Quello che c'era dietro l'avventura

di BeaterNightFury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il migliore amico del mago ***
Capitolo 2: *** Astuto come Ulisse ***



Capitolo 1
*** Il migliore amico del mago ***


Fanfiction classificatasi terza al “New Generation Contest” di June, sul forum di EFP, e vincitrice del Premio Risata nello stesso contest.

 

Dal capitolo 13 di “Al Potter e la Bilancia di Crono”

Rose guardò la creatura con aria scettica.

“Fred, non sei un po’ troppo cresciuto per i Puffskein?”

“Non è un Puffskein” disse Fred togliendoselo dalla faccia “È uno dei prototipi di papà, mi ha chiesto di testarglielo durante questo semestre. Non ha nemmeno un nome, la sua specie. Praticamente sarebbe un Puffskein, sì, ma fa un casino di cose. Può rintracciare una determinata persona soltanto usando l’odorato, ha un udito fenomenale, e soprattutto è un ottimo sistema di difesa per maghi inesperti. Vi faccio vedere”

Posò la bestiola per terra.

“Fiuto, attacca!”

 

Decisi di tagliare la parte in cui Fred riceveva Fiuto in quanto bisognava lasciare spazio al viaggio nel tempo, alla love story di Tom e Lily e... sì, insomma, anche andando a riscrivere non avrei potuto metterla da nessuna parte.

E quindi, è diventata una storia a sé.

 

Episodio 1

Il migliore amico del mago

 

7 Gennaio 2020, Diagon Alley n°93, appartamento sopra i Tiri Vispi Weasley

 

Chiunque avesse inventato una fine alle vacanze di Natale meritava il rogo.

Frederick Brian Weasley, meglio conosciuto come Fred, non era esattamente il classico tipo mattiniero che sua nonna si sarebbe aspettata da lui.

La sveglia gli era suonata tre volte, e invece lui era ancora sotto il piumone blu, la testa coperta di riccioli scuri infilata saldamente sotto il cuscino.

Riusciva a sentire suo padre che se la rideva. Non prendeva mai le cose molto sul serio, almeno non i trucchetti che Fred combinava ogni tanto (ogni troppo poco tanto, avrebbe detto invece sua madre)

Roxanne, seduta sul letto sotto il suo, aveva iniziato a gridare qualcosa a proposito di “perderai il treno”. Mpf.

Fred non capiva affatto per quale motivo i suoi genitori avessero deciso di tirare fuori una sorellina. Insomma... era una peste, ecco. E nonostante avesse cinque anni meno di lui, era terribilmente ostinata a fargli da balia.

Una volta Fred era riuscito a farle credere che “tramare qualcosa” volesse dire “mettere un petardone sotto la sedia di zio Percy”. Peccato che ormai era un anno che non ci credeva più...

Qualche mese prima di essere ammesso a Hogwarts, ben tre anni prima, era persino riuscito a combinarle un bello scherzetto con la magia.

Roxanne gli aveva pasticciato la faccia con i trucchi della mamma mentre lui dormiva sul divano. E lui, un po’ perché si era incavolato nero (sì, proprio così), un po’ per farsi quattro risate alle spalle della sorella, aveva trasformato il suo gattino di pezza preferito (una cosa sdolcinata Babbana trovata chissà dove dal nonno, Hello Kitty se Fred non si ricordava male, che gli faceva venire carie e diabete solo a guardarla) in un rospo.

Un grosso rospo violaceo, taglia record come lo era stato il pupazzo.

E con un gracidio da... com’è che lo chiamava nonno Arthur? Ah, sì, Guinness Depravati.

L’espressione – e lo strillo – di Roxanne erano stati impagabili.

E anche la reazione di papà: dopo aver fatto sparire il rospo aveva serrato il collo di Fred in una mezza morsa con un braccio e gli aveva grattato la testa con un pugno, all’inequivocabile commento “E bravo il mio ragazzo!”

La reazione di mamma, invece, era stata davvero indimenticabile: niente Quidditch per un mese, divieto di scendere nel negozio con papà, giocattoli e Gomme Drooble sequestrati. Per non parlare poi della mezz’ora che aveva passato a strillare.

E ovviamente il trauma mentale rimasto per mesi. Senza contare che da quel giorno, i Mollicci davanti a lui prendevano la forma di sua madre che strillava.

