I Wammy's Boys non sono Babbani.

di MeroSP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shinigami domestico. ***
Capitolo 2: *** Crazy Taxi. ***



Capitolo 1
*** Shinigami domestico. ***


L era seduto alla sua scrivania, guardava fuori dalla finestra il temporale abbattersi sui vetri della Wammy's House. Sapeva da sempre che quello non era il suo posto, ma dopotutto.. lui non aveva un altro posto dove andare. Tutto ciò che gli rimaneva, erano quelle poche foto dei suoi genitori e il mantello blu di suo padre, che però aveva sempre lasciato chiuso in una scatola, per non rovinarlo. Sussultò quando delle zampine artigliate gli pizzicarono la mano, ma subito sorrise ed accarezzò il topino che aveva trovato in giardino un paio di mesi prima, la sua piccola Edvige, così l'aveva chiamata. Solo in quel momento, L notò che Edvige aveva qualcosa attaccato al collo, qualcosa come.. un foglietto di carta, arrotolato e legato per bene ad un nastrino rosso. Il ragazzo lo slegò e non appena lo aprì per esaminarne il contenuto, questo s'ingrandì diventando più simile ad una busta. Una busta elegante, dalla carta abbastanza antica, con un logo in ceralacca rossa e la scritta Hogwarts. Controllò l'indirizzo sul retro, scritto in corsivo con inchiostro color smeraldo, e sì, era per lui.
 
"Signor L Potter,
Camera 9 del dormitorio maschile,
36, Clifton Hill, Wammy's House,
Winchester".
 
Era decisamente per lui.
Perciò aprì la busta e ne lesse il contenuto. Parlava di una certa scuola di magia, in allegato c'era una lista con il materiale da comprare: una bacchetta magica, un calderone, una dozzina di libri con titoli strambi.. tutte assurdità, pensò. Non esiste, la magia. Stracciò la lettera e la gettò nel bidone della spazzatura, per poi scuotere il capo. L'unica cosa che non capiva era come diavolo avesse fatto il foglietto ad ingrandirsi in quel modo. L sospirò. Tanto, alla fine, doveva rimanere lì. In quell'orfanotrofio, perché diamine, anche se la magia fosse esistita, lui non aveva tempo per andare in giro a fare il maghetto! Lui era.. il miglior candidato alla successione del più grande detective del mondo, dannazione, altro che indovinare le carte e coniglietti che escono dai cilindri, quella era roba seria! Ritornò a fissare quel magnifico temporale che lì fuori tanto sembrava attenderlo, finché non sentì dei rumori dietro di lui, e no, non era un tuono. Sembrava più il rumore del suo letto che cigolava. Si voltò lentamente, non poteva sicuramente essere ancora qualcosa di strano. Infondo, le probabilità che succedesse ancora qualche assurdità erano al massimo del 13%.
E invece, sul suo letto, vi era un essere nero, alto, che all'inizio lo spaventò, ma poi gli sembrò davvero ridicolo perché aveva una bocca enorme e stava mangiando una mela.
«..chi sei tu?» chiese il ragazzo, con tutta la calma che aveva in corpo.
«Ryuk, signore, Ryuk, lo shinigami domestico!» esclamò l'altro, allargando quel sorriso già abbastanza inquietante di suo.
L infilò subito il braccio nel cestino, raccogliendo la lettera che aveva gettato lì dentro pochi istanti prima.
«Centri qualcosa con questa?»
Lo shinigami si avvicinò, levitando con i piedi a pochi centimetri dal pavimento, e osservò il foglio senza staccare i suoi enormi occhi gialli, lettera per lettera, senza muovere le pupille di un millimetro.
«L Potter ha ricevuto la lettera di ammissione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!» esclamò ad alta voce Ryuk. Subito il ragazzo gli fece segno di abbassare la voce.
«..fai silenzio, potrebbero sentirci!» bisbigliò, «..che cos'è questa.. scuola?»
