Ten Hot Days

di LaurenSmith
(/viewuser.php?uid=8511)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -10 ***
Capitolo 2: *** -9 ***
Capitolo 3: *** -8 ***
Capitolo 4: *** -7 ***
Capitolo 5: *** -6 ***
Capitolo 6: *** -5 ***
Capitolo 7: *** -4 ***
Capitolo 8: *** -3 ***
Capitolo 9: *** -2 ***
Capitolo 10: *** -1 ***



Capitolo 1
*** -10 ***


Allora, sono una fan della UST e penso che questa splendida coppia la rappresenti in modo magnifico. C’è anche chi mi chiama sadica, e se avrete voglia di leggere questa storia, capirete il perchè. Ecco, la storia è più o meno ambientata dopo HBP in un universo leggermente alternativo, nel senso che Silente è ancora vivo e la situazione non è poi così tragica, i ragazzi prevedono di tornare a Hogwarts.


le dediche: alla mia sis agata, impareggiabile beta senza la quale il secondo capitolo non avrebbe mai visto la luce: grazie!
E poi a ramona55 alias patsan che ha seguito tutto il processo di revisione facendo da balia alla storia XD

TEN HOT DAYS

-10


Quell’estate era stata strana, diversa dalle altre. L’ultimo giorno di scuola Ron e Hermione avevano litigato furiosamente e arrivati alla stazione di King’s Cross si erano separati senza nemmeno salutarsi. Quando Hermione era arrivata a casa sua a Londra era ancora così arrabbiata con Ron che aveva accettato di buon grado la proposta dei suoi genitori di passare l’estate in giro per l’Europa, facendo magari una capatina in Bulgaria.


Ma quando era partita aveva cominciato a capire che Ron e Harry le sarebbero mancati terribilmente e aveva passato buona parte della sua vacanza a immaginare cosa stavano facendo i ragazzi alla Tana. Harry aveva ottenuto da Silente il permesso di recarsi alla Tana in tempo per festeggiare il suo compleanno con i Wealsey: era stato sicuramente il più bello della sua vita, anche se, quel giorno, aveva sentito più forte la nostalgia di due cose che l’avevano un po’ depresso: gli era mancata Hermione e le cose con Ginny si erano decisamente raffreddate dalla fine della scuola. Anche se ogni tanto Ron l’aveva colto a guardarla ancora teneramente.


Poi il signor Weasley aveva trovato ai ragazzi un “lavoretto estivo” come l’aveva definito lui. Si trattava di svuotare dei camion carichi di merce che arrivavano in un’impresa babbana, naturalmente, pertanto l’uso della magia era assolutamente escluso. Durante le ore che i ragazzi passavano a scaricare camion, Harry, dal canto suo, aveva dovuto sorbirsi Ron che parlava ininterrottamente di Hermione: di quanto fosse intelligente, anche se a volte dimostrava una certa stupidità, di quanto fosse affascinante mentre a volte assolutamente poco attraente; senza riuscire mai a decidersi se doveva parlarne bene o male.
Il lato positivo del lavoro era che aveva permesso loro di guadagnare qualche soldo (babbano, ovvio, ma che il signor Weasley poteva facilmente cambiare al ministero), e che tutte quelle ore al giorno di “palestra” per un intero mese, avevano visibilmente rafforzato i due giovani.
L’ultima settimana di agosto, che era anche l’ultima di lavoro per i due ragazzi, il capo aveva chiesto loro di dormire lì, in una stanza sopra ai capannoni, perchè i camion sarebbero arrivati molto presto al mattino. Così Harry e Ron avevano passato un’intera settimana lontani dalla Tana.


Poi, Hermione era tornata dalle vacanze ed era ripartita il giorno stesso per la Tana, attesa da una Ginny molto ansiosa di ascoltare tutte le cose meravigliose che Hermione aveva fatto. Avevano passato tutta la notte a parlare e così Hermione aveva scoperto come si era sentita Ginny dopo che Harry l’aveva lasciata e come ormai avesse superato quel colpo, “Harry non è di certo l’unico ragazzo al mondo!” aveva esclamato al rossa convinta, e Hermione aveva avuto il sospetto che Ginny stesse già pensando a qualcun altro. Poi era stato il turno di Hermione di confessare che Ron le era mancato moltissimo e che più di una volta l’aveva anche sognato.
“Sogni sconci, scommetto” l’aveva presa in giro Ginny. Ma Hermione era arrossita e non aveva negato. Del resto era ormai chiaro a tutti, o quasi, che quei due erano pronti a lanciarsi in una storia vera.

Il giorno dopo, era il giorno in cui sarebbero tornati Harry e Ron, ed Hermione se ne stava pigramente distesa su una sdraio, in compagnia di Ginny, all’ombra di un bell’albero del cortile della Tana, sorseggiando una bibita fresca e osservando con interesse Fred e George che degnomizzavano l’orto.
“Certo che i tuoi fratelli sono cresciuti proprio bene...” osservò Hermione guardando le magre ma ben modellate schiene dei gemelli al lavoro.
“Già...” rispose Ginny, “Peccato solo che siano tutti quanti così... miei fratelli” sospirò teatralmente.
Ed entrambe si misero a ridere forte.
“Ma ti avverto, se Fred e George ti fanno questo effetto, quando vedrai Ron ci rimarrai secca. Questo lavoro estivo ha fatto proprio bene a Harry e al mio fratellino” disse Ginny con sguardo furbetto, scrutando la reazione di Hermione. Ma lei si limitò a rispondere con un “hmmm”, lo sguardo perso in lontananza...
“Hermione!” la voce indignata di Ginny interruppe le sue fantasticherie. “Non starai mica di nuovo facendo pensieri impuri su quell’idiota di mio fratello!”
“Eh?... Cosa?... Io non... ma no, che stai dicendo?” ma la sua faccia era di un bel color peperone e tutte e due scoppiarono a ridere.
Ancora ridacchiando, Hermione si ridistese comodamente sulla sdraio mentre Ginny era intenta a sistemare alcune erbe in certe boccette che stava raccogliendo. Ad un tratto un’auto babbana si fermò sul vialetto ed Hermione girò la testa incuriosita per vedere chi ne scendeva.
“Oh merda!” esclamò all’improvviso e cominciò a tossire perchè la bibita che stava bevendo le era andata per traverso.
Ginny alzò subito lo sguardo preoccupata, più dal fatto che Hermione avesse detto una parolaccia che dal fatto che stesse realmente rischiando di soffocare. Poi guardò nella direzione in cui stava guardando Hermione, che nel frattempo stava cercando di ricomporsi, e sulla faccia le si stampò un largo sorriso.


I ragazzi erano scesi dall’auto e ora stavano avanzando verso di loro in tutta la loro gloria. Harry indossava una maglietta verde militare con dei jeans neri e un paio di anfibi. Ron portava una canotta nera su un paio di jeans chiari a vita bassa, larghi e sporchi, ai piedi le sue inseparabili ALL STAR. Sulla spalla teneva appoggiata una camicia a quadri e aveva le mani ficcate in tasca.
Stavano chiacchierando tranquillamente tra loro, evidentemente ignari degli sguardi delle ragazze.


“Allora, che ti avevo detto?” chiese Ginny sorridendo.
Hermione non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Ron. Quel lavoro gli aveva fatto davvero un gran bene e in due mesi, da tanto Hermione non lo vedeva, gli aveva fatto sviluppare una massa muscolare notevole, con i bicipiti ben scolpiti. Si era anche alzato di parecchi centimetri, quindi l’effetto era sempre quello di un ragazzo magro e slanciato, ma ora era più evidente la sua muscolatura.
“Hermione ti prego, tira il fiato! Morirai soffocata se non ti decidi a ricominciare a respirare!” A queste parole di Ginny, Hermione rilasciò il respiro che non si era nemmeno accorta di trattenere.
“Oh per gli Dei, Ginny! Prevedo che questi giorni alla Tana saranno piuttosto caldi...”


Quando i ragazzi finalmente si accorsero di loro, i loro sorrisi si allargarono. Ginny si alzò e andò ad abbracciare il fratello.
“Bentornati” disse, mentre dava un veloce abbraccio anche a Harry. “Guardate un po’ chi è arrivata ieri sera?”
Hermione si fece avanti e abbracciò anche lei forte Harry.
“Hermione, è davvero bello rivederti! Avrei voluto averti qui per il mio compleanno” disse Harry.
“Lo so. E, credimi, avrei voluto esserci!” rispose lei sciogliendosi dall’abbraccio e dirigendosi titubante verso Ron.
Ma lui non perse tempo, la prese per le braccia e la attirò tra le sue. All’iniziale imbarazzo, si sostituì una sensazione di calore ed Hermione sentì sciogliersi la tensione che l’aveva attraversata prima, quando aveva visto Ron. Anche lui si rilassò e in quell’abbraccio rifluì tutto l’affetto e l’amicizia che non avevano potuto esprimere nei mesi precedenti.
“Andiamo a cena?” disse Ginny prendendo Harry per un braccio e avviandosi con lui verso la cucina della Tana. Dopo qualche passo si voltò e vide che Ron e Hermione non li stavano seguendo, ma erano ancora abbracciati.
“Ehi, voi due! Per quanto tempo avete intenzione di stare ancora lì così?” chiese Ginny con le mani sui fianchi.
“Per sempre?” risposero in coro i due. Poi si guardarono negli occhi e si sorrisero.
Hermione si staccò da lui e gli si mise a fianco, cominciando a camminare verso la casa.
“Ron, ti devo dire un paio di cose...” disse lei incerta.
“Vai avanti” fece lui, “ti ascolto”.
“Be’, la prima è che volevo chiederti scusa per quello che è successo l’ultimo giorno a scuola...”
“Oh, non preoccuparti di quello. Sicuramente la colpa era di entrambi e, onestamente, non ricordo neanche più perchè avevamo litigato”.
“Già. Però io ho passato due mesi a maledirmi per aver litigato con te. E di conseguenza avere accettato la proposta dei miei, e ho passato tutto il tempo a immaginare quanto vi stavate divertendo voi. Insomma, uno schifo di vacanza, ecco!” concluse lei.
Ron non riuscì a trattenere un sorriso. “E la seconda?” chiese.
“La seconda è che... be’... mi sei mancato terribilmente” concluse lei abbassando gli occhi.
Il sorriso sul viso di Ron si allargò, la prese per mano ed entrarono così in cucina.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** -9 ***


Ma non posso crederci!! 15 recensioni?!? Voi non potete capire cosa significa per me, ringrazio davvero tantissimo tutti quelli che hanno scritto e spero che il seguito della storia sia all’altezza delle vostre aspettative. Mi raccomando, continuate a recensire. In effetti penso che ormai sia chiaro a tutti che anche a me Ron mi fa sbavare spudoratamente XD, sono contenta che ne abbiate apprezzato la descrizione… ma non è finita… leggete e sbavate! XD


-9


Hermione non avrebbe mai immaginato di averci azzeccato così tanto quando aveva detto che ci sarebbero state delle giornate calde. Non era esattamente quello che aveva inteso lei, ma il giorno dopo, quando si svegliarono a metà mattina, fu subito chiaro che la giornata sarebbe stata davvero caldissima.


Quando Hermione e Ginny scesero in soggiorno, trovarono Harry e Ron che facevano una partita a scacchi, bevendo una bibita ghiacciata. “Scacco matto!” disse Ron esultante. “Oh no, non di nuovo!” esclamò Harry mettendosi le mani nei capelli. “Io non capisco come fai...” “È semplice, sono troppo forte” concluse Ron con aria di superiorità. “No, è che giochi contro delle schiappe” intervenne Hermione guardando Harry e scuotendo la testa come a dire ‘ma è mai possibile che tu perda sempre?’. “Oh-oh” fece Ron con aria sorniona “La signorina vuole una lezione!” e la guardò con un mezzo sorriso. “No grazie! Da te non ho niente da imparare” disse lei. “Oh, credimi, ne avrei eccome di cose da insegnarti” rispose lui alzando un sopracciglio e fissandola intensamente. Sotto il suo sguardo, Hermione si sentì avvampare, ma non aveva intenzione di rinunciare alla sfida. “D’accordo allora, ‘maestro’, vediamo se riesci a non perdere...” disse Hermione prendendo il posto lasciato vuoto da Harry.


“Ragazzi, io vado un momento di sopra, ho dimenticato una cosa in camera” fece Ginny, ma Hermione e Ron si stavano guardando dritti negli occhi, sfidandosi con gli sguardi e non avevano orecchie per nessuno. Harry invece disse, “Aspetta Gin, non vuoi farti una passeggiata?” “Dopo Harry” disse lei salendo le scale “Ora ho da fare!” e poi, accorgendosi di essere stata un po’ troppo brusca, aggiunse “E poi ora è troppo caldo” e sparì. Harry rimase lì a grattarsi la testa con una mano mentre la guardava salire le scale. La sua attenzione ritornò ai due amici, immersi in una partita all’ultimo sangue: Hermione aveva un’espressione concentratissima e guardava la scacchiera valutando le mosse. Ron invece guardava la ragazza mentre questa si mordicchiava il labbro e Harry fu più che certo che in quel momento lui non stesse affatto pensando alla prossima mossa o, perlomeno, non a quella da fare sulla scacchiera...


Vedendo che i suoi due amici non lo consideravano, troppo presi dalla partita e troppo presi uno dall’altro, Harry decise di salire nella stanza di Ron a prendere la rivista di Quidditch che aveva lasciato sul comodino. Quando fu davanti alla porta della stanza di Ginny, sentì delle voci, anzi, una sola voce, quella della ragazza. Si fermò per accertarsi che tutto fosse a posto. “Farò il possibile per venire da sola, ma non sarà facile... lo so, ma ci sarà tutta la mia famiglia... si, anche lui è qui... oh andiamo, te l’ho già detto, è finita... si, lo so, anch’io e non sai quanto... ora devo andare...” Harry si affrettò verso la stanza di Ron facendosi un sacco di domande su quello che aveva sentito: sembrava quasi che Ginny stesse parlando al telefono, ma i maghi non usavano mai quegli strumenti babbani per comunicare. La cosa era strana...


Quando tornò di sotto, trovò Hermione a braccia conserte, con il muso lungo e che deva le spalle a Ron. Lui cercava di farla parlare, “Avanti Hermione, lo sapevi che sarebbe finita così! Non costringermi a fare qualcosa di estremo per farti tornare il sorriso sulle labbra...” A queste parole, lei girò appena la testa per controllare quali fossero le intenzioni di Ron. “Oh no, oh no, scordatelo! Va bene, d’accordo, lo ammetto, sei il più forte, ma non azzardarti a farmi il solletico” disse lei minacciandolo con il dito. Ron fece schioccare la lingua e scosse la testa. “Non basta, lo sai cosa devi dire...”. La guardava ridendo e aspettando le parole di lei, sapendo di averla ormai incastrata. “Non posso crederci! Vuoi veramente che lo dica?” fece lei con aria incredula. Lui si avvicinò di un passo mimando con le dita il gesto del solletico. “Dai! Non hai nessun bisogno di una cosa del genere, sei già abbastanza gasato!” Lui fece un altro passo avanti. “E va bene! Va bene! Weasley è il mio Re! Ecco, sei contento ora?”. Ron si raddrizzò in tutta la sua altezza, esibendo un sorriso compiaciuto. “Sei proprio un bambino” disse Hermione scuotendo la testa rassegnata. In quel momento ricomparve Ginny. “Ragazzi, ho avuto un’idea. Perchè questo pomeriggio non andiamo a farci un bagno laghetto per rinfrescarci un po’?”


Poche ore dopo, nella stanza di Ginny, le due ragazze stavano indossando i costumi da bagno e preparando i teli da portarsi al laghetto. “Ginny sei sicura che sia una buona idea?” chiese Hermione dubbiosa. “Perché? Dai, ci divertiremo!” “Lo so, ma vedi, io…” “Be’, si certo, tu avrai qualche difficoltà a togliere gli occhi di dosso a Ron, così come lui non riuscirà a staccare i suoi da te” disse Ginny guardando Hermione arrossire furiosamente. “Ma dai! Non è assolutamente vero!” disse quest’ultima e uscì dalla stanza aggiungendo “Ti aspetto di sotto”. Ginny finì di preparare le sue cose ridacchiando. Quando Hermione arrivò in soggiorno, trovò Ron seduto sul divano che leggeva una rivista. Portava un costume a pantaloncino di un blu intenso che sembrava coordinato con quello dei suoi occhi, e sopra una semplice T-shirt nera. “Harry?” chiese lei guardandosi intorno in cerca dell’amico. “Scende fra poco, sta finendo di prepararsi” “Ah, ok…” fece lei e calò un silenzio un po’ imbarazzante. Hermione vagava per la stanza a disagio, fingendo interesse per qualche strambo soprammobile di Molly. Ron la guardò e non potè trattenere un sorriso. “Che stai facendo? I ninnoli di mia mamma non sono così interessanti. Dai, vieni a sederti qui” disse, indicando con la mano un posto accanto a lui. Hermione gli fu grata di aver messo fine a quello strano momento. Odiava quando fra loro si creavano momenti di imbarazzo. Ma da quando aveva rivisto Ron il giorno prima, si era accorta di essere sempre un po’ nervosa quando si trovava sola con lui. Andò a sedersi al suo fianco, facendo bene attenzione a che le loro gambe non si sfiorassero. Ma Ron fu molto meno attento e le posò sulle gambe la rivista che stava leggendo. Hermione fu percorsa da un brivido quando la mano di lui sfiorò la sua coscia. “Guarda qui! Non posso crederci!” disse lui scoppiando a ridere. Hermione vide che la rivista era “Il Cavillo”, il cui direttore era il padre della loro amica Luna. Ma non fece in tempo a leggere le nuove strambe teorie che Harry e Ginny scesero le scale pronti ad andare. Ron e Hermione si alzarono dal divano e i quattro ragazzi uscirono.


