Peter, Wendy and Hook

di elefiore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incubo diventato realtà. ***
Capitolo 2: *** Una trappola. ***
Capitolo 3: *** Perché non me?!?! ***
Capitolo 4: *** Scambio di ruoli ***
Capitolo 5: *** Non lo permetterò! ***



Capitolo 1
*** Un incubo diventato realtà. ***


«Peter… mi dimenticherai?» mi chiese Wendy, con le lacrime agli occhi.
«Io? Dimenticare? Mai.» le sussurrai incrociando le braccia e sorridendo.
Ci guardammo per un lunghissimo istante, con gli occhi lucidi, poi le feci un debole cenno con la mano per salutarla e mi girai.
Stavo per volare via dal freddo davanzale innevato quando lei mi chiamò.
«Tornerai?»
«Per ascoltare storie su di me.» le dissi sorridendo… ma in realtà era per ben altro che sarei tornato. Non capivo molto bene quello
che mi stava succedendo anche se di una cosa ero certo: non l’avrei mai lasciata. Sarei tornato tutti i giorni anche solo per vederla.
Avrei sofferto molto, non potendola avere con me all’ Isola che non c’è, ma almeno l’avrei vista. Perché voleva crescere? Avrebbe
potuto portare tutti, se lo avesse voluto. Per lei avrei fatto questa eccezione… solo per lei. Trilly mi girò attorno per incitarmi ad
andare e non seppi fare altro che andarmene, piangendo. Uncino aveva ragione: Wendy mi avrebbe dimenticato. Mi buttai sul mio
letto e piansi come non avevo mai fatto, nemmeno per Trilly. Piangevo per Wendy, la sola persona al mondo capace di farmi
sentire benissimo e malissimo allo stesso tempo, capace di farmi sentire al settimo cielo soltanto guardandomi negli occhi,
capace di… di… farmi innamorare. Quel bacio… mi sono sentito come mai in vita mia. Se non fosse stato per lei, sarei morto.
«Mi mancherai, Wendy.» sussurrai tra i singhiozzi che mi accompagnavano, attenuandosi, sempre più verso il sonno.
Mi addormentai e mi ritrovai sdraiato sul prato dell’Isola vicino al lago delle Sirene, esattamente dove io e lei avevamo visto le fate
danzare.
«Peter!»
Guardai da dove veniva quella voce… e la vidi.
«Wendy…» sussurrai con un tono inudibile.
«Peter ho cambiato idea… verrò con te. Tornerò all’isola che non c’è! Vieni da me!»
Abbassai lo sguardo. Sapevo che stavo solo sognando. Mi alzai e mi avvicinai a lei.
«Quanto vorrei che tutto questo fosse vero…»
«Davvero lo vorresti?» chiese lei, ghignando.
«Ma cosa…?» Gridai dal dolore: lei era diventata Uncino e mi aveva completamente trapassato con la spada. Lo guardai negli occhi
e lui rise.
«Pensavi che ti avrei permesso di sfuggirmi, Peter? Ti sbagliavi. Pensavi di avermi sconfitto? Ti sbagliavi. Sono vivo e ho ucciso
quel dannatissimo coccodrillo. Questa volta non mi sfuggirai. Sto venendo da te. Ti ucciderò, lo giuro, e Wendy penserà che ti sia
dimenticato di lei. Non vi rivedrete mai più, lo giuro!»
«No!» gridai con tutte le mie forze e mi svegliai sul mio letto, completamente inondato di sudore freddo. Sentivo che quel sogno non
era soltanto un sogno. Sentivo che lui sarebbe venuto davvero.
«Campanellino! Dove sei?!» corse subito da me.
«Uncino sta arrivando. Non ti avvicinare mai a lui. Se riuscirà a volare, stavolta, non ci sarà nessuna Wendy pronta a salvarmi.»
Legai il pugnale alla vita, poi presi una spada e uscii. Avevo bisogno di vederla, tanto Uncino mi avrebbe seguito comunque.
