Una di noi di Violet Tyrell (/viewuser.php?uid=70834)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - La straniera ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Il germe dell'invidia ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Adattarsi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Il cerchio della vita ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - La perfidia ha mille facce, così come l'amore ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Piccoli passi ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - L'onore della Vergine ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Non si può sfuggire al destino - parte I ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 -Non si può sfuggire al destino - parte II ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Un tesoro nascosto ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - La straniera ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian. Per chi volesse ugualmente leggerla, questa la trama
riassunta: Nefertari
è la figlia adottiva del Saint dei Ghiacci, che l'ha salvata
dall'esplosione dell'orfanotrofio quando aveva nove anni. Durante gli
anni l'ha cresciuta come sua figlia; Nefertari è
metà israeliana e metà russa(israeliana di madre,
che aveva parzialmente origini egiziane, e russa di padre), entrambi
morti alla sua nascita. La madre viveva in Israele col marito violento,
si innamorò di uno schiavo russo e rimase incinta; aiutata a
fuggire approdò a Mosca, dove venne trucidata dopo la
nascita della bambina.
Conosce
Hyoga e Isaak, allievi del Saint, e cresce con loro come fratelli pur
non legando mai troppo per via della sua timidezza; all'età
di sedici anni il Gran Sacerdote convoca il padre adottivo al Santuario
per sapere la sua posizione riguardo i bronze saint traditori.
Nefertari viene quindi mandata ad Atene(il saint ignorava il motivo
della convocazione, e lei moriva dalla voglia di visitare la patria di
Atena) e affidata temporaneamente a Camus. Tuttavia Aphrodite dei
Pesci, in accordo con Death Mask e Arles, fa trovare la giovane nuda
nel suo letto, facendo intendere di avere passato una notte di sesso
con lei per volontà della giovane. Il Sacerdote approfitta
quindi della situazione per screditarla, e costringere il padre a
venire al santuario; fingendo di seguire un ordine di Atena, Nefertari
è costretta a sposare un cavaliere d'oro contro la sua
volontà. Per quanto l'idea di Arles fosse quella di darla ai
suoi due complici, alla fine per motivi non chiari le fa sposare Shaka,
per nulla contento della scelta ma non può opporsi alla
volontà del Sacerdote e, pensa lui, di Atena.
Da qui riprende la
storia, ovvero dal capitolo 5, dove è stato celebrato il
rito buddista del matrimonio.
Una
di noi - capitolo 1 - La straniera
Si era rialzato da
quel giaciglio già da un paio d'ore ed adesso, Shaka della
Vergine, si stava chiedendo se Nefertari avesse deciso di dormire tutto
il giorno. Non disse nulla ai monaci che lo stavano osservando, nella
speranza di cogliere sul suo impassibile volto dagli occhi chiusi un
segno della notte appena trascorsa - che loro avevano pronosticato
pieno di passione. Una donna vestita con un sari bianco si
inginocchiò vicino a lui, con movenze per nulla casuali. "
Volete un altro pò di raita, maestro? " La soffice cadenza
hindi di quella voce gli ricordò che avrebbe dovuto
insegnare a Nefertari anche a parlare; ma perchè si era
lasciato incastrare? Perchè lei non era stata più
furba? Ora nessuno dei due sarebbe stato vincolato da quel legame non
desiderato.
" No, grazie Indira.
Il resto puoi lasciarlo per mia moglie. " Due parole che suonavano
strane pronunciate dal potente asceta, e che infastidirono non poco la
giovane apprendista. Quel matrimonio era stato un fulmine a ciel
sereno, ed a stento la sera precedente era riuscita a rivolgersi a
quella donna con rispetto; limitandosi ad assentire si
rialzò, consapevole che il biondo non aveva neppure
osservato la scollatura più sognata di tutto quel Tempio.
Era tutta colpa della
straniera, se prima aveva avuto qualche flebile speranza che Shaka si
interessasse a lei, ora era svanita; quando l'aveva vista
però si era chiesta che cosa aveva attratto l'illuminato
guerriero. Era persino scura di pelle, come lei e le sue compagne, ma
era chiaro che non era indiana; non poteva dire però che
fosse brutta anche se non ricordava - nei suoi quasi dieci anni di
permanenza al tempio di Shaka - che l'uomo avesse mai solo pensato alla
bellezza di qualcuno.
Proprio in quel
momento lo sguardo di Shaka si sollevò, sorprendendola
perchè sembrava diverso, persino interessato; per qualche
istante si crogiolò in quell'insperata attenzione salvo
ricredersi, vedendo che quelle iridi celate stavano puntando qualcosa
oltre le sue spalle. Lo vide alzarsi e, seguendo la sua direzione, si
rese conto che la figura di Nefertari faceva capolino sulla soglia, con
fare timido e riservato. Shka sorprese tutti quando si alzò
personalmente, per andare incontro alla ragazza, e conducendola
personalmente al suo posto che era proprio di fianco al suo.
Indira ribolliva di
rabbia repressa davanti a quelle attenzioni così premurose,
gelosa che a lei non avesse mai riservato più che qualche
parola. Si spostò, onde permettere che la giovane prendesse
posto: dannazione, era troppo giovane per essere una moglie,
perchè Shaka l'aveva sposata?
" Avete il sari chiuso male, signora. " Non
aveva potuto resistere alla tentazione di umiliare la ragazza di fronte
a tutti, anche se il tono usato poteva tranquillamente passare per
preoccupato. Che Buddha la proteggesse, non era neppure capace di
vestirsi come si conveniva alla moglie di un uomo come Shaka; ma Indira
non aveva fatto i conti con i modi di fare dell'uomo più
vicino agli Dei. Sorpresa, lo vide senza indugi aiutare la moglie,
mostrandole come si doveva chiudere un vestito del genere. Nefertari
indossava un sari azzurro cielo, splendido contrasto con quella pelle
scura, ricamato con alcuni semplici motivi argentei. Era senza parole
davanti a tanta gentilezza, non sembrava neppure lui se non fosse stato
come al solito impassibile e silenzioso. " Il tuo maestro è
arrivato, Indira. " Le parole fredde di Shaka colpirono la giovane
apprendista, che volse lo sguardo cogliendo la figura dell'anziano
sacerdote a cui era affidata; non era raro che il biondo la liquidasse
ricordandole chi si occupava di insegnarle la loro dottrina, ma quel
giorno la percepì come un'offesa: scoccò uno
sguardo malevolo a quella sposa fortunata, per poi congedarsi dalla
sala.
" Ti piace? E' parantha , ho pensato che potessi
gradirlo col formaggio. " Disse Shaka, indicando alla ragazza il paneer
e mostrandole come si mangiava; era proprio strano per lui mettersi a
parlare di cibo ma davanti ai modi impacciati di Nefertari non aveva
potuto rimanere a guardare. Lei annuì, timorosa di
rivolgergli parola più del necessario, chiedendosi se pure
lui si sentisse rigido come lei dopo quella notte in cui aveva cercato
di non muoversi per non sfiorarlo senza volere. " Mi dispiace per il
vestito, non volevo farvi fare brutta figura. " Abbassò lo
sguardo, imbarazzata al pensiero che quella donna avesse apertamente
fatto notare la sua totale incapacità a vestirsi secondo le
usanze hindu.
" Non serve tanta
formalità, chiamami Shaka e rivolgiti a me senza timori in
maniera confidenziale. " Shaka sospirò. Era assurda quella
situazione. Lui cercava di essere gentile - nei limiti del possibile -
ma trovava difficile ricordare che Nefertari non era abituata a lui.
Lo dimostrava l'episodio del sari che le aveva tolto la sera prima,
accusandolo di volerla molestare, pur non avendolo detto direttamente;
del resto Indira aveva avuto ragione a dire che non l'aveva chiuso
bene, ma avrebbe dovuto farle capire che i suoi commenti non erano
graditi. Non lo erano mai stati, così come quei gesti.
Rimase seduto al fianco della ragazza attendendo che terminasse di
mangiare, forse facendole involontariamente fretta perchè la
vide lasciare metà del suo pasto nel piatto, con fare
dispiaciuto. " Puoi finire, non abbiamo fretta "
O almeno non poteva
fargliene; sentiva che lo temeva ed era quasi estenuante ricordarsi di
non essere troppo diretto. Non voleva comunque che svenisse durante la
giornata, in Siberia sicuramente era abituata a mangiare in maniera
diversa. " Non devi preoccuparti per il sari, con il tempo imparerai.
Non badare a Indira, è abituata a non essere contraddetta da
altre donne ma mi aspetto che tu sappia importi. "
Lo sguardo curioso di
Nefertari si spostò su quello inespressivo di Shaka,
scontrandosi nuovamente con le palpebre chiuse. Già prima si
era chiesta chi fosse quella fanciulla, ora credeva di saperlo ed era
dispiaciuta: forse lei e Shaka stavano insieme, e lei gli aveva
rovinato i piani. Non disse nulla e non toccò altro cibo,
chiaro segno che era nervosa; il guerriero la osservò
perplesso, poi la convinse a seguirlo sotto lo sguardo di approvazione
dei monaci che avevano osservato con discrezione i due, convinti di
avere di fronte una coppia teneramente innamorata.
Nefertari
seguì Shaka in una delle ale del Tempio dedicate alla
raccolta dei manoscritti, e lo ascoltò parlare delle otto
vie del Buddha. Trascorse a quel modo le prime ore che precedevano il
pasto serale, cercando di capire i mantra ma senza riuscirci; ad un
certo punto uno dei monaci apparve, scusandomi per l'interruzione ma
necessitava dell'aiuto personale di Shaka. Questi lo guardò
impassibile, per poi seguirlo e raccomandare alla moglie di riposare
prima di riprendere il loro giro del Tempio. Alcune apprendiste la
accompagnarono nuovamente alla pagoda che era ormai la sua abitazione
assieme al marito, e si lasciò ricadere sul letto
sciogliendo la tensione con alcune lacrime. " Perchè mai la
moglie di Shaka piangerebbe?"
Parole fredde come
coltelli affilati scossero Nefertari, che si rese conto che la figura
di Indira stava sulla soglia e la osservava, con uno sguardo duro. Si
asciugò via quelle lacrime ma ormai erano state viste; la
vide avanzare con movenze da gatta, e chiudersi la porta scorrevole
alle spalle.
" Se fossi io la
moglie di Shaka non lo lascerei da solo, ma d'altronde che diritto ho
mai io? Dopo che mi avete rubato il mio uomo? " Nefertari
percepì l'amara accusa in quelle parole, e
arrossì rendendosi conto che quella mattina aveva avuto
ragione a pensare di aver involontariamente interrotto un legame
probabilmente profondo. Si sentiva schiacciata dall'ingiustizia di una
vita che non era più sua; ah, se avesse almeno potuto
dimostrare che le accuse di Aphrodite erano false, peccato che nessuno
era parso disposto a crederle. Ora, di fronte a quella donna bella e
sensuale, si sentiva insignificante e fuori posto.
" Io.. mi dispiace ma
io.. io non sapevo.. " Che cosa dirle? Che erano stati costretti a
sposarsi? Che non si amavano ma, anzi, che lei lo temeva quasi quanto
il Gran Sacerdote? Ma pareva che fosse tutto dipinto sul suo volto; la
vide posare ai suoi piedi alcuni gioielli hindu di rara magnificenza. "
Se ve ne andate vi prometto che ne avrete altri, dovunque vogliate,
purchè lasciate questo posto e mi restituiate il cuore di
Shaka. Lo sapete che appartiene a me, non lo negate. "
Indira era
perfettamente consapevole di mentire ma quello era un colpo di fortuna
insperato; aveva supposto che la straniera avrebbe piagnucolato,
ribellandosi alla sola idea di andarsene, eppure la vide sfiorare con
sguardo reverente quei gioielli. Shaka l'avrebbe ringraziata, non
appena avesse saputo che la moglie di cui aveva tanta cura non esitava
neppure per un momento all'idea di essere comprata. Quello che
l'indiana non sapeva era che Nefertari si sentiva offesa, e che
ammirava quei gioielli solo perchè erano bellissimi, ma che
l'intenzione di accettarli non c'era mai stata; non lo sapeva spiegare,
rimaneva lì, incerta, ed impaurita all'idea di dire qualcosa
di compromettente.
" Andate via! "
All'improvviso Nefertari si mostrò aggressiva, e
ricacciò i gioielli nelle mani di quella ragazza. Le era
venuto un improvviso coraggio ricordando le parole di Shaka di quel
mattino: di non farsi sottomettere. Erano servite, anche se le
dispiaceva dare un dolore a quella ragazza che la guardava. " Credete
di corrompermi con questi oggetti? Sono molto belli ma dubito che
possiate riavere Shaka se io sparissi. "
In realtà
non ne era certa, però non poteva lasciare credere di essere
stata forzata, anche perchè lui era stato chiarissimo
nell'insistere che solo loro dovevano esserne al corrente. E poi era
invidiosa di Indira, che era semplicemente bella, e si sentiva
totalmente sciatta, sopratutto rendendosi conto di essere estranea al
mondo indiano. Tra le due donne passò un lampo d'odio, ma
Nefertari non disse altro, alzandosi e facendo scorrere la porta con un
chiaro intento di farla uscire.
Indira era sconvolta
da tanta improvvisa determinazione; le passò davanti e poi
sorrise, cattiva. " Non avete neppure il bindi, non siete altro che una
prostituta. " E se ne andò, lasciando che l'offesa
perpetrasse nella mente della straniera, facendola sentire insudiciata.
Shaka non ricomparve
se non dopo qualche ora, quando lei già si era messa a
dormire. Gli era stato detto che non aveva neppure mangiato e che era
rimnasta chiusa nella loro stanza senza vedere nessuno; vedendo le
tracce di quelle lacrime pensò che forse si era sfogata per
quella situazione. Era estenuante ma almeno per quel primo giorno da
marito non era successo nulla di particolare; le sfiorò la
fronte con le dita, come sempre colpito dalla sua pelle color del
cioccolato, in contrasto con la sua che sembrava porcellana raffinata.
Perchè non riusciva a percepire in lei la depravazione di
cui tanto parlava Pesci?
Posò su un
mobile quanto aveva portato con sè, l'occorrente per
dipingerle il tradizionale bindi sulla fronte, ma non aveva voglia di
svegliarla: ci avrebbe pensato il giorno segente.
" Śubha rātri" le
disse piano, prima di concentrarsi per poter finalmente meditare.
Come detto questo è
uno spin-off de "La valle delle lacrime". Si tratta di una parte
saltata nella long fic, il periodo iniziale subito dopo il matrimonio
tra Shaka e Nefertari; non so quanto sarà lungo, di sicuro
ha una sua mini trama che non andrà a cozzare con la storia
che scrivo con aresian^^ a lei la dedico, e anche alla cara Lady
Aquaria, GiòTanner, Elizabeth Tempest e a tutti i fedeli
fans di questo pairing bizzarro e che pare piaccia^^ spero possa
piacervi, attendo i vostri commenti e i nuovi lettori saranno
ugualmente ben accetti^^
un bacione!
p.s. Se non è chiaro, Indira si fa solo delle pippe mentali,
da Shaka non ha mai ottenuto nulla, e mai ci riuscirà u.u
giusto se venisse il dubbio che fossero in qualche modo legati xd
Vio
Note - Ecco le
spiegazioni di ciò che ho inserito come tradizione hindi,
sperando di non avere sbagliato troppo XD
Paratha
o parantha: dischi
molto sottili di pasta fritta sulla tawa col ghee e fatti con farina
integrale senza lievito con aggiunta di semi di sedano e di cipolla;
hanno un aspetto croccante, leggero, friabile e una forma triangolare.
La paratha si trova in vendita nelle bancarelle di strada e viene
consumata a colazione, da sola o farcita con formaggio paneer. (nella
storia li mangia Nefertari)
raita
di menta e cetriolo:
dadini di cetriolo ricoperti di yogurt sbattuto al quale è
stato aggiunto sale, pepe e un trito di foglie di menta, foglie di
coriandolo, zenzero grattugiato e peperoncini verdi.( nella storia li
ha mangiati Shaka)
Bindi:Bindi: (dal sanscrito bindu, che vuol dire "goccia, particella, punto") è una decorazione per la fronte, indossata dalle donne dell'Asia del Sud (particolarmente in India) e Asia del sud-est. Tradizionalmente è un punto di colore rosso applicato al centro della fronte e vicino alle sopracciglia, ma può essere anche un pendente o un gioiello.
nella storia Indira appella Nefertari prostituta perchè non ha il bindi in fronte. In realtà non ho idea se nella tradizione hindu l'assenza del bindi in una giovane moglie possa essere un disonore, si tratta solamente di una mia scelta per trama^^ per farla sentire diversa, insomma, e instillarle il dubbio che Shaka la possa effettivamente considerare inferiore alle altre.
sari:La sari ((साड़ी in hindi)
è un tradizionale indumento femminile del subcontinente
indiano[1], le cui origini risalgono al 100 a.C., ed è
intuibilmente uno dei pochissimi indumenti ad essere stati tramandati
per così tanti secoli. La sari consiste in una larga fascia
di stoffa di circa un metro, la cui lunghezza può variare
dai quattro ai nove metri, che viene avvolta intorno al corpo
dell'indossatrice con metodi che variano a seconda della sua funzione.
Lo stile più comune di indossare la sari consiste
nell'avvolgerlo intorno alla vita, con un capo che gira intorno alla
spalla lasciando scoperto la cintola
Indira è il nome
dell'apprendista di un vecchio monaco, e significa " bella "
Nefertari
- non
l'avevo mai spiegato - è il nome appunto della principale pg
e moglie di Shaka, e significa " la bella tra le belle" se non vado
errando^^ nella tradizione egizia, sempre sperando di non sbagliare,
è collegato al fiore di loto
Śubha
rātri: dovrebbe voler dire buonanotte in hindi, ma la colpa va al
traduttore XDDD
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Il germe dell'invidia ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian. Per chi volesse ugualmente leggerla, questa la trama
riassunta: Nefertari
è la figlia adottiva del Saint dei Ghiacci, che l'ha salvata
dall'esplosione dell'orfanotrofio quando aveva nove anni. Durante gli
anni l'ha cresciuta come sua figlia; Nefertari è
metà israeliana e metà russa(israeliana di madre,
che aveva parzialmente origini egiziane, e russa di padre), entrambi
morti alla sua nascita. La madre viveva in Israele col marito violento,
si innamorò di uno schiavo russo e rimase incinta; aiutata a
fuggire approdò a Mosca, dove venne trucidata dopo la
nascita della bambina.
Conosce
Hyoga e Isaak, allievi del Saint, e cresce con loro come fratelli pur
non legando mai troppo per via della sua timidezza; all'età
di sedici anni il Gran Sacerdote convoca il padre adottivo al Santuario
per sapere la sua posizione riguardo i bronze saint traditori.
Nefertari viene quindi mandata ad Atene(il saint ignorava il motivo
della convocazione, e lei moriva dalla voglia di visitare la patria di
Atena) e affidata temporaneamente a Camus. Tuttavia Aphrodite dei
Pesci, in accordo con Death Mask e Arles, fa trovare la giovane nuda
nel suo letto, facendo intendere di avere passato una notte di sesso
con lei per volontà della giovane. Il Sacerdote approfitta
quindi della situazione per screditarla, e costringere il padre a
venire al santuario; fingendo di seguire un ordine di Atena, Nefertari
è costretta a sposare un cavaliere d'oro contro la sua
volontà. Per quanto l'idea di Arles fosse quella di darla ai
suoi due complici, alla fine per motivi non chiari le fa sposare Shaka,
per nulla contento della scelta ma non può opporsi alla
volontà del Sacerdote e, pensa lui, di Atena.
Da qui riprende la
storia, ovvero dal capitolo 5, dove è stato celebrato il
rito buddista del matrimonio.
Una
di noi - capitolo 2 - Il germe dell'invidia
La mattina, Nefertari
si ritrovò sola esattamente come quando si era addormentata
la sera; una semplice occhiata al letto su cui era sdraiata le
confermò che di sicuro Shaka quella notte non aveva dormito
lì. Lo spazio al suo fianco era intatto, e per un momento la
giovane provò una profonda umiliazione al pensiero che
Indira avesse detto la verità, e che sicuramente il marito
doveva avere passato la notte con lei. Chiuse gli occhi, cercando di
non piangere, ma era difficile: non era tanto l'idea che Shaka non
tenesse a lei - era normale, e d'altronde neppure lei era entusiasta di
quel matrimonio, anzi - ma la certezza di non essere altro che un
intralcio. E lei che l'aveva addirittura aggredita verbalmente la sera
prima, asserendo di avere un diritto che in realtà non aveva.
"
Namaskāra, Nefertari. " A quelle parole la ragazza trasalì,
scorgendo solo in quel momento la figura di Shaka poco distante da lei;
in effetti non l'aveva visto perchè la sua posizione
sdraiata, con lo sguardo rivolto all'altro lato del letto, le
impediva di scorgere ciò che c'era dall'altra parte. Era in
posa meditativa, con l'alone dorato che lo circondava, e l'espressione
sul suo volto era la solita; non capì quello che aveva detto
e lo vide piegare leggermente l'angolo delle labbra.