Quando arrivarono al laghetto, stesero a terra i loro teli e vi si adagiarono sopra. Presero a chiacchierare pigramente delle vacanze, della scuola che stava per ricominciare e dei loro amici, quando ad un tratto Ron disse “Basta! Io ho troppo caldo, mi tuffo!” E con ciò corse verso il lago, seguito a ruota da Harry. Si tuffarono in acqua elegantemente e fecero alcune bracciate prima di fermarsi e mettersi a parlare allegramente. “Andiamo!” disse Ginny alzandosi a sua volta. “Vai avanti, arrivo tra un minuto” rispose Hermione. La rossa annuì e andò correndo verso il lago, nel quale si tuffò sollevando una nuvola di spruzzi. Raggiunse i ragazzi e si fermò a parlare con loro. Poi, evidentemente, Ron fece una battuta delle sue perché lei si slanciò su di lui, tentando di mettergli la testa sott’acqua. Subito Harry si unì alla battaglia e i tre ingaggiarono una lotta uno contro l’altro per veder chi riusciva a non annegare.
Hermione li guardò dalla riva, incerta se raggiungerli o meno, e mentre li stava guardando, Ron si allontanò dagli altri due per tornare verso di lei. Man mano che usciva dall’acqua, il suo corpo longilineo si rivelava alla vista di Hermione, che cominciava ad avere qualche difficoltà di respirazione. “Oh per Merlino!” disse fra sé. Ron le stava davanti, grondante di acqua che lasciava sul suo corpo snello una miriade di goccioline che luccicavano alla luce del sole, cosicché lui sembrava risplendere. I lunghi capelli rossi, bagnati e spettinati, fiammeggiavano sopra di lei. Evidentemente stava aspettando la risposta ad una domanda che lei non aveva sentito, perché ad un certo punto disse “Hermione, mi stai ascoltando?” Lei alzò lo sguardo sui suoi occhi che la guardavano interrogativi. “Ecco… io…” balbettò lei . “Ti decidi a raggiungerci in acqua?” le chiese di nuovo lui. “Veramente vorrei stare ancora un po’ qui al sole” rispose lei. “Avanti, non farti pregare” “No, davvero io…” “D’accordo” la interruppe lui “L’hai voluto tu!” Si scrollò dai capelli l’acqua fredda che gocciolò sulla pelle accaldata di Hermione. Lei scattò in piedi gridando, e lui ne approfittò per prenderla per la vita e caricarsela in spalla ridendo. “Ronald Bilius Weasley, lasciami immediatamente” strillò lei indignata, scalciando per liberarsi dalla stretta di lui, che si fece ancora più salda sulle sue gambe. Hermione non aveva alcuna possibilità di riuscire a sfuggirgli, era troppo minuta rispetto a lui. E, anche se profondamente scandalizzata dall’azione di lui, non potè fare a meno di ammirare le fattezze della sua schiena, sulla quale era costretta a poggiare le mani per non rischiare di cadere mentre lui la trasportava verso l’acqua. “Ron, dai lasciami andare” si lamentò lei. “Come vuoi” fece lui, e senza troppe cerimonie la scaricò nell’acqua fredda, che però in quel punto era ancora bassa, per cui Hermione vi si ritrovò seduta dentro, in una posizione molto buffa. Rabbrividendo per la temperatura dell’acqua, tuonò “Questa me la pagherai molto cara!” Ma Ron stava già nuotando verso l’acqua più profonda ridendo come un matto.


Dopo poco Hermione li raggiunse e con lo sguardo finto arrabbiato si rivolse a Ron “Mi hai fatto prendere una botta al sedere!” “Oh poverina! Vuoi un massaggio?” chiese lui con aria divertita. “Come ti permetti, razza di porco!” ribattè lei e prese a schizzargli l’acqua in faccia. “Ehi! No, ferma! Brutta piccola strega ribelle!” disse lui tentando di avvicinarsi. Finalmente riuscì a bloccarla per i polsi, le portò le braccia dietro la schiena e gliele tenne ferme con una delle sue mani. Con questa manovra però, si ritrovarono molto vicini e le loro bocche erano a pochi centimetri una dall’altra. Ron abbassò gli occhi sulle labbra di lei, che vi fece scorrere sopra la lingua per provocarlo. Poi, a voce bassa disse “Ron, lasciami i polsi, mi fai male…” Lui allentò la presa immediatamente e lei ne approfittò per appoggiargli le mani sulle spalle e tentare di spingerlo con la testa sott’acqua. Scherzarono ancora un po’ nell’acqua, finchè non venne ora di rientrare. Si asciugarono, si rivestirono ed arrivarono alla Tana tutti quanti con una fame da lupi.

-------------------------------------------------------

Grazie ancora a tutti quelli che hanno scritto, è stata una gioia leggere i vostri commenti, continuate, please ;). Un bacio grandissimo a tutte le adorabili kicker di freefans ^^ <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** -8 ***


Eccomi qua con nuovo capitolo. Spero che la fic continui a piacervi e voi continuate a commentare!! Siete pronte a sbavare? XD
Vorrei solo aggiungere che in questo capitolo è stato determinante l'aiuto della sis e di patsan: grazie anche a voi <3

-8


Ginny entrò nella stanza da letto che Hermione era già sotto le coperte e stava leggendo un libro. La rossa prese a fissarla, finchè l’altra si accorse del suo sguardo ed abbassò il libro. “Ginny, che succede?”
“Ti diverti, vero?” disse lei cercando di rimanere seria ma senza riuscire a nascondere del tutto l’ironia dalla sua voce.
Hermione la guardò sorpresa. “Di che cosa stai parlando?” le chiese sospettosa.
“Ti diverti a fare impazzire il mio povero fratellino, non è così?” e a questo punto non riuscì più a trattenere una risata.
Hermione arrossì, ma rispose “Be’, a dire la verità si, mi diverto molto.”
“Già, me ne ero accorta. E oggi pomeriggio al laghetto ci siete andati vicini... Ma quanto a lungo pensi che Ron possa sopportare ancora questi giochetti? Voglio dire, un giorno si stuferà, ti bacerà e finirete a fare certe cosacce nascosti in qualche buco, come la soffitta, o la cantina, o l’armadio delle scope e...”
“Ehi, frena, frena! Non credo che finiremo così. Però non so che dirti, fin da quando l’ho rivisto provo delle strane sensazioni... e a volte non mi piacciono, mi fanno sentire a disagio con lui, e questa è una cosa che non deve accadere mai...” disse Hermione pensosa.
“Non è che ti sei innamorata di lui?”
Hermione arrossì e rispose esitante “Non lo so. Te l’ho detto a volte provo delle sensazioni strane quando sono con lui, e sinceramente non so che pensare... Voglio dire, noi siamo sempre stati amici, no?”
“Questo non ti impedisce di provare per lui qualcosa di diverso ora, o mi sbaglio?”
“No, no... non ti sbagli... Ginny, io non ne sono sicura...”
“Però è probabile...”
“Be’ si... è probabile...” disse arrossendo ancora di più. “Oh, accidenti a Ron!” sbottò Hermione chiudendo il libro e posandolo sul comodino.
“E tu, Gin? Com’è la situazione con Harry?”
“Con Harry? Oh, va tutto bene, ormai siamo solo amici, Hermione... io ora ho altre cose in testa... e anche lui pensa ad altro…” disse Ginny vaga.
“Altre cose o altre persone?” indagò Hermione.
“Entrambe...” rispose la rossa, poi spense la luce, si infilò sotto le coperte e si mise a dormire lasciando l’amica perplessa.


Anche i ragazzi si stavano preparando per dormire. “Ah!” disse Ron, gettandosi sul suo letto. “Quella dannata strega mi farà impazzire!”
“Hermione?” chiese Harry, senza avere il minimo dubbio che Ron si riferisse proprio a lei.
“Eh, e chi altri? E, Harry, io non penso di poter sopportare ancora a lungo le sue provocazioni...”
“Ma perchè non glielo dici?”
“Dirle cosa?”
“Che sei innamorato di lei! È così evidente, Ron!”
“Harry! Ma che stai dicendo?!” esclamò Ron “Io, innamorato di lei...?” Si sedette sul letto con una risatina, scuotendo la testa “Non essere ridicolo, dai!”.
Harry inarcò un sopracciglio “Guarda che se ne sono accorti tutti ormai, Ron.”
“Ma non è... Io non... Cavolo, è proprio così evidente?”
“Assolutamente” confermò Harry con un sorrisino “Sei bello che andato, amico mio!”
Ron si stese del tutto sul letto con un’espressione drammatica stampata sul viso e infilò la testa sotto al cuscino mormorando “miseriaccia... dannazione... miseriaccia...”


La mattina seguente passò in tutta tranquillità, i quattro ragazzi stettero pigramente adagiati sotto un albero, all’ombra, nel tranquillo giardino della Tana. Hermione leggeva un libro, Ginny andava in cerca di erbe magiche per la sua collezione e i ragazzi parlavano di Quiddich. Venne ora di pranzo e tutti si diedero da fare per aiutare Molly in cucina. Mangiarono poi allegramente tutti insieme. Quando ebbero finito, sparecchiarono la tavola e tornarono tutti in soggiorno. Dopo un po’ Hermione disse che saliva un momento in camera, Ron si apprestò a tirare fuori la scacchiera, ma Ginny lo fermò. “Ron, aspetta, ho avuto un’idea: perchè non ci alleniamo un po’ con le scope?” Ron e Harry furono contenti di questa proposta ma Ginny smontò il loro entusiasmo dicendo “Però, Ron, temo che avrò bisogno del tuo aiuto per convincere Hermione...”
“Che cosa? Perchè io? Perchè non potete farlo tu o Harry?”
“Temo che non otterremmo nessun risultato se glielo chiedessimo noi” spiegò Harry.
Ron fece la faccia seccata e si sedette sul divano pensando.
“Andiamo Ron! Non ti ho mica chiesto di fare un giro di valzer con la McGrannitt!” disse Ginny e Harry scoppiò a ridere. “Si tratta solo di convincere Hermione... Su, non credo che ti scocci poi così tanto questa cosa...” fece lei ammiccando.
“Oh, e va bene!” disse lui alzandosi e sparendo su per le scale.


Quando arrivò davanti alla porta della stanza di Ginny, Ron bussò, aprì appena la porta, e chiese “Si può?” Hermione trasalì, ma rispose subito “Si, si certo, entra pure”. Ron entrò del tutto e la vide sdraiata sul letto con un bel po’ di fogli sparpagliati davanti a lei e una piuma in mano.
“Che fai?” chiese lui avvicinandosi al letto.
“Sto scrivendo a mia mamma. Mi ha chiesto di scriverle il più spesso possibile. Penso di mancarle molto, abbiamo trascorso tutta l’estate assieme, e ora..”
Ron fece un segno d’assenso a dimostrare che aveva colto il punto.
“Posso?” chiese, indicando il letto.
“Si, aspetta solo un secondo...” disse lei, raccogliendo le sue carte per fare spazio al ragazzo.
“Ma non ti ci vorrà tutto il pomeriggio, vero?” chiese il ragazzo, sedendosi sul letto accanto a lei.
“Perchè? Che intenzioni hai?”
“Ecco, mi domandavo se avevi voglia di farti un volo...”
“Ah, mi stai prendendo in giro? Lo sai che io non ho MAI voglia di volare!”
“Oh, andiamo! Potremmo fare due tiri con i ragazzi: tu con Harry e io con Ginny”
“Quidditch? Mi stai chiedendo di giocare a quidditch?!? Devi essere impazzito...”
“Avanti, non fare l’asociale!”
“Ron, sono una vera schiappa!” disse lei, come per liquidare l’argomento.
“Ma no! Non è assolutamente vero” fece subito lui, sapendo benissimo che Hermione era una frana.
“Su, dai, sarai bravissima!” aggiunse lui speranzoso.
“D’accordo” disse lei. “Ma voglio stare in squadra con te”.
“Cosa?” fece lui incredulo. “No, no, senti Hermione, se stiamo in squadra insieme non abbiamo la minima speranza”.
“Ma come? Hai appena detto che sarò bravissima. E poi, o con te, o niente” concluse lei risoluta.
Ron ci pensò un po’ e poi disse “E va bene... Se questa è la tua ultima parola...”
“Lo è”.
Ron sospirò e poi si alzò dal letto. Mentre si alzava, un pezzo di carta scivolò dal letto e finì sul pavimento. Ron si chinò a raccoglierlo e vide che era una foto fatta da Harry che ritraeva lui e Hermione, al terzo anno, mentre litigavano, quando Ron credeva che Grattastinchi avesse ucciso Crosta. Vedendola, non potè fare a meno di sorridere, poi guardò Hermione, anche lei sorrideva. Lui le porse la foto guardandola negli occhi e poi se ne andò senza aggiungere altro.


Dopo poco, scese anche Hermione che disse allegramente “Allora, siete pronti? Io sono in squadra con Ron”. Si diresse verso di lui, mise un braccio attorno al suo e cominciò a trascinarlo verso la porta. Ron si girò e lanciò uno sguardo sconsolato a Harry e Ginny, sguardo che evidentemente Hermione intercettò, perchè dopo pochi secondi Ron si beccò un pizzicotto sul braccio.
Salirono sulle scope e cominciarono a fare qualche volo di riscaldamento. Avrebbero usato solo la pluffa da allenamento. Ron e Harry erano in porta mentre Ginny e Hermione dovevano cercare di segnare. Dopo mezz’ora erano già 100 a 0 e Ron cominciava ad innervosirsi. “Avanti Hermione! Almeno provaci!” e in quell’istante Ginny le passò accanto con la pluffa saldamente in mano e la lanciò dentro la porta di Ron.
Dopo un’altra ora, il punteggio era 180 a 30 (per gentile concessione di Harry), e nè Ron nè Hermione ce la facevano più.
“Basta!”sbottò lui. “È un disastro. Te l’avevo detto che le squadre così non avrebbero funzionato!”
“Si, e avevi anche detto che sarei stata brava, sapendo benissimo che faccio schifo! Ti sta proprio bene!”
“Hermione, tu non capisci niente di quidditch!”
“E allora? Io non volevo giocare! Sei stato tu ad insistere! Se non ti va bene così, trovati qualcun altro da maltrattare!” disse lei offesa e se ne andò sbattendo a terra la scopa. Ron si avvicinò agli altri due scuotendo la testa, ma, a giudicare dai loro sguardi, ebbe il sospetto che non avrebbe ricevuto la loro solidarietà.
“Be’? Che c’è?” chiese lui arrabbiato.
“Ti sembra il modo di trattarla?” fece sue sorella.
“Ron, ti consiglio di andare a chiederle scusa prima che le cose si mettano male sul serio. Conosci Hermione, potrebbe decidere di non farci più copiare i compiti” disse Harry.
Quel pensiero sembrò colpirlo per un momento, poi si diresse correndo verso la ragazza mormorando a denti stretti “Miseriaccia...”
“Hermione, aspetta! Fermati un attimo, ok? Ti prego, voglio scusarmi!” A queste parole, lei si fermò, si girò e lo scrutò con le braccia incrociate sul petto.
“Ehm... ecco” cominciò lui quando la raggiunse. “Ho esagerato, mi dispiace. Era solo una stupida partitella, non avrei dovuto reagire in quel modo...”
“Già, proprio così!” disse lei con gli occhi lucidi ma cercando di trattenere le lacrime. “Lo sai benissimo che a quidditch non so giocare!”
“Hermione, scusami... davvero... non è tanto importante che tu non sappia giocare, sei un genio in tutto il resto...”
Hermione non riuscì a trattenere un sorriso e nemmeno più le lacrime. “Mi hai ferita, Ron” disse guardandolo negli occhi. Ron si sentì perso vedendola così. Le si avvicinò e la strinse al suo petto bisbigliandole ad un orecchio “Oh, vieni qui! Ti prego perdonami, piccola. Ti giuro che cercherò di non farti piangere mai più”.
Hermione si sciolse in quell’abbraccio, felice di lasciarsi consolare da lui.
“Va bene, sei perdonato. Ma ricordati che prima o poi mi stuferò di darti delle seconde possibilità”.
Dopo alcuni minuti, Ron disse rivolto a Harry e Ginny, “Ora potete avvicinarvi. Abbiamo fatto pace. Per stavolta non scoppierà nessuna tempesta.” E, tenendole ancora un braccio intorno alle spalle, fece l’occhiolino ad Hermione, che si asciugò frettolosamente le lacrime mentre gli altri due si avvicinavano.