Stava dormendo a fianco alla finestra, con la testa sul davanzale… ma era chiusa. Forse si era già scordata di me. Bussai alla
finestra e lei si svegliò.
«Peter» sussurrò sorridendo mentre apriva la finestra. «Che ci fai qui?»
«Ho bisogno di te, Wendy. Ho sognato. Era un incubo…»
«Cos’hai sognato? Spero solo che non si avveri come al solito, Peter.»
«Ho sognato te. Mi chiamavi e dicevi di aver cambiato idea, che volevi restare sull’isola con me. Sapevo che era un sogno, così mi
sono avvicinato e… ti sei trasformata in Uncino. Mi hai trapassato con la spada e hai detto che eri viva, avevi ucciso il coccodrillo e
Hai giurato che mi avresti ucciso. So che non era un semplice sogno, Wendy. Lo sento. Lui sta tornando davvero.»
«Oh Peter! Devo venire all’isola per aiutarti!»
«No. Stavolta no. Mi basterà un… un…» mi avvicinai a lei e le misi un braccio dietro alla schiena, tirandola verso di me. Lei sembrò
capire e mi sorrise.
«Spero solo di aver capito la cosa giusta.» lentamente ci avvicinammo e, quando le nostre labbra si stavano per sfiorare, sentii una
fitta tremenda alla spalla sinistra. Mi bloccai.
«Peter ma cosa…? Peter!»
Mi girai con la spada sguainata.
«Fatti sotto, Uncino!» dissi, prima di attaccarlo. Iniziammo una vera e propria battaglia all’ultimo sangue ma eravamo quasi alla pari…
nel senso… anche lui riusciva a volare. Ci attaccammo per una ventina buona di minuti ma ero sfinito, quindi Uncino riuscì a
farmi sbattere violentemente la schiena contro una parete della camera.
«Peter attento!» urlò Wendy.
Alzai lo sguardo e lo vidi che si stava lanciando su di me. Ero troppo stanco per difendermi ma cercai di spostarmi dal suo campo di
mira. Riuscii per un pelo a schivarlo. Presi fiato e contrattaccai. Passarono pochi secondi e i genitori di Wendy entrarono nella
stanza.
«Ma cosa sta succedendo?!»
Io e Uncino ci bloccammo di colpo, proprio mentre stava per uccidermi.
“Che fortuna” pensai.
«Oh nulla, signori.» fece Uncino «Sto solo cercando di uccidere questo insulso insetto.»
«Ma cosa le sta passando per la testa? … e come ha fatto ad entrare?»
«Volando.» disse e tornò a guardare dov’ero io ma… io non ero più lì ma alle sue spalle.
Lo colpii alla schiena.
«Per te è finita, Uncino! Arrenditi e ti risparmierò.»
«Mai!» ringhiò attaccandomi nuovamente. Mi colse di sorpresa e quasi mi distrusse la spalla sinistra ma non mi scoraggiai: ripresi
ad attaccare.
«Inginocchiati davanti a colui che ti ucciderà, Peter Pan!»
Mi sbatté contro il muro e si mise davanti a me. Con l’uncino mi procurò profondi tagli al petto. Quasi mi spezzava. Caddi in ginocchio, distrutto.
«Peter no!» gridarono tutti i bimbi sperduti (e Wendy con i suoi fratelli).
Il vecchio mi diede un calcio sulla schiena abbastanza forte da farmi schiantare a terra, poi mi girò.
«Non p-preoc-c-cup-patev-vi. I-io s-sto…» e qui uncino mi trapassò lo stomaco con la spada. «… b-be-ne.» conclusi guardando Wendy.
«N-non mi… d-dime-dimenticare, W-wen-dy.» sussurrai vedendola piangere, sentendo le ultime forze abbandonarmi.
«Non ti dimenticherò, Peter, mai.» poi si avvicinò. «Ti prego, non mi lasciare!» mi disse prima di baciarmi.
Uncino la prese e la portò via.
«Wen-dy no…» e non vidi né sentii più nulla.