Però l’avrebbe fatto altre mille volte per sentire Roxanne strillare di nuovo. Senza contare che adesso non voleva più vedere né Hello Kitty né rospi o cose del genere, con grande sconforto del suo amichetto Frankie che andava pazzo per qualsiasi cosa fosse rettili o anfibi e si portava sempre dietro una testuggine che rispondeva al nome di Malocchio.

“Fred o esci dal letto o lo dico alla mamma!” stava strillando Roxanne al momento

“E io dico a Frankie di portarsi Malocchio la prossima volta che viene qui!” ribatté Fred facendo capolino tra cuscini e coperte

Poco lontano da Roxanne, papà stava guardando un orologio.

“Fred, se avessi la cortesia di alzarti, io e te dovremmo parlare di una faccenda seria”

Ah, bene! Una faccenda seria... chi era quello, che ne aveva fatto di papà?

“Faccenda seria? Bene, rimango a dormire. Non mi interessa”

Si infilò di nuovo con il piumone blu tirato su fin sopra alle orecchie, e coprì di nuovo la testa con il cuscino.

Certo, prima o poi si sarebbe alzato, ma non aveva intenzione di darla vinta a nessuno, specialmente a sua sorella.

Nella stanza, strano a dirsi, era calato il silenzio.

Non era un buon segno.

Tra gli esperimenti di papà, le sgridate di mamma o gli strilli di Roxanne, il silenzio era merce decisamente rara a casa Weasley, a meno che non fossero tutti a passare il weekend da nonno Arthur e nonna Molly. In quel caso, il casino scoppiava alla Tana.

Rumore di passi. Fred cercò di capire da dove veniva.

Una delle tante cose che aveva imparato fingendo di dormire era riconoscere i membri della sua famiglia dal rumore dei passi. Papà ce l’aveva più pesante, mamma un po’ più rapido, i passi di Roxanne invece sembravano quasi un rullante Babbano per ritmo e velocità (Fred suonava il basso in una band a Hogwarts, e sapeva esattamente cos’era un rullante perché il suo migliore amico era il batterista).

A giudicare dalla cadenza dei passi, era papà. Bene, con papà poteva stare sicu...

“AAAAAHH!”

Fred scattò a sedere e per poco non picchiò la testa contro il soffitto. Qualcosa di umido e tiepido gli aveva sfiorato la faccia – qualcosa che si muoveva!

Si portò la mano dove il coso lo aveva toccato. Bagnato e appiccicaticcio. Il che voleva dire... bava!

Qualcosa che sembrava un incrocio tra uno squittio e le fusa di un gatto attrasse l’attenzione di Fred su quella che sembrava una palla di pelo accoccolata sul suo letto. Il “coso” era a macchie crema e rosso scuro, aveva due occhietti neri seminascosti da tutto quel pelo, un naso rosa che a stento emergeva dalla lanugine, delle orecchie triangolari tipo gatto un po’ flosce e persino una coda, ma la lunga lingua di fuori tradiva la specie a cui apparteneva la strana creatura.

Puffskein.

La bestiola a quanto pareva stava cercando qualcosa – e Fred aveva idea di cosa fosse quel qualcosa, dato che il coso gli stava avvicinando la lingua alle narici.

“E questo da dove salta fuori?” chiese a papà, allontanando la lingua della creatura con una manata

Quello si chiama Fiuto. Ed è la cosa seria di cui ti parlavo”

Fred scese giù dal letto a castello, una smorfia dipinta sul volto, e tirò giù la palla di pelo.

“Papà, avevo dieci anni quando ho smesso di chiederti un Puffskein” protestò mentre “Fiuto” tentava di nuovo di leccargli le caccole

“Lo so” disse papà grattando la creatura dietro l’orecchio “Ma uno, non è propriamente un Puffskein. Due, ho bisogno che tu me lo testi durante questo semestre. Voglio vedere come si comporta in un ambiente affollato, quanto effettivamente sia leale ad un mago, cose del genere. E magari anche che tu faccia un po’ di pubblicità”

“Come se tu ne avessi bisogno” commentò Fred ricordandosi di quanto era affollato il negozio durante le vacanze “Ma che cos’è esattamente?”