«L Potter non sa di essere un mago?» domandò, stupito e retorico allo stesso tempo. Quegli occhi enormi sembravano covare la voglia immensa di dare spiegazioni al ragazzo. Spiegazioni che non tardarono ad arrivare. «Ti è mai capitato di far succedere cose che non riuscivi a spiegarti, nei momenti di rabbia o difficoltà?»
L ripensò a tutte le cose strane che gli erano successe intorno mentre era all’orfanotrofio. Quel test di matematica a cui era stata cambiata una risposta non appena si era accorto di aver sbagliato dopo la consegna, la maglietta rossa che gli avevano regalato che era diventata bianca durante la notte perché lui odiava il rosso, il peluche di quella ragazzina che lo infastidiva sempre che era.. esploso davanti ai suoi occhi. Lui in realtà aveva una teoria. Credeva che ogni giorno, il 70% delle cose avvenisse per volere degli altri, questo comprendeva il fatto di dover andare a lezione e le regole imposte dalla Wammy’s House, il 15% per volere suo, come giocare con gli amici o mangiare i dolci, il 14% a causa delle circostanze, ad esempio il tempo meteorologico, e il restante 1%, invece, avvenisse semplicemente per caso. Ora, come un vero scienziato, che non lascia nulla al caso, poteva rivedere e modificare la sua teoria. Quell’1% random avveniva perché.. perché lui era un mago. E frequentando una scuola di magia avrebbe avuto la possibilità di ampliare il suo 1% a 23%, aggiungendo tutto ciò che avveniva per suo volere e modificando una parte delle circostanze. Insomma, lui.. ci stava.
L sorrise, uno di quei buffi sorrisi che non era abituato a fare.
«Sì, ogni tanto mi capita.» farfugliò pensando a tutti quei numeri che si mischiavano contemporaneamente nella sua testa. «Sei venuto per portarmi ad Hogwarts?» chiese poi, diretto come sempre.
Lo shinigami scosse la testa. «No, signore. Ryuk è venuto ad avvertire il signor L Potter di non andare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts! Cose terribili stanno per accadere..»
Le idee del ragazzo iniziarono a confondersi di nuovo. Non voleva venire coinvolto in quelle cose che nemmeno lo riguardavano, ma infondo.. era curioso. Voleva saperne di più, il suo istinto da detective compariva solo quando c’erano di mezzo queste cose. Cose strane, che lo riguardavano personalmente, o semplicemente difficili. E ora c’era tutto, tutto insieme. Non poteva perdere questa occasione.
«Che genere di cose, Ryuk?»
Posò i suoi immensi occhi gialli su quelli color pece di L Potter. «Un complotto!» esclamò ad un tratto lui. «Hanno scambiato il signor L Potter per un’altra persona e stanno complottando contro di lei.. vogliono uccidere L Potter, signore!»
Lui non fece in tempo a proferir parola, che Ryuk aveva già iniziato a sbattere la testa contro il muro, mentre vociava che non doveva dirlo e che si doveva punire per quello che aveva appena fatto. La cosa che L non capiva era quale male potesse farsi, dato che, con la testa, semplicemente trapassava il muro e tornava indietro. Scosse il capo per mandar via quel pensiero, dopotutto che gliene importava se quella buffa creatura masochista voleva farsi del male contro il muro di camera sua e non ci riusciva? L si decise.
«Ryuk, Ryuk, Ryuk, fermo.» sentenziò. «Io andrò alla scuola di Hogwarts. Dopotutto, sono un  detective. È mio compito indagare su queste cose per poter preservare la sicurezza di tutti» oh, da quanto tempo desiderava dire una frase del genere. Ora non c’era persona al mondo più fiera di lui. «Piuttosto tu.. insomma, gradirei se riuscissi ad avvertire la persona su cui stanno veramente complottando e.. cerca di non spaventarla, per favore..».
Lo shinigami sorrise di nuovo in quel modo inquietante.
