Another Life

di JackieJay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il Sogno. ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** L'inseguimento ***
Capitolo 4: *** Irrazionale... ***
Capitolo 5: *** Presto contesa... ***
Capitolo 6: *** Change. ***
Capitolo 7: *** Confusione. ***
Capitolo 8: *** L'appuntamento ***
Capitolo 9: *** The First Time ***
Capitolo 10: *** Live or Die? ***
Capitolo 11: *** I choose to live. ***
Capitolo 12: *** The secret is out. ***
Capitolo 13: *** Tradimento ***
Capitolo 14: *** Fight. ***
Capitolo 15: *** Another Life ***



Capitolo 1
*** il Sogno. ***


Mentre salivo in quella immensa terrazza per stendere il bucato, canticchiavo una delle loro canzoni. Lei, lei l'unica e la sola che mi aveva aiutato ad affrontare gli ostacoli e che più di una volta mi aveva salvato la vita... Lei: Kings & Queens!  Per la prima volta, riuscii a cantarla senza cuffie e senza steccarla, era come se lui fosse li al mio fianco a intonarla con me, ma non c'era paragone. Lui aveva una voce meravigliosa, dolce e penetrante, una voce che ti toglieva il respiro.
Era una di quelle giornate dove il sole non era molto forte e il vento correva libero, perciò decisi di aspettare che la biancheria si asciugasse, e mi sedetti in un angolo. Indossai la loro felpa e accesi la mia sigaretta, anche se lui detestava che io fumassi, e come sempre chiusi gli occhi iniziai a fumare. 
Amavo fumare con gli occhi chiusi e sentire il fruscio del vento scompigliarmi i capelli. Con la sigaretta ancora in mano, iniziai a ballare trasportata dal vento! Mi sentivo libera, era come se stessi volando. 
Ogni tanto, sbirciavo per esser sicura di non essere osservata, e proprio in quell'istante, fra le lenzuola bianche, vidi un'ombra, non me ne preoccupai molto, richiusi gli occhi e continuai a danzare. A volte mi piaceva essere apprezzata, anche se ero timida. Danzai lungo tutta la terrazza, tornando poi indietro. Sfiorai quell'ombra, che poco dopo mi condusse a sé e mi ritrovai avvolta fra le sue braccia. Solo una persona sapeva quanto adorassi essere abbracciata da dietro, e infatti, il profumo che sentii era il suo... il profumo del suo corpo, era unico e così dolce. Sembrava fossi avvolta da una coperta, forse troppo grande, visto quanto ero piccola, ma io mi sentivo al sicuro. Mi sentivo protetta.
Mi girai, e rimasi incantata dal suo splendore, non mi ero ancora abituata, e forse non sarebbe mai accaduto. Il suo viso, cosi dolce e perfetto, dai lineamenti divini, lo avrei riconosciuto in mezzo a mille persone, perché solo lui aveva quello sguardo capace di rapirti il cuore. I suoi occhi non erano azzurri, erano di un intenso color cielo, profondi e puri come la sua anima. Io, ero la fidanzata del Frontman di una famosa band rock americana, i 30 Seconds To Mars. 
Fra tutte le donne che il mio Jared potesse avere, scelse me, una comune ragazzina di quasi 21 anni, arrivata a Los Angeles, con la sola speranza di cambiare vita. Bhè, Jared, più che altro, me la stravolse. 
Sin dal primo istante ho sentito di appartenergli, come se fosse destino che noi dovessimo stare insieme. La mia famiglia non sapeva nulla ancora, ma io e Jared, l'unico uomo che avrei mai amato, stavamo insieme, insieme da così poco da sembrare un sogno...

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


 
Il mio inglese non era ancora del tutto perfetto, come anche il suo italiano. Jared aveva capito come fregarmi. 
"Se tu mi baci, imparo più facilmente!". Un bacio tira l'altro, si accende la passione e ogni volta finivamo a far l'amore.
 
 
Quella mattina avevamo litigato perchè non volevo si sapesse in giro con chi, Jared Leto, si fosse fidanzato. Dopo la lite, mi strinse a se acnhe se io continuavo a singhiozzare come una bimba a cui avevano tolto un giocattolo. 
"Ti amo, nanerottola mia" mi sussurrò. 
Sapeva come calmarmi e farsi perdonare, ma la paura di essere derisa era troppa. Se la notizia del nostro fidanzamento fosse trapelata, saremmo finini in prima pagina... "Jared Leto e la CAMERIERA" (beccati nel retro di un ristorante) 
 
 
Quando arrivai a Los Angeles, avevo i soldi giusti per restare una, massimo due settimane, ma venni baciata dalla fortuna, e tre giorni dopo il mio arrivo, trovai lavoro come lavapiatti in un ristorante. Non mi importava la mansione, mi bastava guadagnare quel tanto da pagare l'affito di una stanza.
Bhè, devo dire che il ristorante in cui lavoravo, aveva la sua fama. 
 
La prima volta che incontrai Jared fu proprio al ristorante in cui lavoravo... Il 1°Maggio.
Quel giorno erano arrivate le nuove divise, gonna nera a tubino, sopra il ginocchio, camicia bianca e decoltè nere e proprio quella sera, mi misero come cameriera di sala, per la troppa clientela.
Servii molti tavoli quella sera, ma il proprietario del ristorante voleva che all'arrivo di un certo Mr. Cubbins, fossi io a occuparmi del suo tavolo. 
Quel nome mi suonava familiare, ma pensai di averlo già sentito in giro, e non diedi molto peso alla richiesta che mi venne fatta. 
La sala si era quasi svuotata, tutti i clienti stavano tornando a casa, si avvicinava l'orario di chiusura, ma il tavolo, per tre, di Mr. cubbins era ancora vuoto. 
 
Il telefono del ristorante squillava e risposi io. 
"Sono Mr. Cubbins, perdonate il mio ritardo, ma a breve saremo da voi." 
Ebbi solo il tempo di dire il nome, che riattaccò. Era una voce sensuale e travolgente, che mi lasciò, quasi, senza parole. 
 
"Tratta bene Mr. Cubbins, e prima del suo arrivo corri a darti una sistemata, non voglio che la mia unica cameriera donna, abbia i segni della stanchezza addosso.", mi disse il proprietario.
 
Continuavo a non capire perchè il proprietario fosse così preoccupato.
Andai a sistemare il trucco e i capelli e tornai ad attendere l'arrivo di Mr. Cubbins all'ingresso. 
Entrò un uomo, poco più alto di me, con delle scarpe che non potevi non notare, erano quasi fosforescenti, jeans neri e una maglietta bianca a maniche corte, che mostrava quegli addominali scolpiti. 
Era seguito da una bella donna bionda, indossava un vestito bianco, molto anni 50.
 
"Lei è Mr. Cubbins?" chiesi all'uomo ancora volto verso la giovane donna.
"Per te, Dolcezza, io posso essere chi vuoi tu!" disse.
 
Arrossii e sorrisi quando la donna lo rimproverò. 
Si accorse del mio sorriso, prese il mio viso tra pollice e indice, e nel giro di pochi secondi mi ritrovai quegli occhi magnetici che mi fissavano.
Ero rimasta senza parole, io sapevo chi era quell'uomo, sapevo chi era quello spettacolo che si trovava a due centrimentri da me.
Mi morsi il labbro inferiore, ma non stavo sognando... Shannon Leto era davanti a me e mi aveva incantata col suo sguardo.
 
"Prego, seguitemi.", li feci accomodare al loro tavolo, stando attenta a non cadere dai tacchi.
 
Mentre attendevo l'ordinazione, Shannon continuava a provarci con me, nei modi pìù assurdi. 
"Vorrei un tuo bacio per iniziare."
La donna al suo fianco, quella dolce donna che rise alle avance del ragazzo, era Constance, la favolosa donna che aveva messo al mondo la perfezione fatta persona.
 
E proprio in quell'istante mi sentii toccare il fianco...

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Capitolo 3
*** L'inseguimento ***


Un dolce profumo sfiorò il mio viso...
 