“Non ha ancora un nome” disse papà “Ma stai tranquillo, tutti i permessi possibili e immaginabili per l’Allevamento Sperimentale. Praticamente ho provato ad incrociare Puffskein con Snasi e con un’altra creatura trovata da Luna in Germania, non chiedermi come abbia fatto, sappi solo che ho avuto un grosso aiuto da parte di Rolf Scamander e Hagrid. Per quello che ci ha messo Hagrid, ti posso solo assicurare che se gli ordini di attaccare è un ottimo strumento di difesa, e resiste al Gas Strozzante e cose del genere, alle botte e a venire lanciato. Però scoprire il resto tocca a te”

“Scommetto che è stata un’idea di zio Ron” fu l’ultimo commento di Fred mentre, sogghignando, si dirigeva in cucina a fare colazione. Zio Ron, che Fred aveva spesso aiutato a dar da mangiare alle Puffole Pigmee quando ancora non andava a Hogwarts, aveva sempre raccontato di aver avuto un Puffskein da bambino.

E di come papà lo aveva ridotto più volte in fin di vita usandolo come Bolide per allenarsi.

A quanto pareva, Roxanne ce l’aveva ancora con lui, perché per tutta la durata della colazione lo guardò in cagnesco, con un cipiglio che a Fred ricordava molto sia la mamma che nonna Molly che zio Percy e la Prefetta Perfetta Lucy.

Quel cipiglio, quando partiva da Roxanne, significava solo guai. Tempo qualche minuto, e la sua adorabile sorellina si sarebbe vendicata.

E l’ora della resa dei conti arrivò puntualmente, quando nel piatto di portata al centro rimase solo una fettina di bacon. Fred allungò la forchetta per prenderla (era un adolescente in piena crescita, lui, era normale che avesse bisogno di nutrimento!) ma Roxanne, con uno scatto fulmineo, agguantò la fettina e la depositò nel suo piatto, esibendo un sogghigno che non poteva che voler dire “alla faccia tua!”

“Ah, sì?” fece Fred alzando un sopracciglio “Fiuto... attacca!”

Fiuto aprì la bocca e rigurgitò una specie di moccio verdastro su Roxanne e sul piatto. Roxanne strillò, scattò in piedi e scappò nell’altra stanza chiamando a gran voce la mamma, mentre Fiuto leccava via dal piatto sia il moccio che il bacon.

“Sai, Fiuto” gli disse Fred grattandolo dietro un orecchio come aveva fatto papà “Penso proprio che io e te diventeremo grandi amici”

 

 

 

Giudizio del concorso:

Il migliore amico del mago, di JediKnightMarina55.
Grammatica e lessico: 14,40/15. 
Non ci sono errori se non due virgole dimenticate (-0,20) e quattro punti mancanti (-0,40). 

Stile e forma: 15/15. 
Una storia ben scritta e ben strutturata, eh già. Lo stile è semplice ma essenziale, e, cosa molto importante, non hai inserito nella storia cose assurde. Brava. ^^ 

Caratterizzazione: 14,90/15. 
George è George, e lui è l’unico punto ‘Rowling’ di riferimento che abbiamo. Ho adorato Roxanne, dico davvero, e anche Fiuto, specialmente quando sputa moccio sul piatto della ragazza! 
Di Fred, che è il protagonista, purtroppo non sappiamo niente, ma mi è piaciuta molto la tua caratterizzazione. 

Originalità: 15/15. 
Beh, la tua è una storia molto originale e divertente, una cosa nuova che mi ha fatto ridere. E non poco. L’incrocio tra il Puffskein, uno Snaso e la creatura trovata da Luna era a dir poco fantastica. Fiuto è una trovata geniale. *_____* 

Gradimento Personale: 14,90/15. 
Ti dirò la verità, non ho mai letto qualcosa su Fred. Non per altro, solo che non mi ha mai incuriosito come personaggio. Ora, però, la tua storia mi ha fatto cambiare idea. Il fatto è che ho sempre preferito Fred, e la sua morte mi ha fatto cadere il mito dei gemelli… Credo che adesso cercherò di più sul suo conto. 

Totale: 74,30/75. 

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Capitolo 2
*** Astuto come Ulisse ***


Questa fanfiction ha partecipato al contest “Scuola Babbana” di Roxanne Potter, classificandosi quarta e vincendo il premio “Trovata Originale”.

