I saw him standing there.

di _Death Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa. ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici - The Last Night. ***



Capitolo 1
*** Premessa. ***


-Premessa.

Ellie Young
è una ragazza di 26 anni. È nata e vive ad Huntington Beach. Ha frequentato il liceo nella stessa località. Figlia di un importante agente di commercio e di un'infermiera, è sempre stata attratta dall'arte in generale, in particolare dal disegno, dalla pittura e dalla fotografia, diversamente da quello che sua madre sognava per lei. Ellie ha sempre vissuto una vita programmata da sua madre, fino ai suoi 19 anni, quando suo padre ottiene una promozione ed un trasferimento a Seattle. Così rimane ad Huntington Beach, ma non è sola. Si iscrive all'Università di stato di Long Beach dove incontra e conosce Melanie Scott, sua futura migliore amica. Nei due anni successivi invia delle cartoline ai genitori in occasione di festività, ma, non ricevendo risposta, si arrende. Oltre alla passione per l'arte, Ellie coltiva la passione per la musica. I suoi generi preferiti sono il Rock e il Metal e suona la chitarra. Una volta laureatasi in architettura, frequenta dei corsi di scenografia e scenotecnica, ottenendone vari attestati e certificati. Decide così di progettare ed allestire scenografie di video e concerti musicali. Proprio grazie a questo lavoro conosce il suo gruppo preferito, gli Avenged Sevenfold, i quali diventano presto i suoi migliori amici. Fin dal primo incontro prende una cotta per Brian Haner. Il suo lavoro le ha permesso di lavorare anche con altre band, come Slipknot, Bullet for my Valentine, Velvet Revolver, Muse, Evanescence ed altri e di viaggiare molto. Tuttavia ama la sua città, così come ama il suo lavoro e non lo cambierebbe per nulla al mondo. 
Fisicamente Ellie è alta 1.68 m. Ha una corporatura normale e delle belle forme. I capelli lunghi e scalati con un ciuffo che le copre la fronte sono neri con le punte tinte di rosso. Gli occhi verdi sono quasi sempre circondati da matita ed eye-liner; le rosee labbra, invece, sono quasi sempre coperte da lip gloss trasparente. Non ha uno stile particolare, ma il suo modo di vestire rispecchia la musica che ascolta.
La fanfic sarà narrata in prima persona da Ellie stessa. 

N.B.: La fanfic si svolge prima dell'uscita dell'album Avenged Sevenfold.
Buona lettura. 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno.
 
Ero solita guardarli dal backstage. Beh, sì, quando riuscivo ad arrivare in tempo ai concerti. Non so come questa volta fossi riuscita ad arrivare a metà concerto e a godermela. Li avevo conosciuti due anni prima. Avevo progettato ed allestito la scenografia per un loro concerto in sole quattro ore perchè il loro scenografo aveva avuto dei problemi. Da allora mi hanno chiamata per altri quattro concerti, per un bel po' di video e per questo tour. Mi avevano chiamata altre volte, ma purtroppo ero impegnata con altri clienti. Quando potevo, però, cercavo di assistere ai loro concerti. Adoravo stare dietro le quinte a guardarli e ad ammirarli. O meglio, ad ammirare lui. Lui e le sue smorfie durante i suoi assoli. Quelle smorfie che tanto adoravo e che mi facevano sempre spuntare un sorriso anche dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro. Sarei stata ore ad ascoltarli, anche se non vedevo l'ora che finissero per poterli salutare e stare un po' con loro. Eccola, I won't see you tonight pt. 1, la mia preferita. Avevano deciso di concludere quell'ultimo concerto del tour con questo capolavoro. Dio, che spettacolo! Ogni volta vederli eseguire la mia canzone preferita era come vederli per la prima volta. Mi sorprendevano sempre! Durante l'assolo si accorse di me dietro le quinte e mi fece l'occhiolino. Mi avrebbe vista arrossire lievemente se non si fosse voltato di nuovo verso i fan urlanti. Ogni tanto si voltava verso di me con una smorfia alquanto buffa. Lo faceva sempre. Sapeva che tornavo stanca e che avevo bisogno di svagarmi e lui era sempre lì, a farmi ridere. Lo adoravo. L'ho sempre adorato, fin dal momento in cui mi ha stretto la mano.
"Piacere Brian, in arte Synyster" mi aveva detto, formale, ma guardandomi con aria maliziosa ed un sorrisetto accattivante.
"Ellie, piacere mio" gli avevo risposto, sorridendogli, ricambiando la stretta e arrossendo sentendo il suo sguardo puntato sui miei occhi verdi.
"Tu chiamami Syn" mi aveva detto senza spostare di un millimetro il suo sguardo di fuoco. Avevo annuito e distolto lo sguardo, liberandomi di quella piacevole tortura. Scossi la testa e mi accorsi che avevano appena finito e che ora salutavano il pubblico, i collaboratori e gli ospiti speciali. Finalmente si spensero le luci del palco e quelle che prima erano le urla della folla ora si erano trasformate in un brusìo. I ragazzi si avviarono al backstage.
"Ellie!" Urlò Jimmy quando mi vide. Si avvicinò e mi saltò addosso con tutto il suo metro e novantatrè. Ricambiai sinceramente il suo abbraccio. Li salutai uno ad uno.
"Ehy, ricordaci di chiamarti anche per la scenografia del prossimo tour. L'ultimo è stato perfetto grazie a te" Mi disse Matt, a nome di tutta la band.
"Già, Katie era un disastro. Si ricordava tutto all'ultimo minuto. Tu invece, sei perfetta" Aggiunse Brian, facendomi arrossire.
"Ma se Katie l'hai voluta tu! E ritardava con i programmi solo perchè era troppo impegnata a ronzarti intorno" Lo rimproverò scherzando Zacky, tirandogli una pacca dietro la nuca.
"Dettagli. Resta il fatto che Ellie è molto meglio di lei, in qualsiasi campo"
"G-Grazie" Gli risposi, impacciata.
"Beh, sistemiamo alcune cose e poi ce ne andiamo a festeggiare la fine del tour e quest'ultimo giorno a New York City. E tu non te ne andare. Vieni a festeggiare con noi"
Propose Matt, facendomi l'occhiolino e segno agli altri di seguirlo. Io mi sedetti su un divanetto, mentre gli altri membri della band lo seguirono, eccetto uno.
"Syn, non vai ad aiutarli?"
"Magari tra un po', ho bisogno di riposarmi" Venne a sedersi accanto a me, ma subito dopo si distese, appoggiando la testa sulle mie gambe. Arrossii lievemente, ma gli lasciai fare. Presi a giocare con i suoi capelli. Socchiuse gli occhi. Dio, quanto era adorabile! L'avrei riempito di baci se avessi potuto.
"Non è che ora dici così, ma poi fai fare tutto il lavoro agli altri, come sempre?"
"Eh? Cosa?"
"Mi ascolti?"
"Come pretendi che ti ascolti se mi stai facendo impazzire" Fermai immediatamente le mani.
"Scusami, io.."
"Non ti ho detto di fermarti" Mi sorrise, mi prese una mano e cominciò a baciarla delicatamente. L'altra ricominciò a vagare nei suoi capelli.
"Mi piace il profumo della tua pelle" Mi disse. D'un tratto ritirai le mani.
"Forse è meglio che anche io vada ad aiutare gli altri, scusami.." Gli dissi, facendolo alzare delicatamente. Rimase perplesso. Andai dagli altri, maledicendomi e chiedendomi il perchè della mia fuga.
"Questa è roba che dovrebbe fare Haner, che palle!" Imprecava Johnny, mettendo a posto la roba del chitarrista.
"Lascia.. Faccio io" Gli dissi. Mi sorrise e andò a sistemare le sue cose.
"Per gli amplificatori ce la vediamo noi" Mi disse Matt, capendo che per me sarebbero stati troppo pesanti. Dopo circa mezzora avevamo più o meno finito. In quel momento arrivò Brian.
"Beh che si dice?" Chiese, stiracchiandosi.
"Che hai fatto fare il tuo lavoro ad una ragazza" Gli rispose Jimmy, mettendomi un braccio sulla spalla. Mi appoggiai alla sua.
"Mi dispiace"
"Tranquillo" Dissi, scrollando le spalle.
"Ok, i tecnici hanno detto che se la sbrigheranno loro e che possiamo andare" Disse Johnny, arrivando sul momento.
"Perfetto! Tutti in albergo. Una bella doccia e poi a fare baldoria!" Urlò Jimmy, seguito dai "Uooooh" degli altri. Io mi limitai a ridere. Stavo bene in loro compagnia. Arrivammo all'albergo.
"Ci vediamo tra un'ora e mezza qui nella hall. Non tardate" Raccomandò Matt a tutti. Andai nella mia camera e mi distesi un attimo sul letto. Pensai a lui. Mi piace il profumo della tua pelle.. Un brivido mi percorse la schiena.
"Sarà meglio che inizi a prepararmi" Mi dissi, dirigendomi verso il bagno. Dopo un'ora e un quarto ero già pronta: capelli stirati, una maglia bianca con scritto My fuckin' boyfriend is MUSIC in nero, un jeans aderente e un paio di Converse All Stars. Infilai il giacchino di pelle con dietro il simbolo degli Avenged Sevenfold regalatomi dai ragazzi e andai nella hall. Consegnai le chiavi della stanza alla reception, dopo di chè raggiunsi Jimmy, che era seduto su un divanetto.
"Già pronta?"
"Sì, perchè?"
"Di solito siete voi donne che ci fate aspettare" Risi.
"Allora sono un'eccezione" Sorrise, guardando dritto di fronte a sè.
"Vieni con me" Lo guardai incerta, ma poi lo seguii. In fondo c'era un pianoforte. Ci accomodammo sul lungo sgabello che vi era di fronte. Iniziò a suonare. 
"Now I think I understand 
How this world can overcome a man 
Like a friend we saw it through
 In the end I gave my life for you"
Rimasi incantata. Erano di una bellezza incredibile sia la canzone che la sua voce.
"Not that I could
Or that I would 
Let it burn
Under my skin"
Si interruppe.
"So che dovrei finirla, ma volevo sapere cosa ne pensi. Sei la prima persona a cui la faccio sentire e.."
"È bellissima. Davvero. Spettacolare" Gli dissi con sincerità, guardandolo negli occhi.
"Dici che la apprezzerebbero gli altri?"
"Se la apprezzerebbero? La adorerebbero! Credimi, è stupenda" Mi sorrise. Mi è sempre piaciuto far sorridere le persone, Jimmy in primis. Ha un sorriso confortante e contagioso. Quel sorriso che trova sempre il modo di arrivare agli occhi. Lo abbracciai istintivamente. Mi strinse. Sciogliemmo l'abbraccio, ma subito dopo me ne arrivò uno da dietro.
"Jimmy! Non ci starai mica provando con la mia ragazza?" Mi alzai e gli mostrai il dito medio
"Syn, leggi cosa c'è scritto sulla maglia"
"Allora da oggi il mio nome sarà 'Synyster Music Gates'! O almeno quello d'arte" Mi misi a ridere.
"Idiota" Gli dissi dandogli uno schiaffetto e ridendo.
"Allora siamo tutti pronti?" Chiese Zacky.
"Sì, andiamo" Gli rispose Jimmy, poggiando come sempre il braccio sulla mia spalla. Io misi il mio dietro la sua schiena e uscimmo.
"C'è un pub a due isolati da qui" Propose Johnny.
"È la tua ultima serata a New York City e tu la vuoi sprecare in un pub?" Gli chiesi.
"Tesoro, è l'una. La notte è ancora giovane"
"Ma domani mattina abbiamo l'aereo per tornare ad Huntington Beach e dovremmo.."
"Niente ma. Dovresti saperle certe cose. L'ultima volta prima di andare all'aeroporto non abbiamo neanche dormito" Mi disse Matt.
"Però! Cosa ti fa perdere il lavoro, eh?"
"Già. Forza, andiamo!" Arrivammo al pub e come sottofondo suonavano i brani di American Psycho dei Misfits. Apprezzammo e non poco. Ci sedemmo ad un tavolino ed aspettammo il cameriere. Nel pub non c'era molta gente. C'era una comitiva di ragazzi, qualche uomo probabilmente single, qualcuno ci provava ed una coppia che pomiciava tra un drink e l'altro. I primi ogni tanto si giravano a guardarci, per poi tornare a parlottare tra loro. Una ragazza si alzò e venne verso di noi.
"S-Scusami, posso farmi una foto con te?" Chiese a Brian che si era seduto accanto a me.
"Certo" Le rispose lui con un sorriso. La ragazza chiese a me di fare la foto. Si misero in posizione: lei che gli stampava un bacio sulla guancia completamente appiccicata a lui e lui con il suo splendido mezzo sorriso. La posizione di lei mi dava un tantino sui nervi, mentre quella di lui mi faceva impazzire. Scattai. La ragazza ringraziò, dopo di chè stampò a lui un altro bacio sulla guancia. Distolsi lo sguardo e mi misi a parlare con Jimmy, prima di mettermi a vomitare. La ragazza tornò dai suoi amici, urlando e schiamazzando. Cominciava a infastidirmi e senza accorgermene feci una smorfia e le feci il verso.
"Su, non essere gelosa" Mi disse all'orecchio per poi darmi un delicato bacio sul collo. Rabbrividii.
"Tsk! Io? Gelosa? Mi danno fastidio le ochette come lei, ma addirittura dirmi che sono gelosa.." Risi forzatamente. Cazzo, se ero gelosa!
"Certo, come no. Comunque, cos'è che te ne fa andare con la testa?"
"In che senso?"
"Di alcool, intendo. Con cosa ti ubriachi?"
"Mmm, solitamente mi basta anche poco assenzio" In quel momento arrivò il cameriere.
"Cosa ordinate?" Matt e Brian presero due bottiglie di Lambrusco, Zacky una di Jack Daniel's, Johnny una di Tequila, Jimmy due Heineken, mentre io mi limitai ad un Quattro Bianchi.
"Cosa? Stai scherzando? Per lei anche un bicchiere di assenzio"
"No, Syn, no!"
"Ok, lo prendo per me" Il cameriere finì di scrivere e se ne andò. Brian si alzò.
"Dove vai?"
"Vado un attimo in bagno. Torno subito" E si allontanò. Pochissimo tempo dopo tornò.
"Fatta tutta?" Gli domandai, scherzando.
"Oh sì" I ragazzi cominciarono a parlare del tour che purtroppo non mi ero goduta a pieno a causa del lavoro. Mi raccontarono tutti gli episodi buffi. A quanto pare si erano divertiti parecchio.
"Peccato che non ci sia stata tu con noi, sarebbe stato anche più divertente!" Mi disse Matt. In quel momento arrivò il cameriere. Però.. Veloce pensai. Su un vassoio aveva degli stuzzichini, mentre su un altro aveva tutto quello che avevamo ordinato: due Lambruschi, un ­Jack Daniel's, un Tequila, due Heineken, un Quattro Bianchi e due bicchieri di assenzio.. Aspetta! Due?!
"Due di assenzio?"
"Veramente il signore ha det.."
"Ormai l'ha portato. È un peccato mandarlo indietro" Lo interruppe Brian, prendendo il vassoio. Ringraziò e lo mandò via con lo sguardo. Cominciai a bere il mio Quattro Bianchi. Lo finii abbastanza presto. Haner prese uno dei bicchieri di assenzio e me lo avvicinò.
"No, non ci pensare neanche" Gli dissi.
"Dai, piccola, solo un goccio. Fai contento il tuo Syn, avanti" Poggiò il bordo del bicchiere alle mie labbra e lo inclinò in modo da far scendere l'alcolico. Provai ad opporre resistenza, ma non riuscii a trattenermi e lo bevvi tutto d'un sorso. Presi il bicchiere dalla sua mano e lo sbattei sul tavolo. Successivamente presi l'altro bicchiere di Assenzio e bevvi anche quello tutto d'un sorso. Ero come presa da una frenesia. Allungai le mani verso una delle Heineken di Jimmy ed iniziai a scolarla.
"Eh no, tesoro" Disse, togliendomela dalle mani. Provai a scroccare del Lambrusco da Brian. Inizialmente mi lasciò la bottiglia, ma quando vide che stavo esagerando me la strappò via.
"Ellie, basta così" Mi disse, serio.
"Eddai.. Ancora un sorso" Piagnucolai come una bambina. Nel frattempo partì Dig Up Her Bones in sottofondo.
"Mmm.. Adoro questa canzone! La mia preferita dei Misfits" Dissi, ad alta voce. Poi mi avvicinai a Brian.
"E sai una cosa? Mi fa eccitare" Presi a baciargli e a mordergli il collo. Salii sulle guance e mi avvicinai sempre di più verso le labbra. Riuscii a rubargli un bacio, ma poi lui mi allontanò.
"No, Ellie" Non mi arresi. Mi riattaccai alla sua guancia.
"Eddai, non fare così" Disse, mentre cercava di mantenere il controllo. Gli misi le mani nei capelli e ritornai sulle sue labbra e riuscii a dargli un altro bacio, stavolta uno vero. All'inizio non oppose resistenza, ma ad un tratto scosse la testa e levò le mie mani dalla sua faccia.
"Mi piace il tuo sapore al Lambrusco"
"Ellie, hai bevuto troppo" Mi girai verso la comitiva di prima e notai che la ragazza della foto ci guardava. Le sorrisi e le mostrai il dito medio.
"Ma cosa fai?!" Mi prese la mano ed io scoppiai a ridere senza motivo.
"Se lo meritava quell'oca puttana" Gli dissi tra una risata e l'altra.
"Shh!" Mi zittì.
"Voglio del Lambrusco!" Feci, capricciosa. Matt mi offrì il suo.
"Ma sei matto? L'hai visto come sta?" Lo rimproverò il chitarrista, allontanando la bottiglia.
"La riportiamo in albergo?" Gli chiese Matt.
"Forse è meglio.."
"Cosa?! Voi non mi portate da nessuna parte! Sto benissimo, mai stata meglio" Dopo l'ultima affermazione, però, mi partì il tipico singhiozzo da sbornia.
"Ragazzi, vado a pagare e ce ne andiamo" Disse Johnny alzandosi. Noi facemmo lo stesso e cominciammo ad avviarci verso l'uscita. Per poco non finii con la faccia spalmata sull'asfalto dato che non avevo visto il gradino di ingresso. Brian era lì a tenermi. Da sola non ne ero capace. Jimmy lo aiutò.
"Ah questa sarà una delle serate più fighe della mia vita!"
"La tua serata finirà tra qualche minuto, signorina" Mi disse Jimmy.
"Questo lo dici tu" Gli risposi. Non mi badò. Johnny uscì dopo qualche minuto. Aveva il suo Tequila ancora in mano. Provai a prenderglielo.
"Non ti permettere!" Mi disse, allontanando la bottiglia. Tornammo all'albergo.
"Ok, la porto su e poi torno qua. Non si regge e potrebbe combinare guai"
"Basta che i guai non li combini tu, Haner" Gli disse Matt. Brian prese le chiavi alla reception e mi accompagnò in camera. Mi fece sedere sul letto e fece per andarsene senza dire nulla.
"Aspetta! Rimani qui" Gli dissi tirandogli la giacca e portando il suo viso a due centimetri dal mio. Provai a baciarlo, ma lui si oppose.
"No, Ellie."
"Perchè no?"
"Perchè potrei.. Ho paura. Devo andare" Disse sospirando e cominciò ad andare. Quando fu sull'uscio mi alzai, ma incapace di reggermi finii sopra di lui che mi prese tra le sue braccia.
"Ellie, non stai bene" Mi prese in braccio e mi portò nuovamente al letto. Stavolta, però, mi fece stendere.
"Mi prometti che non ti muovi da qui e che dormirai?"
"Va bene, ma solo perchè sei tu a chiedermelo" Si avviò di nuovo verso la porta.
"Aspetta" Si voltò.
"Hmm?"
"Mi dai il bacino della buonanotte?" Piagnucolai ancora. Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.
"Al diavolo!" Esclamai e lo baciai sulle labbra. Non si oppose. Stavolta fu lui ad approfondire infilando la lingua nella mia bocca. Dopo qualche attimo si staccò.
"Come ho già detto, adoro il tuo sapore"
"Dormi bene, piccola. Riprenditi. E ricordati che domani alle 9 dobbiamo stare già all'aeroporto" Caricò la mia sveglia e se ne andò. Dopo qualche minuto crollai nel mondo dei sogni. 

Fine capitolo uno.

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


Capitolo due.
 