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Capitolo 2
*** Una trappola. ***


Ciao a tutti i lettori :) mi dispiace per il ritardo ma non riuscivo mai a trovare tempo :( finalmente ci sono riuscita! Spero che vi piaccia :)


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Mi svegliai qualche ora dopo in un ospedale.
«Si è svegliato!» urlarono i bimbi sperduti appena aprii gli occhi.
«Wendy!» gridai, balzando in piedi. Sentii la testa scoppiare e tornai a sedermi sul lettino dove mi ero svegliato.
«Non preoccuparti, Peter.»
«È CON UNCINO!!! COME POSSO NON PREOCCUPARMI?!» urlai
«Appena ti rimetterai in forze, andremo tutti quanti a salvarla, ok?»
«NO! Ci andrò da solo. Come l’ultima volta: o io o Uncino.»
Dopo meno di tre minuti, arrivò una donna con un camice bianco: la dottoressa. Mi fece un ultimo controllo e, per fortuna, mi
permise di uscire. Appena fuori dall’ospedale, pensai al bacio che Wendy mi aveva dato sulla nave di Uncino, poi volai insieme a
Trilly verso l’Isola a tutta velocità. Non sapevo di preciso dove Wendy fosse ma sapevo che sicuramente era con lui, quindi
bisognava fare in fretta. Per prima cosa cercai vicino alla nave e… sentii Wendy urlare. Non era un urlo di paura, ma di dolore.
Atterrai esattamente davanti alla porta dalla quale proveniva il rumore e vidi Uncino uscire.
«Oh Pan! Che dispiacere rivederti…»
«Posso dire la stessa cosa, Uncino. O tu o me, questa volta.»
«Bene, Peter Pan, fatti sotto.»
«Bene, Giacomo Uncino, non ti farò aspettare!» dissi lanciandomi all’attacco. Riuscii in pochi minuti a disarmarlo ma non ci sarebbe
stato alcun gusto se l’avessi ucciso, quindi gli diedi nuovamente la spada ma lui, invece di attaccare, mi spinse nella stanza dov’era
Wendy. La guardai. Era legata al muro, piena di graffi e tagli piuttosto profondi. Sanguinava moltissimo.
«Wendy!» urlai, correndo verso di lei.
«Peter…» sussurrò.
«Ti libererò, Wendy, e ti porterò a Londra.»
«No. Scappa, Peter. Stai lontano da Uncino.» mi disse con voce spezzata. «Stavolta si è preparato. Sa come batterti.»
«Non ci riuscirà.»
«Sì che riuscirà, invece! Non abbassare mai la guardia.» sentii un lieve fruscio alle mie spalle e impugnai la spada, girandomi giusto
in tempo per parare un affondo di Uncino.
Dopo qualche minuto di lotta all’ultimo sangue, qualcuno mi spinse di lato e, volando, buttò Uncino in mare.
«Peter sta arrivando un sacco di gente pronta a ucciderti! Vattene di qui!»
La guardai. Era Wendy… ma non aveva nemmeno un graffio.
«Wendy… sei tu!?»
«E chi altri??»
«Ma tu sei lì, legata e piena di graffi… Uncino ti ha torturata!»
«No, non l’ha fatto ma sapeva che ci saresti cascato. Per fortuna Campanellino è venuta ad aiutarmi! Forza andiamocene di qui!»
Ma non fece in tempo a finire la frase: sulla Jolly Roger, ora, stavano salendo tutta la ciurma di Uncino e le fate rinnegate… senza
contare lui, ovviamente, il Capitano Fradicio!
«Avanti ciurma! ADDOSSOOOOOOO!!!»
Tutti si buttarono all’attacco. Presi Wendy in braccio e mi alzai in volo più velocemente possibile. La portai a riva e tornai alla nave.
«Capitan Uncinooooooo!!! Ehi, stoccafisso, vieni a prendermi se ci riesci!» gridai mettendomi a circa tre metri dalla Jolly Roger, in
mezzo al mare, con la spada sguainata. Una fata rinnegata girò attorno a lui, inondandolo di polvere magica, e il vecchietto si lanciò per l’ennesima volta addosso a me.
«Ah ah ah!!! Tanto non mi prendiii!» gli urlai volando verso l’orizzonte. Quanto vorrei non averlo fatto! Riuscì a raggiungermi e
combattemmo come mai prima d’ora. Questa volta non combattevamo per divertirci… almeno non io. In quel momento, più che mai, dovevo stare attento al suo uncino. Non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai immerso nell’acqua salata del mare, con la
spalla sinistra sanguinante. Risalii velocemente e cercai di allontanarmi ma mi prese da dietro puntandomi l’uncino alla gola.
«Questa volta non sbaglierò, Pan, non ti risveglierai.» mi sussurrò all’orecchio.
«Sarai tu a non risvegliarti, Uncino!» sussurrò qualcuno alle sue spalle prima di puntargli un coltello alla gola. Lui mi lasciò e mi
girai… era come me! Avrebbero potuto scambiarci l’uno per l’altro!
«Tutto a posto, Peter?»
«Certo!»
«Oh non ce n’è brillanti come me!»
«Ehi è la mia frase quella!»
«Sono un tuo clone, Peter, è ovvio che dico le cose che dici tu!»
«Un… clone? Che roba è?!»
«Una specie di fratello… ma non vero. Sono una tua copia, diciamo.»
«Fino a qui ci ero arrivato.»
«Ma io non sono proprio come te: io sono spietato, Peter. Sono un po’ un tuo opposto. Primo: so molte cose che tu non sai e sono molto, e dico molto, più amichevole di te. Secondo: non ho una fata come Campanellino ma ho una mezza-sirena che mi segue
ovunque vado. In questo momento è qua sotto.»
Guardai in basso e la vidi.
«Perché dici che è una mezza-sirena?»
«Perché riesce a vivere anche fuori dall’acqua… diventa una… bambina.»
«Forte!»
Ma in quel momento, Uncino approfittò del fatto che entrambi avevamo abbassato la guardia per scappare.
«Ehi! Dove scappi, stoccafisso!» gli urlai inseguendolo.

