“Ma questa è pazzia!” “No, questa è politica”.

di la_marty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: I candidati. ***
Capitolo 2: *** Il pubblico ***
Capitolo 3: *** Intervista con la Skeeter - Hermione ***
Capitolo 4: *** Intervista con la Skeeter – Lord Voldemort ***
Capitolo 5: *** Intervista con la Skeeter – Silvius ***
Capitolo 6: *** Post intervista ***
Capitolo 7: *** INTERMEZZO: Mangiamorte e merchandising ***
Capitolo 8: *** Dibattito a Hogwarts – parte 1: il dietro le quinte ***
Capitolo 9: *** Dibattito a Hogwarts - parte 2: quando il gioco si fa duro.. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: I candidati. ***


Il titolo è una citazione dal film “Pirati dei Caraibi” e si adatta a questa mia nuova creazione. Il contesto è il seguente: Voldemort è sì l’Oscuro Signore, il mago più malvagio e potente che il mondo abbia mai visto, ma dopo essere risorto se n’è stato buono a tramare nell’ombra, comportandosi come un comunissimo mago tornato da una vacanza di tredici anni, che la sera va a farsi un idromele ai Tre Manici di Scopa, fa shopping a Diagon Alley, soffre di solitudine perché tutti lo scansano spaventati. Nessuno ride alle sue battute.
Di conseguenza tutte le vittime della sua furia (Cedric, Malocchio, Fred, Lupin, Tonks, Silente, ecc) sono vivi e vegeti.
Cronologicamente siamo nel settimo anno a Hogwarts di Harry & Co.
Enjoy!

 
 
 
 
  I candidati.

Il sole brillava in un cielo limpido quel pomeriggio a Diagon Alley. L’aria era pervasa dallo scalpiccio che uomini e donne producevano ciabattando per la via principale, bisbigliando o schiamazzando in quel tiepido pomeriggio di maggio. Cappelli e vesti di tutti i colori si susseguivano, tutti diretti verso un’unica direzione: Piazza Flamel. Un piccolo palco con un banco a tre posti erano stati disposti a un’estremità della piazza, riempita per la restante parte di sedie o poltrone evocate magicamente. Le famigliole facevano apparire lunghe panchine, così da sedersi tutti assieme, mentre i più esibizionisti evocavano divani in pelle con tanto di appoggio per i piedi. Alle spalle del banco a tre posti campeggiavano tre enormi poster che rappresentavano i tre candidati alle elezioni per il prossimo mandato come Ministri della Magia: Caramell era stato votato per tre legislature di fila ed era tempo di lasciare posto a volti nuovi.
Alle quattro in punto i tre candidati spuntarono da dietro il palco.
Erano un gruppo estremamente eterogeneo: l’Oscuro Signore apriva il corteo, coperto, nonostante il caldo, da capo a piedi da una veste nera che metteva in risalto ancora di più la sua carnagione albina. Gli occhi rossi risultavano estremamente inquietanti, ciononostante diede galantemente la precedenza alla ragazza che lo seguiva.
Hermione Granger  salì dunque per prima le scalette per il palco di legno, vestita elegantemente ma con i colori di Grifondoro, come a voler rimarcare il suo essere ancora una studentessa. Una studentessa modello e prodigio che, appena maggiorenne, aveva ottenuto in campagna elettorale il successo necessario per iniziare ad avviare quella che sembrava una promettente carriera politica, direttamente dalla poltrona del Ministro della Magia.
Il terzo candidato era un ometto stempiato con la pelle della faccia troppo tirata per la sua età. Avanzò convinto che Lord Voldemort avrebbe ceduto il passo anche a lui ma si ritrovò a farsi schiaffeggiare dal suo mantello.
“Non è niente, non è niente”, cinguettò rivolgendo un sorriso ammaliante ai suoi ammiratori, salendo le scalette vestito da un elegante completo nero su cui spiccava una spilla a forma di cuore. Dopotutto il suo era il partito dell’amore.
L’ometto si chiamava Silvius.

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Capitolo 2
*** Il pubblico ***


Eccovi il secondo capitolo di questa folle ff. Vi prego, fatemi sapere se vi piace o no e che cosa sbaglio.. e grazie mille a chi sta seguendo questa storia e mi ha lasciato dei commenti.. e ora bando alle ciance!! :D
 
 
Il pubblico.
I tre presero posto e dopo un breve inchino si sedettero. Di fronte a loro due o trecento maghi e streghe attendevano con aria curiosa che il comizio cominciasse.
Dal palco distinsero chiaramente gli inviati delle principali testate giornalistiche: la Gazzetta del Profeta aveva mandato come al solito Rita Skeeter, che avrebbe anche condotto molte delle interviste che li aspettavano; Xenophilius Lovegood spiccava in mezzo alla folla vestito di un improbabile verde fosforescente, apparentemente impegnato a convincere la folla di una pericolosa malattia che aveva infettato il volto del Signore Oscuro e lo stava rendendo trasparente (Lord Voldemort vide Barty Crouch Jr fremere indeciso su quale maledizione lanciargli, poi Bellatrix strillò che il suo Signore era un pluripremiato vincitore di tutti i concorsi di bellezza più recenti e chiunque avrebbe fatto commenti su di lui sarebbe passato a miglior vita).
C’erano poi i vj di Radio Strega Network e Radio Potter, due giovani intervistatrici del Settimanale delle Streghe e anche rappresentanze di testate come Trasfigurazione Oggi e Il Pozionista Moderno.
Occupavano tutti posizioni strategiche in modo da garantirsi la miglior visuale per le foto, ed Hermione notò Silvius gonfiare il petto e guardare la folla con un sorriso di superiorità, ammiccando ai suoi ammiratori, paralizzando la faccia in sorrisi sensuali in direzione dei fotografi e rivolgendo saluti e inchini qua e là.
In prima fila c’era effettivamente un gran numero di ragazzi e ragazze con magliette con su scritto “I ♥ Silvius” o “Lunga vita al Partito dell’Amore” che brandivano sciarpe e bandierine che strillavano “Viva Silvius!”.
Più in là era distinguibile una gran macchia nera e guardando meglio era possibile riconoscere una ventina di Mangiamorte, venuti a sostenere il loro leader in questa importante manovra di conquista del mondo magico. Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy e Alecto Carrow indossavano magliette nere e minigonne a pieghe e brandivano pon pon. Le due sorelle Black mostravano fisici tonici e slanciati, mentre nel caso di Alecto Carrow l’insieme risultava antiestetico. Insieme a Narcissa lanciava occhiate assassine a Bellatrix, che aveva imposto loro di vestirsi in quel modo e di imparare a memoria un ridicolo balletto. Tuttavia si guardavano attorno con aria fiera come a sfidare chiunque a ridere di loro.
Lucius Malfoy e Augustus Rookwood brandivano uno striscione che mostrava uno svolazzante Voldemort che lanciava sguardi provocanti e una gran massa di streghe incantate a guardarlo. Tutti gli altri appena il loro Signore aveva messo piedi sul palco avevano dato inizio a una serie di cori di incoraggiamento, sventolando bandierine con su scritto “LORD V” e “Signore Oscuro for President”.
Il Signore Oscuro si commosse non poco e mascherò le lacrime indossando dei Rayban a goccia rubati a un Babbano ucciso per strada da Nagini. L’effetto era grottesco.
Hermione manteneva un’apparenza rilassata ma in realtà l’assenza di sostenitori la innervosiva. Sapeva di avere dalla sua parte la maggior parte degli studenti di Hogwarts, ma a loro non era permesso lasciare la scuola. Sospirò ma non perse la calma, di lì a una settimana era previsto un dibattito politico tra i tre candidati proprio a Hogwarts: faceva parte del piano elettorale ministeriale. Avrebbe infuocato gli animi giocando in casa, pensò.
Tuttavia una piccola macchia rossa accanto a quella nera dei Mangiamorte le indicò che la famiglia Weasley era venuta a sostenerla, e tra la folla spiccava in altezza il professor Silente, che le rivolse un sorriso d’incoraggiamento, seduto accanto alla professoressa McGranitt e al professor Lumacorno.
D’un tratto spuntò sul palco l’attuale Ministro della Magia Cornelius Caramell, che amplificò magicamente la sua voce e si rivolse alla folla con un gran sorriso: “Benvenuti, benvenuti!” la piazza applaudì. “Benvenuti alla presentazione delle liste dei candidati per il prossimo mandato ministeriale!”.
La sua voce era gioiosa, gioiosa per aver portato a compimento il terzo mandato consecutivo che gli precludeva per legge di presentarsi come candidato una quarta volta. Caramell interpretava ciò come segno di ammirazione da parte della popolazione magica e percorreva il palco col petto in fuori e il passo baldanzoso. Hermione avvertì un movimento impercettibile alla sua destra e l’istante dopo Caramell volò a terra inciampando nel proprio mantello.
La piazza rise e il Ministro si rialzò imbarazzato.
Hermione scoccò a Voldemort uno sguardo di rimprovero e lui le strizzò un occhio. Avendo ancora addosso i Rayban la ragazza non se ne accorse, ma vide Silvius assumere un’espressione comprensiva. Il mago cercava di incrociare lo sguardo di Caramell per sorridergli solidale ma il Ministro non si volse verso di lui.
“Alle mie spalle siede nientemeno che il prossimo Ministro della Magia” continuò Caramell, “ma chi sarà?”.
La folla in piazza fremeva curiosa.
“Sarà forse questa affascinante signorina”, Caramell affiancò Hermione, “ancora in età da Hogwarts ma con proposte nientemeno che rivoluzionarie per migliorare l’ordine magico?”. La famiglia Weasley applaudì molto forte e Fred e George lanciarono in aria un paio di Fuochi Forsennati Weasley.
“O sarà forse il nostro inquietante Voi-Sapete-Chi?” Caramell si piazzò dietro Lord Voldemort e gli diede una sonora pacca su una spalla, “di poche parole, molti fatti e vedute a dir poco originali per quello che riguarda i cambiamenti sociali?”. Bellatrix, Narcissa e Alecto si lanciarono in un balletto in circolo cantando a squarciagola “QUESTA E’ LA DANZA DEL SERPENTE / CHE VIEN GIU’ DAL MONTE...”* mentre gli altri Mangiamorte, Malfoy in testa, sventolavano le loro bandierine “LORD V”, dando nuovamente inizio ai cori.
“O forse!” strillò entusiasta Caramell per sovrastare i cori dei Mangiamorte, “Forse il futuro del mondo magico è nelle mani dell’uomo che vuol essere conosciuto solo come Silvius?” e si pose alle spalle di quest’ultimo, che a sua volta si alzò in piedi mettendosi in volto un’aria commossa e salutando in giro.
“Silvius, il milionario possessore di ville su ville, che di recente ha acquistato la squadra di Qwidditch delle Holyhead Arpies, che nel suo seguito conta tantissime signorine in età da Hogwarts”, e a questa frase un gran numero di teenager bellissime in prima fila, scappate da Hogwarts per quel pomeriggio, strillò e si dimenò sparando in aria tanti cuoricini scintillanti. Hermione notò tuttavia che il resto della piazza gli lanciava occhiate incredule e poco lusinghiere.
“Amici miei”, continuò Caramell tornando al centro del palco, “oggi conosceremo i nostri aspiranti Ministri!”.
Applausi dalla piazza.
“E' giunto il momento delle domande dal pubblico”, annunciò gioviale. “Chi vuol essere il primo?”.
Decine di mani si levarono nella folla.
Hermione trattenne il respiro nervosamente, Voldemort tolse i Rayban rivelando occhi rosso sangue che incenerirono i sorrisi delle prime file, e Silvius non riusciva a togliersi quel sorriso paralizzante dalla faccia. Hermione pensò che fosse una reazione alle troppe Pozioni Ringiovanenti.
Sotto il sole primaverile i tre candidati si apprestarono a rispondere alle domande dei presenti.
 
 
 
*è una canzoncina che ci facevano cantare le maestre alle elementari, chissà se qualcuno di voi la conosce.. :)

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Capitolo 3
*** Intervista con la Skeeter - Hermione ***


Salve a tutti! Vi dico subito che questo capitolo è stato difficile da scrivere e non sono molto soddisfatta, però lo posto comunque. Questa fic vorrebbe essere un po’ comica un po’ satirica, ma qui si parla di Hermione, che non si presta molto alla comicità. Tuttavia ho fatto del mio meglio e di sicuro i prossimi capitoli saranno più soddisfacenti :P grazie, ma veramente GRAZIE, a chi mi recensisce, mi segue e mi consiglia, significa molto per me. E ora buona lettura!
 



Intervista con la Skeeter - Hermione
 
Le domande dal pubblico furono ridicole: le fan di Silvius accaparrarono il microfono e fecero per mezz’ora domande su domande al loro beniamino, domande del tipo “com’è la sua ragazza ideale”, “quali consigli darebbe a una giovane strega che vuol fare carriera al Ministero” o “perché il Ministero avrebbe bisogno di ragazzine o maghi oscuri quando ha a disposizione un mago come lei?”.
La piazza iniziava a dare segni di impazienza, il sorrisone di Silvius suscitava apparentemente una grande irritazione e George Weasley cercò di spedirgli un CanarinoBomba, ma Caramell lo intercettò e lo deviò pigramente verso il cielo.
Silvius non si accorse di nulla e la sua espressione diceva che era convinto di essere l’idolo delle masse.
Dopo l’ennesima ragazzina che pose l’ennesima domanda scema (“Come si fa a partecipare a uno dei suoi famosi festini a Villa Harcoris?”) iniziarono i fischi. Caramell sembrò capire che era ora di darci un taglio e strappò il microfono dalle mani di Silvius prima che potesse rispondere.
“Benissimo!” tuonò gioviale, “Ora, Signore Oscuro, Silvius” Caramell si rivolse ai due maghi, “vi prego di accomodarvi sul retro così che possiamo dar spazio alla signorina Granger”.
Silvius balzò in piedi e si allontanò saltellando, il sorriso paralizzato sulla faccia; Lord Voldemort si alzò e scivolò dietro al palco simile a un Dissennatore, con la veste svolazzante e il cranio lucente.
Caramell fece sparire il banco a tre posti ed evocò due comode poltrone. Su una prese posto Hermione, sull’altra (tra un misto di applausi e fischi) la biondissima Rita Skeeter, vestita con un completo cremisi, i soliti occhiali a farfalla, gli artigli smaltati di viola. L’inseparabile Penna Prendiappunti  spuntò fuori dal nulla e si mise in posizione.
Rita ed Hermione si scambiarono un sorriso assolutamente finto in cui il disprezzo reciproco era palpabile.
“Allora mia cara”, esordì la giornalista. Il pubblico tacque. “Cominciamo con le domande di base, qualche curiosità su di te, qualche aneddoto... per poi passare al tuo programma elettorale”.
Hermione si sistemò meglio sulla poltrona. Notò le fan di Silvius omaggiarla di sguardi di disgusto.
 