Un uomo sussurrò: "Signorina...?" , si sporse in avanti per guardare il nome nella targhetta. 
"Signorina Chiara, perdoni mio fratello se la sta importunando"
 
Mi voltai, trovandomi davanti a quello sguardo angelico, che nel giro di pochi secondi mi mise K.O.
Mi ritrovai fra le braccia di Jared... avevo perso i sensi, per l'imarazzo arrossii, mi ricomposi, e chiesi cosa volevano ordinare, come se nulla fosse successo. 

Per tutta la sera, Shannon mi chiese: "Tesoro, stai bene?"
"Occhi dolci, hai bisogno di una "mano"? quel "mano" lo aveva detto con un retro di malizia...
"Dolcezza hai gli occhi meravigliosi, a che ora finisci il turno?"
"Vorrei tanto il tuo numero!"
 
Avevo davanti ai miei occhi, parte della mia vita e non sapevo come comportarmi, non potevo rifiutare, e quella sera volevo tanto andare a bere qualcosa quindi accettai.

Evitai lo sguardo profondo di Jared per tutta la sera, ma vedevo che ogni tanto sorrideva, quando Shannon se ne usciva con una delle sue. 

"Se fossi il tuo fidanzato non permetterei mai, che la mia donna si rovinasse queste dolci mani. Piuttosto vorrei che lasciasse la sua firma incisa sulla mia pelle!"

Non sapevo mai cosa rispondere, continuavo ad arrossire,  e quando lasciavo il tavolo sorridevo ripensando alle avance di Shannon. 
 "Eh... Shay, Shay, non hai capito proprio! L'unica cosa che abbiamo in comune io e te sono le donne." pensavo tra me e me.
 
Dopo aver portato una torta al loro tavolo gli diedi la risposta che tanto aspettava. La torta era per Constance, era il suo compleanno, e i suoi due figli meravigliosi le avevano regalato una serata solo per lei.  
 
"Finisco il mio turno alle 23".
Il suo viso si illuminò di gioia. "Bhè, vorrà dire che ti aspetterò, Baby!".

Dopo la brutta figura fatta con Jared, non riuscii a rivolgergli parola, tranne quando stava per andar via.      
 "Come stai, Chiara? Perdonami se ho fatto qualcosa di male. Davvero, mi dispiace."

Non sapevo che dire, avevo gli occhi lucidi, perchè lui, l'uomo che ho sempre apprezzato, si stava preoccundo per me. Il cuore batteva a mille, riuscii solo a dire: 
"Grazie Amore..." , mi fermai subito e mi corressi...
"Grazie Mr. Cubbins..." gli feci l'occhiolino, "...grazie davvero per il suo aiuto, ora sto meglio!".

La famiglia Cubbins/Leto era appena uscita dal ristorante, e io non vedevo l'ora di andarmi a fare una bella birra, e incontrare una delle mie donne.
Sistemai il tavolo, andai a rifare trucco e capelli, sbottonai la camicia fino al seno, misi il giubotto di pelle nera e presi il casco. 
Accesi la mia Kawasaki Ninja e andai verso l'entrata del risorante sicura che Shannon non mi stesse realmente aspettando. E invece era lì, così sexy da far impazzire gli ormoni di qualsiasi donna, appoggiato ad una moto meravigliosa. In mano teneva una sigaretta, appena accesa e il casco era poggiato sulla sella.
 
Alzai la visiera e lo sfidai: 
"Prova a prendermi, baby!"
 
Spostò lo sguardo dal mio fondoschiena ai miei occhi, ammiccò come solo lui sapeva fare, togliendoti il respiro, mise il casco e saltò in moto.
Iniziò una corsa sfrenata, e l'intesa tra di noi cresceva, anche se per me era strana come cosa.
 Arrivati al locale, appena tolsi il casco, subito Kira, una ragazza bionda, mi venne incontro, salì sulla mia moto, voltandosi verso di me e iniziò a baciarmi.
Ero travolta dalla passione, avevo dimenticato con chi ero arrivata, ma in quel breve istante di distacco tra me e Kira, notai che anche Shannon era in ottima compagnia. 
 Entrati nel locale, Shannon mi guardava e rideva, aveva capito che ci aveva provato con una ragazza lesbica e che io glielo avevo tenuto nascosto.

Dopo un paio di ragazze e birre, gli dissi:
 "Vediamo se mi batti anche da ubriaco!".
La corsa ricominciò, ero sicura che avrei vinto anche questa volta, ne ero certa.
Corsi più forte che potevo, ma era lui a condurmi, mi portò in una strada dove non vi era nemmeno l'ombra di un auto.
Solo i nostri fari la illuminavano...
 Iniziò a girarmi intorno con la moto, mi aveva presa... Dopo un paio si giri, si fermò, si tolse il casco e si avvicinò a me che ancora non ero scesa dalla moto nella speranza di potermi liberare.
 
"Dolcezza, ora se mia!"
 Mi tolse il casco e le nostre labbra si abbandonarono in un bacio passionale, dal quale non volevo più liberarmi...

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Capitolo 4
*** Irrazionale... ***


Quel bacio mi fece provare emozioni mai provate fino a quel momento... Mi sentivo fuori di me, poteva essere stato l'alcool, o i ferormoni sessuali che Shannon rilasciava in gran quantità, ma in quell'istante ero assetata di sesso, assetata di lui, del suo corpo. Mi sbottonò la camicia mentre mi teneva stretta a se dal fondoschiena, gli tolsi quella maglietta sentendo sottomano quei muscoli cosi evidenti. Mi ero persa, il mio essere lesbica si stava volatilizzando nello stesso istante in cui mi sfilò il perizoma

Io stavo per farlo con shannon leto, in mezzo ad una strada, contro la sua moto ancora calda.
I suoi baci erano cosi caldi e travolgenti che mi dimenticai di tutto il resto e nel preciso istante che i nostri corpi stavano per fondersi si allontanò da me.
"Non voglio che sia qui, piccola", mi rimise la giacca e mi disse: "Seguimi"
 
Non sapevo dove mi stesse portando e io, io cosa stavo facendo? Ero ancora vergine sotto il profilo etero, non avrei saputo come comportarmi.
Durante quel breve pezzo di strada, mi prese la mano a ogni semaforo e il mio cuore scattava veloce come il vento durante una bufera. Che gli prendeva? Non era da lui fare il carino, e per quel poco che conoscevo mi avrebbe scopata pure in mezzo alla strada. Arrivamo davanti una villetta. Prese le chiavi ed entrammo in casa. Mi ero tolta i tacchi, per non fare rumore e li tenevo in mano, l'alcool stava facendo il suo effetto ed io iniziai a ridere, senza una ragione precisa. Sembravamo dei ladri che si intrufolavano in casa di qualcuno. Persi l'equilibrio e caddi a terra continuando a ridere.

Svegliai Jared, non immaginavo lui abitasse li, ma comunque, appena mi vide a terra mi prese in braccio, lanciando un'occhiataccia a Shannon.
"Sei sempre il solito" gli disse e mi portò in camera sua. Da lì, mi ricordo solo che mi fece stendere sul suo letto e carezandomi i capelli mi addormentai, sentendo il suo dolce profumo. 
Mi girai mille e più volte, sentivo tutta quella passione e l'adrenalina scorrermi ancora nelle vene.
 
La mattina dopo ringraziai che fosse il mio giorno libero perchè in quelle condizioni non sarei stata in grado di portare neanche un piatto alla volta .
Non so perchè ma guardai sotto le coperte e mi accorsi di essere nuda, mi guardai intorno e mi accorsi di non essere a casa mia, ma ormai accadeva spesso che io non ricordassi mai nulla della notte precedente.

Ma quella mattina era diversa sul letto... In un angolo del letto, trovai un vassoio con la colazione e un biglietto con su 
scritto: "Baby, don't go away... I'm coming.", firmato "J".
Non ricordavo proprio nulla, ma decisi comunque di aspettare il ritorno di "J".

