Pantera e Logan: X-men 1

di Nakara86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno ***
Capitolo 2: *** Secondo giorno ***
Capitolo 3: *** Terzo giorno ***
Capitolo 4: *** Due giorni dopo ***



Capitolo 1
*** Primo giorno ***


Questi racconti mi sono venuti in mente molti anni fa, intorno al 2006, quando la mia vena scrittoria e capace di inventarsi storie si è presentata. In quel periodo ho inventato un personaggio degli x-men, uno che non avrebbe futuro all'interno della squadra per la semplice ragione che il suo potere non permetterebbe più ai suoi colleghi di vivere avventure. Può esistere solo se Logan è nei dintorni perché in quel caso lui non terrebbe conto dei suoi consigli e farebbe comunque di testa sua. Così farà per tutta la durata di queste scene che di per sé non hanno l'obiettivo di raccontare avventure ma di studiare i personaggi e il fascino che Wolverine esercita su di me.

I momenti mancanti sono inseriti all'interno della vicenda del primo film degli x-men quando la mia mutante non era altro che una giovane studente del professore che sognava di entrare a far parte della squadra.

PRIMO GIORNO.

Per i corridoi dell'Istituto c'era movimento, troppo per i suoi gusti, soprattutto quando era impegnata a fare gli esercizi che il Professore le aveva suggerito di svolgere. Come faceva a concentrarsi mentre per i corridoi si muovevano branchi di ragazzini urlanti? Neanche il tempo di formulare quel pensiero che le urla si spensero permettendole di tirare un sospiro di sollievo per respirare dalla finestra boccate d'aria fresca e salutare del parco.
Mentre osservava fuori, vide Ciclope e Tempesta tornare dalla missione che il Professor X aveva assegnato loro. Scott Summers, alias Ciclope, stava trasportando quello che sembrava un ammasso informe di vestiti mentre Ororo Munroe, Tempesta, stava trasportando con l'ausilio di un piccolo tornado un uomo apparentemente in fin di vita. Da dove si trovava lei sembrava sulla trentina e si chiese per quale ragione venisse portato all'Istituto. Magari era stato coinvolto in uno scontro, rimanendo ferito e verosimilmente bisognoso di cure.
Diede un'ultima ed annoiata occhiata agli scritti del Professore ed uscì nel corridoio. Gli altri studenti erano tornati nei dormitori prima di cena e lei si mosse velocemente verso le scale per cercare di vedere meglio. Quando i due mutanti arrivarono si trovavano esattamente davanti a lei che curiosa, li seguì, consapevole che nessuno di loro se ne sarebbe accorto perché la sua mutazione la rendeva agile e silenziosa come un felino... per questo si faceva chiamare Pantera.
Ciò che stava trasportando Ciclope non era un ammasso di abiti, ma una ragazzina molto più giovane di lei, dai capelli corvini ed una carnagione tanto chiara da sembrare quasi malata.
Tempesta invece trasportava l'uomo che Pantera non poté fare a meno di notare: carnagione scura, lineamenti tanti duri da sembrare essere stati incisi nella pietra, capelli neri e lunghi, pettinati in modo bizzarro quasi a ricordare le orecchie di un lupo ed una barba incolta che si univa alle basette a contornare una bocca disegnata.
La ragazza si fermò, colpita da quella visione ma quando lo fece, i due mutati sparirono nell'ascensore che portava al seminterrato dove erano situati i laboratori e la vera base operativa degli x-men. In quei corridoi tappezzati di metallo vi erano: Cerebro, l'enorme macchina trova mutanti che Xavier aveva costruito insieme a Magneto, il suo vecchio compagno di avventure da cui si era dovuto separare nel momento in cui le loro ideologie si erano scontrate, l'infermeria, il garage del Jet, la camera del pericolo ed i laboratori in cui i mutanti più potenti, quelli celebrali, potevano esercitarsi. Per quelli come lei e Colosso, che avevano un potere fisico c'erano la palestra e la camera del pericolo, luogo dove a loro però non era ancora permesso entrare perché solo i componenti della squadra potevano usufruirne.
E così, doveva essere lui il famoso Wolverine, il mutante che Magneto stava cercando.
"Pantera!" la giovane si voltò e vide il volto di Colosso, studente della sua stessa annata, che studiava come lei da anni nella scuola per “ragazzi dotati”. Loro due avevano ormai poco dei ragazzini che erano cresciuti lì, 23 anni lei e 24 lui, erano gli studenti più vecchi, i prossimi che sarebbero entrati a far parte della squadra, speravano.
"Ciao Colosso!" disse lei dandogli un pugno amichevole sulla spalla, di diverse spanne più in alto della sua. 
"Cosa ci fai qui?" le chiese lui.
"Curiosavo... hai sentito dei due nuovi mutanti che sono arrivati?" 
Lui non rispose ma sorrise.
"I segreti! Non sono mai stati di casa qui, vero?"
"Beh no, non durano molto se qualcuno si prende la briga di raccontarli a tutti." disse lui mentre osservava Pyro avvicinarsi con finta casualità all'ascensore.
"Pyro? - Intervenne Pantera – non dovresti essere in camera a prepararti per la cena?" chiese lei incrociando le braccia.
Il ragazzino, appena diciassettenne, la guardò colpevole e mettendo il broncio risalì le scale.
I due giovani si osservarono e per un secondo accarezzarono anche loro l'idea di scendere nei piani inferiori per scoprire di cosa e soprattutto di chi si trattasse, ma poi desistettero, consapevoli che avrebbero dovuto attendere che i due venissero presentati ufficialmente, cosa che con ogni probabilità sarebbe accaduta quella sera stessa. Dopo un ultimo sguardo all'ascensore i due si trascinarono via a vicenda e salirono le scale.
Come d'abitudine Xavier presentò alla scuola la nuova studente, Marie, alias Rogue e Logan, Wolverine. Quest'ultimo non sembrava molto a suo agio in mezzo a quella folla e Pantera un po' si riconobbe in lui. A suo tempo anche lei era stata presentata alla collettività ma non aveva seguito i corsi come tutti gli altri ragazzi perché il suo potere, quello vero, sarebbe stato utilizzato male in una classe di adolescenti e così lei poté avere il privilegio di prendere lezioni private dallo stesso Professore Charles Xavier.
Dopo le presentazioni mangiarono ma Wolverine sparì velocemente come era arrivato e lei pensò che sarebbe stato un bel gesto andare a dare il benvenuto all'affascinante mutante. Xavier le aveva indicato la stanza che avevano lasciato a Logan  e mentre vi si avviava incontrò Jean Grey che la salutò con un tremante cenno della mano ed un sorriso emblematico. La mutante si voltò e continuò a guardarla finché questa non sparì oltre la porta di camera sua. Quando si rimise in marcia vide che c'era già qualcun altro  che stava dando il benvenuto al mutante: Ciclope.
A giudicare da come si stava atteggiando sulla porta, Pantera pensò che potessero essere solo due le cose che poteva stare facendo: vantarsi, o giocare al principe che difende la propria donzella.
"Fai attenzione, potrei non esserci la prossima volta..." lo sentì dire.
E ti pareva? "Senti un po' chi è arrivato, il piccolo sbruffone..." esclamò lei appena fu a portata di orecchio dei due mutanti.
"Ciao Pantera." rispose secco lui.
"Ciao Ciclope." rispose lei mostrando un sorriso beffardo che non tardò a far imbestialire l'uomo davanti a lei. Pantera era l'unica della scuola ad avere la straordinaria capacità di far imbufalire il caposquadra senza avere nemmeno bisogno di parlare.
"Togliti quel ghigno dalle labbra altrimenti..." iniziò lui cercando di usare un tono tranquillo e misurato, ma senza successo.
"Altrimenti cosa? Mi fai arrosto?" lo interruppe e fu quasi sicura di aver visto un sorriso stupito sul volto imbronciato di Logan.
"Potrei farlo..."
"No che non lo farai..." disse lei indicandosi distrattamente una tempia e sorridendo sardonica.
"Non ti permetto di..."
"Ciclope, prima ho visto Jean per il corridoio... credo che abbia una voglia matta di stare un po' con te." disse come un'amica che rivela un segreto ad una persona che non dovrebbe saperlo.
Lui la ignorò e si voltò di nuovo verso Logan: 
"Buona notte... e giusto perché non vorrei ci restassi male... stai lontano dalla mia ragazza... ed anche da lei, è pericolosa." disse lui facendogli l'occhiolino ed indicando la giovane mutante al suo fianco.
"Ehi, Occhioni... io non incendio niente..." continuò lei sorridendo a metà tra una smorfia ed un sorriso angelico.
"Buona notte a tutti... tranne a te." disse lui sorridendo alla ragazza.
"Grazie altrettanto!" disse lei facendo un sguardo sfavillante come se l'augurio che Ciclope le aveva fatto fosse stato il migliore di tutti.
La giovane lesse lo sconcerto ed anche un certo fastidio negli occhi di Wolverine. Erano rimasti soli ed il silenzio era imbarazzante; non doveva essere molto contento di avere altra gente tra i piedi.
"E così, tu devi essere Wolverine! - iniziò – piacere io sono..."
iniziò lei allungando una mano verso di lui per presentarsi, ma questi sguainò gli artigli e disse: 
"Non ho bisogno di essere difeso."
"Pantera! -  disse lei ritraendo la mano – wow." esclamò osservando i lunghi artigli di metallo che fuoriuscivano dalle nocche arrossate dell'uomo, poi alzò lo sguardo su di lui e lesse in quegli occhi, dolori indicibili e cose terribili che doveva aver visto e vissuto.
"Lo vedo..." disse lei riportando lo sguardo sulle mani artigliate dell'uomo e cambiando discorso.
"Senti, non dare retta a quel damerino dagli occhiali firmati. È solo capace a minacciare, è assolutamente innocuo ed ha un orgoglio grande come l'Everest."
Logan la ascoltò poi chiese: 
"Non ti va molto a genio, coso, come l'hai chiamato? Occhioni, vero?"
La ragazza sorrise: 
"È così evidente? - chiese lei senza attendersi una risposta. - Diciamo che ci siamo sempre mal sopportati..." aggiunse poi.
"Come mai?" chiese l'uomo.
"Non lo so, molti la definiscono “questione di pelle” io preferisco dire: “Incompatibilità di carattere”".
"È la stessa cosa..." rispose lui lapidario.
"No, nel primo caso non si sa bene per quale ragione, nel secondo invece si." concluse.
"Sei una studente di Xavier?" chiese senza attendersi una risposta, spiazzato da una esclamazione tanto puntuale.
Pantera sorrise: 
"Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, chiedimi pure, la mia stanza è quella infondo al corridoio."
"Qualsiasi?" chiese malizioso.
"Qualsiasi." rispose lei sorridendo languida.
"Non credo che avrò bisogno di niente in ogni caso..." concluse poi lui.
"Infatti ho detto se... - sottolineò la mutante. - Buona notte... Logan, vero?"
"Logan...  buona notte ..." disse, ma la ragazza era già sparita oltre la porta così lui si voltò e si mosse verso il letto.
"Ah dimenticavo! - disse la ragazza apparendo di nuovo sulla soglia – Benvenuto."
"Non starò molto..."
"Benvenuto lo stesso." disse lei facendogli l'occhiolino e sparendo su per il corridoio che portava in camera sua.
 