«Ehi aspetta!» scattò L, pensando di vederlo sparire nello stesso modo in cui era comparso. Fece un passo verso la sua scrivania, estraendo delle mele. Quella della sera prima, più quelle che gli avevano rifilato a pranzo e colazione. Era molto più che felice di liberarsene. «Ecco, tieni.» consegnò le mele nelle mani di Ryuk, i cui occhi color limone si illuminarono in segno di immensa gratitudine. «Ryuk ma.. come ci si arriva ad Hogwarts?» chiese il detective a cui solo ora era balzata in mente la domanda.
«É facile!» esclamò lo shinigami godendosi contento la sua nuova mela. «Binario 9 e ¾!»
Il ragazzo non fece in tempo a pensare a quanto fosse assurda quella risposta -lui era stato in due stazioni in vita sua, e non aveva MAI visto un binario 9 e ¾!-, che Ryuk era già svanito nel nulla con uno schiocco di dita.
L sospirò, si sedette sul letto e riaprì quella busta. C’era il 41% di probabilità che quello fosse tutto un suo stupido sogno. Controllò la data sulla lettera, in teoria, le lezioni avrebbero dovuto incominciare il 1° settembre, aveva ancora un paio di mesi per prepararsi ma.. come poteva permettersi di comprare tutte quelle cose? Lui non aveva soldi! E poi.. dove le avrebbe comprate? A Winchester non si trovano facilmente negozi che vendono calderoni e bacchette magiche! Le labbra di L si contorsero in una smorfia. Forse era meglio abbandonare tutto e pensarci meglio il mattino seguente, a mente fresca. Avrebbe trovato una soluzione.
Si infilò sotto le coperte, spense la luce e chiuse gli occhi, mentre Edvige si infilava agilmente su per una manica della sua maglietta, facendogli il solletico come ogni sera.




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Can you find me space?
Ho mooolte cose da dire in queste NDA.
Per prima cosa, ho cambiato nickname qui su EFP, prima mi chiamavo YouDaw, ora sono MeroSP. L’ho fatto semplicemente perché mi sono registrata ad EFP qualche anno fa e a quei tempi usavo quel nome, ma ora non mi appartiene più, ed è da un sacco che mi chiamano tutti Mero.
Qui, invece, si parla della storia vera e propria. L’idea è nata da una ragazza di nome Bubblegum che ha fatto domanda per una crossover tra Death Note e Harry Potter nel forum di EFP. Prima di aver letto quel topic io non conoscevo NULLA di HP. Mi ero fermata al secondo film quando avevo circa 8/9 anni. Ma mi è sembrata un’idea geniale e ho voluto davvero provarci. Adesso, grazie al mio migliore amico che mi ha letteralmente stressata perché voleva andare a vedere al cinema l’ultimo capitolo ho dovuto guardarmi TUTTA la saga di HP in una settimana. E.. sono andata in fissa xD Ho rivisto un’altra volta i film e incominciato a leggere i libri, in queste due settimane passate in vacanza in Abruzzo sono riuscita a finire i primi tre e mi sento potente (?). Insomma, quando vado in fissa con qualcosa è davvero difficile che mi passi, Death Note dura ormai da 4 anni LOL
In sostanza ho scritto tutta questa cosa qua sotto perché ci tenevo davvero a ringraziare Bubblegum e Ricky per avermi fatto riscoprire il magico mondo di HP.