 Nome completo? 
Hermione Jean Granger.
 Età? 
Diciassette, appena compiuti.
 Attuale occupazione? 
Sono al settimo anno a Hogwarts, in Grifondoro.
 
Qualche applauso dalla piazza.
 
 Si dice che tu sia un’eccellente studentessa. 
Mi impegno molto e ottengo dei risultati. Credo che impegnarsi sia il presupposto per la buona riuscita in ogni ambito.
 Molto interessante... ovviamente mia cara l’impegno non basta, è necessaria una certa dose di astuzia, contatti utili, anni di esperienza.. dovrai farti strada e  sbaragliare la concorrenza. 
Oh, ho una certa esperienza nello schiacciare gli insetti che cercano di intralciarmi.
 

La folla si chiese come mai Rita si fosse come congelata. Le sue narici fremevano e le mani tremavano. Tornò a parlare con finta nonchalance, ma il disprezzo delle sua voce non ingannava nessuno.
 
E come credi di sbarazzarti del Mago Oscuro più temibile di tutti i tempi, ragazzina?
Il mio amico Harry l’ha fatto fuori quando aveva un anno. Potrei farcela anch’io.
A proposito di Harry.. (Rita dimenticò l’allusione sarcastica agli insetti e assunse un tono malizioso) che rapporto c’è tra di voi? Si dice che siate molto vicini..
Non intendo parlare di Harry.
 
Occhiate torve da parte di tutte e due.
 
Molto bene. Parliamo dei tuoi progetti ministeriali. È noto a tutti che vorresti introdurre leggi per il trattamento degli Elfi Domestici..
Gli Elfi Domestici sono creature ridotte in schiavitù e vanno liberati al più presto. Farò in modo che ricevano stipendi, permessi per malattia, pensioni e tutto il res..
 
La piazza si riempì di fischi e risate di scherno. Hermione vide i Mangiamorte rotolarsi per terra dalle risate, ma non solo loro. Tutti i presenti si guardavano increduli come a domandarsi se avessero sentito bene. Si diceva che la studentessa modello di Hogwarts voleva cambiare le condizioni degli Elfi Domestici, ma tutti l’avevano presa come una diceria.. chi poteva voler imporre uno stipendio agli Elfi Domestici?
 
Hermione evocò un sortilegio Scudo così che le Caccabombe anziché raggiungerla rimbalzarono sulle fan di Silvius.
 
Ah, tesoro mio. Ti ricordo anche che per essere votata devi avere il sostegno popolare.
 

Rita si stava divertendo un mondo.
 
“Bè, un mago che riduce in schiavitù una creatura magica indifesa per me non merita di tenere in mano una bacchetta”, esclamò Hermione con voce vibrante.
“Hermione ma è nella loro natura!”, esclamò dal pubblico Tom, il barista del Paiolo Magico. “Non puoi obbligarli a vivere contro natura, per loro lavorare significa tutto!”
“Solo perché non hanno conosciuto la libertà!”, rispose la ragazza infiammandosi, ma vide che la piazza era prevenuta e non l’avrebbero presa seriamente se avesse continuato a parlarne. Decise di cambiare argomento.
 
Questo non è tuttavia l’unico punto del mio programma di governo.
No infatti. Qui leggo che hai delle proposte per riformare anche la scuola. Non ti stai appropriando di competenze non tue? Non è qualcosa che spetta al Preside decidere come e dove modernizzare la scuola?
Non mi sognerei mai di mettere in discussione il lavoro del professor Silente. Ho soltanto.. come dire? Qualche suggerimento.
Fantastico. Condividi con noi i tuoi progetti.
Lo standard di Hogwarts negli ultimi anni si è notevolmente ridotto. La reputazione della scuola ne risente per cui introdurrei un sistema più severo. Vorrei che la bocciatura agli esami comportasse l’espulsione dalla scuola. E vorrei bocciare tutti quei semi analfabeti che non sanno ancora usare i congiuntivi.
 
Il pubblicò raggelò.
 
 Qualche proposta un po’ meno dittatoriale? 
Cosa..? Ah, ehm.. ma certo. Mi piacerebbe che gli studenti abbiano l’opportunità di dire la loro.. se trovano che un insegnamento sia scadente, se pensano che un corso migliorerebbe con determinati cambiamenti.. io proporrei l’introduzione di questionari per tutti gli studenti. Se un certo aspetto riscontra scontentezza unanime io credo che debbano essere presi provvedimenti.
 Idea interessante. Posso chiederti se c’è  qualcosa che TU cambieresti da subito? 
Premetto che sono molto soddisfatta dei miei anni a Hogwarts, sebbene sia rallentata dalla mandria di incapaci che mi attornia (ma qui torniamo al discorso di prima degli standard). Gli insegnanti sono quasi tutti molto capaci ma per quanto riguarda le materie di studio, personalmente abolirei Divinazione. È una branca della magia incerta e veritiera solo a volte, e in molte altre grandi scuole di Magia europee non viene insegnata. L’insegnante inoltre ha prodotto un’unica vera profezia in vita sua e non credo che questo faccia di lei una Veggente. In secondo luogo aprirei la possibilità di assumere un nuovo docente di Storia della Magia. Il professor Ruf è certamente un grande esperto, ma spesso se una persona sa, non significa necessariamente che sappia insegnare. Propongo inoltre che agli studenti siano distribuiti opuscoli professionali fin dai primi anni. Qualche giorno fa ho ascoltatoad esempio alcuni ragazzi che devono scegliere i M.A.G.O. da affrontare. Un ragazzo sarebbe voluto diventare Spezzaincantesimi alla Gringott ma era necessario un G.U.F.O. in Antiche Rune, e se l’avesse saputo al terzo anno avrebbe scelto quella materia al posto di un’altra. Dovrebbe esserci più informazione in questo senso. Mi sono spiegata?
Perfettamente.
 
Hermione notò che la folla si era fatta più attenta ora. Il professor Silente sorrideva sotto i baffi. Persino Rita sembrava più seria.
 
“Un’ultima domanda mia cara, è vero che... sì?”, Rita si interruppe. Una ragazza in prima fila aveva alzato la mano per porre una domanda. Indossava una t-shirt che inneggiava a Silvius ed era molto attraente.
“Introdurrai balli di Natale o fine anno?”, domandò seria.
Hermione rimase a bocca aperta.
“Io proporrei qualche cambiamento nella divisa”, intervenne un’altra. “Vorrei gonne più corte e colori un po’ meno smorti”.
“Io suggerisco di assumere professori più giovani”, aggiunse un’altra ancora.
Le stavano parlando come se fosse realmente lei a decidere, pensò Hermione emozionata. L’unico aspetto negativo era che stavano portando argomenti assolutamente inutili.
“Mi meraviglio di voi!”, strillò la più alta del gruppo. Aveva lunghi capelli corvini e guardava minacciosa le compagne che si erano messe a fare domande. “Se vi dice che assumerà professori giovani e aitanti passerete dalla sua parte? Non dimenticate quello che Silvius ha fatto per noi! Dobbiamo restargli fedele! VIVA SILVIUS!”.
“VIVA SILVIUS!”, le fecero eco le altre.
Silencio!” tuonò Rita, e le ragazze quasi si strozzarono, ma almeno era tornata la quiete. “Tornando a noi. Ipotizziamo il fatto che tu perda queste elezioni. Quali sono i tuoi progetti eventualmente?”
Hermione si morse la lingua. Se lei avesse perso avrebbe dovuto tenere a freno Ron, che di certo avrebbe attentato alla vita del candidato eletto al suo posto. Poi avrebbe iniziato la sua campagna d’informazione tra gli Elfi Domestici ma dirlo in quel momento, quando sentiva di star conquistando a poco a poco il rispetto del pubblico, l’avrebbe di nuovo screditata.
Si mise a rimuginare.
Cosa poteva rispondere?
“Potrei.. ehm.. viaggiare. Fare qualche esperienza all’estero, o continuare gli studi”.
Vide sguardi di comprensione dal pubblico. Chiaramente si aspettavano una risposta più interessante. Si morse un labbro.
“I tuoi genitori sono Babbani”, riprese Rita sovrastando i fischi da parte dei Mangiamorte che seguirono queste parole. “Appoggiano la tua scelta di intraprendere la carriera politica?”
“I miei genitori mi appoggerebbero anche se decidessi di fare la barista”, rispose con orgoglio.
“Che hai contro i baristi?” strillò Madama Rosmerta dal pubblico.
“Nulla.. assolutamente nulla” assicurò Hermione avvampando. “Intendevo dire che bhe.. i miei genitori hanno fiducia in me e ehm.. quale che sia la professione che intendo avviare mi darebbero il loro appoggio”. Sperava di essersi ripresa, ma Madama Rosmerta le rivolgeva occhiate torve.
Hermione sudava copiosamente ma sperava che non si notasse. Fortunatamente Caramell riapparve sul palco annunciando che il tempo a disposizione era scaduto ed era giunta l’ora dell’intervista al Signore Oscuro.
Hermione si alzò sollevata, sorrise nervosamente e scese dal palco. Le piccole fatture delle fan di Silvius la rincorsero per tutto il tragitto fino al retro.

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Capitolo 4
*** Intervista con la Skeeter – Lord Voldemort ***


Ok, questo capitolo l’ho scritto spaccandomi dal ridere, spero che vi piaccia :D siete pronti per l’intervista più improbabile che riuscite a immaginare? Nella speranza di non deludervi.. buona lettura!



Intervista con la Skeeter – Lord Voldemort.