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Capitolo 3
*** Perché non me?!?! ***


Ero tornato alla nave per cercarlo e lo trovai, per l’ennesima volta come suo solito, puntarmi contro il suo amato Long Tom, il
cannone più forte della sua Jolly Roger. Fece fuoco mentre ero assorto nei miei pensieri e schivai il primo colpo ridendo. Lo vidi
mordersi un labbro e ordinare ai suo i scagnozzi di fare fuoco ancora. Schivai il secondo sorridendo. Questa volta aveva buttato a
terra il suo amato cappello rosso pieno di piume e merletti e aveva appiccato lui stesso il fuoco per il successivo sparo. Schivai il
terzo sbuffando. Ero stanco di quel gioco, aveva rapito Wendy e aveva osato colpirmi fino alla morte, non nego che la morte
sarebbe stata una grandissima avventura ma la vita può esserlo molto di più, soprattutto se puoi vivere per sempre! Volai da lui e
gli feci buttare giù di nuovo l’albero Maestro urlando e ridendo come l'ultima volta avevo fatto, come quando avevo portato Wendy
all’isola… Wendy… ma dov’era finita? Sulla riva del lago dove poco prima la avevo portata non c'era più e un brivido mi percorse la
schiena. La cercai con lo sguardo portandomi una mano davanti agli occhi per coprire l'intensa luce solare che c'era. Dannato
umore felice e spensierato! Con quel sole non l'avrei trovata così in fretta come speravo.
«Wendy!» Provai a chiamarla per nome, spaventato.
«Peter sono qui.» sussurrò dietro di me. Mi girai ed quella brutta sensazione di prima prese il sopravvento sulla mia lucidità: Hook
le stava puntando l’uncino alla gola. Tremava. Wendy tremava ed io tremavo con lei.