Il frastuono della sveglia mi fece sussultare. Cazzo! Che mal di testa! Fu la prima cosa che pensai. Ma che cazzo è successo ieri? Dio, mi sento esplodere il cervello! Che ore sono?! Guardai la sveglia: le 7:00. C'era un biglietto accanto. 
 
"Ci vediamo alle 8:30 nella hall. 
-Syn."
 
Fanculo! Potevi farmi dormire un'oretta in più! Cominciai ad avere dei flash della serata. Mmm. La fine del concerto, i ragazzi, il pub, la stronza della foto e l'assenzio.. L'assenzio! Porca puttana, mi sono ubriacata! Che cazzo ho combinato! Cazzo, non me ne va una giusta! Cominciai a rovistare tra i cassetti cercando qualcosa per il mal di testa. "Non c'è mai un cazzo qui!" Urlai sbattendo l'ultimo cassetto. Decisi che era meglio distrarmi, così andai in bagno e mi guardai allo specchio. Trucco colato e capelli in disordine. "Dio, che pena!" Mi dissi, cominciando a spogliarmi per fare una doccia. Quando finii di prepararmi ringraziai il cielo di aver fatto le valigie due giorni prima. La doccia non aveva che peggiorato la mia situazione. Mi presi le tempie tra le mani e cominciai a massaggiarle. Mi vestii, presi le valigie e scesi nella hall. Mi buttai sul divano. Di fronte a me avevo un orologio che segnava le 7:45. Cominciai a fissare il vuoto cercando di ricordare cosa fosse successo dopo aver bevuto. Allora l'assenzio e poi l'alcool.. Alcool a tutto spiano. Poi ancora Dig Up Her Bones e Brian.. Oh merda! Dio, che testa di cazzo! Che ho combinato! I miei pensieri furono interrotti dalla porta dell'albergo che si apriva e lasciava entrare quattro ragazzi. Riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti, ma capii che erano loro, sebbene mancasse lui. Jimmy si avvicinò.
"Ehy, ti senti meglio?"
"Per niente. Ho un mal di testa terribile. Dio, odio il doposbornia!"
"Jimmy, muoviti, dobbiamo prepararci" Lo chiamò Zacky.
"Sì, arrivo. Tu aspettaci qua e prenditi cura di te. Ti porto un'aspirina"
"Grazie" Mi diede un bacio sulla fronte e andò. Brian entrò qualche minuto più tardi. Prese la chiave alla reception dopo di che il suo sguardo cadde su di me che mi tenevo la testa tra le mani sulle ginocchia. Mi salutò con la mano, mortificato. Ricambiai e salì in camera sua. Verso le 8:15 Jimmy tornò giù con la sua valigia, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere e un'aspirina. Presi la compressa.
"Jimmy, sei la mia salvezza"
"Ora hai solo bisogno di riposo" Si sedette accanto a me e mi appoggiai alla sua spalla. Lui mi abbracciò. Sentivo già il mal di testa andare via. Con Jimmy stavo bene, dimenticavo ogni cosa e tra le sue braccia mi sentivo protetta e al sicuro. Lo amavo, ma non in quel senso. Lo amavo come si ama un fratello. Che altro? Brian, Brian, Brian. L'uscita dal pub, il ritorno in albergo, in camera, la sua buonanotte, il suo bacio. Venni scossa da un brivido. Mi soffermai su quel piacevole ricordo e sorrisi lievemente, senza accorgermene.
"A cosa pensi?" Mi chese Jimmy, sorridendo a sua volta.
"Nulla. Oggi mi sento felice" Mi diede un bacio sulla guancia. In quel momento arrivò il resto del gruppo.
"Ragazzi, i due taxi sono già fuori. Meglio andare" L'albergo era già stato pagato, per cui prendemmo le valigie ed uscimmo. Come previsto, ad aspettarci c'erano due taxi. Mi infilai in uno con Jimmy. C'era ancora un posto libero. Vidi Brian che si dirigeva verso il nostro taxi, ma appena incrociò il mio sguardo cambiò direzione. Al posto suo venne Zacky. Arrivammo all'aeroporto e facemmo colazione in un bar. Subito dopo salimmo sull'aereo e cominciammo a prendere posto in prima classe. Matt si sedette accanto a Johnny, Zacky con Brian, uno dalla parte del finestrino e l'altro dalla parte più interna, mentre io restai con Jimmy, anch'egli dalla parte del finestrino. Spesso, molto spesso guardavo verso Haner, ma continuava ad ignorarmi. O meglio, ad evitarmi.  Non capivo questo suo comportamento. La mia felicità andò a farsi fottere.
"Jimmy, devo parlare con Brian. Ti dispiace se vado a sedermi con lui?"
"L'hai chiamato Brian? La cosa dev'essere seria.. Va' pure, stai tranquilla" Mi diressi verso di loro.
"Scusa, Zacky, potresti farmi sedere qui? Sia io che Jimmy soffriamo di mal d'aereo e vogliamo stare vicino al finestrino. Ti dispiace?" Fu la più banale scusa che trovai, nonchè la prima che mi era venuta in mente. Tuttavia funzionò.
"Figurati, stai tranquilla" Mi sorrise e mi lasciò il posto. Guardai un attimo fuori, dopo di che spostai lo sguardo sul chitarrista. Lui continuava a guardare dritto di fronte a sè.
"Hai intenzione di ignorarmi per tutto il viaggio?"
"Cosa?"
"È da stamattina che mi eviti. Lo so, ieri ho sbagliato e ti chiedo scusa, ma ignorarmi mi sembra una reazione esagerata"
"Guarda che non hai nulla di cui scusarti"
"Ti ho già detto che mi dispiace, non mi sembra il caso di.. Come hai detto, scusa?"
"Non devi scusarti. Anzi, sono io quello che dovrebbe farlo. Sono stato un coglione ieri sera. Non dovevo farti bere così tanto. E poi i ragazzi mi hanno già fatto due ramanzine, sia ieri che stamattina, soprattutto Jimmy. Non ne avrei sopportato un'altra. Mi sentivo già in colpa di mio" Aveva lo sguardo basso. Era dispiaciuto sul serio. Mi fece tenerezza.
"Oh.. Figurati, non è niente.. Scusami se te lo chiedo, ma perchè avevi paura quando ti ho chiesto di rimanere con me? Spero di aver ricordato bene e di aver risparmiato una figura di merda" Scoppiò a ridere.
"Tranquilla, ricordi benissimo. Comunque.. Avevo paura di non controllarmi, di non rispondere delle mie azioni, non so se hai capito.." Arrossì e lo stesso feci anche io. Ci guardammo negli occhi per qualche interminabile secondo. Uno Spegnete i telefoni cellulari dell'hostess ci fece tornare sulla Terra. Presi il mio cellulare.
"Un messaggio non letto.. Paul? Che cazzo vuole?"
"Chi è Paul?"
"Uno stronzo.."
"Un tuo ex?"
"Esatto"
"Che dice?"
"Ciao piccola. So che oggi torni qui ad Huntington Beach e mi piacerebbe rivederti. Mi manchi tanto. Un bacio."
"Hai intenzione di accettare?"
"Cosa? Neanche per sogno!" Schiacciai con rabbia il tasto per spegnere il mio Blackberry.
"Arrabbiata tanto, eh? Cosa ha fatto?"
"Siamo stati insieme per un anno. E per metà di questo mi ha tradita con quella che consideravo la mia migliore amica. Ci sono stata da cani. E ora, dopo un anno e mezzo decide di tornare. Stronzo"
"Stronzo sì! Ma tu e lui avete mai.. Beh.. Hai capito"
"Cosa? Scopato? No. O almeno per lui sì. Per me è stato fare l'amore"
"Lo amavi tanto?" Annuii, abbassando lo sguardo.
"E lo pensi ancora?"
"Assolutamente no. Semplicemente, stavo meglio quando non si faceva sentire. Evidentemente quella puttana di Tiffany l'ha mollato"
"E ora se ne torna strisciando. Tipico"
"Già. Patetico"
"Comunque non sprecare i tuoi nervi per lui, non ne vale la pena, credimi"
"Esperienza personale?"
"Più o meno. La mia ultima ragazza prima di Michelle stava con me solo per i soldi. E mentre stavamo insieme faceva la gatta morta con gli altri della band e non solo. Le ho dato tutto me stesso, oltre ai tre quarti della mia carta di credito. Mi domando come faccia una persona a fingere per due anni.."
"Come è finita?"
"L'ho sentita parlare al telefono con una sua amica mentre si sventolava la carta sotto il naso. 'Brian? Oh, è di una comodità pazzesca stare con lui. Ora non ho più nemmeno bisogno di chiedergli la carta. Può essere idiota quanto vuoi, ma almeno è utile' Prova solo ad immaginare come mi sia sentito. L'ho cacciata fuori all'istante, naturalmente dopo essermi ripreso la carta di credito"
"Come ci sei stato?"
"All'inizio non provavo che rabbia. Quella sera non ho fatto altro che bere e bruciare vecchie foto. Tuttavia, sono stato male per una settimana. Poi mi sono ripreso grazie ai ragazzi e alla musica"
"E con Michelle invece?"
"Beh, con lei non funzionava più da un po' di settimane. Non andavamo più d'accordo, poi eravamo sempre troppo impegnati a causa del lavoro. Ed ogni volta che volevo passare un po' di tempo con lei mi diceva che era stanca. Alla fine abbiamo deciso insieme di farla finita. Pensa un po': lei se n'è già trovato un altro. Ma sinceramente non me ne importa più di tanto. Avevo dei dubbi su quello che provavo per lei da molto tempo prima della separazione. Chiuderla lì è stata la cosa migliore"
"E non hai più avuto nessuna relazione?"
"Solo storielle.. Un po' perchè faccio fatica a fidarmi, un po' perchè non ho ancora incontrato una persona che mi faccia cambiare idea. E tu?"
"Idem, storielle. Stessi motivi" Parlando non ci eravamo accorti che l'aereo era già partito. Durante il viaggio continuammo a parlare di noi e delle nostre vite. Dormimmo anche per un paio d'ore. Atterrammo dopo circa sei ore arrivammo all'aeroporto di Long Beach. Lì ci aspettavano altri due taxi che ci portarono ad Huntington Beach nel giro di 25 minuti. I taxi ci lasciarono in pieno centro.
"Credo che andrò a farmi una bella dormita" Dissi, stiracchiandomi.
"Già, anche noi. Stasera sei dei nostri?" Mi chiese Matt.
"E me lo chiedi? Fammi sapere l'orario"
"Contaci" Cominciarono ad andare. Dopo qualche secondo fui affiancata da Brian.
"Vuoi che ti accompagni?"
"Va bene" Gli sorrisi.
"È bello tornare a casa dopo tutto questo lavoro"
"A chi lo dici! Può essere divertente quanto vuoi, ma suonare e sembrare figo allo stesso tempo è parecchio faticoso" Scoppiai a ridere.
"Tu non hai bisogno di sembrare figo. O sbaglio?"
"E questo è pure vero" Mi mise un braccio sulla spalla. Continuammo a camminare fino a casa mia, parlando del più e del meno. Quella giornata stava tornando perfetta.
"Beh, siamo arrivati. Grazie per avermi accompagnata"
"Figurati, è stato un piacere" Eravamo uno di fronte all'altra, vicinissimi. Il silenzio era molto imbarazzante.
"Quindi.. Ci vediamo stasera?" Mi chiese.
"Certo" Gli sorrisi. Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Entrai in casa e mi buttai a terra appena chiusi la porta.
"Dio, quant'è adorabile!" Urlai. "Ellie, non fartelo piacere troppo" Mi dicevo, scuotendo la testa. Andai di sopra a buttarmi sul letto. Tornando sul mio materasso provai una sensazione incredibilmente piacevole. Dalla finestra entrava una fresca brezza unita al dolce calore del sole. Ad Huntington Beach l'aria profumava sempre di mare. Mi sentivo bene. Ero a casa, finalmente. 

Fine capitolo due.

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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.

Avevo gli occhi aperti, ma non riuscivo a vedere quasi nulla. Era tutto così annebbiato. Brian era accanto a me. Potevo sentire il suo profumo vicinissimo. Quando la mia vista tornò limpida riuscii a capire che ero tra le sue braccia, appoggiata al suo petto. Mi accarezzava dolcemente i capelli. Non badai minimamente al fatto che eravamo entrambi in biancheria intima. Non avevo neanche freddo; lui era lì a riscaldarmi. 
"Dimmi che mi desideri" Mi sussurrò all'orecchio.
"Ti desidero, più di qualsiasi altra cosa al mondo" Gli risposi voltandomi verso il suo sguardo per guardarlo negli occhi. 
"Non basta!" Rispose, quasi irritato.
"Ti amo Brian. Ti amo, ti voglio con me. Ho bisogno di te" Sembrava che lo stessi supplicando. Mi guardava intenerito. Quanto era bello! Il suo volto era a pochi centimetri dal mio, e pian piano la distanza stava diminuendo. Le sue labbra sfiorarono le mie..
 
Le forti note di I won't see you tonight pt. 2 e le vibrazioni che partivano dal mio cellulare mi fecero spalancare gli occhi. 
"Dio, proprio sul più bello!" Urlai, prima di rispondere. 
"Pronto?" 
"Ehy tesoro" Era Jimmy. 
"Ehy, dimmi" Sorrisi. 
"Stasera vengo a prenderti alle 20:30 e poi raggiungiamo gli altri"
"Ah, bene. Dove andremo di bello? Insomma non so come vestirmi" 
"Credo in una pizzeria e poi un po' in giro. E comunque guarda che sei perfetta in ogni caso" Quanto riusciva ad essere dolce quel ragazzo. 
"Jimmy, ti adoro! Ora scusami, ma devo sistemare delle cose. Ci vediamo stasera! Un bacio"
"A stasera, piccola" Riattaccai. Erano le 17:30. Mi misi a disfare le valigie e a sistemare l'armadio. Diedi anche una lavata ai pavimenti. Al resto avrei pensato il giorno dopo. Mi feci una doccia dopo di che mi vestii: indossai un paio di shorts jeans corti, molto corti, una canotta nera con il logo dei Misfits, una camicia a quadri bianca e nera da sopra ed il solito paio di Converse All Stars. Feci scivolare i lunghi capelli sulle spalle e dietro la schiena. Jimmy arrivò puntualissimo. Appena aprii la porta mi guardò stupito. 
"Dio, Ellie! Sei uno schianto!" 
"Anche tu non sei da meno!" Gli feci l'occhiolino e mi sorrise. 
"Andiamo, gli altri ci aspettano sotto casa di Haner" Annuii e lo seguii alla sua macchina. Arrivammo sotto casa di Brian dopo un quarto d'ora. 
"Però! Ellie, fatti vedere!" Il chitarrista allargò le braccia e mi fece fare un giro su me stessa. 
"Quegli shorts ti stanno da dio! Ti fanno un gran bel.." Zacky gli diede una pacca dietro la nuca. 
"..Fisico. Ragazzi, potrei rubarla e tenermela in casa per una notte? O forse due.." Disse, continuando a guardarmi dalla testa ai piedi. Anche tre notti, se vuoi! Avrei voluto rispondergli. 
"Non fare il coglione" Lo rimproverò Jimmy. Ci incamminammo verso una pizzeria lì vicino. "Papa Joe's Pizza", un locale piccolo, ma accogliente. Con quei cinque ragazzi avevo quasi sempre il sorriso sulle labbra, sorriso che mi si spense quando entrai nel locale, o meglio quando vidi chi c'era dentro la pizzeria. Seduto a guardare il suo riflesso in una forchetta c'era Paul, con i suoi capelli a spina e con quel suo sorriso da playboy stampato in faccia. 
"Ellie, cosa c'è?" Mi chiese Brian. 
"Niente" Gli risposi, ringhiando e continuando a guardare il Signor Me la tiro a fare schifo. Il signorino era con la sua comitiva, nonchè mia vecchia compagnìa. C'era anche Tiffany. Quando smise di ammirarsi spostò lo sguardo su di me. Spalancò gli occhi. 
"Ellie, tesoro!" Urlò, alzandosi dal tavolo e salutandomi con la mano. Ricambiai, con un sorriso falsissimo. Io ed i ragazzi eravamo sull'uscio. 
"È lui?" Mi chiese Brian all'orecchio. Annuii. Paul si avvicinò a noi. 
"Ehy piccola potevi anche rispondere al messaggio"
"Scusami, sai il viaggio mi ha stressata parecchio ed ho avuto molto da fare" Mi diede un buffetto sulla guancia. 
"Ellie, andiamo a cercarci un tavolo" Disse Brian, cercando di tirarmi fuori da quell'imbarazzante quanto irritante situazione. 
"Venite a sedervi con noi"
"Non credo che i ragazzi.."
"È una magnifica idea!" Mi interruppe Haner. Lo guardai incerta, ma mi convinse con un occhiolino. Mi prese per mano. Quel contatto mi vece rabbrividire ed arrossire. Andammo a sederci al tavolo con loro e li presentai ai ragazzi. Brian mi fece segno di sedermi accanto a lui. Non appena presi posto, mi tirò a sè e mi strinse al suo petto. 
"Ma cosa..?" Gli sussurrai. 
"Tranquilla, ci penso io. Tu stai al gioco" L'idea di stare incollata a Brian mi piaceva e non poco. Cominciò a baciarmi la guancia. Con le mani invece scese fino ad arrivare alle mie coscie. Cominciò ad accarezzarle. Mi stava facendo impazzire. 
"Non esagerare, però.."
"Ehy, se avessi intenzione di stuprarti di certo non lo farei qui davanti a tutti" Veramente sono io che sto per stuprare te Pensai. Paul continuava a fissarci irritato. 
"Ellie, dormi da me stasera?" Mi chiese Brian, cercando di farsi sentire. 
"Certo, tesoro" Gli risposi nello stesso modo, dandogli un bacio sulla guancia e tenendo il mio viso a due centimetri dal suo. Paul si alzò dal tavolo e si diresse verso la cassa. Quando tornò, disse due parole alla sua comitiva.
"Ragazzi, ci siamo appena ricordati di una festa a cui dobbiamo andare. Ci sarebbe piaciuto restare in vostra compagnia. È stato un piacere" Disse poi a noi. Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia 
"Spero di rivederti" Subito dopo Brian me ne diede uno sulle labbra. Rimasi stupita, ma cercai di non darlo a vedere. Mi limitai ad un "Ciao Paul" e ad un cenno con la mano. Uscì dal locale irritato. Non appena la porta si chiuse io e Brian scoppiammo a ridere. Mi rialzai e mi sedetti compostamente. Avrei voluto che Paul fosse rimasto un'oretta in più, giusto per stare ancora un po' tra le braccia di Brian. Sentii vibrare il cellulare. Era Paul. 
"Ehy piccola (:
Eri bellissima stasera. 
Sai, rivederti mi ha fatto un certo effetto. Che ne dici se ricominciassimo a frequentarci? 
Spero di recuperare il rapporto che avevamo prima. 
Se vuoi possiamo vederci domani pomeriggio, magari a prendere un caffè.. DA SOLI.
Fammi sapere. Un bacio."
"Rosicone" Disse Brian che aveva allungato lo sguardo sul mio cellulare. 
"Dovresti andarci"
"Cosa? Stai scherzando, vero?"
"No. Vacci, da sola. Vedrai che incontrerai per puro caso una certa persona" Capii e scoppiai a ridere.
"Certo che sei un bastardo!" 
"Lo so" Sorrise, orgoglioso. Ordinammo sei pizze e qualche birra. La sera passò veloce tra una chiacchierata ed una risata. Quando uscimmo dalla pizzeria era già buio e fresco. I ragazzi avevano preso altre due casse di birra. 
"Andiamo in spiaggia!" Proposi. Acconsentirono. Corsi verso la spiaggia e quando fui di fronte al mare mi tolsi le scarpe e affondai i piedi nella sabbia ormai fresca. Il vento mi accarezzava dolcemente i capelli. Socchiusi gli occhi e mi abbandonai al benessere. Quel momento fu interrotto da Jimmy. 
"Signorina Young, che ne dice di un bel giro sulla Sullivan Airplanes?" Mi prese in braccio e cominciai ad urlare quando vidi che si avvicinava all'acqua. Quando il livello del mare gli arrivò alle ginocchia mi guardò con fare cospiratore e con un sorrisetto diabolico. Capii. 
"No, no! Non ti permettere! Sullivan, provaci e ti ammazzo!" Fece le spallucce. 
"Correrò il rischio" Mi lasciò andare e mi fece cadere nell'acqua. Mi rialzai, ancora un po' stordita. 
"Jimmy!!" Urlai per poi cominciare a rincorrerlo. In acqua non riusciva ad essere molto veloce e le risate gli ostacolavano la corsa. Lo afferrai e a fatica riuscii a farlo cadere in acqua. 
"Vendetta!" Urlai per poi buttarmi su di lui. Continuava a ridere ed io lo seguii a ruota. Sembravamo due bambini. 
"Crescete" Ci urlò scherzosamente Brian dalla spiaggia. 
"Ehy Gates!" Gi mostrai il dito medio. Jimmy fece lo stesso. Tornai a riva da Brian. I vestiti bagnati aderivano alla mia pelle. 
"Wow, la bambina è già cresciuta" Disse, guardandomi intensamente. Mi mise le mani sui fianchi. Portai il mio viso a pochi centimetri e le mie mani sulle sue guance. Poi le feci scendere sul colletto a V della maglietta. Lo afferrai e lo trascinai in acqua. 
"Così impari!" Jimmy si avvicinò e mi diede il cinque, dopo di che tornò sulla spiaggia.
"Bastarda!" Urlò Brian, rialzandosi. 
"Lo so" Sorrisi, citandolo. Mi prese per i fianchi e mi trascinò all'acqua più alta. Quando si fermò prese e guardarmi negli occhi. Ellie, non far cadere il tuo sguardo su quelle labbra! Mi dicevo. Se solo le avessi guardate il desiderio sarebbe stato troppo forte. Lo abbracciai. Sentivo il suo respiro sul mio collo. Iniziò a baciarlo delicatamente. 
"Ehy, così ci fottono tutte le birre" 
"Porca puttana! Sbrighiamoci!" Uscimmo velocemente dall'acqua e prendemmo una bottiglia di Heineken ciascuno. Brian si accese una sigaretta. 
"Haner, dammene una" Me ne offrì una senza obiettare. 
"Brian, mollane due anche a noi" Dissero Matt e Jimmy. Sbuffò e acconsentì. 
"Ehy, Haner!" Zacky e Johnny fecero un gesto con la mano e scroccarono anche loro. 
"Cazzo, mi avete finito un pacchetto! Domani fate una colletta e me le comprate!"
"Contaci" Gli rispondemmo all'unisono. Cominciai a sentire un po' di freddo. Jimmy mi diede la giacca in pelle che si era tolto prima di buttarmi in acqua. Levai la camicia bagnata e misi la sua giacca. Aveva addosso il suo profumo e mi faceva sentire protetta. Eravamo seduti sulla spiaggia a guardare il cielo e a parlare del più e del meno. Brian si alzò e venne a sedersi di fronte a me. 
"Ehy, signorino, non sei trasparente" Non mi rispose e si sdraiò, poggiando la testa sulle mie gambe. Un flashback mi ricordò dell'ultimo concerto. 
"Quindi stasera dormi da me" Non era una domanda. 
"Per quanto mi piacerebbe, non posso. Domani devo mettere a posto casa. Se vuoi faccio un passo quando finisco" Ma quanto ero stupida! La casa poteva aspettare, ma Brian avrebbe fatto lo stesso? 
"Certo, mi farebbe piacere" A quanto pare sì.
"Sapete se c'è un Supermarket aperto a quest'ora?" Chiesi agli altri. 
"Quello in fondo alla strada principale.. Mi è parso di averlo visto ancora aperto, ma devi muoverti" Mi rispose Johnny.
"Perfetto!" Mi alzai. 
"Hai intenzione di andarci da sola?" Mi chiese Jimmy. 
"Vuoi che ti accompagni?"
"Sì, forse è meglio" Erano le 22:30, dopotutto. Per fortuna riuscii ad arrivare in tempo. Tornammo dai ragazzi con due pacchi di marshmallows. 
"Quelli sono.. Oh, ora sì che si ragiona!" Disse Brian piombandomi davanti per aiutarmi ad aprirne un pacco. Johnny e Zacky si procurarono della legna, quel poco che bastava per illuminare e arrostire i marshmallows. 
"'Orca 'roia 'uanto scotta!" Urlò Brian. Scoppiammo a ridere. 
"Ellie, in questo momento parlo a nome della band" Matt prese la parola. 
"Sai, è da un po' che ci pensiamo su e insieme abbiamo deciso di chiederti di diventare la nostra scenografa ufficiale. Non abbiamo bisogno di nessun altro che non sia tu" A sentire quelle parole mi si riempì il cuore di gioia. Amavo il mio lavoro e l'avrei amato ancora di più se l'avessi fatto costantemente con i miei migliori amici. Non sapevo da dove cominciare con i ringraziamenti. 
"Ragazzi, non so cosa dire, davvero. Grazie, per me è solo un piacere lavorare con voi, non ho parole" Ed era vero, non riuscivo a trovare le parole per descrivere la mia felicità. Li abbracciai uno ad uno. 
"L'unico problema è che tra un po' di tempo dovrei partire qualche giorno per la realizzazione di un video e quella di un concerto. Appena finirò quel lavoro, sarò tutta vostra!" 
"Tranquilla, prenditi tutto il tempo che vuoi!" Mi sorrise Matt. Prese una birra e la portò in alto. 
"Brindiamo a Ellie"
"No, brindiamo a Ellie, Matt, Jimmy, Brian, Zacky e Johnny" Gli risposi, sorridendo. Portammo in alto le nostre bottiglie e brindammo. Brian riprese posizione sulle mie gambe e cominciai ad accarezzargli i capelli. Aveva un'espressione tranquilla e rilassata. 
"Tesoro, non ti addormentare sulle mie gambe" Gli sussurrai all'orecchio e gli diedi un delicato bacio. 
"Tranquilla, non c'è pericolo" Mi prese una mano e la intrecciò con la sua. Passammo il resto della serata in spiaggia. Ce ne andammo verso le 2:00. Mi riaccompagnarono a casa tutti e cinque. 
"Ragazzi, è stata una serata stupenda. Vi ringrazio" Dissi loro, li abbracciai, dopo di che rientrai in casa. Il tempo di mettermi una T-shirt ed ero già nel letto a dormire. 
 