 

Dal capitolo 8 di “Al Potter e la Bilancia di Crono”

“Beh, sì. Eravamo una squadra... anzi la squadra” spiegò Jim “Non ti dico quante volte l’abbiamo fatta ai bulletti della scuola. Albus faceva il piano e io di solito lo mettevo in atto. Insomma, lui era la mente, io il braccio, e...”

Rimase zitto un momento.

Occazzo!” fece piantandosi una mano sulla fronte

“Sì, esatto, hai capito” fece Jake sorridendo “In breve, tu ti butti dal quinto piano, lui cerca una corda e si cala. È per questo che tuo fratello è stato Smistato a Serpeverde. Perché è, chiamalo come vuoi, più cauto, o forse più astuto, fatto sta che pur essendo coraggioso, e su questo non ci piove, credimi, e non ci nevica nemmeno, semplicemente ha quest’altra dote che il Cappello ha pensato di non voler sprecare. Se fosse sulla strada per la magia oscura, credimi, alle elementari non ti avrebbe aiutato nella resistenza contro i bulli, ci si sarebbe messo a capo”

 

Nonostante io abbia comunque inserito nella fanfiction un flashback di James alle prese con una maestra Babbana, non avevo mai pensato di raccontare di Albus alle prese con l’Istituto Fielding fino a quando non ho iniziato a mettere il naso in mezzo ai contest. Quando ho visto un contest di “scuola Babbana” non ho potuto che iscrivermi. Ahimè (come Silente direbbe) in questo contest ho avuto un po’ di sfortuna con i prompt, ma da qui potete vedere cos’ha visto il Cappello Parlante nel passato di Albus che lo abbia spinto a prendere Serpeverde in considerazione.

P.S.: Il nome “Troy Paris” è assolutamente INTENZIONALE.

P.P.S.: I fatti di questa storia “dovrebbero accadere” in questi giorni, quindi, se da voi lettori ci volesse essere un “in culo allo Schiopodo” generale al piccolo Albus, non esitate a recensire!

(Ah, Albus risponde già “speriamo che non spari!”)

 

Episodio 2

Astuto come Ulisse

 

Settembre 2011, Londra, strada davanti alla Scuola Elementare Fielding

 

Albus fu il primo ad entrare nella Fiat Punto di Harry. Aveva un visibile broncio, si stava guardando le ginocchia e aveva l’aria di chi se l’è vista brutta, accentuata dai capelli e dalla giacca bagnati per l’acquazzone di quel giorno.

Dopo di lui c’era Rose, che Harry, d’accordo con suo cognato – nonché – migliore – amico, aveva acconsentito ad accompagnare e andare a prendere da scuola perché Ron ancora non aveva preso la patente.

E poi ovviamente c’era James, che sembrava aver decifrato già l’espressione del fratellino e capito tutto.

“Ti prego, dimmi che non hai fatto anche tu una sfuriata con le maestre come tuo fratello l’anno scorso” disse Harry girandosi mentre James saliva davanti

Albus si limitò a tirare su col naso e mugugnare che gli era entrata l’acqua nelle scarpe.

“Domani dobbiamo chiedere alla mamma di lanciarci un Impervius sulle scarpe...” disse James togliendosi una scarpa e strizzandosi un calzino “Ancora un po’ e i pesci nuoteranno per strada! Beata Lily che resta a casa!”

“James, accidenti, non in macchina!” lo riprese Harry “Sei anni---”

Lo so quanti anni ho, papà!” sbottò James “Comunque... Troy Paris ha rubato il pranzo ad Albus e lo ha chiuso in un cubicolo del gabinetto. Fa sempre così con i bambini di prima, sceglie quello che più sembra un perdente e lo prende di mira. Nel caso di Al, ha iniziato a tormentarlo da quando prima l’ha visto piangere quando ve ne siete andati e poi ha sentito il suo nome all’appello”

“Stai ZITTO!” ribatté Albus quasi alzandosi in piedi

Harry parcheggiò la macchina al primo posto libero che trovò e si girò verso Albus.