«Non ci casco, Uncino. Quella non è la vera Wendy. Io l’ho portata in salvo!» dissi, fintamente allegro.
«No, era sulla riva. Stava andando al tuo stupido rifugio, Pan.» ringhiò lui con un sorriso beffardo sul volto
«So io come capire se stai mentendo.» dissi prima di baciare la presunta Wendy. Avevo capito che era davvero lei ma non potevo
dirlo a Uncino o l’avrebbe uccisa, e non potevo lasciare che succedesse, amavo Wendy e se fosse morta per causa mia... No... non
potevo accettarlo.
«Non è Wendy.» sibilai, allontanandomi leggermente.
«Ma Peter! Peter sono io! Come puoi non riconoscermi?!» mi disse, quasi piangendo. Quei suoi bellissimi occhi azzurri si fecero
lucidi mentre le lacrime le scorrevano sulle gote
«WENDY!!» urlò l’altro Peter, volando verso di lei con la spada sguainata. «UNCINO SEI MORTO!» continuò sferrando un colpo che
lui parò prontamente con la mano mancina.
«No, Pan. Lei è morta!» e le fece un graffio alla gola con l’uncino. Ero spaventato a morte ma visto che non stavo volando, riuscivo
a non dimostrarlo.
«Giuro che non ti lascerò vivere ancora a lungo, Uncino!» e il mio sosia istintivo sferrò un altro colpo. Trilly lo fermò.
«Levati, Campanellino!»
Lei fece cenno di no con la testa ma Uncino la prese e tornò a volare.
«Di nuovo?!» dicemmo in coro, sferrandogli un colpo e stando attenti a non colpire Wendy. Lui, per riuscire a difendersi, lasciò
cadere Wendy, che si accasciò a terra come un sacco: aveva perso molto sangue.
Andai vicino a lei, lasciando che l’altro Peter se la vedesse con Uncino e la guardai. Era sdraiata su un fianco, con le lacrime agli
occhi. 
«Wendy mi dispiace per quello che è successo ma se gli avessi detto che eri tu ti avrebbe uccisa.»
«Mi sta uccidendo comunque, Peter!»
«No, non ce la farà.» le sussurrai, appoggiando le mani sulla sua ferita. Chiusi gli occhi e pensai alla cosa più felice che potevo:
quel bacio di pochi giorni prima. Ci illuminammo come due stelle e, lentamente la sua ferita si rimarginò… ma ormai lei aveva perso
i sensi. In quel momento mi sentii il mondo cadere addosso, come quando era morta Trilly.
«Wendy… Wendy non mi puoi lasciare così! Wendy!»
Nel cielo si formarono nubi scure e iniziò a fare freddo. Un leggero strato di brina si poteva già intravedere ovunque.
«Wendy no… Wendy…» sussurrai tra le lacrime prendendola in braccio. La posai tra dei fiori e andai da Uncino.
«È tutta colpa tua, Uncino, se lei è morta! Non preoccuparti, presto le andrai a far compagnia!» gli dissi, pieno d’ira.
«Sicuro di non volerci andare tu?» Mi chiese lui parando un colpo dell’altro Peter.
«Al tre?» Mi chiese quest’ultimo.
«Uno…» iniziai
«Due…» continuò lui
«TRE!!» urlammo insieme attaccandolo al torace. Riuscimmo solo a ferirlo: si era allontanato abbastanza da non morire.
«Pagherai, Uncino!»
«Lo vedremo!»
«Perché non me, Uncino?! Perché lei?! Lei che non ti ha mai fatto nulla!»
«Per vederti soffrire!» disse colpendomi con l’uncino. Sentii qualcosa di caldo scendere dalla mia guancia destra.
«Hai tentato di uccidermi ma hai ucciso Trilly e l’ho salvata. Ora hai rapito Wendy, l’hai uccisa e non posso salvarla… ne ho più che
abbastanza di te.» gli dissi, odiandolo come mai in vita mia.