Mi alzai dal letto portando con me il lenzuolo e andai a fare una doccia. In quel bagno non c'erano asciugamani, tranne il lenzuolo in cui mi riavvolsi e asciugai. 
Uscii dalla stanza in punta di piedi e vidi su divano un uomo. 
 
"Oddio è Shannon" "E ancora vestito?"
Iniziavo a ricordare, e in quel preciso istante vidi scorrere nella mia mente tutto ciò che era accaduto la sera precedente con lui.
 
Mi stavo sporgendo sul divano per accarezzargli il viso, quando sentii la porta di casa aprirsi. Mi voltai di scatto, mollando la presa del lenzuolo, che cadde a terra lasciandomi nuda... 

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Capitolo 5
*** Presto contesa... ***


Gli caddero i sacchetti dalle mani e il tonfo aveva svegliato Shay. Mi ritrovai, così, senza vestiti, sotto i loro occhi. Arrossii e ripresi il lenzuolo da terra. 
Shannon continuò a fischiare fino al mio ritorno in stanza, accompagnata da suo fratello.
 
Jared, chiuse la porta dietro di sè, e io iniziai a parlare senza sosta...
"Scusa Jay, scusa davvero, mi dispiace. Oddio, che imbarazzo, mi spiace davvero. Ti prego, perdonami per qualsiasi cosa io abbia fatto stanotte non volevo, o meglio si volevo ma avrei preferito essere cosciente".
 
Mi guardò, e con quel dolce sorriso mi zitti ponendo un dito sulle mie labbra.
"Chiara stai tranquilla non è successo nulla, ti ho solo salvata da mio fratello che a volte non ragiona. Tra me e te non è sucesso nulla. Se ti sei ritrovata senza vestiti è perchè tu ti sei spogliata durante la notte, a causa dell'alcool. Io ho provato solo a farti dormire e credo di esserci riuscito."
 
Annuii, anche se ero ancora imbarazzata per tutti i casini che avevo potuto procurargli.
 
"Dentro questa busta c'è qualcosa per te. Dovrebbero starti bene!" 
Era dell'intimo nuovo e profumato e un vestito nero a pois rossi...
"Lo so che mi hai visto nuda, ma ti prego girati."
 
Jay annuì e si girò, ma davanti al lui vi era uno specchio che gli permise di osservare ogni lineamento o curvatura del mio corpo, quando mollai il lenzuolo.
"Ora puoi girarti", e in quell'istante mi accorsi dello specchio. Che stupida! 
 
"Chiara... Sei bellissima." 
Mi guardava con altri occhi, era attento a ogni sfumatura del mio corpo.
"Ehi Jay, ho qualcosa che non va?" 
"No, sei soltanto... niente. Volevo invitarti a pranzo. Voglio cucinare per te." , mi disse sfoderando uno di quei sorrisi indescivibilia parole.
"No, non posso accettare. Hai ià fatto cosi tanto per me, che non so neanche come ripagarti per il tuo aiuto."
"Ti prego, allora, resta qui con me."
 
Baciai il suo viso, così perfetto.
"Va bene, ma solo perchè mi guardi con quegli occhioni luminosi".
 
Stavo per uscire dalla stanza quando mi ritrovai davanti a Shannon che stava appoggiato alla porta con la sua aria da "sono un gra figo ammettilo".
"Ehi, Baby, sei uno schianto!".
Ero in mezzo a due uomini che rilasciavano sesso, anche solo con un soffio.
 
Jared guardò Shannon...
"Smettila Shann, hai già comminato abbastanza casini. Piuttosto, va subito a casa di Tomo, mi ha detto che ti deve dire una cosa troppo importante. Non può più aspettare e non può dirtela per telefono."
 
Shann sbuffò...
"Si, va bene, vado, ma tu non provarci con la mia donna"
 
Che cosaaaaa? Avevo sentito bene? Io ero la sua donna? Mi sa che aveva proprio bevuto tanto. 
 
Jared lo fulminò con lo sguardo e Shann lasciò l'appartamento. 
 
 
Shannon, non ebbe neanche il tempo di entrare in casa, che Tomo gli saltò addosso con un sorriso a 360°. 
 
"Shannon sarai zio."
"Cosa?"
"Si si, proprio così"
Inizio a saltellare per il soggiorno..."Io sarò padre. Sarò papà. Proprio un papà." 
 
Shannon si tolse gli occhiali da sole... Cosa cazzo vai dicendo?"
"Si, la mia Vicky è incinta" 
Gli brillavano gli occhi dalla gioia, ed era strano che Tomo ridesse.
 
"è meraviglioso. Io diventerò zio. Io zio e tu papà, non posso crederci" "Bhè, allora anche tu diverrai presto zio." 
Tomo si fermò di colpo... "Che cazzo hai fatto Shann?" 
"Voglio dire che ho conosciuto una ragazza, è proprio il mio tipo"
"Shannon Christopher Leto, non dire o fare cazzate, non possiamo sempre salvarti io o tuo frarello" 
"Ma tranquillo dai, è lesbica e poi lo sai come sono fatto. Io sono l'uomo che fa ricrede ogni tipo di donna, fidati..."

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Capitolo 6
*** Change. ***


Mi ero seduta in un angolo del divano, dove la notte prima si era messo a dormire Shannon, come un bambino, dopo una partita di calcio.C'era ancora il suo profumo e una gran quantita di sesso... 

Ma accanto a me adesso c'era lui, lui con quechi occhi color cielo che iniziò a farmi mille domande.
 
"Chiara tu non sei di qui, vero?"
"Eh già. Si sente tanto?" 
"Un pò per l'accento. Hai un accento particolare!"
"Odio il mio accento. Vengo da un paese che odio" 
Sul mio viso comparve un velo di tristezza e i miei occhi divvennero lucidi, mi voltai cercando di nasconderli. 
 
"Perchè odi cosi tanto il tuo accento, è cosi carino e poi mi fa ridere!" e sul suo viso spuntò uno di quei sorrisi che ti lasciavano senza parole. "Da dove Vieni?"
"Vengo..." il mio sguardo si spostò,  verso il pavimento per l'imbarazzo che stava arrivando "...sono italiana"
 
"Vieni dall'Italia?" era su di giri. "Oh a me piacciono tanto le ambulanze italiane!"
Mi tornò in mente la sera del concerto a Roma, e il suo giro nell'ambulanza addobbata stile disco. Quel giorno piansi  per la paura che potesse essergli successo qualcosa, ero davvero preoccupata per lui.
 
"E perchè sei andata via?" 
"Bhè non era più il caso che stessi in una città che mi aveva fatto soffrire, quindi ho chiesto, come regalo di diploma, un viaggio di una settimana per L.A.. E si è prolungato grazie al lavoro che ho trovato."
 
"L.A. California. Di tutto il mondo te hai schelto questo posto?"
Non potevo dirgli che l'unica ragione della mia scelta era lui, che speravo di incontrarlo in qualche supermercato, quindi cercai di sviare la sua domannda.
 
"Perchè non hai una famiglia? Una donna tua?"
"Per avere una famiglia devi avere al tuo fianco chi ami davvero. Qualcuno che ti prenda l'anima, e non una che dopo una scopata ti butti via come una sigaretta appena finita."
Restai colpita dalle sue parole, non avevo mai pensato che potesse esistere una parte così sensibile dentro un uomo come lui.

Si avvicinò a me iniziando a giocherellare con i miei lunghi capelli, color cioccolato e io poggiai la testa sul suo petto per lasciarmi accarezzare.
riscivo a sentire il battito del suo cuore, era  come se lo potessi controllare, accellerò di colpo quando lo sfiorai.
 
"Ho trovato il tuo punto debole!" sorrise compiaciuto.
Arrossi dall'imbarazzo... "Mi hai scoperta! E il tuo, Mr. Cubbins?"
 