La serata trascorse tranquilla, e finalmente venne ora di andare a dormire. Hermione era stanca, non era abituata a tutto quell’esercizio. Se ne andò a letto ma rimase sveglia ancora per qualche tempo per finire il capitolo del libro che stava leggendo. Prima di spegnere la luce, si accorse di avere sete, perciò si alzò e si diresse di sotto per prendere un bicchiere d’acqua da tenere sul comodino. Cercò di fare meno rumore possibile per non svegliare nessuno, sicuramente a quell’ora tutti dormivano.
Uscì dalla cucina e risalì le scale che portavano alle stanze da letto immersa nei pensieri sul sonno ristoratore a cui di lì a pochi minuti si sarebbe abbandonata. Ma appena svoltò l’angolo per prendere il corridoio che portava alla stanza di Ginny, Hermione si trovò a pochi passi da qualcuno. Era Ron che aveva appena finito di fare la doccia, i capelli e il torace ancora tutti bagnati e gocciolanti e solo un corto asciugamano avvolto attorno ai fianchi.
Il cuore di Hermione prese a battere più forte ed ebbe la fugace visione di lei e Ron avvinghiati in un torrido bacio. Ma lo spavento di quell’inaspettato incontro la fece trasalire, cosicché l’acqua del bicchiere che teneva in mano le si rovesciò addosso. La maglietta bianca che indossava si inzuppò immediatamente aderendole addosso come una seconda pelle, rivelando le morbide curve del suo seno. Ron rimase a bocca aperta da quella visione, era talmente preso che si dimenticò che l’asciugamano che gli copriva i fianchi lo stava tenendo su lui. Gli occhi di Hermione si allargarono mentre l’asciugamano cadeva a terra, ma Ron si riprese in tempo per rendersi conto di quello che stava accadendo e riuscì a girarsi abbastanza in fretta da fornire ad Hermione solo lo spettacolo delle sue sode natiche. Questa manovra fu provvidenziale, perché la visione di Hermione con indosso una maglietta bianca bagnata stava provocando in lui una naturale reazione fisica. Senza girarsi si chinò a raccogliere l’asciugamano, se lo rimise intorno ai fianchi e si affrettò a oltrepassare una imbarazzatissima Hermione per avviarsi verso la sua stanza. Entrambi erano di un bel color scarlatto, e per quella notte Hermione disse addio al suo bel sonno ristoratore, perché di certo non avrebbe chiuso occhio. Si chiese se Ron fosse rimasto turbato quanto lei.
Ron sfrecciò nella sua stanza, aprì la porta, entrò e se la richiuse alle spalle appoggiandovisi contro. Fece un gran sospiro e Harry, che stava per addormentarsi gli chiese “Che succede?”. Passorono cinque minuti buoni prima che Ron rispondesse “Vado a farmi la doccia”. Harry si mise a sedere sul letto e lo guardò con aria interrogativa, dicendogli “Ma se sei tornato adesso?!” “Si, ma questa volta devo farmela ghiacciata” rispose Ron uscendo dalla stanza e lasciando un Harry alquanto perplesso.


-----------------------------------

Allora, come sempre grazie infinite a tutti quelli che hanno lasciato un commento, è davvero bello leggerli. Vi prego continuate a farmi sapere se vi piace o no. Grazie grazie grazie.
Ora volevo rispondere a qualche commento che avete lasciato lo scorso capitolo:
Gigia: non preoccuparti, so l’effetto che può fare Ron XD
Melisanna: si hai ragione, sono ooc… avrei dovuto scriverlo da qualche parte, ma non sapevo dove lol. Abbiate pazienza, è la prima fic che posto su EFP (come avrete notato anche dal casino che ho fatto con i tag l’altra volta ^^’)
Daisy05: ehm… sei certa di volerlo sapere? XD Cmq posso dire che il soggetto in questione comparirà solo per poche scene nell’ultimo capitolo…
Anto e Paolo: in origine doveva essere così, ma a un certo punto ero quasi più frustrata di Ron, perciò ho deciso di non aspettare proprio l’ultimo secondo…
Be', alla prossima <3 <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** -7 ***


Ancora una volta, grazie a tutti per le recensioni, ormai sapete quanto mi piace leggerle ^^. Ed eccomi qui con un nuovo capitolo, a rileggerlo mi sento quasi in colpa per quanto ho torturato il povero Ron, ma se no che UST sarebbe? Lol. Buona lettura e come sempre aspetto i vostri commenti…




-7


La mattina dopo, Hermione e Ginny stavano facendo colazione sedute al tavolo della cucina parlando allegramente con Molly. Quando Ron fece la sua comparsa sulla porta, sbadigliando e grattandosi la testa con una mano, Hermione cambiò colore, diventando di una insolita tonalità rosa scuro e si alzò immediatamente per dirigersi al lavello e sopratutto per dare le spalle a Ron. Era ancora troppo imbarazzata da quello che era successo la sera prima per poterlo guardare negli occhi senza avere una reazione evidente.
Ginny, che la stava guardando, notò la sua mossa e un’espressione incuriosita le comparve sulla faccia. Poi guardò suo fratello che, arrossito anche lui, fissava la schiena di Hermione.
“Buongiorno, Ron” disse Ginny per allentare la tensione palpabile.
Ron finalmente si riscosse e rispose “Ciao Ginny”.
“Ragazzi, mi è venuta una splendida idea!” si inserì Molly. “Perchè oggi non andate a fare un pic-nic? Ron, c’è quel grazioso boschetto con la vista sulle colline... Non credo che Hermione ed Harry l’abbiano mai visto... che ne dite di portarceli?” chiese rivolta ai suoi figli.
“Oh mamma, questa è un’ottima idea!” disse subito Ginny, che ancora si chiedeva a cosa fosse dovuto lo strano comportamento della sua amica e di suo fratello.
“Sono certa che Ron sarà contento di portarci Hermione...” disse la rossa guardando alternativamente dal fratello all’amica.
“Oh, si certo, sarà bello andarci tutti insieme” fece Ron rendendosi conto che sua sorella attendeva una sua conferma.
“E tu che ne dici, Hermione?” chiese di nuovo Ginny.
“Be’, per me va bene...” rispose lei un po’ titubante. Era ancora turbata, e non c’era niente che potesse fare per impedire che questo trasparisse dal suo comportamento. “Allora... io... vado a vestirmi più adeguatamente...” concluse incerta e uscì dalla cucina passando accanto a Ron senza riuscire ad incrociare il suo sguardo.


Ginny si alzò e la seguì in camera. Quando la raggiunse, cominciò l’interrogatorio.
“Si può sapere perchè tu e Ron vi comportate come due cretini?” fece subito la rossa mettendosi le mani sui fianchi.
“Ehm... Ginny... Oh per Merlino, è talmente imbarazzante!”
“Avanti, raccontami cos’è successo...”
“Ecco, io mi ero alzata per prender un bicchier d’acqua, ma sulle scale ho incontrato tuo fratello. Aveva appena fatto la doccia e aveva solo un asciugamano intorno ai fianchi e aveva i capelli tutti bagnati e aveva le gioccioline che gli scendevano lungo i pettorali e... Ginny, credimi, c’è mancato poco che mi facessi prendere dal momento... Ma comunque ad un certo punto l’asciugamano gli è caduto perchè lui si è distratto a guardare la mia maglietta che si era bagnata e io...” Era senza fiato, non riusciva ancora a pensarci senza sentirsi accaldata e imbarazzata.
“Wow! Un incontro piuttosto bollente... E proprio prima di andare a dormire, chissà che sogni piccanti hai fatto...”
“Veramente non sono riuscita a chiudere occhio...”
“Be’, comunque, Hermione, dovete passare ancora un bel po’ di tempo insieme, quindi dovresti metterti alle spalle questo episodio oppure deciderti a fare quello che tutti sappiamo accadrà già da tempo” disse Ginny risoluta.
“E cioè?”
“Dirgli che sei innamorata di lui”.
“Ma, io non posso—”
“Ragazze, venite ad aiutarmi a preparare i panini!” si udì la voce di Molly.
“Salvata all’ultimo secondo” disse Ginny avviandosi.


Intanto Ron era andato ad avvertire Harry del programma della giornata. Appena lo vide, Harry gli domandò subito “Ron che cavolo ti è successo ieri sera? Mi spieghi perchè hai fatto due docce nel giro di dieci minuti?”
“Ehm... è successo un piccolo incidente con Hermione... Ci siamo... ehm... incontrati nel corridoio...”
“E...” Harry lo invitò a continuare.
“E lei si è rovesciata addosso dell’acqua e io non sono riuscito a togliere gli occhi dalla sua maglietta bagnata... poi mi sono dimenticato dell’asciugamano...”
“Asciugamano? Che asciugamano?” fece Harry che stava capendo ancora poco.
“Si, ero appena uscito dalla doccia però mi sono distratto a guardarla e l’asciugamano mi è scivolato dai fianchi...”
“Per la barba di Merlino!” fece Harry ridendo apertamente. “Ora capisco il motivo della seconda doccia”.
“Si, be’, già...” fece Ron arrossendo ed abbassando lo sguardo.
“E ora?”
“Ora non riusciamo neanche a guardaci negli occhi per l’imbarazzo...”
“Be’ forse oggi è l’occasione giusta per parlarne e risolvere la situazione...”
“Si, forse...”


Scesero di nuovo in cucina e trovarono le donne impegnate a preparare i cestini per il pic-nic. Quando tutto fu pronto, i ragazzi presero i due cestini e le ragazze presero le coperte che avrebbero steso a terra. Si avviarono camminando lentamente lungo il sentiero che dalla Tana portava verso una collina in cui il verde dell’erba si mescolava al lilla dell’erica selvatica. Il paesaggio era meraviglioso, gli odori inebrianti, gli uccellini cantavano e le cicale frinivano, una perfetta giornata di fine agosto. Hermione camminava vicino a Ginny e non era ancora riuscita a rivolgere la parola a Ron. Lui, dal canto suo, se ne stava accanto ad Harry, finchè quest’ultimo, dopo una mezz’ora di silenzio nella quale Ron non aveva fatto altro che guardare la schiena di Hermione che camminava pochi passi avanti a lui, disse “Non credi che sia ora di parlarle? Questa situazione è davvero assurda...”
“Harry, non lo so... forse non sono pronto...” gli disse il rosso sussurrando.
“Oh andiamo Ron, sei pronto da almeno quattro anni! Ginny, scusa, puoi venire un secondo qui, devo chiederti una cosa” disse Harry, non lasciando scelta al suo amico.
Ron lo guardò male, ma non gli restò altro da fare che raggiungere Hermione. Le si avvicinò titubante e poi tentò un approccio.
“Ciao. Tutto bene?” chiese lui, maledicendosi per la banalità di quello che aveva detto.
“Eh? Oh, si si...” disse lei tesa.
“Io... volevo... Ecco, mi dispiace per quello che è successo ieri sera, io non pensavo che avrei incontrato nessuno nel corridoio, altrimenti mi sarei coperto meglio e...”
“Nemmeno io pensavo di incontrare nessuno... È stato per questo che mi sono spaventata e mi sono rovesciata addosso l’acqua” disse lei arrossendo. “Anche a me dispiace che ci siamo trovati in quella situazione così imbarazzante...” continuò lei.
“Già, e ora è così strano... ma io non posso più stare senza parlarti o guardarti solo per quello che è successo, non ce la faccio. Perciò, ora che ci siamo chiariti, possiamo smettere di sentirci così a disagio uno con l’altra?” chiese lui.
“Si, assolutamente. Ron è un vero sollievo, non sopporto quando le cose sono strane tra noi...”
Sollevato, Ron le rispose, con il suo tipico mezzo sorrisetto e passandole un braccio attorno alle spalle, “Le cose sono sempre strane tra noi, Hermione... E poi non mi dispiace affatto che tu ti sia rovesciata l’acqua addosso...” concluse guadagnandosi così un pugno nello stomaco.


Camminarono ancora per un po’ finchè, sulla cima di una bassa collinetta comparve un piccolo bosco.
“Eccoci!” disse Ginny eccitata. “Ci siamo!” E corse avanti verso il punto designato per il loro pic-nic. Quando arrivarono anche gli altri, le coperte vennero stese a terra, i ragazzi vi si sedettero sopra e le ragazze cominciarono a tirare fuori dai cestini i panini e le bibite. Mangiarono tranquillamente in un’atmosfera rilassata, chiacchieravano, scherzavano e la tensione di poco tempo prima era completamente dimenticata.
“Questo posto è meraviglioso…” disse Hermione trasognata. Dalla loro posizione si godeva una splendida vista della piccola valle sottostante, le pendici delle colline erano ricoperte di erica che spandeva il suo aroma nell’aria, mentre il fondovalle era disseminato di campi coltivati. Si respirava davvero serenità.
“Si, è davvero carino” le rispose Ron. “E ora, quello che ci vuole è un bel riposino”. E così dicendo si distese sulle coperte e poggiò la testa in grembo ad Hermione. Lei all’inizio ne fu un po’ imbarazzata, ma vedendo che nessuno sembrava dare peso alla cosa, si rilassò e prese a passargli pigramente le dita tra i capelli fiammeggianti, ottenendo un mormorio di approvazione da parte del ragazzo.
“E’ un’ottima idea, Ron” disse Harry, e anche lui si distese sulle coperte mentre Ginny si alzò, dicendo che andava a farsi un giretto lì intorno in cerca delle sue preziose erbe.
Hermione si guardò un po’ intorno e poi il suo sguardo cadde su un cestino di fragole che avevano portato. Estrasse una rossa fragola matura e se la portò alla bocca assaporandola lentamente e attirando l’attenzione di Ron. Avendo la testa appoggiata alle gambe di lei, il ragazzo aveva un’ottima visuale delle sue morbide labbra che gustavano il frutto succoso e questo gli stava provocando una certa agitazione e un aumento della temperatura corporea. Quando Hermione si accorse che Ron non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso, decise di torturarlo un po’.
Prese un’altra fragola dal cestino e se la portò vicino alla bocca, ma invece di morderla, se la fece passare lentamente sulle labbra, seguendo prima la curva di quello inferiore e poi di quello superiore. Ron trattenne il respiro perché non era in grado di fare altro che restare a guardarla mentre lei giocava con la fragola. Quando improvvisamente lei diede un secco morso al rosso frutto, lui non potè trattenere un sussulto e rilasciò lentamente il fiato in una specie di basso sibilo.
Ma la ragazza non aveva ancora finito di tormentarlo, allungò una mano e prese un altro di quei succosi frutti tentatori. Di nuovo, Ron era ipnotizzato dai suoi movimenti e non poteva smettere di guardarla e porre fine a quella dolce tortura. All’improvviso, mentre Hermione mordeva la fragola, una goccia di succo zuccherino cadde ad un centimetro dalla bocca di Ron. Lei si mise in bocca il resto del frutto e iniziò a masticarlo, mentre, quasi soprappensiero, allungava un dito verso la goccia caduta. La raccolse con il dito poi se lo portò alla bocca, tirò fuori la lingua e ve lo posò sopra, per poi richiudervi le labbra intorno. Questo era davvero troppo per il povero Ron. Si rimise seduto di scatto, le prese la mano per il polso e lentamente allontanò il dito che lei ancora teneva in bocca. Poi la guardò negli occhi e lei percepì il desiderio e l’impazienza del suo sguardo perché era certa di avere lo stesso sguardo di urgenza e bisogno. Proprio mentre la testa di Ron si abbassava su quella della ragazza per coprire il breve spazio che separava le loro bocche, Ginny comparve da dietro un cespuglio dicendo ad alta voce “Bottino pieno! Ho trovato delle erbe molto rare…”

Ron chiuse gli occhi e si allontanò velocemente da lei mormorando “Dannazione…”
Hermione si rimise il dito in bocca sorridendo e gli lanciò uno sguardo malizioso. Lui si alzò in piedi e andò nella direzione dalla quale proveniva Ginny, le passò accanto e la urtò senza nemmeno vederla.
“Ehi!” disse lei, ma lui si stava già allontanando. “Ma che gli prende?” chiese poi all’amica che stava ancora sorridendo.
“Niente” disse lei. “Vedrai che presto gli passerà”.
Harry aveva dormito per tutto il tempo, o almeno questo è quello che disse a Ron in seguito.


Ma non gli passò così in fretta. Il suo grado di frustrazione aveva ormai raggiunto il livello di guardia. E quella sera, si accorse che, qualsiasi cosa lei stesse facendo, non poteva non fissare le sue labbra: le guardava quando parlava, mentre mangiava, e persino quando lei era immersa nella lettura di qualche enorme volume e la sua concentrazione si manifestava in quell’adorabile vizio di mordicchiarsi il labbro inferiore.
Riscuotendosi dall’ennesima trance indotta dalla bocca di Hermione, Ron decise che aveva bisogno di staccare la spina per un po’, perciò accettò la proposta che il padre gli stava facendo: lui ed Harry avrebbero passato l’indomani a Londra con Arthur che doveva andare a parlare con quello che era stato il loro datore di lavoro. Ginny implorò il padre affinchè portasse anche lei, ma Molly non volle sentire ragioni. Tanto più che quella sera anche Molly avrebbe raggiunto Arthur a Londra per andare con lui ad una riunione dell’Ordine. Non voleva assolutamente che Ginny corresse alcun rischio. L’insistenza della ragazza incuriosì Hermione, ma Ginny era talmente arrabbiata con la madre che corse in camera sua senza darle la possibilità di fare domande. Hermione, dal canto suo, non aveva alcuna voglia di lasciare la quiete della Tana, perciò era stata contenta di non essere stata coinvolta nella discussione.


-------------------

Un bacio a tutti e alla prossima...^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** -6 ***


Ed eccoci qua con un nuovo capitolo, questa volta un po’ più romantico. E così Ronnino ci farà innamorare di lui ancora di più… A voi il quinto capitolo.