" Namaskāra significa buongiorno, in
hindi. "
La ragazza si
vergognò di non essere neppure capace di capirlo ma lui non
sembrò farci caso; docilmente ripetè quella
parola, storpiandola parecchie volte col suo accento siberiano anche se
lui non fece una piega. Era stato si un saluto ma desiderava anche che
cominciasse ad apprendere qualcosa, almeno le nozioni più
semplici. " Cosa ti turba? " La domanda spiazzò la ragazza,
che ancora non sapeva quanto vasti fossero i poteri di cui disponeva, e
come avesse curiosamente percepito la sua anima agitarsi poco prima;
per fortuna non si vedevano quelle lacrime che aveva scioccamente
versato, anche per essersi voltata dall'altra parte.
" Nulla.. io.. pensavo
non fossi qui. " Era vero e stupì se stessa per aver ammesso
parte di ciò che parzialmente l'aveva turbata, ma non disse
altro. " Sono stato qui tutto il tempo perchè
quando sono arrivato già dormivi, e non ho voluto rischiare
di svegliarti. Così ne ho approfittato per dedicarmi alla
meditazione: uno di questi giorni la insegnerò anche a te. "
Nefertari non ci
credeva, sembrava troppo gentile come pensiero, da parte di qualcuno
forzato a sposarla ma non lo contestò, limitandosi ad
annuire. Lo vide sciogliere quella posa e alzarsi, e fece la stessa
cosa rendendosi conto che era rimasta bloccata a parlare con lui
semplicemente con addosso quel sari da notte. " Sbrigati a farti il
bagno. "
La voce atona di Shaka
le ricordò che, in effetti, avrebbe dovuto provvedere a
lavarsi ma non sapeva dove andare; non voleva disturbarlo ma per sua
fortuna, alcune anziane sacerdotesse vennero a prenderla per condurla
nel giardino dove era stata posizionata una tinozza appositamente per
le sue esigenze. La ragazza non era abituata a quel modo di fare, e
provò parecchio imbarazzo nel rendersi conto che sarebbero
state loro ad aiutarla a lavarsi: a nulla valsero le sue timide
proteste, venne sapientemente lavata, insaponata e cosparsa di olii
profumati tipici dell'India. Si trattava di gesti gentili eppure
Nefertari aveva la sensazione di avere perso anche il più
piccolo briciolo di intimità che possedeva; nessuno l'aveva
mai lavata salvo quando era piccolissima, e non era sicura che le
piacesse essere trattata a quel modo reverente. Nonostante fosse fine
dicembre, l'aria non era così gelida come quella di Tobolsk,
eppure rabbrividì leggermente: che donne strane, farle fare
un bagno all'aperto in pieno inverno. Aveva la pelle leggermente
intorpidita e fu contenta di captare, tramite una delle donne, uno
sprazzo di discorso secondo cui Shaka aveva una certa fretta di vederla
sistemata e accondiscese volentieri a rientrare nella stanza;
riuscì a liberarsi della loro presenza assicurando di essere
in grado di indossare il sari da sola e richiuse la porta scorrevole,
sospirando sollevata. Era una tensione incredibile quella sopportata, e
un pò di solitudine le avrebbe fatto bene; a sua gran
sorpresa notò un nuovo indumento, sempre un sari, e lo prese
in mano. Era molto bello: color avorio, dalla linea, semplice che le
ricordava quasi il chitone greco che aveva indossato durante la
cerimonia nuziale al Santuario.
Non sapeva, quindi,
che neppure in quel momento era sola; Shaka non era certo nascosto
tuttavia, nella penombra della stanza, non era stato notato. Aveva la
solita espressione inflessibile sul volto, i muscoli leggermente tesi
dal nervosismo di avere appena scoperto che molti degli apprendisti si
erano nascosti dietro ai cespugli per spiare il bagno della moglie. E
lui li aveva sorpresi, punendoli tutti quanti; sapeva bene che non era
raro che la curiosità degli adepti fosse rivolta verso le
giovani donne del Tempio eppure quegli sguardi poco rispettosi lo
avevano innervosito.
Osservando la figura
di Nefertari, che si era tolta quel telo in cui era stata avvolta, si
rese conto di avere effettivamente sposato una persona esteticamente
molto bella; non vedeva neppure un difetto in quel corpo, e tutto
sommato non poteva negare che Aphrodite avesse compiuto una scelta
oculata. Eppure lui in tutta quella seducente beltà non
vedeva alcun pericolo; inarcò un sopracciglio, la ragazza
gli dava l'idea di una di quelle ninfe vergini che nella mitologia
erano l'oggetto del desiderio di divinità come Zeus, non
trovava in lei nulla che potesse fargli pensare ad una fanciulla di
facili costumi e dalle voglie strane, quelle che il cavaliere dei Pesci
gli aveva ampiamente decantato. Provò un forte fastidio a
quel pensiero, e scacciò dalla mente le sudicie visuali che
l'uomo gli aveva descritto; eppure, per quanto certo che la decisione
di Atena fosse stata ben ponderata, non poteva non crucciarsi all'idea
di dover essere lui a rimettere sulla retta via la ragazza. " Aspetta,
lo stai chiudendo male. "
Finalmente fece notare
la sua presenza a Nefertarì, che lanciò un
gridolino spaventato; non si era accorta di lui e del suo sguardo che
l'aveva valutata fino a quel momento ma non diede alcuna spiegazione,
limitandosi ad attirare la sua attenzione sul modo corretto di
indossare il sari, ignorando la muta domanda che vedeva nei suoi occhi.
Evidentemente era turbata all'idea di essere stata spiata, e questo lo
sorprese di nuovo; alcune sacerdotesse, Indira tra tutte, non si
vergognavano a mostrarsi più o meno svestite invece aveva di
fronte qualcuno che sembrava aborrire l'idea. Strano modo di
comportarsi, finire nel letto di un uomo di dubbia moralità
come Aphrodite - anche se fisicamente perfetto - e temere di essere
osservate dall'uomo che era suo marito: forse non l'avrebbe mai
compresa.
" Questo pomeriggio ci
sarà una festa, durante la quale ti presenterò a
coloro che ancora non ti conoscono; tra poco ti scorterò a
mangiare qualcosa ma prima.. " Prese tra le mani l'occorrente che la
sera prima aveva portato, quello che gli serviva per dipingerle quel
tradizionale bindi sulla fronte; ripensava ai giovani sorpresi poco
prima, e che avevano dichiarato di non essere sicuri che fosse quella
sua moglie ma una nuova apprendista. Ebbene, ora ne avrebbero avuto la
certezza.
Non le
lasciò scegliere la forma di quella tradizionale
decorazione, avendo già scelto lui quella più
tradizionale a puntino, ma rimase sorpreso dalla totale
immobilità della sua sposa: non diceva nulla, non si
muoveva, era strano. Forse era solo colpa della tensione, che aveva
anche lui ma che sfogava tramite una rigida meditazione.
Poco dopo Nefertari
stava assaggiando un lassì di mango, mentre da lontano la
figura irritata di Indira la stava nuovamente scrutando; non
sfuggì quel minuscolo puntino rosso - il bindi - che la sera
prima la ragazza non aveva. Doveva escogitare un modo per togliersela
di torno, definitivamente; la festa cadeva quasi a proposito.
Ignara di
ciò, la ragazza non toccò tanto cibo, forse
perchè la presenza di Shaka era per lei sempre fonte di
grande preoccupazione: non sapeva cosa dire o fare per non metterlo in
imbarazzo, e in più mangiava così poco che lei
non si azzardava neppure ad abbuffarsi come faceva a casa quando aveva
fame. Con un sospiro nostalgico, si domandò
perchè non aveva ancora visto o sentito il padre; il
Sacerdote le aveva riferito di averlo avvisato, ormai la lettera doveva
averlo raggiunto.. e con essa, la notizia delle terribili colpe di cui
era accusata di essersi macchiata. Ricacciò indietro le
lacrime che minacciavano di scenderle sul viso, deglutendo troppo
rapidamente ciò che stava mangiando, causando un momento di
tensione e tossendo per non soffocare; sentiva lo sguardo sorpreso di
Shaka ma non gli diede alcuna spiegazione. " Verrà presto,
ne sono sicuro. "
Quelle parole
bloccarono il momento in cui Nefertari stava per continuare a mangiare,
incredula, e si voltò a guardarlo; era incredibile che
riuscisse sempre a sapere che cosa stava pensando e per un momento, le
parve di percepire un briciolo di umanità in quel tono. Non
sapeva cosa rispondere ma non fu necessario perchè lo vide
alzarsi, e farle segno di sbrigarsi a terminare se aveva ancora fame;
ma il cibo aveva perso tutto il suo interesse, così si
alzò a sua volta e lo seguì verso quella che si
prospettava essere come una lunga giornata.
Le ore passarono
veloci, e con essa arrivò il momento di quella festa.
Nefertari si rese conto di non comprendere quasi nulla di quei brani
che recitavano, dei mantra e di tutte le loro tradizioni, e si limitava
a sedere al fianco di Shaka; questi aveva presentato ufficialmente la
moglie a tutti coloro che non erano stati presenti durante la
celebrazione del matrimonio due sere prima. Il gruppo di giovani che
aveva spiato la ragazza durante il bagno di quella mattina faticava a
togliere di dosso quello sguardo, e stavolta lei se ne accorse anche se
bastò che il marito volgesse loro l'impassibile durezza
della sua espressione per costringerli a battere in ritirata, e
limitarsi al loro ruolo di spettatori. Avrebbe voluto chiedere a Shaka
il motivo di tale comportamento, tuttavia tacque, svolgendo la sua
mansione silente di consorte: non c'era poi molto da fare se non
ricevere i formali omaggi degli anziani sacerdoti che auguravano loro
lunga vita e anche una numerosa prole. Questo ricordava a Nefertari il
proprio ingrato ruolo, ma ringraziava e lasciava che fosse il marito a
parlare: tra tutti e due quindi non dicevano molto, e questo lasciava
pensare che fossero estremamente adatti l'uno all'altra.
L'unico momento in cui
Shaka si mostrò più loquce fu quando la moglie
gli chiese che genere di cibo aveva di fronte, perchè non
sapeva cosa assaggiare senza correre rischi; lui sorrise leggermente
tra sè e sè e le indicò alcune
pietanze tra cui latte Badam, tè Indiano
(Chai)
, zuppa di grano dolce e pollo, budino di riso indiano (Kheer) , zuppa
Mulligatawny, pesce con yogurt , riso con verdure, zuppa di
pollo (Shorba), zuppa al curry, Raita di cipolle, riso al limone , riso
ai gamberetti (Biryani) , riso al cocco, curry indiano di pesce , curry
di agnello con yogurt, Urad Dal, pollo Tikka Masala
e riso fritto alla cannella (Dalchini Palau).
Nefertari era
sbalordita dalla vastità di pietanze, e non sapeva che cosa
assaggiare; dietro consiglio gentile di uno dei due discepoli di Shaka,
Shiva del Pavone che le aveva anche fatto da testimone,
provò la zuppa di grano dolce e pocco, poi il pesce con
yogurt e il budino di riso indiano. Vedendo che Shaka gradiva
particolarmente - avendone prese due porzioni- assaggiò
anche il latte Badam ma non riusciva a comprendere bene con che cosa
fosse fatto; però non aveva un cattivo sapore.
" E' ora di ritirarsi.
" Era quasi notte fonda quando sentì la voce di Shaka ma non
si era resa conto che l'aveva detto perchè la vedeva stanza;
faticava a tenere gli occhi aperti e aveva la testa che
spesso scivolava sulla sua spalla. Disse qualcosa di incomprensibile
così il guerriero, sorprendendo tutti, prese gentilmente tra
le braccia la ragazza semi addormentata e la accompagnò di
persona a dormire. Sembrava quasi una bambina e non si
ridestò quando la posò con cautela sul letto.
Stranamente la mattina
seguente fu proprio Nefertari a svegliarsi, e ancora una volta Shaka
non era di fianco a lei anche se questa volta non era neppure nella
stanza; non sapeva che si trovava già con i suoi allievi
così si alzò sbadigliando apertamente. Quella
festa era stata sfiancante, non doveva mangiare così tanto
se non ricordava poi quello che avrebbe dovuto fare; questa volta fece
il bagno all'interno della stanza, la tinozza era nel bagno dove Shaka
aveva insistito per farla rimanere. Non capiva il motivo di tanta
inflessibilità ma in fondo era contenta di poter godere di
un pò di privacy, era raro che potesse rimanere da sola; fu
solamente quando, con un sari color rosa zucchero addosso, si
riavvicinò al letto per risistemarlo che scoprì
qualcosa che la raggelò. Sotto il cuscino di lui spuntavano
quelli che erano inequivocabilmente un paio di mutande da donna; non
aveva idea di chi fossero ma sicuramente non sue. E poi
perchè mai avrebbero dovuto essere sotto il cuscino di lui?
Al massimo le avrebbe tenute sotto il suo. Scoppiò a
pinagere amaramente: le dava un fastidio tremendo sapere di quella
doppia vita - che sicuramente conduceva con indira , o con altre belle
ragazze che aveva visto la sera prima - perchè di giorno
sembrava a volte interessarsi davvero a lei. Si sentiva umiliata ma
anche determinata a non far passare la cosa sotto al silenzio; si
recò con passo sicuro verso la sala nell'ala centrale del
tempio dove si faceva colazione, e lo vide. Era seduto al solito posto
e cercò di non sentirsi tremare le gambe; era difficile
decidere come affrontare l'argomento ma fu lui a rivolgerle la parole.
" Sei una svergognata.
" La voce, per quanto bassa, era dura e pregna di accusa; la ragazza lo
guardò chiedendosi se non fosse completamente impazzito. Non
c'era nessuno in quel momento e non sapeva che era stato un preciso
ordine di Shaka, quello. " Non capisco, che cosa ho fatto di sbagliato?
"
Per un istante
Nefertari aveva dimenticato la propria indignazione, davanti a quella
frase si sentiva sporca ed insudiciata; lo vide chinare la testa verso
di lei, e percepì il pericolo in quell'espressione
inflessibile. " Ho visto un uomo uscire prima dalla nostra stanza,
avvolto solamente da una tunica da notte. Hai pensato di approfittare
della mia assenza per riprendere le vecchie abitudini, quindi. Avessi
avuto almeno la decenza di andare altrove. "
Per un momento la
giovane tremò sotto quell'accusa infamante, ma non rimase in
silenzio. " Tu devi essere pazzo, ero da sola nella stanza fino a
quando ne sono uscita poco fa; piuttosto, tu potresti nascondere meglio
le prove delle tue notti con quella donna. " La voce era un sibilo, e
Shaka inarcò un sopracciglio: era chiaro che stava solamente
cercando di sviare la discussione ma con lui certi trucchi non
funzionavano. " Bugiarda. Per tua informazione mi ero assentato per
fare lezione ai miei allievi, al contrario di te. Non mi meraviglia che
Atena fosse tanto indignata, il tuo comportamento è degno di
una donna di facili costumi. " Shaka non era il tipo da pronunciare una
parola volgare come prostituta, eppure l'offesa arrivò
precisamente dove voleva: nel profondo del cuore della moglie. Il
silenzio fu lungo da parte di entrambi, Nefertari non aveva neppure
toccato quel misero pasto che aveva davanti.
" Se ti riferisci ad
Indira, se non altro lei non ha l'impudenza di farsi scoprire se passa
la notte con qualcuno; d'ora in poi non ti perderò di vista
neppure cinque minuti, visto che ti è bastata un'ora per
farti sedurre dal primo che ti ha supplicato di farlo. "
Nefertari
squadrò incredula l'espressione dura ed inflessibile di
Shaka, poi si alzò bruscamente: non ne poteva
più di quelle accuse infamanti, era solamente lui a
comportarsi come una persona spregievole e poi accusava lei. E per
fortuna che era un asceta: tutte frottole, era probabilmente molto
più attivo dello stesso Aphrodite. Tuttavia non
rinunciò ad una frecciatina nei suoi confronti. " A che cosa
mi servirebbe un uomo, quando ci hai già pensato tu ad
umiliarmi, assieme al tuo amico dei Pesci, distruggendomi
completamente? Ti auguro una piacevole notte con quella sgualdrina:
siete degno l'uno dell'altra.
"Shaka percepì il veleno e l'offesa in quelle parole ma fu nelle sue iridi che trovò il vuoto di chi ha rinunciato a qualcosa;
la lasciò andare senza togliere dalla mente il dubbio se avrebbe oppure
no passato la notte
seguente con Indira. Era semplicemente da stupidi
accusare lui di rapporti fisici con donne, lo sapevano tutti che l'idea
non lo aveva minimamente sfiorato, e neppure gli piaceva l'idea di
dover concepire un figlio con quella sua moglie che si dimostrava tanto
vogliosa. Ovviamente aveva già punito quell'apprendista,
corporalmente, e aveva dato ordine che fosse ucciso.
E doveva stare attenta
pure lei, se avesse deciso di continuare a comportarsi a quel modo;
l'avrebbe punita per quella mancanza di pudore e di rispetto. Ne aveva
da imparare se desiderava veramente sopravvivere come sua moglie, a
costo di impadronirsi della sua anima impura e annientarla: sarebbe
stato quasi irrisorio, per lui. Terminò il suo
thè e si alzò, per dirigersi nelle loro stanze,
rendendosi conto di quell'indumento di cui era stato incolpato lui; lo
raccolse con un certo disgusto. Non aveva visto nulla del genere nella
biancheria della moglie: chi aveva osato portare in quelle sacre mura
qualcosa di tanto riprovevole?
Note
autrice:
wellà buongiorno u.u ok si forse Shaka è un
pò OOC ma ci voleva qualcosa. Dovete sapere che mi son
sempre chiesta se in due mesi di matrimonio(prima che consumassero, per
capirci, qui è passato solamente qualche giorno) non avesse
mai visto la moglie nuda. sarebbe assurdo no? almeno che si lava magari
la vede.. e così ha guardato u.u e con lui tutti sti giovani
guardoni ahahaha li ha puniti tutti XDDDDD sul bagno all'aperto ho la
licenza poetica u.u non sto ad elencarvi i vari cibi indiani, li ho
trovati sul portale indiano, spero di non avere fatto delle gaffe!!
ora sulla parte finale immagino possiate immaginare chi ha osato
insinuare il dubbio in entrambi u.u vi lascio però sul
dubbio di chi possa essere sto povero cristo(o povero buddha, vista la
religione xd) che è uscito dalle stanze della ragazza
facendo incazzare Shaka XD
Shaka forse sembra possessivo in questo capitolo, e in parte lo
è, ma non per amore o varie: in primis sicuramente orgoglio
e onore(quello per cui punisce chi osa guardare la moglie, e pure
rovinarne la reputazione anche se non ha indagato se quel giovane
avesse davvero fatto qualcosa con lei), e poi anche per protezione.
Spero si possa comprendere questo pensiero durante la lettura, di lui
che vorrebbe proteggerla ma che allo stesso modo è
ugualmente irritato perchè gli sembra di avere indizi sulla
sua colpevolezza. a me piace l'opinione che si fa di lei mentre la vede
senza vestiti *-* perchè è in fondo quella
predonimante, che contrasta quanto crede che succeda^^ a voi i
commenti, e al prossimo!
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Adattarsi ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian.
Una
di noi - capitolo 3
- Adattarsi
Bastò qualche secondo a Shaka per rendersi conto
che Nefertari si trovava nella stanza, chiusa nella parte adibita a
bagno e sembrava non volere uscire. " Vieni qui. " Un ordine che
nessuno poteva ignorare ma la giovane moglie fece del suo meglio per
riuscirci, rifiutando di uscire; da dietro la porta scorrevole, Shaka
la poteva sentire singhiozzare piano. Sospirò. Non era
facile trovarsi con quella ragazza, che costituiva un enigma per lui.
" Ti ho detto vieni qui. Se dovrò ripeterlo potresti
pentirti di non avermi ascoltato. " Una minaccia quella di Shaka? No,
voleva solo evitare di ricorrere alla forza e ricordare a Nefertari chi
dei due poteva davvero comandare; comunque ottenne il risultato che
desiderava. La giovane aprì la porta ed entrò a
passi maldestri nella stanza, ignorandolo.
Lui non si scompose. Le fece segno di sedersi sul materasso ma non le
disse nulla. La stava sondando in silenzio; era già stato
sfiorato dal dubbio di essere stato precipitoso, eppure voleva
rassicurarsene. Non tanto per sè stesso quanto per non
cadere in errore. " Sono tue? " Senza dirle altro le mostrò
quell'indumento intimo che aveva trovato; sicuramente era un pezzo che
non si poteva vedere in un Tempio, molto simile ad un occidentale
tanga, ma non era di certo della moglie. La voleva mettere alla prova,
capire che cosa fosse accaduto; percepiva il suo timore di fronte alla
sua espressione impassibile ma non le disse altro, mentre la vedeva
scuotere la testa. Posò quell'indumento di dubbia
moralità, e puntò il suo sguardo a palpebre
abbassate su di lei.
" Vorrei che chiarissimo una cosa. Non so molto riguardo a te ma ti
posso garantire che io non sono come gli altri; sono un asceta e non ho
mai provato il minimo desiderio di avere una donna vicino a me,
nè tanto meno di privarmi della mia purezza per quei
sentimenti terreni che animano la maggior parte delle persone.
Considerando che entrambi siamo stati forzati a questo matrimonio, se
proprio avessi questo desiderio, perchè dovrei rivolgermi ad
altre e non a te? " Era un discorso per lui poco piacevole tuttavia non
voleva che ci fossero dubbi, quella donna doveva capire con chi aveva a
che fare e non si sorprese percependo che arrossiva a quelle parole.