La ragazza spalancò gli occhi, svegliandosi violentemente da quell'incubo con Logan come protagonista. Si alzò seduta cercando di riprendere il controllo del respiro affannoso e del cuore che batteva impazzito. Lo aveva visto agonizzante, su una torre, con gli occhi spalancati e la pelle avvizzita... in fin di vita.
Si ricordava con orrore il momento in cui i suoi poteri mutanti si erano manifestati, il primo maledetto dejavù dei tanti che le avrebbero riempito la vita da quel momento.
Incubi di morte e disperazione, in cui qualcuno rischiava la vita o addirittura moriva, incubi in cui lei non poteva fare niente perché quando le visioni si avveravano era troppo tardi. Una vita terribile l'attendeva e lei avrebbe voluto tanto strapparsi di dosso un potere che reputava inutile e che nemmeno il Professore aveva osato contrastare “È troppo pericoloso” diceva.
Le visioni arrivavano quando volevano, più spesso nel sonno, quando la sua mente era più vulnerabile e per quanto da anni stesse tentando di circoscrivere il raggio d'azione del suo potere, il risultato era stato desolante. Poi una visione veloce le passò davanti agli occhi, tanto che quasi faticò a vedere il viso di Rogue sconvolto e gli occhi spaventati di Logan guardare la ragazza davanti a lui.
Stava per succedere, quelle visioni aveva imparato a riconoscerle ed erano le peggiori, quelle a breve termine. La ragazza si lanciò giù dal letto in direzione della stanza di Logan senza svegliare nessuno perché nessuno percepiva la sua presenza.
Corse a perdifiato verso la stanza in cui lui dormiva e quando arrivò, vide la sua visione diventare una terribile realtà. Rogue era immobile davanti a lui, gli artigli del mutante le avevano trapassato la spalla destra.
L'uomo li ritrasse e fece per sorreggere l'esile corpicino della piccola, ma lei gli toccò una mascella e lui iniziò a tremare. Pantera rimase immobile, incapace di capire chi dei due stesse rischiando di più la vita: non lo vedeva. Poi la sua impulsività pose fine alla questione: 
"Logan!" urlò.
Rogue si spaventò e mollò la presa sul viso del mutante che cadde a terra in preda alle convulsioni. Rogue corse fuori e Pantera andò in soccorso a Logan stringendolo a sé.
"Jean! Jean!" urlò la giovane. Dopo poco tempo la dottoressa apparve sulla soglia insieme a Ciclope e a mezzo Istituto.
"Cos'è successo?" chiese Jean.
"Non lo so! Cioè, si lo so ma... aiutatemi..." disse la mutante iniziando a prendere Logan per le spalle mentre Ciclope prendeva i piedi.
"Ma il Professore non ha detto che non può morire?" chiese Ciclope.
"Infatti non può..." disse Jean che faceva strada verso l'infermeria.
"Visto?" chiese Scott.
"Certo, allora la prossima volta lo lasciamo agonizzante per terra?" chiese caustica Pantera.
"Avrebbe preferito..."
"Avresti preferito tu..." rispose la ragazza.
"Caspita quanto siamo acide, siamo preoccupate per il nostro mutante?" chiese ironico l'uomo.
"Mettiamola così: se ci fossi stato tu, non sarei qui a portarti in infermeria ma in un pub a festeggiare!" risposa secca la ragazza, ma quella volta Jean intervenne: 
"Finitela là dietro!"
Lo sguardo che Pantera le lanciò sarebbe stato in grado di incenerire una foresta. I pochi anni di differenza tra loro due non le davano diritto di parlarle come si parla ad una bambina capricciosa ma non rispose: avevano raggiunto l'infermeria.
Sistemarono Logan su un lettino e Jean, dopo averlo coperto con una coperta di lana, disse: “Bene, torniamo a dormire.”
"Andate pure, io resto qui." esclamò la giovane.
"È tutto sotto controllo..." disse la dottoressa paziente.
"Si, anche prima pensavamo che lo fosse... io resto qui, buona notte." disse lei prendendo una sedia e spostandola vicino a Logan.
La coppia non rispose ed uscì dalla stanza lasciando Pantera a vegliare su Logan.
"...Hazel ..." sentì la voce di Xavier provenire da dietro le sue spalle.
La ragazza si voltò stupita a guardare il Professore osservarla con il suo solito sguardo magnanimo: non l'aveva sentito arrivare.
"Non chiamatemi Hazel, sapete che lo detesto!"
"Invece ti si addice..." disse l'uomo.
"È un nome da strega!" esclamò la giovane.
"Qualcuno potrebbe pensare che tu lo sia sul serio..." disse una voce roca ma fievole e provata.
"Logan!" esclamò la giovane.
"Ti chiami Hazel sul serio?" chiese ancora l'uomo tenendo gli occhi chiusi.
"... si ..." rispose lei con una smorfia.
"Cosa mi è successo?"
"Rogue" rispose Xavier evitando così a Pantera di dover dire qualcosa di spiacevole.
"Rogue? Cosa? - chiese Logan in tono preoccupato – Rogue?! L'ho ferita, devo!..." disse l'uomo tentando di alzarsi dal letto, ma Pantera glielo impedì rimettendolo giù con forza, troppa forse a giudicare dal grugnito di dolore che fuoriuscì dalle sue labbra.
"Sta bene." continuò il Professore.
"Cosa mi ha fatto?" chiese Wolverine a Charles cercandolo con lo sguardo ed ignorando completamente la ragazza.
"Rogue assorbe l'energia vitale di altri esseri viventi, in caso di mutanti, anche i loro i poteri. L'hai ferita, ma il tuo stesso fattore rigenerativo l'ha salvata."
Logan chiuse gli occhi e sospirò affaticato ed infastidito dalla luce dell'infermeria.
"E tu cosa ci fai qui?" chiese infine alla ragazza in un tono tanto brusco che a lei morirono le parole in bocca, limitandosi ad osservare il professore con sguardo supplichevole.
"Lei si è accorta di quanto stesse succedendo." disse Charles sorridendo.
"Per forza! Ho urlato."
"No, non l'hai fatto – intervenne la giovane – non hai fatto in tempo."
Logan aprì a fatica gli occhi e lo osservò interrogativo: 
"Potete spegnere la luce per favore?"
"Si, la spegniamo e tu dovresti dormire, devi riprenderti."
"Sto benissimo..." esclamò.
"No, non è vero." rispose il Professore guardando nel profondo degli occhi del mutante davanti a lui. Logan si arrese ed ancora prima che potesse trovare qualcosa per cui lamentarsi si addormentò.