Rita Skeeter aveva preteso che gli Auror perquisissero il Signore Oscuro e gli ritirassero la bacchetta, prima dell’intervista. Non che non si fidasse, è che.. insomma quando si ha a che fare col famigerato Voi-Sapete-Chi.. non si può mai sapere, ecco.
Comunque quando Lord Voldemort si sedette di fronte a lei, la giornalista sfoderò uno dei suoi sorrisi suadenti e fece commenti piccanti sulle sue lunghe mani e sui modi migliori per usarle.
Bellatrix sbuffò.
Lord Voldemort sorrise strizzando gli occhi rossi e salutò i presenti col gesto che era divenuto il suo saluto personale: la mano chiusa a pugno con l’indice e il medio alzati, come a simboleggiare la vittoria ma allo stesso tempo la V di Voldemort.
I Mangiamorte alzarono le mani nello stesso gesto di saluto.
Rita Skeeter cominciò.
“Allora, mio caro signor.. ehm..”, esitò. “Mio caro signor Vol.. oh.. non riesco a dirlo” disse rabbrividendo.
“Si rilassi mia cara”, la tranquillizzò Voldemort. “Faccia un bel respiro e ripeta con me: Vol – de – mort!”.
“Vol – ddddd..”. Rita prese ad annaspare come preda di un’attacco d’ansia. “Mi dispiace, non riesco..” si scusò sventolando la mano per farsi aria. “Non è un caso se lei è Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.. non ha un soprannome? I suoi amici come la chiamano?”.
“I miei.. amici?”. Voldemort la guardò incerto.
“Sì, i suoi amici”, insisté Rita.
Il mago oscuro la fissò a bocca aperta, come se stesse parlando in qualche strana lingua.
“Le persone a lei più vicine, i suoi sostenitori”, Rita si fece impaziente. “Quelli!” esclamò indicando i Mangiamorte.
Voldemort seguì con lo sguardo le persone indicate dalla giornalista e sul suo volto serpentesco si dipinse un’espressione di comprensione.
“Aaaah, ora capisco cosa intende”, esclamò felice. “Loro mi chiamano Mio Signore o Padrone, può chiamarmi così se vuole”. Lo disse con calore, come se le stesse accordando un grosso privilegio. Ma l’occhiataccia che ricevette in risposta era inequivocabile.
“Bè, che ne dice di Voldie? O Lord V”, suggerì notando le bandierine dei suoi Mangiamorte. “Lord V non è male”.
“Vada per Lord V allora”, concesse Rita. Voldemort sembrava soddisfatto e ammiccò a Bellatrix, che sbatté le ciglia e gli lanciò uno sguardo adorante.
“Lei è tornato tra noi un paio d’anni fa dopo una lunga assenza”, cominciò la giornalista. “Come l’hanno cambiata questi anni passati in forma.. come dire.. non proprio umana?”.
“Ottima domanda”, l’adulò il Signore Oscuro. “Se prima c’era una virtù che non mi apparteneva era la pazienza. Dopo più di dieci anni, passati a possedere un corpo di serpente dopo l’altro e basta, direi di essere diventato paziente. Il che fa di me un individuo perfetto ora”.
Applausi dai Mangiamorte. Rodolphus Lestrange sparò in aria il Marchio Nero, ma gli Auror lo disintegrarono all’istante beccandosi gli sguardi assassini di tutti i sostenitori di “Lord V”.
“Mi sta dicendo che per tredici anni non ha fatto altro che strisciare?”, domandò Rita Skeeter.
“Non me ne parli. Una tortura”, Voldemort scosse il capo come a volersi liberare dei suoi brutti ricordi. “Niente incantesimi, niente caccia ai Babbani, nessuno con cui chiacchierare..”, continuò con tono affranto.
“Bè, avrà sperimentato la vita sociale dei serpenti..”.
“I serpenti hanno un pessimo senso dell’umorismo. Mai una volta che ridessero delle mie barzellette. Un incubo”.
“Sì, posso immaginarlo”, Rita gli diede dei colpetti di comprensione su un braccio. “Ma ora è tornato ed è questo che conta, no?”.
Voldemort scrollò le spalle per quel tentativo di sollevargli il morale, ma i ricordi si stagliavano dolorosi nella sua mente.
“Sono tornato ma non è più come una volta. Lo sento”, confessò. “Non incuto più il timore di prima.. la gente non mi rispetta più.. non capisco davvero il perché..”
Rita esitò.
“Bè, Lord V.. lei è stato sconfitto da un bambino in fasce, non è una fine rispettabile per quello che si dice un Mago Oscur..”
Avada Kedavra!” strillò Bellatrix con tutto il fiato che aveva in gola. Scaturì dalla sua bacchetta un potentissimo anatema che si scagliò dritto dritto in direzione della giornalista. Un potente bang fece sussultare tutta la piazza dallo stupore. Era il sortilegio Scudo degli Auror evocato a inizio intervista per evitare scene del genere.
Rita tuttavia si spaventò tantissimo, e Voldemort la sentì urlare da dietro al palco a Caramell che non voleva risalire, non voleva finire pelle e ossa, poi udì Caramell strillare più forte ancora, Silvius si intromise, due voci insieme urlarono “Stupeficium!” e ancora Rita e Caramell che discutevano. Dopo qualche minuto Rita tornò sul palco. Era ancora scossa e con le mani tremanti, ma si sedette alla solita poltrona.
“Allora Lord V, stavamo dicendo..”, poi si interruppe. “Ma se vuole cambiamo argomento.”
“Mia cara Rita, perdoni l’impulsività della mia Mangiamorte prediletta”, Voldemort scoccò un’occhiata a Bellatrix. “Lei sa che non deve rifarlo, non è vero Bella?”.
“Sì, padrone”, esalò Bellatrix suadente.
“Si parlava del mio periodo di assenza e delle sue cause. Bene, voglio mettere in chiaro qui una volta per tutte che non è stato per via della mia inettitudine, né per le mie lacune magiche. È stata messa in atto una magia antica, che non ho potuto prevedere, e che mi è stata purtroppo fatale”.
“Una magia antica? Dal piccolo Harry?” Rita sembrava confusa. “Non capisco”.
“No.. non dall’insignificante Harry Potter..”, Voldemort si fermò. Anche da lì poteva vedere Silente tra il pubblico che fremeva come se fosse seduto su un puntaspilli. “Su avanti Silente!” sbottò infastidito, “dillo pure!”.
Silente si alzò, si guardò rapidamente in giro controllando che tutti lo guardassero e poi esclamò spalancando le braccia: “E’ stato l’amore!!”.
La mancanza di reazioni lo lasciò interdetto. Si guardò intorno con impazienza sbalordito che la gente non fosse incredibilmente sorpresa né che nessuno inneggiò a lui in quanto detentore di verità universali.
“Fantastico”, commentò Rita Skeeter distrattamente. Il cappello di Silente si afflosciò. “Vorrei ora discutere con lei, Lord V, dei suoi piani di scalata sociale e di come intende rivoluzionare l’ordine pubblico nel caso che venisse eletto Ministro. Quali riforme porterebbe?”.
“Ciò che mi sta a cuore maggiormente”, proferì con tono grave. “È la sanità. Destinerò grandi somme di denaro alla ricerca, in modo che vengano trovate cure a tutti i veleni, gli anatemi e le malattie magiche esistenti”.
“Questo è molto nobile!”, approvò Rita Skeeter.
“Già. Significherà testare un gran numero di possibili cure su individui che dovranno essere avvelenati o affatturati di proposito, non possiamo permettere che l’assenza di cavie mandi all’aria questa nobile impresa”.
L’atmosfera in piazza gelò.
“Le cavie saranno i nostri amici Mezzosangue”, continuò Voldemort con fare pratico. “Tanto quando sarò Ministro saranno esclusi da tutte le professioni possibili e questo sarà un ottimo modo per rendersi utili”.
“Ma.. ma che sta dicendo?”, farfugliò Rita indignata. “Intende escludere i Mezzosangue dalla forza lavoro? Come spera di guadagnarsi il loro voto dopo una dichiarazione del genere?”
“Se non sarò eletto Ministro li darò in pasto a Nagini”, rispose Voldemort candidamente. “Meglio senza lavoro che senza vita, no?”
“Mi perdoni ma trovo che questo non abbia senso.. Silente inoltre ci ha detto che lei stesso è un Mezzosangue!”.
“Mia cara signora!”, tuonò Voldemort rivolgendo a Silente un’occhiata assassina. Quest’ultimo si limitò a fischiettare con nonchalance e a osservarsi la punta delle scarpe con estremo interesse. “Si dà il caso che io discenda da Salazar Serpeverde in persona, non crede che questo sia un dettaglio non trascurabile?”.
Rita pensò che non era saggio far irritare l’Oscuro Signore, tanto più che Bellatrix stava tornando irrequieta. Per cui sorrise nervosamente e cambiò argomento.
“Parliamo dei cambiamenti che intende portare all’interno della scuola”, esordì. “Quale piano ministeriale applicherebbe a una scuola di Magia che, come ci ha confermato prima la signorina Granger, è già ottima?”.
“Sto pensando di inserire tra gli insegnamenti un corso di lingua straniera”, rispose l’Oscuro Lord pensoso. “Sarebbe educativo e non fa mai male parlare due lingue”.
“Interessante!”, squittì Rita. “Certo, a Hogwarts si studiano le Antiche Rune, ma certo non è che siano utili per comunicare oggigiorno”, commentò dando in una risatina. “E che lingua vorrebbe inserire? Il francese? O forse il Marino?”.
Voldemort la guardò perplesso.
“Ma è chiaro no? Il Serpentese”, rispose come se stesse spiegando un concetto ovvio. “Lo parlava il grande Salazar Serpeverde ed è giusto tramandare ai posteri questa nobile pratica”.
Il sorriso di Rita si incrinò leggermente, ma decise di assecondarlo e annuì vigorosamente.
“E che mi dice di Harry Potter? Intende tornare a dargli la caccia?”.
“È responsabile dei miei tredici anni di solitudine, cara Rita, tornare a dargli la caccia è il minimo che io possa fare”.
“Ovviamente..”, Rita sfogliò la sua documentazione, alla ricerca di altre domande da porre prima dello scadere del tempo. “Sappiamo tutti che lei è un noto cacciatore di Babbani. Pensa di legalizzare una sorta di Caccia al Babbano o qualcosa del genere?”.
“I Babbani non ci saranno più per molto nel caso che io diventi Ministro”, un sorriso sadico solcò il volto albino di Voldemort. “Intendo revocare lo Statuto di Segretezza. Perché dovremmo continuare a nasconderci? Perché dobbiamo essere noi quelli in clandestinità? Cos’abbiamo da temere da dei semplici Babbani?”, notò che stava infervorando i suoi fedeli Mangiamorte. “Comincerò col togliere la bacchetta e Mezzosangue e Nati Babbani, poi verrà la volta dei Babbani.. saranno schiacciati dalla nostra superiorità e purezza di sangue.. verranno soppressi!”, urlò.
“Signor Lord V”, lo rimproverò Rita, “questo è un discorso assolutamente egocentrico e razzista. Non può eliminare la razza Babbana. Senza contare che manderebbe per aria Arthur Weasley che coi Babbani ci sfama sette figli”.
“Sono solo un povero Mago Oscuro impegnato in malvagi piani di conquista del mondo”, spiegò Voldemort con tono umile. “Mi lasci fare il mio lavoro e non mi giudichi, ok?”.
“Tempo scaduto!” strillò Caramell tornando sul palco, il sorriso da un orecchio all’altro. “Grazie per averci concesso il suo tempo, Lord V (posso chiamarla anch’io così?)”, e senza aspettare risposta lo lanciò verso le scalette del palco, dove salutò la platea alzando indice e medio nel suo saluto a V.
“Manca solo un candidato da ascoltare!”, esclamò Caramell con eccitazione. “Che entri Silvius!”.

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Capitolo 5
*** Intervista con la Skeeter – Silvius ***


Rieccomi! Ci ho messo un po’ a scrivere questo capitolo perché tratta dell’intervista a Silvius e volevo rendere giustizia al personaggio. Ditemi che ne pensate, sono stata troppo buona? Troppo cattiva? E di nuovo un enorme e sincero GRAZIE di cuore a chi continua a leggere questa ff e a chi mi lascia commenti, vi adoro ;D
PS. non c’entra nulla, ma se non la conoscete ascoltatevi la canzone “Legalize the premier” di Caparezza, vi farete due risate..

 
 
Intervista con la Skeeter – Silvius.

