Il cavaliere nero

di lilspot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una Nuova Battaglia ***
Capitolo 3: *** Scontro all'ultima spada ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


Il sole stava tramontando quando Draxler, il cavaliere nero, si affacciò alla finestra della sua casa. Il cavaliere era pensieroso.
-William!
Il canuto maggiordomo apparve sull’uscio all’urlo del suo padrone.
-Eccomi signore -, disse il maggiordomo William in tono sommesso, - Ha bisogno?
-Domani, all’alba, partirò.
William sembrò sorpreso.
-Devo raggiungere Rezigrene al più presto. Prima di partire, però, vorrei parlare con Kira.
Draxler tossì, poi regnò il silenzio, a lungo.
-È possibile, William?
-Vedrò cosa posso fare. - rispose il maggiordomo, -Vedrò cosa posso fare, mio signore.
-Ora puoi andare.
L’anziano maggiordomo si inchinò. Draxler non lo degnò di uno sguardo. Poi William, come quando era apparso davanti alla porta, sparì senza lasciare traccia, senza fare rumore.
Draxler continuò a fissare il paesaggio fino a quando il sole scomparve del tutto dietro le colline e il bosco di Langley.

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Capitolo 2
*** Una Nuova Battaglia ***


UNA NUOVA BATTAGLIA


Kira si stava specchiando quando il maggiordomo bussò alla porta. Il sole era sorto da qualche minuto ma la giovane era già sveglia, intenta a pettinare i suoi lunghi capelli biondi.
William bussò nuovamente. Kira continuò a lisciarsi la chioma dorata.
- Signorina Kira! -, disse William prima di bussare per la terza volta, - Suo padre l'aspetta.
La giovane ragazza sbuffò.
- La prego, mi ha promesso che l'avrebbe fatto, l'avrebbe salutato. Lui ci tiene...
- Idiozie. - sussurrò Kira, un sussurrò lieve che William non udì.
La ragazza lasciò cadere dolcemente il pettine tra i trucchi e andò ad aprire la porta.
- Buongiorno signorina. - disse William appena Kira aprì la porta. - Come mai non rispondeva? Suo padre l'aspetta.
- Stavo dormendo, non ti ho sentito.
- Quando è pronta, suo padre l'aspetta all'entrata. Il cavallo è già pronto.
Kirà congedò il maggiordomo chiudergli la porta in faccia e si avviò verso il suo boudoir.
 
 
Era l'alba e i primi raggi del sole entravano timidi dalla finestra e attraversavano le leggere tende per posarsi sul volto di James Van Holden. James, un ragazzo di vent'anni dagli occhi scuri e la battuta sempre pronta, abitava a Point View, una piccola cittadina alle porte del bosco di Langley. Svegliato dal sole, James si alzò dal letto ancora assonnato e mentre si stiracchiava notò con sorpresa che non era solo. La porta della sua camera da letto era spalancata e, appoggiato allo stipite, un uomo alto e secco con un cappello da cowboy calato sul viso lo fissava. A Port View chiamavano quell'eccentrico uomo di mezz'età Gin, ma nessuno sapeva veramente il suo nome.
- E' giunta la tua ora ragazzo. - disse Gin, con tono pacato.
- Cosa? Come diavolo sei entrato?
- E' giunta la tua ora. Devi partire, subito!
- Ma stiamo scherz...
James fu interrotto dal cowboy prima che potesse finire la frase.
- Suroh. - disse Gin calmo, con il volto ancora nascosto dal cappello.
Al pronunciare di quella parola, James si immobilizzò. Restò fermo ad osservare il cowboy Gin con gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta per lo stupore.
- Preparati.- sussurrò Gin levandosi il cappello e mostrando la cicatrice sotto il suo occhio di cui andava tanto fiero.
James si riprese lentamente, scrollando la testa e aguzzando la vista verso l'uomo che lo osservava dalla porta. A James era stato insegnato a combattere, perchè lui aveva voluto così; suo padre Rafael era stato un soldato, un guerriero dell'esercito della contea di Langley fino al giorno della disfatta, il giorno della sua morte. Rafael Van Holden era morto il giorno del quarto compleanno di James, il girono in cui una delle ultime forme di governo della Nuova Bretagna era caduta con la sconfitta dell'esercito del "Bosco di Langley" come lo chiamavano gli abitanti della contea. 442 uomini, tra cui Rafael Van Holden, erano morti per difendere la propria terra e le proprie famiglie, per tenere al sicuro un segreto che segreto più non era. Nessuno, però, aveva perso la speranza e nel tempo erano stati addestrati volontari per formare un esercito che difendesse i cittadini della contea. James era uno di questi e al pronunciare della parola in codice avrebbe dovuto farsi trovare pronto a combattere.
- Anche tu? Anche tu fai parte della Resistenza? - chiese James tremante.
- Facevo parte, ora mi limito a tenere i contatti con Pelo Bianco. Sono venuto qui a chiamarti perchè nella notte abbiamo ricevuto un suo messaggio: il nostro informatore ci ha avvertiti che Draxler sa del nostro segreto. Qualcuno ha consegnato al cavaliere nero tutto ciò che gli serviva per sapere cosa cercare e dove e come trovarlo.
- Chi? - osò chiedere James, interrompendo il discorso monotono del cowboy.
- Non sono qui per risponderti. Sono qui per dirti di vestirti, uscire di casa e raggiungere il monumento ai caduti.
James era ancora perplesso e continuava a fissare gli occhi di Gin.
- Poi partirete.
- Partiremo?
- Non sei solo.
- Non sono solo. -, ripeté James come un pappagallo, - Non sono solo!
Improvvisamente James perse la titubanza e l'incertezza che lo attanagliavano e si preparò per raggiungere il monumento. Gli erano bastati pochi minuti o forse solo pachi secondi per rendersi conto che non era un sogno o un terribile scherzo, ma la cruda verità e che sentendo pronunciare quella parola era destinato a fare qualcosa di importante e terribilmente pericoloso. Era però consapevole del sacrificio che avevano fatto suo padre e i suoi amici, e lui, ora, era pronto a fare lo stesso anche se era un pensiero che lo turbava-
 