-6

Il mattino dopo i ragazzi si svegliarono presto e partirono con Arthur. Mentre il padre si recava al ministero, loro andarono a trovare Fred e George che si erano trasferiti proprio un paio di giorni prima in un grazioso appartamento situato sopra al loro negozio di scherzi. Come al solito i due non persero occasione per sfottere il loro fratellino e il suo amico, e quando capirono che l’argomento ragazze era fonte di imbarazzo per entrambi, non la finirono più.
“D’accordo, Harry è stato il primo a baciare una ragazza, ma non sembra aver trovato ancora quella giusta” disse George.
“Forse è un’ape che ha bisogno di assaggiare più fiori per capire quale sia il migliore” aggiunse Fred e gli fece l’occhiolino mentre il suo gemello gli assestava una gomitata.
“Per Ron, invece, il discorso è diverso. Lui la donna giusta ce l’ha sotto al naso da una vita, solo che gli manca il coraggio per parlarle…”
“Oh, volete finirla, voi due?!” Sbottò Ron.
Poco dopo si salutarono, i gemelli tornarono al loro lavoro e Ron e Harry si diressero verso una gelateria.


La giornata trascorse lentamente, tra una visita e l’altra che il Sig. Weasley doveva fare per lavoro. Finalmente, verso sera, fu ora per i ragazzi di fare ritorno a casa. Il padre di Ron li accompagnò al Ministero dove poterono servirsi della Metropolvere per ricomparire nel caminetto del salotto della Tana.
Molly li stava aspettando un po’ ansiosa, come sempre quando i suoi figli viaggiavano da soli. Quando li vide comparire tossendo e sputacchiando nel caminetto, fu decisamente sollevata.
“Oh, bene, eccovi qua. Allora Ron, io sto per raggiungere tuo padre. La cena è nel forno, mi raccomando fate i bravi. Bill rimarrà a casa, per cui se avete bisogno di qualcosa, chiedete pure a lui”
“Mamma, non abbiamo più bisogno della baby-sitter”
“Oh caro, ma certo che no! Solo, se vi serve qualcosa, lui è qui” concluse Molly, e si preparò a smaterializzarsi.
“D’accordo mamma, stai tranquilla” disse Ron. Molly si riavvicinò a lui e gli stampò un bacio sulla guancia mentre Ron cercava di ritrarsi per impedirglielo.
“Mi raccomando, pensa anche a tua sorella, credo che sia ancora arrabbiata con me…” disse Molly facendosi seria.
Poi si riscosse e partì decisa verso il caminetto. “A più tardi, ragazzi” concluse, e finalmente sparì.


Ron uscì nel giardino seguito da Harry e si misero seduti comodamente su un divanetto da esterno che il padre di Ron aveva portato a casa dal lavoro.
“Hai idea del perché Ginny ce l’abbia con mia mamma?” chiese rivolto a Harry.
“Neanche la più piccola” rispose l’amico perplesso.
In quel momento videro avvicinarsi Hermione.
“Ehi ragazzi, come è andata? Vi siete divertiti?” chiese.
“Si, abbastanza. Siamo andati a trovare Fred e George: sono sempre i soliti cretini… Per caso tu sai perché mia sorella è arrabbiata con mia mamma?”
Lei si sedette con loro e rispose “Penso che Ginny sia arrabbiata perché tua mamma non le ha dato il permesso di venire con voi a Londra”
“Tutto qui? E che ci doveva fare a Londra di tanto importante?”
“Non lo so…” ma rimase pensierosa.
“Non avresti voglia di andare a vedere se ha intenzione di scendere per la cena? Sono certo che la mia compagnia non le è particolarmente gradita in questo momento…”
“Si certo, vado”
“Grazie, Hermione” concluse Ron facendole un sorriso. Lei gli rispose sorridendo a sua volta.
Poco dopo li raggiunse Bill.
“Ron, posso parlarti un attimo?” chiese al fratello.
“Spara” disse lui.
“Senti, avevo intenzione di portare Fleur in un posto speciale stasera. Ma la mamma mi ha affibbiato questo compito da baby-sitter. Credi che avrai proprio bisogno della mia presenza qui?”
“Ma dai, Bill! L’ho detto anche alla mamma! Ormai siamo cresciuti abbastanza da passare una serata a casa da soli! Vai pure dove ti pare, solo, torna prima della mamma in modo che non se ne accorga”.
“Lo sapevo! Sei sempre stato il mio fratellino preferito!” disse Bill dandogli una pacca sulla spalla. Poco dopo lo videro uscire mano nella mano con Fleur diretti chissà dove.


Passò ancora una mezz’ora e finalmente ricomparve Hermione in compagnia di Ginny. Quindi si prepararono tutti per la cena e le cose sembrarono andare un po’ meglio per Ginny, che si rilassò e ritrovò il suo solito umore. Comunque tutti fecero bene attenzione a non accennare alla faccenda.
Dopo cena, tornarono nel giardino, Ron si sedette di nuovo sul divano e Hermione prese posto accanto a lui. Harry occupò una sedia e Ginny un’altra. Chiacchierarono un po’ e poi cadde il silenzio.
All’improvviso Ron disse “Mi è venuta un’idea” si alzò e sparì all’interno.
Gli altri si guardarono incuriositi. Alcuni minuti dopo videro l’alto ragazzo rosso ritornare verso di loro trasportando qualcosa che sembrava pesante. Quando fu più vicino, lui disse “Sapevo che Fred e George ne avevano nascosto una cassa da qualche parte” e posò a terra un cartone. “Burrobirra!” esclamò trionfante estraendo una bottiglia.
“Ron, credi che sia una buona idea?” disse subito Hermione.
“Perché no? Ormai siamo grandi abbastanza… E poi non voglio mica ubriacarmi, solo berne un paio” rispose lui facendole l’occhiolino.
Si risedette accanto a lei porgendole una bottiglia e passandole poi un braccio dietro le spalle. “Andiamo, una birra non ti farà niente di male!”
“D’accordo” rispose lei rassegnata. “E’ che non ho mai bevuto, non so che effetto mi farà”.
“Stai tranquilla, ci sono qui io”
“E’ proprio questo che mi preoccupa” rispose lei sorridendo, ma bevve un sorso dalla bottiglia.


Anche Harry e Ginny presero una bottiglia e cominciarono a bere. Man mano che il tempo passava, che il sonno aumentava e che l’alcol delle birre circolava nei loro corpi, i discorsi si facevano sempre più confidenziali e intimi.
“Certo che quest’anno le nostre vite amorose sono state scosse parecchio” disse Ginny ad un certo punto.
“Per me, per esempio, c’è stata prima la rottura con Dean, che comunque era nell’aria già da un pezzo, per quel che mi riguarda. E poi, Harry, ci sei stato tu e, a causa di forze maggiori, ho dovuto chiudere anche con te. E ora...” ma lasciò la frase in sospeso.
“E ora?” la incalzo Harry, ma lei abbassò gli occhi e non rispose.
Allora lui continuò dicendo “Be’ si. In effetti anche io sono stato abbastanza sulle spine. Prima tutta quella tensione con Cho. Poi quella pazza di Romilda Vane che ha tentato di farmi bere un filtro d’amore” proseguì Harry passando a tutti i suoi amici una nuova bottiglia di birra, visto che le prime quattro erano ormai vuote. “Poi quando ho portato Luna alla festa di Lumacorno è quasi scoppiata una sommossa. Devo dire che la pace l’ho trovata solo con te Ginny, e devo ammettere che comunque siamo stati una coppia molto chiacchierata”. Ginny gli sorrise, ma cambiò in fretta argomento rivolgendosi a Ron.
“E Ron ha avuto Lavanda Brown” disse e poi si bevve un bel sorso di birra.
Ron, che era semisdraiato sul divanetto e teneva Hermione stretta a sè disse “Oh, non parlarmi di quella svampita. Ok, all’inizio è stato interessante, ma ha veramente un cervello di gallina. Mi aveva ridotto al punto che mi nascondevo per non farmi vedere da lei” e si mise a ridacchiare. “Diciamo piuttosto che non hai avuto il coraggio di lasciarla” lo corresse la sorella.
“E per Hermione—” La ragazza, che era stata buona e silenziosa fino a quel momento, sentendo pronunciare il suo nome si ricosse e disse “Ron. Per me c’è stato sempre e solo lui” e si riadagiò comodamente sul petto del ragazzo. A Ron andò per traverso la birra e quando si riprese disse “Cosa?!”
“È vero” rispose semplicemente lei, con aria assonnata. “Perchè continuare a negarlo?”
“Hermione, tu non stai bene” disse lui a metà tra l’imbarazzato e il preoccupato. “Credo proprio che tu abbia bevuto troppo”.
Lei si voltò a guardarlo e gli fecce un sorriso vacuo. “Ron, andiamo, lo sai benissimo anche tu che le cose tra noi, prima o poi, -”
“Ehmm... “ disse Ron interrompendola. E se non fosse stato buio, Harry e Ginny avrebbero visto il bel color aragosta della sua faccia.
“Alzati. Ho io quello che fa per te” disse lui facendola alzare e prendendola per mano. Poi si allontanarono e gli altri due rimasero a guardarsi ridacchiando.


Ron la condusse verso il ripostiglio delle scope.
“Ecco qua” disse. “Un po’ di volo è quello che ti serve per schiarirti le idee”.
“Ron, sei sicuro? Faccio già fatica a cavalcare una scopa quando sono sobria, figurati in queste condizioni” disse lei impappinandosi un po’.
“Tu non preoccuparti di niente, tieniti solo stretta a me” le disse lui e lei annuì.
Si misero sulla scopa, Hermione strinse forte le braccia intorno alla sua vita.
“Sei pronta?”
“Si”.
E partirono.
Dopo i primi momenti un po’ traballanti, la scopa si stabilizzò e loro si librarono nello stellato cielo notturno. Volare con Hermione era la cosa più eccezionale che Ron avesse mai fatto. Il contatto con il suo corpo caldo contro l’aria fredda della notte era elettrizzante e lui si sentiva felice. Anche Hermione, seppure un po’ confusa, apprezzava la magia del momento e si disse che dopotutto volare non era poi tanto male, purchè ci fosse Ron a cui potersi stringere.
“Non è meraviglioso?” urlò lui per sovrastare il rumore del vento.
“Lo è” rispose lei. “È incredibile”.
Poi ci fu solo il silenzio della notte e le loro sensazioni che quasi li sopraffacevano e i loro cuori che battevano insieme.


Dopo un po’, Ron cominciò a sentire freddo e decise che era ora di rientrare. Si diresse verso casa e sorvolò per un po’ il sentiero che riportava alla Tana, finchè, alla fine, vi atterrò sopra.
Hermione era un po’ stordita e faceva fatica a stare in piedi perchè le gambe le tremavano un po’. Quando lui se ne accorse, lasciò cadere la scopa e la prese in braccio. Lei gli passò le braccia dietro al collo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Si guardarono negli occhi per dei lunghissimi istanti, poi Hermione chiuse i suoi e cominciò ad avvicinare le labbra a quelle di lui. Ron aveva quasi perso tutte le sue facoltà mentali quando, improvvisamente, si ricordò che lei era decisamente brilla.
“Hermione, non posso farlo” disse lui, quando la bocca di lei era ormai così vicina che poteva sentirne il calore.
“Sei ubriaca. Per quanto io lo desideri con tutto me stesso, non voglio che il nostro primo bacio sia così. Domani potresti non ricordartene, o maledirmi per averlo fatto. E questo non lo posso tollerare” disse lui in un sussurro.
“Ron, ti prego, sto benissimo e so che non me ne pentirò” gli rispose lei con voce roca.
Ron dovette raccogliere tutta la forza che gli era rimasta per dirle “Non posso farlo”.
A quel punto lei si allontanò un po’ e sorrise. “Sei sempre il mio cavaliere nella sua scintillante armatura, non è vero?”
E con questo si abbandonò tra le sue braccia e si addormentò con la testa posata sul suo petto.


Sono patetica se vi ripeto ancora una volta quanto amo i vostri commenti? Probabilmente si, però è la pura verità. Perciò, please, continuateee!! LOL

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** -5 ***


E con questo capitolo, si ritorna alla vecchia cara UST. A questo proposito mi sono accorta di non aver mai chiarito il significato di questa sigla e forse qualcuno si sta chiedendo cosa significa. UST sta per Unresolved Sexual Tension, che è un aspetto del rapporto tra Ron ed Hermione che trovo molto stimolante e divertente.
Vorrei fare anche un’altra piccola precisazione. In origine la storia prevedeva un giorno per capitolo, ma in alcuni casi mi erano venuti capitoli talmente lunghi che ho dovuto suddividerli. Perciò alla fine sono meno di dieci giorni. Mi è dispiaciuto doverlo fare, ma non avevo altre scelta.
E ora, basta con le ciance e a voi il capitolo.



-5

Il mattino dopo, quando Ron scese in cucina, vi trovò solo Hermione completamente assorta nella lettura di un grosso librone posato sul tavolo. Indossava un grazioso top giallo con le spalline sottili sopra un paio di jeans tagliati corti. I capelli erano raccolti in una coda di cavallo. Abbigliamento adatto a quella che si prospettava una giornata torrida. Rimase incantato a guardarla mentre il sole che filtrava dalla tendina faceva strani giochi di luce fra i suoi riccioli, le sue dita giocherellavano con una ciocca sfuggita all’elastico e le sua espressione era concentrata. Ron pensò che quel giorno era partito davvero bene. Finalmente lei si accorse della sua presenza, sollevò gli occhi dal libro e gli fece un radioso sorriso. Lui la ricambiò un po’ stupito.
“Dove sono tutti?” chiese guardandosi intorno.
“Harry aveva un appuntamento con Silente, tuo padre, Bill e Fleur sono al lavoro, e tua madre e Ginny sono andate a comprare l’arrosto per il pranzo di oggi. Mi hanno lasciata qui da sola a cercare una ricetta per cucinarlo” rispose lei. “Ma mentre sfogliavo questo incredibile libro, ho trovato questa ricetta: “Boccini Dorati al Cioccolato fondente”, e ho deciso di provare a farli”.
“Sai cucinare?” chiese lui scettico mentre si sedeva al tavolo, di fronte a lei, e preparava la sua tazza per fare colazione.
In altre occasioni si sarebbe offesa per la domanda, ma quel giorno Hermione si sentiva troppo bene ed euforica, perciò decise che non valeva la pena rovinarsi l’umore per una stupidaggine del genere.
“Ti stupiresti se scoprissi tutte le cose che so fare...” gli rispose lei maliziosamente e Ron alzò gli occhi dalla tazza effettivamente stupito dalla sua risposta.
“Allora, che ne dici?” disse lei allegra. “Mi dai una mano?”
“Certo, con un paio di incantesimi, saranno pronti in un baleno!”
“Oh no no no! Li facciamo a modo mio, con i metodi babbani. Impasteremo, fonderemo il cioccolato, rimescoleremo gli ingredienti e controlleremo la cottura. Ci stai? Sarà divertente!” e lo guardò con uno sguardo al quale lui non potè dire di no.
“E va bene. Ma io non l’ho mai fatto, perciò dovrai darmi tu le istruzioni”.
“Perfetto!” disse lei battendo le mani contenta. “Per prima cosa, vai a vestirti come si deve” aggiunse squadrando Ron che era ancora in pigiama.
“Intanto io preparo gli ingredienti. Ah e, Ron,” continuò lei mentre lui si alzava per andare a cambiarsi. Lei si avvicinò molto a lui, si fermò solo quando il suo viso era a pochi centimetri dal petto di lui. Si alzò sulle punte dei piedi e sollevò il viso verso quello di lui avvicinandosi ancora di più per sussurrargli all’orecchio: “Mi ricordo perfettamente tutto quello che è successo ieri sera. Sei stato un perfetto gentiluomo. E quello che ho detto sotto l’influsso della birra è assolutamente vero: per me ci sei solo tu”.
E con questo si girò e tornò ad armeggiare con gli ingredienti lasciando Ron di stucco.
“Avanti! Non abbiamo tempo da perdere!” disse lei risoluta esortandolo ad andare.


Mentre saliva le scale ancora frastornato, Ron si disse che la giornata stava andando di bene in meglio e un largo sorriso vacuo gli si stampò in faccia.
Dopo pochi minuti Ron tornò in cucina, aveva messo una vecchia maglietta dei Cannoni e il solito paio di jeans larghi.
“Sono pronto” disse entrando in cucina.
“Bene, allora cominciamo” rispose Hermione. Prese una ciotola di farina che aveva già preparato e la versò in una più grande. Vi aggiunse poi le uova e lo zucchero mentre Ron, seguendo le sue istruzioni, mescolava il tutto con una frusta.
“Ecco” disse lei a un certo punto. “Ora dobbiamo metterci dentro le mani e impastare”.
“Devo mettere le mani lì dentro?” chiese lui dubbioso guardando l'impasto.
“Su, non è difficile, guarda” e infilò le mani nella ciotola iniziando a manipolare il composto.
Lui seguì il suo esempio e mise anche le sue nella ciotola. Cominciò a muovere la pasta tenendo le mani ben lontane da quelle di lei. Ma, man mano che gli ingredienti si amalgamavano, gli risultava sempre più difficile individuare quelle di lei. Ad un certo punto, invece di stringere una manciata di pasta, prese la mano di Hermione. Si raggelò all’istante e lei fece un piccolo salto, poi lo guardò dritto negli occhi. Ron lasciò subito la presa ed estrasse la sua mano dalla ciotola. Allora lei, con un movimento inaspettato gli prese l’altra mano prima che lui potesse togliere anche quella.
“Aspetta” disse sempre guardandolo negli occhi. “Lascia che ti insegni”. Si spostò alle sue spalle sempre tenendo con la sua la mano di lui immersa nel composto. Passò le braccia sotto a quelle muscolose di lui. Gli prese anche l’altra mano e la riportò dentro alla ciotola. Intrecciò le sue dita con quelle di lui e lentamente ricominciò a impastare.
“Ecco”, disse a voce bassa. “Così, vedi? Devi lasciare che la pasta ti scivoli tra le dita…”


Ron era allo stesso tempo eccitato e spaventato. Come mai Hermione era così audace? Quando aveva deciso di comportarsi in maniera così disinvolta? Era normale che l’impasto dei biscotti assumesse all’improvviso dei connotati così sensuali? Non potè fare a meno di chiudere gli occhi alla sensazione che le loro mani intrecciate che lavoravano la pasta morbida provocava in lui. Tra l’altro Hermione aveva le braccia considerevolmente più corte delle sue, quindi, ogni volta che immergevano le mani nella ciotola, lui sentiva la morbida rotondità del suo seno stamparglisi sulla schiena. Questi biscotti si stavano rivelando decisamente pericolosi, tanto più che ora nemmeno lei sembrava così interessata alla riuscita dell’impasto: aveva completamente smesso di cercare di guardare dentro alla ciotola e si era appoggiata interamente alla sua schiena. Ron cominciava a essere piuttosto su di giri, perciò decise che forse era il caso di fare qualcosa.