"Il mio punto debole? Mmm... Forse una persona a me molto, ma molto vicina, ma lo scoprirò solo con il passare del tempo". 
Non capii e in quell'attimo di silenzio, posai il mio sguardo sul suo collo. Aveva una linea del collo così perfetta, che qualsiasi vampiro non avrebbe esitato dal morderlo. Sentivo il sangue scorrergli lungo quella vena che richiamò la mia sete di lui.
 
Sembrava, quasi, che mi stessi trasformando e uscendo canini affilati.
Salii sul suo ventre e tenendomi dal fondoschiena mi fece ondeggiare su di lui. Avevo sete di lui...
 
Era eccitato, e io lo morsi, lo baciai e feci scorrere la mia lingua lungo il suo collo. 
Il mio cuore stava impazzendo di passione e di eccitazione, non riuscivo a staccarmi da lui, sentivo di appartenergli.
Continuava a baciarmi tenendomi stretta a sè. Le sue labbra così calde sul mio corpo, mi fecero rabbrividire...
 
Mi baciò lungo il collo, stava provando a staccarmi il vestito, per baciare il mio seno, ma...
 
...Mi staccai di colpo e scappai...

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Capitolo 7
*** Confusione. ***


...Scappai via lasciando tutto a casa sua e presi solo il casco con dentro le chiavi della moto. Non gli diedi nemmeno il tempo di poter dire parola, sentii, che si prendeva a parole, uscendo di casa.

Iniziai a correre senza una meta precisa. Chi cazzo era quella ragazza? Cosa stavo facendo? Io e un ragazzo?  Più che un ragazzo era un uomo, un uomo responsabile, dolce, un pò strano a volte, ma quella sua stranezza mi affascinava.
Lui mi aveva stregata e adesso io non sapevo più dov'era finita la mia me reale. Continuai a correre, non sapevo cosa fare, cosa pensare e dove andare, visto che avevo tutte le mie cose a casa sua.

Andai in spiaggia e iniziai a pensare. Davanti ai miei occhi, passavano pettorali scolpiti e e ragazze in bikini, ma i miei occhi puntavano sul fondoschiena di una bionda in perizoma bianco. Come potevo provare tutta quella passione?
Mi tornarono in mente le dolci labbra di Jared, che la notte prima baciavano la mia fronte.

Ripartii e andai al ristorante sperando che mi avrebbero messa in cucina almeno per quel giorno. 
Entrata al ristorante, tutti i pensieri svanirono. 
Quando arrivai il mio capo mi disse di seguirlo nel suo ufficio e inizio a parlare...
 
"Chiara, il mio ristorante ha una reputazione e non puoi andare a letto con i clienti "
Non capivo da dove gli venissero certe idee a volte, mentre continuava a parlare mi diede un pacchetto 
 
"I miei vestiti! Oddio Jared!"
"Signorina Chiara,  per lei è Mr. Cubbins. è venuto qui pochi minuti fa con questo pacchetto e una busta tieni"

C'era tutto ciò che avevo lasciato da lui, tranne il mio braccialetto con la "C".

"Oh... Ha frainteso, mi dispiace davvero, non riaccadrà" 
"Non raccontare balle e va a vestirti" 

Non guardai il biglietto, lo misi nella in tasca e mi andai a vestire. Iniziai il mio turno con molta tranquillità, come se non fosse successo nulla.
Anche quella giornata era finita e volevo tornare a casa a fare un bagno caldo.
Il mio desiderio sfumò, quando nel vicolo, fuori il locale dove c'era la mia moto, trovai lui con quel suo sguardo così profondo che mi fece sorridere. Ero felicissima di vederlo, ma non capivo perchè fosse lì...

"Cosa ci fai qui?" 
"Sono venuto per invitarti a cena e farmi perdonare" 

Non resistevo guando mi gurdava con quegli occhioni splendidi:

"Mmm hai mezz'ora, perchè sono davvero distrutta"
"Va bene allora stiamo qui" iniziò a massaggiarmi il collo... oddio il mio cuore stava accellerando, dovero controllarmi.

"Qui?" 
"Si. Voglio solo parlare un pò con la mia 'Nana'!"
"Nana a chi? Sei tu che sei un uomo troppo alto e io una semplice ragazza."

Ero la sua Nana, potevo anche accetterlo. Mi sedetti sulla panchina che usavamo per fumare nella pausa, mi accesi una sigaretta e vidi il suo viso contrariato davanti al mio gesto.
 
"Se non sopporti il fumo mi sposto" e mi andai a poggiare sulla sua moto così bella rosso fuoco. 
 
"Non vorrei che tu fumassi... Vorrei averti qui al mio fianco"
Feci altri due tiri e la gettai via, volevo sentire di cosa voleva parlarmi, e stare accanto a lui, era come una calamita.

"Dimmi Mr. Cubbins come mai questo interesse per me?" 
"Perchè un uomo non può parlare con una bella donna come te?"
"Io una bella donna?" scoppiai a ridere. 
"Si, sei bellissima"
 
Arrossii... "Baby, non sono una donna, ma poco più di una ragazza" 
"Resti una ragazza attraente! Volevo proporti  un patto." 
"Io ti insegno il mio accento e in cambio tu mi insegni un pò di italiano"

Accettai senza pensarci due volte. 

"Farò il bravo. Promesso! Vieni domani a casa mia per le otto..." mi baciò sul collo e andò via...

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Capitolo 8
*** L'appuntamento ***


Restai lì immobile, ad ammirare il suo fondoschiena allontanarsi su quella moto. 
Mi misi in moto anch'io e tornai a casa. Quel giorno avevo lavorato anche se dovevo essere libera, dunque il mio giorno libero sarebbe stato il giorno dopo.
 
Arrivai a casa tolsi i vestiti e mi misi dentro la vasca.
Avevo ancora il suo profumo impresso nella mente, sognavo ad occhi aperti una vita felice con lui. 
Ma che mi passava per la testa. Jared aveva il doppo dei miei anni e nessuno avrebbe mai accettato una cosa simile. 
 
Il mio sogno, infatti, venne interrotto dal cellulare...
"Numero sconosciuto" 
"Pronto"
"Ho una domanda da farti"
"Come fai ad avere il mio numero?"
 
Era lui, era la sua voce, cosi affascinante ed inconfondibile.
 
"Non far tante storie, piuttosto dì al tuo ragazzo che domani hai una cena di lavoro e non potrai rispondere"
"Cosa ho io il ragazzo? Ma se sono single...e poi questo che c'entra con la domanda che ancora non mi hai fatto?"
"Bhe tu hai risposto lo stesso" ...lo senti sorridere... "Ci vediamo domani alle otto. Notte Nana"
"Ma Jay..." ...non mi diede neanche il tempo di finire la mia frase che chiuse come al solito. 
 
Andai a letto portando con me il biglietto che ancora non avevo letto. 
 
"Il mio punto debole sei tu..."
Non potevo crederci si era preso una cotta, anche lui per una ragazza lesbica che non riusciva a disprezzarlo nemmeno quando veniva a sapere dai giornali che faceva cazzate.
Andai a letto ripensando al biglietto...cercando di capire e mi addormentai.
 
La mattina dopo mi svegliai per l'ora di pranzo, mi feci una doccia e provai a sistemare quei capelli indomabili.
Mi ero messa in testa che quella sera avrei cercato di capire e conoscere meglio Jay. Provai mille vestiti e scarpe. Il mio letto sembrava aver una coperta fatta di vestiti, alla fine trovai cosa mettere. Camicia nera, mini rossa leopardata e anfibi.
Presi il casco e la giacca e arrivata alla moto trovai un biglietto... 
Non era Jared, ma si trattava dell'altro Leto, il maniaco sessuale. 
 
"Non penso altro che al tuo corpo caldo, ondeggiare a tempo col mio..." 
Firmato "Il tuo uomo" 
Shannon si era proprio fottuto il cervello. Ero contesa fra due Leto e non avrei mai saputo chi scegliere. 
 
Misi in tasca il biglietto sorridendo al solo pensiero di trovarmi in mezzo a quei due pazzi.
 
