliavo, è così male.
Reprimo i conati di vomito e lascio i piccioncini alle loro patetiche smancerie, dirigendomi come una furia verso Scorpius.
E, sia chiaro, io non sono gelosa.
<< Sei impazzito? >> Chiedo, preparando un monologo degno delle peggiori arrabbiature di Hermione Weasley.
<< Senti, Rose, io e Ophelia abbiamo litigato e… >> Risponde, con una vocina che farebbe invidia a quella del topo di mio fratello.
<< Davvero? >> Lo interrompo, usando un tono fin troppo speranzoso. Mi accorgo subito dell’errore e cerco di riprendermi in fretta, balbettando frasi sconnesse:
<< Cioè, volevo dire… non è una buona ragione per… e comunque non mi interessa! >>
<< Lo so, Rose >> Risponde, esasperato. È palese, teme che Lia lo venga a sapere.
<< Ma ha detto che era colpa mia se avevo preso il raffreddore… e che dedico troppo tempo al Quidditch e poco a lei! Sono stato una settimana in quarantena, senza l’ombra di una ragazza da invitare ad Hogsmeade… beh, se non si considerano le primine di ieri, ma sono primine, capisci e… >>
Si interrompe improvvisamente e i suoi magnifici occhi verdi – sono anche più patetica di Al e Faith – mostrano una nuova, improvvisa comprensione.  
Si abbassa verso di me di qualche centimetro – molti centimetri – e mi prende per le spalle, controllando che mio cugino e la sua ragazza siano abbastanza distanti. Per un attimo di pura, folle idiozia credo che stia di nuovo per baciarmi e mi preparo a chiudere gli occhi, ma quello che fa è l’esatto opposto di ciò che mi ero aspettata e che, senza nemmeno più negarlo a me stessa, avrei voluto.
<< Ora che ci penso... >> Dice, con l’aria di chi ha scoperto la formula della Pietra Filosofale.
<< Tu sei una ragazza, Rose! >>
Capire che, dopo un bacio, un tentativo disastroso di mettere il Mascara, innumerevoli scenate di gelosia e, per finire in bellezza, una bella cotta per il tuo migliore amico, il ragazzo in questione ha compreso solo adesso che sì, sei una ragazza, è davvero un brutto colpo.
<< Però, sei un fulmine >> Ribatto, acida.
<< Puoi venire ad Hogsmeade con me! >>  Afferma, speranzoso. Ma la frase precedente mi ha fatta infuriare davvero tanto, così mi limito a rispondere, glaciale:
<< No, non posso. >>
La reazione di Scorpius è quasi comica: sgrana gli occhi ed il suo sorriso si congela per un attimo. Poi, sorride di nuovo:
<< Ok, Rose, lo sapevo già che sei una ragazza >> Il suo tono condiscendente mi infastidisce più di ogni altra cosa e sto per urlargli contro che è un emerito stronzo, quando Madama Chips ci interrompe:
<< Malfoy Scorpius, Powell Faith, dimessi >> Sta consultando un grosso registro ed ha un’aria contrariata: è evidente che vorrebbe tenerli sotto osservazione almeno per un’altra settimana. Con un colpo di bacchetta trasfigura i loro pigiami nella divisa di Hogwarts e torna nel suo studio, borbottando sommessamente.
Il tragitto verso la nostra Sala Comune è piuttosto monotono e ripetitivo: continua a chiedermi di andare ad Hogsmeade con lui, dice che i suoi amici lo prenderanno in giro a vita se ci andrà da solo, piagnucola come un bambino di tre anni. Diventa sempre più viziato.
Alla fine, stremata dalla sua insistenza e per niente intenzionata a lasciar perdere un’occasione del genere, ignoro le proteste del mio orgoglio ferito ed esclamo:
<< E va bene, ma solo per questa volta! >>
Scorpius, raggiante, mi scocca un bacio sulla guancia e mi abbraccia, mettendo a dura prova il mio autocontrollo: devo tenere le mani al loro posto. Mi limito a ricambiare con qualche pacca sulla spalla, mentre il mio cervello viaggia alla velocità della luce, raggiungendo una scena in cui questo abbraccio è la mia reazione alla sua proposta di matrimonio.
Quando si stacca da me sono ancora persa in quell’universo parallelo; a farmi riscuotere è una sua frase abbastanza disgustata:
<< Adesso che ti guardo bene, Rose… ma come diavolo ti sei vestita? >>
Lo fulmino con lo sguardo e pronuncio la parola d'ordine, sibilando un “vado a cambiarmi” particolarmente contrariato. Scorpius, guardando il suo riflesso nello specchio della Sala Comune, impallidisce – ancora di più, se possibile – e si tocca i capelli terribilmente scompigliati con aria terrorizzata.
I capelli sono la sua ragione di vita: li tiene sempre in ordine maniacale, anche perché ha paura che un giorno finirà per stempiarsi come suo padre, l’oltremodo ossigenato Draco Malfoy.
Lo lascio al suo narcisismo e mi fiondo in camera. Ci metto più del solito a prepararmi, uso addirittura la Tricopozione Lisciariccio che mi ha regalato mia zia Fleur, nonostante i miei capelli non siano per niente ricci. L’effetto è davvero fantastico: sembra che abbiano anche un colore definito, che si avvicina più che altro al castano.
Questo è senza dubbio un evento memorabile.
Scendo in Sala Grande: c’è più o meno tutta la scuola, ma Scorpius no. Dev’essere ancora impegnato nella sua procedura standard per capelli perfetti. Dopo aver rapidamente salutato le mie inseparabili cugine, Roxanne e Molly, vengo placcata da Lily, che mi chiede una mano per nascondersi. Non molto distante da noi, Hugo sta ridendo e scambiando qualche parola col ragazzo per cui mia cugina ha una cotta da ben tre settimane, record storico.
<< Gli ha appena detto che ho una cotta per lui! >> Mi spiega, indicando Hugo da dietro le mie spalle. Sembra che noi cugine Weasley-Potter abbiamo un gran talento nel cacciarci in situazioni imbarazzanti. Nonostante sia ancora arrabbiata con lei per la famigerata partita, decido di aiutarla.
La trascino verso un arazzo che dovrebbe nasconderci momentaneamente e resto un po’ con lei per rincuorarla. Ma, attraverso l’arazzo, posso benissimo vedere Ophelia, la mia migliore amica, che piange. Da sola. Scaccio rapidamente i sensi di colpa, che mi ricordano la mia inadeguatezza come amica.
Mi sento ancora peggio quando mio cugino James, notoriamente suo peggior nemico, passa davanti a lei con al braccio Mirage, quella cheerleader fallita che ha distratto Scorpius proprio mentre stava per prendere il Boccino.
James rivolge a Ophelia uno sguardo strano e, dando prova di immensa insensibilità, bacia Mirage appassionatamente, per poi sparire dietro l’angolo. Lily ha una faccia disgustata: non è il massimo beccare il proprio fratello che pomicia con un’ochetta da quattro soldi. Le faccio cenno di tacere e di star ferma, quando vedo James tornare indietro. Senza Mirage.
A questo punto succede un evento incredibile, che cambierà le sorti del mondo magico, che stravolgerà la vita di ogni singolo essere vivente su questo pianeta: James Sirius Potter cerca di consolare qualcuno.
Qualcuno che risponde al nome di Ophelia Rosier.
<< Che è successo? >> Le chiede, sedendosi accanto a lei. Lia gli lancia un’occhiataccia ed incrocia le braccia, tentando di nascondere le lacrime.
<< Dai, puoi fidarti di me! >> Insiste James, mentre Lily, alle mie spalle, fa finta di vomitare.
<< Ma davvero, Potter? >> Il tono di Ophelia dovrebbe sembrare scettico, ma è più che altro un sussurro singhiozzato. Così, per la prima volta, James Potter dimostra di avere anche lui un po’ di sensibilità: abbraccia di slancio Lia, che – per Salazar, dev’essere impazzita – ricambia, stringendosi a lui.
Lily, cinica più che mai, sussurra: << Ma per favore, vuole solo portarsela a letto! >>
Evidentemente James e Lia la sentono, così si staccano di botto e si guardano intorno, con l’atteggiamento di chi sta occultando un cadavere. Senza dire una parola, si allontanano in direzioni opposte, come se non fosse successo niente.
Mi riprendo dallo shock ed esco dal nascondiglio, intenzionata a cercare Scorpius.
 

*
 

Visitare Hogsmeade con Scorpius è sempre uno spasso: abbiamo dato un’occhiata alla nuova Nimbus Avanced, spaventato i primini nei pressi della Stamberga Strillante e fatto rifornimento di scherzi alla filiale di zio George. Ma adesso viene la parte difficile: stare seduti ad un tavolo, prendere la solita Burrobirra, chiacchierare. Soli. Completamente soli, perché siamo alla Testa di Porco; non ci andava di farci vedere insieme ai Tre Manici di Scopa, dato che Ophelia sarebbe venuto a saperlo più facilmente.
<< Sarà la scopa ufficiale dei Mondiali di Quidditch, ti rendi conto? >> Sta dicendo, esaltato. Perché a lui la compreranno tra un mese o due, nonostante ne abbia ricevuto una nuova solo questo Natale, proprio come la mia. E io, ovviamente, mi sentirò in dovere di testarla, per il suo bene, cavalcandola una volta o due.
<< E noi andremo a vederli! >> Esclamo, avvicinandomi inconsapevolmente a lui.
<< Ci puoi scommettere la tua scorta di Cioccorane, Rose! >> Mi sorride e solo adesso capisco quanto siamo vicini. Troppo vicini, pericolosamente vicini. E, come se non bastasse, su di noi è sceso un silenzio imbarazzante e nessuno accenna a muoversi da questa posizione. Quando la mia mano sfiora casualmente la sua sobbalzo, avvicinandomi ulteriormente. È tutto stranamente romantico, nonostante ci troviamo in un posto squallido e sporco, su un tavolo di pietra e con due Burrobirre impolverate lasciate a metà.
Scorpius mi stringe la mano che non ho ancora spostato e comincio a sospettare che la Burrobirra non sia un analcolico, perché mi guarda in un modo diverso dal solito.
<< Stai bene con questi capelli, sai? >> Sussurra. Credo che sia un complimento; il primo in sei anni. Sta veramente per baciarmi, ma, per la prima volta nella mia vita, faccio un gesto maledettamente e schifosamente altruista.
Non senza un grande sforzo, mi scosto leggermente e sussurro: << Tu stai con Lia… >>
La mia voce trema e tengo gli occhi bassi, ma sono abbastanza sicura di averci messo almeno un po’ di decisione nel dirlo. Sottraggo la mano alla sua presa, mi alzo dal tavolo ed indosso il cappotto, evitando palesemente di guardarlo negli occhi.
Perché lo ha fatto? Perché si è comportato così? Sono confusa, infinitamente confusa: insomma, non ha mai mostrato quel genere di interesse per me e fino a qualche ora fa non sapeva nemmeno che fossi una ragazza.
Scorpius non si è mosso e sta stringendo il tavolo con troppa forza. È confuso anche lui, forse più di me; dopo qualche secondo si risveglia dalla sua trance modello-Cooman ed alza lo sguardo, cogliendomi di sorpresa. Sembra spaventato.
<< Non lo dirai a Lia, vero? >> Mi chiede, senza smettere di guardarmi. Oh, ecco perché è spaventato. Evidentemente non gli importa di quello che è appena successo, si preoccupa solo per Lia. Questo ridicolo nomignolo che ho inventato per lei non mi è mai sembrato così stupido. Io non mi sono mai sentita così stupida. E arrabbiata, perché, senza rendersene conto, mi ha trattata esattamente come le sue ochette da collezione.
Ma giuro su Salazar Serpeverde che avrò vendetta: in qualsiasi modo, con qualsiasi mezzo, ma l’avrò. Stringo i pugni per evitare di colpire il suo bel faccino pallido e sputo poche parole con un’acidità degna di zia Muriel.
<< Non lo dirò a Lia, puoi stare tranquillo. Dovresti dirglielo tu, stronzo! >> 
Esco di corsa dal locale, ignorando la sua espressione da vittima sacrificale, scanso un gruppetto di Tassorosso del terzo anno, mandandone un paio a gambe all’aria – li fanno sempre più piccoli – e mi maledico per non aver indossato una cuffia. Sta nevicando, di nuovo.
Entro ai Tre Manici di Scopa come una furia, sbattendo la porta e facendo voltare metà degli avventori. Devo sembrare una Megera, coi capelli grondanti d’acqua e la mia smorfia rabbiosa, ma non ho il tempo di pensare al mio aspetto.
Ho bisogno di una persona che può aiutarmi e so esattamente a chi rivolgermi.
<< Lily? >> Chiamo mia cugina quando la individuo tra alcune ragazze del suo anno, tutte intente a guardare sognanti il barista, un bel ragazzo sui vent’anni.
<< Dimmi, Rose! >> Esclama, saltandomi al collo. A volte può sembrare una bambina, con la sua aria svampita e le sue tenere guance paffute, ma non potete immaginare cos’è in grado di fare. Credo che la vendetta sia il suo talento naturale: d’altronde, con una madre come Ginny Weasley, specializzata in Fatture Orcovolanti, c’era da aspettarselo. Ha la stessa sottile arguzia di Albus, ma la utilizza in modo totalmente diverso; a volte mi domando perché non sia finita a Serpeverde con me.
Ghigno maleficamente – e Miss Megera duemilaventidue è Rose Weasley! – e ringhio:
<< Vendetta! >>
Le sue amiche ci fissano terrorizzate, ma lei esibisce un ghigno identico al mio, legandosi i capelli in una coda disordinata: lo fa ogni volta che progetta qualcosa o, semplicemente, pensa.

E vendetta sia.




Ehilà, ragazze, fantastiche e splendide ragazze che mi seguite! Sono tornata, nemmeno troppo in ritardo. Sono di fretta come al solito, ma devo fare un paio di precisazioni: per la discussione tra Rose e Scorpius sul tema tu-sei-una-ragazza mi sono ispirata al dialogo tra Ron ed Hermione nel quarto libro. La frase "li fanno sempre più piccoli", invece, è una citazione di Ron. Un bacio, Iv.

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Capitolo 7
*** Sepoltura malriuscita, utilizzi alternativi del Mascara e farfalle immaginarie ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Sepoltura malriuscita, utilizzi alternativi del Mascara e farfalle immaginarie





24 Gennaio 2022



Svegliarsi ogni giorno alle otto è sempre stato uno degli ostacoli più grandi che dividono me dallo studio: insomma, chi non preferirebbe stare sotto le coperte fino a mezzogiorno piuttosto che seguire una noiosissima lezione di Storia della Magia?
Ci sono migliaia di buoni motivi per restare a dormire fino a tardi: ce n’è uno, in particolare, che mi fa desiderare di rimanerci in eterno. Perché in quel magnifico rifugio verde, il mio letto a baldacchino del Dormitorio Serpeverde, non c’è il minimo rischio di incontrare il migliore amico che hai baciato per una scommessa due settimane fa e che ora stai cercando di evitare con tutte le tue forze.
Scorpius, d’altro canto, non sembra molto desideroso di parlare con me. Quando dimentico nella mia camera la Mappa del Malandrino – presa gentilmente in prestito da mio cugino Albus – e non riesco a tenermi lontana dai luogni in cui si trova, è lui a defilarsi il più presto possibile, sparendo dentro la prima aula libera. Se poi sta scambiando tenere effusioni con Ophelia, sparisce dalla mia vista così velocemente da farmi sospettare che abbia un Mantello dell'Invisibilità simile a quello di James.
Evitare Lia, invece, risulta decisamente impossibile, dal momento che condividiamo la stanza. È sempre in agguato, pronta a scusarsi e a chiedermi il motivo del mio odio improvviso; in condizioni normali avremmo già fatto pace, considerando anche che è la prima volta che sento Ophelia supplicare qualcuno di perdonarla, calpestando in questo modo il suo orgoglio – e vi posso assicurare che ne ha davvero tanto.
Mi limito semplicemente a non rispondere alle sue domande, voltandole le spalle e stando ben attenta ad urtarla quando passo vicino a lei. Perciò potete capire benissimo perché ho appena gridato a quella Cheerleader incapace di Nellie O’Tusoe di chiudere il becco e lasciarmi dormire in pace fino alla prossima Guerra Magica.
Le mie riflessioni su argomenti importanti quali la morbidezza del cuscino vengono bruscamente interrotte da una luce verdastra e fastidiosa; qualcuno deve aver aperto le tende del baldacchino. Questo qualcuno sarà punito all’istante – magari appena avrò la forza di allungare il braccio fuori dalle coperte e prendere la bacchetta. Rinuncio all’impresa ancor prima di provarci, sarebbe qualcosa di sovrumano.
Quando i miei occhi riescono ad aprirsi del tutto, vedo la figura sfocata di Ophelia Rosier con le braccia incrociate. Sto per mandarla via senza tante cerimonie, ma non me ne dà la possibilità:
<< Rose Weasley, noi due dobbiamo parlare. E non venirmi a dire che non hai tempo, stavolta, perché non credo che tu abbia impegni importanti in questo preciso momento! >>
Sbuffo con la stessa grazia di un toro inferocito e mormoro tra i denti un “come ti pare” alquanto svogliato.
<< Che ti succede? >> Continua, imperterrita.
<< Io e Scorpius non capiamo il motivo del tuo comportamento! Perché continui ad ignorarci? >>
Ed il premio dell'anno Duemilaventidue per l’ipocrisia va a: Scorpius Hyperion Malfoy. E così il signorino non capisce il mio comportamento? Potrebbe tirare ad indovinare, magari ricorderebbe che qualche tempo fa abbiamo pomiciato in piena regola.
<< Ma davvero? >> Mi limito a dire, come se la cosa non mi toccasse minimamente. In realtà, anche se non lo ammetterei nemmeno sotto tortura, Ophelia mi manca.
<< Ho pensato che forse sei gelosa di Scorpius, ma… >>
Non le lascio finire la frase, rispondendo un po’ troppo in fretta con una risata isterica:
<< Ma sei impazzita? >>
Peccato che le mie guancie stiano raggiungendo rapidamente una tonalità di cremisi davvero rara in natura.
Ophelia, però, sembra non accorgersene – sia ringraziato Salazar.
Adesso mi serve una scusa plausibile per giustificare l’improvvisa rottura con i miei migliori amici. Vediamo: un’antica profezia che ci obbliga a stare a distanza se non vogliamo incorrere in una morte prematura? Potrebbe andare… non stupitevi, il sonno offusca la mia già scarsa – inesistente – razionalità.
<< Magari è per quello che hai visto dopo la festa? >> Chiede, titubante.
Questa sì che è una buona motivazione!
<< Oh, sì, decisamente >> Le rispondo, alzandomi controvoglia dal letto.
Ascolto distrattamente le sue lamentele e decido che è ora di finirla con l’indignazione nei confronti di Ophelia: il mio lieve e del tutto passeggero interesse per Scorpius verrà seppellito sotto tonnellate di menzogne, in modo tale da non dare nell’occhio.
<< Sai che ti dico? Sono stata proprio una stupida! >> Esclamo con un sorriso falso come il nuovo colore dei capelli di Melissa.
<< A volte esagero un po’ >> Ammetto; la mia espressione teneramente mortificata è un capolavoro della recitazione.
<< Magnifico! >> Almeno la sua felicità è sincera.
<< Scorpius ti aspetta di sotto, credo che dovresti chiarirti anche con lui! >>
Questa volta il mio sorriso si congela in una smorfia di puro terrore, che riesco a dissimulare con non poca difficoltà.
<< P-perfetto, allora… >> Balbetto con una vocina sottilissima; in questo momento di imbranataggine acuta mi sento davvero simile a mio padre. Mi fiondo in bagno, mettendo gentilmente alla porta Nellie e Melissa, indaffarate con il loro "semplice trucco mattutino", che in realtà sembra quello di un clown, e mi cambio ad una velocità frenetica.
Prima parlerò con Scorpius, prima finirà tutto.
Esco dalla camera senza nemmeno aspettare Ophelia e cammino svelta verso la Sala Comune, urtando tutti quelli che mi intralciano il cammino.
Quando lo vedo, realizzo che l’impresa non sarà facile; il mio cuore comincia a battere furiosamente e le mie braccia lungo i fianchi sembrano essere troppo ingombranti. Faccio un bel respiro e gli vado incontro, fermandomi a pochi centimetri da lui ed assumendo un’espressione seria.
<< Dobbiamo smetterla di evitarci >> Constato, cercando di non farmi distrarre dai suoi occhi straordinariamente grigi.

I suoi occhi straordinariamente grigi? Sono patetica, tra poco inizierò a distribuire fiori e caramelle ai primini.

<< Io non ti sto evitando, Rose! >> Esclama, con un tono di falsa sorpresa che non mi ingannerebbe mai, dato che l’abbiamo usato milioni di volte, quando i professori ci elencavano le nostre malefatte.
<< Certo, e io sono Godric Grifondoro >> Rispondo, scettica. Poi, non riesco a trattenermi dal dirgli:
<< Secondo Ophelia tu non capisci il motivo del mio comportamento. Vediamo... Ti dice niente la parola “bacio”? >>
Vedere il volto di Scorpius tingersi di mille colori diversi è uno spettacolo da non perdere, specialmente se sta boccheggiando come il pesce rosso di mio fratello Hugo.
<< Perché, se non ricordi, posso anche rinfrescarti la memoria. >>
Mi accorgo in ritardo che questa frase potrebbe suonare un po’ ambigua. Ho una voglia matta di sbattere ripetutamente la testa contro il muro: magari il mio cervello funzionerebbe un po’ meglio, dopo.
Il viso di Scorpius si illumina di improvvisa comprensione; conoscendo la sua capacità di deduzione, devo aspettarmi il peggio.
<< Era il tuo primo bacio? >> Chiede, senza la minima traccia di tatto. Non si accorge mai di quello che dice e spesso non capisce che potrebbe ferire o mettere in imbarazzo qualcuno, in questo caso me.
Adesso mi conviene mentire – ancora – spudoratamente e far finta che l’idea sia assurda:
<< Cos…? No, assolutam… è imposs… che stai dicendo? >> Farfuglio, gesticolando ampiamente e scoppiando in una risata che non potrebbe suonare più forzata di così.
Adesso è davvero confuso. Mormora tra sé e sé un “sarà…” poco convinto e resta perso nei suoi pensieri per un bel po’. Come ha fatto a capire che per me era la prima volta che baciavo qualcuno? Sono stata così terribile?
<< È stato così male? >> Devo imparare a collegare il cervello alla bocca prima di parlare.
Può qualcuno essere più stupido di me?
Vedo Nellie scontrarsi con una poltrona e caderci sopra in una goffa capriola e decido che, in fondo, non sono messa così male.
<< Oh, no, no, è stato… >> Scorpius sta negando energicamente, magari perché gli faccio pena. Eppure sembra sincero, in qualche modo.
Forse sono io l’unica a non esserlo, da queste parti.
Si è bloccato a metà della frase, senza riuscire a continuarla. Gli rivolgo un’espressione interrogativa e mi fa un cenno impercettibile con la testa, indicando un punto alle mie spalle: Ophelia è nei paraggi, meglio lasciar cadere l’argomento-bacio.

Grandioso, adesso non saprò mai cosa stava per dirmi; e aveva tutta l’aria di essere una cosa importante.
 

*

Ascoltare i monologhi di Dominique mentre si va a Pozioni non è il modo migliore di iniziare una giornata. Specialmente quando la tua cara cugina dal sangue Veela si è messa in ghingheri più del solito e chiunque si gira a guardarla estasiato. Ovviamente, i boccoli accuratamente acconciati, il lucidalabbra e la camicia fin troppo aperta di Dominique sono indipendenti dalla sua intenzione di farsi notare a tutti i costi da quel francese per cui ha una cotta, J. J.
O almeno è quello che vuole farmi credere.
Forse è convinta che, solo perché ha i voti migliori dei miei, può raggirarmi come le pare e piace. Secondo lei, chiunque prenda un “Troll” (ed io ne ho presi ben più di uno) è molto stupido.
Ma il rossore decisamente Weasley che le invade le guancie quando vede il suo amato è così evidente da non lasciarmi nessun dubbio. A differenza degli altri, J.J. sembra essere completamente indifferente a lei: la saluta con un cenno annoiato e passa avanti, lasciandola allibita e delusa.
<< Dominique! >> Ed ecco Steeval, l’ex fidanzato deluso che non si è ancora arreso alla sua perdita.
<< Sei bellissima, oggi >> Le dice, suadente. È un bel ragazzo, ma mia cugina lo ignora palesemente e senza pietà.
Un'altra voce alle nostre spalle ci fa sobbalzare:
<< Bellissima? Ma hai visto i suoi capelli? Sembra uscita da un raduno per bambole di porcellana fallite! >>
Io e Dominique ci giriamo simultaneamente e ci troviamo davanti proprio J.J.
Noto dallo stemma sulla divisa che è un Grifondoro – almeno mia cugina ha più occasioni per abbordarlo
e sento la mia ostilità nei suoi confronti aumentare. Non per la rivalità tra le Case, ma per il colpo che ha volutamente inferto a mia cugina. È molto insicura, anche se non sembra, e scommetto che ci ha messo delle ore per rendersi bella anche agli occhi di quel ragazzo indisponente. Adesso, tutto il suo lavoro è andato in fumo. Rivedo nei suoi occhi lo sguardo perso e timido di un tempo, come succede ormai solo con sua sorella Victoire, e sono pronta a difenderla ancora una volta.
Ma, inaspettatamente, se la cava benissimo da sola:
<< Non ho bisogno della tua approvazione, ragazzino >>
J.J. rimane impassibile e la squadra come se fosse un Vermicolo particolarmente viscido, poi sorride. Le posa una mano sul fianco, sotto lo sguardo iroso di Steeval, e Dominique sussulta visibilmente, con grande soddisfazione del ragazzo.
Tutti ci aspettiamo qualcosa di straordinario, ma J.J. ha fatto questo gesto solo per spostare Dominique dalla sua traiettoria: si dirige a grandi passi verso Crecy Canon.
Oh mio Dio, non avrà in mente di parlarle. Perché rifiutare mia cugina per quella strana forma di vita occhialuta non ha senso.
O, forse, ha senso se vuole umiliarla.
<< Crecy >> Le dice, tenendo la voce ben alta, in modo che Dominique senta tutto. Crecy Canon non crede ai suoi occhi: sorride come un’ebete e, da quello che si vede attraverso gli spessi vetri, i suoi occhietti acquosi sono pieni di sorpresa.
<< Tu sì che sei bellissima. >> Afferma, calcando sulla prima parola in modo da rimarcare la differenza tra Dominique e la talpa con cui sta parlando; quest’ultima sembra andare in iperventilazione e non riesce in nessun modo a reagire.
Dopo qualche secondo di silenzio, rotto solo dal respiro di Dominique, simile a quello di un toro infuriato, Crecy scoppia in una risata civettuola.
Civettuola, proprio così.
Allora tutte le ragazze hanno un lato femminile; ma una vocina malefica in fondo alla mia testa mi sussurra un tagliente: “tranne te, Rose”.
Al Diavolo, molto meglio il Quidditch di cosmetici e minigonne!
 

*

Avete presente la frase: “Al Diavolo, molto meglio il Quidditch di cosmetici e minigonne?” Quella che ho pensato questa mattina?
Perfetto, non consideratela, se non volete accusarmi di incoerenza: perché io, Rose Weasley, accanita odiatrice del trucco, sono al tavolo Grifondoro per chiedere a Lily uno dei suoi attrezzi di tortura per pettinare ed allungare le ciglia.
Sono solo curiosa, lo giuro.
Vedere la piccola di casa Potter alle prese con la sua nuova cotta, un bellimbusto Tassorosso senza un briciolo di cervello, è una sorta di spettacolo comico: mentre annuisce in risposta ad una frase del tale – che in realtà sta parlando con un’assente ed imbronciata Dominique -  manca clamorosamente il bicchiere e versa tutto il succo di zucca sulla sua camicia. Posso solo sperare che avrà una mira simile anche durante la partita di Quidditch contro la mia Casa.
Aspetto che si riprenda dallo stato di trance in cui è caduta e mi avvicino a lei. Quando le pongo la fatidica domanda, rimane pressoché impietrita. Poi chiama a gran voce Dominique e cominciano a festeggiare, quasi commosse (“Allora le abbiamo insegnato qualcosa, non tutto è perduto!” “Rose, hai capito di essere una ragazza!” “Devo scrivere a mia madre, è un evento sensazionale”).
Mentre ci dirigiamo verso la torre di Grifondoro, mi guardano estasiate e rimangono in religioso silenzio.
La consegna del cosiddetto Mascara, poi, è così solenne da sembrare ridicola: Lily me lo porge con un’aria da antica custode della saggezza suprema, guardandomi negli occhi e dicendo:
<< Fanne buon uso. >>

Qualche minuto dopo, nel bagno del mio Dormitorio, cerco di capire come si utilizzi quella trappola infernale, stando ben attenta a nascondermi dalle mie compagne di stanza. Non voglio che la mia reputazione si rovini: in questo momento mi sento disgustosamente simile alle ragazzine del terzo anno di Tassorosso.
I miei numerosi tentativi non portano a nulla, così decido di utilizzare il Mascara in un modo molto più creativo: traccio due belle linee nere sulle guancie, ispirandomi ai guerrieri dei film Babbani di mia madre. 
Ad opera completata, spalanco soddisfatta la porta, pronta a vedere le facce sconcertate delle ragazze. Ma Ophelia e la Mulciber stanno già dormendo, posso contare solo su Nellie O’Tusoe, che sta leggendo una rivista di moda: appena mi vede, mormora un’invocazione a Salazar.
<< Che hai fatto alla faccia? >> Mi chiede, scandalizzata. Le rivolgo un sorriso mellifluo, mi è appena venuta una grande idea.
<< Oh, è solo l’ultima tendenza di questo inverno! >> Il mio tono lascia intendere che io abbia appena rivelato un segreto di Stato. So benissimo che “tendenza” è la parola magica da dire a Nellie per farle fare tutto quello che vuoi. Se venisse a sapere che saltare dalla torre di Astronomia va di moda, si getterebbe senza alcun indugio. Le porgo il Mascara con fare circospetto, guardandola mentre lo applica sul viso con una precisione maniacale.
<< Va bene, così? >> Mi domanda, preoccupata.
Mi sforzo di non ridere e le confido l’ultimo, grande segreto:
<< Magnifico, Nellie! Ma devi tenerlo anche per dormire e ti assicuro che domani sarai assolutamente perfetta. >>
Mi sorride riconoscente, senza il minimo sospetto, nonostante questo non sia il primo tiro mancino che le gioco. Qualcosa mi dice che domani sarà un grande giorno; le scatterò anche una foto per immortalare il suo nuovo look, foto che, casualmente, finirà sulla Bacheca in Sala Grande.
Non mi va di dormire, così scendo nella Sala Comune, stranamente deserta, dimenticandomi di togliere il disastro che ho combinato sulla mia povera faccia. Poco male, mi renderà più minacciosa.
Mi siedo sulla mia poltrona – esatto, mia, provate a chiedere a quel primino che ebbe l’infelice idea di sedersi al mio posto – e rivivo per l’ennesima volta il bacio con Scorpius, arricchendolo nella mia mente di particolari scottanti: per esempio, in queste rivisitazioni molto libere dell’accaduto, il mio migliore amico indossa solo i boxer e non c’è nessuno a disturbarci, nessuna Ophelia ad ingelosirsi e nessuna partita di Poker. Tutto accade spontaneamente.
<< Rose! >> Qualcuno mi chiama e poi scoppia a ridere sguaiatamente; è una voce che conosco alla perfezione.
<< Scorpius? >> Domando, voltandomi verso di lui. Sta cercando di afferrare qualcosa di inesistente e non smette di sghignazzare, saltellando qua e là.

Ubriaco.

<< Ti piacciono le farfalle? >> Chiede, improvvisamente serio, accasciandosi lentamente a terra. L’unica cosa da fare, in questi casi, è assecondarlo. Ha continui sbalzi d’umore ed alterna momenti di straordinaria energia ad altri di sfinimento.
<< Sì, certo, Scorpius. >> Sospiro, rassegnata. Cosa ci fa in queste condizioni alle dieci di sera? Immagino che abbia partecipato ad uno di quei festini per soli ragazzi, tipico della sua compagnia, in cui non si fa altro che bere e vantarsi delle proprie conquiste – utilizzando molto la fantasia.
<< Allora ne prendo una per te! >> Esclama, col tono di un bambino che ha ricevuto la sua prima scopa giocattolo. Si avvicina a me, gattonando, e posa una mano sulla mia gamba, per cercare di rimettersi in piedi.
Credo che le sue farfalle immaginarie siano finite dritte dentro il mio stomaco.
Trattengo il respiro e lo aiuto a rialzarsi, improvvisamente accaldata, nonostante il freddo di Gennaio; le mani mi tremano e ringrazio il fatto che sia troppo ubriaco per accorgersene.
È quasi in piedi ed anch'io sto per alzarmi ed accompagnarlo in camera, ma qualcosa và storto: si sbilancia in avanti, farfugliando qualcosa sul prendere l’ultima farfalla, e mi cade addosso.
Spalmata così tra lui e la poltrona, è davvero facile avvicinarmi a lui più del dovuto, ammirare le sfumature verdi dei suoi occhi, posare le mani sul suo corpo muscoloso.
I miei propositi di distruggere ogni minima traccia di interesse nei suoi confronti stanno rapidamente naufragando, lasciando posto ad una smaniosa voglia di baciarlo ancora una volta.
L’ultimo pensiero coerente che riesco a formulare è: “qualcuno potrebbe vederci”, ma, proprio quando decido di spingerlo via da me, posa le sue labbra sulle mie, tenendomi ben stretta. Rimane così solo per un attimo, poi scivola lentamente sul mio corpo – intanto rischio un paio di volte l’infarto – fino ad arrivare sul pavimento di pietra, dove si addormenta di colpo.
Mi sento una doppiogiochista: ho appena fatto pace con Ophelia, se ci avesse visti avrei rovinato tutto un’altra volta. Ed avrei dovuto dimenticarlo, non ripetere quella che forse è stata l’esperienza più eccitante della mia vita, forse ancora meglio del primo volo sulla scopa.
Oh, non mi importa, l’ho baciato un’altra volta!
Mi riprometto che non accadrà mai più, ma non posso fare a meno di ripensare a quello che è successo qualche minuto fa.
E di mettere un po’ di Mascara anche a Scorpius e ghignare immaginando la faccia degli altri quando lo vedranno.
Sono cotta di lui, ma sono pur sempre una Serpeverde.

*
Non sono così in ritardo questa volta... vero? Vero? Come avrete capito, il titolo si riferisce all'incapacità di Rose di "seppellire" il suo sentimento per Scorpius.
Inoltre, per chi non l'avesse fatto, suggerisco di leggere la mia one-shot di Halloween (sì, un po' in  ritardo). Ovviamente se vi va! Mi farebbe molto piacere... per il resto, non ho altro da dire :)
Buon Week-end
-Iv.

 

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Capitolo 8
*** La lunga chioma di Scorpius e la dichiarazione accidentale - Un disastro dopo l'altro ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


La lunga chioma di Scorpius e la dichiarazione accidentale - Un disastro dopo l'altro

*



 
Lily Potter sta camminando con passo marziale davanti alla lavagna di un’aula in disuso, con i capelli rossi ben legati in una lunga coda ed un’espressione decisa che stona col viso dolce e mette quasi paura.
Sulla lavagna, sono disegnate quelle che dovrebbero essere delle facce, ma assomigliano più che altro a dei Boccini un po’ troppo graffiati. Sotto ogni faccia, il nome: Scorpius, Rose, Ophelia, Dominique, Lily, Roxanne, Molly, James, Liam, Fred, Louis, Hugo; il tutto è corredato da una grande quantità di frecce, di cui ignoro totalmente il significato.
<< Ecco fatto! >> Esclama Lily, soddisfatta, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Ci è voluto un bel po’, ma ne è valsa la pena! >> Trilla, con un sorriso da fatina dei boschi. Poi assume un tono molto più pratico e comincia ad espormi il suo piano:
<< Bene, Rose. >> Piccola pausa, studiata per farmi stare attenta – il che non è facile, a dire il vero – specialmente se devo anche guardare una noiosissima lavagna nera.
<< Partiamo da quello che mi hai detto ieri: la cosa che Scorpius ama di più. Bene, qual è? >> Si interrompe di nuovo, questa volta per far parlare Dominique, che ha diligentemente alzato la mano.
<< Ophelia? >> Azzarda, con un’espressione schifata – deve odiarla proprio tanto – mentre James tossisce violentemente sotto le occhiate consapevoli di Lily.
<< NO! >> Sbotta quest’ultima, prima che io possa rispondere in modo poco carino. I miei poveri, ignari cugini smettono di parlare a bassa voce tra di loro, terrorizzati dal cipiglio di Lily.
<< Sono i suoi capelli biondi! >> Precisa dopo qualche secondo. Mia cugina ha un futuro come dittatore o come genio del male. Chi riuscirebbe a convincere (ricattare) nove ragazzi più dannosi di un terremoto a star zitti e fermi come sta facendo lei adesso? Molly, Roxanne, Fred e James fremono, in attesa di passare all’azione: quando si parla di tiri mancini ai Serpeverde – compresa me, purtroppo – non mancano mai. Per un attimo mi sembra di aver sentito un rumore fuori dalla porta, ma sarà semplicemente la preoccupazione di essere scoperti.
Fred scatta in piedi, estraendo dalla tasca una fiala alquanto sospetta; qualcosa mi dice che il contenuto prenderà parte al grandioso piano ideato da Lily.
<< Ed è qui che entrerà in gioco l’ultimo, geniale prodotto dei fratelli Weasley >> Esclama Lily, gongolando.
<< Che saremmo noi! >> Aggiunge Fred, indicando se stesso e  sorella Roxanne con un gran sorriso, straordinariamente simile a quello di suo padre. Si fanno strada tra le sedie disseminate per la stanza e raggiungono Lily, che strappa dalle mani di Fred la bottiglietta e la agita davanti a noi.
Va bene essere la cocca di Lumacorno, ma comportarsi come lui mi sembra leggermente eccessivo ed inquietante.
<< Estratto CapelliFluenti, gente! Una goccia di questa lozione ed avrete una morbida chioma “color ciliegio” >> Proclama, leggendo a voce alta le istruzioni sul retro.
<< In anteprima solo per voi! >> Sbraita Roxanne, brandendo un libretto su cui appuntare eventuali prenotazioni; con una famiglia del genere, non mi meraviglio di essere anch’io mezza matta. Molly, stanca della situazione, chiede col solito tono di voce volutamente controllato – crede che la faccia sembrare più misteriosa:
<< E quindi, che si fa? >>
C’è un coro di assenso generale, presto interrotto da un’esasperata Lily con le sue maniere dolci e gentili:
<< SMETTETELA! Adesso vi spiego tutto, per Morgana! >>
E, con molta difficoltà, Lily riesce a svelare a noi profani l’arcano significato dei suoi geroglifici sulla lavagna. Mi sbagliavo, non ha un futuro come genio del male: lei lo è già.
*
<< Allora, Fase Uno… via!  >> Sussurra Lily, come in un film Babbano di spionaggio. Le chiederei se questa pagliacciata delle fasi e dei nomi in codice sia necessaria, se non temessi la sua ira funesta. Insieme a noi ci sono James e Molly, pronti ad agire tra pochi minuti; entriamo nella Sala Grande uno alla volta, cercando di tenere un basso profilo; non che James ci riesca, con tutti gli occhiolini riservati alle sue ammiratrici ed i risolini estasiati di Mirage, quella cheerleader fallita che non si è ancora accorta di essere stata scaricata.
In ogni caso, fino ad adesso va tutto perfettamente secondo i nostri piani: Scorpius è seduto al suo tavolo ad una distanza ragionevole da Ophelia; io mi siedo vicino a lei, in nome della nostra ritrovata amicizia.

Non l’avete bevuta, vero?