Lui stesso si sentiva parzialmente a disagio ma esteriormente era
calmo, e sapeva che lei non avrebbe potuto percepire il lieve
turbamento che aveva scosso la sua anima; il cosmo dorato che lo
avvolgeva divenne più intenso anche se non aggressivo,
mentre la sondava senza dire nulla.
" Perchè non mi hai riferito che Indira è stata
qui? " Quella sacerdotessa non aveva ancora capito di dover rimanere al
proprio posto, ed era molto strano visto che non gli aveva mai creato
alcun fastidio però ciò che aveva visto non gli
piaceva; era anche molto bizzarro che la moglie non gli avesse detto
niente, forse aveva in mente davvero di andarsene e aveva fatto finta
di rifiutare quei gioielli? " Non pensavo ti interessasse, e non volevo
intromettermi nelle tue faccende private. " C'era una forte sfiducia in
quel tono e Shaka capì che in fondo la ragazza non era
pronta ad aprirsi con lui; non che se lo fosse aspettato
però ma era sorpreso che la moglie davvero pensasse questo.
Si alzò, limitandosi ad osservarla; aveva un'aura
così invulnerabile che Nefertari era addirittura spaventata
da tutta quella immobilità.
" Indira non è altro che un'apprendista e io non ho il
minimo desiderio di discutere oltre della faccenda. Ho comunque
appurato che non mi hai mentito riguardo alle mie accuse, e come tale
provvederò affinchè tu non venga più
insudiciata con gesti o commenti poco lusinghieri. " La ragazza non
capì molto di quelle parole, che suonavano dure e
inflessibili, e non riuscì neppure a rompere quel silenzio;
Shaka, da parte sua, era turbato dall'audacia di quel ragazzo ma presto
avrebbe fatto luce sulla vicenda. Dopo parecchi minuti di pesante
silenzio, in cui Nefertari era convinta che non sarebbe riuscita a
uscirne, qualcuno bussò discretamente alla porta e Shaka
invitò ad entrare. Sembrava casuale ma aspettava quella
visita; a gran sorpresa della ragazza comparve il cavaliere del Pavone,
che fece un inchino reverenziale al maestro e poi a lei, che portava
con sè un giovane mai visto prima.
" Ora mi dirai perchè sei entrato in queste stanze senza il
mio invito, nè quello di altri. " La voce di Shaka era
tagliente e Nefertari comprese che doveva essere il ragazzo di cui
aveva parlato, e con cui era stata accusata di aver passato alcuni
momenti ingannando il marito. Lo osservò con attenzione.
Poteva avere quattordici anni a mala pena, capelli abbastanza corti e
la pelle scura tipica degli indiani; ad un secondo sguardo comprese che
portava sul fisico i segni di una pesante tortura e si sentì
travolgere dalla compassione, comprendendo che portava anche
un'espressione colpevole sul volto. Shaka invece pareva inflessibile e
non rompeva quel silenzio, che Nefertari trovava quasi spaventoso forse
perchè ogni tanto l'apprendista non riusciva a trattenere
gemiti di dolore.
" Sai che ti strapperò la verità, che tu lo
voglia o no. " Per un momento la ragazza pensò che avrebbe
colpito il giovane e pensò quasi di intervenire ma qualcosa
la bloccava; non sapeva che era il cosmo stesso del marito, che non
voleva essere interrotto. Era tremendo rimanere e guardare quella
scena; quando il giovane scoppiò a piangere disperato fu
sicura che Shaka stesse compiendo qualcosa di doloroso nei suoi
confronti e si alzò decisa, sorprendendo tutti. " Forse non
voleva fare niente di male, perchè farlo soffrire a questo
modo? " Non aveva osato dire nulla di più, la ragazza, ma si
accorse che Shaka aveva inarcato leggermente un sopracciglio, colpito
da tanta audace generosità. Il guerriero era quindi stato
costretto ad interrompere la concentrazione e non aveva trovato il
colpevole nella mente dell'apprendista, e non poteva che biasimare la
moglie che col suo gesto l'aveva distratto. Comprese che ora la giovane
temeva la sua ira, e forse se fossero stati soli, non avrebbe esitato a
riprenderla e punirla; purtroppo dovevano salvare entrambi quella
facciata meschina che era il loro matrimonio. " Nefertari, il tuo
spirito generoso mi piace ma non desidero che tu interferisca quando mi
rivolgo ai miei allievi. Abbi cura di ricordartene in futuro. " Pacato
ma non minaccioso, fece sedere la moglie sorpresa dalla mancata rabbia
che credeva avrebbe sfogato su di lei e che si lasciò
gentilmente rimetttere sul letto da quella mano fredda e apparentemente
dura. Sapeva di avere commesso uno sbaglio ma non era riuscita ad
impedirselo; nè Pavone nè l'altro parvero trovare
strana quella frase anzi, erano solo sorpresi da quella considerazione
che Shaka pareva avere per la moglie se non arrivava a punirla. E
sapevano che lui non si sarebbe mai posto il problema, faceva sempre la
cosa giusta al momento giusto. Il guerriero dall'alto della sua calma
si rivolse al ragazzino che era stato per sua stessa ammissione
colpevole.
" Da adesso sarà la mia sposa a dover decidere della tua
vita, lascio la decisione in mano a lei. Naturalmente la sua parola
è la mia. " Un leggero sorriso ironicò
solcò il volto di Shaka, che aveva trovato il modo di
decidere il destino di quel ragazzo e, al contempo, di dimostrare che
in fondo anche se giovane, Nefertari aveva un ruolo ed un'immagine da
costruirsi. Sapeva che, con tutta probabilità, la ragazza
non avrebbe torto un capello al giovane ma gli andava bene; non gli era
solo piaciuta la sua intromissione tuttavia trovava interessante tutta
quella generosità d'animo ed era anche disposto a lasciare
che venisse manifestata apertamente. Forse avrebbe messo a tacere
eventuali scettici su quelle nozze. " Non capisco.. " La risposta della
moglie era precisamente quella che si aspettava; il tono era incerto e
sorpreso come l'espressione che portava sul volto così
decise di spiegarsi più chiaramente. " Devi decidere tu la
sua punizione, consideralo un tuo schiavo: sei libera di farlo punire -
o anche di farlo personalmente - e qualunque cosa gli ordinerai di fare
non si potrà rifiutare. "
La ragazza era sconvolta da tanta crudeltà; non le sembrava
che il marito avesse neppure un briciolo di pietà in corpo,
non comprendeva come in effetti lui potesse essere rigido ma allo
stesso tempo sembrava voler una prova da lei. Osservò il
ragazzo, incerta. Non aveva mai neppure visto un domestico e non
concepiva l'idea di vedere qualcuno ridotto come schiavo; nel frattempo
Shaka aveva ripreso la parola.
" Pavone, in mia assenza sarete tu e Loto a proteggere mia moglie. Non
vi sono molte persone a cui affiderei la sua vita con sicurezza. " Era
un tono più duro quello che Nefertari percepì?
Non fece in tempo a domandargli nulla che aveva già lasciato
la stanza; non sapeva che Shaka, in quel momento, si sarebbe recato a
meditare in attesa di un errore da parte di chi aveva osato mettere in
dubbio il suo matrimonio, anche se aveva un'idea di chi poteva essere.
" E che cosa devo fare ora? " Un lieve panico trasparì dalle
parole di Nefertari, che colpirono Pavone rimasto lì dietro
ordine di Shaka; sapeva bene che il suo mentore aveva già
ordinato la morte dell'apprendista e che era un passo avanti pazzesco
quello di lasciare che fosse lei a decidere ora la sua sorte. Non
sembrava cattiva anzi, perciò si permise di darle un
consiglio. " Se volete un mio consiglio, signora, forse potreste anche
lasciarlo andare; chi cospira contro di voi potrebbe prendersela con
lui per essere stato intercettato. Magari lontano da qui
potrà trovare un modo per vivere... " C'era molta
discrezione nella voce del cavaliere d'argento, che era comunque
incerto su ciò che avrebbe potuto pensare la giovane della
sua idea, e non voleva per nulla al mondo farle credere di volerla
forzare. Però gli piaceva il pensiero di mettere in
difficoltà Indira, che si era già guadagnata
tacitamente la vendetta di Shaka: sapeva che era lei la colpevole,
anche perchè l'aveva sentita confabulare anche se non aveva
veramente creduto che sarebbe stata in grado di mettere in atto la
cosa. " Naturalmente la decisione è vostra. " Si
affrettò ad aggiungere, inchinandosi a lei. Nefertari era
colpita da tanta riverenza, e anche da tanta libertà di
azione che le era stata lasciata; guardò il ragazzo
singhiozzante e decise di intervenire personalmente. Lo fece portare
nell'ala del Tempio adibita ad infermeria, e gli curò
personalmente le ferite che portava sul fisico: chi era stato quel
mostro che l'aveva colpito tanto selvaggiamente? Non si accorse della
sorpresa di Pavone, colpito da tanta umiltà: nessuno dei
monaci si sarebbe sporcato le mani di persona per curare qualcuno
considerato colpevole di aver compromesso il Maestro, ma lei pareva non
badarci. E rimase a guardare il giovane apprendista venire lasciato
libero di andarsene e di cercare fortuna da un'altra parte:
già si immaginava come avrebbe schiumato di rabbia Indira,
ma gli faceva piacere.
" Signora, c'è qualcuno che desidera incontrarvi. " La voce
di Shiva del Pavone distolse Nefertari da quelle letture; seduta in uno
dei locali in cui si raccoglievano i testi sacri al Buddha, fu lieta di
trovare un motivo per distrarsi da quei mantra che non riusciva a
comprendere. Si chiese a chi si riferisse il suo guardiano, di certo
non a Shaka che era tornato due giorni prima al Santuario, lasciandola
sola con quei due cavalieri che si alternavano nel proteggerla. "
Seguitemi, per favore. " Si disse che doveva trattarsi di uno dei
monaci anziani anche se finora erano stati loro a muoversi, temendo di
arrecarle disturbo se si fossero azzardati a chiedere a lei di
raggiungerli. " So annunciarmi da solo, ragazzo. " All'improvviso una
voce gentile ma con qualcosa di inflessibile interrupe il giovane
cavaliere, che avrebbe dovuto scortare Nefertari altrove, e lei si
ritrovò a fissare una donna anziana poco più
bassa di lei che la stava squadrando con aperta curiosità.
Teneva curiosamente gli occhi chiusi come Shaka e camminava appoggiata
ad un bastone; per un momento la ragazza provò il desiderio
di aiutarla ma sembrava che lei non ci facesse neppure caso.
" E così questa è la moglie di mio nipote..
interessante.. tu, portami il mio thè. " Disse rivolgendo
l'ultima frase a Pavone, che si affrettò ad ubbidire in
fretta lasciando sole le due donne; Nefertari vide che la donna aveva
la pelle molto scura, e che continuava ad osservarla con aria critica.
Quel giorno era riuscita a chiudere il sari - di un delicato color rosa
confetto, con ricami argentati semplici - da sola e si era sentita
vittoriosa per quell'impresa; in realtà anche qualche giorno
prima ne era stata capace ma complice lo sguardo sempre intransigente
di Shaka non era riuscita a gioirne. Non aveva capito che lui era
invece soddisfatto di vedere che ci era riuscita. " Volete che vi
aiuti? " Chiese servizievole. Non le era sfuggita l'allusione al
nipote, e si chiedeva come mai Shaka non le avesse mai detto di avere
dei parenti lì al Tempio; ripensandoci però
Nefertari sapeva che il marito non le aveva detto una sola parola sulla
sua vita, ed era deprimente.
" No, non sono decrepita. Volevo solo vederti, sei sicuramente l'arrivo
più chiacchierato di tutto il villaggio e dintorni. " Anche
se inflessibile, la voce della donna anziana era pregna di
apprezzamento mentre guardava un'incerta Nefertari; non sapeva, la
ragazza, che la donna aveva sentito parlare di lei fin da prima di
quelle strane nozze ma che non aveva provato la minima
curiosità. Era sicura che il nipote avesse compiuto una vera
e propria stupidaggine, e non aveva neppure presenziato la cerimonia. A
spingerla a conoscere la straniera era stato il racconto di come Shaka
sembrava averle concesso totale libertà su uno degli
apprendisti, e di come lei l'avesse lasciato libero invece di farlo
uccidere o di tenerlo come schiavo; non gli era piaciuta l'idea che
avesse preso come moglie una straniera e quella pelle scura l'aveva
resa diffidente.
Ora che la vedeva, però, aveva cambiato idea. Assieme a
tutto ciò che aveva sentito, credeva di vedere in lei una
persona diversa, e questo la colpiva profondamente. " Qual'è
il tuo nome ragazza? " Esigente quella voce, e Nefertari si
apprestò a presentarsi con un leggero inchino; percepiva su
di sè lo sguardo attento di quella donna e sperava di non
commettere errori. Comunque non c'era nulla in lei che fosse fuori
posto, nè il sari nè le scarpine tradizionali, e
neppure la pettinatura che era estremamente semplice dato che Nefertari
non amava perdere troppo tempo coi capelli, che erano tenuti solamente
in ordine con un piccolo cerchietto e solo qualche ciuffo ribelle
ricadeva sul volto. Il resto della chioma era sceso lungo la schiena,
appoggiato quasi casualmente. " Io sono Sahila, la nonna di tuo marito
ma non mi aspetto che tu mi conosca: ero venuta a conoscerti ma mi
sorprendo di ciò che vedo. Non somigli per niente ad una
donna indiana.. eppure ti comporti come tale. " Le disse, semplicemente
indicando il suo abbigliamento e anche il leggerissimo trucco che ogni
giorno metteva, anche se era talmente poco che era come se non
l'avesse. La ragazza si agitò leggermente, percependo una
sottile accusa in quelle parole; non era la prima a farle notare che
non era del posto eppure non si aspettava un commento così
diretto. In più le aveva parlato in greco, sorprendendola
anche se le era grata visto che di hindi ancora non conosceva molto se
non qualche parola; in quel momento tornò il cavaliere che
servì il thè alla donna, con gesti ossiequosi
quasi quanto quelli che riservava solitamente a Shaka e questo la
convinse che doveva essere davvero sua parente.
" Io.. cerco di non arrecare dispiacere a Shaka, comportandomi come
desidera che faccia.. " Per un momento la giovane avrebbe voluto
mordersi la lingua perchè forse avrebbe dovuto rispondere in
un altro modo ma anche questo non dispiacque alla signora; nonostante
gli occhi chiusi pareva capace di muoversi come se vedesse e questo
spinse Nefertari a chiedersi se non fosse tipico della loro famiglia
comportarsi a quel modo. " Al contrario di Shaka, io sono completamente
cieca dopo aver contratto una malattia tanti anni fa. " Rispose a
quella che era una muta domanda della ragazza, che si sorprese:
già con il marito non era abituata a sentirsi sempre
anticipare, ma vederlo fare ad un'altra era spiazzante. " Non volevo
essere curiosa, spero mi possiate scusare. " Si vergognava di essere
stata colta a pensare al motivo di quelle palpebre chiuse ma,
inspiegabilmente, Sahila sorrise dopo aver posato la tazzina sul tavolo
dove poco prima c'erano i testi sacri.
" Non sono una stupida, Nefertari, e so che mio nipote non si
è sposato per amore. Però ha fatto una bella
scelta, temevo che quelle stupide oche che girano qui attorno
l'avessero confuso: mi compiaccio nel vedere che riesce a vedere
più in là del suo naso. " Per un momento la
vecchia rimase a contemplare l'espressione sorpresa sul volto della
nuova giovane di famiglia, sorridendo del suo stupore. Già,
lei non aveva per nulla creduto alla versione che circolava su quel
matrimonio, e che tutti narravano come un colpo di fulmine; conosceva
Shaka meglio di tutti e sapeva che se si era sposato, di certo era per
qualcosa che gli conveniva e che l'amore era l'ultima cosa che potesse
interessargli. Parlando un pò con i suoi due discepoli
sapeva che aveva trovato la ragazza ad Atene, in quello strano
Santuario, e che per forza di cose doveva essere stata un'unione non
del tutto voluta nonostante a loro l'idea non avesse neppure sfiorato;
a lei il Sacerdote attuale proprio non piaceva ma non aveva detto
niente, lasciando che il nipote fosse il solo giudice delle sue azioni.
Tuttavia, mentre le parlava, credeva di percepire una certa diffidenza,
e capì che quella ragazza probabilmente era stata costretta
lei pure a integrarsi in un mondo che non era il suo; le piaceva
però che non rifiutasse l'idea di farne parte, lo dimostrava
sia il modo di vestire che il luogo in cui l'aveva trovata. In silenzio
continuava ad osservarla. Era educata, forse persino troppo, e pensava
che quasi sicuramente avrebbe incontrato molti problemi; eppure Shaka
si fidava di lei, non poteva essere altrimenti visto che le aveva
concesso di decidere della vita di quel giovane. Non aveva mai fatto
una cosa simile.
" A volte mio nipote si comporta duramente ma non è uno
stupido, si renderà conto prima o poi che ha di fianco un
tesoro. Non lo sprecherà. " Le disse mentre si alzava. La
giovane sposa aveva parlato poco ma aveva capito, solo osservandola,
che aveva intimamente un certo timore del marito; non poteva biasimarla
ma le piaceva l'idea che ci fosse lei ora nella sua vita. Forse
l'avrebbe aiutato a capire che nel mondo non c'erano solo le solite
cose a cui era sempre abituato. Nefertari era sconvolta da quella
frase, non si attendeva una tale approvazione - sempre se
così la poteva chiamare - e rimase ad osservarla. " Io.. vi
ringrazio ma credo che mi odi. " Ne era praticamente certa, e in fondo
se ne dispiaceva perchè l'ultima cosa che voleva era
infastidirlo, però lo faceva anche solo con la sua presenza.
Non sapeva che si comportava così un pò con
tutti; la vecchia signora - che dimostrava all'incirca un'ottantina di
anni - si girò e i lunghi capelli grigi parvero argentei per
qualche istante. " Allora sei fortunata perchè tra odio e
amore il passo è talmente breve che non si
accorgerà neppure di averlo compiuto. "
Solo dopo pochi istanti Nefertari, ancora sotto schock per quelle
parole, si rese conto di essere rimasta sola nella stanza.
Note
autrice:
sahila: il nome della nonna di Shaka significa, secondo quanto ho
trovato, " guida". L'ho ritenuto l'ideale, in fondo potrebbe essere una
guida per Nefertari per capire qualcosa sul nostro biondino xddd
spero che anche questo capitolo possa piacervi^^ la nonna io la
amo..chissà perchè lei sa già cosa
accadrà ahahahaha si comincia a notare il
simpatico rapporto di fiducia tra lei e Pavo, in fondo è con
lui che ha passato molto tempo^^ in seguito poi si vedrà che
succede^^ fatemi sapere cosa ne pensate! vabbè vi saluto ora
ci sentiamo al prossimo^^ ciao!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Il cerchio della vita ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota pre
storia -
Si tratta dello
spin off della long fic " La valle della Lacrime", scritta a quattro
mani con aresian.
Una
di noi - capitolo 4 - Il cerchio della vita
Le parole di Sahila rimasero impresse nella mente di
Nefertari molto a lungo, e forse in virtù di queste quella
sera quando si coricò sul letto, osservò la parte
vuota vicino a lei con un certo rammarico. Non era strano che dormisse
da sola, nei due giorni precedenti non aveva riscontrato alcun
problema, eppure all'improvviso si sentiva incredibilmente sola; sapeva
che fuori dalla pagoda probabilmente c'erano i due cavalieri d'argento
come Shaka aveva ordinato, eppure non riusciva a prendere sonno. Per un
momento pensò a che cosa stesse facendo il marito in Grecia.
Non sapeva quasi nulla degli obblighi che vincolavano i cavalieri d'oro
alle loro Case e quella consapevolezza l'aveva resa conscia che, in
fondo, era veramente sola. Per un lungo momento si domandò
come potesse essere un matrimonio vero con Shaka, non la semplice
facciata che erano costretti entrambi a mostrare; quando si rese conto
a cosa pensava si diede della sciocca, era ridicolo fare certe
congetture sapendo bene come stavano le cose. Era stato proprio lui a
metterle in chiaro, e anche lei non desiderava certo un amore con
quell'uomo così strano, forse era semplicemente
quell'atmosfera mistica che le faceva desiderare di essere considerata
come persona almeno, e non un peso.
Non si accorse quindi dell'ombra che si stagliava su di lei, rivolta
invece con la testa sul cuscino e le palpebre abbassate. Già
dormiva. Per un momento il guerriero, apparso quasi dal nulla e
all'improvviso, aveva avuto la tentazione di salutarla ma vedendola
addormentata non disse niente. Non fu difficile per lui muoversi in
silenzio dopo aver osservato la giovane che probabilmente se ne stava
tra le braccia di Morfeo; gli era giunta la voce di come avesse
liberato il ragazzo ma non aveva contestato, parzialmente compiaciuto
all'idea di non avere per casa quella persona perfida che aveva pensato
che fosse dopo essere stato costretto a sentire i dettagli di
ciò che aveva fatto secondo la versione di Aphrodite. Non
era comunque tornato per lei, aveva dimenticato quel rosario che
portava sempre con sè, o almeno era questo quello che si
disse recuperandolo nella propria personale sala della meditazione. "
Sai nipote, mi piacerebbe sapere come sei riuscito a convincere quella
deliziosa fanciulla a rovinarsi l'esistenza al tuo fianco. "
Shaka non sobbalzò, voltandosi semplicemente verso la figura
dell'anziana nonna che era già nella stanza. L'aveva
percepita, ben poco sfuggiva alla sua attenzione e non rimase
particolarmente colpito da quello che gli stava dicendo.