Arrivata a casa di Jared, mi aprì una tipa in intimo... era uno schianto, ma al solo pensiero che fosse stata con lui, mi voltai e andai via lasciandola sul ciglio della porta mezza nuda.
 
"Jared è più pervertito di suo fratello e io sono solo una stupida testa di cazzo"
 
Dopo due secondi vidi una moto nera seguirmi, mi sembrava di conoscerla, ma non ricordavo dove l'avevo vista.
Frenò davanti a me proprio quando arrivai sotto casa mia, non voleva che proseguissi la mia corsa. Dovevo ringraziare quella 'gara', aveva fatto sparire la mia delusione caricandomi di adrenalina.
 
Si tolse il casco e rimasi pietrificata da quegli occhi così dannatamente meravigliosi...
 
"Cosa vuoi? Vai a scoparti la tipa in biancheria che hai lasciato a casa..."
Quella è una delle tante di Shannon... Nana, io, volevo stare con te stasera"
 
Accellerai verso di lui facendogli perdere l'equilibrio, finendo a terra.
"Non mentirmi Joseph! Sei uguale a quel coglione di tuo fratello." 
 
Ero incazzata nera senza una vera ragione, ma mi sentivo presa in giro. 
 
Si rialzò con la mano ferita, bloccò il motore e si avvicino a me...
"Sei bellissima anche arrabbiata, Nana"
"Cazzo ma tu sanguini...e a causa mia! Perchè dovete fare cosi voi Leto?"
Gli presi la mano e lo trascinai con me verso casa. Lo portai in stanza, presi le garze e provai a disinfettarlo e fasciargli la mano. 
 
Non aveva aperto bocca fino alla fine della medicazione, quando mi prese il viso fra le mani e lo avvicino al suo. 
 
Le sue labbra così perfette e seducenti si unirono alle mie, in un dolce bacio...

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Capitolo 9
*** The First Time ***


Un altro bacio, che mi travolse e mi ritrovai seduta contro la spalliera del letto con il suo viso fra i miei capelli. Sorrideva mentre continuana a giocarci. s
 
Sentivo il suo respiro sul mio collo, e buttai la testa indietro cercando di resistere alla tentazione di saltargli di sopra come le ultime volte. Dovevo essere cosciente e lui non mi permetteva di esserlo, bastava che mi sfiorasse il viso con la mano, che io mi perdevo. Ero assuefatta dal suo fascino.
 
Continuò a baciarmi, provavo a resistere, ma era così difficile avere le sue mani muoversi sul mio corpo e riuscire a non far nulla. 
 
Lo baciai, ma stavolta il mio bacio non fu delicato come lo erano stati i suoi. Leccai le sua labra, e nel giro di due secondi gliele morsi, gli piaceva e fece lo stesso con me. I miei ormoni avevano perso l'orientamento e io stavo perdendo me stessa.
 
Mi fece scivolare, per distendermi, sentivo le sue mani fredde scorrere sui miei fianchi. 
Gli tolsi la maglietta e iniziai a baciarlo dalla curvatura del collo fino alla vita. 
 
Mi sbottonò la camicia e io i suoi jeans. Era raro che li portasse, ma gli stavano divinamente.
 
Continuai a baciarlo, e  lo sentii eccitarsi, mentre il mio corpo si muoveva sinuosamente su di lui. 
 
Avevo tolto la gonna come se fosse una maglia ed ero rimasta in intimo nero e rosso, in quell'istante 
la situazione si capovolse e lo ritrovai su di me.
 
Mi fermo i polsi con le sue mani e lo sentii...
 
"Se ti faccio male fermami, piccola..."
 
Riuscii solo ad annuire e lo sentii penetrarmi...
Mi stavo riempendo di lui, era così strano, ma mi sembrò di volare.
 
Il suo respiro affannato sul mio orecchio mi faceva rabbrividire. Mi baciò il collo, portandomi indietro la testa, con i capelli fra le sue dita.
Vedeva la mia vena pulsare e la sfiorò con la sua lingua. 
Mi possedeva, lo tenevo dai capelli ancora bagnati, per quella strana pioggia che era caduta durante la nostra corsa in moto. 
 
Sentivo la sua essenza scorrermi nelle vene, aveva pieno controllo su di me. Ogni suo bacio era come morfina per quel dolce dolore che si era ormai tramutato in piacere.
 
La passione e la sete che il mio corpo aveva di lui, mi aveva fatto perdere ogni ricordo avuto fino a quel momento.
La mia vita si era totalmente annullata e ora esisteva quel quell'istante dannatamente sexy.
Non riuscivamo a staccarci o forse non volevamo, ma i nostri corpi erano cosi uniti e perfettamente incastrati che si muovevano sincronicamente, come un effetto onda.
 
Immaginai la scena vista dall'esterno. Bhe, si, eranvamo la coppia più sexy nel mondo. 
 
Continuammo a farlo per tutta la notte fino allo stremo delle forze, e la mattina dopo lui dormiva nel mio letto, fra le mie lenzuola. Avevo il viso sul suo petto, ma come al solito, per la paura, decisi di sgattaiolare via senza farmi sentire.
 
Misi una felpa, i pantaloni della tuta e uscii.
Stavo scappando da casa mia con la mia moto, la mia unica amica americana che mi aiutava a riflettere. 
 
Amavo un uomo di 41 anni e il mio corpo si era unito al suo quella notte. Fu la cosa più bella al mondo ed era successo a me. Non potevo crederci avevo perso la mia verginità 'etero' con Jared Leto.
 
Non fu solo sesso, anche se poteva sembrare così, ma io lo avevo sempre amato di nascosto.
 
Mi misi in moto, sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene come era successo la notte prima con lui. Jared era la mia droga, e io ero appena entrata in astinenza, dovevo riaverlo, volevo sentirmi parte di lui.
Girai la moto, per tornare a casa e soddisfare la mia sete prima che quel magico sogno svanisse per sempre. 
 
Avevo visto la perfezione che avevo sempre desiderato di trovare in una donna, in lui, e adesso non volevo perderla.
Iniziai a correre più del dovuto con la speranza di poter tornare fra le sue braccia, prima del suo risveglio. 
 
Ma... "Cazzo Jennifer..."

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Capitolo 10
*** Live or Die? ***


Jennifer era avvinghiata ad un tipa dentro una cabrio. Mi fermai di botto, scesi dalla moto e mentre mi dirigevo verso di lei mi tolsi il casco... 
 
"Che cazzo fai?"
"Tu, che cazzo vuoi? Chiara, io faccio quello che tu fai con tutte al locale, ogni sera!" 
"Jenn, ma tu... tu non puoi. Cazzo! Sai cosa provo per te e fai queste cazzate per ripicca?"
"Forse quando capirai realmente cosa vuoi davvero, ma forse, io sarò qui"
"Amore smettila! Mi conosci!" 
Mi abbassai sull'auto, verso di lei e la baciai dolcemente sulle labbra.
Scese dall'auto e mi abbracciò, così forte che sembrava non mi vedesse da una vita.
 
"Amore mio, scusa se ti ho delusa. L'ho fatto solo perchè volevo che per una volta mi mostrassi davvero che ti interesso e che tieni a me più di tutte"
 
Aveva gli occhi color nocciola, lucidi di lacrime e non riuscii a non perdonarla, la baciai e saltammo in moto verso casa sua. Mi stringeva forte a sè, e io potevo sentire le sue mani sotto il giubbotto muoversi fra i miei addominali.
 
Lei era la donna più importante della mia vita, da quando ero a L.A. , le dovevo davvero tanto.
Arrivati a casa le preparai il pranzo per farmi perdonare se l'avevo fatta soffrire e prima di lasciar casa sua le dissi di vederci la sera
 
Avevo dimenticato chi c'era stato a casa mia fino alla notte prima e quando tornai la mia casa era vuota. 
 