“Quel bulletto potrà anche prenderti in giro per il tuo nome, ma tu ricordati che sei in mezzo ai Babbani. Probabilmente se lo sentono loro, sarà un nome da vecchio, ma in mezzo ai maghi è un nome da eroe. Tu ricordati questo”

“I nomi da eroe sono fighi” ribatté Albus “Il mio non lo è”

“Beh, Al, guardala dal lato positivo. Tu andrai a Hogwarts, Troy no” ribatté James “Sei anni e poi te lo levi dalle scatole”

“La dici facile tu, io sei anni non li ho nemmeno compiuti!”

“Comunque, Albus” concluse Harry “Li ho incontrati anche io i bulli alle elementari, e anche a Hogwarts. Mi davano la caccia alle elementari. Se metti il broncio e non ne parli con nessuno è solo peggio. Alla gente devi tenere testa”

Rimise in moto e si avviò verso casa. Perché accidenti gli era passata in mente l’idea di iscrivere i ragazzi alle elementari?

Con Lily non avrebbe fatto lo stesso errore, ne era certo.

 

Pomeriggio, Grimmauld Place n°12

 

Durante il lungo assedio di Troia, durato ben dieci anni, Ulisse si distinse per l’intelligenza e l’astuzia senz’altro superiori al suo coraggio, che era invece la prima qualità di altri eroi come Achille” Rose leggeva portando il segno con il dito

“Beato lui” commentò Albus accasciandosi sul tavolo

“Vuoi continuare tu?” Rose gli chiese alzando il libro di lettura

“No, continua ancora tu”

“Al, che poi dobbiamo rispondere alle domande. Che vuoi pensare alle domande tu?”

Probabilmente le domande sul testo erano una rottura peggiore del testo, ma non era dell’umore giusto per studiare, fossero pure i facili compiti di prima elementare.

Che poi era James che diceva che erano facili. Al momento era, con un’estremità della sua stilografica infilata tra i denti (se la mamma lo vedeva erano guai!) chino su certi compiti di matematica. Tabelline a quanto pareva, e sembrava stare sudando sette camicie.

Beh, era quello che si meritava per fare lo spaccone.

Proprio come Achille, che alla fin fine era stato beccato proprio sul suo tallone. A quanto pare il punto debole di James è la matematica!

Mentre riprendeva a cercare di portare il segno, Albus iniziò a pensare cosa avrebbe potuto fare se fosse stato forte come Achille. Avrebbe potuto fare Troy viola e piagnucoloso, così imparava a rubargli le patatine.

Però poi se mi trova il tallone?

“Albus, se ti addormenti di nuovo sul libro i compiti te li fai da solo!” lo minacciò Rose alzandosi in piedi “Anzi sai che ti dico? Leggi tu adesso!”

Albus sobbalzò e guardò sua cugina. Quando si arrabbiava Rose era terribile, più forsennata dei fuochi d’artificio di zio George. E per chi sapeva che i fuochi artificiali in questione erano Forsennati di nome e di fatto, a buon intenditor poche parole.

James ridacchiò, alzando lo sguardo dal quaderno di matematica. Albus aspettò che ci si chinasse di nuovo sopra e gli lanciò una gomma in testa.

James la riprese da terra e fece per rispedirla al mittente quando la figura familiare della mamma apparve dalla porta che dava sull’altra stanza. A quel punto si limitò ad appoggiarla sul tavolo dicendo “Al, ti è caduta la gomma per terra”.

Albus fece finta di niente e riprese a leggere il testo assegnato dalla maestra.

Fu grazie ad Ulisse che l’assedio finì. Fece costruire un enorme cavallo di legno nella cui pancia si nascose insieme ad alcuni valorosi. Nel frattempo i Greci levarono le tende e fecero finta di andarsene. I Troiani si fecero trarre in inganno; aprirono la città al cavallo facendolo entrare e ponendolo nella piazza senza sospettare che fosse una trappola. Nottetempo Ulisse e i suoi compagni uscirono dal loro nascondiglio, aprirono le porte della città e fecero entrare l’esercito greco che era pronto fuori dalle mura

Un momento. Una trappola.

Troy Paris era anche stupido, oltre che grande e grosso. Stava ripetendo la quinta elementare, se si stava a quello che James diceva. Cioè, a dire il vero James diceva che era stato bocciato per il comportamento, ma Troy prendeva anche voti bassi.

