Shiver.

di Lulu Skywalker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Appuntamento strano ***



Capitolo 1
*** Quando tutto ebbe inizio ***


Guida alla lettura (neanche se fosse un libro di letteratura greca): Dato che forse, sicuramente non sarà chiaro nel capitolo che segue, mi sembra oppurtuno puntualizzare alcune cose:
Il padre di Ryan non era uno scienziato.
Nessuno, prima di allora sapeva l'esistenza dei Chimeri ed Alieni
Infondo la storia è una "What if?" quindi non stupitevi se modifico LEGGERMENTE le cose u.u

[Ci si vede di sotto.]






-Kyle, manca ancora molto? - il ragazzino si voltò verso l’uomo alla guida che gli sorrise.
- No Ryan, siamo quasi arrivati. - lo rassicurò.
Ryan per tutto il tragitto sentiva una strana sensazione alla stomaco. Era ansioso di ritornare a casa, dai suoi genitori.
- Quanto manca di preciso? - era impaziente e si rivolse maleducatamente al suo unico amico.
- Pazienta ancora un po’. - disse Kyle abituato al temperamento del giovane ragazzo.
Ryan iniziò a tamburellare con le dita sul cruscotto dell’auto, quando la sua attenzione fu catturata da un nuvolone di fumo.
Kyle rallentò la macchina.
- Cosa sta succedendo? - Il ragazzo ridusse gli occhi a due fessure per cercare di scorgere qualcosa in lontananza. Il fumo proveniva dalla direzione della sua casa.
Kyle improvvisamente accelerò e iniziò a correre con l’auto in direzione del gran nuvolone.
Doveva essere scoppiato un incendio. E anche grosso.
 
Arrivati ai pressi dell’abitazione del ragazzo, i due videro la casa in fiamme.
Ryan scese giù dalla macchina correndo verso le fiamme.
- No, fermati! - Kyle lo bloccò stringendolo a sé in modo tale che il bambino non scappasse via.
- Guarda Kyle. Guarda! - Il ragazzo aveva due grossi lacrimoni che gli offuscavano la vista.
Kyle seguì la direzione indicata dal dito del ragazzo e ciò che vide lo inorridì.
Una creatura infuocata dalle dimensioni di un gigante, con un corno al centro della fronte e con delle zanne li guardava minacciosi facendo schiamazzi e quant’altro.
Era stata lei ad appiccare l’incendio.
- Oh mio Dio. - Kyle non riusciva a trovare una spiegazione a tutto ciò. Solo una cosa occupava la sua mente: Terrore.
Ryan udì delle voci e si liberò dalla presa di Kyle per iniziare a correre verso l’edificio i fiamme.
- Mamma! - urlò. - Mamma resisti! -
Da una delle finestre, una sagoma infuocata cercava di scappare.
Doveva essere Cindy, la madre di Ryan.
Mentre correva, Ryan inciampò su un sasso e finì per terra. Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere quella sagoma che credeva sua madre, cadere a terra e confondersi con le fiamme e la distruzione circostanti.
Kyle lo raggiunse, e il piccolo Ryan scoppiò in un pianto a dirotto.
In quel preciso istante quella creatura mostruosa sparì, lasciandosi alle spalle solo cenere.
- Cos’era Kyle? Un mostro! Li ha uccisi Kyle! - iniziò ad urlare il biondino.
Kyle non seppe cosa rispondere, scioccato dall’accaduto.
 
 
Cinque anni dopo…
 
 
- Bene, abbiamo trovato la soluzione, a quanto pare. -
- Sei sicuro che funzionerà? - La voce allegra del ragazzino lasciò posto ad una voce più fredda, dura, distaccata.
Gli occhi del moro, illuminati dalle mille scritte apparse nel monitor trasmettevano una tale sicurezza.
- Sì. Dobbiamo trovare solo le ragazze in grado di accogliere queste particelle nel loro DNA .-
Ryan sospirò, massaggiandosi le tempie.
- Voglio fare un ulteriore esperimento, prima. - Il biondino prese una piccola pistola e se la puntò al collo.
Kyle scattò subito dalla sedia. - Non farlo Ryan. Tu non sei idoneo per tutto ciò. - Forse, solo in quell’occasione la voce di Kyle divenne dura ed autoritaria.
- Non voglio essere la causa della morte di qualche povera ragazza. - fece pressione sul grilletto, quel poco che bastava affinché un bagliore accecante avvolse interamente il ragazzo che cominciò a dimenarsi, urlando dal dolore.
- Ryan, tu lo sapevi! Maledizione, lo sapevi! -
Il bagliore finì improvvisamente, lasciando a terra, tra gli abiti indossati dal biondino, un gatto grigio.
Kyle lo prese in braccio, e lo strinse a se.
- Lo sapevi, ma hai corso lo stesso il rischio. - Il tenero gattino fece le fusa per poi tornare a fissare gli occhi del moro che lo teneva in braccio.
Quella era la conferma.
Erano pronti.
 