Lo ammetto: mi siedo vicino a lei perché anche questo fa parte del piano. La moneta falsa nella mia tasca – ne ho trovate una manciata rovistando nei cassetti di mia madre ed ho scoperto che sono un ottimo metodo di comunicazione, modificato opportunamente da Dominique – si riscalda notevolmente, indicando che Dominique dovrebbe entrare in azione tra tre, due, uno…
<< James, cugino adorato! >> Esclama, con la sua voce acutissima portata al massimo del volume per farsi sentire bene dal tavolo Serpeverde ed evidentemente anche dal tavolo dei professori, a giudicare dall’occhiataccia che le riserva la McGrannitt.
Un centinaio di persone si gira nella sua direzione, compreso Scorpius: proprio quello che volevamo.
<< Ho saputo che sei molto stanco dopo gli allenamenti di Quidditch! >> Esclama con lo stesso tono di voce e la stessa pessima recitazione, simile a quella di un venditore ambulante che afferma che sì, le sue sono vere piume di Fenice! Non che qualcuno se ne stia accorgendo, in ogni caso: le ragazze sono troppo occupate a fare commenti invidiosi e maligni su di lei, mentre i ragazzi non smettono un attimo di guardarle il fondoschiena.
Un secondo segnale proveniente dalla moneta mi ricorda che adesso è il mio turno: mi alzo dalla panca, diretta al tavolo Grifondoro, per vedere la straordinaria novità di Dominique.
Quando arrivo lì, però, le cose si sono leggermente complicate: è troppo impegnata a litigare con J. J. – tanto per cambiare – per seguire alla lettera il piano. Adesso la McGrannitt non è la sola ad avere istinti assassini nei confronti di mia cugina: anche Lily si sta infuriando, a giudicare dal rosso brillante delle sue guance.
<< Mi dispiace, è solo per la mia famiglia, te l’ho già detto! >> Sta spiegando, sul punto di perdere la pazienza. Adesso tutto il tavolo Grifondoro è in ascolto, in attesa di sapere cosa si cela dentro la misteriosa boccettina di Dominique Weasley.
<< Dai, sto per fare dei provini per la squadra, mi serve! >> Esclama, esasperato. Per la prima volta le sta rivolgendo un po’ d’attenzione e mia cugina è visibilmente compiaciuta; l’ho sempre detto, io, che l’amore rende stupidi.
Sperando che non dia la fiala a J. J. – mandando in aria tutto il nostro piano – ascolto con attenzione l’intervento di Fred e Roxanne: è la parte principale e dobbiamo recitarla magistralmente.
<< Ehi, Rox! >> Interviene il primo, con una naturalezza sorprendente. << Dovremmo prenderla anche noi, dicono che sia un tonico fantastico per rilassarsi dopo gli allenamenti! >>
Mi sbatto una mano sulla faccia: non perdono occasione di pubblicizzare i loro prodotti, anche se in questo caso il prodotto in questione non esiste, considerando che è una semplice pozione per capelli.
<< Certo, Fred! >> Risponde Roxanne passandogli una mano sulla spalla con fare complice. Dominique ne versa una goccia nei bicchieri di Fred, Roxanne e James, senza smettere di guardare insolentemente J. J. in segno di sfida. È interessante notare come, nell’aiutare me, si sia vendicata anche lei: i piani di Lily migliorano di giorno in giorno.
I miei cugini fanno finta di mandare giù la pozione, ammiccando nella mia direzione.
<< Ragazzi, potreste portarla anche al mio tavolo? >> Chiedo, con un sorrisone innocente. Torno a sedermi e, dopo pochi secondi, una folla di cugini si precipita da me. Hugo e Louis hanno radunato anche qualche ragazzina delle altre Case e stanno mostrando alle spasimanti il misterioso prodotto: la scena è così realistica che nessuno potrà collegare il nuovo look di Scorpius con la pozione che ha bevuto. Il tra-poco-non-più-biondo in questione, alla vista di tanta fauna femminile, rinnova il suo interesse verso il capannello di persone che si è creato.
<< Ecco qua, Rosie! >> Esclama Molly, versandomi il contenuto di un’altra boccetta nel calice, che in realtà è solo acqua.
<< Oh Merlino! >> Ansimo, sentendomi vagamente simile alla protagonista di un film a luci rosse – James e Fred me ne hanno fatto vedere uno al secondo anno, provocandomi un forte trauma.
<< Oh Merlino e Salazar, ma è fantastica! >> Esclamo, attirando anche l’attenzione di Scorpius, che smette di parlare con quello smidollato di Liam Zabini e si volta verso di noi. Ophelia si strozza con la sua cena, ma cerca di apparire indifferente; che peccato che non abbiano ancora fatto pace.
<< Scorpius! >> Trilla Dominique, sedendosi in braccio a lui, che sembra molto sorpreso. Ophelia assale con rinnovata violenza le patate a forno e ringhia sommessamente. Con tutto il rispetto per mia cugina Dominique, in questo momento condivido tutto quello che Lia sta sicuramente pensando.
E, fidatevi, non vorreste sapere di quali appellativi farei volentieri uso.
<< Perché non la provi, caro? Ti aiuterà a rilassarti dopo il Quidditch, in fondo devi vincere il campionato quest’anno! >> Gli posa una mano sulla gamba, pericolosamente vicina a quel punto, e Scorpius deglutisce. La guarda come mio padre guarderebbe un piatto prelibato – e quindi assolutamente non cucinato da mia madre – e subito dopo guarda Ophelia, che ormai è in procinto di rompere in mille pezzi il povero piatto. Si sente ancora in colpa, come quando stava per baciare me?
<< Su, caro, provala! Se te lo dice Dominique... >> Sibila Lia, sorridendogli nel modo più falso del mondo.
Evidentemente non si sente così in colpa, dato che le posa un bacio sulla guancia, senza smettere di guardare la povera Ophelia, e beve l’intero contenuto della boccetta.
<< Però è un peccato... >> Piagnucola Lily; ogni tanto il suo lato da Ragazza-Lumaca, da eliminare al più presto, viene fuori. << Era così carino! >>
<< Hai detto bene, cuginetta. >> Il mio ghigno è talmente raggiante che potrebbe illuminare l'intera Sala. << Era. >>

Finalmente, finalmente la mia vendetta è compiuta: Scorpius Malfoy dirà addio ai suoi venerati capelli biondi.
 

*

Il dormitorio Serpeverde, questa mattina, è stato svegliato da un urlo disumano: tutti hanno pensato la stessa cosa; Rose Weasley ha combinato qualche disastro.
E tutti hanno indovinato: Scorpius Malfoy, più pallido del solido, stringe convulsamente tra le mani lunghe ciocche castano-ramate. Oh, no, non di qualche sgualdrina che ci prova con lui.
Le sue lunghe ciocche castano ramate.
Esatto, il piano è riuscito alla perfezione: i capelli biondi di Scorpius sono spariti, sostituiti da una foltissima chioma rossiccia, lunga fino alle spalle e dal taglio decisamente femminile. Potrei provarlo, un giorno, in fondo non è così male!
Dall’altra parte della Sala Grande alcune ragazzine del terzo anno stanno piangendo come se fossero ad un melodramma, perché temono che il loro idolo sia diventato, come dire… gay.
Mi avvicino a loro e fingo di consolarle, con la frase più inopportuna che possa dire. Assumo la mia più che celebre aria innocente e rendo reali i loro sospetti. 
<< Ma come, mie piccole amiche >> Esclamo, cercando di trattenere il disgusto per la loro razza (ovvero quella delle Ragazze-Lumache, perché non fanno che sbavare dappertutto) << non ve ne siete accorte? Si vede lontano un miglio che c’è qualcosa tra Scorpius e Liam! >>
Sgranano gli occhi contemporaneamente, se possibile ancora più disperate.
<< Liam? >> Piagnucola una, con le lacrime agli occhi.
<< Quel Liam? >> Aggiunge l’altra, con lo stesso tono di voce.
<< Liam Zabini? >> Urla l’ultima, con le mani tra i capelli proprio come Scorpius. Annuisco con un’aria che dovrebbe essere comprensiva e mi dileguo fischiettando e salutandole educatamente con la mano.
Mi aspettano due tremende ore di Pozioni, ma non posso fare a meno di continuare a sorridere: se non mi capite, non avete mai provato l’inebriante sapore della vendetta.

All’ora di pranzo la notizia della presunta omosessualità di Scorpius Malfoy e Liam Zabini si è ormai diffusa per tutto il castello, complice anche una soffiata di Dominique, che ha raccontato ad un gruppo di attentissime Corvonero del secondo anno di aver prestato più volte a Zabini diverse creme idratanti per il viso. La scenetta si è trasformata per l’ennesima volta in una campagna pubblicitaria dei prodotti Weasley, perché Roxanne, con l’immancabile gomma da masticare in bocca, ha annunciato a gran voce: “Provate le Creme TutteBelle Weasley, non ve ne pentirete!”
Tralasciando la follia dei componenti della mia famiglia, tutto è filato liscio. Fino ad ora.
Ophelia spinge via il suo piatto e si getta tra le mie braccia, scoppiando in un pianto convulso e straziante.
<< Io… io non immaginavo che… oh, insomma, gay… ora capisco perché mi ha mollata, ed io pensavo che mi tradisse con un’altra! >> Si lamenta tra le lacrime – ormai sulla mia gonna si può facilmente osservare un lago di discrete dimensioni. Le accarezzo lentamente la testa, sentendomi un tantino in colpa per tutti i problemi che ho causato alla mia migliore amica, ma il peggio deve ancora arrivare. James sta venendo dritto al nostro tavolo per congratularsi con Scorpius e Liam, ma prima ha ben pensato di salutare me; l’unico problema è che Ophelia sta ancora piangendo disperatamente e farsi vedere (di nuovo) da James Potter in questo stato non le farà sicuramente piacere.
<< Cuginetta! >> Esclama, mentre Lia cerca di ricomporsi e di occultare quello che ormai è diventato il principale specchio d’acqua ad Hogwarts – anche più vasto del Lago Nero.
<< Rosier, ma stai piangendo? >> Chiede James, sfoggiando il suo inesistente tatto. << Di nuovo? >>
<< Io non sto piangendo! >> Salta su Ophelia. Il trucco nero su tutta la faccia dice il contrario, purtroppo.
<< Ma è impossibile! Perché ogni volta che ti incontro piangi come una fontana? >> Infierisce, senza rendersene conto.
<< Forse sei tu che mi provochi quest’effetto! >> Ribatte Lia, piccata. A volte penso che sarebbero perfetti insieme, ma in momenti come questi devo ricredermi: si squarterebbero prima di riuscire a baciarsi.
A questo punto James riesce a dimostrare un briciolo – giusto un briciolo – di sensibilità, profondendosi in un discorso da elezione a Ministro della Magia:
<< Ophelia Rosier, ascoltami bene. Tu non meriti di piangere, anche se sei insopportabile… e odiosa… e acida come la mia prozia Muriel… >> Si ferma un attimo, guardandola meglio.
Ehi, ragazzi, esisto anch’io!
<< …e bellissima. >> Sussurra, con un’aria seria assolutamente non da lui. Ophelia sgrana gli occhi; non si sente ogni giorno un complimento del genere dal tuo acerrimo nemico. Mentre i piccioncini si scrutano come se si fossero appena incontrati, ecco l’arrivo di un’altra sciagura.
Scuotendo la bronzea chioma – sì, mi vengono in mente dei riferimenti poetici nei momenti di trionfo o in quelli drammatici – Scorpius Malfoy si precipita da me come una furia.
<< Rose Weasley! >> Tuona, cercando di sembrare imponente; con questi capelli, però, sembra solo ridicolo.
<< Si può sapere perché hai detto alle mie… >> Si interrompe un attimo, cercando la parola esatta. << ehm, amiche che io e Zabini andiamo a letto insieme?! >>
Adesso, nonostante la situazione sia tragica e sia leggermente degenerata, scoppio a ridere sguaiatamente, perché l’immagine di Scorpius e Liam che si rotolano tra le lenzuola è davvero troppo esilarante. Anche perché io non ho detto niente del genere; ma si sa come funziona il pettegolezzo: ognuno avrà gonfiato la notizia per renderla più succulenta.
<< A proposito, complimenti, ci vuole coraggio per ammettere certe cose >> Si congratula James, stritolando la mano al povero Scorpius. << Un coraggio degno di un vero Grifondoro! >>
Ci sono tre cose da non mettere in dubbio davanti a Scorpius: i suoi capelli, la sua virilità ed il suo essere Serpeverde. E, questa volta, le abbiamo distrutte tutte e tre.
<< COSA?! >> Urla Scorpius, con i pugni serrati. << IO UNO SCHIFOSO GRIFONDORO? >>
Oh, bene, è partito. E chi lo ferma più?
<< AH, E VOLEVO DIRE A TUTTI CHE IO NON SONO ASSOLUTAMENTE GAY! >> Sbotta, alzando ancora il tono di voce. Alcune ragazzine smettono di deprimersi e si abbracciano felici, i ragazzi invece scoppiano a ridere fragorosamente. Ma l’atmosfera festosa che si è creata viene immediatamente interrotta dalla Preside McGrannitt:
<< Scorpius Malfoy, Rose Weasley, Lily Potter, Molly Weasley, James Potter, Roxanne Weasley, Hugo Weasley, Dominique Weasley, Louis Weasley e Fred Weasley nel mio ufficio! >>
Si asciuga la fronte con un fazzoletto e dice qualcosa del tipo "che fatica, non finiscono mai!"
Oh-oh, ci hanno beccati. E scommetto anche di sapere chi è il responsabile: Crecy Canon ci guarda da dietro le sue spessissime lenti, dondolando da un piede all’altro per non mettersi a ballare dalla gioia davanti all’intera Sala Grande. Se il Wizengamot la conoscesse, renderebbe legale l’Avada Kedavra.
Qualcuno ridacchia ancora mentre ci avviamo verso l’uscita, ma li fulmino con lo sguardo ad uno ad uno.
Quando i Gargoyle si aprono Crecy sorride ancora di più: la nostra fine è vicina.
<< Qualcuno mi spieghi cos’è successo. >> Ordina, soffermandosi a guardare i capelli di Scorpius con una smorfia di disgusto. Il quadro di Albus Silente ridacchia ed ammicca nella mia direzione: quello sì che era un Preside! Le mie visite abbastanza frequenti a quest’ufficio hanno fatto sì che, nelle rare occasioni in cui era sveglio, ci scambiassi qualche parola; anche lui andava matto per la Api Frizzole, quest’uomo merita la mia stima.
<< La signorina Canon mi ha gentilmente informata della vostra piccola riunione ai danni del signor Malfoy. È vero che avete escogitato un piano con lo scopo di distruggere la sua immagine? >> Imperversa, assottigliando le labbra come fa spesso mia madre. Crecy fa un saltello e scatta sull'attenti: è ridicola.
<< A proposito, signorina Canon, noi non tolleriamo le spie. Venti punti in meno a Tassorosso! >>
Il sorriso le muore sul nascere; la mia idea sulla McGrannitt è leggermente migliorata.
<< Beh, deve riconoscere anche lei che questo taglio gli sta molto bene! >> Esclama Fred; James gli batte il cinque e Molly e Roxanne si scambiano un’occhiata complice.
<< Molto divertente, signor Weasley. >> Ma nella sua voce non c’è ombra di divertimento. Poi, cambiando completamente tono, ci invita a prendere un biscotto. Avere come zio George Weasley mi ha abituata a diffidare da queste offerte sospette, ma sono troppo golosa per rifiutare; la McGrannitt accenna un sorriso e si rivolge direttamente a me:
<< Mi dica, signorina Weasley, chi è la mente di questa ammirevole iniziativa? >>
È l’inizio di un lungo interrogatorio, da cui usciremo con qualche settimana di punizione e molti, moltissimi punti in meno per le nostre Case.

*



Quando usciamo dall’ufficio, vengo subito assalita da Dominique e Scorpius: urlano entrambi, quindi riesco a captare solo poche parole dei loro discorsi: “come ti è saltato in mente”, “cinquanta punti in meno”, “i miei capelli”, “io gay?”.
<< Ok, calmatevi! >> Esclamo, riuscendo ad azzittirli entrambi. << Uno alla volta, per favore! >>
Dominique borbotta che non è mai stata in punizione, ma adesso la mia stupidità ha rovinato il suo eccellente curriculum, mentre Scorpius sta raccogliendo le energie per una sfuriata epica. Quando i miei cugini sono abbastanza lontani – non può smentire la sua eleganza davanti a così tanta gente – sbotta:
<< ROSE, perché hai rovinato i miei capelli? >> Si tira con forza una ciocca e si avvicina a me, minaccioso.
<< Anzi, perché vuoi rovinare me? >> Precisa, arrabbiato come non l’ho mai visto. Beh, non è l’unico ad esserlo.
<< Io? Sei tu che dimentichi il mio compleanno, tu che cerchi di baciarmi mentre stai con la mia migliore amica, tu che hai capito solo da qualche giorno che io sono una ragazza, ma guarda che intuito! Che razza di migliore amico sei? >>
Per qualche secondo resta sbigottito, poi urla anche lui:
<< Ma sentitela! Chi mi ha sempre disturbato quando ero con la mia ragazza? Chi mi ha fatto spuntare un paio di corna in testa solo perché non le davo abbastanza attenzione? Il mondo non gira intorno a te, Rose! >>
Adesso giuro che l’ammazzo: può essere bello, adorabile e… stronzo, sì, stronzo, quanto vuole ma per me non è più nessuno.
Aveva ragione papà quando diceva di non fidarmi!
<< Se è per questo non gira neanche intorno a te! Sei così occupato a farti ogni ragazza che ti passa davanti ed a pavoneggiarti per i tuoi splendidi capelli biondi che non ti sei accorto nemmeno che… che tu mi piaci, stupido ex-platinato! >>
Oh, no. Non l’ho detto; non ad alta voce, vero? Ci ho messo pochi minuti a rendergli noto quello che non volevo ammettere nemmeno a me stessa.
Ma a giudicare dalla sua reazione, il disastro è stato fatto. Dapprima apre la bocca in una perfetta “O”, lasciando cadere la ciocca che ha ancora in mano; si immobilizza, sgrana gli occhi e non è in grado di dire una sola parola. Siamo più immobili dei gargoyle alle nostre spalle, in silenzio e abbastanza distanti; siamo due perfetti idioti.
E l’unica idea che mi viene in mente, come sempre, è quella di scappare: dai miei sentimenti, dalla consapevolezza di aver distrutto la nostra amicizia, da quello stupido corridoio, da Scorpius.
In fondo, non sono una Grifondoro: il coraggio non fa per me. E nemmeno l’amore, questo l’ho sempre saputo.
Allora perché ho lo strano dono di complicarmi sempre la vita?
Tiro su col naso e mi accorgo che sto piangendo: non mi è mai successo, non per un ragazzo. Al massimo ho pianto per una partita di Quidditch, ma non mi ero mai abbassata a questo livello. Mi sento debole, depressa e stupida – no, non ho il ciclo.
Vedo qualcuno avvicinarsi di corsa e mi asciugo in fretta le lacrime: nessuno deve vedermi così.
<< Rosie! >> È Al, grazie al cielo. Non mi va nemmeno di rimproverarlo per quello stupido nomignolo, così mi getto tra le sue braccia. Non mi chiede niente, si limita a stringermi goffamente ed a darmi qualche pacca impacciata sulla spalla.
Oh, non preoccupatevi, mi riprenderò e tornerò alla carica: sono Rose Weasley, ricordate?

 

*
Bene bene, carissime, eccomi tornata.

Tanti auguuriii a meee, tanti auguriii a meee! Tanti auguuuriii ad Ivana, tanti auguuurii a meeeeee! Ok, sì, è il mio compleanno, sono una BEFANA!
Ma passiamo alle cose serie: vi piace il capitolo? Sorprese di questa involontaria dichiarazione? Le cose da adesso cominceranno un po’ a precipitare, ma non preoccupatevi, la nostra Rose è forte!
In questo capitolo ho voluto mettere in evidenza il legame di Rose con i cugini (li adoro *-*). Torna l’idiotissima Crecy Canon, nel prossimo ci sarà anche un faccia a faccia tra Rose e Zabini, ne vedremo delle belle!
Recensite, se vi è piaciuto, o anche se non vi piace affatto, dai!
Un bacione, Iv.
P.s. Se volete potete passare dalla mia pagina facebook, Aniva Burningice Efp, dove metto le foto dei protagonisti :D
Questo capitolo è dedicato a Clare Knight, che recensisce sempre e si preoccupa adorabilmente del suo ritardo, a Ina, che mi è mancata molto <3 ed a Swichi_Matiux, gentilissime!

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Capitolo 9
*** Il terribile Giorno Rosa - Prima parte ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Il terribile Giorno Rosa - Prima parte





14 Febbraio 2022




Dopo la disastrosa dichiarazione, che mi ha dato la definitiva conferma del fatto che io non abbia affatto il cervello di Hermione Granger – come ancora sostiene mio padre – ho passato gran parte del mio tempo ad elencare i pro e i contro della situazione. Nonostante i miei ammirevoli sforzi l’unico lato positivo della faccenda è che nessuno, tranne ovviamente Scorpius e Albus, sa cosa sia successo: non dovrò subire stupidi e fastidiosi pettegolezzi, almeno.
Di lati negativi invece ce ne sono a milioni: dall'improvvisa freddezza tra me e Scorpius a quella che sembra una sua relazione con Melissa Mulciber. Questo ci porta all’improvvisa felicità della mia compagna di dormitorio preferita e della fida compagna Nellie O’Tusoe: la prima, nonostante abbia a disposizione Liam Zabini, si ostina a provarci spudoratamente con Scorpius, adesso che io e Ophelia abbiamo tagliato i ponti con lui. Non fa altro che parlare di quanto sia bello il suo Scorpioncino, di quanto sia dolce, intelligente, fantastico e bravo a letto, senza accorgersi degli sguardi assassini che io e Lia le rivolgiamo periodicamente. Nellie, invece, è al settimo cielo perché la sua amica ha finalmente messo da parte Liam: può andare all’assalto, rendendosi ancora più ridicola rispetto ai suoi standard già incredibili.
Probabilmente adesso vi starete domandando se davvero nel mondo ci siano persone così ottuse: ebbene sì, per grande sfortuna della razza umana, esistono.
Mi ritrovo per l’ennesima volta ad evitare Scorpioncino, che alla mia vista cerca di scrollarsi di dosso quell’oca per venire a parlarmi; cosa potrei dirgli? “Ciao, Scorpius, non mi disturba se te la fai con la Mulciber, continua pure per la tua strada mentre io rimarrò a deprimermi nelle cucine fino a raggiungere l’obesità.”
Davanti a Ophelia, invece, il suo comportamento cambia diametralmente: stringe Melissa a sé e la bacia appassionatamente, tanto da far scandalizzare la McGrannitt almeno una volta al giorno; la clessidra con gli smeraldi verdi comincia a risentirne.
Superata la fase “voglio-sotterrarmi” non mi resta che tornare a pranzare nella Sala Grande insieme a tutti gli altri. Ophelia ha evitato con grande delicatezza di chiedermi il perché del mio malumore cronico, mentre le arpie che ci ritroviamo come compagne di stanza non hanno fatto altro che tempestarmi di domande zuccherose: “Cosa è successo, tesoro? A noi puoi dirlo!” o “Puoi fidarti di noi, cara. Perché sei così triste?”
Il loro palese intento è quello di ottenere qualche ghiotto pettegolezzo e sbandierarlo per tutta Hogwarts, in modo da indurmi a seppellirmi nel Parco, magari vicino alla tomba di Albus Silente. Lia mi è stata di grande aiuto nel mandarle a quel paese quando io non ne avevo voglia – avete capito bene, non ne avevo voglia – e questo ha rinforzato la nostra amicizia, che è tornata quella di un tempo. È addirittura arrivata a confidarmi che mio cugino James, in fondo non è così male, nonostante tutto.
Così, dopo qualche giorno dal misfatto, sono costretta a scendere in Sala Grande con lei; ovviamente, la mia proverbiale sfortuna, ha fatto in modo che questo giorno non sia un comunissimo Lunedì, un giorno di lezione come tutti gli altri.
Quando entro nella Sala, più rumorosa che mai, vedo lo scempio che si presenta agli occhi di una stupida, entusiasta Hogwarts: cuoricini, nuvolette e coriandoli che sembrano scendere dal soffitto incantato. Tutto rigorosamente rosa.
Oggi è il nauseabondo giorno di San Valentino.
Avrei dovuto immaginarlo dalle parole della ragazzina che ciarlava alle mie spalle di un appuntamento da Madama Piediburro, ma si sa che la mente umana tende a rifiutare a priori tutto quello che potrebbe darci fastidio, anche quando è evidente. Così ci ritroviamo la verità sbattuta in faccia quando meno ce l’aspettiamo; nel mio caso è una verità molto scomoda.
Questo è il giorno della gente che ti ferma per chiederti: “E tu, tutta sola? Come mai non vai ad Hogsmeade?”
Questo è il giorno in cui dovrò sopportare l’improvviso aumento del tasso medio di sdolcinatezze ad Hogwarts.
Questo è il giorno in cui Melissa Mulciber e Scorpius Malfoy, recentemente tornato biondo, stanno allegramente pomiciando al tavolo Serpeverde, senza accennare a smettere.
E tra le tre cose, l’ultima è decisamente la peggiore: lancio un’occhiata di sottecchi a Ophelia, alle prese con uno strano tic nervoso che sospetto sia legato alla visione della scena a luci rosse che si sta svolgendo sulla panca di fronte a noi, mentre io cerco di rimanere completamente indifferente.
E il mio tentativo è poco credibile, dato che appena mi siedo sbatto posate e bicchieri sul tavolo molto più forte del dovuto. Sentendo i rumori molesti che sto provocando, la Mulciber si stacca da Scorpius, con un suono simile al risucchio di un lavabo. Fissa malignamente me e Ophelia e ghigna, poi tenta di tornare alle labbra di Scorpius, ma invano. Il suo amato ha assunto infatti un’espressione terrorizzata e continua a spostare lo sguardo da me a Ophelia, quasi ritmicamente.
Posso vedere con chiarezza la battaglia che si sta svolgendo nel suo cervello: continuare a baciare con passione Melissa per far tornare con la coda tra le gambe Lia da lui o scaricarla per non traumatizzarmi troppo – e di conseguenza ritrovarsi nuovamente con una chioma lunga e fulva?
Si guarda attorno alla disperata ricerca di una via d’uscita, poi si alza bruscamente dal tavolo e sbotta, con una nota isterica che non ho mai sentito nella sua voce:
<< Ma perché diavolo voi ragazze dovete essere così complicate? >>
Si divincola da un nuovo tentativo di abbraccio di Melissa, che sbatte la faccia contro la panca non trovando più il corpo di Scorpius ad aspettarla, lancia un’ultima occhiata al nostro tavolo e fa la sua non troppo gloriosa uscita di scena.
Melissa non ci mette molto a trovare una consolazione: alza le spalle e si avvicina a Liam, incurante del fatto che lo abbia tradito per bene con Scorpius senza nemmeno dargli una spiegazione. Naturalmente il suddetto cornificato assume un’aria offesa e disgustata e si volta dall’altra parte, incrociando lo sguardo sognante di Nellie O’Tusoe, che lo saluta stupidamente con la mano nonostante si trovino a mezzo metro di distanza. Il povero Liam scuote la testa e torna a mangiare, afflitto. A completare il quadretto ci sono le inseparabili Hilary ed Elise, che guardano con interesse la scena, immaginando già i retroscena dell'accaduto. Sono incredibilmente cattive, quando si impegnano.
Ovvero sempre.
A volte scrivono addirittura ciò che vedono con una strana penna che si muove da sola – credo che si chiami Prendiappunti. Mia madre mi ha raccontato che la zia di Hilary, una certa Rita Skeeter, durante il quarto anno dei miei genitori ad Hogwarts aveva causato non pochi danni con quella penna.
Sul viso delle due ragazze, intanto, si sono aperti due identici sorrisini sadici: altro segno negativo.
Quando mi accorgo dell’oggetto dei loro sguardi divertiti, non posso fare altro che rabbrividire. Hilary ed Elise stanno fissando Lia con una strana luce folle negli occhi. E non è un caso che James si stia avvicinando al nostro tavolo, come avviene spesso in questi ultimi giorni.
Ha un alibi di ferro – “voglio salutare la mia cara cuginetta” – ma a me non la dà a bere. Mi sono accorta del suo crescente nervosismo in presenza di Ophelia, delle occhiatine che le lancia, del fatto che abbia smesso di fare sciocche battute su di lei.
Inspiegabilmente, nemmeno Lia lo attacca più come faceva una volta; ieri l’ho addirittura sorpresa ad arrossire al saluto di James. Non ho idea di cosa passi per la mente a quei due, ma è chiaro che non si odiano poi così tanto.
<< Rose! >> Esclama James, come se si trovasse all’altro capo della Sala Grande. È visibilmente in imbarazzo e continua a scompigliarsi i capelli convulsamente, rendendoli più disordinati del solito. Non l’ho mai visto così impacciato, soprattutto senza un motivo apparente: in questo momento assomiglia davvero tanto ad Albus. Potrei prenderlo in giro, pensandoci bene, potrei chiedergli se si sia rammollito, ma prima di aprire bocca mi accorgo che ormai non mi sta degnando minimamente della sua attenzione.
Fissa Lia con un’aria disorientata che non gli si addice, indeciso se parlare o meno.

James, ritorna in te. Non mi sono mai piaciuti gli imbranati.

<< Ciao, Rosier… volevo dire Ophel… no, scusami, Lia! >>
Si ferma a riflettere per qualche secondo. Non ha mai sopportato il soprannome della mia migliore amica e si è reso conto di averlo appena usato.
<< Forse è meglio Ophelia, ma non è questo il punto… >> Completa, affondando le mani nelle tasche della divisa.
Poi sussurra qualcosa di cui colgo solo le parole “Hogsmeade” e “con me” ad una velocità inaudita. Ophelia, che è stata zitta fino ad adesso, inarca le sopracciglia nerissime, con un sinistro luccichio negli occhi.
<< Non ho sentito, Potter >> Risponde, cercando di appellare tutto il suo autocontrollo per sembrare glaciale come al solito nei confronti di mio cugino. Le guance arrossate e l’espressione raggiante la tradiscono: ha già capito che quello di James era un invito in piena regola, ma da brava Serpeverde vuole che lo ripeta scandendo bene ogni singola parola.
<< Potresti ripeterlo? >> Sorride amabilmente ed assottiglia gli occhi grigi.
James, per niente intenzionato a perdere l’ennesima battaglia creatasi tra loro due, riacquista tutta la sua disinvoltura e si passa nuovamente la mano tra i capelli. Sorride con ritrovata nonchalance e sbraita:
<< Cosa, che OPHELIA NOTT AMA ALLA FOLLIA TERENCE WRIGHT? >>
Una ragazzina del primo anno seduta accanto a me sgrana gli occhi, disgustata; mi affretto a rassicurarla, il buon nome della nostra Casa deve restare tale: insomma, una di noi con Terence Wright?
<< Grazie al cielo, non avrei sopportato una cosa del genere >> La sento sussurrare; le batto una mano sulla spalla, orgogliosa di lei.
Quando io non sarò più in questa scuola, sarà lei a dover mandare avanti gli splendidi valori di cui sono portatrice – non tanto splendidi, ma va bene lo stesso.
Buona parte degli studenti si gira in direzione del nostro tavolo, incuriosito dall’ormai abituale spettacolino targato famiglia-Weasley-Potter. Il diretto interessato, il Caposcuola di Tassorosso, un tipo brufoloso ed esageratamente ingobbito per la sua età – miseriaccia, anche zia Muriel sembra dritta come una Nimbus al confronto – comincia a vantarsi con i compagni, ovviamente increduli. Mi fa quasi tenerezza: sembra più patetico del solito.
<< Ehi, Wright, non eccitarti troppo >> Urlo, tanto per sentirmi partecipe. << Non è vero niente, idiota! >>
Posso sentire le sue speranze frantumarsi con un sonoro crack; abbassa gli occhi e torna al suo pranzo, ignorando palesemente le frecciatine degli amici.
Ophelia, intanto, si è alzata con foga dal tavolo e sta puntando un dito minaccioso contro il petto di James. È semplicemente furiosa.
<< No, brutto Grifondoro ritardato. Dì solo che VUOI USCIRE CON ME, IMMEDIATAMENTE! >>
Penso che stiano facendo una gara per spaccarmi i timpani, perché rischio seriamente di rimanere sorda.
 Dixon e la sua cerchia scoppiano a ridere fragorosamente, attirandosi le occhiatacce di Lia.
<< C- certo, s-subito! >> Balbetta James, seriamente terrorizzato dal cipiglio della mia migliore amica.
Si schiarisce la voce un paio di volte e dichiara, in modo che più o meno tutti possano sentirlo:
<< Ophelia Rosier, vuoi uscire con me? >> La frase termina con un tono speranzoso simile a quello che usa quando vuole un pezzo della mia barretta di cioccolato.
Lia sorride sinceramente, poi assume un’espressione indecifrabile ed alza le spalle, tornando a sedersi come se niente fosse. A questo punto è inutile precisare che mezza Sala Grande sta ridendo di lui; Hilary ed Elise prendono febbrilmente appunti con quella loro strana diavoleria che osano ancora chiamare “una normalissima piuma.”
<< Andiamo, Rosier! >> James non si è ancora arreso: mi schiaffo una mano sulla faccia, esasperata.
Non capisce che si sta rendendo ridicolo?
<< Rosier, tu mi piaci! >>
Ophelia si volta di scatto, stupita, poi gli afferra il cravattino e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Dal sorriso ebete di James, posso immaginare che abbia accettato.
James sussurra a sua volta qualcosa nell’orecchio di Ophelia e questa volta posso sentire benissimo tutto, restando a dir poco shockata: “Sai, Rosier, non capisco perché tu non abbia accettato al volo… non ti dispiacevo poi tanto, quando eri nel mio letto.”


*


Starsene nella Sala Comune a parlare tranquillamente col ritratto di Mago Merlino è un’attività piuttosto piacevole. Certo, magari avere un ragazzo – un certo Scorpius Malfoy – con cui uscire nel terribile giorno di San Valentino sarebbe stato decisamente meglio.
Proprio mentre Merlino (ormai siamo parecchio in confidenza, posso permettermi di chiamarlo solo per nome) mi sta spiegando la preparazione di un’antica pozione per la crescita di arti supplementari in posti che non vorreste sapere, qualcuno mi interrompe. E deve avere davvero un buon motivo per farlo, altrimenti sarà affatturato all’istante.
<< Rose Weasley? >> Chiede una voce altezzosa. Mi giro decisa a dirne quattro alla voce e alla sua proprietaria, ma quando realizzo chi sia quest’ultima, non posso fare altro che ammutolire.
È un po’ – molto – più alta di me, ha lunghi capelli scuri, una carnagione particolarmente abbronzata identica a quella del fratello e stupefacenti occhi azzurri. È Amethyst Zabini, la mia cognata ideale fino a qualche mese fa. Sto per risponderle, ma non mi lascia il tempo di parlare:
<< Penso che dovresti invitare mio fratello alla festa >> Sentenzia.
Festa? Quale festa? C’è una festa ed io non ne sono al corrente?
Invitare Liam si rivelerebbe una specie di suicidio: mi ha fatto chiaramente capire che non gli interesso minimamente e, soprattutto, con lui ho fatto non poche pessime figure. Perciò, l’unica risposta che posso darle è una lunga risata, per niente divertita.
Si acciglia ed incrocia le braccia, minacciosa.
<< Dico sul serio, ragazzina. >>
Ragazzina a chi? Ho sedici anni e due mesi, non può permettersi di parlarmi così.
<< Ed io dico che tu sei impazzita >> Ribatto, piccata. Vediamo cosa risponderà adesso Miss Io-sono-adulta-e-tu-no.
<< Senti, so per certo che mio fratello vuole parlarti, ma ha – come dire – paura di te… si sa benissimo cosa succede a chi non ti tratta come vorresti. >> Mentre dice l’ultima frase posso cogliere chiaramente dell’ammirazione nelle sue parole. Forse siamo più simili di quanto pensassi.
Non che la conosca poi così bene: sta sempre in disparte col suo gruppo di amiche snob, senza calcolare minimamente nessun’altro.
<< E le mie amiche non sono snob. >> Aggiunge, con un leggero sorriso, come se mi avesse appena letto nel pensiero. È una Legilimens, ci mancava anche questo!
<< Perché mi stai aiutando? >> Le chiedo, insospettita. È risaputo che l’altruismo non è proprio il suo forte.
<< Mettiamola così >> Risponde, con le mani sui fianchi ed ergendosi in tutta la sua statura.
Per Salazar! Sono davvero bassa in confronto a lei.
<< Non mi piace che mio fratello venga preso in giro da una sciocca ragazzina come quella Mulciber e, diciamolo, ho una certa stima per te >>
Cos’è quella cosa che si sta gonfiando a dismisura? Oh, il mio ego.
<< Ecco Liam! >> Constata. << Va’ da lui. >>
In fondo, che mi costa? Potrei anche rimediarci un appuntamento e far impazzire di gelosia Scorpius.
Certo, Rose, come se Scorpius fosse geloso di te.
<< Ciao! >> Esclamo avvicinandomi a Liam, sentendomi vagamente simile ad una bambina di qualche scuola materna Babbana.
Liam sobbalza, spaventato.
<< Oh, tranquillo, sono innocua! >> Lo rassicuro, abbastanza compiaciuta. La gente mi ritiene davvero pericolosa, allora: in questi sei anni ho fatto un ottimo lavoro.
<< Oh! >> Esclama Liam, portandosi una mano alla testa, imbarazzato.
<< Beh, sai, non mi sono comportato molto bene con te e… >>
La solita paura di una mia possibile vendetta: mi si spezza il cuore quando la gente pensa che io sia così malvagia.

Scherzo, ovviamente.

<< Non preoccuparti, non ho intenzione di farti del male. >> Lo interrompo con un tono particolarmente grave, assumendo un’aria da Signore della Guerra.
Però, pensandoci bene potrei sperimentare su di lui la pozione del caro, vecchio Merlino…
No, assolutamente no, sono qui per affari. E non me ne andrò fino a quando non lo farò parlare: la faccenda della festa è di vitale importanza.
<< Allora, devi dirmi qualcosa? Qualcosa su una festa? >> Domanda vaga e tipico sguardo innocente, ecco un nuovo capolavoro di recitazione. Sembra che io non sappia niente di quello che mi ha detto sua sorella; dopo Hogwarts potrei intraprendere la carriera di attrice.
<< E tu come lo sai? >> Esclama, sgranando i suoi straordinari occhi blu.
Beh, non sono più cotta di lui, ma posso ancora fare degli apprezzamenti sui suoi occhi. E su tutto il resto, magari.
<< Ho le mie fonti… >> Rispondo, mantenendomi sul mistero. D’altronde è risaputo che le ragazze intriganti abbiano un certo fascino.
Liam sfodera un sorriso seducente e si siede su una poltrona accanto al fuoco, per poi dirmi delle parole che mai avrei immaginato rivolgesse a me.
<< In effetti volevo invitarti alla festa di stasera >> Mentre parla non stacca i suoi occhi dai miei; ho l'impressione di essere imbambolata. << Se non ti dispiace, ovviamente! >> Aggiunge, indicandomi una poltrona al suo fianco.
Dentro di me tante piccole Rose in miniatura hanno organizzato un party per l’evento, ma devo mostrare un certo contegno.
Mi siedo anch’io, accavallando le gambe come mi ha insegnato zia Fleur da piccola – anche se non sono sicura di averlo fatto bene: mi sento vagamente simile a mio padre stravaccato sul divano di casa.
<< Non ci vai con Nellie? >> Domando, piuttosto stupidamente.
<< Non posso andarci con la migliore amica di quella troia della Mulciber! >> Esclama, punto sul vivo.
“Quella troia della Mulciber”, eh? Forse non ricorda che fino a due settimane fa era cotto di lei.
<< Hai ragione… ma perché hai invitato proprio me? >> Se la domanda di prima era stupida, questa oltrepassa ogni confine dell’umana idiozia.
<< Oh, so che ti piace Scorpius, quindi ho pensato che… insomma, lui e Melissa vanno insieme, potresti aiutarmi a… hai capito cosa intendo? >>
Tralasciando il fatto che Liam non sia esattamente un genio nelle spiegazioni, le sue intenzioni sono abbastanza chiare: dimostrare a Scorpius e alla Mulciber che non stiamo tanto a piangere sulla pozione versata.
E questa è una gran bella idea.
Ma c’è un piccolo dettaglio che mi sfugge…
<< Chi diavolo ti ha detto che mi piace Scorpius?! Non è assolutamente vero, sono solo stupide voci di corrid… >> Sussurro, minacciosa, ma mi interrompe immediatamente, alzando un sopracciglio con aria di sufficienza ed usando le mie stesse parole:
<< Ho le mie fonti. >>
<< E quali sarebbero le tue fonti? >> Sbraito e mi alzo dalla poltrona, pronta ad avventarmi contro di lui. Poco importa che il lui in questione sia il mio accompagnatore per la festa di questa sera, sono a dir poco furiosa.
<< Oh, d’accordo, ho sentito la tua dichiarazione, va bene? >> Sbotta, esasperato.
Quindi non eravamo soli quando è avvenuto il disastro. Almeno non ci hanno sentiti Hilary ed Elise…
<< E con me c’era anche Elise, se proprio vuoi saperlo! >> Sibila, maligno.
Come non detto: la mia solita sfortuna continua a perseguitarmi. Bene, ripensandoci non c’è più nessun lato positivo nella faccenda-dichiarazione, ora che ho scoperto che effettivamente qualcuno sa della cosa.
<< Non parlerà, tranquilla >> Conclude con un ghigno malizioso che mi fa balenare in mente una decina di idee che includono lui, una porta chiusa a chiave e un letto. << Ho i miei modi per convincerla! >>
Potrebbe usare quei modi anche su di me, non mi lamenterei affatto.
Prima di scatenare una furiosa lite a causa della sua brutta abitudine di origliare le conversazioni altrui, è meglio che vada. Lo faccio per il bene della comunità, fidatevi. Non tornerò in camera mia a disperarmi per cosa mettere, ovviamente. E nemmeno per come acconciare i miei capelli completamente pazzi o per cercare di truccarmi in modo decente; escludete queste eventualità.
No, non cercherò nemmeno quell’abito che mi ha regalato Dominique per il compleanno, se proprio volete saperlo.