Quindi se metteva qualcosa nelle patatine... avrebbe dovuto chiudere di nuovo la busta – ma dov’era Teddy quando serviva? Ovviamente a Hogwarts... – e magari la cosa avrebbe potuto funzionare, non sarebbe stato tanto difficile... bisognava soltanto pensare a...

“Al, il testo!”

Finire i compiti.

E magari anche mandare un gufo a Teddy con il pacchetto di patatine in cui infilare la sorpresa.

 

Qualche giorno dopo, nei corridoi della scuola

 

Come al solito, al suono della campana del pranzo, le porte delle aule si aprirono una dopo l’altra – non necessariamente in ordine – e gli alunni si riversarono nel corridoio.

Per Albus e Rose fu più che facile individuare James, come lo era di solito: sebbene fosse Albus ad assomigliare di più al papà, e comunque avesse i capelli decisamente mossi, James era stato l’unico dei tre Potter ad ereditare i capelli ribelli del papà e del nonno, per la disperazione della sua maestra che sperava in un maggiore decoro da parte sua.

“Ha smesso di piovere” commentò Rose guardando dalla finestra “Andiamo ai tavoli di fuori?”

“Non ci tengo” disse James “Saranno ancora bagnati di sicuro, e se mamma scopre che ho infangato i jeans buoni mi ammazza. Per non parlare della maestra poi”

“E mensa sia” disse Rose avviandosi

“Non così in fretta, mocciosi” una voce tristemente familiare ad Albus li fece voltare

“Fuori dalle scatole, Paris” disse James girandosi, pronto a difendere il fratellino

Per tutta risposta, Troy Paris strappò di mano lo zainetto ad Albus e ne estrasse il solito pacchetto di patatine.

Era il momento.

Recita, Albus. Recita.

“No! Lascia! Dammelo!” esclamò Albus cercando di riprenderselo. Se tutto andava bene, Troy gli avrebbe dato uno spintone e avrebbe aperto il pacchetto.

“Lascia in pace mio fratello, cretino!” disse James facendosi avanti. Troy lo prese per un orecchio e gli diede uno strattone, poi aprì il pacchetto di patatine.

E il petardo che Teddy ci aveva infilato dentro gli fece scoppiare il pacchetto in faccia, spargendo patatine tutto intorno e riempiendogli la faccia di fuliggine come in un cartone animato Babbano.

Solo a quel punto Albus sogghignò.

“Allora, ti basta o ne vuoi ancora?” chiese incrociando le braccia

Troy fissò Albus con aria shockata, poi fece un passo indietro. Poi si dileguò.

“Wow, l’hai fatto scappar via” disse James facendo seguire alla frase un fischio di ammirazione

“Fosse l’unico prepotente della scuola” sbuffò Rose

“Beh, una cosa è certa: questo non ci torcerà più un capello” sogghignò James

“Sì, a noi” continuò Rose

“Beh, direi che resta solo una cosa da fare, allora” disse James “Al, non è che riusciremmo a fare qualche sorpresina anche agli altri bulli? Alla fin fine immagino che ce ne siano altri in questa scuola”

Albus tirò una bottiglietta dallo zaino e prese un sorso d’acqua.

Fammici pensare

 

Tre del pomeriggio, strada davanti alla scuola

 

Harry capì che qualcosa era cambiato quando vide che Albus non aveva attraversato il cortile della scuola senza guardarsi indietro, ma aveva iniziato a giocare con una pozzanghera e si era fermato un momento alle altalene.

Stavolta fu James il primo ad arrivare alla macchina, ma non aprì la portiera del sedile davanti come faceva di solito, arrivando invece a quella di dietro.

“Cosa è successo, tu e tuo fratello avete rubato le mie scorte di Polisucco?” gli chiese girandosi

Prima che James gli potesse rispondere, si accorse che non poteva essere vero, perché anche Albus aveva aperto la portiera del sedile posteriore.

Sciò, prima che io cambi idea” fece James incrociando le braccia “Oggi stai davanti”

“Chi sei tu, che ne hai fatto di mio cugino Jim?” chiese Rose raggiungendo la macchina e facendo scoppiare Harry, James e Albus in un’allegra risata.

“Tuo cugino Jim ha deciso di cedere il posto ad Albus una volta tanto” concluse James facendole posto perché salisse “Dopotutto, un po’ di rispetto ci vuole, per mio fratello, astuto come Ulisse!”