Parlando della storia vera e propria.. beh, lo farò nelle NDA del prossimo capitolo, che è già pronto e posterò tra una settimana, perché mi sono già dilungata un sacco –as always.-
Ringrazio in anticipo chi recensirà, non sapete quanto apprezzi il vostro parere :3
Bye bye chuu
MeroSP

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Capitolo 2
*** Crazy Taxi. ***


L Potter dormiva beatamente, sognando quello strano essere che aveva conosciuto prima in mezzo ad un enorme piscina piena di mele rosse. Nulla lo avrebbe svegliato, se non fosse stato per quel dannatissimo rumore di motore e quel clacson che continuava a strombettare proprio accanto alla sua finestra. Riaprì gli occhi, li stropicciò e notò che la luce dei fanali illuminava proprio la sua stanza. L fu costretto ad alzarsi, calpestando la coda del povero topolino che nel frattempo era sceso dal letto. Chi diavolo poteva volere qualcosa da lui a quell’ora della notte? Aprì la finestra e rimase meravigliato come mai prima d’ora. Una macchina gialla vecchio modello fluttuava a pochi centimetri dal cornicione, a guidarla c’era un ragazzo con i capelli rossicci tenuti schiacciati alla testa da un berretto nero simile a quello dei poliziotti, e gli occhi coperti da due grandi occhialoni da aviatore. Lo guardò, stupito e assonnato allo stesso tempo. Il rosso abbassò gli occhiali, lasciandoli cadere a penzoloni sul collo e sorrise.
«Taaaaxiii!» esclamò alzando un braccio al cielo come un qualche eroe dei videogiochi uscito vittorioso da una battaglia. Solo in quel momento L notò la scritta nera sul tetto della macchina “Taxi volante – Quando la vostra scopa non ne vuole sapere di partire!” e si chiese cosa ci facesse davanti alla sua finestra, dato che lui non aveva una scopa.
«Allora?! Che aspetti a salire?!» domandò il rosso con tono impaziente. «Sbrigati!»
L sussultò, titubante dal salire su quell’auto. «..chi sei?» in quel momento notò che sui sedili posteriori vi era un altro ragazzino, un albino minuto, tutto vestito di bianco, che se ne stava accucciato ad arricciarsi i capelli sull’indice. «..siete.», si corresse poi.
«Matt, Matt Weasley!» esclamò il rosso tutto esaltato «e lui è Nate, ma non parla quasi mai.». L’albino alzò lo sguardo verso L, scrutando nei suoi profondi occhi neri, per poi abbassarlo subito una volta che il ragazzo se ne accorse, e ritornare a torturarsi i riccioli biancastri.
«Daiii sbrigati, salta su! Ti portiamo a Londra, bello!» esclamò il rosso, ancora più precipitoso.
«Mi portate al binario 9 e ¾?» chiese L con uno strano sorrisetto dipinto sul viso.
«Stazione di King’s Cross, è lì che andiamo, bello!» dichiarò il rosso.
Subito tornò in stanza e cacciò le sue poche cose all’interno di una borsa, prese con sé Edvige e si affacciò alla finestra. La portiera sul retro della macchina si aprì di scatto ed L vi ci lanciò la borsa all’interno, per poi salire a sua volta, a fianco dell’albino che lo guardava sempre più incuriosito.
«Prontiii?» domandò l’autista ghignando. «Prossima fermata, Diagon Alley!», non fece in tempo a finire la seconda parola, che il taxi giallo era partito a razzo nei cieli di Winchester. L era rimasto terrorizzato e allo stesso tempo meravigliato della velocità con cui quella macchina fosse partita e ora stesse sfrecciando dritta verso la grande città. Il viaggio non sarebbe dovuto essere particolarmente lungo, ma comunque, cercò un modo per fare conversazione con quei due tipi strambi.
«Quindi voi due siete.. dei maghi?» appena ebbe concluso la frase, l’albino annuì per rispondergli, mentre l’altro era tutto preso dalla guida. «State andando ad Hogwarts?»
Questa volta fu Matt a rispondergli, «Sì, è il nostro primo anno!», era eccitato più che mai.
«Anche il mio.», L sorrise, si sentiva sollevato perché aveva capito di non essere solo. Ma a differenza sua, gli altri due sembravano non sorprendersi nel vedere macchine volanti e cose del genere. «..da quanto sapete di essere.. dei maghi?»
«Io da sempre!» attaccò il rosso, «i miei genitori erano dei maghi, e i miei fratelli, anche loro.»
L’albino invece sembrò fare uno sforzo immenso per parlare. «Io.. io.. da poco.. quando mi è arrivata la lettera non sapevo di essere un mago..» un leggero rossore gli comparve sul volto «..i miei genitori erano dei Babbani.. ma ora ho imparato a memoria tutti gli incantesimi del libro di magia e ne so fare qualcuno..» farfugliò, continuando ad arricciarsi i capelli.