 

*

 
Avete potuto constatare altre volte quanto in realtà io sia coerente.
Pochissimo, a dire il vero.
Quindi non vi stupirete se vi dirò che ho addosso l’abito bianco che mi ha regalato Dominique per il mio compleanno – che non è niente male, a dirla tutta, anche se non fa altro che procurarmi un fastidioso prurito, essendo più stretto di un cappio per impiccagioni.
Magari potrei anche aver messo un po’ di Mascara, solo un po’, nel posto giusto: niente trucco da pellerossa, mi spiace.
Oh, quasi dimenticavo: ho rubato un paio di scarpe alquanto vertiginose dal baule di Ophelia; non faccio altro che traballare come un’ubriaca per la stanza, cercando di mantenermi in equilibrio su quegli infidi trampoli blu. Beh, almeno quando lo sarò veramente avrò una scusa per la mia camminata sbilenca.
Ho persino provato a borbottare “un, due, un, due” tra me e me, ma l’unico risultato è stato quello di scontrarmi con il divano – chi l’ha messo al centro della stanza? – capitombolando sul pavimento con una buffa capriola storta. Il mio adorabile abito, come sfortuna comanda, si è alzato fino a mostrare alla Sala Comune semi-deserta (grazie a Salazar) le mie supersexy mutandine con le fragole.
La ragazzina che a pranzo chiedeva informazioni su Lia è scoppiata a ridere sadicamente, indicandomi e chiamando un paio di amichetti; i ragazzini in questione mi hanno guardata con un’espressione particolarmente pervertita, nonostante abbiano al massimo dodici anni.
Ah, non ci sono più i primini rispettosi ed educati di una volta! Ai miei tempi io sì che rispett… aspettate un attimo, non credo di essere proprio l’esempio migliore.
Ma tutta la questione dei ragazzini di undici anni assume ad un tratto un’importanza secondaria: Liam è appena uscito dai Dormitori maschili, splendido nel suo vestito blu notte.
Avete presente quando tutto intorno a voi sembra galleggiare e sparire con un impercettibile puff? Ecco, Liam Zabini fa quest’effetto. Scaccio la strana vocina che mi ripete maliziosa qualcosa come “ Scorpius è sicuramente meglio” e mi affretto a ricompormi, sistemando i capelli dietro l’orecchio. Dopo la caduta sono sicuramente più spettinati del solito, ma non è mica la fine del mondo! Insomma, se fossi Ophelia o Dominique correrei in camera a sistemare anche la ciocca più insignificante, ma Rose Weasley non può perdere la dignità in questo modo.
Perché l’ha già persa guardando per circa due minuti il suo accompagnatore, con la bocca aperta e gli occhi scintillanti.
<< Wow! >> Esclama Liam; sembra sinceramente colpito. La mia autostima raggiunge picchi mai visti prima e gli sorrido come un’ebete.
Ehi, Rose, ricorda: datti un contegno!
Assumo l’aria più seria del mio repertorio e gli rispondo come se stessi ripetendo un incantesimo particolarmente tedioso:
<< Salta i convenevoli, Zabini. >> Fin qui è tutto perfetto: tono distaccato, aria di sufficienza, voce da mamma Hermione che raccomanda di non usare la scopa in casa.
Oh, al diavolo!
<< Anche tu non sei niente male >> Dico, prima di poter fermare la mia boccaccia. In effetti niente male è un eufemismo: vestito così, Liam farebbe resuscitare anche la Dama Grigia.
Il percorso fino alla Stanza delle Necessità sembra essere piuttosto tranquillo, fino a quando non incontriamo l’ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.
Scorpius? Melissa? No, il professor Neville Paciock.
<< Neville! >> Esclamo, terrorizzata. È difficile da credere, ma è piuttosto inflessibile con gli studenti.
Neville alza un sopracciglio con aria minacciosa: teoricamente dovrei chiamarlo Professor Paciock, ma in fondo anche lui sa che non lo farò mai.
<< Signorina Weasley >> Mi apostrofa, con un cipiglio che non promette nulla di buono. << Può gentilmente spiegarmi dove state andando? >> Conclude, accennando al nostro abbigliamento insolito.
Neville deve sentirsi abbastanza ridicolo con il pigiama che indossa per fare le ronde notturne.
<< Oh, ecco, vede… >> Balbetto: sono nei guai, ma devo sfruttare il mio innato talento nell’arte del mentire.
<< Oggi è San Valentino e noi pensavamo di... ehm, uscire? >> Azzardo, con un filo di voce. Scambio una rapida occhiata con Liam, che è a dir poco impietrito.
<< Oh >> Esclama Neville, cambiando completamente espressione: è un po’ imbarazzato ed ha lo sguardo di un adulto che sta per raccontarti i dubbi splendori della sua giovinezza.
<< Anch’io, quand’ero giovane… >> Neville si perde in un’ampia digressione su una vecchia fiamma, con gli occhi sognanti e le guance visibilmente rosse anche alla luce delle candele. Purtroppo dobbiamo far finta di ascoltarlo, annuendo di tanto in tanto; solo dopo un quarto d’ora ci lascia andare, avvertendoci che la prossima volta non chiuderà un occhio tanto facilmente.


La Stanza delle Necessità è un posto fantastico, se sai sfruttarlo come si deve: l’organizzatrice (è sicuramente una ragazza, probabilmente molto sciocca) ha fatto tutto il contrario.
Le pareti sono di un fastidioso rosa shocking e dei divanetti – sento una profonda avversione nascere nei loro confronti – sono sparsi per tutta la stanza, allargata a dismisura. Ma la cosa peggiore sono le coppie: coppie che si scambiano smancerie, coppie che si baciano teneramente, coppie che si tengono per mano.
Mi viene un’improvvisa voglia di rimettere quando mi sorprendo a pensare che comportarsi così con Scorpius non sarebbe affatto male.
Liam, intanto, mi ha preso la mano e mi sta trascinando verso un mostro terribile almeno quanto il famigerato Basilisco: la Pista da Ballo. Di solito adoro ballare, ma in questo caso c’è un piccolo inconveniente; è appena cominciato il lento più repellente e datato dell’intero mondo magico: "Un calderone pieno di forte amor bollente."
Naturalmente travolgo tre o quattro coppie prima di fermarmi – non intenzionalmente, è tutta colpa dei tacchi, ve lo giuro! – e di trovare una sorta di equilibrio sulle trappole mortali di Lia. La prossima volta ci penserò bene prima di prendere in prestito qualcosa da lei.
Riesco a scorgere Lily che tiene la mano ad un ragazzo dai capelli neri; guardando meglio, mi accorgo che è Louis: probabilmente l’avrà costretto a venire alla festa con lei. A poca distanza da loro c’è un’imbronciata Dominique, accompagnata sorprendentemente da Steeval: chiaramente avrebbe voluto J.J. accanto a sé, ma quest’ultimo è avvinghiato a una ragazza dal caschetto nero.
Noi cugine Weasley-Potter abbiamo un rapporto decisamente complicato con l’amore.
Liam si ferma – grazie al cielo, i tacchi minacciavano di rompersi – e mi posa le mani sui fianchi, con un’occhiata allusiva: ha già visto Melissa, ferma ai bordi della pista insieme a Scorpius, e non esita a fare la prima mossa per mettere in atto il nostro piano.
Quando scorgo la deliziosa coppietta mi assale una strana rabbia: forse l’idea di Liam è davvero geniale. Mi avvicino anch’io, ignorando completamente Scorpius, che ha lasciato Melissa da sola e si sta dirigendo a passo spedito verso di noi.
<< O adesso o mai più >> Mi sussurra Liam. Non capisco bene a cosa si riferisca – avere Liam Zabini praticamente incollato a te non giova molto alla tua lucidità – prima del bacio appassionato in cui mi ritrovo coinvolta prima di rendermene conto.
Il mio cervello va completamente in tilt fino a quando Liam si stacca da me lentamente: mi guardo intorno disorientata per qualche secondo, poi ricordo chi sono, dove sono e cosa ho appena fatto.
Sono decisamente tarda, in queste situazioni.
Faccio una smorfia che dovrebbe assomigliare ad un sorriso, che si congela prontamente quando vedo la faccia di Scorpius, a pochi passi da noi.
È praticamente incredulo: ha gli occhi spalancati come se avesse appena visto la McGrannitt vincere la coppa del mondo di Quidditch.
Che c’è, migliore amico, non te lo aspettavi?
Forse si accorge che lo stiamo guardando, perché si riscuote all’improvviso e ci raggiunge con il viso contratto in un’espressione indecifrabile.
<< Ciao Rose! >> Esclama, con una disinvoltura palesemente finta. Saluta Liam con una pacca sulla spalla fin troppo forte, poi torna a rivolgere la sua attenzione a me. Ha uno sguardo strano; se non avessi paura di illudermi, direi che è quasi arrabbiato.
Bene, per l’ennesima volta mi sono cacciata in un mare di guai.
 

*

 
Ehm, sì, sono in ritardo. Di nuovo. Ma non uccidetemi, non è colpa mia se i miei professori sono malvagi e mi caricano di compiti!
In realtà avrei dovuto aggiornare l’altro ieri, ma la connessione a internet, per il mio router, è un optional.
Comunque, passando al capitolo, spero proprio che vi sia piaciuto! Assistiamo ad una svolta tra Liam e Rose, che però è irrimediabilmente cotta del nostro Scorpius… e James invita Lia ad uscire! A proposito, la frase che si riferisce al letto è una conseguenza della One-Shot di Halloween! Se volete capirci di più, potete leggerla! Ci saranno anche loro nel prossimo capitolo e vedrò di pubblicare una one-shot sul loro appuntamento : )
Per chi non lo sapesse, nella Sala Comune dei Serpeverde c’è il ritratto di Merlino perché, secondo Pottermore, è appartenuto proprio a Serpeverde *-*
E, ragazze, 17 recensioni! Ma io vi adoro! Siete state troppo gentili, mi avete fatto commuovere! Non me l'aspettavo, davvero.
Se volete vedere gli attori che ho scelto per interpretare i protagonisti della storia, passate dal mio profilo Facebook, Aniva Burningice Efp. Qualcuno magari potrebbe aiutarmi a fare il banner, dato che ci ho provato e sono praticamente negata!
Per quanto riguarda l’altra storia, prometto che aggiornerò presto, non l’ho assolutamente abbandonata!
Ho da chiedervi un piccolo favore: una mia amica sta facendo i primi passi nel mondo di Efp, potreste leggere la sua storia? Lei si chiama Chicco_di_caffe e il link per la storia è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911147
Detto ciò, vi saluto e vi auguro uno splendido Week-end!
Un bacio,
-Iv.

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Capitolo 10
*** Il terribile giorno rosa - Seconda Parte - Crisi isteriche e follie di famiglia ***


 
 

Dedico questo capitolo a Daphne, che ha realizzato questo splendido banner, e a Liliana, che sta vivendo un momento difficile. Spero che possa tirarti su. E a chicco_di_caffe, nonostante tutto sempre un'ottima amica! 

Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Il terribile giorno rosa - Seconda Parte
Crisi isteriche e follie di famiglia



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<< O adesso o mai più >> Mi sussurra Liam. Non capisco bene a cosa si riferisca – avere Liam Zabini praticamente incollato a te non giova molto alla tua lucidità – prima del bacio appassionato in cui mi ritrovo coinvolta prima di rendermene conto.
Il mio cervello va completamente in tilt fino a quando Liam si stacca da me lentamente: mi guardo intorno disorientata per qualche secondo, poi ricordo chi sono, dove sono e cosa ho appena fatto.
Sono decisamente tarda, in queste situazioni.
Faccio una smorfia che dovrebbe assomigliare ad un sorriso, che si congela prontamente quando vedo la faccia di Scorpius, a pochi passi da noi.
È praticamente incredulo: ha gli occhi spalancati come se avesse appena visto la McGrannitt vincere la coppa del mondo di Quidditch.
Che c’è, migliore amico, non te lo aspettavi?
Forse si accorge che lo stiamo guardando, perché si riscuote all’improvviso e ci raggiunge con il viso contratto in un’espressione indecifrabile.
<< Ciao Rose! >> Esclama, con una disinvoltura palesemente finta. Saluta Liam con una pacca sulla spalla fin troppo forte, poi torna a rivolgere la sua attenzione a me. Ha uno sguardo strano; se non avessi paura di illudermi, direi che è quasi arrabbiato.
Bene, per l’ennesima volta mi sono cacciata in un mare di guai.



 
<< Rose? Alla festa di San Valentino? >> Domanda Scorpius, con una punta di sarcasmo.
Sì, proprio io, Scorpius caro. Eri troppo occupato a farti la Mulciber per accorgerti che ci sono anch'io?
Liam mi aiuta prontamente, mettendomi una mano sulla spalla e stringendomi a lui come farebbe un fidanzato iperprotettivo.
Oh, questo piano mi piace eccome.
<< Sai, Scorpius >> Rispondo con una calma che non mi appartiene affatto. << Tu e Melissa siete adorabili, insieme! >>
Come il Pus di Bobotubero tra i capelli – ma questo non lo dico, non ancora.
Scorpius alza un sopracciglio, decisamente scettico. Non è da me fare complimenti a una coppia, specialmente se quest’ultima include la diversamente intelligente Melissa Mulciber ed il ragazzo per cui ho una cotta. A questo punto dev’essergli chiaro che anch’io sono stata estremamente ironica.
<< Mi fa piacere che lo pensi >> Ribatte, senza smettere di fissarmi negli occhi. Mentire a Scorpius mentre mi guarda così è fin troppo difficile. Intanto l’oggetto della nostra conversazione si è appena affiancata al suo ragazzo, arpionandogli un braccio ed appendendosi a lui come una scimmia particolarmente sciocca.
<< Ciao, Melissa! >> Trillo, abbracciando a mia volta Liam – che enorme sacrificio – e sorridendo serafica. Questa sera mi sento quasi buona, potrei anche non fare battute sull’abito che indossa lo strano primate che mi ritrovo davanti.
No, non sarebbe da me.
<< Che bel fazzoletto, Mel! >> Esclamo con lo stesso tono mellifluo.
La Mulciber, com’era prevedibile, non sembra capire: si guarda intorno alla ricerca del fantomatico fazzoletto, con un’espressione confusa e stupida al tempo stesso. Se non la odiassi potrei anche provare compassione per lei. Ho detto potrei, non allarmatevi.
Liam scoppia a ridere e la guarda dall’alto in basso, compiaciuto: sta procedendo tutto a gonfie vele.
<< Rose parlava del tuo vestito… se così si può chiamare >> Precisa, come se stesse spiegando ad un bambino di tre anni il modo in cui tenere in mano una bacchetta. Ci scambiamo un’occhiata complice e scoppio a ridere anch’io. Umiliare la Mulciber non è mai stato così bello.
Ovviamente Melissa non capisce che stiamo ridendo di lei, troppo impegnata a sistemarsi il trucco con uno specchietto tascabile, e accenna un sorrisino malizioso in direzione di Liam.
Merlino, perché esiste gente del genere?
A quanto pare, l’unico ad essere completamente serio è Scorpius, anche se “serio” è riduttivo. È furibondo, il povero piccolo biondino!
<< Dimmi, dov’è finito il tuo immenso amore per me? Non ci hai messo molto a consolarti, Weasley. >>
Weasley.
Non mi aveva mai chiamata così, non aveva mai sputato il mio cognome con un disprezzo così grande. Per lui sono sempre stata Rose o Rosie – e questo nomignolo gli è costato non poche fatture.
Questa me la paga, lo giuro sul mio manico di scopa. E quando giuro sulla mia Firebolt potete star certi che sono seriamente e irrimediabilmente incazzata.
<< Cos’avrei dovuto fare? >> Urlo, spingendolo con un gesto molto poco femminile. Al diavolo la femminilità, in questo momento è l’ultima cosa a cui sto pensando. Melissa ha gli occhi sbarrati, preoccupata che la mia ira possa coinvolgere anche lei; direi che fa bene a preoccuparsi.
<< Avrei dovuto giurare fedeltà eterna a uno stronzo che va in giro pomiciando con la prima che si ritrova davanti? >> Digrigno i denti e gli afferro il colletto della camicia; per la prima volta nella mia vita sento di odiarlo. E questo mi sconvolge più di qualunque altra cosa, perché la nostra amicizia era una delle mie poche certezze.
<< Sai che ti dico, Rose? >> Beh, almeno siamo tornati al nome.
<< Sei una ragazzina viziata! Scommetto che eri solo gelosa di Ophelia, per questo ti sei messa a piagnucolare come una mocciosa! >>
In quello stesso momento Lia passa davanti a noi al fianco di James, più raggiante che mai. Sento Scorpius imprecare a bassa voce e sussurrare il nome “Potter” con un disprezzo ancora maggiore di quello che ha usato per il mio. Serra la mascella, poi rivolge nuovamente la sua attenzione a me, ancora più infuriato:
<< “Scorpius, tu mi piaci!” >> Imita la mia voce con impietosa precisione e fa finta di piangere. Sto per sferrargli un bel pugno, ma sbotta nuovamente:
<< Puoi insultare Melissa quanto ti pare, ma la vera puttana sei tu! >>
Ed ecco intervenire la mia adorata fortuna, presente come sempre nei momenti peggiori: la musica sembra essersi fermata per qualche insulso annuncio sull’importanza dell’amore e tutti ascoltano le parole di Scorpius, che non si è curato poi così tanto di tener bassa la voce. A questo punto niente potrebbe trattenermi dal colpirlo, ma qualcun altro mi ha già preceduto: Liam si è scagliato violentemente contro di lui, scaraventandolo a terra. D’altronde se lo merita; Scorpius gli ha praticamente rubato la ragazza.
Ovviamente mi sento in dovere di completare l’opera, pestandogli un piede col mio tacco affilatissimo – finalmente ho scoperto l’utilità di questi aggeggi.
Liam mi afferra la mano e mi trascina via dalla pista, lasciando uno Scorpius dal labbro sanguinante, un’attonita Melissa ed un centinaio di persone mormoranti. Arriviamo ad una zona piuttosto appartata della sala e ci sediamo su un orribile divano rosa confetto.
<< Bel destro >> Commento mestamente, con un mezzo sorriso.
<< So per certo che tu avresti fatto di meglio >> Mi sussurra Liam. Sta cercando di tirarmi su e lo apprezzo infinitamente, più di quanto possa apprezzare i suoi occhi blu.

Ok, adesso non esageriamo.

<< Ma io sono Rose Weasley. >> Ribatto. Perché sto parlando a voce bassa? E perché Liam non lascia la mia mano?
Oh no, non ditemi che è una di quelle situazioni.
<< E mi dispiace di non essermene accorto prima >> Mormora, per posare di nuovo le sue labbra sulle mie – e, stranamente, né Melissa né Scorpius sono nei paraggi. Ma prima di poter ricambiare degnamente il suo bacio mi ritrovo travolta da un uragano. Si sa che i peggiori cicloni hanno nomi femminili: questo si chiama Molly Weasley. E non è per niente da sottovalutare.
<< Rose! >> Esclama, prendendomi per le spalle e separandomi bruscamente da Liam; il tatto non è il suo forte. Appena riconosce il mio accompagnatore mi sorride maliziosamente, ma si riscuote quasi subito.
<< Hai notato qualcosa di strano? >> Lo dice con un tono quasi speranzoso: devo dedurre che stia architettando uno dei suoi soliti scherzi.
<< N- no >> Balbetto, ancora sconvolta per il bacio e per l’interruzione. Non mi dà il tempo di dire altro e chiama a raccolta Fred, Hugo, Louis e Lily – vi sfido ad avere una famiglia più invadente della mia.
Ovviamente Fred e Molly sono venuti insieme alla festa, ma Hugo deve aver trovato un’accompagnatrice. Strano: chi mai considererebbe attraente un ragazzino che colleziona scope giocattolo?
Oh, ecco la sciagurata ragazza: Alice Paciock, la figlia di Neville; frequenta il terzo anno ed è molto graziosa, anche se ha perennemente l’aspetto di una bambola di porcellana – con tanto di grandissimi occhi azzurri –  che sta per andare in mille pezzi.
<< Hai intenzione di invitarmi a ballare? >>* Chiede a Hugo, con un broncio deluso sul viso eccessivamente paffuto.
Mio fratello non la degna di uno sguardo e le risponde con un secco “no”, visibilmente annoiato. Probabilmente Hugo non le ha detto che si trova all’ultimo posto nella sua lista delle priorità: prima il Quidditch, poi il cibo, i Tiri Vispi Weasley ed alla fine, eventualmente, le ragazze.
Alice gira i tacchi e corre via tra la folla; Hugo non prova nemmeno a fermarla, né sembra dispiacersene.
Sto per tornare alle piacevoli occupazioni che mi si prospettavano, ma Molly mi interrompe nuovamente.
<< Hai visto James? Scommetto che è colpa sua, dove diavolo è finita la pozione dilatante? >>
Liam alza un sopracciglio ed indica un punto alle spalle di Molly, sempre più impaziente.
<< Credo che Potter abbia di meglio da fare che occuparsi delle vostre pozioni! >>
E Liam ha proprio ragione, perché James e Ophelia, splendida nel suo abito grigio perla, sono avvinghiati in un abbraccio mozzafiato e non accennano a staccarsi. È curioso come la gente possa passare dall’odio all’amore in una manciata di ore.
Gli occhi di Louis e di Molly si accendono dello stessa rabbia, rendendo la loro somiglianza vagamente inquietante; qualcosa mi dice che la prossima coppia ad essere disturbata sarà proprio quella che Liam ha appena indicato. Lily, invece, non si cura minimamente della nuova relazione di suo fratello; è molto impegnata a guardare con desiderio il Cacciatore del settimo anno per cui ha una cotta da un bel pezzo e che sembra non sapere della sua esistenza.
Ovviamente, com’è giusto che sia secondo la mia fortuna ormai rinomata in tutto il Mondo Magico, Lily torna tra noi nel momento meno opportuno e si accorge che James è in dolce – per quanto dolce possa essere Ophelia – compagnia.
E chi può coinvolgere nei suoi folli progetti, se non me?
Mi prende per un braccio – ragazzi, vorrei ricordarvi che non sono una bambola di pezza da poter trascinare dove vi sembra più opportuno – e mi conduce fino al punto in cui Lia e James si stanno scambiando effusioni, ignari della tragedia che sta per abbattersi su di loro.
<< James Sirius Potter! >> Sbotta Lily, incredibilmente simile alla madre. << Cosa stai facendo? >>
James non sembra capire la gravità della situazione: essere beccato a pomiciare dalla sorella minore non è il massimo delle aspirazioni per un ragazzo. Si limita a sorridere e a sfoderare quello che lui chiama “sguardo che conquista”** per poi risponderle con molta nonchalance:
<< Sai, sorellina, quando un ragazzo e una ragazza si vogliono tanto bene… >>
Lily non gli permette di finire la frase e si rivolge a me, rossa in viso.
<< Diglielo anche tu, Rose, lui non può… non può… uscire con questa qui! >>
In realtà non riesco a dire una parola, perché anche Ophelia si sente chiamata in causa.
<< Si dà il caso che questa qui sia la sua migliore amica! >> Ringhia, con i pugni serrati. Intanto anche il resto dei cugini Weasley si è precipitato da noi, accusando James – parole loro – di ammutinameno, diserzione e tradimento. Lily sembra dimenticare di trovarsi ad una tranquilla festa di San Valentino e si avventa contro Ophelia, prontamente difesa da James. Si scatena una baraonda di dimensioni epiche, tra le urla di rabbia dei miei cugini e quelle indignate di Ophelia; so che probabilmente dovrei restare ad aiutarla, ma questo è il momento ideale per svignarmela.
Liam mi sta ancora aspettando sul divanetto e si è appena procurato un bicchiere colmo di uno scintillante liquido verde: suppongo che sia qualche superalcolico magico di contrabbando, introdotto sicuramente da Fred.
Posso tornare da lui e riprendere il discorso che avevamo cominciato, ma non ho fatto i conti con la depressione di Dominique.
Capisco che i miei progetti su Liam tarderanno ancora a realizzarsi quando uno tsunami biondo si precipita ad abbracciarmi, singhiozzando convulsamente. Non le chiedo nemmeno dove abbia lasciato il povero Steeval – sono sicura che lo abbia mollato di nuovo – e le do qualche pacca sulla spalla, cercando di non sembrare troppo scocciata.
<< Cos’è successo? >> Chiedo, seguendo la solita prassi. Adesso mi riverserà addosso un mix letale di sentimenti, lacrime e speranze deluse che potrebbero benissimo far parte di un romanzo rosa. Ringrazio il cielo di non essere così emotiva: non lo avrei mai sopportato.
<< J.J. e M-Monique >> Riesce a balbettare, mentre tira su col naso. << M-mi ignora, capisci? >>
A quanto pare J.J. sta ancora insieme all'oltremodo antipatica francese che si è trasferita con lui ad Hogwarts alla fine del primo trimestre.
Ed ecco il solito complesso di Dominique: se qualcuno non fa di lei il centro del suo mondo, sente tutte le sue certezze crollare e torna ad essere la bambina impacciata di un tempo. Ed è in questi momenti che ha bisogno di me: mi dispiace, mio caro Liam, devo restare con lei.
<< Avanti, Domi, è solo un idiota. Devi fargli vedere cosa si perde, non piangerti addosso! >> Il mio consiglio è più che buono, ma Dominique non sembra essere di questo avviso: continua a piangere sulla mia spalla e singhiozza ancora più forte. Da questa posizione posso benissimo vedere Nellie O’Tusoe, Alicia Smith e Ashley Stuart avvicinarsi a Liam come uno stormo di avvoltoi pronti a sbranare la preda. Si siedono accanto a lui e cominciano a ridacchiare, in preda all'emozione del momento.
Adesso posso davvero dire di aver fatto bene a nascondere la bacchetta nelle calze: la estraggo con cura e mormoro tre diverse fatture per quelle fastidiose ragazzine. Devono imparare a stare al loro posto, prima o poi, e questo metodo mi sembra il più adatto per insegnarglielo.
Ashley si ritrova piena di brufoli violacei, Alicia perde tutti i capelli biondi in pochi istanti e sul volto di Nellie si forma una scritta: "troia".
Devo ricordarmi di ringraziare mia madre per avermi suggerito questa splendida fattura – anche se l’ho leggermente personalizzata.
A quanto pare solo Liam si è accorto della mia piccola malefatta; ammicca e scoppia a ridere nel suo solito modo estremamente affascinante, scuotendo la testa ed incrociando elegantemente le gambe.
Ah, Dominique, sappi che ti sto facendo un grosso favore!
 
Qualche minuto – diciamo pure mezz’ora – dopo, Dominique sembra essersi calmata e mi annuncia finalmente che tornerà nel suo Dormitorio: è troppo stanca ed il trucco le è rimasto spiaccicato su tutto il viso, oltre che sulla mia spalla.
Questa volta nessun membro pazzoide della mia famiglia mi impedisce di tornare da Liam, che è rimasto pazientemente ad aspettarmi; quando mi siedo accanto a lui mi offre un bicchiere dal contenuto identico a quello che ha ormai finito di bere.
Guardandolo, mi rendo conto che per la prima volta nella mia vita sto rinunciando a vendicarmi di qualcuno, nonostante qualche tempo fa abbia giurato a me stessa che gliel’avrei fatta pagare per il modo in cui mi ha trattata al Ballo.
 << Tieni, hai avuto una serata stressante >> Dice, sempre col suo sorriso da divo. Se non fossi davvero innamorata di Scorpius, potrei farci qualche pensierino.
Va bene, lo ammetto: in realtà ho già fatto più di un pensierino su di lui.
Butto giù la bevanda verde e mi asciugo la bocca con una mano, provocando un nuovo sorrisino di Liam. Beh, ammetto di non essere proprio il massimo della finezza, ma nessuno può ridere di me, quindi gli lancio un’occhiataccia e bevo un ultimo sorso.
La Stanza delle Necessità si sta rapidamente svuotando: sono rimasti solo gli organizzatori della festa, tra cui Amethyst, che ci rivolge uno sguardo soddisfatto mentre parla con Micheal Mills, il cacciatore per cui Lily ha perso la testa. James e Lia solo ancora abbracciati al centro della pista da ballo; evidentemente hanno vinto la battaglia contro i miei cugini. Anche Scorpius e Melissa sembrano inseparabili, anche se di tanto in tanto ci lanciano degli sguardi nervosi.
Bene, è l’ora dell’uscita di scena. Intreccio le mie dita a quelle di Liam e stringo leggermente la presa; è il segnale. Ci alziamo entrambi dal divano – rischio di fare un capitombolo a causa dei tacchi – e, ancora con le mani saldamente unite, passiamo davanti a Scorpius e a Melissa; Ophelia mi fa un cenno che vuole chiaramente dire “poi mi racconterai tutto”. Se la signorina Rosier crede di farla franca, si sbaglia di grosso: anche a lei toccherà un bell’interrogatorio.
Fortunatamente raggiungiamo senza intralci la nostra Sala Comune: quando la liscia parete di pietra ci fa passare, ci troviamo davanti una scena che mai avrei potuto immaginare.
Va bene, Dixon – vi ricordate di lui, quel pervertito che costrinse me e Scorpius a baciarci? – è il più grande organizzatore di bische clandestine ad Hogwarts e Roxanne ama il gioco d’azzardo, ma trovarla su un divano, decisamente poco lucida, con le gambe su quelle del suddetto patito di poker e cinque carte in mano è… sorprendente.
Insomma, che ci fa la ragazza più fieramente Grifondoro del castello nei nostri sotterranei? E, soprattutto, da quando lei e Dixon sono così intimi?
<< Roxanne! >> Esclamo, andandole incontro. Non mostra nessuna reazione, è sicuramente ubriaca. Aaron Dixon, invece, fa il suo solito ghigno inquietante e ridacchia un po’, passando la mano intorno alla vita di Roxanne.
A questo punto mia cugina sembra accorgersi di me e si apre in un largo sorriso idiota; si alza dal divano, un po’ barcollante, e viene ad abbracciarmi. Da ubriaca è molto più calorosa con tutti, a quanto pare.
<< Roshe, ciao! >> Riesce a dire, tra un accesso di risa e l’altro. << Vuoi giocare? >>
Prende, dopo numerosi tentativi andati a vuoto, una bottiglia di Whisky Incendiaro dal tavolo – su cui ce ne sono parecchie – e me la porge, facendola oscillare pericolosamente.
Prima che io possa dire o fare qualsiasi cosa, Roxanne si accascia lentamente sul pavimento e la bottiglia rotola a qualche metro da noi. Pochi secondi dopo la sento russare sonoramente: dalla notte in cui abbiamo condiviso la camera alla Tana, ho sperato di non sentire mai più quell’orribile suono.
Ma il destino è sempre crudele con me.
Nemmeno Dixon, intanto, sembra tanto contento del suo destino: adesso che Roxanne si è addormentata non può realizzare i loschi piani che aveva su di lei. Impreca e beve un altro sorso di Whisky dalla bottiglia più vicina a lui.
<< Dobbiamo occuparci di loro >> Constata Liam, divertito ma abbastanza preoccupato. Annuisco, toccando con un piede il fianco di Roxanne, Non si muove, ha proprio perso i sensi definitivamente
Liam strappa la bottiglia di mano ad Aaron e lo aiuta ad alzarsi, mentre io faccio lo stesso con Roxanne. Trascinare giù per le scale che portano al Dormitorio femminile una ragazza più alta di te di circa venti centimetri non è impresa facile, credetemi, soprattutto se anche tu sei abbastanza brilla.
La getto sul mio letto con poca grazia, ma ancora non si sveglia; dev’essere proprio molto, molto sbronza. Mi siedo per qualche secondo, con la testa tra le mani, cercando di capire qualcosa della serata appena passata: la sfuriata di Scorpius, il bacio di Liam, le follie dei miei cugini – almeno loro sono rimasti i soliti di sempre.
La camera è completamente vuota: posso tranquillamente cambiarmi e togliere quei terribili tacchi; torno in Sala Comune, dove Liam mi sta già aspettando. È bello, davvero bello, ma non riesco a smettere di paragonarlo a Scorpius. E quest’ultimo vince in ogni confronto.
Strano, considerato che se qualche mese fa mi avessero detto che avrei baciato Liam Zabini, probabilmente avrei percorso l’intero perimetro del Parco di Hogwarts saltando come una molla impazzita. Accenno un sorriso e mi avvicino a lui, incrociando le braccia. I momenti di silenzio sono sempre i più imbarazzanti, in compagnia dei ragazzi. Qualcuno dovrebbe scrivere un manuale su come comportarsi con loro, un giorno.
<< Sai, Rose, prima credevo che tu e tua cugina Dominique aveste gli stessi occhi >>
Ecco, dev’essere impazzito. A proposito di manuali, cosa si dice in questo caso? Sarebbe poco carino consigliargli di mettere un paio di occhiali come quelli di mio zio Harry?
Nel dubbio, non mi resta che esprimere le mie perplessità con qualcosa di profondo e intelligente:
<< Eh?! >>
<< Sì, insomma, vi assomigliate un po’… >> Continua a bassa voce, forse intimidito dalla mia reazione.
Io e Dominique ci assomigliamo? Ho capito, è ubriaco anche lui. Che strano, sembrava sobrio fino a qualche minuto fa…
<< …però poi ho notato che sono molto più belli i tuoi! >> Completa la frase in modo precipitoso, quasi nervoso.
<< Cosa? >> Chiedo, tra lo scettico e il compiaciuto. Ok, vada per il compiaciuto.
<< I tuoi occhi! >> Precisa Liam, ancora decisamente agitato. Almeno non sono l’unica che si trova a disagio.
Dopo le mie precedenti esperienze, ho capito che in certe situazioni è molto meglio stare zitta. E la mia nuova tattica del silenzio funziona, perché Liam capisce finalmente che non lo affatturerò e si avvicina a me – sempre cautamente – per baciarmi sulla guancia. Resto imbambolata per qualche secondo, poi lo stringo in un rapido abbraccio impacciato.
<< Buonanotte, Rose >> Sussurra, ridacchiando.
Ah, se ride ancora di me lo affatturo davvero!
Lo fulmino con lo sguardo, dandogli un pugno non troppo forte sulla spalla, e sorrido anch’io, come una perfetta idiota.
<< Vai via, prima che perda il controllo >> Gli ordino, assottigliando gli occhi. Liam scuote la testa e si incammina verso la sua camera, con le mani in tasca e col suo solito sorriso da modello.
<< Ehi, Merlino! >> Esclamo, non appena Liam è sparito giù per le scale. Il dipinto si sveglia di soprassalto e mi rivolge uno sguardo obliquo.
<< Secondo te è vero che ho dei begli occhi? >> Gli chiedo.
<< Sono belli come due rospi in salamoia >> Grugnisce Merlino, per poi tornare a sonnecchiare.

 

*

15 Febbraio 2022

La colazione è un pasto piuttosto rivelatore; puoi vedere con tranquillità diverse tipologie di studenti, che nel mattino dimostrano pienamente la loro essenza. Ci sono: la ragazzina con lo specchietto per il trucco, il perdente che ripassa Trasfigurazione, il maniaco che ci prova con ogni ragazza che vede, l’organizzatore di scherzi (quello per eccellenza è mio cugino Fred) che mette strane pozioni nel tuo caffè. Ma la razza che sicuramente predomina alle otto del mattino è quella dei bradipi addormentati, di cui faccio parte anch’io. Sicuramente la mia espressione è più stupida di quella di un Troll addormentato, mentre Liam mi parla di qualcosa di molto lontano dalla mia comprensione.
Non che ci sia qualcosa vicina alla mia comprensione, a quest’ora.
Scorpius e Melissa, casualmente seduti di fronte a noi, sembrano più freddi del solito. E con “più freddi” intendo che non passano ogni secondo del loro tempo a pomiciare in modo disgustoso.
Ophelia, invece, non smette di sorridere sognante, guardando il tavolo Grifondoro con desiderio. La sindrome da mielosità acuta ha contagiato pure lei, è peggio della peste.
A proposito, non le ho ancora fatto un interrogatorio decente: questo è il momento giusto per bombardarla di domande imbarazzanti; torturare qualcuno è un ottimo modo per iniziare la giornata.  
Sto per porle la prima, insidiosa domanda sul perché ieri notte non sia tornata nel Dormitorio, ma la mia visuale viene improvvisamente oscurata da un ammasso enorme di treccine castane.
<< Roxanne! >> Saluto la proprietaria delle treccine, gettando un’occhiata nella direzione di Dixon, che la sta fissando insistentemente. Che sia venuta al tavolo Serpeverde per lui?
<< Rose, emergenza! >> Esclama , sgranando gli occhi scuri e saltellando sul posto, agitata.
Falso allarme, probabilmente non ricorda nemmeno quello che ha fatto la sera precedente. È straordinario il modo in cui i miei cugini riescano a disturbarmi sempre nel momento meno opportuno.
Melissa si gira con un sorriso maligno e guarda Roxanne con una smorfia disgustata.
<< Ehi, Weasley,che senso ha quell’acconciatura? Che te ne fai di tutti quei vermi che ti escono dalla testa? >>*
Roxanne alza educatamente il dito medio e le volta le spalle, diretta al tavolo Grifondoro. Mi alzo dalla panca piuttosto a malincuore – i cornetti dovranno aspettare – e la seguo, non prima di aver lanciato un’ochiataccia coi fiocchi alla Mulciber.
Capisco subito che l’emergenza riguarda qualcuno della mia famiglia, perché un capannello di Weasley si sta rapidamente formando verso il centro del tavolo. Riesco  ad aprirmi un varco tra James e Molly e per poco non mi prende un colpo: Albus Potter sta lanciando gridolini isterici, tenendosi la testa tra le mani e dondolando sulla sedia come un elfo domestico che si sente in colpa. Questa scena sarebbe altamente comica, se mio cugino non fosse così disperato.
Oh, andiamo, è comica anche così!
<< Ha appena scoperto che la sua ragazza è la figlia di Cho Chang >> Mi spiega Molly, con un piccolo sorrisino sadico. Non capisco perché dovrebbe interessarmi il nome della madre di Faith Powell e, soprattutto, perché Al sia così preoccupato. Anche se preoccupato è dir poco, sarebbe meglio definirlo sconsolato.
Dominique e Lily sono inginocchiate vicino a lui e cercano di consolarlo, ma invano. James, invece, ha l’aria di dover scoppiare a ridere da un momento all’altro.
<< Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo? >> Sbotto, spazientita.
James si volta verso di me e mi scompiglia i capelli, che naturalmente adesso tendono alla forma di un cespuglio di rovi. Sto per riversare la mia furia su di lui, ma Molly mi ferma, prendendomi per un braccio. In effetti non è il caso che un altro membro della famiglia perda il controllo: potrebbero sbatterci seriamente tutti al San Mungo.
Molly si sistema all'indietro il cortissimo ciuffo biondo e mi risponde, piuttosto annoiata:
<< Cho Chang era la fidanzata di zio Harry, ai tempi della scuola. >>
Oh, certo, tutto chiaro: questo pettegolezzo era davvero indispensabile. , come lo sarebbe Crecy Canon in una squadra di Quidditch.
<< E allora? >> Domando, dubbiosa.
Molly alza gli occhi al cielo e mette le mani sui fianchi, in una fedele imitazione della sua omonima.
<< Hai idea di come reagirà zia Ginny quando lo saprà? >>
Beh, probabilmente potrebbe scatenare una Terza Guerra Magica.
No, troppo poco: estenderebbe il conflitto anche al mondo Babbano, per placare la sua sete di vendetta. Ritrovarsi la ex del proprio marito in famiglia non dev’essere proprio il massimo; zia Ginny trasformerebbe questa situazione in un vero incubo.
Ad un certo punto, il chiacchiericcio della Sala Grande viene sovrastato da un urlo disumano: Albus sta gentilmente illustrando a Lily i motivi della sua improvvisa depressione; non l’ho mai visto così arrabbiato, nemmeno quando Scorpius ci ha provato con Faith in Infermeria. Riesco a comprendere qualcosa a proposito di una sua fuga da Faith, che adesso non gli rivolge più la parola.
Lily non può accettare il comportamento del fratello e gli scaglia contro una Fattura Orcovolante di pregevole fattura; i fratelli Scamandro intanto, sono accorsi dal tavolo dei Corvonero.
Lysander sta setacciando lo spazio intorno ad Albus, gridando che “il responsabile del trambusto è un Ricciocorno Schiattoso”, mentre Lorcan tenta di fermarlo, spiegandogli che i Ricciocorni non sono mai esistiti.
Intanto, la fattura Orcovolante ha colpito per sbaglio anche Roxanne, che ha trovato opportuno scagliare a casaccio una controfattura. Nel giro di pochi minuti si è scatenata una rissa epocale, in cui mi ritrovo coinvolta per preservare la mia incolumità. In tutto ciò, i gemelli Scamandro si inseguono da una parte all’altra, schivando i vari incantesimi.
<< ADESSO BASTA! >> Tuona la voce della McGrannitt, magicamente amplificata.
<< Weasley, Potter! >> Prosegue, riferendosia tutti noi. Ci fermiamo all’istante, mantenendo la posa in cui ci trovavamo per combattere; è interessante notare come Lily sia seduta su un dolorante James, con un pugno ancora in aria, in attesa di raggiungere il bersaglio. Fred e Roxanne, invece, si stanno ancora tirando i capelli reciprocamente.
<< SIETE IN PUNIZIONE… DI NUOVO! >>
Magnifico, se continuo così avrò punizioni da scontare anche quando sarò uscita da Hogwarts.
La McGrannitt fa una breve pausa, col labbro tremante per l’indignazione ed uno sguardo assassino ben distinguibile anche attraverso le spesse lenti.
Lysander e Lorcan, intanto, stanno cercando di non dare nell’occhio e di tornare al loro tavolo indisturbati, ma la Preside ha anche loro nel suo temibile mirino.
<< Non così in fretta, Scamandro, vale anche per voi. >>
 

*


16 Febbraio 2022

A volte la scuola può essere paragonata ad una vera e propria induzione al suicidio: oggi, per esempio, ho dovuto sopportare un’ora di punizione in compagnia dei miei cugini, che non hanno fatto altro che attribuirsi vicendevolmente la colpa per la nuova punizione, e dei gemelli Scamandro. Lysander ha continuato a giustificarsi perché aveva davvero visto il Ricciocorno Schiattoso, Lorcan invece ha passato l’ora a commentare con battutine scettiche sulla stravaganza di suo fratello.
Ricopiare ordinatamente gli elenchi degli studenti che hanno ricevuto Encomi Speciali dal Seicento al Novecento non è stata un’impresa facile; certo, lo sarebbe stata di più se qualcuno dei miei compagni di sventura avesse smesso per un solo istante di sbraitare.
Dopo la punizione, è stata la volta dell’estenuante allenamento di Quidditch, che si è trasformato in una questione d’onore tra Liam e Scorpius. Quest’ultimo è quasi caduto dalla scopa, dopo uno spintone di Liam, e solo l’aiuto di Elise gli ha risparmiato una bella frattura cranica.
L’allenamento, naturalmente, è stato un completo disastro: non riuscivo a concentrarmi sulla Pluffa, con gli sguardi indecifrabili del mio fu migliore amico e quelli maliziosi di Elise, al corrente dei miei sentimenti per Scorpius.
Adesso, come se tutto ciò non bastasse, mi ritrovo a dover affrontare una lezione pomeridiana di Difesa Contro le Arti Oscure, in cui il professor Reals ha pensato bene di proporci un ripasso sui Mollicci.
Reals è l’unico professore per cui ho una grande stima: ha sempre la risposta pronta, è assurdamente geniale e nessuno può sopraffarlo. Purtroppo, però, è anche incredibilmente severo e lunatico.
Il Molliccio ha assunto diverse forme per ognuno di noi – da quelle più spaventose, come Banshee o Lupi Mannari, a quelle più esilaranti, come genitori o insegnanti in collera. Nel mio caso, ho dovuto combattere contro un gigantesco ragno nero; ho ereditato da mio padre la folle paura per questi insetti.
Adesso è il turno di Scorpius, che si rigira nervosamente la bacchetta tra le mani. Ho uno strano presentimento, quasi come se il Molliccio dovesse trasformarsi in…
me.
Mi ritrovo davanti una mia esatta copia, con i capelli ancora più scarmigliati dei miei e un baluginio sinistro negli occhi.
Wow, sono piuttosto terrificante da arrabbiata.
Il professor Reals commenta acidamente il fatto che Scorpius abbia paura di una ragazza, ma quest’ultimo non sembra ascoltarlo.
Il Molliccio comincia ad avvicinarsi pericolosamente a Scorpius, con un pugno alzato. È assurdo che io sia la cosa che più terrorizza Scorpius, ma vedendomi così minacciosa devo proprio dargli ragione.
L’intera classe, tranne Dominique, Lia e Albus, scoppia a ridere, ignorando i miei sguardi assassini.
Scorpius, sconvolto quanto me, si riprende presto dallo sbigottimento iniziale e pronuncia l’incantesimo “Riddikulus”, puntando la bacchetta contro la mia esatta copia.
A questo punto assisto ad un avvenimento terribile: la mia divisa si trasforma in un patetico abito da bambolina, con tanto di scritta “I LOVE YOU” cucita sul petto. Il Molliccio-Rose sbatte le ciglia e fa una goffa giravolta su se stesso, per poi venire ricacciato con la forza dentro un armadio dal professor Reals.
I miei compagni stanno ancora ridendo, indicandomi e bisbigliando tra di loro. Non prendo in considerazione minimamente il fatto di trovarmi a lezione, così esco dall’aula sbattendo la porta.
Sento di avere gli occhi bagnati, sarà sicuramente un… un’allergia ai Mollicci, ecco. Mi allontano a grandi passi dall’aula, stringendo i pugni rabbiosamente.