 
Le ragazzine diedero in strilli talmente acuti che diverse persone indirizzarono loro piccole fatture. Un paio versarono lacrime di commozione e tutte sventolarono in aria con tutta la forza che avevano in corpo bandiere e striscioni raffiguranti la faccia tirata di Silvius.
A parte questo piccolo ma rumoroso gruppo, tuttavia, Rita Skeeter notò che il resto della piazza aveva applaudito molto brevemente e più che altro per educazione. Vide chiaramente Yaxley prendere la mira e prepararsi a lanciare qualche anatema alle oche delle prime file, ma il lupo mannaro Greyback lo trattenne, sussurrandogli qualcosa e ammiccando alle ragazze. Le occhiate d’intesa che si scambiarono fecero pensare a Rita che Greyback avesse già dei progetti per le giovani streghe.
Deglutì e si apprestò a seguire con lo sguardo l’ometto piccolo e calvo che si avvicinava gioioso e salutava il pubblico con ampi gesti delle braccia. La piccola spilla a forma di cuore spiccava sulla sua divisa scura e mandava segnali luminosi.
Silvius salutò Rita come una grande amica e le fece il baciamano, esortando il pubblico a fare un applauso per lei. Poi si sedette e scoccò alla giornalista un’espressione soave.
“Sono lieta di avere finalmente l’opportunità di intervistarla”, dichiarò la giornalista.
“Mia cara Rita”, sospirò Silvius. “L’onore è mio. Da dove vuole cominciare?”.
Rita fece per aprir bocca ma ricevette in faccia qualcosa di simile a uno straccio. Farfugliando indignata lo prese in mano e riconobbe un reggiseno. Sussultò sdegnata e lanciò uno sguardo interrogativo a Silvius. Il quale scoppiò in una risata gioviale e spiegò: “Era indirizzato a me, mi dispiace che le mie signorine l’abbiano colpita”, e con nonchalance prese il reggiseno e lo intascò velocemente. “Bambine cattive”, rimproverò le ragazze in prima fila con voce falsamente severa, “più tardi vi punirò”. Alcune di loro arrossirono e proruppero in risate sciocche. Il resto di Piazza Flamel formò un’unica espressione di disgusto e ammutolì davanti a quella scena.
Solo Silvius sembrava divertito e rilassato. Tornò a guardare Rita come se avessero appena vissuto un banale episodio di vita quotidiana e restò in attesa delle domande di lei.
La giornalista si scosse e cercò di riprendere il filo del discorso.
“Ehm.. sì, ok.. prima domanda: signor Silvius, si dice che lei sia un tipo festaiolo..”
Silvius scoppiò a ridere.
“Prendo il mio lavoro al servizio della comunità magica talmente sul serio che, fuori dall’ufficio, ho davvero bisogno di rilassarmi e divertirmi un po’. E a chi non piacciono le feste?”. Parlava con tono leggero, beandosi dell’attenzione che la piazza gli riservava e in qualche modo sembrava non cogliere le occhiate incredule che la gente gli scoccava.
“Ci parli dei suoi famosi festini. Ho sentito che la selezione è molto rigida”, incalzò Rita.
Silvius accavallò le gambe.
“La mia povera Villa Harcoris purtroppo non è così spaziosa ed essendo patrimonio storico della città non posso bombardarla di Incantesimi Estensivi Irriconoscibili. Per cui sì, non posso far entrare tutti quelli che si presentano alla mia porta nelle sere di festa.”
“Ma può entrare chiunque?”.
Silvius esitò.
“Bhè.. non chiunque chiunque, chiaro”, si interruppe per cercare le parole. “Una festa, per essere definita tale, necessita di allegria e voglia di divertirsi, per cui i minorenn.. ehm, i giovani, sono sempre più che benvenuti. Poi ci sono ospiti fissi come alcuni miei grandi amici: il mio compare Umbertus ad esempio, anche se non è quello che si dice propriamente essere l’anima delle feste, è sempre invitato. Sto cercando di sistemare suo figlio al Ministero. Un bravo ragazzo sa, nonostante i suoi non eccellenti risultati accademici”.
Rita colse la palla al balzo.
“Non dovrebbe premiare i più meritevoli anziché i figli dei suoi amici?”, domandò con una punta di malizia. Silvius rispose con un gran sorriso.
“Oh, ma il giovane Renzus è assolutamente meritevole. Pensi che ultimamente si è messo a studiare il Marino*”.
“Sbalorditivo”, commentò Rita con un sarcasmo che Silvius non colse. “Insomma, l’immagine che ci dà di lei è piuttosto eterogenea. Serio sul lavoro, festaiolo in privato. Ma qual è il vero Silvius?”.
“Mia cara”, esordì lui con fare paterno. “Il vero Silvius è esattamente quello che vedono tutti. Di spirito giovane, campione in carica nel racconto di barzellette, sempre pronto a dare una mano alle giovani streghe appena uscite da Hogwarts, con tutti i capelli in testa nonostante io non sia più un teen ager” risate di scherno dalla piazza, ma Silvius non le sentì, “prestante come un trentenne, a volte giocherellone come un bambino, ma saggio come un anziano. Sono un vero miscuglio ed è per questo che piaccio alle persone di tutte le età”.
Le fan di Silvius spararono cuori in aria con le bacchette magiche. Rita inarcò le sopracciglia.
“Mi piace lo sport, come saprà sono proprietario della squadra di Qwidditch delle Holyhead Arpies, nonché grande tifoso”, aggiunse facendole l’occhiolino. Rita sorrise riluttante. “I miei figli sono già avviati a promettenti carriere, per cui mi ritengo un buon padre. Ah, e di me si dice anche che sia un amante molto passionale!”.
L’intera piazza trattenne il fiato. No, non poteva davvero aver detto una cosa del genere. Rita gettò uno sguardo alle sue spalle e vide Voldemort con la mascella arrivata all’altezza del petto e gli occhi sgranati ed Hermione rossa di vergogna per lui. Solo le giovani ammiratrici di Silvius avevano squittito eccitate, come se da sempre il loro sogno più grande fosse quello di verificare la veridicità di quell’affermazione.
Silvius sorrideva come se avesse fatto una battuta estremamente divertente. Rita era rimasta interdetta, la Penna Prendiappunti schizzava in modo talmente veloce da bucare la pergamena. La strega si riscosse, pensando amaramente che quell’intervista gettava discredito sulla sua decennale carriera giornalistica.
“Vogliamo parlare dei suoi piani ministeriali in caso dovesse ricoprire la poltrona di Ministro?”, azzardò.
“Ma naturalmente!”, esclamò l’altro. “Sa, in anni di onorata carriera al servizio della comunità magica sento di aver trascurato un punto non indifferente. Mi riferisco ovviamente al problema della disoccupazione giovanile”, spiegò con fare pratico. “E ho notato un certo maschilismo nella nostra società, ha mai fatto caso, mia gentile Rita, che al Ministero l’80% degli uffici è affidato a maghi, e la maggior parte dei dipendenti sono sempre maghi? Io voglio lottare per i diritti delle streghe in quanto persone alla pari con gli uomini. Inizierei innalzando la loro età pensionabile, così non potranno dire di essere discriminate in quanto “sesso debole”. Sono certo che me ne saranno grate”. Occhiatacce dalla folla. “In secondo luogo vorrei introdurre delle quote rosa nel Ministero e nel Wizengamot. È giusto che le nostre donne siano rappresentate in tutti gli ambiti”.
Dalla sua poltrona, Rita udì chiaramente Bellatrix dichiarare che effettivamente anche tra i Mangiamorte vi era una netta minoranza femminile.
“Istituirò molti decreti che permettano alle giovani.. cioè, ai giovani diplomati di Hogwarts di essere inseriti più facilmente nell’ambiente lavorativo. Certo, parlo di quelli che si distingueranno per certe loro qualità...” e ammiccò a certe ragazze delle prime file che risposero con sorrisi d’intesa.
George Weasley tentò per la seconda volta di indirizzargli un CanarinoBomba. Caramell sembrò molto combattuto, ma lo deviò anche questa volta.
Com’era possibile che quel piccolo mago ogni volta che si aprivano le urne risultasse votato dalla maggior parte degli elettori? Rita vedeva chiaramente che la folla non impazziva per lui, eppure negli ultimi anni si era fatto strada riscuotendo un plebiscito dopo l’altro, prima come rappresentante regionale, poi come consigliere e infine come rappresentante estero del Ministero della Magia. La reputazione della Gran Bretagna era nelle sue mani. Ogni volta che Rita ci pensava aveva una fitta d’ansia.
“Caro Silvius, da quello che ci dice sembra che lei sia il mago più amato d’Inghilterra. Non ha davvero nessun nemico?”.
Il sorriso a quaranta denti di Silvius s’incrinò appena.
“Tanto consenso popolare in effetti genera invidia da parte di alcuni..” cominciò. “Ci sono categorie di persone –assolutamente irrilevanti- che mi hanno preso in antipatia. Molti genitori che vorrebbero tenersi per sé le loro figlie mi citano a giudizio e risulto colpevole del fatto di averle aiutate a trovare lavoro. Ma è un’accusa legittima secondo lei?”. Rita fece per aprir bocca ma Silvius continuò a parlare. “Per non parlare dell’assoluta scortesia di certi politicanti esteri. Mi è capitato di fare un complimento assolutamente innocente sulla moglie del Ministro della Magia degli Stati Uniti, ha presente? Quello alto e abbronzato.. deve aver captato il magnetismo che emanavo e ha certamente temuto che sua moglie scappasse con me, e mi ha congedato in modo davvero scortese”, assicurò Silvius indignato. Rita cercò di nuovo di prendere la parola ma Silvius la zittì con un gesto e tornò alle sue illazioni. “Per non parlare di quei simpaticoni che ogni volta si divertono a pronunciare la parola colpevole riferita a me. Sono dei dittatori.. parlo dei giudici ovviamente, il mio rapporto con loro non è dei più idilliaci..”.
“Credo che dittatori sia una parola un po’ forte e..” si intromise Rita.
“Cribbio se è forte!”, urlò Silvius iniziando ad alterarsi. “È forte ma è l’unica azzaccata! Dove sta scritto che un giudice deve per forza valutare ogni cosa che faccio? Chi gli dà quest’autorità? Quando sarò Ministro li licenzierò tutti.. TUTTI!” esclamò battendo il pugno. “Dittatori e assolutamente corrotti. Deve vedere come cambiano atteggiamento quando offro loro qualche migliaio di galeoni..”.
“Signor Silvius!”, strillò Rita scandalizzata. “Queste sono dichiarazioni molto gravi.. mi consenta di suggerirle di abbassare i toni..”
Mi consenta lo dico io, va bene?!” sbraitò, tutto il contegno e i sorrisi svaniti nel nulla. “Vuole rubarmi le battute? O forse accaparrarsi il sostegno delle masse che mi spetta? Oppure.. OH!!” Silvius si arrestò e guardò Rita come se la stesse vedendo in quel momento per la prima volta. “Ora capisco..” sibilò rosso di rabbia. “Lei è una spia! Lei fa parte di uno dei tanti complotti orditi contro di me! Ma io l’ho smascherata sa..” Silvius si alzò brandendo la bacchetta, con un sorriso diabolico di comprensione. L’insieme risultava inquietante e Rita non capiva se stesse scherzando o cosa.
“Tutto il suo interesse per i lavoratori.. il suo volermi fare ammettere che ho a che fare con giovani.. sono certa che è a caccia di bambini! Con quel suo completo rosso..” Silvius era schiumante d’ira. “LEI E’ UNA SPORCA COMUNISTA!!!”.
Ci fu uno schianto, un rumore di naso rotto e Silvius si ritrovò a gambe all’aria. Rimase a contorcersi a terra sanguinando dalla faccia senza che nessuno avesse il coraggio di avvicinarsi. Di fianco a lui giaceva un modellino perfetto del Ministero della Magia, lanciato con precisione e schiantatosi con forza in faccia a Silvius.
Rita vide dal palco il Mangiamorte Travers che non riusciva a reprimere un sorriso malvagio, sebbene cercasse di mettere su un’espressione innocente che però non ingannò nessuno. Rita vide poi Arthur Weasley avvicinarsi a Travers e i due si diedero il cinque.
“Direi che il tempo è scaduto!” sbraitò Caramell sollevando di peso Silvius con un braccio e gettandolo dietro il palco. “Avete conosciuto i nostri candidati e da ora ha ufficialmente inizio la campagna elettorale! Seguite i nostri aspiranti Ministri nelle loro apparizioni, nei dibattiti e nelle iniziative, e ci rivedremo tutti alle urne tra due mesi esatti! Grazie per essere venuti!”.
La folla cominciò a disperdersi. Tutti commentavano i tre candidati con ironia e anche una certa preoccupazione. Chi era meglio, una ragazzina che odiava chi non usava i congiuntivi e voleva organizzare la rivolta degli Elfi Domestici, un mago oscuro che avrebbe usato i Mezzosangue come cavie di laboratorio e avrebbe legalizzato la caccia al Babbano o.. Silvius? I più si guardarono scoraggiati e cercarono di tirarsi su il morale a vicenda dichiarando che nei mesi successivi avrebbero conosciuto meglio i candidati.
Nel frattempo Travers riceveva pacche sulle spalle e sguardi d’approvazione. Dovette solo scampare a una ragazzina assatanata che cercò di cavargli gli occhi con le unghie, ma Lucius Malfoy la immobilizzò e la gettò in mezzo alla fontana.
Intanto dal retro del palco Silvius imprecava e gemeva. Una guaritrice gli stava applicando una pomata verde acido sotto lo sguardo di Hermione e Lord V.
“Bene amici miei”, Voldemort si allacciò il mantello. “Ci vediamo a Hogwarts sabato prossimo per il dibattito con gli studenti”.
“Arrivederci Lord V” salutò gentilmente Hermione. Silvius non aprì bocca.
Decisa a non rimanere un secondo di più con quel mago dallo sguardo torvo, anche Hermione si allontanò. Individuò Silente, la McGranitt e Lumacorno e tutti assieme tornarono a scuola.
La guerra per la poltrona di Ministro era cominciata.
 
 
 
 
 
*attenzione questa è sottile :D chi l’ha capita?

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Capitolo 6
*** Post intervista ***


Ok, dopo cinque capitoli mi pare doveroso ringraziare, facendo i nomi, quelli che seguono “Ma questa è pazzia” dall’inizio e coi loro commenti mi fanno spuntare un sorriso ogni volta. Ho sempre scritto perché adoro farlo, ma ora sento di scrivere anche per voi, per farvi sorridere come voi fate sorridere me. Quindi grazie alle mie care Giuli, Ayumi e Fra. Grazie ragazze :)
E ovviamente grazie anche ai nuovi lettori e recensori, spero che restiate con Hermione, Lord V e Silvius fino alla fine ;)

 
 
 
Post intervista.

 
Hermione rimase in silenzio durante il viaggio. Rimuginò e infine sospirò di sollievo. Non era andata esattamente come aveva sperato, ma almeno non aveva annunciato di usare i Mezzosangue come cavie e soprattutto non aveva ricevuto oggetti contundenti in faccia.
Non era stata perfetta ma almeno gli altri erano andati peggio.
Silente veleggiava con la barba al vento, la McGranitt sembrava assorta nei suoi pensieri e Lumacorno arrancava per stare al passo.
Tutti insieme si Smaterializzarono e si ritrovarono a Hogsmeade, per poi prendere la via di Hogwarts. La McGranitt attese di trovarsi in un punto isolato e poi esplose.
“Signorina Granger!” tuonò, facendo sussultare Hermione e Lumacorno. “Che diavolo ti è saltato in mente di dire che espellerai chi non sa usare i congiuntivi? Dieci punti in meno a Grifondoro!”.
Hermione rimase interdetta e avvampò.
“Professoressa l’ho detto per il bene di Hog..”
“Per non parlare dell’idea ridicola di espellere chi viene bocciato agli esami.. perché già che c’era non ha proposto la bocciatura per le insufficienze durante l’anno?!”.
La McGranitt era furiosa. Scuoteva le spalle e i suoi occhi mandavano fulmini. Sembrava che si trattenesse dall’usare un linguaggio più forte solo per la presenza del Preside.
“Ti rendi conto che rischi di buttare all’aria tutto il lavoro che il corpo insegnanti porta avanti da mesi?”, sbraitò. “Tutti noi abbiamo investito su di te! Non potresti attenerti ai punti che abbiamo deciso?”.
“Su, Minerva”, intervenne Lumacorno esitante. “La signorina Granger è nuova in questo ambiente.. ha fatto del suo meglio..”
La McGranitt sbuffò e continuò a gettare occhiatacce a Hermione. La ragazza si era fatta piccola piccola e teneva gli occhi incollati a terra.
“Signorina Granger”, intervenne Silente con fare conciliante. “Sabato prossimo ci sarà il dibattito di Hogwarts e sarà un’opportunità enorme per noi. Sono certo che se la caverà egregiamente”. Non la guardò negli occhi, ma il suo tono era calmo e fiducioso. Indusse Hermione a camminare leggermente più a testa alta e la McGranitt a distendere un po’ i muscoli.
“Devo anche smettere la campagna sugli Elfi Domestici?”, domandò la ragazza esitante.
“No”, rispose Silente con decisione. “È qualcosa che ti contraddistingue, e se smettessi di parlarne qualcuno potrebbe capire che dietro la tua candidatura c’è l’Ordine della Fenice”.
“Speriamo solo che non ci faccia perdere voti”, commentò la McGranitt con tono asciutto. “Certo è una proposta a dir poco rivoluzionaria..”
“Le rivoluzioni non sono sempre negative”, disse Lumacorno con voce pacata.
E tutti e quattro varcarono il portone di quercia di Hogwarts.


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“Mio Signore, siete stato sublime!”, strepitò Bellatrix lanciando in aria i pon pon.
Si erano appena Materializzati tutti a Villa Malfoy, che per l’occasione era stata addobbata con festoni neri, immagini di Voldemort vittorioso, di Harry Potter spiaccicato a terra e di Silente impiccato con un cappio formato dalla sua stessa barba.
Nagini indossava fiocchi e fiocchetti e avrebbe volentieri mangiato viva Bellatrix per questo.
“Grazie Bella, ma ti sarei grato se non tentassi più di uccidere le mie intervistatrici, o il pubblico potrebbe farsi un’idea sbagliata dei miei modi”.
Bellatrix arrossì e pigolò: “Era un banalissimo Anatema che uccide, cosa c’era di sbagliato, padrone?”.
Travers rispose per Voldemort: “Chi vuoi che voti il padrone se si ha la percezione che tutti gli oppositori verranno ammazzati seduta stante?”.
“Ma la politica del padrone è esattamente questa!”, esclamò lei. “Meglio che ci facciano l’abitudine”.
D’un tratto entrò nel salone Codaliscia che reggeva con la bacchetta tanti vassoi dai profumi invitanti.
“Sediamoci”, invitò tutti Lucius. “Mangiamo e brindiamo all’Oscuro Signore, prossimo Ministro della Magia e Conquistatore del Mondo Magico!”.
Un coro di cin-cin riempì il salone e a un gesto di Voldemort i Mangiamorte iniziarono a mangiare.
“Mia cara Bella” disse Voldemort con la bocca piena. “Te ne farò ammazzare quanti vuoi, ma dopo che sarò divenuto Ministro. Pensi di riuscire a trattenerti?”.
“Mio Signore, ci proverò, non dubitate di me”.
Gli Elfi Domestici di casa Malfoy avevano dato il meglio di sé: la tavola faceva bella mostra di pasticci di carne e verdure e montagne di patate; il vino elfico scelto era stato invecchiato per decenni e ogni pietanza era decorata con motivi di spezie e aromi che formavano piccoli teschi e Marchi Neri. Voldemort ne fu deliziato.
L’atmosfera era rilassata e l’argomento di discussione era sempre uno: la futura elezione a Ministro del Signore Oscuro.
Voldemort sentì Lucius, Nott, Tiger e Goyle vantarsi dei loro figli che facevano propaganda elettorale a Hogwarts e progettavano i possibili modi per screditare Hermione Granger; di fianco a loro Greyback si lamentava della carne troppo cotta e fantasticava sulla gente che avrebbe potuto mordere un giorno, nella speranza che i rimedi contro i morsi dei lupi mannari non sarebbero mai stati trovati. I fratelli Carrow si ingozzavano come morti di fame, guadagnandosi occhiatacce da parte di Narcissa. Barty Crouch Jr propose allegramente di ingaggiare una gara di karaoke e tutti accettarono con entusiasmo.
Travers si lanciò in una volgare versione di “Il Marchio Nero te lo sparo dove dico io”, poi il Signore Oscuro in persona si cimentò in una popolare canzone intitolata “Potter fesso”.
Bellatrix con voce suadente dedicò al suo signore “I tuoi occhi rossi mi Cruciano il cuor” ma la vera rivelazione della gara fu Yaxley, che intonò con orgoglio “Voldie al potere, Silente dal barbiere”, pezzo di cui era sia autore e compositore.
Il Signore Oscuro ne fu talmente commosso che gli saltò addosso stringendolo in un abbraccio mortale.
Sì, quello era stato un giorno produttivo.