" Mi sorprende che tu abbia perso tempo per conoscerla, non
è da te. " Il guerriero ben sapeva il motivo per cui non si
era presentata alla cerimonia, e comunque non era certo obbligata.
Quanto a lui se l'aveva invitata era stato solo per dovere. " In
effetti hai ragione ma ciò che ho visto mi piace, hai fatto
una buona scelta, l'avrebbe detto anche tua madre. " Per un momento
Shaka si sentì infastidito da quell'osservazione, e si
girò col suo solito sguardo inflessibile verso la nonna. "
Preferisco non pensare a cosa avrebbe detto mia madre di una fanciulla
tanto ingenua da farsi sedurre da un uomo abominevole come il cavaliere
dei Pesci, per poi farsi pure scoprire. Pensi che l'abbia sposata
volontariamente? In questo caso devo deluderti, sia io che lei siamo
stati costretti dal Sacerdote. "
Sahila rimase in silenzio, ascoltando quella versione del matrimonio
che aveva scosso tutti i presenti al Tempio. Era sicura che Shaka
avesse esternato un fastidio che lo rodeva, anche se credeva
più per la tensione a cui era sottoposto che per il reale
disappunto che faceva finta di provare. " No, figurati, piuttosto non
è che sei geloso? " Il guerriero neppure si voltò
ben sapendo quello che avrebbe sentito e difatti non venne deluso. "
Secondo me più che arrabbiato per questo matrimonio, ti da
fastidio che qualcuno abbia già avuto modo di apprezzare
quella ragazzina, anche se mi sembra strano. Vista così
sembra tanto a modo, magari è stata solo ingenua. " Non
c'era rancore nel modo di parlare dell'anziana sacerdotessa, che si
limitava a soffiare fuori il fumo della pipa che aveva acceso; l'acre
odore di tabacco impregnava l'area ma non era un sacrilegio o Shaka non
le avrebbe permesso di farlo.
" Geloso? Sono semplicemente infastidito perchè non ho
potuto rifiutare, il Sacerdote me l'ha imposto come ordine di Atena. "
Il guerriero ripensava a quel colloquio con Arles e alle proteste, che
erano state accantonate con così tanta facilità
da lasciarlo ancora turbato a distanza di giorni. " Non credo che
quella Dea ti abbia però obbligato a sposarla col rito
buddista, è questo che mi fa pensare che ci sia molto di
più. "
Shaka non si aspettava quelle parole, che lo colpirono violentemente ma
si impose di non lasciar trasparire nulla come suo solito. " No ma
dovendo portarla qui per farla redimere non ho avuto scelta. " La voce
era la solita, atona ed inflessibile, ma l'anziana donna sorrideva tra
sè e sè; credeva di capire molte più
cose, le stesse scelte che lui aveva compiuto le indicavano che il
nipote aveva preso seriamente quell'impegno, fosse anche solo con la
scusa di voler fare redimere quella fanciulla.
" Immagino che tu abbia ragione. Però prima di buttare via
la tua gioventù con la scusa che sei Buddha, ricorda che sei
sempre un uomo.. non sprecare ciò che a qualcuno
è sembrato bene volerti concedere. Potresti rimpiangerlo
amaramente un giorno. " Un lungo silenzio seguì quelle
parole, e Shaka si volse a guardarla col rosario tra le dita: l'aveva
trovato ed ora poteva andare. " Credo che tu abbia una visione troppo
romantica del matrimonio, forse perchè il tuo lo
è stato e ne sono felice per te. Ma non illuderti, non ho
intenzione di abbandonare la via dell'illuminazione per nessuno e tanto
meno per una come lei. " Non voleva essere un insulto il suo o avrebbe
calcato di più su quelle parole, era un modo per conservare
i propri pensieri senza cadere in quella tentazione che dominava tutti
gli altri. " Dovesse però accadermi di apprezzare
ciò che ho avuto in dono, lo farò appieno. Ora
devo tornare al Santuario, Arles non ha piacere che mi assenti troppo a
lungo senza motivazione. " Un semplice cenno della testa della donna e
il giovane biondo prese congedo, lasciandola sola nella stanza.
Sorrideva. Suo nipote non era stupido, se ne sarebbe prima o poi
accorto e avrebbe desiderato da solo scoprire se quella ragazza fosse
un semplice oggetto decorativo o qualcosa di più, anche solo
una confidente. All'improvviso era contenta di quella presenza, ora che
sapeva che c'era un barlume di speranza affinchè il nipote
potesse apprezzare veramente la vita poteva apprestarsi a lasciare la
vita terrena senza più preoccupazioni. Era il cerchio della
vita in fondo, e come tale doveva continuamente esistere.
Note
autrice:
chappy corto scusatemi ma penso non fosse possibile ampliare^^ vi piace ? in
seguito poi si vedrà che succede^^ fatemi sapere cosa ne
pensate! vabbè vi saluto ora ci sentiamo al prossimo^^ ciao!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - La perfidia ha mille facce, così come l'amore ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scritta a quattro mani
con aresian.
Una
di noi - capitolo 5 - La perfidia ha mille
facce, così come l'amore
Le luci dell'alba
svegliarono Nefertari, raggomitolata nella sua parte di letto,
completamente avvolta dalle coperte per combattere l'aria fredda che a
volte si faceva sentire dall'esterno; la ragazza si mise seduta
stiracchiandosi, ignara che quella notte aveva ricevuto una fugace
visita del marito. Se l'avesse saputo probabilmente si sarebbe
vergognata di non essersi minimamente accorta della sua presenza,
invece si limitò ad alzarsi come ogni giorno e a recarsi
come ogni giorno a colazione; non aveva molta fame ma si costrinse a
inghiottire ugualmente qualcosa. Come sempre la sala era deserta, tutti
sapevano di non dover assolutamente disturbare la moglie del loro
potente signore, anche se a lei non avrebbe dato fastidio, non sapeva
che l'intento di Shaka era più quello di evitarle di
mettersi involontariamente in imbarazzo che isolarla come era arrivata
a pensare. Stava cercando disperatamente di non sbadigliare quando si
rese conto di non essere sola, vedendo la figura aggraziata di Indira
muoversi silenziosamente; immediatamente si sentì fuori
posto e a disagio, e pregò affinchè l'apprendista
non fosse lì appositamente per darle fastidio. Le aveva dato
fastidio, alcuni giorni prima, il sottile rimprovero da parte di Shaka
sul non averlo informato di quanto la ragazza avesse detto e fatto, e
non desiderava altri attriti. La sentì discutere con Pavone
- che era di guardia, facendola sentire a disagio - ma non
provò neppure ad afferrare il discorso visto che parlavano
in hindi; captò giusto alcune parole ma non ne era neppure
certa, dato che era difficile assimilare quella lingua in fretta. "
Avete un bel sari, signora. " Le parole arrivarono proprio quando
Nefertari aveva deciso di posare definitivamente il contenitore di quel
particolare latte e andarsene, e non le sfuggì l'esagerato
tono adulatorio delle parole della ragazza.
" Grazie. " Aveva
risposto sommessamente, senza donare alla propria voce l'intonazione
decisa che era tanto propria di Shaka e la sacerdotessa sorrise: era
arrivata apposta per distruggerla, quello era il primo passo. " Credo
sia vostro, il maestro Shaka non vorrebbe che lo perdeste. " Lo sguardo
del cavaliere d'argento era irritato, consapevole che avrebbe dovuto
mandare subito via la ragazza ma rimase colpito nel vedere il rosario,
e lo stesso fu per Nefertari: lo prese in mano, rigirandolo
curiosamente. Era quello che le aveva regalato Shaka il giorno prima
delle nozze, e l'aveva sempre portato con sè, e proprio non
riusciva a comprendere in che modo fosse finito nelle mani
dell'apprendista, che sorrideva quasi sfacciatamente.
" L'hai rubato,
dì la verità! " L'accusa di Pavone
indispettì la ragazza, oltre a colpire negativamente
Nefertari: era possibile? " Ma non dire stupidaggini marmocchio, l'ho
trovato poco lontano dalle rive del Gange e mi sono ricordata di averlo
visto addosso a lei.. la prossima volta me lo tengo io, visto che se
c'è qualcuno che ha rubato qualcosa è lei a me. "
Nonostante l'accusa esplicita, la voce pareva denotare un certo
risentimento, come se godesse all'idea di inculcare nella ragazza il
germe della colpa; Nefertari non replicò, ricordando quello
che aveva detto Shaka riguardo i suoi rapporti con quella fanciulla.
Nulla più che una sacerdotessa del tempio, aveva detto. Ci
doveva credere?
" Grazie, Indira,
spero in futuro di poter ripagare tanta gentilezza, non so come avrei
potuto fare senza questo. " E le sorrise, spiazzandola. Alle sue spalle
Pavone trattenne una risata compiaciuta, non era abituata Indira a
sentirsi ringraziare, anche se forse ci sarebbe voluta una frase
più diretta per farle capire che doveva starsene al suo
posto; la vide alzarsi per allontanarsi ma lasciò che fosse
Loto a seguirla. " Dì un pò, da che parte stai
tu? "
Il servilismo di cui
aveva fatto sfoggio Indira era scomparso, sciolto più
velocemente di una zolletta di zucchero in una tazzina di
caffè, mentre aveva strattonato con una certa decisione
l'allievo di Shaka. " Di sicuro non dalla tua.. ti avviso, il Maestro
già ti sospetta, non gradirà che ti intrometti e
la prossima volta che le parli a quel modo ti picchierò,
chiaro? " Anche Pavone aveva abbandonato l'aria pacata che aveva quando
doveva seguire la ragazza, mostrando una certa arroganza nei modi che
solitamente riservava a chi riteneva essere un ostacolo.
" Ma guardati.. sei
stato relegato a cane da guardia.. e pensare che una volta eri
così interessante.. Anche Shaka ti ringrazierà,
quando ci saremo liberati di lei. " Parlava piano, per non farsi
sentire, e Pavone si chiedeva in che mondo vivesse. " A te ha dato di
volta il cervello, che cosa speri di ottenere? Anche qualora dovessi
allontanarla.. il Maestro non si degnerebbe neppure di considerarti, o
pensi di si? Perchè in tal caso ti consiglio di fare un
piccolo confronto: Nefertari forse non è originaria della
nostra terra ma di sicuro sa come deve comportarsi una moglie, al
contrario di te. Shaka non ti vorrà mai, prima lo capirai
meglio sarà. "
Il giovane sapeva bene
quanto l'apprendista avesse desiderato poter essere scelta da Shaka
come sua sposa; per un certo periodo di tempo era sembrato possibile,
in fondo avevano la stessa età e sicuramente lei era la
migliore intenditrice al tempio di dottrina buddista, almeno tra le
donne. Era sembrato davvero realizzabile, eppure il Maestro non aveva
mai aspirato ad una compagnia, e dopo aver visto la ragazza che aveva
sposato era ancora più sicuro che Indira fosse davvero
l'ultima che avrebbe scelto per rimpiazzare la squisita moglie che
aveva vicino. E non gli avrebbe dato neppure torto, dopo i
comportamenti della sacerdotessa. Ma Indira sapeva di avere in mano un
modo infallibile per liberarsi di lei, ed era paziente: avrebbe vinto
lei.
Due giorni dopo
Nefertari stava cercando di tradurre un mantra, ma senza osare
disturbare Loto; Pavone si era assentato per una missione
così era il rosso ad averla presa in custodia ma, anche se
svolgeva coscienziosamente il suo dovere, alla ragazza piacevano di
più i modi di fare del compagno. A Pavone avrebbe chiesto
aiuto per capire e lui non si sarebbe tirato indietro, invece c'era una
certa freddezza con Loto anche se si trattava solo del rispetto che il
cavaliere le mostrava: infatti era molto ligio, anche se raramente
parlava. Rivide nuovamente Indira che stava rientrando dalla
celebrazione di un rito, e le si avvicinò proprio come se
volesse parlare con lei; memore della propria ignoranza sui mantra,
Nefertari pregò affinchè non le chiedesse nulla e
venne accontentata ma l'apprendista si sedette ugualmente vicino a lei.
" Vi ho portato questa, signora. " Non si era accorta che teneva tra le
mani una tazza, e che al suo interno un liquido bollente e rossastro
emanava un profumo invitante; senza sapere cosa fare annusò
cautamente l'infuso ma non riusciva a riconoscerlo. Sembrava buono.
" E' per la vostra
salute, è un antico preparato indiano e serve alle donne
quando devono purificarsi. " La voce era dolce, persino preoccupata, e
quel sorriso sembrava così rassicurante che per un momento
Nefertari non pensò a nulla e si lasciò
stuzzicare da quel dolce profumo: lo assaggio, rimanendo sorpresa
perchè era invece decisamente amaro il gusto. Non si accorse
dello sguardo vittorioso dell'apprendista. " Spero che vi sia piaciuto,
di sicuro vi ha salvato la vita, sarebbe stata una grave perdita per
vostro marito se foste morta di parto. "
E all'improvviso
Nefertarì capì; quello doveva essere stato un
infuso per abortire, e comprese tutta la malvagità d'animo
di quella donna. Non doveva essere al corrente del fatto che Shaka e
lei non avevano mai avuto rapporti fisici, e sperava quindi che
servisse a farla abortire e sentire un mostro. Senza pensarci
rovesciò direttamente sul volto di Indira ciò che
restava nella tazza, e la sentì lanciare uno strillo,
sconvolta, per poi reagire impulsivamente schiaffeggiandola; Nefertari
si sentì infiammare la guancia. Non era mai stata picchiata
nella sua vita, salvo per uno strattone ricevuto al Santuario da Death
Mask ma non era stato neppure tanto forte, e non era riuscita a
difendersi; Loto era momentaneamente assente quindi non c'era nessuno a
interromperle. La guardò disgutata. " Ma come ti sei
permessa? Shaka non ne sarà per nulla contento. " Ed
indicò i resti della tazza, a terra, e il segno della mano
sulla guancia: ancora bruciava.
Indira non sembrava
troppo sconvolta, solamente le dispiaceva che il sari bianco che
indossava fosse stato rovinato. " No, specie quando saprà
che l'avete bevuto volontariamente.. ma dovreste essermi grata, vi ho
risparmiato di morire. Sapete che la madre di Shaka è morta
dandolo alla luce? "
A Nefertari giungeva
nuova quell'informazione ma non voleva farlo capire, anche se Indira
pareva indovinare tanto che sorrise, sorniona. " Non lo sapete? Strano,
a me l'ha detto. " E sottolineò bene le parole, come a fare
intendere che aveva molta più intimità lei con
Shaka, di lei che ne era la consorte; a Nefertari bruciava di
più l'umiliazione che il dolore della percossa ricevuta. "
Ad ogni modo vostro marito ritiene quel gesto, quello che una donna
muoia, partorendo, il massimo dell'amore: forse succederà
così anche con voi, quindi non mi resta che aspettare e
quando perirete... " Non terminò la frase perchè
un violentissimo schiaffo si abbattè sul suo volto,
facendole fuoriuscire del sangue dalle labbra: Indira era quasi
spaventata dalla luce rabbiosa negli occhi di Nefertari, la ragazza non
pareva più in sè.
" La tua è
tutta invidia, perchè lui mi ha scelto, mentre tu sei stata
scartata senza neppure essere considerata. Mettimi le mani addosso di
nuovo e ti farò tagliare la testa, e bada che non scherzo:
al contrario di te, io posso comandare. " Per la prima volta la voce di
Nefertari suonò sicura anche se dentro di sè la
giovane tremava, per l'offesa e l'umiliazione, e per il dolore. Si
allontanò in fretta, non vista, e si rinchiuse dentro la
propria stanza dando sfogo a tutte le lacrime che aveva.
Sapeva molto bene che
non avrebbe rischiato nulla, quella bevanda era per lei innocua visto
che non c'era neppure la vaga possibilità di essere incinta,
eppure l'aveva colpita la malvagità di Indira. Non si faceva
alcuno scrupolo, nè per ingannare e neppure per esternarle i
propri pensieri; si sedette sul materasso, ricordando le parole di
Sahila di pochi giorni prima sul non disperare e che un giorno Shaka
l'avrebbe considerata, e ricordò quanto detto
dall'apprendista. Non era sicura che quelle parole sulla morte di una
donna dando alla luce un figlio fossero vere, eppure in quel momento
Nefertari percepì la minaccia incombere: ricordava bene che
uno degli obblighi di quel matrimonio era quello di concepire un
figlio, ma di colpo l'idea la ripugnava. Se prima non aveva sopportato
la sola idea di dover essere anche solo sfiorata dal marito, ora
l'avrebbe tenuto alla larga: non ci teneva a rischiare, non quando
nessun sentimento positivo aleggiava in quel vuoto matrimonio.
Due sere dopo
Nefertari era ancora scossa al punto che si arrischiò a fare
una passeggiata notturna; di solito rimaneva chiusa nella pagoda senza
disturbare nessuno ma sentiva la necessità di parlare con
qualcuno. E poi dov'era il problema, in fondo non voleva uscire dal
tempio ma solo ammirare le stelle.
" Chi c'è?
" Dopo quella che pareva un'eternità percepì un
gemito sommesso, che la mise in guardia; poteva essere un aggressore?
Ma come avrebbe potuto entrare nel tempio senza essere notato? Invece
riconobbe una figura quasi a terra contro una colonna dell'ala che
fungeva da infermeria, e riconobbe Shiva del Pavone. Il giovane
sembrava immerso nel sangue e teneva una mano all'altezza del petto, e
dei monaci guaritori neppure l'ombra: Nefertari rimase ferma ma
solamente un istante. All'improvviso era stata felice di essere uscita,
forse avrebbe potuto rendersi utile; ignorò lo scrigno ai
piedi del ragazzo mentre cercava di rimetterlo in piedi. " No.. non.. "
Il cavaliere non voleva che lei si sporcasse le mani ma rimase sorpreso
perchè era riuscita a condurlo all'interno del locale e
l'aveva fatto stendere su un futon. L'ala era deserta ma la ragazza non
ci fece caso, e cercò i medicamenti necessari, per poi
tornare ad inginocchiarsi al suo fianco, con un sorriso. Voleva
rassicurarlo ma era spaventata, pareva una ferita profonda ed indugiare
non serviva a molto.
" Fidati di me, ti
aiuterò. " Senza quasi rendersene conto gli
accarezzò il volto, per incoraggiarlo a non mollare; sapeva
che la maggior parte degli uomini non si sarebbe mai fatto curare da
una donna ma non gli avrebbe permesso di decidere, anche
perchè in Siberia aveva imparato molto. Non si rese conto,
quindi, dell'espressione del giovane, che per la prima volta vedeva di
fronte a sè non la moglie del suo venerabile maestro ma una
donna splendida, simile ad un angelo. Nessuno in fondo aveva mai fatto
nulla per lui, e quella notte il cuore gli si scottò
irrimediabilmente tanto che non protestò e si
lasciò convincere a mettere in bocca quel pezzo di legno:
sarebbe servito a soffocare le grida di dolore, ed evitare che il
tempio venisse messo in allerta inutilmente.
Per la prima volta
pensò che il maestro era stato in fondo dannatamente
fortunato, e avrebbe voluto essere lui al suo posto. Ma non poteva, e
lo sapeva ma non poteva impedirsi di sognare.
sera
a tutti u.u come sempre la CARA Indira è sempre
più adorabile vero?u.u se sapesse Shaka..
shaka: se qualcuno me lo dicesse...
vabbè u.u spero vi piaccia..mi dilungo poco,
perchè sono stanca.. comunque.. come vedete il nostro Pavone
comincia ad invidiare il maestro.. eh l'amour u.u magari lei
cornificherà Shaka con l'allievo** sto
scherzando..ovviamente u.u attendo i commenti^^ ciauu
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Piccoli passi ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scritta a quattro mani
con aresian.
Una
di noi - capitolo 6 - Piccoli passi
Nefertari non disse nulla a
Shaka di quanto aveva fatto Indira, rafforzando nella giovane donna la
certezza che sicuramente una persona per bene non avrebbe mai taciuto
di fronte ad un episodio del genere, e che la strana moglie di Shaka
doveva sicuramente nascondere qualche cosa. Lei invece non ci pensava,
cercava di applicare la filosofia buddista secondo cui ignorare chi
arreca dolori era la soluzione ideale affinchè smettesse di
farne; e poi era impegnata a prendersi cura del cavaliere d'argento,
che era costretto sicuramente a patire molti dolori per via delle sue
cure prive del cosmo di cui invece il marito era sicuramente un
esperto. " Come sta? " Era stato Loto a comparire la mattina, dopo aver
scoperto quelle tracce di sangue inquietandosi; Nefertari aveva
lavorato praticamente tutta la notte per assicurare a Pavone una
perfetta cura, e difatti il giovane era indubbiamente fuori pericolo,
anche se debole come non mai. La ragazza sembrava incurante di quel
sari completamente macchiato di sangue, mentre i monaci non
nascondevano il loro sconcerto di fronte alla consapevolezza che la
moglie del loro padrone aveva passato da sola molte ore a curare il
ragazzo, senza nessuno che potesse confermare la sua condotta onorevole.