Scorpius Hyperion Malfoy, sei proprio un maledetto stronzo.

Qualcun'altro è uscito dalla classe, probabilmente il professore, perchè sento la porta sbattere nuovamente.
Mi volto indietro e scopro che a seguirmi è stato proprio Scorpius, che sta correndo a perdifiato nella mia direzione.
<< Rose, Rose! >> Urla Scorpius, con il fiatone. << Torniamo amici, ti prego! >>



*

Buonasera, ragazze, e auguroni a tutte noi, magnifiche Donne! Ho deciso di farvi un regalino, aggiornando proprio oggi. Un regalo piuttosto insignificante, ma son dettagli, dai!
Piaciuto il nuovo capitolo? Scorpius è visibilmente geloso, anche se non se ne accorge nemmeno lui - figuriamoci Rose, tarda com'è in queste situazioni.
James e Lia stanno insieme a tutti gli effetti, li trovo adorabili (ho scritto anche un'altra
one-shot su di loro, che potete trovare nella serie "Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no."
Ho inserito altri due personaggi nella storia, i gemelli Scamandro, che non saranno particolarmente rilevanti, ma io li adoro lo stesso! ** Ho pensato di renderli totalmente opposti: il primo è la fotocopia caratteriale della madre Luna, il secondo è molto più razionale e scettico. Spero vi piacciano!
Adesso passiamo alle note:
* Ho voluto fare delle citazioni dai libri di Harry Potter. La frase che Alice Paciock dice a Hugo è la stessa detta da Padma Patil a Ron al Ballo del Ceppo, mentre la presa in giro nei confronti di Roxanne da parte di Melissa è identica a quella usata da Pansy Parkinson (madre di Melissa) per offendere Angelina (madre di Roxanne, per chi non lo sapesse).
** Lo sguardo che conquista è una citazione dal film Disney (MERAVIGLIOSO) Rapunzel.
Fatemi sapere cosa ne pensate di tutto ciò,
un bacione,
-Iv.


 

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Capitolo 11
*** Avventure notturne, strane richieste e ottimi professori ***


Ehm, sì, non sono morta. Lasciatemi spiegare, vi prego! Internet è uno schifo, un grandissimo inutile schifo, quindi posso aggiornare solo adesso. Un avvertimento: il magnifico banner creato da Daphne non ci sarà in questo capitolo, perchè da questo pc non riesco a metterlo. -.-

Beh, ecco un riassunto delle ultime puntate (fa molto Beautiful, vero?), così teniamo tutto sotto controllo:

Rose e Scorpius, dopo la festa di San Valentino, non si rivolgono ancora la parola, ma Scorpius le chiede di tornare amici dopo l'ennesimo guaio combinato, ed è da qui che inizia il nostro capitolo, ricollegandosi direttamente al precedente. Roxanne, invece, ha passato San Valentino con Dixon a giocare a una strana variante del poker, mentre Dominique si è depressa vedendo l'amato J.J. con un'altra. Ophelia e James si sono messi insieme e, lasciatemelo dire, sono adorabili. Detto ciò, vi lascio al capitolo:




Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


- Avventure notturne, strane richieste e ottimi professori





<< Tornare amici? >> Sussurro, incredula. << Tornare amici? >>
<< Ehm, la risposta giusta è “sì”? >> Mi chiede Scorpius, dubbioso. È incredibile quanto sia codardo, in situazioni come queste.
<< Non c’è una risposta giusta! >> Sbotto, sforzandomi di mantenere la voce bassa. È già tanto che Reals non sia venuto a riportarci in classe; lo farebbe senz’altro, se sentisse delle urla sospette in corridoio.
Continuo ad allontanarmi a grandi passi, ma Scorpius non demorde.
<< Ci deve essere, Rose! >> Esclama, disperato. Oh, sì, devi proprio sentirla, la disperazione: te la meriti!
<< Insomma, siamo amici da sei anni… >>
<< Eravamo amici >> Lo correggo, senza degnarlo di uno sguardo. Eppure mi sento quasi felice per tutte queste attenzioni; devo essermi proprio rammollita. Scorpius mi afferra un braccio, costringendomi a fermarmi.
<< Che c’è? >> Esclamo, cercando di dare alla mia voce un tono seccato. Quello che viene fuori, invece, sembra quasi speranzoso.
<< C’è che ora mi ascolti! >> Sbotta, improvvisamente molto più determinato. Incrocio le braccia e inarco le sopracciglia, come se quello che ha da dire non mi importasse.
<< Ti prego, Rose, mi manchi! Mi mancano i nostri allenamenti di Quidditch, gli scherzi ai Grifondoro, le partite a poker… sei la mia migliore amica, non posso perderti così, cazzo! >>
<< Non ti mancavo così tanto quando pomiciavi con la Mulciber! >> Esclamo, infuriata.
<< Rose… >>
<< Vedi, lo hai detto tu stesso! Ti mancano le partite, gli allenamenti e gli scherzi… ma d’altra parte io sono Rose, l’amica maschiaccio, vero? >>
<< Non ho mai detto quest… >> Obietta Scorpius, ma non lo lascio finire.
<< Oh, sì che l’hai detto! Ma non te ne sei accorto, tu non ti accorgi mai di nulla. >> Concludo, amareggiata. Sto per andarmene, ma la sua voce mi blocca nuovamente. E sembra così sincero che non posso fare a meno di starlo ad ascoltare:
<< Ti prego, Rose, dammi un’altra possibilità. >>
Non rispondo e mi allontano da lui con passi misurati, senza voltarmi indietro – quando invece vorrei correre lontano da qui.
Non basta uno stupido discorso sull’amicizia a far capitolare Rose Weasley.



*


05 Marzo 2022

La notizia della mia colossale cotta per Scorpius si è diffusa per tutto il castello in men che non si dica: Melissa Mulciber e Nellie O’Tusoe non hanno perso tempo a spargere la voce, che a quanto pare è poi passata alla Penna Prendiappunti di Hilary ed Elise, fino ad arrivare alle pettegole di Tassorosso, ed ha raggiunto, per ultimi, i Corvonero; Crecy Canon è maledettamente soddisfatta della mia rovina e mi rivolge un sorrisetto maligno ogni volta che mi incontra. Quando anche tutti i Grifondoro hanno appreso la novità, i miei cugini e mio fratello hanno avuto delle reazioni completamente diverse: Hugo ha deciso di mettermi il broncio, mentre James e Fred si sono offerti gentilmente di appendere Scorpius a testa in giù fuori dalla torre di Astronomia, proprio come ho fatto una volta con il povero Albus. Una notevole quantità di ragazzine adesso mi guarda peggio del solito e qualche idiota del terzo anno è convinto che io abbia fatto una vera e propria dichiarazione pubblica durante le lezioni, con tanto di dono di fidanzamento. Gli studenti di questa scuola hanno una vera e propria abilità nell’ingrandire a loro piacimento anche gli episodi pù insignificanti. Se poi vengono aiutati dalle canzoncine volgari inventate da Pix, allora è proprio la fine.
D’altra parte, Liam ha cercato di mettere a tacere la cosa, facendosi vedere con me durante ogni ora buca e sedendosi al mio stesso banco durante tutte le lezioni. La nostra improvvisa amicizia è stata oggetto di un esauriente interrogatorio da parte di Ophelia, ben presto ricambiato con una sfilza di domande su James. Ma, in ogni caso, gli sforzi di Liam non sono bastati; niente è più inesauribile della sete di pettegolezzi di un mucchio di adolescenti che vivono nello stesso luogo per otto mesi all'anno.
In breve, ogni singola anima – vivente e non – di Hogwarts sa tutto riguardo alle mie vicende sentimentali. Già, perché anche i fantasmi ne sono a conoscenza: lo spettro di una giovane signora mi è venuto incontro cercando di consolarmi in un modo piuttosto singolare. “Sai, cara” Ha detto, con un’aria decisamente grave. “Anche il mio era un amore non corrisposto… ma troveresti la pace abbandonando questa vita piena di dolori, te lo dico per esperienza!”

Considerando che il suicidio non rientra tra le mie massime aspirazioni, urge cercare delle soluzioni alternative a quella proposta dal fantasma. Oggi è un Sabato pomeriggio più soleggiato del solito, così io e le mie cugine ci siamo ritrovate sotto il grande faggio presso il Lago Nero, per rilassarci dopo una lunga e travagliata settimana di studio – beh, solo per Dominique lo è stata, noi non amiamo molto seppellirci tra i libri in una Biblioteca polverosa.
Lily e Roxanne stanno discutendo di una complicata strategia, ben attente a non rivelare troppo: io e Molly siamo in ascolto e potremmo riferire tutto ai nostri compagni di squadra.
Dominique traccia linee immaginarie tra alcuni ciuffi d’erba, finalmente riapparsi dopo due mesi abbondanti di neve. Dal lago provengono le risate frivole di alcune oche quattordicenni, tra cui quell’insulsa Mirage.
Come vorrei che la piovra venisse allo scoperto e le levasse di mezzo!
<< Questa situazione deve finire. >> Sbotto, distogliendo Lily, Roxanne, Molly e Dominique dalle loro attività. Sospirano tutte insieme: sanno che le tormenterò con il mio malumore fino a quando questa storia non sarà solo un brutto ricordo.
Lily e Dominique, però, sono solidali, a causa dei loro trascorsi con il genere maschile. Molly, invece, mi ascolta perché in questo momento è troppo annoiata per fare qualunque altra cosa. Roxanne si sente in debito con me: non ho rivelato a nessuno i dettagli della sua serata di San Valentino, trascorsa in un modo molto ambiguo con Aaron Dixon.
<< Insomma, sono diventata lo zimbello della scuola! Ormai è finita… >> Continuo, assottigliando la voce. Faccio un respiro profondo, poi scuoto la testa e torno a sdraiarmi, afflitta. È la prima volta che mi capita di arrendermi di fronte a qualcosa; l’amore non fa per me.
<< Eppure ci deve essere una soluzione! >> Constata Molly, mentre gioca distrattamente col ciuffo biondo.
<< Espatriare? >> Domando, alzando un sopracciglio con aria scettica.
<< Ma non essere ridicola, basterebbe semplicemente uccidere Malfoy! >> Esclama Roxanne, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
<< O potrebbe mettersi con lui, magari! >> Interviene Lily, con gli occhi scintillanti, persi in chissà quale assurda fantasticheria romantica. Roxanne e Molly le lanciano un’occhiata disgustata, intimandomi di lasciarla perdere.
<< Ragazze! >> Ecco Dominique, con la sua solita aria da saputella. << Non diciamo idiozie, qui ci vuole un piano ben studiato! >> Alza gli occhi al cielo in un modo che mi ricorda spiacevolmente mia madre e comincia a frugare nella borsa, in cerca di pergamena e penna.
Molly scoppia in una risata e mi rivela la sua opinione, ancora più stramba delle precedenti.
<< Dovremmo lanciare un Oblivion su tutti i ficcanaso. >> Afferma, cinica e pragmatica come al solito.
<< Molly Weasley! >> Interviene una voce da dietro il nostro albero, con un tono pomposo quasi come quello dello zio Percy. Molly alza gli occhi scuri al cielo, riconoscendola: appartiene a Justin Macmillan, uno spocchioso Corvonero sempre pronto a scoprire ogni sua malefatta. Non riesce a tollerare il fatto che Molly sia diventata Prefetto proprio come lui, nonostante la sua condotta non sia esattamente ineccepibile. Perciò deve aver giurato a se stesso che la rovinerà, in qualsiasi modo.
<< Potrei riferire i tuoi piani di insubordinazione alla Preside >> Continua, alzando le sopracciglia e assumendo una posa da imperatore d’altri tempi. Il suo amico, un topo di biblioteca dal naso inverosimilmente grande, continua a tenere lo sguardo basso e a rintanarsi dietro la giacca di Justin.
<< Oh, sta zitto, Macmillan >> Lo redarguisco; oggi sono più aggressiva del solito, grazie alle mie adorate visite mensili.
<< Stiamo parlando di faccende importanti, qui! >> Mi spalleggia Molly, con il tono indifferente e annoiato migliore del suo repertorio. Roxanne annuisce, alzandosi e incrociando le braccia, minacciosa. E lo è davvero, con il suo metro e ottanta di statura. Macmillan, ancora più impettito di prima, ignora il nostro benvenuto non esattamente caloroso. Sa essere davvero pedante, quando si ci mette.
Tossicchia un paio di volte e poi si rivolge a Molly, per niente scoraggiato dalla sua mancanza di interesse nei suoi confronti.
<< Bene, come dicevo poc’anzi… >> Riprende, mentre il suo amico lancia occhiate nervose a Roxanne, che gli si è fatta più vicina e lo sovrasta di circa dieci centimetri.
<< Poc’anzi? >> Sbotta quest’ultima, trattenendo un accesso di risa. << Ma dove credi di vivere, nel Medioevo? >>
Macmillan sembra un po’ più tentennante, adesso, ma non esita a proseguire.
<< Potrei denunciare l’accaduto alla Preside, ma voglio instaurare con te un rapporto di sana e proficua collaborazione. >> Conclude, con l’aria di chi è immensamente compiaciuto della propria eloquenza.
<< Come ti pare >> Si limita a rispondere Molly, con un’alzata di spalle. Justin chiede di “conferire con lei in separata sede” e, con decine di sbuffi che mostrano tutto il suo malumore, mia cugina lo segue verso un punto del Parco non molto lontano da qui. Il tale che lo accompagnava rimane fermo per un istante, poi fugge via verso il castello, terrorizzato. Roxanne torna a sedersi ed estrae dalla tasca della giacca un misterioso foglio di pergamena, piuttosto consunto. Forse è un’allucinazione, ma mentre lo legge posso quasi vederla sorridere.
Lily comincia a ridacchiare e si scambia un’occhiata di intesa con Dominique, che cerca di sbirciare, ottenendo solo un’invettiva particolarmente fine da parte di Roxanne. Non riusciranno mai ad andare d’accordo, quelle due. Mi godo per un po’ lo spettacolo offertomi da una scatenata Molly, che insegue il povero Macmillan sparando fatture a raffica dalla bacchetta, poi approfitto di un momento di distrazione di Roxanne e le strappo il foglio dalle mani, sventolandolo in aria con grande soddisfazione. Prima che possa realizzare cos’è successo al suo prezioso segreto, scappo via verso il castello.
Travolgo un paio di primini che assistono a una partita di Sparaschiocco, sentendoli poi imprecare dopo qualche secondo contro qualcuno che temo sia Roxanne – anche lei deve averli mandati a gambe all’aria con la mia stessa delicatezza. Schivo qualche stendardo, rischio di scivolare su un tappeto piuttosto lungo e mi precipito su una rampa di scale a casaccio, nonostante la mia Sala Comune sia nei sotterranei – non ho avuto il tempo di pensare, la mia vita è in pericolo!
Purtroppo per me, però, le scale decidono di cambiare direzione e mi portano faccia a faccia con Roxanne, che non ci ha messo molto a raggiungermi. Mia cugina ha un’espressione folle, mentre sguaina la bacchetta e me la punta contro. Scappo attraverso un’altra rampa – spero che sia quella giusta – e finalmente la semino. Dopo una corsa matta fino ai sotterranei, arrivo al mio dormitorio, ansante, e sussurro la parola d’ordine. Corro alla mia camera e mi scaravento sul letto, con un gran cigolio del povero materasso.
Apro il biglietto, ben attenta a non farmi vedere da Melissa Mulciber e Nellie O’Tusoe, che stanno allegramente spettegolando.


Domenica, stesso posto, stessa ora.
A.D.


A.D.
Mi viene in mente solo un nome con queste iniziali, ed è Aaron Dixon. Quindi devo dedurre che mia cugina si vede con lui anche da sobria, e questo è un male: Dixon non è esattamente il prototipo di ragazzo serio, potrebbe spezzarle il cuore e…
Oh, d’accordo, tutte idiozie. Roxanne non si farebbe imbrogliare facilmente e, in ogni caso, sarebbe pronta a scaricare al malcapitato una bella dose di colpi ben assestati.
Sono curiosa, lo ammetto, dannatamente curiosa di scoprire cosa facciano quei due nei loro appuntamenti segreti.
Urge l’aiuto di Lily Genio-del-male Potter.



*


06 Marzo 2022

Girare per i corridoi e rischiare di incorrere nella furia omicida di Roxanne non è per niente saggio, quindi ho dovuto trovare un modo per evitarla. E, sfortunatamente, il modo includeva alzarsi di buon ora la Domenica mattina. Io e Lily ci siamo incontrate nell’ultimo posto in cui qualcuno possa immaginare di trovarci: la Biblioteca.
Lily si guarda attorno con fare circospetto ed estrae una vecchia pergamena dalla borsa; la riconosco immediatamente: è la Mappa del Malandrino, sicuramente presa in prestito da suo fratello James.
<< Giuro solennemente di non avere buone intenzioni. >> Sussurra, cercando di non attirare l’attenzione di un ragazzo al tavolo vicino con la faccia completamente coperta da un grosso libro – c’è gente talmente folle da studiare anche nel finesettimana.
Immediatamente compaiono sulla pergamena delle macchie di inchiostro, che si allargano, si allungano e si intrecciano fino a formare una dettagliatissima mappa della scuola.
<< Ma tu guarda quella donna scarlatta! >> Esclama Lily, indicando un riquadro nella Sala Comune Grifondoro: Amethyst Zabini è in compagnia del ragazzo per cui mia cugina ha una cotta stratosferica.
<< Donna scarlatta? >> Scoppio a ridere: a volte Lily è tale e quale a nonna Molly.
<< Parlando di cose serie, basterà tenere d’occhio Roxanne e seguirla al momento giusto >> Concludo, soddisfatta del piano.
<< E noi sappiamo esattamente come seguirla! >> Esclama Lily, battendo un pugno sul tavolo. Madama Pince si gira nella nostra direzione ed emette un grugnito minaccioso. Lily abbassa la voce e si avvicina a me, col suo tipico fare cospiratorio.
<< Non dirmi che hai il mantello di James >> Sussurro, immaginando già la risposta.
Lily sta per dire qualcosa, ma si ferma improvvisamente: il ragazzo del tavolo vicino, con la faccia ancora coperta dal libro, si è appena unito a noi. Con nostra grande sorpresa, quando abbassa il libro e lo posa sul tavolo, scopriamo che è David Steeval, il bistrattato ex-ragazzo di Dominique.
<< Lily >> Mormora, senza accennare a considerarmi. Oh, fate pure, tanto Rose non esiste!
Mi schiarisco la voce rumorosamente e incrocio le braccia, piccata. Steeval mi rivolge un cenno distratto della testa e torna a guardare Lily, con un’espressione serissima. È strano che stia parlando con lei: non sono mai stati in buoni rapporti – questioni di rivalità sportiva.
<< Per favore >> Essere così gentile con lei deve costargli parecchio, a giudicare dalle sue smorfie.
<< Aiutami a riconquistare Dominique, ti prego! >>
Lily sgrana gli occhi, colpita dalla richiesta e dall’eccesso di cortesia. Poi, però, sorride sadicamente.
<< Ma non ti ha appena mollato? >> Chiede, usando un tono addolorato palesemente finto.
<< Per la seconda volta? >> Aggiungo, ritenendo l’umiliazione un castigo equo per l’avermi ignorata.
Steeval mi fulmina con lo sguardo, ma si sforza nuovamente di essere gentile.
<< Sì >> Risponde, trattenendo a stento la rabbia. << Ma, per favore, aiutami! Lei si fida di te, giusto? >>
Wow, dev’essere proprio disperato.
Una vocina maligna nella mia testa mi ricorda che anche io lo sono, ma mi consolo pensando che almeno io non sono stata scaricata per due volte di fila dallo stesso ragazzo.
<< E io cosa ci guadagno? >> Chiede Lily, scuotendo i lunghi capelli rossi. Sarebbe dovuta decisamente finire a Serpeverde anche lei.
Steeval sospira, rassegnato: evidentemente se lo aspettava.
<< Una maglia dei Cannoni di Chudley? >>
Lily alza un sopracciglio, insoddisfatta.
<< Una maglia dei Cannoni di Chudley autografata dall’intera squadra! >> Esclama un po’ troppo forte, deliziata. Madama Pince ringhia sommessamente, decisa a cacciarci fuori alla prossima trasgressione.
Steeval alza le spalle: non sarà difficile per lui procurarsela, considerando che lo zio è l’allenatore in seconda della squadra del cuore di mia cugina.
<< Se ne potrebbe avere una dei Tornados? >> Intervengo, speranzosa.
<< NO! >> Sbotta Steeval, esasperato. Madama Pince, spazientita, si precipita al nostro tavolo e ci caccia dalla Biblioteca, colpendomi gentilmente in testa col suo registro delle visite.
<< Tutta colpa tua, Steeval! >> Esclamo, mentre mi chiudo alle spalle lo spesso portone di legno massiccio, ansimante.
<< Già, tutta colpa tua >> Mi fa eco Lily, nella posa da combattimento Weasley: mani sui fianchi ed espressione furiosa.
<< Mia? >> Steeval scoppia a ridere sarcasticamente, per poi fermarsi di colpo: vedere le nostre bacchette puntate contro di lui gli ha fatto perdere la voglia di fare lo spiritoso.
Credo proprio che David Steeval farà un bel viaggetto in Infermeria, oggi.



*


È mezzanotte, ormai, ma Roxanne non accenna ad uscire dal suo dormitorio e Dixon si trova ancora nella nostra Sala Comune. Lily ha gentilmente deciso di ospitarmi nella sua camera, nonostante abbia incontrato il dissenso delle sue compagne, che non si sentono per niente sicure a dormire con una Serpeverde nei paraggi. Ma queste sciocche ragazzine non sono il mio bersaglio – non oggi, almeno. Sono molto più interessata alla Mappa del Malandrino, che dovrebbe svelarci il luogo dell’incontro segreto.
<< Oh, guarda! >> Esclama Lily, distogliendo per un attimo lo sguardo dal puntino che indica Roxanne.
<< Scorpius e Melissa sono insieme in uno sgabuzzino al sesto piano! >>
Spero ardentemente che Gazza li trovi.
Continua a scopare senza sosta con quella sgualdrina – perdonate il linguaggio, ma potete capire benissimo la mia furia – e, nonostante tutto, pretende di tornare mio amico. Può scordarselo.
Ora che ci penso, capisco perchè Lily sa sempre tutto su tutti: questa mappa svela praticamente ogni segreto. A proposito di segreti…
<< Ehi, dov’è finita Roxanne? >> Chiedo, riportando lo sguardo sul suo dormitorio. Controllo nei dintorni della torre Grifondoro, ma sembra essere sparita.
Dannatissimi pettegolezzi di Lily!
<< Cosa credi che ne sappia, io? >>
Apro le tende del baldacchino e scendo dal letto, facendo cenno a Lily di seguirmi. Controlliamo che le sue compagne di stanza dormano ancora e ci chiudiamo cautamente la porta alle spalle. Illuminata dalla fioca luce della Bacchetta, la Mappa sembra ancora più reale.
<< Eccola! >> Sussurra Lily, indicando un puntino che si muove velocemente lungo i corridoi del sesto piano – proprio dove Scorpius e Melissa si dedicano alle loro attività ricreative. Un’idea maligna mi balena in mente; dopotutto, posso sfruttare questa uscita notturna a mio vantaggio.
Usciamo dalla Sala Comune dei Grifondoro, attirandoci le ire della Signora Grassa, e indossiamo il Mantello dell’Invisibilità. I Prefetti sono ancora in giro e un’ulteriore punizione mi costerebbe parecchio.
Oltrepassiamo la statua di un vecchio stregone dall’aria minacciosa e ci addentriamo in passaggi segreti di cui non avevo mai sospettato l’esistenza. Riusciamo a raggiungere il sesto piano in pochissimo tempo, trovandoci proprio davanti a un ripostiglio delle scope, da cui provengono rumori strani.
Mi avvicino alla porta, cercando di non far rumore, e poso l’orecchio sulla sua superficie. Qualcuno – e io so anche chi – ha appena emesso un debole gemito; devo interrompere Scorpius e Melissa ad ogni costo. Mi libero del Mantello e apro la porta, trionfante, illuminando la piccola stanza di fronte a me. I due idioti, avvinghiati contro il muro, si girano simultaneamente nella mia direzione. Melissa esibisce un sorrisetto vittorioso, senza mostrare nessuna vergogna per la gonna alzata e la sospetta ubicazione delle mani di Scorpius, mentre quest’ultimo, scarmigliato e senza camicia, sembra piuttosto incapace di intendere e di volere. Mi rivolge un sorriso anche lui, ma nel suo non c’è traccia di scherno.
<< Oh, ciao, Rose! >> Esclama, come un bambino che incontra la sua compagna di giochi preferita. Ci risiamo: è palesemente ubriaco.
<< Vuoi unirti a noi? >> Continua, sempre con un sorriso ebete sul viso sudato. Penso che vorrei unirmi a lui – eccome se vorrei – ma cerco di darmi un contegno, mostrando indifferenza nei suoi confronti. Lily mi osserva come se stessi per scoppiare da un momento all’altro, ma ho deciso che non farò una delle mie solite scenate, non stavolta.
Con un enorme sforzo afferro la maniglia della porta, senza staccare gli occhi dai pantaloni slacciati di Scorpius e dall’espressione compiaciuta di Melissa, e indietreggio di qualche passo. Sto per chiuderla, ignorando le proteste di Scorpius, determinato a non lasciarmi andare per chissà quale ragione suggeritagli dal suo cervello affogato nell’alcool, ma un’imprecazione di Lily mi interrompe.
<< Entriamo, presto >> Mormora, fissando la Mappa del Malandrino. << Macmillan è nei paraggi >>
Fino ad ora la McGrannitt ha chiuso un occhio su qualche mia malefatta, ma essere trovata a quest’ora della notte in giro per il castello, per giunta in compagnia di un ragazzo ubriaco, significherebbe una cosa sola: l’espulsione. Mi vengono i brividi solo a pensare cosa farebbe mia madre; il primo giorno di scuola, tra le tante raccomandazioni, mi ha detto di non cacciarmi nei guai con parole per niente equivocabili: “Potresti farti male, o peggio, essere espulsa.” D'altronde, è palese che Hermione Granger abbia un serio bisogno di rivedere le sue priorità.*
Mi affretto ad entrare nello sgabuzzino, seguita da Lily, e chiudo la porta. Ovviamente la mia solita fortuna mi porta a rovesciare un intero scatolone di Solvente di Nonna Acetonella, seguito da un paio di scope e da un oggetto non identificato che mi colpisce in testa prima di schiantarsi con un rumore assordante sul pavimento polveroso. Tratteniamo tutti il respiro – tutti tranne Scorpius, che continua a fare domande fino a quando non prendo la geniale risoluzione di tappargli la bocca con la mano – e ascoltiamo il rumore di passi proveniente dal corridoio. Se non fossi in pericolo, potrei pensare addirittura che questa situazione sia piacevole: mi ritrovo letteralmente schiacciata contro uno Scorpius seminudo e ridacchiante. Gli premo con maggiore forza la mano contro la bocca quando i passi si avvicinano.
<< C’è qualcuno? >> Chiede una voce, con un’evidente nota di panico. Mi vengono in mente una decina di scherzi da fargli, in questo momento, ma mi costringo a star ferma.
<< Macmillan! >> Interviene l’inconfondibile voce di Molly, anche lei di ronda. << Hai paura del buio? >>
Macmillan farfuglia qualcosa e si allontana, come conferma anche la Mappa del Malandrino. Sono passati ormai diversi minuti da quando abbiamo visto passare Roxanne dal corridoio in cui ci troviamo, ma Lily riesce subito ad individuarla: si trova in un’aula vuota poco distante da noi, in compagnia, com'era prevedibile, di Aaron Dixon.
Melissa fa un sospiro di sollievo, girata verso il muro: sta cercando di darsi un contegno e chiudere i vari bottoni aperti sui suoi vestiti. Scorpius scruta la Mappa con profondo interesse e comincia a piagnucolare come un moccioso.
<< Scorpius vuole andare con Rose, Scorpius vuole andare con Rose! >> Cantilena in continuazione, saltellando sul posto. Vedere un ragazzo indubbiamente sexy saltellare e metter su un broncio infantile è uno spettacolo impagabile.
<< Scorpius promette di star zitto? >> Chiede Lily, esasperata quasi quanto me.
<< Scorpius lo giura, parola di ometto! >> Proclama solennemente, con una mano sul petto. Scoppio a ridere e gli faccio spazio sotto il Mantello, dimenticando per un attimo tutti i nostri trascorsi. Melissa, disorientata, si guarda intorno alla nostra ricerca. Quando, attenta a non farmi vedere, le tiro una ciocca di capelli, sgrana gli occhi e scappa via, terrorizzata. Se avesse guardato attentamente, avrebbe visto le nostre caviglie scoperte, ma è troppo stupida per accorgersi di un dettaglio così piccolo. Ormai l’orario di ronda dovrebbe essere terminato; il custode,invece, è quasi cieco, quindi non noterà dei piedi apparentemente senza proprietari aggirarsi tranquillamente per i corridoi del castello: possiamo stare finalmente tranquilli.
<< Scorpius è triste! >> Ed ecco la promessa di star zitto che si infrange in mille pezzi.
<< Perché è triste? >> Chiedo, esasperata. Magari, se assecondo questa ridicola pagliacciata, poi avrà la decenza di tacere.
<< Perché Rose non gli vuole più bene! >> Esclama, con sorprendente sincerità. Seguo il suo esempio e comincio a parlare anch’io in terza persona, come se fosse un bambino un po’ tardo.
<< Ma Rose gli vuole bene, il problema è che Scorpius è un bambino cattivo >> Sussurro, gettando un’occhiata distratta alla Mappa. Alla mia destra, Lily non si perde una parola della nostra discussione.
Scorpius mi abbraccia, rischiando di far cadere il mantello, mormorando parole che non riesco a capire.
<< Ok, Scorpius, sta buono >> Dico, estremamente imbarazzata. Averlo a una distanza così ravvicinata per la seconda volta in una sera nuoce gravemente alla mia salute mentale.
<< Sssh! >> Ci zittisce Lily, indicando la porta socchiusa di un’aula alla nostra destra, illuminata appena dalla luce della luna. Ci avviciniamo allo spiraglio e guardiamo all’interno, attente a non far rumore. Roxanne sembra parecchio alterata e cammina avanti e indietro per la stanza, senza degnare di uno sguardo Dixon, che ostenta indifferenza guardando fuori dalla finestra aperta. E io che mi aspettavo di trovarmi davanti una scena simile a quella di Scorpius e Melissa...
<< Te lo chiedo per l’ultima volta >> Sbotta Roxanne, cercando di controllarsi. << Dove sono i miei soldi? >>
<< Oh, giusto, i soldi! >> Dixon finge di cadere dalle nuvole, come se la questione gli fosse totalmente estranea. Il loro ha tutta l’aria di essere un incontro di affari – che delusione.
Roxanne ringhia qualcosa che non riesco a sentire, anche perché Scorpius ha appena tossito.
Gli lancio un’occhiataccia, ma è troppo tardi: Dixon si è avvicinato alla porta e sta ispezionando il corridoio, preoccupato. Roxanne gli si affianca, tenendosi però a una certa distanza di sicurezza.
Ci chiudono letteralmente la porta in faccia, premurandosi di far scattare la serratura un paio di volte. Solo dopo qualche minuto, in cui Scorpius ha rischiato di rivelare la nostra presenza una decina di volte, la porta viene aperta violentemente da una Roxanne chiaramente furiosa. Ci affrettiamo a spostarci per lasciarla passare, ma Dixon la trattiene per un braccio.
<< Resta, Roxanne >> Le dice, suadente.
<< Non continuare a renderti ridicolo >> Ribatte seccamente mia cugina. Si incammina per il corridoio, senza voltarsi, fino a sparire dietro il primo angolo.
E così c’è solo un giro di soldi, tra loro. Eppure Dixon ha tutta l’aria di desiderare qualcosa di completamente diverso.



*


07 Marzo 2022

Svegliarsi alle sette in punto dopo il relax del weekend – specialmente se hai passato una notte insonne a causa di alcuni appuntamenti segreti – è sempre un trauma, fisico e psicologico. Non riesci a muovere un muscolo, hai solo la forza di staccare la sveglia che suona incessantemente e cercare di tornare nel fantastico momento a metà tra sonno e veglia a cui quell’aggeggio infernale ti ha crudelmente sottratto.
È in questo modo pessimo che comincia la mia giornata, proseguendo anche peggio: il nostro Dormitorio è particolarmente freddo e abbandonare le coperte, pesantissime nonostante sia già quasi primavera, richiede una forza di volontà che non tutti possiedono – ed io sono tra gli sfortunati che ne sono privi.
Perciò, con un buon quarto d’ora di ritardo, mi ritrovo a saltellare per la stanza cercando contemporaneamente di infilare una scarpa e di allacciare la cravatta; l’esito di questo tentativo è palesemente disastroso: finisco a terra e sbatto la testa contro lo spigolo della porta, lasciandomi andare ad imprecazioni che farebbero impallidire persino mio padre.
Afferro la borsa, senza nemmeno controllare i libri al suo interno, e mi precipito verso l’aula di Reals. Mi ucciderà, questa volta. Noto con piacere di non essere l’unica ritardataria quando scorgo una trafelata Dominique venirmi incontro, con un gran sorriso sulle labbra. Mi chiedo se sia impazzita: oggi abbiamo doppia ora di Difesa e di Pozioni e concludiamo in bellezza con Trasfigurazione e Incantesimi. Ci vuole un bel coraggio a mostrarsi sorridente, in una giornata come questa.
<< Dominique! >> Ansimo, esausta per la corsa. Mi affianco a lei, aspettando una spiegazione per un tale buonumore, del tutto fuori luogo. Magari J.J. le ha finalmente dichiarato il suo amore per lei.
<< Oggi Reals non c’è! >> Esclama, radiosa.
Sgrano gli occhi: possibile che Merlino abbia finalmente deciso di concedermi una grazia?
<< Lo sostituisce suo figlio, però >> Completa, rabbuiandosi un po’. Non ha mai sopportato Difesa Contro le Arti Oscure, è l’unica materia in cui non riesce.
<< Non hai visto l’annuncio sulla Bacheca? >>
Alzo le spalle e apro la porta dell’aula, dirigendomi spedita al mio posto abituale,senza nemmeno guardare in direzione di Reals Junior. Insomma, non potrà mai essere peggio di suo padre, ma sono sicura che sia tale e quale a lui: occhi storti, voce stridula e parecchi chili di tr…

Oh, Salazar, quale divina visione!

Nel posare la borsa, mi accorgo che dietro la cattedra c’è un ragazzo sui venticinque anni, alto, atletico ed estremamente affascinante. Gli rivolgo un sorriso smagliante e prendo posto vicino a Dominique, occupando l’unico banco vuoto della prima fila; per la prima volta nella mia vita ho scelto volontariamente il primo banco.
<< Ciao a tutti! >> Esordisce il nuovo insegnante, stupito dall’attenzione della classe – beh, più precisamente della percentuale femminile della classe. << Io sono Joseph Reals e sostituirò mio padre per un paio di giorni. >>
Si sente un mormorio eccitato diffondersi tra le ragazze, mentre i ragazzi sbuffano, annoiati e un tantino invidiosi del nuovo insegnante. Alle mie spalle, Scorpius, più pallido del solito per via della notte insonne, e Liam si guardano in cagnesco. Dalla bacchetta di Liam, stretta nervosamente sotto il banco, sgorgano scintille rosse.
<< Qualcuno sa dirmi dove siete arrivati con il programma? >> Chiede Reals, guardando in particolar modo Dominique, la cui mano è automaticamente scattata in aria.
<< Ci stiamo esercitando negli Incantesimi Non Verbali e abbiamo rivisto le creature studiate negli anni precedenti >> Risponde, con un sorriso da rivolgere a un barista carino, piuttosto che a un professore.
<< Grazie, signorina…? >>
<< Weasley, ma può chiamarmi Dominique >> Risponde mia cugina, flirtando spudoratamente. Sorride ancora una volta per mettere in mostra i suoi denti perfettamente candidi e regolari.
<< Ne terrò conto >> Mormora il professore, spiazzato.
<< Professor Reals >> Interviene una voce dall’altra parte dell’aula. È Amanda Finnigan, una compagna di stanza di Dominique.
<< Mi chiedevo se potesse darci una mano negli scontri corpo a corpo! >> Sottolinea le ultime parole con un tono malizioso e le altre Grifondoro, con la sola eccezione di Roxanne, ridacchiano nuovamente.
<< Oh, ehm… >> Farfuglia Reals, leggermente imbarazzato. << Senz’altro, senz’altro… >>
<< Professore! >> Oh, no. Ho parlato, ho parlato veramente. E adesso cosa gli dico?
<< Quanti anni ha? >> Azzardo, sparando la prima domanda che mi viene in mente. Scorpius, intanto, borbotta qualcosa sulla presunta omosessualità di Reals.
<< Ventiquattro >> Risponde, faticando a trattenere un sorriso divertito. In effetti potremmo dare l’impressione di non vedere un uomo da lustri, ma spero che non se ne sia accorto.
Scorpius continua a borbottare, sostenendo che ne dimostra molti di più. Mi giro nella sua direzione e gli faccio cenno di star zitto; per una volta sono interessata alla lezione, non voglio nessuna distrazione. Evidentemente, però, Scorpius non ha capito.
<< Ci hai pensato su? >> Mi chiede, riferendosi alla nostra amicizia.
<< Sì, ci ho pensato. >> Rispondo, annuendo di tanto in tanto alle parole di Reals, che ha cominciato a spiegare con voce particolarmente eccitante.
Sì, sono disperata, lo ammetto.
<< E…? >>
Ripenso alla scena dello sgabuzzino con grande rabbia; ha la sfacciataggine di chiedermi di tornare amici ancora una volta, probabilmente non ricorda niente di ieri notte.
<< E la tua amicizia puoi anche ficcartela su per… >>
<< Signorina >> Mi rimprovera Reals, accigliato. << Se continua così dovrò metterla in punizione. >>
<< Facciamo Sabato, alle cinque, nel suo ufficio? >> Chiedo, faticando a restare seria. Ophelia e Dominique scoppiano a ridere, per poi fulminarsi reciprocamente con lo sguardo un momento dopo. Ormai la mia dignità è andata irrimediabilmente perduta, ma dovevo dire quella frase, è stato più forte di me.
Reals, questa volta, sorride e scuote la testa. Credo proprio che Difesa Contro le Arti Oscure diventerà la mia materia preferita.