 
***
 
La sveglia suonava da diversi minuti senza che qualcuno si degnasse a spegnerla. Al contrario, qualcuno mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno.
Passarono altri due minuti, e la sveglia continuava a suonare.
Altri cinque, e ancora la sveglia suonava.
Improvvisamente un urlo, talmente acuto da svegliare l’intero vicinato, ebbe origine da sotto quelle coperte color panna.
- Oddio, sono in ritardo! - Una buffissima ragazza dai capelli rossi si gettò giù dal letto finendo con la faccia per terra.
Si infilò velocemente in bagno per lavarsi e cambiarsi e poi, dopo aver acconciato i capelli in quei strambi codini che lei amava tanto si precipitò fuori dalla camera, per uscire di casa.
- Tesoro, non fai colazione? - urlò la voce di una donna.
- No mamma. Sono in ritardo! - così dicendo iniziò a correre a perdifiato verso quella odiosa struttura in cemento che tutti chiamavano scuola.
Era ancora in preda al sonno, e solamente Dio sa come evitò numerosi incidenti stradali quella mattina. Ma non aveva tempo da perdere.
Quella giornata le aspettava una delle sfide più ardue che avesse mai accettato.
E non si trattava di un compito di matematica, no. Doveva solamente chiedere al ragazzo più bello della scuola, se avesse voglia di uscire con lei.
Guardò l’orologio.
Maledizione, la campanella stava per suonare e lei ancora non trovava il famoso ragazzo dalla pelle scura.
- Cavolo! Dove sei? - disse tra se e se.
La sua attenzione fu catturata da una risata inconfondibile fra mille.
Era lui!
Si voltò allegra verso la direzione del ragazzo e lo raggiunse.
- Ciao! - fece un po’ imbarazzata.
- Ciao - rispose il ragazzo. - Tu sei Strawberry vero? - domandò.
Allora si ricordava ancora di lei. Beh certo, come biasimarlo. Tutti si ricordano della ragazza che per sbaglio aveva attentato alla propria salute.
- Sì, sono io. - Sorrise ancora più imbarazzata di prima, e i suoi zigomi si colorarono di una sfumatura rosea. - Volevo chiederti una cosa.. - proseguì la ragazza.
- Di che si tratta? - domandò gentilmente il ragazzo anche se, intuiva già qualcosa.
- Mi chiedevo se per caso, domani tu…beh ecco, se tu avessi voglia di uscire con me! - disse con tutto il fiato che aveva in gola.
- Veramente…avrei da fare, domani .-
Strawberry si sentì estremamente delusa. - D’accordo. - disse e si avviò verso l’aula.
Il ragazzo fece lo stesso incurante della reazione di Strawberry.
 
 
- Trovate! - urlò Ryan dal laboratorio.
Kyle lo raggiunse di corsa. - Davvero?! -
Il biondino annuì, serio.
- Bene, che l’esperimento abbia inizio. - così dicendo, spinse un piccolo pulsante dalla tastiera di uno dei tanti computer.
 

Strawberry si bloccò di colpo. Si sentiva improvvisamente strana, come se qualcosa stesse cercando in tutti i modi di entrare in lei.
Chiuse gli occhi, cercando di cacciare via quella nausea che si stava impossessando pian piano di lei.
Appena li aprì però, quegli occhi nocciola si colorarono di una luce diversa.
 