«Babbani? Cosa sono?» domandò L che non riusciva a capire completamente la frase di Nate.
«Quelli che non hanno i poteri magici.» spiegò Matt.
«..ah! ..Io non ho i libri. E non ho soldi.» si ricordò L improvvisamente, sentendo parlare l’albino.
«Non ti preoccupare. Questi taxi sono forniti dal ministero della magia per i maghi orfani. Io e Nate viviamo nell’ orfanotrofio di Corsham, insieme ai miei fratelli che ora sono tutti su un altro taxi. Funziona così: più gente sale sul taxi, più il tassametro sale in fretta.. e alla fine da un cassettino escono i Galeoni che corrispondono alla cifra del tassametro, e li divideremo. Nate e io però abbiamo sia i libri che la divisa, perché due dei miei fratelli hanno già finito la scuola e ce li hanno regalati! Quindi, ci mancano solo le bacchette e potremo usare parte della nostra cifra per comprare.. mh.. dolci!»
All’ultima parola di Matt, gli occhi di L si illuminarono d’oro puro. Dolci.. in effetti aveva proprio una certa fame.
«..o depositarli in banca..» commentò l’albino, più responsabile degli altri due. Quella forse era l’idea migliore.
«Nessuno di noi ha un conto alla Gringott, saputello.» lo canzonò il taxista.
«Ne potremmo aprire uno tutti insieme.. un conto dolci per orfani!» esultò L, preso più che mai dall’idea di avere dei dolci e anche da quella di non perdersi nulla di quel mondo magico.
«Hey hey hey ci avete mai giocato a Crazy Taxi?!» domandò d’un tratto il rosso, cambiando totalmente argomento. Gli altri due lo guardarono allibiti. Nessuno dei due aveva la minima idea di cosa stesse parlando. «Ma sì, quel giochino flash sul computer dei Babbani! Quello che devi guidare il taxi saltando le macchine, dai!», continuò sempre più convinto. L e Nate, in quel momento, erano terrorizzati. «Ho scoperto una cosa fighissima, guardate!» premette un pulsante sul cruscotto e delle molle fecero capolino da sotto la macchina, dando una forte spinta verso l’alto. Matt planò con l’auto sulla strada, deciso a provare sul terreno quella nuova scoperta. Sfrecciava a tutta velocità sulla via, saltando le file di macchine che gli si paravano davanti, senza badare agli strilli sconvolti degli altri due. Tra l’altro, ogni volta che premeva quel pulsante, la cifra sul tassametro si alzava di un po’, come se fosse il punteggio di un videogioco, e questo dunque significava una sola cosa: più dolci per tutti.
«Siamo arrivati, belli.» Matt sorrise, parcheggiando la macchina vicino ad un’altra uguale, in una stradina alla periferia di Londra. A Nate ed L ci vollero una manciata di minuti per riprendersi dallo choc subìto, ma dopo qualche respiro affannato e passata la nausea, entrambi furono pronti a scendere dalla macchina.
«Non farlo mai più.» sbottò l’albino, che in quel momento sembrava aver perso tutta la timidezza che rivelava prima. Matt non lo calcolò nemmeno, e si mise a spiegare cosa dovevano fare.
«I miei fratelli mi hanno detto spiegato che per arrivare a Diagon Alley bisogna entrare in un pub che si chiama “Il Paiolo Magico”, o una roba del genere. Poi.. boh, chiederemo informazioni lì.». Si sistemò gli occhialoni da aviatore sulla fronte, pronto a ripartire dopo aver raccolto le monete d’oro che erano uscite dal cassettino del taxi e aver commentato con uno “Wow” incantato, perché non aveva mai visto tutti quei soldi insieme. Tra tutti e tre lui sembrava il più convinto, quindi L e Nate lo seguivano praticamente alla cieca, visto che non avevano fratelli più grandi su cui fare affidamento e a Londra non erano mai stati. Iniziarono a vagabondare per quella stradina con i loro bagagli, raggiungendone poi una più grande e sentendo Matt borbottare qualcosa come “Dovremmo esserci, è da queste parti..” a ogni curva che facevano. Stavano proseguendo dritti quando ad un tratto Nate si bloccò e si mise a fissare l’insegna di un pub, di legno vecchio e logoro, con la scritta ormai quasi illeggibile “Il Paiolo Magico”.