Alla ragazza quelle
chiacchiere diedero fastidio ma non era pentita, il tempo di svegliare
qualcuno e il ragazzo sarebbe sicuramente peggiorato; non dubitava che
Indira avesse anche incoraggiato alcuni a credere che tra lei e
l'allievo di Shaka fosse successo molto più di quanto
accaduto ma cercava di non badarci. " Sta meglio.. " La voce era
debole, segno che anche lei era stanca e difatti passò
l'intero pomeriggio a dormire, dopo essersi assicurata che il ragazzo
fosse in buone mani; il materasso era tentatore e lei era sfinita. Il
sari fradicio di sangue venne abbandonato casualmente su una delle
sedie della stanza e al risveglio, ormai era tarda sera, ne
indossò un altro, molto meno prezioso dell'altro che ormai
era irrimediabilmente macchiato e si apprestò a recarsi di
nuovo in visita al ragazzo.
Durante il percorso
incrociò di sfuggita Indira ma non badò
minimamente allo sguardo ironico che le rivolse accorgendosi che si
recava di nuovo in visita a Pavone. " Non mangiate neppure per vedere
quel ragazzo.. che animo nobile. " La ragazza avrebbe voluto
risponderle ma non ne aveva la forza, nè la voglia e
lasciò cadere il discorso, chiudendosi la porta scorrevole
alle spalle; forse dopotutto avrebbe dovuto parlarne a Shaka, non
poteva continuare a farsi provocare di continuo ma poi se ne
dimenticò osservando il giovane che dormiva. Gli avevano
già cambiato le fasciature ma lei, precisa e meticolosa,
voleva assicurarsi coi propri occhi: in fondo l'aveva aiutato lei e si
sentiva responsabile. Non c'era ancora nessuno, i cerusici stavano
probabilmente riposando e lei non aveva cuore di andare a disturbarli
per assicurare di avere una condotta onorevole. Che male c'era in fondo
a visitare il ragazzo e assicurarsi che stesse bene? A lei pareva
persino naturale, le ricordava le notti passate a vegliare Hyoga e
Isaak quando avevano l'influenza, nonostante Isaak fosse sempre stato
meno cagionevole del biondo. " Scusami, non ti volevo svegliare. "
Nefertari parlò a bassa voce accorgendosi che Shiva si era
svegliato, forse destato dal leggero rumore dei suoi passi nel
sistemare alcuni preparati al loro posto.
" No.. non pensavo di
trovarvi qui.. non dovreste riposare? " Faticava un pò a
parlare, stordito dal dolore che provava di continuo e anche dalla
sorpresa nel vederla lì; per un momento osservando il suo
volto era stato sul punto di gettare al vento la prudenza e baciarla,
per scoprire il sapore che avevano le sue labbra ma riuscì a
impedirselo. No, non doveva commettere sciocchezze, in fondo era la
moglie del suo venerabile maestro e sarebbe sempre stata
irraggiungibile, e lui non era degno neppure di pensare certe cose. E
poi ci teneva a non perdere la sua fiducia, cosa che con un gesto del
genere si sarebbe sicuramente azzerata. Lei sorrise, ignara di
ciò che pensava. " Non sono stanca, ero solo venuta a vedere
se ti riprendevi. " All'improvviso Nefertari pensò che le
sarebbe piaciuto rimanere un pò a parlare con lui, era da
tanto che non si concedeva un lusso del genere; non aveva veri e propri
amici in quel tempio, gli unici erano sparsi per il mondo. Il padre in
Siberia, e si struggeva al pensiero di non avere sue notizie da quando
era partita, e Hyoga chissà dove in Giappone; Isaak era
sicuramente morto quel giorno tra le gelide acque siberiane. Ma a parte
loro, non c'era nessuno che potesse definire amico e lui era comunque
sempre stato gentile con lei.
" Puoi anche chiamarmi
per nome, se ti va. " Gli disse, notando che continuava a rivolgersi a
lei come faceva con Shaka ma lui scrollò piano la testa, ben
deciso a non lasciarsi tentare da quella proposta che avrebbe
avuto solo l'illusorio scopo di farlo sentire più vicino a
lei. E poi Shaka era stato chiaro in proposito, le dovevano rispetto
come se fosse lui e non sarebbe mai venuto meno a quella promessa. " Da
dove venite? " La domanda faticosamente articolata dal ragazzo sorprese
un pò Nefertari, che non credeva lo potesse interessare
l'argomento; sapeva che lei e Shaka si erano conosciuti in Grecia ma
non aveva molte informazioni su cosa facesse prima così la
ragazza gli parlò della sua vita in Siberia, di
ciò che sapeva delle sue origini che erano informazioni
molto frammentate. Era naturalmente un altro mondo, un'altra vita e lui
faticava a vedere la composta ragazza in mezzo ai ghiacci, a bordo di
una slitta con alcuni apprendisti.
A sua volta venne il
suo turno di raccontare qualcosa del suo passato; come Nefertari aveva
immaginato era cresciuto in India, in un povero villaggio non troppo
distante da lì ed aveva cominciato il suo apprendistato con
Shaka parecchi anni prima, quando era ancora un bambino e il maestro
appena investito come cavaliere d'oro. Era la prima volta che Nefertari
sentiva parlare del marito da giovane, chissà
perchè non riusciva ad immaginarlo e un pò la
colpì il fatto che era già estremamente potente:
aveva mai avuto una vita vera o da sempre era stato imprigionato in
quella realtà? Forse si spiegava il suo modo di essere
così distante, così diverso e irraggiungibile. Si
rese conto solo dopo che il ragazzo le aveva involontariamente preso
una mano ma quel gesto non la sorprese, nè la
spaventò; sembrava una richiesta d'aiuto e la strinse
incoraggiante, accorgendosi che il ragazzo stava per riaddormentarsi
anche per effetto delle cure che gli aveva prestato mentre parlavano.
Si rialzò
in silenzio e spense la lampada ad olio che aveva bruciato in quelle
ore, e lasciò la stanza in silenzio per ritornare nella
propria. Si sorprese vedendo che era notte fonda, doveva essersi
intrattetuta alcune ore a parlare e non se ne era accorta; l'idea non
la turbò mentre si distendeva sul letto abbandonandosi al
sonno, senza rendersi conto che già da un pò
un'ombra la osservava. Anche nei minuti seguenti nulla si mosse e solo
sentendo il respiro regolare che ne testimoniava il sonno, Shaka si
mostrò avvicinandosi a passi silenziosi e osservandola.
Non era arrivato in
quel momento ma un paio d'ore prima ed era rimasto allarmato nel
sentirsi dire da Indira che la moglie stava passando la notte col suo
allievo; non ci aveva creduto - più per la fiducia che aveva
nell'allievo, visti i precedenti della ragazza - e non le aveva dato
credito ma l'aveva ugualmente cercata e non gli era piaciuto trovarla
effettivamente in compagnia del ragazzo. Comunque era stato testimone
lui stesso che avevano parlato solamente, anche se si era chiesto come
fosse possibile che Nefertari, che temeva tanto anche solo di fargli
delle domande, non provasse il minimo timore a parlare con l'allievo.
Gli erano quasi sembrati due amici e aveva invidiato l'allievo,
perchè era riuscito là dove lui non era capace di
arrivare, ovvero di parlare senza ricevere una risposta impaurita dalla
moglie. L'aveva insospettito solo quel gesto della mano, che
riteneva troppo confidenziale per entrambi ma, forse, l'allievo non era
in quel momento capace di ragionare lucidamente; e non poteva accusare
lei, lo aveva visto di persona da chi era partita l'iniziativa. Era
stato però curioso ascoltarla parlare dell'infanzia, da quel
poco che aveva sentito doveva essere stata molto diversa.
Le luci del giorno lo
colsero di sorpresa alcune ore dopo, costringendolo a rendersi conto
che anche lei si stava svegliando e si era accorta della sua presenza;
la vide stringersi addosso il lenzuolo nonostante il sari la coprisse
completamente. " Io.. scusa, non sapevo fossi qui.. " Non era nuovo il
modo di fare impacciato della giovane e lui trovava assurda quella
paura: non l'aveva mai maltrattata, avrebbe anche potuto fare uno
sforzo per parlargli normalmente. Anche lui forse avrebbe dovuto.
Scacciò quel pensiero. " No scusami tu, non pensavo di
averti svegliata, sono appena arrivato dalla Grecia. " Non era proprio
una bugia ma non disse altro, con quel suo modo asciutto di esprimersi
che era capace di indurre la gente a tacere per non contrariarlo;
avrebbe voluto sorridere di fronte a quell'espressione incerta di lei
ma si limitò a raccogliere dalla sedia il sari pieno di
sangue. Non era casuale, voleva che lei gli dicesse quello che aveva
fatto; gli serviva sapere se poteva fidarsi o se intendeva tenerle
nascosto ciò che era successo anche se non credeva
minimamente alla storia che aveva curato il suo allievo. Non ne sarebbe
mai stata capace.
" Non ci sono stati
problemi, immagino. " Non si girò quando la sentì
cambiarsi di abito, non voleva guardarla come avrebbe fatto qualsiasi
altro uomo tanto non lo interessava vederla senza vestiti; non era
casuale il suo ritorno, era convinto che quella notte avrebbe messo in
pratica l'ordine di Arles ma l'imprevisto aveva mandato in fumo le sue
certezze. Il Sacerdote in quei giorni l'aveva convocato, insistendo in
maniera fastidiosa sull'argomento: voleva che ingravidasse in fretta la
moglie e lui non aveva osato ammettere che non l'aveva neppure
avvicinata. Come avrebbe potuto, se si sentiva a disagio anche solo a
guardarla? Eppure era giunto sin lì per quello, e se non
l'avesse trovata a parlare con Pavone, quasi sicuramente l'avrebbe
informata che doveva concedergli il suo corpo il tempo necessario per
soddisfare Arles.
" Ecco.. si.. " La
sentì parlare del suo allievo ma non la ascoltava, pensando
a quanto squallido fosse il pensiero di doverle dire che gli serviva il
suo corpo per redimerla; non si sentiva a suo agio ma d'altronde i
figli non nascevano in altro modo e lui non poteva disobbedire ad un
ordine preciso di Atena. La scrutò con occhio critico,
mettendola in agitazione. Stava cercando di capire come dirglielo, come
convincere sè stesso che era necessario che succedesse. Non
provava il minimo desiderio per quella ragazza, nulla che potesse
rendere meno sudicia l'intenzione di usarla per donarle un figlio; non
era comunque così cieco da ignorare che Nefertari
fisicamente non aveva nulla da invidiare, e ricordava il tremito che
aveva provato nel vederla realmente quella volta che le aveva mostrato
i propri occhi, parzialmente, colpito dal suo pianto quando si erano
sposati. Ecco, forse poteva bastare quella compassione che provava.. ma
si sentiva ugualmente a disagio. " Capisco. " Asciutto e atono come al
solito. Continuava a non crederle ma la distrasse conducendola a
colazione, consapevole che il giorno prima era rimasta quasi a digiuno
e fu particolarmente insistente nel convincerla a mangiare qualcosa. "
Devi rimetterti in forze, sarà una giornata faticosa. "
Avrebbe dovuto dirle prima o poi quello che intendeva fare ma non ne
aveva improvvisamente il coraggio; non si sentiva migliore del
cavaliere dei Pesci, che si era servito di lei. Anche lui doveva
servirsi del suo corpo, e ferirla quindi ancora di più. Non
aveva dimenticato il disgusto nei suoi occhi neri il giorno in cui
avevano discusso pesantemente riguardo Indira e l'apprendista scoperto
nella loro stanza, e le parole che gli aveva detto. Era un'anima
ferita, che probabilmente sarebbe stata distrutta dal suo gesto.
Ma non aveva scelta,
in fondo era colpa sua, se fosse stata meno avventata non avrebbe
dovuto farla redimere ed entrambi sarebbero stati liberi.
" Seguimi. " Le disse
semplicemente, mettendola nell'impossibilità di decidere
altrimenti mentre si recava dai suoi allievi per addestrarli; non
voleva che gli sfuggisse e si era reso conto che inconsciamente
Nefertari non voleva rimanere da sola anche se non gli sfuggiva il
silenzio forzato. Sedeva vicino a lui e taceva, osservando i suoi
apprendisti ma senza dire nulla, e quando si ritrovarono di nuovo da
soli dopo molte ore pensò che era il momento giusto per
dirglielo. Erano circondati da tranquillità e pace,
l'atmosfera ideale e si era già preparato a parlare quando
lo avvisarono che uno dei monaci era rimasto gravemente ustionato ad un
braccio; avrebbe voluto mandarlo via ma percepì l'interesse
della ragazza per quella notizia e gli venne l'idea. " Ci
penserà mia moglie che è portata. " Sapeva di
averla incastrata, a quel modo avrebbe potuto rendersi conto di cosa
Nefertari fosse capace di fare e si alzò. Sentiva la sua
indecisione ma fu irremovibile e si fece seguire fino al posto giusto.
Non avrebbe mai
pensato di rimanere impressionato vedendola darsi da fare. Si muoveva
velocemente ed era molto più competente di quanto non avesse
creduto; le mancavano arti magiche per essere agevolata ma nella sua
natura comune era diversa. Un leggero sorriso increspò le
labbra. Gli piaceva l'idea che la moglie avesse un talento e fosse
tanto abile da compiacerlo, visto che non era ancora riuscito a farsi
piacere niente di lei e di ciò che aveva sentito dire. E non
era stupida, ne ebbe la conferma qualche ora dopo, mentre si trovavano
nella loro stanza.
" L'hai fatto apposta
vero? Tu non mi credevi.. e avrai anche pensato male di me e del tuo
allievo.. " Era la prima volta che lo affrontava in maniera tanto
diretta e questo lo sorprese. Non la riteneva ignorante ma non credeva
le importasse ciò che pensava di lei; sembrava arrabbiata e
dispiaciuta, come se il suo giudizio fosse in qualche modo veramente
importante. La spiazzò sorridendole in quel modo mistico che
lei conosceva. " Si, ti ho messa alla prova ma non ho pensato male di
te. " Non del tutto, aveva visto e anche Pavone aveva in seguito
confermato la versione. " Puoi essere molto utile, hai delle buone
conoscenze. " Era un modo per darle qualcosa a cui pensare, per farla
anche integrare in quel mondo; non era portata per il buddismo, sapeva
che faceva del suo meglio ma la filosofia della religione non la
interessava veramente pur applicandola. Lo vedeva nei vestiti, nel modo
di comportarsi e anche quando mangiava. In fondo era colpito dal modo
in cui cercava di adattarsi, pur comprendendo che non sarebbe mai stata
come una delle sacerdotesse del tempio. E poteva andare bene anche
così, il suo compito era redimerla e forse quella era la via
giusta, ed era persino un'ammissione di parziale fiducia: non erano
molti che le avrebbero concesso di istruirsi in tal senso, e lui stesso
se non l'avesse vista all'opera sarebbe rimasto scettico.
Sentì un leggero sospiro di sollievo provenire da lei, come
se si fosse levata un peso dalle spalle. " Se sei d'accordo si.. non
volevo solo che pensassi male e magari te la prendessi con lui.. "
Shaka era colpito da quel pensiero altruista, non sembrava preoccuparsi
tanto delle conseguenze per sè stessa se lui l'avesse
accusata. Non le rispose, per quel giorno aveva parlato decisamente
troppo e lasciò che anche quella notte scivolasse senza
mettere in atto ciò che avrebbe dovuto.
Alcuni giorni dopo
Nefertari si rese conto che era accaduto qualcosa di strano; c'era
un'atmosfera differente e non riuscì a resistere alla
curiosità, vincendo l'innato timore del marito per
chiedergli qualcosa. Lui non rispose subito, era in piena meditazione,
e lei pensò che non fosse il caso di arrischiarsi a ripetere
la domanda quando lui parlò. " Sahila ha concluso la sua
vita terrena e si sta organizzando il passaggio della sua anima in
un'altra vita. " Per un momento Nefertarì non comprese
quelle parole, chiedendosi che cosa volessero significare.. e poi si
rese conto di ciò che era accaduto. La donna anziana era
morta e provò una profonda tristezza ricordandola, anche se
non erano poi state molto a contatto; però non l'aveva
dimenticata e si domandava come potesse essere così cinico,
Shaka, da rimanere ugualmente impassibile. Nulla sembrava toccarlo,
neppure la morte di una persona a lui molto vicino. Era veramente senza
cuore? " Mi dispiace. " Non riuscì a trattenersi dal dirlo,
e non trovava curioso che il marito non le avesse chiesto come mai la
conoscesse. In quel momento era veramente triste ricordando quella
donna e non riusciva a capire cosa le stesse dicendo Shaka; solo quando
lo vide girarsi capì che le aveva fatto una domanda ma non
l'aveva proprio sentita e ne percepì il fastidio quando gli
chiese se poteva ripetere. Non doveva essere avvezzo a dire
più volte la stessa cosa ma lo fece, pur lasciando
trasparire una lieve nota di irritazione. " Ti ho chiesto se hai letto
la preghiera del Buddha sulla morte. "
Servì
qualche istante a Nefertari per capire che si riferiva, probabilmente,
ad uno dei crismi della sua religione e scrollò la testa per
fargli capire che non lo conosceva; a sua grande sorpresa le porse un
manoscritto che aveva portato con sè prima e le
indicò un punto preciso col dito. Meccanicamente il suo
sguardo si posò su alcuni versi scritti in hindi. " Io.. non
capisco.. " La conoscenza della lingua era ancora troppo poca per
riuscire a comprendere quelle parole e si sentì sprofondare
dalla vergogna; non aveva tutti i torti, Indira, quando le diceva che
non aveva nulla a che spartire col loro mondo. Rimase completamente
interdetta sentendolo recitare una specie di poesia, senza guardare il
manoscritto.
“Invero
tutte le cose sono effimere.
E’ loro
natura sorgere e spegnersi.
una volta nate possono
solo morire
Nel loro tramonto
trovano la pace
Di certo ogni essere
incontra la morte
Sempre scomparso,
sempre si estinguerà
Proprio
com’è sicuro che io morirò
Non esiste la riguardo
alcun dubbio.”
Nefertari non aveva
mai sentito Shaka decantare tanto emotivamente qualcosa, anche se aveva
già assistito alcune volte alla recita di alcuni mantra.
Presa da un'improvviso impeto di coraggio gli chiese se poteva
ripeterlo, per imprimere meglio nella mente il suono di quella voce;
raramente lo sentiva esprimersi così e voleva essere sicura
di non esserselo sognato. Con sua gran sorpresa lui non le
domandò la ragione, immaginando forse che non avesse
compreso tutto quello che aveva detto e lo fece incurante del fatto che
la ragazza lo osservava con estrema attenzione; sembrava vivo, reale,
non era il solito Shaka dal tono atono e il volto di pietra.. era
diverso e comprese solo in quel momento che lui credeva davvero in
quelle parole. Quelle che per lei erano solitamente frasi senza troppo
senso, ne avevano invece molto per lui, e forse era quel tono mistico e
quasi appassionato a farle apprezzare quei versi. Dopo qualche istante
di silenzio lui riprese il manoscritto e si alzò. " Te l'ho
voluta mostrare perchè comprendessi che la morte non
è la fine di tutto ma solo un nuovo inizio; chi termina la
propria esistenza terrena incontra finalmente la pace ed è
ciò che è accaduto a Sahila, e anche a me quando
sarà il momento. "
Non sembrava
spaventato, ne parlava tranquillamente e la ragazza comprese che forse
anche lui soffriva ma nel suo credo aveva trovato il modo per avere
fiducia nel futuro e lo stava insegnando anche a lei, forse per
prepararla ad un'eventuale dipartita. Non aveva mai davvero pensato
alla morte ma sentita in quelle parole le pareva quasi una benedizione,
e sentì svanire miracolosamente quel senso di pesantezza che
l'attanagliava. Non si accorse, Shaka, dello sguardo differente della
moglie, che forse per la prima volta apprezzava l'idea di essere
davvero legata a lui.
Trascorsero alcuni
giorni prima che Shaka tornasse di nuovo al Santuario, ed erano
già state celebrate le esequie ufficiali. Nefertari vi aveva
assistito completamente in silenzio al fianco di Shaka, che era come
sempre impassibile e sembrava lì per caso. Non aveva mai
assistito ad un funerale, Nefertati, ma sembrava meno terribile del
previsto; la salma dell'anziana sacerdotessa era stata esposta per
circa tre giorni con addosso la veste religiosa che era tradizionale,
in posizione fetale , con la faccia sulle mani giunte. Shaka non le
aveva detto come fosse stato trattato il corpo prima dell'esposizione
ma in quella stanza dove era stato deposto avevano bruciato incenso e
si acceso ceri votivi. Alla fine la cassa di cipresso e rivestita in
paulonia venne chiusa e la ragazza vide una statuina del Buddha vicino
al feretro, mentre altri incensi vennero bruciati e la cerimonia si
concludeva con la lettura di alcuni mantra tipici.