C'era solo un biglietto accompagnato dalla sua assenza...
"Mi dispiace, ho sbagliato. Dimentica tutto. Dimenticati di questa fottuta notte" 
 
Quel dannato biglietto mi spezzò il cuore. Sapevo che era solo un sogno, e non dovevo aspettarmi chissà coso dopo quella notte, ma le sue parole mi avevo ferito. Dovevo addirittura dimenticare! Dimenticare che avevo perso la mia verginità e con chi? 
 
Ora più che mai dovevo uscire e non pensare più a nulla. Mi aveva buttato giù con un soffio e ora dovevo rialzarmi più in fretta che potevo.
Mi infilai nella doccia cercando di trattenere quelle dannate lacrime, sembrava che la mia vita passata stesse riaffiorando portando con se tutti i ricordi.
 
Uscii dopo un getto di acqua fredda e iniziai a vestirmi, truccarmi e asciugai i capelli con lo stereo a tutto volume. Stappai una birra e mandai quelle poche e-mail alla mia famiglia e ad alcuni amici in Italia.
Fra tante, finalmente, una buona notizia c'era sarebbe venuta a trovarmi per un paio di giorni quella "stronzetta" della mia amica emy, era una mia...non sapevo come definirla.. era una specie di ex frequentante, a cui mi ero legata troppo, dopo aver capito che non poteva funzionare.
 
 
'Nana, fra due settimane sarò da te, finalmente'
 
Anche lei mi chiamava così, sia per la mia altezza, che per l'Anime. Stava in fissa con Nana e io somigliavo caratterialmente a Nana Osaki.
 
Ero il suo salvavita, se stava giù di morale, correvo in soccorso. Da quando ero andata via non era più cosi semplice aiutarla, ma provavo ugualmente a esser presente.
 
Dopo aver sistemato casa, scesi e mi misi in moto.
Iniziai a fare un giro della città... mi piaceva viverla la sera perchè era bella, illuninata dalla luna, mai silenziosa ma unica. Per me era casa...
 
Stavo per girare verso il locale dove dovevo incontrare Jenny...
 
BOOOOOM!
 
... il buio
 
Dopo un pò mi ricordo che aprii gli occhi e mi ritrovai dentro un'ambulanza. Non sentivo nulla, non sentivo dolore... Vedevo l'immagine dall'alto, era come se fossi fuori dal mio corpo, immobile senza sapere cosa fare...
 
Chiusi gli occhi nuovamente, ma, stavolta, dal buio apparvero due profondi occhi blu, color del mare quando viene baciato dal sole la mattina...
 
"Live or Die?" 
Mi disse guardandomi come se fosse l'ultima volta... ebbi il tempo di un ultimo sguardo prima che il buio tornasse...
 
 

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Capitolo 11
*** I choose to live. ***


...buio totale... il vuoto mi circondava, in quello spazio così grande e nero.
 
Iniziai a sentire delle voci, sembravano agitati e alimentavano solo il mio mal di testa e la mia confusione. 
 
"Il cuore si è fermato per alcuni minuti, ma all'arrivo ha ripreso a battere."
 
"Guardate sta aprendo gli occhi..."
 
"Che cazz..?"
 
"Signorina stia calma, si rilassi e lasci fare a noi"
 
Avevo fili ovunque, e aghi.
 
"Non troviamo la vena, ci resta solo quella al collo è troppo agitata..."
 
Stavo per alzarmi quando mi presero la vena, fortunatamente nel braccio e mi diedero un sedativo...
Mi riaddormentai, sperando di non tornare in quel buio...
 
Al mio risveglio una dolce infermiera mi spiegò che era tutto ok, stavo bene e non dovevo sforzarmi.
 
Avevo scelto di VIVERE.
Vivere ancora una volta, e stavolta vivere solo per me stessa.
 
Anche se ero sotto morfina, il dolore al collo, all'addome, e alla testa era insopportabile. 
Il polso mi faceva piu male di tutto il resto, era gonfio e l'osso sembrava quasi che volesse uscire dalla mia stessa pelle.
 
Più volte mi chiesero se ricordassi qualcosa dell'incidente ma nulla. Mi dissero ciò che era successo e mi tornarono in mente quegli specchi d'acqua marina che volevano scegliessi disperatamente di vivere.
 
Rimasi in ospedale per quasi due settimane e ogni tanto tornavo per le visite.
Il mio addome era ancora fasciato e la mia costola fratturata stava guarendo piuttosto in fretta rispetto ai tempi di guarigione standard.
Il polso, invece, era ingessato, il dolore era minore ormai rispetto a quella notte e per fortuna non si era rotto del tutto.
 
Era passato quasi un mese dal mio incidente. La moto si era solo graffiata, per fortuna. La mia Phoenix stava alla grande e non vedeva l'ora di essere cavalcata.
 
A lavoro cercavo di dare il massimo e la sera tornavo a casa. 
 
Era stato solo un brutto incubo, tutto quel giorno era stato pessimo.
 
Il mio amore per Jared era sempre stato un amore senza pretese e dopo quel dannato biglietto non mutò, benché mi avesse ferita non potevo mica aspettarmi che un uomo come lui si andasse a mettere con una ragazzina come me.  
 
Emy non venne più, a causa dell'università In'Italia le cose erano ben diverse, non potevi mai, realmente, progettare qualcosa, perchè nel giro di pochi giorni c'era sempre una novità che ti stravolgeva i piani. 
Piu volte mi chiese di tornare in Italia, anche solo per una settimana, ma la mia risposta era sempre la stessa non volevo. Non potevo tornare in quella sofferenza, non potevo vivere in quella città che mi aveva distrutta. 
Non sarei mai tornata in quello schifo per nulla al mondo. 
Stavo bene a L.A.
 
 
Solo il mio capo e altri pochi amici sapevano realmente dell'incidente, per tutti gli altri nascosi la verità. 
  
Tornata a lavoro, il titolare mi informò che Mr: Cubbins aveva chiesto di me, ma io non mi interresai ne a chi dei due Leto si riferisse, ne mi preoccupai di avere il numero per capire cosa volessero.
 
Non mi fece ulteriori domande e ogni qual volta tornavano, diceva che ero via per consegne o questioni amministrative...
 
Avrei voluto che la mia vita cambiasse un'altra volta...

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Capitolo 12
*** The secret is out. ***


Il giorno in cui mi tolsero il gesso, era mercoledi e la sera dopo il lavoro andavo sempre al locale dove avevo portato Shann la prima volta che lo conobbi.
 
Dopo tanto, finalmente, tornavo dalle mie donne. Amavo le donne e non potevo stare senza loro, erano la mia droga. Ormai non c'era ragazza in quel locale che non fosse passata fra le mie mani. Il loro piacere era il mio, e benché lo avessi fatto con Jared questo non cambiava il mio essere. 
 
Jay non sapeva chi fossi realmente e non credevo fosse più importante ormai...
 
... ma qualcuno si preoccupò di informarlo, o meglio mostrarglielo...
 
Proprio quella sera in cui dovevo rivedere la mia Jenn, il mio segreto fu svelato.
 
Mi trovavo fuori il locale con lei, la mia Jennifer.
Lunghi capelli rosso fuoco, tatuata, con una voglia di cappuccino al lobo destro. Indossava stivali di pelle nera, lunghi fino a metà coscia, una minigonna rossa e un corsetto stile Victorian Queen.
Ero pazza di lei, mi faceva sentire donna, la sua donna e allo stesso tempo amante.
Mi piaceva definirci amanti, la nostra relazione non era mai stata ufficiale perchè nessuna delle due voleva perdere la propria libertà, anche se alla fine io facevo quello che volevo e privavo lei dal resto del mondo .
 
Le stavo baciando il collo, quando senti il rombo di una moto, mi sarei girata a vedere chi fosse, ma la mia Jenn era di gran lunga più importante. Volevo possederla e lo feci lì, sotto gli occhi di tutti. Non ci importava del resto, contavamo solo noi.
 
Il suo godere fece schiattare molte altre... sentivo il suo piacere scorrere fra le mie dita...
Lei era l'unica donna che non volevo si toccasse, nessuno poteva averla tranne me, non dovevano neanche pensare minimamente di sfiorarla o gli sarebbe finita male.
 