Contemporaneamente il ragazzo sussultò.
- Strawberry? - chiamò.
La ragazza, come se quelle strane sensazioni, non l’avessero mai colpita si girò verso il ragazzo moro.
- Sì, Mark? - Era ancora ferita, ma non lo dimostrava.
- Ripensandoci bene, non ho nulla da fare domattina. Che ne dici di vederci alla stazione alle nove in punto? - disse con una naturalezza spaventosa.
Strawberry strabuzzò gli occhi e sorrise a trentadue denti.
- Certamente Mark! - Quella notizia le aveva illuminata la giornata.
La campanella suonò, e i due ragazzi entrarono a scuola come se nulla fosse.





[Rieccomi qui.]

Sì, ennesimo BabyFF partorita dalla mia mente malata D: Abbiate pazienza! :3 (si inchina te volte)
Come avete visto, inizialmente Mark era contrario ad uscire con Strawberry (buahahah che goduria *-*) ma evidentemente qualcosa, o qualcuno (ù.ù) ha cambiato gli eventi della storia.
Ma basta, non voglio anticipare altro. eh, ditemi come vi sembra: bella/brutta/pessima/schifosa. Le critiche sono ben accette :)
Ci si legge (è.é) gente :D


 

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Capitolo 2
*** Appuntamento strano ***


Tutta la mattinata trascorse come se nulla fosse, tranne per il fatto che Strawberry non fece altro che dormire per tutta la giornata. 
- Ma chi ti prende? - le chiese Mimi
- Già, oggi sei davvero strana .-
Megan e Mimi erano le amiche più care che la rossina potesse desiderare.
Quando si trasferì qui, a Tokyo, una paio di anni prima, fece subito amicizia con queste ragazze un po’ svampite e non si abbandonarono più.
- Credo che oggi si metterà a piovere. - disse sbadigliando.
Le ragazze si guardarono in faccia.
- Non è che, il fatto che domani tu e Mark uscite insieme ti stia facendo sentire male? - domandò ansiosa Mimi.
- Ha ragione. Magari è la troppa emozione. - disse la bionda.
Strawberry si guardò in torno e notò che tutte le ragazze la stavano fissando.
- Ma siete impazzite? - sussurrò. - Non voglio che si sappia in giro che uscirò con Mark .-
A pronunciare quel nome, alla ragazza brillarono gli occhi.
Non riusciva a crederci. 
Lei era la ragazza più fortunata di tutta la scuola se aveva avuto la possibilità di uscire con lui. Anche se, deve ammettere che, quando inizialmente Mark aveva rifiutato si sentì davvero triste.
Ma questo non lo aveva confessato alle amiche.
 
La campanella suonò, e le ragazze poterono ritornare a casa.
Mentre camminava, Strawberry notò una limousine che sfrecciava a tutta velocità per la strada.
Chissà di chi era. Ma non aveva voglia di pensarci, doveva decidere al più presto cosa avrebbe indossato il giorno successivo.
- Sono tornata! - urlò non appena si richiuse la porta alle spalle.
Sua madre la raggiunse tutta contenta.
- Com’è andata, tesoro? - chiese sorridendo.
La sera precedente aveva ascoltato per sbaglio la conversazione della figlia insieme alle sue amiche, ed era ansiosa di sapere se Mark aveva accettato o no.
Certo, non lo conosceva ma rimediò andando a cercare il profilo del ragazzo su internet (mamma tecnologica a ore 12 ndMe) .
- Bene mamma. - rispose mal celando una gioia più grande di lei.
- Sono contenta. - Mamma e figlia infondo erano uguali. Bastava solo un’occhiata per capirsi a vicenda. - Adesso vieni, il pranzo è già pronto. - disse sempre più allegra.
A quella notizia Strawberry non fu poi tanto felice.
Sua madre era un disastro ai fornelli, come lei d’altronde, e avrebbe preferito mangiare un panino piuttosto che provare l’ennesimo esperimento culinario di sua madre.
 
 
***
 
 
- L’hai trovata? - disse il moro.
- Credo di sì. Il segnale adesso è fermo in questo punto, guarda. - Indicò un punto rosso all’amico che annuì.
- Bene, allora non bisogna aspettar altro che si muova per poi raggiungerla. - disse con voce seria. - Tieni Ryan, servirà questo alla ragazza. - Kyle gli porse una piccola spilla dorata.
Ryan la guardò attentamente.
Era proprio dentro quella piccola spilla che si celava la salvezza del mondo.
 