*** 
 
Riaprii gli occhi. Il sole, capriccioso, cercava di filtrare dai buchi della tapparella. La aprii e venni inondata dal calore mattutino di Huntington. Respirai l'aria fresca. Mi ero alzata di buon umore. Guardai l'orologio: le 10:00. Ottimo orario. Feci colazione con un po' di latte e biscotti, dopo di che mi misi al lavoro. Ripulii ogni stanza, dalla prima all'ultima. Mentre pulivo in cima alla libreria, il suono del telefono mi fece sussultare e mi fece cadere, assieme a tutti i libri dell'ultimo scaffale. 
"Pronto?"
"Buongiorno Ellie" 
"Oh Syn, dimmi pure"
"A che ora devo passare oggi pomeriggio per darvi filo da torcere?"
"Di cosa stai parl.. Oh merda! Me n'ero completamente dimenticata! Ora ne parlo con lui e poi ti invio un messaggio, d'accordo?" 
"Come vuoi, piccola! A più tardi"
"Ciao!" Riattaccai. Feci per andare in cucina, ma inciampai in un libro. 
"Ma porca vacca! Ce l'avete con me oggi?!" Raccolsi il libro che aveva tentato di uccidermi. Era un po' impolverato, ma lo riconobbi comunque. Un vecchio album fotografico. Lì c'era immortalata tutta la mia vita. Mi accomodai sul divano e iniziai a sfogliarlo. La prima era una foto con mia madre quando ero ancora un fagotto. Sorrisi. Sfogliai le pagine e trovai di tutto. Una foto del mio quarto compleanno mi colpì. Quella bastava per far capire in che famiglia vivevo: c'ero io, seduta sul divano accanto a mio padre. Lui maneggiava dei fogli, io scartavo un regalo che si era rivelato un libro, di mia madre. Era così che ero cresciuta, con mio padre sempre occupato a lavorare e mia madre che aveva già deciso il mio futuro. Credo che l'unica cosa che mi abbia convinta ad andare avanti e a fare di testa mia sia stata la passione per l'arte, poi mutatasi in passione per la scenografia e per la scenotecnica. 
 
Flashback.
 
"Mamma, smettila! Ho 19 anni, posso decidere da sola e me la so cavare. Non verrò con voi a vivere a Seattle!" Urlai. 
"Ellie, tu ora fai le valigie e vieni con noi! Non voglio sentire storie! Ti abbiamo già iscritto all'Università privata"
"Mamma, lo vuoi capire che non mi interessa? Io rimango qui ad Huntington Beach, che ti piaccia o no! E andrò all'Università di Long Beach. Starete meglio senza di me, finalmente non sarò più un peso per voi!"
"Ma non pensi a noi? Non pensi a me? E a quello che dirann.."
"Tu pensi solo a quello che gli altri possano dire di te! Lasciami in pace, mamma! Sei tu che dovresti pensare a quello che voglio io. Sii meno egoista, per una volta!" 
"Cynthia, dobbiamo andare o perderemo l'aereo" Disse mio padre, indifferente, entrando sul momento. 
"Bene, vuoi rimanere qui? Fa' pure. Ma sappi che se avrai bisogno di qualcosa, soprattutto di soldi, noi non ci saremo. Goditi pure la tua vita qui" Come poteva dire una cosa simile? Che razza di madre era? Non le risposi, mi limitai a seguirla con lo sguardo mentre usciva, sbattendo la porta.
 
Fine Flashback.
 
Mi scese una lacrima ripensando a quel momento. Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta o la cazzata che avrebbe rovinato la mia vita. Ora lo so per certo. La cosa migliore da fare è inseguire i sogni prima che essi corrano troppo lontano per poterli raggiungere. Continuai a sfogliare. Arrivai alla foto della mia laurea. Quel giorno non ero sola, con me c'era stata Melanie, una ragazza di San Francisco che avevo conosciuto all'Università. Eravamo subito diventate amiche. Non la sentivo da un paio di mesi. Qualche pagina dopo c'era la foto con il mio primo attestato dei corsi di scenografia. Avevo un sorriso a trentadue denti. Sfogliai velocemente le pagine con le foto insieme a Paul e alla vecchia comitiva ed arrivai alle mie preferite, quelle con i ragazzi. Ad una di esse avevo dedicato una pagina intera, ricca di scritte e dediche. Era una foto con Jimmy, Brian e me al centro, tutti e tre con un boccale di Guinness in mano, tutti e tre sorridenti, felici. Era la mia preferita in assoluto, con i due ragazzi più importanti della mia vita: da una parte il ragazzo di cui ero cotta, dall'altra il mio migliore amico. Continuai a sfogliare le pagine, lentamente stavolta. Mi ritrovai davanti ad una foto mia e di Brian: io, sorridente con lo sguardo basso, e lui che mi baciava il collo. Non me la ricordavo. La staccai dalla pagina per guardarla meglio e mi accorsi che dietro vi era una scritta:
 
Ti voglio bene, piccola.
-Brian.
 
Mi ricordai che dovevo andare da lui. Diedi un'ultima eterna occhiata a quella foto. La riattaccai nell'album e andai a finire le faccende.

Fine capitolo tre.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro. ***


Capitolo quattro.
 
Verso le 11:45 ero pronta per uscire. Un'ultima occhiata alla casa e mi ricordai di aver lasciato l'album per terra. Lo presi e lo infilai in borsa. Non so perchè lo feci, ma portare la mia vita nella mia borsa mi rassicurava. Misi le cuffie dell'Ipod e mi diressi a casa di Haner. Quandò mi aprì la porta mi ritrovai di fronte un Brian con i capelli arruffati, un pantalone di tuta e a petto nudo. Era terribilmente sexy e buffo allo stesso tempo. Mi diede un bacio sulla guancia e mi fece segno di entrare. Non era la prima volta che entravo in quella casa. Difficile credere che fosse di una star, data la sua semplicità. Fatta eccezione per una stanza. La stanza che, onestamente, adoravo di più. Sapeva che mi sarei diretta lì, per cui non fece caso a me e andò in cucina. Quando aprii la porta mi ritrovai di fronte ad una stanza enorme, con un grande impianto stereo e tutte le chitarre di Brian appese al muro. Sui lati era pieno di CD musicali e posters, tutti di grandissime band rock e metal. Presi una chitarra acustica e andai ad accomodarmi su un divano in salotto. Brian mi raggiunse qualche secondo dopo con due tazze di caffè. 
"Ma allora ti sei fissata" Mi sorrise. Presi una tazza e bevvi un sorso. 
"Sì, voglio ricordarmi come si fa. È accordata?" Mi fece le spallucce. 
"Dovrebbe" Cominciai a strimpellare qualcosa, per poi comporre una melodia, una ben precisa. 
"Take a photograph, 
It'll be the last, 
Not a dollar or a crowd could ever keep me here, 
 
I don't have a past 
I just have a chance, 
Not a family or honest plea remains to say, 
 
Rain rain go away, 
Come again another day, 
All the world is waiting for the sun.
 
Is it you I want,
Or just the notion
Of a heart to wrap around so I can find my way around
 
Safe to say from here,
Your getting closer now,
We are never sad cause we are not allowed to be
 
Rain rain go away,
Come again another day,
All the world is waiting for the sun.."
Tornai sul mio caffè. 
"Beh, direi che ricordo bene" Gli sorrisi. Annuì. 
"Forza, ora fai qualcosa tu" Gli porsi la chitarra e fu ben felice di accettare. A differenza mia, quello che strimpellava lui lo inventava sul momento ed era frutto della sua immaginazione. Sul palco con la sua Schecter si scatenava e gasava il pubblico, ma bastava dargli un'acustica in mano per ottenere un po' di dolcezza. Lo ammiravo, ammiravo la sua passione per la musica. Guardava la sua chitarra come se fosse una figlia. Fu, purtroppo, interrotto dal mio cellulare che prese a squillare. 
"Scusami" Mi alzai e mi allontanai per rispondere. 
"Si?" 
"Ellie, sono Paul. Allora che hai deciso per oggi pomeriggio?" 
"Dannazione, Paul! Me n'ero dimenticata. Facciamo così, ci vediamo alle 16 al Sertino's Coffee, ok?" 
"D'accordo" 
"Bene. Ciao" Riattaccai e tornai da Brian. 
"Allora, chi era?" 
"Paul. Alle 16:20 vieni al Sertino's?" 
"Non mancherò" Mi sorrise. 
"Che ne dici se andiamo a mangiare un boccone fuori?" Gli proposi. Annuì. Mangiammo in un fast food: pizza, patatine e birra fresca, l'ideale per noi. Con Brian il tempo non faceva altro che volare. Si fecero già le 15:00. Salutai e corsi a casa per farmi una doccia e cambiarmi. Alle 16 in punto arrivai al Sertino's Coffee e Paul era già lì ad aspettarmi, seduto ad un tavolino all'aperto. "Ehy, piccola" Mi salutò, abbracciandomi. Non adoravo particolarmente i suoi abbracci, non provavo niente tra le sue braccia. Un po' mi dispiaceva essere così fredda con lui. Ordinammo due cappuccini. Cominciò a raccontarmi di quello che aveva fatto in tutto quel tempo in cui non ci eravamo visti nè sentiti. Cercai di fingere il massimo interesse, anche se era un'ardua impresa. Dio, ma perchè ho accettato? Potevo dirgli semplicemente di uscire dalla mia vita. Uff, quando arriva Brian?! 
"Ellie, mi ascolti?" Scossi la testa. 
"Eh? Sì, certo che ti ascolto Paul"
"Bene, stavo dicendo che sono stato un idiota. Ogni tanto ripenso a noi, a quello che eravamo e devo dirti la verità: mi manchi. Mi manchi davvero tanto e stavo pensando che.." Si accorse che ero attratta da qualcosa che stava alle sue spalle. Si voltò.
"Si può sapere cosa stai guardand.. Oh, c'è Haner" Disse, irritato, voltandosi nuovamente verso di me. 
"Già.. Haner" Ripetei, continuando a guardarlo. Brian ci stava raggiungendo con la sua camminata da figone e quel suo splendido sorriso. 
"Ciao Tesoro!" Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. 
"Che ci fai qui?" 
"Facevo una passeggiata, nulla di che" 
"Ah, vuoi unirti a noi. Non ti dispiace, vero Paul?" Non gli diedi tempo di rispondere che avevo già preso una sedia e fatto accomodare Brian. Mi si avvicinò, mi prese la mano e la appoggiò sul tavolino, intrecciando le mie dita con le sue. 
"Allora, dicevi Paul?" Non riusciva a staccare lo sguardo dalle nostre mani. 
"Niente, non importa. Mi sono ricordato che ho delle faccende da sbrigare, devo andare. Ci vediamo" Lasciò sul tavolo i soldi del cappuccino e se ne andò. 
"Sbircia, ci sta guardando?" Chiesi a Brian. 
"Ogni tanto si volta, meglio prevenire" Disse e cominciò a baciarmi prima il collo, poi la guancia e infine arrivò alle labbra. Aprì le sue e fece lo stesso con le mie. Cazzo, dovevo vedere Paul più spesso! Sapevamo che si era allontanato da un pezzo, ma facemmo durare quel bacio comunque, o almeno è quello che feci io e lui non obiettò. Fummo interrotti dal cameriere che portò il conto. Pagammo e ce ne andammo. Mi riaccompagnò a casa. 
"Ellie, che ne dici se stasera andiamo a bere qualcosa insieme, io e te?" Non potevo essere più felice. 
"Certo! A stasera" 
"Passo a prenderti alle 20:00" Lo abbracciai e rientrai in casa. Decisi di chiamare Melanie. Le parlai di tutto e di più. Del tour, di Paul e di Brian. Soprattutto di Brian. 
"Ellie, sei bella cotta, eh?" 
"Cosa? No! Assolutamente.. Si capisce così tanto?"
"Altrochè, tesoro! Dovresti buttarti e dirgli quello che provi" 
"No" 
"Perchè?"
"Andiamo.. Lui è una star. Ha un fiume di donne ai suoi piedi e può farsele quando vuole. Che se ne farebbe di me?" 
"È qui che sbagli, tesoro. Non credo che tratti le altre così come tratta te" 
"Mel, non dire stronzate" 
"Non dirle tu, Ellie" Scoppiammo a ridere entrambe. Continuammo a chiacchierare per un'oretta. Melanie riattaccò perchè aveva impegni di lavoro. Quando chiusi la chiamata era troppo presto per prepararmi così tirai fuori il vecchio block notes. Presi a disegnare qualche linea, inizialmente senza senso, che poi presero man mano una forma ben precisa. Dopo mezzora mi ritrovai di fronte all'abbozzo: un uomo sotto i riflettori che suonava la sua chitarra elettrica. Sapevo già cosa avrei ottenuto. Iniziai a disegnarne i dettagli, le ombre e le sfumature. Ad opera finita lo guardai: non ero soddisfatta. Come disegno era perfetto, ma non mi dava soddisfazione. Lanciai il block notes sul divano. Non guardai nemmeno l'orologio, sbuffai e decisi di andare a prepararmi. Infilai un paio di jeans stretti e strappati ed una T-shirt degli Iron Maiden con stampata la copertina di Killers. Legai i capelli in una mezza coda e misi un filo di trucco. Brian arrivò dopo cinque minuti. 
"Figa come sempre!" 
"Mai quanto te, tesoro mio" Andammo in un pub a piedi. Bevemmo svariati bicchieri di vodka, rum e due bottiglie di birra. Cominciavamo a conoscerci meglio. Dopo il quarto bicchiere di rum guardai l'orologio. 
"Cazzo! Sono già le 22:45! Mi ero ripromessa che avrei progettato un lavoretto stasera. Syn, devo andare. Grazie per la serata!" 
"Figurati, ci vediamo allora!" 
"Ah, questi sono i soldi per quello che ho bev.." Mi interruppe. 
"Tranquilla, offro io!" 
"Sei un tesoro! Non alzare troppo il gomitino" 
"Non ti garantisco nulla" Gli diedi un bacio sulla guancia e uscii. Tornai a casa e mi misi al lavoro al computer portatile. Progettavo la scenografia per un concerto ed un video dei Bullet For My Valentine. Ci lavorai un paio d'ore, dopo di che salvai tutto e andai a dormire. Alle 3:30 fui svegliata dal mio cellulare. 
"Pronto?" 
"Ellieeeee" Urlò qualcuno dall'altra parte. Avevo troppo sonno per capire chi fosse. 
"Chi parla?" 
"Ellie, che ne dici se vengo da te e ci diamo alla pazza gioia nel tuo letto?" Stavolta riconobbi la voce. 
"Dannazione, Brian! Sei ubriaco" 
"Ora vengo lì e ti faccio vedere quanto sono ubriaco!" Aveva la voce debole. Riattaccò. Riaffondai la testa nel cuscino. Appena chiusi gli occhi sentii il campanello suonare. 
"PORCA PUTTANA!" Urlai, fregandomene dei vicini e di chi avesse suonato. La persona in questione continuava a premere ripetutamente sul campanello. Aprii la porta. 
"Che bisogno c'era di chiamarmi se eri già sotto casa mia?!" Brian mi venì addosso. Mi ci volle un miracolo per reggerlo. 
"Allora, piccola facciamo festa?" 
"Syn, hai decisamente bevuto troppo" Lo ospitai, ignorando il fatto che io ero in canotta e slip. 
"Ellieeee" Continuava a chiamarmi, con una voce lagnosa. 
"Sì, sono qui. Cosa c'è?" 
"Abbraccio" Piagnucolava. Mi ricordava me qualche sera prima. Lo abbracciai: puro masochismo dato che mi si buttò addosso a peso morto. 
"Syn, dai non riesco a reggerti" D'un tratto si rimise dritto ed afferrò il mio viso con le mani. 
"Ellie, sei così bella" 
"Questo è l'alcool che parla" Mi baciò. Infilò la lingua nella mia bocca ed iniziò ad esplorarla con vigore. Era aggressivo. Mi morse le labbra un paio di volte. Solo una stupida l'avrebbe allontanato. Ebbene, io sono una stupida. Anche se all'inizio l'avevo lasciato fare, sapevo che non era cosciente di quello che faceva. 
"Syn, te lo ripeto, hai bevuto troppo" Misi un suo braccio sulla mia spalla per aiutarlo a camminare e lo portai nella mia camera. Lo feci accomodare sul letto. Stavo per uscire dalla stanza, quando mi afferrò per i fianchi e mi fece stendere sopra di lui. 
"Allora dormiamo insieme?" Lo allontanai. 
"No, dormirò sul divano. Buonanotte e non fare danni" Uscii dalla stanza. Rimasi fuori dalla porta della mia camera per qualche minuto, in modo da assicurarmi che fosse tutto a posto. Successivamente andai nel salotto per dormire sul divano. Era molto scomodo, ma mi adattai. Lo feci per non dare fastidio a Brian. Solo per lui. 