Ehm, sì, sono – come sempre – in ritardo. Ma è un bel capitolone lungo lungo, no? Su, su, non arrabbiatevi! L'asterisco vicino alla frase su Hermione Granger indica una citazione di Ron, come avrete capito! Adesso devo fare un po’ di dediche commoventi, quindi preparatevi ed estraete i vostri fazzoletti di stoffa dalle tasche. Vanno benissimo anche quelli di carta, o, se proprio volete, la manica della vostra maglietta. Sì, sono disgustosa, me ne rendo conto. Passiamo alle cose serie:
- Un ringraziamento enorme a Flaqui, che mi supporta sempre e si è fidata di me a tal punto da chiedermi consiglio per la sua nuova storia, per poi citarmi anche nel capitolo. Sei stata adorabile, carissima! La storia, per chi volesse passare – e ve lo consiglio vivamente – si chiama “ La buona sorte.”
- Un bel po’ di scuse vanno a Swichi_Matiux, che sono sempre originalissime e divertenti. Anche se mi sono fatta sentire dopo qualche tempo, a causa della stupidissima connessione, non ho mai smesso di leggere “Una serie di assurde scommesse” e di divertirmi come una matta!
- E adesso, adesso… oh, PIANGO! Abbiamo raggiunto – e superato – le 100 recensioni! Sono emozionatissima, davvero. Perciò colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno recensito, messo la storia tra le seguite, tra le preferite, o semplicemente letto in silenzio le avventure di Rose. Siete grandi, un piccolo grande pezzo della mia felicità. Vi voglio bene, popolo di Efp!
RINGRAZIAMENTI ASSIDUE
Vi mando un bacione e spero di risentirvi presto,
-Iv.

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Capitolo 12
*** Docce fredde, teste calde e baci bollenti ***


Dedicato a EmWeasley, grazie mille per la segnalazione! E a Flaqui, che mi ha fatto conoscere quel meraviglioso libro, The Hunger Games.


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Docce fredde, teste calde e baci bollenti



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03 Aprile 2022



Se esiste una legge universale sui pettegolezzi, è sicuramente qualcosa del genere: “Aspetta qualche giorno e tutto sarà dimenticato.” Ma si sa che non vi sono regole senza le dovute, sfigatissime eccezioni. E, come si poteva facilmente prevedere, io sono una di queste. È passato quasi un mese dalla diffusione dell’eclatante notizia della mia dichiarazione a Scorpius, ma nessuno – e dico proprio nessuno – sembra averla dimenticata. Forse avrei davvero dovuto mettermi con Liam, ma la nostra ormai è solo una buona amicizia. Mi duole ammetterlo, ma non riesco a pensare a nessuno nel modo in cui penso a Scorpius, perciò l’unica cosa che posso fare è stare a guardare in silenzio, mentre la Mulciber lo accarezza e lo porta a spasso come si farebbe con un cagnolino particolarmente grazioso. Oggi è addirittura venuta a vedere gli allenamenti, nonostante la pioggia torrenziale. Ci ho riflettuto parecchio – lasciandomi scappare due o tre tiri di Liam, nel frattempo – e credo che Scorpius non la molli solo perché ha bisogno di un passatempo su cui sfogarsi. La squadra di Quidditch, divisa com’è, va particolarmente male e la partita decisiva del campionato incombe, i suoi voti stanno subendo un ribasso spaventoso ed ha litigato con i suoi migliori amici. Senza di lei, resterebbe completamente solo.
Probabilmente queste sono tutte scuse, probabilmente la Mulciber gli piace davvero e io sto riempiendo il mio povero cervello di illusioni. Eppure, pochi minuti fa, proprio in mezzo al campo da Quidditch, sembrava che stessero litigando.
No, non sto sperando con tutta me stessa che si lascino. Beh, forse un po’.
L’acqua della doccia continua a scorrere, nonostante io sia qua sotto da circa mezz’ora e gli spogliatoi siano ormai totalmente vuoti. Ma ho così poca voglia di vivere, in questo momento, che resterei sotto questo getto di acqua bollente per l’eternità.
Scorpius non è l’unico ad essere turbato dall’allenamento di oggi; di solito, il Quidditch è sempre stato la mia valvola di sfogo. Quando scendo in campo, dimentico tutto il resto, concentrandomi solo sui tre anelli alle mie spalle. Oggi, invece – complice il maltempo, complice il pessimo periodo che sto passando – ho fatto veramente schifo. Non ho toccato la Pluffa nemmeno una fottutissima volta. Potrebbero decidere di rimpiazzarmi, chissà… in fondo molti aspirano ad un posto in squadra.
L’acqua calda viene improvvisamente rimpiazzata da quella ghiacciata: maledette docce di Hogwarts, funzionano anche peggio della televisione di nonno Arthur.
Impreco contro Morgana, Merlino e un altro paio di maghi famosi e tiro un calcio alla parete, con il solo risultato di farmi male al piede destro. Magnifico, ci mancava solo l’infortunio!
Afferro un asciugamano a caso, esco dal cubicolo e mi guardo allo specchio con aria critica.
Però, dev’essere passato un secolo dalla mia ultima depilazione. Mi avvolgo svogliatamente l’asciugamano, con un nodo pericolosamente precario, e afferro un pettine lasciato lì da qualche mia compagna di squadra. Dopo aver tentato invano di districare i nodi dei miei capelli, spezzando due denti del povero pettine, ci rinuncio. Non mi è mai importato un granchè di questa sterpaglia che mi ritrovo in testa. Getto il pettine lontano da me e mi avvicino alla panca dove ho lasciato la mia divisa, ma prima che possa fare qualsiasi cosa la porta si apre con un sinistro scricchiolio. Mi copro più che posso: la tovaglia che ho preso è decisamente troppo piccola.
Spero che il nuovo arrivato non sia un maniaco pervertito, ma mi ritrovo davanti qualcuno che è molto peggio: uno Scorpius a dir poco sconvolto mi fissa con gli occhi fuori dalle orbite, per poi distogliere lo sguardo e – giuro! – arrossire. Ed è in questi momenti che la mia autostima si innalza come un Ippogrifo in volo.
Non che il mio corpo sia un granchè: la mia prima di reggiseno deve risultare praticamente invisibile, con questo asciugamano addosso. E le mie gambe potrebbero tranquillamente essere scambiate per le zampe di un Licantropo.
<< Cerchi qualcosa? >> Gli chiedo, provando a mostrarmi spavalda, anche se sento affluire verso le guance uno strano calore; non si può combattere il rossore da imbarazzo-Weasley.
Fortunatamente, Scorpius è troppo occupato a tenere lo sguardo altrove, per accorgersene. Ogni tanto sbircia nella mia direzione, poi gira violentemente la testa col rischio di spezzarsi l’osso del collo.
<< Oh, quasi dimenticavo… Devo cercare il mio pettine… >> Farfuglia. Allora il pettine che ho gettato di malagrazia contro il pavimento qualche minuto fa deve essere suo, non di qualche ragazza; dovevo immaginarlo, vista la sua cura maniacale per i capelli.
<< Capisco >> Rispondo, sfoggiando tutta la mia arte oratoria.
Brava, Rose, questo è proprio un bel modo per continuare la conversazione.
E adesso ci toccherà fare i conti con un silenzio fin troppo imbarazzante, soprattutto per me, che indosso solo un asciugamano striminzito e che minaccia pericolosamente di scivolare giù.
Noto che Scorpius ha trovato il suo adorato pettine, sporco e sdentato, vicino a uno dei gabinetti. Sembra quasi che gli sia morto il gufo, vedendo la sua espressione addolorata.
Se lo rigira tra le mani, schifato, lo lascia ricadere a terra e corre a lavarsi le mani al lavandino più vicino. Forse ha dimenticato che ci sono anch’io, in questo spogliatoio.
Tossicchio, infastidita da qualcosa che non so spiegarmi, per attirare la sua attenzione.
<< Qualcuno, qui, vorrebbe vestirsi! >> Esclamo acidamente, con le braccia incrociate per evitare che questa stupida tovaglia vada ancora più giù.
Scorpius non distoglie lo sguardo dal suo accurato lavoro di pulizia e mi indica una porta aperta alle sue spalle. Sbuffando sonoramente, entro nella stanzetta e sbatto la porta, tanto per far notare che sono un tantino alterata.
Mi vesto lentamente, constatando quanto il mio reggiseno sia più largo del solito, per rimandare il momento dell’uscita da questa sorta di camerino. Non sento più nessun rumore: magari Scorpius è andato via.
<< Allora, Rose >> Esordisce un’inconfondibile voce un po’ strascicata, tranquilla come se mi stesse parlando davanti a una birra ai Tre Manici di Scopa.
Come non detto, è ancora qui.
<< Come va con Liam? >> Chiede Scorpius, con una disinvoltura palesemente forzata.
Mille menzogne sul mio rapporto con Liam mi passano per la testa, ma alla fine decido di dire la verità.
<< Magnificamente! >> Squittisco, in una pessima imitazione di Victoire. << Liam è un ragazzo fantastico! >>
Diciamo che non è esattamente la verità, ma non biasimatevi, sapete in che situazione disperata mi trovo. Quindi ho deciso di fingere che Liam sia il mio ragazzo; divento sempre più matura e responsabile.
<< E con Mel? >> Chiedo, simulando disinteresse e usando di proposito quello stucchevole diminutivo.
<< Abbiamo litigato. >> Risponde Scorpius, con un sospiro. Indosso la camicia della divisa e allaccio la cravatta quasi a rallentatore. Non sono ancora pronta a uscire da questa stanza di nemmeno un metro quadrato, soprattutto perché un grande sorriso ebete è appena apparso sulla mia faccia, come testimonia lo sporchissimo specchio rotto di fronte a me.
<< Oh, mi dispiace così tanto! >> Esclamo, accorgendomi che sono qui dentro da circa un quarto d’ora. Mi costringo ad aprire la porta e corro a preparare il borsone, facendo attenzione a non guardare Scorpius negli occhi.
Distante e glaciale, Rose.
<< A me no, invece >> Mormora. Mi trattengo dall’esultare come se i Tornados avessero appena segnato e dedico tutta la mia concentrazione alla chiusura della cerniera.
Quando mi giro, intenzionata ad andarmene, me lo ritrovo incredibilmente vicino. Indietreggio bruscamente e sbatto la testa contro il muro, dando prova per l’ennesima volta della mia infinita grazia.
<< Perché non ti dispiace? >> Chiedo, cercando di evitare altri silenzi imbarazzanti. Scorpius si avvicina ancora, inesorabilmente. E la temperatura sembra essere improvvisamente aumentata. Dovrei mostrarmi coerente, ignorarlo e lanciargli qualche occhiataccia, ma sto intrattenendo una conversazione pacifica e amabile con lui, quasi come quando eravamo ancora amici inseparabili.
<< Ti stava insultando… >> Muove un altro passo nella mia direzione e il mio cervello inizia a propormi varie scene di baci appassionati. Posa la sua mano sulla mia spalla e si abbassa un bel po’, per arrivare a guardarmi negli occhi alla mia stessa altezza.
Oh, ha finalmente capito che mi ama alla follia e sta per dichiararmi il suo imperituro amore.
<< E non può permettersi di fare una cosa del genere >> Aggiunge, ormai vicinissimo alle mie labbra.
Sta per baciarmi ed è completamente sobrio e in sé, questa volta. Niente potrebbe rovinare un momento del genere, adesso.
<< Non si insulta la mia migliore amica davanti a me >> Sorride, appoggia il mento alla mia spalla e mi dà qualche pacca sulla schiena.
Niente, tranne questo.
Dovevo immaginare che c’entrasse ancora una volta la storia dell’amicizia. Apre le braccia, pronto a un abbraccio da cari vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo, ma può anche sognarselo.
<< Migliore amica un corno >> Sibilo, spingendolo di lato e uscendo in fretta dallo spogliatoio. Corro a perdifiato verso il castello e scappo ancora una volta, come ho imparato a fare fin troppo bene.
D’altronde, il coraggio non è proprio il mio forte.


*


04 Aprile 2022



A volte, la combinazione Lily Potter-Sala Grande può essere qualcosa di davvero stupefacente; sembra quasi di trovarsi nel Quartier Generale degli Auror, quando assisti alla messa in atto dei suoi innumerevoli piani. Che, purtroppo, la maggior parte delle volte coinvolgono anche me. Nonostante siano solo le otto – le otto! – di mattina, Lily è già sorprendentemente pimpante e il suo sguardo è carico di determinazione. Qualunque sia l’oggetto di questa sua determinazione, quegli occhi sono sicuramente un cattivo segno. Perché mi coinvolgeranno in qualcosa di assurdo o tremendamente imbarazzante; d’altronde, cacciarmi in questo genere di situazioni è il mio forte, quindi non dovrei essere troppo in ansia.
Eppure, quanto c’è di mezzo Lily, bisogna aspettarsi di tutto.
Sta marciando verso il tavolo Serpeverde a grandi passi – noto qualche ragazzo del suo anno fare commenti troppo stupidi e pervertiti per essere riportati – e, nonostante il sonno, riesco ad accorgermi che non è sola. A qualche passo di distanza da lei c’è Steeval, tenuto rigorosamente a distanza per evitare che Lily si rovini la reputazione, passando del tempo con "un simile idiota", per usare le sue parole.
<< Ciao, cuginetta! >> Esclama, prendendo posto in mezzo a noi come se niente fosse e dandomi una pacca sulla spalla. Rischio seriamente di sputar fuori il mio toast o di restarci secca; fortunatamente la tosse causatami dalla sua delicatezza non ci mette molto a passare e Lily, senza nemmeno scusarsi, comincia a spiegare il suo piano. È davvero decisa ad aiutare Steeval; non vede l’ora di avere la sua ricompensa, la famosa maglia firmata da tutti i giocatori della sua squadra del cuore, ma c’è qualcosa che non va nel suo tono di voce. Ogni tanto lo guarda in modo strano, mentre David saluta alcune sue amiche del quinto anno. Ovviamente, al caloroso saluto non possono mancare Hilary e Elise, che civettano amabilmente con lui e si attirano qualche sguardo di troppo da parte di Lily.
Sarà l’orario a far perdere la testa anche a lei.
Mia cugina borbotta qualcosa che suona come “maledette donne scarlatte” , poi riacquista il suo sorriso e mi chiede se ho visto Dominique in giro. In effetti, adesso che ci penso, questa mattina sembra non essersi presentata a colazione. Non c’è nessuna chioma biondo platino vicino a Albus e a Roxanne, solo una ragazza dai cortissimi capelli cremisi che non ho mai visto qui ad Hogwarts, che sussurra qualcosa all’orecchio di James. Strano che Ophelia non si sia lamentata sul comportamento di James, considerando che è molto, molto gelosa. È seduta al mio fianco e sta addirittura salutando entusiasticamente Lily, chiamandola “cognata” – ho l’impressione che stia correndo un po’ troppo – e riempiendola di complimenti.
<< Ehi, Ophelia, hai visto Dominique? >> Chiedo, sapendo che, da brava nemica, Lia non la perde mai di vista. Annuisce e indica James.
<< Sì, Lia, lo sappiamo che sei completamente ossessionata da James >> Le dico, condiscendente. Devo cercare di essere paziente con lei: so per esperienza che l’amore rende stupidi.
Ophelia alza un sopracciglio e incrocia le braccia, imbronciata.
<< Veramente non stavo indicando James. >>
<< E chi, allora? >> Chiedo, con una punta di esasperazione. Prima che Lia possa rispondermi, Lily scuote il mio braccio con la delicatezza di un drago infuriato e indica James, anche lei. Ma cos’hanno tutte, oggi?
<< Non ci posso credere… >> Sussurra, con gli occhi sbarrati. << Quella è Dominique! >>
In effetti, adesso che la ragazza dal caschetto rosso si è girata, posso vederla chiaramente in faccia: grandi occhi azzurri, lineamenti delicati, carnagione chiarissima… è Dominique Weasley. Mi chiedo che fine abbiano fatto i suoi lunghi capelli biondi e mi accorgo che così sembra molto più Weasley rispetto a prima. Potremmo anche passare per sorelle, se fosse un tantino meno perfetta.
Ophelia scoppia ridere e fa un commento poco carino sul nuovo taglio di mia cugina, per poi sorridere maliziosamente in direzione di James. Non mangiano insieme semplicemente perché nessuno dei due vuole abbandonare il proprio tavolo; non andrebbero mai dritti tra le braccia dei nemici.
Mi alzo bruscamente dalla panca e faccio cenno di seguirmi a Lily, che prontamente chiama David come se fosse un cagnolino.
Arrivata al tavolo Grifondoro, saluto i miei innumerevoli parenti e guardo con aria interrogativa Dominique. Questa sua follia mi appare del tutto priva di senso: amava troppo i suoi capelli per prendere una decisione così drastica.
<< Ti piacciono? >> Chiede, giocherellando con una ciocca rossissima. << Avevo voglia di cambiare! >>
Roxanne mi rivolge uno sguardo carico di sottintesi, alza gli occhi al cielo e si esibisce in una perfetta imitazione dell’espressione vanitosa di Dominique, sbattendo le ciglia e passandosi una mano tra le treccine scure.
<< Sono... carini, credo >> Rispondo, poco convinta.
Steeval si intromette nella conversazione e snocciola una serie di complimenti alquanto esagerati, spinto da una gomitata davvero poco discreta di Lily.
Dominique sembra compiaciuta, ma non si degna nemmeno di ringraziarlo. Lily alza gli occhi al cielo e sussurra qualcosa a David, approfittando di un momento di distrazione della non-più-bionda, persa nella contemplazione di quel francese che si ostina ancora a idolatrare.
Evidentemente le parole di Lily non sono state molto carine, perché Steeval la spinge via ed esclama, con un tono volutamente cattivo:
<< Sta’ zitta, Vermicolo! >> Non è molto carino chiamare così la persona che ti sta aiutando a riconquistare la ragazza dei tuoi sogni e Lily è del mio stesso avviso. Digrigna i denti e gli sferra un pugno memorabile, per poi fuggire dalla Sala Grande. Vedo Albus alzarsi e seguirla; è un ottimo pretesto per sfuggire alle grinfie di Faith, che si è dimostrata più intraprendente – e fastidiosa – di quanto pensassi. Non accetta di essere ignorata e tende a spiaccicarsi sul povero Al ogni volta che riesce a trovarlo, prima che lui scappi.
Steeval, intontito e dolorante, borbotta a denti stretti qualche altro insulto diretto a Lily e decide di filarsela, prima che la situazione degeneri: io e mia cugina non abbiamo un’aria esattamente amichevole, in questo momento. Ma Dominique sembra già aver dimenticato l’affronto appena subito da Lily: J.J. si è seduto al suo fianco, spingendo via una Roxanne dallo sguardo letale senza alcuna traccia di gentilezza, e le ha detto qualcosa che deve averle fatto molto piacere. Lo sguardo di Dominique, in questo momento, è più vacuo di quello di Barnaba il Babbeo Bastonato dai Troll. In momenti come questi, mi domando dove finisca tutta la sua intelligenza. Torno al mio tavolo, notando con piacere che Scorpius, appena arrivato, si è seduto a una decina di posti di distanza da Melissa.



*



<< E così sei scappata >> Esclama Dominique, schiaffandosi una mano sulla fronte con fare teatrale. << Di nuovo! >> Stritolo il bordo del mio calderone, quasi come se volessi polverizzarlo: quante volte le ho detto di non fare commenti sulla mia codardia cronica?  
Provo la fortissima tentazione di fare qualche battutaccia sul suo nuovo taglio di capelli, ma mi trattengo appena in tempo. Non mi va di scatenare la sua ira, oggi. Così mi limito a rifilarle uno dei miei sguardi assassini e a borbottare qualcosa di indistinto perfino per me.
<< Devi mescolare nel verso opposto! >> Mi corregge, saccente come sempre. A volte mi sembra di parlare con mia madre, quando sto con lei. Perché devo sempre avere a che fare con gente dal quoziente intellettivo superiore alla norma? Fortunatamente il calderone di Roxanne sprigiona un forte odore di uova marce, ricordandomi che, in fondo, non sono proprio la peggiore nella nobile arte delle pozioni.
Continuo imperterrita a mescolare come dico io: cos’hanno più di me Dominique e quello sfaccendato che ha ben pensato di scrivere il libro di pozioni
(Borrage, Borage o come diamine si chiama) in fondo? Forse solo un po’ di buonsenso, dato che il mio Distillato della Morte Vivente – ormai diventato un ammasso informe di un fluido simile al catrame – decide di esplodere, finendo dritto sulla testa bionda di Scorpius, seduto davanti a me.
Scorpius lancia un urlo ben poco mascolino, constatando che i suoi capelli stanno andando a fuoco, e gira su se stesso come una trottola, nella speranza di trovare una soluzione.
Il professor Lumacorno, intanto, è piuttosto sconvolto: uno dei suoi pupilli sta letteralmente bruciando e sembra non avere la minima idea di cosa fare. Dominique, con un pigro gesto della bacchetta, spegne l’incendio che stava prendendo piede sulla testa di Scorpius. Lumacorno si riprende dal trauma e si prodiga in lodi spropositate per la sua adorata Dominique, che ha dimostrato ancora una volta di essere una delle streghe più in gamba che abbia mai conosciuto.
Perciò, come da copione, decide di assegnarle un premio: un’intera bottiglietta di Felix Felicis, tutta per lei. A me, invece, tocca accompagnare Scorpius in Infermeria. È ancora sotto shock e continua a balbettare parole come “biondi” e “rovinati”. Dopo dieci minuti di variazioni sul tema “non ritorneranno mai più come prima”, arriviamo finalmente in Infermeria. Almeno salto quella stupida ora di Pozioni: a cosa mi servirà, nella vita, saper preparare correttamente il Distillato della Morte Vivente? Un bell’Avada Kedavra e via, tutto si risolve.
Mi perdo nelle mie elucubrazioni filosofiche sull’inutilità delle materie che studiamo, fino a quando uno Scorpius perfettamente riplatinato esce dall’Infermeria. Lo guardo male e simulo una vocina isterica, ripetendo “sono andati, andati per sempre” e imitando le sue smorfie di terrore.
<< Molto divertente, Rose >> Sospira, dirigendosi verso i sotterranei.
<< Dove stai andando? Non vorrai tornare in quella specie di classe? >> Chiedo, disgustata.
<< Vorrei completare la mia pozione, se non ti dispiace. >> Risponde, con un tono glaciale carico di falsa cortesia. E adesso quello arrabbiato è lui?
Gli afferro rabbiosamente un braccio e lo costringo a fermarsi.
<< Tu non vai da nessuna parte, non ho nessunissima intenzione di tornare in quel manicomio! >> Sbraito, attirandomi le occhiate stupefatte e indignate di un paio di quadri. Si libera facilmente della mia presa e continua imperterrito a camminare, con le mani in tasca e un’espressione strafottente che fa veramente venir voglia di prenderlo a schiaffi.
<< Per Merlino, fermati! >> Urlo, con le mani ai capelli. Mi sto leggermente innervosendo e non ne capisco nemmeno il motivo.
<< Non ho nessunissima intenzione di passare il mio tempo con una bambina di tre anni! >> Mi spiega, imitando il mio tono di voce. Si ferma di botto per girarsi e guardarmi negli occhi.
Afferro il colletto della sua divisa e digrigno i denti; questa è la fine di Scorpius Hyperion Malfoy.
<< Cos’hai detto? >> Ringhio, pronta a colpirlo con un bel pugno. << Ripetilo, se ne hai il coraggio! >>
Scorpius, però, non sembra spaventato. Più che altro è infuriato, forse più di me.
<< Mi porti rancore per una cosa successa mesi fa, mi eviti, ci provi col mio migliore amico e hai ancora il coraggio di fare scenate di gelosia? Sì, se proprio vuoi saperlo, ti comporti come una bambina di tre anni, Rosie! >> Sputa il mio soprannome con una vocina infantile piena di sarcasmo e assottiglia gli occhi grigissimi.
Forse ha ragione, per certi versi, ma non posso dargliela vinta. Strattono il colletto della sua camicia con più forza e riprendo a sbraitare con la mia solita finezza.
<< Tu, brutto stronzo, ti sei scopato la Mulciber davanti ai miei occhi! >> Probabilmente nemmeno ricorda di quella notte – tanto per cambiare, era completamente andato – ma ormai è accecato dalla rabbia.
<< Sai che ti dico? Dovresti scopare anche tu, ogni tanto, così saresti meno isterica! >> Urla anche lui, per sovrastare la mia voce. Originale, davvero originale, la sua battuta.
<< Scoperei volentieri con te, se tu non fossi così preso da quella sgualdrina! >> Sbotto, senza pensare a quello che sto dicendo.
Oh, no, no, non posso averlo detto davvero. Scorpius sgrana gli occhi, in un momento di leggero imbarazzo, poi scoppia a ridere istericamente. Mi prende il viso tra le mani, mi guarda negli occhi e mi bacia con forza. Si stacca da me dopo nemmeno un secondo, allontanandosi di qualche passo.
<< Contenta? >> Grida, ancora con quello sguardo da folle omicida.
<< Per niente! >>
Mi avvicino nuovamente a lui e lo bacio, senza pensare minimamente alle conseguenze. Sembra qualcosa di impossibile e surreale, ma anche lui mi bacia sulle labbra, più e più volte. Probabilmente il suo cervello è ancora in coma per via della faccenda dei capelli e non ha idea di cosa stia facendo. Questo non è il momento di stare a rimuginare sul suo comportamento, è semplicemente il momento di agire. E con agire intendo stringere i suoi capelli appena rigenerati e baciarlo con passione per la prima, vera volta. Anche lui affonda la sua mano tra i miei capelli – temo che dovranno amputargliela, non riuscirà mai più a districarla dalla selva che mi ritrovo – e si avvicina ancora a me. Adesso siamo praticamente incollati, posso sentire contro di me la stoffa della sua camicia bianca, spingerlo contro il muro e cercare di prolungare questo momento il più possibile. Adesso posso dirlo veramente: questa volta è perfettamente sobrio e consapevole di ciò che sta facendo. Almeno credo.
E anch’io, improvvisamente, riaccendo il cervello e acquisisco una certa consapevolezza: non può comportarsi così, baciarmi come se niente fosse dopo tutto quello che è successo. Voglio un discorso ufficiale di scuse o qualcosa del genere, come minimo. Lo spingo via da me senza alcuna spiegazione, mentre aggrotta le sopracciglia, disorientato. Si starà chiedendo perché lo abbia respinto dopo aver preso l’iniziativa; penserà che sono completamente pazza, e non a torto.
<< Così non va >> Sussurro, senza dare ulteriori spiegazioni. I rintocchi del grande orologio sulla torre ci informano che, ormai, non dobbiamo più ritornare da Lumacorno e sono grata a quelle lancette per il tempismo. Ho progettato un’uscita di scena in grande stile e camminare insieme verso la classe la renderebbe abbastanza ridicola.
Ghigno un po’, giusto per avere l’aria di chi controlla la situazione, e lo lascio lì, questa volta senza scappare. Indietreggio lentamente, guardandolo negli occhi, e trillo un “ci si vede”, con lo stesso tono che useresti per salutare un conoscente incontrato dopo anni.
Non è granchè, ma questo mi dà la sensazione di tenere in mano le redini della situazione. E fa capire a Scorpius che sì, posso essere completamente cotta di lui, ma non cadrò ai suoi piedi come quelle ragazzine idiote che disprezzo infinitamente, non mi scioglierò dopo qualche bella parola o qualche bacio, perché – ricordatelo sempre – io sono una Weasley. Rose Weasley.





Angolo della stupida, ritardataria autrice:

Lo so, lo so. Sono ancora in ritardo... ma è passato un mese, giusto? Dai, non faccio così schifo! Comuuuunque abbiamo un bel po' di risvolti, in questo capitolo: ve lo meritavate, dopo tutta questa attesa. Avete capito cosa passa per la testa di Lily? E cos'ha in testa quel cretino di Scorpius? Ah, beh, non li capisco nemmeno io, a volte. Adesso è il momento dei ringraziamenti, quindi faccio un piccolo elenco come al solito:
- Grazie grazie grazie alle 147 magnifiche persone che mi seguono, alle 20 che hanno messo la storia tra le ricordate e alle 62 (o.O) che l'han messa tra le preferite. Grazie anche solo a chi legge silenziosamente, per me è sempre un onore. E a chi recensisce; devo ricordare le sei splendide ragazze che hanno commentato lo scorso capitolo: bess_Black, Flaqui, chibidaphne87, MorsmordreGormius, Ross KL, Clare Esse.
Tranquille, adesso che la scuola è finita aggiornerò più spesso!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo,
un bacione,
-Iv.

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Capitolo 13
*** Vicoli appartati, piccole conquiste e filtri d'amore ***


Vorrei dedicare questo capitolo a June, Flaqui, Clare Esse, Bess Black, con cui sto stringendo una fantastica amicizia virtuale, vi voglio bene! Lo dedico anche a un'altra grande amica, una mia collega di telefilm e di follie sulla magia che si riconoscerà leggendo queste parole.
E complimenti all'Italia che si è qualificata per le semifinali!!
Vi lascio al capitolo :)


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


 

Vicoli appartati, piccole conquiste e filtri d'amore





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10 Aprile 2022


Con le provvidenziali vacanze di primavera sempre più vicine, la scuola ci ha dato la possibilità di passare una giornata a Hogsmeade. Io e Lia siamo partite con l’intenzione di trascorrere il pomeriggio insieme, ma il grande amore della sua vita, ovvero mio cugino James, l’ha subito prelevata per portarla a pomiciare in chissà quale vicolo isolato. Così mi sono ritrovata a vagare per Hogsmeade, senza meta e senza compagnia, e ho deciso di bere qualcosa ai Tre Manici di Scopa. In fondo, qualcuno con cui parlare si trova sempre, in questo locale. È talmente pieno che si riesce a malapena a respirare, ma la gente continua a entrare senza sosta, provocando il fastidioso tintinnio di alcuni inutili orpelli sulla porta. In un angolo, scorgo la McGrannitt, Reals Junior e un Lumacorno già un po’ brillo parlare in modo concitato. Scorpius e alcuni ragazzi dell’ultimo anno, tra cui la sorella di Liam, stanno ridendo di gusto proprio davanti a me. Da quando abbiamo vinto la partita con i Corvonero, malgrado le pessime aspettative, è molto più allegro. Si è addirittura congratulato per il modo splendido in cui ho parato quel rigore, dopo la partita, ma probabilmente l'ha fatto solo perchè era ubriaco. In un tavolo poco distante riconosco l’ormai ex fidanzata di Al, in tiro più del solito, al fianco di Mirage e delle altre cheerleaders fallite. Saluto distrattamente Hugo e Louis, che stanno bevendo qualcosa che assomiglia terribilmente a Whisky Incendiario, anche se teoricamente non potrebbero. Guardo meglio e vedo Al nascosto dietro un enorme boccale: sicuramente lo avrà procurato lui, è già maggiorenne. Al lato opposto del pub ci sono Roxanne, Fred, Molly e Lily, accompagnata dall’immancabile e imbronciato Steeval, nonostante qualche giorno fa abbiano litigato a morte, di nuovo. Il loro piano non procede esattamente a gonfie vele, considerando che oggi Dominique è uscita con quell’insopportabile francese. Probabilmente si staranno tenendo la mano da Madama Piediburro. Ma David e Lily devono avere in mente qualcosa, perché quest’ultima ha la sua tipica, folle espressione determinata, mentre fissa la sua Burrobirra quasi come se volesse incendiarla.
Mi faccio strada tra i vari tavoli e raggiungo i miei cugini; afferro la prima sedia libera, mi siedo stancamente e accenno con un movimento della testa un saluto che vale per tutti. Fred e Roxanne iniziano subito a parlare a raffica come solo loro sanno fare, pubblicizzando il loro ultimo prodotto, una sorta di mini-manico di scopa in grado di portare messaggi da un banco all’altro durante le lezioni. Annuisco distrattamente, fingendo di essere interessata, e nel frattempo ordino una Burrobirra anch’io. Steeval, con un occhio nero – gli ho sferrato un bel pugno, due giorni fa, per aver insultato Lily – si allontana di colpo dal tavolo, spaventato.
Grazie a qualche intervento soprannaturale Roxanne e Fred smettono di ciarlare sulle loro invenzioni e si guardano con aria annoiata, per poi sorridere falsamente in direzione di un punto alle mie spalle. Mi giro, tanto per vedere chi è l’eterea creatura che ha fermato la distruzione dei miei timpani, e vedo la compagna di stanza di Roxanne e Dominique, Amanda Finnigan, accompagnata da un ragazzo abbastanza carino che non riconosco al primo sguardo. Roxanne e Amanda non vanno molto d’accordo, mentre Fred, l’anno scorso, ha ricevuto da lei l'unico rifiuto della sua vita. Mi accorgo che il ragazzo è Macmillan, il tronfio Prefetto di Corvonero che sembra aver sviluppato una strana ossessione per Molly – o meglio, per rovinarle la vita. Sembra molto diverso, senza occhiali e senza l’abbigliamento da futuro Ministro.
<< Justin >> Esclama Molly, con un sorriso cattivo. << Che hai fatto ai capelli? >> In effetti sono tenuti su con qualche gel ultrafissante, non spiaccicati sulla fronte come al solito.
Justin non si scompone e la guarda dall’alto in basso, senza degnarla di una risposta. Poi passa un braccio attorno alla vita di Amanda e va via con lei senza dire una parola. Molly è a dir poco furiosa: sbatte il suo bicchiere sul tavolo e sbraita perché quello sfigato si è permesso di ignorarla. Alzo gli occhi al cielo e le consiglio di calmarsi, se non vuole sembrare cotta di lui. A queste parole ammutolisce improvvisamente e incrocia le braccia, con un’espressione indecifrabile. Fred, mostrando la sua proverbiale mancanza di tatto, le fa notare che nemmeno i suoi capelli cortissimi e scompigliati sembrano tanto normali; tra i due si scatena una lite furiosa, fortunatamente solo verbale. Lily, invece, sembra raggiante, come se un’improvvisa illuminazione l’avesse colpita, e sembra guardare proprio me…
Oh, no. Questa volta non mi farò coinvolgere.
Evito il suo sguardo e mi sbraccio per attirare l’attenzione di Liam, che sorseggia un liquido verdastro dall'altra parte della sala, in compagnia di Monique, l’amica di J.J. Mi chiedo come facciano certe ragazze a passare così velocemente da un ragazzo all’altro: sembra che li acchiappino al lazo.*
Quando Liam e una riluttante Monique ci raggiungono, Lily sorride ancora di più: è inquietante. Fred ammicca in direzione della francese, che improvvisamente sembra molto meno contrariata e si siede accanto a lui, bevendo in modo piuttosto provocante dal suo bicchiere. Liam sembra avere una vita sentimentale sfortunata almeno quanto la mia: Monique non lo degna più di uno sguardo, è completamente presa da un qualche discorso particolarmente esilarante di mio cugino. Capisco che Fred è un bel ragazzo – riccioli castani, pelle scura, sorriso caldo – ma da parte di Monique è davvero maleducato comportarsi da oca con un altro mentre ha un appuntamento con Liam. Ma non c’è da stupirsi, ho subito capito la sua vocazione.
Guardo Liam con aria comprensiva e gli do qualche pacca sulla spalla, nonostante non sembri molto turbato dal comportamento di quella piccola aspirante prostituta. Dev’esserci abituato, ormai. Mentre mi guardo intorno, noto lo sguardo penetrante di Scorpius fisso su di me: accenno un sorriso tirato e lo saluto con un cenno della mano, per poi tornare a rivolgere la mia attenzione a Liam.



*


Ebbene sì, mi sono fatta coinvolgere di nuovo. E sto andando da Madama Piediburro. Da Madama Piediburro! Lily ha avuto un’idea geniale vedendo Macmillan e la Finnigan, così ha deciso di fare ingelosire Dominique simulando un finto appuntamento tra lei e David.
Ovviamente – anche se ormai non ci credo più – ha dichiarato di non riuscire a stare da sola con lui per così tanto tempo, quindi ha optato per un’uscita a quattro: il mio accompagnatore è il povero Liam, che si è visto letteralmente soffiare la ragazza da mio cugino Fred. Ha accettato di buon grado il piano di Lily, anche se mi ha confidato di essere un po’ spaventato dalla sua espressione malefica – oh, che esagerato. Roxanne e Molly si sono dileguate in un attimo con una scusa, per sottrarsi all’ennesima follia di Lily: devo ricordarmi di prendere esempio da lei, la prossima volta.
Arriviamo fin troppo velocemente al famigerato locale: mi faccio forza e apro l’orribile porta tutta trine e merletti. Quando varco la soglia dell’inferno, che fa partire una stucchevole melodia tratta da qualche canzone di Celestina Warbeck, sento che la mia reputazione è rovinata.
Tutte le coppiette sbaciucchianti si girano a guardarci, curiose, per poi ritornare alla loro occupazione. Riconosco immediatamente il caschetto rosso di Dominique, impegnata in un’accurata esplorazione della bocca di J.J. Ad un cenno di Lily, ancora inspiegabilmente felice, prendiamo posto casualmente vicino a loro, in uno dei rari tavoli per quattro.
Dominique, miracolosamente, si stacca dal suo amato francese e ci rivolge un sorriso radioso. Non ci dedica molta attenzione, perché J.J. ha appena preso la sua mano e sembra essere andata in iperventilazione.
Aspettiamo circa un quarto d’ora, durante il quale si crea un silenzio altamente imbarazzante, interrotto solamente da un apprezzamento di Liam su Dominique, prontamente seguito da un’occhiataccia di Steeval. Sono tutti pazzi di lei: è il vantaggio di avere del sangue Veela che ti scorre nelle vene. Noto l’espressione di Lily indurirsi improvvisamente, ma forse è solo un’impressione. Eppure il ricordo delle sue lacrime di qualche giorno fa riaffiora chiarissimo nella mia mente: è stata la prima volta che ho visto Lily piangere davvero. L’ho trovata nascosta nell’aula di Incantesimi, rannicchiata sotto il banco sul quale avevo dimenticato la borsa. Sembrava proprio una bambina, con il viso rigato dalle lacrime, e quando ha alzato lo sguardo, colta di sorpresa dai miei passi, era letteralmente terrorizzata: non vuole farsi vedere debole davanti agli altri, in questo mi somiglia molto.

“M-Mi ha detto che sono solo una ragazzina!” Singhiozzava, tremante. “Che… che è sfortunato a dover passare tutto questo tempo con l’unica cugina… con l’unica cugina inutiledella nostra famiglia”
Lì per lì non ho capito a chi si riferisse, poi ho subito pensato a quel grandissimo idiota di Steeval. Le ha chiesto aiuto per conquistare Dominique e poi l’ha insultata ripetutamente. Avevo una gran voglia di fare quattro chiacchiere con lui. L’unica cosa che non capivo era il perché di quelle lacrime: Lily non aveva mai dato peso alle parole della gente – a parte quelle dei ragazzi che le piacevano… ma no, questa era un’eventualità da escludere.


Steeval non può piacerle.

“Insomma, guarda me… dimostro dodici anni di età e sono così anonima!" Ha sospirato, con un’alzata di spalle. Lily è sempre stata tutto tranne che anonima: esuberante, folle, furba, esasperante a volte, ma mai anonima. “Molly è sempre così determinata… e Roxanne è così forte…” Ha continuato il suo monologo senza senso, con la voce rotta dal pianto. Faceva impressione vederla così. “Dominique è bellissima… e tu sei talmente brava a giocare a Quidditch…”
Le ho ricordato che anche lei ha un talento innato per il Quidditch, forse migliore anche del mio, ma non voleva sentire ragioni. Stava sprofondando in una sorta di crisi. Urgeva un discorso alla Hermione Granger, un discorso pieno di parole belle e rassicuranti.

Peccato che io non ne sia capace.

“Senti, Lily” Ho sussurrato, tentennante. Non sono mai stata brava a consolare le persone. “Tu sei fantastica, con o senza l’approvazione di quell’idiota di Steeval. Sai sempre cosa fare in ogni situazione, sei dannatamente furba e… oh, andiamo, sei stata la prima ragazza nella storia di Hogwarts ad entrare in una squadra di Quidditch al suo primo anno!”
“Come lo sai?” Ha chiesto, tirando su col naso.
“Mia madre mi ha costretta a leggere Storia di Hogwarts, quando ero piccola.” Ridevo, anche se il ricordo di quel volume mi dava i brividi. Ha sorriso anche lei, debolmente, e si è rialzata.
Non era molto, ma è stato un bel discorso per un’incapace come me. Lily si è asciugata le lacrime, ma dava ancora l’impressione di essere distrutta.