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Strano a dirsi, quel giorno fu a Villa Malfoy che si fece festa e a Villa Harcoris c’era un’atmosfera di inquietante silenzio.
Il party che avrebbe dovuto tenersi di lì a un’ora era stato cancellato.
Silvius stava facendo il bagno, immerso in una vasca poco profonda, così che poteva sedersi senza annegare. Aveva congedato bruscamente le sue massaggiatrici, due streghe giovanissime dai fisici tonici e con una grande S che spiccava sulle loro divise bianche.
Era circondato dai suoi amici più fidati, che in quel momento stavano indignandosi per come il pubblico aveva risposto alla straordinaria presenza scenica del loro leader.
“Qualcuno ha tirato una statuetta!”, strillò per l’ennesima volta Emilius, un mago ansioso e dall’insulto facile che dirigeva una testata giornalistica dedicata proprio a Silvius. “Lo vorrei Cruciare.. e poi fare a pezzi.. strappargli i capelli uno a uno e infine Cruciarlo ancora..”. Sibilava e gesticolava per sfogare la sua frustrazione.
Ignatius, un mago alto, vestito da un’improbabile divisa militare, era meditabondo. Con Silvius al potere lui avrebbe fondato il Dipartimento di Difesa ma Soprattutto Attacco dei Paesi Esteri e non intendeva essere messo da parte solo perché un idiota dal pubblico aveva sfigurato il suo leader. Acchiappò Emilius per le spalle e lo scrollò.
“Calmati amico mio!”, esclamò. “Questa è stata solo la presentazione! Hanno cercato di sabotarci piazzando sul palco una giornalista vestita di rosso e un teppista in mezzo al pubblico ma ora dobbiamo studiare la prossima mossa!”.
Di fianco a loro due poltrone ospitavano il miglior amico di Silvius, Umbertus, e suo figlio. Umbertus aveva l’espressione stanca e scocciata e quel giorno non aveva ancora preso la sua pozione per la gola. Anni prima era stato vittima di un attentato e aveva ingerito per sbaglio una Caccabomba che gli aveva fatto esplodere il cervello, già mal funzionante all’epoca. Eppure i Guaritori l’avevano rimesso in sesto, pur sconsigliandogli di tornare a darsi all’attività politica. Umbertus li accusò di essere comunisti e li incarcerò. Ora il suo cervello, a detta sua, andava alla grande ma aveva ancora problemi alla voce e doveva prendere pozioni. La sua voce era l’unico impedimento alla sua candidatura a Ministro, per cui era stato mandato Silvius al posto suo. Ma non si lamentava, sapeva che Silvius senza il suo appoggio sarebbe caduto in un attimo.
Notò suo figlio Renzus che adocchiava la vasca da bagno. Benedetto figliolo, così propenso alla vita in acqua. Il Marino lo stava appassionando da morire.
“La prossima mossa è ammazzare il teppista!”, strepitò Emilius liberandosi di Ignatius.
“La prossima mossa è riacquistare credibilità”, si intromise Umbertus con voce pacata. Notò che suo figlio si muoveva ansioso sulla sedia per il suo impellente bisogno di gettarsi in acqua, quindi gli diede una gomitata per farlo tornare alla realtà.
“Dobbiamo far sì che la gente capisca che agiamo solo per il bene comune”, si alzò e cominciò a fare su e giù per la sala. “Dobbiamo convincere gli studenti che col nostro piano elettorale non finiranno disoccupati o a fare i commessi; dobbiamo convincere i lavoratori che saranno tutelati dagli incidenti magici che potrebbero accadere; dobbiamo far sì che le donne sentano di esserci debitrici per aver innalzato il loro ruolo sociale” snocciolò con saggezza. “Smettila di crucciarti per l’intervista di oggi, Silvius, e esci da quella vasca. Queste bolle mi disorientano e Renzus sta diventando irrequieto”.
Il ragazzo in effetti teneva lo sguardo fisso sulla vasca come se fosse ipnotizzato. Mosse un passo incerto in direzione di essa ma Umbertus lo immobilizzò.
“Sagge parole”, ammise infine Silvius. “Non posso lasciarmi abbattere da una piccola sconfitta in una grande guerra. Il mio bell’aspetto e il mio carisma mi aiuteranno e i vostri consigli mi saranno preziosi”, affermò uscendo dalla vasca. Umbertus e Renzus erano impegnati in un corpo a corpo.
“Ovviamente.. ovviamente hai ragione Silvius”, lo adulò Emilius rivolgendogli uno sguardo adorante. “Andiamo a preparare la prossima intervista, Ignatius ha raccolto del materiale molto buono..”
Ignatius gonfiò il petto e proclamò: “Essendo questa una guerra, chi meglio di me può mettere a punto una strategia vincente e indolore per noi?”.
“Molto bene”, asserì Silvius allacciando l’accappatoio. “Andiamo tutti e prepariamoci. Non c’è un secondo da perd..”.
Prima che finisse la frase fu investito da un’ondata di acqua e sapone. Renzus era riuscito a tuffarsi e nuotava in circolo con sguardo beato.

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Capitolo 7
*** INTERMEZZO: Mangiamorte e merchandising ***


Bene, la mia tesi è bella che finita e finalmente ho di nuovo tempo da dedicare alle mie creazioni su EFP! Questo capitolo è una specie di stallo (non sono neanche soddisfattissima ma devo riprendere la mano), la storia vera e propria ricomincerà dal prossimo capitolo.. intanto ditemi che vi sembra questo! Enjoy!
 
 
INTERMEZZO: Mangiamorte e merchandising.
 
Voldemort stava sognando di troneggiare sul Ministero della Magia, la veste nera svolazzante e una folla di maghi e streghe prostrata ai suoi piedi, con Silente in prima fila e i giovanissimi maghi che si rapavano il capo secondo la moda del momento, per assomigliare ancora di più al loro signore e padrone.
Con un sorriso trionfante il Signore Oscuro dormiva beato nella sua stanza di Villa Malfoy, circondato da peluche a forma di serpente.
Barty Crouch Jr uscì silenziosamente dalla camera e raggiunse i suoi colleghi due piani più sotto.
“È tutto sistemato”, li rassicurò. “Siccome non si addormentava con la danza del serpente abbiamo fatto una gara di barzellette. L’ho fatto vincere e si è addormentato soddisfatto”.
Gli occhi di Bellatrix mandarono fiamme.
“Come osi insinuare di averlo fatto vincere?”, sibilò furiosa. “Il Signore Oscuro è divertente e spassoso e di certo le tue patetiche barzellette non possono reggere il confronto con le sue”, dichiarò con rabbia. Barty Crouch Jr sapeva che Bella era cieca quando si parlava di Lord V, per cui si morse le labbra e non replicò. Le sagome nere degli altri Mangiamorte si guardarono bene dal risponderle per le rime ma passando di fianco a Barty Crouch Jr gli batterono sulla spalla come a dire ben fatto.
Si trovavano nella buia cantina di Villa Malfoy, una stanza molto grande senza finestre, illuminata da candele. Un tavolo di faggio era posizionato al centro della stanza e i Mangiamorte stavano lentamente prendendo posto, Lucius Malfoy a capotavola.
“Come sapete siamo qui per una missione di importanza cruciale”, esordì il padrone di casa. “Dobbiamo studiare un piano strategico e migliorare l’immagine del Signore Oscuro così da allestire bancarelle e punti vendita di merchandising. Ah, e dovremmo anche mettere a punto il set per la prossima intervista”.
“Oh.. sarà così entusiasta!”, squittì Alecto Carrow.
Tutti al tavolo annuirono, eccetto Bellatrix che aveva lo sguardo torvo. Era convinta che l’immagine del Signore Oscuro fosse già ottima ma era evidente che soltanto lei e il Signore Oscuro in persona la pensavano in quel modo e quella sera doveva mostrare un atteggiamento collaborativo. I suoi colleghi erano molto più realisti di lei e meno accecati dall’attrazione fisica per il loro signore, e avevano deciso di indire una riunione speciale per mettere appunto una strategia.
“Propongo di mettere subito a punto uno slogan, così che poi potremo riprodurlo su magliette e cappellini” dichiarò Yaxley con tono autorevole.
“Lo farò incidere anche sulla mia ascia”, urlò Macnair gioviale. “Così quando trancerò le teste dei Mezzosangue sarà il logo del padrone l’ultima cosa che vedranno!”.
Macnair si perse in fantasticherie e gli altri andarono avanti.
Rookwood fece apparire dal nulla una grande lavagna sospesa per aria e cominciò ad agitare la bacchetta.
“Direi che lo slogan dovrebbe incorniciare o sovrastare un Marchio Nero”, spiegò. “Che ne dite di La retta via, stai sicuro, è seguire il Signore Oscuro?”.
“Io ne ho uno migliore”, annunciò Bellatrix: “Se non voti il Signore Oscuro / ti imbottisco di cianuro!”.
Lucius aprì la bocca per insultarla ma Narcissa gli posò la mano su un braccio e parlò. “Bella, tesoro.. per quanto la tua proposta sia.. piena di sani principi.. dobbiamo scegliere uno slogan che non sia minaccioso ma che suoni.. come dire.. invitante per le masse”.
Bellatrix la guardò basita e sconcertata ma non fece commenti. Era evidentemente un’altra di quelle ovvietà che non riusciva ad afferrare.
Avery si alzò di scatto facendo sobbalzare tutti. C’era bisogno che qualcuno prendesse il controllo della situazione. Veleggiò fino alla lavagna su cui Rookwood aveva fatto apparire un disegno del Marchio Nero e disegnò due anelli concentrici a circoscrivere il Marchio, stabilendo che lo slogan sarebbe andato scritto lì.
“Va bene ragazzi”, esordì incoraggiante. “Abbiamo il logo. Manca solo uno slogan. Ora scriverò alla lavagna tutte le vostre proposte, diciamo che proponiamo frasi per venti minuti, sennò non finiamo più. Poi voteremo”.
Avery aveva un tono sicuro e metodico e ispirò fiducia ai suoi colleghi. Come un maestro che si rivolge a una classe di studentelli, stabilì che si dovesse alzare la mano per proporre il proprio slogan. Sorprendente fu che i Mangiamorte seguirono alla lettera i suoi ordini, alzando educatamente la mano e aspettando
con pazienza il proprio turno. Ci furono proposte serie e scoppi d’ilarità. Dolohv si divertiva a ideare cantilene volgari e insensate mentre Mulciber diede prova di grande creatività.
 
Piccola, inutile Mezzosangue Hermione”, decantò.
Il sommo Lord ti divora a colazione.
E tu, pelato dalle gambe corte,
intralcia Lord V se vuoi una rapida morte.
Infine  tu, mago, fai il tuo dovere di buon elettore:
vota il Signore Oscuro, votalo con ardore!”.
 