 
***
 
 
- Sbrigati Strawberry! Sbrigati! - La ragazza saltellava per tutta la stanza cercando di infilarsi i pantaloni. Come al solito era in ritardo, ma stavolta la situazione era alquanto grave. Infatti era in ritardo all’appuntamento con Mark!
Maledizione Strawberry! Ma quando imparerai?
Sei la solita pigrona.
Uscì di tutta fretta arrivando alla stazione.
Mark era già lì con un piccolo opuscolo in mano.
Lei si avvicinò lentamente salutandolo. - Ciao. - disse imbarazzata. Il ragazzo alzò gli occhi dall’opuscolo verde e guardò Strawberry attentamente per un paio di secondi prima di sorriderle. -Ben arrivata. - disse.
Lo sguardo della rossa si fece curioso verso ciò che il ragazzo teneva in mano.
- Di cosa si tratta? - domandò cercando di leggere le scritte.
- Della mostra che andremo a visitare oggi. - sorrise.
Strawberry si bloccò per un attimo.
Davvero a loro appuntamento aveva intenzione di portarla ad una mostra? E di cosa, poi?
Lei avrebbe tanto sperato ad un’uscita più romantica. Magari al cinema o una passeggiata mano nella mano al parco.
Sospirò.
- Di cosa si tratta? - domandò fingendo un interesse che non le apparteneva.
Il ragazzo le avvicinò l’opuscolo. - Animali in via d’estinzione. - disse sicuro di se.
- Fidati, ci divertiremo molto. -
- Sicuro! - esclamò la rossa fingendosi entusiasta. Si girò dall’altra parte e notò una figura che si nascose dietro un palo.
Sarà stata la mia immaginazione, si disse.
Salirono sul treno, e quella strana sensazione non si decideva a lasciarla in pace.
Era contenta di stare con Mark, ma continuava a fare la figura dell’idiota perché, assorta com’era nei suoi pensieri, ogni qualvolta che Mark le domandava qualcosa lei se ne usciva sempre con: “- Non credi che sia una bella giornata?” -.
Seduta, nel treno potè notare la figura di prima che, nascondendo gli occhi con degli occhiali molto scuri, non faceva altro che osservarla.
Per un minuto, Strawberry ebbe davvero paura e si nascose (per quel che poté) dietro la schiena di Mark.
Possibile che la stava pedinando?
Appena uscirono da quella mostra, Strawberry sospirò di gioia e sollevazione.
Avevano passato la triste bellezza di tre ore ad ascoltare incessantemente documentari su animali in via d’estinzione.
Per carità, un argomento interessantissimo, ma non riuscì più a reggere dopo due ore. Infatti poi si addormentò.
- E’ stato davvero interessante, non trovi anche tu Strawberry?- disse il ragazzo avvicinandosi più a lei.
Strawberry si limitò ad annuire. - Che ti va di fare, adesso? - domandò.
Il ragazzo si guardò intorno. - Non so. Che ne dici di andare un po’ al parco? Ho sentito dire che hanno aperto una caffetteria davvero incantevole. -
Alla ragazza venne l’acquolina in bocca. - Mi piacerebbe molto! - esclamò.
Andarono lungo il parco finché non raggiunsero il Caffè.
Era bellissimo, somigliava tanto ad una torta!
Strawberry entrò entusiasmata dall’idea di assaggiare qualche dolce.
Ad accoglierla ci furono due ragazzi.
Uno moro, con i lunghi capelli raccolti in una coda che continuava a sorriderle amabilmente E l’altro, un biondino dagli occhi di ghiaccio che non faceva altro che studiarla con gli occhi.
A questo punto Strawberry ebbe un brivido.
- Salve. - disse Mark affiancandosi alla ragazza.
- Benvenuti al caffè mew. Prego, se volete accomodarvi… - Il moro fece segno di seguirlo e li fece accomodare nell’unico tavolo libero.
Sì, quel locale era affollatissimo.
- Prego, volete ordinare qualcosa? - La ragazza aprì il menù e iniziò a leggere canticchiando nella sua mente. Stava morendo di fame.
- Strawberry? - disse titubante il ragazzo.
- Sì, Mark? - la ragazza alzò gli occhi dal menù.
- Si può sapere cosa hai in testa? - disse Mark avvicinandosi per controllare meglio.
Istintivamente la ragazza si portò una mano in testa, e toccò qualcosa di soffice e morbido. 
 
 

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