Nota dell'autrice.
Ehilà. Sono nuova di questa sezione ed ho deciso di buttarmi nella pubblicazione di queste piccole storielle con Logan come protagonista e la mia mutante... pensata ed inventata a suo uso e consumo. Nella vicenda non succede niente di nuovo, anche perchè è la stessa narrata nel film, solo con l'aggiunta di questo personaggio in più che ho inserito all'interno della Scuola e tentanto di relazionare con i mutanti che noi tutti conosciamo. Come ho segnalato sono Missing Moments, quindi ho tralasciato di raccontare le scene in cui lei non è presente. Spero di non risultare noiosa con questo racconto dei rapporti tra lei e lui ma adoro Wolverine e non ho potuto fare a meno di immaginarmi accanto a lui migliaia di volte. Spero vi piaccia e mi raccomando, recensite!

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Capitolo 2
*** Secondo giorno ***


Secondo giorno

Il mattino seguente fu il professore a svegliarla. Si era addormentata sulla sedia accanto a Logan e quando aprì gli occhi si chiese come avesse fatto ad addormentarsi in quella scomodissima posizione.
"Buongiorno." le disse in tono delicato il Professore.
"Buongiorno" rispose la giovane stiracchiandosi. I capelli castani le cadevano disordinatamente sul volto e gli occhi verdi erano gonfi di sonno.
"Non avresti dovuto..." iniziò il Professore, ma Pantera alzò la mano verso di lui per zittirlo. 
"È tutto vostro." disse poi alzandosi ed indicando il mutante addormentato sul lettino.
"Hazel... - le disse il professore mentre lei si allontanava verso l'uscita e gli mandava uno sguardo avvelenato – dammi del tu."
La giovane annuì  ed uscì dalla stanza.
Logan si mosse ed aprì gli occhi verde bottiglia piantandoli sul volto del Professore.
"Buongiorno." si limitò a dire il mutante più vecchio muovendosi con la sedia a rotelle verso di lui.
"'ngiorno - grugnì lui e si mise seduto tenendosi la testa. - Mi sembra che mi sia passato sopra un trattore" commentò facendo scrocchiare il collo e producendo un suono duro e secco … l'adamantio.
"Hai dormito molto."
"Come sta Rogue?" fu il suo primo pensiero. Quella ragazzina che era entrata nella sua vita senza bussare e con la quale aveva instaurato un rapporto paragonabile a quello di un genitore con un figlio. Erano due anime sole, due fuggiaschi, due perseguitati... due lupi solitari che però avevano messo su' un branco tutto loro che non aveva intenzione di unirsi a nessun altro. Era quello il suo segreto, per quello non voleva farsi toccare.
"Lei sta bene, ma tu, piuttosto..."
"Io sto benissimo, devo andare a parlarle."
"Non esce dalla sua stanza da ieri notte."
Il mutante sospirò: 
"Ci devo provare lo stesso." disse muovendosi verso l'uscita.
"Vai a ringraziare Pantera..." gli disse Xavier.
"E per cosa?" chiese l'uomo sulla soglia, freddo.
"È rimasta qui in infermeria, su quella sedia, per tutta la notte."
Logan sorrise beffardo: 
"Ma non prevede il futuro? Che bisogno c'era di..."
"Prevede i pericoli e le tragedie imminenti, ma preferisce stare accanto alle persone piuttosto che fare completo affidamento sui suoi poteri."
Logan rimase sulla soglia ad osservare il professore, senza parole.
Era difficile che Wolverine restasse senza parole, l'aveva capito dal primo momento in cui l'aveva visto, e quando lo faceva era perché era sconvolto o particolarmente colpito dalla notizia. Lo osservò uscire dalla stanza senza dire una parola e sentì i suoi passi muoversi verso i piani superiori.
Logan si stava muovendo verso la propria stanza per avvicinarsi a quella di Rogue e convincerla ad uscire dalla sua.
"Pantera!" esclamò stupito l'uomo vedendo la donna uscire da una porta molto lontana dalla sua camera. Si chiese come avesse fatto a raggiungere lui, quella notte, in così poco tempo, perché anche prevedendo l'accaduto quella distanza non indifferente doveva essere stata coperta.
"Bentornato tra i vivi Logan." disse la giovane sorridendogli. I capelli castani, lunghi fino alle spalle, erano scalati e leggermente disordinati, mentre gli occhi verdi sembravano due smeraldi incastonati in due fessure allungate intagliate nel nocciolo. Aveva l'aria selvatica e ricordava molto il felino a cui aveva preso in prestito il nome.
"Stai bene?" riprese lei osservando pensierosa Logan che dal canto suo, per un momento, rimase sconvolto da quanto fosse bella.
"Si, io sto bene, stavo cercando..." ma ad un tratto gli occhi della mutante divennero opachi ed assenti, non lo stava più ascoltando.
Rogue che veniva rapita da qualcuno ed usata in qualche modo sconosciuto, chiusa dentro una struttura a diversi metri di altezza, che urlava spaventata davanti ad un uomo più anziano di lei, un'esplosione e poi lei agonizzante.
"Rogue!" sussurrò poi iniziò a correre verso l'ufficio di Xavier, doveva dirglielo, doveva assolutamente dirglielo. Logan non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che le stava già correndo dietro e capì come avesse fatto lei ad accorrere in suo aiuto in così poco tempo: era velocissima.
La ragazza spalancò una porta facendo sobbalzare Ciclope e Xavier intenti a conversare di piani troppo alti perché potesse venirne messa a parte pensò amaramente.
"Rogue è in pericolo!" disse.
"È in pericolo?" chiese Logan.
"È scappata..." disse Xavier osservando il vuoto.
"Che cosa? - chiese Logan entrando con furia nell'ufficio e spostando di peso Pantera – Dov'è?"
 