«Mh.. forse.. forse è questo..?» disse timidamente, mentre gli altri due erano già passati oltre. Matt ritornò di corsa e controllò a sua volta l’insegna.
«Ci siamo!» esclamò con un largo sorriso. Gonfiò il petto ed entrò tutto fiero al Paiolo Magico, spingendo un immenso portone anch’esso di legno visibilmente trascurato, con L e Nate al seguito. Si avvicinò al bancone e si sedette su uno sgabello rotondo. Lì dentro tutto era di legno scuro, consumato dal tempo, ma a nessuno sembrava importare. Si aggiravano per il pub strani individui con cappelli a punta e mantelli di tutti i colori, gli occhi di tutti loro puntarono sui tre ragazzi non appena entrarono. «M.. mi scusi..» , fece Matt timidamente dopo un colpo di tosse per schiarirsi la voce. Da dietro il bancone spuntò un tizio losco, calvo e con la schiena gobba. «Desidera?» domandò con voce stridula.
«..per Diagon Alley?» chiese il ragazzo senza troppi preamboli. Il gobbo sbuffò, prese Matt per il colletto della maglia a righe e lo trascinò con sé in una stanza dietro al bancone. Il ragazzo riuscì a voltarsi verso gli amici, lanciando loro uno sguardo impaurito, e i due lo seguirono a ruota dietro al bancone.
«Ah, ci siete anche voi due.» si accorse il barista, che li aveva portati in una stanza vuota, con solo un muro in pietra. Estrasse la bacchetta magica e colpì la barriera tre volte su una mattonella. Dopo una manciata di secondi, questa si aprì in due, formando un varco che portava direttamente su una strada molto affollata. «Su, su, sbrigatevi.», fece burbero il gobbo, spintonando Matt verso l’apertura nella parete e facendo segno agli altri di seguirlo. Subito L e Nate oltrepassarono il varco, che si chiuse alle loro spalle in pochi secondi, e si ritrovarono in quella strada brulicante di gente vestita in modo bizzarro, come i clienti del pub. Matt era finito steso a terra, per colpa di quella spinta aveva inciampato sul suo baule. Si rialzò, massaggiandosi la spalla su cui era caduto e sistemandosi i pantaloni. «Benvenuti a Diagon Alley!» esordì sorridente, osservando in ogni minimo dettaglio quella via così inusuale.



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Ecco, finalmente, il secondo capitolo.
Come promesso, parlerò qui della storia vera e propria. Come avrete intuito da questo capitolo, ci sarà una specie di "corrispondenza" tra personaggi: L sarà Harry, Matt sarà Ron, e Near, Hermione. Non rispetteranno ovviamente tutte le caratteristiche del terzetto di Harry Potter, ho intenzione di lasciare i Wammy's Boys il più IC possibile. I personaggi a cui non ho dato una corrispondente Deathnotiano, invece, molto probabilmente faranno comparsa come personaggi di Harry Potter -nel prossimo capitolo, credo verrete a conoscenza di due teste rosse :3-. Ma ovviamente ci sono altri personaggi di Death Note che devono ancora comparire ù_ù
Vi ringrazio tutti per recensire e seguire la storia, spero che mi darete un parere anche su questo capitolo.
Il terzo probabilmente arriverà con un po' di ritardo, chiedo scusa già ora, ma sto scrivendo un sacco di cose contemporanemente e.. @__@
Arrivederci al capitolo numero 3, allora :3
Baci,
MeroSP.

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