Fece una breve pausa di silenzio, in cui tirò fuori la sua finta espressione pensierosa che più volte aveva fatto ridere Lily.

“Ma fai attenzione a non usare troppo tutte quelle rotelle che hai in testa, Al. Il Cappello potrebbe decidere di farti finire tra le Serpi!”

 

 

Spazio giudizio... beh, ho visto giudici meno puntigliosi riguardo alla punteggiatura (vedasi episodio 1), ma non mi lamento. De gustibus! (in blu, delle mie “giustificazioni” al giudizio)

 

Quarta classificata e vincitrice del premio Trovata Originale: “Astuto come Ulisse.” di JediKnightMarina55. 

Grammatica: 5, 50/10. 

Come vedi, in grammatica hai ricevuto un punteggio molto basso, mi è dispiaciuto assegnartelo. 
Il problema non è tanto l'ortografia, che ho trovato quasi perfetta, ma le virgole: ne hai saltate davvero molte. Parto segnalandoti un piccolo errore di battitura. 
“Dopo di lui c’era Rose, che Harry, d’accordo con suo cognato – nonché – migliore – amico, aveva acconsentito ad accompagnare e andare a prendere da scuola perché Ron ancora non aveva preso la patente.” 
Secondo me c'è un trattino di troppo, il che rende la frase meno scorrevole. (- 0, 5.) 
E non era un errore di battitura, l’ho fatto apposta. Era qualcosa tipo “Il – Ragazzo – Che – è – Sopravvissuto” che tante volte compare nella storia originale, mi è piaciuto pensare che Harry riprendesse scherzosamente titoli del genere.
Inoltre, ci sarebbe voluta una virgola dopo “prendere da scuola” e prima di “perché Ron.” (- 0, 20.) 
“Ti prego, dimmi che non hai fatto anche tu una sfuriata con le maestre come tuo fratello l’anno scorso” disse Harry girandosi mentre James saliva davanti. 
Qui hai saltato un inciso, la frase corretta era: “Disse Harry, girandosi, mentre James saliva davanti.” (- 0, 20.) 
“Disse James togliendosi una scarpa e strizzandosi un calzino.” 
Manca la virgola prima di “togliendosi.” (- 0, 20.) “Ribatté Albus quasi alzandosi in piedi.” Manca la virgola dopo Albus. (- 0, 20.) “Probabilmente se lo sentono loro, sarà un nome da vecchio.” Qui ci andava una virgola dopo Probabilmente. (- 0, 20.) 
“Commentò Albus accasciandosi sul tavolo.” Prima di Accasciandosi. (- 0, 20.) 
“Rose gli chiese alzando il libro di lettura.” Avrei trovato più adatto un “Gli chiese Rose”, ma così non è errato e non ho tolto punti. Però manca la virgola prima di Alzando. (- 0, 20.) 
“Probabilmente le domande sul testo erano una rottura peggiore del testo.” Qui c'è una ripetizione di “testo”. (- 0, 15.) 
“Tabelline a quanto pareva.” Manca la virgola dopo Tabelline. (- 0, 20.) 
“A quanto pare il punto debole di James è la matematica.” Avresti dovuto scrivere la frase al passato, come il resto della storia... “Il punto debole di James era la matematica.” (- 0, 10.) 
Nel documento originario la frase, un pensiero di Albus, era in corsivo, ma inviando la storia come testo della mail il corsivo è andato perduto. Mia disattenzione.
“Lo minacciò Rose alzandosi in piedi.” 
“Anzi sai che ti dico?” 
In entrambe le frasi manca una virgola. (- 0, 40.) 
“James la riprese da terra e fece per rispedirla al mittente quando la figura familiare della mamma apparve dalla porta...” Ci voleva una virgola prima di “quando.” (- 0, 20.) 
“Commentò Rose guardando fuori dalla finestra.” 
“Disse Rose avviandosi.” 
Anche qui mancano delle virgole. (- 0, 40.) 
“Disse James girandosi.” 
“Disse James facendosi avanti.” 
Anche qui, prima dei gerundi. (- 0, 40.) 
Ti scrivo le altre frasi con le virgole saltate... 
“Chiese incrociando le braccia.” (- 0, 20.) 
“Disse James facendo seguire alla frase un fischio di ammirazione.” (- 0, 20.) 
“Gli chiese girandosi.” (- 0, 20.) 
“Fece James incrociando le braccia.” (- 0, 20.) 
“Chiese Rose raggiungendo la macchina.” (- 0, 20.) 
“Concluse James facendole posto.” (- 0, 20.) 
Ti consiglio di fare più attenzione, la prossima volta. Ricorda che le virgole vanno messe prima di alcuni gerundi, come quelli che vengono dopo i dialoghi. 