Fine capitolo quattro.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque. ***


Capitolo cinque.
 
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai stesa tra le lenzuola del mio letto. Li spalancai quando vidi che Brian dormiva accanto a me in boxer. No, non può essere. Non posso essere così sfigata. Non posso aver passato una notte con Brian e non ricordarmela! Dev'esserci una spiegazione! Cercai di ricordare ogni minimo dettaglio della sera prima, ma l'ultima cosa che avevo visto era il tavolino di fronte al divano in salotto. Come cazzo c'ero finita sul mio letto? Con Brian poi. Cominciai ad agitarmi. Con la mia agitazione svegliai Brian, che pochi secondi prima dormiva beato come un bambino. Si mise a sedere sul letto e si grattò in testa. Prima che potesse dire qualcosa, parlai io. 
"Syn, scusami. Non so cosa sia successo stanotte e qualunque cosa sia successa ti prego di scusarmi" Dissi tutto d'un fiato. Brian mi guardò dubbioso, poi scoppiò a ridere. 
"Scusarti? Se ti stai chiedendo come sei finita qui ti ci ho portata io. Stamattina mi sono alzato presto per prendermi un bicchiere d'acqua e ti ho vista sul divano. Ti giravi e rigiravi, si vedeva che non ci dormivi bene. Mi sentivo in colpa per esserti piombato in casa e averti infastidita. Non ho voluto svegliarti" 
"Ma allora perchè sei.. Beh.." 
"Cosa? Ah, in boxer? Avevo caldo. Se la cosa ti ha infastidita puoi anche dirlo, sono io che ti chiedo scusa" 
"Ma no figurati" Dissi, arrossendo. Brian in boxer nel mio letto mi stava più che bene. 
"E comunque se avessimo passato una notte come quella che pensavi tu, fidati che non avresti dovuto per niente scusarti" Gli sorrisi. 
"Un'altra cosa: ieri sera, quando ho detto che sei bella, non era l'alcool che parlava" Mi fece l'occhiolino e arrossii. 
"Vado a preparare la colazione" Gli diedi un bacio sulla guancia e andai in cucina. Preparai del caffè e dei pancakes con dello sciroppo d'acero. Misi a tavola anche del succo d'arancia. 
"Syn, è pronto!" Urlai dalla cucina. 
"Arrivo" Mi raggiunse a petto nudo, solo con i pantaloni. L'eye-liner che prima gli aveva macchiato il contorno occhi ora era sparito. Era bellissimo anche senza trucco.
"Buongiorno!" Mi diede un bacio sulla guancia e prese posto a tavola. Feci lo stesso anch'io. 
"Ma come mai ieri sera non c'erano gli altri?" 
"Hanno deciso di passare un po' di tempo con le loro ragazze" 
"E il piccolo Haner rimane solo soletto" 
"Nah, il piccolo Haner va a divertirsi con la piccola Young, sempre che a lei vada bene" 
"Certo che le va bene!" Finì velocemente il suo pasto. 
"Tesoro, era tutto squisito. Ora devo scappare, devo aiutare i ragazzi a mettere su la base di una canzone. Scusami ancora per il fastidio che ti ho dato stanotte"
"Figurati, nessun fastidio" Lo accompagnai alla porta. 
"Allora ci vediamo stasera. Ti vengo a prendere al solito orario" Mi abbracciò per poi scappare. Doveva essere parecchio in ritardo. 
 
***
 
Passai una settimana così. La mattina facevo le faccende, il pomeriggio progettavo qualcosa e la sera uscivo con Brian. Ormai stavamo diventando inseparabili. Paul, invece, non mi aveva più richiamata da quando mi aveva vista ogni sera con lui. Doveva aver capito finalmente. In settimana avevo ricevuto anche una chiamata dall'agente dei Bullet for my Valentine che mi aveva detto che sarei partita dopo qualche giorno. 
"Senti, domani sera c'è una festa, vengono anche i ragazzi. Ti va di venire?" Mi chiese alla terza bottiglia di birra. 
"Naturalmente! Dov'è?" 
"È difficile da spiegare. Ti vengo a prendere e ce ne andiamo con la mia macchina, va bene?" 
"D'accordo. A che ora?" 
"Passo alle 21:30 da te" 
"Perfetto" Brindammo, non so a cosa, ma lo facevamo ad ogni bevuta. 
L'indomani mi svegliai presto e stranamente di ottimo umore. Sentivo che sarebbe stata una serata memorabile. Sbrigai presto le faccende, così decisi di fare un salto da Brian. Quando arrivai sotto casa sua lui stava uscendo sul momento con una delle sue chitarre in spalla. 
"Ehy Ellie! Che ci fai qui?" 
"Ero venuta a trovarti, ma se hai da fare non fa niente" Gli dissi, allegra. 
"No, figurati. Vado a registare una canzone, vuoi venire? Ci saranno anche i ragazzi" Accettai senza esitare. Andammo in studio con la sua macchina. 
"Ellie! È una settimana che non ci si vede!" Mi disse Jimmy, abbracciandomi e stringendomi. 
"Jim, sono anch'io felicissima di vederti, ma così mi soffochi" 
"Scusami" Disse ridendo e dandomi un buffetto sulla guancia. 
"Tra un mesetto devi metterti al lavoro, tesoro" Mi disse Matt. 
"Tranquillo, Sanders! Per voi questo ed altro" 
"Mmm, potrei approfittare di questo altro?" Disse Brian, maliziosamente. 
"Per ora muovi il culo e vai a registrare" 
"Per ora" Ribadì lui, per poi andare ad accomodarsi con la sua chitarra. La cosa più divertente di Brian quando registrava erano, oltre alle sue facce da idiota, le sue urla quando sbagliava qualcosa, quando gli si inceppava una corda o quando si faceva male. Quel giorno urlò una ventina di "Cazzo!", tutti dovuti a questi motivi. E mentre lui era lì ad incazzarsi, noi ce la ridevamo. Ogni tanto abbracciavo Jimmy, mi erano mancati i suoi abbracci confortanti, anche se non ne avevo avuto bisogno. Stavo bene, finalmente. Dopo un'oretta mi feci riaccompagnare a casa da Jimmy. Pranzai, dopo di che mi misi davanti al computer a lavorare. Non ce la facevo. Non facevo che pensare alla festa. Chiamai Melanie. 
"Ellie, stasera hai la tua occasione! Metti qualcosa di sexy e fai abboccare la preda!" 
"Con Metti qualcosa di sexy intendi Vestiti da puttana?" 
"Esatto. Fallo cadere ai tuoi piedi, cazzo!" Melanie sembrava addirittura più entusiasta di me. Dopo due ore e mezza di chiacchierata decisi di chiudere. 
"Mel, io chiudo" 
"Mi raccomando, fammi sapere! E scopatelo, per carità!!" Scoppiai a ridere. 
"Fosse per me lo farei anche adesso. Ci sentiamo. Un bacio" 
"In bocca al lupo, tesoro" Riattaccai. Il tempo non si decideva a passare. Mi misi a leggere un libro. Dopo un'ora di lettura presi sonno sul divano, per poi svegliarmi alle 19:30. Sarà meglio che inizi a prepararmi. Feci una doccia, dopo di che mi misi davanti al mio armadio. Inizialmente uscii fuori un jeans ed una T-shirt, poi pensai alle parole di Melanie. Metti qualcosa di sexy e fai abboccare la preda. Metti qualcosa di sexy e fai abboccare la preda. Rigettai i capi nell'armadio e ritirai fuori la vecchia minigonna in stile goth ed un corsetto bianco e nero con allacciatura sulla schiena e cerniera davanti. Misi un paio di parigine a strisce bianche e nere e le solite Converse. Lasciai i capelli sciolti e mossi, così com'erano al naturale. Un po' di matita, un po' eye-liner e un po' di lip gloss. Ero pronta. Alle 21:29 esatte mi arrivò un messaggio di Melanie. 
"Mi raccomando! Portati a letto quello gnocco! 
Non deludermi, piccola"
Risi leggendolo. 
"Tranquilla, tesoro. E quando avrò finito con lui, mi porterò a letto anche te!"
Appena inviai sentii il campanello. Presi un lungo respiro e andai ad aprire. 

Fine capitolo cinque.


-Angolo dell'autrice:

Salve! :D 
Lo so, il capitolo è brevissimo. Vi spiego il perchè: questo capitolo era inizialmente legato al successivo, ma dato che sono cattivissima ho deciso di creare un po' di suspense. u.u
Ringrazio HelixDeath, dizzyreads, GheggoBH, thecactusincident e _res_ per le recensioni e per i complimenti. Non me l'aspettavo, grazie davvero! *-*
Spero di non deludervi! :3
Al prossimo capitolo! ^^
_Death Angel

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Capitolo 7
*** Capitolo sei. ***


Capitolo sei. 
 
Mi ritrovai Brian di fronte, vestito con una camicia aperta fino al petto e le maniche arrotolate fino ai gomiti e un jeans strappato. Spalancò gli occhi, guardandomi. 
"Ellie! Se vuoi che ti violenti basta dirlo, non c'è bisogno di provocarmi fino a questo punto!" 
"E questo è solo l'inizio!" Dissi ridendo e uscendo. 
"Si preannuncia una bella serata!" Io avevo pensato la stessa cosa. Salimmo in macchina. Durante il viaggio non fiatammo, ascoltammo Appetite for Destruction dei Guns N' Roses. Ogni tanto ci eravamo lanciati qualche occhiata per poi metterci a ridere. Arrivammo alla festa dopo una mezzoretta. 
"Vieni, i ragazzi ci aspettano fuori" All'entrata c'erano gli altri membri della band con le loro ragazze. Me le presentarono. 
"Oh, finalmente posso conoscere Leana! Jimmy parla tanto di te!" Lei mi sorrise.
"Jimmy mi ha parlato molto anche di te! E sai una cosa? Ha proprio ragione! Sei adorabile!" Che ragazza dolce pensai. Stavano proprio bene insieme. 
"Bene, abbiamo fatto le presentazioni, ora possiamo entrare!" Disse Brian mettendomi una mano sul fianco e conducendomi all'entrata. All'interno l'atmosfera era quella tipica di una festa americana: luci colorate, musica a palla, gente che ballava e tavoli con alcool e cibi vari. Io e Brian ci fiondammo ai tavoli a bere. I ragazzi ci raggiunsero e chiacchierammo un po'. Ad un certo punto li perdemmo di vista. 
"Dove sono gli altri?" Urlai, la musica era davvero troppo alta. 
"Saranno andati a pomiciare da qualche parte" Fece altrettanto. Continuai a parlare con Brian. Tra una risata e l'altra scolai circa una decina bicchieri di vodka alla fragola senza accorgermene, uno dietro l'altro. Brian invece si occupò di quella liscia. 
"Ti va di andare fuori? Qui non si capisce nulla" Annuii. Mi prese per mano e andammo nel giardino sul retro. Come ogni festa che si rispetti aveva un gazebo decorato con piante e fiori vari e due panchine all'esterno. Anche lì arrivava la musica, ma almeno non avevamo bisogno di urlare. Brian si sedette su una panchina ed io presi posto accanto a lui. Mise un braccio dietro il mio collo e mi fece avvicinare, facendomi appoggiare alla sua spalla. 
"Ellie, con te sto bene. Promettimi che non te ne andrai, che non mi lascerai da solo" Lo guardai negli occhi. 
"Te lo prometto" Mi diede un bacio sulla guancia e mi strinse a sé. In sottofondo partì The Unforgiven II dei Metallica.
 
Lay beside me, tell me what they've done,
Speak the words I want to hear to make my Demons run..
 
"Voglio provare a fare una cosa" Disse, prendendomi il viso tra le mani. Lentamente avvicinò il mio viso al suo. Un bacio a fior di labbra che durò un'eternità. Sentii le sue labbra che si aprivano e le mie fecero lo stesso. Le nostre lingue cominciarono ad intrecciarsi e a giocare l'una con l'altra. Mi prese dolcemente i capelli e mi strinse ancora di più a lui. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle e il suo sapore di vodka era delizioso. Ero in paradiso. 
"No, no, no, no, no! Aspettate! Siete entrambi sobri?" La voce di Jimmy ci aveva interrotti. 
"Sì, perchè?" Rispondemmo all'unisono. 
"Ehy Baker, mi devi venti dollari!" Disse voltandosi verso i ragazzi che cominciarono ad esultare. Scoppiai a ridere. Brian mi prese il viso e mi fece voltare nuovamente verso di lui. Riprese a baciarmi e a giocare con la mia lingua. Gli morsi le labbra. 
"Hai un sapore fottutamente squisito" Gli dissi, continuando a mordergli e a leccargli il labbro inferiore. 
"Tu non sei da meno!" Quel bacio divenne sempre più appassionato. Fece scivolare le mani sulle mie gambe. Poi la fece risalire sulle coscie e sotto la gonna. Lo fermai. 
"Calma, Syn, siamo ad una festa, davanti a tutti" 
"Che ne diresti se andassimo da qualche altra parte?" Mi chiese, giocando con una ciocca dei miei capelli. Ormai avevo capito le sue intenzioni. Non sapevo cosa fare. Pensai a Melanie. Feci quello che mi aveva detto, me ne fregai e decisi di accettare l'invito di Brian. Annuii. Mi prese per mano e andammo verso la sua macchina. 
"Allora, dove andiamo?" Mi chiese. 
"Casa mia" Annuì e partimmo. Durante il tragitto mi lanciava occhiate maliziose e mi guardava mordendosi le labbra. Ormai non avevo nessun dubbio: mi desiderava. Avevo acceso un fuoco in lui e sarebbe stato possibile spegnerlo in un solo modo. E non vedevo l'ora di farlo. Era mezzanotte e la strada era semideserta. Il contachilometri arrivò a misurare i 90 km/h. 
"Hai fretta, per caso?" Non mi rispose. Si limitò a guardarmi come per dire "Non sai quanta!" e ad accelerare. Arrivammo sotto casa mia dopo poco più di un quarto d'ora. Non appena aprii la porta mi spinse dolcemente dentro e riprese a baciarmi. Senza staccarsi da me sbattè la porta. Mi prese per i fianchi e si mise sul divano, tirandomi poi per farmi sedere sopra di lui. Mi staccai dalle sue labbra controvoglia. 
"Vieni, andiamo in camera mia" Gli diedi un altro bacio, lo presi per mano e mi diressi verso la mia camera. Camminavo lentamente. Si sa, l'attesa aumenta il desiderio. Mi fece stendere sul letto e si sdraiò sopra di me. Mi baciò con foga. Mentre mi baciava aveva una mano intrecciata alla mia e l'altra che scivolava sul mio corpo, andando a finire sotto la gonna. Mi massaggiò lentamente la coscia, dopo di che iniziò a sfilarmi gli slip. Lo lascia fare, io lo desideravo quanto lui. Era più di un anno che desideravo quelle labbra, quel corpo. Ora avevo l'occasione di farlo mio. Gli sbottonai la camicia e gliela levai, poi feci lo stesso con i pantaloni. Lui abbassò la cerniera del mio corsetto e lo levò di mezzo. Si fermò un attimo a guardarmi, poi mise la testa tra il mio collo e la spalla e iniziò a baciarmi. 
"Dio, Ellie! Sei bellissima" Mi diceva tra un bacio e l'altro. Non ero in grado di rispondere, stavo impazzendo. Cosparse il mio torso di caldi e delicati baci. Mi lasciai sfuggire qualche gemito. Tornò sulla mia bocca. Prese a mordermi le labbra e a leccarle. Nel frattempo mi sfilò anche la gonna. Sentivo la sua eccitazione premere sul mio bacino. Si fermò nuovamente e mi guardò negli occhi. 
"Ellie, sei sicura?" 
"Se non lo fossi stata, non sarei arrivata fino a questo punto. Credimi, mai stata più sicura" Presi il suo viso e lo portai verso il mio. Lo baciai ancora. Nel frattempo si sfilò i boxer e mi fece divaricare le gambe. Mi penetrò dolcemente. Soffocammo un gemito tra le nostre labbra. Cominciò a spingere prima delicatamente, poi più intensamente. La stanza si era riempita dei nostri gemiti e dei nostri respiri. Raggiungemmo l'apice insieme. Uscì da me e mi si sdraiò accanto. Fece appoggiare la mia testa al suo petto e si mise a giocare con i miei capelli. Restammo in quella posizione per un tempo interminabile. Ad un certo punto mi prese il viso e mi fece voltare verso di lui. 
"Buonanotte, piccola" Mi diede un bacio sulle labbra e mi fece riappoggiare a lui. Io restai sveglia per qualche altro minuto. Mi misi a riflettere, a riflettere su quello che avevo appena fatto. Non mi pentii affatto della mia scelta. Mi sentivo felice. Mi strinsi ancora di più al suo petto. Ero sicura, lo amavo
 