 
- Eccomi padre, son venuta come mi avevi chiesto. - esordì Kira appena vide suo padre, o meglio la nera e luccicante armatura che lo copriva da capo a piede.
- Kira, io... -. Per un attimo l'uomo dietro la nera armatura sembrò titubare, poi riprese. - Io devo andare. In prima persona devo muovermi, in fretta e in silenzio. Non so quanto dovrò stare lontano da casa...
- Vai, William penserà a me.
- Tornerò presto.
- Sarò qui ad aspettarti.
Kira sorrise e con un cenno della mano salutò il padre, il cavaliere Draxler salire sul suo cavallo bianco e dirigersi verso la strada lasciando la villa, il maggiordomo e la figlia alle sue spalle.
 
 
James aveva paura ma sorrideva, sorrideva ai suoi compagni di viaggio, sorrideva al vecchio senza mano che gli aveva illustrato ciò che doveva fare, sorrideva al ricordo di suo padre e sorrideva alla vita che rischiava di perdere.
- Jamie!
La voce di Richard Bale riportò la mente di James alla realtà. James conosceva Richard fin da quando erano bambini ed erano sempre rimasti buoni amici.
- Dimmi Ricky.
- Niente, ti ho visto un po'... distratto.
Richard mostrò uno dei suoi classici sorrisi. Per lui era facile sorridere, lo faceva anche di lavoro: era un pagliaccio. Rusty Clown “nacque” quando Ricky aveva solo quattordici anni, espediente per raccogliere i soldi facendo qualcosa che gli veniva naturale, far ridere, ed evitare così di fare qualcosa che lui odiava, studiare. Ora, all'età di ventun'anni, fare il clown era diventato il suo impiego fisso.
I due ragazzi col sorriso sulle labbra proseguirono verso l'entrata del bosco seguiti dal silenzioso Michael Brick. Michael, un quarantenne alto e muscoloso, possedeva un negozio nel centro città e anche lui faceva parte della Resistenza, da molto prima dei due ragazzi. A James e Richard non era sembrato molto socievole; subito dopo la partenza a piedi, Michael si era distanziato, rimanendo qualche metro dietro i due giovani.
Richard all'improvviso si fermò, si sistemò meglio lo zaino sulla spalla e si voltò verso l'uomo che li seguiva.
- Mickey.
- Michael! - rispose in tono seccato l'uomo.
- Siamo quasi arrivati, se non sbaglio.
Richard guardò l'amico James che gli si era fermato al suo fianco che, con un cenno del capo, confermò ciò che aveva appena detto e tornò subito a osservare Michael, che camminava ancora a testa bassa.
- Perché non resti più vicino. Nel bosco sarà più difficile proseguire. Dobbiamo unire le forze.
Michael li guardò stizzito.
 