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Capitolo 4
*** Scambio di ruoli ***


«Se solo potessi ti fulminerei all’istante!» poi ci pensai «…un momento… ma io posso! Bene…» aggiunsi ghignando. Pensai a quello
che aveva fatto a Wendy e subito un fulmine colpì il terreno, vicino a lui, che si spaventò a morte. Volò via ma sia io che il mio
sosia gli volammo dietro.
«Questa non te la perdono, Uncino!»
Lo riuscii ad acciuffare e, anche se era disonesto, lottammo due contro uno finché…





«FUOCOOOO!!!!!» gridò Uncino spingendomi lontano da sé.
Venni colpito in pieno, sbattei violentemente contro parecchi alberi e caddi a terra tremando dal dolore. Mi facevano male due
costole ma era già tanto che non mi avesse ucciso, quindi non mi lamentai.
«Peter…» sentii alle mie spalle.
Mi girai con la spada sguainata ma notai che era…
«Wendy!» dissi sorridendo
«Eh no, caro!» ringhiò Uncino prendendola e volando via. Andò alla Baia delle Sirene e la tenne sospesa a pochi centimetri
dall’acqua.
«Lasciala, Uncino!»gli dissi… ma mi accorsi del mio errore troppo tardi.
«Come desideri…» e la lasciò cadere nel lago.
«WENDY!»
In quel momento arrivò l’altro Peter.
«Penso io a Wendy. Tu pensa a Uncino!» gridò buttandosi tra le sirene.
Senza accorgermene, lasciai che Uncino si avvicinasse troppo e mi colpisse nuovamente, riaprendomi la ferita al braccio sinistro.
 
***
Sosia pov.
Feci in tempo ad avvicinarmi prima di vederla chiudere del tutto gli occhi. Tirai fuori il coltello e lo puntai contro una sirena. Tutte le
altre scapparono, così io la presi e la portai in superficie.
«Wendy…»
Lei tossì un paio di volte e mi vide. Sorrise e mi abbracciò. Dovevo assolutamente prendere il posto del vero Peter.
«Wendy… tu credi in me?» le chiesi quasi sussurrando.
Lei mi guardò negli occhi e mi stava per rispondere quando Peter le urlò di non ascoltarmi ma di aiutarlo.
Entrambi lo guardammo parare colpi su colpi.
«Il vero Peter non si farebbe mai battere così da Uncino.» sussurrò Wendy dopo un po’. «Io credo in te, Peter.» aggiunse
guardandomi. In quel momento, il vero Peter cadde a terra a una velocità spaventosa. Ci stavo riuscendo! Avevo assorbito parte
della sua magia: non poteva più volare.
Corse verso di noi per scappare da Uncino e tentò più volte di tornare a volare saltando ma senza successo. Si fermò esattamente davanti a Wendy e sussurrò il suo nome mentre lei faceva un passo indietro, poi si girò di scatto, parando un colpo del vecchio.
«Non così in fretta, Uncino!» gridò attaccando a sua volta. Senza volare, però, riusciva a malapena a parare i colpi. Cadde a terra.
«Wendy…» sussurrò guardandola «ho ancora questo.» aggiunse prendendo il ditale che aveva incastrato nel vestito.
Lei prese il ‘bacio’ che Peter le aveva dato la prima volta che l’aveva incontrata.
«Io credo in te, Peter. Non può finire così.»
«Tu non credi in me. Credi in lui. È lui il nuovo Peter. È così che deve andare.»
«No! Non mi va! Non permetterò ad Uncino di ucciderti.»
Si girò verso di me e mi prese la spada.
«Grazie.» disse, e andò da lui.



P.S. So che è tanto tempo che non aggiorno ma non avevo ancora finito i compiti :( UFFA sti compiti!