***
 
Quando riaprii gli occhi ero nuda e sola nel mio letto. La luce che filtrava dalla finestra mi fece capire che era già mattino inoltrato. Le lenzuola avevano ancora il suo profumo. Il mio corpo aveva ancora il suo profumo addosso. I suoi vestiti erano ancora per terra. Li raccolsi e li misi sul letto. Mi infilai un paio di slip e misi la sua camicia. La abbottonai su due punti, giusto per coprire il seno. Andai in cucina e azionai la macchinetta del caffè. Sentii un abbraccio da dietro e delle labbra mi baciarono il collo. Era lui. 
"Buongiorno, piccola" 
"Ehy, buongiorno" Mi girai e lo baciai sulle labbra. Aveva i capelli bagnati ed era a petto nudo, con un asciugamano legato alla vita. Mi abbracciò. Decisi di seguire il primo consiglio di Melanie, di parlargli. 
"Vedi, Brian, tu mi piaci, mi piaci molto.." Gli dissi, impacciata e imbarazzata. 
"Ellie, anche tu mi piaci, è solo che.. Non so come spiegarti.." Lui non era da meno. 
"Senti, perchè non lasciamo semplicemente che le cose avvengano. Meglio non forzare nulla, d'accordo? E poi dopodomani partirò per un po' di giorni, avremo tempo di riflettere entrambi" Annuì, sorridendo. Lo baciai. Quel momento fu interrotto dal campanello. 
"Vado io" Mi disse, dirigendosi verso la porta. Mi affacciai dal muro della cucina per sbirciare. Riuscivo a vedere solo Brian. 
"Ehy, c'è Ellie? No, aspetta.. Che ci fai qui?" Era la voce di Jimmy. 
"Ho dormito qui" Gli rispose Brian. 
"E perchè sei.. nudo?" Non gli rispose, gli fece le spallucce. 
"Dannazione, Brian! Anche lei?!" 
"Restane fuori, Jim" Gli disse, restando calmo. 
"Non fare casini, Haner" Li raggiunsi. 
"Jimmy, sono qui. Dimmi pure" 
"Eccoti. Matt mi ha detto di darti questa. Contiene una canzone che abbiamo registrato ed il suo testo. Ci tiene particolarmente a questa e vuole che sia tu a fare un capolavoro con il video" Mi porse una chiavetta USB. 
"D'accordo, mi ci metterò al lavoro già da oggi" Annuì. 
"Brian, ricordati che oggi pomeriggio abbiamo le prove" 
"Tranquillo, amico" Salutò e se ne andò. 
"Vieni, ho fatto il caffè" Riempii due tazze. 
"Quindi, stasera non ci vediamo?" 
"L'hai sentito, ho da lavorare su questa canzone e altro lavoro, dato che ieri non ho fatto un cazzo" 
"Uff, va bene. Però domani sei tutta per me" 
"D'accordo" Mi baciò. 
"Vado a vestirmi"
"E io vado a farmi una doccia" Mi levai e gli restituii la sua camicia. Era dietro di me, non potevo vederlo, ma sentivo il suo sguardo inchiodato addosso. Mi abbracciò da dietro un'altra volta e mi baciò appassionatamente. Entrai in bagno, mentre lui andò in camera mia. Quando finii di lavarmi e vestirmi scesi nuovamente e trovai Brian ad aspettarmi, seduto sul divano. Mi avvicinai e lo abbracciai. 
"Ehy, questo disegno è perfetto!" Esclamò, maneggiando il mio block notes aperto all'ultimo disegno.
"Ma sei ancora qui a scassare? Comunque non mi soddisfa" Gli dissi, scherzando. 
"Ok, ora me ne vado" Disse alzandosi e facendo l'offeso. 
"Dai, scherzavo" Si mise a ridere. 
"Lo so, ma ora devo andare sul serio, ho delle cose da fare. E comunque se il disegno non ti soddisfa, ci pensa l'originale" 
"Va bene, scemo" Lo raggiunsi. Mi prese per i fianchi e mi baciò. 
"È stata una splendida serata ieri, per non parlare della nottata. Sul serio, Ellie, sei una ragazza stupenda" Mi fece arrossire. 
"Ti adoro" Mi limitai. Mi baciò ancora una volta. 
"Tu mi creerai dipendenza un giorno, Haner!" 
"Tu per me lo sei già" Un ultimo bacio e uscì. Presi il cellulare in mano e mi accorsi di un messaggio di Melanie.
"Coff coff*
C'è qualcosa che devi dirmi?"
La chiamai. 
"Stronza, ti ho inviato il messaggio tre ore fa!" 
"Ehm.. Diciamo che mi sono appena svegliata da una notte.. Come dire.. Impegnativa" 
"Non mi dire! Hai seguito i miei consigli?" 
"Naturale" 
"PARLA!" Le raccontai tutto per filo e per segno e lei ascoltò in silenzio. 
"..E poi è andato. Probabilmente ci vediamo anche domani" 
"Hai finito?" 
"Sì" 
"AAAAAAAAH! Ellie, sono così fiera di te!!" Melanie mi lacerò i timpani urlando. 
"Mel, ho capito che sei felice per me, ma non voglio diventare sorda a quest'età" 
"Ma tu cosa ne pensi? Cioè.. Alla fine cosa avete concluso?" 
"Mel, non so.. Credo che ne parleremo quando torno. Quando mi ha detto che gli piaccio sembrava sincero" 
"Mmm.. Dai piccola, sono sicura che andrà bene! Solo un idiota si lascerebbe sfuggire una figa come te!" Scoppiai a ridere. 
"Dai, Mel, si è fatto tardi. Vado a pranzare, che dopo devo mettermi al lavoro" 
"Va bene, buon appetito, tesoro, fatti sentire. Un bacio!" 
"Anche a te, Mel. Ti adoro!" Riattaccai. 
Pranzai con una bistecca e dell'insalata, dopo di che mi misi sul divano e accesi il computer portatile. Infilai la chiavetta USB. Afterlife, questo era il nome del file all'interno. La ascoltai la prima volta.Cazzo, se è bella! La ascoltai ancora. Una, due, dieci volte. Ormai mi era entrata in testa. Nella stessa testa mi passò un fiume di idee per il video: cominciai a prendere appunti sul pc ed a fare degli schizzi su un foglio. Presto i fogli diventarono due, poi tre.. Persi il conto. Rimasi su quella canzone per ben cinque ore. Quando mi resi conto del tempo trascorso non avevo ancora concluso niente.Ok, mi si sta affollando la mente. Meglio cambiare un po'. Decisi di passare a quello su cui non avevo lavorato il giorno prima. Non riuscivo a concentrarmi, la mia testa continuava a dire I don't belong here, I gotta move on dear, escape from this Afterlife 'cause this time I'm right to move on and on far away from here! Decisi di fare una pausa e di uscire a fare una passeggiata da sola. Era meglio non chiamare Brian, mi sarei distratta troppo. Decisi di andare in spiaggia. Era quasi sera, per cui la sabbia era già fresca. Mi ci sdraiai. Adoravo la sensazione di essere abbracciata dalla sabbia fresca e pulita di HB. Rimasi in spiaggia per un'oretta. Non facevo che pensare a Brian e alla notte prima. Alle sue parole, a quel "Ellie, mi piaci anche tu". Avevo paura di illudermi nuovamente. No! Non devo pensare queste cose! Brian non è un bambino, non è quel tipo di persona. Non giocherebbe mai con i sentimenti altrui. Mi rassicurai da sola. Mi rialzai, andai a comprare una bottiglia di vodka e tornai a casa. 
"Tu mi terrai compagnìa stasera! Abbiamo del lavoro da fare" Mi rivolsi alla bottiglia. Ripresi in mano il portatile e ripresi il lavoro. Dopo un paio d'ore lo finii definitivamente. Salvai e misi tutto su una chiavetta USB. Tirai un sospiro di sollievo e finii quel poco di vodka che era rimasto nella bottiglia. Misi a posto il portatile e me ne andai a letto, esausta. 

Fine capitolo sei.


 
-Angolo dell'autrice:
Salve! :D
Ok, mi sono amata per questo capitolo. xD
Volevo informarvi che probabilmente ora aggiornerò un po' più lentamente dato che non ho più i capitoli quasi pronti. >.<
Ringrazio _res_, GheggoBH, e Like walking into a dream per le recensioni e tutti quelli che stanno seguendo questa fic. 
Al prossimo capitolo. :3
_Death Angel

 

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Capitolo 8
*** Capitolo sette. ***


Capitolo sette. 

Din don.
Ma porca miseria! Chi è che scassa di prima mattina?!
Din don.
Arrenditi. Vattene.
Din don.
Argh! Odio chi suona ripetutamente il campanello di mattina! Mi alzai. Diedi un'occhiata alla sveglia: le 9:30. "CHI CAZZO È?!" Avrei voluto urlare. Decisi comunque di contenermi. Mi sciacquai la faccia ed andai ad aprire. 
"Buongiorno tesoro" Brian mi abbracciò. 
"Buongiorno scassapalle" Avrei voluto pugnalarlo. 
"Va' a vestirti che usciamo un po' "
"Veramente dovrei ancora fare le valigie e.."
"Le fai oggi pomeriggio, ti aiuto io!" Mi fece un occhiolino. Annuii e andai di sopra a lavarmi e a vestirmi. 
"Ah, mettiti il costume da bagno!" Mi urlò dal salotto. Quando fui pronta lo raggiunsi. 
"Ma dov'è che dovremmo andare di preciso?" 
"Mmm.. Prima di tutto ti porto a fare colazione, poi ci facciamo un giro, dopo ancora andiamo in spiaggia.. Insomma, godiamoci quest'ultima giornata!" Non l'avevo mai visto così allegro.
"Syn, guarda che non andrò via per sempre" 
"Sì, ma voglio comunque lasciarti un bel ricordo" Mi diede un bacio sulla guancia.
"Forza, andiamo! Non ti preoccupare per teli ed asciugamani, ho pensato a tutto io!" Mi prese per mano e mi trascinò fuori. Il sole splendeva, ma non era una giornata afosa. La solita brezza rinfrescava l'aria. Mi portò in uno dei bar migliori della città e mi offrì un cappuccino ed un cornetto. 
"Syn, davvero non ce n'è bisogno.."
"Piccola, non devi dire così! Goditi questa giornata" Mi diede un bacio a stampo. Ripensandoci, erano un bel po' di ore che non lo baciavo. Tuttavia non volevo forzarlo. Volevo che fosse lui a venire da me. Finii la mia colazione, pagammo ed andammo a farci un giro in città. In giornate come questa la città era sempre piena, ma non affollata. Mentre camminavamo Brian mi prese per mano. Cercavamo di passare inosservati, ma ogni tanto qualche fan gli chiedeva un autografo. Dopo un'oretta ci recammo in spiaggia. I surfisti non si erano lasciati sfuggire l'occasione per cavalcare le onde. Presi un'asciugamano e mi stesi sulla spiaggia a pancia in giù. 
"Non vieni a fare un bagno?" Mi chiese Brian in piedi di fronte a me.
"Magari più tardi, ora mi riposo un po' " Annuì e andò verso la riva. Socchiusi gli occhi. Sentivo il profumo del mare e della spiaggia penetrarmi i polmoni. Ero in uno stato di rilassamento totale. D'un tratto sentii qualcosa di freddo e bagnato sulla mia schiena. 
"GIURO CHE TI AMMAZZO!" Urlai alzandomi e inseguendo Brian che qualche attimo prima si era sdraiato sulla mia schiena. Mi prese per i fianchi e mi trascinò in acqua. Provai ad opporre resistenza, ma era troppo forte. Una volta in acqua mi prese in braccio e cominciò ad allontanarsi dalla riva.
"Qui non dovrebbe disturbarci nessuno" Mi disse una volta arrivati ad un punto in cui nessuno dei due toccava il fondo.
"Beh, sì. Ma se annego è colpa tua!" 
"Tranquilla, ti tengo io" Mi disse facendo scivolare le sue mani sul mio fondoschiena e palpandolo. 
"Furbo il signor Gates!" 
"Parecchio" Mi guardava con un'aria maliziosa. Prima negli occhi e poi le labbra. Io facevo lo stesso. Lo provocai, mordendomi il labbro inferiore. Mi prese e mi baciò con passione. Era ora! Pensai.
"Tu mi farai morire!" Disse rimanendo sulle mie labbra. Lo baciai. Un dolce bacio al sapore di sale. Restammo lì, in quella posizione. Continuavamo a baciarci. 
"Questi sono atti osceni in un luogo pubblico!" Urlò un ragazzo da una moto d'acqua che sfrecciò ad alcuni metri da noi. Scoppiammo a ridere. 
"Usciamo?" Chiesi a Brian che annuì e mi riportò a riva nella stessa posizione di prima. 
"Vorrei farti notare che ho due gambe e che riesco ancora ad usarle" Gli dissi, ironicamente. 
"Oggi non ti devi stancare!"
"Sì, ma mi sento un'invalida" Sorrise e mi mise giù. Tornammo in spiaggia e ci asciugammo. 
"Andiamo a mangiare fuori?" Mi chiese mentre si strofinava i capelli nell'asciugamano. Annuii. Mi portò in un ristorante di lusso. Una ragazza dai capelli stravaganti e un metallaro tutto tatuato. Per di più vestiti da spiaggia. La gente ci guardava storto. 
"Non fanno che guardarci male" Gli sussurrai mentre un cameriere ci accompagnava al tavolo. 
"È questa la parte divertente" 
"Tu sei pazzo" Arrivammo al tavolo e il cameriere ci porse il menu. Spalancai gli occhi leggendo quei nomi che non avevo mai incontrato prima. 
"Io speravo in una pizza e una birra" Sussurrai a Brian che si mise a ridere. 
"Ci porti due menu del giorno" Disse al cameriere.
"Da bere cosa prendete?" 
"Del vino rosso" Il cameriere annuì e andò via. 
"Mi sento terribilmente a disagio qui" Dissi guardandomi intorno. Brian si stiracchiava tranquillamente sulla sua sedia. 
"È solo gente dalla mentalità chiusa. Come hai fatto fino ad ora con le vecchiette che ti guardavano male sull'autobus?" 
"Le ignoravo"
"Bene, ora fai lo stesso. Probabilmente ho più soldi io di loro, quindi che non se la tirassero tanto" Mi fece una linguaccia. 
"Stai sempre lì a vantarti" Scoppiò a ridere. Brian aveva ragione, dovevo semplicemente ignorare la gente che mi guardava male e che storceva il naso quando le passavo accanto. Lui riusciva sempre ad essere così spontaneo e non si vergognava di niente. Avevo molto da imparare da lui.
"Ti ho mai detto che ti ammiro?" 
"Cosa? Perché dovresti ammirare proprio me?" Sembrava stupito.
"Ti ammiro per ciò che sei, per ciò che fai. Per la tua passione per la musica, per il tuo fregartene di ciò che pensano gli altri, per tutto. Ti ammiro anche quando fai l'idiota, soprattutto se lo fai per far sorridere qualcuno. Sei una splendida persona" Parole che mi vennero direttamente dal cuore, che pensavo veramente. 
"Oh.. Lo pensi sul serio?"
"Nel modo più assoluto" Annuii, sorridendo.
"Grazie, non so che dire.." 
"Non fare il timidone adesso" Mi fece nuovamente la linguaccia. Il cameriere ci portò qualche antipasto e il vino che avevamo ordinato. Brian fece per bere dalla bottiglia.
"Syn!" Si voltò verso di me con aria interrogativa. Gli feci cenno di riempire il bicchiere.
"Che palle! Non c'è gusto a berlo così" 
"Non farmi sfigurare" Gli dissi, scherzando.
"Oh, va bene signorina. Chiedo venia, non era mia intenzione metterla in imbarazzo" Non mi trattenni e scoppiai a ridere. Si alzò.
"Dove vai?" Non rispose. Venne dietro la mia sedia e mi abbracciò. Per un istante dimenticai la gente e tutto quello che ci circondava. Dio, quanto mi sarebbero mancate quelle braccia, quel calore, quella presenza. 
"Non so se ce la farò a stare via senza di te" 
"Devi farcela. Vedi di tornare da me tutta intera. Io ti aspetterò " Sentii i battiti del mio cuore accelerare. Mi voltai istintivamente e lo baciai. Sentivo gli sguardi delle persone addosso a noi, ma me ne fregai. Ti amo! Urlai nella mia testa. Avrei voluto urlarglielo, ma non era il momento adatto e non ne avevo il coraggio. Staccò le sue labbra dalle mie e tornò al suo posto. Cominciammo a mangiare. Passammo un'oretta al ristorante, poi tornammo a casa mia. 
"Ho bisogno di una doccia" Disse entrando.
"Anche io" 
"È il caso di consumare tutta quest'acqua?" Mi guardò maliziosamente. 
"Che vuoi dire, Gates?" Si avvicinò e fece scivolare le mani dietro la mia schiena, sotto la maglietta. 
"Lo sai benissimo" Mi baciò. Mi prese in braccio e mi trascinò nella doccia. Aprì il rubinetto. L'acqua che ci bagnò era fredda. Non potemmo fare a meno di urlare per poi ridere come degli idioti. Riprese a baciarmi. 
"I vestiti ci sono di intralcio" Gli feci notare sfilandogli la maglietta. In pochi secondi ci ritrovammo entrambi nudi. Senza staccarmi da lui presi il contenitore dello shampoo e lo svuotai sulla sua testa. Cominciai a massaggiargli i capelli finchè lo shampoo non fece abbastanza schiuma per entrambi. Cosparse il mio corpo di schiuma ed io feci lo stesso con il suo. L'acqua la fece lentamente scivolare via. Mi fece appoggiare al muro e mi prese in braccio. Inchiodai le gambe al suo bacino. 
"Mi stai facendo impazzire" Mi disse.
"Lo so. È divertente" 
"Quanto cazzo mi attizzi!" Mi morse le labbra. Decisi di torturarlo. Cominciai a baciargli e a leccargli il collo. Ogni tanto mi facevo scappare qualche morso delicato. 
"Ma così mi fai consumare troppa acqua!" Gli dissi quando sentii che era abbastanza eccitato. Mi staccai da lui e uscii dalla doccia, dopo di che mi chiusi in camera e mi vestii. Quando riaprii la porta me lo ritrovai di fronte in accappatoio.
"Sei una stronza!" Disse sbattendomi al muro e infilando la lingua nella mia bocca. Lo presi per i capelli e lo allontanai. 
"Lo so" Gli diedi un morso alle labbra e lo feci entrare in camera. 
"Ora, come promesso, mi devi aiutare a fare le valigie!"
"Proprio ora?" 
"Sì!" Tirai fuori il trolley che mi portavo sempre in viaggio e lo misi sul letto. Aprii l'armadio. 
"Bene. Cosa devo portarmi?" 
"Hai presente quello che indossavi alla festa?"
"La minigonna ed il corsetto?" 
"Esatto. Quelli non li devi assolutamente portare" Scoppiai a ridere. 
"E perché? Non dirmi che sei geloso" 
"Tsk. Io, geloso.." Risi nuovamente. Si avvicinò e mi baciò.
"Non sono io che sono geloso. Sei tu che sei mia" Mi abbracciò. 
"Smettila di essere così adorabile! Aiutami a fare la valigia più che altro" Passammo due ore a rovistare nel mio armadio. Mi proibì di portare qualsiasi minigonna o maglia troppo scollata. Mi permise giusto qualche paio di shorts. Quella sua gelosia mi piaceva. Mi faceva sentire importante, speciale, desiderata e suaIo ero sua. Lo ero fin dal primo giorno in cui ho incontrato quegli occhi per la prima volta. 
"Bene, la valigia è sistemata! Che ore sono?" Dissi sospirando. 
"Le 18:30. Che si fa ora?" 
"Decidi: noleggiamo un DVD oppure usciamo a fare una passeggiata?" 
"Mmm.. DVD!" 
"Bene, andiamo allora!" Uscimmo e andammo in una videoteca.
"Che genere di film vuoi vedere?" Gli chiesi, guardando distrattamente gli scaffali. 
"Decidi tu!"
"Horror o commedia?" 
"Horror" Annuii e ci spostammo sugli scaffali contenenti DVD del genere.
"Vediamo.. Saw III, che ne dici?" 
"Per me va bene" 
"Bene, prendiamo questo allora!" Andammo alla cassa e pagammo. Passammo da un supermarket e comprammo qualche birra e due bottiglie di Jack Daniel's. 
"Dammi qualche minuto, giusto il tempo di preparare i pop corn" Dissi entrando in casa.
"Fai come se fossi a casa tua" 
"Sai già che lo farò" Mi rispose, accomodandosi sul divano. In dieci minuti i pop corn furono pronti. Mi accomodai accanto a Brian che accese il lettore DVD e fece partire il film. 
"E ricordati che se avrai paura, ci sarò io qui a difenderti" Disse portando un braccio attorno al mio collo. Lo guardai perplessa con un pop corn in mano.
"Ma vaffanculo! Figurati se ho paura di 'ste cazzate" Scoppiai a ridere e lui fece lo stesso.
"Cazzuta la ragazza!" La maggior parte dei film horror mi aveva sempre fatto ridere. L'altra parte la trovavo noiosa. Non so neanche perché scelsi quel genere dato che non mi faceva impazzire così tanto. Stappai le bottiglie di birra che in una mezzora vennero già fatte fuori. Presi una bottiglia di Jack e ne bevvi un sorso. Notai che Brian mi guardava.
"Guarda che il film è da quella parte" Dissi, indicando lo schermo.
"Lo so, ma tu sei più bella del film" Lo guardai intenerita. Possibile che riuscisse a farmi sciogliere con qualche parolina? Mi avvicinai a lui e lo baciai. Si strinse sempre di più e arrivò a farmi stendere sul divano. 
"Ehy, lì c'è un film che dobbiamo guardare" Gli dissi.
"Chi se ne frega del film" Si sdraiò sopra di me e continuò a baciarmi. 
"Certo che con la voce di Jigsaw e le urla delle vittime in sottofondo non è il massimo" Scoppiò a ridere. Quanto mi piaceva quella risata. Afferrai il suo volto e lo baciai.
"Posso mangiarti?" Gli chiesi, piagnucolando. 
"Certo! Però dopo è il mio turno" Disse mordendomi delicatamente il braccio. Mentre continuavamo a coccolarci sul divano, il film continuava a scorrere, arrivando alla fine. Solo dopo cinque minuti dalla loro partenza ci accorgemmo dei titoli di coda. 
"Oh, è finito" Dissi, ancora un po' scombussolata. 
"Che ore sono?" Si chiese Brian, alzandosi, portando una mano ai capelli e guardando il suo orologio.
"Le 22:30. A che ora hai l'aereo domani?" 
"Per le 9:30 devo stare in aeroporto"
"Forse è meglio se ora vai a riposarti un po'.." Cominciava a prendere le sue cose per andar via. 
"Già.. Tu dormi qui, vero?" Si voltò e annuì sorridendo. Ributtò le sue cose sul divano. 
"Visto che devo dormire qui.. Finiamo quello che abbiamo iniziato?" Mi chiese, avvicinandosi.
"E me lo chiedi?" Gli saltai in braccio e mi portò in camera mia. Ci buttammo sul letto e in pochi minuti ci spogliammo a vicenda. Entrammo nel vortice della passione e diventammo una cosa sola, un'altra volta. Il cuore mi batteva all'impazzata. Passammo un'altra notte di fuoco nella mia camera. Prima di addormentarmi caricai la sveglia e lo baciai. 
"Dormi bene, piccola" 
"Anche tu"
 