“Hermione, non pensi che possa essere pronta, ormai?” chiese con un tono di voce che gli uscì molto più profondo del solito.
Lei si riscosse all’improvviso.“Eh? Cosa? Ah, già la pasta… Si si, è pronta” disse e si sciolse dall’abbraccio.
Erano entrambi molto accaldati e Ron si passò una mano sulla faccia cercando di riprendere il controllo.
“Ora dobbiamo fondere il cioccolato” disse lei prendendo un pentolino e mettendolo sul fuoco. “Ron, prendi quella ciotola e un po’ di latte”.
“Si, capo!” disse lui scherzosamente e lei sorrise, ma non smise di dargli degli ordini.
“Adesso vieni qui e mescola”.
Lui si avvicinò al fornello. Prese il cucchiaio che lei gli porgeva e cominciò a girarlo nel latte che avevano versato nel pentolino. Pian piano, lei cominciò a gettare pezzetti di cioccolato nel latte.
“È interessante il modo babbano di cucinare” disse osservandola mentre lasciava attentamente cadere nel latte i pezzi di cioccolato. Lei sollevò lo sguardo per rispondergli, ma quando lo guardò in faccia, scoppiò a ridere: aveva una bella striscia bianca di farina proprio sul naso.
“Che c’è?” chiese lui.
“Ti sei sporcato di farina sul naso. Aspetta” disse lei avvicinandosi e allungando la mano per pulirlo. “Sai, questo mi ricorda la prima volta che ti ho visto, Ron” aggiunse con un dolce sorriso. “Anche se da allora sono cambiate molte cose”.
Lui la guardò negli occhi e spostò anche lui la sua mano sul viso di lei per accarezzare la sua pelle liscia. Stava per dire qualcosa quando all’improvviso Hermione disse a voce alta “Ron! Non distrarti! Non devi smettere di mescolare!” E subito riprese a girare il contenuto del pentolino che borbottava minacciosamente.
“Scusa” disse lui abbassando gli occhi e riprendendo il cucchiaio dalle mani di lei. È che quando mi sta così vicina, io mi dimentico di tutto il resto pensò il ragazzo.


Hermione riprese a gettare i pezzetti nel latte, ma non si allontanò molto da lui. Ogni tanto, Ron azzardava uno sguardo ai suoi meravigliosi occhi castani, occhi che dicevano molto di lei. Ma il pentolino borbottante era sempre lì pronto a ricordargli il suo compito di mescolatore. Dopo che Hermione ebbe buttato l’ultimo pezzetto, disse “Ci siamo. Ora dobbiamo assaggiarlo per vedere se c’è abbastanza zucchero. Qualche volontario?” chiese lei prendendolo in giro, conosceva benissimo la sua passione per la cioccolata.
Ron intinse un dito nel cioccolato fuso e se lo portò alle labbra “Mmmm, delizioso!” e ficcò di nuovo il dito nel pentolino.
“Ehi! Guarda che ci dobbiamo farcire i boccini!” lo rimproverò lei. Ron allora estrasse il dito, ma questa volta, invece di metterselo in bocca, allungò la mano e lo spalmò sulla guancia di lei.
“Ecco, ora anche tu sei sporca” disse ridendo dell’espressione allibita di lei. “Anzi,” continuò girandosi per prendere un pugno di farina. Velocemente si voltò e gliela soffiò in faccia. “Ora sei proprio perfetta!” e si mise a ridere.
“Ma allora vuoi la guerra!!” esclamò lei prendendo a sua volta una manciata di farina e minacciando di lanciargliela.
“Non oseresti…” disse lui indifeso.
“Ah no?” e gli gettò in faccia tutta la farina. Quando lui riaprì gli occhi, lei si teneva la pancia dal ridere. Allora, lui prese il cucchiaio che stava immerso nel cioccolato e lo usò come fionda. Appena gli spruzzi le ricoprirono la faccia, lei lanciò un grido e si avventò su un uovo, spiaccicandoglielo in testa.
“Ah ah!” disse trionfante. “Pare proprio che io abbia vinto!”
“Questo lo dici tu” rispose lui prendendola per un polso e tirandola a sé finchè riuscì a passarle un braccio intorno alla vita.
“Non è ancora finita” disse lui a un centimetro dalla bocca di lei.
Hermione sentiva il suo cuore accelerare i battiti. Gli passò un braccio dietro al collo, ma nell’istante in cui le loro labbra si sfioravano, una voce irruppe nella stanza.
“Ron! Che diavolo stai facendo? E che diavolo è questo disordine?”
“Mamma” disse lui e lasciò andare la ragazza. “Stavo aiutando Hermione”.
“Si, ho visto” fece Molly guardandolo storto. “Oh, andate a farvi una doccia voi due, mentre io sistemo questo parapiglia!”
I due si guardarono e dovettero sforzarsi di non scoppiare a ridere.
Uscirono dalla cucina e mentre salivano le scale, Ron disse con espressione maliziosa “Secondo te, intendeva dire che dobbiamo farla insieme la doccia?”. Hermione rise e rispose “Ne dubito” entrando poi nella stanza di Ginny. Ma non sarebbe affatto una cattiva idea, aggiunse fra sé.


Allora, chiedo scusa per l’errore del capitolo scorso relativo alla burrobirra ^^’(grazie evan per averlo segnalato). La verità è che non ho mai capito bene se la burrobirra fosse alcolica o no XD. Però, se non è alcolica allora che effetto ha? Mi ricordo benissimo che in HBP Harry si chiede cosa sarebbe successo alla festa di Lumacorno tra Ron e Hermione sotto l’influsso della burrobirra… (pag 262 ed. italiana)
Grazie a tutti per le recensioni, siete meravigliosi!! Continuate, mi raccomando!!
Giulia, grazie per i tuoi commenti, e a proposito della UST, vedo che ormai mi conosci!! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** -4 ***


Ed eccomi di ritorno con una nuova parte della storia dopo la sosta forzata. A questo proposito volevo cogliere l'occasione per ringraziare Erika per tutta la passione e l'impegno che ci mette e perchè ha creato un posto assolutamente meraviglioso del quale ormai sono in tantissimi a non potere più fare a meno. Grazie.
Spero che vi ricordiate cosa era successo precendentemente perchè con i riassunti sono una vera frana XD. Buona lettura^^.


-4


Dopo essersi ripulito, Ron attese che Hermione uscisse a sua volta dalla stanza di Ginny con vestiti puliti. Ora indossava un leggero abito estivo a fiori che le fasciava la parte superiore del corpo per poi aprirsi in una gonna larga che le arrivava appena sopra al ginocchio. Quando lei lo vide, fece un largo sorriso e lui allungò un braccio verso di lei e glielo passò attorno alle spalle.
Si avviarono verso la cucina mentre anche lei passava il suo braccio attorno alla vita di Ron. Chiacchieravano sommessamente e quando arrivarono sulla soglia della cucina, si accorsero che tutti erano rientrati a casa ed erano seduti a tavola aspettandoli.
Tutte le teste si girarono verso di loro, con sguardi interrogativi, ma, per una volta, loro non si sentivano affatto imbarazzati dalla loro nuova intimità. Proseguirono entrando nella stanza dove Ron allontanò la sedia per Hermione e si accomodò accanto a lei.
Per la fine del pranzo, era ormai chiaro a tutti che nell’aria si respirava qualcosa di diverso, che le cose tra i due ragazzi avevano raggiunto un grado di complicità e intimità molto maggiore: avevano passato il pranzo guardandosi negli occhi, ignari di quello che accadeva intorno a loro, Hermione aveva più volte imboccato Ron e il contatto fisico tra i due, nella forma di una mano posata su un braccio o di una carezza sul viso, non era praticamente mai mancato.
Gli altri si guardavano un po’ a disagio, ma nessuno era veramente stupito, nessuno aveva mai avuto dubbi che questa fase sarebbe giunta prima o poi. E tutti sapevano anche quale sarebbe stato lo stadio successivo. Ginny ebbe l’impressione che nei giorni che seguivano avrebbe visto raramente Ron ed Hermione e le sfuggì un piccolo sorriso: quei due si meritavano davvero di essere felici insieme. Ma, questo pensiero le ricordò anche che lei in quel momento era parecchio infelice.


Dopo pranzo, i quattro ragazzi andarono a riposarsi sotto il grande albero del giardino della Tana, Ron aveva la schiena poggiata al tronco e Hermione tra le sue braccia. Harry aveva in mente di parlare seriamente con Ginny, voleva accertarsi che le cose tra loro fossero serene, senza malintesi o fraintendimenti, e che per entrambi la strada che percorrevano portasse ad una solida amicizia; ma lei, forse temendo che Harry avesse altre intenzioni, sembrava poco disposta a concedergli la sua attenzione, assorta nella lettura di un manuale di erbologia applicata alla medicina magica. La ragazza non si sentiva proprio dell’umore giusto per fare quel genere di chiacchierata con Harry: sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo, ma in quel momento non ne aveva nessuna voglia, anche perché ripercorrere la loro storia fino alla situazione attuale l’avrebbe fatta inevitabilmente soffrire un po’, e lei non sapeva se avrebbe potuto sopportare anche questo.
Passarono un paio d’ore in completo relax, poi Ron e Harry fecero una partita a Spara Schiocco mentre Ginny ed Hermione parlottavano. Infine, quando finalmente la calura si fu un po’ smorzata, Molly uscì portando ai ragazzi delle bibite fresche.
Finito di bere, Ron si avvicinò ad Hermione e le sussurrò all’orecchio “Ti va di andare a fare una passeggiata?”
“Certo” gli rispose lei sorridendo.
“Ragazzi, andiamo a farci un giro” disse Ron, guardando la sorella e l’amico che erano ancora intenti a bere.
“D’accordo” rispose la rossa e si alzò per rientrare in casa.
Harry sorrise ai suoi due amici annuendo e li guardò allontanarsi tenendosi per mano. Poi si alzò e fece una piccola corsa per raggiungere Ginny.
“Ehi, Ginny!” le disse mentre le arrivava a fianco. “Hai un momento? Vorrei scambiare due parole con te…”
“Harry io adesso non ho proprio-”
“Ti prego. Ascolta quello che ho da dirti…”
Lei sospirò e disse “E va bene. Andiamo a sederci sul retro”.
Quando giunsero lì, Harry prese una mano di Ginny tra le proprie e lei arrossì. Lui cominciò.
“Sai, da quando ci siamo lasciati ho pensato molto a noi… All’inizio pensavo di avere sbagliato tutto, tu sei stata la cosa migliore che mi sia successa da parecchio tempo. Ma poi, riflettendo, sono giunto alla conclusione che è stato giusto, per te, ma anche per me. E ora io vorrei che fra noi non ci fosse niente di lasciato in sospeso. Io ti voglio bene, lo sai, e vorrei che la nostra amicizia rimanesse comunque molto forte. Ho bisogno di sapere che vuoi ancora essermi amica, e che questo ti basterà…”
“Oh Harry!” disse Ginny abbracciandolo. “Temevo che volessi dirmi che eri ancora innamorato di me…”
“Be’, in un certo senso non smetterò mai di amarti, però ora ho molto più bisogno di te come amica… E poi, non vorrai lasciarmi solo ad affrontare quello che accadrà di qui a poco tra tuo fratello ed Hermione, non è vero?” le disse lui sorridendo e scuotendo il capo.
“Ah! Dunque loro sono stati proprio gli ultimi a rendersene conto?” disse lei sorridendo.
“Sembra proprio di sì…” aggiunse lui. “Ma, Ginny io sono un po’ preoccupato per te, ultimamente mi sembri un po’ tesa…”
La ragazza abbassò gli occhi.
“Se non vuoi parlarne, non fa niente, ma sappi che io sono pronto ad ascoltarti quando vuoi, ok?”
“Grazie Harry” e rientrarono alla Tana.


Ron ed Hermione si avviarono lungo un sentiero che passava accanto al muretto di recinzione del giardino della Tana. La giornata era splendida, si era alzato un leggero venticello che rendeva l’aria piacevole. I due ragazzi stavano in silenzio, godendosi la natura rigogliosa che li circondava. Ron guidò Hermione verso una collinetta poco distante e, quando arrivarono lì, parlò.
“Sai, questo è il mio posto preferito… ci vengo sin da piccolo quando ho voglia di pensare o di stare solo… e non ci avevo mai portato nessuno” aggiunse mentre si sedeva sull’erba appoggiandosi al tronco di un albero.
“Ron…” disse lei titubante sedendosi accanto a lui e poggiandogli la testa sulla spalla. “E’ un posto incantevole… e sono davvero onorata che tu abbia deciso di portarci me…”
“Tu sei speciale per me, lo sai…”
“Si, lo so. Ma è comunque bello sentirtelo dire”. Allungò una mano e gli carezzò dolcemente una guancia.
Lui sorrise e posò la sua mano su quella di lei. “Andiamo, tu non hai bisogno di sentirti dire quanto speciale sei… Ne sei sempre stata consapevole, io non sono mai riuscito a nasconderti niente…”
“Ti assicuro che più di una volta mi hai fatto disperare” aggiunse lei sorridendo a sua volta. “Ma ora, finalmente…”
“Hermione” disse lui guardandola dritta negli occhi e prendendo le sue piccole mani tra le sue. “Sono stato innamorato di te da quando avevo undici anni… e ora, mi è diventato quasi impossibile stare accanto a te senza toccarti o guardarti, o ascoltarti parlare…”
Gli occhi le si riempirono di lacrime di emozione e felicità. Gli gettò le braccia al collo e nascose il viso nella sua spalla.
“Ron… io non so cosa dire… sono troppo emozionata…”
“Be’, per esempio potresti dire che anche tu senti qualcosa per me…” disse lui carezzandole i capelli.
“Io… Ron, non solo sono innamorata di te da non so nemmeno più quanto tempo, ma… io…” chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. “Io ti amo…” disse alla fine tornando a guardarlo dritto negli occhi. Si spostò e si sedette a cavallo delle sue gambe per vederlo meglio e per avere il viso all’altezza del suo. Ron deglutì alle parole di lei e poi avvicinò la sua bocca a quella di lei, mentre lei gli metteva le mani dietro al collo.
“Posso baciarti ora?” chiese lui quasi senza fiato.
“Potrei morire se tu non lo facessi…”
Dapprima Ron posò dolcemente le labbra su quelle di lei, assaporando la loro deliziosa morbidezza, quando lei dischiuse leggermente le labbra, Ron non perse l’occasione ed approfondì il bacio. Le loro lingue si toccarono mandando brividi di eccitazione lungo le spine dorsali dei due ragazzi, che ora si abbracciavano strettamente. Hermione aveva il cuore che batteva talmente forte che temeva che le sarebbe saltato fuori dal petto. Nonostante avesse sognato molte volte questo momento, non avrebbe mai creduto che baciare Ron avrebbe riempito i suoi sensi e le sue emozioni in questo modo, indescrivibile, impossibile e indispensabile. Non riusciva e non voleva sentire altro che lui. In quel momento l’unica cosa che le interessava era sentire Ron, tutto il suo amore, tutta la sua passione, la sua amicizia, il suo rispetto.
Ron stava appunto tentando di mettere tutto sé stesso in quel bacio, voleva che lei sapesse che non aveva vissuto che per quel momento, che lei rappresentava tutto per lui, che non l’avrebbe mai più lasciata e non avrebbe mai più smesso di baciarla. Le sensazioni che provava erano quasi irreali e in quel momento la strinse di più per accertarsi di non stare vivendo un sogno.
Quando entrambi non avevano quasi più fiato, ruppero il contatto a malincuore e si guardarono negli occhi. Poi Ron fece quel suo speciale sorriso che faceva sentire le farfalle nello stomaco a Hermione. Lei gli sorrise di rimando mentre ancora lui era perso nei suoi occhi color cioccolata.
“Sai, da quando ci siamo rivisti, mi hai letteralmente fatto impazzire… credimi, è stata la cosa più difficile della mia vita resistere a certi impulsi per non inchiodarti contro un muro e baciarti fino a farti restare senza sensi…”
“Mmmm…” fece lei annuendo. “Lo so, ci sono andata vicina anch’io…” disse lei.
“Vuoi dire che se quella sera che ci siamo incontrati nel corridoio io ti avessi baciata, tu non ti saresti arrabbiata con me?” fece lui scettico.
“Meglio che tu non sappia cosa mi è passato per la testa quella sera…” rispose lei sorridendo maliziosamente.
A questo punto, Ron non potè più resistere e la baciò di nuovo. Questa volta nel bacio Hermione sentì la sua passione e il suo desiderio, le lingue erano impegnate in una sensuale battaglia. Ron l’adagiò sull’erba e le si mise a fianco sostenendosi con un gomito. Riprese a baciarla, questa volta spostandosi un po’ sopra di lei. Hermione non credeva possibile provare delle sensazioni come quelle e gli mise le mani nei capelli, attirandolo ancora più vicino a sé. La mano di lui cominciò a scorrere sulla liscia stoffa del suo vestito accarezzandole il corpo morbido e salendo su fino a sfiorarle un seno.
Nel frattempo la sua bocca stava dedicando le sue attenzioni al collo di Hermione posandovi piccoli baci poi, lentamente, si spostò verso la scollatura del suo vestito.
“…Ron…” disse lei con voce roca.
“Hermione, sei così bella…” rispose lui continuando la sua dolce tortura. Le mani di lei erano ancora tra i suoi capelli rossi e lei non riusciva a pensare ad altro che alle sensazioni che stava provando.
All’improvviso Ron si rialzò e sorrise vedendo gli occhi di lei, scuritisi per il desiderio. Lei lo guardò con aria interrogativa.
“Se non ci fermiamo ora, non credo che avrò più la forza di smettere…” disse lui a mò di spiegazione. Lei fece un’espressione di disappunto, ma sapeva che quello non era il momento adatto per andare fino in fondo. Era solo il loro primo bacio, avrebbero avuto tempo per donarsi completamente uno all’altra.
Anche se, al pensiero di tutto il tempo che avevano perso, le venne voglia di colpire quella sua faccia da schiaffi.
Si ritirò su a sedere sistemandosi il vestito e si riappoggiò alla sua spalla mentre lui la teneva stretta a sé. Il sole stava tramontando spandendo la sua luce dorata sull’incantevole paesaggio rurale. Poche nuvole bianche andavano tingendosi di rosso, spostandosi pigramente nel cielo dorato che lasciava lentamente posto alle prime ombre della sera.
Ron si alzò tendendole la mano. Lei la prese e si avviarono lentamente verso casa stretti l’uno nell’altro.
Quando furono davanti alla Tana, Ron si fermò e si mise davanti a lei. Le portò una mano sotto al mento e le sollevò leggermente il viso così da incontrare i suoi occhi lucenti.
“Hermione, io ti amo. Non potrei essere più felice di così nemmeno se avessi bevuto un intero calderone di Felix Felicis” si abbassò su di lei e le diede un ultimo dolce bacio prima di rientrare a casa.