Le porte di Cerebro si spalancarono davanti ai loro occhi e Charles entrò mentre le due pesanti porte circolari si richiudevano su loro stesse.
"Tu hai mai provato a...?" chiese Logan a Jean mentre erano radunati davanti al macchinario.
"Usare Cerebro? Ci vuole un grande potere per manovrarlo e per una come me è..."
"Pericoloso..." concluse Scott che le stava accanto come un guerriero romano fa la guardia alla tenda del Re.
Pantera era nervosa, mentre loro erano lì ad aspettare che Charles la trovasse poteva già esserle successo di tutto.
"Cos'hai?" le chiese Logan.
"Niente, sto solo cercando di immaginare cosa le possa essere successo mentre noi siamo qui a chiacchierare..." disse secca.
"Ma tu non prevedi?..."
"Si, ma mi preoccupo lo stesso esattamente come tutti i comuni mortali..."
"È alla stazione." disse Xavier uscendo da Cerebro.
"Che cosa facciamo?" chiese ansiosa la veggente.
"Tu niente Hazel!" disse lapidario Charles.
"Ma..." cercò di controbattere.
"È un ordine!" disse serio l'uomo e lei poté vedere distintamente il sorriso compiaciuto di Scott a quelle parole, cosa che la fece tremare di rabbia come non mai.
"Rogue rischia di essere uccisa, anzi, sta per essere uccisa io..."
"Tu farai esattamente quello che ti dirò io!" disse l'uomo e cercò di entrare nella mente della mutante.
Lei se ne accorse e ringhiò incurvando la schiena e scoprendo leggermente i denti. Era istintiva, detestava il suo inutile potere e ricevere ordini insensati. Non le piaceva in generale prendere ordini da qualcuno ma per qualche strana ragione Charles lo ascoltava sempre. Fu così che si calmò stringendo tanto i pugni da farsi male per controllare la forza sovrumana che le vibrava nelle vene e facendo appello a tutto il suo autocontrollo, molto scarso per la verità, per evitare di esplodere. Senza dire più una parola lanciò uno sguardo al veleno ai due mutanti e sparì oltre il corridoio per raggiungere la palestra, doveva sfogarsi.
Logan la osservò marciare decisa su per il corridoio e rimase interdetto da lei ma sopratutto dal comportamento del Professore.
"Avete un potenziale del genere e non lo sfruttate?" chiese sconvolto.
"Pantera è in gamba, generosa, sveglia ed intelligente, ma avventata... un po' come te... non è ancora pronta per una cosa del genere." disse l'uomo abbassando lo sguardo.
"Secondo me state facendo un errore Professore." disse in un modo tale che i mutanti rimasero spiazzati incapaci di comprendere il tono con cui quella frase era stata detta, mentre lui riprendeva l'ascensore e saliva ai piani superiori.
Uscì dall'Istituto, prese la moto parcheggiata fuori e partì alla volta della stazione.
 
Avvolse forte la stoffa intorno ai pugni e strinse le mani. Un colpo, poi un altro... in pochissimo tempo Hazel stava quasi massacrando il povero pounch ball che penzolava impotente davanti a lei. Perché il professore la tagliava sempre fuori dalle missioni? Perché la trattavano tutti come una pericolosissima mina vagante? Ma soprattutto, perché Rogue era scappata? Diede un ultimo colpo fortissimo al sacco immaginando i faccioni di Scott e del professore penzolarvi a turno. Era convinta che la ragione della fuga fosse la più normale e semplice vergogna... la stessa che aveva spinto lei a scomparire dopo la morte dei suoi genitori che aveva previsto in sogno. Si sentiva ingiustamente in colpa a quel tempo, giusto 11 anni prima, quando i suoi poteri iniziarono a presentarsi timidamente per poi diventare un'ossessione dopo lo shock della morte della sua famiglia. Poco per volta aveva tagliato fuori dalla sua vita tutte le persone a cui aveva tenuto, solo per non soffrire nel vedere i pericoli che ogni tanto correvano, fino a diventare un'eremita che usciva di casa con gli occhiali da sole sempre e solo per comprare un po' di cibo, quel tanto che le bastava per non morire di fame. Finché una sera, uscendo per buttare l'immondizia, Xavier non le aveva teso un agguato e l'aveva convinta a seguirlo in quella scuola. Lei gli aveva creduto, era andata con lui ed era convinta che se fosse stato lui a trovare Rogue avrebbe convinto anche lei a tornare sui proprio passi, ma il Professore era lì, nella scuola e c'era solo da sperare che gli altri fossero in grado di farlo. In cuor suo sapeva però che loro difficilmente ci sarebbero riusciti perché per quanto la squadra fosse compatta e disponibile era spaventata dal mondo esterno e dagli umani. Probabilmente se avesse avuto dei poteri tanto forti e dirompenti come i loro, sarebbe stata spaventata anche lei. Poi fece per riprendere a massacrare il sacco ma il niente l'avvolse in un silenzio ovattato: vide Rogue che veniva portata via da Magneto e dai suoi scagnozzi e Logan riverso per terra, impotente.  La ragazza urlò di rabbia riprendendo a picchiare il pounch ball che dopo l'ennesimo colpo contro il muro cadde a terra con un tonfo, la catena che penzolava spezzata dalla sua cima.
 