***
 
Driiiin!
"Ellie.." Altri cinque minuti, ti prego!
"Ellie, tesoro, devi svegliarti" 
"Tanto so che è ancora presto!" Mugugnai con gli occhi ancora chiusi.
"Ti sbagli. Sono già le 8:45" 
"COSA?! Sul serio?" Alzandomi di colpo avevo dato una testata a Brian che pochi secondi prima mi accarezzava la guancia a due centimetri dal mio volto.
"Oddio! Scusami, non ti avevo visto! Niente di rotto, spero"
"Tranquilla" Disse, con la voce straziata dal dolore. 
"Ma sono ancora le 8!" Urlai, dopo che il mio sguardo era caduto sulla sveglia. 
"Non volevo che facessi tutto di fretta" 
"Vabbè tanto ormai sono sveglia. Andiamo a fare colazione?" Gli porsi una mano e lo aiutai ad alzarsi. 
"Gates, sei più pigro di me!" 
"E ne vado fiero" Fu lui a preparare del cappuccino e a tirare giù le valigie.
"Mi stai viziando troppo" Dissi, quando finii di prepararmi.
"Te l'ho detto, non devi stancarti. Ti accompagno all'aeroporto" Annuii ed uscimmo. Arrivai con cinque minuti di anticipo all'aeroporto di Long Beach, ma gli altri erano già lì. 
"Cazzo, no!" Urlai prima di raggiungermi, sbattendomi la mano sulla fronte.
"Che succede?" Mi chiese Brian preoccupato. 
"Ho dimenticato di salutare Jimmy!" 
"Andiamo, poi te lo saluto io" 
"Abbraccialo da parte mia e digli che mi mancherà!" 
"E io? Ti mancherò?"
"Tu più di qualsiasi altro" Mi prese il viso e mi baciò.
"Dai, gli altri ti aspettano. E ti aspetterò anch'io" Lo baciai nuovamente per poi raggiungere il gruppo con il loro manager. Di tanto in tanto mi voltai verso Brian che mi sorrideva. Quando sentimmo che il nostro aereo stava per partire ci affrettammo e andammo verso il veicolo. Un'ultima occhiata a Brian, ai suoi occhi e alle sue labbra. Gli mandai un bacio volante. Quando l'aereo si alzò in volo sentii una strana sensazione, tutt'altro che piacevole. Beh, non ero mai felice quando mi allontanavo dalla mia città, specie se non ero con i miei migliori amici, ma stavolta era diverso. Avevo un orribile presentimento. 
Avanti Ellie, stai calma. Non succederà nulla. Quando tornerai sarà lì, ad aspettarti, così come ha detto. Mi rassicurai, misi le cuffie nelle orecchie e socchiusi gli occhi. Mi aspettava un lungo viaggio. 
 
Fine capitolo sette.

-Angolo dell'autrice:
Salve :D
Finalmente ho aggiornato! Chiedo scusa per l'attesa >.<
Ringrazio _res_, BBBlondie e HelixDeath e, come sempre, chi segue questa fanfic. 
Al prossimo capitolo! :3
Un bacio!
_Death Angel

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Capitolo 9
*** Capitolo otto. ***


Capitolo otto.
 
Passai una settimana e mezzo nello stato del Michigan e, tra una birra ed una chiacchierata, rifiutare le avances di Matthew Tuck si rivelò un'ardua impresa. Tuttavia lo feci per Brian. Anche se non stavamo insieme, lo feci per rispetto. Semplicemente perché aveva fiducia in me, così come io ne avevo in lui. Quanto mi era mancato! Dopo aver passato tutto quel tempo insieme, non so come fossi riuscita a sopravvivere senza di lui per tutti quei giorni. Ogni tanto avevo provato a chiamarlo, ma erano state tutte conversazioni durate cinque minuti per colpa degli impegni di entrambi. Sull'aereo per Long Beach non avevo fatto che pensare a lui. Tra poche ore potrò riabbracciarlo. Dio, quanto mi manca! Continuavo a dirmi. Erano le 18:30. Appena atterrò l'aereo mi precipitai verso il mio taxi, salutando gli altri con un misero cenno della mano. Mi feci portare nell'edificio in cui vi era lo studio di registrazione: volevo fare una sorpresa ai ragazzi. Andai direttamente in sala registrazione e vi trovai Matt, Jimmy e Johnny. 
"Guardate un po' chi è tornata!" Annunciai entrando. 
"Ellie! Cos.. Com.. Quando sei arrivata?!" Mi chiese Jimmy confuso, mentre mi stringeva. 
"Qualche minuto fa" Dissi ricambiando l'abbraccio. 
"Bene, è arrivato il tuo momento, Ellie" Mi disse Matt, abbracciandomi.
"Certo, ora sono tutta vostra" Abbracciai anche Johnny. 
"Di Afterlife che mi dici?" Mi chiese nuovamente Sanders.
"Che è un orgasmo di canzone! E che ho un botto di idee per il video. Durante il viaggio ci ho pensato molto e più o meno so cosa fare" 
"Mi fido di te" Mi fece l'occhiolino.
"Non te ne pentirai! Allora, che stavate combinando?" 
"Registravamo una base. Inizio io, poi tocca a Johnny e infine agli altri due scansafatiche. Matt, invece, registra domani. È qui per assicurarsi che non facciamo danni" Mi rispose Jimmy.
"Ah, a proposito! Zacky e Syn?" Pronunciai l'ultimo nome con un sospiro e con una certa enfasi.
"Hanno detto che vengono più tardi" Rispose Johnny. Annuii. 
"Tesoro, sei pronta a sentire il più figo del gruppo?" Mi chiese Jimmy, offrendomi una birra. 
"Naturale!" Accettai la birra. 
"Ragazzi, vi dispiace se prima provo un po'?" Gli fecero le spallucce.
"Figurati" Fece un soundcheck.. E che check! Quando terminò gli feci un applauso. 
"Jimmy, sei un fenomeno! Dategli una batteria e lui vi darà la Musica!" 
"Wow, grazie!" Disse sorridendo e facendo roteare una bacchetta nella mano destra. 
"Bene. Jim, sei pronto?" Gli chiese Matt dalla control room. 
"Prontissimo!" Iniziò a registrare. Quanto era bravo! Ascoltarlo era sempre un piacere, come tutti i membri della band dopotutto.
"Esattamente verso che ora arrivano Zack e Syn?" Chiesi sottovoce a Johnny. 
"Tra un quarto d'ora dovrebbero essere qui, credo" Annuii. Non vedevo l'ora di abbracciarlo, di risentire le sue braccia stringermi e il suo profumo avvolgermi. Dopo venti minuti in piedi la stanchezza cominciava a farsi sentire. 
"Ragazzi, io vado a casa a riposarmi. Jimmy, puoi dire a Syn di passare da me appena può?" 
"Sarà fatto! Buon riposo!" Salutai con la mano ed uscii dalla sala con un ampio sorriso stampato in faccia. Tornare ad Huntington Beach mi aveva sempre fatto questo effetto, anche se quel brutto presentimento non era affatto svanito, anzi. Con il passare del tempo si era fatto sentire di più. Avevo tuttavia cercato di metterlo da parte e godermi il viaggio e, ancor di più, il ritorno a casa. Nel corridoio vi era una stanza che chiamavamo Area Relax. Dentro c'erano la macchinetta del caffè, quella degli snack, qualche divanetto e due tavolini. Dalla stanza provenivano delle voci: erano quelle di Zacky e di Brian. Non riuscii a resistere e mi misi ad origliare. Li sentii ridacchiare. 
"..Ieri non ti si staccava di dosso! Ma poi, quando ce ne siamo andati, che avete concluso?" Chiese il primo, continuando a ridere.
"Sai com'è Katie.. Basta portarsela a letto per farla tacere" I due scoppiarono a ridere mentre il mio sorriso pian piano scompariva. Ciascuna di quelle parole mi penetrò il petto e mi perforò il cuore. Sentivo come se il sangue bollente stesse uscendo fuori, bruciandomi dall'interno. Mi sentii mancare il respiro. Le prime lacrime cominciarono a bagnarmi gli occhi e a rigarmi il viso.
"Vi rivedrete?" 
"Ah, non so. Lei voleva uscire di nuovo oggi" Ho sentito abbastanza. Non voglio rimanere qui un minuto di più. Non voglio rimanere IN QUESTA CITTA' un minuto di più. La tristezza, unita ora alla furia, creò un incredibile disordine nella mia mente. Uscii più in fretta possibile, senza farmi notare e corsi a casa. Non appena chiusi la porta dietro di me mi abbandonai a terra e portai le ginocchia al petto. Le lacrime ora scendevano copiose sul mio viso. Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa. Come aveva potuto? Come aveva potuto fare una cosa simile a me? Gli avevo dato tutta la mia fiducia. Mi sentivo tradita, umiliata, ferita. Il pianto mi fece presto venire un insopportabile mal di testa. Mi alzai e presi un'aspirina. Quando mi calmai, mi misi a riflettere. Decisi di andarmene, restare lì mi avrebbe solo fatto soffrire di più. Non volevo più vederlo. Né lui, né gli altri. Non volevo più sentir parlare di Avenged Sevenfold e di Huntington Beach. Per prima cosa misi tutti i miei vestiti in due valigie. Inviai un messaggio a Melanie. 
"Ehy Mel. 
Ho bisogno di staccare la spina, di andarmene da qui. 
Posso venire a stare da te per un po'
? "
La risposta non tardò ad arrivare.
"Certo, tesoro! Ma che è successo? 
"Ti spiego quando arrivo.
Preferisci che venga domattina? "
"Sai che ti accoglierei sempre e comunque. Vieni quando te la senti 
"Grazie, ti adoro! "
Successivamente presi qualche scatolone e cominciai a riempirlo con tutto ciò che riempiva mobili e scaffali. Nel bel mezzo del lavoro sentii il campanello. Lasciai cadere lo sguardo sull'orologio: le 22:00. Chi può mai essere?! Mi asciugai le lacrime e andai ad aprire con le guance ancora umide. Mi si fermò il cuore quando lo vidi.
"Bentornata piccola!" Brian entrò e mi strinse, abbracciandomi. Sentii una fitta al petto. 
"Jimmy mi ha detto di passare da te appena finito, spero non sia troppo tardi.." Già. Jimmy. Avrei dovuto avvertirlo. Lo scansai, irritata. 
"Tesoro, cosa c'è?" Non gli risposi, non lo guardai nemmeno in faccia. Mi limitai a voltarmi, cercando di non far cadere altre lacrime. 
"Cosa ho fatto?" 
"Non hai qualcun'altra da vedere?" La mia voce era strozzata dal nodo che avevo in gola.
"Di che stai parlando?" 
"Katie.. O comunque qualcun'altra delle tue amichette" 
"Sul serio, non capisco cosa stai dic.. Oh no" 
"Oh sì" Si sbattè una mano sulla fronte per poi passarsela tra i capelli. 
"Come lo hai saputo?" Mi chiese, mordendosi il labbro inferiore, nervoso.
"Tu non me lo hai detto" 
"Stavi sentendo quello che dicevamo io e Zacky?" Sembrava irritato. Non risposi. 
"Ellie, rispondimi! È una questione di rispetto!" Mi prese il braccio e mi scosse. Mi liberai con uno strattone. 
"Questione di rispetto?! Tu mi parli di rispetto?! Io ti avevo dato la mia fiducia! Come hai potuto fare una cosa simile dopo avermi detto quelle cose, dopo che abbiamo fat.." Mi bloccai e presi un lungo respiro. Cadde una lacrima. 
"..Dopo che abbiamo scopato!" Finii la frase. 
"È questo che è stato per te? Una semplice scopata?" 
"No, questo è quello che è stato per te " Le lacrime ricominciarono a solcarmi le guance.
"Ti sbagli" 
"E allora perchè sei andato a letto con un'altra?!" Cominciai ad urlare con gli occhi ormai rossi e bagnati. Non mi rispose. Aveva la testa tra le mani. 
"Rispondi, Brian! Possibile che non tu riesca a sopravvivere senza portartene una a letto?!" 
"Io non.. Ellie, parliamone" 
"No. Tempo scaduto, Brian" Mi voltai e continuai a fare ciò che avevo interrotto. Brian pareva accorgersi solo ora di quello che aveva intorno. 
"Aspetta.. Cosa stai facendo?" 
"Me ne vado. Mi sono stancata di stare qui" 
"No, tu non te ne vai. Non finchè non avremo chiarito. E poi è puro egoismo! Non pensi alla band?" 
"Per me è già tutto chiaro. E poi proprio tu mi vieni a parlare di egoismo? Per quanto riguarda la band non c'è problema: potresti sempre chiedere a Katie o a qualcun'altra delle tue puttane. Magari riescono a gestire una scenografia meglio ti quanto gestiscano il tuo uccello. Voi non avete bisogno di me" Quelle parole fecero più male a me che a lui. Le mie stesse parole erano per me una coltellata.
"Ellie, non fare la bambina" 
"Non sto facendo la bambina. Sto semplicemente facendo ciò che è meglio per me" Lo sentii sospirare. D'un tratto mi prese e mi baciò. Non opposi resistenza inizialmente, sebbene avessi un'espressione di dissenso. Sapevo che quella era probabilmente l'ultima volta che avrei assaporato quelle labbra. Dopo un po' lo spinsi via per poi tirargli uno schiaffo. 
"Non sono una delle tue puttane!" Urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo. Un'altra coltellata al mio cuore, ormai ridotto in brandelli. In cuor mio speravo che le mie parole non gli stessero facendo tanto male quanto lo stessero facendo a me.
"Tu non vuoi andare via da qui" 
"Ti sbagli. Io voglio e devo!" Avevo appena finito di riempire l'ultimo scatolone. Cominciai a caricare tutto sulla mia macchina. Sul tavolino trovai l'album fotografico. Lo sfogliai velocemente, specialmente sulle ultime pagine. Altre lacrime inondarono il mio viso. 
"Ellie, non voglio vederti così, ti prego.." Tentò di abbracciarmi, ma lo respinsi. Misi l'album in uno scatolone e lo caricai in macchina. Arrivai all'ultima valigia. 
"Tranquillo, tra un po' non dovrai più vedermi" 
"Non sei nelle condizioni di guidare. Ti prego, aspetta almeno domani mattina.." 
"No! Mi conosco, potrei ripensarci" 
"Per favore.. Mi avevi promesso che non mi avresti mai lasciato solo.." 
"Sei stato tu a farmi infrangere la promessa, Brian" Diedi un'ultima occhiata alla mia casa e chiusi la porta. Misi in macchina anche l'ultimo bagaglio. 
"Ellie, pensaci, pensa a quello che stai facendo.."
"Ci ho già pensato e ho preso una decisione. Dai questa a Matt. Ci avevo appuntato qualche idea per il video di Afterlife. Fatene quello che volete. Stammi bene, Brian" Gli dissi, porgendogli la chiavetta USB.
"Ellie, aspetta.."
"No, ho smesso di aspettare. Addio" Non gli diedi il tempo di rispondere ed entrai in auto.
"Questo non è un addio!" Mi disse fuori dal mio veicolo poco prima che mettessi in moto, senza rispondergli. Partii, ma continuavo a guardarlo dallo specchietto retrovisore. Man mano che mi allontanavo diventava sempre più piccolo, fino a scomparire. Sentii il cellulare che squillava. 
Chiamata in arrivo: Brian.
Non risposi. Lo lasciai sul cruscotto a suonare. Continuava a chiamare. Anche solo leggere il suo nome mi faceva male. Spensi il telefono. Arrivai all'uscita di Huntington Beach e mi fermai di colpo. C'era una persona che dovevo assolutamente vedere prima di andarmene. L'unica di cui avevo bisogno in quel momento. Tornai indietro. 
Jimmy mi aprì la porta con i capelli arruffati e gli occhi socchiusi. Si spalancarono quando mi vide piangere. 
"Ellie, oddio! Cos'è successo?" Mi fece rapidamente entrare. 
"Dio, scotti! Hai la febbre?" Scossi la testa. Mi teneva tra le sue braccia. Non riuscivo a smettere di singhiozzare e di far sgorgare le mie lacrime. Il mio respiro si era addirittura fatto irregolare.
"Ehy, ci sono io qui" 
"Jim, me ne voglio andare! Sono stufa di questo posto, di queste persone" Riuscii a dire tra un singhiozzo e l'altro.
"Ellie, calmati. È tutto a posto" 
"No, non è tutto a posto!" 
"Shh, smettila di piangere e dimmi cos'è successo esattamente" Mi disse mentre mi accarezzava dolcemente i capelli. Dopo qualche minuto riuscii a calmarmi, o almeno a smettere di singhiozzare. Gli raccontai tutto: della festa, della nostra notte insieme, del giorno prima di partire e di quello che era successo quella sera, tutto. Anche della decisione che avevo preso. 
"Ora vado da Brian e.." Disse alzandosi in piedi, arrabbiato. Lo fermai.
"No, Jimmy, no. Non dovete litigare per colpa mia. E poi lui crede che io sia già partita. La mia partenza risolverà più problemi di quello che credi" 
"No. Come farò io?" Venne verso di me e mi abbracciò forte. Anche a lui scivolò una lacrima. 
"Jim, ti prego non fare così.. Non rendere le cose più difficili di quanto siano già" 
"Non vuoi nemmeno aspettare domattina? Puoi passare la notte qui se vuoi.." 
"No, meglio di no. Grazie comunque" Restammo abbracciati per lunghissimi minuti. Dopo un po' mi staccai. 
"Ora devo andare" Gli dissi, asciugandomi le guance. Lui faceva lo stesso. 
"Non c'è proprio modo di farti cambiare idea?" Scossi la testa. 
"Ho una voglia matta di prenderlo a pugni, sai?" Riuscì a strapparmi un sorriso. Mi accompagnò alla porta.
"Mi mancherai tanto" Lo abbracciai ancora.
"Anche tu" 
"Ricordati che ti voglio bene, Jim. Sei il migliore qui" 
"Ti voglio bene anch'io. Spero che starai meglio" Mi diede un bacio sulla fronte e mi diressi verso la mia auto. 
"Buona fortuna!" Mi urlò prima che potessi mettere in moto. 
"Anche a voi" Partii. Arrivai nuovamente all'uscita. Questa volta la varcai senza esitare. Ricominciai a piangere. Me ne andavo. Me ne andavo sapendo che il mio cuore sarebbe rimasto per sempre ad Huntington Beach, nelle mani di Brian Elwin Haner Jr.
 
..So far away I'm gone. 
Please, don't follow me tonight. 
And while I'm gone, everything will be alright.
 
No more breath inside.
Essence left my heart tonight..
 
Fine capitolo otto.
 
-Angolo dell'autrice:
Salve! 
Mi sentivo ispirata e.. Capitolo triste. ç__ç Devo ammettere però che mi ritengo abbastanza soddisfatta di come sia uscito. 
Ora _res_ mi ammazzerà. ç__ç Ti ringrazio per la recensione e per i complimenti. E sai una cosa? Credo di amarti ** xD
Continuo a ringraziare chiunque stia seguendo la mia fanfic. 
Beh, al prossimo capitolo, spero che questo non abbia deluso troppi lettori!
Un bacio! ;3
_Death Angel

 

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Capitolo 10
*** Capitolo nove. ***


Capitolo nove.
 