Almeno metà dei Mangiamorte scoppiò in applauso scrosciante, Mulciber si inchinò. L’altra metà lanciò a Mulciber occhiate di disgusto.
“È troppo lunga, ci serve una frase breve e immediata!”, ruggì Lucius.
I venti minuti previsti di proposte divennero quaranta, poi cinquanta, poi sessanta. Tra schiamazzi e Anatemi lì lì per essere lanciati i Mangiamorte non riuscirono a mettersi d’accordo su una frase convincente e optarono per la breve e immediata “Signore Oscuro for President”. Il logo prese forma e venne sparato sui vari capi d’abbigliamento accumulati nella stanza. C’erano magliette, felpe, pigiami con ciabatte coordinate, accappatoi e biancheria intima.
“Questo lo prendo io!” strillò Alecto Carrow mettendo le mani su un reggiseno col logo di Voldemort stampato sulle coppe. Si denudò in un batter d’occhio e lo indossò davanti a tutti, facendosi rimirare soddisfatta. L’effetto fu quello dell’incantesimo Mangialumache e quando tutti si furono ripresi fecero comparire altri oggetti pronti a essere marchiati a fuoco dal nuovo stemma del Signore Oscuro. Alcuni erano di uso quotidiano, altri abbastanza curiosi: c’erano amuleti, medaglioni e tazze da colazione; tende da campeggio, coperte matrimoniali e calendari con una foto di Voldemort diversa per ogni mese. Ma c’erano anche saponette, flaconi di schiuma per capelli e...
“Carta igienica?” strillò Bellatrix. “Carta igienica??!!”
“È stata una mia idea!”, tuonò Avery gioviale. Non si era accorto che l’atmosfera si era gelata e Bellatrix si ergeva dinnanzi a lui con gli occhi che letteralmente sputavano fiamme.
“TU VORRESTI SFREGARE IL LOGO DEL PADRONE SULLE TUE INDEGNE CHIAPPE??!!” sbraitò spolmonandosi. “DOVRAI PASSARE SUL MIO CADAVERE!!!!!” e gli si avventò contro come posseduta dal più vendicativo dei demoni, urlando maledizioni che rimbalzarono per tutta la stanza e ferirono Lucius Malfoy a una spalla.
“Ha passato il limiteeeeee!!” urlò Malfoy tanto forte che i vetri delle finestre tremarono. “Portatela via.. PORTATELA VIAAA!!!!”.
Mulciber, Yaxley e Dolohv insieme riuscirono a sollevare di peso Bellatrix, che si dimenava spinta da una furia assassina e sbavava in preda a un raptus spaventoso. I restanti Mangiamorte udirono Schiantesimi e ancora urla, e fu un miracolo che il Signore Oscuro non si svegliò. Alla fine i tre tornarono sfregandosi le mani.
“Bene, logo e articoli ufficiali pronti”, commentò Travers spuntandoli dalla lista. “Come inno della campagna elettorale va bene a tutti La danza del serpente?”.
I Mangiamorte annuirono e borbottarono cenni di assenso.
“Non resta che rifare le prove della coreografia”, dichiarò. Tutta la stanza ammutolì rassegnata. “Lucius prepara la radio. E voialtri tutti, prendete posto! Macnair, tu farai la parte di Bella”. Macnair imprecò rumorosamente. “Narcissa sposta quel tavolo..”
Travers sembrava il direttore di una compagnia di ballo. Lucius cominciò ad armeggiare con una vecchia radio polverosa, mentre sua moglie con un gesto della bacchetta fece volare il grande tavolo di faggio fino alla parete. Tutti gli altri presero posto nello spazio centrale assumendo posizioni simmetriche, chi in piedi con le braccia al cielo, chi accucciato con la testa rivolta verso il basso.
“Azione!”, esclamò Travers. Dalla radio partì la canzoncina La danza del serpente e i Mangiamorte cominciarono a muoversi in sincrono. Quelli in piedi ruotarono le braccia, quelli accucciati fecero una capriola e balzarono in piedi. Poi tutti saltellarono in circolo, piccoli balzi a piedi uniti a ritmo di musica e si disposero in due righe. Quelli dietro (Narcissa a sinistra, Macnair al centro e Alecto Carrow a destra) si esibirono in delicati pliès, facendo ondeggiare le braccia in modo da ricordare serpenti striscianti; quelli davanti si esibirono in aggraziate piroette. Infine Macnair si buttò elegantemente ad angelo addosso ad Augustus Rookwood, il quale lo prese per i fianchi e lo sollevò in alto. Travers fu molto colpito dalla grazia di Macnair là in alto, con lo sguardo fiero, le punte dei piedi tirate e le braccia spalancate nella classica posa ad angelo. La sua postura era degna del miglior primo ballerino di qualsiasi compagnia. Poi simultaneamente anche Narcissa ed Alecto Carrow saltarono con gli stessi passi di danza di Macnair. Lucius sollevò la propria moglie con la forza di un Battitore e la finezza di una Veela; Dolohv fu pesantemente schiacciato da Alecto e i due caddero rumorosamente e scompostamente a terra, lui spiaccicato da lei.
“Voi mi farete venire i capelli bianchi!!”, sbraitò Travers. “Sempre sul finale, SEMPRE SUL FINALE!!”.
Dolohv riuscì a liberarsi della sua partner nel balletto e annaspò riempiendosi i polmoni d’aria.
“Ti avevo detto di lanciarle un incantesimo di librazione, porco Salazaar!!”.
La bestemmia ammutolì tutti e lasciò Dolohv quasi in lacrime.
“Proviamo di nuovo, ti giuro che stavolta me lo ricorderò!”, implorò.
Ma Travers se n’era già andato sbattendo la porta, lasciando Dolohv in preda dei sensi di colpa, Alecto Carrow ancora a terra con un dente spezzato e il resto dei Mangiamorte che, sospirando, si accinse a rimettere in ordine la stanza ancora canticchiando La danza del serpente.

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Capitolo 8
*** Dibattito a Hogwarts – parte 1: il dietro le quinte ***


Prima parte dell’importantissimo dibattito di Hogwarts, il dietro le quinte, come dice appunto il titolo. Se l'immagine finale infastidisce qualcuno o è davvero un po' esagerata fatemelo sapere che la rimuoverò all'istante. Questo capitolo non è divertente come gli altri ma è necessario.. fatemi sapere che ne pensate!

 

 

Dibattito a Hogwarts – parte 1: il dietro le quinte.

La Sala Grande di Hogwarts subiva diverse trasformazioni nel corso dell’anno: pipistrelli e zucche ad Halloween, abeti e ghiaccioli a Natale, bandiere dei colori della Casa vincente alla proclamazione della Coppa delle Case di fine anno. Ma quel sabato aveva assunto un aspetto inedito: una grande piattaforma rialzata di legno aveva sostituito il tavolo degli insegnanti, il solito banco a tre posti era stato posto proprio al centro e per tutta la Sala erano presenti gigantografie dei tre candidati pesantemente ritoccate con la magia: Hermione era ritratta con lunghe ciglia, labbra rosse e uno sguardo sensuale che nessuno le aveva mai visto in faccia; Voldemort era raffigurato serio ma con l’espressione saggia del navigato mago oscuro che era, gli occhi rossi che guardavano in lontananza pensosi; infine l’immagine di Silvius aveva ben più capelli dell’originale, meno rughe e l’immancabile spilla a cuoricino sulla giacca. I tavoli delle quattro Case erano spariti e al loro posto erano state evocate tante sedie dai cuscini colorati a seconda della Casa di appartenenza. Verso le due del pomeriggio la Sala iniziò a riempirsi di studenti vocianti che lentamente presero posto.
Nella piccola stanza adiacente alla Sala Grande i tre candidati stavano preparandosi a entrare in scena. Hermione stava passando nervosamente in rassegna i suoi appunti. Le ore passate in colloquio con Silente, la McGranitt e il resto dell’Ordine della Fenice l’avevano costretta a sottoporsi a una terapia di Pozione PlacaNervi per tutta la settimana. La McGranitt, dopo aver minacciato di bocciarla in Trasfigurazione, l’aveva convinta ad archiviare la sua argomentazione sull’espulsione basata sul cattivo uso dei congiuntivi, ma il punto centrale del suo programma elettorale restava il C.R.E.P.A. e ciò costituiva motivo d’orgoglio per lei. Proprio in quel momento si materializzò dal nulla Dobby, come se avesse letto i suoi pensieri: si esibì in un enorme inchino e sorrise di commozione.
“La signorina Hermione è pronta? Dobby può fare qualcosa per lei?”.
Hermione notò che indossava almeno trenta delle sue spille di campagna elettorale sparse su calzini, golf e copricapo.
“Grazie Dobby, sto bene”, rispose con voce tremolante. “Come va giù nelle cucine?”.
“Alla signorina Hermione farà piacere sapere che Dobby ha convinto altri due Elfi Domestici a indossare la spilla e ad aiutarlo nella sua propaganda!”, esclamò l’Elfo con voce acuta profondendosi in un altro inchino. Da settimane aiutava Hermione nella sua lotta di convincimento degli Elfi Domestici a sostenere il C.R.E.P.A. e lentamente qualche risultato iniziava a venire alla luce. Due settimane prima un Elfo Domestico palesemente fuori di testa (inneggiava alla soppressione delle meringhe perché a suo parere avevano rapito sua madre) si era lasciato convincere a sostenere Hermione tra gli altri Elfi e da allora non si era più tolto la spilla.
“Sei stato bravissimo Dobby” lo gratificò Hermione con calore.
L’Elfo si dissolse poco dopo con un ‘pop’ e la ragazza tornò ai suoi appunti. Volgendo uno sguardo in giro notò Voldemort confabulare coi suoi Mangiamorte, stretti in strane divise nere molto attillate e scarpette da danza classica. Bellatrix, Narcissa e Alecto indossavano addirittura dei tutù: il Signore Oscuro scoccava loro occhiate dubbiose ma era evidente che aveva preparato una presentazione in grande stile. Dalla parte opposta della stanza Silvius si stava facendo incipriare il naso da una giovane truccatrice, circondato da alcuni suoi anziani colleghi.
Hermione deglutì e tornò a ripassare il suo discorso. L’improvviso arrivo della signora Weasley la fece sobbalzare e per poco non cadde.
“Hermione cara” la salutò la signora Weasley con voce tremante, “mancano solo venti minuti. Sono qui per la prova sorriso”. La sua faccia era una maschera d’ansia e trepidazione ed evocò un grande specchio che fece lievitare di fronte alla ragazza.
“La prova.. cosa?” domandò Hermione sconcertata, ma un enorme fracasso di sedie rovesciate annunciò l’arrivo di Tonks e la fece sobbalzare.
“Sto bene” strepitò una voce proveniente da sotto tre o quattro sedie cadute a terra. Emerse un caschetto color viola acceso che si avvicinò repentinamente, represse una risata alla vista di Bellatrix in tutù e affiancò la signora Weasley.
“Siediti”, disse Tonks distrattamente e spinse Hermione su uno sgabello basso.
“Lo sapevo, lo sapevo”, mormorò la signora Weasley dopo aver scrutato rapidamente Hermione, ficcandole in bocca una manciata di Gomme SbiancaDenti.
“Rilassati Molly” fece Tonks con voce serena. “Abbiamo ancora tempo”.
“Sì, sì.. c’è ancora un po’ di tempo”, rispose l’altra battendo sulla schiena a Hermione che stava soffocando. “Ma veramente...”
“Lo so”, disse Tonks conciliante. “Mi metto all’opera con le sopracciglia, tu pensa ai capelli”.
Detto questo eseguì un preciso incantesimo tagliuzzante e modificò minuziosamente l’arcata sopraccigliare della ragazza, ancora intenta a masticare le Gomme con gli occhi che lacrimavano. La signora Weasley emise qualche sbuffo d’ansia e iniziò a strecciare i nodi dai capelli di Hermione. Dal canto suo la ragazza era sempre più confusa e soffrì non poco mentre i suoi capelli venivano rivoltati e pettinati e i peli delle sue sopracciglia strappati a forza. Per non parlare del fortissimo odore di menta che ora aveva in gola per via di tutte quelle Gomme che aveva trangugiato a forza.
“È una ragazza così intelligente..” mormorò tra sé la signora Weasley.
“Lo so”, ripeté pazientemente Tonks applicando uno strato di fondotinta sulle guance di Hermione.
“Ma si perde in queste cose così elementari!” esclamò l’altra. “Guarda che capelli! Guarda che colore anonimo e inappropriato!” strepitò strappando con particolare aggressività un ciuffo di capelli intrecciati dalla chioma di Hermione. La quale emise un piccolo strillo e iniziò a lacrimare dagli occhi.
“Smettila!” esclamò Tonks. “Per cosa ti sto truccando a fare!”. Estrasse delle salviette al limone e le tamponò le guance bagnate. “E tu calmati Molly! Lo sapevamo che l’ostacolo più grande per l’elezione di Hermione sarebbe stato il suo discutibile aspetto, per questo siamo qui! Ora datti una calmata!”.
Con un ultimo sbuffo la signora Weasley esaminò per l’ultima volta la chioma della ragazza e poi passò alle mani.
“È solo una ragazzina..” piagnucolò.
Tonks alzò gli occhi al cielo e contò fino a dieci prima di risponderle.
“È maggiorenne, Molly. E l’Ordine ha bisogno che uno di noi diriga il Ministero, nonostante abbiamo già molti infiltrati. Ricordi? Abbiamo votato ed è stata scelta Hermione”.
“Io avevo votato contro”, puntualizzò la signora Weasley limando le unghie della ragazza. “Kingsley sarebbe stato meglio. O anche tu. O anche..”
“O anche chi?” ribatté secca Tonks. “Remus? Chi vuoi che voti un lupo mannaro?”, iniziò a elencare mentre applicava uno strato di mascara sulle ciglia di Hermione. “Arthur non ha voluto candidarsi, Minerva non vuole staccarsi da Hogwarts, Malocchio insiste che è in pensione..”. Spruzzò una nuvola di profumo così intenso che a Hermione lacrimarono gli occhi di nuovo. “Certo, Kingsley sarebbe stato un buon candidato, ma Silente dice che ha altri piani per lui. E per quanto riguarda me.. suvvia. Non sono esattamente l’immagine dell’autorità seria, puntuale e affidabile”.
Hermione non capiva cosa stesse succedendo ma vedeva il suo riflesso nello specchio di fronte a lei diventare via via più elegante e femminile, meno “studentesco” e più “autoritario”.
“Harry è già troppo incasinato, tra le visioni di Tu-Sai-Chi e tua figlia Ginny che fa la preziosa”, la signora Weasley emise un verso di disapprovazione. “Ron non saprebbe dove mettere le mani, per non parlare di Fred e George, che occuperanno la poltrona di Ministro quando Silente dichiarerà amore eterno a un potente mago del male”.
“Ehm, veramente..”
“Io avrei scommesso su Bill”, la interruppe Tonks senza ascoltarla. “Ma sia lui che Charlie hanno fatto intendere di volersene tornare all’estero dopo che questo periodaccio sarà finito. Sirius è conosciuto dai più come un assassino, Hagrid è un Mezzogigante e nessuno lo voterebbe, Arabella è una magonò e Mundungus..”, si arrestò e la signora Weasley sbuffò. “Ecco, non c’è bisogno neanche di dirlo”. Arretrò di un passo e squadrò per bene Hermione con occhio critico. “Per cui Hermione è stata la scelta obbligata”.
La signora Weasley affiancò Tonks e anch’essa guardò a lungo Hermione. Infine entrambe sospirarono sconfortate.
“Certo se fosse un po’ meno pallida..”
“E un pochettino più alta..”
“Con la voce meno acuta..”
“E la sudorazione meno abbondante..”
“EHI!!” esclamò Hermione visibilmente innervosita. “Io sono qui e vi sento!!”
Le due sembrarono riemergere da una trance e sorrisero così in fretta da risultare inquietanti.
“Ma certo Hermione cara!”, dichiarò la signora Weasley con calore. “Come stavamo dicendo, sarai perfetta al dibattito di oggi!”.
“Ecco qui”, continuò Tonks. Un tocco di bacchetta e dalla giacca della ragazza sparirono le pieghe, la gonna divenne liscia e la cravatta bene annodata.
“Ci vediamo più tardi Hermione!” salutarono le due uscendo in fretta.
La porta sbatté e Hermione si trovò di nuovo sola. Continuò a rimirarsi nello specchio: sembrava qualche anno più grande e davvero più femminile, con quelle sopracciglia sottili e le labbra risaltate dal rossetto. Non fece in tempo a sorridere della sua immagine che la porta si spalancò di nuovo e la McGranitt si catapultò dentro, la veste svolazzante e il cappello in bilico. Scoccò una mezza occhiata disgustata a Bellatrix in tutù e si avvicinò a Hermione.
“Signorina Granger! Hai corretto il discorso come ti avevo detto?”
“Sì professoressa”, Hermione riprese i suoi appunti e li dispiegò. “Ecco, come vede qui ho sostituito i riferimenti a..”
“Ricordati la citazione di Godric Grifondoro se dovessero fare commenti sulla tua età”, la interruppe la McGranitt senza ascoltarla. “E non scordarti di menzionare l’appoggio di Silente, intesi? Devono capire che se votano te, votano Silente, e tutti vorrebbero Silente come Ministro”.
Hermione tentò di prendere di nuovo la parola ma la McGranitt era un fiume in piena.
“E quella frase a effetto di Sirius, com’è che era..? Un grande politico pensa alle prossime elezioni..”
..un grande mago alle prossime generazioni”, completò la ragazza prontamente.
Le due si guardarono negli occhi per un po’.
“Bene Granger. Mancano cinque minuti alla vostra presentazione. Se devi parlare di qualcosa che non sai, improvvisa. Se ti chiedono dell’Ordine della Fenice, stai zitta”. Hermione deglutì. “Ci vediamo più tardi” sussurrò la McGranitt e uscì rapidamente. Sulla porta quasi si scontrò con Ron e Harry, venuti ad augurare buona fortuna alla ragazza.
“Wow Hermione!” esclamò Harry soffocato dal profumo.
“Sei bellissima” si intromise Ron cercando di non respirare.
“Almeno non indosso un tutù”, fece lei ammiccando a Bellatrix alle sue spalle. Harry e Ron la videro e ridacchiarono, augurarono buona fortuna alla loro amica e andarono a sistemarsi in Sala Grande.
Un po’ più rincuorata, Hermione tornò a rimirarsi davanti allo specchio.
 