E adesso è ancora una volta in compagnia di Steeval, pronta ad assillare la povera Dominique, ignorando quello che è successo. Non posso credere che non abbia ancora giocato qualche brutto tiro al Corvonero, lo meriterebbe. Sto per riportare Steeval alla realtà, dicendogli chiaramente che non ha speranze con Dominique, ma Lily interviene prima che possa farlo.
<< Dovremmo optare per una soluzione drastica >> Constata, diplomatica, notando che Dom sembra totalmente disinteressata a noi: il suo idillio con J.J. continua, nonostante il nostro arrivo. Anch’io ho capito che è tutto inutile – e non sono per niente brava nell’intuire i sentimenti altrui. Pensandoci bene, non sono brava nemmeno nel capire i miei. Lily, che ha un occhio particolare per queste cose, deve avere un piano totalmente diverso da quello concordato con Steeval.
Senza alcun preavviso, posa entrambe le mani sul viso di Steeval e lo bacia, ottenendo finalmente l’attenzione di Dominique. Ma quest’ultima non reagisce esattamente come si aspettavano: sorride dolcemente e trilla: “Oh, la piccola Lily è cresciuta!”, con sguardo adorante. Il piano è palesemente fallito, ma Lily e David non se ne sono nemmeno accorti. Lily è saltata in braccio a lui e continuano a baciarsi più appassionatamente che mai, davanti ai nostri sguardi esterrefatti. Quando, faticosamente, si staccano, Lily si alza, barcolla un po’ e annuncia che deve andare in bagno.
La seguo, perché sospetto che il bagno sia l’ultimo dei suoi pensieri, in questo momento. Quando apro la porta della stanza, vedo Lily fare uno strano balletto davanti allo specchio: qualche giravolta, un paio di saltelli e un assurdo movimento delle braccia. Richiudo la porta e ridacchio, scuotendo la testa.
È matta, matta da legare, ma è anche un fottutissimo genio.

Io e Liam capiamo subito che è il momento di andar via, così lasciamo Steeval da solo, con la scusa veramente poco credibile di aver molti compiti da fare, e scappiamo via da quella fogna per innamorati zuccherosi.
<< Merlino, stavo per soffocare lì dentro >> Esclamo, tirando un sospiro di sollievo. Risaliamo High Street, diretti verso il negozio di mio zio George. È da un po’ che non vado a rifornirmi di diavolerie infernali, come le chiama mia madre, e voglio assolutamente scoprire le ultime novità: in questo periodo i Grifondoro sono stati fin troppo tranquilli, senza i miei scherzi devastanti.
<< Era terribile…>> Sussurra Liam, mentre scuote la testa, riferendosi al locale da cui siamo appena usciti.
<<…e patetico! >> Mi sento in dovere di aggiungere: gli insulti per Madama Piediburro non sono mai troppi.
<< E ridicolo, anche. >> Lo guardo di sottecchi, abbottonando il giubbotto, e scoppiamo a ridere entrambi. Improvvisamente tutto mi sembra molto più allegro: le nuvole si diradano, il sole splende e gli occhi incredibilmente blu di Liam sembrano specchiarsi nel cielo terso. Stare con lui, ultimamente, ha un effetto corroborante sul mio umore. Mi rendo conto di aver appena formulato pensieri troppo sdolcinati – la permanenza in quel locale deve avermi fatto male.
Mi rifarò con una sana visita ai Tiri Vispi Weasley: entro nel negozio e vengo avvolta da un turbinio di colori. Uno stormo di Freccette Trovabersaglio** rischia di travolgermi e mi ritrovo schiacciata contro lo scaffale delle Puffole Pigmee. Il mio sguardo si posa su una Puffola verde smeraldo e Liam sembra notarlo.
<< Se vuoi te la regalo >> Mi propone, con un gran sorriso. È straordinario quanto sia simpatico: sembrava uno di quegli snob che si danno un mucchio di arie. Forse mi ero convinta che lo fosse dopo il suo rifiuto alla festa; ne andava della mia autostima. Ora che ci penso, sembrano passati anni da quello stupido Ballo.
<< Siete già al regalo di nozze? >> Una voce inconfondibile ci coglie di sorpresa. Scorpius è dietro di noi, con le braccia incrociate, e mostra un sorrisino visibilmente forzato. Questa situazione sta diventando assurda: non facciamo altro che comportarci con eccessiva cortesia e formalità.
<< A proposito, pensavo di farti fare il testimone >> Rispondo, con una vocina dolce come il miele. << Ti va? >>
A proposito, pensavo di farti fare lo sposo. Ma questo non lo dico.
Scorpius alza gli occhi al cielo e finge di essere profondamente interessato alle nuove Merendine Marinare, ma fortunatamente per lui Amethyst Zabini arriva a salvarlo, trascinandolo via e riservandoci un distratto cenno di saluto. Dove crede di scappare? Noi due abbiamo un conto in sospeso.
<< Scusami, Liam, devo proprio andare! >> Esclamo, mentre mi faccio largo tra una folla di Tassorosso schiamazzanti davanti ai filtri d’amore.
<< Fai pure, tanto ci sono abituato! >> Grida di rimando, leggermente esasperato.
Noto che anche Nellie e Melissa osservano le pozioni, fameliche. Lo sguardo della prima si sofferma per un attimo su Liam: non mi aspetto niente di buono.
 


*


Ho girato il negozio in lungo in largo, accompagnata per un buon tratto da zio George e dalle sue battute straordinariamente simili a quelle di Fred, e solo adesso riesco a trovare Scorpius.
<< Eccoti! >> Esclamo, sotto lo sguardo curioso della sua nuova comitiva di amici.
<< Ma cos… >>
<< Dobbiamo parlare. >> Sentenzio, perentoria, e lo trascino fuori dal negozio, in un vicolo che mi sembra abbastanza appartato. Non oppone resistenza, stranamente, e ne sono compiaciuta. Devo risolvere questa situazione una volta per tutte: niente più litigi, niente più false cortesie, niente più baci rubati.
Anche se siamo piuttosto vicini, ora che ci siamo fermati davanti a un vecchio negozio ormai chiuso e che ci ritroviamo faccia a faccia. No, non posso distrarmi, la mia mente deve rimanere focalizzata sul discorso. Sulle belle parole che spenderò sull’amicizia, sul rispetto reciproco, sul…
<< Quei pantaloni ti stanno bene, Rose >> Sussurra Scorpius. Non vale, non può usare questa voce dannatamente roca e… concentrati, Rose, concentrati.
<< Io penso che dovremmo valutare la situazione. >> Mi sento fin troppo simile a mia madre – di solito non penso mai prima di agire – ma questa volta so che è importante riflettere su quello che sta succedendo tra me e Scorpius. Che, però, non si sforza di collaborare, perché ha appena posato le sue labbra sulle mie. Improvvisamente tutti i pensieri e i buoni propositi nella mia testa svaniscono come tante piccole bolle di sapone. Lo attiro verso di me, stringo i suoi capelli tra le mie dita, quasi con rabbia. Sento le sue mani cercare i bottoni del mio giubotto e slacciarli con furia. Uno o due saltano via, ma non ci importa: abbiamo del tutto perso la lucidità.
<< ROSE! >> L’universo parallelo che si è creato durante questo bacio – il più bello che abbia mai ricevuto – si dilegua in un istante, scacciato dalla voce di mia cugina Roxanne.
Io e Scorpius ci giriamo simultaneamente e vediamo che non è sola: con lei c’è Aaron Dixon, che ci guarda come a dire “sapevo tutto, io”. Quando il mio sguardo si sofferma sulle loro mani intrecciate, Roxanne si allontana da Aaron con uno strattone.
Bel tentativo, Roxie, ma ormai ho capito tutto.
<< Voi non avete visto niente >> Ansima Scorpius, cogliendomi di sorpresa. Mi prende una gran rabbia – perché vuole mantenere il segreto e, soprattutto, perché si ostina a baciarmi senza alcuna spiegazione? – ma mi ritrovo ad essere d’accordo con lui. Per qualche strano motivo voglio che tutto rimanga così com’è.
Annuisco e scambio con Roxanne uno sguardo complice.
<< Nemmeno voi >> Risponde mia cugina, decisa. Non mi fido molto di Dixon, ma le do la mia parola. Senza dire altro, usciamo dal vicolo, entrambi con lo sguardo basso. All’uscita dei Tre Manici di Scopa scorgo Melissa, che mi fulmina con lo sguardo, ma la ignoro. Si sta facendo tardi, dovremmo ritornare a Hogwarts.
Dopo quelle che sembrano ore, arriviamo al castello. Durante il tragitto non ci siamo rivolti una sola parola, ma adesso devo chiamare a raccolta tutta la mia forza di volontà.
<< Questa è l’ultima volta >> Dico, ancora senza guardarlo negli occhi, ed entro da sola nella Sala Grande ancora semideserta, con la sensazione di aver fatto un’enorme sciocchezza. Non ho nemmeno il tempo di sedermi a tavola, perché un Albus dagli occhi spiritati mi afferra per le spalle e mi domanda, concitato:
<< Hai visto Faith? >> I suoi occhi verdi brillano in modo inquietante.
<< No, non l’ho vista… sai com’è, non passo molto tempo con le Tassorosso frignon… >>
<< NON OFFENDERLA! >> Tuona Albus, strattonandomi il braccio. Adesso capisco: è uno scherzo. Passa il novanta per cento della sua giornata ad evitarla – la piccola Tassorosso non si arrende facilmente, non sopporta di essere stata lasciata – e adesso la cerca come se ne andasse della sua vita? Eppure la sua espressione non è divertita, sembrerebbe piuttosto fanatica.
<< S-stai scherzando, vero? >> Chiedo, cauta.
<< Ma come ti permetti? >> Risponde, spintonandomi di lato. << Faith! FAITH, dove sei? >> Adesso fa anche il melodrammatico… che Merlino ci salvi! Non riesco a fermarlo, ha appena cominciato a chiedere agli studenti più vicini a lui, degli sfortunati Corvonero, notizie della sua amata. Arriva addirittura a separare Jane Boot e Daniel Corner, due Prefetti che non fanno altro che pomiciare. È grazie a loro che ho compiuto le mie migliori malefatte notturne: sono troppo impegnati a darsi da fare per portare a termine le ronde. Al momento, Al li sta rimproverando perché il loro bacio non fa che rammentargli che ha perduto la sua bella. Non ci è dato sapere da dove gli vengano queste parole medievali.
<< Ci penso io! >> La vocetta insopportabile di Crecy Canon interviene alle mie spalle. << Sono un Prefetto, ci penso io! >>
<< E cosa potresti fare, tu? Sentiamo. >> Ghigno, inacidita dalle sue manie di protagonismo.
<< Togliti di mezzo, Weasley. È palese che abbia ingerito un filtro d’amore! >>
Lo ammetto, mi sento stupida per non averci pensato prima. Intanto, Al ha cominciato a cantare Un calderone pieno di forte amor bollente – sembra esser regredito agli anni sessanta – con particolare enfasi. Sì, deve averne ingerito davvero tanto.
<< Portiamolo nell’aula di Pozioni, cercherò di preparare l’antidoto >> Sospira la Canon, dandosi grandi arie di superiorità. Per una volta, devo riconoscere che ha ragione. Soprattutto perché Albus ha appena intonato – o meglio urlato – il ritornello di un pezzo delle Sorelle Stravagarie, “Brucio d’amore” o qualcosa del genere. Facciamo una gran fatica per trascinarlo – per una volta, io e Crecy siamo alleate per la stessa causa – e durante il percorso lungo i sotterranei mi chiedo perché si stia preoccupando tanto. Forse spera in qualche premio o riconoscimento speciale. In ogni caso, non mi va di farmi troppe domande sulla complicata psicologia di Crecy Canon.
Un'ora e parecchi calderoni bruciati dopo, costringiamo Albus a prendere l’antidoto e i suoi occhi tornano quelli di sempre, mentre il sorriso folle si sgonfia come un soufflé andato a male.
Crecy non gli dà nemmeno il tempo di riprendersi e comincia ad elencare i suoi numerosi meriti, presentandosi come la sua personale eroina. Albus, ancora confuso, le schiocca un bacio in fronte e corre via, balbettando che deve sistemare alcune cose. Non posso fare a meno di notare che Crecy è diventata rosso fuoco e infierisco sul suo imbarazzo.
<< Oh, la piccola Canon ha una cotta per Albie! >> Canticchio, beandomi della sua espressione. È impagabile: un misto di vergogna, consapevolezza di essere stata scoperta e rabbia.
<< Tu non… non sai niente di me! >> Squittisce e sparisce anche lei dietro la porta. Forse ho un po’ esagerato… in fondo è anche lei un essere umano, nonostante tutto. Ma scaccio via il senso di colpa ed esco dall’aula, ancora disorientata dalla marea di eventi di questa giornata. Ripenso ancora a quello che è successo – e che non succederà più – con Scorpius e mi lascio scappare un sorriso.
Rose Weasley, torna in te e datti un contegno!
Persa nei miei pensieri, mi accorgo troppo tardi che qualcuno sta venendo verso di me e lo scontro è inevitabile. Rimbalzo indietro, un po’ intontita, e capisco di aver fatto l’ennesima pessima figura davanti a chissà chi. Fortunatamente, quando alzo lo sguardo scopro che chissà-chi è un divertito Liam Zabini. Sta facendo di tutto per non scoppiare a ridere e tiene in mano qualcosa di morbido e verde, che si agita appena.
È una Puffola Pigmea, la stessa che ho visto al negozio questo pomeriggio.
<< Ciao >> Dico stupidamente. Mi sento un po’ a disagio perché pomeriggio l’ho lasciato da solo, ma cerco di ignorare questa sensazione.
<< Tieni >> Sussurra, porgendomi la Puffola. << È per te. >>
Oh, è per me. È un gesto estremamente carino, lui è estremamente carino: vorrei essere ancora cotta di lui, almeno adesso avrei qualche possibilità.
Lo ringrazio e prendo in mano la Puffola. Non so come chiamarla, ma al momento non ha importanza. Però, prendo mentalmente nota di non farmi mai consigliare da zia Ginny: ha sempre scelto nomi orribili per i suoi animali: il gufo di famiglia si chiama Leotordo Junior.
Risaliamo verso la Sala Grande e all’entrata incontriamo Dominique, raggiante e visibilmente soddisfatta. Lancia a Liam uno sguardo strano, quasi malizioso, e per un attimo sospetto che sia interessata a lui. Poi mi dico che ha appena avuto un appuntamento con il ragazzo dei suoi sogni e che questa mia ipotesi è assolutamente assurda. Prima di separarci per andare ai rispettivi tavoli, Dominique mi sussurra: “Però, diventa sempre più carino!”
Adesso capisco: mi sta suggerendo di provarci con Liam; peccato che io non farei mai una cosa del genere. Deve aver ereditato questa fissazione per le unioni combinate da sua madre e dalla sua odiata zia Gabrielle.
Quando finalmente posso sedermi al mio tavolo, agguanto i primi piatti che mi capitano davanti e divoro il loro contenuto senza alcuna decenza: muoio di fame. Scorpius, sedutosi sfortunatamente di fronte a me, fa una smorfia schifata; vorrei tanto spiaccicargli la torta che ho appena adocchiato in faccia, ma è troppo buona per fare questa fine indegna. Perciò, allungo le mani verso il piccolo vassoio, ma vengo fermata da Liam.
<< Rose >> Mormora sommessamente. Arrossisce leggermente, ma continua a parlare.
<< Posso… posso confidarti un segreto? >>



*



Tadaaaaaaan, finisce così! Sì, Clare, non sei l'unica ad essere crudele e a lasciare tutto in sospeso u.u

Beh, in questo capitolo le nostre care cugine fanno un po' di progressi, eh? Lily è proprio un piccolo genio del male.
Abbiamo tre nuove coppie, mi sono proprio impegnata!
Passiamo agli asterischi:
*Citazione rielaborata da Harry Potter e il Calice di Fuoco
**Una mia invenzione in un momento notturno di pazzia
Vi saluto e vi mando un bacio, ringraziando le splendide ragazze che recensiscono, seguono o leggono semplicemente.
-Iv.

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Capitolo 14
*** Segreti non esattamente segreti - La nobile arte del fraintendimento ***


A voi, meravigliose ragazze!



Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


 


Segreti non esattamente segreti - La nobile arte del fraintendimento



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Previously, on SUPNN.OFN. (Ok, volevo dirlo troppo, non fateci caso):

Perciò, allungo le mani verso il piccolo vassoio, ma vengo fermata da Liam.
<< Rose >> Mormora sommessamente. Arrossisce leggermente, ma continua a parlare.
<< Posso… posso confidarti un segreto? >>



La prima cosa che mi viene in mente è che la Sala Grande sia il luogo meno adatto per rivelare dei segreti: c’è sempre qualcuno pronto a origliare. Ma poi la mia curiosità prende il sopravvento, quindi faccio un piccolo cenno della testa e lo incoraggio a continuare, mentre mi abbuffo con una magnifica torta al cioccolato. Liam si schiarisce la voce e si abbassa per sussurrarmi il segreto all’orecchio:

“Mi sono innamorato.”

Si è innamorato. Ma di chi?
Oh, è ovvio, di me!
Era prevedibile e avrei dovuto capirlo: la Puffola Pigmea, la gentilezza, gli sguardi complici… e si spiegano anche certe strane sparizioni: alcune sere non viene a cena, forse rimugina sulla sua sfortuna in amore. Un po’ melodrammatico, ma il fascino Weasley fa quest’effetto.
Lo guardo, comprensiva, distogliendo per un attimo l’attenzione dalla mia torta. Gli poggio una mano sulla spalla e scuoto leggermente la testa. Potrei farci un pensierino, ma so che è tutto inutile: il mio cervello si rifiuta categoricamente di pensare a qualcuno che non sia Scorpius.
<< Liam, Liam, Liam >>* Dico, sinceramente dispiaciuta. << Lo sapevo già, è perfettamente comprensibile! >>
<< Davvero? >> Mi chiede, dubbioso. << Come facevi a saperlo? >>
<< Vedi >> Continuo, lanciando uno sguardo fugace al piatto invitante davanti a me – ci rivedremo dopo, dolce e magnifica torta. << Era anche prevedibile, adesso che ci penso… >>
<< Si vede così tanto? >> Esclama, preoccupato.
Decido che questo è il momento di mettere in chiaro le cose: niente più giri di parole, sarò rapida e decisa.
<< Liam, seriamente, sei proprio un bel ragazzo, un ottimo amico… ecco, è proprio questo il punto. >>
Liam sembra confuso, ma vado avanti col mio discorso.
<< Ti vedo solo come un amico >> Concludo, sperando di essere stata abbastanza convincente.
Liam continua a guardarmi come se avessi appena annunciato un mio imminente matrimonio con Lumacorno, poi scoppia a ridere.
Allora è così ridicola l’idea che io possa piacergli? Sono furiosa, estremamente furiosa.
<< Smettila di ridere! >> Sussurro a denti stretti, mollandogli un ceffone. << E chi sarebbe la sfortunata? >>
Sorvoliamo sul fatto che la prescelta non sia per niente sfortunata come ho appena detto, sono troppo arrabbiata per formulare pensieri coerenti.
<< Dominique >> Mormora, con una vocina sottile sottile.
<< Dominique? Quella Domin… >> Esclamo, ma Liam mi tappa prontamente la bocca. Fortunatamente per lui, Hilary, Elise e la loro Prendiappunti sembrano essere svanite nel nulla.
<< Ma tu avevi detto che i miei occhi erano più belli! >> Constato, piuttosto stupidamente. << Tutto faceva pensare che… >>
<<… che fosse innamorato di te? E invece no, ha una cotta per la Weasley bionda! >> Completa una voce alle mie spalle, carica di sarcasmo. La voce di Hilary Skeeter.
Oh, ecco dov’era finita... Mi domando come abbiamo fatto a non accorgerci di lei; forse ha un Mantello dell’Invisibilità simile a quello di James. O forse siamo stati semplicemente troppo stupidi.
In questo preciso istante, capisco che Liam non ha vie di uscita; è praticamente spacciato. In men che non si dica, l’intera Hogwarts saprà della sua cotta per Dom. Ma questo non è un problema, al momento, perché ho appena visto mio cugino James sferrare un pugno in pieno viso a David Steeval. Lia, seduta qualche posto più in là, mi guarda in modo eloquente. Ci alziamo entrambe, mentre Ophelia si lamenta per la stupidità di James, affermando che il suo ragazzocom’è strano sentirglielo dire – rimarrà per sempre uno sciocco, tronfio Grifondoro senza cervello. Sta sicuramente picchiando Steeval perché ha scoperto che sta con la sua piccola, innocente sorellina.
Quando vedo l’innocente sorellina saltare addosso a James con un urlo belluino, mi precipito al tavolo Grifondoro, spinta dalla curiosità e anche da una certa preoccupazione, ma la McGrannitt interviene prima che possa farlo io, convocandoli tutti nel suo ufficio. Ormai è diventato una sorta di seconda casa, per noi Weasley-Potter.
 

*


James, Lily e David sconteranno un mese di punizione, rigorosamente separati. In fondo, la McGrannitt si è dimostrata clemente. Ma per Liam è stato ben più difficile sfuggire dalle grinfie di Hilary, che dimostra ogni giorno di più di avere lo stesso sangue di Rita Skeeter: se l’è cavata firmando una sorta di contratto, il cui contenuto mi è ancora oscuro. Sono sicura che se le due pettegole per eccellenza scoprissero la mia storia con Scorpius, se così si può definire, niente le tratterrebbe dal divulgare immediatamente la notizia. Per adesso, la sua cotta per Dominique è al sicuro; d’altronde non è una novità che qualcuno si innamori di mia cugina. Eppure tutta questa storia mi ha fatto riflettere: avere relazioni segrete non è molto conveniente, specialmente in un castello pieno di adolescenti vogliosi di notizie e di cambiamenti. Così mi sono ripromessa di stare il più lontano possibile da Scorpius e, modestamente, mi riesce anche bene.
<< Ehi, Rose! >> Come non detto.
Faccio finta di non aver sentito, ma Scorpius mi raggiunge in un batter d’occhio, passandomi una mano sopra la spalla, da normalissimo amico. Peccato che questo gesto, adesso, mi sembri fin troppo equivoco.
<< Tra due settimane ci sarà l’ultima di campionato con i Tassorosso >> Mi comunica, serio. << Voglio il mio portiere perfettamente in forma! >>
Il modo in cui ha appena pronunciato l’aggettivo “mio” continua a rimbombarmi in testa. Mi infastidisce. Annuisco distrattamente, in cerca di qualche scusa per sfuggire alla sua presa e rifugiarmi in un posto sicuro, ma, persa nei miei pensieri, mi accorgo troppo tardi che mi sta guidando verso i sotterranei.
<< Sai, potrei anche essere in forma se qualcuno non mi facesse esasperare >> Rispondo, per poi provare a divincolarmi dalla sua presa: non ho in programma di andare in Sala Comune – anzi, tra poco meno di un’ora ho Difesa –  ma non ci riesco.
<< Oh, andiamo, Rose… So che mi stai evitando >> Dice, guardandomi come se volesse perforare la mia testa e la parete alle mie spalle. << Di nuovo. Ma ho bisogno di te per perfezionare alcuni schemi, adesso. Davvero. >>
Lo guardo con aria scettica, così si affretta ad aggiungere che la sua non è una scusa banale per portarmi nella sua camera. Con un po’ di amarezza, penso che qualche mese fa questa precisazione non sarebbe stata necessaria: la nostra era un’amicizia assolutamente sincera e priva di secondi fini.
<< E poi dobbiamo chiarire alcune cose, noi d… >>
<< Ho capito, vengo, ma smettila di blaterare, per favore. >> Rispondo, liberandomi dal suo braccio con uno strattone ed accellerando il passo per portarmi a una distanza di sicurezza.
Per tutto il tragitto, me ne sto chiusa in un mutismo piuttosto insolito per una che è abituata a non smettere un attimo di parlare. Se è giunta l’ora dei chiarimenti, meglio rimandarla: parleremo quando saremo arrivati. Il percorso fino ai nostri Dormitori mi sembra estremamente breve e lo sguardo di Scorpius fin troppo fastidioso, ma fortunatamente rispetta il mio silenzio. Il modo in cui si sta complicando la situazione è un tantino assurdo, perfino per i miei standard.
“ Draco Dormiens” Borbotto non appena giungo davanti alla parete di pietra, con il cuore che batte furiosamente. Non sono mai stata particolarmente coraggiosa e ho paura di quello che Scorpius potrebbe dirmi. Non riesco nemmeno a vedere la cosa con la mia tipica, stupida ironia. E questo la dice lunga.
La Sala Comune è piuttosto affollata: alcuni primini maligni, capeggiati dall’astuta ragazzina che più volte ho mentalmente designato come mia erede, non ci staccano gli occhi di dosso e ridacchiano in continuazione. Ophelia è immersa nel libro di Difesa Contro le Arti Oscure e sta cercando di fare i compiti all’ultimo momento – anche io avrei dovuto farli, pensandoci bene.
La sorella di Liam, sola davanti al camino, fissa me e Scorpius con uno strano sorrisetto.
Qui è decisamente troppo affollato per parlare, così scendiamo le scale che portano ai Dormitori, fino ad arrivare a quello di Scorpius. Non ci entro da parecchio tempo e il suo ordine maniacale mi colpisce più del solito. C’è una gran confusione in giro per la stanza, ma il letto di Scorpius sembra un’isola felice in mezzo a tutto quel disordine. E, probabilmente, lo pensa anche lui, perché si siede e mi fa cenno di imitarlo, battendo una mano sul materasso.
<< No, grazie >> Esclamo, acida. Non vorrei che i nostri chiarimenti si trasformassero in qualche scena a luci rosse. Scorpius scuote la testa e si alza, superando la distanza di sicurezza e portandosi a pochi centimetri da me. Mi aspetto che stia per dire qualcosa di estremamente serio, ma, inaspettatamente, mi bacia. E sono così stupita che reagisco solo quando vedo che mi sta lentamente portando verso il suo letto: i miei riflessi da Portiere, in sua presenza, sono più lenti di quelli di un bradipo. Riacquistata un po’ di lucidità, gli sferro un calcio dritto tra le gambe e subito dopo lo sento gemere, piegato in due dal dolore.
<< E così sarebbero questi gli schemi di Quidditch? >> Urlo, furiosa. << Come credi che vinceremo, pomiciando? >>
<< Andiamo, Ros… >> Cerca di giustificarsi, ma ormai è troppo tardi.
<< Rose un cavolo! >> Esclamo. << Ti rendi conto di… di quello che stiamo diventando? >>
Scorpius strabuzza gli occhi e nel suo sguardo leggo un profondo senso di colpa, anche se tenta di mascherarlo con un’aria strafottente per niente credibile.
<< Prima passare del tempo insieme significava parlare o fare due tiri a Quidditch >> Dico, con un sorriso amaro. << E adesso? Adesso siamo praticamente due estranei. >> 
Scorpius ghigna. Io sono furiosa e lui cosa fa? Ghigna.
<< E così ti fai infilare la lingua in bocca da ogni estraneo che incontri? >> Chiede, con la voce intrisa di sarcasmo.
<< Tu… >> Ansimo, in preda alla collera. Secondo mia madre, quando sono arrabbiata incuto un certo timore, proprio come lei. Spero che Scorpius se la stia facendo sotto, in questo momento.
<< Brutto stronzo, ti faccio vedere io! >>
Estraggo la bacchetta e gliela punto contro. Sto quasi per schiantarlo, ma mi viene un’idea ancora migliore.
<< Densaugeo >> Sussurro, con un certo sadismo. Gli incisivi di Scorpius cominciano ad allungarsi a dismisura e io rido, rido di gusto.
<< Falli tornare come prima >> Mi supplica Scorpius. E parlerebbe ancora, se i denti – che ormai sono diventati un bel paio di zanne – non glielo impedissero.
Prima che possa fare altro (in effetti avevo in mente un bel paio di fatture niente male) scappa via dalla stanza, terrorizzato. E adesso cosa fa, manda un gufo a papino Draco?
Cerco di sentirmi soddisfatta, ma nel giro di qualche secondo l’euforia e la furia svaniscono completamente, lasciando il posto ad un immensa stanchezza. Mi sento quasi depressa: sono la regina degli sbalzi d’umore.
Sorvolo sul fatto che mi trovi ancora in camera di Scorpius e mi butto a peso morto sul suo letto, schiaffandomi una mano sulla fronte e perdendomi in complicate elucubrazioni filosofiche su quanto faccia schifo crescere. Fisso distrattamente i letti vuoti che mi circondano e decido di fare una piccola ispezione, tanto per distrarmi un po’. Sulla scrivania trovo un mazzo di carte babbane – sicuramente di Dixon – e sorrido nel vedere una Puffola blu, profondamente addormentata. So per certo che è di Liam: solo lui potrebbe avere così tanta pazienza da crescerne una, qui dentro. Blu come i miei occhi, penso, ma poi mi correggo: blu come gli occhi di Dominique.
Frugo un po’ tra i cassetti, ma non trovo niente di interessante, a parte un paio di fogli di pergamena di cui è visibile solo il titolo: “Lista”. Il resto sarà scritto con inchiostro simpatico. Li infilo in fretta dentro la borsa e mi dirigo verso la porta. Prima di chiuderla, però, noto un bagliore dorato sotto il letto di Scorpius.
Spinta dalla curiosità, mi precipito a vedere di cosa si tratta. Mi infilo quasi completamente sotto il letto, con il leggero terrore di non riuscire a riemergere e di essere sorpresa in questa strana posa, per poi afferrare un grosso libro. Che delusione.
Ma ormai la missione va portata a termine: tiro fuori il librone e faccio per aprirlo, ma quando i miei occhi si posano sulla prima pagina un rumore assordante mi spacca i timpani. Meglio scappare: dev’essere una sorta di allarme anti-intruso.
Perché, prima che il frastuono scoppiasse con la stessa velocità di un temporale estivo o di un’arrabbiatura di mia madre, sono riuscita a leggere due parole in cima alla pagina: Caro Diario.

 

 
*



Corro a perdifiato verso l’aula di difesa contro le arti oscure: forse posso farcela. Ho perso un bel po’ di tempo a capire come aprire il diario senza sprigionare un baccano infernale, ma le mie non eccelse conoscenze mi hanno portata ad un punto morto. Adesso la copertina emette una specie di miagolio ad intermittenza, che sembra essersi momentaneamente calmato.
Spalanco la porta senza nemmeno bussare, trovando l’aula già piena. Reals mi guarda con un’inequivocabile aria di rimprovero, mentre suo figlio, che ha ormai assunto il ruolo di assistente – per la gioia di noi studentesse – accenna un sorriso. Con la coda dell’occhio, vedo Scorpius
i cui denti sono tornati ad essere normali abbassare di colpo lo sguardo e Liam salutarmi con la mano. Ophelia, invece, è ancora alle prese con la revisione dei suoi compiti, coi capelli scompigliati e legati in quella che dovrebbe assomigliare vagamente ad una coda. Dominique è in prima fila, al contrario di Fred, James e Roxanne, che tramano qualcosa nell’angolo più remoto dell’aula. Prendo posto vicino ad Albus, sfinita, e lancio uno sguardo allarmato al mio zaino. Nessun rumore sospetto.
Reals comincia a spiegare qualcosa che riguarda gli Incantesimi non Verbali, ma non sono abbastanza concentrata, così comincio a conversare amabilmente con Al, come se mi trovassi all’ombra di un bell’albero nel Parco.
<< Allora, Al >> Esordisco, sottovoce. << Come va con Crecy? >>
<< Crecy? >> Mi chiede, perplesso. << Crecy Canon di Tassorosso? >>
<< Proprio lei. >> Mi permetto di romanzare un po’ la vicenda e do per scontato che sia innamorata di Al. << Non sai che ha una cotta per te? >>
Albus sgrana gli occhi straordinariamente verdi, per poi darsi un contegno ed alzare le spalle.
<< Beh, non è male >> Risponde, con una strana smorfia.
<< Non è male?! >> Esclamo, alzando un po’ troppo la voce. Purtroppo, Reals se ne accorge e mi trafigge con uno dei suoi sguardi più truci.
<< Weasley! >> Esclama, e posso sentire la furia nella sua voce. << Dieci punti in meno a Serpeverde per la sua ostinazione nell’interrompere la lezione. >>
Poco male, li recupererò col Quidditch. Quello che mi turba è il tono di Reals: non credo che mi perdonerà facilmente. I minuti a seguire mi sembrano i più lunghi della mia vita: il tempo si dilata e l’orologio sembra essersi fermato; la litania di Reals non ha fine. Di solito le sue lezioni sono molto interessanti, ma oggi ho altro per la testa. Mi annoio talmente tanto che faccio i compiti che avrei dovuto svolgere giorni prima, più che altro per evitare un’altra sfuriata.
Al momento di consegnarli, vado alla cattedra tutta fiera di me, sapendo che almeno questa volta non mi toccherà un rimprovero. Anzi, potrei essere premiata per il mio lavoro, stranamente: in fondo questa non è una brutta sensazione.
Purtroppo, però, Reals mi trattiene con lui anche dopo la lezione, quando ormai l’aula è deserta.
<< Weasley >> No, non mi sta rimproverando: il suo tono sembra quasi paterno. << Il suo comportamento è cambiato, se ne rende conto? >>
<< Cambiato? >> Chiedo, senza capire dove voglia andare a parare.
<< Esatto, cambiato. Non ho idea di cosa le stia succedendo, ma deve smetterla. E alla svelta. Oggi ha perso solamente dieci punti, ma la prossima volta non sarò così clemente. E adesso vada. >>
Deludere l’unico insegnante che abbia mai stimato è un duro colpo, soprattutto se non comprendo il suo significato delle sue parole. Non sono mai stata un’alunna modello, sono quella che ero prima. O almeno credo.
Però, anche se Reals non sa più o meno niente di me, sento che ha ragione: da quando questa storia di Scorpius va avanti, sono diventata un’altra. E questo non mi piace per niente.
Perciò, avere in mano il suo diario mi riempie di uno strano senso di colpa: leggerlo mi sembra un gesto infantile, così come trattar male Crecy Canon o fare scherzi stupidi ai Grifondoro.
<< Rose, Rose! >>
Scorpius mi sta chiamando, ansante; non so esattamente cosa aspettarmi o cosa dirgli, dopo la scenata di poco fa. Ma lui la ignora, forse se ne è addirittura dimenticato.
<< Ecco i nuovi orari degli allenamenti. >> Mi porge un foglio, su cui ci sono anche diversi schemi. Io lo prendo e lo strappo davanti ai suoi stessi occhi increduli, per poi farlo ricadere a terra in mille minuscoli pezzi.
<< E chi se ne importa del Quidditch? >> Sbotto, girando i tacchi e lasciandolo solo e sbalordito.
Ho insultato il sacrosanto Quidditch. Sono davvero fuori di me.
Così, come per dimostrare a me stessa che Rose Weasley è la ragazzina irriverente e infantile che è sempre stata, mi riprometto che leggerò il suo diario questa stessa notte… E che domani, magari, i Grifondoro avranno una bella sorpresa.

 

*


Nel grande letto a baldacchino verde smeraldo, alla luce delle bacchette, apriamo finalmente il diario di Scorpius senza che emetta alcun rumore: Ophelia è riuscita a disinnescare quella sorta di urlo disumano, solo con un paio di incantesimi non verbali. È un libro piuttosto spesso, deve raccogliere gli avvenimenti di diversi anni. Ophelia si avvicina per permettermi di leggere la prima pagina, con l’espressione di un esploratore che ha scoperto il suo più grande tesoro.

“Caro diario,
ovviamente sono stato smistato a Serpeverde.”


Da lì partono una serie di righe di poca importanza, fino a quando non trovo un paragrafo particolarmente interessante.  “C’è una ragazzina piuttosto strana, qui, che ha tentato di uccidermi durante il viaggio in treno, ma pochi minuti fa sembrava completamente innocua. Stava anche piangendo. Non sono molto bravo a consolare, ma credo di averla rincuorata.
Si chiama Rose, Rose Weasley. Papà dice che non devo fraternizzare con il nemico*, ma la regola vale lo stesso se il nemico ha degli occhi così belli?”

Ok, mi ha definita strana, ma sto pensando di cominciando a rivalutare i miei occhi.
<< Secondo me era cotto di te >> Sussurra Lia con una risatina.
Ci divertiamo nel leggere tutti i nostri misfatti mai scoperti. Avevo dimenticato di aver sostituito l’Idromele di Lumacorno con un filtro d’amore di zio Fred. Il giorno dopo aveva fatto una dichiarazione in piena regola alla McGrannitt: già allora stava perdendo colpi.
Una pagina datata quindici marzo duemiladiciassette mi fa sobbalzare.

“Caro diario,
oggi mi è capitata una cosa terribile. Ho capito di avere una cotta per Rose, ma lei sembra vedermi solo come una specie di compagno di giochi: è proprio una bambina. Non mi va di scrivere ancora cose stupide e sentimentali, quindi limitati a sapere questo.
A presto, se mi andrà.”


Scorpius ha la facoltà di trattare male perfino gli oggetti inanimati. Però… però aveva una cotta per me. Ai tempi in cui l’unico manico di scopa che mi interessava era l’ultimo modello di Firebolt, non di certo il suo.
<< Vedi? >> Commenta Ophelia, compiaciuta. << Avevo ragione! >>
Grugnisco e giro rabbiosamente pagina. In realtà, dentro di me, c’è un tumulto assurdo. Chi l’avrebbe mai detto? Scorpius, innamorato di me. Anche se teoricamente non si può parlare di amore: aveva solo dodici anni.
Le pagine successive sono tutte scritte a distanza di mesi; evidentemente non deve aver usato molto il suo diario. Le sfoglio distrattamente, apprendendo che ha dato il suo primo bacio alla Zabini – a Amethyst Zabini! – che, subito dopo, si è messa a ridere come una matta. Ci sono varie descrizioni delle sue relazioni passeggere, fino ad arrivare a Lia. Nel leggere il suo nome, mi accorgo che quest’ultima arrossisce alla luce della bacchetta. Arrivata alla notte di Natale, in cui li ho scacciati dal mio letto mentre erano in procinto di accoppiarsi allegramente, mi stupisco nel leggere che la loro serata non sia continuata. Ophelia lo ha mandato in bianco di volta in volta e sorrido stupita, leggendo le sue lamentele sull’esagerata castità della sua ragazza. Che strano, pensavo che l’avessero già fatto. E diverse volte, anche.
Guardo Lia con aria interrogativa. Abbassa lo sguardo e sussurra:
<< In realtà… sono vergine. O meglio, lo ero >> Si corregge, la voce sempre più fioca.
<< Ophelia Rosier! >> La rimprovero scherzosamente, un po’ disgustata dal fatto che stiamo parlando di mio cugino. << Tu e James…? >>
Annuisce, ancora imbarazzata. È decisamente strano vederla così.
<< Quando? >>
<< Martedì tredici Aprile, ore ventidue e trenta  >> Risponde, con lo sguardo luccicante. Adesso la timidezza sembra essere sparita: è di nuovo la solita Lia. La solita maniacale Lia.
<< Sai, non se lo aspettava… non si aspettava che non lo avessi mai fatto >> Sussurra, con un sorriso ebete che le va da un orecchio all’altro. Questa volta è proprio innamorata.
<< Com’è stato? >> Chiedo, pentendomene subito dopo. Adesso mi toccherà la descrizione dettagliata di ogni singolo attimo della loro notte insieme. Immagino che risponderà “bellissimo”, “splendido” o qualcosa del genere, ma invece stringe un po’ i denti e mormora:
<< Beh, non è che ci abbia capito granché… più che altro è stato imbarazzante. Ho paura di essere stata una totale imbranata >>
Soffoco una risatina. Lei, imbranata? E da quando Ophelia Rosier parla di se stessa in questi termini?
<< Però lui è stato dolcissimo… >> Oh, ecco la parte melensa. << Mi ha detto che mi ama >>
Solleva lo sguardo e sorride nuovamente.
<< Sai, Rose? >> Confessa. << Penso di amarlo tanto anch’io. >>
La invidio talmente tanto che non riesco a mettere insieme due parole per congratularmi con lei. Restiamo in silenzio per un po’, poi Lia mi annuncia che andrà a dormire e mi minaccia di non parlare mai a nessuno di questo suo attacco di romanticismo – ne andrebbe della sua reputazione.
Quando esce furtivamente dal mio baldacchino, lo sguardo mi cade su un paragrafo della pagina che stavo per leggere:

“Rose è sempre stata la mia migliore amica. Non riesco a capire cosa ci stia succedendo, cosa mi stia succedendo. Quando la bacio – fin dalla prima volta che l’ho baciata, anche se era solo una stupida scommessa – sento che non è più solo la mia migliore amica.  E questo mi spaventa… e mi ritrovo a dirle cose che non penso nemmeno, ad allontanarla per poi darmi immediatamente dell’idiota. Eppure non voglio perderla, non posso perderla. So solo che la voglio accanto.”

E, dopo le sue parole, so che la cosa giusta da fare non è tirare un altro brutto scherzo ai Grifondoro o ai Tassorosso: devo chiarire con Scorpius.
Adesso.