" Riposati, non mi
sembri in forma. " La voce di Shaka la riscosse e si rese conto che le
girava un pò la testa a causa del profumo della sala;
annuì meccanicamente lasciandosi adagiare sul letto dove
prese quasi immediatamente sonno e si risvegliò solo molte
ore dopo. Loto, che ancora sostituiva il compagno in convalescenza, le
disse che il cavaliere era dovuto tornare in Grecia ma lei se lo
aspettava e si limitò a ringraziarlo. Le giornate successive
trascorsero avvolte dalla monotonia; aveva ripreso lo studio degli
antichi testi cerusici ed era completamente assorta nella lettura di
uno di questi quando vide che il marito era tornato; se ne rese conto
vedendo la sua sagoma passare davanti alla porta lasciata socchiusa e
rimase colpita dal fatto che non si fermasse neppure per farle un saluto
Lo rivide poco dopo
essere rientrata nella loro stanza, dove le rivolse un asciutto saluto
che le fece pensare fosse in collera con lei anche se non ne
comprendeva la ragione. " Ti aspetto tra mezz'ora sul Gange, sbrigati a
mangiare. " Non lo sentiva così tagliente da molto tempo e
si chiese se non fosse accaduto qualcosa ma lui si limitò a
congedarla, cosa che fece di tutta fretta anche se non aveva
particolarmente fame quel giorno. " Provate questo, signora, potrebbe
piacervi. " La voce di uno dei monaci la riscosse, mostrandole un
tipico piatto di verdure che la fecero gemere: era ormai abituata ma le
mancavano così tanto le scorpacciate di carne e pesce che
faceva in Siberia, e quei piatti erano così miseri.. ma non
ebbe cuore di deludere chi l'aveva preparato così si
limitò a ringraziarlo, sedendosi e cominciando a mangiare un
pò. Non era cattivo ma venne distratta dal fatto che era
arrivato anche Shaka e perse immediatamente tutto il desiderio di
mangiare di fronte a quel modo così inavvicinabile.
Dopo alcuni minuti
mormorò una scusa per alzarsi ed andarsene, le girava un
pò la testa e preferiva distendersi qualche minuto prima di
raggiungere nuovamente il marito. Shaka non disse una parola e non fece
proprio nulla, se non limitarsi a mangiare il minimo indispensabile;
era nervoso ma deciso a parlarle chiaramente. Arles nuovamente lo aveva
convocato sperando di sentirgli dire che era riuscito ad ingravidarla e
si era dovuto trattenere per non rivelargli che aveva la nausea solo al
pensiero di toccarla. Forse se non gli fosse stato così
imposto avrebbe potuto compiere quello che riteneva essere un fastidio
con più interesse ma così.. " Maestro! Venite
presto! " Inarcò un sopracciglio, irritato da quell'urlo:
l'allievo doveva essere impazzito, il tempio era un luogo di pace ma
gli bastò osservare Loto per capire che doveva essere
accaduto qualcosa. " Vostramoglie è svenuta, non si rialza
più! "
Per un momento Shaka
si chiese a quale commedia volesse giocare Nefertari ma si
affrettò ugualmente a seguire l'allievo fino al punto in cui
la ragazza era distesa a terra; con sua grande sorpresa si teneva una
mano appoggiata al ventre e poco prima doveva aver evidentemente
vomitato. Si chiese se forse non fosse incinta di quell'animale di
Aphrodite, poteva anche essere possibile ma in quel caso l'avrebbe
costretta a liberarsene. E poi si accorse di qualcosa di strano:
perdeva saliva dalle labbra ed aveva delle leggere convulsioni. No, per
quanto ne sapeva lui la gravidanza non presentava sintomi
così gravi e perse ogni sospetto, concentrando intensamente
il cosmo, incurante della piccola folla di curiosi che osservavano
sgomenti la scena.
" Veleno.. " Una sola
parola, una condanna. Aveva ingerito qualcosa di velenoso ma con
l'ausilio del cosmo riuscì a riportare alla
normalità le funzioni vitali; e come era riuscita a trovare
una sostanza tossica così potente e a prenderla? E
perchè poi? Lo detestava al punto da preferire la morte? Era
un pensiero terribile ma non aveva il tempo di sconvolgersi. " Portami
il piatto di mia moglie. " Ordinò duramente a Loto. Poteva
sempre avere preso una capsula o altro ma ne dubitava, era stata
sorvegliata a vista dall'allievo in quei pochi minuti dopo aver
lasciato la sala quindi doveva trovare la causa probabilmente in quello
che aveva mangiato; curioso perchè avevano portato anche a
lui le stesse cose, possibile che avesse aggiunto lei qualcosa senza
essere vista? Fu uno dei cuochi, tremante, ad allungargli la piccola
ciotola che conteneva i resti di quelle verdure e quella a parte col
latte indiano. Annusò il liquido ma era normale. " E questo
da dove arriva? " Raccolse una piccola erbetta, sconcertato. Sembrava
un pezzo di una verdura chiamata sedano ma lui l'aveva riconosciuta per
ben altro, era Cicuta acquatica, una pianta erbacea perenne, alta
generalmente più di un metro, presente negli stagni e nelle
acque morte. Originaria solitamente del continente europeo era
piuttosto comune nelle regioni settentrionali di Europa e
Asia, e relativamente rara nell'Europa centrale e i suoi
piccoli fiori comparivano tra giugno e settembre. Involontariamente
voltò la testa verso chi aveva preparato quel miscuglio di
verdure ma la sua aria spaventata era la risposta: non era colpevole.
" So che sua moglie
stava preparando un unguento, un analgesico, forse arriva da li.. " La
voce timida di una sacerdotessa spiazzò letteralemente il
guerriero, che non riusciva a crederci; sapeva che la pianta in
questione era usata spesso in omeopatia, come pomata o appunto come
unguento.. e che era altamente tossica tanto che di solito la morte era
una certezza. Aveva fatto questo? Ma perchè?
No.. c'era qualcuno
dietro a questo ne era sicuro.. Forse la giovane lo detestava ma non
fino a quel punto, ne era sicuro. Voleva che fosse così,
doveva esserlo. " Tornate ai vostri doveri. " Sentenziò in
modo atono, facendo sparire quella piccola folla e portando la moglie
nella loro stanza, vegliandola personalmente in attesa del suo
risveglio.
salve! ero ispirata u.u tutte
le info(funeralke, pianta velenosa ecc)arrivano da wiki e spero possano
piacervi. mi spiace far morire la nonna ma era utile, anche in
previsione della disgrazia che colpirà poi Nefertari(T__T )
e per imparare ad apprezzare almeno un pò shakuccio**
ovviamente lui ragiona da
asceta e vede quell'obbligo come un'inutile imposizione, non che schifa
lei anche se pensa di si u.u mi auguro di non essere finita
OOC<.< non troppo almeno!
il finale.. io non dico NULLA
ma voi avete già capito vero?XDD la nostra tenera cara
è stata avvelenata T__T ma SuperShaka(O__O) l'ha salvata...
ed ora.. si salvi chi può ahahha al prossimo!!!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 - L'onore della Vergine ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian.
Una
di noi - capitolo 7 - L'onore della Vergine
I monaci erano tornati
al loro lavoro quotidiano con l'obbligo di tacere su quanto aveva visto
e sentito, e la parola di Shaka era sufficente per indurre tutti al
silenzio. Il guerriero sedeva nella solita posa a lui congeniale
tenendo la testa della ragazza appoggiata sulle ginocchia, le dita a
sorreggerle la testa affinchè si trovasse leggermente
più in alto rispetto al corpo teso. Non sarebbe dovuto
succedere, ora se ne rendeva conto, ma non si era aspettato che Indira
agisse a quel modo.. nessuno aveva fatto il suo nome ma lui non aveva
alcun dubbio; gli faceva uno strano effetto vedere Nefertari priva di
sensi, completamente esposta al mondo che la circondava, e vulnerabile.
Non era particolarmente tenace secondo lui ma neppure così
indifesa; ciò che non capiva era il continuo silenzio su
ciò che aveva subito da parte della ragazza indiana, non gli
aveva riferito nulla quando lui invece se lo era aspettato.
Forse pretendeva troppo, non era adatta a quella vita. Ci aveva pensato
molto spesso, durante quelle ore, e aveva avuto l'intenzione di inviare
una missiva ad Arles per chiedergli di ridarle quella
libertà di cui lui si era fatto carico. Non vedeva alcun
pericolo in lei anzi, al contrario, forse era più dannosa
per sè stessa che per lui o altri.. tuttavia la convinzione
che il Sacerdote avrebbe rifiutato l'aveva frenato. Forse poteva
giungere ad un accordo con lei ma non lo credeva possibile: i loro
dialoghi erano inesistenti, lui non aveva idea di come farsi
comprendere senza essere frainteso e non la capiva. Nonostante tutti i
buoni propositi quello era un accordo, non un matrimonio, ed era il
solo a dettarne le regole e ad assicurarsi che lei le rispettasse.
Certo, le aveva mitigate. Ripensava a quando Arles gli aveva esposto la
situazione la prima volta, sconvolto all'idea di doversi vedere
costretto a schiavizzare la ragazza e a punirla per la sua condotta
immorale tenuta con Aphrodite.
Che fosse dannato, era tutta colpa sua. Anche se sicuramente Nefertari
era stata ingenua, lui non avrebbe dovuto approfittare della sua
innocenza per poi umiliarla; era inconcepibile, l'aveva anche passata
liscia. Ed ora che ci pensava, perchè anche lui non era
stato punito? Abbassando lo sguardo sulla fanciulla dormiente
provò una forte sensazione di pietà: nessuno in
fondo aveva fatto nulla, nè insistito affinchè
lui si fosse preso la sua parte di colpa per quella storia. Non si
poteva neppure sentire che un cavaliere d'oro si permettesse di sedurre
una ragazza senza essere ripreso in maniera ufficiale; la ramanzina che
Arles gli aveva fatto - avvenuta in sua presenza - gli pareva ora
ridicola, comica anche. Se non fosse stato tanto pressato da quelle
improvvise nozze, avrebbe provveduto lui ad insistere; sorrise
leggermente, l'avrebbe fatto non appena tornato al Santuario e non
sarebbe stato difficile farsi convocare da Arles vista l'insistenza che
esercitava su di lui.
Si riscosse dai suoi pensieri, destato da un movimento della ragazza
che cercava di rialzarsi e non capiva dove si trovava. " Sta
giù. " Come sempre un ordine, nonostante si impegnasse non
riusciva ad impedirsi di essere autoritario, non la biasimava in fondo
se lo temeva. La sentì tremare in maniera vistosa e cercare
di allontanarsi da quella vicinanza ma la sua mano la
bloccò, inducendola a non muoversi. " Non sei capace di
stare in piedi, resta qui finchè non te lo dirò
io. " Duro ed atono. La ragazza rimase molto colpita da quel modo di
fare così distante, così tipicamente suo e non
potè far altro che obbedirgli. Lo faceva sempre ma in quel
momento avrebbe desiderato non essergli vicino; aveva inconsciamente
fatto sogni strani, aveva avuto la tentazione di ringraziarlo per
quella che all'inizio gli era parsa una premura ma la sua freddezza la
logorava. " Chiedo scusa, pensavo che fossi.. "
Non terminò la frase, leggermente delusa, e Shaka si
sentì attraversare da una fitta di collera verso di lei. Non
le avrebbe permesso di sognare quel buono a nulla che li aveva
costretti a quel matrimonio, non quando lei era effettivamente una sua
proprietà. Lo sconvolgeva l'idea che pensasse ad Aphrodite e
avrebbe quasi voluto scaricarla a lui, ma non poteva farlo.
Alzò la mano bruscamente, e si rialzò prendendola
in braccio per posarla sul letto. " Non pensare, riposati. " Parole
taglienti come lame affilate, che colpirono e sorpresero Nefertari;
alzò su di lui uno sguardo sorpreso e deluso ma lui finse di
non vederlo, e la lasciò sola. Non voleva averla vicino, non
meritava la sua comprensione quando aveva nella testa quel cavaliere di
dubbia moralità, e non gli venne alla mente che in quel
momento la ragazza aveva pensato proprio a lui. Non era capace di
capirlo, aveva la mente e il cuore completamente avvolti da
un'apparente indifferenza. Non sapeva di aver ferito la moglie, con
quel modo così distante, facendola sentire indesiderata e un
peso per lui; se l'avesse compreso forse avrebbe chiarito ma si
limitò a chiudersi lei e i problemi che rappresentava alle
spalle, con l'atto di richiudere la porta. " Stai qui. "
Ordinò a Pavone, che era appena arrivato, indicandogli la
porta col silente ordine di non azzardarsi ad entrare se non invitato.
Loto si trovava nella sala dei pasti destinata a loro allievi e agli
altri apprendisti, e stava mangiando qualcosa quando la figura di
Indira scivolò sedendosi proprio di fianco a lui; non
l'aveva ancora vista quel giorno e le fece un distratto cenno di saluto
con la testa. " Ho sentito che è successo un incidente alla
nostra amata Nefertari. " Il tono mellifluo di quella voce non mancava
di una certa sensualità e il cavaliere non se ne sorprese,
mandando giù un frutto tipico dopo averlo esaminato con
attenzione. " Già, il maestro Shaka ne è
distrutto. "
Una parola un pò esagerata che scatenò
l'ilarità della giovane, che rise piano, complice. "
Starà molto meglio senza di lei.. " Non sembrava dubitare
delle conseguenze di quell'avvelenamenteo e seguendo un impulso, lui
non la contraddisse; sapeva bene che Nefertati era completamente
guarita ma nessuno ne era del tutto certo perciò la commedia
poteva anche continuarla almeno per un pò.
" Come se non sapessi che sei stata tu.. allora, ti offrirai per
consolarlo? " Una sottile ironia infusa in quelle parole non
sfuggì alla ragazza, particolarmente di buon umore all'idea
di essere riuscita a liberarsi della sua rivale. Ora nulla le bloccava
la strada verso Shaka, neppure un'ombra. " Da come lo dici sembra che
io sia una criminale.. quella bamboccia non era degna di Shaka, ed era
una volgare ragazzina che si è fatta adescare da un altro.
Shaka non merita una persona tanto idegna, perciò
provvederò a purificarlo con il mio amore. "
Sentenziò la giovane, già presa nei suoi
progetti. Era convinta che non sarebbe stato difficile ottenere
qualcosa dal cavaliere, ora finalmente libero; lo indispettiva un
pò il pensiero che la straniera lo avesse insudiciato con la
sua morale scandalosa ma le piaceva l'idea di istruire l'affascinante
biondo su cosa potesse veramente accadere tra un uomo e una donna. Non
importava che non fosse più vergine, avrebbe provato
più interesse a lasciarsi insegnare ciò che lei
sapeva.. ed era tanto, appreso solo per poterlo avere un giorno. Rimase
spiazzata dalla risata di Loto. " Amore! Ma per favore, non sai neppure
cosa sia! Tutto quello che vuoi è il suo potere, e
crogiolarti nell'apparente illusione di essere importante per lui." Il
ragazzo aveva sorvolato sulle accuse che aveva mosso alla moglie del
maestro, non erano affar suo in fondo e lo stupiva la convinzione con
cui Indira parlava. Era sicura.
" E allora? Lui e il suo potere sono la stessa cosa. E poi io so come
indurlo a farmi fecondare, e di certo non potrà mai
rifiutare una sua creatura. " Gli sorrise, e Loto si chiedeva in che
mondo vivesse. " Se il maestro avesse voluto dei figli li avrebbe fatti
con la moglie, se fossi in te mi farei meno illusioni.. a proposito, ti
attende. Mi ero scordato di dirtelo prima, nell'ala dedicata al
tribunale. " Le sorrise mentre finiva di mangiare. La ragazza si
alzò, tutta eccitata all'idea che avesse chiesto di lei e si
apprestò a controllare se i capelli fossero a posto,
lisciandoseli amorevolmente con le mani, pregustando l'idea di poter
fare lo stesso con quelli dorati di lui. Non aveva mai osato.. ma ora
si prospettava l'occasione, esisteva un modo più dolce per
consolare qualcuno della perdita della consorte? Fece qualche passo
frettoloso e poi si rivolse di nuovo a lui, osservandolo. "
Perchè la? " Era incerta. Era molto tempo che la sala del
tribunale non veniva usata, forse voleva mostrarle qualche antico
testo.. non era l'ideale come luogo per indurlo ad un rapporto, avrebbe
però potuto anche solamente stuzzicarlo: sorrise, pensando
che non era una cattiva idea farsi un pò desiderare, ora che
era vulnerabile sarebbe stato uno scherzo farlo sciogliere. Il
cavaliere si prese tutto il tempo necessario ad inghiottire un pezzo di
pane tipico indiano, prima di girarsi sorridendo verso la ragazza e
sorridere. Era ironicamente divertito.
" Perchè stai per assistere ad un processo.. per tentato
omicidio. " Le parole del cavaliere fecero sbiancare Indira, che per un
momento non capì il reale significato di quella frase ma le
bastò osservare l'espressione di Loto per capire.
Istintivamente cercò la fuga vedendosi improvvisamente
smascherata: dannato cavaliere, si era fidata di lui e.. " Bravo, ci
hai messo meno tempo del previsto. Portala con te. " La voce di Shaka,
comparsa all'improvviso, gelò Indira. E quando era arrivato?
Lui la osservò indifferente, aveva sentito quanto bastava,
l'allievo era stato bravo a fingersi lì per caso. " E non
provare a fuggire o non esiterò a colpirti. " Era sleale ma
l'avrebbe fatto, lei non possedeva il cosmo ma a lui premeva solamente
scoprire tutta la verità. Il cavaliere trattenne la giovane,
che si dibatteva urlante, ma nessuno dei monaci che incontrarono lungo
il tragitto mosse un dito per aiutarla. La maggior parte non aveva idea
di cosa stesse succedendo ma ritenevano la presenza di Shaka sufficente
per non intromettersi, lui non sbagliava mai. Il guerriero, avvolto
nella solita tunica rossa che indossava quando doveva addestrare i
propri adepti, si voltò verso i due e squadrò la
giovane donna con un'espressione indifferente.
" Non mi aspettavo un errore tanto grossolano da parte tua, potevi
aspettare che tornassi al Santuario ma ti ringrazio perchè a
questo modo ho potuto impedire che la mia amata moglie subisse
l'ennesimo torto da parte tua. " Shaka non calcò sulla
parola amata, pronunciata solamente per indurre l'apprendista a credere
che lui e Nefertari fossero innamorati, ma si aprì in un
leggero sorriso vedendo l'espressione angosciata di Indira di fronte a
quella rivelazione; volutamente aveva impedito ai monaci di parlare
così da farla cadere in errore, avendo già
sospettato il suo coinvolgimento. Non protestò vedendo che
Loto per farla tacere le tirava i capelli con violenza, procurandole un
certo dolore. Fece un cenno all'allievo, che prontamente
obbedì a quanto aveva già ricevuto come
istruzione in precedenza; costrinse la giovane a togliersi il sari che
portava e le fece indossare un altro, molto più grezzo e
meno importante. Shaka si era girato dirigendosi verso una sedia,
evitando di guardarla, facendola persino indignare. " Che
cos'è?!" La voce acuta della giovane indiana non sorprese
per nulla il cavaliere d'oro, che si avvicinò nuovamente con
quella sedia in mano, su cui Loto la costrinse a sedersi legandole le
braccia e le gambe; rivoli di sangue cominciarono ad uscire dalle parti
di pelle che erano toccate da quella corda, che era composta di rovi
appuntiti che ne sfregiavano così il corpo anche se non in
modo letale.
" Come ben sai i sari costituiscono la gerarchia qui al mio tempio, e
come puoi vedere questo è quello destinato agli schiavi. Con
il tuo gesto ti sei volutamente rovinata, e per punizione sarai
costretta a fare tutto quanto ti ordinerò:
comincerò con chiederti la ragione del tuo comportamento
ostile verso la mia sposa. " Indira era agghiacciata da quella voce
solo apparentemente atona, che le parlava. Non avrebbe mai creduto che
Shaka potesse diventare tanto cinico, con lei poi che era sempre stata
la migliore delle apprendisti e che conosceva il buddismo bene quasi
quanto lui. Avrebbe potuto anche mentire ma temeva il dolore che le
avrebbe fatto provare, e già quella tortura era un'agonia. "
Perchè è colpa sua se vi siete allontanato da me!