 
Dall'altra parte del bosco, il cavallo bianco galoppava veloce, sollevando una grande nuvola di polvere. Draxler era quasi a metà percorso. Era pensieroso: era convinto di aver sbagliato ad andare da solo. Sulla carta sembrava un missione facile, ma ora aveva cambiato idea. Sapeva che le missioni facili non esistevano e che qualche pericolo l'avrebbe sicuramente trovato. Si stava pentendo di non aver nessuno al suo fianco, rimpiangeva ancora una volta la morte di Bloody Jack, il Mago del Sangue. Era certo che una nuova battaglia lo attendeva oltre quegli alberi e che doveva combatterla, da solo.

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Capitolo 3
*** Scontro all'ultima spada ***


SCONTRO ALL'ULTIMA SPADA


Il cavaliere nero stava pensando di abbandonare tutto. Quando aveva sentito un rumore oltre i cespugli si era nascosto dietro un albero e aveva osservato. Erano in tre ed erano armati; non sembravano particolarmente pericolosi, presi singolarmente, ma erano in vantaggio numerico. La mano pronta a sfoderare la spada, Draxler osservava gli uomini avanzare nel bosco.
- Jamie, guarda là.
Draxel si nascose  ancor di più. Sudava freddo, sperava di non essere scoperto. Quando tornò a sbirciare vide che i tre uomini si erano fermati e osservavano una roccia. Uno di loro, quello che poco prima aveva parlato, stava consultando una mappa mentre gli altri due si guardavano attorno.
- Manca poco al fiume, siamo vicini.
Anche loro cercavano il vecchio fiume Leirian come lui e Draxler pensò che anche loro dovevano essere alla ricerca di quell’oggetto mistico, sacro, l’oggetto che poteva realizzare il suo desiderio di potere e forza. La leggenda era chiara e lui non poteva perdere tutto prima ancora di averlo. Doveva fermarli.
- C'è qualc...
Richard Bale non riuscì a finire la frase. Cadde a terra pesantemente. Il cavaliere nero era sbucato dal suo nascondiglio e aveva sguainato la spada. Aveva affondato il colpo, un colpo deciso alla schiena di Richard. James Van Holden ebbe solamente il tempo di vedere il suo amico disteso per terra, poi rimase fermo, immobile. La mano sull'elsa della sua spada e lo sguardo terrorizzato. La bocca aperta e un urlo di rabbia e disperazione rimasto in gola. Draxler, invece, era già pronto a ripartire all'attacco: aveva fretta, si trovava ancora in svantaggio.
- Ricky! - urlò con rabbia e disperazione.
James non credeva ai suoi occhi. Era successo tutto così in fretta: la frase spezzata, il corpo di Richard che giaceva per terra, il dolore improvviso. Era successo tutto talmente in fretta che Richard non aveva nemmeno urlato e ora James non sapeva se era vivo o era già morto. James partì alla carica a testa bassa, la spada salda tra le mani. Affondò un fendente violento, ma Draxler riuscì ad evitarlo con un balzo felino. Il cavaliere nero rispose con un affondo impreciso che mancò James. I due si osservarono a debita distanza, cercando di prevedere le mosse dell'altro prima di affondare i colpi simultaneamente, le spade protese verso l'altro, il rumore del ferro contro altro ferro. Allontanandosi Draxler provò ad affondare un'altro colpo, ma andò a vuoto. James si trovava a qualche metro da quel cavaliere che gli aveva aggrediti. Non sapeva perchè quel cavaliere in armatura nera aveva attaccato loro e non sapeva nemmeno come attaccarlo. Era ancora sconvolto per quello che era successo a Richard. Draxler si spinse in avanti per attaccare nuovamente, ma l’armatura pesante che portava lo rallentava. Fu facile per James schivare l’attacco frontale e sottrarsi ai successivi colpi di spada. Aveva dalla sua parte la libertà di muoversi senza armatura; consapevole di essere più rapido del suo avversario, James si limitava a scansare i colpi nel tentativo di sfiancarlo.
- Jamie!
James fu sbalordito da quello che vide: poco dietro il cavaliere nero, Richard Bale si stava rialzando. Non era morto. Anche Draxler si era voltato ed era rimasto impietrito. Credeva di averlo ucciso, invece era vivo, nonostante la ferita sulla schiena sanguinava copiosamente. Entrambi rimasero immobili ed increduli ad osservare la scena: Richard Bale si stava a fatica rialzando.
Michael, che fin a quel momento si era tenuto lontano dallo scontro e dal corpo di Bale, si avvicinò lentamente al barcollante Richard che a fatica si era messo in ginocchio. Gli porse la mano sinistra mentre sia James che Draxler osservano la scena senza muoversi. Richard si voltò per ricevere l’aiuto di Michael quando quest’ultimo con un rapido gesto del braccio sinistro sfoderò una delle sue due spade e con un colpo netto e preciso tagliò la testa di Richard Bale.


 
 

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