 
Bellatrix era arrivata a Hogwarts decisa come non mai, ma in quel momento appariva decisamente scocciata. Ogni mago e strega che aveva incontrato aveva fissato in modo più o meno insistente il suo tutù e aveva chiaramente sentito la Mezzosangue Granger ironizzarci su. L’avrebbe scuoiata viva, giurò a se stessa.
Il Padrone era apparso dapprima dubbioso sulle magliette, le tazze e i cappellini che portavano il suo logo, poi invece si era fatto prendere dall’entusiasmo e aveva Cruciato un paio di sfortunati topi che sfrecciavano lungo le pareti per la gioia di avere una coreografia interamente dedicata a lui. Quindi, dato che il Padrone era felice, anche lei era felice. Al diavolo i detrattori dei tutù.
Mancavano pochi minuti all’entrata in scena del Signore Oscuro e tutti apparivano sovreccitati. Dolohv continuava a ripetere tra sé e sé “Incantesimo di Librazione, incantesimo di Librazione”, Lucius si lisciava i capelli in modo maniacale, Greyback fremeva e Travers lo teneva buono. Bellatrix pensò che Alecto non le avrebbe mai perdonato di averla costretta a indossare calzamaglia e tutù, e in effetti le sue gambette tozze facevano una misera figura a confronto delle sue e quelle di Narcissa, decisamente più toniche e magre. Piton aveva mandato al Signore Oscuro un biglietto segreto di auguri per il dibattito in cui dichiarava che, anche se sarebbe stato seduto alla destra di Silente come al solito, la sua più profonda lealtà andava a lui e ai Mangiamorte. Bellatrix aveva visto il Padrone infilarsi il biglietto in una tasca interna del mantello all’altezza del cuore ed era impallidita di gelosia. Sbuffò e si diresse in direzione della Mezzosangue Granger, facendola sobbalzare di paura.
“Vedo che hai uno specchio, piccola Mezzosangue”, esordì spingendola di lato. “Lascia che io mi sistemi il trucco”, e cominciò a rimarcarsi con ombretto e mascara.
Hermione rimase interdetta a fissare la Mangiamorte mentre si scuriva ancora di più le palpebre e non poté non lanciare un’occhiata dubbiosa al tutù. L’altra se ne accorse.
“Che Salazar mi dia la pazienza!!” sbraitò facendo sobbalzare tutti nella stanza. “Che ha che non va il mio tutù, piccola idiota?!”.
Hermione era pietrificata. Come aveva detto la McGranitt? Se devi parlare di qualcosa che non sai, improvvisa.
“N-niente”, mormorò la ragazza. “Anzi, è davvero ben fatto”. Deglutì. “E fa molto dark”.
“Vero?” si gongolò Bellatrix ammorbidendosi. “Lo dico anch’io, eppure i miei compagni continuano a rivolgermi occhiate pietose”.
Hermione lanciò uno sguardo agli altri Mangiamorte e in effetti trattenevano tutti una risatina quando i loro occhi si posavano sui tutù delle streghe.
“Sono solo dei maschilisti”, commentò acidamente la ragazza sistemandosi i capelli. “Esattamente come Ron e Harry quando sono venuti pochi minuti fa a salutarmi. Come se un po’ di profumo facesse di me una persona meno seria!”.
“Cara, mi dispiace annunciarti che con l’età non migliorano. Anzi” dichiarò l’altra col tono di chi la sa lunga, incipriandosi le guance in modo da renderle ancora più pallide. “Mio marito Rodolphus ha avuto numerose prove nel corso degli anni della mia superiorità rispetto a lui. Io sono la più abile nelle maledizioni, io sono sopravvissuta meglio ad Azkaban, il Signore Oscuro preferisce mille volte me a lui.. eppure quello sguardo che ha ogni volta che siamo soli.. sembra voler intendere che lui è Rodolphus Lestrange, e io soltanto sua moglie”. Bellatrix stava sibilando rabbiosa, lo sguardo rivolto al suo riflesso nello specchio.
“Ron e Harry sono identici”, sussurrò Hermione. “Fortunatamente nessuno dei due è mio marito, ma devo comunque tollerare la loro presenza e i loro commenti ogni giorno. La più abile con gli incantesimi, le pozioni, la logica e le relazioni interpersonali sono indiscutibilmente io. Eppure dopo aver dato loro il mio aiuto tornano a interpretare la parte del Prescelto e del Re della squadra di Quidditch di Grifondoro, e io sono soltanto quella che gli dà una mano a fare i compiti. È una cosa che mi fa andare fuori dai gangheri!”, bisbigliò Hermione con tono assassino, affiancando Bellatrix e sistemandosi il trucco accanto a lei. L’altra annuiva con forza.
“E se sarò eletta Ministro metterò delle donne a capo di tutti i dipartimenti, altro che stupide quote rosa!” esclamò Hermione. “Farò avere alle donne le cariche più importanti, vuoi scommettere che le cose miglioreranno?”.
“Oh, ne sono certa”, approvò Bellatrix. “Se noi donne ci occupassimo di politica, economia e istruzione non ci sarebbe crisi. La società sarebbe retta da sani principi e nessuno avrebbe da ridire su un tutù o un profumo”.
“Giusto”.
Le due si guardarono brevemente negli occhi tramite i rispettivi riflessi.
“Tesoro non illuderti, non avrai il mio voto”.
“Non ci ho mai sperato”.
Restarono qualche secondo a fissarsi prima di essere improvvisamente scaraventate a terra da Silvius, che borbottò qualcosa sul fatto che toccasse a lui usare lo specchio.
Poi una voce magicamente amplificata li annunciò e si prepararono ad entrare in Sala Grande.
“Cribbio”, imprecò Silvius. “Mi ero appena messo a sistemarmi i capelli”.
“I tuoi capelli sono perfetti”, lo adulò Emilius con voce untuosa.
I tre candidati entrarono dunque in Sala Grande accolti da grandi applausi e sedettero ai loro posti. Alle loro spalle le loro gigantografie troneggiavano su tutti e i loro simboli facevano da cornice:

 


Il dibattito iniziò.

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Capitolo 9
*** Dibattito a Hogwarts - parte 2: quando il gioco si fa duro.. ***


Miei cari! Eccomi con un nuovo capitolo, come al solito ogni parere è ben gradito :) Grazie tantissime a chi continua a leggermi e recensirmi, vi adoro!


Dibattito a Hogwarts – parte 2: quando il gioco si fa duro..
 
Nella Sala Grande non erano presenti soltanto gli studenti e il corpo insegnanti di Hogwarts: i soliti giornalisti e fotografi occupavano posizioni strategiche, così come il Ministro Caramell, il Wizengamot al completo e i capi di tutti i Dipartimenti del Ministero. Anche molti abitanti del villaggio di Hogasmeade avevano chiesto di poter assistere al dibattito e Silente non si era fatto pregare.
I tre candidati scrutavano la Sala in attesa dell’inizio del dibattito. Hermione eseguiva complicati esercizi respiratori che l’aiutavano a restare calma; Voldemort lanciava occhiate minacciose in giro cercando di sembrare minaccioso; Silvius infine ammiccava alle giovani studentesse col sorriso paralizzante di sempre.
D’un tratto Silente piombò sul palco, la lunga veste svolazzante e la barba che ondeggiava e, con la voce magicamente amplificata esordì: “Benvenuti voi tutti!”. La Sala scoppiò in un grande applauso e Silente si inchinò diverse volte.
Voldemort sbuffò.
“Sebbene la maggior parte di voi studenti non abbia ancora raggiunto l’età giusta per votare, il consiglio degli insegnanti ha deciso che non è mai troppo presto per prendere confidenza col mondo della politica”. Silente camminava avanti e indietro sul palco dando le spalle ai tre candidati. Voldemort fremeva per lanciargli un incantesimo ma Hermione lo incenerì con uno sguardo degno del miglior Basilisco. “Oggi potrete porre domande ai candidati alla poltrona di Ministro della Magia e vedere come un aspirante Ministro ragiona e argomenta le sue scelte”. Silente parlava con voce saggia e rassicurante come al solito. “Do inoltre un caloroso benvenuto alla Corte Plenaria del Wizengamot”, altri applausi. Silvius emise uno strano verso gutturale di disgusto alla vista di tutti quei giudici, ma se ne stette buono con lo sguardo torvo e la bocca chiusa. “E benvenuti ai nostri dipendenti ministeriali e all’attuale Ministro, il signor Caramell!”, ancora applausi. Hermione notò il signor Weasley agitare le braccia da lontano per farsi notare e salutarla. La ragazza rispose con un sorriso nervoso e appena accennato.
“Non hanno bisogno di presentazioni ma introduciamoli comunque.. un bell’applauso per la signorina Hermione Granger!” esclamò Silente, e la Sala Grande esplose di applausi e ovazioni soprattutto dal lato dei Grifondoro. Hermione divenne paonazza e agitò lievemente la mano in segno di saluto. “E ora un applauso per Tom Riddle!”, continuò entusiasta Silente, e dalla Sala si levò un timoroso applauso mentre delle grida si levarono dal candidato in questione: “È Lord Voldemort, Silente! Non hai il diritto di sminuirmi così!”, sbraitò sbracciandosi in preda all’ira.
“Rilassati Tom”, dichiarò Silente con tono conciliante, “non è il nome che sminuisce il mago”.
“Ma fa la sua parte!”, strillò l’altro che non accennava a calmarsi. “Lo so che stai facendo.. questa è propaganda implicita alla Granger! Come presenterai Silvius? Un bell’applauso per il piccolo, rifatto, padrone di Villa Harcoris?”.
“MI CONSENTA di precisare che io sono rimasto come mamma m’ha fatto!”, tuonò il piccolo, rifatto, padrone di Villa Harcoris. “Niente lampade, niente botulino e niente Pozioni LisciaRughe!”, gridò.
“Sì certo..”, sbottò Lord Voldemort a bassa voce.
“Un applauso a Silvius!” urlò Silente ancora più forte, sovrastando i due che battibeccavano di già. La Sala rimbombò di applausi incerti e di acuti gridolini femminili provenienti da diversi punti. “E diamo inizio alle domande! Chi vuol essere il primo?”.
Decine di mani scattarono in alto da ogni parte della Sala e Silente veleggiò tra gli studenti pronunciando Sonorus! in direzione di una studentessa di Tassorosso.
“Susan Bones, Tassorosso”, si presentò Susan con voce limpida. “Vorrei porre una domanda al signor Silvius”.
A quelle parole Silvius gonfiò il petto e omaggiò la giovane Tassorosso di uno dei suoi sguardi più invitanti. Hermione sentì i capelli rizzarsi in testa.
“Mio padre lavora al San Mungo come ricercatore pozionista. Stando a quello che mi racconta il suo partito sta lottando assiduamente per dimezzare i fondi destinati alla ricerca, e mi domandavo come fosse concepibile contrastare un campo importante come questo”.
Silvius non si lasciò intimidire. “Mia cara”, fece con voce mielosa, “la ricerca è un ambito complesso in cui sempre più raramente si ottengono risultati, e dato il periodo di crisi è opportuno tagliare dove è necessario”.
Un ragazzo poco distante da Susan intervenne.
“Justin Finch-Fletchley, Tassorosso”, Justin si alzò e domandò con voce polemica: “Eppure la sua utilità è indiscutibile, o sbaglio? Alcuni ritrovati recenti sono davvero utili, basti pensare alla Pozione Antilupo, il vaccino al vaiolo di drago..”
“O la pozione LisciaRughe, l’unguento CresciCapelli, la crema di Virilità”, lo interruppe con tono malizioso un altro ragazzo. “Michael Corner, Corvonero”. Si presentò, mentre Silvius avvampava di rabbia e cercava di mantenere il controllo. “Sono tutti ritrovati recenti di cui immagino lei abbia sentito parlare, o sbaglio?”.
“Cinque punti in meno a Corvonero!” strillò la McGranitt dall’altra parte della Sala. “Corner, come osi mancare di rispetto a un candidato alle elezioni?!”.
Nonostante i punti persi l’intera Casa di Corvonero era scoppiata a ridere e manifestava il suo appoggio a Michael.
“Ottima domanda signor Corner”, rincarò Voldemort con voce divertita. “Ora sentiamo la risposta del signor Silvius”, e si voltò guardando apertamente il suo candidato rivale in attesa di una sua risposta.
Silvius tentava di compiere gli esercizi respiratori che aveva visto eseguire prima da Hermione, ma l’unico risultato fu quello di farlo avvampare ancora di più dalla rabbia e quando rispose la sua voce era mortifera.
“Ripeto che non c’è niente di innaturale in me”, sibilò con rabbia. “Ma anche se facessi uso dei suddetti prodotti non vedo dove sarebbe il problema. Sono un uomo politico, la mia immagine è importante. E sono sempre stato un uomo piacente, le donne ci tengono affinché io lo resti”.
Voldemort scoppiò a ridere così forte che l’intera Sala raggelò terrorizzata. Qualche studente del primo anno scoppiò a piangere e Hermione prese a tremare visibilmente. Eppure il grande Mago Oscuro si spanciava come un bambino, sbatteva i pugni sul tavolo e aveva le lacrime agli occhi. L’eco della sua risata fece deglutire anche molti insegnanti.
“Ebbene?!” strepitò Silvius. Teneva i pugni stretti e tremanti, gli occhi spalancati e le narici dilatate. Davvero un’immagine inquietante. “Forse dovrebbe lei prendere in considerazione l’idea di usare l’unguento CresciCapelli caro signor Lord V!”.
Voldemort rimase interdetto.
“Io sono un mago oscuro, vecchio idiota!”, si scaldò l’altro. “Non un damerino da salotto! Il mio aspetto deve essere inquietante e minaccioso!”.
“Mi ha chiamato vecchio? Come osa?”.
I toni si stavano alzando e Hermione stava cominciando a innervosirsi.
“Suvvia signori”, pigolò. “Si stava parlando di ricerca.. ehm.. nel mio programma elettorale è prevista..”
“Lei invece Signor Lord V” la interruppe uno studente di colore seduto verso il fondo, “ha sempre detto di avere molto a cuore la ricerca e la medicina”. La sua voce era piena di ammirazione e fissava Voldemort come se fosse Babbo Natale. “Blaise Zabini, Serpeverde”.
“Lei ha perfettamente ragione, mio caro Blaise”, approvò Voldemort. “Ho più volte rimarcato quanto importante sia per me puntare a superare i limiti della magia, esplorare il potere che ognuno di noi possiede.. signorina Bones?”
Susan alzò il capo sorpresa.
“Voti me, e suo padre potrà garantire un’esistenza agiata anche ai suoi bisnipoti” e le strizzò l’occhio. Susan emise uno strano verso con la gola.
 