Spero che questa parte vi sia piaciuta. Non ce la facevo più a farli soffrire così, ho deciso che era giunto il momento XD. Come sempre, grazie grazie grazie per tutte le vostre recensioni, sono davvero felice di ricevere le vostre impressioni. Un grazie particolare a gigia990 e daisy05 che sono entrate da poco nella famiglia kicker di freefans. A presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** -3 ***


Ok, ^^” da dove comincio? Questo è un capitolo di transizione (scusa daisy, ho scoperto leggendo la tua TS&D che proprio non li sopporti lol) per cui non accadrà molto, ma mi serviva per introdurre il grande evento e gli ultimi due capitoli. Sono certa che vi piacerà meno degli altri, ma non uccidetemi, d’accordo? XD XD




-3


Si separarono davanti alla porta della stanza di Ginny senza dirsi niente, semplicemente guardandosi negli occhi. Hermione lesse nello sguardo di lui l’intensità delle sue emozioni e Ron vide negli occhi di Hermione la promessa del futuro insieme. La ragazza si voltò ed entrò nella stanza il più silenziosamente possibile. Non appena fu entrata le parve di sentire una specie di sospiro, o forse più un singhiozzo, quindi si immobilizzò immediatamente. Ma il suono non si ripetè perciò Hermione pensò di esserselo solo immaginato. Andò a coricarsi ripercorrendo mentalmente gli avvenimenti del pomeriggio e si addormentò sognando di camminare su una nuvola tenendo Ron per mano.
Anche lui andò a letto, ma era talmente assorto nei suoi pensieri che sbattè contro l’angolo del comodino, svegliando Harry.
“Ron! Sto dormendo!” disse il suo amico con voce assonnata, e lui non riuscì a trattenere una risatina. Sentiva ancora sulle labbra il sapore di Hermione e si addormentò sognando di stringerla a sé.


Il giorno dopo, le ragazze si svegliarono abbastanza presto, Hermione non vedeva l’ora di raccontare a Ginny quello che era successo: non vedeva l’ora che l’intero mondo sapesse che era innamorata e felice, e, a maggior ragione, voleva raccontarlo alla sua amica. Perciò si sedette nel letto ed aspettò che anche la rossa si svegliasse del tutto. Stava per aprire bocca quando lo sguardo le cadde sul viso dell’amica. Aveva gli occhi molto rossi e gonfi. Hermione rimase a guardarla per un po’ perplessa finche l’amica ormai sveglia le disse: “Be’? Che c’è?”
“Allora avevo sentito bene ieri sera…”
“Sentito cosa?”
“Ginny, ho sentito singhiozzare” disse lei guardandola seriamente.
“Singhiozzare? Che significa?”
“Avanti. Che ti succede, Ginny? Lo sai che con me puoi parlare…”
“Niente, non è niente, mi passerà” concluse la rossa senza più tentare di negare.
Hermione sospirò preoccupata.
“Sei proprio sicura di non volerne parlare?”
“Sicura. Ma grazie lo stesso” disse Ginny riconoscente.
Hermione non disse più niente nemmeno riguardo a lei e Ron. Non le sembrava davvero il momento di dire alla sua amica quanto era felice proprio ora che evidentemente l’amica non lo era per niente.


Scesero in cucina per la colazione. Non appena Ron vide Hermione, si alzò dal tavolo andando verso di lei, la prese tra le braccia e le fece fare un giro tenendola sollevata per aria, poi le posò un bacio sulle labbra, lasciando il resto della compagnia a guardali stupiti. Dopo la accompagnò al tavolo e le offrì una tazza per la colazione.
“Vedo che siamo di buon umore, oggi” commentò Molly guardando il figlio con un sorriso di comprensione. “Bene, è un’ottima cosa” e andò a posare un bacio prima sulla testa del figlio, che come sempre cercò di scansarsi, e poi su quella di Hermione che rimase un attimo interdetta. Era forse una specie di “Benvenuta in famiglia?”


Finirono la colazione poi Ron prese Hermione per mano e la condusse all’esterno, verso un prato su cui crescevano dei bellissimi fiori di campo. Appena fu certo di essere al riparo da occhi indiscreti, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente.
“Mi sei mancata”
Lei gli sorrise.
“Ma ti ho sognata, ed è stato meraviglioso. Certo, poterti stringere tra le braccia e baciare da sveglio, è ancora meglio…” e le fece un mezzo sorriso.
“Io ho sognato di fluttuare sopra una nuvola con te…” disse lei prendendogli le mani e tirandoselo dietro mentre camminava nel prato.
“Devo dire che per una volta non posso lamentarmi della tua idea di sgarrare un po’ alle regole…” disse con un sorriso furbo.
“Di che cosa stai parlando?” chiese lui cauto.
“Be’, se non fosse stato per la birra che mi hai fatto bere-”
“Che io ti ho fatto bere?” la interruppe lui. “Ma se non riuscivo più a staccarti dalla bottiglia!” la prese in giro simulando un’aria incredula.
Lei lo guardò storto come per rimproverarlo, ma poi fece un sorriso.
“Dicevo… se non fosse stato per birra che ho bevuto, va bene così?” e finse di attendere la sua approvazione. Lui annuì divertito.
“Non avrei mai rischiato di dire quelle cose senza sapere se tu le ricambiavi o no…”
Lui la prese tra le braccia e la strinse forte.
“Allora devo proprio ringraziare Fred e George la prima volta che li vedo, in fondo quella birra era loro…Quando hai detto quelle parole, Hermione, il mio cuore ha perso un battito e ho capito che non avrei più potuto ignorare quello che provavo per te” le disse lui sussurrandole tra i capelli.
“Non che tu mi abbia reso facile il compito di ignorarle, intendiamoci bene… sei stata una strega molto maliziosa” continuò ridendo. “Anche se penso che in realtà la birra abbia solo accelerato le cose, prima o poi avresti trovato comunque il coraggio di dirmelo”.
“Già, probabilmente si… anche perché se stavo ad aspettare te, chissà quanto ancora ci voleva!” disse lei scherzosamente. “E credimi, non sono mai stata tanto felice di aver detto qualcosa in vita mia, incluse le risposte alle interrogazioni” aggiunse sorridendo, come a dargli il metro per misurare l’importanza di quello che era successo tra loro.


Passeggiarono ancora un po’ mano nella mano, fermandosi ogni tanto per scambiarsi un bacio, finchè ad un certo punto Hermione disse: “Ron, c’è una cosa che devo dirti…”
Lui si fermò un po’ preoccupato dal tono serio della sua voce.
“Di che si tratta?”
“Be’, ecco… credo che Ginny abbia qualche problema… Ieri sera l’ho sentita piangere e stamattina aveva gli occhi molto rossi… ho tentato di chiederle una spiegazione, ma non ha voluto dirmi niente…”
Ron rimase pensieroso per un po’ e poi disse “Pensi che sia qualcosa di grave?”
“Non lo so… Però, Ron, è infelice, questo è chiaro. Ma non te ne sei accorto?” chiese lei incredula.
“Be’ veramente no. Ma ora che me l’hai detto, cercherò di fare attenzione”.
Si avviarono nuovamente verso la Tana, era ora di preparare il pranzo.
“Mi raccomando, cerca di essere discreto e non farti sorprendere a fissarla o cose del genere…”
“Perché mi dici questo? Non lo sai che io sono un detective perfetto, Watson?”
“Si, certo Holmes, naturalmente. Ma questa volta stai molto attento, d’accordo?”
Lui le sorrise per rassicurarla e tornarono indietro.


In effetti Ron fu piuttosto attento e si accorse che, come aveva detto Hermione, sua sorella sembrava davvero abbattuta: si incantava a guardare nel vuoto, sorrideva poco, non partecipava alle conversazioni, era più pallida del solito… C’era proprio qualcosa che non andava.
Arthur ritornò a casa per il pranzo e quando furono tutti seduti a tavola annunciò: “Il Ministero ha deciso di organizzare una Festa di Fine Estate in Diagon Alley questa sera per tutti gli studenti di Hogwarts.”
Molly rimase con il cucchiaio che stava usando per servire il marito a mezz’aria. “Ma ti sembra una cosa saggia? Voglio dire, il pericolo è più grave che mai in questo momento…”
“Credo che vogliano alleggerire un po’ la pressione e comunque ci sarà un servizio d’ordine molto accurato”
“Oh. Non so, mi sembra un po’ pericoloso…”
“Andiamo Molly, penso che i ragazzi abbiano diritto a divertirsi almeno un po’, è stato un anno duro per loro. Voi che ne dite?”
“Wow! Ma è fantastico!” disse Ron.
“Ma proprio per tutti gli studenti?” chiese Ginny con insolita timidezza e Ron notò che un po’ di colore le era tornato sulle guance. Scambiò uno sguardo con Hermione e vide che anche lei aveva notato il cambiamento di Ginny.
“Ma certo!”
Il pranzo proseguì con i ragazzi che parlavano eccitati di questa inaspettata novità, ora anche Ginny partecipava attivamente alla conversazione e anzi, il suo umore sembrava proprio l’opposto di quello che era stato fino a poco prima. Ron scambiò uno sguardo con Hermione e si chiese se anche lei si stesse ponendo le sue stesse domande: era evidente che la notizia della festa aveva provocato il suo cambiamento d’umore, ma perché? Che sperasse di incontrare qualcuno lì? Dopotutto ci sarebbero stati tutti gli studenti di Hogwarts o quasi, quindi la cosa era plausibile.




Siete sopravvissuti? XD bene! Allora ci sentiamo al prossimo capitolo! Lol.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** -2 ***


Ed eccoci qua con il penultimo capitolo di questa storia. Il capitolo che vede i nostri fare i preparativi per il grande evento. Cosa accadrà? Lo scoprirete solo leggendo, perciò, a voi la storia.
Volevo solo ringraziare ancora una volta ramona55 alias patsan che mi ha aiutato a far sì che la relazione tra Harry e Ginny prendesse la strada giusta senza stravolgere la storia e alla mia adorata sis alla quale dobbiamo la descrizione di Ginny e molto altro ancora…



-2

Dopo pranzo si sedettero nel salotto della Tana facendo progetti per la serata, finchè Ginny a un tratto disse: “Be’ Hermione, che ne dici, non è ora di andare a vedere se troviamo qualcosa di carino da metterci stasera?”
“Arrivo subito, vai avanti” le rispose l’amica.
Appena Ginny se ne andò, anche Harry si alzò dicendo che doveva andare da qualche parte a fare qualcosa. Non aveva nessuna intenzione di fare da testimone alle effusioni dei suoi due migliori amici, per quanto contento fosse per loro.


Quando furono soli, Hermione cominciò “Hai notato il suo cambiamento quando tuo-” ma fu interrotta dalla labbra di Ron che si posarono inaspettatamente sulle sue. Anche se colta alla sprovvista, non fu certo dispiaciuta di quel gesto e ricambiò il bacio con trasporto.
“Scusa” disse lui dopo. “Ora puoi andare avanti. Era passato troppo tempo dall’ultimo che ti avevo dato…”
Hermione sorrise e gli disse “Non ti scusare, puoi e devi farlo tutte le volte che vuoi”
“Ne sei sicura? Non credo che riusciresti mai a finire un discorso, se davvero io facessi come hai detto…” e la guardò maliziosamente.
“Oh, d’accordo. Fammi dire questa cosa e poi possiamo trovare un modo migliore per tenere impegnata la mia bocca” disse lei e lui rise.
“Dicevo, hai notato? A questa festa ci deve essere senz’altro qualcuno che ha il potere di farle tornare il sorriso sulle labbra…credo che se ci daremo da fare con un po’ d’attenzione potremo trovare la soluzione a questo rompicapo” e rimase a pensare.
Ron, che l’aveva guardata intensamente per tutto il tempo, disse “Si, d’accordo. Hai finito ora?” mentre si avvicinava a lei e la faceva stendere sul divano. Lei annuì e lo lasciò fare pregustando il momento in cui le loro bocche si sarebbero di nuovo toccate, dimenticandosi persino di essere sul divano della Tana, la casa più affollata dell’intero mondo magico. Ron si spostò un po’ sopra di lei e riprese a baciarla dapprima dolcemente e poi sempre con maggiore passione finchè lei cominciò ad emettere piccoli gemiti che avevano il potere di mandarlo fuori di testa.


“Hermione, ti muovi?” si sentì la voce di Ginny provenire dal piano superiore. Loro malgrado, furono costretti a interrompere il bacio.
“Dille che non te ne frega niente del vestito… che per il ragazzo che ti accompagnerà saresti la più bella anche vestita di stracci” lei sorrise. “Anzi, dille che non sei affatto sicura di andare a quella stupida festa, ma che forse passerai la serata a baciare suo fratello sul divano di casa sua…”
Hermione si sciolse a questa parole, ma cercò di darsi un contegno.
“Non posso, Ron, lei ci tiene. E poi potrebbe essere una buona occasione per dare il via alla nostra piccola indagine. Inoltre” aggiunse alzandosi dal divano. “Io voglio davvero essere la più bella per te” e gli posò un ultimo bacio sulle labbra per poi salire le scale velocemente.


Hermione aveva lasciato a malincuore Ron ed era entrata nella stanza che divideva con Ginny. Per un attimo pensò di aver sbagliato camera. Il disordine presente in quel momento la lasciò stupita. C’erano vestiti sparsi ovunque. Vide la sua amica che si stava provando alcuni capi e si rimirava nello specchio studiando l’effetto. Per la prima volta da lungo tempo la vide sorridere, con una luce particolare negli occhi.
“Allora, hai già trovato qualcosa di carino?” chiese Hermione una volta entrata nella stanza dell’amica.
“Be’ si, guarda questo... Che ne dici?”
“Si, carino...” disse Hermione guardando il top viola che l’amica si stava provando.
“Però non so, forse non è proprio il colore adatto ai tuoi capelli”
“Oh ma certo, hai ragione, che stupida che sono. Hermione mi devi aiutare perchè stasera devo essere assolutamente irresistibile ma con classe”
“Ginny, che significa tutto ciò? Perchè sei così eccitata per questa festa? C’è qualcuno che devi incontrare?”
“Ma Hermione!” disse Ginny pensando velocemente a qualcosa da raccontare all’amica. “Questo sarà l’evento più importante di tutta l’estate. E, dato che al momento sono una strega single, è normale che voglia attirare l’attenzione di qualche ragazzo interessante, non ti pare?”
Hermione incrociò le braccia sul petto e la guardò per niente convinta di quello che aveva sentito. Ma la rossa si lasciò cadere sul letto, fu brava a cogliere il momento e a colpire Hermione nel suo punto debole: Ron.
“Allora?”
“Cosa c’è?”
“Come si comporta il mio fratellino?” chiese ridendo. “È come tutti i ragazzi della sua età?” concluse gettando gli occhi al cielo.
Hermione tentò di non farsi confondere dalle sue domande, ma il pensiero di Ron la fece cedere. Si sedette pesantemente sul letto arrossendo e disse , “Oh, se tu sapessi! Ginny, sono innamorata di tuo fratello praticamente da una vita, ma non avrei mai pensato che “stare” con lui fosse così meraviglioso. E lui è fantastico, è dolce, premuroso, spiritoso e assolutamente irresistibile. Avrei dovuto decidermi molto tempo fa...”
“Lo so” rise Ginny. “Come pensi di vestirti questa sera? Dovrai essere bellissima. Voglio vedere mio fratello rimanere a bocca aperta”.