Passai uno, due, tre, quattro mesi. Quattro mesi a San Francisco da Melanie. Quattro mesi lontana dalla mia città, dalla mia casa. Erano quattro mesi che avevo deciso di cambiare vita, di lasciare tutto alle spalle, pur sapendo di non riuscirci. Nelle due settimane che seguirono la mia partenza mi aveva chiamata più e più volte, ma non gli avevo risposto. Alla fine si era arreso. Mi dispiaceva infastidire Melanie, non se lo meritava. Ma l'ultima cosa di cui avevo bisogno era andare a vivere da sola. Penso che non le sarò mai abbastanza grata per tutto. Per avermi ospitata e per avermi sopportata. Soprattutto durante le mie crisi di pianto notturne. Ogni notte mi raggiungeva nella mia stanza e mi consolava dolcemente, come solo un'altra persona sapeva fare. Ogni volta aspettava lì, accanto a me, che mi riaddormentassi. Quella ragazza doveva essere un angelo. C'era sempre per me. Lei non mi avrebbe mai tradita. 
 
Flashback:
Ero sola in casa. Melanie non c'era, era uscita a fare compere. Mi aveva chiesto di andare con lei, ma non ne avevo voglia. Mi feci del tè caldo, sebbene fuori facesse un caldo bestiale. Ebbene, l'estate era già iniziata da un po'. Mi faceva uno strano effetto non passarla nella mia città. Non vedere fiumi di gente scorrere dal centro alla spiaggia in continuazione. Non che San Francisco fosse una brutta città, per carità. Semplicemente era troppo.. diversa. Diversa da ciò a cui ero abituata. Diversa da ciò che amavo. Presi la tazza di tè e mi accomodai sul divano. Accesi la tv. Scorrendo i canali capitai su uno musicale in cui trasmettevano il video di The Wicker Man degli Iron Maiden. Adoravo quella canzone e adoravo il suo video.
"Bene, questi erano gli Iron Maiden con The Wicker Man, grande singolo estratto dall'album Brave New World del 2000"Annunciava la speaker.
"Ma ora passiamo ad un altro genere e ad un'altra epoca, sicuramente più moderna. Parliamo quindi di gruppi formatisi più recentemente e c'è un gruppo che mi piace particolarmente. Originari della California, precisamente di Huntington Beach, hanno appena annunciato che stanno lavorando ad un nuovo album che presto sarà pronto. Nel frattempo ci gustiamo una delle loro più belle canzoni. Loro sono gli Avenged Sevenfold con Seize the Day" Non ebbi il coraggio di cambiare canale. Ascoltai tutta la canzone, guardai il video. Quel video che avevo io stessa progettato. Lo stesso video che tanto amavo, in cui non a caso erano senza trucco, al naturale. Ed erano stupendi. Soprattutto lui. Era dannatamente bello. Era la canzone perfetta per me al momento. Qui è vuoto e freddo senza te. Cominciai a versare le prime lacrime. Ritornarono in mente le più belle serate che avevo passato con loro e con lui
"Dopo Seize the Day, ecco a voi un'intervista rilasciata recentemente da Synyster Gates, chitarra solista dei Sevenfold, in cui ci parla dell'album in arrivo" Non volevo vederla, ma non riuscivo a cambiare canale. Partì il video dell'intervista. Il suo viso, i suoi capelli, i suoi occhi e il suo sorriso. Almeno lui sorrideva. Ma c'era qualcosa di strano, di diverso nei suoi occhi. Erano spenti. Mi ricordavano i miei. Dov'era quella luce che tanto adoravo? Non ascoltai una singola parola di quello che diceva, ero persa nella sua immagine. Ebbi un'altra crisi di pianto. 
"Melanie??" Chiamai la mia amica, sapendo che non era lì. 
"MELANIE?!" Urlai. Avevo bisogno di lei, avevo bisogno che mi calmasse. 
"Mel, dove sei?!" Lo scorrere delle lacrime si fece più intenso e cominciai a singhiozzare. Andai in bagno. Mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda, ma non servì a nulla. Continuavo a piangere. Cercai qualche tranquillante, ma sbagliai cassetto. La prima cosa che mi saltò agli occhi fu il rasoio. In quel momento, in quel periodo non ero mentalmente stabile. Potevo considerarmi pazza. Presi il rasoio e lo poggiai sul polso destro. Cominciai a sfiorarlo delicatamente, poi feci pressione e cominciai a muoverlo orizzontalmente. Che cazzo stai facendo?! Fermati, Ellie! Mi diceva la mia coscienza. Non la ascoltai. Quando vidi fuoriuscire il sangue mi fermai. Sentivo dolore, ma non al polso. Lo sentivo al cuore. Lo scorrere del sangue mi fece ridestare. Mi pentii all'istante di ciò che avevo fatto. Il sangue continuava a scorrere via. Provai ad aprire il rubinetto e a far scorrere un po' d'acqua fredda sul polso, ma non servì a molto. Man mano mi sentivo sempre più debole ed il pianto non mi aiutava. 
MELANIE!!" Continuavo ad urlare, piangendo. Mi buttai a terra e riempii la vasca di acqua fredda. Vi immersi il braccio che fece immediatamente comparire delle sfumature rosse che si allargavano via via sempre di più. Le palpebre cominciavano ad appesantirsi. 
"..Brian" Mi stupii di essere riuscita a pronunciare il suo nome, quel nome non pronunciavo da due mesi, quel nome che mi faceva male. Lo ripetei più volte. D'un tratto sentii il rumore della porta d'ingresso aprirsi. Melanie era tornata.
"Melanie!" Provai ad urlare, ma la mia voce era debole e strozzata dal pianto. Nonostante ciò mi sentì. 
"Ellie? Dove sei?" Urlai nuovamente il suo nome e la sentii correre in bagno. Melanie mi trovò per terra, agonizzante, con la guancia appoggiata al bordo della vasca piena di chiazze rosse. 
"Ellie, oddio! Che hai fatto?! Chiamo un'ambulanza" Prese il cellulare alle mani e digitò il numero. 
"Mel, l'ho visto.. I suoi occhi non sono più gli stessi.." Continuavo a piangere. 
"Ellie, stai calma. Tra un po' arriva il pronto soccorso" Prese un asciugamano e cominciò a premerlo sul polso. L'ambulanza non tardò ad arrivare, dato che era a pochi chilometri dalla casa. Sul veicolo persi conoscenza. Mi risvegliai in un letto, in una stanza bianca con un camice addosso, il polso fasciato ed un ago nelle vene. Percorsi con lo sguardo il tubicino che partiva da esso e vidi che conduceva ad una sacca di sangue. Voltandomi dall'altra parte vidi Melanie che mi scrutava. Mi ricordai quello che era successo e ricominciai a lacrimare. 
"È la seconda trasfusione.." Mi disse.
"Scusa.." Riuscii a dire solo questo. Si avvicinò e mi abbracciò. 
"Non ti preoccupare" 
"Sono una stupida, perdonami. Mi sono comportata da bambina" 
"Tranquilla, è tutto finito ora.." 
"Non ce la faccio più.. Fa troppo male" Ricominciai ancora una volta a piangere e a singhiozzare. 
"Basta, Ellie. Non voglio più vederti così" Melanie prese il mio cellulare alle mani. 
"Che stai facendo?" 
"Chiamo Brian. Gli dico che torni ad Huntington Beach"
"Cosa? No!" Provai ad alzarmi, ma lo scorrere dell'ago mi provocò una fitta e mi costrinse a stare ferma in quel letto.
"Se vuoi vengo con te a vivere lì, ma non puoi continuare a stare qua. Ti fa troppo male"
"No, io.. Io starò bene"
"No, Ellie! Non starai bene. Hai visto cosa hai fatto? Stavi per ucciderti!" Non sapevo che risponderle. 
"Ti prego.. Non lo chiamare.. Io.. Non lo farò più.." Sembravo una bambina che aveva paura di una severa punizione. L'unico suono nella stanza erano i miei singhiozzi. 
"Vieni qui.." Melanie mise via il telefono e mi abbracciò. 
"Ti voglio bene, Mel"
"Anch'io" 
Rimasi in ospedale per una notte, per poi tornare a casa. Dopo una settimana la ferita si era rimarginata, ma rimaneva comunque una cicatrice. Quella, a differenza di quelle che avevo sul cuore, era visibile a chiunque. 
Fine Flashback.
 
Non ridevo da quattro mesi. Qualche sorriso ogni tanto sfuggiva, ma il più delle volte erano forzati. Avevo eliminato ogni cosa che li riguardasse, dalle canzoni sull'Ipod ai vestiti con il loro logo stampato. I secondi, però, li avevo semplicemente messi via. Erano pur sempre regali. L'unica traccia di loro che ancora circolava erano le foto nell'album. Per questo lo aprivo raramente. Le pagine successive a quelle con le loro foto erano bianche, vuote, così come la mia vita dopo la partenza. Perché era così che mi sentivo senza di loro. Mi ero anche fatta un tatuaggio: "How I wish you were here." sull'avambraccio destro. Avevo perso l'abitudine di accendere la radio per paura che parlassero di loro. La tv la guardavo raramente. Quella sera stavo riordinando la mia camera, quando ad un certo punto, con un movimento brusco, feci cadere una pila di libri. Li raccolsi uno ad uno. L'ultimo, quello più grande si era anche aperto. Riconobbi la copertina dell'album fotografico. Non lo chiusi, lo girai per vedere a quale pagina di era aperto. Era la foto con Jimmy e Brian. Una lacrima mi sfiorò la guancia, ma la mia bocca sorrideva a quel ricordo. Non riuscii a resistere, lo sfogliai. Rividi i momenti più belli della mia vita, con le persone più importanti della mia vita. Provai un senso di infinita gioia nel vagare tra i ricordi. Quando però richiusi l'album, quella gioia si mutò in dolore. Quei momenti non sarebbero più tornati. Loro non sarebbero più tornati. 
"Ellie, stasera non lavoro e mi chiedevo se.." Melanie si arrestò quando mi vide lacrimare seduta per terra, stringendo l'album. Mi abbracciò.
"Dai, tesoro. Vedrai che questo brutto periodo passerà.." Mi stringeva. 
"Davvero?" 
"Sì, te lo prometto. Hai solo bisogno di tempo. Ascoltami, ti ricordi di Bridget Ross, la nostra vecchia compagna di università?" Annuii. 
"Ecco, ha organizzato una festa per domani e ci ha invitate. E noi due ci andremo!"
"Ma noi odiamo Bridget" 
"Sì, ma tu hai bisogno di divertirti e di distrarti. E poi ha detto che ci saranno degli ospiti speciali e tanto, tanto, tanto, tanto, tanto alcool!"
"Chi sono?" 
"Ha detto che sarà una sorpresa.. Allora, ci vieni?" Annuii nuovamente. 
"Bene, ora ci alziamo, ci diamo una bella lavata e poi ce ne andiamo al cinema, d'accordo?" 
"Sì" Sorrisi e mi rimisi in piedi. Sì, Melanie era proprio un angelo. 
So what if I never hold you or kiss your lips again? 
So I never want to leave you and the memories of us to see 
I beg don't leave me..
 
Fine capitolo nove.

-Angolo dell'autrice:
E poi boh.. Capitolo depresso. D:
Povera Ellie, le sto facendo patire le pene dell'Inferno. °-°'
Va beh, un ringraziamento a tutti quelli che mi seguono, in particolare a HelixDeath, The Cactus Incident, Blood_, _res_ e a GheggoBH
Beh, vedremo cosa succederà a quest'altra festa.
Al prossimo capitolo! 
Un bacio. ;3
_Death Angel

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci. ***


Capitolo dieci.
 
"Non vorrai veramente venire così alla festa?!" Melanie mi guardava mentre si sistemava un orecchino. Aveva un'espressione delusa. 
"Perché? Cosa c'è che non va?" Mi guardai. Indossavo una maglia larga che mi lasciava una spalla scoperta ed un paio di jeans. I capelli erano stirati e legati in una coda. 
"C'è che andiamo ad una festa, non in chiesa. Andiamo, Ellie! Scopriti di più" Lei era splendida. Indossava un abitino rosa chiaro che le arrivava appena sopra le ginocchia, con allacciatura sul collo ed orlo a palloncino. Un fiocco bianco le stringeva la vita e la scollatura lasciava intravedere quel che bastava. Come scarpe aveva scelto delle ballerine bianche con un'alta zeppa. Aveva fatto dei boccoli ai suoi lunghi capelli castani e contornato gli occhi color cioccolato con dell'eye-liner e dell'ombretto bianco. 
"Cosa dovrei mettermi?" 
"Fammi vedere cos'hai" Si diresse verso il mio armadio. Cominciò a scrutarlo. Improvvisamente buttò tutto per terra.
"Mel, cosa fai?!" 
"Oh, non mi avevi mai fatto vedere questo " Tirò fuori un tubino nero in pelle superaderente.
"Non mi piace come mi sta. L'avrò messo sì e no due volte" 
"Provatelo!" 
"No, assolutamente no!" 
"Ellie, non costringermi ad usare le maniere forti! Muovi il culo e provatelo!" Mi arresi. Dopo qualche minuto tornai da Melanie.
"Allora?" Le chiesi, cercando di non guardarla in faccia per l'imbarazzo. Le si illuminò il viso. 
"Mio dio! Ellie, sei stupenda!" 
"Cazzate" 
"No, sul serio, ti sta d'incanto" 
"Ma mi vergogno!" 
"E perché mai? Sei una bellissima ragazza, credimi. Chissà quanti cuori spezzerai stasera" 
"Sì, certo.." Notai che continuava a scrutarmi. 
"Cosa c'è ancora?" Le chiesi, passandole la mano davanti agli occhi. 
"Un ultimo ritocchino" Mi sciolse i capelli e li fece scivolare sulle mie spalle. 
"Ecco ora sei perfetta. Guardati" Mi mise di fronte ad uno specchio. Sorrisi istintivamente. Non mi stava poi così male. 
"Forza, ora finisci di prepararti e andiamo" Misi un paio di stivali in pelle con un alto tacco che mi arrivavano alle ginocchia. Successivamente mi truccai come al solito.
"Ellie, sei pronta?" 
"Eddai, guardami! Sembro una puttana!"
"Ma scherzi? Stai benissimo. Muoviti" Mi prese per un braccio e mi trascinò fuori verso la sua macchina. Feci in tempo a prendere la borsa in cui avevo la fotocamera. Ogni volta che uscivo cercavo di scattare foto per riempire l'album. Forse in quel modo credevo di riempire la mia vita, ma nessuna delle foto scattate mi piaceva. 
La villa di Bridget era parecchio lontana. Quando arrivammo a destinazione la festa era già iniziata da una ventina di minuti. La nostra ex compagna di corso aspettava gli invitati all'entrata.
"Young! Scott! Da quanto tempo!" La bionda Bridget venne verso di noi sorridendo. Ci abbracciò. Ricambiammo entrambe con un falso sorriso. 
"Ehilà Ross" Esclamammo entrambe mentre ci guardavamo pensando Ma quanto mi sta sui coglioni.
"Venite, entrate pure!" 
"Ma gli ospiti speciali?" Le chiesi, curiosa.
"Oh, arriveranno tra un'oretta più o meno. Godetevi la festa" All'interno c'erano tutti i vecchi compagni dell'università. 
"Ellie? Ellie young?" Mi voltai e vidi un ragazzo con una cresta rossa ed una maglia dei Sex Pistols che mi scrutava. Lo guardai meglio. 
"Michael? Michael Hudson? Il ragazzo per cui avevo una cotta al liceo? Sei proprio tu?" Lo guardavo stupita. Era cresciuto e non poco. Quando l'avevo visto per la prima volta, si atteggiava camminando per i corridoi del liceo, con fare da tamarro. Non so come avesse fatto a piacermi. Ora aveva certamente dei lineamenti più maturi ed era molto più bello. Non era più un fighetto che se la tirava, aveva l'aspetto di un ragazzo dolce sotto il suo nuovo stile da punkettone. 
"Accidenti! I miei complimenti, sei bellissima" 
"Grazie, anche tu non sei da meno" Gli sorrisi. 
"Bene, ora posso darmi del coglione" 
"Perché?" 
"Perché ora mi sto pentendo di averti rifiutata al liceo. Sei splendida" 
"Basta con tutti questi complimenti, mi fai arrossire!" Scoppiò a ridere.
"Che ci fai da queste parti?" 
"Ehm.. È una lunga storia.. Tu piuttosto?" 
"Mi sono trasferito qui sette anni fa" Cominciò a raccontarmi i motivi che l'avevano spinto ad andarsene da Huntington Beach. 
"E tu? La tua lunga storia?" 
"Scusami, Michael, ma non mi va di parlarne" 
"C'entra qualche ragazzo?" Sospirai e annuii, abbassando lo sguardo. 
"Mi chiedo chi sia quest'idiota che ti sta facendo soffrire"
"Lasciamo perdere" Scossi la testa, sorridendo. Aveva capito che pensarci non mi faceva affatto bene. Raggiungemmo gli altri ex compagni al tavolo delle bevande ed ognuno era lì ad ascoltare le storie degli altri davanti ad un bicchiere di vodka. Io me ne restavo in silenzio, in attesa di non so cosa. D'un tratto il DJ abbassò il volume alla musica e Bridget salì su una specie di palco. 
"Bene, ragazzi. Il momento speciale della serata è arrivato" 
"Saranno arrivati gli ospiti finalmente" Mi sussurrò Melanie con entusiasmo. 
"Già.." Le risposi, curiosa di sapere chi erano. 
"Per essere qui con noi stasera hanno dovuto interrompere un lavoro importante, per cui accoglieteli come si deve e non fatemi fare brutte figure" Annunciava Bridget al microfono. Sorprendimi, Bridget!
"Bene, da Huntington Beach fate un applauso agli.." Oh no. Ti prego, no!
"..Agli Avenged Sevenfold!" Partirono urla ed applausi da tutti gli invitati. Probabilmente ero l'unica che era rimasta immobile, come pietrificata. Li vidi salire sul palco, uno ad uno. Prima Jimmy, poi Johnny, Matt, Zacky e infine lui. Sussultai e cominciai ad allontanarmi dal centro della sala, tenendo la testa basta in modo da coprirmi il viso, sperando che non mi avessero vista. Mi nascosi dietro un muro, ma mi affacciai per poterli guardare.
"Ellie, vuoi che andiamo via?" Melanie mi prese la mano. Scossi la testa. Rimasi incantata a guardarli. 
"Buonasera ragazzi!" Salutò Matt al microfono. 
"Siamo qui per deliziarvi con un po' della nostra fottuta musica!" Fece segno agli altri membri della band di cominciare a suonare. Partirono con The Beast and the Harlot. La loro musica gasava il pubblico. Piacevano, e anche tanto. Riascoltarli dopo tutto quel tempo mi caricò di adrenalina. Mi erano mancati terribilmente. Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso a Brian. Gli erano cresciuti un po' i capelli, ma era sempre stupendo. Ogni tanto faceva qualche strana faccia. Scoppiai a ridere. Mi erano mancate le sue espressioni da idiota. Tuttavia mi faceva male rivederlo e non poter avvicinarmi. 
"Bene, ragazzi! Ora passiamo a qualcosa di più lento. Questa è una canzone inedita che troverete nel prossimo album a cui stiamo attualmente lavorando. Si chiama Dear God" Gli altri facevano un silenzio da tomba. La canzone partì. 
A lonely road, crossed another cold state line 
Miles away from those I love purpose hard to find 
While I recall all the words you spoke to me 
Can't help but wish that I was there 
Back where I'd love to be, oh yeah 
 
Dear God the only thing I ask of you is 
to hold her when I'm not around, 
when I'm much too far away 
We all need that person who can be true to you 
But I left her when I found her 
And now I wish I'd stayed 
'Cause I'm lonely and I'm tired 
I'm missing you again oh no 
Once again 
 
There's nothing here for me on this barren road 
There's no one here while the city sleeps 
and all the shops are closed 
Can't help but think of the times I've had with you 
Pictures and some memories will have to help me through, oh yeah 
 
Dear God the only thing I ask of you is 
to hold her when I'm not around, 
when I'm much too far away 
We all need that person who can be true to you 
I left her when I found her 
And now I wish I'd stayed 
'Cause I'm lonely and I'm tired 
I'm missing you again oh no 
Once again 
 
Some search, never finding a way 
Before long, they waste away 
I found you, something told me to stay 
I gave in, to selfish ways 
And how I miss someone to hold 
when hope begins to fade... 
 