Uscendo dalla palestra e muovendosi nei corridoi Pantera sentì la squadra che stava tornando. Marciò verso la porta ed attese l'arrivo dei mutanti con le braccia incrociate. Il primo ad entrare fu Logan seguito subito dopo dal Professore.
"Te l'ho detto Logan, Erik è..."
"Ha degli strani amici Professore!" disse solo Logan.
"L'ha presa vero?" chiese Pantera.
"Chi ha preso cosa!"
"Magneto ha preso Rogue! Non è vero?"
Logan la guardò incrociando le braccia e spostando lo sguardo sul Professore. Di lì a poco la sala si riempì di mutanti e tutti parevano così tranquilli che Pantera si sentì molto infastidita da ciò che stava vedendo.
"Ebbene?" esclamò.
"Hazel, per favore..." sospirò il Professore portandosi una mano alle tempie.
Poi Logan, senza guardare nessuno in faccia, salì le scale per raggiungere la sua stanza. Hazel fu la prima a seguirlo mentre Tempesta e Charles si avviavano verso l'ascensore.
"Logan! Logan aspetta!" esclamò la giovane ma lui entrò nella sua stanza lasciando la porta aperta, lei lo seguì.
Il mutante si sciacquò il viso ed incontrò lo sguardo smeraldino della donna osservarlo dispiaciuta.
"Perché non l'hai previsto prima?" chiese lui sbattendo l'asciugamano sul bordo del lavandino.
"Io... io non vedo a comando..." sussurrò la ragazza che aveva sempre più voglia di piangere.
"Dovresti..."
"Logan per favore calmati!" disse lei spostandosi verso di lui che la ignorò rivolgendosi a Charles che era appena arrivato.
"Avevi detto che voleva me!"
"Ho commesso un terribile errore... - disse Charles mentre Logan si voltava verso la porta – usa un elmetto particolare che scherma il mio potere..."
"Ma dove vai?" gli chiese Tempesta.
"A riprenderla!"
"Come?" gli chiese il Professore.
"Nel modo tradizionale, cercando!"
Quella volta però non fu Pantera a seguirlo, ma Tempesta. Hazel era troppo mortificata da quello che le aveva appena detto... DOVRESTI. Quelle parole l'avevano trafitta, lasciandola per la prima volta incapace di pensare ad un modo per difendersi da quell'accusa, ma non poteva... aveva ragione lui.
Sentì lo sguardo del Professore su di lei ed alzò il suo.
"Cosa ti ha detto?" le chiese.
"Che avrei dovuto prevederlo" rispose con un fastidioso groppo in gola.
"Pantera, non ascoltarlo..." 
"Ha ragione però! Cosa mi avete preso a fare in questa scuola se il mio potere è totalmente inutile?" sputò finalmente il rospo dopo anni che desiderava farlo.
"Ma Pantera! Non lo crederai sul serio?" ma lei non rispose e lui capì che si, lo pensava sul serio.
Le si avvicinò prendendole le mani: 
"Nessuno di noi è inutile, e non lo sono nemmeno i nostri poteri. La cosa difficile è trovare il nostro posto in modo tale da non sentirci tali." disse lui cercando il volto della donna con lo sguardo.
"Allora il mio posto non è qui, Professore."
"Pantera – disse paziente – io avrei desiderato tante volte avere un potere come il tuo, solo per prevedere in anticipo i pasticci che i tuoi colleghi avrebbero combinato."
"E dopo?"
"Avrei potuto cercare di evitarlo..." disse lui sorridendole e ricevendone uno in cambio.
"Promettimi che non penserai più di essere inutile."
"Solo se voi mi promettete che cercherete di aiutarmi a controllarlo sul serio."
"Promesso." le disse.
"Promesso." rispose lei.
"Ah, tra l'altro, tieni d'occhio Logan è avventato e tu che sei come lui sicuramente riesci a prevedere le sue mosse molto meglio di me."
"Professore!" la voce di Tempesta arrivò forte al piano superiore ed i due mutanti, la sibilla ed il telepate, scesero al piano inferiore per cercare di capire cosa fosse successo.
 
Il Senatore Kelly, che in quel periodo si stava dando un gran da fare per complicare ancor più di quanto già non fosse la vita dei mutanti, si trovava sdraiato sotto flebo sullo stesso lettino su cui era stato Logan. Il mutante era appoggiato ad un tavolino ed osservava critico ed incuriosito il politico davanti a loro. Pantera si mise accanto a lui e questi si voltò e le sorrise. Dopo quello che le aveva detto era una completa mancanza di tatto, ma già da quelle poche ore in cui lui era lì con loro, aveva capito che non avrebbe potuto aspettarsi niente di diverso da lui.
"Avevo paura ad andare in un normale ospedale perché avevo paura che mi avrebbero trattato come..."
"Un mutante? - concluse per lui Charles – non siamo tutti così terribili."
"Lo dica a chi mi ha fatto questo!" esclamò il Senatore.
Charles si avvicinò alla fronte dell'uomo ma quando alzò lo sguardo sui mutanti era sperso e preoccupato.
"Il Senatore ha bisogno di riposare adesso. Andate nelle vostre stanze, io mi fermo qui ancora un po'." disse Charles e così i mutanti fecero per andarsene ma Logan rimase lì. Hazel lo vide ed una volta sulla soglia si fermò ad osservarlo tanto insistentemente che dopo uno sguardo al Professore ed un cenno della sua testa, Logan la seguì fuori dall'infermeria.
 
"Che fai mi tieni d'occhio?" le chiese ad un tratto l'uomo dopo il lungo silenzio che li accompagnò per il tragitto attraverso i laboratori.
"Cosa te lo fa pensare?" chiese lei beffarda.
"Che sei sempre nelle vicinanze, ho notato."
"Hai notato? Cosa ti fa pensare che abbia ragioni valide per stare sempre accanto ad un uomo proibitivo e burbero come te... siamo nello stesso Istituto, gli spazi sono quello che sono..." disse lei mentre raggiungevano la stanza dell'uomo.
Logan ci rimase un po' male per quella affermazione, evidentemente aveva frainteso gli sguardi della mutante al suo indirizzo.
"Buona notte..." disse lei.
"Buona notte..." rispose lui.

Note dell'autrice.
Mi rendo conto che forse c'è troppo dialogo, però teniamo conto che questo è il film e la storia viene raccontata dalle voci dei protagonisti. Volevo che l'inserimento della mia mutante sembrasse naturale quindi ho cercato di essere il più fedele possibile al film. 
Spero vi piaccia.

 

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Capitolo 3
*** Terzo giorno ***


3 giorno
 
Il mattino seguente Charles li convocò tutti nel suo ufficio, ed in via del tutto straordinaria, anche a Pantera era stato concesso tale privilegio.
"Quella macchina emette radiazioni che accelerano o comunque provocano una mutazione delle cellule umane in cellule mutanti ..." cominciò Charles tralasciando i convenevoli.
"... ma la mutazione è innaturale ed il corpo di Kelly la sta rigettando. È un miracolo che non sia ancora morto." concluse Jean.
"E per quale ragione avrebbe creato quella macchina?" chiese Ciclope.
"Conoscendolo è probabile che voglia tramutare gli umani in mutanti, come noi..." disse timidamente Pantera cercando con lo sguardo il consenso del Professore.
"Si, ma cosa c'entra tutto questo con Rogue?" chiese Logan.
"Non lo so..." esclamò Charles rassegnato.
Un'idea iniziò a farsi strada nella mente della sibilla, ma le mancavano alcune informazioni per avere un quadro completo.
"Aspettate un attimo, tu hai detto che quella macchina prende forza direttamente da Magneto..." iniziò Scott.
"Infatti l'ha quasi ucciso per la verità." disse il professore ricordandosi quello che aveva visto frugando nei ricordi del Senatore. Magneto dentro una macchina che emana un'intensa luce bianca pura che investe i mutanti ed anche il Senatore Kelly, seduto davanti ad Erik, obbligato a subire la mutazione forzata.
"Vuole usare Rogue per passarle il suo potere... - disse allora Pantera in un soffio – e trasferirlo alla macchina attraverso di lei!" concluse.
Tutto fu più chiaro, anche la visione che aveva avuto la notte prima ebbe più senso. Sentì che stava per svenire e guardò Charles con fare supplichevole.
"Cos'hai Pantera?" le chiese Jean preoccupata.
"Niente – sussurrò – vorrei, vorrei solo stare sola con il Professore un attimo."
"Scott, vai a preparare il jet, io vado a cercare Rogue, Jean... dai un uniforme a Logan."
"Hazel iniziò a fare cenni inconsulti di diniego ma nessuno se ne accorse."
"No aspetta un momento, lui non può venire con noi." esclamò Scott.
"Invece lo farà..." ordinò Charles.
"Chiedo scusa Professore, ma è una missione pericolosa e lui non è in grado di..."
"Ehi, io non ho scoperchiato una stazione ferroviaria!"
"No, tu sei quello che ha pugnalato Rogue al petto!"
"Scott..." sussurrò Jean.
"Bene, allora perché non prendi la tua stupida missione e te la ficchi su per il..."
"Il Senatore Kelly è morto!" Tempesta aveva fatto irruzione nell'ufficio ponendo fine allo scontro verbale dei due e gettando Pantera nella disperazione più totale.
"Vado a cercarla – disse il Professore – e voi due smettetela!" disse ai due uomini che ancora in quel momento si stavano fronteggiando.
 