“Sta andando tutto per il meglio eh?”.
“Oh non lo so, Albus. Il maniaco è già infuriato e il pelatone mi ha fatto prendere un accidente con quella risata sguaiata”.
“Minerva cara, ciò che conta è la performance della signorina Granger”.
“Ma se non ha ancora detto una parola!”.
“Va bene lo stesso. Lasciamo che gli altri due si distruggano a vicenda. Hermione resterà l’unica scelta sensata”.
“Hai ragione. Sarà una vittoria schiacciante”.
E si diedero il cinque cercando di non farsi vedere da nessuno.
 
“Dennis Canon, Grifondoro. Signor Lord V, qual è l’incantesimo più fico che conosce?”.
Mormorii di sottofondo seguirono la domanda di Dennis.
“Cinque punti in meno a Grifondoro! Canon questo è un incontro politico, non un’intervista a un supereroe!” esclamò la McGranitt imbarazzata. “Signor Lord V, le faccio le mie scuse”.
“Professoressa McGranitt non si scusi. Il ragazzo qui è molto giovane ed è senza dubbio affascinato da un tipo magia.. alternativo. Sa, di quelli che non si insegnano a scuola. Giovanotto, vuoi davvero vedere il mio incantesimo più fico?”, chiese alzandosi dalla sua postazione e raggiungendo il centro del palco. Il lato Serpeverde prese ad acclamarlo.
“Volete vederlo?” domandò di nuovo, assaporando il suono delle ovazioni e degli applausi. “Bene. Osservate attentamente”, sibilò alzando le braccia. D’un tratto l’atmosfera sembrò oscurarsi, l’aria si fece più fredda e l’ansia era palpabile.
Evocus VoldiePeluche!”
Ci fu un fragore così assordante che alcuni studenti urlarono. Quando videro ciò che era apparso loro in mano urlarono ancora di più.
“Avete il piacere di possedere un esclusivo VoldiePeluche!” esclamò Voldemort gioioso. “In edizione limitata, uno per tutti voi qui presenti e altri cento che metterò all’asta, col cui ricavato finanzierò una spedizione alla ricerca della tomba di Salazar Serpeverde!”.
Ogni singolo studente di Hogwarts si era trovato tra le mani un peluche a forma di Voldemort che se strizzato urlava “Avada kedavra!” o “Viva Lord V!”.
Ci furono alcuni minuti di tumulto poi la rassicurante voce amplificata di Silente calmò gli animi: “Straordinario incantesimo Tom! Che ne dite di chiedere anche alla signorina Granger e al signor Silvius di mostrarci il loro incantesimo migliore?”.
Gli studenti approvarono rumorosamente e Silvius ostentò palesemente la sua galanteria nel lasciar avanti per prima Hermione. La ragazza farfugliò che aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare ma l’intera Sala Grande la guardava in attesa e si apprestò a raggiungere il centro del palco.
“Ehm..”
Tremava visibilmente e doveva pensare in fretta a qualcosa.
“Lepricanus!” esclamò, e dal nulla apparve uno stuolo di Lepricani che svolazzarono gioiosi per la Sala Grande producendo un gran baccano. Cascate di galeoni si riversarono sugli studenti che cercarono di accaparrarsi più monete possibili.
“Per un attimo avevo temuto un incantesimo RiordinaLibri o qualcosa del genere”.
“Anche io, ma la nostra Granger è stata furba” sussurrò Silente alla McGranitt. “Sa che alla fine del dibattito è prevista un’uscita a Hogsmeade e gli studenti potranno decidere di approfittare dell’oro dei Lepricani”. La McGranitt non sapeva se essere contenta per il punto a favore di Hermione nell’opinione degli studenti, o se disapprovare l’uso improprio che di lì a poco si sarebbe fatto di quel denaro appena evocato. Fatto sta che Hermione ricevette applausi e ovazioni a non finire, tanto che nessuno si accorse di Silvius che aveva preso posto al centro del palco e si sbracciava per attirare l’attenzione della Sala. Poi Silente fece Evanescere le monete rimanenti a terra e i Lepricani, così che tutti si concentrarono su Silvius. Il piccolo mago aveva assunto un’aria seria e concentrata, e per un attimo qualcuno temette un episodio agghiacciante come i peluche di Lord Voldemort. Silvius stette assorto ancora per qualche secondo poi assunse uno sguardo serio e strillò: “BUNGA BUNGUS!!”
In un attimo tutte le studentesse si ritrovarono vestite da reggiseni push up e gonnelline svolazzanti di vari colori, mentre una sorta di musica tribale a volume altissimo invadeva la Sala e luci stroboscopiche mandavano flash di espressioni di ragazze imbarazzate e spaventate e sguardi maschili raggianti e appagati. Hermione emise un piccolo strillo e guardò Silvius gettarsi letteralmente ad angelo sulla massa di studenti che dalla sua angolazione sembrava una folla di giovani in discoteca. Vide chiaramente la gioia dei ragazzi alla vista di tutte le loro compagne seminude. Distinse Ron lanciare occhiate imbarazzate a Lavanda, che gli si era avvicinata e lo stava usando come palo da lap dance; Harry stava tentando invano di convincere Ginny a imitare Lavanda e si beccò prima una sberla e poi una fattura; la McGranitt, a discapito dell’inarrivabile saggezza, stretta in quel push up faceva una ben misera figura e si rifugiò nella stanza accanto. Alcune ragazze strillarono imbarazzate per non essersi depilate le gambe e suscitarono sguardi sdegnati da parte dei loro compagni.
Finite Incantatem!” ululò Silente. D’un tratto la Sala tornò a essere illuminata e silenziosa: molte coppie si separarono con uno scatto e molti studenti affannati si sistemarono convulsamente i capelli e i vestiti. Silvius era a terra mezzo nudo e un paio di ragazzine del terzo anno si divincolarono dalla sua stretta e scapparono via.
“Cribbio che spettacolo!” cinguettò il mago, mentre a fatica si rialzava e tornava sul palco al suo posto. Il suo ventre villoso e abbondante strabordava dai pantaloni e Voldemort scattò e coprì con una mano gli occhi di Hermione. La ragazza però aveva intravisto l’orribile spettacolo e iniziò a deglutire convulsamente per soffocare un conato.
“Stai calma, calma Hermione” le sussurrò il Signore Oscuro comprensivo. “È finita.. si sta rivestendo.. bevi un po’ d’acqua” e le passò un calice in cui aveva evocato dell’acqua.
La ragazza però piagnucolava terrificata, certa che si sarebbe portata quella visione dietro per il resto della vita.
“L’hai traumatizzata!” esclamò Voldemort rivolto a Silvius.
L’altro lo guardò con espressione interrogativa ma non fece in tempo ad aprire bocca che la McGranitt intervenne: “Continuiamo con le domande per favore! Canon, se osi fare un’altra domanda ti metto in punizione!”.
Il piccolo Dennis deglutì e sprofondò nella sedia.
Alcune mani svettarono in alto.
“Padma Patil, Corvonero” si presentò Padma dopo che Silente la indicò. “Mi rivolgo a Hermione”. Hermione si fece attenta. “Uno dei punti del tuo programma prevede incentivi su chi assume un neo diplomato e un fondo finanziario sempre per i neo diplomati che volessero mettere su un’attività indipendente, e volevo soltanto dirti che secondo me è una proposta davvero valida”, dichiarò la ragazza con voce sicura. Hermione sorrise di gratitudine e spiegò: “Grazie Padma. In effetti nel mio programma ci sono diversi punti dedicati ai giovani imprenditori e ai giovani in generale. Sono del parere che bisognerebbe investire molto su di loro.”
“Sono pienamente d’accordo” approvò l’altra con calore, e si sedette.
La McGranitt represse un sorrisino di gioia e Hermione fronteggiò la Sala Grande con sguardo decisamente più sicuro. Altre mani si alzarono, e stavolta Silente si diresse verso il gruppo proveniente da Hogsmeade.
“Fred Weasley, Hogsmeade”, si presentò Fred tra l’ilarità generale. “Io sono un giovane imprenditore e approvo il progetto di Hermione. Gli altri candidati hanno proposte del genere?”.
“Io ho ancora di più, mio giovane amico!” tuonò Silvius gioviale. “Io adoro i giovani, poco tempo fa una giovane strega marocchina ha bussato alla mia porta e le ho concesso qualche migliaio di galeoni per aprire un’attività imprenditoriale. Io farò il possibile per aiutare le giovani in difficoltà!”.
“Anch’io ho grandi progetti per i giovani maghi e le giovani streghe” intervenne Voldemort repentinamente. “Come già detto, tutti i Mezzosangue e Magonò avranno un’utilità ben precisa, per cui ci saranno più spazio e più opportunità per tutti i rimanenti, in modo particolare per i giovani”, dichiarò il mago oscuro con serietà.
“Io sono purosangue, ma preferisco comunque la proposta di Hermione” affermò Fred.
Voldemort lo guardò e sbraitò: “Tu sarai soppresso insieme ai Mezzosangue, piccolo ingrato! Ricordo ancora quando, anni fa, tu e il tuo gemello mi avete preso a palle di neve da dietro il turbante di Raptor!”.
“Cavolo è vero!” esclamò Fred. Scambiò uno sguardo gioioso con George e scoppiò a ridere.
“Abbiamo preso a palle di neve un mago oscuro!”, gridò George. “Quanto siamo fighi?”.
Molti studenti scoppiarono a ridere e Silente diede ai due delle sonore pacche sulla spalla. Voldemort sbuffò.
“Altre domande?” chiede la McGranitt. Ancora mani alzate. “L’ultima, poi facciamo una pausa”. Indicò verso il lato Grifondoro.
“Harry Potter, Grifondoro”. Harry si alzò e tutti gli occhi si puntarono su di lui. “Voldie, mi rivolgo a te. Volevo dirti che credo tu debba smetterla di darmi la caccia. La magia di mia madre ti aveva sconfitto, ma ora sei tornato, sei in forma e hai tanti Mangiamorte che allietano le tue sere solitarie. Sei in corsa per le elezioni e davvero, non hai bisogno di preoccuparti anche di me”.
“Potter!” tuonò la McGranitt prima che Voldemort potesse rispondere. “Questo è un incontro politico, i tuoi problemi personali non interessano a nessuno. Cinque punti in meno a Grifondoro!”.
“Ma.. ma..” boccheggiò Harry. “Professoressa, è in gioco la mia vita!”
“Come già detto, i tuoi problemi personali non interessano a nessuno!”
Voldemort tuttavia fece segno di voler rispondere.
“Lei ha perfettamente ragione professoressa, qui si discutono questioni politiche e i nostri rapporti personali sono irrilevanti, per cui sarò breve. Caro il mio patetico Potter,” Voldemort si fece più dritto sulla sedia e guardò Harry negli occhi. “Devi sapere che i maghi oscuri sono malvagi e vendicativi per cui non dimenticano facilmente i torti subiti. No, non smetterò di darti la caccia.” A quelle parole Harry si accasciò sbuffando sulla sedia. Voldemort continuò: “Senza contare l’inutilità che si troverebbe a rappresentare l’Ordine della Fenice in caso io decidessi di starmene buono senza tramare nell’ombra. Vuoi condannare all’inerzia tutti i tuoi colleghi?” urlò. “Fortuna che parli sempre di amicizia e di amore! Solo quando ti fa comodo eh piccolo egoista!”.
“Ok pausa merenda!” esclamò Silente. Dal nulla comparvero tavoli strabordanti di sandwich e dolci. Il pubblico si affrettò a ingozzarsi di leccornie e i candidati si gettarono sul succo di zucca per rinfrescare la gola.
Hermione notò Silente e la McGranitt confabulare fitto fitto, poi guardarla e sorriderle trionfanti. Poco più in là Emilius aveva raggiunto Silvius e gli stava spazzolando il vestito lasciandosi andare a qualche palpatina inappropriata. Infine il Signore Oscuro si gettò sul Buffet Oscuro, costituito da biscotti a forma di Marchio Nero e vino elfico invecchiato. Il classico buffet non era abbastanza dignitoso per lui e aveva chiesto qualcosa di alternativo.
Dopo qualche minuto di chiassosa pausa il dibattito ricominciò.

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