Dopo due ore dalla stanza di Ginny non era ancora uscito nessuno e Harry e Ron decisero che era giunto anche per loro il momento di andare a prepararsi per l’evento dell’estate. Salirono nella stanza di Ron e iniziarono a tirare fuori indumenti puliti, finchè ad un certo punto Ron pensò che forse poteva fare qualche domanda a Harry.
“Harry, hai notato niente di strano nel comportamento di Ginny?”
“In Ginny? Be’ si, in effetti ultimamente mi sembra un po’ lunatica, e questo non è da lei…” disse Harry pensieroso. “Forse, tutta la storia del ritorno di Voldemort l’ha colpita più di quanto pensassimo…”
“Già, può essere…” disse Ron che non era affatto convinto che Voldemort c’entrasse qualcosa con il comportamento di Ginny.
Ma, sia che fosse perché Harry non si era veramente accorto che Ginny sembrava soffrire per qualcuno o perché non voleva ammetterlo a sé stesso, Ron decise che non era assolutamente il caso di rivelare all’amico quali erano i sospetti suoi e di Hermione sulla sorella.
Decise di lasciar perdere per il momento e preferì dedicarsi a pensieri più piacevoli, quali immaginare come si sarebbe vestita Hermione, che tipo di biancheria avrebbe usato e se, magari lui avrebbe avuto la possibilità di verificarlo coi suo occhi nel corso della serata.
Harry si accorse che l’amico era perso nel suo mondo e sospirò sonoramente.
“Che c’è?” chiese il rosso riscuotendosi.
“Ron, so che in questo momento sei la persona più felice del mondo, ma non credo che Hermione sarebbe molto contenta di vedere che hai intenzione di portarla alla festa indossando una maglietta sporca di cioccolato e un paio di jeans strappati”.
Ron si guardò per un istante, poi sollevò gli occhi e lanciò uno sguardo a Harry ed entrambi scoppiarono a ridere.
“Allora, com’è?” chiese Harry ad un tratto avvertendo una punta di invidia per quello che stava vivendo il suo amico.
“Com’è cosa?”
“Stare con lei”
“Oh, andiamo Harry, lo sai com’è stare con una ragazza!” rispose Ron arrossendo.
Harry abbassò il capo e non insistette, ma Ron, vedendo che l’amico sembrava essersi improvvisamente incupito, proseguì.
“Non so come spiegartelo. Non è semplicemente come stare con una ragazza qualsiasi. Io me lo sento dentro che lei è la sola che può farmi sentire così. E’ vero, mi ci è voluto del tempo prima di accorgermene e poi per ammetterlo a me stesso, ma ora voglio recuperare il tempo perso e voglio che tutto sia perfetto. Perciò ho fatto dei piani per stasera: ho pensato che potremmo restare alla festa per un po’, poi andare a fare una passeggiata sotto la luna… Mi sono fatto dare da Fred e George una girandola luminosa che quando esplode fa un cuore rosso e compare scritto all’interno il suo nome. Mi è costato due ore di prese in giro a morte, quei due mi hanno fatto impazzire, credimi, ma spero ne varrà la pena”.
“Wow… hai proprio deciso di fare le cose in grande!”
“Be’ si, ho delle cose da dimostrarle e voglio farmi perdonare per tutto il tempo che mi ha dovuto aspettare… E’ buffo, non trovi? Avresti mai pensato che un giorno mi avresti sentito parlare di lei in questi termini?”
“A dire il vero, si… forse siete stati proprio voi due a rendervene conto per ultimi…”
“Gia… lo pensavo anch’io… Ma magari, se le cose non fossero andate come sono andate, ora non sarebbe tutto così magico e meraviglioso. Harry, c’è una domanda che devo farti: tu lo sai, sei come un fratello per me. E lo sei anche per Hermione, perciò io devo sapere se quello che c’è ora fra noi ti dà in qualche modo fastidio”. Harry rimase un po’ a pensare e poi fece un sorriso.
“No, Ron, non mi dà fastidio. Io sono molto contento per voi e sono certo che saprete amarvi e rendervi felici l’un l’altra nel migliore dei modi… E’ solo che, non posso negarlo, provo un po’ di invidia per quello che avete…Mi chiedo se un giorno accadrà anche a me… Una volta, con tua sorella, pensavo di esserci andato vicino e ora siamo molto legati e molto affezionati uno all’altra… ma non è la stessa cosa che avete tu e Hermione… credi che prima o poi accadrà anche a me?”
“Dai! Tu sei il famoso Harry Potter! Non credo che resterai solo molto a lungo. E anche se ti ci vorrà un po’ di tempo per trovare quella giusta, sarà sempre meno di quello che è servito a Hermione e a me” concluse il rosso ridendo e dando una pacca sulla spalla dell’amico. Finalmente erano pronti per andare.


Scesero le scale e si misero ad aspettare nervosamente le ragazze. Quando finalmente scesero, entrambi rimasero a bocca aperta: erano bellissime. Ginny si era messa un paio di pantaloni bianchi a vita bassa che sottolineavano il suo fisico e una maglia rosa, trasparente, che lasciava intravvedere la canottiera bianca che portava sotto. Aveva lasciato i capelli sciolti, che facevano contrasto con il suo completo bianco, e che aveva arricciato alle punte formando dei piccoli boccoli.
Hermione indossava una leggera maglietta estiva con un profondo scollo sulla schiena e una gonna corta. Si era raccolta i capelli in una crocchia e solo pochi riccioli erano stati lasciati liberi di scenderle intorno al viso. Si avvicinò a Ron che le prese una mano, le diede un bacio sulla guancia e le sussurrò “Sei bellissima”. Intanto Harry stava ancora fissando Ginny e decise che forse poteva tentare di nuovo di parlare con lei per cercare di capire il suo problema ed, eventualmente, aiutarla. Le si avvicinò e le porse il braccio e lei vi posò la mano sopra.


“Sei incantevole” disse lui e lei abbassò gli occhi. “Senti Gin possiamo scambiare due parole?” Ginny era molto eccitata e aveva voglia di confidarsi finalmente con qualcuno. Harry sarebbe stata la persona giusta? Valeva la pena scoprirlo perché lui era forse la persona che in quel momento le era più vicina.
“Allora? Si può sapere perché sei così euforica? Il problema che ti assillava nei giorni passati si è risolto?” cominciò lui.
“Oh Harry!! Questo ancora non lo so… potrebbe succedere stasera…” disse lei facendo un giro su sé stessa. “Quello che posso dirti è che… oh ma, devi promettermi che non lo dirai a nessuno, intesi? Nemmeno a Ron, nemmeno a Hermione…”
“D’accordo, te lo prometto…” disse lui sorridendo all’allegria della ragazza.
“Harry” disse lei guardandolo negli occhi. “Sono innamorata…”
Harry sorrise e per un attimo ripensò a come era stato bello essere innamorato di lei. Ma ora erano amici e lui voleva esserle di supporto.
“Sono davvero felice per te” le disse. “Allora, suppongo che lo incontrerai alla festa, vero?”
“Si… oh si, è talmente tanto che non ci vediamo che il pensiero che stasera sarò di nuovo tra le sue braccia fa quasi male…”
“E suppongo che ora mi dirai chi è, vero?”
Ginny tornò seria per un attimo. “Questo non posso farlo… davvero, non posso…”
“Perché no?” Lei abbassò lo sguardo e Harry vide i suoi occhi inumidirsi. “Va bene, non importa… l’importante è vederti di nuovo felice e serena”.
Lei lo abbracciò teneramente e gli disse “Harry, sei l’amico migliore che io potessi desiderare”.


Tornarono dentro e trovarono Hermione che tentava di tenere Ron a distanza di sicurezza, decisa a non arrivare alla festa già in disordine.
“Allora, siete pronti?” disse Ginny rientrando. “Su, andiamo!”
Hermione tirò un sospiro di sollievo e finalmente fece avvicinare Ron che la prese per mano.





Allora, ancora una volta, grazie a tutti per i vostri commenti, grazie perché anche lo scorso capitolo, che era un famoso capitolo di transizione, avete commentato in tanti lo stesso. Grazie mille a tutti e, tenete duro, ormai siamo alla fine!!xD Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** -1 ***


Ed eccoci giunti all’ultimo capitolo di questa storiella. Finalmente tutto verrà svelato xD. Mi trovo ancora una volta, per l’ultima volta (sigh), a dover ringraziare veramente di cuore tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che si sono anche solo un po’ divertiti con questa FF. E’ stato bellissimo leggere i vostri commenti!! xD Spero proprio che l’epilogo lascerà tutti soddisfatti. E’ stato il capitolo sicuramente più difficile da scrivere e non so quante versioni ne ho prodotte, ma alla fine, la migliore mi è sembrata questa.
Va bene, è tutto. Grazie a tutti dell’attenzione e buona lettura. ^^


-1


Arrivarono alla festa, che era stata allestita in parte all’aperto, in un giardino circondato da graziosi piccoli gazebo sotto i quali erano sistemate delle panchine e dei tavolini costantemente riforniti di bibite, e in parte all’interno, dove c’era la pista da ballo.
Si fermarono un momento prima di entrare nella sala.


“Toh, guarda chi abbiamo qui”
I quattro ragazzi si voltarono riconoscendo chiaramente il proprietario di quella voce.
“Malfoy” lo apostrofò Harry aspramente.
“Ma che belle coppiette che formate. Weasley da quando alle bambine è permesso di uscire alla sera? Non dovresti essere a dormire?”
“Lasciami stare”
“Gira al largo da noi” lo minacciò Ron cingendo la vita di Hermione, stringendola a sé in un gesto protettivo.
“Non ho intenzione di mischiarmi con dei babbanofili come voi. Preferirei nascondermi in un vicolo dietro Olivander piuttosto che farmi vedere in vostra compagnia”
“Forse è veramente quello il tuo posto, così ci lasceresti in pace”
Malfoy guardò Ginny risentito per la sua frase ma non fece altri commenti. Si limitò a fare un sorrisetto malizioso prima di voltarsi e sparire all’interno della sala e mescolarsi alla folla.


I quattro entrarono mentre Harry e Ron si guardavano scuotendo la testa alla solita arroganza di Malfoy; si guardarono un po’ intorno finchè non videro tutti i loro compagni Grifondoro di Hogwarts. Allora si unirono a loro e cominciarono a raccontarsi come avevano passato le vacanze.
Ad un certo punto sopraggiunsero Calì Patil e Lavanda Brown. Quest’ultima si fermò davanti a Ron e lo guardò con un sorriso malizioso, allungò una mano e gli carezzò una guancia sensualmente dicendo “Ciao Ronnie”.
In quel momento, Hermione, che era girata di spalle si voltò, squadrò Lavanda e si mise in mezzo tra lei e Ron appoggiando la schiena al corpo del ragazzo che immediatamente le cinse la vita con le braccia.
“Ciao Lavanda” disse Hermione. “Come va? Tutto bene?”. L’altra ragazza non potè trattenere uno sguardo stupito all’intimità del contatto tra Ron e Hermione, poi si girò verso Calì e disse “Dai, andiamo” senza rispondere alla domanda che le era stata posta.
Hermione scoppiò a ridere e si girò verso Ron posandogli un bacio sulle labbra. “Hai visto la sua faccia?” chiese la ragazza.
“Si, sei stata un po’ cattiva…”
“Ho sofferto troppo per colpa sua. E tua” disse puntandogli un dito sul petto e facendolo indietreggiare di qualche passo.
“Ehi! Dove mi stai portando?”
“Sulla pista, naturalmente”
“Hermione, io non ballo”
“Andiamo Ron, ti prometto che non te ne pentirai…”. Lo prese per mano e se lo tirò dietro in mezzo alla pista da ballo. La canzone ritmata che stava suonando in quel momento, finì per lasciare il posto ad un lento. Hermione mise le braccia intorno al collo di Ron e lui allacciò le sue alla vita di lei. Cominciarono a muoversi seguendo la musica e ad un certo punto Ron la strinse di più a sé, in modo che i loro corpi aderissero uno all’altro. Lei lo guardò stupita da quella mossa coraggiosa, ma poi sorrise e si spostò un po’ per adattarsi meglio alla nuova posizione.


Nel frattempo Ginny era andata a sedersi un po’ in disparte e aveva osservato la folla di persone che si aggirava per la sala. Aveva rifiutato le proposte di Neville e di Dean che l’avevano invitata a ballare sostenendo di avere male ad una gamba. Si sentiva irrequieta ma sapeva di dover aspettare ancora prima di poter mettere in atto il suo piano. Poco dopo aveva visto Hermione trascinare suo fratello sulla pista da ballo e non aveva potuto trattenere un sorriso. Ron odiava ballare eppure si era lasciato trascinare in mezzo alla pista.
Innamorato cotto. Questa era la definizione più adatta per lui.
Ben presto aveva visto che i due erano molto presi l’uno dall’altro e probabilmente avevano completamente dimenticato di essere in pubblico. In quel momento si era accorta di invidiarli tantissimo perché anche lei avrebbe voluto fare la stessa cosa. Poco lontano da lei Harry e gli altri ragazzi ridevano e non badavano a lei.
Infatti, a bordo pista i loro amici guardavano increduli Ron ed Hermione. “Be’ be’, direi proprio che quei due hanno fatto passi da gigante, non è vero, Harry?” disse Seamus.
“Si, è vero…” fece lui un po’ imbarazzato mentre guardava Ron accarezzare la schiena nuda di Hermione.
“Wow, sembrano davvero su di giri! Finalmente Ron si è deciso!”
Sulla pista, Ron raccontava qualcosa ad Hermione che ad un certo punto gettò il capo all’indietro ridendo. Lui ne approfittò per baciarle il collo, mandandole una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Anche quando lei risollevò la testa, lui continuò a baciarle il collo, sempre muovendosi con la musica, finchè ad un certo punto Hermione gli spostò il viso con una mano per baciarlo sulla bocca.
“Oh oh, le cose si scaldano” disse Seamus eccitato guardando i due amici che ormai avevano i corpi così premuti uno contro l’altro che non vi sarebbe passato in mezzo nemmeno uno spillo.
“Seamus, piantala!” disse Harry irritato cominciando a camminare verso i suoi due migliori amici. Per Ginny era giunto il momento giusto di agire. Facendo finta di niente si alzò avvicinandosi ad uno dei tavoli delle bibite e prese un bicchiere di burrobirra. Dando un occhio alla pista da ballo si spostò allontanandosi dal centro della festa.
Salutò alcune amiche di Grifondoro e cercò di allontanarsi senza dare nell’occhio.
Harry raggiunse i due amici sulla pista, “Ehm… ragazzi…” disse picchiettando col dito sulla spalla di Ron. “Non vi sembra che ci sia un po’ troppa gente qui intorno per fare… ehm… ecco… quello che stavate facendo?” disse tutto rosso abbassando gli occhi a terra. I due si guardarono un attimo intorno, come meravigliati di trovarsi in mezzo a tutta quella gente, poi Ron lasciò andare Hermione e arrossendo a sua volta disse “Hai ragione Harry, scusa” grattandosi la nuca con una mano e guardando la ragazza che cercava di non ridere. Si diressero di nuovo verso i loro amici quando ad un certo punto Hermione vide con la coda dell’occhio Ginny che si guardava intorno furtiva e sgattaiolava fuori dalla sala.
“Ron!” esclamò prendendolo per un braccio. “Andiamo a farci un giro fuori…” disse indicando con la testa il punto in cui Ginny stava scomparendo. Ron all’inizio non capì, ma poi vide la figura della sorella che si dileguava e disse “Oh, si… ho bisogno di un po’ d’aria…” Harry guardò scettico prima uno e poi l’altra, poi gettò gli occhi al cielo pensando che fosse una scusa dei due per stare da soli, si girò e tornò verso gli altri sospirando profondamente.