Pantera sgattaiolò fuori da lì nell'indifferenza generale, solo Logan si voltò a guardarla.
"Professore!" urlò Pantera mentre lo seguiva.
"Non ora Pantera..."
"Professore è importante!"
"Me lo dirai dopo." disse lui entrando in Cerebro e chiudendosi la porta alle spalle, in faccia alla ragazza.
"Dopo potrebbe essere troppo tardi!" protestò la sibilla battendo i pugni contro la porta di ferro.
"Cos'è successo?" una voce le giunse alle spalle e lei si voltò abbandonandosi contro la parete metallica.
"Niente – rispose subito lei – ma come, come hai fatto a trovarmi?" chiese incuriosita.
"Ho seguito i tuoi passi..." rispose semplicemente lui.
"Hai seguito? Hai seguito cosa?" chiese ancora.
"Il rumore dei tuoi passi! Devo dirtelo ancora una volta?"
"Non è possibile!" esclamò, ma capì di stare sbagliando quando vide lo sguardo perplesso del mutante, i cui occhi verdi erano fissi dentro i suoi.
"Logan! Cosa ci fai li? Vieni, devo darti l'uniforme se non ti dispiace!" disse secco Scott che già faticava a pensare all'idea di doversi portare lui in missione.
"A più tardi … Hazel …" sorrise lui sarcastico, ma lei non rideva.
"Logan, aspetta!" disse la ragazza correndo dietro all'uomo.
"Pantera, noi avremmo da fare!" esclamò piccato Scott mentre Logan si voltava a guardarla.
"Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti ad indossare quella tutina o pensi di farcela da solo prima che ti uccida?" chiese acida lei, ma Scott non si mosse, attese.
"Logan, ascoltami, qualunque idea, qualunque cosa ti venga in mente di fare quando sarai lassù... non farla! Ti prego, ascoltami"
"Ma con chi credi di stare parlando?" disse lui infastidito staccandole le mani dalla giacca ed allontanandosi per seguire Ciclope.
"Logan, ti fidi del mio potere?"
"Non molto a dire la verità..." rispose lui lanciandole uno sguardo in tralice e sparendo insieme a Ciclope dentro la stanza delle uniformi.
Poi le porte di Cerebro si spalancarono e Pantera vide che il Professore era riverso a terra.
"Professore?" chiese, ma quando vide la sagoma del mutante immobile ai piedi della sedia a rotelle capì che qualcosa non andava.
"Professore!" esclamò, incapace di spiegarsi come fosse possibile che non fosse stata in grado di prevedere una cosa simile. Entrò in quell'enorme sfera con una passerella sospesa a mezz'aria e per un momento rimase stupita dall'enormità di quel luogo. Si guardò brevemente intorno senza capire come un pezzo enorme di metallo come quello fosse in grado di potenziare il potere del Professore tanto da permettergli di trovare ogni singolo mutante in qualunque parte del mondo. Riprendendo il controllo dei pensieri, lo raggiunse e lo mise sulla sedia a rotelle ed una volta fuori da lì chiamò a gran voce Jean.
Scott e Logan riapparvero da dove erano spariti sicuramente richiamati dalle urla di Pantera.
"Cosa gli hai fatto?" le chiese Scott.
"Io? Niente!Non so nemmeno com'è fatto Cerebro! Oggi ci sono entrata per la prima volta."
"Allora cosa gli è successo?"
"Non lo so Scott! Probabilmente non si è sentito bene oppure ha avuto un attacco... non sarebbe la prima volta."
"Si, ma..." 
"Ciclope, non lo so! Smettila di chiedermelo! Solo Jean può capire cosa gli sia successo!" e detto questo la ragazza non parlò più, ma prese nota mentale di chiedere al Professore il perché di quello che era accaduto... sempre che si fosse risvegliato.
 
Erano tutti riuniti nel laboratorio quando quel silenzio minacciò di soffocarla e la spinse ad uscire dalla stanza. Logan la notò e dopo aver toccato la spalla a Ciclope per cercare di dargli conforto, attraversò la porta che poco prima aveva oltrepassato Hazel.
"Pantera" la chiamò il mutante per farsi notare perché era sicuro che lei non si fosse accorta di essere stata seguita.
La ragazza si fermò ma non si voltò a guardarlo, infatti Logan le dovette toccare una spalla per farla voltare.
Quando quegli occhi allungati incontrarono i suoi le chiese: "Che cos'hai?"
"Niente..." rispose lei sospirando e facendo come per andarsene di nuovo.
"Ah va bene, come vuoi..." disse lui e la lasciò lì mentre lui proseguiva.
"Non ho visto quello che stava succedendo al Professore." rispose lei con la voce incrinata.
Logan sorrise compiaciuto di aver ricevuto una reazione da lei, era da quando era lì che desiderava che lei gli parlasse più di quanto non avesse osato fino ad allora.
"Posso farti una domanda?" le chiese lui voltandosi a guardarla.
"Dipende" rispose lei.
"Come funziona il tuo potere?"
Lei lo guardò interrogativa: 
"Prevedo il futuro" rispose tranquillamente lei.
"Non prevedi tutte le tragedie del mondo però..."
"No, prevedo in base al rapporto che ho con i soggetti delle mie visioni – disse lei sempre più confusa – e questo che è strano! Charles è il mio Maestro, è quasi come un padre!"
"Il Professore ha detto che Magneto ha un elmetto che scherma il suo potere... non hai mai preso in considerazione la possibilità che magari Cerebro faccia una cosa simile anche al tuo di potere?"
"No – rispose lei come se avesse appena scoperto l'acqua calda – anche se non credo che il mio potere siano onde cerebrali..." 
"Jean!" i due mutanti si voltarono richiamati dalle urla di Ciclope.
"Jean! No!" ma poco dopo sentirono le porte di Cerebro chiudersi con un tonfo e qualcuno che batteva loro contro.
Logan corse a vedere cosa stesse succedendo prima di lei che lo seguì subito dopo, ma quando arrivarono le porte si stavano aprendo e Ciclope stava già correndo sulla passerella.
Jean era inginocchiata per terra e tremava almeno quanto Logan che stava combattendo una battaglia all'ultimo sangue con il suo inconscio per evitare di correre lì e lanciare Scott nel vuoto per prendersi Jean. Era evidente che ne era fortemente attratto e per quanto lei non lo desse a vedere, nemmeno lui le era del tutto indifferente. Pantera questo lo aveva capito ma dall'inizio aveva cercato di dirsi che era una battaglia persa quella conquista impossibile ed era contenta anche dei pochi istanti che riusciva a passare sola con lui senza che lui la trattasse come un'inetta.
Attesero fuori che i due tornassero prima di sapere che Jean era riuscita a scoprire dove avessero portato Rogue.
"Tra cinque minuti nell'ufficio del Professore... io prendo il comando, tu Pantera rimani a vegliare sul Professore."
"Che cosa?" chiese lei.
"Fallo, per favore... lui te lo avrebbe chiesto..."
"Non fare il sentimentale Scott, so benissimo che non mi vuoi tra i piedi..." disse lei lanciandogli uno sguardo di puro odio. Senza dire niente a nessuno lasciò lì il trio ed entrò nell'infermeria.
Logan non fece in tempo a fermarla che lei era già scomparsa dietro la porta circolare e lui stava camminando dietro Ciclope e Jean. 
"Complimenti..." commentò sorpassando i due e sparendo su per le scale che portavano allo studio di Xavier.
 