Sto cominciando a prenderci gusto, sapete? Interrompere i capitoli così... mi piace. Sì, sono sadica, lo so!
Oh, ma bando alle ciance, ci sono due asterischini da spiegare! Beh, inutile dire che sono richiami ai libri, no?
"Liam, Liam, Liam" mi sa molto di Gildino Allock.
E fraternizzare con il nemico? In fondo Draco e Ron non sono poi così diversi... moooolto in fondo.
Beh, ormai scusarmi per il ritardo è d'obbligo ad ogni capitolo. Ma so che mi volete bene lo stesso <3
Sapete, questo capitolo è anche una sorta di saluto, perchè tra una settimana PARTOO! Ora voi direte: " A noi, cosa interessa? " Ma io ve lo dico lo stesso. Vado per un mese in Inghilterra, ci credete?!
Sto zitta, sto zitta e posto, prima che mi uccidiate.
Un bacione immenso,
-Iv.
P.s. Non è tenero, Scorpius? Ah, dimenticavo, fatemi sapere cosa pensate del capitolo, sapete che adoro le vostre recensioni... mi sento vicinissima a voi. Ok, oggi sono e

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Capitolo 15
*** Vinti e vincitori ***


Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Vinti e vincitori


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Dal capitolo precedente:

Lo sguardo mi cade su un paragrafo della pagina che stavo per leggere:
“Rose è sempre stata la mia migliore amica. Non riesco a capire cosa ci stia succedendo, cosa mi stia succedendo. Quando la bacio – fin dalla prima volta che l’ho baciata, anche se era solo una stupida scommessa – sento che non è più solo la mia migliore amica.  E questo mi spaventa… e mi ritrovo a dirle cose che non penso nemmeno, ad allontanarla per poi darmi immediatamente dell’idiota. Eppure non voglio perderla, non posso perderla. So solo che la voglio accanto.”
E, dopo le sue parole, so che la cosa giusta da fare non è tirare un altro brutto scherzo ai Grifondoro o ai Tassorosso: devo chiarire con Scorpius.
Adesso.



Nonostante sia notte inoltrata, nonostante fuori dalle mie coperte ci sia un freddo glaciale, devo agire, prima che la mia codardia abbia il sopravvento. Ci metto qualche minuto a scostare le coperte e ad alzarmi dal letto, ma arrivo alla porta di Scorpius in un tempo che mi sembra infinitesimo. Quando poso la mano sulla maniglia, quello che sto per fare mi sembra immensamente stupido. Sto quasi per tornare indietro, ma mi faccio coraggio e apro la porta. Per una volta, nel dormitorio maschile del sesto anno dei Serpeverde, è tutto tranquillo: nessuna bisca clandestina, nessuna ragazza di troppo, nessun rumore.
Adesso che mi trovo in questa stanza capisco quante falle abbia il mio piano. Insomma, dovrei svegliare Scorpius all’una di notte per dichiarargli che lo amo? Farei senz’altro troppo rumore e sveglierei anche i suoi compagni di stanza. E una dichiarazione d’amore davanti a quel ricattatore meschino di Dixon è l’ultima cosa che voglio.
Sto per andarmene, ma torno indietro, spinta da uno strano impulso che mi impone di guardare il viso di Scorpius mentre dorme. Sì, so che è una cosa estremamente melensa, ma è più forte di me. Mi avvicino al suo letto – il secondo a partire da destra, come ho ormai imparato a memoria – e apro lentamente le tende del baldacchino, che – considerata la mia celebre sfortuna – emettono un cigolio infernale. Faccio luce con la bacchetta e la avvicino alle coperte, riuscendo a scorgere il profilo corrucciato di Scorpius. Sembra che stia sognando qualcosa di particolarmente impegnativo, come una partita di Quidditch all’ultimo sangue con i Grifondoro. Cerco di inginocchiarmi sul letto, per avvicinarmi di più, ma inciampo e gli cado addosso. In pochi, terribili istanti la paura che possa svegliarsi si impadronisce di me. Non sarebbe facile spiegare la mia presenza nella sua stanza, nemmeno con tutto il mio notevole talento nel mentire. Grazie a quel grande antipatico di Merlino, Scorpius si limita a grugnire qualcosa e a rigirarsi, rischiando di buttarmi giù dal letto, tastando alla cieca al di fuori delle coperte e trovando il mio braccio. Lo stringe e torna nel suo coma profondo, senza accennare a lasciarmi andare. Mi sollevo, allarmata, stando ben attenta a non cadere un’altra volta, e cerco di aprire ad una ad una le sue dita, ma la sua presa è ferrea. Starà credendo di aver preso il Boccino d’Oro, infatti sorride come uno stupido. Mi abbasso ulteriormente per fare più forza e finalmente mi lascia andare, ma prima che possa scappare il suo braccio si abbatte su di me, schiacciandomi sul letto. Potrei quasi restare qui… è così tardi, ho tanto sonno… e dormire abbracciata a lui è così comodo… certo, non così tanto, dato che rischia di soffocarmi, ma resta il problema del freddo.
Insomma, siamo nei sotterranei di un castello, in Scozia; non è saggio andare in giro di notte, con queste temperature glaciali – come ho appena fatto per raggiungere il dormitorio maschile. Ma bisogna imparare dagli errori, non commetterli due volte: questa volta me ne resterò buona buona a letto e provvederò a infilarmi sotto le coperte, che necessitano di essere rimboccate: arrivano a coprire solo le gambe di Scorpius. Le scosto e mi raggomitolo al suo fianco, per poi seppellirci sotto lo spesso, caldo piumone, il tutto cercando di non muovere il suo braccio. Stranamente, l’operazione ha successo. La mia maldestria non ha preso il sopravvento, almeno questa volta.
Chiudo gli occhi e faccio la cosa più stupida e melensa che si possa anche solo pensare: sorrido e cerco di sincronizzare il mio respiro col suo. Passo cautamente una mano intorno alla sua schiena ampia e, in un ultimo barlume di lucidità, penso che il nostro risveglio, domani, sarà piuttosto movimentato. Poi mi assopisco senza alcun pensiero, stretta a lui come se dovesse scappare da un momento all’altro.
 
Un rumore. Un rumore confuso e fastidioso che mi perfora i timpani e mi risveglia dal magnifico sogno in cui strangolavo Melissa Mulciber con le mie mani, mentre Scorpius applaudiva commosso.
Ma che diamine…
Adesso riesco a sentirlo meglio: è qualcosa che trilla, in un punto indefinito del mio cervello. O del posto in cui mi trovo. E il rumore si fa sempre più fastidioso, fino a quando apro gli occhi e me ne ritrovo davanti altri due, grigi e disorientati.
La mia prima reazione è quella di gridare: che ci fa uno sconosciuto nel mio letto? Mi accorgo anche che sono avvinghiata alla sua schiena. E che la sua schiena è completamente nuda. Cerco invano di appellare un po’ di lucidità: cosa è successo questa notte?
Poi, la voce dello sconosciuto – con cui ho probabilmente fatto strane cose questa notte – mi distoglie dai miei pensieri.

«Rose?» Biascica una voce roca.
Lo guardo meglio e scopro che non è esattamente uno sconosciuto: sono in compagnia di Scorpius Malfoy. E improvvisamente ricordo il mio gesto avventato di ieri sera e ho un’improvvisa voglia di strangolarmi con le mie stesse mani, proprio come stavo facendo nel mio sogno con la Mulciber.

«Scorpius?» Rispondo stupidamente, facendo la vaga.
«Buonanotte» Sussurra lui, richiudendo gli occhi e ripiombando di nuovo nel sonno. La fortuna, oggi, è stranamente dalla mia parte. Una parte di me – la più pigra – mi suggerisce di rimanere ed affrontarlo appena svegli, mentre l’altra mi impone di scappare via. Come per miracolo, vince la seconda: scivolo via dalle coperte, cammino in punta di piedi ed esco dalla stanza.
Solo appena mi chiudo la porta alle spalle posso permettermi un sospiro di sollievo.



*


«MA COME TI PERMETTI?! Tu, brutto stronzo, inutile frocio francese» Dominique Weasley sta urlando contro quello che suppongo non essere più il suo grande amore J.J, svegliando mezza Sala Grande dal dormiveglia mattutino.
È così infuriata che alcune ciocche sono scivolate dalla sua coda perfettamente tirata indietro e le sue guance sono del caratteristico rosso Weasley, forse più rosse del suo nuovo colore di capelli.
Evidentemente non le importa di trovarsi in Sala Grande: più persone assistono alla scena, maggiore sarà l’umiliazione per J.J. Mi passo una mano sulla faccia, prevedendo già lo scatenarsi della sua furia: sono sicura che questa volta i suoi voti eccellenti non basteranno a salvarla da una punizione.

«E TU!» Ringhia, questa volta rivolta al tavolo Corvonero. Nonostante il punto da lei indicato sia piuttosto lontano, la diretta interessata riesce a sentirla perfettamente – chi non lo farebbe, sta sbraitando come mio fratello quando mi dà la colpa di aver perso le sue figurine delle cioccorane. Questa volta, però, resto di stucco: sta indicando Molly. No, non Molly Winchester, la ragazzina occhialuta di terzo, o Molly Sullivan, la biondastra di quinto. Proprio Molly Weasley.
«Come avete osato farmi una cosa del gen…» Sbraita, bloccandosi a metà della frase. Lì per lì, non capisco perché Dominique si sia azzittita. Poi mi volto verso di lei e vedo che sta continuando a parlare, ma dalla sua voce non esce nessun suono.
«Oh, no, non permetterò che voi Weasley distruggiate un’altra volta la Sala Comune» Sbotta la McGrannitt, con la bacchetta alzata. «Dominique Weasley, venga immediatamente qui.»
Dom resta impietrita e si guarda intorno, mentre alcuni ridacchiano e altri le suggeriscono di alzarsi.
Solo dopo qualche istante, scavalca lentamente la panca, umiliata. È una delle poche volte in cui sembra una normale diciassettenne, non una dea cascata qui per caso. Ha le guance arrossate, la testa bassa e continua a torturarsi i capelli per il nervosismo: non è stata mai rimproverata pubblicamente da un professore. In questo, posso dirlo con orgoglio, ho più esperienza io.
Sulla Sala Grande è calato il silenzio: i passi di Dominique riecheggiano tutt’intorno e ogni singolo studente la sta guardando – il che non è una novità, se ci pensiamo bene.
A sorpresa, la Preside le porge la mano, aiutandola a salire lo scalino, e le fa quello che potrebbe addirittura essere scambiato per un sorriso. Sorrisi? Strette di mano? Allora i rimproveri e le Strillettere toccano solo a Rose Weasley? Oh, questa è un’ingiustizia bella e buona.
La McGrannitt sussurra qualcosa nell’orecchio di Dom e le scocca un’occhiata di rimprovero non molto credibile: è risaputo che la adora. La mascella di Ophelia, gongolante fino a qualche secondo fa, sfiora il pavimento. Sbircio in direzione di Liam e vedo che sembra non aver capito niente della situazione. Sta evidentemente contemplando Dominique, quando a un certo punto uno schiaffo sulla nuca da parte di Scorpius lo riporta alla realtà. Ridacchio tra me e me, prima di ricordarmi che devo tenere il muso perché in questo posto la legge non è uguale per tutti. No, decisamente no.

«Signor LeMarque, le dispiacerebbe venire un secondo?» Dice la McGrannitt gentilmente. J.J. si alza dalla panca, con una baldanza palesemente costruita, e raggiunge Dom in un batter d’occhio, pur tenendosi a debita distanza.
La McGrannitt si rivolge a lui e sentenzia:

«Penso che lei debba le sue scuse alla signorina Weasley»
Adesso, l’intera Sala Grande pende dalle sue labbra: forse, non è mai successo. Date loro un pranzo e del sano gossip e saranno soddisfatti. Panem et circenses, come dice mia madre.
«C-cosa?» J.J. spalanca gli occhi e sembra addirittura arrossire.
«Ha capito benissimo» Risponde la McGrannitt, sorridente.
J.J. punta lo sguardo verso il pavimento e mormora qualche parola confusa.
Dominique afferma di non aver sentito bene, così è costretto a ripetere la parola “scusa” più e più volte.

«Bene» Esclama la McGrannitt, soddisfatta. «Ciò non toglie che avrete una punizione. Entrambi. E separatamente. Non vogliamo dar  sfogo agli istinti omicidi della signorina Weasley, spero!»
Improvvisamente, si sente un gran trambusto al tavolo dei Corvonero: Justin Macmillan, il tormento personale di Molly, si è avvicinato a lei e l’ha baciata, scatenando l’applauso di circa la metà dei Corvonero e la perplessità della restante parte.
Ma Dominique non ha appena detto qualcosa su Molly e J.J? E, adesso, perché Molly sta baciando con trasporto Justin? Allora aveva davvero una cotta per lui…

«Sai» Mi sussurra Lily, sgattaiolata fino al tavolo Serpeverde per condividere con me l’ultima novità.
«A quanto Molly e J.J. sono stati visti in atteggiamenti compromettenti, qualche giorno fa. Ne parlava tutta la scuola…» Probabilmente non ho sentito niente sull’argomento perché ero troppo concentrata su me stessa: mi rendo conto di avere un po’ trascurato la mia famiglia, ma sorvolo sulla questione e mi riprometto di rimediare, prima o poi.
«In realtà si erano incontrati per caso allo stesso tavolo in Biblioteca e Molly, vedendo Justin con Nellie O’Tusoe, ha chiesto il suo aiuto… insomma, fare un po’ la coppietta innamorata, giusto per fare ingelosire Macmillan»
«E tu come lo sai?» Chiedo, incredula per il comportamento di mia cugina. È sempre stata un po’ matta, ma questo... questo è proprio un comportamento da Melissa Mulciber. «Molly mi ha raccontato tutto… si sentiva tremendamente in colpa. In ogni caso, J.J. le è praticamente saltato addosso… e Macmillan ha capito che non ha l’esclusiva su di lei.»
Il mio sguardo cade involontariamente su Scorpius, poi scuoto la testa e distolgo lo sguardo; temo che ricordi qualcosa di questa notte. Al tavolo Corvonero, Molly e Justin si tengono per mano come una di quelle coppiette languide (dovrò dire a mia cugina che è una delusione), mentre Dom torna al suo tavolo, ancora furiosa.
 


*

 

L’ultima partita della stagione sta per iniziare: sfideremo i Grifondoro in uno scontro all’ultimo sangue. E non mi importa se il sangue sarà quello dei familiari.
Avremmo dovuto giocare contro i Corvonero, ma alcuni membri della squadra sono stati sorpresi a prendere la Felix Felicis prima delle partite decisive. Ovviamente, la McGrannitt ha squalificato la squadra Corvonero dalla Coppa delle Case, con grande rammarico di Molly, che tuttavia non riesce a non andare in giro per il castello con un’aria decisamente felice, trascinandosi dietro Justin praticamente ovunque. Ma adesso non è il momento di pensare a Molly e al suo fidanzato-zerbino. Ogni singolo pensiero deve essere indirizzato a questa partita. Guardo distrattamente i miei compagni di squadra, tutti visibilmente nervosi, e fisso lo sguardo sull’immenso portone di quercia che mi separa dal campo da Quidditch. Da qui, i rumori della folla giungono ovattati, ma nel momento in cui il portone si apre, vengo catapultata in un turbinio di colori e di voci assordanti.
Noto a malapena i visi concentrati dei miei cugini e dei miei compagni di squadra. Non mi soffermo più di tanto sul riverbero dorato della luce sui capelli di Scorpius, sulla determinazione stampata sul suo volto, sul suo pugno contratto…d’accordo, forse un po’.
Il tempo sembra scorrere ad una velocità innaturale. Quasi non mi accorgo di aver inforcato la scopa e di essere già tra gli anelli, mentre sagome rosse e verdi sfrecciano su e giù per il campo.
Dixon comincia la sua solita telecronaca ricca di battutine sulle giocatrici di entrambe le squadre, ma questa volta le incentra in particolare su Roxanne, che a un certo punto si ferma a mezz’aria e impreca nella sua direzione. I Grifondoro sono agguerriti: mi bombardano di tiri, ma oggi è la mia giornata. Sento che accadrà qualcosa di grande e stavolta sono sicura di non sbagliarmi.
La partita procede ad un ritmo sfiancante; siamo praticamente testa a testa. Sono pronta a parare il tiro che Lily sta per scagliarmi, ma improvvisamente tutto sembra congelarsi. Scorpius e Albus, spalla a spalla, inseguono il Boccino. Sono quasi certa che sarà Al a prenderlo, ma Scorpius si lancia praticamente in avanti, restando appeso alla scopa con una sola mano, e lo afferra, proprio prima di sfracellarsi a terra.
Il mio primo pensiero è quello di andare a soccorrerlo – il pubblico è ammutolito – ma quando si rialza l’ala Serpeverde dello stadio scoppia in un boato. Il mio sguardo corre al tabellone: adesso segna cinquecentoventisette a centotrenta per noi. 
Non ci posso credere.
Abbiamo vinto… abbiamo vinto la Coppa del Quidditch.              
Mi affretto ad atterrare e, improvvisamente, una valanga verde-argento mi viene addosso, saltellando ed urlando per la felicità. Intravedo Roxanne e Lily che se la prendono con un Al piuttosto impaurito, mentre Fred cerca di calmarle, invano.
Mi ritrovo davanti Scorpius: mi solleva da terra e mi fa fare un giro, mi sorride stranamente impacciato e si dilegua così com’era venuto. Non ci penso molto e continuo a festeggiare: Ophelia, scesa di corsa dagli spalti abbandonando la sua solita grazia, mi si fionda addosso, stringendomi come farebbe nonna Molly. Quando mi lascia andare, senza smettere di ripetermi quanto sia stata fantastica, abbraccio perfino Goyle, euforica,  per poi inforcare nuovamente la scopa e fare il giro dello stadio per scaricare l'adrenalina. Posso chiaramente distinguere, anche da quassu, l’espressione desolata di mio cugino James. Era il suo ultimo anno, ci teneva particolarmente a vincere. Abbandona la scopa a terra, gettandola via con stizza, e si avvia verso gli spogliatoi, seguito da Ophelia.
Distolgo lo sguardo dai membri della squadra Grifondoro e vedo Scorpius tendere la mano in cui tiene il Boccino verso il pubblico; anche lui è nuovamente sulla sua scopa, raggiante più che mai.
Ad un certo punto, si ferma di scatto a mezz'aria: sembra quasi che si sia ricordato qualcosa. Scruta il Boccino, poi guarda nella mia direzione ed estrae la bacchetta da sotto la divisa, puntantosela alla gola.

«Un po’ di attenzione, prego!» Esclama la voce magicamente amplificata di Scorpius. Sullo stadio cala quasi immediatamente il silenzio: Scorpius sa come farsi rispettare.
«Quello che devo dire è che… beh, è complicato, in realtà.» Si guarda intorno – e potrei giurare che è arrossito – e solleva nuovamente il boccino.
«Questo» Dice, serissimo. «E’ per una persona speciale.» Deglutisce e si gira a guardarmi, di nuovo, con l’aria determinata che aveva prima della partita.
«Rose Weasley» Si avvicina e me lo porge; lo afferro prima che scappi via. «Tutto per te.» E improvvisamente non so più se sta parlando ancora del Boccino o di se stesso.
Ma che sta succedendo? Prima la Coppa del Quidditch e poi questo… devo star sognando. Il pubblico Serpeverde – e non solo – esplode in un nuovo boato: in un clima di festa come questo, la dichiarazione di Scorpius è un altro pretesto per esultare.
La voce magicamente amplificata di Scorpius sovrasta ancora una volta le urla estasiate della folla:

«Credo che questa… che questa sia l’occasione giusta per dirtelo»
Per dirmi cosa? Non vorrà… oh no, è assurdo. Questa non è davvero una dichiarazione pubblica…insomma, queste cose succedono solo nei film preferiti di mia madre. Ma a Molly è successo, mi suggerisce una vocina emozionata nella mia testa.
«Dovevo dirtelo da prima, in realtà, ma l'idea di farlo mi spaventava. Adesso, invece, l'idea non mi spaventa più.*»  Dice, sforzandosi di tener ferma la voce. Poi, tira fuori un fiume di parole ad una velocità impressionante. 
«Quando ho visto quel buono a nulla di Macmillan - scusa, Mac - baciare Molly Weasley davanti a tutta la Sala Grande, ho pensato: "E tu, Scorpius, saresti superiore a lui?" Perfino l'ultimo dei secchioni - scusa di nuovo - ha il coraggio di far quello che dovresti fare tu." E adesso mi ritrovo qui, a dimostrare a me stesso, a te, a tutti, che ho le palle di sistemare tutto.
» 
Mi sento stranamente nervosa e trepidante, adesso.

«Rose, tu mi…» Si blocca, cercando le parole. «Io ti… oh, insomma, hai capito!»
Penso che non ho capito un bel niente, ma prima di poter formulare qualsiasi domanda coerente – e ci sarebbe voluto un bel po’ – mi ritrovo stretta tra le braccia di Scorpius, in pilico tra le nostre due scope, a diversi metri di altezza, con le sue labbra sulle mie.
Lo bacio come non ho mai fatto, ancora incredula, spostandomi goffamente sulla sua scopa, rischiando di precipitare, aggrappandomi alla sua divisa come se dovesse scivolarmi via da un momento all'altro.



*

«James» Dice Ophelia, preoccupata. Il suo ragazzo sta ripetutamente colpendo l'anta dell'armadietto da alcuni minuti, senza accennare a fermarsi.
Nessuna risposta. Nemmeno uno sguardo.
«James
» Ripete, avvicinandosi a lui, cauta. 
James si volta verso di lei, questa volta, deluso e infuriato.
«Lasciami in pace
» Sentenzia, perentorio, tornando a rivolgere l'attenzione all'armadietto. Il rumore metallico dei calci ben assestati risuona per tutto lo spogliatoio.
Ophelia è incredula, incredula e arrabbiata, come e più di James. 
«Oh, sì che ti lascio in pace
» Urla, guadagnando finalmente la sua piena attenzione. «Sai che ti dico, Potter? Sono stanca, stanca di tutto. Stanca del tuo egoismo e del tuo maledetto amore ossessivo verso uno stupido manico di scopa. Stanca del tuo modo di trattarmi, stanca di te.»
James le rivolge un ultimo sguardo consapevole, senza dire una parola, prima che Ophelia si volti per nascondergli gli occhi pieni di lacrime.
«Non mi sbagliavo su di te, Potter
» Conclude, lasciandolo solo e disperato. Esce da quella dannata stanza, venendo immersa dai suoni di una festa che non le appartiene più.


*
Pensavate di farla franca, eh! Invece vi ho propinato una piccola parte triste, proprio alla fine del capitolo. Dopo tutte quelle coppiette felici... sapete che non è da me! 
Ma veniamo alle cose più importanti: scusate, SCUSATE per l'immensa attesa. Spero siate disposte lo stesso a leggere e a farmi sapere cosa ne pensate, magari anche solo con una frase :) 
Ringrazio tutte voi splendide ragazze per il sostegno, per le recensioni, e mi rattristo un po' perchè ci avviciniamo alla fine... ma non temete, ho altri progetti in cantiere. Primo fra tutti, il sequel! E non dimenticate "Scorpius Malfoy - Escape from Malfoy Manor", scritta in collaborazione con la splendida Flaqui <3 A proposito, tesoro, grazie per il banner!
E a voi, splendori, auguro una dolcissima notte. Vi adoro.
-Iv.

* Citazione necessaria da Rapunzel *_* 
 

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Capitolo 16
*** Festa con sorpresa - Preside in bigodini, inevitabili casini ***


 Sì, non è un'allucinazione. Ci si vede in fondo, gente :)
Il meraviglioso banner è di Clare S, risale a un po' di tempo fa! Grazie cara.


 

Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Festa con sorpresa - Preside in bigodini, inevitabili casini
 

 

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I tiepidi pomeriggi di Maggio sono l'ideale per godersi il Parco di Hogwarts, ammirando il castello da lontano, sdraiandosi sull'erba fresca sulle rive del Lago Nero, sempre tenebroso, ma illuminato splendidamente dalla luce del sole. In poche parole, sono giorni perfetti per non i nullafacenti come me, giorni in cui dovresti studiare per gli esami di fine anno, ma non ne hai la minima voglia. Se poi aggiungiamo una recente dichiarazione del ragazzo che ti ha fatta disperare più o meno per tutto l'anno scolastico, ecco che otteniamo una combinazione esplosiva che ti impedirà anche solo di aprire un libro.
Scorpius cerca ripetutamente di prendere la mia mano, mentre io lo scaccio con ostinazione. Siamo fidanzati – più o meno, visto che si è dichiarato – sono felice e tutto il resto, ma non mi metterò a fare la zuccherosa ragazza perfetta. 
«Marmellata, tesoro?» Chiedo dolcemente, mentre gli passo il pane. Oh merda. L’ho fatto di nuovo.

Tieni a freno quella linguaccia, Rose Weasley.

Scorpius mi guarda come se avessi improvvisamente proclamato il mio amore per i Tassorosso e il mio immediato trasferimento nella loro Casa.
«Stai… stai bene?» Chiede, spalancando gli occhi verdi fino all’inverosimile. 
«Benissimo.» Rispondo, un filino isterica. «Non si vede?» Certo che Scorpius a volte è proprio invadente; è capace di rovinare anche un tranquillo picnic all’aria aperta.
A proposito di rovinare… Ophelia Rosier sta avanzando a passo svelto e deciso – infuriato – verso di noi. Getta a terra la borsa piena di libri, si siede comodamente tra me e Scorpius e sbuffa, lanciando fulmini dagli occhi. In questo castello non si può mai stare in pace. Ophelia chiude gli occhi e stringe i pugni, per poi rilassarsi e lasciarsi cadere sul prato. 
«Ehm, se posso sapere… che succede?» Chiedo, cauta. Mai far esplodere una Lia stracarica di ira funesta. La sua calma glaciale potrebbe lasciare il posto a qualcosa di impressionantemente violento.
Rilassa le spalle e sospira, chiudendo gli occhi con una smorfia stanca.
«James» Dice semplicemente, funerea.
Sapevo che mio cugino avrebbe creato problemi, prima o poi. Insomma, ha un Boccino al posto del cervello. Deve averci provato con qualcun'altra, chiaro. O magari deve aver fatto di peggio… non dimentichiamo che è James Sirius Potter, signori.
«Vado a cercarlo» Esclamo, alzandomi in un impeto di generosità. Sto proprio peggiorando, decisamente. Poi, però, mi accorgo che non è esattamente un’ottima idea lasciare da soli Scorpius e una Lia immersa nelle sue pene d’amore, in cerca di consolazione. Non che abbia paura di qualcosa... – no, in realtà non mi fido di nessuno. Nemmeno dei miei migliori amici, in questi casi.
«Rose» Mi ammonisce Scorpius sottovoce, facendomi capire che magari è una cosa tra James e Lia. Andiamo, un po’ di invadenza non guasta mai.
«Che c’è?» Gli chiedo, seccata, incrociando le braccia e alzando un po’ troppo la voce. Qualche passante si gira verso di me, curioso di sentire una nuova lite in stile Weasley. Un paio di primini si affrettano ad allontanarsi, per non restare coinvolti in un ipotetico scontro.
Fanno bene.
Scorpius alza semplicemente un sopracciglio e posa una mano sulla spalla di Lia. Gli lancio un’occhiata minacciosa – incendiaria, più che altro – e faccio per trascinarlo lontano e dirgliene quattro, quando il suo sguardo si fa improvvisamente serio.
Si alza anche lui, mi prende il polso con una stretta rassicurante e mi sussurra un “tranquilla” che fa sparire ogni mio dubbio. Non so a cosa si riferisca fino a quando fa tirare su anche Ophelia e si allontana con lei. Frugo nella borsa, senza cercare davvero qualcosa. Cammino in tondo per qualche minuto, arrovellandomi sul perchè mi abbiano esclusa. Sono solo la migliore amica di Lia, in fondo
Sa che odio aspettare. A che gioco sta giocando? L’attesa è snervante. Mi decido a lasciarli lì a confessarsi chissà quali segreti e a vagare come una disperata per il parco. Ad un tratto, un piccolo gufo grigio arriva volando a fatica verso di me. So di chi è: Liam mi ha presa per una specie di fatina dell’amore e vuole che Dominique si innamori di lui. Apro il biglietto, alzando gli occhi al cielo, e leggo le solite tre parole:

“Dov’è Dominique?”

Lo arrotolo e lo buttò tra l’erba del parco. Che si procuri una Mappa del Malandrino anche lui!
Improvvisamente, un’idea geniale mi balena in mente. La Mappa del Malandrino. Sono giorni che Crecy Canon e mia cugina Dominique spariscono, anche nel bel mezzo dei pasti – e devo scoprire se Dom sta fraternizzando con il nemico. Anche perché, parlandoci chiaramente, l’accoppiata Dom-Crecy è decisamente stonata. Insomma, cosa avrebbero in comune loro due, a parte qualche noioso esercizio di Aritmanzia? A dire il vero, potrebbero aver fondato un fan club insieme a mia madre. Quest’ipotesi mi fa venire i brividi: devo assolutamente trovarle – e non per distrarmi dal fatto che, pochi metri dietro di me, Scorpius e Ophelia siano completamente soli e liberi di fare quello che gli pare. Li rivedo per pochi istanti baciarsi sul mio letto, in quella sera che è stata il Natale più disastroso della mia vita. Scaccio via la scena dalla mente e rovisto ancora tra le mille cose nella mia borsa, riuscendo a trovare dopo non pochi sforzi un pezzo di carta vecchio e consunto.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» Sussurro. D’altronde, quando mai Rose Weasley ha delle buone intenzioni? Cerco il puntino col nome di Dom e lo trovo nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Insieme alla Canon. Bingo.
Mentre entro nel castello, intravedo mio cugino James. Con lui farò i conti dopo. Mi precipito su per le scale e in pochi minuti arrivo al luogo che, personalmente, evito più di tutti. Non ho mai sopportato quella frignona di Mirtilla Malcontenta, nè le inquietanti dicerie sul suo bagno guasto.
Quando arrivo alla porta semiaperta, sbircio lo spettacolo più strano che occhio umano abbia mai visto. Crecy Canon, Dominique Weasley e Mirtilla Malcontenta sono riunite attorno a un tavolino, su cui sono depositati innumerevoli trucchi. E né Mirtilla né Crecy stanno affliggendo il mondo con la loro terribile vocetta.
«Questo si chiama eye-liner- Dice Dominique con tono da maestrina. Ha rispolverato anche i suoi occhiali, che non usava da parecchio. Incredibile come sembri uno schianto anche con dei vetri rotondi, sono sicura che in un batter d’occhio tutti, a Hogwarts, li porteranno appena Dom si farà vedere in giro così.
Ritorno a zio Harry, per intenderci.
«Oh, so cos’è un eye-liner» Risponde Mirtilla, civettuola. Poi sembra ricordarsi che su di lei non funziona ormai da tempo, lancia un urlo acuto e si getta nel primo water a disposizione, con un tonfo disgustoso che non distrae minimamente le altre due dalla loro piccola riunione. A questo punto, decido di entrare.
«Posso unirmi a voi?» Chiedo, baldanzosa, con un sorriso maligno. «Sapete, anche io trovo indispensabile conoscere la differenza tra un rossetto e un lucidalabbra.»
Crecy sgrana gli occhi e diventa improvvisamente pallida; in questo momento mi accorgo che è molto diversa da come la ricordavo. Ha i capelli lisci, tagliati per bene – opera di Dom, ci scommetto – e i suoi atteggiamenti sono meno da… da Crecy Canon. Oggi, a Hogwarts, crolla un mito.
Capisco subito cosa stanno facendo: Dominique è ricaduta in quelle sue manie da principessa della moda o roba simile, cercando per l’ennesima volta di emulare i telefilm Babbani che Lily ha trovato chissà dove, condividendoli gentilmente con noi sulla televisione del mio salotto – mia madre insiste che una conoscenza completa è sia magica che Babbana, quindi ci propina in continuazione noiosi notiziari sulla regina e sul Primo Ministro.
«Se dici ad anima viva» La protesta di Mirtilla Malcontenta per la discriminazione delle anime morte ci giunge strozzata dal water. «Se dici a qualcuno» Si corregge Crecy. «quello che hai visto…»
Cerca di sembrare minacciosa. A me sembra patetica.
«Io avrei in mente un accordo, mia cara» 
Crecy Canon, stai per stringere un patto col diavolo.
«Immunità totale. Da tutte le punizioni, da tutti gli eventuali punti che vorrai togliermi, da tutto di tutto.»
Guardo Dominique e mi sovviene che anche lei è un Prefetto.
«E questo vale anche per te» Aggiungo, soddisfatta. Questo bagno dissestato, adesso, mi sembra un vittorioso campo di battaglia: so giocare per bene le mie carte.
Segue un periodo di due o tre minuti, in cui Dom e Crecy protestano indignate. Mi appoggio distrattamente a un lavandino e gioco con una manopola corrosa dal tempo. C’è disegnato un serpente stilizzato; strano. Sussurro un verso schifato nel guardare i suoi occhi impressionantemente vivi. Sembra proprio quello di cui parlava papà, dov'era che portava… oh no. Con uno scatto, il lavandino si sposta, lasciando dietro di me uno spazio vuoto. Precipito per metri e metri lungo un tunnel buio e, quando atterro, mi ritrovo su qualcosa di morbido. Viscido, più che altro. Guardo in basso, terrorizzata, e mi accorgo che sono tranquillamente seduta sul Basilisco. So che è morto, so che non può farmi niente, ma vengo pervasa da un’assurda paura. La verità è che io ho sempre avuto paura dei serpenti – paradossale, lo so – e che questo è un tantino cresciuto. E decrepito. Il rumore di tante, minuscole zampette che si muovono nell'oscurità mi fa sobbalzare. Chissà quante creature diaboliche si nascondono qua dentro... e, soprattutto, chissà come farò a uscire di qui. 
Comincio a urlare, mentre dall’apertura in alto le voci di Crecy e Dom mi giungono indefinite.
«Aiuto!» Grido, con le lacrime agli occhi. E se non dovessi uscire mai più? Osservo la mia bacchetta e penso freneticamente a un incantesimo che possa aiutarmi. Niente.
Ma all’improvviso, qualcosa solletica la mia testa. È una corda. Una corda che proviene direttamente dall’uscita. La afferro con tutte le forze e Dom e Crecy mi tirano su. Abbraccio il pavimento lurido del bagno e tiro un sospiro di sollievo, ma tremo ancora.
«Direi che ti abbiamo salvata» Puntualizza Dominique. «Quindi, siamo pari. Niente immunità, cuginetta» Conclude con una crudeltà che non sapevo le appartenesse. Morgana, ho appena avuto un appuntamento al buio con un Basilisco e lei pensa alle trattative?
Scuoto la testa e mugugno un verso indefinito con una vocina sottile sottile, mentre il passaggio si richiude alle mie spalle. Mai più toccare lavandini che non conosci, Rose. Mai più.
«Incanto di Emergenza» Spiega Crecy, rispondendo a una domanda che nessuno ha posto. Somiglia inquietantemente a Dominique, quando fa così: mia cugina la sta plagiando proprio bene.
Qualunque sia l’incantesimo che abbia usato, mi ha salvato la vita. E io odio essere in debito con la gente – specialmente con i nemici e con le sfigate. Potete quindi capire la drammaticità della situazione. Mi ritrovo costretta ad aiutare Dom e Crecy nei loro folli tentativi di conquista. Perché da qui a far diventare Crecy Canon quantomeno passabile, siamo lontane anni luce.
Troppo sconvolta dalla mia piccola avventura col Basilisco per fare altro, mi lascio cadere lungo la parete e ascolto distrattamente il monologo di Dominique. Crecy prende appunti – non perde mai le sue care, vecchie abitudini da secchiona. Devo dirlo alla McGrannitt, che c'è ancora una carcassa di Basilisco, qui sotto. Che in una scuola non possono tenere un enorme serpente morto da decenni. Che sarò io a espellere lei, se non mi garantisce che il serpentone svanirà in men che non si dica. Poi, però, penso che la mia presenza nella Camera dei Segreti sarebbe molto difficile da spiegare. Mi limiterò semplicemente a non entrare qui dentro, mai più. Devo distrarmi, pensare ad altro. Ophelia e Scorpius che confabulano senza di me mi sembrano lontani anni luce. Poi, un ricordo insensato mi affiora alle labbra.
«Mio cugino ha detto che non sei male» Mi lascio scappare ad un tratto, con fare vago e disinteressato. Porto subito dopo una mano davanti alla bocca: davvero sto collaborando per avere Crecy Canon – quella Crecy Canon – in famiglia? Immagino già i figli: codine, occhialoni da intellettuale e brufoli in quantità. Bassi, anche. E sfigati. Un ammasso di Tassorosso piagnoni, che cercheranno di stringere amicizia con i miei meravigliosi bimbi biondi. Bleah, Rose, stai pensando già ai tuoi figli. Troppo romanticismo. Dev'essere stato lo shock.
«Rose!» La voce esasperata di Dom mi risveglia dal mio viaggio mentale in un futuro che spero non si avveri.* Crecy sta sorridendo. Non sporgendo il labbro come fa sempre, ma con un sorriso accattivante degno di Victoire. Dom si è esercitata per anni davanti allo specchio per ottenerne uno simile a quello della sorella; adesso deve aver insegnato il trucco – qualunque sia – a Crecy. I trucchi di seduzione delle mie cugine sono assolutamente banali: d’altra parte non hanno bisogno di tanto per riuscire affascinanti agli occhi di tutti. Eppure Crecy sembra trasfigurata – in senso metaforico.
«Cy» Sentenzia Dom, mettendo le mani sulle spalle di Cy – che diavolo di nome è?.
«Tu. Sei. Pronta.» Lo dice con orgoglio quasi materno. Vorrei farle notare che Crecy è più o meno la solita cessa, ma non mi va di distruggere il loro entusiasmo così brutalmente. Non ora che mi hanno salvata e potrei ancora ottenere l’immunità.
«Fai in modo di scendere a pranzo in orario, domani» Mi raccomanda Dominique. «Ci saranno grandi sorprese.» Si alza, pulisce la gonna con un movimento aggraziato, e mi porge la mano. In effetti, dopo lo shock di poco fa, non sono capace di alzarmi da sola. Non so nemmeno se riuscirò a camminare – sto esagerando, magari. Crecy ci segue, camminando con una nuova baldanza che non le avevo mai visto.
«Sai» Mi confessa Dom, lo sguardo perso nel vuoto. «Mi ricorda tanto me alle prime armi.»
Per quando Dom possa essere stata grassa e timida, da piccola, non riesco ad associarla ancora a Crecy. Mi rifiuto di credere che una delle mie poche certezze, ovvero Crecy Canon perfettamente calata nel suo personaggio, stia per crollare. 
Per adesso, se non trovo un posto in cui riprendermi dallo spavento di prima, sarò io a crollare nel bel mezzo del corridoio.

*

Oggi è forse uno dei pochi giorni in cui riesco ad essere puntuale a pranzo, nonostante sia Domenica e alzarsi prima delle due sia assolutamente vietato dalla mia etica. La paura post-serpente è quasi del tutto passata, anche se questa notte il mio sonno è stato costellato da incubi in cui venivo soffocata dalle spire di un serpente, pietrificata ripetutamente o catapultata giù per un tunnel oscuro.
Sono talmente curiosa di quello che succederà che non ho esitato a correre in Sala Grande il prima possibile, anche perchè continuare a dormire con gli incubi ricorrenti sarebbe stata una tortura.
Non ho chiesto a Scorpius e Lia di cos’hanno parlato: mi basta vedere Ophelia ancora scura in volto, ma meno sconsolata di ieri. James, al suo tavolo, non ha quella sua espressione perennemente divertita. Non perdo di vista nemmeno per un attimo il caschetto rosso di Dominique, seduta vicino a James e Albus, ma di Crecy nemmeno l’ombra.
Interrompo Scorpius nel bel mezzo del suo monologo su quanto sia stata importante la nostra vittoria ai fini di una sua ipotetica carriera da giocatore di Quidditch e mi reco al tavolo Grifondoro per godermi meglio la scena, ben presto seguita da Liam, che casualmente si accomoda vicino a una esterrefatta Dominique. Gli sussurra qualcosa all’orecchio e Liam sgrana gli occhi. Scommetto che la sorpresa sta per arrivare.
Crecy Canon entra dal portone con i capelli perfettamente lisci, un paio di occhiali nuovi dalla montatura all’ultima moda e una borsa decisamente più piccola e leggera di quella che porta di solito, che la fa sempre piegare leggermente verso un lato. Noto subito che ha gli stivaletti in pelle di drago di Dominique – strano, lei non se ne separa mai. Stanno diventando tutti disgustosamente generosi, qui. Ha avuto la decenza di non indossare l’uniforme anche di domenica, con la sua gonna troppo lunga e la camicia troppo larga, ma ha dei vestiti che Dom non mette più perché vecchi di sei mesi. Il suo ingresso fa mormorare un paio delle sue compagne di Casa e buona parte del suo tavolo si gira a guardarla. Hilary ed Elise, dal mio tavolo, prendono freneticamente appunti, mentre Melissa Mulciber dice a voce troppo alta che la Canon si è messa in tiro. Crecy la ignora e prende posto di fronte a Dominique. Ormai questo tavolo non appartiene più solo ai Grifondoro. Saluta tutti con nonchalance, poi fa un sorriso leggermente diverso per Albus, che sbatte le palpebre un paio di volte, forse ricordandosi della sua cotta per lui.
«Wow, Canon» Esclama James, sinceramente colpito. «I miracoli esistono!» Dominique lo colpisce in testa con il libro di Incantesimi e gli lancia un’occhiataccia che lo fa concentrare più del dovuto sul suo arrosto.
Io penso che, se adesso anche Crecy Canon fa sorrisi civettuoli, il mondo non ha più un senso.