Uscirono svelti dalla sala tenendosi per mano, Hermione davanti e Ron dietro. Giunti all’esterno la ragazza si fermò bruscamente guardando prima da una parte e poi dall’altra.
“Eccola!” disse all’improvviso indicando con il dito un puntolino rosa e bianco che spariva dietro a un angolo. “Muoviamoci” disse riprendendo la mano di Ron e camminando velocemente verso il punto nel quale Ginny era sparita.
“Hermione, sono preoccupato… Cosa pensi che stia combinando?”
“Non lo so, è proprio quello che vogliamo scoprire, Ron” disse la ragazza rallentando e sporgendosi appena oltre l’angolo per vedere cosa stava facendo Ginny. La vide fermarsi per un attimo, guardarsi attorno con attenzione e poi riprendere a camminare svelta lungo un vialetto che costeggiava un edificio annesso alla villa nella quale si stava svolgendo la festa e che portava all’esterno.
“Coraggio!” disse Hermione sempre tenendo la mano di Ron. Ora però erano completamente allo scoperto, non avevano più il riparo di un angolo dietro il quale nascondersi e se Ginny si fosse voltata li avrebbe certamente visti. Ma la rossa continuò a percorrere rapida il vialetto silenziosamente. Hermione cercò di essere il più cauta possibile e di non fare alcun rumore, mantenendo una certa distanza dall’altra ragazza ma non tale da farsi seminare da lei.
Ginny era così presa ad immaginarsi cosa sarebbe successo di lì a poco da perdere quasi il contatto con la realtà, così non si accorse di Ron ed Hermione che la stavano seguendo discretamente. D’un tratto, però, le venne un’idea simpatica e si bloccò sorridendo. Voleva raggiungere il gazebo più vicino e prendere una bottiglia di burrobirra sperando che nessuno le chiedesse cosa voleva farne.
All’improvviso, Ginny si girò verso di loro che ebbero appena il tempo di appiattirsi contro al muro del caseggiato in una zona d’ombra. La ragazza prese a camminare verso di loro ed Hermione dovette pensare in fretta.
“Oh cavolo! Sta tornando indietro!” sussurrò a Ron. “Baciami!”
“Cosa?” fece lui confuso, perchè tutto si aspettava tranne che quell’ordine.
“Avanti, fai come ti ho detto. Dopo ti spiego!”
“Be’, se insisti…” disse Ron e si chinò su di lei per appoggiare le proprie labbra sulle sue.
All’inizio il bacio rimase abbastanza superficiale perché Hermione tentava di rimanere concentrata sulla sorella di Ron che veniva verso di loro, per capire quando li avrebbe superati e quando loro avrebbero potuto riprendere a seguirla senza farsi scoprire. Ma evidentemente Ron decise che già che c’era, tanto valeva la pena di divertirsi e le attenzioni che dedicò alla bocca di lei distrassero ben presto Hermione dai suoi propositi. Ron aveva spostato le labbra sul suo collo lasciandole una scia di piccoli baci che scendeva fino sulla spalla dove aveva scostato la stoffa della sua maglietta. Lì, diede un morsetto alla sua morbida carne. Lei gemette per l’inaspettato piccolo dolore che si trasformò immediatamente in un brivido che le attraversò il corpo. Ron spostò poi una mano sul suo seno accarezzandola e giocando con i suoi capezzoli ormai induriti. Lei emise un gemito incontrollabile e Ron ritornò ad attaccare la sua bocca mentre con il corpo la teneva premuta contro il muro dell’edificio. Mosse i fianchi ad incontrare quelli di lei, che appena percepì la sua solidità emise un lamento di frustrazione e desiderio. La sollevò da terra e le sue gambe andarono ad allacciarsi immediatamente intorno ai fianchi di lui. Ma all’improvviso sentirono un gran fracasso e si accorsero che una comitiva piuttosto numerosa di maghi decisamente alticci, che sparavano petardi e mortaretti, si dirigeva verso di loro. Ron emise un basso brontolio di disappunto con la bocca ancora appoggiata a quella di Hermione e lei, dopo essersi allontanata di pochi centimetri gli sussurrò “Perché non ci troviamo un posticino un po’ più appartato?”
Il pedinamento della cara Ginny era ormai completamente dimenticato.


Lei invece sentì pian piano i suoni della festa attutirsi e udiva soltanto distintamente il suono dei suoi passi. Arrivò davanti alla vetrina di un negozio e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno alle sue spalle, si infilò in uno stretto vicolo. Poi si fermò tirando un sospiro di sollievo.
“Weasley, tutta sola?”
“Malfoy”
“Adesso sì che mi posso divertire con te”
Dopo aver detto queste parole Draco estrasse la sua bacchetta da una tasca e la puntò dritto, proprio contro Ginny. Lei rimase immobile per un momento e poi, lentamente, si avvicinò.
“Non mi fai paura”
Arrivò proprio davanti a lui e la punta della bacchetta le toccava la gola. Lo guardò negli occhi e lentamente lui abbassò il suo viso fino ad incontrare le sue labbra e baciarla. Lei alzò le braccia intrecciandole dietro la sua nuca, tirandolo ancora di più verso di sé mentre Malfoy le passava un braccio intorno alla vita stringendola.
Dopo poco lui si staccò di qualche centimetro.
“Mi sei mancata” le disse in un soffio.
“Anche tu”
Ripresero a baciarsi colmando tutti quei mesi in cui non si erano potuti vedere.


Nel giardino della villa, Ron si sedette su una panchina sotto un gazebo piuttosto distante dagli altri ed Hermione si mise a cavalcioni sopra di lui. Ripresero a scambiarsi baci intensi e profondi. Una mano di Ron continuava ad accarezzare la sua schiena, finchè, lentamente, si spostò fino sul davanti e le prese un seno a coppa. Toccare la pelle nuda di lei lo faceva impazzire ed era una sensazione indescrivibile. Con l’altra mano salì lungo la coscia di Hermione fino a che la fece scivolare sotto la sua gonna e oltrepassò l’elastico dei suoi slip per afferrarle saldamente una natica. La tirò ancora più vicino a sé per farle sentire il suo più che evidente desiderio.
“Hermione io ti… io vorrei… fare…” disse con voce roca.
“Oh per Merlino Ron” rispose lei in un sussurro sorpresa dalla sua durezza, che le dimostrava quanto lui la desiderasse. Mise le sue piccole mani sulla bocca di lui per impedirgli di continuare.
“Non dirlo… non si può, non qui… e poi io… Oh Ron, lo vorrei anch’io…”


Contemporaneamente, Draco e Ginny arrivarono vicino alla sala da ballo. Draco guardò lei, le loro mani intrecciate e capì che non poteva separarsi da lei. Non adesso. Non così presto.
Rafforzò la stretta e la trascinò nel giardino, nella direzione opposta a quella della sala.
“Ma cosa fai?”
“Non ho voglia di tornare in mezzo alla gente. Sei molto meglio della compagnia di Tiger e Goyle”
“Ti ringrazio per il complimento” rispose lei con una smorfia.
“Adesso ti dimostro quanto”
Si inoltrarono e, ad un certo punto, davanti a loro notarono due ragazzi che si stavano baciando appassionatamente.
Draco sogghignò.
“Come si stanno dando da fare quei due”
“Smettila di prendere in…”
Ginny non terminò la frase perché si portò le mani alla bocca soffocando un urlo.


Allo stesso tempo, dall’altra parte del piccolo sentiero che passava davanti alla panchina sulla quale stavano Ron ed Hermione, comparve Harry, insieme a Fred e George, che erano stati invitati in qualità di fornitori ufficiali di scherzi e giochi per la festa.
Harry spalancò gli occhi vedendo la posizione alquanto compromettente in cui si trovavano i suoi amici e non riuscì a trattenersi.
“Ron! Hermione!” esclamò a voce alta. I gemelli avevano un’espressione a metà tra il divertito e l’incredulo e guardavano i due sogghignando.


Calò il silenzio, i due si immobilizzarono, incapaci di reagire all’assurdità della situazione. Quando Harry sentì un piccolo movimento dalla parte opposta della stretta radura, sollevò lo sguardo e vide Ginny, che aveva ancora le mani sulla bocca per lo shock, girarsi e appoggiare il viso infiammato sul torace del ragazzo che stava con lei. Lui la accolse subito tra le braccia stringendogliele intorno. Harry non avrebbe mai pensato di poter essere più scioccato di come lo era stato pochi secondi prima, quando aveva visto Ron e Hermione, ma quando si rese conto di chi era il ragazzo che teneva Ginny tra le braccia, pensò di avere le allucinazioni. “Ginny…” disse a mezza voce, stentando a credere ai suoi occhi. Malfoy lo guardò con aria di sfida e stava per parlare quando uno dei gemelli lo precedette.
“Ron!” tuonò Fred. “La mamma si vergognerebbe di vedere come ti comporti!” disse brusco.
Ron lasciò immediatamente andare Hermione e si sollevò di scatto in piedi. Il suo brusco movimento, provocò la caduta di un oggetto dalla tasca dei suoi pantaloni. Non appena l’oggetto toccò terra, esplose con un gran fracasso, iniziando a suonare una canzone a tutto volume e fece partire delle scintille rosse che formarono un grande cuore dentro al quale comparve la scritta “Hermione”. Ron si coprì la faccia con le mani mormorando “Oh no!” Aveva pensato che non sarebbe potuto accadere niente di peggio che farsi scoprire in intimità con la sua ragazza dai suoi fratelli e dal suo migliore amico, ma si era sbagliato. Questo era molto peggio. Tutti avrebbero avuto modo di sfotterlo a vita per questa sua idea romantica. E infatti, Malfoy scoppiò a ridere così forte, che quasi cadde e Ginny fu costretta a sorreggerlo. Fred e George iniziarono subito a prenderlo in giro dicendo “Ma guarda, ci deve essere qualcuno cotto come una pera nei dintorni… Ron, mi sa che ti sei proprio innamorato, stavolta…”. Harry, ancora incredulo, guardava il cuore rosso scuotendo la testa, ancora troppo confuso per realizzare quello a cui aveva assistito quella sera.


Ron era distrutto, aveva le spalle curve, gli occhi ancora coperti dalle mani ed era ormai rassegnato ad essere preso in giro a vita dai suoi fratelli. Ma Hermione gli toccò un braccio con la sua piccola mano e lui la guardò negli occhi. Vide che erano umidi di commozione mentre lei guardava rapita il grande cuore che stava pian piano svanendo. Quando la musica terminò, gli gettò le braccia al collo e gli sussurrò “Non posso credere che tu abbia fatto tutto questo per me…”.
Lui fece un timido sorriso per la prima volta dopo il disastro di quella serata. “Avrebbe dovuto essere una sorpresa solo per te… Non avrei mai pensato che l’avrebbe visto mezza dozzina di persone… Be’, di sicuro non si può dire che sia stato romantico…” disse lui con tono un po’ abbattuto.
“Ron, non mi interessa se l’hanno visto tutti, so che tu l’avresti fatto solo per me, e questo mi basta”.
“Ehm ehm…” fece George notando che per l’ennesima volta quei due si erano dimenticati del resto del mondo. “Avanti, spostiamoci da qui… sarà meglio che torniate a casa o la mamma potrebbe mandare qualcuno a cercarvi… e chissà a cosa assisterebbe quella sventurata persona!”
“Un momento…” aggiunse Fred. “Credo che gli ormoni impazziti di Ron non siano l’unica sorpresa di questa festa”
Con questa frase sibillina indicò Ginny che era ancora stretta a Draco e gli occhi di tutti si puntarono su di loro.
“Ginny! Che cosa stai facendo con… con…”
“Draco. Si chiama Draco Ron”
“Lo so come si chiama, Ginny, si chiama Malfoy” disse Ron con tono sprezzante come per tentare di farle capire con chi si stava invischiando. “E non cambiare discorso. Spostati immediatamente da lui”
“Ma cosa….”
“Ha ragione Ginny – intervenne Fred – allontanati da lui”
“Ma siete tutti impazziti?”
Ron fece un passo verso di loro con l’intenzione di afferrare Ginny e allontanarla da quell’individuo.
Ma Malfoy le si mise davanti per impedire a Ron di toccarla.
“Non ci provare” gli intimò il biondo Serpeverde puntandogli contro la bacchetta.
La tensione salì alle stelle.
Ginny vide chiaramente Fred e George che stavano impugnando anche loro le bacchette, pronti ad attaccare.
“Volete ascoltarmi?”
“Stai fuori da questa storia. Ce la vediamo noi con lui”
“Si, lascia stare Ginny…Vediamo un po’ di cosa sono capaci i Weasley. Non ho paura di voi”
La situazione stava peggiorando sempre di più. Ginny aveva paura che qualcosa di brutto potesse accadere da un momento all’altro perché Draco puntava la sua bacchetta contro Ron e Fred e George avevano le loro puntate su di lui.
“Ora basta!” gridò Ginny piangendo per la rabbia e la paura. “Finitela con questa farsa!! Fred, George, mettete via le vostre bacchette. So perfettamente che lui è Draco Malfoy, so che è un Serpeverde e so che le nostre famiglie si odiano. Ma, Ron, sono certa che tu puoi capirmi…” disse Ginny guardando con gli occhi colmi di lacrime il fratello. “Io sono innamorata di lui…”
Ron spostò lentamente lo sguardo dalla faccia tesa di Malfoy al viso della sorella che ora era trattenuta da Hermione. La guardò negli occhi e poi lanciò un rapido sguardo all’altra ragazza, la ragazza che amava, la ragazza che riempiva il suo cuore di gioia… e pensò al fatto che da giorni erano ormai inseparabili, e pensò al fatto che sua sorella soffriva da ben tre mesi… e capì.
Ron tornò a guardare il viso di Malfoy, spostò la sua bacchetta e gli si avvicinò per ringhiargli in un orecchio “Torcile anche solo un capello, falla soffrire anche solo mezza volta, e ti assicuro che ti ucciderò a mani nude”.
Si allontanò velocemente da lui mentre Fred e George abbassavano le bacchette guardandosi ancora confusi e Ginny correva tra le sue braccia sfogando finalmente tutta la tensione che aveva accumulato.


Ron si avvicinò a testa bassa ad Hermione che non esitò ad abbracciarlo e rincuorarlo.
“Sono fiera di te, Ron. Hai fatto la cosa giusta”
“Ma perché lui?” chiese Ron scuotendo il capo. “Perché proprio lui?”
“Questo non lo so… Ma l’importante è che Ginny sia felice.”
Videro Harry che si avvicinava a loro, poi disse “Be’, ragazzi, che dire… non riesco ancora a crederci… pensate che sarà in grado di rendere felice la nostra piccola Ginny?”
“Lei ne sembra convinta…” disse Hermione lanciando un’occhiata alla ragazza. “Penso che dovremmo avere fiducia in lei… Ora la cosa più difficile sarà abituarci all’idea…”
“Già…” disse Harry sorridendo.
Si avvicinarono anche Fred e George, ormai più rilassati e presero Harry per le braccia, uno da un lato e uno dall’altro. “Sai, Harry” cominciò Fred. “Geroge ed io abbiamo un’amica che sarebbe deliziata di conoscere il famoso Harry Potter…”


Erano arrivati nel cortile della Tana. Ginny non la finiva più di dire a Harry quanto fosse felice che le cose fossero venute finalmente a galla e che tutto si fosse risolto senza spargimenti di sangue. Harry rise alla battuta, ma Ginny gli rispose “Si, tu ridi! Ma ad un certo punto ho avuto davvero paura di rimetterci o un fratello o un fidanzato!” Lui sollevò una mano e le arruffò un po’ i capelli dicendole “Invece non c’era niente di cui preoccuparsi, hai visto? Del resto sappiamo tutti che Ron è sempre stato un tipo calmo e per niente impulsivo e perfettamente in grado di dominare le sue reazioni, no?” Ginny rise, ma Harry aggiunse in fretta “Però stasera si è dimostrato davvero in gamba, ha fatto il suo dovere di fratello maggiore ma è stato in grado di comprendere i tuoi sentimenti… dovresti essere fiera di lui!”
“Oh, ma lo sono” disse Ginny girandosi a guardare il fratello che era rimasto indietro con Hermione. Il dolce sorriso che aveva sulle labbra si trasformò immediatamente in una smorfia e lei gettò gli occhi al cielo sbuffando e indicando a Harry con un dito un punto alle proprie spalle.


Ron ed Hermione si stavano baciando dolcemente.
“Ron, sai, dopo stasera sarà molto difficile passare tutta la notte sola soletta nel mio lettuccio” sussurrò la ragazza dopo essersi staccata leggermente da lui.
“Oh, non tentarmi, piccola strega malvagia…” disse lui e una mano scese a posarsi sul sedere di lei. Lei fece un risolino, e poi aggiunse “Quello che hai fatto stasera, è stato fantastico! Sei stato molto in gamba a gestire la situazione e a capire quello che provava Ginny”
“Ehi!” disse lui fermando la mano di Hermione che con un dito tracciava degli intricati disegni sul suo petto. “L’adulazione non ti porterà da nessuna parte, con me…”
Lei rise e poi continuò “E anche quello che avresti fatto per me se le cose non fossero andate tutte per il verso sbagliato era fantastico. Mi hai quasi tolto il fiato dall’emozione quando hai fatto partire quell’enorme cuore rosso...” disse lei ripensando alla sensazione di amore assoluto che l’aveva invasa alla vista di quello che lui aveva voluto dedicarle.
“Si, be’… non c’è bisogno di ripensare ancora a quel terribile inconveniente…”
“Come osi definire “inconveniente” la cosa in assoluto più adorabile che sia mai stata fatta per me?!” fece lei mettendo un piccolo broncio.
Lui sorrise e poi si abbassò per baciarle di nuovo le labbra.
“Ti assicuro che la prossima volta sarà tutto perfetto, a costo di doverti portare al Polo Nord per tenere alla larga tutti questi maledetti Weasley” Lei rise di gusto. Entrarono alla Tana e si fermarono di nuovo ai piedi delle scale.
“Buonanotte, amore mio” disse Hermione baciandolo un’ultima volta.
“Buonanotte a te. Sono certo che ti sognerò… vedi di sognarmi anche tu, così magari ci incontreremo sulle nuvole…”
“Io ci sono già sulle nuvole” rispose lei.
Lui le sorrise dolcemente mentre lei si girava per avviarsi su per le scale. Aveva fatto pochi gradini quando lui le disse “Hermione, posso farti una domanda?”
“Ma certo!”
“Cosa sarebbe successo se non ci avessero interrotto alla festa?”
“Be’, Ron, da domani avremo tutto il tempo per scoprirlo…” e sparì su per le scale.




Ora finalmente lo posso dire: grazie alla mia sis agata che ha scritto le parti ficer! xD xD. E poi, grazie come al solito a ramona55 alias patsan per la supervisione. E un abbraccio speciale alla daisy05: tesoro, spero proprio che ne verrai fuori definitivamente il più presto possibile… un bacio grosso.
E mi raccomando, ogni tanto controllate, che presto tornerò con una nuova storia!!xD Con i vostri commenti mi avete resa felice. A presto!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=76466