Il volto del Professore sembrava così rilassato mentre riposava in balia di ciò chè era stato inserito in Cerebro. Jean aveva raccontato loro di aver visto che nel liquido di trasmissione c'era qualcosa di nero che lei era riuscita a risucchiare via prima di provare ad usare il macchinario. Tutti sapevano perfettamente chi fosse stato, Magneto o qualche suo scagnozzo, probabilmente la sua compagna mutaforma che era riuscita ad infiltrarsi nella scuola, nemmeno con troppa fatica probabilmente visto che nessuno aveva controllato gli alunni nelle ultime 24 ore.
Loro ne erano sicuri, ma non ne avevano le prove, l'unica cosa che sapevano era che Charles era perso in un limbo e Jean non era ancora riuscita a trovarlo per riportarlo nel mondo dei vivi. Ora lei era sola con lui, ad accarezzargli una mano tiepida, così lontana dal calore che normalmente quelle stesse mani le passavano.
"Pantera..." qualcuno bussò alla porta e lei si mosse verso di essa per sbloccarla. Quando questa si spalancò si trovò davanti Logan.
"Sei venuto a darmi l'ultimo prezzo anche tu per caso?" chiese lei sulla difensiva.
"No, sono venuto a chiederti cosa pensi di queste tutine..." disse lui osservandosi le braccia.
Lei sorrise: 
"Fai attenzione a non muoverti troppo , altrimenti la strappi..." disse lei avvicinandosi ed osservando il corpo statuario così ben visibile sotto quell'uniforme. Quando vide come lo stesse guardando fece un passo verso di lei e le sussurrò nell'orecchio: 
"Che mi dici della Missione?" chiese lui sorridendo beffardo per il brivido che aveva sentito percorrere la ragazza mentre lui le parlava così vicino.
La ragazza si allontanò: 
"Buon divertimento..." disse voltandosi di nuovo verso il Professore, dandosi della sciocca per essere cascata in quel tranello che Logan le aveva teso così magistralmente ed insultandolo per averle ricordato quella maledetta missione. Poi riprese: 
"Ti ho già detto quello che dovevo dirti, ma tanto non lo farai, tanto più che non ti fidi del mio potere...".
"È pericoloso vero?" le chiese lui serio.
"Molto – disse lei voltandosi di nuovo verso di lui di scatto – ma mi rendo anche conto che non possiamo lasciare Rogue là a morire. Non abbiamo scelte." disse lei mentre Logan la guardava combattuto tra sentimenti che lei non riusciva a comprendere.
"Ci vediamo più tardi..." disse lui e lei si sentì morire a quelle parole.
"Fai attenzione..." urlò lei fuori dalla porta e lui si limitò a sollevare un braccio senza nemmeno voltarsi a guardarla. Lei sentì quel groppo in gola farsi sempre più opprimente finché con un singhiozzo non lasciò cadere due timide lacrime prima di rimproverarsi per tanta debolezza.
Corse di sopra ed attese di vedere il jet emergere dai sotterranei e quando lo fece capì che era finita... non l'avrebbe più rivisto. Accanto a lei, Colosso la stringeva con tenerezza a se' mentre guardava gli occhi della donna farsi sempre più umidi e la mascella irrigidirsi per sopprimere le lacrime che non aspettavano altro che solcarle il volto.
 
Lei e Colosso erano sdraiati sul letto ad una piazza e mezzo di Pantera ad osservarsi e ad attendere ansiosi il ritorno dei mutanti. Erano passate parecchie ore da quando erano partiti ed alle 2 di notte non erano ancora tornati. La giovane allora si alzò e si mosse verso la porta per andare in cucina a prepararsi qualcosa di caldo che le permettesse di addormentarsi e rilassare i nervi, ma quando mise piede fuori dalla stanza un dolore lancinante le colpì la testa. Lei cadde a terra piena della sofferenza dei suoi compagni di cui sentiva ogni respiro ed ogni nervo tirato. Prima Rogue, poi Jean, Tempesta, Ciclope ed infine Wolverine. Tutti quei volti le trasmettevano immagini diverse e tanta luce bianca pura, tanto forte da farle venire la nausea. Quella doveva essere la macchina di Magneto. Poi, di colpo, la luce terminò lasciandola immersa nel buio più totale, solo il volto di Jean le apparve per un brevissimo istante, poi come ceca, rimase ad osservare il vuoto davanti a se' incapace di sollevarsi da lì. Sentì solo due mani enormi aiutarla ad alzarsi e condurla con delicatezza al suo letto. Colosso ormai aveva imparato a riconoscere le reazioni della donna alle visioni e quella doveva essere sicuramente una di quelle. La fece sedere sul letto e fu lui a scendere in cucina a prepararle qualcosa di caldo per farla rilassare. Aprì il mobiletto degli alcolici di cui solo Charles e Ciclope avevano la chiave e ne prese fuori una bottiglia di whisky rovesciandone il contenuto in un bicchiere destinato a Pantera.
 
Logan stringeva tra le braccia il corpo inerte della piccola Rogue sperando che riprendesse conoscenza e che non fosse troppo tardi.
"Qualunque cosa ti venisse in mente di fare, non farla!" sentì le parole che Pantera gli aveva detto, ma non vedeva alternative. Lui aveva più di cento anni e Rogue era poco più che adolescente, non era giusto che fosse lei a perdere la vita. Si tolse un guanto e posò la mano sul suo viso ed attese... ma invano.
Una lacrima gli solcò il volto e senza pensare oltre strinse a se' la giovane dandole una bacio sulla fronte e sperando che potesse ricevere un po' di quel calore umano che le era sempre mancato. 
Appena lo ebbe fatto però, sentì la sua energia vitale defluire da lui e lunghe piaghe aprirglisi sul viso. Rogue era viva, ma il contatto era così forte che per lui era quasi impossibile staccarsi da lei.
 
Pantera vedeva Logan come se fosse lì davanti a lui, con il viso piagato e la tuta sporca di sangue nei punti in cui lui l'aveva strappata per muoversi. Respirava affannosamente, ma sapeva che era stata una scelta sua e lei aveva fatto tutto il possibile per avvertirlo. Dopo di che iniziò a piangere, versando calde lacrime contro il cuscino mentre sentiva che qualcuno appoggiava qualcosa sul suo comodino.
Di lì a poco sentirono il jet atterrare ma lei non volle andare ad aprire loro la porta dell'hangar, non voleva vedere cosa ne fosse stato di lui, sapeva cosa avrebbe trovato. Si rifugiò nell'infermeria accarezzando, quasi a cercare conforto, la mano di Charles. Quando l'ennesima lacrima minacciò di fare capolino dalle ciglia, sentì la porta scattare e vide i tre mutanti che trasportavano, con l'aiuto di Colosso, Logan. Solo quando l'ebbero sdraiato sul lettino accanto a Charles, lei si rese conto di quanto fosse rimasto martoriato dal contatto con Rogue e di quanto sembrasse più morto che vivo.
"È vivo?" chiese lei avvicinandosi tremante al tavolo.
"Si, ma è molto indebolito..." rispose Jean. Lei si limitò ad osservarlo e ad accarezzargli il volto dove la pelle era ancora intatta, mentre Jean tamponava le ferite e gli posizionava i sensori sul petto.
"Guarirà..." le disse lei per consolarla, consapevole che in quel momento Hazel stava soffrendo le pene dell'inferno nel vedere Logan conciato così.
"Lo so... - disse lei sorridendo – solo che mai avrei immaginato di poterlo vedere... così." disse cercando di far suonare la sua voce ferma, ma sapeva che era inutile. Non ebbe altro coraggio di stare lì e così, senza dire altro sparì oltre la porta dell'infermeria.