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Capitolo 5
*** Non lo permetterò! ***


Quanti secoli che non scrivo D: finalmente ce l'ho fatta :) sapete con gli esami da fare era un casino...
Che posso dire? Buona lettura ;)









Wendy pov.
No, Peter, non lascerò che Uncino ti uccida! Io credo… mi sono innamorata di te.
Presi la spada del falso Peter, ringraziandolo, e corsi ad aiutare quello vero.
Un affondo, due fendenti ed un altro affondo, parati tutti con prontezza dal vecchio rimbambito.
«Uncino, non ti premetterò di ucciderlo!» gridai mentre tentavo di nuovo di colpirlo.
«E io non ti permetterò di rovinare i miei piani, ragazzina!!»
Quelle parole mi fecero infuriare.
«NON…» e attaccai «…CHIAMARMI…» ancora «RAGAZZINA!!!» conclusi, riuscendo a colpirlo al braccio mancino.
Con un ringhio feroce, Uncino si scagliò contro di me, mi disarmò con facilità, mi fece cadere a terra e mi immobilizzò mettendo un ginocchio sul mio petto. Facevo fatica a respirare.
«Mi dispiacerebbe molto ucciderti in questo modo, piccola Wendy. Sulla Jolly Roger c’è ancora posto per una racconta favole» disse Uncino con voce stranamente dolce.
«No, Uncino. Io non… non passerò… dalla tua… par-te…» spingeva sempre più forte.
«Allora esprimi il tuo ultimo desiderio!» ringhiò conficcando la spada a pochi centimetri dal mio volto.
Non potevo arrendermi così! Peter non me lo avrebbe mai perdonato… se fosse sopravvissuto.
 
Peter pov.
Non solo Uncino stava per uccidermi e Wendy ha deciso di aiutarmi, mettendo in pericolo la propria vita, in più adesso il vecchio stoccafisso la stava per uccidere! “Chissà quale desiderio esprimerà..” pensai, architettando un piano astuto per sbarazzarmi di lui e del sosia.
Un momento… Uncino stava lasciando Wendy?! Lei camminava verso di me.
«Oh, Peter!» sussurrò quando fu abbastanza vicina «Peter non arrenderti, ti prego. Io… cosa posso fare per convincerti?» aveva le lacrime agli occhi. Oh, Wendy!
«Resta con me! Non tornare a Londra! Ti prego, Wendy! Potrai portare all’isola i tuoi genitori, i tuoi fratelli e i tuoi amici, se lo vorrai! Ti prego, non andare via!» la supplicai. Non volevo che se ne andasse e mi lasciasse qui per sempre da solo.. e non volevo nemmeno andare a Londra e crescere! Persino i bimbi sperduti erano andati in quella città e mi avevano abbandonato… non potevo perdere anche lei. Sarei rimasto all’isola solo. Solamente io, gli indiani, le sirene e i pirati… ma nessuno era come Wendy. Nessuno.
«Peter, io non posso. Sai bene che moriremo tutti per mano di Uncino e anche se potessi, i miei genitori non me lo permetterebbero mai!»
«Ma Wendy, io…»
«Non dire nulla, Peter.» appoggiò un dito sulle mie labbra. Aveva gli occhi colmi di lacrime. «Non dire nulla»
Mi diede un bacio.
«Non voglio morire: io voglio stare con te per sempre.»
«Sempre è un periodo seriamente lungo» mi guardò negli occhi
«Quanto sia lungo non mi importa. Basta che sia con te. Non permetterò ad Uncino di farti del male. Non di nuovo. Non riuscirà a rovinare tutto. Forse non riesco a volare… ma non importa!»
Andai di fronte ad Uncino, sperando che il mio piano funzionasse, e riuscii con la spada a svitare l’uncino da quell’affare che aveva al braccio. Lo immobilizzai con fatica e gli sussurrai: «Pronto a perdere l’altra?»
«E tu sei pronto a morire, Peter Pan?»
«La morte può essere una grandiosa avventura»
«Per te, Pan, questa sarà l’ultima!»

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