Quando mi girai per sbirciare se la moto fosse ancora li, vidi il corpo di un uomo ancora con il casco messo, che stava per ripartire a tutto gas.
 
Non so per quale ragione, ma volevo sapere chi fosse a tutti i costi.
Quella moto mi sembrava cosi familiare ma non ricordavo dove potessi averla vista.
 
Lasciai Jennifer, li. Sola. 
 
Misi il casco e partii all'inseguimento di quella moto rossa. Corsi per le strade buie per circa un'ora fino a quando si fermò. Sollevo la visiera e vidi quegli occhi...
 
Erano diventati ghiaccio, un misto tra rabbia e delusione.
 
Erano i suoi... Quegli occhi così dolci come li ricordavo erano spariti dal suo viso, e avevano preso il loro posto quelli di un uomo che prova disprezzo totale per una donna.
 
Trapassarono il mio cuore come una lama affilata, prima che ripartisse più veloce.
 
Che cazzo stava succedendo?  Perchè mi sentivo così? 
Eppure, non avevo fatto nulla. Si sentiva deluso, ma questo era il mio essere, amavo le donne proprio come lui e la notte in cui io stavo iniziando a provare emozioni vere con lui, mi aveva scaricata, abbandonata, buttata via.
 
Cosa pretendeva ora? Io avevo ripreso la mia vita in mano e lui ora si sentiva pure offeso?!
 
Ero stata solo una puttana, per lui, quella notte.
Mi sentivo usata, il mio stesso corpo mi faceva schifo.
 
Avevo permesso ad un uomo di toccarmi, gli avevo concesso di prendere la mia anima e lui?
Volevo odiarlo, ma lui era cosi e non potevo pretendere nulla, ma lui si sentiva quasi in diritto di farlo. 
 
Non lo rincorsi più e lo lasciai andare, ma decisi di andare a casa sua, per prendermela con quella testa di cazzo di shannon...

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Capitolo 13
*** Tradimento ***


Quando arrivai trovai le luci accese... bussai così violentemente sulla porta che sembrava la stessi quasi buttando giù.
 
Aprì una bionda finta, con solo una camicia indosso.
 
"Dov'è quella testa di cazzo? Traditore e meschino!"  
La tipa pensò fossi la ragazza di Shannon, prese i vestiti e andò via.
 
"Ehi baby, sono abbastanza forte da reggerne anche due contemporaneamente, e anche di più..." 
Stava per sorridere quando gli tirai un pugno dritto in faccia.
 
"Porco e bastardo! Tu hai svelato il mio segreto a tuo fratello!"  "L'unico uomo che io sia mai riuscita ad amare e lui mi ha vista..."
 
In quel momento mi resi conto di ciò che avevo appena detto, di ciò che realmente provavo per Jared.
 
"Sei un lurido pezzo di merda. Tu gli hai detto dove trovarmi e lui mi ha vista. Perchè? Perchè cazzo? 
Cosa vuoi da me? Cosa? Distruggermi per cosa? Per non aver ceduto alle tue 'lusinghe'?"
 
"Io lo amo più di quanto ami me stesa" 
 
Non avevo più fiato in corpo, il mio cuore sembrava volesse uscire dal petto.
Caddi a terra scoppiando in lacrime e l'unica cosa che fu in grado di fare, davanti a quello stato, fu quella di prendermi la mano per alzarmi e baciarmi.
 
Oddio no, stava riaccadendo. Era come se stessi tradendo Jared per la seconda volta. 
Per quanto io lo avessi ferito, Jared mi aveva fatto soffrire pohi minuti prima.
Era contrariato da ciò che aveva visto, era come se mi avesse scartata dopo aver scoperto la mia vera natura. 
 
Non poteva pretendere più nulla, era stato lui a farmi fuori dalla sua vita il giorno dopo esser stato a letto con me.
 
Provai con tutte le mie forze ad allontanarmi e liberarmi dalla presa di Shannon, non volevo che anche quello stronzo mi rendesse la sua puttana per una notte.
 
"Ti odio!" gli urlai. 
 
Provai a colpirlo senza risultato, era più forte di me.
Mi baciò il collo continuando a farlo fino ad arrivare alle mie labbra.
"Sei proprio indomabile ragazza"
 
I suoi baci erano afrodisiaci e io mi lasciai andare, lo baciai in ogni parte del corpo. 
Con Shannon era diverso. Era sesso e divertimento, un "amore" carnale.
 
Stavo bene intrappolata dalla sua presa, era iniziato come qualcosa di sadomaso per tutti gli schiaffi dati e ricevuti.
 
Mi sbatté contro il muro, e mi prese dal fondo schiena.
Mi ritrovai attaccata alla sua vita con il polso, che fino a poco tempo prima avevo quasi rotto, bloccato contro il muro dalla sua mano. 
 
Mai mettere la gonna quando c'è un leto in giro... "Cazzo" 
Il dolore che provai mi avrebbe uccisa, Shann era più che un semplice dotato.
 
Mentre le nostre lingue si intrecciavano e scioglievano quasi fosse una sfida, gli morsi il labbro inferiore, il dolore si tramutò in piacere e quando lo sentii soffrire per il sangue che stava perdendo dalle labbra sorrisi.
 
"Stronza" riusci a dire.
 Gli leccai il sangue e segnai il contorno delle sue labbra con la mia lingua.
 
Lo desideravo, desideravo averlo e sentirlo dentro di me. Non fui sazia neanche dopo tutte quelle volte... 
 
Ogni mio orgasmo era dato dalla potenza che usava nel penetrami.. Era come se io fossi la sua batteria e ogni battuta di bacchette mi eccitava.
 
Passai la notte con lui, e la mattina provai a sgattaiolare fuori dalla stanza senza farmi sentire... 
 
...Ma svegliai chi ora dormiva sul divano...

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Capitolo 14
*** Fight. ***


Jared aveva un aspetto pessimo. Si era ubriacato così tanto, da ridursi uno straccio. Ma per quale ragione poi?  
 
Dalle occhiaie che aveva doveva essere tornato da poco, sembrava quasi che fosse appena uscito dal set di 'Requiem for a Dream' , in astinenza di coca da giorni. 
 
Continuavo a non capire perchè si era ridotto così...
 
Mi guardò, stropicciandosi gli occhi e quando stava per parlare, si alzò di scatto per venire verso di me. 
Non si reggeva nemmeno in piedi... 'Mi cadrà di sopra' pensai. 
 
Eravamo una davanti all'altro, quando spostò la ciocca di capelli che mi nascondeva un occhio.
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi cristallini, e mi sentii sprofondare...
 
 
"BASTARDO"
 
 
Butto giù la porta della stanza di Shann e senza neanche dargli il tempo di parlare, iniziò a picchiarlo. 
La forza che aveva acquistato era indescrivibile... 
 
 
"LURIDO VERME SCHIFOSO. SEI UN PORCO! COSA LE HAI FATTO???"
 
Jay era indomabile, avevo quasi paura di quello che sarebbe potuto succedere, e tutto a causa mia...
 
 
"Lei è importante per me, è come una rosa delicata e tu l'hai calpestata come fosse polvere." 
 
Quella lotta fra i due Leto era peggio di un incontro di box.

"Non meriti una come lei, bastardo!" 
 
Si staccò da lui per riprendere fiato e Shannon ebbe il tempo di poter ribattere.
 
"è stata lei a volerlo" 
 
Jared si voltò verso di me, per poi riportare lo sguardo su Shann e la sua mano partì veloce come una saetta verso il collo del fratello...
 
"J-Ja-Jared... Lasciami cazzo... è solo una ragazzina!" 
 
Gli diede un ultimo colpo al fianco e lo lasciò, uscendo dalla stanza. 
 
Prese il casco e mi prese per il polso, portandomi via.
Non allentò la presa fino a quando non salimmo in moto. Senti che la frattura al polso stava ritornando, ma cercai di resistere.
 