"
Per un momento Shaka pensò che la giovane stesse
psicologicamente male, quando mai si era avvicinato a lei? La
osservò senza dire nulla, cosa che le diede il tempo di
aggiungere delle informazioni che ignorava. " Ho scritto al Santuario,
sapete? Perchè non riuscivo a capire il motivo di questo
vostro matrimonio affrettato.. " Lasciò passare qualche
istante per riprendere fiato, sentendosi ansimare ma provando una gioia
immensa nel rinfacciargli di sapere la verità, quella che
lui aveva accuratamente nascosto a tutti loro. " Mi ha risposto il
Sacerdote, dicendo che si era trattato di un ordine di Atena in
persona.. ma ancora mi sfuggiva la ragione, finchè non mi ha
scritto un vostro compagno di casta.. ora mi sfugge il nome, non ho
decifrato la firma, ma in sintesi ha detto che..." La mano di Shaka
bloccò la giovane. Il cavaliere non voleva sentire quelle
parole, e non aveva dubbi sul fatto che si trattasse di Aphrodite;
poteva immaginare il contenuto di quella lettera ma perchè
Arles non l'aveva informato di avere ricevuto quella missiva? E
sopratutto, come aveva potuto poi il cavaliere dei Pesci farle avere la
sua versione? Colse un lampo di vittoria in quelle iridi scure. " Ah..
avete paura eh? Paura di ammettere che quella donna che fa tanto la
santa altro che non è che una volgare arrampicatrice sociale
che non si è fatta scrupoli nel farsi sedurre da.. " Un sono
schiaffo fermò quel discorso infamante. Shaka
girò leggermente la testa verso Loto, l'autore di quel
gesto, ringraziandolo tacitamente per avergli impedito di compiere lui
quel gesto; non lo rimproverò, facendo quindi capire ad
Indira che non disapprovava la condotta dell'allievo. " Ora basta. La
mia pazienza nei tuoi confronti è esaurita e pertanto
riceverai la punizione che meriti per avere infangato il mio nome con
le tue ingiurie. E ti assicuro che Nefertari non ha mai commesso
ciò di cui parli, e il cavaliere dei Pesci è un
bugiardo. E tu una stupida, oltre che arrogante. "
Non poteva, Shaka, confermare che la ragazza aveva ragione, nessuno
doveva essere al corrente del motivo per cui quel matrimonio era stato
celebrato e, a modo suo, doveva difendere il proprio nome ed onore; non
gli sarebbe forse costato nulla ammetterlo di fronte a lei ma non
l'avrebbe fatto neppure se fossero stati soli,e sapeva che Loto avrebbe
creduto solamente alle sue parole. " Non è vero, siete voi
il bugiardo! E vi ostinate anche a difendere quella.. quella.. e poi
siete anche cieco, altrimenti vedreste che sono molto più
bella io di quella meticcia! "
Strillava la giovane apprendista ma fu Shaka questa volta a farla
tacere, posando semplicemente un dito sulla sua fronte, all'altezza di
quel bindi così caratteristico che sparì. Era
stanco di sentirla urlare la propria patetica difesa. " Devo
disilluderti, Indira, perchè io ci vedo molto bene ma non mi
meraviglia che tu non comprenda la ragione delle mie palpebre serrate;
comunque posso anche affermare con sicurezza che, vedendovi vicine,
Nefertari sembra un bocciolo di fiore di loto affiancato da una pianta
comune. " La voce ebbe un tono più tagliente; in fondo non
mentiva, riteneva sicuramente la bellezza di Nefertari molto
più aggraziata e delicata di quella dell'apprendista, che
non era brutta ma non sembrava avere altro che qualche misura in
più. Asceta si ma non cieco. La vide ammutolire e
pensò che aveva già sprecato il proprio tempo;
stava per andarsene quando decise di sondarle la mente, alla ricerca di
qualcosa che magari la moglie non gli aveva riferito, e lo
trovò.
" Hai fatto bere a mia moglie quell'infuso? " Una nota di
incredulità non riuscì a reprimere il cavaliere,
alla vista di quella scena che ignorava: conosceva molto bene quel
preparato, era una delle invenzioni proprie del maestro che si era
occupato dell'istruzione di Indira ma a parte qualche raro caso, non
era mai stato usato. Una fredda consapevolezza si impadronì
di lui, comprendendo che non c'era modo di redimere quella ragazza, non
al punto in cui era giunta. Anche se dubitava fortemente che la moglie
fosse incinta era un gesto che cozzava contro la morale sua e i
precetti buddisti, e non biasimava la rabbia della ragazza anche se
continuava a non capire quel silenzio; forse perchè non
aveva niente da temere dagli effetti dell'infuso, ed osservò
Loto ritornare dopo essersi allontanato alcuni minuti prima. " Mangia
prima di morire qui. "
La voce tagliente di Shaka indusse Indira alle lacrime, non tanto per
il fatto che non avesse avuto successo col suo piano ma con la piena
consapevolezza di non essere davvero niente per lui; per contro
sembrava che, nonostante quanto aveva saputo, lui tenesse alla moglie
anche se aveva ragione di credere che fosse solo una questione di
onore. Non la amava proprio, ne era sicura, e poi come sarebbe stato
possibile? Lo guardò allontanarsi e lasciare la sala e
portò lo sguardo carico di rabbia su Loto, che la costrinse
a mangiare quella piccola porzione di verdure.
Un'ora dopo Shaka stava in meditazione quando tornò il
cavaliere d'argento, confermandogli che l'apprendista era rimasta
vittima di quella pianta velenosa, la stessa di cui si era servita per
darla a Nefertari. Annuì congedandolo. Non c'era bisogno di
altro, aveva avuto la sua punizione, ora non avrebbe potuto
più nuocere a nessuno di loro. " Occupatene tu e Pavone, io
devo tornare al Santuario. " Si limitò ad allontanarsi verso
la pagoda dove avrebbe recuperato l'armatura d'oro per il viaggio;
stava per uscire dopo averla indossata quando venne attirato da un
movimento proveniente da una delle stanze e si mosse silenziosamente-
come suo solito - per andare a vedere e rimase quasi colpito. In piedi
in una tinozza d'acqua c'era Nefertari - di spalle - che evidentemente
aveva appena terminato il bagno e stava cercando di arrivare
all'asciugamano, che forse senza volere aveva posato troppo lontano.
Senza farsi notare lo raccolse e glielo avvolse gentilmente attorno al
corpo, in un gesto che voleva essere delicato ma che la
spaventò.
" La prossima volta assicurati che nessuno possa vederti in questo
stato. " La ragazza arrossì con violenza; già era
brutto farsi cogliere nudi da qualcuno, da lui poi che sapeva essere
così rigido, e sentiva la glaciale freddezza di quelle
parole accusatorie. In effetti aveva ragione, avrebbe potuto anche
entrare uno dei suoi allievi.. e allora sarebbe stata una catastrofe. "
Si.. grazie.. " Disse piano, per cercare di sfuggire all'imbarazzo che
provava, e alle sue mani bianche che erano state casualmente posate per
un attimo sui fianchi, facendole provare una stranissima sensazione da
cui voleva però scostarsi. Fu subito accontentata visto che
si ritrovò di nuovo padrona del proprio corpo. "
Tornerò tra qualche settimana. " Le disse Shaka, uscendo
senza voltarsi di nuovo a guardarla, togliendosi quella goccia d'acqua
dalla fronte; curioso, non si era accorto di avere sfiorato col volto
qualcosa di bagnato.
giorno!!! e come vedete la cara
indira è andata al creatore u.u ci ho pensato un
pò prima di fare agire così shaka, temevo
risultasse troppo cinico.. ma in fondo lo è...basti pensare
a come non si pone problemi nel bloccare ikki per farlo pestare dai
suoi due mafiosi u.u
comunque alla fine il lavoro sporco lo fa loto u.u forse sono
stata troppo introspettiva in questo chappy.. ah il pezzo
finale*rotola* ovviamente non ha toccato niente di bagnato il caro
shaka ahahah era una bella e buona goccia di sudore U__U
chissà perchè XDDDDDDD
al prossimo^^
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 - Non si può sfuggire al destino - parte I ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian.
Una
di noi - capitolo 8 -Non si può
sfuggire al destino - parte I
L'assenza di Indira passò inosservata agli occhi
di Nefertari per parecchi giorni, abituata com'era a non incontrare
ogni momento tutti gli abitanti del tempio indiano; la giovane riprese
la propria routine quotidiana, assalita da una strana ansia dovuta al
ritardo della risposta di quella lettera che aveva inviato una decina
di giorni prima al padre, preoccupata da quel lungo silenzio. Avrebbe
quasi voluto parlarne a Shaka, per non dare l'idea di voler nascondere
ciò che faceva, ma non ci era riuscita. Prima quello strano
svenimento di cui Shaka non le aveva detto molto, se non che aveva
probabilmente avuto un calo di pressione drastico per colpa del cibo;
in effetti adattarsi al modo di mangiare del tempio non era stato
facile e aveva avuto fretta di integrarsi ma c'era qualcosa che non la
convinceva. Si era sentita strana, in preda a qualcosa di oscuro che
non era riuscita a definire, e ricordava di aver avuto delle
convulsioni: forse aveva solamente immaginato tutto e aveva esagerato
senza volere la propria condizione fisica. E poi quella continua e
strana durezza che usava nel rivolgersi a lei l'aveva convinta a
tacergli quel gesto, non voleva continuamente costringerlo a ricordarsi
della sua esistenza, meglio continuare ad occuparsi delle proprie
faccende.
Si sedette al solito tavolo nella grande sala dove solitamente studiava
gli antichi testi omeopatici, dietro la concessione del marito che le
aveva lasciato campo libero in quel settore e anche dopo l'approvazione
dei monaci che le avevano permesso di essere costantemente al loro
fianco. Non pretendeva di certo l'essere sempre in vista ma quel
continuo contatto con loro la faceva sentire utile. Si alzò
per cercare, tra le proprie scorte, qualche campione della pianta che
stava studiando e rimase di sasso: la quantità all'interno
del barattolo era quasi inesistente ed era certa che fosse ancora
pieno, in fondo lo aveva cercato poco tempo prima e ne aveva estratto
solo una piccolissima quantità per tentare di creare un
nuovo unguento. " Qualcosa non va? "
La voce di Pavone le giunse da lontano, sebbene fosse a pochi passi da
lei. Il giovane si era del tutto ripreso con le sue cure ed era tornato
quindi a farle da guardia per la maggior parte del tempo. Scosse
leggermente la testa ma non rispose, inducendolo quindi ad avvicinarsi
per vedere che cosa poteva avere causato quel silenzio preoccupato.
Osservò il barattolo quasi vuoto e la guardò in
modo interrogativo. " Sai se sia stato Shaka a prenderla? " Era
leggermente in ansia. La cicuta acquatica era potenzialmente letale ed
avrebbe preferito che fosse il marito ad averci messo mano, sicuramente
più competente di molti altri con una simile pianta per le
mani; chissà a che cosa gli poteva mai servire. Il ragazzo
scrollò la testa, comprendendo solamente in quel momento che
cosa aveva ucciso Indira. Era rimasto sconvolto quando Loto gli aveva
raccontato del piano della ragazza e tacitamente aveva ringraziato il
maestro per essere stato pronto ad intervenire prima che potesse
succedere una tragedia: lo colpiva il fatto che non avesse riferito
nulla alla moglie ma ora capiva. La ragazza, giratasi in quel momento
verso di lui, colse l'espressione colpevole di chi sa ma non vuole
parlare e decise che gliel'avrebbe fatto confessare. " Allora? Avanti
parla se sai qualcosa, o chiederò a mio marito di tornare
per interrogarti. "
Raramente Nefertari dava ordini e il ragazzo avrebbe voluto quasi
sorridere, era difficile credere che quella fanciulla fosse in grado di
comandare anche se ci provava e quella minaccia non lo spaventava poi
molto ma non voleva darle ad intendere che nascondesse qualcosa. In
fondo Shaka non aveva posto il veto, non aveva detto niente alla moglie
ma non aveva vietato di farglielo sapere, quindi che male ci poteva
essere? Così le disse quello che era accaduto, da quando era
svenuta fino alla decisione di Shaka di punire l'apprendista per il suo
comportamento: sorvolò sui dettagli cruenti, non c'era alcun
bisogno che Nefertari sapesse della tremenda agonia della giovane
Indira in quell'ora lunga come l'eternità. La vide
rabbrividire leggermente. " Ma è mostruoso! Che diritto ha
Shaka di decidere una cosa così drastica?"
Per un momento Pavone si indispettì. Il maestro non poteva
essere criticato da nessuno, neppure dalla moglie che ora aveva
un'espressione sconvolta, ma non lasciò trasparire la
propria disapprovazione: in fondo, come Shaka li aveva istruiti poco
prima del loro matrimonio, Nefertari era totalmente ignorante sul modo
di pensare che avevano i cavalieri, e persino dei buddisti. Sapeva che
l'avrebbe istruita ma era possibile che gli impegni continui al
Santuario gli avessero impedito di mostrarle tutto ciò che
poteva fare. " Con tutto il rispetto, il maestro è la
reincarnazione di Buddha come sapete, e nessuna decisione da lui presa
è mostruosa. Posso assicurarvi che Indira ha avuto la sua
possibilità di redenzione ma ha perseverato. " Era sicuro
che dopo quelle parole la ragazza avrebbe giudicato diversamente il
comportamento del marito, anche se non era certo che avrebbe capito del
tutto; non conosceva il modo di pensare di un cavaliere d'oro, non
avrebbe mai potuto comprendere quella sensazione di fare la cosa giusta
pur facendo soffrire qualcuno. A volte credeva che fosse troppo ingenua
su quel punto ma non stava a lui giudicarla.
" Senza contare che è venuto a conoscenza di tutti i soprusi
che avete dovuto subire per mano sua, in ultimo quella dell'infuso che
avrà probabilmente ucciso il figlio del maestro che
portavate in grembo. Dovreste esserne lusingata, in fondo lui ha solo
deciso se era più importante preservare voi o far redimere
lei, che era completamente marcia per compiere un gesto del genere. Non
mi sarei comportato diversamente neppure io, e anche Loto e gli altri.
" Per un momento Nefertari fu sul punto di dirgli che era impossibile
che fosse incinta vista l'assenza di rapporti tra lei e Shaka ma si
trattenne, colpita comunque da quelle parole. Non solo non sospettava
che lui fosse stato al corrente della storia dell'infuso - e le avesse
persino evitato di accusarla del silenzio- ma era sorpresa; se era vero
quello che diceva Pavone, aveva davvero voluto proteggerla. Le sembrava
impossibile. Lo dimostrava il suo modo di fare, cinico e spietato
seppur sempre calmo. A volte aveva pensato che fosse semplicemente un
robot senza la minima traccia di umanità, e dubitava
fortemente che avesse deciso di punire Indira per proteggere lei. "
Forse non voleva che il suo onore fosse macchiato.. " Ecco, quella era
un'ipotesi davvero più probabile e ne era convinta ma rimase
sorpresa nel vederlo scrollare la testa. Sembrava essere divertito.
" Voi sottovalutate il maestro, forse voleva anche preservare la
propria reputazione ma sono convinto che sia stato un gesto d'amore
molto esplicito; da quel poco che mi ha detto Loto, la ragazza mentre
parlava con lui vi ha più volte ingiuriato, e quando ha
sostenuto di essere più bella di voi il maestro non ha
esitato a contraddirla. Se non mi sbaglio ha detto che somigliate molto
ad un fiore di loto, ma è meglio che sentiate dal mio
compagno perchè io non c'ero in quel momento. " Le sorrise,
senza essere troppo colpito da quella faccia sorpresa. Non avrebbe
forse dovuto dirlo ma indirettamente era d'accordo col maestro per
quella definizione, nonostante a suo tempo avesse avuto modo di
apprezzare l'avvenenza di Indira. Gli dava sempre fastidio ricordare
che, in fondo, Nefertari non avrebbe mai potuto essere sua ma gli
piaceva l'idea di rassicurarla: si sottovalutava troppo, e non pareva
avere molta fiducia del proprio ruolo accanto a Shaka. Se ne era sempre
chiesto la ragione ma senza indagare a fondo.
Nefertari era ammutolita. " Qualcosa vi turba? " La voce del ragazzo la
riscosse, facendole fare un segno di diniego con la testa. " No.. no
beh è che non ho mai ricevuto un complimento da.. Shaka e mi
sembrava strano. Ora ti chiedo di scusarmi, dovrei recarmi a riposare.
" La giovane era ansiosa di rimanere da sola e rimise il barattolo al
suo posto, ed uscì senza attendere una risposta. Una volta
al sicuro dietro la porta scorrevole della sua stanza,
ripensò a quelle parole; era vero che il marito non le aveva
mai detto nulla sulla sua estetica, nonostante ricodasse ancora quando
le aveva detto che le lacrime non si addicevano al suo bel volto. Era
stato un modo gentile di rincuorarla in quel momento, ed era certa che
l'avesse detto solo al fine di umiliare la ragazza; per quanto l'avesse
detestata faticava a convincersi che non ci fosse più. Un
pò come avere una cicatrice e sentirne la mancanza quando ci
si accorgeva che era misteriosamente scomparsa.
In silenzio si rialzò dal giaciglio, scoprendo di avere
vicino a sè proprio Shaka. Arrossì
perchè non si era resa conto del suo arrivo e si chiese come
mai portasse quella tunica rossa e non l'armatura d'oro; osservando il
sole già alto comprese di avere dormito quasi tutta la
giornata e se ne vergognò. Probabilmente era stato a fare
lezione ai suoi allievi e le sembrava strano: per la verità
aveva la solita espressione indifferente sul volto ma trovò
curioso che le sorridesse leggermente in quel momento. " Se vuoi puoi
continuare a riposare, non pensavo che il mio sguardo potesse
svegliarti. " C'era una morbidezza nuova in quella parole, che
sorpresero Nefertari; non aveva mai sentito il marito parlarle a quel
modo, come se fosse umano come tutti gli altri. A disagio si mise a
sedere, rendendosi conto di indossare un sari da notte decisamente
insolito; rispetto agli altri la sua trasparenza era evidente ed aveva
l'atroce sospetto che lo sguardo di Shaka non si fosse spostato da lei
neppure per un secondo. Si mise addosso il lenzuolo, notando una
leggera risata, così breve che pensò di averla
immaginata.
" Non sapevo fossi già tornato. " Senza volere aveva dato
un'intonazione acida alle sue parole, confusa da quel modo di fare
così curioso per lui ma sembrò che non l'avesse
neppure ascoltata. Sentì la sua mano accarezzarle una
guancia e si irrigidì: non l'aveva mai fatto prima d'ora ed
era sconcertante quella tranquillità, ed era certa che
avesse un doppio fine. Le costava ammetterlo ma le piaceva il suo
tocco, non freddo come l'aveva sempre pensato, ma caldo e vellutato. "
Sei qui per soddisfare i desideri di Arles? " All'improvviso era sicura
che fosse giunto per quello, per adempiere a quell'obbligo che fino a
quel momento era stato rimandato, ed ebbe un moto di paura. No, non
l'avrebbe fatto. Non si era in fondo dileguata quella frase che Indira
aveva pronunciato tempo prima, sul prezzo che la madre di Shaka aveva
pagato per la maternità, e non era sicura di volerlo
assecondare. Eppure non avrebbe potuto rifiutarglielo, era un accordo
stabilito da tempo e se avesse insistito era consapevole di non avere
nessuna ragione per negargli i suoi diritti coniugali. A sua gran
sorpresa lo vide sorridere, questa volta colse l'antico ironico cinismo
di cui era capace e si sentì quasi rassicurante; era
bizzarro il suo modo di comportarsi ma se non altro questo indicava che
era davvero lui.
" No, sono qui per soddisfare i tuoi desideri.. " le disse cogliendola
di sorpresa e lasciando scivolare una mano tra i suoi capelli,
costringendola ad avvicinarsi così a lui per osservarw
quelle iridi socchiuse. Aveva dimenticato quanto fossero affascinanti,
in fondo non aveva avuto modo di vederle così da vicino,
così come rimase sorpresa sentendo le sue labbra sulle sue,
in un bacio decisamente inaspettato. Avrebbe voluto staccarsi ma si
sentiva prigioniera di quella struggente sensazione: non ci vedeva
nulla di sbagliato nonostante fino a solo qualche ora prima non avrebbe
mai immaginato un possibile scenario; il leggero contatto tr ai loro
corpi le provocò una scarica elettrica difficile da
dominare, così differente dalla paura che provava di solito
quando l'aveva di fianco. Era sconvolta, sia dai suoi gesti che da
quelle parole, come se lui sapesse cosa le passava per la testa,
ciò che non aveva mai voluto azzardarsi a pensare. ".. e i
miei.. " concluse quella frase sentendo il cuore che scoppiava. Lui
aveva desideri del genere? E perchè non era mai venuto fuori
prima? Nonostante tutto però non riusciva a staccarsi da
lui.. no, non lo voleva, così quando sentì che il
sari che indossava non era più stretto come prima non si
ribello, accettando ciò che stava succedendo.
Lui le sorrise. Non le era mai sembrato così bello come in
quel momento. " Non temere, non è stato facile neppure per
me ma non ti negherò il mio amore.. nè ti
permetterò di nascondermi il tuo.. " Per un momento
Nefertari si spaventò. E chi aveva parlato di amore? Ok non
le dispiaceva ma.. ma si, aveva dannatamente ragione, quasi senza
rendersene conto doveva aver accolto nel suo cuore quel sentimento che
credeva non sarebbe mai apparso. Ed ora era disposta ad accogliere lui,
senza nessuna paura.
Si mise a sedere di colpo, quasi ansimando. La stanza era vuota, la
notte era scesa da un pezzo e non c'era l'ombra di Shaka lì,
nè di ciò che aveva visto succedere fino ad un
momento prima. Sparita la sorpresa dei suoi modi, dei g esti che aveva
compiuto e delle parole che, ora se ne rendeva conto, aveva solamente
sognato.
Se lo sarebbe dovuta immaginare, si disse ricadendo sul cuscino. Shaka,
il vero Shaka, non avrebbe mai minimanente pensato di dirle cose tanto
dolci, tanto umane, nè poi doveva provare per lei quei
sentimenti. Si nascose il viso tra le mani e scoprì delle
tracce di lacrime. Già, per quanto solo una mera illusione,
ora capiva che non poteva mentire a sè stessa: aveva
consegnato il proprio cuore a lui e forse già da molto
tempo, ma sapeva anche come non sarebbe mai accaduto niente del genere.
Tutta colpa di quelle parole che le avevano fatto credere che
l'amasse.. assurdo, Shaka non era capace di sentimenti simili, tanto
meno nei suoi confronti. " Fuori dalla mia mente, Shaka, lasciami in
pace! " Sussurrò come se parlasse ad uno spirito, mentre si
sdraiava sul pavimento. Non avrebbe dormito ma almeno avrebbe evitato
di ricadere in una dolorosa illusione.
AHAHAHAHAHAH ci avete creduto..