A lonely road, crossed another cold state line 
Miles away from those I love purpose hard to find 
 
Dear God the only thing I ask of you is 
to hold her when I'm not around, 
when I'm much too far away 
We all need the person who can be true to you 
I left her when I found her 
And now I wish I'd stayed 
'Cause I'm lonely and I'm tired 
I'm missing you again oh no 
Once again..
 
Stranamente Brian era rimasto serio per tutta la canzone, come ogni membro della band. La canzone, il testo erano di una bellezza indescrivibile. Cadde qualche lacrima. Quando finirono Bridget li raggiunse nuovamente sul palco. Capii che l'esibizione era già finita.
"Melanie, mi presti il tuo cellulare?" Me lo diede. Inviai un messaggio. 
"Vado un attimo in bagno" Così dicendo mi allontanai. Andai al piano di sopra e aspettai. La persona a cui avevo inviato il messaggio mi raggiunse immediatamente. 
"Ellie?!" Jimmy mi corse incontro e mi strinse. 
"Oddio, non puoi immaginare quanto ci manchi! Sei bellissima stasera!"
"Jimmy, abbiamo pochissimo tempo prima che si accorgano della tua assenza, non voglio dare nell'occhio. Avevo semplicemente voglia di riabbracciarti" Le sue forti braccia mi avvolsero. 
"Allora, come stai?" Mi chiese senza staccarsi. 
"Non bene, Jim. Mi manca la mia casa, la mia città, mi mancate voi. Non ce la faccio.."
"Allora torna ad Huntington Beach!"
"No, non posso.." Mi strinse ancora di più.
"Perché sei così testarda?"
"Ho imparato da te" Mi diede un bacio sulla fronte. 
"Ora dobbiamo dividerci, non voglio che mi vedano" Scivolò una lacrima sulla mia guancia.
"Mi manchi, Jim" Gli dissi, prima di scendere al piano di sotto e scomparire nella folla. Presi una Marlboro dalla borsa di Melanie e me ne andai in giardino a fumare. L'odore di quella sigaretta mi ricordava Brian. Rivederlo era stata una vera e propria coltellata. 
"Ehy.." Una voce mi fece sussultare. Era familiare, troppo familiare. Avevo paura di voltarmi e scoprire chi era. Ma dovevo farlo, non potevo scappare. Mi voltai. Era lui. Sentii una fitta al cuore e un nodo in gola. 
"Ciao.. Brian.." 

Fine capitolo dieci.
 
 
-Angolo dell'autrice:
Salve! °°
Sì, lo so che si capiva chi erano gli ospiti speciali, ma mica lo potevo sputtanare. UwU
Comunque nel capitolo precedente quello di Ellie non era un tentato suicidio >.< Infatti (piccolo spoiler) lo spiegherà nel prossimo.
Al prossimo capitolo! 
Un bacio :3
_Death Angel

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Capitolo 12
*** Capitolo undici - The Last Night. ***


Capitolo undici - The Last Night.

"Ehy.." Una voce mi fece sussultare. Era familiare, troppo familiare. Avevo paura di voltarmi e scoprire chi era. Ma dovevo farlo, non potevo scappare. Mi voltai. Era lui. Sentii una fitta al cuore e un nodo in gola. 
"Ciao.. Brian.." 
"Complimenti.. Stai benissimo" Vi siete messi tutti d'accordo per caso?
"Ti sei accorto di me, allora.." 
"Come potevo non notare la ragazza più bella della festa?" Non dirmi così. Mi fai solo male. Restai in silenzio, con lo sguardo basso. 
"Sai, il giorno dopo che te ne sei andata non sapevo come dirlo ai ragazzi. Avevo intenzione di inventarmi una balla inizialmente, poi però ho confessato tutto. Non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti. Jimmy mi ha tirato un pugno in piena faccia.." Sorrise al ricordo.
"..Sono stato con un occhio nero per cinque giorni" Mi strappò una lieve risata. L'aveva detto che l'avrebbe fattoContinuavo a tenere lo sguardo basso. 
"Sappi che Afterlife non l'abbiamo toccata. Probabilmente non la includiamo nel nuovo album" 
"Cosa? Per quale motivo?" 
"Perché sei l'unica persona che può metterci le mani sopra" Continuai a non proferire parola.
"Allora, come va?" Mi chiese per interrompere il silenzio. 
"La salute c'è.. Te?" 
"Potrebbe andare meglio" Seguì una pausa imbarazzante. 
"Mi manchi tanto" Provò ad avvicinarsi. 
"No, Brian, no.." Gli feci segno di star fermo con la mano. 
"Voglio che tu sappia che dopo la tua partenza non ho baciato né sfiorato più nessun'altra" 
"Davvero?" Annuì, guardandomi negli occhi. Non mentiva.
"Avresti dovuto pensarci prima" La mia voce era debole. 
"Lo so e mi dispiace. Sono stato un idiota. So che non serve a niente dirlo, ma vorrei poter tornare indietro" Cercavo di trattenere le lacrime, il nodo in gola si faceva sempre più grande e fastidioso. Restai in silenzio. 
"Un'altra cosa.. Non sapevo che saresti venuta a questa festa. Ma ho pensato che potevi essere andata da Melanie, la ragazza di San Francisco di cui mi parlavi tanto. Non avrei mai suonato alla festa di una bionda eccentrica senza un buon motivo. Né io, né i ragazzi. Speravo di incontrarti per strada, quando poi ho perso le speranze ti ho vista qui" Era come se le sue parole mi avessero immobilizzata. Mi prese una mano. Non reagii. La portò al suo petto. Sentivo i battiti del suo cuore. 
"Ora, lo senti l'effetto che mi fai?" Mi guardava negli occhi. Stava per abbracciarmi.
"Belle parole, ma a quante altre ragazze lo dici?" 
"Credimi, nessun'altra mi fa lo stesso effetto che mi fai tu" Era sempre più vicino. D'un tratto d
all'interno della villa provenì un coro di ragazze che lo chiamavano per suonare. Mi ridestai.
"Devi andare, il lavoro ti chiama e le tue fan attendono.." Sospirò, si girò e fece per andarsene. No, non è cambiato. Abbassai lo sguardo e lasciai cadere le lacrime. 
"No" Disse, d'un tratto, quando era quasi arrivato all'entrata. Rialzai la testa per guardarlo con fare interrogativo. 
"È Synyster Gates che cercano. Ma Brian Haner vuole rimanere qui.. Con la ragazza più importante della sua vita" Si riavvicinò e sentii le sue braccia stringermi forte. Restai inizialmente ferma. Dopo qualche secondo scoppiai a piangere e lo strinsi a me. 
"Ellie, ti prego. Credimi quando ti dico che non ho mai smesso di pensarti. Credimi quando ti dico che mi sei mancata da morire. Credimi quando ti dico che nulla ha più senso se non è accompagnato da un tuo sorriso.." Si staccò e mi prese il viso tra le mani per guardarmi negli occhi.
"..E credimi quando ti dico che non c'è nessun'altra nella mia vita oltre te. Sei l'unica che voglio, l'unica di cui ho bisogno" Una lacrima rigò anche il suo delicato viso. 
"Synyster perderebbe credibilità se i suoi fan lo vedessero lacrimare" Gli dissi, asciugandogli la guancia. Mi sorrise. Continuavo a perdermi nel suo sguardo. Senza accorgermene le nostre labbra si sfiorarono, per poi unirsi in uno dei baci più dolci che avessi mai dato e ricevuto. 
"Mi sei mancato anche tu" Lo abbracciai. Quando ci staccammo prese il mio braccio tra le mani. 
"Bel tatuaggio.. E questa cos'è?" Mi chiese, indicando la cicatrice. Ritirai il braccio.
"Nulla.. Sono caduta" 
"Non sono così stupido.. Dimmi perché l'hai fatto" 
"Non so cosa mi sia preso. Vedevo che la mia vita se ne andava a rotoli, mi sentivo vuota, senza un'anima. Avevo bisogno di sentirmi viva. E cosa ti fa sentire viva più del dolore fisico?" 
"Quante volte?" 
"Una sola. Me ne sono pentita subito" 
"Mi dispiace"
"Non puoi immaginare cosa ho passato.." Mi strinse ancora una volta. 
"Scusami ancora" 
"Non importa.. Ora sei qui" Restammo un paio di minuti abbracciati senza dire nulla. 
"Andiamo dentro? Ci sono delle persone che saranno felici di salutarti" Annuii e mi asciugai le guance. Mi prese per mano e raggiungemmo gli altri. 
"Ehy ragazzi guardate chi ho trovato qui!" Annunciò agli altri. I quattro restanti dei Sevenfold mi saltarono addosso non appena mi videro. 
"Non è possibile, Haner! Hai azzeccato! Ellie, non puoi immaginare quanto ci sei mancata!" Mi diceva Matt. 
"Mi siete mancati anche voi.. Ragazzi, vi dispiace se torno a lavorare per voi?"
"Cosa? E lo chiedi? Non può che farci piacere!" Mi rispose Zacky. 
"Vi adoro! Allora, quando uscirà il nuovo album?" 
"Tra un mese esatto"
"Mmm.. Dite che ce la facciamo a realizzare qualcosa per Afterlife?" La mia proposta li gasò.
"Dannazione, sì!" Mi rispose Matt.
"Però dovremmo darci parecchio da fare" 
"Tranquilla, non è un problema, vero ragazzi?" Jimmy chiese conferma agli altri che annuirono. Mi mise un braccio intorno al collo.
"Bentornata tra noi, piccola" Mi disse, sorridendo. 
"Ragazzi, proporrei un brindisi al ritorno della ragazza più sensazionale dell'universo" Disse Brian, portando la sua birra in alto.
"Non esagerare, Haner!" Lo rimproverai, imbarazzata.
"Beh, io concordo" Anche Jimmy portò in alto la bottiglia. Gli altri membri fecero lo stesso, sorridendo. 
"E va bene. A me, la ragazza più sensazionale dell'universo!" Portai una bottiglia e la feci urtare alle altre. 
"E anche la più bella" Brian mi mise una mano intorno fianco e mi diede un bacio sulla guancia. 
"Ah, c'è una persona che vorrei presentarvi" Mi allontanai e tornai dopo qualche secondo con Melanie sottobraccio.
"Ragazzi, lei è Melanie, la vostra fan numero due" I ragazzi le strinsero la mano e lei restò a bocca aperta. 
"Come sarebbe a dire la numero due?" Mi chiese Jimmy.
"Beh, il primato lo riservo per me. Coraggio, Mel, dì qualcosa" Melanie restava in silenzio per qualche secondo.
"Ommioddio. Ommioddio. Ommioddio. Io vi adoro! Siete la mia droga!" Disse tutto d'un fiato. 
"Ah, dimenticavo: è più schizzata di me" Melanie mi fulminò con uno sguardo.
"Fai poco la spiritosa, Young o prendo a calci quel bel culo che ti ritrovi" 
"Sì, ti voglio bene anch'io" Ci abbracciammo. 
"Ecco perché non capirò mai le ragazze" Disse Johnny, guardandoci confuso.
"Passiamo a qualcosa di più lento ora.." Annunciò il DJ dalla consolle per poi far partire Tallulah dei Sonata Arctica. 
"Bene, se permettete vorrei rubarvi Ellie. Young, mi concede questo ballo?" Jimmy fece un inchino e mi baciò la mano.
"Certo, Sullivan" Mi prese e mi trascinò in pista, Melanie rimase a scambiare delle chiacchiere con gli altri. Lo abbracciai. 
"Mi ha detto che gli hai tirato un pugno" Risi.
"Sì, mi sono trattenuto" 
"Spero che tu non gli abbia fatto troppo male" 
"Quel piccolo dolore non era nulla in confronto alla tua assenza. Ne ha sofferto tanto" Stavolta era serio. 
"Ha fatto male anche a me, Jim. Anzi, per me è stato anche più difficile. Lui aveva voi. Lo tiravate su. Io mi sono sentita completamente sola senza le persone più importanti della mia vita. Soprattutto senza di te. Era la cosa più giusta da fare, ma era troppo doloroso. Avrei voluto chiamarti, ma non averti qui, non poterti abbracciare.. Mi avrebbe fatto troppo male. Ho cercato di dimenticarvi, ma è stato tutto inutile. Ed ora che siete qui mi sento la ragazza più felice del mondo" Mi strinse a lui. 
"Tesoro, ora siamo qui. E possiamo restare quanto vuoi. Finchè ci sarò io qui non soffrirai più" 
"Grazie Jim" 
"Figurati" La canzone finì e mi diede un bacio sulla fronte. Partì With me dei Sum41. 
"Ehy Jimmy, ora mi riprendo la mia dama, se permetti" Brian mi abbracciò da dietro. 
"È tutta tua ora, amico" Jimmy tornò dagli altri. 
"Allora, posso avere l'onore?" 
"Naturalmente" Mi mise le mani sui fianchi e io portai le mie al suo collo. Ci guardammo negli occhi. 
 
I don't want this moment to ever end where everything's nothing without you. 
I wait here forever just to, to see you smile 'cause it's true, I am nothing without you...
 
..I want you to know, with everything I won’t let this go..
 
"Sai, ogni volta che suonavamo Dear God mi venivi in mente tu. Sei tu quella persona che è sempre stata vera con me, quella di cui ho bisogno adesso. E ora che ti ho ritrovata non ti lascerò più andare" Si avvicinò lentamente e mi baciò. Quel bacio divenne presto appassionato, dando vita ad una dolce danza di lingue. Una piccola goccia scivolò sulla mia guancia. Stavolta era una lacrima di gioia. 
"Ti ho già detto che mi sei mancata tantissimo?" Risi e lo strinsi ancora di più a me. 
"Mai quanto tu sei mancato a me" Appoggiai la testa alla sua spalla e mi lasciai cullare. Quando la canzone finì mi prese la mano e mi portò fuori. 
"Scusa, ma non mi va di stare in mezzo a quel chiasso ora" 
"Tranquillo" Ci sedemmo sul prato del giardino. Mi fece prendere posto davanti a lui e poggiare la testa sul suo petto. Il cielo era sereno e dominato dalla luna piena, accompagnata dalle stelle. 
"Ora come stai?" Mi chiese, mentre insieme scrutavamo il cielo. 
"Fottutamente bene. E tu?" 
"Lo stesso" Restammo accoccolati. Mi accarezzava i capelli.
"Ellie.." 
"Dimmi" Restò in silenzio qualche secondo. 
"Ti amo" Non credevo alle mie orecchie. 
"C-Cosa? Io non so se ho sentito bene.." 
"Hai sentito bene. Ti amo, Ellie. Anche se l'ho capito tardi, ora ne sono sicuro. Ti amo" Mi voltai verso di lui e lo baciai. 
"Ti amo anch'io" 
"Scusami se ti ho fatto aspettare tutto questo tempo"
"Non importa. Ne è valsa la pena" Sorrise e mi baciò. 
"Ehy Gates"
"Sì?"
"Che ne diresti se andassimo da qualche altra parte?" Lo citai. Sorrise. 
"Potrei mai dirti di no?" Ci alzammo e ci dirigemmo verso lo steccato.
"Non dovremmo avvisare gli altri?" 
"Mmm.. Nah, capiranno" 
"Fammi almeno prendere la borsa" 
"Ok, ma sii veloce" Impiegai pochi secondi. Mi prese per mano e mi portò alla sua macchina. 
"Bene. Destinazione?" Mi chiese. 
"Dove vuoi tu" Annuì e partimmo. Dopo un quarto d'ora si fermò davanti ad un hotel a cinque stelle.
"Cosa? Stai scherzando?" 
"No, vieni" Mi prese per mano. L'interno meritava tutte e cinque le stelle. Mi guardavo intorno, stupita. Ero una persona abituata alla semplicità, dopotutto. Brian prenotò una camera per passare la notte, prese la chiave e mi portò nella stanza. Mi stupii nuovamente: sembrava tutt'altro che una camera d'hotel, era enorme. 
"Wow. Sai sempre come stupirmi, Haner!" Esclamai. 
"Sì, diciamo che ho del talento" Mi sorrise e mi mise un braccio attorno al collo. 
"Allora vogliamo accomodarci?" Gli chiesi. Annuì, si tolse la giacca e si sdraiò sul letto. Mi accomodai accanto a lui. Presto mi fece avvicinare e poggiare a lui. Notammo che la finestra era aperta e che entrava del vento freddo. Rabbrividii.
"Fa freschino stasera" Mi mise la sua giacca sulle spalle. 
"Grazie" Mi strinse. Lasciò cadere la sua mano sul mio polso. Continuava a passare il pollice sulla cicatrice e ad osservarla.
"Perché continui a guardarla?" 
"Mi sento terribilmente in colpa"
"No, non devi. È stato solo un momento di debolezza. E me ne vergogno"
"Ma se non avessi fatto il coglione non sarebbe mai successo"
"Non essere troppo duro con te stesso. È tutto a posto ora" Lo baciai.
"Ti amo" Mi diceva tra un bacio e l'altro. 
"L'hai già detto" 
"Non importa. Voglio essere sicuro che tu lo sappia. Ti amo" 
"Anch'io" Mi sdraiai sopra di lui e cominciai a baciarlo. Con le mani cominciò a percorrere la mia schiena, partendo dai fianchi e arrivando alla cima del vestito tenuto su grazie ad una cerniera. La abbassò lentamente. Misi le mani sotto la sua maglietta e cominciai ad accarezzargli il torace. Invertì la posizione. Staccò un attimo le sue labbra dalle mie per potersi togliere la maglia che lanciò alle sue spalle. Tornò sulle mie labbra per poi scendere sul collo e sulle clavicole. Se fermò per abbassarmi lentamente il vestito fino a sfilarlo completamente. Risalì dove si era interrotto e scese nuovamente sul seno e sull'addome. Presi il suo viso tra le mani e cominciai ad intrecciare la mia lingua con la sua. Nel frattempo gli sfilai velocemente i pantaloni. Cominciò a mordermi il collo. Affondai le unghie nella sua schiena. Entrambi stavamo esplodendo dal desiderio. Gli levai velocemente i boxer e lui fece lo stesso con la mia culotte. Ci guardammo negli occhi mentre pian piano entrava dentro di me. Si morse il labbro inferiore. Socchiusi gli occhi ed un sorriso di piacere si dipinse sul mio volto. Sentii le sue labbra e la sua lingua premere sulla mia bocca mentre spingeva. Incrociai le gambe dietro la sua schiena per avvicinarlo di più a me e chiedergli di più. Mi accontentò immediatamente. Gemevamo all'unisono. Venimmo con un sospiro nello stesso istante. Si sdraiò accanto a me e mi abbracciò. Entrambi eravamo ansimanti, sorridenti e felici. Mi rimise la sua giacca e intrecciò la sua mano con la mia. Restammo in silenzio. 
"Piccola, hai sonno?" Mi chiese sottovoce.
"Non tanto.." 
"Ti va di parlare un po' ?"
"Certo, dimmi pure" Mi voltai per guardarlo meglio. 
"Ora tornerai ad Huntington Beach, vero?" 
"Tornerei anche domani stesso, ma ho venduto la mia casa e non so dove stare" 
"Verrai a stare da me" 
"Cosa? No, non voglio darti fastidio"
"Fastidio? Scherzi? Te lo impongo!" Mi arresi e sospirai.
"Ai suoi ordini, Mr Gates" Mi diede un bacio sulla fronte. Calò nuovamente il silenzio. 
"Brian.. Ora che tornerò ad Huntington, sarà tutto come prima?" 
"Di cosa parli?" 
"Del nostro rapporto.." 
"Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro. Io appartengo a te. E tu sarai mia solo se lo vorrai.." 
"Certo che lo voglio" Lo baciai. Senza staccare le mie labbra dalle sue allungai la mano verso la borsa per prendere la macchina fotografica. Immortalai quel momento. 
"E questa?" 
"Volevo una nuova foto da aggiungere all'album. Qui inizia un nuovo capitolo della mia vita" 
Ed era vero. Lì iniziava un nuovo capitolo, una nuova vita con Brian Haner.
 
I'll wrap you in my arms and I won't let go
I'm everything you need me to be. 
 
Fine.
 
 
-Angolo dell'autrice:
Salve! 
Con questo capitolo dichiaro ufficialmente conclusa questa fanfic. 
Che dire? Tutto è bene quel che finisce bene. 
Ho voluto concludere il capitolo con una frase di The Last Night degli Skillet dato che mi ha ispirata molto per quest'ultimo capitolo. 
Spero di non aver deluso nessuno. >.<
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito ed un ringraziamento speciale va a:
Che hanno avuto il tempo e la pietà di recensire. xD
Beh, un bacio a tutti. :3
Alla prossima! ^^

_Death Angel

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