Stile e lessico: 8, 50/10. 

Uno stile molto semplice, non è nulla di pretenzioso. Non è particolarmente ricco, però lo trovo scorrevole, essenziale e decisamente adatto al contesto e all'età dei piccoli personaggi. 
A parte per alcuni dialoghi, a volte il lessico utilizzato mi sembra un po' troppo per dei bambini. Per esempio, penso che la frase “I nomi da eroe sono fighi.” non sia molto credibile per un bambino di cinque anni. Lo stesso per “Saranno ancora bagnati di sicuro, e se mamma scopre che ho infangato i jeans buoni mi ammazza.” 
C'è anche una frase un po' contorta e incomprensibile: “Al, che poi dobbiamo rispondere alle domande. Che vuoi pensare alle domande tu.” 
Queste sono solo piccole cose che hanno abbassato il voto, ma per il resto lo stile va bene. 

Originalità: 9, 50/10. 

L'originalità non è piena perché il tema dello scherzo ai compagni di classe è molto utilizzato, però mi piace moltissimo il paragone che fai tra Albus e l'astuzia di Ulisse, utilizzando anche un testo riguardante questo eroe. 
È una trovata davvero originale che ha alzato di molto il tuo punteggio, complimenti.^^ 

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 9/10. 

Mi piace il carattere che hai dato ad Albus, mostrandolo timido e insicuro, ma con un lato astuto e la capacità di superare questa timidezza e organizzare uno scherzo per ribellarsi al bullo. 
Il punteggio non è pieno perché, secondo me, la caratterizzazione di un personaggio di cui si sa molto poco deve essere approfondita di molto, per essere completa. Invece tu mostri il carattere di Albus in uno dei tanti episodi della sua vita, senza concentrarti sulle altre sfumature, ma solo su alcune caratteristiche. 
Però mi complimento con te per una cosa: questa è una delle poche volte che incontro, in una fanfiction, un Albus Severus Potter che dimostra qualcosa dei Serpeverde. 
Mi spiego meglio... nelle fanfiction, Albus è quasi sempre un Serpeverde, è difficilissimo trovare una storia dove non lo sia. Va là e ci sta e basta, senza un perché, solo perché così impone lo stereotipo e lui deve fare amicizia con Scorpius. 
Raramente vengono dimostrate le caratteristiche che rendono il personaggio un Serpeverde. (Non in tutte, eh. Ma nella maggior parte...) 
Invece tu ti sei degnata di mostrare la sua astuzia, la furbizia, quel lato caratteriale per il quale, nella tua storia, Albus finirà a Serpeverde. È una cosa che ho apprezzato molto, complimenti! 

Rispetto del prompt obbligatorio: 4/5. 

Mi piace il modo in cui hai usato la pioggia, all'inizio e alla fine della storia, creando una piccola atmosfera. 
Però ti ho tolto un punto perché non l'ho trovata rilevante riguardo allo svolgimento della trama: il prompt avrebbe dovuto essere piuttosto importante. 

Rispetto del prompt facoltativo: 2/5. 

Sì, è presente la risata finale di Harry, James, Albus e Rose, ma l'ho trovata un elemento quasi insignificante. 
Il prompt avrebbe dovuto rivestire una qualche importanza, che io qui non noto. Infatti, se non ci fosse quella risata, non cambierebbe quasi nulla. 

Gradimento personale: 9/10. 

Nonostante il punteggio in grammatica, la storia mi è piaciuta. 
L'ho trovata scorrevole, molto piacevole da leggere, e il paragone con Ulisse è davvero originale. Ben fatta la caratterizzazione del protagonista, soprattutto per il lato Serpeverde che dimostra. Insomma, è una bella storia, complimenti!^^ 

Totale: 47, 50/60.

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