*

La fine dell’anno scolastico è imminente. Mi vengono i brividi a sapere che il prossimo sarà l’ultimo anno, prima di affrontare la vita reale fuori da Hogwarts. Per dimenticare che stiamo davvero invecchiando, ho pensato di fare una piccola festicciola in Sala Comune. Forse non sarà esattamente piccola, dato che si imbucherà praticamente tutto il castello, ma l’importante è il divertimento. Ovviamente ho affidato il tutto ad un esperto di organizzazione: Liam sa esattamente cosa fare e cosa cercare quando si organizza una festa.
«Allora» Mormoro, fissando il mio block notes. In realtà non c’è scritto niente, ma tenerlo in mano mentre organizzo qualcosa mi fa sentire professionale. «Insonorizzazione?»
«Me ne sono già occupata» Risponde Lia, annoiata. So per certo che questa sera cercherà di vendicarsi di James in ogni modo.
«Whisky Incendiario?» Stavolta guardo Dixon. Lui e Roxanne sono davvero una coppia esplosiva quando si tratta di procurarsi sostanze illegali.
«Dieci casse, arriva tra un’ora con tutto il resto. Altro?» Risponde, con tono ovvio.
«Sorprendimi» Replico, soddisfatta. Questa sarà la serata più indimenticabile dell’anno. 
«Sì, Liam» Dico, prima ancora che apra bocca. «Dominique ci sarà.» Liam assottiglia gli occhi, ma non sa apparire arrabbiato per più di due secondi, perchè ormai è perso nella progettazione di una serata con il suo unico, grande amore.

*

I passaggi segreti sono sorvegliati da ronde di studenti rigorosamente sobri, che si alternano, nella speranza di riuscire ad entrare al festino esclusivo da me organizzato. Ogni piano ha un suo gruppo di sorveglianza, che mi avvertirà immediatamente in caso di avvicinamento sospetto di uno o più professori. L'alcool è stato sistemato strategicamente su alcuni mobili, uniti a formare un bancone, proprio davanti al vecchio quadro di Merlino, che non finisce mai di lamentarsi dei giovani d'oggi, oltraggiato per la scarsa considerazione che gli riservano. Effettivamente, molti preferiscono procurarsi un bicchiere e sparire, che ascoltare le sue divagazioni sui suoi bei tempi antichi e i suoi rimproveri per la nostra totale mancanza di responsabilità. Penso che, in realtà, sia tutta invidia: anche lui vorrebbe trovarsi nel bel mezzo di una festa, non chiuso in una cornice.
Ma in fondo ha ragione. Se dovessero scoprirmi, mi espellerebbero sul serio. Scaccio il pensiero delle atroci torture a cui verrei sottoposta da mia madre e dalla McGrannitt e mi assicuro che tutto proceda per il meglio. Devo dire che il piano è riuscito piuttosto bene; la Sala Comune, trasformata in una sorta di locale, dà un bell’effetto. Guardo la mia creazione dalla rampa di scale, controllando la situazione dall’alto.  Nessun ospite indesiderato, per ora. Ophelia si sta scatenando intorno a una colonna che deve aver preso come una sorta di palo da lapdance. Intorno a lei, alcuni ragazzi del settimo anno si avvicinano pericolosamente. Sento l’impulso di dirle che sta sbagliando, ma in fondo non posso intromettermi – e combinare uno dei miei soliti danni irreparabili, o quasi. Solo pochi studenti di altre case sono a conoscenza della festa – abbiamo evitato soprattutto i potenziali spioni. Tra gli invitati, ovviamente, c’è Roxanne, che è ormai di casa. Si è subito appartata con Dixon, questione di strip poker, dicono. Non smetterebbero mai di giocarci, quei due.
James, per ovvi motivi, non si è presentato, anche se non è da lui perdersi una festa. Dev’essere proprio giù. Provo un improvviso moto d’odio per Ophelia. Nessuno può toccare mio cugino, nemmeno la mia migliore amica. Albus, invece, è proprio sotto i miei occhi e si sta insolitamente dando alla pazza gioia, con una bottiglia di Whisky in mano continuamente agitata a ritmo di musica. Dominique balla da un po’ di tempo con Liam. Non ci ha messo tanto a scordare il biondino francese, a giudicare dal modo osceno in cui si contorcono.
«Incantevole, Rose» Mi sussurra una voce alle spalle. Scorpius, elegantissimo nel suo completo nero, sta sorridendo malizioso. In realtà non penso di essere così incantevole, dato che non mi andava particolarmente di mettermi in ghingheri, ma suppongo che Scorpius stia cercando di fare il fidanzatino perfetto. Per quanto tutto ciò vada contro i miei ideali, mi piace. Lo prendo per mano e lo trascino in un posto più appartato, poi sorrido e lo bacio. Sto per perdermi in qualche posto a metà tra i suoi capelli morbidi e la sua camicia sbottonata, quando una voce disgustata mi risveglia.
«Rose!» Esclama mio fratello Hugo, mano nella mano con una ragazzina che non conosco. Adesso, sorge spontanea una domanda. Cosa ci fa mio fratello, innocente quattordicenne, ad un festino Serpeverde in piena regola? Forse la risposta è che Hugo non è poi così innocente. Mi allontano da Scorpius, piuttosto infastidita, ed alzo gli occhi al cielo.
«E tu che ci fai qui!» Esclamo, con una vaga vena di esasperazione nella voce.
«Mona e le sue amiche mi hanno invitato» Risponde, con un ghigno fin troppo simile al mio. O a quello di Scorpius. Due ragazzine sbucano dalla scala che porta ai dormitori, schierandosi anche loro ai lati di Hugo. Non voglio pensare cosa stesse facendo il mio fratellino nel dormitorio femminile Serpeverde, con quattro ragazze. Non voglio.
«Hugo, torna subito da dove sei venuto!» Lo ammonisco, mentre Scorpius mi tiene per un braccio, impedendomi di sbranare mio fratello e le sue accompagnatrici.
«Oh beh, se proprio devo…» Mormora. Si dirige verso la scala, prontamente seguito da Mona e le altre. Potrei giurare che ha ammiccato a Scorpius – non posso credere di star crescendo un piccolo playboy da strapazzo.
«HUGO, LO DICO ALLA MAMMA!» Sbraito, giocando la mia ultima carta. Sì, sono gelosa di mio fratello. E non voglio che ficchi il naso dappertutto alla mia festa. Non ottengo nessuna risposta – probabilmente non l’ho sentita per via della musica troppo forte. Sono così precoci, i bambini di oggi!
Alcool. Ho bisogno di alcool.
Prendo per mano Scorpius e lo trascino verso il bancone allestito da Dixon. Devo dire che ha fatto proprio un ottimo lavoro: c’è ogni tipo di bevanda, magica e non. Gli studenti di Hogwarts sono sempre stati affascinati dagli alcolici babbani. Prendo un cocktail a casaccio e ne porgo uno a Scorpius. Non faccio in tempo a mandar giù il primo sorso che vedo qualcosa di epico, irripetibile e incredibile. Crecy Canon, che in realtà assomiglia a Crecy Canon molto meno del solito, è appena entrata nella Sala Comune. E ha indosso un vestito con tanto di minigonna. Sputo tutto il cocktail sulla camicia di un passante, che è troppo ubriaco per accorgersi di essersi appena guadagnato un discutibile lavaggio gratuito dei suoi vestiti.
Io non posso crederci. Dove sono finiti i bei, vecchi tempi, in cui gli invitati erano ancora ben controllati? E, soprattutto, perché le pattuglie non fanno il loro lavoro? L’unica che può aiutarmi è Amethyst Zabini. Lei sì che sa riconoscere il valore di una festa ben organizzata.
«Amethyst» La chiamo, facendomi spazio in mezzo alla folla. Mi accorgo che ho perso Scorpius da qualche parte, ma al momento ho questioni più importanti da affrontare. 
«Hai visto? Imbucati, imbucati ovunque!» Esclamo, isterica. Mi aspetto il suo pieno sostegno, in quel suo modo che mette un po’ soggezione, ma mi accorgo che anche lei è irrimediabilmente brilla.
«E un brindisi agli imbucati!» Ridacchia, alzando il bicchiere verso di me. Questa è una congiura.
Finisco il mio cocktail e sento che mi gira un po’ la testa. Sono abituata a bere, ma questo era decisamente forte. Mi accorgo improvvisamente che non ci sono poi problemi così gravi, a questa festa, che tutto procede per il meglio. Saluto entusiasticamente Crecy e agguanto un altro bicchiere al bancone. Lo bevo tutto in un sorso, brindando con qualcuno che non riconosco. Mi aggiro un po’ per la sala e quasi mi sembra di vedere Al e Crecy ballare avvinghiati come sanguisughe – ma no, non può essere, sarà che mi gira la testa. Ad un tratto la musica è diventata insopportabile, devo assolutamente appoggiarmi da qualche parte.
Questa colonna andrà benissimo.
Sono quasi arrivata alla mia meta, la comoda, bellissima colonna bianca, quando una mano mi trascina nella penombra del privèè che abbiamo allestito – unendo i divanetti, credo, non ricordo bene cosa ho fatto oggi. Ho solo una gran confusione. Lo sconosciuto mi sussurra qualcosa all’orecchio. Solo dopo un po’ capisco che mi ha detto di riprendere da dove ci avevano interrotti e, ad un’occhiata più attenta, vedo che è Scorpius.
«Scorpius Malfoy» Annuncio, ridacchiando. «Sono completamente, totalmente ubriaca.»
«Rose Weasley» Mi risponde lui, e capisco che è ubriaco il doppio di me. «Dobbiamo brindare!» Ma molto presto dimentichiamo il brindisi. Mi ritrovo praticamente appoggiata al muro. Scorpius è vicinissimo e ha posato una mano a qualche centimetro dalla mia testa, mentre l’altra è sul mio fianco. La musica e la sala piena di gente, adesso, sono lontanissime. I suoi occhi verdi luccicano nella penombra, e mi maledico per averlo trascurato fino a questo momento, solo per un paio di cocktail. Si avvicina ancora, lentamente. Poi mi bacia, e questa volta non c’è nessun fratello invadente a disturbarci. I confini di ciò che accade sono sfumati dall’alcool, ma sento perfettamente le sue labbra che si staccano e si ricongiungono alle mie, la sua camicia nel mio pugno, il suo corpo premuto contro il mio.
Poi, un boato immenso interrompe tutto. La musica continua, ma è distorta e quasi tutti si sono fermati – tranne chi è troppo ubriaco per capire che qualcosa non va. Io riprendo a baciare Scorpius, decidendo che il rumore non aveva poi così tanta importanza, ma quest'ultimo mi guarda allarmato.
«Cazzo» Sussurra. «Cazzo!» Ripete. Dev'essere successo qualcosa di irrimediabile, ma non capisco cosa. Il mio cervello lavora più lentamente del solito.
La voce magicamente amplificata di Dixon risuona per la stanza, ma è in qualche modo sommessa. Ed ecco che realizzo: dev’essere successo qualche guaio con l’Insonorizzazione.
Oh no.
Sono ubriaca, ma non abbastanza per non capire la portata devastante di tutto questo: se non siamo Insonorizzati, ci scopriranno. E se ci scopriranno la mia carriera scolastica sarà finita. E mia madre mi ucciderà e… oh, come mi gira la testa! 
Mi aggrappo più forte alla giacca di Scorpius, sforzandomi di non cadere e di mantenere una certa lucidità.
«Siete tutti pregati di tornare nei vostri dormitori» Sta spiegando Dixon. Vedo la sua espressione seria e mi viene da ridere, così mi lascio finalmente scivolare sul muro e penso che sarebbe proprio buffo dover spiegare alla McGrannitt cosa stavamo facendo.
«Oh, signor Dixon» Risponde un’altra voce, una voce che difficilmente qualcuno non riconoscerebbe, e che mi fa congelare il sorriso sulle labbra. «Ben detto.»
È la preside, in sottana e bigodini, ma minacciosa come non l’ho mai vista.
*
Spiegare cos’è successo alla McGrannitt, in realtà, non è per niente buffo, anche se mi sento ancora brilla e, pensandoci bene, potrei ridere di questa situazione. O piangere. Ho tanta voglia di piangere.
La McGrannitt si siede, intreccia le mani e scruta me, Scorpius, Liam, Amethyst e Dixon da dietro le lenti quadrate. Io non so chi abbia fatto i nostri nomi, ma giuro che quando questa dannata testa smetterà di girare così tanto lo troverò e lo ridurrò in fin di vita.
«Prendete un biscotto» Dice. Forse mi aiuterà a smaltire la sbornia. Oppure contiene Veritaserum, e in quel caso sarei davvero rovinata. Ma in ogni caso pensarci è inutile, dato che l’ho già divorato.
«Ora, mi spiegate gentilmente cosa ci faceva mezza Hogwarts nella vostra Sala comune?» Chiede, gelida. Effettivamente, è rimasta sconvolta dalla quantità di gente stipata nei nostri dormitori. I ragazzi delle altre Case, in particolare, sono nei guai quasi quanto noi.
«Ripassavamo Trasfigurazione» Risponde qualcuno, ridacchiando, con voce intrisa di sarcasmo. Mi rendo a malapena conto che quel qualcuno sono stata io.
So che la McGrannitt è infuriata quando vedo le sue narici fremere. E so che è giunta la mia ora.
«Signorina Weasley» Dice, e il suo tono non ammette repliche. «Lei è in punizione almeno per il resto della sua vita.»








Sì, sono in ritardo. E tanto, anche. Ma perdonatemi, su, ho la maturità quest'anno! E ho un'altra storia, in cantiere, ve ne ho già parlato? Scorpius Malfoy Escape From Malfoy Manor, con la mia adorata Flaqui, a cui mi sento di dedicare il capitolo. Non preoccuparti se non puoi essere molto presente, tesoro, ti capisco! La scuola/vita ci distrugge. 
Comuuunque, veniamo a noi. Ci sono delle svolte sulla Al/Crecy. Sinceramente, hanno fatto tutto loro. Io non so perchè Crecy si stia ribellando così, ultimamente. Ah, a proposito, c'era su un asterisco!
Eccolo spiegato: Rose è un'illusa. Il futuro che sta immaginando si avvererà. E, se vorrete, ho una mezza storia sui loro figli, in mente :) 
Passando alla nostra coppia principale, Rose ha un po' trascurato Scorpius. Perchè io sono cattiva, e perchè li interrompo sempre sul più bello. Sadica, Aniva, sadica. 
Io ho dimenticato la metà delle cose che dovevo dire, come al solito. 
Uuhh, ecco! Se volete, leggete il capitolo con il sottofondo I love it - Icona Pop... questa canzone mi manda in palla. La canticchio tutto il giorno - sì, so che è un'idiozia. Ma mi sa troppo di festa! 
Festa epica, a proposito! Peccato che siano stati scoperti. Beh, tutto ciò è tratto da una storia vera... solo che io ho organizzato il tutto in una stanza d'hotel. Inutiile dire che il direttore mi odiava - un po' alla Zac e Cody. 
Ho parlato di tutto, tranne che del capitolo. Ma che volete, è l'ora! Ed è il nuovo, fiammante apparecchio/ferrovia/negozio di ferramenta che ho in bocca che mi fa parlare così, senza senso. Bene, ragazzi (ce ne sono?) e ragazze, io adesso voglio seriamente ringraziare tutti. 

Se sono arrivata al sedicesimo capitolo, pur dopo numerosi ritardi, è merito vostro. Vostro, perchè mi sostenete, recensite, e assecondate le follie mie e di Rose. Sono in eterno  debito con voi, e vi voglio un mondo di bene. Sono zuccherosa, lo so, ma è la pura verità. Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, vi mando un bacio! Alla prossima, spero presto :D 
-Iv. 

Oh, dimenticavo!


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Capitolo 17
*** Genitori e figli - Urla, brividi e occhiate fulminanti ***


 

Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.

 

Genitori e figli - Urla, brividi e occhiate fulminanti

 

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Lo studio della McGrannitt, oggi, è più oppressivo del solito. Ci sono stata migliaia di volte – a pensarci bene, potrei trasferirmi qui: eviterei di essere convocata di continuo in presidenza per i miei misfatti. Ma non credo che la McGrannitt sarebbe tanto felice di avere il peggiore ostacolo alla quiete pubblica del castello come coinquilina. Quindi, ho deciso di tenermi la mia camera nei sotterranei, che – disordine a parte – non è poi così male. Nonostante sia abituata a questo luogo e ai mille quadri che di tanto in tanto si svegliano dal loro letargo e mi salutano, riconoscendomi ormai come un’amica di vecchia data, oggi ho una paura folle. 
Perché, vi chiederete voi. 
Perché Minerva McGrannitt ha ben pensato di convocare al castello i miei genitori. E con i miei genitori intendo Hermione Granger, la donna più patita dell’ordine e delle regole che io abbia mai conosciuto. Sapere che ho infranto almeno una cinquantina di queste porterà inevitabilmente a due cose: quando avrò finito di scontare la mia punizione al castello, sarò in punizione anche per il resto delle vacanze estive. Mi mette i brividi sapere che a scegliere la punizione sarà proprio mia madre. Potrei essere costretta a leggere l’intera raccolta dei suoi libri sull’Aritmanzia. O rimanere confinata a casa per l’eternità.
Ma quel che è peggio è la seconda cosa: Hermione Granger, quando perde la fiducia in qualcuno, difficilmente la riconquista. Sarò costretta a sopportare la sua freddezza e a sentirmi in colpa – anche io ho dei reconditi sensi di colpa, ogni tanto – per tre, lunghissimi mesi. L’unica, remota speranza sarebbe mio padre, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: è completamente, incondizionatamente terrorizzato da mia madre, specialmente quando si arrabbia. E questo è uno di quei casi. Dopo il festino illegale di ieri notte, la Preside ha deciso di indire una piccola riunione con le famiglie dei responsabili (o forse dovrei dire irresponsabili, come ha precisato più di una volta). 
Io, Amethyst, Liam, Scorpius e Dixon siamo seduti davanti alla scrivania della McGrannitt da circa mezz’ora, in attesa del momento che decreterà la nostra fine. Amethyst e Liam sono i più rilassati; evidentemente non hanno molto da temere, o forse non fanno trasparire la tensione. Scorpius è più pallido del Barone Sanguinario e non fa altro che guardare nervosamente il camino da cui arriveranno i nostri aguzzini. Dixon sta sonnecchiando da un pezzo, con la testa che ogni tanto dà segni di cedimento. In effetti siamo tutti molto stanchi: perfino Amethyst è scarmigliata e in stato di semincoscienza, con due profonde occhiaie a solcarle il viso. La notte insonne di ieri ci ha distrutti. Scruto distrattamente il mio riflesso in uno degli strani oggettini di metallo sulla scrivania e noto che io non sono messa tanto meglio. Indosso ancora i vestiti di ieri sera: la mia permanenza nel castello è a rischio, dormire è stato l’ultimo dei miei pensieri. Non è difficile intuire dal mio aspetto che non dormo da più di ventiquattro ore. Noto Dixon stiracchiarsi dopo la pennichella sotto lo sguardo oltraggiato della preside e spalancare gli occhi di botto: si è reso conto di quello che sta per succedere.
Tutti e cinque tratteniamo il respiro quando il camino si illumina di una luce verdastra e, subito dopo, quattro di noi tirano un sospiro di sollievo. Scorpius, invece, impallidisce ancora di più – se possibile – e azzarda un debole "ciao" in direzione di sua madre. 
Astoria Greengrass fa un rigido cenno del capo, scuotendo la cenere dal mantello nero d’alta fattura, con una smorfia infastidita. È una donna molto dolce, quando nessuno la fa arrabbiare. Beh, in tal caso è meglio tenersi a distanza di sicurezza: non oso pensare cosa succederà quando lei e mia madre dovranno dare di matto nella stessa stanza.
Astoria prende posto sulla spoglia sedia in legno prontamente evocata dalla McGrannitt, vicina a suo figlio quel tanto che basta per prenderlo a schiaffi quando si presenterà l’occasione propizia. Tende la mano alla preside, che la invita cortesemente a servirsi dalla teiera. La donna rifiuta con un gesto secco ed educato, poi rivolge a tutti noi un’occhiata inquisitrice e sospira pesantemente. Scorpius tenta di allontanarsi di qualche centimetro con la sedia, guardandosi intorno come a chiedere aiuto, ma un’occhiataccia di sua madre lo fa desistere da ogni tentativo di salvezza.
E così questa dovrebbe essere mia suocera. Chissà se si arrabbierà allo stesso modo quando le arriverà la notizia del nostro fidanzament… oh, no. Impallidisco anche io. La MgGrannitt sa, quindi potrebbe sfuggirle involontariamente – o no? – qualcosa sulla nostra recente storia. In tal caso sarei davvero morta – no, sul serio, non vi preoccupate per la mia sepoltura. Mi va bene qui, nel parco di Hogwarts.  
Quando anche Draco entra dal camino, cala un silenzio innaturale nel piccolo studio circolare. Amethyst distoglie lo sguardo piuttosto imbarazzata, dato che lei è stata sempre considerata la brava ragazza della famiglia, almeno a casa. Organizzare un festino illegale sotto il naso dei professori non rientra esattamente nella definizione di brava ragazza.
Draco sistema i pochi capelli biondi che gli sono rimasti con immensa cura e, con un sorrisetto camuffato, saluta la preside che invece è di una serietà spaventosa.
Poi, l’Apocalisse giunge. È un attimo: Draco si volta distrattamente verso il camino, Ron Weasley appare circondato dall'aura verde e balza fuori, trovandosi faccia a faccia con il suo più acerrimo nemico. So quello che sta per succedere; e non è niente di buono.
«Tu!» Ringhia mio padre, il volto lentigginoso digrignato in una smorfia di puro disgusto. «Hai idea di quel che ha fatto tuo figlio?» Continua, puntandogli un dito contro il petto, mentre Draco Malfoy alza le sopracciglia fino all’inverosimile, un po’ come fa Scorpius quando vuole mostrarsi superbamente scettico, e domanda, con voce melliflua:
«Cosa ha fatto mio figlio, Weasley? Ha aiutato tua figlia ad acquisire un po’ di sana classe Malfoy?»
Astoria scatta in piedi, pronta a intervenire, mentre Ron Weasley accentua incredibilmente la sua somiglianza con la teiera fischiante della McGrannitt: è rosso e tremante, mentre il naso lungo freme per la rabbia repressa.
Ancora con il dito puntato contro il signor Malfoy, sbraita sotto gli occhi sgranati della preside:
«TUO FIGLIO L’HA TRAVIATA, RAZZA DI FURETTO IMBECILLE!» Gli afferra il colletto e sono abbastanza sicura che tra poco gli tirerà un pugno. «Non c’è alcuna spiegazione» Commenta, più rivolto a se stesso che allo scandalizzato uomo di fronte a lui. «La dolce, innocente, piccola Rosie…»
Quasi mi strozzo con la mia saliva. Io, dolce e piccola? E, peggio ancora, innocente
Non posso accettare un simile affronto, così cerco di intervenire nella conversazione, ma vengo interrotta da una voce imperiosa.

«Ronald Weasley, per l’amor del cielo!» 
Per Merlino, Morgana e tutti i maghi illustri della storia.
È mia madre. Lei, con la sua terribile crocchia delle occasioni speciali. Lei, con il suo tauller grigio da maniaca dell’ordine. Lei, che non manca di fulminarmi con lo sguardo. Ed è furiosa, decisa a torturarmi e ad uccidermi lentamente e dolorosamente. 

«Si può sapere perché urli in questo modo?»
Mio padre boccheggia, ancora vicinissimo a Malfoy; guarda prima me, poi mia madre, poi nuovamente l'oggetto della sua ira e rimane privo di parole.

«Che c’è, Weasley, il gatto ti ha mangiato la lingua?» Chiede Malfoy, divertito. «O forse dovrei dire il castoro?» Aggiunge, con un cenno in direzione di mia madre.
Questa frase ha il potere di scatenare un nuovo putiferio. Mi vedo costretta a intervenire, sia perché le parole su mia madre mi hanno realmente offesa, sia perché se dimostrerò un po’ di coraggiosa cavalleria Grifondoro – che non ho – magari si addolciranno. Mi ritrovo a sbraitare anche io contro Draco, dando man forte a mio padre anche nelle sue battute più disperatamente patetiche (colgo qualcosa come “meglio un castoro che un furetto” e mi chiedo per l’ennesima volta cos’abbiano coi furetti.)  
«Non osare parlare in questo modo di mia moglie, brutto stempiat…» Mio padre non ha il tempo di finire, che Malfoy gli si avventa contro, ignorando le proteste di una sconvolta Astoria Greengrass. Quando si parla di capelli, i Malfoy sono un tantino suscettibili. Scorpius arriva prontamente a separarli, ma si becca un pugno dritto sul mento da uno dei due contendenti, che adesso stanno praticamente lottando alla babbana col rischio di finire nel camino. Mia madre ha già estratto la bacchetta, ma per una volta non è necessario giungere a estremi rimedi.

«Weasley e Malfoy!» Urla la preside, indignata. I miei timpani non sopravviveranno alla giornata. Dalla sua espressione, posso chiaramente capire che è stanca di ripetere i nostri cognomi, ma quando io, Scorpius, Draco e mio padre rispondiamo all’unisono “sì?” capisco che non è semplicemente stanca: è prossima al suicidio.
«Non voi due» Sospira, sfilandosi gli occhiali per poi passarsi una mano sul viso. «Intendevo gli adulti, per quanto i vostri genitori possano essere definiti tali.» Dal modo in cui entrambi abbassano gli occhi, ancora con i pugni in aria pronti a colpire, capisco che la McGrannitt li ha davvero umiliati. Almeno l’attenzione non sarà dedicata tutta a noi e ai nostri piccoli espedienti per rallegrare le notti di Hogwarts.
«Adesso, datevi la mano» Continua la preside, cauta, con un tono che non ammette repliche. I due idioti – a qualcuno dovevamo pur assomigliare – invece, replicano eccome, in un miscuglio di lamenti indefiniti presto stroncati dalle occhiate in stile Avada Kedavra delle mogli e dall’ennesimo sospiro della povera preside.
Mio padre e Draco Malfoy continuano a fronteggiarsi con sguardo fiero, ma alla fine obbediscono e si stringono la mano, anche se la loro stretta sembra più simile a un braccio di ferro. Lasciano la presa dopo qualche secondo, premurandosi di assestare qualche spallata al nemico quando la preside e le mogli distolgono lo sguardo per puntarlo su di noi.
Questo teatrino va avanti per un po’, fino a quando la McGrannitt evoca due sedie anche per loro, diametralmente opposte nello studio circolare. I genitori di Dixon, Amethyst e Liam non sembrano decidersi ad arrivare, così la preside congiunge le mani e ci squadra da sotto le lenti quadrate.

«Ieri notte» Comincia, severa. «Ieri notte, quando la maggior parte degli studenti per bene nel nostro castello stava dormendo» Faccio per rispondere che veramente metà della popolazione studentesca di Hogwarts si trovava nella nostra Sala Comune, ma la McGrannitt sembra leggermi nella mente. «Non ora, signorina Weasley… dicevo, ieri notte mi giunge voce da due studenti ligi al dovere come invece non sono i vostri figli...» E qui Astoria si lascia scappare un colpetto di tosse imbarazzato, mentre mio padre ridacchia un po’. Inutile dire che anche questa volta riceve un’occhiataccia firmata Granger.
«...mi giunge voce che si sta svolgendo una festa nella Sala Comune di Serpeverde. Allora io penso che no, nessuno studente sarebbe così stupido e spregiudicato da improvvisare una sorta di biscoteca* babbana nei miei sotterranei, ma ancora una volta le mie supposizioni si rivelano errate.» Calca parecchio sugli aggettivi "stupido" e "spregiudicato", giusto per farci sentire degli inutili vermi. Un quadro svegliatosi dal suo letargo scuote la testa pomposamente, come a dire che ai suoi tempi non succedeva niente del genere.
Mia madre mormora qualcosa tra i denti; sicuramente ripassa qualche fattura non troppo letale da rifilarmi non appena questa angosciante riunione sarà finita.
«Quindi esco dalla mia stanza e attraverso ben sette piani per verificare quell'assurda voce» Un altro sospiro. «Quando non sento nessun rumore, sto per rimproverare la ragazza che mi ha portato fin lì per le sue insinuazioni dettate esclusivamente dalla competizione tra le Case, ma voglio andare fino in fondo.»
Dixon sussurra “infame” – starà anche lui arrovellandosi sull’identità della spia. Azzarderei Crecy Canon, se non fossi sicura che anche lei era presente alla mia festa.
«Così, apro la porta e mi ritrovo investita, sì, investita, da un putiferio infernale e da un inconfondibile odore di alcool e di altre sostanze che non mi va di nominare. Ora, cortesemente, qualcuno mi spieghi come ha fatto a procurarsi tutto ciò e nessuno si farà male.»Toglie nuovamente gli occhiali e ci guarda ad uno ad uno, decisa a ottenere una spiegazione.
«Ah»Conclude, con una nota d’orgoglio malcelata sotto tutta la rabbia. «Complimenti per l’Incanto Insonorizzante, chi è l’artefice?»
Dopo qualche secondo di silenzio tombale, Liam alza timidamente una mano. Poi, si decide a parlare – ci credo, lui non ha due condanne di morte che rispondono al nome di genitori lì presenti.
«Non è stato difficile.- Inizia, titubante. «Abbiamo sfruttato un vecchio passaggio fino alla testa di Porco, beh, a dire il vero qui entra in gioco Dix…-» Si interrompe, perché Dixon ha appena imprecato a denti stretti. Hanno bussato alla porta dell’ufficio. La porta si apre ad un cenno della bacchetta della McGrannitt, rivelando un ometto piuttosto spaurito che, dallo sguardo perso e dall’abbigliamento, risulta essere indiscutibilmente un Babbano.
«Entri pure, signor Dixon» La McGrannitt lo accoglie gentilmente, quasi come si farebbe con un bambino. Tutti ci giriamo verso Aaron: allora la sua famiglia è Babbana. Leggo lo stupore negli occhi degli altri e l’imbarazzo di Dixon è palese. Abbassa lo sguardo e rivolge a suo padre solo un rapido saluto. L’uomo si toglie il cappello, rivelando una matassa di capelli neri simili a quelli del figlio – posso giurare di aver visto Draco riservare a quella chioma uno sguardo di pura bramosia – e avanza lentamente fino al posto riservatogli. La McGrannitt non si scompone davanti alla nostra sorpresa, anzi continua la sua invettiva.
«Stavamo giusto parlando di come suo figlio ha fatto entrare litri e litri di alcool nella nostra scuola.» Il signor Dixon deglutisce e scuote la testa, come se se lo aspettasse già.
Guardo Dixon e mi rendo conto che si vergogna profondamente di suo padre. Però, adesso si spiega come si procurava tutte quelle carte babbane. Mi accorgo che anche mia madre sta guardando Dixon e sembra quasi… dolce. Sa cosa sta passando il ragazzo e per un attimo abbandona la facciata da genitore indignato, spezzando il silenzio in modo provvidenziale.
«Bene, abbiamo appurato che i nostri figli sono degli irresponsabili.» Il suo sguardo mi fa venire voglia di sotterrarmi. «La domanda che tutti ci poniamo è: come e quando verranno puniti? Perché io, se posso, ho in mente due idee…»
Lei e le sue idee.

«La solita insopportabile so-tutto-io» Commenta Draco, ben attento a non farsi sentire dalla preside.
«Almeno io so educare i miei figli, Malfoy»Lo riprende mia madre, piccata.
«Già, Malfoy, scommetto che le nostre punizioni sono mille volte meglio delle vostre» Questo è l’intervento più fuori luogo che mio padre potesse inventarsi.
Perfetto, ci mancava solo la gara di punizioni.

La preside scuote la testa e alza gli occhi al cielo. 
«So perfettamente come punire i miei studenti, signora Weasley. Penso che due mesi del prossimo anno con le loro scope sotto chiave basteranno.»
Oh, fantastico, non ci hanno espuls… un momento. Niente scope, niente quidditch.

Un urlo disumano rimbomba per lo studio, per il parco e per l’intera Scozia. Mi rendo conto che è il mio – e forse anche di Scorpius e Liam.
«Sta scherzando, spero» Sibilo, con una vocina impaurita.
«Le sembra la faccia di una che sta scherzando, questa?»Mi rimbecca la McGrannitt. E devo ammettere che ha spaventosamente ragione quando dice di esser seria. Perché il suo sguardo assassino non promette nulla di buono.

 

 

*



Quando mi allontano dai gargoyle in compagnia di mio padre tiro un sospiro di sollievo. La preside sta ancora parlando con Dixon e con un ritardatario e seccatissimo signor Zabini, ma ha preferito congedarci per la salute mentale di tutti noi – in particolare la sua.
Guardo di sottecchi il labbro gonfio che gli ha procurato Malfoy e mi chiedo se non sia il caso di accompagnarlo in Infermeria. Mia madre ha chiesto alla preside il permesso di parlare in privato con Dixon: scommetto che gli starà propinando un discorso sull’essere fieri delle proprie origini. Devo ammettere che mi trovo d’accordo con lei, ripensando all’espressione mortificata del padre di Aaron.
La voce di mio padre interrompe i miei pensieri.

«Ma almeno»Chiede, senza riuscire a trattenere la curiosità. «Il Whisky Incendiario c’era?»
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi, sapendo che se Hermione Granger fosse qui ci ucciderebbe senza rimorsi e esitazioni. Quando gli rispondo che ne avevamo prenotato ben dieci casse, la sua espressione si fa leggermente allarmata, poi però non si trattiene dal dire che sono proprio figlia sua.
Annuisco, pensando ancora alla lite tra mio padre e Draco Malfoy. Rabbrividisco al solo pensiero di dirgli la verità, perché sono sicura che verrei diseredata e cacciata di casa in men che non si dica.

«Rosie»
«Papà?»
«Ma non avrai mica bevuto tanto, vero?» Eccolo, il suo lato iperprotettivo. «Perché quel Malfoy ti guarda in modo strano, non vorrei che…» Lascia cadere il discorso e mi ritrovo a impallidire di botto per la seconda volta della giornata. Ridacchio stupidamente e faccio un gesto con la mano come a scacciare il pensiero.
«Oh, papà, io e Scorpius?» Sì, sono abbastanza convincente. O almeno spero. «Sai che è più probabile che Al si fidanzi, non so, con Crecy Canon.» Mi rendo conto di aver detto una grande idiozia quando le immagini di Crecy e Albus alla festa mi piombano in testa come spuntate dal nulla.
E, soprattutto, quando giriamo l’angolo e ci troviamo davanti Al e la Canon che pomiciano appassionatamente contro l’arazzo di Barnaba il Babbeo.
Mio padre strabuzza gli occhi, constatando amaramente che anche i suoi nipoti sono cresciuti. Forse è quasi l’ora della crisi di mezza età.

«Per tutte le mutande bucate di Merlino!»

 

 *
 

Mai come in questo momento avrei bisogno di una bella Burrobirra a consolarmi, ma mi sono accorta di aver finito ogni singola bottiglia nascosta in fondo al baule. Scorpius è ancora sconvolto per l’attentato per niente casuale ai danni della nostra squadra di Quidditch – la vecchia è furba, è riuscita a punirci e contemporaneamente a consegnare la coppa del Quidditch del prossimo anno ai suoi adorati Grifondoro.
È in una sorta di stato di trance da circa un’ora e continua a ripetere tra sé e sé che lui e la sua scopa non possono lasciarsi per nessuna ragione al mondo. Non sbaglio se dico che la ama più di me – anche perché non me l’ha mai detto. E, ora che ci penso, non abbiamo nemmeno una foto insieme. Da coppia, intendo.
Osservo la parete della stanza di Scorpius e noto che è tappezzata di foto con la sua Firebolt. Scorpius e la Firebolt a Natale, Scorpius che bacia appassionatamente la Firebolt con sullo sfondo un tramonto infuocato, Scorpius in divisa che la stringe fiero – quella foto l’ho scattata io, ai tempi del nostro lontano quarto anno…
Oh, andiamo, non posso essere gelosa di una scopa.

«A che pensi?» Mi chiede Scorpius, con un tono di voce che sembra provenire direttamente dall’Oltretomba.
«Alla piacevole chiacchierata tra amici nello studio della McGrannitt?» Replico, ovvia e piuttosto seccata.
D’accordo, sono gelosa pure della Firebolt e ho bisogno di prendermela con qualcuno. Non dimentichiamo poi la lite furiosa tra il padre di Scorpius e il mio… e noi che volevamo dire tutto già al ritorno da scuola! 
Mi si presenta davanti una scena agghiacciante in cui mio padre tenta di strozzare contemporaneamente Scorpius e Draco, con mia madre che commenta “Ronald, per carità, sei un mago, usa la bacchetta!” e il suddetto Ronald che blatera qualcosa sulla mia perduta virtù. Che, se ci pensiamo bene, non è affatto perduta.
«Voglio dire» Continuo, cercando di non andare in escandescenze come avevo previsto. «Li hai visti, oggi? Come minimo ci disconosceranno se, insomma, se gli diciamo che…»
Stavo per concludere che ci amiamo, ma non mi sembra il caso. Lo strano calore che sento alle orecchie mi informa gentilmente che devo essere arrossita parecchio.
Scorpius scoppia a ridere e mi chiedo se non sia davvero il caso di affatturarlo, oggi. In una situazione critica come questa pensa bene di divertirsi, il furetto – qualsiasi cosa significhi. Assottiglio gli occhi prima di ricordarmi che è il suo gesto tipico e che non dovrei farmi influenzare così tanto, quindi incrocio le braccia in una muta richiesta di spiegazioni.
«E tu ci pensi adesso?» Chiede, smettendo di gironzolare per la stanza come un’anima in pena e sedendosi sul letto accanto a me. «Voglio dire, non stiamo mica per sposarci.»
Certo, quindi per lui non è niente di serio, visto che non stiamo per sposarci. Fortunatamente per la sua incolumità e per i suoi amati capelli biondi che rischiano di sparire abilmente tagliati con qualche sapiente incantesimo, capisce subito di aver detto una grandissima stronzata e rimedia come meglio può.
«Cioè, no, Rosie» Mi tocca sorvolare sul soprannome. «Non volevo dire questo, intendevo… per ora dovremmo goderci il momento, sai…»Si avvicina un altro po’ e il controllo-emergenze del mio cervello accende una luce rossa lampeggiante con su scritto “Letto, Scorpius, Vicino, Pericolo”.
«C-cosa intendi con goderci il momento?»Chiedo, accorgendomi di star sussurrando come una di quelle donne scarlatte dei film babbani a luci – tanto per restare in tema – rosse.
Non ricevo una risposta, ma in compenso Scorpius poggia le labbra sulle mie e mi spinge delicatamente sul letto, mentre i segnali di allerta immaginari si moltiplicano a dismisura. Gli passo goffamente una mano intorno alle spalle, cauta, e ricambio il suo bacio cercando di non fargli capire quanto in realtà io sia nervosa. La sua mano vaga abilmente dalla mia coscia, ai fianchi, poi sempre più su fino a…

«Ehm, sai, Scorpius, mi sono ricordata che…» Ansimo, risultando decisamente poco credibile. Scorpius alza le sopracciglia e si sposta sul mio collo, per baciarmi accuratamente anche lì. Scosta i capelli con una lentezza snervante e sta ben attento a non farmi scappare dalla sua stretta. 
Oh, e chi vorrebbe scappare.
Chiudo gli occhi, ignorando la sua bocca che scende pericolosamente di qualche centimetro e stringendogli le spalle; starei anche per implorarlo di continuare, quando Scorpius si allontana dal mio collo senza alcun preavviso. Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo davanti al suo miglior ghigno soddisfatto.

«Rose» Mormora, dannatamente vicino al mio orecchio. «Stai tremando?»

 

 

*

Un applauso a me che ho aggiornato relativamente presto!
No, dai, l'applauso va a voi che siete arrivati qui giù a leggere i miei vaneggiamenti. 
Non vi interessa, lo so, ma devo dirvelo. Ho. Finito. La. Maturità. 
Adieu, mio caro Liceo! 
Quanti di voi sono recentemente Maturati? Io, per quanto mi riguarda, sono più che matura, sono marcia. 
Oh, ma parliamo del capitolo, su, che non è nemmeno lontanamente decente quanto lo era nella mia testa. E dell'ultima parte che, come vi ho avvertito, non mi convince un granchè, perché io e le lemon non abbiamo tanta confidenza, ecco. Vi prego, ditemi che ne pensate della scena incriminata che ho provveduto a tagliare - la solita crudeltà - nel momento clou, potete anche dirmi che fa schifo. 
No, scherzo, siate clementi con una povera scrittrice in erba - non quell'erba - che elemosina le Vostre attenzioni.
Dixon Babbano di nascita. Ve lo aspettavate? No, dite la verità. 
Sapete che forse questo è tipo il terzultimo capitolo? o.o non posso crederci. 
I vostri voi interiori staranno esultando tipo "finalmente ce la leviamo dalle scatole", mentre la piccola Aniva dentro di me piange.
Bene, quindi passiamo a...

The thanksgiving corner - liberamente ispirato al giorno del ringraziamento 
Sono monotona se ringrazio le seguite, le preferite, le ricordate e le meravigliose, cinque persone che hanno recensito? 
Questo capitolo è per voi, 
dubhe01Saeko_sanJeistheblondesalad,
ma soprattutto colei che è sempre presente, in ogni capitolo, grazie, mia adorata Chibidaphne87, sei un tesoro!
E come dimenticare la mia collega, 
Flaqui ? <3
Angolo CONTATTI:
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(Per spoiler e tanto altro ancora! Il mio vero profilo non posso darlo qui, per ovvie ragioni, ma se qualcuno volesse stringere amicizia... beh, sono disponibile!)
Un bacio,
-Iv.

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