Note dell'autrice
Lo so che da come l'ho dipinta sembrava che dovesse ribaltare il mondo, ma questa volta ha eseguito gli ordini. 
Spero di non avervi deluso, ma non volevo raccontare una storia che esiste già qunidi spero vogliate perdonarmi.
Un saluto e un grazie a quelle che hanno commentato e commenteranno.

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Capitolo 4
*** Due giorni dopo ***


2 giorni dopo
 
Erano passati due giorni dal ritorno alla vita di Charles e fino al giorno prima Logan era ancora sdraiato su quel letto con il battito cardiaco al minimo ed un colorito cereo. In quei due giorni lei era rimasta lì con lui, andando a trovarlo ad intervalli regolari e a chiacchierare con lui, sicura e tranquilla che nessuna battuta burbera sarebbe uscita dalle sue labbra ma che poteva sentire ogni minima cosa che lei gli raccontava. Gli aveva detto che Rogue si era invaghita di lui, che sfoggiava con orgoglio il suo nuovo ciuffo bianco, ricordo lasciatole da Magneto dopo averle passato quasi tutta la propria energia vitale ed il proprio potere, che Charles si era ripreso e che lui doveva fare lo stesso. Passava la mano tra i suoi bizzarri capelli e gli accarezzava le mani come a voler lenire il dolore che sicuramente provava ogni volta che gli artigli venivano sguainati. 
Mentre scendeva ai piani inferiori si stava giusto chiedendo cosa avrebbe potuto raccontargli quella mattina, ma quando entrò nell'infermeria, trovò solo Jean, che riordinava le pezze ed i sensori. 
Quando la vide entrare, la dottoressa si girò e le sorrise: 
"È appena uscito... - disse - non l'hai incontrato?" chiese incuriosita. 
"No... - balbettò la ragazza. - Vado a cercarlo per dargli il bentornato, grazie." disse lei mentre la porta dell'infermeria le si richiudeva alle spalle. Corse di sopra per cercarlo ed il primo posto che le venne in mente era camera sua, ma mentre passava davanti all'ufficio di Charles, sentì delle voci provenire dal suo interno e riconobbe quella di Logan. Senza esitare entrò e rimase quasi ferita dallo sguardo duro che i due le riservarono.
"Logan! - esclamò – Stai meglio!" disse sollevata prima che lo sguardo le cadesse sulla giacca che lui indossava.
"Dove vai?" chiese poi. 
"Logan deve fare una ricerca per me..." disse Charles.
"Oh, scusate." disse solamente mentre Logan la osservava quasi divertito.
"Tu come stai? - le chiese – hai l'aria di chi non ha chiuso occhio tutta la notte..."
"Si beh, sai, non è divertente passare la notte a vedere gente in fin di vita..." disse secca lei.
"Mi dispiace."
"Non preoccuparti, ci ho fatto l'abitudine..." disse prima che calasse un silenzio imbarazzante. 
"Quando partirai?" riprese.
"Subito..."
"Subito? Ma come! Ieri eri più morto che vivo ed oggi addirittura parti?? Bella mutazione, la voglio anch'io!" disse lei ridendo e vedendo un sorriso apparire come per magia anche sulle sua labbra.
"Ma allora i muscoli facciali ti funzionano." disse lei stupita ancora di più quando Logan rise di gusto.
"A giorni alterni..." rispose lui.
"Quanto starai via?"
"Non lo so, tutto il tempo necessario."
"Verrai a salutarci?"
"Certo!" disse lui.
Ma per quanto lei non fosse affatto convinta di ciò, uscì ad andò a seguire il notiziario TV con il resto della squadra.
Da dove era seduta vedeva benissimo il corridoio alle spalle degli altri x-men e vide anche Logan uscire di soppiatto senza salutare nessuno. Aveva visto che Rogue lo stava già seguendo e con tranquillità uscì anche lei dalla porta sul retro: non gli avrebbe permesso di sparire così senza salutare. Si sedette sulla sella della moto di Ciclope ed attese che lui uscisse. Non la notò subito e si spaventò quando sentì la sua voce dire dolcemente:
"Non si saluta?".
Lui si voltò e le sorrise ancora: 
"Non mi piacciono certi sentimentalismi..."
"... e nemmeno l'educazione immagino. Dove andrai?" disse lei giocando distrattamente con le chiavi della moto.
"Devo fare una ricerca per..."
"Dove vai, veramente." lo interruppe lei.
"Perché ti interessa tanto?"
"Perché se malauguratamente ti vedessi in qualche mia visione saprei dove cercare il tuo cadavere..." disse lei sorridendo.
"... che non troverai..." disse caustico lui.
"Dai Logan, per favore..."
"Devo andare su al Nord, in Alaska..."
"Promettimi che farai attenzione."
"Non può succedermi niente."
"Non è esattamente così... e lo sai."
"Ma tanto c'è la nostra veggente a vegliare su di me..." rispose ancora sorridendo sardonico.
"Non saluti nemmeno Jean?" chiese tagliente lei senza ricevere risposta.
"Senti, mi spieghi perché mi stai sempre tra i piedi?" chiese lui ma lei non gli rispose e gli lanciò un mazzo di chiavi. 
"Non è tua la moto..."
"Non vorrai mica andare fin là a piedi vero?"
"Non posso..." disse lui combattendo la tentazione di stringere quella moto tra le mani.
"Guarda che tanto lo so che le fai la corte da quando sei arrivato..." disse lei con lo sguardo di chi la sa lunga mentre picchiettava con una mano sulla sella di pelle.
Lui sorrise, poi la guardò interrogativo.
"Non glielo dirò, te lo prometto." disse lei sfiorandogli un braccio.
"Grazie..." le disse.
"Promettimi solo che farai attenzione, e che tornerai..."
"Farò il possibile..."
"Ciao Logan." disse lei facendo per abbracciarlo ma lui si tirò indietro.
"Controlla Rogue per me finché sarò via... per favore."
"Non mancherò..."
"Ciao Pantera" le disse accarezzandole la pelle liscia delle guance e mettendo in moto la motocicletta.
L'unica cosa che lei poté fare allora, fu guardarlo sparire oltre i cancelli dell'Istituto Xavier che si richiusero alle sue spalle, lasciandola sola nel giardino silenzioso, dove solo i corvi intonavano i loro canti.
"A presto Logan..."

Note dell'autrice
E così finisce questo primo capitoletto delle vicende di questi due.
Volevo ringrazie tutte quelle che hanno letto e hanno commentato dandomi, molto spesso, consigli utilissimi!
Spero di avervi fatto sorridere attraverso i dialoghi botta e risposta di questi due matti e soprattutto di non avervi tediato con una storia che, mi rendo conto, è perfettamente inutile.
Grazie a tutte!
Un bacio

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