DITELO! l'avevate pensato!!! almeno per un attimo u.u invece no u.u la
signorina si fa solo qualche viaggio ma.. ma come immaginate, ormai
siamo molto vicini a quel momento
sappiate che avrei
voluto essere lei in quel sogno ahahah non so perchè ma mi
sembrava estremamente affascinante u.u bene al prossimo XDDD
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 -Non si può sfuggire al destino - parte II ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian.
Una
di noi - capitolo 9 -Non si può
sfuggire al destino - parte II
Lentamente i giorni erano trascorsi mentre Nefertari cercava
di distogliere la mente da quel sogno che sembrava ormai essere
ricorrente; raramente di notte riusciva a riposare dato che quel dolce
tormento non la smetteva di insinuarsi nel suo sonno, sconvolgendola.
Non era in realtà un delitto desiderare un
coinvolgimento col proprio marito ma lei sapeva bene come nel loro caso
tutto ciò fosse impossibile; ricordava bene l'accordo che
stava alla base di quell'unione, e nonostante ci fossero segni
contrastanti, era sicura che lui non avesse cambiato idea su di lei e
la ritenesse nulla più che un peso.
Perchè quindi lei doveva arrivare a desiderarlo a quel modo?
Forse perchè non era mai stato violento con lei.. no, non
era sufficente come ragione, e neppure il pensiero che aveva
deliberatamente tolto Indira come ostacolo la consolava. Anzi pensando
a lei, si chiedeva se non sarebbe stata la prossima: nonostante finora
avesse mostrato un rispetto quasi eccessivo per quella facciata
matrimoniale non era sicura che non avrebbe sfruttato un'occasione per
toglierla di mezzo. La sua assenza era totale in quei giorni, lei
sapeva che si trovava al Santuario ma non aveva mai provato il
desiderio di mettersi in qualche modo in contatto con lui; continuava a
esercitare la propria arte cerusica in India ma senza l'entusiasmo
iniziale, quel tormento doveva finire ed era anche certa che se si
fosse azzardato ad avvicinarsi a lei con l'intento di eseguire l'ordine
di Arles, lo avrebbe picchiato. Non avrebbe esitato, non voleva essere
usata. Poteva anche sempre raccontare al Sacerdote che era impossibile
avere dei figli causa sterilità, era sempre una buona scusa
per giustificare la totale assenza di rapporti tra loro. E poi lui non
doveva certamente essere ansioso di accostarsi a lei e ciò,
in virtù anche di quello strano desiderio che era arrivata a
provare, la faceva indispettire ancora di più e
giurò di non fargli mai sapere quello che nascondeva nel
cuore; non avrebbe certamente che non si trattava solo di un banale
desiderio fisico ma di qualcosa di più profondo, che le si
era insinuato dentro e non la voleva più lasciare.
Con i giorni che scorrevano la visione perse il potere tormentatorio
nei suoi confronti, facendola sospirare di sollievo, ma non se ne
andava mai del tutto ed era quello che le consentiva di riposare un
pò più tranquillamente. La segreta speranza che
forse un giorno avrebbe potuto aggrapparsi a quell'illusione per non
sprofondare nel baratro della solitudine.
" Puoi tornare, hai fatto un buon lavoro. " La voce di Shaka
congedò a quel modo l'allievo del Pavone che era giunto al
Santuario, col rapporto sull'ultima missione riguardante i ribelli che
minacciavano la pace. Con un certo fastidio il cavaliere d'oro
constatò che quei guerrieri parevano essere coriacei ma
attendeva il loro arrivo , in cui avrebbero sicuramente perso la loro
misera vita in quella follia che era diventato il loro obiettivo.
Inarcò il sopracciglio rendendosi conto che il ragazzo
sembrava riluttante ad andarsene; non l'aveva fatto giungere alla sua
dimora, si trovavano nell'arena in quel momento e dalla parte opposta
c'erano Milo con la sua allieva Nina che si allenavano. " Io.. volevo
dirle che qualche giorno fa vostra moglie ha insistito per sapere che
cosa fosse accaduto ad Indira, notando la sua sparizione. "
Una sensazione di fastidio si impossessò del guerriero. Quel
nome ormai non faceva che ricordargli l'inutile tentativo
dell'apprendista di mettere in dubbio il suo onore, e anche quello di
Nefertari. Aveva praticamente rimosso dalla mente l'episodio,
classificandolo come inutile, e non era contento di sentirselo
ricordare; avrebbe quasi sgridato il giovane ma non ricordava di aver
proibito di parlarne a lei perciò rimase in silenzio,
limitandosi ad attendere il seguito di quel discorso. " Ecco, sembrava
un pò scettica su ciò che avete fatto.. non se
l'aspettava credo. "
Ovviamente. Non aveva alcun dubbio su come la ragazza avrebbe giudicato
la sua azione ma non gli interessava proprio; non le doveva alcuna
spiegazione, semmai era lei quella che doveva rispondere delle proprie
azioni e non certo lui. Scrollò la testa. Quella ragazza
forse non era malvagia ma certamente era un pò un peso visto
che non comprendeva appieno la mentalità di un cavaliere
d'oro, non si stupiva neppure più se Aphrodite si fosse
semplicemente limitato a divertirsi con lei per scaricare il problema
poi a lui. " Non mi aspettavo nulla di meno, mia moglie è
estremamente ignorante sulla vita dei cavalieri anche se è
vissuta molti anni con uno di loro. Non ha idea di cosa ci spinge ad
agire. "
Non pronunciò quella parola con disprezzo, era semplicemente
quella giusta per ribadire che Nefertari ignorava molte cose, e che
effettivamente a lui la cosa non interessava neppure tanto; tutto
quello che gli premeva adesso era assolvere a quel dannato obbligo per
sentirsi di nuovo tranquillo, solo che come sempre non riusciva ad
immaginarsi in un momento del genere. " Forse potreste portarla qui con
voi, magari si sente sola.. "
Il suggerimento di Pavone era la prova, per Shaka, che il ragazzo non
aveva capito niente della vita, e doveva dare atto alla moglie che
doveva essere una buona attrice per riuscire ad ingannarlo; non avrebbe
mai pensato che il cavaliere arrivasse a giudicare a quel modo l'odio
che lei sicuramente provava per lui, e l'indifferenza che entrambi
avevano per il rispettivo compagno. Portarla lì al Santuario
poi era una follia, non avrebbe fatto altro che incoraggiare eventuali
voglie represse che aveva e non intendeva permettere al cavaliere dei
Pesci di umiliarlo come già era riuscito a fare facendo
piovere su di lui quel problema. " Sono io a decidere cosa è
bene, e il clima dell'India è l'ideale per Nefertari. Ora
torna là. "
Con quella frase dura fece capire che non era il caso di indagare a
fondo, che era lui a comandare e che lui doveva limitarsi semplicemente
a farle da scorta affinchè non cedesse in tentazione; per un
momento il dubbio di lasciarla troppo tempo affidata ad altri uomini lo
sfiorò ma rientrò immediatamente, consapevole che
nessuno di loro avrebbe mai sfidato la sua autorità. In
nessun modo.
Eppure, rientrato nel silenzio della sesta casa, fu avvolto da una
strana sensazione. Era profondamente immerso nei propri pensieri che
ogni tanto in quel periodo lo costringevano proprio a pensare a lei,
senza un motivo apparente: naturalmente scacciare quel fastidioso tarlo
dalla mente era per lui semplice ma lo disturbava quella continua
presenza, almeno un paio di volte al giorno. E forse non sarebbe stata
una cattiva idea averla lì anche se non riusciva proprio ad
immaginarsela: che cosa avrebbe fatto nel Santuario, seguita
costantemente dagli sguardi beffardi di Aphrodite e Death Mask e
perennemente controllata dal Sacerdote? Senza contare che in quel caso,
con la sua presenza, forse Arles avrebbe sentito la
necessità di intervenire personalmente per assicurarsi che
la trattasse come da accordi. No, era meglio che rimanesse
là in India anche perchè pareva essere
curiosamente l'unico punto in cui si trovavano d'accordo e in un certo
senso lo tranquillizzava l'idea che avesse trovato una sua piccola
dimensione nel suo mondo. Molte persone l'avevano elogiata parlandone
con lui, la redenzione quindi sembrava funzionare a meraviglia.
Di sera ebbe modo di cambiare idea. Un'interferenza telepatica lo
costrinse ad interrompere la meditazione; era raro che Pavone lo
cercasse a quel modo, di solito si limitavano a fargli avere un
biglietto dicendogli che dovevano parlargli e non gli piacque per nulla
ciò che si sentì dire. " E così ti
credi furba, Nefertari.. bene.. " Bisbigliò tra
sè e sè il biondo, colto da un'ira a lui nuova.
Scese le scale per attraversare le case prima della sua, doveva partire
immediatamente e rimettere in riga quella ragazzina impertinente. Da
quello che l'allievo gli aveva riferito, la ragazza aveva lasciato un
biglietto nella loro stanza dicendo di andare a cercare delle erbe rare
ma lui, poco prima che era mattina in India, non l'aveva trovata in
nessuno dei posti in cui era solita recarsi; non aveva idea di quando
si fosse allontanata ma Shaka non era preoccupato.
Era indubbiamente una fuga e lo irritava pesantemente l'idea che lei
potesse anche solo pensare di sfuggirgli; come credeva di poter
attraversare l'Hymalaia a piedi, da sola? Perchè di sicuro
era diretta in Siberia, non aveva altri luoghi in cui recarsi ma lui
non le avrebbe permesso di passarla liscia. No, era la volta buona in
cui l'avrebbe conosciuto nelle vesti di padrone e non in quelle di
redentore. Il teletrasporto era molto utile e ben presto le montagne
dell'India apparvero attorno a lui: sorrise sarcastico. Aveva
già avvertito la sua presenza, non aveva fatto poi un lungo
tragitto, si trovava poco lontano dall'Everest e sicuramente era
sfinita. Un pò gli dispiaceva, forse avrebbe potuto
lasciarla disintegrarsi tra le montagne.. no, non avrebbe potuto fare
una cosa del genere mentre la punizione.. oh si, quella sarebbe
arrivata quanto prima.
" Che succede? " Era a pochi metri da lei, che ancora non l'aveva
visto, e si sentiva avvolto da una strana sensazione: non era l'animo
di qualcuno che cercava una fuga.. no, quella che gli aleggiava attorno
era la tipica sensazione di chi sta annegando nella disperazione e si
sentì vagamente turbato. Che cosa era accaduto per ridurre
il suo spirito ad un tale dolore? Era fiacco ma pareva allo stesso
tempo risoluto: intravide nella sua mente la Siberia come meta. Era
tutto curioso.
A meno che..
Le apparve di colpo di fronte, comparso apparentemente dal nulla con la
propria severa espressione e ne percepì la sorpresa; eppure,
curioso, non sembrava impaurita per la sua presenza, non del tutto,
solo certa che non avrebbe potuto continuare per la sua strada. E su
quello era d'accordo con lei. Le parlò con il suo modo
solito che le incuteva il terrore ma percepì ancora quel
dolore, e allora sondando più a fondo senza che lei se ne
accorgesse trovò la causa di tutto in una lettera foriera di
morte. Non aveva saputo della dipartita del saint dei ghiacci.. forse,
dopotutto, non stava fuggendo da lui ma solo era alla ricerca del suo
dolore?
Osservandola sentì di non poter ignorare la sua richiesta di
aiuto anche se le lasciò ad intendere che l'avrebbe fermata;
fortunatamente Mu aveva risposto positivamente e in fretta e sorrise
quasi quando la vide rendersi conto che non erano in India
bensì al confine con la Russia. Abbassando lo sguardo verso
di lei, per coglierne la gioia incredula sul volto, capì che
alla fine di quel viaggio avrebbe potuto salvare una persona.
E anche sè stesso.
ok salve.. immagino abbiate
un'idea di che cosa succede alla fine LOOOL ma non narrerò
di nuovo la notte u.u quindi il prossimo sarà concentrato
sul DOPO e intanto spero che questo vi piaccia^^ ho cercato di mettermi
nella loro testa e, credetemi, non è tanto facile XDD al
prossimo che credo sarà dopo le mie vacanze(dal 13-14
insomma)
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 - Un tesoro nascosto ***
Disclaimer
Shaka:
Masami Kurumada
Nefertari:
la sottoscritta e aresian
Loto
e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri
pg inventati: miei
Nota
pre storia -
Si tratta dello spin
off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con
aresian.
Una
di noi - capitolo 10 - Un tesoro nascosto
Shaka rabbrividì in maniera quasi del tutto
impercettibile, maledicendo il gelo siberiano che continuava ad
attanagliarlo e avvolse il braccio attorno alla vita della ragazza,
approfittando per stringerla ancora di più a sè
di modo da poterle offrire il calore che emanava dal proprio corpo.
E per beneficiare del suo, non era poi solamente altruista, non quando
il tempo era tanto inospitale e gli permetteva di avvicinarsi ancora di
più a lei. " Hai freddo? " Era la seconda volta quella notte
che le poneva la medesima domanda ed ebbe infatti la stessa risposta di
qualche ora prima, solo che in quel momento non gli stava mentendo; si
era lasciata avvolgere dal suo abbraccio ed ora era accoccolata contro
di lui al punto che non si sarebbe per nulla meravigliato se si fosse
sentito travolgere nuovamente da quella sensazione che fino solo al
giorno prima avrebbe definito scandalosa e immorale per uno come lui.
" E tu? " La voce di Nefertari gli ricordava quella di una gattina in
cerca di coccole e abbozzò un leggero sorriso; com'era
diversa ora, non sembrava la stessa ragazza che per settimane aveva
avuto timore anche solo di guardarlo, era completamente trasformata.
Non aveva nessun timore del contatto fisico con lui nonostante
l'evidente imbarazzo iniziale che aveva comunque colto anche lui, gli
si era totalmente abbandonata e a lui sembrava di essere stato avvolto
da una nuova pace che lo faceva sentire completo: le spostò
con delicatezza una ciocca di capelli che le era ricaduta sul volto,
osservando la profondità degli occhi neri della consorte. "
No. " Cos'erano mai gli spifferi gelidi che minacciavano di travolgere
quella piccola baita in confronto alla sensazione di calore che gli
avevano lasciato quelle ore di totale intimità con la
ragazza? E visto da quella prospettiva, si disse che forse avrebbe
potuto anche adempiere prima alla volontà di Arles che tanto
lo aveva infastidito per settimane. Ma, osservandola mentre gli cingeva
il collo con le braccia per baciarlo teneramente, si disse che non era
proprio quello che era successo; aveva desiderato dal profondo quel
momento, e mentre accadeva neppure una volta l'aveva sfiorato l'idea di
fare qualcosa sotto costrizione anzi, tutto era stato dimenticato
tranne la sensazione di essere davvero un tutt'uno con la sua deliziosa
Nefertari,
" Non sei capace di mentire. " Lei lo prese in giro gentilmente
scrutando a fondo nelle sue iridi pervinca e lui non oppose la minima
resistenza a quel dolce interludio che erano quei baci gentili e allo
stesso tempo ardenti. " Dev'essere una cosa che abbiamo in comune."
Scherzò lui facendo solamente finta di essere serio e
impassibile, cosa che gli riuscì un pò difficile
davanti all'evidente allegria della moglie; in fondo l'aveva sempre
saputo che non era in grado di raccontare menzogne, riflettè
costringendola gentilmente ad approfondire quelli che erano iniziati
come baci gentili e scherzosi, anche quando aveva sentito le versioni
di quell'uomo viscido che era Aphrodite aveva sempre faticato a
collegare i fatti alla ragazza.
E dentro di sè parzialmente sapeva di essere colpevole
perchè non aveva mai indagato a fondo, dando per giuste
quelle parole infamanti ma d'altra parte, pensò
più egoisticamente e più simile a sè
stesso come non mai, non avrebbe probabilmente avuto modo di apprezzare
al meglio Nefertari se una bugia non li avesse costretti ad unirsi. "
Ora dormi. " Ma non aveva avuto bisogno neppure di dirlo
perchè nel preciso momento in cui lei si era rannicchiata
nuovamente contro di lui, il sonno aveva avuto la meglio sugli
eventuali desideri che poteva provare e lui almeno per quelle poche ore
poteva sobbarcarsi il tanto agognato fardello di vegliare su di lei,
almeno finchè la realtà non fosse tornata
prepotente a ricordargli di non essere in possesso di una licenza che
gli consentiva di allontanarsi dal Santuario.
" Non dovresti uscire senza nulla addosso. " La voce di Shaka
suonò di nuovo atona ed inflessibile mentre avvolgeva un
mantello attorno al corpo di Nefertari, squarciato dal gelo mentre
stava china probabilmente per l'ultima volta sulla tomba del padre;
ringraziò sommessamente il guerriero ma non si fece
ingannare dal tono, i gesti erano gentili e l'aveva perfettamente
sentita la lieve preoccupazione che l'aveva portato a riprenderla
gentilmente avendo visto che aveva addosso solamente il sari e non
qualche altro indumento che potesse scaldarla. Un forte dubbio l'aveva
pervasa al risveglio, che magari Shaka potesse considerare
ciò che era accaduto come casuale, persino poco importante
ma credeva che fosse solo colpa della fretta. Maledì
mentalmente quel messaggero che li costringeva a quel rientro
così frettoloso, avrebbe preferito ancora crogiolarsi tra
quelle braccia che l'avevano fatta diventare completamente sua, invece
era obbligata a farsi portare nuovamente in India senza neppure la
possibilità di discutere di quanto successo. Il dolore per
la perdita del suo amato padre non era certo scomparso, solamente era
stato reso meno cocente da quell'avvicinamento inaspettato che l'aveva
spinta a dimenticare la scelta di non permettergli di avvicinarla se
avesse avuto quelle intenzioni.
" Tornerò il prima possibile. " Una frase comune di Shaka,
che pronunciava tutte le volte che la lasciava in India per tornare
alla sesta casa eppure il guerriero quel giorno fece fatica a non
mostrarsi irritato; i poteri di Mu erano stati l'ideale ma guardando
quel gruppetto che li osservava a distanza da qualche metro
provò il desiderio di farli sparire. Non poteva certo
contravvenire alle usanze indiane che non consentivano effusioni
pubbliche neppure tra due coniugi eppure aveva l'urgente desiderio di
farle capire che non stava andando via volontariamente. Ma come? Con le
parole? No, assolutamente impossibile, perchè anche qualora
l'avesse detto.. avrebbe subito trovato il modo di dire qualcosa che
contrastasse, non avendo ancora del tutto assimilato ciò che
il cuore, a dispetto della ragione, si ostinava a provare. I gesti?
Forse erano l'ideale ma non troppo espliciti, specie perchè
avrebbe voluto chiedere ai due allievi e al messaggero di farsi i fatti
loro e girarsi. Le sfiorò quasi casualmente il braccio,
l'unica cosa che si era azzardato a compiere che non avrebbe destato
alcun sospetto; la vide semplicemente annuire senza comprendere cosa
fosse quell'espressione leggermente triste sul volto. Dispiaciuta per
quanto era accaduto? Non era da escludere, pure lui era ancora
tormentato all'idea di averne inquinato la purezza.. O magari era il
suo modo per fargli capire che gli sarebbe mancato? A quel pensiero
sentì il cuore accelerare inaspettatamente il battito: non
sapeva perchè ma sperava che fosse quello.
Doveva esserlo. «Ecco, ora non comportarti come uno
sciocco.» Per un momento Shaka fu tentato di guardarsi
attorno: la sesta casa era vuota, nessuno era passato da quando Camus
aveva deciso di recarsi personalmente in India per parlare con la
moglie, eppure quella voce femminile, quasi ironica, rimbombava nella
sua mente. Di certo non era una sacerdotessa, e neppure Nefertari..
eppure aveva l'impressione di averla già sentita ancora.
Ripensò al colloquio avuto poche ore prima con Arles e
Aphrodite; non era certo soddisfatto dell'esito ma se non altro ora la
macchia sull'onore della ragazza era stata lavata via e il suo
matrimonio non era più una cosa di cui dover riferire
forzatamente al Santuario. Certo, se avesse portato con sè
quelle pelli pregne del sangue che testimoniava la perdita della
verginità della moglie, forse avrebbe ottenuto qualcosa in
più ma il solo pensiero di esporre una cosa tanto intima
l'aveva frenato dal raccogliere; sarebbe stato come sporcare ancora di
più la ragazza e alla fine non importava poi tanto. La
verità era comunque venuta a galla, assieme
all'indegnità del cavaliere dei Pesci. Non c'era nulla da
dimostrare, tanto meno una cosa tanto personale ed intima.
" Ci proverò nonna. " Sorrise quasi tra sè,
avendo riconosciuto lo spirito della donna defunta in quella piccola
paternale che anche dall'oltretomba aveva desiderato fare al tanto
umanamente perfetto nipote; non aveva comunque bisogno di quei
consigli, non quando era perfettamente consapevole di avere a che fare
con la più preziosa delle gemme che esistevano. Che
ridessero pure, quelli che non potevano capire, lui ne avrebbe avuto
personalmente cura per tutta la vita.
oh dai un pò di fluff
XDD spero vi piaccia uhm non so perchè cè
qualcosa che non mi torna ma tant'è xddd attendo come sempre
i vostri commenti
vi avviso che con questo capitolo lo spin off termina. si, non ve lo
aspettavate vero? lo so, però in fondo trattava solamente il
rapporto iniziale tra Shaka e Nefertari^^ è possibile che ne
seguano altri, non preoccupatevene^^ grazie comunque a tutti voi per
avere seguito fino alla fine, e vi dò appuntamento
ovviamente alla long fic che a giorni sarà aggiornata. ciau!
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