Iniziò a correre, più lontano che potesse da casa, se fosse rimasto lo avrebbe ucciso. 
 
Mi sentivo uno schifo, si era ridotto così per una ragazzina che aveva vent'anni in meno di lui, perchè?Neanche sapeva chi fossi...
 
Si fermò, soltanto, quando lo strinsi con tutta la forza che avevo.
Avevo paura si volesse ammazzare. Andava troppo, eccessivamente veloce...
 
Scese dalla moto lasciandomi ancora in sella, si tolse il casco lanciandolo a terra e iniziò a prenderlo a calci...
 
"Come cazzo ha potuto?"
 
"Sapeva che mi mancavi, come ha potuto spezzarti?" 
 
"Adesso ha ottenuto quello che voleva.. Ti ha posseduta"
 
"Mi fa schifo! Cazzo, lo odio... e TU..."
 
Si voltò verso di me, puntandomi il dito contro e trapassandomi l'anima con i suoi occhi...
 
"Perchè continui a ferirmi? Perchè non mi hai detto la verità?"
 
"Perchè cazzo stai con quella? e sei andata a letto con lui? Perchè sei venuta a letto anche con me?" 
 
"CHE CAZZO SEI TU, CHI SEI, CHIARA?" 
 
I suoi occhi diventarono più scuri, le vene del suo corpo gonfie di rabbia, avevo paura, troppa paura così tanta da iniziare a tremare dentro. 
 
"Quello stronzo ti ha toccata e sfiorato ogni tuo dolce lineamento..."
 
"Perchè non capisci non ti ho dimenticata. Sono venuto a cercarti tutti i giorni al ristorante.
Sono passato sotto casa tua infinite volte perchè volevo vederti, avevo bisogno di sentire il profumo del tuo corpo. Volevo che non svanissi dalla mia vita, come se fosse un sogno."
 
"E quando ho visto che la tua moto era in quello stato e tu eri stata ingessata, avrei voluto prendermi cura di te."
 
"Sono stato male e non immagini nemmeno quanto perchè volevo star con te e invece per paura di ferirti in qualche modo, ho preferito andar via." 
 
I suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, che rigarono il suo viso poco dopo. Due specchi d'acqua, il loro colore era cambiato cosi dal nulla...
 


Mi tolsi il casco, liberando i miei lunghi capelli, e scesi dalla moto. 
 
Erano cosi tante le cose che avevo da dirgli che non sapevo quale fosse quella più giusta in quel momento mentre lui continuava a piangere...
 
 
 
"Ti prego, dimmi qualcosa. Qualsiasi cosa... Dimmi anche che non mi vuoi più vedere, basta che non stai qui ferma davanti a me. Nana..."

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Capitolo 15
*** Another Life ***


Jared non aveva calcolato la distanza che c'era tra me e lui, sembrava quasi essere un abisso, anche se erano solo tre metri.
 
Camminai, verso di lui, molto lentamente, cercando di trovare le parole da dire. Guardavo a terra per scappare dai suoi occhi, ero ancora senza scarpe e sentivo l'asfalto pizzicarmi i piedi.
 
Non mi aveva dato neanche il tempo di mettere le scarpe, quando uscimmo di casa.
 
Ora, ero a pochi centimetri da lui, da riuscire a sentire il suo profumo accarezzarmi il viso. 
 
Poggiai la mia mano sul suo petto, cercando la forza per iniziare un discorso. 
Sentivo il battito del suo cuore, sembrava sul punto si scoppiare... e solo a causa mia. 
 
Mi strinsi a lui, così forte da togliermi io stessa l'ossigeno, ma a modo mio volevo proteggerlo. Avrei voluto nasconderlo a quel mondo che lo avrebbe solo ferito, ma l'unica dal quale dovevo proteggerlo davvero, ero io stessa.
 
Non volevo staccarmi da lui, ma dovevo dirgli ciò che sentivo.
 
Presi la sua mano e la poggiai sul mio cuore... 
 
"Calmati Jay! Lo senti? Lo senti il mio cuore? Ora sei tu a controllarlo..."
 
Il mio battito era più accellerato del suo, ma io rischiavo un arresto cardiaco se lui non si fosse calmato. 
 
"Ti prego. Se sono davvero importante come hai detto, rilassati, cosi che io possa..." 
 
...Mi fermai all'improvviso. Non volevo sapesse che il mio cuore era più debole dopo l'incidente. 
Non riuscì a capire cosa volessi dire, e rimase a guardarmi perplesso...
Prese il mio viso fra le sue mani e mi diede un bacio sulla fronte, come se fossi una bimba piccola.
 
Alzò il mio viso verso di lui, pronto a dirmi qualcosa di nuovo. Lo vedevo dalla nuova luce nei suoi occhi... erano così puri e splendenti... 
 
"Tu... Tu, non so cosa mi hai fatto."
 
"Quella sera tu mi hai cambiato la vita. Quella sera al ristorante, quando sei svenuta fra le mie braccia, il mio cuore si è fermato, per riprendere a battere all'unisono col tuo."
 
"Penso a te durante ogni secondo della mia giornata e di te, so solo il nome."
 
"Mi hai stregato e io ora non riesco più a controllarmi. Il mio cuore impazzisce, persino quando per strada sento qualcuno con il tuo stesso profumo."
 
Quel cielo immenso dei suoi occhi era incantevole, sarei stata ore e ore in silenzio ad ammirare ogni singola parte del suo copro cosi perfetto.
 
"Non mi interessa il tuo orientamento sessuale. Dammi una sola possibilità, quella di mostrarti ciò che provo per te anche se ancora non so bene cosa sia."
 
Il suo sguardo si posò verso l'infinito e riprese a parlare...
 
"Ti prego dimentica quello che ti ho fatto e perdonami se ti ho fatto credere di essere la donna di una scopata e via. Ho fatto uno sbaglio che ancora io stesso non riesco a perdonarmi..."
 
Mi prese la mano, incrociando le sue dita con le mie, mentre il suo viso iniziava a prendere un colore roseo per l'imbarazzo di ciò che stava per dire. 
 
"La notte passata a casa tua, a giocare fra le lenzuola, per me è stata un sogno indescrivibile. Ho provato emozioni di cui non conoscevo neanche l'esistenza."
 
"Tu, Chiara, mi hai riempito l'Anima" 
 
 
Ero rimasta senza parole. Annuii solamente, gli asciugai il viso da quell'ultima lacrima e lo baciai. 
Era un bacio che firmava la nostra promessa. Quel bacio, che sapeva di noi. 
Mi mancava quel dolce sapore delle sue labbra, che non mi sarei mai staccata...
 
Lo guardai negli occhi e decisi di aprir bocca, dopo tutti i miei silenzi, era giusto che rispondessi a una delle sue mille domande. 
Non volevo sapesse cosa provassi per lui da anni e provai a trattenere tutto dentro... 
 
 
"Guardami sono solo una ragazzina e tu rimarrai sempre un uomo, si noterà la differenza. Potrebbero arrestasti o prenderti per un maniaco pervertito"
 
Cercavo scuse che non reggevano, e lui scoppiò a ridere, mentre mi prese in braccio. 
 
"Mia piccola Nana, siamo grandi abbastanza da poter scegliere da soli. Non pensi?"
 
"Io voglio te... E tu? Pensi di potermi dire qualcosa di più sensato?" 
 
Rimasi in silenzio, attaccata a lui come una scimmietta, e mentre lui giocava con i miei capelli io baciavo il suo collo.
 
 
Poggiai le mie labbra dolcemente sulle sue e dopo un soffice bacio, allontanai il mio viso dal suo di pochi centimetri, quelli necessari per poter godere di quello spettacolo celestiale. Era il mio Angelo... 
 
"Joseph, io..." 
 
"Dimmi..." 
 
Avevo così tanta paura che quel bellissimo momento fosse solo un sogno, che temevo svanisse sotto i miei occhi... Mi strinse ancora di più fra le sue braccia e come un soffio sussurrai al suo orecchio:
 
"I love you..."
 
 
Another life, with him...

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